Nadia Linciano

Relazione per l anno 2013
Relazione per l’anno 2013
Nadia Linciano
Divisione Studi
Roma, 12 maggio 2014
I mercati azionari nel 2013
• Gli andamenti. Il Ftse Mib è cresciuto del 17% circa e, dall’inizio del 2014, del 13%
cento circa, mostrando la migliore performance tra i principali paesi europei.
Siamo ancora lontani dai livelli pre‐crisi, soprattutto nel settore bancario (Figg. 1 e
2 RA).
• Il contagio nell
nell’Area
Area euro. Si è ridimensionato a partire dalla seconda metà del
2013, quando è diminuito anche l’herding behaviour ed è migliorata l’efficienza
informativa dei mercati (Figg. 7 e 10 RA).
• LLa frammentazione
f
t i
d li scambi.
degli
bi A fine
fi 2013 glili scambi
bi su azioni
i i italiane
it li
sono
riferibili a piattaforme estere per il 12% (+4 p.p. rispetto al 2012) e a mercati
regolamentati ed Mtf italiani per il 52% circa (+7 punti rispetto al 2012). Gli
scambi Otc hanno rappresentato il 36% circa (‐11 punti; Fig. 93 RA).
• Quota degli HFT. La quota di scambi sull’Mta riferibile a high frequency traders è
pari al 22%,
22% dato in linea con quello del 2012.
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2
I MERCATI AZIONARI
L'andamento dei mercati
Fig. 2 Andamento dei corsi azionari nei principali paesi dell’Area euro (Fig. 2 RA)
(dati giornalieri; 01/01/2007 ‐ 07/05/2014; 01/01/2007=100) intero mercato
160
160
140
140
120
120
100
100
80
80
60
60
40
40
20
20
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013 '14
14
0
banche
2007
2008
2009
2010
Germania
Francia
Italia
Spagna
2011
2012
2013 '14
14
Fonte: Thomson Reuters. Gli indici considerati per l’intero mercato sono il Dax30 (Germania), il Cac40 (Francia), l’Ibex35 (Spagna) e il Ftse Mib (Italia), mentre per il
settore bancario sono gli indici Ftse Banks dei rispettivi paesi.
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3
I MERCATI AZIONARI
Il contagio
Contagio e percezione del rischio di eventi estremi nei mercati azionari europei (Fig. 7)
(dati giornalieri; 01/01/2007 ‐ 14/03/2014)
indicatore di contagio in Europa
50%
20%
indicatore di percezione del rischio di eventi estremi (risk reversal)
A
40%
16%
30%
12%
20%
8%
10%
4%
0%
0%
2007
2008
banche
2009
2010
2011
2012
2013 '14
B
2007
società non finanziarie
2008
Area euro
C
2009
2010
Italia
D
2011
E
F
2012
G
2013 '14
interventi BCE
I dati utilizzati sono di fonte Thomson Reuters.
Reuters
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4
I MERCATI AZIONARI
Herding behaviour ed efficienza Herding
behaviour ed efficienza informativa
Herding behaviour ed efficienza informativa dei mercati azionari dell‘Area euro (Fig. 10)
5
indicatore di herding behaviour
(media mobile a 3 mesi; dati giornalieri; 01/01/2007 - 14/03/2014)
banche
società non finanziarie
4
0,5
0,4
3
0,3
2
0,2
1
0,1
0
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013 '14
indicatore di efficienza informativa
(dati mensili; gennaio 2007 - febbraio 2014)
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013 '14
I dati utilizzati sono di fonte Thomson Reuters.
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5
LA VIGILANZA SUI MERCATI
La frammentazione dei mercati
Distribuzione degli scambi di titoli azionari italiani per settore e piattaforma di negoziazione (Fig. 93) frammentazione degli scambi (dati trimestrali)
scambi titoli del Ftse Mib nel 2013
100%
80%
60%
40%
20%
0%
2008
bancario
b
i
industriale
telecomunicazioni
energia
i
assicurativo
lusso
utilities
tiliti
auto
altro
2009
2010
2011
2012
2013
mercati regolamentati e Mtf italiani
mercati e Mtf esteri
Otc
Fonte: elaborazioni su dati Consob e Borsa Italiana. Il grafico di sinistra rappresenta la ripartizione per settore di attività degli emittenti degli scambi azionari
relativi ai titoli costituenti ll’indice
indice Ftse Mib.
