AltaRomaAltaModa Anno V n° 25 Febbraio 2015 Una nuova ottica sul mondo: Giornale mensile d’informazione a carattere culturale, d’attualita’e di costume www.capitolinoflash.it Fashion in action L’ Hotel Barceló Aran Mantegna ha ospitato la prima edizione di fashion in action. Nella sala del centro congressi del Barceló hanno sfilato le creazioni di giovani fashion designer scelti da Riccardo Gubiani. Hanno presentato l’evento in maniera impeccabile Giorgia Viero ed Emilio Sturla Furnò. Meeting: Il ruolo di Roma e Sud Italia, Expo Milano 2015 Presentato il consorzio HERo - Hub for the Expo in Rome. “Il ruolo di Roma e del Sud Italia per Expo Milano 2015” è il titolo del meeting che si è tenuto alla Camera di Commercio di Roma che ha messo in evidenza le grandi opportunità offerte dall’appuntamento del prossimo anno non solo a beneficio del capoluogo meneghino, ma anche a tutto il “sistema Paese”. A promuovere l’incontro è stato il consorzio HERo (Hub for the Expo in Rome), hub di raccordo tra Roma, le regioni del centrosud d’Italia, le aziende estere e le Ambasciate e le istituzioni che saranno coinvolte dai grandi eventi ospitati dall’Italia nei prossimi mesi formato da professionisti di alto profilo del settore della comunicazione, del marketing, segue a pag. 7 segue a pag. 2 L’incendi d’Porta Pila! Ci sono eventi che, anche se considerati minori dalla storiografia, finiscono per restare nei vivi ricordi delle popolazioni delle nostre città. Torino nel corso della sua lunga storia subì tantissimi celebri incendi di cui s’è tanto e doverosamente scritto. segue a pag. 10 La polizia più famosa del mondo Non nascondo di amare il genere poliziesco, sia in relazione alla narrativa, sia per quanto concerne il cinema e la televisione, perciò mi è particolarmente gradito scrivere di “Scotland Yard”, L’istituzione britannica che credo non abbia bisogno di presentazioni. Il celebre corpo di polizia venne fondato nel 1829 dal ministro dell’interno, sir Robert Peel, La sua sede era un austero palazzo che si affacciava sul Tamigi, nel segue a pag. 3 AltaRomaAltaModa segue dalla prima pagina La colonna sonora dell’ evento è stata firmata da Michael Supnick noto trombettista jazz americano famoso per avere interpretato uno dei personaggi principali nel film La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore. Hanno sfilato le creazioni degli allievi della scuola della moda e del design Cordella di Lecce proponendo un asfilata in omaggio a Cristian Dior. La stilista Marina Mansanta ha proposto una serie di abiti dedicati agli anni 70’ con influenze orientali realizzati con tessuti pregiati e originali. Emanuela Conte giovane fashion designer diplomata all’accademia Cordella di Lecce ha presentato per la prima volta ad AltaRoma un sua collezione. Il tema è l’amore 10 creazioni cucite ricamate interamente a mano. Un altro tema ispiratore è quello biografico infatti il titolo della collezione è My Wonderland come l’omonima canzone. Chiara Banelli stilista nata nel 1989 ha portato sulla passerella abiti ispirati alla sua terra il Friuli. Unendo tradizione e innovazione è riuscita a creare atmosfere uniche con i suoi abiti. Il Circo Bianco ha intrattenuto in maniera divertente e poetica il vasto pubblico in sala con performance e acrobazie, sulla passerella rubando la scena per un breve tempo a gli stilisti. Tecnologia e design sono state il binomio proposto dalle giovani inprenditrici Vanessa Coppola e Francesca Versienti che con l’appoggio dell’accademia Cordella hanno ideato, disegnato e realizzato la borsa Loveb. La divisione moda del Capitolino Flash ha intervistato le creatrici - Come è nata l’idea di questa borsa vanessa? - Stavo uscendo dalla discoteca quando mi accorsi che un malintenzionato mi stava seguendo, mi avvicinai rapidamente alla mia macchina, ma a causa dell’oscurità non riuscivo a trovare le chiavi. Da lì mi venne l’idea di inserire una fonte luminosa nella borsa. - Comè possibile illuminare una borsa? - Grazie all’utilizzo degli oled (Tecnologia che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria) abbiamo trovato un materiale flessibile che possa fungere da fonte luminosa”. Le note musicale sono state regalate dalla famosa cantate Star Elaiza che ha presentato alcuni brani dal vivo, tra cui il suo ultimo singolo “Say a word” Presidente Avv. Goffredo Nardecchia Iscrizione al Tribunale di Roma n° 246/2011 del 26.7.011 www.capitolinoflash.it [email protected]: Direttore Responsabile Michele Luigi Nardecchia EDITORE Ass. Culturale “Arte & Vita” Via Cairoli - Latina Capitolino flash 2 segretario Claudio D’Andrea Capo redattore Claudio D’Andrea cell.330.860389 sito internet: www.claudiodandrea.it [email protected] Fondato da Paolo Onorati, M.L.Dezi Michele Nardecchia e Riccardo Giorgi Giornalisti - collaboratori Bernardo Dezi - Stefano Bonici - Emilia Kwasnicka- Manuela Baccari - Maria Luisa Dezi - Ugo Meucci - Goffredo Nardecchia - Luca Bertucci - Consuelo - Elia Scaldaferri - Luciano Pecchi - Edoardo Elisei - Federico Rocca - Giancarlo Coco Progetto Grafico Riccardo Giorgi segue dalla prima pagina La polizia più famosa del mondo quartiere londinese di “Great Scotland Yard”, che gli diede il nome. Inizialmente il nuovo organismo non riscosse il favore di molti londinesi, i quali ritenevano i poliziotti degli odiosi spioni emissari del Governo, che più che altro avevano l’incarico di sottrarre loro la libertà. In seguito cambiarono però parere, essendosi resi conto dell’utilità di quegli uomini, che, oltre a tutelare l’ordine pubblico ed imporre l’osservanza delle leggi assai più di quanto avveniva in precedenza, salvaguardavano anche i loro beni. I poliziotti vennero allora accettati, anzi addirittura presi simpatia dai cittadini dalla fedina penale immacolata, mentre, com’è ovvio, erano alquanto impopolari nelle sordide periferie, rigurgitanti di un’umanità deviata, assuefatta ad ogni tipo di crimine. In quegli anni, nonostante il ruolo di primissimo piano che l’Inghilterra aveva conseguito, anche in virtù di una fruttuosa politica coloniale che presto l’avrebbe resa un Impero, in vari quartieri della capitale regnava una miseria tale, da causare una delinquenza