LA VIA AL SANTUARIO - Centro Studi Claviere

con il Patrocinio
Comunità
Montana
Feltrina
CITTÀ DI
FELTRE
Ufficio per i Beni Culturali e l’Arte Sacra Diocesi di Belluno - Feltre
con la collaborazione
Il Fondaco per Feltre
Centrum Latinitatis Europae
Associazione Santi Martiri Vittore e Corona
LA VIA AL SANTUARIO
nona edizione
luglio-agosto 2014
ideazione: Elena Modena e Orazio Cirri
Sabato 12 luglio 2014, ore 20.45
Basilica-Santuario - Sala Binotto
A CORDE E A FIATO
Ensemble Claviere
Floriana Fornelli, Elena Modena, canto
Tiziano Cantoni, traversiere
Ilario Gregoletto, clavicembalo
Nel terzo centenario della nascita di Carl Philipp Emanuel Bach, il
concerto strumentale e vocale in programma vuol ricordare il più
autorevole dei figli di Johann Sebastian, affiancandovi lo stile del
fratello più giovane, Johann Christian, e di un rappresentante, insigne
al suo tempo, del morbido cantare all’italiana, Venanzio Rauzzini.
Voci, traversiere e strumenti a tastiera intrecciano il loro dialogo fra
il serio, il giocoso e il melanconico, a cifra dei diversi volti che l’epoca
galante assunse nelle musicali terre d’Europa.
C. Ph. E. Bach
Sonata in Re magg. per traversiere e clavicembalo
1714–1788Andante
Allegretto
Allegro
J. Ch. Bach
1735–1782
Sei Duettini italiani
Già la notte s’avvicina
Ah, rammenta, oh bella Irene
Pur nel sonno almen talora
T’intendo sì mio cor
Che ciascun per te sospiri
Ascoltami oh Clori
C. Ph. E. Bach
Trio in Sol magg. per traversiere e b.c.
Allegretto
Andantino
Allegro
V. Rauzzini
1746–1810
Solitario bosco ombroso
Perché sì barbaro
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Venerdì 25 luglio - Domenica 31 agosto 2014
Chiostro della Basilca-Santuario
L’USO DELLE ERBE OFFICINALI NELL’EVO MEDIO.
LA MEDICINA NATURALE DI ILDEGARDA DI BINGEN
Mostra a cura di Sabrina Melino
Dopo la caduta dell’Impero romano e il crollo della sua organizzazione
politico–economica e sociale, anche le scuole mediche scompaiono e il
pensiero scientifico conosce un momento di pausa. Per contro trionfa il
Cristianesimo, con la sua attenzione ai poveri e agli emarginati: nasce il
monachesimo e compaiono i monasteri.
All’interno del monastero si configura e si perfeziona la medicina monastica, che persegue due obiettivi fondamentali: l’assistenza agli infermi e la cultura medica. Interprete massimo del concetto e dell’applicazione della carità cristiana è San Benedetto: nella sua Regola detta l’obbligo dell’assistenza agli infermi e promuove gli studi di medicina. Così si configura il “monaco infirmario” (il medico del monastero) dotato
di poche ed elementari cognizioni di medicina ma forte di grande esperienza, di realismo clinico e di un’accurata conoscenza delle piante medicinali.
Nei monasteri si crea l’hortus conclusus, dove il medico infirmario coltiva e utilizza le piante per ricavarne dei rimedi curativi: seleziona le droghe a indicazione terapeutica, ne estrae i principi attivi, le somministra,
le conserva in appositi armadi. L’attività di speziale è documentata negli splendidi erbari che ci sono pervenuti: sono descritte le piante, le tecniche di coltivazione, le proprietà farmacologiche, le modalità di preparazione dei medicamenti.
In tale contesto si inserisce l’esperienza medica di Santa Ildegarda di
Bingen, badessa benedettina vissuta dal 1098 al 1179. Personaggio storico di grande rilevanza, nominata Dottore della Chiesa da Papa Ratzinger il 7 ottobre 2012, Ildegarda può essere a ragione considerata la madre della medicina olistica.
