NEWSLETTER Giugno 2014 Newsletter del gruppo AGCI Solidarietà Curatore: Eugenio De Crescenzo ROSARIO ALTIERI RICONFERMATO PRESIDENTE AGCI Comunicato stampa La XXIII Assemblea Congressuale AGCI (Roma, 18-19 giugno 2014) ha riconfermato oggi Rosario Altieri come Presidente dell’Associazione. Gli altri componenti dell’Ufficio di Presidenza sono Giuseppe Di Giugno, Giampaolo Buonfiglio, Alessandro Brunelli,, Marino Ianni, Massimo Mota, Franco Ottolini, Olga Eugenia Pegoraro, Carlo Scarzanella. La Cooperazione come fattore strategico per la ripresa e lo sviluppo economico del Paese, la ripresa della produttività della macchina economica, il rilancio di una seria politica di eliminazione degli sprechi, il superamento degli assistenzialismi e dei contributi a pioggia sono stati i punti centrali affrontati dal Congresso concluso oggi e sui quali AGCI svilupperà il suo percorso nel prossimo triennio. In particolare, l’Assemblea ha sottolineato come la Cooperazione, in virtù delle capacità anticicliche già dimostrate nel mantenimento dell’occupazione, nel facilitare la mobilità sociale, nel produrre ricchezza e investimenti, rappresenti la vera occasione di cambiamento di rotta per il Paese: per operare questa inversione di tendenza, infatti, la Cooperazione ha in sé tutte le capacità, i numeri, la credibilità, chiedendo al Governo e alle Istituzioni non agevolazioni o assistenzialismo, ma il riconoscimento delle proprie peculiarità, la fine di misure mirate alla penalizzazione delle cooperative vere di qualsiasi dimensione e lo sviluppo di una decisa azione per combattere la cooperazione spuria e il dumping contrattuale. In questo è impegnata l’intera Alleanza delle Cooperative Italiane, che l’Assemblea ha confermato come scelta strategica e alla quale AGCI ha aderito con piena convinzione e consapevolezza della sfida che con Legacoop e Confcooperative si è voluto affrontare. Alla giornata odierna di lavori ha preso parte, tra gli ospiti, Paolo Carcassi Segretario Confederale Uil. Scarica in allegato la relazione del Presidente: Allegato: Relazione_Presidente_Altieri_al_Con... NEWS AVVISO 24 SMART - FONDO DI ROTAZIONE 2,5 MILIONI DI EURO PER PIANI FORMATIVI VELOCI Il Consiglio d’Amministrazione di Fon.Coop, il Fondo Interprofessionale che finanzia la formazione delle imprese cooperative, ha autorizzato la pubblicazione dell’Avviso 24 Smart, con una dotazione di 2,5 milioni di euro. L’Avviso è una linea di finanziamento innovativa del Fondo di Rotazione, il canale dedicato alle PMI e microimprese: è a sportello continuo fino ad esaurimento risorse e non prevede valutazione qualitativa. Tutte le imprese partecipanti, comprese le neoaderenti, possono ottenere un finanziamento fino a 3.500 euro su attività formative di qualsiasi tematica. I piani, che devono essere predisposti per iniziare in tempi brevi, sono sottoposti al solo esame di conformità e le risposte alle domande di contributo sono date in 15 giorni lavorativi. Continua la lettura scaricando l'allegato. Allegato: FonCoop-comunicatoAvviso24Smart.pdf FONCOOP - AVVISO 25 SETTORIALE IL PREANNUNCIO Il Consiglio d’Amministrazione di Fon.Coop, il Fondo Interprofessionale che finanzia la formazione continua delle imprese cooperative, ha autorizzato la pubblicazione del Preannuncio relativo all’Avviso 25 Settoriale. Il Preannuncio, che rende note le principali caratteristiche dell’Avviso, si motiva dal fatto che il Fondo si sta dotando di un Nuovo Sistema Informativo per la registrazione delle imprese e per la presentazione, gestione e rendicontazione dei piani formativi. Il Fondo vuole dare tempestiva diffusione dei requisiti dell’Avviso 25 per consentire alle imprese che intendono partecipare, di avviare le attività di progettazione, notoriamente di una certa complessità, in attesa che siano rese note le regole del nuovo sistema informativo. Continua la lettura scaricando l'allegato. Allegato: FonCoop-comunicatoPreannuncio_Avvis... EURICSE MASTER UNIVERSITARIO IN GESTIONE DI IMPRESE SOCIALI Diventa Manager del sociale! Sono aperte le iscrizioni per la XIX edizione del Master universitario in gestione di imprese sociali, organizzato da Euricse e dall’Università di Trento. Il Master è rivolto a neo-laureati in lauree triennali o specialistiche, di qualsiasi disciplina, che vogliono acquisire gli adeguati strumenti gestionali per comprendere le caratteristiche fondanti, le potenzialità di sviluppo e le modalità operative delle imprese sociali. Coniugare benessere ed efficienza economica, sostenibilità e solidarietà, produttività imprenditoriale e servizi alla persona, questo sono in sintesi le imprese sociali, da molti studiosi indicate come il pilastro futuro dei nostri sistemi di welfare. Il programma formativo prevede 430 ore di lavoro in aula a frequenza obbligatoria (docenze, casi studio, esercitazioni, visite aziendali) a cui si aggiungono 5 mesi di tirocinio full time presso imprese sociali di tutto il territorio nazionale (su richiesta è possibile organizzare il tirocinio all’estero) Tasso di placement: 87% a 6-12 mesi dalla fine del Master Fonte: www.euricse.eu LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE PER IL CAMBIAMENTO DEL PAESE ROMA 12 GIUGNO 2014 COMUNICATO STAMPA #lavoltabuona: LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE PER IL CAMBIAMENTO DEL PAESE Roma 12 giugno 2014 - Si è svolto questa mattina a Roma l’incontro promosso dal Forum Nazionale del Terzo Settore con l’Intergruppo parlamentare del Terzo Settore: “#lavoltabuona. La Riforma del Terzo Settore: partecipare per cambiare”. Il Forum Nazionale del Terzo Settore, come parte sociale riconosciuta ed organismo di rappresentanza di vasta parte del non profit italiano, ha