10 MESTIERI GREEN con interviste ad alcuni green workers campani Short handbook 1.0 CAMPANI AEC O FES T I VAL.I T 10 MESTIERI GREEN con interviste ad alcuni green workers campani Short handbook 1.0 a cura di Francesco P. Innamorato con la collaborazione di Nicoletta Fasanino, Mafalda Angrisani, Aldo Padovano, Adamo Crespi e Alice Volino. progetto grafico www.and-then-we.com IL CAMPANIA ECO FESTIVAL Il CEF (Campania ECO Festival) è un progetto di carattere socio-culturale che ha come principale scopo la promozione dell’eco-sostenibilità, intesa quale divulgazione di un messaggio che, anche attraverso le arti, promuove le opportunità che la cultura del paesaggio e dell’ambiente possono offrire nella vita quotidiana e nel mondo professionale (green economy - green jobs). WWW.CAMPANI AEC O FES T I VAL .IT Stampato a maggio 2014 INDICE 04 10 MESTIERI GREEN, OCCUPAZIONE VERDE E DISPERSIONE SCOLASTICA. 05 MESTIERI GREEN, LAVORO DIGNITOSO E INCLUSIONE SOCIALE 06 CAMPANIA: I NUMERI DEL SETTORE GREEN 07 01. ENERGY MANAGER 02. CERTIFICATORE ENERGETICO 03. INSTALLATORE PANNELLI FOTOVOLTAICI 04. ECOAUDITOR 05. MOBILITY MANAGER 06. ESPERTO IN BIOEDILIZIA 07. BIO AGRICOLTORE 08. EDUCATORE E GUIDA AMBIENTALE 09. ECO DESIGNER 10. COMUNICATORE AMBIENTALE 39 INTERVISTE GREEN WORKERS FONTI ED ALTRI RIFERIMENTI UTILI CONSULTABILI SUL WEB O REPERIBILI IN LIBRERIA: Green Economy Report dell’UNEP (United Nations Environment Programme); Sezione Green Jobs dell’ILO - International Labour Organization, aggiorna su programmi e ricerche nel settore a livello internazionale; Green Jobs - come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro, guida edita da Edizioni Ambiente, scritta da Marco Gisotti e Tessa Gelisio; Rapporto GreenItaly 2013, (Unioncamere, Fondazione Symbola); Concorsilavoro.it 10 MESTIERI GREEN, OCCUPAZIONE VERDE E DISPERSIONE SCOLASTICA. Già nel 2013, in Italia le assunzioni complessive di green workers sono state circa 52 mila, corrispondenti a circa il 9% del totale. Tali assunzioni si vanno a sommare ai circa 3 milioni di persone che ad oggi svolgono professioni verdi, in amministrazioni pubbliche o in aziende private. “10 Mestieri green” è un importante e lungimirante primo passo per rafforzare il ruolo della formazione nello sviluppo di competenze innovative a sostegno della green economy e dello sviluppo strategico e sostenibile dei nostri paesaggi. I cosiddetti “mestieri green” (in ambito internazionale definiti green jobs), su cui si fonda la green economy, rappresentano uno dei più promettenti settori di sviluppo e occupazione giovanile, in un periodo in cui la crisi economica e professionale ha incrementato le difficoltà di inserimento professionale per i giovani che, terminati gli studi universitari, si avvicinano per la prima volta al mondo del lavoro. Per la provincia di Salerno e per l’intera regione Campania, il ruolo della formazione come leva strategica è irrinunciabile per uno sviluppo che miri a una crescita dell’occupazione verde, anche per combattere il drammatico problema della dispersione scolastica e della disoccupazione giovanile, offrendo ai giovani tirocini e iniziative di apprendistato. Alfonso Cantarella Presidente Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, CARISAL. 04 MESTIERI GREEN, LAVORO DIGNITOSO E INCLUSIONE SOCIALE Questo short handbook è un contributo per avvicinare giovani e meno giovani al mondo green, attraverso una panoramica sulle eco-professioni e sulle opportunità offerte nei settori delle energie rinnovabili, dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale. Si parla ormai da qualche tempo di green economy (“economia verde”), un settore in continua crescita e in grado di creare nuova occupazione. Il comune denominatore di tutte le definizioni di green economy è la critica alla visione economica tradizionale che non ha tenuto nel giusto conto i danni, anche economici, legati agli impatti ambientali causati dall’attuale sistema economico e produttivo, soprattutto in settori quali l’agricoltura, la pesca, l’allevamento e il turismo che dipendono da un sano contesto ambientale. In questo ambito stanno nascendo nuove figure professionali, alle quali sono richieste competenze specifiche nell’ambito dello sviluppo sostenibile, della tutela ambientale e del risparmio energetico. Lo scopo primario dei green jobs (“lavori verdi”) è dunque quello di produrre beni e servizi con tecniche che rispettino l’ambiente e la natura. Le opportunità di occupazione green riguardano diversi settori: ● il settore della produzione, fornitura e vendita di energie rinnovabili; ● il settore agro-alimentare; ● il turismo; ● l’edilizia e l’architettura; ● l’ingegneria; ● la biotecnologia; ● i trasporti; ● la gestione dei rifiuti. La spinta della green economy è dunque trasversale e riguarda molti più settori di quelli tradizionalmente legati all’ambiente. Ci sono poi attività, servizi e professioni strumentali alla crescita del settore green, come ad esempio il design per la creazione di nuovi eco-prodotti, l’informatica per l’ideazione di nuovi software, il marketing per comunicare il valore ambientale di un’azienda e delle sue attività, economisti e legali esperti della normativa specifica. 05 CAMPANIA: I NUMERI DEL SETTORE GREEN Benevento Caserta Napoli Avellino Salerno * Imprese con almeno un dipendente dell’industria e dei servizi che hanno investito tra il 2008 e il 2012 e/o hanno programmato di investire nel 2013 in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale. Fonte: Centro Studi Unioncamere - Elaborazione cartografica: CEF, F.P. Innamorato. 06 10 MESTIERI GREEN 07 01 ENERGY MANAGER Un energy manager (Esperto in Gestione dell’Energia) ha il compito di gestire ciò che riguarda l’energia all’interno di un’azienda o di un ente pubblico. L’Energy manager è un “soggetto che ha le conoscenze, l’esperienza e la capacità necessarie per gestire l’uso dell’energia in modo efficiente” (norma UNI CEI 11339). struttura energeticamente consapevoli e proponendo investimenti migliorativi. Questo si traduce in un ruolo differente a seconda delle caratteristiche dimensionali della struttura considerata: ● nel caso di un’organizzazione complessa (grandi-medie aziende pubbliche e/o private), l’Energy manager sarà un dirigente alla guida di un gruppo di persone di estrazione prevalentemente tecnica; ● nel caso di aziende ed enti di piccole dimensioni si tratterà di un consulente esterno con competenze tecniche. In questo caso la parte gestionale sarà limitata, seppure presente. Di cosa si occupa l’Energy manager Un Energy manager (Esperto in Gestione dell’Energia) ha il compito di gestire ciò che riguarda l’energia all’interno di un’azienda o di un ente pubblico: ● verificando i consumi, attraverso controlli ad hoc (audit) o, se disponibili, tramite i report prodotti da sistemi di telegestione, telecontrollo e automazione; ● ottimizzando i consumi attraverso la corretta regolazione degli impianti e il loro utilizzo appropriato dal punto di vista energetico; ● promuovendo interventi mirati all’efficienza energetica e all’uso di fonti rinnovabili, incentivando comportamenti da parte dei dipendenti e/o degli occupanti della Un’altra funzione che spesso riguarda l’Energy manager è quella degli acquisti di energia elettrica. In questo caso l’obiettivo è quello di ridurre i costi di acquisto, promuovendo la corretta gestione dei carichi elettrici in modo da evitare 08 09 percorso formativo adeguato. Non è, quindi, una