CAMMINO IBLEO - Comune di Caltagirone

Ramarro Sicilia
associazione di educazione e volontariato ambientale
Via A. Ferrari 2, 95041 Caltagirone (CT)
[email protected], www.ramarrosicilia.it, 377.954.242.0
CAMMINO
IBLEO
2014
L
’idea deI Cammino Ibleo nasce nel 2012 e rappresenta la felice intuizione di alcuni appassionati ed
esperti escursionisti, portavoce di associazioni e gruppi locali sparsi tra quei Monti così unici e così
straordinari. Pensata per mettere in relazione i territori e chi li abita con la platea sempre più vasta di
chi aspira a forme nuove di approccio con la natura, l’idea si muove nella direzione di mettere a sistema realtà e gruppi che di solito operano separatamente in modo da moltiplicare le occasioni e, attraverso l’ideazione e la gestione di percorsi diversamente stimolanti, di promuovere l’offerta di turismo
naturalistico nel comprensorio Ibleo e non solo. Prematuro soffermarsi sulle potenzialità di un movimento di camminatori che nasce dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
bene comune supremo che va sotto il nome di “Ambiente”.
Maggio 2014
Ramarro Sicilia
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Dettagli
Dove?
SIC ITA 070005 Bosco di Santo Pietro – Comune di Caltagirone, CT
Difficoltà
Lievi e solo nel primo chilometro, con vegetazione, in alcuni punti, alquanto intricata
Assistenti alla base
Marina, Mariangela, Maria Carmela,
Francesco, Antonella, Aldo, Concetta
Durata e Distanza
3 ore circa, soste comprese. Km. 4,00 circa
Assistenti all’escursione
Percorso Segnato
Sì, solo in parte e per l’occasione, con lanterne da orienteering negli
incroci
Tipo di Percorso
Vario, su piste e sentieri forestali a sfondo naturale
Dislivello
76 m. (quota base: 150; quota massima: 226)
Punto di incontro
Base Ramarro (C.da Renelle-bosco Santo Pietro) S.P. 34 km. 7,1
Punto di Partenza e Arrivo
Area attrezzata forestale di C.da Molara
Trasferimenti
Dal punto d’Incontro a quello di Partenza c’è una distanza di 16 km.
Per l’assenza di parcheggio adeguato, il trasferimento nei due sensi
avverrà per mezzo di bus al costo di € 4 a persona. Le auto proprie
rimarranno parcheggiate lungo il tratto di strada che costeggia il lato
Ovest della base del Ramarro.
Cosa Occorre
Scarpe da trekking, copricapo, maniche e pantaloni lunghi sono obbligatori; utilissimi i bastoni. Attenzione alle zecche! http://www.villaggiodegliorsi.it/
*Una mappa della Riserva ed altro materiale
divulgativo sarà gratuitamente distribuito ai
partecipanti.
documenti%20PDF/ZECCHE%20-%20Comportamenti%20e%20prevenzione.pdf
Numero Partecipanti
Per motivi vari non potrà superare le 150 unità
IMPORTANTE
Lungo il tragitto è fatto divieto di uscire dal percorso, attardarsi, o precedere la guida.
L
Reti di telefonia: in genere assenti durante quasi tutto il percorso
’idea deI Cammino Ibleo nasce nel 2012 e rappresenta la felice intuizione di alcuni appassionati ed
Animali
al seguito: sono preferibilmente da evitare ma, in caso di assoluta impossibilità, è
esperti
escursionisti,
portavocetelefonicamente
di associazioni e gruppi
locali sparsi
tra quei Monti così unici e così
necessario
preavvisare
o via email
([email protected])
straordinari. Pensata per mettere in relazione i territori e chi li abita con la platea sempre più vasta di
La partecipazione all'escursione è gratuita e volontaria e chi partecipa lo fa sotto la propria ed esclusiva responchi
aspira a forme nuove di approccio con la natura, l’idea si muove nella direzione di mettere a sistesabilità.
I minori dovranno essere accompagnati da almeno un genitore
Link
ma maps:
realtàhttps://www.google.it/maps/@37.1526186,14.5471775,268m/data=!3m1!1e3?hl=it
e gruppi che di solito operano separatamente in modo da moltiplicare le occasioni e, attraverso l’ideazione e la gestione di percorsi diversamente stimolanti, di promuovere l’offerta di turismo
naturalistico nel comprensorio Ibleo e non solo. Prematuro soffermarsi sulle potenzialità di un movimento di camminatori che nasce dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
bene comune supremo che va sotto il nome di “Ambiente”.
