E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. VIBO Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 19 REDAZIONE: via V. Emanuele III, 58 89900 Vibo Valentia Tel. 0963.471595 - Fax 0963.472059 [email protected] SFIDUCIA ALLA GIUNTA D’AGOSTINO SCORTA A RUELLO L’opposizione deposita la mozione Forza Italia: ultimatum al sindaco Adriana Musella: «Lo Stato abbandona chi l’ha servito» ALLE PAGINE 20 E 21 A PAGINA 22 PALAZZO DELLA VERGOGNA La decisione della Pubbliemme che accusa il Comune Rimossi i pannelli pubblicitari «Il nostro operato è stato sempre corretto, ma siamo passati per delinquenti» di GIANLUCA PRESTIA LA Pubbliemme ha deciso: provvederà ad eliminare i pannelli pubblicitari dal “Palazzo della vergogna”. Lo farà - per la precisione già ieri pomeriggio è iniziata l’opera di rimozione però, non senza una vena polemica testimoniata dalle parole “non possiamo fare altro che attendere che la vera vergogna, anzi le vere vergogne vengano eliminate. E speriamo che non trascorrano altri 20 anni”. La direzione dell'agenzia di pubblicità è, dunque, passata all'azione «sicura della volontà di non ostacolare la buona amministrazione e, nel pieno spirito di collaborazione che da sempre contraddistingue il suo operato». Ciononostante “mette sul piatto” tutta una serie di circostanze e regolamenti che disciplinano l'attività pubblicitaria ma, soprattutto, sottolinea la paradossalità di tutta la vicenda. «In Italia – è l'incipit - un decreto legislativo del 1993 ha attribuito ai comuni il potere di disciplinare l’attività di installazione degli impianti pubblicitari mediante Regolamento e Piano attuativo, ma, purtroppo, come spesso accade dalle nostre parti, il ritardo delle amministrazioni è ultradecennale. Il Comune di Vibo Valentia ha, infatti, adottato il Piano generale degli impianti pubblicitari con oltre 20 anni di ritardo. Nel frattempo, purtroppo - hanno evidenziato dalla Pubbliemme - sono proliferati gli impianti pubblicitari abusivi ovvero sprovvisti di autorizzazione, spesso costituiti da strutture fatiscenti ed in cattivo stato di manutenzione, se non addirittura abbandonati; impianti per i quali non si pagano tasse. Ma ci sono stati pure gli imprenditori onesti - come l’amministratore della Pubbliemme – che hanno osservato regolamenti comunali. Tutto finché il politico ed il dirigente di turno, incapaci per decenni di regolare la materia, hanno pensato di contrastare la diffusa illegalità mediante ordini di demolizione di tutti gli impianti pubblicitari, senza alcuna distinzione, persino di quelli precedentemente autorizzati». E per giustificare questo cambiamento di rotta «è stata escogitata la necessità del permesso di costruire e, quindi, ritenuta insufficiente l’autorizza- «I cartelloni sono il male da abbattere» BREVI CARABINIERI Furto, arrestato un rumeno I CARABINIERI della Stazione di San hanno arrestato Marian Ene, 46 anni, nato in Romania, bracciante agricolo, già noto alle forze dell'ordine destinatario di un mandato d’arresto europeo poiché responsabile del reato di furto aggravato commesso nel suo Paese. I militari dell’Arma, sono riusciti a localizzare all’alba di ieri l’abitazione in cui dimorava da qualche tempo lo straniero. Per lui sono scattate le manette in attesa delle operazioni di estradizione Le operazioni di rimozione dei pannelli della Pubbliemme zione. In questo modo viene fatto rilevare - l’imprenditore pubblicitario è stato improvvisamente trasformato in imprenditore edile, un costruttore di palazzi per intenderci. Ma quel che è più grave è che un cittadino perbene è diventato un delinquente, perché denunciato all’autorità giudiziaria per abusivismo edilizio. Negli altri comuni quanto meno il permesso di costruire non è preteso all’improvviso, dopo che l’imprenditore è autorizzato da anni e che il comune incassa le relative imposte». La Publiemme, tuttavia, ha deciso di rimanere ancora a Vibo e di «intraprendere battaglie legali su tutti i fronti: penale, civile ed amministrativo». Tuttavia, viene