Neuroscienze alla ribalta [PDF]

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medicina / Neurocentro della Svizzera Italiana
Neuroscienze
alla ribalta
A cinque anni dalla sua creazione, il Neurocentro della Svizzera Italiana registra già più di 16mila
consulti ambulatoriali all’anno. Un centro di eccellenza, che fa scuola. Una giornata di porte aperte,
in ottobre, permetterà a tutti di conoscerne le particolarità.
S
truttura moderna e multidisciplinare, il Neurocentro della Svizzera
Italiana (Nsi) raggruppa i reparti
più importanti nell’ambito delle malattie
del sistema nervoso. All’interno del Neurocentro sono presenti infatti i reparti di
neurologia, neurochirurgia, neuroanestesia, neuroradiologia, neuropsicologia
e neuroscienze. «Attivo dal 1° luglio 2009,
permette di rispondere nel modo più
appropriato, evitando inutili ridondanze,
all’esigenza di sinergia fra le diverse specialità mediche nell’ambito delle Neuroscienze cliniche», spiega Alain Kaelin,
dall’inizio di quest’anno direttore del Centro, che, inserito nell’ambito dell’Ente
Ospedaliero Cantonale (Eoc), ha sede a
Lugano.
Esigenza di sinergia e comunicazione
oggi ancora più sentita, in quanto «la
medicina moderna, particolarmente
A destra, l’Ospedale Regionale di Lugano
- Civico, presso il quale ha sede il Neurocentro della Svizzera Italiana.
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Neurocentro, non tutti sanno che…
Fanno parte del Neurocentro i reparti di neurologia, neurochirurgia,
neuroanestesia, neuroradiologia, neuropsicologia e neuroscienze.
Il Neurocentro è stato fondato dall’Eoc nel 2009 con il Prof. C.L.
Bassetti, il suo primo direttore.
Il servizio di neurologia (primario: Dr. C. Staedler) si occupa
delle malattie del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), periferico (radici nervose, nervi) e muscolare. Tra le patologie
più frequentemente trattate ci sono le cefalee, i dolori neuropatici,
le vertigini, i disturbi della sensibilità, le paresi, i disturbi visivi
non spiegati dall’oftalmologo, i disturbi del comportamento, della
memoria, delle percezioni, i disturbi dello stato di coscienza e
l’ictus. Il servizio collabora strettamente con il Centro Myosuisse
Ticino. La sede principale del servizio è presso l’Ospedale Regionale
di Lugano - Civico, dove è presente anche un reparto di degenza.
Lo ‘stroke center’ è stato riconosciuto dall’Organo decisionale
Mas (Medicina altamente specializzata) tra gli 8 centri in Svizzera
per il trattamento altamente specializzato dell’ictus, che comprende
il trattamento di fibrinolisi intravenosa ed il trattamento
endovascolare acuto con trombolisi intra-arteriosa loco-regionale
e trombectomia meccanica, per la rivascolarizzazione delle arterie
cerebrali extra e intracraniche ostruite (interventi in fase acuta,
subacuta o elettivi, oltre ai trattamenti neurochirigichi (craniotomia
decompressiva).
Il servizio di neurochirurgia (primario: Prof. Dr. M. Reinert)
offre, nei diversi ambiti della neurochirurgia - dalla neurochirurgia
cranica a quella spinale - prestazioni secondo le più moderne tecniche mini-invasive ed elevati standard di sicurezza. Il servizio,
specializzato in tumori cerebrali, neoplasie dell’ipofisi, neurochirurgia vascolare, disturbi del liquido cefalorachidiano, neuro-traumatologia, malattie degenerative della colonna vertebrale, ernie
del disco lombari, si avvale di una collaborazione universitaria nell’ambito della neurochirurgia pediatrica e della neurochirurgia
funzionale e dispone di una Tac intraoperatoria. Nell’ambito della
ricerca, la neurochirurgia del Nsi è attiva nella ricerca sulle tecniche
chirurgiche mini-invasive e sulla circolazione sanguigna cerebrale.
Queste attività sono condotte nei nuovi laboratori di Taverne e
in collaborazione con l’Università di Berna.
