ProductsSolutions Services © BASF - Press Photo Sicurezza funzionale Sicurezza funzionale (SIL) Sistemi strumentati di sicurezza nell'industria di processo 2 Sicurezza funzionale sectionPremessa or rubric Premessa Il concetto di “sicurezza funzionale” è emerso in seguito alla pubblicazione delle norme IEC/EN 61508 e IEC/EN 61511. In questo ambito si utilizza frequentemente il termine SIL (Safety Integrity Level). Ma cosa vuol dire SIL? In questa brochure intendiamo presentare una panoramica introduttiva sul concetto di “sicurezza funzionale”. In questo ambito verranno esclusivamente trattate le aree e le applicazioni in cui vengono utilizzati i prodotti Endress+Hauser. I lettori che sentissero l'esigenza di approfondire l'argomento, potranno consultare la documentazione correlata e le norme e i regolamenti applicabili in materia. Pertanto, le informazioni riportate nel presente documento dovranno essere trattate a titolo esemplificativo, e non utilizzate nell'ambito di un progetto specifico. Per informazioni dettagliate e per consultare le certificazioni SIL relative ai prodotti Endress+Hauser, visitare il sito www.endress.com/SIL. Indice 1. Pericolo e rischio..................................................................................................................... 4 2. Norme sulla sicurezza funzionale......................................................................................... 5 3. Ciclo di vita.............................................................................................................................. 6 4. Minimizzazione del rischio.................................................................................................... 7 5. Determinazione del SIL richiesto........................................................................................... 8 6. Modalità operative................................................................................................................. 9 7. Quali dispositivi è possibile utilizzare per ciascun SIL?.....................................................10 8. Dati caratteristici .................................................................................................................12 9. Glossario .............................................................................................................................. 14 3 Sicurezza funzionale 1. Pericolo e rischio In Europa, la Commissione Europea ha pubblicato delle direttive volte a tutelare le persone e l'ambiente. In Germania, associazioni di categoria e altre istituzioni hanno elaborato e continuano a monitorare le normative, che vengono intese come strumenti legali che devono fungere come una sorta di assicurazione contro gli infortuni. Oggi le normative internazionali specificano i requisiti a cui devono risultare conformi i sistemi e i prodotti al fine di tutelare le persone e l'ambiente. Tali normative definiscono le caratteristiche specifiche che devono avere i prodotti per conseguire gli obiettivi di sicurezza prefissati. Rischio senza Risiko ohne misure di protezione Schutzmaßnahmen Risikoreduzierung Riduzione del rischio Rischio = probabilità che si verifichi un evento pericoloso × entità dei danni (costi) provocati da un evento pericoloso. Il rischio residuo accettabile dipende da vari fattori: •paese/area geografica •società •legislazione •costi Il rischio residuo accettabile deve essere valutato caso per caso. Deve essere accettabile per la società. Risiko ohne Schutzmaßnahmen SIL 1… 4 I legislatori di varie aree geografiche hanno elaborato normative e regolamentazioni per definire i rispettivi requisiti in materia di sicurezza. Definizione di rischio Misure di protezione Schutzmaßnahmen Durante le nostre attività quotidiane siamo costantemente esposti a