Sindacati e imprenditori sentiti in commissione

- sabato 22 novembre 2014 -
l'Adige -
Pagina: 13 -
FINANZIARIA
I commercialisti paventano rischi di contenzioso sull’imposta comunale unica Imis: «Norme scritte male»
Confindustria: via l’Irap
Si sono concluse ieri le consultazioni affidate alla prima commissione permanente presieduta da Luca Zeni sulla manovra
finanziaria. Martedì e mercoledì prossimi la commissione inizierà a votare gli articoli.
Ieri sono stati ascoltati l’Agenzia del lavoro, il Comitato unitario degli ordini e collegi professionali, il Coordinamento imprenditori, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Dirpat e Fenalt e per i centri di ricerca e
formazione la Fondazione Edmund Mach, la Fondazione Bruno Kessler, Euricse, l’Ocse e
Trentino School of management.
Per Confindustria Giulio Misconel ha chiesto l’abolizione totale dell’Irap, ha detto sì all’Imis,
l’imposta comunale che unisce
Imu e Tasi ma «si dovrebbe evitare di tassare oltre all’immobile anche il macchinario». Riguardo al Credito d’imposta Confindustria chiede venga applicata
anche «alla ricerca, all’innovazione, all’internazionalizzazione e non solo agli investimenti». Sempre Confindustria per
voce di Lorenzo Garbari ha criticato «gli ammortizzatori sociali che scoraggiano la volontà dei lavoratori a rimettersi in
gioco» così come i lavori socialmente utili e il Progettone. Anche Roberto De Laurentis (Artigiani) ha chiesto di intervenire con maggiori riduzioni sull’Irap.
Gli ordini e i collegi professionali, rappresentati da Maria Letizia Paltrinieri e Lorenzo Bal-
do, si sono concentrati sulla
parte fiscale della finanziaria
2015, evidenziando una serie di
criticità tecniche nelle norme
relative all’Imis. Le maggiori
perplessità espresso in particolare dai commercialisti riguardano l’articolo 6 sulla tassazione dei terreni, che «è scritto male e potrebbe dare adito a un
contenzioso diffuso». Non è
chiaro infatti che cosa si intenda per ampliamento di fabbricati. Per Paltrinieri servirebbe
una riflessione molto seria per
evitare che quest’articolo generi più danni che benefici.
Scarsa chiarezza emerge inoltre secondo gli ordini professionali dall’articolo 9 della finanziaria, dedicato alla riscossione ordinaria e coattiva. «La norma - hanno detto - rischia infatti di alimentare il contenzioso
tra il contribuente e l’ente locale». Criticato anche l’articolo 10
perché per gli ordini e i collegi
professionali occorre fare attenzione alle aliquote applicate agli immobili strumentali per
le attività d’impresa, arti e pro-
Sindacati
e imprenditori sentiti
in commissione
ieri insieme
ai rappresentanti
degli istituti di ricerca
fessioni, «perché questi beni
non rientrano nel patrimonio
ma sono esclusivamente finalizzati alla produzione». Si tratta cioè di immobili già sottoposti a Irpef e Ires del reddito delle imprese o di lavoro autonomo che contribuiscono a generare. La penalizzazione è ancor
più evidente se il tributo locale si applica anche agli immobili in attesa di vendita realizzati
da imprese di costruzione. Questi sono infatti «beni merce», per
cui l’imposta locale risulterebbe indeducibile dal reddito
d’impresa e di lavoro autonomo, determinando base imponibile ai fini Ires o Irpef anche
in presenza di perdita d’esercizio. Per la Fondazione Mach, il
dirigente Mauro Fezzi preso atto dello stralcio dell’articolo relativo alla Fondazione, ha ricordato il taglio del 20% già subito
sul versante della ricerca, che
incide molto sui costi del personale, gli unici comprimibili.
Fezzi ha riferito che il cda della Fondazione ha affrontato il
tema del personale. Le direttive della Provincia consentono
di stabilizzare alcune figure, ma
prevedono anche un taglio di
una quindicina di unità di dipendenti, per altri 35 il rapporto viene a cessare anche se sarà poi sostituito da altri contratti. Il problema per la Fondazione Mach è che in questa situazione di incertezza e calo di risorse molti ricercatori eccellenti tutti con contratti a termine
potrebbero decidere di andare
a lavorare altrove.
Fondazione Mach
Costretti a tagliare
15 posti di lavoro,
35 contratti in scadenza
Mauro Fezzi