SCOPELLITI VA ASSOLTO Anno 2 numero 221 - Copia Gratuita - Giovedì 13 Marzo 2014 www.ilmetropolitano.it Caso “Fallara” : La difesa smonta i teoremi del PM Università Mediterranea, al via il progetto “Architetture per i Paesi in via di sviluppo” Firmati nel dipartimento “dArTe” i protocolli per l’Atelier di tesi che coinvolgerà una trentina di laureandi. Giovani dell’ateneo reggino metteranno le loro competenze al servizio di un nuovo strumento etico di cooperazione internazionale. L’esordio vedrà protagonista la Tanzania .La sala bianca “dArTe” del dipartimento di Architettura e Territorio dell'università Mediterranea di Reggio Calabria ha ospitato l’apertura dell’Atelier di tesi di laurea dal titolo “Architetture per i Paesi in via di sviluppo”. Il progetto, promosso dai docenti Rita Simone, Sebastiano Nucifora, Agostino Urso, Alessandro Villari, in collaborazione con Filippo Frazzetta, Irene Caltabiano e Laura Marino, propone ad una trentina di laureandi un’esperienza di tesi interamente dedicata alle aree del mondo a povertà diffusa. Un contributo concreto per accrescere lo sviluppo, garantire i diritti e innalzare la qualità della vita in questi luoghi. Il paese di esordio sarà la Tanzania. In quest’ottica, sono stati firmati i Mou (Memorandum of Understanding) della durata di due anni, con la finalità di avviare e promuovere, in collaborazione con figure giuridiche e professionali realmente impegnate nella cooperazione internazionale, attività condivise di ricerca. Gli ambiti interessati sono la riqualificazione urbana in slums e aree informali, il Social Housing, la salvaguardia del patrimonio architettonico storico e coloniale, la gestione delle risorse energetiche, le soluzioni progettuali per strutture scolastiche e ospedaliere con materiali locali e tecnologie a basso costo. A suggellare l’impegno, il direttore del dipartimento Gianfranco Neri ed i rappresentanti delle Ong quali ACRACCS Milano, Associazione Giovanni Secco Suardo di Bergamo, Intervita di Milano e VIS di Roma. In loro rappresentanza, Lanfranco Secco Suardo, Giorgio Zucchello e Nico Lotta, hanno illustrato agli studenti mission e visione delle organizzazioni. “Un progetto che coniuga didattica e ricerca - ha evidenziato Neri - con la potenziale capacità di spezzare la diretta proporzionalità tra benessere e reddito, ponendo l’accento sulla qualità non necessariamente frutto di speculazione ma perseguibile con l’attenzione ai bisogni primari al momento della progettazione delle opere”. Sulla stessa lunghezza d’onda, Rita Simone che ha parlato di “esperienza che potrebbe creare opportunità professionali ponendo al centro l’etica del progettare e del costruire senza intento alcuno di colonizzare, ma proponendo un nuovo approccio alimentato dalla curiosità e dalla voglia di misurarsi con nuove dimensioni”. “Etica, sostenibilità, qualità della vita innescano un approccio che in realtà, è facilmente spendibile in tanti altri contesti”, ha ribadito il professore Sebastiano Nucifora. “Si tratta di una progettazione reale ha evidenziato Alessandro Villari - non sperimentale, capace di incidere sulla vita di intere comunità, al fianco delle Ong, per la realizzazione dei presidi primari. Quello che stiamo riscoprendo è una nuova etica che unisce la progettualità all’esigenza di dare risposte ai bisogni essenziali delle persone in luoghi rimasti ai margini”. L’Atelier si inquadra nell’ambito delle iniziative di internazionalizzazione dell’ateneo reggino già avviate, attraverso partenariati, con l'Università tanzaniana di Iringa e con la municipalità di Dar -El Saalam. La firma dei protocolli è stata seguita da un convegno, da una tavola rotonda e da un workshop. Allestita inoltre nel foyer della facoltà la mostra fotografica di esperienze analoghe già condotte.marzo. Tre ore di arringa per l'avvocato Labate: "Inesistenza di prove a carico, Scopelliti venga assolto" - "Secondo l'impianto dell'accusa in questa sede dovrebbero essere imputati anche l'ex sindaco f.f. Raffa, i membri delle Giunte comunali che si sono susseguite ed i Consiglieri comunali. E sono chiari gli elementi di attrito dei principali accusatori Naccari e Romeo, questo impianto è