assai difficile da estirpare. Specialmente nella zona detta “West End” i fatti delittuosi erano all’ordine del giorno e i poliziotti, che vi accorrevano per fare la loro parte, erano armati soltanto di un nodoso bastone. Ben presto le autorità ebbero sentore che l’insofferenza di tanti cittadini nei confronti dei “policeman”, era originata anche dal fatto che questi ai loro occhi erano i componenti di un Corpo Militare, quindi un qualcosa di estraneo al contesto urbano. per colmare Il distacco tra loro e i londinesi, il Governo decise allora di far indossare ai poliziotti una divisa non troppo diversa dagli indumenti civili. Questa consisteva in una “redingote” scura e in e i pantaloni della stessa tinta, accompagnati da un cappello a cilindro, all’apparenza simile a quelli della gente comune. In realtà quel cappello era davvero originale, perché confezionato in appositi laboratori, ad esclusivo uso e consumo dei tutori dell’ordine. Era infatti supportato nel suo interno da sostegni metallici che lo rendevano resistente, al punto da poter sopportare il peso del poliziotto, allorché questi, affaticato dai giri di ronda, di tanto in tanto si concedeva un po’ di riposo, utilizzandolo come fosse uno sgabello. Quel cappello coriaceo era prezioso anche in altre occasioni, cioè quando il poliziotto di saliva sopra, per poter dare una sbirciatina a qualcosa che aveva destato i suoi sospetti, al di là di un ostacolo non particolarmente elevato, quale poteva essere un muretto. Nel corso dell’Ottocento “Scotland Yard” ebbe modo di raccogliere molti allori, ma dovette subire anche delle sconfitte che suscitarono non poco clamore. Sul finire del secolo una di queste le venne dal criminale arcinoto come “Jack lo squartatore”, Il quale aveva ucciso con ferocia inaudita ben dodici donne di dubbia virtù nel malfamato quartiere di Withechapel, senza che i poliziotti riuscissero a catturarlo. A Londra si era instaurata un’atmosfera di terrore, “Scotland Yard” nonostante il grande impiego di forze, appariva impotente e l’opinione pubblica era talmente scandalizzata della sua inadeguatezza, che il capo della polizia fu costretto a dare le dimissioni. I delitti infine cessarono, ma si continuò ad ignorare completamente identità del loro autore, così da tener vivo uno dei più appassionanti misteri della storia criminale. Un’altra bruciante sconfitta “Scotland Yard” la riportò sul piano politico. l’Irlanda era allora soggetta al dominio inglese e ciò aveva fatto nascere nell’isola delle organizzazioni irredenti- ste che aspiravano all’indipendenza. Nella seconda metà del secolo, a varie riprese gruppi di patrioti irlandesi assai determinati scatenarono a Londra gravissimi attentati terroristici, seminando il panico tra la popolazione. Benché impegnata al massimo, la polizia metropolitana non riuscì ad avere la meglio sui sovversivi, abilissimi nel nascondersi e nel procurarsi le armi e gli esplosivi. Grande fu il biasimo dei londinesi nei riguardi di “Scotland Yard”, che, a dispetto di tutti tentativi messi in atto, non era riuscita a stanare e ad assicurare alla giustizia i dinamitardi. E’ evidente come gli inglesi fossero pronti a deplorare l’operato della polizia quando risultava improduttivo, ma è necessario dire che essi erano altrettanto disponibili ad osannare “Scotland Yard”, allorché le sue indagini e i suoi interventi erano coronate da successo. C’erano invece delle persone che si comportavano in una segue a pag. 4 Capitolino flash 3 segue da pag. 3 La polizia più famosa del mondo maniera abbastanza discutibile, nel senso che, per partito preso, ostentavano verso la posizione ufficiale sempre il medesimo atteggiamento, sia che essa avesse trionfato, sia che avesse perso. Si trattava di scrittori di libri a sfondo poliziesco, che tacciarono di ottusità i poliziotti istituzionali, contrapponendo a questi quelli creati dalla loro fantasia, naturalmente molto più forniti di doti intuitive e perspicacia. l’esempio più eclatante è dato da sir Arthur Conan Doyle, L’ideatore del celeberrimo e stravagante detective privato Sherlock Holmes, il quale nei suoi romanzi faceva spesso la polizia bersaglio di una pungente ironia. Per essere obiettivi, occorre comunque precisare che per tutto l’arco dei suoi 185 anni di vita “Scotland Yard” ha risolto brillantemente la stragrande maggioranza dei casi raffrontati. Per raccontare i suoi fallimenti basterebbero poche righe, mentre per enumerare i suoi successi dovrebbero essere riempite moltissime pagine. Voglio ora dire qualcosa su come nei primi decenni di attività erano organizzate quelle poche centinaia di uomini che componevano il Corpo di Polizia. Il loro compito non era davvero dei più facili, visto che non seguivano percorso di indagini ben delineato, ma si avvalevano piuttosto di metodi elementari e sostanzialmente empirici, fidando principalmente nel loro fiuto e nella loro esperienza che avevano maturato sul campo. Non erano inoltre minimamente dotati di mezzi meccanici e mancavano loro soprattutto quegli utilissimi sistemi scientifici che comparvero solo più tardi, ad esempio il rilievo delle impronte digitali. L’Ottocento, specie nella sua seconda parte, è stato un secolo molto aperto al progresso, cosicché anche la polizia cominciò a trarre dei vantaggi dall’avanzamento della scienza e della tecnica, tanto più che anche i malfattori erano diventati più scaltri. Forse influenzati dai numerosi romanzi polizieschi che venivano pubblicati in Inghilterra, si Capitolino flash 4 dimostravano meno impulsivi e più melodici nell’organizzare i loro misfatti, tutti tesi alla ricerca del “delitto perfetto”. I poliziotti non indossavano più l’attillata “redingote”, ma un’uniforme più consona alla loro condizione e l’eccentrico cappello a cilindro era stato sostituito da un casco, Sul quale sarebbe stato problematico sedere e salire, ma che proteggeva molto bene il capo. Essi non avevano fatto un salto di qualità rispetto ai colleghi che gli avevano preceduti solo nell’abbigliamento, ma anche dal modo di condurre le indagini. Infatti, non seguivano più solamente il loro intuito, ma avevano cominciato a prendere familiarità con il metodo induttivo, che presuppone