03I14 NUMERO 3 AGOSTO 2014 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale –70% NO/ CUNEO - N.° 3 - Anno VI www.losferisterio.it BALON FEMMINILE Al via il primo campionato meeting e coppa Attesa per i due grandi eventi i n q u est o n u mer o Balon e dintorni, tante le iniziative in programma I prossimi mesi si preannunciano davvero di grande interesse per il mondo degli sport sferistici: Coppa Italia, Meeting, Mondiali, le fasi clou dei campionati, ma anche le iniziative legate alla pantalera, al bracciale, alla palla elastica… Grandi eventi che affermano un forte dinamismo per il nostro sport e dei quali trattiamo ampiamente in questo numero del giornale: si inizia a fine agosto con le finalissime di Coppa Italia, che quest’anno avranno come centro nevralgico Dogliani, grazie alla collaborazione della Virtus Langhe. Invariato il programma che vedrà in campo le protagoniste delle diverse categorie, dai campioni della serie A fino alle giovani promesse dei Pulcini, con uno spettacolo da non perdere. Subito dopo, gli Azzurri partiranno per la Spagna, dove sono di scena i Mondiali degli sport sferistici: un’occasione importante per portare alla ribalta la nostra realtà e che assicura al contempo il sostegno del Coni, sempre attento alle federazioni che partecipano a kermesse internazionali di alto livello. Manco il tempo di riprendere il fiato e tocca al Meeting: quest’anno la ‘carica’ dei ragazzi del balon si trasferisce in Liguria, a distanza di tre anni dall’edizione di Sanremo. La pallapugno invaderà Pietra Ligure, baricentro dell’evento assieme a Loano e Borgio Verezzi: una manifestazione, coordinata dal vicepresidente Carlo Scrivano, che si preannuncia nuovamente di alto livello ed alla quale sono invitate tutte le squadre, dai Promozionali fino alla Juniores. Nel frattempo si entrerà nelle fasi salienti dei vari campionati, compreso quello Femminile, la grande novità promossa quest’anno dalla Federazione e che non ha mancato di riscontrare successo, oltre ad attirare l’interesse dei mass media che hanno dedicato pagine alla nuova iniziativa. I prossimi saranno mesi importanti anche per le discipline affini, a cominciare dal Torneo dei Paesi alla pantalera per continuare con le finali del bracciale e della palla elastica. Buon divertimento a tutti! Federico Matta 3 COPPA ITALIA Un grande spettacolo MEETING GIOVANILE Festa del balon in Liguria DONNE PROTAGONISTE Al via il campionato MONDIALI IN SPAGNa Gli Azzurri in campo paolo danna Mondovì riabbraccia il campione PAOLO voglino 25 anni di serie A re e riellA Nuove spalle crescono andrea giraudo Esordio in serie A LUCA mangolini Il ritorno dedicato a papà Giorgio BELLANTI E TONELLO Dal campo alla panchina IVAN orizio Riparte dalla Bormidese DAVIDE DUTTO Canalese tra le big in serie B simone adriano Debutto tra i cadetti stefano fenoglio Il numero uno della Lega GIAMPIERO ROSSI Il nuovo consigliere federale A MONFORTE La passione per la pantalera PALLONE AL BRACCIALE Le nuove iniziative il balon in cifre Quando i tecnici erano in campo AMARCORD DEL PALLONE Il Meeting giovanile del 2004 03I14 NUMERO 3 - agosto 2014 Iscrizione al Tribunale di Cuneo N. 616 del 18/03/2009. Pubblicità: in proprio. LO SFERISTERIO è una pubblicazione della Federazione Italiana Pallapugno - via Bra 1/9 12100 Cuneo Tel. 0171.1871181 [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Federico Matta GRAFICA E STAMPA Alma Tipografica Villanova Mondovì COLLABORATORI Sergio Casasso Paolo Cornero Luca Giaccone Mario Pasquale Sonia Pellegrino Mario Sasso Romano Sirotto Elio Stona Francesca Vinai IN COPERTINA Al via il campionato femminile di balon 5 7 8 10 13 15 16 18 19 20 23 24 25 27 29 30 31 33 34 Coppa Italia, il più grande spettacolo dopo il campionato Sonia Pellegrino ppuntamento numero 29 per la Coppa Italia, che dalla Riviera A ligure torna nel cuore del Piemonte. Dopo le due edizioni di successo che hanno avuto come cornice principale il De Amicis di Imperia, sarà, infatti, lo sferisterio Renzo Franco di Dogliani a ospitare la tre giorni delle finali che valgono la ‘coccarda’ in tutte le categorie. L’appuntamento è per la fine di agosto, venerdì 29, sabato 30 e domenica 31. La formula è quella collaudata delle ultime stagioni: una full immersion pallonistica di tre giorni, nel corso della quale vengono disputate le finali di tutte le categorie; il venerdì è dedicato alla serie B, il sabato sera scendono in campo gli Assoluti, mentre chiude la kermesse, la domenica pomeriggio, la gara di C1. La Coppa Italia rappresenta il primo verdetto dell’anno e spesso anticipa quelle che saranno le sfide di fine stagione, per questo si respira un’aria di fervente attesa nei confronti di questa manifestazione promossa dalla Federazione, sia da parte dei giocatori - che non vedono l’ora di alzare al cielo il loro primo trofeo dell’anno - sia da parte del pubblico, che nelle ultime edizioni non ha mancato di far sentire il proprio sostegno alle squadre che hanno preso parte a quella che si può considerare, a buon diritto, una grande festa della pallapugno. Quello di Dogliani si prospetta essere un evento di alto profilo, come testimoniano le parole di Domenico Adriano, presidente della Virtus Langhe, nella duplice veste di consigliere federale e ospite della manifestazione: “Dogliani è stata scelta come sede della Coppa Italia per la sua zona centrale, strategica, nel cuore del Piemonte, ma a pochi chilometri dalla Riviera. Per noi la Coppa Italia sarà anche l’occasione per presentare ufficialmente, attraverso un grande evento pallonistico, i lavori che hanno interessato i nostri impianti sportivi nel corso dell’ultimo anno: il rifacimento del fondo del campo, il nuovo impianto di irrigazione e il riallestimento del bar. Siamo, dunque, pronti a dare il benvenuto alle squadre teste di serie nei rispettivi campionati e 5 Il programma dei tre giorni a Dogliani Il primo atto della Coppa Italia 2014 di Dogliani sarà venerdì 29 agosto: alle 17 è in programma la finale dei Pulcini, ed alla sera, dalle 21, scende in campo la serie B. Il giorno successivo, sabato 30 agosto dalle 10,30, di scena gli Allievi, mentre al pomeriggio (dalle 14,30) gioca l’Under 25. Due incontri che faranno da gustosa anteprima al clou della tre giorni di Coppa Italia, prevista alle ore 21 con la sfida tra i campioni della serie A. Calendario fitto anche per il giorno successivo, domenica 31 agosto sempre a Dogliani: si inizia alle 10,30 con gli Juniores, quindi alle 14,30 in campo gli Esordienti ed alle 16,45 la serie C2; la chiusura della kermesse si avrà alla sera, dalle 21, con la finalissima di serie C1. al pubblico, che ci auguriamo numeroso e appassionato”. Fervono, dunque, a Dogliani i preparativi per la tre giorni pallonistica del 29, 30 e 31 agosto e chissà che alla finalissima patron Adriano non ci regali la presenza in tribuna di qualcuno dei vip che, negli ultimi tempi, si è appassionato al nostro sport e al suo mondo. www.vercol.it Portaci una foto! Ti suggeriamo diverse soluzioni per decorare la tua casa. PRIMA PROGETTO COLORE Avrai una foto realistica del progetto prima di iniziare i lavori! Meeting giovanile, la grande festa del balon in Liguria Sonia Pellegrino I l Meeting Giovanile fa 13! La grande kermesse del balon giovanile si svolge domenica 7 settembre e farà tappa quest’anno in Liguria (il centro della manifestazione sarà a Pietra Ligure, oltre a Loano e Borgio Verezzi), dove ritorna dopo due edizioni piemontesi, a Neive e Villanova Mondovì. La manifestazione negli anni è cresciuta, ma lo spirito non è cambiato, una grande festa della pallapugno: l’obiettivo è fare conoscere il balon ai giovani, fare promozione, incontrarsi tutti insieme - atleti e famiglie - per passare una giornata all’insegna dello sport e dell’amicizia. Il cuore della manifestazione sarà Pietra Ligure, dove si svolgerà (in piazza San Nicolò) la cerimonia di inaugurazione, con tanto di sfilata dei ragazzi partecipanti, ma vi saranno gare anche a Borgio Verezzi e Loano: una scelta che consentirà di poter avere più campi a disposizione e quindi permettere alle squadre che prenderanno parte al Meeting di poter giocare più partite. A Pietra Ligure, di scena gli Esordienti, distribuiti tra piazza San Nicolò ed il campo di calcio (in erba sintetica) che ospiterà in serata anche tutte le finalissime e la cerimonia di premiazione; una vetrina eccezionale per la pallapugno sarà assicurata con le gare dei Promozionali e del Femminile lungo la passeggiata della cittadina ligure, un’operazione fortemente voluta dal vicepresidente Carlo Scrivano al fine di promuovere il nostro sport in un luogo di forte passaggio, con tanti turisti e stranieri. A Borgio Verezzi, saranno di scena gli Juniores, che giocheranno su due campi allestiti presso il centro sportivo calcistico, mentre Pulcini e Allievi giocheranno a Loano presso lo stadio. 7 Le prime due edizioni del Meeting si sono svolte a Peveragno nel 2002 e 2003; poi di scena a S.Stefano Belbo, Villanova Mondovì, Andora, nell’Acquese, ad Imperia, nell’Alessandrino, nel Savonese, a Sanremo, quindi a Neive e nuovamente Villanova un anno fa Regista dell’evento è Carlo Scrivano, vicepresidente Fipap, che assieme ai Comitati territoriali della Federazione ha fortemente voluto riportare il Meeting in Liguria: “Sicuramente si tratta di un appuntamento di grandissimo livello nel quale saranno coinvolti centinaia di ragazzi. Poter ospitare un evento di simile portata è un segno tangibile di fiducia verso il movimento sportivo ligure, che vede in forte sinergia Federazione e le Amministrazioni locali. Il movimento è in crescita, come l’aumento delle squadre testimonia, dal basso c’è la spinta giusta: serve sicuramente crescere a livello senior, ma appuntamenti come il Meeting sono volano di primaria importanza e servono a catalizzare l’attenzione del pubblico di appassionati e non solo”. Le donne protagoniste anche nella pallapugno Sonia Pellegrino È una serata che dovrebbe essere estiva allo sferisterio di Madonna del Pasco di Villanova Mondovì, ma il tempo fa le bizze: il sole si alterna al vento e alle nubi che minacciano pioggia. Nonostante l’instabilità meteorologica, c’è attesa per questo esordio e tra il pubblico di curiosi serpeggia anche qualche dubbio: “Passeranno il mezzo?”