Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 1 > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre ANNO XXXI • N. 38 • GIARRE, SABATO 24 DICEMBRE 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it > Si “scongela” il Palagiarre Finalmente inaugurata la tensostruttura che, grazie all’iniziativa di un privato, diventa pista di pattinaggio fino a... > a pag. 2 > Il futuro in una opportunità La residenza universitaria “Centro” di Catania ha ospitato una giornata di studio sulla professione di giornalista > a pag. 5 A macchia di leopardo... cieco Nonostante i proclami il rafforzamento numerico della Polizia municipale di Giarre lascia tutto com’era prima: caos nella viabilità e nei parcheggi, nessun rispetto per l’ordine S ono parole importanti, queste. “Grazie all’implementazione dell’organico sarà possibile un controllo costante, prevedendo anche dei presidi permanenti nel territorio con particolare riguardo al centro storico, le zone commerciali di corso Italia e viale Libertà, nonché la zona di via Pirandello e, nelle ore di punta, in prossimità della barriera autostradale di Trepunti (via Luminaria) dove si registra una particolare affluenza di auto per via della presenza di centri commerciali e zona artigianale. Superata questa prima fase di rodaggio i nuovi vigili saranno dislocati sul territorio coprendo tutti i punti strategici”. Sono le parole di Salvo Camarda, assessore alla Viabilità e alla Polizia Municipale di Giarre, quando venivano assunti altri quattro vigili urbani dalla famosa graduatoria “predetta” e finita alle cronache per una sospetta mancanza di chiarezza. Parole rassicuranti che, ad un mese e oltre dall’insediamento, mancano di essere affiancate dai risultati. Oggi, è ancora possibile ammirare via Callipoli con decine di auto, sempre le solite di qualche commerciante all’amatriciana, in bella vista sul marciapiede a poche decine di metri dal Palazzo di Città (foto a fianco). Ci mancherebbe altro che dessero l’avvio al funzionamento del disco orario in via Callipoli, questione sollevata anche in occasione di una passata pubblica assemblea davanti al comandante dei Vigili urbani di Giarre, Maurizio Cannavò. Il comandante esordiva schivando prontamente il problema e lasciando una vaga risposta atta a prolungare l’avvio. Cosa scatenerà l’avversione del comandante, che non sopporta l’uniforme, verso il disco orario, visto che è un metodo chiaramente funzionante per decongestionare il traffico e facilitare il ricircolo di auto posteggiate nella famigerata via Callipoli? E ancora, avete visto Vigili in viale Libertà dove al solito, tra le strisce blu (la maggior parte delle quali desolatamente vuote, in molte ore della giornata...) vige l’ordine e la regolarità della sosta, e negli stalli bianchi vince l’anarchia della sosta selvaggia e ancora peggio nelle traverse attigue che fungono al meglio alla sosta selvaggia. Vigili urbani attenti, insomma, forse ad imboscarsi? In molti adorano osservarli quando sono in azione nella circoscritta area che dal semaforo di via Callipoli per arrivare, nella migliore delle ipotesi, al monumento dei Caduti, e magari lì qualcuno ha anche paura di fermarsi in doppia fila, perché il fischietto vigile e attento intimorisce, ma tutto dura due minuti. Dopo la preannunciata vigilanza appena scompaiono, tutto ritorna come prima o forse peggio: mai che facciano un ripetuto monitoraggio di tutta la via Callipoli. Evidentemente, ci sarebbero da elevare numerose multe con il rischio di farsi troppo nemici e magari di farsi venire il “crampo delle scrivano”. Ma perché far questo quando è più comodo non mostrarsi cattivo e avere la simpatia di tutti, anche venendo meno al loro dovere? Chissà se avranno multato quell’auto che si trovava tranquillamente in sosta sulle strisce pedonali a soli 70 centimetri dall’auto d’ordinanza del Corpo dei Vigili Urbani, mentre loro “pattugliavano” d’innanzi al Duomo (foto in alto)? Assieme a lei decine di auto in doppia fila nei paraggi sono rimaste “invisibili” agli occhi dei Vigili. Come mai? Domanda che andrebbe a incastrarsi in un dettagliato elenco di multe elevate nel corso del 2011, magari indicando i luoghi di infrazione atti a dimostrare che realmente pattugliano… Non potranno giustificarsi nemmeno del fatto che pattugliano il territorio nelle ventiquattro ore, visto che “stranamente” a Giarre è sorta la necessità di Confcommercio di assumere un istituto di Vigilanza privata atta a scoraggiare furti e danneggiamenti vari, e se non bastasse anche la “commerciale” misura di sicurezza di uno speciale allarme che attivandosi sprigiona una sorta di nebbia che metterà in difficoltà eventuali intrusioni notturne. Concetto Barone N atale Poesia di In questo mondo immerso nel silenzio, oggi si sente forte una voce, che ci porta a guardare il cielo. È Natale, si può ancora sperare di vedere il sole, e di credere in un futuro migliore. Dentro un giardino c’è una bambina che gioca, vicino a lei un albero di Natale, pieno di colori. Io apro il mio cuore, la bambina mi chiama... mi sento felice. Con tanta sincerità dedico a tutti questa poesia di Natale. Vito Cutuli Il Gazzettino augura ai propri lettori, sostenitori ed amici un sereno Natale Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 2 2 > S E T T I M A N A L E IDG giarre N. 38 • sabato 24 Dicembre 2011 di Giarre Il Palagiarre apre i battenti Inaugurata la tensostruttura a lungo annoverata tra le incompiute giarresi. Decisivo l’intervento della ditta privata “Lion costruction” U na pista di ghiaccio per rompere il ghiaccio di un’attesa che aveva ormai congelato le speranze della collettività giarrese. Sabato 17 dicembre oltre 1.300 spettatori assiepati sugli spalti della tensostruttura, hanno assistito al battesimo della stessa in un contesto festoso, approntato attraverso la realizzazione di una cerimonia di rito. La serata, infatti, presentata dai conduttori Cristiano Di Stefano e Ketty Ranno, è stata una passerella di raffinati interpreti del microcosmo dello sport su ghiaccio: non a caso alle performances di due piccoli campioni regionali di pattinaggio su ghiaccio hanno fatto seguito l’esibizione della squadra di Hockey su ghiaccio. Il tutto condito dalle sonorità vocali e musicali propinate dall’artista Daniel Zappa. Le note delle sue canzoni, per la precisione, hanno impreziosito l’entusiastica at- mosfera che aleggiava nell’aria, regalando spruzzate di magia ai suoni rilasciati dai pattini degli atleti a contatto con il ghiaccio. Il legale della ditta, Silvia Catalano, manifesta tutta la sua soddisfazione: “Finalmente, possiamo gioire per il raggiungimento di questo importante traguardo, prefiggendoci l’obiettivo di potenziare ulteriormente la struttura senza limitarne la fruibilità”. Alla sua dichiarazione fa eco quella del Presidente della quarta Commissione, Angelo Spina: “Siamo felici di assistere all’inaugurazione di una struttura figlia di un finanziamento di 1.800.000 euro, erogato con i fondi di Italia ‘90. Il suo completamento adesso consentirà l’avvio del progetto itinerante-dinamico per il quale è stato concepito l’impianto. La pista di ghiaccio, infatti, rimarrà disponibile fino al 22 febbraio, ovvero fino alla data della temporanea chiusura. Dopo, vi saranno dieci giorni di stand-by, al termine dei quali sarà ripristinata la destinazione d’origine del Palagiarre. Sarà pertanto modificata la modalità di fruizione della tensostruttura, restituendole la sua connotazione iniziale di taglio polivalente. Il Palagiarre potrà, dunque, es- sere teatro di svolgimento di diverse discipline sportive, che spazieranno dal tennis alla pallamano, contemplando anche la possibilità di ospitare feste relative a cerimonie di vario genere”. Umberto Trovato Pari pirotecnico nel derby F.C.D. Calcio Giarre ed Inter G.E. infiammano una sfida senza esclusione di colpi, in cui l’ultimo acuto spegne la gioia dei ripostesi ed accende quella dei gialloblù! Ed è 2-2! L a gara svoltasi al “Luigi Averna” di Torre Archirafi offre diversi spunti di riflessione sul profilo delle compagini che si sono affrontate, ma soprattutto dispensa due preziose lezioni di vita: una che ci insegna quanto il carattere e lo spirito volitivo possano contrastare efficacemente le avversità che la quotidianità può riservarci, e l’altra che ci suggerisce la necessità di non abbassare mai la guardia, nemmeno nei momenti positivi, alla luce dell’imprevedibilità di ciò che ci attende. La prima lezione premia la reazione della squadra gialloblù, capace di manifestare uno spirito mai domo e nemico della resa, mentre la seconda condanna la spavalderia della formazione di casa, ormai certa di incamerare i 3 punti. Ecco, la sintesi di una gara interpretata meglio dai padroni di casa dell’Inter G.E. per intensità di gioco ed atteggiamento propositivo, ma scandita anche dal ritorno della formazione jonica, abile a rimanere in partita e non perdere la testa malgrado la rimonta dei ripostesi. Nella prima frazione di gioco il centrocampista gialloblù Spadaro pennella una punizione deviata sopra la traversa dall’estremo difensore ri- postese, mentre su un altro calcio piazzato, battuto stavolta dal “sempreverde” Marrazzo, la sfera viene bloccata con qualche affanno dal portiere nerazzurro. Tuttavia, la formazione di casa, allenata dal coach Di Bella, appare più tonica e brillante sul piano atletico, arrivando sulla palla prima degli avversari che non accorciano tempestivamente sui loro dirimpettai. Con il passare dei minuti aumenta dunque la pressione dei ripostesi la cui supremazia territoriale rischia di concretizzarsi con una volèe del bomber Bonarrigo, che però non inquadra la porta. Ma, paradossalmente, proprio nel momento di massima espressione della formazione di casa, arriva il vantaggio degli ospiti. L’esterno Nicotra, infatti, sforna un pallone filtrante sul quale si catapulta Pagano che, dopo aver fatto irruzione in area, vince il duello con il portiere avversario scaraventando in rete la sfera che vale l’1-0. La marcatura gialloblù però non disunisce l’undici di Di Bella che si ricompatta per poi trovare il pari grazie a Privitera il quale, imbeccato da un assist di testa di Leotta, si inserisce tra le maglie