innanzitutto l’utilizzo della logica, aiutati anche dall’antropometria, un sistema sei efficace di classificazione e identificazione dei delinquenti. Il ventesimo secolo portò molte innovazioni a “Scotland Yard”, dove ormai per le investigazioni si usavano anche il telegrafo e poi il telefono. Esistevano laboratori scientifici all’avanguardia, specializzati nel rilievo delle impronte digitali, nonché reparti di chimica, balistica e fotografia. Qualche anno dopo erano in dotazione i più moderni mezzi di comunicazione, persino dei palloni e un’aeronave, per poter osservare dall’alto qualcosa di poco chiaro o semplicemente l’andamento del traffico, ma, poiché ormai l’automobile la faceva da padrona, nel 1919 “Scotland Yard” diede vita alla “squadre volanti” motorizzate. Venne anche incrementato il numero dei motoscafi della polizia operanti sul Tamigi, visto che spesso i malavitosi si servivano di questa via d’acqua. Il periodo tra le due guerre mondiali fu per “Scotland Yard” l’età dell’oro per la quantità dei casi risolti assai positivamente. Nel secondo dopoguerra “Scotland Yard” migliorò ulteriormente la sua organizzazione, adottando anche l’uso della telescrivente e della televisione. Tutte le auto della polizia erano munite di radio-telefono e venne istitui- to anche un Corpo di agenti motociclisti. Si venne a capo di numerosi casi, tra i quali quelli, sensazionali, un assassino che succhiava il sangue delle sue vittime e di un omicida seriale che terrorizzava il noto quartiere di Notting Hill, ma non mancarono i bocconi amari da trangugiare. infatti alcuni reati rimasti impuniti stavano destando il malcontento tra la cittadinanza e a questo si deve aggiungere l’autentica beffa subita dalla polizia il ventotto dicembre 1961, allora che nelle ore centrali della giornata una sua automobile venne rubata, senza che gli addetti alla sorveglianza se ne accorgessero, proprio mentre era parcheggiata davanti a “Scotland Yard”. Le si poteva perdonare di essersi lasciata sfuggire qualche lestofante, ma era davvero troppo che la polizia si fosse fatta menare per il naso così vistosamente, a dire il vero, il singolare furto suscitò nei londinesi, e non solo in loro, sentimenti contrastanti: da un versi si ironizzava, mettendo la polizia alla berlina, dall’altro ci si sentiva come quando crolla un mito. La stampa non si fece pregare per dire la sua, coprendo di ridicolo “Scotland Yard” e tutti sappiamo quanto possa nuocere il ridicolo ad istituzioni di tale portata. I giornali portarono avanti a lungo la loro campagna denigratoria, anche oggi, insieme con gli altri mass media, sovente non sono teneri con la polizia. intanto, tra alti e bassi, quest’ultima proseguiva la sua opera in una Londra divenuta una tentacolare megalopoli. Ai nostri giorni essa può giovarsi dei più sofisticati prodotti della tecnologia e i “bobbies” (da Bob, Robertino in italiano) come a Londra vengono chiamati i poliziotti, sono svariate migliaia. Nell’immaginario collettivo essi appaiono sempre sulle orme degli aotori di delitti efferati, ma in realtà si occupano anche di tante altre cose. Oltre ad indagare sugli episodi di cronaca nera, Debbono sorvegliare e disciplinare l’intensissimo traffico della capitale, effettuare un’attenta sorveglianza in occasione di grandi cerimonie pubbliche e di avvenimenti sportivi di alto livello come le Olimpiadi, vigilare durante le visite di Capi di Stato stranieri, controllare le sale da gioco e altri luoghi di ritrovo, ma le loro incombenze non finiscono qui. Numerose sono anche le donne segue a pag. 5 segue da pag. 4 La polizia più famosa del mondo poliziotto, il cui compito peculiare è la tutela delle donne e dei minori. Come si può facilmente intuire, da tempo “Scotland Yard” ha traslocato dal buio palazzo a due passi dal Tamigi. Ora è un organismo mastodontico che, oltre alla sede centrale, ne ha tante distaccate. Tutto è cambiato da quel lontano 1829 mi pare che anche il primitivo nome sia un po’ mutato, essendosi arricchito di più attributo: “New Scotland Yard”, se non sono incorsa in un errore, dovrebbe essere la denominazione attuale. Ho davvero esaurito il gruzzolo delle mie informazioni su quest’istituzione che,amata, discussa e talora bistrattata, ha accompagnato tanta parte della storia inglese, facendo arrivare il suo nome dovunque, tanto che ancora oggi la si può definire “La polizia più famosa del mondo”. Consuelo Le implicazioni del freddo sulla salute. I consigli del medico, con un occhio di riguardo ad anziani e bambini Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), spiega come affrontare l’ondata di gelo abbattutasi in queste ore sull’Italia Roma – Freddo sulla pelle, “superlavoro” per il cuore. Quando la colonnina di mercurio crolla “l’apparato cardiocircolatorio è costretto a lavorare di più, perché con l’esposizione alle temperature rigide l’organismo è come un motore che deve girare a un numero di giri superiore per produrre calore. Soprattutto nel caso di anziani e malati cronici, dunque, la cosa più importante è coprirsi bene e restare al caldo“.Questa la prima raccomandazione di Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), che ha spiegato all’Adnkronos Salute come affrontare al meglio l’ondata di gelo che si è abbattuta in queste ore sull’Italia. “La prima cosa che ci aspettiamo con l’arrivo dell’inverno vero è che aumenti l’incidenza dell’influenza stagionale, finora bassa, e delle infezioni respiratorie parainfluenzali. Il consiglio fondamentale, quindi, è assolutamente quello di tenere ben coperti bambini e anziani per evitare non solo le malattie infettive, ma soprattutto le loro complicanze respiratorie e cardiovascolari“. Nel caso fosse inevitabile uscire di casa, “la raccomandazione per tutti è di coprirsi molto bene e di proteggersi“, evitando in particolare gli sbalzi di temperatura. “Le case dovrebbero essere tenute calde – prosegue Cricelli – specie quelle degli anziani che invece sono spesso le più fredde, perché il riscaldamento costa e in tempi di crisi aumentano i pensionati che non possono permettersi di pagarlo. Così come cresce il numero di anziani che tagliano la spesa per il cibo, rischiando anche squilibri alimentari“. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale con il freddo, così che seguire una dieta corretta diventa ancora più importante. “Frutta e verdura vanno consumate in quantità“, suggerisce il presidente della Simg, che poi spiega come questi alimenti siano “ancora più preziosi d’inverno che d’estate“.”Non esagerare invece con gli alimenti grassi e ricordare di bere molto per idratarsi correttamente. I riscaldamenti di casa fanno consumare più liquidi – evidenzia Cricelli – che è necessario reintegrare perché le mucose secche sono più vulnerabili a virus e infezioni in generale“. “Oltre a bere molto, consiglio sempre di umidificare casa“, spiega ancora, perché “soprattutto negli ambienti in cui vivono anziani e bambini, creare vapore è importante per mantenersi in salute“. Capitolino flash 5 La gatta e il bimbo Queste sono storie che ci indignano e ci commuovono. Gli animali sono meglio degli uomini? No, non credo e non è questo il punto. E’ che ci sono negli uomini dei comportamenti malvagi o di grande irresponsabilità che, alla fine, producono gli stessi risultati di sofferenza in ogni luogo della terra,superando qualunque confine territoriale, di fede o di lingua. Ma veniamo alla storia. Come quel bambino sia capitato lì, non si sa. Come, invece, il gatto sia capitato lì, si sa, perché da sempre quel quartiere di Obninsk, in Russia, è il suo territorio. Il gatto, anzi la gatta, si chiama Masha. E’ una gatta dal pelo lungo ed è stata adottata dagli abitanti della zona. Di notte, come tutti i gatti, ama ispezionare il suo territorio e, in quella notte di gennaio, durante il suo giro, è stata attratta da uno scatolone lì, vicino ai secchi dell’immondizia. Dentro c’era un neonato abbandonato chissà da chi. Vicino al bimbo c’era pure uno Capitolino flash zainetto con del cibo per neonati e dei pannolini di ricambio, il che rende il mistero ancora più fitto. Chissa’ cosa ha pensato Masha nel trovare quell’intruso nel suo territorio, ma il suo istinto materno ha preso il sopravvento e si e’accoccolata su di lui per riscaldarlo. Deve avere iniziato, poi, da subito a miagolare insistentemente, ma inutilmente. Solo nelle prime ore del mattino e’ riuscita ad attrare l’attenzione di una donna che la conosce bene e che, sentendo quei miagolii, si è allarmata. Pensava che fosse ferita, anche perché la gatta non le veniva incontro come era il suo solito,ma mai si sarebbe aspettata di trovare ciò che poi ha trovato. Quando è arrivata l’ambulanza, Masha ha tentato di salire su quella insieme agli uomini che avevano preso in cura il suo piccolo protetto .Per trattenerla hanno dovuto prenderla in braccio, ma, quando la macchina si è avviata, lei si e’ divincolata fino a liberar- 6 si e ha tentato di seguirla quell’ambulanza . Poi è rimasta per ore lì sul ciglio della strada come se aspettasse che glielo riportassero. Il bimbo si è salvato da un congelamento sicuro grazie all’intervento del gatto che l’ha scaldato, su questo i medici non hanno dubbi. Ora sta bene. La polizia è ancora alla ricerca della madre.Lei, invece, Masha, è diventata un’eroina in Russia e, come tale, riceve varie visite al giorno e cibo come regalo. Accoglie i visitatori in una sala condominiale riscaldata, che le è stata messa a disposizione, ma ogni tanto prende e se ne torna ad ispezionare il suo quartiere. Maria Luisa Dezi segue dalla prima pagina Meeting: Il ruolo di Roma e Sud Italia, Expo Milano 2015 del mondo legale, della logistica e del turismo, insieme al Club dei Diplomatici Commerciali (CDC), associazione no profit che comprende sessanta ambasciate estere in Italia, rappresentato dal coordinatore Paolo Quercia. “HERo – ha spiegato Margherita Boniver nel ruolo di advisor del consorzio – darà un supporto in risposta agli enormi flussi previsti per Expo 2015 offrendo servizi utili a tutte le delegazioni che in arrivo e in partenza transiteranno da Roma, estendendo e facendo così apprezzare, grazie a Expo, le potenzialità del ‘sistema Paese’ a tutti coloro che arriveranno: delegazioni, aziende straniere, investitori”. Il meeting, moderato da Paolo Gambescia, ha trovato un punto di condivisione nell’esigenza di accelerare l’attività di coordinamento tra i diversi attori sul territorio in vista del 2015. “La comunità economica di Roma e del Lazio – ha spiegato Giancarlo Cremonesi, Presidente della Camera di Commercio di Roma – deve preparare dei pacchetti alternativi e proporre delle partnership a società e industrie di altri Paesi, che insieme alle nostre possono fare alleanze valide sul mercato internazionale”.”Potremo tranquillamente puntare nel 2015 a un aumento del turismo nella Capitale intorno al 20%, in occasione dell’Expo”. “La Capitale e il suo territorio – ha sottolineato Mirko Coratti, Presidente dell’Assemblea Capitolina - dovranno fare sistema con Milano e con il resto d’Italia. Immagino queste due grandi realtà urbane unite insieme per far vincere l’Italia e scrivere una nuova pagina di unità nazionale. Non dobbiamo e non possiamo permetterci la dispersione dei visitatori in altri paesi europei”. Un’unità d’intenti condivisa da Albino Ruberti, coordinatore del grup- po di lavoro sul progetto Expo 2015 per il Lazio, e ben accolta da Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri che ha sottolineato “tutti ci aspettiamo che Roma sia all’altezza perchè quando è protagonista l’Italia inevitabilmente e’ protagonista anche Roma”. Della Vedova ha poi annunciato che “a giugno, con la promozione del presidente della Giunta lombarda Roberto Maroni, ci sarà a Roma un incontro di tutti i presidenti delle regioni italiane, per una presentazione corale delle iniziative sull’ Expo”. La visibilità globale del nostro Paese nel prossimo anno non potrà dunque non coinvolgere l’intero territorio italiano con progetti mirati e iniziative specifiche, come quelle illustrate da David Granieri, Presidente Coldiretti Lazio e Roma. “Il contributo dell’afflusso dei visitatori di Expo alla crescita del settore del turismo – ha calcolato Vincenzo de Luca, Responsabile di Expo 2015 del Ministero Affari Esteri - è stimato in oltre 4 miliardi di euro. Sui 20 milioni attesi, si prevede di accogliere