qualifica che si possa conseguire unicamente grazie a corsi o alla nomina in base alla normativa vigente. punte di potenza che comportino costi maggiori. Come si diventa Energy manager? Sbocchi professionali Per quanto riguarda la formazione, i percorsi disponibili sono molteplici e si basano su una formazione preferibilmente universitaria (p.e. ingegneria con indirizzi energetici), eventualmente integrata da master dedicati all’efficienza energetica ed alle fonti rinnovabili e/o corsi di formazione e, soprattutto, dall’esperienza sul campo. É poi fondamentale curare l’aggiornamento professionale, per cui esistono varie iniziative a livello nazionale e regionale. Sono state emanate alcune norme tecniche che prevedono il coinvolgimento di tale figura, come la norma europea EN 16001 sui sistemi di gestione dell’energia (SGE) – nel 2001 sostituita dallo standard internazionale ISO 50001 –, la EN 15900 sui servizi di efficientamento energetico, la UNI CEI 11339 sugli esperti in gestione dell’energia (EGE) e la UNI CEI 11352 sulle ESCO - Società per la fornitura di servizi energetici. L’Energy manager, dunque, è una figura professionale moderna ed interdisciplinare che associa alle competenze tecniche delle solide basi in materie ambientali, economico-finanziarie, di gestione aziendale e di comunicazione. Si tratta di capacità sviluppabili attraverso un Al 2013, in Campania risultano nominati 52 Energy manager tra i settori dell’industria, della Pubblica Amministrazione, dei trasporti e del terziario; sono 81 gli Energy manager che operano nel servizio energia nominati dai soggetti obbligati (fonte: fire-italia.it). Link utili www.sviluppoeconomico.gov.it — www.autorita.energia.it — www.efficienzaenergetica.enea.it — www.gse.it — Associazioni di ESCO (Energy Service Company): www.agesi.it, www.assoesco.org, www.federesco.org 10 02 CERTIFICATORE ENERGETICO Il Certificatore energetico si occupa di: determinare e certificare le prestazioni energetiche dell’edificio o dell’unità immobiliare, ispezionare gli impianti di climatizzazione, formulare indicazioni sul corretto modo di ridurre i consumi. gatorio produrre un Attestato di Prestazione Energetica (APE), in vigore dal 2013 (Legge del 3 agosto 2013, n. 90), in sostituzione del precedente Attestato di Certificazione Energetica (ACE). La politica energetica europea ha individuato come obiettivi prioritari l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi energetici. In considerazione del fatto che il 40% dell’energia consumata è attribuibile agli edifici ed al loro funzionamento, anche il mondo dell’edilizia ha dovuto adottare un approccio «bio» per le nuove costruzioni e per l’adeguamento delle strutture esistenti. Sono sorte così nuove figure professionali, tra le quali il Certificatore energetico. L‘APE ha una validità temporale massima di dieci anni a partire dal suo rilascio ed è aggiornato a ogni intervento di ristrutturazione o riqualificazione che modifichi la classe energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare (cappotto termico, installazione di infissi dotati di vetro camera, sostituzione di impianto di riscaldamento, ecc.). Nel caso di edifici utilizzati da pubbliche amministrazioni e aperti al pubblico con superficie utile totale superiore a 500 mq è fatto obbligo al proprietario, o al soggetto responsabile della gestione, di produrre l’APE e di affiggerlo con evidenza all’ingresso dell’edificio stesso o in altro luogo chiaramente visibile al pubblico. Di cosa si occupa il Certificatore energetico Il Certificatore energetico si occupa di determinare e certificare le prestazioni energetiche dell’edificio o dell’unità immobiliare, ispezionare gli impianti di climatizzazione, formulare indicazioni sul corretto modo di ridurre i consumi. Ad oggi, nel caso di vendita o affitto delle singole unità immobiliari, è obbli- 11 12 ● tecnici dipendenti di enti/organismi pubblici o di società di servizi pubbliche/private (comprese le società di ingegneria). Il professionista deve essere estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione dell’edificio/ unità immobiliare. A partire dal 9 luglio 2015, la soglia di 500 mq di cui sopra, è abbassata a 250 mq. La Politica energetica europea ha individuato come obiettivi prioritari l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi energetici. In considerazione del fatto che il 40% dell’energia consumata è attribuibile agli edifici ed al loro funzionamento, anche il mondo dell’edilizia ha dovuto adottare un approccio «bio» per le nuove costruzioni e per l’adeguamento delle strutture esistenti. Sono sorte così nuove figure professionali, tra le quali il Certificatore energetico. Che cosa è l’APE? L’ Attestato di Prestazione Energetica comprende tutti i dati relativi all’efficienza energetica dell’edificio che consentano ai cittadini di valutare e confrontare edifici diversi. Tra tali dati sono obbligatori la prestazione energetica globale dell’edificio, la classe energetica globale dell’edificio, le emissioni di anidride carbonica ed altro ancora. Quindi, esattamente come frigoriferi e televisori, anche gli immobili hanno una propria etichetta energetica legata alla loro efficienza. Le compravendite e le locazioni stipulate senza allegare la certificazione energetica sono validi ma, se l’Attestato non viene consegnato entro 45 giorni, i trasgressori sono puniti con multe dai 3.000 ai 18.000 euro. Sono previste multe anche per i professionisti che compilino e rilascino Attestati di Prestazione Energetica degli edifici senza il rispetto dei criteri e delle metodologie dettate dalla normativa vigente (dai 500 ai 3.000 euro). I valori di prestazione energetica indicati nell’APE dipendono da tanti fattori: metratura dell’appartamento, numero dei vani, anno di costruzione, materiali edili, etc. Chi è autorizzato a fornire un documento così importante? Secondo la normativa vigente i soggetti abilitanti sono i Certificatori energetici. Chi può assumere il ruolo di Certificatore energetico? In Campania l’Attestato di Prestazione Energetica è redatto dai seguenti soggetti: ● professionista libero o associato, iscritto ai relativi ordini e collegi professionali (ingegneri, architetti, geometri e periti); Accesso alla procedura telematica La Regione Campania, con apposito Decreto Dirigenziale 290 del 23/12/2013, ha stabilito che la trasmissione degli Attestati di Prestazione Energetica (A.P.E.) degli Edifici può avvenire solo telematicamente tramite il seguente link: www.economia.campania.it/. Il sistema è operativo dal 2 Gennaio 2014. 13 03 INSTALLATORE DI PANNELLI FOTOVOLTAICI Questa figura gestisce le attività relative all’installazione, al collaudo e alla manutenzione ordinaria, straordinaria e migliorativa dei pannelli fotovoltaici. Di cosa si occupa l’Installatore di pannelli fotovoltaici responsabilità. Tale figura professionale deve far si che l’impianto aziendale presso il cliente, risulti perfettamente funzionante e rispondente ai requisiti richiesti, ma soprattutto, che sia perfettamente integrato agli altri apparati e dispositivi. Questa attività si esercita in cantieri edili di nuove costruzioni, di immobili in ristrutturazione, o presso abitazioni private. Questa figura gestisce le attività relative all’installazione, al collaudo e alla manutenzione ordinaria, straordinaria e migliorativa dei pannelli fotovoltaici, eseguendo l’assemblaggio, il controllo e la messa in opera dell’impianto, in conformità con le normative vigenti, utilizzando le tecnologie più moderne e secondo le specifiche tecniche definite dalla progettazione. Come si diventa Installatore di pannelli fotovoltaici? Si tratta di un tecnico particolarmente qualificato che deve possedere un ampio spettro di conoscenze (tecniche, normative, economiche, ecc.) ed essere capace di gestire rapporti con clienti, progettisti e fornitori. Quello dell’Installatore di pannelli fotovoltaici è un lavoro di grande Per svolgere la professione di Installatore di pannelli fotovoltaici è sufficiente il Diploma di scuola media superiore ad indirizzo elettrotecnico/elettronico (Perito Industriale) che va integrato con formazione ad hoc e “training on the job” (formazione sul posto di lavoro). 