Nei suoi scritti Causae et curae e Physica, in cui descrive il macrocosmo e
il microcosmo, tutte le creature viventi e in particolare l’uomo nella sua
qualità di “creatura perfetta”, Ildegarda sottolinea come per il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di salute ottimale che corrisponde a quello che ci è dato dalla nascita e che abbiamo per nostro volere e
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peccato perso, occorre raggiungere un’armonia interiore e un nostro riallineamento con il macrocosmo cosi come era all’origine.
Ildegarda descrive alcune patologie ricorrenti che affliggono l’uomo e
ci fornisce indicazioni per guarirne: consigli alimentari e rimedi che nel
suo monastero venivano realizzati utilizzando le piante officinali coltivate nell’hortus conclusus.
A questi rimedi doveva comunque essere associato un corretto stile di
vita e la preghiera per aiutare l’uomo a ritrovare il suo legame con Dio.
I rimedi Thesaura Naturae esposti nella mostra sono stati realizzati seguendo fedelmente le indicazioni della Badessa di Bingen, sia in termini di scelta delle sostanze naturali impiegate sia per la modalità di raccolta delle piante. In rari casi sono stati utilizzati altri eccipienti (negli
unguenti, ad esempio, è escluso l’utilizzo di sostanze di origine animale, oppure si è reso necessario sostituire alcune piante non ammesse dal
nostro Ministero della Salute con altre aventi analoga azione rispetto a
quelle suggerite da Ildegarda.
Vi si trovano rimedi destinati a molti disturbi comuni nella nostra società; ognuno affianca a un effetto fisiologico, mirante a curare il sintomo,
un’azione più profonda, in grado di interessare organi apparentemente lontani dal disturbo specifico ma più intimamente legati alla nostra
componente psichica e spirituale. Per guarire, infatti, è necessario compiere un percorso di consapevolezza delle debolezze che sempre sono
all’origine della causa che comporta l’insorgere della malattia.
Orario: tutti i giorni 9.00 – 13.00; 15.00 – 19.00.
Inaugurazione: Venerdì 25 luglio 2014, ore 18.15
Sabrina Melino, chimica e tecnologa farmaceutica, ha iniziato la sua
carriera professionale nelle grosse multinazionali farmaceutiche, conseguendo nel frattempo un master in Business Administration in Sda Bocconi. Amante delle terapie naturali, ha conseguito specializzazioni con
il master in fitoterapia presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di
Siena, presso la scuola di bioclimatologia della facoltà di Medicina (Università degli Studi di Milano) e un master in aromaterapia in Francia.
Ha lasciato la carriera aziendale per seguire la sua passione e creare la linea di prodotti Thesaura Naturae ispirati alle ricette di Ildegarda di Bingen. Attualmente ha un’erboristeria a Orta San Giulio (Novara). Grazie
alla qualità del suo lavoro la dott.ssa Melino collabora con alcuni medici e distribuisce i suoi prodotti in poche e selezionate farmacie italiane.
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Domenica 10 agosto, ore 15.00
Chiostro della Basilica-Santuario
In occasione della Festa della Famiglia
D’Arie e di Balletti
Giorgio Mainerio
1545 ca.-1582
La Parma
Antonius Patavus (Stringari) Son più matti in questo mondo
XV/XVI sec.
G. G. Gastoldi
1555-1622 Sonatemi un balletto
Il Prigioniero
Il Costante
Fabrizio Caroso Spagnoletta
Guglielmo Ebreo da Pesaro
G. Ambrosio
XV/XVI sec.
Lauro
Marco F. Caroso G. G. Gastoldi Cascarda chiara stella
L’Invaghito
Lo Sdegnato
Bartolomeo Tromboncino 1470 ca.-post 1535
Su, su, leva alza le ciglia
G. Frescobaldi 1583-1637 Occhi che siete
Eri già tutta mia
Adriano Willaert 1490-1562
O vilanella
Marchetto Cara 1465-1525 ca.
Non è tempo, non è tempo d’aspettare
G. Gastoldi Il Tedesco
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Ensemble Claviere
Elena Modena canto, clavicembalo, viola da gamba tenore, campanelle
Claudio Zinutti canto, clavicembalo, organo portativo regale, percussioni
Ilario Gregoletto clavicembalo, flauti diritti, cornamuti
Interventi mimati con
Anna Pegolo e Giulia Colussi Scuola Sperimentale dell’Attore, Pordenone
Il concerto intende far rivivere le suggestioni
di una festa musicale fra Cinque e Seicento
riproponendo un genere oggi dimenticato
ma molto in voga nelle corti italiane del tempo:
le danze mimate.
