Studi Trent. Sci. Nat., 87 (2010): 185-188 © Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento 2010 ISSN 2035-7699 185 La fauna ittica di alcuni Siti di Importanza Comunitaria della Regione Marche (Italia) Antonino DUCHI1* & Paolo PERNA2 Via Giordano Bruno 8, 97100 Ragusa, Italia Studio Helix Associati, Abbadia di Fiastra, 62010 Urbisaglia (MC), Italia * E-mail dell’Autore per la corrispondenza: [email protected] 1 2 RIASSUNTO - La fauna ittica di alcuni Siti di Importanza Comunitaria della Regione Marche (Italia) - Nel corso di un’indagine per la redazione dei piani di gestione, sono stati campionati undici corsi d’acqua all’interno di dieci Siti di Importanza Comunitaria. Nel complesso sono state riscontrate 13 specie ittiche: Anguilla anguilla, Rutilus rubilio, Chondrostoma genei, Barbus plebejus, Barbus meridionalis, Cobitis taenia, Gobio gobio, Leuciscus souffia, Leuciscus cephalus, Salmo trutta, Oncorhynchus mykiss, Cottus gobio, Padogobius martensi. Sette specie risultano inserite nella Direttiva 92/43/CEE, come anche il decapode Austropotamobius italicus, anch’esso riscontrato in alcuni siti. Dodici specie sono autoctone della fauna italiana, di cui ben dieci risultano presenti nella Lista Rossa. Sette specie sono endemismi o subendemismi della fauna italiana. Le indagini hanno permesso di evidenziare i principali impatti della attività antropiche sulla fauna ittica e di fornire indicazioni per migliorare le iniziative di conservazione. SUMMARY - Fish species in some Sites of Community Importance (SCI) in the Marche Region (Italy) - Eleven streams were examined along ten SCI. We found 13 fish species: Anguilla anguilla, Rutilus rubilio, Chondrostoma genei, Barbus plebejus, Barbus meridionalis, Cobitis taenia, Gobio gobio, Leuciscus souffia, Leuciscus cephalus, Salmo trutta, Oncorhynchus mykiss, Cottus gobio, Padogobius martensi. Seven species are listed in the 92/43/CEE Directive, as well as the crustacean Austropotamobius italicus. Twelve species are autochthonous. Ten species are reported in the Italian red list. Seven species are endemisms/ subendemisms of Italian fauna. This work allowed us to show the main impacts on freshwater fish and to outline a plan to improve conservation activity. Parole chiave: distribuzione, conservazione, SIC, Marche, fauna ittica Key words: distribution, conservation, SCI, Marche, fish fauna 1. Introduzione L’istituzione dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), in attuazione della Direttiva 92/43/CEE (Habitat), rappresenta un passo importante per la conservazione della biodiversità. Non sempre, però, all’individuazione dei siti ha corrisposto un’analisi floro-faunistica adeguata. In tale ottica, nel corso di un’indagine per la redazione dei piani di gestione di alcuni di SIC delle Marche, sono stati effettuati campionamenti per delineare la composizione specifica delle comunità ittiche, fornendo una prima valutazione dello stato dei popolamenti. 2. MATERIALI E METODI Le aree di indagine sono riportate in Fig. 1, mentre in Tab. 1 sono riportati i SIC indagati ed i corsi d’acqua in essi presenti. Sono stati indagati 10 SIC (tre in provincia di Ascoli Piceno e 7 in quella di Pesaro/Urbino) ed 11 corsi d’acqua. I siti di campionamento, collocati ad altitudini variabili tra un minimo di 307 m (Fiume Marecchia) ed un massimo di 650 (Torrente Meta), sono riconducibili alla Zona della trota ed alla Zona dei ciprinidi a deposizione litofila, secondo Zerunian (1982). Le catture sono state svol- te in periodo estivo, tramite elettrostorditore (300 V, 800W in corrente continua; 580 V in corrente ad impulsi: max 25 Kw/ impulso, frequenza 80/s).Gli animali sono stati determinati sul campo e quindi liberati: solo in alcuni casi è stato necessario trattenere dei campioni per delle verifiche. Per valutare lo stato quantitativo dei popolamenti è stato applicato l’indice di abbondanza di Moyle e Nichols (1973). 