Natale Petti Introduzione alla BioPsicoQuantistica 1 Titolo | Introduzione alla BioPsicoQuantistica Autore | Natale Petti Coordinamento editoriale | Pasquale Ignazio Viscanti Redazione | Filippo Vasco Impaginazione e grafica | Filippo Vasco Casa editrice Via Altamura, 28 - 70029 Santeramo in Colle (BA) Tel./fax +39 080 3036602 www.ottimilibri.it | [email protected] ISBN 978-88-97038-04-7 Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con un mezzo qualsiasi senza il preventivo assenso scritto dell’Editore 2 Indice Prefazione Introduzione Capitolo Primo: Principi di Filosofia Olistica 1.1 Approcci differenti 1.2 I Tre Mondi: un ponte tra il passato ed il futuro 1.3 Allusioni allo Spirituale nel contesto Olistico 1.4 L’insorgere della sintomatologia 1.5 Tre Mondi e la Relatività 1.6 La meccanica Olistica Capitolo Secondo: Introduzione alla BioPsicoQuantistica 2.1 I concetti di salute e malattia 2.2 L’aspetto biologico della BioPsicoQuantistica 2.3 L’aspetto psicologico della BioPsicoQuantistica 2.4 L’aspetto quantistico della BioPsicoQuantistica 2.5 BioPsicoQuantistica, una visione d’insieme CapitoIo terzo: BioPsicoQuantistica e Salute 3.1 La Fisica Scalare 3.2 I Campi Morfogenetici 3.3 Le applicazioni Conclusioni Bibliografia Approfondimenti Sitografia Nota biografica 3 Prefazione Nei paesi industrializzati, nell’ultimo decennio, l’innalzamento della vita media della popolazione, dovuto a idonei sistemi sanitari nazionali improntati sulla prevenzione, sulla possibilità di facile accesso ai farmaci ed all’evoluzione tecnologica dei processi di diagnosi e cura, ha determinato l’arginamento di molte malattie infettive e ha inevitabilmente polarizzato l’attenzione del mondo scientifico e sanitario verso quelle malattie cronico-degenerative che più di altre rivestono carattere di prevedibilità: disturbi cardio-vascolari, ipertensione, obesità, osteoporosi, arterio-sclerosi, sindrome metabolica, ecc. Si è registrato un crescente interesse per il tema della salute, concepita non più in una dimensione di responsabilità del patrimonio cromosomico individuale, ma in una dimensione di prevenzione dai fattori di rischio, dovuti a stili di vita scorretti o insalubri, come intervento efficace contro le suddette affezioni. Seppur importante ed efficace, l’azione svolta fino ad oggi dal mondo scientifico per la tutela della salute pubblica e dell’individuo, non si può considerare conclusa. Diviene necessario rivedere l’approccio della medicina convenzionale occidentale che rimane ancora direttamente concentrata sul sintomo piuttosto che indagare l’intero sistema uomo. Improntare un’azione forte sulla ricerca e su una buona diagnosi è sicuramente un rimedio sostanziale, onde evitare il 4 sistema ragionieristico della prescrizione farmacologica ad ogni sintomo e l’approccio errato diretto sulla malattia e non già sulla salute. Nell’ottica della ricerca di metodologie migliori per la diagnosi e cura di patologie, diventa interessantissimo il metodo sulla Bio-Psico-Quantistica del dott. Natale Petti. Spetta dunque a noi verificare che l’empiricità del metodo suddetto si trasformi in metodo scientifico, determinando di fatto un nuovo elemento da analizzare la spiritualità dell’individuo, rispetto al benessere fisico, mentale e sociale già individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Domenico Spinazzola Dirigente ASL e docente universitario 5 Introduzione dell’autore Ricondurre la responsabilità della nostra vita ad ognuno di noi significa restituire ad ognuno di noi gli strumenti della propria guarigione Secondo i dettami della medicina tradizionale, per trovare la soluzione e arginare il male, la diagnosi e la terapia devono concentrarsi sul sintomo (ciò che è osservabile). E se il sintomo fosse solo la punta visibile di un iceberg? E se davvero valessero le nuove teorie per cui i principi che reggono la scienza dell’osservazione sono più che opinabili? La malattia, che noi riteniamo appartenere e costituire una piccola parte del complesso processo biologico di guarigione è, per il terapeuta prima e la persona poi, come Medusa: una diagnosi infausta suona come un anatema che impietrisce, una sentenza senza senso: non comprendendone i motivi, la malattia è equiparata ad una casuale sventura. Questo approccio mette a rischio il benessere e, a seconda dei casi, la sopravvivenza del soggetto; perché genera paure e reazioni organiche tali da poter bastare esse stesse a creare danni gravissimi. Dopo anni di studi, ricerche e applicazioni sul campo, ho messo a punto una tecnica che punta alla guarigione totale della persona guidata attraverso un’esperienza di vita che vale, prima di tutto, come percorso di crescita personale: è la BioPsicoQuantistica. Il presente lavoro ha come unico fine quello di introdurre la materia: non entrerò nel merito delle applicazioni (sto 6 preparando un ponderoso volume in argomento) e dopo aver proposto fondamentali cenni di filosofia olistica, descriverò le logiche operative che utilizza e i principi su cui si basa. Il primo è quello per cui, valutata l’imprescindibilità dell’aspetto biologico, di quello psicologico e di quello quantistico, ritengo che qualsiasi approccio che si concentri su una sola delle tre dimensioni non si possa in nessun caso considerare completo ed esauriente. Le dimensioni descritte, poi, non sono che diversi aspetti di un sinolo: sono sempre interfacciate e connesse (ha senso separarle sono per fini didattici). In base ai meccanismi che normano l’evoluzione della specie e alle proprietà reattive nello spazio e nel tempo dell’individuo, prendo in considerazione le motivazioni biologiche che portano l’uomo a reagire proprio in quel modo ad una sollecitazione specifica. Mi concentro sull’atto di volontà, inteso come compito ed impegno attivo nel percorso di cambiamento della