Assieme ad altri importanti musicisti contemporanei
vissuti fra il XVI e il XVII secolo,
ampio spazio è dedicato a Giovanni Gastoldi,
cantante e musico presso la corte di Mantova,
divenuto celebre per i suoi Balletti editi nel 1591,
con dedica a Vincenzo Gonzaga,
composti proprio per accompagnare le danze mimate.
Oltre a questo costume,
il concerto porta in scena la prassi del cantare e insieme sonare
accompagnandosi al cembalo o con la viola da gamba,
assai apprezzata al tempo
come dilettevole a farsi e all’ascolto.
Il repertorio, particolarmente gioioso,
riassume le forme più ampiamente utilizzate del tempo,
dalla frottola alla canzonetta al ballo,
su tematiche tratte dal quotidiano:
l’amore infelice e la passione finalmente corrisposta,
l’ironia della sorte e il piacere di prendersi in giro,
le figure di carattere, la melanconia sublimata tramite il canto.
Il canto si alterna agli interventi strumentali
a loro volta intrecciandosi alla danza mimata,
nel roteare degli esecutori in questo o quel ruolo
e nella sorpresa dell’effetto.
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Domenica 31 agosto, ore 18.00
Basilica-Santuario e Chiostro
Schola Aquileiensis
Lelio Donà, Roberto Frisano, Stefano Stefanutti,
Piero Zanferrari, Claudio Zinutti (direzione)
IL CAMMINO
canti processionali, di pellegrinaggio, di crociata
Antiphona Cum Rex gloriæ Christus
(Udine, Biblioteca Capitolare, cod. 7, ff. 41v-42r, XI s.)
cum tropo (cantico triumphali) Triumphat Dei Filium
(Cividale del Friuli, MAN, cod. Civit. CVI, ff. 130v-131r, ?XI s.)
Responsorium Sepulto Domino
(Udine, Biblioteca Capitolare, cod. 7, ff. 36v37r, ?XII s.)
Hymnus Salve festa dies
(Venantius Fortunatus, VI s.)
Antiphona Gloria laus et honor
(GT, attrib. sanctus Teodulphus, VII-VIII s.)
Hymnus Crux fidelis
(GT, Venantius Fortunatus, VI s.)
Sequentia Virginis Mariæ laudes
(Cividale del Friuli, MAN, cod. LVI, f. 329r, XIV s.)
Hymnus Viri sancti
(Gorizia, Biblioteca Seminario Teologico Centrale, cod. B, f. 362r)
Hymnus Exsultet celum
(anonimo, XIV s.)
Conductus Crucifigat omnes
(Carmina Burana; Codex Las Huelgas E-BUlh, nº 76, XIV s.)
Cantilena ad trepudium rotundum Stella splendens
(Llibre Vermell de Montserrat, ff. 22rv-23r, XIV s.)
Balada/Virolai Ad mortem festinamus
(Llibre Vermell de Montserrat, ff. 26v-27v, XIV s.)
Hymne Philippe künec
(Walther von der Vogelweide, XII s.)
Hymne Der kuninc Rodolp: der Unvuortzagete. Über den Geiz Rudolphs von Habsburg beklagen sich auch andere Spruchdichter
(Walther von der Vogelweide, Universitätsbibliothek Jena, Jenaer Liederhandschrift,
XV, Str. 14-17, 20, 22, XII-XIII s.)
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Lied Palästinalied
(Walther von der Vogelweide, Staatsarchiv Münster, ms. VII, 51, XII s.)
Lied Unter den linden
(Walther von der Vogelweide, Paris, Bibl. de l’Arsenal, MS 5198)
Estampita Kalenda maya
(Raimbaut de Vaqueiras, Paris, Bibl. Nat., Ms fr. 20150, XII s.)
Rondeau A l’entrada del tens-clar
(Firenze, Bibl. Med. Laur., Palatino 87-odex Squarcialupi, XIII s.)
Marsch Landknechtsmarsch «Wir zogen in das feld»
(Anon. pop., XVI sec.)