oltre 6 milioni di visitatori stranieri, con pacchetti turistici dedicati che coinvolgano l’intero territorio nazionale e specifiche politiche di facilitazione per la concessione dei relativi visti”. “L’appuntamento del prossimo anno – gli ha fatto eco Roberto Arditti, Direttore Affari Istituzionali Expo 2015 è la più importante cartina di tornasole per comprendere se questo Paese vuole giocare da protagonista la sfida del nostro tempo”. “Per Expo 2015 – ha aggiunto Giuseppe Roma, Direttore generale del Censis mettere in gioco anche Roma vuol dire ampliare l’offerta nazionale con una città fra le più amate al mondo, con benefici per l’evento stesso. Inoltre, Roma ha bisogno di allargare la gamma di offerte turistiche meeting HERo Roma Mirko Corati Margherita Boniver Benedetto Della Vedova e con l’Expo è necessario proporsi non solo come attrattore culturale, ma come centro di conoscenza con il più alto numero di ricercatori in Italia”. Luca Bertucci Capitolino flash 7 Sindaco di Corleone in visita all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, al centro dell’incontro: Legalità e Solidarietà Cesano Boscone – giovedì 22 gennaio Lea Savona sindaco di Corleone è stata accolta dalla dirigenza e direzione sanitaria dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone per condividere insieme a ospiti, medici, operatori e dirigenti una testimonianza di Legalità, e portare la propria solidarietà e amicizia verso il progetto Sacra Famiglia. Giovedì alle 13:30 i cancelli d’entrata dell’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, si sono aperti per il Sindaco di Corleone, Lea Savona, reduce in questi giorni da una maratona di incontri di promozione della Legalità a Lecco e Milano. Per quasi tre ore il sindaco ha avuto modo di visitare la struttura, condividere problemi e prospettive future, ma sopratutto incontrare ospiti, operatori e relazionarsi con i dirigenti per una vicinanza e solidarietà senza compromessi, come è nel suo stile. “La visita alla struttura della Fondazione Istituto Sacra Famiglia”, afferma Lea Savona, sindaco di Corleone, “è un esperienza che come primo cittadino di Corleone sono onorata di aver fatto. Noi Corleonesi, con l’aiuto dell’Assessore Borsellino, nel 2014 abbiamo salvato il nostro ospedale che doveva chiudere per mancanza di fondi. Credo che la risposta Capitolino flash 8 alla sofferenza umana vada ricercata in questi luoghi dove il Volontariato e la Carità umana vengono valorizzati. Il mio territorio è vittima di un sottosviluppo infrastrutturale ed economico causato dalla mafia come danno indiretto, ma è in realtà come la Sacra Famiglia che dobbiamo riscoprire il significato di solidarietà. Uno Stato sano c’è, le realtà che funzionano ci sono, ecco perché ho voluto inserire questa visita nel mio percorso”. “Qui si vede l’approccio cristiano al bisognoso”, prosegue Lea Savona, raccontando la propria visita ai responsabili di Scelte Giovani (associazione impegnata da anni nella promozione della Legalità), “A Cesano Boscone ho visto condizioni di fragilità sociale, sanitaria e relazionale che purtroppo sono presenti un po’ ovunque e vivo anche a Corleone con alcune famiglie meno fortunate, casi singoli che richiedono una grande sensibilità. I politici in genere non sono avvezzi a queste realtà. La legalità ha tante sfumature, sono in gioco i diritti fondamentali della persona ed occorre garantirli anche in situazioni estreme. Ho condiviso la mia esperienza di Legalità che sto conducendo nel mio ruolo di Sindaco. Dopo la visita ho capito che il progetto Sacra Famiglia è un percorso di umanità che gode e si alimenta della sensibilità e della professionalità della dirigenza e degli operatori. Ci sono elementi di eccellenza invidiabili che credo debbano essere riconosciuti e sostenuti. Ho invitato i dirigenti e responsabili a visitare Corleone.” Nell’incontro la Sacra Famiglia era rappresentata dal Direttore Generale Dott. Paolo Pigni, dal Presidente Don Vincenzo Barbante e dalla Dott.ssa Anna Lisa Bonati Direttore Coordinamento Servizi Sanitari. Fra le criticità affrontate, l’importante ruolo che rivestono i volontari, “senza i quali”, osserva il Presidente, “Non sarebbe possibile affrontare la vastità dei problemi che si dipanano, e nemmeno sarebbe possibile comprendere la delicatezza delle relazioni con i parenti degli ospiti. Fattori chiave da cui dipendono molte delle scelte organizzative e operative che assicurano la qualità del servizio”.La storia di questa realtà di servizio alla persona risale al 1896 con il nome di Ospizio Sacra Famiglia, quando il parroco di Cesano Boscone, Don Domenico Pogliani, accoglie in casa sua cinque bisognosi. A Roma grande successo del meeting di HERo sullo stato dell’arte dell’Expo milanese ROMA, 27 GENNAIO 2015 – Expottimisti, e senza alcun punto interrogativo. Si sono trovati in pieno accordo il Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, e la Vicepresidente del Senato della Repubblica, Linda Lanzillotta, intervenuti al meeting svolto all’Ara Pacis di Roma e intitolato “Countdown Expo Milano 2015. Siamo #Expottimisti? Lo stato dell’arte dell’Esposizione Universale”, promosso e organizzato dal consorzio HERo, Hub for Expo in Rome, insieme al Club dei Diplomatici Commerciali e a Diplomacy, il Festival della Diplomazia. A meno di 100 giorni dal via, a dispetto degli allarmismi, il cantiere è pienamente nei tempi e le adesioni sono incoraggianti. “L’Expo – ha spiegato Galletti - è una grande sfida su cui il Paese deve puntare tutto per la propria ripartenza: sarà un grande successo per l’Italia”. “Sono assolutamente ottimista per la grande riuscita dell’evento – gli ha fatto eco la Lanzillotta - L’assegnazione è stata già una vittoria, frutto della capacità saper fare squadra. Oggi siamo avviati a realizzare l’infrastrutturazione e il timetable dei lavori ci conforta. Possiamo puntare a quasi 20 milioni di visitatori stranieri, oltre agli italiani”. Al Ministro dell’Ambiente e alla Vicepresidente del Senato Sandro Sassoli, presidente del Museo del Tempo, ha consegnato una speciale coniazione della moneta ufficiale dell’Expo. Il meeting è stato organizzato a Roma a testimonianza del