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GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2014 ANNO 139 - N. 19
In Italia EURO 1,40
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Addio al regista
Mazzacurati, raccontò
gli umili del Nord Est
Vince l’Udinese 2-1
Milan fuori dalla Coppa
Primi fischi a Seedorf
Su Sette
La vita segreta
delle ragazze di Teheran
R. Franco e P. Mereghetti
a pagina 37
M. Colombo e F. Monti
alle pagine 40 e 41
Domani il magazine
in edicola con il Corriere
L’ABBANDONO DEI COLLEGI UNINOMINALI
Il testo alla Camera con le firme di Pd-FI-Ncd: mancano i centristi. Il caso del salva Lega
LO STRUMENTO
DIMENTICATO
Legge elettorale, primi ostacoli
di ANGELO PANEBIANCO
Letta e l’assedio al governo: così rilancio impossibile
oiché il meglio è
nemico del bene
va detto che qualunque sistema
elettorale sarebbe
per noi migliore di quello
(proporzionale con preferenze) che ci ha consegnato
la Corte costituzionale: anche uno scelto a caso fra un
centinaio di diversi possibili
sistemi elettorali. Se restasse
la proporzionale così come
è, infatti, saremmo condannati per sempre all’ingovernabilità. Solo con partiti forti e radicati la proporzionale
funziona ma tali partiti non
li vedremo mai più, nemmeno col cannocchiale. Per dire
che, piuttosto che la proporzionale, va bene anche il sistema elettorale su cui si sono accordati Renzi e Berlusconi. Ma c’è un «ma». Quella proposta prevede collegi
plurinominali e liste di candidati, sia pure senza preferenze, ossia bloccate. Liste
corte, certo, per non incorrere di nuovo nel veto della
Consulta. Ma pur sempre
bloccate. E sulle liste bloccate non poteva non riproporsi
la solita polemica sul «Parlamento dei nominati». Non è
solo Alfano a volere le preferenze (magari la sua è solo
pretattica). Le vuole anche la
minoranza antirenziana del
Pd che, però, come ha detto
Rosy Bindi, è maggioranza
in Commissione.
Esisteva un solo modo
per evitare il rischio di ritrovarsi a discutere di preferenze sì/preferenze no: un accordo che prevedesse il ritorno ai collegi uninominali. Il collegio uninominale è
lo strumento migliore, il più
pulito, per garantire il massimo possibile di rappresentatività dell’eletto rispetto all’elettore. La sua superiorità sia nei confronti della
lista bloccata sia nei confronti del «mercato delle
preferenze» è evidente. Purtroppo, l’accordo Renzi-Berlusconi non è andato in
quella direzione e non resta
che prenderne atto. Per lo
meno, bisogna cercare di limitare i danni, fare fuoco di
sbarramento contro la sciagurata eventualità del ritorno alle preferenze.
Le preferenze sono portatrici (insane) di due gravi
malattie. La prima consiste
nella pesante distorsione
che introducono nella competizione democratica. Contro l’opinione secondo cui la
preferenza sarebbe un mezzo «per dare all’elettore la
possibilità di scegliere l’eletto, e bla bla bla», le preferenze hanno l’effetto di sovrapporre alla competizione
fra i partiti quella dentro i
partiti, fra i candidati dello
stesso partito.
Ciò poteva avere un senso
nella cosiddetta Prima Repubblica, un sistema politico bloccato ove l’unica vera
competizione era quella fra
le correnti e i candidati in
lotta per le preferenze dentro ciascun partito. Perché
riproporre oggi quelle distorsioni?
C’è poi una seconda malattia. La rappresentanza degli interessi, anche quella
normale e lecita in altre democrazie, è oggi a serio rischio di criminalizzazione.
Mentre voteranno sulle preferenze i parlamentari diano
un’occhiata alla legge Severino, la legge anticorruzione
approvata all’epoca del governo Monti. D’ora in poi, sarà difficile per qualunque
parlamentare (capi politici a
parte), eletto grazie a tante
preferenze, dimostrare che
esse non siano frutto di «voto di scambio», indizi, se
non prove, di un reato penale. Reintroducete le preferenze e darete lavoro supplementare a tutte le procure. A
elezioni fatte, e vincitori proclamati, fioccheranno gli avvisi di garanzia. Il processo
di subordinazione del potere rappresentativo a quello
giudiziario farà un altro passo avanti.
Se ci saranno di nuovo le
preferenze, i temerari che si
candideranno faranno bene
a presentarsi agli incontri
con gli elettori accompagnati dai loro avvocati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Firmata da Pd, Forza Italia e Ncd, ma
non da Scelta civica, la bozza di riforma
elettorale. Il caso del mancato inserimento della norma salva Lega che resterebbe
penalizzata dallo sbarramento del 5%.
Letta e il nodo del rilancio del governo.
Giannelli
DA PAGINA 2 A PAGINA 7
Il premier rivendica
i risultati economici
di MARCO GALLUZZO
I
l premier dovrà probabilmente andare a
Bruxelles, il 29, senza quel rilancio del
programma scritto nero su bianco, che
sperava di portare con sé. Ma intanto
rivendica i risultati economici del governo
come, ad esempio, la prima riduzione del
debito pubblico dopo otto trimestri.
di WALTER VELTRONI
A PAGINA 34
A PAGINA 21
IMPUNITI
A PAGINA 3
Il Cavaliere a dieta
Quando i potenti
si scoprono salutisti
di PIERLUIGI BATTISTA
A PAGINA 7 Di Caro
L
e tasse le pagano solo
i plebei», diceva
Leona Helmsley,
l’anziana imperatrice
immobiliare di New
York. Quando la
incastrarono, si offrì in
cambio della libertà di
donare i suoi alberghi
alla città: le diedero 16
anni di galera, le fecero
la foto segnaletica e la
misero dentro. E aveva
evaso molto meno di
quanto è contestato ad
Angiola Armellini,
accusata d’aver
nascosto al fisco oltre
due miliardi.
CONTINUA A PAGINA 19
Gli incontri di Davos
In difesa dell’acqua
Il sogno occidentale dei caduti di Kiev
di LUIGI IPPOLITO
C
inque morti negli scontri tra polizia e oppositori filo-europeisti a Kiev. I morti di Kiev sono i primi
martiri dell’Europa del XXI secolo. Perché il movimento di protesta che scuote l’Ucraina da mesi nasce
proprio dalla legittima aspirazione della maggioranza popolare a riunirsi alla famiglia europea e sfuggire
all’abbraccio soffocante del grande fratello russo.
A PAGINA 34 -A PAGINA 10 il servizio di Fabrizio Dragosei
di VITTORIO MESSORI
Se la politica È
dimentica
la parola
«mafia»
ANGIOLA
E GLI ALTRI
EVASORI
I Grandi del mondo
a caccia della ripresa
L’Europa è indietro
Medjugorje, il verdetto della Chiesa
vicino il verdetto vaticano
sulle apparizioni di
Medjugorje. La decisione non
sarà indolore. Se negativa, il
danno pastorale sarà immenso, visti i milioni di
pellegrini che si scopriranno
vittime di un inganno. Se
positiva, sarà devastante per
il diritto canonico che lascia
ai vescovi il giudizio su presunti fatti sovrannaturali
avvenuti nella loro diocesi.
di MARIA TERESA MELI
Cinque morti in Ucraina nelle manifestazioni per la Ue
Quattro anni d’indagine sulle apparizioni e la difficile decisione sul sovrannaturale
La lettera
Il muro di Renzi
su «contratto»
e esecutivo bis
A PAGINA 5
I miliardi nascosti
di GIAN ANTONIO
STELLA
In primo piano
AP / EFREM LUKATSKY
P
40 1 2 3>
Fondato nel 1876
La ricostruzione
Le mani della camorra
sulle pizzerie di Roma
di GIOVANNI BIANCONI
N
ovanta ordinanze di custodia cautelare tra
Napoli, Roma e la Toscana. Sequestrati beni
per oltre 250 milioni. Così la camorra gestiva bar,
ristoranti e pizzerie romane. E per la vicenda delle
partite truccate dai clan è indagato anche l’ex capitano della Roma, Giuseppe Giannini.
A PAGINA 15
La prima giornata del Forum di Davos, nelle Alpi
svizzere, che raduna capi di
governo, banchieri, manager e imprenditori, ha visto
protagonista il Giappone di
Shinzo Abe. Un Paese dove
grazie alla «Abenomics» la
ripresa è partita. Gli altri
Grandi ancora la cercano,
anche se qualche segnale di
ottimismo c’è. Non ancora
in Europa, l’area più indietro sul fronte della ripresa,
Germania a parte. Sulla
Francia c’è addirittura allarme, mentre sull’Italia si
nota un cauto ottimismo.
ALLE PAGINE 8 E 9
Di Vico, Ferraino, Sensini
E la sorpresa
è l’impegno
di Matt Damon
di GIUSEPPE SARCINA
A
Davos arriva una star a
sorpresa: Matt Damon.
L’attore statunitense è al
Forum per promuovere
Water.org, l’associazione
che ha fondato nel 1990
insieme con lo scienziato
Gary White e che funziona
come una centrale di
microcredito. Obiettivo:
favorire l’accesso all’acqua
nei Paesi più poveri e più
assetati. Traguardo per il
2020: avere a disposizione
100 milioni di dollari.
A PAGINA 8
2
Primo Piano
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
#

Riforme Le scelte
Berlusconi vuole salvare la Lega e ammazzare gli altri alleati
Ignazio La Russa, Fratelli d’Italia
Legge elettorale, firma a tre. Il caso Lega
Depositato il testo sottoscritto da Pd, FI e Ncd. Niente norma salva partiti locali
Le novità: liste di 3-6 candidati e no a candidature multiple. Sc annuncia emendamenti
L’Aquila,
Cialente
ritira
le dimissioni
«Perché ho dato le
dimissioni? Perché su
questa vicenda si è
scatenata una campagna
non rivolta solo su di me.
Ma ho visto che con le
dimissioni l’immagine di
una città del malaffare,
che del terremoto sta
facendo un “magna
magna”, è aumentata.
Quindi sono tornato. E
sono qui a difendere la
città». Il sindaco
dell’Aquila, Massimo
Cialente (sopra nella
foto), torna sui suoi
passi. L’11 gennaio aveva
annunciato le
dimissioni, il giorno
successivo le aveva
formalizzate dopo la
bufera giudiziaria su
presunte tangenti nei
lavori di ricostruzione
del post terremoto.
L’inchiesta, infatti, aveva
coinvolto alcuni
amministratori ed ex
della sua giunta tra cui il
vicesindaco Roberto Riga
(subito dimessosi). Ora
l’ex deputato ed
esponente del Pd ha
cambiato idea e portato
dei cambiamenti. Tra le
novità proposte dal
democratico anche la
nomina a nuovo
vicesindaco dell’Aquila
di Nicola Trifuoggi,
magistrato in pensione,
ex procuratore capo a
Pescara negli anni
dell’inchiesta Del Turco
sulla «sanitopoli»
abruzzese. Trifuoggi era
stato anche protagonista
inconsapevole di un
fuorionda con
Gianfranco Fini nel 2009.
L’allora presidente della
Camera e membro del
Pdl aveva criticato
Berlusconi in un
colloquio con il
magistrato a microfoni
ancora aperti(«Confonde
il consenso popolare che
ovviamente ha e che lo
legittima a governare,
con una sorta di
immunità», aveva detto
Fini).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Falsa partenza per
la riforma elettorale e polemiche
su chi sia il vero estensore del
testo che traduce in un articolato l’accordo tra Matteo Renzi e
Silvio Berlusconi, ormai noto
come Italicum. La bozza doveva
essere pronta alle 14 di ieri per
consentire alla commissione Affari costituzionali della Camera
di avviare l’esame. Ma il suo deposito è slittato a tarda sera per
venire a capo di questioni che riguardano sia la possibilità di inserire una norma che consenta
alla Lega Nord di superare lo
sbarramento del 5%, sia il modo
con cui aggirare la controversia
su liste bloccate o preferenze,
agitata da una parte del Pd, dal
Nuovo centrodestra e da Scelta
civica. A ciò va aggiunta la richiesta di Sel di fare slittare al 29
gennaio l’inizio della discussione in Aula — previsto inizialmente per il 27 — a causa del
congresso del partito che impedirebbe ai parlamentari vendoliani di studiare le norme e predisporre eventuali modifiche.
Il testo consegnato alla commissione è sottoscritto da Pd,
Forza Italia e Nuovo centrodestra, ma non da Scelta civica che,
comunque, si accinge a presentare alcune modifiche. L’insieme rispecchia l’intesa tra Renzi e
Berlusconi, estesa poi anche ad
Alfano. Il premio di maggioranza è fissato al massimo al 18% e
scatta se una lista o una coalizione raggiunge il 35%, ma l’alleanza vincente non potrà superare,
con il premio, il 55% dei seggi.
Se nessuno raggiunge tale soglia
andranno al ballottaggio le prime due liste. Chi vince si aggiudica 340 seggi alla Camera. Nel
secondo turno non sono ammessi ulteriori apparentamenti,
e chi vince guadagna «solo» 327
seggi. È previsto anche l’obbligo
del 50% di candidate donne, ma
non sono consentite le candidature multiple. Le liste saranno
bloccate, con un minimo di tre e
un massimo di sei concorrenti.
E lo stesso sistema vale per il Senato che, a differenza del vecchio Porcellum, fissa il premio
di maggioranza a livello nazionale e non più regionale.
Nel primo pomeriggio, il relatore, nonché presidente del-
l’organismo parlamentare, il
forzista Francesco Paolo Sisto,
rivela che gli uffici tecnici stanno ancora mettendo a punto le
norme, ma nega di essere un
semplice «passacarte», accusa
che gli aveva mosso Ignazio La
Russa (Fratelli d’Italia) e annuncia di essere pronto anche a
«convocare la commissione venerdì, sabato e domenica» per
rispettare la data del 27 per l’approdo della riforma in Aula.
L’intoppo all’origine del ritardo riguardava l’individuazione
di un meccanismo per consenti-
re a un movimento a forte radicamento territoriale in alcune
aree del Paese, come la Lega, di
non venire penalizzata nella ripartizione proporzionale. L’Italicum prevede infatti che vi accedano quei partiti che, coalizzati, superano la soglia del 5% su
base nazionale. Il Carroccio alle
politiche del febbraio 2013 si
fermò al 3,9%. L’ipotesi sulla
quale si è discusso e che poi è
stata accantonata (non si sa se
verrà riproposta in futuro come
un emendamento nel corso dell’iter parlamentare) rielaborava
Cosa prevede il testo
ILLUSTRAZIONI DI EMANUELE LAMEDICA
Il sindaco
1
2
3
4
5
6
Seggi distribuiti
a livello nazionale
Confermato
lo sbarramento
Premio elettorale
la soglia è del 35%
Bonus minore
al ballottaggio
Circoscrizioni piccole
da tre a sei seggi
Parità di genere
nelle liste
Per la Camera il testo
base prevede la
distribuzione dei
seggi a livello
nazionale: con piccole
circoscrizioni, simili a
collegi plurinominali, e
la possibilità di doppio
turno. Varrà per il
Senato, se intanto
non sarà riformato
Confermate le soglie di
sbarramento, criticate
dalle formazioni più
piccole: per accedere in
Parlamento i partiti
devono superare l’8%
se corrono da soli o il
5% se in coalizione. Ma
la coalizione per essere
ammessa deve
ottenere almeno il 12%
È previsto un premio di
maggioranza del 18%
per la formazione che
ottiene «almeno il 35%
di voti validi del totale
nazionale», a cui
sarebbero così
assegnati 340 seggi. Se
nessuno ottiene questa
soglia al primo turno si
va al ballottaggio
In caso di ballottaggio, il
premio di maggioranza
per il vincitore è
minore: prevede 327
seggi (i restanti 303
vanno in modo
proporzionale agli altri).
Al secondo turno non
sono consentiti ulteriori
apparentamenti tra
liste o coalizioni
Per ogni collegio
plurinominale sono
assegnati da 3 a 6
seggi. Ciascuna lista
non può essere
formata da un numero
di candidati maggiore
dei seggi assegnati.
Nella scheda, nomi e
cognomi accanto al
simbolo
Nelle liste deve esserci
parità tra uomini e
donne: «Nessuno dei
due sessi può essere
rappresentato in
misura superiore al
50%». E, nei collegi
plurinominali, non più
di due candidati
consecutivi del
medesimo genere
Il caso L’azzurro Sisto era stato tra i difensori del Cavaliere. Tra i deputati pd renziani in minoranza
In commissione democratici spaccati
Un penalista di Forza Italia guida i lavori
ROMA — Il presidente della I commissione (Affari costituzionali), Francesco
Paolo Sisto di Forza Italia, suona il pianoforte (pare che si sia esibito con il Cavaliere in una prova canora memorabile) e
di professione fa l’avvocato penalista a
Bari dove è molto quotato. Nel capoluogo
pugliese, appunto, lo chansonnier Sisto
ha avuto la ventura di difendere l’allora
governatore Raffaele Fitto e da quel patrocinio legale gli è poi venuta voglia di
tuffarsi in politica. Così — dopo aver fatto parte della «squadra giustizia del Cavaliere» insieme ai colleghi Ghedini e
Longo — Sisto ha fatto il salto di qualità
quando la sua vicinanza a Denis Verdini
ha facilitato l’ascesa alla presidenza della
I commissione, che conta ben 47 poltrone. Penalista più che costituzionalista, il
galante Sisto (talvolta in Transatlantico si
inchina e mima il baciamano con le colleghe) si è ritrovato dunque a dirigere il
traffico sulla legge elettorale. Presidente
e relatore, Sisto è stato contestato per il
doppio incarico ma poi il Pd ha mollato la
presa perché aveva altre gatte da pelare.
Infatti il partito che fu di Bersani
schiera in commissione due squadre. La
prima, soccombente nei numeri, è fedele
al sindaco di Firenze: guida il drappello
Maria Elena Boschi, la giovane avvocatessa fiorentina — membro della segreteria e responsabile del Pd per le Riforme
(il posto che fu di Violante) — che di recente è stata ricevuta anche da Napolitano. Boschi ieri pomeriggio non era in
commissione perché impegnata dietro le
quinte a tenere i contatti con il segretario
durante le ore convulse in cui è stata decisa la sorte della norma salva Lega. La
Boschi, ma anche il portavoce di Renzi,
Lorenzo Guerini (che non è in commissione ma è sempre nei paraggi), hanno
avuto un bel daffare con il collega Alfredo
D’Attorre che incarna più degli altri lo
spirito dell’ex segretario Pier Luigi Bersani (anche lui membro della prima
commissione). Come un’ombra accanto
a D’Attorre, si muove il professore An-
drea Giorgis, torinese vicino a Chiamparino, docente di diritto costituzionale —
che in questi giorni ha organizzato il
riavvicinamento tra «renziani» e «cuperliani», tant’è che gli iniziali rapporti di
forza in commissione (13 a 8) vanno via
via smussandosi: «Bisogna fare presto e
bene sulla legge elettorale. Per cui non
c’è nulla di male, e Renzi ci ha dato atto di
non volersi mettere di traverso, se discutiamo di soglia di accesso al premio di
maggioranza, di sbarramento e di liste
bloccate». Col passare dei giorni D’Attorre e Giorgis hanno intessuto una tela grazie anche a un eccellente interlocutore in
commissione che si chiama Gianclaudio
Bressa (franceschiniano schierato con
Renzi), uno che mastica pane e legge
elettorale fin dalle elementari. Così hanno iniziato a ragionare intorno a un percorso finalmente unitario anche gli altri
commissari del Pd non schierati con
I protagonisti nella commissione Affari costituzionali
Francesco Paolo Sisto, 58
anni, è avvocato barese eletto
nel Pdl, ora Forza Italia. È il
presidente della commissione
Affari costituzionali, ma anche
relatore della legge elettorale
Maria Elena Boschi, classe
1981, avvocato toscano, guida
i renziani nella commissione
Affari costituzionali alla
Camera. Nel Pd è anche la
responsabile per le Riforme
Alfredo D’Attorre, nato a Melfi
nel 1973, anche lui eletto nel
2013, è assai vicino all’ex
segretario pd Pier Luigi Bersani,
che peraltro è a sua volta
membro della commissione
Renzi: Roberta Agostini (archivista, nominata da Bersani come responsabile Pari opportunità), l’ex popolare Maria Gullo, il bersaniano Enzo Lattuca (il più giovane deputato del Pd, classe 1988, dottorando in diritto costituzionale a
Bologna), il palermitano Giuseppe Lauricella (docente di diritto pubblico e figlio dell’ex ministro socialista Salvatore
Lauricella), il lettiano Marco Meloni (responsabile università con Bersani), il padovano Alessandro Naccarato (vicino al
ministro Zanonato), Barbara Pollastrini
(parlamentare da molte legislature, moglie del banchiere Piero Modiano), e l’ex
ministro Rosi Bindi.
Resta difficile la posizione di Gianni
Cuperlo che ancora ieri sera, dopo una
fugace apparizione in commissione, diceva che non tollera l’accusa di «comportamento strumentale» mossagli da Renzi. I renziani della commissione (Ettore
Rosato, Emanuele Fiano, Luigi Famiglietti, Daniela Gasparini e Matteo Richetti, più il lettiano Francesco Sanna)
sanno però che dovranno trattare con i
«pontieri» di Cuperlo. Sanna, per esempio, ha contestato la parte in cui la legge
sottrae al Viminale il compito di disegnare i collegi e li affida al Parlamento. Come
dire che anche chi appoggia Renzi non
considera tutto il testo base come oro colato. A bordo campo, comunque, osservano e sono pronti a intervenire altri
membri della commissione che non
hanno nulla da invidiare in quanto a preparazione: Pino Pisicchio (Centro democratico), l’ex ministro Ignazio La Russa
(Fdi), l’ex ministro Maria Stella Gelmini
(FI), il vendoliano Gennaro Migliore, il
costituzionalista del Movimento 5 Stelle
Danilo Toninelli, l’avvocato Gregorio
Gitti (Per l’Italia).
