A PAG. 3 Catania - anno XXX - n. 30 - 3 agosto 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità VANGELO della FAMIGLIA e LEGGE NATURALE “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” L (ucaristia non è la rappresentazione dell’Ultima Cena, ma la partecipazione all’unico mistero salvifico A messa senza orologio “Alla messa non si va con l’orologio in mano, come se si dovessero contare i minuti o assistere ad una rappresentazione. Si va per partecipare al mistero di Dio. E questa è la liturgia”. S ono queste le parole di Papa Francesco rivolte, qualche mese fa, ai fedeli presenti nella cappella Santa Marta in Vaticano. Il tempo da dedicare al Signore nella celebrazione dell’Eucarestia, “ren“Ultima cena” di Leonardo dimento di grazie” e del Mistero della Croce, non può essere barattato, contabilizzato o proprio vivere un’altra volta la pasbalnearizzato. La liturgia, anche nel sione e la morte redentrice del Signoperiodo estivo, ha e deve mantenere il re; vera teofania, che rende il Signore presente sull’altare per essere medesimo decoro. L’incontro con Gesù, fonte e origine offerto al Padre per la salvezza del della speranza tanto attesa, come ha mondo. detto il Papa durante la sua visita Tutto ciò vale anche durante l’estate apostolica a Caserta, va preparato e ed anche le messe estive sono tappe e vissuto con intensità e particolare occasioni di un “incontro”. Non basta, infatti, andare a sentire messa, attenzione. “Nella liturgia eucaristica, afferma né tanto meno contare e circoscrivere Papa Francesco, Dio è presente” e si la mezz’ora da dedicare al Signore e fa presente in modo ancor “più vici- “togliersi il pensiero”. no”. La sua “è una presenza reale”. La liturgia è “Il tempo e lo spazio di Quando celebriamo la messa, non Dio” e durante la messa non si può facciamo una rappresentazione del- rimanere semplici spettatori, perché l’Ultima Cena”. La messa “non è la messa, non si sente soltanto, ma una rappresentazione”; è un’altra rende i fedeli partecipi al mistero delcosa. È proprio l’Ultima Cena; è la presenza del Signore fra noi, è “la nube di Dio che ci avvolge tutti”. Ecco perché è necessario “lasciarsi portare e sentirsi coinvolti nel mistero”. Se tutto ciò avvenisse sempre, i frutti di una vita cristiana rivitalizzata dalla liturgia sarebbero ben evidenti. A differenza delle pratiche devozionali di Natale e Pasqua quali il Presepe o la Via crucis, l’Eucaristia è “una commemorazione reale, è una teofania: Dio si avvicina ed è con noi e noi partecipiamo del mistero della redenzione”. Durante la celebrazione liturgica che non si può ridurre ad un semplice “atto sociale”, né tanto meno ad un’ordinaria riunione di credenti per pregare insieme, come dice il Papa, “il Signore si fa presente e condivide con il suo popolo un po’ di tempo” ed è proprio la risposta dell’uomo al tempo di Dio che fa la differenza. Il buon seme è gettato, ma il terreno fertile per farlo crescere dipende dal singolo credente. Educarsi alla celebrazione eucaristica è una prassi che nel tempo ha perso smalto e valenza e le abitudini si trasformano in prassi comune, facendo fatica a modificarle. L’appuntamento domenicale con il Signore, che un tempo era solo di mattina, ora, invece si estende a quasi tutte le ore del giorno, con la messa serale, secondo le proprie esigenze, e poi ancora con la celebrazione domenicale prefestiva, dovrebbe costituire una positiva opportunità da non trascurare. Spesso altre esigenze e impegni estivi prevalgono e si tralascia l’opportunità arricchente di un incontro di grazia, che avviene con la partecipazione alla Comunione e attraverso l’ascolto della Parola di Dio, nutrimento dell’anima e guida ,l CondoWWiero (segue a pag. 2) Cristiani in fuga da Mosul, scaduto l’ultimatum per la conversione NIBALI TRIONFA AL TOUR DE FRANCE a pagina 5 ROMA: PASTORALE dello SPETTACOLO VIAGGIANTE a pagina 7 TRIBUNALE per i MINORENNI: RICORDO di PAOLO BORSELLINO “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15, 20) Mosul: distruzione della moschea di Giona ristiani senza pace nè casa in Medio Oriente. A Mosul, la seconda città dell’Iraq, caduta il mese scorso nelle mani dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Isis), da settimane si assiste ad una nuova diaspora. Tutti i cristiani sono stati costretti a fuggire dalle loro case dopo l’ultimatum imposto dai militanti del ‘Califfo’ per la conversione all’Islam. Un aut aut senza mezzi termini che ha costretto alla fuga migliaia di persone dalle zone settentrionali del paese iracheno. Hanno scelto la vita alla morte. Hanno scelto di C rifugiasi nella regione curda o in altre zone più o meno protette. I militanti dello Stato Islamico (Isis) non danno tregua. Una persecuzione cominciata settimane fa con un segno rosso e una scritta: “immobile di proprietà dell’Isil” posta sulle pareti delle case abitate dai cristiani. Una strategia del terrore ben precisa con l’intento di perseguitare e costringere alla fuga: “Gli uomini del Califfo hanno fatto il giro dei quartieri di Mosul chiedendo quali fossero le abitazioni dei cristiani”, raccontano testimoni dalla zona di al-Arabi. “Una volta individuate, con una vernice spray hanno segnato le porte d’ingresso”. Un segno sulle porte che li identifica e li ghettizza. Come ha raccontato anche un gruppo di cristiani alle agenzie di stampa internazionali: “Ci disegnano un segno sugli stipiti delle porte, un cerchio con al centro una “nun”, cioè la lettera “n” dell’alfabeto arabo, che indica “nazaret“, termine arabo che identifica i Filippo Cannizzo (segue a pagina 2) a pagina 12 2 Prospettive - 3 agosto 2014 sommario al n. 30 PRIMO PIANO SCUOLA, FAMIGLIA e propaganda Gender ______3 L’origine dei comitati interparrocchiali __________4 Indietro nel tempo intervistando Salvatore Pugliatti _________5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________8 Dalla Cancelleria: Nomine __8 DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013 _____________8 DIOCESI Tremestieri Etneo: 1ª Festa del Volontariato ____7 Cibali 450 bambini concludono il Grest Salesiano _________9 Al cinema il primo film di una regista rom: ‘Io rom, romantica’ _______11 Al Teatro greco di Siracusa Festival Euromediterraneo _12 Direzione amministrazione e redazione: via Etnea, 8 95121 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Grafica e impaginazione: Vera Cannavò Abbonamenti: ordinario Euro 40,00 ridotto (scuole, associazioni, confraternite, etc.) Euro 30,00 versamento su c/c postale n. 12442935 intestato a: ARCA s.r.l. via San Giuseppe al Duomo 2/4 95124 Catania Pubblicità: a mod. 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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Questo numero è stato chiuso alle ore 13.00 di mercoledì 30 luglio 2014 Tra concorsi e piani speciali d’inserimento nel mondo del lavoro, vincono delusione e disoccupazione siamo alle solite... a quanto pare il sistema Italia destinato ad essere guidato sempre più spesso da maldestre manovre, dimostra una particolare e fastidiosa reazione allergica verso un allergene in particolare, l’occupazione. Numerosi personaggi politici di spicco sono scesi in campo sotto il vessillo di ampollosi e retorici discorsi ad effetto per sostenere ben più misere ed aride manovrette, le quali hanno fatto ben altro che produrre nuova occupazione, specie tra la fascia giovanile che vanta la percentuale più alta di disoccupati, senza avere la possibilità del corretto e consequenziale inserimento tra la carriera accademica e l’ambito lavorativo. I concorsi banditi per le immissioni di nuovi docenti nel circuito scolastico a che cosa hanno portato? I tanto famigerati piani giovani per l’inserimento di questi ultimi nel mondo del lavoro a che cosa hanno portato? Non altro che ad una grande beffa ai danni di chi, dopo anni ed anni di sacrifici per costruire una formazione degna di competenze sempre più specifiche, dopo burocratiche ed inutili, nonché letteralmente estenuanti trafile, non ha avuto altro che l’ennesima delusione ed una sempre maggiore amarezza verso un inceppato sistema che non riesce a dare, di fronte a grandi problemi, delle risposte concrete ed efficaci. Qualche giorno fa, in merito alle immissioni di docenti di ruolo per l’anno scolastico 2014-2015, proprio Luciano Chiappetta, Capo del Dipartimento per l’istruzione del Miur, si è espresso senza nessuna reticenza, E Ai lettori e collaboratori di Dopo la consueta pausa estiva, che inizierà con il mese di agosto, “Prospettive” tornerà in edicola ed in parrocchia il settembre. Il direttore, la redazione e l’amministrazione augurano serene vacanze ai nostri fedeli lettori ed ai nostri preziosi collaboratori. (continua da pag. 1) “SE HANNO... “cristiani”. Poi in nero vine posta un’altra minaccia: “Immobile di proprietà dell’Isil”. Violenze, aggressioni e gesti di sfregio eclatanti, come anche le recenti distruzioni delle tombe dei profeti. Dopo la tomba del profeta Giona, anche il mausoleo di San Giorgio, patrono di Mosul, è stato distrutto dalle forze jihadiste. In precedenza era stata fatta saltare in aria la tomba di Seth, venerato, sia da cristiani e musulmani, come il figlio Adamo ed Eva. Le ragioni sono da ricercare nella legge islamica secondo la quale i pellegrinaggi ai monumenti dell’Islam e del Cristianesimo, sono considerati al pari di una pratica Le beffe del sistema Italia in ambito occupazionale affermando una realtà davvero disarmante: in alcune regioni italiane, ed in particolare per alcune classi di concorso come Lettere, non ci saranno di fatto delle nomine, “a causa di errori di calcolo e programmazione”. Di contro Marcello Pacifico (presidente Anief - Associazione sindacale professionale, nonché segretario organizzativo Confedir - Confederazione autonoma dei dirigenti, quadri e direttivi della pubblica amministrazione) ha puntualizzato come il Miur debba occuparsi di inserire i candidati idonei che hanno superato diverse prove, tra cui una preselezione, tre scritti e due colloqui, di cui è debitore di un tanto ambito posto di lavoro. Come conseguenza non ci saranno nuove assunzioni tra i nuovi aspiranti o per lo meno se ci saranno rasenteranno la soglia minima: se il Miur dovrà conferire priorità, riconoscendo, come è giusto che sia, gli idonei dei vecchi concorsi come i destinatari di una cattedra, non ci saranno speranze per chi parteciperà al prossimo concorso nelle regioni e nelle classi di concorso in cui si sono verificati gli inghippi. Il Consiglio di Stato si è espresso per l’utilizzo delle graduatorie esistenti, manifestando delle riserve sulla possibilità di bandire un nuovo concorso. Questo è stato ribadito anche da Pacifico: “Al parere del Consiglio di Stato, che chiede giustamente di tutelare gli idonei dei concorsi, va aggiunto che nella scuola vi sono quasi 300mila docenti abilitati all’insegnamento a vario titolo, di cui la metà ogni anno reclutati attraverso contratti annuali a tempo determinato (che nei prossimi mesi potrebbero tra l’altro essere stabilizzati d’ufficio a seguito del parere, se favorevole, come tutto fa indurre, della Corte di Giustizia europea). Ora, se è vero che occorre rispettare (continua da pag. 1) A MESSA... alle azioni cristiane coerenti ai principi e ai valori del Vangelo. La raccomandazione di Papa Francesco di “andare a messa senza orologio” non può essere interpretata come autorizzazione per certe prediche lunghe, noiose e improduttive. L’omelia domenicale, che non si esaurisce nella parafrasi delle letture liturgiche, né tanto meno in discorso di carattere sociale, dovrebbe lasciare un segno, un messaggio, una parola chiave che accompagni e guidi il cammino settimanale di vita cristiana. Nella celebrazione eucaristica domenicale il cristiano incontra ed entra nel mistero di Dio, in quella strada che non si può controllare, si rinnova il miracolo della conversione, solo che si accetti la sfida e si abbia il coraggio di dire di “sì”. Il tesoro nascosto nel campo è stato trovato, ora tocca alla buona volontà del singolo di vendere tutto per acquistarlo e custodirlo. Il tradizionale “Ite, missa est” diventa monito a vivere il Vangelo nella quotidianità della vita e che tutti vedano i segni distintivi del cristiano che ama, perdona, serve e aiuta il prossimo. eretica. Come hanno spiegato fonti sunnite al sito Ankawa: “Secondo l’Islam devono essere distrutti tutti i monumenti funebri che sono stati eretti al di sopra del terreno. Perciò tutte queste tombe vanno distrutte totalmente perché costruite contro la volontà del profeta Maometto”. Proprio la tomba del profeta Giona rappresentava uno dei monumenti più antichi di Mosul in un territorio dove da migliaia di anni convivono diverse fedi religiosi, oggi, oggetto di diaspora. “Siamo senza parole. I cristiani sono a Mosul da secoli e quelle famiglie sono state improvvisamente strappate via dalla loro città, dalla loro casa, dalla loro vita”. Questo il commento del vescovo caldeo di Baghdad, Saad Syroub, dopo che le ultime famiglie hanno dovuto lasciare la città controllata dai miliziani jihadisti dell’auto-proclamato Califfato Islamico. “Siamo davvero preoccupati per il futuro dei cristiani in questo Paese”, prosegue il vescovo, sottolineando che non era mai accaduto che i cristiani fossero cacciati dalle proprie case “come se non avessero alcun diritto”. L’alto prelato ha poi richiamato la comunità