banner MIC pdf

QUESTA INIZIATIVA È STATA POSSIBILE GRAZIE AL CONTRIBUTO DI:
SCOPRIRE FAENZA
Prosegue in queste pagine il nostro itinerario culturale per accompagnare i nostri lettori alla scoperta delle radici della storia
delle istituzioni culturali che hanno in tutti questi anni contribuito a preservare e ad arricchire le nostre città. Una provincia
che vuole mostrarsi al mondo per le sue bellezze, con un occhio
sempre attento a preservarne il profondo valore, ma con l’altro,
proiettato al futuro nella sfida che la vede candidata a capitale
europea della cultura. Ma il viaggio che vogliamo compiere insieme, è rivolto in primo luogo ai cittadini e ai tanti giovani che
sui banchi di scuola imparano a conoscerne la grandezza, ma
ignorano i suoi angoli suggestivi, i suoi siti invidiati nel mondo.
Il presidente Pier Antonio Rivola illustra le strategie per il futuro del Museo
«Mic, un patrimonio della Romagna»
«Dal 2006 ad oggi il Mic è passato da 32 a 21 dipendenti, da 1,7 milioni
donazioni avete raccolto?
a 930 mila euro di finanziamento comunale, passano 6mila bambini
«Dal 2006 ad oggi complessivamente sono quasi 2,5 milioni, metà
dalle scuole del territorio dentro i nostri laboratori ed il pubblico è
delle quali per la Fondazione. E’ una soddisfazione enorme, pensare
in crescita, nonostante la crisi che c’è».
che il patrimonio continui ad aumentare con continuità. Cerchiamo
anche di esporre a rotazione le opere che ci arrivano, non è sempre
Pier Antonio Rivola, dal 2006 ad oggi al timone del Museo internazionale della ceramica, snocciola i numeri principali del «suo» lavoro.
semplice però».
Il secondo mandato da presidente è cominciato a fine ottobre 2013.
La ceramica in città però sta vivendo un periodo non facile. Si
rischia di perdere conoscenze «uniche»? Cosa può fare il Mic?
Presidente Rivola, com’è cambiato il Mic in questi 8 anni?
«Beh, il riconoscimento dell’Unesco arrivato poco tempo fa è la testi«Il momento non è semplice per nessuno, però bisogna ingegnarsi,
monianza che questo museo è di primo piano a livello internazionale,
non abbattersi. Nei nostri laboratori passano ogni anno circa 6mila
unico nel settore della ceramica. Faenza deve essere orgogliosa del
bambini provenienti dalle scuole del territorio. Qualche cosa spero
Mic. In questi anni abbiamo cercato, nonostante risorse economiche
rimanga in loro. Poi c’è un interessamento per fare una scuola di
risicatissime, di migliorare la struttura e portare mostre di qualità. In
formazione anche con i cinesi, ma in questo caso servono molti soldi.
più, abbiamo aperto le nostre porte alla città, cercando collaborazioni,
Stiamo cercando una soluzione».
il Mei è l’ultimo esempio delle sinergie che abbiamo messo in atto».
Per il futuro sarà necessario intervenire per ristrutturare qualche
parte del museo o no?
Il Mic rimane però molto oneroso per la collettività o no?
«Nel 2006 il Comune spendeva nel Mic 1,7 milioni di eruo! Erano
«Sarebbe opportuno. Abbiamo una biblioteca unica, che deve essere
troppi, certo, oggi ne spende la metà, frutto di riduzioni di costi
messa in sicurezza, altrimenti è a rischio chiusura come d’altronde
Presidente Pier Antonio Rivola anche la Casalini è tutta da sistemare, altrimenti corre seri rischi
interni faticosissimi. I dipendenti, ad esempio, erano 32, oggi sono
solo 21 e sempre disponibili, giorni festivi compresi. In questi anni
anche questa parte di rovinarsi. Sono solo due priorità fra le altre.
ho cercato di mettere in atto ogni tipo di risparmio possibile. Oggi complessivamente Sono comunque ottimista che si possa trovare una soluzione tecnico-economica per
il Mic costa 1,5 milioni, con oltre 600mila euro di entrate da privati che noi cerchiamo realizzare gli interventi».
e portiamo a casa. Detto questo, se qualcuno ha consigli utili per noi ben vengano, Il nuovo spazio bar-ristorante invece nascerà?
sono sempre pronto ad ascoltarli».
«L’obiettivo c’è e anche la necessità, dobbiamo però avere pazienza e trovare la soluzione
La Fondazione è stata un’altra sua scommessa che sta funzionando. Quante più idonea alla nostra situazione».