Dino Martirano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo Piano
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
3
#

Se ci cacciano dal Parlamento, la Lega è pronta a fare una
battaglia di liberazione
Umberto Bossi, Lega
lo schema concordato a suo
tempo in Senato tra Pd, Forza
Italia e Lega. Tale intesa prevedeva che potessero partecipare
alla distribuzione dei seggi le
forze politiche che, per la Camera, avessero superato il 10% in
tre regioni e, per il Senato, avessero ottenuto il 15% in una regione. Ipotesi che ha fatto inalberare La Russa: «Berlusconi
vuole salvare la Lega e ammazzare gli altri alleati». Ma dal Carroccio, il segretario Matteo Salvini ha escluso un’eventualità
del genere: «La Lega non ha bisogno di aiutini o leggi elettorali
fatte su misura». Umberto Bossi,
però, ha minacciato fuoco e
fiamme: «Se ci cacciano dal Parlamento, la Lega è pronta a fare
una battaglia di liberazione».
Un altro dei motivi di frizione
riguarda il dilemma: liste bloccate o preferenze? I bersaniani si
ritrovano affiancati agli esponenti del Nuovo centrodestra in
questa richiesta. «Noi puntiamo
a un emendamento unitario di
tutto il Pd su questo, come abbiamo vinto sul doppio turno
così possiamo vincere contro le
liste bloccate», sostiene Alfredo
D’Attorre. Anche il presidente
del Ncd Renato Schifani persegue lo stesso obiettivo. «Non
molliamo sulle preferenze —
aggiunge il ministro Gaetano
Quagliariello —. Utilizzeremo
tutti gli strumenti a nostra disposizione per assicurare agli
elettori il diritto di scegliere i
propri rappresentanti e non solo
di identificarli attraverso listini
bloccati che saranno anche “in”,
ma sempre bloccati sono».
Lorenzo Fuccaro
Lorenzo_Fuccaro
293
316
I deputati del Pd eletti
a Montecitorio. I deputati
di Forza Italia, invece,
sono 67
la maggioranza
necessaria per approvare
la riforma della legge
elettorale a Montecitorio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A Firenze
Il sindaco
di Firenze e
segretario
del Pd
Matteo
Renzi,
39 anni,
fotografato
ieri sulla
strada
per Palazzo
Vecchio,
dove ha
presieduto
la riunione
della giunta
comunale
(Foto Niccolò
Cambi/
Massimo
Sestini )
IGlinumeri
equilibri
Forza Italia
Scelta civica
Per l’Italia Fratelli d’Italia
Lega
PI
nella commissione
Affari costituzionali
PD
che lavora
sulla legge
elettorale
CON RENZI
8
Ncd
5
2 2
11
Sel
2
3
Misto
2
21
MISTO
GLI ALTRI
13
47
8
M5S
Totale

Non molliamo sulle preferenze, useremo ogni strumento possibile
per assicurare agli elettori il diritto di scelta
Gaetano Quagliariello, Ncd
Retroscena Con il premier un incontro a breve, forse già oggi
Renzi vuole il sì alla Camera
per avere più forza
al tavolo del programma
E propone a Orlando il posto di Cuperlo
ROMA — Matteo Renzi non si ferma. Sa che lo stop per lui sarebbe duraturo. Non si vuole far imbrigliare,
né intende arretrare. «La palude,
no!», è il suo slogan. Soprattutto da
quando ha capito che il gioco dei
suoi avversari interni è quello di ingabbiarlo tra «i lavori parlamentari»
e le «liturgie di partito».
Su questo secondo fronte, il segretario del Pd è preparato. Sa già cosa
sarà e cosa potrà essere. Perciò ha
proposto ad Andrea Orlando di
prendere la presidenza dell’assemblea nazionale del Partito democratico. È un ministro, è vero, e ha anche
altro da fare, ma per Renzi sarebbe
una polizza di non poco conto. Soprattutto se Matteo Orfini, come pare, è disposto a entrare in segreteria.
Equivarrebbe a dichiarare al partito
che Massimo D’Alema e Pier Luigi
Bersani, che spingono per la rottura,
contano poco, o quasi nulla.
Ma in realtà è un altro il vero
obiettivo del segretario del Partito
democratico: non accettare i tempi
che il presidente del Consiglio vorrebbe imporgli. Letta ha provato a
forzare, una volta incassato l’accordo
sulla riforma elettorale. Il premier
pensava di risolvere la situazione
con un rimpasto. Il sindaco di Firenze, però, non gli ha dato sponda. I
due si sono sentiti per telefono, anche se entrambi negano ufficialmente questo contatto. Renzi, infatti, non
vuole chiudere tutto adesso. E non
gli interessa che il presidente del
Consiglio voglia andare a Bruxelles al
vertice europeo con un accordo di
maggioranza sicuro in tasca. Prima,
a suo avviso, è necessario percorrere
delle tappe, ineludibili per lui. Lo ha
spiegato ai fedelissimi, senza prenderla alla larga: «Io voglio portare le
proposte per il patto di governo in
direzione, prima di andare da Enrico». Non è ostruzionismo, dice lui. E
non è nemmeno un modo per ostacolare il premier: «Figuriamoci, Letta
mi deve ringraziare, perché sto facendo di tutto per dare un senso a
questa legislatura, che non lo avrebbe se non ci fossero le riforme. Perciò
mi aspetto un grazie». Che difficilmente arriverà, visto che il sindaco
di Firenze sta cambiando il percorso
immaginato dal presidente del Consiglio.
Stampa estera
Dal «Financial
Times»
elogi al sindaco
Finora «la litigiosa coalizione al
governo guidata da Enrico Letta
ha fallito nel portare l’Italia sul
sentiero di una significativa
riforma politica. Ma l’elezione di
Matteo Renzi a segretario del Pd
ha riacceso nuove speranze per
una riforma». Così, in un
editoriale dal titolo «Diamo una
chance alle riforme a Roma», il
Financial Times elogia Renzi
definendo l’accordo con
Berlusconi — «il politico
italiano meno affidabile» — «un
male necessario». «Visto che gli
altri partiti hanno mostrato
scarso interesse nell’approvare
una legge elettorale che
garantisca maggioranze
praticabili», Renzi «non aveva
altra opzione». Il foglio della City
suggerisce poi «al solitamente
impetuoso» sindaco di usare
«toni più concilianti» per evitare
una scissione nel partito, «che
potrebbe indebolire la sua
aspirazione di diventare il
prossimo premier».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Già, perché non solo sta allontanando il traguardo del 29, quando
Letta andrà a Bruxelles, ma sta facendo di più. Come ha spiegato ai fedelissimi: «Le proposte che dobbiamo
mettere in campo non sono le mie,
sono quelle del Partito democratico,
non c’è solo il segretario del Pd, ma
c’è tutto il partito, che deve decidere». Di più: i tempi vengono dilatati
perché il sindaco di Firenze vuole
«arrivare al tavolo delle trattative di
governo con la legge elettorale». Con
i suoi il sindaco è stato più che esplicito: «Sul programma di governo si
tratta dopo che la legge elettorale
nuova è stata votata alla Camera».
Così, solo così, «noi partiamo con un
altro peso al tavolo delle trattative».
E ancora: in questo modo il Partito
democratico avrà «un altro peso nel
confronto».
E allora il ruolino di marcia di Letta, secondo il sindaco di Firenze,
quale deve essere? Non certo quello
di un rimpasto veloce, né di un Letta
Gli scenari
L’ipotesi del ministro alla
presidenza e di Orfini in
segreteria: un modo per
isolare D’Alema e Bersani
bis da fare «pronti e via». Come spiega il segretario del Pd ai suoi: «Capisco le aspirazioni di Enrico, ma il timing è quello che ho detto». Ossia,
prima la direzione che deve discutere sui «Jobs act», poi il resto. Tradotto: prima di febbraio non firmo niente. Ri-tradotto: se fosse per Renzi fino a metà del prossimo mese il patto
di governo non va firmato. Perché
«per qualche poltrona io non cambio
il mio punto di vista». Perché, il sindaco di Firenze non vuole farsi «imbrigliare» in un gioco che «non è il
mio»: «La palude no, assolutamente
no», quello è l’imperativo di Renzi e
ogni sua mossa prossima ventura va
decrittata con questa chiave di lettura. Ma siccome il segretario è pragmatico e realista non esclude un incontro a breve con il premier per discutere di tutto ciò. Forse anche oggi.
Maria Teresa Meli
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L’intervista Calderoli: così per noi è meglio andare da soli. Il Parlamento tuteli le forze territoriali, se no le spinte secessioniste troveranno spazio
«Sbarramento assurdo. Non si può fare un’altra porcata»
MILANO — «Escrementi... ». Roberto Calderoli, il papà del Porcellum, è indignato. Nel testo della riforma della legge elettorale presentato ieri sera, non c’è infatti traccia
della norma salva Lega che avrebbe
esentato il Carroccio dagli sbarramenti imposti ai piccoli partiti in
nome della forte rappresentanza in
alcuni territori. L’attesa del Carroccio è che ora sia reintrodotta dalle
Camere, sulla base «degli accordi
che avevamo preso sia con Forza
Italia che con il Pd».
Se c’era un accordo, poi che cosa è successo?
«Che alcuni partitini, un tempo li
chiamavano cespugli, hanno ricattato il governo. Gente che di fronte
alla crisi del Paese pensa solo alla
propria poltrona. Omuncoli della
politica. Anzi: escrementi».
Insomma: volevate essere sal-
vaguardati da una norma ad hoc.
«Macché. La Lega non ha bisogno di salvataggi. Abbiamo sempre
superato gli sbarramenti, tranne
che nel 2001. Però, come esistono
salvaguardie per le minoranze linguistiche, ha un senso che si tutelino forze politiche molto importanti
in alcuni territori ma senza una diffusione nazionale. Piaccia o non
piaccia, la Lega governa le tre regioni del Pil. E una tutela del genere
esiste anche all’estero».
Dove?
«In Germania. Lo sbarramento
nel proporzionale è al 5%, ma se
vinci almeno tre collegi uninominali, rientri nella ripartizione anche
del proporzionale. E anche in Spagna si favoriscono sì i partiti grandi, ma anche quelli assai radicati in
alcuni territori».
Calderoli, faccia i nomi. Chi ha
remato contro?
«L’ho detto: i piccoli. Pazienza.
Forze così le abbiamo fatte fuori nel
2002, e lo faremo anche stavolta.
Senza sporcarci le mani, senza carta
igienica. Basterà uno sciacquone».
Ma se la norma non fosse reintrodotta, che farete?
«Beh, è chiaro che se le soglie restano quelle, saremo costretti a
correre da soli: la Lega ha sempre
preso molto di più da sola che in
coalizione. Poi, non è detto comunque che faremmo coalizione. Ma
soglie così obbligano alla corsa solitaria. E di certo, il tentativo di privarci di rappresentanza scatenerebbe le spinte secessioniste».
Ma lei è così sicuro degli accordi stretti con i partiti maggiori?
«Veda lei: al Senato, negli ordini
del giorno sia del Pd che del Pdl, la
salvaguardia era prevista. Poi, ma-

Il rischio
Con questo sistema un
partito con il 20%
rischia di avere da solo
il 56% dei seggi
gari qualche calcoletto ci sarà. Se io
fossi il Pd ammetterei la clausola
solo a condizione che la Lega si presenti sola; se fossi il Pdl la vorrei solo per una Lega in coalizione».
C’è chi dice che l’Italicum sia un
Porcellum bis.
«Non proprio. È la fotocopia di
quello che è uscito dopo che le Camere hanno messo mano alla mia
bozza. In Parlamento nel 2005 sono
state introdotte cose aberranti che
hanno trasformato la mia bozza in
una porcata. Ora stanno facendo la
stessa cosa. Come niente, ne uscirà
una seconda porcata».
Faccia qualche esempio.
«Il combinato disposto del premio di maggioranza basso (35%)
con lo sbarramento alto (5%) è che
il partito maggiore della coalizione,
con il 20%, rischia di avere seggi per
quasi il 60%: i seggi dei piccoli della
coalizione esclusi, passerebbero al
maggiore, mentre quelli dei partiti
singoli sarebbero ripartiti tra i presenti in Parlamento. Ripeto: basta il
20% per triplicare i propri seggi e
avere la maggioranza in Parlamento, si badi bene, come partito singolo. Neanche il Porcellum determinava una distorsione così».
Ma voi che farete? Con la tutela
per i partiti territoriali votereste
questa legge?
«Io continuo a sperare che si alzi
la soglia del premio di maggioranza — io l’avevo suggerito almeno al
40% — e si abbassi lo sbarramento.
Poi, ci potrebbero essere altre soluzioni tecniche, tipo attribuire il
premio non a chi prende più voti,
ma più seggi. Ma così, questa legge
è una porcata bis».
Marco Cremonesi
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4
Primo Piano
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Riforme La maggioranza
Slitta il patto di governo, tensione nel Pd
E Serracchiani attacca Zanonato: lasci
Sarà la prossima settimana la Direzione decisiva sull’intesa di coalizione

La generazione
Goldrake
in prima fila
L
a battuta di Matteo Renzi
su Goldrake può ricordare
Walter Veltroni imitato da
Corrado Guzzanti. Ma rivela,
a chi va oltre le pavloviane
ironie di Twitter, un genuino
tratto distintivo della sua
generazione, che rivendica
con naturalezza un proprio
immaginario. «Oh ragazzi, —
ha detto il neosegretario del
Pd rispondendo alle critiche
sulla legge elettorale —
chiamate Goldrake, ve la fa
lui». Della serie: non vi va
bene? Chiamate un supereroe,
uno che viene da un altro
pianeta. Come Actarus, il
protagonista di «Ufo Robot.
Goldrake», cartone animato
giapponese degli anni 70.
Fuggito dal suo pianeta
attaccato da Re Vega, Actarus
difende la Terra grazie al suo
robot da combattimento,
Goldrake, dotato di armi
speciali, tra cui l’Alabarda
spaziale. In Italia il cartone
debuttò il 4 aprile 1978, sulla
Rai, pochi giorni dopo il
sequestro Moro (16 marzo); le
puntate furono spesso
interrotte dalle finestre di
informazione. Così, mentre la
prima Repubblica perdeva la
sua innocenza, nasceva
l’infanzia robotica di
un’intera generazione. Sulla
violenza della serie, di grande
successo, non mancarono
polemiche, anche politiche,
ma furono superate; Gianni
Rodari nel 1980 su
«Rinascita» si schierò «Dalla
parte di Goldrake» (e di
Fonzie, di «Happy Days»).
Negli anni Ottanta scoppia la
robot-mania, tiene fino ai
Novanta, si fa sentire anche
negli anni Zero, quando ci si
trova a ballare la sigla di
Goldrake: «Si trasforma in un
razzo missile con circuiti di
mille valvole fra le stelle
sprinta e va... mangia libri di
cibernetica, insalate di
matematica e a giocar su
Marte va. Ma chi è? Ma chi
è?». Veniamo all’oggi.
Qualche giorno fa, su Twitter,
Jovanotti scherzava con
Fiorello su Lady Gaga, vestita
da Goldrake. Nel 2012 toccò a
un altro amico e supporter di
Renzi, il regista Fausto Brizzi,
animare il robot nipponico:
«Io e Matteo siamo la
generazione Goldrake». Che è
il titolo di un saggio del 2011,
edito Mimesis («Generazione
Goldrake»), scritto da Marco
Teti e Marcello Ghilardi. Il
revival è in atto: tra blog,
gruppi Facebook e aziende di
giocattoli tornati a sfornare
modellini. Tra le frasi più
citate da Goldrake, una è
perfetta per chi volesse
invocarlo: «Non posso salvare
l’umanità da se stessa».
Luca Mastrantonio
criticalmastra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — La notizia si può
raccontare così: la presidente
della Regione Friuli Venezia
Giulia, Debora Serracchiani,
chiede le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico
Flavio Zanonato per una questione legata alla Regione. Ma si
può anche vedere in un altro
modo: un’importante esponente renziana della segreteria del
Pd chiede le dimissioni di un
ministro bersaniano e di un
membro del governo «amico»
guidato da Enrico Letta. È difficile limitarsi alla prima lettura,
in tempi di dure polemiche interne, dopo le dimissioni di
Gianni Cuperlo dalla presidenza dell’Assemblea, e in tempi di
rimpasto (con eventuale Letta
bis).
A proposito del governo, il
patto di coalizione slitta. Ieri
mattina la segreteria del Pd ha
infatti deciso che la settimana
prossima si terranno una nuova segreteria e una Direzione
per approvare le proposte del
Pd per «Impegno 2014», come
viene chiamato il patto di coalizione. E quel testo riguarda
l’importante Jobs Act. Uno slittamento di tempi quindi - che
riguarda anche le difficoltà nel
trovare un accordo finale sulla
legge elettorale - visto che il
premier Letta intendeva approvare il programma già questa
settimana, per poi dare il via libera a una riorganizzazione
dell’esecutivo.
E in questa logica c’è chi ha
letto l’intervento di ieri della
Serracchiani. Che però nasce
innanzitutto in chiave locale.
Perché il presidente del Friuli
attacca il ministro per la gestione della crisi Electrolux. Sulla
quale, Zanonato «ha dimostrato di non avere l’equilibrio necessario per ricoprire il suo delicato incarico». E per questa
ragione «dovrebbe dimettersi».
L’irritazione nasce dai commenti del ministro dello Sviluppo economico, secondo il
quale le difficoltà del gruppo
svedese riguarderebbero lo stabilimento di Porcia (Pordeno-
La frase

In Friuli
Zanonato ha
preferito
saltare tutti i
livelli di
mediazione,
inclusi quelli
istituzionali,
credendo
di risolvere
la crisi
Electrolux
buttando a
mare lo
stabilimento
di Porcia. È
inaccettabile
In Regione Debora Serracchiani, 43 anni, Pd, governatore friulano (Newpress)
ne) e non quello di Susegana
(Treviso): «Come presidente di
Regione devo esprimere un vivissimo rammarico per la condotta del ministro, che ha saltato tutti i livelli di mediazione,
credendo di risolvere la crisi
buttando a mare lo stabilimento di Porcia». La Serracchiani
lamenta anche che Zanonato,
nonostante le promesse, non
sia mai andato in visita a Porcia:
«Ora ci vada lui a dirgli che devono solo chiudere».
Zanonato replica abbastanza
laconicamente, facendo riferimento a una sua risposta al governatore veneto: «La mia
nota a Zaia dice il contrario
di quanto ha
inteso la Serracchiani. Mi
concentro su
Porcia, le polemiche sono
dannose. Queste critiche non le
capisco». Serracchiani smentisce che la polemica rientri nello
scontro tra correnti: «Non c’entrano nulla partiti e correnti, è
fuori strada chi cerca di strumentalizzare».
Ma a difesa di Zanonato, e a
conferma della tensione che ha
provocato nel partito, arriva
una nota firmata da otto parlamentari veneti. Che parlano di
«aggressione incomprensibile
e da rispedire al mittente. La richiesta di dimissioni è strumentale e probabilmente ha finalità altre rispetto all’oggetto
del contendere. La governatrice
scarica altrove i propri ritardi e
inefficienze». Parole dure, fir-
Lo scambio di accuse
La richiesta
di dimissioni
Il sostegno leghista
al governatore pd
I lavoratori a rischio
e i due stabilimenti
La replica su Twitter
del collega di partito
1
2
3
4
Il governatore
friulano del Pd
Debora Serracchiani
ha chiesto le
dimissioni del collega
di partito Flavio
Zanonato da ministro
allo Sviluppo
economico per la
gestione della
vertenza Electrolux
«Nella gestione della
crisi Electrolux», dice
Serracchiani, «il
ministro ha dimostrato
di non avere l’equilibrio
necessario per
ricoprire l’incarico»
Sostegno alla richiesta
è arrivato dal
governatore leghista
del Veneto Luca Zaia
Lo scontro è sugli
stabilimenti del
Nordest a rischio
chiusura, che vedono i
lavoratori in agitazione:
Serracchiani accusa il
veneto Zanonato di
parteggiare per quello
di Susegana (Treviso) e
di penalizzare quello
friulano di Porcia
Il ministro allo
Sviluppo economico
replica su Twitter alle
accuse della collega
democratica: «La mia
nota a Zaia dice il
contrario di quanto ha
inteso la Serracchiani.
Mi concentro su
Porcia, le polemiche
sono dannose»
mate tra gli altri dai bersaniani
Davide Zoggia e Davide Naccarato. Dunque una tripla connotazione: politica (una presunta
incapacità di gestire una trattativa), geografica (Veneto contro
Friuli) e correntizia (bersaniani
contro renziani).
L’attacco a Zanonato arriva a
colpire un ministro già traballante, più volte attaccato nelle
scorse settimane e considerato
tra quelli più a rischio in caso di
rimpasto. Rimpasto nel quale
Renzi non vuole assolutamente
mettere la faccia, respingendo
ogni insinuazione su una preEx sindaco Flavio
Zanonato, 63 anni,
sindaco di Padova
per due mandati, è
ministro allo Sviluppo
economico
sunta volontà di mettere i suoi
nella squadra di Letta. Il tema
sarà comunque affrontato dal
presidente del Consiglio. E gli
attacchi a Zanonato (come, su
un altro fronte, a Nunzia De Girolamo), costituiranno comunque elementi di cui non si potrà
non tenere conto.