della difesa ospite trafiggendo Giuffrida con un efficace lob. Nella ripresa, l’F.C.D. calcio Giarre appare più manovriero, con Marrazzo che gestisce bene le chiavi del centrocampo affidategli da Paternò, sciorinando sventagliate però vanificate dall’assenza di movimento senza palla. Anche il mezzo esterno Spadaro si distingue per interessanti aperture sulle fasce ma la ricerca di fluidità di gioco non collima con la carenza di dinamismo lungo le corsie esterne. In tutto ciò l’Inter G.E. ne approfitta e passa: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, infatti, Romeo, dimenticato dalla retroguardia gialloblù indirizza la palla lì dove Giuffrida non può arrivare. Il 2-1 però scuote la formazione ospite, che si fionda in avanti con la forza della disperazione nel tentativo di recuperare una gara in parte compromessa. E proprio quando Di Bella e compagni si apprestano a festeggiare il successo nel derby, l’allenatore giocatore Paternò si inventa una punizione magistrale: il coach gialloblù, infatti, disegna un traiettoria imprendibile che manda a vuoto il volo del portiere ripostese, costretto ad accompagnare con lo sguardo il pallone diretto verso l’angolino basso. Esplode così la gioia della panchina gialloblù cui fa da contraltare tutta la “Nonni Sud Internet” Presentato l’ambizioso progetto promosso dalla Fondazione Mondo digitale I l circolo Anteas FNP di Giarre, consapevole delle difficoltà che la popolazione anziana incontra verso le nuove tecnologie, soprattutto nel settore dell’informatizzazione, per evitare una analfabetizzazione di ritorno e favorire una migliore conoscenza in materia, ha recepito con entusiasmo l’iniFoto Di Guardo ziativa lanciata dall’Anteas nazionale, in vembre scorso, e si ritroveranno ogni partnership con la “Fondazione Mondo mercoledì, supportati dagli alunni della digitale”, di organizzare dei corsi di IV H, coordinati dalla prof.ssa Grazia informatica rivolti ai pensionati. Il proPatrizia Raciti, per imparare a usare il getto si propone di combattere l’isolacomputer e navigare su internet. Abbiamento e la solitudine degli anziani, facimo incontrato il Presidente del circolo, litare la socializzazione e aiutarli a sentirsi ancora utili alla società e, quindi, rag. Enzo Tornatore, che si è dichiarato meglio in salute, favorire il dialogo in- “ampiamente soddisfatto dell’impegno tergenerazionale valorizzando le diver- che stanno mettendo i pensionati nel seguire le lezioni. Purtroppo, il numero è se esperienze e competenze. A tal proposito, ventuno pensionati abbastanza ristretto, ciò non toglie che del suddetto circolo sono ritornati sui per il futuro il corso possa essere ripebanchi di scuola presso il Liceo scienti- tuto”. fico “Leonardo” di Giarre, dal 16 noIsidoro Raciti rabbia e la delusione della panchina dell’Inter G.E. Molto affranto l’allenatore dell’Inter G.E. come si evince nella dichiarazione rilasciata: “Credo che la squadra meritasse di spuntarla sugli avversari di oggi. Non posso rimproverare nulla ai ragazzi per ciò che hanno costruito e per l’impegno che hanno profuso. Purtroppo, però il calcio è così e dobbiamo accettare il verdetto del campo”. Differentemente, appare molto disteso il volto di Mister Paternò, tra l’altro anche autore del goal del pari: “Oggi non è stata una gara facile. Abbiamo cercato di approntare un 4-3-3 ma non è stato semplice alla luce delle condizioni atletiche non ottimali dei miei uomini. Purtroppo, non posso non sottolineare la discontinuità di rendimento della mia squadra, che deve sempre prendere la sberla per esprimere il meglio di se. Spero che con il tempo il gruppo possa acquisire maggiore costanza ed equilibrio. Intanto, ci godiamo questo preziosissimo pari, nella speranza che nel prosieguo della stagione la squadra possa crescere sotto ogni profilo”. U.T. Riceviamo e pubblichiamo Di seguito il messaggio di auguri natalizi rivolto dalla Confcommercio di Giarre agli organi di informazione Come ogni Natale emergono valori come la solidarietà, la ricerca della verità, il significato profondo della vita che dovrebbero essere fondamentali per la nostra esistenza. Il rischio che l’attuale momento socio-economico possa renderli sbiaditi ed astratti è una condizione che vogliamo combattere fermamente. Sono i nostri comportamenti di ogni giorno, le parole che pronunciamo, le relazioni che costruiamo che devono sancire quanto sia importante credere ed affermare questi valori. Giarre è la città del Commercio ma anche una città con la propria cultura e la propria identità… un’identità costruita da secoli di storia e da persone che hanno messo a disposizione la propria intelligenza per renderla grande. Rispolveriamo l’orgoglio di essere Giarresi e, per chi non è di Giarre, di essere imprenditori che investono a Giarre. Il Commercio ed il Duomo di Giarre in un particolare momento dell’anno (l’accensione del tradizionale “Zucco di Natale”) rappresentano il “campanile” ed il nostro orgoglio di far parte di questa comunità. Ritrovarci la vigilia di Natale tutti assieme rafforzerà il nostro sentimento di appartenenza alla città che amiamo. Noi del Direttivo di Confcommercio Giarre abbiamo un sogno, che non è solo quello di rendere attraente agli occhi di chi vive la nostra città con i suoi qualificati e qualificanti negozi. Attraverso la passione ed il costante impegno profuso da ciascuno di noi, sogniamo una città che ritorni ad essere centro pulsante di scambi culturali ed artistici, un luogo dove i giovani amino incontrarsi per crescere e dove gli anziani trovino confortevoli spazi per trascorrere il tempo con serenità. Non è un sogno ma solo l’ideale di una città per noi tutti. Con il Vostro aiuto, i Vostri stimoli e la Vostra costante partecipazione e presenza riusciremo a farlo perché ... “Insieme si cresce”. Buon Natale e buone feste a tutti Voi e alle Vs. famiglie. Il Direttivo di Confcommercio Giarre Riceviamo e pubblichiamo Non può esistere solo la Tav nel trasporto ferroviario! Ormai da anni le scelte dei responsabili di Rete Ferroviaria Italiana si sono indirizzate a migliorare, spesso però solo a parole, esclusivamente il servizio sulle lunghe distanze. Gli investimenti, infatti, vengono rivolti solo ai treni di prestigio, e quindi solo sulle linee ad alta velocità, riservate solo ad una cerchia ristretta di utenti, disposti a spendere molto e/o con esigenze particolari e a fare concorrenza al trasporto aereo. I treni locali, per i pendolari, per chi cioè deve spostarsi ogni giorno, vengono lasciati nel degrado e nell’incuria. Le linee, le carrozze, i locomotori invecchiano, si guastano, divengono sempre meno affidabili e comodi. Eppure questi sono i treni usati da diversi milioni di Italiani al giorno. Ma, lo ha detto anche l’amministratore delegato di Rfi, questi sono rami aziendali che non interessano e che occorre privatizzare. Ecco perché, anche in Italia, sono già pronte delle società private pronte a gestire il trasporto ferroviario… tanto se va male paga il cittadino. In compenso il cittadino, che poi paga, non ha diritto di protestare se il servizio scade, perché in quel caso gli si risponde “rivolgetevi alla concorrenza, in fin dei conti siete liberi di scegliere…”. In sostanza, Rfi intende impegnarsi solo sui treni “veloci e di lusso”, lasciando il resto delle linee e dei mezzi alle Regioni. Se le Regioni, dicono loro, vorranno migliorare il servizio sarà, ovviamente, loro cura trovare i soldi ed investire. Ovviamente, in tempi di crisi, significa dover spostare investimenti da altri settori, ma da quali se sono tutti in crisi? Come dire che, in pochi anni, le linee verranno chiuse. Infatti, è impensabile che, con l’obbligo agli enti locali di spendere sempre meno, quindi di non fare investimenti, come se le Regioni siano in grado di gestire, non pensiamo a migliorare, i servizi di trasporto pubblico locale. È anche questo uno dei frutti avvelenati del “federalismo” all’italiana, quel metodo che consiste nel “cedere” agli enti locali solo ed esclusivamente la responsabilità delle strutture non redditizie, anche se socialmente utili, senza specificare come possono operare economicamente, visto che i trasferimenti dallo Stato sono sempre più ridotti. Alla fine di questo processo è evidente che con la chiusura delle linee ferroviarie ci sarà, necessariamente, un aumento degli spostamenti in automobile, bus e tir. Per rendere sempre più competitivo il treno rispetto al trasporto su gomma non è necessario avere l’alta velocità. La filosofia della Tav di certo è sbagliata. Il treno che loro hanno voluto è pagato con i soldi di tutti, ma destinato a pochi, noi invece vogliamo un treno che serva a tutti, ma soprattutto ai pendolari ed alla gente delle regioni del sud, per questo si deve cambiare modo di pensare al trasporto, renderlo facilmente accessibile, più razionale ma anche più diffuso sul territorio e quindi più “locale” e meno centralizzato in poche stazioni. Occorre, invece, migliorare ciò che già esiste: rendere più confortevoli e sicuri i treni, renderli più puntuali e veloci, collegare i treni tra loro in modo che linee possano essere meglio usate e produrne qualcuno in più. Sono cose che si possono fare con pochi interventi, dal costo limitato se si paragonano agli investimenti stanziati per le tratte previste per i treni della Tav. Giosuè Malaponti Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre Direttore responsabile: Salvatore Agati Condirettore: Corrado Petralia Già Direttore: Angelo Patanè Editore: Società Cooperativa di Lavori e Servizi Sant’Isidoro a r.l. Sede: Via Callipoli n. 18 - 95014 Giarre (CT) Tel. 095/9895138 - Fax 095/9895036 Reg. al Tribunale di Catania N. 557 del 1980 Nuova edizione 16-12-1994 Registro Naz. della Stampa N. 6419 del 1996 e-mail: [email protected] Stampa: Eurografica s.r.l. S.S. 114 Orientale Sicula - RIPOSTO (CT) Tel. 095 931661 - Fax 095 7799108 Abbonam. 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Ai privati una prima inserzione viene concessa gratuitamente per un massimo di 30 parole. ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 3 > S E T T I M A N A L E IDG caleidoscopio di Giarre N. 38 • sabato 24 Dicembre 2011 Autonomia speciale e Costituzione Al clima di incomprensione verso i problemi siciliani contribuiva anche il Consiglio di Stato… “Per meglio comprendere la cesura unitaria” I n sede costituente, il travaglio per giungere ad un armonico coordinamento dello Statuto Siciliano con la Costituzione, si rivelò tortuoso. Lo strumento autonomistico continuava a subire attacchi ed impedimenti di ogni sorta. Tra questi, il secondo comma dell’art. 1 della stessa legge di conversione costituzionale dello Statuto, che dava la possibilità alle leggi ordinarie dello Stato, nei successivi due anni dalla sua omologazione, di modificare il testo statutario senza ricorrere alle procedure previste dall’articolo 139 della Costituzione. Giustamente, l’Alta Corte (l’organo giurisdizionale previsto dallo Statuto per giudicare sulla costituzionalità delle leggi emanate dall’Assemblea regionale e di quelle dello Stato rispetto allo Statuto, soppresso poi di fatto da una sentenza della Corte Costituzionale che non tenendo conto della “natura pattizia” dello Statuto ed arrogandosi il diritto di assorbire un organo giurisdizionale arbitrale, di livello costituzionale, proclamò solennemente e unilateralmente “l’unicità della giurisdizione costituzionale”), il 10 luglio 1948, su ricorso della Regione Siciliana, ne dichiarò l’illegittimità costituzionale. A questo proposito ha scritto (in Giurisprudenza Siciliana - fascicolo II - febbraio 1948 - Il più recente conflitto fra Stato e Regione), acutamente Enrico La Loggia: «Non fu un deliberare coordinando, fu un deliberare discordando. Fu un deliberare violando una norma costituzionale già in vigore. I limiti di revisione degli Statuti Regionali, mentre vennero osservati per gli altri Statuti Speciali, furono apertamente violati per lo Statuto della Regione Siciliana, nei cui confronti fu altresì violato il R.D. n.455. E tanto più grave si palesa la violazione, in quanto, con la norma in esame, si porrebbe la Sicilia in una posizione deteriore in confronto di quella di tutte le altre Regioni d’Italia, comprese quelle di diritto comune. Infatti, per le Regioni di diritto Comune, è stato previsto che gli Statuti (e quindi le successive modificazioni degli stessi ) debbono essere deliberati dal Consiglio Regionale a maggioranza assoluta dei suoi componenti ed approvati con leggi della Repubblica (art. 123-Cpv.). Con il capoverso della Legge 31 gennaio 1948, il predetto sistema è stato sovvertito, rendendo possibile, per la sola Sicilia, di estraniare - salvo un’audizione giuridicamente inefficiente - l’Assemblea Re- gionale da un potere modificativo dello Statuto della Regione». Al clima di incomprensione verso i problemi siciliani contribuiva anche il Consiglio di Stato (Adunanza Generale dell’11 luglio 1946, Gabinetto 78, n. Sezione 408), col suo Parere sullo Statuto di autonomia. Vi si poteva leggere, tra l’altro, come le norme autonomistiche potessero contrastare seriamente con gli interessi dello Stato, in particolare quelle che riguardavano la disciplina dei Comuni che doveva «essere riserbata allo Stato»; quelle sull’organizzazione della Polizia che doveva rimanere allo Stato; quelle riguardanti il fondo di solidarietà, istituito per risarcire tutti i capitali tolti alla Sicilia dallo Stato, che facevano dire al Consiglio: «Il maggiore onere di questo contributo ricadrebbe sulle regioni più ricche e ne sorgerebbero ovvi contrasti, certo non giovevoli alla concordia nazionale e si desterebbero malumori e reazioni !»; e quelle sulla camera di compensazione (mai resa operativa) che avrebbe dovuto consentire l’utilizzo, per i bisogni della Sicilia, delle valute estere provenienti dalle esportazioni siciliane, dalle rimesse degli emigranti e dal turismo, che facevano affermare al supremo organo consultivo come «dannoso sarebbe alla Sicilia il restringere alla sola regione il bilancio attivo delle valute estere ad essa spettanti per le proprie esportazioni: ciò toglierebbe agli esportatori siciliani il vantaggio di un mercato nazionale delle valute, sostituito dal tanto più limitato mercato regionale». Vi si sosteneva, infine, che per la prima volta nella storia il popolo siciliano era considerato una «collettività distinta dalla comunità nazionale», che lo Statuto preludesse a una forma di Stato federale e che la sua natura costituzionale avrebbe comportato una pressoché definitiva «alienazione dei poteri dello Stato». I fatti successivi al referendum del 2 giugno forniscono, ancora oggi, una significativa chiave di lettura per la comprensione dell’evolversi della politica italiana. Alla vigilia della consultazione referendaria i partiti politici, tranne il Mis, avevano sottoscritto in Sicilia una «dichiarazione di lealismo» con la quale s’impegnavano ad accettare la volontà espressa dalla maggioranza in tutto il territorio italiano, ancorché fosse stata diversa da quella del popolo siciliano. Lo spoglio delle schede dava inizialmente al Sud un maggior suffragio per la Monarchia, ma l’euforia dei monarchici durò pochissimo a causa dei risultati provenienti dalle regioni settentrionali che ribaltarono la situazione, dando la maggioranza alla Repubblica. A consultazioni chiuse, però, mentre circolavano già voci di brogli elettorali a danno della Monarchia, un gruppo di docenti di diritto dell’Ateneo di Padova presentò ricorso alla magistratura per il mancato rispetto del Decreto Luogotenenziale del 16 marzo che prevedeva per il referendum «una maggioranza degli elettori votanti» e non dei soli voti validi, come invece aveva conteggiato il Ministero dell’Interno. Anche se un successivo decreto disponeva che nelle singole circoscrizioni si procedesse «alla somma dei voti attribuiti alla Repubblica e di quelli attribuiti alla Monarchia», i professori padovani, convinti della necessità di una maggioranza qualificata per la validità del test istituzionale, avevano calcolato che, contando anche le schede bianche e nulle, la percentuale della maggioranza per la Repubblica si riduceva al 51,01%, appena sopra il necessario quorum e comunque tale da poter essere vanificata dalla eventuale scoperta di errori ed illegalità. L’iniziativa dei professori divenne subito crisi politica per l’intervento del segretario del Partito democratico italiano, Enzo Selvaggi, che, mettendo in discussione il referendum, si opponeva alle sue conseguenze. Il Governo sperava, però, che il responso della Cassazione sui risultati referendari avvenisse al più presto per evitare un pericoloso tempo di incertezza. Pertanto, il 10 giugno, la Cassazione, limitandosi a comunicare il totale dei voti per la Repubblica e per la Monarchia, si riservava il giudizio definitivo sulle contestazioni e sui ricorsi, quindi sul risultato finale del referendum, in una successiva adunanza. Lo stallo determinatosi spinse De Gasperi a chiedere al Re l’esercizio dei poteri di Capo dello Stato, in attesa della proclamazione dei risultati definitivi della Cassazione. A tale richiesta Umberto rispose negativamente e mentre a Roma e Napoli cominciavano vere e proprie rivolte contro la Repubblica con numerosi morti e feriti, il Capo del Governo, nella notte tra il 12 e il 13 giugno, d’accordo con i propri ministri, stilò un documento con il quale, ribadendo la vittoria dei voti a favore del regime repubblicano, assumeva le funzioni di Capo dello Stato, esautorando i poteri del Re. Messo alle strette, Umberto I, senza aspettare il responso della Cassazione, scelse la via dell’esilio. Nel proclama d’addio, trasmesso all’Ansa mentre era in volo, l’ultimo rappresentante del regno Sabaudo, spiegava i motivi della sua partenza: «…improvvisamente, questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della magistratura, il Governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo con atto unilaterale e arbitrario poteri che non gli spettano, e mi ha posto nell’alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire violenza…». Se nel resto d’Italia la Monarchia non aveva retto il confronto con la Repubblica, in Sicilia era riuscita ad ottenere un consenso schiacciante e questa difformità di risultati consentì al Movimento per l’Indipendenza della Sicilia di emanare un comunicato nel quale, constatato il venir meno, con la caduta della dinastia Reale, del presupposto all’unione stabilita dal Plebiscito dell’ottobre 1860, si riteneva doveroso restituire ai siciliani il diritto di pronunziarsi, mediante plebiscito, «sui termini e sulla forma di una nuova unione con i popoli italiani». Intanto, a cento anni dalla dichiarazione siciliana di indipendenza dai Borbone, si giunse, il 26 febbraio 1948, alla conversione in legge costituzionale dello Statuto siciliano, dopo lunghe e aspre battaglie sostenute in sua difesa, in sede costituente, da numerosi siciliani di diversa estrazione politica compresa quella indipendentista. Per gli Articoli più importanti, mancarono, però, le norme attuative… Da ben 65 anni se ne attende la promulgazione. (78. – “Sicilia postunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010/2011) Salvatore Musumeci «Il futuro si costruisce a cominciare dal passato. Se ciò non avviene, vuol dire che non siamo liberi» (Nicola Zitara) 3 Teatro della memoria Francesco Tornabene e l’istituzione dell’Orto Botanico nel capoluogo etneo A perto agli architetti, agli ingegneri navali, agli ingegneri e tecnici del Corpo di Ponti e Strade. Per la coltivazione delle piante indigene, siciliane, il Tornabene propone e ottiene l’acquisto del terreno in “contrada Mercede” a sud-est della contrada Orto del Pegno, per allocarvi l’“Orto Siculo”. Scorriamo velocemente gli anni. Al Nostro è assegnata, nel 1867-1877, la cattedra di geologia nella facoltà di Scienze dell’Università, per la quale è promotore dell’ampliamento del “Gabinetto di geologia e mineralogia”. Del pari, si rende promotore per la realizzazione di altri Gabinetti e laboratori della facoltà di Scienze. Nel 1880, aggiunge un’altra chicca, è direttore della Scuola di Farmacia. I contemporanei e gli storici successivi scrivono su Francesco Tornabene che “era di ingegno vivo, versatile, grande facilità nell’apprendimento, apprendeva e metteva a memoria quanto andava leggendo; ha grande abilità oratoria, acume nell’interpretazione di antichi