MERCOLEDÌ 15 GENNAIO 2014 ANNO 139 - N. 12 In Italia EURO 1,40 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 Fondato nel 1876 Assicurazioni & Previdenza www.uniqagroup.it UNIQA Previdenza SpA - Milano - Aut. D.M. 17656 del 23/04/1988 (G.U. 117 del 20/05/1988) LA LEGGE ELETTORALE NON BASTA Il colosso del web Google per famiglie con il termostato online Malagò (Coni) «Lo sport può rilanciarsi se investe sulle scuole» Con il Corriere Barenboim interpreta il genio di Beethoven di Ian Bremmer e Marta Serafini a pagina 25 di Domenico Calcagno a pagina 43 In edicola a 6,99 euro più il prezzo del quotidiano Giannelli Francia LA DEBOLEZZA DEL POTERE 9 771120 498008 40 1 1 5> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la nota informativa, il regolamento e le condizioni generali di contratto pubblicati sul sito www.uniqagroup.it. Il presidente e la relazione con Julie: chiarirò prima della visita negli Usa Il confronto IL RIFORMISTA (OBBLIGATO) dati in % Previsioni 2014 Stime 2013 ITALIA Francia +0,9 Pil +0,7 -1,6 di MASSIMO NAVA -0,1 S +1,9 +2,2 +2,4 +2,4 11,2 11,6 12 12,4 volta per il futuro, ravvedimento tardivo, scatto riformista dettato da necessità e urgenza. Ci sono molti modi d’interpretare il programma di François Hollande per i prossimi mesi. Spagna +0,5 -1,5 +3,3 +4,2 27 26,5 Export Disoccupazione Fonte: Fondo monetario internazionale (Fmi) CONTINUA A PAGINA 36 di ALDO CAZZULLO e STEFANO MONTEFIORI «M omento doloroso». Ma per il presidente francese François Hollande la presunta relazione con l’attrice Julie Gayet è «una questione privata», che risolverà, dice, prima della visita negli Usa. E Valérie Trierweiler? «È a riposo». Hollande poi annuncia la svolta in economia. CORRIERE DELLA SERA ALLE PAGINE 2 E 3 Il segretario ricorda che la Idem si dimise. Poi la polemica con Alfano sulle unioni civili Paure ed eccessi Attacco di Renzi a De Girolamo IL DEFICIT DIMENTICATO DEI DIRITTI DI LIBERTÀ Il Pd alza i toni. Il ministro: rispondo su tutto in Parlamento di MICHELE AINIS Matteo Renzi polemizza con Alfano sulle unioni civili e stigmatizza il comportamento di Nunzia De Girolamo, ministro delle Politiche agricole al centro di polemiche a causa di presunte pressioni per gli appalti nella Asl di Benevento. Il segretario del Pd: la Idem si dimise. De Girolamo: risponderò in Parlamento. Il referendum sulla Costituzione I dati L’Egitto al voto, undici morti di CECILIA ZECCHINELLI I n Egitto sangue sul primo giorno di voto per il referendum costituzionale. Scontri, 11 morti, arresti. Politicamente, si delinea un successo per Al Sisi e il fronte alleato. A PAGINA 15 con un articolo di Viviana Mazza (Nella foto, soldati appostati fuori dai seggi) CONTINUA A PAGINA 36 di STEFANIA TAMBURELLO A PAGINA 5 È nella nuova segreteria democratica Scandalo spese in Sicilia: 97 indagati, anche Faraone Piatti d’argento, cene e viaggi con i fondi dei gruppi parlamentari. Inchiesta per le «spese allegre» dell’Assemblea siciliana: sono 97 gli indagati per peculato. Compresi 13 capigruppo. Coinvolto anche il renziano Davide Faraone, responsabile del Welfare del Pd: «Lascio la segreteria solo se mi rinviano a giudizio». A PAGINA 20 Cavallaro Ora è il fonico del gruppo: l’accusa è violenza sessuale su ragazzini della parrocchia Molestie, nei guai l’ex tastierista dei Modà di LUIGI FERRARELLA I l primo braccialetto elettronico dopo la nuova legge scatta a Milano. Con l’accusa di molestie sessuali su minori, arresti domiciliari per Paolo Bovi, fondatore ed ex tastierista dei Modà, che dal 2005 è passato dietro il palco come fonico della band seconda nel 2011 e terza nel 2013 al Festival di Sanremo. Bovi, che con il leader Kekko fondò la band in un oratorio, come animatore di una parrocchia è indiziato di avere molestato nel 2011 quattro ragazzini fra i 13 e i 16 anni. A PAGINA 18 La Consulta: sì ai governi Tagli e polemiche Abu Omar e segreto di Stato: Pollari e Mancini saranno prosciolti Niente pulizie: il Veneto costretto a chiudere alcune scuole IL SERVIZIO di VALENTINA SANTARPIA A PAGINA 19 D’ Consumi giù e l’inflazione è ai minimi ALLE PAGINE 8 E 9 ANSA / EPA / FOUAD GARNOUSY / ALMASRY ALYOUM U non basta la legge elettorale? Innanzitutto la cultura politica: partiti antichi, elettorati pragmatici, media responsabili. Poi il monocameralismo: una sola Camera dà la fiducia al governo (a questa anomalia italiana pare che finalmente si voglia porre rimedio, speriamo). Ma, forse più di tutto, contano l’investitura e i poteri del capo del governo. Che non a caso in Spagna si chiama presidente del governo, e in Gran Bretagna primo ministro, e in Germania cancelliere, e solo da noi presidente del Consiglio, cioè niente più che un primus inter pares, un’eredità che ci portiamo dietro dallo Statuto Albertino. Da anni è chiaro che servirebbe invece un primo ministro padrone della sua maggioranza, in grado cioè di guidarla o di mandarla a casa se gli si ribella. Ma finora le necessarie modifiche costituzionali sono sempre state bloccate dalla diffidenza storica della sinistra nei confronti di ogni rafforzamento dei poteri del premier, nel timore che Berlusconi potesse ritagliare sulla sua figura i panni di un moderno tiranno. Adesso però Berlusconi è interdetto da Palazzo Chigi, e il nuovo capo della sinistra, Renzi, non sembra proprio uno che ha paura di un governo forte guidato da un leader forte. Perché allora il tema è stato completamente abbandonato da tutte le forze politiche? Perché non si affronta adesso, insieme al bicameralismo, in questo anno di legislatura che forse ci resta? C’è un modo ambizioso di affrontarlo (forse troppo ambizioso per il Parlamento attuale) ed è quello di introdurre l’elezione diretta del capo dell’esecutivo. Domani Sicuro Plus La pensione integrativa personale, certa, crescente nel tempo e incentivata + PENSIONE fiscalmente. - TASSE Hollande: è un momento doloroso E annuncia la svolta sull’economia di ANTONIO POLITO na buona legge elettorale è ovviamente necessaria per la tanto agognata governabilità. Però credere che un sistema elettorale, qualsiasi sistema elettorale, sia anche sufficiente a risolvere il problema è una grande illusione, nella quale purtroppo stiamo cadendo di nuovo. Si dice: se c’è un premio di maggioranza la sera delle elezioni si sa chi ha vinto, e chi ha vinto governa per cinque anni. Ma il premio di maggioranza c’era dal 2005, e nessuno di quelli che lo hanno vinto è poi riuscito a governare per cinque anni, nemmeno nell’epoca del bipolarismo pre-Grillo: Prodi ha resistito due anni, Berlusconi meno di tre (dall’uscita di Fini in poi il suo governo era finito). Rivendichiamo giustamente una legge maggioritaria per un nuovo inizio, ma tendiamo a dimenticare che quella precedente non era certamente poco maggioritaria, è stata anzi giudicata incostituzionale proprio perché era ipermaggioritaria. Del resto in nessuna nazione democratica una buona legge elettorale basta di per sé a garantire maggioranze parlamentari omogenee. Ai fautori del sistema spagnolo andrebbe ricordato che Zapatero per due legislature ha governato senza avere la maggioranza assoluta alle Cortes; ai fautori del collegio uninominale che nemmeno in Gran Bretagna l’attuale premier ha ottenuto col voto una maggioranza a Westminster. E in Germania la Merkel ha stravinto le elezioni, e ciò nonostante ha dovuto fare la grande coalizione con gli avversari socialdemocratici. Che cos’è allora che dà stabilità e governabilità alla Spagna, alla Gran Bretagna e alla Germania, se Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 www.corriere.it A PAGINA 23 Molise Affari e favori Il pasticcio del questore di SERGIO RIZZO A PAGINA 21 accordo, la legge elettorale. D’accordissimo, la riforma della Costituzione. E poi il lavoro, le tasse, la semplificazione burocratica. È questa la nostra corona di spine. Ma c’è un’altra spina che ci ferisce il cranio, un’altra urgenza fin qui rimasta sotto un cono d’ombra, a parte qualche battibecco fra Renzi ed Alfano: la questione dei diritti civili. Eppure il lascito della Seconda Repubblica non è soltanto il debito pubblico, o il debito etico della politica verso il pubblico. Ne abbiamo ricevuto in dono anche un deficit di diritti, di libertà. Non a caso tornano adesso in discussione la legge Bossi-Fini sull’immigrazione o la Fini-Giovanardi sulle droghe. Leggi sopravvissute ai propri artefici, reperti di un’epoca trascorsa. CONTINUA A PAGINA 36 2 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Primo Piano # Francia Il presidente e la stampa Hollande prende tempo sull’«affaire Julie» e punta sull’economia 53 miliardi di tagli e 30 di sgravi fiscali alle imprese Un blogger francese: Gayet aspetta un bambino Su Le Monde Tutti gli errori del capo di Stato 1 All’Eliseo non c’è vita privata L’autorevole quotidiano francese non dà tregua a François Hollande. Sul suo sito Web, dal quale aveva già lanciato sei domande capaci di imbarazzare il presidente, ieri il giornale non ha esitato ad accusarlo di «leggerezza» e a sottolinearne i «tre errori». Il primo è stato ignorare che «il presidente della Repubblica non è libero nella sua vita privata» per una sorta di «obbligo professionale» 2 Ignorare la dittatura di Internet Il secondo errore di Hollande è di non aver compreso quanto siano cambiati i tempi rispetto all’epoca dei suoi predecessori Jacques Chirac e François Mitterrand. Il presidente, scrive «Le Monde», ha pensato di potersi concedere come loro una vita parallela, protetto dal suo ruolo istituzionale e dal silenzio dei media. Ma oggi regna la «dittatura della trasparenza imposta da Internet» 3 Mettere a rischio le riforme Infine, un grave errore politico. All’inizio di un anno scandito da tre importanti appuntamenti elettorali, che avrebbe dovuto segnare il rilancio della sua presidenza e aprire la stagione delle riforme, François Hollande rischia di mandare tutto all’aria. Qualsiasi cosa dica d’ora in poi, sottolinea «Le Monde», il capo dello Stato «avrà difficoltà a cancellare gli interrogativi dei francesi sulla sua sfuggente personalità» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Con grande abilità il presidente della Repubblica francese François Hollande ha affogato poche parole sull’affare Trierweiler-Gayet in un oceano di misure di politica economica — alcune molto importanti — a favore delle aziende, nel corso di una conferenza stampa fiume all’Eliseo durata oltre due ore e mezza, davanti a quasi 600 giornalisti di tutto il mondo. «Il patto di responsabilità è il più grande compromesso sociale degli ultimi decenni», ha detto Hollande, tornando sull’annuncio fatto il 31 dicembre durante il discorso di fine anno ai francesi. Si tratta effettivamente di una svolta, perché Hollande abbandona la retorica contro il mondo degli affari inaugurata in campagna elettorale e la politica di alte tasse alle aziende dei primi 18 mesi di presidenza, per passare a una nuova fase in cui abbraccia il principio liberale dell’«offerta che crea la domanda». Hollande si è dichiarato per la prima volta apertamente «socialdemocratico». Mossa che può far sorridere arrivando da un dirigente europeo nel 2014, eppure introduce una rottura lungamente attesa rispetto allo statuto del Partito socialista e all’ala sinistra della maggioranza. Il patto di responsabilità — riassumibile in meno tasse alle aziende in cambio di assunzioni — si articola in quattro «cantieri»: 1) abbassamento del costo del lavoro, con le imprese e i lavoratori autonomi che fino al 2017 non pagheranno più i contributi familiari, con un risparmio di 53 miliardi, finanziato con tagli alla spesa pubblica. Sono previsti anche 30 miliardi di sgravi fiscali 2) visibilità, dare alle imprese un quadro fiscale chiaro 3) semplificazione, ossia ridurre gli oneri amministrativi e burocratici 4) in cambio le aziende dovranno accettare un certo numero di assunzioni, e un osservatorio del governo studierà quantità e qualità dei nuovi posti di lavoro. Come si vede, siamo molto Socialdemocratico Abbandonata la retorica anti-affari, l’obiettivo è tornare a produrre: «Sono socialdemocratico» lontani dal servizio del settimanale Closer che venerdì scorso ha travolto la vita del presidente, ritraendolo con il casco, in scooter, al numero 20 di rue du Cirque per gli appuntamenti con l’amante Julie Gayet. L’esercizio per Hollande era molto difficile: si è presentato davanti ai media e ai francesi mentre la première dame Valérie Trierweiler è ancora in ospedale, sotto choc emotivo dopo l’uscita del settimanale. Si può dire che il presidente abbia superato la prova, concedendo il minimo alle legittime domande sullo scandalo, ma evitando un rifiuto totale che avrebbe sconfinato nell’arroganza. Nel suo discorso introduttivo Hollande ha evocato la libertà di stampa, non quanto al gossip ma a proposito dei quattro giornalisti francesi ancora ostaggio dei terroristi. Il presidente dell’associazione della stampa presidenziale, Alain Barluet, giornalista del Figaro, ha avuto come tradizione l’onore di parlare per primo e, comunque, ha posto subito la domanda che pesava come un elefante nella stanza: «Valérie Trierweiler è ancora la première dame di Francia?». Hollande ha evocato un «momento doloroso», ha enunciato il principio che «gli affari privati si regolano in privato e questo non è il momento né il luogo per farlo», aggiungendo però che risponderà alla domanda prima della visita di Stato negli Stati Uniti, l’11 febbraio. Poi, «totale indignazione» ma nessuna causa a Closer, e alla domanda su come stesse in ospedale Valérie Trierweiler risposta stringata, senza nominarla: «Si riposa, non dirò altro». Ma nella notte l’affaire si complica. Il Daily Mail, rilanciando le indiscrezioni del blogger francese Le Reel, rivela che Julie sarebbe al quarto mese di gravidanza. La notizia verrebbe da una fonte molto vicina al presidente e, se confermata, non lascerebbe più dubbi su chi è la première dame. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori Il giudizio sul Presidente 100% 80% 72% Negativo 60% 40% 26% 20% Positivo 0% 2012 2013 2014 Sondaggio condotto in Francia fra il 10 e l’11 gennaio su un campione di 1018 adulti © RIPRODUZIONE RISERVATA Pubblico e privato Basta un legame affettivo per vivere all’Eliseo, con persone alle proprie dipendenze, come Trierweiler? Dalle spese ai viaggi, ripensare la première dame Cancellare il ruolo o istituzionalizzarlo: adesso le regole andranno cambiate «Non esiste uno statuto ufficiale» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Da venerdì, il giorno della pubblicazione delle foto, il presidente Hollande cerca di ridurre la relazione non più clandestina con l’attrice Julie Gayet a una «questione privata», e lo ha fatto anche ieri, ma ci sono due aspetti che glielo impediscono: la sicurezza, e lo statuto della première dame. Per vedere l’amante nell’appartamento a due minuti dall’Eliseo, Hollande è sembrato eludere il suo stesso apparato di sicurezza. Il fotografo che ha scattato le immagini, Sébastien Valiela, dice «avrei potuto tranquillamente attentare alla vita del presidente», impugnare un fucile invece di una macchina fotografica. E infatti, su questo ieri Hollande si è sentito in dovere di rispondere. Per negare, certo, ripetendo «da quando sono presidente la mia sicurezza è stata sempre garantita, ovunque», ma legittimando di fatto i dubbi e il valore pubblico dell’affaire. Poi, c’è la questione dello statuto della première dame: come si può so- stenere che la vicenda sia solo privata, quando il 6 maggio 2012 Valérie Trierweiler ha salito assieme a François Hollande i gradini dell’Eliseo durante la cerimonia di insediamento, e da allora vive nell’ala «Est» del Palazzo, con appartamenti, uffici, e ben cinque consiglieri a sua dispo- Carla Bruni 46 anni, ha sposato Nicolas Sarkozy quando era già presidente nel febbraio del 2008 Cecilia Attias 56 anni, è stata la seconda moglie di Sarkozy fino al divorzio avvenuto nell’ottobre del 2007 sizione, a carico del contribuente? Comunque finisca la storia, sia Valérie o Julie a vincere, il ruolo della première dame andrà ripensato: per cancellarlo del tutto o istituzionalizzarlo, come è il caso negli Stati Uniti. Per il momento la Francia sta a metà, e anche questo è fonte degli imbarazzi di questi giorni. François Rebsamen è un importante senatore socialista, sindaco di Digione, sempre vicino a François Hollande: nell’estate 2012 era destinato alla poltrona di ministro dell’Interno, ma si dice che Valérie Trierweiler si oppo- Da Parigi a Roma L’attrice è nominata dalla ministra nella giuria di Villa Medici Risvolti romani dell’affaire tra François Hollande e Julie Gayet. L’attriceproduttrice al centro dello scandalo è tra i membri della giuria nominati dalla ministra francese della Cultura, Aurélie Filippetti (fedelissima di Hollande), per la selezione dei borsisti 2014 per Villa Medici, la celebre Accademia di Francia a Roma, ospitata a Villa Medici a Trinità dei Monti. E’ il sito dell’Accademia a rendere noti i nomi dei nuovi giurati: oltre alla Gayet, Anne Marie Clairet (arti plastiche), Marie-Agnès Gillot, coreografa e étoile all’Opera di Parigi, Lucia p Ronchetti, compositrice. Intanto il settimanale «Oggi» rende noto che la R rrelazione tra Hollande e Gayet «è diventata una cosa seria» un anno fa, nel ggennaio 2013 (a sinistra il nuovo numero oggi in edicola). se suggerendo invece Manuel Valls, e venne accontentata. Forse anche per questa vecchia ruggine Rebsamen ha detto in questi giorni che «la première dame in Francia è una pratica antiquata che dovrebbe essere abbandonata», e ieri a Hollande è stato chiesto se era d’accordo. «Non esiste uno statuto ufficiale del congiunto del capo dello Stato, non è mai esistito», ha risposto Hollande, prima di aggiungere: «Quel che per me è essenziale, è la trasparenza (brivido di imbarazzo in sala, ndr). Il che vuol dire che i mezzi devoluti ai congiunti del capo dello Stato devono essere conosciuti e, se posso dire, il più possibile modesti». Nel maggio 2013, gli uffici del primo ministro resero noto quanto costa Valérie Trierweiler allo Stato per la remunerazione dei suoi collaboratori (senza contare viaggi e apparato di sicurezza): circa 60 mila euro al mese. Ma il nocciolo del problema non sono tanto i soldi, quanto la commistione tra vita privata e pubblica: Trierweiler vive all’Eliseo e ha persone alle sue dipendenze esclusivamente in virtù di un legame affettivo, personale. Non è Closer ad avere per primo confuso i piani. S. Mon. @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Primo Piano La privacy Lo scoop Il rischio La coppia ❜❜ ❜❜ ❜❜ ❜❜ Il dolore Per me è un momento doloroso ma gli affari privati si affrontano in privato Il personaggio Closer La mia indignazione è totale ma non farò nessuna causa a «Closer» La sicurezza La mia sicurezza è garantita ovunque anche quando mi sposto a titolo privato 3 Valerie Come sta Valerie? Si sta riposando, non ho altri commenti da fare Ridare fiducia al Paese è un compito al di sopra delle forze di un presidente inseguito dalla maledizione di Strauss-Kahn e Cécilia Sarkozy Cinismo e amori hollywoodiani Anche il «budino» si scopre spietato Soddisfatto di sé, mostra poco interesse per le sorti della compagna «un uso», «una pratica» che «varia a seconda dei periodi e delle personalità», e in ogni caso le sue spese devono essere «conosciute, pubblicate e le meno elevate possibile» (oggi sono 19 mila euro al mese). Ma Valérie è ancora in ospedale: come sta? «Si riposa». La surreale conferenza stampa era stata convocata per annunciare la nuova stagione socialdemocratica. E’ diventata l’attesa da teatro dell’assurdo di una parola sullo scandalo. Bloccato per tutto il pomeriggio, il governo al completo assiste tra sorrisetti imbarazzati: il premier Ayrault, il ministro degli Esteri Fabius il cui riporto è ormai ridotto a un simbolico ciuffo, il ministro degli Interni Valls (un Sarkozy più bello e meno nervoso). Il presidente si dice consapevole della necessità di «difendere la serietà della Repubblica»; fremito in sala; ma sta parlando di Dieudonné, il comico. Ora esalta «la Humour francese Una vignetta fatta circolare ieri su dignità della persona»; Twitter. Nel testo si legge: Valérie ricoverata. Hollande ma si riferisce alla nuovuole fermare le uscite notturne. «Bene... quindi, visto va legge sul fine vita. che tu sei qui... non ti dispiace se Julie dorme a casa?» «Ci sono persone maggiorenni che vivono cessario predatorio e spietato. una grave sofferenza psicologica...»: Non una parola sulla salute della qui siamo alle cure palliative. La pasua compagna, portata all’Eliseo e rola «relazione» fa sobbalzare l’uditradita nella garçonnière di fronte. torio: ma intende la partnership Non una parola sul futuro del loro franco-tedesca. Quando poi evoca legame. Non una parola, figurarsi, «la responsabilità del capo dello sulla nuova storia. Valérie Trierwei- Stato», tutti pensano: finalmente ci ler sarà ancora la première dame? siamo. Invece si discetta dell’interNon si sa, bisogna ancora discuter- vento in Mali e nella Repubblica ne, ma in privato. Il capogruppo so- centrafricana. E’ la domanda — pacialista al Senato Rebsamen propo- lesemente concordata — del presine di abolire la figura della première dente della stampa presidenziale ad dame? La première dame non esiste, alzargli la palla: il triangolo con non è prevista dalla Costituzione; è Valérie e Julie è «un fatto privato», DAL NOSTRO INVIATO che sarà risolto prima del viaggio a Washington, fissato per l’11 febbraio. L’opinione pubblica avrà un mese per interrogarsi su quel che le élites francesi già sapevano: dietro la maschera da omino di burro, la pappagorgia, la bonomia, Hollande nasconde una personalità tormentata e un grande interesse, ricambiato, per le donne. Lo spiegava la madre dei suoi quattro figli, Ségolène Royal, nelle varie interviste, comprese quelle rilasciate alla rivale Valérie, allora giornalista di Paris Match: «François ha un grande humour. Sa ascoltare. Con lui non ci si annoia mai». E Thomas, il primogenito: «Papà è più arrendevole, mamma più autoritaria. Papà la domenica va a fare la spesa, è bravo a fare la costoletta di vitello. Mamma sparecchia». Il rapporto tra i due era stato descritto in un saggio intitolato «La Madone et le culbuto»: lei rappresentata come la Vergine, lui come un Due donne Valérie Valérie Trierweiler (a sinistra), 48 anni, giornalista politica, dal 2007 è la compagna ufficiale del presidente. Per la rivista «Paris Match» aveva intervistato in passato la socialista Ségolène Royal, all’epoca compagna di Hollande Julie Julie Gayet, 41 anni, attrice cinematografica. Nella campagna elettorale 2012 aveva sostenuto Hollande con un video: «Quel che dice, lo fa» poltronafrau.com PARIGI — Eccolo qui, il «budino», il presidente «moscio», il leader la cui normalità confina con la mediocrità: roseo, truccato, i capelli tinti, in preda a un’«indignazione totale» per la fuga di notizie sul suo amore segreto; eppure ringalluzzito, quasi compiaciuto di sé, confortato dalla risalita nei sondaggi e dal rivelarsi al mondo nella sua vera natura di uomo fascinoso, spiritoso, se ne- Grantorino, designed by Jean-Marie Massaud pupazzo. Nessuno però è riuscito a persuaderlo a sposarsi. Oscar Temaru, presidente della Polinesia francese, tentò di organizzare una cerimonia esotica, con le corone di fiori e tutto; Hollande si tirò indietro, con lo stesso sorriso imbarazzato di ieri. La Royal, mai nominata, è uno dei personaggi-chiave della storia. Rebsamen, l’unico socialista ad aver criticato il presidente, nel 2007 guidava la campagna della prima donna candidata all’Eliseo. Molti francesi hanno visto nella Trierweiler un’usurpatrice, a maggior ragione dopo il tweet a sostegno dello sfidante che ha battuto la Royal nel suo collegio e l’ha esclusa dal Parlamento. Da allora Valérie, che si era insediata nell’«aile madame» dell’Eliseo, con un consigliere, un segretario, una segretaria, un autista e una guardia del corpo, è stata relegata ai margini della vita pubblica. Julie Gayet, l’attrice di sette anni più giovane, l’ha allontanata anche dall’intimità del presidente. In campagna elettorale, Hollande mostrava ai giornalisti il cellulare su cui arrivavano le telefonate della Trierweiler, rubricata come «Mon Amour» e definita «donna della mia vita»; purché non si parlasse di matrimonio. Ieri ha fatto mostra di essere poco interessato al suo destino. Ha tenuto però a precisare che la persona del capo dello Stato non è mai stata in pericolo, voltandosi verso il ministro dell’Interno, che annuiva enfaticamente. Valls è l’altro personaggio-chiave. «Non poteva non sapere» è l’accusa. Valérie non l’amava. Si era espressa contro l’espulsione della giovane rom Leonarda, decisa dal ministro. Di sicuro Valls, che sta maturando con il presidente un rapporto di competizione analogo a quello che oppose Sarkozy a Chirac, non ha dato una mano. Domande su di lui non se ne sono sentite. Rigo- rosamente tagliata fuori la stampa anglosassone: quando alla fine l’inviato dell’Associated Press tenta l’affondo, Hollande risponde che «in Francia ci sono dei valori. La libertà di stampa è tra questi. Ma lo è anche il rispetto della vita privata». L’orgoglio nazionale ritrovato doveva essere al centro della svolta. La Francia oggi «si denigra, si inquieta, non ha fiducia in se stessa»; ma «all’estero la considerano la nazione più fortunata della terra, che ha i migliori uomini di cultura, che possiede l’arte di vivere»; deve «ritrovare un orizzonte, tornare padrona del proprio destino». Un compito al di sopra delle forze di un presidente che oggi svela una vita erotico-sentimentale da divo di Hollywood e un cinismo da politico consumato. Una sorta di maledizione: la caduta di Strauss-Kahn per uno scandalo ses- Maschere Dietro la maschera da omino di burro, François nasconde una personalità tormentata Allergico alle nozze Nessuno lo ha mai convinto a sposarsi. In Polinesia tentarono una cerimonia esotica, lui si tirò indietro suale accaduto non a caso all’estero, la fuga dall’Eliseo di Cécilia Sarkozy prontamente rimpiazzata da Carla Bruni, la pazienza di Bernadette Chirac amatissima dalla destra. E le donne di Mitterrand: Danielle che trovava pace solo nel Chiapas ribelle, la figlia segreta Mazarine oggi romanziera, sua madre Anne Pingeot conservatrice delle sculture del Musée d’Orsay, comprese le statue dei simboli della nazione: Giovanna d’Arco a cavallo, di cui Marine Le Pen si considera la reincarnazione, e Marianne con il berretto frigio, ora adottato dai ribelli che manifestano contro Hollande. Aldo Cazzullo © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 5 Primo Piano Il governo L’economia Il calo della spesa frena i prezzi, debito record Carovita all’1,2%, ai minimi 2009. Maxiaumento della tariffa rifiuti, cresciuta del 14% ✒ Conti pubblici e inflazione La casa all’estero degli italiani di ANTONELLA BACCARO N on sarà più «in Canadà», la casetta dei sogni degli italiani, ma certo non è nemmeno più nel nostro Paese, dove le tasse sulle seconde case scoraggiano simili scelte. L’investimento immobiliare resta il preferito ma è sempre più all’estero dove nel 2013 le abitazioni comprate sono state il 6,3% in più rispetto all’anno precedente. In un decennio questo mercato, secondo il rapporto 2014 di «Scenari immobiliari», è più che raddoppiato e un’ulteriore crescita è prevista anche per l’anno in corso. Tra gli europei, gli italiani sono i secondi acquirenti di immobili all’estero, dietro i tedeschi, e davanti a inglesi e francesi. Al primo posto ci sono i lombardi, poi i veneti. Dove acquistano? Sempre di più in Gran Bretagna e Spagna, stabili gli Usa, in calo Grecia e Francia. E, a sorpresa, è forte l’ondata di acquisti verso la Svizzera dove, forse complici le norme più restrittive sui capitali, qualcuno avrà immobilizzato liquidità. L’acquisto medio è di 130 mila euro ma aumenta fino a chi spende più di un milione. Si acquista per uso diretto, soprattutto al mare, ma un quinto compra per trasferirsi all’estero: in Costarica, Panama e Santo Domingo. Paradisi. In tutti i sensi. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — I l 2013 si è chiuso lasciando al nuovo anno un’inflazione in calo. Ma il raffreddamento dei prezzi è una notizia da leggere con attenzione e prudenza visto che l’economia ristagna, non cresce e che i consumi al contrario continuano a diminuire. Un’indagine della Coldiretti ipotizza addirittura che quasi il 70% degli italiani abbia rivisto al ribasso le proprie abitudini di spesa. L’immagine dell’Italia che esce dalle rilevazioni dell’Istat sui prezzi è quella di un Paese fermo e preoccupato per il futuro. Con la deflazione in agguato, il Paese deve poi fare i conti con un debito che, mese dopo mese, macina inevitabilmente record. Ma anche quella della ennesima impennata del debito a oltre 2 mila e 100 miliardi di euro in novembre, comunicata dalla Banca d’Italia, è una notizia da leggere con attenzione. Iniziamo dai prezzi: in dicembre, dice l’Istat, sono aumentati dello 0,2% rispetto a novembre e dello 0,7% rispetto a dicembre 2012. Il tasso di inflazione medio del 2013 è stato dell’1,2%, in «netta decelerazione» nei confronti del 3% del 2012. In dicembre l’andamento dei prezzi è stato influenzato in molti casi dal periodo festivo come per esempio in quello dei biglietti aerei, rincarati del 9,2% su base mensile ma diminuiti dello 0,8% su base annuale. In linea generale a determinare il ritmo del tasso dell’inflazione sono stati i rialzi dei prezzi degli alimentari non lavorati, in particolare della verdura, il recupero della flessione dei prodotti energetici e l’accentuata contrazione nel settore delle comunicazioni. Tra i rincari spicca anche l’aumento dei Debito delle Amministrazioni pubbliche (in milioni di euro) Prezzi al consumo (variazioni % tendenziali, al lordo dei tabacchi) 2.200.000 3,0 2.104.068 2.100.000 000 2,4 1,2% 1,8 il tasso di inflazione del 2013 1,2 2.000.000 000 0,6 0 1.900.000 000 g f m a m g l a s o n d g f m a m g 2012 Fonte: Banca d’Italia, istat Voli, l’aumento del 9,2% Aumenti record, per il mese di dicembre, dei prezzi del trasporto aereo passeggeri che ha registrato un +9,2% dovuto essenzialmente a fattori stagionali. Flessione dello 0,8% su base annua l a s o n 2013 d paniere di beni delle rilevazioni Istat, emerge il rincaro dei fiori. I prezzi dei servizi sono saliti più di quelli dei prodotti se si fa eccezione di quelli per la comunicazione (calati del 4,6%) nella media del 2013. In salita i «pacchetti vacanza» soprattutto nazionali e di montagna (+17,2% su base annua) mentre sono calati i servizi di alberghi e motel (-1,5% su base annua). L’Istat infine segnala servizi regolamentati, in particolare della raccolta di rifiuti, salita del 6,4% su base mensile e del 14% su base annuale. Più del dato mensile, è comunque più significativo quello tendenziale o quello med i o . S o t to q u es to punto di vista a registrare i maggiori rincari sono stati i beni alimentari, in particolare come si è detto le verdure — e questo ha contribuito a far salire dello 0,5% su base mensile e dell’1,2% su base annua i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dalle famiglie — il latte fresco, i crostacei e meno la carne. Di contro sono diminuiti frutta, zucchero e caffè. Nella media nel 2013 sono aumentati dell’1,7% beni energetici regolamentati (in calo solo negli ultimi mesi dell’anno). Tra i beni durevoli, nel diversificato g f m a m g 2012 l a 2013 s o n d CORRIERE DELLA SERA ROMA — Potrebbe slittare la norma del governo per concedere ai Comuni di aumentare (da un minimo dello 0,1 a un massimo dello 0,8 per mille) le aliquote Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. Nell’esecutivo starebbe maturando la scelta di ricorrere a un decreto legge piuttosto che a un emendamento, cosicché la norma entri subito in vigore e consenta ai Comuni di chiudere i bilanci preventivi entro febbraio. Il primo decreto legge utile potrebbe essere sul piano casa, previsto in Consiglio dei ministri la prossima settimana. — è riconducibile principalmente al fabbisogno del mese (6,9 miliardi) e all’aumento (11,5 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro che hanno raggiunto 59 miliardi, un surplus di raccolta sui mercati che è stato però in buona parte assorbito in dicembre quando il debito dovrebbe, come sempre, ridursi. L’incremento nei primi undici mesi dell’anno (114,6 miliardi) ha riflesso principalmente il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche su cui ha inciso anche per 12,8 miliardi il sostegno finanziario ai Paesi dell’area dell’euro che dal 2010, segnalano ancora i dati della Banca d’Italia, è stato pari a 55,1 miliardi. Nei primi 11 mesi dell’anno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 339,1 miliardi (di cui 31,2 nel mese di novembre), in lieve calo rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012 (340,7 miliardi). © RIPRODUZIONE RISERVATA Stefania Tamburello che è L’Aquila la città con rincari tendenziali più elevati (+1,3%) mentre a Livorno (-0,2%) ma anche a Palermo, Venezia e Treviso i prezzi sono risultati in flessione (-0,1%). Dall’inflazione al debito pubblico, che in novembre ha raggiunto il nuovo massimo storico di 2.104,1 miliardi, 18,7 miliardi in più di ottobre. L’aumento — spiega la Banca d’Italia, che ha diffuso il dato L’imposta Aliquote Tasi, ancora sette giorni L’esecutivo ora pensa a un decreto © RIPRODUZIONE RISERVATA Assicurazioni L’Ania: pesano il costo dei sinistri e la pressione fiscale. Il nodo del risarcimento diretto e la protesta dei carrozzieri Le compagnie ammettono: Rc Auto più cara d’Europa Per una polizza un sovrapprezzo medio di 231 euro ROMA — Questa volta i numeri che tanto fanno arrabbiare gli automobilisti li forniscono le stesse compagnie assicurative: in Italia una polizza Rc Auto nel periodo 2008-2012 è costata in media 231 euro in più rispetto a quella dei quattro maggiori Paesi europei: Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. Parliamo di 491 euro, tasse comprese, contro 278 (+43%). Prendendo in considerazione le sole auto, gli italiani hanno sborsato 526 euro, mentre gli altri 291 euro (+45%). Per le moto siamo a 279 euro contro 150 euro (+46%). L’Ania (l’associazione delle aziende assicuratrici) ha reso noti questi dati, tratti da uno studio commissionato al Boston Consulting Group, avvertendo però che «a incidere sensibilmente sui costi è per il 60% il costo del sinistro». Si tratta di 126 euro in più a veicolo rispetto alla media europea, cui si aggiungono 52 euro in più di tasse, 23 euro in più per la distribuzione, 6 per i costi amministrativi e infine solo 6 in più per il guadagno delle compagnie. Nello specifico in Italia, secondo lo studio, i risarcimenti per caso di morte sono quattro volte più alti rispetto agli altri Paesi (649 mila euro rispetto a 138 mila degli altri Paesi), più alto anche il livello del danno patrimoniale a possibili beneficiari(50-60 mila euro contro 30-40 mila). Ma pesano anche le frodi che incidono per il 40- Prezzi medi RcA Il confronto Media '08-'12: totale Premi e Tasse, diviso per il numero dei veicoli assicurati 324 Spagna media altri Paesi 234 199 278 +213€ 338 n.a. 160 +45% 208 291 Fonte: World Bank, National Insurance Associations, Oanda, Axco, Office of Fair Trading, OCDE, analisi BCG 45% sull’aumento dei prezzi. Segue il rischio stradale aggravato anche da comportamenti pericolosi, come l’uso del cellulare e il non-uso delle cinture posteriori (le adoperano solo il 10%), che da solo vale il 25-30% dell’aumento. Con queste premesse il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, ha criticato la scelta del governo di non affrontare il tema del risarcimento danni alla persona nel decreto «Destinazione Italia», che da dicembre è in vigore, ora in conversione in Parlamento: «Se il governo vuole che il sistema di garanzie sia alto è legittimo — ha detto Mi- 279 363 357 Francia Motocicli 526 491 Italia UK Germania Auto nucci —. Quello che non è legittimo è farlo pagare alle assicurazioni, perché questa scelta ricade sui prezzi». Prezzi, che è stato spiegato, nel 2013 sono scesi del 5% grazie alla riduzione dei sinistri, con un calo totale dei premi a settembre del 6,6%. Il decreto, secondo l’Ania, «presenta una volontà impositiva in tema di sconti sui premi Rc Auto» quando ad esempio obbliga la compagnia a proporre un’ispezione preventiva del veicolo in cambio di uno sconto all’assicurato, norma che viene considerata «contraria ai principi europei di libertà tariffaria» ed è inattuabile per le as- 196 n.a. +46% 94 Il costo di un contratto è 491 euro ad assicurato In Italia il prezzo medio per l’assicurato Rc Auto è di 491 euro, rispetto a una media europea di 278 euro. In particolare per le auto il prezzo medio è più alto del 45% Gli incidenti gravano per 126 euro in più 150 D’ARCO sicurazioni online, creando una disparità. Allo stesso modo la facoltà di proporre la «scatola nera» viene legata a un obbligo di praticare sconti, considerato anche qui inaccettabile. Ania è contraria anche all’imposizione di sconti minimi nel caso l’assicurato accetti la clausola di divieto di cessione del diritto di risarcimento, o all’obbligo di proporre clausole contrattuali, facoltative per l’assicurato, che prevedono prestazioni di servizi medici-sanitari con personale delle compagnie in cambio di uno sconto. Ma c’è una norma che sta accendendo lo scontro tra compagnie e car- Il prezzo maggiore della polizza Rc auto in Italia è scomponibile in 126 euro in più per il costo dei sinistri e 52 per le tasse. Seguono distribuzioni e guadagno Il danno alla persona vale 649 mila euro medi In Italia, secondo lo studio, i risarcimenti per caso di morte sono quattro volte più alti rispetto agli altri Paesi (649 mila euro rispetto a 138 mila degli altri Stati) rozzieri, quella sul «risarcimento in forma specifica», cioè sulla facoltà dell’impresa di offrire al danneggiato, al posto del denaro, la riparazione del veicolo al costo indicato dall’officina convenzionata con la compagnia. Se l’assicurato rifiuta la riparazione, la somma di danaro che gli spetta non può essere superiore alla stima fatta per la sua riparazione dalla medesima officina convenzionata. Secondo l’Ania, la norma «eleva a sistema generale una prassi che risulta applicata da decenni: la riparazione diretta senza anticipo di spesa da parte del danneggiato». La valutazione delle compagnie è «positiva» ma l’applicazione della norma è complessa e richiederebbe un regime transitorio per creare «un sistema efficiente e moderno». Ma i carrozzieri di Cna, Confartigianato e Casartigiani protestano perché il decreto «dà alle assicurazioni il diritto di decidere e liquidare l’ammontare del danno sulla base delle tariffe delle proprie officine convenzionate» che «pur di lavorare, accettano tariffe inferiori di oltre il 30% rispetto a quelle approvate dalle associazioni degli autoriparatori e applicate sul libero mercato». A fronte di questo le compagnie concedono «una riduzione delle polizze del 5-10%» a seconda delle zone. Oggi le associazioni dei carrozzieri terranno l’assemblea generale davanti a Montecitorio mentre in commissione Trasporti al Senato Pd e Forza Italia presenteranno una risoluzione congiunta per eliminare la norma in questione. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Primo Piano Il governo Il ministro «Basta accusare l’Europa di ciò che va storto» Saccomanni: timidi segnali di ripresa. Adesso sostegno alla crescita e al lavoro «Potremmo ritrovarci nel nuovo Parlamento comunitario una quota significativa di partiti antieuropeisti. Potrebbe perfino essere uno “choc positivo” nei confronti dei politici perché correggano l’attitudine a prendersi i meriti per tutto ciò che va bene e ad accusare l’Europa per tutto ciò che va storto». Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni parla in inglese al convegno organizzato dall’Ispi e quando fa riferimento a un “welcome choc” sono chiari significato e registro della frase. Però l’equivoco (anche strumentale) è in agguato e poco dopo è necessaria una nota del dicastero: «È evidente che si è trattato di una battuta e di una piccola provocazione del ministro, che si è rivolto in tono scherzoso al pubblico di un convegno. Non è certo una valutazione politica né tanto meno un auspicio». Il ministro, chiamato ieri a Milano a discutere di euro e Unione (all’azione del governo italiano dedica poco più di una frase a margine: «Non serve una nuova agenda perché l’attuale è bella chiara») non ha dubbi sul fatto che «la crisi sarebbe stata peggiore se non avessimo avuto l’euro, le istituzioni europee e la Bce». E definisce il numero uno della banca europea Mario Draghi «il direttore d’orchestra che scandisce il ritmo della ripresa». Però proprio sulla ripresa è cauto, come del resto lo stesso Draghi. Parla di «timidi segnali» che arrivano «dopo un lungo periodo di consolidamento del debito» e che vanno sostenuti con politiche «per la crescita e l’occupazione». Il ministero dell’Economia All’Ispi ll ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni Agenda ❜❜ Al governo Non serve una nuova agenda perché quella attuale è bella chiara Il punto centrale, ora, è questo. «Siamo a corto di tempo»: manca poco alle elezioni europee e «dobbiamo dare segnali importanti». Il problema della perdita di credibilità della politica, come conseguenza della crisi, «è serio»: «Bisogna lavorare su ripresa e disoccupazione, i due problemi che hanno la priorità fra le preoccupazioni dei cittadini, e dimostrare di essere in grado di risolverli bene». «Non sarà un compito facile» ma nemmeno «una missione impossibile». 1 2 3 Il caso Ultimo trimestre, espansione dello 0,3-0,4% Segnali positivi sono giunti in questi giorni dalla produzione industriale italiana che, a novembre, ultimo dato disponibile, si è lasciata alle spalle un ciclo negativo durato oltre due anni e mezzo, con un’espansione su base annua dell’1,4%. Un dato che, agli occhi degli economisti, appare come una conferma della lenta ripresa. La produzione dell’industria, settore che vale circa il 20% dell’economia, a novembre ha segnato un’espansione congiunturale dello 0,3%, in linea con le attese raccolte da Reuters in un sondaggio tra gli economisti. di DARIO DI VICO Un miliardo dalla fattura elettronica A partire dal primo giugno del 2014 un decreto impone l’obbligo per tutti coloro che hanno dei rapporti con le amministrazioni centrali di procedere nella fatturazione secondo uno standard definito e pubblicato sul sito fattura.gov.it. Dal giugno del 2015, questo obbligo sarà esteso anche per le amministrazioni locali. Secondo l’osservatorio sulla fatturazione digitale del Politecnico di Milano l’innovazione dovrebbe portare prudenzialmente a un miliardo di euro di risparmi appena andrà a regime la nuova procedura. La frenata dell’inflazione Il tasso d’inflazione medio annuo per il 2013 è stato pari all’1,2%, in decisa frenata rispetto al 3,0% che era stato registrato nel corso dell’anno precedente. Lo ha rilevato l’Istat, confermando le stime e aggiungendo che si tratta del livello più basso dal 2009, ovvero da quattro anni. Il tasso risulta di due volte e mezzo inferiore a quello dell’anno precedente. Questo nonostante il mini-rimbalzo di dicembre quando l’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,7% nei confronti di dicembre 2012. In questo momento, sottolinea, c’è bisogno di un sostegno più forte da parte dei Paesi più importanti e credo che questa spinta si verificherà». Del resto anche in Germania pesa «l’austerità nei Paesi vicini, che avrà un impatto sul modello economico della Germania, basato sulle esportazioni. Alla fine qualche riconsiderazione di quel modello dovrà essere fatta». Insomma, si può e deve fare di più a livello comunitario, anche perché «l’euro non ha un difetto di fabbrica», ma creando solo la moneta unica «siamo solo al primo piano di un edificio molto alto». E se i Paesi europei sull’Unione bancaria hanno compiuto «un passo in avanti storico» ed «è in campo un impegno paragonabile a quello impiegato per l’unione monetaria a Maastricht (molti erano scettici ma poi si è fatta»), «siamo ancora in mezzo al processo». «Bisogna pensare a un meccanismo di sostegno per agire in caso di crisi estrema e uno dei punti chiave è che questo meccanismo dovrebbe essere finanziato dai sistemi bancari». Immediate le reazioni alle parole del ministro. Si affida a Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia: «Ineffabile Saccomanni: sta creando le premesse per farsi cacciare». E il leader di Sel, Nichi Vendola, afferma che Saccomanni parlando di ripresa dimostra di avere «un’idea cartacea del Paese». Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Tariffe Zaia chiede le autostrade gratuite per il Veneto. «Crescita e libertà»: va pubblicato il testo della convenzione tra Stato e gestore Pedaggi, sconto del 20% con l’abbonamento L’ipotesi del ministero delle Infrastrutture per i pendolari. Oggi vertice con l’Aiscat Tutti tengono le carte coperte ma alla fine la soluzione di mediazione potrebbe essere uno sconto del 20% riservato ai pendolari in possesso di Telepass. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha convocato per questa mattina l’Aiscat (l’associazione delle concessionarie autostradali, una cinquantina) per verificare la sua proposta di prevedere tariffe particolari per chi fa un uso frequente e per lavoro di tratte autostradali. Un modo per lenire le proteste di sindacati e lavoratori dopo il blitz di Capodanno che ha visto entrare in vigore un aumento medio del 3,9% a fronte di una inflazione prevista di poco più dell’1%. La cifra del 20% circola tra gli addetti ai lavori in virtù di una iniziativa, per ora isolata, dell’Autostrada del Brennero (controllata dagli enti locali) che, appunto, ha disposto lo sconto che si può ottenere con un’autocertificazione scaricabile via Internet e condizionata all’uso del Telepass Family (tra l’altro di proprietà di Autostrade Spa in regime di monopolio assoluto) tra due tratte che non si possono modificare. Contro il caro-pedaggi si è schierato anche il governatore leghista del Veneto Luca Zaia, la regione dove si sono verificate le proteste più forti per il rincaro tariffario, il quale ha proposto la «gratuità per i pendolari veneti». Il suo collega di partito e assessore alla mobilità in Lom- La vicenda Gli aumenti La proposta Il governo all’inizio dell’anno ha deciso aumenti tariffari medi del 3,9% delle autostrade italiane (molto superiore al tasso di inflazione previsto dell’1%) in virtù della convenzione tra Stato e gestori bardia Maurizio Del Tenno ha chiesto al governo di rivedere tutto il sistema degli aumenti, e quindi le convenzioni. Il problema centrale, che verrà affrontato oggi nel confronto tra il ministro e i concessionari, è capi- Il paradosso dei bus milanesi appaltati ai polacchi La Lega Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha proposto di introdurre pedaggi scontati per i pendolari. E oggi al ministero incontrerà i rappresentanti dell’Aiscat. Possibile un bonus del 20% re chi paga lo sconto. I privati (Auostrade Spa di Atlantia controlla oltre il 50% del traffico) si appelleranno alla convenzione per la definizione delle tariffe che non prevede agevolazioni. In pratica ai concessionari andrà bene Lega all’attacco. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha proposto pedaggi gratis per i pendolari mentre l’assessore lombardo alla mobilità Maurizio Del Tenno chiede di rivedere il sistema tariffario qualsiasi bonus per i lavoratori purché a ripianare il mancato incasso sia il ministero del Tesoro. E qui probabilmente il ministro Lupi cercherà di arrivare a un compromesso anche se di difficile attuazione almeno per i privati quo- Bruxelles Barroso, la crisi non è finita «La recessione è alle spalle» ma «la crisi non è finita» perché la disoccupazione è troppo alta e le imprese, a cominciare dalle Pmi che non hanno i finanziamenti necessari per gli investimenti. È il quadro che José Manuel Barroso ha dipinto davanti al Parlamento europeo tirando il bilancio del semestre di presidenza lituana. tati in Borsa. Per i concessionari delle autostrade nuove grane in arrivo. Il movimento «Crescita e Libertà» (nato due settimane fa su Facebook conta già 2.300 aderenti tra avvocati, magistrati, consiglieri di Stato, imprenditori etc) oggi a Milano raccoglierà un centinaio di firme per costringere i ministeri competenti, l’Anas e l’Autorità dei trasporti a fornire il testo della convenzione con le società autostradali con cui si determinano le tariffe e gli aumenti. Per Giuseppe Valditara, animatore dell’iniziativa, ex senatore finiano del Pdl e docente di diritto pubblico, esiste il «diritto di accesso ai documenti in questione garantito da due sentenze del Tar del Lazio». Secondo Valditara l’aumento medio del 3,9% accordato dal ministro Lupi è stato fatto «in modo furbesco e poco trasparente ed è nostro diritto vederci chiaro». Roberto Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA La notizia è di quelle che muovono l’applauso di liberalizzatori ed europeisti: a Milano l’Atm ha indetto una gara per l’acquisto e la manutenzione di 85 nuovi autobus e hanno prevalso, a sorpresa, i polacchi della Solaris. Poco conosciuti dal grande pubblico i vincitori sono un competitor continentale di tutto rispetto che si sono aggiudicati già altre piccole gare in Italia (in Emilia e in Sardegna) e hanno prevalso in sfide più impegnative in Germania (Berlino, Stoccarda e Amburgo). Verrebbe immediatamente da pensare che i polacchi si sono affermati perché, grazie al differenziale garantito dal basso costo del lavoro, hanno potuto fare un prezzo straordinariamente basso e fuori dalla portata dei concorrenti italiani (BredaMenarinibus e Iveco). E invece no, all’apertura delle buste l’offerta più vantaggiosa per il compratore era quella della Menarini, che però deve aver esagerato. Volendo vincere a tutti i costi una gara considerata strategica e avendo paura della competitività di prezzo dei polacchi ha presentato un’offerta che la commissione ha giudicato «anomala» e «non credibile». E di conseguenza ha squalificato l’azienda italiana Il concorrente del gruppo Esclusa l’italiana Finmeccanica assegnando la Menarini: vittoria a Solaris. l’offerta era I bus servono per troppo bassa l’Expo e dovranno essere consegnati entro il 31 dicembre 2014 e appartengono alla nuova categoria Euro6. In teoria la commessa è per 250 vetture ma è garantito solo l’acquisto della prima tranche (finanziata al 45% dalla Regione Lombardia), per il resto si vedrà. Con queste caratteristiche si può capire come la gara sia stata considerata dai vari concorrenti (ai nastri di partenza c’erano anche i tedeschi della Man e della Mercedes) di assoluto valore internazionale, eppure la conclusione ha del paradossale. E vivrà di una coda giudiziario-amministrativa visto che la Menarini, pur con i tempi ristretti in calendario, ha intenzione di chiamare in causa il Tar anche perché il sindacato sembra premere in questa direzione. Portando a casa la commessa milanese l’azienda saturerebbe l’impianto di Bologna che conta 300 dipendenti di cui 90 in uscita. Per onor di cronaca va detto anche che il 30% delle componenti necessarie per fabbricare i bus viene dalla Turchia. La commissione giudicatrice era composta da esperti interni all’Atm e si è trovata di fronte a un rebus. Breda si era offerta di produrre una vettura a 181 mila euro più 46 mila di richiesta per il contratto di manutenzione quinquennale. Totale 228 mila, ottenuto comprimendo al massimo i costi della fabbricazione e raggiungendo l’utile previsto dalla normativa antidumping sugli appalti con un più remunerativo contratto di service. I polacchi hanno invece l’operazione opposta: hanno chiesto 228 mila euro per bus e proposto un prezzo di 32 mila per la manutenzione. Si sono tenuti più alti nel primo caso e hanno compresso ogni margine di guadagno nel secondo. Totale dell’offerta 260, un prezzo nettamente superiore a quello della Breda. Ma la commissione ha giudicato i 181 mila euro come «un’anomalia tecnica» e ha proceduto alla clamorosa estromissione nonostante i buoni rapporti che legano Atm al gruppo Finmeccanica e che avevano tratto in inganno le riviste specializzate, pronte a scommettere che gli italiani si sarebbero portati a casa l’appalto dei bus per l’Expo. © RIPRODUZIONE RISERVATA W W W .VALENTINO.COM Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 7 8 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Primo Piano La maggioranza La polemica Caso De Girolamo, Renzi evoca le dimissioni Il sindaco: da Idem stile diverso. Il Pd ascolterà e poi vedrà, tocca a Letta decidere Franceschini: risponderà venerdì. Dal ministro mandato ai legali a tutela della privacy Caso Premafin Milano, agli atti una telefonata Alfano-Ligresti MILANO — C’è anche una telefonata tra il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e Salvatore Ligresti agli atti dell’inchiesta milanese su Premafin per aggiotaggio. L’ingegnere già presidente onorario di Fonsai — arrestato nell’ambito del filone torinese dell’inchiesta sul falso in bilancio del gruppo — mostra rapporti stretti con l’attuale vicepremier. Le telefonate si riferiscono a giugno 2011, in un periodo nel quale i Ligresti stavano cercando di salvare il gruppo con un aumento di capitale da 450 milioni, finito poi sotto la lente degli inquirenti. Allora Alfano era ministro della Giustizia nel governo Berlusconi. Con Ligresti parla al telefono il 28 maggio per accordarsi su una cena all’hotel Villa Pamphili a Roma. I due poi accennano a un appartamento — verosimilmente nella palazzina ai Parioli di Fonsai e che ha visto come inquilini molti big della politica — che probabilmente Ligresti aveva promesso in affitto ad un collaboratore del ministro. Alfano: «Lei è con sua moglie o è solo?» Ligresti: «No io... c’è mio figlio, mia figlia, mia moglie non c’è perché è dovuta rimanere a Milano». Ministro: «Se vuole che io venga da solo se no io sono con mia moglie e con un amico». Ligresti: «No, no da solo, quanti siete perché ho fatto fare un tavolo grande quindi più siete e meglio è». Ministro: «Ma... suo figlio scusami suo figlio non doveva uscire con la Geronzi con Mezzaroma e tutti gli altri». «Si, e va bene mio figlio anche se non c’è non è un problema. Poi verranno dopo (...) Ma se avete degli amici potete portarli qui il tavolo è grande». Alfano: «Siamo io mia moglie e questo mio amico che era nostro ospite (...) non avevo altra organizzazione se non dare ospitalità a questo amico caro con cui ci troviamo» E Ligresti: «Ma anche i vostri amici quelli lì che devono venire». Alfano: «Quelli ancora a Milano sono se lei non gli dà la casa non possono venire qua». Ed entrambi ridono alla battuta. Nulla di penalmente rilevante nella conversazione, che risale peraltro a un periodo nel quale non era nota l’inchiesta del pm milanese Luigi Orsi. La familiarità con Alfano emerge anche in una telefonata del 3 giugno 2011 tra Ligresti e il consulente Alberto Alderisio. Riassume la Guardia di Finanza di Milano: «I due parlano della nuova nomina di Alfano (a segretario del Popolo delle libertà, ndr) e Alderisio gli dice che gli avrebbe fatto piacere conoscerlo perché è una persona che stima moltissimo. L’ingegnere gli dice che quando vuole andarlo a trovare glielo dice. Alderisio gli dice che sarebbe una cosa utilissima per il suo lavoro». Nei brogliacci compare anche una chiamata con Annamaria Cancellieri, futuro ministro della Giustizia, storica amica dei Ligresti, per un incidente occorso al marito. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Il ministro De Girolamo? Il ministro Josefa Idem si è dimessa dimostrando uno stile profondamente diverso da lei». Matteo Renzi non la manda a dire. La dice, semplicemente, il segretario del Pd parlando del caso del ministro delle Politiche agricole che in queste ore sta mettendo in subbuglio il Parlamento. E, di conseguenza, il governo. È lineare, Matteo Renzi: «Sul ministro De Girolamo deciderà il premier Letta. Noi ascolteremo quello che ha da dire, poi vedremo». Ma intanto è proprio il gruppo del Pd che alla Camera sta spingendo perché il ministro di Ncd venga a riferire in aula. Un’interpellanza parlamentare (prima firma del renziano Michele Anzaldi) è stata depositata ieri, per la quale il ministro De Girolamo dovrà rispondere a Montecitorio, probabilmente già venerdì prossimo. «Il ministro spieghi quali siano state le motivazioni che hanno determinato il suo intervento poco trasparente nelle specifiche questioni», scrivono i deputati del Pd, riferendosi alla bufera che ha travolto il ministro di Ncd in questi ultimi giorni. Più morbida la posizione del ministro pd Dario Franceschini: «La ministra De Girolamo risponderà venerdì in Parlamento. Le forze politiche decideranno dopo averla sentita. Non si può fare giustizia sommaria: al momento non è indagata, siano in presenza di una registrazione abusiva. Il modo migliore è aspettare il suo intervento in Parlamento». È finita nel mirino per via delle pressioni indebite per gli ap- Al governo Nunzia De Girolamo, ministro per le Politiche agricole, al Colle il 28 aprile al giuramento del governo Letta. Deputata del Nuovo centrodestra, ha 38 anni (Ansa) palti nella Asl di Benevento, il ministro delle Politiche agricole. Ma davvero il ministro Nunzia De Girolamo non è indagata? I deputati del Movimento 5 Stelle non ci credono e pretendono chiarezza. La pretendono dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri: «Mandi gli ispettori nella procura di Benevento per verificare se il ministro delle Politiche agricole risulta iscritta nel registro degli indagati», scrivono in un’interrogazione a prima firma Alfonso Bonafede i deputati del M5S, mentre dai banchi di Sel rivendicano di essere stati loro i primi a tirare fuori lo scandalo nella Asl di Benevento. Basta leggere un’interrogazione a risposta scritta inviata al ministero della Salute, datata 17 giugno 2013 e firmata dal deputato campano di Sel Arturo Scotto. Denunciava una gestione di malaffare dell’appalto del servizio 118 da parte del direttore generale della Asl Michele Rossi, indicato come persona vicino al Le registrazioni Dagli atti dell’inchiesta sulla Asl di Benevento emergono alcune intercettazioni che riguardano Nunzia De Girolamo, che non è indagata. Sono registrazioni fatte di nascosto da un ex dirigente della struttura, indagato, nel 2012 a casa del futuro ministro, allora deputata e coordinatrice locale del Pdl ministro delle Politiche agricole. Intanto i deputati di Ncd, prima firma Enrico Costa, hanno presentato al ministro un’interpellanza urgente per chiedere «come intenda tutelare non solo la sua immagine ma anche le basi dello Stato di diritto nei confronti del soggetto che si è reso responsabile delle registrazioni abusive di cui è stata vittima». Nunzia De Girolamo ieri ha dato mandato ai suoi avvocati, Gaetano Pecorella e Angelo Leone, di predisporre un esposto da inviare alla magistratura di Benevento e al garante per la protezione dei dati personali «per la captazione di frasi illecite registrate abusivamente in un colloquio al quale partecipava lei allora deputato». Di più: il ministro Nunzia De Girolamo chiede di chiarire le responsabilità di tutti coloro che «con atti e fatti gravemente lesivi della mia privacy hanno tentato di ledere la mia immagine e la mia onorabilità». Lo scandalo, infatti, è venuto fuori per via di registrazioni effettuate durante un incontro nella casa del padre del ministro. Una circostanza che scandalizza il ministro per le Riforme di Ncd Gaetano Quagliariello. Dice, il ministro Quagliariello: «Credo che il caso De Girolamo ponga un tema di più ampia portata, che investe la civiltà stessa di un Paese e la possibilità per gli italiani di vivere in una società diversa da quella descritta nel film “Le vite degli altri”, dedicato alla Germania dell’Est». Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta I colloqui tra l’accusatore Pisapia e il manager Rossi In Procura altre registrazioni Gli incontri di potere nella Asl Il direttorio e gli scenari di nuovi filoni di indagine NAPOLI — L’inchiesta sulla sanità a Benevento potrebbe avere a breve nuovi scossoni. E non ci sarebbe da stupirsi perché non si tratterebbe della prima improvvisa impennata dell’indagine del pubblico ministero Giovanni Tartaglia Polcini. Quanto finora emerso del lavoro investigativo che il sostituto del procuratore capo Giuseppe Maddalena ha affidato al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Luca Lauro, è il risultato di un percorso investigativo che si è sviluppato nell’arco di un anno e mezzo, con fasi di intensa attività e altre di apparente inerzia, o, forse meglio, di attesa che gli eventi maturassero. Quel lavoro ha portato all’incriminazione per truffa e malversazione dell’ex direttore amministrativo della Asl di Benevento Felice Pisapia, il cui ricorso contro il provvedimento del gip che lo obbliga a non lasciare Salerno (città in cui risiede) è stato esaminato ieri dalla decima sezione del Tribunale del riesame di Napoli. Il difensore di Pisapia, l’avvocato Vincenzo Regardi, ha depositato la trascrizione di altre registrazioni che il suo assistito fece durante le riunioni cui partecipò prima di lasciare l’incarico. Già nei giorni scorsi era emerso il contenuto di alcune delle registrazioni raccolte da Pisapia: quelle fatte durante le riunioni convocate dall’attuale ministro delle Politiche agri- La vicenda cole (all’epoca dei fatti solo deputata pdl) Nunzia De Girolamo, e in cui era presente abitualmente, tra gli altri, anche il direttore generale della Asl, Michele Rossi. Le riunioni in cui De Girolamo dava direttive sull’affidamento della gestione del bar interno all’Ospedale Fatebenefratelli, o su come assegnare l’appalto del servizio 118. Riunioni che nell’ordinanza in cui dispone la dimora coatta per Pisapia, il gip Flavio Cusani paragona a un «direttorio politico partitico costituito al di fuori di ogni norma di legge» che «si occupava in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e inde- Fuorilegge Il gip Flavio Cusani parla di un consesso «politico partitico al di fuori di ogni norma di legge» Informativa È nell’informativa della Guardia di finanza, non negli atti dell’inchiesta, che si legge quello che il ministro diceva corose, di ogni aspetto della gestione della Asl». Nelle trascrizioni depositate ieri (che non sono tutte quelle raccolte da Pisapia) non ci sarebbero invece registrazioni di quelle riunioni, ma di incontri a due tra il direttore generale e l’ex direttore amministrativo, che avevano come argomento i mandati di pagamento per alcune ditte fornitrici della Asl di Benevento. Un argomento sul quale i due manager si sono spesso scontrati, come emerge dalle deposizioni di Pisapia, ma anche dalla memoria che il legale di Rossi, l’avvocato Roberto Prozzo, ha preparato per il giudice del lavoro in vista della causa civile intentata dalla Asl contro Pisapia. Davanti al Riesame, quindi, non si discuterà di quello che faceva il «direttorio» — e non sarebbe stato possibile perché le udienze hanno regole precise — ma solo della posizione di Pisapia. E le trascrizioni dei suoi incontri con Rossi sarebbero funzionali, secondo la linea difensiva, a dimostrare che non commise reati nella gestione amministrativa dell’azienda sanitaria. Ma se nuovi filoni di indagine saranno avviati dalla Procura di Benevento, non dovrebbero più riguardare soltanto Pisapia, né gli altri funzionari e impiegati che compaiono insieme all’ex manager nel fascicolo su cui è al lavoro Polcini Tartaglia. Le frasi I colloqui, poi diffusi dai mezzi di informazione, riguardano anche affari e appalti. «Facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo! Mandiamogli i controlli e vaff...», dice la De Girolamo parlando dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento, dove il bar è amministrato da anni da uno zio del ministro. Altri discorsi riguardano un bando per il 118 e la sede di un ufficio Asl Il caso politico Anche se il ministro De Girolamo non è indagata, il caso ha ripercussioni a livello politico. Il Pd presenta un’interpellanza alla Camera e le chiede di riferire Aula: «Spiegazioni necessarie». Solidarietà dal suo partito, il Nuovo centrodestra, che presenta una sua interpellanza per difendere il ministro. Lei, intanto, accusa un «linciaggio mediatico senza precedenti» Le indagini Il legale dell’ex dirigente dell’Asl Vincenzo Pisapia ha depositato ieri le trascrizioni di altre conversazioni registrate (in particolare colloqui tra Pisapia e il direttore generale della struttura, Michele Rossi). Il ministro delle Politiche agricole ha dato mandato ai suoi legali di presentare un esposto per violazione della privacy per le registrazioni effettuate «abusivamente» Un fascicolo che ha già una lunga vita alle spalle, se si considera che il primo esposto di Rossi contro Pisapia arrivò in Procura il 20 giugno 2012, e un altro ne fu presentato il successivo 7 ottobre. La richiesta di provvedimenti cautelari (per Pisapia e altri) del pm al gip è invece datata 19 dicembre 2013, e l’ordinanza viene emessa il 23. In quattro giorni l’inchiesta ha subito quindi una impennata decisiva, mentre i diciotto mesi precedenti sono serviti al magistrato e agli investigatori per raccogliere il materiale a sostegno della tesi accusatoria nei confronti di Pisapia e degli altri indagati. Tutto il resto, «direttorio politico partitico» compreso, non è entrato nell’inchiesta, ma solo in una informativa alla Procura della Guardia di Finanza, protocollata il 12 dicembre 2013, in cui si dà conto in sintesi del lavoro di trascrizione di due registrazioni — una di 116 minuti e l’altra di 130 — fatto dai consulenti tecnici incaricati dal pm. È in queste poche pagine che si legge quello che De Girolamo diceva durante le riunioni con Pisapia, Rossi e il direttore sanitario Mino Ventucci, e con due persone totalmente esterne alla Asl ma vicinissime all’allora deputata: il suo portavoce Luigi Barone, e l’avvocato Giacomo Papa. «Relativamente ad alcune vicende degne di approfondimento, sono tuttora in corso di svolgimento specifiche investigazioni che, allo stato, non hanno evidenziato fattispecie penalmente rilevanti a carico dei soggetti coinvolti», scriveva il colonnello Lauro. Era il 12 dicembre. È passato un mese, qualcosa potrebbe essere cambiato e qualcuno dei «soggetti coinvolti» ora o a breve potrebbe anche essere indagato. Fulvio Bufi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Primo Piano 9 Firenze Matteo Renzi, 39 anni, stacca manifesti abusivi(Biagianti) La strategia La diretta su Twitter: sulle riforme da Ncd un clamoroso passo indietro Il leader attacca a tutto campo: «Subito ius soli e unioni civili» Il segretario incalza il governo: basta figuracce come sull’Imu ROMA — Matteo Renzi torna in diretta su Twitter, si scusa per la mezz’ora di ritardo e poi tira giù un burrascoso torrente di parole che rischiano di sommergere Palazzo Chigi. «È il nostro governo e dobbiamo incalzarlo, ma basta figuracce come quella dell’Imu». Per lui affermare che l’esecutivo «ha fatto poco è un eufemismo» e per chiarire il concetto lancia l’hashtag «no marchette». E Nunzia De Girolamo? Per lui deve lasciare: «La Idem si è dimessa...». La tregua (armata) con Enrico Letta è a rischio, tanto che domani il premier potrebbe non andare alla Direzione nazionale. A sera il leader prova a placare le acque, giura che lui con Letta non ha «mai litigato» e definisce «stucchevole il giochino del chi logora chi». Il problema è che adesso il segretario prende di mira Alfano: «Quanto staremo al governo con Ncd? Il tempo necessario a fare approvare anche a loro lo ius soli e le unioni civili alla tedesca». Incalza, avverte, mette il vicepremier bruscamente alla prova: «Se non vogliono più fare le riforme costituzionali ce lo dicano, ma sarebbe una sorpresa». Costi della politica La sferzata ai privilegi dei politici: «Perché i sottosegretari devono viaggiare in auto blu? Vadano a piedi» Le curiosità All’incontro con i senatori il segretario sbaglia l’ingresso 1 «Perché sono così elegante? Vado a divertirmi con i senatori...». Renzi scherza, ma poi sbaglia l’ingresso del Senato e invece di entrare a Palazzo Madama si infila a Palazzo Giustiniani. Lo scambio di pronostici sul vincitore di «Masterchef» 2 «Chi deve vincere Masterchef?». Il segretario lo chiede al suo portavoce, Filippo Sensi. Il quale, grande esperto di «food», risponde pronto: «Rachida». E Renzi: «Ora sento Cracco...». L’attacco è a tutto campo. Investe la squadra, minaccia l’accordo di maggioranza, riaccende i dissidi interni ai democratici. «Proponiamo agli altri un patto che tenga insieme legge elettorale, revisione del Senato e Titolo V» risponde sul social network, legando la riforma del sistema di voto alla riscrittura della Carta. E se a Palazzo Chigi temono che il segretario voglia il voto, lui tranquillizza Letta: «Ci mettiamo almeno un anno...». Ma subito torna all’attacco e si dice «veramente colpito» dal «clamoroso passo indietro» di Alfano: «Se Ncd dice no a una delle nostre tre proposte, apre un problema». A farlo arrabbiare è stata l’idea di tagliare da 315 a 210 il numero dei senatori: «Non condividiamo la proposta di Ncd. Per noi va tolta ogni funzione elettiva». E ancora, con un aggettivo non proprio affettuoso agli alleati di Ncd: «Per me il Senato non deve rimanere in piedi... Questi che dicono sì, eliminano le cose e poi le tengono lì, non pensino di far finta che noi non ce ne accorgiamo». Renzi ancora non sceglie fra i tre modelli di legge elettorale che ha indicato, ma si dilunga in difesa di quell’«ispanicum» che piace a Berlusconi: «A noi vanno bene tutti e tre, ma lo spagnolo garantisce governabilità e impedisce le larghe intese». E quando un oppositore lo provoca chiedendogli se manderebbe sua figlia ad Arcore e come pensi di fare una legge elettorale con il Cavaliere, lui si irrigidisce: «Spero per lei che le abbiano spiegato la differenza, ma non credo». È un nuovo, insidiosissimo fronte. Ancor più del rimpasto, «vecchio e stantio». Renzi spazza via sospetti ed elucubrazioni: «Piacerebbe ai grillini che il Pd si mettesse in una sorta di compro-baratto-vendo di poltrone... Ma non ci caschiamo. Il premier può chiedere opinioni ai partiti, ma la scelta sui propri collaboratori spetta al capo. Se pensa che alcuni ministri non stiano andando bene, fa benissimo a cambiarli». Il leader aspetta di sentire come, nell’aula della Camera, De Girolamo spiegherà i fatti della Asl di Benevento e, su quella base, i democratici prenderanno una posizione unitaria: «Niente processi in contumacia». Ma il punto che gli sta cuore è questo, è prendere distanze da un problema che non ritiene suo: «La domanda va fatta a Letta, che non mancherà di prendere posizione in modo rapido». Come a dire che tocca al premier decidere, al premier assumersi la responsabilità di chiedere al ministro un passo indietro. E Cancellieri? «Per me doveva lasciare e non ho cambiato idea». Gli chiedono se non tema la «trappola» del Letta bis e lui, sferzante: «Il mio obiettivo non è stare col fiato sul collo a quelli del governo, c’è di meglio per me». Dove il «quelli» è rivolto a Letta e ai suoi ministri. Ma quando gli chiedono di Napolitano lui prontamente lo difende: «Non si tocca». Tagliente, battagliero, a tratti ironico risponde ad oltre cinquanta domande, senza schivare le più antipatizzanti e spesso cavalcando l’onda dell’anti-politica: «Perché i sottosegretari devono viaggiare in auto blu? Vadano a piedi». Nel Pd il clima è tesissimo. A sera, mentre il leader incontra i senatori, Gianni Cuperlo riunisce i suoi deputati. Ci sono i dalemiani, i bersaniani, i «giovani turchi» di Orfini e c’è anche Stefano Fassina. Che fare? Dialogare con i renziani o dar vita a una corrente di minoranza? La riunione è stata nervosa, complessa e non ha sciolto il nodo. Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro La titolare dell’Agricoltura non pensa di lasciare. Boccia: «Mia moglie non è indagata, sono certo della sua correttezza» Lei si difende: risponderò a tutto, ma in Parlamento ROMA — Una giornata passata in trincea, tra le mani i quotidiani che parlano e parlano di lei, gli occhi sulle news della televisione, i collaboratori che le trasmettono i dispacci di agenzia. Notizie che sono tutto tranne che rassicuranti. Ma Nunzia De Girolamo non molla. Il ministro per le Politiche agricole ieri ha chiamato gli avvocati per difendere il rispetto della sua privacy e si sta preparando per affrontare il suo discorso più difficile: quello al Parlamento. Al suo Parlamento. Non teme. Non sembra temere: «Sono pronta a rispondere», dice il suo eloquio assertivo di sempre. Poi ribadisce: «Sono pronta a rispondere su tutto quello che mi verrà chiesto. Lo farò in Parlamento, per il rispetto che ho per le Camere». Lo va dicendo dal primo giorno, il ministro Nunzia De Girolamo. Ma lo ha ripetuto ieri, ignorando le pressioni forti di una parte del suo Parlamento e, soprattutto, la stoccata del segretario del Pd Matteo Renzi che la invitava a riflettere sull’ipotesi di dimissioni, prendendo esem- pio da quanto fatto dal ministro del Pd, Josefa Idem. Ma no, Nunzia De Girolamo non sta pensando di lasciare la poltrona del dicastero delle Politiche agricole: vuole spiegare le sue ragioni in Parlamento. E vicino a lei ha il conforto del marito, Francesco Boccia, che non è soltanto un deputato ma è un esponente di punta del Partito democratico, il partito che in queste ore la sta mettendo più in difficoltà. «Mia moglie non è indagata e sono certo della sua correttezza», ha detto Francesco L’ex segretario pd Bersani, prosegue la lunga degenza tra tv e giornali PARMA — Un po’ di zapping alla tv, un’occhiata ai giornali («Ma senza esagerare») e la vicinanza della moglie Daniela e delle figlie Elisa e Margherita. Prosegue secondo la tabella di marcia il ricovero di Pier Luigi Bersani, 63 anni, nel reparto di neurochirurgia, in regime semi intensivo, dell’ospedale Maggiore di Parma dopo l’intervento a cui è stato sottoposto il 5 gennaio scorso per un’emorragia cerebrale. Le condizioni dell’ex segretario del Partito democratico vengono definite «stabili» e i forti mal di testa di cui ancora soffre rientrano nella norma in casi come questi. Bersani è uscito dalla terapia intensiva domenica, a una settimana dall’intervento. Resta in vigore il divieto di ricevere visite, ad esclusione dei familiari. Non è ancora stato deciso quando Bersani potrà lasciare il regime semi intensivo per passare alla normale © RIPRODUZIONE RISERVATA degenza. Boccia uscendo ieri sera da Montecitorio. Prima ai microfoni dei cronisti Boccia non ha dimenticato di confermare «il massimo rispetto per la magistratura», ma ha anche voluto ricordare che finita tutta la storia «ciascuno risponderà ai magistrati di ciò che ha fatto». Già: finita tutta la storia. Ma quando finirà questa storia? E come finirà? Stasera torna dal Messico il presidente del Consiglio Enrico Letta e sarà lui il primo scoglio del ministro delle Politiche agricole: la lascerà arrivare a spiegare alle Camere le sue ragioni? O inviterà il ministro De Girolamo alla stesso passo indietro al quale invitò il ministro Josefa Idem, finita nel tritacarne per qualche migliaia di euro di Imu non pagato? Al.Ar. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo stratega dei 5 Stelle Casaleggio a Roma per la resa dei conti con i dissidenti MILANO — Un viaggio — stavolta annunciato — e una (possibile) resa dei conti. Oggi a Roma sbarca nuovamente Gianroberto Casaleggio. Lo stratega del Movimento è nella capitale per incontrare i parlamentari, affrontare con loro i prossimi appuntamenti dei Cinque Stelle (legge elettorale, impeachment, forse riforma della comunicazione), ma la visita — a meno di 48 ore dagli attacchi dei senatori dissidenti nei suoi confronti — può segnare anche lo strappo definitivo con gli «aperturisti». Di sicuro, Casaleggio vedrà deputati e senatori suddivisi in base alle commissioni di cui fanno parte in incontri di una mezz’ora l’uno: un modo per focalizzare l’attenzione sui singoli temi e progetti di legge. E per avere Sul blog L’intervento di Aldo Giannuli sulle motivazioni della Consulta l’occasione di un faccia a faccia anche con molti pentastellati. Impossibile che non si parli degli affondi dei dissidenti, che non sembrano arretrare minimamente dalle loro posizioni. Anzi,ieri Luis Alberto Orellana ha rincarato la dose, attaccando Casaleggio proprio al cuore del sistema del Movimento. «Ci sono piattaforme già disponibili, qualcuna è nota — ha detto il senatore in un’intervista a Radio24 —. Purtroppo ci si sta incaponendo su una che risulta inadeguata, perché c’è la gestione di uno staff poco trasparente i cui membri non sono noti, le cui decisioni calano in maniera sorprendente. E in questo caso del voto sul reato di clandestinità, in maniera anche inadeguata». Una presa di distanza netta, che oggi verrà probabilmente discussa. Così come al centro dell’attenzione ci sarà anche il cambio di strategia comunicativa per i parlamentari. L’ipotesi allo studio prevede non più una divisione per Aule come è stato finora, ma per aree tematiche. L’obiettivo è focalizzare l’attività sui progetti senza rischio di sovrapposizioni tra deputati e senatori. E a dare l’idea che nel Movimento si respiri sempre più aria di campagna elettorale e una nuova attenzione verso i media è testimoniato dall’ingresso nello staff pentastellato a Roma di Silvia Virgulti, che si occuperà di «lingue, public speaking, gestualità». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Le riforme Il confronto Legge elettorale all’ultimo bivio Ma i partiti marciano ancora divisi Il relatore Sisto: sentenza dolce, la Consulta lascia discrezionalità La Nota di Massimo Franco Parole di stabilità contraddette da sospetti incrociati F ormalmente arrivano segnali di stabilità. Ma di fatto sono bilanciati e perfino superati da quelli di precarietà. Matteo Renzi sostiene che le sue proposte di riforma dovrebbero tranquillizzare Enrico Letta «perché ci mettiamo almeno un anno». In parallelo, però, il segretario del Pd fa sapere che il suo partito manterrà l’alleanza col Nuovo centrodestra solo fino all’approvazione di due leggi, sull’immigrazione e sulle unioni civili, particolarmente indigeste ad Angelino Alfano. Continua a trattare con Forza Italia attraverso il canale del fiorentino Denis Verdini, plenipotenziario berlusconiano. E, pur dicendo che il problema è del premier, lascia filtrare una preferenza per le dimissioni del ministro Nunzia De Girolamo, nella bufera per una storia di appalti. Non bastasse, Renzi annuncia che «si apre un problema» perché il Nuovo centrodestra ha risposto alla sua ipotesi di abolizione del Senato entro un anno, con una proposta di riforma. Il segretario del Pd la bolla come un «passo indietro». E respinge qualunque prospettiva di un rimpasto, perché a suo avviso diventerebbe «una grande lotta di poltrone» nel suo stesso partito. In realtà, il problema è che vorrebbe un cambio di ministri così radicale da rischiare una crisi. InLe incognite somma, per quanto Il gioco a 360 si parli di nuovo sistema elettorale in gradi di Renzi dirittura d’arrivo doaumenta po le motivazioni le incognite della sentenza della anche per lui Corte costituzionale, le incognite rimangono. Le prospettive di un compromesso tra Pd renziano e Silvio Berlusconi sembrano fatte su misura per destabilizzare palazzo Chigi. Di certo acuiscono il nervosismo del gruppo di Alfano. Le voci di un incontro tra i due nelle prossime ore si vanno infittendo. E il sospetto di uno scambio riforme-voto anticipato, per quanto a oggi appaia azzardato, continua ad aleggiare. Un’intesa tra i due significherebbe dare corpo a una maggioranza diversa da quella di governo; e mostrare Letta in bilico. Il premier aveva detto che «naturalmente» l’intesa andava cercata in primo luogo nella maggioranza. Ma non sembra così pacifico. E FI dice e fa scrivere che se c’è accordo BerlusconiRenzi si può andare alle urne subito. Eppure, dietro la marcia a tappe accelerate verso il «sì» a una delle tre proposte avanzate dal vertice del Pd, sonnecchia il dubbio che la Consulta abbia restituito ossigeno ai nostalgici del sistema proporzionale. Il segretario risponde all’obiezione di non avere ancora ufficializzato la legge voluta dal suo partito, spiegando che lo farà solo quando l’accordo sarà certo: segno che nutre qualche perplessità. Rimane da capire se sarà davvero stipulato; e con quali conseguenze, perché il problema non sono le soluzioni tecniche ma i loro contraccolpi sui partiti e sulla legislatura. Il colloquio dell’altro giorno di Renzi col capo dello Stato ha sciolto le incognite solo parzialmente. Con un certo candore, ieri il leader del Pd ha risposto a chi gli chiedeva se Giorgio Napolitano voglia dimettersi: «No, Napolitano aspetta le riforme. Dopo anni di chiacchiere finalmente ci siamo». Non tutti, però, sono convinti che l’epilogo sia davvero vicino. Muoversi senza ancorarsi a una maggioranza può aumentare gli imprevisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — La «sentenza dolce della Corte», per usare le parole del relatore della legge elettorale, Francesco Paolo Sisto (FI), lascia una «discrezionalità condizionata» alla politica nella scelta di uno dei tre modelli proposti da Matteo Renzi: modello spagnolo, sostanzialmente maggioritario, con tutela forte per i partiti locali; Mattarellum, maggioritario per il 75% e proporzionale per il 25%; doppio turno di coalizione, proporzionale al primo turno, che al ballottaggio diventa maggioritario chiedendo all’elettore quale delle prime due minoranze deve governare e mutuando il sistema per l’elezione dei sindaci. Bene, davanti alle tre opzioni, che hanno il placet della Corte, i principali partiti (Pd, FI, M5S, Ncd) procedono ancora ognuno per la sua strada. Le posizioni dei partiti Renzi non scopre la carta che ritiene vincente: «Faremo la nostra proposta solo quando il risultato sarà certo». E rilancia sul pacchetto «legge elettorale+abolizione del bicameralismo+riforma del Titolo V della Costituzione (rapporto Stato-Regioni-Comuni): «Noi proponiamo agli altri un patto che tenga insieme tutto questo». Si vedrà. Ma un indizio lo fornisce il professor Roberto D’Alimonte, molto ascoltato dal sindaco di Firenze, secondo il quale «il modello spagnolo pone problemi anzitutto politici perché non vedo come possa accettarlo Alfano, così come i montiani e l’Udc... Dipende dalla capacità di Renzi di riuscire a mettere insieme Alfano e Berlusconi. Se Renzi sarà costretto a scegliere tra i due la cosa si complica». Lo spagnolo, infatti, ha un potenziale maggioritario implicito che tiene fuori dal Parlamento i partiti sotto il 20%. La controprova la danno, da fronti diversi, il ministro Gaetano Quagliariello (Ncd), secondo il quale la Corte ha rafforzato il doppio turno, e Gianclaudio Bressa (Pd): «Il doppio turno è l’unico che assicura la governabilità e mette al riparto da profili di costituzionalità». Invece, Renato Brunetta (FI) tifa per lo «spagnolo» o il Mattarellum corretti in senso maggioritario, affermando che «la Corte ha bocciato il doppio turno». Rimane l’incognita di Grillo che non ha formulato proposte, anche se tifa per il Mattarellum. I proporzionalisti Gli ex dc Giuseppe Fioroni (Pd) e Pino Pisicchio (Cd) spingono per il proporzionale puro, magari alla tedesca, ma i renziani già hanno alzato le antenne: «Temo che la Consulta riaccenda antiche pulsioni proporzionaliste che sarebbero la tomba della po- Le tre opzioni Il modello dei sindaci Una delle ipotesi indicate da Matteo Renzi è il doppio turno di coalizione dei sindaci: chi vince ottiene il 60% dei seggi e il restante 40% è diviso in maniera proporzionale tra chi perde Il modello spagnolo Prevede 118 piccole circoscrizioni e un premio di maggioranza del 15% da attribuire alla lista vincente. Ogni circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati Mattarellum corretto Si prevedono 475 collegi uninominali e il 25% dei collegi rimanenti andrebbe ripartito con un premio di maggioranza del 15% e un «diritto di tribuna» per i partiti più piccoli La decisione della Consulta Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera 4 Dicembre La sentenza La Corte costituzionale dichiara illegittimo il Porcellum: gli effetti giuridici decorrono dal deposito delle motivazioni litica», dice l’ex dalemiano Nicola Latorre. Il premio di maggioranza La Corte, di fatto, ha detto che modelli già sostanzialmente maggioritari (spagnolo e Mattarellum) non potrebbero essere appesantiti con un premio che rischia di mortificare il principio di rappresentanza in ossequio alla governabilità. Tuttavia, il professor Francesco Clementi, anche lui ascoltato da Renzi, dice che il premio previsto, che si vorrebbe per la quota proporzionale del Mattarellum, «non sarebbe un vero e proprio premio ma solo un riequilibrio in senso maggioritario, di segno opposto rispetto a quello previsto nel ‘93 quando fu varato il Mattarellum. Quindi ammissibile alla luce della decisione della Corte». Le simulazioni Alla Camera circola un documento riservato secondo il quale lo «spagnolo» e il Mattarellum sarebbero incapaci di produrre una maggioranza di governo alla Camera anche se corredati di un premio. La simulazione sui risultati delle ultime politiche darebbe questi risultati con lo «spagnolo»: Pd 200 seggi (invece degli attuali 292), M5S 197 (108), Pdl 161 (97), Sc 28 (45), Lega 18 (18), Sel 6 (37), Fratelli d’Italia 1 (9), Svp 4 (5), altri 1 (0). Analogo il discorso sul Mattarellum che favorisce l’aggregazione in coalizioni: Pd-Sel-Cd 223 seggi (di cui 39 grazie alla quota proporzionale); Pdl-Lega 250 seggi (36 con il proporzionale), M5S 119 (48), Sc 22 (20), Svp 3. Sul doppio turno non sono possibili simulazioni perché al ballottaggio vanno le prime due coalizioni e poi vince chi ottiene anche un solo voto in più. Il Tg3, infine, ha prodotto una simulazione sul proporzionale puro col quale si voterebbe in assenza di una nuova legge: con questo sistema oggi Pd, Ncd e Sc non avrebbero la maggioranza. Neanche alla Camera. Resta in vigore il proporzionale 1 Una soglia minima per il bonus di seggi La legge elettorale che rimane in vigore è «un sistema proporzionale depurato del premio di maggioranza», scrive la Consulta. Che dovrà poi essere integrata, visto che il listino bloccato è stato bocciato, «in modo da consentire un voto di preferenza». La normativa in vigore è «idonea a garantire il rinnovo dell’organo elettivo». Finché il Parlamento non cambierà la legge 2 Per i giudici il premio di maggioranza del Porcellum è «una grave alterazione della rappresentanza democratica» perché non è subordinato a «una soglia minima di voti». Trasforma «una maggioranza relativa di voti, potenzialmente anche modesta, in una maggioranza assoluta di seggi». Per essere legittimo un premio deve prevedere una soglia minima ed essere ragionevole Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Il costituzionalista Barbera: la Consulta non esce bene da questa vicenda. Per il sindaco c’è un assist «La Corte ha esteso i suoi compiti Tutte legittime le tre proposte pd» ROMA — Professor Barbera, e adesso, dopo le motivazioni della Consulta, cosa succede alla legge elettorale? «La palla ritorna al Parlamento. E con le regole fissate dalla Corte. Le Camere rimangono libere di scegliere il sistema ritenuto più idoneo ma devono in ogni caso consentire agli elettori di “pronunciarsi” sui candidati e di evitare premi di maggioranza al di là di una soglia ragionevole. Deve, cioè , esserci un equilibrio ragionevole fra il principio di rappresentatività e la possibilità per il Parlamento di esprimere una maggioranza e un governo». Quali sistemi elettorali sono possibili allora ? «La sentenza è un assist per Renzi che, se coglie la palla, può così evitare un estenuante dribbling. Tutte e tre le proposte avanzate dal segretario del Pd infatti sono legittime in base a quanto scritto dalla Consulta. Vale a dire il cosiddetto sistema “spagnolo”, con l’aggiunta del “premio” del 15%, che affida l’effetto selettivo dei candidati alla ridotta dimensione dei collegi. Poi, il secondo, il Mattarellum rivisitato, che non prevede un premio — sbaglia chi lo dice — ma l’espansione del 75% di maggioritario uninominale e la corrispondente riduzione della quota proporzionale. Infine, il terzo (il cosiddetto “sindaco d’Italia”) che fa scegliere agli elettori con un doppio turno la coalizione vincente». Alla Camera sono riprese le audizioni in Commissione di voi costituzionalisti. Sembra di assistere alla classica fatica di Sisifo. «All’inizio della mia audizione ho detto ai miei ex colleghi parlamentari che eravamo riuniti nella stessa Aula in cui ben 31 anni prima, in sede di commissione Bozzi, avevamo cominciato a discutere di legge elettorale, in particolare della proposta De Mita-Ruffilli. Roberto Ruffilli ci ha lasciato la vita: in Italia si muore per le riforme! Quando si è cominciato a discutere alcuni dei presenti erano ai primi vagiti. Ho detto anche che l’Italia deve chiudere in fretta queste pagine se vuole ricominciare a crescere». Prima la legge elettorale o la riforma del bicameralismo che è una riforma costituzionale? «Mi rendo conto che alcuni possono puntare alla riforma elettorale subito ❜❜ Il futuro ❜❜ I dubbi Le Camere restano libere Le preferenze escluse di scegliere il sistema anche dal Mattarellum Chi è Giurista Augusto Barbera, 75 anni, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Bologna. Ex Pci poi Pds, è stato deputato dal ‘76 al ‘94 e ministro per i Rapporti col Parlamento nel ‘93, governo Ciampi, per quattro giorni per andare presto alle urne ed altri invece alla contestualità fra le due riforme per allungare i tempi del governo e della legislatura, ma sarebbero giochetti non più tollerabili. La riforma del bicameralismo è necessaria. E se si vuole votare subito la legge rimasta in piedi c’è: il proporzionale puro come nella Prima Repubblica, comprese le preferenze, per effetto della sentenza della Corte». La Corte è rimasta nei limiti delle sue competenze ? «La Corte non ne esce bene da questa vicenda: ha esteso al massimo i propri compiti, sia facendo discutere un ricorso di assai dubbia ammissibilità, sia ampliando oltre misura i suoi poteri di intervento creativo. Con questa sentenza la Corte reintroduce ad esempio le preferenze che erano state escluse anche dalla legge Mattarella e non solo da quella Calderoli. C’era stata infatti una chiara indicazione del legislatore in senso contrario, sulla base di un referendum popolare. E persino — questo lascia sbigottiti — introduce le preferenze per il Senato che non ne ha mai avute, dalla fondazione della Repubblica. Non meno imbarazzante è poi la facoltà concessa al governo di dare attuazione alla sentenza con norme regolamentari, scavalcando l’obbligo della riserva di legge in materia elettorale ». M. Antonietta Calabrò © RIPRODUZIONE RISERVATA Primo Piano 11 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 13 Gennaio Le motivazioni I 15 giudici della Consulta depositano il testo, composto da 26 pagine, con le motivazioni della sentenza Il retroscena Franceschini: quel sistema piace a molti, ma pochi lo dicono Sulle mosse del segretario pd la mina del proporzionale e la ragnatela premier-Alfano Contatti con Verdini, presto con Berlusconi Scegliere i candidati Liste solo se piccole 3 4 Il Parlamento eletto con la legge dichiarata incostituzionale è legittimo. «Le Camere sono organi costituzionalmente necessari» e non possono «cessare di esistere». Prevale «il principio fondamentale della continuità dello Stato». Il principio di retroattività vale solo «per i rapporti tuttora pendenti», precisa il testo della Consulta ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA Le liste bloccate del Porcellum sono illegittime. Diverso è il caso di «altri sistemi» con «liste bloccate solo per parte dei seggi» o con «un numero di candidati talmente esiguo da garantirne l’effettiva conoscibilità». Insieme ai collegi uninominali e alla preferenza, sono possibili quindi liste bloccate piccole (modello spagnolo) o per quote parziali di seggi (Mattarellum) Il Parlamento è legittimo ROMA — La Corte costituzionale ha aperto il vaso di Pandora, ha ridestato gli animal spirit proporzionalisti, che — dopo esser rimasti incatenati per vent’anni — si sentono di nuovo forti, rilegittimati dalla legge elettorale «varata» dalla Consulta. «Questa legge piace a molti, anche se in pochi lo dicono», spiegava ieri mattina con tono preoccupato il ministro democratico Dario Franceschini ai dirigenti del suo partito, avvertendo del rischio che questa area — trasversale in Parlamento — possa «mettere delle zeppe sul percorso della riforma. E se ci riuscissero, avremmo le larghe intese per sempre». Non è chiaro se il rappresentante del governo abbia parlato direttamente con Matteo Renzi, di sicuro il leader del Pd era già conscio del pericolo, se è vero che di buon mattino ha contattato Denis Verdini, insospettito dal titolo di apertura del Giornale: «Senza più alibi. Ora si può votare». Come dire: la legge elettorale c’è. «Denis, non è che il tuo ha già cambiato idea?», ha chiesto Renzi. «No, no, Matteo», ha provato a rassicurarlo il plenipotenziario di Silvio Berlusconi, che sta lavorando sul modello spagnolo. Ma il capo democrat ha fiutato la puzza di bruciato che viene dal campo forzista, dove i sostenitori del sistema «scritto» dalla Consulta non hanno atteso per uscire allo scoperto. Basti pensare al modo in cui Saverio Romano ha criticato pubblicamente l’attacco del capogruppo Renato Brunetta alla sentenza della Corte, «se non altro perché mesi fa ho presentato una proposta di legge che ricalca proprio le motivazioni con cui è stato abrogato il Porcellum», ha spiegato l’ex ministro del centrodestra. L’outing è appena iniziato. «Il punto è — secondo Romano — che il quadro politico sta mutando. Di questo passo si andrà a votare nel 2018, altro che 2015». E giusto per alimentare il clima di reciproci sospetti, il deputato azzurro ha aggiunto sorridendo: «Andate a vedere cosa succede nel Pd. Massimo D’Alema manda a dire a Renzi di non fidarsi di Berlusconi. Come se la colpa fosse del Cavaliere...». Ecco un assaggio di cosa potrebbe accadere a scrutinio segreto alla Camera sulla legge elettorale. Ecco perché Franceschini non si stanca di ripetere a Renzi che «serve trovare un’intesa nella maggioranza». Il segretario del Pd fa mostra di opporsi a quella che considera «la ragnatela» di Enrico Letta e Angelino Alfano. Perciò prosegue con la sua tattica movimentista, e si appresta a una serie di colloqui nella speranza che siano risolutivi. Il confronto con Verdini potrebbe essere stato il preludio a un prossimo contatto con il Cavaliere. Ma sarebbe davvero un rendez vous risolutivo? Potrebbe mai Renzi siglare un patto con Berlusconi senza scatenare l’inferno nel Pd? Di più, in questo modo, si potrebbe assumere la responsabilità di mettere in crisi la maggioranza che sostiene il governo? Alfano lo attende al varco. «La fase del dettato L’avvertimento Il vicepremier e leader di Ncd: la sentenza della Corte costituzionale rende i ricatti politici meno forti Le barriere Nella legge uscita dalla Consulta rimarrebbero le soglie minime dell’8% in Senato e del 4% alla Camera l’abbiamo superata in prima elementare», avvisa il vice premier, che dopo la sentenza della Consulta ha più margini di azione: «E siccome ci dicono che vogliamo rallentare, al contrario di altri noi abbiamo già presentato le proposte di legge sulla riforma del lavoro e sulla riforma del Senato. Dunque, siamo pronti a sederci per trattare, se gli altri sono pronti». Il fatto è che la sentenza della Consulta ha prodotto due novità: una tecnica e una politica. La prima sfata il mito del proporzionale puro, perché il modello che emerge dalla Corte prevede ancora regole severe per i partiti che si vogliono presentare al voto: uno sbarramento alto per entrare in Parlamento (8% al Se- nato, 4% alla Camera) e un tetto minimo del 10% per le stesse coalizioni. La seconda novità, è che la riforma — potendo già essere applicata — «rende i ricatti politici meno forti», sottolinea il leader del Nuovo centrodestra. Tradotto da Fabrizio Cicchitto vuol dire che «o c’è un’intesa di maggioranza o si rischia di andare al voto con queste regole». Più chiaro di così... Per questo l’appuntamento tra Renzi e Alfano potrebbe essere imminente. Il chiarimento servirebbe anche per regolare il gioco di maggioranza. Ad Alfano è chiaro che il leader del Pd, per mettere pressione su Ncd, ha aperto la sfida sul fronte del governo. L’affondo sul ministro De Girolamo è evidente, «ma su di lei toccheranno duro», ha anticipato il vice premier durante una riunione di partito, nel corso della quale gli era stato chiesto di passare all’attacco degli «sfascisti»: «Non si può consentire a Renzi quello che non è stato consentito neanche a Berlusconi». «Se continueremo a tenere i nervi saldi e se continueremo a bipolarizzare il confronto con il Pd — ha risposto Alfano — si potrà arrivare all’accordo». Un accordo dove incrociano riforma della sistema di voto, patto di governo e rimpasto, che Renzi — secondo i dirigenti di Ncd — vorrebbe intestare solo a Letta, alimentando in caso contrario la guerriglia quotidiana, che porterebbe allo stallo. «Intanto non dovremo replicare alle provocazioni», ha commentato Alfano: «Poi aspettiamo di sapere quali proposte farà». Perché Renzi, dopo essersi intestato la regia sulla legge elettorale e dopo aver dettato tempi strettissimi alla soluzione del rebus, dovrà offrire a breve una soluzione. Ed è chiaro che il segretario del Pd gioca al momento sulla difensiva, avvertendo che terrà coperte le sue carte «fino a risultato certo». Magari domani potrà ancora farlo davanti alla direzione del Pd, ma in Parlamento il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Sisto, è lì che aspetta: «Ora che la Consulta si è espressa, serve l’intesa politica su un testo base per lavorare». L’intesa però al momento non c’è, e non c’è nemmeno un testo. Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA In Messico Il premier vuole che Renzi, Alfano e Monti si impegnino in prima persona. La garanzia: una firma o magari una foto Letta e il patto di governo: i leader ci mettano la faccia Termina la missione in Messico Il rilancio delle liberalizzazioni DAL NOSTRO INVIATO CITTÀ DEL MESSICO — La «conferencia magistral» al ministero degli Esteri riguarda le relazioni fra Italia e Messico. Nell’ultimo giorno dall’altra parte dell’Atlantico Enrico Letta torna su un tema a lui caro, le liberalizzazioni: «Sono parte — dice — di un percorso che necessita impegno. Da voi impegno si dice “compromiso”: in spagnolo è una bella parola, in italiano non tanto». Una battuta, ma anche il segnale di come il premier non voglia rimanere schiacciato tra chi lo tira da una parte e dall’altra. Sta ascoltando tutti per costruire il percorso che nei prossimi giorni porterà al rimpasto e al nuovo contratto di coalizione, il programma di governo per il 2014. Ma alla fine a decidere vuole essere lui, sen- za compromessi. E senza il gioco del tira e molla con Angelino Alfano e soprattutto con Matteo Renzi. Non è un caso che per tutta la sua visita messicana si sia sottratto ad ogni contatto diretto con i giornalisti italiani. Fatto inconsueto per lui, e scelta ben precisa. Letta non vuole inseguire il Rottamatore che ogni giorno, anche se segretario del partito di maggioranza, lo incalza dall’esterno. E vuole che Renzi metta la faccia nel nuovo contratto di coalizione, insieme a lui e agli altri leader della maggioranza come Angelino Alfano e, forse, Mario Monti. Cosa voglia dire metterci la faccia si vedrà, anche perché sui contenuti il lavoro è ancora in alto mare. Potrebbe essere una firma o addirittura una foto. Un modo per suggellare il patto, per condivi- dere le responsabilità di quello che accadrà nei prossimi mesi. E soprattutto per provare a mettere fine al doppio ruolo di Renzi, azionista di maggioranza del governo come segretario del Pd ma anche primo a metterlo sotto pressione. Operazione non facile e infatti nel governo la preoccupazio- ne è forte. Sottotraccia il Pd di Renzi continua a chiedere la testa del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che ieri ha fornito nuovi argomenti con la sua battuta sulla vittoria dei partiti nazionalisti come «choc salutare» per l’Europa. Parole che hanno spinto Letta a sottolineare la necessità di avere «lea- La missione Il presidente del Consiglio Enrico Letta, 47 anni, con il ministro degli Esteri messicano José Antonio Meade, 44, ieri a Città del Messico, nell’ultimo giorno della missione del premier (Afp) der politici che sostengano la necessità di più Europa». Ma il Pd non molla la presa nemmeno sul ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, per la quale a suo tempo lo stesso Renzi aveva parlato di dimissioni. E nelle ultime ore sarebbe partita la carica anche verso Enzo Moavero, considerato troppo morbido nei confronti dell’Ue e dei suoi rigidi paletti. Il vero nodo, però, è quello di Nunzia De Girolamo. Il Nuovo centrodestra ha fatto sapere di non voler cedere. Secondo Alfano il caso del ministro alle Politiche agricole non è altro che la testa di ariete che Renzi vuole usare per far cadere il governo e andare al voto. Un allarme fatto arrivare con una telefonata che ha raggiunto il premier qui in Messico. E un altro ministro aggiunge: i renziani stanno solo cercando un alibi per aprire la crisi. Il caso De Girolamo è il primo della lista. Lorenzo Salvia [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda Nel 2005 Cambia la legge, via libera al Porcellum Il 21 dicembre 2005 viene approvata una nuova legge elettorale con i voti della maggioranza della Casa delle libertà (Forza Italia, An, Udc, Lega Nord). Viene modificato il sistema di voto precedente, per tre quarti maggioritario, in favore di un modello proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza e liste bloccate senza possibilità di esprimere preferenze Il sistema Le tre elezioni e la richiesta di referendum Il Porcellum ha regolato tre elezioni politiche: nel 2006 vince il centrosinistra guidato da Romano Prodi, nel 2008 prevale il centrodestra di Silvio Berlusconi e nel 2013 si determina una situazione di stallo che apre la strada al governo «di larghe intese». Nel 2009 si sono tenuti tre referendum abrogativi per modificare la legge: nessuno dei tre ha ottenuto il quorum del 50% più uno La decisione I cittadini ricorrono in Cassazione Nell’autunno del 2009 alla Corte di Cassazione viene presentato il ricorso di 27 cittadini contro la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno per denunciare l’incostituzionalità del Porcellum. Il testo indica diversi profili di «irrazionalità» della legge, a cominciare dal premio di maggioranza alla Camera «senza una soglia minima di voti». Lo scorso 17 maggio la Cassazione ha accolto il ricorso dei cittadini Lo stop La bocciatura definitiva della Consulta Lo scorso 4 dicembre la Corte costituzionale ha bocciato il Porcellum. In particolare, sono state giudicati incostituzionali le liste bloccate e il premio di maggioranza, una «alterazione — ha scritto la Corte nelle motivazioni — degli equilibri istituzionali». «Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, nel rispetto dei principi costituzionali» ha precisato la Consulta 12 Primo Piano Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera I partiti Il caso L’agenda della Kyenge sulla «Padania» Tutti contro la Lega: «Intimidazione» Salvini: la faremo dimettere. E Bitonci: favorisce la negritudine MILANO — «Qui Cécile Kyenge». A pagina 19 della Padania compare la nuova iniziativa del Carroccio nei confronti della ministra all’Integrazione: la pubblicazione dei suoi appuntamenti pubblici, con bella rilevanza. Per dire: gli eventi organizzati dalla Lega occupano un solo colonnino. Quelli della ministra di origine congolese, il doppio. Per suggerire ai militanti di andare a compiere azioni di disturbo? Ma quando mai: «Noi offriamo un servizio ai lettori della Padania che sono curiosi e vogliono andare ad ascoltare il ministro: non c’è mica scritto “Andate a picchiare la Kyenge”» . Dice il segretario Matteo Salvini che osserva come «gli incontri so- no pubblici, pubblicati sul suo sito. Quindi non vedo il problema nel pubblicarli». L’iniziativa si trasforma in caso. Cécile Kyenge questa volta fa un po’ fatica ad attenersi alla linea autoimposta di non rispondere alle provocazioni nordiste. «Padania chi?» risponde a chi le chiede dell’iniziativa nordista. Per poi aggiungere: «Non so chi sia la Lega Nord. E non sapendo di chi si tratta, praticamente saranno cittadini e fanno quello che vogliono». Salvini si stizzisce e controrisponde su Facebook: «La simpatica sciura Kyenge dice “la Padania chi? Non so chi sia la Lega Nord”. Chi siamo? Siamo quelli che, dando voce a Il ministro «Non so chi sia la Lega Nord, saranno cittadini e fanno quello che vogliono» Le repliche Vendola: «Razzismo da apartheid, ma l’Italia è un Paese civile» milioni di cittadini incazzati da Nord a Sud di cui lei non si preoccupa, la faranno dimettere». Aggiungendo: «Ministero inutile, spesa inutile, idee pericolose». La miccia è accesa. Matteo Renzi, il segretario democratico, trova l’iniziativa leghista «inqualificabile», mentre il segretario di Sel Nichi Vendola scrive su Twitter che «i razzisti nostrani pensano di essere nell’Alabama o nel Mississippi di mezzo secolo fa o nel Sudafrica dell’apartheid... Qualcuno gli dica che siamo nel terzo millennio e in un Paese civile, nonostante loro». Polemica nella polemica, interviene il capogruppo leghista a Montecitorio Massimo Biton- ci. E non lo fa da pompiere: «La Kyenge non sa cos’è l’integrazione, non sa niente di niente, vuole favorire la negritudine come in Francia, ma noi possiamo farne a meno». Negritudine? Anna Finocchiaro sbotta: «Bitonci ha infarcito il suo intervento di ingiurie razziste e sessiste contro la ministra Kyenge. È chiaro che i leghisti non trovano argomenti migliori delle ingiurie per sostenere tesi anacronistiche e senza capo né coda sull’immigrazione e sulla sicurezza nel nostro Paese. Li invitiamo, in particolare Bitonci e Salvini, a pensare prima di parlare». Ma in realtà, a insorgere è mezzo Partito democratico, a partire da Khalid Chaouki. Controreplica di Bi- Nell’Ateneo di Bologna tonci: «Finocchiaro studia! La Négritude (in italiano negritudine) è stato un movimento letterario, culturale e politico sviluppatosi nel XX secolo nelle colonie francofone che si proponeva di affrancare i popoli dal complesso di inferiorità imposto dai colonizzatori». Ma la trovata non piace neppure a Forza Italia, con la deputata Elvira Savino che parla di «autogol». Chi non si tiene è Mario Borghezio. L’eurodeputato torinese a La Zanzara su Radio 24 augura «Buona caccia ai cacciatori padani! È una rubrica dedicata ai cacciatori padani per cercare il leprotto? Non ho capito se c’è una vignetta col cacciatore padano per cercare il leprotto Kyenge... ». Il riferimento è a una famosa sortita dell’ex sindaco sceriffo di Treviso, Giancarlo Gentilini che auspicava costumi da leprotto per gli extracomunitari in modo da far esercitare i cacciatori. M. Cre. © RIPRODUZIONE RISERVATA Contestata L’ultima manifestazione in ordine di tempo contro il ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge, 49 anni, è avvenuta sabato 11 gennaio a Brescia (Fotogramma). Alcuni esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia hanno protestato all’esterno dell’auditorium San Barnaba dove si svolgeva una tavola rotonda con il ministro. In questi mesi gli episodi sono stati diversi: tra i più eclatanti, il lancio di due banane da parte di uno sconosciuto lo scorso 26 luglio alla festa democratica di Cervia Il retroscena Dopo le polemiche il segretario annuncia: «Il nostro è un focus sui ministri inutili, ora tocca a Zanonato» La freddezza di Maroni e Zaia. E la base si spacca Il neoleader scalda i militanti Ma poi è costretto al passo indietro MILANO — Alla fine, in qualche modo il freno è stato premuto. L’ormai famosa rubrica «Qui Cécile Kyenge» che avrebbe dovuto tener traccia di tutti i pubblici spostamenti della ministra all’Integrazione, cambierà fisionomia. Lo dice Matteo Salvini, il segretario padano: «Ma quale razzismo. Il nostro è un focus sui ministri inutili. E infatti sulla Padania di domani (oggi), ci sarà un “Qui Flavio Zanonato” che in queste ore è in Cina a fare chissà che cosa». Insomma, quello che era partito o, come minimo, pareva essere l’ennesimo atto di ostilità nei confronti della ministra congolese, viene normalizzato a iniziativa contro tutti i «ministri inutili». Resta il fatto che il nuovo attacco del Carroccio alla ministra per l’integrazione Cécile Kyenge è solo l’ultimo di una lunga serie che ha avuto i suoi sovracuti nel paragone di Roberto Calderoli con gli oranghi e nel lancio di banane avvenuto in Romagna. Ma le sortite e le vere e proprie offese sono tali e tante che Gianluca Luciano ed Eugenio Balsamo ci hanno scritto sopra un libro, «I giorni della vergogna», alla cui presentazione ha partecipato ieri sera la ministra stessa. Non c’è dubbio che certe sortite di Salvini, o a cui Salvini fornisce il via libera, non piacciano troppo alla maggior parte degli esponenti della Lega di governo. Non una parola sull’argomento che ha infiammato la giornata è venuta da Roberto Maroni, non una sillaba da Luca Zaia. Gli esegeti del loro pensiero, i collaboratori più vicini, parlano di «fastidio» nei confronti di un’iniziativa «che rischia di trasformare in martire una tizia messa lì per pure ragioni ideologico-spar- titorie e che si limita a fare propaganda». La preoccupazione per i governatori, ma anche per sindaci e assessori, è che Salvini imprima alla Lega una fisionomia eccessivamente di destra, eccessivamente razzista e xenofoba. In grado di ridare le antiche emozioni ai cuori dei militanti più legati al passato. Ma capace per contro di allontanare gli elettori meno oltranzisti e meno ideologizzati. «Non siamo sicuri che campagne come questa ci garantiscano neppure tutti i voti di quelli che avrebbero già votato per noi. Oggi tutti sono molto più preoccupati dal lavoro che non c’è e dalla crisi economica». Sarà così? Forse. Eppure, non c’è il minimo dubbio: in un solo mese di segreteria, Salvini è riuscito a ridare prospettiva a una militanza che aveva attraversato una crisi di motivazione vistosa. Svelto come un gatto su tutte le palle, conoscitore dei suoi sostenitori grazie a un rapporto ventennale, il neosegretario ha suscitato nella base — e anche nei passanti che si fermano in- Il nuovo corso nel Carroccio Alla guida del Pirellone 1 A febbraio 2013 Roberto Maroni vince le Regionali (con il 42,81% contro il 38,24% ottenuto da Umberto Ambrosoli) e diventa governatore della Lombardia Le dimissioni e la successione 2 Dopo polemiche interne, il 2 settembre Maroni annuncia le sue dimissioni da segretario. Dichiara che il congresso del partito avverrà entro fine anno Le primarie e il congresso 3 Il 7 dicembre le primarie degli iscritti sanciscono la vittoria, con l’82% dei voti, di Matteo Salvini, che viene nominato nuovo segretario il 15 dicembre al congresso di Torino curiositi ai gazebo della Lega — un entusiasmo che non si vedeva da un pezzo. Basterà a risalire nei consensi della pubblica opinione? Per ora, i sondaggi sono ancora sconfortanti. Eppure, la cura Salvini nei prossimi mesi continuerà martellante. E potrebbe rianimare il partito. Certo, c’è anche chi avanza un altro dubbio: «Finirà come è sempre finita a Milano: il pienone di voti per Salvini, e il resto del movimento a piangere». Chissà. Resta il fatto che il fiuto di Salvini per quel che piace ai suoi elettori ormai ha superato più di una prova. Dell’iniziativa di ieri, si assume la responsabilità Aurora Lussana, la direttrice della Padania, sia pure dopo averne concordato i contenuti con il segretario. Il punto, osserva, è che «sono stati i nostri lettori a sollecitarci a mettere a nudo l’imperatore. Da Kyenge non arriva una proposta di legge, non un fatto concreto. Arrivano continue cittadinanze ordinarie e la sua interpretazione del ruolo è un perenne tour propagandistico. Una cosa che fa arrabbiare tanta gente. Anche al di là del fatto che ci siano problemi più urgenti». Insomma, la vecchia strategia dell’indicare il nemico — la ministra, l’euro — alla fine potrebbe funzionare ancora una volta. Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Fischi e scritte davanti all’ufficio di Panebianco «Fuori i razzisti» DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Gli hanno dato appuntamento tramite i social network e ieri a mezzogiorno si sono presentati nel cortile della facoltà di Scienze politiche dell’Alma Mater in Strada Maggiore 45. In una trentina, a volto scoperto, armati di bombolette spray, fischietti, megafono, un fumogeno e due barattoli di vernice rossa che dovevano simboleggiare, nelle loro intenzioni, «il sangue dei migranti». Angelo Panebianco, 65 anni, ordinario di scienza politica nell’università bolognese, politologo, editorialista del «Corriere della Sera», li ha visti, è sceso in cortile e sperava in un confronto. Sapeva che il motivo di quella (fino a quel momento) colorata e rumorosa invasione era un suo articolo scritto lunedì sulla prima pagina del quotidiano di via Solferino dal titolo «Troppe ipocrisie sugli immigrati» dove si proponeva un approccio diverso al tema dell’immigrazione attraverso una regolamentazione dei flussi che favorisse la manodopera specializzata e una maggiore apertura al mondo cattolico-ortodosso rispetto a quello islamico. Sapeva che il tema è per molti tabù eppure, come ha scritto concludendo l’editoriale, «quanto meno, dovrebbe essere un legittimo tema di discussione». Si sbagliava. Quella trentina di ragazzi del collettivo universitario Hobo, non collegato ad alcun centro sociale, già protagonista di occupazioni, tutto avevano intenzione di fare meno che di discutere. Il professore non ha avuto il tempo di aprire bocca che è stato sommerso da una valanga di fischi e insulti («Panebianco fai schifo», «Via i razzisti dall’università»). E quando il docente si è avvicinato al gruppo («Assurdo darmi del razzista»), uno dei ragazzi ha tentato di appendergli al collo, senza riuscirci, un cartello con frasi offensive. Un gruppo di studenti è poi salito al secondo piano, dove c’è l’ufficio del docente, imbrattando porta e muri con scritte del tipo «Panebianco cuore nero», «Le consegniamo noi un foglio di via» (in alto, foto Benvenuti). L’episodio, che ricorda quello del novembre 2012 quando un gruppo di studenti fece irruzione all’Alma Mater durante un consiglio d’amministrazione poggiando un cartello sotto la gola del rettore Ivano Dionigi (che ieri ha telefonato al docente per esprimergli solidarietà), avrà strascichi penali: gli attivisti sono noti alla Digos e per loro sono in arrivo denunce per imbrattamento di edificio e altre ipotesi di reato. Solidarietà a Panebianco dai parlamentari bolognesi del Pd («Anche nel dissenso occorre rispettare le persone»), dalla Lega («Le parole del docente hanno rotto un muro di omertà»), da Pier Ferdinando Casini («Indegna intimidazione») e da Fratelli d’Italia («Pseudostudenti con vocazione distruttiva»), oltre che dal sottosegretario all’istruzione, Gian Luca Galletti: «Vergognoso l’atteggiamento del collettivo». Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA Primo Piano 13 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 I partiti Il centrodestra «Nessun coordinatore unico ma serve il rinnovamento» Caso Ruby, ricorso in 426 pagine: non ci sono prove MILANO — «Contraddizioni», «incoerenza», argomentazioni e prove «inconsistenti», «evidenti travisamenti»: i legali di Silvio Berlusconi non risparmiano le critiche ai giudici del primo grado nel ricorso con cui chiedono alla corte d’appello di Milano di fare piazza pulita della sentenza con la quale il 24 giugno 2013 l’ex premier è stato condannato a sette anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici nel processo Ruby. In 426 pagine, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo chiedono che Berlusconi sia assolto con formula piena dalle accuse di concussione per costrizione e di prostituzione minorile A Milano conseguenti alle pressioni che avrebbe fatto sui vertici della questura di Milano il 27 maggio del 2010 Primo grado affinché l’allora Processo Ruby: 17enne Karima El a giugno il Mahroug, fermata Tribunale di per strada per furto, Milano condanna fosse affidata alla Berlusconi in allora consigliera primo grado a 7 regionale lombarda anni, con pdl Nicole Minetti, interdizione evitando così che la perpetua dai marocchina, con la pubblici uffici, quale aveva avuto per concussione rapporti a per costrizione e pagamento, prostituzione raccontasse dei minorile dopocena a base di Il ricorso sesso nella residenza I suoi legali di Arcore. Ghedini e hanno Longo ribadiscono la presentato lunga serie di tesi ed ricorso contro la eccezioni fatte, e sentenza respinte, nel Secondo grado processo. A partire Davanti alla II da quella secondo la Corte d’Appello quale Berlusconi di Milano, in quella sera chiamò primavera, solo per «dare una dovrebbe iniziare informazione» il processo di (Ruby gli era stata secondo grado «segnalata» come nipote di Mubarak) e chiedere «una semplice informazione». Parlano di «acrobatica argomentazione giuridica», «fallace lettura delle normative», di «ansia pervicacemente accusatoria» da parte dei giudici i quali avrebbero usato «il proprio personale convincimento, e cioè il sospetto e l’illazione, per trasformarlo in prova» attraverso una ricostruzione che è «totalmente fallace». Non c’è alcuna prova che il Cavaliere abbia fato sesso con Ruby, negato dalla stessa marocchina (mentendo, secondo il Tribunale), e che lui sapesse che era minorenne, perché «tutti erano convinti che si trattasse di persona maggiorenne». I testimoni, accusati in «una sorta di processo nel processo» di aver detto il falso oppure, come molte delle olgettine, di essere stati corrotti da Berlusconi, hanno invece detto la verità perché non «vi è infatti la prova di alcun inquinamento probatorio». Giuseppe Guastella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Al grido di dolore di Raffaele Fitto («il Cavaliere non ci umili con quella nomina») contro l’ipotesi che la guida di Forza Italia finisca nelle mani di Giovanni Toti, Silvio Berlusconi replica con una nota dai toni rassicuranti. «Non c’è stata — scrive l’ex premier — alcuna intenzione di procedere alla nomina di un coordinatore unico, figura peraltro non prevista dallo statuto del nostro movimento. C’è stato invece l’intento di rilanciare Forza Italia dotandoci di una nuova organizzazione e valorizzando tutta la classe dirigente che in questi anni e, particolarmente negli ultimi mesi, ha dimostrato di sapere condurre straordinarie battaglie politiche, affiancandomi nelle fasi più drammatiche della vita politico-istituzionale del Paese». Una correzione di tiro a fronte di una levata di scudi, per quanto leale, che comunque irrita il Cavaliere. Perché Berlusconi è convinto che occorre reagire alla sfida del cambiamento. «Non dobbiamo perciò avere timore — sostiene — di aprire le porte del nostro movimento alle risorse nuove che si affacciano e che vogliono dare il loro contributo al nostro rilancio in un momento di grande trasformazione della politica italiana». L’ex premier vuole quindi andare avanti ma lo vuole fare senza creare malumori, senza 7.000 I club Forza Silvio che sono già stati aperti sul territorio. Lo sviluppo e la supervisione dei circoli è stata affidata da Silvio Berlusconi a Marcello Fiori 20 Gli anni dalla discesa in campo di Berlusconi, il 26 gennaio 1994. La nuova Forza Italia celebrerà l’anniversario con una grande convention del partito umiliare la vecchia guardia. Occorre pertanto coniugare le novità con la continuità. «Le nostre vittorie del futuro, come quelle del passato, risiederanno proprio nella capacità di Forza Italia di rimanere un movimento aperto, determinato a riportare il centrodestra al governo del Paese». Questa messa a punto scalda i cuori di quanti osservano con crescente timore le mosse dell’ex premier. In molti infatti hanno apprezzato e condiviso il grido di dolore di Fitto, espresso nell’intervista al Corriere, e hanno salutato con soddisfazione la nota di Berlusconi. «Bene ha fatto il presidente a dare la giusta attenzione alla lealtà e all’onestà politica e intellettuale di Fitto», afferma Anna Cinzia Bonfrisco. «C’è bisogno di tutti affinché Forza Italia continui a essere sempre il punto di riferimento di tutti i moderati», auspica la deputata pugliese Elvira Savino. «Quella di Fitto — incalza l’ex ministro Saverio Romano — è una critica puntuale e costruttiva». Anche Daniele Capezzone si riconosce nelle preoccupazioni di Fitto, ma nel contempo esorta tutti a stringersi attorno al Cavaliere: «La giusta esigenza di rinnovamento non può mettere tra parentesi il patrimonio di esperienze costruito nella comune battaglia contro l’oppressione fiscale, burocratica e giudizia- Il giornalista Toscano, 45 anni, dal 2010 Giovanni Toti è direttore di Studio Aperto e, dal 2012, anche del Tg4. Sempre presente alle ultime riunioni di Forza Italia, è stato indicato da Berlusconi come l’uomo sul quale puntare per il rilancio del partito. La sua ascesa ha messo a rischio il rapporto dei falchi con il Cavaliere, che prima lo aveva indicato come coordinatore unico ma poi ha congelato l’incarico ria». Tesi sostenuta anche da Annagrazia Calabria: «Un grande leader è colui che sa mostrare l’orizzonte a cui guardare. Silvio Berlusconi lo ha fatto già anni fa, portando i trentenni al governo e i ventenni in Parlamento, riuscendo a trovare un equilibrio perfetto tra rinnovamento e valorizzazione del- Raffaele Fitto I legali del Cavaliere Giovanni Toti Berlusconi dopo le tensioni in Forza Italia su Toti: aprirò le porte ad altre risorse e valorizzerò i veterani Il deputato Pugliese, 44 anni, deputato di Forza Italia. Governatore della sua Regione dal 2000 al 2005, alla Camera dal 2006. Nello stesso anno Berlusconi lo nomina responsabile per il Sud e nel 2007, per il Pdl, dei Rapporti con i partiti. Nel 2008 è ministro per gli Affari regionali. Ieri nell’intervista al «Corriere» ha lanciato un messaggio al Cavaliere: «Non ci umili con la nomina di Toti a coordinatore unico» l’esperienza, mantenendo sempre il partito in sintonia con l’evolversi della società». Tuttavia c’è anche chi afferma che il Cavaliere ha tutto il diritto di scegliersi i collaboratori che desidera. «Berlusconi — afferma Michaela Biancofiore — è l’ideatore, il fondatore, il presidente di Forza Italia, è co- lui che ha il consenso degli elettori e non in ultimo colui che finanzia il Movimento. Insomma, deve essere lasciato libero di scegliersi i dirigenti che vuole e dare seguito alle sue intuizioni che si sono rivelate spesso e volentieri felici». L.Fu. © RIPRODUZIONE RISERVATA Retroscena L’ex premier: è tornato il pollaio, come ai tempi della scissione di Alfano. Si sfoghino, poi deciderò io L’irritazione del Cavaliere con Fitto e Verdini Il leader vuole un ruolo di spicco per il direttore del Tg4: la guida dell’ufficio politico ristretto ROMA — Arrabbiato. Deluso. Sconfortato. Al bivio tra imporre la sua linea senza se e senza ma, e quello di lasciar perdere tutto, nel disamore verso un partito che non riconosce più. Nella tenaglia tra il suo desiderio di imboccare una via nuova mettendo Giovanni Toti a capo di Forza Italia, e la realtà di un partito, o almeno di una sua consistente parte, che si ribella, fa resistenza, e gli lega le mani. Silvio Berlusconi ha vissuto una brutta mattinata ad Arcore. L’intervista al Corriere in cui Raffaele Fitto gli rivolgeva un «appello pubblico» a non nominare Toti segretario, «umiliando» così un’intera classe dirigente, ha avuto un effetto deflagrante nel partito e ha provocato la sua ira: «È tornato il pollaio, come ai tempi della scissione con Alfano. Adesso vengo pure minacciato, non conta quello che dico io ma contano i posti... Quando è così ovvio che se non si rinnova si va a fondo... Adesso si sfoghino, ma poi deciderò io». È arrabbiato con Fitto il Cavaliere, per quello che gli è parso un atto di insubordinazione ma anche l’annuncio di bufera, nel caso avesse proceduto a spron battuto a nominare Toti al vertice dell’organismo ristretto che dovrà guidare FI. Per questo, è l’opinione tra falchi e lealisti, la nota in cui rassicura che mai ha pensato a un «coordinatore unico» ma a valorizzare tutto il partito con l’aggiunta di forze nuove, è stata letta come un modo per «evitare che l’onda diventasse Tsunami». Ma non solo con l’ex ministro (con il quale fino a sera non c’erano stati contatti) ha il dente avvelenato Berlusconi: raccontano che sia irritato anche con Verdini, al quale imputerebbe la fronda dei cosentiniani in Campania dopo che è stato scelto come coordinatore un uomo a loro sgradito. Come se, è il suo sospetto, la frattura consumata sul territorio fosse un avvertimento di quello che potrebbe accadere se il potere decisionale del partito passasse dalle mani di Verdini e dei suoi a quelle «aziendal-familiari» rappresentate da Toti. Sì perché è qui il vero nodo del contendere, cruciale: chi comanderà in FI, chi darà la linea quando nei prossimi mesi Berlusconi dovrà necessariamente limitare la sua attività politica per scontare la sua pena? Su questo si gioca lo scontro di potere. Con Toti nel ruolo scomodo dell’uomo che dovrebbe unire tutti e rappresentare la faccia rassicurante di Forza Italia, ma che non può farlo se non attraverso il conferimento di deleghe e poteri reali e con accanto forze fresche. Il direttore Mediaset continua a ripetere quello che sostiene fin dall’inizio: lui è disponibile ad assumere incarichi, ma solo se in un quadro di vero rinnovamento, altrimenti è inutile. E Berlusconi, che ieri è tornato a Roma proprio assieme a lui, che l’ha voluto con sé a cena assieme a Verdini, al capo dei club, Fiori, a Gianni Letta, pensa che servano anche altri innesti in posizione visibile, magari a capo dei Dipartimenti: il sindaco di Pavia, Cattaneo, ricevuto ieri, come Il viaggio Ieri il ritorno a Roma insieme al giornalista disponibile a patto di un rinnovamento vero L’ex ministro L’effetto deflagrante delle parole dell’ex ministro pugliese. E ci sono dubbi sulla convention del 26 Polemica sulla commemorazione in Senato Gianni Letta: per Andreotti un ricordo frettoloso «Il 17 dicembre scorso quando il Senato ha ricordato Giulio Andreotti io c’ero, ma mi perdoneranno i signori senatori, quella non è stata una pagina meravigliosa di Palazzo Madama, Andreotti è stato ricordato in maniera frettolosa e disordinata, non c’era il presidente, c’era un solo sottosegretario (e non della presidenza del Consiglio) a rappresentare il governo, e tranne Pier Ferdinando Casini non c’erano altri leader»: Gianni Letta, che ieri ha partecipato al ricordo di Andreotti (scomparso nel maggio scorso) organizzato dall’Associazione Giovane Europa all’Istituto don Sturzo nel giorno del compleanno del senatore a vita, è stato molto severo riguardo al trattamento riservato all’ex premier dal Senato. «Oggi — ha proseguito tra gli applausi — qui c’è il riscatto di quel ricordo devoto e riconoscente che l’Italia deve © RIPRODUZIONE RISERVATA ad Andreotti». la Bergamini (responsabile comunicazione), come altri in rampa di lancio. È tutto ancora aperto. Un’ipotesi è che Berlusconi nomini un Ufficio di presidenza (36 membri) e un Ufficio politico di 12-15 membri, dove accogliere capigruppo, ex coordinatori, ex ministri come la Gelmini, la Carfagna, la Bernini, la Brambilla e lo stesso Fitto, che Berlusconi vorrebbe ancora coinvolgere, e ai Dipartimenti (pure con deleghe operative) andrebbero volti nuovi. Ma Toti, nelle sue intenzioni, dovrebbe comunque rivestire un ruolo di spicco: segretario dell’ufficio politico o coordinatore dello stesso organo. Insomma, la delega politica deve essere visibile e di peso. Esattamente quello a cui si oppone una parte del partito, che dà battaglia. Ma non tutti. Perché molte «colombe» nel gioco vorrebbero inserirsi, con Toti vorrebbero lavorare, ed esprimono fastidio all’idea che «tutto resti ancora una volta in mano a Verdini e a lui solo». Lo stesso Gasparri auspica una mediazione: «È chiaro che deve esserci spazio per tutti, e se Toti non può essere il dominus assoluto, nemmeno è possibile che si continui con un uomo solo che detiene tutto il potere organizzativo». Nessuno sa quando la situazione si sbloccherà, in poche ore o settimane, mentre potrebbe perfino saltare la prevista kermesse del 26 gennaio a Roma per celebrare i 20 anni della discesa in campo del Cavaliere: l’organizzazione è ferma, il rischio di rese dei conti alto. Serve un colpo d’ala. Prima che «il disamore del Cavaliere», come temono i fedelissimi, abbia la meglio. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera 15 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 # Esteri Il referendum Urne aperte anche oggi per la Costituzione del dopo Morsi Medio Oriente L’Egitto vota la nuova Carta Scontri al Cairo, undici morti Americani «oltraggiati» dalle accuse israeliane Scontata la vittoria del sì che «incorona» Al Sisi Le file di donne e di uomini separate com’è tradizione, i militari e la polizia a proteggere i seggi, i media che parlano solo di questa ennesima «prova di democrazia» dell’Egitto post rivoluzione. È sembrato un déjà-vu, ieri, il primo dei due giorni del referendum sulla nuova Costituzione. Ma molto se non tutto è cambiato dalla caduta di Mubarak dopo la quale «ogni egiziano è diventato un analista politico, ogni casa sembra un talk show», come ci aveva detto il politologo Hisham Qassem nel giugno 2012, ai tempi dell’elezione di Mohammad Morsi. Da quando il raìs è stato deposto un anno dopo la vittoria al primo voto democratico del Paese tutto è tornato com’era una volta. Non solo il risultato è scontato ma i sì saranno una valanga. Era dal 1999, le ultime elezioni con unico candidato Mubarak (che ieri ha fatto sapere di voler votare e votare sì al referendum), che l’opposizione non veniva annientata a tal punto. I giornalisti stranieri e i pochi locali non schierati con il regime sostengono di non aver trovato un solo elettore che ieri abbia votato (o ammesso di votare) contro la In festa Donn e egiziane all’ uscita dei seg sporche di inc gi mostrano le hio dita stituzione con stro come prova del voto: la bo tiene alcune ap erture sui diritti zza di Cofemminili La crisi 30 giugno 2013 Egiziani in piazza a migliaia per chiedere le dimissioni del presidente Morsi, espressione della Fratellanza musulmana 3 luglio Il generale Al Sisi destituisce il presidente. Nasce un governo provvisorio; la Costituzione è sospesa 14agosto Represse nel sangue manifestazioni di sostenitori dell’ex presidente. Almeno mille morti in tutto il Paese; arrestati i leader dei Fratelli musulmani 12 gennaio 2014 «Pronto a candidarmi se il popolo lo chiede», dice Al Sisi, uomo forte del nuovo regime 14-15 gennaio Referendum confermativo sulla nuova bozza di Carta Guarda il video con una chiamata gratuita al +39 029 296 61 54 Uomo forte Un elettore sventola un ritratto del generale Al Sisi, primo «testimonial» del referendum Carta. E nemmeno nel «dibattito» pre-voto si sono sentite voci critiche, tutte bandite. Vietati i poster per il no, chi li attaccava è stato arrestato. Il «candidato unico» questa volta non è tanto la nuova Carta, che sostituirà quella «islamica» del 2012 mantenendo però la sharia come prima fonte del diritto e sancirà qualche apertura sui diritti delle donne e la libertà di coscienza ma darà a militari, polizia e magistratura (i tre grandi nemici della Fratellanza) poteri come mai prima. Il sì sarà soprattutto per Abdel Fattah Al Sisi, il pio generale che dopo essersi alleato con Morsi lo aveva deposto per poi gestire la transizione. E che si prepara, dopo questo plebiscito, a candidarsi raìs in aprile. E a vincere. La Fratellanza, annientata politicamente, con centinaia di morti e migliaia agli arresti compresa l’intera leadership, ha chiamato al boicottaggio del referendum e ordinato ai suoi di tenersi lontano dai seggi. Incidenti ci sono stati comunque: una bomba in un tribunale del Cairo, un attacco a una chiesa a Fayyum, scontri nella capitale e a Sohag, con almeno 11 morti, qualche decina di feriti e molti arresti. Per altro, quasi ogni voto in Egitto era stato accompagnato da bilanci simili se non peggiori. Il referendum si profila così un successo per Al Sisi e l’ampio fronte politico suo alleato, compresi i partiti di sinistra e i salafiti, gli integralisti ex alleati di Morsi che avevano poi appoggiato il golpe. Gli egiziani, la maggioranza almeno, hanno accettato il diktat dei generali, «o con noi o con i terroristi», convinti che tutti i mali siano imputabili ai Fratelli e che Al Sisi risolverà ogni problema. Pochissimi tra i liberal hanno espresso dissenso (e sono finiti in cella). Pochi ammettono che questa non è democrazia ma pensano sia l’unica soluzione. E mentre gli elicotteri Apache volavano sopra Tahrir, come altre volte dal colpo di Stato, anche la Borsa è salita. Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Anticipazione A tre anni dalle rivoluzioni del Maghreb, il bilancio nel nuovo «rapporto sulla libertà nel mondo» di Freedom House Primavere arabe, promossa soltanto la Tunisia Speranze per la Libia dove malgrado le milizie c’è una società civile attiva La speranza di Tunisi e la delusione del Cairo: tre anni dopo, è il bilancio delle Primavere arabe dell’ong americana Freedom House, che pubblicherà tra pochi giorni il rapporto annuale «sulla libertà del mondo». Ne anticipa le principali tendenze il direttore della sezione Medio Oriente e Nord Africa Charles Dunne. Mentre i tunisini celebrano il terzo anniversario della loro rivoluzione con «un governo islamista che ha saputo gestire il potere in modo inclusivo, cedendo il passo a una squadra incaricata di gestire la transizione e di organizzare nuove elezioni», commenta Dunne al telefono con il Corriere, gli egiziani votano invece una nuova Costituzione che «offre alcune libertà religiose in più ma stabilisce fermamente l’esercito come garante del potere: un passo indietro rispetto a un governo democraticamente eletto per quanto estremamente carente; e il ritorno degli oligarchi, dei burocrati e delle forze della sicurezza». Guardando allo stato delle libertà (incluse quelle politiche, di espressione e religiose) negli altri Paesi dove nel 2011 s’è levato il vento di rivolta, Dunne nutre speranze per la Libia, dal 2012 classificata come «parzialmente libera»: «Nonostante la mancanza di sicurezza e il potere delle milizie, si registra lo sviluppo di una società civile attiva e il desiderio di creare un nuovo contesto politico». Ma l’ottimismo finisce qui: in Yemen restano i problemi ereditati dal regime di Saleh, benché il dialogo politico offra a lungo termine delle speranze; in Bahrein la repressione e l’interpretazione delle rivolte degli sciiti come un altro fronte dello scontro di potere tra sauditi e Iran offre scarse prospettive di miglioramento. Per la Siria, già un anno fa classificata come uno dei 9 Paesi «meno liberi del mondo», Freedom House parla oggi di «crimini di genocidio» mentre l’Onu chiede al mondo 6,5 miliardi di dollari per aiutare il Paese. Prima che questi Stati siano «liberi», il direttore prevede molti anniversari. Ma a renderlo ottimista è qualcosa che è già «successo irreversibilmente nel 2011»: s’è infranto «il mito dell’immutabilità politica», spiega. «Nell’intera regione, la gente crede nel cambiamento». Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA La mappa della libertà TUNISIA L’indice riguarda libertà di espressione, di associazione e politica, di religione, delle donne e dalla tortura 3,5 /7 Abitanti parz. libero 11 milioni (dal 2012) 41/100 Internet: parz. libero Stampa: parz. libera MAROCCO Internet: 42/100 parz. libero Stampa: non libera massima Internet: minima trend trend positivo negativo 4,5 45/100 parz. libero Stampa: parz. libera GIORDANIA 5,5 /7 Abitanti 6,3 milioni non libero Stampa: parz. libero Stampa: non libera 1,5 Internet: Stampa: parz. libero parz. libera 5/7 Abitanti parz. libero 82 milioni (dal 2013) Internet: 60/100 parz. libero Stampa: non libera Fonte: Freedom House: rapporto sulla libertà nel mondo 2013 6 KUWAIT 5 Abitanti 8,1 milioni ARABIA SAUDITA Internet: 7/7 Stampa: Abitanti non libero 29 milioni Internet: EGITTO IRAN EMIRATI ARABI UNITI 4,5 45/100 6 /7 Abitanti 2,9 milioni parz. libero Stampa: parz. libera non libera /7 Abitanti parz. libero 6,5 milioni (dal 2012) IRAQ /7 Abitanti 79 milioni non libero 91/100 Internet: non libero Stampa: non libera /7 Abitanti 7,9 milioni libero Stampa: parz. libera Abitanti 37 milioni non libero LIBIA 85/100 non libero non libera /7 Abitanti 34 milioni non libero Stampa: non libera 46/100 Internet: 5,5/7 Stampa: 7 /7 Abitanti 23 milioni non libero Internet: /7 Abitanti 4,3 milioni parz. libero ISRAELE 4,5 /7 Abitanti 33 milioni parz. libero ALGERIA LIBANO SIRIA indice di libertà 7 1 Stampa: BAHREIN 6 /7 Abitanti 1,3 milioni non libero Stampa: OMAN 70/100 non libero non libera non libera 6/7 non libero 66/100 non libero non libera 5,5 /7 Abitanti 3,1 milioni non libero Stampa: QATAR 5,5 /7 Abitanti 1,9 milioni non libero Stampa: non libera YEMEN non libera 6 /7 Abitanti 26 milioni non libero Stampa: non libera CORRIERE DELLA SERA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME — «Che gli diano il premio Nobel e ci lasci tranquilli». Le dieci apparizioni di John Kerry a Gerusalemme in meno di un anno, l’ultima settimana scorsa, hanno esasperato chi come Moshe Yaalon, il ministro della Difesa israeliano, non crede in un accordo di pace. Lo ha detto in un incontro con gli studenti di Ofakim, piccola città nel deserto del Negev. Quelle parole sono finite su Yedioth Ahronoth, il quotidiano più venduto, e hanno acceso la reazione degli americani. Yaalon critica il segretario di Stato sul piano personale, lo definisce motivato da «un’ossessione fuori luogo», spinto da «un fervore messianico». Straccia il piano per la sicurezza presentato a israeliani e palestinesi («non vale la carta su cui sta scritto»), smonta il dialogo con l’Autorità di Ramallah («Abu Mazen resta trincerato nelle sue posizioni»). Il Dipartimento di Stato bolla le frasi come «oltraggiose»: «Kerry sta lavorando giorno e notte alle trattative con grande attenzione al futuro di Israele. Distorcere le sue motivazioni non è quello che ci aspettiamo da uno stretto alleato». Non è quello che si aspettano neppure i colleghi di governo. Perfino l’oltranzista Avigdor Lieberman, il ministro degli Esteri, lo rintuzza: «I suoi commenti sono dannosi». Ancora più imbarazzato Benjamin Netanyahu che fatica a mantenere un rapporto non conflittuale con il presidente americano Barack Obama. Nella notte il premier israeliano ha costretto Yaalon a scusarsi per gli attacchi a Washington. Prima di entrare in politica con il Likud, Yaalon è stato anche capo di Stato maggiore (con Ariel Sharon premier) durante la seconda intifada. Assieme ad altri ministri preme perché un’eventuale intesa con i palestinesi garantisca la presenza dell’esercito israeliano nella valle del Giordano. Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA NELLA FOTOGRAFIA È RAPPRESENTATO IL MODEELLO AURORA. 16 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Esteri 17 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Diplomazia La Santa Sede presenta i suoi cinque punti Tra argentini Kerry in Vaticano Una «strada comune» per la pace in Siria E Francesco riceverà il veterano delle Falkland Presto l’incontro tra il Papa e Obama CITTÀ DEL VATICANO Un’ora e quaranta minuti di incontro tra segretari di Stato, il cardinale designato Pietro Parolin con la delegazione vaticana da una parte e John Kerry con quella statunitense dall’altra. E già la durata inusuale del vertice «molto fruttuoso e ricco di contenuti» la dice lunga sull’attenzione e le preoccupazioni della Santa Sede e sull’influenza «morale» e diplomatica che il Vaticano sta mettendo in campo. Si parla del processo di pace tra israeliani e palestinesi e del piano americano, del Sud Sudan, anche delle preoccupazioni della Chiesa per «i regolamenti della riforma sanitaria» di Obama «in rapporto alla garanzia della libertà religiosa», ma soprattutto si discute di Siria, alla vigilia della conferenza di Ginevra sulla pace, il 22 gennaio: «O ci saranno risultati o sarà la catastrofe», sillaba un diplomatico di lungo corso come il cardinale Jean Louis Tauran, responsabile vaticano del dialogo interreligioso. Non a caso il Papa, nel discorso di lunedì al corpo diplomatico, aveva voluto richiamare il centenario della prima Guerra Mondiale e le parole di Benedetto XV che nel ‘17 invitava a porre fine all’ «inutile strage» e far prevalere «la forza mo- rale del diritto» su quella «materiale delle armi». Francesco ha ricordato la giornata di «digiuno e preghiera» che proclamò a settembre per «scongiurare l’aggravarsi della violenza», un’iniziativa («guerra chiama guerra!») che ebbe un peso decisivo nel fermare l’intervento meditato dagli Usa. E ha chiesto per la Siria «una rinnovata volontà politica comune per porre fine al conflitto». Così negli ultimi due giorni, tra il discorso del Papa e l’incontro dei segretari di Stato, proprio il cardinale Tauran ha g u i d a t o i n Va t i c a n o u n Condizioni Il Vaticano chiede tregua senza precondizioni e la presenza a Ginevra di tutti gli attori regionali «workshop» a porte chiuse «con esperti e diplomatici» (c’era anche Romano Prodi) per un approfondimento da «consegnare al Santo Padre». Di fatto un piano in cinque punti che sviluppa la «strada maestra» come titola oggi a tutta prima pagina l’Osservatore Romano della Santa Sede. L’«immediato cessate il fuoco» e «la fine di ogni violenza» , anzitutto, «senza precondizioni politiche»: tutti i «combattenti interni devono deporre le armi» e «tutte le potenze straniere» impegnarsi a «fermarne il flusso e il finanziamento». Quindi l’apertura di «corridoi umanitari» per aiutare la popolazione, la «ricostruzione morale e materiale» del Paese, il «dialogo e la riconciliazione» tra le comunità. E infine, fondamentale, la necessità che a Ginevra e al processo di pace «siamo presenti tutti gli attori regionali e globali». Anche qui niente veti e condizioni, dal governo siriano agli oppositori alle «potenze straniere», un punto su cui lo stesso Papa e Putin si erano trovati d’accordo nell’incontro di fine novembre. Alla Radio Vaticana, il cardinale Tauran lo dice chiaro con un esempio significativo: «È indispensabile che ci sia anche l’Iran, a Ginevra 2». E ricorda «l’accordo sul nucleare» avvenuto di recente, «un passo molto positivo che si spera possa essere contagioso». È questa in sostanza la linea che la Santa Sede ha esposto al segretario di Stato americano. Dopo l’incontro con Parolin, del resto, John Kerry ha fatto sapere che Obama incontrerà il Papa «nell’immediato futuro» e la Casa Bianca ha confermato Salvo Ratib Malis, un neonato di 20 giorni, tratto in salvo il 7 gennaio scorso durante il bombardamento di Duma, un sobborgo di Damasco (in alto), ieri sorrideva fra le braccia del padre, mentre si trovavano in casa di parenti come il presidente Usa sia «impaziente di poter vedere presto Francesco». Bergoglio, parlando ai diplomatici di tutto il mondo, ha scandito: «Auspico che la Conferenza “Ginevra 2” segni l’inizio del desiderato cammino di pacificazione». La Santa Sede invoca un «nuovo inizio» ed è pronta a lanciare una «nuova iniziativa», osserva il cardinale Tauran: «Sarà il Papa a decidere quale gesto si possa compiere». Gli «attori» del conflitto ne conoscono ormai il peso planetario, Tauran sorride : «La grande popolarità di Papa Francesco fa sì che i leader politici siano sempre curiosi e un po’ impressionati...». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA I filantropi in salvataggio dei pensionati di Detroit I miliardari hanno donato 330 milioni Obiettivo: ripianare il buco del fondo previdenziale e salvare l’istituto dell’arte DAL NOSTRO INVIATO DETROIT (Michigan) — Le mille luci del Salone dell’auto sono tornare a splendere in un Cobo Center che, dopo il crollo di una parte del tetto, cinque anni fa, è stato restaurato e ampliato con una spesa di quasi 300 milioni di dollari. Ma basta allontanarsi di pochi isolati per finire nelle strade periferiche, deserte e spesso senza illuminazione, della metropoli fallita che il commissario straordinario Kevyn Orr deve salvare da una situazione spaventosa: 18 miliardi di dollari di debiti che la città non è in grado di ripagare. Detroit prova a reagire alla crisi nella quale è sprofondata. La capitale dell’auto (è sede della General Motors, mentre anche il quartier generale della Chrysler, presto Fiat-Chrysler, è poche miglia da qui, ad Auburn Hills, così come quello della Ford a Dearborn) sta lavorando alacremente al recupero di molte delle sue aree urbane abbandonate. Come i quartieri residenziali del centro nei quali sono tornati gli uffici e anche un po’ di famiglie, o il Russell Industrial Center: una fabbrica d’auto abbandonata da decenni, divenuta centro commerciale, sede di una comunità di artisti e luogo di eventi. E’ qui che, in un’anteprima del Salone, la General Motors ha presentato domenica il suo nuovo amministratore delegato, Mary Barra, e una nuova gamma di veicoli GMC. Dal primo gennaio Detroit ha anche un nuovo sindaco – Michael Duggan, il primo bianco da 40 anni a questa parte in una città per l’80 per cento nera – deciso a ripristinare i servizi pubblici (polizia e vigili del fuoco, oltre all’illuminazione) oggi semiparalizzati. Ma di mezzo c’è l’incognita della bancarotta che rischia di lasciare decine di migliaia di anziani e di dipendenti pubblici a fine carriera senza pensione (il «buco» previdenziale è di 3,5 miliardi di dollari), mentre i creditori hanno già fatto fare alla casa d’aste Christie’s una perizia del valore delle opere del Detroit Institute of Arts che potrebbero essere vendute. Una collezione straordinaria fatta di quadri di Caravaggio, Tiziano, Rembrandt, Rubens, ma anche impressionisti come Van Gogh, Degas e Cezanne che rischia di essere polverizzata. 3,5 Miliardi di dollari è il buco previdenziale della città di Detroit che rischia di lasciare decine di migliaia di anziani e di dipendenti pubblici a fine carriera senza pensione ziativa. La Noland si è subito messa a caccia di benefattori e in poco tempo ha messo insieme impegni per 330 milioni di dollari: una cifra enorme, anche se lontanata dai 3,5 miliardi del buco previdenziale e inferiore anche alla stima del valore stimato delle opere del museo d’arte acquistate con soldi pubblici. Con 100 mila creditori che si accalcano nel tentativo di recuperare i loro 18 miliardi di crediti, salvare le opere d’arte e i pensionati non sarà affatto facile. Ma la speranza è che nell’America patria delle grandi opere filantropiche, molte altre fondazioni scendano ora un campo per contribuire al salvataggio di Detroit. Città che anche di recente ha attratto iniziativa di beneficenza come quella del capo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, e del finanziere Warren Buffett che nell’autunno scorso hanno messo alcune decine di milioni di dollari in un fondo che cerca di sostenere piccole attività imprenditoriali. Il lavoro che resta da fare è immane, e non solo per il peso dei debiti: è difficile far funzionare una metropoli nella quale sono rimaste appena 700 mila persone ma ha ancora le dimensioni sterminate (140 miglia quadrate) di quando gli abitanti erano due milioni. Anche qui, però, si sono messi all’opera imprenditori che, se non proprio filantropi, si sono impegnati in un’opera socialmente utile. Come i Pulte, una famiglia di costruttori che si sono reinventati demolitori in una città disseminata da 80 mila costruzioni abbandonate. Demolire costa 8-10 mila dollari per abitazione ma i Pulte, riducendo la trafila burocratica, sono riusciti a dimezzare l’onere. E i risultati di tutti questi sforzi di risanamento cominciano a vedersi: i prezzi delle case, che per molto tempo non avevano fatto altro che precipitare, l’anno scorso sono risaliti dei 41 per cento (da 85 a 120 mila dollari, in media, per un appartamento in un condominio). Ancora pochissimo, ma è un segno di vita. Massimo Gaggi Capolavori Il Detroit Institute of Arts potrebbe essere costretto a vendere alcuni quadri per far fronte ai debiti della città (Ap) © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ La città dell’auto Molti quartieri restano spettrali, ma in centro ci sono segni di rinascita. Anche se la bancarotta non è scongiurata Ora, per evitare questo ulteriore impoverimento e questa umiliazione alla città, scendono in campo alcune delle più importanti fondazioni filantropiche americane – dalla Fondazione Ford alla Kresge e alla Knight Foundation – che si sono solennemente impegnate a versare 330 milioni di dollari per evitare che i dipendenti pubblici della città subiscano forti tagli delle pensioni e scongiurare lo smembramento del museo d’arte. L’iniziativa, coraggiosa e senza precedenti, è stata presa su sollecitazione del giudice distrettuale Gerald Rosen che, chiamato ad applicare le pesantissime sanzioni previste in caso di bancarotta di un’intera città, ha invitato Miriam Noland, la presidentessa della Community Foundation for Southeast Michigan, a prendere l’ini- Il Papa riceverà oggi in Vaticano un ex combattente argentino della guerra delle Falkland. Oscar Doria Fernández sarà ricevuto in udienza privata nella residenza Santa Marta. Fernández era il più giovane sottoufficiale dell’aviazione argentina arruolato nel conflitto che nel 1982 oppose Londra a Buenos Aires per il controllo delle isole (Falkland in inglese, Malvinas in spagnolo) al largo della costa argentina. Nell’incontro il veterano chiederà a Francesco di benedire due crocifissi destinati ai cimiteri argentino e inglese che si trovano nell’arcipelago al centro del conflitto. E’ il primo incontro di Francesco con un veterano delle Falkland dopo che a marzo il premier britannico Cameron aveva reagito all’omelia pronunciata da Bergoglio l’anno prima, quando come vescovo di Buenos Aires, nel 30esimo anniversario della guerra, in una messa, aveva parlato di patria «usurpata». «Desidero dire a papa Francesco che ci sono percorsi nuovi che abbiamo intrapreso e da portare avanti e che mi impegno a fare la mia parte» ha dichiarato alla stampa spagnola l’ex combattente prima di imbarcarsi per Roma da Gran Canaria, dove vive da 28 anni. Fernández donerà al Papa il suo libro «Viaje al centro de la guerra» (Argentinidad edizioni) e alla chiesa i suoi diritti d’autore. La lettera «Portare all’Onu il caso marò» ❜❜ Caro Direttore, Se anche il tentativo con la Corte suprema indiana dovesse fallire, allora siamo pronti a chiedere alle Nazioni Unite di intervenire a difesa dei diritti umani, palesemente violati dall’India nei confronti dei nostri due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. E a chiederlo sarà l’Unione europea, su spinta del Parlamento europeo. E’ infatti impensabile che l’India possa tenere in carcere due soldati stranieri senza aver ancora formalizzato dopo due anni dall’accaduto alcun capo d’accusa. L’internazionalizzazione della vicenda si è resa ormai necessaria poiché una violazione così palese rappresenta un precedente gravissimo che mina la certezza del diritto per tutti gli Stati e i soggetti operanti all’estero. Siano queste missioni di pace, difesa o commerciali. Questo l’impegno che assumo come vice presidente vicario del Parlamento europeo. Per quanto invece riguarda il mio partito, il Partito democratico, faccio appello al segretario Renzi perché sproni il governo ad agire con forza, ridando così voce e forza internazionale alla sinistra italiana, rimasta sulla vicenda per troppo tempo colpevolmente in silenzio. Gianni Pittella Vicepresidente del Parlamento europeo 18 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Cronache Milano È l’ex tastierista della band. Il pubblico ministero: «Palpeggiamenti usati come penitenza» Molestie ai ragazzini dell’oratorio Agli arresti il fonico dei Modà Paolo Bovi finisce ai domiciliari con il braccialetto elettronico MILANO — All’oratorio, con il leader Kekko, ha cofondato ed è stato il tastierista e corista dei primi anni della band di rock melodico Modà, «era il 2000-2001 ed era una serata di beneficenza, Kekko era lì con la sua band, io invece ero in rotta con la mia... Il nome lo cambiammo in Modà più tardi, in onore di una discoteca di Erba». E sempre all’oratorio fece il primo concerto dei Modà, «eravamo all’oratorio e venne giù il diluvio universale, eppure riuscimmo a radunare circa 500 amici e conoscenti», rievocava Paolo Bovi nel 2011 su «Il Giorno». Ma adesso dall’oratorio arriva anche un arresto, con l’accusa di molestie sessuali su minori, per l’ex tastierista uscito nel 2005 dal sestetto sul palco della band dopo la prima partecipazione a Sanremo, ma rimasto dietro le quinte a fare tutt’ora il fonico del gruppo vincitore nel 2011 del «disco di diamante» per le 300.000 copie dell’album «Viva i romantici» e classificatosi terzo all’ultimo Festival di Sanremo e secondo (con la cantante Emma) Il gruppo Le origini Nel 2000 in un oratorio di una chiesa alla periferia di Milano Paolo Bovi (foto a destra) e Francesco Silvestre (conosciuto come «Kekko») fondano la band che in seguito si chiamerà Modà L’uscita Bovi, però, nel 2005 abbandona il gruppo sul palco, anche se resta dietro le quinte a fare il fonico La fama I Modà, band musicale italiana che realizza canzoni pop-rock, sono nati nel 2002 A Sanremo Sempre nel 2011 i Modà partecipano al Festival di Sanremo 2011 con il brano «Arriverà», in duetto con Emma, e arrivano al secondo posto nell’edizione 2011 vinta per un soffio da Roberto Vecchioni. Proprio al ruolo di animatore in una parrocchia nel 2011, infatti, risalgono alcune delle accuse di molestie sessuali su quattro ragazzini La lettera del prete Un sacerdote aveva invitato per iscritto l’uomo a chiedere aiuto a degli esperti fra i 13 e i 16 anni che il gip milanese Luigi Gargiulo ora muove al musicista, e per le quali i pm Daniela Cento e Lucia Minutella hanno chiesto gli arresti domiciliari in un centro dell’hinterland milanese che qui non si indicherà (al pari della parrocchia) per non consentire l’identificazione dei minori: misura cautelare eseguita ieri a Milano per la prima volta con il braccialetto elettronico da quando nel dicembre scorso il decreto Cancellieri, legge non ancora entrata in vigore, ha molto ampliato l’utilizzo da parte dei magistrati di questo strumento, che sinora con la normativa del 2001 era stato ben poco usato (appena 55 applicazioni su 2.000 disponibili). Il braccialetto elettronico (che in realtà è una cavigliera, tarata per resistere a 70 gradi di temperatura e 40 chili di trazione, in un ambiente domestico «mappato» da una apposita centralina collegata con le forze dell’ordine) è dunque scattato per l’ipotesi di reato di «violenza sessuale», nella fattispecie però della «lieve entità» che ormai da anni assorbe e ricomprende anche i casi (co- La vicenda L’arresto e le accuse all’animatore me appunto questo) non di rapporti sessuali consumati, ai quali i ragazzi non sarebbero per fortuna mai arrivati, ma di toccamenti nelle parti intime, di finti massaggi andati oltre, di molestie mascherate da «penitenze» in giochi a sfondo sessuale: l’ipotesi accusatoria individua le vittime in quattro ragazzini conosciuti dal musicista in parrocchia, anche se i fatti in contestazione sarebbero avvenuti sempre fuori dall’oratorio, in un caso durante un campeggio in montagna. Le denunce dei familiari dei ragazzini hanno attivato nel 2013 l’indagine sul musicista, ma già parecchio prima la parrocchia lo aveva allontanato come animatore, dopo che uno dei ragazzini aveva accennato a un prete com- portamenti che il sacerdote aveva ovviamente ritenuto inappropriati in una educatore a contatto con i ragazzi. Per quanto è sinora possibile ricostruire, dalla parrocchia non era partita una segnalazione formale all’autorità giudiziaria: tuttavia un prete, che aveva celebrato il sacramento della confessione e che dunque non poteva ovviamente violarne il segreto neppure davanti all’autorità giudiziaria, quando è stato interrogato come testimone ha comunque dato conto di uno scritto che aveva indirizzato al musicista e che, in alcuni passaggi, tra i quali l’invito pressante ad affidarsi a cure di esperti, ha comunque permesso alle indagini di progredire (insieme ai racconti dei ragazzi e alle intercettazioni) sino alla misura cautelare di ieri. Luigi Ferrarella [email protected] Paolo Bovi, 40 anni, ex tastierista dei Modà (il gruppo nella foto sotto), è stato arrestato ieri con l’accusa di molestie sessuali su minori. Bovi faceva l’animatore e insegnava chitarra ai ragazzi della parrocchia nell’hinterland milanese dove era cresciuto I fatti del 2011 e le denunce L’accusa ipotizza il reato di «violenza sessuale» di «lieve entità» (senza cioè rapporti consumati), su quattro ragazzini tra i 13 e i 16 anni nel 2011. Si parla di «toccamenti nelle parti intime» e di molestie in giochi a sfondo sessuale L’allontanamento e le indagini I fatti sarebbero avvenuti fuori dall’oratorio. Le denunce dei familiari dei ragazzini hanno attivato nel 2013 l’indagine sul musicista, che era stato già allontanato dalla parrocchia dopo la segnalazione di uno dei minori a un sacerdote L’obbligo del braccialetto L’ex animatore è agli arresti domiciliari. L’ordinanza emessa dispone anche l’obbligo del braccialetto elettronico, provvedimento che viene applicato per la prima volta dagli investigatori milanesi © RIPRODUZIONE RISERVATA La procura militare di Roma Inchiesta sull’eccidio nazista in Francia Morirono un’italiana e 7 dei suoi figli C’è un’indagine della procura militare di Roma sull’eccidio di civili in Francia da parte dei tedeschi il 10 giugno 1944. Tra le 642 vittime, infatti, ci sono anche Lucia Zoccarato e i suoi sette figli. Tutti morti bruciati — insieme ad altre donne e bambini — all’interno della chiesa del paesino di Oradur-sur-Glane. Mentre gli uomini, una volta radunati in alcuni granai, sono stati trucidati. Ed è proprio sulle morti italiane che ora indaga Roma. Un’indagine «che è solo all’inizio», ha spiegato ieri il procuratore Marco De Paolis, «non sarà facile, ma faremo tutto il possibile». Per ora non ci sarebbero nomi sul registro degli indagati. L’obiettivo della procura militare della Capitale è, in questa fase, quello di identificare formalmente le vittime italiane. Che sono almeno otto: Lucia Zoccarato e i figli Bruno, Antonio, Armando, Luigi, Anna Teresa, Marcello e Giovanni. Il massacro di Oradur-sur-Glane si compie quattro giorni dopo lo sbarco angloamericano in Normandia a opera del reggimento «Der Fuhrer» della 2° divisione corazzata SS «Das reich» come rappresaglia per l’uccisione di un ufficiale nazista. A conflitto finito il paese non viene volutamente ricostruito per farne una sorta di museo a cielo aperto. E per quella strage sono finiti alla sbarra a Bordeaux, nel 1953, una ventina di imputati, tra militari tedeschi e alsaziani arruolati nelle SS: due vengono condannati a morte, 12 finiscono ai lavori forzati, 6 vengono condannati a pene detentive a cui bisogna aggiungere una assoluzione. Ma una successiva amnistia commutò le condanne a morte e permise la scarcerazione degli altri condannati. Le indagini sono state riaperte in tempi recenti anche in Germania. I magistrati tedeschi hanno individuato alcuni presunti responsabili dell’eccidio e uno di questi, oggi 88enne, è stato formalmente incriminato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 19 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 La sentenza Gli 007 Pollari e Mancini saranno prosciolti Religioso Osama Hassan Mustafa Nasr, meglio conosciuto come Abu Omar, oggi 50enne, all’interno di un’aula di tribunale di Alessandria, in Egitto nel 2007 (foto Epa) Sequestro Abu Omar Sì dalla Consulta ai ricorsi del governo Cassazione bocciata sul segreto di Stato MILANO — Per l’ex capo del servizio segreto militare Niccolò Pollari e il suo allora numero tre Marco Mancini si schiude da ieri sera un futuro ma sicuro e definitivo proscioglimento per «non luogo a procedere a motivo del segreto di Stato» dall’imputazione — costata loro nel 2013 in Appello la condanna a 10 e 9 anni di carcere — di concorso nel sequestro di Abu Omar, l’imam estremista che agenti della Cia rapirono il 17 febbraio 2003 (quand’era indagato dai pm milanesi) e trasportarono in Egitto, dove subì torture. Il futuro azzeramento delle condanne è infatti la conseguenza della decisione che ieri sera la Corte Costituzionale ha preso sui confini del segreto di Stato, dal 2007 a oggi apposto da 4 diversi premier (Prodi, Berlusconi, Monti e Letta) non sul sequestro ma sui rapporti tra 007 italiani e stranieri «ancorché collegato o collegabile con il sequestro»: la Consulta ha bocciato l’interpretazione data nel 2012 dalla Cassazione e sin dall’inizio dai pm milanesi Armando Spataro e Ferdinando Pomarici, e ha invece accolto i due conflitti di attribuzione tra poteri dello Sta- to che nel 2013 i presidenti del Consiglio Mario Monti e Enrico Letta avevano sollevato appunto contro Cassazione e Appello. Mentre tra notevoli frizioni diplomatiche erano già stati quasi tutti definitivamente condannati 23 latitanti agenti della Cia (tra i quali il presidente Napolitano il 6 aprile 2013 ha graziato il pur latitante colonnello Joseph Romano), e mentre il 24 gennaio la Cassazione finirà di giudicare l’allora capo della Cia Pedinato dalla Cia È il 14 gennaio 2003: Abu Omar cammina in via Guerzoni, una traversa di viale Jenner, sede del centro islamico a Milano. La foto — cancellata dalla memoria fissa del pc e recuperata con un sistema sofisticato — è stata trovata dalla Digos all’interno del computer di Robert Seldon Lady, il responsabile della Cia a Milano fino al 2003 in Italia Jeff Castelli, il processo ai vertici italiani del Sismi ha avuto percorso ancor più tormentato. Nel 2009 un primo verdetto della Consulta demandò al Tribunale di merito l’esame di quali prove eventualmente potessero sopravvivere al segreto di Stato, apposto dai governi successivamente al momento nel quale i pm le avevano legittimamente acquisite: e il giudice milanese Oscar Magi condannò gli agenti Cia, ma per gli uomini Sismi dichiarò appunto il «non luogo a procedere», ritenendo che il segreto di Stato stendesse un sipario sulle prove valutabili. Questo non luogo a procedere, confermato nel 2010 nel primo Appello, fu però cancellato il 19 settembre 2012 dalla Cassazione che, oltre a confermare le condanne degli americani, ordinò un nuovo Appello per Pollari e Mancini. Qui l’allora premier Mario Monti il 9 febbraio 2013 sollevò un conflitto di attribuzione contro la Cassazione per l’interpretazione nel 2012 del segreto di Stato, e contro la Corte d’Appello milanese. Ma questa, presieduta da Luigi Martino, non si arrestò, e dopo tre giorni condannò Pollari, Mancini e altri tre agenti Sismi. Solo che il 24 maggio 2013 anche il quarto premier, Letta, sollevò conflitto di attribuzione contro la Corte d’Appello. E ieri davanti ai giudici della Consulta (assente solo Giuliano Amato perché nel 2007 era ministro dell’Interno nel go- verno Prodi che sollevò proprio il primo dei conflitti di attribuzione) la Presidenza del Consiglio — tramite i suoi Avvocati dello Stato, Raffaele Tamiozzo e Massimo Giannuzzi — ha argomentato contro «l’errore in cui è incorsa la Cassazione: ci auguriamo sia un episodio isolato da parte della Suprema Corte, che in questo caso ha errato nell’interpretazione della legge e si è arrogata il diritto di riformulare l’oggetto del segreto di Stato, ha dato una bizzarra lettura della decisione della Consulta nel 2009, ha avuto una svista, è scivolata su una buccia di banana, ha deragliato dalla sua funzione. Il premier non può essere condizionato da valutazioni di merito sull’apposizione del segreto di Stato, atto di competenza unicamente sua e che discende da una valutazione politica, con riguardo alla sicurezza dello Stato». Solo dalle motivazioni si capirà se la Consulta ieri abbia sposato la tesi per cui la legittimità procedurale di un atto di indagine acquisito in perquisizioni e sequestri non toglie che, una volta che emerga che i documenti sono coperti da segreto, essi non possano essere utilizzati come prove. Ora è prevedibile che il 24 febbraio la nuova Cassazione, chiamata a giudicare le condanne in Appello degli uomini Sismi (Pollari e Mancini, Raffale Di Troia, Luciano Di Gregori e Giuseppe Ciorra), tolga dal ruolo questa causa e riporti le lancette dell’orologio alla precedente Cassazione, quella che nel 2012 doveva esaminare l’iniziale non luogo a procedere per gli imputati a causa del segreto di Stato: e in questa futura nuova data o confermerà il proscioglimento, o al massimo potrà ordinare un nuovo Appello che valuti se possano ancora esistere prove al di fuori di quelle coperte da segreto. Ma in questo caso scatterà comunque già la prescrizione che, slittata dal 6 febbraio perché sinora congelata in attesa della Consulta, interverrà a fine aprile. Definitive, fra gli italiani, restano così solo le condanne per favoreggiamento a 2 anni e 8 mesi degli agenti Sismi Pio Pompa e Luciano Seno; e i patteggiamenti nel 2007 del carabiniere Luciano Pironi a 21 mesi per l’ammessa partecipazione al sequestro, e del giornalista Renato Farina 6 mesi (convertiti in 6.840 euro) per favoreggiamento. Sulla extraordinary rendition ancora una parola verrà da Strasburgo, che deciderà il ricorso della moglie di Abu Omar contro l’Italia alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Luigi Ferrarella [email protected] La vicenda Giugno 2007 Il processo di primo grado e le condanne Nel 2007 inizia il processo di primo grado per il sequestro dell’imam egiziano Abu Omar, organizzato dalla Cia a Milano il 17 febbraio 2003. Nel 2009 23 agenti Cia e due ex funzionari italiani del Sismi vengono condannati Febbraio 2013 Gli 007 italiani e il segreto di Stato La sentenza d’appello nel 2010 stabilisce che l’ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e lo 007 Marco Mancini sono protetti dal segreto di Stato. Decisione revocata nel 2012 e seguita in febbraio 2013 da una condanna per loro e per altri 3 agenti italiani Gennaio 2014 La Consulta e i conflitti di attribuzione Quattro premier (Prodi, Berlusconi, Monti e Letta) tra il 2007 e il 2013 sollevano sul caso il conflitto di attribuzione contro i giudici, appellandosi al segreto di Stato. Ieri la Consulta ha accolto i ricorsi contro Cassazione e Corte d’Appello © RIPRODUZIONE RISERVATA Trentasei anni dopo Doveva assistere il governo italiano e si dice indirizzasse le scelte di Cossiga. In un’intervista raccontò: «Il suo sacrificio serviva a salvare il Paese» L’Italia cerca a Washington l’ultima verità sul caso Moro Rogatoria dei magistrati di Roma per interrogare Steve Pieczenik L’esperto di antiterrorismo fu inviato dagli Usa nei giorni del rapimento ROMA — L’ultimo tentativo dei magistrati romani per aggiungere qualche tassello di verità all’omicidio di Aldo Moro passa per una rogatoria negli Stati Uniti d’America. Il sostituto procuratore Luca Palamara, tramite il ministero della Giustizia, ha chiesto alla «competente autorità giudiziaria» americana di rintracciare e poter interrogare Steve Pieczenik, cittadino statunitense, già assistente al Sottosegretario di Stato nel governo di Washington, nonché ex capo dell’Ufficio per la gestione dei problemi del terrorismo internazionale del Dipartimento di Stato. Subito dopo il sequestro del presidente della Democrazia cristiana per mano delle Brigate rosse, avvenuto il 16 marzo 1978 con la strage dei cinque uomini della scorta, l’esperto antiterrorismo fu inviato a Roma per fornire assistenza al governo italiano nella gestione della crisi. E lo stesso Pieczenik ha raccontato in più occasioni di aver collaborato con l’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga. Almeno fino alla metà di aprile, quando fece ritorno negli Usa. Nei trentasei anni di inchieste, processi, ricerche e pubblicazioni sul caso Moro, il nome dell’americano di origini russo-francesi, nato nel 1943 nella Cuba pre-Castro, è venuto spesso alla ribalta, per il ruolo svolto nell’ombra. Sarebbe stato lui a indirizzare non solo le scelte di Cossiga (per esempio nel sostenere che le lettere dell’ostaggio dalla «prigione del popolo» non erano «moralmente ascrivibili» a lui), ma Il ritrovamento Francesco Cossiga si avvicina alla Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma, il 9 maggio 1978. All’interno del veicolo c’è il corpo di Aldo Moro, il leader della Democrazia cristiana sequestrato dalle Brigate Rosse il 16 marzo dello stesso anno (foto Epa) anche quelle del «comitato di crisi» insediato al Viminale all’indomani del rapimento. Dall’archivio del ministero è saltata fuori anche una relazione a lui attribuita, in cui si analizzavano le eventuali conseguenze politiche dell’azione terroristi- ca in corso. Mai però Pieczenik è stato interrogato dagli inquirenti, né dalle varie commissioni parlamentari che si sono occupate del caso Moro. Nel 1988 la commissione stragi aveva deciso di convocarlo, ma dopo una prima dichiarazione di disponibilità il testimone declinò l’invito. Per contro non sono mancati libri e interviste; ecco perché la Procura di Roma vuole interrogarlo. «Questo ufficio sta nuovamente indagando sull’omicidio dell’onorevole Aldo Moro, che tanto scalpore ebbe e continua ad avere nella storia italiana», ha scritto il pubblico ministero Palamara nel documento inviato negli Usa. Soprattutto dopo che nuove «rivelazioni», o presunte tali (alcune delle quali hanno preso la strada della denuncia per calunnia, dopo che è stata verificata la loro inattendibilità), «intendono affermare il coinvolgimento di soggetti esterni ai terroristi» nella gestione del sequestro. Tra gli elementi apparentemente più seri o fondati acquisiti dal magistrato c’è una conversazione tra Pieczenik e Giovanni Minoli, trasmessa dall’emittente Radio24, in cui l’esperto ha parlato di «manipolazione strategica» degli eventi «al fine di stabilizzare la situazione italiana», nella quale il Pci di Enrico Berlinguer rischiava di acquisire un peso sempre maggiore. Ipotesi poco gradita al governo statunitense. La «manipolazione» ammessa da Pieczenik anche in alcuni volumi passava dalla conduzione di una trattativa con i brigatisti in cui lo Stato doveva irrigidire sempre più la propria posizione, per spingere i carcerieri di Moro a uccidere l’ostaggio: «Aldo Moro era il Il personaggio La copertina Il libro intervista a Steve Pieczenik, «Abbiamo ucciso Aldo Moro» Pieczenik (sopra) dirigeva l’Ufficio per il terrorismo internazionale del Dipartimento di Stato Usa fulcro da sacrificare attorno al quale ruotava la salvezza dell’Italia», ha ripetuto l’uomo nell’intervista a Radio24. Una rivendicazione della «linea della fermezza» che però si mescola ad alcune anomalie ed interrogativi ancora aperti, elencati nella richiesta di assistenza giudiziaria della magistratura romana agli Usa. A cominciare dalla presenza nel famoso «comitato di crisi» istituito da Cossiga, col quale evidentemente Pieczenik ebbe rapporti, di molti personaggi poi risultati iscritti alla Loggia P2 di Licio Gelli, come i responsabili dei servizi segreti dell’epoca. O ancora, l’ipotesi che «una qualche forma di “direzione” esterna dell’intera operazione abbia in qualche modo impedito la scoperta della prigione di Moro, e sia intervenuta per ostacolare la ricerca di una soluzione “politica” dell’intera vicenda». Più o meno quello che l’uomo venuto dagli Usa ha confessato a giornalisti e scrittori, e che adesso i magistrati vorrebbero verbalizzare ufficialmente, chiedendo anche dettagli in più. Anche se sono passati trentasei anni. E chissà se la domanda trasmessa a Washington avrà mai una risposta. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Cronache Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Palermo Il renziano Faraone: «Lascio la segreteria soltanto con un rinvio a giudizio» Piatti d’argento, cene e viaggi con i soldi dei gruppi parlamentari Inchiesta sull’assemblea siciliana, c’è il responsabile Welfare del Pd PALERMO — Una valanga di scontrini, ricevute e «pizzini» per spese allegre s’abbatte sulla politica siciliana. Su 83 deputati e 14 fra consulenti e dipendenti dell’Assemblea regionale indagati per peculato. Tanti della scorsa legislatura, tanti altri in carica. Compresi 13 capigruppo, tutti indagati e sospettati di avere acquistato con i fondi di quello che viene definito il Parlamento più antico del mondo una spaventosa quantità di oggetti difficilmente collegabili all’esercizio del mandato popolare. Perché, oltre a cene, banchetti o viaggi non sempre giustificabili con riunioni o trasferte di lavoro, risulta complicato capire come, con il generoso appannaggio dei gruppi parlamentari, si possa comprare una borsa Louis Vuitton, una cravatta Hermes, il profumo più costoso, una collana in gioielleria, biancheria intima griffata. Tranne i Grillini, estranei perché si tratta di pasticci maturati quando ancora le Cinque stelle non brillavano su Palazzo dei Normanni, per il resto tutti i partiti vedranno sfilare loro autorevoli rappresentanti al palazzo di Giustizia di Palermo davanti a un pool di magistrati guidati dall’aggiunto Leonardo Agueci, al lavoro da due anni su un’inchiesta della Guardia di Finanza che calcola un’appropriazione indebita di circa 10 milioni di euro. La bufera, annunciata da tempo, si è rovesciata ieri sera mentre a Sala d’Ercole era in corso l’affannato dibattito sulla Finanziaria. Senza fughe di notizie. Con uno degli indagati, l’ex capogruppo del Pd Antonello Cracolici che dalla tribuna anticipa i cronisti: «Ho ricevuto Peculato Nel mirino 83 deputati e 14 consulenti e dipendenti: coinvolte la scorsa legislatura e quella attuale un avviso a comparire per atti legati al mio ruolo... Per evitare qualche interpretazione, retroscena o misteri su un’inchiesta giudiziaria nota e partita già tempo fa ho ritenuto giusto comunicarlo al Parlamento e lo farò con una conferenza stampa. Ogni contestazione riguarda la mia attività di capogruppo. Non mi viene contestato di aver messo un euro in tasca». Analoghe dichiarazioni si sono accavallate in serata man mano che emergevano i nomi. Un elenco in cui, per il ruolo che Matteo Renzi gli ha attribuito, spicca il nome di Davide Faraone, responsabile Welfare nella nuova segreteria Pd, lapidario nel commento: «Se c’è qualche ladro deve pagare». Poi, in radio, a «La Zanzara»: «Indagato? Non mi dimetto Brasile Fulmini sul Cristo Redentore La natura dà spettacolo in Brasile. Durante un temporale, una fitta serie di fulmini si è abbattuta nei pressi della statua del Cristo Redentore, che si trova sulla cima della montagna del Corcovado e che domina la baia di Rio de Janeiro. La statua, alta 38 metri, è uno dei monumenti più conosciuti al mondo e simbolo della città carioca (foto Afp). Liguria dalla segreteria. Via solo con rinvio a giudizio, ma non arriverà... Se rinviato a giudizio mi dimetto da uomo. Contento dell’inchiesta, si capirà come ho speso soldi pubblici». Fibrillazioni in ogni settore. Si va dall’ex governatore Raffaele Lombardo, all’ex presidente dell’Assemblea Francesco Cascio, al suo successore Giovanni Ardizzone pronto alla massima collaborazione: «Più che sereno, convinto di non avere sbagliato. Queste cose vanno dimostrate...». Ed ancora deputati di lungo corso come il segretario del Pd Giuseppe Lupo, Bernardo Mattarella, Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Francesco Musotto, Rudy Maira, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini, Cataldo Fiorenza, Nicola Leanza, Pa- Dieci milioni Per la Guardia di Finanza l’appropriazione indebita è stata di 10 milioni olo Ruggirello, Nicola D’Agostino, Nino Dina. Ovviamente non tutti hanno comprato borse di gran marca o preziosi piatti d’argento donati per nascite e matrimoni di parenti e colleghi. Ma in qualche caso i «pizzini» sono quelli del barista che rilasciava quietanza della mancia del caffè, anche solo un euro. Grandiosi e straccioni appaiono così tanti inquilini di un Palazzo dove sembra finito il tempo dei re e dei viceré perché trionfano i portaborse, anche loro gratificati con pagamenti extra e soldi fuori busta. Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA «Spese pazze» in Regione Arrestato l’ex idv Scialfa GENOVA — L’ex vicepresidente della Regione Liguria ed ex capogruppo dipietrista, ora consigliere per Diritti e Libertà, Nicolò Scialfa è finito agli arresti domiciliari per peculato, falso ideologico, truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Genova sulle «spese pazze» dei gruppi consiliari. Coindagati Marylin Fusco, Maruska Piredda e Stefano Quaini, allora dipietristi. La bomba però sono le intercettazioni fra i quattro con il tesoriere Giorgio De Lucchi. Non basta che siano saltate fuori nelle spese le mutandine di Maruska, ora si legge come il tesoriere se la prenda con la moglie perché si è dimenticata di togliere dai rendiconti lo scontrino degli slip: «Hai lasciato gli scontrini degli slip della Maruska nella rendicontazione, dovevi toglierli», dice. E la moglie: «Perché?». «Dai, non fare la scema». «Ah, io ho tolto tutta quella roba lì eh». «Ho tolto anche i lines... ho tolto ogni cosa». È quel «ogni cosa» che fa pensare. Solo un esempio delle decine di intercettazioni nell’ordinanza. Scialfa è accusato anche di avere falsificato le firme di un collega e i verbali del gruppo. L’ordinanza del gip parla di penne Mont Blanc, vestiti, argenteria, strumenti chirurgici, pranzi e cene, tutto pagato con soldi pubblici. E. D. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 21 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Roma Furto nell’ufficio del giudice per le indagini preliminari Terra dei Fuochi Le carte sull’arresto del re dei rifiuti rubate un anno fa L'Esercito schierato contro le ecomafie dici?». Mentre Spagnoli gli forniva dati, che «si ritroveranno pedissequamente nell’articolo» scrive il Noe, creando difficoltà a Zaratti, Spagnoli lo invita a mettere nei pezzi contro Zaratti «più cattiveria»: «...e che ca... se sei giornalista sfrutta ste cose come aneddoti gustosi, giustissimi insomma...». E ancora: «Ti sei tenuto come un pallone frenato...». Nell’informativa anche l’interrogativo-ipotesi di un incontro fra il giornalista e Cerroni «Al bar Palombini» la sera prima di una pubblicazione. Per contrastare le ecomafie nella Terra dei fuochi scende in campo l’esercito: il governo ha dato parere favorevole all’impiego dei militari tra le province di Napoli e Caserta. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano. «Le forze politiche per una volta si sono trovate d’accordo», ha detto. Con l’eccezione dei 5 Stelle, che si sono astenuti. Intanto prosegue l’attività di individuazione dei veleni interrati dal clan dei Casalesi: continuano a emergere rifiuti speciali e urbani dal sottosuolo di Villa di Briano (Caserta), vicino alla strada statale 7 bis Nola-Villa Literno dove dall’altro ieri sono in corso scavi ordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Finora i fusti tossici interrati, indicati agli inquirenti da Roberto Vargas e Francesco Della Corte — due ex fedelissimi di Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan Schiavone — non sono stati rinvenuti. È emerso solo un bidone di latta della capacità di 20 litri con residui di solventi o idrocarburi. Ilaria Sacchettoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Il giallo al Palazzo di giustizia Le tappe Il furto La richiesta di custodia cautelare contro Manlio Cerroni, il «re della monnezza», e di altre 6 persone viene depositata dalla procura di Roma il 21 marzo del 2013. Ma il fascicolo, custodito nell’ufficio del gip Massimo Battistini, sparisce La scoperta Della scomparsa ci si accorge il 16 luglio successivo. La procura apre un’indagine contro ignoti per furto Gli arresti I pm risollecitano, con nuovo provvedimento, le misure cautelari. E aggiungono: «La sottrazione deve con ogni probabilità ricondursi alla sfera di influenza esercitata dagli odierni indagati» La storia ROMA — Un’ordinanza di arresto non bastava. Per Manlio Cerroni ce ne sono volute due. Finito ai domiciliari una settimana fa, «Il Supremo» delle intercettazioni e padrone della discarica di Malagrotta, era sotto inchiesta da mesi e i magistrati avevano chiesto, per lui, misure cautelari già nel marzo 2013. La prima richiesta era sparita dagli uffici del Tribunale il 16 luglio scorso. Non proprio un dettaglio trattandosi di una settantina di faldoni circa (l’indagine ricostruisce dieci anni di smaltimento) custoditi nella stanza di un giudice del Tribunale di Roma. Un furto che, al di là del deficit nel sistema di sicurezza del palazzo — le risorse, come è noto, sono al lumicino e le telecamere nei corridoi funzionanti erano prive del supporto su cui registrare — sembra essere riconducibile, «alla sfera di influenza esercitata dagli odierni indagati, la cui “onnipresenza” all’interno della pubblica amministrazione è conclamata da una serie infinita di riscontri» (così si legge nell’integrazione del pm Alberto Galanti). Non è il primo incidente di percorso di un’inchiesta che ha impegnato tre pubblici mini- steri e altrettanti procuratori prima della svolta nel 2013 sotto il coordinamento della Dda e del procuratore capo Giuseppe Pignatone. Già nel 2011, mentre si indagava sullo smaltimento dei rifiuti ad Albano Laziale e gli investigatori del Noe avevano ormai il sospetto di una sponda «cerroniana» in Regione, le verifiche rischiarono di andare a monte per la rimozione delle microspie dagli uffici della presidenza. «Un grave tentativo, ordito dal Fegatelli (Luca Fegatelli, manager della Regione Lazio, ora ai domiciliari, ndr) che, con metodi autoritari ed in spregio alla giustizia» ottenne di bonificare le stanze della presidenza e quelle dei dirigenti di Renata Polverini. Una «bonifica pilotata» e finanziata con denaro pubblico dal dirigente al servizio di Cerroni, perfettamente «a conoscenza della liceità dei dispositivi installati dai Carabinieri», che allungò la vita al sodalizio criminale. Da quel momento in poi, con la prospettiva della chiusura di Malagrotta, Cerroni alza il tiro cercando alleanze più alte (spedirà una lettera anche al presidente del consiglio Mario Monti) facendo pressione sui prefetti e manipo- Imprenditore Manlio Cerroni , 87 anni, ora agli arresti domiciliari (foto Benvegnù-Guaitoli) lando informazioni anche ambientali (vantava un suo dipendente Fabio Ermolli fra i dirigenti dell’Arpa). Siamo nel 2008. Il presidente della Regione è ancora Piero Marrazzo (indagato per abuso d’ufficio e falso, tutto sul filo della prescrizione viste le date). Cerroni può Le intercettazioni Nelle conversazioni registrate c’è anche il nome di un giornalista del «Corriere» contare sui suoi uomini fra cui Arcangelo Spagnoli (deceduto), navigato funzionario regionale al quale il Re delle discariche assegna il compito di neutralizzare l’unica voce contraria alle sue attività, quella di Filiberto Zaratti (Verdi). Spagnoli e altri utilizzano la stampa. Affiorano colloqui con la giornalista di Libero Beatrice Nencha e del Corriere Francesco di Frischia, che si occupa di Regione e rifiuti. E che, ad esempio, domanda a Spagnoli: «Di questa Via negativa di Albano (una Valutazione di impatto ambientale per il termovalorizzatore, ndr) che mi © RIPRODUZIONE RISERVATA Un finanziamento a una società di Paolo Frattura (Pd) doveva essere restituito. Ma nel fare le verifiche la polizia «disobbedisce» agli ordini del pm «Favori al presidente del Molise» Indagato il questore di Campobasso Soldi pubblici dati e revocati, parentele e fascicoli imboscati ROMA — Ha mandato la lettera al procuratore generale, al capo della sua procura e a tutti i colleghi dell’ufficio, il pubblico ministero Fabio Papa. Spiegando in quelle due pagine le ragioni per cui ha ritenuto di dover iscrivere nel registro degli indagati nientemeno che il questore di Campobasso, Gian Carlo Pozzo. La clamorosa iniziativa prende le mosse da un’inchiesta su contributi pubblici per un progetto mai realizzato incassati dalla società di cui era proprietario l’attuale presidente del Molise Paolo Di Laura Frattura. La storia che sta facendo tremare i piani alti del potere nella piccola Regione comincia sei anni fa, quando il governatore di centrodestra Michele Iorio firma un’ordinanza con la quale vengono destinati 3 milioni e mezzo a una serie di imprese per rilanciare l’economia regionale messa in ginocchio da un tremendo alluvione. Nell’elenco c’è anche la Bio.Com srl, società all’80 per cento di proprietà di Frattura, che progetta di realizzare un impianto di biomasse a Termoli, e per questo ottiene 265 mila euro. Siamo a maggio del 2008 e il futuro governatore, che in quel momento ancora condivide la fede politica di Iorio, non ha cariche regionali: ha soltanto provato per ben due volte a candidarsi con Forza Italia, ma senza fortuna. L’operazione però si complica. Il tempo passa e i permessi non arrivano. Finché, invece, arriva la revoca del finanziamento. Frattura risponde con un ricorso al Tar. E nell’estate del 2011 si apre un conflitto delicatissimo. Il proprietario nonché presidente dell’impresa cui la Regione ha chiesto indietro i contributi versati per un progetto ormai sfumato, che ormai ha mollato il partito di Iorio per passare con il Pd (ora tifa Matteo Renzi), sta infatti preparando la propria candidatura da governatore regionale per il centrosinistra. Fatto sta che tre mesi prima delle elezioni il Tar Molise presieduto da Goffredo Zaccardi, attuale capo di gabinetto del ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, sospende la revoca facendo propria la motivazione di Frattura, secondo cui la restituzione immediata dei contributi farebbe fallire la società. Che poche settimane più tardi, nonostante ciò, viene messa ugualmente in liquidazione volontaria. Questo non impedisce altre due sospensive e una sentenza successiva che accoglie in parte il ricorso, bloccando il provvedimento di revoca. Nel frattempo, a ottobre del 2011, ci sono state le elezioni e Iorio ha rivinto, ma Frattura è comunque in consiglio regionale come capo dell’opposizione. L’imponderabile però è sempre in agguato. Il medesimo Tar Molise di Zaccardi annulla il voto del 2011, con il risultato che il 24 e 25 febbraio 2013 si deve tornare alle urne. E questa volta Frattura la spunta. Bipartisan Paolo Frattura, classe ‘62, è presidente del Molise dal febbraio del 2013 alla guida di una giunta di centrosinistra. In precedenza il governatore aveva militato in Forza Italia, fallendo però per due volte l’elezione. Dopo l’annullamento del voto regionale da parte del Tar, Frattura si era affermato sconfiggendo il suo ex compagno di partito Michele Iorio Una settimana dopo si libera del pacchetto azionario della Bio. Com, cedendolo a Vittorio Del Cioppo, candidato dipietrista alle regionali, non eletto. Giusto in tempo per evitare formalmente un altro micidiale conflitto d’interessi. Perché il 26 marzo 2013 la Regione da lui presieduta ricorre in secondo grado contro la sentenza del Tar che ha stoppato la revoca di quel vecchio finanziamento concesso alla sua «ex» società. Peccato soltanto che l’Avvocatura dello Stato, cui è stata affidata la difesa, non presenti la rituale richiesta di sospensiva. La causa rimane quindi a bagnomaria nei cassetti del Consiglio di Stato per ben nove mesi, tanto che gli ultimi adempimenti processuali relativi al ricorso portano la data 19 dicembre scorso. Di conseguenza la revoca si impantana in modo imbarazzante. Il Molise è piccolo e si sa come vanno le cose: le voci fanno presto a tramutarsi in sospetto e il sospetto fa ancora prima a diventare certezza. Specialmente se la cosa riguarda un personaggio tanto in vista come il presidente della Regione. Ecco allora piombare in procura gli esposti, che inevitabilmente innescano una inchiesta. Le indagini vengono affidate alla squadra mobile di Campobasso, e a giugno del 2013 si concludono con un rapporto condensabile in una frase: «La vicenda Bio.Com è stata oggetto di ricorso amministrativo a non vi sono rilievi di natura penale». Ma la cosa non finisce lì. Le denunce non si arrestano e l’inchiesta si deve riaprire. La pratica arriva allora sul tavolo del sostituto Papa, il quale dà incarico alla Digos. Senonché il questore decide diversamente, e passa invece la palla di nuovo alla squadra mobile che aveva concluso la precedente indagine chiedendo l’archiviazione. Papa va su tutte le furie e scoppia un caso senza precedenti, con risvolti istituzionali pesanti come macigni. Questo il suo resoconto nella lettera di cui abbiamo parlato all’inizio: «Alla richiesta di spiegazioni seguiva carteggio tra lo scrivente La vicenda Il progetto mai realizzato Il pubblico ministero Fabio Papa iscrive nel registro degli indagati il questore di Campobasso, Carlo Pozzo. L’iniziativa prende spunto da un’inchiesta su contributi pubblici incassati da una società, la Bio. Com, per un progetto mai realizzato di cui era proprietario l’attuale governatore del Molise Paolo Di Laura Frattura (Pd) Il ricorso al Tar contro se stesso Nel 2008 per un impianto a Termoli la Bio.Com ottiene 265 mila euro. I sussidi però vengono revocati e Frattura ricorre al Tar che sospende la revoca. Nel 2013 Frattura diventa governatore e cede la Bio.Com per evitare un altro conflitto d’interessi: ma la Regione da lui stesso presieduta ricorre contro la sentenza del Tar Una pratica contesa tra troppi uffici La pratica s’impantana nei cassetti del Consiglio di Stato. Ma in Procura arrivano diversi esposti da cui parte un’inchiesta. Le indagini sono affidate alla Mobile di Campobasso che archivia la pratica. Papa non ci sta e passa la pratica alla Digos. Ma il questore la riaffida alla Mobile. Che ora è indagato e il questore Pozzo, che risultava l’autore dell’inopinato, sorprendente e indebito intervento su una delega dell’autorità giudiziaria, il quale forniva poi giustificazioni da valutare e comunque decisamente confutabili e già confutate… A seguito di tali evenienze procedevo a iscrivere, in ossequio al principio dell’obbligatorietà (…) un procedimento per i reati di abuso di ufficio e di favoreggiamento personale, ora a Mod. 21 (il registro degli indagati, ndr), nei confronti del questore…» Papa non manca di ricordare il dettaglio della precedente inchiesta condotta a suo parere «abbastanza sbrigativamente dalla squadra mobile», e «conclusa con la proposta di archiviazione per ritenuta irrilevanza penale dei fatti». Circostanza, sottolinea il sostituto procuratore, «che in ogni caso sconsigliava l’effettuazione dell’indagine, in realtà mai effettuata propriamente (non risultavano neanche acquisiti gli atti utili) nuovamente alla stessa squadra mobile, come invece voluto dal questore, che non risulta avere alcun potere di intervenire a modifi- L’intreccio Occhi puntati sul conflitto di interessi: la sorella del governatore è capo di gabinetto alla questura del capoluogo. E il caso finisce in Parlamento care provvedimenti dell’autorità giudiziaria». La lettera si conclude con la richiesta al procuratore capo di acquisire una serie di atti, fra cui l’esposto dell’ex governatore Iorio che aveva anche denunciato pubblicamente a proposito di un’inchiesta giudiziaria che lo riguarda, «un presunto conflitto d’interesse fra la questura e il presidente Di Laura Frattura…» Dettaglio peraltro richiamato nel primo atto parlamentare di Ulisse Di Giacomo, il senatore molisano subentrato a Silvio Berlusconi, ex assessore di Iorio, che punta il dito su una parentela ai massimi livelli istituzionali. Una interrogazione dove racconta che nella questura di Campobasso «lavora e opera in posizione di assoluto rilievo, sembra con la qualifica di capo di gabinetto e vice questore vicario, la dottoressa Giuliana Frattura, che risulta essere la sorella dell’attuale presidente della Regione Molise Paolo Frattura». Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Cronache La storia Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera L’idea di Vodafone Dopo la tragedia i genitori trovano una busta: «Da aprire nel 2023». E pubblicano in Rete le parole della figlia La pugilessa e il surfista: i nuovi «eroi» degli spot In famiglia Taylor Smith a carnevale. Sopra, con i genitori Tim ed Ellen e il fratello. In alto, la lettera (Facebook) Il futuro immaginato da Taylor uccisa dalla polmonite a 12 anni La lettera di una bambina a se stessa da grande: «Sei al college?» Sono sempre le pagine bianche le più affascinanti di un diario. Le pagine ancora da riempire. Le pagine del futuro e dell’insondabile. Per questo forse Taylor ha deciso di saltare dall’altra parte dello specchio. Si è immaginata già grande: dieci anni tondi in più dei suoi 12. Davvero molte, molte pagine più in là. E ha scritto una lettera alla donna che sarebbe diventata. Ha seminato ogni riga di domande e consigli, di curiosità e di saggezza, e ha richiuso i due fogli in una busta indirizzata a se stessa. «Solo per gli occhi di Taylor», ha sottolineato, con il pudore degli adolescenti, inserendo il tutto in un involucro più grande, «confidenziale». Da riaprire e rileggere non prima del 2023, quando le lancette della vita reale e della vita sognata si sarebbero finalmente sovrapposte. Ha fissato, con precisione, il magico istante per il 13 aprile del 2023. «Se non è ancora il 13/4/2023, non aprirmi!» ha scritto, perentoria, sul retro della busta. Soltanto quel giorno, nel suo programma, Taylor bambina e Taylor ventenne si sarebbero incontrate, conosciute o riconosciute, come due amiche che si ritrovano e si scambiano ricordi e novità. Non verrà mai quel momento. Taylor Scout Smith del Tennessee è morta domenica scorsa di polmonite, nove mesi dopo aver sigillato la sua corrispondenza segreta. Forse approverebbe il fatto Il messaggio «Sono passati dieci anni da quando ti ho scritto. Sono successe cose belle e brutte Ma è la vita e devi accettarla» che ormai non sia più segreta, se sapesse quanto conforto sta dando ai suoi genitori. I quali, decidendo di ignorare l’ordine apposto sulla busta, non soltanto l’hanno aperta e l’hanno letta, ma hanno anche pensato di diffonderla nel mondo di Facebook, perché fosse fonte di riflessione per altri genitori, altri adolescenti, altri ventenni come sarebbe dovuta diventare Taylor, nel 2023. «Volevo solo che tutti sapessero che persona fantastica era» ha spiegato suo padre, Tim, alla tivù Cbs11. Di profilo in profilo, di muro in muro quella lettera, così intima da avere per destinatario il mittente, è stata scorsa da migliaia di occhi come un piccolo miracolo arrivato dall’aldilà. Il testamento di una bambina. È parso così, un dono inatteso dal cielo dopo la tragedia, anche a Tim Smith e a sua moglie, che non sapevano nulla dell’iniziativa presa in primavera dalla fi- Parole dal passato La prima pagina della lettera scritta da Taylor Smith alla se stessa del 2023: «Cara Taylor — scrive la 12enne — come va la vita? La mia di oggi (10 anni indietro nel tuo passato) è abbastanza semplice. So che sono in ritardo, ma mentre scrivo sono in anticipo: quindi congratulazioni per aver passato la maturità! Se non ce l’hai fatta, non mollare, provaci ancora» glia. E che, evidentemente, non erano soliti curiosare nei suoi cassetti. Ma il giorno dopo la sua morte, all’ospedale di Johnson City, nel Tennessee, i genitori hanno trovato il coraggio di riordinare la camera di Taylor; e poi quella busta, riposta con cura in attesa dell’avvenire. Sarebbe stato pretendere un po’ troppo, da due genitori distrutti, che aspettassero dieci anni per conoscerne il contenuto. Tanto più che la piccola, ragionevole Taylor aveva previsto l’imprevedibile, aggiungendo una postilla alle sue volontà: non aprire prima del 2023, salvo altre disposizioni. Ci ha pensato il destino a disporre diversamente; e ora quei fogli a righe, la loro busta, aperta con religiosa delicatezza, svelano la Taylor che fu e quella che non verrà. «So di essere in ritardo per te, ma mentre scrivo sono in anticipo, quindi: congratulazioni per esserti diplomata alle superiori! E se ancora non lo sei, torna indietro e riprova! Prendi quel diploma! Sei (siamo) all’università? Se no, capisco che abbiamo avuto qualche buon motivo, dopo tutto — concedeva Taylor alla futura se stessa —. Se siamo al college, in che cosa ci stiamo specializzando? Ora come ora, vorrei diventare avvocato». Raccomanda alla Taylor che sarebbe diventata mamma di spiegare ai suoi figli l’evoluzione degli iPad, con tanto di disegnini, rammentando comunque che «noi siamo più vecchie di loro». E poi la mette in guardia: «Ricordati che sono passati dieci anni da quando ti ho scritto. Sono successe parecchie cose, belle e brutte. Ma così va la vita e devi accettarla». Anche quando non ha più pagine bianche da offrire a una bambina. Elisabetta Rosaspina © RIPRODUZIONE RISERVATA Nuoro Marcello Dell’Anna, ergastolano in regime di 41 bis, relatore in un corso di formazione giuridica: le lezioni si tengono in carcere Il boss laureato che insegna diritto agli avvocati Quando è andato al ristorante, due anni fa, non riusciva a tenere le forchette in mano. «Non ero più abituato a quelle di metallo, così pesanti». E quando, lo stesso giorno, il cellulare squillava di continuo, non ha voluto parlare con nessuno di quanti chiamavano sua moglie per fargli gli auguri. «Ero infastidito dalla suoneria». Ma ricorda come un’emozione fortissima, che ancora oggi lo commuove, il senso di un futuro davvero possibile racchiuso in quel 25 maggio del 2012, quando si è laureato in legge con lode all’Università di Pisa discutendo la tesi sui diritti fondamentali dei detenuti e sul regime del 41 bis. Il suo. Marcello Dell’Anna ha trascorso la maggior parte della vita in carcere; quasi l’età di suo figlio, che ha venticinque anni. Sta scontando l’ergastolo ostativo per reati associativi nel carcere nuorese di Badu ’e Carros. Fu condannato quando aveva 23 anni ed era un boss della Sacra corona unita: oggi ne ha quarantasei. In prigione si è diplomato, poi laureato, e avrebbe continuato con il corso specialistico in Diritto penitenziario applicato, al quale si era iscritto sempre a Pisa, ma l’ultimo trasferimento in Sardegna gli ha fatto interrompere gli studi. La Scuola forense di Nuoro ha deciso di dargli una mano La corona d’alloro Marcello Dell’Anna, 46 anni, a Pisa il giorno della discussione della tesi sui diritti dei detenuti e sul 41 bis: per l’occasione ha avuto un permesso di 14 ore nel percorso di riscatto e gli ha affidato il ruolo di coordinatore interno e di relatore principe nel corso di formazione giuridica per avvocati e operatori che si terrà il 24 gennaio, il 7 e il 28 febbraio, con un seminario conclusivo il 21 marzo. Tutti gli incontri si svolgeranno in carcere, per permettere a Dell’Anna di onorare il suo incarico. «L’idea, unica nel suo genere, è nata da una chiacchierata con la direttrice della casa circondariale, Carla Ciavarella», racconta Monica Murru, la legale che ha battezzato il progetto, di cui sarà coordinatrice esterna. «Mi ha parlato del detenuto e abbiamo cominciato a pensare a qualcosa che lo potesse gratificare e far sentire una risorsa. Ci ho parlato, abbiamo definito insieme il programma: sui temi dei circuiti penitenziari, del trattamento rieducativo, della classificazione dei reati, nessuno poteva essere più esperto di lui». Il direttore della Scuola forense, Martino Salis, ha sposato subito l’iniziativa. Spiega: «Mi sembrava importante che l’avvocatura facesse la sua parte. Il percor- so di quest’uomo è molto interessante». Per la dirigente del carcere, il progetto «mantiene alta la motivazione del detenuto e, soprattutto, la speranza». I reclusi come lui in regime di AS1 (ex 41 bis) non hanno accesso ai benefici di legge, vale a dire semilibertà, permessi premio, affidamento in prova ai servizi sociali. I Radicali hanno avviato un movimento contro l’ergastolo ostativo e i cosiddetti «sepolti vivi», al quale Marcello Dell’Anna sta contribuendo con i suoi interventi. Due anni fa, per esempio, scrisse alla rivista Ristretti orizzonti sull’onda dell’amarezza dell’ultimo trasferimento da Spoleto a Nuoro (e in mezzo ci sono stati Pianosa, Novara, Livorno). Ecco il suo sfogo: «Essere detenuto a Nuoro è come se mi avessero Il programma L’ideatrice: «Il programma l’abbiamo definito insieme: nessuno poteva essere più esperto di lui» riportato indietro di vent’anni e questo mi rifiuto di accettarlo, perché il mio passato per me è morto e sepolto». La sua famiglia vive in Puglia. Il mare complica la possibilità di incontrarla. Un mese e mezzo fa ha ottenuto un avvicinamento temporaneo per colloqui. «Mia moglie Romina l’ho lasciata a 21 anni e l’ho riabbracciata a 42, il giorno della discussione della tesi, quando ho ottenuto l’unico permesso di quattordici ore. Finalmente non c’era più un tavolo di marmo a dividerci, lo sguardo delle guardie a controllarci», ha raccontato all’avvocato Murru. In tutti questi anni ha scritto libri di poesie e romanzi. Per l’ultimo — la sua vita dietro le sbarre — sta cercando un editore. Quando non lavora per sé, prepara i ricorsi per i detenuti di tutta Italia che gli chiedono aiuto. Si può anche pensare che debba finire i suoi giorni in carcere. Ma sarebbe un fallimento. Non soltanto suo. Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA LONDRA — Un surfista che insegue l’onda perfetta, un rapper alla ricerca di un suono che rappresenti tutte le tribù del Sudafrica, una campionessa di pugilato che realizza un sogno e crea un fight club per sole donne in India: storie di uomini e donne capaci di realizzare imprese straordinarie. Sono loro i protagonisti di un’ iniziativa di Vodafone che mette a disposizione di persone con obiettivi, speranze e progetti lungimiranti tecnologia, supporto tecnico e la cassa di risonanza che può avere un gigante della telefonia mobile. Un giorno la storia potrebbe essere quella del nostro amico d’infanzia o del vicino di casa, perché da aprile l’iniziativa sarà aperta a tutti: basterà segnalare al gruppo il proprio progetto. Potrebbe diventare realtà. Per Vodafone si tratta di un investimento «consistente» da mantenere per almeno tre anni, con l’obiettivo di mostrare non tanto cosa la tecnologia può fare per noi, ma cosa possiamo fare con la «tecnologia giusta», ha spiegato ieri Barbara Haase, direttore brand dell’azienda. «Siamo tutti capaci di inventarci un’impresa fuori dal comune, con questo progetto abbiamo incontrato storie entusiasmanti e grandi traguardi personali, come un’orchestra fatta tutta di colori o un gruppo di giovani del Qatar che hanno attraversato il Rio delle Amazzoni». Un primato personale, dal quale la campagna — iniziata a Capodanno con i fuochi artificiali multisensoriali sul Tamigi, che ai colori in cielo ha abbinato gusti e profumi di frutta in terra — prende il nome: Firsts (www.firsts.com). Non è la prima volta che una multinazionale centra una campagna pubblicitaria su personaggi positivi: la differenza è che alla campagna questa volta è abbinato un piano di attuazione che in qualche modo può contribuire a cambiare, si spera a migliorare, la realtà, al ritmo di un progetto ogni due settimane. Per Mary Kom (nella foto), bronzo ai giochi olimpici di Londra, l’obiettivo è dare alle donne indiane la possibilità di difendersi dal livello di violenza che le minaccia in casa, per le strade, nelle scuole. «Ogni donna che è venuta da noi al fight club — ha sottolineato — si è sentita in pericolo almeno una volta nella vita. Con la tecnologia il mio corso di difesa personale può uscire dalla palestra e raggiungere donne nelle città e nelle zone rurali di tutto il Paese. Un telefonino, in questo caso, potrebbe salvare una vita». Paola De Carolis © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 23 Le immagini Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Scienza Ricerca Ipsos Tra i banchi A sinistra, due dettagli che testimoniano lo stato di scarsa pulizia delle aule nella scuola Leopardi di Mira (Venezia). A destra, un corridoio dell’elementare Pascoli di Mestre (Errebi/Mirco Toniolo) «Test su animali Gli italiani sono divisi a metà» coinvolti. L’ultimo fronte aperto della questione, infatti, è quello degli operatori: dovrebbero essere riassorbiti tutti dalle nuove aziende appaltatrici, ma si vedranno ridurre lo stipendio dal 35 al 50%, perché lavoreranno meno ore e resteranno senza stipendio d’estate, a scuole sono chiuse. «Una situazione drammatica — dice Carmela Bonvino, Usb —, il governo deve reinternalizzare il servizio». Le fa eco Elisa Camellini, segretaria Filcams Cgil: «Le gare non garantiscono i diritti dei lavoratori: dobbiamo studiare soluzioni per dare continuità occupazionale e mantenere aperte e pulite le scuole». ROMA — Negli ultimi due anni l’opinione degli italiani sulla necessità dei test di laboratorio è cambiata. Oggi il 49 per cento delle persone, cioè un italiano su due, si dichiara favorevole e altrettanti sono i contrari. I «non d’accordo» nel 2011, cioè solo due anni fa, erano il 66 per cento. A rivelare questo rapido mutamento è stata un’indagine Ipsos condotta su un campione di mille cittadini i cui risultati sono stati presentati ieri durante il convegno «Sperimentazione animale, diritto alla conoscenza e alla salute» organizzato al Senato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo. Un altro numero che descrive la percezione dei cittadini su questo tema riguarda la tecnologia come sostituto dei test: sempre nel 2011 era a favore il 41 per cento degli intervistati, ora sono il 30 per cento. Ma dall’indagine emerge anche che alla base delle opinioni degli italiani c’è una conoscenza non adeguata sull’argomento e, a detta dei ricercatori che hanno condotto l’indagine, «quando questa viene forniLe alternative ta in modo corretto il panoraElena Cattaneo: «Le simulazioni al m a c a m b i a : spesso le persocomputer non ne confondono sono risolutive» le ricerche legandole soprattutto alla cosmetica o alle pellicce», aggiunge infatti Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos. «Il primo passo per uscire dalla contrapposizione è rispettare i fatti smettendo di dire cose false imbrogliando la gente — sottolinea Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri —. Ci sono dei dati reali sui quali siamo disponibili a confrontarci. Per questo abbiamo invitato al convegno i sostenitori di idee diverse, ma nessuno è venuto perché si rifiuta la discussione su conoscenze oggettive, cioè su malattie che per essere studiate e debellate devono far ricorso ad animali come i topi». «Quando io studio le anomalie patologiche dei circuiti cerebrali — nota la senatrice Cattaneo — lo posso fare solo attraverso dei test sui topolini. E non c’è altra via nel campo dei tumori. Le alternative di cui si parla, come le ricerche in vitro su cellule per diversi mali, sono degli aiuti complementari, ma non risolutivi. Altrettanto il ricorso alle simulazioni con i computer». «Piuttosto che legiferare in maniera proibizionistica come è accaduto — suggerisce con un pensiero positivo Pierpaolo Di Fiore dell’Ifom, l’Istituto Firc (Fondazione italiana ricerca sul cancro) di oncologia molecolare — l’Italia potrebbe fornire l’esempio destinando finanziamenti di ricerca allo sviluppo dei metodi alternativi, che permettano non solo la soluzione etica del problema, ma che abbiamo la possibilità di farci progredire più velocemente». Valentina Santarpia Giovanni Caprara © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Tagli e caos con le cooperative. Disagi anche alla polizia Nessuno fa le pulizie Il Veneto costretto a chiudere le scuole Servizi a rischio in altre tre regioni Tre scuole chiuse in provincia di Venezia per la sporcizia dei locali, 151 istituti sotto osservazione in tutto il Veneto, situazioni al collasso a Ravenna e Faenza e certificati dell’Asl che raccontano di tozzi di pane lasciati marcire in mensa, cartacce, residui di terra e polvere su pavimenti, ripiani e mensole. È solo la punta dell’emergenza pulizia nelle scuole, partita dal Nord, che rischia nei prossimi giorni di allargarsi a tutta Italia dopo i tagli pesanti al settore avvenuti negli ultimi anni: nel 2011 si spendevano 600 milioni per le pulizie assegnate all’esterno (quelle cioè che non riescono a fare i collaboratori scolastici interni). Nel 2013 se ne sono spesi poco più di 400. E il decreto legge del fare ha dato un ulteriore colpo d’accetta: i circa 50 milioni destinati alle università e agli enti di ricerca per assumere, sono coperti, si legge nella nota di lettura della legge, «mediante una riduzione delle spese per l’esternalizzazione dei servizi di pulizia ed altri servizi ausiliari per le scuole». La spending review per i prossimi anni non sarà da meno: nel 2014, e dal 2015 in poi, la spesa per le pulizie esterne dovrebbe essere decurtata, è quanto prevede il dl Fare, di 110 milioni l’anno, fino ad arrivare a 280 milioni. Pochi mezzi, e mal assegnati: perché se prima le risorse venivano distribuite alle scuole in base ai metri quadrati, adesso vengono assegnate sulla base dello stipendio che avrebbero ricevuto gli 11.851 collaboratori non assunti in organico, i cosiddetti posti accantonati, che da anni sono sostituiti da appalti a ditte di pulizia esterna. Il risultato? «Che, ad esempio, ci siamo ritrovati ad avere un budget alto per pulire una dirigenza scolastica, dove finiremo per lucidare anche le maniglie, e pochi soldi per pulire scuole enormi», spiega Brenno Peterlini, presidente del Consorzio nazionale servizi, che si è aggiudicato l’appalto in Piemonte e Liguria, Centro Italia, Sardegna e Roma. Perché questo è un altro no- Sporcizia Tozzi di pane lasciati marcire in mensa, cartacce a terra, polvere e rifiuti sulle mensole Le emergenze Situazioni gravi in Emilia-Romagna. Gare d’appalto mai chiuse in Campania e Sicilia do: l’appalto. Da settembre è partito il processo per assegnare le pulizie delle scuole con una gara europea lanciata da Consip, la piattaforma digitale degli acquisti della Pubblica amministrazione. Fino all’altroieri, tutti quei servizi che non riuscivano a fare i bidelli erano appaltati a storiche ditte esterne (soprattutto al Nord) o a convenzioni con cooperative di ex lavoratori socialmente utili (al Sud). Il tutto doveva concludersi entro il 31 dicembre. Ma qualcosa è andato storto: secondo il sindacato Usb, solo 5 lotti (ogni lotto corrisponde a un’area geografica) su 13 sono stati avviati, altri (come Sardegna, Lazio e Centro Italia) hanno subito intoppi e dovrebbero partire a fine mese, in alcuni casi — Campania e Sicilia — non è stato possibile aggiudicare la gara, per eccesso di ribasso. Ma anche dove la convenzione è partita, vedi il caso Veneto — dove è emergenza anche in alcuni uffici di polizia nei quali, come scrive oggi il Corriere del Veneto, a pulire sono gli agenti —, ci si è trovati di fronte a un tale taglio delle ore di lavoro da rendere impossibile una pulizia decente. Al punto che l’ultima Finanziaria ha messo dei fondi aggiuntivi per tamponare la situazione fino al 28 febbraio. Anche perché i dirigenti scolastici, con il listino dei prezzi delle ditte da una parte e i fondi (esigui) dall’altra, si trovano a fare scelte difficili: meglio far pulire i bagni tutti i giorni oppure a giorni alterni, garantendo così anche il lindore della palestra? «Noi seguiamo le indicazioni fissate nei contratti con le scuole, non possiamo fare di più — si difende Claudio Levorato, presidente della Manutencoop, al centro delle polemiche per il caso Veneto, convocata oggi dal ministero dell’Istruzione —. Siamo un’impresa, non possiamo sovvenzionare lo Stato». Il Miur sta correndo ai ripari: diramerà una circolare ai presidi per spiegare come segnalare difficoltà e anomalie del servizio, e domani vedrà i sindacati confederali per parlare dei lavoratori L’agente Pulizie in un ufficio di polizia del Veneto Lavori fai-da-te Alcuni genitori di alunni radunati davanti alla scuola elementare Pascoli di Mestre con scope e palette (foto Errebi / Mirco Toniolo) 24 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera avviso a pagamento Il 10 gennaio è venuto a mancare all’amore dei suoi cari ed alla stima dei suoi amici Alberto Zangani uomo unico e speciale Che l’impegno e la correttezza nel lavoro così come la generosità e l’umanità espresse nella vita, possano essere d’esempio e di conforto a quanti lo abbiano conosciuto. Il vuoto della sua assenza è e sarà incolmabile. Cronache 25 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Internet Il fondatore dell’azienda è Tony Fadell, il designer dell’iPod. La Borsa premia l’operazione Un termostato che si collega online Così Google entrerà nelle nostre case Acquisita per 3,2 miliardi di dollari Nest Labs, start up della domotica È la domanda che ossessiona il mondo del tech da due giorni. Analisti, giornalisti e perfino economisti sono scesi in campo per spiegare perché Google abbia speso 3.2 miliardi di dollari per acquisire Nest Labs, un’azienda produttrice di termostati e sistemi di allarme anti-incendio. Detta così la faccenda può sembrare un’enorme follia. La cifra è da capogiro per un marchingegno che ci permette di risparmiare sulla bolletta o che suona quando ci dimentichiamo il pollo in forno. Ma forse la ragione è più semplice di quello che sembra: Mountain View ha speso così tanti soldi per fare soldi. In questi ultimi mesi le grandi della Silicon Valley si sono date allo shopping selvaggio di startup, idee, progetti e social network. Ulti- potrebbero essere proprio la domotica e le case ad alta tecnologia. Dispositivi che ti danno il benvenuto, schermi ricurvi e piatti dai quali comandare le nostre vite. Smartphone che diventano vere e proprie estensioni delle nostre mani. Certo, Google non mollerà la presa sui social, i motori di ricerca e le comunicazione. Semplice- mente scommette sulla prossima corsa. Che porta dritto all’internet delle cose. Nest oggi produce allarmi e termostati che dialogano con la rete. Ma questo non La galassia di Big G NEST LABS Le acquisizioni del gigante di Mountain View LE ACQUISIZIONI DEL 2013 Talaria Società attiva nella costruzione di siti Internet, integrata in Google Cloud Plataform DNNresearch Startup di Toronto specializzata nella ricerca di immagini on-line La società di Palo Alto che produce dispositivi intelligenti per la casa (domotica) è la più recente acquisizione di Google, per 3,2 miliardi di dollari L’ULTIMO ACQUISTO LE ACQUISIZIONI PIÙ IMPORTANTI DEL PASSATO vuol dire che un domani non possa ampliare il suo raggio di azione. E se un giorno ci alzeremo grazie a sveglie che suoneranno prima in caso di traffico, o torneremo a casa e Channel Intelligence Fornitore di tecnologia per le imprese interessate all’e-commerce (125 milioni di dollari) Makani Power Startup attiva nel settore dell’energia eolica Flutter Startup attiva nel campo del riconoscimento dei gesti, in previsione della commercializzazione dei Google Glass Tony Fadell con l’iPod (Infophoto) mo caso eclatante, Zuckerbeg disposto a sborsare 3 miliardi per Snapchat, il social network che tanto piace ai ragazzini. E se re Mark è rimasto a bocca asciutta, con tanto di mail di offerta pubblicate online, la concorrenza per arrivare primi sul futuro dalle parti di San Francisco è sempre più spietata. I social e i servizi web faticano a generare utili, devono affidarsi alla pubblicità e questo li porta inevitabilmente a doversi continuamente reinventare. Morale, tutti, compresi Larry Page e Sergey Brin, sono alla caccia del prossimo cavallo su cui puntare. E il puledro di razza Waze L’applicazione di navigazione satellitare per smartphone basata sui contributi degli utilizzatori (1,3 miliardi di dollari) Redwood Robotics Azienda statunitense che realizza arti robotici Bot & Dolly Sue le telecamere robotizzate usate per creare gli effetti speciali anche del film Gravity Autofuss Società gemella di Bot & Dolly che fa produzione video Youtube La piattaforma web che consente la condivisione e visualizzazione in rete di video viene acquistata nel 2006 per 1,65 miliardi di dollari Bump Applicazione che agevola lo scambio dati da uno smartphone Android all’altro (35 milioni di dollari) ari) Behavio Startup nata all’interno del MIT Media Lab: analizza il movimento degli utenti (gesti, posizioni, velocità) per prevedere i comportamenti Boston Dynamics Produce robot per l’esercito Usa Wavii Startup che si occupa di estrarre le informazioni da social network, blog e portali e ricostruirle in un giornale personalizzato (30 milioni di dollari) FlexyCore La startup che si occupa di migliorare le prestazioni dei dispositivi Android (circa 23 milioni di dollari) la cucina ci avrà preparato la cena praticamente da sola, molto probabilmente dovremo ricordarci di questa società di Palo Alto composta da 300 impiegati e di questa cifra da capogiro. Una scommessa azzardata? Si vedrà. Intanto Wall Street ieri sembra aver dato ragione all’intuizione e il titolo di Mountain View è salito del 1.83 per cento. C’è un dettaglio che però non va dimenticato. Come sottolinea Forbes, la decisione di comprare Nest per gli uomini di Big G ha a che fare anche con il «capitale umano». Virzì e la Brianza questa volta non hanno colpe. Il fondatore di Nest, Tony Fadell, è l’uomo che ha disegnato il primo iPod per Apple, con la ghiera dei comandi rotonda. E non solo. Dopo essersi licenziato nel 2010, Fadell giurò a Steve Jobs in persona che non sarebbe mai andato a lavorare per la concorrenza. Una promessa che ha mantenuto finché Jobs era in vita. Ma ora le cose potrebbero cambiare. Se è vero che Fadell conserverà la sua autonomia, è pur vero che per Google l’acquisizione significa anche dare una spallata ad Apple e togliere terreno sotto i piedi di Cupertino. Quindi è molto probabile che di questo inventore di 44 anni sentiremo parlare ancora. A Re/code Fadell ha spiegato che i colloqui per la fusione con Google sono iniziati la scorsa estate e che i tempi sarebbero stati accelerati a novembre dello scorso anno. Poi ha aggiunto candidamente: «O rimani indi- Interazione Big G scommette sul prossimo sviluppo della tecnologia: comunicare con gli oggetti Meka Robotics Sviluppa sistemi hardware e software per robot Schaft Startup giapponese attiva St nel campo della robotica. ne Il progetto, ancora segreto, è gestito se da Andy Rubin, «papà» di Android il «pap Motorola L'azienda Usa produttrice di microprocessori e cellulari viene acquisita nel 2011 per 12,5 miliardi di dollari pendente o ti unisci con qualcuno; con questa acquisizione, abbiamo il meglio da entrambi i mondi». Ma la vera chiave di lettura sta tutta in una frase detta da The Verge qualche tempo fa: «Nella Silicon tutti continuano a pensare di dover impressionare gli altri per avere successo. Ma forse dovremmo iniziare a inventare sul serio qualcosa di nuovo». Alla faccia degli uccellini cinguettanti, delle idee dei nerd come Zuckerberg o del design perfetto dello smartphone che tanto piaceva a Steve. Marta Serafini @martaserafini CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi IL TRAFFICO DI DATI: DAL GRANDE BUSINESS AL GRANDE FRATELLO di IAN BREMMER* F ino a non molti anni fa, un dittatore particolarmente deciso poteva ancora esercitare un controllo pressoché totale sulle informazioni all’interno del suo Paese. Era in grado di impedire ai propri sudditi di comunicare con il mondo esterno e, in molti casi, persino di comunicare l’uno con l’altro. Oggi, anche in alcuni dei regimi più repressivi del mondo, i cittadini si portano dietro la tecnologia che serve per comunicare, moderni strumenti che permettono loro di trasmettere idee e informazioni attraverso i confini interni ed esterni alla nazione. Tv satellitari, cellulari con fotocamera, Facebook, YouTube e Twitter hanno decentralizzato l’accesso all’informazione e hanno dato più forza all’individuo. Ma questa battaglia appartiene al passato. Nel 2014, la corsa per il controllo delle comunicazioni e dell’informazione entrerà in una fase nuova. Gli Stati stanno adesso imparando — alcuni più velocemente di altri — che è più efficace sfruttare il flusso di informazioni piuttosto che bloccarlo, e i governi stanno rispondendo alla rivoluzione tecnologica con una «rivoluzione dei dati», che consente alle autorità di passare dalla difesa all’attacco nella lotta contro quelle che avvertono come minacce. In sintesi, il traffico di dati e di contenuti generato a livello mondiale da email, ricerche online e acquisti, e le firme elettroniche contenute in tutti quei testi e tweet possono essere associati in tempo reale e immagazzinati in un unico sistema centrale. Chi ha accesso a quei dati — e alla tecnologia per organizzarli e utilizzarli — ha in mano qualcosa di incredibilmente prezioso. Prima erano le grandi multinazionali (soprattutto occidentali) a possedere quasi tutti questi dati, e li usavano per fare soldi. Ogni nuova pubblicità pop-up ci ricordava che i dati che generiamo rivelano qualcosa di noi e aiutano chi li estrae a convincerci con annunci personalizzati. Il predominio di Google nell’universo delle ricerche online lo ha trasformato in una fonte eccezionale di ricavi pubblicitari. Facebook è diventato una riserva di informazioni sui gusti e sugli interessi della gente che ha raggiunto livelli senza precedenti nella storia dell’umanità. In un certo senso, i veri clienti di Facebook sono gli inserzionisti, e gli utenti dell’azienda, oltre un miliardo, sono il suo prodotto. Dal momento che l’uso che facciamo di questi siti rivela qualcosa in più su chi siamo, cosa pensiamo e cosa vogliamo, l’analisi dei dati si è trasformata in una fonte di interesse ancora maggiore. E non solo per le imprese che sperano di conquistarsi una quota di mercato. Certo, fornire così tanti dati a chi ci tratta da consumatori può minare la nostra pri- Chi è Politologo Ian Bremmer (44 anni) è un politologo americano, ricercatore presso la New York University, specializzato in politica estera e rischi politici globali. È anche il presidente e fondatore dell’Eurasia Group, società di consulenza globale. (foto Stephen Voss) vacy. Ma passare quelle informazioni ai governi, a chi ci considera cittadini, elettori, grandi ispiratori o grandi piantagrane è tutta un’altra storia. Ogni governo proverà a utilizzare questo materiale a modo suo. Sia nei Paesi industrializzati che in quelli emergenti ci saranno idee differenti su come si dovrebbero usare le informazioni, ma ovunque ci sarà il rischio di abusi di potere, e man mano che gli Stati diventeranno più coinvolti nella raccolta di dati, le autorità esigeranno il massimo controllo su tutto ciò che, secondo loro, potrebbe essere importante per (quella che ritengono) la sicurezza nazionale. Google ha subito numerosi attacchi agli account Gmail di presunti dissidenti cinesi: attacchi ideati — o almeno consentiti — dalle autorità in Cina. Ma la denuncia di un enorme programma di sorveglianza americano, creato dall’Agenzia per la sicurezza nazionale per raccogliere informazioni sugli utenti stranieri di popolari servizi online, ci ricorda che tutti i governi stanno accumulando dati per proteggersi da ogni genere di presunta minaccia. In tutto il mondo la sfida sarà tra una rivoluzione delle comunicazioni, che dà più forza all’individuo, e una rivoluzione dei dati, pensata per proteggere gli interessi dello Stato. Questa lotta, naturalmente, si manifesterà in modo diverso a seconda dei Paesi. Non tutti si dimostreranno in grado di ricavare dati: in questo campo, alcuni di loro otterranno gli stessi risultati deludenti che hanno in altri settori del governo. Gli Stati più grandi e con una politica più efficiente, però, avranno molto più Il controllo Internet sarà sempre meno governato dal basso e sempre più guidato dall’alto, dai governi successo. Anche se — e la decisione dell’ex dipendente della Cia Edward Snowden di rivelare il programma di sorveglianza della Nsa lo ha dimostrato — lo spionaggio finanziato dai governi può essere la prova che un segreto di Stato è difficile da mantenere quanto qualunque altro segreto, soprattutto in una società aperta e con una stampa libera. Sia i governi autoritari che quelli democratici ritengono che sia sempre più importante migliorare la propria abilità nello spiare i cittadini, assicurarsi di avere gli strumenti per proteggere la sicurez- za nazionale e (in alcuni casi) mantenere l’ordine. Molti di quei governi obbligheranno le imprese che investono nei loro Paesi ad aiutarli a realizzare i loro obiettivi o a cedere quote di mercato alle altre imprese disposte a farlo. Ecco perché Internet e la sua gestione stanno passando improvvisamente e in modo drammatico da un settore open source, governato dal basso, a un settore «strategico» guidato dall’alto. Nel 2014 Internet sarà sempre più frammentato. In molte delle principali economie mondiali, le aziende nazionali di spicco e leali al governo diventeranno gli attori predominanti nei segmenti che dipendono dai dati, e fare affari costerà caro per le imprese concorrenti che sono più internazionali (o che vogliono diventarlo). Dal momento che la cyber-sicurezza rappresenterà una debolezza ancora più evidente e la cyber-supremazia un’opportunità economica ancora più golosa, questo problema non farà che aumentare. Dicono che «su Internet nessuno sa che sei un cane». Ora i governi sanno che razza di cane sei, a che ora fai la tua passeggiata e qual è la tua marca preferita di bocconcini. Nel 2014, con il coinvolgimento maggiore degli Stati nel controllo dei dati, creare un mondo in cui cane mangia cane sarà più facile. * Presidente di Eurasia Group (traduzione di Sara Bicchierini) © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Moda Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera # Le sfilate Pelle dipinta a mano e tocchi oro da Cavalli. I quadri micro e macro di Scervino di Gian Luigi Paracchini Il panciotto e le magagne (della camicia) I l panciotto resuscitato da Giorgio Armani sotto la sua nuova giacca da proprietario terriero è un pezzo superclassico della letteratura sartoriale. Leggendario per esempio il modo in cui lo indossavano due colossi d’eleganza come Cary Grant e il duca di Windsor. Ma non è tanto la riscoperta a incuriosire, quanto la motivazione che ne ha dato lo stilista. Il panciotto conferisce un senso di completezza all’abito, lo impreziosisce e poi copre opportunamente le magagne della camicia. «Perché in giro purtroppo non si vedono più le camicie stirate come una volta dalla mamma, dalla zia, dalla sorella. Pieguzze di qua, grinze di là...». Passi con le zie, ma davvero ai suoi tempi le sorelle erano così collaborative? Forse gioca l’equivoco d’un ricordo personale di Armani, quando cioè sua sorella Rosanna (ex volto di spettacolo e pubblicità), comparve in Rocco e i suoi fratelli, guarda caso, con il ferro da stiro in mano. Resta il dubbio sulle mogli. Non A confronto Da sinistra in alto: la mantella cangiante di Andrea Pompilio, il berretto con visiera dal taglio militare, che scende anche sul viso, di Frankie Morello; il mix di fiori, righe e pois di Daniele Alessandrini MILANOMODAUOMO Pieghe citate perché ritenute già scarse allora e scarsissime oggi o soltanto dimenticanza? Nel caso, il panciotto fa miracoli. Sulle spalle del nonno A proposito di ripescaggi riadattati alla modernità, ecco Ermanno Scervino con il tabarro. Lo ha folgorato quello di suo nonno in una vecchia foto ingiallita e pronti-via in diverse versioni giovanilistiche sulla passerella. Tanto più che capi del genere, un tempo portati nelle brume a cavallo, risultano oggi meglio adattabili dei cappotti per chi va in bicicletta. E magari con un cappello a falde larghe conferiscono alla pedalata un inusuale tocco romantico. Fondamentale è che il tabarro non finisca poco romanticamente fra i raggi. Effetto Goldfinger Nel ritornare all’impegno sulla collezione maschile, Roberto Cavalli non s’è fatto mancare nessuno dei simboli della sua storia: dalle stampe al tigrato animalier. Normale per una sorta di ritorno a casa. Ma data l’occasione s’è concesso anche una specie di assalto a Fort Knox in pieno Goldfinger-revival: nelle ultime uscite tutti giovanotti a strati d’oro. L’ideale per ragazze che hanno definitivamente chiuso con fidanzati minimalisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Seguici su moda.corriere.it Foto e video delle sfilate milanesi con le collezioni del prossimo autunno-inverno Palestra e niente cravatta I nuovi manager di Armani Giacche-maglie, per portarle servono spalle importanti MILANO — Condicio-sine-qua-non che abbia spalle se non proprio scolpite (ora non esageriamo) comunque strutturate. D’altronde come sostiene Giorgio Armani non ci sono più i fisici di una volta. Senza nostalgie però, perché sono cambiati ma in meglio grazie a sport e palestra. E così ora la nuova giacca dello stilista che sussurrava ai blazer sta che è una meraviglia: è più simile a una maglia ma la novità è il taglio «raglan» della manica: da sera a mattina, dal gessato al velluto, dai tweed ai jersey. Non cade come quando la spalla è insellata, nossignori. Non rende impettiti, né bellimbusti, perché non ha imbottiture, piuttosto scattanti (deltoide e trapezio ci guadagnano) e scanzonati. «Non volevo che nessuno dei ragazzi avesse l’aria di certi manager per bene in giacca e cravatta», dice Armani, da sempre sostenitore che l’eleganza non è solo un nodo intorno al collo ma anzi. Anche il panciotto, per esempio: «Con giacca e pantaloni è un completo per giovani e senza tante elucubrazioni». Uno, due e tre: ecco la camicia bianca, che illumina. Sfila anche tanta pelle persino per le braghe e qualche volta la camicia. Pullo- ver in abbondanza e sufficientemente eleganti per alternarli alla giacca. E quei passaggi ben orchestrati fra uno e l’altro, collo alto e blazer, bomber e caban, cappuccio e paletot, sono la percezione che Giorgio Armani ha rieditato i canoni dell’eleganza maschile checché ne dicano (e vestono) «certi manager». Cravatta mia non ti conosco anche sulla passerella di Ermanno Scervino. Il giovanotto si compiace di essere un «seduttore» e pure un po’ «dannato», di quelli che conquistano e spariscono avvolti di meravigliosi tabarri. «Lo indossava sempre mio nonno», racconta lo stilista per spiegare una scelta così a effetto. La collezione è un bel trattato di suggerimenti con un certo gusto per le cose ricercate e mai scontate: ecco i completi damier, micro e macro; ancora la pelle o la pelliccia, preziosa persino per pullover o a fodera di parka e caban ampi; interessanti i gessati di tessuto di maglia. Tanto blu, nero e grigio. Stage come una galleria d’arte da Roberto Cavalli, opere incompiute e video installazione che proietta «Categories of being», un corto che racconta di uno spirito libero e selvaggio. «Freedom, freedom», ripete lo stilista. Da quando ha ripreso in mano la linea — dopo che il figlio Daniele ha deciso di lasciare la direzione creativa e occuparsi a tempo pieno di musica — ha voglia di «lasciare un segno (riconoscibile) come è stato con la donna». Così l’idea della «libertà di vestire come pare» mescolando e sovrapponendo e cogliendo nel rispetto della legge del rock. Dunque vagamente Lenny Kravitz: cappotti neri e pull di pelle intrecciata, giacche corte e giubbotti vissuti, spezzare il ritmo: bande inserite o elastici inaspettati. Poi cappotti con cappuccio e sovrapposizioni inusuali concesse all’età ma che attualizzano, come il barracuda sul paletot. Un prodotto immediato: vedo, voglio, compero. Ispirazione e allestimento di conseguenza ma di dubbio gusto. I Dsquared2 mettono in piedi un manicomio criminale con tanto di sbarre e celle per raccontare la loro collezione: dai detenuti ai secondini, poi medici, infermieri ed avLo stilista vocati. Camicie di forza e bomber trapuntati, bermu«Con giacca e pantaloni, il panciotto da e felpe, jeans e picot; tute forma un completo per giovani, e cappotti smanicati: qualità senza tante elucubrazioni» e tagli da manuale. Stilisti (i gemelli Dean e Dan Catten) perdonati per le sbarre? In jeans dipinti e foulard, camicie di seta e forse. Frankie Morello, infine, un po’ più seriosi del solito, ma forse per via blazer oro invecchiato Interessante assai il lavoro sulla ZZe- dell’ispirazione «Odissea nello spagna, linea «giovane» del gruppo. Dato zio», film che allegrissimo non era. per certo che prima o poi la stagione Non che la collezione ci perda, anzi. Un delle felpe e dei panta-jogging e delle po’ di tecno-rigore non dispiace: bomsneaker finirà, ecco riproposti per il ber e t-shirt, felpe e bermuda, jeans e guardaroba under 30 completi fatti di camicie a far la differenza sono i mategiacche (piccole) e pantaloni riali. Bravi. Paola Pollo (corti) Sixties ben tagliati © RIPRODUZIONE RISERVATA e con elementi grafici a La manica La «raglan» è la tipica manica che si usa in maglieria, non facile da applicare su tessuti e pelle, giacche ma anche cappotti, caban e picot. Crea decisamente una diversa figura. Giorgio Armani (nella foto a sinistra due suoi modelli presentati ieri), nel backstage del dopo sfilata, ha spiegato che è proprio questo il motivo per cui ha deciso di utilizzarla nelle sue nuove giacche: imprimere nuova energia e vigore alla silhouette maschile. «Una volta deciso che sarebbe stata quella la manica di tutte le giacche non ci è voluto molto tempo a realizzarla — ha spiegato —. Non è per uomini senza spalle, se ancora ne esistono. E comunque per loro ci sono sempre le imbottiture». La raglan sancisce dunque un nuovo passo avanti nel percorso dello stilista verso