14 15 ● le normative e le tendenze costruttive; ● le strutture ed i metodi installativi; ● lo studio delle componenti e dei concetti base dei sistemi fotovoltaici; ● consigli utili per il migliore approccio con il cliente e per il sopralluogo; ● esempi per la preventivazione; ● la progettazione degli impianti fotovoltaici; ● le fasi di montaggio dei sistemi fotovoltaici; ● lo studio del montaggio di un sistema fotovoltaico con diverse strutture per tetti inclinati e per tetti piani. L’adeguata competenza si acquisisce con dei corsi professionali, al termine dei quali verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per frequentare questi corsi è comunque necessario esercitare già nel campo elettrico ed essere in possesso delle competenze necessarie come elettricista o impiantista. All’interno di questi corsi, sono vari gli argomenti trattati riguardanti i problemi legati agli impianti fotovoltaici ed alla loro installazione. Tra questi, i principali sono: ● l’introduzione alla tecnologia fotovoltaica; ● lo studio della conversione e dell’uso dell’energia solare; Link utili www.poienergia.gov.it — www.qualenergia.it — www.energymed.it/infoesp/elencoesp.htm (info espositori energymed, Campania) — www.enel. it/it-IT/reti/efficienza_energetica/offerte_al_pubblico/Fotovoltaico/(Enel, fotovoltaico) 16 04 ECOAUDITOR L’Ecoauditor, o Verificatore ambientale d’impresa, è la figura professionale che accerta che gli impianti e i processi produttivi di un’azienda siano conformi alla legislazione nazionale ed europea in materia di impatto ambientale. Di cosa si occupa l’Ecoauditor tor deve conoscere le tecniche di comunicazione e le norme tecniche dei sistemi di gestione ambientale, dei prodotti e processi alternativi ecocompatibili, e deve possedere conoscenze di analisi dei rischi ambientali e di sistemi di qualità ambientale. L’Ecoauditor, o Verificatore ambientale d’impresa, è la figura professionale che accerta che gli impianti e i processi produttivi di un’azienda siano conformi alla legislazione nazionale ed europea in materia di impatto ambientale. L’esperto opera come dipendente interno soprattutto nella grande impresa; le piccole e medie imprese si rivolgono infatti prevalentemente a un’altra figura professionale, il Consulente ambientale. Si tratta di una delle figure emergenti nella moderna gestione aziendale: è il responsabile dei problemi dell’ambiente inerenti all’impresa, partecipa all’elaborazione delle politiche ambientali e garantisce l’applicazione delle norme di legge sull’ambiente e la sicurezza del lavoro. Come si diventa Ecoauditor? Per svolgere questa professione è necessaria una formazione universitaria (anche di primo livello) di tipo tecnico-scientifico o economico. Diversi enti, comunque, incluse le camere di commercio, organizzano corsi specialistici e master. È importante un’ottima conoscenza del panorama normativo in materia ambientale. Il Verificatore ambientale che lavori in proprio e voglia poter rilasciare Certificati Emas o Ecolabel deve accreditarsi presso il Deve, inoltre, assicurare il perfetto funzionamento del sistema di gestione ambientale attraverso la collaborazione con i diversi livelli organizzativi previsti dall’azienda. Infine, gestisce i rapporti con gli enti istituzionalmente competenti alla difesa dell’ambiente (Comuni, ASL, Regioni). Tra le varie competenze, l’Ecoaudi- 17 18 di gara europei o nazionali, hanno reso questa figura di un certo interesse anche in Italia. Se, infatti, un decennio fa essa era ricercata quasi esclusivamente in ambito europeo, negli ultimi anni abbiamo visto allargarsi il suo mercato anche nel nostro Paese: l’Ecoauditor può svolgere le proprie competenze come dipendente o libero professionista, all’interno di società di consulenza e certificazione ambientale oppure nelle imprese particolarmente attive sui temi dell’ambiente. Comitato Ecolabel Ecoaudit al Ministero dell’Ambiente. Per accedere è necessario presentare apposita domanda e, dopo la presentazione dei propri titoli di studio e/o di merito, superare una prova d’esame. Il possesso di specifici titoli, come l’attestato di una “Scuola Emas”, consente agevolazioni. Sbocchi professionali I vantaggi derivanti dall’ottenere una certificazione ambientale, per esempio per partecipare a bandi Link utili Il Comitato Ecolabel Ecoaudit: www.minambiente.it/pagina/comitato-lecolabel-e-lecoaudit — Accredia: Sistema italiano di accreditamento www. accredia.it — Cepas - Certificazione delle professionalità della formazione www.cepas.it 19 05 MOBILITY MANAGER Il Mobility management rappresenta un nuovo approccio ai problemi del traffico e dell’inquinamento veicolare, orientato essenzialmente alla gestione della domanda di mobilità. Di cosa si occupa il Mobility manager I punti di forza del Mobility management sono: Il Mobility management rappresenta un nuovo approccio ai problemi del traffico e dell’inquinamento veicolare, orientato essenzialmente alla gestione della domanda di mobilità (e non all’offerta di trasporto - quindi non si realizzano opere) e, nel caso specifico, alla gestione degli spostamenti casa-lavoro. ● il nuovo approccio ai problemi del traffico e dell’inquinamento veicolare, orientato essenzialmente alla gestione della domanda di mobilità, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti sistematici casa-lavoro; ● l’ottimizzazione dell’esistente (gestione della domanda, offerta di sistemi di trasporto ecocompatibili) piuttosto che la realizzazione di nuovi interventi infrastrutturali, ipotesi quest’ultima che, in genere, richiede grossi finanziamenti e non sempre produce i risultati attesi; ● la possibilità di realizzare una rete di contatti che veicoli le iniziative, ad esempio, dei comuni e, quindi, rafforzi la campagna di informazione. Tutte le imprese con più di 300 addetti per unità produttiva locale, o con più di 800 dipendenti totali nelle unità produttive, ubicate nei comuni compresi in zone a rischio di inquinamento atmosferico, che sono state individuate dalle Regioni, devono nominare un Responsabile della mobilità aziendale (Mobility Manager Aziendale) che redigerà, ogni anno, il “Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro” (nel seguito PSCL) dei propri dipendenti (sito web Comune di Napoli). 