RACCOLTA degli ABSTRACT CCM “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del rischio di utenti con disturbi di interesse psichiatrico e giovani problematici” CONVEGNO CONCLUSIVO 28-29-30 OTTOBRE 2014 Centro Luoghi di Prevenzione – REGGIO EMILIA Indice AREA “UNIVERSITA’” REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA - Formazione nella promozione della salute in FVG: il modello transteoretico del cambiamento, il colloquio motivazionale, project cycle management. realizzazione di workshop tematici agli studenti della facoltà di medicina e chirurgia da parte degli specializzandi di igiene e medicina preventiva: l'esperienza dell'università di Udine Pag. 5 REGIONE MARCHE - Percorso di formazione in promozione della salute rivolto a medici in formazione specialistica: risultati preliminari Pag. 6 REGIONE PUGLIA - Promozione della salute e la gestione del cambiamento degli stili di vita a rischio: un modello di ricerca-intervento per la prevenzione delle dipendenze e dei comportamenti a rischio Pag. 7 REGIONE UMBRIA - Esperienze didattiche nell’Università degli Studi di Perugia rivolta ai futuri promotori di sani stili di vita Pag. 8 REGIONE EMILIA ROMAGNA - La metodologia di luoghi di prevenzione e applicazione del modello transteorico del cambiamento sugli stili di vita a rischio nella formazione universitaria e post universitaria Pag. 9 AREA “GIOVANI A RISCHIO” REGIONE CALABRIA - Descrizione delle attività avviate nel servizio di neuropsichiatria infantile di Soverato per il progetto “Approccio integrato alla riduzione delle diseguaglianze all'accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del rischio di utenti con disturbo psichiatrico e giovani problematici” Pag. 13 REGIONE CALABRIA - “Interventi strategici per la gestione del rischio di utenti giovani problematici”: progetto di attuazione in collaborazione con il Pronto Soccorso ospedaliero Pag. 14 REGIONE CALABRIA - LUOGHI DI PREVENZIONE in Calabria: un'esperienza in crescita Pag. 15 REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA - Iniziative e progetti sull’area “Giovani a Rischio” Pag. 16 REGIONE MARCHE - Guadagnare Salute… con le life skills “Progetto di promozione della salute rivolto alle scuole dell’infanzia e primaria” Pag. 17 REGIONE PUGLIA - “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del rischio” Pag. 18 REGIONE TOSCANA - Le life skills per guadagnare salute: Ve.s.p.e. (Versilia studenti peer education) - Viareggio Pag. 20 REGIONE UMBRIA - Intervento sui giovani a rischio nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Assisi Pag. 21 REGIONE EMILIA ROMAGNA - TG CRASH: il laboratorio teatrale come rappresentazione e rispecchiamento del rischio in adolescenza Pag. 22 REGIONE EMILIA ROMAGNA - Scuole che Promuovono Salute: la rete di istituti della regione Emilia-Romagna Pag. 23 1 AREA “DISAGIO PSICHICO” REGIONE EMILIA ROMAGNA - Risultati della sperimentazione nel “Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche” dell’Ausl di Reggio Emilia Pag. 27 REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA - Processi di cambiamento nei centri DSM della Regione FVG Pag. 28 REGIONE MARCHE - Psiche e Disparità: progettare con…stile Pag. 29 REGIONE MARCHE - Formazione integrata a largo spettro Pag. 31 REGIONE MARCHE - ATTIVA-MENTE IN SALUTE Pag. 33 REGIONE EMILIA ROMAGNA - Interventi di prevenzione selettiva per la gestione del rischio in utenti con disagio psichico (progetto CCM 2012): risultati delle prime fasi della sperimentazione. Pag. 34 REGIONE EMILIA ROMAGNA - Selective prevention interventions for risk management in users with psychological distress: results of the first experimentation phases. Pag. 35 2 AREA “UNIVERSITA’” 3 4 REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA FORMAZIONE NELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE IN FVG: IL MODELLO TRANSTEORETICO DEL CAMBIAMENTO, IL COLLOQUIO MOTIVAZIONALE, PROJECT CYCLE MANAGEMENT. REALIZZAZIONE DI WORKSHOP TEMATICI AGLI STUDENTI DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA DA PARTE DEGLI SPECIALIZZANDI DI IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA: L'ESPERIENZA DELL'UNIVERSITÀ DI UDINE. Autori: Pietro Del Giudice1, Rossella Cimarosti1, Lucia Lesa1, Maria Zigotti Fuso1, Lucrezia Grillone1, Anna Gnoni1, Maria Parpinel2, Fabio Barbone1,2 1 Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Udine 2 Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche, Università degli Studi di Udine INTRODUZIONE Il percorso di formazione per gli studenti di Medicina e Chirurgia è prevalentemente mirato all'insegnamento di aspetti e competenze di carattere biomedico, ma affronta raramente argomenti di carattere socio-ecologico legati alla promozione della salute. Dopo la partecipazione degli specializzandi della scuola di Igiene e medicina preventiva dell’Università di Udine al corso FAD "La promozione della salute e le competenze nella gestione del cambiamento degli stili di vita a rischio" sono stati realizzati, per gli workshop tematici riguardanti competenze specifiche della promozione della salute. MATERIALI E METODI Nel mese di studenti di Medicina e Chirurgia frequentanti il 5° anno di corso, una lezione introduttiva teorica e otto Gennaio 2014 sei specializzandi del 1°, 2°, 3° anno della scuola di Igiene e medicina preventiva hanno partecipato al corso FAD " La promozione della salute e le competenze nella gestione del cambiamento degli stili di vita a rischio"e ottenuto il diploma di tutor. A partire dal materiale formativo presente nel corso,integrandolo dove necessario con ricerche sul database PUBMED, sono state realizzate delle lezioni, dedicate agli studenti del V anno di Medicina e Chirurgia,all'interno del programma formativo obbligatorio del corso di Igiene e Medicina di Comunità del professor Barbone, direttore della scuola di specializzazione. I 62 studenti del corso sono stati divisi in 4 gruppi in modo da poter realizzare i workshop con classi di circa 15 persone e garantire una partecipazione attiva di tutti i soggetti. RISULTATI Nel mese di Febbraio 2014 sono stati dunque realizzati: -una lezione teorica di 4 ore a cui hanno partecipato tutti gli studenti del corso, che ha affrontato gli aspetti teorici della promozione della salute (background storico, determinanti della salute, modelli teorici di riferimento, modello di Green, cycle project management, colloquio motivazionale e panoramica degli strumenti e test); -due workshop tematici di 2 ore ciascuno, ripetuti per tutti i gruppi di studenti (in totale 16 ore complessive) dedicati al modellotransteoretico del cambiamento, al colloquio motivazionale e al cycle projectmanagement nella promozione della salute. Nei workshop gli studenti sono stati coinvolti attivamente attraverso esercizi di simulazione, lavoro a gruppi ed esposizione e discussione dei risultati all'interno della classe. CONCLUSIONI Nonostante i tempi ristretti tra la fine del corso FAD (gennaio) e la realizzazione dei momenti formativi (febbraio), le lezioni hanno avuto una partecipazione elevata e sono state raccolte le firme di presenza dei partecipanti. Non é stato possibile raccogliere un questionario di feedback dal corso, tuttavia gli studenti hanno partecipato attivamente alle lezioni, si sono dimostrati interessati agli argomenti proposti e sono apparsi soddisfatti. Le prossime attività per realizzare il passaggio da progetto a processo dovranno riguardare: la formalizzazione dei momenti formativi all'interno del programma del corso di Igiene e Medicina di Comunità; 5 -l'introduzione di un sistema di valutazione formale del corso per indagare l'interesse effettivo degli studenti e valutare i risultati formativi; -la partecipazione, nei momenti formativi, di professionisti attivi nel campo della promozione della salute come assistenti sanitari o medici di medicina generale. ________________________________________________________________________________ REGIONE MARCHE PERCORSO DI FORMAZIONE IN PROMOZIONE DELLA SALUTE RIVOLTO A MEDICI IN FORMAZIONE SPECIALISTICA: RISULTATI PRELIMINARI AUTORI: P. Barbadoro (1), E. Benedetti (2), S. Giuliani (1), P. Grossi (3), C. Pieroni (3), S. Vallorani (1), E. Prospero (1), L. Santarelli (3), Affiliazione (1) Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Scienze Biomediche- Sezione Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (2) Regione Marche - Agenzia Regionale Sanitaria, PF Prevenzione e Promozione della Salute nei luoghi di vita e di lavoro (3) Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Patologia Molecolare e Terapie Innovative- sezione Medicina del Lavoro INTRODUZIONE/OBIETTIVO La figura del medico specialista nell’area della Sanità Pubblica rappresenta una risorsa chiave nella organizzazione ed implementazione di programmi di promozione della salute in diversi ambienti di vita e lavoro. In questo contesto, gli vengono richieste competenze integrative multidisciplinari volte all’empowerment del singolo e della collettività. L’obiettivo di questo lavoro è descrivere la fase di preparazione di un percorso di formazione tra pari riguardo la promozione della salute con lo scopo di trasmettere competenze teoriche e pratiche sulla gestione dei processi di cambiamento degli stili di vita a rischio. MATERIALI E METODI Per la costruzione del percorso è stata scelta la metodologia della peer-education, comprendente anche aspetti di formazione in situazione, di dimostrata efficacia in andragogia. Si è proceduto con diverse fasi: a) focus su obiettivi cognitivi e loro valutazione di efficacia: elaborazione di materiale di studio a disposizione sulla piattaforma web sperimentale “La promozione della salute e le competenze nella gestione del cambiamento degli stili di vita a rischio” del Centro “Luoghi di Prevenzione” di ASL-Reggio Emilia. In particolare, per la preparazione delle lezioni sono state utilizzate le seguenti sessioni della piattaforma online: sessione 1 “Aspetti culturali , metodologici e strumenti per la promozione della salute” in particolare i sottocapitoli “ Promozione della salute, educazione alla salute, educazione sanitaria, educazione terapeutica”, “I determinanti della salute”, “Life skills e competenze trasversali”; la sessione 3 “La motivazione al cambiamento” la sessione 4 sul fumo di sigaretta e la sessione 5 sull’alcool; b) focus su tecniche per acquisizione delle competenze: strutturazione dei lavori di gruppo e della valutazione di efficacia del percorso. RISULTATI I partecipanti frequenteranno 5 incontri di 2 ore ciascuno per un totale di 10 ore, il target è costituito da medici in formazione specialistica delle scuole di Igiene e Medicina Preventiva, Medicina del Lavoro e Medicina Legale dell’Università Politecnica delle Marche di tutti gli anni di corso per un totale di 48 medici. Tali incontri prevedono lezioni frontali, lavori di gruppo e questionario somministrato all’inizio e al termine 6 degli stessi per verificare le conoscenze e competenze acquisite. I formatori sono medici delle scuole di specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva e di Medicina del Lavoro che hanno partecipato agli incontri presso il centro “Luoghi di prevenzione” e che hanno frequentato e superato il corso FAD sperimentale online. La elaborazione dei questionari consentirà di verificare l’efficacia immediata in termini di acquisizione delle conoscenze teoriche ed una simulazione tra pari consentirà di valutare l’acquisizione di alcune competenze tecniche nell’approccio interpersonale. CONCLUSIONI Il medico ha un ruolo centrale nella promozione della salute per cui è importante che tale tematica sia affrontata durante il corso di studi. La Carta di Ottawa per la promozione della salute delinea 5 aree d’azione prioritarie: costruire una politica pubblica per la