Giornalino dello zerbato edizione straordinaria 2014

IL GIORNALINO
DELLO ZERBATO
LUGLIO 2014
Lettera del Presidente Avv. Marco Pezzotti
LA VERITÀ STORICA
DEL CENTRO ZERBATO,
“OMBRE” DA RIVELARE
Andiamo subito al sodo. Magari evitando melliflue ed opprimenti premesse, che non
valgono nemmeno la carta su cui sono scritte, circa tentativi, più o meno larvati, di
rasserenare gli animi. Tentativi goffi, evidentemente, dato che non solo non hanno
sortito lo scopo che si erano prefisso, ma hanno addirittura peggiorato una situazione
già piuttosto tesa.
Mi riferisco alla “Lettera aperta ai cittadini di Tregnago” pubblicata su “Verona Fedele”
del 13 luglio u.s., a pagina 15. Che tristezza!
Non il settimanale, ovviamente, il quale, pur non comparendo tra le mie letture preferite, mi ricorda sempre che mia nonna Gina ne era una assidua lettrice, e che anche
mia mamma ne apprezzava alcuni interventi. Ma che tristezza la “Lettera aperta”.
Mi illudevo che stile, contenuti ed obiettivi presenti nel “paginone fedele” fossero confinati nel secolo, e soprattutto nel millennio scorsi. Evidentemente mi sbagliavo, ma
sono certo che i “cittadini Tregnaghesi” sapranno ben valutare la lettera loro inviata,
anche in considerazione del fatto che, a differenza della mia amatissima nonna Gina,
sono ben consapevoli che nessuna testata giornalistica è garanzia di verità, ivi comIl giornalino dello Zerbato EDIZIONE STRAORDINARIA - luglio 2014
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Direttore responsabile: Vittorio ZAMBALDO
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presa quella di Verona Fedele.
E, tanto per cominciare, quella riportata non è “La vera storia del Centro Zerbato”.
Del resto, l’estensore dell’articolo/lettera, il quale, in considerazione del ruolo, può
permettersi il lusso di non essere disturbato nel suo dire da alcun giornalista o capo
redattore o contraddittore che sia, l’ha imparata, la storia dello Zerbato, nel breve
periodo in cui è stato ospite di una delle Parrocchie del Comune di Tregnago. È scarsamente documentata quella storia, imprecisa, lacunosa, un po’ di parte se vogliamo.
Ma questo glielo possiamo pure perdonare!
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Io sono tra coloro, molti peraltro, che quella storia l’hanno scritta. Quantomeno con ri-
A mio avviso, ma soprattutto ad avviso del Codice Civile e del D.Lgs. 274/2000, l’uni-
ferimento agli ultimi vent’anni. Ed è curioso come l’odierno depositario della “Vera sto-
co interlocutore del Comune di Tregnago per le problematiche relative alla gestione
ria dello Zerbato” non sia il Sindaco. Né il Presidente della Fondazione Santa Teresa.
del Consorzio Zerbato rimane la Fondazione Santa Teresa che, proprio in quanto affi-
E nemmeno i Consiglieri comunali. Gli Assessori. I gruppi politici, spesso protagonisti,
data alla gestione di un esecutivo che si è dimesso, insiste nello spogliarsi di ogni re-
a torto o a ragione, delle molte vicende che hanno condizionato le scelte della locale
sponsabilità. Intervengono allora A.D.O.A, delegata dal dimissionario esecutivo della
Casa di Riposo. Pare che nemmeno i dipendenti dello Zerbato siano i conoscitori
Fondazione Santa Teresa, anche se nessuno ha mai visto alcun provvedimento in tal
della “Vera storia”. E lasciamo perdere il Presidente del Consiglio di Amministrazione!
senso. Ma soprassediamo pure su questo.
Nessuno del territorio conosce la “verità”. Dovremmo, quindi, ringraziare per la corte-
E, dulcis in fundo, la difesa dell’indifendibile Fondazione Santa Teresa viene assunta
sia che ci è stata usata, scusarci per non essere riusciti a fare di meglio e, finalmente
dall’economo diocesano, nonché ex Parroco di Cogollo. A quale titolo? Difficile elimi-
illuminati, affidare il timone, e soprattutto la barca “Zerbato” a chi, meglio di noi, e
nare le “ombre”, come recita la lettera aperta di Verona Fedele, se non si compren-
soprattutto prima di noi, aveva già capito tutto.
dono le ragioni d’essere degli interlocutori, da chi sono stati convocati e con quale
La mia amatissima nonna Gina avrebbe sicuramente fatto così. Se non altro per gua-
maglietta essi siano scesi in campo.
dagnarsi il Paradiso!
Ma è opportuno non sposare mai acriticamente la versione dei fatti di una sola parte
… e non importa quale sia la parte. Come si suol dire e tanto per restare in tema,
Andiamo per ordine.
meglio ascoltare tutte le campane. Meglio, soprattutto, acquisire i migliori contributi
conoscitivi, rimanendo liberi di aderire a ciò che si reputa vero o, magari, soltanto
1.Non corrisponde al vero che il Centro Zerbato sia nato “… con una donazione di
verosimile, e prendendo le distanze da ciò che non può essere ritenuto tale.
un privato di Cogollo che l’Opera Pia Santa Teresa ha condiviso fin dall’inizio con le
E, da ultimo, ma non certo per importanza, è indispensabile selezionare le fonti. Non
istituzioni del capoluogo…”, così come non è vero che i bambini li porta la cicogna.
tutte sono parimenti attendibili.