aderito con piacere all’iniziativa del Governo di riformare la legislazione del Terzo Settore, redigendo un proprio Documento. “Il Documento del Forum - come dichiara il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri - parte da una sostanziale condivisione del lavoro fatto a partire dalla valorizzazione del principio di sussidiarietà, dalla necessità di revisionare il Libro I titolo II del Codice Civile e riordinare tutta la materia, rilanciare il Servizio Civile come difesa della Patria; far decollare l’impresa sociale, stabilizzare il 5x1000, coordinare la disciplina civilistica, le singole leggi e la disciplina fiscale con la redazione di un Testo Unico del terzo settore, istituire una apposita Authority con finalità pubbliche indipendenti, con funzioni di promozione, indirizzo, studio e controllo, ridisegnare il rapporto con la PA, aumentare gli strumenti di trasparenza, incentivare le forme di promozione e sviluppo. Soprattutto quello che abbiamo apprezzato è la filosofia di fondo volta a ‘superare le vecchie dicotomie pubblico/privato e Stato/mercato e passare da un ordine civile bipolare a un assetto partecipato tripolare’.” “Le Linee guida indicate dal Governo sono però sono anche molto complesse prosegue il Portavoce - , per questo l’incontro di oggi è stato un primo confronto tra Governo, Parlamento e Forum, per ragionarne e discuterne insieme, seguendo il principio di metodo già segnalato dalle Linee guida, e cioè il confronto e la partecipazione, e cominciando da una corretta definizione di cosa è il terzo Settore, cosa fa, quali i risultati della sua azione, quale la sua identità. Auspichiamo poche regole semplici e chiare.” Tanti gli interventi, dal Governo al Parlamento, a rappresentanti di Terzo Settore, concordi nel riconoscere in questa Riforma una svolta storica e un’occasione di crescita e valorizzazione del non profit come chiave per uno sviluppo economico diverso. Contributi che hanno arricchito la discussione esprimendo il loro apprezzamento anche per il Documento redatto dal Forum. Dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, alla Vicepresidente della Camera Marina Sereni, al Sottosegretario alle Politiche Sociali Luigi Bobba, agli onorevoli Edoardo Patriarca e Paolo Beni; tutti hanno parlato di un percorso lungo che è oggi ancora in una prima fase, alla quale però non mancheranno ulteriori momenti di confronto. Tra gli spunti contenuti nel Documento del Forum centrale è il tema della libertà di associazione; il riordino e la semplificazione della disciplina tributaria e fiscale nazionale con interventi come la stabilizzazione del 5x1000, le agevolazioni e semplificazioni nell’accesso al credito , ma anche strumenti finanziari dedicati, la trasparenza. E’ necessario un nuovo modello organizzativo: quello della amministrazione condivisa, con la sussidiarietà elemento centrale di riforma della Pa, per costruire un nuovo patto di cittadinanza. Il terzo settore può anche giocare un ruolo decisivo come attore capace di suggerire modelli di economia civile che possano essere mutuati anche dalle realtà del profit, senza che avvenga il contrario. Per Barbieri il terzo settore deve diventare un soggetto attivo nel fare le sue richieste, e un valore aggiunto per il Paese. “Con un Terzo Settore più chiaro, semplice, consapevole, è possibile lanciare una proposta: l’adozione di un ‘Programma strategico per i beni comuni e beni collettivi’, un disegno per una politica dei beni comuni, del welfare, della salute, dell’ambiente, della cultura, dell’educazione, che coinvolga e mobiliti tutto il Terzo Settore italiano in uno sforzo, adeguatamente coordinato e sostenuto, per contribuire a rinsaldare e rilanciare il Paese”. “Infine - conclude il Portavoce - daremo il nostro pieno contributo al percorso volto alla nascita del disegno di Legge Delega sul Terzo Settore. Il Forum si è costituito, e lo è tuttora, con la finalità di essere strumento di partecipazione per portare cambiamento. Missione che è confacente al percorso che finalmente stiamo per intraprendere.” Per gli altri interventi, le interviste e per i momenti della diretta: www.giornaleradiosociale.it | Twitter: @GrSociale | Facebook: Forum Nazionale Terzo Settore | Youtube: GiornaleRadioSociale Fonte: www.forumterzosettore.it ESTATE TUSCOLANA III EDIZIONE "RINNOVA IL PENSIERO, RINNOVA LA VITA" 7 giorni di incontri, musica, teatro, degustazioni e ancora presentazioni libri, mostre e tanti incontri organizzati dalle associazioni che operano e lavorano sul territorio di Roma e dintorni. Ritorna dal 23 al 29 giugno 2014 dalle ore 18 alle ore 24, la rassegna ideata dal Forum Terzo Settore Lazio con eventi per la promozione e la diffusione dei valori e della cultura del terzo settore e della società civile. Il tema scelto per questa terza edizione è il benessere e nuovi stili di vita col titolo “rinnova il pensiero, rinnova la vita.” Questa terza edizione è stata realizzata grazie alla collaborazione a titolo gratuito di Ancis Politeia, Prociv Italia, Città dei Mestieri Roma, Consorzio Il Solco Roma, Job Cafè Bistrot, coop.New Horizons, coop.Gnosis, coop. Nuova Linfa, UISP Lazio. Partecipano anche: Gelateria Splash, Compagnia teatrale Gatti Ruggenti di Vermicino, Compagnia Teatrale Amici di Girolamo, L'isola dell'Arte, Enzo Bossio regista, Danila Bellino e Dario Biancone attori, Bambini senza sbarre onlus, A Roma insieme, Rifugio Snupy. Media partner: Web Radio RadioSca di Scampia Napoli, Premio Formica d’Oro sezione media del Forum Terzo Settore Lazio (www.radiosca.it ) Web Radio Radio Libera Tutti di Genzano, Castelli Romani (www.radioliberatutti.it) Fonte: www.terzosettorelazio.it Allegato: programma_ET_2014_fronte.jpg CORSO