propria realtà e della propria crescita (in ossequio alle nuove teorie per cui meccanismi intellettuali o schemi comportamentali fissi sembrano portare a modificazioni genetiche, se fortemente reiterati). Mi misuro con un approccio completamente nuovo che permette di vedere sotto una diversa luce lo schema-uomo e, quindi, le sue vie di guarigione: per la quantistica, la struttura (che è parte della materia) è composta da un insieme di frequenze che si relazionano tra loro per costituire specifici 7 campi di pensiero: la struttura acquisisce una forma specifica proprio per assolvere ad una specifica funzione. Le indicazioni bibliografiche potranno costituire un buon punto di riferimento per il lettore meno esperto che, comunque, ringrazio sin d’ora per la pazienza, la fiducia e, soprattutto, la curiosità che lo spinge ad intraprendere lo studio di un argomento non ancora considerato canonico; un altro buon esempio dell’antico adagio per cui la curiosità è alla base della conoscenza. Questo lavoro introduttivo consta di tre capitoli, tredici paragrafi e ventuno tra immagini e schemi. Nel primo capitolo offro un veloce affresco delle nozioni di base della Filosofia Olistica; sono notizie indispensabili per la comprensione degli argomenti successivi. Nel secondo presento gli aspetti tipici del nuovo metodo (Biologico, Psicologico e Quantistico) facendo in modo che possa essere già chiaramente percepita la forte correlazione olistica che vi intercorre. Nel terzo, intendo approfondire l’aspetto più illuminante dell’idea applicativa: la scienza quantistica e gli elementi (campi morfogenetici, campi scalari, energia e frequenze auree) che considero il futuro della medicina, della crescita personale e della ricerca e sviluppo del potenziale umano. In definitiva, questo lavoro intende dare il via ad un dibattito scientifico che spero possa coinvolgere tutti coloro che, per qualsiasi motivo, abbiano a cuore il benessere, la salute e la consapevolezza di ciascuno di noi. 8 Principi di Filosofia Olistica Per Aristotele, olismo significa unione di corpo e mente. Questo concetto è basato sull'idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Un tipico esempio di struttura olistica è l'organismo biologico; un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un'unità-totalità non esprimibile con l'insieme delle parti che lo costituiscono. Prendendo in considerazione molti altri aspetti del sistema uomo, è possibile definire, descrivere ed impiegare pratiche capaci di assicurare una guarigione globale, riducendo al minimo indispensabile l’utilizzo di prodotti chimici. Nell’ambito della medicina, si definisce olistico un approccio integrativo che indaga le cause psicologiche e spirituali che si accompagnerebbero all'insorgere delle malattie, attribuendo un linguaggio simbolico ai sintomi che il corpo manifesta. Il metodo, orientato allo studio dell'unità umana nelle sue molteplici dimensioni, è definito salute globale e si sviluppa come sintesi di antiche tradizioni mediche e scienze moderne: l’assenza di malattia ne costituisce un elemento; la finalità è il benessere globale di corpo, mente, società e ambiente, fondato sul principio di continua evoluzione psicofisica. Esistono numerosi autori indipendenti che possono essere ascritti a questa corrente di pensiero, i più noti sono: il medico 9 austriaco Rudiger Dahlke, la biologa canadese Claudia Rainville e l’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer. È fin dagli albori della scienza medica che si riflette sul rapporto psiche/corpo. Bisognerà, però, attendere la fine dell'Ottocento perché emergano con maggiore chiarezza i temi centrali propri considerati della medicina olistica. Oggi precursori dei olistici psicoanalisti come Georg naturopati come Edward vari Groddeck Bach (1886-1936) vengono approcci (1866-1934), e teologi come Mary Baker Eddy (1821-1910). Studiando e appassionandomi alle loro tesi ed ai loro metodi, ho cominciato a valutarne gli approcci e ad apprezzarne i risultati pratici; grazie a loro, mi pare di aver compreso quale sia il punto debole della scienza medica convenzionale: in definitiva, essa basa i suoi interventi curativi sulla patologia e sui sintomi, piuttosto che sull’individuo che li avverte e la sua storia; la malattia è solo la risultante della presenza di virus e batteri; la soluzione è distruggerli (è necessario, quindi, costruire armi – farmaci di laboratorio – sempre più potenti e ad alto impatto). A scopo esemplificativo, ti propongo l’idea che me ne sono fatto: pensa a cosa può succedere alla popolazione civile e al territorio di un Paese che, durante un’efferata battaglia, si decida di bombardare per stanare i nemici che l’hanno invaso mischiandosi ai residenti. Io considero quel territorio paragonabile al nostro corpo e quella popolazione assimilabile alle altre funzioni che 10 normalmente continuano a vivere durante le malattia; le bombe, invece, sono, ad esempio, gli antibiotici (da greco contro la vita) o il cortisone che troppo spesso sono somministrati senza che ciò sia strettamente necessario. Le conseguenze negative che tali farmaci possono arrecare all’organismo (e al sistema-uomo nel suo complesso), infatti, sono spesso comparabili a quelle che armi a forte potenziale possono comportare per il territorio e la popolazione che si trovi ad essere nel teatro di una battaglia. Dato per scontato che la finalità sia quella di guarire (debellare ogni resistenza avversa), sei sicuro che convenga intervenire sempre con la forza piuttosto che comprendere le cause dello squilibrio del un sistema per accomodarlo? 1.1 Approcci differenti Io propendo per la seconda possibilità: considero la malattia come un messaggio di disagio e un indizio di squilibrio del sistema-uomo; tutto sta nel coglierli e saperli ascoltare. Se il nemico, la non-salute, è comune, differenti sono gli approcci: - per l’olista il miglior attacco è la difesa: si costruiscono barriere sempre più forti; - per l’allopata la miglior difesa è l’attacco: si costruiscono armi sempre più potenti e devastanti. 