Forse l’economo diocesano fa un po’ di confusione!!! Il primo impianto di Casa di
Soltanto alla fine è giusto prendere posizione. Schierarsi apertamente. Combattere,
Riposo sul territorio comunale, infatti, portava il nome di “Senectuti Quies” e veniva
se necessario. Senza paure e senza rimpianti.
realizzato ad opera del Comm. F.S. Zerbato nel lontano 1938, a Tregnago, nella attuale via Massalongo, in continuità con l’Ospedale Massalongo. Sempre nel 1938,
Non posso che dirmi stupito degli odierni interlocutori in tema di destino del Consor-
il Comm. Zerbato, con rogito notarile al repertorio del Notaio Calogero, donava la
zio Zerbato. Pensavo di essere incalzato dal Sindaco di Tregnago, o dalla sua Giunta,
“Senectuti Quies”, si badi bene, al Comune di Tregnago, il quale ne demandava la
i quali potevano non condividere alcune prospettive di cambiamento. O dai membri
gestione al Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Massalongo. Il Consorzio
del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Santa Teresa, consorziata con il
Lessinia Orientale, diversamente, la cui costituzione risale, invece, al 1971, veniva
Comune di Tregnago nella gestione della Casa di Riposo per Anziani. O, ancora,
istituito dall’ Ente Comunale Assistenza, dal Comune di Tregnago e dalla IPAB San-
potevo aspettarmi una levata di scudi dai dipendenti, ovvero dai loro rappresentanti
ta Teresa, ognuno titolare della quota consortile nella misura di un terzo. Nel 1977
sindacali. O, magari, dai parenti degli ospiti. Niente di tutto questo. Il Consiglio di Am-
gli Enti Comunali di Assistenza vennero sciolti ed il loro patrimonio venne trasferito
ministrazione della Santa Teresa si è semplicemente dimesso e, per quanto a mia co-
ai comuni. Al Comune di Tregnago, pertanto, vennero trasferiti i beni, il personale
noscenza, non si è ancora provveduto alla nomina dei componenti del nuovo C.d.A.,
e tutte le funzioni dell’ECA. Conseguentemente, e dal 1978, il Comune ha ritenuto,
pur in presenza di un intervento deciso e puntuale del Vescovo di Verona, soggetto a
a buon diritto, di essere subentrato anche nella quota di patrimonio del Consorzio
cui lo Statuto della Fondazione demanda il ruolo di nominare i membri dell’esecutivo
Lessinia Orientale spettante al disciolto ECA. L’Opera Pia non ha mai condiviso
della Fondazione, così come indicati dal locale Consiglio Pastorale.
l’impostazione del Comune di Tregnago sul punto e la questione, oltre a rimanere
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irrisolta, è sfociata nella delibera del 20 dicembre 1993, con la quale l’IPAB Santa
4.Non corrisponde al vero che “l’Opera Pia Santa Teresa di Cogollo si ricambia il
Teresa decise di revocare la propria partecipazione al Consorzio presentando alla
vestito e diventa una Fondazione. Solo il vestito… perché resta ancora se stessa,
Regione Veneto una istanza di scioglimento del Consorzio medesimo. Il Presidente
legata a filo doppio con la Parrocchia…”. Ed infatti, la trasformazione della Opera
della Giunta Regionale del Veneto, in data 27 settembre 1994, sciolse il Consiglio
Pia da IPAB in Fondazione non si sostanzia soltanto in un banale “cambio d’abito”,
di Amministrazione del Consorzio Lessinia Orientale e ne dispose il commissaria-
come impropriamente sostenuto dall’economo della Diocesi scaligera, dato che
mento.
soltanto la Fondazione Santa Teresa è legata a doppio filo alla Parrocchia, ma non
2.Non corrisponde al vero che l’allora parroco di Cogollo “… decise di rivolgersi alla
lo era l’IPAB Santa Teresa. A conferma di ciò, basti ricordare che il consiglio di
Regione, ottenendo una salomonica sentenza”. In primo luogo perché la Regione
amministrazione della IPAB Santa Teresa veniva nominato dal Sindaco del Comune
non fa sentenze! In secondo luogo, l’IPAB Santa Teresa, come chiarito più sopra,
di Tregnago, mentre quello della Fondazione Santa Teresa dal Vescovo!!! Ma vi è
presentò semplicemente alla Regione una istanza di scioglimento del Consorzio.
di più e di ben più allarmante, a proposito delle presunte “baruffe tra due bambini
La Regione, SBAGLIANDO, come confermato nella sentenza del TAR Veneto n.
capricciosi”, posizione comoda per non affrontare il nocciolo del problema. Udite,
1907/02, istituì con decreto del Presidente n. 1048, del 5 maggio 1995, l’IPAB “Cen-
udite: lo statuto della Fondazione Santa Teresa, lascia tutto il patrimonio della Fon-
tro Residenziale Anziani Zerbato”, approvandone il relativo statuto.
dazione medesima in caso di liquidazione a chi? A chi? Alla Parrocchia di Cogollo
Si noti bene che l’Opera Pia Santa Teresa condivise a tal punto la scelta della Re-
o ad altro ente Diocesano (Curia??? ADOA? …). In buona sostanza il patrimonio un
gione Veneto che, con ricorso incidentale, impugnò a sua volta il decreto 1048 del
tempo pubblico della Opera Pia (IPAB), un giorno diventerà della Diocesi. È lecito
1995 di cui sopra, deducendo nei motivi l’incompetenza assoluta del Presidente
che lo statuto abbia disposto in tal senso? Certo che è lecito. Ma è altrettanto le-
della Giunta Regionale, la violazione dell’art. 60 della legge 6972/1890 (meglio nota
cito dissentire, non condividere e condannare una tanto sconsiderata scelta. Così
come legge Crispi) e dell’art. 3 dello statuto del Consorzio della Lessinia Orientale,
come è lecito ricollegare quella previsione statutaria alla odierna querelle relativa
oltre all’eccesso di potere per difetto di motivazione, illogicità e manifesta contrad-
allo Zerbato. Pensar male sarà anche peccato, ma sottostimare significativi coef-
dittorietà del provvedimento amministrativo de quo.
ficienti di valutazione è addirittura un crimine, in alcuni casi. Quindi consideriamo
3.Non corrisponde al vero che “… a questo punto l’Opera Pia tende la mano al
ogni aspetto. Solo alla fine decideremo da che parte stare.