20 In linea generale è possibile identificare due aree nel mobility management: ● area “tecnica”, legata a competenze di indagine statistica, analisi dei 21 bracciano diverse tematiche, quali gli aspetti generali della mobilità, impatto ambientale del traffico e dei trasporti, trasporto collettivo e sistemi alternativi alla mobilità privata, raccolta dati e tecniche di marketing , Mobility management per le imprese. sistemi di trasporto e pianificazione; ● area “relazionale”, incentrata sugli aspetti di comunicazione (aziendale e interpersonale) e del change management (lo sviluppo di una nuova cultura). Come si diventa Mobility manager? Durante i corsi di formazione vengono trasferiti alcuni fondamentali relativi al trasporto e ai nuovi servizi di mobilità, con particolare attenzione alle tematiche della comunicazione e del marketing, che rappresentano alcune delle skills (competenze) prioritarie per l’attività del Mobility manager. Per quanto riguarda la formazione, i percorsi disponibili sono molteplici, e si basano su una formazione preferibilmente universitaria. Esistono diversi corsi di formazione post-universitari che hanno solitamente una durata media di 4/6 giornate. Gli argomenti trattati ab- Link utili www.acam-campania.it — Agenzia Campana per la Mobilità Sostenibile — www.minambiente.it/pagina/settimana-europea-della-mobilita-sostenibile-2014 — Settimana europea per la mobilità sostenibile. — http:// mobilitymanagement.info — www.euromobility.org 22 06 ESPERTO IN BIOEDILIZIA L’Esperto in bioedilizia è una figura professionale che possiede conoscenze nell’ambito dell’utilizzo dei materiali bioecologici ad elevata efficienza energetica. che in Europa si traduce al meglio nei paesi di cultura tedesca, pionieri in questo modo di intendere l’architettura. L’attività edilizia è uno dei settori a più alto impatto ambientale per gli effetti del consumo di territorio, per l’alto consumo energetico e per le emissioni in atmosfera ad esso connesse. Con “Architettura bioecologica o bioedilizia” non si deve intendere, quindi, un settore specialistico dell’edilizia o una moda, ma una rilettura dell’architettura, e, quindi, del modo di costruire e trasformare il territorio. Per questo motivo, negli ultimi anni, è nata una nuova concezione di edilizia e architettura che sappia rapportarsi in maniera equilibrata con l’ambiente, pensata per le necessità dell’uomo e in grado di soddisfare i bisogni attuali senza limitare, con il consumo indiscriminato di risorse e l’inquinamento, quello delle generazioni future. Di cosa si occupa l’Esperto in bioedilizia Parliamo dunque di edilizia e architettura bioecologica, definizione che nasce dai termini ‘bio’ (favorevole alla vita), ‘eco’ (in equilibrio con l’ambiente), ‘logica’ (intelligente, razionale). É una definizione che in Italia è stata introdotta dall’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica e 23 L’Esperto in bioedilizia è una figura professionale che possiede conoscenze nell’ambito dell’utilizzo dei materiali bioecologici ad elevata efficienza energetica. É in grado di gestire gli interventi sia sull’involucro edilizio che sugli impianti. Esegue consulenza e valutazioni sui costi e benefici delle opere realizzate mediante la bioedilizia e certifica le costruzioni e i materiali bioecologici. 24 ● i materiali bio edili e gli aspetti relativi alla salubrità e alla qualità del costruire; ● gli aspetti relativi alla progettazione bioclimatica; ● i differenti impianti ad alta efficienza energetica dal punto di vista tecnologico e della gestione; ● gli elementi di domotica; ● la normativa sull’incentivazione e le agevolazioni per la bioarchitettura; ● gli aspetti di economia ambientale correlati alla bioarchitettura. Come si diventa Esperto in bioedilizia? L’Esperto di bioedilizia è solitamente geometra, ingegnere edile o architetto, iscritto ai relativi albi professionali e che ha frequentato corsi di bioarchitettura attivati presso alcune facoltà di architettura ed ingegneria. Si tratta di una figura professionale che in particolare conosce: Sbocchi professionali ● gli aspetti relativi alla progettazione sostenibile; ● le modalità applicative degli elementi strutturali e impiantistici; ● le norme e le leggi sull’efficienza energetica edificio-impianto; ● gli elementi di termografia; L’Esperto in bioedilizia è un libero professionista o dipendente presso strutture pubbliche e private, quali studi tecnici, imprese edili e impiantistiche, aziende che si occupano di bioedilizia. Link utili www.anab.it — www.architettisalerno.it — www.na.archiworld.it 25 07 BIO AGRICOLTORE Il Bio-agricoltore non è un contadino nel senso tradizionale del termine, ma si tratta, solitamente, di un laureato in Agraria o in Scienze naturali, esperto della terra, dei cicli stagionali, della struttura del suolo e delle tecnologie verdi di ultima generazione. Di cosa si occupa il Bio-agricoltore nosce la terra e la sua composizione chimica, ha rapporti con buyers esteri, partecipa a fiere, promuove i suoi prodotti con packaging eco-friendly e slogan mirati e gira il mondo per promuovere la sua attività. É un imprenditore che investe nell’agricoltura biologica e/o biodinamica. Al Bio-agricoltore va il merito di aver salvato varietà autoctone dall’estinzione e di aver ridato dignità a paesi e colture ormai dimenticate. Il Bio-agricoltore non è un contadino nel senso tradizionale del termine, ma si tratta, solitamente, di un laureato in Agraria o in Scienze Naturali, esperto della terra, dei cicli stagionali, della struttura del suolo e delle tecnologie verdi di ultima generazione. Lavora la terra e i prodotti da essa derivanti seguendo rigorosi processi eco-compatibili ed eco-sostenibili: ● evita l’uso di sostanze chimiche dannose per l’ambiente e per l’uomo; ● ricorre ad energie rinnovabili; ● usa e riusa tutto ciò che dalla terra viene prodotto. Si tratta, fondamentalmente, di un contadino–imprenditore, che co- Sbocchi professionali Negli ultimi anni sono aumentati coloro che sono tornati alle origini contadine per dedicarsi alla coltivazione di erbe officinali, piante, prodotti naturali etc. Alcuni hanno ripreso l’azienda di famiglia e l’hanno stravolta, altri hanno cominciato da 26 27 zero, altri ancora hanno inseguito il sogno di una vita. del bio è diventato molto richiesto e redditizio. La vendita di prodotti provenienti da agricoltura bio ha generato un forte interesse anche da parte dell’industria cosmetica e della grande distribuzione, che hanno incominciato ad usare materie prime bio per i propri prodotti. Il mercato Un Bio-agricoltore lavora come libero imprenditore o, in alternativa, come partner di industrie più grandi a cui vende le materie prime. Può gestire gruppi di aziende bio, imprese altrui, e molti sbocchi professionali sono ancora tutti da scoprire. Link utili ww.sito.regione.campania.it/agricoltura/home.htm — www.sito.regione. campania.it/agricoltura/pubblicazioni/guida-aziende-bio.html — www.sito. regione.campania.it/agricoltura/bio/SIB.html (sistema informativo agricoltura biologica – SIB) — www.sito.regione.campania.it/agricoltura/bio/ bio_normativa.html (Normativa) — http://ec.europa.eu/agriculture/organic/index_en.htm 28 08 EDUCATORE E GUIDA AMBIENTALE L’Educatore ambientale svolge il ruolo di formatore per insegnanti, aggiorna gli addetti ai lavori in campo ambientale, progetta e coordina attività di informazione per giovani e adulti, anche con sistemi didattici innovativi. La Guida ambientale accompagna le persone nella visita di luoghi di pregio naturalistico e paesaggistico, spesso anche storico e culturale, in particolar modo nei parchi nazionali e nelle aree protette. Di cosa si occupa l’Educatore ambientale (EA) contri con amministratori, politici, rappresentanti del mondo delle associazioni e studiosi. Organizza e gestisce mostre, laboratori didattici e predispone materiali per percorsi formativi. L’Educatore ambientale svolge il ruolo di formatore per