Nel partito, intanto, la tensione resta alta dopo le dimissioni di Cuperlo e i tentativi
della minoranza di smarcarsi e
di modificare l’accordo sulla
legge elettorale. L’altro ieri sera,
Renzi ha cercato di conquistare
la platea del gruppo alla Camera
e il clima è parso meno teso del
previsto. Anche se restano le
distanze. Oltre a Stefano Fassina, anche Guglielmo Epifani ha
rimproverato il segretario per i
toni duri usati verso Cuperlo.
Quando Renzi ha sentito la parola «rispetto», è intervenuto
con una certa vivacità: «Rispetto vuol dire educazione e su
questo nessuno mi può dire
nulla: sono stato educato bene
dal babbo e dalla mamma. E poi
quando si parla di rispetto, si
parla anche di rispetto dei patti,
come quello che ho firmato con
Berlusconi. Mio nonno faceva il
sensale, vendeva maiali e una
stretta di mano valeva cento
contratti. Quindi, va bene il rispetto tra noi, ma anche quello
dei patti presi con gli altri».
Alessandro Trocino
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Il caso Per la prima volta gli organi di informazione dei Democratici non sono in linea con la politica del loro segretario
Dall’Unità a Youdem, la stampa di partito all’opposizione
Legge elettorale, governo, strategie:
le bordate dei media dem al segretario
ROMA — Dall’avvento di Matteo
Renzi alla guida del Pd c’è un’anomalia che accompagna gli organi
d’informazione vicini al partito: succede che in gran parte non appaiono
in linea con il segretario.
Non fa velo, ad esempio, che a dirigere Youdem, la web tv del partito,
c’è una bersaniana di ferro come
Chiara Geloni. Non è un mistero,
poi, che l’editore di riferimento dell’Unità, Matteo Fago, prima delle
primarie del Pd fece una dichiarazione chiara e netta: «Non voterò
Matteo Renzi». Eppure il segretario
non sembra curarsi della questione.
Non ancora, perlomeno.
Mentre Europa condivide per lo
più la sua linea, per il momento
Renzi non si è occupato di cambiare
qualcosa dentro Youdem. Racconta
Chiara Geloni: «Io sto dirigendo la
televisione con un contratto scaduto, un contratto in proroga: avevo
concordato con Epifani di rimanere
fino alle primarie. Sto andando
avanti in attesa di una sostituzione.
Faccio la riunione tutti i giorni e tutti
i giorni do indicazioni ai nove giornalisti che lavorano a Youdem, ma
da tempo ho chiesto a Renzi un incontro».
Chissà, probabilmente il segretario non ha trovato il tempo per decidere di sostituire un direttore di una
televisione o di modificare l’assetto
societario di un quotidiano che da
quando Renzi ha preso le redini del
Partito democratico non gli ha risparmiato critiche, soprattutto in
prima pagina.
È di quattro giorni fa l’editoriale
di Claudio Sardo, l’ultimo direttore
del giornale prima dell’attuale, Luca
Landò, dal titolo eloquente: «Il fratello del Porcellum». E un attacco del
pezzo altrettanto sferzante: «Altro
che sistema spagnolo. Da queste
convulse trattative sembra venir
fuori una fotocopia del Porcellum...». Ed è di ieri l’articolo di Nadia Urbinati che contesta la riforma
L’editoriale
In prima pagina Nadia Urbinati
sulle proposte di Renzi: giustifica coi
tagli l’urgenza di cambiare, «pessima
argomentazione», le istituzioni si
riformano per ragioni politiche, non
perché sono costose, «la democrazia
non è costosa: esiste o non esiste»
del Senato annunciata da Matteo diretti al cuore del proprio partito,
Renzi. Un occhiello su sfondo colo- ovvero il segretario. Luca Landò non
rato: «La polemica» e sotto un titolo si scompone: «La nostra impostanon certo morbido: «La democrazia zione è questa: il Pd ha tante anime e
non si taglia». Nelle prime righe che ne ha così tante che alla fine confonpartono dalla prima pagina Nadia dono il povero elettore. Dunque
Urbinati non dimentica di polemiz- pensiamo che non ci sia niente di
zare anche per la «profonda sinto- meglio che offrire il quotidiano conia» di Renzi con l’ex senatore Ber- me luogo di discussione. Come suclusconi.
cederà ad esempio sul giornale che
Luca Landò, direttore del quoti- domani andrà in edicola». Sull’Unidiano fondato da Antonio
Gramsci (nel 1924) rivendica l’autonomia dell’Uni- Autonomia
tà. Dice: «Da quando sia- Alla guida della web tv una bersaniana
mo tornati in edicola nel di ferro come Chiara Geloni. Mentre
2001 con i finanziamenti
di editori privati abbiamo il quotidiano fondato da Gramsci sfida
sempre agito con autono- l’Italicum: «Il fratello del Porcellum»
mia. Ricordo quando ci fu
il G8 di Genova nel 2001, il
giornale prese una posizione netta tà di oggi infatti ci sarà una critica
in favore degli studenti, che non era firmata da Gianfranco Pasquino e un
quella del partito». Vero.
articolo a favore, del costituzionaliAnche l’Unità di Furio Colombo sta Francesco Clementi. Chiosa il di(Piero Fassino segretario) marcò più rettore: «Non è colpa mia se il clima
volte l’autonomia del partito co- che viviamo è questo. Volenti o noniando la parola «regime» riferen- lenti siamo infatti in un clima da pridosi al governo di Berlusconi. Ma marie perenne».
l’anomalia, questa volta, è che gli atAlessandra Arachi
tacchi del quotidiano sono spesso
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Primo Piano
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
I temi
L’accordo
di coalizione
Il premier Enrico Letta
puntava a chiudere
entro questo fine
settimana il patto di
coalizione sull’azione
di governo per il 2014
con i partiti che
sostengono
l’esecutivo. L’intesa
però slitterà, per ora.
E Palazzo Chigi
attende di capire cosa
succederà in
Parlamento con le
riforme prima di poter
avviare il rilancio
pianificato
Le trattative
dei partiti
Lo stop è dovuto
al fatto che il Pd
di Renzi ha deciso
di presentare
al governo le
proposte per il patto
di coalizione non
prima di metà della
prossima settimana.
Anche l’altro alleato,
Alfano, è impegnato
più sulla trattativa per
la legge elettorale che
sull’agenda 2014: ieri
sul sistema di voto
ha visto a Palazzo
Chigi i ministri Ncd
Dietro le quinte Salta l’obiettivo del presidente del Consiglio di portare l’intesa il 29 a Bruxelles
Letta avvisa: così non ci sono le condizioni
Per il premier serve un clima diverso per discutere contratto e rimpasto
ROMA — A Palazzo Chigi
circola una metafora: Renzi è
un acrobata, Letta lo guarda
dagli spalti. Spera il premier
che il segretario del Pd non
cada, che ai primi applausi ne
seguano altri, ma è allarme
rosso perché la corda di Renzi, vista da Palazzo Chigi, balla in modo vertiginoso, e soprattutto perché sino a quanto non si chiude il «numero»
(ovvero la legge elettorale)
l’attività di governo è in sostanza bloccata.
Al netto di una breve apparizione al Tg1 il presidente
del Consiglio non parla con i
giornalisti da esattamente 30
giorni. In un mese di silenzio
ha osservato le mosse di Renzi in modo fiducioso, carico
di auspici, talvolta irritato
(per gli attacchi personali),
comunque sempre convinto
che le due strade, la sua e
quella del sindaco di Firenze,
potessero scorrere parallele:
a te le riforme e a me il rilancio del programma. Ieri nello
staff di Letta il registro era un
po’ cambiato: «Oggi non ci
sono le condizioni per la con-
clusione del contratto di governo!».
Lo spettatore Letta a questo punto sembra allargare le
braccia: Renzi ieri lo ha sostanzialmente bloccato rinviando la presentazione del
Jobs Act alla prossima settimana; il premier dovrà probabilmente andare a Bruxelles, il 29, senza quel rilancio
del programma scritto nero
su bianco, che sperava di
portare con sé. La conclusione, almeno filtrata dai suoi
uffici, è un misto di rassegnazione e preoccupazione:
«È al momento inutile discutere di programma e a questo
punto anche di rimpasto, un
accordo di maggioranza andrà presentato in Parlamento, ma in un clima politico diverso e meno caotico, speriamo vivamente che si concretizzi».
Nel frattempo Letta si consola con alcuni dati. Ieri ha rimarcato i primi frutti della
legge di Stabilità: un miliardo
di carico fiscale in meno per
le imprese, in termini di riduzione degli obblighi di assi-
In Versilia
Tra i carri
allegorici in
preparazione
per l’edizione
numero
141 del
Carnevale
di Viareggio,
che si terrà
tra il 15
febbraio
e il 9 marzo,
una statua
di cartapesta
che raffigura
il premier
Enrico Letta
(Foto Corbis)
curazione Inail, lo slittamento dello stesso obbligo (ridotto negli importi) di 3 mesi,
altri 400 milioni per la cassa
integrazione. «Fatti, verificabili, concreti», registrano a
Palazzo Chigi. Così com’è «un
fatto» la prima riduzione del
debito pubblico dopo 8 trimestri in crescita. E in questo
caso, se c’è una vena di polemica nella rivendicazione,
non è solo diretta al segretario del Pd bensì anche al
mondo economico, sia imprenditoriale che sindacale,
che non è stato tenero nei
confronti dell’esecutivo, in
questi mesi.
Pur nel distacco mediatico che lo
vede assente
dal dibattito
politico è come se Letta
rivendicasse
una concretezza sottovalutata: meno appariscente del registro che Renzi ha sposato,
ma non meno produttiva.
Sperando che «il prodotto»
dell’iniziativa del segretario
del Pd, colui che ha accostato
la parola fallimento all’esperienza di questo governo, alla
fine si materializzi e non si
perda per strada: il clima nel
Pd, il nodo delle garanzie
chieste dalla Lega, altri temi
rimasti aperti, a questo punto
agitano sempre di più il premier. Ha in sostanza un contratto di coalizione già ultimato, almeno nello schema
generale, ma non saprebbe
che farsene se la strada delle
riforme non partisse con il
piede giusto.
Della squadra di governo
da rilanciare a questo punto
si discute con meno pressio-
271
I risultati
Palazzo Chigi rivendica i
risultati sul carico fiscale
per le imprese
e la cassa integrazione
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Merkel
con i ministri
nel castello
Angela Merkel, 59 anni,
scherza col suo vice e
ministro dell’Economia
Sigmar Gabriel, 54, nella
guesthouse del governo
a Meseberg, un castello
del 1700 fuori Berlino:
la cancelliera tedesca ha
portato in ritiro due
giorni la sua squadra
per superare le tensioni
interne fra i ministri dei
tre partiti della
coalizione: la Cdu della
Merkel, la Csu bavarese
e i socialdemocratici
della Spd (Afp)
Le misure
per la crescita
Renzi ha deciso
di rimandare la
presentazione del
Jobs Act, il pacchetto
sull’occupazione. In
attesa della riforma
del lavoro, Letta
ha annunciato che
il prossimo Consiglio
dei ministri attuerà
misure a sostegno
alle imprese: 3 mesi
di differimento
dei pagamenti
e fondi per la cassa
integrazione
in deroga
Marco Galluzzo
[email protected]
Il ritiro
Letta puntava a
chiudere il patto in
tempo per la missione
del 29 gennaio a
Bruxelles, dove l’Italia
presenterà i conti alla
Commissione Ue.
Il premier però,
forte dell’appoggio
del Colle, vuole
comunque andare in
Europa presentando
la promessa di
governo solido ma
anche le riforme già
in cantiere, a partire
da quelle sul lavoro
Il lavoro
e le imprese
I giorni del
governo Letta, che
ha giurato al
Quirinale il 28
aprile 2013
ne. I ministri che vengono
dati in bilico sono sempre gli
stessi: Nunzia De Girolamo,
Flavio Zanonato, Annamaria
Cancellieri, mentre affiorano,
nel dibattito interno al Partito democratico, anche i nomi
di esponenti del mondo economico, come Andrea Guerra, amministratore delegato
di Luxottica.
La missione Ue
e le riforme
Ieri Letta ha citato
i dati Eurostat sul
debito pubblico
dell’Italia, in calo nel
3° trimestre 2013
dopo otto consecutivi
di crescita: «È la
riprova che stiamo
facendo bene».
In più, il prossimo
Consiglio dei ministri
formalizzerà la prima
attuazione di alcune
misure previste dalla
legge di Stabilità,
tra le quali un
miliardo di tagli
5
L’intervista «Va riconosciuto l’esito del congresso ma anche la pluralità del partito. Qualche battuta del segretario non ha aiutato»
Speranza: ora bisogna cambiare la squadra
Il capogruppo democratico alla Camera:
Renzi a Palazzo Chigi? Chi c’è è all’altezza
ROMA — Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, è sicuro
del fatto che sull’impianto generale
delle riforme («diciamo: il macro»)
maggioranza e Forza Italia siano già
d’accordo. Anche se, sul tipo di legge
elettorale frutto dell’intesa tra Matteo
Renzi e Silvio Berlusconi, ci sono tanti punti di scontro: liste bloccate, risultato necessario per riscuotere il
premio di maggioranza, entità dello
sbarramento. E ora la Lega rivendica
una clausola di salvaguardia che ripropone una ripartizione territoriale
(nordica) dei seggi.
«È stata lanciata una sfida sul tema
delle riforme e il Partito democratico
ha fatto bene a imprimere un’accelerazione. Ora spetta al lavoro parlamentare affrontare il merito, migliorarlo e arrivare a una definitiva composizione tra i firmatari del patto.
Certamente si vedrà quali sono i margini possibili per avvicinare ancora di
più l’elettore all’eletto».
Sembra che ci sia un rallenta-
mento: la legge elettorale sarà in
Aula il 29 invece che il 27, come annunciato…
«Sel ha chiesto di sospendere i lavori in Commissione durante il loro
congresso nazionale: si tratta di due
giorni, si è sempre fatto».
…e Renzi tira il freno sulle proposte per il nuovo patto di coalizione sollecitate con urgenza da Enrico
Letta.
«Penso che anche su questo fronte
si debba accelerare. Dopo gli enormi
cambiamenti della fine del 2013 —
nuovo segretario del Pd, Berlusconi
all’opposizione e divisione di Scelta
civica — è oramai ineludibile una ripartenza. Toccherà a Enrico Letta apportare le modifiche necessarie per
adeguare la sua squadra di governo
alla nuova fase».
Dunque, rimpasto.
«Questo è un termine che abbiamo
deciso di abolire dal nostro dizionario politico».
Crede che ci potrebbe essere un

L’equilibrio
Il consenso del leader
può aiutare molto,
nel Pd però tutti devono
sentirsi rappresentati
nuovo presidente del Consiglio?
Magari Renzi?
«Penso che abbiamo un premier
all’altezza del proprio compito. E nei
prossimi mesi dobbiamo aiutarlo a
fare ancora meglio».
Il Pd appare sempre più diviso: il
caso Fassina, il caso Cuperlo, la lotta Renzi-Letta…
«Ritengo che ci sia una coincidenza fra tenuta del Pd e tenuta del Paese.
In Italia, se il centrosinistra non regge, si rischia di trovarsi Grillo con
tutto ciò che comporta: le liste di proscrizione di giornalisti e parlamentari, gli insulti al capo dello Stato… È
nostro dovere trovare l’unità».
Essere uniti può voler dire adeguarsi al capo anche se si dissente?
«Bisogna riconoscere fino in fondo
l’esito del congresso, ma anche la
grande pluralità che è il nostro partito. Qualche battuta del segretario
non ha aiutato la discussione. Ma siamo tutti chiamati, già dalle prossime
Europee, ad affrontare la vera sfida:
quella tra politica e antipolitica, tra
europeisti e antieuropeisti. Il consenso di Renzi può aiutare molto il campo della politica, l’innalzamento dell’argine democratico. Ma questa for-
za va liberata dentro un senso alto di
una comunità plurale come è la nostra. Nel Pd tutti devono sentirsi rappresentati».
Il Pd deve entrare nel Pse?
«Per me, assolutamente sì. È evidente che il nostro campo è quello
delle forze progressiste e democratiche europee e mondiali. Per esempio,

In Europa nel Pse
Dobbiamo assolutamente
entrare nel Pse. Il nostro
campo è quello delle
forze progressiste
per rimettere al centro politico il Mediterraneo, a chi ci saremmo dovuti
rivolgere se non ai leader socialisti e
democratici? E infatti venerdì riceveremo alla Camera 12 capigruppo progressisti europei e nordafricani per
iniziare a lavorare».
Daria Gorodisky
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6
Primo Piano
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Il Movimento Il caso
I 5 Stelle votano per il proporzionale
Sondaggio via web, trionfa il modello Prima Repubblica. Grillo oggi a Roma
Collaborazione
Antimafia,
intesa
tra imprese
e Viminale
ROMA — Il ministro
dell’Interno, Angelino
Alfano, e il delegato di
Confindustria per la
legalità, Antonello
Montante, hanno
sottoscritto ieri al
Viminale l’atto aggiuntivo
al Protocollo di Legalità,
con l’obiettivo di
rafforzare la
collaborazione reciproca
nell’attività di
prevenzione e contrasto
delle infiltrazioni
criminali nel settore dei
contratti di lavori, servizi
e forniture, sia pubblici
che privati.
L’accordo bilaterale
prevede la possibilità, per
le imprese che hanno
aderito, di ottenere la
comunicazione e le
informazioni antimafia da
parte della prefettura
competente per il
territorio tramite
l’articolazione territoriale
di Confindustria, che
assume a suo carico
l’onere di formalizzare la
richiesta nell’interesse
dell’impresa.
«L’iniziativa conferma
l’impegno costante del
ministero dell’Interno
nella promozione di
nuove iniziative per
potenziare la prevenzione
delle infiltrazioni di
interessi criminali
nell’esercizio della libera
attività imprenditoriale»,
spiega il capo di gabinetto
Luciana Lamorgese.
Per Montante invece
«questa importante
semplificazione per le
imprese associate a
Confindustria, insieme ad
altri strumenti quali il
rating di legalità e le
white list, valorizza
ancora di più la
convenienza ad aderire al
Protocollo». Secondo il
rappresentante degli
industriali, inoltre, «il
meccanismo
sperimentale introdotto
con questo Atto
aggiuntivo è espressione
ancora una volta del
senso di responsabilità e
dell’impegno attivo di
Confindustria a difesa
della legalità e della
prevenzione delle
infiltrazioni criminali
nell’economia, in piena
sinergia con il ministero
dell’Interno e con le
Prefetture. L’obiettivo è
creare una rete sempre
più forte di presidi
attorno alle imprese che
vogliono confrontarsi sul
mercato esclusivamente
nel nome dei valori della
legalità, della trasparenza
e della concorrenza leale».
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MILANO — Alla fine tra i Cinque Stelle trionfa il caro, vecchio
proporzionale, il sistema — per
intenderci — della Prima Repubblica. Ieri c’è stata una accelerazione per la scelta del modello di legge elettorale voluto
dai cittadini «certificati sul
blog». Gli attivisti sono stati
chiamati a scegliere tra maggioritario e, appunto, proporzionale. Il risultato è stato schiacciante: in 20.450 si sono schierati per
il metodo pre-Mattarellum
mentre 12.397 hanno sostenuto
l’altro sistema. I votanti in tutto
sono stati 32.847: una netta crescita (circa il 30% in più) rispetto ai 24 mila militanti che hanno
espresso la loro preferenza sull’abolizione del reato di clandestinità. Nulla di definitivo, però.
Si tratta di una prima tappa —
dopo le delucidazioni di Aldo
Giannuli sul sito e sul canale
web La Cosa — per arrivare al
modello pentastellato da sostenere in Parlamento. «Per fine
febbraio la legge elettorale del
M5S nelle sue linee essenziali
sarà pronta», assicura Beppe
Grillo, che prende la palla al balzo per attaccare l’incontro tra
Renzi e Berlusconi. «Informazione e condivisione sono le parole della democrazia, ignote ai
partiti che si riuniscono nelle
loro sedi tra pregiudicati, pagate
dai finanziamenti pubblici, in
privato, per decidere le sorti di
60 milioni di cittadini italiani
trattati come sudditi, tenuti fuori dalla porta del Potere», punge
il leader.
E sempre sul blog Grillo replica al segretario democratico,
che alla direzione del Pd aveva
accusato il Movimento di «fuggire» dal confronto. «Il M5S ha il
difetto della coerenza, gravissimo in un Paese in cui la madre
dei quaquaraquà e dei bulli di
provincia è sempre incinta», attacca il fondatore dei Cinque
Stelle. «Chi scappa? Chi non rispetta i referendum? Chi disattende il programma con cui si è
presentato ai cittadini? Chi non
prende neppure in esame le leg-
gi di iniziativa popolare?», incalza il leader. E sostiene: «Noi
facciamo i fatti, manteniamo le
promesse, gli altri fanno solo
pugnette, in particolare i segretari del PDexmenoelle che cambiano ad ogni stagione ma in realtà non cambiano mai». Solo
L’appuntamento
Il leader incontra
i rappresentanti della
stampa estera
In streaming sul blog
una prima puntata, facile che
oggi a Roma, alla conferenza in
programma all’Associazione
della stampa estera (trasmessa
in streaming sia sul blog sia sul
sito dei parlamentari, ndr), arrivi il bis. Ieri Grillo è arrivato nella capitale e ha cenato con i re-
Protesta dei leghisti per l’incontro Kyenge-Boldrini
sponsabili della comunicazione,
i capigruppo e i parlamentari
impegnati con lui sul palco questa mattina.
«Sarà l’occasione per scagliarci contro l’impoverimento
che ci stanno imponendo», dicono fonti vicine al Movimento.