La storia
L’Unesco: «Monumento testimone di una cultura di pace»
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in
Faenza è stato fondato nel settembre del 1908
alla conclusione della grande Esposizione internazionale dedicata ad Evangelista Torricelli che
ospitò i prodotti di molte manifatture italiane ed
europee. La donazione delle opere ceramiche da
parte degli espositori costituì il nucleo originario
del Museo che progressivamente si arricchì di
altri esemplari. Chi svolse maggior opera per la
sua costituzione fu Gaetano Ballardini, direttore
del Museo fino al 1953. La crescita dell’istituto
subì un brusco arresto nel maggio 1944, quando
un bombardamento ne causò la quasi completa
distruzione con gravi e insanabili perdite nelle
collezioni e nel materiale archivistico. «Post fata
Resurgo» fu il motto per la ricostruzione; con
forte determinazione, l’aiuto dei collaboratori
e della comunità faentina, grazie al sostegno
di una fitta rete di contatti nazionali ed internazionali, lo stesso Ballardini riorganizzò le
raccolte e diede nuovo impulso alla vita del
museo. Le finalità originarie espresse nello
statuto - acquisire, conservare e soprattutto
promuovere la produzione ceramica – sono
rimaste attuali fino ad oggi.
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, con le preziose testimonianze che custodisce di questa arte nel mondo, è
stato riconosciuto come «Monumento testimone di una cultura
di pace», secondo il programma lanciato dall’Unesco nell’anno
2000, anno per la Cultura di Pace.
Il Mic è stato accolto con il titolo di «Espressione dell’arte ceramica nel Mondo».
Marialuisa Stringa, presidente della Federazione Italiana Club
Unesco e responsabile per l’Italia del programma «Monumenti e
siti testimoni di pace» scrive la motivazione del riconoscimento:
«Visti i profondi valori che il Mic testimonia non solo sul piano artistico ma come via privilegiata per favorire l’incontro
e il dialogo fra le civiltà del mondo, abbiamo preso atto che il Museo costituisce un punto di riferimento per la ceramica antica, moderna e contemporanea, nazionale ed internazionale. Questo sia per la presenza delle preziose opere
ceramiche in esso contenute sia per la eccezionale documentazione custodita nella sua biblioteca. Abbiamo anche
valutato l’importanza dell’incontro di studiosi e artisti di tutto il mondo che annualmente si danno appuntamento
al Mic di Faenza per scambiare, approfondire conoscenze tecniche e culturali. E’ di grande significato che studiosi e
visitatori siano accolti dalla meravigliosa colomba della pace che con il suo volo rappresenta anche una continuità per
il futuro. Il nostro riconoscimento va dunque al Mic di Faenza espressione dell’arte ceramica nel Mondo, che risponde
alle idealità a cui il programma si ispira, il significato del dialogo e dell’incontro per costruire la pace. Si ricorda che
la Federazione Italiana dei Club Unesco, nell’accogliere l’invito lanciato dall’allora direttore Generale dell’Unesco
Federico Mayor, in apertura dell’anno per la cultura di pace, ha inteso aderire all’indicazione espressa di valorizzare la
presenza sul territorio di realtà artistiche o naturali che, per la ricchezza dei valori di cui sono testimonianza, possono
contribuire a costruire una cultura di pace».
Il Museo nel 1919
come «Espressione dell’arte ceramica nel mondo»
La direttrice Claudia Casali racconta l’evoluzione del museo manfredo
«La ceramica tra passato e futuro»
«Espressione dell’arte Ceramica nel Mondo», secondo l’autorevole
definizione dell’Unesco, di gran lunga il più importante museo nel
suo genere a livello internazionale, il Mic di Faenza, nato nel 1908, è
oggi un istituto caratterizzato da una profonda e inesausta dialettica
tra passato e futuro. Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza ha infatti un patrimonio di oltre 60 mila opere e reperti legati
alla storia della ceramica, dall’archeologia ai giorni nostri, attraverso
tutte le epoche e tutti i luoghi di tradizione ceramica, una storia che
viene sviscerata in quindici sezioni museali (dalle maioliche faentine dal Trecento al Seicento a quelle italiane rinascimentali, dalla
ceramica italiana contemporanea di Fontana, Martini e Baccarini
alle opere di giganti come Picasso, Matisse e Chagall fino alle sezioni
sull’estremo oriente, il mondo islamico e le culture precolombiane).
Al tempo stesso, se è vero che circa 70% della collezione è retrospettiva, buona parte dell’attività degli operatori del museo si concentra
sull’attualità, attraverso l’allestimento e la consulenza per mostre
temporanee, un’ampia offerta di attività didattiche e divulgative, l’organizzazione di
un premio tanto storico quanto proiettato verso il futuro come il «Faenza», l’impegno
sul fronte del restauro, una biblioteca unica al mondo, un’importante attività editoriale
e la continua tensione nei confronti della ricerca artistica.
