7 marzo 2014 - Premio Internazionale Marisa Giorgetti

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Cultura e Spettacoli
IL PICCOLO VENERDÌ 7 MARZO 2014
Matteo Oleotto: «Girerò un altro film in regione»
Dopo il successo di “Zoran” il regista pensa alla nuova opera: «Per adesso ci sono luoghi e persone che mi incuriosiscono»
di Beatrice Fiorentino
◗ TRIESTE
In fondo sono passati solo poco più di sei mesi dall’esplosione del caso “Zoran”, il film che
ha permesso al regista goriziano Matteo Oleotto di conquistare, al primo colpo, il pubblico di mezzo mondo. Prima il
successo al Festival di Venezia,
dove ha vinto a furor di popolo
il premio della Settimana della
critica, poi l’uscita in sala in nove paesi stranieri e un tour promozionale che lo ha portato finora a raccogliere quindici premi in trenta festival, sbarcando
nelle prossime settimane anche nelle città di Londra, Mosca, Sofia, Praga e Pechino.
Molte cose sono cambiate, ma
Oleotto vuole restare coi piedi
per terra e guardare al futuro
senza montarsi la testa. In queste settimane è impegnatissimo: accompagna il suo film in
lungo e in largo, partecipa al festival “Cortinametraggio” in
veste di giurato, e trova anche
il tempo per un intermezzo culinario come testimonial del
“Visio Chef”, appuntamento
con la cucina asiatica firmato
“Far East Film Festival” durante il quale il regista si è cimentato nella preparazione del sushi.
È un periodo vissuto
on-the-road, con “Zoran” ancora nella mente, eppure aperto a nuove idee per il prossimo
Matteo Oleotto, il regista goriziano di “Zoran, il mio nipote scemo”. Girerà nel Friuli Venezia Giulia anche il prossimo film
film. Chiacchierando con lui
viene in mente un altro Matteo, Garrone, che dopo il successo
planetario
di
“Gomorra”, pur avendo una filmografia non trascurabile alle
spalle, si interrogava sulla strada che avrebbe dovuto intraprendere per non “fallire” o venir schiacciato dal confronto.
«Certo che sento la pressione
del secondo film - ammette il
regista - ma rispetto alle aspettative del pubblico mi sento in
pace, il problema è piuttosto
riuscire a trovare una storia potente che soddisfi me. Ciò di
cui sono profondamente convinto è che non voglio fare un
film tanto per farlo. Preferisco
continuare a fare cinema credendo nelle storie che raccon-
to». Oltre all’autenticità che trasmette, il successo di “Zoran” è
legato anche al territorio in cui
è ambientato e Matteo ne è
consapevole. «Vorrei continuare a girare in regione - dice - e
raccontare ciò che conosco,
possibilmente con le persone
che per prime hanno creduto
in me: Igor Princic, Federico
Poillucci e Paolo Vidali. È sem-
pre qui che stiamo facendo le
prime indagini per il prossimo
film». Ancora nulla di concreto: «Per adesso ci sono solo dei
luoghi che mi incuriosiscono e
in cui le persone che ci vivono
hanno delle cose da tirare fuori». Affiora anche il ricordo di
Carlo Mazzacurati, unanimemente identificato nel ruolo di
“cantore del Nord-Est”, per
chiedere a Matteo se crede che
potrebbe trovarsi a suo agio
nella simile veste di “bluesman
dell’Alto Friuli”. «Lo consideravo un maestro - risponde - lo
sentivo vicino sia per le storie
che raccontava, che per la sua
idea di cinema. Non era un autore locale, semplicemente raccontava le storie di casa sua.
Piacerebbe anche a me». E a
questo proposito confida un
aneddoto che risale al suo ultimo anno di studi al Centro sperimentale di Roma, nel 2004,
quando portò un suo soggetto
a Rai Cinema come tutti gli allievi registi a fine corso: «Dopo
averlo letto – racconta – mi dissero che di Carlo Mazzacurati
in Italia ce n’era già uno. Da
quel giorno ho seguito sempre
il suo lavoro, ho visto i suoi
film, leggevo ciò che si scriveva
su di lui. Mi dispiace solo di
non averlo mai incontrato».
Tra i meriti di Oleotto c’è
quello (fondamentale) di aver
dimostrato che oltre ai
“cinepanettoni” e alla comicità farsesca e sguaiata, esistono
anche altri modi per ridere,
persino in Italia. Restare legato
alla commedia e magari rinnovare il genere, lo spaventa?
«Anzi. Vorrei restituire dignità
alla parola commedia, perfino
mescolando i generi. Sarà che
sono uomo di confine ma tutto
quello che è misto e bastardo
mi è congeniale».