salute, creare ambienti favorevoli alla salute, rafforzare l’azione della comunità, sviluppare le abilità personali e ri-orientare i servizi sanitari. In tale contesto la formazione dei medici futuri specialisti è essenziale per ognuna delle aree citate. L’esperienza in corso di attivazione presso le Scuole di specializzazione dell’area della Sanità Pubblica consentirà, inoltre, di acquisire degli strumenti operativi comuni, utili all’integrazione dei diversi aspetti in cui i professionisti si troveranno ad operare. ________________________________________________________________________________ REGIONE PUGLIA PROMOZIONE DELLA SALUTE E LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO DEGLI STILI DI VITA A RISCHIO: UN MODELLO DI RICERCA-INTERVENTO PER LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE E DEI COMPORTAMENTI A RISCHIO AUTORI: Claudia Venuleo, Anna Lucia Fumarola, Claudia Guacci, Tiziana Marinaci, Cinzia Parisi Il seminario formativo dal titolo “LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO DEGLI STILI DI VITA A RISCHIO: un modello di ricerca-intervento per la prevenzione delle dipendenze e dei comportamenti a rischio” - tenutosi presso l’Università del Salento (Lecce) a maggio 2014 è stato proposto agli studenti del II e III anno dei corsi di laurea in Scienza e Tecniche Psicologiche, Pedagogia dell’Infanzia e Servizio Sociale. Sono 42 gli studenti che hanno richiesto di partecipare al seminari: di questi la stragrande maggioranza (39) studenti di psicologia. I partecipanti effettivi sono stati 29. L’obiettivo del seminario è stato quello di sostenere gli studenti nell’acquisizione di conoscenze teoriche e pratiche sul tema della promozione della salute e della prevenzione dei comportamenti a rischio in diversi contesti organizzativi, scolastici, educativi, del terzo settore, con particolare riferimento ai principi del Modello Transteorico e del Modello F.R.A.M.E.S. Il seminario è stato articolato in due giornate, in ognuna delle quali si sono alternate attività teoriche e pratiche tra cui – ne citiamo solo alcune a rigore di sintesi: 1. Presentazione dei principali modelli teorici finalizzati alla progettazione di interventi di promozione della salute con particolare attenzione al modello Transteorico del cambiamento e nello specifico al tema della motivazione al cambiamento e agli stili comunicativi. 2. Divisione dell’aula in piccoli gruppi e consegna di un lavoro di gruppo sui 4 principali fattori di rischio: inattività fisica, fumo di sigaretta, alimentazione scorretta, abuso di alcol. 3. Discussione plenaria sul lavoro svolto dai partecipanti 4. Attivazione: role playing di counseling motivazionale secondo il modello F.R.A.M.E.S. e discussione plenaria, in relazione al comportamento a rischio emerso. 5. Consegna questionario di apprendimento e scheda di gradimento 7 Nel complesso i contenuti selezionati e le esercitazioni proposte sono sembrati adeguati rispetto all’obiettivo di presentare i principi del modello transteorico e del modello F.R.A.M.E.S.. Gli studenti hanno dimostrato un alto grado di coinvolgimento, aprendosi alla condivisione, al confronto e alla riflessione sui vissuti, le esperienze, le modalità di gestire e interpretare il proprio ruolo entro le simulazioni proposte. Criticità e risorse emerse dalle discussioni plenarie Gli studenti di Scienze e Tecniche Psicologiche riconoscono una criticità del modello nella definizione degli stadi del cambiamento; per quanto sia stato sottolineato come il passaggio da una fase all’altra non sia da concepire in termini lineari, si sottolineano le sfumature complesse e variabili della soggettività umana, non sempre riducibile ad uno degli stadi previsti dal modello. Si riconosce inoltre una criticità nel modello di relazione proposto all’utente, che sembra poco attento all’approfondimento delle sue componenti culturali e condizioni contestuali. Al contrario, viene riconosciuta come risorsa del modello: la pragmaticità, la chiarezza e comprensibilità dei suoi principi metodologici, e la sua spendibilità entro contesti di intervento in cui non è molto il tempo a disposizione per raccogliere o sollecitare una domanda di cambiamento. Gli studenti (soprattutto i futuri psicologi) riconoscono anche l’utilità di una formazione rivolta ai medici e al personale socio-sanitario per intervenire entro contesti istituiti sull’emergenza (come i pronto soccorso) o la spendibilità del modello entro setting consulenziali psicologici ad approccio cognitivo –comportamentale, nonché entro equipe multiprofessionali. Il questionario di gradimento ha consentito di rilevare un gradimento elevato-su una scala da 1 a 6- da parte dell’aula sia rispetto ai contenuti proposti, che rispetto alle modalità di conduzione per un valore compreso tra 5,36 e 5,68. L’aspetto relativamente più critico è indicato nella durata del seminario, - 4,43 su 6 punti- che è apparso ad alcuni breve rispetto ai contenuti erogati. _______________________________________________________________________________________ REGIONE UMBRIA ESPERIENZE DIDATTICHE NELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA RIVOLTA AI FUTURI PROMOTORI DI SANI STILI DI VITA AUTORI: Elisa Reginato, Luciano Bondi, Patrizia di Bartolo, Pierpaolo De Feo L’Università degli studi di Perugia ha aderito al Progetto CCM 2012 “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del rischio di utenti portatori di disagio psichico e giovani problematici“. La messa in atto del progetto si è concretizzata con lezioni e seminari rivolti agli studenti di medicina e chirurgia, di scienze motorie e di psicologia clinica. In particolare per quanto riguarda il corso di laurea in medicina e chirurgia, è stata attivata nell'anno accademico 2013-2014 una ADE (attività didattica elettiva) all'interno dell'insegnamento di Endocrinologia nel CCL in Medicina e Chirurgia sul tema "La promozione di sani stili di vita", con tematiche riguardanti il concetto di salute, I determinanti della salute (Dahlgren e Whitehead, 1993),l’approccio motivazionale, i benefici di una dieta sana e di una regolare attività fisica, gli effetti fisiopatologici dell’esercizio fisico. La docenza dell’ ADE è stata affidata al Prof. Pierpaolo De Feo ed alla dottoranda Dott.ssa Elisa Reginato. Nelle date 16 e 30 Aprile 2014, nella facoltà di scienze motorie, durante la lezione di endocrinologia e scienza dell’alimentazione, la Dott.ssa Elisa Reginato, dottoranda dell’Università di Perugia, sotto la supervisione del Prof. Pierpaolo De Feo, ha condotto lezioni della durata di due ore cadauno. Oltre a fornire i concetti chiave della prevenzione ed a individuare i principali fattori di rischio modificabili, la lezione didattica frontale ha trattato i seguenti argomenti:Aspetti neurobiologici della dipendenza;Determinazione dei fattori predisponenti la dipendenza e le loro inter-relazioni, il ciclo della dipendenza;Il tabagismo: 8 dipendenza da nicotina, effetti fisiopatologici del fumo, comunicazione del danno;L’alcool: il ciclo della astinenza e dipendenza, metabolismo dell’alcool;sintomi di intossicazione e di astinenza, rischi clinici del consumo di alcool; Linee guida per una sana alimentazione;Distribuzione giornaliera dei nutrienti; L’alimentazione durante l’attività fisica. Le due lezioni sono state suddivise in momenti di attività didattica frontale, e di discussione libera, con l’intento di coinvolgere maggiormente lo studente, attraverso il confronto diretto con il docente e la condivisione di esperienze. Tra una lezione e l’altra è stato chiesto allo studente di dedicare del tempo per riflettere sul proprio ruolo di “comunicatore e promotore di sani stili di vita”, ed infine è stato simulato un colloquio tra un istruttore motorio in palestra ed una ragazza obesa appena iscritta. Gli studenti hanno mostrato interesse nei confronti del tema trattato ed è emerso la necessità e la volontà di conoscere la rete locale dei servizi pubblici e privati, che si dedica alle dipendenze. Il gruppo di lavoro del Servizio di Alcologia - Centro antifumo della USL1 dell’Umbria ha condotto un Seminario sul tema “L’approccio motivazionale al cambiamento degli stili di vita a rischio (alcol e fumo in particolare): gestione del cambiamento e promozione della salute” a cui hanno partecipato circa 100 studenti del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dei Processi Mentali , nell’ambito del Corso di Psicopatologia generale e dello sviluppo (secondo anno) e di Teorie e tecniche del colloquio (terzo anno). In entrambe le occasioni gli interventi hanno associato l’i attività didattica frontale, con utilizzo del materiale disponibile nella piattaforma FAD di LdP, a momenti di discussione libera per la condivisione di esperienze. La necessità di inserirsi in percorsi formativo-didattici caratterizzati da una strutturazione ben definita non ha precluso l’interesse degli studenti verso i temi trattati, probabilmente anche a motivo dello stimolo alla riflessione sui propri comportamenti e sui propri ruoli nella promozione di stili di vita sani che ha ispirato entrambi gli interventi. Una considerazione che emerge dalle osservazioni degli operatori che hanno condotto gli interventi riguarda la necessità di utilizzare il materiale disponibile sulla piattaforma FAD di L.D.P. ,realizzando moduli didattici adattati al target oggetto del percorso formativo.Si conclude un periodo di lavoro didattico che porrà le basi per progettare un programma formativo più approfondito, che possa essere esteso ad altri studenti universitari. REGIONE EMILIA - ROMAGNA Presentato al Convegno “COSTRUIRE INSIEME LA SALUTE” - Orvieto, 22-23 ottobre 2014 LA METODOLOGIA DI LUOGHI DI PREVENZIONE E APPLICAZIONE DEL MODELLO TRANSTEORICO DEL CAMBIAMENTO SUGLI STILI DI VITA A RISCHIO NELLA FORMAZIONE UNIVERSITARIA E POST UNIVERSITARIA AUTORI: Corrado Ruozi (a), Emanuela Bedeschi (b) Cristiano Chiamulera (c), Gabriella Aggazzotti (d), Mateo Ameglio (e) Paola Angelini (b), Maria Angela Becchi (d), Elisabetta Benedetti (f), Paola Borella (d) Antonio Chiarenza (g), Daniela Galeone (h) Anna Maria Ferrari (g), , Giovanni Forza (i), Fabrizio Maria Gobba (d), Enrico Massa (i), Daniela Riccò (g), Ermanno Rondini (i), Sandra Bosi (i) in collaborazione con il Gruppo dei Referenti Tecnici regionali del progetto CCM 2012 “Diseguaglianze” Affiliazione (a) Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale dell’Emilia-Romagna; (b) Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali - Regione Emilia-Romagna; (c) Università di Verona; (d) Università di Modena e Reggio; (e) Regione Toscana; (f) Regione Marche; (g) Az. Usl di Reggio Emilia; (h) Ministero della Salute; (i) Lega contro i Tumori di Reggio Emilia, onlus, Luoghi di Prevenzione 9 INTRODUZIONE “Luoghi di prevenzione” (LdP) non è solo un Centro di riferimento regionale e interregionale per la formazione di operatori sulla promozione della salute è anche un modello formativo e organizzativo per la progettazione e realizzazione di interventi di promozione della salute nonché un laboratorio di ricerca e applicazione di buone pratiche sul tema. La metodologia LDP è di tipo olistico, integrando componenti cognitive, affettive e relazionali, e utilizza tecniche interattive per favorire il cambiamento dei comportamenti. Recentemente ha attivato una collaborazione con il Centro di ricerca “Habits Lab” dell’Università del Maryland Baltimore County (UMBC) diretto dal Prof. Carlo di Clemente, per diventare centro di eccellenza di formazione sul Modello Transteorico del cambiamento (MTC) OBIETTIVI Favorire la diffusione della metodologia di LdP nella formazione degli operatori che si occupano di promozione della salute per valorizzare le azioni di rete attraverso condivisione di linguaggi e strumenti culturali. Potenziare il ruolo della Formazione A Distanza (FAD) nella formazione universitaria e postuniversitaria sul MTC. RISULTATI L’applicazione del metodo LDP coinvolge annualmente circa 18.000 giovani, 800 persone in target a rischio, 1000 operatori sanitari, 1400 insegnanti. Quasi 100 partecipanti hanno già ultimato il primo corso FAD sui 4 determinanti del programma “Guadagnare Salute”. La FAD consente una collaborazione ordinaria con le Università, in larga parte già sorretta da protocolli di intesa e convenzioni. MATERIALI E METODI La metodologia LdP si sviluppa nei seguenti passaggi: - accoglienza: brainstorming e focus group ; - esplorazione dei vissuti: laboratorio esperienziale, training motivazionale, rilassamento e fantasia guidata; - competenze decisionali: gioco di ruolo e playback theatre - rielaborazione espressiva: scrittura creativa, arteterapia, laboratorio musicale, - contrattazione obiettivi di salute: training di regolazione del comportamento. La formazione e la supervisione degli operatori si effettua anche attraverso modalità di formazione a distanza; le proposte formative sono confluite nel 2014 in un programma FAD sulla Gestione del rischio in promozione della salute con la collaborazione con diverse Università italiane e con la Direzione Scientifica del Prof. Di Clemente nell’ambito della convenzione tra LdP e “Habits Lab”. CONCLUSIONI Esistono numerose evidenze a favore di interventi olistici nel contrasto delle malattie croniche e dei comportamenti a rischio: agire sulla formazione degli operatori aumenta la loro efficacia nella applicazione del MTC, facilita la modificazione dei contesti e le dinamiche interne ai gruppi di lavoro. 