11 L’approccio olistico è più vicino al concetto di salute, quello allopatico basa la sua attività considerando il concetto di malattia. Per l’allopata la malattia diventa protagonista della storia della persona; mentre, per l’olista, l’unico protagonista della propria storia è l’essere umano, il proprio vissuto ed il suo ambiente. Il soggetto non può non essere la risultante del suo vissuto, il protagonista della propria storia; quando ne diventa solo spettatore, quella storia è destinata immancabilmente a concludersi. La BioPsicoQuantistica è una disciplina complessa, frutto dell’interazione di differenti approcci scientifici, filosofici e sociali e di tecniche diversificate. Rientra pienamente nella categoria riconosciuta delle medicine complementari, sempre più diffuse e approfondite, utilizzate, studiate ed applicate (alcuni Stati membri già ne riconoscono specifici tipi). Partendo dal presupposto dell’immanenza del principio di trinità, la BioPsicoQuantistica, studia l’uomo secondo i dettami del processo alchemico (dal punto di vista fisico, psichico ed energetico)1: un semplice sintomo può indicare disfunzioni diffuse non solo nell’organo biologico in cui si manifestano, ma anche in altre parti del correlato sistema somato-psicoenergetico. 1 Globalità che si ritrova nel concetto olistico conosciuto come pars pro toto (in ogni parte c’è il tutto; è il corrispettivo del religioso come in cielo, così in terra). 12 Il sintomo è propedeutico all’insorgere della malattia; etimologicamente, è un’evenienza o circostanza; non è mai un’entità fenomenica unica, ma l'effetto finale, non standardizzato, del convergere di molteplici azioni e reazioni; indica un'alterazione della normale sensazione di sé e del proprio corpo in relazione ad uno stato patologico. Coglierne per tempo il messaggio può significare salvaguardare la situazione di equilibrio ancor prima di dover intervenire per rimediare ad una di squilibrio. Una pratica medica coerente dovrebbe concentrarsi su principi di questo genere: prevenire una situazione di squilibrio, non operare solo in seguito all’insorgere di una patologia. A pensarci bene, ne discende che ciascuno di noi può divenire il miglior medico di se stesso; è necessario semplicemente comprendere quali siano le abitudini e gli stili di vita che consentano di restare sani: corretta igiene alimentare, nutrito equilibrio morale, giusto approccio comportamentale, buone relazioni e così via. Concludo correndo il rischio di apparire retorico: ama; impara a dare incondizionatamente senza pretendere nulla in cambio; prenditi cura di te, dei tuoi cari, degli amici e del prossimo senza alcuna aspettativa: i tuoi equilibri si rinsalderanno e nessuna patologia si insedierà nel tuo sistema: amare e rispettare se stessi e gli altri è il primo rimedio per prevenire e curare ogni malattia. 13 Prima di addentrarci nella teoria, tiriamo le somme circa il concetto di malattia che, per la pratica e la teoria della medicina clinica e patologica (convenzionale), consiste in un'alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell'organismo, capace di ridurre, modificare negativamente o persino eliminare le funzionalità normali del corpo. Non c’è nulla in questa definizione che possa far intendere che la malattia sia qualcosa di diverso da una reazione naturale, organica, sensata, prevista e utile a qualcosa; o che sia esclusivamente l’effetto di una aggressione che l’organismo subisce dall’esterno (virus o batterio; è risaputo, peraltro, che nel nostro corpo vivono normalmente milioni di batteri che non creano nessun disturbo quando stiamo bene). Non può essere condivisa l’attuale propensione a considerarla semplicemente uno stato sintomatico di malessere. 1.2 I Tre Mondi: un ponte tra il passato ed il futuro Dio ha creato l’uomo infinitamente buono; ha unito in lui forze innumerevoli sempre all’opera per mantenere e preservare la meravigliosa casa che ospita la sua anima immortale. Queste forze agiscono con ordine, in accordo ed armonia le une con le altre; ma se una debolezza psichica o una passione violenta disturbano tale armonia, queste forze iniziano ad agire le une contro le altre; quando ciò accade, Dio invia le malattie, benefici messaggeri che annunciano l’avvicinarsi del pericolo e spingono l’uomo a prepararsi per superarle. Preghiera del medico ebreo di Ràmbam 14 Come ci ricorda il passo citato, la malattia nella tradizione ebraica ha un’origine inequivocabilmente psicosomatica. Ancora oggi i saggi della Torah consigliano, a chi desidera conoscere il significato di una parola, di una lettera o di un fenomeno particolare, di andare a ricercare la situazione in cui tale lettera o parola fa per la prima volta la sua comparsa nel testo biblico. Prendiamo il Pentateuco; la malattia appare per la prima volta nella Genesi (20/21): Sara, moglie di Abramo, è una delle donne più belle del suo tempo; Avimelek, Re di Gerar, incontrandola, ne resta folgorato; la fa rapire. Ma succede che lui e tutti gli uomini della sua corte iniziano a soffrire di un malanno che colpisce gli organi genitali. Dio appare in sogno al Re: spiega ad Avimelek il suo errore e gli intima di restituire ad Abramo sua moglie; allora il profeta pregherà affinché lui stesso e gli altri possano guarire. Il Re segue il consiglio e, poco dopo, guarisce. Da questa narrazione emergono evidenti due fattori: - la malattia fisica è connessa ad una falla di tipo morale e colpisce spesso le zone connesse con l’infiltrazione; - la guarigione avviene quando viene compiuto il Tikun (rettificazione, riparazione). Questo breve cenno di