. Questa, infatti, non è una partita qualsiasi, ma è una ‘prima volta’ che possiamo definire storica: è la giornata del debutto delle donne nel balon. Da quest’anno, infatti, la Federazione ha promosso un vero e proprio campionato femminile. È vero che nelle categorie giovanili non è una novità vedere in campo anche alcune ragazze (basti pensare a Martina Garbarino, che gioca nel ruolo di centrale nella formazione Juniores del Bistagno), ma è la prima volta che si affrontano squadre totalmente ‘in rosa’. Due le categorie del campionato, quella giovanile e quella Senior. Nella sezione giovanile sono iscritte le formazioni del Bistagno, della Monferrina e della San Leonardo, composte da bambine che hanno un’età compresa tra i 10 e i 13 anni. La vera e propria novità è rappresentata dalla sezione Senior. Sei le squadre che prendono parte al campionato - Albese, Augusto Manzo, Fortezza Savona, Monferrina, Peveragno e Pro Paschese -, suddivise in due gironi territoriali che prevedono ciascuno due concentramenti. Il campo da gioco è di 80 metri con battuta ai 30, mentre le partite vanno ai sette. Per loro niente rito della fasciatura, il pallone da gioco è quello da 90 grammi, lo stesso che usano i Promozionali, i bambini ai primi rudimenti. Non c’è limite d’età per partecipare al campionato, unica condizione, è avere più di 14 anni. Le età delle atlete sono diverse, così come le loro storie: c’è chi viene dall’esperienza della pallapugno leggera e c’è chi è ai primi pugni, chi ormai non può fare a meno di allenarsi anche due volte alla settimana e chi si incontra in formazione completa per la prima volta solo il giorno della gara, 8 Al termine della prima fase, Monferrina e Pro Paschese hanno staccato il pass per la Finale Senior; in anteprima giocheranno anche le formazioni giovanili, dove si contenderanno il titolo Bistagno e Monferrina chi ha assecondato la passione dei figli e chi quella dei padri e chi, ancora, si è appassionata e basta. Il denominatore comune di questa giornata è l’emozione, quella delle giocatrici in campo e quella degli allenatori che, a bordo del rettangolo di gioco, correggono le posizioni delle giocatrici, le incitano e le incoraggiano. Anche il tifo del pubblico è diverso dal solito: ogni tanto si leva dagli spalti qualche ‘dai, mamma, forza!’. Le difficoltà, certo, non sono mancate: comprendere i fondamentali dello sport, replicarne i movimenti, capire come stare in campo e come ‘gira il pallone’ sono tutte situazioni che diventano naturali per chi pratica la pallapugno fin da giovane, ma per chi è un principiante rappresentano dei veri e propri scogli. Per il momento prevalgono il divertimento, la passione, la voglia di fare squadra e di non sfigurare: intelligenza tattica e malizia arriveranno con il tempo e l’allenamento! i volti delle protagoniste 9 Gli Azzurri in campo ai Mondiali in Spagna Luca Giaccone empo di Mondiali. A settembre si vola a Valencia, precisaT mente a Massamagrell, già sede dell’Europilota nel 2010. La rassegna iridata della CIJB in realtà era in programma in Argentina, poi il Paese sudamericano ha rinunciato e la Federazione internazionale ha accolto la candidatura spagnola. Il programma non cambia con le tre specialità ‘storiche’, gioco internazionale, llargues e one wall, oltre alla disciplina autoctona che in questa edizione sarà l’escala i corda. E ci sarà il torneo femminile di one wall abbinato a quello di un’altra disciplina di casa, il raspall. Ma chi sono i favoriti? Al via in questa edizione saranno sicuramente undici Paesi: ci saranno gli azzurri, ovviamente i padroni di casa della Spagna, oltre Francia, Olanda, Belgio, Inghilterra e il debuttante Portogallo con una selezione in arrivo dalla città di Setubal. Da oltreoceano arrivano Ecuador, Argentina, Porto Rico e Repubblica Dominicana, mentre saranno assenti Uruguay, Paraguay, Venezuela, Messico, Bolivia, Costa Rica e Perú. Ancora in dubbio Colombia, Stati Uniti, Irlanda e Cile. Nel llargues saranno i padroni di casa della Spagna, i campioni in carica dell’Olanda ed il Belgio a giocarsi le medaglie. Se ci saranno i colombiani potranno essere gli outsider, altrimenti occhio all’Ecuador. Speranze azzurre poche: troppo diverso il modo di colpire la palla rispetto alla pallapugno, meglio puntare sui giocatori della palla elastica, ma ci dobbiamo confrontare con nazioni dove questo gioco è quello ‘principe’. Le chance per l’Italia saranno riposte nel gioco internazionale. Non ci sono le cacce, si giocherà su un campo in erba, non sono consentite protezioni, bisogna adattare la battuta in un rettangolo preciso, ma possiamo dire la nostra. Le medaglie in questa specialità sono quasi sempre arrivate, anche nell’ultimo Mondiale olandese, ma gli avversari certo non mancano. Di 10 Questa è la terza edizione dei Mondiali ad essere ospitata in Spagna (l’ultima è stata nel 2000): l’Italia è stata campione nel 2004, quando aveva ospitato la kermesse sulle piazze di Cuneo, Imperia e Santo Stefano Belbo nuovo le tre nazioni europee saranno quelle da battere, Spagna, Olanda e Belgio. Capitolo one wall. L’Italia sta crescendo, ma anche negli altri Paesi si gioca molto ‘contro il muro’. I campioni in carica del Porto Rico ci sono di nuovo e sarà durissimo batterli. Se poi arrivano anche Stati Uniti e Irlanda allora il discorso per le medaglie è chiuso. Senza americani e irlandesi qualche possibilità in più c’è (anche perchè non c’è il Messico), ma davvero gli avversari forti sono tantissimi. Ecuador e Argentina (dove giocano una disciplina molto simile, il manito) sono le più temibili, e poi gli inglesi che sono abituati arrivando dal fives, i dominicani (che come i portoricani arrivano dai campi dagli States) oltre a belgi, olandesi e spagnoli che hanno puntato molto in questi anni sull’one wall. Sull’escala i corda nessuna speranza. Abbiamo le stesse chance degli spagno- L’albo d’oro dei Mondiali 1996 - Spagna Llargues: Spagna (oro); Olanda (argento) 1998 - Francia Llargues: Spagna (oro); Francia (argento) 2000 - Spagna Llargues: Spagna (oro); Olanda (argento) 2002 - Argentina Llargues: Spagna (oro); Olanda (argento) Gioco internazionale: Spagna (oro); Olanda (argento) Fronton: Spagna (oro); Argentina (argento) Manito: Argentina (oro); Spagna (argento) 2004 - Italia Llargues: Spagna (oro); Italia (argento) Gioco internazionale: Italia (oro); Spagna (argento) One wall: Messico (oro); Argentina (argento) Pallapugno: Italia (oro); Ecuador (argento) * Italia campione del mondo 2008 - Ecuador Llargues: Olanda (oro); Spagna (argento) Gioco internazionale: Belgio (oro); Italia (argento) One wall: Messico (oro); Argentina (argento) Pelota Ecuator: Ecuador (oro); Belgio (argento) * Belgio campione del mondo 2012 - Olanda Llargues: Olanda (oro); Colombia (argento) Gioco internazionale: Belgio (oro); Olanda (argento) One wall: Porto Rico (oro); Messico (argento) Kaatsen: Olanda (oro); Belgio (argento) One wall femminile: Porto Rico (oro); Olanda (argento) Kaatsen femminile: Olanda (oro); Spagna (argento) * Olanda campione del mondo li, quando hanno giocato a pallapugno ai Mondiali in Italia. Certamente non schiereranno i professionisti, ma in qualunque caso saranno i padroni di casa i favoriti. Il gioco è molto difficile (palla dura, senza cacce, con una ‘corda’ centrale come quando si gioca al ‘cordino’, e con il pubblico seduto sulla tribuna, l’escala, che è considerato ‘buono’ per il gioco se la palla colpisce uno spettatore e torna in campo): sarà quasi sicuramente un po’ adattato per i Mondiali, ma il modo di battere e ricacciare, con le pareti del campo valide, si adatta di nuovo al massimo a belgi e olandesi. Nel torneo femminile si gioca a one wall. Di nuovo Porto Rico, poi Olanda, Spagna, Inghilterra: per le azzurre avversarie di valore assoluto. Sul raspall vale il discorso fatto per l’escala i corda, anzi sarà ancor più complicato con una palla che rimbalza pochissimo e che bisogna ‘raspare’ da terra. In questi mesi il Club Italia coordinato dal consigliere federale Fabrizio Cocino, con il ct Sergio Corino e il team manager Giorgio Vacchetto sta lavorando per allestire la squadra: ci sono alcune certezze, come il capitano Roberto Corino, Massimo Vacchetto, Bruno Campagno, ma l’obiettivo è quello di visionare tanti giocatori per trovare qualche giovane pronto per l’avventura mondiale. Per il one wall c’è sempre Enrico Rinaldi, ma anche giovani specialisti come Simone Corsi o Simone Maschio, per il gioco internazionale ci sono colpitori come Alessandro Re o Paolo Vacchetto (senza dimenticare Mariano Papone o il possibile rientro di Oscar Giribaldi), per il llargues Giovanni Ranoisio che più di tutti si sa adattare al gioco, praticando anche palla elastica, frontball o la mano nuda della pelota. Per il team rosa la capitana Martina Garbarino ha ormai anche esperienza internazionale. Ci sono ancora settimane per lo staff azzurro per nuovi raduni e per stilare la lista definitiva. Partenza martedì 2 settembre con le prime gare dell’escala i corda al mattino e la cerimonia d’apertura dei Mondiali nel pomeriggio. Il giorno successivo al via il torneo del gioco internazionale, mentre nel pomeriggio ci saranno le finali dell’escala i corda. Giovedì 