10 AREA “GIOVANI A RISCHIO” 11 12 REGIONE CALABRIA DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ AVVIATE NEL SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI SOVERATO PER IL PROGETTO “APPROCCIO INTEGRATO ALLA RIDUZIONE DELLE DISEGUAGLIANZE ALL'ACCESSO AI SERVIZI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE: INTERVENTI STRATEGICI PER LA GESTIONE DEL RISCHIO DI UTENTI CON DISTURBO PSICHIATRICO E GIOVANI PROBLEMATICI” AUTORI: -(a)Franco Montesano , (b) M.Caterina Anoja,(b) Attilio Insardà,(b) Antonio Sacco, (b)Donatella Pelaia , (c) Caterina Azzarito, (d)Giorgia Ritrovato, (e)Francesco La Monica (a)U.O.C. Sert Soverato – ASP CZ – Regione Calabria (b)Gruppo di lavoro aziendale – ASP – CZ – Regione Calabria (c)Dipartimento Tutela Salute – AREA LEA - Regione Calabria (d)Comunità Terapeutica “Centro Calabrese di Solidarietà” - Catanzaro (e) U.O.C. CSM Catanzaro – ASP CZ – Regione Calabria SETTING: ambito dei servizi sanitari e degli operatori (interventi di prevenzione e promozione della salute) INTRODUZIONE Il Progetto è finalizzato all'implementazione di programmi di prevenzione nei confronti dei pazienti con disturbi psichiatrici e dei giovani problematici, maggiormente suscettibili di sviluppare comportamenti a rischio correlati all'uso di alcol, tabacco, inadeguata alimentazione e sedentarietà. La Regione Calabria è partner nella sperimentazione di cui capo-fila è la Regione Emilia Romagna. OBIETTIVI Riduzione delle diseguaglianze nell'accesso ai servizi di promozione della salute dei soggetti deboli attraverso un'azione sperimentale, di coinvolgimento della rete dei servizi territoriali di riferimento all'uopo individuati nell'ambito dell'ASP-CZ , in Calabria. MATERIALE E METODO Hanno aderito all'iniziativa: NeuroPsichiatria Infantile di Soverato, CSM Catanzaro, Comunità Terapeutica “Centro Calabrese di Solidarietà” di CZ, SerT Soverato, Scuola di Formazione Professionale “ Persevera”-CZ. Azioni Principali: formazione dei componenti gruppo di lavoro aziendale; sensibilizzazione e formazione all'approccio motivazionale dei responsabili dei servizi e del personale; elaborazione protocolli ed organizzazione di corsi infoeducativi di I livello rivolti agli utenti motivati e ai loro familiari , sui rischi comportamentali legati all'uso di alcol, tabacco, alimentazione e sedentarietà; attivazione di moduli infoeducativi di II livello rivolti agli utenti interessati e finalizzati al cambiamento degli stili di vita pericolosi con particolare riguardo al tabagismo dei pazienti psichiatrici e ai problemi alcolcorrelati nella popolazione giovanile. Strumenti: braimstorning, schede di lavoro, training regolazione comportamentale, schede inerenti l'approccio motivazionale transteorico (DiClemente) e la diagnosi motivazionale (bilancia, fattori protettivi e di rischio,ecc.), questionari e tests (audit, cage, piramide attività fisica ed alimentare, ecc.) Inoltre i Servizi coinvolti, individuati quali “ Promotori di Salute” hanno usufruito dei KIT nazionali (triangolo fumo passivo , Piramide Alimentare ed Attività Fisica, Regolamento Nazionale, volantini e depliants). RISULTATI Sono stati coinvolti n. 3 servizi aziendali e n. 2 servizi esterni ; sono stati sensibilizzati e formati n. 53 operatori tramite un modulo antimeridiano di 6 ore effettuato in loco. Entro la fine dell'anno, a partire dal mese di Settembre 2014 saranno avviati i moduli infoeducativi di I e II livello rivolti all'utenza, con il coinvolgimento dei loro familiari: pazienti psichiatrici del CSM, della NPI e SerT, giovani problematici inseriti in Comunità Terapeutica o in dispersione scolastica 13 CONCLUSIONI Il progetto ha stimolato l'interesse degli operatori e dei servizi coinvolti promuovendo azioni preventive innovative ed originali. Ci si propone di valutare, alla conclusione annuale, l'incidenza della riduzione del tabagismo nella popolazione psichiatrica nonché degli altri comportamenti a rischio, soprattutto alcolcorrelati nella popolazione giovanile suindicata ________________________________________________________________________________ REGIONE CALABRIA “INTERVENTI STRATEGICI PER LA GESTIONE DEL RISCHIO DI UTENTI GIOVANI PROBLEMATICI”: PROGETTO DI ATTUAZIONE IN COLLABORAZIONE CON IL PRONTO SOCCORSO OSPEDALIERO *Franco Montesano, °Donatella Pelaia, **Francesco Dell'Apa, ***Costanza Pullano ****Eleonora Rotella, Caterina Azzarito****** * U.O.C. SerT Soverato – ASP CZ – Regione Calabria ° ARCAT - Associazione Regionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento ** Pronto Soccorso Ospedale di Soverato – ASP CZ – Reg. Calabria *** Pronto Soccorso A.O. “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro – Reg. Calabria ****Servizio Sociale - A.O. “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro – Reg. Calabria ***** Dipartimento Tutela Salute – Settore Area LEA – Regione Calabria SETTING: ambito dei servizi sanitari e degli operatori (interventi di prevenzione e promozione della salute) INTRODUZIONE Il progetto prevede obiettivi strategici finalizzati alla riduzione delle diseguaglianze d'accesso ai programmi di prevenzione di utenti con problemi psichiatrici e giovani problematici. Il presente lavoro è rivolto ai giovani problematici in accesso al pronto soccorso ospedaliero per problemi alcolcorrelati. OBIETTIVI Sensibilizzare i giovani, di età tra i 14 ed i 23 anni, che si presentano in pronto soccorso per P.A.C. , indirizzandoli, assieme alle loro famiglie, ai programmi di prevenzione e di cambiamento dello stile di vita. MATERIALI Coinvolgimento Pronto Soccorso Ospedali Soverato e Catanzaro, previa sensibilizzazione dei rispettivi direttori e successiva formazione (6 ore antimeridiane) del personale di riferimento , per la presentazione del progetto e del materiale di lavoro secondo il modello motivazionale transteorico di Di Clemente; inserimento della progettualità tra gli obiettivi di budget aziendali. METODO Ai Pronto Soccorso sono state fornite apposite schede per colloquio motivazionale breve e raccolta dati dei giovani con problemi alcolcorrelati (incidenti stradali, lesioni, ebbrezza, ecc.).In caso di minore età era obbligatorio il consenso firmato dei genitori. Nei giorni successivi ogni utente, assieme ai familiari, veniva convocato dal servizio sociale ospedaliero e invitato a partecipare ad un modulo infoeducativo sui comportamenti a rischio alcolcorrelati (Scuola Alcologica) , tenuto settimanalmente da un operatore volontario. RISULTATI Sono stati formati 47 operatori di Pronto Soccorso. Sono stati arruolati n. 11 utenti di cui 7/11 hanno hanno aderito alla richiesta e di questi 5/7 hanno partecipato alla Scuola Alcologica. I problemi alcolcorrelati diagnosticati erano : ebbrezza alcolica tranne 2 casi di incidente stradale. 14 CONCLUSIONI dopo l'iniziale e prevedibile resistenza da parte degli operatori del pronto soccorso preoccupati di un ulteriore carico di lavoro, la finalità progettuale è stata accolta con interesse e partecipazione. Ciononostante, in fase attuativa , a causa soprattutto dei ritmi operativi incalzanti, si è registrata una raccolta di schede inferiore al previsto ovvero un coinvolgimento di utenti inferiore rispetto all'effettivo numero di giovani problematici presentatisi in pronto soccorso per problemi alcolcorrelati. L'approccio motivazionale breve secondo il modello transteorico di DiClemente si è rivelato utile. L'esperienza è stata positiva seppur suscettibile di perfezionamento attraverso un maggiore coinvolgimento degli operatori del pronto soccorso e/o l'individuazione di apposite figure professionali da impiegare all'uopo. ________________________________________________________________________________ REGIONE CALABRIA LUOGHI DI PREVENZIONE IN CALABRIA: UN'ESPERIENZA IN CRESCITA AUTORI:*Franco Montesano; Donatella Pelaia; MariaRita Notaro; **Antonio Pellegrino; Diego Saia; Antonia Lomanno; Stefania Esposito; ****Virginia Capisciolto ; *****Caterina Azzarito *U.O.C. SerT Soverato – ASP/CZ- Reg. Calabria** Associazione “Obiettivo Salute” - Soverato *** Coop. Sociale “Zarapoti” - Catanzaro **** U.O. Educazione alla Salute – ASP/CZ- Reg. Calabria ***** - Dipartimento Tutela alla Salute – Area LEA – Regione Calabria INTRODUZIONE Luoghi di prevenzione è un'attività da tempo avviata a Reggio Emilia, di comprovata e riconosciuta validità; dopo uno specifico stage formativo l'esperienza è stata avviata anche in Calabria, tramite un progetto – pilota, a carattere sperimentale, nell'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro. OBIETTIVI Scopo del presente lavoro è comunicare i risultati relativi all'attività di “LUOGHI DI PREVENZIONE”, avviata nel territorio dell'ASP-CZ , in Calabria, sul modello emiliano. MATERIALI E METODO Sede di Luoghi di Prevenzione è stata individuata un'ala dello stabile all'uopo concesso dall'Istituto Scolastico Comprensivo di Soverato “U. Foscolo”; a Catanzaro è stata utilizzata parzialmente una sede concessa dal Comune. Hanno lavorato operatori interni ed esterni , specificatamente formati. E' stato utilizzato prevalentemente il materiale didattico-divulgativo di “ Paesaggi di Prevenzione” ed adottata la metodologia del Centro di Reggio Emilia. Sono stati somministrati questionari di ingresso ed uscita. I laboratori, differenziati per argomento (alcol, tabacco, alimentazione ed attività fisica) , erano basati su tecniche interattive, ludico-ricreative, con materiale didattico anche informatico, strumenti di sensibilizzazione (occhiali dispercettivi, percorso ad ostacoli, piramide alimentare ed attività fisica, ecc.), materiale informativo e depliants. Sono state sensibilizzate e coinvolte le Scuole Medie Inferiori del comprensorio territoriale di Soverato (CZ) e, durante l'ultima annualita' scolastica, di Catanzaro. Il target era rappresentato dagli studenti delle classi medie inferiori e dai loro docenti di riferimento. Per il trasporto degli studenti è stato utilizzato un pulmino comunale. 