Il servizio di neuroanestesia/centro per la terapia del dolore
(vice-primario: Dr. P. Maino) affianca la neurologia e la neurochirurgia nelle attività di: anestesia durante gli interventi neurochirurgici, collaborazione nella gestione e stabilizzazione dei
pazienti in Stroke Unit e cure neurointensive, consulenza nel
Centro per la terapia del dolore (diagnostica e terapia del dolore).
Il Centro per la terapia del dolore offre valutazioni interdisciplinari,
perizie, test funzionali per la localizzazione del generatore del
dolore, trattamenti per il dolore cronico: terapie farmacologiche,
impianto di stimolatori per neuromodulazione centrale e periferica,
impianto di pompe per infusione farmacologica continua intratecale,
termocoagulazione dei nervi periferici (radiofrequenza continua),
neuromodulazione (radiofrequenza pulsata), termocoagolazione
percutanea, compressione con palloncino, decompressione microvascolare per neuralgie, Tens, valutazioni e supporto neuropsicologico/psichiatrico.
Il servizio di neuroradiologia (vice-primario: Dr. A. Cianfoni),
basandosi su tecniche di imaging all’avanguardia, offre prestazioni
diagnostiche e interventistiche delle affezioni del sistema nervoso
centrale e periferico e della colonna vertebrale. Il servizio si avvale
di tecnologia di ultima generazione in condivisione con il servizio
di Radiologia dell’Ospedale Regionale di Lugano e con il Cardiocentro Ticino: un apparecchio per la tomografia assiale computerizzata (Tac) a 256 strati (256-slices) ‘dual source’, due apparecchi di risonanza magnetica (Rm) 3 Tesla, un angiografo monoplanare ed uno biplanare ad elevata risoluzione, che permettono
ricostruzioni tridimensionali, monitoraggio integrato dei parametri
vitali dei pazienti e sofisticati e precisi sistemi per la guida delle
procedure endovascolari cerebrali e sulla colonna vertebrale.
Per le neuroscienze (responsabile: Prof. A. Kaelin), infine: la
ricerca clinica coinvolge tutti i servizi del Neurocentro della
Svizzera Italiana e concerne attualmente in particolare: Parkinson,
sclerosi multipla, sonno ed epilessia, stroke. La ricerca è attualmente
sostenuta dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica
(Fns), dall’Ente Ospedaliero Cantonale (Eoc) e da varie aziende
e fondazioni. Inoltre la Clinical Trial Unit Eoc (sede Lugano) è
localizzata presso il Nsi ed offre un sostegno nello svolgimento
della ricerca clinica ai ricercatori interessati, secondo le direttive
nazionali ed internazionali, in particolare l’Ich Guideline for Good
Clinical Practice.
La ricerca di base (responsabile laboratorio: Dr. P. Paganetti) si
svolge invece presso il laboratorio di Taverne (il Nsi condivide
spazi e infrastrutture con il Cardiocentro) ed è mirata, con un
approccio multidisciplinare e fortemente traslazionale, principalmente allo studio delle malattie neurodegenerative come la malattia
di Parkinson. Il laboratorio è sostenuto dall’Eoc, da fondazioni e
dall’industria farmaceutica. All’interno lavorano attualmente due
gruppi di ricerca che sfruttano metodiche prevalentemente elettrofisiologiche di cultura di cellule e di biologia molecolare: meccanismi cellulari responsabili della neurodegenerazione e malattia
di Parkinson, di cui si mira a comprendere i meccanismi anormali
di controllo del movimento.
Neuroriabilitazione: la clinica di riabilitazione Hildebrand a
Brissago (primario: Dr. G. Ruggieri) è il partner del Nsi per tutte
le degenze di neuroriabilitazione, per esempio dopo un ictus o
per ottimizzare la terapia di una malattia di Parkinson.
Il Dr. Schiavone (primario Clinica Novaggio) è responsabile della
riabilitazione per tutti i pazienti dell’Ospedale Regionale di Lugano.
A sinistra, il Neurocentro della Svizzera Italiana, ubicato presso
l’Ospedale Regionale di Lugano - Civico, di fianco al Cardiocentro.
