Bilancio 2013 Bilancio 2013 ISA - Istituto Sviluppo Agroalimentare S.p.A. Sede legale in Roma – via Palestro, 64 Capitale Sociale 300.000.000 i.v. Iscrizione Registro Imprese di Roma c.f. e P.I. 08212421005 Iscrizione R.E.A. n.1081491 Iscr. Elenco Generale degli intermediari finanziari ex art.106 D. Lgs. 385/93 n. 37092 Iscr. Elenco Speciale degli intermediari finanziari ex art. 107 D. Lgs. 385/93 n. 33083.7 Socio Unico Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 1 Bilancio 2013 Organi di Amministrazione e Controllo Consiglio di Amministrazione (1) Presidente prof. avv. Saverio Sticchi Damiani Vice Presidente dott. Giampaolo Chirichelli Amministratore Delegato dott.ssa Annalisa Vessella Consigliere dott. Decio Terrana Collegio Sindacale (2) Presidente dott. Andrea Bignami Sindaci Effettivi avv. Bruno Calzia dott. Giovanni Luca Cezza Sindaci Supplenti prof. Giuseppe Di Giovanni Società di Revisione (3) PricewaterhouseCoopers S.p.A. (1) Il Consiglio di Amministrazione è stato nominato dall’Assemblea in data 27 luglio 2011 e rimane in carica sino all’approvazione del Bilancio d’esercizio 2013. In data 25 ottobre 2012 il dott. Nicola Cecconato ha rassegnato le proprie dimissioni da Consigliere e Presidente. In data 30 novembre 2012 – ai sensi dell’art. 2386 del C.C. - il Consiglio di Amministrazione ha cooptato il Consigliere dimessosi con il prof. avv. Saverio Sticchi Damiani, nominandolo Presidente nella medesima seduta. In data 31 gennaio 2013 l’Assemblea ha ratificato la nomina del prof. avv. Saverio Sticchi Damiani a Consigliere e Presidente del Consiglio di Amministrazione. (2) Il Collegio Sindacale è stato nominato dall’Assemblea in data 25 maggio 2012 e rimarrà in carica per i tre esercizi (2012-2013–2014) e fino all’approvazione del Bilancio del terzo esercizio. (3) L’Assemblea in data 6 maggio 2011, ai sensi degli artt. 13 e 16 del Decreto Legislativo 39/2010, ha deliberato il conferimento dell’incarico alla Società di Revisione per gli esercizi 2011-2019. 2 Bilancio 2013 Indice Relazione del Consiglio di Amministrazione ............................................ 4 Andamento dell’economia ....................................................................................... 8 Principali norme che riguardano la Società ............................................................... 14 Fatti rilevanti della gestione ................................................................................... 17 Risultato della gestione ......................................................................................... 26 Il controllo dei rischi ............................................................................................. 33 Le attività di ricerca e sviluppo ............................................................................... 38 Evoluzione dell’assetto organizzativo e risorse umane ............................................... 38 Il numero e il valore nominale delle azioni ............................................................... 39 I rapporti verso imprese del gruppo, controllate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime ...................................................................................... 39 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio ed evoluzione prevedibile della gestione .............................................................................................................. 40 Proposta all’Assemblea .......................................................................................... 41 Schemi di Bilancio ................................................................................. 42 Stato patrimoniale ................................................................................................ 43 Conto economico .................................................................................................. 45 Prospetto della redditività complessiva .................................................................... 46 Prospetto delle variazioni del Patrimonio netto 2013 ................................................. 47 Prospetto delle variazioni del Patrimonio netto 2012 ................................................. 48 Rendiconto finanziario ........................................................................................... 49 Nota integrativa .................................................................................... 51 Premessa ............................................................................................................ 52 Parte A – Politiche contabili .................................................................................... 53 Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale ........................................................ 85 Parte C – Informazioni sul Conto economico .......................................................... 111 Parte D – Altre informazioni ................................................................................. 124 Relazione del Collegio Sindacale ..........................................................153 Relazione della Società di Revisione .....................................................159 3 Bilancio 2013 Relazione del Consiglio di Amministrazione 4 Bilancio 2013 Signor Azionista, l’esercizio chiuso il 31 dicembre 2013, pur in un contesto economico difficile, registra un risultato lusinghiero e rappresenta il consolidamento della strategia e della missione di ISA con l’impiego di tutte le proprie risorse per lo sviluppo delle aziende agroalimentari italiane. Ulteriori risorse stimabili in circa 100 milioni di euro - rinvenienti dai rientri degli investimenti effettuati -saranno disponibili nel prossimo triennio e consentiranno alla Società di svolgere appieno il ruolo di supporto per la crescita del settore, con evidenti ricadute per il comparto agricolo. Nonostante il quadro sociale ed economico di riferimento sia caratterizzato da una scarsa fiducia delle imprese agroalimentari che hanno tendenzialmente procrastinato gli investimenti, il Consiglio di Amministrazione ha approvato progetti per un valore complessivo di 30,2 milioni di euro, di cui 15,2 milioni di euro di finanza agevolata ed altrettanti a condizione di mercato (merchant banking). A tale proposito, è utile ricordare che il regime di aiuto ISA (n. 618/2008) -in scadenza a fine 2013- è stato prorogato dalla Commissione Europea fino al 30 giugno 2014; la Società è pronta a rendicontare all’Azionista circa l’attività di analisi finalizzata a definire i punti di forza e di debolezza del presente regime sperimentati nel corso della sua applicazione, al fine di dotarsi di uno strumento sempre più dinamico e al passo con le esigenze e le potenzialità del settore. Tra i fatti di rilievo di questo esercizio che meritano un accenno vi sono, a nostro avviso, anche i risparmi conseguiti nella gestione. ************* Il quadro economico dell’anno appena concluso è stato caratterizzato da notevoli criticità e da un clima di perdurante incertezza; tra i dati macroeconomici dell’esercizio di riferimento, emerge che il 2013 si caratterizza per una ripresa modesta che si è manifestata solo nell’ultima parte dell’anno non sufficiente a contrastare la dinamica recessiva e che mantiene il PIL annuale negativo (-1,8%); il rapporto tra investimenti e PIL rimane quindi sotto la media storica, il trend dei consumi è ancora debole e le condizioni del credito rimangono piuttosto tese. Si registrano inoltre la tenuta della domanda estera e alcuni timidi segnali di ripresa negli investimenti produttivi. Nel settore agroalimentare si evidenzia il calo delle vendite al dettaglio, pur trattandosi di un settore che in passato veniva ritenuto anticiclico per eccellenza. Nonostante ciò, il bilancio dell’agroalimentare italiano rimane performante rispetto ad altri settori, grazie ad una buona incidenza dei volumi esportati che si attestano su un fatturato di oltre 33 miliardi di euro ed un aumento rispetto all’anno precedente, in termini di volumi, pari al 7%. ISA, - con un portafoglio di investimenti concentrato solo sull’agroindustria e forte di un know how specialistico nella finanza di impresa focalizzata sull’agroalimentare, dalla sua costituzione ha approvato progetti d’investimento per un valore complessivo di 260 milioni di euro; 82 milioni di euro riguardano interventi di merchant bank (L. 662/96) e 178 milioni di euro di interventi agevolati (L. 266/97). 5 Bilancio 2013 Nell’intento di fornire una riflessione sull’efficacia dell’intervento di ISA, si forniscono alcuni dati aggregati: si possono stimare in oltre 500 milioni di euro gli investimenti (per incrementare la produzione e/o per il miglioramento della logistica e/o per miglioramenti strutturali) che hanno effettuato le aziende; inoltre, le aziende beneficiarie contribuiscono alla Produzione Lorda Vendibile di materie prime agricole per un importo pari a 1,1 miliardi di euro e rappresentano un fatturato aggregato pari a circa 4,4 miliardi di euro. Ne deriva che ISA, con risorse sostanzialmente e indiscutibilmente limitate (300 milioni di euro), agisce da volano nel sistema Paese in un comparto come l’agroalimentare che rappresenta uno dei settori più importanti del PIL. Gli interventi di ISA riguardano pressoché tutti i settori della prima trasformazione del prodotto agricolo (con una prevalenza per i settori ortofrutticolo e zootecnico) ed hanno avuto come beneficiari per il 37% il mondo delle cooperative e per il 63% il settore privato. Si può constatare che complessivamente l’ammontare degli investimenti agevolati è superiore a quelli di merchant mentre negli anni di crisi si registra una flessione degli interventi agevolati in quanto le imprese effettuano meno investimenti e sono meno supportate dal sistema bancario. Ciò si riflette in maniera evidente nell’equilibrato mix di progetti approvati anche nel corso dell’esercizio, tant’è che ISA, - potendo intervenire sia con l’agevolato sia con operazioni di merchant -, è riuscita a dimostrare le proprie capacità in termini di flessibilità nel rispondere alle richieste che provenivano dal mercato e indipendentemente dal ciclo economico. Si aggiunge, per opportuna informazione, che al 31 dicembre 2013, ammontano a 66 milioni di euro il totale delle risorse deliberate dal Consiglio di Amministrazione, impegnate e da erogare. ISA svolge per conto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) i servizi per la gestione dei Contratti di Filiera fin dal 2006; nel corso del 2013 sono stati erogati 4,2 milioni di euro, portando ad oltre 70 milioni di euro le erogazioni effettuate a favore dei 176 beneficiari delle 14 filiere. Il buon risultato ottenuto nello svolgimento dell’attività dei primi due bandi ha fatto si che il Mipaaf affidasse ad ISA anche la gestione del terzo bando, in cui le risorse principali sono a carico della Cassa Depositi e Prestiti e del sistema bancario nazionale. A completamento di quanto disposto dalle Leggi di Stabilità 2012 e 2013, la Società è stata chiamata a trasferire alle Casse dello Stato l’importo complessivo di euro 98,5 milioni a cui ha fatto e farà fronte per la gran parte con la distribuzione di riserve da utili e con gli utili che conseguirà quest’anno (dall’inizio dell’attività, gli utili netti prodotti ammontano complessivamente a circa 100 milioni di euro, dopo imposte e tasse versate allo Stato per oltre 50 milioni di euro). E’ innegabile che tale trasferimento, disposto dalle Leggi di Stabilità citate, abbia rappresentato per ISA (o, meglio, per il sistema agroalimentare italiano) una notevole riduzione delle risorse disponibili per la missione a cui la Società è istituzionalmente preposta e va a sommarsi ad una ulteriore riduzione di 150 milioni di euro, avvenuta con l’azzeramento del credito verso la Presidenza del Consiglio (deliberazione CIPE n. 6 del 20 gennaio 2012) di cui è stata data ampia evidenza nello scorso Bilancio. 6 Bilancio 2013 Come accennato all’inizio, un importante risultato conseguito da ISA riguarda la piena realizzazione dell’opera di razionalizzazione delle spese e dei costi di gestione, sintetizzabile in pochi dati significativi come l’assenza di collaborazioni esterne attive, la risoluzione di quattro contratti di lavoro a tempo indeterminato, di cui uno a livello dirigenziale, la definizione di un nuovo organigramma caratterizzato dalla soppressione dell’Area “Regionalizzazione e Nuovi strumenti finanziari”, la chiusura delle due sedi periferiche e la riduzione del 25%, rispetto al precedente esercizio, delle spese operative. In un’ottica di continuità con quanto appena esposto, nel mese di dicembre 2013, il Consiglio di Amministrazione ha approvato il budget per l’esercizio 2014, perseguendo, come principali obiettivi, il consolidamento dei risultati raggiunti in termini di contenimento dei costi ed il raggiungimento dell’equilibrio economico in continuità con l’esercizio precedente, pur in presenza di una sensibile riduzione dei ricavi dovuta alla riduzione dei tassi d’interesse sui mercati finanziari. Il Consiglio di Amministrazione, in prossimità della scadenza del mandato dell’Organismo di Vigilanza, in precedenza affidato a professionisti esterni, il 28 marzo 2013 ha provveduto a nominare il nuovo Organismo, nei termini e modi indicati dal Socio nell’Assemblea del 25 maggio 2012, affidando ai componenti del Collegio sindacale le funzioni dell’Organismo di Vigilanza, facendo coincidere il termine dell’incarico con la scadenza del Collegio Sindacale. ********** Il Bilancio chiuso al 31 dicembre 2013 presenta un utile netto di esercizio pari a 3,4 milioni di euro. In particolare, tra le voci più significative, si registra un margine disponibile pari a 10,7 milioni di euro e un utile ante imposte di 4,3 milioni di euro. 7 Bilancio 2013 Andamento dell’economia 1. Il quadro macroeconomico Il 2013 si caratterizza per una crescita moderata dell’attività economica mondiale e degli scambi internazionali, negli Stati Uniti si registra un rafforzamento dell’economia e prosegue il trend di crescita delle economie emergenti. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il rischio maggiore che minaccia il percorso di rafforzamento della crescita globale viene dall’Europa ed è rappresentato dalla deflazione. Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati definitivi resi noti dall’ISTAT, il 2013 è stato un anno di pesante recessione con il PIL annuo fissato al -1,8%; ciò sta ad indicare una ripresa più lenta rispetto a quanto indicato nei documenti programmatici. Solo nel quarto trimestre dell’anno appena trascorso infatti l’attività produttiva ha ritrovato il segno positivo, con una crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, interrompendo quindi una lunga tendenza negativa cominciata nella seconda metà del 2011 e caratterizzata tra luglio e settembre del 2013 da un diagramma del PIL piatto. Il risultato dell’ultimo trimestre è la sintesi di un andamento positivo del Valore Aggiunto nel settore dell’agricoltura e dell’industria, ma nullo nel settore dei servizi; ad ogni modo lo stesso dato, se confrontato con i risultati del quarto trimestre 2012, mostra una flessione tendenziale dello 0,8%.Tutto ciò fa supporre che la crescita economica del Paese sia ancora da costruire e l’effetto di trascinamento sul 2014 sia pari a zero, con ripercussioni inevitabili sulla tenuta dei saldi di finanza pubblica e sul clima di fiducia delle imprese. A livello globale, le stime del FMI si attestano su un’accelerazione della crescita del 3,7% nel 2014, 3,9% nel 2015 (mentre registrano un 3% con riferimento al 2013), per l’Eurozona la crescita si attesta all’1% nel 2014 e all’1,4% nel 2015, sebbene in questo quadro la stima per l’Italia è vista al ribasso poiché l’aumento del PIL, che la Banca d’Italia attesta allo 0,7%, viene limato allo 0,6% per poi restituire il decimo di punto nel 2015, con una previsione di aumento del PIL dell’1,1%. Come anzidetto, poiché solo nel terzo trimestre del 2013 il PIL ha interrotto la propria caduta, sostenuto dalle esportazioni e dalla variazione delle scorte, gli indici di fiducia delle imprese sono migliorati solo a dicembre 2013, collocandosi sui livelli osservati all’inizio del 2011. Il nostro Paese è dunque in ritardo nella ripresa, come testimoniano anche i dati dell’ABI sulle sofferenze bancarie (150 miliardi a novembre 2013) e sulla raccolta (con un calo dell’1,8%), sebbene le condizioni finanziarie sui mercati finanziari europei ed italiani siano diventate più favorevoli grazie alle prospettive di ripresa, alla politica monetaria accomodante ed ai progressi nella governance dell’area Euro. Il credito alle imprese non ha ancora beneficiato del miglioramento delle condizioni sui mercati finanziari, i prestiti risentono della bassa domanda per investimenti e, dal lato dell’offerta, dell’elevato rischio di credito e della pressione della recessione sui bilanci delle banche. Si evidenzia che i tassi di interesse a lungo termine sui titoli di Stato italiani sono diminuiti e lo spread, rispetto al rendimento del Bund decennale, è sceso sotto i 200 punti base. 8 Bilancio 2013 Di conseguenza nell’area Euro, nonostante le buone performance di Germania e Francia, la ripresa risulta modesta e fragile; in particolare per l’Italia si segnala una moderata ripresa nel biennio 2014-2015 (in accelerazione nel 2015) con il PIL in netta crescita, dopo la riduzione dell’1,8% del 2013. Ne deriva che i rischi per la crescita sono orientati al ribasso; inoltre le cause di una crescita ritardata sono strettamente correlate al perdurare di condizioni restrittive di accesso al credito e ad ulteriori differimenti dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni. 9 Bilancio 2013 2. Il settore agroalimentare I dati che possono riassumere il 2013 non sono rassicuranti, poiché, come certificato dall’ISTAT nel IV trimestre 2013, l’industria cede il 3,8%, i servizi lo 0,9%, l’edilizia è in caduta (-0,7%); in compenso, il PIL del comparto agricolo ha fatto registrare un aumento dell’1,8% su base annua e dello 0,8% sul trimestre precedente. Il Valore aggiunto del comparto agricolo cresce di 70 milioni di euro (pari allo 0,8% sul trimestre precedente e allo 0,3% su base annua) e ritorna a salire dopo due anni di calo, dimostrando a pieno titolo le potenzialità ed il ruolo centrale del settore nel sistema economico nazionale, si tratta infatti dell’unica crescita tendenziale positiva. Lo scenario tuttavia in una prospettiva di lungo periodo, diventa in chiaroscuro poiché, ad esempio, dal 2005 al 2013, il settore agricolo ha perso Valore aggiunto per 1,9 miliardi di euro. Tabella 1 - Valore aggiunto ai prezzi base (milioni di euro) Anno Agricoltura, silvicoltura e pesca 2011 2012 2013 var % 2013/2012 28.105 26.909 26.979 +0,3% Fonte: Elaborazione CsConfagricoltura su dati ISTAT Come dimostrano i dati di AgrOsserva – l’Osservatorio di ISMEA e Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano, il bilancio complessivo del 2013 per l’agricoltura e l’industria alimentare ritrae un settore sotto forte tensione a causa del protrarsi della crisi, l’agricoltura è sacrificata nella catena del valore della filiera poiché ha visto ridurre progressivamente i propri utili a vantaggio della distribuzione: su 100 euro di spesa in prodotti agricoli freschi, solo 1,8 euro, al netto di salari e ammortamenti, rimangono nelle tasche dei produttori; ancora più squilibrata la situazione nel caso dei prodotti trasformati, dove i passaggi che intercorrono tra l’azienda agricola e il consumatore risultano più numerosi e pertanto più compressa è la quota del valore trattenuta a monte della filiera. In quest’ultimo caso, sempre su 100 euro di spesa sostenuta dal consumatore, all’azienda agricola rimane un utile netto di 40 centesimi di euro, mentre 2,3 euro vanno a remunerare la fase industriale e quasi 11 euro quella del commercio. E’ evidente che la presenza di vincoli strutturali, di inefficienze nel sistema logistico, insieme agli accresciuti costi energetici, nonché agli eventi atmosferici avversi, determinano la lievitazione dei costi di produzione e di distribuzione, a discapito quasi sempre del reddito dei produttori, che rappresentano la parte contrattualmente più debole della catena; a ciò si aggiunge un calo dei consumi interni del 4% in valore e la chiusura di trentatremila imprese agricole pari al 4,4%. Tiene meglio l’industria alimentare, con una crescita dell’1,5% del numero di aziende, pari a 802. Nonostante la crisi economica abbia modificato le abitudini dei consumi, incidendo profondamente persino in un settore anticiclico come l’alimentare, il settore food, con un fatturato complessivo che 10 Bilancio 2013 si attesta a quota 133 miliardi di euro, resta, anche nel 2013, uno dei più performanti dell’economia italiana. La produzione dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco ha registrato, nell’ultimo trimestre dell’anno, un incremento del 2,5% su base congiunturale, e del 2,9% su base tendenziale, mostrando una performance migliore rispetto al settore manifatturiero nel suo complesso, la cui evoluzione positiva risulta decisamente più debole. L’anno trascorso si caratterizza per due diverse dinamiche: i primi 9 mesi dell’anno sono stati i peggiori dal 2007 quanto a produzione (-1%), fatturato e consumi (-4%), mentre i segnali di crescita dell’ultimo trimestre, con la tenuta dell’export e dei livelli occupazionali, hanno permesso di chiudere un consuntivo accettabile e prospettare, con cautela, timidi segnali di ripresa. I dati più significativi si evidenziano sul fronte della produzione con una perdita dell’1% nel 2013, poco superiore rispetto al 2012 (-0,9%) ma complessivamente elevata (-3,6%,) rispetto al 2007, ultimo anno pre-crisi. Per quanto riguarda le vendite, queste sono diminuite del 4% a valore (costante) e del 2,1% a volume : per i prodotti della tavola si tratta del ribasso annuo più forte dal 2009. Gli unici a guadagnare nell'anno 'nero' del commercio al dettaglio sono i discount alimentari, che nel 2013 registrano un aumento dell'1,6% nel valore delle vendite, a fronte di una flessione dell'1,% per l'intero comparto della grande distribuzione (-1,9% gli ipermercati e -1,3% i supermercati); la borsa della spesa è quindi sempre più leggera e di minore qualità; la crisi inoltre colpisce più duramente i piccoli negozi, come le botteghe e gli altri punti vendita di vicinato (con una contrazione del 2,9% ) e restituisce l'immagine di un Paese alle prese con un'ulteriore perdita del potere d'acquisto, costretto a ricorrere a modelli di consumo low cost. 11 Bilancio 2013 Nel quadro delineato emerge chiaramente che la recessione si riflette nella dinamica dei consumi e fa registrare per la grande distribuzione un tasso di sviluppo del proprio giro d’affari superiore a quello dell’industria, la marca privata in Italia è presente nel 91% delle categorie del largo consumo ed ha raggiunto nel 2013 un fatturato di 9,7 miliardi di euro aggiudicandosi, a valore, una quota del 18,9%; ciò vuol dire che delle circa 8.000 imprese agroalimentari italiane, 1.200 sono co-packer e nel 77% dei casi si tratta di Pmi, con 72 mila dipendenti ed un fatturato di 7,2 miliardi di euro, realizzato con la marca del distributore. La crescita della private label è quindi effetto di un’evoluzione del consumatore, divenuto più accorto e competente, capace di pesare, nella sua scelta, convenienza, risparmio, qualità e sicurezza. Il settore agroalimentare non si sottrae alla dinamica dell’economia nazionale la cui espansione è tutta trainata dalla domanda estera, responsabile per 0,3 punti percentuali sull’intero 2013, contro lo 0,1 degli investimenti. Il 2013 si contraddistingue quindi per il record storico del valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari che raggiunge una quota del 20% della produzione e si attesta sui 33 miliardi di euro, con una crescita del 4,7%. Tra i destinatari dei prodotti agroalimentari italiani ci sono il Nord Africa e i Paesi Arabi ( soprattutto Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita), Germania Francia e Regno Unito (con aumenti tra il 3 e il 6%), Stati Uniti (terzo mercato per gradimento del cibo italiano) mentre si registra una flessione in Giappone e Cina. A fronte dell’andamento nel complesso negativo del mercato interno, l’export è sempre più un canale necessario per la crescita; la domanda estera, in particolare da parte dei Paesi emergenti, ma anche il mantenimento delle quote di export nei Paesi UE, pari a 2/3 della quota di export totale, è al momento l’unica forza trainante, seppure con alcune incertezze in prospettiva, legate alla contraffazione, all’evolversi del fenomeno dell’Italian sounding e al contenzioso dei “semafori” in Gran Bretagna. In termini di competitività, si tratta di un danno enorme, poiché la contraffazione fa perdere al sistema Paese 60 miliardi di euro ed oltre 300.000 posti di lavoro; sicuramente i recenti accordi bilaterali con Canada e Stati Uniti (quest’ultimo in via di definizione) segnano un passo in avanti nella lotta alla pirateria, la UE inoltre consente, con la tutela ex officio, di intervenire e di reprimere le frodi anche su denuncia dei cittadini, ma su questo fronte occorre rafforzare regole internazionali comuni. Per quanto riguarda l’utilizzo delle etichette “a semaforo”, autorizzato dal ministero della Salute del Regno Unito, si tratta di uno strumento che può fornire informazioni approssimative e fuorvianti sulle caratteristiche e le peculiarità dei prodotti agroalimentari italiani, con conseguenze dannose per prodotti come formaggi, salumi e per le eccellenze alimentari, come i prodotti a denominazione di origine. Il Governo italiano ha quindi espresso la propria contrarietà nelle opportuni sede europee, cercando di coinvolgere in questa scelta anche gli altri Paesi della UE. E’ necessario sottolineare che l'andamento positivo dell’agroalimentare sui mercati esteri, benché rappresenti una leva competitiva determinante, compensa solo parzialmente il calo dei consumi interni delle famiglie (-4%); nel 2013 il “paniere della spesa” si è ridotto con riferimento agli acquisti di pesce fresco (-20%), pasta (-9%), latte (-8%), olio di oliva extravergine (- 6%), ortofrutta (- 3%) e carne (-2%). Le imprese italiane devono pertanto puntare di più e in modi nuovi sui mercati esteri, questo è vero sia per quelle che già hanno una presenza all’estero e devono ampliare i bacini di riferimento, sia per quelle orientate al mercato interno che necessitano di nuove leve per l’aumento del fatturato, 12 Bilancio 2013 come, ad esempio, i prodotti di nicchia che, nel mercato nazionale, sono penalizzati dai modelli di consumo low cost. L’accesso ai mercati esteri è una leva talmente importante per il sistema da richiedere incisive politiche commerciali, tese ad eliminare gli ostacoli esistenti come la scarsa patrimonializzazione, la frammentazione del tessuto imprenditoriale e ad esaltare i punti di forza legati al concetto di “made in Italy”. Se la domanda estera per il momento sta compensando la contrazione dei consumi interni è anche vero che la spinta delle esportazioni, dal 2010 ad oggi, ha subito una progressiva decelerazione, passando da una crescita a due cifre nel 2010 (+12,8%) all’attuale incremento del 4,7%. Altro dato che necessita di una dovuta attenzione è la performance non particolarmente brillante di alcuni settori di punta del made in Italy, che nell’insieme sono avanzati a ritmo leggermente inferiore rispetto al totale dell’agroalimentare, ponendo l’esigenza di un rafforzamento del posizionamento del prodotto di qualità italiano all’estero e di maggiore tutela contro la concorrenza sleale, la contraffazione ed il fenomeno dell’Italian sounding. Il prodotto più esportato si conferma il vino che segna il record storico delle vendite e per la prima volta raggiunge un fatturato attorno ai 5 miliardi di euro, seguito dai prodotti base della dieta mediterranea: l'ortofrutta fresca (4,5 miliardi di euro) cresce del 6%, l'olio segna un +10%, con un valore complessivo che raggiunge 1,3 miliardi di euro; aumenta considerevolmente anche la pasta che rappresenta una voce importante del made in Italy sulle tavole straniere con 2,2 miliardi di euro(+4%). Nell’ambito del settore vinicolo, è interessante la dinamica degli spumanti, la cui produzione nel 2013 è cresciuta del 9% raggiungendo i 434 milioni di bottiglie, con un valore all'origine di 735 mila euro. Al contempo il consumo nazionale regredisce per il terzo anno consecutivo, con -8,1 milioni di bottiglie (il 6,2%), il mercato si presenta discontinuo, non ancora maturo, molto legato alla regionalità, con un eccessivo distacco fra produttore e consumatore. Ne deriva che la complessa difficoltà' della domanda impone più elasticità di metodi d'offerta; al contrario l'export aumenta dell'11,5% in volumi e del 16% in valore rispetto al 2012, a significare la crescita di appeal del binomio bollicine-Italia nel mondo. Ad incidere positivamente sui giudizi degli operatori sono stati la buona tenuta degli ordini trainati dalla domanda estera ed il deconsolidamento delle scorte; peggiorano invece le attese produttive di breve periodo anche per fattori stagionali legati al consueto rallentamento delle attività dopo le festività di fine anno. A livello settoriale, i risultati mostrano una situazione piuttosto diversificata: pochi segmenti si distinguono per una performance positiva (olio di oliva, molitoria e dolciaria), altri presentano un miglioramento della fiducia, ma un indice ancora negativo (pane, acque minerali e bevande analcoliche, carni rosse).Quasi la metà dei settori, oltre a mostrare un indice negativo, accusa un peggioramento della fiducia rispetto al trimestre precedente (lattiero-caseari, elaborati di carne, prima lavorazione delle carni bianche, ittico, pasta, mangimistica, vini, gelati). Su base trimestrale, cala la fiducia delle imprese del Nord Ovest e di quelle del Centro, mentre migliora nel Nord Est e nel Mezzogiorno. In generale le imprese dell'industria alimentare nazionale sono riuscite comunque ad incrementare, nel 2013, il fatturato rispetto all'anno precedente, migliorando anche sul piano competitivo. 13 Bilancio 2013 Principali norme che riguardano la Società Di seguito si riportano le principali norme che riguardano l’attività di ISA. 1. Costituzione e risorse Art. 10-ter D.L. 14 marzo 2005, n. 35 convertito con L. 80/2005 “Disposizioni urgenti nell'ambito del piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale” con cui si disciplinano le attività ed il funzionamento di ISA. Art. 10-ter D.L. 30 settembre 2005, n. 203 “Misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria” con cui si regolano le modalità di trasferimento patrimoniali da Sviluppo Italia S.p.A. ad ISA. 2. Interventi agevolati Legge 19 dicembre 1983, n. 700 “Norme per il risanamento, la ristrutturazione e lo sviluppo del settore bieticolo–saccarifero”. Legge 30 luglio 1990, n. 209 “Nuove norme per la ristrutturazione e lo sviluppo del settore bieticolo-saccarifero”. Legge 7 agosto 1997, n. 266 “Interventi urgenti per l'economia”. Delibera CIPE 4 agosto 2000, n. 90/2000 “Delibera quadro su criteri e modalità degli interventi, ex RIBS S.p.A., di Sviluppo Italia S.p.A., Legge 7 agosto 1997, n. 266, art. 23”. Decisione della Commissione Europea 28 febbraio 2001 ad oggetto “Aiuti di Stato/Italia (Aiuto n. 559/2000 prorogato sino al 31 dicembre 2008) Regime di Aiuti Sviluppo Italia (ex RIBS): Aiuti di Stato relativi ad investimenti per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, zootecnici e silvicoli (Delibera CIPE 90/2000)”. Delibera CIPE 2 agosto 2002, n. 58 “Modifica della Delibera CIPE 4 agosto 2000, n. 90, recante Delibera quadro su criteri e modalità degli interventi, ex RIBS S.p.A., di Sviluppo Italia S.p.A. Legge 7 agosto 1997, n. 266, art. 23”. Decisione della Commissione Europea 17 giugno 2009 ad oggetto “Aiuti di Stato N 618/2008 –Italia - Regime di Aiuto ISA S.p.A.”, per gli investimenti alle aziende operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli che sostituisce il Regime di Aiuto recante il n. 559/2000 e resterà in vigore fino al 31 dicembre 2013. La Commissione Europea con Decisione C (2013) 9321 finale del 18 dicembre 2013 ha prorogato al 30 giugno 2014 il Regime di aiuto ISA – SA.27128 (N 618/2008) - in scadenza a fine 2013. 14 Bilancio 2013 Delibera CIPE n. 65/2009 concernente criteri e modalità di intervento di ISA che modifica le precedenti Delibere CIPE n. 90/2000 e n. 58/2002 e costituisce la base giuridica dell’Aiuto di Stato n. 618/2008. Dal combinato disposto del Regime di Aiuto n. 618/2008 e della Delibera CIPE n. 65/2009 si ricavano le prescrizioni per l’intervento agevolato di ISA, nei settori della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, zootecnici e silvicoli. L’intervento di ISA tiene conto della redditività dell’impresa, del rispetto dei requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali, della congruità economico-finanziaria degli investimenti, dell’impatto occupazionale e benefici per i produttori agricoli derivanti dalla realizzazione degli investimenti e dallo svolgimento dell’attività produttiva. Il Mipaaf verifica la compatibilità di ciascun intervento agevolato con la normativa di riferimento (Delibera CIPE n. 65/2009 e Regime di Aiuto n. 618/2008). Le risorse finanziarie sono concesse da ISA per la realizzazione di investimenti, sotto forma di partecipazione di minoranza e di prestito a tasso agevolato. 3. Interventi a condizioni di mercato Legge 23 dicembre 1996, n. 662 “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica”. ISA, sulla base di quanto disposto da questa legge, può acquisire delle partecipazioni di minoranza ed erogare finanziamenti a società operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, a condizioni compatibili con i principi di economia di mercato. La Commissione Europea concede il nulla osta agli interventi di mercato previa verifica della compatibilità con i propri principi. 