svariate tipologie di pericoli. In questo vasto panorama possono figurare catastrofi, gravi incidenti o danni che possono avere ripercussioni sulla salute delle persone, ambiente e cose. Purtroppo, non è sempre possibile eliminare un pericolo e il rischio correlato. Pertanto, ad esempio, la società deve convivere con il pericolo di terremoti, alluvioni e altre catastrofi naturali. Tuttavia, anche se è possibile adottare solo misure di protezione limitate per queste categorie di eventi, occorre invece prestare particolare attenzione alle misure di protezione contro gli effetti più gravi di tali eventi. Rischio Risiko 4 Rischio tollerabile tolerierbares Risiko Rischio residuo Restrisiko Direttive section e standard or rubric 2. Direttive e standard per la sicurezza funzionale Tutto è iniziato con il disastro di Seveso, un incidente avvenuto nel 1976, che provocò la fuoriuscita di una nube di gas tossico. Da allora, la Direttiva CE 96/82/CE ha definito gli obblighi legali previsti per gli stabilimenti caratterizzati da un rischio potenziale rilevante (Direttiva Seveso II). In Germania, questa direttiva è stata recepita nell'Ordinanza sulla protezione contro gli incidenti rilevanti contenuta nella Legge federale sul controllo delle immissioni (Bundes-Immissionsschutzgesetz) e nell'Ordinanza sulla salute e la sicurezza nell'industria (12° BImSchV e BetrSichV). In questo contesto, occorre fare una distinzione tra sicurezza dei prodotti in senso generale e prodotti sviluppati e progettati specificamente per funzioni di sicurezza. Per quest'ultimo scopo, è indispensabile fare riferimento alla IEC/DIN EN 61508, che è diventata un punto di riferimento imprescindibile per la definizione di tecnologie all'avanguardia per la sicurezza funzionale. attuatori (elementi finali) devono avere una classificazione SIL in base a quanto previsto dallo standard. Mentre in passato si ricorreva a considerazioni puramente qualitative per la classificazione relativa alla sicurezza, la nuova norma impone anche una valutazione quantitativa dell'intero sistema e richiede una documentazione per l'implementazione di un sistema di gestione della sicurezza funzionale. L'utente e gli enti preposti al monitoraggio devono specificare le misure economicamente fattibili che devono essere richieste. L'obiettivo è quello di prevenire errori sistematici nei sistemi di sicurezza e di controllare i guasti casuali, nonché limitare la probabilità di guasti pericolosi (rischio) in un modo definito. Ma a chi si applicano gli standard IEC/DIN EN 61508 e IEC/DIN EN 61511? È possibile eseguire analisi dei pericoli e dei rischi per individuare tutti i rischi correlati a un sistema, al fine di stabilire se sia necessario utilizzare sistemi strumentati di sicurezza. Nell'industria di processo si utilizza il concetto di sicurezza funzionale, laddove in passato si utilizzavano sistemi di sicurezza comparabili con uno standard corrispondente. Questi tipi di prodotti possono essere utilizzati in altri sistemi con rischio per la sicurezza equivalente. È importante ricordare che occorre considerare l'intero sistema di sicurezza strumentato, con tutti i relativi componenti. Inoltre, lo standard IEC/DIN EN 61511 è derivato da IEC/DIN EN 61508 come standard base per l'industria di processo. Analogamente erano derivate la DIN EN 62061 per la Direttiva Macchine e la direttiva DIN EN 50156 per la tecnologia dei forni. Modifiche rispetto alle norme di sicurezza precedenti Nello standard IEC/DIN EN 61508 i requisiti relativi ai sistemi di sicurezza sono classificati in base alla sicurezza funzionale. I sensori, i sistemi di controllo o gli © BASF - Press Photo Essa definisce quattro livelli di sicurezza, da SIL 1 a SIL 4. IEC/DIN EN 61508 è uno standard generico, indipendente dall'applicazione. Si tratta di uno standard di base, applicato in generale a tutti i sistemi elettrici, elettronici ed elettronici programmabili (E, E, PES), ed è la prima raccolta di regole e normative pubblicate su scala mondiale per funzioni di sicurezza in applicazioni critiche dal punto di vista della sicurezza. 