codici, cultura enciclopedica, interessato alle discipline scientifiche, medicina, chimica, farmacia, geologia, geologia della botanica, botanica fossile, agraria”. Per questa facilità nell’apprendere e nel mettere nella memoria a lungo termine si pone il problema dell’identificazione storica di colui che ha infilato, inculcato, nei meccanismi mentali del suo cervello il “teatro della memoria”, con la continua, raziocinante attività rielaborativa delle informazioni acquisite. Da rivedere a tal proposito il sodalizio culturale, la triangolazione culturale, fra il Nostro, Gregorio Barnaba La Via di Nicosia, priore e, dopo, abate di San Nicolò l’Arena, e Giacomo Maggiore da Vizzini: sono essi tre emergenti benedettini suoi contemporanei al servizio della società. Questa triangolazione culturale la dice lunga. Dovrà riscontrarsi, inoltr,e l’attività sul “costrutto mentale” del Tornabene, operata dal cassinese Gregorio Speciale da Nicosia che deve essere riscontrata assieme ai citati, operante a Palermo, il più autorevole rappresentante nel mondo culturale della Sicilia, una generazione prima del Nostro. A costoro non è estranea l’operatività sul “teatro della memoria”. Vi è proprio da domandarsi di che cosa non si è occupato Francesco Tornabene in favore della società e dei suoi concittadini? Egli è direttore della “Società per l’arginazione del Simeto”. Anni di febbrile attività. Qui è il caso di ricordare che il Nostro, nel 1856, ottiene dal governo borbonico disposizioni normative e approvazione degli interventi tecnici, successivamente eseguiti, lungo gli argini del fiume Simeto, l’ex fiume navigabile. L’“addomesticamento” dell’esondazione del fiume dà effetti e risultati immediati con un ritorno sulla produzione del cotone che, pochi anni dopo, risulterà quintuplicata; per la regolamentata irrigazione sono state bonificate circa 110 salme di terreno. (fine seconda parte) Tonio Troina Perché tanta frantumazione? Giardini Naxos si interroga sulle divisioni che hanno caratterizzato il recente dibattito consiliare sull’importante tema della difesa del territorio e del verde. E la memoria corre al passato “sacco edilizio” degli anni ‘60-’70 I n un mondo dove il verde comincia da essere un ricordo del passato, dove le foreste scompaiono per far posto a nuovi insediamenti umani, alcuni governi, coscienti che il territorio deve essere difeso e salvaguardato, cerano di tutelare, sicuramente con molto ritardo, quei polmoni naturali che mantengono ancora viva la nostra terra. Il grido di allarme lanciato dalle associazioni ambientaliste, sembra aver scosso le coscienze sensibili e qualcuno comincia ad alzare la voce in difesa di qualcosa che appartiene all’umanità tutta: il verde! A Giardini, erede della mitica e famosa Naos che Dionisio distrusse nel 403 avanti Cristo e che oggi e diventata, dopo Taormina, la più ricercata zona della Sicilia, dalle correnti turistiche internazionali, sembra che il tempo si sia fermato. Si respira un’are del passato; un’aria degli anni ’60-’70, quando con la giustificazione di uno sviluppo turistico, si cominciò a distruggere il paesaggio, distruzione che passò alla storia paesana con il nome di “sacco di Naxos”. Oggi però, a differenza di cinquant’anni fa, tutto procede nel silenzio, nella disattenzione, nella tolleranza, nel non vedere. E, mentre nel periodo dello scempio, i partiti, le aggregazioni politiche, vigilavano e gridavano allo scandalo, additando alla gogna mediatica uomini, fatti e re- sponsabili, oggi tutto passa nel silenzio di chi ha l’obbligo morale e politico di informare; quasi una forma di connivenza. I cittadini ne sono informati perché durante i Consigli comunali tenuti, il Civico consesso perde la sua uniformità, la sua connotazione politica e gli schieramenti si disgregano, si frantumano. Si vedono maggioranze spaccarsi in tanti gruppi e minoranze allinearsi momentaneamente alla maggioranza. Ovidio, con le sue Metamorfosi torna, anche se non invitato, a farsi sentire: “Quello che ieri era rosso si è sbiadi- to ed il nero si è tinto di rosa. Quanto detto ieri, ormai è dimenticato”. Tutto questo è successo il 19 ottobre 2011 alla riunione del Consiglio comunale di Giardini Naxos, quando nella discussione del punto due all’ordine del giorno (“approvazione piano di lottizzazione in Contrada Pallio”) i quattordici consiglieri hanno perso la loro connotazione ed il Consiglio comunale di è frantumato. Il progetto è stato respinto, ma il prezzo pagato è stato alto: la disgregazione degli schieramenti. In data primo dicembre 2001 è comparso sui muri del paese un manifesto della Sinistra giardinese nel quale vengono denunziati tentativi di accaparramento del verde ancora esistente. Plaudiamo all’iniziativa, anche se la riteniamo un po’ tardiva, perché le forze politiche e le aggregazioni che negli ultimi quarant’anni si sono succedute al Palazzo dei Naxioti poco hanno fatto in merito. Se qualcosa si è saputo, lo dobbiamo a quanto pubblicato dai giornali che hanno evidenziato profonde spaccature fra i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consigli. Al Sindaco, prof. Pancrazio Lo Turco, abbiamo chiesto cosa ne pensa del manifesto presentato dalla Sinistra e abbiamo avuto questa risposta: “Prendiamo atto di quanto scritto e solennemente dichiariamo che l’Amministrazione comunale di Giardini Naxos ha come scopo primario, prioritario e fondamentale la difesa e l’integrità dell’ambiente, patrimonio da salvaguardare non solo per la salute dei cittadini, ma anche per un ordinato e sempre produttivo sviluppo turistico. Non possiamo nascondere, però, che non intendiamo penalizzare nessuno, che ne ha pieno diritto, nel voler costruire, entro la legge, nei propri terreni. Daremo, come abbiamo dato fino ad oggi, ai cittadini quello che loro spetta. Il permissivismo ed il conservatorismo ad ogni costo non fanno parte della nostra politica ambientale. A Cesare sarà dato quello che spetta”. Queste le parole del Primo cittadino di Giardini Naxos. Parole chiare e molto significative che il prof. Lo Turco deve passare ai propri funzionari che tornano ad essere i controllori ed i difensori del territorio, dopo che il Commissario ad acta, nominato dalla Regione Siciliana il 30 giugno del 2011, ai sensi e per gli effetti della legge Regionale 21/08/84 n. 66, ha visto scadere il proprio mandato senza che sia stato prorogato e senza aver portato completamente a termine il proprio compito: “Definizione delle procedure di adozione del P.R.G. del R.E. e delle eventuali PP.EE.”. Al sindaco Lo Turco, quindi, la responsabilità del controllo del territorio e la salvaguardia dei diritti dei singoli cittadini. Francesco Bottari Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 4 4 > S E T T I M A N A L E IDG acese N. 38 • sabato 24 Dicembre 2011 di Giarre Nel segno della tradizione Scambio di auguri natalizi per il Serra Club Italia Acireale, ospitato al Seminario Vescovile della Diocesi I l Seminario Vescovile della Diocesi venerdì 16 dicembre scorso ha accolto i soci, loro familiari, autorità serrane ed ospiti del Serra Club Italia di Acireale, per lo scambio degli auguri in occasione della vicina ricorrenza del “Santo Natale... nel segno della tradizione”. Infatti, il presidente del Club, dott. Mario Di Bella, (seconda fila, terzo da sinistra nella foto) e il consiglio direttivo hanno programmato lo svolgimento della serata nei tre fondamentali momenti statutari. Nel primo momento (preghiera), nella cappella interna del seminario, i presenti hanno partecipato alla celebrazione della Eucaristia presieduta dal Cappellano del Club, S. Ecc. Mons. Antonino Raspanti (seconda fila, quarto da sinistra), con il canonico don Angelo Milone, vice Cappellano, e la presenza di molti seminaristi. Nell’omelia il Cappellano nel riflettere sul Vangelo del giorno ha sottolineato come il Natale sia il sogno di ognuno di noi e rappresenti la Luce per uscire dalle tenebre. Gli uomini non abbiano paura perché riuniti nel seno del Padre, cercando Lui ritrovano la Via, Gesù. Il secondo momento (formazione) si è svolto nel salone di rappresentanza dove il presidente Di Bella ha porto il saluto e dato il benvenuto al Vescovo Ruspanti, al Vescovo emerito Pio Vigo, ai numerosi presenti tra i quali il past Presidente internazionale del Serra, dott. Cesare Gambardella, i due consiglieri nazionali, la socia del Serra Club Acireale e concertista Vera Pulvirenti, il dott. Renato Vadalà, i vari rappresentanti dei Club Serra siciliani e dei Club Service acesi. Ha quindi, poi, ricordato che “la nascita di Gesù, il Dio che si incarna per noi cristiani, non è distante dall’uomo ma che si rivela ed entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi”. Successivamente, ha assicurato a S. Ecc. Mons. Raspanti la piena collaborazione, sua e del Club, nonché l’impegno per una “maggiore diffusione della cultura del Seminario e della testimonianza della Fede nella società in cui si opera, invocando Maria, Madre delle vocazioni, affinché illumini chi cerca la propria vocazione e protegga con amore materno i seminaristi ed alimenti l’amicizia dei serrani verso i sacerdoti, in particolare per quelli in difficoltà”. A questo punto la presentazione e l’ammissione di ben quattro nuovi soci: il dott. ing. Pierluigi Bella, il dott. Vittorio Fontana, magistrato in pensione, l’avvocato Giovanni Sapienza, il geometra Salvatore Scalia. Concludendo, il presidente Di Bella ha invitato i soci a festeggiare il Natale offrendo un dono ai meno fortunati e bisognosi quali gli alluvionati della Liguria, Sicilia e Calabria e ad essere presenti nei giorni successivi alla visita dei ricoverati nell’O.A.S.I. di Aci S. Antonio ed in quella nella Casa Circondariale di Giarre dove S. Ecc. Mons. Ruspanti celebrerà una Santa Messa. Il terzo momento, quello conclusivo, è stato quello dell’“agape” fraterna con scambio di auguri con i seminaristi. Gli onori di casa, durante tutta la serata della cerimonia dello scambio degli Auguri, sono stati fatti oltre che dal presidente, dalla sua gentile consorte, la prof.ssa Maria Rita, dal cerimoniere dott. Cherubino Fiorini e dal segretario avv. Mario Di Prima. Camillo De Martino Aci S. Antonio, regolato il commercio