Maggio 2014
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Come Arrivare
La base di Renelle:
Si trova esattamente al km 7,1
della S.P. 34 (bivio Bongiovanni,
Acate, Santo Pietro). La S.P. 34 è
quell’arteria su cui si innesta, al
km 1, la S.S. 683 proveniente dalla
S.S. 514 (Catania–Ragusa) e diretta a Grammichele, Caltagirone.
Link google maps: https://mapsengine.google.com/map/edit?mid=zAauFhZ3lCq0.kEWGI16bvb3M
Alla Base del Ramarro dalla S.P. 34
L
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Base del Ramarro e Parcheggio Auto
L
Dalla Base del Ramarro all’ingresso dell’area attrezzata di Contr. Molara
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naturalistico nel comprensorio Ibleo e non solo. Prematuro soffermarsi sulle potenzialità di un movimento di camminatori che nasce dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
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Anello delle Grandi Querce
Link google maps: https://mapsengine.google.com/map/edit?hl=it&authuser=0&mid=zAauFhZ3lCq0.kujVCPvPZzw0
L
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chi aspira a forme nuove di approccio con la natura, l’idea si muove nella direzione di mettere a sistema realtà e gruppi che di solito operano separatamente in modo da moltiplicare le occasioni e, attraverso l’ideazione e la gestione di percorsi diversamente stimolanti, di promuovere l’offerta di turismo
naturalistico nel comprensorio Ibleo e non solo. Prematuro soffermarsi sulle potenzialità di un movimento di camminatori che nasce dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
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Sabato 14 giugno – nel
bosco
Programma
Effemeridi di Sole e Luna- SOLE: sorge 05:38
tramonta 20:22
LUNA: sorge 22:23
tramonta 08:08
entro le ore 16:00
Arrivo presso la base dell’Associazione in C.da Renelle (vedi cartina) dove si potranno parcheggiare le
auto lungo la strada perimetrale esterna e trasferimento veloce in bus fino all’area attrezzata di C.da
Molara (al costo di 4 € a persona).
ore 17:00
Saluti e breve presentazione, saluto dell’Amm.ne Comunale e inizio del sentiero ad anello (km. 4)
ore 19:00
Conclusione percorso e ritorno, in Bus allabase di C.da Renelle dove si prevede di arrivare dopo 15 minuti
sera e notte bianca al chiar di luna
Cena al sacco e poi: musiche, canti, balli, con l'appassionato e disinteressato contributo della "Calatina
Band" ed altri gruppi o singoli artisti, fino ad esaurimento delle “pile” e con possibilità di pernottare in
tenda o all’aperto (portare il necessario). Lungo il percorso, come alla partenza e all’arrivo, non si incontrano Bar, negozi o punti di ristoro a distanze inferiori ai 12 km. Nell’intento di fare cosa utile e gradita,
un punto di rifornimento provvisorio sarà tuttavia allestito presso la base del Ramarro dove sarà possibile reperire generi come acqua minerale, coca, birra, spremute d’arancia, frittate con erbe e formaggi,
pane con salsiccia, insalata, verdure grigliate, caffè, te, vino, patate al forno, etc ( a contributo e fino ad
esaurimento). La base del Ramarro è dotata di servizi igienici, forno, barbecue, tavoli e panche sia allo
scoperto che al coperto. N.B. fuori programma e tecnologia permettendo, alle 00:00 proveremo a collegarci con il Brasile per la prima partita della nostra nazionale di calcio ai mondiali 2014!