Mib Il grafico di destra riporta la distribuzione degli scambi azionari relativi a emittenti domestici per categoria di trading
venue.
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6
I mercati azionari nel 2013 (segue)
• La raccolta di capitali di rischio. Nel 2013 si è sensibilmente contratta (‐78% circa
rispetto al 2012; Fig. 102 RA).
• Le Ipo. Il controvalore complessivo delle Ipo (2 sull’Mta, una sul Miv e 15 sull’Aim
Italia) è aumentato da meno di 200 milioni nel 2012 a quasi 1,4 miliardi nel 2013.
La vendita di titoli detenuti dagli azionisti ha costituito oltre il 76% del
controvalore complessivo delle offerte (Tav. 29 RA).
• La de‐equitisation. Si è ampliato il divario negativo fra le risorse raccolte sul
mercato e quelle distribuite agli azionisti (Fig. 96 RA).
• La contrazione della raccolta di capitale di rischio dal mercato è stata accompagna da
g azionisti tramite la distribuzione di
un calo del 14% del flusso di risorse restituite agli
dividendi (14,1 miliardi), opa (1,3 miliardi) e buy back (0,1 miliardi).
• A partire dal 2007, sono stati raccolti presso gli azionisti circa 61 miliardi di euro e
sono state restituite risorse per 174 miliardi.
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7
LA VIGILANZA SULL’INFORMATIVA SOCIETARIA
La raccolta di capitali di rischio sul mercato italiano
Collocamenti di azioni e obbligazioni convertibili quotate sul mercato italiano (Fig. 102)
(emissioni di nuovi titoli e vendita di titoli già esistenti; miliardi di euro)
tipologia di destinatari
tipologia di collocamenti
20
20
16
16
12
12
8
8
4
4
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
pubblico
investitori istituzionali
dipendenti e altri
azionisti
offerte
ff
di sottoscrizione
i i
di società
i à già
ià quotate
Ipo - sottoscrizione di nuovi titoli
Ipo - vendita di titoli già esistenti
Fonte: Borsa Italiana.
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8
LA VIGILANZA SUI MERCATI
La de­equitisation
Saldo fra risorse raccolte e restituite agli azionisti di società quotate italiane (Fig. 94)
(miliardi di euro)
de-equitisation
50
40
30
buy back
4
buy back
Opa
dividendi
emissione nuovi titoli
2
de-equitisation
de
equitisation
20
0
10
-2
0
-10
10
-4
-20
-30
-6
-40
vendite fuori mercato
vendite sul mercato
acquisti fuori mercato
acquisti sul mercato
-8
-50
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Fonte: elaborazioni su dati Consob, Borsa Italiana e Thomson Reuters relativi ad azioni e obbligazioni convertibili quotate sull’Mta. L’indicatore di de‐
equitisation è dato dalla differenza fra le emissioni di nuovi titoli e la somma di dividendi, Opa e buy back. I dati sul buy back si riferiscono agli acquisti netti
di titoli propri comunicati dagli emittenti alla Consob.
Consob I dividendi sono stimati.
stimati
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9
I mercati non azionari nel 2013
•
Le emissioni obbligazionarie delle società non finanziarie. Sono calate del 10%
circa ((da 30 a 27 miliardi di euro),
) salvo i titoli con ratingg inferiore a BBB ((Fig.
g 30
RA).
– Nel 2014 il rischio di rifinanziamento dovrebbe essere limitato, con un volume di titoli in
scadenza pari a 7 miliardi di euro circa (5% delle emissioni lorde dal 2007).
