A Ivan Cuocolo Tutela dei beni culturali nel Regno delle Due Sicilie Prefazione di Massimo Marrelli Copyright © MMXIV Aracne editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Quarto Negroni, Ariccia (RM) () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: novembre Mi pregio concedere Patrocinio Morale, a titolo gratuito, all’Autore, poiché si apprezza lo spirito culturale e i contenuti dell’opera volta a rivalutare un periodo storico nel quale Casa Borbone Due Sicilie poneva grandissima attenzione alla conservazione dei beni storici. Complimentandomi ancora per la bella pubblicazione invio all’Autore i sensi della mia più alta stima. Il Presidente dell’ANCCI Marchese Giuliano Buccino Grimaldi Indice 9 Ringraziamenti 11 Prefazione 15 Introduzione 31 Capitolo I Una proposta di conservazione 1.1. Il progetto di conservazione dei monumenti antichi e di arte del 16 settembre 1854, 31 – 1.2. Considerazioni sul progetto di legge, 39. 47 Capitolo II Le leggi di tutela del patrimonio artistico nel Regno borbonico 2.1. La tutela dei monumenti tra il XVIII e il XIX secolo, 47 – 2.1.1. Gli editti di tutela del patrimonio archeologico nel regno borbonico, 47 – 2.2. La restaurazione 7 8 Indice borbonica: Ferdinando I e i decreti del ’22, 57 – 2.3. La svolta degli anni Trenta in materia di tutela, 65 – 2.4. La nascita della figura di Ispettore per la conservazione dei monumenti, 69 – 2.5. La politica urbanistica a Napoli tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo, 72 – 2.5.1. Dall’avvento dei Borbone al Decennio francese, 72 – 2.5.2. Il ritorno dei Borbone, 81 – 2.6. interventi urbanistici di Ferdinando II, 85 – 2.7. La tutela delle antichità e belle arti dopo la nascita del Regno d’Italia, 93. 101 Capitolo III La conservazione e il restauro a Napoli nella prima metà del XIX secolo 3.1. Alcune considerazioni sulla storia del restauro, 102 – 3.2. Alcuni interventi di restauro eseguiti a Napoli dalla fine del decennio francese alla fine del Regno, 108 – 3.3. Considerazioni conclusive, 121. 123 Bibliografia Ringraziamenti Voglio ringraziare il Rettore, professor Massimo Marrelli, per la prefazione con la quale ha voluto onorarmi e per l'entusiasmo con cui mi ha accolto, guidandomi con autorevolezza e rigore. Ringrazio l'amico dott. Mariano Barbi, studioso appassionato di storia e di arte, con il quale condivido l'amore, la difesa e l'eredità culturale del patrimonio napoletano. Ringrazio la dott.ssa Ornella Uccello il cui sostegno mi è stato fondamentale per portare a termine il mio lavoro. 9 Prefazione Lo studio di Ivan Cuocolo, partendo dall'analisi del progetto di legge del 16 settembre 1854 presentato dalla Consulta de’ Reali Domini di qua del Faro, evidenzia l’estrema modernità e l’importanza data alla conservazione e alla tutela del patrimonio storico-artistico nella prima metà dell’Ottocento nel Regno delle Due Sicilie. Analizzando il progetto di legge attraverso i documenti contenuti nell’Archivio di Stato di Napoli, l’autore ha posto l’attenzione sui principii fondamentali in esso enunciati, illustrando la situazione nella quale si trovavano a quel tempo le opere d’arte. È risultato evidente che il patrimonio artistico ha costituito un simbolo fondamentale per i regnanti napoletani, i quali, per amore dell'arte, per prestigio personale, per interesse patrimoniale, ne hanno promosso le arti e tentato di tutelarne i manufatti, prendendo in considerazione interventi di restauro operati in quegli anni. Interessante nell’elaborazione dello studio sul progetto legge è la formazione di un corpo di tecnici specializzati, l’esame dei profili delle Istituzioni e gli Organismi preposti alla 11 12 Prefazione tutela sorti in quegli anni, si sono esaminati i rapporti e i conflitti di competenza sorti tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Real Segreteria di Casa Reale, ed il perché il progetto non riuscì ad essere convertito in legge. Viene descritto poi l’insieme di leggi, decreti e bandi, emanati a Napoli nel periodo che va dall’ascesa del primo re Borbone, Carlo, fino all’annessione del Regno delle Due Sicilie e su come si sia evoluto ed ampliato il concetto di ‟monumentoˮ e di ‟bene culturaleˮ, attraversando l'istituzione del Real Museo, passando, inoltre, in rassegna il contesto urbanistico e architettonico della Napoli ottocentesca. Ivan Cuocolo si sofferma sui momenti di svolta nell’azione di difesa del patrimonio storico-artistico, e in particolar modo descrive il terzo decennio dell'Ottocento come il momento in cui, da allora fino alla fine del Regno, l’attenzione dei sovrani e dei legislatori non sarà volta più soltanto ai beni archeologici ma anche ai monumenti antichi e di arte, veniva stabilito il controllo sugli interventi privati, affinché fossero rispettati i criteri di salubrità, sicurezza, comodo e abbellimento, e lo stesso concetto di pubblico interesse verrà ad assumere un’importanza sempre maggiore nelle decisioni in materia architettonica ed urbanistica, anche con la nascita della figura dell'Ispettore che dovrà vigilare sui monumenti e redigere costantemente rapporti sullo stato dei monumenti. Prefazione 13 L'autore, inoltre, mette in risalto un interessante documento, le Appuntazioni per lo Abbellimento di Napoli, un documento di estremo interesse scritto dallo stesso sovrano per la soluzione dei problemi architettonici ed urbanistici di Napoli, secondo un programma che sarà attuato durante il regno di Ferdinando II (1830-1859) e di Francesco II e che costituirà la base per gli interventi successivi alla formazione del Regno d'Italia. Con la nascita del Regno d'Italia si ebbe una regressione nel campo della tutela delle antichità e belle arti; il nuovo Regno non manifestò una propensione ad occuparsi della tutela dei beni artistici e storici e della regolamentazione degli scavi archeologici attraverso un intervento pubblico, e ciò, soprattutto, per la resistenza che il Parlamento oppose ad una legge che sembrava troppo drastica e negatrice di quei diritti soggettivi, come la proprietà privata. In questo studio emerge come la classe di governo di allora fosse contraria a qualsiasi ingerenza pubblica che potesse inficiare la intangibilità della proprietà. Bisognerà attendere il 1902, con la legge del 12 giugno n. 185, per avere la prima legge nazionale unificatrice della materia. L'autore dedica la parte conclusiva della sua ricerca riportando interventi di restauro eseguiti a Napoli dalla fine del decennio francese alla fine del Regno, per dare una risposta al perché della nascita del progetto legge e del perché fosse così sentita l'esigenza della conservazio- 14 Prefazione ne dei monumenti nel Regno delle Due Sicilie in quel tempo, chiarendo anche da quali principii gli architetti fossero mossi e quale fosse il loro rapporto con il patrimonio artistico. Non rinuncia l'autore ad una vibrante denuncia finale di quanto l'arte non sia sufficientemente amata e tutelata oggi nel Paese che detiene la maggior parte del patrimonio artistico mondiale. Un patrimonio che, se ben tutelato e reso fruibile, potrebbe essere il nostro giacimento inesauribile. Napoli, 28 settembre 2014 Massimo Marrelli Rettore Università degli Studi di Napoli ‟Federico IIˮ
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