Un secondo atto, dopo il V-day,
per lanciare la campagna elettorale per le Europee. Si tratterà di
un periodo — quello primaverile — particolarmente intenso e
complesso (da organizzare) per
Grillo e i pentastellati. Il leader
sarà diviso, infatti, tra il tour del
suo nuovo show «Te la do io
l’Europa» e qualche comizio. I
parlamentari, invece, potrebbero essere impegnati in modo capillare lungo la penisola, «a
gruppi di quattro-cinque». L’intenzione è quella di superarsi,
andando oltre anche alla mani-
La campagna
Per le Europee si lavora
a un comizio finale
«con i botti, nel cuore
dell’Europa»
Sulla Padania
la lista dei senatori
contrari al reato
di clandestinità
I parlamentari della Lega Nord hanno
protestato ieri davanti a Montecitorio —
in occasione della visita del ministro
dell’Integrazione Cécile Kyenge
al presidente della Camera Laura Boldrini
— contro il decreto svuota carceri
e a favore del reato di immigrazione
clandestina. In seguito il ministro è stata
ricevuta dal presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano. La Padania intanto
ha pubblicato la lista dei senatori
che hanno votato a favore del ddl sulla
messa in prova che ha sostanzialmente
trasformato in illecito amministrativo
il reato di clandestinità.
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festazione di piazza San Giovanni del febbraio scorso, con «un
finale con i botti, al cuore dell’Europa». Intanto, continuano
le fibrillazioni interne con i dissidenti. Mentre prendono quota
le voci di una possibile mail di
dissenso indirizzata anche a
Gianroberto Casaleggio. Ieri si
sono registrati altri affondi.
«Solo una cosa: avvisare del voto in ritardo (è successo anche
oggi) è una scelta?», ha scritto
Francesco Campanella. «Beppe
Grillo chiami i capigruppo e vada a confrontarsi con Matteo
Renzi sulla legge elettorale ma
soprattutto sulle riforme», ha
detto all’Huffington Post Luis
Alberto Orellana.
Emanuele Buzzi
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L’intervista Il vicepresidente del Csm: stiamo elaborando la riforma con il ministero, bisogna sapere quanto e come lavorano
«Carriera legata al rendimento
Così valuteremo i magistrati»
Vietti: la corrente non può essere un ufficio di collocamento
MILANO — Più peso al rendimento e
alla produttività, meno all’anzianità ed
anche alle correnti: il Csm e il ministero
della Giustizia lavorano a una riforma del
modo con cui i magistrati andranno avanti nella carriera e arriveranno agli incarichi
direttivi, che passa per una raccolta diretta
dei dati su quanto e come ciascuno di essi
lavora.
Michele Vietti, dal suo osservatorio di
vicepresidente del Consiglio superiore
della magistratura vede all’orizzonte
una rivoluzione?
«Csm e ministero stanno elaborando, in
adempimento di quanto previsto dalla riforma dell’ordinamento giudiziario che
risale addirittura al 2006/2007, gli standard di rendimento. È un compito non facile. Siamo in dirittura d’arrivo e spero che
questo lavoro consentirà di monitorare
con maggiore precisione la produttività
dei magistrati, fornendo indicazioni oggettive per un’equa distribuzione dei carichi di lavoro, che è uno dei presupposti
per il buon funzionamento degli uffici».
Non tutti i procedimenti sono uguali
come impegno professionale. Numeri
maggiori non vogliono dire per forza
maggiore professionalità.
«Certamente ogni procedimento è diverso dall’altro e le medie statistiche debbono essere ben ponderate. Ma sapere
quanto e come lavora un magistrato non
può essere né un segreto iniziatico né un
elemento irrilevante nella sua carriera. Dico che deve essere finalmente possibile in-
dividuare quelle sacche di scarsa produttività che oltre a danneggiare il sistema giudiziario penalizzano quei magistrati che
viceversa fanno il proprio dovere».
Non è neanche detto che un magistrato bravo nelle indagini o nei processi sia
poi un buon dirigente.
«Il magistrato fa una professione peculiare in cui deve coniugare l’efficienza e il
buon andamento, tipici della categoria del
pubblico impiego, con la tutela dei diritti,
che deve perseguire con i suoi provvedimenti. La magistratura è ben consapevole
della missione che le è affidata, un po’ meno della necessità di organizzarsi per garantire risposte tempestive ed efficaci. Il
nuovo ordinamento giudiziario ha eliminato la prevalenza dell’anzianità nelle promozioni, un criterio che rispondeva ad
una concezione dei dirigenti come “canonicati” per i quali l’incarico direttivo era
una sorta di premio di fine carriera. Oggi
la normativa prescrive di valutare il merito, inteso come profilo professionale del

L’anzianità
Non prevarrà più l’anzianità
nelle promozioni: contano
merito, capacità, impegno,
laboriosità e diligenza
magistrato per capacità, laboriosità, diligenza e impegno, le attitudini, intese come capacità di organizzare e gestire le risorse, nonché tutta una serie di altri parametri che dovrebbero fornire una griglia
per selezionare davvero i migliori. Che poi
ci si riesca sempre è un altro discorso, ma
è importante sia maturata la convinzione
che una dirigenza capace e autorevole è un
presupposto indispensabile per poter garantire uffici efficienti».
Per alcuni le correnti della magistratura sono democrazia, per altri uno dei
mali che affliggono la categoria, ma è un
fatto che le loro pressioni orientano le
decisioni del Csm.
«Le differenti sensibilità culturali e di
orientamento sono comuni a tutti i cittadini e non possono disconoscersi ai magistrati. Non vedo niente di scandaloso che
anche nella magistratura esistano aggregazioni che rispondono ad affinità di vedute sulla politica giudiziaria. Una delle
prerogative della moderna magistratura
deve essere proprio quella di comprendere e contestualizzare il proprio operato
nella temperie culturale dei nostri giorni.
Non so se farlo singolarmente sia meno
sovversivo che farlo collettivamente e in
modo trasparente. La partecipazione alla
vita associativa è un arricchimento per
l’intera magistratura, ma affinché ogni
iscritto costituisca una risorsa e non un
peso questa partecipazione deve restare
all’interno del momento culturale e non
trasporsi nei momenti valutativi, favoren-
Chi è
Avvocato
Originario di Lanzo
Torinese, 59 anni,
laureato in
giurisprudenza,
Michele Vietti
(nella foto) prima
di entrare
in politica è stato
vicepretore
La politica
Si candida per la
prima volta alla
Camera nel 1994:
viene eletto
deputato (e in
seguito
riconfermato)
prima con il Ccd e
con l’Udc. Durante
i governi
Berlusconi II e III è
stato
sottosegretario
all’Economia e alla
Giustizia. Dal 2010
è componente
laico e
vicepresidente del
Consiglio superiore
della magistratura
do pratiche lottizzatorie. La logica delle
casacche e dello schieramento va sostituita a favore di una obiettiva certificazione
di qualità, la quale deve guidare non solo il
Csm ma anche l’approccio dell’Anm. La
corrente non può diventare, lo dico con
una battuta, un ufficio di collocamento».
Consigli giudiziari e Csm verificano la
professionalità dei singoli magistrati. Ci
riescono bene?
«Le valutazioni di professionalità, se
fatte bene, sono uno strumento efficace
per il governo della magistratura. I consigli giudiziari, se funzionano, possono fornire utili elementi per disegnare il profilo del magistrato a cui
sono più vicini. Purtroppo è
sempre in agguato la tentazione corporativa che tende a giustificare tutto e salvare tutti.
Sarebbe un peccato sprecare
questa opportunità replicando
il vecchio sistema dei pareri
stereotipati per cui erano tutti
“eccellenti”. Un appiattimento
nelle valutazioni consentirebbe
di ridare fiato ai detrattori che parlano
sempre di automatismi di carriera, con
connessi rischi di nuovi interventi normativi in una materia che si sta appena stabilizzando.
Dati, valutazioni, criteri oggettivi.
Non si rischia una deriva aziendalista?
«La giustizia è sì una virtù, e chi la amministra partecipa in qualche modo a questa alta missione, ma è anche un servizio
che deve garantire un risultato. Parlare di
tempestività e prevedibilità non evoca
nessuna deriva, ma rappresenta il minimo
indispensabile per fornire una risposta
adeguata alle esigenze di giustizia dei cittadini».
Giuseppe Guastella
[email protected]
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Primo Piano
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
7
I partiti Il centrodestra
Al balcone
Il leader di Forza Italia
Silvio Berlusconi, 77 anni,
si affaccia al balcone
della clinica di bellezza in cui
sta trascorrendo qualche
giorno assieme alla
fidanzata Francesca
Pascale e al suo staff
a Gardone Riviera (Brescia).
Con lui, in tuta bianca,
anche Giovanni Toti,
45 anni, direttore di Tg4 e
Studio Aperto, uno dei volti
nuovi su cui il Cavaliere
intende puntare per il
rilancio del partito a 20 anni
dalla fondazione. Nella foto
piccola, l’arrivo in hotel del
medico personale dell’ex
premier, Alberto Zangrillo,
55 anni (foto Stefano Cavicchi)
Berlusconi va in ritiro con Toti
Dieta e strategie nel resort di lusso
Per il direttore del Tg4 il ruolo di consigliere e portavoce del partito
ROMA — L’hanno letta tutti
allo stesso modo. Berlusconi
che va a rimettersi in forma e a
tentare di perdere qualche chilo
in una beauty farm significa una
cosa sola: che ha intenzione di
riprendersi la scena, di farlo tornando ad apparire in tivù, di
mettere il suo sigillo sulle prossime mosse del suo partito e in
vista della campagna elettorale
per le amministrative e le Europee.
Stavolta, il paradiso del benessere prescelto è Villa Paradiso, a Gardone Riviera, «beauty
clinic» e relais di lusso da 2.400
euro al giorno. Amato e frequentato dai big Mediaset ma
anche da vip di mezza Europa
per l’efficacia — dicono — dei
suoi trattamenti dimagranti, il
resort è diventato il quartier generale del Cavaliere, e pare che
lo sarà fino a domenica. Da lì, tra
una seduta di fisioterapia, un
massaggio, pasti frugali a base
di insalata e carne bianca, Berlusconi tiene i contatti con Roma,
dà la linea, cerca di sciogliere i
nodi ancora intricati del suo
partito e verifica che l’accordo
siglato con Renzi, che tanto gli è
servito per tornare al centro della scena, regga.
Lo fa contornato dal suo staff
che ha occupato un intero piano
del relais, e che si è arricchito
ormai di una nuova presenza
fissa: oltre alla fidanzata Pascale, alla Rossi, al medico Zangrillo, con lui (arrivato mercoledì
notte) c’è il fidatissimo Giovanni Toti, immortalato sorridente
e al suo fianco sul balcone dell’albergo in tuta bianca, in una
foto che segna la consacrazione
come nuovo braccio destro del
principe.
A dieta anche lui, il direttore
Mediaset sembra sempre più
avviato a rivestire il ruolo cru-
ciale di consigliere del capo e
uno leggermente più defilato
nel partito. Le tanto attese nomine in Forza Italia dovrebbero
arrivare la prossima settimana,
nascerà un largo ufficio di presidenza e un comitato ristretto del
quale potrebbe diventare il portavoce e non più il segretario:
meglio evitare guerre intestine
in un momento in cui il partito
deve restare unito — è in fondo
la sua opinione —, tanto più se
il passaggio concreto di legittimazione arriverà con il voto alle
Europee, che lo vedrà capolista e
portabandiera degli azzurri.
Rimarranno insomma al loro
posto nella stanza dei bottoni gli
attuali big del partito, e certo sia
la prova di forza di Fitto in Puglia (domenica terrà una grande
manifestazione a Bari, e se Berlusconi come è possibile partecipasse avrebbe un grande significato politico), sia la trattativa vincente tessuta da Verdini
con Renzi alla fine hanno avuto
il loro peso. In quest’ultimo caso, poi, l’accordo siglato con
Renzi è oro puro per il Cavaliere:
«Finalmente — ripete — abbiamo come leader del Pd una persona che la pensa come noi sulla
necessità di fare grandi riforme
per il Paese: è lui che è venuto
sulla mia posizione, non io sulla
sua, e questo non può che farmi
piacere». Per questo, Berlusconi
ha dato mandato ai suoi di impegnarsi in ogni modo perché
l’accordo vada in porto, se serve
anche con qualche cedimento
su questo o quel punto. Purché
le cose siano chiare: «Se Alfano e
i suoi pensavano ad operazioni
centriste per farci fuori, ora possono scordarsele. Alla fine — è il
suo ragionamento — non credo
né che loro si stacchino da noi,
né che il Pd vada in frantumi:
centrodestra e centrosinistra si
I precedenti
Con i fedelissimi
nella villa alle Bermuda
Fisioterapia e dieta
in Costa Smeralda
Nell’estate del 1995, Berlusconi
porta i fedelissimi Gianni Letta,
Dell’Utri, Confalonieri e Galliani
nella sua villa alle Bermuda:
jogging, dieta stretta e letture da
Platone a Bacon
Negli anni Duemila è villa Certosa,
in Sardegna, a ospitare spesso i
ritiri del Cavaliere (oltre alle
feste): nell’estate del 2009 sedute
di fisioterapia, dieta, un po’ di
mare
Il resort in Kenya
prima delle ultime Politiche
Nel 2012 Berlusconi sceglie il
resort in Kenya dell’amico Briatore:
lunghe passeggiate, mare, centro
benessere e la solita dieta per
tornare in forma per la campagna
elettorale
sfideranno come avviene da 20
anni. E se Alfano vorrà correre
con noi, per superare il 5% di soglia si unisca ai centristi, a Mauro, a chi ci sta e vediamo se ce la
fanno...».
Freddissimo con gli ex che lo
hanno abbandonato, Berlusconi
è comunque convinto che alla
fine, se servirà, un patto si potrà
sempre siglare. Ma da una posizione di forza, che avendo oggi
riconquistato non ha alcuna intenzione di perdere. Per questo
bisogna battere il ferro finché è
caldo e tornare in pubblico, forte della nuova centralità offerta
da Renzi e di un’immagine tutta
volta a cancellare scandali e
condanne del passato, dalle cure
di bellezza alla fidanzata, da Dudù ai nuovi leader emergenti. In
attesa che arrivino, come spera,
buone notizie dalla Corte europea sulla pena accessoria della
Severino che «è da cancellare».
E dal Tribunale di Milano che il
10 aprile deciderà della sua pena. Che, sono convinti i fedelissimi, dovrà essere mite: «Impedire di fare campagna elettorale
per le Europee a chi è stato riconosciuto dal leader dell’opposizione come l’interlocutore massimo per riformare il Paese sarebbe un golpe...».
Paola Di Caro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il commento
Da Sarkozy a Obama (e Fantozzi): la politica del salutismo
di PIERLUIGI BATTISTA
Come Fantozzi, no. Ma come i
grandi leader del mondo, certo, eccome. Il penitenziale passaggio nella
beauty-farm assieme a Silvio Berlusconi, la di lui compagna e il di lui
cagnolino, sarà durissimo per Giovanni Toti. La scena del celebre impiegato incarnato da Paolo Villaggio
che cerca disperatamente di ingurgitare di nascosto un pezzetto di cibo
nel tetro centro benessere in cui l’ha
segregato il Capo rivivrà nel deambulare affamato di Toti, ma avrà come risultato un traguardo gratificante: una tonicità da far invidia agli statisti oggi in circolazione, una forma
invidiabile, chili in meno e agilità da
esibire nei prossimi, impegnativi cimenti politici.
Non viviamo più nell’epoca di
Winston Churchill, il cui acume di
stratega e di grande punto di riferimento della storia britannica non gli
ha impedito di concedersi ogni genere di ebbrezza gastronomica e tabagista, lui sempre con il grande si-
garo e il whiskey a portata di mano.
Viviamo invece nell’epoca del culto
salutista in cui anche il leader deve
presentarsi come immagine di un
«corretto stile di vita» e di un modello sano e vigoroso. Obama ha buttato
le sigarette, sua moglie, la neo-cinquantenne Michelle, fa campagne
contro l’obesità infantile. Ma l’imperativo della forma fisica è diventato
un precetto ineludibile. Berlusconi
ha dedicato alla sua immagine una
cura quasi maniacale, ciò che tuttavia non ha impedito ultimamente,
malgrado arditezze tricologiche e
colorazioni del viso accentuate, una
certa inclinazione a quello che volgarmente a Roma viene detto «inquartamento», con doppiopetto che
tende a stringersi e colletti sempre
più soffocanti. Per questo la visita al
centro benessere è obbligatoria, e
deve esserlo anche per il delfino che
non potrebbe presentarsi agli elettori con una mole non consona ai dettami della snellezza che oggi esercitano un’influenza dittatoriale sui
comportamenti dei grandi leader.
Indimenticabili le istantanee di
Bill Clinton con la maglietta sudata e
le guardie del corpo a fargli da protezione mentre sgambettava sia a
Washington che nel verde di Central
Park nel suo quotidiano esercizio di
jogging. Indimenticabili come quelle di Nicolas Sarkozy, per il quale la
fitness-mania era diventata quasi
una religione e un imprescindibile
comandamento fisico e morale. I tedeschi oscillano di più. Helmut Kohl
certo non sembrava avere alcun problema con la sua monumentale stazza. Di Angela Merkel non sarebbe
elegante segnalare la costanza degli
esercizi per tenersi in forma, ma forse un’eco salutista si trova anche nella sua predilezione per lo sci di fondo, attività che peraltro le è recentemente costata la dolorosa frattura
del bacino.
Poi c’è la bicicletta. Ai leader moderni e spigliati piace molto farsi ri-
La forma fisica dei leader
Nicolas Sarkozy L’ex presidente
francese è un patito del fitness
(qui corre sulle scale dell’Eliseo)
Barack Obama Il presidente Usa
per la Casa Bianca ha rinunciato
alle sigarette (spinto da Michelle)
David Cameron Il premier
britannico, conservatore, ha
uno stile di vita progressista
trarre sulla bici, perché in questo
modo si trasmettono due messaggi
con un unico mezzo: il messaggio di
una corretta coscienza ecologica,
contro l’inquinamento, contro i gas
di scarico, contro l’odiata automobile, eccetera, eccetera. E poi il messaggio della forma, del movimento fisico, della vita all’aria aperta, della giovinezza, della salute. Il premier inglese Cameron, conservatore nel
nome e nella linea politica ma progressista nello «stile di vita», ama
farsi fotografare sulla sua bicicletta,
con divisa di ordinanza e casco di sicurezza secondo le norme. In Italia
essere sindaco progressista e moderno fa tutt’uno con la bicicletta. Poi si
può anche sgarrare con Slow Food o
Eataly che vanno molto di moda, ma
l’importante è mantenere il carattere
magro di Matteo Renzi, che nelle sue
più vecchie fotografie appare con
qualche chilo di troppo. Per cui, forma, dieta, vita sana anche per Toti.
Una dura vita di sacrificio. Ma nell’interesse del Paese.
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8
Primo Piano
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
La ripresa Il Forum
Europa a caccia della nuova crescita
Davos ascolta la lezione giapponese
Nella ricetta di Abe liquidità, meno tasse e investimenti privati
L’appello di Rogoff ai governi: più coraggio sulla finanza pubblica
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
DAVOS — Il mondo a lezione
da Shinzo Abe. O almeno così
vorrebbe il premier giapponese
che si presenta sul palco del
World Economic Forum di Davos come il candidato leader
della ripresa occidentale. Lo dice con una battuta: «Il mio cognome è diventato una formula,
“l’Abenomics”, ma continuerò a
usarlo».
È la prima giornata del vertice
tra capi di governo, banchieri,
manager e imprenditori tra le
Alpi svizzere. Rispetto agli ultimi appuntamenti, oppressi dalla crisi finanziaria, si coglie
qualche segnale di ottimismo,
sia nei dibattiti sia nelle conversazioni private. Certo, a parte la
Germania, l’Unione europea è
sempre in difficoltà. Con una
nota di allarme particolare per la
Francia e una certa apertura di
credito nei confronti dell’Italia.
La disoccupazione resta la parola più citata. Ma almeno l’analisi
degli esperti e gli annunci dei
politici si stanno spostando dal
territorio dell’austerità a quello
del rilancio. Il premio Nobel Michael Spence, insieme con altri
economisti, ha preparato uno
studio sui «Nuovi modelli di
crescita». Un lavoro che ancora
fino all’anno scorso sarebbe stato semplicemente fuori tema.
Se è così diventa comprensibile la scelta di assegnare a
Shinzo Abe la copertina di questa edizione. Il Giappone ce l’ha
quasi fatta, è l’opinione largamente condivisa, dunque, vediamo che cosa può insegnare a
tutti gli altri.
Abe, però, è un personaggio
complesso, non riducibile a una
visione economica, per quanto
audace e innovativa. Il “suo”
Giappone deve essere in grado
di recuperare centralità politica
nell’area, a costo di entrare in
Abe
Cognome
«Il mio cognome è
diventato
una formula,
“l’Abenomics”»
Min Zhu
Fisco
«Serve uno
sforzo
di politica
fiscale,
cioè investimenti
pubblici»
rotta di collisione con il grande
vicino, la Cina. Come dimostra
la contesa sugli isolotti disabitati di Senkakus (versione giapponese) o Diaoyus (cinese).
«Il Giappone e la Cina si trovano in una condizione simile a
quella di Gran Bretagna e Giappone nel 1914», ha dichiarato
ieri Abe in un’intervista con il
quotidiano «Financial Times».
Basterebbero queste parole per
macchiare le slides sui progressi
economici che lo staff del primo
ministro ha distribuito ai giornalisti.
Sul palco di Davos il leader di
Tokio ha voluto tenere insieme
strategie diplomatiche e aperture economiche. Con una qualche enfasi ha lanciato «un appello all’Asia», sostanzialmente
alla Cina: «Rendiamo trasparenti i nostri bilanci militari, negoziamo nuove regole sulla navigazione, stabiliamo un canale
di comunicazione diretto tra i
nostri eserciti». Non prima, pe-
rò, di dilungarsi sulla «caccia alla crescita» condotta con un
modello «a tre frecce». Ecco i titoli: «una coraggiosa politica
monetaria», cioè continue iniezioni di liquidità nel sistema per
sbloccarlo da un periodo di deflazione (depressione e contrazione dei prezzi) durato 15 anni.
