Guido La Barbera Febbraio 2014 LA CRISI UCRAINA CHIAMA BERLINO ALLO SCOPERTO La Finlandia durante la guerra fredda si trovò obbligata dalla vicinanza con l'URSS a una linea di stretta neutralità, implicito condizionamento anche alla propria politica interna. Era la "finlandizzazione", che avrà uso comune tra i concetti legati alla guerra fredda a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta. Di norma essa era intesa nel senso negativo di perdita o di rinuncia all'autonomia politica nei confronti di Mosca, ma a volte fu anche impugnata come ipotesi intrusiva di riassetto politico cui costringere l'URSS in Est Europa. Nelle schermaglie ideologiche di Illustrazione 1: l'europa della guerra fredda 1945 - 1989 quegli anni; per Washington l'intera Europa occidentale sarebbe stata a rischio di “finlandizzazione", se avesse ceduto alle sirene del disarmo e di una trattativa separata con la Russia. Ma anche, secondo la retorica attivistica del segretario di Stato John Foster Dulles il «modello Finlandia» poteva essere imposto in Polonia, in Ungheria o in Cecoslovacchia, se si fosse perseguito il «rollback, una politica offensiva che avesse costretto l'URSS ad allentare la presa in Europa orientale. Com' è evidente, la questione ha le sue origini nella spartizione dell'Europa seguita alla Seconda guerra mondiale imperialista. Henry Kissinger, in “Diplomacy” simpatizza per la linea tentata all'epoca dal premier britannico Winston Churchill, fautore di una trattativa realista con la Russia di Stalin sugli assetti dell'Europa prima o Illustrazione 2: John immediatamente dopo la fine della guerra. Secondo Foster Dulles - 52° di Stato Kissinger, un negoziato spregiudicato era ipotizzabile nel Segretario degli Stati Uniti 1941 o nel 1942, lesinando gli aiuti a un'URSS «sull'orlo (Washington, 25 della catastrofe » di fronte all' offensiva tedesca. Sarebbe febbraio 1888 – 24 stato quasi impossibile rifiutare il ritorno sostanziale ai Washington, maggio 1959) è stato confini del 1941, quelli concordati da Stalin con la Germania un politico e noto nazista a spese della Polonia, ma era possibile in quel anticomunista Illustrazione 3: Henry statunitense. Kissinger - Segretario momento imporre modifiche limitate, inclusa «qualche forma di Stato degli Stati di indipendenza per gli Stati del Baltico». Il rischio era però che Stalin optasse Uniti - (nato Heinz per una pace separata con la Germania nazista. Il momento migliore per un Alfred Kissinger; accordo sarebbe stato allora nel novembre del 1943, alla Conferenza di Teheran Fürth, 27 maggio 1923) è un politico tra Roosevelt, Churchill e Stalin. «La battaglia di Stalingrado era stata vinta, la statunitense di origine vittoria era certa», un accordo separato tra Mosca e Berlino era altamente tedesca e membro del improbabile ma le forze russe ancora non erano entrate in Europa orientale. partito repubblicano Washington e Londra avrebbero potuto sollevare la questione degli assetti postbellici nei territori fuori dai confini dell'URSS, e «ottenere per questi paesi uno status simile a LOTTA COMUNISTA NUMERO 522 – PAG 15 1 Guido La Barbera Febbraio 2014 quello della Finlandia». Secondo Kissinger, la questione era ancora aperta da parte russa nel 1947, dal momento che Mosca distingueva lo status dei vari paesi dell'Est Europa e collocava assieme Bulgaria, Romania, Ungheria e Finlandia in una categoria a parte. Stalin era consapevole della condizione di debolezza dell'URSS, e ciò fa ipotizzare che la «posizione di ripiego» per l'Europa orientale potesse essere nei suoi calcoli «uno status simile a quello della Finlandia»: una forma politica democratica e una condizione di indipendenza nazionale, ma uno status «rispettoso degli interessi e delle preoccupazioni dell'URSS». Il punto è questo: lo status della fascia di Stati dell' Europa orientale, dalla Polonia alla Bulgaria, fu questione decisa in primo luogo dalla guerra, e da una guerra mondiale. La possibilità che quel!' area fosse controllata in modo indiretto nella forma della "finlandizzazione" si affacciò in via d'ipotesi come risultato di una trattativa da posizioni di forza da parte dell'Occidente, o come via di ripiego per un'URSS sovraestesa, ma si trattava comunque dell'assestamento delle influenze sancite dal conflitto mondiale. Se quelle ipotesi non ebbero seguito, aggiungiamo, è innanzi tutto per la questione tedesca che lasciavano aperta. Né Washington né Mosca volevano una Germania unita al centro del Continente, anche se neutralizzata, e la divisione tedesca fu il contenuto reale della convergenza tra USA e URSS nella vera spartizione. Lo status dell'Europa orientale fu una questione di guerra, dunque, e poi di spartizione imperialista negli equilibri simboleggiati da Yalta. Ciò fa capire che non fu un' esagerazione retorica paragonare a una «terza guerra mondiale » gli esiti del crollo Illustrazione 4: Zbigniew del Muro di Berlino nel 1989, con la fine della presa russa sull'Est Europa e perfino Brzezinski con la disgregazione della stessa URSS nel 1991. Per questa ragione fu una «nuova (Varsavia, 28 marzo 1928) è un spartizione» il processo che ha portato quella fascia di Stati non a un'incerta politico e neutralità, ma all' adesione alla UE e alla NATO, con l'"allargamento" che da allora politologo ha esteso l'Unione a Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, agli Stati del statunitense di origini polacche - Baltico, a Romania e Bulgaria, a Slovenia e Croazia nell'area dell' ex Jugoslavia. 