3. RISULTATI Sono state riscontrate 13 specie (Tab. 2); 7 sono inserite nella direttiva 92/43/CEE (All. II); inoltre è stata rilevata la presenza del gambero di fiume, anch’esso inserito nella direttiva. Sei specie ittiche non risultavano indicate nelle schede relative ai SIC; 12 sono autoctone della fauna italiana. In accordo con Zerunian (2007), 10 specie (77%) sono inserite nella lista rossa italiana, di cui 4 come vulnerabili, le altre come quasi a rischio; inoltre 7 (54 %) sono endemismi o subendemismi della fauna italiana. In nessuna stazione sono state riscontrate tutte le specie: i siti col maggior numero (6) sono risultati essere: T. Burano (Pontericcioli e Foci), T. Biscubio (Bivio Serravalle) e T. Candigliano (Gorgo a Cerbara). Il sito col minore numero (1) è risultato essere il Fosso Carlano (Chizzanchi). Nessuna specie è presente in tutte le 186 Duchi & Perna Fauna Ittica di alcuni SIC delle Marche 4. Fig. 1 - Area di studio. Fig. 1 - Location of the study area. stazioni. Le specie più frequentemente riscontrate sono state: il vairone (13 siti), seguito dal cavedano e dalla trota fario (12 siti); le meno frequenti sono risultate: l’anguilla, il barbo canino, il cobite e lo scazzone (1 sito). Le specie con l’indice di abbondanza maggiore (5) sono risultate: la rovella (T. Candigliano a valle di Piobbico); il cavedano (F. Tronto Ponte d’Arli; T. Candigliano a valle di Piobbico), la trota fario (F. Tronto a monte di Favalanciata). Nessuna specie è in esclusiva della provincia di Ascoli Piceno, mentre 8 sono state riscontrate solo in provincia di Pesaro ed Urbino. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI La situazione ittica delle Marche si presenta complessa, in quanto tale regione si trova in un una fascia di transizione tra il Distretto Padano-Veneto e l’Italia Centrale (Bianco 1993); tale complessità è resa maggiore dagli interventi umani. Con la presente indagine si è evidenziata la presenza di popolamenti ittici di rilevante interesse, ma anche di una serie di problematiche. Barbo canino: di particolare interesse il suo riscontro, in una stazione del T. Auro: tale popolamento non è mai stato segnalato (Bianco 1993; De Paoli et al. 2006) ed appare quantitativamente valido, ma con diversi individui con ulcerazioni e quindi da tenere sotto controllo. Anguilla: è stata rilevata in una sola stazione, confermando il trend negativo sulla diffusione di tale specie evidenziato da Zerunian (2007). Barbo: la valutazione dei popolamenti è stata complessa per le problematiche concernenti la determinazione degli individui. Secondo Bianco (1995) esisterebbero in Italia tre specie autoctone; ciò è accettato da diversi autori (ad esempio Lorenzoni et al. 2006) ma non da altri, quali Zerunian (2002), che nega la validità specifica del barbo tiberino. Nelle Marche, inoltre, è stata accertata la presenza della specie esotica Barbus barbus (De Paoli et al. 2006). Le osservazioni fenotipiche/morfologiche su un campione di barbi hanno portato alle seguenti conclusioni: Bacino del F. Tronto: gli individui sono stati attribuiti a B. tyberinus; non si sono