insegnanti, aggiorna gli addetti ai lavori in campo ambientale, progetta e coordina attività di in-formazione per giovani e adulti, anche con sistemi didattici innovativi. L’EA favorisce la partecipazione dei cittadini alla gestione sostenibile del territorio attraverso eventi pubblici, conferenze, dibattiti, in- Di cosa si occupa la Guida ambientale (GA) La Guida ambientale accompagna le persone nella visita a luoghi di pregio naturalistico e paesaggistico, spesso anche storico e culturale, in particolar modo nei parchi na- 29 30 percorsi turistici e conduzione di gruppi. zionali e nelle aree protette. La GA interpreta e accoglie le esigenze dei turisti e li orienta verso un utilizzo sostenibile dell’area protetta. Spesso il tour si svolge a piedi, su percorsi di trekking, a cavallo, più raramente su veicoli a motore. Sbocchi professionali Si tratta di figure richieste da enti pubblici, istituti scolastici di ogni ordine e grado e agenzie turistiche. Il tramite, il più delle volte, sono le associazioni ambientaliste e professionali in ambito locale o cooperative che operano in vari settori dei servizi ambientali. La Guida ambientale spiega e racconta la storia, i miti, la cultura, le bellezze artistiche e naturali, le tradizioni locali del territorio, svolgendo quindi anche una funzione di divulgatore, specie nell’accompagnamento di gruppi scolastici. La Guida ambientale è una professione riconosciuta ma diversamente regolamentata da regioni ed enti a cui occorre riferirsi per verificare l’iter di accreditamento. Esiste ed è riconosciuta da parte degli enti di gestione delle aree protette anche la “guida parco”, ma anche in questo caso occorre verificare direttamente le modalità di accreditamento. Per i giovani può rappresentare il primo passo di una carriera diretta al settore turistico come a quello naturalistico. Come si diventa Educatore-Guida ambientale? L’Educatore e/o Guida ambientale è spesso laureato in Scienze ambientali, in Agraria, in Geologia o Scienze naturali, percorsi di laurea che forniscono un bagaglio di conoscenze di base per svolgere questo lavoro con professionalità. Sono inoltre utili competenze nelle scienze dell’educazione, metodologia didattica, pianificazione di Link utili Sistema nazionale Infea (INFormazione Educazione Ambientale): www. minambiente.it/pagina/il-sistema-nazionale-infea — Legambiente: www. legambiente.it - www.legambiente.campania.it — WWF: http://regionali. wwf.it — FAI: http://www.fondoambiente.it — CTS: www.ctsassociazione. it — Associazione italiana guide ambientali escursionistiche: www.gae.it 31 09 ECO DESIGNER L’Eco-designer è un designer specializzato nella progettazione di prodotti eco friendly. tecniche per ridurre gli sprechi. Tutto viene disegnato nell’ottica di un possibile riuso dei materiali. L’Eco-designer è un designer specializzato nella progettazione di prodotti eco-friendly. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale non solo in termini di materiali impiegati, ma anche di spazio, riciclo e spreco. Gli oggetti disegnati dai nuovi specialisti dell’eco-design sono a basso impatto ambientale e rispondono al principio che lo spreco può essere ridotto fin dall’origine. Come si diventa Eco-designer? Non esiste un percorso unico, a volte si arriva a questa professione per vie diverse. L’Eco-designer è solitamente laureato in disegno industriale, in architettura o in ingegneria. Esistono anche specifiche scuole, e le stesse università possiedono corsi e dipartimenti presso cui è possibile specializzarsi. Negli ultimi anni sono nati anche master in disegno industriale e ambientale. Di cosa si occupa l’Eco-designer L’Eco-designer controlla l’intero ciclo di vita del bene che progetta, trasformando in opportunità economiche la possibilità di riciclare il prodotto una volta esaurita la sua attività. Deve conoscere, oltre agli aspetti ambientali legati al suo progetto, anche quelli sociali ed etici. Può preferire materiali che non siano stati trattati chimicamente o che siano stati già riciclati in precedenza o prodotti da aziende dove non si sfrutta la manodopera. Tutti aspetti che devono coincidere anche con una forte conoscenza sulle norme di sicurezza (ad esempio in caso di prodotti per l’industria), dei materiali utilizzati e delle Sbocchi professionali L’Eco-designer lavora come libero professionista o anche alle dipendenze di studi o aziende più grandi. Ci sono, infatti, realtà produttive molto importanti che hanno al loro interno un intero gruppo di lavoro che si dedica, appunto, al design verde. Le aziende principalmente interessate a questa figura sono le aziende della moda, sempre pronte a catturare le nuove tendenze, e quelle automobilistiche, con la creazione di gadget e accessori eco-friendly, ma anche aziende che 32 33 trattano oggettistica per la casa. Di recente anche le piccole realtà artigianali si stanno rivolgendo agli Eco-designer per proporre qualcosa di nuovo e originale per conquistare fette di mercato. Link utili ADI - Associazione per il disegno industriale: www.adi-design.org — Dipartimento di Industrial Design, Ambiente e Storia - Ideas , Luigi Vanvitelli Seconda Università degli Studi di Napoli: www.architettura.unina2. it — www.istitutoitalianodesign.it — Consiglio Nazionale degli Architetti — Consiglio Nazionale Ingegneri 34 10 COMUNICATORE AMBIENTALE Il Comunicatore ambientale crea ed elabora strategie di comunicazione e campagne di informazione e/o sensibilizzazione per conto di enti pubblici, aziende e associazioni. Di cosa si occupa il Comunicatore ambientale (CA) viamo, quindi, la figura del Green marketer, addetto alla comunicazione delle attività ecosostenibili delle aziende. Il Comunicatore ambientale crea ed elabora strategie di comunicazione e campagne di informazione e/o sensibilizzazione per conto di enti pubblici e aziende private. Come si diventa Comunicatore ambientale? L’iter formativo di questa figura può arrivare da due strade distinte ma che devono poi convergere su un panorama di conoscenze e di competenze comuni. Si può, quindi, giungere da percorsi di lauree scientifiche (Biologia, Scienze naturali e ambientali, Ingegneria, etc.) oppure umanistiche (Scienze della comunicazione, Giurisprudenza, etc.) ma è bene specializzarsi con master e corsi sulla comunicazione ambientale che offrano un panorama multisettoriale e che includano – oggi fortemente necessari - percorsi sul marketing verde, la responsabilità sociale, la scrittura e i social media. Ad un comunicatore occorre aggiungere alle competenze le pro- Per fare questo, il CA deve conseguire competenze in diversi settori e discipline ambientali, dalla mobilità sostenibile alle energie rinnovabili, dai rifiuti alla biodiversità, dalla finanza etica e sostenibile fino alle best practices (migliori pratiche) dell’eco-turismo. Il CA è, quindi, una figura fondamentale per guidare enti ed aziende in efficaci strategie di comunicazione dirette ai cittadini in generale o agli stakeholder di riferimento (gruppi di soggetti interessati al tema che si comunica). Tra i Comunicatori ambientali tro- 35 36 o come responsabile della comunicazione, in molte realtà produttive o della Pubblica Amministrazione. La versatilità di questa figura, inoltre, può rivelarsi fondamentale per trovare collocazioni affini tra loro ma con ruoli sempre diversi. Se si vuole fare i comunicatori, quello ambientale è un settore in cui vale la pena investire. prie capacità creative e la passione per la materia, sulla quale