5 6 Sicurezza funzionale 3. Ciclo di vita Gli utenti dei sistemi di sicurezza devono adottare misure idonee per analizzare e ridurre il rischio durante tutto il ciclo di vita. La norma IEC/DIN EN 61508 a questo scopo prevede delle fasi specifiche: • Definizione e analisi dei rischi in base a rapporti dettagliati sulla probabilità di guasto su domanda per l'intero circuito di sicurezza (loop), dal sensore al sistema di controllo all'elemento finale (attuatore) durante tutto il ciclo di vita. • Determinazione e implementazione delle misure (gestione della sicurezza funzionale). • Uso di apparecchiature idonee (certificate). Sicherheits-Lebenszyklus Ciclo di vita di sicurezza Gestione della Sicherheitssicurezza Management Definizione delle Spezifikation specifiche + Planung und e Progettazione Implementierung implementazione Requisiti Technische tecnici Anforderungen Installation und Installazione e Inbetriebnahme messa in servizio + Fehlerursachen Cause di errore Qualificazione Qualifikation del personale Personal Betrieb und Funzionamento e Wartung manutenzione Änderunginnach Modifica seguito Inbetriebnahme alla messa in servizio Rimozione dal Außerkraftsetzung servizio Riduzione sectiondel orrischio rubric © Wolfgang Jargstorff - Fotolia.com 4. Riduzione del rischio Ogni applicazione tecnologica comporta sempre un rischio connesso alla sicurezza. Le contromisure da adottare per minimizzare il rischio sono direttamente proporzionali alla gravità del pericolo per le persone, l'ambiente o le cose. Le applicazioni industriali sono caratterizzate dalla presenza di svariati sistemi e macchine con pericoli potenziali diversi. Per conseguire il livello di sicurezza richiesto per tali sistemi, i componenti connessi alla sicurezza dei sistemi di protezione e di sicurezza devono funzionare correttamente e comportarsi in modo che il sistema si mantenga in uno stato di sicurezza o si porti in uno stato di sicurezza in caso di errore. L'obiettivo della IEC EN 61508 è quello di prevenire o controllare gli errori nei sistemi di sicurezza e di limitare la probabilità di guasti pericolosi in un modo definito. Per gli eventuali rischi residui è richiesta una documentazione quantitativa. La riduzione del rischio richiesta è ottenuta abbinando tutte le misure di protezione. Il rischio residuo non deve superare il rischio tollerabile. Infine, il responsabile d'impianto deve assumersi la responsabilità del rischio residuo e accettarlo. 7 8 Sicurezza funzionale 5. Determinazione del SIL richiesto Sistemi diversi determinano rischi diversi. Pertanto, i requisiti per la sicurezza dai guasti dei sistemi strumentati di sicurezza (safety instrumented systems, SIS) aumentano proporzionalmente all'aumento del rischio. Gli standard IEC/DIN EN 61508 e IEC/DIN EN 61511 definiscono quattro diversi livelli di sicurezza che descrivono le misure atte a controllare il rischio in tali componenti. Questi quattro livelli di sicurezza sono detti “safety integrity level” (SIL). Probabilità di occorrenza indesiderata W3 W2 W1 – – SIL 1 SIL 1 – SIL 2 SIL 1 SIL 1 SIL 2 SIL 2 SIL 1 SIL 3 SIL 2 SIL 2 SIL 3 SIL 3 SIL 2 SIL 4 SIL 3 SIL 3 – SIL 4 SIL 3 CA PA FA PB CB PA FB PB FA CC FB CD Conseguenza del danno Frequenza e tempo di esposizione Probabilità di evitare il pericolo Riferimento: IEC 61511 Dispositivo di sicurezza di controllo processo insufficiente Più è alto il valore numerico dei livelli SIL (safety integrity level), tanto maggiore è la riduzione del rischio. Il