totalmente sguarnito di prove". E' durata più di tre ore, un'arringa difensiva appassionata e dettagliata quella dell'avvocato Aldo Labate, uno dei difensori del Governatore Giuseppe Scopelliti insieme al prof. Nico D'Ascola. Un lungo assolo in cui il legale dell'ex Sindaco di Reggio Calabria ha smontato, punto per punto, ogni accusa che il Pubblico Ministero Sara Ombra ha mosso verso l'ex sindaco di Reggio Calabria. Una difesa al contrattacco non solo per i contenuti ma anche per la chiarezza espositiva e per gli elementi giuridici evidenziati, con cui ha dimostrato l'inesistenza del dolo intenzionale, elemento essenziale rispetto ai reati contestati. ABUSO D'UFFICIO. "Deve essere ben chiaro - ha affermato l'avvocato Aldo Labate - che in questo caso, ragionando secondo i principi del diritto, mancano totalmente gli elementi che caratterizzano il reato di abuso d'ufficio. Non vi è violazione di legge perché gli incarichi conferiti alla dottoressa Fallara erano legittimi secondo le norme del Tuel e dei contratti collettivi, che prevedono che la difesa tecnica dell'ente esuli dalle mansioni del dirigente ricomprese nell'ambito del principio di onnicomprensività della retribuzione. Che poi l'ex Dirigente del Settore Finanze abbia, autoliquidandosi somme spropositate, commesso reati, questo non può essere certo imputato a Scopelliti ed è circostanza estranea al capo di imputazione". INGANNATO ANCHE RAFFA? - "Se non fosse così - ha proseguito Labate - in questo processo sarebbe imputato anche l'ex Sindaco f.f. Giuseppe Raffa dato che anche lui affidò gli stessi incarichi alla dottoressa Fallara. Quale sarebbe la differenza tra i due? È palese che la condotta della dottoressa Fallara era finalizzata ad indurre in errore tutti, e Raffa si accorse che la situazione presentava elementi 'strani' solo dopo alcuni articoli di stampa e dopo diversi pareri, interni ed esterni all'amministrazione, con cui si cercò di dare risposte al quesito. Una rottura politica non può scriminare, ma neanche un rapporto di amicizia può indicare la volontà di uno di creare ingiusto vantaggio nei confronti di qualche soggetto e può cos t i t u i r e elemento di prova in ordine alla dimostrazione della sussistenza del delitto di abuso di ufficio con riferimento alla sussistenza dell'elemento psicologico. I testimoni che si sono susseguiti in questo processo, dai Dirigenti del Comune Nucera e Squillaci ai vari politici, hanno tutti ribadito l'impossibilità di essere a conoscenza delle autoliquidazioni della ex dirigente del settore finanze proprio in virtù dei raggiri da lei posti in essere. Come avrebbe potuto accorgersene Scopelliti?" DOLO INTENZIONALE Nella sua lunga arringa, l'avvocato Aldo Labate ha evidenziato particolarmente la totale mancanza di dolo intenzionale, elemento psicologico essenziale per la configurazione del reato di abuso d'ufficio. "L'intento che ha mosso il Sindaco Scopelliti nell'affidare gli incarichi a difesa dell'ente alla Fallara è lo stesso che lo ha spinto a istituire le short list di avvocati a cui veniva riconosciuto il minimo del tariffario per la difesa in giudizio, procurando un sensibile risparmio al Comune che negli anni precedenti aveva speso ingenti somme per la difesa tecnica in giudizi. Che poi la dottoressa Fallara abbia, violando gli importi indicati da Scopelliti, si sia autoliquidata somme stratosferiche è condotta dimostrativa del raggiro a cui ha sottoposto Scopelliti non certo del dolo intenzionale di quest'ultimo. Il denaro, inoltre - ha detto il legale di Scopelliti - è stato trovato sul suo conto e su quello dell'architetto Labate, già condannato, e tra i due c'era un legame sentimentale. È per questi motivi che la difesa aveva chiesto l'acquisizione della sentenza di condanna dell'architetto Labate, al fine di dimostrare l'illiceità dei comportamenti posti in essere. A tal proposito avevamo chiesto di proiettare in aula l'ultima conferenza stampa dell'ex dirigente comunale, cosa che purtroppo non ci è stata concessa ma che questo collegio ha acquisito, perché e' un chiaro testamento con annesse scuse nei confronti di Scopelliti il quale, mentre avveniva tutto ciò, aveva lasciato già da mesi il Comune