4. Supporto alla Pubblica Amministrazione A) Contratti di Filiera Art. 66 Legge 27 dicembre 2002, n. 289 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria 2003)”. D.M. 1 agosto 2003 “Criteri, modalità e procedure per l'attuazione dei Contratti di Filiera”. In applicazione della Legge 289/2002, il Mipaaf, al fine di favorire l’integrazione di filiera del sistema agricolo e agroalimentare ed il rafforzamento dei distretti agroalimentari nelle aree sottoutilizzate, ha promosso i Contratti di Filiera. Con D.M. del 5 giugno 2006, il Mipaaf ha affidato ad ISA la gestione per l’attuazione dei Contratti di Filiera. Con D.M. 542 del 19 dicembre 2012, il Mipaaf, ai sensi dell'articolo 63 del Decreto-Legge 24 gennaio 2012 n. 1, convertito con modificazioni dalla Legge 24 marzo 2012 n. 27, ha determinato 15 Bilancio 2013 le modalità di erogazione dei rientri di capitale e interessi dei mutui erogati per conto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dall'Istituto Sviluppo Agroalimentare (ISA) S.p.A., per i finanziamenti agevolati dei Contratti di Filiera e di distretto di cui all'art. 1 della Legge 3 febbraio 2011, n. 4. Successivamente il Mipaaf ha emanato la Circolare n. 558 del 20 dicembre 2012 recante le caratteristiche, le modalità e le forme per la presentazione delle domande di accesso ai Contratti di Filiera e di Distretto. B) Buonitalia S.p.A. Art. 10 D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito con Legge n. 80/2005 “Disposizioni urgenti nell'ambito del piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale”. L’articolo 10-ter c.3, del D.L. 203/2005 convertito con L. 248/2005 (“Decreto Competitività”), ha attribuito a Buonitalia la realizzazione di un programma per un migliore accesso ai mercati internazionali dei prodotti agroalimentari italiani, ponendo a carico delle risorse di ISA l’onere per la realizzazione, pari a 50 milioni di euro. 5. Disciplina intermediari finanziari Con l’entrata in vigore delle disposizioni del D.Lgs. n. 141/2010 (“Attuazione della Direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del Titolo V del Testo Unico Bancario (TUB) in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi”), la disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario di cui al Titolo V del TUB è stata riformata ed uniformata. In particolare, il Decreto ha eliminato la precedente differenza tra soggetti iscritti nell’elenco generale e speciale di cui agli artt. 106 e 107 del TUB, prevedendosi ora nella nuova versione dell’art. 106 del TUB un unico Albo degli intermediari autorizzati all’attività di concessione di finanziamenti, sotto qualsiasi forma, nei confronti del pubblico, per la cui iscrizione sono richiesti determinati requisiti organizzativi e patrimoniali nonché di onorabilità, professionalità e indipendenza, indicati dall’art. 107 del TUB. L’art. 10 del D.Lgs. n. 141/2010 definisce le disposizioni transitorie applicabili e, in particolare, stabilisce che gli intermediari finanziari che, alla data di entrata in vigore del decreto legislativo, risultano iscritti nell’elenco generale di cui all’art. 106, nell’elenco speciale di cui all’art. 107 o nella sezione di cui all’art. 155, comma 4 del TUB, nonché le società fiduciarie possono continuare ad operare per un periodo di 12 mesi successivi al completamento degli adempimenti indicati al comma 3 dello stesso art. 10 (l’adozione di disposizioni attuative e la costituzione degli Organismi previsti dal decreto). Sino alla scadenza di tale periodo, la Banca d’Italia continua a tenere l’elenco generale, l’elenco speciale e la sezione separata. Alla data di predisposizione del presente Bilancio ISA continua ad essere iscritta nell’elenco speciale di cui all’articolo 107 del TUB. Entro tre mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni attuative, ISA sarà tenuta a presentare alla Banca d’Italia un’istanza di autorizzazione ai fini dell’iscrizione al nuovo Albo di cui all’emendato art. 106 del TUB. 16 Bilancio 2013 Fatti rilevanti della gestione 1. Il contesto Per l’economia italiana il 2013 viene archiviato come un altro anno di forte difficoltà. Il PIL annuo si è attestato al -1,8%, le condizioni del credito alle imprese e famiglie sono ancora tese e continuano a rappresentare un freno alla ripresa (-8% su base annua la rilevazione a novembre di Banca d’Italia), la disoccupazione ha continuato a crescere, raggiungendo il 12,9% a gennaio 2014 (+ 1,1 punti in un anno), la contrazione della spesa per i consumi finali (fonte Coldiretti) è crollata del 7% dall’inizio della crisi nel 2008 con un taglio di 57,8 miliardi di euro. In particolare, se nei primi anni della crisi gli italiani hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, come abbigliamento e calzature, nel 2013 sono stati ridotti in maniera sensibile anche gli acquisti alimentari, con un crollo record del 3,1% della spesa alimentare rispetto all’anno precedente. In prospettiva vi sono però segnali di miglioramento, il PIL, sostenuto dalle esportazioni e dalla variazione delle scorte, ha interrotto la propria caduta nel terzo trimestre del 2013, segnando nel quarto trimestre 2013, un ritorno al segno positivo (+0,1%). Seppure il quadro economico descritto rimane ancora molto critico, il settore agroalimentare registra alcuni elementi positivi. Infatti è proprio l’agroalimentare a sostenere le esportazioni con un aumento dei volumi. In tale contesto ISA ha operato finanziando gli investimenti produttivi e patrimonializzando le aziende agroalimentari fornendo, così, un supporto concreto a piani industriali sfidanti e volti all’internazionalizzazione di quelle aziende impegnate nell’export Tra l’altro, si è notato, che tra gli effetti positivi per le aziende in partnership con ISA vi è una maggiore fiducia degli istituti di credito nel supportare le stesse in quanto nei progetti condivisi da ISA vi è evidenza e certezza dello sviluppo complessivo del settore in cui si interviene. 2. Gestione del portafoglio Al 31 dicembre 2013 il portafoglio di ISA, dopo l’estinzione in corso d’anno di 3 finanziamenti, è composto da 40 interventi, di cui 22 solo finanziamenti, 12 finanziamenti a società tutt’ora partecipate e 6 solo partecipazioni, di cui 4 acquisiti nell’ambito di operazioni a condizioni di mercato. Nel corso del 2013 ISA ha infatti erogato 23 milioni di euro di cui circa 19 per finanziamenti agevolati finalizzati alla realizzazione di investimenti volti all’innovazione di processo e di prodotto ed in parte acquisendo quote di capitale di aziende che hanno sviluppato processi di razionalizzazione di propri piani commerciali ed, al contempo, migliori politiche di remunerazione dei prezzi a favore degli agricoltori. I restanti 4, 2 milioni di euro sono stati erogati a favore delle filiere produttive italiane nell’ambito del programma “Contratti di Filiera” gestito da ISA per conto del Mipaaf. 17 Bilancio 2013 Il Consiglio di Amministrazione di ISA ha incrementato il portafoglio delle società, approvando nel corso del 2013 nuove operazioni per 30,2 milioni di euro. I 40 investimenti in portafoglio, sia a titolo di partecipazione al capitale sociale sia a titolo di finanziamento agevolato, ammontano a circa 343 milioni di euro (su detti interventi, risultano già rimborsati circa 116 milioni di euro, pari al 34%). Le erogazioni effettuate nel 2013 ammontano a circa 18,8 milioni di euro di cui 12,8 milioni di euro relativi ad operazioni di finanza agevolata (L. 266/97) e 6,0 milioni di euro per la sottoscrizione di un aumento di capitale sociale a condizione di mercato (L. 662/96). Complessivamente, i rientri di quote capitali sono pari a circa 24,4 milioni di euro e sono relativi a finanziamenti a suo tempo erogati. Nell’esercizio sono state dismesse due partecipazioni, acquisite dai soci di maggioranza, per circa 30 mila euro, determinando per una di esse una plusvalenza di 360 euro. Con riferimento alla distribuzione geografica dei 40 investimenti in portafoglio, le erogazioni sono distribuite in 14 regioni, una in più rispetto al 2012 (Umbria): nel Nord, le erogazioni effettuate ammontano complessivamente a 230,1 milioni di euro (24 interventi) pari al 67,0% del totale erogato, di cui il 57,0% è concentrato nelle due regioni notoriamente più strutturate per l’attività agroalimentare su base industriale (Emilia Romagna con il 35,3% e 13 interventi e Veneto con il 21,7% e 6 interventi), al Centro, le erogazioni ammontano a 19,4 milioni di euro (5,7% e 5 interventi), nel Sud ed Isole, le erogazioni ammontano 93,7 milioni di euro (27,3% e 11 interventi). In particolare la Puglia risulta, dopo Emilia Romagna e Veneto, la terza regione per importanza di somme erogate (51,9 milioni di euro pari al 15,1% e 5 interventi). Il grafico seguente riassume la distribuzione geografica degli investimenti ponderati per l’ammontare: 18 Bilancio 2013 L’ammontare medio di ciascun investimento, sempre come somma di partecipazione e/o di finanziamento agevolato per erogato lordo, risulta pari a circa 8,6 milioni di euro. Per quanto riguarda i comparti di intervento, gli investimenti già effettuati risultano, per circa il 91% (sempre in termini di ammontare totale), destinati ad aziende operanti nei comparti ortofrutticolo (44,8%, in incremento di 2,7 punti percentuali rispetto al 2012), zootecnico (30,5%, in riduzione di 2,6 punti percentuali rispetto al 2012), lattiero-caseario (10,5%, in incremento di 0,9 punti percentuali rispetto al 2012) e vitivinicolo (5,0%, in incremento di 0,6 punti percentuali rispetto al 2012), come illustrato nel grafico che segue. 3. Nuovi investimenti ISA, nel corso del 2013, ha proseguito le attività di scouting attraverso la partecipazione a incontri pubblici e a meeting con associazioni di categoria. Durante i diversi incontri che si sono svolti presso la sede di ISA, la società ha fornito informazioni ed assistenza progettuale agli operatori del settore interessati a definire nuove ipotesi di investimento. Grazie all’avvio dell’attività di mailing rivolta ai referenti delle aziende target si sono incrementati i contatti con gli imprenditori e attraverso una apposita casella di posta elettronica sono state fornite le informazioni di base in risposta ai quesiti ricorrenti sull’operatività della società. Questa attività ha ottenuto riscontri positivi, tanto è che per 20 idee progettuali presentate si è avviato l’iter di esame del potenziale investimento. Solo a seguito di questa verifica si è proceduto con l’istruttoria tecnico-creditizia che è finalizzata alla verifica del merito di credito e del metodo progettuale. 19 Bilancio 2013 Nell’arco del 2013, cinque istruttorie tecnico-creditizie sono andate a buon fine con la conseguente approvazione da parte del C.d.A. di cinque progetti d’investimento, per un ammontare complessivo degli impegni finanziari, pari a 30,2 milioni di euro, distribuiti nei settori vitivinicolo, zootecnico, ortofrutticolo ed oleario; i 5 investimenti approvati riguardano 4 operazioni di finanza agevolata ed 1 strutturata a condizioni di mercato e sottoposta, tramite il Mipaaf, al nulla osta a procedere da parte della Commissione Europea. Nel dettaglio i progetti approvati riguardano: 1. TERRE D’OLTREPO’ Il finanziamento di circa 2 milioni di euro concesso a Terre d’Oltrepò permetterà l’ampliamento di alcuni reparti della produzione vitivinicola all’interno di un investimento ammissibile di circa 4 milioni di euro. L’intervento di ISA a favore della cooperativa agevolerà l’innovazione tecnologica di alcuni reparti della produzione con conseguente incremento della capacità produttiva, finalizzata alla realizzazione del piano commerciale ed un aumento delle remunerazioni e del numero di soci conferenti. Gli investimenti effettuati, una volta a regime, consentiranno un incremento della Produzione Lorda Vendibile (PLV) di 10 milioni di euro passando da 25 milioni di euro a circa 35 milioni di euro (+40%). Inoltre, l’occupazione verrà incrementata del 6%. 2. FAZI Il mutuo di ISA concesso alla Fazi S.p.A., di oltre 2 milioni di euro, consentirà l’acquisizione di assets produttivi per la lavorazione delle carni suine, nonché lo sviluppo di azioni immateriali inserite nei piani commerciali e di marketing. Il business plan della Fazi sarà in grado di promuovere sui mercati le produzioni realizzate interamente in Italia, apportando un significativo beneficio alla produzione zootecnica nazionale, infatti, realizzati gli investimenti, la società potrà trasformare oltre 13 milioni di euro di acquisti di materia prima raggiungendo un fatturato aggregato di oltre 22 milioni di euro. 20 Bilancio 2013 3. JEIO BELSTAR Con il finanziamento di ISA di oltre 7 milioni di euro, la Jeio Belstar del gruppo Bisol, acquisirà un nuovo stabilimento per la produzione del prosecco e realizzerà una ottimizzazione della logistica interna, tramite un innovativo magazzino automatizzato. Il piano commerciale approvato consentirà un importante occupazione incrementale (+50%) ed un significativo beneficio agricolo riservato all’acquisto di uve nazionali prodotte nei territori inseriti nel disciplinare dei vini DOC e DOCG con conseguente incremento della PLV di oltre il 50% (da circa 5,5 milioni di euro attuali a oltre 8 milioni di euro a regime). 4. OLIO DANTE Con la capitalizzazione della newco “OLIO DANTE” da parte di ISA per 15 milioni di euro, che si sommano ad altri 15 milioni di euro dati dall’apporto di altri soggetti privati, verrà realizzato un piano industriale che prevede investimenti programmati per oltre 30 milioni di euro, di questi la metà sono destinati al completamento degli investimenti industriali e l’altra parte ad un piano commerciale teso prevalentemente ai mercati internazionali. Al consistente impatto occupazionale (89 occupati medi annuali) seguirà un significativo incremento degli acquisti di materia prima di provenienza nazionale (oltre il +60% dei volumi rispetto a quanto acquistato dal Gruppo nel 2013) . 5. GRANFRUTTA ZANI Il finanziamento concesso a Granfrutta Zani per circa 4 milioni di euro nel settore della lavorazione dell’ortofrutta, prevede la realizzazione di un investimento materiale per la più efficiente conservazione dei prodotti stoccati, soprattutto finalizzato ai prodotti con più alto valore aggiunto. Oltre ad un evidente miglioramento della remunerazione dei soci produttori, l’investimento comporta un incremento consistente della PLV (+26%) superando così i 58 milioni di euro rispetto agli attuali 46 milioni di euro, con conseguente beneficio per i produttori ortofrutticoli nazionali. 21 Bilancio 2013 4. Contratti di Filiera I “Contratti di Filiera” sono lo strumento di intervento principale dello Stato italiano a favore delle filiere agroalimentari, consentito dalla Unione Europea con Regime d’Aiuto n. 379/2008 per il quale Mipaaf concede agevolazioni sotto forma di contributo in conto capitale e/o finanziamento agevolato per la realizzazione di azioni materiali e immateriali. Lo scopo fondamentale è quello di favorire l’integrazione del sistema agricolo e quello della trasformazione e commercializzazione, tramite un accordo di filiera teso a distribuire in maniera più equa il valore aggiunto prodotto all’interno della filiera. Per realizzare tale intervento, sin dalla sua prima introduzione, il Mipaaf si è avvalso di ISA quale soggetto attuatore. ISA pertanto è divenuta il soggetto istituzionale che agisce per conto del Mipaaf in un programma che prevedeva investimenti complessivi per 246 milioni di euro, cui si aggiungono ulteriori 250 milioni di euro di investimenti per il III bando. Nel 2013 le filiere agroalimentari inserite nel programma dei Contratti del I e II bando hanno ricevuto da ISA 4,2 milioni di euro per l’avvenuta realizzazione di programmi di investimento materiale e di azioni immateriali volte ad una ottimizzazione della capacità produttiva e una migliore distribuzione della ricchezza al loro interno. Con 1,5 milioni di euro di contributi in conto capitale e 2,7 milioni di euro di finanziamenti agevolati, concessi in nome e per conto del Mipaaf, nel corso del 2013, il programma complessivo ha superato i 70 milioni di euro di erogazioni, coinvolgendo complessivamente 176 beneficiari nelle 14 filiere costituite. Contratto di filiera Numero Beneficiari Contributo in conto capitale Finanziamento Agevolato Territori Divini 63 12.878.083 1.765.224 14.643.307 SIGRAD 13 6.659.516 660.853 7.320.369 COZAC 4 932.528 - Totale Agevolazioni 932.528 CCBI 9 1.175.007 551.252 1.726.259 CAVIRO 4 1.552.342 871.340 2.423.682 Florconsorzi 4 1.856.103 370.327 2.226.430 CISA 5 1.855.751 - 1.855.751 - 1.505.872 ATSFP 4 1.505.872 Vigne Cantine 38 3.582.750 465.305 4.048.055 Alta Qualità 4 4.374.730 2.406.862 6.781.592 Campoverde 1 4.157.955 1.241.495 5.399.450 Totale 149 40.530.637 8.332.657 48.863.294 UNAPROL 7 799.613 5.071.571 5.871.185 Granaio Italiano 12 679.944 2.348.883 3.028.827 CO. AGR. ENERGY 8 1.492.518 11.390.537 12.883.055 Totale 27 2.972.076 18.810.992 21.783.067 TOTALE COMPLESSIVO 176 43.502.712 27.143.649 70.646.361 22 Bilancio 2013 La conclusione dei progetti del I e II bando è prevista nel corso del 2014 e quindi, ISA, sarà chiamata a completare le erogazioni nel corso del 2015 e del 2016. In considerazione dell’esigenza di far proseguire le attività di accompagnamento nella realizzazione degli interventi delle filiere e nella gestione tecnico – amministrativa del programma, il Mipaaf ha, con proprio decreto, approvato la proroga della convenzione in essere con ISA al 31 dicembre 2016 (D.M. n. 23879 del 23 luglio 2013). A fronte dei risultati raggiunti nella gestione del programma precedente ISA, è stata chiamata dal Mipaaf a svolgere per suo conto le attività previste nel III bando dei Contratti di Filiera, attivato ai sensi dell’art. 63 del D.L. 24 gennaio 2012 n. 1. I “nuovi Contratti di Filiera” prevedono il coinvolgimento di ISA per quanto concerne gli investimenti immateriali, mentre le agevolazioni riguardanti gli investimenti materiali verranno erogate a valere su fondi FRI, gestiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, mediante banche concessionarie autorizzate dalla stessa. ISA, inoltre, è autorizzata ad anticipare per un importo massimo 15 di milioni di euro le risorse finalizzate al finanziamento dei Contratti di Filiera, reperite tramite l’utilizzo dei rientri di capitale ed interessi dei mutui erogati da ISA per conto del Mipaaf nel corso dei precedenti programmi. Al fine di consentire ad ISA di svolgere il proprio ruolo di assistenza nella realizzazione dei “nuovi Contratti di Filiera”, il Mipaaf ha determinato le modalità di intervento di ISA, statuendo che, con apposita convenzione, sarà stabilità l’articolazione delle attività (D.M. 542 del 19 dicembre 2012). Nelle more della sottoscrizione della suddetta convenzione, il Mipaaf ha già richiesto (nota 28590 del 19 luglio 2013) ad ISA di attivarsi nella prima fase di assistenza affidando ad essa le funzioni di: 1. accertamento relativo alla ricevibilità delle domande di accesso ai Contratti di Filiera; 2. verifica delle disponibilità finanziarie ISA derivanti dai rientri di capitale e interessi relativi ai mutui erogati a valere sui primi 2 bandi dei Contratti di Filiera; 3. assistenza al Mipaaf nei rapporti con le Banche e gli altri Enti coinvolti nel programma. Relativamente al punto 2, il Consiglio di Amministrazione di ISA, in data 28 novembre 2013, ha confermato la propria disponibilità ad effettuare le anticipazioni che verranno richieste, nei limiti di quanto previsto dalla normativa. 23 Bilancio 2013 Altri fatti di rilievo Nel corso del 2013, a seguito di una politica di revisione e contenimento del costo del personale, sono stati risolti 4 contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, con conseguente redistribuzione dei carichi di lavoro sul personale in essere. In particolare, è stata soppressa l’Area Regionalizzazione e Nuovi Strumenti Finanziari, riducendo di una unità il numero delle posizioni dirigenziali. Tale misura ha contribuito alla diminuzione del costo complessivo del personale. ISA, al 31 dicembre 2013, non ha in essere alcun contratto di collaborazione a progetto (co.co.pro.) e nessun contratto di consulenza a favore di persone fisiche. La riduzione di costi di tale voce è stata sostanzialmente azzerata passando dai 255 mila euro del 2012 ai 25 mila euro del corrente anno. Nel primo semestre, ISA ha chiuso gli uffici periferici di Milano e Venezia, risolvendo i contratti in essere ed ottenendo un risparmio su base annua di 27 mila euro complessivi, oltre gli altri costi di funzionamento. Inoltre, la rinegoziazione del canone di locazione della unica sede di Via Palestro in Roma ha consentito un risparmio per l’anno 2013 di circa 70 mila euro e complessivamente una riduzione di altri 190 mila euro circa per il biennio successivo. I costi operativi in generale, a seguito delle politiche di riduzione attuate nel corso dell’esercizio, sono diminuiti di 486 mila euro, ossia del -25,4% rispetto al 2012. Durante l’anno, si è provveduto ad un assessment delle attività di controllo di secondo livello con conseguente implementazione dei flussi informativi tra le varie funzioni interessate. In particolare tali attività, tese al miglioramento dei presidi funzionali hanno riguardato l’antiriciclaggio e la lotta al finanziamento del terrorismo, la Compliance e il Risk Management. La funzione antiriciclaggio è stata dotata di un innovativo strumento informatico per le verifica delle persone politicamente esposte. Il Consiglio di Amministrazione nel mese di novembre 2013 ha approvato le nuove Policy antiriciclaggio ed il relativo Regolamento della funzione. Per quanto attiene il presidio del Risk Management ad aprile 2013 è stato approvato il relativo Regolamento. Nel corso dell’anno sono state aggiornate le procedure organizzative in essere, per renderle più funzionali ed adeguate ai mutamenti normativi ed alle esigenze operative della Società derivanti dal processo riorganizzativo portato a termine. In particolare, in ossequio alle indicazioni dell’Organismo di Vigilanza, redatte nella relazione annuale per l’anno precedente, nel corso del 2013, sono state adottate le procedure inerenti la gestione della liquidità ed il protocollo sull’utilizzo dei sistemi informatici ed il relativo disciplinare tecnico condiviso con la RSA aziendale. 24 Bilancio 2013 Nel secondo semestre del 2013, ISA ha avviato una revisione delle attività di tutela e messa in sicurezza dei dati personali, cosi detta Privacy, all’esito della quale si è definito un piano di azioni di miglioramento che verranno realizzate nel primo semestre del 2014. * * * 25 Bilancio 2013 Risultato della gestione Dati economici e patrimoniali I dati di sintesi, opportunamente raggruppati, sono di seguito riportati. 1. Conto economico L’andamento della gestione del 2013 è sintetizzato nel Conto economico riclassificato riportato nella seguente tabella, i cui valori sono espressi in migliaia di euro. Si segnala che dal 1 gennaio 2013 sono entrate in vigore le modifiche al principio IAS 19 – Benefici per i dipendenti -, così come descritto successivamente nella Nota Integrativa del presente Bilancio alla parte A – Politiche Contabili. Ciò ha reso necessario, per uniformità di confronto, una riclassifica del conto economico 2012 per 73 migliaia di euro relativa alle perdite attuariali rilevate nel passato esercizio, pari ad 100 migliaia di euro, al netto dell’effetto fiscale, pari a 27 migliaia di euro, valori dei quali si dà evidenza sotto. 26 Bilancio 2013 Commento alle principali voci di Conto economico: L’andamento economico del 2013 presenta un margine disponibile pari a 10,7 milioni di euro, a cui sono contrapposti costi di gestione ed ammortamenti per 6,4 milioni di euro. Ciò ha generato un utile ante imposte pari a 4,3 milioni di euro ed un utile netto di 3,4 milioni di euro, dopo aver accantonato imposte per 0,9 milioni di euro. Il margine disponibile è determinato dai margini dei singoli settori di attività e, in particolare: il margine di tesoreria, pari a 4.970 migliaia di euro, rappresenta il risultato dei proventi di tesoreria maturati al 31 dicembre 2013 sull’impiego della liquidità disponibile che, al netto degli oneri di gestione, ammonta a 5.232 migliaia di euro, da cui sono dedotti gli interessi passivi per euro 262 migliaia di euro riferiti per 142 migliaia di euro al rapporto di conto di corrispondenza in essere tra ISA e Buonitalia, sul quale maturano interessi convenzionali riconosciuti alla stessa e, per la restante parte, agli interessi maturati sulla liquidità gestita, per conto del Mipaaf, per sostenere le erogazioni sui Contratti di Filiera; il minor margine di tesoreria rispetto al precedente esercizio è essenzialmente dovuto dalla riduzione di liquidità, necessaria per far fronte, a gennaio 2013, al versamento di 25,4 milioni di euro alle casse dello Stato. il margine della gestione delle società in portafoglio, pari a 5.678 migliaia di euro, in incremento rispetto al precedente esercizio, rappresenta il risultato netto delle attività di core business di ISA. In particolare è riferito, per 3.413 migliaia di euro agli interessi maturati sui finanziamenti erogati, per 2.434 migliaia di euro ai proventi assimilati ed interessi relativi alle partecipate Conserve Italia S.C.A., GIV S.p.A. e Amalattea S.p.A., per i cui dettagli si rimanda alla Nota integrativa e per 31 migliaia di euro quale saldo netto positivo tra riprese e rettifiche di valore sulle valutazioni specifiche di posizioni creditizie; a dedurre, per 200 migliaia di euro, agli interessi passivi derivanti dalla valutazione dei crediti secondo il metodo del costo ammortizzato. il risultato netto del contributo Mipaaf, risulta essere pari zero nel 2013 rispetto ai 19.504 migliaia di euro del precedente esercizio, in quanto il contributo dello Stato agli oneri finanziari per il mutuo contratto è terminato nell’esercizio 2012. i ricavi dell’attività di servizi verso Mipaaf e altri sono pari a 26 migliaia di euro, in diminuzione rispetto al precedente esercizio, e si riferiscono all’addebito dei costi di istruttoria ai beneficiari dei progetti approvati relativamente agli interventi agevolati di cui alla L. n. 266/97. Costo del personale ed altri costi operativi ammontano complessivamente a 6.354 migliaia di euro, in sensibile riduzione rispetto all’esercizio precedente di 1.031 migliaia di euro (-14,0%). 27 Bilancio 2013 Le spese per il personale ammontano a 4.924 migliaia di euro e si riducono rispetto all’esercizio precedente di 544 migliaia di euro (-10,0%) principalmente per la riduzione del personale, per la risoluzione di tutte le collaborazioni a progetto (co.co.pro.) nonché dalla contrazione del costo degli organi sociali. Le spese per il personale sono formate dalle retribuzioni erogate al personale dipendente della Società - composto al 31 dicembre 2013 da 35 dipendenti - ammontanti a 3.026 mila euro oltre ad oneri sociali, previdenziali e trattamento di fine rapporto, dal residuale costo di 25 migliaia di euro per l’ultima collaborazione a progetto terminata ad aprile, dai compensi erogati agli organi di amministrazione e controllo per 334 mila euro e per la restante parte, pari a 275 mila euro, alle altre spese relative al personale. Gli altri costi operativi, complessivamente pari a 1.431 migliaia di euro, si riducono rispetto al 2012 di 486 migliaia di euro pari al -25,4%. Gli altri costi operativi sono principalmente riferiti al canone di locazione degli uffici (302 migliaia di euro), all’onere di 268 migliaia di euro derivante dalla quota di indetraibilità dell’IVA (pari al 99% dell’ammontare dell’IVA conto acquisti), a servizi esternalizzati in quanto economicamente più convenienti rispetto all’ipotetica assunzione di personale specializzato per svolgere le stesse attività (251 migliaia di euro complessivi per internal auditing, assistenza fiscale, compliance, vigilanza, assistenza informatica, elaborazione paghe, servizi di cui alla L. 626/94), alle spese obbligatorie per le attività di controllo (102 migliaia di euro complessivi per la revisione contabile e l’organismo di vigilanza), alle spese legali e notarili (48 migliaia di euro), a prestazioni specifiche per servizi scaturenti dagli obblighi relativi all’iscrizione all’elenco speciale, di cui all’art. 107 del TUB (50 migliaia di euro) ed, infine, alle prestazioni svolte da terzi (108 migliaia di euro) per le attività svolte a favore dei Contratti di Filiera e per il monitoraggio degli investimenti finanziati da ISA, queste ultime prestazioni di terzi bilanciate con voci di ricavo per il riaddebito effettuato ai clienti. Gli ammortamenti, leggermente inferiori al 2012, ammontano a 52 migliaia di euro. L’accantonamento netto al fondo rischi e oneri, pari ad un saldo di 23 migliaia di euro, si riferisce, da una parte, a 324 migliaia di euro relativi al riassorbimento di fondi su specifiche potenziali passività di natura giurislavoristica sorte nel corso del precedente esercizio e conclusesi nel 2013, per contro, a nuovi accantonamenti per 301 migliaia di euro effettuati a fronte di passività probabili per le quali si renderà necessario l’impiego di risorse. Le imposte relative all’esercizio 2013 sono pari a 884 migliaia di euro e diminuiscono di 6.453 migliaia di euro a seguito della minor base fiscale imponibile rispetto al precedente esercizio. L’utile netto di esercizio è pertanto pari a 3.407 migliaia di euro, in diminuzione rispetto al precedente esercizio di 11.909 migliaia di euro. 28 Bilancio 2013 2. Stato patrimoniale I dati patrimoniali nella tabella che segue, confrontati con quelli dell’anno 2012, sono espressi in migliaia di euro. Si informa che, con l’entrata in vigore dal 1 gennaio 2013 delle modifiche al principio IAS 19 – Benefici per i dipendenti - così come già precedentemente indicato nella parte economica, sono state apportate riclassifiche dello stato patrimoniale 2012 delle quali si da evidenza qui di seguito. 29 Bilancio 2013 Commento alle principali voci dello Stato patrimoniale I crediti verso enti creditizi, che ammontano a 130,5 milioni di euro, registrano una diminuzione pari a 16,0 milioni di euro, principalmente dovuta all’impegno assolto a Gennaio relativo al trasferimento alle casse dello Stato di 25,4 milioni di euro di cui alla L. 183/2011 e ss.mm., alle erogazioni degli interventi finanziati (18,8 milioni di euro) ed a favore di Buonitalia (7,6 milioni di euro), uscite alle quali si è fatto fronte parzialmente con la copertura derivante dagli incassi per complessivi 29 milioni di euro relativi alle rate in scadenza dei finanziamenti concessi, dall’incasso di 5 milioni di euro del titolo obbligazionario in portafoglio giunto a scadenza a maggio 2013 e con la redditività derivante dalla gestione della liquidità. Gli esborsi finanziari relativi alla gestione operativa hanno trovato totale copertura con parte degli interessi attivi - maturati ed accreditati sui conti bancari – derivanti dalla gestione della liquidità e dagli interessi attivi incassati sulle operazioni finanziate. I crediti verso la clientela, relativamente ai finanziamenti agevolati pari a 158,5 milioni di euro, si riducono di 12,3 milioni di euro rispetto al precedente esercizio, a seguito dell’incasso di quote capitali dei finanziamenti in essere pari a 24,2 milioni di euro, oltre a interessi per 0,3 milioni di euro maturati nel precedente esercizio ed incassati nell’anno, dalla riduzione per riparto di due crediti in procedura concorsuale per 0,2 milioni di euro, dall’incremento dei fondi svalutazione crediti per 0,2 milioni di euro e dall’iscrizione dell’onere derivante dalla valutazione dei crediti al costo ammortizzato per 0,2 milioni di euro; a ciò si contrappongono le nuove erogazioni per 12,7 milioni di euro e gli interessi maturati e non pagati nel corso dell’esercizio per 0,1 milioni di euro. I crediti per le operazioni a condizioni di mercato verso la clientela ammontano a 49,9 milioni di euro e si incrementano di 2,4 milioni di euro per il contrapposto effetto derivante, da una parte, dall’erogazione di 6,0 milioni di euro effettuata a fronte di un nuovo intervento a condizioni di mercato e dalla maturazione nell’esercizio corrente del rendimento minimo atteso pari a 2,4 milioni di euro sulle operazioni in essere, dall’altra, dal pagamento nel 2013, da parte dei clienti, del rendimento su esercizi precedenti pari a 6,0 milioni di euro, di cui 2,6 milioni di euro a titolo di deposito cauzionale su rendimenti da liquidare a termine operazione. Gli altri crediti, per complessivi 7,8 milioni di euro, diminuiscono di 0,5 milioni di euro a seguito dell’incasso al 30 giugno, come programmato, di parte del credito risultante dalla vendita nel 2012 di una partecipazione; tale credito è fruttifero di interessi nella misura convenzionalmente stabilita al tasso fisso del 3% annuo, oltre l’Euribor a sei mesi rilevato dalla Federazione Bancaria Europea e verrà completamente estinto entro il 2015 con l’incasso delle residue due rate costanti il 30 giugno di ogni anno. La parte restante del credito si riferisce essenzialmente ad un credito, maturato nel 2008, relativo alla vendita di una partecipazione al socio di maggioranza e sul quale maturano e vengono incassati interessi di mercato fissati nella misura del 3,125% su base annua. 30 Bilancio 2013 Le attività finanziarie disponibili per la vendita, ammontanti a 5,2 milioni di euro, sostanzialmente stabili rispetto al precedente esercizio, si sono movimentate in entrata con l’acquisto di due partecipazioni di minoranza per complessivi 0,03 milioni di euro a cui si è contrapposto la vendita di altrettante partecipazioni conseguendo una plusvalenza di 360 euro. Le altre voci dell’Attivo risultano pari a 2,1 milioni di euro, diminuiscono di 4,3 milioni di euro essenzialmente per l’incasso a maggio del titolo obbligazionario in portafoglio di 5 milioni di euro giunto a scadenza. La disponibilità in favore di Buonitalia di 15,0 milioni di euro (Fondo L. 248/2005) - di cui 6,1 milioni non disponibili, in ottemperanza di una specifica comunicazione del Mipaaf – si sono ridotte di 7,6 milioni di euro a seguito di erogazioni effettuate. Le altre voci del Passivo, che ammontano a 24,3 milioni di euro, diminuiscono di 1,4 milioni di euro essenzialmente per la riduzione di 1,1 milioni di euro del fondo imposte correnti, azzeratosi a fine esercizio, avendo già, con gli anticipi versati in corso d’anno, sopperito all’intero pagamento delle imposte sul reddito per l’esercizio corrente, a ciò si aggiunge la riduzione del fondo oneri futuri per 0,5 milioni di euro per la risoluzione nell’anno di due contenziosi con il personale ex dipendente. Il Patrimonio netto, pari a 314,7 milioni di euro, si decrementa di 21,7 milioni di euro per l’effetto contrapposto derivante dai seguenti movimenti: diminuzione di complessivi 7,0 milioni di euro delle riserve da utili, deliberata dal Socio nella riunione del 31 gennaio 2013 a parziale modica ed integrazione della decisione assunta nel assemblea del 25 maggio 2012, per adempiere all’incremento del trasferimento alle casse dello Stato richiesto ad ISA, come disposto dalla L. 228/2012; riduzione di complessivi 18,1 milioni di euro, per far fronte, entro gennaio 2014, agli impegni verso le casse dello Stato di cui alle Leggi n. 183/2011 e ss.mm. e n. 228/2012; la decisione assunta dal Socio nel corso dell’Assemblea del 7 maggio 2013 è così composta: destinazione alle Casse dello Stato dell’utile d’esercizio 2013 pari a 14,5 milioni di euro; distribuzione della Riserva da utili esercizi precedenti nella misura di 3,6 milioni di euro; incremento di 3,4 milioni di euro derivante dall’utile netto dell’esercizio. Relativamente agli impegni, pari a 73,6 milioni di euro, questi si riferiscono per 65,8 milioni di euro ad erogazioni che ISA deve ancora effettuare a fronte degli interventi già approvati dal Consiglio di Amministrazione e per 7,8 milioni di euro dagli impegni derivanti da quanto disposto dalla Legge di Stabilità 2013 (L. 228 del 24 dicembre 2012). Con riferimento agli impegni per 65,8 milioni di euro relativi a progetti già approvati, questi si incrementano di 11,3 milioni di euro rispetto al 2012 a seguito del differenziale che scaturisce tra l’importo di 30,2 milioni di euro relativo agli interventi approvati nel corso del 2013 e, a dedurre, dalla somma delle erogazioni effettuate in corso d’anno (pari a 18,8 milioni di euro) oltre al disimpegno di 0,1 milioni di euro quale residuo di progetti i cui finanziamenti sono stati completati nel corso del 2013. 