4 settembre è il giorno dell’one wall (che si concluderà il giorno successivo) e delle finali del gioco internazionale. Ultimo atto con il llargues con le finali sabato 6 settembre. Il torneo femminile prevede mercoledì 3 settembre il raspall e venerdì 5 le finali dell’one wall. 11 Mondovì - piazza S. Maria 6 - Tel. 0174 552900 [email protected] in edicola o a casa tua il mercoledì su www.unionemonregalese.it c’è Per la pubblicità sulla rivista “Lo Sferisterio” contattare Renato Caviglia (tel. 348/0086674) Oltre ai quattro scudetti di serie A vinti con le maglie di Subalcuneo e Pro Paschese, Danna ha anche conquistato il tricolore in serie C nel 1995 per i colori della Monregalese, mentre nel 1998 ha vinto a Ceva il titolo tra i cadetti Mondovì riabbraccia Paolo Danna Sonia Pellegrino alla politica allo sport la parola d’ordine è diventare un ‘persoD naggio’: distinguersi dalla massa per eccentricità, intemperanza, stravaganza; non contano qualità o doti eccelse, l’importante è far parlare di sé. Due parole con la stessa radice, ‘personaggio’ e ‘persona’, ma con significati profondamente differenti. Oggi non va più di moda essere una ‘brava persona’ con dei valori, dei principi, una linea di condotta su cui improntare la propria esistenza. C’è, però, chi delle mode se ne frega e i principi non li tradisce; chi non vuole apparire, ma essere. Paolo Danna è così, una persona vera, di quelle di una volta. Incontro il quattro volte campione italiano al Mondino di Mondovì. Intervistare Danna in uno sferisterio non è cosa facile: ogni volta si viene interrotti, c’è qualcuno che lo vuole salutare, fargli sentire la propria vicinanza; lui non si nega, sorride e ricambia la stima. Raccontaci come è nata quest’avventura monregalese… È nata per caso: è una squadra di amici, in cui io credevo molto. Non nascondo la delusione, in quanto speravamo di fare una bella stagione per il pubblico di Mondovì e, invece, in questo momento la classifica non ci premia. Il primo successo nella sua carriera, Paolo Danna lo ottiene nel 1993 vincendo contro la Doglianese di michele Giampaolo il titolo Allievi; l’anno successivo arriva il bis con la vittoria nella categoria Juniores contro la Don Dagnino di gianluca Navone 13 Che sensazione si prova a giocare nella società in cui hai esordito? Il ritorno a Mondovì è emozionante: ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto chiudere la mia carriera laddove tutto è cominciato. Visto che sei un veterano, e sei anche parte in causa - in quanto usufruisci dei metri di vantaggio -, cosa ne pensi delle nuove regole? Se analizziamo la classifica, alle prime posizioni ci sono i tre che danno i metri a tutti - Vacchetto, Campagno e Corino -. Io sono favorevole ai metri, le partite in questo modo sono più combattute e comunque i big vincono lo stesso. Il punto secco sul 40 pari è stato introdotto per ridurre il tempo delle partite, ma di fatto ciò non è avvenuto: credo che su questo fronte qualcosa vada rivisto. Come accorciare le partite e riempire gli sferisteri? Nel nostro sport ci sono troppi tempi morti: se si cominciasse con il cronometrare i cambi di campo, si ridurrebbero le partite anche di mezz’ora. Per quanto riguarda il capitolo pubblico, io disputerei il campionato solo nel fine settimana e poi tornerei a giocare nelle piazze, con i tornei di paese: è il modo migliore per star vicino alla gente e far conoscere e apprezzare questo sport. Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto la pallapugno? Mi ha dato tanto a livello umano: senza il balon non avrei conosciuto persone fondamentali nella mia vita. Il calore, l’affetto e la vicinanza della gente per me sono tutto. Se devo pensare a cosa mi ha tolto, non posso non dire il tempo da dedicare alla mia famiglia. Sferisterio che vai, fan di Danna che trovi. Tra i capitani della serie A sei tra i più amati e seguiti… Ho avuto la fortuna di crescere sulle piazze: Pianfei, Beinette, Margarita e ho sempre cercato di dare il massimo per non deludere le persone che mi seguono. Ho sempre detto che giocherò fino a quando mi accorgerò che il mio pubblico si diverte a vedermi giocare. Voglino, venticinque anni di serie A Elio Stona I n occasione del compleanno di Pier Paolo Voglino, il suo attuale capitano, Massimo Vacchetto, gli ha dedicato la vittoria ottenuta contro la Canalese. Cinquant’anni, metà dei quali passati a disputare il massimo campionato di pallapugno. Nella sua bacheca - è in assoluto il giocatore che ha cambiato più squadre - figurano due scudetti, due Coppe Italia, una Supercoppa, ma anche tre titoli e due Coppe tra i cadetti. Paolo, come vivi questi tuoi cinquant’anni? Benissimo, direi. L’importante è essere qui, sul campo, a divertirsi e a cercare di trasmettere un po’ di passione e un po’ di entusiasmo a questi ragazzi. Per quanto ancora? Fino a quando continuerò a cavarmela, fino a quando continuerò a divertirmi e fino a quando il pubblico non si stuferà di me, io sarò qua. Fintanto che giochi a questi livelli, sarà difficile che il pubblico si stufi… Quando sbagli partita o anche soltanto qualche pallone, il pubblico te lo fa notare. Soprattutto quelli che ti hanno ammirato anni fa, quando eri nel pieno del vigore agonistico. Spero di non deluderli troppo. Ecco, quando comincerò a deluderli troppo, quello sarà il momento di smettere. Sei anni fa l’ultimo campionato in serie A, poi sei passato nella serie cadetta dove hai vinto tre campionati e due Coppa Italia. Ed ora eccoti di nuovo protagonista nella massima serie. Ha sempre il suo fascino? Senza dubbio. Certo che quando gli obiettivi sono alti, molte sono anche le aspettative. È una sfida che mi piacerebbe vincere. Avevo detto che non sarei più tornato in serie A, ma perché non c’erano le condizioni, non ce la facevo più a giocare con battitori giovani e dover reggere tutta la partita. Anche Massimo, il tuo capitano, è un battitore giovane… Ma lui è un big! Giocare e allenarsi con lui è un autentico piacere. Chi ti ha convinto a ritornare in serie A? Livio e Claudio Manera, patron e direttore generale dell’Araldica Vini. Sono stati gli sponsor delle società pallonistiche di serie B dove ho giocato nelle ultime tre stagioni. Quest’anno hanno deciso, con un investimento finanziario notevole, di fare il salto in serie A sponsorizzando Albese e Pro Spigno, oltre alla Castagnolese L’ultima stagione disputata in serie A da Voglino era stata nel 2008, come spalla di Alessandro Bessone nelle fila della Pro Paschese: nel 2003 era stato campione nel ruolo di centrale a santo stefano belbo con Roberto Corino 15 Dal 2009 al 2013 il campione castagnolese ha militato tra i cadetti: due anni a fianco di Amoretti, uno con Marcarino, Parussa e Burdizzo. Tre gli scudetti consecutivi vinti a Santo Stefano Belbo, Spigno e Castagnole Lanze in serie B. Sono stati loro a coinvolgermi nel progetto dell’Albese proponendomi di giocare con Vacchetto. In campo, dietro di te hai un big, mentre davanti, a metacampo, ci sono due ragazzi giovani. Qual è il tuo ruolo in campo, oltre a quello istituzionale di spalla? Il mio primo compito è quello di stare vicino a questi ragazzi, dargli un supporto morale e logistico, in campo, cercare di aiutarli in tutti i modi, suggerire loro la posizione da tenere, provare ad anticipare il pallone e, quindi, prepararli al meglio. Diego Ghigliazza e Stefano Arossa arrivano entrambi dal ruolo di centrale, salgono dalle giovanili alla serie A, cambiano ruolo, pallone e velocità di quest’ultimo: non è facile. Inoltre c’è la pressione di giocare con un capitano che punta al titolo. Cosa farai da grande, quando appenderai le fasce al chiodo? Il direttore tecnico. Se qualcuno mi chiamerà! Alessandro Re e Loris Riella, nuove spalle crescono Luca Giaccone N uovi centrali crescono. In questo campionato sono due i giovani che si stanno ritagliando un ruolo da protagonista in questo ruolo. A fianco dei ‘veterani’ come Michele Giampaolo, Giuliano Bellanti, Flavio Dotta, Alberto Sciorella o Paolo Voglino ci sono società che puntano sulla ‘linea verde’. Anche se, in realtà, sono ancora poche: sono solo tre i debuttanti al via in questa stagione nella massima serie. Si tratta di Stefano Boffa, Alessandro Re e Loris Riella. Quasi sempre hanno un passato da battitore, ma si sono ‘calati’ nella nuova veste con grande entusiasmo, cercando di diventare i ‘professionisti’ del ruolo per il prossimo futuro. Non sarà facile perché la concorrenza rimane tanta, ma si lavora sempre di più sulla specializzazione del centrale, dove non basta solo essere un grande colpitore, ma occorre ‘conoscere’ altre giocate e una corretta posizione in campo. ALESSANDRO RE In casa Imperiese c’è Alessandro Re. Lo abbiamo visto giocare come spalla già nell’ultimo campionato della massima serie, sempre all’Imperiese con Ivan Orizio nell’ultimo scorcio dei play out, dopo aver recuperato dall’infortunio che lo aveva costretto a dare forfait come capitano del Bistagno in serie B. “In realtà questo è il mio terzo campionato da spalla a tempo pieno: avevo già giocato in questo ruolo il secondo anno nella categoria Esordienti a Pieve di Teco con la maglia del Valle Arroscia, ed anche nel 2011 in serie B, sempre all’Imperiese con Cristian Giribaldi, quando ero ancora Juniores. E questo campionato lo considero quello del mio debutto nella massima serie, anche se qualche presenza l’avevo fatta l’anno scorso”. Ma Alessandro Re si sente più spalla o battitore? “Ho quasi sempre giocato da capitano - spiega lui -. Adesso però inizio a divertirmi in questo ruolo, ho messo da parte l’idea di tornare 16 Quali sono i punti che acquisisce chi gioca da spalla in serie A? Sono 50 di base, cui ne vanno aggiunti 5 per ogni vittoria conquistata nella regular season e