•
Le emissioni obbligazionarie lorde delle banche. Sono diminuite dell’11% (da
152 a 135 miliardi di euro; Fig. 31 RA).
•
•
•
In linea con il dato degli anni precedenti oltre l’80% delle obbligazioni è stato collocato presso
investitori retail.
L’ammontare di obbligazioni in scadenza entro il 2014 è pari al 12% del totale dei titoli emessi a
partire dal 2007.
2007
Le cartolarizzazioni. Il mercato ha continuato a essere stagnante, registrando un
ammontare complessivo di emissioni pari a 3,7 miliardi di euro circa (Fig. 33 RA).
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10
I MERCATI NON AZIONARI
Le obbligazioni di società non finanziarie
Emissioni di obbligazioni di società non finanziarie italiane (Fig. 30)
g
( g
)
(miliardi di euro)
40
25
(15%)
30
20
(15%)
(12%)
20
(9%)
15
(8%)
10
10
0
(5%)
5
-10
0
-20
2007
2008
2009
obbligazioni >BBB
2010
2011
2012
obbligazioni <BBB
2013
2014
commercial paper
2015
2016
2017
2018
2019
emissioni nette
Fonte: elaborazioni su dati Dealogic, Consob e Kler’s. Le scadenze si riferiscono alle obbligazioni emesse a partire dal 2007.
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11
I MERCATI NON AZIONARI
Le obbligazioni bancarie
Emissioni di obbligazioni bancarie italiane (Fig. 31)
(miliardi di euro)
(miliardi di euro)
ammontare in scadenza (in % del totale emesso)
emissioni lorde
250
60%
180
(12%)
200
30%
(11%)
150
(9%)
120
150
0%
(6%)
90
100
-30%
60
(3%)
50
-60%
0
-90%
2007
2008
2009
domestiche retail
2010
2011
2012
2013
presso investitori istituzionali
30
(2%)
0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
variazione % - scala destra
Fonte: elaborazioni su dati Dealogic, Consob e Kler’s. Le scadenze si riferiscono alle obbligazioni emesse a partire dal 2007.
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12
I MERCATI NON AZIONARI
Le cartolarizzazioni
Emissioni di cartolarizzazioni italiane (Fig. 33)
(miliardi di euro)
cartolarizzazione di mutui
altre cartolarizzazioni
60
20
50
15
40
10
30
5
20
0
10
-5
0
-10
-10
2007
2008
2009
venduti al mercato
2010
2011
2012
2013
mantenuti dall'originator
-15
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
emissioni nette
Fonte: elaborazioni su dati Dealogic. I dati per l’Europa si riferiscono a titoli garantiti da asset di società con sede legale in Italia, Francia, Germania, Spagna,
Olanda e UK o di loro controllate.
controllate
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13
Assetti proprietari
•
Assetti proprietari. Rimangono molto concentrati. A fine 2013, la quota media detenuta
d l primo
dal
i
azionista
i i t è parii all 46,8%
46 8% del
d l capitale
it l ordinario
di i con diritto
di itt di voto,
t in
i linea
li
con i
valori registrati negli anni più recenti e di poco inferiore al valore del 1998 (Tav. 13 RA).
•
Assetti proprietari neoquotate. La struttura proprietaria delle società italiane che si
quotano è in linea con le caratteristiche di scarsa contendibilità del mercato (Fig. 103
RA).
•
Separazione tra proprietà e controllo.
controllo Un quinto delle società quotate ricorre a
meccanismi di rafforzamento del controllo. In queste società i diritti di voto superano i
diritti ai flussi di cassa di circa il 19% (Tav. 1.21 RCG 2013).
•
Identità dell’azionista di controllo.
controllo Le famiglie rivestono un ruolo prevalente in quanto ad
esse sono riconducibili quasi i due terzi delle società quotate (Tav. 1.8 RCG 2013).