Comune e, per il bene del Centro Zerbato… mette a disposizione del Comune
5.Non corrisponde al vero che il miracolo del recupero del vecchio stabile inaugurato
stesso quel 1 per cento in più che gli consente… di guidare il Centro Zerbato da
nel 1931,…, a fianco della chiesa (di Cogollo) riesce, grazie ad un pizzico di fede,
una posizione di maggioranza”. L’Opera Pia non tese la mano a nessuno, e non
al molto impegno e alla temprata tenacia dei suoi componenti e all’altrettanto gra-
si trattò di un atto di responsabilità né di generosità. Si limitò soltanto a fare una
tuito supporto di ADOA… . Ed infatti, se, per un verso, non pare molto opportuno
precisa scelta di strategia gestionale, voluta e condivisa dall’allora consiglio di
scomodare i miracoli in questo contesto, per altro verso il miracolo nemmeno si è
amministrazione, anche in considerazione della circostanza che, pur non essendo
verificato. L’intervento sull’immobile de quo, tutt’altro che ad un passo dal completo
mai stato deciso con sentenza che il 66% del patrimonio spettasse al Comune di
recupero, è stato reso possibile in virtù di un considerevole finanziamento regiona-
Tregnago, non era mai stato deciso nemmeno il contrario!!! Nessuno, ora, può
le, parte a fondo perduto e parte con fondo di rotazione (prestito). L’inserimento,
dire quale sentenza avrebbe emesso il Consiglio di Stato, qualora il Comune aves-
invece, dei 24 posti per disabili costituisce l’esito di un procedimento amministra-
se impugnato il pronunciamento del TAR Veneto e nessuno lo poteva dire allora.
tivo conclusosi recentemente con la modifica del piano sanitario di zona, voluta e
Ognuno fece i propri conti e, se l’Opera Pia sostiene di aver regalato il 1% al Co-
coordinata dal Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 20, nonché Sin-
mune, il Comune obietta, a pari titolo, di aver regalato alla medesima il 15%! An-
daco di Verona, Flavio Tosi, fortemente sollecitata dal Sindaco di Tregnago Renato
che utilizzando il principio in ordine al quale in medio stat virtus, chi ci guadagnò
Ridolfi, ed alla quale sarà data concreta attuazione dal Direttore Generale della
fu senza dubbio l’Opera Pia.
ULSS 20 di Verona dott.ssa Giuseppina Bonavina.
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Ora, e con significativo riferimento al caso che qui occupa, dove sia il pizzico di
so per Tregnago?” la risposta è semplice, puntuale e sintetica: ASSOLUTAMENTE SI.
fede, l’impegno e la temprata tenacia dei membri dell’Opera Pia ed il supporto tec-
Ne siamo sicuri. Perché la maggioranza, quella tanto vituperata maggioranza, la pen-
nico di ADOA non è dato sapere e, comunque, non vi è traccia alcuna. Ma soprat-
sa così. La maggioranza dei dipendenti che trascorrono ogni sacrosanto giorno e
tutto, parlare di miracolo quando lo stato ci mette il denaro, le sue amministrazioni
notte dell’anno allo Zerbato la pensa così. La maggioranza dei parenti degli ospiti
operano le scelte e la tanta vituperata politica locale ne rende possibili gli esiti pare
dello Zerbato la pensa così. La maggioranza politica dell’Amministrazione Comunale
francamente una provocazione.
di Tregnago, la pensa così ed in tal modo si è espressa in Consiglio Comunale. La
6.Non corrisponde al vero che un po’ alla volta sembra… il tentativo di cancellare
maggioranza del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Zerbato la pensa così.
l’Opera Pia e spogliarla della sua quota di proprietà del Centro Zerbato a benefi-
Comprendo, e soprattutto rispetto, le diverse posizioni di coloro che, in ossequio a
cio solo del Comune… . Nessuna iniziativa è stata posta in essere in tal senso dal
ben precise scelte di vita e di fede, hanno in qualche modo rinunciato allo loro libera
Comune di Tregnago il quale, a ben vedere, per primo ha addirittura manifestato
autodeterminazione, addirittura facendo espresso voto di obbedienza ed accettando
la disponibilità a rinunciare alla propria porzione di patrimonio del Centro Zerbato
modalità di confronto e gerarchie che a me risultano francamente incomprensibili. Ma
per costituirlo in Fondazione, al solo fine di garantire la solidità della locale Casa di
pretendo anch’io il loro rispetto, come lo pretendono tutti coloro, e sono molti, che
Riposo e metterla al riparo da tentazioni di svendita al miglior offerente.
come il sottoscritto sono innamorati di ogni scelta che è frutto di un ben preciso pro-
7.Non corrisponde al vero che “…gli inviti ad un confronto adeguato sui veri problemi
cesso democratico. Sembra banale. Addirittura scontato. Forse anche provocatorio,
restanti sul tappeto alla ricerca di soluzioni condivisibili più eque e a beneficio di
in tempi in cui la democrazia è profondamente malata. Ma i limiti della democrazia
tutti, sono continuamente cadute nel vuoto”. Ciò che è caduto nel vuoto sono stati
più malata sono un’inezia rispetto ai disastri che l’assenza di democrazia può deter-
gli inviti, più o meno larvati, a dirimere la situazione in stanze riservate, lontano da
minare!
occhi che potevano diventare indiscreti. Così come sono caduti nel vuoto le sug-
Quindi, oggi, nessuna “trazione cristiano cogollese-tregnaghese” con le Parrocchie
gestive e provocatorie convocazioni operate da tutti coloro che non hanno titolarità
protagoniste della gestione. Il Centro Zerbato nasce come struttura laica, legata al
giuridica per partecipare ai lavori di trasformazione del Centro Zerbato. ADOA in
territorio ed alle pubbliche amministrazioni del territorio. È stato integralmente realiz-
primis, dato che il Consorzio Zerbato non fa parte della associazione diocesana!
zato con i denari dei contribuenti.