quelli che derivano dalla classifica finale (da 50 per il primo classificato fino a 3 per il centrale della squadra che arriva ultima) in battuta, perché vorrei continuare su questa strada, anche se devo ancora migliorare parecchio. La difficoltà maggiore è soprattutto la posizione da tenere in campo: sono abituato a quell’attimo in più che ha il battitore in fondo al campo, adesso devo essere più reattivo e saper coprire bene tutto il terreno di gioco. E poi devo cercare di controllarmi e non voler colpire sempre a tutto braccio, ma sapermi limitare e accontentare di fare una caccia. Per ora non so ancora che tipo di spalla sono: forse una via di mezzo tra una spalla lunga e un terzo terzino. Per fortuna sto giocando in una squadra molto unita, come l’Imperiese di quest’anno. Con Matteo Levratto ci aiutiamo in campo, con i terzini lo stesso: anche loro sanno che ogni tanto mi manca il giusto tempo di una ‘vera’ spalla”. La pallapugno resta la sua grande passione, ma Alessandro Re è un grande colpitore anche nelle altre discipline, dall’handball alla palla elastica, tanto che è stato convocato anche nei raduni della Nazionale Azzurra, dove si è messo in luce nelle discipline più ‘ostili’ al nostro modo di giocare, come il llargues. “Mi piace provare un po’ di tutto - conferma lui -. Ci vuole tempo: adesso sto lavorando con mio padre con l’obiettivo di diventare orafo. Un lavoro duro, ma per fortuna anche mio papà è appassionato e magari chiude un occhio sul lavoro se devo andare ad allenarmi”. LORIS RIELLA Da Dolcedo a Santo Stefano Belbo dove si sta ritagliando un ruolo importante Loris Riella. L’anno scorso aveva fatto bene tra i cadetti nelle fila della Neivese ed è così che è arrivata la chiamata da parte dell’Augusto Manzo per giocare a fianco di Roberto Corino. “Non è stato facile all’inizio - conferma il centrale di Mango -: il passaggio dalla serie B alla A si sente eccome. Soprattutto a livello mentale, giocando in una squadra che ha ambizioni di vertice. La società non mi ha messo pressione, ma si sa quali sono gli obiettivi ed allora inconsciamente Il primo titolo in carriera, loris riella lo conquista Nel 2006 in coppia con Francesco Rivetti con la maglia dell’Augusto Manzo nella categoria Esordienti, superando nella finalissima la Monticellese guidata da Massimo Vacchetto Nel 2011 Alessandro Re fa il suo debutto in serie B per i colori dell’Imperiese e gioca come spalla al fianco di Cristian Giribaldi, conquistando la finale contro l’Augusto Manzo guidato da massimo Marcarino e da paolo Voglino, poi campioni senti una responsabilità maggiore. In fondo questo per me lo considero l’anno del debutto in serie A (anche se aveva già giocato alcune stagioni fa, sempre con la maglia dell’Augusto Manzo, partendo da capitano dell’Under 25 per sostituire prima Trincheri in battuta e poi Isoardi centrale, perché infortunati, ndr). E poi c’era da trovare anche il giusto equilibrio in campo, soprattutto con Iberto che è mancino. Man mano siamo migliorati, giocando di più abbiamo trovato la ‘quadra’ e abbiamo offerto anche buone prestazioni”. Per lui è cambiata anche tutta la fase di preparazione. “Corino e Raimondo - spiega Riella - lavorano moltissimo su quest’aspetto. Non che in B non mi allenassi, ma qui siamo a livelli professionistici. Anche questo è stato un cambio importante a cui non ero abituato”. “Avendo già giocato l’anno scorso da spalla - continua il numero due dell’Augusto Manzo - ho imparato ad avere punti di riferimento in campo, grazie anche all’aiuto che ho avuto dalla squadra, soprattutto da Marchisio e Rivetti che mi hanno aiutato a trovare il posto giusto in mezzo ai terzini. Ma un conto è giocare tra i cadetti, anche se eravamo in lotta per il titolo, altro discorso è la serie A dove non puoi concedere passi falsi, perché altrimenti sei subito punito dagli avversari. Per questo adesso nell’Augusto Manzo con il direttore tecnico Domenico Raimondo si lavora ancora di più sulla corretta posizione, oltre a come modificare i colpi durante la partita: lui conosce le mie caratteristiche, visto che mi seguiva anche al Centro tecnico federale e continua a ‘martellarmi’ su quest’aspetto. Non potrò che migliorare, continuando a giocare. Roby Corino, invece, mi aiuta molto con la sua esperienza a guardare sempre avanti, a non pensare al pallone sbagliato, ma solo a quello successivo”. Un futuro sempre da spalla o qualche pensierino a tornare battitore? “Il ruolo mi piace - commenta Riella -, per ora mi diverto molto: vedremo, però, se sarò bravo a confermarmi ad alto livello, perché davvero non è facile. Io ci provo, vorrei continuare a giocare in questo ruolo ancora per tante stagioni”. 17 Due ‘argenti’ consecutivi nella categoria Allievi: nel 2008 il Dronero perde la finale contro la Monticellese di Massimo Vacchetto e l’anno successivo contro il San Biagio di Federico Raviola Andrea Giraudo, esordio positivo in serie A Elio Stona È nato il giorno dell’Epifania del 1993 a Saluzzo. Cresciuto a Caraglio, in quella terra che tanti talenti ha donato alla pallapugno, quando non è impegnato in uno sferisterio lavora in uno studio commercialistico. Il ‘ragioniere’ in questione è Andrea Giraudo, terzino al muro della Monticellese, al suo primo campionato di serie A. Raccontaci i tuoi inizi nel balon. Ho iniziato come centrale a Caraglio assieme a Enrico Panero e Davide Arnaudo; poi, sempre assieme, ci siamo spostati a Monastero di Dronero dove abbiamo vinto due campionati e una Coppa Italia nelle categorie Esordienti e Juniores. Tre anni fa sono ritornato a Caraglio dove ho iniziato a giocare nel nuovo ruolo di terzino al muro. Quindi, una nuova esperienza a San Rocco di Bernezzo e adesso a Monticello. Perché hai deciso di cambiare ruolo? Più che altro ho dovuto adattarmi. Nelle giovanili riuscivo a giocare da spalla ma, salendo di categoria, mi sono accorto che non avevo più quel colpo lungo e preciso che serve nel ruolo di centrale, così ho provato il ruolo di terzino e, visto che mi sono trovato subito bene, ho continuato in questo ruolo. Andrea Giraudo ha vinto due campionati nel ruolo di spalla nelle categorie giovanili sempre con la maglia del Dronero: il primo nel 2007 (Esordienti) con Enrico Panero, l’altro nel 2010 (Juniores) con davide Arnaudo 18 Il tuo è un fisico imponente per un terzino ma hai un ottimo senso della posizione e non disdegni le giocate in tuffo... È vero, forse è una qualità innata. Una delle cose in cui devo migliorare, invece, è imparare a conoscere la giocata dell’avversario, in modo da poter correttamente segnalare al mio capitano che tipo di pallone sta arrivando. Per quanto riguarda i tuffi, beh, intanto la divisa la lava mamma e anche se la sporco non è un problema. Scherzi a parte, se per fermare il pallone in posizione a noi favorevole devo tuffarmi, lo faccio senza problemi. E la tua avventura a Monticello d’Alba com’è iniziata? Tutto ha preso l’avvio grazie al ‘montepunti’ abbassato in serie A. La Monticellese, come gran parte delle altre squadre di serie A, era alla ricerca di terzini senza o con pochi punti. Una sera Andrea Dutto mi ha telefonato per chiedermi se volevo giocare con lui in serie A. Figuriamoci se mi lasciavo sfuggire una simile occasione! Come ti trovi con i tuoi compagni? Anche se non ha ancora appieno il comportamento classico del centrale, avere Oscar Giribaldi alle spalle è una sicurezza. Sai che lui è sempre lì, dietro di te, pronto a intervenire, anche se non ti ‘chiama’ il pallone. Andrea Dutto, essendo delle mie parti, lo conosco da anni, così come Gabriele Ghibaudo, con il quale ho disputato diversi campionati alla pantalera. Ottimo è il rapporto anche con Alberto Bellanti, il nostro mister, e con la società, che ci è vicina, senza metterci pressione. A inizio stagione avete detto che l’obiettivo vostro era la salvezza. Invece siete riusciti a conquistare addirittura l’accesso ai play off… Aver centrato i play off, per noi è stato come vincere lo scudetto. Adesso continueremo a fare come abbiamo fatto finora, affrontando una partita alla volta, senza porci limiti. E magari cercando di rompere le uova nel paniere agli avversari. Tre stagioni in crescendo per Luca Mangolini: tornato in campo nella stagione 2012 con la maglia della Speb in serie C1 (semifinale persa contro la Canalese poi campione), ha giocato l’anno scorso tra i cadetti a Benevagienna con Paolo Vacchetto e quest’anno corona a Vignale Monferrato il sogno della massima serie Mangolini, ritorno in campo dedicato a papà Giorgio Luca Giaccone È al debutto in serie A, ma non è un ‘novellino’ anche se per parecchi anni è stato lontano dal mondo del balon. Stiamo parlando di Luca Mangolini, che da quest’anno veste la maglia della Monferrina di Luca Galliano, nel ruolo di terzino al largo. “Avevo smesso nel 2000 - spiega Mangolini -. Poi quando è mancato mio papà Giorgio, ho mantenuto la promessa che gli avevo fatto, quella di tornare a giocare a pallapugno. Sono nato a Canale e mi ricordo che negli anni Settanta si giocava dappertutto: mio papà era sempre presente in qualsiasi sfida in strada. Lì mi sono appassionato al balon, ho fatto tutta la trafila delle giovanili con la maglia della Canalese, sempre come terzino al muro, senza, però, debuttare tra i grandi. L’ultimo anno prima dello stop ho giocato a Bene Vagienna con Luca Gallarato, Marco Faccenda e Paolo Pizzorno. Dopo ho deciso di smettere perché giocavo a calcio nel Roero in Promozione e soprattutto ero impegnato con la musica con un gruppo, i Nervino: suonavamo punk-rock, con pezzi tutti scritti e composti da noi con la realizzazione di due demo tape e un cd. Dalla pallapugno per qualche anno ho ‘staccato’, poi ho ri19 preso a vedere qualche partita. Ma non ho mai più