Domenica 15 giugno
ore 8:30
Colazione (a contributo e fino ad esaurimento: latte, caffè, tè, confetture, torte, biscotti granite; il tutto
in regime di quasi totale autoproduzione)
ore 10:00
Saluti e Partenza
N.B. Nel vicino Borgo di Santo Pietro (7 km.) è ubicato il museo naturalistico del comprensorio gestito
dal W.S.F. che, per completezza d’informazioni sul territorio, si consiglia di visitare. La visita per i gruppi
IMPORTANTE
Le associazioni del coordinamento sono calorosamente invitate a comunicare entro il 5
giugno il numero, anche approssimativo, dei partecipanti nelle due distinte voci: quelli
che partecipano
solo Ibleo
alla camminata
quelli chelainvece
si fermano
ancheappassionati
per la festa
’idea deI Cammino
nasce nel 2012eedi
rappresenta
felice intuizione
di alcuni
ed
e
la
notte,
per
poter
predisporre
in
tempo
logistica
e
provviste.
esperti escursionisti, portavoce di associazioni e gruppi locali sparsi tra quei Monti così unici e così
L
straordinari. Pensata per mettere in relazione i territori e chi li abita con la platea sempre più vasta di
chi
aspira a formeRenato
nuove3779542420
di approccio
con la natura, l’idea si muove nella direzione di mettere a sisteInfo/prenotazioni:
- 093331946
ma realtà e gruppi che di solito operano separatamente in modo da moltiplicare le occasioni e, attraverso l’ideazione e la gestione di percorsi diversamente stimolanti, di promuovere l’offerta di turismo
naturalistico nel comprensorio Ibleo e non solo. Prematuro soffermarsi sulle potenzialità di un movimento di camminatori che nasce dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
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Maggio 2014
Ramarro Sicilia
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Profilo storico del Territorio
Il territorio del Bosco di Santo Pietro si estende a sud del comune di Caltagirone, in provincia di Catania. In passato comprendeva anche la Sughereta di Niscemi, costituendo un’estesa area boschiva che occupava la Sicilia centro-meridionale. Storicamente sfruttato dall’uomo per le sue risorse naturali, ad oggi sono evidenti le minacce e i pericoli per la biodiversità, tipica
della macchia mediterranea. Agricoltura e allevamento sregolati; incendi dolosi; discariche a cielo aperto; rimboschimenti
senza criteri; antropizzazione e saccheggio del territorio. Sono solo alcune delle cause che rendono quest’area, questo insieme
di vita, un’emergenza naturale. Per fortuna c’è anche chi tenta, spesso in solitudine, di difendere questo ecosistema locale, che
forse non avrà endemismi particolari, ma rappresenta vita, l’essenza di un territorio e pertanto va preservato.
Il Bosco di Santo Pietro ha origine feudale ed oggi rimane solo una piccola parte di quella che fu la baronia di Fatanismo, che
venne venduta dal conte Ruggero a Caltagirone nel 1143 circa. La baronia si estendeva per una superficie forse superiore ai
30.000 ettari. Erano permessi la raccolta di legname, la caccia, l’allevamento, la raccolta di funghi e ghiande e un’attività
economica importante è stata legata al prelievo del sughero. Il dipendere dal bosco e dalle sue risorse naturali, implicava, al
tempo, una forma di rispetto e attenzione per la sua conservazione. Rispetto e attenzione che però sono degenerati in totale
sfruttamento e depauperamento dell’area, che si presenta infatti formata da alberi diradati, spesso coetanei, con scarso sottobosco, ampie radure e innumerevoli strade che l’attraversano. Vennero disboscati i terreni più favorevoli alla coltivazione,
lasciando intatte le aree a pendenza, esposizione etc. poco idonee alle colture. Secondo dati del 1901 l’estensione boschiva, era
crollata ai 5.000 ettari. In quest’anno Santo Pietro fu finalmente dichiarato un bene demaniale di Caltagirone. E’ anche questo il periodo storico in cui venne proposto il progetto della città di Mussolinia (mai portato a termine) e vennero effettuate
varie quotizzazioni attribuendo alcune terre ai contadini più poveri.
Il borgo di Santo Pietro nacque come agglomerato spontaneo di case per abitazione e alloggi per forestieri o pastori. Fino
alla metà del 1900 c’era una sezione del Corpo dei Carabinieri, l’ambulatorio medico, la scuola elementare, l’ufficio postale,
la cabina telefonica , la chiesa di S. Paolo e una grande costruzione comunale ceduta alla cattedra di agraria per la realizzazione della stazione sperimentale di granicoltura. Nel ‘900 venne realizzata una grande struttura ospedaliera ora destinata a
sezione per la riabilitazione fisica. Nell’areale boschivo, sono disseminati inoltre vari mulini, ormai dismessi, in prossimità dei
torrenti Ficuzza e Terrana soprattutto; alcune chiese, scuole ed ex caserme rurali.