31 Bilancio 2013 3. Indicatori Nella tabella seguente sono rappresentati i principali indicatori, significativi per l’attività svolta da ISA: 32 Bilancio 2013 Il controllo dei rischi L’attività caratteristica di ISA, da valutare sotto il profilo dei rischi, consiste principalmente in: operazioni a condizioni agevolate, con assunzione di partecipazioni di minoranza e finanziamenti a medio-lungo termine; operazioni a condizioni di mercato, con acquisto di partecipazioni e/o finanziamenti a medio- lungo termine. Come meglio illustrato nella Nota integrativa, la Società è esposta alle seguenti tipologie di rischio: 1. Rischio del credito La gestione, la valutazione ed il controllo dei rischi creditizi sono improntati a criteri di sana e prudente gestione. L’assunzione del rischio è basata sulla conoscenza della realtà imprenditoriale, patrimoniale e gestionale di ciascuna società finanziata e del quadro economico in cui la stessa opera. L’iter per gli interventi effettuati da ISA - sia sotto forma di finanziamento a tasso agevolato che di operazione a condizione di mercato formalizzato in una dettagliata procedura – consta di un’analisi delle informazioni presenti nel sistema creditizio, sottoposto al vaglio di diversi livelli operativi e, in caso di esito positivo, all’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione. Inoltre è previsto un costante monitoraggio del soggetto beneficiario dell’intervento per tutta la durata dell’operazione, con la segnalazione alla direzione operativa degli eventuali peggioramenti del profilo di rischio, affinché siano adottate tempestivamente le misure idonee a tutela della Società. Infine i crediti derivanti da finanziamenti agevolati sono assistiti, di norma, da garanzie ipotecarie e, ad ulteriore presidio del rischio, vengono posti nel contratto di finanziamento impegni volti a prevenire il deterioramento del merito del credito. Il rischio di credito è stato definito da ISA come il rischio di incorrere in perdite dovute al peggioramento inatteso del merito creditizio di un cliente affidato, anche a seguito di situazioni di inadempienza contrattuale. Per la quantificazione del capitale interno attuale sul rischio di credito, ISA utilizza la metodologia standardizzata semplificata nell’ambito della determinazione dei requisiti patrimoniali prudenziali (cfr. Circolare Banca d’Italia 216/96 7° agg.). I criteri e le logiche utilizzate ai fini della determinazione dei requisiti patrimoniali prudenziali (metodologia standardizzata) vengono adattate - coerentemente con il budget - per la quantificazione del capitale interno prospettico a fronte del rischio di credito. 33 Bilancio 2013 2. Rischio di controparte Premesso che ISA può operare, per legge, solo ed esclusivamente con imprese patrimonialmente ed economicamente sane, il rischio di controparte è stato definito come il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima dell’effettivo regolamento della stessa; può, in tal senso, considerarsi come una particolare fattispecie del rischio di credito. 3. Rischio di mercato Il rischio di mercato è stato definito come il rischio di variazione sfavorevole del valore di una posizione in strumenti finanziari, inclusa nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza, principalmente a causa dell'andamento dei tassi di interesse nonché, in via indiretta dei tassi di cambio, tassi di inflazione, volatilità, corsi azionari, spread creditizi, prezzi delle merci (rischio generico) e merito creditizio dell’emittente (rischio specifico). ISA non effettua generalmente investimenti in società quotate, riducendo così sensibilmente questa tipologia di rischio, anche se, in futuro, non lo si può escludere. Gli interventi a condizioni di mercato prevedono clausole di uscita dall’investimento garantite con modalità utilizzate usualmente dagli investitori privati per questo tipo di operazioni. L’assunzione di partecipazioni, di minoranza e temporalmente limitate, in caso di operazioni agevolate (come stabilito dalla normativa vigente), sia al momento dell’ingresso, sia all’uscita, avvengono a patrimonio netto della partecipata e, nel caso di società lucrative, sono sempre previste clausole di smobilizzo garantite dai soci di maggioranza. Nel caso di società mutualistiche, il diritto di recesso è stabilito dalla delibera dell’assemblea, che ha riservato la sottoscrizione ad ISA; in tali delibere può essere previsto un fondo per accantonare le risorse al servizio del recesso. La Società, infine, non assume esposizioni per rischio di cambio e non presenta rischio di matching sui tassi, né rischio di liquidità. 4. Rischio operativo Per rischio operativo si intende il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione, quello di non conformità (c.d. “compliance”) e quelli di riciclaggio e finanziamento al terrorismo. Il sistema di controllo interno di cui la Società si è dotata, si esplica attraverso le funzioni dell’Auditing, del Controllo di Gestione, delle strutture di verifica delle attività previste nelle procedure e, in particolare, nella procedura investimenti. 34 Bilancio 2013 Il presidio dei rischi è garantito, oltre che dalle procedure descritte, dall’integrazione di adeguate procedure informatiche che salvaguardano l’azienda dal verificarsi di errori tecnici ed umani in tutte le fasi dell’operatività, evitando conseguenze dannose, sia sotto il profilo economico sia sotto il profilo di immagine della Società. Per la quantificazione del capitale interno attuale sul rischio operativo, ISA utilizza l’approccio base (Basic Indicator Approach, BIA) nell’ambito della determinazione dei requisiti patrimoniali prudenziali (cfr. Circolare Banca d’Italia 216/96 7° agg.) che è calcolato applicando un unico coefficiente regolamentare all’indicatore del volume di attività aziendale, individuato nel margine di intermediazione. I criteri e le logiche utilizzate ai fini della determinazione dei requisiti patrimoniali prudenziali relativi al Primo Pilastro sono altresì definiti, coerentemente con la pianificazione pluriennale e il budget, per la quantificazione del capitale interno prospettico a fronte del rischio operativo. 5. Rischio di concentrazione Il rischio di concentrazione è stato definito da ISA come il rischio derivante da una concentrazione delle esposizioni del portafoglio crediti verso controparti, gruppi di controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica. ISA, alla data di chiusura del presente Bilancio d’esercizio, avendo una distribuzione frammentata dei propri crediti, non presenta posizioni di rischio da concentrazione. 6. Rischio di tasso Considerato che ISA svolge la propria attività con risorse proprie senza ricorrere al mercato per la raccolta e che i finanziamenti concessi hanno un tasso stabilito da norme imperative, il rischio di tasso di interesse di ISA può essere definito come il rischio attuale e prospettico di volatilità degli utili o del capitale derivante da movimenti avversi dei tassi di interesse. Il capitale interno attuale e prospettico viene stimato sulla base dello scenario di stress dei tassi di interesse previsto dalla formula regolamentare. 7. Rischio di liquidità Il rischio di liquidità è stato definito come inadempimento ai propri impegni di pagamento. Il rischio in analisi è legato all’incapacità di reperire fondi (funding liquidity risk) ovvero alla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk). Per funding liquidity risk si intende il rischio che la Società non sia in grado di far fronte ai propri impegni di pagamento ed alle proprie obbligazioni in modo efficiente, ossia secondo logiche coerenti con il profilo di rischio “desiderato” e a condizioni economiche “eque”, per incapacità a reperire fondi, senza pregiudicare l’attività caratteristica e/o situazione finanziaria. Il funding liquidity risk è solo potenziale poiché ISA non effettua raccolta di pubblico risparmio o presso terzi ed opera esclusivamente impegnando la propria liquidità disponibile; pertanto non potrebbe mai affidare credito in assenza di liquidità (mezzi propri). 35 Bilancio 2013 Per market liquidity risk si intende il rischio che ISA non sia in grado di liquidare un asset se non a costo di incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa liquidità del mercato di riferimento e/o in conseguenza del timing con cui è necessario realizzare l’operazione. Il market liquidity risk è limitato in quanto il riacquisto delle partecipazioni è garantito dai soci di maggioranza nelle società di capitale o dal diritto di recesso nelle cooperative. Per la valutazione e la gestione del Rischio di Liquidità viene utilizzata la metodologia regolamentare di cui all’allegato N, Sezione XI, Capitolo 5 della Circolare 216 della Banca d’Italia, 7° aggiornamento, basata sulla creazione di una “maturity ladder” (tabella delle scadenze) per la determinazione degli sbilanci e della Posizione Finanziaria Netta per le diverse fasce temporali, nonché del time to survive, che indica il numero di mesi di “sopravvivenza” della Società con i propri mezzi senza ricorso a fonti alternative di reperimento della liquidità. Per una migliore e trasparente gestione della liquidità è stata adottata apposita procedura. 8. Rischio strategico Il rischio strategico è stato definito da ISA come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo, da decisioni aziendali errate, da un’attuazione inadeguata di decisioni e da scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo e di mercato. Esso comprende: il rischio di business o commerciale (rischio connesso alla volatilità dei volumi e dei margini anche rispetto alle previsioni di budget generalmente dovuti a modifiche e cambiamenti del contesto competitivo, del comportamento della clientela o dello sviluppo tecnologico); il rischio strategico in senso stretto (rischio di forti discontinuità nelle variabili gestionali derivante da errori nella realizzazione del piano strategico o da inadeguate risposte a variazioni del contesto competitivo prodotte anche da errate decisioni di investimento); il rischio normativo (rischio che le variazioni nell’impianto legislativo nazionale e/o sovranazionale possano minacciare la posizione competitiva della Società e la sua capacità di condurre il business in maniera efficiente). Al fine di ridurre il più possibile tali sotto tipologie di rischio strategico, ISA ha individuato numerosi presidi organizzativi e soprattutto procedurali, sostanzialmente adeguati sul rischio in analisi, tant’è che le strategie operative aziendali sono definite applicando una specifica procedura di budgeting. Per quanto concerne tale tipologia di rischio, ISA, definiti gli obiettivi di budget/piano strategico in termini di risultati economici, volumi, patrimonializzazione, effettua un controllo costante dei risultati a fini gestionali. 9. Rischio reputazionale Il rischio reputazionale è stato definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della Società da parte di clienti, controparti, azionisti della Società, dipendenti, investitori o Autorità di Vigilanza. Il rischio 36 Bilancio 2013 reputazionale viene considerato un rischio di secondo livello o derivato, in quanto viene generato da altri fattori di rischio. I principali fattori di rischio originari sono: rischi operativi; rischio di compliance; rischio strategico e di business. Il rischio di compliance è stato ricompreso nell’ambito del rischio reputazionale. Con riferimento al rischio reputazionale, ISA non determina un capitale interno a presidio dello stesso ma ha definito ed implementato una serie di policy e strumenti che ne permettano un adeguato presidio, soprattutto in considerazione della sua natura di impresa in mano pubblica e quindi del suo dovere di trasparenza. In particolare, ISA ha definito un processo ritenuto adeguato da un punto di vista di un efficace presidio del rischio in analisi che prevede: un’efficace gestione della comunicazione verso la clientela (esclusivamente corporate); l’adozione di un sistema dei controlli adeguato; l’adozione di un Regolamento della funzione di conformità; la gestione dell’informativa verso terzi (sito internet, ecc.); l’adozione di codici di comportamento (codice etico, ecc.); la definizione delle Politiche di gestione sul rischio di non conformità. 10. Rischio riciclaggio e Finanziamento del terrorismo Al fine di analizzare il rischio di riciclaggio, cosi come definito dall’art. 684 C.P., e quello del finanziamento del terrorismo, definito dall’art. 1 del D.Lgs. 109/07, ISA, nel mese di novembre 2013, ha approvato la Policy per la gestione dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo in attuazione del provvedimento di Banca d’Italia del 10 marzo 2011 recante le disposizioni attuative in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l’utilizzo degli intermediari e degli altri soggetti che svolgono attività finanziaria a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Sempre nel 2013, ISA ha adottato il “Regolamento della funzione Antiriciclaggio” con la finalità di diffondere, ad ogni livello della struttura organizzativa, le regole relative al presidio del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Inoltre, la Funzione si è dotata di un innovativo sistema di verifica delle persone politicamente esposte (PEP) implementando le attività di lotta al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio. 37 Bilancio 2013 Le attività di ricerca e sviluppo Nel corso del 2013 ISA non ha svolto attività di ricerca e sviluppo. Evoluzione dell’assetto organizzativo e risorse umane Nel corso del 2013, ISA, proseguendo le già avviate policy di riduzione dei costi aziendali, ha dato corso ad una riorganizzazione interna che ha portato alla risoluzione di quattro contratti di lavoro a tempo determinato e di tutte le collaborazioni a progetto (co.co.pro.). La riorganizzazione attuata ha permesso di ridistribuire su risorse interne i carichi di lavoro precedentemente svolti dal personale che ha cessato l’attività. In tale contesto ISA ha comunque proseguito nel programma di formazione professionale dei propri dipendenti, organizzando 15 corsi di formazione rivolti principalmente allo sviluppo delle competenze amministrative, legali, ed al miglioramento delle lingue straniere, oltre che a programmi formativi e di aggiornamento sulla sicurezza e sull’informatica; complessivamente l’impegno è valso un investimento complessivo di 17 mila euro rispetto ai 19 mila euro del 2012. A fine 2013 l’organico di ISA, con le funzioni in esso integrate che operano guidate da condotte interne codificate da apposite procedure, si attesta a 35 unità come indicato nella sottostante tabella: L’organico a fine 2013 si è ridotto di 3 unità rispetto al 2012 per la risoluzione di 4 contratti a tempo indeterminato, di cui uno riferito ad un dirigente, a cui è seguita un assunzione ex lege 68/99 con contratto a tempo parziale. L’organico al 31 dicembre 2013 è composto per il 31% da donne; l’età media dei dipendenti è di 46 anni; il grado d’istruzione è rappresentato per il 74% da laureati e per la parte restante da diplomati. 38 Bilancio 2013 Il numero e il valore nominale delle azioni Il capitale sociale è costituito da 300.000.000 azioni ordinarie del valore di 1 euro ciascuna, interamente di proprietà del Mipaaf. I rapporti verso imprese del gruppo, controllate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime ISA non detiene partecipazioni di maggioranza, né esercita influenza notevole nelle società partecipate ed è posseduta al 100% dal Mipaaf. La Società, come già detto in altri paragrafi della presente Relazione, fornisce servizi a supporto dell’attività dell’unico azionista sulla base di specifiche convenzioni. ISA, sulla base dell’art. 10-ter c.3 del Decreto Competitività, gestisce il fondo ivi istituito a favore di Buonitalia S.p.A. in liquidazione, controllata dal Mipaaf, e procede di volta in volta alle erogazioni come disposto da decreti ministeriali; sulla base di apposita convenzione per servizi sono riconosciuti a Buonitalia, sul conto di corrispondenza, gli interessi passivi pattuiti. 39 Bilancio 2013 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio ed evoluzione prevedibile della gestione Il 31 gennaio 2014, ISA, in ottemperanza alla L. 183/2011 e ss. mm. (Legge di Stabilità 2012) ed alla L. 228/2012 (Legge di Stabilità 2013) ed in attuazione alla delibera assembleare del 7 maggio 2013 ha provveduto a trasferire alle Casse dello Stato l’importo di 18,1 milioni di euro quale terza tranche di quattro dovute a sostegno dei conti pubblici, portando a 90,7 milioni quanto già trasferito alle Casse dello Stato. Il 31 gennaio 2014, con il Collegato agricoltura alla Legge di Stabilità – A.S. 1328, in linea con gli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica è stata prevista una delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. La riforma degli enti vigilati dal Mipaaf prevede, tra l’altro, che vengano trasferite all’ISMEA le funzioni di ISA. L’iter di approvazione del disegno di legge è particolarmente complesso e, allo stato attuale, non è possibile effettuare alcuna valutazione prospettica circa l’esito e la durata dello stesso, in quanto non si dispone di informazioni utili al riguardo. Per quanto detto, non esistono al momento elementi di certezza che possono pregiudicare la capacità di ISA di proseguire la propria attività in continuità aziendale. Nel mese di marzo il Consiglio di Amministrazione ha approvato un intervento a condizioni di mercato per complessivi 10 milioni di euro da realizzarsi mediante la sottoscrizione di un aumento di capitale sociale nella Carnj cooperativa agricola. L’apporto di ISA , unitamente ad altri 10 milioni di euro sottoscritti dal gruppo Fileni, è finalizzato a sostenere l’ottimizzazione dei processi produttivi di macellazione, lavorazione e trasformazione delle carni avicunicole. Il Gruppo Fileni è uno dei leader italiani nel settore dei polli e copre l’intera filiera. L’investimento a regime porterà a significativi benefici al comparto zootecnico italiano in funzione delle quantità di provenienza nazionale lavorate (+16 mila tonnellate pari al +10%) e di una maggiore remunerazione ai soci conferenti (+13%), nonché ad un sensibile incremento occupazionale previsto in 84 unità. In considerazione di quanto sopra descritto e delle indicazioni fornite dal Tavolo di coordinamento Banca d’Italia, CONSOB e ISVAP in materia di applicazioni degli IAS/IFRS con il documento n. 2 del 6 febbraio 2009, si precisa che, ad oggi, non vi è conoscenza di altri eventi significativi che possano incidere sull’attività caratteristica e sulla continuità aziendale, tali da far prevedere modifiche nell’evoluzione della gestione. Da ultimo, si ricorda al Socio che con l’approvazione di questo Bilancio, il Consiglio di Amministrazione scade e, quindi, dovrà procedere alla nomina del nuovo organo. 40 Bilancio 2013 Proposta all’Assemblea Signor Azionista, il Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013, corredato dalla Nota integrativa, dalla Relazione sulla gestione e dalle Relazioni del Collegio Sindacale e della Società di Revisione PricewaterhouseCoopers, chiude con un utile netto di euro 3.406.691,75, che proponiamo di: – destinare a Riserva legale: euro – 170.334,59; distribuire al Socio, in attuazione della normativa vigente e in particolare della L. 228/2012, art. 1, comma 71, la restante parte pari a: euro 3.236.357,16. Al riguardo, il Consiglio di Amministrazione ricorda all’Azionista che ISA, a seguito della Delibera assembleare del 6 maggio 2011, ha affidato alla PricewaterhouseCoopers il servizio di revisione legale dei conti annuali per gli anni dal 2011 al 2019. Sottoponiamo pertanto all’approvazione la seguente Deliberazione: “L’Assemblea ordinaria degli Azionisti di ISA S.p.A.: preso atto della Relazione del Collegio Sindacale, preso atto della Relazione di Revisione della PricewaterhouseCoopers, approva il Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013, corredato dalla Nota integrativa e dalla Relazione sulla gestione; accoglie la proposta del Consiglio di Amministrazione di destinare l’utile di esercizio, pari ad euro 3.406.691,75, nel modo seguente: – a Riserva legale: euro – 170.334,59; e di distribuire al Socio nel gennaio 2015, in attuazione della normativa vigente e in particolare della L. 228/2012, art. 1, comma 71, la restante parte pari a: euro 3.236.357,16.” Roma, 25 marzo 2014 Il Consiglio di Amministrazione 41 Bilancio 2013 Schemi di Bilancio 42 Bilancio 2013 Stato patrimoniale ATTIVO (in euro) Voci dell'attivo 10 C assa e disponibilità liquide 20 31.12.13 31.12.12 1.537 1.172 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 0 0 30 Attività finanziarie valutate al fair value 0 0 40 Attività finanziarie disponibili per la vendita 5.173.313 5.173.313 50 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 0 5.016.834 60 C rediti 346.755.660 373.202.119 70 Derivati di copertura 0 0 80 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 0 0 90 Partecipazioni 0 0 100 Attività materiali 42.849 90.087 110 Attività immateriali 9.430 29.071 120 Attività fiscali 1.956.870 1.093.827 a) correnti 1.198.193 178.824 b) anticipate 758.677 915.003 di cui alla L. 214/2011 474.332 508.298 0 0 135.677 194.388 130 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 140 Altre attività TOTALE ATTIVO 354.075.337 384.800.812 43 Bilancio 2013 PASSIVO (in euro) Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.13 31.12.12 10 Debiti 0 0 20 Titoli in circolazione 0 0 30 Passività finanziarie di negoziazione 0 0 40 Passività finanziarie valutate al fair value 0 0 50 Derivati di copertura 0 0 60 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 0 0 70 Passività fiscali 210.443 1.376.711 a) correnti 0 1.139.464 b) differite 210.443 237.247 0 0 22.784.859 22.552.674 80 Passività associate a gruppi di attività in via di dismissione 90 Altre passività 100 Trattamento di fine rapporto del personale 906.679 917.981 110 Fondi per rischi e oneri 423.963 901.197 0 0 423.963 901.197 15.003.808 22.588.746 300.000.000 300.000.000 a) quiescenza e obblighi simili b) altri fondi 115 Fondo L.248/2005 art. 10-ter c.3 120 C apitale 130 Azioni proprie (-) 0 0 140 Strumenti di capitale 0 0 150 Sovraprezzi di emissione 0 0 160 Riserve 11.492.464 21.276.353 170 Riserve da valutazione -153.571 -128.962 180 Utile (Perdita) d'esercizio 3.406.692 15.316.110 TOTALE PASSIVO E PATRIMONIO NETTO 354.075.337 384.800.811 44 Bilancio 2013 Conto economico (in euro) CONTO ECONOMICO 10 Interessi attivi e pro venti assimilati 20 Interessi passivi e o neri assimilati M a rgine di int e re s s e 30 Co mmissio ni attive 40 Co mmissio ni passive C o m m is s io ni ne t t e 2013 2012 10.892.950 13.014.229 -261.539 -676.406 10 .6 3 1.4 11 12 .3 3 7 .8 2 3 0 0 -14.356 -8.089 - 14 .3 5 6 - 8 .0 8 9 50 Dividendi e pro venti assimilati 0 20.000 60 Risultato netto dell’ attività di nego ziazio ne 0 0 70 Risultato netto dell’ attività di co pertura 0 0 80 Risultato netto delle attività e delle passività finanziarie valutate al fair value 0 0 90 Utile/perdita da cessio ne o riacquisto di: 360 17.777 a) attività finanziarie b) passività finanziarie 0 0 10 .6 17 .4 15 12 .3 6 7 .5 11 31.450 -1.078.801 0 0 a) spese per il perso nale -4.923.760 -5.468.752 b) altre spese amministrative -1.394.439 -1.880.136 M a rgine di int e rm e dia zio ne 100 Rettifiche/riprese di valo re nette per deterio ramento di: a) attività finanziarie b) altre o perazio ni finanziarie 110 Spese amministrative: 120 Rettifiche/riprese di valo re nette su attività materiali -32.722 -60.220 130 Rettifiche/riprese di valo re nette su attività immateriali -19.642 -17.197 140 Risultato netto della valutazio ne al fair value immateriali 0 0 150 A ccanto namenti netti ai fo ndi per rischi e o neri 23.168 -901.197 160 A ltri pro venti e o neri di gestio ne -11.248 19.691.947 delle attività materiali e 4 .2 9 0 .2 2 1 2 2 .6 5 3 .15 5 170 R is ult a t o de lla ge s t io ne o pe ra t iv a Utili (P erdite) delle partecipazio ni 0 0 180 Utili (P erdite) da cessio ne di investimenti 0 0 4 .2 9 0 .2 2 1 2 2 .6 5 3 .15 5 -883.530 -7.337.045 3 .4 0 6 .6 9 2 15 .3 16 .110 0 0 3.406.692 15.316.110 Ut ile ( P e rdit a ) de ll’ a t t iv it à c o rre nt e a l lo rdo de lle im po s t e 190 Impo ste sul reddito dell'esercizio dell’ o peratività co rrente Ut ile ( P e rdit a ) de ll’ a t t iv it à c o rre nt e a l ne t t o de lle im po s t e 200 Utile (P erdita) dei gruppi di attività in via di dismissio ne al netto delle impo ste Utile (Perdita) d'esercizio 45 Bilancio 2013 Prospetto della redditività complessiva (in euro) Voci 10. 20. Utile (Perdita) d'esercizio Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico Attività materiali 30. Attività immateriali 40. Piani a benefici definiti 50. 60. 70 Attività non correnti in via di dismissione Quota delle riserve di valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico C operture di investimenti esteri 2013 2012 3.406.692 15.316.110 0 0 0 0 -24.608 -72.680 0 0 0 0 0 0 80 Differenze di cambio 0 0 90 C opertura dei flussi finanziari 0 0 Attività finanziarie disponibili per la vendita 0 0 0 0 0 0 100 110 130 Attività non correnti in via di dismissione Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 140 Redditività complessiva (Voce 10+130) 120 0 0 3.382.083 15.243.430 46 Bilancio 2013 Prospetto delle variazioni del Patrimonio netto 2013 Esercizio 2013 (in euro) Esistenze al 31.12.12 Capitale 300.000.000 Modifica saldi apertura Variazioni dell'esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Esistenze al 01.01.13 Operazioni sul patrimonio netto Dividendi e Variazioni di Emissione Acquisto Distribuzione Variazioni riserve altre nuove azioni straordinaria strumenti di destinazioni azioni proprie dividendi capitale Riserve Redditività complessiva 31.12.2013 Altre Variazioni Patrimonio netto al 31.12.2013 0 300.000.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 300.000.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 17.806.440 0 17.806.440 834.851 0 0 0 0 -19.818.741 0 9.200.000 0 8.022.550 3.469.913 0 3.469.913 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3.469.913 da -128.962 0 -128.962 0 0 0 0 0 0 0 0 -24.608 -153.571 di 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 15.316.110 0 15.316.110 -834.851 -14.481.259 0 0 0 0 0 0 3.406.692 3.406.692 0 -14.481.259 0 0 0 -19.818.741 0 9.200.000 3.382.083 314.745.584 Sovrapprezzo emissioni Riserve: a) di utili b) altre Riserve valutazione Strumenti capitale Azioni proprie Utile (perdita) dell'esercizio Patrimonio netto 336.463.501 0 336.463.501 47 Bilancio 2013 Prospetto delle variazioni del Patrimonio netto 2012 Esercizio 2012 (in euro) Esistenze al 31.12.11 Capitale Esistenze al 01.01.12 Operazioni sul patrimonio netto Redditività complessiva 31.12.2012 Patrimonio netto al 31.12.2012 0 300.000.000 0 0 Variazioni Emissione Acquisto Distribuzione strumenti nuove azioni straordinaria di azioni proprie dividendi capitale 0 0 0 0 0 0 0 300.000.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 68.326.239 56.282 68.382.521 15.023.919 0 -65.600.000 0 0 0 0 0 0 17.806.440 0 0 0 0 0 0 0 -150.000.000 0 3.469.913 300.000.000 Sovrapprezzo emissioni Variazioni dell'esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Modifica saldi apertura Dividendi e altre destinazioni Riserve 0 Variazioni di riserve Altre Variazioni Riserve: a) di utili b) altre Riserve valutazione 153.469.913 0 153.469.913 da 0 -56.282 -56.282 0 0 0 0 0 0 0 0 -72.680 -128.962 di 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Utile (perdita) dell'esercizio 15.023.919 15.023.919 -15.023.919 0 0 0 0 0 0 0 15.316.110 15.316.110 0 -65.600.000 0 0 0 0 -150.000.000 Strumenti capitale Azioni proprie Patrimonio netto 536.820.071 0 536.820.071 0 48 15.243.430 336.463.501 Bilancio 2013 Rendiconto finanziario (in euro) 49 Bilancio 2013 RICONCILIAZIONE Il Rendiconto finanziario è stato redatto utilizzando il metodo diretto. In relazione alla sezione 1 dell’attività operativa si precisa che: la voce “dividendi e proventi simili” non include i dividendi incassati su partecipazioni, che risultano essere evidenziati nell’apposita riga nella sezione 1 dell’attività di investimento; la voce “altri ricavi” comprende le riprese di valore da incassi. Inoltre nelle sezioni 2 e 3 dell’attività operativa, è stata indicata la liquidità generata, o assorbita, nel corso dell'esercizio, dalla riduzione/incremento delle attività e passività finanziarie per effetto di nuove operazioni o di rimborsi di operazioni esistenti. Sono, pertanto, esclusi gli incrementi e i decrementi dovuti alle valutazioni (rettifiche e riprese di valore, variazioni di fair value, ecc.), agli interessi maturati nell’esercizio e non pagati/incassati, alle riclassificazioni tra portafogli di attività, nonché all'ammortamento. Nella voce ”altre passività” figura anche il fondo Trattamento di Fine Rapporto del personale dipendente. 50 Bilancio 2013 Nota integrativa 51 Bilancio 2013 Premessa ISA è un investitore istituzionale focalizzato a perseguire obiettivi di sviluppo del settore agroalimentare italiano attraverso l’assunzione di partecipazioni (di minoranza e per un periodo definito) ed il finanziamento di aziende del settore agroalimentare, come indicato nella Relazione sulla gestione che accompagna il presente Bilancio. La sua sede legale è in Roma, via Palestro n. 64. Il 100% del capitale della Società è controllato dal Mipaaf. La presente Nota integrativa è suddivisa nelle seguenti parti: Parte A – Politiche contabili; Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale; Parte C – Informazioni sul Conto economico; Parte D – Altre informazioni. 52 Bilancio 2013 Parte A – Politiche contabili A.1 Parte generale Sezione 1 – Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Il presente Bilancio è redatto in conformità ai principi contabili emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB), inclusi i documenti interpretativi SIC e IFRIC, omologati dalla Commissione Europea, ed in vigore al 31 dicembre 2013, come previsto dal Regolamento dell’Unione Europea n. 1606/2002 recepito in Italia dal Decreto Legislativo 28 febbraio 2005 n. 38. Per semplicità, l’insieme di tutti i Principi e delle Interpretazioni di riferimento sopra elencati sono di seguito definiti come gli “IFRS”. Sezione 2 – Principi generali di redazione La redazione del Bilancio è avvenuta, come detto sopra, in base ai principi contabili internazionali omologati dalla Commissione Europea ed in vigore al 31 dicembre 2013 e in conformità al documento di Banca d’Italia (ultimo aggiornamento pubblicato in data 21 gennaio 2014) “Istruzioni per la redazione dei bilanci e dei rendiconti degli intermediari finanziari ex art. 107 del TUB, degli istituti di pagamento, degli IMEL, delle SGR e delle SIM”, con il quale sono stabiliti gli schemi di bilancio e di nota integrativa degli intermediari finanziari iscritti nell’Elenco Speciale, di cui all’art.107 del D.Lgs. n. 385/1993 (TUB). A livello interpretativo e di supporto nell’applicazione degli IFRS, sono stati utilizzati i seguenti documenti, seppure non omologati dalla Commissione Europea: - The conceptual framework for the financial reporting, emanato dallo IASB nel settembre 2010; - Implementation Guidance, Basis for Conclusions, IFRIC, SIC ed eventuali altri documenti predisposti dallo IASB o dall’IFRIC (International Financial Reporting Interpretations Committee) a complemento dei principi contabili emanati; - documenti predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (OIC). Il Bilancio d’esercizio è costituito dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Rendiconto finanziario, dal Prospetto delle variazioni del Patrimonio netto (tutti espressi in unità di euro), dalla Nota integrativa (i cui valori sono in migliaia di euro, salvo ove diversamente indicato) e dalle relative informazioni comparative. Il Bilancio è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria e il risultato economico dell’esercizio. Nella redazione del presente Bilancio si è ritenuto appropriato l’utilizzo del presupposto della continuità aziendale. Infatti, nonostante l’ipotesi di riorganizzazione delle attività annunciata con il 53 Bilancio 2013 collegato Agricoltura del 31 gennaio 2014 e meglio illustrata alla Sezione 3 – “Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio”, ISA ritiene che in assenza di provvedimenti attuativi del disegno di legge, allo stato attuale, non sussistano incertezze circa la capacità dell’impresa di proseguire la propria attività in continuità aziendale in conformità a quanto previsto dal Principio contabile internazionale IAS 1. I criteri di valutazione adottati sono pertanto coerenti con tale presupposto e rispondono ai principi di competenza, di rilevanza e significatività dell’informazione contabile e di prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica. Tali criteri non hanno subito modifiche rispetto all’esercizio precedente. Se le informazioni richieste dai principi contabili internazionali e dalle disposizioni contenute nel citato provvedimento della Banca d’Italia non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, rilevante, attendibile, comparabile e comprensibile, nella nota integrativa sono fornite informazioni complementari necessarie allo scopo. Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione prevista dai principi contabili internazionali è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, di quella finanziaria e del risultato economico, essa non deve essere applicata (art. 5 comma 1 del Decreto Legislativo n. 38/2005). Nella nota integrativa sono spiegati i motivi della eventuale deroga e la sua influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale, di quella finanziaria e del risultato economico. Nel bilancio dell'impresa gli eventuali utili derivanti dalla deroga sono iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondente al valore recuperato. Gli schemi di Stato patrimoniale, di Conto economico ed il Prospetto della redditività complessiva sono costituiti da voci (contrassegnate da numeri arabi), da sottovoci (contrassegnate da lettere) e da ulteriori dettagli informativi (i “di cui” delle voci e delle sottovoci). Le voci, le sottovoci e i relativi dettagli informativi costituiscono i conti del bilancio. Vengono aggiunte nuove voci e dettagli informativi, purché il loro contenuto non sia riconducibile ad alcuna delle voci o dei dettagli informativi già previste dagli schemi e solo se si tratti di importi di rilievo. Altre informazioni sono fornite nella nota integrativa. Per ogni voce dello Stato patrimoniale, del Conto economico e il Prospetto della redditività complessiva è indicato anche l'importo dell'esercizio precedente. Tali valori comparativi sono stati oggetto di rideterminazione rispetto a quelli presentati nel bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012 a seguito dell’applicazione del nuovo principio IAS 19 – Benefici per i dipendenti i cui effetti sono riportati alla sezione dedicata del paragrafo “Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni omologati e applicati dal 1° gennaio 2013” del presente documento. Se un elemento dell'attivo o del passivo ricade sotto più voci dello Stato patrimoniale, nella nota integrativa viene evidenziato, qualora ciò sia necessario ai fini della comprensione del bilancio, la sua riferibilità anche a voci diverse da quella nella quale è iscritto. Le attività e le passività, i proventi e i costi non sono compensati salvo nei casi in cui ciò è espressamente richiesto o consentito da un principio o da una interpretazione. In presenza di fatti successivi alla data di riferimento, che, ai sensi del Principio IAS 10, comportano l’obbligo di eseguire una rettifica, si provvede ad effettuare tali rettifiche su tutti gli importi esposti in bilancio che ne siano interessati. I fatti successivi, che non comportano rettifica 54 Bilancio 2013 e che quindi riflettono circostanze che si sono verificate successivamente alla data di riferimento, sono oggetto di informativa in nota integrativa nella successiva sezione 3, quando rilevanti e, quindi, in grado di influire sulle decisioni economiche degli utilizzatori. Nel caso in cui la società ritenga di procedere ad un cambiamento di un principio contabile e questo abbia effetti sull’esercizio corrente o su eventuali esercizi precedenti, si provvede, ai sensi del Principio IAS 8, a rettificare i saldi esposti in bilancio che ne siano interessati. Nel commento di nota integrativa alle voci interessate si forniscono, peraltro, le informazioni richieste dal richiamato IAS 8. Allo stesso modo, sempre in applicazione dello IAS 8, si opera nel caso vengano rilevati errori. Inoltre, la redazione del bilancio comporta che la Direzione Aziendale effettui stime contabili basate su giudizi complessi e/o soggettivi, stime basate su esperienze passate e ipotesi considerate ragionevoli e realistiche sulla base delle informazioni conosciute al momento della stima. L’utilizzo di queste stime contabili influenza il valore di iscrizione delle attività e delle passività e l’informativa su attività e passività potenziali alla data del bilancio, nonché l’ammontare dei ricavi e dei costi nel periodo di riferimento. I risultati effettivi possono differire da quelli stimati a causa dell’incertezza che caratterizza le ipotesi e le condizioni sulle quali le stime sono basate. Nel caso in cui emergono tali differenze, queste sono immediatamente riflesse in bilancio non appena conosciute. Sezione 3 – Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio In linea con gli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica, con il Collegato agricoltura del 31 gennaio 2014 (il disegno di legge collegato alla legge di stabilità – A.S. 1328) è stata prevista una delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. La riforma degli enti vigilati dal Mipaaf, prevede, tra l’altro, che vengano trasferite all’ISMEA le funzioni di ISA. L’iter di approvazione del disegno di legge è particolarmente complesso e, allo stato attuale, non è possibile effettuare alcuna valutazione prospettica circa l’esito e la durata dello stesso, in quanto non si dispone di informazioni utili al riguardo. Per quanto detto, non esistono al momento elementi di certezza che possono pregiudicare la capacità di ISA di proseguire la propria attività in continuità aziendale. Sezione 4 – Altri aspetti Il presente Bilancio d’esercizio è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione di ISA nella riunione del 25 marzo 2014. La revisione legale dei conti, ai sensi dell’art.14 del D.Lgs. n. 39 del 27 gennaio 2010, è stata conferita alla società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A. 55 Bilancio 2013 Principi contabili e interpretazioni di nuova emissione, rivisitazioni e modifiche a principi esistenti, non ancora in vigore o non ancora omologati dall’Unione Europea Come richiesto dallo IAS 8, nel seguito sono indicati i nuovi principi e le nuove interpretazioni contabili, oltre alle modifiche ai principi ed alle interpretazioni esistenti già applicabili, non ancora in vigore o non ancora omologati dalla Unione Europea (UE), che potrebbero trovare applicazione in futuro nel bilancio di ISA. Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni omologati e applicati dal 1° gennaio 2013 IAS 1 – Presentazione del bilancio - Esposizione nel bilancio delle voci delle altre componenti di conto economico complessivo In data 16 giugno 2011 lo IASB ha pubblicato una modifica allo IAS 1, al fine di chiarire la presentazione degli elementi contenuti nel conto economico complessivo. La modifica del principio non riguarda gli elementi che devono o non devono essere inclusi nel conto economico complessivo ma interessa solo la loro esposizione. E’ richiesto che gli stessi siano presentati per natura e raggruppati in due categorie: (i) quelli che non saranno successivamente riclassificati nel conto economico, e (ii) quelli che saranno successivamente riclassificati nel conto economico (c.d. recycling), quando talune specifiche condizioni si verificheranno, così come richiesto dagli IFRS. Le modifiche apportate hanno decorrenza a partire dall’esercizio che inizia successivamente al 1° luglio 2012 (quindi, per ISA, l’esercizio 2013) e sono state omologate dalla UE nel giugno 2012. IAS 12 – Imposte sul reddito In data 20 dicembre 2010, lo IASB ha approvato talune modifiche allo IAS 12, relativamente al recupero delle imposte differite afferenti talune tipologie di attività, che tra l’altro abroga il SIC 21 “Imposte su reddito - recupero di attività rivalutate non ammortizzabili”. Le modifiche, superando l’attuale previsione generale dello IAS 12 di valutazione delle modalità di riversamento delle imposte differite attraverso l’uso dell’attività o della passività piuttosto che la sua cessione, introducono la presunzione che, relativamente agli investimenti immobiliari ed alle attività materiali ed immateriali valutate in bilancio al fair value, le relative imposte differite si riverseranno interamente tramite la vendita dell’attività, salvo che vi sia una chiara prova che il recupero possa avvenire con l’uso. Le modifiche allo IAS 12 sono state omologate dalla UE nel dicembre 2012, e devono essere applicate nei bilanci che iniziano successivamente al dicembre 2012 (quindi, per ISA, l’esercizio 2013). L’adozione dell’emendamento non ha comportato effetti sulla valutazione delle voci di bilancio interessate. 56 Bilancio 2013 IAS 19 – Benefici per i dipendenti In data 16 giugno 2011 è stato approvato dallo IASB il nuovo principio IAS 19, relativo ai trattamenti dei benefici per i dipendenti. Il nuovo principio apporta numerosi cambiamenti rispetto alla precedente edizione. Le principali novità introdotte dal nuovo IAS 19 sono le seguenti: a) tutti gli utili e le perdite attuariali maturati alla data di bilancio devono essere immediatamente rilevati nel conto economico complessivo. Pertanto, è stata eliminata sia la possibilità di differimento degli stessi attraverso il cosiddetto metodo del corridoio, non più previsto, che quella di rilevazione nel conto economico; b) eventuali costi legati a cambiamenti nei piani, che comportino variazioni a fronte di servizi già resi, devono essere rilevati nell’esercizio in cui il piano è modificato e non è più possibile differire tali costi nei futuri esercizi di servizio; c) qualsiasi beneficio che comporti un obbligo di servizio successivo alla cessazione del rapporto di lavoro non rientra nella categoria dei termination benefit, con conseguente riduzione del numero di accordi che possono rientrare in questa categoria. Inoltre, una passività per termination benefit può essere rilevata in bilancio solamente nel momento in cui l’entità rilevi i relativi oneri di ristrutturazione, o quando non possa evitare di offrire il termination benefit. Ciò potrebbe comportare la rilevazione di tali benefici in un momento successivo rispetto a quello stabilito dal vecchio principio. Il nuovo IAS 19 è stato omologato dalla UE nel giugno 2012. ISA fino al bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012 rilevava, nell’ambito delle proprie politiche contabili, gli utili e perdite attuariali interamente nel conto economico nel periodo di riferimento. La nuova versione del principio prevede invece una sola modalità di contabilizzazione, che consiste nella rilevazione integrale tra le altre componenti reddituali degli utili e delle perdite attuariali sui piani a benefici definiti. Conseguentemente, l’applicazione retrospettiva della nuova versione dello IAS 19 ha evidenziato: - una riclassifica dello stato patrimoniale al 1 gennaio 2012 dalla voce “160 Riserve” alla voce “170 Riserve da valutazione” per negativi 56 migliaia di euro, per gli utili e le perdite attuariali rilevate sino a tale data pari a 77 migliaia di euro al netto del relativo effetto fiscale pari a 21 migliaia di euro; - una riclassifica dal conto economico 2012 al prospetto della redditività complessiva (voce “40 Piani a benefici definiti”), per 73 migliaia di euro relativa alle perdite attuariali rilevate nel passato esercizio, pari ad 100 migliaia di euro, al netto dell’effetto fiscale, pari a 27 migliaia di euro; - una riclassifica dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2012 dalla voce “160 Riserve” alla voce “170 Riserve da valutazione” per negativi 129 migliaia di euro, per gli utili e le perdite 57 Bilancio 2013 attuariali rilevate sino a tale data pari a 178 migliaia di euro al netto del relativo effetto fiscale pari a 49 migliaia di euro. IAS 32 e IFRS 7 – Compensazione di attività e passività finanziarie In data 16 dicembre 2011 lo IASB ha pubblicato una modifica allo IAS 32 ed all’IFRS 7, che riguarda la modalità di presentazione della compensazione di strumenti finanziari attivi e passivi, nonché le relative informazioni da fornire in bilancio. Le modifiche apportate allo IAS 32 chiariscono che un’entità che redige il bilancio ha un diritto legale a compensare gli importi di attività e passività finanziarie già rilevate contabilmente solo qualora tale diritto: a) non sia condizionato al verificarsi o meno di eventi futuri; b) sia esercitabile sia in caso di continuità operativa dell’entità che redige il bilancio e di tutte le altre parti coinvolte, sia in caso di default, insolvenza o fallimento. Il nuovo principio IAS 32 deve essere adottato obbligatoriamente dal 1° gennaio 2014 (è consentita l’applicazione anticipata), con effetto retroattivo, mentre il nuovo IFRS 7 deve essere obbligatoriamente adottato dal 1° gennaio 2013. I due principi sono stati omologati dalla UE nel dicembre 2012. L’adozione dell’IFRS 7 non ha comportato effetti sulla valutazione delle voci di bilancio interessate. IFRS 13 – Valutazione del fair value Il nuovo principio, emesso in data 12 maggio 2011, illustra come deve essere determinato il fair value ai fini delle valutazioni e dell’informativa di bilancio e si applica a tutti i principi IFRS che richiedono o consentono la misurazione del fair value o la presentazione di informazioni basate sul fair value. L’applicazione del nuovo principio (omologato dalla UE nel dicembre 2012), che enfatizza l’utilizzo, ove possibile, delle fonti di mercato, non ha comportato effetti sull’informativa di Bilancio. Annual improvements to IFRS 2009-2011 Cycle Il 17 maggio 2012 lo IASB ha pubblicato il documento “Annual Improvements to IFRS: 20092011 cycle”, che recepisce le modifiche ai principi nell’ambito del processo annuale di miglioramento degli stessi, concentrandosi su modifiche valutate necessarie, ma non urgenti. Il documento è stato omologato dall’Unione Europea con il Regolamento (UE) n. 301/2013 del 27 marzo 2013 e le modifiche previste devono essere applicate a partire dai bilanci degli esercizi che iniziano da o dopo il 1° gennaio 2013. Le principali modifiche che hanno una rilevanza si riferiscono a: IAS 1 Presentazione del bilancio – Informazioni comparative: si chiarisce che nel caso vengano fornite informazioni comparative addizionali, queste devono essere presentate in accordo con gli IFRS. Inoltre, si chiarisce che nel caso in cui un’entità modifichi un principio 58 Bilancio 2013 contabile o effettui una rettifica/riclassifica retrospettica, la stessa entità deve presentare una situazione patrimoniale riferita all’inizio del periodo comparativo, ma nelle note illustrative non sono richieste informazioni relative a tale situazione patrimoniale aggiuntiva, se non per quanto attiene alle voci interessate dalla rettifica/riclassifica. Tale emendamento è stato utilizzato in riferimento, come già evidenziato nel paragrafo 3.21 “Rideterminazione dei dati di stato patrimoniale e di conto economico”, alla riesposizione retroattiva del cambio dell’accounting policy ai sensi dello IAS 39, della riesposizione dei dati economici dell’esercizio 2012 ai sensi dell’IFRS 5 e dell’applicazione della nuova versione dello IAS 19; IAS 16 Immobili, Impianti e Macchinari – Classificazione dei servicing equipment: si chiarisce che i servicing equipment devono essere classificati tra gli Immobili, Impianti e Macchinari se utilizzabili per più di un esercizio, mentre devono essere classificati tra le rimanenze di magazzino se utilizzati per un solo esercizio. L’adozione dell’emendamento non ha comportato effetti sulla valutazione delle voci incluse nel presente Bilancio; IAS 32 Strumenti finanziari: Esposizione in bilancio - Imposte dirette sulle distribuzioni ai possessori di strumenti di capitale e sui costi di transazione sugli strumenti di capitale: si chiarisce che le imposte dirette relative a queste fattispecie seguono le regole dello IAS 12. L’adozione dell’emendamento non ha comportato effetti sulla valutazione delle voci incluse nel presente Bilancio. Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni omologati e non adottati in via anticipata IFRS 10 – Bilancio consolidato, IAS 27 – Bilancio individuale e IFRS 12 – Informazioni sulle partecipazioni in altre entità Il 12 maggio 2011 lo IASB ha emesso il nuovo principio contabile IFRS 10, a conclusione del progetto legato alla ridefinizione del concetto di controllo e al superamento delle divergenze riscontrate nell’applicazione di tale concetto; infatti, mentre il precedente IAS 27 – Bilancio consolidato e individuale definiva il controllo su un’entità come il potere di determinare le scelte finanziarie e gestionali di un’entità, ottenendone i relativi benefici, il SIC 12 “Consolidamento Special Purpose Entities” interpretava i requisiti dello IAS 27 ponendo maggiore enfasi sui rischi e benefici. Il nuovo principio IFRS 10, che è stato emesso contemporaneamente al nuovo IAS 27 – Bilancio individuale, sostituisce nei contenuti i precedenti IAS 27 e SIC 12, fornendo una nuova definizione di controllo e confermando le metodologie da utilizzare per la predisposizione del bilancio consolidato in ambito IFRS, non apportando modifiche a quanto già rappresentato nel precedente IAS 27. In base all’IFRS 10 un investitore controlla un’entità quando è esposto, o detiene diritti, a rendimenti variabili del suo investimento nell’entità ed ha l’abilità di modificare tali rendimenti attraverso il suo potere sull’entità stessa. Pertanto, il controllo è basato su tre elementi: (i) 59 Bilancio 2013 potere sull’entità, (ii) esposizione, o diritto, a rendimenti variabili dell’investimento nell’entità, e (iii) abilità nell’utilizzare il potere sull’entità per influenzare i rendimenti dell’investimento. In base all’IFRS 10 il concetto di controllo deve essere applicato in tutte le seguenti circostanze: a) quando vi sono diritti di voto, o diritti similari, che danno un potere all’investitore, incluse le situazioni nelle quali l’investitore detiene meno della maggioranza dei diritti di voto ed in quelle in cui vi sono diritti di voto potenziali; b) quando l’entità è organizzata in modo tale per cui i diritti di voto non sono il fattore dominante nel definire chi controlla l’entità, come nel caso in cui i diritti di voto hanno un impatto solamente su aspetti di amministrazione, e le attività rilevanti dell’entità sono influenzate essenzialmente da rapporti contrattuali; c) nei rapporti di agenzia; d) quando l’investitore ha il controllo su specifiche attività di un’entità. Infine, l’IFRS 10 rinvia al nuovo principio IFRS 12 – Informazioni sulle partecipazioni in altre entità (emesso contestualmente agli altri nuovi principi indicati), per quanto attiene alle informazioni da fornire in bilancio relativamente alle partecipazioni detenute in altre imprese. Quest’ultimo principio contiene tutta una serie di obblighi circa le informazioni che l’entità che redige il bilancio deve fornire, relativamente alle partecipazioni in imprese controllate e collegate, nonché agli accordi congiunti (di cui al nuovo IFRS 11, illustrato successivamente). Per quanto attiene al nuovo IAS 27 – Bilancio individuale, questo disciplina solamente le modalità di contabilizzazione e di informativa degli investimenti in imprese controllate, nonché i requisiti per la preparazione, da parte di un’entità, del suo bilancio d’esercizio; relativamente a tali aspetti, il nuovo principio non ha introdotto cambiamenti riproponendo, di fatto, una parte specifica del precedente IAS 27. I nuovi principi IFRS 10, IFRS 12 e IAS 27 sono stati omologati dalla UE nel dicembre 2012, prevedendo la loro adozione obbligatoria al più tardi dall’esercizio con inizio dal 1° gennaio 2014. Non sono attesi impatti sul patrimonio netto derivanti dall’adozione di tali principi. IFRS 11 – Accordi congiunti Il 12 maggio 2011 lo IASB, contestualmente all’emissione dei nuovi principi IFRS 10, IFRS 12 e IAS 27 sopra illustrati, ha emesso il nuovo principio contabile IFRS 11 a conclusione del progetto avviato fin dal 2005 di rivisitazione dello IAS 31 – Partecipazioni in joint venture, tenuto anche conto del nuovo concetto di controllo stabilito dall’IFRS 10. Il nuovo principio sostituisce lo IAS 31 ed il SIC 13 – Entità a controllo congiunto, contribuzioni non monetarie da parte di un socio. Il principio IFRS 11 prevede che il soggetto che è parte di un accordo congiunto determini la tipologia di accordo nel quale è coinvolto, attraverso la valutazione dei propri diritti e obblighi derivanti dall’accordo stesso. Un accordo congiunto è un contratto nel quale due o più parti 60 Bilancio 2013 detengono un controllo congiunto; il principio definisce il controllo congiunto come la condivisione, attraverso un contratto, del controllo di un accordo, che esiste solamente quando le decisioni relative alle attività rilevanti (che influenzano significativamente i rendimenti dell’accordo) richiedono il consenso unanime delle parti che condividono il controllo. In base all’IFRS 11 gli accordi congiunti possono essere classificati in due tipologie: a) joint operation, nel caso di accordi congiunti nei quali le parti che condividono il controllo hanno diritti sulle attività (ed obbligazioni per le passività) oggetto dell’accordo; b) joint venture, nel caso di accordi congiunti in cui le parti hanno diritti sulle attività nette relative all’accordo, come, ad esempio, nel caso di società con personalità giuridica propria. Nel valutare in quale tipologia di accordo sia coinvolta, l’entità deve analizzare i propri diritti e le obbligazioni nascenti dall’accordo stesso, tenendo in considerazione la struttura e le forma legale dell’accordo stesso, i termini contrattuali stabiliti dalle parti e, qualora rilevanti, eventuali altri fatti e circostanze. Da un punto di vista contabile, per gli accordi di joint operation l’IFRS 11 prevede la rilevazione del pro-quota di attività, passività, costi e ricavi derivanti dall’accordo (c.d. “metodo proporzionale”), da misurare in base agli IFRS applicabili a tali attività, passività, costi e ricavi. Per gli accordi di joint venture, invece, il nuovo principio richiede che questi siano contabilizzati in base al metodo del patrimonio netto stabilito dallo IAS 28; pertanto, è stata eliminata l’opzione, contenuta nello IAS 31, di adozione del consolidamento proporzionale. Non sono attesi impatti sul patrimonio netto e nell’informativa di bilancio derivante dall’applicazione del nuovo principio. L’IFRS 11 è stato omologato dalla UE nel dicembre 2012, che ne ha anche stabilito l’adozione obbligatoria al più tardi a partire dall’esercizio con inizio dal 1° gennaio 2014. IAS 28 – Partecipazioni in imprese collegate e joint venture Il 12 maggio 2011 lo IASB, contestualmente all’emissione dei nuovi principi IFRS 10, IFRS 11, IFRS 12 e IAS 27, in precedenza illustrati, ha emesso il nuovo principio contabile IAS 28 – Partecipazioni in imprese collegate e joint venture, per tenere conto di talune modifiche introdotte dai sopracitati principi. Il nuovo principio sostituisce il vecchio IAS 28 – Partecipazioni in imprese collegate, senza peraltro apportare variazioni sostanziali allo stesso; infatti, il nuovo principio non ha modificato il concetto di influenza notevole già contenuto nel vecchio IAS 28, ma introduce l’obbligo di applicazione del metodo del patrimonio netto nella valutazione delle partecipazioni in joint venture, come stabilito dal nuovo IFRS 11. Circa le modalità applicative del metodo del patrimonio netto, sono state confermate quelle già stabilite dal vecchio IAS 28. L’adozione di tale nuovo principio è obbligatoria al più tardi dal 1° gennaio 2014, così come stabilito in sede di omologazione da parte della UE (intervenuta nel dicembre 2012), analogamente ai nuovi principi IFRS 10, IFRS 11, IFRS 12 e IAS 27. Non sono attesi impatti 61 Bilancio 2013 sul patrimonio netto e sull’informativa di bilancio derivanti dall’applicazione del principio così come modificato. IAS 36 - Riduzione di valore delle attività – Informazioni integrative sul valore recuperabile delle attività non finanziarie Il 19 dicembre 2013 sono state omologate le modifiche allo IAS 36 “Riduzione di valore delle attività - Informazioni integrative sul valore recuperabile delle attività non finanziarie” pubblicate dallo IASB il 29 maggio 2013. Le modifiche mirano a chiarire che le informazioni da fornire circa il valore recuperabile delle attività, quando tale valore si basa sul fair value al netto dei costi di dismissione, riguardano soltanto le attività il cui valore ha subito una riduzione. Il documento in esame riporta dei limiti all’obbligo di indicare nelle disclosures il valore recuperabile delle attività o delle cash generating units (CGU), richiedendo tale informazione solo nei casi in cui sia stato contabilizzato un impairment o un reversal di una precedente svalutazione e fornisce chiarimenti in merito all’informativa da rendere in caso di impairment di attività, ove il valore recuperabile sia stato determinato secondo la metodologia fair value less costs to sell. Le modifiche dovranno essere applicate retrospetticamente a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° gennaio 2014. Non devono essere applicate le modifiche per gli esercizi (inclusi quelli comparativi) in cui non si applica anche l’IFRS 13. IAS 39 - Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione – Novazione di derivati e continuazione della contabilizzazione di copertura Il 19 dicembre 2013 sono state omologate le modifiche allo IAS 39 “Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione – Novazione di derivati e continuazione della contabilizzazione di copertura” pubblicate dallo IASB il 27 giugno 2013. Le modifiche riguardano l’introduzione di alcune esenzioni ai requisiti dell’hedge accounting definiti dallo IAS 39 nella circostanza in cui un derivato esistente debba essere sostituito con un nuovo derivato che abbia per legge o regolamento direttamente (o anche indirettamente) una controparte centrale (Central Counterparty – CCP). Il documento è stato ispirato dall’introduzione della European Market Infrastructure Regulation (EMIR) relativa ai derivati over-the-counter (OTC), che mira ad implementare un clearing centrale per certe classi di derivati OTC (come richiesto dal G20 nel settembre 2009). Le modifiche dovranno essere applicate retrospetticamente a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° gennaio 2014. Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni non ancora omologati IFRS 9 – Strumenti finanziari Come già riportato nelle note dello scorso esercizio, in data 12 novembre 2009 lo IASB ha emesso il principio IFRS 9, apportando significative modifiche ai requisiti relativi alla 62 Bilancio 2013 classificazione e valutazione delle attività finanziarie, attualmente regolati dallo IAS 39. A ottobre 2010 tale principio è stato emendato, aggiungendo anche i requisiti di classificazione e valutazione delle passività finanziarie. Il 19 novembre 2013 lo IASB ha pubblicato il documento “IFRS 9 Financial Instruments - Hedge Accounting and amendments to IFRS 9, IFRS 7 and IAS 39” relativo ai requisiti del nuovo modello di hedge accounting. L’IFRS 9 andrà a sostituire l’attuale IAS 39, ma non è ancora stata prevista una data ufficiale di applicazione. Gli aspetti salienti dell’IFRS 9 vertono soprattutto nella previsione di un modello semplificato, che prevede solo due categorie di strumenti finanziari ai fini classificatori e valutativi: strumenti al costo ammortizzato e al fair value. La classificazione è effettuata sulla base sia del modello di gestione dell’attività finanziaria, sia delle caratteristiche contrattuali dei flussi di cassa dell’attività. In particolare, la rilevazione iniziale e la valutazione al costo ammortizzato richiedono che entrambe le seguenti condizioni siano rispettate: a) il modello di gestione dell’attività finanziaria consista nella detenzione della stessa con la finalità di incassare i relativi flussi finanziari; b) l’attività finanziaria generi contrattualmente, a date predeterminate, flussi finanziari rappresentativi esclusivamente di pagamenti in linea capitale ed in linea interessi. Se una delle due condizioni sopra indicate non è soddisfatta, l’attività finanziaria è rilevata inizialmente, e successivamente valutata, al fair value. Tutte le attività finanziarie rappresentate da titoli di capitale sono valutate al fair value. Viene eliminata l’opzione al costo per strumenti partecipativi non quotati e derivati su questi, fornendo peraltro una guida che tratta delle limitate circostanze in cui il costo potrebbe essere individuato come una stima ragionevole del fair value. Un’attività finanziaria che soddisfa i requisiti per essere classificata e valutata al costo ammortizzato può, in sede di rilevazione iniziale, essere designata come attività finanziaria al fair value, con imputazione delle variazioni di valore a conto economico, se tale contabilizzazione consente di eliminare o ridurre significativamente l’asimmetria nella valutazione o nella rilevazione (c.d. “accounting mismatch”) che altrimenti risulterebbe dalla valutazione di attività o passività o dalla rilevazione dei relativi utili o perdite su basi differenti. Inoltre, il nuovo principio prevede che, nel caso di investimenti in strumenti rappresentativi di capitale non detenuti per finalità di trading, bensì per fini strategici, in sede di rilevazione iniziale l’entità possa scegliere irrevocabilmente di valutare gli stessi al fair value con imputazione delle successive variazioni nel conto economico. Per quanto riguarda le passività finanziarie, l’IFRS 9 conferma l’impostazione attuale dello IAS 39, con l’eccezione della fattispecie in cui le passività finanziarie sono designate e rilevate a fair value, con rilevazione a conto economico. Per tutte le passività finanziarie rientranti nella fair value option, gli effetti del cambiamento del merito di credito sono rappresentati nel conto economico complessivo piuttosto che direttamente nel conto economico d’esercizio, a meno che questo trattamento determini un mismatching contabile; in tal caso, l’intera variazione di fair value è riflessa a conto economico complessivo. Il nuovo modello di hedge accounting prevede rilevanti novità rispetto a quello attualmente 63 Bilancio 2013 disciplinato dallo IAS 39. In particolare le novità più rilevanti riguardano: le modifiche per i tipi di transazioni eleggibili per l’hedge accounting, in particolare allargando i rischi di attività/passività non finanziarie eleggibili per essere gestiti in hedge accounting e dando la possibilità di designare come oggetto di copertura un’esposizione aggregata, che include anche uno strumento derivato; la possibilità di designare come strumento di copertura anche uno strumento finanziario valutato a FVTPL; il cambiamento della modalità di contabilizzazione dei contratti forward e dei contratti di opzione quando inclusi in una relazione di hedge accounting; le modifiche al test di efficacia in quanto l’attuale forma verrà sostituita con il principio della “relazione economica” tra voce coperta e strumento di copertura; inoltre, non sarà più richiesta una valutazione dell’efficacia retrospettica della relazione di copertura la possibilità di “ribilanciare” una copertura esistente qualora restino validi gli obiettivi di risk management. Il principio IFRS 9 è attualmente all’esame dell’Unione Europea, nell’ambito di una valutazione complessiva da parte della stessa sull’intero progetto di revisione e sostituzione dello IAS 39. IAS 19 - Defined Benefit Plans: Employee Contributions Il 21 novembre 2013 lo IASB ha pubblicato le modifiche allo IAS 19 relativamente alla contabilizzazione dei contributi dei dipendenti o dei terzi a piani a benefici definiti, con lo scopo di semplificare la contabilizzazione dei contributi che sono indipendenti dal numero di anni di servizio dei dipendenti, ad esempio, i contributi che vengono calcolati in base ad una percentuale fissa di stipendio. Le modifiche si applicano a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° luglio 2014 o da data successiva. Tali modifiche non sono ancora state omologate dall’Unione Europea. IFRIC 21 - Levies A maggio 2013, lo IASB ha emesso l'interpretazione IFRIC 21 - Levies. L'interpretazione è applicabile a tutti i prelievi dello stato diversi da quelli che rientrano nel campo di applicazione di altre norme (ad esempio, IAS 12 Imposte sul reddito) e di multe o altre sanzioni per le violazioni di norme di legge. I prelievi sono definiti nell’interpretazione “deflussi di risorse atte a produrre benefici economici, imposti dallo stato alle società in conformità con la legislazione vigente”. L'interpretazione chiarisce che un'entità deve riconoscere una passività per un prelievo dello stato solo quando l'attività, che fa scattare l’obbligo di pagamento, come identificato dalla normativa applicabile, si verifica. L’interpretazione chiarisce, inoltre, che una passività relativa al prelievo è accantonata progressivamente solo se l'attività da cui deriva il pagamento avviene lungo un arco di tempo. Per un prelievo che viene attivato al raggiungimento di una 64 Bilancio 2013 soglia minima, la passività deve essere rilevata prima che tale soglia sia raggiunta. L’interpretazione è applicabile a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° gennaio 2014. Annual Improvements to IFRS: 2010-2012 Il 12 dicembre 2013 lo IASB ha pubblicato il documento “Annual Improvements to IFRS: 2010-2012 Cycle” che recepisce le modifiche ai principi nell’ambito del processo annuale di miglioramento degli stessi, concentrandosi su modifiche valutate necessarie, ma non urgenti. Le principali modifiche riguardano: - IFRS 2 Share Based Payments – Definition of vesting condition Sono state apportate delle modifiche alle definizioni di “vesting condition” e di “market condition” ed aggiunte le ulteriori definizioni di “performance condition” e “service condition” (in precedenza incluse nella definizione di “vesting condition”). - IFRS 3 Business Combination – Accounting for contingent consideration Le modifiche chiariscono che una contingent consideration classificata come un’attività o una passività deve essere misurata a fair value ad ogni data di chiusura dell’esercizio, a prescindere dal fatto che la contingent consideration sia uno strumento finanziario a cui si applica l’IFRS 9 o lo IAS 39 oppure un’attività o passività non-finanziaria. Le variazioni del fair value (diverse dai measurement adjustments di periodo) devono essere contabilizzate nel conto economico. - IFRS 8 Operating segments – Aggregation of operating segments Le modifiche richiedono di dare informativa delle valutazioni fatte dal management nell’applicazione dei criteri di aggregazione dei segmenti operativi, inclusa una descrizione dei segmenti operativi aggregati e degli indicatori economici considerati nel determinare se tali segmenti operativi abbiano “caratteristiche economiche simili”. - IFRS 8 Operating segments – Reconciliation of total of the reportable segments’ assets to the entity’s assets Le modifiche chiariscono che la riconciliazione tra il totale delle attività dei segmenti operativi e il totale delle attività dell’entità venga fornito solamente se il totale delle attività dei segmenti operativi è regolarmente fornito allo chief operating decision-maker. - IFRS 13 Fair Value Measurement – Short-term receivables and payables Sono state modificate le Basis for Conclusions al fine di chiarire che con l’emissione dell’IFRS 13, e le conseguenti modifiche allo IAS 39 e all’IFRS 9, resta valida la possibilità di contabilizzare i crediti e debiti commerciali a breve senza rilevare gli effetti di un’attualizzazione, qualora tali effetti risultino non materiali. - IAS 16 Property, plant and equipment and IAS 38 Intangible Assets – Revaluation method: proportionate restatement of accumulated depreciation/amortization Le modifiche hanno eliminato le incoerenze nella rilevazione dei fondi ammortamento quando un’attività materiale o intangibile è oggetto di rivalutazione. I nuovi requisiti 65 Bilancio 2013 chiariscono che il gross carrying amount sia adeguato in misura consistente con la rivalutazione del carrying amount dell’attività e che il fondo ammortamento risulti pari alla differenza tra il gross carrying amount e il carrying amount al netto delle perdite di valore contabilizzate. - IAS 24 Related Parties Disclosures – Key management personnel Si chiariscono le disposizioni applicabili all’identificazione delle parti correlate e all’informativa da fornire quando le attività dei dirigenti con responsabilità strategiche sono fornite da una management entity (e non da una persona fisica). In tal caso la management entity è considerata parte correlata ed occorre dare separata informativa in merito alla fornitura dei servizi della management entity; non è necessario indicare, nell’ambito dell’informativa sulla remunerazione dei dirigenti con responsabilità strategiche, le componenti della remunerazione corrisposta alla management entity. Le modifiche si applicano a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° luglio 2014 o da data successiva. Tali modifiche non sono ancora state omologate dall’Unione Europea. Annual Improvements: 2011-2013 Il 12 dicembre 2013 lo IASB ha pubblicato il documento “Annual Improvements to IFRS: 2011-2013 Cycle” che recepisce le modifiche ai principi nell’ambito del processo annuale di miglioramento degli stessi, concentrandosi su modifiche valutate necessarie, ma non urgenti. Le principali modifiche riguardano: - IFRS 1 First-time Adoption of International Financial Reporting Standards – Meaning of “effective IFRS” Viene chiarito che l’entità che adotta per la prima volta gli IFRS, in alternativa all’applicazione di un principio correntemente in vigore alla data del primo bilancio IAS/IFRS, può optare per l’applicazione anticipata di un nuovo principio destinato a sostituire il principio in vigore. L’opzione è ammessa quando il nuovo principio consente l’applicazione anticipata. Inoltre deve essere applicata la stessa versione del principio in tutti i periodi presentati nel primo bilancio IAS/IFRS. - IFRS 3 Business Combinations – Scope exception for joint ventures Le modifiche hanno lo scopo di chiarire l’esclusione dall’ambito di applicazione dell’IFRS 3 di tutte le tipologie di joint arrangement. - IFRS 13 Fair Value Measurement – Scope of portfolio exception (par. 52) L’IFRS 13 par. 52 (portfolio exception), nella sua attuale formulazione, limita alle sole attività e passività finanziarie incluse nell’ambito di applicazione dello IAS 39 la possibilità di valutazione al fair value sulla base del loro valore netto. Con la modifica viene chiarito che la possibilità di valutazione al fair value sulla base del loro valore netto si riferisce anche a contratti nell’ambito di applicazione dello IAS 39 (o IFRS 9) ma che non soddisfano la definizione di attività e passività finanziarie fornita dallo IAS 32, come i contratti per l’acquisto e vendita di commodities che possono essere regolati in 66 Bilancio 2013 denaro per il loro valore netto. - IAS 40 - Investment Properties – Interrelationship between IFRS 3 and IAS 40 La modifica chiarisce che l’IFRS 3 e lo IAS 40 non si escludono vicendevolmente e che, al fine di determinare se l’acquisto di una proprietà immobiliare rientri nell’ambito di applicazione dell’IFRS 3, occorre far riferimento alle specifiche indicazioni fornite dall’IFRS 3 stesso; per determinare, invece, se l’acquisto in oggetto rientri nell’ambito dello IAS 40 occorre far riferimento alle specifiche indicazioni dello IAS 40. Le modifiche si applicano a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° luglio 2014 o da data successiva. Tali modifiche non sono ancora state omologate dall’Unione Europea. Per tutti i principi ed interpretazioni di nuova emissione, nonché per le rivisitazioni o emendamenti ai principi esistenti, ISA sta valutando gli eventuali impatti derivanti dalla loro applicazione futura. 