Copia di 6e228950c1f1108dca69cfaeccee831a Pianeta scienza MARTEDÌ 10 GIUGNO 2014 IL PICCOLO Il triestino Cucini sul podio del “talent” FameLab Italia 2014 Grazie a Riccardo Cucini, ricercatore di Elettra-Sincrotrone, Trieste sale sul podio di FameLab Italia 2014, il talent show della divulgazione scientifica la cui finale nazionale si è svolta a Perugia, coordinata da Psiquadro e British Council. Dopo le selezioni locali, che si sono tenute ad Ancona, Genova, Milano, Napoli, Perugia, Trento e Trieste, si è svolta la gara nazionale, che ha visto piazzarsi al primo posto Marco Ferrigo, laureando in matematica selezionato a Genova, che ha raccontato al pubblico come la libertà di pensiero e la creatività della matematica consentano di apprezzare a fondo la bellezza del mondo. Ferrigo ha rappresentato l'Italia alla gara internazionale di FameLab, che si terrà a Cheltenham, nel Regno Unito, sfidando 25 rappresentanti da altrettanti paesi. Al secondo posto c'è Veronica Ruberti, selezionata a Trento, che si è concentrata sul fenomeno dell'arto fantasma, raccontando al pubblico le sensazioni del paziente con un linguaggio teatrale e introducendo alcune delle questioni aperte nella ricerca intorno a questo fenomeno. Medaglia di bronzo infine per Riccardo Cucini, il fisico toscano che lavora a Trieste, già vincitore della selezione locale coordinata da Immaginario Scientifico, Università di Trieste e Comune di Trieste. È lui che porta l’astronomia sul podio di FameLab 2014 raccontando come sia possibile ricostruire in laboratorio una stella per osservarne i processi di evoluzione arricchendo co- sì i dati raccolti dall’osservazione diretta del cielo. Riccardo, che si è guadagnato anche il premio della giuria popolare, ha catturato l’attenzione della giuria e del pubblico riuscendo a descrivere con metafore suggestive e ricche quello che ha definito “il forno” che i fisici hanno costruito per riprodurre i processi stellari accelerando particelle elementari e raccogliendo la luce emessa in questi processi di accelerazione. A valutare i 14 rappresentanti delle selezioni regionali AL MICROSCOPIO c'erano Paolo Nespoli, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea, Sara Zambotti, antropologa e conduttrice della trasmissione radiofonica di RaiRadio2 “Caterpillar” e Riccardo Guidi, biotecnologo e primo campione di FameLab Italia nel 2012. A rendere ancora più gradevoli e divertenti le presentazioni dei concorrenti è stato l’autore e conduttore televisivo Federico Taddia che ha condotto la serata, affiancato sul palco dal musicista Gabriele Mirabassi che ha eseguito improvvisazioni jazz col suo clarinetto ispirandosi ai temi presentanti dai concorrenti. La scienza assieme alla diplomazia Aperto a Trieste il primo corso organizzato dalla Twas: cinque giornate con una trentina di partecipanti di Paola Targa Gli ambiti di intervento in cui un esperto di scienza e diplomazia può far sentire la propria voce sono molti e spesso insospettabili. Per esempio, la tutela di specie in pericolo di estinzione, come i gorilla di montagna che abitano le regioni a cavallo tra Uganda, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo. Perché? Perché queste regioni sono tuttora lacerate da guerre civili e una mediazione diplomatica che tenga da conto gli aspetti scientifici della questione sarebbe quanto mai opportuna. «Uno qualsiasi dei problemi che il mondo deve oggi gestire e risolvere - dall'energia all'alimentazione, dalla protezione dai disastri naturali all'adattamento al clima - può essere affrontato intersecando scienza e diplomazia. Anche temi apparentemente lontani dalla politica come la tutela della biodiversità, che è patrimonio dell’umanità, o come la risoluzione di conflitti che pregiudicano risorse naturali comuni, possono beneficiare di questo approccio combinato. Perciò STUDIO Cani che “sentono” tumori alla prostata Siamo vicini alla possibilità di usare cani addestrati per diagnosticare il tumore della prostata, facendoli annusare le urine dell’uomo. L’annuncio viene dal 21o Congresso Nazionale dell’Auro (Associazione Urologi Italiani), svoltosi a Roma con oltre 500 specialisti. «L’urina dei malati - ha spiegato Gianluigi Taverna, responsabile