Un rito lontano, eppure vicino nel tempo e nello spazio. Ad Aquileia,
nella notte della veglia pasquale, l’interno della basilica completamente al buio. Il silenzio viene squassato da tre potenti colpi, inferti al maestoso portale dal patriarca con il suo pastorale. Il portale si spalanca, ed
ecco il prelato incedere mentre la schola canta l’inno Cum rex gloriæ, che
narra di come Cristo - nel suo pellegrinaggio mortale - giunse fino agli
Inferi per vincere il diavolo e liberare da quelle catene i giusti di tutte
le nazioni. E nella gioia prosegue il rito, con il tropo alleluiatico antico
Triumphat Dei Filius che ricalca ed insegue le strutture terminali dell’inno, mentre in processione festosa si loda il successo divino sull’infernale hostis superbissimus. Sono i primi esempi di come già la musica liturgica antica fosse spesso legata a riti o momenti della celebrazione che prevedevano il percorso di uno spazio fisico, oltreché simbolico. L’umano
atto del camminare si conformava dunque alle esigenze della sacralità
primariamente sotto le specie della rappresentazione o della ricerca. Nel
primo àmbito alcuni riti liturgici potevano rivestire significati così importanti per la comunità, da venire impreziositi nelle forme e nell’aspetto fino a diventare delle vere e proprie sacre rappresentazioni: esempi ci
vengono dal mirabile Planctus Mariæ cividalese ma anche dalla Depositio ed Elevatio Crucis, cui appartiene il Sepulto Domino. Durante il Medioevo e proprio nei riti della Settimana Santa (in un’estensione più ampia
che includa anche la Domenica delle Palme e la Pasqua di Resurrezione), fondamento del Credo cristiano, si concentrano nei codici le indicazioni di azioni prettamente cinetiche durante il canto, ovvero dell’utilizzo di particolari canti o strutture prosodico-melodiche durante specifici momenti di movimento legati alla liturgia: ecco dunque il Gloria, laus
et honor per la processione della Domenica delle Palme, il Crux fidelis per
quella del Venerdì Santo e il Salve festa dies per la Domenica di Pasqua.
Entro il “camminar ricercando”, il Medioevo si distingue inoltre per una
particolare attitudine alla venerazione delle reliquie, in quanto simulacri mortali dei Santi, spesso patroni locali: il pellegrinaggio verso i luoghi di conservazione diventa dunque un momento importante per conoscerne o “ripassarne” la storia attraverso i canti tramandati oralmente. Exsultet cœlum laudibus e Viri sancti et martyres raccontano ad esempio la storia di Ilario, Taziano, Felice, Larg(i)o e Dionisio e del loro sodalizio nella predicazione e nel martirio. Nel contesto del pellegrinaggio rientra anche il fenomeno dei “Cammini” (Canterbury, Compostela, Via Francigena…) di devozione verso questi luoghi “miracolosi”. E
nell’abbazia mariana di Montserrat in Spagna, dove è stato compilato lo
splendido Llibre Vermell e da cui sono tratti Stella splendens e Ad mortem
festinamus, il copista stesso annota: «Visto che spesso i pellegrini ballano e danzano durante le loro veglie in chiesa, dove sono permessi solo
canti morali e pii, sono qui dunque state scritte alcune canzoni, che possono essere utilizzate onestamente e con ritegno, affinché chi decida di
usarle durante la veglia non disturbi coloro che ancora pregano e meditano piamente». Assai diffusa la pratica della danza–preghiera, quindi,
se un’abbazia relativamente modesta si prende il disturbo di raccogliere ed assemblare questi brani ad uso dei pellegrini all’interno di un codice oggi tra i più preziosi.