coinvolgimento di tutto il territorio nazionale in un appuntamento della portata di Expo 2015. “Abbiamo creduto profondamente in questo evento con un’idea di integrazione e non di competizione con Milano – ha chiarito Albino Ruberti, Coordinatore Regione Lazio Expo Milano 2015 - Roma ha deciso di scommettere su Milano. Saremo gli unici a stare permanentemente a Milano, nel padiglione Italia, per tutti i sei mesi di durata dell’Expo”. Tra gli altri, sono intervenuti anche Giuseppe Cerbone, Amministratore Delegato Ansa, Vincenzo De Luca, Responsabile Task Force Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per Expo Milano 2015, Giovanni Bastianelli, Direttore Agenzia Turismo – Regione Lazio, Andrea Benigni, Amministratore Delegato ECA Italia, e una rappresentanza dei Paesi Esteri partecipanti: SE Giancarlo Kessler, Ambasciatore di Svizzera, Madame Gladys Mexil Guiteau, Commissaire Général d’Haiti Expo Milano 2015, e il Ministro plenipotenziario Boris Antolic, Responsabile Expo 2015 Ambasciata Slovenia Roma. Giacomo Biraghi, Digital Pr Expo Milano 2015, è stato la voce narrante della lectio Expo in Viaggio, il ciclo di incontri a tappe lungo la penisola per raccontare che cos’è l’Esposizione Universale, per la prima volta nella capitale. Altra assoluta novità del meeting, la presentazione, a cura di Luca Ballarini del manuale “#Expottimisti - Guida pratica all’esposizione universale di Milano”, scritto con Giacomo Biraghi e Alvise De Sanctis, un prezioso “bignami” positivo e propositivo” in vista di Expo, che spiega, con testi brevi e infografiche chiare, in che modo l’Expo sarà un evento irripetibile per l’Italia e presenta dati essenziali, effetti economici e ragioni di successo dell’Esposizione universale. Ma soprattutto le tante opportunità per aziende e istituzioni che sta generando. Luca Bertucci Capitolino flash 9 L’incendi d’Porta Pila! segue dalla prima pagina Meno spazio fu dedicato ad un rogo che stuzzicò la mia fantasia quando, tanti anni fa, nel monologo del cantautore piemontese Gipo Farassino (1) se ne dava un breve cenno. Il brano si intitolava “’L trein ‘d Leinì ”(2). Con il tempo il ragazzino curioso di tanti fa crebbe e nel ricordo di quel vinile volle scoprire qual’era “l’incendio di Porta Palazzo” che, nel pezzo, i venditori disonesti citavano nelle loro grida per vendere merci sporcate di nero fumo e spacciate per reduci della furia di quelle fiamme. Lo stesso che aveva causato la scomparsa di un immagine ormai lontana della Torino antica. L’incendio c’era stato davvero ed un buon resoconto comparve sul quotidiano torinese “La Stampa” del 19 Giugno 1910 (3). Porta Palazzo è una località ben nota a chiunque abbia vissuto anche solo parte della propria vita a Torino. L’enorme piazza ottagonale ospita, da quasi due secoli, il più grande mercato all’aperto d’Europa ed oggi vi confluiscono le più diverse culture che vivono nel capoluogo sabaudo. È facile comprendere come un luogo simile sia stato lungamente al centro delle attenzioni della popolazione, sempre intenta da decenni e decenni a cercare tra le sue bancarelle l’articolo migliore, e come esso abbia influito sulla quotidianità e la vita della città piemontese pur mutandosi e cambiando nel Capitolino flash 10 corso dei tempi. Fin dal 1830/1835 circa la zona era meta dei mercanti e della popolazione che vi comperava cibarie, stoffe (un tempo tanto preziose) e tanti altri beni di consumo. Tanto bastò a rendere il luogo particolarmente popolare anche ai molti forestieri che vi giungevano dalla provincia e non solo. All’inizio del ‘900 il mercato era costeggiato, tra l’altro, da un piccolo treno che percorreva la tratta da Leinì a Torino e viceversa. Secondo la leggenda furono proprio le faville proiettate dalla locomotiva a scatenare la furia distruttiva del fuoco il 18 Giugno 1910 che, nei pressi della Piazzetta Milano, distrusse parecchie bancarelle lasciando il proprio sfumato ricordo nella memoria della città. Tutto ebbe inizio attorno al mezzogiorno quando il momento di pausa concedeva ai mercanti, levatisi all’alba, un istante di riposo ed il tempo per poter mangiare qualcosa. Erano passati pochissimi minuti dal passaggio del già citato treno quando, forse per le fiamme e la faville da esso sprigionato, forse per l’incauto uso di una macchina a spirito usata per cucinare tra i banchi, si scorsero le prime fiamme e la gente iniziò a gridare a gran voce: “Al fuoco!”. Da un banco in prima fila, verso il centro della Piazza, esso s’avviava verso quelli circostanti velocemente divorando le stof- Col. Placido Giusto Gipo Farassino fe ed i tendaggi che vi si vendevano. In pochi minuti, complice un poco provvidenziale venticello, più di dieci banchi vennero investiti dalle fiamme mentre la brezza spargeva ovunque brandelli infuocati che altro non facevano che contribuire ad allargare ulteriormente il già vivace rogo. Le testimonianze concordarono su come in un tempo contabile sulle dita d’una mano l’incendio fosse cresciuto al punto da scatenare un pandemonio ed il caos generale. Il panico s’impadronì dei mercanti in fuga e delle donne invocanti soccorso al punto che, sulle prime, nessuno pensò di allertare i pompieri (4) che avevano sede alla storica caserma delle Tre Fontane di S. Barbara (5). Ci volle la prontezza di spirito di due guardie civiche perché l’allarme fosse dato e prontamen- segue a pag. 11 segue da pag.10 L’incendi d’Porta Pila! te i Vigili del Fuoco potessero portarsi sul luogo del sinistro con i loro automezzi. Furono subito disposte una decina di lancie da incendio alimentate dalle relative condotte. Tuttavia l’azione spengitrice dell’acqua danneggiava le merci e quanto poco ancora si potesse recuperare per cui vennero immediatamente ridotte al fine di limitarsi a contenere le fiamme ed impedirne un ulteriore allargamento ai banchi temporaneamente risparmiati dal rogo che ancora non aveva fatto a tempo a raggiungerli. I poveri pompieri, comandanti dal Colonnello Giusto (6) e dal Vice Comandante Tenente Ceresa, faticarono non poco per operare nella confusione che ancora dominava, incontrastata, la piazza riempitasi non solo di sventurati mercanti ma anche di capannelli di curiosi.  