67 Bilancio 2013 A.2 Parte relativa alle principali voci di bilancio Nel seguito sono descritti i principi contabili e i principali criteri di valutazione adottati nella redazione del Bilancio al 31 dicembre 2013. Cassa e disponibilità liquide Le disponibilità liquide ed i mezzi equivalenti sono iscritti al valore nominale e comprendono i valori numerari, ossia quei valori che possiedono i requisiti della disponibilità a vista o a brevissimo termine, del buon esito e dell’assenza di spese per la riscossione. Attività finanziarie disponibili per la vendita Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale di tali attività finanziarie avviene alla data di sottoscrizione e/o acquisto. All’atto della rilevazione iniziale, le attività sono contabilizzate al costo, inteso come fair value dello strumento, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Criteri di classificazione Sono incluse in questa categoria le attività finanziarie, diverse dai contratti derivati, non classificate nelle voci “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, “Attività finanziarie detenute sino a scadenza” o “Crediti”. Tali attività sono detenute per un periodo di tempo non definito e rispondono all’eventuale necessità di ottenere liquidità o di far fronte a cambiamenti nei tassi di interesse, nei tassi di cambio o nei prezzi. In particolare, nell’ambito delle diverse categorie di strumenti finanziari disciplinate dallo IAS 39, si è fatto ricorso alla categoria delle “Attività finanziarie disponibili per la vendita” per la classificazione di parte delle partecipazioni presenti in portafoglio in quanto non qualificabili come partecipazioni di controllo, controllo congiunto o collegamento. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value e gli utili o le perdite, derivanti da una variazione di fair value, vengono rilevati in una specifica “riserva di patrimonio netto” e sono esposti anche nel prospetto della redditività complessiva, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Per le partecipazioni classificate in questa categoria, il costo è rappresentato da un’appropriata stima del fair value alla data di misurazione, purchè non siano quotate in un mercato attivo e siano prive di prezzi forniti da operatori di mercato e per le quali non sono disponibili informazioni più 68 Bilancio 2013 recenti per misurare il fair value, o se esiste un ampio range di possibili misure di fair value ed il costo rappresenta la miglior stima del valore all’interno del range, il costo è un’appropriata stima del fair value alla data di misurazione. Nel caso in cui però siano intervenuti significativi cambiamenti delle performance dell’investimento (anche in termini prospettici) o nel suo ambiente di riferimento o si sia verificata una transazione esterna con oggetto l’investimento in questione, la valutazione al costo quale approssimazione del fair value non è sostenibile. La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni chiusura di bilancio. Vi è obiettiva evidenza di riduzione di valore quando uno o più eventi che si sono verificati dopo la rilevazione iniziale dell’attività comportano una perdita che ha un impatto sui futuri flussi finanziari stimati dell’attività o del gruppo di attività finanziarie. In alcuni casi può non essere possibile individuare un singolo evento separato che ha causato la riduzione di valore quindi l’effetto combinato di diversi eventi può essere la causa della riduzione di valore. Le perdite attese come risultato di eventi futuri, indipendentemente dalla loro probabilità, non sono rilevate. L’obiettiva evidenza che un’attività disponibile per la vendita abbia subito una riduzione di valore include dati rilevabili che giungono all’attenzione del possessore dell’attività al verificarsi dei seguenti eventi di perdita: a) significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore; b) violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale; c) probabilità che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario estende al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione; d) probabilità che il beneficiario dichiari bancarotta o altre procedure di ristrutturazione finanziaria; e) scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie; o f) dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, ivi incluso i cambiamenti sfavorevoli nello stato dei pagamenti dei beneficiari nel gruppo o le condizioni economiche locali o nazionali che sono correlate alle inadempienze relative alle attività all’interno del gruppo. In aggiunta alle tipologie di evento sopra indicate, l’obiettiva evidenza di riduzione di valore per un investimento in uno strumento rappresentativo di capitale include informazioni circa importanti cambiamenti con un effetto avverso che si è verificato nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera, e indica che il costo dell’investimento in uno strumento rappresentativo di capitale può non essere recuperato. Una diminuzione significativa o prolungata di fair value di un investimento in uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è inoltre un’evidenza obiettiva di riduzione di valore. Se la diminuzione del fair value di un investimento è in linea con quella rilevata nel mercato di riferimento, l’investimento è in ogni caso sottoposto a verifica di riduzione di valore. Per le attività finanziarie valutate al fair value, l’importo della svalutazione, per perdite di valore, è pari alla differenza tra il costo di acquisto ed il fair value corrente (se rappresentativo del valore 69 Bilancio 2013 effettivo della partecipazione). Qualora i motivi che hanno determinato la rilevazione della perdita di valore siano venuti meno, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nel caso di crediti e titoli di debito, ovvero a patrimonio netto, nel caso di titoli di capitale. Per le attività finanziarie per le quali il costo rappresenta un’adeguata stima del fair value, nel caso in cui vi sia un’oggettiva evidenza di una perdita di valore, l’ammontare della stessa viene misurato come differenza tra il valore di carico della partecipazione ed il valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi scontati al tasso corrente di rendimento per strumenti similari. Se la previsione dei flussi futuri o dei dividendi e del valore finale di vendita delle attività finanziarie non può essere effettuata in maniera attendibile, si prende come riferimento il valore del patrimonio netto. In questo caso, anche gli eventuali patti parasociali, che dovrebbero trovare una distinta valutazione rispetto allo strumento di capitale sottostante, entrano nella valutazione complessiva della partecipazione. Per i titoli di capitale, mantenuti al costo, non è consentito effettuare riprese di valore. Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando si estinguono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi, secondo quanto previsto dai relativi contratti. Al momento della dismissione o della rilevazione di una perdita di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono riversati a conto economico, con azzeramento della specifica suddetta riserva. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Un utile (o una perdita) su un’attività finanziaria disponibile per la vendita deve essere rilevato direttamente nel patrimonio netto, tramite il prospetto delle variazioni delle voci di patrimonio netto ed esposto nel prospetto della redditività complessiva, ad eccezione delle perdite per riduzione di valore e degli utili e delle perdite su cambi, fino a quando l’attività finanziaria è eliminata, momento in cui l’utile (o la perdita) complessivo, rilevato precedentemente nel patrimonio netto, deve essere rilevato a conto economico. I dividendi su uno strumento rappresentativo di capitale, disponibile per la vendita, sono rilevati a conto economico, quando sorge il diritto dell’entità a ricevere il pagamento. 70 Bilancio 2013 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento. All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al fair value, comprensivo degli eventuali costi e proventi direttamente attribuibili. Se la rilevazione in questa categoria avviene per riclassificazione dalle “Attività disponibili per la vendita”, o nel caso ricorrano rare circostanze, dalle “Attività detenute per la negoziazione”, il fair value dell’attività alla data di riclassificazione viene assunto come nuovo costo ammortizzato dell’attività stessa. Criteri di classificazione Sono classificati nella presente categoria i titoli di debito quotati con pagamenti fissi o determinabili e con scadenza fissa, che si ha intenzione e capacità di detenere sino a scadenza. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza” sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo. Gli utili o le perdite riferiti ad attività detenute sino a scadenza sono rilevati nel conto economico nel momento in cui le attività sono cancellate o hanno subito una riduzione di valore, nonché tramite il processo di ammortamento della differenza tra il valore di iscrizione e il valore rimborsabile alla scadenza. Le attività detenute sino alla scadenza sono sottoposte ad una verifica volta ad individuare l’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore. Se sussistono tali evidenze l’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L’importo della perdita viene rilevato nel conto economico. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico. La ripresa di valore non può eccedere il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita. Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo 71 Bilancio 2013 comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall’esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse. Crediti Criteri di iscrizione I crediti sono inizialmente iscritti al fair value dello strumento finanziario, pari normalmente all’ammontare erogato, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo strumento e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo. L’iscrizione dei crediti avviene alla data di erogazione. Se il fair value iniziale dei crediti risulta di importo inferiore all’erogato, a causa di un minor tasso applicato rispetto al tasso di mercato, la rilevazione iniziale avviene a tale minor valore, determinato attualizzando i flussi futuri al tasso di mercato applicabile per finanziamenti con caratteristiche similari. Non si procede a tale adeguamento per i finanziamenti agevolati erogati dalla Società in ottemperanza a precise disposizioni di legge, in considerazione della specificità di tali finanziamenti e dei vincoli che sono imposti con riferimento alla tipologia di clientela, di garanzie e di pricing delle operazioni, condividendo l’impostazione suggerita dall’ABI in merito al trattamento contabile di questo tipo di finanziamenti. Criteri di classificazione I crediti si riferiscono ad attività finanziarie non derivate, per lo più finanziamenti, che prevedono da parte debitrice pagamenti fissi o comunque determinabili e che non sono quotati in un mercato attivo ad eccezione di quelli che la società intende vendere immediatamente o a breve, che devono essere classificati come posseduti per la negoziazione, e quelli che la società al momento della rilevazione iniziale designa al fair value rilevato a conto economico. A seguito delle modifiche allo IAS 39, apportate con il documento “Reclassification of Financial Assets”, possono essere riclassificate in questa categoria anche le attività finanziarie inizialmente classificate come disponibili per la vendita che avrebbero soddisfatto la definizione di finanziamenti e crediti, se non fossero state designate come disponibili per la vendita, nel caso in cui la società ha l’intenzione e la capacità di possedere l’attività finanziaria per il futuro prevedibile o fino a scadenza. Se la rilevazione in questa categoria avviene per riclassificazione dalle “Attività disponibili per la vendita”, il fair value dell’attività alla data di riclassificazione viene assunto come nuovo costo ammortizzato dell’attività stessa. Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Dopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione, diminuito dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento – calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo – della differenza tra 72 Bilancio 2013 l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interesse, all’ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti al credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l’effetto economico dei costi/proventi lungo la vita residua attesa del credito. Ad ogni chiusura di bilancio, viene effettuata un’analisi dei crediti volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Detti crediti “deteriorati” sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso, al momento della valutazione (costo ammortizzato), ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo del credito, delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. Il valore dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Ad ogni chiusura di bilancio, viene altresì effettuata una valutazione analitica dei crediti performing. I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. La valutazione collettiva tiene conto dei fattori di rischio ed avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto del tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa per l’anno 2013, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico. In particolare, a ciascuna attività con caratteristiche simili in termini di rischio di credito, commisurato alla tipologia di finanziamento, ossia alla forma tecnica, al settore di attività economica, alla localizzazione geografica, alla tipologia di garanzia o ad altri fattori rilevanti, è associata una “probabilità di inadempienza” (Probability of Default) ed una “perdita in caso di inadempienza” (Loss Given Default), omogenee per classi. Ai fini della determinazione della “probabilità di inadempienza” sono stati presi come riferimento i valori di sistema così come riportati dalla Banca d’Italia. La metodologia adottata integra le disposizioni di Basilea II con quelle dei principi contabili internazionali. Questi ultimi, infatti, escludono le perdite su crediti future che non sono state sostenute, ma considerano quelle già sostenute benché non ancora manifeste alla data di valutazione, sulla base di esperienze storiche di perdite per attività con caratteristiche di rischio di credito simili a quelle considerate. 73 Bilancio 2013 Qualora non si abbiano a disposizione i suddetti indicatori, si utilizzano valori stimati e forfettari desunti da serie storiche interne e da studi di settore. La misura dell’accantonamento tiene inoltre conto di fattori correttivi quali l’andamento del ciclo economico e la concentrazione di rischi creditizi. Criteri di cancellazione I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio quando sono incassati, definitivamente accertati come perdite, o ceduti, trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essi connessi. Attività materiali Criteri di iscrizione Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo che comprende, oltre al prezzo di acquisto, tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene. Le spese di manutenzione straordinaria, che comportano un incremento dei benefici economici futuri, vengono imputate ad incremento del valore dei cespiti, mentre gli altri costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a conto economico. Criteri di classificazione Le attività materiali comprendono gli immobili strumentali, gli impianti, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo. Si tratta di attività materiali detenute per essere utilizzate nella fornitura dei servizi aziendali, o per scopi amministrativi e che si ritiene di utilizzare per più di un periodo. In questa voce sono rilevati anche i beni utilizzati in qualità di locatario nell’ambito di contratti di leasing finanziario. Le migliorie su beni di terzi incluse in queste voci sono migliorie e spese incrementative relative ad attività materiali identificabili e separabili; di solito tali investimenti sono sostenuti per rendere adatti all’utilizzo atteso gli immobili presi in affitto da terzi. Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Le immobilizzazioni materiali sono valutate al costo, dedotti eventuali ammortamenti e perdite di valore. Il costo delle attività materiali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, è sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio a quote costanti, sulla base della stimata vita economico-tecnica, attraverso l’utilizzo di aliquote di ammortamento atte a rappresentare la stimata vita utile dei beni. Qualora parti significative di tali attività materiali abbiano differenti vite utili, tali componenti sono contabilizzate separatamente. 74 Bilancio 2013 I beni materiali, acquistati con contratto di leasing finanziario, sono inizialmente contabilizzati come attività materiali, in contropartita del relativo debito, ad un valore pari al relativo fair value o, se inferiore, al valore attuale dei pagamenti minimi dovuti contrattualmente. Il costo del canone è scomposto nelle sue componenti di onere finanziario, contabilizzato a conto economico, e di rimborso del capitale, iscritto a riduzione del debito finanziario. In presenza di indicatori specifici circa il rischio di mancato recupero del valore di carico delle attività materiali, queste sono sottoposte ad una verifica per rilevarne eventuali perdite di valore (impairment test), così come descritto nello specifico paragrafo. Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, si dà luogo ad una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti, calcolati in assenza di precedenti perdite di valore. Criteri di cancellazione Un'attività materiale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o quando il bene è permanentemente ritirato dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Attività immateriali Criteri di iscrizione e classificazione Le attività immateriali sono attività non monetarie, identificabili e prive di consistenza fisica, possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito. Sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, solo se è probabile che i futuri benefici economici attribuibili all’attività si realizzino e il costo dell’attività stessa può essere determinato attendibilmente. In caso contrario, il costo dell’attività immateriale è rilevato a conto economico nell’esercizio in cui è stato sostenuto. Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Le attività immateriali a vita utile definita sono ammortizzate, a partire dal momento in cui l’attività è disponibile per l’uso, sulla base della loro residua possibilità di utilizzazione, in relazione alla vita utile del bene. Qualora la vita utile sia indefinita non si procede all’ammortamento ma solamente alla periodica verifica dell’adeguatezza del valore di iscrizione delle immobilizzazioni. Anche per tali attività si procede all’effettuazione di impairment test descritti nel relativo paragrafo. Criteri di cancellazione Un'attività immateriale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione e qualora non siano attesi benefici economici futuri. 75 Bilancio 2013 Debiti Criteri di iscrizione La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme ed è normalmente pari all’ammontare incassato. La prima iscrizione è effettuata sulla base del fair value delle passività, normalmente pari all’ammontare incassato, al netto degli eventuali costi/proventi aggiuntivi, direttamente attribuibili alla singola operazione. Sono esclusi i costi interni di carattere amministrativo. Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Successivamente alla rilevazione iniziale, i debiti sono valutati con il criterio del costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso d’interesse effettivo. Per eventuali passività finanziarie, negoziate a condizioni inferiori a quelle di mercato, il fair value è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al valore di mercato è imputata direttamente a conto economico. I debiti commerciali, la cui scadenza rientra nei normali termini commerciali, non sono attualizzati. Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte. Benefici ai dipendenti La nuova versione dello IAS 19, omologato con Regolamento n.475/2012 è obbligatoria a partire dal 1 gennaio 2013. I principali cambiamenti riguardano l’abolizione del c.d “metodo del corridoio” e della facoltà di rilevazione integrale e immediata a Conto economico, degli utili e perdite attuariali, come effettuato nelle relazioni annuali da ISA sino al 31 dicembre 2012. Il nuovo principio consente esclusivamente la rilevazione integrale e immediata nel Patrimonio netto degli utile e perdite attuariali. Gli effetti derivanti dall’applicazione della nuova Interpretazione sono stati pertanto determinati in modo retroattivo, come previsto dallo IAS 8- Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori contabili, e i dati comparativi rideterminati. Tenuto conto della suddetta modifica, al fine di rendere i dati comparabili, sono state effettuate alcune riclassifiche, per un dettaglio delle quali si rimanda a qu anto indicato al paragrafo “Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni omologati e applicati dal 1° gennaio 2013” del presente documento. La passività relativa ai benefici a breve termine garantiti ai dipendenti ed erogati nel corso del rapporto di lavoro, è iscritta, per l’ammontare maturato, alla data di chiusura del periodo. La passività relativa ai benefici garantiti ai dipendenti erogati in coincidenza o successivamente alla cessazione del rapporto di lavoro, attraverso programmi a benefici definiti rappresentati dal Trattamento di Fine Rapporto di lavoro subordinato (TFR), è iscritta, nel periodo di maturazione del diritto, al netto delle eventuali attività al servizio del piano e delle anticipazioni corrisposte ed è determinata sulla base di ipotesi attuariali e rilevata per competenza coerentemente alle 76 Bilancio 2013 prestazioni di lavoro necessarie per l’ottenimento dei benefici. La valutazione attuariale del TFR è effettuata da un attuario indipendente ed è realizzata in base alla metodologia dei “benefici maturati” mediante il “Projected Unit Credit Method” (PUM). Tale metodologia si sostanzia in valutazioni che esprimono il valore attuale medio delle obbligazioni pensionistiche maturate in base al servizio che il lavoratore ha prestato fino all’epoca in cui la valutazione stessa è realizzata, proiettando però le retribuzioni del lavoratore. I costi del piano sono iscritti nel conto economico di periodo. Gli utili e le perdite derivanti dall'effettuazione del calcolo attuariale sono interamente rilevati nel periodo di riferimento ed imputati al prospetto della redditività complessiva. Attività e passività fiscali Criteri di iscrizione Le imposte sul reddito, calcolate nel rispetto della legislazione fiscale nazionale, sono contabilizzate in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate. Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico, ad eccezione di quelle relative a voci addebitate o accreditate direttamente a patrimonio netto. L’accantonamento, per imposte sul reddito, è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito. In particolare, la fiscalità corrente accoglie il saldo netto tra le passività correnti dell’esercizio, e le attività fiscali correnti, rappresentate dagli acconti e dagli altri crediti d’imposta, per ritenute d’acconto subite. Per tutte le differenze temporanee deducibili è rilevata un’attività fiscale anticipata se si ritiene probabile che in futuro si realizzerà un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata tale attività. L’attività fiscale differita non viene rilevata qualora derivi dalla contabilizzazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che non rappresenta un’aggregazione aziendale e al momento dell’operazione non influenza né l’utile contabile né il reddito imponibile (perdita fiscale). Per tutte le differenze temporanee imponibili è rilevata una passività fiscale differita tranne nei casi in cui la differenza derivi dalla rilevazione iniziale dell’avviamento o dall’iscrizione iniziale (non in operazioni di aggregazioni di imprese) di altre attività o passività in operazioni che non hanno influenza né sul risultato contabile né sul risultato imponibile (perdita fiscale). Le attività e le passività fiscali differite sono determinate utilizzando le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale, sulla base della normativa fiscale in vigore o comunque di fatto in vigore al momento della loro rilevazione. 77 Bilancio 2013 Criteri di classificazione e di valutazione Le imposte anticipate e quelle differite vengono contabilizzate a livello patrimoniale a saldi aperti e senza compensazioni, includendo le prime nella voce “Attività fiscali” e le seconde nella voce “Passività fiscali”. Le attività e le passività, iscritte per imposte anticipate e differite, vengono sistematicamente valutate, per tenere conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Qualora le attività e passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto economico, la contropartita è rappresentata dalle imposte sul reddito. Nei casi in cui le imposte, anticipate e differite, riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto, senza influenzare il conto economico (quali le valutazioni degli strumenti finanziari disponibili per la vendita o dei contratti derivati di copertura di flussi finanziari), le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando le relative specifiche riserve. Riconoscimento dei ricavi I ricavi sono rilevati nella misura in cui è possibile determinarne attendibilmente il valore ed è probabile che i relativi benefici economici saranno conseguiti dalla società. Secondo la tipologia di operazione, i ricavi sono rilevati sulla base dei criteri specifici di seguito riportati: - Vendita di beni I ricavi sono rilevati quando i rischi e benefici significativi della proprietà dei beni sono trasferiti all’acquirente; - Prestazioni di servizi I ricavi sono rilevati con riferimento allo stadio di completamento delle attività, sulla base dei medesimi criteri previsti per i lavori in corso su ordinazione. Nel caso in cui non sia possibile determinare attendibilmente il valore dei ricavi, questi ultimi sono rilevati fino a concorrenza dei costi sostenuti che si ritiene saranno recuperati; - Interessi I proventi sono rilevati sulla base degli interessi maturati sul valore netto delle relative attività finanziarie, utilizzando il tasso di interesse effettivo (tasso che attualizza esattamente i flussi finanziari futuri, stimati al valore contabile netto dell’attività). Gli interessi sono contabilizzati ad incremento delle attività finanziarie riportate in bilancio; - Dividendi Sono rilevati quando è stabilito il diritto degli azionisti a ricevere il pagamento. Contributi pubblici I contributi pubblici sono rilevati al fair value quando sussiste la ragionevole certezza che saranno 78 Bilancio 2013 ricevuti e che tutte le condizioni ad essi riferite risultino soddisfatte. Quando i contributi sono correlati a componenti di costo (per esempio contributi in conto esercizio) sono rilevati nella voce “Altri ricavi e proventi” e ripartiti sistematicamente nei vari esercizi di competenza, in modo che i ricavi siano commisurati ai costi che essi intendono compensare. Quando i contributi sono correlati ad attività (per esempio i contributi in conto impianti o i contributi per attività di ricerca e sviluppo capitalizzata), il loro valore è sospeso nelle passività a lungo termine e, progressivamente, rilasciato a conto economico nella voce “Altri ricavi e proventi”, proporzionalmente alla durata della vita utile dell’attività di riferimento e, quindi, negli esercizi in cui è addebitato a conto economico l’ammortamento dell’attività stessa. Nel caso in cui un contributo è erogato al fine di dare un supporto finanziario all’impresa, senza correlazione a costi futuri o passati, il contributo è rilevato a conto economico nell’esercizio in cui diventa esigibile. Rilevazione dei costi I costi sono rilevati nel conto economico quando ha luogo un decremento dei benefici economici futuri, comportante un decremento di attività o un incremento di passività, che può essere valutato attendibilmente. I costi sono rilevati in conto economico secondo il criterio della correlazione con i ricavi; ciò implica la rilevazione simultanea e combinata di ricavi e costi che derivano direttamente e congiuntamente dalle medesime operazioni ed eventi. Il costo è immediatamente rilevato nel conto economico quando una spesa non produrrà benefici economici futuri, o quando tali benefici non si qualificheranno, o cessano di qualificarsi, come attività per la rilevazione nello stato patrimoniale. Il costo è infine rilevato nel conto economico in quelle circostanze in cui una passività è sostenuta, senza la rilevazione di una attività. Riduzione di valore delle attività (Impairment test) Ad ogni data di bilancio, il valore contabile delle attività materiali, immateriali e partecipazioni (non classificate come attività finanziarie) è soggetto a verifica, per determinare se vi sono indicazioni che queste attività abbiano subito perdite di valore. Qualora queste indicazioni esistano, si procede alla stima dell’ammontare recuperabile di tali attività, per determinare l’importo della svalutazione. Per le eventuali attività immateriali, a vita utile indefinita e per quelle in corso di realizzazione, l’impairment test sopra descritto viene effettuato annualmente. Qualora non sia possibile stimare il valore recuperabile di una attività individualmente, la stima del valore recuperabile viene ricompresa nell’ambito della unità generatrice di flussi finanziari a cui l’attività appartiene. Tale verifica consiste nella stima del valore recuperabile dell’attività (rappresentato dal maggiore tra il presumibile valore di mercato, al netto dei costi di vendita, e il valore d'uso) e nel confronto con il relativo valore netto contabile. Se quest’ultimo risulta 79 Bilancio 2013 superiore, le attività sono svalutate fino a concorrenza del valore recuperabile. Nel definire il valore d'uso, i flussi finanziari futuri attesi ante imposte sono attualizzati utilizzando un tasso di sconto, ante imposte, che riflette la stima corrente del mercato riferito al costo del denaro rapportato al tempo e ai rischi specifici dell'attività. Le perdite di valore sono contabilizzate nel conto economico fra i costi per svalutazioni. Tali perdite di valore sono ripristinate, nei limiti delle svalutazioni effettuate, nel caso in cui vengano meno i motivi che le hanno generate, con l’imputazione del relativo effetto a conto economico. Stime e valutazioni Come previsto dagli IFRS, la redazione del bilancio richiede l’effettuazione di stime e l’elaborazione di ipotesi che si riflettono nella determinazione dei valori contabili delle attività e delle passività, nonché delle informazioni fornite nelle note illustrative, anche in riferimento alle attività e passività potenziali in essere alla chiusura dell’esercizio. Tali stime ed ipotesi sono utilizzate, in particolare, per la determinazione degli ammortamenti, degli impairment delle attività (compresa la valutazione dei crediti), dei fondi per accantonamenti, dei benefici per i dipendenti, dei fair value delle attività e passività finanziarie, delle imposte anticipate e differite. I risultati effettivi che si consuntiveranno potrebbero quindi differire da tali stime ed ipotesi; peraltro, le stime e le ipotesi sono riviste ed aggiornate periodicamente e gli effetti derivanti da ogni loro variazione sono immediatamente riflessi in bilancio. A.3 Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie Con il Regolamento n. 1004 del 15 ottobre 2008, la Commissione Europea ha recepito le modifiche allo IAS 39 ed all’IFRS 7 “Riclassificazione delle attività finanziarie” approvate dallo IASB. Tali modifiche, alla data di recepimento applicabili retroattivamente a partire dal 1° luglio 2008, permettono, successivamente all’iscrizione iniziale, la riclassificazione di determinate “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” nella categorie delle “Attività disponibili per la vendita”. In particolare, possono essere riclassificate: quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita che avrebbero soddisfatto la definizione prevista dai principi contabili internazionali per il portafoglio crediti (se tali attività non fossero state classificate rispettivamente come detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita alla rilevazione iniziale), se l’entità ha l’intenzione e la capacità di possederle nel prevedibile futuro o fino a scadenza; ”solo in rare circostanze” quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione che al momento della loro iscrizione non soddisfacevano la definizione di crediti. Nella tabella seguente sono riportati, suddivisi in base alle tipologie di strumenti finanziari ed ai portafogli interessati, il valore di bilancio ed il fair value al 31 dicembre 2013 delle attività oggetto di riclassificazione nel secondo semestre 2008. 