SIL è la misura della probabilità che il sistema di sicurezza possa svolgere correttamente le funzioni di sicurezza richieste in una tempistica specifica. La probabilità di guasto media (PFD o PFH) diminuisce di un fattore 10 per ogni livello di sicurezza. Nessun sistema di sicurezza strumentato (ad es. misure tecniche) Conseguenze del danno CALeggero infortunio in cui sia coinvolta una persona o con effetti dannosi minori sull'ambiente, come quelli oggetto dell'Ordinanza sulla protezione contro gli incidenti rilevanti. CBInfortunio grave e irreversibile in cui siano coinvolte una o più persone o decesso di una persona o effetti dannosi su larga scala temporanei sull'ambiente, come quelli illustrati nell'Ordinanza sulla protezione contro gli incidenti rilevanti. CCDecesso di più persone o effetti dannosi su larga scala sull'ambiente, come quelli illustrati dall'Ordinanza sulla protezione contro gli incidenti rilevanti. CDConseguenze catastrofiche, morte di un elevato numero di persone. Frequenza e tempo di esposizione FADa raro a più frequente FBDa frequente a permanente Probabilità di evitare il pericolo PAPossibile in determinate circostanze PBDifficilmente possibile Probabilità di occorrenza indesiderata W1Molto scarsa W2Leggera W3Relativamente alta Il SIL raggiunto è determinato utilizzando le seguenti quantità caratteristiche: •Probabilità di guasti pericolosi di una funzione di sicurezza (PFD o PFH). •Tolleranza ai guasti hardware (Hardware fault tolerance, HFT). •Percentuale di guasti sicuri (Safe failure fraction, SFF). •Tipo di componenti (Tipo A o Tipo B). •Intervallo dei test di verifica (test funzione ricorrente). •Vita utile. Modalità sectionoperative or rubric 6.Modalità operative: Bassa domanda e alta domanda Nella classificazione del SIL delle apparecchiature si fa riferimento a due modalità operative: modalità a bassa domanda e modalità ad alta domanda Modalità a bassa domanda Nel caso della modalità a bassa domanda si può presumere che l'intervento del sistema di sicurezza non sia richiesto più di una volta l'anno. In questo caso, il valore SIL è ricavato dal valore della probabilità di guasto media su domanda (probability of failure on demand, PFD). La modalità a bassa domanda è tipica del settore dell'industria di processo. Modalità ad alta domanda Nel caso della modalità ad alta domanda, si può presumere che l'intervento della funzione di sicurezza sia richiesto continuativamente o una volta all'ora in media. La modalità ad alta domanda è caratteristica di sistemi o macchine che richiedono un monitoraggio continuo (industria manifatturiera). Modalità a bassa domanda Livello SIL PFD (probabilità di guasto media della funzione di sicurezza con bassa domanda) SIL 4 ≥ 10 -5 - < 10 -4 SIL 3 ≥ 10 -4 - < 10 -3 SIL 2 ≥ 10 -3 - < 10 -2 SIL 1 ≥ 10 -2 - < 10 -1 Modalità ad alta domanda Livello SIL Probabilità di guasti pericolosi all'ora (probability of a dangerous failure per hour, PFH) SIL 4 ≥ 10 -9 - < 10 -8 SIL 3 ≥ 10 -8 - < 10 -7 SIL 2 ≥ 10 -7 - < 10 -6 SIL 1 ≥ 10 -6 - < 10 -5 9 Sicurezza funzionale 7.Quali dispositivi è possibile utilizzare per ciascun SIL? © Wolfgang Jargstorff - Fotolia.com 10 Per raggiungere un livello SIL (da SIL 1 a SIL 4), tutto il SIS deve soddisfare i requisiti previsti per gli errori sistematici (software) e gli errori casuali (hardware). Ciò significa che il risultato ottenuto durante i calcoli di progettazione del circuito di sicurezza deve corrispondere al SIL richiesto. Normalmente ciò dipende dalla struttura e dell'architettura del dispositivo di sicurezza. Pertanto, le apparecchiature SIL 2 utilizzate in strutture di installazioni ridondanti possono essere utilizzate in sistemi SIL 3. Data la struttura ridondante del sistema che utilizza un'apparecchiatura SIL 2 identica, in un