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14
LA VIGILANZA SULL’INFORMATIVA SOCIETARIA
Gli assetti proprietari delle Ipo
Struttura proprietaria delle società italiane di nuova quotazione (Fig. 103)
(quote percentuali del capitale sociale con diritto di voto; valori medi)
(quote percentuali del capitale sociale con diritto di voto; valori medi)
azionisti preesistenti
azionisti di controllo
100%
100%
prima dell’offerta
dopo l’offerta
75%
75%
50%
50%
25%
25%
0%
0%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Fonte: Consob e Borsa Italiana. Sono incluse le offerte
ff
ffinalizzate all’ammissione alle negoziazioni
g
sull’Aim Italia/Mac
/
dal 2012.
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15
Gli organi sociali
•
Presenza femminile nei board. A seguito della Legge 120/2011 la rappresentanza
femminile è cresciuta in modo consistente negli ultimi anni (Tav. 16 RA)
–
–
–
•
A fine
fi 2013 le
l donne
d
pesano per il 18% circa
i
sull totale
t t l dei
d i componenti
ti degli
d li organii di amministrazione
i it i
(6%
circa nel 2008); nell’84% delle società è presente almeno una donna (44% nel 2008)
Nel corso del 2013 la Consob ha emanato i primi provvedimenti di diffida per il mancato rispetto della
disciplina in materia di quote di genere …
… e un orientamento interpretativo sull’adeguamento delle società quotande alla disciplina.
Board diversity. Gli amministratori delle società quotate del Ftse Mib …
… hanno mediamente 61 anni
… sono quasi tutti laureati (97,4%)
… il 17,4%
17 4% è in possesso anche di un titolo di studio post‐laurea
… sono quasi tutti italiani (9,6% nazionalità estera; 6,5% nel settore dei servizi)
… nel 24% dei casi sono family (ossia azionisti di controllo o legati a essi da
relazioni
l i i di parentela;
l Riquadro
Ri
d 7 RA)
.
Relazione per l’anno 2013
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16
LA VIGILANZA SUGLI EMITTENTI E LE SOCIETÀ DI REVISIONE
Gli amministratori delle società del Ftse Mib …
… partecipano in media al 93% delle riunioni
Presenza media alle riunioni del board degli amministratori nelle società quotate italiane dell’indice Ftse Mib
(situazione al 31 dicembre 2012)
… sono più assidui se family (94,2% rispetto al 92,6% dei non family) Distinguendo
non‐family). Distinguendo per genere emerge che …
amministratori
donne uomini
di cui
… le donne non‐family hanno un tasso medio di partecipazione più elevato d ll f il (96 2 f t d l
delle family (96,2 a fronte del 91,6%). Il contrario vale per gli uomini (94,6 % se family e 92% se non family)
92% se non‐family).
Relazione per l’anno 2013
family
donne donne
uomini
non‐family
donne donne
uomini
numero amministratori
presenza media
459
92,9
52
407
95,0
92,6
62
94,2
7
55
91,6
91
6
94,6
201
92,6
27
174
96,2
96
2
92,0
Fonte: elaborazioni su dati Consob. Dati relativi alle società italiane con azioni ordinarie quotate sull’Mta,
appartenenti all
all’indice
indice Ftse Mib. I dati sugli amministratori family/non
family/non‐family
family si riferiscono a 20 emittenti;
sono escluse le società controllate dallo Stato o da enti pubblici, le società widely held, le società cooperative
e le società controllate da una società widely held o da una cooperativa.
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17
Le maggiori società non finanziarie nel 2013
•
I fattori di vulnerabilità: redditività e sostenibilità del debito. Nel primo
semestre 2013,
2013 un terzo delle maggiori società italiane mostra un risultato netto
negativo (Fig. 48 RA), mentre il leverage si attesta in media al 160% (Fig. 45 RA).
•
Settori ciclici e difensivi: redditività …
• Ha continuano a diminuire in maniera significativa in entrambi i settori. A
settembre 2013,
2013 il Roe era pari in media al 3% circa nei settori ciclici (17%
nel 2007) e al 2,5% in quelli difensivi (16% nel 2007; Fig. 41 RA).