di Reggio per transi- tare alla Regione. Dove si può ravvisare la volontà di Scopelliti di procurare un ingiusto vantaggio alla dottoressa Fallara? Si può ricondurre il tutto all'amicizia tra i due? Questi aspetti, piuttosto, dimostrano inequivocabilmente che c'è stata una chiara assunzione di responsabilità della dottoressa Fallara e la sua induzione in errore nei confronti di Scopelliti". TESTE ATTENDIBILI? Successivamentel'avvocato Aldo Labate ha preso in considerazione i due principali accusatori di Scopelliti, gli ex consiglieri comunali Demetrio Naccari Carlizzi e Seby Romeo. "È bene sottolineare - ha affermato l'avvocato Labate - che l'Amministrazione Scopelliti aveva ereditato centinaia di passività milioni di bilancio da quella precedente, guidata proprio da Naccari Carlizzi. Capito spesso nel cambio delle Amministrazioni. Secondo il Pm i principali testimoni sarebbero proprio Demetrio Naccari Carlizzi e Seby Romeo ma sarebbe il caso di valutare l'attendibilità dei testi aldilà dei motivi politici, prendendo in considerazione anche i comportamenti processuali. Il Sig. Romeo, ad esempio, durante la sua deposizione, ha negato di essere sottoposto a procedimenti penali, fatto successivamente appurato da questa corte. Al Consigliere Naccari, addirittura, abbiamo appreso dai giornali che è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini per reati ben più gravi rispetto a quelli di cui è accusato il mio assistito. BUCO DI BILANCIO "Inoltre tutti gli imprenditori da loro indicati, come Lo Cicero o Cuzzocrea, hanno confermato che, prima del periodo 20092010, non c'erano mai stati problemi legati ai pagamenti né crisi di liquidità, per cui cosa avrebbe dovuto mettere in guardia Scopelliti?La giurisprudenza è molto chiara sulla responsabilità degli amministratori riguardo i bilanci: devono esserci chiari segnali di allarme, aspetto del tutto mancante nel caso di specie. Fermo restando che prima di arrivare sulla scrivania del Sindaco, il bilancio passa dal dirigente del settore finanze, dalla Giunta, dalla commissione consiliare bilancio e, infine dal Consiglio comunale, quali elementi proverebbero un concorso di colpe? In quest'aula si parla solo di Scopelliti e dei revisori dei conti.CONCLUSIONE Il legale del Governatore della Calabria, al termine della sua arringa, ha anche contestato la richiesta della provvisionale avanzata dalla parte civile, per poi rivolgere la sua richiesta alla Corte. "Questo processo ha sottolineato l'avvocato Labate - non si fonda su prove ma su argomenti di tipo logico per come lo stesso PM ha affermato nel corso della sua requisitoria, non vi erano segnali di allarme, il movente non può essere un indizio e il Tuel indica chiaramente nel dirigente del settore finanze e nel segretario comunale la responsabilità sulla veridicità del bilancio. Eppure in quest'aula vengono accusati l'ex Sindaco e i revisori dei conti. Per queste chiare ed evidenti argomentazioni chiedo che Giuseppe Scopelliti venga assolto con formula piena". Successivamente l’avvocato Alberto Panuccio ha concluso le arringhe della giornata riguardo gli altri 3 imputati il collegio dei revisori dei conti dell’epoca: Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero de Medici. La giornata si era aperta con la richiesta di rinvio avanzata dall'avv. Labate a causa dell'infortunio occorso all'altro legale del Governatore della Calabria, il professor Nico D'Ascola, assente a causa della frattura del polso. Il Presidente del collegio giudicante Olga Tarzia ha accolto la richiesta fissando un'ulteriore udienza per il prossimo 27 marzo. L’EURO NON VALE UNA LIRA! Reggio Calabria “OperazioneMariage” maxi sequestro di beni alla ‘Ndrangheta I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, dello S.C.I.C.O. di Roma e del Gruppo di Locri, al termine di articolate indagini di polizia giudiziaria – coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia – in esecuzione di provvedimenti ablativi emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – hanno sequestrato un ingente patrimonio mobiliare, immobiliare e societario, per un valore stimato di circa 420 milioni di euro, in pregiudizio dei locali di AFRICO e