tradizione ebraica ci permettere di ipotizzare che la cosiddetta malattia possa essere, in prima approssimazione, una conseguenza, una creazione dell’uomo stesso. In realtà, i riferimenti biblici in argomento sono diversi; ad 15 esempio, troviamo indicazioni ugualmente interessanti ricercando notizie sulle malattie della pelle. Ancora nel Pentateuco, si parla per la prima volta di psoriasi nelle lunghe e complesse Parashot Tazria e Mezorà (Levitico, 13/15), riferite al lungo periodo (40 anni) che il popolo di Israele trascorse vagando per il deserto; in tali passi si illustrano i trattamenti riservati ai malati di lebbra2. Chiunque avvertisse un fastidio cutaneo doveva immediatamente rivolgersi al Cohen, il sacerdote; questi, dopo attenta analisi, dichiarava l’uomo puro o impuro. La dichiarazione di impurità seguiva, di solito, l’acquisizione di notizie di fatti che potessero indicare che il malato avesse infranto codici morali e spirituali; si riteneva, infatti, che fossero queste le vere cause della malattia; in casi del genere, il malato, dichiarato impuro, era allontanato dall’accampamento per sette giorni; la successiva visita verificava, in definitiva, se l’uomo avesse fatto una seria opera di introspezione; in tal caso era riammesso nell’accampamento; diversamente, gli era prescritto un altro periodo di isolamento: per tutto il tempo che la piaga sarà su di lui, sarà impuro. Vivrà da solo. La sua dimora sarà fuori dall’accampamento! (Levitico 13/46). A parte il pericolo di contagio, egli doveva vivere solo soprattutto perché si riteneva 2 che la malattia fosse È stato accertato che il termine era usato in maniera generica e si riferiva a tutta una serie di malattie della pelle: eczema o psoriasi, carcinomi, perdita dei capelli o, anche, perdite o infezioni genitali. 16 un’occasione specialissima per avere un dialogo diretto con Dio (e, fuori da ogni metafora, per guardare davvero dentro se stessi). Abbiamo un’altra conferma: per gli antichi, il malanno ha le sue origini nella sfera spirituale di ciascuno di noi. Ora, oltre a quella spirituale, esistono altre due sfere o essenze: quella fisica e quella mentale (è il principio della triplice essenza); l’assunto è alla base della scienza moderna: nella formula della Relatività di Einstein, per esempio, solo la massa è del mondo fisico, il resto è energia non materialmente visibile o toccabile con mano; l’acqua, per farne un altro, elemento vitale (costituisce il 76% del peso del nostro corpo), a seconda delle condizioni esterne, può essere solida, liquida e gassosa. Ne traggo che tutto ciò che ci circonda è la manifestazione differente di un tutt’uno indifferenziato; penso, poi, alla teoria di Lavoisier (nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma); metto assieme gli elementi e, per tornare nel campo medico, ritengo di poter pensare che anche un tumore (o una qualsiasi altra malattia) non sia altro che la manifestazione nella sfera fisica di un’energia perversa (nefasta) che, con il passar del tempo, si solidifica nella sfera fisica diventando una malattia: l’indicazione esplicita, cioè, dell’esistenza di blocchi spirituali prima ancora che energetici e psicologici. Dio fece l’uomo a sua immagine e somiglianza; letteralmente ciò vuol dire che anche l’uomo è uno e trino; in effetti ha un corpo, una mente ed un’anima. 17 La frase potrebbe avere, peraltro, valore metaforico. In questo caso, potrebbe significare che il Padre (Sé) per mezzo dello Spirito Santo (Volontà creativa), crea il figlio (persona liberata) dalla madre (personalità consolidata dalla relazione con il super-lo); l’uomo tridimensionale sarebbe composto da anima (sé superiore), mente (io inferiore), e corpo. Le interpretazioni potrebbero essere innumerevoli; ciò che qui voglio affermare è che tutte lasciano comunque trapelare il principio di tridimensionalità dell’uomo. La medicina fa fatica ad ammettere tutto ciò che non vede; se per decenni ha limitato fortemente gli studi psicologici, ancora adesso continua a soffocare tutte le ipotesi di lavoro che assumono l’idea per cui la malattia fisica è sempre una conseguenza di problematiche psico-energetiche o evolutive. Torniamo ad Einstein per riprendere un argomento fondamentale; i suoi studi sulla fisica hanno scardinato l’atavico principio di dualità fra energia e materia, descrivendo un’unica realtà che (non si divide ma) vibra, con variabili relative al tempo e allo spazio. Un altro input: il nostro cervello; è cosa appurata che, tramite neuroni e sinapsi, funzioni elettricamente (detto in altri termini, vibra); un certo pensiero, per essere pensato, deve vibrare in quel determinato modo; a me pare plausibile che le tracce vibratorie create da un dato pensiero fortemente reiterato possano, solidificandosi (tramite la variabile tempo che passa), generare modificazioni nelle altre sfere cui abbiamo accennato (siamo nella sfera spirituale, ci sono anche quella 18 mentale e quella fisica). A questo punto è necessario addentrarsi nello studio delle tre sfere per approfondirne principi e reciproche relazioni. 