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Da sinistra, Alain Kaelin, direttore del
Neurocentro della Svizzera Italiana e
Alessandro Cianfoni, vice-primario,
responsabile della neuroradiologia, nello stesso Istituto, con sede a Lugano.
In basso, schema che riassume l’offerta
di reparti e servizi del Neurocentro.
nell’ambito delle neuroscienze, è sempre
più ‘sotto-specializzata’, vuol dire che ci
sono sempre più medici coinvolti con un
paziente unico, ogni medico con la sua
competenza. Malattie come l’emicrania,
le demenze, l’epilessia, il morbo di Parkin-
son, la sclerosi multipla e - considerando
le emergenze - i trauma cranici e gli ictus,
necessitano di una presa in carico sempre
più pluri- ed interdisciplinare», aggiunge
il medico.
«L’idea di multidisciplinarità è un concetto condiviso dagli istituti all’avanguardia nel mondo», aggiunge Alessandro
Cianfoni, vice-primario di Neuroradiologia del Neurocentro della Svizzera Italiana, esperto in imaging neuroradiologico
(patologie del sistema nervoso centrale,
della colonna vertebrale, della sfera testa
e collo) e in radiologia interventistica vertebrale (trattamento mini-invasivo percutaneo delle patologie spinali degenerative e neoplastiche). «La neuroradiologia di Lugano è la prima in Svizzera del
tutto inserita, gerarchicamente, culturalmente e funzionalmente in un Neurocentro», condizione che favorisce le sinergie interdisciplinari e che ha permesso
allo Stroke Center in esso presente di
diventare uno degli otto centri accreditati
in Svizzera.
Il Neurocentro della Svizzera Italiana
conta 39 letti di degenza, 4 letti di day
hospital, 6 letti nella Stroke Unit (cure
continue), nonché diversi ambulatori spe-
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cialistici. Vi lavorano oltre 130 professionisti, suddivisi tra medici, infermieri, tecnici, neuropsicologi e ricercatori.
Dopo cinque anni di attività, il Neurocentro è gia una struttura ben stabilita
e riconosciuta in tutto il Ticino e nel resto
della Svizzera. Si registrano già più di
16mila consulti ambulatoriali all’anno,
elargiti non solo a residenti, ma anche a
pazienti provenienti d’oltre Gottardo e
dall’estero. Le patologie del sistema nervoso centrale e periferico rappresentano
il 10% dei consulti medici e il 20% di
tutte le emergenze dell’Ospedale Regionale di Lugano. Si tratta ormai di un centro di eccellenza a livello svizzero. Con
una serie di corollari: a cominciare dalla
creazione dello Stroke Center e di un
laboratorio di ricerca di base, senza tralasciare vari sviluppi della neurochirurgia
e della neuroradiologia interventistica.
«L’intento è quello di offrire alla popolazione locale una terapia ottima e all’avanguardia delle malattie del sistema nervoso», nota Kaelin.
Aver raggruppato tutto in un unico luogo è certamente il primo passo verso un
totale consolidamento. «Il nuovo edificio,
che sarà inaugurato ufficialmente l’11
ottobre, con una giornata di porte aperte
(per i dettagli, vedasi locandina qui a sinistra), risponde anche ‘logisticamente’ allo
sviluppo degli ultimi anni», sottolinea il
direttore del Nsi.
Guardando al futuro, «Si pensa di sviluppare la ricerca di base nel laboratorio
di ricerca traslazionale con una priorità
sulle malattie neurodegenerative, come
la malattia di Parkinson o la malattia di
Alzheimer. Si pensa inoltre di sviluppare
il trattamento dello ‘stroke’ e, in particolare di intensificare la collaborazione già
esistente con l’Inselpital di Berna per la
neuroradiologia interventistica. Collaborazioni locali, per esempio con l’Università della Svizzera italiana o la Supsi, rientrano tra le iniziative che si vogliono intraprendere», aggiunge il direttore del Nsi.