sistema a ridondanza omogenea il software deve essere conforme ai requisiti previsti per il SIL 3 per quanto riguarda gli errori sistematici. Tipi di errori In un circuito di sicurezza si distingue tra errori sistematici ed errori casuali. Per soddisfare i requisiti previsti per il SIL richiesto, occorre considerare entrambi i tipi di errore. Errori casuali Gli errori casuali sono determinati da guasti hardware e normalmente si verificano solo durante il funzionamento. È possibile calcolare la probabilità degli errori e dei guasti correlati. I calcoli vengono effettuati per i singoli componenti. In questo modo si ottiene il valore PFD, che costituisce la base di calcolo per la determinazione del valore SIL. Errori sistematici Gli errori sistematici tipicamente sono errori che si verificano durante lo sviluppo, la progettazione o la definizione del progetto. La stragrande maggioranza degli errori sistematici normalmente si verifica a livello di software del dispositivo. Per soddisfare i requisiti previsti per un SIL specifico (ad es. SIL 3) relativamente agli errori sistematici, l'intero sistema deve essere progettato in conformità al SIL 3. In alternativa, è possibile conseguire tale condizione utilizzando due dispositivi diversi (ridondanza diversificata), o dispositivi con tecnologie diverse. Calcolo della funzione di sicurezza Durante la progettazione e i calcoli relativi a un circuito di sicurezza occorre considerare anche l'architettura. Occorre stabilire se si tratta di un sistema a singolo canale o multicanale. Affinché un sistema risulti effettivamente conforme ai requisiti previsti per il SIL richiesto, occorre evitare gli errori sistematici con strategie di gestione di sicurezza corrispondenti al SIL. Gli esempi qui riportati sono descritti in maniera semplificata e non possono coprire tutte le applicazioni. In Germania ad esempio, è possibile consultare la norma VDE/VDI 2180 Parte 4, contenente importanti informazioni di supporto con formule di approssimazione semplificate per le architetture di installazione di uso più comune. Architettura a canale singolo Sensore SIL 2 Sistema di controllo SIL 2 Attuatore SIL 2 © Otto Durst - Fotolia.com Apparecchiatura section or rubric In una struttura a canale singolo occorre tenere conto dei valori PFD o PFH dei singoli componenti per determinare il livello SIL (safety integrity level) del sistema. Questo è l'unico modo per assicurare che l'intero circuito di sicurezza sia conforme ai requisiti previsti per il SIL richiesto. Importante: il livello SIL più basso dei sottosistemi (sensore, sistema di controllo, attuatore) determina il livello SIL dell'intero sistema. Architettura a due canali Sensore A SIL 2 Sensore B SIL 2 Sistema di controllo 1oo2 Attuatore SIL 3 La determinazione del PFD o PFH per un'architettura multicanale è più complicata. A questo scopo è possibile fare riferimento alla norma VDI/VDE 2180 Parte 4, in cui sono riportate formule di approssimazione semplificate per il calcolo del PFDav. Fonte IEC/DIN EN 61508 Parte 1 – Parte 7 | IEC/DIN EN 61511 Parte 1 – Parte 3 | VDI/VDE 2180 11 12 Sicurezza funzionale 8.Dati caratteristici Sicurezza funzionale dell'hardware (HFT, SFF) Per la classificazione SIL si utilizzano i seguenti dati caratteristici aggiuntivi: • tolleranza ai guasti hardware (Hardware fault tolerance, HFT). • percentuale di guasti sicuri (Safe failure fraction, SFF). Nelle seguenti tabelle è indicata la relazione tra i due parametri. In questo contesto si distingue tra sistemi di Tipo A e sistemi di Tipo B. Tolleranza ai guasti hardware (Hardware fault tolerance, HFT) La tolleranza ai guasti hardware si riferisce alla capacità di un dispositivo di continuare a svolgere correttamente una funzione di sicurezza qualora si verifichino degli errori. Un