La scuola va a teatro Venerdì 20 febbraio, gli alunni delle classi 2P, 2Q, 2R, 2S, 2M, 2D delle due sedi di Palagonia e Ramacca, accompagnati dai docenti: D’Amore, Trapani, Leonardi, Zappulla e Rigano, si sono recati presso il teatro “Valentino” di Catania per assistere ai due atti unici “Cecè” e “La patente”, tratti dalle omonime novelle di Luigi Pirandello. L’iniziativa, che costituisce parte integrante del progetto didattico “La scuola va a teatro”, ha lo scopo di sviluppare il gusto estetico degli alunni nella forma specifica dell’espressione e comunicazione teatrale, nonché approfondire la loro conoscenza del luogo e dell’ambiente connessi al teatro Il teatro Valentino, sito in via San Nicolò al Borgo è dotato di circa 180 posti,fondato nel 1960 e dal 1995 diretto da Costantino Carrozza. La compagnia è diretta dall’attore Costantino Carrozza, il quale vanta un curriculum di tutto rispetto. Le sue interpretazioni e produzioni hanno riscontrato un vasto consenso di pubblico ed ha lavorato con registi di fama internazionale quali: Strehelr, Bellocchio, De Bosio, Cheraux, Puecher, Cobelli ed attori del calibro di Turi Ferro, Nando Gazzolo, Gabriele Lavia, Salvo Randone,Tino Carraro, Lauretta Masiero e Mita Medici. Con molta attenzione i ragazzi hanno assistito ad entrambe le rappresentazioni. La prima è stata quella di Cecè, La commedia narra, in maniera insolitamente comica, la storia di un viveur, capace di imbrogliare la gente senza farsi alcuno scrupolo. Con spudorata allegria, infatti, Cecè imbroglia sia il commendator Squatriglia, che per i suoi loschi traffici di appaltatore, è venuto a ringraziarlo per un favore ottenuto, sia Nadia, una giovane dai facili costumi, che possiede delle cambiali dell'imbroglione che, con una serie di stratagemmi, riuscirà a riprendersele. Il secondo spettacolo è stato “La Patente”. Personaggio protagonista Rosario Chiàrchiaro, un uomo che, a causa della fama che ha in società, quella di essere uno “iettatore”, ha perso il proprio lavoro. Egli, per disperazione, dato che la sua pessima fama gli ha chiuso tutte le porte della società, decide di riuscire a trarre profitto dall’infame etichetta che il popolo gli ha attribuito. Per farlo deve però ottenere di essere riconosciuto pubblicamente come iettatore .In questo modo poi la gente avrebbe pagato per non averlo attorno e lui così avrebbe potuto provvedere alla propria famiglia. Il giudice incaricato del caso non crede però alla malasorte e convoca il signor Chiàrchiaro per convincerlo a ritirare la denuncia sporta nei confronti di due concittadini. Quegli però gli spiega che lui vuole proprio perdere la causa per farsi riconoscere la patente di iettatore ed ha quindi fornito agli avvocati prove inconfutabili del suo grande potere di menagramo. Insiste, pertanto, affinché il giudice istruisca il processo e che gli dia infine la patente. Finita la proiezione dei due atti unici la visita è proseguita dietro le quinte del teatro. Nicola Monteleone Marco Salvo Benincasa Classe 2°R Liceo Scienze Umane- Palagonia
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