evidenziati individui in purezza appartenenti a Barbus barbus o a B. plebejus. Bacino dei F. Metauro e Marecchia: gli individui sono stati attribuiti a B. plebejus; non si sono evidenziati individui in purezza di B. barbus (a differenza di quanto riportato da De Paoli et al. 2006) o di altre specie del genere. Nei tre bacini sono stati riscontrati individui con caratteristiche intermedie: vanno quindi effettuate indagini per evidenziare l’eventuale tasso di introgressione delle popolazioni. Gobione: anche specie sulla sistematica del genere Gobio vi è discordanza. Se Zerunian (2002) indica la presenza in Italia della sola specie Gobio gobio, Bianco e Ketmaier (2005) ne riportano due: G. benacensis (autoctono) e G. gobio (introdotto). La distribuzione riscontrata e le caratteristiche morfologiche osservate fanno propendere per Tab. 1 - SIC e corsi d’acqua indagati. Tab. 1 - SCI and streams studied. Codice Regione Codice UE Denominazione Corsi d’acqua AB 04 IT5310020 Monte San Silvestro e Monte Ercole F. Marecchia AB 10 IT5310001 Valmarecchia tra Ponte Messa e Ponte Otto Martiri F. Marecchia AB 17 IT5310010 Alpe della Luna - Bocca Trabaria T. Meta, T. Auro AB 18 IT5310017 Monte Nerone - Gola di Gorgo a Cerbara T. Bosso, Candigliano AB 19 IT5310011 Bocca Seriola Fosso Carlano, Fosso di Samola, T. Biscubio AB 21 IT5310018 Serre di Burano T Burano,T. Bosso, T. Biscubio AB 22 IT5310019 Monte Catria e Acuto F. Cesano, T.Burano AB 72 IT5340005 Ponte d’Arli F. Tronto AB 73 IT5340006 Lecceto d’Acquasanta F. Tronto AB 74 IT5340018 Fiume Tronto tra Favalanciata e Acquasanta F.Tronto Studi Trent. Sci. Nat., 87 (2010): 185-188 187 Tab. 2 - Specie riscontrate e stato conservazionistico. In neretto gli endemismi o subendemismi italiani secondo Zerunian (2002). (*): specie riscontrata solo in provincia di Pesaro e Urbino; (**) Specie riscontrata in Provincia di Pesaro e Urbino ed in Provincia di Ancona. Tab. 2 - Fish species found and conservation status. In bold: italian endemisms or subendemism, according to Zerunian (2002). (*) species found only in the Pesaro and Urbino province; (**) species found both in the Pesaro and Urbino province and in the Ancona province. NOME SCIENTIFICO Direttiva 92/43/CEE Convenzione di Berna Lista Rossa Italia Anguilla (*) Anguilla anguilla - - Quasi a rischio Rovella (**) Rutilus rubilio all. II all.III Quasi a rischio Barbo (**) Barbus plebeius/tyberinus all.II; all.V all. III Quasi a rischio Barbus meridionalis all.II; all.V all. III Vulnerabile Cobite (*) Cobitis taenia all.II all. III Quasi a rischio Lasca (*) Chondrostoma genei all.II all. III Vulnerabile Gobione (*) Gobio gobio - - Quasi a rischio Cavedano (*) Leuciscus cephalus - - Non a rischio Vairone (**) Leuciscus souffia all.II all. III Quasi a rischio Salmo trutta - - Minacciato (popolazioni indigene) - - - Cottus gobio all.II - Vulnerabile Ghiozzo padano (*) Padogobius martensi - all. III Vulnerabile Gambero di fiume (*) Astropotamobius italicus all. II NOME COMUNE Barbo canino (*) Trota fario (**) Trota iridea Scazzone (*) Oncorhynchus mykiss una sua introduzione: anche in questo caso vanno effettuate indagini più approfondite. Cobite: è risultato presente soltanto nel fiume Marecchia con un popolamento non abbondante e forse penalizzato dalla forte riduzione della portata idrica, ma anche da possibili forme di inquinamento chimico. Lasca: osservata una bassa abbondanza in diversi tratti, caratterizzati da non perfetta qualità ambientale; può essere tuttavia penalizzata anche