Nondimeno, in un tempo piuttosto breve, i vigili (7), aiutati da pochi volenterosi, ebbero la meglio ed il fuoco venne finalmente domato. Diversi feriti, con ustioni più o meno serie, si contarono tra i molti civili presenti. Almeno una ventina di bancarelle, e merce per almeno centomila lire di allora, furono seriamente danneggiate dal sinistro. Ci vollero ore prima che i pompieri e gli spazzini potessero rimuovere con dei carretti i resti deformi delle masserizie bruciate ed incenerite e solo verso le 20 lo sgombero ebbe termine (8). Come abbiamo detto furono avanzate un paio di ipotesi sulle cause dell’incendio ma quella che parve più suggestiva fu proprio la versione che attribuiva al passaggio del trenino la responsabilità del grave evento cui seguirono lavori edili. E così per i torinesi il “trenin d’Leinì” divenne il colpevo- le del rogo e dei cambiamenti che seguirono al punto che nel suo monologo, tra l’altro, raccontava Farassino in questo estratto: “A j’ero nen passaje sinch minute da la partensa da sto vej bidon che già ‘n maledet odor ëd fum ‘s mësciava ai primi crij ëd le comesse. (..) Tuta ant un colpi j banch ëd Porta Pila a j’ero mach pì na fiama sola, tut a brusava, e tut për colpa d’chila ch’as n’andasia co’ pass felpà ‘d na mula. E’nt sa manera fòla e sensa glòria a l’è sparije na fëtta ‘d na sità lassand ël gust amer ëd la cicoria in boca ‘d tanti e tanti ‘nnamorà. Chissà s’a l’è stàit mal o l’è stàit bin? L’è certo che, per ani, si aTurin ij sòlit traficant a l’han vendù: MERCE SALVATA DALL’INCENDIO DI PORTA PALAZZO! Sta màniga d’artista dël bidon, ‘mpinia ‘d roba frusta ij magasin, ‘d neuit l’ambërlifavo co’l nèir fum e peui la sbolognavo la matin. E costa, cara gent, a l’è la storia! Na storia vera ma ch’a sa ‘d legeda, che mach gli amis ch’a l’han passà ij sinquanta a peul ancora pëschè ‘nt la memòria. Ël lato trist ëd tuta la canson l’è constate che ani ‘d tradision, vanto e color dë sto me cit Turin, a son sparì per colpa d’ën trenin! ” E così, oggi come ieri, tante persone affollano il mercato di Porta Palazzo, luogo di aggregazione e commercio, e tra le migliaia di uomini e donne che si aggirano tra la bancarelle ben pochi, forse nessuno o quasi, ricordano più l’incendio che un secolo prima divampò in quella piazza, nessuno ha più memoria delle grida terrorizzate delle commesse e dei comandi che il Colonnello Giusto dava ai suoi bravi pompieri. Ne è rimasto l’odore di bruciato od il fumo scuro che s’alzava da quel rogo a cui tanti ne seguirono. Quella piccola pagina di storia torna oggi a rivivere tra queste poche righe che non hanno che l’ardita ambizione di far conoscere la vicenda e magari contribuire, nella loro piccola misura, a consegnarla alla memoria collettiva. Alessandro Mella RINGRAZIAMENTI Sig. Beppe Lachello del sito: www.mepiemont.net Archivio Storico online quotidiano “La Stampa” Capitolino flash 11 Buccellati, quando l’artigianato diventa arte È a Mario Buccellati, proveniente da una famiglia attiva nel mondo dell’oreficeria dal XVIII secolo, che si deve l’ideazione e la maturazione dello stile unico e affascinante dei gioielli e dell’argenteria che portano questo nome. Le principali fonti d’ispirazione sono la perfezione e la raffinatezza esecutiva dell’arte orafa italiana rinascimentale, combinate con personale gusto estetico e poetica eleganza. Nacque ad Ancona il 29 apr. 1891 da Lorenzo e da Maria Colombani, ambedue originari dell’Oltrepò pavese. A causa della precoce scomparsa del padre, con la madre e i fratelli fece ritorno in Lombardia e a Milano, all’età di quattordici anni, entrò come apprendista nella gioielleria Beltrami e Besnati, situata in via S. Margherita. Chiamato alle armi allo scoppio del conflitto mondiale nel 1915, ferito sul Carso e insignito della croce di guerra, nel 1918 fece ritorno a Milano. Nel medesimo anno la ditta Beltrami-Besnati si era sciolta e il negozio di via S. Margherita era stato ceduto ad un commerciante di pietre preziose che, nel 1919, lo vendette al Buccellati, il quale, avendo già acquisito una straordinaria abilità artigianale e sviluppato una personale disposizione inventiva, decise di continuare l’attività con il proprio nome. Dopo Milano, Buccellati arrivò a Roma, in via dei Condotti 31, negozio tuttora aperto e rimasto l’unico di quelli fondati da Mario, cui sarebbe seguita, nel 1929, l’apertura della sede Capitolino flash 12 fiorentina di via Tornabuoni. L’orafo ottenne tutta l’ammirazione di Gabriele D’Annunzio, per il quale realizzò numerosi ed eccezionali oggetti. Il poeta coniò l’emblematico appellativo di “Mastro Paragon Coppella”, che il Buccellati adottò come blasone (con riferimento al piccolo crogiolo per raffinare oro e argento) e che è tuttora utilizzato dal figlio Federico, continuatore del negozio di via Condotti. Il carattere riservato e schivo del Buccellati ha fatto sì che l’identità di “Mastro Paragon Coppella”, così come molte altre notizie biografiche, sia restata per vario tempo ignota ai più, anche agli esegeti dell’opera di D’Annunzio. La fama dei gioielli Buccellati si espanse sempre di più e presto conquistò le famiglie reali di Casa Savoia, del Belgio, Spagna, Egitto, Inghilterra e per il Vaticano, oltre che uomini d’affari e personaggi illustri. Nel 1956 il Buccellati aprì un nuovo negozio a New York sulla Fifth Avenue nell’edificio dell’Hotel Regis e, nel 1958, una seconda sede statunitense sulla Worth Avenue a Palm Beach: iI successo d’Oltreoceano dei gioielli firmati dal Buccellati si dovette proprio a quella fedeltà, alla forbitezza artigianale e al caratteristico stile definito “all’italiana”, identificato nelle particolari montature a traforo e nell’impiego di materiali talvolta non preziosi, ma estremamente decorativi. Dopo Mario, il figlio Federico ha valorizzato in modo particolare il negozio di Roma, mantenendo lo stile del padre, con echi anticheggianti e uno spiccato influsso dal mondo naturale. Oggi, pur rivolta al futuro, la tradizione vive ancora, grazie all’impegno e alla passione della famiglia. Lorenzo Buccellati ha portato fino in Oriente la bellezza e l’incanto di uno stile che è massima espressione di purezza, ricercatezza, splendore. Nell’ammirare