DI AGGIORNAMENTO ACCREDITATO ECM LA DIAGNOSI IN PSICHIATRIA: VECCHI E NUOVI CONFINI E' possibile scaricare, in allegato, il programma del Corso di formazione sul tema della "Diagnosi in psichiatria...". Il Corso (che ha una forte impronta interdisciplinare), è inserito nel programma di Educazione Continua in medicina (ecm) ed attribuisce 21 crediti formativi per tutte le figure professionali tenute all'obbligo formativo (inclusi educatori, infermieri, tecnici della riabilitazione, ecc.). Possono partecipare anche assistenti sociali per i quali i crediti sono invece 16. E' prevista inoltre la possibilità di partecipazione per qualunque altra tipologia di operatore in qualità di "Uditore" al costo di 30 euro per una giornata e di 50 euro per le due intere giornate. Per maggiori informazioni contattare Ilario Volpi (3497897808). Allegato: scheda_iscrizione_ecm_giugno2014.do... EMERGENZA MIGRANTI URGENTE ATTUAZIONE DI POLITICHE EUROPEE E NAZIONALI Dichiarazione del Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri 16 giugno 2014 - Continuiamo ad assistere indignati alle ennesime tragedie che si consumano nei nostri mari. Vediamo davanti ai nostri occhi migliaia di persone, uomini donne e bambini, che cercano di arrivare nel nostro Paese e trovarsi ad affrontare, poi, situazioni umanamente inaccettabili. Accade da anni e ogni volta ci auguriamo che sia l’ultima. Ci appelliamo all’Europa perché faccia la sua parte, e non ci lasci soli. Allo stesso tempo chiediamo che anche il nostro Paese metta in campo un piano nazionale per l’accoglienza, che non abbandoni i comuni interessati, le strutture locali, le associazioni e i loro volontari, i singoli cittadini che danno prima assistenza agli immigrati. Chiediamo sostegno per tutte quelle cooperative sociali che si impegnano anche per realizzare attività di orientamento, accompagnamento e di primo inserimento. L’Europa e tutti i comuni italiani devono essere coinvolti in una politica di solidarietà e di accoglienza, che vada dall’utilizzo delle caserme dismesse su tutto il territorio italiano, a misure compensative per i comuni maggiormente coinvolti. Chiediamo responsabilità e facciamo nostro l’appello del Ministro Mogherini affinché “Nessuno si volti dall’altra parte”. IMMIGRAZIONE QUASI TUTTI I MINORI SBARCATI IN ITALIA NEL 2014 SONO SIRIANI: 5 ANNI L'ETA' MEDIA Le storie di migliaia di bambini e delle loro famiglie fuggite dalla guerra e in cerca di un futuro in Europa raccolte da Save the Children 20 giugno 2014 ROMA - Quasi tutti i minori accompagnati, prima soccorsi e poi sbarcati in Italia dal 1° gennaio al 31 maggio 2014 - 1.542 su 2.124 - sono bambini siriani, con un'età media di 5 anni, ma anche molto piccoli, in fuga dal conflitto iniziato 3 anni fa assieme alle loro famiglie o ad una parte di esse, perché qualcuno non è potuto partire. Un viaggio terribile iniziato nella maggior parte dei casi 1 o 2 anni fa per sottrarsi a combattimenti che non risparmiano città e villaggi in tutta la Siria, che colpiscono la popolazione civile e soprattutto i bambini, uccisi, torturati o armati, esposti ad amputazioni o malattie gravi per mancanza di cure, spesso senza cibo sufficiente e senza acqua. Voce alla loro ultima speranza. A loro è dedicato L'Ultima Spiaggia. Dalla Siria all'Europa, in fuga dalla guerra, il rapporto presentato da Save the Children, l'Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato per dare loro un nome e un'identità, dare voce alla loro ultima speranza di futuro rivolta all'Italia e all'Europa, attraverso le storie raccolte nei mesi scorsi nelle aree di sbarco in Sicilia e in Calabria, o nelle città raggiunte per proseguire il viaggio come Roma e Milano. Gli arrivi dei profughi siriani sono andati ad intensificare gli ingenti flussi già provenienti dagli altri paesi: secondo i dati ufficiali e le stime di Save the Children, dal 1 gennaio al 17 giugno 2014 sono arrivati via mare in Italia più di 58.000 migranti, di cui più di 5.300 donne, più di 9.000 minori, di cui più di 3.160 accompagnati. La costante dei bambini in fuga. La presenza di bambini e adolescenti sulle imbarcazioni in emergenza soccorse da Mare Nostrum ha rappresentato nel 2014 una costante, fino a raggiungere in alcuni casi quasi la maggioranza dei migranti a bordo. Basti pensare che il 24 maggio scorso, a bordo di una sola imbarcazione soccorsa vi erano 488 migranti tra cui 171 minorenni. La maggior parte, ben 141, erano bambini e bambine siriane che viaggiavano con uno o entrambi i genitori. Il flusso dei siriani in aumento. L'arrivo via mare in Italia dei profughi siriani è iniziato nel 2012, quando il flusso dei migranti in arrivo in Italia ha iniziato ad assumere il carattere di un esodo umanitario, con una maggioranza proveniente da paesi in conflitto, sotto dittatura o con situazioni di grave emergenza. Nel 2013 l'arrivo dei profughi siriani si è intensificato fino a raggiungere solo tra agosto e ottobre 9.365 persone (805 donne e 1.405 minori), mentre quest'anno la Siria è il secondo principale Paese di provenienza dei migranti arrivati in Italia (6.620 su 41.243 tra il 1/1 e il 31/5), preceduta solo dall'Eritrea, ma è il primo Paese di origine se si considerano soltanto i minori in nucleo familiare: ben 1.542 (su 2.124) bambine e bambini arrivati in Italia via mare sono siriani, figli e figlie, che uno o entrambi i genitori hanno tratto in salvo dalla guerra. Il lungo e costoso viaggio. La maggioranza di queste famiglie appartengo alla classe media siriana, professionisti, imprenditori, commercianti, agricoltori o allevatori, e sono fuggite dalla Siria 1 o 2 anni fa per intraprendere un lungo e costoso viaggio, spesso passando per il Libano e l'Egitto, dove