Poi: «Politica fiscale flessibile»,
con massicci interventi pubblici
(circa 20 mila miliardi di yen a
regime, circa 142 miliardi di euro). Infine: «Promozione degli
investimenti privati» e «rafforzamento della partecipazione
delle donne alla forza lavoro». Il
punto di partenza è già fuori
dalla portata di molti Paesi europei: il 68% delle donne tra i 25
e i 44 anni prende parte alla produzione (l’Italia è al 46%).
L’obiettivo è di portare la percentuale al 73% entro il 2020.
Questo «Giappone vibrante», è
la conclusione di Abe, potrebbe
offrire ulteriori opportunità di
crescita a Cina, Corea del Sud,
India; dare slancio alla rincorsa
degli Stati Uniti e, di rimbalzo,
rianimare anche lo stagno europeo.
Anche nella nostra parte del
mondo si prova a ragionare su
leve simili. Perfino il vice direttore generale del Fondo monetario, Min Zhu, invoca uno sforzo straordinario di politica fiscale, cioè investimenti pubblici, per andare oltre
l’insufficiente 1% di crescita
media europea. L’economista
americano Kenneth Rogoff sollecita i governi Ue a concordare
misure di integrazione più aggressive, mettendo mano, se è il
caso, anche alla ristrutturazione
dei debiti pubblici. Tocca alla
politica aprire «la caccia alla crescita», o meglio a governi con
piani perseguiti con forza. Questo è il segnale del primo giorno
di Davos, nel segno del Giappone (quasi) rinato.
Giuseppe Sarcina
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Le stime
di crescita del Pil
Le attese dell’Fmi sull’economia globale
2014
2015
Dati in %
PREVISIONE
Economia mondiale
Paesi avanzati
3,7
3,9
2,2
2,3
Stati Uniti
2,8
3,0
Area euro
1,0
1,4
Germania
1,6
1,4
Francia
0,9
1,5
ITALIA
0,6
1,1
Spagna
0,6
0,8
Regno Unito
Christine
Lagarde
Russia
Direttore
generale Fmi
Il vertice
2,4
2,2
2,0
2,5
Cina
Brasile
7,5
7,3
2,3
2,8
Fonte:
Fonte: Fmi,
Fmi, World
World Economic
Economic Outlook
Outlook -- gennaio
gennaio 2014
2014
D’ARCO
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Protagonisti A sinistra, il primo ministro giapponese Shinzo Abe, 59 anni, mentre parla a Davos. Sopra, una stampante in 3 D presentata al Fab Lab del
World Economic Forum. A destra, l’economista
americano Kenneth Rogoff, 60 anni
I manager La numero uno di Yahoo, Marissa Mayer: cambierà il modo di vivere e produrre
«L’economia digitale crea poco lavoro?
L’innovazione però non ha alternative»
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
DAVOS — Il dilemma attuale sulla tecnologia
lo riassume meglio di tutti Ray Dalio, presidente
e chief investment officer di Bridgewater Associates, la società americana di investimenti che
ha fondato quasi 40 anni fa, mentre parla delle
prospettive finanziarie globali: «Oggi osserviamo due grandi forze all’opera: tecnologia e incrementi di produttività portano via posti di lavoro. Il punto è: vogliamo fermare queste tecnologie, che stanno sostituendo le persone?».
Domanda retorica, certo. Perché basta ascoltare gli esperti dell’hi-tech, che poco prima nella
sala accanto del World Economic Forum hanno
discusso del nuovo contesto digitale, per capire
che non esiste altra via all’innovazione. Anzi, il
rapido cambiamento tecnologico costringe le
aziende a diventare più veloci e a prendere più
rischi. E le società sopravvivono soltanto se innovano, se diventano «disruptive», cioè rompono con il passato e riescono a «turbare» il mercato con prodotti rivoluzionari, come sono stati lo
smartphone e le app, afferma Randall Stephenson, 53 anni, ceo di At&T. «Come fa un’azienda a
diventare disruptive? Bisogna cogliere le transizioni del mercato e ascoltare i propri consumatori, ma questo spirito deve essere connaturato
nel Dna aziendale», sostiene il manager.
Se innovazione è la parola magica per tutti,
Cento milioni
per l’acqua,
gli applausi
a Matt Damon
non basta investire in ricerca e sviluppo, avverte
Gavin Patterson, 46 anni, ceo dell’inglese BT.
«Bisogna avere chiaro quale è il proprio vantaggio competitivo ed essere aperti. Noi, ad esempio, prendiamo le migliori idee da qualsiasi parte provengano, anche attraverso alleanze con
start-up nella Silicon Valley».
Marissa Mayer, 38 anni, ceo di Yahoo, sta risolvendo il problema in casa sua assumendo «le
persone giuste» e «ascoltando le loro idee». «La
cosa migliore che un top manager possa fare è
Manager
Marissa
Mayer, 38
anni, alla
guida del
gruppo Yahoo:
smartphone e
app
cambieranno
il modo in cui
la gente lavora
e vive
aprire l’ambiente di lavoro e lasciare correre i dipendenti», sostiene. E annuncia che il 2014 segnerà una svolta per la società californiana: per
la prima volta Yahoo si aspetta più traffico proveniente da smartphone e tablet che dai computer. Tanto che la velocità con cui si diffondono
smartphone e le app che girano sui dispositivi
mobili «cambierà il modo in cui la gente lavora e
vive» in tutto il mondo.
La trasformazione, già in atto, ha molti aspetti
positivi: «Diventa più facile connettersi e fidarsi
delle persone», valuta Mayer.
La metamorfosi riguarda tutto ciò che è mobile. Compresi i braccialetti al polso per misurare i nostri progressi di fitness, contare quante
ore dormiamo o quante le calorie mangiamo.
Nella sala del Wef dove si discute del nuovo contesto digitale lo indossa un partecipante su tre,
compreso Marc Benioff, 49 anni, ceo di Salsforce.com, che racconta un episodio divertente. Di
recente Michael Dell, il fondatore dell’omonimo
produttore di pc, lo ha chiamato al telefono per
chiedergli se stava male, perché aveva notato
che non si allenava da tre giorni (i due condividono online i progressi personali misurati dai
rispettivi braccialetti). E’ la prova che «la tecnologia sta cambiando le relazioni personali», dice.
Si capovolgono anche i rapporti tra aziende e
consumatori, creando un filo diretto che prima
non esisteva. Il rovescio della medaglia, in mancanza di regole certe, è il rischio di perdere la
propria privacy. «La legislazione e i regolamenti
sono rimasti indietro, devono aggiornarsi, diventare meno intrusivi per proteggere meglio i
diritti degli utenti e dei clienti», dice l’inglese
Patterson. Il dibattito sulla protezione dei dati è
appena cominciato Oltreoceano. Ma, dopo lo
scandalo della Nsa, anche la Silicon Valley ha
cambiato atteggiamento. E tutti concordano che
adesso serve «più trasparenza». Perché non ci
sarà né crescita economica né sviluppo se manca la fiducia dei consumatori. Riconoscendo però che al massimo potremo aspirare a una tutela
della privacy al 90%, se non vogliamo mettere a
rischio la nostra sicurezza.
Giuliana Ferraino
@16febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DAVOS – Ma che cos’è questa fila? Sta per
caso arrivando il presidente iraniano Hassan Rouhani? No, ecco laggiù il suo turbante bianco e la coda infinita di dignitari e di
guardie del corpo.
Pantaloni di flanella grigi, maglioncino
blu, camicia bianca: appare Matt Damon,
star a sorpresa anche a Davos, capace di
mettere in coda per cinquanta minuti almeno duecento tra manager e imprenditori, donne e uomini.
Finiti i tempi delle contestazioni dei «no
global», il cartellone del World Economic
forum concede un diritto di tribuna a outsider e attivisti. Specie se di sicuro richiamo.
L’attore americano, 43 anni, è qui per promuovere Water.org: l’associazione che ha
fondato nel 1990 insieme con lo scienziato
Gary White. Obiettivo: favorire l’accesso all’acqua nei Paesi più poveri e più assetati.
Solo in Africa ce ne sono 340 milioni. «Ogni
anno – si legge sul sito di Water.org – muoiono 3,4 milioni di persone per malattie
causate dalla mancanza di acqua. Una cifra
che equivale quasi alla città di Los Angeles».
Sono qui per raccogliere soldi, ha fatto
capire Damon, salendo sulla pedana accanto a White. L’organizzazione vive di donazioni, di contributi. E le grandi multinazionali, dall’Ikea a PepsiCo, donano, contribuiscono, mescolando business, promozione
e beneficenza.
Lo stesso Matt Damon alterna impegno
civile e attività iper redditizie, come lo spot
milionario per «Nespresso». Alla platea del
Forum, però, ha ricordato il protagonista di
uno dei suoi film più recenti (e forse più
riusciti): Promised Land (2012), dove Damon lascia l’incarico in una compagnia di
trivellazioni e si converte alle ragioni del
territorio.
Water.org funziona come una centrale di
micro credito, sul modello lanciato dal
banchiere bengalese Muhammad Yunus
(ospite fisso a Davos da qualche anno). Gli
operatori si muovono tra Etiopia, Ghana,
Kenya, Uganda, Bangladesh, India, Filippine e in alcuni Paesi sudamericani. Prestano
piccole somme alle famiglie, anzi alle donne delle famiglie, per aiutarle a costruire un
pozzo o semplicemente a comprare bottiglie termiche per trasportare e conservare
l’acqua.
L’attore ha spiegato, elencato le cifre,
chiesto aiuto a Gary White per rispondere
alle domande più tecniche, in una stanzetta
sovraffollata, ma via via sempre più complice, familiare. Infine, con pragmatismo,
ha fissato il traguardo da raggiungere entro
il 2020: abbiamo a disposizione 30 milioni
di dollari; possiamo, dobbiamo arrivare a
100 milioni. E ci arriverà se almeno la metà
degli applausi che ha ricevuto ieri si trasformerà in assegni.
G. Sar.
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Primo Piano
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
9
Conti Tajani annuncia la procedura Ue sugli arretrati di Stato
L’Italia taglia il debito
e paga 22 miliardi alle imprese
Ma a Bruxelles non basta
Casa, verso l’accordo sulle aliquote Tasi
Testimonial Matt Damon, 43 anni, attore e cofondatore dell’organizzazione no profit Water.org
ROMA — Nel 2013 lo Stato ha
pagato, direttamente e attraverso
gli enti locali, quasi 22 miliardi di
debiti arretrati alle imprese. I dati
sono stati resi noti ieri dal ministero dell’Economia, proprio
mentre da Bruxelles il vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, preannunciava l’intenzione di aprire una procedura
d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva che impone
il pagamento dei debiti entro 30
giorni.
Tra luglio, quando è cominciata l’operazione, e dicembre sono
stati girati alle imprese una media
di 3,6 miliardi al mese: in tutto
21,6 miliardi pagati sui 27,2 resi
disponibili dai vari decreti
«sblocca debiti». Non tutte le Regioni, in ogni caso, hanno sfruttato appieno l’opportunità, chiedendo al Tesoro i fondi disponibili per il saldo degli arretrati. La
Campania non ha chiesto 865 milioni, la Calabria ha rinunciato ai
suoi 150, la Sicilia non ha presentato l’istanza per ottenere 206 milioni ed è in ritardo sugli adempimenti per ottenere i 606 milioni
stanziati per pagare le fatture arretrate della sanità. In ritardo anche Sardegna e Molise.
Il pagamento degli arretrati inciderà sul debito pubblico 2013,
previsto dal governo al 132,9% del
prodotto interno lordo. Secondo i
dati diffusi ieri da Eurostat, nel
terzo trimestre del 2013, il debito
italiano è comunque apparso per
la prima volta in calo dopo molto
tempo, con una riduzione del
rapporto sul pil rispetto ai tre mesi precedenti.
Nel frattempo, il governo si avvia a chiudere l’accordo con i Comuni sull’impianto della nuova
tassa sulla casa. I sindaci avranno
la possibilità di alzare le aliquote
della Tasi sulle prime e le seconde
case, in un misura complessiva
compresa tra lo 0,1 e lo 0,8 per
mille, per finanziare una riduzione dell’imposta sulla casa di abitazione per le famiglie con i redditi più bassi. E otterrebbero dallo Stato una parte del gettito Imu
sugli immobili strumentali delle
imprese, per un importo di un altro miliardo di euro, e raggiungere così lo stesso gettito garantito
dall’Imu prima versione.
L’intesa di massima è stata raggiunta nel corso di un incontro
Segnali positivi
Il debito è pari al 132,9%
del Pil. L’indicatore è
calato per la prima volta
nell’ultimo trimestre 2013
all’Economia tra il ministro Fabrizio Saccomanni ed una delegazione dell’Associazione dei Comuni, guidata dal presidente e
sindaco di Torino, Piero Fassino,
al termine del quale tutti si sono
detti soddisfatti. L’ipotesi di accordo sarà approfondita da un tavolo tecnico, poi sottoposta a una
verifica definitiva tra il governo
ed i Comuni martedì 28, e dovrebbe eliminare le incertezze residue che ancora gravano sulla
struttura ed il peso delle nuove
imposte sulla casa per quest’anno. I contribuenti con i redditi più
elevati pagheranno un po’ di più
su prime e seconde case, mentre
quelli che guadagnano meno o
hanno più figli a carico dovrebbero avere un alleggerimento dell’imposta sulla prima casa.
M. Sen.
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Debiti pubblici in Europa
In rapporto al prodotto interno lordo
Germania
Debito
(in milioni
di euro)
Percentuale
sul Pil
3° trim. 2013
2.126.832
78,4
171,8
Variazione
% sul
2° trim 2013
-1,4
+3,0
Grecia
317.310
Spagna
954.863
93,4
Francia
1.900.848
92,7
ITALIA
2.068.722
132,9
-0,4
Portogallo
210.965
128,7
-2,6
Olanda
442.163
Finlandia
105.496
Regno Unito
Fonte: Eurostat
1.431.399*
(*) in milioni di sterline
73,6
54,8
89,1
+1,2
-0,9
-0,3
-2,5
-0,4

Equitalia, il nodo
dei crediti «morti»
di MARIO SENSINI
N
ella pancia di Equitalia ci
sono ancora 545 miliardi di
euro di somme ancora da
riscuotere. Parcheggiate lì, in
alcuni casi, anche da 15 anni.
Crediti che, secondo il direttore
di Equitalia Attilio Befera,
possono essere effettivamente
incassati in misura minima.
«Sono il 5-6% quelli ancora
teoricamente riscuotibili» ha
detto Befera alla Commissione
bicamerale sull’anagrafe
tributaria, ovvero tra 27 e 33
miliardi di euro. Gli altri, a tutti
gli effetti, sono crediti «morti».
«Somme dovute da imprese
fallite, soggetti che non esistono
più, o nullatenenti» ha spiegato
Befera. Aggiungendo che «da
quindici anni questi ruoli non
vengono restituiti agli enti
impositori», cioè a chi li ha
emessi, Stato, enti locali,
istituti previdenziali, «con la
motivazione della mancata
riscossione». Befera non lo ha
detto, ma una ragione a ben
vedere c’è. Fintanto che sono
dentro Equitalia quelle somme
rappresentano dal punto di
vista contabile un attivo per i
creditori. Se i ruoli dovessero
essergli stornati, perché
impossibili da riscuotere, per i
creditori si trasformerebbero in
una perdita. E i loro bilanci,
probabilmente, salterebbero.
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D’ARCO
Viaggio dentro la ripresa
E LE «LEPRI» DELL’EXPORT SARANNO ANCORA PIÙ VELOCI
di DARIO DI VICO
Finora la discussione sulla ripresa prossima ventura si è giocata sui
decimali di punto di incremento del
Pil ma è interessante anche cercare
di capire le principali caratteristiche di questa risalita. Un’avvertenza
però è necessaria all’inizio del nostro piccolo viaggio. Lo scenario è
del tutto nuovo e come sottolinea
Luca Paolazzi, direttore del Centro
Studi Confindustria, «i confronti
con il passato hanno poco senso e i
livelli pre-crisi, quelli del 2007, non
costituiscono un punto di riferimento». Cominciamo allora dall’occupazione. Sarà senza lavoro?
Secondo Gregorio De Felice, chief
economist di Intesa Sanpaolo, «solo dal terzo trimestre del 2014 l’occupazione risalirà» e dovremo
aspettare la fine dell’anno perché
cali anche il tasso di disoccupazione. Si sa, il mercato del lavoro risponde in ritardo e anche l’economista Innocenzo Cipolletta concorda che dovremo aspettare 6-8 mesi
prima di vedere novità, anche perché ci sarà tantissima cassa integrazione da riassorbire. Le profonde ristrutturazioni che hanno attraversato il manifatturiero ne hanno anche modificato profondamente
l’organizzazione e quindi non sap-
piamo fino in fondo cosa succederà
in tema di organici quando riprenderanno gli ordini. Il terziario potrebbe, invece, creare nuovi posti di
lavoro e il caso Esselunga (2 mila
assunzioni in due anni) fa sperare.
La ripresa o il rimbalzo sarà esogeno ovvero determinato dalla domanda mondiale. Per quanto riguarda i consumi interni il rimborso dei pagamenti della pubblica
amministrazione ha dato e continuerà a dare ossigeno a imprese
edili e fornitori della sanità. Per auto ed elettrodomestici, settori por-
tanti della nostra industria, secondo Cipolletta «le note positive si
avranno solo nel 2015». Fino ad allora si dovranno accontentare quasi
esclusivamente del ricambio di un
parco macchine esistente che mostra i segni del tempo. Le buone notizie arrivano, invece, dall’estero. A
crescere di più stavolta non saranno i Paesi emergenti ma i nostri tradizionali mercati di sbocco come
Germania, Usa e Francia e c’è quindi a disposizione delle nostre imprese esportatrici – che hanno già
salvato l’Italia negli anni scorsi –
una nuova cavalcata vincente che
vale da sola l’1,4% del nostro Pil
2014. «Ne approfitteranno le imprese dotate di marchi internazionali, brevetti, risorse umane adeguate e capaci di operare investimenti diretti all’estero. In breve
quelle capaci di stendere reti lunghe» sostiene De Felice. Per Paolazzi a fare la differenza «saranno le
qualità dell’imprenditore capace di
pensare globale più che questo o
quel settore». Esempi da imitare
sono quelli, come racconta Cipolletta, delle 40 imprese del mobile di
Elettrodomestici
Whirlpool chiude la fabbrica in Svezia
I forni da incasso si faranno a Varese
Whirlpool trasferirà la produzione di forni
a microonde dalla Svezia in Italia. Questo
l’annuncio del gruppo svedese che
chiuderà la fabbrica di Norrkoeping (334
addetti). Il piano prevede la concentrazione
della produzione di microonde in un unico
hub europeo dell’incasso in provincia di
Varese, a Cassinetta di Biandronno (nella
foto). L’anno scorso a Cassinetta (duemila
addetti) sono stati prodotti 1,7 milioni di
pezzi tra forni, frigoriferi e piani cottura.
Con il trasferimento della produzione da
Norrkoeping e con i pezzi che arrivano dalla
chiusura della fabbrica di Spini di Gradolo
(Trento) si arriverà a circa 2,4 milioni di
pezzi entro fine 2014. A Varese previsti
investimenti per 245 milioni di euro.
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Pordenone che hanno creato Valitalia per vendere negli Usa via web e
hanno comprato dei capannoni nel
Delaware per stoccare le merci. Il
‘14 quindi accentuerà la polarizzazione dell’industria italiana, da una
parte le lepri capaci di correre ancora più veloci nell’arena globale e
dall’altra le tartarughe appesantite
dalla mancata ripartenza dei consumi interni.
Paolazzi pensa che la ripresina si
potrà giovare anche di fenomeni di
on-shoring. «Ci si è accorti che delocalizzare spesso vuol dire trasferi-
re competenze ad altri e poi perderle. Si ritorna a produrre in Italia per
riacquistare velocità di risposta ai
mercato, abilità sartoriale, sviluppare nuove competenze». Fenomeni di questo tipo hanno riguardato
la Bosch di Bari e ora la Whirlpool
nel Varesotto ma sono condannati a
convivere con spinte contrapposte.
Che porteranno ancora a produrre
in Asia o in Polonia per abbassare il
costo del lavoro. Meno ottimista sui
ritorni in Italia è De Felice che sottolinea anche come «gli investimenti diretti degli stranieri in Italia
sono pressoché inesistenti». A suo
dire sono ancora bassi pure gli investimenti nell’ammodernamento
degli impianti. Relativamente ottimista è invece Cipolletta che conta
su un ricambio quasi obbligato del
macchinario. «I competitor stranieri lo fanno e anche i nostri devono
mettersi al passo delle tecnologie.
L’obsolescenza si paga». Infine
l’economista e attuale presidente
del Fondo Italiano di Investimento
segnala come la ripresa si accompagnerà «a una più accentuata managerializzazione delle imprese vuoi
come necessità per tenere il passo
globale vuoi perché il cambio generazionale non è più rinviabile».
@dariodivico
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10
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Esteri
La crisi Dopo l’approvazione delle leggi anti-manifestazioni
Sangue nelle strade a Kiev
Cinque morti negli scontri
fra regime e filo-europei
L’opposizione: «Ora passeremo all’attacco»
MOSCA — L’era delle grandi
manifestazioni pacifiche sembra
essere stata sostituita in Ucraina
dagli scontri violentissimi che
nelle ultime ore hanno provocato
almeno tre morti. Un medico che
assiste i manifestanti afferma che
le persone decedute sono cinque,
quattro delle quali colpite da proiettili.