S i conclude con una importante approvazione che guarda allo sviluppo economico l’attività consiliare ad Aci S. Antonio. Nell’ultima seduta ordinaria dell’anno, infatti, è stata approvata la deliberazione relativa al “Regolamento comunale per la disciplina del Commercio su Aree Pubbliche”. Il Comune si è dotato di un importante regolamento composto di 53 articoli, che disciplina nei minimi particolari la vendita di merci al dettaglio e la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande effettuate su aree pubbliche o su aree private delle quali il Comune abbia la disponibilità, attrezzate o no, scoperte o coperte. Altre importanti novità riguarderanno l’esercizio del commercio su aree pubbliche, i criteri di assegnazione dei posteggi agli operatori nonché i criteri di assegnazione delle aree riservate agli agricoltori che esercitano la vendita dei loro prodotti. «Anche il nostro Comune – ha dichiarato il sindaco, dott. Pippo Cutuli – si dota, finalmente, di una adeguata regolamentazione in materia, fino ad oggi assente. Siamo certi che tale novità sarà apprezzata anche dagli operatori e dagli utenti. Esprimo un particolare plauso alla Commissione consiliare che ha lavorato e portato avanti con impegno questo regola- mento, utile e necessario». Sull’argomento è intervenuto anche il presidente del Consiglio comunale, dott. Nuccio Raneri, esprimendo la soddisfazione per «l’approvazione a maggioranza della delibera che provvede a regolamentare il mercato ambulante, sia quello principale che si svolge settimanalmente, ogni lunedì, che quelli rionali che si vorranno eventualmente attivare in futuro. Un atto importante per gli operatori commerciali, che potranno contare su regole certe, ma anche per l’utenza tutta». Valeria Scalisi Cenone di Capodanno Aperitivo Ghiritina & Prosecco Arancini, verdure in pastella, olive ascolana, fantasie di sfoglia *** Carpaccio in letto di rucola e scaglie Bresaola marinata *** Strozzapreti alle noci Riso ai profumi di bosco *** Porchetta Patata nature & asparagi mornier zampone e lenticchie *** Profitterol Etna Acqua & Vino Prosecco & Spumante ~ Euro 50,00 ~ Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 5 > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre catania e provincia N. 38 • sabato 24 Dicembre 2011 5 Sosteniamo il territorio Futuro ed opportunità In occasione del tradizionale scambio di auguri di Natale a Palazzo Minoriti, il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, ha incontrato la stampa per una riflessione sul futuro dell’Ente C ome da consolidata ed apprezzata tradizione, in occasione delle festività natalizie, il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione ha incontrato i giornalisti per lo scambio di auguri a Palazzo Minoriti. Nel corso dell’incontro, lo stesso presidente Castiglione, ha avuto modo di proporre un bilancio dell’attività svolta dall’Ente nel corso dell’anno che ormai volge alla sua conclusione: «Nonostante i pesanti tagli della manovra estiva e gli ulteriori previsti dal Governo Monti, la Provincia ha cercato di dare ugualmente sostegno al territorio, con finanziamenti volti alla sua crescita e sviluppo. Abbiamo previsto un piano di investimenti complessivo di oltre 200 milioni di euro, puntando su progetti innovativi quali la banda larga e le energie rinnovabili, per scommettere su una Pubblica Amministrazione al passo col terzo millennio. Quest’anno, in concomitanza con il 150° dell’Unità d’Italia, abbiamo festeggiato anche l’anniversario della Provincia che ha attuato progetti volti al miglioramento dei servizi come strumento di pianificazione e programmazione per le scuole e per il territorio puntando su una razionalizzazione delle risorse. La Provincia di Catania è l’unica in Sicilia protagonista di un progetto sperimentale nell’attuazione della nuova politica di bilancio, la quale è volta, non tanto al taglio degli organi, quanto alla reale efficienza dei servizi offerti e garantiti. La Provincia ha avuto notevole attenzione all’edilizia scolastica, con azioni rivolte alla messa in sicurezza degli edifici, alla viabilità, con 8 milioni e 700 mila euro per la manutenzione di tutto il tratto stradale denominato “Asse dei servizi” di proprietà della Provincia di Catania. È stato confermato sostegno anche alla categoria degli artigiani, con la concessione dei contributi a fondo perduto alle imprese. Tra le altre, non si possono dimenticare le tantissime iniziative per il sociale, come quelle rivolte all’Unione Italiana Ciechi, ai cittadini immigrati, alle persone meno fortunate». Anche il presidente del Consiglio provinciale, Giovanni Leonardi, ha voluto esprimere l’augurio di buone feste ai presenti anche a nome di tutti i consiglieri provinciali e ha aggiunto che «il 2011 è stato un anno positivo sul piano degli investimenti e progetti attuati dalla Provincia, ma il vero obiettivo per il 2012 è l’approvazione del bilancio e di un piano territoriale che faciliti i lavori dell’Amministrazione». All’incontro per lo scambio dei saluti e degli auguri hanno anche partecipato gli assessori della Giunta e diversi consiglieri provinciali. Al termine dell’incontro è stata, inoltre, distribuita ai presenti la guida turistica del territorio provinciale “Terradicolori” prodotta dall’Ente. Giuseppe Musumeci Giornata di studio sulla professione di giornalista ospitata alla residenza universitaria “Centro” di Catania I l 15 dicembre scorso, nella “Sala Museion” di via Verona 25/a, presso la residenza universitaria “Centro” di Catania, si è tenuta “La giornata di studio sulla professione di giornalista”. A presentare la felice manifestazione il prorettore, dott.ssa Maria Luisa Carnazza ed a presiedere agli incontri per l’intera giornata la prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà, con la sovrintendenza dell’ERSU. A dare il loro contributo conoscitivo a circa 82 studenti volenterosi ed interessati si sono susseguiti 5 relatori, spalmati nell’arco dell’intera giornata iniziata alle 09.00 e terminata alle 15.30, con la consegna di attestati personali a ciascuno dei partecipanti. Ognuno degli ospiti ha parlato del proprio settore, dipingendo un quadro ampio e chiaro di ciò che gli è famigliare. Ad iniziare il colloquio con gli studenti, armati di penna e blocco per gli appunti, il responsabile della pagina culturale della Sicilia, il dott. Di Fazio, che ha analizzato con chiara lucidità la questione se ai giorni d’oggi sia ancora possibile fare il giornalista di professione. Si chiarito che, oggi, si è entrati in un periodo storico in cui è mutato il modo di comunicare, un mondo in cui la notizia non si trova solo sul giornale, anzi. Allora, cosa deve fare un giornalista per non diventare obsoleto? Deve andare oltre la notizia nuda e cruda ed approfondire, cercando di dare ai lettori un motivi per acquistare il suo giornale, il suo scritto, ed apprezzare ancora la carta stampata. Poiché una notizia mal interpretata può avere effetti negativi, tocca al giornalista farsi faro nelle tenebre ed illuminare dando la corretta interpretazione. Il secondo relatore, il giornalista dott. Andrea Lodato, ha chiarito che è importante non avere pregiudizi di alcuna sorta nei confronti dei nuovi strumenti d’informazione, anzi è possibile servirsene come fonte di notizia che parte dal basso e che, con le dovute verifiche, può diventare d’interesse collettivo. Dal particolare all’universale. Il giornale ha lo svantaggio di uscire alla luce il giorno dopo un evento ed oggi non si può limitare a descriverlo, poiché vi è chi lo fa in tempo reale, ma deve dare un surplus alla notizia, un approfondimento. A seguire la dott.ssa Michela Giuffrida, di- rettore di Telecolor, che ha spiegato come nasce un telegiornale e come esso cerchi d’essere il più aggiornato possibile. Un Tg deve concentrare in 30 minuti ciò che un giornale dice in più pagine e lo deve fare non dimenticando i fatti principali e d’interesse pubblico. Tuttavia, un telegiornale ha il supporto video che evita le descrizioni dei luoghi che la carta stampa deve necessariamente fare, per cercare di farsi comprendere dai suoi fruitori. Un Tg deve porre attenzione sulle modalità con le quali diffonde le notizie, poiché è facile far “dire ciò che si vuole” ad un pezzo, ma è necessario restare fedeli alla notizia ed a quello che rappresenta. Tutti, comunque, concordi che la carta stampa non morirà, come ha sottolineato il giornalista del Tg regionale, Nino Amante, che dopo un breve viaggio nel tempo sulla stampa ha fatto comprendere che il giornale stampato resisterà alla tempesta. A conclusione, è intervenuto il vicedirettore del quotidiano La Sicilia, Domenico Tempio, che ha ribadito la possibile convivenza dei nuovi mezzi di comunicazione con la carta stampata ed ha dato consigli pratici agli aspiranti giornalisti. Una bella giornata di studio che è riuscita ad appassionare i presenti ed a dare un impulso positivo a chi volesse intraprendere la via del giornalismo. I sogni non si lasciano abbattere da qualche difficoltà, ed occorre credere in loro per vederli poi sbocciare come rose in primavera. Valentina Consoli Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 6 6 > S E T T I M A N A L E IDG N. 38 • sabato 24 Dicembre 2011 catania e provincia di Giarre Innovazione e filiere produttive Sicilia ed Europa: la ripresa economica parte dalla ricerca, il PSTS apre ai privati con nuove sinergie e più investimenti per il futuro volto della società consortile S i deve “uscire dalle quattro mura di un laboratorio per trasformare la conoscenza in risultati e l’innovazione in business”. Questo il monito di Marco Romano, Presidente del Parco Scientifico e Tecnologico che ha presentato l’appuntamento di lunedì 19 dicembre dal titolo “Ricerca industriale e sviluppo del territorio: l’integrazione delle filiere produttive”, facendo il punto sui nuovi modelli di business, partendo proprio dalla “mission” del Parco che, da dieci anni, fa rete tra ricerca, imprese e territorio. Nato nel 1991, il Parco Scientifico e tecnologico della Sicilia, è una Società Consortile per Azioni, dall’unione di Centri di Ricerca ed imprese operanti in differenti settori dell’economia siciliana e rappresenta un