1.3 Allusioni allo spirituale nel contesto Olistico Confrontandomi con altri operatori della salute che hanno scelto di avvicinarsi alle pratiche olistiche, registro una certa tendenza ad assimilare il concetto di energetico con quello di spirituale. In effetti non si può dire che questo sia completamente errato se consideriamo il fatto che il significato più semplice di spiritualità è l'idea che oltre alla materia visibile esista un livello spirituale di esistenza, dal quale la materia trae vita, intelligenza o almeno lo scopo di esistere. Non essendo materiale, questo mondo spirituale è del tutto al di fuori da ogni indagine fatta con mezzi materiali ed è quindi totalmente astratto, circoscritto alla mente, che è l'unica facoltà umana che lo può investigare. Nello stesso modo i termini religione e spiritualità vengono trattati come sinonimi: questa, diversamente, la considero una imprecisione: anche i non credenti (i non religiosi), infatti, generalmente, rivendicano una propria dimensione spirituale. Se è vero che entrambi i termini si riferiscono alla ricerca 19 dell'Assoluto, si può dire che la differenza fondamentale consiste nel fatto che la religione indica (liturgicamente e in ogni caso) un tipo di ricerca esteriore, formale, mentre la spiritualità indica una ricerca di Dio all'interno di sé. Io credo che la ricerca interiore (spirituale) sia una dimensione della materia che, quindi, partecipa delle regole e dei principi del mondo energetico (di tutto ciò che vibra): la materia è tale anche se non si vede ad occhio nudo. In cosa si rappresenta lo spirito? Da dove nasce? Cosa lo anima? Sono temi che già mi prefiggo di approfondire in altra sede; per ora, come per gioco, rispondo con altre domande: come fanno le rondini a sapere, tutte insieme, quando migrare? Da dove viene quella spinta irrefrenabile che unisce due amanti, spinti l’uno nelle braccia dell’altra da un desiderio unico ed irripetibile? Lo spirito ha un cammino di continua maturazione da compiere; spesso la mente (per i motivi più disparati) non lo asseconda e, anzi lo contrasta; è proprio nella lotta per l’affermazione del Sé (spirito) sull’Io (mente) e viceversa che l’inconscio ci manda segnali che se non colti in tempo si tramutano in stress psicofisico ed in malattia. La Torah insegna Averà goreret averà, mitzvà goreret mitzvà (una cattiva azione porta ad un’altra cattiva azione, una buona azione parta ad un’altra buona azione). Il detto denuncia quanto difficile sia cambiare le nostri abitudini (sia quelle buone che quelle cattive); il meccanismo, ora spiegabile anche in termini neuro-fisiologici, dipende (anche) dalla fisiologia 20 cerebrale. Approfondiamo per un attimo quanto detto poco sopra: il cervello è composto da un network di 13 trilioni di interconnessioni tra bilioni di cellule nervose; ogni volta che pensiamo un pensiero creiamo un sentiero, solco neurologico nel cervello; più lo pensiamo e più il solco diventa profondo; così, più facilmente ci accadrà di pensare lo stesso pensiero e come una forza magnetica questo attrarrà a sé altri pensieri della stessa qualità vibratoria (Psichofeedback). La qualità dei pensieri è fondamentale per la nostra mente quanto la qualità del cibo che mangiamo per il nostro corpo. Negare l’esistenza degli elementi descritti finora equivale ad affermare che un quadro di Van Gogh sia composto da un chilo di colore spalmato su una tela e nient’altro. 1.4 L’insorgere della sintomatologia Riannodando le fila di quanto detto finora, mi accingo a presentare il tema cruciale di questa sezione: come insorge la sintomatologia (che, lo ricordo, è solo una parte del processo di guarigione). Sono certo che dando uno sguardo alla figura ti tornerà in mente la nozione di tridimensionalità dell’essere umano su cui mi sono soffermato, poco fa, per introdurre il tema. 21 a: la malattia, si forma nella sfera energetica/spirituale e si proietta in c) b: la proiezione psicologica della malattia si proietta e somatizza in c) c: la malattia è originata da una situazione di disequilibrio che origina nell’energetico/spirituale. Nella figura sono disegnati tre cerchi: il primo rappresenta il mondo energetico/spirituale, il secondo il mondo psicologico ed il terzo il mondo fisico/materiale; in tutti e tre i cerchi vi sono riportati dei cerchietti più piccoli che indicano la malattia. La malattia fisica non é altro che la proiezione (somatizzazione) di una problematica psicologica. In questa circostanza possiamo dire che la malattia fisica rappresenta l’effetto e quella psichica ne è la causa; qualsiasi problematica psicologica origina da un movente energetico-motivazionale o spirituale. Come evidenziato, la mente risulta essere una lente che proietta le esigenze inconsce, ma, come tutte le lenti in fase di proiezione, le ribalta (per questo è cosi difficile leggere le 22 esigenze spirituali inconsce). La psicologia assume, dunque, un ruolo impor-tantissimo in tutte le malattie sia per il modo in cui insorgono, sia per la loro cura, che si basa sulla comprensione del relativo significato spirituale e sulla correzione delle decisioni prese inconsciamente (e che, tramite il processo descritto, hanno permesso alla psiche di somatizzare la malattia). Il meccanismo, molto complesso, ha il suo cardine nella psiche che gioca due ruoli (prima di causa, poi di effetto): funge da mediatrice tra il movente spirituale e le azioni che il nostro fisico mette in atto per realizzarle; talvolta, a causa di un forte Super-Io o di difficoltà nell’autorealizzazione (a causa di stereotipi imposti e modelli standardizzati), l’Io può prendere il sopravven-to e imporci strade diverse da quelle che noi dovremmo percorrere per la profonda soddisfazione del Sé. È necessario considerare l’essere umano dai tre punti di vista per scoprire le motivazioni ed affrontare in toto le problematiche che lo hanno condotto alla stessa. Affrontare la malattia solo dal punto di vista fisico/materiale permette di curare il sintomo e quindi l’effetto e non la causa di un disagio che si ripresenterà sicuramente dopo un certo periodo (o sotto la stessa forma o sotto un’altra forma anche più grave). 