•
… e indebitamento.
indebitamento
• Il peso dell’indebitamento a breve sui debiti finanziari totali si è ridotto,
portandosi al 18% circa al settembre 2013 (22% nei settori ciclici e 14% nei
dif i i Fig.
difensivi;
Fi 44 RA).
RA)
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18
LE SOCIETÀ NON FINANZIARIE
La redditività delle società italiane nel contesto europeo
Roe delle maggiori imprese quotate non finanziarie (Fig. 41)
settori ciclici
settori difensivi
35%
35%
30%
30%
25%
25%
20%
20%
15%
15%
10%
10%
5%
5%
0%
2007
2008
Italia
2009
Francia
2010
2011
Germania
2012
Q3 2013
Spagna
0%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Q3 2013
Regno Unito
Fonte: elaborazioni su dati annualizzati Worldscope sulle prime 30 società non finanziarie per capitalizzazione a gennaio 2014 quotate in Francia, Germania,
Spagna e Regno Unito e dei principali gruppi quotati italiani. Per il terzo trimestre 2013 sono rappresentati dati annualizzati parzialmente stimati.
Relazione per l’anno 2013
Roma, 12 maggio 2014
19
LE SOCIETÀ NON FINANZIARIE
L'indebitamento delle società italiane nel contesto europeo
Incidenza dei debiti a breve sui debiti finanziari totali delle maggiori imprese quotate
non finanziarie (Fig. 44)
settori ciclici
settori difensivi
50%
50%
40%
40%
30%
30%
20%
20%
10%
10%
0%
0%
2007
2008
Italia
2009
Francia
2010
2011
Germania
2012
2007
Q3 2013
Spagna
2008
2009
2010
2011
2012
Q3 2013
Regno Unito
Fonte: elaborazioni su dati annualizzati Worldscope sulle prime 30 società non finanziarie per capitalizzazione a gennaio 2014 quotate in Francia, Germania,
Spagna e Regno Unito e dei principali gruppi quotati italiani. Per il terzo trimestre 2013 sono rappresentati dati annualizzati parzialmente stimati.
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Roma, 12 maggio 2014
20
I MERCATI AZIONARI
Gli utili societari attesi Previsioni degli analisti sugli utili societari su un orizzonte temporale di 12 mesi (Fig. 16)
(dati mensili; gennaio 2007 – aprile 2014) tasso di crescita atteso
60%
30%
dispersione delle previsioni
USA
45%
Area euro
25%
Italia
30%
20%
15%
15%
0%
10%
-15%
5%
-30%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013 '14
14
0%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013 '14
14
Medie ponderate dei tassi di crescita degli utili delle società incluse nello S&P500 (USA), nel DJ Euro Stoxx (Area euro) e nel Ftse Mib (Italia). I dati utilizzati sono di
fonte Thomson Reuters e Ibes.
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21
Le banche nel 2013
•
Redditività e patrimonializzazione. Nel primo semestre 2013 la redditività dei
principali gruppi bancari italiani si è leggermente ridotta (nonostante il lieve
miglioramento dell
dell’efficienza
efficienza operativa),
operativa) a fronte di un generale aumento dei
coefficienti di adeguatezza patrimoniale (Fig. 109 RA).
•
Funding: struttura stabile nei primi sei mesi dell’anno (Fig. 111 RA).
•
Emissioni obbligazionarie. Si sono ridotte sia le emissioni destinate a investitori
istituzionali (‐4 miliardi di euro; ‐17%) sia quelle destinate a investitori retail (‐10
miliardi; ‐7%). Con riguardo a queste ultime, sono calate le emissioni plain
vanilla (da 84 a 75 miliardi di euro) e callable (da 20 a 8 miliardi), mentre sono
aumentate q
quelle di obbligazioni
g
strutturate e step
p up/down
p
((da 18 a 30
miliardi; Fig. 112 RA).
•
Qualità del credito. Ha continuato a deteriorarsi anche nel primo semestre 2013
(Fig. 115 RA).