«Una ricerca da sempre legata a doppio filo al Premio Faenza, nato nel 1938 proprio per
sondare l’evoluzione dell’arte ceramica internazionale – spiega Claudia Casali, direttrice
del museo –. E’ il più longevo premio di questo genere e le iscrizioni per la prossima
edizione sono in corso fino al 24 novembre. Anche più antica ma ugualmente votata alla
ricerca e all’innovazione è la rivista di settore La Faenza, nata nel 1913 e in procinto di
arrivare, proprio nel luglio di quest’anno, al suo centesimo numero. Il nostro lavoro sulla
contemporaneità poggia su queste basi e oggi si concretizza soprattutto negli eventi».
La percezione diffusa della ceramica come mezzo e linguaggio adatto a raccontare i
tempi che viviamo, e quindi non legato solo a tradizioni antiche e sedimentate, si è
molto accresciuta di recente, merito anche del lavoro del Mic. «Per anni è stato difficile
accettare la ceramica come linguaggio contemporaneo – commenta
Claudia Casali -, ma oggi viene comunemente percepita come arte
a tutti gli effetti ed è un risultato che lo stesso Premio Faenza, con i
suoi esiti, ha contribuito a consolidare».
L’attenzione alla contemporaneità è comprovata poi dall’adesione
del Mic, fin dagli esordi, alla Giornata del Contemporaneo indetta da
Amaci, e poi di recente declinata a Faenza in una peculiare «Settimana
del Contemporaneo». Quest’anno al Mic esporrà, ai primi di ottobre,
l’artista russa Ekaterina Panikanova. «La cosa più interessante di
queste esperienze – prosegue la direttrice – sta nel fatto che al museo
arrivano artisti importanti che non si sono mai misurati con la ceramica. Qui hanno modo di conoscerla e approcciarla artisticamente,
addivenendo spesso a risultati sorprendenti. E’ anche questo un
modo di fare ricerca».
E i riconoscimenti, ovviamente, non mancano, da quello cubitale
dell’Unesco, da cui consegue ogni 7 ottobre un open day del museo,
fino a certificazioni meno altisonanti ma non così secondarie come la menzione d’eccellenza su Trip Advisor, che dà grande visibilità sulla rete. «E inoltre è sempre aggiornato
sulle attività del museo – aggiunge Claudia Casali –. Questa segnalazione evidenzia che
il Mic, insieme ad altre realtà faentine, fa parte di un sistema che richiama turismo sul
territorio. Nei primi mesi del 2014 abbiamo avuto al museo oltre 2.500 visitatori in più
rispetto allo stesso periodo del 2013. Allo stesso ritmo crescono le amicizie su Facebook».
Ovviamente le mostre temporanee ricoprono un ruolo di primo piano nella vita del
museo: ne è testimone quella in procinto di partire su «La ceramica che cambia», così
come lo sono i progetti degli ultimi anni condivisi con il San Domenico di Forlì e la
Fondazione Ragghianti di Lucca.
Altro punto d’eccellenza è la biblioteca del Mic, che conserva e mette a disposizione
circa 64 mila volumi e riviste dedicati alla ceramica, un patrimonio unico al mondo con
un migliaio di utenti frequentanti assidui e almeno il doppio di persone che contattano
la biblioteca da ogni parte del mondo per avere informazioni e consultare testi rari.
Claudia Casali
Dal 27 giugno la nuova mostra del Mic sul Dopoguerra
Attività didattiche
e «giochi con l’arte»
Informale, neocubismo, astrattismo, pop art, minimalismo:
in due parole «avanguardie novecentesche», che nel corso
dei decenni hanno contaminato il linguaggio della ceramica
rinnovandolo profondamente. E proprio queste avanguardie
saranno al centro della prossima grande esposizione del Museo
Internazionale delle Ceramiche di Faenza. «La Ceramica che
cambia. La scultura ceramica in Italia dal secondo dopoguerra.
Da Fontana a Leoncillo, da Melotti a Ontani» inaugurerà alle
18 di venerdì 27 giugno, con l’ambizioso obiettivo di antologizzare gli esiti ceramici legati alle estetiche dominanti del
XX Secolo, in un dialogo tra generazioni che avrà uno sguardo
sovranazionale. Un’esposizione che prenderà idealmente gli
auspici dalla recente mostra su Artura Martini, condivisa dal
Mic con palazzo Fava a Bologna, un allestimento che «Ha
fornito importanti spunti di riflessione sull’evoluzione storico-artistica del linguaggio ceramico nel dopoguerra – spiega
Claudia Casali, direttrice del Mic -. Soprattutto negli ultimi anni, Martini fornì spunti poi adottati dai suoi allievi e dalle
generazioni successive, elementi affrontati dall’artista anche a livello teorico sul suo pamphlet Scultura lingua morta».
