Identificazione e distribuzione nei mari italiani di specie non indigene Classe Malacostraca Ordine Decapoda Marsupenaeus japonicus (Bate, 1888) Famiglia Penaeidae SINONIMI RILEVANTI protozoea (pz) DESCRIZIONE Carapace con la carena adrostrale che si estende fino quasi al margine posteriore, provvisto di carene gastrofrontale, antennale ed epatica. Il solco cervicale non si estende oltre la metà della distanza tra la spina epatica e la carena adrostrale. Rostro con 7-11 denti sul margine dorsale ed un solo dente sul margine ventrale, carena postrostrale scanalata medialmente. Segmenti 4° - 6° dell’addome con una carena dorsale. Primi tre paia di pereopodi terminanti con una chela, una spina acuta sul lato interno del basis dei primi due pereopodi. Telson con estremità acuta e tre paia di spine mobili laterali. Petasma simmetrico. Thelycum tubulare. Penaeus japonicus Bate, 1888 zoea (z) COROLOGIA / AFFINITA’ Temperata e sub-tropicale meridionale. settentrionale e DISTRIBUZIONE ATTUALE Sub-Regioni Indo-Malese, Australia settentrionale, Cino-Giapponese, Mar Arabico,est Africa PRIMA SEGNALAZIONE IN MEDITERRANEO Ha raggiunto il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e si è diffusa in tutto il bacino orientale. PRIMA SEGNALAZIONE IN ITALIA In Italia la specie è stata importata nel 1979 per allevamento, ma l’unico esemplare raccolto in mare aperto è stato ritrovato al mercato ittico di Vasto (Adriatico) nel pescato di un motopeschereccio COLORAZIONE Corpo giallo pallido a rossastro con bande locale, successivamente alla semina di post-larve trasversali marrone, pereopodi e pleopodi giallastri nella vicina laguna di Lesina. Identificazione e distribuzione nei mari italiani di specie non indigene con apici blu. Uropodi gialli con striscia blu e ORIGINE bordati da setole rossastre. Oceano Pacifico, Mar Del Giappone FORMULA MERISTICA TAGLIA MASSIMA Lunghezza totale massima: nei maschi 170 mm, nelle femmine 270 mm. STADI LARVALI VIE DI DISPERSIONE PRIMARIE Questa specie ha raggiunto il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e si è diffusa in tutto il bacino orientale. VIE DI DISPERSIONE SECONDARIE Acquacoltura, commercio. Dalle uova che la femmina rilascia nella colonna d’acqua attraverso 12 stadi larvali (6 nauplii, 3 STATO DELL’INVASIONE zoeae, 3 mysis) si sviluppa la post-larva che Non nativo. Molto abbondante nel Mar di Levante e assume abito bentonico e passa il periodo giovanile Turchia meridionale. nella fascia costiera concentrandosi in aree estuariali ad elevata produttività. MOTIVI DEL SUCCESSO DESCRIZIONE (PROTOZOEA) PZ1-PZ3. Rostro assente in PZ1, più lungo di ½ A1 in PZ2-PZ3. SO con punta bifida (PZ2) o semplice (PZ3). 1 setola apicale di A1 lunga come tutto il corpo (PZ1). A2: 1+1+2 setole interne su endo, 10+2 setole su eso. 1 spina dorso-mediana su MA1-5 e 1 paio di spine postero-lateralii su MA56, in PZ3. Telson con 7+7 (PZ1-PZ2) e 8+8 setole (PZ3); la prima setola esterna è dorsale. Eso ed endo uropodi con 6-7 e 0 setole, rispettivamente, in PZ3. LT [mm]: 0.92-1.3 (PZ1); 2.24-2.5 (PZ3). Corpo giallo pallido traslucido; con A1, A2 e zona telson di color giallo-brunastro. (ZOEA) Z1-Z3. Rostro lungo circa ½ carapace. Carapace con margini antero-ventrali lisci, presenti SO, SP e spine epatiche. 1 spina dorso-mediana su MA3-6 (Z1), MA4-6 (Z2), MA5-6 (Z3); 1 paio di spine laterali su MA5-6, 1 spina ventro-mediana su MA6. Telson con 8+8 setole. Uropodi (rispettivamente in Z1 e Z3): eso con 14-15 e 2225 setole, endo con 12-13 e 20-23 setole. LT [mm]: 2.83 (Z1), 4.34(Z3). SPECIE SIMILI Melicertus kerathurus (Forskäl, 1775). CARATTERI DISTINTIVI Il carattere morfologico che permette di riconoscere con assoluta certezza gli individui di Marsupenaeus japonicus ha un ritmo di crescita superiore a quello della specie autoctona Melicertus kerathurus e quindi è preferito negli impianti di allevamento. SPECIE IN COMPETIZIONE Melicertus kerathurus (Forskäl, 1775) IMPATTI DANNI ECOLOGICI Marsupenaeus japonicus ha un ritmo di crescita superiore a quello della