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22
LE BANCHE E LE ASSICURAZIONI
La redditività delle banche italiane
Coefficienti di redditività e solvibilità dei principali gruppi bancari italiani (Fig. 109)
coefficienti di solvibilità
coefficienti di efficienza e redditività
cost-to-income
Roe (scala destra)
70
4
60
0
13
Tier 1 capital ratio
Total capital ratio (scala destra)
20
12
18
11
16
50
-4 10
14
9
12
40
-8
8
10
.
-12 7
30
2012
H1 2013
2012
H1 2013
8
2012
H1 2013
2012
H1 2013
Fonte: elaborazioni su bilanci consolidati. Dati relativi ai primi 8 gruppi bancari per totale attivo.
Relazione per l’anno 2013
Roma, 12 maggio 2014
23
LE BANCHE E LE ASSICURAZIONI
La raccolta delle banche italiane
Raccolta dei principali gruppi bancari italiani (Fig. 111)
(consistenze di fine periodo; miliardi di euro)
raccolta indiretta
raccolta diretta
1.600
1.800
1.400
1.600
1.200
1.400
1.000
1.200
1.000
800
800
600
600
400
400
200
200
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
H1 2013
0
depositi da clientela
obbligazioni
posizione interbancaria netta
2007
2008
2009
2010
2011
2012
H1 2013
risparmio gestito
risparmio amministrato
Fonte: elaborazioni su bilanci consolidati e relazioni semestrali. Il risparmio gestito include le riserve tecniche a fronte di prodotti assicurativi e previdenziali di
società del gruppo. Nella raccolta diretta sono escluse le passività subordinate e di negoziazione
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24
LE BANCHE E LE ASSICURAZIONI
Le obbligazioni delle banche italiane
Emissioni di obbligazioni di banche italiane (Fig. 112)
(ammontare collocato in miliardi di euro)
investitori istituzionali
investitori retail
60
60
49.1
50
36
40
20
10
10
0
0
plain vanilla
step up / down
2012
138.4
122.9
140
113.3
80
60
60
40
30
20
0
0
2010
2013
con opzioni call
120
100
90
20
2011
160
150
30
22.1
2010
180
180
120
26.5
30
200
189.1
50
40
210
2011
2012
2013
strutturate
Fonte: segnalazioni statistiche di vigilanza. Dati provvisori e parzialmente stimati. Sono escluse le obbligazioni garantite dallo Stato.
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25
LE BANCHE E LE ASSICURAZIONI
La qualità del credito
Evoluzione della qualità del credito dei principali gruppi bancari italiani (Fig. 115)
tasso di copertura dei crediti dubbi
crediti dubbi
250
80%
70%
6%
7%
200
5%
11%
6%
150
7%
7%
8%
9%
29%
10%
30%
27%
34%
100
33%
27%
50
57%
23%
52%
68%
55%
55%
70%
60%
60%
50%
50%
40%
40%
30%
30%
20%
20%
62%
10%
10%
63%
0% 0%
0
2007
2008
sofferenze
2009
incagli
2010
2011
ristrutturati
2012
H12013
scaduti
2007
2008
2009
2010
2011
2012
H1 2013
crediti dubbi netti
Fonte elaborazioni su bilanci consolidati e relazioni semestrali.
Fonte:
semestrali
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26
Le scelte delle famiglie nel 2013
•
La partecipazione ai mercati finanziari. È in leggero aumento rispetto al 2012 (dal 24,7
al 26,3% circa), pur restando inferiore al 2007 (38%; Fig. 81 RA). I dati sulla quota di
ricchezza investita nelle varie attività finanziarie mostrano il netto calo del possesso di
azioni (Fig. 82 RA).
•
La domanda di consulenza. Rimane bassa (è riferibile al 7% delle famiglie) e inferiore al
d t 2007 (10%).
dato
(10%) Quasi
Q i la
l metà
tà delle
d ll famiglie
f i li che
h ricevono
i
il servizio
i i non sa distinguerne
di ti
le modalità (Fig. 83 RA).