elemento catalizzatore tra la domanda di prodotti e processi innovativi proveniente dalle PMI e le potenzialità del sistema regionale della ricerca. Il PSTS destina gran parte delle proprie energie e competenze per lo sviluppo di nuovi prodotti e nuove tecnologie nei campi che riguardano il miglioramento delle produzioni agro-alimentari, la biotecnologia e le sue applicazioni, la conservazione e fruizione dei beni culturali, i nuovi materiali, l’analisi ed il monitoraggio del rischio ambientale. Il Parco è associato all’APSTI (Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani) e all’IASP (International Association of Science Parks), Confindustria e Assobiotec. Fare ricerca e produrre innovazione può essere il lasciapassare verso un’economia più solida, con 40 milioni di euro di investimenti totali e 15 già destinati al triennio 2011/2013, cinque laboratori, trenta ricercatori che non superano l’età media di 36 anni, 150 collaborazioni con Università, centri di ricerca e trasferimento tecnologico, 25 filiere e distretti di riferimento, che collocano il Parco scientifico e tecnologi- co della Sicilia al centro di un sistema di valorizzazione della ricerca, pronto ad aprirsi alle piccole e medie imprese del territorio. Un quadro promettente quello esposto dal presidente del Parco Marco Romano, che ha accolto i tantissimi presenti e una moltitudine di universitari al convegno svoltosi nella sala conferenza della sede catanese del Parco. Dalla pianta che produce plastica bio, al pane più sano fatto con lievito tutto siciliano, fino al “verjuice”, ottimo condimento biologico nostrano dal sapore di limone: “Qui lavorano ogni giorno eccellenze impegnate a fare innovazione, a coltivare un’intuizione ricavandone vantaggiosi investimenti – ha detto Romano –. La nostra è una realtà completa, avviata e pronta a incrementare i risultati: grazie al ricco portafoglio progetti adesso siamo in grado di aprirci maggiormente ai privati, decidendo di ampliare la quota a loro riservata, per creare un nuovo modello di business. In poche parole puntiamo al sostegno della ricerca industriale in una logica di valorizzazione del territorio siciliano”. Accanto a Romano, gli assessori regionali dell’Economia, Gaetano Armao, e delle Risorse Agricole e Alimentari, Elio D’Antrassi, il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ed il presidente di Confindustria Catania, Domenico Bonaccorsi di Reburdone. La prima delle due tavole rotonde è stata moderata dal giornalista de Il Sole 24 Ore Nino Amadore, sul tema della prossima “strategia 2020” dell’Europa. Sono susseguiti gli interventi dei rettori delle Università di Catania, Palermo, Enna e Messina, rispettivamente Antonino Recca, Roberto Lagalla, Salvo Andò e Francesco Tomasello, di Michele Costabile, AD Quantica Sgr-Fondi Principia; di Elita Schillaci, professore ordinario Università Catania e di Umberto Vattani, presidente Sviluppo Italia Sicilia. Dalla Regione all’Università, passando per il mondo imprenditoriale e sociale, sono state tante, le personalità partecipanti alla giornata di approfondimento. A dare il loro saluto anche il direttore generale Affari europei Regione Siciliana, Francesco Attaguile, ed il direttore generale Dipartimento regionale Interventi infrastrutturali per l’Agricoltura, Salvatore Barbagallo che hanno lodato le importanti attività svolte dal Parco scientifico e tecnologico “che, con le sue attività mirate, offre un grande contributo al riposizionamento della Sicilia al centro dell’economia del Mediterraneo – hanno spiegato –. Direzione perseguita anche dal Governo regionale, nell’intento di uscire dall’attuale clima di scetticismo e tornare a quell’ottimismo garantito dalla professionalità”. Una posizione fortemente condivisa anche dal vicepresidente di Confindustria Catania, Giuseppe Galizia, che ha riconosciuto il ruolo chiave giocato dal Parco quale unità propulsiva per l’incremento della filiera produttiva. Salvatore Rubbino Falsi, senza alcuna sicurezza Bronte: sequestrati dalla Guardia di Finanza capi di abbigliamento con marchio contraffatto, cd illegalmente riprodotti e giocattoli potenzialmente nocivi A rriva il periodo natalizio, con la sua atmosfera carica di attese e, come da tradizione, in tutte le famiglie si guarda al momento dei regali. In questo periodo di forti difficoltà economiche non di rado si guarda al risparmio nell’acquisto di molti oggetti, finendo per puntare anche al mercato del falso. La Guardia di Finanza di Bronte, alla luce di questo particolare quadro generale e in ossequio alle direttive del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, Colonnello t.ISSMI Francesco Gazzani, con l’approssimarsi delle festività natalizie ha sensibilmente aumentato i controlli anche in materia sicurezza dei prodotti per la tutela dei cittadini consumatori. Nell’ambito di tali controlli, nei pressi del mercato settimanale di Randazzo, sono stati individuati diversi commercianti ambulanti i quali avevano posto in vendita capi di abbigliamento (soprattutto giubbotti) e articoli di pelletteria (quali borse, portafogli e cinture) con affissi i marchi di note griffe, che puntavano ad indurre in inganno gli acquirenti sulla reale origine del prodotto. Un venditore, invece, deteneva numerosi giocattoli, sempre con marchio di fabbrica contraffatto, realizzati verosimilmente con materiale scadente che può nuocere gravemente alla salute degli ignari bambini. Un ulteriore venditore deteneva numerosi CD musicali e per playstation, nonché DVD cinematografici illegalmente riprodotti: sprovvisti, ovviamente, del contrassegno Siae. A seguito dell’intervento delle Fiamme gialle sono stati sottoposti a sequestro 742 articoli per un valore commerciale di circa 10.000 euro. Tutta la merce è stata sottoposta a sequestro penale e 4 persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria. La stessa Guardia di Finanza ha più volte sottolineato che comprare dei falsi equivale ad alimentare capitali che sottraggono ricchezza all’economia nazionale ed inoltre, la scadente qualità del prodotto, in taluni casi, può provocare seri danni alla salute. Q uando uno studente siciliano molto promettente lascia la nostra isola per studiare in un ateneo più prestigioso si parla di “fuga di cervelli”. Ma come definire lo strano caso di Andrea Camilleri? Poche settimane fa il noto scrittore di Porto Empedocle ha ricevuto una laurea honoris causa in letteratura all’University College di Dublino. Camilleri durante la cerimonia non ha nascosto il proprio entusiasmo nel ricevere il riconoscimento nello stesso ateneo frequentato da James Joyce. Per lui si è trattata della quinta laurea ad honorem dopo quelle conferite dalla IULM di Milano, dall’Università di Pisa, dell’Aquila e di Chieti. Rileggendo le assegnazioni, ci accorgiamo che nella lista manca qualcosa che ci saremmo aspettati di trovare. Fino ad oggi, infatti, ad Andrea Camilleri non è stata conferita alcuna laurea ad honoris causa da alcuna università siciliana. Ma come è possibile tutto ciò? Sarebbe facile farsi vincere da un sospetto di “ingratitudine” degli atenei isolani verso un autore che con i propri racconti ha dato alla sua terra un immagine migliore. Così ci siamo diretti all’Università di Catania per saperne di più. Dopo qualche viavai tra la presidenza della facoltà di lettere e il Palazzo Centrale abbiamo scoperto che la proposta di una laurea ad honorem esiste già. E’ stata discussa all’interno di un consiglio di facoltà nell’ormai lontano 2008. La domanda a questo punto sorge spontanea: Perché la proposta è rimasta seppellita per tutto questo periodo? L’università anticipa la nostra perplessità assicurandoci che il conferimento della laurea verrà ripresa in considerazione in breve tempo. Anche al- [djset] Evil Club 900 / via Grotte Bianche 97 Catania - h. 23.30 (€ 5.00) Domenica 25 [concerto] Dente MercatiGenerali / ss. per Gela km 69 Catania - h. 22.00 (€ 11.50) [djset] Happy Mammut Happy Christmas Mammut / via S. Lorenzo 20 Catania - h. 19.30 (gratuito) [concerto] Torkio Liveband Chakra Lounge / via Caff 16 Catania – h 22.00 (drink card) Lunedì 26 [teatro] Pan di Zucchero Palazzo della Cultura /via V.Emanuele 121 Catania - h.11.00 (gratuito) [teatro] Turi Marionetta Ma / via Vela 6 - Catania - h 18.00 - 21.00 (€ 10.00) [cinema] L’esercito delle 12 scimmie Lomax / via Archirotti 1 Catania – h. 20.00 (gratuito) Martedì 27 [concerto] Cesare Malfatti (La Crus) Centro Zò / piazzale Asia 6 Catania - h.21.30 (€ 10.00) [teatro] L’avventura strana di babbo Natale e la befana Teatro Piscator / via Sassari 116 Catania - h.18.00 (€ 5.00) Mercoledì 28 [incontro] Catania in bici – Ultima dell’anno Piazza Roma - Catania – h. 11.30 (gratuito) [cinema] Sonia Brex & Band Lomax / Cortile Archirotti 1 Catania - h. 22.00 (€ 5.00) [cinema] Iotatòla Ma / via Vela 6 - Catania - h. 21.30 (€ 8.00) [concerto] Rita Botto Ma / via Vela 6 - Catania - h. 21.30 (€ 8.00) [cinema] Bud Spencer Blues Explosion Lomax / Cortile Archirotti 1 Catania - h. 22.00 (€ 9.50) Venerdì 30 [concerto] Bonarma Day – Musica@Palate Copertura Torrente Longano / via S. Bosco Barcellona P. di Gotto - h. 17.00 (gratuito) [concerto] Barbagallo Rapa Nui / via Monsignor Grano 3 Messina - h. 22.00 (gratuito) Belpasso, torna la Natività Bufali D l’Università di Palermo la macchina per il riconoscimento a Camilleri si è già messa in moto. All’interno di un consiglio di facoltà di Luglio è stato approvato il riconoscimento allo scrittore agrigentino che tra il 1944 e il 1948 ha studiato proprio nell’ateneo palermitano. Ora spetterà al Senato Accademico delle rispettive università deliberare la proposta e attendere l’approvazione da parte del MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. La speranza è che l’iter burocratico proceda senza intoppi e che non tocchi ad un “Montalbano fai da te” indagare alla ricerca della laurea scomparsa. Antonio Percolla Sabato 24 Giovedì 29 Sonia Santamaria Camilleri... e la laurea sparita a cura di Giorgio Romeo opo l’ottimo successo ottenuto lo scorso anno è stato inaugurato anche per il 2011 il presepe artistico a cura dello staff della Pro Loco di Belpasso “Natività Bufali: tradizioni e antichi sapori”. Cornice