La revisione delle Norme Tecniche per le Costruzioni ed il legno strutturale Ing. Giorgio Bignotti, Direttore Generale Rubner Holzbau Sud Spa Venerdì 14 Novembre 2014 è stato approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici l'aggiornamento delle NTC 2008. L'iter di revisione delle norme suddette è stato lungo e travagliato: Il processo, avviato ad inizio 2011 dal Presidente del CSLLPP Prof. Karrer con la nomina di un pool di esperti, vide nell'ottobre 2012 la Commissione Relatrice consegnare all'Assemblea del CSLLPP un testo approvato all'unanimità dalla stessa, ma in sede di adunanza la versione proposta non venne approvata dal Consiglio Superiore. Pochi giorni dopo terminò il mandato del Presidente Karrer e si avviò una seconda fase di lavori, piuttosto discontinua rispetto alla prima. La commissione relatrice subì alcune modifiche ed il testo “Karrer” venne sostanzialmente rivisto. La nuova versione delle norme fu completata nel Luglio 2013, sotto la Presidenza Sessa, fino ad essere ancora rivista e ripresentata in due versioni nell’Ottobre 2014. Dei due testi, differenti in particolare sulle prestazioni richieste agli edifici esistenti in caso di adeguamento, è stato finalmente approvato lo scorso 14 Novembre quello detto testo Braga. Tale versione, che consente azioni sugli edifici esistenti meno severe rispetto a quelle per gli edifici nuovi, intende incentivare gli interventi di miglioramento sugli edifici esistenti, altrimenti eccessivamente onerosi. Ciò che tuttavia colpisce maggiormente di questo iter piuttosto complesso e per nulla lineare è lo scarso coinvolgimento, durante la seconda fase dei lavori, dei rappresentanti dei professionisti e dei produttori contrariamente a quanto avviene solitamente in Europa in tema di redazione e di revisione degli Eurocodici. Anche in Italia esiste una commissione, la UNI - CIS, Commissione Ingegneria Strutturale, deputata ai lavori sulle norme europee sulle costruzioni, che si interfaccia con le omologhe commissioni degli altri paesi e che opera con trasparenza e apertura verso tutte le categorie di operatori interessate all’utilizzo della normativa. Sarebbe auspicabile lo stesso approccio anche in tema di regolamentazione nazionale ed invece così non è. Incredibilmente, mentre scriviamo questo articolo, Il testo definitivo delle norme aggiornate non è ancora a disposizione dei professionisti e delle industrie del settore che non possono quindi prendere coscienza dell’evoluzione del corpo normativo se non a cose fatte. Quanto all’impatto che le nuove NTC avranno sul mondo delle costruzioni in legno, sembra che il testo sia molto vicino a quello del 2008, che non elimini molti degli errori presenti e che non contenga le semplificazioni auspicate ed attese da molti progettisti. Rimandando considerazioni più precise a quando sarà disponibile il testo definitivo, riteniamo utile esaminare sommariamente quelli che probabilmente saranno gli aspetti più significativi: Coefficiente di dilatazione per il legno: al par. 3.5.7 delle NTC “2015” viene in buona sostanza ripristinato quanto definito nel DM 14.01.08, depennando di fatto quanto proposto nella versione del 2012 dalla Commissione Relatrice : “Per gli elementi strutturali di legno o materiali derivati dal legno, le variazioni dimensionali per effetto termico sono generalmente trascurabili. Le variazioni dimensionali per effetto delle variazioni di umidita dei medesimi materiali non possono mai essere trascurate. Nel caso di strutture miste o composte con legno e altri materiali, l’interazione tra i due materiali dovrà essere esplicitamente verificata”. E’ un peccato che il testo suddetto sia stato stralciato considerata l’importanza delle variazioni dimensionali dovute al comportamento igroscopico del materiale legno rispetto a quelle trascurabili dovute alla variazione termica. 1 Progettazione in zona sismica: al par. 7.7.1 si sottolinea, giustamente, che in caso di comportamento strutturale dissipativo fondamentale è la congruenza tra il meccanismo di collasso duttile globale prescelto e la localizzazione delle zone dissipative oltre alla necessità di verificare la sovraresistenza dei componenti non dissipativi. La tabella 7.3.II, contenente i valori massimi del valore di base per il fattore di struttura q0 ridenominato fattore di comportamento allo SLV, non viene nella sostanza modificata. Per le zone dissipative permangono le regole di dettaglio dei paragrafi 7.7.1 e 7.7.2 con le precisazioni al paragrafo 7.7.3.1. Rimane anche la contraddizione tra l’approccio prestazionale volto a garantire la duttilità della giunzione sulla base di capacità effettive della connessione e l’approccio