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NOTIZIARIO D ELLA
C OMU NITA’ C RISTIANA D I C ASTELC IVITA
A N N O I X - N . 1 6 - C O P IA O M A G G IO
INSERTO DICEMBRE 2013 - GIUGNO 2014
Ernesto…
[a cura di GIUSEPPE CANTALUPO]
Quattro pagine non bastano
per descrivere la
vita di un Uomo, è pura follia! Quattro pagine è il
minimo per ricordare un Uomo, per ricordare Ernesto Cantalupo!
Credo che le pagine del “Pio Villaggio”, siano tra
le pagine più appropriate per scrivere di lui, in
quanto la sua fede per Dio era immensa e l’amore
per Castelcivita era infinito. Fede coltivata all’interno dell’Azione Cattolica, con la grande guida
spirituale di Don Amedeo Sessa e nel seguito arricchita dai tanti viaggi di pellegrinaggio, in particolare amava Medjugorje, tappa fissa negli ultimi
anni.
Azione Cattolica che con gli anni di liceo classico
ed università fu sorgente fondamentale per accrescere la sua enorme cultura, la quale si è arricchita dalla lettura di pile di libri. Cultura che ha assunto un ruolo fondamentale nel suo operato, nel
suo amore per Castelcivita, per il “Pio Villaggio”
osannato dall’inno a San Nicola.
Ha dedicato la sua vita alla sua terra e alla sua
gente, conservando con se sempre la sua onestà,
umiltà, coerenza e rispetto per tutti! Ha messo in
atto il suo amore nelle vesti di politico, rispecchiando in pieno una celebre frase di Papa Paolo
VI: “la politica è la più alta forma di carità”.
Fu vicesindaco dal 1975 al 1980, con l’allora sindaco Michele Perrotta, subentrando a suo padre
Giuseppe. Nel 1980, a soli 29 anni, si candidò a
Sindaco, fondando il famoso gruppo politico “La
Colomba”, da quel 1980 i suoi plebisciti restano
indelebili alle menti della gente. Per Castelcivita
era il cambio generazionale e l’avvento di nuove
idee. Figlio di contadini, ragazzo che alternava lo
studio all’aiuto nei campi e alla pastorizia, il tutto
rappresentò una rivalsa per i contadini, per la
gente semplice. E fu così che ebbe inizio il suo
lungo cammino al servizio del popolo e della sua
terra, Sindaco dal 1980 al 1996. Nei suoi 16 anni
da Sindaco tante furono le opere pubbliche realizzate, tante le iniziative sociali e tante le idee avute
(tra le idee di spicco ritengo sottolineare la coltivazione delle erbe officinali e la speleo terapia all’interno delle grotte). Descrivere le sue opere e le
sue iniziative, vuol dire stilare un elenco lungo
pagine e pagine. Testimonianza delle sue opere
sono le strade che oggi percorriamo, i beni di cui
ci serviamo, ma soprattutto testimonianza forte è
la gente, che mantiene vivo il suo ricordo raccon-
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UN ANNO VISSUTO CON FEDE
tando ogni giorno il suo operato. In quegli anni
era il tempo delle vacche grasse, ma la sua abilità, il suo saper fare, rese Castelcivita la Regina
degli Alburni. I suoi colleghi Sindaci del tempo
ricorrevano ad Ernesto, per realizzare il minimo
nei propri comuni, vedendolo come il loro “Santo
in Paradiso”. La sua politica del realizzare, il suo
stare vicino alla gente, il suo saper fare, la sua
umiltà e la sua cultura lo portarono ad essere corteggiato e stimato dai colossi politici di quel tempo, rappresentando il massimo esponente della
Democrazia Cristiana all’interno degli Alburni e
del Calore. Arrivò a stringere forti rapporti di amicizia con Ciriaco De Mita (terzo uomo politico della storia italiana), il quale nelle vesti di Presidente
del Consiglio e di Presidente della storica DC si
recava da Ernesto, per manifestazioni (molti ricordano la Festa dell’Amicizia) ed anche per un semplice tressette. Durante il suo cammino politico fu
consacrato come l’uomo più potente degli Alburni,
ma da uomo di immensa onestà non prese nulla
in cambio da quella tanto sua amata politica.
Ad ogni parentesi aperta esiste una parentesi
chiusa, e così nel 1996 si chiuse la sua parentesi
da Sindaco, per poi ritornare da Consigliere Comunale di maggioranza dal 2005 al 2008 con l’allora Sindaco Attilio Tancredi (suo vicesindaco dal
1980 al 1996).
Negli anni in cui è stato assente dalla politica attiva del territorio, ha dimostrato sempre il suo infinito amore per la sua terra. Era un farmacista, ma
la sua passione per la politica, per la politica intesa come politica del fare lo portava a mettere in
secondo piano il ruolo professionale che copriva,
dopo intensi anni di studio universitario.
Memorabili i suoi interventi politici e i suoi comizi
durante le campagne elettorali, aveva una semplice e fluente dialettica, riusciva a farsi comprendere da tutti, mescolando intelligenza, cultura e ironia da buon politico.
Come natura vuole, anche lui ha commesso degli
errori, <<chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei>>(Gv, 8.7).
Negli ultimi mesi della sua vita, spesso mi narrava
del suo cammino politico, di momenti a lui indelebili, di emozioni che ancora sentiva nel raccontar-
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PIO VILLAGGIO
le e di delusioni che avevano segnato la sua vita.
Con gli occhi lucidi mi raccontava delle tante opere realizzate per Castelcivita. Dicendo così: “nipò
io per Castelcivita ho fatto tanto”!
Nonostante le sofferenze degli ultimi tempi, aveva
ancora tanti progetti per il suo paese, tra i quali la
stesura di un libro della storia di Castelcivita dall’unità d’Italia ad oggi.
Vedeva in me la sua stessa passione per la nostra terra e la nostra gente dal cuore immenso. Mi
definiva “il mio nipote-politico”, ed era in quell’istante che mi sentivo quasi come Davide e Golia.
Negli ultimi giorni disse: “Castelcivita è come un
bimbo a cui manca il sorriso”, tale frase resterà
indelebile nella mia mente, perché è l’emblema
del forte legame al suo paese, fino alla fine della
vita terrena.
Sant’Agostino disse: “nessuno muore finché rimane nel ricordo di chi resta”, e così sarà per il grande uomo che nella sua umiltà è stato sempre piccolo e semplice. Oggi e nel ricordo di ognuno di
noi, anche di chi politicamente era avversario. E’
nel ricordo delle tante persone che l’hanno conosciuto. Ricordi che vengono espressi con gioia
dalle tante testimonianze.
Zio scrivere di te è stato per me forte emozione
ed onore infinito!
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