80 Bilancio 2013 Sono inoltre riportate le componenti reddituali relative a tali attività, sia quelle che si sarebbero registrate se il trasferimento non fosse stato effettuato che quelle effettivamente registrate, nel conto economico o nel patrimonio netto. A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessiva (in migliaia di euro) Tipologia di strumento finanziario Portafoglio di Portafoglio di provenienza destinazione Valore contabile al 31.12.2013 Fair Value al 31.12.2013 C o m po ne nt i re ddit ua li in a s s e nza de l t ra s f e rim e nt o ( a nt e im po s t e ) Valutative Altre C o m po ne nt i re ddit ua li re gis t ra t e ne ll'e s e rc izio ( a nt e im po s t e ) CE PN Titolo di capitale AFS L&R 29.628 32.953 -3.973 1.350 1.850 0 Titolo di capitale AFS L&R 11.685 11.704 215 262 393 0 Totale 41.313 44.657 - 3.758 1.612 2.243 0 In particolare ISA ha riclassificato, in data 1 ottobre 2008, sulla base della richiamata modifica allo IAS 39, gli interventi a condizioni di mercato detenuti in Conserve Italia e GIV S.p.A. dalla categoria delle “attività disponibili per la vendita” a quella dei “crediti”. Entrambi questi strumenti rappresentativi di capitale prevedono una scadenza dell’investimento, una remunerazione fissa o determinabile dello stesso e non sono quotati in mercati attivi. Tali caratteristiche rappresentano i requisiti necessari previsti dallo IASB per la riclassifica delle attività disponibili per la vendita nella categoria “Loans and Receivables” comportando l’applicazione del costo ammortizzato. Si precisa che, nel 2012, risultava riclassificata un’obbligazione quotata emessa dalla Banca CR Firenze precedentemente classificata nella categoria delle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” nella categoria delle “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza, rimborsata a scadenza nel mese di maggio 2013. Nella tabella vengono dettagliate le informazioni richieste dall’IFRS 7, par. 12°, lettere b) ed e). Alla voce “Componenti reddituali in assenza del trasferimento (ante imposte)” sono indicati i risultati delle valutazioni che sarebbero stati registrati nel conto economico dell’esercizio in corso o nel patrimonio netto, se il trasferimento non fosse stato effettuato. Qualora tali titoli non fossero stati riclassificati, il risultato prodotto nel 2013 sarebbe stato negativo per un importo pari a 2.146 migliaia di euro (negativo per 3.758 migliaia di euro per componenti valutative e 1.612 migliaia di euro per altre componenti reddituali). In particolare in relazione alla colonna “Valutative”: il primo trasferimento si riferisce al titolo di capitale classificato tra i crediti detenuto in Conserve Italia, la cui componente reddituale in assenza del trasferimento sarebbe stata negativa per 3.973 migliaia di euro, pari alla differenza tra la valutazione al fair value al 31.12.2012, pari a 36.926 migliaia di euro, e la valutazione al fair value al 31.12.2013, pari a 32.953 migliaia di euro; il secondo trasferimento si riferisce al titolo di capitale classificato tra i crediti detenuto in 81 Bilancio 2013 GIV S.p.A., la cui componente reddituale in assenza del trasferimento sarebbe stata positiva per 215 migliaia di euro, pari alla differenza tra la valutazione al fair value al 31.12.2012, pari a 11.489 migliaia di euro, e la valutazione al fair value al 31.12.2013, pari a 11.704 migliaia di euro. Gli importi iscritti nella colonna “Altre” sono relativi agli incassi di dividendi al 31.12.2013. Alla voce “Componenti reddituali registrate nell’esercizio (ante imposte)” sono indicate le componenti reddituali che sono state effettivamente registrate nel conto economico. In tal senso, si evidenzia che nel 2013 i titoli in questione hanno prodotto un risultato positivo pari a 1.612 migliaia di euro. Complessivamente la differenza tra le componenti reddituali registrate nell’esercizio e le componenti reddituali in assenza del trasferimento è negativa per 4.389 migliaia di euro; tali rivalutazioni non sono state imputate a conto economico in quanto i titoli sono attualmente valutati al costo ammortizzato. Infine, la differenza tra il valore contabile al 31 dicembre 2013, pari a 41.313 migliaia di euro, ed il fair value alla stessa data, pari a 44.657 migliaia di euro, evidenzia plusvalenze latenti pari a 3.344 migliaia di euro. A.4 Informativa sul fair value La presente sezione comprende l’informativa sul fair value così come richiesta dall’IFRS 13, paragrafi 91 e 92. Informativa di natura qualitativa Il fair value è il corrispettivo che potrebbe essere ricevuto per vendere un’attività, o pagato per trasferire una passività, in una transazione ordinaria tra controparti di mercato nel mercato principale alla data di misurazione (exit price). Il fair value di una passività finanziaria che sia esigibile (ad esempio, un deposito a vista) non può essere inferiore all’importo esigibile a richiesta, attualizzato dalla prima data in cui ne potrebbe essere richiesto il pagamento. In base ai dati di input utilizzati per le valutazioni al fair value, come richiesto dal principio IFRS 13, è individuata una gerarchia di fair value entro la quale classificare le attività e le passività valutate al fair value o per le quali è dato il fair value nell’informativa di bilancio: Livello 1: include i prezzi quotati in mercati attivi per attività o passività identiche a quelle oggetto di valutazione; Livello 2: include dati di input osservabili, differenti da quelli inclusi nel livello 1, quali ad esempio: i) prezzi quotati in mercati attivi o passività simili; ii) prezzi quotati in mercati non attivi per attività o passività identiche; iii) curve di tassi di interesse, volatilità implicite, 82 Bilancio 2013 spread creditizi; Livello 3: utilizza input non osservabili. Il ricorso a tali dati di input è ammesso qualora non siano disponibili dati di input osservabili. I dati di input non osservabili utilizzati ai fini delle valutazioni del fair value riflettono le ipotesi che assumerebbero i partecipanti al mercato nella fissazione del prezzo per le attività e le passività oggetto di valutazione. I livelli indicati sono applicati in ordine gerarchico, dando priorità più elevata all’utilizzo di parametri osservabili sul mercato che consentono la valutazione delle attività/passività sulla base delle assunzioni dei partecipanti al mercato stesso e priorità più bassa a tecniche di valutazione che non considerano parametri di mercato e che quindi riflettono un maggior grado di discrezionalità nella valutazione da parte di ISA. A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati Per la valutazione del fair value degli strumenti appartenenti al livello 2 e al livello 3 della gerarchia di fair value, ISA ricorre a modelli valutativi alternativi, quali: • metodo della valutazione di mercato (utilizzo di quotazioni di mercato di passività o strumenti di patrimonio simili detenuti come attività da altri attori di mercato); • metodo del costo (ossia il costo di sostituzione che sarebbe richiesto al momento per sostituire la capacità di servizio di un’attività); • metodo reddituale (tecnica del valore attualizzato basata sui flussi di cassa futuri attesi da una controparte di mercato che detiene una passività o uno strumento di patrimonio netto come attività). Inoltre, il costo viene considerato un’appropriata stima del fair value alla data di misurazione nel caso in cui non sono disponibili informazioni più recenti per misurare il fair value o se esiste un ampio range di possibili misure di fair value ed il costo rappresenta la miglior stima del valore all’interno del range. Nel caso in cui però siano intervenuti significativi cambiamenti delle performance dell’investimento (anche in termini prospettici) o nel suo ambiente di riferimento o si sia verificata una transazione esterna con oggetto l’investimento in questione, la valutazione al costo quale approssimazione del fair value non è sostenibile. Inoltre nella valutazione viene considerata l’esistenza di altri fattori quali: la dinamicità dell’ambiente di riferimento dell’investimento ed il passare del tempo. A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni Per valutazioni del fair value ricorrenti e non ricorrenti classificate nel Livello 3 della gerarchia del fair value, i processi di valutazione utilizzati dall’entità sono quelli precedentemente illustrati. Le valutazioni del fair value ricorrenti classificate nel Livello 3 della gerarchia del fair value, riguardano il portafoglio di partecipazioni classificate tra gli strumenti finanziari disponibili per la vendita. In considerazione della natura di tali strumenti la valutazione risulta essere scarsamente sensibile ai cambiamenti che intervengono negli input non osservabili. 83 Bilancio 2013 A.4.3 Gerarchia del fair value I principi adottati da ISA per stabilire la tempistica dei trasferimenti tra i livelli della gerarchia del fair value, fanno riferimento alla data dell’evento o del cambiamento delle circostanze che ha determinato il trasferimento. A.4.4 Altre informazioni Per ciascuna classe di attività e passività non valutata al fair value, ma per la quale il fair value è indicato, ISA fornisce l’informativa circa il livello della gerarchia del fair value a commento delle singole voci dello stato patrimoniale interessate. Informativa di natura quantitativa A.4.5 Gerarchia del fair value A.4.5.1 Attività e passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value (in migliaia di euro ) Composizione Totale 2013 L1 L2 Attività finanziarie disponibili per la vendita Totale L3 0 0 5.173 0 0 5.173 Non si sono verificati trasferimenti delle attività e delle passività fra il livello 1 ed il livello 2 di cui all’IFRS 13, paragrafo 93, lettera c). A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) Non si sono verificate variazioni delle attività valutate al fair value su base ricorrente del livello 3. A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) ISA non detiene passività valutate al fair value su base ricorrente del livello 3. A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value. (in migliaia di euro ) Composizione Totale 2013 Valore di bilancio Fair value L1 L2 L3 C rediti verso banche 130.529 130.529 0 0 C rediti verso la clientela 216.227 0 0 216.227 346.756 130.529 0 216.227 Totale 84 Bilancio 2013 Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale ATTIVO Sezione 1. Cassa e disponibilità liquide – Voce 10 1.1 Composizione della voce 10 “Cassa e disponibilità liquide ” (in migliaia di euro) Voci/Valori 2013 2012 C assa e disponibilità liquide 2 1 Totale 2 1 La voce accoglie le disponibilità liquide presenti in cassa. Sezione 4. Attività finanziarie disponibili per la vendita – Voce 40 4.1 Composizione della voce 40 “Attività finanziarie disponibili per la vendita” (in migliaia di euro) Composizione Totale 2013 L1 L2 Totale 2012 L3 L1 L2 L3 1. Titoli di debito 0 0 0 0 0 0 - titoli ristrutturati 0 0 0 0 0 0 - altri titoli di debito 0 0 0 0 0 0 2. Titoli di capitale e quote di OIC R 0 0 5.173 0 0 5.173 3. Finanziamenti 0 0 0 0 0 0 0 0 5.173 0 0 5.173 Totale Alla data del 31 dicembre 2013, l’intero portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita è rappresentato da investimenti in strumenti rappresentativi di capitale che non hanno un prezzo di mercato quotato in un mercato attivo e per i quali non sono disponibili altre informazioni per misurare il fair value. In tal caso, coerentemente con le indicazioni contenute nel principio IFRS 13, il costo può rappresentare un’appropriata stima del fair value alla data di misurazione. Per tale motivo non vengono fornite indicazioni circa il livello di fair value e la loro conseguente informativa. 85 Bilancio 2013 Il piano di dismissione di tali strumenti finanziari è contrattualmente definito con le controparti. 4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizioni per debitori/emittenti (in migliaia di euro) Voci/Valori 2013 2012 Attività finanziarie a) Governi e banche centrali 0 0 b) Altri enti pubblici 0 0 c) Banche 0 0 d) Enti Finanziari 0 0 e) Altri emittenti 5.173 5.173 5.173 5.173 Totale 86 Bilancio 2013 4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue (in migliaia di euro) Titoli di capitale e quote di OICR Titoli di debito Variazioni/tipologie A. Esistenze iniziali Finanziamenti Totale 0 5.173 0 5.173 0 30 0 30 0 0 0 0 0 0 0 0 - imputate al conto economico 0 0 0 0 - imputate al patrimonio netto 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 C1. Vendite 0 -30 0 -30 C2. Rimborsi 0 0 0 0 C3. Variazioni negative di fair value 0 0 0 0 C4. Rettifiche di valore 0 0 0 0 0 0 0 0 C6. Altre variazioni 0 0 0 0 D. Rimanenze finali 0 5.173 0 5.173 B. Aumenti B1. Acquisti B2. Variazioni value positive di fair B3. Riprese di valore B4. Trasferimenti portafogli da altri B5. Altre variazioni C. Diminuzioni C5. Trasferimenti portafogli ad altri Le attività finanziarie disponibili per la vendita si incrementano di 30 migliaia di euro e si decremento di pari importo per l’effetto combinato di: acquisto della partecipazione La Romana Farine S.r.l., per un importo di 10 migliaia di euro; acquisto della partecipazione C.A.C. Soc. Coop. Agr, per un importo di 20 migliaia di euro; vendita della partecipazione detenuta nella società I.P.A. S.p.A., iscritta in bilancio per un importo di 20 migliaia di euro. vendita della partecipazione detenuta nella società La Romana Farine S.r.l., iscritta in bilancio per un importo di 10 migliaia di euro. 87 Bilancio 2013 Sezione 5. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza – Voce 50 5.1 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione per debitori/emittenti (in migliaia di euro) Valore di bilancio 2013 Fair value 2013 L1 L2 Valore di bilancio 2012 L3 Fair value 2012 L1 L2 L3 1. Titoli di debito 1.1 Titoli Strutturati a) Governi e Banche C entrali 0 0 0 0 0 0 0 0 b) Altri enti pubblici 0 0 0 0 0 0 0 0 c) Banche 0 0 0 0 5.017 4.960 0 0 d) Enti Finanziari 0 0 0 0 0 0 0 0 e) Altri emittenti 0 0 0 0 0 0 0 0 a) Governi e Banche C entrali 0 0 0 0 0 0 0 0 b) Altri enti pubblici 0 0 0 0 0 0 0 0 c) Banche 0 0 0 0 0 0 0 0 d) Enti Finanziari 0 0 0 0 0 0 0 0 e) Altri emittenti 0 0 0 0 0 0 0 0 a) Banche 0 0 0 0 0 0 0 0 b) Enti finanziari 0 0 0 0 0 0 0 0 c) C lientela 0 0 0 0 0 0 0 0 Totale 0 0 0 0 5.017 4.960 0 0 1.2 Altri Titoli 2. Finanziamenti In ottemperanza al Principio IFRS 13 che prevede la c.d. “gerarchia dei fair value”, le valutazioni al fair value sono classificate sulla base di una gerarchia di livelli che riflette la significatività degli input utilizzati nelle valutazioni. Si distinguono i seguenti livelli: L1 (livello 1) quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo – secondo la definizione data dall’ IFRS 13 – per le attività o passività oggetto di valutazione; L2 (livello 2) input diversi dai prezzi quotati di cui al punto precedente, che sono osservabili direttamente (prezzi) o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato; L3 (livello 3) input che non sono basati su dati di mercato osservabili. 88 Bilancio 2013 5.2 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: variazioni annue (in migliaia di euro) Titoli di debito Voci/Valori A. iniziali Esistenze Finanziamenti Totale 5.017 0 5.017 B1. Acquisti 0 0 0 B2. Riprese di valore 0 0 0 B3. Trasferimenti da altri portafogli 0 0 0 B4. Altre variazioni 0 0 0 0 0 0 -5.017 0 -5.017 0 0 0 C 4. Trasferimenti da altri portafogli 0 0 0 C 5. Altre variazioni 0 0 0 D. Rimanenze finali 0 0 0 B. Aumenti C. Diminuzioni C 1. Vendite C 2. Rimborsi C 3. Rettifiche valore di Le attività finanziarie detenute sino alla scadenza iscritte nel bilancio del precedente esercizio, rappresentate da obbligazioni corporate ordinarie a tasso variabile, acquistate nel novembre del 2006, sono state rimborsate a scadenza nel mese di maggio 2013. 89 Bilancio 2013 Sezione 6. Crediti – Voce 60 (in migliaia di euro) Crediti 2013 Depositi e conti correnti 130.529 146.564 0 0 216.227 226.638 346.756 373.202 C rediti verso enti finanziari C rediti verso clientela Totale valore di bilancio 2012 6.1 Crediti verso banche (in migliaia di euro) Composizione Totale 2013 Fair value Valore di bilancio 1. Depositi e conti correnti Totale 2012 L1 L2 Fair value Valore di bilancio L3 L1 L2 L3 130.529 130.529 0 0 146.564 146.564 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2.1 Pronti contro termine 0 0 0 0 0 0 0 0 2.2 Leasing finanziario 0 0 0 0 0 0 0 0 2. Finanziamenti 2.3 Factoring 0 0 0 0 0 0 0 0 - pro-solvendo 0 0 0 0 0 0 0 0 - pro-soluto 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - titoli strutturati 0 0 0 0 0 0 0 0 - altri titoli di debito 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 130.529 130.529 0 0 146.564 146.564 0 0 2.4 Altri finanziamenti 3. Titoli di debito 4. Altre attività Totale Il saldo della voce “Depositi e conti correnti” evidenzia un decremento, rispetto al precedente esercizio, di 16.036 migliaia di euro, imputabile principalmente alla distribuzione delle riserve al Socio per adempiere alla Legge 183/2011 e ss. mm per un importo di 25.400 migliaia di euro. Per un maggiore dettaglio, circa le variazioni intervenute nei flussi finanziari dell’esercizio, si rimanda al Rendiconto finanziario allegato alla sezione “Schemi di Bilancio”. Si specifica, altresì che il fair value dei conti correnti approssima il valore di bilancio in quanto trattasi di strumenti finanziari a vista e con tassi allineati a quelli di mercato. 90 Bilancio 2013 6.3 Crediti verso clientela (in migliaia di euro) Composizione Totale 2013 Totale 2012 Valore di bilancio Deteriorati Bonis 1. Finanziamenti 55 1.1 Leasing finanziario 55 di cui: senza opzione finale d'acquisto Fair value Acquistati L1 Altri L2 Valore di bilancio L3 Fair value Deteriorati Bonis Acquistati L1 Altri L2 L3 55 55 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - pro-solvendo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - pro-soluto 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.3 C redito al consumo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.4 C arte di credito 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.5 Finanziamenti concessi in relazione ai servizi di pagamento prestati 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 154.010 0 4.497 0 0 158.507 161.816 0 9.019 0 0 170.835 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.2 Factoring 1.6 Altri finanziamenti di cui: da escussione di garanzie e impegni 2. Titoli di debito 2.1 titoli strutturati 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2.2 altri titoli di debito 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 57.720 0 0 0 0 57.720 55.803 0 0 0 0 55.803 211.730 0 4.497 0 0 216.227 217.619 0 9.019 0 0 226.638 3. Altre attività Totale La voce “Altri finanziamenti” si riferisce alla valutazione dei crediti per finanziamenti agevolati erogati sulla base della Legge 700/83, il saldo c h e c o m p l e s s i v a m e n t e si decrementa per 12.328 migliaia ha evidenziato nel corso dell’esercizio la seguente movimentazione: • nuove erogazioni per 12.729 migliaia di euro; • incasso di quote capitali dei finanziamenti per 24.222 migliaia di euro; incasso della quota interessi di competenza del 2012 per 244 migliaia di euro; interessi maturati nel 2013 e non incassati alla data di chiusura del presente bilancio per 59 migliaia di euro; incremento del fondo svalutazione crediti per 237 migliaia di euro; incasso del riparto fallimentare di due società per 215 migliaia di euro; incremento per adeguamento del valore nominale dei crediti al costo ammortizzato per 200 migliaia di euro. La voce “Altre attività ” si riferisce per 49.912 migliaia di euro ai crediti relativi alle c.d. operazioni a condizioni di mercato che sono rappresentante da contratti di investimento che comportano l’entrata nella compagine societaria di società non quotate in mercati attivi e riconoscono ad ISA il diritto a percepire pagamenti fissi o comunque determinabili, che possono essere così analizzati: il credito verso la società Conserve Italia Soc. Coop. Agricola di 29.628 migliaia di euro, le cui caratteristiche sono descritte nella sezione “Trasferimenti tra portafogli”; il credito verso la società GIV S.p.A. di 11.686 migliaia di euro, le cui caratteristiche sono descritte nella sezione “Trasferimenti tra portafogli”; 91 Bilancio 2013 il credito verso la società Amalattea S.p.A. di 2.598 migliaia di euro, è relativo all’acquisto di 2.500.000 azioni privilegiate del valore di euro 1; tale credito prevede un rendimento annuo minimo calcolato sulla base della media del tasso di riferimento EU nei 12 mesi precedenti maggiorato del 2,5% ed è garantito da pegno su azioni; il credito verso la società Consorzio Casalasco del Pomodoro S.p.A. di 6.000 migliaia di euro, è relativo all’acquisto di 12.000 azioni privilegiate del valore di euro 500; tale credito prevede un rendimento annuo minimo del 4,25%. Inoltre, risultano inclusi alla voce “Altre attività” i seguenti crediti verso due ex partecipate: il credito verso la società Granarolo S.p.A. di 6.747 migliaia di euro relativo alla vendita della partecipazione, detenuta nella società Sail S.p.A.; tale credito è fruttifero di interessi nella misura convenzionalmente stabilita al tasso fisso del 3,125%, da pagarsi in rate semestrali al 30 giugno e al 30 dicembre di ciascun anno di durata della dilazione di pagamento e con ultimo pagamento al 30 settembre 2014, ed è garantito, oltre che dall’obbligazione assunta dalla società Granlatte Soc. Coop. Agr. a r.l., dall’ulteriore pegno di titoli, in custodia presso un deposito bancario intestato ad ISA, per un valore nominale di 3.500 migliaia di euro; il credito verso la società Campoverde Energia S.r.l. di 1.012 migliaia di euro relativo alla vendita della partecipazione, detenuta nella società Campoverde S.p.A.; tale credito è fruttifero di interessi nella misura convenzionalmente stabilita al tasso fisso del 3%, oltre l’Euribor a sei mesi rilevato dalla Federazione Bancaria Europea calcolato al momento della scadenza, da pagarsi in tre rate costanti (di cui una già pagata) a scadenza annuale entro il 30 giugno di ogni anno ed è garantito da ipoteca. Si evidenzia che, alla data di Bilancio, non esistono crediti costituiti in garanzia di proprie passività e impegni. 92 Bilancio 2013 6.4 Crediti: attività garantite (in migliaia di euro) 2013 Attività garantite Crediti verso banche VE 1. A t t iv it à in ga ra nt it e da : 2012 Crediti verso enti finanziari VG VE Crediti verso clientela VG VE Crediti verso banche VG VE Crediti verso enti finanziari VG VE Crediti verso clientela VG VE VG bo nis - B eni in leasing finanziario 0 0 0 0 - Crediti per facto ring 0 0 0 0 - Ipo teche 0 0 0 0 - P egni 0 0 0 0 - Garanzie perso nali 0 0 0 0 - Derivati su crediti 0 0 0 0 - B eni in leasing finanziario 0 0 0 - Crediti per facto ring 0 0 - Ipo teche 0 - P egni 0 - Garanzie perso nali - Derivati su crediti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 146.597 462.879 0 0 0 0 158.643 449.776 3.500 3.500 0 0 0 0 3.500 3.500 4.442 4.442 0 0 0 0 4.442 4.442 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4.497 42.165 0 0 0 0 9.019 48.920 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 159.036 512.986 0 0 0 2 . A t t iv it à de t e rio ra t e ga ra nt it e da : Totale 0 175.604 506.638 VE = valore di bilancio delle esposizioni VG = fair value delle garanzie Le garanzie sono relative ai finanziamenti in essere alla data di Bilancio. 93 Bilancio 2013 Sezione 10. Attività materiali - Voce 100 10.1 Composizione della voce 100 “Attività materiali” (in migliaia di euro) Attività/Valori Totale 2013 Totale 2012 1. Attività di proprietà a) terreni 0 0 b) fabbricati 0 0 c) mobili 28 42 d) impianti elettronici 15 27 0 0 a) terreni 0 0 b) fabbricati 0 0 c) mobili 0 0 d) impianti elettronici 0 0 e) altre 0 21 43 90 e) altre 2. Attività finanziario acquisite in leasing Totale 94 Bilancio 2013 10.2 Attività materiali: variazioni annue (in migliaia di euro) Terreni A. Esistenze iniziali lorde Fabbricati Impianti elettronici Mobili Altre Totale 0 0 42 27 21 90 0 0 0 0 0 0 0 0 B.1 Acquisti 0 0 1 1 0 2 B.2 Spese per migliorie capitalizzate 0 0 0 0 B.3 Riprese di valore 0 0 0 0 0 0 A.1 Riduzioni di valore totali nette A2. Esistenze iniziali nette B. Aumenti B.4 Variazioni imputate a: positive di fair value 0 0 0 0 0 0 a) patrimonio netto 0 0 0 0 0 0 b) conto economico 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 C .1 Vendite 0 0 0 0 -16 -16 C .2 Ammortamenti B.5 Differenze positive di cambio B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento B.7 Altre variazioni C. Diminuzioni 0 0 0 -15 -13 -5 -33 C .3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a: 0 0 0 0 0 0 a) patrimonio netto 0 0 0 0 0 0 b) conto economico 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 a) patrimonio netto 0 0 0 0 0 0 b) conto economico 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 a) attività materiali detenute a scopo di investimento 0 0 0 0 0 0 b) attività in via di dismissione 0 0 0 0 0 0 C .4 Variazioni negative di fair value imputate a: C .5 Differenze negative di cambio C .6 Trasferimenti a: C .7 Altre variazioni D. Rimanenze finali lorde D.1 Riduzione di valore totali nette D.2 Rimanenze finali nette E. Valutazione al costo 0 0 0 0 0 0 0 0 28 15 0 43 0 0 0 0 0 0 0 0 28 15 0 43 0 0 28 15 0 43 Gli ammortamenti sono stati calcolati sulla base di aliquote ritenute rappresentative della residua possibilità di utilizzo dei relativi beni e di seguito esposte: Aliquote ammortamento Aliquote ammortamento % Mobili 12 Impianti elettronici 20 Altre 20 95 Bilancio 2013 Sezione 11. Attività immateriali - Voce 110 11.1 Composizione della Voce 110 “Attività immateriali” (in migliaia di euro) 2013 Attività Attività valutate al valutate al costo fair value Voci/Valutazione 1. Avviamento 2012 Attività Attività valutate al valutate al costo fair value 0 0 0 0 - generate internamente 0 0 0 0 - altre 9 0 29 0 0 0 0 0 9 0 29 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2. Altre Attività immateriali: 2.1 di proprietà 2.2 acquisite finanziario in leasing Totale 2 3. Attività riferibili al leasing finanziario 3.1 beni inoptati 3.2 beni ritirati a seguito di risoluzione 3.3 altri beni Totale 3 0 0 0 0 4. Attività concesse in leasing operativo 0 0 0 0 Totale (1+2+3+4) 9 0 29 0 Totale 9 0 29 0 Le “Altre attività immateriali” sono interamente costituite dai costi sostenuti per l’acquisizione di licenze e aggiornamento software. 96 Bilancio 2013 11.2 Attività immateriali: variazioni annue (in migliaia di euro) 2013 A. Esistenze iniziali 29 B. Aumenti B.1 Acquisti B.2 Riprese di valore 0 B.3 Variazioni positive di fair value - a patrimonio netto 0 - a conto economico 0 B.4 Altre variazioni 0 C. Diminuzioni C .1 Vendite C .2 Ammortamenti C .3 Rettifiche di valore 0 -20 0 C .4 Variazioni negative di fair value - a patrimonio netto 0 - a conto economico 0 C .5 Altre variazioni 0 D. Rimanenze finali 9 Aliquote ammortamento Aliquote ammortamento % Software 20 Licenze 20 97 Bilancio 2013 Sezione 12. Attività fiscali e passività fiscali 12.1 Composizione della voce 120 “Attività fiscali: correnti e anticipate” (in migliaia di euro) Composizione 2013 2012 120.a – Attività fiscali correnti IRES 974 178 IRAP 224 0 Totale sottovoce 120.a 1.198 178 120.b – Attività fiscali anticipate IRES 759 915 IRAP 0 0 759 1.957 915 1.093 Totale sottovoce 120.b Totale voce 120 Le “Attività fiscali correnti” ammontano a 1.198 migliaia di euro e si riferiscono per 974 migliaia di euro ai crediti per IRES ed in particolare: per 795 migliaia di euro al credito IRES maturato nell’esercizio 2013; per 105 migliaia di euro al credito derivante dall’istanza di rimborso presentata ai sensi del D.L. 2008/185; per 74 migliaia di euro al credito derivante dall’istanza di rimborso presentata ai sensi della L. 44/2012. Il credito per IRAP, pari a 224 migliaia di euro, è interamente riferibile al credito IRAP maturato nell’esercizio 2013. 12.2 Composizione della voce 70 “Passività fiscali: correnti e differite” (in migliaia di euro) Composizione 2013 2012 70.a – Passività fiscali correnti IRES 0 IRAP 0 938 201 Totale sottovoce 70.a 0 1.139 210 237 70.b – Passività fiscali differite IRES IRAP Totale sottovoce 70.b Totale voce 70 0 0 210 210 237 1.376 98 Bilancio 2013 12.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico) (in migliaia di euro) 2013 1. Esistenze iniziali 2012 915 532 a) relative a precedenti esercizi 0 0 b) dovute al mutamento di criteri contabili 0 0 251 554 0 0 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 0 0 2.3 Altri aumenti 0 0 -407 -171 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità 0 0 c) dovute al mutamento di criteri contabili 0 0 d) altre 0 0 0 0 759 915 2. Aumenti 2.1 Imposte anticipate rilevate nell’esercizio c) riprese di valore d) altre 3. Diminuzioni 3.1 Imposte anticipate annullate nell’esercizio a) rigiri 3.2 Riduzione di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni: a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla Legge n. 214/2011 b) altre 4. Importo finale Le attività differite si incrementano per 251 migliaia di euro per le seguenti differenze temporanee che saranno deducibili nei successivi esercizi: 166 migliaia di euro in relazione al premio di produttività spettante ai dipendenti per il 2013 che sarà definito successivamente all’approvazione del bilancio; 83 migliaia di euro in relazione ad alcuni accantonamenti a fondi rischi e oneri non deducibili; 2 migliaia di euro in relazione ai compensi degli amministratori di competenza dell’esercizio 2013 non liquidati alla data di riferimento del bilancio. Le attività differite si decrementano per 407 migliaia di euro per il rigiro delle seguenti differenze temporanee: 158 migliaia di euro, in relazione al premio di produttività spettante ai dipendenti per il 2012 che è stato definito nel corso dell’esercizio 2013; 214 migliaia di euro in relazione all’utilizzo ed al riversamento di fondi rischi e oneri non 99 Bilancio 2013 dedotti; 34 migliaia di euro, per il rigiro di alcune deduzioni spettanti in relazione alla svalutazione di crediti rilevate nei precedenti esercizi. 1 migliaia di euro, in relazione ai compensi degli amministratori di competenza del precedente esercizio liquidati nel corso del 2013. 12.3.1.Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011 (in contropartita del conto economico) (in migliaia di euro) 2013 1. Importo iniziale 2012 508 387 0 147 -34 -26 a) derivante da perdite d'esercizio 0 0 b) derivante da perdite fiscali 0 0 0 474 0 508 2. Aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Rigiri 3.2 trasformazione in crediti d'imposta 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale Le imposte anticipate iscritte in bilancio trasformabili in crediti d’imposta, ai sensi dell’articolo 9 della Legge n. 214 del 22 dicembre 2011, sono relative a svalutazioni di crediti operate nei precedenti esercizi. 100 Bilancio 2013 12.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico) (in migliaia di euro) 2013 1. Esistenze iniziali 2012 237 219 a) relative a precedenti esercizi 0 0 b) dovute al mutamento di criteri contabili 0 0 39 34 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 0 0 2.3 Altri aumenti 0 0 -66 -16 b) dovute al mutamento di criteri contabili 0 0 c) altre 0 0 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 0 0 3.3 Altre diminuzioni 0 0 210 237 2. Aumenti 2.1 Imposte differite rilevate nell’esercizio c) altre 3. Diminuzioni 3.1 Imposte differite annullate nell’esercizio a) rigiri 4. Importo finale 101 Bilancio 2013 Sezione 14. Altre attività - Voce 140 14.1 Composizione della voce 140 “Altre attività” (in migliaia di euro) Altre attivita' Risconti attivi Crediti verso Erario Depositi cauzionali Altre attività diverse dalle precedenti Totale 2013 2012 51 49 0 1 83 83 2 61 136 194 102 Bilancio 2013 PASSIVO Sezione 7. Passività fiscali – Voce 70 Per la voce 70 del Passivo, “Passività fiscali”, si fa rinvio alla sezione 12 dell’ Attivo della Nota integrativa. Sezione 9. Altre passività – Voce 90 Composizione della voce 90 “Altre passività” (in migliaia di euro) Altre passività 2013 2012 Fornitori 684 804 Debiti personale dipendente 894 960 Debiti verso enti previdenziali 189 190 Erario per rit.Irpef 1001 - 1040 126 103 18.100 18.400 2.792 2.096 22.785 22.553 Debito verso soci per distribuzione riserve Altri debiti vari Totale Il debito verso “Fornitori” si riferisce, quanto a 90 migliaia di euro a debiti verso fornitori per fatture ricevute, quanto a 594 migliaia di euro a debiti verso fornitori per fatture da ricevere. La voce “Debiti verso personale dipendente” si riferisce al debito relativo al premio variabile, alle ferie maturate e non godute e alla quattordicesima mensilità del personale dipendente. La voce “Debiti verso soci per distribuzione riserve” si riferisce integralmente alla distribuzione del risultato dell’esercizio 2012 e della riserva da utili deliberata nell’assemblea del 7 maggio 2013 in attuazione dell’articolo 4, comma 53, della legge 12 novembre 2011, n.183 e ss.mm.ii e dell’articolo 30, comma 8-ter e quater del D.L. 201/2011 convertito con modificazioni dalla legge 214/2011 e in attuazione dell’articolo 1, comma 71 della L.228/2012. Il debito di 18.100 migliaia di euro è stato estinto il 31 gennaio 2014. Risultano classificati alla voce “Altri debiti vari”: il debito verso i beneficiari dei Contratti di Filiera di 2.759 migliaia di euro relativo ai contributi agevolativi da erogare; il debito per l’imposta sostitutiva sui finanziamenti di 30 migliaia di euro relativo al saldo del secondo semestre 2013 da versare entro aprile 2014; il debito verso l’Erario per IVA pari a 3 migliaia di euro. 103 Bilancio 2013 Sezione 10. Trattamento di Fine Rapporto del personale – Voce 100 10.1 Trattamento di Fine Rapporto del personale: variazioni annue (in migliaia di euro) 2013 A. Esistenze iniziali 2012 918 710 B. Aumenti B1. Accantonamento dell’esercizio 266 331 0 0 C 1. Liquidazioni effettuate -153 0 C 2. Altre variazioni in diminuzione -124 -123 B2. Altre variazioni in aumento C. Diminuzioni D. Esistenze finali 907 918 Secondo i principi contabili internazionali, il TFR è considerato un fondo a prestazioni definite, il cui valore viene determinato in conformità a metodologie statistico-attuariali. L’ “Accantonamento dell’esercizio” può essere così analizzato: (in migliaia di euro) 2013 C osto previdenziale relativo a prestazioni di lavoro correnti Interessi su obbligazioni Perdite attuariali Totale 198 30 38 266 Le “Altre variazioni in diminuzione” si riferiscono alla quota di Trattamento di Fine Rapporto trasferita al fondo PREVIRAS. La valutazione attuariale del TFR è realizzata in base alla metodologia dei “benefici maturati”, mediante il “Projected Unit Credit Method” (PUCM), come previsto agli artt. 64-66 dello IAS 19. Tale metodologia si sostanzia in valutazioni che esprimono il valore attuale medio delle obbligazioni pensionistiche, maturate in base al servizio che il lavoratore ha prestato, fino all’epoca in cui la valutazione stessa è realizzata proiettando le retribuzioni del lavoratore. La determinazione del valore di iscrizione in bilancio del TFR è stata affidata ad un attuario esterno che ha utilizzato un modello attuariale che poggia su diverse ipotesi, di tipo demografico ed economico - finanziario. Di seguito sono riportate le principali ipotesi del modello. Tasso di attualizzazione Il tasso d’interesse utilizzato per la determinazione del valore attuale dell’obbligazione è stato determinato, coerentemente con il paragrafo 78 dello IAS 19, con riferimento all’indice IBoxx 104 Bilancio 2013 Eurozone Corporate A con duration superiore a 10 anni (in linea con la duration del collettivo in esame). Per la valutazione puntuale al 31 dicembre 2013 si è scelto il rendimento avente durata comparabile alla duration del collettivo di lavoratori oggetto della valutazione, che ha dato luogo ad un tasso annuo di attualizzazione pari al 3,39%. Inflazione In forza dell’attuale situazione economica che presenta una particolare volatilità della maggioranza degli indicatori economici, nella scelta del tasso di inflazione si è adottato un tasso prospettico del 2,00% avendo fatto riferimento alle proiezioni ISTAT ed al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF). Il suddetto tasso è stato scelto considerando anche quanto espresso nelle linee guida dell’Ordine Nazionale degli Attuari . Tasso annuo di incremento del TFR Come previsto dall’art. 2120 del Codice Civile, il TFR si rivaluta ogni anno ad un tasso pari al 75% dell’inflazione più 1,5 punti percentuali; pertanto l’ipotesi di rivalutazione, utile per le valutazioni attuariali, viene determinata in base al tasso sopra indicato. Tasso annuo di incremento salariale Sono stati utilizzati tassi annui di incremento delle retribuzioni, in funzione della qualifica dei dipendenti e del settore di appartenenza della Società; in particolare, sono stati utilizzati i seguenti tassi di crescita delle retribuzioni: • Dirigenti 2,50%; • Quadri/Impiegati 1,00%. Mortalità Per la stima del fenomeno della mortalità all’interno del collettivo dei dipendenti oggetto della valutazione è stata utilizzata la tavola di sopravvivenza RG48 utilizzata dalla Ragioneria Generale dello Stato per la stima degli oneri pensionistici della popolazione italiana. Inabilità Per la stima del fenomeno di inabilità, all’interno del collettivo dei dipendenti oggetto della valutazione, è stata utilizzata una tavola INPS differenziata in funzione dell’età e del sesso. Requisiti di pensionamento Raggiungimento dei requisiti minimi previsti dell’Assicurazione Generale Obbligatoria. Frequenza di anticipazione del TFR In base alle esperienze della Società, sono state impostate delle frequenze annue di accesso al diritto di anticipo pari al 2,5%. 