dell’installazione sono le cantine del Palazzetto dei Baroni Bufali. Dall’8 dicembre, festa della Immacolata, fino al giorno di Natale continuerà la realizzazione, a cura dei soci Pro Loco, di nuove scene e personaggi che andranno ad arricchire il presepe: un piccolo laboratorio artigianale di tavole, colori, stoffe, prenderà vita sotto lo sguardo incantato di bimbi e adulti, che potranno partecipare alla messa in opera del presepe stesso. L’obiettivo è quello di far rivivere e assaporare le atmosfere della tradizione, riportare in primo piano lavoro manuale e artigianale. Parte dei locali sarà destinata alla degustazione di prodotti tipici della tradizione locale ed alla esposizione della riproduzione di un dipinto, appartenuto ai Baroni Bufali, raffigurante la Sacra Famiglia, con lo scopo di iniziare una raccolta di fondi per il restauro dello stesso, in sinergia con la Fondazione “Margherita Bufali”. Il tutto nell’ottica di una sempre più attiva valorizzazione del patrimonio storico, artistico e di tradizioni del territorio belpassese. Il presepe sarà aperto al pubblico fino l’8 gennaio 2012. Michele Milazzo Ancora varie e molteplici le proposte in questi giorni di festa, adatte ai più disparati gusti e a tutte le età. Assolutamente d’interesse, per trascorrere un Natale alternativo, il concerto di “Dente” il 25 ai Mercati Generali. Il cantautore “indie-pop”, tra i più apprezzati della “nuova generazione”, proporrà i brani dal suo nuovo album “Io tra di noi” che omaggia, nel titolo, a Charles Aznavour. Lunedì 26 da dedicare alla famiglia, con gli spettacoli teatrali “Pan di Zucchero”, ore 11 al Palazzo Della Cultura di Catania, e “Turi Marionetta”, ore 18 e 21 al Ma. Saranno entrambe occasioni per coinvolgere bambini ed adulti. Ancora ai più giovani si rivolge lo spettacolo “L’avventura strana di Babbo Natale e la Befana” in scena al Teatro Piscator il giorno successivo (martedì 27). Di diverso target, ma altresì notevole, sarà invece il concerto (sempre martedì) al Centro Zò di “Cesare Malfatti” dei La Crus. Il musicista presenterà il primo album a suo nome: undici canzoni, (interamente ascoltabili su internet), coprodotte da Paolo Lafelice per Adesiva Discografica su testi di Alessandro Cremonesi (anche lui un La Crus). Mercoledì 28 sarà una giornata da ricordare per gli amanti del ciclismo, con l’iniziativa “Catania in Bici”, che propone percorsi ecologici all’interno della città (a partire da Piazza Roma alle 21.15). Giovedì 29 l’evento sarà invece il concerto di Rita Botto (per Catania Jazz) al Ma di via Vela. Definita la regina del world jazz in lingua siciliana, la cantante proporrà i suoi brani accompagnata da una band di assoluto livello: Giuseppe Finocchiaro al pianoforte, Giovanni Arena al contrabbasso, Carlo Cattano al sax e ai fiati, e Ruggero Rotolo alla batteria. Venerdì 30 la nostra settimana si concluderà con il concerto benefit a favore delle popolazioni alluvionate del messinese “Bonarma, musica@palate day” che si terrà a Barcellona Pozzo di Gotto. Sul palco si alterneranno alcuni degli artisti siciliani (e non) più amati, tra i quali segnaliamo Roy Paci & Aretuska, Sud Sound System, Frankie Hi NRG, Tinturia e Qbeta. L’ingresso sarà assolutamente gratuito, mentre l’acquisto di gadget, magliette, cibo e bevande presso gli stand all’interno dell’area concerto contribuiranno alla raccolta fondi che verrà effettuata durante la serata. Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 7 > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre alcantara N. 38 • sabato 24 Dicembre 2011 Ponte S. Venera: se non ora, quando?... Non ci sarebbero più ostacoli per rimettere in sesto la bretella che collega lo svincolo autostradale di Giardini Naxos con la Valle dell’Alcantara, ma dei relativi lavori ancora non se ne parla. La protesta ed i timori del “Centro Diritti del Cittadino” 7 Castiglione di Sicilia abbraccia Mons. Raspanti “S e non ora, quando?”. Lo slogan che ha accompagnato la recente manifestazione delle donne italiane è stato preso “a prestito” dal “Centro Diritti del Cittadino” di Giardini Naxos, guidato dal presidente Franz Buda, per rivendicare il sacrosanto diritto degli automobilisti a viaggiare sicuri e quello, altrettanto sacrosanto, degli operatori turistici e commerciali dell’entroterra taorminese a non dover rinunciare a potenziali clienti “spaventati” dall’idea di arrivare allo svincolo autostradale di Giardini Naxos e doversi addentrare nella frazione taorminese di Trappitello. Perché dunque, nei giorni scorsi, i volontari del “Centro Diritti del Cittadino” hanno provocatoriamente collocato il grande cartello con su scritto “Il Tar ha detto sì al ponte, ma se non ora… quando?” sul viadotto soprastante il torrente Santa Venera? Semplice: perché il Tribunale Amministrativo di Catania ha recentemente rigettato il ricorso contro l’aggiudicazione dei lavori per la messa in sicurezza del suddetto ponte, ma nessun operaio si è ancora visto sul posto per iniziare i lavori che dovrebbero consentire la riapertura al transito veicolare della bretella, chiusa oltre otto anni fa perché il maltempo ne aveva fatto cedere un brevissimo tratto; da allora, dunque, gli automobilisti che, una volta lasciata l’autostrada, si dirigono alla volta di Trappitello, ed in generale nell’entroterra della Valle dell’Alcantara, sono costretti ad affrontare un tortuoso percorso alternativo attraverso i quartieri Calcarone e Chianchitta di Giardini Naxos, all’insegna di incroci pericolosi, segnaletica poco chiara ed allagamenti della carreggiata ogni qualvolta piove; sono parecchi, pertanto, coloro che si “arrendono” e cambiano strada anziché rischiare di smarrirsi ed andare incontro ad incidenti nel “labirinto” che conduce nella Valle dell’Alcantara; e ciò, ovviamente, penalizza le tante strutture turistico-ricettive della zona, meta ideale per gli amanti del week-end “fuori porta” i quali, però, con una viabilità del ge- L nere non sono certo incoraggiati ad inoltrarsi in questi luoghi. In questi otto anni, pertanto, si è perso il conto della proteste, delle mobilitazioni dei sindaci e degli operatori economici dei Comuni interessati e persino delle denunce alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio contro il Consorzio Autostrade Siciliane (C.A.S.). Nei mesi scorsi, finalmente, quest’ultimo ha reperito i fondi per l’agognato intervento ed ha bandito la relativa gara, ma, come spesso avviene in questi casi, qualche ditta esclusa ha impugnato al Tar l’esito dell’aggiudicazione; da qui altre lungaggini, ora non più giustificabili visto l’avvenuto pronunciamento dei giudici amministrativi. Si aspetta forse che qualcuno proponga appello? O sarebbe “allo studio” qualche espediente per stornare i fondi stanziati verso altri obiettivi? E’ proprio quanto temuto dall’avvocato Franz Buda (nel riquadro in foto). «Abbiamo appreso in questi giorni – spiega il presidente del Centro Diritti del Cittadino – che sono stati consegnati i lavori di ampliamento del casello autostradale di Giardini Naxos, e che nel relativo contratto d’appalto è compresa la ricostruzione del ponte sul torrente Santa Venera. Ebbene: non vorremmo che, avendo messo tutto in un unico “calderone”, un bel giorno ci si venisse a dire che l’intero importo stanziato (complessivamente un milione 178mila euro, ndr) è stato “assorbito” da altre priorità e che, pertanto, per l’intervento sul S. Venera bisogna ancora aspettare. Onde evitare tale eventuale ulteriore “beffa”, il nostro Centro vigilerà scrupolosamente sull’andamento di questi lavori affinché si elimini una volta per tutte una situazione che mortifica un vasto territorio e le sue legittime aspettative di sviluppo». Rodolfo Amodeo Criminalità “natalizia” a Francavilla S iamo alle solite. Le festività natalizie, che dovrebbero portare serenità ed armonia, finiscono quasi ogni anno col caratterizzarsi per la recrudescenza della criminalità dovuta, probabilmente, alla deprecabilissima tendenza, specie nelle giovani generazioni, di vivere tale ricorrenza all’insegna del consumismo e, quindi, della necessità di avere in tasca parecchi quattrini da spendere per acquistare l’ultimo modello di telefonino o l’esclusivo abito griffato; anche a costo di dover porre in essere azioni delittuose. Così, a Francavilla di Sicilia, il Natale scorso lo si ricorda tristemente per l’efferata rapina con omicidio perpetrata ai danni di due anziane sorelle (una delle quali, in tale circostanza, perse tragicamente la vita), mentre quest’anno destano non poco allarme gli ingenti furti subiti nelle scorse notti da alcune attività imprenditoriali del paese cui sono stati sottratti beni ed autoveicoli aziendali per il valore di svariate centinaia di migliaia di euro. Una delle aziende maggiormente colpite da tali scorrerie è quella dell’imprenditore Gianfranco Di Carlo, avente il suo quartier generale in contrada Ghiritina dove, da quasi quarant’anni, essa opera nel settore della produzione di gas inerti, compressi e liquefatti. Ed il danno arrecato a tale “storica” realtà imprenditoriale locale amareggia non poco in quanto il suo titolare, benché originario dell’Abruzzo, volle a suo tempo pervicacemente scommettere su quest’angolo di Sicilia per impiantarvi la propria azienda, mentre avrebbe potuto benissimo starsene tranquillamente nel luogo natio anziché creare sviluppo ed occupazione altrove. Comprensibilissimo, dunque, lo sfogo-appello che Gianfranco Di Carlo ha affidato alle colonne del nostro settimanale ed a cui riteniamo doveroso dare il giusto risalto. «La recente incursione nel mio stabilimento di contrada Ghiritina ad opera di ignoti malfattori – dichiara l’imprenditore – mi ha arrecato un danno ingentissimo che non credevo affatto di meritarmi. Perché, se ci si fa caso, il sottoscritto ha fatto in tempi non sospetti, ossia trentasei anni fa, ciò che si vorrebbe facesse oggi un imprenditore di un’altra parte d’Italia: venire ad investire in Sicilia ed, in particolare, in una località di provincia come Francavilla. Devo, purtroppo, dire che, alla luce di quanto occorsomi in questi giorni, comincio a rimpiangere di non essermene rimasto nel “mio” Abruzzo, una terra tutto sommato tranquilla, dove chi produce