HFT pari a N significa che N+1 guasti possono determinare la perdita della funzione di sicurezza. Percentuale di guasti sicuri (Safe failure fraction, SFF) La SFF è la percentuale di guasti non pericolosi. Più è alto il livello SIL richiesto, tanto maggiore dovrà essere l'SFF. L'SFF di un sistema viene determinato sulla base dei tassi di guasto individuali (valori ) dei singoli componenti. Sistemi di Tipo A Un sistema può essere considerato di Tipo A se il comportamento in caso di guasto a livello dei componenti richiesti per la funzione di sicurezza può essere descritto in termini semplici. Tra questi componenti figurano resistori a strato di ossido metallico, transistori, relè, ecc. Sistemi di Tipo B Tutti gli altri sistemi sono di tipo complesso (Tipo B), se si utilizzano componenti il cui comportamento non è completamente noto. Tra questi componenti figurano microprocessori e circuiti a semiconduttori. I tassi di guasto di questi componenti sono reperibili nei relativi database delle aziende (ad es. Siemens SN 29500). SFF – HFT – SIL – Tipo A, Tipo B Percentuale di guasti sicuri (SFF) Tolleranza ai guasti hardware (Tipo A – apparecchiatura semplice) Tolleranza ai guasti hardware (Tipo B – apparecchiatura complessa) 0 0 1 2 1 (0*) 2 (1*) < 60 % SIL 1 SIL 2 SIL 3 Non consentito SIL 1 SIL 2 60% ... < 90% SIL 2 SIL 3 SIL 4 SIL 1 SIL 2 SIL 3 90% ... < 99% SIL 3 SIL 4 SIL 4 SIL 2 SIL 3 SIL 4 ≥ 99% SIL 3 SIL 4 SIL 4 SIL 3 SIL 4 SIL 4 * Con verifica delle prestazioni dimostrate in conformità a IEC/EN 61511 (solo per SIL < 4) Dati section caratteristici or rubric Il tasso di guasto è definito dalla variabile λ e prevede una classificazione in quattro gruppi. • λ SD = tasso di guasti sicuri rilevabili • λ SU = tasso di guasti sicuri non rilevabili • λ DD = tasso di guasti pericolosi rilevabili • λ DU = tasso di guasti pericolosi non rilevabili I guasti pericolosi non rilevabili (λDU) determinano una perdita non determinabile della funzione di sicurezza, e pertanto devono essere ridotti al minimo adottando misure corrispondenti. L'unità utilizzata per indicare il tasso di guasto (valori λ) è il FIT (failure in time, 1 guasto per un miliardo di ore di funzionamento, 1 × 109 h) Il responsabile d'impianto è responsabile della scelta del tipo di ispezione e degli intervalli. I test devono essere condotti in modo tale da dimostrare la perfetta funzionalità del sistema di sicurezza strumentato in relazione a tutti i componenti. PFD 0,1 Test funzionale (intervallo di test Ti) 0,01 PFDav 0,001 DU DD Intervallo di prova (Test interval, Ti) Per i guasti pericolosi non rilevabili si utilizza il test funzionale ricorrente (Ti). La funzione di sicurezza di un dispositivo deve essere verificata a intervalli appropriati. Questo valore viene integrato nel calcolo della quantità caratteristica PFD/PFH e deve essere scelto in modo tale da rientrare nell'area richiesta per il SIL target. N funessu zio n t e na s t le Tasso di guasto La capacità di un sistema di rilevare i guasti e di rispondere di conseguenza ha un ruolo molto importante. Pertanto, viene fatta una distinzione tra guasti pericolosi e sicuri, tenendo anche conto della possibilità di rilevare tali guasti. SD SIL 2 SIL 3 0,0001 Ti ad es. 1 anno PFDav = ½ λDU x Ti SU SIL 1 SIL 4 Vita operativa Per indicazioni sui test funzionali ricorrenti è possibile consultare i manuali di sicurezza delle apparecchiature. Vita utile La vita utile dei dispositivi di sicurezza dipende principalmente dai componenti interni e dalle condizioni operative (ad es. temperatura ambiente, vibrazioni, carico elettrico). Nel caso dei componenti elettrici, lo standard IEC 61508-2 specifica un intervallo tipico compreso tra 8 e 12 anni, mentre ISO 13849-1 presuppone un periodo di 20 anni. Nota: IEC/DIN EN 61508-2:2011 