15 RISULTATI Il Progetto è stato avviato nell'anno scolastico 2011-12 fino a tutt'oggi. E' stato attivamente coinvolto l'80% degli Istituti Scolastici Medie Inferiori del distretto di Soverato; nel 2013-14 il lavoro è stato svolto anche nella città di Catanzaro e della provincia medio-ionica. In totale sono stati sensibilizzati 1122 studenti (109 a Catanzaro e 1013 nel soveratese) . Ogni modulo-laboratorio aveva durata di circa 4 ore antimeridiane. I moduli sono stati differenziati nel triennio scolastico: corretta alimentazione ed attività fisica (I media) , tabacco (II media) alcol (III media). I Questionari hanno permesso di elaborare i dati relativi ai suddetti comportamenti a rischio. Alla fine di ogni anno scolastico è stata organizzata una mostra dei lavori prodotti. CONCLUSIONI LUOGHI DI PREVENZIONE è ormai una realtà anche in Calabria, consolidata nel tempo ed apprezzata dalle agenzie coinvolte; ci si propone di implementare le attività in tutto il restante territorio aziendale e regionale, coinvolgendo maggiormente le famiglie e i docenti. ________________________________________________________________________________ REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA INIZIATIVE E PROGETTI SULL’AREA “GIOVANI A RISCHIO” AUTORI: R. Fedele, A. Arena , C. Celebre, S. Micossi , A. Pahor, V. Pilosio, C.Roia, S.Widmann, D. Zanon Un punto di forza che ha caratterizzato questo percorso è stato la costruzione di “alleanze e reti”, dove la Direzione Centrale Salute in Friuli Venezia Giulia ha formalizzato un gruppo di lavoro, chiedendo ad ogni Azienda Sanitaria (ASS) aderente di nominare un referente per ognuno dei tre dipartimenti DIP – DDD – DSM, azione importante e non scontata visti i confronti con altre situazioni Regionali. La regione FVG da anni promuove su più livelli la prevenzione dei comportamenti a rischio nei giovani attraverso programmi scientificamente validati; nei territori delle diverse Aziende Sanitarie si sono sviluppati progetti strutturati, basati sulla promozione dei “fattori protettivi” attraverso le life skills, le competenze trasversali, i linguaggi creativi, le tecniche innovative, la peer education. Metodi e strumenti capaci di favorire nei giovani il self-empowerment, processo che favorisce l’uso di risorse personali fondamentali per agire una scelta autonoma e consapevole nella vita (Unplugged Paesaggi di Prevenzione – Luoghi per la salute - Afrodite – Overnight). Nello specifico: ASS 1 - Dal progetto ministeriale “Guadagnare salute in adolescenza” al processo aziendale si è sviluppato un progetto di promozione della salute e del benessere degli adolescenti utilizzando metodologie che, attraverso il loro protagonismo, promuovano lo sviluppo di abilità e competenze personali che aumentano la diffusione tra i pari di consapevolezza nell'area degli stili di vita. Il progetto si sviluppa presso i servizi sanitari dedicati, le agenzie educative più significative e nei luoghi informali dell’aggregazione giovanile e del divertimento. Grande attenzione è data, al protagonismo e la seguente azione dei giovani, a ciò che crea/promuove salute nell'ambito delle relazioni, dell'affettività e della sessualità, trattando anche i rischi connessi a comportamenti non consapevoli o imprudenti. Dal 2013 sono state comprese le aree relative le dipendenze affrontando così la logica del rischio trasversale in adolescenza. La progettazione è interistituzionale tra Azienda, scuola, soggetti del terzo settore. Le azioni progettuali sono state: definizione del gruppo di coordinamento; 20 ore di formazione dei “peer” di 6 Istituti Scolastici II° grado; 6 ore di formazione di 20 docenti; ricaduta su 36 classi, coinvolti 410 ragazzi; valutazione in itinere, pre/post. 16 ASS 3 “Alto Friuli”, ASS 4 “Medio Friuli”, ASS 5 “Bassa Friulana”: il territorio di competenza delle tre AASS comprende l’intera provincia di Udine e dell’Ufficio Scolastico VIII; per questo motivo, al fine di garantire interventi sulla scuola efficaci e coordinati, è stato stipulato un protocollo di intesa tra gli enti. Inoltre, tramite il referente dell’Ufficio VIII, gli operatori delle tre AASS hanno avuto l’opportunità di collaborare con la commissione salute della Consulta Provinciale Studentesca, con cui si sono incontrati 4 volte da novembre 2013 a maggio 2014 per condividere un programma di peer education che coinvolgerà 45 studenti di due scuole di Udine e una di Latisana e si svolgerà in 5 incontri di 2 ore e ½ l’uno tra novembre 2014 e febbraio 2015. Per quando concerne l’Alto Friuli, esiste già un gruppo di peer formati. ASS 6: negli AASS 2012/2013 e 2013/2014 sono stati effettuati percorsi di peer education in 7 classi dell’ISIS “Il Tagliamento” di Spilimbergo, tramite laboratori sulle life skills e attività presso il centro di didattica multimediale “Luoghi per la Salute”, per un totale di 18 ore curricolari. Inoltre sono stati effettuati altri percorsi di peer e media education nell’ambito del progetto “Meeting”, promosso e sostenuto dal comune di Pordenone, negli anni scolastici 12/13 e 13/14 sul tema “Ti racconto la mia salute”. I ragazzi coinvolti, provenienti prevalentemente dagli istituti professionali e dai Centri Giovani di Pordenone e provincia, lavorano assieme per esprimere vissuti, emozioni, aspirazioni su temi per loro rilevanti attraverso le modalità espressive tipiche degli adolescenti. _______________________________________________________________________________________ REGIONE MARCHE GUADAGNARE SALUTE…CON LE LIFE SKILLS “PROGETTO DI PROMOZIONE DELLA SALUTE RIVOLTO ALLE SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIA” AUTORI: Maria Grazia Mercatili e Giulia Del Vais INTRODUZIONE Il progetto sperimentale “Guadagnare Salute… con le life skills” ha preso avvio nell’a.s. 2013-2014 ed è frutto della proficua collaborazione tra U.O.Promozione Educazione Alla Salute del Dipartimento di Prevenzione ASUR Marche AV5 di Ascoli Piceno, l’Ambito Territoriale Sociale n.22 di Ascoli Piceno e la Lega Italiana Lotta Tumori- sezione di Ascoli Piceno, che da molti anni realizzano sul territorio progetti di promozione di sani stili di vita. E’ parte di un programma congiunto di attività di prevenzione condotte presso le scuole Secondarie di I e II grado del territorio promosso dai tre partner sopra citati, che mira a promuovere lo sviluppo ed il potenziamento di abilità personali e relazionali, al fine di rendere i minori più capaci di individuare situazioni critiche e di evitare comportamenti a rischio anche nel campo della salute. Assunto di base condiviso è che le azioni di promozione della salute effettuate nei primi anni di vita consentono l’instaurarsi di abitudini personali durature nel tempo e che il benessere (individuale e relazionale) può essere raggiunto attraverso la cura delle competenze psicosociali, cioè di quelle abilità che rendono le persone capaci di fronteggiare in modo efficace le richieste e le sfide della vita quotidiana. Queste abilità sono le cosiddette life skills, cioè quelle “…competenze che portano a comportamenti positivi e di adattamento che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni…” (OMS, 1994). OBIETTIVI Facilitare lo sviluppo ed il potenziamento delle life skills nei bambini di Scuola dell’Infanzia e di Scuola Primaria attraverso attività condotte dagli insegnanti sul gruppo-classe. 17 Formare gli insegnanti sulla Life Skills Education. MATERIALI E METODI La metodologia prescelta consente di potenziare la dimensione sociale dell’apprendimento e di veicolare con maggiore efficacia le competenze necessarie al raggiungimento del successo formativo del bambino, permettendogli di sperimentare le proprie “skills” attraverso attività rilevanti anche dal punto di vista emozionale. Il progetto sperimentale ha previsto l’elaborazione di un manuale, destinato agli insegnanti delle Scuole dell’Infanzia e Primaria, contenenti attività e percorsi didattici differenziati: il manuale della Scuola dell’Infanzia conteneva attività per stimolare le skills “Relazioni Efficaci”, “Gestione delle Emozioni” e “Comunicazione”; il manuale della Scuola Primaria conteneva attività per stimolare le skills “Relazioni Efficaci”, “Gestione delle Emozioni”, “Comunicazione” (e Gestione del Conflitto), “Pensiero Creativo” e “Problem Solving”. RISULTATI Nell’a.s. 2013-2014 hanno aderito al progetto 12 Istituti Scolastici Comprensivi del territorio ASUR Marche AV 4 (Fermo) e AV 5 (Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto) e sono stati coinvolti complessivamente 97 docenti e 1474 bambini . Per la Scuola dell’Infanzia, hanno aderito 8 ISC; sono stati formati 54 insegnanti che hanno attivato il progetto in 38 classi dislocate su 14 plessi; sono stati raggiunti in tutto 924 bambini. Per la Scuola Primaria, hanno aderito 6 ISC; sono stati formati 32 insegnanti che hanno attivato il progetto in 32 classi dislocate su 12 plessi; sono stati raggiunti complessivamente 550 bambini. CONCLUSIONI Dal confronto tra i questionari pre e post intervento, compilati dai docenti, è emerso che le attività hanno influito in maniera positiva sulla capacità dei bambini di riconoscere e gestire le proprie emozioni, sulla relazione tra gli alunni e sul clima di classe in generale; i questionari di gradimento segnalano un alta soddisfazione degli insegnanti e dei bambini per le attività proposte. Per l’a.s 2014-2015 i manuali per la Scuola dell’Infanzia e Primaria sono stati ampliati, includendo un numero maggiore di attività e un numero maggiore di life skills per la Scuola dell’Infanzia (Gestione delle Emozioni, Relazioni Efficaci, Pensiero Creativo e Comunicazione Efficace) e attività su tutte e dieci le life skills per la Suola Primaria. _______________________________________________________________________________________ REGIONE PUGLIA “UN APPROCCIO INTEGRATO PER LA RIDUZIONE DELLE DISEGUAGLIANZE ALL’ACCESSO AI SERVIZI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE: INTERVENTI STRATEGICI PER LA GESTIONE DEL RISCHIO” AUTORE: Giuseppe Longo Il presente lavoro scaturisce dal progetto promosso da LUOGHI DI PREVENZIONE sulla promozione degli stili di vita salutari e cambiamento dei comportamenti a rischio. E’ stata inizialmente formalizzata la costituzione del “Gruppo Operativo Territoriale”, formato sia da Professionisti appartenenti a vari Dipartimenti e Servizi dell’ASL Lecce che da Operatori dell’Università del Salento. Gli Operatori, pur partecipando insieme ai diversi Corsi di Formazione-Formatori a Reggio Emilia e collaborando alle diverse iniziative, si occupano specificamente di 2 Aree d’intervento sviluppando la stessa 18 tematica nel proprio ambito di competenza ed in particolare: 1) Operatori ASL LECCE - Area d’intervento: Giovani con comportamenti a rischio per la Salute; 2) Operatori Università del Salento - Area d’intervento: “La Formazione Universitaria e postuniversitaria: l’inserimento della Promozione della Salute e degli Interventi di sostegno al cambiamento degli stili di vita a rischio nei curricula formativi”. Come primo risultato raggiunto, n.°6 Operatori Sanitari dell’ASL Lecce insieme a n.