Con lo sviluppo di una maggiore sensibilità ambientale, nel 1999 venne istituita l’RNO “Bosco di Santo Pietro” attenzionando
così il problema della conservazione e del ripristino di quanto andava deteriorandosi. Ad oggi l’area boschiva di Santo Pietro
interessa ben 6559 ettari di bosco, ma a seguito di un ricorso al TAR, su aspetti di poco rilievo, riguardanti la pubblicazione
degli atti relativi all'istituzione, la riserva è decaduta. Nonostante sia necessario soltanto un atto formale, l'Assessorato regionale al Territorio e Ambiente non ha nuovamente istituito la riserva.
Profilo morfologico del Territorio
Dal punto di vista altimetrico possiamo dire che le terre ricadono in una vasta zona pianeggiante di media collina, ad una
quota che si attesta sui 250-280 metri sul livello del mare, attraversata da una serie di piccole valli che affluiscono del vallone
Ogliastro, Terrana e il fiume Ficuzza. Il territorio costituisce la piattaforma sud-occidentale del sistema orografico dei Monti
Iblei. Le quote più basse si trovano lungo il Vallone Terrana dove arrivano fino a 68 e a 50 metri s.l.m. Il bacino imbrifero del
territorio di Santo Pietro appartiene al bacino idrografico meridionale della Sicilia, il più vasto dei tre versanti in cui essa è
divisa. I corsi d’acqua sboccano nel Mare Mediterraneo, non hanno una pendenza molto forte e non assumono mai l’aspetto
di fiumara. Comprende i bacini imbriferi dei corsi d’acqua Pizzuto, Gela, Ficuzza ed Acate, oltre a quelli minori.
Dal punto di vista geologico il territorio è il più giovane delle terre emerse, se si eccettuano le pianure di Gela e di Catania,
che si sono formate nel recente periodo Olocenico. La serie sedimentaria appartiene alla formazione solfifera ed è costituita
prevalentemente da Argille grigie, calcari, argille azzurre e calcareniti.
L
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esperti escursionisti, portavoce di associazioni e gruppi locali sparsi tra quei Monti così unici e così
straordinari. Pensata per mettere in relazione i territori e chi li abita con la platea sempre più vasta di
chi aspira a forme nuove di approccio con la natura, l’idea si muove nella direzione di mettere a sistema realtà e gruppi che di solito operano separatamente in modo da moltiplicare le occasioni e, attraverso l’ideazione e la gestione di percorsi diversamente stimolanti, di promuovere l’offerta di turismo
naturalistico nel comprensorio Ibleo e non solo. Prematuro soffermarsi sulle potenzialità di un movimento di camminatori che nasce dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
bene comune supremo che va sotto il nome di “Ambiente”.
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Profilo naturalistico del territorio
Flora
Il bosco di santo Pietro può essere considerato un relitto naturale a macchia mediterranea cioè:
“quella formazione vegetale dove prevalgono grandi arbusti o anche alberi di piccola e media grandezza, con un sottobosco
denso e intricato, formato da arbusti e rampicanti. Tali formazioni si incontrano laddove è stato effettuato un taglio della
foresta originaria e generalmente evolvono per ricostituire la foresta stessa attraverso un lungo processo di autoripristino”
(Quaderni habitat, 2002. Macchia Mediterranea, MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO).
Le associazioni vegetali presenti (la sughereta, la lecceta, le garighe) sono interconnesse con l’attività umana, che principalmente ne determina l’ulteriore degrado. Anche i rimboschimenti a pineta mista, (Pinus halepensis) e con specie esotiche quali
eucalipti(eucaliptus sp.) con alcuni esemplari il cui tronco supera i 4 metri di diametro, hanno contribuito ad impoverire il
suolo naturale.
Nella sughereta l’elemento arboreo caratterizzante è il Quercus suber L., una fagacea a distribuzione Mediterraneooccidentale, che in Italia prevale in Sardegna, Sicilia e Puglia. E’ una latifoglia legata a fattori climatici tipici di altitudini modeste (600-700 m). Può superare il 25 m di altezza e i 300/350 anni di età. Nello strato arboreo può comparire il leccio
(Quercus ilex), la roverella (Quercus pubescens), la quercia spinosa (Quercus coccifera), il carrubo (Ceratonia siliqua), l’oleastro
(Olea europea var. sylvestris) e talvolta l’olmo (Ulmus minor).