La Curia, a seguire, dato che la titolarità della Parrocchia di Cogollo o di altro ente
diocesano ad intervenire nella gestione del patrimonio della Fondazione Santa Te-
Il fatto che lo sconsiderato statuto della Fondazione Santa Teresa abbia deciso di de-
resa si concretizzerà soltanto dopo l’intervenuta estinzione della Fondazione mede-
stinare il patrimonio residuo della medesima, comunque dopo l’intervenuta estinzio-
sima. Inviti tutti, che miravano platealmente ad escludere ogni attore protagonista
ne, alla Diocesi, non significa che anche la Pubblica Amministrazione debba operare
del Centro Zerbato, RSU in primo luogo, dipendenti tutti e parenti degli ospiti, con
in tal senso. Sempre la mia nonna Gina mi invitava a seguire gli esempi migliori, non
il chiaro intento di demandare le scelte più delicate a comparse esterne e lontane
i peggiori!
decine di chilometri dal territorio.
Da ultimo, ed a proposito dei “soprusi” denunciati nel solito “paginone fedele”, in danCaro il mio economo diocesano, la prossima volta ci dobbiamo documentare un tantino
no dei Cogollesi, ai quali peraltro è stato chiesto di non reagire, di che cosa stiamo
meglio, se vogliamo rendere un servizio concreto al territorio ed al suo popolo! Diversa-
parlando? Quali sono le fonti di tale allarmante notizia? Sono attendibili, o provengono
mente è lecito pensare male.
dai soliti (pochi) socio-depressi che non perdono occasione per inscenare l’ennesima
Quindi, alla domanda “Siamo proprio sicuri che un Centro Zerbato comunque privato, e
caccia alle streghe?
quindi non più pubblico, a trazione politica invece che cristiano cogollese - tregnaghese (magari con le due comunità parrocchiali in collaborazione) sarebbe più vantaggio-
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Per quanto mi riguarda, e pronto ad essere smentito in ogni momento, sono sereno.
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Non vi è alcun allarme. Oggi. È in corso un indispensabile processo di revisione e di
Ciò che importa è che le richieste siano sul tavolo di chi deve decidere (COMUNE DI
trasformazione della Casa di Riposo, che si voleva semplice e veloce, ed il cui obiet-
TREGNAGO e FONDAZIONE SANTA TERESA !!!) al più presto. Magari evitando di
tivo era e rimane soltanto quello di congelare il patrimonio dello Zerbato per il futuro
perdere tempo, denaro ed opportunità di crescita in procedimenti giudiziari dai costi
dello Zerbato. Perché lo Zerbato è 195 posti letto, con altrettanti nostri anziani che
sostenuti, dai tempi biblici e dagli esiti incerti. Anche facendo memoria del passato,
usufruiscono di un servizio di ottimo livello. Lo Zerbato è 170 dipendenti, che tutti i
dato che Historia magistra vitae, quella documentata ovviamente e non le storielle
giorni, tutte le notti, tutti i sabati e le domeniche, tutti i giorni festivi, ogni Natale, ogni
che si raccontano ai bambini per conciliare loro il sonno. Nel 1994, ossia venti anni
Pasqua, ogni Ferragosto, quando siamo affaccendati nel nostro lavoro o invochiamo
orsono, le sconsiderate scelte della Santa Teresa, la quale fece il primo tentativo di
la festa e il divertimento, si occupano e si preoccupano della salute e del benessere
uscire dallo Zerbato, hanno provocato l’intervento della Regione Veneto che, lungi dal
dei nostri genitori, dei nostri nonni. Delle persone che amiamo. E, domani, si occupe-
risolvere il problema, ne determinò molti altri. Per ben sette anni lo Zerbato divenne
ranno di noi. Lo Zerbato è quasi 9.000.000 di euro di bilancio. Lo Zerbato è un centro
ingestibile, ostaggio di se stesso e privo di una maggioranza solida che si facesse
servizi che ha le capacità organizzative e gestionali, oltre alle possibilità economiche
carico di assumere le imperative scelte di gestione che si profilavano all’orizzonte.
di crescere. Di implementare il servizio che offre e di garantire gli attuali e nuovi posti
di lavoro.
Nel 2002 il TAR Veneto sentenziò l’errore della Regione, e la allora Amministrazione Comunale, in silenzio, sentenziò l’inaffidabilità della Santa Teresa che, come un
Sembra, però, che non abbiamo preso in considerazione altri scenari. Quelli si pre-
bambino viziato, all’insorgere di un problema se ne va, abbandona il campo di gioco
occupanti. Perché la Fondazione Santa Teresa non dice, senza giri di parole, senza
e tiene il broncio. Vent’anni dopo abbiamo rivisto lo stesso film, con il Consiglio di
ADOA, senza i “padroni” della Diocesi, senza i politici della Regione, senza i “pagino-
Amministrazione della Santa Teresa che si è dimesso anziché assumersi le proprie
ni fedeli”, senza i volantini, magari anche in tempi ragionevoli, che cosa vuole? Per-
responsabilità.
ché non ci dicono quale è il vero problema? Vogliono la liquidazione della loro quota
consortile? È questo il punto? Se è questo, significa che stiamo parlando soltanto di
La mia amatissima nonna Gina, ora, si tirerebbe indietro, soltanto perché l’interlocuto-
soldi. E allora non nascondiamoci dietro paroloni e paginoni che eludono i reali termini
re nasconde la faccia dietro il solito abito talare.
del confronto! Se di soldi stiamo parlando, diteci quanto volete ed in quanto tempo!