La protesta contro la decisione
del presidente Viktor Yanukovich
di voltare le spalle all’Europa per
stringere un accordo con la Russia
e contro le misure che limitano
fortemente il diritto a manifestare, ha cambiato volto da domenica
scorsa. Gruppi di estremisti si
staccano dalla Maidan, la piazza
centrale dove il grosso dei dimostranti rimane pacificamente da
settimane e affrontano i cordoni
di polizia che proteggono i palazzi
del potere. Ai lanci di sassi, bottiglie molotov e petardi, le truppe
antisommossa (gli ucraini le
chiamano Berkut) rispondono
con lacrimogeni, proiettili di
gomma e cariche di alleggerimento con scudi e manganelli. Secondo i manifestanti, vengono usati
anche idranti (con una temperatura vicina ai dieci gradi sotto zero) e bombe assordanti. Poi ci sarebbero degli infiltrati, che gli oppositori hanno catturato e coperto
di vernice nera, incaricati di fomentare i disordini. In questo clima, durante una carica della polizia, sono stati trovati due morti,
colpiti da pallottole. Un terzo dimostrante è deceduto cadendo
dalla balconata dello stadio durante gli scontri. Non è chiaro dove sarebbero state trovate le altre
due persone colpite da proiettili.
Per tentare di riportare la situazione sotto controllo, c’è stato ieri
un incontro tra Yanukovich e tre
dei leader dell’opposizione, l’ex
pugile Vitalij Klitschko, l’esponente democratico Arsenij Yatsenyuk e il leader ultra-nazionalista Oleh Tyahnibok. Ma non si è
arrivati ad alcun accordo e la situazione sembra più tesa che mai.
Il presidente non appare intenzionato ad ascoltare le richieste
che arrivano anche dall’Unione
Europea e dagli Stati Uniti (che
hanno revocato il visto a funzionari ucraini e minacciano altre
misure). Ha siglato un’intesa con
Vladimir Putin che gli garantisce
15 miliardi di dollari di finanziamenti e un prezzo scontato del
metano. L’opposizione sembra
Guerriglia
urbana
Gli scontri
tra polizia
e manifestanti
ieri nel centro
di Kiev,
Ucraina
(Ap/Efrem
Lukatsky)
Guarda il video con una chiamata gratuita al
aver imboccato a sua volta la strada della estrema radicalizzazione.
Chiede le dimissioni del governo
ed elezioni presidenziali anticipate, misure che Yanukovich, eletto
nel 2010 in una consultazione accettata anche dall’Occidente, non
intende accogliere. Così i toni salgono e infiammano i giovani nelle
strade di Kiev. Klitschko parla del
presidente come di un capobanda
alla guida dei suoi «sgherri». E
minaccia: «Se non ascolterà le nostre richieste, allora passeremo
I Giochi di Sochi
Email di minacce
agli atleti italiani
«Non è credibile»
Una email di minacce è stata
recapitata ieri al Coni riaccendendo
anche in Italia l’allarme terrorismo
per i Giochi olimpici invernali di
Sochi, a poco più due settimane dalla
cerimonia inaugurale del 7 febbraio.
«Restate a casa» è il messaggio
recapitato anche ai Comitati olimpici
nazionali di Ungheria e Slovenia. Ma
il Comitato Internationale Olimpico e
gli organizzatori dei Giochi hanno
assicurato che la minaccia non è da
prendere sul serio. Anzi si
tratterebbe di una bufala. L’autore
delle email non abita nemmeno in
Russia.
+39 029 296 61 54
all’offensiva». In serata ha arringato la piazza, dicendo che la polizia si preparava ad attaccare anche
i manifestanti pacifici e invitando
tutti alla difesa. Dal carcere, Yulia
Tymoshenko ha tuonato:
«Yanukovich ha cessato di essere
presidente ed è diventato un assassino».
Il governo afferma che la polizia antisommossa schierata nelle
strade non dispone di armi da
fuoco e sostiene che a sparare sarebbero stati gli estremisti. Il primo ministro Mykola Azarov è sotto tiro per la sua intransigenza e
non sembra fare nulla per calmare
gli animi: «Terroristi dalla piazza
hanno catturato dozzine di persone e le hanno picchiate. Dico uffi-
cialmente che questi sono criminali che devono rispondere delle
loro azioni», ha affermato riferendosi ai presunti infiltrati bloccati
dai dimostranti. Sembra, in sostanza, che nei due campi a prevalere per il momento siano i fautori
dello scontro e che i tentativi di
trovare un compromesso siano
destinati a fallire. Così oggi potrebbe essere una nuova giornata
di sangue a Kiev.
Fabrizio Dragosei
@Drag6
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL COMMENTO
di Luigi Ippolito
nella pagina Idee&Opinioni
Esteri 11
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
La Conferenza Si sono aperti ieri in Svizzera i colloqui di pace
Siria, l’altolà degli americani
«Per Assad non c’è posto»
E Kerry non toglie dal tavolo la minaccia militare
DAL NOSTRO INVIATO
Su Sette
Sognare a Teheran
Indossano veli rosa, verde
pistacchio o azzurro cielo. Ecco
le ragazze iraniane e i loro sogni
MONTREUX (Svizzera) — A
metà mattina, il paziente Ban KiMoon ha già perso la pazienza. Il
ministro degli Esteri siriano sta
parlando ormai da 25 minuti. «La
devo interrompere», interviene il
segretario Onu nel salone con le
vetrate vista lago, primo giorno
della conferenza vista Siria: «Lei
aveva solo sette minuti…». «Non
posso dividere il mio discorso —
è brusco Walid Muallem —, devo
continuare». «Le dò altri due minuti». «Ma io ne voglio altri venti! Lei vive a New York, io in Siria,
ho il diritto di dare la versione siriana…». Ban ki-Moon torna all’assalto, l’altro va avanti impassibile. Terzo richiamo: «Concluda!…». «Ancora una frase!…».
«Spero mantenga la sua promessa…». «La Siria mantiene sempre
le promesse!...». Al minuto 35,
Muallem ha finito. Ban Ki-Moon
è sfinito: «Questo intervento è
contrario a un’atmosfera costruttiva. Spero non si ripeta».
Si ripeterà per tutta la giornata: sedersi al tavolo della pace
non serve nemmeno a fermare la
guerra delle dichiarazioni e Ginevra 2 comincia peggio di come
finì Ginevra 1. «Una discussione
Il caso «Il tiranno» va in onda in estate
Gli ideatori di Homeland
e un set in Israele
Il dittatore è una serie tv
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Il soprannome Barry è americano, la moglie pure. Le origini sono arabe, la professione pediatra, quella del padre dittatore. Bassam Al
Fayeed ha lasciato vent’anni fa il Paese del Medio
Oriente dov’è nato ed è costretto a tornare dalla morte del capostipite, questioni di dinastia e di controllo
del potere. Gli sceneggiatori hanno chiamato la nazione Baladi, i paralleli con la Siria e la storia del presidente Bashar Assad sono tanti.
Non lo nasconde l’israeliano Gideon Raff — si è inventato la serie Hatufim (Prigionieri di guerra) che
ha ispirato Homeland: «Stavo guardando il telegiornale nel mio appartamento di Tel Aviv, notizie su un
massacro ordinato dal regime
di Damasco — racconta al
giornale Hollywood Reporter
—. Ho cominciato a pensare a
Bashar: studia e vive in Europa, sposa una bella donna dallo stile occidentale, quando
torna sembra incarnare la speranza dei riformatori. Come si
arriva da questa immagine alle
accuse di crimini di guerra?».
Così Raff ha proposto il progetto a Howard Gordon —
l’altro ideatore di Homeland
Locandina La popolare
— e insieme stanno lavorando
serie tv americana
alla serie The Tyrant (Il tiranno) per il canale via cavo FX,
di proprietà della Fox, la messa in onda è prevista
quest’estate. Le scene mediorientali verranno girate
in Israele, nella cittadina di Kfar Sava, e tra i protagonisti è stata scelta la modella e attrice israeliana Moran Atias. Il regista dovrebbe essere David Yates, che
ha diretto gli ultimi episodi di Harry Potter. «Se apri il
New York Times o qualsiasi altro quotidiano — commenta Gordon — il 50 per cento di quello che c’è
stampato riguarda che cosa sta succedendo in Egitto,
quello che è successo in Libia, che cosa sta succedendo in Siria. E’ la parte del mondo che sta vivendo un
terremoto e mettere dei volti su quelli che per la gente
sono solo titoli è una grande opportunità».
Davide Frattini
@dafrattini
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così esplicita non sarà nelle tradizioni onusiane — simula ottimismo il ministro Emma Bonino
—, ma almeno questo è un dato
positivo: le mezze parole non
portano da nessuna parte». Le
parole grosse portano tutte al solito punto: che cosa fare di
Bashar. «Assad non può tenere in
ostaggio un intero Paese e un’intera regione, né far parte d’un governo di transizione», apre il fuoco il segretario americano John
Kerry. «Nessuno ha il diritto di rimuovere Assad a parte i siriani»,
gli risponde Muallem. «Tutto
quel che dice Assad è bugia — è
netto Ahmad al-Jarba, leader dell’opposizione siriana in esilio —:
se resta lui, questi colloqui dera-
gliano». L’accordo politico raccomandato da Ginevra 1 appare
impossibile, anche se è la Bonino
a ricordare che «chi siede qui oggi, è perché s’è già impegnato in
quella sede»: proprio mentre
parla l’opposizione, a Damasco la
tv manda in onda immagini di
lealisti ammazzati. E mentre gli
oppositori entrano (in ritardo)
nel Petit Palace, i jihadisti dalla
Siria li accusano di «tradimento». Il resto è retorica che sembra
lasciare poco spazio: «Non ho
molte speranze che questa conferenza possa sconfiggere il terrorismo, visto che vi partecipano
molti Stati che lo sponsorizzano», dice da lontano Hassan
Rouhani, il presidente iraniano
venuto in Svizzera, sì, ma al vertice di Davos. «I negoziati non saranno semplici, né veloci» (Ivan
Lavrov, ministro russo); «la speranza c’è, ma è fragile, e i toni aggressivi di Damasco non aiutano» (Laurent Fabius, ministro
francese). Quarantacinque discorsi, 240 delegati, per ora nessun impegno: solo un appuntamento delle parti, annuncia l’inviato Lakhdar Brahimi, per discutere da domani d’un possibile
scambio di prigionieri, di qualche tregua locale che faccia passare gli aiuti umanitari.
La musica è questa, dura cambiarla. Nella Miles Davis Hall, dove la città del jazz ha stipato i media, la suona anche la grancassa
Solitudine Un membro dell’opposizione siriana a Montreux
dell’informazione. Giornalisti siriani che applaudono e fischiano.
Dvd, dossier, foto. Attivisti della
propaganda. Uno che rimprovera
ai delegati d’aver chiesto più democrazia («e allora perché non
avete citato l’Arabia Saudita?»).
Un altro che quasi mette in fuga il
ministro per l’Informazione siriano. Un terzo che aggredisce fino alle lacrime una mezzobusta
per i commenti tv contro Assad:
«Hanno ammazzato tutti i miei
parenti e ora vengono qui a farmi
tacere!...». Sul megaschermo c’è
Muallem che riprende la parola,
dice che in fondo «siamo qui per
negoziare». Il secondo discorso
dura solo quattro minuti, tre meno del previsto. Ban Ki-moon lo
ringrazia, Kerry sorride. A fine
giornata, è l’unico risultato.
Francesco Battistini
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12 Esteri
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Doppio standard Mentre il partito rafforza la campagna contro edonismo e corruzione
Cina
I «principi rossi» di Pechino
e quei tesori nei paradisi fiscali
A processo
l’avvocato
che chiede
trasparenza
22 mila conti all’estero: c’è il cognato del presidente Xi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO — Società offshore e paradisi fiscali sono
un (sotto)prodotto del capitalismo occidentale. Ma anche la Repubblica Popolare
cinese è ben felice di approfittarne. Secondo i documenti provenienti dalle Virgin Islands britanniche, almeno 22 mila cinesi, compresi molti milionari di
Hong Kong, hanno attività
registrate nel lontano territorio caraibico che sfugge a
ogni controllo fiscale. Tra
questi, una dozzina di «principi rossi», figli e parenti
stretti dei leader di Pechino.
Compreso un cognato del
presidente Xi Jinping, l’uomo che ha promesso di combattere e sradicare la corruzione dalla Cina.
La rivelazione è dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij),
che ci ha lavorato per due anni e ha condiviso i risultati
dell’inchiesta con alcuni
giornali internazionali, dal
Guardian britannico al francese Le Monde.
Secondo questi «ChinaLeaks», i membri delle famiglie
di una dozzina di leader politici e militari di Pechino si
sono aggiunti ad altri 22 mila
residenti cinesi che utilizzano società dei Caraibi come
base per le loro attività economiche. Tra questi, ci sarebbe il signor Deng Jiagui,
marito della sorella maggiore di Xi Jinping, del quale si
conosceva la ricchezza di industriale del tabacco poi allargatosi all’immobiliare e ai
metalli rari; un figlio e un genero dell’ex premier Wen Jiabao (la famiglia della quale
era nota l’immensa ricchezza
dopo l’inchiesta del 2012
pubblicata dal New York Times); un cugino dell’ex presidente Hu Jintao; i parenti
del venerato Deng Xiaoping
e di Li Peng, il falco della Tienanmen. E poi molti tra i più
ricchi imprenditori della Cina e di Hong Kong.
Anche se avere una società
offshore non è di per sé reato
in Occidente e nemmeno in
Cina, per un Paese come la
Repubblica Popolare questa
pratica è doppiamente imbarazzante: l’economia è centralizzata e controllata, ogni
investimento dev’essere timbrato da un’infinità di autorità. E poi, come hanno fatto
le famiglie dei dirigenti cinesi ad arricchirsi tanto da sentire il bisogno di aprire un
conto o un’attività offshore?
I documenti dimostrano
che quando la leadership
post-maoista promette pulizia e «frugalità», in realtà
non pensa a se stessa. Ma
quest’ipocrisia coinvolge an-
mila cittadini cinesi, secondo l’International Consortium
of Investigative Journalists,
hanno conti offshore nelle
Isole Vergini britanniche. Tra
di loro una dozzina di «principi rossi», parenti dei leader
della Repubblica popolare
mila miliardi di dollari: l’ammontare complessivo massimo stimato dei capitali
esportati illegalmente da cittadini cinesi dal 2000 a oggi.
Valutazioni più prudenti parlano di mille miliardi di dollari
fuggiti all’estero
22 4
È rimasto in silenzio di fronte
ai giudici per sei ore,
l’avvocato e docente di diritto
Xu Zhiyong, fondatore del
Movimento dei Nuovi
Cittadini che si batte contro
l’inquinamento e la
corruzione e per la
trasparenza dei patrimoni dei
funzionari. Proprio nel giorno
in cui emergevano i dati sui
conti offshore miliardari di
molti cinesi, compresi nomi
vicini all’élite politica della
Repubblica Popolare, Xu è
stato processato ieri a porte
chiuse alla Corte intermedia
del Popolo N.1 di Pechino per
«assembramento finalizzato
al disturbo dell’ordine
pubblico». Una pena di cui
sarà quasi sicuramente
ritenuto colpevole con una
condanna a cinque anni di
carcere, come chiesto
dall’accusa. «Non vogliamo
prendere parte a questa
commedia, non siamo attori»,
ha dichiarato fuori dal
tribunale l’avvocato di Xu
Zhiyong, Zhang Qingfang, per
motivare la scelta del suo
assistito e dell’intero team
legale di rimanere in silenzio
durante l’udienza. La richiesta
dell’imputato di ascoltare
che grandi istituti internazionali come Credit Suisse e
Ubs, che avrebbero un ruolo
centrale nella delocalizzazione delle ricchezze dei cinesi
alle Isole Vergini.
Il conto dei capitali rifugiati nel paradiso fiscale varia ma dal 2000 a oggi si stima che dalla Cina siano stati
esportati illegalmente tra i
mille e i 4 mila miliardi di
dollari.
Non si tratta solo di miliardi, ma di potere e politica.
Quest’anno è stato condannato all’ergastolo Bo Xilai,
astro nascente del Politburo
di Pechino, per corruzione.
Sotto inchiesta per corruzione c’è l’ex capo dei servizi segreti Zhou Yongkang, che
controllava il business del
petrolio. La settimana scorsa
l’ex premier Wen Jiabao ha
sentito addirittura la necessità di scrivere a un giornale
di Hong Kong per negare di
essere personalmente coinvolto negli affari della famiglia.
È evidente che la campagna di Xi Jinping contro
«corruzione, edonismo e
stravaganza», fa paura. Ma
poi si scopre che un cognato
di Xi è negli elenchi oscuri
delle Virgin Islands.
Guido Santevecchi
@guidosant
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A congresso I vertici del Partito comunista cinese(Reuters)
Testimoni Il racconto del grande giornalista, tra i protagonisti della web serie su Corriere.it: dal viaggio per l’Argentina al ritorno in Italia
In esilio con Vera, sognando la fine del fascismo
Arrigo Levi: «Insieme a Buenos Aires, io la aiutavo nelle sue fughe d’amore»
Arrigo Levi, fra i protagonisti della
nostra web serie «Il rumore della memoria», che trovate su Corriere.it, è uno
dei più grandi giornalisti italiani. Lo abbiamo conosciuto come straordinario
innovatore: è stato il primo conduttore
professionista di un telegiornale italiano. Prima del 1966, infatti, le notizie televisive venivano lette da speaker che
non erano giornalisti ma avevano una
bella voce e sapevano presentare un bollettino preconfezionato. Lo abbiamo
ammirato poi come il volontario che
parte per Israele e si arruola - per un an-
no -, pronto a difendere con le armi
l’esistenza dello Stato ebraico. Lo abbiamo sempre seguito come inviato speciale, come corrispondente dall’estero, come editorialista del Corriere della Sera,
come consigliere per i problemi internazionali di due presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio
Napolitano. E lo stimiamo come uomo
colto, profondo, ma anche semplice e
schietto. Dalla sua città natale, Modena,
ha ereditato le doti più preziose: grinta,
coraggio e una fiera bonomia. Lo scrivo
con orgoglio, perchè Modena è la mia
città.
Anche Vera, alla cui storia è dedicato
il docu-web, è per metà modenese. Nella città della Ghirlandina era nato il padre, e la sua famiglia, Vigevani, era legatissima a quella dei Levi. Quando furono
promulgate le leggi razziali, nel 1938, i
genitori di Vera decisero di espatriare
rapidamente (lo voleva soprattutto la
mamma), e scelsero l’Argentina, salpando da Genova. La ragazzina, che aveva 11 anni, era eccitata e curiosa per il
lungo viaggio. Il suo nonno materno,
Oggi il quarto
episodio
Amici Vera Vigevani Jarach a casa di Arrigo Levi a Roma: si conoscono dall’infanzia
La web serie e il film
Il progetto
Il rumore della memoria è una web serie
del regista Marco Bechis, che ne è anche
autore con Antonio Ferrari, Caterina
Giargia e Alessia Rastelli. Racconta di
Vera Vigevani Jarach, che ebbe un nonno
ad Auschwitz e una figlia desaparecida.
La storia sarà presto anche un film
Ettore Camerino, che le aveva regalato
50 lire per comprarsi dei libri, aveva invece deciso di restare a Milano: una scelta che si rivelò fatale.
I Levi attesero ancora, prima di lasciare Modena: forse, come Ettore Camerino, avevano la speranza che la situazione potesse migliorare. Ma nel ‘42, il peggioramento del clima politico, le continue angherie dei fascisti, la mancanza di
lavoro (a causa delle leggi razziali),
spinsero anche i Levi a partire, per raggiungere chi li aveva preceduti a Buenos
Aires.
Il viaggio fu un’odissea. Furono obbligati a lasciare l’Italia e a raggiungere
un porto spagnolo per l’imbarco. A Genova, per Vera, vi era stata una partenza
quasi normale, con il padre sul ponte
della nave che gridava «Viva l’Italia». Per
Arrigo e i suoi, che avevano venduto le
Continua il successo della
web serie del Corriere
della Sera «Il rumore
della memoria», che nei
primi tre giorni sfiora i
200 mila streaming.
Online oggi su Corriere.it
la quarta puntata, dal
titolo La fuga di noi
fortunati. La protagonista
Vera Vigevani Jarach
incontra il giornalista e
amico Arrigo Levi e
rievoca con lui la
partenza, di entrambi, per
l’Argentina. Nello stesso
episodio Vera si confronta
anche con la superstite di
Auschwitz Goti Bauer.
loro proprietà a Modena, somigliava assai più ad una fuga. Il futuro celebre
giornalista aveva molta simpatia per
l’amica di famiglia, mezza modenese e
mezza milanese, e avendo due anni in
più si comportava come un fedele compagno. Anzi, quando Vera gli confidò
che aveva un fidanzatino, Arrigo offrì
generosamente la propria complicità:
insomma, era pronto a «coprirla». Le famiglie di Buenos Aires, a quell’epoca,
non erano molto diverse da quelle italiane. «Era sconveniente, anzi era quasi
impossibile che una ragazzina dell’età di
Vera potesse uscire da sola, la domenica,
magari per andare a ballare - racconta
Arrigo -. Allora facevamo così. Io, che
ero più grande, la passavo a prendere.
Lei si incontrava con il fidanzatino, e a
sera ci davamo appuntamento, in modo
da riaccompagnarla a casa per tempo,
senza destare sospetti. Beh, qualche volta facevano tardi e io mi arrabbiavo perché ne avevo la responsabilità. Poi però
Vera e il fidanzatino si sono sposati».