105 Bilancio 2013 Frequenze di uscita anticipata (turn-over) In base alle esperienze della Società, sono state impostate frequenze annue di turn-over pari al 1,00% . Inoltre, coerentemente con il nuovo IAS19 approvato dallo IASB nel Giugno del 2011, obbligatorio a partire dai bilanci degli esercizi che hanno inizio dal 1° Gennaio 2013 o in data successiva, richiede per i piani a beneficio definito di tipo post-employment una serie di informazioni aggiuntive, quali: analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale rilevante alla fine dell’esercizio, mostrando - gli effetti che ci sarebbero stati a seguito delle variazioni delle ipotesi attuariali ragionevolmente possibili a tale data, in termini assoluti; - indicazione del contributo per l'esercizio successivo; - indicazione della durata media finanziaria dell'obbligazione per i piani a beneficio definito; - erogazioni previste dal piano. Di seguito, quindi, si riportano tali informazioni. Analisi di sensitività dei principali parametri valutativi sui dati al 31 Dicembre 2013 (in euro) DBO al 31/12/2013 Tasso di inflazione +0,25% 928.708 Tasso di inflazione -0,25% 885.351 Tasso di attualizzazione +0,25% 879.914 Tasso di attualizzazione -0,25% 934.635 Tasso di turnover +1% 906.672 Contributo per l'esercizio successivo e durata media dell'obbligazione Service cost 2014 Duration del piano Anni 1 2 3 4 5 65.473 16 Erogazioni previste 39.626 39.295 42.245 45.203 48.119 106 Bilancio 2013 Sezione 11. Fondi per rischi e oneri – Voce 110 Voce 110 - Fondi per rischi e oneri 11.1 Composizione della voce "Fondi per rischi ed oneri" : (in migliaia di euro) 2013 Fondo rischi Totale 2012 424 901 424 901 11. 2 Variazioni nell'esercizio della voce "Fondi per rischi ed oneri" (in migliaia di euro) Saldo Iniziale Fondo rischi Totale Utilizzi Altre Variazioni Accantonamenti Saldo Finale 901 -454 -324 301 424 901 -454 -324 301 424 La movimentazione dei fondi per rischi e oneri dell’esercizio 2013 è la seguente: - utilizzi per 454 migliaia di euro a seguito della chiusura di alcuni contenziosi in essere con il personale dipendente; - rilasci per esubero per 324 migliaia di euro; - nuovi accantonamenti per 301 migliaia di euro. Voce 115 – Fondo L. 248/2005 art. 10-ter comma 3 Composizione della Voce “Fondo L. 248/2005 art. 10-ter comma 3” (in migliaia di euro) 2013 Fondo L.248/2005 art. 10-ter c.3 Totale 2012 15.004 22.589 15.004 22.589 La voce “Fondo L. 248/2005 art. 10-ter c. 3” è costituita dallo stanziamento, previsto dal D.L. del 30 settembre 2005 n. 203, convertito in Legge n. 248 del 2 dicembre 2005. La destinazione di tale somma è finalizzata al finanziamento del programma del Mipaaf relativo all’internazionalizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari italiani sui mercati internazionali, con particolare riferimento a quelli extracomunitari. L’attuazione di tale programma era stata demandata alla società Buonitalia S.p.A., detenuta al 70% dal Mipaaf, con la quale nel 2007 ISA aveva stipulato una convenzione, in esecuzione del decreto 107 Bilancio 2013 interministeriale del 15 maggio 2006. La convenzione disciplina il rapporto tra le due società per la realizzazione del programma di internazionalizzazione dei prodotti agroalimentari italiani e prevede che ISA gestisca un rapporto di conto di corrispondenza con Buonitalia, oltre a prestare assistenza alla stessa nella realizzazione del suddetto programma. Il 13 settembre 2011 l’assemblea straordinaria dei soci ha deliberato lo scioglimento di Buonitalia S.p.A. e la sua liquidazione, inoltre il decreto legge 6/7/2012, n. 95 convertito con legge 7/8/2012, n. 135 ha soppresso Buonitalia Spa in liquidazione ed ne ha trasferito le funzioni all’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ( ex ICE). Inoltre, nel corso del 2012 il Mipaaf ha chiesto ad ISA di rendere indisponibile sul conto di tesoreria finalizzato alle attività di Buonitalia la somma di 6.094 migliaia di euro. Nel corso dell’esercizio 2013, coerentemente con quanto previsto dalla convenzione ed in base a quanto disposto con decretazione ministeriale, ISA ha versato a Buonitalia in liquidazione 7.585 migliaia di euro e riconosciuto alla stessa interessi passivi per complessivi 152 migliaia di euro. 108 Bilancio 2013 Sezione 12. Patrimonio – Voce 120 e 160 12.1 Composizione della voce 120 “Capitale” (in migliaia di euro) Tipologie Importo 1. Capitale 300.000 1.1. Azioni ordinarie 0 1.2 Altre azioni (da specificare) 0 Il capitale sociale è costituito da 300.000.000 azioni ordinarie del valore di 1 euro ciascuna, interamente versato e di proprietà del Mipaaf. 12.5 Altre informazioni - Composizione della voce 160 “Riserve” (in migliaia di euro) Riserve di utili Legale Esistenze iniziali Altre riserve Utili/perdite esercizi precedenti Riserva speciale Avanzo di fusione Altro Totale 4.169 13.637 3.470 0 0 21.276 762 73 0 0 0 835 0 9.200 0 0 0 9.200 0 0 0 0 0 0 Aumenti Attribuzioni di utili Altre variazioni Diminuzioni Utilizzi • copertura perdite 0 0 0 0 0 0 • distribuzione 0 -19.819 0 0 0 -19.819 • trasferimento a capitale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4.931 3.091 3.470 0 0 11.492 Altre variazioni Rimanenze finali Gli aumenti delle riserve, per 9.273 migliaia di euro, si riferiscono per 9.200 alla delibera dell’assemblea dei soci del 31 gennaio 2013 che ha parzialmente revocato la delibera dell’assemblea dei soci del 25 maggio 2012 riguardante la distribuzione di riserve, riducendo l’importo da distribuire per euro 9.200 migliaia di euro. Le diminuzioni delle riserve si riferiscono: per 16.200 migliaia di euro alla distribuzione di riserve da utili al socio Mipaaf deliberata dall’assemblea del 31 gennaio 2013 in esecuzione di quanto disposto dall’articolo 4, comma 53, della Legge 183/2011 e ss.mm. e dall’articolo 30 della Legge 214/2011; per 3.619 migliaia di euro alla distribuzione di riserve da utili al socio Mipaaf deliberata dall’assemblea del 7 maggio 2013 in esecuzione di quanto disposto dall’articolo 4, comma 53, della Legge 183/2011 e ss.mm. e dall’articolo 30 della Legge 214/2011. 109 Bilancio 2013 12. 5 Altre informazioni – Distribuibilità delle voci di patrimonio netto (in migliaia di euro) Possibilità di utilizzazione (A, B, C)* Importo Quota disponibile Riepilogo delle utilizzazioni effettuate nei tre esercizi precedenti Per copertura perdite Capitale 300.000 - 4.931 B 4.931 3.091 A, B, C 3.091 3.470 A, B, C 3.470 -154 - Per altre ragioni Riserve Riserva legale Utili/perdite precedenti esercizi Riserva speciale 90.700 Riserve da valutazione Riserva attuariali utili e perdite Totale 311.338 11.492 di cui: Quota non distribuibile Quota distribuibile 11.492 * Legenda: A: per aumento di capitale B: per copertura perdite C: per distribuzione ai soci La “Riserva speciale”, pari a 3.470 migliaia di euro, rappresenta la riserva speciale Legge n. 248/05. La “Riserva legale”, pari a 4.931 migliaia di euro, comprende la ventesima parte degli utili di bilancio così come previsto dall’art. 2430 del C.C. 110 Bilancio 2013 Parte C – Informazioni sul Conto economico Sezione 1. Interessi – Voci 10 e 20 1.1 Composizione della voce 10 “Interessi attivi e proventi assimilati” (in migliaia di euro) Voci/Forme tecniche Titoli di debito Finanziamenti Altre operazioni Totale 2013 Totale 2012 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 0 0 0 0 0 2. Attività finanziarie valutate al fair value 0 0 0 0 0 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 0 0 0 0 0 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 0 0 0 0 0 5.1 C rediti verso banche 0 0 4.992 4.992 6.269 5.2 C rediti verso enti finanziari 0 0 0 0 0 5.3 C rediti verso clientela 0 3.213 2.688 5.901 6.360 6. Altre attività 0 0 0 0 385 7. Derivati di copertura 0 0 0 0 0 0 3.213 7.680 10.893 13.014 5. C rediti Totale L’importo iscritto alla voce “Crediti verso banche” si riferisce, per 3.740 migliaia di euro, agli interessi attivi maturati sui conti correnti bancari e per 1.252 migliaia di euro agli interessi maturati sui contratti di conto deposito. L’importo iscritto alla voce “Crediti verso la clientela” si riferisce: per 2.962 migliaia di euro ad interessi maturati sui finanziamenti agevolati ex Legge 700/83 di cui 192 migliaia di euro afferenti a posizioni deteriorate, per 59 migliaia di euro ad interessi di mora sui finanziamenti agevolati e, per 200 migliaia di euro, alla valutazione dei crediti a costo ammortizzato; per 2.688 migliaia di euro ad interessi maturati su “Altre operazioni ”, ed in particolare: o quanto a 1.850 migliaia di euro, agli interessi attivi maturati sul credito verso Conserve Italia Soc. Coop. Agricola; o quanto a 485 migliaia di euro, agli interessi attivi maturati sul credito verso GIV S.p.A.; o quanto a 2 1 1 migliaia di euro, agli interessi attivi maturati sul credito verso Granarolo S.p.A. relativo alla vendita della partecipazione, detenuta nella società Sail S.p.A.; 111 Bilancio 2013 o quanto a 4 2 migliaia di euro, agli interessi attivi maturati sul credito verso Campoverde Energia S.p.A. relativo alla vendita della partecipazione, detenuta nella società Campoverde S.p.A.; o quanto a 100 migliaia di euro, agli interessi attivi maturati sul credito verso Amalattea S.p.A. 1.3 Composizione della voce 20 “Interessi passivi e oneri assimilati” (in migliaia di euro) Voci/Forme tecniche Finanziamenti Titoli Totale 2013 Altro Totale 2012 1. Debiti verso banche 0 0 0 0 -385 2. Debiti verso enti finanziari 0 0 0 0 0 3. Debiti verso clientela 0 0 0 0 0 4. Titoli in circolazione 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7. Altre passività 0 0 0 -262 -291 8. Derivati di copertura 0 0 0 0 0 0 0 0 -262 -676 5. Passività finanziarie di negoziazione 6. Passività finanziarie valutate al fair value Totale Gli interessi passivi maturati su “Altre passività” si riferiscono: • per 153 migliaia di euro, agli interessi riconosciuti sulla base della convenzione che, nel mese di febbraio 2007, è stata stipulata tra ISA e la società Buonitalia in liquidazione, già commentata alla voce 115 “Fondo L. 248/2005 art. 10-ter comma 3” della presente Nota integrativa, cui si rimanda per maggiori dettagli; • per 109 migliaia di euro agli interessi maturati sulla liquidità gestita, per conto del Mipaaf, relativa alle erogazioni sui Contratti di Filiera. 112 Bilancio 2013 Sezione 2. Commissioni passive – Voce 40 2.1 Composizione della voce 40 “Commissioni passive” (in migliaia di euro) Totale 2013 Dettaglio/Settori Totale 2012 1. Garanzie ricevute 0 0 2. Distribuzione di servizi da terzi 0 0 3. Servizi di incasso e pagamento 0 0 -14 -8 -14 -8 4. Altre commissioni Totale Sezione 3. Dividendi e Proventi simili – Voce 50 3.1 Composizione della voce 50 “Dividendi e proventi assimilati” (in migliaia di euro) Totale 2013 Voci/Proventi Totale 2012 Proventi da quote di O.I.C.R. Dividendi Proventi da quote di O.I.C.R. Dividendi 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 0 0 0 0 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 0 0 20 0 3. Attività finanziarie al fair value 0 0 0 0 4. Partecipazioni 0 0 0 0 4.1 per attività di merchant banking 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 20 0 4.2 per altre attività Totale 113 Bilancio 2013 Sezione 7. Utile (Perdita) da cessione o riacquisto – Voce 90 7.1 Composizione della voce 90 “Utile (Perdita) da cessione o riacquisto” (in migliaia di euro) Totale 2013 Voci/componenti reddituali Utile Totale 2012 Risultato netto Perdita Utile Risultato netto Perdita 1. Attività finanziarie 1.1 C rediti 1.2 Attività vendita 1.3 Attività scadenza disponibili per la detenute sino a Totale (1) 0 0 0 0 0 0 0 0 0 18 0 18 0 0 0 0 0 0 0 0 0 18 0 18 0 0 0 0 0 0 2. Passività finanziarie 2.1 Debiti 2.2 Titoli in circolazione 0 0 0 0 0 0 Totale (2) 0 0 0 0 0 0 Totale (1+2) 0 0 0 18 0 18 114 Bilancio 2013 Sezione 8. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento – Voce 100 8.1 Composizione della voce 100 “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti” (in migliaia di euro) Rettifiche di valore Voci/rettifiche specifiche Riprese di valore di portafoglio specifiche di portafoglio Totale 2013 Totale 2012 1. Crediti verso banche - per leasing 0 0 0 0 0 0 - per factoring 0 0 0 0 0 0 - altri crediti 0 0 0 0 0 0 2. Crediti verso enti finanziari C rediti deteriorati acquistati - per leasing 0 0 0 0 0 0 - per factoring 0 0 0 0 0 0 - altri crediti 0 0 0 0 0 0 Altri crediti - per leasing 0 0 0 0 0 0 - per factoring 0 0 0 0 0 0 - altri crediti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - per factoring 0 0 0 0 0 0 - per credito al consumo 0 0 0 0 0 0 - altri crediti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - per factoring 0 0 0 0 0 0 - per credito al consumo 0 0 0 0 0 0 -1.360 -527 1.918 0 31 -1.079 -1.360 -527 1.918 0 31 -1.079 3. Crediti verso clientela C rediti deteriorati acquistati - per leasing Altri crediti - per leasing - altri crediti Totale L’importo evidenziato nella colonna “Rettifiche di valore specifiche” si riferisce alle rettifiche di valore, derivanti dalla valutazione specifica di alcune attività e include anche l’effetto temporale delle previsioni di recupero. L’importo evidenziato nella colonna “Riprese di valore specifiche” si riferisce a posizioni per le quali le mutate condizioni economiche e finanziarie del debitore rendono prevedibile il recupero di una parte dei crediti, precedentemente svalutati. 115 Bilancio 2013 Sezione 9. Spese amministrative – Voce 110 9.1 Composizione della voce 110.a “Spese per il personale” (in migliaia di euro) Spese per il personale Totale 2013 Totale 2012 1. Personale dipendente a) Salari e stipendi -3.026 -2.980 -988 -968 0 0 -48 -54 -104 -108 - a contribuzione definita 0 0 - a benefici definiti 0 0 -124 -133 0 0 -275 -243 -25 -255 -334 -735 4. Personale collocato a riposo 0 0 5. Recuperi di spesa per dipendenti distaccati presso altre aziende 0 0 6. Rimborsi di spesa per dipendenti distaccati presso la società 0 7 -4.924 -5.469 b) Oneri sociali c) Indennità di fine rapporto d) Spese previdenziali e) Accantonamenti al Trattamento di Fine Rapporto del personale f) Accantonamento al fondo di quiescenza e obblighi simili: g) Versamenti ai fondi di previdenza complementari esterni: - a contribuzione definita - a benefici definiti h) Altre spese 2. Altro personale in attività 3. Amministratori e Sindaci Totale La voce “Spese per il personale” si riferisce alle competenze relative all’organico della Società, costituito, al 31 dicembre 2013, da trentacinque dipendenti, di cui quattro dirigenti e da un collaboratore a progetto fino ad aprile 2013, ed a compensi erogati agli Amministratori e al Collegio Sindacale. 116 Bilancio 2013 9.2 Numero medio dei dipendenti ripartiti per categoria Numero medio Dirigenti 4,16 Quadri 16,00 Impiegati 15,50 Totale 35,66 9.3 Composizione della voce 110.b “Altre spese amministrative” (in migliaia di euro) Altre spese amministrative Beni di consumo ed altri oneri di gestione Totale 2013 Totale 2012 -11 -15 Godimento beni di terzi -332 -453 Imposte indirette e tasse -276 -481 -48 -71 Manutenzioni, utenze varie ed assicurazioni -115 -134 Prestazioni varie di terzi -414 -407 Pubblicità e partecipazioni a fiere e convegni -38 -50 Sistemi informativi -69 -64 Spese viaggio dipendenti -87 -199 -4 -6 -1.394 -1.880 Legali e notarili Altro Totale Il decremento della voce “Altre spese amministrative” per 486 migliaia di euro è essenzialmente imputabile: - per 121 migliaia di euro, alle minori spese per il godimento beni di terzi, a seguito della chiusura delle sedi periferiche di Milano e Venezia ed alla rinegoziazione del prezzo inizialmente pattuito con il locatore dell’unica sede di via Palestro con un risparmio di circa 80 migliaia di euro; - per 112 migliaia di euro, alle minori spese viaggio ai dipendenti; - per 205 migliaia di euro, alle minori imposte indirette, in particolare alla riduzione dell’iva indetraibile conseguenza dei minori costi dell’anno 2013. 117 Bilancio 2013 Sezione 10. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali – Voce 120 10.1 Composizione della voce 120 “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali” (in migliaia di euro) Voci/Rettifiche e riprese di Ammortamento valore 1. Attività funzionale ad Rettifiche di valore per deterioramento Riprese di valore Risultato netto uso 1.1 Di proprietà a) Terreni 0 0 0 0 b) Fabbricati 0 0 0 0 c) Mobili -15 0 0 -15 d) Strumentali -13 0 0 -13 -5 0 0 -5 a) Terreni 0 0 0 0 b) Fabbricati 0 0 0 0 c) Mobili 0 0 0 0 d) Strumentali 0 0 0 0 e) Altri 0 0 0 0 -33 0 0 -33 e) Altri 1.2 acquisite finanziario in leasing 2. Attività detenute scopo di investimento a Totale 118 Bilancio 2013 Sezione 11. Rettifiche di valore nette su attività immateriali – Voce 130 11.1 Composizione della voce 130 “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali” (in migliaia di euro) Rettifiche di Ammortamento valore per (a) deterioramento (b) 1. Avviamento Riprese di valore (c) Risultato netto (a+b-c) 0 0 0 0 -20 0 0 -20 0 0 0 0 3. Attività riferibili al leasing finanziario 0 0 0 0 4. Atività concesse in leasing operativo 0 0 0 0 -20 0 0 -20 2. Altre Attività immateriali 2.1 di proprietà 2.2 acquisite finanziario in leasing Totale Sezione 13. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 150 13.1 Composizione della voce 150 “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri” 2013 2012 Accantonamenti netti ai fondi rischi 23 -901 Totale 23 -901 Gli accantonamenti netti ai fondi rischi si riferiscono a: - rilasci per esubero per 324 migliaia di euro; - nuovi accantonamenti per 301 migliaia di euro effettuati a fronte di passività probabili per le quali si renderà necessario l’impiego di risorse. 119 Bilancio 2013 Sezione 14. Altri proventi e oneri di gestione – Voce 160 14.1 Composizione della voce 160 “Altri proventi e oneri di gestione” (in migliaia di euro) 2013 Altri oneri diversi di gestione Ricavi per contributi Ricavi per prestazioni e proventi diversi Totale 2012 -55 -65 0 19.504 44 253 -11 19.692 Gli altri oneri diversi di gestione, si riferiscono integralmente ai costi, per prestazioni professionali o di servizi, sostenuti per l’attuazione della commessa dei Contratti di Filiera commissionati dal Mipaaf, che si sono resi necessari per il raggiungimento degli obiettivi previsti e per gli adempimenti degli obblighi sanciti nella convenzione. La voce “Ricavi per prestazioni e proventi diversi” si riferisce : • per 26 migliaia di euro, a proventi rilevati in relazione ai riaddebiti dei costi di istruttoria alle società finanziate; • per 10 migliaia di euro, a plusvalenze relative ad alienazione cespiti; • per 8 migliaia di euro, a proventi relativi ai riaddebiti delle spese sostenute dai dipendenti di ISA titolari di cariche nell’ambito dei Consigli di Amministrazione delle società partecipate. 120 Bilancio 2013 Sezione 17. Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 190 17.1 Composizione della voce 190 “Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente” (in migliaia di euro) 2013 1. Imposte correnti 2012 -886 -7.796 132 122 3. Riduzione delle imposte correnti dell’esercizio 0 0 3.bis Riduzione delle imposte correnti dell’esercizio per crediti d'imposta di cui alla legge n.214/2011 0 0 -156 383 26 -18 -884 -7.309 2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi 4. Variazione delle imposte anticipate 5. Variazione delle imposte differite Imposte di competenza dell’esercizio Le “imposte correnti“ si decrementano di 6.425 migliaia di euro rispetto all’esercizio precedente in conseguenza del minor risultato ante imposte conseguito dalla Società nell’esercizio in esame. 121 Bilancio 2013 17. 2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio IRES (in migliaia di euro) Descrizione Valore Imposte Risultato prima delle imposte 4.290 Onere fiscale teorico (%) 1.544 36,0% Premio variabile dipendenti anno 2013 603 14,06% Accantonamento a fondo rischi e oneri 301 7,03% C ompensi amministratori non liquidati 6 0,14% 25 0,59% -122 -2,84% -22 -0,51% 792 18,46% -4 -0,09% Rilascio ed utilizzo fondi non dedotti -779 -18,15% Premio variabile dipendenti anno 2012 -573 -13,36% Svalutazione crediti 2008 e 2012 deducibili in 18esimi -124 -2,88% 168 3,92% 40 0,93% -1.271 -29,63% 10 0,24% -2.313 -53,91% -299 -6,98% 12 0,29% -2.589 -60,36% Differenze temporanee deducibili/imponibili in esercizi successivi Accantonamento IAS 19 con deduzione da rinviare ex DM 48/2009 Valutazione partecipazioni immobilizzazioni finanziarie (5%) Interessi di mora non incassati Totale Rigiro delle differenze temporanee da esercizi precedenti C ompensi amministratori anni precedenti liquidati nel 2012 Incasso dividendi strumenti di capitale classificati tra i crediti Interessi di mora incassati nell'esercizio di competenza degli anni precedenti Totale Differenze permanenti Interessi passivi indeducibili Valutazione partecipazioni immobilizzazioni finanziarie (95%) Deduzione IRAP Altre differenze permanenti Totale Imponibile fiscale Imposte correnti sul reddito dell’esercizio 1.222 440 10,25% 122 Bilancio 2013 IRAP (in migliaia di euro) Valore Imposte Margine di intermediazione 10.617 Altri costi deducibili ai fini IRAP -1.302 Totale Onere fiscale teorico (%) 9.315 533 5,72% 0 0,00% 0 0,00% Interessi passivi indeducibili -10 -0,11% Altre differenze permanenti -25 Differenze temporanee deducibili in esercizi successivi Totale Rigiro delle differenze temporanee da esercizi precedenti Totale Differenze permanenti -35 -0,38% Deduzioni IRAP Totale -1.339 -14,38% Imponibile Irap 7.941 IRAP corrente per l’esercizio 446 4,79% 123 Bilancio 2013 Parte D – Altre informazioni Sezione 1. Riferimenti specifici sull’operatività svolta D. Garanzie rilasciate e impegni D.1 Valore delle garanzie rilasciate e degli impegni (in migliaia di euro) Operazioni Importo 2013 Importo 2012 1. Garanzie rilasciate di natura finanziaria a prima richiesta a) Banche 0 0 b) Enti finanziari 0 0 0 0 c) C lientela 2. Alre garanzie finanziaria a) Banche rilasciate di natura 0 0 b) Enti finanziari 0 0 c) C lientela 0 0 a) Banche 0 0 b) Enti finanziari 0 0 c) C lientela 0 0 i) a utilizzo certo 0 0 ii) a utilizzo incerto 0 0 i) a utilizzo certo 0 0 ii) a utilizzo incerto 0 0 11.324 18.752 0 0 4. Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 0 0 5. Attività costituite obbligazioni di terzi 0 0 0 0 11.324 18.752 3. Garanzie commerciale rilasciate di natura 4. Impegni irrevocabili a erogare fondi a) Banche b) Enti finanziari c) C lientela i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto in garanzia di 6. Altri impegni irrevocabili Totale 124 Bilancio 2013 Sezione 3. Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura Premessa Nei paragrafi seguenti vengono riportate le informazioni qualitative e quantitative sui rischi. In relazione alle politiche di copertura dei rischi, la Società ha istituito nel mese di maggio 2013 la funzione del Comitato per il Risk Management per verificare nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento o a seguito dell’introduzione di nuove attività o processi rilevanti. In particolare, il Comitato per il Risk Management identifica i rischi rilevanti per la Società anche sulla base delle risultanze delle valutazioni indipendentemente effettuate dall’Internal Auditing. L’identificazione dei rischi rilevanti prevede: - l’identificazione dei rischi riguardo alla propria operatività e ai mercati di riferimento; - la mappatura dei rischi classificati come rilevanti; - la definizione dei rischi quantificabili e dei rischi valutabili; - la definizione delle metodologie per la misurazione dei rischi quantificabili di cui al Primo e Secondo pilastro; - l’analisi dei presidi organizzativi e dei sistemi di governo sui rischi quantificabili e valutabili; - la definizione delle metodologie per la conduzione delle prove di stress. Il Comitato per il Risk Management sottopone le risultanze dell’identificazione dei rischi rilevanti all’attenzione dell’Amministratore Delegato per l’approvazione. Qualora intervengano modifiche nel perimetro e nelle condizioni soggettive di ISA, con riferimento alle metodologie di determinazione dei requisiti patrimoniali prudenziali ai fini del Primo pilastro, il Comitato per il Risk Management ne dà pronta comunicazione all’Amministratore Delegato che ne valuta eventuali impatti operativi sul processo ICAAP e, d’accordo con il Consiglio di Amministrazione, definisce eventuali interventi di adeguamento. I rischi identificati in fase di assessment sono di seguito riportati: - rischio di credito; - rischio di controparte; - rischio di mercato; - rischio operativo; - rischio di concentrazione; - rischio di tasso; - rischio di liquidità; - rischio residuo; - rischio strategico; - rischio reputazionale. 125 Bilancio 2013 I rischi oggetto di analisi sono stati classificati nelle seguenti categorie: - rischi quantificabili (rischi a fronte dei quali è possibile determinare un requisito patrimoniale prudenziale e/o capitale interno); - rischi valutabili di tipo killer (rischi che, in relazione alla struttura di ISA e alla sua attività, pur manifestando una bassa probabilità di accadimento, potrebbero avere impatti rilevanti sull’operatività della stessa); - rischi valutabili a fronte dei quali non è possibile definire una proxy di quantificazione e che non rientrano nella categoria precedente. Tra i rischi quantificabili rientrano: il rischio di credito, il rischio di controparte, il rischio di mercato, il rischio operativo, il rischio di concentrazione e il rischio di tasso. Tra i rischi valutabili di tipo killer rientrano il rischio di liquidità, il rischio strategico1 e il rischio reputazionale. Tra i rischi valutabili a fronte dei quali non è possibile definire una proxy di quantificazione rientra il rischio residuo. Il comitato per il Risk Management ha effettuato, in particolare, i controlli relativi al rischio di credito e al rischio di liquidità. Il Comitato ha preso atto della relazione della Funzione Antiriciclaggio per le attività di propria competenza. La Funzione Compliance garantisce il corretto funzionamento del modello di gestione del rischio di non conformità alle norme In particolare la Funzione Compliance ha l’obiettivo di: monitorare costantemente il rischio di non conformità; definire procedure interne per la gestione del rischio di non conformità alle norme; verificare l’efficacia dei flussi informativi volti ad assicurare, da un lato, la collaborazione tra le diverse funzioni di ISA coinvolte nella gestione dei rischi e dall’altro, che gli organi di vertice siano informati sulle modalità di gestione del rischio di non conformità; identificare e valutare, almeno una volta l’anno, i principali rischi di non conformità cui ISA è esposta e programmare i relativi interventi di gestione. La Funzione riferisce, di iniziativa o su richiesta, al Consiglio di Amministrazione almeno una volta l’anno, sull’adeguatezza della gestione del rischio di non conformità attuata da ISA, fornendo comunque tempestiva informazione su ogni violazione rilevante della conformità alle norme e propone all’Amministratore Delegato eventuali modifiche alle norme interne ed alle procedure. 126 Bilancio 2013 Nel corso dell’anno 2013, la Funzione ha condotto la verifica della conformità con la normativa in materia di aiuti di stato (i.e. il Regime di Aiuto n. 618/2008 e la Deliberazione CIPE 31 luglio 2009, n. 65) di due progetti di finanziamento agevolato sulla base dell’istruttoria e della documentazione predisposta dall’area Investimenti e la verifica della conformità con la normativa applicabile in particolare di due procedure organizzative. La funzione Compliance ha, inoltre, verificato la conformità con la normativa in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo del Regolamento, del Manuale operativo e delle Best Practice della Funzione Antiriciclaggio. Nessun reclamo è pervenuto alla funzione competente nel corso del 2013. La funzione di Organismo di Vigilanza è assolta dal Collegio Sindacale dal mese di aprile 2013 ed assicura le verifiche relative al D.Lgs. 231/2001 e la rispondenza del modello organizzativo e del codice etico alle norme di legge. Le funzioni a presidio dei rischi collaborano tra loro assicurando i flussi informativi. 127 Bilancio 2013 3.1 Rischio di credito INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA 1. Aspetti generali ISA esercita attività finanziaria, ai sensi dell’art. 107 del D. Lgs. n. 385/1993 (TUB) ed ha, per oggetto sociale, l’assunzione di partecipazioni (di minoranza e per un periodo definito) e il finanziamento di aziende del settore agroalimentare. A tale proposito, ad ISA, sono stati trasferiti un portafoglio di investimenti, una dotazione finanziaria, ma anche e soprattutto una struttura dotata di competenze specifiche, in termini di conoscenza delle dinamiche del mercato e delle leve competitive, dei bisogni degli operatori del settore, dei fattori di sviluppo, del know how relativo ad operazioni di finanza straordinaria. Come investitore istituzionale focalizzato sull’agroindustria, ISA persegue obiettivi di sviluppo del settore agroalimentare italiano, fattore trainante dell’economia nazionale, in un periodo di particolare competitività interna e soprattutto internazionale. ISA finanzia aziende attive nella trasformazione e distribuzione di prodotti agroalimentari ed intende essere elemento catalizzatore e insieme promotore di scelte strategiche, iniziative commerciali e decisioni operative volte ad accelerare il consolidamento e lo sviluppo delle imprese del settore, anche attraverso integrazioni, accordi commerciali, sinergie industriali e qualunque altra attività coerente con il dettato statutario della Società e funzionale al raggiungimento dei suoi obiettivi. L’attività di ISA è regolata da uno specifico quadro normativo, che autorizza la Società ad effettuare investimenti di due tipologie: a) operazioni di finanza a tasso agevolato (partecipazione al capitale sociale e finanziamento); b) operazioni di investimento a condizioni di mercato, sia a titolo di capitale che di debito. Quanto alle operazioni sub a), le disposizioni normative regolano la possibilità per le aziende di accedere a finanziamenti agevolati (che si configurano come Aiuti di Stato, previsti dal Regime di Aiuto autorizzato dalla Commissione Europea): soggetti finanziabili - imprese, economicamente e finanziariamente sane, operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, zootecnici e silvicoli purché siano partecipate (di norma con una partecipazione di minoranza regolata da 128 Bilancio 2013 pattuizioni parasociali) da ISA al momento dell’erogazione; forma tecnica - partecipazione al capitale sociale e mutuo ipotecario; durata - non oltre 15 anni; tassi - ai sensi di legge, il tasso è parametrato alla media degli ultimi dodici mesi del Tasso Unico di Riferimento (TUR), rilevato mensilmente ai sensi del DM 21-12-1994 e pari al 30% del TUR, sia nel periodo di preammortamento che di ammortamento, per una durata massima di 15 anni. Per supportare ulteriormente le Pmi nella realizzazione di investimenti fino ad un massimo di 4 milioni di euro, ISA può finanziare un progetto garantito da idonea ipoteca e concedere il mutuo ad un tasso di interesse pari al 15% del tasso di riferimento, erogando se del caso, la metà della somma come anticipazione. L’intervento di ISA può coprire fino ad un massimo del 50% dell’investimento ed erogare un mutuo della durata massima di 10 anni, di cui 3 di preammortamento. importo massimo - ciascun intervento deve rispettare i limiti posti nel Regime di Aiuto autorizzato dalla Commissione Europea n. 618/2008 in termini di agevolazione concessa e comunque non superiore ai limiti posti dalla normativa Banca d’Italia (circ. 216/1996 e successivi aggiornamenti) nonché dalla disponibilità di fondi della Società (che impiega esclusivamente mezzi propri, senza fare ricorso a raccolta sul mercato), dalle sue strategie di investimento e da una prudente politica di diversificazione del portafoglio. Quanto alle operazioni cosiddette “a condizioni di mercato”, restano fermi i riferimenti esclusivi ad aziende di trasformazione e commercializzazione di prodotti del settore agroalimentare nelle quali verranno valutati investimenti finalizzati alla realizzazione di piani di sviluppo che coinvolgono l’intera struttura aziendale, piuttosto che specifici progetti infrastrutturali. In tali casi l’investimento dovrà rispondere al principio-base “dell’investitore privato operante nelle normali condizioni di mercato”, vale a dire dovrà presentare elementi tali che qualunque altro operatore privato avrebbe potuto ritenere accettabili; principio che trova conferma di norma nel nulla osta della Commissione Europea. 2. Politiche di gestione di rischi del credito 2.1 Aspetti organizzativi Sotto il profilo della gestione dei rischi, l’assetto organizzativo adottato dalla Società ha realizzato una netta separazione tra chi assume i rischi di credito e chi controlla e monitora tali rischi. La struttura organizzativa è ispirata ai principi di sana e prudente gestione, oltre che ad obiettivi di efficacia ed efficienza nei processi decisionali ed operativi co nnessi con l’analisi, 129 Bilancio 2013 l’istruttoria, l’erogazione ed il successivo monitoraggio dei finanziamenti concessi. In particolare, le linee guida, seguite nei processi di erogazione e gestione del credito, possono così sintetizzarsi: - responsabilizzazione chiara del team che seguirà ciascun finanziamento in maniera univoca e unitaria, durante tutta la sua durata, dalla valutazione preliminare al rientro definitivo; - sistema di verifiche e controlli diffusi e continuativi, effettuati in tutte le fasi del processo decisionale e di gestione dell’investimento, affidati a risorse esterne al team responsabile e in possesso delle necessarie competenze tecniche e di un adeguato livello di esperienza; - costante confronto, su aspetti e in momenti esplicitamente previsti in procedura, con le altre aree di ISA, in particolare con l’Area Legale e Societaria; - utilizzo di società esterne indipendenti per l’effettuazione di attività di elevato contenuto tecnico (analisi industriali, tecnico-produttive, commerciali, ecc), tra cui in particolare il monitoraggio dello stato di avanzamento degli investimenti e della loro coerenza con il piano originariamente presentato e valutato positivamente da ISA, quale misura propedeutica alla progressiva erogazione del finanziamento accordato; - iter autorizzativo, con delibera finale del Consiglio di Amministrazione per qualsiasi importo del finanziamento (oltre, naturalmente, ai nulla osta da parte di autorità esterne quali Mipaaf e/o Commissione Europea). Nell’ambito delle citate linee-guida, l’attività istruttoria ha come obiettivi prioritari: - la verifica della credibilità del progetto presentato, con particolare attenzione alla ragionevolezza e condivisibilità delle assumptions industriali, finanziarie e di mercato; - la verifica d e l la sostenibilità finanziaria del progetto, con particolare riguardo alla possibilità di rimborso del finanziamento chiesto, in un’ottica di sana ed equilibrata gestione; - la definizione di un quadro garantuale e contrattuale, che dia ad ISA strumenti di controllo e di tutela dei suoi eventuali investimenti, tali da poter essere attivati con rapidità ed efficacia senza “ingessare” la normale dinamica d’impresa; - la definizione di efficaci meccanismi sanzionatori, con possibilità di graduare opportunamente la sanzione in rapporto all’inadempienza. 