MARINA DI GIOIOSA JONICA ed, in particolare, delle cosche AQUINO e MORABITO. L’inchiesta, avviata nell’ambito dell’Operazione “METROPOLIS”, aveva già consentito, in data 05.03.2013, di disarticolare – con l’arresto di 20 soggetti per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di capitali illeciti – le due potenti cosche egemoni sulla costa ionica del territorio calabrese. Le investigazioni avevano consentito di accertare come le cosche MORABITO ed AQUINO, attraverso un’articolata e complessa rete di società italiane ed estere, fossero riuscite a garantirsi, con la forza dell’intimidazione mafiosa, la gestione, il controllo e la realizzazione di decine di importanti e noti complessi immobiliari turistico-residenziali, ubicati nelle più belle aree balneari della Regione Calabria. Nel mese di marzo 2013, la locale D.D.A. delegava il Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, il Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e il Gruppo di Locri, l’esecuzione di mirate indagini patrimoniali, nei confronti dei soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi nonché nei confronti dei rispettivi nuclei familiari e di persone fisiche, prestanomi e società all’uopo individuati e riconducibili – a qualsiasi titolo – ai predetti soggetti. L’esito dei riscontri, unitamente alla laboriosa comparazione con gli elementi infoinvestigativi – emersi dalle indagini tecniche – ha consentito di individuare alcuni prestanomi e/o soggetti utilizzati strumentalmente all’illecito arricchimento dei sodali e quindi delle due locali di ‘ndrangheta. Tra l’altro, scelta investigativa particolarmente incisiva si è rivelata la predisposizione ed acquisizione delle tavole ortografiche e fotogrammetrie satellitari su tutti i beni immobili oggetto di investigazione. Successivamente, attraverso un’accurata rielaborazione, sono stati confrontati i numerosissimi dati acquisiti, mettendo in risalto l’aspetto della sperequazione tra redditi dichiarati e l’incremento patrimoniale accertato, per poi procedere ad una nuova e definitiva analisi contabile, che ha consentito di evidenziare un eccezionale arricchimento patrimoniale dei soggetti attenzionati, realizzato nel corso degli ultimi quindici anni. La complessa attività di ricostruzione effettuata dai tre Reparti del Corpo ha portato la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ad emettere i provvedimenti di sequestro eseguiti in data odierna con i quali si è sottratto alla ‘ndrangheta un patrimonio illecitamente accumulato tra beni mobili, immobili, attività commerciali e disponibilità finanziarie, ed investito principalmente nel settore turistico-alberghiero. In particolare, si è eseguito il sequestro del seguente patrimonio di numerose società , Nr. 7 veicoli commerciali, Nr. 7 autovetture di lusso; Tutti i conti correnti e disponibilità finanziarie intestati o riconducibili ai soggetti attenzionati, per un valore stimato di circa 420 milioni di euro. di Leo Iiriti – L’ultimo libro pubblicato da Mario Giordano, “Non vale una Lira”di cui due giorni fa sono usciti ampi stralci su Libero, apre a scenari inquietanti, che qualora fossero fondati metterebbero in crisi l’attuale sistema. Il giornalista sostiene di aver avuto accesso a dei report segreti, elaborati da alcuni analisti delle principali banche italiane ed estere, attraverso i quali si ipotizza anche un piano di uscita dall’euro. Se questo fosse vero, allora vuol dire che ci troveremmo di fronte ad un problema molto serio. La politica italiana sta facendo di tutto per garantirsi uno spazio in Europa, con eccessive difficoltà chiamando il paese a molti sacrifici. E se tutto questo fosse vano, perché le lobby finanziarie non hanno fiducia dell’eurozona sul lungo periodo? Il nostro debito che fine farà? Come verrà garantito? Questo non lo sa nessuno, anche se negli ultimi tempi, molti economisti si stanno cimentando in una serie di piani che possano garantire l’uscita dall’euro. La stampa, molti 13 Marzo 2014 partiti politici, e non parlo solo di quelli italiani, stanno mettendo in discussione tutto il sistema europeo,soprattutto negli ultimi mesi. La verità è che le crisi, almeno ascoltando l’intervento di