specie autoctona Melicertus kerathurus e quindi è preferito per l' allevamento. Negli stocks di M. japonicus mantenuti in acquacoltura si è rilevata una riduzione della variabilità genetica e della fecondità. Marsupenaeus japonicus è portatore di micosi delle branchie (“black gill desease”) causate da funghi del genere Fusarium; almeno tre specie di questo parassita sono state identificate in diverse popolazioni di M. japonicus. L’elevata infettività di questi funghi, documentata anche su altri organismi marini, potrebbe apportare focolai anche sulle popolazioni di specie autoctone. Va sottolineato, infine, che M. japonicus è una specie utilizzata molto frequentemente negli studi di biochimica e fisiologia proprio in virtù delle sue caratteristiche euriecie e del notevole interesse economico che riveste. Identificazione e distribuzione nei mari italiani di specie non indigene Melicertus kerathurus (Forskäl, 1775) è rappresentato dal numero di spine sul lato interno dei primi tre pereopodi: coxa priva di spina e solo 1 spina sul basis dei primi due pereopodi in M. japonicus; pereopodi 1° e 2° con una spina sul basis ed una spina sulla coxa, 3° pereopode con una spina sul basis in M. kerathurus. PER GLI STADI LARVALI (PROTOZOEA) Differente per: setole uropodi (5 su eso, 2 su endo); cromatofori rossi a livello di A2 e massillipedi. PER GLI STADI LARVALI (ZOEA) Melicertus kerathurus, differente per: spina dorsomediana (su MA2-6 in Z1, su MA3-6 in Z2); setole su uropodi (eso 16 e 21, endo 11 e 15, rispettivamente in Z1 e Z3). Parapenaeus longirostris, differente per: spine dorso-mediane sul carapace (presenti), spina dorsomediana (lunga, sui MA3-6 in Z1-Z3. DANNI ECONOMICI IMPORTANZA PER L’UOMO Attualmente nel Mediterraneo orientale M. japonicus risulta più abbondante delle specie autoctone di gamberi e rappresenta una importante risorsa per la pesca locale, inoltre è allevato, partendo da riproduttori mantenuti in cattività, in Italia ed in altri paesi del Mediterraneo. BANCA DEI CAMPIONI - PRESENZA IN G-BANK PROVENIENZA DEL CAMPIONE HABITAT Passa il periodo giovanile nella fascia costiera concentrandosi in aree estuariali ad elevata produttività. Come la gran parte dei peneidi litorali, M. japonicus è particolarmente attivo nelle ore notturne e durante il giorno è in grado di seppellirsi nel substrato sabbio-fangoso. PARTICOLARI CONDIZIONI AMBIENTALI Sconosciute. BIOLOGIA Il ciclo vitale di questa specie si completa in circa due anni. Il periodo riproduttivo si estende dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno. Dalle uova che la femmina rilascia nella colonna d’acqua attraverso 12 stadi larvali (6 nauplii, 3 zoeae, 3 mysis), si sviluppa la post-larva che assume abito bentonico e passa il periodo giovanile nella fascia costiera concentrandosi in aree estuariali ad elevata produttività. Le giovani post-larve di questa specie sono molto simili a quelle di Penaeus monodon Fabricius, 1798 e di P. semisulcatus de Haan, 1844. Nel periodo invernale gli individui si allontanano dalla costa spingendosi a profondità di 50-60 m. Come la gran parte dei peneidi litorali, M. japonicus è particolarmente attivo nelle ore notturne e durante il giorno è in grado di seppellirsi nel substrato sabbio-fangoso. Si nutre principalmente di piccoli molluschi, anfipodi, anellidi e larve di insetti chironomidi. TIPOLOGIA: (MUSCOLO / ESEMPLARE INTERO CONGELATO / FISSATO ECC) LUOGO DI CONSERVAZIONE CODICE CAMPIONE / Identificazione e distribuzione nei mari italiani di specie non indigene BIBLIOGRAFIA AAVV 1988 – Penaeus japonicus biologia e sperimentazione. Ente Sviluppo Agricolo Veneto. Collana Acquacoltura.267 pp. Al-Kholy A.A. & El-Hawary M.M. 1970 – Some penaeids of the Mediterranean sea. Bull. Inst. Oc. Fish. Cairo, 1: 339-377. Balss H. 1927 - Bericht über die Crustacea Decapoda (Natantia und Anomura). Zoological Results of the Cambridge Expedition to the Suez Canal 1924, XIV. Transactions of the Zoological Society of London, 22: 221-227. 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