molte hanno vissuto per settimane o mesi nelle periferie del Cairo e di Alessandria in condizioni precarie, ulteriormente peggiorate a causa dell'instabilità politica del paese. In alcuni casi si sono imbarcate per l'Italia direttamente dall'Egitto, in altri sono entrate in Libia attraverso la frontiera. Le storie raccolte da Save the Children Secondo le storie raccolte da Save the Children, in Libia hanno provato a vivere cercando una casa e un lavoro, esposti a persecuzioni, furti, minacce e violenze, che coinvolgono anche i minori, e rendono progressivamente insostenibile la situazione. La maggiore concentrazione di siriani in Libia è nella città di Bengasi, dove, secondo le loro testimonianze, la situazione si è deteriorata negli ultimi mesi al punto che i siriani non si sentono più liberi neanche di camminare per le strade e i bambini non possono più frequentare le scuole. Il racconto di Nadia. La testimonianza di una ragazzina di 15 anni, di Homs, mentre riposa in un centro di accoglienza a Milano prima di proseguire con i suoi fratellini e i genitori il loro viaggio verso la Danimarca."In Libia eravamo molestati, ci dicevano di andarcene... Abbiamo deciso di partire, anche morire in mare era meglio dell'inferno che vivevamo in Libia. Certo, sapevamo che avremmo rischiato la vita affrontando il viaggio in mare, ma erano successe troppe cose brutte. C'era una famiglia che voleva obbligarmi con la forza a sposare il loro figlio. Mentre ero a scuola quel ragazzo mi perseguitava e molestava in continuazione. Ha persino mandato lettere ai miei genitori minacciando di rapirmi. I miei genitori si sono spaventati perché eravamo in una piccola cittadina, e in quel posto tutti si conoscevano ed erano tutti armati. Potevano facilmente fare quello che dicevano. Avrebbero anche potuto uccidere i miei familiari se si fossero opposti al matrimonio. C'erano tante ragazze nella mia stessa situazione, e per questo volevano tutte scappare dalla Libia". E quello di Hamed. Anche Hamid, 22 anni, vuole andare a nord, in Inghilterra, per potersi far raggiungere al più presto dai fratellini di 8, 10 e 14 anni, e da sua sorella di 17 che vivono ancora in pericolo a Daraa : "Di notte ci sono i bombardamenti e la mattina i bambini vanno a vedere cosa è successo e chi è morto, dove sono cadute le bombe. Poi tornano a casa e lo raccontano ai genitori '...papà è morto questo, quello...' e chiedono: 'quando capiterà anche a noi?'. Non hanno altri giochi, solo pallottole e bombe esplose". La vicenda di Hassan. Hassan, 28 anni, è sbarcato con la moglie, un figlio di 2 anni e mezzo e una bimba di 16 a Lampedusa il 15 ottobre 2013. Si erano imbarcati comunque, disperati, anche dopo aver saputo del terribile naufragio di pochi giorni prima dove erano morti molti siriani, tante donne e bambini. Appena trasferiti in Sicilia hanno dovuto lasciare le loro impronte digitali anche se non volevano: "Mi hanno detto che le impronte erano solo per l'anticrimine e sarei potuto comunque entrare dove volevo in Europa." Non era così, dopo aver raggiunto l'Austria e aver fatto la domanda di asilo è risultato che erano già registrati come richiedenti asilo in Italia, e sono stati rinviati a Roma, dove Save the Children li ha incontrati e assistiti . "Vorrei poter avere un tetto per me e per i miei bambini. Vorrei che loro potessero andare a scuola e vivere in un posto sicuro." Ranya, sua sorella, suo fratello e la mamma. Ranya, 12 anni, di Damasco, invece vive da poco ad Amburgo con la sua mamma, una sorella di 18 anni e un fratello di 20: "Io e mia sorella frequentiamo dei corsi pomeridiani di tedesco, di mattina andiamo in una scuola normale e cerchiamo di capire il più possibile anche se è molto difficile". La mamma è stata intervistata da un giornale locale e ha ricevuto una visita di benvenuto dai vicini di casa. "Certo abbiamo solo un mobilio essenziale, i letti disposti in un'unica stanza. Ringraziando il cielo, però, le bambine stanno bene, giocano con i loro coetanei e finalmente si sentono al sicuro." Le mete preferite. I paesi europei del nord e centro Europa, in particolare, Svezia, Norvegia, Germania e Svizzera, sono la meta finale di queste famiglie, che non vogliono restare in Italia, ma proseguire il loro viaggio per raggiungere familiari o amici che hanno trovato condizioni di accoglienza e integrazione dignitose in quei paesi. Tendono ad abbandonare il prima possibile i centri di prima accoglienza in cui vengono trasferiti dopo lo sbarco sulle nostre coste, possibilmente senza farsi identificare dalle autorità italiane, per il timore, una volta raggiunto il paese europeo obiettivo finale del loro viaggio, di essere rimandati indietro in Italia, primo paese di ingresso nell'UE, come prevede il Regolamento Dublino. Le richieste all'Unione Europea. Per far fronte nell'immediato all'enorme emergenza umanitaria legata alla crisi in Siria ed evitare che i profughi siriani, in particolare i bambini e le loro famiglie, si espongano a ulteriori gravi rischi nel tentativo di raggiungere clandestinamente i paesi europei, Save the Children chiede in particolare a tutti gli Stati Membri dell'Unione Europea: di acconsentire all'ingresso dei profughi siriani nei loro territori, evitando procedure di rinvio in violazione del principio di non - refoulement; di rispettare il loro impegno per la realizzazione di programmi di re-insediamento o altre forme di ammissione umanitaria per almeno 30.000 siriani (e Palestinesi dalla Siria) entro il 2014, con una priorità per i bambini siano essi accompagnati o non accompagnati; di facilitare le procedure di riunificazione familiare riguardanti i profughi siriani e persone già residenti sul territorio