bisogna tenersi in formazione continua. Necessarie le capacità di gestire e coordinare gruppi di persone e di lavoro e attitudine al problem solving. Sbocchi professionali Il Comunicatore ambientale può trovare collocazione, come consulente Link utili AICA - Associazione italiana Comunicatori Ambientali www.assaica.org — Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale www. compubblica.it — Associazione professionale dei comunicatori www.professionecomunicatore.org — www.campaniaecofestival.it 37 INTERVISTE GREEN WORKERS 39 MARCO MANFREDINI Età: 30 anni Nato a: Nocera Inferiore Lavora presso: Sativa Alimentari Ti occupi di: Alimentazione e Benessere Sito web: www.foodsativa.com In cosa consiste il tuo lavoro? Produzione e commercializzazione di prodotti alimentari a base di semi di Canapa. Qual è stato il percorso di studi-lavorativo che ti ha permesso di realizzare il tuo progetto? Sono laureato in Biologia e ho sempre creduto nelle nobili proprietà alimentari, e non solo, della Canapa. Da cosa è nato il tuo progetto e in che modo si è evoluto? È nato dall’esigenza di riportare nella nostra cultura una risorsa (la canapa appunto) che per centinaia di anni ha rappresentato una fonte di benessere sociale, economico e culturale, in particolare in Campania. Ricordo che la Canapa Campana era quella tra le migliori qualità al mondo. Purtroppo motivi occulti hanno portato ad una parziale scomparsa di questa risorsa. Che prospettive di lavoro offre il settore di cui ti occupi? La canapa è una coltura di cui non si butta via niente, oltre che nella alimentazione, la canapa trova migliaia di applicazioni in svariati altri settori come: tessile, energetico, edile e terapeutico. Quindi, se si sviluppasse una vera e propria filiera della canapa in Campania, questo porterebbe alla nascita di nuove imprese che potranno trasformare in centinaia di modi diversi la materia prima. Quindi, se crei impresa crei occupazione. Le Istituzioni hanno facilitato la realizzazione del tuo progetto? Direi più no che si. Consiglieresti ad un giovane di intraprendere il tuo percorso? Certo. L’importante è crederci. 40 IVAN DI PALMA Età: 33 anni Nato a: Polla Lavora Presso: Azienda Agricola Asineria Equinotium Ti occupi di: Agricoltura/Allevamento Sito web: www.asineriaequinotium.com In cosa consiste il tuo lavoro/progetto? Un’azienda agricola (una fattoria) che seleziona grani antichi (Carosella Lucana, Segale “Iurumana”’, Senatore Cappelli), produce verdura a foglia in maniera naturale, organizza trekking someggiati con gli asini e attività ludico-ricreative con gli stessi. Abbiamo un laboratorio di trasformazione dove, tra le altre cose, lavoriamo i nostri cereali producendo biscotti e pane integrale cotti nel forno a legna. Sta inoltre partendo un progetto di agricoltura sociale dal nome “Innesti”, con la collaborazione del Piano Sociale di Zona, sulla riabilitazione di pazienti affetti da schizofrenia cronica. Qual è stato il percorso di studi e lavorativo che ti ha permesso di realizzare il tuo progetto? Laurea in Filosofia con tesi in Antropologia filosofica. E pratica quotidiana nella terra e con gli animali. Da cosa è nato il tuo progetto e in che modo si è evoluto? Amore per la terra e il rispetto per essa. Si è evoluta e si evolve lentamente grazie alla fatica e all’impegno di tutti coloro i quali collaborano con noi. Il tuo progetto potrebbe coinvolgere numerose figure professionali, anche in diversi settori, fino a creare una rete? Si, coinvolge attualmente una esperta in tecniche di riabilitazione psichiatrica, un giovane psicologo ed una serie di figure legate alle iniziative che organizziamo. 41 GIUSEPPE RIVELLO Età: 26 anni Nato a: Sapri Lavora presso: Jepis di Giuseppe Rivello in InOutLab Co-working Ti occupi di: Web content Marketing e Rural storytelling Sito web: www.jepis.it – www.inoutlab.it In cosa consiste il tuo lavoro? Faccio il digital maker, mi occupo di creare contenuti web (video, foto, testi) che raccontino al meglio delle storie, di imprese, di progetti o di persone. Nel pratico mi occupo quindi di video making e di progettare la comunicazione web di aziende e istituzioni. Il mio lavoro però è molto orientato a progetti ed aziende che operano nell’ambito rurale e ambientale in genere. Qual è stato il percorso di studi-lavorativo che ti ha permesso di svolgere questa professione? Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione nell’ateneo di Fisciano qualche anno fa. Mi sono appassionato, quindi, ai corsi di comunicazione di impresa, semiotica, cinema e sociologia cercando di non prestare ascolto a chi mi diceva che questo non mi avrebbe dato lavoro. Già al secondo anno di università ho aperto la partita IVA come artigiano digitale ed ho cercato di portare i concetti appresi nei corsi di studi universitari nel mio territorio, una comunità del basso Cilento, Caselle in Pittari. Il mio percorso di studi quindi a trovato dei primi sfoghi concreti sia grazie a qualche coraggioso artigiano che mi ha dato fiducia, sia grazie ad alcuni progetti di innovazione rurale e sociale che da anni io alcuni miei amici portiamo avanti nel mio territorio, uno di questi è il Palio del Grano (www. paliodelgrano.it). In questi anni ho poi lavorato in diversi progetti sia all’interno del mio territorio che fuori, dopotutto il mio lavoro mi permette di non emigrare e di poter rimanere con i piedi ben saldi nel Cilento. Che prospettive di lavoro offre il settore di cui ti occupi? Il mio lavoro, “apparentemente” offre buone prospettive. Credo, però, che bisogna essere visionari, che bisogna immaginare cosa potrebbe accadere nel futuro prossimo per avere eventualmente buone prospettive. Certo, le aziende hanno sempre più bisogno di servizi web oriented, però hanno anche bisogno di manodopera e, quindi, non tutti possiamo fare i marketer o i pubblicitari. 42 Le Istituzioni hanno facilitato l’avvio della tua professione? Non ho avuto nessun tipo di agevolazione pubblica quando ho avvitato la mia attività di impresa. Nè ho ricevuto particolari incentivi economici nella fase iniziale del mio lavoro. Il tuo progetto potrebbe coinvolgere numerose figure professionali, anche in diversi settori, fino a creare una rete? La rete, le partnership sono essenziali in un progetto come il mio. Non si può realizzare quasi nulla da soli, abbiamo bisogno di stare in compagnia, abbiamo bisogno di sognare insieme, ideare insieme, progettare insieme e realizzare insieme. 43 CARMINE AMATO Età: 37 anni Nato a: Agropoli Lavora presso: ENERGY ON SRL Ti occupi di: Produzione e vendita di generatori micro-eolici Sito web: www.energy-on.it Come è nata l’idea di dedicarti alla tua professione? Sono stato sempre un tipo dall’occhio lungo e subito dopo aver finito gli studi ho iniziato a viaggiare, a visitare fiere, aziende, etc., per conoscere materiali e impianti innovativi, sentivo che di lì a poco tempo le cose sarebbero cambiate velocemente e io volevo essere un passo avanti rispetto agli altri. Che prospettive di lavoro offre il settore di cui di occupi? L’esaurimento delle risorse mondiali di energia fossile spingono a puntare nel futuro verso l’uso di energie rinnovabili e verso edifici e impianti a risparmio energetico, quindi le prospettive sono ottime, ma il guaio non è il futuro ma il presente. Le istituzioni hanno facilitato l’avvio della tua professione? Purtroppo no! Ho sempre dovuto contare sulle mie risorse e capacità per affrontare qualsiasi spesa e/o investimento, e, anche in caso di vincita di concorsi, le banche richiedevano sempre un buon bilancio aziendale. Consiglieresti ad un giovane di intraprendere il tuo percorso? Si, lo consiglierei ma lo avviserei anche che è un percorso bello ma pieno di ostacoli, che prevede una notevole forza psicofisica. Dove si possono recuperare informazioni sulla tua professione/progetto? Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno, Camera di Commercio di Salerno, Internet. 44 GENNARO GALDO Età: 40 anni Lavora presso: CIAL – Consorzio Nazionale per il recupero e il riciclo degli Imballaggi in Alluminio Ti occupi di: Comunicazione Sito web: www.cial.it In cosa consiste il tuo lavoro? Lavoro in CIAL ormai da dieci anni e fin dall’inizio mi sono occupato di comunicazione, in particolare di progetti di comunicazione sul territorio. Il nostro Consorzio lavora sull’intero territorio nazionale e, pur trattando il riciclo degli imballaggi, non si occupa direttamente della raccolta differenziata, che spetta, per legge, alle amministrazioni pubbliche o alle società da queste delegate. Il mio ruolo, in particolare, sta nel lavorare con questi soggetti affinché le campagne di comunicazione legate alla raccolta differenziata, in particolare dell’alluminio, siano efficaci. Ovviamente negli anni il lavoro è cambiato molto e oggi, seguendo anche la comunicazione web del Consorzio e diversi eventi sul territorio, il mio ruolo si è ampliato fino a coinvolgere anche ambiti non sempre immediatamente riconducibili al settore dei rifiuti. L’importante è tenere sempre in mente l’obiettivo finale del mio compito: spiegare ai cittadini perché fare la raccolta differenziata è un gesto necessario per la salvaguardia del nostro pianeta, riuscendo al tempo stesso a rendere la tematica facile e fruibile per tutti. Qual è stato il percorso di studi-lavorativo che ti ha permesso di svolgere questa professione? Mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno e durante gli anni universitari ho svolto la pratica giornalistica. Dopo la laurea ho fatto un master in comunicazione pubblica. Come è nata l’idea di dedicarti alla tua professione? Ho sempre voluto occuparmi di comunicazione. Ho iniziato con il giornalismo, dopo di che sono passato alla gestione di uffici stampa e media relation. L’arrivo in CIAL e il mio impegno nel settore ambientale sono stati il risultato di una serie di esperienze che ho fatto fra i 26 e i 30 anni. Di una cosa, però, sono sempre stato sicuro: non mi è mai interessato il settore profit e la comunicazione cosiddetta di prodotto. Sono sempre stato incline, per mia natura e interessi, al mondo del sociale e alla responsabilità sociale d’impresa. 45 Che prospettive di lavoro offre il settore di cui di occupi? La crisi economica ha colpito, ovviamente, molte imprese che si occupano di rifiuti. Anche nel settore del riciclo. Di sicuro però è un segmento che ha sofferto meno di altri. Le nuove offerte lavorative, ad oggi, sono molto specifiche e richiedono competenze di alto livello fin dal primo ingresso in azienda. Le occasioni, però, ci sono, non soltanto nel mondo del riciclo dei materiali, ma anche in altri comparti green come le energie alternative e la mobilità sostenibile. Le Istituzioni hanno facilitato l’avvio della tua professione? No, non ho mai usufruito di incentivi particolari. Consiglieresti ad un giovane di intraprendere il tuo percorso? Consiglierei ad un giovane di fare qualsiasi mestiere senza badare troppo alle prospettive di guadagno ma di concentrarsi su una passione o una particolare affinità. La crescita professionale e il guadagno economico sono poi consequenziali. Certo è che la passione deve essere accompagnata da una buona capacità critica e concretezza, per non correre il rischio di finire imprigionati in progetti che non decollano mai. Il tuo progetto potrebbe coinvolgere numerose figure professionali, anche in diversi settori, fino a creare una rete? Noi lavoriamo in rete. I Consorzi di Filiera del Sistema Conai, al quale CIAL appartiene, raggruppano diverse figure professionali green: dagli ingegneri ambientali a chi si occupa di marketing territoriale; da chi segue la logistica e il flusso dei materiali fino a chi fa comunicazione, come nel mio caso. Al tempo stesso lavoriamo con le pubbliche amministrazioni, con le società territoriali, con enti e associazioni, e anche con le università e gli istituti di ricerca. Dove si possono recuperare informazioni sulla tua professione? Sul nostro sito web: www.cial.it 46 ROCCANDREA IASCONE Età: 46 anni Lavora presso: Consorzio RICREA Consorzio Nazionale riciclo e recupero Imballaggi Acciaio Ti occupi di: Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne Sito web: www.consorzioricrea.org In cosa consiste il tuo lavoro? Il mio compito è promuovere e diffondere l’identità di RICREA, adempiendo in particolare ad una delle sue mission principali che è quella di agevolare i comuni d’Italia alla sensibilizzazione della raccolta differenziata degli imballaggi d’acciaio (barattoli, scatolette, tappi corona, fusti e bombolette spray). Qual è stato il percorso di studi-lavorativo che ti ha permesso di svolgere questa professione? Dopo il Liceo Classico e la Facoltà di Giurisprudenza, sono approdato al mondo del lavoro scrivendo per qualche quotidiano e per diverse riviste del settore meccanico ed ambientale. Dopo aver lavorato per dieci anni in varie società di comunicazione sono diventato responsabile comunicazione e relazioni esterne di RICREA, soggetto per il quale lavoravo da un po’ di tempo come consulente. Come è nata l’idea di dedicarti alla tua professione? Mi ha sempre affascinato il mondo del giornalismo, l’immagine dei reporter, degli inviati che risultavano da certi film tipo “ Quinto potere”, “Tutti gli uomini del presidente”, “Sbatti il mostro in prima pagina”... mondo che ho appena sfiorato, ma che mi ha formato in maniera straordinaria. Dove si possono recuperare informazioni sulla tua professione/progetto? Dal nostro sito consorzioricrea.org e dalle nostre pagine social Facebook e Twitter: “Consorzio Ricrea” e “Ricreaedu”. 47 MONICA MARTINENGO Lavora presso: Rilegno Consorzio Nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno Ti occupi di: Comunicazione ambientale Sito web: www.rilegno.org In cosa consiste il tuo lavoro? Seguo la comunicazione dell’azienda per la quale lavoro: declino la parola “legno” in materia prima, imballaggi, rifiuti, riprodotti, riciclo, mille vite… raccontando quello che fa Rilegno. Qual è stato il percorso di studi-lavorativo che ti ha permesso di svolgere questa professione? Ho frequentato il Liceo Scientifico, poi Chimica e poi Lettere: nasco come giornalista scientifica radio televisiva. É stata una gavetta che mi ha portato a fare l’ufficio stampa, e da lì mi ha indirizzata (con un passo non breve) alla comunicazione a tutto tondo (fiere, eventi, house organ, comunicazione on e off-line: tutto passa dal mio ufficio). Come è nata l’idea di dedicarti alla tua professione? L’interesse per la comunicazione ambientale nasce insieme alla mia passione per Primo Levi, lo scrittore che è riuscito a coniugare il racconto della sua vita (e della sua esperienza nei campi di concentramento) e della sua professione di chimico, facendone letteratura. Informare e comunicare l’ambiente mi aiuta – coniugando correttezza e rigore - a non svilire il lavoro dell’ufficio stampa, che a volte “purtroppo” è costretto a raccontare cose non del tutto limpide e trasparenti, come se fossero l’unico percorso coerente e cristallino. Ecco, lavorare in ambito ambientale per uno dei consorzi di filiera del recupero di materia mi dà l’idea di contribuire a mantenere pulite le acque della narrazione. Che prospettive di lavoro offre il settore di cui ti occupi? Il mio è un settore molto vasto, e come in tutti i mestieri legati alla comunicazione ci sono nicchie di lavoro in continua evoluzione. Di sicuro parlare di ambiente in modo competente e puntuale è la sfida dei prossimi anni, anche sui social network. Le Istituzioni hanno facilitato l’avvio della tua professione? Non mi sono rivolta a istituzioni per l’avvio della professione. Non so se ora ci siano supporti e incentivi per chi vuole diventare comunicatore ambientale, anche se conosco corsi di approfondimento e master specifici. 