gli oggetti Buccellati si percepisce una sensazione di eternità, di sublimazione della materia stessa, proprio perché depositari di un concetto, di un’idea originale e autentica, che negli anni si è mantenuta salda, vivida e, soprattutto, fedele a se stessa. Marta Buccellati per Associazione Culturale e Artistica www.artipreziose.it BONIFICHIAMO LA SCIENZA DAL MATERIALISMO Sono davanti all’ennesima recensione, dell’ennesimo libro, dell’ennesimo psichia-tra: Livio Della Seta – Vivere le emozioni. Un compendio di tutte le spinose questioni che lo scientismo psichiatrico-neuro-materialista (chiamata qui “rivoluzione neuroscientifica”), cerca di ridefinire e ri-di-mensionare. Il titolo dell’articolo “Le emozioni provengono dal corpo”, è tutto un programma e testimonia chiaramente l’opera di stravolgimento dei rapporti fra enti quali io, mente, cervello, emozioni, coscienza, libero arbitrio, responsabilità e altri, ad opera di appar-tenenti alla cricca psichiatrico/ neurologica, che fanno del materialismo la loro reli-gione. Si vede chiaramente come psichiatria e materialismo siano funzionali alla cultura moderna ed a questa politica disattenta ai diritti umani. Attenzione alle seguenti affermazioni. “Ogni attività mentale (pensieri, emozioni, immagini, sentimenti) è un’attività ce-rebrale, quindi fisica”. “Ciò che noi ancora chiamiamo ‘psichico’ nasce in realtà dal corpo. “Il dualismo (mente-corpo/ spirito-corpo, n.d.a.), è un errore difficile da correggere”. “…non esiste una mente separata dal cervello…”. “…rendesi conto di come il libero arbitrio non esista potrebbe essere utile dal punto di vista terapeutico”. “Il miglioramento ‘passa per la consapevolezza del proprio modo di funzionare’ e in molti casi per la rinuncia a cambiare la realtà esterna, concentrandosi sulla lente che usiamo per osservarla”. “I processi che intentiamo a noi stessi…i sensi di colpa e gli ‘avrei dovuto’ sono meccanismi diabolici e inutili”. “Siamo sempre più innocenti di quanto pensiamo”. “Nella parte finale del libro ci sono alcuni spunti per bonificare molte discussio-ni: la mania di pensare che oggi dilaghi il degrado morale, o le relazioni non siano più ‘vere’ come in passato. Un processo di rimozione che dimentica, solo per fare un esempio, com’era angusta la società per le donne solo qualche decennio fa. Per quanto il processo sia incompiuto, il passato è ben poco desiderabile. Altro che ma-lattia della modernità”. Oltre all’opera di stravolgimento vediamo uno scaltro tentativo di rendere appeti-bile e plausibile il tutto: da una parte si deresponsabilizza chi soffre da ogni cosa che in lui o da lui possa aver contribuito ai suoi stessi problemi (implicitamente gli si ne-ga ogni possibilità di influire su di essi, anche se aiutati, in maniera autodeterminata, oltre a prospettare il sillogismo: rinuncia a cambiare la realtà uguale miglioramento), dall’altra si nasconde l’influenza psichiatrico/materialista sulla realtà odierna con ar-gomenti assai deboli, su cui filosofi e sociologi potrebbero obiettare. Io ad esempio ribalterei addirittura la questione donna: era certamente sottomessa ma in modo per così dire “istituzionale”, accettato e, anche se assolutamente sbagliato e ingiusto, pa-lese e alla luce del sole. Nel passato era spesso tutto più “vero”, il bene e il male erano visibili, certamente spiegati e sopportati in modi che appaiono assurdi rispetto alle “razionalizzazioni” para scientifiche di oggi. Ora è tutto amorfo e senza emozioni, basta notorietà e appeal televisivo per farci digerire ogni tipo di personaggi e comportamenti. La difesa della realtà è un’implicita ammissione della corresponsabilità per lo squallore dei nostri giorni. E ancora ci vengono a dire che tutto ciò è “scienza”, e pretendono di “bonificare” ogni residuo culturale umanista! Ecco allora e sempre più la necessità di una nuova spinta per i diritti umani, per scardinare i baluardi di un sistema che dietro la “scienza” nasconde il regime invasivo del prossimo futuro. Massimo Franceschini Capitolino flash 13 Capitolino flash 14 Curiosità e Giochi Orizzontali 1 – La capitale dell’Olanda 9 – Una musica che può essere hard 10 – Trama contro Otello 11 – Ente Umanitario 12 – Vi è il sole a mezzogiorno 13 – L’Elio 14 – Gruppi d’abitazioni di campagna 15 – Andare senza una meta 16 – La…parola di Alì Babà 18 – Nel frattempo 19 – Latina sulle auto 20 – Una pianta rampicante 21 – Istituto Radiologico 22 – Succedette a Vespasiano 23 – Periodo geologico 24 – Il sistema degli ambientalisti 25 – Lo hanno le Sim telefoniche 26 – La fine dei buoi 27 – Pigiama da donna 37 – Un Niki campione della Ferrari 38 – Il cognome del personaggio 39 – si lavava col sangue 41 – Le iniziali di Endrigo 42 – La sesta nota musicale 43 – Le consonanti di Nepi 44 – Il nome della Barzizza 45 – Articolo femminile plurale 46 – Profondo 48 – Il capoluogo dell’omonima valle 50 – Le prime di operoso 51 – Devastare, sterminare 53 – Si incontrarono Garibaldi con il Re 54 – Insieme al Liri formano il Garigliano 56 – Le iniziali dell’attrice Argento 57 – L’inizio… di mondo 58– L’aggancio per le corde di ancoraggio della nave 59 – Serve per condire 60 – Negazione decisa 61 – La sigla di Napoli 62 – Il dittongo di Mao. Verticali: 1 – Li tendevano le Amazzoni 2 – Frutti del gelso 3 – Si vendono a paia 4 – Le consonanti di Tokio 5 – Analisi più accurata 6 – Occorre a chi fa spese 7 – Sciolto nei movimenti 8 – Insurrezioni popolari 12 – Un fiore da spose 14 – Il Fidel cubano 15 – Una regione sul Garda 16 – I millimetri di certe pellicole 17 – Bizzarri, originali 18 – Sa che tempo farà 19 – La Scala ne è il tempio 23 – Fa ammalare tutti 27 – Il nome del personaggio 28 – L’inizio e la fine di amica 29 – La crea Ennio Morricone 30 – Serve per dissodare il terreno 31 – Preposizione semplice 32 – Il nome della Falchi 33 – I figli dei fratelli 34 – La fine di Zoe 35 – Sminuzzato 36 – Decotto 40 – Lo Stato con Katmandu 47 – Officine Meccaniche 49 – La produzione del baco 52 – Insidia per i pesci 55 – La fine dei fiori 58 – Bari. Soluzione del mese di Gennaio Simboli di Roma Caesar Elephant Capitolino flash 15
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