giocato, neppure qualche ‘pugno’ con gli amici. Nulla. Nel 2012 ho deciso di ricominciare: sono andato a riprendere le vecchie fasce di mio padre, le stesse che usava lui in quelle partite a Canale. La Speb mi ha dato una opportunità, mi sono messo sotto, dal muro mi sono spostato al largo: ho cercato di fare quello che potevo, dal momento che ripartivo praticamente da zero. L’anno scorso ho giocato ancora in B a Bene Vagienna, poi è arrivata la chiamata della Monferrina. Credo che mio papà adesso sia contento”. Ci mette anima e passione, in ogni partita, Luca. “Se c’è un premio per il giocatore più tatuato lo vinco subito, anche perché l’ultimo l’ho dedicato alla pallapugno. Adesso sono undici: se tornassi indietro forse ne farei qualcuno in meno, ma ormai è fatta. E poi oltre al balon, ho ripreso anche a cantare, ancora con i Nervino: un rocker senza tatuaggi non c’è”. “Battute a parte - continua Mangolini -, essere arrivato a giocare in serie A è motivo d’orgoglio e bisogna meritarselo. Cambia tutto: gli allenamenti, il comportamento in campo, la difficoltà con palloni veloci e spesso imprendibili. Davvero tutto: mi sono ritrovato in campo contro giocatori che sino a due anni fa vedevo solo come spettatore. E con compagni di squadra, come Vincenti, di cui sono stato un grande ammiratore. L’obiettivo è quello di essere all’altezza di giocare nella massima serie. Ce la metterò tutta anche perché almeno una persona che fa il tifo per me ci sarà sempre”. Luca Mangolini è anche @OfficialL4M, il suo account twitter, e www.lucamangolini.com, il suo sito internet ufficiale: la pallapugno 2.0 potremmo chiamarla. Grazie al ‘Mango’ sappiamo live tutto quello che accade in casa Monferrina… e non solo. Dal campo alla panchina, mister Bellanti e Tonello Luca Giaccone al campo alla panchina: Livio Tonello e Alberto Bellanti D sono in questo campionato i nuovi allenatori di Subalcuneo e Monticellese. Due debuttanti, insomma, nel difficile ruolo in panchina, scelta operata anche da altre società con direttori tecnici arrivati direttamente dal ‘campo’. Sono ben cinque i mister esordienti quest’anno nella massima serie. Frutto anche delle scelte della Fipap che, dopo il corso tenuto l’anno scorso che ha rimesso ordine all’albo dei tecnici, ne ha organizzato un secondo ad inizio stagione, mirato proprio per chi deve allenare in serie A. L’obiettivo del direttore del settore tecnico federale, Mario Sasso, è quello di fissare ‘paletti’ ben precisi per le prossime stagioni, senza più concedere deroghe alla massima serie. E in futuro saranno ancora promossi nuovi corsi, in modo da ampliare la base e specializzare i tecnici. Livio Tonello fa parte anche del Centro tecnico della Fipap dove aveva già seguito la crescita del suo attuale capitano, Federico Raviola. Nel ruolo di mister si era già calato nella Merlese, avendo da qualche stagione deciso di non scendere più in campo a tempo pieno, anche se qualche ‘uscita’ con la prima squadra (e nella pantalera) l’aveva fatta. Questo è però il suo anno zero nella massima serie. Ancora più breve il passo di Alberto Bellanti: l’anno scorso era in campo con la maglia della Monticellese e il suo capitano era proprio Andrea Dutto. In questo campionato è stato promosso in panchina: i ruoli si sono invertiti e adesso è lui alla guida della squadra. Subalcuneo e Monticellese hanno dunque scelto due tecnici che conoscono bene il loro capitano. Come è cambiato il tuo ruolo? Tonello: “Questo lo considero il debutto da direttore tecnico in 20 Gli allenatori di serie A devono essere iscritti all’albo dei tecnici federali con la qualifica di tecnico di secondo grado: ogni anno sono previsti incontri formativi di aggiornamento su specifiche tematiche promossi dalla federazione serie A, con la responsabilità di occuparmi esclusivamente della prima squadra. Posso dedicarmi a tempo pieno a questo compito, seguendo la preparazione e gli allenamenti. Da un certo punto di vista è più facile, perché devi pensare solo a una cosa, dall’altra più impegnativo perché quella ‘cosa’ è una squadra di serie A”. Bellanti: “È stato abbastanza semplice e veloce: avendo avuto in passato un dt come Giancarlo Grasso che aveva fatto il mio stesso percorso, passando subito dal campo alla panchina, ho recepito un po’ i suoi insegnamenti. La fortuna è stata quella di avere una squadra che ascolta, fatta di giocatori affidabili. Con Andrea Dutto abbiamo giocato gli ultimi due anni insieme: vedermi come allenatore piuttosto che come compagno di squadra magari avrebbe potuto creare qualche problema. Invece, proprio perché Andrea è una persona seria questo mio passaggio di ruolo è stato facilitato. E lo stesso discorso vale per gli altri giocatori”. Cosa hai portato dalla tua esperienza in campo? Tonello: “In squadra abbiamo due giocatori come Giampaolo e Lanza che non hanno bisogno di molti insegnamenti. Abbiamo lavorato soprattutto con Federico Raviola, ma anche con Alessandro Gregorio che l’anno scorso era riserva e in questo campionato si sta ritagliando un ruolo da protagonista. Essendo stato io stesso un giocatore conosco i problemi di chi scende in campo, cerco di dare i consigli e le indicazioni che ritengo più importanti ed è necessario che da parte della squadra ci sia la disponibilità a recepirli. Con Federico parliamo molto per fare il punto della situazione. Lui ascolta e ci confrontiamo, perché è un ragazzo davvero disponibile: così siamo riusciti ad instaurare un dialogo che credo possa portare in suoi frutti in futuro. Dal punto di vista tecnico cerchiamo, anche con la collaborazione di Mario Sasso che è stato il mio dt, di migliorare alcuni aspetti della battuta, ma anche del ricaccio: variando i colpi, cercando di cambiare il modo di Nel palmares di Livio Tonello c’è il titolo del campionato di Promozione ottenuto nel 1980, mentre l’anno successivo ha conquistato lo scudetto di serie B con la maglia della Merlese con Franco Bruno Alberto Bellanti ha conquistato due vittorie nelle giovanili con la maglia della subalcuneo (1981 e 1982) e due scudetti in serie B: il primo nel 1989 con suo fratello Giuliano a Cuneo, il secondo l’anno successivo a Spigno con Molinari portarsi sul pallone”. Bellanti: “Ho giocato soprattutto spalla e terzino e quest’anno in squadra è arrivato un giocatore come Oscar Giribaldi che, invece, ha quasi sempre fatto il battitore e ha deciso di passare spalla. Direi che c’è stato un amalgama particolare: io davo qualche consiglio a Oscar nel suo nuovo modo di stare in campo, lui faceva le giuste osservazioni ad Andrea in battuta. Ognuno nel suo ruolo, ma tutti per cercare di dare una mano alla squadra. Quando ci sono persone che hanno voglia di allenarsi, di confrontarsi alla pari, alla fine si crea un bel gruppo. Poi, certo ci sono aspetti da migliorare: in casa ce la siamo giocata con tutti, in trasferta, penso alle partite di Alba o di Cuneo, in pratica non abbiamo giocato. Ecco, su questi aspetti, su come affrontare certi incontri dovremo migliorare in futuro”. Come si fa spogliatoio? Tonello: “Per il mio carattere, ‘fare spogliatoio’ è stata la cosa più semplice. Sono stato accolto bene e abbiamo creato un gruppo affiatato. Certo le situazioni difficili ci sono state e ci saranno. Ci sono state soddisfazioni e sconfitte: pensavamo di poter entrare nei play off. Le problematiche quando perdi emergono tutte, ma facendo gioco di squadra si possono superare”. Bellanti: “Il nostro è stato un gruppo affiatato sin dall’inizio, ma le vittorie aiutano sempre. Possiamo dire che siamo stati la sorpresa o la rivelazione del campionato: comunque staccare il pass per i play off è stato per noi come vincere uno scudetto. La tranquillità aiuta a vincere e vincere aiuta a mantenere la tranquillità: magari se avessimo ottenuto due sole vittorie nel girone di andata, la situazione sarebbe diversa. Ma credo che se siamo arrivati così in alto, il merito è proprio perché lavoriamo tutti insieme: la società che non mette pressione, giocatori con voglia di allenarsi... Come debutto in panchina non poteva andarmi meglio di così”. 21 PALLONISTICA Campione d’Italia 2013 Vincitore Coppa Italia 2013 Orizio riparte dalla Bormidese Paolo Cornero cammino sportivo di tanti campioni è costellato da episodi, Imalsituazioni che caratterizzano non solo una stagione di vita un’intera carriera. All’alba dei ventott’anni, Ivan Orizio ne è ben consapevole: un’intera vita nel pallone perché “non posso pensare di stare senza balon”. È onesto Ivan, schietto e sincero: “Prima il balon era la mia vita, ora lavoro e ci dedico meno tempo… Le opportunità le ho avute, ora vivo la pallapugno con qualche compromesso”. Dopo una lunga carriera in serie A, avviata non ancora ventenne, il destino l’ha riportato in serie cadetta. Una scelta che all’inizio era parsa ‘obbligata’ ma che ora, giunta a metà stagione, ha fatto riprovare al campione taggiasco le emozioni sopite. Il tutto rigorosamente nei confini della ‘sua’ Liguria, seppur in una terra di confine come Bormida. Dal 2006 al 2013, sette anni ininterrotti di serie A, vissuti con risultati altalenanti: “Una carriera ad onde - sorride Ivan - caratterizzata da buoni risultati e da altrettanti flop. Ho avuto le mie carte e le ho giocate, ho esordito molto giovane ed ho potuto fare il giocatore di professione per diversi anni. Un privilegio che oggi non mi posso più permettere”. Chiuse le porte della massima serie, nonostante l’amarezza, ecco il progetto che non ti aspetti: “Nell’ultimo periodo di serie A, a livello tecnico giocavo probabilmente la mia migliore pallapugno. Speravo di poter sfruttare al meglio i metri in battuta, ma non c’era più posto per me. Visto che tuttora sono tra i sette battitori con più punti, non è stato facile fare una squadra 