Nonostante la sua ‘giovane età’, il Neurocentro della Svizzera Italiana è, oggi,
già ben riconosciuto a livello svizzero;
l’essere un ‘key player’ è dimostrato anche
dal certificato Medicina Altamente Specializzata (Mas) che lo Stroke Center del
Neurocentro ha ricevuto proprio quest’anno, in luglio. «Per i casi rari collaboriamo con i centri universitari», precisa
ancora il direttore. In totale, ci sono soltanto pochi trattamenti o indagini molto
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specializzate che non possono essere eseguiti nell’ambito del Neurocentro, e che
continuano ad essere eseguiti solo nei
centri di medicina universitaria.
A livello europeo e internazionale, invece c’è ancora da fare, nei prossimi anni,
per far conoscere e affermare il Neurocentro, «e questo obiettivo rientra nelle
nostre priorità», commenta il direttore
Kaelin, che aggiunge: «alcuni reparti hanno già una buona reputazione internazionale: è il caso, per esempio, del nostro
‘Centro del sonno’. Altri dipartimenti del
Neurocentro devono invece ancora sviluppare la ricerca e le collaborazioni internazionali o hanno appena cominciato a
farlo».
Restando in tema di elementi importanti, non si può non considerare la ricerca. «La ricerca conta molto ed è una delle
motivazioni che hanno rafforzato la
volontà di creare il Neurocentro. Se
vogliamo essere leader nelle cure è necessario anche una ricerca profilata a livello
internazionale. Al tempo stesso è, per me,
una grande motivazione personale», sottolinea Kaelin. «Vogliamo essere un polo
di eccellenza, non soltanto a livello locale;
per realizzare questo risultato ambizioso
ma non certo impossibile, non si può prescindere da una sinergia tra servizio alla
popolazione e ricerca. La nostra situazione
è comparabile a quella delI’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana e del Cardiocentro. Dall’altro lato, non si possono
sottostimare le difficoltà: è impossibile,
per un medico impegnato tutto il giorno
con i pazienti, dedicarsi alla ricerca nei
ritagli di tempo. Per essere alla punta della
ricerca mondiale, occorre avere un centro
di eccellenza, che attiri fondi e ricercatori
talentuosi che si occupino in maniera
esclusiva di ricerca. Solo a tali condizioni
potremmo realisticamente ambire ad essere competitivi a livello internazionale. Ed
è proprio questa la mia missione per i
prossimi anni», conclude Alain Kaelin.
Vero è, tuttavia, che per quanto concerne la ricerca clinica, ci sono campi nei
quali si è già raggiunto un livello di punta
internazionale: così è per tutto quanto
attiene al sonno o alla sclerosi multipla.
«Per la ricerca di base, siamo invece
ancora all’inizio», osserva il direttore
del Nsi.
La neurologia è un ambito di grande
attualità. Negli ultimi venti anni si è assistito ad una vera e propria esplosione delle
neuroscienze. Oggi si possono trattare
patologie come l’ictus e la sclerosi multipla
che, fino a qualche anno fa, permettevano
al medico solo di prenderne atto, senza
avere in mano strumenti terapeutici validi.
«Per quanto riguarda il ‘neuroimaging’»,
spiega Alessandro Cianfoni, «si è passati
dallo studio della morfologia del cervello
allo studio delle sue funzioni; mentre sul
fronte dell’interventistica, in particolare
per il caso di ictus, oggi è possibile la cura
in acuto, con la possibilità di riaprire direttamente l’arteria occlusa».
«È un momento appassionante»,
aggiunge Kaelin: «ci sono state grandi
scoperte e ci sono progetti ambiziosi (per
citarne uno tra tanti: Human Brain
Project) ma non si risparmiano, d’altro
canto, le critiche (il ‘neuro-scetticismo’
è un fenomeno che coinvolge varie forze)
verso l’atteggiamento di chi e di quanto
voglia spiegare tutto l’essere umano soltanto basandosi sul cervello. Ci sono state
anche delusioni (per esempio nel trattamento della paraplegia). È molto importante continuare lo sforzo e penso che i
medici abbiano un ruolo fondamentale
da giocare per il raggiungimento di tali
obiettivi. In Ticino, il Nsi vuole essere il
centro di eccellenza in questo ambito»,
conclude Alain Kaelin.
Simona Manzione