2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio di credito Il monitoraggio operativo della relazione creditizia con la clientela è affidato a funzioni specifiche che assicurano una interazione efficace e tempestiva con la clientela affidata, fin dal manifestarsi dei primi sintomi di difficoltà, quali il ritardo nel pagamento di rate di ammortamento. Attualmente non vengono utilizzate metodologie di controllo e misurazione del rischio credito basate su modelli di rating, dal momento che la limitata dimensione del portafoglio di ISA e la sostanziale unicità del tipo di finanziamento concesso hanno indotto a ritenere tali 130 Bilancio 2013 metodologie non coerenti con l’operatività della Società. 2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito I finanziamenti concessi dalla Società rispondono a precise disposizioni normative, vengono erogati utilizzando esclusivamente mezzi propri e sono rappresentati da finanziamenti a medio-lungo termine, nella quasi totalità dei casi assistiti da garanzie reali di natura ipotecaria, di importo normalmente non inferiore a 2-3 milioni di euro e concessi esclusivamente a persone giuridiche. Tali caratteristiche, unitamente al numero estremamente ridotto dei finanziamenti concessi (attualmente le società finanziate sono 35, per un credito residuo lordo pari a circa 170 milioni di euro), ha indotto finora ad effettuare valutazioni del rischio di credito specificamente tarate per ciascun finanziamento. Gli elementi che sono oggetto di specifica valutazione, in ogni caso, sono: - adeguatezza e solidità della struttura economico-finanziaria dell’impresa che richiede il finanziamento, e del gruppo di e patrimoniale appartenenza, ove esistente, sulla base di criteri di analisi ispirati alla best practice di mercato (analisi di bilancio, sia per stock che per flussi, analisi per indici); - posizionamento di mercato, confronto con i principali competitors, ecc.; - verifica della coerenza del finanziamento richiesto con il piano di investimenti da realizzarsi, anche mediante il supporto fornito da società indipendenti con particolare competenza tecnica in materia; - verifica della sostenibilità finanziaria, nel medio-lungo termine, degli impegni connessi al rimborso del finanziamento richiesto, sulla base di un business plan da condividere con ISA, sia in termini di assunzioni (endogene ed esogene) che di sviluppo nel tempo; - adeguatezza del quadro garantuale, che non deve, comunque, essere inferiore al 150% del finanziamento concesso, in rapporto alla tipologia del finanziamento, al suo ammontare, alla situazione del richiedente e all’andamento del mercato di riferimento. La stima del valore effettivo delle garanzie reali acquisite, con particolare riguardo ai beni immobili, è delegata sempre a soggetti indipendenti ed in possesso di specifiche competenze tecniche. 131 Bilancio 2013 2.4 Attività finanziarie deteriorate In relazione alle modalità di classificazione dei crediti deteriorati sono adottati, in aggiunta ai criteri definiti dall’Autorità di Vigilanza (sofferenze, incagli, scaduti e ristrutturati), i principi previsti dallo IAS 39. In particolare, si procede alla verifica di eventi che attengono al cliente affidato, quali: • significative difficoltà del debitore; • violazioni gravi di accordi contrattuali; • alta probabilità di fallimento; • estensione al debitore di concessioni, legate a difficoltà finanziarie, che normalmente non sarebbero state concesse. L’attività di recupero crediti viene effettuata con modalità, strumenti e risorse di volta in volta definiti, avuto riguardo alle specifiche problematiche presentate dalle posizioni divenute non performing. Ciò in virtù delle caratteristiche concretamente presentate dal portafoglio crediti di ISA, che si possono così riassumere: - numero di finanziamenti estremamente ridotto (attualmente 35 posizioni creditorie in essere); - dimensione media alquanto elevata (attualmente circa 5 milioni medi in termini di credito lordo); - istruttorie specificamente effettuate per ciascuna posizione; - unicità della tipologia di credito (mutuo a medio lungo termine); - presenza, nella quasi totalità dei casi, di garanzie reali di natura ipotecaria. L’Area Amministrativa, prima della scadenza delle singole rate di mutuo, provvede ad inviare la richiesta di pagamento indicando l’importo sia in capitale che interessi. In caso di ritardo il primo sollecito, in via informale, viene effettuato dall’Area Investimenti, all’uopo dall’area Amministrativa, in mancanza di successo l’Area Amministrativa costituisce formalmente in mora il debitore, dando un termine breve per l’adempimento; qualora l’esito dei solleciti risultasse infruttuoso, è prevista una procedura per inviare la posizione all’Area Legale per il recupero del credito. Relativamente alle operazioni a condizioni di mercato la valutazione del credito viene effettuata con le stesse modalità e strumenti precedentemente definiti per i finanziamenti. La dimensione media delle operazioni ha reso opportuno adottare meccanismi di gestione dell’eventuale attività di recupero specificatamente tarati sulla singola posizione e, di conseguenza, prevedere il ricorso a professionisti esterni, coordinati e diretti dall’area Legale interna di ISA, per realizzare concretamente l’attività di recupero stessa. Si evidenzia che le decisioni delle strategie di recupero tengono in particolare considerazione non soltanto la solvibilità del soggetto debitore, ma anche la consistenza ed il valore delle 132 Bilancio 2013 garanzie che normalmente assistono i crediti di ISA; garanzie nella quasi totalità rappresentate da ipoteche su beni immobili, la cui escussione può presentare tempi lunghi ma presumibilmente aspettative di recupero significative, se si riescono ad identificare e mettere in atto le strategie di recupero ritenute più efficaci di caso in caso. Il Consiglio di Amministrazione viene periodicamente informato sull’andamento dei crediti anomali e sulle relative procedure di recupero. Al 31 dicembre 2013, non si rilevano posizioni deteriorate riferite alle operazioni a condizioni di mercato. 133 Bilancio 2013 INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA 1. Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (in migliaia di euro) Portafogli/qualità Sofferenze Esposizioni Esposizioni ristrutturate scadute Incagli Altre attività Totale 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 0 0 0 0 0 0 2. Attività finanziarie valutate al fair value 0 0 0 0 0 0 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 0 0 0 0 0 0 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 0 0 0 0 0 0 5. C rediti verso banche 0 0 0 0 130.529 130.529 6. C rediti verso enti finanziari 0 0 0 0 0 0 812 178 300 3.207 211.730 216.227 0 0 0 0 0 0 Totale 31/12/2013 812 178 300 3.207 342.259 346.756 Totale 31/12/2012 812 2.548 848 4.541 369.200 377.949 7. C rediti verso clientela 8. Derivati di copertura La voce “Sofferenze” si riferisce al credito, per 812 migliaia di euro, verso una società in attività e due in fallimento al netto del fondo svalutazione. La voce “Incagli” si riferisce al credito, per 178 migliaia di euro, verso una società finanziata al netto del fondo svalutazione. La voce “Esposizioni ristrutturate” si riferisce al credito, per 300 migliaia di euro, verso una società finanziata al netto del fondo svalutazione. La voce “Esposizioni scadute” si riferisce al credito, per 3.207 migliaia di euro, verso una società finanziata al netto del fondo svalutazione. Alla data del 31 dicembre 2013, non risultano posizioni in bonis con un’anzianità di scaduto inferiore ai 90 giorni. I finanziamenti erogati dalla Società di norma risultano garantiti essenzialmente da garanzie reali per l’intero importo. 134 Bilancio 2013 2. Esposizioni creditizie 2.1 Esposizioni creditizie verso clientela: valori lordi e netti (in migliaia di euro) Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche Rettifiche di Esposizione di valore valore di netta specifiche portafoglio A. ATTIVITA' DETERIORATE ESPOSIZIONI PER CASSA: - Sofferenze - Incagli - Esposizioni ristrutturate - Esposizioni scadute deteriorate 12.914 -12.102 0 812 2.373 -2.195 0 178 600 -300 0 300 4.294 -1.087 0 3.207 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO: - Sofferenze - Incagli - Esposizioni ristrutturate - Esposizioni scadute deteriorate 0 0 0 0 20.181 -15.684 0 4.497 0 0 0 0 215.146 -2.114 -1.302 211.730 Totale B 215.146 -2.114 -1.302 211.730 Totale (A+B) 235.327 -17.798 -1.302 216.227 Totale A B.ESPOSIZIONI IN BONIS Esposizioni deteriorate scadute non - Altre esposizioni 135 Bilancio 2013 2.2 Esposizioni creditizie verso banche ed enti finanziari: valori lordi e netti (in migliaia di euro) Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche Rettifiche di Esposizione di valore valore di netta specifiche portafoglio A. ATTIVITA' DETERIORATE ESPOSIZIONI PER CASSA: - Sofferenze 0 0 0 0 0 0 0 0 - Esposizioni ristrutturate 0 0 0 0 - Esposizioni scadute deteriorate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - Incagli ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO: - Sofferenze - Incagli - Esposizioni ristrutturate - Esposizioni scadute deteriorate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 130.529 0 0 130.529 Totale B 130.529 0 0 130.529 Totale (A+B) 130.529 0 0 130.529 Totale A B.ESPOSIZIONI IN BONIS Esposizioni deteriorate scadute non - Altre esposizioni 3. Concentrazione del credito La peculiare distribuzione del credito di ISA in termini di frammentazione dello stesso è tale da far ritenere che non sussista una particolare concentrazione del credito. 3.1 Distribuzione delle esposizioni per cassa e fuori bilancio per settore di attività economica della controparte L’intero ammontare delle esposizioni finanziarie, pari a 216.227 migliaia di euro, è erogato a società non finanziarie (imprese produttrici), secondo la ripartizione per settore di attività economica indicata nella Circolare n. 217 del 5 agosto 1996 “Manuale per la compilazione delle Segnalazioni di Vigilanza degli intermediari finanziari iscritti nell’Elenco Speciale” emanata dalla Banca d’Italia. 136 Bilancio 2013 3.2 Distribuzione delle esposizioni per cassa e fuori bilancio per settore area geografica della controparte (in migliaia di euro) Area geografica Esposizioni per cassa 122.828 No rd Ovest 42.490 No rd Est 8.969 Centro 41.940 Sud e Iso le Totale 216.227 3.3 Grandi rischi Si rileva che, alla data del 31 dicembre 2013, non sono presenti “grandi rischi” cioè posizioni individuali oltre il limite del 25% del Patrimonio di Vigilanza. 3.2 Rischi di mercato 3.2.1. Rischio di tasso di interesse INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA 1. Aspetti generali Per quanto riguarda il rischio tasso, si evidenzia che la Società eroga finanziamenti agevolati a tasso variabile. Inoltre, gli interventi a condizioni di mercato prevedono clausole di uscita dall’investimento garantite con modalità utilizzate usualmente dagli investitori privati per questo tipo di operazioni. 137 Bilancio 2013 INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA 1. Distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie (in migliaia di euro) Voci/durata residua Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi Fino a 3 mesi A vista Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Da oltre 1 Da oltre 5 anno fino anni fino a a 5 anni 10 anni Oltre 10 anni Durata indeterminata 1. Attività 1.1. Titoli di debito 0 0 0 0 0 0 0 0 130.529 208.468 0 6.747 1.012 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2.1 Debiti 0 0 0 0 0 0 0 0 2.2 Titoli di debito 0 0 0 0 0 0 0 0 2.3 Altre passività 15.004 0 0 0 0 0 0 0 3.1 Posizioni lunghe 0 0 0 0 0 0 0 0 3.2 Posizioni corte 0 0 0 0 0 0 0 0 3.3 Posizioni lunghe 0 0 0 0 0 0 0 0 3.4 Posizioni corte 0 0 0 0 0 0 0 0 1.2 C rediti 1.3 Altre attività 2. Passività 3. Derivati finanziari Opzioni Altri derivati 138 Bilancio 2013 Sensitivity analysis Viene di seguito fornita un’analisi di sensitività delle attività e passività finanziarie ad una variazione della curva dei tassi di interesse. In particolare è stato rilevato il teorico impatto sul conto economico e sul patrimonio netto, come richiesto dall'IFRS7, nel caso di uno shift parallelo della curva dei tassi di 100 bps. In base alle analisi effettuate, una inattesa e sfavorevole variazione di 100 bps dei tassi di mercato avrebbe determinato un impatto negativo a conto economico, come minori interessi attivi, pari a 1.528 euro migliaia . Nessun impatto per variazioni di fair value, si sarebbe registrato, invece, direttamente a patrimonio netto in quanto non sono in essere a fine esercizio poste patrimoniali valorizzate a fair value le cui variazioni di valore per effetto di una variazione dei tassi di interesse hanno un impatto diretto a livello di patrimonio netto. La Società, non essendo esposta né al rischio di prezzo derivante da strumenti di capitale, né al rischio di cambio, una variazione avversa delle variabili di mercato legate a tali tipologie di rischi, non comporterebbe alcun impatto a conto economico o a patrimonio netto. Rischio di tasso di interesse + 100 bps shift - 100 bps shift parallelo parallelo curva tassi Eur curva tassi Eur (migliaia di euro) Strumento finanziario Impatto Valore di Impatto sul Impatto sul Impatto sul sul bilancio al conto patrimonio conto patrimonio 31/12/2013 economico netto economico netto Attività finanziarie C assa e disponibilità liquide 2 0 0 0 0 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 0 0 0 0 0 5.173 0 0 0 0 Depositi e conti correnti 130.529 1.385 0 -1.385 0 C rediti verso la clientela 216.227 1.192 0 -1.192 0 2.577 0 -2.577 0 928 0 -928 0 1.650 0 -1.650 0 0 0 0 0 0 15.004 -188 0 188 0 -188 0 188 0 Attività finanziarie disponibili per la vendita Impatto su attività finanziarie prima dell'effetto fiscale Tax rate 36,0% Impatto su attività finanziarie al netto dell'effetto fiscale Passività finanziarie Debiti (Finanziamento bancario a tasso fisso) Fondo L.248/2005 art.10 -ter c.3 Impatto su passività finanziarie prima dell'effetto fiscale Tax rate 36,0% Impatto su passività finanziarie al netto dell'effetto fiscale Incremento (decremento) totale -67 0 68 0 -121 0 120 0 1.528 0 -1.529 0 139 Bilancio 2013 3.2.2 Rischio di prezzo ISA non ha al momento apprezzabili rischi di prezzo, dal momento che, in linea di principio, non effettua investimenti in azioni quotate sui mercati regolamentati ovvero in titoli di debito e/o derivati. Non si può, comunque, escludere la possibilità che ISA possa acquisire in futuro partecipazioni in società quotate. In tal caso, tuttavia, l’eventuale investimento non sarebbe effettuato in un’ottica di trading bensì avrebbe le caratteristiche di investimento strategico a medio-lungo termine, coerente con la mission di ISA (operazioni a “condizioni di mercato”) e con una way out specificamente definita. 3.2.3 Rischio di cambio ISA non assume esposizioni al rischio di cambio, non effettuando investimenti e non avendo passività in valuta diversa da quella nazionale. 3.2.4 Rischio controparte ISA può avere come principale controparte una società cooperativa o di capitali che operi nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli purché l’impresa, al momento dell’istruttoria, sia sana tanto sotto l’aspetto patrimoniale quanto sotto l’aspetto economico. Quindi il rischio di controparte, in una transazione relativa a strumenti finanziari, si concretizza principalmente nell’inadempimento di questa. Oltre alla norma che impone a ISA di avere come cliente – controparte imprese sane, la Società si è dotata di procedure e di un modello organizzativo a controllo preventivo dei soggetti che possano avere rapporti con ISA. Per quanto riguarda i fornitori–controparte, ISA dispone di adeguati procedimenti di selezione del contraente, propri degli Organismi di diritto pubblico. 3.2.5 Rischio strategico ISA ha adottato, nella propria operatività, particolari accorgimenti e procedure finalizzate alla riduzione del rischio in esame; la procedura aziendale di budgeting operativo adotta tutte le misure connesse al potenziale azzeramento della volatilità dei volumi e dei margini derivanti da eventuali cambiamenti del contesto competitivo, del comportamento della clientela o dello sviluppo tecnologico. Le procedure aziendali operative ed i relativi momenti di controllo in queste previste tendono all’annullamento delle cosiddette “variabili gestionali” dovute ad errori degli operatori nella realizzazione delle attività e dei progetti. 140 Bilancio 2013 3.2.6 Rischio reputazionale Il rischio reputazionale viene considerato un rischio derivato, in quanto viene generato da altri fattori di rischio, ISA ha definito e implementato una serie di policy e strumenti che ne permettono un adeguato presidio, soprattutto in considerazione della sua natura di organismo di diritto pubblico. 3.2.7 Rischio riciclaggio e finanziamento del terrorismo Il rischio di riciclaggio in ISA è ricondotto prevalentemente tra quelli di natura legale e reputazionale, ancorché non possano escludersi perdite su crediti o su strumenti finanziari dovute al finanziamento inconsapevole di attività criminose. ISA al fine di contenere il rischio di riciclaggio, sotto il profilo del rispetto della regolamentazione prudenziale, si è dotata di un idoneo assetto organizzativo e nel corso del 2013 di un innovativo software per la verifica delle persone politicamente esposte (PEP) ed ha programmato specifiche sessioni formative per il personale addetto all’adeguata verifica e alla tenuta dell’archivio unico informatico. Nel mese di novembre 2013 il Consiglio di Amministrazione ha approvato il documento “Policy per la gestione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo” ed il “Regolamento della funzione antiriciclaggio”. 141 Bilancio 2013 3.3 Rischi operativi INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA 1. Aspetti generali I principali processi dell’attività aziendale sono oggetto di disciplina in appositi documenti interni. Tali documenti, unitamente all’introduzione di adeguate procedure informatiche, consentono il presidio dei rischi operativi connessi al verificarsi di errori tecnici ed umani in tutte le fasi dell’operatività aziendale. Il Management della Società è estremamente sensibile all’importanza dei controlli di linea e alla gestione dei rischi e promuove, a tutti i livelli dell’organizzazione, la cultura del controllo. Va in tale direzione la nuova funzione di Risk Management affinché si rafforzino i presidi di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi, in attuazione degli indirizzi strategici. Dal punto di vista organizzativo, la funzione di Internal Auditing vigila sull’operatività e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni, verificando l’aderenza e la coerenza dei processi, delle azioni e delle prassi poste in essere dalle funzioni aziendali, alla normativa, ai regolamenti, alle direttive, alle deleghe conferite ed alle procedure emanate. La funzione di Internal Auditing riporta all’Amministratore Delegato e, per il suo tramite al Consiglio di Amministrazione, il risultato di ispezioni ed indagini amministrative su situazioni aziendali critiche che dovessero interessare le funzioni interne, per evidenziarne le cause e le eventuali responsabilità e proporre le relative azioni correttive. In tale contesto, la funzione Internal Auditing provvede a formulare proposte e raccomandazioni alla Funzione Risk Management per gli affinamenti da introdurre al fine di una sempre maggiore efficacia ed efficienza di detti controlli. La Funzione Controllo di Gestione assicura l’attuazione del ciclo di pianificazione e controllo economico della Società. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA Attualmente le perdite economiche, derivanti dai rischi operativi, come risulta dai sistemi contabili, possono definirsi di entità trascurabile. 142 Bilancio 2013 3.4 Rischio di liquidità INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA 1. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità Per rischio di liquidità si intende il rischio di non riuscire a far fronte agli impegni di pagamento quando essi giungono a scadenza (funding liquidity risk) per cassa derivanti dagli strumenti finanziari, in modo da pregiudicare l’operatività o la situazione finanziaria della Società. ISA non presenta un significativo rischio di liquidità in relazione al fatto che l’attività è finanziata fondamentalmente con mezzi propri. In considerazione di ciò, la Società gestisce direttamente la propria liquidità e cura un’informativa completa ed accurata agli organi societari. 143 Bilancio 2013 INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie (in migliaia di euro) Voci/Scaglioni temporali Da oltre 1 Da oltre 7 Da oltre 15 Da oltre 1 Da oltre 3 Da oltre 6 Da oltre 1 giorno a 7 giorni a 15 giorni a 1 mese fino a mesi fino a 6 mesi fino a anno fino a giorni giorni mese 3 mesi mesi 1 anno 3 anni A vista Da oltre 3 anni fino a 5 anni Oltre 5 anni Durata indeterminata Attività per cassa A.1 Titoli di Stato 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 A.2 Altri titoli di debito 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 A.3 Finanziamenti A.4 Altre attività Passività per cassa 5 130.538 130.543 107 0 107 510 0 510 7.716 9.064 41.159 30.514 69.432 0 7.270 11.686 30.134 8.598 23 0 14.986 20.750 71.293 39.112 69.455 0 B.1 Debiti verso: - Banche 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - Enti finanziari 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - C lientela 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B.2 Titoli di debito 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B.3 Altre passività 15.004 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - Posizioni lunghe 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - Posizioni corte 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - Differenziali positivi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - Differenziali negativi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Operazioni "fuori bilancio" C .1 Derivati finanziari con scambio di capitale C .2 Derivati finanziari senza scambio di capitale C .3 Finanziamenti da ricevere - Posizioni lunghe - Posizioni corte C .4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - Posizioni lunghe - Posizioni corte C .5 Garanzie finanziarie rilasciate C .6 Garanzie finanziarie ricevute 11.324 144 Bilancio 2013 Sezione 4 – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO 4.1 IL PATRIMONIO DELL’IMPRESA 4.1.1 Informazioni di natura qualitativa ISA assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all’allocazione del capitale (regolamentare ed economico) in funzione dei rischi assunti e dello sviluppo dell’operatività nell’ambito delle linee strategiche definite dal Consiglio di Amministrazione. Tali attività si articolano nelle diverse fasi del processo di pianificazione e controllo della Società ed in particolare nei processi di pianificazione strategica e budgeting e nei processi di monitoraggio. Gli obiettivi di capitale definiti annualmente dalla Società permettono di mantenere livelli patrimoniali adeguati a coprire le esigenze di capitale, sia in termini di rischi di Primo Pilastro – per i quali esiste un requisito minimo di capitale – sia in termini di rischi di Secondo Pilastro “misurabili”. In particolare, la Società, considerato che il suo livello di patrimonializzazione è maggiore di quello minimo regolamentare (6% dei Risk Weighted Assets), ha operato nel corso dell’anno con una dotazione di capitale notevolmente superiore al livello minimo richiesto, disponendo pertanto di un consistente surplus di capitale (eccedenza del Patrimonio di Vigilanza rispetto ai requisiti regolamentari), a presidio di altri rischi “non misurabili” di Secondo Pilastro e per lo sviluppo delle attività di business. In relazione alla sua dimensione (intermediario di Classe 3), la Società ha deciso di utilizzare il Patrimonio di Vigilanza, così come definito nel VII aggiornamento della Circolare 216/96, quale nozione di capitale complessivo (come specificato nel Resoconto ICAAP predisposto annualmente) a presidio dei rischi aziendali e a sostegno delle attività correnti e prospettiche. Il Comitato per il Risk Management, in accordo alle previsioni delle procedure interne e con il supporto dell’Area Amministrazione Finanza e Controllo, deve rilevare periodicamente l’assorbimento patrimoniale ed il rispetto dei relativi requisiti patrimoniali. Tali informazioni sono periodicamente riportate alla Direzione ed al Consiglio di Amministrazione, soggetti deputati, in accordo alle deleghe e poteri conferiti. 145 Bilancio 2013 4.1.2 Informazioni di natura quantitativa 4.1.2.1 Patrimonio dell’impresa: composizione (in migliaia di euro) Voci/Valori 2013 1. C apitale 2012 300.000 2. Sovrapprezzi di emissione 300.000 0 0 11.492 21.276 8.022 17.806 4.931 4.169 b) statuaria 0 0 c) azione proprie 0 0 3.091 13.637 3.470 3.470 3. Riserve - di utili a) legale d) altre - altre 4. (Azioni proprie) 0 5. Riserve da valutazione 0 -154 - 129 - Attività finanziarie disponibili per la vendita 0 0 - Attività materiali 0 0 - Attività immateriali 0 0 - C opertura di investimenti esteri 0 0 - C opertura dei flussi finanziari 0 0 - Differenze di cambio 0 0 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 0 0 - Leggi speciali di rivalutazione 0 0 - Utili/perdite attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti -154 - - Quota delle riserve da valutazione relative a partecipazioni valutate al patrimonio netto 0 0 6. Strumenti di capitale 0 0 7. Utile (perdita) d'esercizio Totale 129 3.407 15.316 314.745 336.463 146 Bilancio 2013 4.2 - IL PATRIMONIO E I COEFFICIENTI DI VIGILANZA 4.2.1 - Patrimonio di Vigilanza 4.2.1.1 Informazioni di natura qualitativa In merito alle caratteristiche degli strumenti che rientrano nel calcolo del Patrimonio di Vigilanza, non si registra l’esistenza di particolari tipologie quali strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di patrimonializzazione o passività subordinate. 4.2.1.2 - Informazioni di natura quantitativa (in migliaia di euro) Voci/Valori 2013 A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 2012 314.745 336.464 -9 -29 B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) 0 0 B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -9 -29 314.736 336.435 0 0 314.736 336.435 F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 0 0 G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: 0 0 G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) 0 0 G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) 0 0 H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 0 0 I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare 0 0 L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) 0 0 M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare 0 0 314.736 336.435 0 0 B. Filtri prudenziali del patrimonio base: C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C-D) N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 314.736 336.435 Il decremento del Patrimonio di Vigilanza, pari a 21.699 migliaia di euro, è principalmente imputabile: per 16.200 migliaia di euro, alla distribuzione di riserve da utili al socio Mipaaf deliberata dall’Assemblea del 31 gennaio 2013 in esecuzione di quanto disposto dall’articolo 4, comma 53, della Legge 183/2011 e ss.mm. e dall’articolo 30 della Legge 214/2011; per 3.619 migliaia di euro, alla distribuzione di riserve da utili al socio Mipaaf deliberata dall’Assemblea del 7 maggio 2013, in esecuzione di quanto disposto dall’articolo 4, comma 53, della Legge 183/2011 e ss.mm. e dall’articolo 30 della Legge 214/2011. 147 Bilancio 2013 4.2.2 – Adeguatezza patrimoniale 4.2.2.1 - Informazioni di natura qualitativa La Società, nell’ambito della predisposizione del piano pluriennale effettua sia analisi previsionali di business, sia analisi patrimoniali, al fine di verificarne la sostenibilità. Tali analisi rappresentano da un lato un elemento essenziale nella predisposizione del piano pluriennale e del budget annuale, dall’altro sono oggetto di monitoraggio periodico attraverso le attività tipiche del controllo di gestione. Dal confronto fra la dotazione di capitale complessivo e le esigenze di copertura dei rischi attuali e prospettici non sono emerse, nel corso dell’anno, esigenze di capitale addizionale. Come già evidenziato precedentemente, la struttura di capitale utilizzata dalla Società, a fronte delle esigenze di copertura dei rischi (capitale complessivo) è quella del Patrimonio di Vigilanza. Pertanto, le componenti patrimoniali che influiscono sul Patrimonio di Vigilanza sono state impiegate a copertura del capitale interno a fronte: - dei rischi di Primo Pilastro, per i quali esiste anche l’obbligo dei requisiti minimi di capitale; - dei rischi quantificabili di Secondo Pilastro per i quali è stato determinato il corrispondente capitale interno. Si ricorda che il capitale interno rappresenta il capitale a rischio, ovvero il capitale necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso. Il capitale interno complessivo rappresenta il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dalla Società. In considerazione della struttura di capitale adottata, tutti gli elementi patrimoniali considerati a copertura del capitale interno complessivo, a fronte dei rischi di Primo e Secondo Pilastro sono computabili ai fini di vigilanza, in quanto ricompresi nella definizione di Patrimonio di Vigilanza stabilita dalla normativa. Inoltre, la Società ha l’obbligo della pubblicazione delle informazioni inerenti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali rischi. ISA è pertanto tenuta a formalizzare le strategie e le procedure volte ad assicurare il rispetto dei requisiti di informativa, valutandone l’adeguatezza anche in termini di modalità e frequenza della diffusione delle informazioni ed inoltre ISA pubblica, con cadenza annuale, l’informativa al pubblico sul proprio sito internet www.isa-spa.it. 148 Bilancio 2013 4.2.2.2 - Informazioni di natura quantitativa (in migliaia di euro) Importi non ponderati 2013 Importi ponderati/requisiti 2012 2013 2012 A. ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 365.390 403.523 261.984 288.732 365.390 403.523 261.984 288.732 0 0 0 0 2.1 Base 0 0 0 0 2.2 Avanzata 0 0 0 0 3. C artolarizzazioni 0 0 0 0 15.719 17.324 0 0 1. Metodologia standard 0 0 2. Modelli interni 0 0 3. Rischio di concentrazione 0 0 1.643 1.461 1. Metodologia standardizzata 2. Metodologia basata su rating interni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte B.2 Rischi di mercato B.3 Rischio operativo 1. Metodo di base 1.643 1.461 2. Metodo standardizzato 0 0 3. Metodo avanzato 0 0 0 0 B.4 Altri requisiti prudenziali B.5 Altri elementi del calcolo B.6. Totale requisiti prudenziali 0 0 17.362 18.785 C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C .1 Attività di rischio ponderate 261.984 288.732 C .2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 120,14% 116,53% C .3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 120,14% 116,52% 149 Bilancio 2013 Sezione 5. Prospetto analitico della redditività complessiva (in migliaia di euro) Importo Lordo 10. Utile (Perdita) d'esercizio Altre componenti economico reddituali Imposta sul reddito 4.290 senza rigiro a - Importo Netto 884 3.407 0 conto 20. Attività materiali 0 0 30. Attività immateriali 0 0 0 40. Piani a benefici definiti -38 14 -24 0 0 0 0 0 0 a) variazioni di fair value 0 0 0 b) rigiro a conto economico 0 0 0 c) altre variazioni 0 0 0 a) variazioni di fair value 0 0 0 b) rigiro a conto economico 0 0 0 c) altre variazioni 0 0 0 a) variazioni di fair value 0 0 0 b) rigiro a conto economico 0 0 0 c) altre variazioni 0 0 0 a) variazioni di valore 0 0 0 b) rigiro a conto economico 0 0 0 - rettifiche da deterioramento 0 0 0 - utili/perdite da realizzo 0 0 0 0 0 0 a) variazioni di fair value 0 0 0 b) rigiro a conto economico 0 0 0 c) altre variazioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - rettifiche da deterioramento 0 0 0 - utili/perdite da realizzo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 50. 60. Attività non correnti in via di dismissione Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico 70 80. 90. 90. Copertura di investimenti esteri: Differenze di cambio: Copertura dei flussi finanziari: Attività finanziarie disponibili per la vendita: c) altre variazioni 110. Attività non correnti in via di dismissione: Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni 120. valutate a patrimonio netto a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 130. Totale altre componenti reddituali 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 4.252 - 870 3.382 150 Bilancio 2013 Sezione 6. Operazioni con parti correlate 6.1 Informazioni sui compensi del Management con responsabilità strategica (in migliaia di euro) Voci Importi C ompensi Amministratori 229 C ompensi C ollegio Sindacale 105 C ompensi Organismo di Vigilanza Totale 49 383 6.3 Informazioni sulle transazioni con parti correlate Il principio IAS 24, al paragrafo 25, prevede una esenzione dai requisiti informativi di cui al paragrafo 18 del medesimo principio relativamente alle operazioni con parti correlate ed ai saldi in essere, inclusi gli impegni, nel caso di: a) un ente governativo che detiene il controllo, il controllo congiunto o un’influenza notevole sull’entità che redige il bilancio; b) un’altra entità che è una parte correlata perché lo stesso ente governativo ha il controllo, il controllo congiunto o un’influenza notevole sia sull’entità che redige il bilancio sia sull’altra entità. Nel caso in cui ci si avvalga dell’esenzione di cui al paragrafo 25, è necessario indicare: a) la denominazione dell’ente governativo e la natura del proprio rapporto con l’entità che redige il bilancio (ossia controllo, controllo congiunto o influenza notevole); b) le informazioni che seguono, con un livello di dettaglio sufficiente a consentire agli utilizzatori del bilancio di comprendere l’effetto delle operazioni con parti correlate poste in essere: i. la natura e il valore di ciascuna operazione individualmente significativa; ii. per le altre operazioni che sono rilevanti collettivamente, ma non singolarmente, un’indicazione qualitativa o quantitativa della loro entità. A tal fine si ricorda che la Società è soggetta al controllo del Socio Unico, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Nel corso del 2013 non sono state effettuate con il Socio Unico operazioni individualmente significative. Le altre operazioni effettuate con il Socio Unico che sono rilevanti collettivamente, ma non singolarmente, sono quelle relative all’attività di assistenza dei Contratti di Filiera come da Convenzione stipulata il 21 giugno 2006 e atto integrativo della convenzione stessa con il Mipaaf. 151 Bilancio 2013 Nel corso dell’anno non sono state effettuate dalla Società operazioni di natura tipica o inusuale, che possano aver dato luogo a dubbi, in ordine alla salvaguardia del patrimonio aziendale, né con parti correlate né con soggetti diversi dalle parti correlate. Sezione 7. Altri dettagli informativi 7.1 Revisione legale dei conti annuali La revisione legale dei conti annuali è affidata alla PricewaterhouseCoopers S.p.A. L’importo dei corrispettivi annui previsti contrattualmente per tale incarico è pari a 34 migliaia di euro. 152 Bilancio 2013 Relazione del Collegio Sindacale 153 Bilancio 2013 154 Bilancio 2013 155 Bilancio 2013 156 Bilancio 2013 157 Bilancio 2013 158 Bilancio 2013 Relazione della Società di Revisione 159 Bilancio 2013 160 Bilancio 2013 161 Bilancio 2013 162
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