23 in serie B. La Bormidese ha creduto in questa possibilità e siamo partiti con tanto entusiasmo”. Una piazza molto calda, un intero paese che segue non solo le partite ma anche gli allenamenti: in poco tempo tutti hanno saputo che un campione come Orizio avrebbe difeso i colori della Bormidese. Al suo fianco un gruppo affiatato di compagni. “A Bormida si respira la pallapugno - continua Ivan -. La società è molto collaudata e non abbiamo pressioni: peccato per le prime giornate di campionato (stop per infortunio, ndr), altrimenti potremmo raccontare una stagione diversa. Certo, il gruppo era da collaudare, ma ho dei compagni molto tenaci, sempre in prima fila quando ci si deve allenare. Mi auguro di poter ancora alzare la voce in questo campionato, magari diventando la famosa mina vagante”. Nel campionato cadetto, in effetti, da anni non c’è nulla di scontato. Una palestra a cielo aperto per i futuri ed i presenti campioni che si affrontano a viso aperto. “Non ho mai pensato di ‘scendere’ in B e di aver vita facile, anzi... Il livello è altissimo ed il campionato è più accattivante della serie A”. Ma oltre alla battaglia in campo, Ivan vorrebbe continuare a lottare anche su un altro fronte: “La mia terra da alcuni anni fatica a trovare continuità, soprattutto a livello dirigenziale. Ci sono tante persone che dalla pallapugno hanno avuto molto e che, a mio avviso, ora dovrebbero trovare il tempo di dare qualcosa. La Liguria ha bisogno anzitutto di persone che si impegnino per questa causa, una battaglia di tutti: la tradizione deve continuare”. Sarà il nome da condottiero, sarà l’orgoglio ligure. Sta di fatto che Ivan ha le idee ben chiare: una vera ‘mina vagante’? A noi non resta che incoraggiare entrambe le sue battaglie. Ivan Orizio è stato campione negli Esordienti nel 2000; l’anno successivo ha conquistato lo scudetto Allievi e poi quello Juniores (2002). Per lui anche uno scudetto tra i cadetti nel 2005, prima dell’approdo nella massima serie l’anno dopo Con la maglia del Centro Incontri vince il campionato Esordienti (nel 2009), quindi quello degli Allievi (2010) e quello Juniores (2011): due argenti negli ultimi due anni, in Under 25 e in C1 Con Davide Dutto Canale tra i big anche in B Sergio Casasso avide Dutto, poco più che diciottenne, esordisce quest’anno nel D campionato di serie B: lo abbiamo incontrato, nello sferisterio di San Pietro del Gallo che lo ha visto nascere pallonisticamente, per conoscere le sue impressioni sulla nuova avventura. Raccontaci la tua storia. La spinta ad iniziare a praticare la pallapugno è arrivata da mio zio Gianfranco Brignone, da tutti conosciuto come arbitro ma che è anche un grande talent scout, e da mio fratello Andrea che già la praticava da tempo. Ho iniziato nel 2003 nella categoria Promozionali come riserva di Pettavino. Ho poi effettuato il percorso delle giovanili sempre a San Pietro del Gallo nella Subalcuneo fino agli Esordienti e successivamente nel Centro Incontri Polivalente. Negli ultimi due anni sono passato alla Canalese: l’anno scorso ho fatto la C1 e quest’anno la B. Con quali risultati? Ho vinto in tutte le categorie giovanili, Promozionali, Pulcini, Esordienti, Allievi e Juniores e sono andato in finale nella Under 25 ed in C1. Nella categoria Esordienti e Allievi ho vinto anche la Coppa Italia. Mi è andata male negli ultimi anni sempre per merito di Claudio Gerini, che sembra essere la mia ‘bestia nera’. In questo momento mi sto togliendo la soddisfazione di stargli davanti in classifica, ma tutto sommato spero che il confronto continui perché è un ottimo collega ed anche un amico. Il primo titolo Davide Dutto lo conquista nel 2006 nei Promozionali: nel 2007 fa il bis nel campionato Pulcini, sempre con la maglia della Subalcuneo, battendo nella finalissima l’augusto manzo guidato da fabio gatti 24 Quest’anno l’esordio in B. Come sta andando? Direi piuttosto bene. Innanzitutto mi trovo bene a Canale, siamo una bella squadra e ci stiamo togliendo delle soddisfazioni. Ho patito un lieve infortunio al ginocchio, ma ne sto uscendo bene. Siamo nel gruppo di testa e ci stiamo godendo questo momento di successo. Se rimanete in testa alla classifica l’anno prossimo a Canale ci saranno due squadre in A. Non ho idea di cosa possa succedere, non sta a me pensarci: io faccio la mia strada e gioco sempre per vincere. Ho sentito che il Notaio vorrebbe trasferire una squadra in Liguria, ma sono decisioni che non mi riguardano. Parlaci dei tuoi compagni. Ho una spalla d’eccezione che proviene dalla A e che si chiama Davide Arnaudo: oltre ad essere forte come giocatore mi è anche di valido aiuto come consigliere e come amico. Terzino al muro è Stefano Nimot, uomo di grande esperienza e saggezza. Terzino al largo è Edoardo Gili, che per me è ‘l’uomo-squadra’. Davide Cavagnero è il quinto uomo. Il nostro tecnico è Gigi Bordino, che mi è di grande aiuto in questa fase in cui cerco ancora di migliorarmi. Vorrei anche ricordare i tecnici che ho avuto in precedenza e che mi hanno aiutato a crescere, principalmente mio zio Gianfranco e Franco Calandri. Quali sono le tue caratteristiche tecniche? Credo di avere una buona battuta e di essere altrettanto valido nel colpo al volo; devo pertanto ancora migliorare il colpo al salto. Devo anche perfezionarmi sul piano della precisione perché ultimamente sono un po’ falloso. Che rapporto hai con tuo fratello? Nonostante lui sia più vecchio siamo buoni amici, ci frequentiamo e, quando possibile, ci alleniamo anche assieme ed io ne approfitto per ‘rubargli’ un po’ di esperienza. Colgo l’occasione per ringraziare anche i miei genitori che hanno favorito questa mia passione. Per Daniele Giordano questa non è la prima stagione da spalla: aveva giocato da centrale già nel 2005 a Spigno Monferrato con Riccardo Molinari e nel 2010 ad Alba al fianco di Andrea Dutto Simone Adriano, debutto tra i cadetti Elio Stona Adriano è nato ad Alba il 2 settembre 1989 e vive a Neive Sria imone dove, in questa stagione, ha fatto il suo esordio nella categocadetta come capitano-battitore della squadra del paese. Una carriera sportiva sempre legata ai colori neivesi, se si eccettua la parentesi nella scorsa stagione a Monastero Bormida, con l’esordio nelle categorie giovanili e quindi tutta la trafila fino alla serie C1. Lavora nell’azienda di famiglia che, a Castagnito, si occupa di automazione industriale. Ama lo sport in generale e, se non avesse giocato a pallapugno, certamente avrebbe praticato il calcio. Raccontaci la tua carriera… Ho iniziato a giocare a 12 anni negli Esordienti a Neive, dove ho fatto tutte le categorie fino agli Juniores. Poi due campionati Under 25, due di C2 e uno di C1 sempre a Neive. L’anno scorso ho giocato in C1 a Monastero Bormida. Quindi sono ritornato a casa, nella ‘mia’ società, per la quale nel 2013 ho vinto il ‘Torneo dei paesi’ alla pantalera. Come è maturata la decisione di partecipare al campionato di serie B? L’anno scorso c’è stato un cambio societario e la nuova dirigenza La Neivese di Adriano e Giordano ha centrato anche quest’anno l’accesso alla semifinale di Coppa Italia: nella scorsa stagione era arrivata fino alla finalissima, dove aveva ceduto alla Castagnolese di Burdizzo 25 mi ha offerto la possibilità di disputare la serie B. Ho accettato per diversi motivi, primo tra tutti perché abbiamo messo in campo una formazione tutta composta da neivesi, in quanto anche Daniele Giordano è venuto ad abitare a Neive, e difendere i colori del proprio paese è senza dubbio stimolante. Poi perché siamo tutti amici da vecchia data ed infine perché potevo affrontare un campionato Senior, sapendo di poter contare sull’aiuto di un giocatore di grande esperienza come Daniele Giordano, ritornato a giocare nel ruolo di centrale. Daniele lo conosco fin dalla sua prima stagione a Neive e ci siamo sempre allenati assieme. Il nostro rapporto di amicizia va oltre all’essere compagni di squadra. La Neivese è l’unica società, a livello Senior, a schierare una quadretta con giocatori del paese? A quanto mi risulta, sì. E questo, per noi e per la società, che aveva tra gli obiettivi quello di portare giocatori neivesi in prima squadra, è certamente motivo di orgoglio. Speriamo che nel futuro altre società ci imitino. Che tipo di pubblico è quello che vi segue? Molto caldo! Dai più giovani ai più anziani, la pallapugno a Neive è molto sentita. E il pubblico femminile? La maggior parte penso sia legata da vincoli di parentela con i giocatori. È ancora difficile vedere delle donne allo sferisterio per pura passione. Ma la pallapugno è bella da vedere e da seguire e, se viene incentivata, sono convinto che gli spettatori, maschi o femmine che siano, aumenteranno. Incentivi tipo? La strada giusta è quella intrapresa dall’Albese, con l’ingresso gratuito al gentil sesso e ridotto per i ragazzi. Una bella iniziativa è anche la disputa del primo campionato femminile, che ha preso il via in questi giorni. La strada certamente non è facile, l’importante è iniziare e non abbattersi. Il fatto che si sia provato è certamente un passo avanti. È ora di dematerializzare! Da gennaio è in vigore il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (D.lgs. n. 235/2010) che costituisce il pilastro su cui si basa il processo di rinnovamento digitale del sistema Italia: Pubblica Amministrazione, Cittadini e Imprese. Abbandonare la carta, ora, è un obbligo. IO LAVORO CON OLIMPO! Con il software OLIMPO di SISCOM inizia l’era digitale negli uffici. La scrivania digitale inventa un nuovo modo di lavorare, più dinamico ed entusiasmante. OLIMPO permette di gestire in maniera totalmente digitale tutto il sistema documentale. Le attività abituali quali la stesura di documenti, la trasmissione di e-mail ordinarie e certificate, l’utilizzo della firma digitale, ma anche la distribuzione di documenti nei vari uffici, la scansione dei documenti in arrivo, l’archiviazione e la gestione dei procedimenti, possono essere effettuate in maniera totalmente integrata e senza l’utilizzo della carta. 