Mario Monti alla LUISS, sono utili perché aiutano a creare il nuovo che genera progresso, ma quella che stiamo vivendo è qualcosa che va al di là di qualsiasi scenario umanamente concepibile. Le banche oggi stanno occupando un ruolo smisurato. I tre centri di potere veri di questa Europa sono: banche, fondi d’investimento e società di rating. E qui non si tratta neanche di un conflitto tra diverse concezioni economiche, quindi tra economia pianificata ed economia di mercato. Perché l’economia pianificata è morta con l’Unione Sovietica, e il liberismo è stato distrutto dalla globalizzazione, attraverso la quale sono stati deregolamentati tutti i mercati, permettendo a prodotti cinesi di entrare in Italia, distruggendo buona parte del mercato interno delle nostre aziende, che si sono trovate a dover competere con realtà estremamente meno regolamentate, sotto tutti i punti di vista, rispetto alla nostra. Oggi la nuova frontiera dell’economia è quella finanziaria che è sostenuta dalla logica del ” tu big to fail”, tradotto: “troppo grande per fallire”, perché tutto ciò creerebbe dissesto sociale. Ecco allora che si vede chiaramente come lo scenario futuro diventi molto incerto, Pag. 2 perché la verità è che dovremmo riscrivere le regole del nostro mondo. I problemi prioritari sono quelli economici, e il nostro paese può pensare di ridurre il debito solo se riuscirà a rilanciare la crescita. Chissà quali saranno gli sviluppi, forse le nuove elezioni europee daranno un nuovo impulso alle politiche dell’Europa, perché credo che questa sia l’ultima opportunità. Fallita questa, non credo ci siano margini per riproporre l’unione politica di popoli tra loro diversi. Stanziati 57 milioni di euro per l’ammodernamento di 400 aziende agricole calabresi È stata approvata la graduatoria definitiva della Misura 121 del Psr Calabria 2007/2013, annualità 2011. Pertanto, saranno circa 400 le aziende agricole calabresi che, grazie all’erogazione di 57 Milioni di euro, potranno, a breve, sostenere interventi di costruzione ed ammodernamento, acquisto di nuove macchine ed attrezzature, realizzazione di impianti tecnologici e di sistemi di gestione della qualità, acquisto di brevetti e licenze e software di gestione. L’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra nel comunicarne la notizia si è detto “molto soddisfatto di poter dare supporto a tante aziende calabresi con una dotazione finanziaria davvero molto importante”. “Innovazione, competitività e ammodernamento delle nostre aziende – ha rilevato ancora Trematerra – sono tra i nostri obiettivi principali. La Misura 121 del Psr, certamente la più gettonata, ci dà la possibilità di finanziare 400 aziende agricole del territorio calabrese, che potranno mettersi al passo coi tempi e diventare più competitive sul mercato. Con questo bando – ha sottolineato infine l’esponente della Giunta regionale – abbiamo rimesso in gioco tutte le domande che nel 2011 erano risultate non ricevibili o non ammissibili, dando, quindi, l’opportunità di riprovarci a chi non era riuscito ad entrare in graduatoria”.Le graduatorie approvate e pubblicate sono due: quella ordinaria nella quale compaiono le 360 aziende che sono state ammesse a finanziamento, quella speciale che si riferisce alle 40 aziende che hanno già sostenuto l’80% degli investimenti. Per visionare i decreti e le graduatorie si può consultare il sito web www.calabirapsr.it. Grande successo per la Calabria a Berlino La Regione con le sue bellezze culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche è stata al centro di un evento a marchio Calabria, in coincidenza con l’Internationale Tourismus-Börse di Berlino. L’evento, organizzato in collaborazione con Enit (Agenzia nazionale italiana per il turismo) e la Camera di Commercio Italiana a Berlino, si è svolto – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta – in una location istituzionalmente molto prestigiosa: Palazzo Italia, nel centro della città, nei pressi dalla Porta di Brandeburgo. Particolarmente numerosa la partecipazione di tour operator ed agenzie tedesche, circa trenta, che si sono confrontare con gli operatori del turismo calabrese, alla presenza di dodici