internazionale affinché il governo iracheno possa trovare delle soluzioni concrete di contrasto efficace alla persecuzione in atto a Mosul e in tutta la regione settentrionale dell’Iraq. Subito la replica del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha considerato la persecuzione dei cristiani per mano dei jihadisti dello Stato islamico “un crimine contro l’umanità“. All’appello si è unito anche monsignor Shlemon Warduni, vicario patriarcale di Baghdad: “La situazione peggiora giorno dopo giorno. Come Caritas Iraq, poi, stiamo cercando di fare il possibile ma siamo a corto di mezzi. Anche i pozzi che abbiamo costruito, in collaborazione con l’Unicef, si stanno rivelando insufficienti. Servono aiuti urgentemente, la stagione è calda e serve acqua e cibo ed ogni aiuto che possa alleviare le sofferenze di tutta la popolazione”. la normativa sulle immissioni in ruolo, che impone l’assunzione dai concorsi pubblici per il 50% dei posti dalle graduatorie dei vincitori di concorsi, è altrettanto vero che in presenza di tanti candidati idonei che hanno superato una prova preselettiva, tre verifiche scritte e due colloqui, è singolare che si debba andare a realizzare un altro concorso pubblico. Con tutti i costi e le problematiche che ne deriveranno”. E se il settore scuola manifesta questi enormi quesiti che ad oggi non trovano una risposta condivisibile dai più, per quanto riguarda l’occupazione giovanile la situazione è ancora più drammatica. I tanti piani varati per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro si sono dimostrati letteralmente inutili. Ad esempio il progetto “Giovani in Sicilia”, con lo stanziamento di ben 19 milioni di euro per 2000 tirocini, varato dalla Regione Siciliana in col- laborazione con Italia Lavoro, ad oggi, secondo quanto emerge dalle numerose esperienze di molti giovani di cui il web pullula in forum e social network, si è rivelato un vero e proprio flop. I tirocini partiranno a lotti di 800, impegneranno i giovani, aventi un’età compresa tra i 25 ed i 35 anni, per sei mesi con una retribuzione di 500 euro lordi mensili. Ma se manca informazione sui documenti necessari da presentare all’azienda per l’adesione al tirocinio, ragion per la quale a molti giovani è stata preclusa la possibilità di aderire...e se questi documenti da ottenere telematicamente, attraverso siti che presentano inghippi insormontabili, sono difficili da reperire...e se dopo questo tirocinio, ‘necessario’ per l’apprendimento delle competenze richieste per svolgere determinate mansioni all’interno delle aziende che hanno aderito al progetto, queste ultime non danno nessuna certezza in merito all’assunzione di questi giovani...e se persino il sito per la registrazione dei giovani, con la presentazione del curriculum vitae, per le molte adesioni è bloccato per poi permettere in determinati periodi l’adesione, costringendo gli aspiranti a stare davanti al pc per essere più veloci degli altri...quale è il senso della manovra in merito all’inserimento giovanile occupazionale?? Quali apporti benefici possono recare iniziative del genere alla tanto dilagante disoccupazione, vera e propria piaga sociale nel sistema Italia?? La risposta a questo interrogativo ad oggi ci è sconosciuta. Berenice ® ® 3 Prospettive - 3 agosto 2014 Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Continua la lettura dell’Instrumentum Laboris ggi l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia presenta delle difficoltà circa il concetto di legge naturale che non riguarda tanto la difesa di un concetto filosofico astratto, quanto il necessario rapporto che il Vangelo stabilisce con l’esigenza di fondare sulla ragione i diritti dell’uomo (Commissione Teologica internazionale, Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale, 35). Per la stragrande maggioranza delle risposte date al questionario, il concetto di “legge naturale” risulta essere a volte non capito. Numerose Conferenze Episcopali affermano che la dimensione sponsale della relazione tra l’uomo e la donna, pur essendo accettata come realtà vissuta, non viene però interpretata come conforme ad una legge universalmente data. Inoltre l’aggettivo “naturale” tende ad essere recepito come sinonimo di “spontaneo”, accezione che orienta le persone a valorizzare il sentimento e l’emotività che appaio- O Il Vangelo della famiglia e la LEGGE NATURALE no come dimensioni “autentiche” e “originali” da seguire in modo “naturale”. Di conseguenza, l’evoluzione, la biologia e le neuroscienze, confrontandosi con l’idea tradizionale di legge naturale, giungono a concludere che essa non è da considerarsi “scientifica”. Anche la nozione di “diritti umani” viene generalmente vista come un richiamo all’autodeterminazione del soggetto, non più ancorata all’idea di legge naturale. Al riguardo, molti notano che i sistemi legislativi di numerosi Paesi si trovano a dover regolamentare situazioni contrarie al dettato tradizionale della legge naturale (per esempio, la fecondazione in vitro, le unioni omosessuali, la manipolazione di embrioni umani, l’abor- riconosce ai genitori il diritto di “provvedere all’educazione e all’istruzione dei figli, secondo le loro convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche” e quindi i genitori sono responsabilizzati ad esercitare un diritto di libertà e di scelta anche nella proposta dell’ideologia gender, che sostiene «processo di accettazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere», veicolato oggi sotto forma di prevenzione del bullismo e della discriminazione circa gli orientamenti sessuali. La scuola deve tornare luogo educativo, ancor prima di essere luogo istruttivo, perché la società si è svuotata di quei contenuti straordinari che, per un certo tempo, la definirono “comunità educante”. Da un’Italia nella quale scuola e famiglia zoppicano, cosa ci dobbiamo aspettare? Che siano i centri commerciali a educare le nuove generazioni? Mentre si rinnova l’importanza e la salvaguardia dell’educazione al rispetto della persona, si sostiene che quest’azione educativa non sia in conflitto o in contrasto con i valori irrinunciabili della famiglia e della società, né tanto meno potrà essere mortificata e sminuita la responsabilità educativa dei genitori. La ricerca del vero, del bene, del bello, che ha sempre caratterizzato il processo culturale e formativo della scuola, in collaborazione con la famiglia, comincia a perdere qualità e pregnanza nella fluidità del pensiero debole, che prende il sopravvento nell’era del relativismo sociale e culturale. Occorre muoversi e non solo per questioni di principio o d’ideologia. Stare a guardare l’evolversi degli eventi e restare inattivi significa andare indietro secondo il motto latino: “Non progredi, regredi est”. gia chiamata gender theory, secondo la quale il gender di ciascun individuo risulta essere solo il prodotto di condizionamenti e di bisogni sociali, cessando, così, di avere piena corrispondenza con la sessualità biologica. Ciò che è “naturale” tende ad essere definito tale soltanto dall’individuo e dalla società, divenuti gli unici giudici per le scelte etiche. La relativizzazione del concetto di “natura” si riflette anche sul concetto di “durata” stabile in rapporto all’unione sponsale. Oggi, un amore è considerato “per sempre” solo in relazione a quanto possa effettivamente durare. Si assiste così ad una perdita di significato della “legge naturale”. Viene affermato da varie Conferenze Episcopali dell’Africa, dell’Oceania e dell’Asia orientale che, ad esempio, la poligamia è considerata “naturale”, così come “naturale” è considerato il ripudiare una moglie che non sia in grado di dare figli – e, tra questi, figli maschi – al marito. Emerge che la legge naturale non sia più da considerarsi universale, dal momento che non esiste più un sistema di riferimento comune. Le contestazioni maggiori provengono dalla pratica massiccia del divorzio, della convivenza, della contraccezione, dalle procedure artificiali di procreazione, dalle unioni omosessuali, oppure tra le popolazioni più povere, si sono evidenziati altri tipi di contestazione di questa legge, come il fenomeno del machismo, della poligamia, dei matrimoni tra adolescenti e preadolescenti, del divorzio in caso di sterilità. In quasi tutte le risposte, incluse le osservazioni, si registra il numero crescente di casi di famiglie “allargate”, soprattutto per la presenza di figli avuti da diversi partners. Nella società occidentale, specialmente in Europa e in America del Nord, sono stati riscontrati casi di unioni matrimoniali non aperte alla vita, così come anche di individui che impostano la loro vita come singles con un conseguente vertiginoso innalzamento dell’età matrimoniale. C’è anche la volontà di riconoscere a livello civile, le unioni cosiddette “multipersonali” tra individui di orientamenti e di identità sessuali diversi, basate solo sui propri bisogni. Emerge, allora, la necessità di dare un’enfasi decisamente maggiore al ruolo della Parola di Dio quale strumento privilegiato nella concezione della vita coniugale e familiare approfondendo il concetto di “ordine della creazione”, come possibilità di rileggere in modo esistenzialmente più significativo la “legge naturale” (come l’idea di legge scritta nel cuore in Rm 1,19-21 e 2,14-15). Si raccomanda anche l’attenzione al mondo giovanile da assumere come interlocutore diretto su questi temi. Giuseppe Adernò Giancarlo e Sabrina Grasso to, ecc.). In questo contesto si trova la crescente diffusione della ideolo- SCUOLA, FAMIGLIA e propaganda Gender L’incertezza del futuro non dipende dalla crisi scuola non si trasmettono soltanto contenuti disciplinari, ma l’educatore è essenzialmente un modello di vita. Pertanto dalle tendenze sessuali dell’insegnante arrivano messaggi e testimonianze gli studenti che incideranno sulla maturazione della propria identità. Come coniugare il diritto alla libertà di educazione e gli interventi di prevenzione della discriminazione per omofobia? Oggi, la pratica educativa moderna fa passare attraverso la cultura di genere una promiscuità di modelli di famiglia che non è condivisa da tutti. La scuola italiana è molto penalizzata nell’esercizio del diritto di libertà, negato, di fatto, ai genitori, come afferma il prof. Giuseppe Richiedei, già presidente dell’AGE. Mentre si reclama, infatti, la libertà d’insegnamento dei docenti (art. 33 della Costituzione) si trascura il diritto prioritario della libertà educativa che compete ai genitori. Gli ostacoli di ordine economico, di fatto, limitano la libertà di scelta educativa che riconosce e rispetta i diritti della persona umana. La proposta più volte avanzata, del bonus scuola, da assegnare a ciascun studente con la facoltà di spenderlo nella scuola liberamente scelta, potrebbe essere una possibile soluzione al principio di libertà educativa che non è rispettato, specialmente oggi con la diffusione delle nuove ideologie “moderne” e progressiste. Nell’opuscolo UNAR “Educare alla diversità” si legge ad esempio un problema di matematica, così articolato: “Rosa e i suoi due papà hanno comprato tre lattine di te freddo. Contando che ciascuna costa 2 €, quanto hanno speso in totale?”. Il testo è manifestamente indicativo di una nuova linea educativa che, sotto forma di educazione al rispetto e alla tolleranza, diffonde la teoria A del gender nelle scuole, al fine di rieducare a un concetto di famiglia alternativa a quella cui siamo abituati. Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, a seguito della petizione su CitizenGO che ha raccolto nel mese di marzo 30.000 firme, ha bloccato la distribuzione di detto opuscolo, consapevole che non tutti i genitori sono favorevoli a tali scelte e visioni di vita “arcobaleno”. Le associazioni come AGESC (Associazione genitori scuole cattoliche) e AGE (Associazione genitori), chiedono al Ministro dell’Istruzione tutela e rispetto della famiglia naturale, mentre altre associazioni logo e di confronto, ove possibile. Per il prossimo anno scolastico 2014-2015 la “Settimana contro la violenza e discriminazione” avrà come tema centrale il contrasto all’omofobia e transfobia. Si tratta non tanto e non solo di un’operazione di contrasto a episodi di bullismo, di intolleranza e violenza discriminatoria, ma soprattutto di provvedimenti di propaganda, finalizzati a far accettare agli alunni, in modo subliminale, forme alternative di famiglia e nuovi stile di vita. In opposizione a tale proposta è stata presentata in questi giorni al Ministro Giannini una petizione (http://www.citizengo.org/it/9705- LGBT italiane: “Agedo”, “Arcigay”, “ArciLesbica”, “Associazione Radicale Certi Diritti”, “Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli”, “Equality Italia”, “Famiglie Arcobaleno”, “Gay Center”, “MIT” propongono un piano strategico nazionale di contrasto all’omofobia e la transfobia, così da pervenire ad una ridefinizione della famiglia, educando i ragazzi alla cultura dei “diritti speciali” per le persone LGBT. Il Ministero ha il dovere di ascoltare le diverse posizioni e cercare di trovare elementi di convergenza, di dia- no-allideologia-gender-nelle-scuole), chiedendo di non avallare la propaganda gender e LGBT nelle scuole, con l’invito a farsi promotrice di un’educazione pubblica all’insegna del rispetto e della promozione della famiglia fondata sull’unione di un uomo e una donna. Come si saneranno il contrasto e l’opposizione? Quale atteggiamento assumeranno i docenti in classe? Quali spazi di libertà potranno esercitare i genitori? L’art. 14 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea 4 Prospettive - 3 agosto 2014 IN PREIMOPIANO L’origine dei comitati interparrocchiali Partecipazione attiva dei cattolici er quanto riguarda Il GRUPPO INTERPARROCCHIALE SOCIO-POLITICO, che lavora come Osservatorio, in rapporto con le parrocchie: “S MARIA DELLA CONSOLAZIONE” - “S. AGATA AL BORGO” – “NATIVITA’ DEL SIGNORE” in Cibali, in linea con le GIORNATE SOCIALI DIOCESANE, (giunte ormai alla decima edizione!), viene spontaneo chiedersi da dove esso trae la sua origine che è chiaramente sturziana? Dopo la presa di Roma del 20 settembre 1870 i rapporti già tesi tra il nuovo Stato unitario e la Santa Sede si deteriorano: il papa Pio IX (18461878) si considera prigioniero in Vaticano e cerca di reagire con l’enciclica Quanta Cura con allegato il Sillabo (1864) in cui si condanna il liberalismo e si ha una presa di posizione anche nei confronti del clero e dei cattolici liberali, illustri come Rosmini (Cfr.Le cinque piaghe della Santa Chiesa), o Manzoni, Lambruschini, Tommaseo, Cantù e altri, che costituiscono quello che è stato detto il Caso di coscienza del Risorgimento italiano. D’altra parte, di fronte all’intransigenza del papa, il governo italiano sulla linea, già cavouriana (Libera Chiesa in libero Stato), cercò di risolvere il problema dei rapporti con la Santa Sede emanando la legge delle Guarentigie (13 maggio 1871), rimasta unilaterale, perché non accettata dal Vaticano: è la fine momentanea del Cattolicesimo liberale! Intanto restavano in vigore l’exequatur e il placet, strumenti dello stato per controllare l’opera dei vescovi e del clero, senza garantire affatto l’indipendenza della Chiesa. Come si pervenne all’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici? Erano sorte tante associazioni cattoliche con lo scopo di difendere i diritti conculcati della Chiesa e del Papa, ma perché si raggiungesse un certo coordinamento, l’avvocato Giambattista Paganuzzi lanciò l’idea di un Congresso dei Cattolici italiani, che avvenne il 12 giugno del 1874 a Venezia. Protagonista assieme ad altri anche il siciliano, barone Vito D’Ondes Reggio; questi Congressi come gli altri di Firenze e di Bologna furono approvati da Pio IX, ma erano dislocati per lo più nel nord e nel centro d’Italia. Ma in Sicilia cosa avvenne? Le prime iniziative in senso riformista si ebbero a Caltagirone con il nuovo vescovo, mons. Saverio Gerbino, nel 1887, ma specialmente dopo la pubblicazione della RERUM NOVARUM del 1891, quando giunse a Caltagirone mons. Gottardo Scotton in rappresentanza del Comitato generale dell’Opera dei Congressi, il quale esortò il locale clero a istituire i Comitati diocesani e parrocchiali e farli confluire nel movimento cattolico nazionale diretto dal Paganuzzi. Il vescovo Gerbino matura quell’esortazione e nel 1895 pubblica nel Monitore Religioso, rivista da lui fondata, una lettera circolare con cui esorta tutti i buoni cattolici a unirsi in comitati sotto la direzione del par- P roco, «per studiare il modo di far ritornare alla vita cristiana gli individui, le famiglie e la società, per promuovere l’insegnamento catechistico nelle scuole, la diffusione della buona stampa, le conferenze, la sezione giovani, le società degli operai e degli agricoltori, le leghe contro la bestemmia, contro la profanazione della festa, e la cattiva lettura, i gabinetti cattolici di ricreazione, le casse rurali, le società di mutuo soccorso e di consumo, l’ubbidienza dei cattolici al Papa, la scelta dei consiglieri cattolici nelle elezioni amministrative». Ma poi cita che l’unico comitato interparrocchiale effettivamente funzionante in diocesi è quello della parrocchia di S. Giorgio, animato dal sac. Luigi Sturzo, che era stato ordinato nel 1894 dallo stesso Blandini. Sturzo subito dopo si reca a Roma dove si laurea in filosofia e teologia presso la Gregoriana, ma lì avviene la sua decisione di dedicarsi all’azione sociale, soprattutto dopo l’incarico, il sabato santo, di benedire le case in un quartiere popolare al centro di Roma, vicino al ghetto, La storia del Movimento Cattolico ha avuto il suo centro, specialmente in Sicilia, nella città di Caltagirone, patria dei Fratelli Sturzo. quando rimase talmente colpito dalla grande miseria che vi regnava, tanto che ricorderà: «per più giorni mi sentii ammalato e non presi cibo», e anche perché a contatto con i circoli romani del movimento cattolico sociale e con personalità come Murri e Toniolo. Ritorna a Caltagirone così trasformato, riprende con fervore l’attività nel comitato di S. Giorgio denominato da allora “interparrocchiale” e comincia a pensare più che a riformare il vecchio clero, a educare le nuove generazioni; fonda la” sezione giovani”, la “sezione operai”, una “cassa rurale” dedicata a S. Giaco- Campus violinistico a Cibali ampus Violinistico di tre giorni, tenuto dal m° Fabio Raciti è stato un riproporre in termini attuali i programmi educativi di Don Bosco, che premisero fin dall’inizio la presenza della musica come strumento efficace per l’affinamento dello spirito. Durante le prove, nelle aule del prestigioso Istituto, tra l’intrecciarsi dei suoni e l’alternarsi delle note vibranti, sembrava rivivere l’atmosfera antica di quei tempi lontani in cui la banda dei primi musicanti suonava il suo inno di riconoscenza al Santo Fondatore. Sono stati giorni in cui i ragazzi –spiega Raciti- hanno vissuto in comunione fraterna ed in piena condivisione fatiche, gioie, incontri. Le lezioni di sei ore giornaliere comprendevano esercitazioni su brani tecnici, solistici e d’insieme che si sono arricchite anche grazie al prezioso contributo del M° Salvo Domina Violino Concertino del teatro Bellini di Catania. Il concerto finale dei partecipanti, tenutosi nell’Auditorium “Don Bosco” ha visto la presenza di Don Edoardo Cutuli, direttore della Casa Salesiana di Cifali, che ha fortemente caldeggiato l’iniziativa, e di Don Giuseppe Ruta, Ispettore salesiano per la Sicilia, che ha esortato i ragazzi a coltivare quest’ambito della cultura di cui si devono considerare privilegiati fruitori in un mondo in cui sono messi a repentaglio i più elementari diritti dei bambini e degli adolescenti in tante zone tormentate dalla guerra. Al concerto prendeva parte anche il m°Alessandro Longo dell’orchestra del Bellini insieme ai pianisti C accompagnatori maestri Domenico Lanzafame e Lino Bonomo. L’iniziativa del maestro Raciti ha riscosso un entusiastico consenso da parte di genitori e amici che si sono stretti attorno agli “artisti” in erba con applausi e manifestazioni di affetto, per la verità pienamente meritevoli. La consegna degli attestati a tutti gli allievi è stata affidata a Don Cutuli e alla professoressa Ermelinda Giuntalia. ® mo. Nel 1897 fonda la Croce di Costantino, i cui redattori, oltre a Sturzo, sono: Luigi Caruso (Calatinus), il canonico Angelo Interlandi, Carmelo Caristia e principale fra tutti è il fratello Mario, a cui si deve il nome stesso della rivista, profondo studioso di filosofia e dei Padri della Chìesa, studioso di letteratura «e soprattutto consigliere fidato del fratello, di cui chiosa criticamente gli articoli e suggerisce di rendere più chiaro un concetto o di smorzare un tono inutilmente polemico; collabora anche scrivendo romanzi edificanti di carattere psicologico-sociale che firma con lo pseudonimo Enelèo». È da qui che va maturando in Sturzo l’idea di un impegno specificamente politico dei cattolici nel famoso discorso del 1905, dopo lo scioglimento dell’Opera.dei Congressi. Ma c’è da chiedersi, perché devono passare ben 14 anni prima della fondazione del PPi del 18 gennaio 1919, a Roma, con l’Appello a tutti gli uomini liberi e forti? La risposta sulla nascita e sul crollo del partito a-confessionale, è nella politica ecclesiale di tre Papi, dopo Leone XIII (1878-1903): Pio X (1903-1914) – Benedetto XV ( 1914- 1922) – Pio XI (1922-1939). Abbiamo voluto ripercorrere brevemente questa storia laica ed ecclesiastica per dichiarare la motivazione di fondo da cui è nato questo nostro Gruppo Interparrocchiale. Per cercare di essere studiosi di autori classici come i Fratelli Sturzo, non basta studiare le loro opere, ma eseguire ad esperimentum la loro dottrina e i loro principi, come si fa o si dovrebbe fare di ogni classico, per vedere dove si è mancato e come ci si dovrebbe aggiornare, secondo le esigenze più impellenti dei nuovi tempi così rapidamente mutati. BIBLIOGRAFIA La voce: MARGHERITA MARCHESE:Comitato interparrocchiale, in Lessico Stzurziano,Rubbettino 2013, pp.144 ss. UMBERTO AMORE, Saverio Gerbino. Vescovo del rinnovamento sociale, in:Il Movimento cattolico nella città di Sturzo. Biblioteca del Cenide, 2003,pp. 32-41. GAETANO ZITO, La pastorale dei vescovi calatini, in Foglio Ecclesiastico (FE) 67 (1991) 21. Salvatore Latora Passaggio della campana al Rotaract i è svolto al Castello Ursino il tradizionale passaggio della campana del Rotaract Club Catania tra il presidente uscente Francesco Pezzino e il presidente incoming Marta Ravì. Il presidente uscente Pezzino ha tracciato brevemente le attività che hanno caratterizzato l’anno trascorso. Presenti il governatore Rotary incoming del Distretto 2110 SiciliaMalta, Francesco Milazzo, i presidenti (entrante e uscente) del Rotary Catania, Guglielmo Longo e Carmelo Piazza, il rappresentante distrettuale del Rotaract, Tommaso Giuga, e l’Rrd incoming, Edoardo Moreci. Gradita la presenza del presidente del Consiglio comunale, Francesca S Raciti. La nuova presidente del club ha tracciato le linee guida del nuovo anno sociale, dedicato a un progetto di service ad ampio raggio rivolto a quanti hanno patologie agli occhi, anche in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi, e ha assicurato continuità istituzionale con gli anni passati. A coadiuvare il nuovo presidente nella guida del club che conta 39 soci saranno i vicepresidenti Francesca Di Stefano e Francesco Gueli, i segretari Nicoletta Mazzullo e Graziano Malerba, i prefetti Benedetta Grassi Bertazzi e Paola Campagna, il tesoriere Mirko Nigro e la consigliera Sofia Lanza. Il Rotaract Catania ha poi ammesso i nuovi soci Giovanni D’Antone, Ivonne La Malfa, Salvatore Panissidi ed i fratelli Rachele e Massimo Mertoli. Nel corso della serata, come tradizione, è stato consegnato il Premio Aurora, che quest’anno è andato a Roberta Capizzi, promessa dell’imprenditoria catanese nel campo della ristorazione. Infine, la cerimonia ha visto anche la conclusione dell’esperienza rotaractiana del socio Virgilio Odierna e dei due past president Fabio Adernò e Roberto De Luca ai quali è stata conferita la carica di “Soci onorari”. ® 5 Prospettive - 3 agosto 2014 IN PREIMOPIANO Nibali trionfa al Tour de France Un’impresa che sa di leggenda “È una gioia immensa, una gioia senza fine, ho i brividi in tutto il corpo”: con queste parole Salvatore Nibali, il papà di Vincenzo, lo squalo dello Stretto, ha salutato l’exploit del figlio al Tour de France. Oggi sulla Tour Eiffel sventola il tricolore e l’italiano Vincenzo Nibali 16 anni dopo Marco Pantani. È il settimo italiano a vincere la Grande Boucle, entrando nel club dei grandissimi, avendo in bacheca anche Il Giro d’Italia e la Vuelta di Spagna. La vittoria di Nibali, ora imperatore del ciclismo, è stata preparata e guidata, da quando aveva 14 anni, dalla sua prima gara a Solarino, in provincia di Siracusa. “Mio padre, dice la sorella Carmen, lo segue da quando era piccolo perché anche lui è appassionato di bici quando a tredici anni Vincenzo voleva smettere di correre, gli diede uno schiaffo. Egli reagì e salì di nuovo sulle due ruote”. Questa è la vittoria più bella, il meritato premio per un vero campione, formatosi in Toscana, a Mastromarco (Pistoia), dove è attivo il club “CanNibali”. L’accertata “manifesta superiorità” Foto SIR che la stampa e la critica francese gli hanno tributato gli hanno fatto meri- tare il titolo di “imperatore”, ribattezzato, nel commento di Antoine Vayer, ex direttore della Festina, tutto devi far accompagnare al valore delle parole quello della vita. Io ricordo i miei familiari, e soprattutto il legame forte che mi univa a mio padre, le difficoltà economiche della mia infanzia, il terrore determinato dalla catastrofe del 28 dicembre del 1908, il terremoto, il mio stare nascosto sotto le macerie per giorni, quindi pensa agli occhi di un bambino di cinque anni che assiste e vive quella immane tragedia, poi la morte dei miei fratellini durante l’epidemia di spagnola del 1918 e poi la morte di mia madre. Il mondo del lavoro, il mio primo cliente a Castanea, il circolo di amici e l’adesione alle istanze letterarie e ai movimenti politici del tempo, quando la politica era abnegazione verso se stessi e dedizione al prossimo>> Poi si ferma, si aggiusta gli occhiali sul naso, mi guarda con un’espressione intrisa di tenerezza e accarezzandomi il viso mi sussurra: <<Nec aspera terrent, le vicende della vita non ti abbattano>>. La sua voce era calda e magnetica. Quell’incontro mi suscitò commozione, gioia e una velata malinconia, quella malinconia che avverto nella città sul far della sera. Chissà forse Messina piange la sua dipartita, eh si cari lettori, si piange sempre quando va via