Io no.
Un po’ di denari li troviamo di sicuro, anche se non ha molto senso che il territorio si
compri, per la seconda volta, ciò che già gli appartiene! Ma non importa.
Un saluto laico. Ma sincero.
Permetteteci comunque di criticare questa impostazione, se mai si verificasse cor-
Tregnago, 22 luglio 2014
retta, sul semplice presupposto che mentre lo Zerbato è tutto quanto sopra sinteticamente riportato, la Santa Teresa è ben poco al confronto. Un paio di dipendenti.
Centro Assistenza F.S. Zerbato
Poco più di 120.000 euro di bilancio. Alcuni beni da ristrutturare ed una sopravviven-
Il Presidente
za economica-finanziaria legata esclusivamente all’ottenimento di provvidenze dello
avv. Marco Pezzotti
Stato, della Regione e, soprattutto, del Comune di Tregnago. Assomiglia tanto ad un
carrozzone che costa molto e produce poco. Oggi, questi lussi, non se li può più permettere nessuno. A maggior ragione gli enti che vivono sulle spalle dei bilanci dello
Stato, e quindi del contribuente.
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Intervento del Vicesindaco
Dott. Christian Colombari
LA PAROLA DEL COMUNE
DI TREGNAGO
La questione della trasformazione del Centro Zerbato da Consorzio a Fondazione ci
sta occupando oramai da molti mesi. Credo che tutti abbiano capito le ragioni della
trasformazione, dettata dalla necessità di adeguare la veste giuridica dell’ente alla
mutata natura di uno dei due consorziati, la Fondazione Pia Opera Santa Teresa, proprietaria del 49%, che ora si oppone alla trasformazione.
Devo dire che questa strategia ostruzionistica messa in atto dalla Pia Opera, utilizzando
addirittura la via delle dimissioni, mi lascia alquanto perplesso, soprattutto se si considera che il 26 ottobre 2012, l’Assemblea del Consorzio Zerbato, costituita dal Sindaco
del Comune di Tregnago, Renato Ridolfi, e dal Presidente della Pia Opera Santa Teresa,
Luca Tomezzoli, ha deliberato all’unanimità di “approvare la proposta di trasformazione
del Consorzio in Fondazione”. La strada sembrava quindi segnata, tuttavia, successivamente, si sono manifestate resistenze di ogni genere da parte della Pia Opera.
La volontà dell’Amministrazione Comunale è chiara, oltre che ufficiale, essendo stata
espressa dal Consiglio Comunale con delibera n. 9 del 29 aprile 2014, che ha stabilito
di procedere alla trasformazione della Casa di Riposo da Consorzio a Fondazione,
con il voto favorevole dei 9 Consiglieri di maggioranza e con il voto contrario dei 4
Consiglieri di minoranza.
Altrettanto chiara è la posizione del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo e del suo Presidente Marco Pezzotti, che da tempo lavorano affinché si giunga
“Tavola Rotonda: quale futuro per il Centro Assistenza F.S. Zerbato?” - Auditorium “Pigozzi” - 1 luglio 2014
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quanto prima alla definizione della questione.
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Chiara è anche la posizione delle R.S.U. (Rappresentanze Sindacali Unitarie) e dei
Non si può giocare col Centro Zerbato, gli interessi da tutelare sono tanti e troppo
lavoratori del Centro Zerbato, che più volte hanno manifestato la preoccupazione
importanti, ben superiori agli interessi particolari degli enti consorziati. La Casa di
per la situazione di stallo che si è venuta a creare, esprimendo il loro assenso alla
Riposo è una realtà di fondamentale importanza per Tregnago e tutta la valle, sia dal
trasformazione.
punto di vista sociale che economico: conta ben 195 posti letto e 179 posti di lavoro,
e per il futuro ha piani di sviluppo che non possono andare persi.
Per niente chiara è invece la posizione della Pia Opera Santa Teresa, che prima si
era dichiarata disponibile alla trasformazione, mentre, dopo, ha manifestato grosse
La questione deve essere risolta. È inaccettabile che qualcuno, pur di non decidere,
resistenze, sostenendo: che non è nelle condizioni di poter decidere autonomamente
si nasconda dietro a dimissioni strumentali, è inammissibile che chi deve nominare i
sulla trasformazione essendo competente la Diocesi di Verona, che l’iter prescelto è
vertici della Pia Opera da più di tre mesi se ne disinteressi, dimenticando che ci sono
controverso e la trasformazione in fondazione non è un’ipotesi percorribile, che desta
195 ospiti e 179 lavoratori che stanno attendendo proprio loro. È ora di decidere, è
perplessità la mancata previsione di un primo futuro ampliamento della Casa di Ripo-
ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
so a Cogollo in assenza di una qualche misura compensativa, sino a giungere, in data
29 aprile 2014, inspiegabilmente, alle dimissioni del Presidente Luca Tomezzoli e tutti
i membri del Consiglio di Amministrazione della Pia Opera, determinando in questo
modo una situazione di stallo totale.
il Vicesindaco Comune di Tregnago
Christian Colombari
Poco chiaro, inoltre, risulta essere l’intervento di soggetti che della questione, a mio
avviso, dovrebbero essere del tutto estranei, e mi riferisco ad A.D.O.A., all’Economo
della Diocesi di Verona don Gino Zampieri, oltre che ad altri soggetti che sono intervenuti sul tema senza averne titolo. Cosa vogliono questi soggetti dal Centro Zerbato?
Per quale ragione sino ad oggi sono sempre rimasti estranei alle sorti ed ai destini
della nostra Casa di Riposo ed improvvisamente oggi si dichiarano parti in causa?