dalla presenza di barriere traversali che interrompono la continuità fluviale. Trota fario: i popolamenti sono risultati a volte non strutturati e quindi verosimilmente frutto di ripopolamenti, come indicato anche da De Paoli et al. (2006); le sue abbondanze in genere sono maggiori nelle zone sottoposte a vincoli di pesca. Dal punto di vista fenotipico è stata osservata una certa variabilità, con il riscontro in alcune stazioni di individui con livree particolari: ciò appare confermare quanto riscontrato geneticamente da Caputo et al. (2004): vanno quindi bloccate le immissioni dove la specie è in grado di riprodursi efficacemente e/o in cui ci sia la possibilità della presenza di ceppi autoctoni. Scazzone: riscontrato solamente un popolamento, nel T. Cesano, piuttosto vitale ed abbondante, estremamente localizzato e che merita un’attenta opera di protezione. Come già evidenziato, si sono osservate situazioni di alterazione ambientale, nonostante i SIC indagati siano inseriti in ambito montano/collinare, dove la pressione antropica sull’ambiente risulta piuttosto bassa (Ambiente Italia 2007). In diversi siti si è riscontrata una riduzione della presenza idrica, fino alla secca parziale o totale: fenomeno naturale amplificato dai prelievi idrici ed anche in alcuni casi dall’alterazione del territorio (ad esempio nel fiume Marecchia: Filippini et al. 2004): risulta prioritario il mantenimento al- meno della portata minima vitale, anche attraverso interventi volti alla corretta gestione della risorsa idrica (risparmio, riuso, ecc.). Non si sono osservati interventi significativi di alterazione degli alvei (presenti però segni di escursionismo motorizzato anche in pieno alveo), nè di interruzione trasversale, ma questi ultimi sono presenti in tutti i bacini (escluso il T. Cesano), nei tratti a valle o a monte di quelli campionati. Una riduzione della fascia di vegetazione riparia è stata, inoltre, riscontrata in diversi siti, spesso in relazione alla presenza di strade. Vanno quindi avviati interventi per la libera circolazione della fauna ittica, il recupero delle sponde, la riqualificazione della vegetazione ripariale ed il recupero delle aree perifluviali. Riguardo all’inquinamento, la rete di monitoraggio dell’A.R.P.A. delle Marche e, per parte del F. Marecchia, dell’Emilia Romagna, si è mostrata insufficiente per gli scopi di questa indagine: esiste solo un punto di prelievo all’interno dei SIC indagati (T. Candigliano a valle di Piobbico); per gli altri o non esistono stazioni di campionamento o sono a monte o, più spesso, a valle. Che vi siano fonti di alterazione è indicato anche dall’osservazione di segni di eutrofizzazione (quali notevoli presenze algali), di schiuma, o di scarichi incontrollati in diversi siti: fenomeni a volte esasperati dall’alterazione della copertura vegetale o dalla carenza idrica. Essenziali quindi sono il miglioramento della qualità delle acque e l’ampliamento delle rete di monitoraggio. Diversi tratti fluviali sono inseriti in zone in cui vi sono regolamentazioni speciali (No Kill, zone di ripopolamento e cattura, ecc.), ma nel complesso le attività di pesca non risultano sempre essere ben regolamentate (De Paoli et al. 2006): è quindi necessaria una razionalizzazione delle pratiche gestionali, che tenga conto delle caratteristiche 188 Duchi & Perna biologiche ed ecologiche delle specie ittiche presenti e della necessità di dare priorità nei Siti di Interesse Comunitario al recupero e alla conservazione della fauna autoctona. Sulla