del Centro di Patologia Prostatica presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) - ha un odore particolare, che cani specificatamente addestrati sono in grado di percepire e riconoscere». Romain Murenzi (a destra) con l'astronauta David Hilmers sono lieto che siate venuti alla Twas da ogni parte del mondo, per seguire questo corso e acquisire nuove professionalità». Con questo saluto di benvenuto, Romain Murenzi, direttore esecutivo della Twas, ac- cademia mondiale delle scienze, ha aperto i lavori del primo corso Scienza e diplomazia, in partnership con l’Associazione americana per il progresso della scienza. Il corso durerà fino a venerdì e sarà seguito da una trentina di partecipanti, che già lavorano come esperti scientifici o diplomatici nei loro paesi di origine, i quali sono in cerca di nuove competenze con cui arricchire il loro curriculum. Nel corso di cinque intense giornate di lavoro, gli “studenti” provenienti da 32 paesi del mondo seguiranno lezioni tematiche su argomenti specifici - per esempio, sul ruolo del consigliere scientifico nei ministeri stranieri, o delle organizzazioni non governative e la diplomazia scientifica. E saranno impegnati in simulazioni di gruppo, in cui dovranno affrontare progetti e iniziative di diplomazia in ambito scientifico partendo da un'idea di base, per svilupparla poi ed esaminare le implicazioni regionali politiche del progetto, inquadrando il ruolo delle diverse comunità coinvolte. Una delle esercitazioni chiederà di valutare le conseguenze della costruzione di un reattore nucleare sperimentale a fusione in un Paese molto simile a quelli reali. Tra gli invitati d'onore al corso anche David Hilmers, ex astronauta della Nasa ora impegnato in attività che investono sanità pubblica e salute infantile. Hilmers ha illustrato alcuni dei progetti in cui è coinvolto. Uno riguarda la lotta alla malnutrizione in età pediatrica. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Reazioni e interesse dall’Argentina al Pakistan Il volume “Trieste città di scienza e alta formazione” sta ottenendo riscontri da mezzo mondo Nell’era della comunicazione digitale fa notizia il consenso che sta ottenendo il volume fotografico “Trieste Città di Scienza e Alta Formazione”, edito da Aps comunicazione e inviato in Italia agli ambasciatori di molti paesi esteri e nel mondo ai responsabili delle ambasciate italiane, nonché a livello internazionale ai massimi rappresentanti di altri centri di ricerca e alta formazione. Un’operazione di promozione del sistema scientifico e universitario di Trieste, resa possibile dalla partecipazione all’iniziativa del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia, con il sostegno della Fondazione CRTrieste. Accompagnato da una lettera della direzione generale del Centro, nella quale il professor Francisco Baralle sottolinea che “la pubblicazione presenta una visione dell’eccellenza del sistema scientifico e formativo di Trieste, e rappresenta uno strumento di conoscenza utile del nostro territorio”, il volume sta ricevendo attestazioni di gradimento da molte parti del mondo, sia per l’importanza dei contenuti che per la sua qualità grafica e fotografica. All’Icgeb stanno arrivando lettere di ringraziamento che testimoniano l’interesse dei paesi esteri per avviare o ampliare le collaborazioni con le Istituzioni che fanno di Trieste la città della scienza e dell’alta formazione. L’ambasciatore d’Italia in Argentina, ad esempio, sottolinea che “il volume rappresenta un utilissimo compendio delle numerose attività scientifiche che si svolgono della città di Trieste, che la rendono una delle capitali mondiali della scienza”. L’ambasciatore del Pakistan nell’evidenziare “l’indubbio pregio del libro” fa sapere d’averlo “subito valorizzato durante un incontro con il ministro federale pakistano per la scienza e tecnologia, Zahir Hamid, finalizzato ad un rilancio della collaborazione scientifica fra i due paesi”. Il rappresentante italiano alle Galileo. Koch. Jenner. Pasteur. Marconi. Fleming... Precursori dell’odierna schiera di ricercatori che con impegno strenuo e generoso (e spesso oscuro) profondono ogni giorno scienza, intelletto e fatica imprimendo svolte