e dà posti di lavoro (a tal riguardo sono almeno quattro i dipendenti occupati dalla mia azienda) viene lasciato in pace. A questo punto non so se i ladri ed i malfattori leggano e comprendano queste mie parole e cambino “stile di vita” (anche se sarebbe auspicabile…), ma mi auguro almeno che le pubbliche istituzioni, ed in particolare le Forze dell’Ordine, creino le condizioni affinché ciascun cittadino possa vivere ed operare serenamente rafforzando il loro impegno a salvaguardia di questo territorio e di chi ci abita e lavora. E’ innanzitutto necessario, a mio avviso, predisporre controlli durante le ore notturne, che sono le migliori “amiche e complici” di chi intende compiere ruberie ed atti delinquenziali in genere. Altrimenti non ci lamentiamo se, a Francavilla e dintorni, nessuno investe e nessuno intraprende ed i giovani sono costretti ad emigrare…». C zione dei Carabinieri Giuseppe Gangemi, la comandante del Corpo di Polizia Municipale Maria Immesi e parecchi operatori culturali e rappresentanti di altre associazioni di Francavilla di Sicilia nonché esponenti politico-istituzionali come il parlamentare regionale Filippo Panarello, l’assessore provinciale Lino Monea e l’ex vicepresidente dell’Ars Gioacchino Silvestro. La nuova presidente Lucia Camuglia (nella foto insieme a Saitta) è un’esponente “storica” della Fidapa francavillese, che peraltro aveva già guidato oltre dieci anni fa; e proprio a quella sua prima R.A. Francavilla, Aurora Tomaselli finalista al “Quasimodo” E gestione si deve l’ideazione della “Rassegna dei Presepi Artistici”, quest’anno giunta alla quattordicesima edizione (si svolge in queste settimane nell’antica chiesetta di S. Rocco, ndr) e divenuta ormai un appuntamento fisso e particolarmente apprezzato nel calendario delle manifestazioni natalizie locali. Ma, al di là di quest’ormai “canonico” evento, l’associazione femminile ha in serbo altre iniziative già a partire dalle prime settimane del nuovo anno. «Il tema ufficiale Fidapa di questo biennio – dichiara la Camuglia – è quello della cittadinanza attiva, con cui l’altra sera abbiamo aperto l’anno sociale avvalendoci del qualificatissimo contributo del prof. Saitta. Ma stiamo lavorando anche ad altri momenti (convegni, conferenze, mostre, ecc.) di riflessione ed approfondimento su tematiche particolarmente attuali e sentite. Intanto posso anticipare che nei prossimi mesi ci occuperemo del ruolo della donna nella politica e della tutela del patrimonio artistico; a tal riguardo abbiamo già avviato proficui contatti con autorevoli relatori ed esperti che saranno nostri ospiti offrendo alla comunità francavillese, come è ormai nella tradizione di questa associazione, delle occasioni di confronto e crescita culturale». nnesima significativa affermazione per il Liceo Scientifico Statale “Carmelo Caminiti” di Francavilla di Sicilia (sede associata di S. Teresa di Riva), che si riconferma un’agenzia educativa modello. A farsi onore è stata stavolta la studentessa della classe II A Aurora Tomaselli, la quale è risultata finalista alla terza edizione del Premio Nazionale di Poesia “Salvatore Quasimodo”, indetto dall’Assessorato alla Cultura della Provincia Regionale di Messina e destinato agli istituti superiori di tutto il territorio nazionale. L’iniziativa si collocava nell’ambito delle celebrazioni per il 110° anniversario della nascita del Premio Nobel della Letteratura. La liceale francavillese ha, in particolare, ricevuto un diploma di merito direttamente dalle mani dell’attore e regista Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta siculo e presidente della giuria del premio. La cerimonia di consegna dei riconoscimenti ha avuto luogo nell’elegante cornice del Salone degli Specchi del Palazzo della Provincia di Messina, dove la Tomaselli è stata accompagnata dalla docente di Lettere Marcella Di Franco, curatrice della partecipazione al concorso degli studenti dello Scientifico di Francavilla. A tutte le scuole partecipanti, e quindi anche al “Caminiti”, sono stati inoltre donati il volume di Alessandro Quasimodo sulla vita e le opere dell’illustre padre ed il dvd “Oscuramente forte è la vita”. Una bella soddisfazione, dunque, per Aurora Tomaselli, per la classe II A, per l’insegnante Marcella Di Franco e, più in generale, per l’intero Liceo Scientifico “Caminiti”, guidato dal dirigente scolastico Francesco Muscolino. Proprio qualche mese addietro, altre quattro studentesse dell’istituto d’istruzione di Via Napoli avevano conquistato i primissimi posti all’ottava edizione del Premio Letterario “Maria Messina” di Mistretta. R.A. R.A. R.A. Fidapa 2011-13: Lucia Camuglia presidente on un’interessante conferenza sulla tematica della cittadinanza attiva, il professor Antonio Saitta, docente ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Messina, ha tenuto a battesimo il biennio 2011-2013 dell’associazione “F.I.D.A.P.A.” di Francavilla di Sicilia ed, in particolare, la presidenza di Lucia Camuglia, docente di Lettere nonché attuale vicepresidente del Consiglio Comunale della cittadina dell’Alcantara. Quest’ultima succede a Lina Zullo, che ha guidato il sodalizio femminile negli ultimi due anni. L’incontro inaugurale del nuovo anno sociale si è svolto alcune sere addietro nella biblioteca di Palazzo Cagnone alla presenza di un qualificato uditorio che ha ascoltato con molto interesse la dissertazione del prof. Saitta. Alla cerimonia-conferenza sono intervenute, in particolare, numerose esponenti fidapine provenienti da tutta la Sicilia (la vicepresidente distrettuale Nora Caserta, la tesoriera distrettuale Cettina Corallo, la consigliera distrettuale Letizia Bonanno, Santa Maccarrone e Renata Mazzeo della sezione di Giarre-Riposto, la vicepresidente della sezione “Riviera dei Ciclopi” Gabriella Grimaldi, la coordinatrice revisore dei conti nazionale Lucia Chisari Santoro e le presidenti delle varie sezioni della provincia di Messina). Presenti anche il comandante della locale Sta- a comunità di Castiglione di Sicilia ha ricevuto nei giorni scorsi la prima visita pastorale del nuovo vescovo di Acireale, Mons. Antonino Raspanti. Ad accogliere il capo della diocesi acese nella Basilica della Madonna della Catena c’erano il giovane arciprete don Roberto Fucile ed i parroci Salvatore Treffiletti, Antonino Imbiscuso ed Orazio Triolo, ma anche le massime autorità civili e militari locali, con in testa il sindaco Claudio Scavera, il comandante della Stazione dei Carabinieri Giovanni Grasso e quello dei Vigili Urbani Gaetano Di Carlo. Straordinaria la partecipazione dei fedeli, provenienti dall’arcipretura “Santi Pietro e Paolo”, che si estende dal centro storico sino alla frazione di Verzella, e dalle quattro parrocchie presenti nel territorio castiglionese, ossia la “Sacro Cuore” delle frazioni Solicchiata e Rovittello, la “Maria SS. del Rosario” di Passopisciaro e la “Buon Pastore” di Mitogio e Gravà. Presentando al nuovo vescovo la sua comunità, l’arciprete Fucile si è particolarmente soffermato sugli aspetti religiosi, umani, storici e sociali delle parrocchie castiglionesi, ricordando altresì tutte le importanti personalità ecclesiastiche locali che in passato hanno contribuito allo sviluppo del paese (in particolare l’abate Giuseppe Coniglio, che nel XVII secolo si prodigò per la costruzione dell’ospedale e dell’orfanotrofio, l’arciprete Giacomo Gioieni che nel Settecento abbellì il paese sia sotto l’aspetto architettonico che negli arredi sacri, l’arciprete Giambattista Calì Sardo al quale si deve la fondazione della Biblioteca Villadicanense, ed in tempi più recenti Mons. Gaetano Alibrandi, arcivescovo e nunzio apostolico in Irlanda, morto nel 2004). Don Fucile ha anche evidenziato l’intensa devozione a Maria SS. della Catena, venerata dal XV secolo ed ancor più dal 1809, quando prodigiosamente arrestò la lava dell’Etna che minacciava di invadere e distruggere la parte più bella e più ricca del territorio. «La sfida attuale – ha concluso l’arciprete Fucile – è riuscire a porre un freno al lento e progressivo spopolamento ridando fiducia alle giovani generazioni che tendono, purtroppo, ad abbandonare questa comunità per andare alla ricerca di opportunità occupazionali». Mons. Raspanti, dal canto suo, si è rivolto ai fedeli castiglionesi con amore filiale e calore umano, sottolineando l’importanza della fede e della speranza, «due valori – ha affermato il nuovo vescovo – che ci consentono di affrontare le difficoltà di un periodo di crisi come quello attuale che sta interessando l’intera Nazione». Più volte è stata, quindi, ribadita l’importanza della collaborazione tra le varie istituzioni e la Chiesa, essenziale per la crescita sociale e spirituale di una comunità. Gazzettino 24-12-2011_Gazzettino-nuovo 1 23/12/11 10.23 Pagina 8 8 > S E T T I M A N A L E IDG N. 38 • sabato 24 Dicembre 2011 Cenone di Capodanno 2011 da favola a Villa Athena “L’Aperitivo di Benvenuto” Prosecco Mandorle di Avola tostate Le Frivolezze calde con Crispelline di Ricotta e Canapé ai Formaggi “Gli Antipasti” Il Cestino brisèe con Verdure brasate al Cabernet Sauvignon Il Quadrotto di Pasta Sfoglia con Bacon e Provola Affumicata Il Tortino di Macedonia di Ortaggi in agrodolce con scaglie di Cioccolato di Modica La Cupoletta di Cous Cous con Ragout di Maialino e dadini di Julienne L’Involtino di Melanzana con Ricotta al forno, Basilico e semi di Papavero “I Primi” Le Perle di Riso parboiled con Finferli al Tartufo nero Gli Agnolotti al ripieno di Tuma con pomodorini Datterini caramellati e gherigli di Noci “I Secondi e i Contorni” Il Filetto di Suino dei Nebrodi in crosta con vellutata di Funghi porcini L’Arrosto di Vitellina picchettato al Lardo con le fastuche di Bronte Le Patate allo Zenzero con Cipolla rossa di Tropea Il Cotechino e le Lenticchie augurali Le Cassatelle di Ricotta siciliana I Dadoni di Frutta al Grand Marnier Il Panettone tradizionale Lo Spumante di Mezzanotte con Fuochi d’Artificio Vino Rosso pregiato D.O.C. Acqua minerale - Bevande Caffè - Amari Prosecco Musica dal vivo con Animazione Parcheggio e Guardaroba custodito Coperto adulto Euro 70,00 Coperto bambino Euro 35,00 di Giarre
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