1.5 Tre Mondi e Relatività Nel paragrafo precedente ho ripreso il concetto della tridimensionalità: i tre elementi individuati (energetico, psichico 23 e fisico) compongono la struttura di tutte le cose; si tratta di archetipi che, originando dal principio primo (uno), creano tutte le cose. Nell’uomo si rappresentano con gli aspetti sopracitati, ma possono assumerne infiniti, in base al sistema in cui si rappresentano (per esempio, solido, liquido, gassoso: l’H2O è ghiaccio allo stato solido, l’acqua allo stato liquido e vapore in quello gassoso). Il parallelo tra la rappresentazione fatta del sistema uomo e quella del sistema H2O può essere illuminante per comprendere in pratica il meccanismo dell’insorgenza della malattia. La scienza ci insegna che le particelle di un gas si muovono nello spazio a velocità molto elevate; le particelle che compongono un liquido si muovono a velocità media; quelle di un corpo solido si muovono molto lentamente (probabilmente, è per questo che a noi sfuggono molte sfumature del nostro mondo psichico e moltissime del nostro mondo energetico; è una que-stione di velocità). Le leggi della materia ci insegnano che per la perpetua correlazione fra questi tre archetipi e la loro interrelazione costante, l’uno si tramuta nell’altro e viceversa; succede che: - una parte del mondo energetico (E) si trasforma in mondo psichico (P), come il vapore (V) si trasforma in acqua (A); - che una parte mondo psichico (P) si trasforma in solido (S) così come l’acqua (A) si trasforma in ghiaccio (G); 24 - e viceversa; naturalmente a determinate condizioni ambientali (tempo e velocità delle particelle). Ecco come una qualsiasi energia nefasta accumulata (attraverso la reiterazione del relativo pensiero) nel mondo energetico ha il potenziale di psichicizzarsi (passatemi il termine!) e solidificarsi in quello fisico: così insorge la malattia. Per chiudere il cerchio, riprendiamo Einstein e la sua teoria della relatività, E=m x c² dove (E) è l’energia e quindi il mondo energetico, (m) è la massa, che misura i corpi e quindi il mondo fisico, e (c²) è la velocità (che rappresenta l’unica mutante che cambia la formula dei tre mondi: la psiche): 25 E di nuovo: un pensiero negativo costante (quasi sempre inconscio) crea un solco nel mondo Energetico (qui, come sappiamo, la velocità delle particelle è altissima); il tempo costituisce una forma di attrito che riduce man mano la velocità delle particelle di quel pensiero che, se non risolto, vedrà quindi ridurre la velocità delle proprie particelle fino alla media tipica del mondo Psichico (qui l’energia relativa psichicizza e origina nervosismo e tensione che spesso ci paiono immotivate). Il tempo passa e, se la situazione continua a non essere risolta, inevitabilmente la velocità si riduce fino al minimo; a questo punto tutta l’energia negativa accumulata nel mondo Fisico si solidifica. 26 L’esemplificazione di seguito renderà l’idea: E Energetico spirito 100 100 100 100 m Fisico massa 1 4 25 100 c² Psichico pensiero/ velocità particelle 102 52 22 12 A parità di energia vitale (quella che ci serve per vivere giornalmente), diminuendo la velocità delle particelle (con il passare del tempo), aumenta la solidificazione del solco energetico tracciato dal pensiero nefasto; è la malattia. Ogni patologia insorge per una turba di tipo morale e si manifesta, con una falla, nell’organo connesso con tale turba. 1.6 La meccanica Olistica Avere una visione Olistica della vita, della natura e dell’uomo è fondamentale perché ci aiuta a capire che il nostro ambiente, il nostro stato d’animo ed il nostro stato di salute psico-fisica possono essere modificati da una moltitudine di eventi, fenomeni e condizioni. Metafisicamente, può tracciarsene un disegno nei seguenti termini: la mente dà luogo alla materia; una coscienza superiore dà origine alla mente; un’essenza universale dà origine alla coscienza superiore. L’Uno è in tutto nell’istante in 27 cui Tutto è in Uno. Per cercare di spiegare il sistema con maggiore efficacia, introduco il principio dei frattali: un frattale è composto da numerosi frattali a lui identici ma con dimensioni più piccole a loro volta composti da frattali a questi identici ma con dimensioni via via più piccole. Ricordi quando abbiamo fatto riferimento all’antico motto come in cielo cosi in terra? È la spiegazione di questo principio che trova innumerevoli applicazioni in natura (basti pensare al parallelismo tra la struttura del sistema solare e quella dell’atomo). Ogni informazione si rivela ovunque e sempre: tutte le parti di un frattale (più piccolo) contengono la completa informazione dell’intero frattale (più grande); i principi secondo cui vengono costruiti seguono sempre le stesse dinamiche e gli stessi modelli3. L’atomo, per rimanere all’esempio fatto, è composto da protoni (+), elettroni (-) e neutroni (di segno neutro); se togliessimo una di queste tre componenti principali, la particella perderebbe il proprio equilibrio; succede lo stesso quando sono intaccate le componenti del sistema-uomo. Questo ragionamento ci permette di affinare, ancora meglio, la mia definizione di malattia che è una conseguenza del precario equilibrio del sistema, che si evolve seguendo le tappe di sviluppo di questo squilibrio. 3 Un atomo è formato da un nucleo composto da neutroni e protoni, e dagli elettroni che ruotano intorno ad esso; il sistema solare è composto dal sole e da diversi pianeti che gli ruotano intorno. 