°5 Laureati dell’UniSalento del “Gruppo Operativo Territoriale”, come da allegato elenco, hanno già completato il previsto Corso FAD per Formatori ed hanno conseguito a Reggio Emilia l’Attestato di Formatori in: “ La promozione della Salute e le competenze nella gestione del cambiamento degli stili di vita a rischio” necessari e propedeutici alla realizzazione territoriale dei Progetti CCM. In particolare, gli Operatori del “Gruppo Operativo Territoriale”: - hanno frequentato nel biennio 2013/2014 presso “Luoghi di Prevenzione” di Reggio Emilia diversi Corsi di Formazione-Formatori sull’Approccio Motivazionale al Cambiamento dei “Comportamenti a rischio per la Salute”, relativi ad Alimentazione, Attività fisica, Alcol, Fumo; - hanno appreso metodi e tecniche scientificamente validati al fine di saper attivare strategie efficaci per: - indurre negli individui la motivazione al cambiamento dei “comportamenti a rischio per la salute”; - determinare la modifica favorevole del loro contesto di vita e di lavoro; - valutare correttamente il loro stato motivazionale; - realizzare interventi adeguati a sostegno del cambiamento dei loro “comportamenti a rischio per la salute”. Relativamente all’ AREA GIOVANI A RISCHIO, il Gruppo Operativo Territoriale ha attivato a livello locale la rete educativa-sociale-sanitaria prescritta dal Progetto e formata, in fase di prima sperimentazione, con la collaborazione attiva degli Operatori delle seguenti Strutture: Un Istituto di Istruzione Secondaria Superiore: Istituto Professionale “Don Tonino Bello” di Tricase; 2) Una Comunità Educativa: La Società Cooperativa Sociale ‘Libellula’ di Tricase; 3) Un Pronto Soccorso Ospedaliero: Pronto Soccorso Ospedale “ Card. G. Panico” di Tricase. E’ stato già portato a termine il crono-programma relativo all’ Istituto Professionale “Don Tonino Bello” di Tricase, rivolto ai Docenti e Studenti delle prime e seconde classi (n. 17, n. 470 studenti) dell'Istituto Professionale “Don Tonino Bello” di Tricase (LE). Presentazione del progetto e sensibilizzazione dei Docenti referenti delle I° e 2° classi (50 Docenti partecipanti)- (1 incontro di 2 ore) Corso di formazione per Docenti delle prime e seconde classi (20 Partecipanti). (3 incontri di 2,30 ciascuno) Sono stati coinvolti venti Docenti e formati sedici peer secondo le linee guide contenute nel manuale “ Il PIANETA INSEPLORATO”. Gli obiettivi di tale progetto si riassumono nella promozione del benessere a scuola attraverso l'attivazione di interventi di formazione di peer-educator e l'attivazione di processi di cambiamento di comportamenti e stili di vita non salutari (fumo e alcool). L'obiettivo raggiunto si sostanzia in una maggiore consapevolezza dei ragazzi nel concorrere a costruire una Scuola che promuova salute e benessere psicologico. I soggetti promotori (Scuola e ASL) sono ugualmente impegnati e riconoscono ufficialmente la validità dell'intervento in atti deliberativi pubblici. 19 E’ tuttora in fase di svolgimento l’Azione relativa all’intervento breve sui giovani che transitano nel Pronto Soccorso Ospedale “ Card. G. Panico” di Tricase. Gli Operatori della Comunità Educativa: La Società Cooperativa Sociale ‘Libellula’ di Tricase hanno attuato quanto previsto dal progetto. _______________________________________________________________________________________ REGIONE TOSCANA LE LIFE SKILLS PER GUADAGNARE SALUTE: VE.S.P.E. (VERSILIA STUDENTI PEER EDUCATION) - Viareggio Un approccio integrato per la riduzione delle disuguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del rischio AUTORE: M.V. Sturaro Il lavoro è iniziato ad ottobre 2013 con la formazione degli insegnanti attraverso un laboratorio progettuale con gli insegnanti: 12 ore di lavoro sulle life skills e peer education all’interno del progetto più ampio Ve. S. P. E. a cui hanno aderito 6 Istituti superiori nell’area dell’a USL 12 di Viareggio. Successiva individuazione di studenti per un laboratorio formativo sulle life skill e peer education con particolare riferimento agli stili di vita. I° livello Esecuzione di quattro incontri di due ore per il gruppo dei giovani scelti dell’Istituto Marconi, alberghiero di Viareggio. I laboratori infoeducativi sono stati iniziati creando un clima favorevole di conoscenza Attivazione della skills cognitiva“ Senso critico” per far emergere le pressioni sociali e commerciale sul consumo ingannevole. Giochi di ruolo Attività di consapevolezza sull’abitudine al fumo Bilancia motivazionale Simulazione dell’assemblea di classe e raccolta dei bisogni di benessere a scuola” elaborazione del Patto d’Istituto per favorire il benessere a scuola II° Livello: - organizzazione di incontri nelle classi per il miglioramento delle relazioni durante le assemblee di classe, nelle prime - composizione di Poster con bando interno alla scuola e gestito dagli insegnanti. - visita ad un Agriturismo didattico fondato su colture biologiche e Luoghi di Prevenzione Azioni messe in atto a seguito del lavoro di II° livello Premesso che la scuola alberghiera non ha un fornitore per l’ora della merenda, ma un Bar didattico, che è parte integrante per le esercitazioni del lavoro curriculare, sono state attuate le seguenti innovazioni. - Introduzione di frutta tra i cibi proposte come merenda - Indicare con appositi cartellini gli ingredienti e i relativi apporti calorici Attività conclusiva: visita premio all’ “agriturismo didattico ad orientamento biologico le Carovane (inclusi gli allievi del Grafico), che hanno elaborato poster professionalizzanti ed il “percorso piacere e rischio” a Luoghi di prevenzione a Reggio Emilia. Dai 21 Questionari di gradimento dell’attività compilati da 12 Femmine e 9 Maschi emerge: 1) nel complesso l’esperienza è stata definita interessante, con apertura mentale, utile per riflettere sul proprio benessere un modo originale per imparare qualcosa di nuovo e arricchire le 20 2) 3) 4) 5) 6) competenze riguardo un’educazione salutare. Molti hanno rilevato che ha avuto importanza nella RELAZIONE tra persone che si incontrano a scuola e che non si conoscono. per qualcuno le nuove competenza hanno riguardato principalmente il livello relazionale, dello stare insieme in gruppo. Interessante è stato sperimentare l’aiuto e l’atteggiamento di ascolto. E’ piaciuto molto il lavoro sugli stili di vita e sui quattro modi per guadagnare salute. In particolare la ragazze hanno aggiunto che è sta un’occasione per aprirsi di più e verificare che siamo uguali, senza discriminazioni. Infine hanno apprezzato anche la possibilità di cambiare abitudini riguardo il fumo e l’alcol. La relazione con il gruppo in genere è sta vista positiva per la coesione del gruppo e il confronto con gli altri Accogliente la relazione con i responsabili del progetto e il senso del progetto ha trasmesso alle persone il messaggio che è possibile cambiare stile realmente Solo una persona non ha apprezzato le attivazioni (role playng, circe time, ecc.9 utile l’ambiente familiare e quindi grande apprezzamento del clima e del creare un gruppo unito in cui ciascuno può esprimere la propria opinione, senza giudizio. “Un modo divertente per farci capire cosa è giusto per la propria salute” Nella gita all’agriturismo su 4 alunni fumatori che avevano partecipato al percorso nell’a.s. 2013/14 1 ha smesso completamente, 1 usa la sigaretta elettronica, una fumatrice da 130 sigarette alla settimana ora ne fuma 30, un’altra da 140 sigarette alla settimana è passata a 70. ________________________________________________________________________________ REGIONE UMBRIA INTERVENTO SUI GIOVANI A RISCHIO NEL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE DI ASSISI Autori: Francesca Mecocci *, Francesco Borgognoni*, Antonella Lucantoni** e Luciano Bondi** *USL Umbria 1, Pronto Soccorso Presidio Ospedaliero di Assisi ; ** USL Umbria 1 , Servizio Alcologia-Centro antifumo Nella prospettiva di aumentare le opportunità facilitanti le scelte di salute rispetto agli stili di vita a rischio, in particolare per quanto riguarda l’uso di alcol in alcuni target di popolazione non facilmente raggiungibili come i giovani di età dai 14 ai 24 anni, nei primi mesi dell’anno corrente si è avviato un intervento che ha coinvolto il Servizio di Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Assisi. L’utenza che afferisce al servizio nell’arco di un anno è superiore a quella attesa in rapporto al bacino di utenza (circa 60.000 abitanti residenti nel territorio del distretto di Assisi) ; l’osservazione vale anche per la fascia d’età dai 14 ai 24 anni: nel periodo dal 01.01.2013 al 31.12.2013 hanno avuto un accesso 1.635 soggetti (758 F , 877 M), con prevalenza della fascia di età 19-24 anni (977 vs 658). L’intervento sul contesto del Servizio ha visto il coinvolgimento degli operatori (medici, infermieri, OSS) che sono stati invitati a partecipare ad un percorso formativo sull’ Approccio motivazionale per il sostegno al cambiamento degli stili di vita a rischio. Obiettivi del percorso formativo sono stati la realizzazione nella struttura di un contesto positivo per le scelte di salute degli utenti e degli operatori, con stimolo alla riflessione sugli stili di vita e sensibilizzazione rispetto al ruolo di promotori di salute nei contatti degli operatori con gli utenti, con particolare attenzione alle situazioni in cui si possono sospettare o rilevare problematiche correlate all’assunzione di bevande alcoliche. 21 Hanno partecipato al corso 12 operatori dei diversi profili professionali, che costituiscono circa la metà del personale. A conclusione della prima giornata è stata proposta agli operatori la scheda “ Diagnosi motivazionale al cambiamento”: la maggioranza degli operatori si pone nella fase di determinazione per il coinvolgimento personale in percorsi che riguardino il loro benessere psicofisico e condivide la necessità di diffondere informazioni chiare sulla relazione fra stili di vita e sui fattori di rischio nei giovani; ritiene anche essenziale diffondere informazioni su come favorire l’approccio motivazionale di giovani a rischio verso percorsi info-educativi di approfondimento dei loro comportamenti relativi agli stili di vita. Nella seconda giornata del corso il gruppo di lavoro ha condiviso e prodotto una proposta di regolamento interno della struttura e si è impegnato ad avviare interventi diretti ai giovani e ai loro familiari che accederanno al Servizio, con l’ obiettivo di coinvolgere un numero di giovani sufficiente a costituire almeno un gruppo (5-8 persone) con cui il personale del Servizio di Alcologia condurrà l’intervento info-educativo di primo livello, con le modalità previste e concordate negli incontri svolti presso L.d.P.. La difficoltà di reclutamento potrebbe venire superata dall’ alta motivazione e disponibilità manifestate personalmente dagli operatori e confermate dalle risposte fornite nei questionari “ Motivazione alla partecipazione” e “Monitoraggio del passaggio da progetto a processo”, nonché dalla favorevole accessibilità del servizio di Alcologia, che opera nell’ambito distrettuale del Palazzo della Salute ed è inserito attivamente nella rete della promozione della salute e nella Comunità. Al fine di aumentare il grado di coinvolgimento del personale in servizio nelle azioni di sensibilizzazione e invio rivolte ai giovani e alle loro famiglie, si prevede una nuova iniziativa formativa entro i primi mesi del prossimo anno, così da sostenere anche la continuità degli interventi . _______________________________________________________________________________________ REGIONE EMILIA ROMAGNA TG CRASH: IL LABORATORIO TEATRALE COME RAPPRESENTAZIONE E RISPECCHIAMENTO DEL RISCHIO IN ADOLESCENZA AUTORI: Chivu Francesca, Castellino Giuseppe , Gigante Giulia, Conte Davide, Avanzi Giulia, Bent Nabi Belala, Adamo Elena, Berardi Camilla, Monteleone Anna, Caravita Sara, Morgana Noeni , Rizzati Sveva (A), Eugenio Sideri (B), Francesconi Domenica (C) (A) Studenti del Liceo Classico “Dante Alighieri di Ravenna (B) Regista (C) Insegnante referente per i progetti di peer education INTRODUZIONE La gestione del rischio in adolescenza è un’importante competenza trasversale da promuovere nei giovani attraverso interventi che utilizzino metodologie valutate come efficaci e li coinvolgano in prima persona nella costruzione di messaggi adeguati al target di riferimento. Il Liceo Classico “D. Alighieri” di Ravenna già da alcuni anni utilizza la peer education per promuovere sani stili di vita tra i propri studenti e, attraverso l’apporto di alcune associazioni, ha la possibilità di proporre un laboratorio teatrale condotto da un regista. OBIETTIVI Il laboratorio si pone