una giacca che si avvicina sempre più a una maglia. Raglan Nel linguaggio della moda e della sartoria, con maniche alla raglan si intendono quelle piuttosto ampie, attaccate al «corpo» del capospalla con cuciture disposte a raggio, partendo dalla base del collo. Prendono il nome dal generale inglese F. J. Somerset Raglan (foto) che, verso la metà dell’Ottocento, per nascondere la mutilazione di un braccio adottò questo tipo di maniche per il suo cappotto Dsquared2 La versione «bravo ragazzo»: pantalone corto e cappotto cammello Moda 27 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Premiata l’originalità Se la sfilata non è più l’unica strada di MATTEO PERSIVALE C Roberto Cavalli Anima rock, grafismi d’artista sulle giacche in seta da sera ZZegna Piumino con l’elemento che ha fatto da filo rosso alla sfilata: il ferma maniche Ermanno Scervino Micro e macro, il quadro diventa un elemento dominante i sono quelli che andavano a Pitti e questa volta hanno preferito puntare tutto su una presentazione a Milano (Boglioli, Geox, MP Massimo Piombo). Quelli che hanno presentato però meditano, per il prossimo giro, l’upgrade alla categoria superiore (ma davvero lo è ancora?), cioè la sfilata. E quelli che hanno puntato sul kolossal (Brioni), sul mini-concerto (Canali con Ludovico Einaudi e le sue note sull’acqua) o sulla sorpresa (i Kiss comparsi sulla passerella di John Varvatos, americano col vizietto del rock). Quelli che hanno puntato tutto su un articolo solo (la multinazionale Adidas, con l’abilissimo relaunch delle storiche Stan Smith da tennis) ignorando il resto. Quelli che hanno puntato sull’espansione della gamma dei prodotti (Cesare Paciotti che dagli accessori è passato all’abbigliamento presentando una capsule di giacche di pelle in sintonia con lo stile aggressivo e rock’n’roll del marchio) e quelli che lo faranno presto. C’è chi ha fatto sbirciare anche la pre-fall donna (Prada), chi ha scommesso sulla moda-moda gettando al vento prudenza e auto-censura (Paul Surridge di Zegna con i suoi ragazzi Mod in giacche quattro bottoni con i cinturini ai bicipiti dall’effetto travet del terzo millennio, pantaloni dal risvolto esagerato, cappotti oversize). Queste sfilate hanno dimostrato che un business sempre più complicato come quello della moda maschile non può più essere affrontato con gli strumenti di una volta: il 2013 è stato l’anno nel quale Donatella Versace ha affondato le certezze di una volta spiegando che passa troppo tempo tra la comparsa di un capo in passerella e la sua disponibilità in negozio, e ha provato a accorciare i tempi con il nuovo metodo Versus: non sfilate ma concerti-evento con look immediatamente disponibili on line. Ma quello appena concluso è stato anche l’anno nel quale Patrizio Bertelli ha ricordato che serve più elasticità per evitare i veti contrapposti da stilisti sui calendari delle sfilate. E allora, se elasticità deve essere, si confondono le carte: la presentazione di Brioni alla Permanente come inno alla staticità, una galleria d’arte per modelli-statue, le grandi sale che Brendan Mullane ha trasformato in una casa giapponese con le videoproiezioni dei ciliegi in fiore (l’estate scorsa Mullane aveva collocato i suoi modelli-statua all’Accademia di Brera, un anno fa addirittura sottovetro come se fossero esemplari rari del museo di storia naturale). È toccato al più eccentrico (e piccolo) di tutti, Massimo Piombo, sintetizzare il clima di questo 2014 con il colpo a effetto della presentazione al bar degli artisti di Brera, il Giamaica, amici e amiche dello stilista come modelli: lo «stile quotidiano» della moda che fa — o dovrebbe fare, in un mondo ideale — parte di noi. Senza bisogno di complicate presentazioni, o costose sfilate. © RIPRODUZIONE RISERVATA la festa è F A S H I ON Gli spettinati del coreano Gnak Neve alla vodka per Boy George S amurai del futuro, ma in stile «bedhead», ovvero spettinati proprio come al risveglio di una notte agitata. D. Gnak, la giovane promessa coreana che ha sfilato ieri per la prima volta a Milano, ha puntato su una fusione tra Oriente e Occidente: nel backstage, i modelli vestiti di strati e sovrapposizioni ispirati all’origami, sono passati sotto lacca e pettine del parrucchiere Jerry Rais, «come deciso da Gnak». Lo stilista, cresciuto con il mito di Milano e di Armani, è stato selezionato tra i talenti del suo Pa- Collezioni Da Piacenza Cashmere al Lanificio Colombo. Il rosa di Brooks Brothers «Interessanti come le griffe» Stranieri a caccia dei «piccoli» Pull a collo alto sotto i completi da sera in lurex MILANO — Ci sarà un motivo se Marc Jacobs ha fatto cucire esternamente sul polso dello smoking in velluto nero l’etichetta Made in Italy. «Ho parlato con gli stranieri. Non sono interessati soltanto alle griffe, sono qui anche per scovare piccoli marchi artigianali, piccole e medie imprese che dobbiamo proteggere», spiegava ieri Jane Reeve, amministratrice delegata della Camera nazionale della Moda che ha sfidato la fatica delle sfilate su tacco 11. Per quanto riguarda le presentazioni, l’americano Jacobs ha rifatto il guardaroba Anni 70 di Brian Ferry e Jack Nicholson con giacche da smoking e cappotti in alpaca nero con l’interno dorato. Il pullover a collo alto bianco finisce sotto la camicia bianca con papillon dello smoking e persino sotto la camicia in seta stampata a piume di pavone. La moda maschile è vanitosa ma è sempre funzionale, in linea con i tempi difficili. Martin Cooper, direttore creativo di Belstaff, dice di essersi ispirato ai motociclisti inglesi della Six Day Trial Race del 1965 per cappe e giacche quattro tasche in cotone cerato resistenti a qualsiasi intemperie. I cappucci diventano parapioggia, i colli passamontagna conferiscono un’aria «very masculin», spie- ese e accompagnato in Italia da una delegazione governativa coreana. «Niente male per uno appena uscito dalla scuola», ha commentato Carla Sozzani, talent scout di giovani emergenti, in prima fila per vedere da vicino questo nuovo fenomeno di cui tanto si parla in giro. Dress code: Stan Smith. Obbedienti all’invito, ieri sera alla festa di rilancio dell’Adidas finita fuori produzione per tre anni, quasi tutti gli ospiti si sono presentati in scarpe da tennis. «Un’icona da amare» per il direttore creativo di Moschino Jeremy Scott (in pantalone pigiama a righe), «mai tolte e dunque bentornate», per Saturnino, al party con il giornalista Pierluigi Pardo («quando ero studente erano proprio “parioline”») , Anna Dello Russo e altri Stan-Smith-addicted. Codice «ghiaccio» per la festa di Bikkembergs l’altra sera al Superstudio: il tema era «Frozen», con un tunnel di dieci modelli all’ingresso a torso nudo «ghiacciato», ma Boy George si è scaldato così tanto che ha lasciato la consolle solo alle 3 di notte (per contratto avrebbe dovuto suonare 90 minuti). Vodka ghiacciata e per l’arrivo di Boy George, una grande nevicata in sala sopra gli oltre 2.000 ospiti. Michela Proietti © RIPRODUZIONE RISERVATA ga. Ci sono anche aziende storiche di tessuti d’alta gamma come la biellese Piacenza Cashmere (quasi 300 anni) che ripartono da Milano con uno show room e una collezione uomo. A presentarla Vasily Piacenza, 30 anni (8ª generazione): giubbini reversibili con interno in cashmere, giacche montgomery in cashmere e maglie a trecce che sembrano uscite dal guardaroba di un pescatore norvegese. Morbidezza ma sempre virile. Lanificio Colombo sviluppa il suo cashmere-pile nelle varie versioni: blazer doppiopetto, tuta da jogging e giubbotto, indossati con maglie a collo alto a punti grossi spruzzati di metallo. E riecco il maglione — anche bianco — da Malo, marchio fiorentino rilanciato da un gruppo di quattro ex manager Prada: le trecce corrono accanto al chicco di riso in un bel gioco di contrasti. Sulle maglie finisce la civetta da Laru- Etichette a vista Marc Jacobs cuce l’etichetta «made in Italy» sul polso del suo smoking nero di velluto smiani da Milano (1952) che oggi vende per il 95% a clienti esteri attratti dal lusso italiano. E allora ecco la pelliccia in orilag chiusa con zip, il completo doppiopetto in cashmere a quadri ha la giacca morbida e senza spalline. Da Pignatelli il pull a collo alto finisce sotto i completi in velluto e lo smoking con dettagli lurex. La moda maschile è maturata. Rivisita i codici e li mixa. Da Marni il pantalone da jogging è portato con il cappotto nero elegantissimo. Un colletto in pelliccia staccabile è il tocco spiritoso. Maestro di ironia e di American style è Thom Browne che cura la linea Black Fleece di Brooks Brothers. Il blazer risicatello è di un rosa cipria elegantissimo. Gli smoking hanno motivi optical ripresi dalle fiancate mimetiche delle navi della marina americana durante le due guerre. Per i nuovi gentlemen Church’s rivisita la derby in versione doppia fibbia in una gamma di colori che va da nero al tabacco al blu e al verde militare. E verdi con lacci rosso a contrasto sono anche le sneaker di Car Shoe ispirate alle classiche pedule da montagna. Perché la moda vuole l’uomo più rilassato e intimista. Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA Ospiti Sopra Jeremy Scott e Anna Dello Russo al party Adidas per il rilancio della Stan Smith. A sinistra Boy George in consolle da Bikkembergs alla festa «Frozen». A destra un modello di D. Gnak, l’emergente coreano che ha sfilato per la prima volta a Milano 28 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Direzione Regionale Calabria Prot. n. 2014/257/DRCAL ESTRATTO DI AVVISO DI RICERCA DI IMMOBILE AD USO UFFICIO PUBBLICO Al fine di contenere i costi di gestione degli immobili in uso, in particolare delle locazioni passive, l’Agenzia del Demanio – Direzione Regionale Calabria, ricerca, nel comune di Reggio Calabria: un immobile - o porzione - ad uso ufficio pubblico, da acquistare o locare, al fine di adibirlo a sede della Direzione Regionale Calabria avente le seguenti caratteristiche: • superficie lorda: a) nel caso di nuova costruzione o di ristrutturazione integrale da 400,00 mq (200,00 ufficio + 200,00 archivio) a 475,00 mq (275,00 ufficio + 200,00 archivio); b) nel caso di costruzioni esistenti non oggetto di ristrutturazione integrale da 475,00 mq (275,00 ufficio + 200,00 archivio) a 575,00 mq (375,00 ufficio + 200,00 archivio); • disponibilità di posti auto coperti e/o scoperti per circa 3 autovetture; • fabbricato cielo terra oppure frazionato con autonomia impiantistica e di accessibilità; • immobile già realizzato oppure da ristrutturare o in fase di costruzione, a condizione che sia disponibile al massimo entro 6 mesi dalla data di pubblicazione del presente avviso. L’Agenzia si riserva la facoltà di valutare anche eventuali offerte di immobili ad uso ufficio di dimensioni superiori a quelle prima indicate. La versione integrale dell’avviso è disponibile sul sito internet www.agenziademanio.it oppure presso gli uffici della Direzione Regionale Calabria in via Gioacchino da Fiore n. 34 del Comune di Catanzaro e in via dei Bianchi n. 2 del Comune di Reggio Calabria. Catanzaro, 10/01/2014 Il Direttore Regionale - Antonio Ottavio Ficchì REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ASSESSORATO AFFARI GENERALI, PERSONALE E RIFORMA DELLA REGIONE SERVIZIO PREVIDENZA E ASSISTENZA E F.I.T.Q Viale Trieste 190 - 09123 Cagliari AVVISO DI GARA E’ INDETTA GARA D’APPALTO MEDIANTE PROCEDURA APERTA (art. 55 d.lgs.163/2006) PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI TESORERIA E GESTIONE DELLE GIACENZE DEL FONDO INTEGRAZIONE TRATTAMENTO DI QUIESCENZA, PREVIDENZA E ASSISTENZA DEL PERSONALE REGIONALE (F.I.T.Q.) PER GLI ANNI 2014 - 2018 CODICE IDENTIFICATIVO GARA (CIG): 54764204BF. - SCADENZA TERMINE DI PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE: ORE 11:00 DEL 03/03/2014; - IL BANDO DI GARA E’ STATO INVIATO PER LA PUBBLICAZIONE SULLA GUUE IN DATA 30/12/2013; - IL BANDO DI GARA, IL DISCIPLINARE E IL CAPITOLATO SPECIALE SONO DISPONIBILI SUL SITO www.regione.sardegna.it AL PERCORSO Regione / Struttura organizzativa / Assessorato degli affari generali, personale e riforma della regione / Bandi e gare. Il Direttore del Servizio ad interim - Daniela Virdis COMUNE DI BARONISSI - Provincia di Salerno Direzione Regionale Sicilia Prot. 2014/00367/DR-Sicilia ESTRATTO DI AVVISO DI RICERCA DI IMMOBILE AD USO UFFICIO PUBBLICO Al fine di contenere i costi di gestione degli immobili in uso, in particolare delle locazioni passive, l’Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Sicilia, ricerca, nel comune di Catania: un immobile - o porzione - ad uso ufficio pubblico, da acquistare o locare, al fine di adibirlo a sede dell’Ufficio di Catania della Direzione Regionale Sicilia avente le seguenti caratteristiche: • superficie lorda compresa tra 200 e 350 mq; • disponibilità di posti auto coperti e/o scoperti per circa 3 autovetture; • fabbricato cielo terra oppure frazionato con autonomia impiantistica e di accessibilità; • immobile già realizzato oppure da ristrutturare o in fase di costruzione, a condizioneche sia disponibile al massimo entro 3 mesi dalla data di pubblicazione del presente avviso. L’Agenzia si riserva la facoltà di valutare anche eventuali offerte di immobili ad uso ufficio di dimensioni superiori a quelle prima indicate; La versione integrale dell’avviso è disponibile sul sito internet www.agenziademanio.it oppure presso gli uffici della Direzione Regionale Sicilia a Palermo, Piazza Marina - Salita Intendenza n. 2 e a Catania, Via Monsignor Domenico Orlando, 1. Palermo, 10 gennaio 2014 F.to Il Direttore Regionale - Elia Amedeo Lasco Piazza della Repubblica - 84081 Baronissi P.IVA 00247810658 - Tel. 089/828211 - Telefax 089 828252 AVVISO DI GARA DI PROCEDURA APERTA Oggetto: Gara per la progettazione ed esecuzione di interventi di efficientamento energetico agli edifici di proprietà comunale - Palairno - Scuola Aiello e Scuola Caprecano. Importo complessivo dell’appalto: Euro 920.554,78 presuntivi per lavori ed Euro 87.114,93 presuntivi per progettazione esecutiva, coordinatore della sicurezza nella fase di progettazione ed esecuzione, direzione dei lavori. Prestazioni a rendere: Gli interventi che formano oggetto dell’appalto riguardano i lavori edili, gli impianti e le attrezzature necessarie per l’efficientamento energetico degli immobili comunali, che possono riassumersi in: EDIFICIO PALAIRNO L’isolamento termico della copertura; L’isolamento termico delle pareti laterali; la sostituzione degli infissi; la realizzazione di impianto di raffreddamento estivo; la realizzazione di unità elettriche ad alto rendimento alimentate da impianto fotovoltaico; la realizzazione di impianto di ACS demandata a caldaia a gas a alto rendimento e pannelli solari termici. - SCUOLA AIELLO La progettazione e realizzazione di un impianto fotovoltaico in copertura da 16,56 Kwp in relazione al fabbisogno energetico dell’edificio; - SCUOLA CAPRECANO La progettazione e realizzazione di un impianto fotovoltaico in copertura da 16,56 Kwp in relazione al fabbisogno energetico dell’edificio; Sistema di gara: Procedura aperta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 3 del D. Lgs. n. 163/2006. Offerta tecnica punti 75, Offerta economica punti 25.Qualificazione richiesta: 1- Attestazione per qualificazione SOA per l’attività di costruzione, nella categoria OG11, classifica III e nella categoria OG1, classifica I; 2 - Possesso dei requisiti professionali per i soggetti incaricati della progettazione; Termine di presentazione delle offerte: ore 12,00 del giorno 12/03/2014. Data espletamento prima seduta di gara: 14/03/2014 ore 9.30 presso casa comunale. Il bando integrale e tutto quanto necessario per la conoscenza dell’appalto è disponibile presso l’U.R.P. nei giorni lavorativi (lunedì/venerdì). Il bando di gara è consultabile altresì sul sito Internet all’indirizzo www.comune.baronissi.sa.it nella sezione “bandi-gare-concorsi”. Baronissi, lì 19 dicembre 2013 IL RESPONSABILE SETTORE - Arch. Alfonso Landi Direzione Regionale Puglia e Basilicata Prot. n. 2014/347 del 10.01.2014 ESTRATTO DI AVVISO DI RICERCA DI IMMOBILE AD USO UFFICIO PUBBLICO Al fine di contenere i costi di gestione degli immobili in uso, in particolare delle locazioni passive, l’Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Puglia e Basilicata, ricerca, nel comune di Matera: un immobile - o porzione - ad uso ufficio pubblico, da acquistare o locare, al fine di adibirlo a ufficio di Matera della Direzione Regionale Puglia e Basilicata avente le seguenti caratteristiche: • superficie lorda compresa tra tra 450/500 mq di cui mq 80/100 ad uso archivio; • disponibilità di posti auto coperti e/o scoperti per circa 5/8 autovetture; • fabbricato cielo terra oppure frazionato con autonomia impiantistica e di accessibilità; • immobile già realizzato oppure da ristrutturare o in fase di costruzione, a condizione che sia disponibile al massimo entro 18 mesi dalla data con cui l’Agenzia comunicherà l’accettazione dell’offerta. L’Agenzia si riserva la facoltà di valutare anche eventuali offerte di immobili ad uso ufficio di dimensioni superiori a quelle prima indicate. La versione integrale dell’avviso è disponibile sul sito internet www.agenziademanio.it oppure presso l’ufficio di Matera della Direzione Regionale Puglia e Basilicata in Piazza Matteotti n. 18 o presso la sede di Bari della Direzione Regionale Puglia e Basilicata in Via Amendola n. 164/D. Bari, 10/01/2014 Il Direttore Regionale - Giuliana Dionisio ENTE REGIONALE PER I SERVIZI ALL’AGRICOLTURA E ALLE FORESTE Bando di gara - CIG: 5525224714 ERSAF, Via Pola 12, 20124 Milano, tel. 02 67404220/ 0267404258 - fax 0267404694, profilo del committente: www.ersaf.lombardia.it/servizi/bandi, pec [email protected] indice procedura aperta, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per l’affidamento della prestazione di servizio consistente nella stesura di documenti, obbligatori per legge, in materia di personale dipendente dell’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste. Importo complessivo Euro 300.000,00 (trecentomila/00) oltre IVA di legge, di cui Euro 201.040,20 (duecentounmilaquaranta/20) per servizio principale ed Euro 98.959,80 (novantottomilanovecentocinquantanove/80) per servizo secondario. Ricezione offerte entro il 10 Marzo 2014 h 12:00. Apertura il 10 Marzo 2014 h 14:30. Il Bando integrale e tutti gli atti della procedura sono disponibili sul sito di ERSAF e sulla piattaforma telematica SINTEL della Regione Lombardia. Responsabile del procedimento dott. Alessandro Meinardi Direzione Regionale Puglia e Basilicata COMUNE DI MILANO Prot. n. 2014/348 del 10.01.2014 ESTRATTO DI AVVISO DI RICERCA DI IMMOBILE AD USO UFFICIO PUBBLICO Al fine di contenere i costi di gestione degli immobili in uso, in particolare delle locazioni passive, l’Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Puglia e Basilicata, ricerca, nel comune di Bari: un immobile - o porzione - ad uso ufficio pubblico, da acquistare o locare, al fine di adibirlo a sede della Direzione Regionale Puglia e Basilicata avente le seguenti caratteristiche: • superficie lorda compresa tra 1.300/1.400 mq di cui mq. 100/200 ad uso archivio; • disponibilità di posti auto coperti e/o scoperti per circa 20/25 autovetture; • fabbricato cielo terra oppure frazionato con autonomia impiantistica e di accessibilità; • immobile già realizzato oppure da ristrutturare o in fase di costruzione, a condizione che sia disponibile al massimo entro 18 mesi dalla data con cui l’Agenzia comunicherà l’accettazione dell’offerta. L’Agenzia si riserva la facoltà di valutare anche eventuali offerte di immobili ad uso ufficio di dimensioni superiori a quelle prima indicate; La versione integrale dell’avviso è disponibile sul sito internet www.agenziademanio.it oppure presso la sede di Bari della Direzione Regionale Puglia e Basilicata in via Giovanni Amendola n. 164/D. Bari, 10/01/2014 Il Direttore Regionale - Giuliana Dionisio DIREZIONE CENTRALE SVILUPPO DEL TERRITORIO ESTRATTO DEL BANDO DI CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE “Padiglione Infanzia” E’ indetto Bando di Concorso Internazionale di Progettazione, con procedura aperta, per la progettazione di una Ludoteca “Padiglione-Infanzia” dedicata ai bambini con disabilità, situata all’interno del nuovo Parco pubblico “La Biblioteca degli Alberi” previsto tra Via De Castillia, Largo De Benedetti, Via Sassetti, Viale Melchiorre Gioia e piazza Gae Aulenti nell’ambito del Piano Integrato di Intervento “Garibaldi-Repubblica”. Il materiale dovrà essere inviato, entro le ore 12.00 del 4 febbraio 2014, in un unico plico indirizzato a: Comune di Milano presso Ufficio Protocollo piano terra Concorso Internazionale di Progettazione “Padiglione-Infanzia” Via Pirelli 39 20124 Milano - Italia Estratto del bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 151 - V Serie Speciale, in data 27 dicembre 2013. Informazioni relative al Concorso potranno essere tratte dal sito internet www.comune.milano.it. Milano, lì 2 gennaio 2014 Il Direttore del Settore Pianificazione Urbanistica Attuativa e Strategica Arch. Giancarlo Tancredi ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL’EMILIA-ROMAGNA “BRUNO UBERTINI” BRESCIA IN ESECUZIONE DELLA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 497 ADOTTATA IN DATA 23 DICEMBRE 2013 VIENE INDETTO IL SEGUENTE CONCORSO PUBBLICO: - AVVISO DI CONCORSO PUBBLICO PER TITOLI ED ESAMI PER LA COPERTURA DI N 1 POSTO A TEMPO INDETERMINATO - TEMPO PIENO - DI COLLABORATORE TECNICO PROFESSIONALE ADDETTO AI SERVIZI DI LABORATORIO CAT. D - DA ASSEGNARE AL REPARTO CHIMICO DEGLI ALIMENTI DI BOLOGNA. Le domande e i documenti richiesti dovranno pervenire, a pena di esclusione dal concorso, entro il 30° giorno successivo a quello della data di pubblicazione dell’avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Qualora detto giorno sia festivo, il termine è prorogato al 1° giorno successivo non festivo. Il bando integrale viene pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna e sono inoltre disponibili sul SITO INTERNET: www.izsler.it. Per ulteriori informazioni rivolgersi all’U.O. Gestione del Personale dell’Istituto Telefono 030/2290568 - 030/2290346 dalle ore 10.00 alle ore 12.30 dei giorni lavorativi. Brescia, 7 gennaio 2014 IL DIRIGENTE RESPONSABILE U.O. GESTIONE DEL PERSONALE D.ssa Marina Moreni ESTRATTO BANDO DI GARA Oggetto: Fornitura EPC di un impianto di ricezione, stoccaggio, movimentazione e spremitura semi oleaginosi e successivo trattamento olii - Macchiareddu. Denominazione conferita all’appalto dall’ente aggiudicatore: AER000104067 Tipo di Appalto: Fornitura. Luogo di consegna: Comune di Assemini – Cagliari - Italia CPV (vocabolario comune per gli appalti): 45251100. Divisione in lotti: NO Quantitativo o entità totale: N° 1 (Uno) Impianto. Durata della Fornitura: 12 mesi. Tipo di procedura: Negoziata. Procedura e Criterio di Aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa. I criteri saranno indicati nella Richiesta di Offerta. Termine per il ricevimento delle domande di partecipazione: 14.02.2014. Testo integrale del Bando: Il testo integrale del Bando è stato pubblicato sul supplemento alla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (GU/S) del 13/12/2013 col numero 2013/S 242421936. REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Direzione Generale Organizzazione Settore Sistemi Informativi e Tecnologie della Conoscenza Via di Novoli 26 50127 Firenze Italia ESTRATTO DI BANDO DI GARA Procedura e criterio di aggiudicazione: Procedura aperta indetta ai sensi del D. Lgs. n. 163/2006 art. 55 con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa art. 83 D. Lgs. 163/2006. Oggetto: Gestione, assistenza, evoluzione e manutenzione del Sistema Informativo del lavoro, del sistema FSE e del sistema della formazione e dell’orientamento. CPV: 72500000 Luogo di esecuzione della prestazione: Firenze - Italia. Durata o termine d’esecuzione: 18 mesi dall’aggiudicazione. Entità dell’appalto: (vedasi Bando di gara). Termine per la presentazione delle offerte o della presentazione delle domande: 17/02/2014 ore 13.00.00. Data di spedizione del bando alla G.U.C.E.: 02/01/2014. Il bando in edizione integrale è pubblicato sulla GUCE e sulla GURI. Il capitolato speciale d’appalto, insieme ai documenti di gara, sono disponibili ai seguenti indirizzi Internet: http://www.regione.toscana.it/profilocommittente http://www.e.toscana.it/start. Il Dirigente responsabile del contratto Dr. Leonardo Borselli COMUNE DI PALERMO 20, Boulevard Emmanuel Servais, L-2535 Luxembourg R.C.S. Luxembourg N. B 90 212 AVVISO AGLI AZIONISTI DI PHARUS SICAV Si avvisano gli Azionisti che l’Assemblea Generale Ordinaria di PHARUS SICAV (la “Società”) si terrà il giorno 24 gennaio 2014, alle ore 10.00 (ora del Lussemburgo), presso la sede legale della Società in 20, Boulevard Emmanuel Servais, L-2535 Lussemburgo, per deliberare e votare in merito agli argomenti posti al seguente ORDINE DEL GIORNO 1. Presentazione della Relazione sull’attività di gestione per l’esercizio fiscale chiuso il 30 settembre 2013. 2. Presentazione della Relazione della Società di Revisione per l’esercizio fiscale chiuso il 30 settembre 2013. 3. Approvazione della Relazione annuale relativa all’esercizio fiscale chiuso il 30 settembre 2013. 4. Destinazione dei risultati netti relativi all’esercizio fiscale chiuso il 30 settembre 2013. 5. Manleva degli Amministratori uscenti per lo svolgimento delle proprie funzioni nel corso dell’esercizio fiscale chiuso il 30 settembre 2013. 6. Nomina dei seguenti Amministratori: - Davide PASQUALI, Presidente ed Amministratore, - Carlo MONTAGNA, Amministratore, - Roberto COLAPINTO, Amministratore,in sostituzione di Francesca GIGLI. 7. Remunerazione degli Amministratori. 8. Nomina della Società di Revisione. 9. Varie ed eventuali. Non è richiesto alcun quorum per la valida costituzione dell’Assemblea e le relative delibere saranno assunte a maggioranza semplice dei voti corrispondenti alle azioni presenti o rappresentate e votanti in Assemblea. Ogni azione dà diritto ad un voto. Ogni Azionista può votare personalmente o farsi rappresentare in Assemblea mediante procura. Gli Azionisti impossibilitati a partecipare personalmente all’Assemblea Generale Ordinaria sono gentilmente pregati di compilare la procura e restituirla a Banque Privée Edmond de Rothschild Europe;per essere valide, le procure, debitamente compilate e sottoscritte, dovranno essere anticipate a mezzo fax (al seguente numero: +352 2488 8491) al più tardi entro le ore 17.00 (ora del Lussemburgo) del 23 gennaio 2014 all’attenzione della Sig.ra Géraldine DISEUR. Gli originali delle procure dovranno essere inviate a Banque Privée Edmond de Rothschild Europe, ubicata in 20 Boulevard Emmanuel Servais, L-2535 Lussemburgo (all’attenzione della Sig.ra Géraldine DISEUR). Gli Azionisti che desiderino ricevere copia della Relazione annuale certificata al 30 settembre 2013 possono rivolgersi presso la sede legale della Società o acquisire copia di tale documento sul sito internet www.pharusfunds.com. PHARUS SICAV Il Consiglio di Amministrazione REGIONE PUGLIA Area organizzazione e riforma dell’amministrazione Servizio Affari Generali AVVISO DI ESITO DI GARA Si rende noto che con A.D n.109/2013 il Dirigente del Servizio Affari Generali della Regione Puglia ha aggiudicato in via definitiva la PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA EQUIDI DELL’UFFICIO INCREMENTO IPPICO DI FOGGIA CIG: 5293931210 per un importo di € 386.000,00 oltre IVA alla MGE S.r.l. via Silvio Pellico n. 12 Stornara (FG) 71047 Numero offerte pervenute: 1. L’atto di aggiudicazione è liberamente disponibile sul sito internet www.regione.puglia.it sezione bandi di gara. Avviso trasmesso alla G.U.U.E. il 20.12.2013. Il Dirigente Ufficio E Procurement Dr. Francesco Plantamura PROVINCIA DI ROMA Segretariato Generale - Servizio 3 Gare e Contratti AVVISO BANDO DI GARA CONCESSIONE DEI SERVIZI PER LA GESTIONE INTEGRATA DEGLI SPAZI ESPOSITIVI ALL’INTERNO DELLA SEDE ISTITUZIONALE DELL’ENTE (PALAZZO VALENTINI) AFFERENTI IN PARTICOLAR MODO L’AREA ARCHEOLOGICA DELLE “DOMUS” ROMANE, CON ANNESSI SPAZI DI SERVIZIO E PERTINENZIALI, COMPRESI GLI SPAZI DESTINATI ALLA PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI DEL TERRITORIO PROVINCIALE - D.D. R.U. 7873/2013 - CODICE CIG [5512281E2B] - PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: Procedura Aperta (art. 30 D.Lgs. n. 163/06) CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: Offerta economicamente più vantaggiosa (artt. 81, comma 1, 83 del D.Lgs 163/2006). SCADENZA TERMINE RICEZIONE OFFERTE: 17/02/2014 ore 12,00 SEDUTA PUBBLICA DI PRESELEZIONE: 18/02/2014 ore 11.00 PUBBLICITA’: Il Bando di Gara è stato inviato alla GUE il 18/12/2013, alla GURI il 19/12/2013 e pubblicato all’Albo Pretorio Web della Provincia di Roma dal 18/12/2013 al 17/02/2014. Il Bando di Gara, il Disciplinare di gara, e gli altri allegati sono altresì visionabili sul sito internet www.provincia.roma.it. IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO - Dott. Paolo Berno UFFICIO CONTRATTI AVVISO DI GARA Il 19.02.2014 si celebrerà la procedura aperta per la fornitura, mediante somministrazione, triennale, di omogeneizzati, dietetici e articoli sanitari, per gli Asili Nido Comunali. C.I.G.: 5524283E88, IMPORTO DELL’APPALTO: € 221.311,47 oltre I.V.A.. Informazioni: www.comune.palermo.it e albo pretorio. Data invio alla GUCE 20.12.2013. IL VICE SEGRETARIO GENERALE (Dott. Giuseppe Sacco) ESTRATTO BANDO DI GARA L’ Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria A.Di.S.U. con sede in Via Benedetta 14, 06123 Perugia, www.adisupg.gov.it, rende noto che all’indirizzo internet citato è possibile reperire il bando, il disciplinare di gara e la documentazione relativa alla procedura aperta per l’affidamento in Global Service del servizio di manutenzione, pulizia, portierato e ristorazione presso la Casa dello Studente S. Valentino - Terni. Importo dell’appalto, IVA esclusa, a base d’asta, € 1.235.131,85; oneri della sicurezza non soggetti a ribasso € 9.368,80; costi della manodopera non soggetti a ribasso € 46.566,85; prestazione principale: Servizio di portineria (CPV 98341120-2) e pulizia (CPV 90911000-6) € 764.155,20; prestazioni secondarie: Servizio di manutenzione impianti (CPV 50700000-2) € 107.073,43, Servizio di ristorazione (CPV 55511000-5) € 230.542,87, Lavori di manutenzione edile (CPV 45000000) € 133.360,35. L’aggiudicazione sarà effettuata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con le modalità indicate nel Disciplinare di gara. Il plico riportante la documentazione prevista nel bando e nel disciplinare dovrà pervenire all’Agenzia, pena l’esclusione, entro e non oltre le ore 12:00 del 13.02.2014 all’indirizzo postale sopra menzionato. Il Responsabile del Procedimento - Ing. Elena Chessa Société d’Investissement à Capital Variable Provincia di Bari Via Spalato 19 - 70121 Bari Il Dirigente del Servizio “Affari Generali, Istituzionali, Contratti e Gestione giuridica del Personale”, dott. Pietro Gallidoro, comunica la definitiva aggiudicazione dell’appalto del servizio di gestione triennale di tutti gli archivi e del patrimonio archivistico della Provincia di Bari alla società Prodeo s.p.a., Bari. Il relativo avviso è pubblicato nella sezione “Bandi ed esiti di gare d’appalto” dell’Albo Pretorio on - line dell’Ente www.provincia.ba.it. COMUNE DI NOVARA ESTRATTO BANDO DI GARA E’ indetta procedura aperta per l’appalto relativo a: P.I.S.U. di Novara: “Polo d’innovazione Tecnologica e Riqualificazione Urbana Area Sant’ Agabio” cofinanziato con risorse “POR - FESR 2007-2013 Asse Attività III.2.2 “Riqualificazione aree degradate” - CIG 5517350540. Importo complessivo dei lavori €. 8.543.415,64= oltre IVA, di cui €. 255.000,00= per oneri per la sicurezza. Le offerte devono pervenire entro le ore 12:00 del 10/02/2014. L’avviso integrale e il disciplinare di gara con le modalità di presentazione delle offerte, sono pubblicati all’Albo Pretorio online del Comune di Novara e sul sito internet www.comune.novara.it. Per informazioni tecniche tel. 0321/370.2506 - 2450 - 2455; per informazioni sul bando 0321/370.3759-2702. IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Arch. Franco Marzocca CONSIP S.p.A. a socio unico Via Isonzo, n. 19/E 00198 - Roma Avviso per estratto esito di gara Consip S.p.A. ha aggiudicato la gara a procedura aperta ai sensi del D.lgs. n. 163/2006 e s.m.i. per la prestazione del servizio di verifiche ispettive sulle forniture di beni e servizi alle Pubbliche Amministrazioni relative alle Convenzioni ex art. 26 L. 448/99 e s.m.i. stipulate o che verranno stipulate dalla Consip S.p.A. e agli Accordi Quadro conclusi ex art. 59 del D.Lgs. 163/2006 - in unico lotto - di cui al Bando di gara pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. S 55 in data 19/03/2013 e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 33 in data 18/03/2013. Il testo integrale dell’Avviso relativo agli appalti aggiudicati è stato pubblicato sulla G.U.U.E. e sulla G.U.R.I. alle quali è stato inviato il 13/01/2014 e può essere consultato sui siti www.mef.gov.it e www.consip.it. Dott. Domenico Casalino (L’Amministratore Delegato) 29 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L V> *«°> >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää £°ÇÎä]În ä]£Ç¯ e `À> È°ÇÈÈ]nÈ ä]£{¯ e £ iÕÀ /- Ì° - >Ài Óä°Çn]ä ä]£Ó¯ e À>VvÀÌi °x{ä]x£ ä]ÎÓ¯ e £ iÕÀ £{£]ÈÓää Þi {°ÓÇ{]Óä /- +ÕÌ° ,i`° ivv° £{ä£ iÌÌ ¯ Î]{Î Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ £äÎ]ÈÎ Î]äÈ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]Èn ä]{È Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ £äÈ]£ Î]Ç Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]xÓ ä]Ç Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äÎ]xÈ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £ä£]xä £]£ä £]nÎ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ Î]È Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ £äx]xn VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£Ó Î]x {]äÈ ä]È£ / i® £x°{ÓÓ]{ä Î]än¯ £ iÕÀ n]n£n VÀ°ÃÛi° ä]xn¯ >`À` £ä°ÎnÓ]ää £ iÕÀ £]{nnÎ `°V>° ä]ä¯ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ £äÇ]ÇÇ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££ä]n{ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ £äx]{Ó Ó]ÎÈ Ó]nn Î]ÎÎ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]xä¯ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÈÇǯ ä]nÓ £]äÇ £]xx >Ã`>µ {°£Çn]{Î £]xn¯ e £°nÎx]Ó ä]nn¯ e © RIPRODUZIONE RISERVATA i`° Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £Îä]Ó ä]Óx £]ÓÎÎ{ vÀ° ÃÛ° -E* xää Giovanni Stringa /Ì ä]äÇ ä]nΣ{ ÃÌiÀi ä]äί } } di scommettere i propri capitali in rischiose operazioni che le possano portare al fallimento. Certo, la situazione europea è comunque diversa da quella americana. Ma i rischi sono un po’ dappertutto. Secondo Vegas, le politiche monetarie «superespansive di tutti i principali paesi avanzati al di fuori dell’area euro prefigurano il rischio dell’emergere di nuove bolle sui mercati finanziari». Un riferimento, poi, al risparmio gestito: «Il riparto di competenze tra Consob e Banca d’Italia ha detto Vegas meriterebbe una rivisitazione sistematica». Mentre la revisione del Tuf (Testo unico della finanza) nella legge delega, sempre secondo il presidente Consob, necessita di alcune modifiche: gli accordi e le transazioni sulle sanzioni dovrebbero poter essere estesi anche a quelle di entità rilevante. Così come negli Stati Uniti. +ÕÌ° ,i`° ivv° £{ä£ iÌÌ ¯ £ iÕÀ ä]xί e A i`° Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÎ]Èä £ iÕÀ ä]ä¯ £È°Î{Î]Îä vevano «fatto tendenza» con la deregulation, ora la storia si ripete con la «regulation». Sono gli Stati Uniti, passati dal liberismo - anche finanziario - degli anni Ottanta e Novanta alla «prudenza» post crac Lehman. Con lo sguardo dell’Europa, ancora una volta, rivolto a Washington e New York. Il presidente della Consob Giuseppe Vegas (foto) ha chiesto che il Vecchio continente segua e anzi sia più rigoroso degli Stati Uniti nel separare l’attività delle banche commerciali da quelle di investimento per prevenire «i rischi sistemici». I riferimenti ricordano la «Volcker Rule», ispirata all’ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker: il principio generale è vietare alle grandi banche commerciali ä]£Ç¯ e ä]Óȯ e £Ç°xn{]nn Ü ià L’IDEA DI VEGAS PER LE BANCHE E LA VOLCKER RULE ALL’EUROPEA ä]ä¯ e /Ì ` -Ì>Ì /Ì Ì« ££ä£Éä{É£{ Î]äää¯ £ää]x£ ÓÓ°Ç£]Ón ä]{ί *>À} >V{ä® /- Ì°-Ì>À La lente £]ÎÈÈÇ `>À > ÃiÌÌ>> ä]£È¯ e ä]äȯ ]Î ]Ó n]Èä Montepaschi Il consiglio respinge all’unanimità le dimissioni di Viola: «La fondazione ceda la sua quota» Aumento Mps, Profumo: vado avanti L’ipotesi di danni: il rinvio dell’operazione potrà costare fino a 250 milioni in più MILANO — Resta confermato il vertice del Montepaschi. Alessandro Profumo resta alla presidenza dell’istituto senese, Fabrizio Viola al comando come amministratore delegato. Ora si ricomincia a lavorare all’aumento di capitale da 3 miliardi necessario a ripagare gran parte dei 4 miliardi di Monti bond ottenuti come aiuti di Stato. E si comincia a fare il conto di quanto potrà costare: una cifra che potrebbe superare i 250 milioni tra maggiori interessi sui Monti bond e costi vivi della ricapitalizzazione. L’esito del consiglio di amministrazione di ieri pomeriggio era dato quasi per scontato dal mercato — anche per questo il titolo è salito per l’intera giornata fino a 0,1861 euro, +2,65% — specialmente dopo le pressioni affinché i due banchieri non lasciassero la guida della banca dopo lo scontro in assemblea con la Fondazione Mps, primo azionista al 33,4%. Non era invece scontato che a presentarsi dimissionario davanti al consiglio fosse Viola: piuttosto tutti gli occhi erano puntati su Profumo, mentre l’amministratore delegato veniva dato stabile a Rocca Salimbeni dopo che la Banca d’Italia nei giorni scorsi aveva fatto capire di non gradire un passaggio del banchiere da Siena a Milano per guidare la Bpm. Al consiglio è stato però proprio il capo-azienda a presentarsi con Indiscreto Un anno in Borsa 0,32 Ieri 0,30 +2,82% 0,28 0,1861 Compagnia di San Paolo, l’ipotesi Remmert euro 0,26 0,24 0,22 0,20 0,18 0,16 0,14 Marzo Maggio Luglio Settembre Novembre Gennaio 2013 2014 D’ARCO la lettera di dimissioni, «quale soggetto proponente» l’aumento a gennaio. Le dimissioni sono poi state ritirate dopo aver ottenuto «all’unanimità» la conferma sulla fiducia da parte del consiglio, che ha anche espresso «l’auspicio» che la Fondazione guidata da Antonella Mansi «sia in grado di procedere alla dismissione della partecipazione in Mps in tempi rapidi, con un impatto positivo per realizzare l’aumento di capitale». L’ente ha già cominciato a cedere piccole quote sul mercato ma è in cerca di una soluzione strategica con investitori istituzionali italiani e stranieri con i quali condividere la governance della banca, sia pure rimanendo con una quota poco più che simbolica. Vertici L’amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo Profumo ha invece preferito non mettere sul tavolo la sua uscita dalla banca. Nei confronti del presidente di Mps avrebbe avuto effetto la moral suasion del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Nei giorni scorsi un’opera di convincimento sarebbe stata svolta anche dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, in una telefonata con lo stesso Profumo. «Faremo l’aumento di capitale», ha detto ieri il ban- Colloquio Il colloquio tra il premier Letta e Profumo per evitare le dimissioni chiere dopo il consiglio. La decisione dei vertici è «non solo un risultato positivo per il gruppo Mps, ma anche per l’intero sistema bancario italiano», ha commentato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, «una loro uscita avrebbe avuto effetti destabilizzanti». Ora la banca punta a far partire l’aumento nel più breve tempo possibile, fermo restando il termine iniziale del 12 maggio deciso dall’assemblea del 28 dicembre su proposta della Fondazione Mps — che ha superato la proposta originaria del management di partire a gennaio — e considerando anche le condizioni del mercato. Lo spread in calo aiuta la banca, carica di oltre 20 miliardi di Btp in pancia, ma i maggiori interessi sui Monti bond — 120 milioni stimati a maggio — zavorreranno i conti dell’istituto. E potrebbero rendere più onerose le commissioni per le banche del consorzio di garanzia, già stimate in 120-150 milioni (comprese le consulenze e gli altri costi). Non a caso il consiglio ha deliberato — anche in risposta alla Consob — di avviare approfondimenti tecnico-legali sugli «eventuali effetti dannosi conseguenti allo slittamento» della ricapitalizzazione, anche se la banca «farà quanto in proprio potere per effettuare l’operazione di aumento di capitale nei tempi deliberati dall’assemblea». Fabrizio Massaro [email protected] VIENNA — A giudicare dagli indicatori macroeconomici che scorrono sulle slide l’Europa sembra divisa in due. C’è un’area occidentale che fatica a imboccare la strada della ripresa. E una orientale che sembra avere già superato la crisi e cresce a ritmi sostenuti. Sarà anche per questo che i relatori che si alternano sul palco di Euromoney Central and Eastern European Forum di Vienna (1.200 partecipanti) non risparmiano ottimismo nelle loro relazioni. Di crisi si parla solo al passato. E pare che anche in Europa occidentale sia destinato a tornare il sereno. Dopo il Pil negativo del 2013 (-0,4%) quest’anno si dovrebbe rivedere il segno positivo: +0,6. Previsioni. Intanto qui, nel cuore della Mitteleuropa, si diffondono i dati di una crescita media del Pil del 2,5%. Ci sono Russia e Turchia. Ma anche Repubblica Ceca, Polonia e la stessa Austria. «Se si vogliono fare affari è questo il posto in cui bisogna essere» ha esordito in tono trionfale Richard Ensor, capo dell’Euromoney Istitutional Investor in apertura dei lavori. E qui c’è Unicredit, sponsor dell’evento, che in Austria è la prima banca del paese. Ma è sul podio in ogni nazione dell’Europa centro orientale. «Per noi è un’area fondamentale. Abbiamo 14,5 milioni di clienti e 3.600 filiali in 14 paesi» ha detto Gianni Franco Papa, responsabile divisione Europa centro orientale di Unicredit. Sommando i dati di tutti i paesi è la prima banca per prestiti e seconda nel mercato dei bond. «La nostra è una presenza catalizzatrice per migliaia di imprese italiane. Avendo replicato il modello di servizio al cliente italiano, chi si rivolge a noi non si accorge della differenza tra investire in Italia, Turchia o Lituania». Lavorano in quest’area oltre 3.700 im- Governance Bpm, Giarda stringe su Castagna Giuseppe Castagna 5,2 miliardi il valore di mercato complessivo del portafoglio di attività finanziarie detenuto dalla Compagnia di San Paolo © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum Euromoney Tra Turchia e Lituania un mercato da 300 milioni di persone Unicredit e la crescita in Est Europa «La nuova Cina? Per l’Italia è qui» Entro la prima metà di febbraio la successione al vertice della Compagnia di San Paolo sarà una partita chiusa. A prendere il posto di Sergio Chiamparino, l’ex sindaco di Torino che torna in politica candidandosi alle regionali, si prepara Luca Remmert, l’attuale vicepresidente unico della fondazione piemontese primo socio di Intesa Sanpaolo. Torinese doc, classe 1954, imprenditore nell’agroenergetica, Remmert ha militato a lungo come consigliere in Unicredit e prese italiane. Un numero cinque volte superiore rispetto a quelle presenti in Cina. Un trend facilitato dal fatto che, secondo uno studio della Banca mondiale, nella parte alta della classifica dei paesi in cui è più facile fare affari sono presenti quasi tutti i paesi dell’Europa dell’Est. Per non parlare della forza attrattiva dei fondi strutturali europei, che da queste parti sanno sfruttare piuttosto bene. Ma anche le nostre aziende hanno cominciato a beneficiare della crescita del- Export L’interscambio dell’Italia è sette volte superiore a quello con Pechino, con una popolazione cinque volte inferiore La fumata bianca si avvicina. Dino Piero Giarda avrebbe messo a punto la lista per il nuovo consiglio di gestione di Bpm che, salvo sorprese, venerdì dovrebbe essere ufficializzata dal consiglio di sorveglianza. La riunione sarà anticipata giovedì da un comitato remunerazione e nella mattinata di venerdì si vedrà invece il comitato nomine. Sull’incarico di consigliere delegato sarebbe stato trovato nelle ultime ore l’accordo con Giuseppe Castagna, ex responsabile Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, mentre alla presidenza Giarda dovrebbe indicare Mario Anolli, preside della Facoltà di Scienze Bancarie alla Cattolica di Milano. Gli altri tre posti andrebbero a Davide Croff, per il quale si tratterebbe di un riconferma, Giorgio Girelli, presidente di Mv Agusta, e per le quote rosa la scelta dovrebbe cadere sulla manager di Luxottica, Paola De Martini. l’area. L’export del made in Italy è sette volte superiore rispetto a quello verso Pechino, con una popolazione cinque volte inferiore. Già perché se prima si veniva a Est per delocalizzare, oggi interessa un mercato di 300 milioni di persone che producono, si arricchiscono e consumano. «Ora l’obbiettivo di Unicredit è darsi un nuovo modello di banca» spiega Papa. «Dobbiamo riuscire a raccogliere capitali autonomamente, attraverso i clienti o con l’emissione di bond. La sfida è questa». © RIPRODUZIONE RISERVATA Arcangelo Rociola © RIPRODUZIONE RISERVATA nelle controllate del gruppo bancario e ha al suo attivo anche un passaggio in Crt, l’altra fondazione piemontese azionista della banca. I rapporti di Remmert con Milano sono sempre stati buoni e si sono rafforzati negli ultimi anni grazie alla relazione coltivata con la Cariplo di Giuseppe Guzzetti, sin dall’ingresso in Compagnia. Per l’Ente è rappresentante in Acri l’associazione delle fondazioni ex bancarie, sin dal 2009. Remmert , già vicepresidente con Angelo Benessia, assumerà per statuto la presidenza al momento delle dimissioni di Chiamparino, previste il 3 febbraio, per convocare subito il consiglio cui spetta la nomina del nuovo numero uno. L’ impegno assunto in queste ore dallo stesso Remmert è quello di fare presto per non lasciare la Compagnia, e la banca, nella vacatio in tempi tanto impegnativi e arrivare all’incarico entro un mese da oggi. Paola Pica © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Economia 31 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Telecomunicazioni Strategie Replica a Landini (Fiom). I quartier generali operativi non saranno toccati Telecom Italia, spunta la proposta Gamberale «Modello public company» «Fiat in Italia investe miliardi» Con Chrysler sede americana Il progetto Vito Gamberale, 70 anni, guida F2i. Candidato per la lista di Marco Fossati al cda Telecom, lancia alcune proposte per la governance Marchionne a Detroit: obiettivo un milione di Jeep «Una società come Telecom non può avere l’azionariato spaccato a metà. Occorre ricucire lo strappo emerso nell’ultima assemblea perché è necessario che i soci siano coesi. Lo richiede il momento non facile di mercato e per l’azienda». Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i nonché esperto di telecomunicazioni, è molto vicino e molto ascoltato da Marco Fossati, capofila dello schieramento opposto a Telco, finanziaria a cui fa capo oltre il 22% di Telecom Italia, partecipata a sua volta dagli spagnoli di Telefonica, da Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo. Gamberale è ben conosciuto per non amare il genere delle interviste e lo conferma ma, spiega, «la situazione attuale rende indispensabili interventi d’emergenza perché, con ogni probabilità, è l’ultima possibilità di rilanciare il gruppo, devastato dai 15 anni seguiti alla privatizzazione». La richiesta è di una svolta radicale, che permetta a Telecom di ritrovare una nuova identità superando l’impasse attuale in cui Telefonica è l’azionista più significativo ma ha le mani legate dai conflitti d’interesse, i soci italiani di maggiori spicco hanno già annunciato di essere venditori delle loro quote, il management deve lavorare a un piano industriale nella Il consiglio incertezza più assoluta. Per questo, sostiene Gamberale, «è il momento Domani il di voltare pagina e per Telecom consiglio per il l’unico modello praticabile è quello piano sulla nuova di public company, in cui il management lavora per gli interessi governance di tutti gli azionisti e ha un unico metro con il quale viene giudicato: la capacità di definire le strategie migliori per la società e quella di raggiungere gli obiettivi stabiliti per la valorizzazione dell’azienda. Telecom Italia non può vivere nell’incertezza e nelle polemiche. La priorità è trovare soluzioni condivise». Ora l’appuntamento è per il consiglio di amministrazione convocato per domani, in cui verranno presentate le proposte sulla nuova governance messe a punto dall’amministratore delegato Marco Patuano. In proposito la richiesta fatta da Fossati è perentoria: «Il mercato si attende una modifica sostanziale», ha detto, «con un nuovo modello che sia espressione della rappresentanza di tutti gli azionisti attraverso un consiglio eletto su base proporzionale e indipendente». Un capitolo particolarmente delicato riguarda il destino di Tim Brasil, la controllata brasiliana. Lunedì scorso Fossati ha presentato all’amministratore delegato e ai consiglieri uno studio sulla società, che ne stabilisce il valore da 17 a 30 miliardi di euro. Nel primo caso si fa riferimento alla valutazione base dell’azienda, che sale considerando altre variabili come la prospettiva di spartizione delle attività aziendali tra i concorrenti, l’evoluzione del mercato dei servizi, le prospettive di crescita del Paese. Dice Gamberale: «Ritengo il documento ben strutturato anche se ho avuto poco tempo per approfondirlo. Mi riprometto di esaminarlo attentamente». Anche sul destino della controllata brasiliana la richiesta di Fossati è che il metodo di valutazione risulti trasparente e condiviso, come è scritto nella lettera di accompagnamento al documento, in cui viene sottolineato come la decisione su una eventuale offerta di acquisto dovrà essere presa con l’astensione sia di Telefonica sia dei suoi alleati in Telco perché il conflitto d’interesse è evidente. Fabio Tamburini © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli stress test La Bce: i titoli di Stato? Così la valutazione nelle banche MILANO — Alle banche europee non sarà richiesto, negli imminenti stress test, di adeguare il portafoglio di debito sovrano - titoli di Stato - per riflettere gli attuali valori di mercato. Lo ha detto la Banca centrale europea in una lettera pubblicata ieri. La questione di come l’esposizione delle banche al debito sovrano verrà trattata - nelle valutazioni di quest’anno sui bilanci da parte della Bce e della Eba - è cruciale per gli istituti che hanno acquistato molti titoli di Stato durante la crisi e sono adesso preoccupati per eventuali nuovi scenari avversi sul mercato. Intanto la Bce potrebbe rivedere al rialzo le proprie stime sulla crescita europea. Secondo Ewald Nowotny, membro del board dell’Eurotower e governatore della Banca centrale austriaca, quest’anno la crescita economica potrebbe sorprendere in positivo rispetto alle per cento le più attuali previsioni (+1,1% le ultime recenti stime di stime diffuse a dicembre). «Forse crescita in Europa alcuni paesi come la Germania e l’Austria - ha rimarcato Nowotny potrebbero raggiungere la crescita del 2 per cento». Il banchiere non vede alcun rischio di deflazione o inflazione nella zona euro nel breve e medio periodo. 1,1 © RIPRODUZIONE RISERVATA Sì, la sede va decisamente verso gli Usa. Due settimane, da qui a mercoledì 29 gennaio, e poi sarà il consiglio d’amministrazione a decidere. Ma non ci sono grandi dubbi: se Wall Street sarà la Borsa principale per Fiat-Chrysler, la cui quotazione «è tecnicamente possibile entro l’anno», gli States avranno quasi inevitabilmente anche la base legale. Le relative polemiche, in Italia, Sergio Marchionne le ha già sperimentate. Ha già risposto, con John Elkann. Ieri, al secondo giorno del Salone di Detroit, ha ribadito: un conto sono le sedi «formali», un altro quelle operative. E sebbene qui nulla sia destinato a cambiare — la produzione nel nostro Paese è semmai destinata ad ampliarsi: da «cuore» dell’Europa a punto di partenza per l’export anche extra Ue — il numero uno del Lingotto sa benissimo che il dibattito può solo salire di tono. Così, intanto, ribadisce: quella che il board del 29 dovrà affrontare (e il cui esito appare scontato) «è una questione difficile, ci sono componenti emozionali». Componenti di cui occorre tener conto, aggiunge. E che lui capisce. Non però nei termini sollevati,tra gli altri, dalla Fiom. La Fiat e gli Agnelli lasciano l’Italia, non investono qui, abbandonano le fabbriche? È l’accusa su cui insiste Maurizio Landini. A Marchionne pare populista. E la risposta è secca: «È falso. Abbiamo speso miliardi in Italia». Solo per gli investimenti negli impianti dell’auto, da Pomigliano in poi, suppergiù quattro. Almeno un altro in arrivo a Cassino, lo stabilimento della scommessa di rilancio dell’Alfa Romeo. Cose dette e ridette. E non sembra avere troppa voglia, Marchionne, di usare il palcoscenico di Detroit per parlare della Fiom. Tanto meno nel giorno in cui, a Torino, la trattativa con gli altri sindacati per il rinnovo del contratto intravede la firma. Allo stesso modo,il leader Fiat-Chrysler evita di farsi Al salone di Detroit Mary Barra, prossimo Ceo di Gm con il suo predecessore, Dan Akerson. Nella foto a sinistra Sergio Marchionne nell’intervista alla radio locale Wjr Editoria Rcs MediaGroup Mediobanca lima la quota Cede lo 0,34% Mediobanca ha limato la partecipazione in Rcs Mediagroup (la società che pubblica il Corriere) vendendo lo o,34% per un controvalore di 1,919 milioni di euro. Piazzetta Cuccia, che resta il secondo azionista del gruppo con il 14,9%, aveva già venduto a novembre lo 0,69%. «Non so a chi venderà Mediobanca le quote Rcs» ha commentato Tarak Ben Ammar, consigliere di Piazzetta Cuccia. «Sulla questione del Corriere — ha aggiunto — ho sempre detto che un giornale ha bisogno di un editore. John Elkann può fare molto bene l’editore se lo vuole, ma può fare molto bene anche Diego Della Valle. Di certo una compagine di 10 persone che sembra un club di golf non va bene». trascinare nell’altra «trappola», quella della politica in senso stretto. L’Italia ce la può fare, a risolvere i problemi? «Ha bisogno veramente di una spinta, ben venga qualsiasi asso possiamo trovare». Può essere Matteo Renzi? «Non posso esprimere un’opinione, non lo conosco abbastanza». Non sarà perché ci ha litigato? «Io non ho mai litigato con Renzi». Stop. Fine delle deviazioni dai temi aziendali. E a tenere banco sono ancora soprattutto le questioni Borsa, sede, nuovo nome della società. Ribadisce per l’ennesima volta, Marchionne, che le decisioni verranno dal board. Però, certo, «c’è una naturale propensione a muoversi verso gli Stati Uniti, dove ci sono mercati efficienti anche se non perfetti e dove c’è tanta liquidità». Ma non è solo questo. Mentre ha pronto il nuovo spot per il Superbowl («Vedrete, vi piacerà»), ricorda la differenza di «pesi»: «Oltre il 50% delle vendite è generato qua». Attenzione in ogni caso a non confondere «sede legale» e «quartier generale». Torino resterà base per l’Europa come Detroit lo è per il Nord America o Belo Horizonte, in Brasile, per l’America Latina. E così come «Chrysler è e rimarrà un brand americano» (che fra l’altro punta «a un milione di Jeep»), e «Fiat e Alfa sono e resteranno italiani». Davvero, però, la questione è «solo emozionale»? Sì, dice: «Fiat ha 115 anni di storia, Chrysler quasi 90. Si deve lavorare per una soluzione che combini due entità così importanti l’una per l’altra. Ma la capacità di rompere le barriere è alla base del successo». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’operazione Fondi comuni, Anima torna in Piazza Affari Anima, uno dei principali gestori di fondi comuni, taglia il traguardo del primo annuncio di quotazione a Piazza Affari nel 2014. Il gruppo guidato da Giuseppe Zadra (foto sopra) ha annunciato ieri il collocamento della controllante Asset Management Holding. In realtà è un «ritorno» in Borsa: la vecchia Anima era stata quotata sotto la gestione di Alberto Foà da Banco Desio nel 2005 e poi ritirata da Bpm nel 2009. Oggi il gruppo, primo azionista il fondo Clessidra di Claudio Sposito, è profondamente diverso: rilanciato nel 2011 dall’aggregazione tra le sgr di Bpm e Montepaschi e dopo aver integrato a fine 2012 le gestioni del Creval, ha un patrimonio di oltre 46 miliardi per un milione di clienti con un portafoglio di fondi e Sicav di diritto estero che copre il 65% del business. «Gli accordi di alleanza strategica tra i soci - ha spiegato Zadra avevano fin dall’inizio individuato la quotazione quale obiettivo primario per la valorizzazione e lo sviluppo come leader indipendente nel risparmio gestito». Lo schema di quotazione della holding consente di avere maggiori possibilità finanziarie per future acquisizioni (di recente è sfumata quella di Carige Sgr, aggiudicata ad Arca). © RIPRODUZIONE RISERVATA R. Po. © RIPRODUZIONE RISERVATA Soluzione conservativa JPM Global Conservative Balanced Fund Soluzione tradizionale JPM Global Balanced Fund Soluzione aggressiva JPM Global Capital Appreciation Fund Soluzione orientata al reddito JPM Global Income Fund 32 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] AcomeA America (A1) 13/01 EUR 15,646 15,829 AcomeA America (A2) 13/01 EUR 16,082 16,269 AcomeA Asia Pacifico (A1) 13/01 EUR 4,360 4,347 AcomeA Asia Pacifico (A2) 13/01 EUR 4,467 4,453 AcomeA Breve Termine (A1) 13/01 EUR 14,292 14,286 AcomeA Breve Termine (A2) 13/01 EUR 14,432 14,426 AcomeA ETF Attivo (A1) 13/01 EUR 4,486 4,480 AcomeA ETF Attivo (A2) AcomeA Eurobbligazionario (A1) 13/01 EUR 13/01 EUR 4,582 16,638 4,575 16,618 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 13/01 EUR 16,805 16,784 AcomeA Europa (A1) 13/01 EUR 12,780 12,706 AcomeA Europa (A2) 13/01 EUR 13,064 12,988 AcomeA Globale (A1) 13/01 EUR 11,030 11,036 AcomeA Globale (A2) 13/01 EUR 11,411 11,416 AcomeA Italia (A1) 13/01 EUR 18,905 18,751 13/01 EUR AcomeA Italia (A2) 19,345 19,186 AcomeA Liquidità (A1) 13/01 EUR 8,874 8,873 AcomeA Liquidità (A2) 13/01 EUR 8,874 8,874 AcomeA Obbligaz. Corporate (A1) 13/01 EUR 7,795 7,781 AcomeA Obbligaz. Coroprate (A2) 13/01 EUR 7,883 7,867 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 10/01 EUR 5,734 5,730 UK Equity Fd B 14/01 GBP 3,464 3,478 Asia Consumer Demand A 14/01 USD 13,330 13,350 KIS - Europa P 10/01 EUR 126,320 125,850 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 10/01 EUR 5,500 5,496 UK Equity Fd B 14/01 USD 5,682 5,712 Asia Consumer Demand A-Dis 14/01 USD 13,000 13,020 KIS - Europa X 10/01 EUR 126,640 126,170 AZ F. Cash 12 Mesi 10/01 EUR 5,326 5,326 UK Equity Fd X 14/01 EUR 4,321 4,347 Asia Infrastructure A 14/01 USD 13,320 13,390 KIS - Global Bond P 10/01 EUR 100,990 100,850 AZ F. Cash Overnight 10/01 EUR 5,240 5,240 UK Equity Fd X 14/01 EUR 4,198 4,224 Asia Infrastructure A-Dis 14/01 USD 12,580 12,650 KIS - Income D 10/01 EUR 104,350 104,340 AZ F. Cat Bond ACC 30/12 EUR 5,284 5,280 UK Equity Fd X 14/01 GBP 0,518 0,520 Asian Bond A-Dis M 14/01 USD 9,964 9,962 KIS - Income P 10/01 EUR 107,810 107,800 AZ F. Cat Bond DIS 30/12 EUR 5,284 5,279 UK Equity Fd X 14/01 GBP 3,493 3,507 Balanced-Risk Allocation A 14/01 EUR 14,450 14,460 KIS - Italia P 10/01 EUR 124,690 123,930 PS - 3P Cosmic A 13/01 EUR AZ F. CGM Opport Corp Bd 10/01 EUR 5,901 5,897 UK Equity Fd X Em. Loc. Cur. Debt A 14/01 USD 14,514 14,546 KIS - Italia X 10/01 EUR 123,510 122,820 PS - 3P Cosmic C 13/01 CHF 71,420 72,730 AZ F. CGM Opport European 10/01 EUR 6,726 6,713 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 14/01 USD 9,417 9,438 KIS - Key 10/01 EUR 123,830 122,730 PS - Absolute Return A 13/01 EUR 110,000 109,970 AZ F. CGM Opport Global 10/01 EUR 6,281 6,278 Em. Mkt Corp Bd A 14/01 USD 11,676 11,672 KIS - Key X 10/01 EUR 124,200 123,090 PS - Absolute Return B 13/01 EUR 115,870 115,830 AZ F. CGM Opport Gov Bd 10/01 EUR 5,407 5,407 Euro Corp. Bond A 14/01 EUR 16,122 16,116 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 10/01 USD 155,860 155,830 PS - Algo Flex A 07/01 EUR 109,210 108,940 AZ F. Commodity Trading 10/01 EUR 4,064 4,020 Euro Corp. Bond A-Dis M 14/01 EUR 12,362 12,358 PS - Algo Flex B 07/01 EUR 103,930 103,670 AZ F. Conservative 10/01 EUR 6,340 6,358 Euro Short Term Bond A 14/01 EUR 10,806 10,808 PS - Best Global Managers A 07/01 EUR 104,440 104,220 PS - Best Global Managers B 07/01 EUR 107,880 107,640 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 13/01 EUR 110,030 110,010 PS - Bond Opportunities A 13/01 EUR 159,590 159,490 PS - Bond Opportunities B 13/01 EUR 118,900 118,820 PS - Dynamic Core Portfolio A 13/01 EUR 98,390 98,320 PS - EOS A 07/01 EUR 134,120 131,530 PS - Equilibrium A 07/01 EUR 99,790 99,240 AZ F. Core Brands 10/01 EUR 5,571 5,547 AZ F. Corporate Premium ACC 10/01 EUR 5,575 5,594 AZ F. Corporate Premium DIS 10/01 EUR 5,405 5,425 Nome 14/01 USD 5,460 10/01 EUR 4,940 4,939 AZ F. Emer. Mkt Asia 10/01 EUR 5,662 5,696 AZ F. Emer. Mkt Europe 10/01 EUR 3,334 3,339 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 10/01 EUR 4,742 4,712 5,178 1231,375 10/01 EUR 3,207 3,202 AZ F. Formula 1 Absolute 10/01 EUR 5,350 5,345 AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 30/12 EUR 5,562 5,557 AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS 30/12 EUR 5,532 5,528 14/01 EUR 5,465 5,458 Glob. Bond A-Dis 14/01 USD 5,731 5,729 Glob. Equity Income A 14/01 USD 59,150 59,770 1231,061 13/01 EUR 1191,772 1191,502 Bond Risk A 13/01 EUR 1402,396 1401,169 Bond Risk B 13/01 EUR 1345,290 1344,161 Glob. Equity Income A-Dis 13/01 EUR 1611,937 14/01 USD 14,910 15,060 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 13/01 EUR 1553,702 1552,114 CompAM Fund - SB Bond B 10/01 EUR 1058,179 1057,577 CompAM Fund - SB Equity B 10/01 EUR 1095,929 1092,183 CompAM Fund - SB Flexible B 10/01 EUR 1005,229 1003,329 European Equity A 13/01 EUR 1397,304 1394,095 European Equity B 13/01 EUR 1325,252 1322,267 Multiman. Bal. A 10/01 EUR 116,554 116,570 Multiman. Bal. M 10/01 EUR 116,058 116,073 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A 08/01 EUR 73,962 73,811 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 08/01 EUR 77,033 76,869 Multiman.Target Alpha A 08/01 EUR 105,612 105,446 97,960 PS - Inter. Equity Quant A 13/01 EUR 108,250 108,380 PS - Inter. Equity Quant B 13/01 EUR 110,290 110,420 123,880 Greater China Eq. A 14/01 USD 44,320 44,430 India Equity E 14/01 EUR 25,680 25,870 KIS - Sm. Cap X 12/11 EUR 99,050 99,610 Japanese Eq. Advantage A 14/01 JPY 3054,000 3124,000 KIS - Target 2014 X 10/01 EUR 102,110 102,110 PS - Liquidity A 13/01 EUR 123,900 Pan European Eq. A 14/01 EUR 17,500 17,570 PS - Opportunistic Growth A 13/01 EUR 95,590 95,610 Pan European Eq. A-Dis 14/01 EUR 15,850 15,920 PS - Opportunistic Growth B 13/01 EUR 100,450 100,460 PS - Podium Flex A 13/01 EUR 85,360 85,420 PS - Podium Flex C 13/01 USD 84,300 Pan European Eq. Inc. A-Dis 14/01 EUR 11,490 11,530 Pan European High Inc A 14/01 EUR 18,110 18,120 5,058 5,051 AZ F. Global Curr&Rates ACC 10/01 EUR 4,344 4,343 Pan European Struct. Eq. A-Dis 14/01 EUR 13,110 13,120 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 13/01 EUR 5,148 5,141 AZ F. Global Curr&Rates DIS 10/01 EUR 4,168 4,167 Renminbi Fix. Inc. A 14/01 USD 10,857 10,853 4,940 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 14/01 EUR 9,839 9,843 DB Platinum AcomeA Performance (A2) 13/01 EUR 21,050 21,001 AZ F. Hybrid Bonds DIS 10/01 EUR 5,162 5,163 Agriculture Euro R1C A 10/01 EUR 58,150 57,820 AZ F. Income ACC 10/01 EUR 6,173 6,188 Comm Euro R1C A 13/01 EUR 103,260 102,680 AZ F. Income DIS Invictus Global Bond Fd 07/01 EUR 105,474 104,967 Invictus Macro Fd 08/01 EUR 83,687 86,484 Sol Invictus Absolute Return 09/01 EUR 107,023 10/01 EUR 5,765 5,779 Comm Harvest R3C E 13/01 EUR 79,250 79,520 4,527 4,525 Currency Returns Plus R1C 13/01 EUR 931,970 936,350 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 10/01 EUR 4,319 4,318 Dyn Aktien Pl R1C A 10/01 EUR 110,850 109,930 AZ F. Institutional Target 10/01 EUR 5,441 5,444 DB Platinum IV AZ F. Italian Trend 10/01 EUR 3,412 3,396 Croci Euro R1C B 13/01 EUR 113,840 113,760 Croci Japan R1C B 10/01 JPY 8654,020 8642,800 Croci US R1C B 13/01 USD 157,490 159,390 Dyn. Bd Stabilität Plus R1C A 10/01 EUR 95,000 94,550 Dyn. Cash R1C A 13/01 EUR 101,560 101,560 106,856 www.azimut.it - [email protected] AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 AZ F. Lira Plus ACC 10/01 EUR 4,832 4,818 AZ F. Lira Plus DIS 10/01 EUR 4,832 4,818 AZ F. Macro Dynamic 10/01 EUR 5,949 5,943 AZ F. Opportunities 10/01 EUR 5,182 5,170 AZ F. Pacific Trend 10/01 EUR 4,193 4,188 AZ F. Patriot ACC 10/01 EUR 6,121 6,129 AZ F. Patriot DIS Azimut Dinamico 10/01 EUR 26,396 26,361 Azimut Formula 1 Absolute 10/01 EUR 7,174 Azimut Formula 1 Conserv 10/01 EUR Azimut Formula Target 2013 10/01 EUR Azimut Formula Target 2014 10/01 EUR Azimut Garanzia 10/01 EUR 5,794 5,802 08/01 EUR Paulson Global R1C E 6197,900 10/01 EUR Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A 08/01 EUR 103,910 10116,790 14/01 EUR 14/01 EUR 14/01 EUR US Equity A EH AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 10/01 EUR 123,260 97,950 AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 13/01 EUR 5,163 123,370 13/01 EUR Pan European Struct. Eq. A 5,162 123,700 PS - Fixed Inc Absolute Return A AZ F. Formula 1 Conserv. 10/01 EUR 123,820 95,880 3,922 AZ F. Hybrid Bonds ACC 13/01 EUR 101,140 3,926 20,731 KIS - Selection P 96,990 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 13/01 EUR 20,779 121,160 101,350 Pan European High Inc A-Dis 13/01 EUR 121,270 13/01 EUR AZ F. Formula Target 2015 DIS AcomeA Performance (A1) 13/01 EUR 27/12 EUR 3,822 4,940 KIS - Selection F KIS - Sm. Cap P 3,826 4,855 122,060 KIS - Sm. Cap D AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 13/01 EUR 30/12 EUR 122,170 11,528 5,954 AZ F. Global Sukuk DIS 13/01 EUR 11,524 4,715 6,042 KIS - Selection D 14/01 EUR 5,961 6,057 117,760 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis 4,719 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 13/01 EUR 117,780 13/01 EUR 10/01 EUR 4,855 10/01 EUR KIS - Selection X 10/01 EUR 30/12 EUR KIS - Multi-Str. UCITS X 12,534 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Global Sukuk ACC 117,270 12,530 AZ F. Formula Target 2014 5,922 117,290 14/01 EUR 6,511 5,936 10/01 EUR 13,240 13,630 13,530 13,680 US High Yield Bond A 14/01 USD 11,517 11,513 US High Yield Bond A-Dis M 14/01 USD 10,626 10,623 US Value Equity A 14/01 USD 30,340 30,690 14/01 USD US Value Equity A-Dis 29,010 13/01 EUR 12,720 12,695 PS - Prestige A 07/01 EUR 100,710 99,880 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 13/01 EUR 107,602 107,417 PS - Quintessenza A 07/01 EUR 102,040 102,040 FLEX STRATEGY RET EUR 13/01 EUR 89,653 89,977 PS - Quintessenza B 07/01 EUR 104,960 104,940 HIGH GROWTH CAP RET EUR 13/01 EUR 111,357 110,689 PS - Target A 07/01 EUR 109,980 109,510 ITALY CAP RET A EUR 13/01 EUR 24,314 24,125 PS - Target B 07/01 EUR 109,870 109,390 PS - Titan Aggressive A 07/01 EUR 105,060 105,090 PS - Total Return A 13/01 EUR 102,840 102,890 PS - Total Return B 13/01 EUR 96,120 96,170 PS - Valeur Income A 13/01 EUR 108,930 108,940 PS - Value A 07/01 EUR 103,260 103,320 PS - Value B 07/01 EUR 105,360 105,410 13,250 13,640 SHORT DURATION CAP RET EUR 13/01 EUR 924,385 927,011 29,340 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Per ulteriori informazioni, visitate il sito www.invescopowershares.net 9,465 Dynamic US Market 13/01 EUR EQQQ 13/01 EUR 63,146 64,000 EuroMTS Cash 3 Months 13/01 EUR 103,467 103,467 FTSE RAFI Asia Pacific Ex-Jap 13/01 EUR 5,599 5,564 FTSE RAFI Dev. 1000 Fund 13/01 EUR 11,419 11,446 FTSE RAFI Dev. Europe Mid-Sm 13/01 EUR 11,878 11,820 Orazio Conservative A 13/01 EUR 100,110 100,010 Sparta Agressive A 13/01 EUR 101,830 101,970 WM Biotech A 13/01 EUR 148,820 148,850 WM Biotech I 13/01 EUR 1510,530 1510,740 9,613 103,510 10107,840 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A 13/01 EUR 183,460 183,300 NM Augustum High Qual Bd A 13/01 EUR 143,330 143,260 AZ F. Qbond 10/01 EUR 5,043 5,024 7,170 AZ F. Qinternational 10/01 EUR 5,025 5,013 6,863 6,862 AZ F. QProtection 10/01 EUR 5,188 5,175 6,906 6,903 AZ F. Qtrend 10/01 EUR 4,834 4,816 6,695 6,689 AZ F. Renminbi Opport 10/01 EUR 5,407 5,401 10/01 EUR 12,881 12,883 AZ F. Reserve Short Term 10/01 EUR 6,290 6,291 Fondi Unit Linked Azimut Prev. Com. Crescita 30/12 EUR 10,841 10,844 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 10/01 EUR 5,042 5,042 Flex Equity 100 08/01 10,881 EUR Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 30/12 EUR 10,844 10,848 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 10/01 EUR 5,042 5,042 Global Equity 08/01 5,486 EUR Azimut Prev. Com. Equilibrato 30/12 EUR 11,912 11,923 AZ F. Solidity ACC 10/01 EUR 5,832 5,838 Maximum 08/01 5,019 EUR Global Listed Private Eq. 13/01 EUR 7,890 7,911 NM Italian Diversified Bond I 13/01 EUR 110,660 110,550 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 30/12 EUR 11,910 11,926 AZ F. Solidity DIS 10/01 EUR 5,538 5,543 Progress 08/01 6,155 EUR MENA NASDAQ OMX 13/01 EUR 9,862 9,774 NM Large Europe Corp A 13/01 EUR 132,620 132,520 NM Market Timing A 13/01 EUR 103,380 103,270 NM Market Timing I 13/01 EUR 103,800 103,690 NM Q7 Active Eq. Int. A 13/01 EUR 60,380 60,490 NM Q7 Globalflex A 10/01 EUR 104,770 104,380 NM Total Return Flexible A 10/01 EUR 120,260 119,720 NM VolActive A 13/01 EUR 99,400 99,650 NM VolActive I 13/01 EUR 99,560 99,800 Azimut Prev. Com. Garantito 30/12 EUR 10,692 10,707 AZ F. Strategic Trend 10/01 EUR 5,710 5,712 Azimut Prev. Com. Protetto 30/12 EUR 11,822 11,836 AZ F. Top Rating ACC 10/01 EUR 5,013 5,013 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 30/12 EUR 11,825 11,838 AZ F. Top Rating DIS 10/01 EUR 5,013 5,013 Azimut Prev. Com. Obbli. 30/12 EUR 10,007 9,998 AZ F. Trend 10/01 EUR 5,958 5,968 08/01 Social Responsability 08/01 Quality 99,310 EUR A S&P FTSE RAFI Emerging Mkts 13/01 EUR 5,899 5,861 FTSE RAFI Europe 13/01 EUR 8,624 8,588 FTSE RAFI Hong Kong China 13/01 EUR 14,908 14,910 NM Balanced World Cons A 13/01 EUR 130,840 130,740 FTSE RAFI Italy 30 13/01 EUR 4,897 4,866 NM Euro Bonds Short Term A 13/01 EUR 136,700 136,660 NM Euro Equities A 13/01 EUR 45,820 45,700 NM Global Equities EUR hdg A 13/01 EUR 69,550 70,330 FTSE RAFI Switzerland 13/01 EUR 9,887 9,823 FTSE RAFI US 1000 13/01 EUR 9,943 10,058 Global Agriculture NASDAQ OMX 13/01 EUR 8,713 8,711 NM Inflation Linked Bond Europe A 13/01 EUR 103,460 103,430 Global Clean Energy 13/01 EUR 4,450 4,476 NM Italian Diversified Bond A 13/01 EUR 108,600 108,500 NASDAQ OMX Global Water 6,744 EUR 13/01 EUR 8,891 8,942 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 30/12 EUR 10,007 9,998 Azimut Reddito Euro 10/01 EUR 17,157 17,197 ABS- I 29/11 EUR 14057,114 13705,309 Azimut Reddito Usa 10/01 EUR 5,988 6,011 ABSOLUTE RETURN EUROPA 03/01 EUR 5005,417 5031,329 Azimut Scudo 10/01 EUR 8,517 8,545 BOND-A 29/11 EUR 694086,829 679725,682 Kairos Multi-Str. A 30/11 EUR 847479,331 838312,127 Azimut Solidity 10/01 EUR 8,583 8,593 BOND-B 29/11 EUR 694086,829 679725,682 Kairos Multi-Str. B 30/11 EUR 555514,933 549779,744 Azimut Strategic Trend 10/01 EUR 6,218 6,221 EQUITY- I 29/11 EUR 601260,400 593188,697 Kairos Multi-Str. I 30/11 EUR 570128,125 563754,177 Azimut Trend America 10/01 EUR 12,429 12,491 PRINCIPAL FINANCE 1 30/09 EUR Azimut Trend Europa 10/01 EUR 12,896 12,873 Azimut Trend Italia 10/01 EUR 17,070 16,987 Azimut Trend Pacifico 10/01 EUR 7,043 7,054 Azimut Trend Tassi Azimut Trend 10/01 EUR 10/01 EUR 10,032 27,118 10,065 27,150 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection AZ F. Active Strategy 10/01 EUR 10/01 EUR 5,305 5,199 AZ F. US Income Abs. UK Dynamic Fd P1 10/01 EUR 14/01 GBP 5,442 1,554 1,557 1,710 1,713 Kairos Multi-Str. P 30/11 EUR 522536,062 517382,561 14/01 GBP 1,585 1,589 Kairos Income 13/01 EUR 6,803 6,803 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 14/01 EUR 1,779 1,783 Kairos Small Cap 13/01 EUR 10,414 10,415 Europ. Equ. (ex UK) Fd A 14/01 GBP 2,644 2,652 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Europ. Equ. (ex UK) Fd A 14/01 EUR 3,174 3,190 Europ. Equ. (ex UK) Fd B 14/01 EUR 3,194 3,210 Europ. Equ. (ex UK) Fd X 14/01 EUR 3,201 3,217 5,291 Europ. Equ. (ex UK) Fd X H 14/01 GBP 2,808 2,822 5,193 Pan Europe Fd A 14/01 EUR 3,586 3,608 14/01 GBP 3,007 3,019 AZ F. Alpha Man. Credit 10/01 EUR 5,420 5,418 AZ F. Alpha Man. Equity 10/01 EUR 4,848 4,864 Pan Europe Fd A 14/01 USD 4,886 4,911 AZ F. Alpha Man. Them. 10/01 EUR 3,520 3,528 Pan Europe Fd B 14/01 EUR 3,566 3,587 AZ F. American Trend 10/01 EUR 3,161 3,177 Pan Europe Fd B 14/01 USD 4,853 4,878 14/01 EUR 3,855 3,878 14/01 EUR 3,559 3,581 5,482 5,480 AZ F. Asset Power 10/01 EUR 5,340 5,342 Pan Europe Fd X 10/01 EUR 5,007 5,007 Pan Europe Fd X 14/01 GBP 2,954 59550,161 60088,629 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio 13/01 EUR 47,740 47,800 Convertibile Arancio 13/01 EUR 60,310 60,310 Cedola Arancio 13/01 EUR 56,710 56,650 Borsa Protetta Agosto 10/01 EUR 08/01 EUR 61,690 10/01 EUR 5,346 5,350 Strategic Debt Fd A 14/01 GBP 1,045 1,045 AZ F. Best Cedola ACC 10/01 EUR 5,607 5,602 Strategic Debt Fd A H 14/01 EUR 1,230 1,230 14/01 USD 1,740 1,739 105,490 105,410 13/01 EUR 103,780 103,680 Strategic Trend Retail C 13/01 EUR 101,830 101,730 Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR 52927,939 52659,382 Fondo Donatello-Tulipano 30/06 EUR 47475,755 48904,331 Fondo Donatello-Margherita 30/06 EUR 27116,197 26640,389 Fondo Donatello-David 30/06 EUR 57863,932 57813,049 Fondo Tiziano Comparto Venere 30/06 EUR 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 30/06 EUR www.sorgentegroup.com 2506,583 2547,337 Borsa Protetta Febbraio 08/01 EUR 59,720 59,710 Borsa Protetta Maggio 08/01 EUR 62,530 62,530 Borsa Protetta Novembre 08/01 EUR 60,160 60,050 Inflazione Più Arancio 13/01 EUR 54,860 54,770 Mattone Arancio 13/01 EUR 41,790 41,680 Profilo Dinamico Arancio 13/01 EUR 62,650 62,420 Profilo Equilibrato Arancio 13/01 EUR 60,480 60,300 Profilo Moderato Arancio 13/01 EUR 56,810 56,700 Top Italia Arancio 13/01 EUR 46,770 46,460 347,670 Greater China Equity B 13/01 EUR 113,910 114,940 147,140 103,700 106,950 Greater China Equity B 13/01 USD 162,150 163,620 KIS - America A-USD 10/01 USD 272,830 272,430 Growth Opportunities 13/01 USD 68,950 KIS - America F 10/01 EUR 186,440 186,160 Growth Opportunities Hdg 13/01 EUR 75,610 76,420 KIS - America P 10/01 EUR 191,830 191,540 Japanese Equity 10/01 JPY 140,950 140,740 KIS - America X 10/01 EUR 192,650 192,370 Japanese Equity B 03/12 SGD 0,000 116,290 KIS - Bond A-USD 10/01 USD 166,950 166,810 Japanese Equity B 10/01 USD 139,910 139,690 KIS - Bond D 10/01 EUR 119,800 119,710 Japanese Equity Hdg 10/01 EUR 183,590 183,310 Swiss Equity 13/01 CHF 130,040 128,940 Swiss Equity Hdg 13/01 EUR 98,670 97,840 US Equity 13/01 USD 163,170 165,350 US Equity Hdg 13/01 EUR 179,800 182,200 KIS - Bond F 10/01 EUR 120,650 120,560 KIS - Bond P 10/01 EUR 123,580 123,490 10/01 EUR 123,920 KIS - Bond Plus D 10/01 EUR 125,970 125,830 KIS - Bond Plus P 10/01 EUR 127,660 127,520 KIS - Dynamic A-USD 10/01 USD 170,840 170,620 1,064 1,064 KIS - Dynamic D 10/01 EUR 119,090 118,940 1,291 1,291 KIS - Dynamic F 10/01 EUR 120,140 119,990 KIS - Dynamic P 10/01 EUR 121,200 Numero verde 800 124811 [email protected] Nextam Bilanciato 13/01 EUR 6,561 6,542 Nextam Obblig. Misto 13/01 EUR 7,166 7,174 BInver International A 13/01 EUR 6,283 6,259 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 13/01 EUR 5,501 121,050 69,700 5,514 CITIC Securities China Fd A 13/01 EUR 5,167 5,167 Fidela A 13/01 EUR 5,382 5,361 Income A 13/01 EUR 5,532 5,526 International Equity A 13/01 EUR 6,899 6,941 Italian Selection A 13/01 EUR 6,635 6,638 Liquidity A 13/01 EUR 5,338 5,338 Multimanager American Eq.A 13/01 EUR 4,704 4,715 Multimanager Asia Pacific Eq.A 13/01 EUR 4,321 4,301 123,780 14/01 EUR KIS - Dynamic X 14/10 EUR 121,000 120,940 KIS - Emerging Mkts A 10/01 EUR 124,810 124,680 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 13/01 EUR 4,139 4,111 KIS - Emerging Mkts D 10/01 EUR 123,660 123,540 Multimanager European Eq.A 13/01 EUR 4,485 4,475 KIS - Emerging Mkts F 10/01 EUR 121,220 121,100 Strategic A 13/01 EUR 5,001 4,991 10/01 EUR 5,253 5,247 UK Abs Target Fd P2 14/01 EUR 1,179 1,179 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 10/01 EUR 5,064 5,058 UK Abs Target Fd P2 14/01 GBP 1,261 1,262 10/01 EUR 5,064 5,058 UK Equity Fd A 14/01 GBP 3,445 3,459 Invesco Funds AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 10/01 EUR 5,528 5,524 UK Equity Fd A 14/01 USD 5,597 5,627 Asia Balanced A 14/01 USD 23,200 23,320 KIS - Europa D 10/01 EUR 124,560 124,110 Usa Value Fund A 13/01 EUR 5,903 5,933 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 10/01 EUR 5,214 5,210 UK Equity Fd B 14/01 EUR 4,124 4,149 Asia Balanced A-Dis 14/01 USD 15,310 15,390 KIS - Europa F 10/01 EUR 124,560 124,110 Ver Capital Credit Fd A 13/01 EUR 5,411 5,407 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it 281,150 348,360 115,270 14/01 GBP AZ F. Bond Target 2016 DIS 430,810 281,730 13/01 USD 115,730 Strategic Debt Fd X H 1,234 431,280 13/01 EUR European Equity B 10/01 EUR Strategic Debt Fd X 1,232 13/01 EUR European Equity KIS - Ambiente X 5,877 14/01 GBP Emerg Mkts Equity Hdg 105,990 5,118 UK Abs. Target Fd P1 440,610 102,760 5,167 5,298 136,380 441,100 13/01 SGD 5,881 5,304 146,460 110,960 97,220 137,410 13/01 USD 13/01 GBP 5,111 10/01 EUR 13/01 EUR 110,440 107,780 97,960 13/01 USD Emerg Mkts Equity Greater China Equity B 5,171 AZ F. Bond Target 2016 ACC 13/01 EUR 108,020 13/01 EUR Asian Equity B Greater China Equity B KIS - Bond Plus A Dist 1,771 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 13/01 EUR Asian Equity B 113,780 10/01 EUR AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS 13/01 USD Strategic Trend Inst. C 111,210 10/01 EUR 1,771 105,210 Strategic Bond Retail C hdg 114,240 10/01 EUR 14/01 USD 105,300 111,650 AZ F. Bond Target 2015 ACC Strategic Debt Fd X H 13/01 EUR 10/01 EUR AZ F. Best Equity 5,491 106,630 Strategic Bond Retail C 10/01 EUR AZ F. Best Cedola DIS 5,494 106,450 106,720 KIS - Ambiente P Strategic Debt Fd A H 10/01 EUR 106,540 13/01 USD KIS - Ambiente D 61,690 2,965 AZ F. Best Bond AZ F. Bond Target 2015 DIS 13/01 EUR Strategic Bond Inst. C hdg www.vitruviussicav.com 14/01 EUR Pan Europe Fd A AZ F. Asset Timing Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Abs. UK Dynamic Fd P2 AZ F. Asset Plus www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C 5,463 Abs. UK Dynamic Fd P1 H Pan Europe Fd X 84,350 ASIAN OPP CAP RET EUR 6136,970 Fondi Index Linked 72,440 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 6,357 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 13/01 EUR KIS - Multi-Str. UCITS P 71,220 40,140 6,538 4,934 KIS - Multi-Str. UCITS F 115,600 Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 11,078 6,382 4,935 114,610 115,620 Quota/pre. 39,800 13/01 EUR 10/01 EUR 114,630 10/01 EUR Quota/od. 11,080 13/01 EUR 5,566 10/01 EUR Data Valuta 14/01 USD AcomeA Paesi Emergenti (A2) 5,572 KIS - Multi-Str. UCITS D Nome Glob. Structured Equity A-Dis AcomeA Paesi Emergenti (A1) 10/01 EUR Nome Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 14/01 USD 1610,237 5,169 AZ F. European Trend European Bond A-Dis 1488,594 Bond Euro B CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 10/01 EUR 1489,587 5,459 AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. European Dynamic 13/01 USD 13/01 EUR Bond Euro A 10/01 EUR 5,812 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Bluesky Global Strategy A AZ F. Dividend Premium ACC 5,781 Nome Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 8a+ Eiger 13/01 EUR 6,081 6,022 8a+ Gran Paradiso 13/01 EUR 5,303 5,293 8a+ Latemar 13/01 EUR 5,846 5,814 8a+ Matterhorn 03/01 EUR 751939,921 741874,762 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133552B Economia/Mercati Finanziari 33 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Piazza Affari ACQUISTI SU RCS MEDIAGROUP FRENANO FERRAGAMO E YOOX di GIACOMO FERRARI Sussurri & Grida L’effetto Expo e la corsa di Ferrovie Nord e Fiera Milano Se Borsa Italiana pensa a un indice del Save, lo stadio di Venezia e la baruffa con il sindaco lusso In rosso per quasi tutta la seduta, Piazza Affari ha virato al rialzo nell’ultima mezz’ora, con il FtseMib che ha segnato in chiusura un leggero progresso (+0,17%). Anche le altre Borse europee hanno recuperato nella fase finale, terminando di poco sopra lo zero, risentendo probabilmente del cambio di passo di Wall Street dopo il dato sulle vendite al dettaglio di dicembre e le trimestrali di alcune importanti banche, in linea con le attese. Sul listino italiano a correre di più è stata Mediaset (+3,87%) grazie all’innalzamento del prezzo obiettivo (da 2,6 a 3,3 euro) da parte di Hsbc, seguita da World Duty Free (+3,81%). Tra gli editoriali in luce anche Rcs Mediagroup (3,76%). Monte Paschi (+2,65%) guida invece i rialzi nel comparto bancario nel giorno in cui il cda ha riconfermato la fiducia ai vertici. Rimbalzo per Gtech (-2,49%) dopo il calo della vigilia, mentre nel resto del listino Zucchi (+19,18%) ha realizzato la performance migliore dopo l’incremento della quota da parte di Gianluigi Buffon. In frenata, invece, Yoox (-3,35%) e Ferragamo (-2,70%) dopo che in un report Nomura ha escluso miglioramenti per il settore del lusso nel primo trimestre dell’anno. (ri. que.) Il business delle fiere di questi tempi arranca. Le imprese centellinano gli investimenti, e chi non taglia del tutto le partecipazioni riduce gli spazi. Eppure Fiera Milano in Borsa va che è un piacere. Più 49% nell’ultimo mese, più 80% nel semestre, più 94% rispetto a un anno fa. Pensare che il prossimo bilancio con ogni probabilità sarà di nuovo in rosso. Così lasciano presagire i risultati sul terzo trimestre 2013 presentati a novembre: risultato operativo netto (ebit) negativo per 15,5 milioni di euro contro i meno 10,9 dello stesso periodo 2012. Una possibile spiegazione del risalto del titolo potrebbe essere legata a Expo. Nei sei mesi della grande esposizione si concentreranno anche manifestazioni pluriennali come Itma (macchine tessili, l’ultima volta a Milano fu 20 anni fa). Sulle fiere che con la piazza milanese hanno più familiarità l’effetto Expo, peraltro, si vede già. Tuttofood ha già raccolto oggi, a un anno e mezzo di distanza dall’apertura dei battenti, il numero di espositori e di metri quadrati dell’edizione appena conclusa nel 2013. Giocano a favore di Fiera Milano spa anche gli accordi con società internazionali come Pico di Hong Kong, la coreana AeA, la svizzera Nussli. Inoltre Expo spa ha affidato a Fiera Milano la progettazione dei cosiddetti cluster tematici all’interno dell’esposizione. Il vento di Expo sembra far bene anche a Ferrovie Nord Milano, società controllata al 57,57% da Regione Lombardia che a sua volta detiene il 50% di Trenord, azienda del trasporto ferroviario lombardo (l’altro 50% è delle ferrovie). Più 67% nell’ultimo mese, più 163% nel semestre. (f. sav.) A ben vedere sarebbe la prima Borsa a dotarsi di un indice di questo tipo. E sarebbe anche una manifestazione di vitalità per un listino che langue da troppi anni. Per ora da piazza Mezzanotte non confermano né smentiscono, ma il successo della quotazione di Moncler fa presumere che sì, in Borsa Italiana, ci stiano pensando davvero. D’altronde il marchio dei piumini è solo l’ultima case history di successo dopo quelle di Brunello Cucinelli, Salvatore Ferragamo, Yoox, Moleskine. L’idea di un «Luxury Index» permetterebbe di coniugare due urgenze: da un lato attrarre capitali esteri – come Moncler con i fondi sovrani – dall’altro permettere ai nostri marchi non quotati di avere più risorse per l’export e per partnership distributive nei Paesi in cui i consumi sono in crescita. A ciò si sovrappone il particolare momento storico: sui mercati globali circola una liquidità enorme per effetto delle politiche espansive della banche centrali (vedi Fed e Boj) e finora l’esito è stata l’appetito smisurato verso l’obbligazionario con le ultime emissioni corporate italiane lì a testimoniarlo. Certo, resta l’architettura familiare delle griffe a impedire spesso l’effettiva quotazione: d’altronde diventare a tutti gli effetti una public company può comportare il rischio di perdere il controllo societario. Ma attenuerebbe almeno il credit crunch. (fr.bas.) Alla fine Save, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso, si è sfilata dal «Quadrante di Tessera», il progetto che prevedeva uno scambio di aree con il Comune di Venezia. L’accordo iniziale risaliva al 2008, giunta Cacciari. I toni si sono accesi nell’ultimo periodo, con il pressing del presidente del Venezia Calcio, Yuri Korablin, che ha accusato il Comune di lungaggini nei permessi per la realizzazione dello stadio. La tensione tra il numero uno di Save, Enrico Marchi, e il sindaco Giorgio Orsoni è esplosa ieri. Senza Save il Comune dovrà rivedere i propri piani per il nuovo stadio, ma «non potrà più dire – ha detto Marchi – che l’impianto sportivo non si fa per colpa di Save», mentre la società potrà realizzare la seconda pista aeroportuale «perché è nel masterplan già approvato dall’Enac. Abbiamo già dei terreni acquisiti e poi con il masterplan definitivo entro 18 mesi procederemo all’esproprio delle aree che ci mancano». Quindi l’affondo sul sindaco: «Orsoni probabilmente ha qualche problema con la mia persona, ma questo non è per volontà mia. Forse perché era una delle tante persone che avrebbe ambito a fare il presidente dell’aeroporto, come era una delle tante persone che attorno allo scalo veneziano lavorava con ricche consulenze». «Per quanto mi riguarda – ha concluso – io non ho mai avuto l’ambizione, e non l’ho neppure oggi, di fare il sindaco di Venezia, forse lui aveva quella di fare il presidente della Save». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]£{Ó Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]n{Ó Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® n]Îä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® Ó£]£ää VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® ä]ÇÇÓ VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]££ä `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £ä]Èää i`ià I 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Fu un filosofo cartesiano, poi empirista, fiducioso nel progresso della scienza, convinto che occorresse volgarizzarla (per questo è considerato un precursore degli enciclopedisti). Ora escono con testo a fronte, a cura di Elena Pozzi, tre suoi piccoli scritti: Sull’origine delle favole. Sulla felicità. Trattato sulla libertà dell’anima (Edizioni La Vita Felice, pp. 144, 10,50). Il primo di essi affronta un tema caro al Settecento: come i miti abbiano potuto nascere, trasformarsi, trasmettersi; il secondo è dedicato a una questione più antica dell’uomo, risolta con saggezza: «È la condizione che fa la felicità». Il terzo opuscolo, inutile dirlo, suscitò le ire delle persone perbene: vietato e stracciato per ordine del Parlamento, finì nella clandestinità e riapparve anonimo nel 1743. Fontanelle era piacevole, spiritoso. Si narra che quasi centenario si rivolse con queste parole a una bella donna: «Ah, madame, se soltanto avessi di nuovo ottant’anni!». Cultura © RIPRODUZIONE RISERVATA La scomparsa di Madeleine Gins La scrittrice e artista Madeleine Gins (nel ritratto di Sylvia Sleigh), architetto visionario e teorica delle «case scomode» insieme al marito Shusaku Arakawa (1936-2010), è morta a Manhattan a 72 anni. Ha esplorato il tema della mortalità con «la creazione di edifici costruiti per fermare l’invecchiamento». Sue opere sono state realizzate a Parigi, Tokyo, Firenze e Berlino. Storia In un libro di Umberto Bottazzini e Pietro Nastasi, edito da Zanichelli, il contributo (poi disconosciuto) dei nostri tecnici e logici Il Risorgimento degli scienziati patrioti in lotta per l’Italia unita Protagonisti Ma la politica non valorizzò Brioschi, Cremona e gli altri matematici di GIULIO GIORELLO «STUDENTI E PROFESSORI DI PAVIA NEL RISORGIMENTO» (IMMAGINE MARCELLA MILANI) «U na rivoluzione è una febbre», diceva Carlo Cattaneo del 1848 in Italia. Nella notte del 5 agosto Carlo Alberto di Savoia aveva lasciato Milano, e qualcuno aveva sparato un colpo, mancandolo, al sovrano che fuggiva. Quando si era presentato tra i volontari per l’ultima resistenza, Francesco Brioschi, rampollo di una dinastia milanese d’ingegneri e animato dalla passione per la matematica, così veniva salutato da Garibaldi: «Ecco un giovane che vuol morire con noi». Dopo alcune peripezie, Francesco sarebbe ritornato in una Milano «protetta» dalle baionette austriache. L’ultimo focolaio della «febbre» italiana, Venezia, si sarebbe arreso il 19 agosto 1849. Tra quelli che si ritiravano dalla Laguna, c’era un altro matematico appassionato, Luigi Cremona, che sarebbe tornato in quella stessa Pavia dove Brioschi si era formato. Il 22 novembre 1860, ormai laureato e professore di fresca nomina, in una prolusione all’Università di Bologna, Cremona avrebbe invocato la luce della «vastissima scienza che chiamasi geometria superiore» contro gli «irosi pregiudizi» di tutti gli apostoli delle tenebre. L’audacia intellettuale della matematica, il rigore delle dimostrazioni, la duttilità nelle applicazioni, ne fanno la disciplina che sopra tutte è capace di coinvolgere in grandi progetti le risorse intellettuali dei cittadini della nuova Italia. E Francesco Brioschi avrebbe poi dichiarato: «Qui si è compiuta una grande rivoluzione politica, amministrativa, economica». Meno di quarant’anni prima Gabrio Piola, che di Brioschi era stato maestro, aveva ammonito che le Politecnico Indagine su origini e sviluppo della scuola di architettura Quest’anno si sono festeggiati i 150 anni del Politecnico, fondato da Francesco Brioschi nel 1863. In quest’ambito, un volume è stato dedicato anche al rapporto tra insegnamento dell’Architettura e dimensione sociopolitica. Si tratta del volume «Sperimentazione o dell’Architettura politecnica» a cura di Cristina Bergo, Raffaele Pugliese e Francesca Serrazanetti. Riguarda le origini e sviluppi della cultura moderna dell’architettura nella ricerca e nella didattica al Politecnico di Milano (Maggioli editore, pp. 400, e 30). scienze non rappresentano un pericolo per la religione o per lo Stato; in particolare, «le matematiche sono innocenti». Però, «tali non sono tutti quelli che le professano»! Umberto Bottazzini e Pietro Nastasi ci raccontano allora, nel loro recentissimo La patria ci vuole eroi (Zanichelli, pp. 432, 27), la perdita dell’innocenza, grazie al coraggio e alla tenacia di un «pugno di ricercatori». La vicenda si snoda per tutto il lungo Risorgimento, per concludersi coll’Unità. Un mondo nuovo ha bisogno di nuove scuole. Le parole di Brioschi sopra riportate fanno parte della prolusione per la fondazione, a Milano, del Regio Istituto Tecnico superiore che avrebbe diretto fino alla morte (1897). È il nostro Politecnico, primo ateneo nella città di Milano (l’Università degli Studi, infatti, è del 1923). Ma il rinnovamento doveva scontrarsi con le ambiguità e i ritardi della politica. Per esempio, lo stesso Brioschi era passato dalle simpatie repubblicane per «Pippo» Mazzini al punto di vista monarchico; e Cremona, in un momento critico dell’ateneo bolognese, avrebbe stigmatizzato come sovversivi i professori mazziniani. Sarebbero state le lungaggini parlamentari e la miopia degli «umanisti» a vanificare le speranze della fase eroica. All’inizio del Novecento Giovan Battista Guccia (creatore del prestigioso Circolo matematico di Palermo, 1884) se la prendeva con la politica, «il micro- Francesco Brioschi Nato a Milano nel 1824 e scomparso nel 1897, fondò il Politecnico 150 anni fa Luigi Cremona Nato a Pavia nel 1830 e morto nel 1903, fu matematico e senatore. S’impegnò nella riforma dell’istruzione Federigo Enriques Nato a Livorno nel 1871 e morto a Roma nel 1946, fu matematico e primo storico della scienza bo che in Italia entra da per tutto e uccide tutto, in particolar modo la scienza». Così scriveva a quello che era uno dei più eminenti matematici d’Italia, Vito Volterra, il quale invece auspicava la collaborazione fra tutte le «energie volonterose» del Paese: se il Politecnico di Brioschi aveva costituito, nel contesto della pubblica istruzione, il corrispondente della rivoluzione politica, a mezzo secolo di distanza Volterra coglieva la portata delle trasformazioni socioeconomiche dovute alla «fonte di ricchezza» scaturita dall’industrializzazione. Bottazzini e Nastasi sottolineano la contraddizione dei matematicipatrioti. La politica era stata la forza della loro comunità; ora perfino la capacità di integrarsi con la ricerca europea (emblematico è il viaggio intrapreso già nell’autunno del 1858 da Brioschi, insieme con Felice Casorati e Enrico Betti, per contattare i più insigni matematici francesi e tedeschi) diventava una colpa: l’Italia Parabola La cultura tecnica fu ritenuta esterofila ed emarginata dal trionfo del pensiero idealista di Croce e Gentile unita rivendicava una sua peculiarità nazionale, contraria a qualsiasi forma di «esterofilia», mentre l’idea che le svolte del pensiero matematico avrebbero dovuto rinnovare l’intera cultura doveva venir cancellata dalla reazione contro il pensiero tecnico-scientifico, che culminerà nell’opposizione di Croce e Gentile alla fusione fra scienza e filosofia proposta generosamente da un grandissimo matematico come Federigo Enriques. E temo che anche oggi la paura dei «filosofi» nei confronti degli scienziati e dei matematici in particolare non sia affatto venuta meno. Come diceva Cremona: «O giovani felici, svegliatevi e sorgete!». Sarebbe ora. © RIPRODUZIONE RISERVATA Autobiografia Lo scrittore di lingua slovena rievoca con Tatjana Rojc il suo Novecento: la dittatura, il matrimonio, i figli, l’impegno civile Boris Pahor, cent’anni da patriarca lungo le vie della sua Trieste di MARISA FUMAGALLI «N on c’è nulla di duraturo: l’uomo è allegro per sconfiggere la tosse e la tisi. L’uomo pianterà di nuovo il coraggio nei campi postbellici, troverà il verde dentro di sé e si circonderà di verde. Così è. Egli crea da se stesso, egli ha devastato i campi ed egli li rigenererà». Il pensiero di Boris Pahor, sloveno-triestino, cent’anni compiuti il 26 agosto 2013, è disseminato nei suoi scritti — romanzi, articoli, note — con venature di stupori infantili. Scevro di granitiche certezze e di verità rivelate. Intendiamoci, Pahor ha tempra, non soltanto fisica, che gli ha permesso di superare gli orrori dei campi di concentramento nazisti, gli stenti, le malattie; ma anche tempra spirituale. Forgiata durante il lungo vagabondare (è lui a definirsi «vagabondo») alla ricerca di un’identità. Gliela strappano, infatti, da bambino, quando, sulle ceneri dell’impero asburgico disgregato, a Trieste i fascisti cominciano a perseguitare metodicamente la comunità slovena («noi, cimici da schiacciare»), imponendo altresì l’italianizzazione forzata. L’annientamento dell’uomo si compie nei lager, da cui esce fortunatamente vivo. Viene quindi il momento di ricominciare: il matrimonio, i figli, e soprattutto l’impegno civile. E la storia personale continua a intrecciarsi, non senza altri tormenti e delusioni, con la Storia. Ora, il compendio dell’esperienza di Fuori dal coro Pluralista, non sopportava l’egemonia comunista nel Fronte di liberazione uno dei grandi autori sloveni viventi è raccolto nell’ultima opera, Così ho vissuto. Biografia di un secolo (Bompiani), coautrice Tatjana Rojc, studiosa di lettere slovene e letterature comparate. A lei il compito di contestualizzare il racconto, redatto in prima persona da Pahor. Che, in parte, utilizza testi presi da precedenti pubblicazioni; altre pagine, invece, sono inedite. Per molto tempo ignorato dall’editoria nostrana (i primi a scoprire l’importanza di Necropoli, il suo libro più famoso, furono i francesi), Pahor è stato finalmente risarcito. In Italia si traducono e si pubblicano i suoi libri. I media lo cercano, le manifestazioni letterarie si onorano della sua presenza, mentre il grande vecchio persevera nel tenere alta la bandiera identitaria, nel ripassare i crimini commessi dai fascisti verso il popolo sloveno. Il personaggio, certo, può essere Qui accanto lo scrittore triestino di lingua slovena, autore di «Così ho vissuto. Biografia di un secolo», Boris Pahor ritratto con la moglie Rada, scomparsa nel 2009 (foto Giovanni Montanaro) scomodo e attirare anche critiche. Qualcuno gli rimprovera di raccontare la Storia con parzialità, minimizzando, per esempio, lo scempio delle foibe. Ma Pahor è tutt’altro che manicheo. Basta scorrere Così ho vissuto, entrare nella narrazione del suo impegno di in- tellettuale che si avvicina alla politica, per scoprirne l’autentica autonomia di pensiero. Dagli anni Cinquanta, Boris Pahor comincia a esprimersi, oltre che con i libri, attraverso le riviste culturali slovene movimentiste, che egli stesso dirige. Ha una visione della società liberale e pluralista. Dunque, non sopporta che il Fronte di liberazione sloveno sia ben presto predominato dai comunisti. Rifiuta la concezione dello Stato «come una sorta di convento laico». Ciò gli costerà l’isolamento, le perquisizioni, la censura. Ma non si lascia scalfire. «Il peggior nemico latente del socialismo sono le persone che non possono muoversi liberamente in società», scrive, caparbio, l’uomo di cent’anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro: Boris Pahor e Tatjana Rojc «Così ho vissuto. Biografia di un secolo» (Bompiani, pp. 490, 21). Pahor incontrerà i lettori alla Feltrinelli della Galleria Sordi di Roma venerdì 17 alle 18. Sarà presente per un saluto l’ambasciatore della Slovenia, Iztok Mirosic Terza Pagina 35 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Percorsi Giovanna De Angelis, in un testo uscito postumo, mette alla prova la tenuta dei sentimenti Elzeviro La raccolta di Ritsos negli anni dell’esilio POESIE PER I MORTI PIÙ VIVI DEI VIVI di ROBERTO GALAVERNI I GHIANNIS RITSOS ❜❜ Militante della sinistra greca fu imprigionato sotto la dittatura dei colonnelli matici, partiture dialogiche, narrazione, registri e materiali di vario genere e provenienza. Ogni volta che la pressione ma anche il richiamo della storia si fa più sentire e i confini della poesia diventano stretti, il poemetto conosce un’improvvisa reviviscenza. Così è stato, tra gli anni Cinquanta e Settanta, con Bertolucci, Pasolini, Caproni, Sereni e vari altri con loro. Aperto e chiuso insieme, e con uno status sempre da ridefinire, il poemetto può costituire per un poeta un banco di prova a cui è impossibile resistere. A quegli stessi anni appartiene Quarta dimensione di Ghiannis Ritsos, uno dei maestri della poesia neogreca del Novecento. Si tratta del libro forse più rappresentativo di un poeta dalla produzione peraltro sterminata: una raccolta di diciassette poemetti prima d’ambientazione contemporanea e poi di tematica mitico-classica, uscito per la prima volta in traduzione italiana integrale a opera di Nicola Crocetti, che ne è anche l’editore. Il riferimento di La malattia sottrae certezze ma scoperchia forze inedite di EMANUELE TREVI Domani, alle 18, a Milano (Palazzo Sormani, Sala del Grechetto, via Francesco Sforza, 7), viene presentata l’opera di Ghiannis Ritsos, «Quarta dimensione». Partecipano Ezio Savino, Filippo Del Corno e Nicola Crocetti, editore e traduttore del testo che con questo volume inaugura la nuova collana «Armonia» nclassificabile quanto a struttura, metro e lunghezza, il poemetto rappresenta senz’altro una delle forme poetiche più affascinanti e indispensabili. Poesia in assetto variabile, si potrebbe definire così. E in verità un poemetto lo si riconosce subito, perché la sua misura assolutamente non prefissata è anzitutto una questione di ritmo, respiro, frequenze. Il suo segreto va trovato allora nel rapporto tra l’unità ferrea della concezione e il fatto che al suo interno possa starci dentro un po’ tutto, momenti lirici e dram- La scoperta della rabbia. Vera questi monologhi liricodrammatici al mito, anche se un mito trasposto dal punto di vista cronologico (con un procedimento abbastanza comune, del resto, basti pensare a qualche film o tragedia di Pasolini), non deve sorprendere. Quarta dimensione non va inteso infatti come una fuga, un volgere le spalle ai rischi e alle responsabilità della storia, anche se una parte dei poemetti fu scritta durante il cosiddetto regime dei colonnelli, un periodo durissimo per un fiero militante della sinistra come Ritsos, che fu imprigionato e deportato, e che vide le proprie opere messe al bando. Al contrario, l’intenzione è d’allargare e approfondire ancor più, chiamiamolo così, il gioco, di rendere più capiente e universale la portata del discorso poetico. Tanto più in un Paese in cui, per la grandezza del passato, i morti appaiono inevitabilmente più vivi dei vivi, il rapporto col mito non è dunque un’operazione letteraria e consolatoria stabilita a tavolino, ma qualcosa di viscerale e inderogabile, lo snodo antropologico decisivo per la definizione della propria identità individuale, per scrivere insomma il proprio presente. Il titolo stesso si riferisce sì al superamento dei riferimenti circostanziali di tempo e di luogo, ma solo per testimoniare la presenza sempre viva delle nostre verità fondamentali: «Tutte le cose sono quel che sono, quello che non sono – senza storia, / fuori della storia, – indifferenti, sole, fiere, di fronte / alla notte che giunge». Per un libro che si vuole fuori dal tempo, il sentimento del tempo batte fortissimo. Allo stesso modo la saggezza riguardo al destino dell’uomo coincide con l’essere presenti a se stessi, l’incantamento con lo stato di veglia. Non è forse un caso che in questa poesia fatta anzitutto di ritmi, cadenze e atmosfere (possono richiamare la prosa ritmata dei Dialoghi con Leucò di Pavese), un poeta spesso torrenziale qual è Ritsos trovi una misura e un equilibrio davvero notevoli, sia nell’espressione sia nella costruzione del singolo monologo. Il poemetto, insomma, impone al meglio la sua natura insieme esatta e imprevedibile, come un sogno di pienezza sognato nel punto esatto in cui questa si sente perduta. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’iniziativa Romanzi gialli, rosa o storici tutti in corsa per «BigJump» Gialli, rosa o d’ambientazione storica. Sono i romanzi, inediti, che possono concorrere a «BigJump», premio letterario lanciato da Rizzoli e Amazon con la start up 20lines. Le iscrizioni, gratuite, si chiudono il 14 febbraio; per partecipare occorre caricare l’opera sulla piattaforma Kindle Direct Publishing (Kdp) e registrarsi su wwwbigjump.it. Il pubblico online sarà chiamato a esprimere giudizi e preferenze. Premiati i migliori romanzi di ogni categoria; il più apprezzato su Kindle Store sarà promosso sulla home page del sito. Il vincitore assoluto sarà pubblicato in edizione cartacea da Rizzoli. (S.Col.) U ccisa ancora giovane da un male tremendo e imprevedibile, Giovanna De Angelis è stata una persona indimenticabile per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla. Era una donna bellissima e testarda, insofferente a ogni principio di autorità, anche quello che si annida nelle mode letterarie. Aveva iniziato come studiosa di letteratura italiana, ma a un certo punto aveva capito che il più avventuroso lavoro editoriale si addiceva meglio al suo carattere, nel quale l’intelligenza trovava un insolito alimento nell’inquietudine e addirittura nell’insoddisfazione. È stata una sorpresa apprendere che, dopo aver collaborato attivamente alla gestazione di tanti romanzi altrui, se ne sia lasciato dietro uno scritto da lei stessa, intitolato La frattura, che arriva in libreria a un anno circa dalla sua morte (pubblicato da Elliot). Immagino che sia stato composto negli ultimi tempi, perché il racconto della malattia e delle dure terapie alle quali deve sottoporsi Francesca, la protagonista, sono anche un diario lucidissimo e spietato di insostenibili sofferenze. Detto questo, forse nulla come il dolore fisico mostra a nudo la differenza tra un documento e un’invenzione narrativa. Perché, a parte qualche rarissimo temperamento mistico, non si può dire che la sofferenza ci serva effettivamente a qualcosa: non edifica, non istruisce, non nobilita una vita che non abbiamo chiesto e che non ci meritiamo di scontare a così caro prezzo. Al contrario della nostra esistenza, invece, il romanzo è uno spazio nel quale gli avvenimenti sono saturi di significato, si corrispondono e si lasciano decifrare come le lettere di un alfabeto. Se ancora si scrivono e si leggono romanzi, ciò dipende appunto dal fatto che la maggior parte di noi non sa o non vuole arrendersi all’insondabile purezza, alla violenza dell’insensato. E dunque nella Frattura la malattia non si limita a sovvertire abitudini e certezze, ma possiede una sua forza rivelatrice. Il carattere di Francesca, che è la sua unicità di essere umano, non ne viene affatto redento, poiché una tale prospettiva giustamente ripugna a Giovanna De Angelis, ma di sicuro trova un suo comple- Editor Giovanna De Angelis (Benevento 1969 - Roma 2013), autrice con Stefano Giovanardi di Storia della narrativa italiana del Novecento. 1900-1922 (Feltrinelli). A sinistra una installazione di Vanessa Beecroft (Archivio Corsera) Addii Osvaldo Patani il critico d’arte studioso di Modigliani È morto a 90 anni Osvaldo Patani, critico d’arte, giornalista, studioso dell’arte figurativa del Novecento. Considerato uno dei massimi esperti dell’opera di Amedeo Modigliani, aveva curato il catalogo delle opere del grande pittore livornese. Ha scritto libri anche sul Futurismo, su Mario Sironi e Bonalumi. Medaglia d’oro del Comune di Milano per la cultura nel 1988, è stato consulente di Finarte, Sotheby’s e Christie’s. È stato amico di molti pittori, poeti e scrittori (da Ungaretti a Hemingway, da Guttuso a Buzzati) e appassionato di sci. Per i giornali è stato anche inviato sportivo. I funerali si svolgeranno domani, a Milano, nella Basilica di San Marco. (m.ta.) © RIPRODUZIONE RISERVATA tamento. Tanto più che in Francesca, fino al momento in cui si ammala, non c’è nulla che ecceda la norma, o si configuri come presagio. La sua vita scorre sui solidi binari borghesi che sono quelli di tutti. Ha un marito con cui se la intende abbastanza bene, e un amante incontrato per caso che le dà tutte le gioie dell’eros rapido e furtivo, che forse non saranno gioie degne di un poema, ma rendono più sopportabile lo scorrere del tempo, spargendoci sopra la loro polverina luccicante. È la malattia che spariglia queste carte così consunte che si potrebbe continuare a giocare la partita a occhi chiusi. E non solo perché la sua condizione rende di fatto Francesca una prigioniera, sia nei periodi passati in ospedale che in quelli in cui le è permesso tornare a casa. Accade un fatto di per sé banalissimo ma che la sconcerta, e finisce col riempirla di una rabbia che non conosceva. Mentre è circondata dalle premure e dall’amore dei familiari, l’amante batte in ritirata. A fatica risponde a qualche messaggio telefonico. Non si erano promessi mai nulla più di quello che si potevano dare, ma il brusco abbandono ha il potere di piombare Francesca nel fondo del pozzo della sua solitudine. E non è solo vanità ferita, ma qualcosa di molto più spaventoso. Quell’uomo le sfugge per una specie di istinto animale: la sente ormai ghermita dall’ombra della morte, risucchiata nell’irrimediabile. Ed è come se, troncando i rapporti, la costringesse ad ammettere che non ce la farà. Ma non si sa mai cosa si trova, mettendo alla prova con tanta violenza e per così dire scoperchiando una personalità nutrita di abitudini e certezze. Nel caso di Francesca, è «una ferocia che non si sarebbe perdonata mai» a tenerla in vita e addirittura, si direbbe, a guarirla. Giovanna De Angelis era troppo intelligente per infliggere alla sua protagonista una forma di saggezza, un nuovo patto con la vita o ancora peggio l’ennesima apologia narrativa dell’intelligenza femminile. Da vero spirito libero, è riuscita a immaginare uno scioglimento che non avesse nulla a che vedere con una consolazione. E in questi tempi, scrivere un romanzo senza fingere di essere più stupidi di quello che si è, è davvero un’impresa degna di memoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro: Giovanna De Angelis, «La frattura», Elliot, pagine 173, 16,50 Memoria «È così lieve il tuo bacio sulla fronte» (Feltrinelli): il racconto di una vita spezzata dalla mafia Nel nome del padre, un eroe solitario La figlia sulle orme di Rocco Chinnici di FELICE CAVALLARO C i sono voluti più di trent’anni per raccogliere i frammenti di una vita spezzata da Cosa nostra e raccontare un padre speciale come Rocco Chinnici, il padre del primo nucleo del pool antimafia, quello di Falcone e Borsellino. E padre di Caterina, la primogenita di tre figli, magistrato anche lei, una vita segnata dal sacrificio e dalla strage del 29 luglio 1983, la prima autobomba contro un giudice, Palermo come Beirut. Drammatiche sequenze evocate in un libro che lei, 29 anni da quel maledetto giorno, dopo aver lavorato nella trincea di Caltanissetta e Gela, oggi capo del Dipartimento per la giustizia minorile, avrebbe potuto intitolare «Quando lo Stato non c’era». E che invece per questo saggio col passo del romanzo, profondo, intimo, sconvolgente, ha scelto tre righe come un verso poetico: È così lieve il tuo bacio sulla fronte. Sì, il bacio che quell’omone alto e sorridente, mattiniero e gran lavoratore, dispensava di buon’ora dando la sveglia a Caterina, come agli altri due figli, Elvira e Giovanni, alzando la serranda e portando loro una tazza di latte. Sono questi personalissimi flash a intrecciarsi, con l’impegno del fondatore di un gruppo chiamato a fronteggiare gli impasti dei Salvo, esattori mafiosi, con il peggio della politica, mentre con l’assalto dei Corleonesi cadevano Gaetano Costa e Cesare Terranova, Mattarella e Reina, Francese e Giuliano, La Torre e Dalla Chiesa. Racconta la carneficina di magistrati e poliziotti, politici di maggioranza e opposizione, uomini di istituzioni decapitate e inquinate da veleni interni Caterina Chinnici, rievocando l’ansia del padre costretto a incontrarsi in ascensore con il procuratore Costa per sfuggire a cimici e colleghi infidi. Ovvero il viaggio del febbraio 1982, quando per riferire al Consiglio superiore della magistratura volò a Roma sotto falso nome. Come aveva fatto dieci anni prima raggiungendo, sempre sotto falsa identità, Washington, in incognito per una settimana, a caccia di legami tra mafia siciliana e americana. Un tema, il traffico di droga, sul quale provò ad accendere i riflettori anche girando le scuole, parlando con i ragazzi, senza mai risparmiarsi. E adesso sappiamo quanto a tutto questo contribuì un dramma maturato all’interno di quel palazzo di via Pipitone Federico 59 poi, il 29 luglio 1983, teatro della strage. Una fiaccolata a Palermo per Rocco Chinnici Caterina Chinnici ricorda la bella Loreley, vent’anni, la ragazza del quinto piano che un giorno scomparve. Con il padre della giovane terrorizzato, in lacrime davanti al coinquilino del terzo piano, appunto il magistrato che si mobilitò disponendo ricerche purtroppo concluse col ritrovamento del corpo senza vita, stroncato da una overdose. Un colpo al cuore per la piccola affiatata comunità di quell’edificio. Un dolore paterno e l’impegno del magistrato si miscelarono ancora di più cercando occasioni di incontro con i giovani della città che restava sonnolenta, in un più ampio contesto di ambiguità, come denuncia Caterina Chinnici: «Lo Stato non c’era a proteggerlo. Lo Stato non era pronto a combattere questa guerra... Abbandonò lui, Borsellino, Falcone, Peppino Di Lello. Erano un’isola: soli all’interno del palazzo di giustizia, soli in una Palermo commossa e sensibile per le poche ore che dura un funerale, soli nell’indifferenza generale». E qui la riflessione si fa amarissima sui siciliani: «Ci consideriamo dei, eredi di una storia gloriosa, uomini superiori... apatici, disinteressati a tutto quello che accade appena oltre il nostro orizzonte di singoli individui... ma in qualche modo forse abbiamo messo tra noi e il nostro futuro questa imperturbabilità come alibi di disimpegno personale...». E ora? Ora la speranza si riaccende, pur con l’amarezza di chi ha visto sciogliere tanti processi su quella prima strage in un niente, «oggi nessuno è più solo nella sua lotta». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro di Caterina Chinnici, «È così breve il tuo bacio sulla fronte», Mondadori, pp. 129, 16.50, si presenta oggi alle 18 alla Feltrinelli di Palermo con Giuseppe Ayala 36 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile PASTICCI E BISTICCI GIURIDICI ✒ Tira una brutta aria in Italia. Un’aria di intimidazione, carica di veleni. Nello stesso giorno il solito presidio leghista ha lanciato invettive contro il ministro Kyenge, bersaglio di un trattamento molto particolare, non riservato a nessun altro ministro. Perché? Perché la Lega vuole scatenare la guerra santa sull’immigrazione? Perché vuole mettere a tacere un ministro da cui si dissente? E perché un gruppo di squadristi ha fatto irruzione nella stanza del nostro Angelo Panebianco all’Università di Bologna, urlando contro il professore, intimandogli di andare «fuori», bollandolo in modo demenziale addirittura come un «razzista», imbrattando i muri di un’aula universitaria che pure dovrebbe essere tutelata come un «bene comune», come recita uno slogan che evidentemente non scalda molto i cuori di chi se ne fa (abusivamente) portabandiera? Perché? Dobbiamo considerare normale il raid di una pattuglia di squadristi contro un professore reo di aver sostenuto un’opinione non gradita? Il conflitto politico acceso non prevede l’intimidazione dell’avversario. Non contempla il bavaglio come mezzo risolutivo per cancellare le opinioni anche profondamente diverse. In un normale conflitto politico un ministro viene (civilmente) contestato per un provvedimento, per una scelta politica, per una proposta, non per il semplice fatto di parlare in pubblico, con urla e grida che ne sovrastino la voce. In un normale scontro di idee e di opinioni le tesi di Panebianco sull’immigrazione possono essere oggetto di discussione. Questo accade nelle democrazie normali. Nelle democrazie deboli, dove, come in Italia, spira una brutta di aria di sbrigatività, di intolleranza, di intimidazione di gruppo, di gestualità squadrista, si entra con la forza nella stanza di un docente universitario per trasmettergli il messaggio della minaccia: non ti azzardare più a scrivere quello che hai scritto, sappi che sei nel nostro mirino e controlliamo ogni tuo passo. Ecco perché non si può far finta di niente e liquidare l’aggressione a Panebianco come una ragazzata esuberante. Ecco perché al ministro Kyenge e a Angelo Panebianco la solidarietà è un atto dovuto. Altrimenti rischiamo di assuefarci al peggio. Pierluigi Battista © RIPRODUZIONE RISERVATA IL FATTORE M SOPPIANTA IL FATTORE T IERI TUTTE THATCHER, OGGI TUTTE MERKEL ✒ Cos’hanno in comune una sociologa cinquantenne cresciuta nel cuore petrolifero della Norvegia, una matematica lettone di 62 anni specializzata in economia agricola, un’affascinante manager quarantenne appassionata di sport e leader del centrosinistra sloveno? Il fattore Merkel. Subito dopo aver conquistato la prima linea nella politica dei rispettivi Paesi, le premier Erna Solberg, Laimdota Straujuma e Alenka Bratušek sono state soprannominate a turno «la Merkel» di Oslo, Riga, Lubiana. Da figura storica ad astrazione, idea, modello: passaggio simbolico forte per la prima donna a capo di un governo tedesco. La trasfigurazione della Merkel suggella un percorso che ha in sé il carattere dell’eccezionalità — la ragazza dell’Est, figlia di un pastore protestante cresciuta nella Germania comunista, sacerdotessa del verbo cristiano-democratico diventata madre della nazione. E svela l’ambiguità di un atteggiamento diffuso nei confronti delle donne al potere, che per essere riconosciute leader legittime e autorevoli vanno ricondotte a un tipo umano e politico variamente declinato. L’aderenza al modello originario autorizza l’aspirazione al ruolo di comando e conferma l’effettiva capacità di ricoprirlo. Così, allontanato il mito della Thatcher al quale la cancelliera tedesca è stata più volte accostata, bastano piglio deciso, caparbietà nel tenere in ordine i conti pubblici e il semplice fatto di essere donne per ottenere il sigillo di qualità che accomuna sotto il segno rassicurante di Angie profili biografici e culturali molto diversi. Un orientamento influenzato dalle dinamiche dell’informazione che è chiamata a semplificare e proporre similitudini, intercettando a sua volta riflessi profondi — ma perdendo di vista le specificità dei singoli. Maria Serena Natale [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SUL CASO MARÒ L’ITALIA HA FATTO ERRORI MA ORA È IL MOMENTO DELL’UNITÀ ✒ Sul caso dei due marò italiani trattenuti in India, stanno prendendo quota iniziative diplomatiche e politiche. A Washington, a Bruxelles e in altre capitali l’Italia cerca di creare un consenso che non sia generico. Non si tratta infatti solo di fare sapere a New Delhi che la gestione del caso di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre a questo punto deve essere affrontata in modo celere e togliendo di mezzo ogni accenno alla pena capitale. Si tratta anche di costruire un appoggio a eventuali iniziative in direzione della giustizia internazionale se la vicenda si trascinasse. Dopo che il governo italiano ha deciso di chiedere alla Corte suprema indiana di formulare i capi d’accusa nei confronti dei due fucilieri di Marina — la qual cosa dovrebbe chiarire la questione della pena di morte — i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno deciso ieri di inviare una delegazione comune a Delhi per incontrare i militari, che risiedono nella nostra ambasciata, e per avere incontri con i loro referenti indiani. L’iniziativa è positiva perché unitaria, toglie spazio a un uso politico partigiano della vicenda e dà l’idea che tutto il Paese sia interessato a che si arrivi in fretta a celebrare il processo. In India, intanto, ci si aspetta che una risposta alle iniziative e alle pressioni italiane arrivi in tempi non lunghi. L’imbarazzo per l’impasse in cui si sono cacciati i ministeri degli Esteri e degli Interni di Delhi, l’agenzia di sicurezza Nia e i giudici sta crescendo. Ora stanno cercando di uscire dalla contraddizione dell’avere garantito che i marò non rischiano la pena di morte e allo stesso tempo di dovere ricorrere, per poterli processare, a una legge che la prevede. Nei quasi due anni da quando la vicenda è iniziata, l’Italia ha gestito la crisi in modo caotico, senza strategia: questo per dire che non tutte le responsabilità della situazione odierna sono indiane. Questa però non è una ragione per non pretendere che il processo si faccia in fretta e sia giusto. Anche se ciò significasse rapporti tesi con Delhi: la diplomazia non esclude le prove di forza. Danilo Taino @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Il deficit dei diritti di libertà, spina conficcata nel buonsenso di MICHELE AINIS SEGUE DALLA PRIMA Tuttavia quell’epoca si riflette ancora nel nostro specchio normativo. Nel divieto di fecondazione eterologa (cioè con un donatore esterno alla coppia), permessa viceversa in Francia, in Spagna, in Svizzera, in Norvegia. Nonché in varie altre contrade, e infatti il turismo riproduttivo muove 10 mila coppie l’anno. Si riflette nelle ordinanze dei sindaci, che proibiscono di dare l’elemosina o di sedersi in tre su una panchina. Nei castighi di legge se ti metti al volante dopo aver bevuto un amaro (il tasso alcolico consentito è sceso a 0,5%; in compenso semaforo verde agli ottantenni). Nel reato di clandestinità, che abbiamo potuto misurare durante l’ultima tragedia di Lampedusa (ottobre 2013): 363 morti, un centinaio di superstiti giocoforza incriminati. Nel tabù che ammanta le unioni civili per i gay, o più in generale i diritti degli omosessuali, dove i politici papalini sono talvolta più ortodossi del Papa. Poi, certo, c’è chi fa di meglio. Per dirne una, in Inghilterra una legge del 1988 vieta ai parlamentari di morire in Parlamento. Noi, però, ai divieti insensati sommiamo inadempienze scellerate. Nessuna legge sul diritto d’asilo, nonostante i moniti di Napolitano. Né contro la tortura. Né sul voto amministrativo agli immigrati regolari, lasciando senza rappresentanza il 5,3% della popolazione residente. Né sul divorzio breve (in Francia bastano 3 mesi, qui ci vogliono 3 anni). Né sul testamento biologico, come viceversa accade negli Usa non meno che in Germania. CONC INTIMIDAZIONI PARALLELE SUGLI IMMIGRATI UNA BRUTTA ARIA CARICA DI VELENI Verboten, proibito. D’altronde il nostro ordinamento ospita 35 mila reati, un record planetario. E il Senato vorrebbe adesso aggiungervi il reato di negazionismo, punendo con 3 anni di galera chi (odiosamente) confuta la storia. Gli unici progressi avvengono sotto dettatura della Corte di Strasburgo: è il caso del diritto al cognome della madre, è l’altolà rispetto ai 64 mila detenuti stipati nelle carceri italiane. Sicché i diritti civili soffrono, mentre quelli sociali avvizziscono per penuria di risorse. Il fondo per la famiglia è passato da 346 milioni nel 2008 a 31 milioni l’anno scorso. La Sanità dimagrisce di 2 miliardi l’anno. Sempre nel 2008, le Regioni avevano in cassa 656 milioni per le politiche sociali; nel 2012 hanno speso 10 milioni. Da qui l’esigenza di voltare pagina. Possiamo farlo in nome dei principi liberali, o altrimenti per un principio di solidarietà verso i più deboli. Dovremmo farlo, in ogni caso, per riconciliarci col principio di non contraddizione. Offeso da bisticci logici e pasticci giuridici. Come la legge sulla fecondazione assistita: per tutelare il diritto del nascituro a conoscere entrambi i genitori, gli impedisce di nascere. Come il suicidio: provarci non è un reato, ma lo diventa se ti fai aiutare, se sei inchiodato a un letto come Welby; dunque puoi ucciderti soltanto se stai bene. O infine come il voto degli italiani all’estero (che non pagano tasse) rispetto al non voto degli immigrati regolari (che le pagano). Dopotutto, la questione dei diritti è una questione di buon senso. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SVOLTA IN ECONOMIA Lo scatto tutto politico di Hollande di MASSIMO NAVA SEGUE DALLA PRIMA Ma un dato emerge dal tradizionale appuntamento d’inizio d’anno con la stampa. Il presidente prende atto delle drammatiche condizioni economiche e sociali del Paese, sotterra la strategia piuttosto fallimentare dei suoi primi diciotto mesi e attacca alla radice i problemi strutturali della Francia, aggravati dalla lunga crisi europea. Problemi che rischiano di far perdere l’ultimo treno della crescita, già intravista in quei Paesi che hanno avuto più coraggio o, se si preferisce, più realismo. Dalla Germania alla Spagna, in attesa che anche l’Italia metta in pratica le enunciazioni. La diagnosi francese è impietosa. E lo stesso Hollande l’ha rievocata, pur chiedendone il conto anche al suo predecessore, Sarkozy: debito pubblico oltre il 90 per cento del Pil, crescita al palo, bilancia delle esportazioni in profondo rosso, disoccupazione all’11 per cento, senza conteggiare la massa di precari, il fenomeno delle migliaia di giovani che espatriano, la lunga attesa d’ingresso nel mercato del lavoro. Appena eletto, Hollande aveva scommesso sul ritorno della crescita e sulla possibilità di ridistribuire risorse senza intaccare il modello di garanzie e protezioni sociali: costoso, ma così caro ai francesi da essere considerato da molti irriformabile. Al tempo stesso aveva immaginato di raddrizzare i conti con un incremento delle imposte, dirette e indirette, che hanno finito per mortificare la consumazione e la produzione. Infine aveva sperato in un’inversione dei dati sulla disoccupazione, finanziando impieghi pubblici, mentre le imprese hanno continuato a licenziare. La scommessa è perduta e il punto di svolta consiste nell’aggredire i nodi strutturali che bloccano il Paese: costo del lavoro, carichi fiscali sulle imprese, assistenzialismo, sprechi, eccessi e costi della macchina amministrativa e degli organismi locali. Hollande promette risparmi della spesa pubblica e rilancio della produttività con una manovra dell’ordine di qualche decina di miliardi. Il metodo resta tradizionale, secondo mentalità francese e cultura socialista: la svolta passa per il ruolo dirigista dello Stato e il consenso delle parti sociali alle quali Hollande propone formule onnicomprensive — «patto di responsabili- tà», «consiglio strategico» «choc di semplificazione» — che attendono di essere riempite di contenuti, limando incrostazioni e chiusure corporative e rilanciando gli investimenti. A tratti è sembrato di rileggere il famoso «rapporto Attali», voluto da Sarkozy, il libro bianco delle misure per la crescita rimasto sugli scaffali degli addetti ai lavori. Si tratta di vedere se questo nuovo «compromesso storico socialdemocratico», realista più che liberista, spazzerà via alcuni tabù, ieri nemmeno evocati, come ad esempio l’orario di lavoro a 35 ore. D’altra parte, si annuncia l’eliminazione delle sovvenzioni familiari a carico delle imprese (come contropartita alla creazione di posti di lavoro) che già suscita irritazione in ambienti della gauche. I tempi sono comunque strettissimi. I sondaggi sono al punto più basso. Le elezioni amministrative ed europee sono alle porte. Hollande ha accennato a più riprese all’Europa e al rapporto con la Germania. Anche in questo ambito ci sono segnali di svolta, nel senso di una maggiore consapevolezza e quindi convergenza delle politiche di competitività e riforme strutturali di cui altri Paesi cominciano a raccogliere frutti. L’illusione che un’ipotetica alleanza dei Paesi del Sud e una sponda socialdemocratica a Berlino po- tessero rinviare il rigore di cui anche la Francia ha bisogno è evaporata con la vittoria della Merkel e il programma della grande coalizione. I tempi cambiano, ma la storia sembra ripetersi. Come Mitterrand, anche Hollande deve arrotolare qualche bandiera ideale sotto i colpi della crisi. Lo ha fatto con uno scatto d’orgoglio patriottico, stigmatizzando l’inclinazione molto francese al pessimismo e all’autodenigrazione. I riflettori erano naturalmente tutti proiettati sulle vicende private del presidente. Ma Hollande ha stoppato fin dall’inizio la raffica di domande che le centinaia di giornalisti avevano preparato. Una sola ammissione, sul «momento doloroso» della coppia presidenziale e una ferma riaffermazione del diritto alla vita privata. Un solo accenno alla sua compagna, «che si riposa in ospedale», in attesa di chiarire, pare molto presto, gli aspetti formali della convivenza e del ruolo della «premier dame». Una sola risposta davvero esaustiva, per una domanda nella sostanza politica : «La sicurezza e la protezione del presidente sono garantite in qualsiasi momento». Anche quando esce in scooter dall’Eliseo. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA LA LEGGE ELETTORALE NON BASTA La perenne debolezza del potere di ANTONIO POLITO SEGUE DALLA PRIMA Ma c’è un modo più modesto, seppure di non di modesta efficacia, che consisterebbe nel dare al premier il potere di essere eletto dalla Camera ricevendo una fiducia individuale, e di sostituire o licenziare i suoi ministri (che non sarebbero investiti dello stesso rapporto fiduciario); nell’obbligare chi volesse votargli la sfiducia a raggiungere la maggioranza assoluta dei componenti dell’assemblea per farlo cadere, oppure nel dare a lui la possibilità di chiedere lo scioglimento del Parlamento se la sua maggioranza viene meno; e infine nel concedergli il tempo parlamentare necessario per far passare le sue proposte di legge e realizzare il programma cui si è impegnato con gli elettori, invece di diventare un fabbricante di decreti peraltro esposti al racket degli emendamenti. C’è oggi una formidabile finestra di opportunità: accoppiata con una buona legge elettorale, una riforma del genere cambierebbe il volto della politica italiana. Letta, Renzi, Alfano, Toti o chi per lui, non dovrebbero lasciarsi scappare questa occasione. Chiunque di loro governerà l’Italia di domani sarebbe altrimenti costretto a passare sotto le stesse forche caudine di Prodi e Berlusconi, che pure erano stati entrambi eletti con leggi maggioritarie. © RIPRODUZIONE RISERVATA 37 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Lettere al Corriere UNA RICHIESTA AL GOVERNO: CI DICA CHE EUROPA VUOLE Risponde Sergio Romano Tra sei mesi l’Italia assumerà la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, con il compito di gestire e coordinare il funzionamento dei suoi numerosi consigli ministeriali che coinvolgono settori vitali quali gli affari esteri, la giustizia o l’istruzione. E in questo periodo di crisi economica e occupazionale è fondamentale il Consiglio che si occupa degli affari economici e finanziari, dovendo coordinare le politiche economiche generali dei Paesi membri dato che questi si sono accordati per dotare l’Europa di una politica economica globale. In questo contesto che cosa vuole proporre l’Italia? E, visto che il suo peso in Europa è minoritario, con quali alleati intende FELIX KERSTEN Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 portare avanti le sue proposte? Come intende raccordarsi con la Grecia che la precede e la Lettonia che la segue nella presidenza del Consiglio dell’Ue? Forse a livello ministeriale e diplomatico queste proposte e queste alleanze già si conoscono, ma noi elettori non abbiamo il diritto di sapere cosa intenda fare in Europa il nostro governo, prima di votare per il Parlamento europeo a maggio? Ascanio De Sanctis ascaniode_sanctis@ hotmail.com Caro De Sanctis, opo l’istituzione di un presidente del Consiglio europeo, il turno semestrale di presidenza per ogni membro dell’Unione ha perso una buona parte della sua importanza. La consuetudine è stata conservata perché offre a tutti i Paesi (anche ai più piccoli, come Malta e le repubbliche del Baltico) sei mesi di visibilità europea. Il presidente di turno può organizzare incontri sul proprio territorio, inaugurarli e presiederli, mostrare ai propri cittadini che il loro Paese appartiene a una «Camera dei pari» e ha diritto alla stessa considerazione riservata ai membri maggiori. Deve condividere il palcoscenico con altri due presidenti (del Consiglio e della Commissione), ma ha per sei mesi un diritto di parola superiore a quello di cui gode abitualmente e una D vati grazie al dottor Kersten sarebbero stati 63.000. Gli ebrei salvati Caro Romano, a proposito della sua risposta su Felix Kersten, medico di Himmler, non mi ritrovo con i numeri e in particolare con gli 800.000 ebrei salvati alla fine della guerra. È vero che le cifre sono sempre da prendere col benificio dell’inventario, ma nel marzo 1945 gli ebrei dai campi erano stati liberati (ad Auschwitz trovarono solo 7.000 persone). Gli ultimi furono quelli di Dachau (29 aprile) e Mathausen (5 maggio). I liberati, per quel che so, furono 50.000-100.000 e quindi vorrei sapere qual è la fonte della notizia sugli 800.000 salvati. Aldo Astrologo astrologo.aldo@ gmail.com Lei ha ragione. 800.000 è il numero di tutti i prigionieri detenuti nei campi tedeschi di cui Hitler aveva decretato la morte con la sua ordinanza del 15 febbraio 1945. Gli ebrei sal- PENSIONATO IN ATTESA Cambiamenti CAMBIO DI PASSO Il debito pubblico continua a salire, nonostante le tasse continuino a crescere e noi dobbiamo pagare. Ormai non ci sono più parole per esprimere il dissenso per questa sorta di club privatopolitico che tra un balzello e l’altro aumenta i propri costi di gestione a danno, in primis, di noi pensionati. Quando si cambierà? Renato Invernizzi renato.invernizzi@ gmail.com La tua opinione su sonar.corriere.it Secondo una ricerca realizzata alla Open University britannica, le coppie più felici sono quelle senza figli. Condividete? Solo un annuncio? Ancora una volta ci viene annunciato un cambio di passo del governo. Se i camminatori sono gli stessi che finora hanno marciato a passo lento se non retrogrado (vedi marce indietro su provvedimenti inconcludenti) quale credito possiamo mai concedere al prossimo cambio di passo? Ubaldo Pasqualotto [email protected] SUGGERIMENTI / 1 autoveicoli e, per ultimo, il gravosissimo aumento dei pedaggi autostradali al Nord, le società petrolifere non potrebbero eliminare tutte quelle forme di fidelizzazione che vanno a incrementare il costo del carburante anche per quei clienti cui non interessa il regalino che si otterrebbe con la raccolta punti? Oppure potrebbero offrire al cliente i carburanti con due prezzi: prezzo con raccolta punti e prezzo senza raccolta punti. Non sarebbe certamente più corretto? Ardengo Alebardi [email protected] SUGGERIMENTI / 2 Gadget e carburanti Di fronte al sempre crescente onere di gestione degli SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 20 No di Gian Antonio Stella sulla creazione di un debito pubblico europeo, passaggio fondamentale verso una Unione integrata e solidale. Lo deve fare per dimostrare che l’Italia, nonostante gli umori populisti di alcune forze politiche, continua a credere nell’unità dell’Europa. Se reso pubblico agli inizi di maggio, qualche settimana prima delle elezioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, il documento avrebbe un altro vantaggio. Costringerebbe i candidati italiani a uscire finalmente dalla vaghezza, frutto di pigrizia e ignoranza, con cui sono state fatte le campagne elettorali del passato. Dicano agli italiani che cosa intendono fare se verranno eletti e, incidentalmente, quanti giorni di ogni mese passeranno a Strasburgo. Sempre più spesso in incidenti stradali sono coinvolti anziani. Nessuno vuole vietare loro di circolare, ma forse una grande A sulla parte posteriore della macchina dopo gli 80 anni sarebbe utile, come la P per i principianti e la B per bambini a bordo. 80 La domanda di oggi Secondo un rapporto McKinsey, gli educatori dovrebbero insegnare ai giovani ciò che gli imprenditori chiedono. Approvate? © RIPRODUZIONE RISERVATA Pierluigi Ziliotto, Verona MASSIMILIANO ALLEGRI Curioso anagramma Curioso ma anche attuale, stavolta, l’anagramma che nella fattispecie nasce dal nome dell’ormai ex allenatore del Milan. Infatti, riposizionando vocali e consonanti di Massimiliano Allegri, si ottiene la frase: «Si sa, egli miro’ al Milan!». Leone Pantaleoni, Pesaro Casa in condivisione per i futuri anziani S e è possibile condividere un’automobile, come dimostra il successo del «car sharing» che a Milano può già contare su sei società e 1.500 macchine usate dai cittadini che rinunciano a ingolfare il traffico con la loro auto privata, perché non provarci con le case? L’idea del silver cohousing (la condivisione della casa da parte di chi ha i capelli d’argento) ha già trovato spazio in altre parti del mondo. Ma per il nostro Paese, secondo l’architetto Sandro Polci, ricercatore del Cresme (Centro ricerche economiche sociologiche e di mercato) legato a Legambiente, è una strada obbligata. Proprio perché prima di altri ci troveremo a far fronte al problema dell’invecchiamento della popolazione e delle crescenti difficoltà abitative. Il mondo, scrive Polci nel saggio Condivisione residenziale. Il silver cohousing per la qualità urbana e sociale in terza età, «potrà contare nel 2030 su due miliardi di anziani; in Italia, nel 1961 gli over 65 erano il 9,5% della popolazione; nel 2011 il 20,3%». Una percentuale molto più alta di quella planetaria. Del resto nell’ultimo mezzo secolo «la popolazione italiana è aumentata del 20%, quella anziana del 155%». Ce ne accorgiamo già oggi, ma domani il fenomeno sarà ancora più vistoso: «L’invecchiamento collettivo è una patologia “palla di neve”: invisibile in avvio e, quando diviene visibile, difficile e dispendiosa da gestire. Sarà un mondo — sempre che non avvengano ad oggi eventi imprevedibili e ben peggiori — in cui essere giovani europei sarà quasi un vezzo». I nostri genitori mezzo secolo fa sognavano d’avere una stanza Secondo Sandro a familiare. Oggi ne abbiamo abbondanti. E per Polci Polci, ricercatore due, «dobbiamo porci una domanda: del Cresme il silver come ottimizzare il patrimonio sfuggendo anche dai mali molcohousing è una teplici della solitudine?» strada obbligata I problemi, infatti, sono due. Per cominciare, quello economico: gli anziani che vivono da soli sono 3,5 milioni, ben 2,3 hanno più di 75 anni e in poco meno di un terzo dei casi abitano in case di proprietà che sei volte su dieci hanno più di quattro vani. Spesso in condizioni mediocri se non addirittura pessime perché i proprietari, per quasi la metà (46%), hanno pensioni inferiori ai 1.000 euro al mese e non sono dunque in condizione di provvedere a una sana manutenzione. Va da sé che, visto che «l’80% del bilancio mensile è impiegato per tre voci: casa, bollette, spesa», condividere una casa ristrutturata con spazi comuni «può generare una “liberazione di risorse” pari a 352 euro al mese a nucleo per nuclei di 2 persone, fino a 1.028 euro al mese per un nucleo di 4 persone. Si tratta di risorse che, una volta liberate, possono consentire notevoli incrementi della qualità della vita». Di più: una sistemazione del patrimonio abitativo, consentirebbe di reimmettere sul mercato da cento a duecentomila case. Più ancora, però, questa soluzione potrebbe «liberare la popolazione anziana dalla solitudine, dall’isolamento e dall’esclusione sociale, superando i problemi di incuria e di mancata assistenza…» Fantasie? Forse. Ma certo per uscire dalla crisi la creatività ci serve quanto l’ossigeno. ❜❜ Interventi & Repliche Stampa Estera in Italia: la sede Un servizio sugli affitti di palazzi da parte del governo aveva posto la questione su «quanto possa sembrare assurdo che un qualunque governo si sobbarchi la spesa per dare una sede ai corrispondenti dei giornali stranieri nel proprio Paese» (Corriere, 10 gennaio). Come tanti altri Paesi, anche l’Italia, finora, ha visto nei giornalisti che lavorano per i media esteri, e soprattutto nell’Associazione della Stampa Estera in Italia, una vetrina verso il mondo. Sembra strategico stare sui media del mondo, per un Paese che esporta per quasi 400 miliardi di euro all’anno e vuole affermare con il «Made in Italy» anche uno stile di vita, un Paese che conta ogni anno circa 50 milioni di ospiti stranieri e vuole fare del turismo un volano per l’ulteriore sviluppo economico, un Paese che ospita 45 monumenti nella lista dei 759 siti © RIPRODUZIONE RISERVATA Unesco dell’eredità culturale del mondo, un Paese che aspira a un ruolo da protagonista internazionale nei campi della politica, cultura o scienza, un Paese che ospiterà l’Expo del 2015, e un Paese che si accinge di prendere la guida dell’Ue nella seconda metà del 2014. A chi lamenta che comunque, quel che viene trasmesso dai corrispondenti, non contiene sempre rose e fiori, vorremmo rispondere che fa parte della vita globale e democratica avere degli osservatori, che talvolta usano la libertà dei media per commenti critici e per paragoni anche non sempre favorevoli. In ogni caso, non si potrebbero eliminare chiudendo la Sede della Stampa Estera. Come mai la Stampa Estera si trova in una Sede affittata dalla presidenza del Consiglio dei ministri dalla Società Milano 90 del dott. Sergio Scarpellini? Controvoglia, l’Associazione è stata coinvolta nel tema, perché la sua sede faceva parte di quello che poi veniva conosciuto come «Palazzo Marini». Per decenni, la Stampa Estera era stata ospitata in un immobile di un’azienda pubblica in via della Mercede. Con le privatizzazioni e con l’ambizione della Camera dei Deputati, di avere più uffici per i parlamentari, la situazione è cambiata. Purtroppo, l’allora presidente della Camera dei Deputati voleva solo che l’immobile fosse vuoto dal 2001, ma non mostrava nessun interesse per la sorte dell’Associazione della Stampa Estera. Visto che l’allora ministro delle Comunicazioni, incaricato di occuparsi della situazione, non aveva concluso niente e visto i tempi stretti, sembrava una soluzione accettabile sia per le istituzioni italiane sia per l’Associazione Stampa Estera, fare un trasloco in un edificio della società Milano 90, con trasloco e istallazioni necessarie pagate dalla stessa società. In seguito, solo Antonio Pelayo Presidente 2000-2002 e 2004-2006 Tobias Piller Presidente 2007-2009 e 2011-2013 Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni, Carlo Pesenti DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. 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DIVISIONE QUOTIDIANI DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana CONSIGLIERI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli tra i gestori della macchina di Palazzo Chigi ci sono stati personaggi che hanno dato più attenzione alla questione su come gestire questa Sede, ritenendo che questo sia un compito importante dello Stato. Praticamente hanno commissariato la vecchia gestione e messo a posto tutti i vecchi problemi che si erano accumulati. Certamente i corrispondenti esteri in Italia sono sempre consapevoli di essere osservatori e di essere ospiti. Comunque, rimane da ricordare una cosa importante: sono più di 5.100 i giornalisti esteri che sono passati nell’Associazione in 100 anni. Certamente sono stati anche loro che hanno portato il mito dell’Italia in tutto il mondo. EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia Divisione Quotidiani RCS MediaGroup S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 S RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 S Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 S Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. Tel. 080-58.57.439 S Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 S L’Unione Sarda S.p.A. 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DIVISIONE QUOTIDIANI 4 VICEDIRETTORI Alessandro Bompieri E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Tuttifrutti maggiore possibilità d’inserire nell’agenda dei lavori le questioni che maggiormente interessano il suo Paese. La situazione è in parte diversa se il semestre coincide con l’esistenza di un nodo che è venuto al pettine e che occorre sciogliere o tagliare. In questo caso il presidente può svolgere un ruolo personale e, se il suo lavoro è coronato dal successo, trarne qualche vantaggio politico per sé e per il suo Paese. Ma sei mesi passano rapidamente. Questo non toglie, caro De Sanctis, che lei abbia ragione. Il governo Letta dovrebbe approfittare del turno di presidenza per rendere pubblico un documento sull’Europa che piace all’Italia: obiettivi, priorità, misure per rilanciare la crescita e qualche suggerimento, se possibile, sulla mutualità del debito, vale a dire Anziani in auto @ Tutti i diritti sono riservati. 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Corsera + Sette + CorFi e 0,67 + e 0,50 + e 0,73; sab. Corsera + Io Donna + CorFi e 0,67 + e 0,50 + e 0,73. ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 La tiratura di martedì 14 gennaio è stata di 499.470 copie Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l'estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni). * Con "Sette" e 2,90; con "Io Donna" e 2,90; con "Style Magazine" e 3,40; con "Living" e 4,90; con "Supereroi. Il Mito" e 11,39; con "Giorgio Scerbanenco e il giallo italiano" e 8,30; con "Barenboim il mio Beethoven" e 8,39; con "Il Cosmo" e 12,30; con "I dolci di Benedetta" e 9,39; con "Classici dell’Avventura" e 8,30; con "Francesco Guccini. Storie di libertà" e 11,30; con "Il grande teatro di William Shakespeare" e 12,30; con "Manara, maestro dell’Eros" e 12,39; con "Holly e Benji" e 11,39; con "Nomadi 50" e 11,39; con "Il commissario Montalbano" e 11,39; con "Luigi Pirandello. Romanzi, novelle e teatro" e 9,30; con "English da Zero" e 12,39; con "Grandi Italiani" e 13,30; con "Biblioteca della Montagna" e 10,30; con "Il Mondo" e 4,40 38 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Spettacoli Nel 2014 Vasco, cd nuovo e show record a Milano e Roma Vasco Rossi protagonista del 2014. Ieri l’annuncio ufficiale che il nuovo album uscirà entro l’anno. E quest’estate sette concerti con Il documentario Il capo del Pentagono ai tempi di Bush sfida il regista Morris che lo incalza con domande fuori campo: scontro tra intelligenze doppio record: 4 show a S. Siro; solo lui in passato ha fatto così tante date, e 3 all’Olimpico, nuovo limite per lo stadio romano. The unknown known Tra i supereroi Il Segretario della Difesa Usa Donald Rumsfeld con Capitan America e l’Uomo Ragno durante un incontro con le truppe Usa nel 2005 Le stelle di PAOLO MEREGHETTI Il regista Errol Morris intervista Donald Rumsfeld sui misteri della guerra in Iraq e la politica Usa A volte dimentichiamo che il cinema, il fare cinema può essere anche una guerra, dove i contendenti lottano davanti alla macchina da presa invece che su un ring. Uno scontro di intelligenze, di volontà, di dialettiche dove nessuno vuole lasciare il campo all’altro… È quello che succede in The Unknown Known tra Errol Morris e Donald Rumsfeld, regista il primo ex Segretario alla Difesa con Bush figlio il secondo, ma soprattutto paladini di due idee diverse se non opposte: convinto l’uomo di cinema che l’immagine possa rivelare l’anima delle cose (e delle persone) facendosi carico di una funzione maieutica capace di penetrare il reale; certo l’uomo di potere che le parole se usate con correttezza e precisione possano contribuire a «costruire» la realtà. Per dirla in formule, il medium è il messaggio anche per Rumsfeld. E ancora: il razionale è reaIl film le, non viceversa. del Per questo il fascino del film, Mereghetti presentato a settembre in concorso a Venezia (e ahimè dimenticato dalla giuria), distribuito ora dall’intraprendente I Wonder Pictures, inizia nel momento del confronto stesso, nel vedere (e sentire) due concezioni così distanti della Conoscenza (e del Potere) e dei suoi grimaldelli che si scontrano a viso aperto. Da una parte Morris, seduto accanto alla macchina da presa, fuoricampo visivamente ma ben presente con la voce che domanda; dall’altra Rumsfeld, ripreso con un’inquadratura appena un po’ più larga del primo piano, così da non nascondere l’eleganza formale dell’uomo e ricordare fin dalla giacca e dalla cravatta che lo stile è l’uomo (e viceversa). In mezzo, la forza e la debolezza della Parola. Dice Morris, leggendo uno dei 20 mila promemoria («fiocchi di neve» li avevano soprannominati al Pentagono) che Rumsfeld ha scritto durante la sua permanen- da evitare interessante da non perdere capolavoro Rumsfeld e i giochi di potere svelati con la forza della parola Le certezze sull’Iraq, atto d’accusa contro l’ex ministro za al ministero della Difesa: «Quattro febbraio 2004. Argomento: quello che si sa. Ci sono fatti noti che sono noti. Ci sono i fatti noti che sono ignoti. Ci sono i fatti ignoti che sono ignoti. Ma ci sono anche fatti ignoti che sono noti». E Rumsfeld sente di dover aggiungere solo: «Vale a dire, le cose che credi di sapere e che poi viene fuori che non le sapevi». Sono le primissime battute di un film che continuerà tutto su questo tono. Rumsfeld non accetta dubbi o ambiguità, e soprattutto non lascia niente al caso. È il campione della razionalità. Sono passati anni da quando scrisse quei memorandum. In mezzo c’è stata una guerra finita Il telefilm cult «Happy Days» compie 40 anni Amarcord Ron Howard (oggi 59 anni), nei panni di Richie, con Henry Winkler-Fonzie (68) Compiono 40 anni gli ex ragazzi di «Happy Days». Il debutto della serie tv fu il 15 gennaio ‘74 sulla Abc americana (in Italia arrivò tre anni dopo). Protagonisti l’impacciato Richie e il latin lover Fonzie. A interpretare il primo era Ron Howard, ora regista di punta a Hollywood (Oscar per Beautiful Mind). A dare i famosi pollici a Fonzie invece Henry Winkler, oggi autore di una fortunata serie di libri per ragazzi. all’opposto delle sue previsioni (oltre che delle sue speranze), ci sono state le sue dimissioni da Segretario alla Difesa, c’è stata la sconfitta del suo partito, ma le sue certezze non hanno mai vacillato. Le sue Parole non sono mai cambiate. Parte da qui il braccio di ferro che Morris ingaggia con Rumsfeld. Non può certo pensare di strappargli una confessione o un ripensamento (come gli era riuscito con il meno coriaceo McNamara nel precedente The Fog of War) e allora usa il cinema per quello che può fare di meglio: mostrare. Mostrare la faccia inalterabile di Rumsfeld, riprendere le sue certezze senza dubbi, registrare le sue parole senza sfumature. E ogni tanto ricordare allo spettatore che la realtà aveva preso un’altra strada, che non aveva «ubbidito» alle parole e ai memorandum del ministro. È uno scontro impari, perché Rumsfeld sa usare le parole come pochi e non pensa neppure un attimo di doversi ricredere, contraddire o rimangiare qualche dichiarazione. Neppure il pantano politico in cui è precipitato l’Iraq dopo l’intervento armato americano gli fa sorgere dubbi retroattivi. Di una cosa sola non Segretario alla Difesa Il profilo Donald Henry Rumsfeld è nato a Evanston, Illinois, il 9 luglio 1932. È stato un importante esponente dei Repubblicani Usa La carriera Segretario alla Difesa Usa durante le amministrazioni Ford (1975-1977) e George W. Bush (2001-2006) sembra tener conto, ed è l’arma in mano a Morris: la forza dell’evidenza cinematografica. Qui il genere documentario cambia pelle, si trasforma in un implacabile accusatore della persona che ha di fronte solo grazie all’evidenza delle immagini. Morris sa benissimo che non può cercare di far cadere in contraddizione un politico come Rumsfeld, troppo abituato a gestire il Potere per commettere qualche errore o soccombere di fronte alle trappole della dialettica: non è un ospite di «Porta a porta», è uno dei potenti della Terra! E allora il regista sceglie di lasciargli mano libera, gli concede la libertà di esprimersi quasi senza contraddittorio. Perché è in questo modo che le sue certezze possono ribaltarsi in altrettanti atti d’accusa. Non c’è bisogno di «togliergli la maschera». Basta filmare con paziente precisione la faccia che mostra per rivelare che è appunto una maschera. E che la Realtà è più forte delle sue Parole. Solo alla fine Rumsfeld sembra avere un ripensamento, quando non sa spiegare con la medesima razionalità le ragioni per cui ha accettato di farsi intervistare. Ma ormai è troppo tardi: il Cinema ha già dimostrato la forza delle sue immagini. P.S. A questo punto ci sarebbe da fare «qualche» riflessione, sulla politica estera Usa e sulle certezze di chi l’ha guidata per anni. Ma il film sembra lasciarla allo spettatore e anch’io penso sia giusto lasciarla a chi andrà a vedere questo piccolo grande film. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso L’attore Fabio Camilli ottiene il disconoscimento del genitore che lo ha cresciuto, la Suprema corte dovrà pronunciarsi su Mister Volare Il «figlio segreto» di Modugno vince una causa in Cassazione I l «figlio segreto» di Domenico Modugno è un po’ meno segreto. Ieri è stato fatto un altro, importante passo lungo la strada giudiziaria che Fabio Camilli - attore di diverse serie tv, tra cui «Romanzo Criminale» (nel ruolo di un magistrato) e di alcuni film come La meglio gioventù e I cento passi - ha deciso di intraprendere per dimostrare di essere il quarto erede del grande cantante. Ieri Camilli ha vinto un appuntamento decisivo, in Cassazione, contro la vedova e i figli di Modugno che si oppongono alla dichiarazione giudiziale di paternità per la quale Camilli sta portando avanti una battaglia legale dal 2002. Da allora l’attore sostiene di essere nato da una relazione tra Modugno e Maurizia Calì, allora coreografa del teatro Sistina di Roma. Non è ancora detto che sia davvero così, ma ieri la Suprema Corte ha confermato che il padre naturale di Fabio Camilli, classe 1962, non era il padre legittimo, Romano Camilli, collaboratore di Garinei e Giovannini al Sistina e marito della Calì. Questo significa che i supre- mi giudici hanno reso definitiva la sentenza con la quale la Corte di Appello di Roma nel 2011 aveva accolto la domanda di disconoscimento della paternità avanzata dall’at- Confronti Domenico Modugno (192894); a sinistra Fabio Camilli (51 anni) tore nei confronti di Romano Camilli. Un passo fondamentale, appunto, a cui ora dovrebbe seguire la dichiarazione giudiziale di paternità che attribuirebbe un quarto figlio a Modugno. Un verdetto questo che dovrebbe arrivare presto dal Tribunale di Roma e che stabilirebbe definitivamente che i figli del cantante non sono solo Marcello, Marco e Massimo, nati dal matrimonio con Franca Gandolfi, ma anche Fabio. L’esame del dna sulla salma di Modugno avrebbe infatti dato esito positivo e i giudici di merito erano in attesa di questa decisione della Suprema Corte per depositare, a loro volta, la sentenza che Camilli aspetta da tanto tempo e che ora dovrebbe arrivare a giorni (le udienze si sono già svolte nei mesi scorsi, sempre con l’opposizione dei tre figli e della vedova di Modugno). Se così fosse, se il figlio segreto di Modugno tra qualche giorno non dovesse essere più tale, si aprirà a quel punto un’altra, impegnativa battaglia. Perché se Camilli dovesse in realtà chiamarsi di cognome Modugno, non si tratterebbe solo di un riconoscimento teorico. Entrare nell’asse ereditario del Opposizione La battaglia legale è cominciata nel 2002. L’opposizione della famiglia del cantante cantante vorrebbe dire dover riscrivere le divisioni sui sostanziosi diritti d’autore per le tante canzoni scritte dall’artista di Polignano a Mare morto il 6 agosto del 1994 nella sua amata casa di Lampedusa. Qualunque sia il finale di questa storia complicata più del copione di tanti film, di sicuro dopo dodici anni si è vicini ad arrivare a un esito. Che, in ogni caso, non sarà il lieto fine di quattro fratelli che possono finalmente abbracciarsi sapendo di essere tali visto che Camilli pare sia stato per lungo tempo un caro amico dei Modugno, frequentando spesso anche casa loro. Questo prima del 2002. Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA Spettacoli 39 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 L’intervista L’attrice si confronta con le proprie fragilità nel monologo «La misteriosa scomparsa di W», scritto da Stefano Benni «Le mie nevrosi in scena: ho il terrore dei provini» Sul palco Ambra Angiolini (36 anni) in «La misteriosa scomparsa di W». Sopra con il compagno Francesco Renga (45) Ambra: cerco la felicità almeno un’ora al giorno «C osì lei sembra il mio analista, però per me è terrificante fare provini. Se fossi un bambino a cui chiedi di disegnare il suo mostro, io disegnerei un provino: ho il problema di essere giudicata, mi mette davanti alla mia fragilità, al pensare di non essere all’altezza». Ambra Angiolini, 36 anni, è ironica e autoironica. Il suo parlare è un flusso di coscienza dove l’inconscio si mostra in tutta la sua logica. Che succede, si impappina? «Impappinata mai, la regola della televisione mi ha insegnato ad andare avanti, dritta alla meta, qualsiasi cosa accada». Il provino peggiore? «Fu con Bellocchio. Fui pessima, ero terrorizzata. Ci sono volte che torno a casa senza averlo fatto o in lacrime, vorrei essere più robot ma non ci riesco». Ha debuttato come attrice con Ozpetek («Saturno contro»), sempre molto amato dalla critica, mentre tra i suoi ultimi lavori ci sono i fratelli Vanzina («Mai Stati Uniti»), che non godono di buona stampa. Si è posta il problema? «È una domanda che mi sono fatta: che cosa penseranno gli altri? E subito dopo mi sono sentita uno schifo perché sono l’ultima che può fare questi ragionamenti. Sono cresciuta con i film dei Vanzina, ora a Carlo lo dico tutti i giorni: chiamami anche per fare la coperta sul divano, ci vengo». Adesso arriva a teatro (a Genova, dal 17) con «La misteriosa scomparsa di W» diretto da Giorgio Gallione, testo di Stefano Benni, un monologo. Di cosa tratta? «È la storia di una donna, di nome V, che va alla ricerca del suo pezzo mancante, W, la sua vu doppia: si mostra come pazza e poco equilibrata, in preda a tutti i suoi umori, ma poi in re- Los Angeles Fermato Bieber Tirava uova ai vicini Justin Bieber ancora al centro delle cronache: la polizia ha perquisito la sua abitazione a Calabasas (Los Angeles) e fermato otto persone, tra cui il divo pop. Gli agenti sono intervenuti dopo che Bieber era stato denunciato da un vicino per aver lanciato uova contro la sua casa. Il teen-idol si è spesso scontrato con gli abitanti del suo quartiere per il caos provocato dai suoi party. altà si scopre la più sana di tutti». Che conflitto vive? «Non ha saputo accettare le incoerenze del tempo, le ipocrisie dei rapporti, e ha deciso di raccontarsi spogliandosi della pelle. Ascoltandola si capisce che non è assolutamente fuori di testa, ma non è riuscita a mettere insieme i pezzi che la società ti dà e che ti fa credere che siano il giocattolo della vita. Fa ridere, fa piangere, è uno spettacolo che se funziona chi lo fa — ma qua non posso garantire che succederà (e ride, ndr) — è molto bello. Lo definirei un fantasy horror esistenziale». C’è qualche tratto di questa donna a metà in cui si riconosce? «Mi somiglia in questa voglia di sfuggire, pur affrontandole, alle ipocrisie. Nel dire delle cose che non si dovrebbero dire, o dirle senza preoccuparsi delle conseguenze. Magari poi piangerci per le conseguenze. Lei non è catalogabile in nessun tipo di faldone, e nemmeno io credo». Ha fatto tv, inciso dischi, ora per catalogarla in un faldone, possiamo definirla attrice? Ride. «Mi piace pensare di essere una fantasista. Tutte le cose che mi sono immaginata, sono accadute. Il mio modo di lavorare ha tanto a che fare con quello dei bambini che si svegliano una mattina e dicono: vorrei tanto fare il medico! Poi vuoi per studio, vuoi per fortuna, succede che lo diventi, ma devi essere un soldato per mantenere il regalo che hai appena ricevuto». ❜❜ Amore e fedeltà Mi è capitato di essere stata tradita, ma non ho mai chiuso un rapporto solo per quel motivo menti. Prima non lo sapevo e tutto filava liscio, quando ho capito che come essere umano non mi piacevo più, ho cercato altro. Non rinnegando mai nulla, perché sono anche quella cosa lì». In questi anni ha ricevuto proposte televisive? «Ho rifiutato qualche offerta, ma la tv mi piace tantissimo, ancora di più adesso che non la faccio. Mi manca come le cose quando non le hai, come gli uomini quando non sono i tuoi». Due figli dal cantante Francesco Renga, conferma che preferisce che gli uomini le giurino eleganza piuttosto che fedeltà? «Credo che ci sia la possibilità che in un percorso di vita molto lungo si facciano delle uscite di strada. Succede a un sacco di gente. C’è chi lo vuole dire e chi no. Che non è un’ammissione di colpa né un’autobiografia, è semplicemente quello che nella vita accade. Mi è capitato di essere stata tradita, ma non ho mai fatto finire nessun rapporto per questo motivo». È felice? «Sì. Anche se il concetto della felicità è così complicato che poi bisogna vedere cosa c’è dietro. Bisogna vedere anche quanti minuti al giorno uno è felice». Lei tiene la contabilità? «Ho l’orologio della felicità. So che almeno un’ora al giorno devo essere felice. Se è di più meglio, se è di meno recupererò il giorno dopo». «Non è la Rai» fu un fenomeno di costume (anche per l’abbigliamento succinto). Anche la tv fu una scelta? «La tv mi è capitata, mentre recitare è quello che ho inseguito da quando ho potuto iniziare a cercarmi la mia vita. A un certo punto in tv la sfacciataggine che mi attribuivano non era mia, o quanto meno si era un po’ sedata con il tempo, perché era subentrato l’imbarazzo. Mi ero resa conto che ero un po’ imbarazzante in alcuni mo- Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA LA G R A N D E B I BL I OT EC A D ELLA PS I COLO G I A LA COLLANA CHE ARRICCHISCE IL TUO IO 1 USCITA A SIGMUND FREUD L’interpretazione dei sogni 4 solo € ,99 Una panoramica completa per co n o s c e r e l ’ evo l u z i o n e d e l pensiero psicologico: dai padri fo n da t o r i a l l e p i ù r e ce n t i t e o r i e , d al l e g r a n d i q u e s t i o ni d e l l a p si c o a n a l i s i a l l e p r o b l e m a t i ch e attu a l i d e l l ’ i n d i v i d u o . Numero uscite previste 60. Uscite successive € 9,99. La natura dell’opera si presta ad essere oggetto di nuove serie che, se realizzate dall’Editore, saranno comunicate nel rispetto del D.LGS. 146/2007. L’Editore si riserva la facoltà di variare il numero delle uscite periodiche complessive, nonché di modificare l’ordine e la sequenza delle singole uscite, comunicando con adeguato anticipo gli eventuali cambiamenti che saranno apportati al piano dell’opera. • • • Edizioni scientificamente rigorose Traduzioni fedeli Accurati apparati critici 40 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Sport il sondaggio Seedorf sta studiando come far giocare il Milan. Secondo voi per i rossoneri è necessario un intervento massiccio al mercato di gennaio (A) o la rosa è già sufficientemente competitiva (B)? Vota con uno squillo. Chiamata gratuita A +39 029 475 4851 B +39 029 475 4852 Verona: curva chiusa e riaperta Il Giudice sportivo ha chiuso la curva Sud del Verona per un turno in seguito ai cori razzisti contro Pablo Armero durante la partita con il Napoli. La sanzione, secondo le nuove regole, è stata sospesa per un anno. Quindi curva chiusa e riaperta. Il Verona non ci sta: «Provvedimento ingiusto e privo di riscontri oggettivi». Sarà presentato reclamo ufficiale. Il ritorno Il neo-tecnico arriva in conferenza stampa a Rio in elicottero. Oggi lo sbarco a Linate «in tempo per vedere un po’ di partita» «Il Milan nel cuore» MILANO — L’uomo che è nato pronto (la definizione che preferisce di se stesso), collezionista di Champions League (4 con tre maglie), poliglotta (5 idiomi parlati correttamente), dotato di autostima straripante, vanta un nuovo personale record. È l’unico giocatore al mondo ad aver annunciato nella stessa conferenza stampa (a cui si è recato in elicottero, il mezzo di trasporto preferito del suo futuro presidente, Berlusconi) l’addio al calcio giocato e l’inizio della nuova attività. «Sarò l’allenatore del Milan». Oggi alle 18.40 sbarcherà a Linate, proveniente da Amsterdam. «Cercherò di venire a San Siro per assistere a uno spezzone di partita» ha promesso Seedorf prima di mettersi in viaggio. Clarence Seedorf all’ora di pranzo raduna a Rio nella sala conferenze dello stadio Olimpico Joao Havelange una folla di giornalisti per dire addio al Botafogo e ai campi da gioco in generale: «Smetto dopo 22 anni da giocatore. È stata una decisione difficile, la scorsa notte ho dormito poco. La telefonata di Galliani è arrivata lunedì mentre mi stavo allenando ed è stata una sorpresa anche per me. È stata una notte difficile perché Il futuro Che cosa vuole l’olandese Qualità e fantasia con il 4-2-3-1 A centrocampo solo piedi buoni MILANO — «Non so ancora come farò giocare il Milan», la premessa di Clarence Seedorf che non vede l’ora di farsene un’idea tanto da aver anticipato lo sbarco a oggi, magari persino in tempo per vedere uno scampolo di partita con lo Spezia: è facile però pensare che il primo allenatore a essersi autoproclamato tale (il Milan non ha ancora emesso comunicati ufficiali) vorrà imprimere subito una sua personalissima impronta. Qualità, calcio offensivo, fantasia. Se Massimiliano Allegri nei mesi scorsi ha cercato disperatamente un po’ di equilibrio, conscio delle difficoltà in fase difensiva del suo Milan, e quindi ha imbottito il centrocampo di giocatori dotati di muscoli, corsa ed esperienza (Muntari, per esempio, che ora rischia di trovare meno spazio, oppure De Jong che ha ripagato la fiducia più di altri), l’olandese è animato da altri propositi. Giocherà d’attacco, schierando un modulo decisamente offensivo, il 4-2-3-1, qualcosa di simile al 4-2-fantasia di Leonardo. Quindi Honda (il neo numero 10 che ha corsa, disciplina e buona tecnica e che non può che piacere a chi ha già indossato quella maglia e ama anche la cultura giapponese), assieme a Kakà e Robinho. Almeno in attesa che si riprenda Stephan El Shaarawy, giocatore che Seedorf stima moltissimo (in passato ne ha difeso persino la cresta dalle critiche dei compagni) ma che è destinato a stare fermo per l’infortunio al piede ancora tre mesi. L’unica punta sarà natu32 ralmente Mario Balotelli (o Giampaolo Pazzini) e sarà inteAbbiati ressante vedere come le perso2 nalità di SuperMario e del nuo5 13 vo tecnico si amalgameranno: 20 iglio Sc Seedorf ha sempre coltivato il riMexès De spetto delle regole dentro lo spoRami e at Ab gliatoio, l’attaccante le regole spesso le dribbla. Vediamo come 34 andrà a finire a giugno. 18 Davanti alla difesa a quattro doJong De vrebbero giocare Montolivo e De Montolivo Jong, ma c’è anche il giovane Cristante che, appena lanciato da Allegri, spera di continuare a trovare 7 spazio. Il più che probabile cambio 22 10 di modulo comporta inevitabilnho bi Ro mente qualche correzione sul merKakà Honda cato: anche se il budget quello resta e la regola, almeno per questa ses45 sione, rimane sempre prima liberarsi di ingaggi pesanti (come già è stato Balotelli fatto con Matri) e poi eventualmente cercare qualche occasione. Peraltro, il motto «meno soldi più idee» sposato da Seedorf e dal suo futuro staff coincide quasi alla lettera con quanto ripete sempre Barbara Berlusconi e quindi con la realtà con cui Galliani deve fare i conti. Anche se Seedorf è l’allenatore fortissimamente voluto da Silvio Berlusconi, questo infatti non significa che siano tornati i tempi degli acquisti in grande stile. Quindi resta la necessità di ingegnarsi. In che direzione però? A questo punto è più facile che si cerchi non una mezz’ala ma un centrocampista dai piedi buoni. Un indizio in questo senso è stata la trattativa (mai veramente decollata però) con la Lazio per scambiare Matri con Hernanes, che la tecnica ce l’ha e porta pure in dote un certo numero di gol. L’identikit di un possibile oggetto del desiderio del nuovo allenatore. Quanto alla difesa, che fin qui è stato il vero punto dolente della squadra, chissà che per la prossima stagione SeMILANO — Alessandro Matri edorf non vada a bussare alle porte del Botafogo, il club che ha superato allo sprint il brasiliaha lasciato ieri e che spera presto di affrontare in un Monno Anderson: è lui il primo rinfordiale per club: il talento maggiore è il difensore Doria, 19 zo della Fiorentina. Ieri mattina anni, che in passato era stato seguito dalla Juventus e che l’ormai ex milanista ed ex juventiqualcuno ha già ribattezzato il nuovo Thiago Silva. Alessandro Bocci no ha svuotato l’armadietto a MiArianna Ravelli lanello e ha salutato in lacrime. La © RIPRODUZIONE RISERVATA sua fallimentare esperienza rosso- dorf Il Milan di See 4-2-3-1 Seedorf: «È stata una decisione difficile ma non potevo dire di no a Berlusconi» D’ARCO ho rivissuto la mia carriera come un film nella mia testa, una sorta di flashback. Ma non potevo dire di no a Berlusconi». L’outing di Clarence non è stata però una mossa improvvida: lunedì nello studio dell’avvocato Cantamessa, presenti Adriano Galliani e Deborah Martin, l’agente dell’oranje, era già stata stilata (e firmata) una bozza di contratto che lega l’ex 10 rossonero alla società milanista fino al 30 giugno del 2016. Il documento è stato inviato in Brasile per fornire al club carioca la certificazione sulla richiesta di Seedorf di svincolarsi dal Botafogo per assumere la guida tecnica del Milan (fatto che non comporta il pagamento di penali). Non nasconde la soddisfazione per aver riportato il Botafogo a qualificarsi alla Coppa Libertadores («dopo 17 anni») ma, nonostante non abbia ancora portato a compimento l’iter per diventare tecnico (il corso di Uefa Pro si concluderà ad aprile) mostra fiducia nei propri mezzi: «Mi piacciono le sfide, allenare il Milan è un’altra che si aggiunge alla mia carriera. Ho avuto quello che ho sognato da bambino e anche molto di più. In questo momento sono alle porte di una nuova carriera, un altro sogno da vivere con un club che mi ha dato tantissimo e in un Paese che mi ha dato altrettanto, sono molto felice di questa opportunità. Sono contento, onorato e motivato. Per chi vuole fare l’allenatore, allenare una grande squadra è un sogno». Non intende soffermarsi sui nomi che comporranno in futuro il suo staff («non perdete tempo a chiedermelo»), ed è evasivo sul modulo che intenderà adottare: «Ancora non so come farò giocare il Milan, di Mercato L’ex milanista: «Ho voglia di prendermi una rivincita». Lippi vuole Diamanti, il Bologna Floccari Matri già a Firenze Napoli a un passo da Jorginho nera si chiude con 15 presenze in campionato e 3 in Champions, 1.013 minuti giocati e una sola rete a Parma, peraltro inutile. Ora ci riproverà con Montella. La Fiorentina lo ha preso in prestito secco, garantendogli sei mesi di stipendio. L’attaccante è arrivato ieri sera alla stazione di Santa Maria Novella, questa mattina sosterrà le visite mediche e nel pomeriggio si allenerà. «Ho voglia di prendermi una rivincita e segnare tanti gol». Vista l’emergenza in attacco, potrebbe esordire già domenica a Catania. Il Milan integrerà la rosa con il rientro dalla Sampdoria del giovane Andrea Petagna. E a proposito di attaccanti, il Bologna sta stringendo con la Lazio per avere Floccari. Ma sono i centrocampisti a rendere vivo il mercato. Con la Fiorentina sempre protagonista. Per Anderson ieri sono stati limati i particolari e oggi l’operazione con il Manchester United sarà definita: prestito con diritto di ri- scatto fissato a 6 milioni e mezzo. E a fine gennaio sarà prolungato il contratto di Borja Valero sino al 2017: c’è già un’intesa di massima. Il Napoli ha avuto via libera per il brasiliano Jorginho. Ieri l’incontro e l’accordo di massima con il Verona sulla base di una comproprietà valutata 5 milioni e mezzo di euro. Manca solo l’accordo con il giocatore. Ma De Lau- Altre trattative Viola insaziabili: prendono anche Anderson Mazzarri punta Hernanes Lazio su Quagliarella rentiis, complice l’infortunio di Behrami, pensa di raddoppiare: offerti 10 milioni al Tottenham per Capoue e resta alto il pressing sul Lione per Gonalons. Il nome a sorpresa del mercato d’inverno potrebbe essere Hernanes. La Lazio è pronta a cederlo, ma alle condizioni di Lotito, cioè di fronte a un’offerta da 16 milioni, soldi che né Milan né Inter, le società interessate, hanno nel proprio portafoglio. I rossoneri si sono sfilati, i nerazzurri invece restano in corsa ma per puntare al brasiliano dovrebbero cedere Guarin (si è fato sotto l’Atletico Madrid) o Ranocchia. Con i soldi di Hernanes, la Lazio potrebbe chiedere Quagliarella alla Juve. Sport 41 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Volley, un caso di razzismo Sci, slalom alla Shriffrin Pattinaggio, Kostner in pista Nneka Arinze, pallavolista della Mesagne Volley (campionato B2) domenica ha denunciato di aver ricevuto insulti razzisti durante una trasferta a Montescaglioso (Matera). «La prossima volta lasceremo il campo», annuncia la società. «Tutto falso», la replica di un dirigente della Vis Severiana. Solidarietà dal c.t. della nazionale di volley maschile Mauro Berruto. Lo slalom speciale di Flachau (Austria) è stato vinto dalla statunitense Mikaela Shriffrin (al terzo successo stagionale) che ha preceduto le svedesi Hansdotter e Pietilae-Holmner. Deludente l’Italia: l’unica azzurra è Chiara Costazza, diciassettesima. La Coppa del mondo si sposta a Cortina d’Ampezzo: sabato discesa e domenica superG. Carolina Kostner scenderà in pista oggi a Budapest per difendere il titolo all’Europeo di pattinaggio. In programma il corto, venerdì sarà la volta del lungo (diretta su RaiSport1). TENNIS — Australian Open: avanti Andreas Seppi (che ha battuto Hewitt in 5 set), Karin Knapp e Camila Giorgi. Sconfitti Volandri e la Schiavone. 4 432 Coppe dei Campioni conquistate da Clarence Seedorf, 37 anni, con 3 formazioni diverse: con l’Ajax nel 1995, con il Real Madrid nel 1998 e con il Milan nel 2003 e nel 2007. È l’unico giocatore a esserci riuscito presenze in rossonero per Clarence Seedorf in 10 stagioni (dal 2002 al 2012) al Milan: 300 in campionato, 25 in Coppa Italia, 107 nelle coppe internazionali. 62 i gol messi a segno Il saluto Clarence Seedorf riceve un regalo d’addio dal presidente del Botafogo, Mauricio Assumpçao. Nel tondo, Mauro Tassotti (Afp, Buzzi) Oggi in Coppa Italia Tassotti il traghettatore «Ora tornino i nostri valori» MILANO — (m. col.) L’uomo per tutte le stagioni, a Milanello ininterrottamente dal 1980, ha risposto — per spirito aziendale — «obbedisco» alla richiesta societaria. In attesa di Clarence Seedorf, tocca a Mauro Tassotti traghettare il Milan fuori dalla crisi nella gara di Coppa Italia oggi a San Siro. Contro lo Spezia di Devis Mangia (in passato indicato come potenziale successore di Allegri), in una gara da certo mi aiuterà il fatto di ritrovare sette compagni con cui ho già giocato». Su tutti, c’è da scommettere, il suo punto di riferimento sarà Kakà, con cui ha condiviso in passato momenti indimenticabili. Il futuro è tutto da scrivere ma Clarence, a cui non manca l’ottimismo e nemmeno la convinzione nei propri mezzi, dà appuntamento agli amici del club carioca. «Sarebbe bello giocare una finale di Mondiale per club fra Botafogo e Milan! Un sogno, ma in fondo abbiamo bisogno di sognare». Ieri la Federazione olandese ha inviato al centro tecnico di Coverciano il faldone contenente la documentazione relativa al percorso da tecnico svolto fin Lippi vorrebbe Diamanti in Cina, la Juve continua a lavorare sui giovani: nel mirino, per la prossima stagione, Baselli e Zappacosta dell’Atalanta. Portieri in movimento. Con Seedorf cambiano le priorità: confermato Amelia, sarà ceduto Gabriel per il quale è arrivata una richiesta del Cagliari. La Fiorentina ha liberato Munua, vice di Neto, che torna in Uruguay e va al Nacional, lasciando il posto a Rosati, in prestito dal Sassuolo ma di proprietà del Napoli. Per luglio la società dei Della Valle ha bloccato il romeno Ciprian Tatarusanu, titolare in nazionale, che a giugno si svincolerà dalla Steaua Bucarest. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso I ripetuti errori hanno contribuito a complicare la vita ai nerazzurri qui da Seedorf. Oggi la Figc dovrà esprimersi sull’argomento e decretare se l’olandese ha i requisiti per diventare da subito allenatore in prima o sarà (solo formalmente) secondo di Mauro Tassotti. «Voloooo» ha scritto ieri sera Seedorf, dopo aver risolto le ultime pendenze economiche con il Botafogo, dando appuntamento oggi a Linate. Non si riferiva al fatto che si stava approssimando al check in all’aeroporto di Rio de Janeiro. Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA dentro o fuori, Tassotti (senza Balotelli squalificato e con De Jong, Saponara e Muntari non convocati per acciacchi assortiti) chiede un cambiamento di mentalità. «La Coppa Italia è la strada meno impervia per restare in Europa visto che in campionato abbiamo tanti punti di distanza». L’esonero di Allegri lo ha catapultato in prima linea. «Abbiamo avuto tante possibilità per rimediare, alla fine quello che è successo è sembrato inevitabile». Da oggi pretende atteggiamenti diversi: «Lottare con il coltello fra i denti e pensare da squadra. Chi è concentrato solo a se stesso si dia al tennis che è uno sport individuale». Da domani lascerà il posto a Seedorf. «Non sempre chi è stato un grande giocatore diventa un bravo allenatore. Di certo competenza e personalità non gli mancano. Mi auguro che con il suo arrivo avvenga un cambio di mentalità e si torni ai veri valori del Milan». m. col. © RIPRODUZIONE RISERVATA Partenza Alessandro Matri, 29 anni, 5 mesi da rossonero con 18 presenze e 1 gol, ora alla Fiorentina (Newpress) Teso Walter Mazzarri, 52 anni, in campionato 8 vittorie, 8 pareggi e 3 sconfitte (LaPresse) L’Inter fa divertire soltanto gli arbitri Il dossier si ingrossa Ma Nicchi e Braschi sono contenti MILANO — Come diceva Gigi Radice nei momenti difficili, «non siam bellissimi; loro si chiudono, noi non andiamo, qualche giocata non è riuscita, non siamo una macchina da gol». Parole antiche, che però riassumono benissimo il malinconico gennaio dell’Inter. E questa è la premessa dalla quale non si può prescindere. Così come le ultime parole del presidente Thohir annunciano tempi di austerity nerazzurra: «L’Inter si trova in un periodo di transizione. Sarà certamente dura nei prossimi due-tre anni, ma abbiamo bisogno di rendere il club più in salute». Siccome però non c’è niente di più divertente che castigare chi in passato ha vinto molto, agli oggettivi problemi nerazzurri si aggiunge l’atteggiamento degli arbitri, riassunto dall’ultima partita, quella con il Chievo: un gol regolare annullato (sarebbe stato quello del 2-1), con il guardalinee Giachero che ha alzato la bandiera quando il pallone era già entrato in porta, su sollecitazione del portiere del Chievo (lo dicono le immagini); un intervento in area sulla gamba di Botta, che Tommasi ha giudicato regolare. Persino il d.g. Marco Fassone, sempre conciliante con arbitri e assistenti, si è esposto («sono errori gravi, bisogna fare delle valutazioni, la società è arrabbiata, non riesce a comprendere come possano avvenire questi errori»). Così la società ha messo a punto un promemoria sull’argomento. Secondo l’analisi dell’ex arbi- Presidente Erick Thohir Transizione Il presidente: «Siamo in una transizione, nei prossimi due-tre anni sarà dura» tro Cesari, nella trasmissione di Mediaset «la moviola è uguale per tutti», all’Inter mancherebbero 7 rigori. Ma al di là del conteggio, il caso-Inter ripropone la centralità della questione arbitrale, così come si è configurata in questi anni. C’è una oggettiva antipatia fra il designatore Braschi e l’Inter e risale alla famosa partita di Coppa Italia con il Parma (17 febbraio 1999), quando Braschi arbitrava: tre espulsi in 30” (Bergomi, Colonnese e Zanetti). L’addio all’incarico di Braschi, destinato a lasciare a giugno, dopo quattro stagioni, provoca equilibri ancora più precari, aumenta il caos, diminuisce la qualità didattica, già in calo rispetto alla gestione di Collina. E non deve esserci grande simpatia nemmeno fra il presidente dell’Aia e l’Inter, se l’8 aprile, dopo le proteste di Moratti per un rigore inesistente, aveva replicato: «Chi non ha fiducia nelle componenti federali non può fare calcio e dovrebbe andarsene». Al di là dell’episodio (un dirigente federale che mette alla porta l’azionista di maggioranza di un club), Nicchi, che da presidente è confuso nelle interpretazioni delle regole, come lo era da arbitro (Vicenza-Bologna 2-0, 5 gennaio 1997, l’espulsione di Andersson era risultata così assurda da finire in Parlamento), dimentica spesso che quello degli arbitri resta un servizio (ben retribuito). E come tale andrebbe svolto senza arroganza. Nicchi, un mese fa, aveva contestato persino una decisione della Fifa, che al Mondiale ha deciso di utilizzare lo spray per sistemare la barriera a m 9,15 sulle punizioni: «Una decisione che non serve a niente». Di fronte ai ripetuti e grossolani errori che si vedono in A, sono apparsi del tutto fuori luogo gli slogan di domenica (Raidue): «La pressione psicologica delle società sugli arbitri non è più credibile. La stagione è molto positiva, c’è stata una crescita generalizzata». In che film? Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Coppa Italia Decide Perea al 91’. In programma oggi Catania-Siena e Napoli-Atalanta La Lazio beffa il Parma al fotofinish ROMA — La coccarda sul petto dice due cose: la prima è che, in teoria, la Lazio è la squadra da battere, almeno in Coppa Italia (anche perché ha vinto più di tutti negli ultimi 15 anni, cinque coppe); la seconda è che il miracolo si può fare, è successo una volta, il 26 maggio, e con il trofeo in mano i biancocelesti sono riusciti a guadagnare l’Europa aggirando i tormenti del campionato. Uno per questo si aspetta la Lazio «vecchia», quella che bada al sodo, in perfetto stile Reja e, invece, la squadra che batte all’ultimo tuffo il Parma è piena zeppa di giovani. In attacco tre campioncini o aspiranti tali tutti insieme, con Reja, non si erano mai visti. Però sono proprio Perea, alla prima doppietta nella Lazio, l’ex canterano Keita e Felipe Anderson, l’uomo da 9 milioni di euro, a trascinare la squadra ai quarti. E ci sono voluti 90 minuti di sospiri e accidenti, quasi tutti procurati dagli svarioni dei «vecchi» Ciani e Novaretti Ottavi di finale Già disputate Juventus-Avellino 3-0 Fiorentina-Chievo 2-0 Roma-Sampdoria 1-0 Udinese-Inter 1-0 Lazio-Parma 2-1 Così oggi ore 16: Catania-Siena Tv: diretta RaiSport1 ore 18: Milan-Spezia Tv: diretta Raidue ore 21: Napoli-Atalanta Tv: diretta Raidue Quarti di finale martedì 21/1 Roma Juventus mercoledì 22/1 vinc. Milan-Spezia Udinese giovedì 23/1 vinc. Catania-Siena Fiorentina mercoledì 29/1 vinc. Napoli-Atalanta Lazio in difesa, tra l’altro. Perché davanti ci pensano i baby anche se la chioccia Klose è in panchina pronto a fare la differenza: al 25’ è il colombiano Brayan Perea, 21 anni a febbraio a sbloccare la partita. Onazi ispira Felipe Anderson, che finalmente tra tunnel e veroniche prova a dare un senso ai milioni spesi da Lotito, va al tiro e, sulla ribattuta, Perea fa palombella e gol. Che il Parma riesce a pareggiare un quarto d’ora dopo approfittando di un salto a vuoto di Konko: Biabiany è lì e mette dentro. Il secondo tempo vola via come se le due squadre pensassero già ai supplementari. Ci credevano un po’ tutti, da Reja a Donadoni ai giocatori in campo. Tutti meno Candreva, entrato nella ripresa al posto di Ederson, e Perea: al 46’ il primo fa il cross e il secondo ci mette il piede, e il gioco è fatto. Non è un miracolo, ma un’indicazione quella sì, Perea c’è. Annullerà i piani per Quagliarella? Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA Lazio Parma 2 1 Marcatori: Perea 25’, Biabiany 43’ p.t.; Perea 46’ s.t. LAZIO (4-2-3-1): Berisha 6,5; Konko 5, Novaretti 5 (Dias 5,5 31’ s.t.), Ciani 5, Radu 5,5 (Cavanda 6 12’ s.t.); Biglia 5,5, Onazi 6,5; Anderson 6, Ederson 5,5 (Candreva 5,5 22’ s.t.), Keita 5,5; Perea 7. All.: Reja 6 PARMA (4-3-3): Bajza 5,5; Cassani 6,5, Paletta 6, Felipe 6, Gobbi 6; Gargano 5,5, Marchionni 5,5, Parolo 6,5; Biabiany 6,5 (Palladino 5,5 21’ s.t.), Cassano 5,5, Sansone 5 All.: Donadoni 6 Arbitro: Gervasoni 5,5 Ammoniti: Biglia, Felipe, Perea, Cassani Recuperi: 3’ più 2’ 42 Milano Via Solferino, 22 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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Serve cultura» «Italiani troppo tifosi e poco sportivi Per risalire investiremo sulla scuola» Malagò: «È il modo migliore per spendere meno e avere più campioni» Oggi Consiglio a Milano Nuove nomine torna il sereno con la Figc MILANO — Oggi è il giorno di un Consiglio nazionale del Coni di portata storica, perché, dopo 68 anni, sotto la presidenza di Giovanni Malagò, si riunirà a Milano (e ci saranno anche il presidente della Lombardia Maroni e il sindaco Pisapia). Non succedeva dal 1946, quando Giulio Onesti era ancora commissario. L’occasione è rappresentata dalla presentazione del palinsesto olimpico da parte di Sky, che trasmetterà minuto per minuto i XXII Giochi invernali di Sochi (dal 7 al 23 febbraio. Il capo-delegazione sarà Carlo Mornati). Così Malagò su Sochi: «Abbiamo luci e tante ombre, ma anche molte carte da giocare. Non guardiamo solo il medagliere, dobbiamo metterci in condizione di creare una progettualità». Il Consiglio nazionale di oggi è stato preceduto dai lavori della Giunta. Corrado Calabrò è stato nominato Garante del codice di comportamento sportivo, mentre l’Alta Corte di Giustizia Sportiva ha cinque nuovi membri in carica fino al 30 giugno: Franco Frattini (presidente), Massimo Zaccheo, Attilio Zimatore, Dante D’Alessio e Virginia Zambrano. I cinque sostituiscono i componenti dell’Alta Corte che si sono dimessi in data 20 dicembre 2013. Le delibere sono state approvate all’unanimità. Malagò ha negato che vi siano tensioni con la Federcalcio, dopo il voto contrario del presidente Abete (oggi a Nyon per impegni Uefa) sulla riforma della giustizia sportiva: «Non ce ne sono mai state. Semmai ci possono essere stati elementi di normale dialettica. Sarei sempre contento di poter trovare nella mia vita interlocutori come Abete». © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Giovanni Malagò, lo scorso 19 febbraio, quando è stato eletto presidente, sembrava avesse fatto gol. Dopo quasi un anno si è mai chiesto chi me lo ha fatto fare? «Mai. Non cambierei la mia carica con nessun’altra carica del Paese». La sua prima preoccupazione dopo aver festeggiato la vittoria? «Entrando nel palazzo mi chiedevo come sarei stato accolto. Non ero prevenuto, però... Invece è andata bene, sono molto soddisfatto di aver trasferito la mia mentalità a chi si è trovato a lavorare con me. Al Coni ho scoperto entusiasmo e voglia di fare». A proposito: calcio, nuoto e basket contestano la sua riforma della giustizia sportiva. «Ogni tanto bisogna avere il coraggio di cambiare. In Italia cambiare è sempre complicato, essere tutti d’accordo impossibile». Le tre Federazioni affermano che un ❜❜ Nuovi sponsor Se scarseggiano i soldi dobbiamo trovare sponsor e sfruttare quello che abbiamo superprocuratore uguale per tutti non può funzionare, in sostanza: un calciatore e un giocatore di bocce non sono la stessa cosa. «Sono convinto che il tesserato del calcio e quello delle bocce abbiano identici diritti e doveri. La preoccupazione delle tre federazioni è immotivata». Con la riforma, Tnas e Alta Corte saranno sostituiti dal Collegio di garanzia, in pratica la Cassazione dello sport. Nell’attesa, l’Alta corte si è dimessa in massa. «Rispetto la decisione e vado avanti. Uno dei miei obiettivi è avere nei nostri organi di giustizia giudici dedicati esclusivamente allo sport e non più professionisti, per quanto prestigiosi, in prestito». Intanto ha cambiato la figura del presidente federale. «C’erano i gettoni di presenza, che hanno anche creato situazioni al limite dell’imbarazzo. Ora il presidente prende 36 mila euro lordi. Dirigere una Federazione è un lavoro, era giusto riconoscere un indennizzo altrimenti si sarebbero candidati solo pensionati, benestanti o gente spinta da interessi personali». Le prossime tre cose da fare? Numero 1 Giovanni Malagò, 54 anni, romano, presidente del Coni (Olycom) «Razionalizzare la struttura per liberare risorse per lo sport, gli sportivi; rendere più forte il legame col territorio perché in Italia le eccellenze nascono quasi sempre in enclavi, in realtà locali che vanno rispettate e premiate; lo sport nelle scuole». Nel 2010 la Francia investiva 10,5 miliardi di euro nello sport e nelle attività ricreative, l’Italia 3,8. Oggi addirittura l’investimento nel nostro Paese è sceso a 2,5 miliardi... «Dobbiamo trovare sponsor e sfruttare quello che abbiamo. Un esempio: sono sempre di più gli impianti che possono essere coperti, anche al Centrale di Wimbledon hanno messo il tetto. Se noi riuscissimo a metterne uno allo stadio del tennis del Foro italico avremmo una struttura nella quale organizzare , oltre al torneo, concerti ma anche convention». Chi è Al vertice Giovanni Malagò è nato a Roma il 13 marzo 1959 ed è stato eletto presidente del Coni il 19 febbraio 2013 La carriera Imprenditore, dirigente sportivo ed ex giocatore di calcio a 5, ha cominciato la sua attività nel Coni nel 2000, quando è diventato membro della Giunta esecutiva. Da allora si è occupato di molti avvenimenti sportivi di carattere internazionale organizzati in Italia, come il Campionato europeo di pallavolo del 2005 e il Campionato mondiale di nuoto del 2009 Altre attività Oltre che di sport, Giovanni Malagò si è occupato anche di spettacolo, come componente del consiglio di amministrazione dell’Auditorium Parco della Musica, e di sociale, come membro onorario dell’Ail (Associazione italiana contro le leucemielinfomi e mieloma) Il sito per i Giochi Notizie, medaglie e tutto sugli azzurri, per la prima volta in lingua anche in inglese. È da ieri online il sito www.sochi2014.coni.it interamente dedicato alla missione italiana in partenza per i XXII Giochi Olimpici Invernali. Su iniziativa del Coni il sito verrà aggiornata in tempo reale con tutte le gare degli italiani. Interessante anche la sezione storica con tutti i medagliati e i finalisti azzurri «all time» Lo sport nelle scuole è un altro dei grandi temi dibattuti e mai risolti. «È fondamentale anche se, da presidente del Coni, potrei preoccuparmi solo di Olimpiadi e Mondiali. Il nostro tasso di sedentarietà è del 40%, uno dei più alti. L’organizzazione mondiale per la sanità ha calcolato che l’abbassamento di un punto percentuale farebbe risparmiare allo Stato 200 milioni l’anno di spese sanitarie. Con lo sport nelle scuole spenderemmo meno, avremmo più campioni e miglioreremmo la nostra cultura sportiva: oggi, purtroppo, gli italiani sono molto più tifosi che sportivi». Ai Giochi di Londra l’Italia ha vinto 28 medaglie, ma il bilancio di atletica, nuoto e sport di squadra è di un argento e tre bronzi. Le medaglie si contano o si pesano? «Si pesano e si contano. È chiaro che l’oro dei 100 metri vale molto più di tanti altri e proprio sugli sport, diciamo fondamentali, stiamo investendo». Rossi, la Pellegrini, Nibali: gli sportivi italiani conosciuti nel mondo sono pochi. «È un dato di fatto. Abbiamo atleti eccezionali in alcune discipline, ma a livello di popolarità mondiale siamo a corto di personaggi. Ci sono luci e ombre, cercheremo di fare più luce». Ai Giochi di Sochi ci saranno più poliziotti che atleti, ci sono problemi per il Mondiale di calcio in Brasile e per ❜❜ Medaglie Chiedo al 2014 di vincere a Sochi più medaglie che a Vancouver e spero in un nuovo campione quello del 2022 in Qatar si sta pensando di giocare in inverno. Lo sport mondiale è impazzito? «Non so se è impazzito, di sicuro alcune scelte si stanno rivelando poco felici. Il problema è che sono sempre meno i Paesi in rado di competere con quelli che hanno situazioni politiche particolari o ricchezze immense. Ma ho molta fiducia in Thomas Bach, il nuovo presidente del Cio. Ha vinto l’Olimpiade è l’uomo giusto per rimettere lo sport al centro». Cosa chiede alla politica? «Sensibilità e rispetto, con Letta e Delrio il rapporto è ottimo, stabilità sul medio, lungo termine. E spero, al più presto, di poter fare una legge quadro nella quale mettere tutto, dalla fiscalità, allo sport nella scuola». Al 2014, invece? «Vincere a Sochi più medaglie di quelle vinte a Vancouver, un salto di qualità nella cultura sportiva, almeno dei segnali per un possibile accordo sullo sport nelle scuole e un nuovo campione». In quale sport? «Non ho preferenze». Domenico Calcagno © RIPRODUZIONE RISERVATA La corsa Al via oggi l’82ª edizione con la sfida tra Loeb e Ogier. Sabato il Turini tra i ricordi della Lancia Fulvia HF e della Stratos di Munari Montecarlo, dove il rally diventa leggenda È la festa invernale del motorismo. Esclusiva, ambitissima. Da sempre. Prima edizione: 1911. Voluta dal Principe Alberto I di Monaco per verificare sino a che punto l’automobile fosse un aggeggio rassicurante per attraversare il futuro. Rally di Montecarlo. Un marchio nella memoria collettiva. Si parte oggi per l’edizione numero 82, con un antipasto nei pressi della nuova base operativa, a Gap, Haute Alpes. Poi, da domani, su e giù, in una carambola di prove speciali. Neve e asfalto, pioggia, rocce e tornanti per una battaglia che deve essere memorabile e feroce, come vuole la tradizione della corsa che spalanca il Mondiale. Sebastien Loeb, 9 titoli mondiali, 7 vittorie al «Monte», contro Sebastien Ogier, il campione iridato in carica. I due hanno macchine diverse (Citroen DS3 per Loeb, Vo l k s w a g e n Po l o R p e r Ogier), stesso nome, stesso passaporto, ovviamente francese, gli stessi avversari. Per nulla intimoriti. A cominciare da Dani Sordo e Thierry Neuville con le Hyundai i20, per finire a Robert Kubica, al debutto nel campionato mondiale con una Ford Fiesta RS, pronto a inseguire un sogno obbligato. Primo pilota nella storia capace di vincere un rally iridato e un Gran premio di Formula 1 (Canada 2008). È in credito con questa specialità dopo aver rischiato di morire sulle strade della Liguria, tre anni fa, dopo essere stato costretto a fermare la sua carriera in monoposto per le ferite, gravissime, patite alla Sei giorni di fuoco La gara L’82ª edizione del Rally di Montecarlo si svolgerà da oggi a domenica: 98 i concorrenti Il programma Così oggi presentazione sulla piazza del Casinò di Montecarlo e prima prova a Chateauvieux (a 6 km da Gap) Così domani tre prove speciali Così venerdì 17/1 Vitrolles-Faye (49,03 km) Così sabato 18/1 sfide più spettacolari, anche in notturna, con il Col de Turini Così domenica 19/1 cerimonia di premiazione a Monaco mano e al braccio destri. Chi fa il tifo per lui spera di vederlo fare i numeri sul Col de Turini, prova speciale prevista sabato, vale a dire nei pressi del finale. Il luogo fa mito a parte, attraversato a suo tempo in piena notte, la «notte dei lunghi coltelli», con i fari delle macchine a tagliare il buio. Lampi, a gessare i volti degli appassionati stretti nel gelo, una magia. Il Turini resta uno scrigno magico nel quale transitano le immagini più care. Quelle della «Fulvietta» HF protagonista assoluta nel 1972 e poi subito, di un’altra Lancia indimenticabile, la Stratos. Tre centri filati, 1975, ’76 e ’77. Sandro Munari, sempre lui, una certezza tutta nostra, puntuale e magnifica. Il galà, del resto, concede il centro della scena solo a interpreti d’eccezione. Walter Roherl, tedesco lungo lungo, formidabile, capace di trasportarci, Re del Turini Due immagini di Sandro Munari, oggi 73 anni, a sinistra (navigatore Mannucci) sulla Lancia Fulvia HF nel 1972, sopra con la Stratos (navigatore Maiga) nel 1977 (Ap) vincendo, nell’era, ad altissimo rischio, delle macchine Gruppo B. Mostri dichiarati, 500 cavalli spaventosi anche per chi doveva domarli. Audi Quattro, Peugeot Turbo 16, Lancia Delta S4, Ford RS200. Per un elenco lungo di incidenti gravissimi nel cuore degli anni Ottanta (Ari Vatanen, Argentina, 1985; Marc Surer, Germania, 1986) o addirittura mortali (Henry Toivonen e Sergio Cresto, Corsica, 1986). Si partiva da città diverse dell’Europa per poi farla fuori sui monti sopra il Principato. Ora, nell’era Loeb, vincitore anche lo scorso anno, niente carovane, è corsa è basta, sui monti che circondano il Principato. Il fascino mostra una patina leggermente coperta di brina, ma fa lo stesso. Lo champagne, da stappare a due passi dall’Hotel del Paris, vale ogni rischio, la stessa, definitiva consacrazione. Giorgio Terruzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Grazia Bagnaresi con Jacopo, Filippo e Antonio partecipa al dolore di Giorgiana per la perdita del padre Sandro, Marco, Sasà e tutto lo staff del gruppo Ferrone si uniscono al dolore della famiglia per la perdita del caro Sanzio Zappieri Sanzio Zappieri - Faenza, 14 gennaio 2014. - Roma, 14 gennaio 2014. Per noi era il caro amico Ciao Zap ci mancherai.- Ci hai insegnato tanto e ti siamo riconoscenti.- Non ti dimenticheremo.- Lella e Franco. - Milano, 15 gennaio 2014. Eugenio Leoni partecipa commosso al dolore della famiglia per la perdita di Sanzio Zappieri maestro di vita. - Milano, 14 gennaio 2014. Grazie Zap per noi resterai sempre il più grande.- Marco Federica Cristina Szilvia Joe Sabrina Luisa. - Milano, 14 gennaio 2014. Giovina, Monica, Laura partecipano al dolore di Domenico e Giorgiana per la perdita del padre Sanzio Zappieri Lo ricordiamo per la sua professionalità nella moda. - Milano, 15 gennaio 2014. Caro Zap Alfonso e Stefano Ajello con Pietro Sormani e i collaboratori dello studio notarile lo ricordano con tanto affetto e partecipano al grande dolore della famiglia. - Milano, 14 gennaio 2014. Profondamente addolorato mi unisco al lutto della famiglia per la perdita di Sanzio Un uomo intelligente, un punto di riferimento, un collega stimato.- Riccardo Grassi. - Milano, 14 gennaio 2014. Caro Zap grazie a te la mia vita è cambiata trentatré anni fa.- Ti ricorderò sempre con affetto e stima e partecipo al dolore dei tuoi cari.- Laura Morino. - Milano, 14 gennaio 2014. Zap Grazie...- Resterai sempre vivo nei nostri ricordi...- ZMD Firenze - Roberta, Daniela, Antonella, Valentina, Silvia. - Firenze, 13 gennaio 2014. Zap Cara Giorgiana, tuo padre Sanzio ti ha insegnato il "semper ad maiora".- E allora forza!- Caterina Rivadossi. - Milano, 13 gennaio 2014. - Milano, 14 gennaio 2014. Sanzio Zappieri Partecipa al lutto: Alberto Gardino. Grazia Olivetti Galletti Lo annuncia la figlia Laura insieme con i suoi figli Nicola con Lara, Alexander ed Elena, Giacomo, Beniamino e il loro papà Domenico de' Liguori Carino.- I funerali si sono svolti in forma strettamente privata e Grazia riposa ora a Ivrea vicino a suo marito Adriano. - Ivrea, 15 gennaio 2014. Edoardo, Chicca, Camillo, Amerigo, Vittorio abbracciano Lalla e i cugini per la triste perdita della zia Grazia - Milano, 14 gennaio 2014. Lidia, Bruno, Albertina, Michele e Roberto si uniscono al dolore di Lalla con tanto affetto per la perdita della cara Grazia - Roma, 14 gennaio 2014. Grazia Olivetti e sono fraternamente vicini a Lalla e ai suoi figlioli. - Ivrea, 15 gennaio 2014. Arturo e Josette Martinoli sono vicini a Lalla e ai suoi ragazzi per la morte della mamma Grazia Olivetti e la ricordano con affetto. - Ivrea, 14 gennaio 2014. - Ivrea, 14 gennaio 2014. Sanzio Zappieri Tomorrow Milano saluta un grande della nostra industria. - Milano, 14 gennaio 2014. Davide e Monica si stringono con affetto a Dome, Elena e Giorgiana in questo triste momento per la perdita del caro papà Sanzio - Lugano, 14 gennaio 2014. L'ufficio Limelight si stringe alla famiglia in un commosso abbraccio per la scomparsa del caro Sanzio Ci mancherai.- Alessandra Flavia Gabriele Vera. - Milano, 14 gennaio 2014. Altissimo esempio di onore e riferimento che ci ha accompagnato in tante avventure.- I nipoti Riccardo ed Andrea ed il pronipote Valentino Junior.- A perenne ricordo. - Roma, 15 gennaio 2014. come grande professore di storia vissuta ed insegnante di stile di vita mancheranno le sue numerose telefonate. - Roma, 15 gennaio 2014. Alla famiglia Zappieri, ci uniamo al vostro dolore per la scomparsa del grande Al caro Lo annuncia la famiglia.- I funerali avranno luogo giovedì 16 gennaio alle ore 11 nella Basilica di San Marco, in piazza San Marco n. 2 Milano. - Milano, 14 gennaio 2014. Ing. Sanzio Zappieri Partecipa al lutto: F-Cube S.r.l. Sanzio Maestro di vita, grande sportivo, comandante e combattente, nonno premuroso.- Ne danno il triste annuncio i figli Carlo e Maria.- La messa in suffragio, a tumulazione avvenuta, sarà officiata da Sua Eminenza Cardinal Giovanni Battista Re giovedì 16 gennaio alle ore 19 presso la chiesa di Santa Maria a piazza del Popolo.- Si ringraziano Nicasio ed Udaya per la dedizione con cui lo hanno seguito sino all'ultimo.- Non fiori ma opere di bene. - Roma, 15 gennaio 2014. Alla figlia Maria ed al suo fido Gianluigi che ricorda Il Consiglio di amministrazione, il Collegio sindacale e i dipendenti tutti della Olivetti S.p.A. partecipano con profondo cordoglio al lutto della dottoressa Laura Olivetti per la scomparsa della mamma Alex e Stefano Martinetto. - Milano, 14 gennaio 2014. Osvaldo Patani I condomini di via Senato n. 34 - Milano insieme all'Amministratore prendono viva parte con sentito cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa dell' Paolo, Mietta, Roberto Marselli piangono Caro hai lasciato un vuoto nei nostri cuori.- Siamo certi che da lassù ci guiderai come sempre.- Ti vogliamo bene.- Lele Rosi Anna Beatrice Andrea Gabriela Laura Tina. - Milano, 14 gennaio 2014. Il giorno 13 gennaio è mancato all'affetto dei suoi cari Valentino Criscuolo Nonnone Valentino Ciao Si è spenta serenamente Sanzio ti ricorderemo sempre con grande affetto.- Abbiamo perso un carissimo amico.- Alla moglie Edda e ai figli Domenico, Elena e Giorgiana le nostre più sentite condoglianze.- Rosy Franco Carla Tiziano Simona. - Milano, 14 gennaio 2014. Il giorno 13 gennaio 2014 è venuto a mancare all'affetto dei suoi cari Grazia Olivetti Galletti Valentino I dipendenti ed i collaboratori di TriumphGroup International partecipano commossi al dolore della Dottoressa Maria Criscuolo e di tutta la famiglia per la perdita del papà Dott. Valentino Criscuolo Dott. Valentino Criscuolo Valentino Criscuolo - Milano, 14 gennaio 2014. I dirigenti, i dipendenti ed i collaboratori della Tecno Engineering 2C S.r.l. partecipano con affetto e commozione al dolore della famiglia Criscuolo per la perdita del caro Valentino Criscuolo co-fondatore della società, ricordandone la generosità, la disponibilità ed il profondo senso del dovere. - Roma, 14 gennaio 2014. I dipendenti e collaboratori della Tecno Domus S.r.l. partecipano commossi al dolore della famiglia Criscuolo e ricordano con grande affetto Valentino Criscuolo fondatore della società, esempio di rettitudine, vitalità e saggezza. - Roma, 14 gennaio 2014. Paolo Buzzetti Presidente dell'ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili - e l'intero sistema associativo sono vicini alla Dottoressa Maria Criscuolo per la scomparsa del padre Dott. Valentino Criscuolo - Roma, 15 gennaio 2014. Mario e Gaby Giacomini ricordano con tanta simpatia l'amico Cesare (Peppo) Ortalli fisico sperimentale di rara genialità, maestro di intere generazioni e amico carissimo. - Pisa, 15 gennaio 2014. e si stringono con affetto a Nini, Federica e Francesco. - Milano, 14 gennaio 2014. Lorenzo Foà Addolorati, gli amici e colleghi del Dipartimento di Fisica "Enrico Fermi" dell'Università di Pisa partecipano la scomparsa di Lorenzo Foà nostro primo direttore, instancabile portatore di idee e indimenticabile docente. - Pisa, 15 gennaio 2014. Osvaldo Elisabetta e Cristiana con Nella, Mattia e Nicolò; Jan con Fabian e Julia; Beatrice con Ginevra.- Ti penseremo sempre in cima alle tue amate Dolomiti. - Milano, 14 gennaio 2014. Ciao Osvaldo sei stato un grande Maestro di vita, i tuoi insegnamenti, le tue poesie, l'amore per l'arte ed il buon vivere, rimarranno sempre con me come il tuo ricordo.- Grazie, Gianmarco. - Milano, 14 gennaio 2014. Gli zii Elvira, Giorgio, Marisa, Alberto, Carla e Elena con le loro famiglie piangono il carissimo Mario e si stringono con affetto ad Anna, Francesca e Francesco. - Milano, 14 gennaio 2014. Osvaldo Kikka con famiglia è vicina alla sorella Luisella per la perdita di Osvaldo Partecipano al lutto: Mea e Stefano. Massimo e Milly Moratti partecipano con affetto al dolore dei familiari nel ricordo del caro amico e grande Maestro Osvaldo Patani - Milano, 14 gennaio 2014. Benito e Wilma Benedini rattristati per la scomparsa del Dott. Prof. Osvaldo Patani sono vicini alla sua famiglia in questo triste momento. - Milano, 14 gennaio 2014. Caro indimenticabile Osvaldo Enrico, Carla e tutti i Masserini ti ricorderanno sempre inesauribile e sorprendente amico. - Milano, 14 gennaio 2014. I condomini e l'Amministratore dello stabile di piazzetta Brera 24/2 partecipano al lutto della signora Luisella Barzaghi e dei familiari per la scomparsa del Prof. Osvaldo Patani - Milano, 14 gennaio 2014. Partecipano al lutto: Gabriella Arlati e Giorgio Cavaciuti. Maria Pia e Maurizio Corvi Mori. Alberto Pederzani. Chiara e Beppe Regazzoni. Attilia e Fiorino Ferrario. Il marito Ettore Torres, il figlio Michele con Rosaria e i parenti tutti annunciano la grave perdita della loro meravigliosa Anna Torres Mario Legorini e sono vicini con affetto e preghiere al dolore di Anna, Francesca e Francesco. - Milano, 14 gennaio 2014. I cugini Patrizio e Claudia insieme a Bernardino sono vicini a Gianfranco per la perdita della cara Loredana I condomini e l'Amministratore del condominio di via Buonarroti 38 Milano esprimono alla famiglia le loro più sentite condoglianze per la perdita della Contessa Giancarlo Curone Pittore Lo annunciano con immenso dolore la moglie Elisa, i figli Luca e Paola, i nipoti Isabella e Lorenzo ed i parenti tutti.- I funerali si svolgeranno in Desio mercoledì 15 gennaio alle ore 15 nella chiesa parrocchiale SS. Pietro e Paolo. - Desio, 14 gennaio 2014. Dopo lunga malattia mamma Vanda Bianchini ci ha lasciato.- Ne danno il triste annuncio gli amatissimi figlioli Fabio e Vanna.- I funerali si terranno mercoledì 15 gennaio alle ore 14.45 chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo via Catone 10 Milano. - Milano, 11 gennaio 2014. È mancata all'affetto dei suoi cari Gabriella Bracchi Ne danno il triste annuncio il nipote Roberto ed il pronipote Andrea.- I funerali si svolgeranno giovedì 16 gennaio.- Per il luogo e l'ora delle esequie si prega di telefonare al n. 025513027. - Milano, 14 gennaio 2014. Ci ha lasciato Aldo Cadenazzi Ne danno il triste annuncio la figlia Antonia Cadenazzi e il nipote Michele Soldarini.- Che il suo spirito resti per sempre nelle acque del suo lago fra le tanto amate barche. - Tremezzo, 14 gennaio 2014. La Direzione ed i colleghi tutti del gruppo Edison S.p.A. sono vicini all'Avvocato Renato Riboldi per la perdita della madre Luigia Crepaldi e partecipano con commozione al lutto e al dolore della famiglia. - Milano, 15 gennaio 2014. Partecipa al lutto: Massimiliano Balboni. Manuela e Silvia abbracciano forte Federica e la sua famiglia per la dolorosa perdita del caro papà I soci del Lions Club Milano Duomo prendono parte con grande tristezza al profondo dolore di Ettore per la prematura scomparsa della cara Pippo Anna - Milano, 14 gennaio 2014. - Milano, 15 gennaio 2014. La famiglia di Andrea annuncia la sua scomparsa avvenuta il 10 gennaio 2014, e invita gli amici alla celebrazione religiosa mercoledì 15 gennaio 2014 alle 14,45 a Saronno nella chiesa di S. Pietro e Paolo in piazza della Libertà 2. - Milano, 15 gennaio 2014. I condomini e l'amministratore di via Castelbarco 2 Milano, partecipano con profonda commozione al lutto della famiglia per la scomparsa della signora I condomini di via Boccaccio 15/A - Milano - e l'amministratore esprimono il proprio cordoglio unendosi al dolore dei familiari, per la scomparsa del I cugini Anna con Aldo, Annapaola con Massimo, Giovanni con Maria, Maurizio, Roberta con Sandro e tutte le loro famiglie piangono la prematura scomparsa dell'amato Franca Borsotti Magrì Dott. Guido Carraresi Roberto Lorenzet - Milano, 14 gennaio 2014. I soci e la Presidenza del Club Alpino Accademico Italiano annunciano la scomparsa di Vasco Taldo socio e past-presidente del gruppo, ricordandone i meriti alpinistici e le qualità umane. - Merate, 14 gennaio 2014. È mancata all'affetto dei suoi cari Gabriella Prina ved. Pettorossi Ne danno l'annuncio i figli Lavinia e Riccardo, il genero e i nipoti. - Milano, 14 gennaio 2014. Amedeo e Anna con Emma e Carlotta sono vicini ad Andrea e Federica Mantini per la perdita della cara nonna Alberta Pozzo Andrea Pagni - Milano, 14 gennaio 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ - Milano, 14 gennaio 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: La Casa di Riposo per Musicisti - Fondazione Giuseppe Verdi comunica che nel cinquantasettesimo anniversario della scomparsa di Corriere della Sera PER PAROLA: Arturo Toscanini giovedì 16 gennaio alle ore 11 il Maestro verrà ricordato con Wally Wanda Walter - Milano, 13 gennaio 2014. È volato nell'azzurro dei suoi cieli RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano Carlo Pinotti si è spento domenica 12 gennaio circondato dall'affetto di tutti i suoi cari. - Milano, 14 gennaio 2014. Loredana Coopmans de Yoldi Garzonio I funerali si terranno oggi 15 gennaio presso la parrocchia del Santissimo Redentore di via Palestrina alle ore 14.30. - Milano, 15 gennaio 2014. - Milano, 14 gennaio 2014. A esequie avvenute la moglie Maria Pia annuncia con grande tristezza che Giorgio Bagliani, Stefano e Gioia, Paolo e Marianne, Rossana, profondamente addolorati piangono la prematura morte del carissimo nipote e cugino - Milano, 14 gennaio 2014. Ciao che ricorderà sempre con tanto affetto. - Giussano, 14 gennaio 2014. Lorenzo Foà Ricorderemo sempre le sue grandi doti umane, le sue capacità di guida e i suoi indimenticabili insegnamenti. - Pisa, 15 gennaio 2014. Ciao papà, ciao nonno, ciao La Vice Presidenza di TriumphGroup International, il management di Roma, Bologna, Milano, Padova, Bruxelles, Londra e Shanghai si stringono al dolore del Presidente Maria Criscuolo per la perdita del suo caro papà Gli amici della "Associazione Frontier Detectors for Frontier Physics" partecipano al dolore di Paola, dei figli e di tutti i parenti per la scomparsa di La Sezione di Pisa dell'INFN si stringe attorno ai familiari per la scomparsa di Osvaldo te ne sei andato ma rimarremo sempre mano nella mano.- La tua Luisella. - Milano, 14 gennaio 2014. La sede di Roma lo ricorda con grandissimo affetto per tutto l'aiuto ricevuto, per i preziosi consigli che ha trasmesso e per l'umanità che lo ha sempre contraddistinto.- Ora insieme a Simonetta riposa in pace nella casa del Signore. - Roma, 15 gennaio 2014. - Roma, 15 gennaio 2014. Mario Legorini Ciao ti ricorderemo per sempre.- Patrizia e Federico. - Milano, 14 gennaio 2014. Giorgio e Nicoletta Carriero sono affettuosamente vicini alla loro cara amica Maria per la scomparsa del padre Ha raggiunto in cielo il suo papà il nostro caro Lo annunciano con infinito dolore la mamma Anna, la sorella Francesca e il nipote Francesco.- I funerali avranno luogo mercoledì 15 gennaio alle ore 15.30 presso la parrocchia dei SS. Cornelio e Cipriano a Bornago. - Milano, 14 gennaio 2014. e Walfredo A MODULO: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 nella cappella della Casa di Riposo per Musicisti in Milano, piazza Buonarroti 29. - Milano, 15 gennaio 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 A funerali avvenuti, i nipoti Nicoletta ed Adriano Ribolzi, Barbara Rosa Olivero, Daniela e Willy Aletti, Nico e Rena Scannicchio, con i rispettivi figli e nipoti annunciano con grande tristezza, la perdita della loro zia Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 - mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Sandra Scola Cavaliere della Repubblica Italiana avvenuta nel Principato di Monaco il 28 dicembre 2013.- Le care spoglie riposano nella tomba di famiglia al Cimitero di Lecco Castello.- Una Messa verrà celebrata, in occasione del trigesimo, nella chiesa di San Marco a Milano il 27 gennaio 2014, alle ore 18.30. - Milano, 14 gennaio 2014. 15 gennaio 1986 - 15 gennaio 2014 "E fuggirai nel tempo infinito con la tua felicità intatta". Sei sempre nel mio cuore Enrico Ballico Lai Barbara con il papà Wanni. - Milano, 15 gennaio 2014. Dott. Prof. Franco Viola A funerali avvenuti in forma privata Marisa Viola ringrazia gli amici che le sono stati vicini e che hanno partecipato al suo grande dolore per la perdita di Franco marito carissimo uomo di grande umanità e medico di rare qualità stimato e amato da tutti. - Milano, 15 gennaio 2014. Nel trigesimo della morte di Antonio Inzaghi lo ricordano con immutato affetto la moglie Giuse, i figli Giorgio, Petrina, Beppe, Guido con le rispettive mogli Laura, Elena, Pinin e i nipoti. - Vimercate, 15 gennaio 2014. A un mese dalla scomparsa di Pio Pigorini una Messa di suffragio verrà celebrata in Santa Maria delle Grazie giovedì 16 gennaio alle ore 17. - Milano, 15 gennaio 2014. Da un anno Giuseppe Vallardi ci ha lasciato.- La famiglia ringrazia commossa quanti costantemente lo hanno ricordato. - Milano, 15 gennaio 2014. L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 22 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. 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Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. 45 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 3* *43 38* *3=( = *3*8 38 *4 37 *3=8 3( *3= 33 *3=( 33 *48 3 *4( 34 *3=* -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 0 ) # '9# #91 #'6011') ')0 % 0 #)'# &0##)'%# )' +#) 1+012 %60); #% 6&+) &# %#)0 )' & #)0 1)% #&'6), )&'# +#: '9# +#) 1+01 % )0 1+# )0);16 )' #)"# 19 ;16 %+# +0;% #% 1)% 19% 016) # 166)0#, ''< + #)0&'6) % 6&+) ;'0$ ;01) #% #' 166#&' +0 %/00#;) # +0690<#)'# 6%'6#" " +)060'') +#) #91 ++0#& % )0 19%% )1' +)# '" ;01) #% 9, ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" )16 #%') )0#') 0'6) '<# 0#16 '); )%) ' )& &+)11) , %0# 6'# ! #0'< 09 # ')' .-9#% +)%# 0# )6'< 6 $-%( %0&) % "0) %#0# 90 # %# )% 9;)%) )+06) #) # );1# &+)0%# ; )06) )06 )%6) )06 %&) %8 ')' )16 0# )%) ' )%<') 01# %#0# 0 4 / ) ); )4 )0 )4 / ) 0') #) %"& # &+)11) 6'# 0)6)' 9') #0'< '); &+0# 9;)%)1) / ) 0 / ' )0 ) )4 ); )) .-9#% 11#' #%') +)%# %# %0&) &+)0% %"& %8 ); ); ); ); ) )/ 0 )3 )3 ) )+06) Puzzles by Pappocom 6 6 4 7 8 1 2 9 4 6 9 5 1 3 8 1 2 7 9 9 4 3 2 4 Altri giochi su www.corriere.it 0& 09 # 10 #1 )6'< , %0# #&#'# ; %"& %8 ); 3 / )4 )) ' )0 )4 );1# )& )0#') 0'6) 0#16 #' '<# 0)' %"& %8 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 5 4 3 8 7 1 2 6 9 6 9 7 5 4 2 1 3 8 8 1 2 6 9 3 5 7 4 9 7 1 3 8 5 6 4 2 2 8 5 4 6 7 9 1 3 4 3 6 1 2 9 8 5 7 7 5 8 9 3 6 4 2 1 1 2 9 7 5 4 3 8 6 "6 -$"&( -.6" - (&- %.2-% 2(($% (*&!& 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" ); 4 ) ); / / / )4 0 )4 ' )) ' $!" !&!" &#(# &(56- 3 6 4 2 1 8 7 9 5 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 67 66 1 10 3 35 4 31 54 75 83 28 43 37 37 49 75 64 33 44 86 13 12 87 64 43 58 16 49 43 72 80 10 25 34 44 34 40 50 46 52 12 42 15 69 5 74 70 9 41 43 55 17 13 82 ! &2"( 7 (-# "( &"-( 5&(. 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Milan Seedorf Via al dopo Allegri: il nuovo allenatore dei rossoneri arriva oggi alle 18 a Linate dal Brasile. 46 Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera Teleraccomando Debora Villa Tv in chiaro ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER FESTEGGIARE Kevin Costner e la vendetta Al Bano-Romina sul palco insieme Al via la pluripremiata miniserie con Kevin Costner ( foto) vincitrice di cinque Emmy Awards, un Golden Globe e basata su una storia vera. La fiction racconta la lunga faida tra le famiglie Hatfield e McCoy che prende il via dopo la Guerra di secessione americana (1861/1865). Esecuzioni, imboscate e incendi ai confini di Virginia e Kentucky sono scatenati dall’uccisione di Asa McCoy nel 1865. I due ex compagni d’armi William Hatfield (Costner) e Randolph McCoy (Paxton) si giurano vendetta: una scia di morti che si placa solo nel 1891. Vietato perdere Al Bano e Romina Power (foto) che sono tornati a cantare insieme. Lo show di stasera è la registrazione del meglio dei due concerti andati in scena il 17 e 18 ottobre 2013, al Crocus City Hall di Mosca, in occasione dei 70 anni del cantante pugliese. Le telecamere di mezzo mondo erano lì per la coppia da Mulino bianco che negli Anni 70 e 80 ci ha rallegrato con «Felicità» e molti altri brani, riproposti per l’occasione in questo evento musicale. Sul palco anche tanti amici: Morandi, Cutugno, Tozzi, I Ricchi e Poveri, i Matia Bazar, Pupo, Riccardo Fogli. Hatfields & McCoys Rete4, ore 21.10 Felicità Rai1, ore 21.10 ,>Ó À>°Ì ,>Î À>°Ì DEL ASCOLTA IL NUOVO PROGRAMMA ... ,iÌi{ À>°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD° Õ >>À>] Ã> Ã>À` £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD° Ìi> iÀV £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD° 6iÀV> >Þ> £x°Óä 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD° *>> *iÀi}] À>V >Ài° i «À}À>>\ ,> *>À>iÌ /ii}À>iÆ /} £Æ i Ìi« v> £n°xä ½,/° +Õâ° >À Ì Óä°ää /", ° -, Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD Ó£°£ä /° ViÀÌ° > i ,> *ÜiÀ ÓΰÎä *",/ *",/° ÌÌÕ>ÌD° ÀÕ 6ië> £°ää / £ "//° È°{ä ,/"" -° ,>}>ââ n°£ä <",,"° /iiv n°Îx 1"6 66 /1, **,° /iiv £ä°ää /Ó -° ÌÌÕ>ÌD ££°ää // 6"-/,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD i`V> £{°ää *-" *,"° /iiv £{°xä //" //"° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää *-" *,"° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä / 1*\ "ÌÌ>Û ` v>i\ > -«iâ>° >V £n°xä / Ó° n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx , *, /" -*<","° ÌÌÕ>ÌD £ä°£x ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌÕ>ÌD £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää /,° /, /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌÕ>ÌD £x°ää +1-/" /° ÌÌÕ>ÌD £x°{ä / Î °°-° £x°{x /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°xä -*// " "° VÕiÌ £È°{ä "° VÕiÌ £°ää / ΰ £°xx ° °°-° /iiv° >À >À] V >i 7i>Ì iÀÞ] *>ÕiÞ *iÀÀiÌÌi Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Óä°xx / 1*\ >« Ì>>Ì>° >V Óΰää / Ó° £°Îä /,° /, /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£x - " "- 1/ -* ° ,i>ÌÞ Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ½ 6-/"¶ ÌÌÕ>ÌD° i`iÀV> -V>Ài Ó{°ää /Î "//° £°Îä -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD Ó°ää << -/ " -*// "" 1/1,° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£x ,6"6,° / ÀiÀ] À>V>ÉL] Óääx®° ,i}> ` ÕÞ ,ÌV i° >à -Ì>Ì >] ,>Þ ÌÌ>] 6ViÌ *>ÃÌÀi ä°£ä / ," ° £°ää /" ΰ £°äx ,- " ///" *//" " 66 <° ÌÌÕ>ÌD MATTINO E ANCHE TU DIRAI... Dal lunedi al sabato dalle 7.00 >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì *-° /iiv 6 ° /iiv 1 /,° /iiv , ,° /iiv° >Õi> ÀVÕÀ , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD / { /", ° , " /6° - Ü / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD 1, -/,//" Ó£° /iiv /""/-° i`>] 1Ã>] £nÓ®° ,i}> ` -Þ`iÞ *>V / { /", ° -,/"° /iiÛi> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x /" / */,"° ÌÌÕ>ÌD n°xä // " +1° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx / x ", £ä° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° £Î°{ä 1/1° ->« "«iÀ> £{°£ä /"6/, ° ->« "«iÀ> £{°{x 1" " ° /> à ܰ >À> i «« £È°£ä -,/"° /iiÛi> £È°xx *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ Óä°ää / x° Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV Ç°{ä 1 *, ° /iiv °Îä 6,7""° /iiv ££°Óx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°Óx -/1" *,/"° £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä -*-" ° >ÀÌ £{°Îä ," /° >ÀÌ £{°xx /",9 ° -iÀi £x°{ä 1 1" £ÉÓ° -iÀi £È°Îä "7 / 9"1, "/,° /iiv £È°xä "6,/ ,-° /iiv° *«iÀ *iÀ>L] ÀÃÌ« iÀ À > -/1" *,/" / *<" ° £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä °-°° ° /iiv È°ää / Ç° Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD° ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°{ä / -/, /° /iiv° À>} /° iÃ] >Ì > >*>}> £n°£ä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` Óä°ää / Ç° £x°£ä ", 9° /iiv £È°ää £È / /° 6>ÀiÌD £È°xä / "° 6>ÀiÌD £Ç°xä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £n°xä ," 1 , -1*,-/,° /iiv £°Óä - ,1-° -iÀi Óä°£x ", 9° /iiv Ó£°£ä £È / /° 6>ÀiÌD Óΰää , 1"1- --\ 6, , "/-° 6>ÀiÌD ÓΰÓä -7 ΰ ÀÀÀ®° ä°xä -"1/ *,° >ÀÌ Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ó£°£ä /- E "9-° ÃiÀi° iÛ ÃÌiÀ] *>ÝÌ] >ÌÌ >ÀÀ ÓΰÓx -- ,/ {° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " /," - ° i`>] Ì>>] Ó䣣®° ,i}> ` >ÕÃÌ Àââ° ->Û>ÌÀi V>ÀÀ>] 6>iÌ *Vi] >Õ` ð i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä -/,"° 6>ÀiÌD° >ii ÃÃ>À] iÀi >Ã>i}] iiÌi ,ÕÃà ä°Îä 1, - ""9 ,9° ÀÀÀ] 1Ã>] Óääx®° ,i}> ` >ÀÞ >LiÀÌ Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° ÀÕLiÀ Ó£°£ä ° ÌÌÕ>ÌD° >Õ} *>À>}i Ó{°ää / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÎä ,-° 7iÃÌiÀ] 1Ã>] £{®° ,i}> ` >Ì > >«>° >`iii -ÌÜi] ÀiÜ >ÀÀÞÀi ÓΰÎä ", - ° / ÀiÀ] 1Ã>] Óä䣮° ,i}> ` V >i ÀÃÌviÀ° Ì >`iÀ>Ã] }i> i ,> Õ« ,i> /i È°Óx Ç°Óä n°Óä °{x £ä°xä ££°Îä £Ó°ää £Ó°£ä £Ó°xx £{°ää £x°Îä £È°Îx £n°xx £°Îx Ó°Óä -*",/ -/° Ó°{x -/1" *,/" ", /° ΰ£x ,"-° /iiv° >ià Þà ii] >Þ`i *>iÌÌiÀi £°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° ÀÕLiÀ £°xx " ,° ÌÌÕ>ÌD° /â>> *>i> ii>Þ /6 £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää -7/ / ,/° /iiv £n°xx 9 /° £°ää *,// " /,"**"° -iÀi £°Îä -- E "9° /iiv Óä°ää ", *-1° ÕÃV>i Óä°Óä 1", ,"° 6>ÀiÌD Óä°{x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°ää -7/ / ,/° /iiv ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Le incomprensioni tra uomini e donne Casalegno e Russo in cerca di misteri ,>{ ,>x À>°Ì Film di Fausto Brizzi, sequel di Maschi contro femmine. Continua il conflitto tra uomini e donne. Tra i protagonisti Claudio Bisio e Nancy Brilli (foto), Solfrizzi e Littizzetto, Ficarra e Picone. Femmine contro maschi Canale5, ore 21.10 Elenoire Casalegno e il pugile Clemente Russo sono i due neoinviati della squadra degli «acchiappa misteri» formata da: Jane Alexander, Bossari, Berry e Pinketts (foto tutti insieme). Mistero Italia1, ore 21.10 Sciarelli cerca la mamma di Aosta Disoccupazione ne parla Paragone Federica Sciarelli torna sul caso di Christiane Seganfreddo, la mamma di Aosta che si è allontanata da casa forse per paura che una malattia possa renderla definitivamente cieca. Chi l’ha visto? Rai3, ore 21.05 «Disoccupazione alle stelle, nuove tasse, privilegi della casta». Di questo parla stasera Paragone. In studio tra gli altri Elisabetta Gardini (Popolo della libertà), Sandro Gozi (Pd). La gabbia La7, ore 21.10 Ç°Óä n°xä °{ä £ä°Óx ££°£ä ££°xä £Î°Óä £{°äx £{°xä £x°Îx £x°{ä £È°Óä £Ç°äx £Ç°£ä £Ç°xx £°Óx Óä°Óx Ó£°£ä Óΰäx Óΰxä -/,° -iÀi "-/ 7",° -iÀi 8 ° -iÀi *,6/ *,/ ° -iÀi ,"/,- E --/,-° /iiv -/,° -iÀi ,1-° -iÀi *,6/ *,/ ° -iÀi ,"/,- E --/,-° /iiv **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD ,"- * ° -iÀi " /, ° -iÀi , 7- ", "° 8 ° -iÀi -/,° -iÀi 1 ° -iÀi -1*, /1,° -iÀi -1 ,° / ÀiÀ® - ° -iÀi , ° -iÀi À>°Ì £n°{ä " <//\ -,,° ÕÃV> Óä°äx , ,,<° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x ,/,// , < <"//"° VÕiÌ>À ÓÓ°£ä , /, ,° V° ,> -ÌÀ> £°ää // / ° VÕiÌ Óä°ää , x{° VÕiÌ Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x ,- " ///" *//" " 66 <° VÕiÌ ÓÓ°£x ° °° ° *-/ ,° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £n°Óx * 6/° /iiÛi> £°£ä 1 " ° -iÀi Ó£°£ä *,"6 ", *,"t -iÀi Óΰää 1/",/,//° ÌÌÕ>ÌD Ó{°ää "--," ," ° -iÀi £°xä , 7- "//° À>°Ì À>°Ì £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x / "" 19° £°Óx <<<1 6, /° */"" - " "°°° ° Ó£°£x -*,1/ // ° ÓÓ°xä , 9 1 -/", ½", ,/° À>°Ì Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°ää 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x , ° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä / " ," 7-° -iÀi Óä°xä / " ," 7-° -iÀi £°£ä /",/ ",-" " , /"° ÌÌ° £°{ä , " "/"° ÌÌ° Óä°{ä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,] ,] ,° ÌÌÕ>ÌD Ó£°{ä ,] ,] ,° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä -" -/,° ÌÌ° ££°ää 7E",,° /v £Ó°Îx 6"-/, -"° ÌÌ° £Î°{ä / ",, ," /,° £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £°Îä *1 /" *"° ÌÌ° Óä°xä 1 / " /",° -iÀi ÓÓ°Óx 7E",,° /iiv £Ç°{x -/ "1° V° £n°Îx 1/"° VÕiÌ>À £°Îä , //"t VÕiÌ>À Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä 9/1-/,-° VÕiÌ>À ÓÓ°ää / ½66" //"° VÕiÌ>À £n°äx " "° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää 5 //° ÌÌÕ>ÌD Óä°äx 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,9½- /"9° /v Óΰ£ä 1\ 1" " " " ° ÃiÀi ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì £n°ää -1 6/ * ",° >ÀÌ £n°Îä **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°äx <"1° >ÀÌ £°Îä ,**° >ÀÌ Óä°ää 1"6 66 /1, */, * ° >ÀÌ Óä°Îä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä *** *° >ÀÌ £x°Îä ,-" "° £Ç°£Ó 1 /-- ," 7 9",° £°£ -1*, ,° /iiv Óä°ä{ <<,° /iiv Óä°x *,- /"° ÓÓ°{n / ,] , ° £n°£x ,/ ,° 6>ÀiÌD £°£x , * ,-° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,- / 6\ 8/ /" ° Óΰää *, / -/, ,° / ÀiÀ] 1Ã>] ÓääÇ® i`>ÃiÌ°Ì £n°£x " /" -*"-° V° £°Óä "- /1//° -iÀi £°Îä ,/ " 8° /v Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°££ " - , ,° ÓΰÓä 1" " ° /> Ã Ü ÌÛÓäää°Ì £n°xä /*" 6"¶ ÌÌ° £°xä " ° ÌÌÕ>ÌD £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Óx 1", ", "° ÌÌÕ>ÌD 47 Corriere della Sera Mercoledì 15 Gennaio 2014 Pay Tv Film e programmi Il presidente Murray ospita i reali inglesi La visita di re Giorgio VI nel 1939 a Hyde Park, nella residenza del presidente Roosevelt (Bill Murray, foto), determinò conseguenze importanti sugli sviluppi della Seconda guerra mondiale. A Royal Weekend Sky Cinema 1, ore 21.10 L’angelo Nicolas Cage ama Meg Ryan -Þ i> -«ÀÌ £n°ää , / ,6 iÀ`>] «iÌÕÃ> v}> ` ,i iÀ}ÕÃ] `iVÃ> > VÃÌÀÕÀi ÃÕ vÕÌÕÀ à ÀLi> >> ÌÀ>`âi ÃiV>Ài `i> ÃÕ> ÌiÀÀ>°°° -Þ i> >Þ - "*,- */' > À>â ` ° >iÀ° > VÕÀÃ> ÃÌÀ> `i> ÃV«>ÀÃ> ` Ì *>Ì¢] `ÀiÌÌÀi `i> L>V> ` /À>VÀ> i> vi `i½nää° -Þ i> Ìà £°äx ,,"6, *° iÀ] µÕ Ài}ÃÌ> i >ÌÌÀi «ÀÌ>}ÃÌ>] `iÃVÀÛi ` `i >ÛÀ° *iV> «ÀiÃiÌ>Ì> > >ià i £xx° -Þ i> >ÃÃVà £°£ä -/,8 "8\ -,6<" -1 -/ iÃ>Ài i xä >° ° `iV`i ` Û>`iÀi > ÀÌ>>° > Ài}> `i Õ} >`> Õ ÃÕ ÕvvV>i > V i`iÀi >ÕÌ > Õ «VV Û>}}° -Þ i> £ £°£x -- -/,--° ,<< " - " /Ài À>}>ââi ÌÀ>«Ài`iÌ ÀÛÕâ> > ÛÌ> i> À ÕÛiÀÃÌD V Õ Ã}>Ài «À}À>> «iÀ >ÕÌ>Ài ViÌ> `i«ÀiÃð -Þ i> ÕÌ £°Óx "* *,"/ Õà ÕÀi 6> >i® à v}i Õ >ÃÃ>Ãà i Ûii ÀV ÕÃ Õ V>ÀViÀi° +Õ `>}> ÃÕ> ÃÌiÀÃ> ÀÌi ` >VÕ `iÌiÕÌ° -Þ i> >Ý £°Îx , "" 1 "// 6, " ½Àv> >à Ûii VÀiÃVÕÌ `>} >LÌ>Ì `i Û>}} i «>ÃÃ> } >Ì>i Õ> V>Ã> `ÛiÀÃ>° +Õ>` m ëÌi `i v>i}>i°°° -Þ i> >Þ £°{x // ,1 , " *À i«Ã` `i> ÃiÀi ÌÀ>ÌÌ> `> À>â ` >ÀV >Û>`° >ÃÃ] L>ÀÃÌ> ÃÌ>À] à ÌÀÛ> > `>}>Ài ÃÕ >VÕ `iÌÌ° -Þ i> Ìà Óä°äx 1**/ " +1-/ ,"79 Õ««iÌ ViÀV> ÃÕVViÃà «ÀiÃiÌ>` Õ À ëiÌÌ>V > À>`Ü>Þ] > iÀÌ Ã >VVÀ}i V i m Và Ãi«Vi° i`à ӣ°ää "7 "1/ / ÀiÀ `ÀiÌÌ `> À> i *>>] V /À>ÛÌ> Vi «ÀÌ>}ÃÌ>° -Þ i> >ÃÃVà / 79 ÕÀ>Ìi Õ> LÕviÀ> ` iÛi `i £{ä] ÃiÌÌi «À}iÀ ÃV>««> `> Õ Õ>} ÃÛiÌV° - Õ LiÀ > µÕ>à ViÀÌ>iÌi ÀÌ°°° -Þ i> ÕÌ -/,- ] 1 <, ,- "-- 1> âiLÀ> m VÛÌ> ` iÃÃiÀi Õ µÕ>`ÀÕ«i`i ` À>ââ>° -Õ >}À>` `ÛÀD ÀVÀi`iÀð *iV> `i Óääx° -Þ i> >Þ -/- "1- > i >Û` > >««i> >VµÕÃÌ>Ì Õ> V>Ã> -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°xä 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i £È°Îä / /",9 Ý £Ç°Óä -*-" Ý £n°Óx ,9 Vi`i £°Óä 1 " ÃiÞ >i Óä°£ä -- ÃiÞ >i Óä°Îä / /",9 Ý Ó£°ää 1 " ÃiÞ >i °-°° Ý Ài 1/9 / -/ Ý Ó£°Óä 6 /","1- Vi`i Ó£°Óx 7""" - 1 1*" ÃiÞ >i Ó£°Îx *** <1 i`à ӣ°xä 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i £Ç°xx ,9 ,- -Þ 1 £n°{x ½- / -Þ 1 £°ää 1 " "<, " Ý vi £°Óä 1 ", /" -Þ i> *>Ãà £°Îx -/, < Î -Þ 1 Óä°Óä / " ," 7- ,> Õ« Óä°{x /"/ 7*"1/ *," / /1//"t Ó Óä°xä / " ," 7- ,> Õ« Ó£°ää +1//," /," / Ý vi Ó£°£ä /"/ 7*"1/ *," / /1//"t Ó , - " /- /-/ -Þ 1 ÓÓ°äx / , ,° ""7 -Þ 1 £n°Óä / // - >ÀÌ iÌÜÀ £°£ä " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ £°xx "9 // - , i`à "9 // - , Ó Óä°äx -*" " Vi`i Óä°Óä /" Ó Óä°Îä -*" " Vi`i Óä°{ä /-" - *," *"/ iÀ>} Óä°xx "7 /" ," Vi`i Ó£°£x / ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ 7 8 1 ,> Õ« Ó£°Îä 1"6 66 /1, - ""9"" iÀ>} Ó£°Îx /" Ó £{°{ä ÃÌÀÞ >i £x°xx , / >Ì> i}À>« V £Ç°£ä /"* , ÃVÛiÀÞ >i £n°Óä ÃÌÀÞ >i £°{Î , 1" ÃÌÀÞ >i Óä°xx 6- ""\ - >Ì> i}À>« V Ó£°ää " / , 7,- ÃVÛiÀÞ >i -,/ ÃÌÀÞ >i " ½1/" " "*"*\ / ,, 9>V Ì E -> Ó£°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi Ó£°Îä " / , 7,- ÃVÛiÀÞ >i Ó£°Îx " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi £x°än 1 *, ° /iiv 9 £x°£Î ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Ó£ " / " ° *ÀiÕ i> £x°xn ,"9 * -° /iiv " £È°äÎ / 6*, ,-° /iiv 9 £È°{ ,"9 * -° /iiv " £È°xÎ *//"° /Û 9 £Ç°ää , *, -*,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°£ 1" ° *ÀiÕ i> £Ç°Îx " -/° - Ü " £n°ÎÓ " /, ° /iiv 9 £°ää / ",- ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°£Ó ,"° *ÀiÕ i> £°Óx , *, ° /iiv 9 £°ÎÈ ,,9½- 7° /iiv " Óä°£ , *, ° /iiv 9 Óä°Óx ,,9½- 7° /iiv " Óä°{ä "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x , "° *ÀiÕ i> Ó£°£ä ÓÓ°Îx ÓÓ°{x ÓÓ°xä > à >VVÀ} V i ½>LÌ>âi vÕ}i `> ÕVi «iÀ>ÌÛ ` Õ> À>vviÀ> ` `À} i° -Þ i> >Ý *, " *" -*"-" i À}>ââ> >ÌÀ° Õ m Õ Li i`V V i ÃÌ> «iÀ ëÃ>Àà i ÌÀ> `Õi ÃVVV> > ÃVÌ>°°° -Þ i> *>Ãà ,"9 7 À>VVÌ ` µÕ>` *ÀiÃ`iÌi ,ÃiÛiÌ i ÃÕ> }i] i £Î] ëÌ>À Ài i > Ài}> ` } ÌiÀÀ> «iÀ Õ Üii i`° -Þ i> £ // ,1 ,/ *5 / ` i ÃÕ >V ÃiÌÌ>Ìi `>}> ÃÕ «À«ÀiÌ>À ` Õ ÀiÃÀÌ° Û}iÀ> >V i >ÃÃ] «À«ÀiÌ>À `i >ÀÕi° -Þ i> Ìà "-- 6 / i] >ÛÛV>Ì VÀÃ] `ÛiÌ> ÌÕÌÀi i}>i ` Õ ÃÕ >â> ViÌi° * «Ìi `i ViÌi à «ÀiÃiÌ> > V>Ã> `i °°° -Þ i> Ìà , / 1 iÀ V i >ÛÀ> «iÀ Õ½>}iâ> Vi}>Ì> >> >] Ûii ÌÀ>`Ì i viÀÌ `> ÃÕ }Ài >V° > Ûi`iÌÌ> >ÀÀÛiÀD°°° ° >>° -Þ i> >Ý *" 9*/" ° Là `iÌÀ > Vi«ÀiÃ> v> ÀÛÛiÀi > ÃÌÀ> `i> VÛÌD `i >Þ>° /Ài >Ìà >} "ÃV>À° -Þ i> £ £ä°{ä / -\ - " " /1, " ÕÃÌÀ>> "«i° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ó°{x " -/" ««> `i ` Óä£{ ,>-«ÀÌ £ £x°xä "\ / - / Õ« Óä£{ "ÌÌ>Û ` v>i ,>-«ÀÌ £ £Ç°ää "\ ---1"" -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £Ç°Îä "\ /", " ", / -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £n°ää "\ ," " -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £n°Îä "\ , 16 /1-iÀi -Þ -«ÀÌ £ £°ää 7,-/ \ 77 -1*,-/,-Þ -«ÀÌ Ó £°Îä ,"\ { ", / >ÃÌiÀà ` `À>° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £°{x -1,\ * " ", 9>V Ì E -> Óä°ää ,"\ { ", / >ÃÌiÀà ` `À>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ ,19\ 1* /- -Þ -«ÀÌ Ó 6\ ,"8 -*,/ " 9 / 9>V Ì E -> Óä°Îä 6\ ,"8 -*,/ " 9 / Óä£Ó 9>V Ì E -> Óä°Îx *6""\ -, Ó >«>Ì Ì>> >ÃV i ,>-«ÀÌ £ Ó£°Óx -/\ - /" " -*1,- -"/ /,7"6- -Þ -«ÀÌ Ó Seth (Nicolas Cage) è un angelo che deve decidere se rinunciare alla propria immortalità e diventare uomo per conquistare la donna dei propri sogni (Meg Ryan, foto con Cage). La città degli angeli Studio Universal, ore 21.15 Tre personaggi diversi uniti dall’amicizia Renée (Josiane Balasko, foto) è la portinaia di un elegante stabile di Parigi, ma nasconde un animo colto. Paloma è una ragazza difficile e il signor Ozu un uomo solo. Tra loro nascerà una solida amicizia. Il riccio Premium Cinema, ore 21.15 A fil di rete di Aldo Grasso «Calciomercato» imbattibile in tv I l calcio sognato (a volte) è meglio del calcio giocato, molto meglio del calcio parlato. Forse questo è il motivo principale per cui «Speciale calciomercato», condotto da Alessandro Boana e Gianluca di Marzio, con la partecipazione di Fayna e (a volte) di Vera Spadini è la miglior trasmissione sportiva (Sky Sport, dal lunedì al venerdì, ore 23). Non solo per la speranza che la «squadra del cuore» si possa rinforzare: in proposito, «Il sabato del villaggio» ha già spiegato tutto. No, esistono altri motivi fondati. Intanto è la più Vincitori e vinti copiata delle trasmissioni: ormai non c’è appuntamento Gabriel sportivo che non dedichi ampio Garko spazio al calciomercato. Senza Il melò avere le informazioni di Di Mardi Garko zio, senza essere una sorta di batte terminale ufficiale delle trattatil’impegno di Preziosi. ve. E poi, dopo non pochi tentaCanale5 vince il prime tivi, la trasmissione ha trovato il time con la fiction giusto equilibrio tra la «serietà» «Il peccato e la con cui trattare l’argomento (su vergogna 2», con certe cose non si scherza) e la Gabriel Garko: gli leggerezza con cui impacchettaspettatori sono re l’appuntamento. 4.523.000, 16% Ma c’è un argomento ancora di share più forte: tra sigle compiaciute, curiosità internettiane, servizi Alessandro filmati sdrammatizzanti, «CalPreziosi ciomercato» ha deciso di puntaL’impegno re forte sulla competenza. Di caldi Preziosi cio sanno parlare tutti, non tutti superato ne sanno parlare con autorevodal melò di Garko. lezza. Anche per «leggere» un «Gli anni spezzati» gioco bisogna passare per il vedi Rai1 si fanno stibolo del sapere e dell’analisi: superare da Canale5: ci vuole coscienza e competenper «Il giudice», con za, coscienza degli interstizi Alessandro Preziosi nei stessi della competenza. panni di Mario Sossi, Le sere in cui ci sono Corrado 4.123.000, 14,7% Orrico, Gianfranco Teotino, Paodi share lo Condò, tanto per fare i primi nomi che mi vengono in mente, si percepisce che anche un diletto è meglio non sia in mano a dilettanti. Manca solo Jack O’Malley. Quest’anno, giusto per fare un confronto, gli uffici stampa parlano molto di «Tiki Taka» (Italia1, lunedì, ore 23.40). Il conduttore Pierluigi Pardo è sveglio e simpatico, ma l’impianto della trasmissione è terribilmente vecchio, costringe le sue ambizioni a una gloria clandestina. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv La Sindone è il lenzuolo i`>ÃiÌ *ÀiÕ che avvolse Gesù? Un telo di lino su cui è visibile l’immagine di un uomo che porta segni di torture compatibili con la crocifissione è oggetto di studio da parte di esperti. I segreti dei tesori antichi La Sacra Sindone Bbc Knowledge, ore 22.50 £Ó°x -°°° "-- / 6,- /¶° 9 £Î°ÎÇ /" -",*,-° *ÀiÕ i> £{°ää E -/, Óä£Î° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°ÓÓ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°äx -" *,"/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x 1," ",,° /iiv " Ó£°£x ,/ " 8° /iiv 9 Ó£°£x /9 " - // ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx 1," ",,° /iiv " ÓÓ°äx ,/ " 8° /iiv 9 ÓÓ°xÇ / - ,/ , ° /iiv 9 ÓÓ°xn " /° *ÀiÕ i> ÓÓ°xn *-9 ° /iiv " Óΰ£x Óΰ{Ç Óΰx£ ä°ÎÈ -1- ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> / - ,/ , ° /iiv 9 *-9 ° /iiv " ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°În " /, ° /iiv 9 ä°{È 1 -//° *ÀiÕ i> £°äx "" /- ½/, "97""° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 48 © 2014 McDonald’s. Mercoledì 15 Gennaio 2014 Corriere della Sera MENTRE LA BUROCRAZIA FRENA IL PAESE, ANDREA LAVORA PER FAR ANDARE AVANTI L’ITALIA. Andrea lavora per Inalca, azienda agro-alimentare di Modena, leader in Italia nel settore delle carni bovine, che collabora con noi. Insieme a Inalca e a tutti i nostri fornitori italiani, abbiamo già creato 24.000* posti di lavoro sul territorio. Scopri come su mcdonalds.it/lavorare McDONALD’S® CREDE NEGLI ITALIANI. *Da una ricerca di SDA Bocconi
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