28 Sappiamo che la medicina convenzionale attende al sintomo: il punto è che quel sintomo è solo l’ultima espressione di uno squilibrio che non si identifica completamente in quel dato sintomo, ma ha modificato una serie di aspetti della vita del malato. A titolo esemplificativo ipotizziamo di girare un film: otterremo una serie di immagini sequenziali (foto-grammi) che comporranno una scena. Poniamo che il film sia costituito da 36 fotogrammi, 10 perfetti e i seguenti 26 difettosi o errati: la proiezione della scena sarebbe impossibile e il film incomprensibile. Se, per riequilibrare la situazione, andassimo a modificare solo l’ultimo fotogramma, il film termine-rebbe con un’immagine limpida ma nel suo complesso la trama resterebbe incomprensibile. Fuor di metafora, curare allopaticamente il sintomo significa correggere solo l’ultimo fotogramma della scena (che nel nostro caso rappresenta la malattia) perché non si tiene conto dei restanti 25 fotogrammi nei quali sono racchiusi l’evoluzione della malattia e i simboli che ci indicano le cause generatrici. Una visione olistica della vita ci permette, quindi, di vedere il tutto in un solo oggetto, perché la costituzione di tale oggetto ha seguito le leggi naturali che tutti seguono per la loro costituzione. In ciascun oggetto vi sono le memorie di tutti i modelli dell’universo che lo circondano, perché è stato costruito con le forme e le vibrazioni che l’universo stesso gli 29 ha imposto. È possibile spiegare, così, la presenza dei punti riflessi di tutti gli organi nei piedi, nelle mani, nelle orecchie, negli occhi ed in ogni altra parte del nostro corpo. La forma e la vibrazione introducono un altro aspetto interessante: se è vero che tutto è costituito dalla proiezione di forme e vibrazioni che il nostro universo ci impone, è anche vero che, se dovesse esistere un’aber-razione di un certo microsistema, questa sarebbe nelle memorie di tutti i microsistemi che compongono l’universo da cui sono stati creati. L’ipotesi di curare una malattia solo a livello sintomatico, quindi, è già un fallimento in partenza, perché le sue memorie sono scritte nelle cellule di tutto il corpo e, soprattutto, la predisposizione mentale che ha generato tale aberrazione, continua a dare gli stessi input aberranti. Per spiegare meglio, presento gli studi di un neuro-fisiologo dell’Università di Stanford, il dott. Karl Pribram; già nel 1969 ha dichiarato che l’ologramma si presta perfettamente come modello per illustrare i processi cerebrali: il cervello umano, infatti, funziona allo stesso modo; tali affermazioni sono state confermate due anni più tardi da un noto fisico (che avena anche collaborato con Einstein), il dott. David Bohm: l’universo è, probabilmente, olografico. Cos’è un ologramma e come funziona? Un ologramma è una proiezione tridimensionale di un’imma-gine; la caratteristica particolare è che l’immagine resta sempre rappresentata per intero anche se l’ologramma è diviso in 2 o più parti. Registrando su di una lastra fotografica le informazioni 30 relative ad un oggetto, ogni piccolissima parte di questa lastra riesce a memorizzare la totale immagine dell’oggetto in questione. Vediamo come si realizza in pratica: un fascio di luce laser viene sdoppiato: una parte è inviata direttamente sulla lastra, mentre l'altra parte del fascio è diffusa dall'oggetto, prima di cadere sulla lastra. Nel percorrere tragitti diversi, le due componenti del fascio si sfasano l'una rispetto all'altra e, ricongiungendosi, producono una figura di interferenza che viene registrata sulla pellicola sotto forma di ologramma. Ad occhio nudo sulla lastra non è visibile alcuna immagine, solo una retinatura di linee sottilissime e iridescenti. 31 Come anticipato in sede di definizione, in ogni parte della lastra è registrata tutta l’immagine; eliminando una parte della lastra diminuiamo solo l’intensità di informazioni registrate su di essa; l’immagine resta interamente visibile; è solo di peggiore qualità. Riportiamo tali principi ai concetti di malattia e sistema-uomo: la manifestazione di una malattia in una parte del corpo è solo un sintomo, perché tale malattia è registrata in ogni minuscola parte del nostro organismo, in ogni cellula. La terapia che si concentra sulla parte in cui essa è somatizzata non porterà mai alla soluzione definitiva del problema. Infatti se ipotizziamo di avere come oggetto della proiezione il corpo di uno psoriasico ed andiamo a sviluppare un ologramma, avremo la riproduzione di tale corpo esattamente com’è, con le sue macchie psoriasiche ben evidenti; se 32 andiamo a tagliare dalla diapositiva le sole macchie psoriasiche, l’ologramma si presenterà un po’ più sfuocato ma le macchie saranno ancora lì ben evidenti. Non basta togliere la macchia per sconfiggere la psoriasi; bisogna comprendere la coscienza che l’ha generata, dando l’informazione a tutte le cellule dei corpo del paziente. Le cose non sono buone o cattive, ma è il pensiero che le rende tali, così Shakespeare fa dire ad Amleto che descrive la sua pazzia; il pensiero ha il potere di creare mostri o malattie così come può creare bellissimi oggetti; e ad ognuno di tali termini può associare un valore positivo e negativo aldilà del senso che comunemente hanno in genere. La stessa malattia, generalmente intesa come cattiva esperienza, può essere vissuta in maniera costruttiva e diventare, a seconda dei casi, una buona occasione di maturazione e crescita personale. La realtà di base è la coscienza; la coscienza crea la realtà e la propria esperienza della realtà; ogni parte contiene l’intero e tutto ciò che esiste è interconnesso. 33 Introduzione alla BioPsicoQuantistica Ho investito gli ultimi 14 anni nello studio di temi e argomenti utili per cercare di comprendere i sistemi che sono alla base del funzionamento dell’essere umano. Riflessioni, approfondimenti e casi pratici mi hanno condotto alla compilazione BioPsicoQuantistica, di un utile per metodo complessivo, intendere e spiegare la i meccanismi che intervengono nell’insorgenza delle malattie o dei disagi e cercare soluzioni generali. In questo lungo percorso formativo, un ruolo chiave hanno assunto le teorie e i principi propri della Nuova Medicina Germanica: una spiegazione chiara, empirica e biologica dei meccanismi che conducono l’uomo alla cosiddetta malattia, questa volta, però, intesa come una fase del regolare percorso di crescita di un sistema che, esposto ad una sollecitazione a cui (per varie ragioni) non può fare fronte subito, innesca una reazione sintomatologica per ritrovare il proprio equilibrio. Il dott. Hamer aveva sviscerato l’argomento durante trent’anni di duro e appassionato lavoro (e 40.000 TAC a dimostrarne la validità). Per curare definitivamente un disagio è necessario affrontarlo olisticamente (prendendo in considerazione la multidimensionalità umana); questo metodo intende farlo più di ogni altro finora applicato. 