Ognuno di noi è libero di darsi le risposte che desidera, certo che, a mio avviso,
questi interessamenti sono quanto meno “sospetti”. Non vorrei pensare male, ma,
purtroppo, in questo momento non riesco a non farlo.
L’Amministrazione Comunale ed il Presidente della Casa di Riposo hanno incontrato
anche il Vescovo di Verona, manifestando preoccupazione per la situazione di stallo
che si è venuta a creare a causa delle resistenze della Pia Opera e delle dimissioni
del suo vertice ed evidenziando l’urgenza che la decisione sta assumendo, chiedendo che intervenga sul Consiglio Pastorale di Cogollo per far si che venga quanto
prima nominato il Consiglio di Amministrazione della Pia Opera. Il Vescovo ha scritto
al Parroco di Cogollo in tal senso, tuttavia, ad oggi, nulla è successo.
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Intervento del Direttore Dott. Giorgio Lupazzi
Consiglio di Amministrazione. E questo iter non ha riguardato solo l’ambito amministrativo, che comunque ha avuto il suo bel peso in termini di investimento di energie,
bensì anche quello più importante, e lento nel suo progredire, relativo al cambio di
mentalità del modello gestionale.
E questo posso dire che è stato fatto. L’adesione dei lavoratori a questo progetto la
dice lunga sul fatto che si è capito che la trasformazione è un passaggio obbligato,
ALLINEATI
VERSO LA FONDAZIONE
e questa evidenza è stata affrontata addirittura come uno stimolo per migliorare il
proprio modo di lavorare, per perfezionare il proprio operato quotidiano, riconosciuto
dagli utenti e dai loro familiari, nonché accreditato con il massimo punteggio dalle
istituzioni.
Ma non è solo un passaggio obbligato, la trasformazione in fondazione è soprattutto
È ormai noto che il Consorzio Zerbato sta cercando di superare una fase di stallo do-
una garanzia. Una garanzia per tutti, perché:
vuta al fatto che la forma giuridica attualmente in essere (consorzio tra enti locali) non
1. la Fondazione è una istituzione priva dello scopo di lucro, per cui tutti gli utili vanno
ha più i presupposti giuridici che ne avevano consentito la costituzione.
In più sedi ho già manifestato la mia piena adesione all’impostazione della trasformazione in fondazione. Mi sono espresso in tal senso negli incontri sindacali, per esempio, ma ancor di più mi sono pronunciato con la mia firma quando ho sottoscritto il mio
contratto, che nel gennaio 2013 prevedeva un progetto, e solo quello: la conduzione
dell’Ente durante tutto il processo di variazione di veste giuridica.
reinvestiti all’interno della stessa azienda, senza che alcuno ne possa reclamare la
suddivisione;
2. la Fondazione è una istituzione che vincola il proprio patrimonio ad uno scopo, che
nel nostro caso è dare assistenza, anche sanitaria, alle persone anziane e fragili.
Un po’ quello che è sempre stato finora, se ci pensiamo. Le gestioni che si sono
succedute nel tempo hanno sempre mirato ad assicurare cure assistenziali e sanitarie senza che da questa attività derivasse una qualche utilità economica per gli
E il mio odierno spiazzamento deriva dal fatto che la mia firma è stata posta 3 mesi
Enti proprietari in termini di dividendo a fine anno. Tutto è sempre stato reinvestito
dopo che altre due firme, ben più autorevoli della mia, avevano già concordato sull’im-
per il benessere degli utenti, migliorando quanto più possibile la struttura e poten-
postazione della trasformazione in fondazione. Parlo delle firme dei rappresentanti
ziando l’organizzazione del lavoro.
degli Enti Consorziati: il Sindaco del Comune di Tregnago, Renato Ridolfi, e il Presidente della Fondazione Pia Opera Santa Teresa, dott. Luca Tomezzoli.
L’idea di legare a doppio filo tutto il patrimonio accumulato negli anni dall’Ente alla
Al tempo, ho immaginato si trattasse di un percorso improntato sulla coerenza, e tutto
continuazione dell’attività dell’Ente stesso, a me è parsa fin da subito una cosa buona,
sommato in discesa. E invece a quanto pare no.
mi piace tuttora e mi sembra giusta.
L’Ente gode oggi di ottima salute: è solido dal punto di vista patrimoniale e finanzia-
Da allora sono trascorsi quasi due anni e ci troviamo qui, a chiederci cosa ci sia an-
rio, la struttura è di sua proprietà e non vi è alcun debito a medio/lungo termine, non
cora da decidere.
utilizza anticipazioni di Tesoreria e non ha tensioni con i fornitori, è performante dal
punto di vista economico visto che non si ricorda un esercizio in perdita da più di 10
Sì, perché nel frattempo, all’interno dell’Ente, Il Presidente del Consiglio di Ammini-
anni ed è altamente competitivo sul “mercato” in termini di retta alberghiera, tra le più
strazione del Consorzio, l’avv. Marco Pezzotti, come da mandato della citata Assem-
contenute dell’Ulss 20 per quel che riguarda gli utenti non autosufficienti titolari di
blea dell’ottobre 2012, ha avviato quel processo di cui si è detto, coadiuvato dal suo
quota sanitaria regionale.
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E di certo la mera trasformazione in fondazione non mette a repentaglio quanto sopra
Intervento dell’RSU interne
descritto. La fondazione, infatti, non va a minare la capacità di performance economica che l’Ente mostra da anni, e non intacca i processi che già mettiamo in opera per
l’erogazione degli attuali servizi. Anzi, per entrambe le caratteristiche sopra elencate,
la fondazione rappresenta un’opportunità. Si pensi, ad esempio, alla variazione della
sola gestione fiscale (solo di IRAP la fondazione verserebbe una minor imposta stimabile intorno ai 140/150 mila euro all’anno), o allo snellimento di alcune procedure gra-
IL NOSTRO
PUNTO DI VISTA
zie alla drastica diminuzione della burocrazia presente in alcuni processi. Liberazione
di risorse da riutilizzare a favore del miglioramento qualitativo del servizio offerto.