prescrittivo che irragionevolmente impedisce di progettare in CD “A” nel caso si utilizzino diametri di perni superiori a 12 mm. Coefficiente parziale di sicurezza relativo al materiale “γM” : la tabella dei coefficienti al par. 4.4 presenta due colonne. La colonna “A” contiene valori di γM identici a quelli delle NTC 2008 mentre la colonna “B” definisce valori di γM più vicini a quelli proposti dall’ Eurocodice 5. La colonna “B” può essere utilizzata dal progettista qualora la produzione sia soggetto ad un controllo continuativo del materiale dal quale risulti un coefficiente di variazione della resistenza non superiore a 0.15 (è il caso dei prodotti industriali marcati CE come altresì precisato dalla JCSS – “Joint Commission on Structural Safety”). Oggi tutti gli assortimenti ad uso strutturale ricadono sotto marcatura CE, quelli di tipo industriale implicitamente soddisfano i requisiti minimi di sicurezza imposti dalle singole specifiche tecniche applicabili, quindi si sarebbe potuto semplificare la tabella con un'unica colonna. Stati limite ultimi Colonna A γM Colonna B γM Legno massiccio 1.50 1.45 Legno lamellare incollato Pannelli di tavole incrociate a strati incrociati Particelli di particelle o di fibre LVL, compensato, pannelli di scaglie orientate Unioni Combinazioni eccezionali 1.45 1.45 1.50 1.40 1.50 1.00 1.35 1.35 1.40 1.30 1.40 1.00 Combinazioni fondamentali 2 Controlli in stabilimento (par. 11.7): i contenuti del paragrafo 11.7 relativamente ai controlli in stabilimento sono stati allineati (laddove pertinente alla fase di produzione) a quanto previsto dalla norme armonizzate di riferimento. Per quanto riguarda gli elementi oggetto di qualificazione ministeriale (fase di produzione) e di denuncia attività (fase di trasformazione) è introdotto il seguente obbligo: “I produttori, entro il 31 gennaio di ogni anno, trasmettono al Servizio tecnico centrale evidenza documentale dei controlli effettuati sulla produzione nell’anno precedente”. Quindi i centri di lavorazione sembrerebbero esclusi da procedure documentali per il rinnovo degli attestati di trasformazione. Riguardo invece alla validità temporale degli attestati si precisa: “L’attestato ha validità finche permangono le condizioni poste alla base della qualificazione stessa, e comunque non oltre cinque anni. Gli attestati di qualificazione già rilasciati ai sensi del DM 14.01.2008 cessano comunque di validità cinque anni dopo l’entrata in vigore della presente versione delle Norme tecniche per le Costruzioni”; Controlli di accettazione in cantiere: all’interno del paragrafo 11.7.10.2 vengono precisati i compiti del Direttore dei Lavori. L’auspicio è che i nuovi adempimenti, alcuni dei quali opinabili sotto il profilo tecnico, non vadano ad incrementare ulteriormente il carico burocratico delle aziende del settore. Sull’argomento esistono già delle linee guida, le UNI TR 11499: 2013 («Linee Guida per i controlli di accettazione in cantiere») i cui contenuti sono stati già oggetto di confronto tra i rappresentanti dell’industria e dei professionisti deputati alla Direzione Lavori. La stessa UNI TR11499 prende in considerazione le peculiarità tecnologiche del materiale legno indicando le metodiche appropriate per avere un efficacie controllo di accettazione in cantiere dei materiali strutturali a base legno. Sarebbe stato logico ed opportuno, in sede di revisione delle NTC, armonizzare i contenuti del par. 11.7.10.2 “Controlli di accettazione in cantiere” con quelli della UNI TR 11499: 2013 (del resto molti passi della UNI TR 11499 sono stati tratti dalla precedente bozza di revisione delle Norme Tecniche per le Costruzioni). 3 Conclusioni: per quanto riguarda le costruzioni in legno le probabili future NTC non appaiono particolarmente innovative e si scostano, rispetto alle proposte di revisione precedenti, in maniera meno evidente dalla versione 2008. La convergenza con l’ Eurocodice 5 resta lontana, anche se insostituibile rimane, per il legno strutturale, la norma europea come parte complementare al corpo normativo nazionale. L’approccio prestazionale viene ancora penalizzato a favore di quello prescrittivo con regole di non facile applicazione che con tutta probabilità incrementeranno il carico di lavoro su professionisti e imprese. Coinvolgere maggiormente le professioni tecniche ed i produttori industriali sarebbe stato utile alla redazione di un testo normativo più attinente alla realtà produttiva e cantieristica del Paese, in altre parole, sì è forse persa un’opportunità per rendere le NTC più vicine e più utili all’economia reale e più lontane dalla burocrazia e dagli apparati. 4
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