Arrigo ricorda gli anni dell’esilio, e il
sogno di poter tornare presto. «Noi non
ce l’avevamo con gli italiani. Ce l’avevamo con i fascisti, e seguivamo le notizie
nella speranza che il regime cadesse e
che la Germania venisse sconfitta. Ma in
realtà, voglio sottolineare che noi non
sapevamo nulla dei campi di sterminio.
Nulla. Mai avrei potuto immaginare
l’orrore della Shoah».
Levi diventa pensoso. Pur essendo
caratterialmente un ottimista che non si
arrende mai, ci regala un’amara riflessione: «Sì, sono angosciato da una triste
realtà. Allora, con le armi tradizionali, la
gente moriva. Ma per fortuna non esistevano gli strumenti di morte letali,
cioè gli ordigni nucleari che oggi molti
Stati possiedono. Questo fa paura. E’ un
mondo diventato estremamente pericoloso».
Il grande giornalista, che abbiamo incontrato nella sua casa di Roma, ci saluta ricordando un dettaglio famigliare.
«Alla fine della guerra abbiamo cominciato a pensare al ritorno in Italia, mentre la famiglia di Vera decise di restare.
Sapete quando siamo arrivati a Modena?
Il 2 giugno del 1946. Mio padre avrebbe
fatto qualsiasi sacrificio per poter essere
a casa quel giorno. Il perché è semplice:
voleva arrivare in tempo per votare al referendum istituzionale sulla scelta tra
monarchia e repubblica. Riuscì a votare.
Era doppiamente felice: di essere tornato e di aver esercitato il proprio dirittodovere di elettore. Io lo accompagnai al
seggio, ma non potei votare perché avevo solo 20 anni. Allora, il diritto-dovere
del voto si esercitava a 21 anni, dopo essere entrati nella maggiore età».
Antonio Ferrari
[email protected]
@ferrariant
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Giurista Xu Zhiyong
cinque testimoni a sua difesa
era stata infatti respinta e per
Zhang «il processo si
preannunciava talmente
iniquo che solo rispondere
alle domande sarebbe
sembrata una confessione. Il
silenzio era l’unica difesa, la
nostra protesta». Xu, 40 anni e
professore all’Università di
Pechino, da anni impegnato
sul fronte sociale e politico e
già arrestato per questo in
passato, si trova in stato di
detenzione da luglio. Era stato
fermato con altri attivisti per
avere chiesto ai leader politici
maggiore trasparenza nella
lotta alla corruzione che il
governo si è impegnato a
lanciare, chiedendo la
pubblicazione dei loro stessi
patrimoni. Una sfida aperta al
Partito comunista, nonostante
alcuni obiettivi siano comuni,
che è costata ai Nuovi
Cittadini e ad altre
organizzazioni della società
civile una dura repressione.
Dall’aprile 2013, le autorità
hanno arrestato 17 persone
legate al movimento di Xu, tre
di loro sono sotto processo e
altri sei compariranno in aula
nei prossimi giorni. Ieri,
mentre fuori dal tribunale si
teneva una manifestazione di
sostenitori dei Nuovi
Cittadini, l’ambasciata
americana a Pechino ha
chiesto l'immediato rilascio di
Xu Zhiyong. Critiche al
processo sono arrivate anche
dalle organizzazioni
internazionali a partire da
Amnesty International.
R.E.
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Esteri 13
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Il fenomeno
Negli spot riferimenti alla storia con l’attrice e alla compagna Valérie (che incassa la solidarietà di Bernadette Chirac)
Aggressione
a un ufficiale,
fermato
Dieudonné
Parigi, effetto Hollande
Tutti pazzi per il casco
Dopo le fughe in incognito da Julie
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — «Signor presidente, visto che lei è un fan, i Daft Punk sono
nella playlist di Virgin Radio», si legge
nella pubblicità su Le Monde, sotto
l’immagine stilizzata di due caschi. Il
casco è l’accessorio del momento: lo
indossano, da dieci anni, i musicisti
francesi Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo che sotto il
nome di Daft Punk sono stati il tormentone planetario del 2013, e lo indossa pure il presidente della Repubblica François Hollande — per non
farsi riconoscere, proprio come i Daft
Punk —, nelle foto che lo ritraggono
mentre entra ed esce dall’appartamento dell’amante Julie Gayet, al numero 20 di rue du Cirque.
Una straordinaria pubblicità gratuita anche e soprattutto per l’azienda
Motoblouz che produce il casco modello «Dexter» usato dal presidente: le
vendite hanno registrato un picco improvviso, le scorte sono finite nel giro
di 24 ore. «Di solito per vendere 1.000
pezzi ci vogliono 10 o 15 giorni — dice il fondatore dell’azienda Thomas
Thumerelle —, adesso vanno via in 24
ore».
La fabbrica del casco presidenziale
è una piccola impresa di 45 dipendenti a Carvin, una cittadina di neanche
20 mila abitanti nel Nord della Francia, nel dipartimento del Pas-de-Calais. Con impareggiabile tono tra beffa
e sincera gratitudine, la Motoblouz ha
pubblicato ieri su Libération un grande omaggio pubblico al presidente.
«Grazie di avere scelto il nostro casco
per la sua sicurezza — si legge nell’annuncio —. Salutiamo la scelta di una
marca francese per i suoi spostamenti
su due ruote» (in realtà se il casco è
francese lo scooter è l’italiano Piaggio, e per questo il titolare di un concessionario Peugeot aveva scritto nei
giorni scorsi un’altra lettera semiseria
al governo per lamentarsi del mancato patriottismo di Hollande).
La pubblicità su Libération prosegue con allusioni non leggerissime alla complicata situazione sentimentale
del presidente: «Altri modelli della
nuova collezione la attendono per le
sue prossime gite, e sul nostro sito
troverà anche giubbotti da donna, il
regalo ideale per un San Valentino
riuscito. Non riesce a decidere, il suo
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
l’agenzia femminile di incontri extraconiugali che ha pubblicato un manifesto con un «budino» (vecchio soprannome di Hollande) morsicato, e
il sito concorrente be2.fr che si rivolge
alla compagna tradita — «Cara
Valérie, il cambiamento è adesso (slogan elettorale di Hollande)» — assicurandole l’iscrizione gratuita (a proposito di Trierweiler, ieri l’ex première dame Bernadette Chirac ha reso
noto di averle scritto una lettera di solidarietà).
Nel 2005, quando il predecessore
Nicolas Sarkozy disse che avrebbe disinfettato le banlieues «col Kärcher»,
l’azienda tedesca dei potenti aspiratori e pulitori a vapore protestò per la
pubblicità negativa, diffidando poi gli
uomini politici francesi di usare ancora quell’immagine. Sarkozy sta per
tornare, ma come testimonial Hollande lo ha già superato.
PARIGI — L’umorista diventato
agitatore antisemita Dieudonné è
stato posto in stato di fermo fino a
tarda sera e interrogato a lungo dai
gendarmi di Anet, a circa 80
chilometri da Parigi, perché
sospettato di avere sparato in aria
un colpo di flashball (l’arma che
usa proiettili di gomma) per
minacciare un ufficiale giudiziario.
Intorno alle ore 20 di lunedì
l’ufficiale giudiziario si era
presentato a casa di Dieudonné e
della moglie Noëmie Montagne, a
Dreux, per notificargli una nuova
ingiunzione di pagamento delle
somme alle quali Dieudonné è
stato condannato, nel corso degli
anni, per antisemitismo e
incitamento all’odio razziale (il
totale delle multe da pagare è
stimato in 65 mila euro).
Dieudonné si è rifiutato di
rispondere alle domande
dell’ufficiale giudiziario, lo ha
cacciato in malo modo e avrebbe
poi sparato un colpo in aria.
L’ufficiale ha presentato denuncia,
Dieudonné ha negato di avere usato
la pistola flashball, ma quell’arma è
stata poi trovata a casa sua durante
una perquisizione. Dopo gli insulti
alla Shoah e la proibizione dello
show «Le Mur» decisa dal ministro
dell’Interno, Manuel Valls,
Dieudonné dovrà presto fare fronte
anche alle inchieste per riciclaggio,
malversazioni e frode.
@Stef_Montefiori
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Prima dello
scandalo
Il presidente
francese François
Hollande, 59 anni,
in una foto
dell’ottobre 2013
mostra un nuovo
modello di casco
in dotazione al
Corpo dei vigili
del fuoco (Afp)
cuore è combattuto? Chiami pure i
nostri motoconsiglieri per essere guidato nella scelta». Comunque, l’azienda ha già ribattezzato il casco «Dexter
Président».
La relazione di Hollande con l’attrice Gayet e gli aspetti più distanti dalla
Precursori Thomas Bangalter e Guy-Manuel de
Homem-Christo, in arte «Daft Punk», duo francese di musica elettronica: col casco da sempre
Il comico antisemita
solennità dell’Eliseo vengono da giorni sfruttati dai pubblicitari francesi:
c’è l’autonoleggio Sixt che suggerisce
al presidente di lasciar perdere lo scooter e affittare piuttosto un’auto con i
vetri oscurati, il servizio di autisti privati Drive che gli offre discrezione,
Lo scoop
Il numero del
10 gennaio
del settimanale «Closer»
con il servizio
sulla storia
tra François
Hollande e
Julie Gayet:
nelle fughe
dall’Eliseo,
lui indossava
il casco per
non farsi riconoscere
Stefano Montefiori
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S. Mon.
14
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Cronache
L’inchiesta Il figlio del Guardasigilli non figura tra i 12 indagati per bancarotta
Chi è
Milano
Gruppo Ligresti e crac, una mail
coinvolge l’ex manager Peluso
I pm: operazione ideata per privilegiare Unicredit
MILANO — Un’operazione
da bancarotta fraudolenta preferenziale. Che ora, in relazione
al fallimento nel 2012 dell’immobiliare Imco di Ligresti, induce il pm milanese Luigi Orsi a
chiedere al gip Roberto Arnaldi
di interdire per due mesi dalle
cariche societarie 12 indagati ex
amministratori. Ma che un manager testimone, e soprattutto il
sequestro di una mail di Piergiorgio Peluso, riconducono al-
Trasferimento sospetto
Nel 2010 la preziosa area
destinata al Cerba viene
trasferita dalla Imco
alla holding Sinergia
la volontà nel 2010 proprio dell’allora n.1 di Unicredit Corporate Banking, figlio del ministro
della Giustizia Annamaria Cancellieri, investita a fine 2013
dalle polemiche per le telefonate con la compagna e il fratello
di Salvatore Ligresti sulla salute
in carcere di Giulia Ligresti.
Per privilegiare Unicredit fra i
debitori della holding immobiliare Sinergia del gruppo Ligre-
sti, infatti, nell’agosto 2010 la
controllata Imco (che possedeva la preziosa area del futuro
polo scientifico Cerba) sarebbe
stata depauperata di questo
unico cespite di valore, dato in
pegno alla banca, e le sarebbero
stati accollati 108,5 milioni di
debiti bancari in vece della controllante Sinergia. Un commercialista amministratore di parecchie società di Imco, Luciano
Betti, ha deposto che «questa
operazione di ristrutturazione
del debito» di Sinergia, «chiaramente strumentale» a «rimborsare la banca Unicredit, fu negoziata per il gruppo Ligresti da
Salvatore Rubino (amministratore delegato di Imco e direttore
generale di Sinergia, ndr) e dai
dirigenti Peluso e Perco per
Unicredit». E tra le carte depositate dal gip ai legali dei 12 ex
amministratori, ci sono appunti
allegati ad «alcune mail sequestrate» nelle quali nel 2009 e
2010 l’ora indagato «Rubino»,
dietro lo pseudonimo Aurelio,
«e Piergiorgio Peluso di Unicredit» (che allo stato non risulta
indagato) strutturano l’operazione descrivendola esplicitamente — ritengono gli inquirenti — «come una tecnicalità
per realizzare l’operazione di
trasferimento del debito di Sinergia a Imco».
Nel 2009-2010 Sinergia, holding immobiliare dei Ligresti
che controllava Imco, e che dal
2001 era zavorrata da un disastroso investimento sulle azioni
Bipop Carire, nel 2010 non ha
infatti i soldi né per ottenere altre proroghe né per rimborsare
la scadenza del debito di 88,5
Piergiorgio Peluso
45 anni, direttore
finanziario di Telecom
Italia, figlio del ministro
della Giustizia Annamaria
Cancellieri, è stato
amministratore delegato
di Unicredit Corporate
Banking nel 2009-2010
Con le mamme dei bimbi morti
Terra dei fuochi
Napolitano
commosso
Giorgio Napolitano ha incontrato al Quirinale le mamme
della Terra dei fuochi che hanno perso i propri bambini. «Si
è commosso, con le lacrime agli occhi», ha raccontato don
Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, presente
all’incontro. Il presidente ha promesso «attenzione».
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milioni con Unicredit e di 20
con Ge Capital (ex Interbanca).
L’amministratore delegato
Rubino disegna allora l’operazione che sposta il debito dalla
controllante Sinergia alla controllata Imco, il cui unico tesoro, e cioè l’area del futuribile
Cerba, viene dato in ipoteca ai
creditori bancari. Inoltre agli
amministratori di Imco viene
fatto deliberare l’acquisto da Sinergia per 76 milioni delle quote della Tenuta Cesarina srl, nonostante questa azienda agricola di 679 ettari nella riserva naturale della Marcigliana (Roma)
non potesse avere sviluppi edilizi, il suo volume d’affari annuo
fosse di soli 750.000 euro e negli
ultimi 4 anni avesse bruciato 6
milioni di euro di perdite.
L’operazione arride a Unicredit
e a Sinergia, ma affonda Imco
sotto debiti bancari che in 5 mesi salgono da 118 a 246 milioni.
Ora a spiegare «il senso dell’operazione», oltre al teste Betti, ci sono nelle mail sequestrate
i messaggi del «4 novembre
2009 e 8 aprile 2010 inviati da
Rubino (con lo pseudonimo
Aurelio) ad esponenti delle
banche», e cioè l’una a Giovanni
Matteo Ferro Luzzi di Ge Capital
e l’altra a Peluso di Unicredit.
Nel «testo allegato» a quelle
mail «sono esplicitate», proprio
nei termini indicati da Betti e ricostruiti dai consulenti del pm,
«le motivazioni del differimento del termine discusso con le
banche e il disegno volto al trasferimento del debito e degli assets».
Tangente
sui rifiuti
pericolosi
MILANO — Oltre 217.000
tonnellate di rifiuti pericolosi
trattati illecitamente, falso in un
collaudo, truffa per 37 milioni:
indicata nel 2011 come modello,
la bonifica dell’area ex Sisas di
Pioltello è riscritta da sei arresti
del gip Luigi Varanelli, tra i quali
quello di Luigi Pelaggi, allora
capo della segreteria tecnica del
ministro dell’Ambiente
Prestigiacomo e commissario
delegato di governo dopo
l’arresto dell’imprenditore
Giuseppe Grossi per frode
fiscale da 22 milioni nella
bonifica di «Montecity».
Intercettazioni casuali della
Procura di Latina su un
indagato comune
(l’imprenditore ambientale
Francesco Colucci) hanno
consentito ai pm milanesi
Pirrotta-Basilone-Filippini —
che già nel 2011 avevano
intercettato un sospetto
passaggio di 700.000 euro a
Pelaggi — di ricostruire il
medesimo schema in almeno
sei incontri con Colucci:
l’imprenditore prima cerca
affannosamente contanti, poi
fissa l’incontro, quindi vede
Pelaggi. Questi è indagato anche
a Taranto nell’inchiesta sull’Ilva.
L. Fer.
Luigi Ferrarella
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Cronache 15
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Le ordinanze
27
Da Zio Ciro a Pummarola
Così la camorra spa
gestiva le pizzerie romane
I locali sequestrati
a uomini della camorra
in Lazio, Campania e Toscana
Un imprenditore muore per evitare l’arresto
Partite truccate dai clan, indagato Giannini
ministeri in questa sorta di pizza connection in salsa campana: le attività
commerciali facenti capo alla famiglia
Righi, tre fratelli inquisiti a Napoli per
concorso esterno in associazione camorristica che — sostiene l’accusa — a
Roma gestivano più di venti esercizi
commerciali anche per conto del clan
Contini. Guidato da Edoardo Contini,
detto O’ romano, rinchiuso al «carcere
duro» dal 2007, quando la Squadra mobile di Napoli mise fine alla sua latitanza.
I rapporti dei Righi con il crimine
campano risalgono agli anni Ottanta,
quando un paio di fratelli furono coinvolti in un sequestro di persona orga-
nizzato dai camorristi della Nuova Famiglia, i rivali di Raffaele Cutolo. Poi nei
Novanta sbarcarono a Roma, esportando l’attività di ristorazione già avviata a
Napoli. Che secondo l’indagine dei carabinieri del comando provinciale s’è via
via alimentata con i soldi del clan Contini, investiti tra pizzerie e ristoranti. Dopodiché i proventi ricavati sfornando
pizze e altre specialità campane erano
veicolati su due distinte contabilità: una
ufficiale, che faceva capo alle società intestatarie delle quote di proprietà; l’altra
sommersa, dove finivano gli incassi «in
nero», mai fatturati, dai quali venivano
periodicamente stornate cifre sostanziose, per decine di migliaia di euro, impacchettate e spedite a Napoli attraverso appositi e fidati corrieri, dove venivano
consegnate a uomini del clan.
Per sfuggire ai controlli fiscali, le varie
società venivano prima intestate a pre-
Ex romanista Giuseppe Giannini
La mappa
Pizzerie, trattorie e ristoranti
Bar, caffetterie e gastronomie
I 23 locali sequestrati ieri a Roma nella maxi
operazione contro la camorra coordinata
dalla Direzione investigativa antimafia
Ristorante-Pizzeria Sugo
via di Propaganda 22
e Via della Vite 91
ere
Bar Caffetteria Ferrara
via Fabio Massimo 49
Vaticano
Ristorante-Pizzeria
Osteria della Vite
via della Vite 96
Trattoria-Pizzeria Pizza Ciro
via della Mercede 43
Parco Adriano
Ristorante Sugo
piazza Nicosia 18
Ristorante Pummarola & Drink
Stazione
via della Maddalena 16
Termini
Ristorante Zio Ciro
via Zanardelli 9
Ristorante Zio Mario
via delle Quattro Fontane 174
Trattoria-Pizzeria Pizza Ciro
piazza Sant’Apollinare 37
Bar Frind’s
via del Traforo 135
Ristorante Ciro & Ciro
piazza Zanardelli 20
Pizzeria Zio Ciro Mangianapoli
via della Pace 1
Colosseo
Parco
Gianicolense
Ristorante Da Ottavio
corso Rinascimento 17
Ristorante Jamm Ja
via dei Baullari 113 Villa
La maxi operazione
Novanta persone arrestate tra
Campania, Lazio e Toscana
Gli affari del clan Contini con
la complicità di un viceprefetto
en
a
ian
Pi
nc
e Tev
Pincio
ta
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Villa
Borghese
Via
Fium
Trattoria-Pizzeria Ciro & Ciro
circonvallazione Trionfale 59
VillaZio Ciro Mangianapoli
via Col di Lana 14
Albani
No
m
ROMA
Ristorante La Pastarella
viale Giulio Cesare 64
Ristorante Il Pizzicotto
via G. G. Belli 67
Gelaterie
Centri estetici
Pizzeria Trattoria
Via Leone XIII
ROMA — Per i cultori dei misteri
criminali romani c’è la suggestione del
luogo: una delle pizzerie sospettate di
essere patrimonio occulto della camorra
è in piazza Sant’Apollinare, di fronte alla
basilica dov’era sepolto Enrico De Pedis,
il boss della banda della Magliana. Ma
naturalmente è solo una coincidenza,
scherzi degli intrecci fra toponomastica
e storie di malavita. Non lo sono invece
— a leggere le carte dell’accusa — gli investimenti del clan Contini nella capitale, utilizzati per riciclare denaro e guadagnarne altro, attraverso piatti tipici
della cucina napoletana e locali dai nomi
di immediato richiamo: Pizza Ciro,
Pummarola & Drink, Zio Ciro Mangianapoli, Il Pizzicotto, Jamm ja, La Pastarella. Quasi tutti nel centro storico di
Roma, tra il Pantheon e i palazzi del potere.
C’è la trattoria in via della Mercede
dove mangiava spesso Romano Prodi,
che aveva casa proprio lì accanto; c’è un
ristorante famoso di corso Rinascimento, a due passi dal Senato; un’osteria in
via della Vite che piace alla gente di spettacolo. Tutti da ieri sotto sequestro, anche se resteranno aperti e, anzi, gli avventori saranno pure più garantiti perché i carabinieri che hanno eseguito i
provvedimenti hanno già fatto intervenire gli specialisti dei Nas per controllare le condizioni igieniche. Ma non potranno più funzionare da cassaforte della camorra, se l’indagine della Procura
antimafia di Roma e dei carabinieri del
Reparto operativo sarà confermata nei
prossimi gradi di giudizio. Per adesso la
sezione misure di prevenzione del tribunale ha accolto la richiesta di sequestro di beni mobili e immobili per un valore stimato in oltre 250 milioni di euro;
la più imponente operazione di questo
genere mai avvenuta nella capitale. Confermando la tesi sostenuta dai pubblici
Sequestrati anche palazzi, terreni, auto, moto e varie
società tra cui una di calcio dilettantistico. Individuato
anche un episodio, risalente al 2009, di frode sportiva
in favore del Gallipoli. Vicenda per la quale è indagato,
con l’aggravante della finalità mafiosa, l’ex capitano
della Roma Giuseppe Giannini, all’epoca allenatore
della squadra salentina. Durante l’esecuzione dei
provvedimenti d’arresto, uno dei destinatari,
Giuseppe Cristarelli, è morto precipitando dal balcone
della sua casa al quarto piano di uno stabile nel
quartiere romano di Tor di Quinto. Secondo la
ricostruzione della polizia voleva tentare la fuga.