europeo; I bambini che viaggiano da soli. Oltre ai minori siriani giunti prevalentemente con le loro famiglie, fino al 31 maggio 2014 sono giunti in Italia via mare anche 364 minori siriani non accompagnati, che hanno quindi affrontato da soli il loro viaggio. Come loro, per fuggire da conflitti, dittature, violenze, fame o povertà estrema, situazioni senza alcuna possibilità certa di futuro per se o per le proprie famiglie, sono giunti anche altri 4.234 minori non accompagnati. Hanno in maggioranza un'età compresa tra i 14 e i 17 anni (ma si è segnalato un numero significativo di casi con un'età inferiore 12-13 anni), sono in maggioranza maschi anche se si sono registrati di tanto in tanto piccoli gruppi di ragazze, spesso dello stesso paese d'origine, e sono principalmente originari dell'Eritrea (1.709), Somalia (679), Egitto (516), e di paesi dell'Africa sub sahariana. Il dato continua tuttavia ad aumentare, infatti, secondo le stime di Save the Children aggiornate al 17 giugno 2014, sono quasi 6.000 i minori non accompagnati giunti in Italia dall'inizio dell'anno. "Il viaggio di Bereket". Per sensibilizzare il pubblico sulla condizione dei minori migranti e sulla difficoltà dei loro viaggi, Save the Children lancia oggi anche un'iniziativa sui social media, attraverso "Il viaggio di Bereket", un "profilo" di un ragazzo eritreo di 15 anni in viaggio verso la Germania per costruirsi una vita e un futuro. Da solo, senza soldi e documenti, spostandosi con mezzi di fortuna, Bereket racconterà al mondo la sua storia e il suo viaggio day by day, con lo stesso strumento e modalità con cui ogni ragazzo "occidentale" descrive ogni momento della sua vita su Facebook. La storia raccontata nel progetto prende spunto dalle reali testimonianze di minori migranti eritrei raccolte dall'Organizzazione, con l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui rischi enormi cui vanno incontro migliaia di minori soli non accompagnati che intraprendono viaggi che durano anche diversi anni, spinti dalla disperazione e dalla speranza di realizzare il proprio progetto di vita. SOUNDPAINTING OFFICINA E.S.T. ESPERIMENTI SUL TERRITORIO Per la prima volta in Italia, stage internazione di soundpainting aperto a tutte le discipline artistiche. Tivoli, Scuderie Estensi 28 luglio - 1 agosto 2014 Gli iscritti avranno l'opportunità di prendere parte alla performance di soundpainting che si svolgerà il 1 agosto a Villa d'Este nell'ambito del Festival Auditorium TivoliLab. Per saperne di più scarica il file in allegato. Allegato: Soundpainting.docx LAZIO CREATIVO 1 LUGLIO 2014 Il 1 luglio a Roma presso la Città dell'Altra Economia, si è svolta l'iniziativa "Lazio Creativo" alla presenza del Presidente Zingaretti e dell'Assessore Ravera, nella quale sono stati presentati il bando e le azioni della Regione Lazio a sostegno della creatività. Allegato: invito_laziocreativo.pdf DOVEVANO ESSERE ANGELI, ERANO CARCERIERI DI DAVIDE FARAONE Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Davide Faraone in cui si racconta un "modo storto" di assistere che si trasforma in maltrattamento e qualche e qualche volta in ferocia. Chi si occupa di welfare non deve chiudere gli occhi di fronte a questi casi derubricandoli in "pochi che sbagliano" è importante invece darne risalto e capirne le genesi dalle più intime annidate nel mistero dell'animo umano a quelle istituzionali che nella "normalità burocratica" diventa spesso complice di simili sofferenze. EUGENIO DE CRESCENZO Faraone: "Dovevano essere angeli, erano carcerieri" La riflessione del responsabile Welfare del PD dopo la visita agli Istituti Polesani, al centro delle cronache per episodi di maltrattamento - l'Unità di Davide Faraone, pubblicato il 27 giugno 2014 , 377 letture inShare0 Schiaffi, pugni, calci. Dovevano essere angeli custodi, erano carcerieri violenti. Abbiamo visitato, con una delegazione di parlamentari ed esponenti locali del PD, gli Istituti Polesani, la struttura sanitaria, sita a Ficarolo, comune in provincia di Rovigo. Dove, nei giorni scorsi, sono emersi episodi di maltrattamenti e violenze a carico dei pazienti. Devo dire che le immagini riprese dalle telecamere nascoste, dalle forze dell'ordine, mi hanno creato un'angoscia incredibile. Pensavo che quelle immagini avessero provocato in me il massimo del disgusto e che visitare quella struttura, avrebbe potuto soltanto alleviare lo sdegno. Non è stato così. Le immagini in bianco e nero con gli "animali" che picchiano persone indifese, danno un contorno preciso ad un gesto abominevole. Tuttavia, lo sgomento che genera, quello che può accadere tra quelle mura, aldilà di quelle sbarre, di comportamenti che si possono solo immaginare, ma non scolpire, è ancora più angosciante. Ad ogni porta che chiudevamo alle nostre spalle, negli occhi di quelle donne e quegli uomini, chiusi lì anche da cinquant'anni, si poteva leggere il nulla, ma si poteva immaginare di tutto. Intere vite passate in quel posto. Entrati teneri ragazzini, invecchiati teneramente in quella struttura a forma di ferro di cavallo. Sul cortile si affacciano decine di finestre sbarrate, l'Ucciardone credo sia stato pensato allo stesso modo. In cortile, un campo di calcetto, l'erba alta e incolta. Quando erano giovani, gli ospiti di quella struttura frequentavano quel campetto per disordinate partite al pallone. Il campo è sempre lì, ma gli ospiti non sono più ragazzini e quel campo oggi è inutilizzato e abbandonato. Mi viene in mente la mia casa di quando ero bambino, quella dove ho giocato e sono cresciuto. Un condominio abitato da giovani coppie, come mio padre e mia madre e tanti ragazzini che avevano uno spazio per giocare. Le coppie non sono più giovani, i