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È proprio così, ma per me è stato giocoforza accettare viste le insistenze cui sono stato sottoposto. Sotto la gestione di Ezio Raviola il nostro movimento ha fatto dei notevoli progressi, a lui va il nostro plauso e ringraziamento: noi cercheremo di rimanere in quel solco e proseguirne l’azione. Le competenze della Lega si sono però anche ridotte: non ci occupiamo più di gestione dei campionati, della rivista, dei rapporti con la stampa e le televisioni. Ci rimane l’attività promozionale, la rappresentanza degli interessi delle società nei confronti della Federazione e dell’Associazione Giocatori. Tutti insieme dobbiamo però anche collaborare per migliorare la situazione. Una delle iniziative che sento come più pressante sta nel cercare di coinvolgere di più i tifosi che hanno un po’ ridotto la loro presenza negli sferisteri, e di portare pubblico nuovo, più giovane. Parallelamente riscontriamo anche l’invecchiamento ed il mancato rinnovamento della classe dirigente delle società: si avverte la necessità di presenze nuove, più giovani, con nuove idee. Dovremo anche lavorare per favorire la nascita di nuove società e di far rinascere quelle che si sono estinte nel tempo: a tal proposito abbiamo già organizzato, e lo faremo ancora, tornei o esibizioni su alcune piazze che si sono allontanate dalla pallapugno proprio per stimolare la rinascita dell’interesse per questo sport. Come vedi di carne al fuoco se ne prospetta tanta 27 Stefano Fenoglio ha preso il timone della Lega delle Società nello scorso dicembre: tra gli obiettivi anche la revisione del Regolamento Organico federale, per far sì che l’adeguamento alle normative assicuri massima tutela in particolare ai settori giovanili delle società e starà a noi lavorare bene per ‘cucinarla’ adeguatamente. La Pro Paschese ha ben due consiglieri federali ed ora anche la presidenza della Lega: non è che vi volete impadronire della pallapugno? Mio figlio Marco è stato eletto in rappresentanza dei giocatori e Luca Manassero come dirigente; per quanto riguarda me ho già detto come è andata. Mi sento comunque di assicurare che non c’è alcuna volontà di monopolizzare la situazione, bensì di impegnarci tutti quanti e secondo le nostre capacità per far migliorare e progredire il nostro sport. Assieme a te lavora anche la ‘squadra’ del Direttivo… I consiglieri sono Giuseppe Basso, Matteo Campo, Eugenio Ferrero, Giovanni Carlo Gallo, Giulio Ghigliazza, Andrea Marenco, Vincenzo Marenco, Monica Riva, Emanuele Sottimano, Attilio Stirano e Paolo Trossarello. Credo sia un insieme ben assortito di persone competenti ed appassionate e confido di fare con loro un buon percorso. Ci riuniamo periodicamente e quando ci sono delle esigenze particolari. Le tue impressioni su questa stagione. È un bel campionato, molto combattuto. A parte i big c’è molta incertezza nelle posizioni di rincalzo. Ho anche notato che è migliorata mediamente la battuta, frutto certamente di allenamenti specifici efficaci. Colgo l’occasione per fare a tutti, giocatori, dirigenti, collaboratori ed arbitri i migliori auguri di buon proseguimento. FEDERALE, GRAZIE A CANTINE MANFREDI, SPONSOR AP, E TELECUPOLE, MEDIA PARTNER DELLA FIP IL BALON PROTAGONISTA IN TV ECCO DOVE PUOI SEGUIRCI IN TV ica “Speciale pallapugno” con servizi, Tutti i lunedì alle 20,40 su Telecupole la rubr interviste e risultati del balon. ra Mia la sintesi di una partita di serie A Tutti i giovedì dalle ore 21,00 sul canale Ter Liguria) del digitale terrestre Telecupole: canale 15 (in Piemonte) e 94 (in (in Liguria) del digitale terrestre Terra Mia: canale 623 (in Piemonte) e 667 sferisterio.it I servizi sono visibili anche sul sito: www.lo Giampiero Rossi, nuovo consigliere federale Romano Sirotto P er molti come lui, nato alla fine degli anni Cinquanta nell’entroterra di Ponente, la passione per la pallapugno è nata già da bambino, vedendo giocare nelle piazze di Camporosso o Dolceacqua e poi praticandola in piazza a Vallebona, paese natio, e nelle giovanili della Taggese. Così Giampiero Rossi, ha giocato da terzino con Piero Pellegrini, e poi in serie B a fianco di Claudio Balestra, fino a quando dovette lasciare a metà stagione per la perdita del papà, Leopoldo, andando ad occuparsi del ristorante di famiglia. E così nel 1994 dovette dire no a Marco Pirero che quell’anno vinse il titolo tricolore per la sua Taggese: “Quello fu un grande rammarico, ma anche un orgoglio sapere che quell’anno sarei stato in quella squadra” così ricorda Rossi quel momento precisando però che a Camporosso ci ha giocato ancora vincendo per quei colori cinque volte il campionato federale Amatori. Tornò poi a fasciarsi il pugno dal 2006, una volta chiusa l’attività commerciale. Nel 2009 a San Biagio della Cima nasce il Valli del Ponente Ligure, e Rossi ne diventa dirigente, senza tralasciare però di dare ancora qualche pugno ogni tanto. Il Valli del Ponente é il compimento di un’idea, un progetto, che porta ad estendere l’attività ufficiale della pallapugno in quell’area tanto fertile ed appassionata che arriva fino al confine francese ma che non ha mai avuto uno sferisterio di riferimento, ancor prima di una società. “Al momento ci sono ancora due paesi che svolgono attività, Dolceacqua e Apricale - continua Rossi -: per troppo tempo la pallapugno è stata assente in quella zona ed è difficile ora riportare la gente a vedere una partita”. È anche vero che uno sferisterio va un po’ contro le abitudini degli appassionati del balon: “C’è sempre stata l’abitudine della partita sotto casa - spiega Rossi -, del gioco nel carrugio e quindi la gente è meno propensa a muoversi in auto”. Forse una squadra di livello aiuterebbe: “Può darsi, ma dovrebbe essere anche vincente e, magari, con un battitore ligure”. Rilanciare la pallapugno nel Ponente ligure è per Rossi una mission che sviluppa prima assumendo la guida del Comitato Provinciale di Imperia (2011) e poi quella del Comitato Regionale (2013): e da quest’anno una responsabilità accresciuta con il nuovo incarico di consigliere federale: “È un compito molto importante ed è per me anche motivo di orgoglio perché è un riconoscimento alla mia passione ed ai miei sacrifici”. Il nuovo Comitato ligure ha recentemente organizzato un torneo giovanile a Taggia per cominciare a riaprire un nuovo futuro pallonistico nella cittadina imperiese. Rossi plaude all’iniziativa, ma crede che ci si debba muovere su due fronti: “Recuperare spazi di attività ufficiale e promozionale, da un lato, e dall’altro cambiare mentalità. L’ingresso di forze nuove, di giovani, certo gioverebbe, soprattutto perché, per crescere, ritengo si debba pensare al bene comune, non all’interesse di bottega, rispettando ruoli e gerarchie. Dobbiamo sfondare quelle barriere di un passato che non ci fa crescere e ci fa restare nell’orto di casa”. Giampiero Rossi è diventato consigliere federale, in sostituzione del dimissionario Massimo Corsi, nello scorso mese di febbraio: con lui sono tre i rappresentanti liguri nel massimo organismo della Fipap (Carlo Scrivano è vicepresidente e Claudio Balestra rappresentante dei direttori tecnici) 29 Monforte e la passione per la pantalera Paolo Cornero e tradizioni di Langa possono sopirsi, ma di certo non L dimenticare: basta un alito di vento ed ecco che la tiepida brace diventa fiamma viva. La nostra non è una semplice considerazione ma una profonda verità, suffragata dai fatti. Teatro del nostro racconto una piazza adagiata ai piedi della Saracca di Monforte d’Alba, protagonisti un gruppo di inossidabili amici. Partendo dalla storia della piazza si possono già capire tante cose: ad inizio Novecento, i fratelli Vola (ai quali è intitolata) donarono lo sferisterio al Comune di Monforte con l’obbligo di utilizzare l’appezzamento per il gioco del pallone elastico. Ad oltre cento anni di distanza la situazione è invariata, sull’asfalto non ci sono segni per parcheggi ma i metri che segnalano la presenza di uno sferisterio invisibile, lungo ben 88 metri... Ed è proprio qui, all’ombra della Torre campanaria, che nasce la storia. Una storia fatta di profonda amicizia, legame con il territorio e passione per il balon. Perché tutti noi ricordiamo i giochi in piazza di un tempo che fu, più o meno lontano, giochi d’estate, fatti di corse e schiamazzi. A Monforte, invece, il gioco era uno solo, rigorosamente con la palla e la pantalera. Ci si ritrovava così, con un po’ di fasce ed un pallone, al calar del caldo sole di Langa per iniziare ad illuminare piazza Vola. Amici che da semplici appassionati diventarono seri giocatori per poi disperdersi nei meandri della vita: lavoro, famiglia, destini che per un po’ di anni, venti per l’esattezza, hanno fatto dimenticare la piazza. 