roni roduner – black bodies Invito Vernissage – venerdì 24 gennaio 2014, ore 18.00 Mostre collettive 1969, Basilea, Kunsthalle, “Für Veränderungen aller Art”. 1973, Soletta, Scuola d’arte mestieri, “movimento 22”. 1975, Lugano, Villa Malpensata, “movimento 22”. 1976, Barcellona, Centre d’estudis d’art contemporani, “Premi internacional de dibuix Joan Mirò”. 1976, Pamplona, Caja de Ahorros de la Navarra, Scelta premio Barcellona. 1977, Locarno, “movimento 22”. 1978, Bigorio, “movimento 22”. 1979, Arzo, Galleria Imholz. 1985, Sion, Musée cantonal des BeauxArts, “Artistes tessinois contemporains”. 1993, Madrid, Museo Español de Arte Contemporaneo, “Ticino hoy”. 1994, Locarno, Galleria SPSAS Mostre personali 1978, Bosco Luganese, Galleria del bosco. 1979, Lugano, Galleria Giuliana Pelli. 1998, Milano, Galleria AAA. 2013, Lamone, GalleriaStudio di architettura Meyer-Piattini “Black Bodies”. 2014 Chiasso, Galleria Mosaico “Black Bodies”. Opera riprodotta in prima: b.b. 222 – 4 x 93/93 cm, matita su tela, 2013 Galleria MOSAICO Via Emilio Bossi 32 6830 Chiasso telefono: 0041 (0) 79 446 83 09 e-mail: [email protected] roni roduner – black bodies Vernissage – venerdì 24 gennaio 2014, ore 18.00 L’esposizione rimarrà aperta al pubblico da sabato 25 gennaio a sabato 22 febbraio nei giorni da martedì a sabato, ore 15.00-18.00, oppure su appuntamento. “... Quella di Roduner è un’arte che obbliga ad una fatica dello sguardo, ma che prova ad andare, al di là dallo sterile concettualismo, oggi tanto di moda, alla radice più essenziale delle cose.” Graziano Martignoni Per contattare l’artista: [email protected] www.roniroduner.ch Roni Roduner coltiva sin dal 1964 l’arte della scultura e del disegno. Attento, dotato di un’estrema sensibilità, Roni Roduner è una sintesi di razionale e di passionale; nella sua persona convivono l’architetto meticoloso e l’artista libero. Per Roni Roduner disegnare è interrogarsi, riflettere nella solitudine del suo studio, sfuggendo da ogni condizionamento. Una solitudine attiva, la sua, non contemplativa. I suoi Black Bodies (b.b.), ai quali lavora con enorme pazienza dal 2003, sono sviluppati dal disegno legato all’architettura minimalista, alla struttura pura e, recentemente, a forme “amorfe” che si rivelano in una solida staticità. Nelle migliaia di tratteggi ad inchiostro e matita e le migliaia di pennellate in acrilico nero si leggono gli elementi di un’accalorata discussione, tutta interiore e individuale: la tela diventa l’agorà, il luogo di scambio “amorfo” in cui si compie il dialogo critico, mutevole e trasformativo in risposta alla sovraorganizzazione formale dello spazio vitale controllato.
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