•
•
La domanda cresce con il livello di istruzione dell’investitore (Fig. 84 RA).
Ill livello
l ll di
d soddisfazione
dd f
per i consiglil ricevuti dal
d l consulente
l
appare in aumento (Fig.
(
85 RA).
)
•
Diversificazione del portafoglio. È maggiore per gli investitori che si avvalgono di un
consulente (Fig. 84 RA).
•
Financial literacy. Come noto, è bassa. Secondo un’indagine commissionata da Consob …
• … il 32% degli intervistati non conosce il concetto di inflazione
• … il 47% non percepisce correttamente i concetti di diversificazione del rischio e
relazione tra rischio e rendimento (Riquadro 3 RA).
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27
LE FAMIGLIE E IL RISPARMIO GESTITO
La partecipazione delle famiglie al mercato finanziario
Diffusione dei prodotti e strumenti finanziari fra le famiglie italiane (Fig. 81)
(percentuale di famiglie che detiene il prodotto o strumento finanziario indicato)
titoli di Stato italiani
fondi o Sicav
bbli
i i bancarie
b
i iitaliane
li
obbligazioni
azioni di società quotate italiane
obbligazioni italiane non bancarie
2007
prodotti a capitale o rendimento garantito
2011
obbligazioni estere
2012
azioni estere
2013
gestioni patrimoniali
programmi misti (polizze-fondi)
azioni di società non quotate italiane
derivati
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
7%
8%
9%
10%
11%
12%
13%
14%
Fonte elaborazioni su dati GfK Eurisko ‐ Multifinanziaria Retail Market (dati di sondaggio su un campione di circa 2.500
Fonte:
2 500 famiglie italiane).
italiane)
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28
LE FAMIGLIE E IL RISPARMIO GESTITO
L’investimento in prodotti finanziari
Diffusione dei prodotti e strumenti finanziari fra le famiglie italiane (Fig. 82)
(percentuale di famiglie che detiene il prodotto o strumento finanziario indicato)
attività finanziarie
2007
polizze
2011
azioni
2012
2013
risparmio gestito
obbligazioni
bbli i i
titoli di Stato
depositi e risparmio postale
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Fonte: elaborazioni su dati GfK Eurisko ‐ Multifinanziaria Retail Market (dati di sondaggio su un campione di circa 2.500 famiglie italiane).
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29
LE FAMIGLIE E IL RISPARMIO GESTITO
La consulenza finanziaria – 1 Caratteristiche del servizio di consulenza finanziaria alle famiglie in Italia (Fig. 83)
distribuzione delle famiglie che ricevono servizi di consulenza MiFID
in base alla modalità con la quale ricevono il servizio
diffusione del servizio di consulenza
100%
100%
80%
80%
60%
60%
40%
40%
20%
20%
0%
0%
2007
2010
2011
2012
2013
2009
2010
2011
2012
2013
famiglie che non sanno distinguere la modalità con la
quale ricevono il servizio
servizio di consulenza MiFID
consulenza generica
famiglie che ricevono una proposta di investimento su
i i i i d
iniziativa
dell'intermediario
ll'i
di i
consulenza passiva
famiglie che ricevono una proposta di investimento a
seguito di una loro specifica richiesta
nessuna consulenza
Fonte: elaborazioni su dati GfK Eurisko ‐ Multifinanziaria Retail Market. Il gruppo ‘consulenza passiva’ include le famiglie che dichiarano di avere un
consulente di fiducia per gli investimenti del quale,
quale tuttavia,
tuttavia non sono state contattate negli ultimi 12 mesi.
mesi Il gruppo ‘consulenza
consulenza generica
generica’ include le
famiglie che hanno un consulente di fiducia, dal quale vengono contattate senza ricevere proposte di investimento relative a specifici strumenti finanziari. Il
gruppo ‘servizio di consulenza MiFID’ include le famiglie che vengono contattate dal proprio consulente di fiducia per gli investimenti e ricevono proposte di
investimento personalizzate e riferite a uno specifico strumento finanziario.