Lo strato arbustaceo comprende il lentisco (Pistacia lentiscus), il biancospino (Crataegus monogyna), il pungitopo (Ruscus
aculeatus), le filliree, ed eriche ( Phillyreo angustifoliae-Ericetum multiflorae), rovo (Rubus ulmifolius), mirto (Myrtus communis), etc. Lo strato erbaceo, infine, è dato da numerose graminacee, composite, plantaginacee e poi ancora dall’euforbia
(Euphorbia dendroides) dall’osiride (Osyris alba) e da alcune orchidacee. La massiccia presenza di erbacee annuali e perenni
va messa in relazione con la luminosità e le ampie radure proprie di questi boschi.
Dalla degradazione assai inoltrata della macchia, per via di incendi e pascolo, deriva un tipo di vegetazione mediterranea
detta gariga, più o meno aperta, ad arbusti nani e cespugli di altezza media compresa tra i 50 cm ed 1 metro spesso ampiamente distanziati, con terreno nudo e sassoso tra i vari raggruppamenti vegetali. Questi inoltre, disseccando le parti più esposte durante l’estate, assumono un aspetto bruciato. Sono consorzi ricchi di specie aromatiche, rosmarino ( Rosmarinus officinalis), timo arbustivo (Thymus capitatus), corbezzolo (Arbutus unedo) ed erica arborea (Ericion arboreae), cisti (Cistus albidus,
Cistus creticus, Cistus monspeliensis, Cistus salvifolius) dalle foglie piccole per limitare la traspirazione. Aromi e spine proteggono i vegetali dal pascolo. Le garighe attuali sono in forte espansione a scapito delle aree boschive, devastate da incendi. Nonché dal pascolo eccessivo; le aree coperte quindi sono caratterizzate da forte erosione e degradazione del suolo. Altre formazioni a gariga sono quelle caratterizzate dalla Palma nana (Pistacio-Juniperetum macrocarpae).Ginestra spinosa, o scannabecco (Calicotome spinosa), Ginestra di Spagna o ginestra odorosa (Spartium junceum), Strappabraghe o salsapariglia
(Smilax aspera).
In aree ristrette, specie lungo il torrente Ficuzza e nei valloni più riparati, vegetano pioppi ( Populus alba) e salici.
I Grandi Alberi
Nell’area di Santo Pietro sono stati censiti 89 esemplari di Carrubo, Leccio e Sughera. La specie più rappresentata è la Sughera, con 80 alberi, di cui circa 26 esemplari raggiungono i 4 metri di diametro e gli esemplari più grandi superano i 6 metri.
Gran parte di queste cattedrali vegetali si trovano nel sentiero di contrada Molara, una delle zone più suggestive del Bosco di
Santo Pietro, che può far rivivere nel visitatore, il fascino dell’antica foresta. I carrubi sono sei esemplari, tutti di dimensioni
superiori ai 4 metri di circonferenza, mentre alcuni esemplari di Leccio raggiungono i 2 metri di circonferenza. Altri pollonati
alla base, possono avere una circonferenza ancora maggiore.
L
’idea deI Cammino Ibleo nasce nel 2012 e rappresenta la felice intuizione di alcuni appassionati ed
esperti escursionisti, portavoce di associazioni e gruppi locali sparsi tra quei Monti così unici e così
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chi aspira a forme nuove di approccio con la natura, l’idea si muove nella direzione di mettere a sistema realtà e gruppi che di solito operano separatamente in modo da moltiplicare le occasioni e, attraverso l’ideazione e la gestione di percorsi diversamente stimolanti, di promuovere l’offerta di turismo
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Fauna
Invertebrati: nonostante le condizioni climatiche caldo-aride che caratterizzano l’ambiente del bosco, soprattutto nei mesi
estivi, sono presenti numerose specie di molluschi gasteropodi terrestri (chiocciole e lumache) alcune delle quali sono sempre
state utilizzate come cibo dalle popolazioni rurali.