Esiste però un altro fronte di canti legati al movimento e riguarda gli
spostamenti di truppe, più o meno militarizzate, più o meno “barbare”,
con intenti più o meno marziali: molto non ci è stato tramandato, e quel
poco che sopravvive è solo per via indiretta, essendo improbabile la presenza di un copista o trascrittore e musico a ciò destinato. Tuttavia sappiamo che spesso venivano ripresi, durante gli spostamenti, canti e brani già sentiti altrove: molto frequente era attingere alle composizioni dei
minnesänger o dei trovatori (come Walther von der Vogelweide o Raimbaut de Vaqueiras), cioè a quei canti di contenuto amoroso o politico ben
noti alla comunità. Con l’unica differenza che spesso, pur mantenendo
la stessa linea musicale, venivano sostituiti i testi poetici originali con
altre parole. Sopravvivono a questa damnatio memoriæ l’antico Palästinalied, di cui sia il testo che la musica furono scritti da Walther von der
Vogelweide attorno al 1217 in occasione della Quinta Crociata (la stessa a cui partecipò san Francesco d’Assisi), e il più tardo Landsknechtslied
(Marcia dei Lanzichenecchi), che descrive con accurata precisione la geografia delle scorribande attuate nella prima metà del 1500 da Cividale,
il Friuli intero e poi giù fino a Benevento.
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SEMINARIO DI MUSICA E SPIRITUALITÀ
canto gregoriano, monodia medievale e protopolifonia
Maria e i Santi
Venerdì 8 - Lunedì 11 agosto 2014
Basilica-Santuario
Aperto a tutti, il Seminario è rivolto a chi sia interessato a tematiche
musicali e religiose, a quanti si occupino dell’aspetto terapeutico
del repertori di più antica tradizione, a chi desideri accostarsi alla
musica sacra la cui antichità ne garantisce l’autenticità, alle radici
della spiritualità e della cultura. Il programma include esempi tratti
dal repertorio gregoriano, dal Llibre Vermell (XIII/XIV secolo) e di
Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179). L’attività si articola in momenti
di studio teorico (semiologia e modalità), analisi del testo, pratica di
lettura, apprendimento ed esecuzione, vocalità. Ai frequentanti sarà
fornito il materiale musicale e testuale.
Temi:
Il culto di Maria fra devozione e pellegrinaggio.
I Santi nella Chiesa d’Oriente e d’Occidente.
Repertorio:
Canto Gregoriano, Santa Ildegarda di Bingen, Llivre Vermell.
Docenti:
Gianmartino Maria Durighello (Conservatorio di Musica A. Steffani,
Castelfranco Veneto, Biennio di Musica Sacra): musicologia liturgica;
spiritualità ed estetica del Canto Gregoriano.
Elena Modena (Università Ca’ Foscari, Venezia): vocalità e repertorio
monodico.
Calendario delle lezioni:
da venerdì 8 agosto, ore 15.00 a lunedì 11 agosto, ore 18.30.
Orario delle lezioni:
mattina ore 9.30 - 13.00; pomeriggio ore 15.00 - 18.30;
attività serale ore 20.30 - 22.00, nei giorni di venerdì e sabato.
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Logistica:
è possibile alloggiare presso il Santuario con trattamento di pensione
completa (45,00 €), oppure farvi riferimento per i pasti (15,00 €).
Quote:
Iscrizione: € 30,00 euro (non rimborsabili in caso di rinuncia)
+ Frequenza: € 210,00 (€ 180,00 riduzione studenti universitari e di
Conservatorio).
Termine di iscrizione: 31 luglio 2014.
Il Seminario è riconosciuto dall’Ufficio Scolastico Regionale del
Veneto (direttiva 90/2003, art. 5)
Info:
Centro Studi Claviere: www.centrostudiclaviere.it - [email protected]
cell. 340.2122409
Basilica-Santuario: www.santivittoreecorona.it
tel. 0439.2115
Si ringrazia
Per le attività culturali
con il contributo del Consorzio dei Comuni
del Bacino Imbrifero Montano del Piave
appartenenti alla Provincia di Belluno
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Per informazioni
Centro Studi Claviere
Tel. 0438.57614 - Cell. 340.2122409
E-mail: [email protected]
www.centrostudiclaviere.it
CLE
Centrum
Latinitatis
Europae
Punto
CLE “FELTRIA”
Associazione Culturale
ONLUS
CLE Centrum Latinitatis Europae
Punto CLE “FELTRIA”
Tel. 0439.880047
Il Fondaco per Feltre
Tel. 0439.83879
E-mail: [email protected]
da martedì a venerdì, ore 9.30 – 10.30
Grafica SMAA - Stampa DBS -  07.14
Foto di Tita Rossi tratta da “Feltre” Agorà Libreria Editrice