ragazzini sono diventati adulti e sono andati via da casa. E al posto di quello spazio in cui correvamo dietro a un pallone c'è un parcheggio. La sensazione che provo quando vado a trovare i miei genitori e mi affaccio su quel parcheggio è la stessa che ho provato guardando quel campo. In quella struttura hanno abitato, ammassate, fino a 1000 persone. Nei "tempi d'oro" prima dell'approvazione della legge Basaglia. Le raccattavano in tutta Italia, tutti i casi più gravi. Poco di socialmente utile, tanto di economicamente vantaggioso. Attualmente gli ospiti di questa struttura sono circa 300. Prima di questa visita, pensavo che in Italia i manicomi non esistessero più. Invece mi è sembrato di salire su una macchina del tempo. Quella struttura mi ha fatto tornare indietro negli anni. Intendiamoci, le pareti erano tinteggiate, i bagni erano puliti, le carrozzelle un po' antiquate, ma funzionanti, idem i letti. Alcuni ambienti erano decorati come le scuole materne, ed erano frequentate da ultra cinquantenni. Come un adulto su una giostra per bambini al parco giochi, con le lunghe gambe che è impossibile farcele stare dentro. Tutto era a posto da questo punto di vista. C'era pure il laboratorio artigianale, dove i pazienti a più alta funzionalità modellavano vasetti, o realizzavano lavori all'uncinetto. A seguire il lavoro un'operatrice, una signora ultra sessantenne, di buona volontà, cresciuta con loro e con un livello di confidenza tipico di persone che hanno passato una vita insieme. Ma producevano come fossero polli da batteria. Uova, uova, uova. Vasetti, vasetti, vasetti. E su quei letti lucidi, sdraiati signori nudi coperti solo da lenzuola candide. E nel corridoio, un tavolo dove anziani e diciottenni, appena entrati in quella comunità, e destinati a passarci l'intera esistenza, giocavano a carte. Ma che diavolo di vita è questa? Anche al netto delle torture e dei maltrattamenti. Mi rifiuto di pensare che quelle persone, non possano dare alla collettività, di più di quello che danno, restando chiuse in quell'allevamento organizzato dallo stato. Uno stato civile dovrebbe impedire l'esistenza di strutture come queste e invece le accredita e le finanzia. Con una quota per ogni paziente ospitato. I dipendenti sono circa 200. Psicologi, amministrativi, infermieri, portieri, personale delle pulizie. Tutti fanno tutto. Sono saltate le specializzazioni, sono saltati i ruoli. Ognuno può indifferentemente pulire i bagni, come seguire i pazienti, stare in portineria, come realizzare piani terapeutici. Ci saranno sicuramente grandi professionalità là in mezzo, persone che hanno studiato per svolgere quel mestiere difficile e che hanno amato il proprio lavoro. Mestieri che possono generare grandi soddisfazioni, ma anche inquietanti frustrazioni. Facilmente tutto sfocia nell'assuefazione, nell'abitudine a seguire persone che si spengono lentamente, che niente danno, perché niente gli viene chiesto di dare. Scompare perfino la compassione, o diventa un fatto umorale estemporaneo. E quando si smette di generare stimoli, quando prevale l'assuefazione, le persone diventano oggetti e dargli un ceffone non ti provoca nessun rimorso. Strappargli i capelli ti provoca quella esaltazione, che annulla la noia e la frustrazione. Quella struttura è per Ficarolo, un comune di circa duemilacinquecento anime, come era la Fiat per Termini Imerese. L'ottanta percento dei dipendenti è nato e cresciuto in quel comune. Ha frequentato le stanze degli istituti Polesani, come ha frequentato la scuola del paese, ha respirato l'aria dell'ospedale, come quella del fiume Po. Un paese di predestinati ad occuparsi di cura alla persona. Normale che se va in crisi l'istituto, va in crisi l'economia del comune. Normale che si destabilizza la vita sociale. Normale che si difende il lavoro, la comunità. Normale anche che gran parte delle persone arrestate per maltrattamenti siano figli di quel comune. Un vicino di casa così socievole, così tranquillo. Non si poteva mai immaginare potessero essere attori protagonisti di un film così brutto, trasmesso da quelle telecamere nascoste. Tuttavia, in nome della quiete economica, sociale, di una onesta collettività, di un grazioso comune veneto, al confine con l'Emilia Romagna, non si può far finta di nulla. D'altronde gli ospiti degli Istituti Polesiani, pur provenendo da tutte le regioni d'Italia, sono ormai, volenti o nolenti, cittadini di Ficarolo. Anche se non hanno mai visto la chiesa, la piazza del paese, sono figli di quella comunità. Alcuni, i meno gravi, dormono in istituto, ma vivono la loro giornata in paese. Meritano lo stesso rispetto e la stessa considerazione dei loro concittadini. WORKSHOP SULL'IMPRESA SOCIALE 18-19 settembre 2014 Il Workshop sull’impresa sociale di Iris Network comincia il suo cammino verso la dodicesima edizione che si terrà il 18 e 19 settembre 2014 a Riva del Garda (TN). Una prima versione del programma è online, con un’infografica per capire tutto (o quasi) con un colpo d’occhio: un primo approccio per mettere a fuoco i principali contenuti e novità di #WIS14. Nelle prossime settimane declineremo i contenuti e proporremo approfondimenti su speaker, sessioni, eventi collaterali. “Ridisegnare i servizi per aumentare l’impatto” è il tema dell’edizione di quest’anno. In un momento in cui l’impresa sociale italiana sta vivendo un’intensa stagione di rinnovamento, l’esigenza di individuare un catalizzatore che aiuti gli imprenditori a discriminare tra molteplici opportunità è sempre più sentita. Per questo il Workshop individua nel ridisegno dei processi produttivi di beni e servizi a elevato impatto sociale la base da cui ripartire per affrontare con successo le sfide del