illustri testate giornalistiche tedesche. L’iniziativa ha proposto un’immagine della Calabria capace di promuovere l’incoming ed incuriosire anche fasce di target ancora inesplorate. Una scelta strategica, considerato l’importante posizionamento del turismo nel Pil tedesco. Nel 2013, infatti, sono stati spesi ben 64 miliardi di euro per 69 milioni di viaggi (fonte F.U.R.). Una tendenza che dovrebbe essere confermata anche nel 2014: il 25% dei tedeschi ha intenzione di viaggiare di più ed il 30% di spendere di più per le proprie vacanze. La manifestazione si è articolata in due momenti integrati. Nel primo gli operatori dell’offerta turistica calabrese hanno incontrato i buyer tedeschi per gettare le basi di importanti relazioni commerciali da sviluppare in futuro, a cominciare dalla prossima stagione estiva 2014. Sono stati presentati itinerari tematici, strutture alberghiere, pacchetti turistici integrati perfettamente in linea con l’attuale gusto turistico tedesco. Nel secondo momento i buyer ed i giornalisti hanno partecipato alla degustazione enogastronomica a base di prodotti tipici calabresi in una cornice di piacevole convivialità in cui rafforzare le conoscenze con gli operatori dell’offerta turistica locale. Le eccellenze della tradizione gastronomica calabrese, dalla spianata alle penne con ‘nduja e ricotta, dalle vecchiarelle ai fichi ricoperti di cioccolato fondente, sono state accompagnate da Chadonnay e Cabernet Sauvignon 2012 delle Tenute Ferrocinto di Castrovillari. Sullo sfondo lo scorrere delle immagini dei luoghi più famosi della Calabria: il castello e la spiaggia di Tropea, Isola di Caporizzuto, Cirella, il Parco nazionale del Pollino, Scalea ed i monti della Sila. CALIGIURI INAUGURA LA CENTRALE IDROELETTRICA DI BIVONGI Finanziata dalla Regione Calabria nel 1990, l'Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri inaugurerà sabato 15 marzo 2014 alle ore 11.30 in località Guida di Bivongi la ristrutturata centrale idroelettrica "L'avvenire", emblema di archeologia industriale che si inserisce nell'ambito della filiera siderurgica delle Serre, che trova il suo punto più alto a Mongiana, dove, dopo 38 anni di lavori, nel settembre scorso e' stato inaugurato il Museo delle Reali Ferriere Borboniche. Proprio nel 2014 ricorrono proprio cento anni dell'entrata in funzione della centrale azionata dalle acque dello Stilaro, ponendo Bivongi tra i pochi centri urbani calabresi allora provvisti di energia elettrica. L'inaugurazione sara' preceduta alle ore 9.30 da una manifestazione presso la scuola media “Tommaso Martini” di Bivongi dove interverranno l'Assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri, il Sindaco di Bivongi Felice Valenti, il dirigente scolastico dell’Istituto “Stilo-Bivongi” Giuseppe Gelardi e il presidente del Consiglio d’Istituto Antonio Marrapodi. La relazione sarà tenuta dallo studioso di Archeologia Industriale Danilo Franco, che evidenzierà gli aspetti storici e il funzionamento di una delle prime centrali idroelettriche della Calabria. A chiusura della manifestazione sarà inaugurata la mostra documentaria e fotografica, che accompagnerà i visitatori della centrale."L'inaugurazione della centrale idroelettrica di Bivongi conferma diversi elementi, tutti positivi", dice l'Assessore Caligiuri. "Prima di tutto, bisogna concludere e valorizzare quello su cui in quarant'anni di vita regionale si e' investito. Poi, occorre fare in modo che gli investimenti siano produttivi, producendo immagine e reddito per i territori. Inoltre, viene recuperata l'identità, non solo storica ma produttiva, dei luoghi, confermando, proprio nel caso della filiera siderurgica delle Serre, che in Calabria si creavano lavoro e prodotti, tanto e' vero che ancora alla fine dell'Ottocento la nostra veniva ancora considerata una regione "industriale". Altro dato e' la riscoperta e la valorizzazione dell'archeologia industriale e degli ecomusei, settori di grande interesse in una terra che oggi esporta energia e che ha un patrimonio naturalistico molto esteso, composto da parchi, riserve ambientali e oasi marine, chilometri di coste e di boschi. 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