l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sui pericoli della strada in riferimento alle stragi del sabato sera a partire dai loro vissuti e dalla loro esperienza per trasferire ai loro coetanei elementi di riflessione attraverso il linguaggio teatrale. MATERIALI E METODI 22 12 ragazzi del Liceo Classico si sono coinvolti in questa proposta, tra cui alcuni ragazzi che avevano partecipato a percorsi di formazione di peer education sulle tematiche alcol e sostanze e guidati dal regista hanno scritto il testo e curato la realizzazione. RISULTATI Si è costruito uno spettacolo teatrale della durata di circa un’ora che mette in scena situazioni di rischio stradale allargandosi ai vissuti di disagio propri degli adolescenti che influenzano i loro stili di vita come abuso di alcol e sostanze, ma anche disagio scolastico e familiare. Lo spettacolo è stato presentato alle classi del biennio del polo liceale e fa parte di un circuito sostenuto dai Lions che lo porta in giro per l’Italia. CONCLUSIONE La forza del linguaggio teatrale unito alla freschezza e genuinità del testo costruito dai ragazzi fanno di Tg Crash un utile strumento di sensibilizzazione rispetto ai rischi in adolescenza da poter inserire nei progetti che utilizzano la peer education come metodologia. ________________________________________________________________________________ REGIONE EMILIA ROMAGNA Presentato al Convegno “COSTRUIRE INSIEME LA SALUTE” - Orvieto, 22-23 ottobre 2014 SCUOLE CHE PROMUOVONO SALUTE: LA RETE DI ISTITUTI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA AUTORI: Paola Angelini (a), Alba Carola Finarelli (a), Marilena Durante (a), Anna Maria Ferrari (a), Marina Fridel (a), Sandra Bosi (b), in collaborazione Gruppo regionale dei Referenti di Paesaggi di Prevenzione . Affiliazione (a) Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali - Regione Emilia-Romagna; (b) Luoghi di Prevenzione onlus LILT Reggio Emilia INTRODUZIONE E’ nota la rilevanza del contesto scolastico nella promozione di comportamenti salutari e nella riduzione dell’esposizione a fattori di rischio; rilevanza confermata in Emilia-Romagna dal trial di valutazione dell’efficacia di “Scuole Libere dal Fumo (SLF)” (Gorini et al. Preventive Medicine , 61: 6–13). L’evoluzione di “SLF” è un intervento (PdP) complessivo sui 4 determinanti di Guadagnare salute che prevede un forte impulso alla modifica del contesto scolastico attraverso scelte che favoriscono il benessere psicofisico di tutti coloro che “abitano” la scuola (studenti, docenti, operatori, famiglie). Si realizza così un effetto sinergico: il contesto ambientale rende facili scelte salutari e la componente educativa sviluppa l’empowerment. OBIETTIVI Costituzione di una rete regionale di “Scuole che promuovono salute “ che condividono, rendono esplicita e normata l’idea che la scuola è un luogo privilegiato in cui integrare educazione e formazione con la possibilità di sperimentare un “pensiero” soggettivo sul significato di salute in un contesto complessivamente coerente con la promozione di stili di vita sani. 23 MATERIALI E METODI In collaborazione con l’USER e con il supporto metodologico di Luoghi di prevenzione, realizzazione di un Concorso per premiare esperienze di modifica del contesto scolastico coerenti con la promozione della salute. Le dimensioni oggetto di valutazione sono: • rendere esplicita e normata la posizione della scuola su questo ambito: elaborazione di raccomandazioni educative da parte di un gruppo di lavoro interdisciplinare; discussione e approvazione delle raccomandazioni negli Organi Collegiali; condivisione con la componente dei genitori attraverso il Piano Offerta Formativa e il Patto di Corresponsabilità; • coinvolgere attivamente la famiglia e gli studenti in progetti di promozione della salute • collegarsi in rete con gli Enti locali e/o altre Istituzioni del territorio per la valorizzazione e la trasformazione in processo degli interventi di promozione della salute Alle scuole che partecipano al concorso e dimostrano di avere i requisiti richiesti viene assegnato un riconoscimento formale con consegna di una targa attestante l’adesione alla Rete. Alle scuole con le esperienze più virtuose viene assegnato un premio in denaro. RISULTATI Nel biennio 2012-2014 attraverso il concorso “Scuole che Promuovono Salute” in Emilia-Romagna sono state individuate circa 150 Scuole Secondarie che si autoregolamentano rispetto al consumo di alimenti e di alcol a scuola (ad es. distributori automatici, viaggi di istruzione e feste a scuola) nonché al contrasto alla sedentarietà ed esposizione al fumo passivo (divieto di fumo nelle pertinenze della scuola anche prima dell’entrata in vigore della legge). Gli Istituti con certificazione hanno accesso privilegiato agli eventuali contributi regionali previsti per gli interventi curriculari di promozione della salute. CONCLUSIONI La crescente adesione delle scuole ai programmi proposti conferma che si è intercettato un bisogno sentito anche dal mondo della scuola e, in prospettiva,. si pensa a un accordo complessivo sulla promozione del benessere a scuola tra istituzioni scolastiche, direzioni generali regionali (scuola e sanità) e gli enti locali che possa meglio esplicitare una visione condivisa del percorso comune tra sanità, sociale e scuola e rendere più sistematici e coerenti i progetti svolti in collaborazione tra più enti, comprese le associazioni di volontariato. 24 AREA “DISAGIO PSICHICO” 25 26 REGIONE EMILIA ROMAGNA RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE NEL “DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE” DELL’AUSL DI REGGIO EMILIA AUTORI: Dodi Angiolina1, Ferrari Giorgio3, Pederzoli Lucio1, Ruta Rosaria1, Storani Simone2, Vaccari Marco2, Zanni Gloria1, Riccò Daniela1 1 Azienda Ausl di Reggio Emilia; 2 Luoghi di Prevenzione, Lega contro i Tumori di Reggio Emilia; 3 Consorzio Oscar Romero. INTRODUZIONE L’accesso ai servizi di promozione della salute da parte di utenti con disagio psichico richiede l’introduzione di interventi specifici. La morbilità e la mortalità in questo target per cause correlabili a fumo, alimentazione scorretta, sedentarietà, uso di alcol e sostanze psicoattive raggiunge tassi del 70% . Le azioni locali del Progetto Ministeriale, condotto dall’Azienda Ausl di Reggio Emilia e Luoghi di Prevenzione (Lega contro i Tumori Reggio Emilia) si pongono l’obiettivo di sperimentare la fattibilità di azioni efficaci per il cambiamento degli stili di vita a rischio in questi utenti svantaggiati. METODI Nel periodo maggio 2012-ottobre 2014 sono state implementate le seguenti azioni: 1) Formazione, sul modello dell’ approccio motivazionale nel sostegno al cambiamento, rivolta a un gruppo di operatori del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche, dei Servizi di Medicina dello Sport e di Igiene e Nutrizione (SIAN) e di Enti privati accreditati; 2) Azioni di modifica delle policy di contesto dei Servizi di promozione e cura della salute: 3) Interventi di sostegno individuale e di gruppo di I e II livello per il cambiamento attraverso la contrattazione di obiettivi di salute rispetto a fumo, alimentazione scorretta, sedentarietà e uso di alcol. RISULTATI Azione 1: sono stati coinvolti 40 operatori sociali e sanitari in 20 ore di formazione. Azione 2: gli stessi operatori hanno condiviso le policy dei rispettivi Servizi di cura attraverso un regolamento su “stili di vita”. Sono stati individuati quindi i “promotori della salute” quali figure di riferimento dei Servizi che hanno condotto il primo colloquio con gli utenti sugli stili di vita e hanno facilitato l’invio ai livelli di approfondimento; dagli stessi operatori è stato predisposto il materiale informativo e motivazionale per il sostegno al cambiamento. Azione 3: Sono stati finora attivati due gruppi infoeducativi, nello specifico: a) gruppo di I livello di 4 incontri su alimentazione e attività fisica frequentato da 6 utenti, con il coinvolgimento della Uisp. b) gruppo di II livello di 12 incontri per la riduzione del fumo di sigaretta frequentato da 5 utenti, con il coinvolgimento del Centro Anti Fumo e somministrazione gratuita dei farmaci sostitutivi della nicotina. CONCLUSIONI I primi risultati permettono di valutare in modo positivo la ricaduta delle azioni di sensibilizzazione al cambiamento degli stili di vita, sia sul personale dei Servizi, sia sui loro utenti. E’ essenziale l’attivazione di tutte le componenti sin dai primi incontri di formazione. I gruppi degli utenti hanno prodotto un buon livello di coinvolgimento, una significativa adesione ai macro e micro-obiettivi dichiarati e una buona costanza nel perseguire i traguardi specifici settimanalmente, con percepibile aumento del benessere psico-fisico. Da verificare nei prossimi mesi il mantenimento dei cambiamenti realizzati. Complessivamente questi dati avvalorano l’ipotesi della fattibilità degli interventi di promozione della salute anche nei contesti del disagio psichico e suggeriscono di inserirli nelle azioni integranti del processo della cura. 27 REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA PROCESSI DI CAMBIAMENTO NEI CENTRI DSM DELLA REGIONE FVG AUTORI: Silvana Widmann(¥), Alessandra Oretti(€), Fabiola Grassetti (Ω), Marco Visintin (£), Carmen Schifilliti (§) ¥ Referente tecnico regionale per il progetto - Direzione Centrale Salute della Regione Friuli Venezia Giulia € Dipartimento di Salute Mentale, ASS n.1 “Triestina” Ω Dipartimento di Salute Mentale ASS n.3 “Alto Friuli” e ASS n.4 “Medio Friuli” £ Dipartimento di Salute Mentale ASS n.5 “Bassa Friulana” § Dipartimento di Salute Mentale ASS n.6 “Friuli Occidentale” AZIONI EFFETTUATE Regione FVG: nel gennaio 2013 la Direzione Centrale Salute, Integrazione Sociosanitaria, Politiche Sociali e della Famiglia della Regione Friuli Venezia Giulia, dopo aver raccolto le adesioni delle ASS regionali, ha aderito al progetto CCM 2012 indicando il nominativo del referente tecnico regionale ed i nominativi dei referenti aziendali, rappresentativi dei Dipartimenti di Prevenzione, Dipendenze e Salute Mentale (totale 12). Il gruppo di lavoro si è riunito regolarmente nel corso dei 2 anni di progetto ed ogni componente ha partecipato alla formazione/formatori organizzata a Reggio Emilia dal 25 al 28 marzo 2013. Formazione degli operatori dei Centri di Salute Mentale regionali a cura del gruppo di lavoro: sono stati realizzati 4 eventi formativi (20.11.13, 17.03.14, 6.05.14 e 19.09.14) ricoprendo tutte le aree vaste regionali e coinvolgendo n.172 operatori appartenenti alle seguenti professioni: infermieri, educatori, medici, psicologi, ass. sociali, assistenti sanitari, OSS, operatori delle cooperative sociali, tirocinanti. Contemporaneamente si sono avviati gli interventi di cambiamento del contesto nei vari centri DSM anche integrandosi con le iniziative già presenti. Trieste: il DSM promuove il benessere psicofisico e l'inclusione sociale ed opera per la diffusione di stili di vita sani, attraverso la pratica sportiva e l'educazione alla motricità, con il coinvolgimento attivo delle associazioni presenti sul territorio locale. Sono stati collocati 2 kit del progetto CCM in 2 diversi CSM. Progetti attivi: Progetto di educazione motoria generale, in regime di convenzione con l’associazione Forma Mentis (30 utenti); Settimane del benessere: moduli residenziali dedicati alla promozione del benessere psicofisico focalizzati particolarmente all’attività fisica e alla sana alimentazione (60 utenti); Attività sportive (calcio, basket, pallavolo, vela, ping pong) in collaborazione con ass. sportiva (130 utenti); Progetto “Tutor di salute” (120 utenti), integrazione tra operatori del DSM, altri servizi e MMG. In particolare al CSM Maddalena (30 utenti) nel 2014 è stata avviata la