1994-2014: tanto si è dovuto atten- 30 dere prima che sul muro ‘spanciato’ di mattoni tornasse a battere il pallone. Nel mezzo grandi iniziative ma nessun vero campionato di pantalera: in campo 5 giocatori, iscritti ben 13. Un gruppone che porta con fierezza la scritta “Munfort” sulle magliette. Tra loro spiccano i nomi di Marco Vero, affermato terzino di serie A, Gianfranco Massolino, chef della Trattoria La Posta di Monforte, e Stefano Conterno, stimato produttore di Barolo nel cru di Bussia. Cammini che si dividono per poi riunirsi, un intreccio che nasce per scherzo: “Dai, torniamo a giocare in piazza?”, Vero la butta lì, Massolino e Conterno ci credono e da subito si mettono al lavoro: gli impegni quotidiani sono molti, ma al giovedì sera le agende si liberano: è tempo di pantalera! Al gruppo si uniscono Aldo Bruno, Valter Cabutti, Giovanni e Giorgio Canale, Mauro Cane, Riccardo Galluzzo, Mauro Giacosa, Enzo Ornato, Daniele Rabino, Alberto Rinaldi e Costantino Rocca. La Virtus Langhe, guidata dal presidente ‘monfortino’ Domenico Adriano, segue il progetto con orgoglio. I punti dicono che si dovrà disputare il campionato di serie B, l’obiettivo quello di non perderle tutte. Ed invece, ecco che si arriva fino in semifinale. Vent’anni di distanza ed il gruppo è ancora collaudato. Certamente mosso da quell’orgoglio langarolo che si alimenta con piccole cose, proprio come le poche righe che campeggiano su una targa sul muro della piazza: “Nell’estate del 1927 in questo sferisterio Stefano Rabino di Perno e Paris Rizieri di Millesimo disputarono uno dei più esaltanti incontri della storia del pallone elastico. La partita fu sospesa quattro volte al sopraggiungere dell’oscurità con le due squadre in perfetto equilibrio. Solo al quinto giorno di fronte alla folla esultante giunta da tutta la Langa e dalla val Bormida, Rizieri vince”. Perché le cinque giornate di Monforte sono parte della storia pallonistica. Il muro lo stesso di allora, indecifrabile ed imprevedibile, con la caratteristica fontana proprio sui 45 metri. Così la domanda che tutti continueranno a fare sarà sempre la stessa: “Porta buono?” e la risposta sempre la stessa “Se il pallone va dentro al volo è falla, se picchia ed esce caccia al mezzo”. Perché certe cose non cambiano mai... Il fascino del pallone al bracciale riparte da Faenza Angelo Emiliani fine giugno, si è svolto a Faenza un incontro tra i vertici della A Fipap con i rappresentanti delle società che si ‘dedicano’ alla specialità del bracciale per fare il punto della situazione e definire le attività future: proponiamo il resoconto della giornata con lo scritto di Angelo Emiliani, che ringraziamo per la collaborazione. *** C’erano anche il vicepresidente della Fipap, Stefano Dho e il delegato Arturo Voglino, giunti dal Piemonte, nella riunione tenutasi sabato 21 giugno a Faenza. E c’erano i rappresentanti delle maggiori società sportive del settore. Scopo dell’incontro era riprendere i fili di un lavoro avviato da tempo per coordinare volontà e risorse affinché non tramontasse l’antico gioco del pallone a bracciale, definito da Giosué Carducci ‘il più classico dei giochi’. L’impresa è quanto mai ardua, dovendo misurarsi col predominio del calcio e di altri sport che muovono interessi colossali, con una memoria che va affievolendosi persino nei centri grandi e piccoli in cui il gioco vanta una tradizione illustre, persino con le difficoltà nel trovare abili artigiani in grado di costruire bracciali e palloni. Eppure c’è chi non si rassegna e continua a battersi perché non tramonti un gioco che in passato ha divertito persone di ogni ceto sociale. L’incontro ha consentito di mettere a fuoco alcuni aspetti essenziali. Innanzitutto l’interesse e la concreta disponibilità della Fipap. Ciò non era scontato e costituisce la premessa imprescindibile per un riconoscimento ufficiale e per poter promuovere tornei e competizioni nel pieno rispetto delle regole. I dirigenti della Fipap hanno assicurato il loro impegno, la volontà di studiare di comune accordo soluzioni idonee per i diversi problemi e di sostenere nel limite del possibile gli sforzi che le società stanno affrontando. Un primo esito concreto della riunione tenutasi a Faenza potrebbe tradursi nello svolgimento del campionato italiano di pallone a bracciale. Treia, la bella cittadina marchigiana in cui ogni anno si tiene la ‘Disfida del bracciale’ e che conta decine di giocatori fra i migliori in assoluto, si è candidata ad ospitare l’evento. Se alla società - è stato sottolineato - devono far capo il gioco e le attività collegate, è 31 A Faenza gemellaggio letterario con lo scambio tra Nino Piana, autore dei recenti volumi della storia della pallapugno, Angelo Emiliani che ha scritto ‘Braccio d’atleta. Il gioco del pallone a Faenza’ e Leone Cungi con i libri ‘Artisti degli sferisteri’ e ‘Dal gioco della palla al pallone col braccio’ alle Amministrazioni pubbliche locali che compete il lavoro sul versante sociale e culturale, il rapporto con le scuole, la tutela della tradizione anche in chiave turistica e promozionale. In questo senso va ripreso il confronto fra le città per giungere alla messa punto di uno statuto che definisca significati e finalità di questo impegno. Nel pomeriggio si è tenuta nello sferisterio - ‘e Zogh de palón’ - la rievocazione del gioco con costumi e attrezzi del Rinascimento. In campo c’erano gli atleti della Compagnia del Pallone Grosso di Monte San Savino e un debuttante che ben promette: Guido Dirani, discendente di un grande campione bagnacavallese di fine Ottocento. I tempi, le modalità e persino il gergo non sono quelli cui siamo oggi abituati assistendo a partite di tamburello o di tennis, ma il fascino per la potenza e la plasticità del gesto atletico restano gli stessi che hanno suscitato entusiasmo e ammirazione per secoli. TARICCO PALLETS srl Serramenti - Falegnameria Mobili su misura Via San Rocco, 8 bis - Farigliano Tel. 0173.721166 - 335.8258733 Partner della Virtus Langhe Via Pellico, 26 - 12063 Dogliani (CN) Magazzino di Farigliano (fraz. Piancerretto 86) Magazzino Lequio Tanaro (Via Fondovalle zona industriale) Tel: 0173 76748 • Fax: 0173 737849 E-mail: [email protected] Partner della Virtus Langhe di Arnulfo Romano & C. • FABBROMECCANICA • INFERRIATE PIEGHEVOLI • CANCELLI E PORTONI CE • PORTE SEZIONALI Off.ne ARNULFO Via Dante Alighieri, 30 Dogliani (CN) Tel./Fax 0173.70394 di Benevelli M.L. località S. Giuseppe, 12 - Monforte d’Alba (CN) tel. 0173 78275 - cell. 338 1618660 IL BALON IN CIFRE I tecnici della serie A, quando erano in campo di Mario Pasquale quattro Quattro i campionati di serie A per Pietro ‘Beppe’ Novaro Mascarello. Uno solo da capitano, nel 1991, ad Andora con Belmonte spalla: 34 presenze, 12 vittorie. Tre stagioni, invece, da spalla: nel 1993 a Vignale Monferrato con Aicardi (vittoria in Coppa Italia), poi nel 1998 a Dolcedo con Sciorella, nel 2001 con Dogliotti a Vallerana, nell’ultima stagione della società alessandrina. venti Giorgio Vacchetto ha giocato nella massima serie per venti campionati, equamente divisi: 10 da capitano - con le maglie di Canale, Ceva, Vignale, Cuneo, Dogliani, Monticello e Caraglio - e 10 da centrale. Da capitano ha giocato 238 partite, vincendone 100. Due le Coppe Italia conquistate (nel 1989 a Cuneo e nel 1998 a Caraglio) e due finali scudetto giocate (nel 1993 a Dogliani da capitano con Voglino spalla, e nel 2011 come spalla di suo figlio Massimo). quindici Quindici campionati da centrale per Alberto Bellanti, poi altre cinque stagioni da terzino. Sette anni a Magliano Alfieri, cinque a Monticello e quattro a Cuneo. Ha vinto uno scudetto nel 1988 a Cuneo con la formazione capitanata da Aicardi, una Coppa Italia a Cuneo nel 1989 con Vacchetto capitano, la seconda sempre a Cuneo con il fratello Giuliano capitano (si giocava con la formula a tempo), la terza con la Maglianese capitanata da Paolo Danna (nella versione sprint). 4268151 20 uno Un solo campionato in serie A per Claudio Balestra. Era la stagione 1980 ed il torneo era diviso in A1 e A2: capitano della quadretta di Calice Ligure ha partecipato alla A2, chiudendo al nono posto. Sette, invece le presenze in Coppa Italia, dove erano presenti anche le squadre di B: ha giocato dall’83 all’88 e poi nel 1991, vestendo le maglie di Bardino, Taggia, Vallerana e Villanova d’Albenga. ventisei Domenico Raimondo ha giocato 26 campionati in A: ben 11 stagioni ad Alba, tre a Canale ed altrettante a Vignale. Ha vinto cinque scudetti: nel 1989 e 1990 a Canale con Aicardi (vincendo anche la Coppa Italia nel 1990), nel 2006 ad Alba, nel 2007 a Dogliani e nel 2008 a Ricca, dove era dt e quinto giocatore nelle formazioni capitanate da Roberto Corino (oltre alla Coppa Italia nel 2007 e 2008). Con Corino ha disputato nove stagioni nella massima serie. 33 otto Fedelissimo di Paolo Danna, Danilo Olivero ha disputato otto stagioni in A, sette insieme al battitore di Monastero Vasco ed una con Bellanti. Con Danna ha festeggiato quattro scudetti, due a Cuneo nel 2004 e 2005 e due a Madonna del Pasco nel 2009 e 2010, oltre a due Coppa Italia, una a Cuneo nel 2006 e una nel 2010 a Madonna del Pasco. Oltre a Cuneo e Madonna del Pasco, ha fatto una presenza anche quest’anno a Mondovì, nella Merlese, dove è il direttore tecnico della squadra. amarcord del pallone Il Meeting Giovanile 2004 Quanti campioni in campo! ieci anni fa: è il giugno 2004 ed a Santo Stefano Belbo si disputa la terza edizione del D Meeting Giovanile. Tanti i giovani in campo, tra questi molti futuri protagonisti nelle serie maggiori: dall’album dei ricordi riproponiamo le squadre finaliste delle varie categorie, dai Promozionali alla Juniores. Nelle foto si riconoscono, tra gli altri, Fabio Gatti, Loris Riella, Enrico Panero, Andrea Giraudo, Nicholas Burdizzo, Gabriele Boetti, Bruno Campagno, Sonny Boetti, Alessandro Gregorio, Riccardo Rosso, Marco Parussa, Marco Fenoglio, Enrico Rinaldi, Davide Arnaudo... e come segnacacce un giovane Paolo Vacchetto. 34 Continuano i saldi, vieni al Podio Sport dove troverai le migliori marche a prezzi di realizzo! Inoltre con la tessera FIPAP avrai diritto ad un ulteriore 5% di sconto sul prezzo già in saldo. Approfittane!! SALDI SALDI SALDI Gli specialisti della Pallapugno, palloni, bende, scarpe e tutto il necessario per il tuo sport preferito CUNEO SALUZZO PINEROLO MONDOVÍ BORGO S.D. Mad. 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