decisive al vivere civile. Incoraggiare la ricerca significa optare in concreto per il progresso del benessere sociale. La Fondazione lo crede da sempre. Nazioni Unite a New York, testimonia “il suo orgoglio di poter disporre di un tale prestigioso volume da poter condividere con la comunità diplomatica per spiegare le opportunità presenti a Trieste”. E ancora, l’ambasciatore italiano a Londra sottolinea d’aver “molto apprezzato la veste grafica che evidenzia con grande efficacia l’altissimo livello di eccellenza raggiunto, auspicando un incremento delle collaborazioni scientifiche con il Regno Unito”. L’ambasciatore degli Stati Uniti rileva invece “il grande sforzo fatto da Trieste per raggiungere un così alto livello di competitività nel contesto glo- 25 bale, grazie alla reputazione di città di scienza e alta formazione”. «Le attestazioni di gradimento – conclude Federica Zar di Aps comunicazione – ci stimolano a continuare questo percorso di promozione internazionale del volume: stiamo elaborando un progetto, da condividere sempre con le realtà presenti nel volume, per un’edizione digitale dell’opera (ebook e/o App), che consenta di integrare ai testi e alle immagini fotografiche nuovi contenuti multimediali (video, interviste, testimonianze nella forma di storytelling) e di essere così diffusa a un pubblico sempre più ampio». QUESTA PAGINA È REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON Capelli biondi e occhi azzurri scritti nel Dna di MAURO GIACCA S i avvicina l’estate, tempo di maggiore attenzione per il nostro aspetto fisico. Ma perché alcuni di noi hanno carnagione scura e capelli neri mentre altri sono chiari con i capelli biondi? E’ evidente che la risposta sta nel nostro Dna, ma le sorprese non mancano. Quando la nostra specie, Homo sapiens, comparve inizialmente in Africa 200mila anni fa tutti i suoi membri avevano la carnagione scura, come gli Africani di oggi, perché questa offre il vantaggio evolutivo di proteggere contro i dannosi raggi Uv del sole, molto intensi a quelle latitudini. Tuttavia, una certa esposizione ai raggi Uv è essenziale per produrre vitamina D, ed ecco quindi che, quando i nostri antenati 40mila anni colonizzarono Asia e Europa, avere una pelle più chiara diventò un requisito essenziale. Sono almeno una decina i geni che controllano il colore della pelle; di questi, le variazioni di Tyr e Slc45a2 controllano la sintesi della melanina e la presenza di lentiggini e Herc2 il colore dell’iride. Una variante di Irf4 è associata a carnagione pallida, occhi azzurri e scarsa propensione ad abbronzarsi. Ancora più interessante la questione del colore dei capelli. Individui con i capelli scuri predominano in Africa, Asia e Europa del Sud, mentre i capelli biondi sono più frequenti nell’Europa del Nord. L’analisi del Dna di decine di migliaia di individui ha rivelato che il colore dei capelli è controllato dalle variazioni di 8 geni. Come funziona una di queste è descritta in un articolo pubblicato questo mese da Nature Genetics, a firma di David Kingsley, genetista alla Stanford University in California. Studiando gli individui biondi di Islanda e Olanda, Kingsley e sui colleghi hanno trovato che il loro DNA porta una variazione che regola il gene Kitlg, essenziale per la funzione di molte cellule staminali, incluse quelle che sintetizzano la melanina dei capelli. Topi ingegnerizzati per contenere questa variante nascono con il pelo biondo. Ma se si può spiegare la pelle chiara lontano dell’equatore perché offre un vantaggio selettivo, quale è il motivo per cui si sono diffusi i capelli biondi? Ebbene, studi genetici di quest’anno indicano che questo tratto è stato oggetto di pressione evolutiva positiva di recente, negli ultimi 5mila anni, sotto la spinta della selezione sessuale. Donne bionde con gli occhi azzurri sarebbero state favorite rispetto alle loro rivali in periodi in cui queste competevano per i favori di pochi maschi. Di fatto, i capelli biondi sono associati con gioventù e bellezza nella letteratura classica greca, e sono frequentemente imitati con sbiancanti, maschere e parrucche in alcune popolazioni sia antiche che moderne.
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