Codice cliente: 8727381 TEMPI LIBERI Corriere della Sera Venerdì 13 Febbraio 2015 Tecnologie Da indossare provate Alla recente fiera Ces 2015 di Las Vegas la tecnologia da indossare era ovunque, con decine di nuovi smarwatch e smartband. Ovvero di orologi e braccialetti «intelligenti» in grado di installare app. Molta offerta ma poca domanda: secondo gli analisti di Canalys nel 2014 sono stati acquistati nel mondo 720 mila smartwatch con Android Wear, il sistema per indossabili di Google presente su diversi modelli tra cui Smartwatch, Android non sfonda: appena 720 mila orologi venduti La seconda giovinezza della biro Che diventa capace di qualsiasi cosa: «copiare» (e mandarci online) quello che scriviamo o creare disegni in 3D Per la carta e per il tablet Torna la penna La scheda Intuos Creative Stylus 2 di Wacom (79,90 euro) è dedicato agli artisti: grazie ai suoi 2048 livelli di pressione permette di controllare sfumature e ombreggiature Smartmarke r è un pennarello intelligente e viene utilizzato sulle lavagne magnetiche tipiche delle sale da riunione delle aziende. Basta agganciare il sensore magnetico alla lavagna per rilevare scritti e disegni tracciati su una superficie di massimo 5 metri di larghezza L’ avvento di smartphone e tablet ha cambiato il nostro modo di scrivere. Oggi ci esprimiamo soprattutto tramite tastiere e schermi touch, offriamo i nostri sentimenti in Rete pigiando dei tasti, le cartoline sono quasi un lontano ricordo e perfino per la lista della spesa c’è un’app. Molti di noi non ricordano neanche l’ultima volta che hanno espresso pensieri complessi su carta ma le penne non si arrendono all’arrembaggio telematico e cambiano veste per abbracciare la rivoluzione in corso. Un cambiamento che segue diverse vie, che può andare da leggere migliorie che aggiungono nuove funzioni alla vecchia penna fino a drastiche riletture che della biro mantengono solo la forma. Un esempio di evoluzione leggera è rappresentato dalla Cristal Stylus di Bic (2 euro). La classica penna economica ora ha un gommino sul retro che consente di controllare gli schermi sensibili al tocco come se fosse il nostro dito a farlo. Montblanc invece punta su cartucce intercambiabili per passare dalla carta allo schermo. Basta inserire la cartuccia chiamata e-refill nella sua classica StarWalker (415 euro) per sostituire la punta a sfera con una punta in gomma compatibile con i Samsung Galaxy Note. Basta poi reinserire la cartuccia con l’inchiostro per far tornare tutto alla normalità. Una seconda evoluzione trasforma invece la penna in un ponte tra reale e digitale. In questo caso un ricevitore traccia i movimenti del pennino sulla carta e li trasforma in appunti digitali da inviare in Bluetooth ai nostri dispositivi. È la strada seguita dalla maggior parte dei produttori e tra le molte scelte troviamo la Mobile Notes Pro 2 di e-pens (130 euro) e la Smartpen 2 di Equil (150 euro), che oltre al sensore ha anche una comoda base di ricarica. Sempre da Equil è in arrivo anche Smartmarker, il pennarello intelligente. In questo caso la destinazione d’uso non è la carta ma le lavagne magnetiche che troviamo nelle sale riunione delle aziende. Basta agganciare il sensore magnetico alla lavagna per rilevare scritti e disegni tracciati su una superficie di massimo 5 metri di larghezza. A fine riunione poi la presentazione può essere salvata online, condivisa con i colleghi o modificata in digitale per essere utilizzata in seguito. Un piccolo passo avan- 37 ti nella linea evolutiva ed ecco che incontriamo la biro che fa tutto da sola. Non ha più bisogno del sensore e in più è in grado di registrare l’audio connettendosi in Bluetooth a smartphone e tablet. La più nota in questo caso è Livescribe 3 (da 160 euro) che grazie a una microcamera a infrarossi posta sul pennino digitalizza autonomamente la scrittura. Può farlo però solo se usiamo i blocchi in carta isometrica forniti dall’azienda stessa (da 28 euro), da p a r t n e r co m e M o l e s k i n e (29,95 euro) o stampati in casa tramite la nostra stampante. Questa limitazione è compensata da Livescribe+, app che consente di registrare l’audio ambientale e sincronizzarlo con le parole scritte. Il risultato è un file interattivo in cui basta cliccare su una parola per sentire ciò che è stato registrato in quel preciso istante. Leggermente più economica, la Neo smartpen N2 (148 euro) ha le stesse funzioni ma Motorola, Lg, Samsung, Asus. Una miseria se paragonati al miliardo (abbondante) di smartphone Android venduti l’anno scorso. In totale il settore degli indossabili da polso arriva ad appena 4,6 milioni di pezzi. Tutti gli occhi sono puntati