Eventi Lunedì 28 luglio 2014 Ricerca 15 ■■ FONDAZIONE CIFE / Il Centro Internazionale di Fotonica per Energia è stato fondato a Milano nel 2012 da Politecnico, Cnr e Pirelli ed è diretto da Giorgio Grasso Il fotovoltaico intelligente che batte crisi e concorrenza Il prototipo, già sviluppato, inserito in un progetto pluripartecipato per la produzione. A fine anno già sui tetti di alcuni atenei U n pannello fotovoltaico intelligente dalle caratteristiche e resa tali da sbaragliare la crisi e la concorrenza. Lo ha studiato e sviluppato la Fondazione Cife, il Centro Internazionale di Fotonica per Energia fondato a Milano nel 2012 da Politecnico, Cnr e Pirelli e presieduto da Lucio Pinto. E adesso, dopo averlo sviluppato, ha inserito il prototipo in un progetto pluripartecipato per la messa in produzione del pannello. Ma come si configura questa nuova soluzione fotovoltaica intelligente? “Da una parte spiega Giorgio Grasso, direttore generale di Cife - consente l’accumulo elettrico grazie a un super capacitore che supera i problemi dati da una batteria, e dall’altra permette l’accumulo termico catturando circa il 70% del calore che abitualmente va disperso, con la possibilità di convogliarlo in una macchina termica per il raffrescamento degli edifici (solar cooling)”. Dunque la Fondazione Cife ha realizzato un pannello che non solo trasforma l’energia solare in energia elettrica, ma che è anche in grado di accumulare tale energia, se non im- Il direttore Giorgio Grasso (a sinistra) con la squadra dei ricercatori del Cife mediatamente utilizzata, per rilasciarla quando serve. Si fa così un passo avanti notevole per consumare sul posto l’energia prodotta, in particolare nelle utenze residenziali. “Attualmente per queste utenze - prosegue Grasso - in genere la quota di autoconsumo arriva al 30%. Con la nostra soluzione si può arrivare all’80% di autoconsumo”, grazie a un componente elettronico integrato (il super capacitore) sulla parte posteriore che ha la stes- sa vita del pannello e che ne aumenta la capacità elettrica. “Se si ha un pannello di 200 watt - specifica Grasso - l’accumulo può essere compreso tra i 200 e i 400 Wh, corrispondente a 1-2 ore di energia prodotta con irraggiamento a pieno sole”. Per un utilizzo intelligente di tale funzione, il pannello deve sapere quando accumulare e quando rilasciare energia elettrica alla rete. Perciò è dotato di una scheda elettronica nella quale risiede un software di energy management che comunica con la rete elettrica per determinare in modo interattivo quanta energia produrre e quanta immagazzinare. Il pannello fa fare progressi al sistema del fotovoltaico anche sul fronte dell’accumulo termico, grazie alla sua caratteristica di pannello statico a bassa concentrazione. “Attualmente - afferma Grasso - i pannelli trasformano in energia elettrica circa il 15-20% dell’energia solare che captano, mentre la parte rimanente si disperde in calore. La conformazione statica a bassa concentrazione del nostro pannello permette di concentrare la luce di un fattore 4-7 e, attraverso uno scambiatore di calore con fluido a base di nanoparticelle, di produrre il calore ad alta temperatura - (circa 80-90 gradi) - una possibile applicazione di tali pannelli è l’alimentazione di macchine di solar cooling per il raffrescamento degli ambienti”. In sostanza, con il calore non più disperso “si può produrre condizionamento con energia locale”, sintetizza Grasso, trovando così un’alter- Il pannello fotovoltaico intelligente nativa alla creazione di picchi di richiesta di energia alla rete durante il periodo estivo. Da un punto di vista tecnologico il nuovo pannello ha il concentratore fotonico sotto la copertura di vetro, e nello strato sottostante presenta celle fotovoltaiche di silicio ad alta efficienza. Nello strato ancora inferiore è posizionato lo scambiatore di calore fluido, e nella parte retrostante sono attivi il supercondensatore e la relativa elettronica di carica/ scarica e controllo. Dopo la ricerca, la validazione dei risultati e la richiesta di brevettazione già inoltrata, la Fondazione sta per veder realizzato il processo di industrializzazione dei pannelli intelligenti. Grazie infatti al “Progetto scuola” sostenuto da fondi della Regione Lombardia nell’ambito dei bandi di smart city e al quale partecipano la Fondazione con l’Università di Brescia, il Politecnico di Milano, la società A2A e una decina di aziende private, entro un anno i pannelli fotovoltaici intelligenti saranno operativi sui tetti di alcuni edifici dell’ateneo di Brescia e del Politecnico. ■■ FONDAZIONE BERLUCCHI / Nata il 14 ottobre 2000 dopo la scomparsa di Guido Per la cultura della medicina palliativa Accanto al sostegno alla ricerca