Teorema di DANDELIN In questa presentazione sono inserite alcune delle diapositive preparate (nell’a.s. 1999/2000) da una classe del Liceo Scientifico “Il Pontormo” di Empoli, sotto la guida dell’insegnante di matematica, Renato Verdiani. Nella presentazione originale si coordina l’attività su modelli virtuali, realizzati con software di geometria dinamica o di calcolo simbolico, e su artefatti di cartoncino che rappresentano curvigrafi o piccoli modelli del Teorema di Dandelin. La selezione è, appunto, la parte della presentazione che riguarda questo ultimo Teorema. Molte diapositive contengono fotografie dei modelli, che sottolineano l’accuratezza della costruzione, realizzata con il contribuito di alcuni studenti. Sarà una sorpresa vedere, nell’ultima fotografia, che i modelli sono autentiche miniature. Ringraziamo Renato Verdiani del consenso a pubblicare questo materiale e della generosità con cui ha messo a disposizione del Laboratorio delle Macchine matematiche i prototipi dei modelli realizzati. Teorema di DANDELIN Data una superficie conica rotonda ed un piano πs (che la interseca e non passa per il vertice) esistono due sfere inscritte nel cono e tangenti a πs se tale piano non è parallelo ad una generatrice del cono, ne esiste una sola se il piano πs è parallelo ad una generatrice del cono. I punti di contatto delle sfere inscritte nella superficie conica e tangenti al piano πs si dicono fuochi della conica. Si chiama direttrice corrispondente ad un fuoco la retta comune a πs e al piano πt che passa per il circolo di contatto della superficie conica con la sfera inscritta corrispondente al fuoco stesso. Ogni ellisse ed ogni iperbole ha due fuochi e due direttrici corrispondenti; ogni parabola ha un solo fuoco ed una sola direttrice corrispondente. (Chiameremo πs “piano secante”, πt “piano di taglio”). Sezione conica: ELLISSE Sezione conica: PARABOLA Sezione conica: IPERBOLE AB = V1V2 = 2a AB = V1V2 = 2a Ecco ora le dimensioni dei modelli fotografati, ricostruibili dal confronto con le mani delle studentesse che hanno collaborato alla loro costruzione. Ringraziamo Renato Verdiani del consenso a pubblicare questo materiale e della generosità con cui ha messo a disposizione del Laboratorio delle Macchine matematiche i prototipi dei modelli realizzati.
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