Al Mic saranno quindi esposte opere di Asger Jorn, Albert Diato, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Leoncillo Leonardi,
Nanni Valentini, per giungere ai più contemporanei come Luigi Ontani, Mimmo Leoncillo, La dattilografa
Paladino e Bertozzi&Casoni. Lo mostra intende ripercorrere le principali tappe
della storia scultorea ceramica del Dopoguerra, attraverso protagonisti che ne
hanno cambiato le prospettive, con contenuti innovativi e straordinariamente
contemporanei. Per la prima volta saranno quindi insieme i grandi protagonisti
del cambiamento di un’arte, la scultura ceramica, che oggi torna ad essere un
linguaggio privilegiato nel sistema dell’arte contemporanea.
«Questa mostra – continua Pier Antonio Rivola, presidente della Fondazione
Mic - ci permetterà di fare emergere dai nostri depositi opere straordinarie della
nostra collezione, finalmente ammirabili dal pubblico».
Numerose le attività collaterali previste, a cominciare dalle visite guidate-aperitivo, in programma ogni martedì di luglio e agosto alle 18.
Sono già partiti i laboratori grafico-pittorici e le attività
di animazione di «R:Estate@MIC», che proseguiranno
al museo fino al 29 luglio 2014. Le attività didattiche
e divulgative rivolte alle famiglie, ai turisti e alle scolaresche costituiscono infatti una parte importante
del lavoro del Mic, che ha allestito anche una sezione
didattica propedeutica alla visita alle collezioni. Si tratta
di una sala multimediale che illustra le tecniche della
ceramica attraverso l’iter produttivo, i prodotti ceramici
e le decorazioni.
Il museo organizza anche «laboratori volanti» nelle sale
espositive un sabato al mese, oltre ai pomeriggi delle
«Domeniche in famiglia», con visite e laboratori per tutti.
Iniziative ed eventi collaterali a museo e mostre temporanee vanno avanti tutto l’anno. Tra le più apprezzare
c’è il laboratorio Giocare con l’arte, ideato da Gian Carlo
Bojani 36 anni fa e oggi condotto da Dario Valli e Lorena
Cabal Lopez. Numerose le possibilità di attività per
le scuole (da un laboratorio pratico con le argille alle
visite guidate) e per insegnanti e adulti, con quattro
corsi in estate: ceramica di livello base (28 giugno-5
luglio), grafica KunstBox–KuboArte (11-13 luglio), grafica
di livello base (27-29 agosto) e grafica «Mono Cromo»
(27-28 settembre).
Info: www.micfaenza.org/didattica
Da Fontana a Leoncillo
Lucio Fonatana, Sfere
La mostra è organizzata grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cassa
di Risparmio di Ravenna e con il sostegno della Cassa di Risparmio di Cesena e
di Regione Emilia Romagna. Il Comitato Scientifico è composto da Maria Vittoria
Marini Clarelli (Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma), Luigi Ficacci (Psae
Bologna), Cecilia Chilosi (studiosa della ceramica ligure), Flaminio Gualdoni
(docente all’Accademia di Brera), Nico Stringa (docente a Cà Foscari) e Claudia
Casali (direttrice del Mic)
Obiettivo cultura per la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Decisivo l’apporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna al settore dell’arte e della cultura nel nostro territorio. L’Istituzione,
presieduta da Lanfranco Gualtieri, continua a destinare infatti, pur avendo dato priorità nel 2013 al sostegno delle problematiche sociali
emergenti in questa fase economica, risorse importanti per mantenere alto il livello qualitativo dell’offerta culturale e il livello di conservazione del patrimonio monumentale.
Gli impegni più rilevanti – oltre due milioni novecentomila euro complessivi erogati nel 2013 - sono rivolti al recupero, conservazione
e valorizzazione del patrimonio artistico locale, alla manutenzione e catalogazione dei beni e a tutte quelle operazioni di sostegno alla
produzione e fruizione della cultura condotte attraverso allestimenti museali, musicali, teatrali e comunque capaci di sviluppare il turismo
culturale, la mobilità e la qualità urbana. Da sottolineare anche le iniziative proposte dalle Istituzioni della Provincia di Ravenna e dalle
numerose associazioni culturali, con l’obiettivo di valorizzare le attività che promuovono il territorio creando un fattore di sviluppo non
solo culturale ma anche economico e sociale per la comunità ravennate.
REALIZZAZIONE GRAFICA E IMPAGINAZIONE A CURA DI PUBLIK IMAGE - Testi a cura di Media Romagna