Sez. 7.4.9.5 Nota a piè di pagina nazionale N3 La vita utile è strettamente dipendente dal dispositivo stesso e dalle sue condizioni operative. Al termine della vita utile, la probabilità di guasto può aumentare con il tempo (ca. 8 - 12 anni). La vita utile può essere prolungata tramite l'adozione di misure corrispondenti da parte del costruttore e del responsabile di impianto (ad es. interventi di manutenzione). Durante la vita utile i tassi di guasto dei componenti si mantengono approssimativamente costanti. Alla fine di tale periodo i tassi di guasto possono aumentare a causa dell'usura e dell'invecchiamento, e i valori PFDav calcolati non sono più applicabili. L'utente dovrà pertanto adottare misure supplementari (ad es. intensificare i test di verifica) oppure sostituire il dispositivo di sicurezza, al fine di assicurare che il livello SIL richiesto sia mantenuto. Se il produttore evita di utilizzare componenti critici in via di obsolescenza (ad es. condensatori elettrolitici) nei dispositivi di sicurezza e i dispositivi vengono utilizzati in condizioni ambiente normali, ci si può aspettare che la vita utile sia più prossima al valore indicato dallo standard ISO piuttosto che a quello indicato dallo standard IEC. 13 14 Sicurezza funzionale 9.Glossario SIL (Safety Integrity Level) Il livello SIL è un parametro di riferimento relativo all'integrità di sicurezza di un sistema. L'integrità di sicurezza è la probabilità che le prestazioni del sistema siano conformi alla funzione di sicurezza richiesta in tutte le condizioni definite nell'arco di un periodo di tempo specificato. Il SIL prevede una classificazione in quattro livelli distinti, laddove il livello 4 corrisponde al livello di integrità della sicurezza più alto, mentre il livello 1 corrisponde al livello più basso. E/E/EPS (Electrical/ electronic/programmable electronic systems) Sistemi elettrici, elettronici ed elettronici programmabili. Sicurezza funzionale Capacità di un sistema di svolgere le azioni necessarie per conseguire o mantenere uno stato di sicurezza sicuro per i sistemi sottoposti al suo controllo. Tasso di guasti Tasso di guasti di un sistema , generalmente classificato in quattro gruppi in base al tipo di guasto: SD = tasso di guasti sicuri rilevabili SU = tasso di guasti sicuri non rilevabili DD = tasso di guasti pericolosi rilevabili DU = tasso di guasti pericolosi non rilevabili FIT (Failure In Time) Guasti nel tempo (1 guasto per un miliardo di ore di funzionamento, 1 × 109 h). HFT (Hardware Fault Tolerance) Tolleranza ai guasti hardware. Un HFT pari a N significa che N+1 guasti possono determinare la perdita della funzione di sicurezza. SFF (Safe Failure Fraction) Percentuale di guasti sicuri. PFD (Probability of Failure on Demand) La PFD è la probabilità di guasto di una funzione di sicurezza in modalità a bassa domanda (probabilità di mancato funzionamento del sistema con risultati pericolosi su domanda). PFH (Probability of Failure per Hour) Nei casi di domanda elevata o continua si utilizza la misura numerica PFH, ossia la probabilità di guasti pericolosi all'ora, che corrisponde alla probabilità di guasto della funzione di sicurezza all'ora (tasso di guasti pericolosi). MooN (M out of N) Architettura con M su N canali. Ad esempio, può indicare un'architettura con 2 canali in cui ciascuno dei due canali può svolgere una funzione di sicurezza. Test di verifica (Ti) Per test di verifica si intende un test funzionale eseguito a cadenza regolare allo scopo di rilevare i guasti in un sistema SIL in modo che il sistema possa ritornare “come nuovo”. SIS (Safety instrumented system) Sistema strumentato di sicurezza. sectionGlossario or rubric 15 CP01008Z/16/IT/02.13 www.adresses.endress.com
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