Molti sono gli artropodi; tra tutti la classe degli insetti è ovviamente la più rappresentata. Data la scarsità di acqua, i paleotteri (libellule ed efemere) sono poco presenti, mentre i gruppi dominanti comprendono mantidi, insetti stecco, blatte, grilli,
cavallette, forbicine e termiti e poi altri dall’apparato succhiatore come cocciniglie, afidi e cicale. Molto interessante è la presenza di alcuni lepidotteri, che nel caso di alcuni sfingidi, possono raggiungere notevoli dimensioni. Si tratta ad esempio della
sfinge testa di morto (Acherontia atropos), sfinge del leccio (Marumba quercus) o la sfinge Cossus Cossus.
Anfibi e Rettili: gli anfibi si osservano prevalentemente nei periodi più freschi, soprattutto il rospo comune ( Bufo bufo). Per
quanto riguarda i rettili, questi sono degnamente rappresentati dall’unica specie indigena di tartaruga terrestre, la testuggine di Hermann (Testudo hermanni), che è tutelata dalla convenzione di Washington e da una serie di normative internazionali (puntualmente eluse!), che vietano la cattura, il commercio e la detenzione. Tra i sauri è difficile avvistare il geco comune
(Tarentola mauritanica) e il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus), che predano prevalentemente di notte. Un sauro a noi
caro è il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), molto schivo e dalle colorazioni brillanti. Comunissime, ad ogni passo sono le
rapide lucertole quali la campestre (Podarcis sicula) e la muraiola (Podarcis muralis). Alla famiglia degli scincidi appartiene il
gongilo (Chalcides ocellatus), che possiede un corpo tozzo, e piccoli arti, comune sotto i tronchi o le pietre.
Tra i serpenti più comuni e diffusi vi sono il biacco (Coluber viridiflavus) che si nutre prevalentemente di piccoli vertebrati. Più
raro è avvistare lungo i percorsi il colubro leopardino (Elaphe situla). E’ da segnalare anche la presenza di serpenti velenosi
come la vipera comune (Vipera aspis).
Uccelli: molte specie di uccelli compiono spostamenti stagionali e scelgono la macchia mediterranea per trascorrere i mesi freddi dell’inverno dove trovano un maggior numero di prede grazie al clima mite e piovoso. Ciò conferisce un’importanza strategica ad un’area come quella del bosco di Santo Pietro, per la conservazione ornitologica, minacciata dall’attività venatoria.
Tra le specie più comuni vi sono i passeriformi insettivori appartenenti alla famiglia dei silviidi, come l’occhiocotto ( Sylvia melanocephala), la sterpazzolina (S. cantillans). Altri uccelli che ricercano il cibo sulla superficie del suolo e si rifugiano tra gli arbusti sono il merlo (Turdus merula) e il pettirosso (Erithacus rubecula) il quale si trattiene nella macchia solo nei mesi invernali.
Molto comune è il colombaccio (Columba oenas), i tordi quali il bottaccio ( Turdus philomenus), le cinciallegre (Parus major) e
alcuni esemplari di rampichini (Cerchia brachydactyla). La gazza (Pica pica) e la ghiandaia (Garrulus glandarius) sono due
corvidi solitari molto comuni e chiassosi. Spesso si può sentire il “cucù” del cuculo comune ( Cuculus canorus), parassita che depone le uova nei nidi di svariati passeriformi. All’ordine dei coraciiformi appartengono due coloratissimi uccelli: il gruccione
(Merops apiaster) e la ghiandaia marina (Coracias garrulus) che nidificano nei paesi del Mediterraneo e svernano nelle savane
arbustive a Sud del Sahara. Allo stesso ordine appartiene anche l’upupa (Upupa epops), riconoscibile per il ciuffo sul capo ed il
lungo becco ricurvo. In alcune zone del bosco è presente il picchio rosso maggiore (Dendrocops major).
Tra i rapaci molto comuni sono i gheppi (Falco tinnuculus) e le poiane (Buteo buteo), abili nello sfruttare le correnti ascensionali. Tra i rapaci notturni, frequente è la civetta (Athene noctua) e poi allocchi (Stryx aluco) ed il barbagianni (Tyto alba);
questi ultimi si nutrono in particolare di roditori.