una persona la cui vita è esempio di humanitas. Così svanì, lasciandomi con un nodo alla gola. Quella sera pioveva, guardavo lo Stretto luccicare di un tenero bagliore, mentre il fischio di una nave giungeva come richiamo lontano e sommessamente dissi: “Arrivederci Salvatore… . come “l’emigrato siciliano” che abbandonò l’isola per non essere soffocato dalla piovra con le sue ombre mafiose. La città di Messina è oggi in festa per questo suo figlio glorioso, che fa onore alla Sicilia e all’Italia. Nibali, che si è rilevato un vero padrone della corsa, ha conquistato tutti, soprattutto i francesi: ha pedalato da esperto sul pavè, ha dominato le montagne con una vittoria sui Volschi, una sulle Alpi e sui Pirenei. E’ andato forte anche a cronometro ed il trionfo presso i Champs Elysees, segna il meritato riconoscimento al suo impegno di ciclista. Salvatore Famulari titolare della rosticceria in via Cesare Battisti a Messina, accanto al negozio dei genitori di Nibali, per l’occasione ha anche creato l’arancino Nibali di colore giallo, come la maglia del tour, con salmone, rucola e formaggio e, quando il ciclista messinese vinse il giro d’Italia, ne aveva creato uno di colore rosa come la maglia. I sacrifici compiuti con il sostegno della famiglia della moglie Rachele, della piccola Emma Vittoria e dei genitori, Salvatore e Giovanna, testimoniano un’esemplarità umana e professionale, che merita attenzione e rispetto. La sua famiglia, radicata nella terra di Sicilia, ricca di tradizioni religiose e di fede popolare, ha trasmesso ad Enzino, com’è chiamato in famiglia e dagli amici, un patrimonio di valori che l’hanno reso bravo non solo nel ciclismo, ma onesto nella vita. Il ricordo del nonno Vincenzo, che gli regalò il primo triciclo a tre anni, è ancora vivo nella sua memoria di bambino, che cominciò a correre controvento nei pressi di Villafranca Tirrena, con lo sguardo verso le isole Eolie. Le sue espressioni di attaccamento alla famiglia, agli amici, alla mamma di Pantani, alla quale consegnerà la maglia gialla, ricambiando il dono ricevuto, in occasione del decennale della morte di Marco, quando mamma Tonina regalò a Nibali la maglia gialla del figlio, sono tutti segni e testimonianza di radicati valori umani e cristiani. Voleva diventare invincibile, inattaccabile, c’è riuscito, acquisendo tattica e strategie per superare gli avversari, ricalcando le orme di Felice Gimondi. Non ha dentro il fuoco di Pantani, ma la capacità di trasformare le corse impossibili - fra Alpi e Pirenei - quasi in una kermesse cicloturistica. Nibali, orgoglio dei Messinesi, soprannominato lo ‘Squalo dello Stretto’, anche se in quel tratto di mare c’è principalmente pesce spada, si qualifica un campione vero, misurato, come il bergamasco Gimondi. Ha stravinto il Giro d’Italia 2013, ha dominato il Tour de France, ora re del ciclismo e “imperatore” a Parigi. Gli auguri del Presidente Giorgio Napolitano, del premier Matteo Renzi e del presidente del Coni, Giovanni Malagò, coronano un’impresa, che ha tutto il fascino di una leggenda. Il suo nome e la sua vittoria sono oggi una bandiera di tutta l’Italia. Stefania Bonifacio GiAd come l’“ultimo sovrumano” del Tour. Non sono mancate le note polemiche l’intervista Indietro nel tempo intervistando Salvatore Pugliatti Rialzarsi sempre dopo una caduta otreste mai immaginare, amici lettori, cosa mi accadde una di queste sere di luglio nella suggestiva e anche un po’ malinconica città di Messina? Ricorro a questo aggettivo perché “l’Urbe sullo Stretto” al vespero si veste di una certa mestizia e i suoi colori appaiono delicatamente sfumati in un leggero vapore cromatico che va perdendo i suoi contorni nel tramonto rosato della marina; e la città così, con i suoi monumenti di stile umbertino, pare essere una gentildonna dotata di una nobiltà tutta interiore che non riesce a trattenere una lacrima che furtiva scende sul suo bel viso. Il cuore di una donna è un oceano di segreti che giammai verrà svelato. Con i miei più cari amici, Nino Germanà, avvocato e mecenate, proprietario del Castello di Brolo ed Elio Quiligotti, umanista e raffinato cultore della cinematografia anni ’50 e ’60, mi reco nella zona del santuario di Montalto. Da lì la città si abbraccia con lo sguardo, questa città dove il baluginìo del mare lo vedi da ogni parte. Piove però a dirotto, ma la nostra meta non può essere tradita da un acquazzone estivo. Ci ripariamo sotto la tettoia di un cancello, piccola ma in quel frangente utile. L’inferriata è aperta e così entriamo infreddoliti e con gli abiti inzuppati in un contesto urbano a dir poco insolito e originale. Lì vi sono delle palazzine tutte in stile Belle Epoque ingentilite e collegate le une alle altre da una serie di gradevoli arcate e da delle scalinate impreziosite da rigogliose fioriere. Da qualunque parte tu volga lo sguardo senti e vedi il mare che come un gigante acquatico ti entra P nell’animo fino a farti stordire con i suoi sentori salmastri. È una bellezza che mi commuove, penso immediatamente che quella è la Messina che vorrei, così fissa e immobile nel tempo, quando un gentiluomo si accosta alla mia persona. Ha circa cinquant’anni il suo sguardo è serafico e gli occhi sono brillanti, segno di una vivace intelligenza, e così si esprime: <<Noto che lei è a dir poco conquistata dal magnetismo che esercita questa città, soprattutto la sera. Qui io ebbi i natali quel 16 marzo del 1903, qui espressi il mio operato, qui amai la musica e la filosofia e il diritto fu il motore della mia esistenza. Dal mondo accademico internazionale ricevetti molti inviti, ma non volli mai lasciare la mia Messina. Il mio nome è Salvatore Pugliatti>>. Cooosa? Sicuramente ho le allucinazioni! Sarà la pioggia e il freddo vespertino, non è possibile! Non mi dica che lei è il giurista siciliano noto per il suo eclettismo e il vivacissimo spirito culturale! <<In persona! Ho lasciato questa dimora terrena nel 1976, ma mi consenta di aprire il mio cuore, dato che percepisco in lei una sensibilità che le ha fatto cogliere questa aura di mestizia che non tutti comprendono>>. Onoratissimma Prof. Pugliatti di conversare con Lei! <<Suvvia, non mi chiami professore, preferisco invece il mio nome, Salvatore!...E poi , quando sento questa parola mi è inevitabile pensare ai miei tanti alunni, gli affezionati discepoli con i quali aprivo dei discorsi che andavano oltre la mera materia giuridica e abbracciavano la filosofia, l’etica, il rapporto uomo ambiente!>> Mi parli di lei, Salvatore, sa… a Messina c’è una piazza a lei dedicata! <<Che imbarazzo!… ma i Messinesi non avevano altro da fare che intitolare a me una strada! Io ho amato e amo tanto la mia città e come vedi quando ne pronunzio il nome mi si inumidiscono gli occhi. Avevo costituito con degli amici veri quali Luca Pignato, provveditore agli Studi e Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, una scuola giuridica a Messina, un vero e proprio filone culturale dove, tramite un metodo che era l’analisi di ogni fenomeno sociale condotta su vari livelli, si abbracciava il sapere condito con letteratura, musica arte e cinema. Ho sempre portato ai miei cari allievi l’esempio sulla differenza tra avere ed essere su quantità e qualità, questo perché ai giovani soprat- 6 Prospettive - 3 agosto 2014 7 Prospettive - 3 agosto 2014 Tremestieri Etneo: 1ª Festa del Volontariato Prossimità gratuita e spontanea l volontariato oggi, nelle sue varie espressioni, rappresenta una componente importante della nostra società: una presenza significativa, silenziosa e spesso bistrattata, ma portatrice di una tale ricchezza di valori solidaristici, di impegno civile e umanitario, oltre che di promozione culturale e di tutela ambientale, da costituirne una vera forza motrice, volano di sviluppo economico e di crescita sociale. Non sono rari, infatti, i casi in cui una esperienza di volontariato, con il suo slancio innovativo, l’intraprendenza e la sua capacità aggregante, ha costituito le basi per una rinascita economica di un territorio o la crescita sociale di una comunità. Una esperienza contagiosa e coinvolgente che, una volta innescata, riesce sem- I pre a penetrare nei cuori e nella vita delle persone e, soprattutto, in quella dei giovani. Nasce proprio da questa esperienza di vita l’idea di mettere insieme le varie realtà di volontariato presenti ed operanti nel territorio di Tremestieri Etneo in un progetto di collaborazione per la promozione e diffusione di una cultura solidaristica e di un impegno generoso, gratuito e volontario, e ciò nel solco di quella esperienza già particolarmente radicata nella comunità di Tremestieri Etneo, tanto da attribuirle il riconoscimento di “Città della Pace e Dono”. La prima espressione di questo progetto aggregativo e collaborativo è stata la realizzazione della “1ª Festa del Volontariato”, svoltasi lo scorso 29 luglio nell’ambito delle manifestazioni della “Estate Tremestierese” organizzata dalla Associazione “Immacolata Ravanusa” con il patrocinio del Comune di Tremestieri Etneo. Ben sette le organizzazioni di volon- Migrantes, a Roma il coordinamento nazionale della pastorale dello spettacolo viaggiante i è svolto a Roma dal 7 al 9 luglio presso la Domus Pacis l’incontro del coordinamento nazionale della pastorale dello spettacolo viaggiante (circhi, luna park, artisti di strada) promosso dalla Fondazione Migrantes. Due giorni intensi di lavoro e di riflessione sulla missione che la Chiesa svolge al servizio della gente dello spettacolo viaggiante. Hanno preso parte al convegno nazionale i direttori Migrantes regionali e diocesani, nonché gli operatori pastorali dello spettacolo viaggiante. Per la diocesi di Catania hanno partecipato il diacono Giuseppe Cannizzo, direttore dell’Ufficio Pastorale delle Migrazioni e il diacono Santo Rizzo. Si stima che in Italia i complessi circensi sono 140 mentre i Luna Park, tra mobili e fissi sono oltre 300. Ma sono numeri che talvolta sfuggono ad un controllo analitico. Pertanto, la Chiesa prevede una pastorale specifica attraverso l’impegno quotidiano che arriva proprio dalle Chiese locali cui spetta la cura e la visita in risposta alle loro particolari esigenze. Mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes ha aperto i lavori sottolineando come siano cinque gli ambiti e le aree di attenzione della Migrantes a servizio delle chiese locali e della gente dello spettacolo viaggiante: l’informazione, la ricerca, la formazione, il coordinamento, la progettazione pastorale e sociale. Aspetti tutti imprescindibili che la Migrantes coordina e favorisce perché nessuna di esse venga meno, auspicando che si rafforzino e si sviluppino anche in forme diverse. La pastorale della gente dello spettacolo viaggiante non è centralizzata, ma alla luce delle indicazioni dello Statuto, che attualizzano l’ecclesiologia post-conciliare, favorisce l’attenzione della Chiesa anche a questa porzione di popolo di Dio. Ricordando come senza una comunità di riferimento, senza una Chiesa non può esserci pastorale. Perciò, ricorda Mons. Perego, in questi anni S Evangelizzazione e promozione umana per una pastorale dell’accoglienza è maturata, anche attraverso lo studio e il coordinamento la dinamica duplice della pastorale della gente dello spettacolo viaggiante: evangelizzazione e promozione umana. La cura dell’evangelizzazione, che nasce anche nella prossimità di chi visita, incontra la gente dello spettacolo viaggiante, porta a condividere l’esperienza di fede (celebrazione e catechesi), ma anche le risorse di una comunità: perché siano tutelati i diritti dei lavoratori circensi, gli spazi di lavoro adeguati, la scuola dei bambini. Facendo attenzione nello scindere questi due aspetti che significa dimenticare che la fede non è un’idea, ma un’esperienza di vita. Lo ricordava, del resto, Benedetto XVI nell’enciclica Deus caritas (proprio il Pontefice tedesco incontrò nell’aula Paolo VI, il 1° dicembre 2012 la gente dello spettacolo viaggiante, oltre settemila persone provenienti da tutto il mondo), cosi come Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium). Significative sono state anche le indicazioni pastorali fornite da Mons. Piergiorgio Saviola, sul tema “I circensi e i lunaparkisti, cittadini e cristiani di seconda categoria?”