evidenziato dall’agenzia di pubblicità, «neppure le vittorie giudiziarie bastano: ancorché il magistrati amministrativo, con sentenza ormai divenuta definitiva, abbiano ritenuto legittimi i cartelloni pubblicitari sopra le edicole, il Comune continua a frapporre ostacoli intervenen- do direttamente sugli edicolanti. L’ultima querelle in ordine di tempo riguarda quelli apposti sul recinto in legno, che dovrebbe nascondere l’ormai famoso “Palazzo della vergogna”. Ancora una volta - è la chiosa pregna di rabbia mista ad amarezza e sarcasmo - i cartelloni sono il mostro da abbattere, il male da estirpare, mentre il palazzo che vive in totale degrado – conclude la direzione dell'agenzia pubblicitaria - passa in secondo piano». CASO VENTRICI Ha collaborato pure Loiacono ALLA fase di proposizione del ricorso in Cassazione sul caso relativo alle esigenze cautelari di fase dell’imputato Francesco Ventrici ha prestato la sua collaborazione all’avvocato Giuseppe Di Renzo e ai docenti universitari Dominioni e Garito, anche l’avvocato Francesco Loiacono. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO di FRANCESCO LO DUCA «NON autorizzo nessun piano senza il rispetto delle procedure minime di sicurezza. Dovete finirla di considerare la scuola un calcolo matematico». Così si è espresso il prefetto Giovanni Bruno accogliendo la richiesta del presidente del Consiglio d’istituto e del dirigente scolastico del Liceo classico “Morelli” di discutere in prefettura il taglio del contingente organico provinciale di 44 docenti. «Le norme igienico-sanitarie e la sicurezza delle scuole – ha ribadito - non possono essere violate». Le parole del Prefetto erano rivolte al coordinatore scolastico provinciale, De Masi che appellandosi al Dpr 81 del 2009 ha prodotto la riduzione di 44 docenti in meno rispetto all’anno precedente. «Il che equivale a dire – ha so- «Rispettare la sicurezza nelle scuole» Incontro in Prefettura per i tagli all’organico scolastico stenuto il dirigente scolastico Raffaele Suppa – che saremo costretti a formare classi da minimo 27 alunni e fino a 30. In linea, si potrebbe con quanto prescritto dalla circolare organici. Se non fosse che le nostre scuole, per la maggior parte, versano in una condizione oggettiva che è sotto gli occhi di tutti: interi piani e parti di edificio ancora interdetti da ordinanze dell’ente locale, da visite ispettive con verbali da parte dei vigili del fuoco e con tanto di multe e sanzioni per i dirigenti scolastici». A conferma che le strutture scolastiche del Vibonese versano in una situazione critica, in Prefettura sono intervenuti il comandante dei Vigili del fuoco, ingegnere Casella e il responsabile della Provincia, Consoli. «Le strutture a norma – è stato affermato - sono poche e non si può incrementare l’affollamento delle aule perché si aggrava la situazione». All’incontro sono intervenuti diversi genitori degli allievi del Classico, assolutamente contrari alla sola ipotesi di mandare i propri figli in aule senza le più elementari norme di sicurezza. «In mezzo ci sono gli alunni – hanno messo in risalto - veri protagoni- La riunione in Prefettura sti di una scuola spesso impegnata a fare proclami sulla legalità, sul rispetto delle regole, sui diritti e i doveri che devono valere per tutti». Il pericolo da evitare è quello che gli allievi dal settembre si ritrovino in aule sovraffollate, senza l’adeguamento delle norme di sicurezza. All’incontro, erano anche presenti i vertici provinciali delle sigle sindacali che con Raffaele Vitale della Cisl hanno espresso la volontà di risolvere il problema, nel miglior modo possibile, tra organico di diritto e organico di fatto tenendo conto di una «coperta sempre più corta». Sollecitato dal prefetto, il coordinatore scolastico si è detto disponibile di impegnarsi per la soluzione del problema chiedendo maggiori risorse ai suoi organi superiori. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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