L’Ente avverte l’esigenza, dal di dentro, di proseguire oltre.
Qui, la quasi totalità dei lavoratori, unico vero “motore” grazie al quale il Centro Zerbato oggi si distingue per professionalità e competenza, ha già aderito a questa impostazione, accelerando continuamente per portare a compimento la volontà espressa
inizialmente dalla stessa proprietà. E tutto ciò senza che per questo sia mai venuto
meno l’impegno che ogni singolo lavoratore riversa quotidianamente nel proprio compito “istituzionale”, cioè il servizio alla persona. Anzi, se possibile quell’impegno è
L’R.S.U., rappresentanze sindacali unitarie, è un organo collettivo democraticamente
eletto e rappresentativo di tutti i lavoratori, senza alcun riferimento alla loro iscrizione
ad un sindacato, che sono occupati in una stessa realtà lavorativa, pubblica o privata
e che hanno il compito e il dovere di rappresentare tutti i lavoratori, nel nostro caso,
ancor più aumentato.
del Centro Assistenza Fermo Sisto Zerbato.
Il Comune di Tregnago, a scanso di equivoci, ha confermato nell’aprile del 2014 quan-
Noi abbiamo sempre cercato di difendere i nostri interessi e migliorare, se possibile,
to già deliberato dall’Assemblea del Consorzio nell’ottobre 2012. Siamo in attesa, per
coerenza e per la chiusura del cerchio, di medesima presa di posizione da parte della
Fondazione Pia Opera Santa Teresa.
le nostre condizioni contrattualistiche. L’Amministrazione, nel susseguirsi degli anni
e delle persone che occupavano quel ruolo, ci ha sempre permesso di svolgere il
nostro compito e di soddisfare le nostre necessità. Ora, dobbiamo accantonare i soliti
e consueti compiti per occuparci di ciò che ci sta più a cuore… il futuro della nostra
Il Direttore
Giorgio Lupazzi
Casa. Si lo diciamo fieri, orgogliosi e convinti che il Centro Zerbato è la nostra Casa
di Riposo, è la nostra RSA ed il nostro Ospedale di Comunità. Ogni giorno veniamo
a lavorare, ma scusateci dobbiamo dirlo al mondo intero noi lì dentro viviamo, respiriamo, curiamo, accogliamo la vita dei nostri ospiti e dei loro familiari. Ma allo stesso
tempo ridiamo, ci divertiamo, litighiamo e discutiamo perché siamo noi così… noi che
abbiamo deciso di appassionarci al mondo unico e indescrivibile dell’anziano.
Il Presidente Avv. Marco Pezzotti già nel 2012 ci aveva informati che il Consorzio Zerbato avrebbe dovuto trasformarsi in Fondazione e che sarebbero iniziate le trattative
tra i soci consorziati. La storia la lasciamo raccontare a chi ha il ruolo, le competenze
e la nomina per occuparsi di questo passaggio storico importante, importante perché
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è il 4° e perché dovrebbe essere, finalmente, l’ultimo. Noi vi raccontiamo la nostra
mo differenza se uno è di Tregnago, Cogollo, Illasi, Cellore d’Illasi o Verona, tutti noi ci
preoccupazione, la nostra angoscia nel pensare che potremmo svilupparci, crescere,
diamo un supporto se possiamo da sempre, come sempre e per sempre.
offrire un servizio migliore e dare spazio ad altri nostri colleghi ed invece siamo qui
a perdere tempo, risorse e soprattutto il sonno notturno. Ogni giorno, ognuno di noi
Nessuno deve osare di dichiarare il falso, perché noi abbiamo le prove, i nostri cambi
appena arriva ha ormai solo una domanda “…ci sono novità?” e se la risposta è “no”
sono tutti regolarmente documentati e normativamente regolamentati chiunque af-
si passa a quella successiva “cosa facciamo??”. Dicono che il tempo è un signore,
ferma il contrario lo deve dichiarare pubblicamente, metterci la faccia (noi siamo in
pertanto noi abbiamo il dovere di esserci, di stare molto attenti e di vigilare su chi
copertina) e non nascondersi dietro a parole scritte a vanvera.
deve prendere le decisioni perché le decisioni devono essere prese per difendere e
tutelare il Centro Zerbato e NESSUN altro interesse diverso da questo.
Noi ci siamo, non scappiamo, andremo a trovare tutte le persone che potranno aiutarci o solo sostenerci, andremo da chi si nasconde nelle stanze buie di palazzi antichi
Il 93,6 % di tutti i lavoratori che gravitano all’interno della Casa di Riposo, dell’RSA
e distanti da noi a farci sentire, a “proclamare” la verità, a difendere l’onestà e per
e dell’Ospedale di Comunità hanno deciso, dopo aver sentito più versioni distorte e
urlare, sì urlare che noi vogliamo proprio che il Consorzio diventi Fondazione, noi vo-
contradditorie e soprattutto dopo aver visto che nessuno si interessava realmente a
gliamo che il patrimonio rimanga nel territorio e più precisamente ancorato agli scopi
noi, di SOSTENERE il nostro Presidente Avv. Marco Pezzotti dandogli pieno mandato
della Fondazione e solo per garantire qualità e sicurezza ai nostri ospiti.
di rappresentarci in questa trasformazione, chiedendogli inoltre di garantire le stesse
condizioni lavorative e contrattuali che abbiamo oggi.