10° Consigliere per Per la stessa ragione, si può capire il peso strategico che oggi ha la crisi riaperta a la sicurezza Kiev in un'area rimasta zona grigia dopo la catastrofe del 1991. Così come si nazionale comprende l'impatto delle linee fautrici di un'adesione ucraina alla UE, e anche del fatto che si possa parlare di “finlandizzazione" non già dell' Est Europa, nel 1945 fascia esterna ai confini dell'URSS, ma dell'Ucraina, culla millenaria dell'identità russa e parte dell'Impero russo dalla metà del XVII secolo. Di «modello finlandese» per l'Ucraina scrive Zbigniew Brzezinski sul “Financial Times", e la formula è già di per sé ambigua perché il concetto è stato trasformato dalla nuova correlazione di forze seguita al 1989-1991. Helsinki nei nuovi assetti europei certo non è nella NATO, ma fa parte della UE e della zona euro, ossia è nel nocciolo federale dell'Unione Europea. Del resto Brzezinski precisa a "La Stampa" che l'idea è di «un'Ucraina con libertà di movimento verso l'Europa», con la sola garanzia di non essere militarmente ostile alla Russia. L'Ucraina sarebbe «finlandizzata» dalla UE, e non da Mosca. Infatti l'obiettivo esplicito è tagliare la strada alla «Unione eurasiatica» di Vladimir Putin, tanto che Brzezinski si augura che l'esempio della «determinazione nazionale ucraina» sia Illustrazione 5: seguito in Asia centrale da Kazakistan e Uzbekistan, rafforzandone la resistenza Sergej Viktorovič contro «i continui tentativi di Mosca di spogliarli della loro sovranità». Lo schema Lavrov (in russo: strategico è quello esposto nel 1997 in "The grand chessboard", "La grande Серге́й Ви́кторович scacchiera". L'Ucraina è il cuore dei piani di restaurazione dello spazio strategico Лавро ́ в) (Mosca, 21 dell' ex URSS; se Kiev fosse incardinata nella UE la Russia potrebbe solo marzo 1950) è un rinunciare ai suoi sogni imperiali e scegliere l'Occidente, legandosi a un'Europa politico russo ed attuale Ministro che per Brzezinski è una «Europa transatlantica». Il contrasto radicale con le degli Affari Esteri opzioni strategiche dei vertici attuali della Russia è evidente se si confronta lo della Russia. LOTTA COMUNISTA NUMERO 522 – PAG 15 2 Guido La Barbera Febbraio 2014 schema Brzezinski con le tesi del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, esposte in un intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e in un articolo su "Kommersant", entrambi precedenti al precipitare della crisi ucraina. Lavrov propone di combinare i processi d'integrazione della UE e della Unione eurasiatica, e chiede di riconoscere che «è in via di attuazione un progetto d'integrazione su larga scala nello spazio eurasiatico», concepito in sintonia con l'integrazione nella Illustrazione 6: UE e come «un collegamento tra Europa e Asia-Pacifico». Dmitri Trenin, voce Trenin, director of governativa ufficiosa sul sito del "Valdai Club 1", scrive che la UE sembra the Carnegie sottovalutare l'impatto che hanno avuto sulla Russia le proposte TTIP2 e TPP, le Moscow Center, has been with the zone di libero scambio per l'Atlantico e per il Pacifico. Queste grandi aree center since its commerciali fiancheggerebbero la Russia a Ovest e a Est, e inception. He also chairs the research producono a Mosca «un senso di accerchiamento ». La riposta council and the russa è stata intensificare gli sforzi per un proprio «spazio Foreign and economico eurasiatico ». Mosca è cosciente che la Russia da sola Security Policy non ha capacità economiche e demografiche paragonabili alla UE, Program. il rapporto è ineguale. Ma se il rapporto fosse tra UE e un'Unione di Stati eurasiatici, allora si potrebbe aspirare a un «bilanciamento». Qui è in gioco l'ucraina: per la Russia è il tassello in grado di dare alla futura Unione eurasiatica la «massa critica» per avere un peso confrontabile all'Unione Europea. La questione, notiamo, ha a che fare con la contesa mondiale come confronto tra forze Illustrazione 8: di stazza continentale. La Russia da sola non avrebbe una stazza comparabile alla Fyodor Lukyanov is UE. La Russia nell'Unione eurasiatica le si avvicinerebbe. La Russia privata editor in