valutazione della qualità della vita, stato di salute e cambiamento e si sono pianificati programmi supplementari e percorsi info-educativi su alimentazione, attività fisica e fumo di tabacco. Tolmezzo: ha avviato le attività per il cambiamento del contesto, posizionando 2 kit , formando gli operatori in merito alla realizzazione di gruppi di cammino e organizzando un gruppo di discussione tra operatori per la costruzione di un regolamento interno. Palmanova: gli stili di vita considerati sono stati l’attività fisica, fumo e alimentazione. Nei gruppi di accoglienza sono stati inseriti 3 incontri info-educativi (50 utenti); è stato realizzato un corso di formazione per walking leader per operatori e utenti e organizzato un gruppo di cammino con 1 uscita settimanale; variazione degli alimenti e bevande dei distributori automatici, ulteriore definizione delle aree esterne per fumatori. Un kit è stato utilizzato in 1 CSM. 28 Pordenone: avviato il progetto “Più sani e più belli” che coinvolge 2 CSM e circa 60 utenti. Gli stili di vita considerati maggiormente sono l’alimentazione e l’attività fisica. Azioni: presentazione del progetto agli utenti e somministrazione di una scheda personale su stili di vita e obiettivi di cambiamento, individuazione di uno specifico spazio per il rilassamento e affissione della cartellonistica del kit, individuazione di 2 utenti peer , cambiamento del menù della mensa, organizzazione di corsi yoga, partecipazione di operatori e utenti al corso per conduttori di gruppi di cammino e ai gruppi di cammino di seguito organizzati, organizzazione di incontri formativi-informativi sul benessere, alimentazione e attività fisica, coinvolgimento dei MMG, organizzazione della giornata della salute. Punti di forza: formalizzazione del gruppo di lavoro regionale rappresentativo dei 3 dipartimenti di ogni ASS aderente; organizzazione e partecipazione agli incontri in una sede territoriale centrale; partecipazione di alcuni componenti del gruppo di lavoro regionale alla formazione FAD del progetto; organizzazione della formazione a cascata condivisa tra i 3 dipartimenti; disponibilità di strumenti operativi, es. training di autoregolazione del comportamento e kit, inserimento del progetto nelle schede di budget di una ASS. Criticità: nel 2014 in FVG si sono avviati i lavori per la definizione e l’approvazione della riforma sanitaria regionale provocando alcuni momenti di difficoltà e di “pausa decisionale” che hanno influito sulle attività progettuali e creato impedimenti per la stesura e approvazione delle delibere sui regolamenti interni dei CSM previsti dal progetto Conclusioni: il cambiamento del contesto dei CSM operato nell’ambito del progetto sarà permanente. Si è avviato anche un percorso di cambiamento tra operatori e di collaborazione tra dipartimenti che avrebbe bisogno di essere supportato e incentivato ulteriormente per non creare pericolose demotivazioni conseguenti alla creazione di aspettative disattese e percorsi di rete interrotti. Il gruppo di lavoro esprime pertanto il bisogno di proseguire la collaborazione con il centro di riferimento Luoghi di Prevenzione di Reggio Emilia e le attività regionali. _______________________________________________________________________________________ REGIONE MARCHE PSICHE E DISPARITÀ: PROGETTARE CON…STILE AUTORI: Rossini R1 , Buresta M2, Fiorenzuolo G1, Pedrolli P2, Mariangeli F3, Fiorà L4. 1, ASUR Marche, Dipartimento di Prevenzione , SISP, Area Vasta 2 Senigallia 2, ASUR Marche, Dipartimento di Salute Mentale, Area Vasta 2 Senigallia 3, Servizio Sollievo, Ambito Sociale 8, Senigallia 4, Comunità Protetta “Maria Nilde Cerri”, Senigallia INTRODUZIONE-OBIETTIVO Il progetto, approvato dal Ministero della Salute /CCM (Centro Controllo Malattie) e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, Ausl Reggio Emilia, ha due obiettivi generali: 1) sostenere le reti degli operatori già attive 2) facilitare l’accesso ai servizi di promozione della salute a fasce di popolazione che hanno maggiore difficoltà a prendersi cura consapevolmente della propria salute. Nell’Area Vasta 2 – Senigallia si è scelto di avviare un processo di riduzione delle disuguaglianze nel target delle persone portatrici disagio psichico, modificando l’assetto terapeutico assistenziale dei Servizi Psichiatrici e indirizzando gli operatori sanitari verso la ricerca di un benessere globale dei malati psichici. 29 MATERIALI E METODI Il progetto è stato coordinato localmente dall’U.O. Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione che ha operato in stretto contatto con il Dipartimento di Salute Mentale. Gruppi di lavoro: nel territorio è presente dal 2011 una “Rete per il contrasto al tabagismo” che comprende la componente educativa (Scuole), sociale (Ambito sociale e Comune capofila) e sanitaria (MMG, PLS, Dipartimento Prevenzione, Dipartimento Dipendenze, Dipartimento di Salute Mentale, Distretto, Ospedale, SPP, Servizio Infermieristico, Medico Competente). Il progetto è stato illustrato a tutti i componenti della Rete e i rappresentanti della componente sanitaria sono stati direttamente coinvolti nella docenza dei Corsi di formazione effettuati. Si è inoltre costituito un gruppo di lavoro per lo specifico progetto, comprendente il coordinatore locale e rappresentanti delle strutture psichiatriche locali, ovvero una psicologa del DSM, una psicologa del Servizio Sollievo e una psicologa della struttura socio sanitaria “Nilde Cerri”, che, in una serie di incontri, ha dettagliato le linee di lavoro e gli interventi diretti agli utenti. Formazione: si è deciso di organizzare Corsi di formazione sui corretti stili di vita non solo a tutto il personale dei Servizi e delle Strutture psichiatriche del territorio, ma anche ai Medici di Medicina Generale, ai Pediatri e a operatori dell’Ospedale e delle strutture sanitarie della zona. Ambiente: un passaggio successivo ha riguardato l’affissione di una cartellonistica mirata, tra i quali la piramide alimentare, quella dell’attività fisica, manifesti per il contrasto al tabagismo, e la distribuzione di materiale informativo nei contesti abitualmente frequentati dai pazienti (Ambulatori del dipartimento, Spdc, Struttura riabilitativa residenziale e diurna SRR, Struttura socio-assistenziale residenziale, Servizio sollievo, varie sedi, sede Associazione dei familiari “Primavera”). Corsi info-educativi: gli operatori del DSM e delle strutture psichiatriche del territorio hanno valutato autonomamente gli utenti che potevano partecipare ai corsi info-educativi di I° livello, escludendo solo quelli con patologie molto gravi. Come previsto dal progetto, agli utenti psichiatrici che hanno aderito sono stati somministrati i questionari “Il mio stile di vita”, “Competenze di salute”, “Training per l’autoregolazione del comportamento”, Grafico della disponibilità al cambiamento, Scheda motivazione al cambiamento, Bilancia decisionale. RISULTATI Gruppi di lavoro: si è costituita una rete di operatori che, pur tra mille difficoltà, continua a credere nella prevenzione. Formazione: si sono raggiunti nella formazione sugli stili di vita più di 150 operatori sanitari. Gli “stili di vita” sono inseriti nella anamnesi di routine degli Psicologi e degli Educatori delle strutture psichiatriche. Ambiente: le strutture psichiatriche del territorio stanno realizzando ambienti “che promuovono salute” Corsi info-educativi di I° livello: sono stati individuati 30 pazienti del territorio e delle strutture residenziali. Si è proceduto a costituire 2 gruppi di 15 persone e sono stati organizzati quattro incontri per ciascun gruppo. Gli argomenti trattati sono stati l’alimentazione, il movimento, il tabagismo e le sostanze stupefacenti. La partecipazione costante ai corsi è stata discreta (circa il 70%). Corsi infoeducativi di II° livello: al termine dei corsi infoeducativi di I° livello 6 utenti hanno inteso approfondire le tematiche del cibo e del movimento, per avviare una contrattazione di obiettivi minimi di salute. Alimentazione: Presso la Struttura riabilitativa di Senigallia è stata messa in atto una attività di “Cucina Sana” dove gli utenti della struttura si alternano in qualità di cuochi e vengono guidati verso una corretta alimentazione. 30 Presso la sede del Servizio Sollievo, nel mese di settembre 2014, si è organizzato un incontro di approfondimento molto partecipato sull’alimentazione con un Medico ed una Dietista del SIAN. Attività fisica: 1 volte a settimana 4 pazienti del DSM seguono un corso di ginnastica dolce presso il Servizio Sollievo 1 volta a settimana 5 pazienti della struttura riabilitativa di Cesanella partecipano ad un gruppo di cammino. 1 volta a settimana vi è allenamento e incontro di calcetto con due squadre miste tra operatori e pazienti DSM (10 persone) Un paziente del DSM ha tenuto un corso di yoga a cui hanno partecipato gli altri utenti. L’Associazione Primavera (familiari di persone con disagio psichico) ha organizzato corsi di danze popolari a cui partecipano utenti del DSM. CONCLUSIONI E’ stato avviato un percorso di conoscenza e di collaborazione tra strutture, che sembra destinato a rafforzarsi. Il progetto ha visto una buona partecipazione sia degli operatori sanitari, sia degli utenti delle strutture psichiatriche. Alcuni di essi sono interessati ad approfondire le tematiche relative agli stili di vita. Pur se sono stati contrattati obiettivi minimi di salute, non è stato ancora possibile gestire un percorso di aiuto individuale, per mancanza di risorse. ________________________________________________________________________________ REGIONE MARCHE FORMAZIONE INTEGRATA A LARGO SPETTRO AUTORI: Buresta M1, Rossini R2, Moroni V2, Fiorenzuolo G2, Pedrolli P 1. 1.Dipartimento di Salute Mentale Senigallia, 2.Dipartimento di Prevenzione - SISP Senigallia Operatori della “Rete per il contrasto al tabagismo” INTRODUZIONE ED OBIETTIVI Integrare la formazione tra operatori di diversa estrazione professionale e lavorativa è un importante elemento di conoscenza reciproca e di condivisione di intenti. Consapevoli di ciò, l’Area Vasta 2 – Senigallia (ASUR Marche), ha inteso sviluppare in modo particolare questo aspetto nella prima fase del Progetto CCM “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute in ambito psichiatrico”, coordinato a livello nazionale dalla Ausl di Reggio Emilia. MATERIALI E METODI Per favorire il processo integrativo, Il Dipartimento di Prevenzione di Senigallia, che ha coordinato localmente il progetto, ha scelto di affidare la docenza dei diversi corsi organizzati nel proprio territorio agli Operatori Sanitari che fanno parte del “Gruppo di rete per il contrasto al tabagismo” costituitosi, con Determina, nel 2011 e rappresentativo di tutte le strutture sanitarie del territorio. Base comune di insegnamento di tutti i corsi proposti è stato il “Counseling motivazionale breve”, visto come mezzo utile in qualunque intervento che voglia promuovere salute. La tematica della riduzione delle disuguaglianze negli utenti psichiatrici è stata poi affrontata in modo sempre più specifico nei diversi target raggiunti. RISULTATI Nell’Area Vasta 2 – Senigallia, nell’ambito del Progetto “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del 31 rischio di utenti con disturbi di interesse psichiatrico e giovani problematici” sono stati effettuati 3 Corsi (6 edizioni). Vedi tabella 1. Hanno tenuto la docenza 8 Operatori sanitari del “Gruppo Rete di contrasto al Tabagismo”. Operatori del DSM hanno poi attuato 4 percorsi infoeducativi di I° livello a due gruppi ciascuno di 15 utenti con disagio psichico. TAB. 1 Tematica dei corsi effettuati Target Docenza Counselling sanitario n. 50 MMG motivazionale breve n. 9 PLS Rete per il contrasto al Tabagismo Interventi di rete nella n. 42 promozione della