Mammiferi: gli insettivori sono rappresentati dal riccio (Erinaceus europaeus) un piccolo onnivoro che può mangiare le bacche
insetti e anche serpenti (ad es. vipere). Di notte predano i chirotteri (pipistrelli), che di giorno riposano nel tronco cavo dei vecchi lecci oppure nelle fessure tra le rocce.
Molto diffuso è il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), introdotto in Italia in tempi storici, dai paesi del Mediterraneo occidentale (Spagna e Africa maghrebina) e con una incredibile capacità riproduttiva.
Ma nel bosco risiede il più grosso roditore della macchia: l’istrice (Hystrix cristata) consumatore di foglie, frutti e radici, soprattutto notturno. Il genere Hystrix ha origini africane e asiatiche.
Tra i carnivori, molto schivi sono la volpe (Vulpes vulpes), il gatto selvatico (Felix silvestris), la martora (Martes martes) e la
donnola (Mustela nivalis).
L
’idea deI Cammino Ibleo nasce nel 2012 e rappresenta la felice intuizione di alcuni appassionati ed
esperti escursionisti, portavoce di associazioni e gruppi locali sparsi tra quei Monti così unici e così
straordinari. Pensata per mettere in relazione i territori e chi li abita con la platea sempre più vasta di
chi aspira a forme nuove di approccio con la natura, l’idea si muove nella direzione di mettere a sistema realtà e gruppi che di solito operano separatamente in modo da moltiplicare le occasioni e, attraverso l’ideazione e la gestione di percorsi diversamente stimolanti, di promuovere l’offerta di turismo
naturalistico nel comprensorio Ibleo e non solo. Prematuro soffermarsi sulle potenzialità di un movimento di camminatori che nasce dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
bene comune supremo che va sotto il nome di “Ambiente”.
Maggio 2014
Ramarro Sicilia
associazione di educazione e volontariato ambientale
Via A. Ferrari 2, 95041 Caltagirone (CT)
[email protected], www.ramarrosicilia.it, 377.954.242.0
Foto: Costantino Laureanti, presso Bosco di Santo Pietro. E' vietata la riproduzione anche parziale di queste pagine e dei suoi contenuti.
Questa Brochure può essere citata: Laureanti Costantino, Renato Carella (2014). Pubblicazione online.
L
’idea deI Cammino
Ibleoenasce
neldi2012
e rappresenta
felicea intuizione
di alcuni
appassionati
ed
di ecologia
cultura
pace
"Il Ramarro" la
nasce
Caltagirone
nel luglio
del 1990 con
'associazione
esperti escursionisti,
portavoce
di associazioni
gruppidello
localisviluppo
sparsi tra
quei Monti
così unici e così
l'intento
di promuovere
la diffusione
di una ecultura
sostenibile
e l'acquisizione
di
straordinari.
Pensata
per
mettere
in
relazione
i
territori
e
chi
li
abita
con
la
platea
sempre
più
vasta
di
comportamenti a favore dell'ambiente, della pace, della solidarietà. Nel marzo 2013 nasce Ramarro Sicichi aspira
a formeun
nuove
con la di
natura,
l’idea siambientale
muove nella
direzione
di mettere
a sistelia,
per esportare
verodie approccio
proprio modello
volontariato
locale.
Un gruppo
più ampio,
ma realtà
e gruppi
solito operano
separatamente
in modo
daindifferente
moltiplicaredileenergie
occasioni
e, risorse.
attraagile
e moderno
e che
ben di
radicato
sul territorio,
con un bagaglio
non
e di
verso
l’ideazione
e ladell’associazione:
gestione di percorsi
diversamente
stimolanti,la di
promuovere
l’offerta di turismo
Tra
i pincipali
ambiti
la tutela
della biodiversità,
promozione
di comportamenti
atnaturalistico
nel
comprensorio
Ibleo
e
non
solo.
Prematuro
soffermarsi
sulle
potenzialità
di
un
movimentivi a favore dell’ambiente e il restauro-valorizzazione della Macchia Mediterranea in quanto scrigno
to di camminatori
che nasce
dal basso nel nome della maggior tutela e della miglior fruizione di quel
dell’identità
paesaggistica
siciliana.
bene comune supremo che va sotto il nome di “Ambiente”.
Maggio 2014