all’Apple Watch, atteso ad aprile. Anche i più acerrimi rivali sperano in un successo: se vince la Mela vincono tutti. (Paolo Ottolina) Al posto della gomma o del cappuccio penne e matite di nuova generazione hanno un gommino per il controllo di tablet e smartphone Vita Digitale di Federico Cella Un testamento per Facebook: a chi lasciare il nostro profilo? I Il microfono registra l'audio e grazie a un sensore di movimento ferma la registrazione quando smettiamo di scrivere Il trasmettitore Wi-Fi permette alla penna di connettersi in Rete per condividere appunti e registrazioni in cloud Il trasmettitore Bluetooth invia i nostri appunti al tablet o allo smartphone senza fili Rivoluzione / 1 La Cristal stylus di Bic (2 euro) ha un gommino sul retro da utilizzare sugli schermi Rivoluzione / 2 Livescribe3 non ha bisogno del sensore ed è in grado di registrare l’audio una forma decisamente più gradevole e comoda da tenere in mano. L’ultima evoluzione su questo cammino verso il digitale è la penna che penna non è, vale a dire i pennini capacitivi. Non hanno inchiostro e servono solo a scrivere sullo schermo di smartphone e tablet. Così si evita la tastiera e i dispositivi diventano dei bloc notes. Diversi produttori li offrono a corredo dei propri device e perfino Apple che finora ha resistito all’idea dovrebbe farne uscire uno stilo per il suo prossimo iPad. Nell’attesa possiamo puntare a proposte economiche come il Pogo Stylus (34 euro) o più professionali come l’Intuos Creative Stylus 2 di Wacom (79,90 euro). Dedicato agli artisti, grazie ai suoi 2048 livelli di pressione permette di controllare sfumature e ombreggiature e riconosce anche quando appoggiamo la mano sul display evitando di lasciare segni involontari. Finite le evoluzioni, ecco la rivolu- Una microcamera posta sopra la punta trasforma i nostri appunti su carta in tracciati digitali Il pennino può sostituire il dito nel controllo degli schermi touch o estrudere filamenti di plastica per disegnare in tre dimensioni Corriere della Sera / Mirco Tangherlini zione. È 3Doodler 2.0 (90 euro), una microstampante 3D da tenere in mano. Nata da due ricercatori dell’MIT, ha la forma di un pennarello ma al posto dell’inchiostro usa delle barrette di plastica e il motivo è presto detto. Non serve a scrivere su carta ma a tracciare disegni in tre dimensioni. Una volta attaccata alla presa di corrente, un motorino inizia a fondere la plastica mentre il pennino la raffredda all’istante. La plastica estrusa si posa così strato su strato sul piano scelto permettendoci di tracciare la figura voluta dal basso verso l’alto. Si fa fatica a definirla ancora una penna ma dopotutto ha il medesimo scopo: portare i nostri pensieri dal mondo delle idee a una più solida realtà. Alessio Lana © RIPRODUZIONE RISERVATA l numero degli account di Facebook appartenuti a persone decedute sono certificati in oltre i 30 milioni. Una cifra che equivale a poco più del 2% del totale di 1,4 miliardi di utenti attivi, ma si tratta appunto solo di quelli certificati. E Facebook, d’altronde, esiste da relativamente poco tempo, un decennio festeggiato l’anno scorso. L’argomento in sé non è certo dei più allegri, ma in un mondo dove il social network assume sempre maggiore importanza — tanto, per esempio, da essere confuso con Internet nel suo insieme da milioni di utenti —, parlare di Facebook e morte non è un esercizio di stile ma diventa un tema di una certa importanza. E anche a Palo Alto la pensano così, al punto che ieri hanno lanciato — per il momento solo negli Stati Uniti — il «Legacy contact», ossia la possibilità di nominare un gestore del profilo nel momento in cui dobbiamo abbandonarlo per il più definitivo degli impedimenti. Che cosa fare dei sorrisi e delle frasi impresse nella memoria indelebile di Facebook delle persone scomparse? Il problema, in un modo o nell’altro, ha già toccato molti di noi. È inevitabile, così come lo è la morte, a fronte di una piattaforma che conta la presenza di 30 milioni di italiani. Così come Google tre anni fa ha attivato quello che è stato ribattezzato il «Death manager», il social propone l’opzione di nominare un esecutore testamentario. Che potrà informare il mondo del decesso attraverso il nostro profilo, accettare nuove amicizie (!) e cambiare l’immagine del profilo. Non potrà invece accedere al profilo come se fosse il deceduto né leggere i messaggi privati. In alternativa, e questa è la vera notizia, potremo richiedere di cancellare il nostro account nel momento della dipartita. Neanche Facebook, dunque, è per sempre. VitaDigitale © RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright 2024 Paperzz