48 Consiglieresti ad un giovane di intraprendere il tuo percorso? Il percorso che ho seguito io era creato su misura perché all’inizio degli anni novanta la figura del comunicatore ambientale non era ancora riconosciuta (a malapena erano iniziati i corsi universitari in Scienze della Comunicazione). Credo che ci siano molte vie per comunicare l’ambiente, e che tutte siano ugualmente valide. Come in ciascun mestiere, prima di decidere se darà lavoro, bisogna capire se è il mestiere adatto a noi: in questo caso, infatti, si riescono anche a superare in modo creativo gli ostacoli che non mancano mai, in alcuna professione. Dove si possono recuperare informazioni sulla tua professione? Un insieme di link per chi volesse diventare comunicatore ambientale? Direi che l’offerta formativa è molto ampia. Concluso il percorso di studi, molto dipende dalla specializzazione a cui ci si vuole avvicinare. I riferimenti per i giornalisti si trovano sull’Agenda del Giornalista, edita ogni anno e con una ottima panoramica iniziale di siti utili e cose da sapere (www.agendadelgiornalista.it); e anche la Federazione Italiana di Relazioni Pubbliche (Ferpi) offre una serie di utili suggerimenti su ciò che serve sapere per intraprendere questo mestiere (www.ferpi.it). 49 GIANCARLA DEL MESE Età: 34 anni Nato a: Roma Lavora presso: centro di educazione ambientale circolo Legambiente “Occhi Verdi” di Pontecagnano Ti occupi di: Laboratori didattici, per bambini e adolescenti, di simulazione di scavo archeologico, compostaggio e orto didattico In cosa consiste il tuo lavoro? Nella formazione didattica di bambini e adolescenti di diverse fasce d’età, avvicinandoli alle pratiche eco-sostenibili e contribuendo alla creazione della loro coscienza civica e della tutela ambientale, partendo dall’idea che tutti noi discendiamo dalla terra con la quale abbiamo un legame indissolubile ed imprescindibile che deve guidarci nella nostra quotidianità ed in tutte le nostre azioni. Come è nata l’idea di dedicarti alla tua professione? Ho capito che avevo buone capacità comunicative di partenza e che su queste avrei dovuto lavorare per migliorarle ed affinarle, indirizzandole all’interazione soprattutto con i più giovani. Ciò mi ha spinto ad interessarmi di didattica anche in ambito ambientale dove ho pian piano raccolto i primi gratificanti risultati. L’indignazione per l’indifferenza delle persone verso l’ambiente in cui vivono ha fatto il resto, spingendomi a militare attivamente nel circolo di Legambiente di Pontecagnano, dove vivo e del quale, da qualche anno, sono diventata anche il Presidente. Che prospettive di lavoro offre il settore di cui ti occupi? La figura dell’educatore ambientale è attualmente ancora poco conosciuta e riconosciuta, a mio avviso, dunque, poche e rare oggi sono le opportunità lavorative possibili per questo tipo di professione . Tuttavia credo che essa è e sarà uno dei mestieri del futuro più prossimo, perciò ritengo che possa creare una rete occupazionale all’interno delle scuole o presso enti ed istituzioni che incentrino il loro operato sulla creazione di una coscienza green collettiva . Dove si possono recuperare informazioni sulla tua professione/progetto? Sono iscritta all’albo regionale degli educatori ambientali di Legambiente ed inoltre si può consultare il profilo Facebook del mio circolo “Occhi Verdi” che registra ed illustra tutti i progetti a cui partecipo e che promuovo. 50 CARMELA MALVANO Età: 32 anni Nato a: Avellino Lavora presso: Studio Tecnico Carmela Malvano Ti occupi di: Ingegneria Ambientaleo Sito web: www.studiomalvano.it In cosa consiste il tuo lavoro? Mi occupo di consulenza alle aziende private ed alle pubbliche amministrazioni in materia di impatti ambientali, rispetto della normativa di settore, progettazione di impianti dell’ingegneria sanitaria – ambientale. Nello specifico offro la mia consulenza per studi di Life Cycle Assessment (LCA) per la valutazione degli impatti ambientali di prodotti e servizi ai fini della certificazione di prodotto EPD e della determinazione della “Carbon Footprint” e “Water Footprint” secondo le recenti standardizzazioni internazionali; fornisco consulenza alle imprese in merito alla gestione dei rifiuti ed in generale di tutti gli scarichi nell’ambiente ed infine svolgo attività di progettazione di sistemi di raccolta differenziata e di Centri di Raccolta a servizio dei comuni. Svolgo, inoltre, attività di comunicazione ambientale. Qual è stato il percorso di studi-lavorativo che ti ha permesso di svolgere questa professione? Sono laureata in Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio presso l’Università degli Studi di Salerno dove ho svolto anche il corso di dottorato di ricerca conseguendo il titolo di Dottore di ricerca in Ingegneria Civile per l’Ambiente ed il Territorio nel mese di Aprile 2010. Che prospettive di lavoro offre il settore di cui ti occupi? Il campo dell’ingegneria ambientale è sicuramente un campo in forte espansione alla luce della crescente sensibilità della popolazione e delle amministrazioni locali e centrali rispetto alle problematiche connesse all’inquinamento ed alla prevenzione degli impatti negativi sull’ambiente nell’ottica del concetto di sviluppo sostenibile. Dove si possono recuperare informazioni sulla tua professione? Sono iscritta all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Avellino, sez. A (Civile ed Ambientale). Ho partecipato e faccio parte dei seguenti programmi di ricerca presso l’Università degli studi di Salerno: Rifiuti solidi: Life Cycle Assessment; Tecnologie per la gestione delle acque e delle acque reflue nelle Antiche Civiltà; Le acque, il percorso e le opere di ingegneria ambientale dell’antico acquedotto augusteo Serino-Miseno. 51 con il contributo di: 52 Nuove professionalità e occasioni lavorative per tanti giovani grazie alla green economy. In questo short handbook trovate alcune delle figure più ricercate tra i green workers (“lavoratori verdi”): ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Energy manager Certificatore energetico Installatore di pannelli fotovoltaici Ecoauditor Mobility manager Esperto in bioedilizia Bio Agricoltore Educatore e Guida ambientale Eco-designer Comunicatore ambientale Altre figure professionali green verranno incluse nella prossima versione di questo short handbook (Chimico ambientale, Agronomo, Botanico, Tecnico-commerciale prodotti da riciclo, Paesaggista, Esperto di sistemi di accumulo del gas dei rifiuti, Esperto legale in materia ambientale ed altri ancora). Connect with us www.campaniaecofestival.it [email protected]
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