. L’ex direttore generale Migrantes ha evidenziato come i componenti del mondo del circo e del luna park, esattamente come i sedentari, sono, “a tutti gli effetti veri e propri cittadini e godono degli stessi diritti civili e politici stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi”. Anche se poi incontrano, nel loro cammino, diversi problemi che creano difficoltà. Tra queste, la difficoltà a reperire aree per la sosta invernale, quando si registrano momenti di inattività o come la delocalizzazione delle aree per esercitare il proprio mestiere. Questo accade quando il divertimento popolare viene spostato dai centri abitati ha continuato mons. Saviola - ad aree estremamente periferiche “snaturando il millenario carattere di feste di piazza di tali attività e scoraggiando l’afflusso del pubblico”. Ecco che la Chiesa prevede - ha aggiunto mons. Saviola - una pastorale specifica per gli artisti di strada e “si mostra interessata alla loro presenza nella comunità cristiana, alle loro esigenze, alla loro particolare cultura, tanto che, anche loro sono componenti della pastorale nazionale della Migrantes, incaricati regionali, incaricati diocesani, volontari laici, suore, dediti al loro cammino di fedeli a pieno titolo”. Il servizio pastorale è, di norma, affidato alla Chiesa locale “visita- ta” dall’attività del Circo e del Luna Park e degli artisti di strada in genere. Di fronte al fenomeno della “mobilità” umana, è chiesto alle Chiese locali di “attrezzarsi” per offrire un servizio pastorale alle famiglie e alle persone che “attraversano” il loro territorio attraverso la Migrantes con l’incaricato della pastorale specifico per i Circhi e Luna Park. Occorre «far crescere e far vivere la Chiesa in questa realtà ‘mobile’ che non ha la possibilità di contatti vitali con le nostre comunità ‘ferme’»; formare in particolare gli artisti ad essere “loro stessi evangelizzatori della loro gente, protagonisti della pastorale nel loro ambiente: la famiglia da oggetto a soggetto di pastorale”. Proprio la Migrantes – ricorda Mons. Perego in conclusione - coordina e favorisce queste diverse forme pastorali, perché nessuna di esse venga meno, ma si rafforzino e si sviluppino anche in forme diverse. Non si può pensare la Migrantes nazionale o diocesana come un’agenzia di collaboratori che per lavoro o ministero vadano in giro per l’Italia o la diocesi a celebrare sacramenti o fare catechesi: sarebbe una grave deriva pastorale rispetto alla presa in carico di ogni Chiesa di (segue a pagina 9) tariato che hanno aderito alla iniziativa e che hanno dato vita ad una parata lungo le principali vie del paese: l’associazione di protezione civile “Artemide”, la “Associazione Nazionale Carabinieri” impegnata nel campo della protezione civile e nel controllo del territorio, la “Croce Rossa Italiana” presente nell’ambito del soccorso sanitario, l’Associazione di protezione ambientale “Giacche Verdi”, l’associazione di donazione di organi “AIDO”, il Gruppo Scout “AGESCI” con le sue attività aggregative ed educative, l’associazione “ADVS –FIDAS” impegnata nella promozione della cultura “donazionale” e nella raccolta di sangue. A conclusione della parata i tanti volontari presenti si sono radunati attorno la grotta della “Madonnina di Lourdes” nella collinetta della Chiesa Madre per la recita della preghiera del volontario e la benedizione impartita da Don Ignazio Mirabella, parroco della Chiesa S. Maria delle Grazie di Piano Tremestieri. “Il volontariato e il volontario – ha sottolineato Don Ignazio – sono espressione autentica di comunione, di unità e di incontro anche tra diverse esperienze di fede. La vostra azione - rivolgendosi ai volontari – con il vostro camminare e correre per avvicinare il prossimo, trasforma il presente e pone le basi per la costruzione di una società migliore”. La festa è proseguita in serata nel parco comunale “Padre Consoli” con uno spettacolo di musica e cabaret condotto dal presentatore Mario Fusari. Ad alternarsi sul palco artisti locali ed ospiti d’eccezione: dalla storica band “Onde Verdi 72” ai promettenti Romina, Roy e Andrea reduci da recenti affermazioni a livello nazionale, dal cantastorie Alfio Patti all’artista Gianni Foti, dal cantante lirico Salvatore Mangano, accompagnato al piano dal M° Giuseppe Caruso, che ha proposto alcuni brani della canzone classica napoletana, al duo cabarettistico Turi Killer e Gastone, per poi concludere con il DJ Pietro Santonocito. Particolarmente apprezzata la partecipazione straordinaria dell’attore Gilberto Idonea, anche quale attestazione di sensibilità e di vicinanza al mondo del volontariato e della donazione. Salvatore Caruso 8 Prospettive - 3 agosto 2014 Ufficio di Cancelleria Notizie in breve dal 4 al 10 agosto S.E. Mons. Arcivescovo ha nominato: Dall’Agenda dell’Arcivescovo Da Lunedì 4 a Venerdì 8 • Lavoro interno per la Visita pastorale. Sabato 9 • Ore 18.00 Adrano, Chiesa Madre: concelebra la S. Messa in occasio- ne del 50° anniversario di sacerdozio di Mons. Benedetto Currao. Domenica 10 • Ore 10.00 Catania, parrocchia Nostra Signora di Nazareth: cele- bra la S. Messa. • Ore 19.00 Zafferana, Chiesa Madre: celebra la S. Messa per la festa patronale. ® Avviso AI SACERDOTI INSERITI NEL SISTEMA SOSTENTAMENTO CLERO EROGAZIONE IMPORTO PREVISTO DAL D.L. 24 APRILE 2014 n. 66 ( BONUS DI 80 EURO). Si porta a conoscenza del rev.mo clero, che con l’integrazione del mese di giugno è iniziata l’erogazione dell’importo previsto dal D.L. 24 aprile 2014 n. 66 (“bonus di 80 euro”). L’art. 1 di tale decreto precisa che hanno diritto al bonus solo i titolari di redditi da lavoro dipendente od equiparato con esplicita esclusione dei pensionati. Pertanto il bonus verrà riconosciuto solo ai sacerdoti nel Sistema di Sostentamento, con l’esclusione di coloro che sono nel Sistema di Previdenza Integrativo. L’Agenzia delle Entrate nella Circolare del 28 Aprile 2014 ha precisato che: I sostituti di imposta devono determinare la spettanza del credito e il relativo importo sulla base dei dati reddituali a loro disposizione. In particolare, i sostituti d’imposta devono effettuare le verifiche di spettanza del credito e del relativo importo in base al reddito previsionale e alle detrazioni riferite alle somme e valori che il sostituto corrisponderà durante l’anno. L’Istituto Centrale è per Legge tenuto a conoscere i dati reddituali dei sacerdoti e questo ha di fatto creato delle difficoltà nell’interpretazione del decreto, difficoltà che si sono risolte con l’ultima circolare dell’Agenzia delle Entrate del 14 Maggio 2014. Pertanto, questi problemi non hanno reso possibile procedere dal mese di maggio al riconoscimento del credito ma hanno costretto ad utilizzare la possibilità, prevista nel decreto stesso, di posticiparlo a giugno, fermo restando che la cifra totale da riconoscere resta immutata e viene semplicemente distribuita su sette mesi anziché otto. - in data 26 giugno 2014, il Rev.do Sac. GIUSEPPE D’ALÌ Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Maria del Carmelo in Ragalna; Nel determinare il diritto al bonus l’Istituto Centrale Sostentamento Clero si è mosso in un’ottica prudenziale tesa ad evitare di dovere, in fase di conguaglio, eseguire dei pesanti recuperi. Pertanto nel caso in cui il Sacerdote ha un reddito da lavoro dipendente che include anche quello da altri sostituti di imposta e risulta essere inferiore ai 26.000,00, ma superiore ai 20.000, oppure nel caso in cui il reddito da lavoro dipendente, pur risultando inferiore ai 20.000 euro, è in maggioranza composto da redditi di altri sostituti di imposta rispetto all’Istituto Centrale (scuola, ospedale, etc…), non è stato riconosciuto il bonus previsto dal D.L. del 24 aprile 2014 perché si è in presenza anche di un altro sostituto di imposta che potrebbe erogarlo e verrà riconosciuto solo su apposita richiesta del Sacerdote da sottoscrivere presso gli uffici dell’IDSC. Nel caso in cui nel corso dei restanti mesi, a fronte di variazioni retroattive, il sacerdote dovesse perdere il diritto al bonus, il ricalcolo con relativo addebito di quanto erroneamente percepito, verrà effettuato in sede di conguaglio fiscale. - in data 27 giugno 2014, il Rev.do Sac. UGO ARESCO Consulente Ecclesiastico dell’U.C.I.I.M., Sezione di S. Giovanni La Punta; - in data 30 giugno 2014, il Rev.do Sac. NICOLÒ GULLOTTA Rettore della chiesa S. Orsola in Misterbianco; - in data 1° luglio 2014, il Rev.do Sac. VINCENZO ALGERI Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Giovanni Bosco in Paternò; - in data 03 luglio 2014, il Rev.do Sac. GIUSEPPE RUGGIERI Rettore della chiesa S. Vito in Catania; ® - in data 06 luglio 2014, il Rev.do Sac. ANTONINO D’EMANUELE ni 16, 17, 18 Settembre, dalle ore 17.30 alle ore 19,30. Il relatore, Fr Enzo Biemmi il 16 e il 17, partendo dall’analisi della nostra realtà, ci fornirà criteri concreti per la riflessione catechetica e la progettazione della catechesi a livello diocesano, vicariale e parrocchiale. Giorno 18 il Padre Abate Dom. Ildebrando Scicolone presenterà il Direttorio Liturgico Pastorale. Come da tradizione martedì 16 settembre alle 9.30 si svolgerà un incontro specifico per i sacerdoti e i diaconi. Sarà possibile scaricare il modulo dell’iscrizione al convegno dal sito www.diocesi.Catania.it, nella finestra dell’Ufficio Catechistico. Il modulo già compilato potrà essere consegnato martedì 16 a partire dalle ore 17.00 presso la segreteria del convegno. Chi volesse contribuire alle spese del convegno, lo potrà fare liberamente e…generosamente. Grazie. Salutandovi tutti cordialmente nel Signore, cogliamo l’occasione per invitarvi a fornirci suggerimenti e proposte che ci permettano di qualificare sempre di più il servizio dell’Ufficio Catechistico. 28 luglio – 2 agosto 18,45 – 20,00 CORSO DI LITURGIA “Evangelizzazione e Liturgia. Il Direttorio Liturgico Pastorale alla luce della Evangelii Gaudium” Prof. P. Ildebrando Scicolone 18 – 22 agosto 18,45 – 20,00 INTRODUZIONE ALLA LECTIO DIVINA P. Vittorio Rizzone - in pari data, il Rev.do Sac. PIETRO GALVANO Amministratore Parrocchiale della parrocchia Beato Padre Pio da Pietrelcina in Catania; - in data 07 luglio 2014, il Dott. ALBERTO MARSELLA membro del Consiglio d’Amministrazione dell’O.D.A.; - in pari data, il Rev.do Sac. ALFIO CARCIOLA Amministratore Parrocchiale della parrocchia Santi Pietro e Paolo in Catania; - in data 10 luglio 2014, il Rev.do Sac. DUILIO MELISSA Amministratore Parrocchiale della parrocchia B.V. Maria in Cielo Assunta alla Plaia in Catania; - in data 11 luglio 2014, il Rev.do Sac. FILIPPO GISMONDO Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Lucia al Fortino in Catania; - in pari data, il Rev.do Sac. ANTONINO GALVAGNO Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Paolo in Gravina di Catania; - in pari data, il Rev.do Sac. ANGELO PIETRO LELLO Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Maria della Guardia in Borrello in Belpasso; - in data 06 luglio 2014, S.E. Mons. Arcivescovo ha rinominato il Rev.do Sac. NICOLÒ PETRALIA Parroco della parrocchia S. Paolo in Adrano. Avviso agli Enti Ecclesiastici DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013 Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 26 giugno 2014 sono stati approvati il Modello e le Istruzioni per la Dichiarazione IMU e Tasi degli enti non commerciali. La dichiarazione deve essere presentata esclusivamente in via telematica e pertanto si invitano i legali rappresentanti degli enti ecclesiastici a rivolgersi ad un commercialista al fine di ottemperare a tale adempimento. La dichiarazione, diversamente dall’ICI, è richiesta per tutti gli immobili di cui l’ente è proprietario, o titolare di diritti reali, e quindi anche per l’edificio di culto: pertanto tutte le Chiese e le Parrocchie sono soggetti obbligati alla presentazione della Dichiarazione IMU la cui scadenza per gli anni 2012 e 2013 è fissata per il 30 settembre 2014. SI RICORDA CHE IN CASO DI OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SI PUÒ INCORRERE NELLA DIFFICOLTÀ A FAR VALERE IL DIRITTO ALL’ESENZIONE, OLTRE CHE ALLA SANZIONE AMMINISTRATIVA. sac. Gaetano Sciuto e l’equipe dell’UCD Avviso ai lettori Archivio Prospettive ESTATE IN MONASTERO A NICOLOSI - 2014 28 luglio – 2 agosto 9,00-13,00 e 15,00-18,00 CORSO DI ICONOGRAFIA BIZANTINA Prof. Tommaso Contarino - in data 13 giugno 2014, il Rev.do fr. LUIGI GATTUSO O.F.M. Conv. Assistente Ecclesiastico generale delle Missionarie Militi dell’Immacolata in Catania; - in data 24 giugno 2014, il Rev.do Sac. PASQUALE MUNZONE Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Maria delle Grazie in Belpasso; Ufficio Catechistico Diocesano Ai Presbiteri, ai Diaconi, alle Persone Consacrate e ai Catechisti dell’Arcidiocesi Convegno Catechistico Diocesano 2014 Carissimi, anche quest’anno ricorre il consueto appuntamento del Convegno Catechistico Diocesano che si terrà presso il Santuario Madonna della sciara a Mompileri e avrà come tema: La programmazione della catechesi e della pastorale, nella prospettiva della nuova evangelizzazione. Il tema trae spunto dalle indicazioni che Papa Francesco offre nella Evangelii Gaudium, e dal cammino di preparazione al V convegno Ecclesiale Nazionale del 2015 (In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo). Inoltre la nostra Chiesa ha ricevuto il dono della nuova edizione del Direttorio Liturgico Pastorale, ed il convegno catechistico potrà essere l’occasione propizia affinché i medesimi principi soggiacenti al Direttorio possano orientare anche la nascita di un valido Progetto Catechistico Diocesano. Le due realtà (Programmazione della catechesi e Direttorio Liturgico Pastorale) ben si integrano e si richiamano a vicenda costituendo vicendevolmente momenti propedeutici uno dell’altro. Lo svolgimento del Convegno sarà articolato nei gior- - in data 14 maggio 2014, il Rev.do Sac. GIUSEPPE MIRONE Vicario Parrocchiale della parrocchia S. Maria del Carmelo in Ragalna; Amministratore Parrocchiale della parrocchia Cristo Re in Catania; Ogni mercoledì ore 20,45: adorazione eucaristica Ogni venerdì ore 19,00: Lectio divina Orari della comunità in cui è possibile associarsi alla preghiera monastica: - Ore 6,30: Ufficio delle letture e lodi; - Ore 18,00: Santa Messa con i Vespri; - Ore 21,00: Compieta ® È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettive inerenti all’intero anno 2012, 2013 e parte del 2014 direttamente sul sito del settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie in archivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online. 