base delle indagini sono state proposte anche modifiche alla perimetrazione di alcuni SIC: unione dei SIC sul F. Tronto, almeno nel tratto fluviale; ampliamento del SIC Alpe della Luna-Bocca Trabaria, a seguito della delineazione della distribuzione attuale e potenziale del barbo canino; unione dei SIC sul T. Candigliano, almeno nel tratto fluviale; ampliamento del SIC Monte Catria ed Acuto sul Cesano, fino a comprendere almeno tutta la distribuzione dello Scazzone; unione dei SIC Serre di Burano e Monte Nerone-Gole di Gorgo a Cerbara sul T. Bosso o comunque ampliamento di quest’ultimo almeno fino a Pianello; unione dei SIC Serre di Burano e Monte Catria ed Acuto lungo il Burano ed inclusione dei corsi d’acqua Bevano e Tenetra, almeno nel loro tratto inferiore; unione dei SIC Monte S. Silvestro e Monte S. Ercole, almeno nel tratto fluviale e loro estensione almeno fino a Novafeltria. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano: Giovanni Rosso, Giovanni Zocco e Maria Vittoria Zucchelli per la collaborazione ai campionamenti; Joanna Smart per la revisione linguistica del Summary. Indagine finanziata dalla Regione Marche nell’ambito del progetto: “Aggiornamento dei quadri conoscitivi relativi alla fauna presente nei Siti della Rete europea Natura 2000” SUBMISURA 4.1.2 DOC.U.P. Ob. 2, 2000-2006. Bibliografia Ambiente Italia (a cura di), 2007 - Geografia delle Pressioni Ambientali. Studio per l’individuazione delle aree a diversa Fauna Ittica di alcuni SIC delle Marche pressione - criticità ambientale nel territorio della Regione Marche. Relazione tecnica. Regione Marche. Assessorato all’Ambiente. Servizio Ambiente e Paesaggio. Autorità Ambientale Regionale, 40 pp. Bianco P.G., 1993 - L’ittiofauna continentale dell’Appennino Umbro Marchigiano, barriera semipermeabile allo scambio di componenti primarie tra gli opposti versanti dell’Italia centrale. Biogeographia, 17: 427-485. Bianco P.G., 1995 - A revision of the italian Barbus species. Ichthyol. Explor. Freshwater., 6 (4): 305-324. Bianco P.G. & Ketmaier V., 2005 - Will the Italian endemic gudgeon, Gobio benacensis, survive the interaction with the invasive introduced Gobio gobio? Folia Zool. 54 (1): 42-49. Caputo V., Giovanotti M., Nisi Cerioni P., Caniglia M.L. & Splendiani A., 2004 - Genetic diversity of brown trout in central Italy. Journal of Fish Biology 65: 403-418. De Paoli A., Santini Simoncelli M., Grilli P. & Esposito L., 2006 Carta Ittica delle acque correnti. Provincia di Pesaro e Urbino. Gestione e Tutela Acque Interne. Relazione Tecnica, 437 pp. Filippini M., Croatti G. & Ronchini L., 2004 - Rapporto sulla qualità delle acque fluviali della Provincia di Rimini. Provincia di Rimini. A.R.P.A. - sezione di Rimini, 129 pp. Lorenzoni M., Carosi A., Angeli V., Bicchi A., Pedicillo G. & Viali, P., 2006 - Individuazione e riconoscimento dei barbi autoctoni nel bacino del fiume Paglia. Provincia di Terni. Assessorato alla programmazione Faunistica, 53 pp. Moyle P.B. & Nichols R.D., 1973 - Ecology of some native and introduced fishes of the Sierra Nevada foothills in Central California. Copeia: 478-490. Zerunian S., 1982 - Una proposta di classificazione della zonazione longitudinale dei corsi d’acqua dell’Italia centro-meridionale. Bollettino di Zoologia, Suppl. vol. 49: 200. Zerunian S., 2002 - Condannati all’estinzione? Edagricole. Bologna, 220 pp. Zerunian, S., 2007. Problematiche di conservazione dei Pesci d’acqua dolce italiani. Biologia Ambientale 21: 49-55.
© Copyright 2024 Paperzz