salute: attività fisica e contrasto al Accertatori per tabagismo di tabagismo Rete per il contrasto al Tabagismo il controllo del Ospedale Distretto Dipartimento di Prevenzione La promozione di corretti stili n. 50 di vita in ambito psichiatrico Rete per il contrasto al Tabagismo Operatori dei servizi psichiatrici del DSM Operatori delle strutture territoriali che lavorano per il disagio psichico “Percorsi info-educativi di I° n. 30 utenti con disagio psichico Operatori DSM formati livello” CONCLUSIONI In una piccola realtà territoriale quale quella dell’A.V.2 – Senigallia, 151 operatori sanitari, rappresentativi di tutte le strutture sanitarie e di tutte le figure professionali, hanno partecipato ai Corsi proposti per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute negli utenti con disturbi di interesse psichiatrico. Questo sembra essere un buon punto di partenza per una più ampia condivisione operativa in un settore, quale quello della promozione della salute, che ha bisogno soprattutto di tanta buona volontà e flessibilità. _______________________________________________________________________________________ 32 REGIONE MARCHE ATTIVA-MENTE IN SALUTE AUTORE: Stefano Berti, Resp. Ufficio Promozione della Salute Ancona Area Vasta 2 – ASUR Marche Perché è necessario per i Dipartimenti di Salute Mentale - e ogni altra struttura di accoglienza a livello residenziale, semiresidenziale e ambulatoriale per portatori di disagio psichico - diventare “Servizi che promuovono salute”, orientati cioè ad essere “contesti che promuovono salute” e che investono sugli stili di vita salutari dei propri utenti? Etimologicamente “salute” deriva dal latino salus1 che ha la stessa radice di salv-us (che rimanda a “rendere salvo” e quindi “conservare”, “custodire”, “difendere”, “trar di pericolo”, “scampare”, “liberare dalla perdizione”) e che deriva a sua volta dal sanscrito sarv-a che significa “intero”, “integro”, “non diviso”, “non frantumato”, “non scisso”2. Il concetto di salute ha in sé, pertanto, sia la nozione di salvezza dello spirito che il requisito di integrità e pienezza di tutte le parti che vanno a strutturare l’io e che non possono essere trascurate, messe da parte o allontanate senza gravi conseguenze per l’equilibrio e l’armonia della persona. La Promozione della Salute - che ha il suo documento fondativo nella “Carta di Ottawa” frutto della 1a Conferenza Internazionale dell’OMS (1986) - può essere definita come il processo che rende gli individui e le comunità capaci di aumentare il controllo sui determinanti di salute, quindi di migliorare la salute e consentire di vivere una vita sana, attiva e produttiva”3. Diversi studi (Erikson 2007; Erikson and Lindstrom, 2005, 2006; Lindstrom and Erikson 2005a, 2005b, 2006;) hanno messo in evidenza come i principi costitutivi della Carta di Ottawa siano intimamente connessi con il concetto di “Salutogenesi” sviluppato nel corso degli anni soprattutto dal sociologo israelo-americano Aaron Antonovsky4 ma affacciatosi in ambito anglosassone già negli anni ’60. Grazie a tale concetto - che letteralmente si occupa delle “cause” o meglio delle “fonti” della salute prende avvio un nuovo paradigma che si dimostra in grado di superare il modello patogenetico classico ove la salute era essenzialmente concepita come assenza di malattia e la focalizzazione dell’intervento sanitario era solo rivolto all’insorgenza, cura e prevenzione delle patologie. Il nuovo modello incentrato sulla salutogenesi presuppone invece la rappresentazione della salute e della malattia come due polarità poste sull’asse di uno stesso continuum, ove le persone - più o meno sane o malate - si trovano variamente collocate nel corso della propria vita. Ne discende che ognuno potrà disporre di risorse ed opportunità - anche in base alla propria rappresentazione della realtà - in grado di favorire il controllo e la gestione dei problemi, spostandosi quindi verso il polo della salute. Lo sviluppo delle capacità cognitive nella comprensione delle proprie difficoltà, unite alla percezione di poter esercitare un certo controllo su di esse e di avere esperienze positive - anche di lieve entità diventano perciò fondamentali per favorire il cambiamento dei comportamenti a rischio e le esperienze di autoefficacia. Ecco allora che la proposta di Regolamenti per la promozione di stili di vita salutari nei diversi Servizi del DSM, uniti a corsi info-educativi di primo e secondo livello e a pratiche costanti incentrate su attività di rilassamento e antistress (come la respirazione addominale, lo yoga e “i cinque tibetani”), su attività fisica regolare (passeggiate e/o “montagna terapia”) e su una alimentazione più attenta e consapevole (con 1 Pianigiani O., Vocabolario Etimologico della lingua italiana, F.lli Melita Editori, Genova, 1988. Loiacono M., “Un metodo scandaloso per la psichiatria”, E.C.M. Ancona. 3 WHO, 1993; Ziglio et al. 2000; cit. in Eriksson M., Lindstrom B., “A salutogenic interpretation of the Ottawa Charter”, in Health Promotion International, 2008, traduz a cura di Pierò A., Di Pilato M., Longo R., Tortone C., ASL TO4 e DoRS Regione Piemonte. 4 Antonovsky A., The salutogenic model as a theory to guide health promotion, Health Promotion International, 1996. 2 33 maggior controllo sul cibo e coinvolgimento in ciò dei familiari disponibili), diventano tutte opportunità concrete per lo sviluppo di quelle competenze (abilità per la vita, resilienza, empowerment e locus of control, alla base del benessere e dell’integrazione sociale. ________________________________________________________________________________ REGIONE EMILIA ROMAGNA Presentato al Convegno “COSTRUIRE INSIEME LA SALUTE” - Orvieto, 22-23 ottobre 2014 INTERVENTI DI PREVENZIONE SELETTIVA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO IN UTENTI CON DISAGIO PSICHICO (PROGETTO CCM 2012): RISULTATI DELLE PRIME FASI DELLA SPERIMENTAZIONE. AUTORI: Rosaria Ruta (a), Daniela Riccò (a), Antonio Chiarenza (a), Angela Dodi (a), Marilena Durante (c) Anna Maria Ferrari (c), Mila Ferri (c), Daniela Galeone (d) Sandra Bosi (b), con la collaborazione del gruppo di Referenti Tecnici interregionali del progetto Affiliazione: (a) Az. Usl Reggio Emilia; (b) LILT Sez. Reggio Emilia onlus, Luoghi di Prevenzione -; (c) Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali - Regione Emilia-Romagna, (d) Ministero della Salute INTRODUZIONE La promozione della salute in utenti con disagio psichico risponde ad una priorità in Sanità pubblica poiché la maggiore prevalenza di morbilità e mortalità precoce nel target è spesso correlata ad abitudini non salutari in relazione a: fumo, alimentazione, sedentarietà, alcol. Fare promozione della salute su questo target richiede in particolare interventi di medicina d’iniziativa e empowerment degli operatori nei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione. OBIETTIVI Modificare il contesto dei dipartimenti di salute mentale con interventi di sensibilizzazione degli operatori e dell’utenza sugli stili di vita salutari. Sostenere gli utenti al cambiamento degli stili di vita non salutari con percorsi strutturati realizzati dal personale interno dopo una formazione specifica. Migliorare le azioni di rete per meglio rispondere alle esigenze dell’utenza sui temi degli stili di vita a rischio. MATERIALI E METODI L’intervento coinvolge 12 regioni coordinate dall’Emilia-Romagna e sperimenta modalità efficaci di accesso a programmi di prevenzione selettiva individuali e di gruppo per utenti svantaggiati. Prevede 3 linee d’ azione: formazione (moduli di durata variabile in base alle caratteristiche dei discenti) degli operatori sull’approccio motivazionale nel sostegno al cambiamento; azioni di modifica delle policy dei contesti di cura (Ospedali, Dipartimenti di Salute Mentale, Comunità terapeutiche); interventi, individuali e/o di gruppo, di sostegno al cambiamento con contrattazione di obiettivi di salute rispetto ai 4 fattori di rischio di Guadagnare salute. In particolare il sostegno al cambiamento si realizza con un training di regolazione del comportamento in 4 incontri con un follow up a distanza. 34 RISULTATI Sono stati formati 40 operatori per ogni territorio, in totale 480. Tutte le Regioni partecipanti hanno approvato Raccomandazioni e Regolamenti dei Dipartimenti di Salute Mentale per la modificazione del contesto con iniziative di contrasto agli stili di vita non salutare . Il 70% dei territori coinvolti ha già attivato percorsi di sostegno al cambiamento di stili di vita salutare per l’utenza. Quasi il 50% degli operatori dei Dipartimenti di Salute Mentale formati ha dichiarato di aver modificato sul luogo di lavoro qualche abitudine personale relativa a fumo di sigaretta e comportamento alimentare. CONCLUSIONI I risultati permettono di valutare in modo positivo gli effetti dell’intervento sugli stessi operatori formati e la ricaduta sugli utenti delle loro azioni di sensibilizzazione sul tema degli stili di vita. I dati avvalorano l’ipotesi della fattibilità e dell’efficacia di interventi di promozione della salute anche negli ambiti di cura per utenti con disagio psichico. L’intervento è già stato trasferito nelle azioni ordinarie dei Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Emilia-Romagna. _______________________________________________________________________________________ REGIONE EMILIA ROMAGNA Presentato al Convegno internazionale "22nd International Conference on health promotig hospitals & health service" - Barcellona, 23-25 aprile 2014 SELECTIVE PREVENTION INTERVENTIONS FOR RISK MANAGEMENT IN USERS WITH PSYCHOLOGICAL DISTRESS: RESULTS OF THE FIRST EXPERIMENTATION PHASES. Subject Name: Psychiatric patients and mental health Type of presentation: Oral presentations Authors: Sandra BOSI, Daniela RICCÒ, Antonio CHIARENZA, Alba Carola FINARELLI, Mila FERRI, Rosaria RUTA INTRODUCTION Health promotion in patients with psychological distress requires proactive medicine and empowerment interventions by the network of operators in the prevention, care and rehabilitation processes. The highest prevalence of early mortality and morbidity in the target is often related to smoking, diet, sedentary lifestyle and alcohol. The intervention involves 12 regions coordinated by the Emilia Romagna Region and experiments with effective methods of access to individual and group selective prevention programs for disadvantaged users. PURPOSE METHODS 3 action lines are envisaged: 1) Training of operators on the motivational approach in supporting change; 2) Policy change actions in the care facilities (Hospitals, Mental Health Departments, Therapeutic communities). 3) Individual and group change support interventions with the contracting of targets relating to smoking, diet, sedentary lifestyle and alcohol (Behavioural adjustment training in 4 meetings with subsequent follow-up). 35 RESULTS ACTION 1: Theoretical practical training of 40 operators per area (480 operators) with modules of 10/20 hours; ACTION 2: Approval of 8 context change adjustments with respect to lifestyles; ACTION 3) Individual and group intervention planning for motivated users. The monitoring and assessment indicators refer to the number of: Health operators trained, Intervention protocols activated, Users made aware, Users taken on, Users who have changed at least one risk behaviour at 6-month follow-up. CONCLUSIONS The results make it possible to positively assess the effects of the intervention on the trained operators and the impact on users of their awareness actions on the subject of lifestyles. The data confirm the feasibility hypothesis and the efficacy of health promotion interventions also in care contexts for users with psychological distress. 36
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