9 Prospettive - 3 agosto 2014 DIOCESI Cibali 450 bambini concludono il Grest Salesiano a sera di sabato 26 luglio, l’ampio ed accogliente cortile dell’Istituto San Francesco di Sales di Cibali ha accolto i 450 grestini dell’oratorio “Don Bosco” per le due manifestazione finali –miniolimpiadi e spettacolo della premiazione- alle quali hanno assistito anche i genitori e i familiari dei bambini dai 4 ai 12 anni, raggruppati in 6 squadre con propri colori -“Brillantini luminosi” minimini; Smeraldo-verde e Zaffiroazzurro Minigrest; Giada-arancione, Ambra-giallo, Turchese-celeste e Rubino-rosso grest- guidati, per ben 6 settimane, dal direttore oratoriano don Giuseppe Raimondo, coadiuvato dal confratello don Francesco Bontà. I due giovani sacerdoti salesiani la sera dello spettacolo conclusivo hanno concelebrato la s. messa domenicale con il direttore dell’Istituto, don Edoardo Cutuli. Essenziale l’ausilio di una sessantina L a festa della Madonna del Carmelo è la “Sagra estiva” che annualmente i benvenuti villeggianti e i cari trecastagnesi attendono e giudicano con particolare simpatia anche per ritrovare se stessi in un momento del caldo luglio che li richiama a un legittimo riposo dalla tensione ordinaria del consueto lavoro e li spinge pure alle sponde della Fede. Addirittura, questa bella festa a moltissimi di noi rinverdisce il ricordo: il gesto gentile della nostra mamma terrena che, guidandoci bambini alle prime vicende della vita, affidava con trepidazione alla Mamma celeste la storia avvenire della nostra esistenza insegnandoci le melodiose parole della preghiera: “Ave, Maria!”. Queste righe tratte da una considerazione riflessiva dell’allora Arciprete Paolo La Rosa e che risale all’incirca agli anni ’80 ci fanno comprendere come sia sempre stato forte il culto che lega Trecastagni a Maria ‘flos Carmeli’ e radicata la devozione che coinvolge tutta la cittadinanza accendendone gli animi. Quest’anno la celebrazione della festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo ha regalato ai fedeli una pregevole statua di fine ’600 riportata al suo antico splendore dopo un meticoloso restauro durato più di sei mesi che l’ha restituita alla originale bellezza. “La gente è rimasta positivamente colpita da questo restauro che ha consentito di ridare alla statua un aspetto pressochè simile all’originale – dichiara Mons. Cur- ‘L (continua da pag. 7) EVANGELIZZAZIONE... chi vive un’esperienza di fede in cammino. Infine la progettazione: dal coordinamento e dal confronto con le diverse esperienze pastorali nasce una progettazione. Nascono alcuni strumenti pastorali (il catechismo, il libretto della visita del Papa, il libro delle preghiere), alcune iniziative di collegamento tra diocesi (Triveneto, Emilia, Toscana), alcune nuove sperimentazioni dell’iniziazione cristiana e della preparazione al matrimonio, alcune scelte progettuali sociali (la scolarizzazione, la condivisione di problemi economici, la cura delle famiglie), alcune scelte politiche (il sostegno alla legge sullo spettacolo viaggiante, sugli animali e il circo), e culturali (la Giornata Gareggiare in amicizia di giovani animatori e animatrici liceali-universitari e del Servizio civile e di una quarantina di volontari adulti, uomini e donne della comunità educativa, coordinati dal capo-animatore Dimitri, per la riuscita realizzazione del progetto “Accendi una luce”, così chiamato per celebrare l’anno della spiritualità proclamato dal rettor maggiore in vista del bicentenario della nascita di Don Bosco, facendo un percorso attraverso la storia dei diamanti –tratta da una sogno del santo- che rappresentano ciascuno una virtù. Quest’anno l’oratorio si è arricchito del “Grest Mamme” per 2 pomeriggi la settimana, del “Campionato Papà” una sera la settimana, mentre hanno entusiasmato tutti le giornate a mare al “Lido le Palme” della spiaggia della Plaia, le gite alla riserva naturale del Biviere di Gela, all’Acquapark di Sommatino, al Parco “Etna-Avventura” di Nicolosi-Rifugio Sapienza, al “Funny Island Bambinopoli Ludum” di Misterbianco, all’Acquario di Giarre, al Museo delle Scienze del “Centro Sicilia” della borgata San Giorgio. Tanti gli sport e i laboratori praticati, diversi dei quali di nuova introduzione: TRECASTAGNI: RESTAURATA una pregevole statua di fine ’600 rò, Arciprete della Chiesa Madre San Nicolò -. Non è stato chiesto nessun finanziamento pubblico; tutto ciò è stato possibile grazie alle internazionale del circo, il festival di Montecarlo e di Latina). Tra gli altri interventi anche quelli del Dott. Antonio Boccioni, Presidente ENC - Ente Nazionale Circhi, che ha affrontato il tema “Il circo italiano tra crisi e sviluppo”; del dott. Maurizio Crisanti (Segretario nazionale ANESV – AGIS). “Lo spettacolo Viaggiante difficoltà e prospettive”; di don Paolo Sartor (Responsabile del servizio nazionale per il catecumenato- C.E.I.) “I nuovi orientamenti pastorali sulla catechesi e lo Spettacolo Viaggiante”; del diacono Mario Casile di Reggio Calabria; del diacono Stefano Croci, Perugia; ed infine di don Mirko Dalla Torre, Vittorio Veneto. Padre Antonello Russo, parroco nella chiesa di Bongiardo ma trecastagnese di nascita, ha guidato e seguito i lavori fornendo consigli rivelatisi preziosi al fine di realizzare un’iconografia quanto più possibile vicina a quella della Madonna del Carmelo. La statua prima del restauro si presentava coperta da una sovrapposizione di colori e di strati di stucchi. “Cominciando a fare i saggi e procedendo nel rimuovere ed eliminare tutta la sovrastruttura esistente sono venuti alla luce elementi che ci hanno stupito – spiega padre Antonello -, come la meravigliosa capigliatura dorata raccolta da un fiocco d’argento, prima celata dal maforiom e dai finti capelli scuri”. Il dorato dei capelli, elemento che accomuna molte iconografie di Madonne e Santi della zona del versante acese, non è una caratteristica casuale. L’oro nel simbolismo biblico – liturgico indica la regalità. Maria quindi in quanto Regina viene spesso rappresentata con i capelli color oro. Probabilmente a causa di una caduta la statua aveva subìto delle lesioni alla base del collo e al braccio destro. Quest’ultimo, ricostruito dai precedenti restauri non rispondeva però a quelli che sono i corretti canoni anatomici risultando più lungo e con una posizione innaturale. “Il braccio con la mano che tiene lo Scapolare deve essere proteso verso l’alto - continua padre Antonello - come se la Madonna prima di donarlo lo mostrasse per farlo contemplare al fine di comprendere che esso rappresenta le virtù cristiane che siamo chiamati a coltivare e a vivere”. Anche gli angioletti e la nuvoletta dalla quale si affacciano sono stati interessati dagli interventi di restauro. “L’immagine della nuvola è stata letta dai Padri della Chiesa come prefigurazione e immagine di Maria che porta l’acqua della ‘grazia’ e toglie la siccità e l’aridità del peccato. Infine – conclude padre Antonello – quel Bambinello che Maria tiene in braccio rappresenta la salvezza, la vita eterna. È quell’invito costante che la Madonna ci rivolge come fece a Cana: ‘Fate quello che Lui vi dirà’”. ® Caterina Maria Torrisi offerte dei fedeli”. I valenti ed esperti restauratori incaricati, Giuseppe Giuffrida e Giancarlo Giunta sono riusciti a recuperare alcune labili tracce della statua originale le quali hanno fatto capire come i diversi rimaneggiamenti e i restauri scellerati fatti in precedenza ne hanno stravolto il modello primordiale. calcio, pattinaggio, pallavolo, pallanuoto, basket, canoa, corsa, lancio del disco, salto in lungo, gare di nuo- to, chitarra, danza, karaoke, scout, giocoleria, cucina, teatro, danza, art attack, giornalismo, ecc.. Le mini-olimpiadi sono state vinte dalla squadra Rubino-rosso per il medagliere più consistente del grest. La sera delle premiazioni comunitarie ed individuali tanti bambini dei vari gruppi hanno cantato, danzato, suonato. I premiati sono stati 8 bambini del Grest (i primi due classificati per ogni squadra) e 4 del Minigrest mentre le squadre vincitrici sono state l’Ambra-giallo per il Grest e lo Zaffiroazzurro per il mini. Un uragano di applausi ha coronato l’esibizione come cantante del piccolo grestino Matteo Bellina, la simpatica mascotte che a causa della sua grave disabilità fisica (sindrome Marinescu-Sjogren) è costretto a stare seduto in carrozzella ma non a rinunciare a stare e a giocare con gli altri bambini. A.B. Dalla Caritas Catania aperta anche ad agosto: “I poveri non vanno in vacanza” Lotta alla povertà: Eurospin dona alimenti per un valore di 4.542 euro Anche ad agosto Caritas Catania sarà al fianco dei poveri. Per tutto il mese, Ferragosto incluso, senza interruzione, saranno garantiti i servizi dell’Help Center: il servizio colazione, la mensa serale, il servizio guardaroba, compresa la raccolta di vestiti e indumenti di stagione. Servizi estesi anche al sabato. Resterà aperto anche il Centro di Ascolto dell’Help Center, dal lunedì al giovedì dalle ore 8:30 alle ore 12.30; venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.00; sabato dalle ore 8.30 alle ore 11.00. “In nome di tutta la Chiesa di Catania, la Caritas, non farà mai mancare il suo aiuto ai bisognosi in un periodo dell’anno dove si avverte maggiormente il peso della solitudine e dell’emarginazione: i poveri non vanno in vacanza”. Queste le parole di Don Piero Galvano, direttore Caritas Catania, che precisa “per questo motivo si è ritenuto opportuno garantire e intensificare interventi di prossimità nei confronti di chi si trova in difficoltà, famiglie e anziani compresi”. Impegno reso possibile grazie all’opera dei volontari che hanno deciso di dedicare parte del loro tempo a chi non avrà modo di andare in vacanza. In questi mesi sono stati tanti i cittadini che si sono messi a disposizione di Caritas Catania offrendo il loro tempo al servizio dei bisognosi. Numerose anche le richieste giunte da volontari fuori dalla provincia, disposti a trascorrere parte delle ferie estive in aiuto degli ‘ultimi’. A tutti loro, Don Piero Galvano, ha rivolto un sentito ringraziamento a nome anche dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina: “La Caritas vi ringrazia per il tempo che dedicate, il vostro impegno è espressione autentica dell’amore di Dio e della sua Chiesa per i poveri”. ® L’Eurospin dona 4.542 euro in alimenti alla Caritas di Catania. Si tratta di una parte dei premi – relativi al concorso Eurospin “Vinci la casa dei tuoi sogni” - non ritirati che la legge prevede vadano dati in beneficenza e che a livello nazionale la catena di supermercati ha deciso di devolvere alla Caritas Italiana. Quest’ultima, poi, ha coinvolto le Caritas del territorio dove sono presenti discount Eurospin per il ritiro dei premi in ambito regionale. Un’azione concreta di contrasto alle diverse povertà emergenti e che ha trovato subito il plauso delle diverse Caritas cittadine. Per la Sicilia ha usufruito delle donazioni la Caritas di Catania. Il direttore, Don Piero Galvano, ha incontrato i referenti Eurospin della Sicilia per la sottoscrizione e la ricezione delle donazioni. Un incontro informale che si è svolto presso il Centro Logistico Eurospin Sicilia nei locali della zona industriale alla presenza del responsabile di piattaforma, Antonio Tomaselli, che nella persona del presidente regionale, Dott. Cirino Travaglianti ha ricevuto i rappresentanti della Caritas e avviato le procedure di consegna della merce. Caritas Catania ha usufruito dei premi non ritirati con una donazione equivalente di prodotti di prima necessità: pasta, latte, pomodori pelati, conserve, nonché alimenti per l’infanzia, quali omogeneizzati, succhi di frutta e biscotti. Beni alimentari che serviranno a soddisfare le richieste che ogni giorno giungono all’Help Center della Stazione Centrale. E non solo. Al termine dell’incontro Don Piero Galvano ha ringraziato la direzione dell’Eurospin per la sensibilità mostrata: “Un gesto di solidarietà a sostegno dei più poveri che per noi rappresenta tanto. Permetterà alla Caritas di aiutare chi è nel bisogno, immigrati e italiani, in un periodo di grande congestione, dove siamo arrivati a preparare fino a 400-500 pasti al giorno”. ® 10 Prospettive - 3 agosto 2014 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo I BENI MESSIANICI E L’EUCARESTIA XVIII DOM T.O. / A - Is 55,1-3; Sal 144,8-9.15-16-17-18; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21 È viva nella coscienza del popolo ebraico l’alleanza con Dio da cui non si ci si può staccare. I profeti hanno mantenuto viva questa coscienza, in particolare Isaia, invitando il popolo a partecipare ai beni di questa alleanza, che non è fatta per i ricchi ma per tutti i membri del popolo. Isaia invita tutti: gli assetati perché vengano all’acqua, quelli che non hanno denaro perché vengano a comprare senza denaro. Segue anche un rimprovero per avere speso il denaro per ciò che non è pane e per ciò che non sazia. L’ascolto del profeta è garanzia per potere mangiare “cose buone e gustare cibi succulenti, è anche garanzia di vita, ciò perché Dio stabilisce per quelli che lo ascoltano un’alleanza eterna. Paolo ricorda a tutti noi che nulla ci può separare dall’amore di Cristo. Non ci può separare la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada . In tutte queste cose “noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati”. La profonda convinzione di Paolo deriva dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù. L’uccisione di Giovanni Battista provoca in Gesù un ritiro “in un luogo deserto, in disparte”, che raggiunge tramite la barca. La folla lo viene a sapere e lo segue “a piedi dalle città”. Ciò suscita in Gesù, dopo essere sceso dalla barca, un sentimento di compassione nel vedere quella grande folla che si era man mano formata. Nota l’evangelista che “sentì compassione e guarì i loro malati”. Alla preoccupazione dei discepoli, visto il luogo deserto e vista l’ora tarda, di licenziare la folla perché le persone provvedano a comprare qualcosa da mangiare, sorprende la risposta di Gesù: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. La risposta non si fa attendere: “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci”. Il miracolo che Gesù compie pone tanti problemi. Tutti mangiano a sazietà e raccolgono dodici ceste piene di avanzi. Fa notare l’evangelista che quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini senza contare le donne e i bambini. Queste persone cercavano Gesù per i loro bisogni ed egli senti compassione per loro. La moltiplicazione prefigura l’Eucarestia. Ma queste persone erano tutte in grazia di Dio da potere ricevere l’Eucarestia? Intanto cercano Gesù, Gesù li sfama e guarisce i loro malati. Non sarebbe il caso che la nostra Chiesa rivedesse la sua disciplina dei sacramenti per non escludere nessuno dai beni del cielo e in modo particolare dal pane eucaristico? Leone Calambrogio San Paolo in briciole La vita del cristiano 1Ts 5,12-28 La gratitudine: Paolo raccomanda di avere riguardo per quelli che faticano tra voi, che vi fanno da guida nel Signore e vi ammoniscono: “Trattateli con molto rispetto e amore, a motivo del loro lavoro”. Vivete in pace tra voi Vi esortiamo, fratelli: ammonite chi è indisciplinato, fate coraggio a chi è scoraggiato, sostenete chi è debole, siate magnanimi con tutti. Badate che nessuno renda male per male ad alcuno, ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. L.C. Davanti a Dio, mio vanto esclusivo è il bisogno: l’unico diritto al pane è la fame Seduzione Vorrei tanto essere uno dei cinquemila, quella sera, sul lago. Invidio, non per il miracolo, ma per la seduzione che hanno provato, più forte di ogni paura. Il rapporto di abbandono fiducioso, di ascolto, di obbedienza può essere descritto, nella sua estensione, a ogni credente in Cristo, come rapporto di fede e di speranza. La fede esprime la sicurezza dell’Alleanza, l’affidamento del credente alla fedeltà amorosa del Padre che ha risuscitato dai morti Gesù Cristo. La speranza si estende oltre le insicurezze, i rischi, le contraddizioni di una libertà umana che è sempre tentata di infedeltà. Facendo continua memoria delle promesse di Dio e riconducendo i propri progetti al progetto del Padre, il cristiano si apre al futuro del Regno di Dio, può progettare, può sperare e attendere il compimento definitivo dei suoi desideri. Fede È proprio attorno ai valori della fede e della speranza cristiana che si costruisce l’immagine cristiana della preghiera. Nella sua motivazione profonda, la preghiera cristiana è inserzione del credente nel rapporto di comunione filiale che Cristo ha con il Padre, allo scopo di esprimere nella carità il volto del Padre, riflesso nel volto di Cristo. Nelle sue espressioni fondamentali, in connessione con la fede, la preghiera è lode, adorazione, ringraziamento, riconoscimento del Padre, affidamento a Lui. In connessione con la speranza, 1a preghiera è intercessione, domanda, Un dono trasformato in miracolo implorazione che accoglie in sé i desideri dell’uomo, ma integrati e purificati nel desiderio fondamentale di fare, nella fede, la volontà del Padre. Il cuore si apre alle dimensioni del Regno e alle sue realizzazioni ecumeniche e missionarie. In questo quadro generale della preghiera cristiana prendono il loro giusto posto i suoi vari aspetti: quello liturgico-sacramentale, quello personale e quello comunitario, quello del cuore e quello delle labbra, quello del silenzio teso all’ascolto e quello della vigilante applicazione di ciò che si è ascoltato al tessuto storico quotidiano. Non è possibile cogliere il frutto specifico dell’Eucaristia, che è la carità, senza camminare nella via della fede e della speranza. Ma questo suppone un esercizio costante di silenzioso ascolto della Parola di Dio e di abbandono fiducioso al Suo piano di salvezza. Come vivere tutte queste realtà nella esperienza quotidiana? Potremmo avere l’impressione che si tratti di verità grandiose, che ci aprono nuovi orizzonti, ma che è difficile riportare alla pratica di ogni giorno. Tuttavia il riflettervi un po’ sopra costituisce già un primo passo. La nostra povera preghiera personale, le nostre semplici letture della Bibbia e i momenti di adorazione e silenzio che riusciamo a strappare all’incalzare degli impegni quotidiani, sono davvero un “tesoro nascosto” che dobbiamo riscoprire nel campo della nostra vita. Si tratta di partire da ciò che già ci è dato di capire e di vivere e di metterci a camminare risolutamente per questa via, con coraggio e spirito di sacrificio, avendo ben chiari in testa le mete, gli strumenti e gli ambiti dell’educazione alla preghiera. Occorre anzitutto chiarire la mèta. È importante evitare un certo estrinsecismo (proporre la preghiera come una cosa da fare accanto alle altre, senza capire la sua coestensione alla vita globale del cristiano e dell’uomo) e un certo efficientismo (illudersi di raggiungere risultati immediati, quasi automatici, in conseguenza di certi strumenti messi a disposizione). Le mete devono essere più modeste e insieme più radicali. Esse potrebbero essere così indicate:la consapevolezza del valore cristiano della preghiera. Occorre rendersi conto dal di dentro che la preghiera silenziosa e contemplativa è indissociabile dall’esistenza cristiana. C’ è un’educazione progressiva. Si tratta di cominciare a fare alcuni passi. Importante è farli nella direzione giusta, suscitando e chiedendo la voglia di fare passi ulteriori. C’è un’ esperienza iniziale. Occorre prevedere forme e modi che già immettano le persone, secondo i diversi stadi di maturità spirituale, nel mondo meraviglioso della preghiera contemplativa. A pregare, infatti, si impara pregando. Strumenti Gli strumenti si proporzioneranno alle mete. In ordine alla consapevolezza sembrano particolarmente utili: una catechesi ben fatta, distribuita magari in alcuni momenti dell’anno con sussidi appositi. Potrebbe essere interessante fare particolare riferimento ai testi del Vangelo alla preghiera. Occorre tenere ben presente che non si dà una catechesi astratta sulla preghiera: occorre contemporaneamente pregare e far pregare, con opportuni esercizi e pause di silenzio. La necessità di unire parola, silenzio e preghiera vale per ogni comunicazione della fede cristiana. C’è una conoscenza concreta della vita di preghiera vissuta da coloro che hanno la vocazione profetica della preghiera. Bisogna favorire per questo i contatti con i vari luoghi e centri di contemplazione per far conoscere il loro modo di pregare. Sarebbe auspicabile che coloro che vivono questo dono della preghiera in comunità, in particolare i religiosi e le religiose, potessero aprirsi a momenti di accoglienza per chi volesse partecipare con essi a queste esperienze. In ordine alla educazione occorre tenere presente e vedere di proporre in sussidi pratici i valori costanti e insieme le più significative variabili dei diversi metodi di preghiera meditativa proposti dai santi lungo la storia della tradizione spirituale cristiana, tenendo anche conto delle proposte di preghiera profonda che giungono dall’Oriente cristiano e non. Potrebbe anche essere utile tentare di affrontare qualche concreto itinerario di preghiera per varie categorie di persone, utilizzando le molte esperienze fatte in questo campo. In ordine alla iniziale esperienza, sarà utile preparare sussidi e valorizzare quelli già esistenti. Padre Angelico Savarino 11 Prospettive - 3 agosto 2014 cultura Festa dell’architetto: Grande omaggio al compianto arch. Rosario Leone, figura storica per Catania Serie di eventi tra urbanistica e cultura esta dell’Ordine etneo per il novantunesimo anniversario della ricorrenza nazionale, gli architetti festeggiano con la città la voglia del Fare e il leit motive degli eventi che si sono svolti a largo Paisiello, e una parte in via Crociferi con un messaggio alla città: “fare per cambiare”. Ispirati dall’acronimo della manifestazione FA, che richiama la declinazione del verbo “fare”, l’Ordine provinciale presieduto da Giuseppe Scannella, la sua Fondazione guidata da Paola Pennisi e il coordinamento Giovani (COGA) hanno organizzato una serie di iniziative legate al motivo conduttore della fattività, dell’operosità dei professionisti della categoria, del fermento culturale e sociale di cui sono fautori. C’è una parola per descrivere la Festa dell’Architetto a Catania: fare. F Dietro c’è la voglia, l’impegno, la competenza, gli ideali, gli obiettivi, non solo di chi fa parte della categoria ma della città stessa, dei luoghi che trasudano voglia di rinnovamento tra passato e desiderio di contemporaneità. E c’è una figura che mette d’accordo tutti, il cui “fare” ha segnato l’intera vita, con l’immancabile tagliente ironia, quella dell’arch. Rosario Leone. L’apertura è stata dedicata al suo ricordo presso il Collegio dei Gesuiti storica sede dell’Istituto d’arte di cui è stato preside per anni. Proiezioni dei momenti salienti della sua vita, letture attoriali ispirate al suo percorso professionale e personale, il ricordo del figlio Giancarlo, del nipote Giovanni, di Fulvia Caffo visibilmente commossa citando «il grande impegno, il senso del dovere, la passione e la dedizione», di un ex allie- vo Salvo Campo e del presidente Scannella che, anticipando la notizia di una mostra dedicata a novembre, ha sottolineato «la gratitudine per aver trasmesso a tutti l’amore per la professione: lui meglio di chiunque altro ha messo in pratica il ruolo di mediatore culturale che spetta all’architetto, tra la società e la trasformazione urbana. Questo il messaggio che ereditiamo e che intendiamo trasmettere alla città e alle nuove leve della nostra categoria, come dimostrato da questa grande festa». Dal pomeriggio a sera Largo Paisiello (dove c’è la sede dell’Ordine) si è trasformato in un crocevia di sperimentazione artistica, condivisione, cultura, musica, in una parola: contemporaneità. Quella dei video girati tra centro storico e periferia e proiettati su un grande cubo al centro della piazza; delle creazioni realizzate in estemporanea con materiali di recupero dai giovani del Coga; della mostra itinerante “Comunicare architettura”; dell’aggregazione nat- urale regalata dalla musica live di Antonio Ferlito trio e Color Indaco e, infine, quella dei cittadini che hanno risposto positivamente al “richiamo” della festa, partecipando numerosa e manifestando ampio consenso per l’iniziativa. I presidenti Scannella e Pennisi affermano “alla festa dell’architetto abbiamo invitato tutti i cittadini di Catania e della provincia, e con loro abbiamo desiderato celebrare questo anniversario e condividere il nostro ruolo sociale. L’aggregazione culturale favorisce quel processo di urbanistica partecipata, di cui Catania ha dimostrato di avere necessità per il suo sviluppo futuro”. Artemisia Al cinema il primo film di una regista rom: ‘Io rom, romantica’ “Sogno di fare la regista da quando, a otto, anni ho visto Manhattan di Woody Allen”. Si presenta cosi la venticinquenne Laura Halilovic, regista esordiente del film “Io rom, romantica” una produzione Wildside con Raicinema, nelle sale dallo scorso 24 luglio e distribuito da Good Films. Una storia molto autobiografica. Protagonista del film è Gioia una diciottenne rom che vive a Falchera, nella periferia torinese, da quando il comune ha assegnato alla sua famiglia un’abitazione stabile. Il padre, Armando, è angosciato dall’avere una figlia diciottenne ancora zitella che si comporta come una gagè, ossia una non rom. Se la comunità rom tratta Gioia come una gagè, per gli italiani resta solo una zingara. La ragazza è nata a Torino ma, per motivi burocratici, non può ottenere la cittadinanza. Gioia si ritrova così doppiamente emarginata, e la sua vita appare senza prospettive. L’unica sua confidente è Morena, una ragazzina figlia di italiani che gode di tutta la libertà dei gagè. È Morena a convincere Gioia a partecipare al casting per una pubblicità. Sul set, Gioia scopre un mondo che può offrirle tutto ciò che cerca. Finalmente ha un sogno: vuole diventare regista. Spinta da Morena, si rivolge ad Alessandro, il meccanico del suo IL CINEMA abbatte ogni barriera quartiere, che diventerà suo amico, confidente e mentore. Questo in sintesi la storia – tratta dal press book ufficiale del film - di“Io Rom romantica” che si presenta agli spettatori come una favola autobiografica che si ispira alle pellicole romantiche interrazziali del calibro di ‘Sognando Beckham’ o ‘Il mio grosso grasso matrimonio greco’, che incentrano la sceneggiatura sulle diversità culturali fino a costruire delle divertenti commedie di genere. Il film appare come un piccolo