©RIPRODUZIONERISERVATA
Priano e Pugliese vincono il “Giorgetti”
Lunedì al Miela la consegna del premio dedicato ai diritti umani e ai migranti
◗ TRIESTE
Claudia Priano, con il romanzo
“Il cuore innanzitutto” (Guanda), e Giulio di Luzio, con
“Clandestini. Vocabolario della
paura” (Ediesse), per la sezione
letteraria; Giuseppe Pugliese
animatore di “Sos Rosarno” e
Zijo Ribic, sopravvissuto allo
sterminio di Srebrenica, per la
sezione diritti umani, sono i vincitori della seconda edizione del
Premio internazionale Marisa
Giorgetti, che sarà consegnato
lunedì alle 20 al Teatro Miela
nell’ambito di una serata- spettacolo a cura della compagnia
ConsorzioScenico, con letture
di poesie in ricordo di Edvino
Ugolini.
Nato per dare visibilità a chi,
in ogni parte del mondo, abbia
sia prodotto opere letterarie di
pregio sul tema delle migrazioni
e sulla cultura del dialogo, sia
abbia realizzato iniziative o programmi a tutela dei diritti umani e in difesa dei più deboli, il
Premio Giorgetti nell’edizione
2014 verrà presentato oggi alle
11, nella sala stampa del Comune intitolata ad Anna Politkovskaja, in Largo Granatieri 2.
L’anno scorso - alla prima edizione - il riconoscimento era andato allo scrittore israeliano
Yishai Sarid con il romanzo “Il
poeta di Gaza” (e/o) per la sezione letteraria, e alla popolazione
dell’isola di Lampedusa per i diritti umani, ben prima della visi-
ta del papa, dando così prova di
essere non solo un premio alle
culture legate alle migrazioni,
ma anche un osservatorio attento a cogliere le dinamiche di
quanto avviene nel mondo sul
fronte dei diritti umani. «Questo
riconoscimento - spiega Gianfranco Schiavone, figlio di Marisa Giorgetti, responsabile del
Consorzio italiano di solidarietà
(Ics) di Trieste e ideatore del premio - vuole avere un carattere
fortemente innovativo rispetto
al panorama tradizionale dei
premi in Italia, sia per ciò che riguarda le tematiche, sia rispetto
alle modalità di individuazione
e selezione delle persone cui assegnare il premio stesso, visto
che le migrazioni costituiscono
il più profondo motore del cambiamento sociale, culturale e
politico delle società contemporanee, in Italia come in altri paesi, cambiamenti che coinvolgono sia le società di immigrazione che quelle di origine».
La serata di lunedì al Miela
avrà un prologo alle 20 con l’
inaugurazione della mostra della pittrice Francesca Zucca, a cura di Juliet Art Magazine, e una
coda, al termine dello spettacolo e delle premiazioni, con un
rinfresco dedicato alla cucina di
vari paesi del mondo a cura delle comunità di accoglienza dei
rifugiati dell’Ics. Il premio, per
entrambe le sezioni, consiste in
opere d'arte donate da noti artisti contemporanei individuati
Tra gospel e InCanto le donne
animano il Festival Pianistico
Domani, alle 21, al Teatro
Miela, appuntamento musicale tutto al femminile. Per il
secondo appuntamento del
settimo Festival Pianistico Internazionale, due formazioni, Cadmos Ensemble con
Gianni Del Zotto e al flauto
dalla M˚ Daniela Brussolo e
Le Pleiadi, si esibiranno, con
un programma interamente
dedicato alle tradizioni musicali dello spiritual, del gospel
e delle carols: Promised
Land – spiritual gospel an’
songs.
Il Cadmos Ensemble, creato da una "costola" del celebre "Insieme Vocale del Teatro Giuseppe Verdi di Trieste", nasce dopo una lunga
stagione di frequentazione
del repertorio polifonico dall'
esigenza di promuovere e
sperimentare nuove possibilità e generi della musica vocale.
Il gruppo è formato dalle
cantanti Ondina Altran, Manuela Marussi, Francesca
Moretti e Silvia Bonesso.
Infine il gruppo vocale “Le
Pleiadi” - sorto con lo scopo
di offrire alle giovani compo-
da Juliet Art Magazine: per l'edizione 2014 le opere sono donate
dalla pittrice Annamaria Iodice.
La menzione speciale al giornalista Giulio di Luzio per il suo
“Clandestini” è a cura de “Il Piccolo”.
Martedì 11, poi, alle 17.30,
all’auditorium del Salone degli
Incanti i vincitori del premio incontreranno il pubblico per un
dialogo e una riflessione sui temi collegati alle loro opere e alle
loro esperienze.
(g.s.)
Ristoranti
& Ritrovi
musica
◗ TRIESTE
La scrittrice Claudia Priano ha vinto con “Il cuore innanzitutto”
per questa pubblicità telefonare al
040.6728311
Il gruppo vocale Le Pleiadi di scena domani al Teatro Miela
nenti un’occasione impegnativa di confronto con il repertorio solistico e corale - è una
formazione corale femminile che svolge la propria attività nell’ambito dei progetti e
degli spettacoli promossi
dall’associazione culturale
InCanto, sodalizio di musicisti e artisti della regione Friuli Venezia Giulia, sotto la direzione di Manuela Marussi.
Prevendita: www.vivaticket.it
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