chief of the journal Russia in definitivamente dell'Ucraina, e un'Ucraina aggregata alla UE come nei disegni di Global Affairs, Brzezinski, sarebbe la sconfitta strategica di Mosca su un suo interesse vitale. Chairman of Forse è per questo che Fyodor Lukyanov, sempre sul sito del "Valdai Club", Presidium of the Council on Foreign ipotizza la soluzione di ripiego di un «protettorato informale» sull'Ucraina, and Defense Policy. stabilito da Russia e UE: una garanzia pro tempore, si può immaginare, che faccia da freno all' avvitamento della crisi. Sin ora, nella crisi; la posizione americana non è apparsa vicina allo schema Brzezinski. Prevale la prudenza, anche se riteniamo che nessuna Amministrazione rinuncerà mai totalmente alla carta ucraina per condizionare sia la UE che la Russia, e soprattutto per impedire tra loro quella relazione esclusiva che sembra proporre Lavrov. Secondo il "Figaro", Barack Obama tiene una distanza deliberata dagli Illustrazione 7: John Stati confinanti con la Russia; la Casa Bianca è rimasta scottata dal!' esperienza Lewis Gaddis (Cotulla, della guerra russo-georgiana del 2008. Non si vogliono ripetere gli errori di 1941) è uno storico statunitense. Membro George W. Bush, che spinse la Georgia a un confronto con Mosca senza poi essere del comitato di in grado di appoggiarla sino in fondo. Secondo il "New York Times", Obama non consulenza del Cold War International vede nella crisi ucraina un' «occasione» ma un «problema da gestire», con i History Project, ha minori sconvolgimenti possibili. Per John Lewis Gaddis, storico della guerra collaborato con la CNN per la serie di fredda che consigliò Bush, Obama tratterà la crisi nei termini di quella «politica dì documentari Cold War. autolimitazione » che ha già attuato in Siria, in Libia e che lo ha spinto al ritiro da Attualmente insegna storia all'Università di Yale. 1 2 Valdai Club: Forum di dibattito sulla Russia sulle rive del Lago Valdai, regione di Novgorod, dove fu lanciato da Ria Novosti nel 2004 come sede privilegiata di confronto e discussione tra esperti, accademici, giornalisti. Una piccola Davos che tradizionalmente si conclude con una cena-dibattito con il presidente Vladimir Putin: di fatto un botta e risposta per ore sui temi di maggiore attualità internazionale. Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) Questo accordo si sta negoziando tra l'Unione Europea e gli USA Il loro obiettivo è creare la maggiore zona di libero scambio commerciale del pianeta, con circa 800 milioni di consumatori, che rappresenterà quasi la metà del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale e un terzo del commercio mondiale. LOTTA COMUNISTA NUMERO 522 – PAG 15 3 Guido La Barbera Febbraio 2014 Irak e Afghanistan. Henry Kt"ssinger, pur riservandosi l'ambiguità dell'appoggio a una «relazione organica» tra l'Vcraina e l'Europa, è su una linea opposta a Brzezinski quanto alla consIderazione degli interessi strategici russi. Ki.uinger, ha spiegato alla CNN, non ha mai conosciuto nessuno in Russia, al governo o all'opposizione, che non considerasse l'Ucraina «almeno come una parte essenziale della storia russa». I vertici a Mosca si sono sempre definiti attraverso il ruolo internazionale e imperiale della Russia: ora hanno una frontiera con la Cina che è «un incubo strategico », una frontiera con l'Islam che è «un incubo ideologico» e una frontiera con l'Europa che è «storicamente molto travagliata» La sfida per Putin è enorme, «non è nel nostro interesse spingerli nella percezione di chi si sente assediato, dove sentano di dover dimostrare cosa sono in grado di fare». Se c'è una novità in una crisi che sin ora ha ripercorso un canovaccio già noto, è nel ruolo attivo che vi ha assunto la UE e segnatamente la Germania. Nelle ore cruciali i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia hanno trattato a Kiev con l'inviato russo; il cancelliere Angela Merkel ha negoziato a più riprese con Vladimir Putin, confermando che per Berlino la relazione con Mosca è inaggirabile. È come se gli eventi avessero precipitato decisioni che erano in corso d'opera, costringendo Berlino allo scoperto. La "Frankfurter Allgemeine" si pone il quesito retorico se il ruolo tedesco nella crisi ucraina abbia un «legame diretto» con la nuova linea proclamata a Berlino in merito alle responsabilità che la Germania deve assumersi nella politica estera e di difesa europea. Pensiamo che il nesso sia plausibile, con tutte le conseguenze del caso. Ha scritto Lavrov, argomentando la linea di convergenza tra UE e Unione eurasiatica, che la «pace russo-tedesca» non è stata meno importante per l'Europa della creazione del «tandem franco-tedesco». Washington può scontare conseguenze inattese per il suo disimpegno strategico. 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