gioiellino d’estate, in un periodo del- l’anno in cui nelle sale arrivano soltanto film horror e commedie americane imbarazzanti. Merito anche della giovane protagonista rom, Claudia Ruza DjordJevic, che gareggia ottimamente al fianco di attori professionisti come Marco Bocci e Lorenza Indovina. Il tutto con grande semplicità e naturalezza. È la stessa regista a spiegare come ha scelto la giovane attrice: “Ho cercato molto, è stato bello vedere tante ragazze che si sono presentate. Claudia l’ho trovata nel campo di via di Salone, qui a Roma. È riuscita a smuovere anche una come me, il che non è facile. Nelle litigate con il padre è determinata, testarda molto credibile”. Scene che Laura ha vissuto, così come ha vissuto la diffidenza generale all’idea di voler fare la regista. “È stato molto difficile all’inizio, il cinema per i rom è pornografia, purtroppo lo pensano in tanti, mio padre insisteva perché lasciassi perdere. Quando ero piccola mio padre non voleva neanche che frequentassi persone della nostra cultura. Ma sono andata avanti lo stesso, sapevo che quello che facevo non è pornografia”, ha raccontato di recente al festival di Giffoni davanti ad una MICHELE BONANNO membro commissione generale laicato carmelitano U na bella notizia per la famiglia carmelitana di Catania e di Sicilia: il giovane terziario carmelitano catanese, Michele Bonanno, sposato e padre di due figli, già priore del Terz’Ordine secolare presso il santuario diocesano Maria Ss.ma Annunziata al Carmine e attuale presidente del Laicato carmelitano della Provincia religiosa italiana dell’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, è stato chiamato dal priore generale fra’ Fernando Millàn Romeral, a far parte in rappresentanza dei laici carmelitani italiani della commissione generale per il laicato carmelitano mondiale costituita a livello internazionale da confratelli laici congolesi, kenioti, filippini, brasiliani, peruviani e spagnoli. platea di giovanissimi durante la presentazione della pellicola. Il film, sceglie però la strada della sottile ironia e fugge da ogni retorica ideologica. Non si tratta, dunque di un film di denuncia. Ma usa il sarcasmo come via per comunicare e abbattere determinati muri. Un pò come il maestro della regista, Woody Allen. “Lui è fantastico – continua la regista - usa l’ironia e il sarcasmo per dire quello che vuole, come facciamo anche noi rom. Se avessi girato un film molto drammatico sarebbe risultata una cosa già vista”. “Per questo film - ha spiegato il produttore Mario Gianani la gioia è doppia perché per la prima volta una ragazza rom può fare cinema e raccontare, dal suo punto di vista, la sua realtà”. Ma guai a farne un’eroina del cinema italiano o a trasformarla in un fenomeno mediatico: “Sono felice di esserci riuscita e sono grata ai tanti che hanno creduto in me. Ma non vorrei che si pensasse che tutto è successo perché sono rom e quindi mi si deve aiutare. Sono una ragazza come tante che cerca di realizzare il suo sogno”. Lo stesso è accaduto alla giovane protagonista del film, Claudia Ruza Djordjevic, che ai ragazzi del Giffoni Film Festival ha raccontato la gioia del debutto: “Il giorno del provino c’erano tante ragazze, non pensavo mi avrebbero presa. L’importante per me era mettermi in gioco, provare emozioni al di fuori di quelle della vita del campo. Non mi aspettavo di fare l’attrice, nessuna rom lo fa. E poi per mia fortuna non mi sono mai trovata in conflitto con la mia famiglia”. Anche questo significa seguire i propri sogni e spesso il cinema diviene il mezzo per realizzarli. F.C. 12 Prospettive - 3 agosto 2014 RUBRICHE Il Tribunale per i Minorenni apre alla città con i ragazzi in festa per ricordare Paolo Borsellino Cambiamento: innamorarsi della vita degli altri i è svolta presso il cortile del Tribunale per i Minorenni di Catania la commemorazione della morte del magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta nel 22° anniversario della strage di via D’Amelio, per mano della mafia. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Italiana Magistrati Minorili e Famiglie (AIMMF), con la direzione artistica di Salvo Toscano, coinvolgendo alunni delle scuole a rischio di Catania e provincia, ragazzi detenuti del carcere di Acireale e Bicocca in permesso premio, altri che vivono nelle comunità un periodo di messa alla prova, tra cui alcuni stranieri, ma anche i volontari di diverse associazioni che hanno collaborato alla preparazione dell’evento, i Salesiani che hanno prestato le sedie e i ragazzi di ‘Cooperativa Prospettiva’ che hanno pulito il cortile. Apre la celebrazione Francesca Pricoco, presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, “un pomeriggio per ricordare”, ha spiegato, “questo spazio si apre alla città per la prima volta, per volontà dell’AIMMF e con la collaborazione di associazioni e singoli che, come volontari e come operatori, lavorano con i giovani, in particolare quelli che entrano nel circuito penale”. Con gioia ed emozione prosegue :“la giustizia deve tendere all’accompagnamento e alla cura soprattutto con i S minori, verso una scelta ardita di cambiamento e noi, qui tra queste mura, negli Istituti Penali Minorili, nelle comunità per minori dell’area penale, sappiamo che questa possibilità di svolta è reale, avviene”. Mette in risalto: “è importante il coraggio, anche nelle piccole cose, di quelli che prendono per mano la loro vita e cercano di dare sostegno agli altri; una scelta di rottura con i sistemi di potere dentro la democrazia, vivendo e raccogliendo la crescita con corag- gio”. Nel suo discorso ricorda alcune parole del magistrato Carpinato “è importante costruire insieme quel grande Noi, innamorarsi della vita degli altri”. Emozionanti le testimonianze di Antonia Chiarenza, responsabile del Centro di Prima Accoglienza: “accoglienza, nel momento traumatico dell’arresto e cambiamento, sono occasione di svolta da offrire ai giovani che entrano nell’area penale”, e Silvia Vassallo della Procura per i minorenni che afferma: “parola chiave è cambiamento, qui riusciamo veramente a cambiare i minori, se lo vogliono, per raggiungere una nuova dimensione di vita”. Clou della serata, è stata la musica dell’orchestra Di.sco. Brass Ensemble formata dai ragazzi provenienti da più di 20 scuole della provincia di Catania, che hanno trovato la possibilità di coltivare l’interesse per la musica anche dopo la scuola media, diretta dal maestro Giuseppe Privitera, con il sostegno dell’Ufficio Territoriale per il contrasto alla dispersione scolastica, che si costruiscono da sé alcuni strumenti con materiale riciclato di varia provenienza, dai tubi zingati ai cofani delle automobili, dimostrando la loro preparazione di alto livello, accolta con lunghi applausi dal pubblico. Hanno suonato jazz e colonne sonore, cantando e concludendo con una ‘antimafia song’ di Fabrizio Moro, “Pensa”. Il maestro evidenzia: “Il clima positivo formatosi è stato di grande aiuto per molti dei partecipanti con grossi problemi di attenzione e comportamentali. In questo l’attività di musica bassi, tra il nitore solistico del soprano pugliese Daniela Degennaro, del mezzosoprano georgiano Sophio Janelidze, del tenore catanese Giulio Pelligra e del basso romano Federico Benetti. Dopo l’intonazione in un “a solo” delle parole scritte dallo stesso compositore “O amici, lasciateci intonare, invece di questi suoni, altri più piacevoli e gioiosi”, la melodia si apriva alla solarità vincendo l’inquietudine innervata dal tormento dei temi precedenti, e prorompendo in una coralità intensa: ecco la vera letizia espressa dal coeso ensemble vocale, nell’esortazione alla fratellanza universale e all’amore fra tutti gli uomini della terra, assimilata al dettato creativo del musicista. Prodotto non solo da uno strepitoso orecchio musicale , ma anche da una eccezionale fermezza interiore, che non si lasciò mai sopraffare dal deficit fisico. Alta l’attenzione del pubblico intervenuto (anche se non numerosissimo) che ha apprezzato di gran lunga l’esecuzione, elargendo agli artisti un prolungato e meritatissimo plauso. d’insieme aiuta tanto. Nessun giudizio, nessun voto, solo la voglia di far parte di un insieme dove ognuno si sente parte del tutto, per quello che può dare”. Fil rouge della manifestazione, raccontare storie di ragazzi, dove il cambiamento è possibile attingendo alle risorse personali e familiari e cogliendo le proposte di buoni progetti e inclusione sociale, per riappropriarsi della loro terra e del loro destino. Momenti di intensa emozione per l’esibizione di Roberto Fuzio, tra i fondatori dello storico gruppo catanese dei Lautari, attore, cantante e musicista polistrumentista, che con tono pacato e ricco di significati espressivi vocali, ha cantato e poi ha riportato leggendo le due lettere di Borsellino “La prima, datata 31 maggio 1992, sottolinea, è la risposta al ministro degli interni di allora (Scotti) in cui rifiuta la candidatura a super procuratore nazionale antimafia. La seconda è il suo ultimo scritto, 12 ore prima di essere ucciso. Rispondeva alla preside di un liceo di Padova presso il quale avrebbe dovuto recarsi”. In essa scriveva: “Sono ottimista perché vedo che verso di essa i giovani, siciliani e no, hanno oggi una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarant’anni. Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta”. Occorre più musica e meno mafia e i ragazzi stasera lo dimostrano; la musica, bene immateriale, libero, creativo, non si può trasformare in potere, ha di per sé come ha ricordato Emma Seminara, giudice di sorveglianza, un carattere potenzialmente antimafioso. In chiusura il magistrato Lia Castrogiovanni: “una serata in cui ci siamo caricati di emozioni intense e positive” e presenta il mini documentario “Lo decide il vento” di Giuseppe Consales, che racconta l’esperienza reale di una messa alla prova (la possibilità di evitare il carcere grazie a un progetto formativo, ndr) di un giovane, Nino, il protagonista fisicamente presente sul palco, che ritrova la via della legalità con la passione per la vela. Una storia positiva, in cui hanno avuto un ruolo importante l’impegno dei volontari del Centro Koros e l’esperienza formativa della navigazione a vela, all’interno del progetto InvelataMente. Dopo sei mesi di carcere e un anno e mezzo in comunità, Nino è rientrato in famiglia. Comincia adesso la vera scommessa di cambiamento, spetta a lui capire “quale rotta prendere”, come ha sottolineato Giuseppe Consales, regista del video, ma anche un messaggio per far capire che ci sono nella vita altre alternative. Aprire le porte del palazzo di giustizia dei minori, in modo non solo simbolico ma anche fisico alla Città, trasformandolo per un pomeriggio in un luogo di aggregazione nel segno del cambiamento dell’impegno sociale e della legalità. Anna Rita Fontana Lella Battiato Al Teatro greco di Siracusa penultimo appuntamento del Festival Euromediterraneo rutto della genialità creativa di Ludwig van Beethoven, la Nona Sinfonia op. 125, detta “Corale”, è stata oggetto del penultimo appuntamento, al Teatro greco di Siracusa, del Festival Euromediterraneo promosso da Enrico Castiglione. A prosieguo del calendario, la seconda fase della rassegna è prevista al Teatro antico di Taormina e si protrarrà fino al 6 settembre. La suggestiva cornice di età millenaria ha visto in primo piano sul colle di Temenite l’orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, guidata dal maestro cinese XuZhong, direttore artistico dell’ente, e il nutrito coro di quest’ultimo, preparato con cura da Gaetano Costa. Elaborata dal musicista di Bonn a pochi anni di distanza dalla morte, avvenuta nel 1827, l’opera suddetta ne compendia il travaglio umano e spirituale, acuito dal male della sordità che afflisse il compositore già dopo i vent’anni, fino a renderlo del tutto privo della capacità uditiva; o quasi, come vorrebbe il ritrovamento di taccuini di conversazione dove egli stesso dichiarò di percepire dei flebilissimi suoni in lontananza. La perentoria bacchetta di Zhong e la sua precisione filologica hanno ben veicolato il clima di esagitazione che connota la partitura, nella dialettica tematica fin dal primo tempo, assecondando gli input agogici delle sezioni orchestrali. Il maturo linguaggio beethoveniano già pre- F Corale esortazione alla fratellanza e all’amore Xu Zhong Direttore artistico cinese del Teatro Massimo Bellini cursore di fremiti romantici, e una forma innovativa anche nel susseguirsi dei tempi, con l’adagio al terzo tempo anziché al secondo, sono stati recepiti dalla solerzia dell’ensemble orchestrale, pronto a contemperare la possenza ritmica con la dolcezza cantabile del terzo tempo, che non ha lesinato bei momenti di espansione lirica. “Attraverso la notte alla luce” scrisse il grande Lud- wig, lottando strenuamente con la sofferenza alla ricerca di un riscatto salvifico, e pervenendo nel quarto tempo alla tanto agognata An die Freude, di Friedrich von Schiller, ovvero l’ode dell’inno alla gioia, assurto a Inno europeo nel 1986 su iniziativa dell’UE, dopo essere stato selezionato dal Consiglio d’Europa nel 1972. Il tema dell’ode diveniva man mano sempre più incisivo nel crescendo del corpus sonoro, dall’eloquio pregnante degli archi a partire dai violoncelli e dai recitativi dei contrab-
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