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Roma, 12 maggio 2014
30
LE FAMIGLIE E IL RISPARMIO GESTITO
La consulenza finanziaria – 2 Servizio di consulenza per livello di istruzione e partecipazione al mercato finanziario
(Fig. 84)
partecipazione al mercato
grado di istruzione
100%
100%
80%
75%
60%
50%
40%
25%
20%
0%
diploma di
laurea
titolo di
studio
inferiore
2007
servizio di consulenza MiFID
consulenza passiva
diploma di
laurea
titolo di
studio
inferiore
0%
nessuna
consulenza
consulenza
passiva
consulenza
generica
servizio di
consulenza
MiFID
2013
consulenza generica
nessuna consulenza
investitori che detengono almeno un asset rischioso
investitori che non detengono asset rischiosi
Fonte: elaborazioni su dati GfK Eurisko ‐ Multifinanziaria Retail Market. Il gruppo ‘consulenza passiva’ include le famiglie che dichiarano di avere un
consulente di fiducia per gli investimenti del quale, tuttavia, non sono state contattate negli ultimi 12 mesi. Il gruppo ‘consulenza generica’ include le
famiglie che hanno un consulente di fiducia,
fiducia dal quale vengono contattate senza ricevere proposte di investimento relative a specifici strumenti finanziari.
finanziari Il
gruppo ‘servizio di consulenza Mifid’ include le famiglie che vengono contattate dal proprio consulente di fiducia per gli investimenti e ricevono proposte di
investimento personalizzate e riferite a uno specifico strumento finanziario. Per prodotti o strumenti finanziari rischiosi si intendono azioni, obbligazioni,
risparmio gestito e polizze vita.
Relazione per l’anno 2013
Roma, 12 maggio 2014
31
LE FAMIGLIE E IL RISPARMIO GESTITO
La financial literacy in Italia
D1. Immagini di vincere 1.000 euro alla lotteria; prima di poter ricevere tale
somma, dovrà però attendere un anno (in questo anno i 1.000 euro non saranno
investiti). Nell’ipotesi in cui il tasso d’inflazione sia pari al 2%, tra un anno Lei
potrà comprare:
D3. Sa indicare che relazione c'è tra il rendimento e il rischio di un prodotto finanziario?
diretta: al crescere dell'uno cresce anche l'altro
53%
inversa: al crescere dell'uno l'altro si riduce
più cose di quante ne potrò comprare oggi
ricevendo il denaro immediatamente
12%
4%
nessuna relazione
le stesse cose che posso comprare oggi
7%
11%
non so
meno cose di quante ne posso comprare oggi
29%
68%
0%
non so
20%
40%
60%
17%
0%
20%
40%
60%
80%
Percentuale di soggetti che hanno risposto correttamente alle domande in merito a
inflazione, diversificazione del rischio e relazione tra rischio e rendimento
soggetti che hanno risposto correttamente a:
D2 Che cosa pensa che significhi diversificare gli investimenti?
D2.
investire in un numero elevato di titoli
4%
avere investimenti caratterizzati da
rischi non collegati tra loro
lt
gli
li iinvestimenti
ti
ti purchè
hè
alternare
caratterizzati dallo stesso tipo di rischio
80%
53%
16%
non so
20%
60%
40%
22%
0%
2 domande su 3
nessuna delle
d ll 3 ddomande
d
100%
6%
investire a lungo termine
tutte e 3 le domande
una domanda
d
d su 3
20%
40%
60%
0%
m
f
sesso
basso
medio
alto
livello istruzione
nord
centro
sud
area geografica
Fonte: elaborazioni su dati GfK Eurisko – Osservatorio su 'L'approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane'. Relazione per l’anno 2013
Roma, 12 maggio 2014
32
Relazione per l’anno 2013
Grazie per l’attenzione
Roma, 12 maggio 2014