34 Bibliografia 1. Dalla Pediatria alla Psicoanalisi, Winnicott Donald W. Ed. Psycho G. Martinelli & C. Firenze, 1991 2. WHO. Preventing and Managing the Global Epidemic of Obesity: Report. Of theWorld Health Organization Consultation of Obesity. WHO, Geneva, June 1997 3. Psoriasi e Medicina Naturale, un approccio olistico nella cura delle malattie della pelle. N.Petti, Tesi di diploma Universitè Europeenne “Jean Monnet”, 2000 4. Appunti di Medicina Olistica, N. Petti, Bari, 2004 5. Grazie Dottor Hamer, Claudio Trupiano, 2009 6. Malattie Mediali, Leonardo Benvenuti (elementi di Socioterapia), ed. Strumenti Baskerville 7. Tabella Scientifica della Nuova Medicina Germanica, dott. Ryke Geerd Hamer, ed. amici di Dirk 8. Testamento per una Medicina Germanica, dott. Ryke Geerd Hamer, ed. amici di Dirk 9. Il cancro, dott. Ryke Geerd Hamer, ed. amici di Dirk 10. Genetica dei DCA, Tesi, Natale Petti 11.I sintomi parlano, Rossella Panigatti, ed.Tea 35 12. Psiconeuroimmunologia, Francesco Bottaccioli, ed. Red 13. Psicologia Cognitiva, M.W.Eysenck, M.T.Keane, ed. Idelson-Gnocchi 14. Psicologia del pensiero, a cura di Vittorio Girotto e Paolo Legrenzi, ed. Il mulino 15. Introduzione alla psicoterapia psicodinamica, Glen O. Gabbard, ed. Raffaello Cortina 16. Psicopatologia generale, Christian Scharfetter, ed. Giovanni Fioriti 17. Malattia linguaggio dell’ anima, Rudiger Dahlke, ed. Mediterranee 18. Enneagramma e Programmazione Neurolinguistica, Vincenzo Fanelli, ed. Istituto delle motivazioni 19. Il serto di Iside, Angelo Angeini, ed.kemi 20. L’armonia, Omraam Mikhael Avanhov, ed. Prosveta 21. Frammenti di una religione universale, Annie Besant, ed. Fratelli Melita 22. Medicina psico-spirituale, Angelo Maria La Sala Batà,ed. nuova era 23. Le forme e il vivente, Paola Giacomoni, ed. Guida 36 24. Krion i 12 stati del dna, Lee Carrol, ed. Macro 25. L’intelligenza in Rete nascosta nel dna, Grazyna Fosar, Franz Bludorf, ed.Macro 26. Medicina epigenetica, Dawson Churh, ed. mediterranee 27. Guarire con il cibo,Giusi de Francesco, ed.Macro 28. Conoscenza antroposfica dell’uomo e medicina, Rudolf Steiner, ed. Antroposofica Milano 29. L’universo oltre lo specchio, John P. Briggs, F. David Peat, ed. Red 30. Il settimo senso, Dr.Nader Butto, ed. Mediterranee 31. Prove in Biologia delle trasmutazioni a debole energia, C. Louis Kervran, ed.acquarius 32. L’acqua che guarisce, Masaru Emoto e Jurgen Fliege, ed. Mediterranee 33. La risposta dell’acqua, Masaru Emoto, ed. Mediterranee 34. L’insegnamento dell’acqua, Masaru Emoto, ed. Mediterranee 35. Il simbolismo del corpo umano, Annick de Souzenelle, ed.Servittium 36. La steganografia, A. Gentili, ed. Kemi 37 37. La stenografia, A. Gentili, ed. Kemi 38. Neith, Luigi Anzoli, ed.Kemi 39. La biologia delle credenze, Bruce H. Lipton, ed. Macro 40. L’enigma forte, Edy Minguzzi, ed. Ecig 41. Ipotesi sulla guarigione, Davide Melzi, ed. Terra di Mezzo 42. Fisica e Filosofia, Werner Heisenberg, ed.Est 43. La grande sintesi, Pietro Ubaldi, ed. Medterranee 44. La cabala mistica, Dion Fortune, ed. Astrolabio 45. Iniziazione alla Kabbala Ebraica, A.D. Grad, ed. Meb 46. Ermete trismegisto corpo ermetico e esclepio, a cura di Bianca Maria Tordini Portogalli 47. La leggenda dei simboli, Marco Savnier, ed. Atanòr 48. All’origine fu la vibrazione, Alessio di Benedetto, ed. Nexus 49. La kabbala e la magia goetica, Thomas Karlsson, ed. atanòr 50. Amore Medicina e Miracoli, Bernie S.Siegel, ed.Sperling 51. La via della forza interiore, Carlo Moiraghi, ed.Meb 38 Approfondimenti 1. Algras S. et al. (2000). A multicenter comparison of cognitive-behavioural therapy and interpersonal psychotherapy for bulimia nervosa. Archives of General Psychiatry, 57, 459-466. 2. Ainsworth, C., Waller, G., & Kennedy, F. (2002). Threat processing in women with bulimia. Clinical Psychology Review, 22, 1155–1178. 3. Allison KC, Stunkard AJ, Their S. “Overcoming Night Eating Syndrome A step-by-step guide to breaking the cycle”. New Harbinger Publications: Oakland. 2004. 4. Alleri P., Ruocco R.: “Un‟esperienza di trattamento ospedaliero in una paziente con DCA in età pediatrica” Seminario regionale sui disturbi del comportamento alimentare. Perugia 5 maggio 2001 5. Alleri P., et all.: “Perché la Pediatria nei Disturbi alimentari e del peso: dalla pediatria alla psicoanalisi” Nuove frontiere della Pediatria. Todi 8 dicembre 2001 6. Alleri P., et all.: “fattori di rischio specifici per l‟insorgenza di disturbi alimentari: il soprappeso corporeo” Perugia 26 gennaio 2002 Seminario di l‟immagine corporea 39 studio sul soprappeso e 7. Alleri P, et all.: “La clinica tra emozioni e soma” Seminario di studio sui DCA in età pediatrica e dell‟età evolutiva. Todi 16 marzo 2002 8. Alleri P., Ruocco R.: “Il percorso assistenziale nei disturbi alimentari in età pediatrica e dell‟età evolutiva” Perugia Maggio 2002 9. Alleri P., et all.: “L‟intervento multidisciplinare in day hospital per i DCA. Aspetti clinici e rilevazione dei casi di trauma sessuale precoce nelle pazienti in trattamento” Seminario internazionale su abuso sessuale precoce e DCA. Perugia 23 marzo 2003 10. Alleri P. et all.: “Il modello di rete integrata per i disturbi del comportamento alimentare e del peso in Umbria”. Congresso “La forma del corpo”. Spoleto 3 – 4 ottobre 2003 11. American Psychiatric Association. (1994). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (4th ed.). Washington, DC: Author. 12. Anton C.(2002) Effetti indesiderati da lassativi. 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