cambiamento. Sono già aperte le iscrizioni: conviene iscriversi subito per usufruire delle agevolazioni sulle tariffe fino al 3 agosto 2014. Per saperne di più visita il sito: www irisnetwork.it Fonte: www.irisnetwork.it 7° Rapporto CRC INFANZIA E ADOLESCENZA IN ITALIA, PASSI AVANTI E CRITICITÀ Presentato a Roma, alla presenza del Garante Nazionale Infanzia e Adolescenza e del Ministro Poletti, il VII Rapporto CRC sul monitoraggio della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, anno 2013-2014. Il Rapporto fa un quadro aggiornato della situazione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e delle buone prassi, idee e raccomandazioni per migliorare la situazione. Numerosi anche i temi legati al Terzo Settore. La difficoltà principale che emerge dal Rapporto è quella di mettere a sistema le politiche per l’infanzia e l’adolescenza nel nostro Paese. Si è infatti assistito per un decentramento ad una progressiva e costante diminuzione delle risorse destinate alle politiche sociali nel corso degli anni. La mancanza e la discontinuità con cui è stato adottato il Piano nazionale Infanzia (strumento che per legge dovrebbe essere predisposto con cadenza biennale) ne è solo un esempio. Il Terzo Piano Nazionale Infanzia è stato approvato il 21 gennaio 2011, e ad oggi non sono ancora stati avviati i lavori per la stesura del nuovo. Allo stesso modo l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza ha concluso il suo mandato alla scadenza prevista, nel novembre 2012, e non è più stato riconvocato. Il Rapporto è scaricabile sul seguente link: http://www.arciragazzi.it/images /VIIrapportoCRC.pdf Negli oltre dieci anni di lavoro il Gruppo CRC ha pubblicato sette Rapporti di aggiornamento annuale e due Rapporti Supplementari che sono stati inviati al Comitato ONU per contribuire insieme al Rapporto governativo all’analisi dello stato di attuazione della Convenzione in Italia. La pubblicazione annuale testimonia la costanza e l’impegno assunto dalle associazioni nel garantire un aggiornamento puntuale e costante dell’attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti nel nostro Paese, anche quando i diversi livelli istituzionali non sono sempre riusciti a mantenere i diritti dell’infanzia al centro dell’agenda politica. Fonte: www.gruppocrc.net REDATTORE SOCIALE LE IMPRESE "MENO AVIDE" CONQUISTANO IL MERCATO E CREANO POSTI Dalle imprese che hanno puntato sulla coesione sociale il 22% di occupati in più tra 2012 e 2013. E' il nuovo modello d'impresa "coesiva", che guarda alle comunità e all'associazionismo per creare un'economia "più attenta alle persone" 27 giugno 2014 ROMA - C'è una "Italia della coesione" che crea lavoro e fatturato. Un' Italia in cui le imprese che poggiano sulla comunità e sul mondo associativo hanno maggiore chance di resistere alla crisi. E' il risultato a cui giunge il rapporto "Coesione è Competizione - Le nuove geografie della produzione del valore in Italia" realizzato da Consorzio Aaster, Fondazione Symbola e Unioncamere, presentato oggi a Treia (Mc) in apertura del Seminario estivo di Symbola. Secondo gli osservatori la natura territoriale e collaborativa del nostro sistema produttivo (dalla tradizione delle coop ai distretti e reti d'impresa) e l'attitudine dei cittadini all'iniziativa e alla partecipazione (dal coworking all'azionariato sociale) portano "in sé i germi di nuove forme di produzione del valore" e delineano "un modello nuovo: un'economia meno rampante, meno avida, piu' attenta ai destini delle persone e del pianeta". Un modello che va promosso. Agenzia giornalistica Dal crowdfunding all'azionariato sociale: è il nuovo made in Italy Dalle imprese "coesive" il 22% di occupati in più tra 2012 e 2013 Lavoro, imprese coesive: "chance in più con il terzo settore" www.agenzia.redattoresociale.it Nel 39% dei casi le imprese "coesive" nel 2013 hanno registrato aumenti del fatturato rispetto all'anno precedente, mentre fra le imprese "non coesive" tale quota si ferma ben al di sotto, al 31%. Il 22% delle imprese che hanno puntato sulla coesione sociale ha dichiarato un aumento degli occupati tra il 2012 e il 2013 contro il 15% delle altre imprese. Chi punta sulla collaborazione con il mondo del volontariato e terzo settore ha una chance in più. "Proprio dove la società è più vitale si costruiscono reti di protezione grazie alle quali la crisi morde meno", rileva il rapporto. In altre parole "anche dove la crisi è forte, se c'e' un tessuto sociale coeso e vitale, un non profit presente e attivo, ha effetti più blandi o, comunque, distribuiti in maniera più equa all'interno della comunità socio-economica". E' il caso diPiemonte, FriuliVenezia Giulia, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia, dove pur in presenza di un'evoluzione produttiva nettamente al di sotto della media nazionale, "grazie alla coesione sociale, l'equità e il benessere non hanno registrato tracolli". Dove, invece (Campania, Puglia e Calabria), la coesione si è allentata, "l'equità e il benessere hanno subito forti scossoni". (DIRE/RS) Fonte: www.agenziaredattoresociale.it FISH ONLUS SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA: SEGNO POSITIVO PER LA DISABILITÀ COMUNICATO STAMPA “Raccogliamo i risultati di un lavoro di anni. Finalmente un Governo accoglie le nostre proposte in materia di semplificazione amministrativa e le fa proprie nel più recente decreto legge.” Questo il soddisfatto commento di Vincenzo Falabella – presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – dopo la pubblicazione del decreto legge sulla semplificazione e trasparenza amministrativa (90/2014) che dedica uno specifico e denso articolo al tema della disabilità. Scontato l’apprezzamento