A tutti coloro che ci leggono dichiariamo che dalla nostra struttura NON DOVRÀ MAI
uscire nemmeno 1 € per pagare qualcun altro o qualcos’altro che non sia per il be-
Siamo andati a bussare alla porta di chi per noi si è dimesso, di chi a noi non si in-
nessere attuale o futuro dei nostri anziani.
teressa, di chi ritiene troppa complicata la situazione tanto da arrogarsi il diritto di
delegare a dei perfetti estranei (ADOA) a trovare le loro soluzioni e non le nostre, di
Centro Assistenza F.S. Zerbato
chi ride e con calma ci dice di non preoccuparci. Abbiamo cercato di parlare con
R.S.U. interne
chi ha ricevuto l’ordine di non parlare di questa questione ma non abbiamo MAI trovato risposte, anzi ci sembra che ogni nostro passo venga acriticamente giudicato
e condannato da parte di tutti coloro che ruotano attorno alla Fondazione Pia Opera
Santa Teresa.
L’ultimo attacco che per noi è stato uno schiaffo in pieno viso, perché non ci è stata
data la possibilità di accusare il colpo, è stata l’affermazione di don Gino Zampieri:
“L’intera comunità parrocchiale di Cogollo è ormai messa da tempo sotto costante
pressione e anche amici tregnaghesi di vecchia data, oggi tolgono perfino il saluto ai
cogollesi; colleghi che prima si aiutavano, che si sostituivano reciprocamente nei turni
di lavoro e molto altro ancora, cercano ormai di evitarsi… “ beh questo è falso, senza
fondamento, offensivo nei nostri confronti perché calunnia anni e anni di cambi turno
per venirsi incontro a problemi o a esigenze personali. Eh no! Questo proprio non è
leale, non è intellettualmente onesto utilizzare noi per raggiungere o destare sospetti
infondati sull’opinione pubblica… tra di noi c’è armonia e collaborazione, non faccia-
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Incontro con i familiari - 25 luglio 2014
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assumere senza nessun tipo di costrizione, obbligo o imposizione, al fine di decidere se rappresentare anche, oltre ai lavoratori, chi ogni giorno collabora nel lavoro
di cura e contribuisce alla solidità di questo ente;
4.la parola poi è passata al Vice-Sindaco Dott. Christian Colombari che ha esposto
INCONTRO CON
TUTTI I FAMILIARI DEGLI OSPITI
quali sono stati gli atti che formalmente l’Amministrazione Comunale ha deliberato
e quale è la posizione che l’amministrazione ha sempre tenuto e mantenuto rispetto
alla trasformazione del Consorzio Zerbato;
5.i familiari convenuti hanno potuto esprimere un loro pensiero e hanno presentato
delle domande per capire meglio la situazione e per chiedere quale ruolo potrebbero avere i familiari in questa situazione;
Infine si relaziona, in sintesi e per punti, sull’incontro tenutosi in data 25.07.2014 presso la Casa di Riposo di Tregnago, nello specifico:
1.ad ogni familiare è stato consegnato un fascicolo contenente la lettera del presi-
6.infine la sottoscritta ha invitato l’assemblea dei familiari a farsi rappresentare da
due referenti che si erano resi disponibili, nei giorni antecedenti all’incontro, ad
occuparsi esclusivamente di questa vicenda, cioè la trasformazione del Consor-
dente Avv. Marco Pezzotti in risposta all’articolo di don Gino Zampieri pubblicato
zio Zerbato. L’Assemblea ha approvato, per alzata di mano, la modalità sopra
su Verona Fedele del 13.07.2014 e copia del giornale La Piazza, dove è stato pub-
descritta;
blicato un articolo a seguito della tavola rotonda del 01.07.2014 (chiunque fosse
rimasto sprovvisto può rivolgersi alla Segreteria della Casa di Riposo che vi procurerà una copia);
2.il Presidente Avv. Marco Pezzotti, accompagnato dai Consiglieri Dott.ssa Milena Ar-
7. i referenti nominati invieranno a tutte le famiglie una dichiarazione di intenti, dove
verranno precisate le modalità di comunicazione tra i familiari, le eventuali proposte
o iniziative da attuare e tutto ciò che ritengano necessario a delineare ruolo, compiti
e ambito di azione dei referenti stessi.
zenton, Dott.ssa Eugenia Rancan e Dott. Paolo Castagna, ha spiegato, ai familiari
convenuti, le origini, lo scenario attuale e gli sviluppi futuri del Centro Assistenza
Responsabile Area Servizi Casa di Riposo
F.S. Zerbato raccontando così una verità storica dalla parte di chi, nei vari passaggi
Ass. Soc. Masin Chiara
era presente in qualità di Amministratore Locale, carpendo l’attenzione del pubblico in sala, argomentando le motivazioni e i vantaggi della soluzione proposta,
in specifico la trasformazione del Consorzio tra Enti locali (si ricorda che la Fondazione Pia Opera Santa Teresa di Cogollo è fondazione di diritto privato, mentre
il Comune di Tregnago è Ente Locale) in Fondazione di diritto privato, invitando i
familiari ad agire, a prendere posizione in questa complicata e sempre più complessa situazione;
3.il Presidente Avv. Marco Pezzotti ha deciso di abbandonare l’assemblea per lasciare liberi i familiari di assumere tutte le decisioni che avrebbero ritenuto opportuno
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Incontro con i familiari - 25 luglio 2014
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LA CRISI SECONDO EINSTEIN
”Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo.
La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi
perché è proprio la crisi a portare il progresso.
La creatività nasce dall’ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi,
violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni.
La vera crisi è la crisi dell’incompetenza.
Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia.
Senza crisi non ci sono meriti. È nella crisi che il meglio di ognuno
di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza.
Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire
esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro!
L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Albert Einstein
(1879-1955)
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Via Massalongo, 8 - 37039 TREGNAGO - VR
Tel. 045 7808222 - Fax 045 7809108
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