scientifica, l’internazionalizzazione e il non profit S ono le cure palliative l’ultima frontiera dell’impegno della Fondazione Guido Berlucchi. Nella consapevolezza che la lotta al cancro non debba mai perdere di vista la qualità di vita del malato, la Onlus bresciana, con sede a Borgonato in Franciacorta (Brescia), ha scelto di essere soggetto attivo per far crescere la cultura della medicina palliativa sull’interno territorio nazionale. “Non più un semplice soggetto in grado sostenere con ingenti risorse la ricerca scientifica in campo oncologico, ma un protagonista che concorre alla realizzazione di un nuovo modello di cure - spiega il presidente della Fondazione Berlucchi, Alessandro Paterlini -. Per questo abbiamo dapprima iniziato a collaborare con l’Asl di Brescia per un periodo di 3 anni e un contributo di 340.000 euro. Successivamente, la nostra disponibilità e un impegno finanziario di 300.000 euro hanno permesso all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S) di sviluppare su scala nazionale iniziative inerenti al tema della palliazione domiciliare, come l’importante progetto sperimentale Teseo-Arianna”. “Recentemente - prosegue il presidente Paterlini - abbiamo iniziato una collaborazione con le storiche fondazioni Floriani e Lefebvre per potenziare gli strumenti di controllo indispensabili a rendere questo settore sanitario, in crescente sviluppo, adeguato alle realtà di una domanda in aumento e a necessità sempre più pressanti. La Fondazione, insomma, sta dimostrando non solo Alessandro Paterlini e Franco Ziliani nuovo interesse, ma un profondo coinvolgimento a tutti i livelli, testimoniato anche dal legame sempre più stretto con la Società italiana cure palliative”. La vicinanza con l’ex segretario della stessa Società italiana cure palliative, consulente da pochi giorni della Fondazione bresciana, Gianlorenzo Scaccabarozzi, dimostra quanta sia l’attenzione verso questa criticità che dal pianeta salute si configura sem- pre più un’emergenza sociale. Questo riposizionamento operativo in direzione della medicina palliativa, tuttavia, non comporta per la Fondazione un minor impegno nei confronti degli obiettivi tradizionali che da quasi quindici anni ne caratterizzano la mission. Non viene meno, quindi, il sostegno alla ricerca scientifica con 200.000 euro stanziati solo nell’ultimo anno per le borse di studio a giovani ricercatori e per i progetti sviluppati da professionisti affermati. Di recente, poi, la Fondazione ha puntato in modo deciso sull’internazionalizzazione, deliberando un finanziamento di 150.000 euro annui per due anni, per un progetto di collaborazione tra la prestigiosa università statunitense di Yale e l’Università degli Studi di Brescia, per l’applicazione delle nanotecnologie contro i tumori dell’ovaia. Prosegue positivamente anche la collaborazione con altre importanti realtà del no profit privato bresciano. Con una di queste la Fondazione Berlucchi ha unito le forze per finanziare con una borsa di studio un corso di 5 anni alla nuova Scuola di specialità on- Il consiglio d’amministrazione della Fondazione Berlucchi all’ingresso della storica sede in Franciacorta cologica che l’Università Statale di Brescia ha avviato con l’ultimo anno accademico, mentre nei mesi scorsi, insieme ad altre tre fondazioni locali, ha contribuito a un progetto dell’Asl, che ha allestito un’unità mobile per raggiungere i numerosi comuni del territorio per il pap test in aree della provincia bresciana meno servite da presidi sanitari fissi. Negli ultimi anni, infine, non sono mancati interventi a favore delle strutture sanitarie bresciane. Nel 2010, insieme alla Poliambulanza, la Fondazione ha contribuito alla realizzazione del Centro di Radioterapia Guido Berlucchi all’interno della clinica bresciana, finanziando con 1 milione e 600.000 euro l’acquisto di un acceleratore lineare. La Fondazione ha inoltre donato, con un esborso di circa due milioni di euro, una sofisticata apparecchiatura Pet/Ct all’Ospedale Civile di Brescia per il Centro intitolato a Guido Berlucchi, presso la Medicina Nucleare, inaugurato il 21 novembre 2011. La Fondazione, nata il 14 ottobre 2000 con la scomparsa di Guido Berlucchi, è guidata da un Consiglio di Amministrazione che si avvale del supporto di un Comitato Tecnico Scientifico presieduto da Ermanno Ancona. Il presidente onorario è Francesco Carpani Glisenti, presidente Alessandro Paterlini, consiglieri Ermanno Ancona, Giambattista Bruni Conter, Guido Carpani Glisenti, Maria Pia Ferrettini, Ninì Ferrari, Enrico Gialdini Porro Savoldi, Pierangelo Gramignola, Giuseppe Onofri, Andrea Pelizzari, Augusto Preti, Arturo Ziliani, infine il direttore è Angiolino Legrenzi.
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