in “casa” FISH. 7 dei 9 commi che compongono l’articolo sono proposte che la Federazione evidenzia da anni in tutti i tavoli di confronto con di Ministero della Pubblica amministrazione (e prima con il Dipartimento Funzione pubblica). “Oggi, finalmente, i disabili gravi già riconosciuti invalidi totali o ciechi o sordi non dovranno più essere sottoposti nuovamente a visita per il solo fatto che compiono 18 anni. Basterà una richiesta amministrativa e verranno loro riconosciute le provvidenze spettanti ai maggiorenni. Senza visite ulteriori! Un trattamento simile è riservato anche ai minori con indennità di frequenza. Meno disagi per le famiglie.” Sono interventi che non sono solo a costo zero, ma che fanno risparmiare tempo e quattrini alle persone con disabilità e alle loro famiglie oltre ad evitare visite inutili o superflue. Una disposizione simile riguarda le persone disabili con patente speciale. Nel caso la loro patologia o minorazione sia stabilizzata, per il rinnovo non sarà più necessario rivolgersi alla commissione medica locale (Asl e Motorizzazione), ma si seguirà l’iter comune a tutti gli altri patentati. Anche in questo caso: tempi di attesa inferiori e spese drasticamente ridotte. “Il tema della revisione dell’invalidità e dell’handicap viene finalmente affrontato in modo serio. Fino ad oggi la revisione era esclusa solo per le persone con patologia stabilizzata o ingravescente titolari di indennità di accompagnamento o comunicazione. Il decreto legge abroga questa assurda limitazione: la revisione non deve essere prevista quando la menomazione è stabilizzata, a prescindere dalla sua gravità e dalla titolarità dell’indennità di accompagnamento. Una scelta di buon senso e di ragionevolezza.” E conclude Falabella: “Questo decreto va sicuramente convertito in legge senza snaturarne i contenuti. La FISH proporrà – anzi! – ancora ulteriori aggiunte, ma non può che cogliere con favore questo segno dopo anni di silenzio.” Per approfondimenti si veda la dettagliata analisi in HandyLex.org: http://www.handylex.org /gun/disabilita_semplificazione_decreto_legge_PA_2014.shtml Fonte: www.fishonlus.it NOTIZIE DAI TERRITORI MINEO PER LE IMPRESE UN PROGETTO DI SVILUPPO LOCALE PER INCENTIVARE IL LAVORO COMUNICATO STAMPA Il Comune di Mineo ha approvato un piano di Sviluppo locale per creare nuovi posti di lavoro e incentivare la nascita di nuove imprese Il comune di Mineo ha approvato un piano di sviluppo locale per creare nuovi posti di lavoro e incentivare la nascita di nuovo imprese, questo lo scopo del progetto “Mineo per le imprese”, realizzato in collaborazione con i sottoscrittori del “Patto Territoriale dell’Economia Sociale del Calatino, di cui il Consorzio Sol.Calatino è capofila, proprio per avviare dei percorsi di sviluppo locale in armonia con l’obiettivo dell’inclusione sociale dei cittadini più deboli. La mission per l’anno 2014 del “Patto Territoriale dell’Economia Sociale del Calatino”, è proprio quella della lotta alla povertà e il sostegno alla nascita di nuove imprese, soprattutto giovanili e femminili «in questo contesto il comune di Mineo ha voluto svolgere un ruolo da protagonista per vivacizzare la propria economia, sostenendo ogni azione possibile per la nascita di nuove imprese nonché il consolidamento di quelle già esistenti, contribuendo attraverso l’attrazione di capitali di investimento e talenti imprenditoriali, a migliorare la vivibilità di quanti vivono e lavorano nel territorio menenino» sottolinea Anna Aloisi, Sindaco del Comune di Mineo. Le azioni previste, e di cui partirà una campagna pubblicitaria e comunicativa, sono 4, nello specifico: comune a burocrazia zero, ossia una esemplificazione delle procedure e una abbreviazione dei tempi per tutto ciò che riguarda i documenti necessari al processo di nascita e sviluppo di nuove attività imprenditoriali; creazione di un incubatore di imprese per offrire i servizi necessari ai neoimprenditori che saranno accompagnati dall’elaborazione dell’idea imprenditoriale fino alla creazione di impresa e all’affermazione sul mercato, quindi fornitura di servizi, consulenze, formazione e infrastrutture tecnologiche e multimediali, oltre che la disponibilità di immobili comunali a titolo gratuito; agevolazioni per facilitare nuovi insediamenti nell’area artigianale di c.da Fondacaccio, sia per imprenditori locali che non, per dare vivacità economica all’area cittadina che registra oltre il transito dei residenti a Mineo e dei paesi limitrofi, anche quello degli ospiti e degli operatori del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA), la più grande struttura di accoglienza per richiedenti asilo d’Europa, in particolare l’idea è quella di creare una “zona franca” che preveda per le nuove imprese l’esenzione totale delle tasse comunali per i primi tre anni di avvio dell’attività; in ultimo la semplificazione e l’agevolazione per la realizzazione di chioschi su aree comunali con una concessione del suolo pubblico al valore di 1 euro a mq. «L’idea è quella di sperimentare un modello di sostegno locale da replicare negli altri comuni del “Patto Territoriale dell’Economia Sociale del Calatino”, nel rispetto del contesto socio-economico di ciascuna realtà, offrendo tutti quegli incentivi capaci di offrire un vantaggio competitivo alle imprese che decideranno di insediarsi nei territori comunali» asserisce Paolo Ragusa, Presidente del Consorzio Sol.Calatino S.C.S.. Per informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio sviluppo economico del Comune di Mineo (via Maurici, 5), consultare il sito internet www.comune.mineo.ct.it; o la pagina facebook “Mineo per le Imprese”.
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