Via
Con novanta ordinanze di custodia cautelare eseguite
ieri tra Napoli, Roma e la Toscana, e con il sequestro di
beni per oltre 250 milioni di euro, la Procura
nazionale antimafia ha svelato il sistema di reimpiego
in canali leciti del denaro accumulato con attività
criminali da parte di uno dei più potenti clan
camorristici napoletani: i Contini. L’enorme mole di
lavoro investigativo che ha visto all’opera tre Procure
distrettuali (Napoli, Roma e Firenze) e coinvolto tutti i
corpi di polizia, ha permesso di individuare 27 locali,
tra bar ristoranti e pizzerie, e un centro estetico che di
fatto appartenevano a uomini della camorra.
stanome nullatenenti o quasi, poi svuotate del loro contenuto e fatte fallire, con
le attività trasferite a nuove società. Le
quali restavano in vita per brevi periodi,
prima di subire la stessa sorte delle precedenti. Un meccanismo efficace, che
presumibilmente si avvaleva della consulenza legale di un viceprefetto in servizio al ministero, ora indagato per associazione a delinquere aggravata dal
favoreggiamento della camorra. Studiato per «rendere difficilmente accertabile
l’origine del denaro e difficilmente tracciabile la effettiva riferibilità della proprietà di beni ed imprese», sostengono i
pubblici ministeri. Che garantiva l’accumulo di «smisurate quantità di denaro
contante»; l’analisi dei flussi sui conti
correnti ha infatti accertato che «in molti casi i versamenti in contanti superavano addirittura l’importo complessivo
dei ricavi della società per il medesimo
periodo».
Tutto, o quasi tutto, grazie alle pizzerie di cui a Napoli si parlava spesso, tra
camorristi. L’ha detto, tra i tanti, il boss
Giuseppe Misso,all’anagrafe Missi, detto ‘O nasone, in un interrogatorio da
aspirante pentito del 2011: «Nel corso
della mia carcerazione avevo saputo, anche con particolari “piccanti”, che Edoardo Contini detto ‘O romano aveva un
Parco
del Celio
Ristorante L’archetto Doria Pamphili
via Goffredo Mameli 23
Centro Estetico
Il Sole Nel Boschetto
via del Boschetto 139
Ristorante Ciro & Ciro
piazza della Maddalena 8
Ospedale
Ristorante Ciro & Ciro
San Giovanni
via della Maddalena 11
Gelateria Ciuccula
piazza della Rotonda 70
fortissimo rapporto con i fratelli Righi in
generale, ma più in particolare ancora
con Salvatore, da considerarsi la vera
mente della famiglia in questione. In
sintesi posso dirle che i Righi sono una
delle casseforti del clan Contini, anche
se gli stessi Righi riciclano anche i soldi
dei Mallardo e dei Moccia».
Il particolare piccante era un legame
sentimentale tra Edoardo Contini e
un’attrice molto nota, risalente al 1990,
presentata a ‘O romano proprio da uno
dei Righi. «Da quella presentazione era
nata una relazione tra il capo camorra e
l’attrice», ha raccontato Misso, che sugli
«affari di famiglia» raccolse le confidenze di un altro camorrista e di un gioielliere napoletano, «molto addentro nelle
questione economiche e negli investimenti dei clan». Ha raccontato ‘O nasone: «Ciascuno indipendentemente dall’altro, e in diverse circostanze, mi dissero che i Righi gestivano ed investivano
in ristoranti, sia a Napoli ma poi soprattutto a Roma, i proventi delle attività illecite del clan Contini».
CORRIERE DELLA SERA
Giovanni Bianconi
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La decisione Per il Tribunale dei minori sono a rischio anche loro come il fratellino di tre anni ucciso e bruciato. Saranno trasferite da Cassano
Le sorelline di Cocò finiscono sotto protezione
Le sorelline di Cocò non
possono più rimanere con la
zia, né possono più vivere a
Cassano allo Jonio. Saranno
trasferiti in una comunità protetta per motivi di sicurezza
perché dopo la strage di domenica scorsa le loro vite sono in
pericolo. Chi ha ucciso il loro
nonno, la ragazza marocchina
che viveva con lui e il loro fratellino di tre anni, potrebbe
non aver chiuso questa partita
di sangue. E tenere le piccole
accanto agli adulti che potrebbero essere nel mirino dei killer
sarebbe come esporli allo stesso rischio costato la vita a Cocò.
Così martedì sera il tribunale
dei minori di Catanzaro ha
scritto un provvedimento urgente per le bimbe mentre la
Corte d’appello deciderà —
forse già nelle prossime ore —
se concedere gli arresti domiciliari alla loro mamma, Antonia
Iannicelli. Se la Corte dicesse sì
al ritorno a casa la soluzione
perfetta, a questo punto, sarebbe consentire ad Antonia di
scontare la pena nella comunità, accanto alle bambine.
Stare con le figlie è la sua sola speranza, la sua unica preghiera da quando ha saputo
che Cocò è stato ucciso: un colpo di pistola in testa e poi bru-
La mamma
Non potranno più
andare a trovarla in
carcere. Oggi si deciderà
se darle i domiciliari
ciato, i resti abbandonati in
un’auto nelle campagne di Cassano. Stessa sorte per suo nonno (che aveva avuto il bimbetto
in affido) e per la ragazza marocchina di 27 anni che era diventata anche la seconda mamma di Cocò, che gli voleva bene
come fosse suo figlio.
Chi può essere tanto spietato
da premere il grilletto contro
un bambino di tre anni di sicuro non si farebbe troppi scrupoli a colpirne altri. Per questo
il Tribunale dei minori ha esteso la decisione del trasferimento in comunità anche ai figli
minorenni di Simona, la sorella
di Antonia che si trova ai domiciliari e che ha in affido le due
nipotine. Anche a Simona potrebbe essere concesso scontare i domiciliari accanto ai suoi
Abbracciati Nicola, il bimbo ucciso, con la mamma Antonia
bambini. E non è finita. I giudici hanno disposto che vada in
comunità anche un altro minorenne della famiglia Iannicelli,
il fratello quattordicenne di
Antonia e Simona. Ma quando i
carabinieri hanno provato a
eseguire l’ordine dei giudici e
trasferire il ragazzino, martedì
sera, lui ha minacciato il suicidio e l’operazione è stata sospesa. Si riproverà forse già oggi e il quattordicenne stavolta
poterebbe seguire le indicazioni dei giudici che, sembra, siano orientati a un parere favorevole per tenere nella stessa comunità anche le sue sorelle.
«Abbiamo segnali che ci fanno sperare di poter rivedere insieme, finalmente, questi bambini e le loro mamme», annuncia Franco Corbelli, presidente
del movimento per la legalità e
i diritti civili.
Insieme. In un luogo lontano
da Cassano e da possibili vendette fra spacciatori. Un luogo
che diventa anche una chance
per questi bambini cresciuti a
pane e visite in carcere. Hanno
quasi tutti guai con la legge per
questione di droga, a casa Iannicelli. E i bimbi hanno conosciuto loro malgrado il mondo
a sbarre. Il più piccolo ad averlo
fatto è stato l’ultimo nato di Simona: aveva pochi giorni di vita, lei voleva mostrarlo al papà
in carcere. Le dissero: va bene,
ma tu non puoi vedere tuo marito; consegnalo agli agenti e
glielo porteranno loro. Così fu.
Sembra di vederlo, quel fagottino, sorretto da braccia in divisa. Fortuna che non ne avrà
ricordo.
Giusi Fasano
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Cronache 17
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
La storia
Il bambino è l’unico che si è accorto dell’incendio del camper-fattoria a Penfield, nello Stato di New York. Con lui soffocati il nonno e lo zio
Il coraggioso Tyler salva tutti
e poi muore nell’incendio
Otto anni: portati via i cuginetti si è rituffato tra le fiamme
Vittima
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK — Un bambino di 8 anni
che si accorge di un incendio nella notte, aiuta a mettere in salvo sei persone
compresi due cuginetti di 4 e 6 anni,
poi si infila di nuovo negli spazi angusti della casa mobile e muore in una
trappola di fumo e di fuoco nel tentativo di salvare il nonno.
Questa è una storia di coraggio e di
amore di un ragazzino che approfittava
di ogni occasione per andare a trovare
Louis Beach, al quale era molto affezionato, in un «trailer» malridotto, sistemato, però, in un bel posto, tra gli alberi. Ma è anche una storia di ordinaria
povertà della provincia americana: famiglie di lavoratori, bianchi, nel cuore
dello Stato di New York, a poche miglia
dalle cascate del Niagara e dal Canada.
Ed è un caso di incuria dal sapore nostrano che non ti aspetti nell’America
dell’ossessione per le misure antincendio: una vecchia abitazione prefabbri-
La casa trasportabile
Una piccola casa di metallo,
trasportabile con un camion,
in cui vivevano addirittura
nove persone
cata, priva di allarmi e di «detector»
per il fumo, che era stata più volte dichiarata inabitabile dai pompieri.
E invece in questa casa metallica
molto stretta, abbastanza piccola da
poter essere trasportata con un camion, vivevano addirittura nove persone perché nonno Louis, generoso
quanto incauto, ospitava spesso parenti in difficoltà che preferivano il tetto precario della «mobile home» a una
vita da «homeless».
Lunedì scorso Tyler Doohan, con le
scuole chiuse nel giorno in cui l’America celebra il «Martin Luther King
Day», aveva chiesto e ottenuto dai parenti coi quali viveva a Rochester il
permesso di stare per un po’ nel trailer
del nonno. A Penfield, poche miglia
più in là, aveva trovato, oltre ai nonni e
a uno zio invalido, un’altra famiglia di
parenti con tre figli, momentaneamente priva di alloggio.
Tyler, a sua volta figlio di una coppia
povera e con problemi, amava quella
casetta poverissima ma che a lui doveva sembrare favolosa, soprattutto in
estate: il fuoco all’aperto tra gli alberi, i
cani, i gatti, conigli, criceti. Il nonno
aveva trasformato il «trailer» in una
piccola fattoria degli animali: tutti
A destra Tyler J.
Doohan, 8 anni,
è morto dopo aver
salvato sei persone
dall’incendio della
sua casa mobile
nello Stato di New
York (a sinistra).
Il piccolo ha tentato
invano di portare via
anche lo zio disabile
(foto Facebook
e Whec Tv)
La vicenda
L’incendio
Nella notte tra
domenica e lunedì
scoppia un
incendio, forse per
un guasto
elettrico, in un
prefabbricato di
Penfield, nello
Stato di New York.
All’interno ci sono
nove persone
I salvataggi
Poco prima delle
cinque del mattino
Tyler J. Doohan, 8
anni, viene
svegliato dal
crepitio delle
fiamme e dà
l’allarme e dà una
mano a portare in
salvo due bambini
e altri quattro
membri della
famiglia
L’ultimo gesto
Tyler decide di
tornare dentro per
portare fuori
anche il nonno e lo
zio con disabilità,
ma dalla casa
mobile non riesce
più a sfuggire
Il bilancio
In tutto il bilancio
è di tre morti: il
piccolo Tyler, lo zio
Steve di 54 anni e
il nonno Louis
Beach (57).
Nell’incendio è
morto anche il
cane di famiglia
Milano
Truffa da cento milioni
Mandato d’arresto per Fabio Riva
MILANO — Invece di andare a sostenere le sofferenti esportazioni
delle aziende italiane all’estero in piena crisi economica, negli
ultimi 5 anni 100 milioni di euro di fondi pubblici sono finiti
illegalmente nelle casse della Riva Fire spa (la holding della
famiglia Riva che controlla l’Ilva) attraverso il paravento della
società svizzera Ilva sa. Associazione per delinquere finalizzata
alla truffa ai danni dello Stato è l’accusa in base alla quale il gip di
Milano Fabrizio d’Arcangelo ha emesso un’ordinanza di custodia
cautelare nei confronti di Fabio Riva (che si trova in Inghilterra),
figlio di Emilio Riva, il patron del gruppo proprietario dello
stabilimento di Taranto, anche lui indagato, e di altre quattro
persone. Sequestrati anche beni per 100 milioni alla Riva Fire
Spa. Secondo i pm milanesi Stefano Civardi e Mauro Clerici, il
meccanismo ideato dagli indagati riguardava la vendita degli
enormi tubi prodotti dall’Ilva di Taranto per oleodotti o gasdotti
alle compagnie petrolifere straniere. Lo Stato interviene con i
fondi della legge aiutando quelle imprese italiane che, per battere
la concorrenza, vendono i propri prodotti all’estero accettando
pagamenti a lunga scadenza, oltre i due anni. Ma le ricche
compagnie petroliere i tubi li pagano al massimo in 90 giorni.
Ed allora, secondo l’accusa, la Ilva italiana, per accedere lo stesso
ai fondi, vendeva alla sorella svizzera che si impegnava a pagare
il 15% subito e il resto in 5 anni, ma che lo stesso giorno
rivendeva alle compagnie petrolifere.
Giuseppe Guastella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
morti soffocati nell’incendio, insieme
a zio Steven che aveva una gamba sola.
Non ha fatto in tempo nemmeno a raggiungere le grucce per trascinarsi fuori. Ma Tyler è stato trovato morto in
fondo a questa casa-trappola, tra i giocattoli fusi dal calore e vicino al letto di
suo nonno che aveva 57 anni ed era in
buona salute, ma evidentemente è stato soffocato dal fumo prima di rendersi
conto di quello che stava accadendo.
«Queste case sono pericolosissime»
ha spiegato uno dei pompieri: una scatola di metallo piena di materiali infiammabili e con poche, piccole finestre. Un allarme antifumo avrebbe dato
Gli animali asfissiati
Il nonno aveva trasformato il
«trailer» in una piccola fattoria
degli animali: tutti morti
soffocati nell’incendio
a tutti la possibilità di mettersi in salvo. E la manutenzione della «mobile
home» lasciava, com’è facile immaginare, a desiderare. La nonna che si è
salvata perché è stata svegliata, come
gli altri, da Tyler mentre portava in salvo i due cuginetti, ha raccontato che,
una volta fuori, il ragazzino è rimasto
un attimo a guardare atterrito, come
gli altri, le fiamme che si sprigionavano dalla casa, probabilmente causate
dal malfunzionamento di una stufa.
Poi si è infilato nello stretto corridoio,
ma in meno di un minuto tutta la casa
è stata avvolta dalle fiamme.
Una storia commovente, resa unica
dal gesto coraggioso di Tyler, ma non
infrequente. Nel solo piccolo borgo di
Penfield, i cui pompieri sono tutti volontari, questa è la terza «mobile home» distrutta dal fuoco nell’ultimo anno. Case pericolose, ma anche economiche e che, all’occorrenza, possono
essere spostate con relativa facilità: per
questo in una nazione ricca ma nella
quale molti lavoratori sono scivolati in
condizioni di povertà, tanta gente vive
in alloggi come questo.
Famiglie talmente povere che non
hanno nemmeno i soldi per pagare i
funerali delle tre vittime. I vicini hanno fatto una colletta raccogliendo i 12
mila dollari necessari.
Massimo Gaggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Cronache 19
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Il commento
Nel 2000 si annunciava il carcere per omessa dichiarazione dei redditi: da allora sono passati 14 anni e non se n’è fatto nulla
Condoni fiscali, rate e giudici distratti
L’Italia degli evasori senza punizione
Angiola Armellini accusata di nascondere 1.243 immobili e gli altri casi
SEGUE DALLA PRIMA
Sia chiaro: la figlia del palazzinaro Renato Armellini, il «re del mattone» per il
quale fu adattato («Quod non fecerunt
barbari, fecerunt Armellini») un antico e
feroce adagio contro la famiglia Barberini, è innocente finché non sarà condannata nei tre gradi di giudizio. Auguri. Come ricorda il Messaggero, tuttavia, non
solo il padre finì in numerose inchieste
giudiziarie per bancarotta e truffa, e si sa
che le colpe non possono ricadere sui figli, ma lei stessa «nel 1991, assieme al padre e alla sorella Francesca, era rimasta
coinvolta in una frode fiscale e falso in bilancio per oltre 500 miliardi di lire. E ancora, nel 1996, la donna fu coinvolta, assieme all’ex marito Alessandro Mei, in
una bancarotta fraudolenta da 200 miliardi di lire». Insomma, non è nuova a
grattacapi del genere.
Un’Ansa del 1996 ricorda: «Un’amnistia “salva” dal Fisco gli eredi del costruttore Armellini. La settima sezione del Tribunale di Roma ha infatti concesso l’amnistia ad Angiola, Francesca ed Alessan-
La vicenda
Erede
Angiola Armellini è
la figlia di Renato
(qui sotto con lui in
una foto del ‘74
davanti alla
stazione dei
carabinieri dopo un
tentativo di
rapimento),
capostipite di una
delle più
importanti e
discusse dynasty
romane del
mattone
L’indagine
La Guardia di
Finanza,
attraverso il
Le denunce
Ottomila scoperti dalla Finanza
lo scorso anno: 1.771 sono stati
denunciati, avevano nascosto
redditi per 17, 5 miliardi
Salotti Angiola Armellini a Palazzo Alberini: l’imprenditrice è molto conosciuta a Roma per la sua presenza nei salotti (Jpeg)
dra Armellini, figlie di Renato, imputate
di evasione fiscale e falso in bilancio per
avere occultato — secondo quanto afferma l’associazione Codacons in un comunicato — profitti per circa 1000 miliardi
di lire. In seguito ad una denuncia di un
collaboratore di Armellini gli inquirenti
indagarono su quattro società che attraverso un gioco di fusioni e accorpamenti
e false partecipazioni avrebbero occultato
profitti di un’attività edilizia molto vasta:
ben 2.500 appartamenti costruiti e venduti nella Capitale. La Guardia di finanza
accertò nel 1988 l’evasione fiscale e le falsità compiute per nascondere i profitti.
Le eredi di Renato Armellini hanno ottenuto un condono per 10 miliardi rateizzati al posto dei 350 miliardi evasi. Nel
corso del processo i difensori hanno sostenuto che la somma sborsata dagli Armellini era sufficiente perché nessun ufficio fiscale aveva inviato un avviso di accertamento dei redditi evasi. Così come
nessun giudice aveva inviato entro il novembre ‘92 un decreto di citazione a giudizio. In casi del genere, hanno spiegato
gli avvocati, il condono si ottiene pagando un’imposta sul 20% di quanto dichiarato nella denuncia dei redditi».
Come mai, chiedeva furente l’associazione dei consumatori avvertendo che
avrebbe denunciato tutti, «queste fortu-
1243
Gli immobili riconducibili
ad Angiola Armellini. Quasi tutti
(1.239) sono nel territorio romano: un migliaio a Ostia, tra
appartamenti e uffici, una cinquantina nel quartiere Laurentino. Due le case dove ha vissuto
la signora Armellini: un attico a
Borgo Pio e una villa all’Eur
ne capitano solo ai palazzinari? Come mai
l’ufficio delle imposte ha omesso di notificare agli Armellini gli avvisi di accertamento per i profitti occultati? Come mai il
giudice istruttore ha lasciato trascorrere
due anni prima di ordinare il rinvio a giudizio? Come mai il presidente della settima sezione ha lasciato passare un altro
anno prima di citare a giudizio gli Armellini?».
Dice oggi la Finanza che la signora, pur
avendo portato nel 1999 la residenza a
Montecarlo e risultando cittadina monegasca fino al 2010, risulta aver vissuto
dapprima «senza dichiararlo, in un’ampia villa all’Eur e, successivamente, in un
lussuoso appartamento su due piani in-
Il metodo
Nel 2011 la Svizzera bocciò Stamina
Già nel 2011 la Svizzera bocciò il metodo Stamina di Davide Vannoni.
Il Cardiocentro Ticino, dopo essere stato contattato dal gruppo Stamina, escluse
infatti «ogni collaborazione». Tra le motivazioni: l’«opacità del protocollo di
ricerca», l’«inconsistenza scientifica», l’assenza di pubblicazioni e la «dubbia
reputazione dei ricercatori coinvolti». Gli stessi criteri alla base del giudizio
emesso da parte del comitato scientifico nominato dal ministro Lorenzin.
testato a società lussemburghesi» nel
centro di Roma, neppure «classificato come civile abitazione».
Se Angiola Armellini abbia davvero
nascosto negli ultimi anni al Fisco, attraverso un giro di società, due miliardi e
cento milioni di euro frutto della rendita
di 1.243 immobili sui quali non sono mai
state pagate neppure l’Ici e l’Imu, così come risulta dalle accuse del sostituto procuratore Paolo Ielo e dei finanzieri che
hanno «proceduto al disconoscimento
degli effetti scriminanti di 10 scudi fiscali
presentati nel 2009», lo accerteranno i
giudici. Ma certo stupisce la velocità con
cui la notizia della (presunta) mega-evasione sembra essere stata cotta, mangiata, ruminata, digerita e rimossa dall’opinione pubblica. Come se gli italiani dessero ormai per scontata, anche in momenti come questi di difficoltà pesanti, la
presenza di furbetti e furboni che sottraggono risorse alla collettività.
Pochi mesi fa la Guardia di finanza comunicò di avere scoperto dal 1 gennaio
alla fine di agosto 4.933 evasori totali (poi
saliti a oltre ottomila in tutto il 2013) e di
avere denunciato 1.771 protagonisti dei
casi più scandalosi, che avevano nascosto
al Fisco redditi per almeno 17 miliardi e
mezzo di euro. Una cifra che da sola vale
monitoraggio
fiscale in
Lussemburgo,
Svizzera e
Principato di
Monaco, e al
termine di
un’indagine durata
un anno e mezzo,
ha scoperto 1.243
immobili
riconducibili al
patrimonio della
signora Armellini
Le accuse
L’imprenditrice è
accusata dai
finanzieri e dalla
Procura di
maxievasione, con
omessa
dichiarazione dei
ricavi per 190
milioni. È stata
anche denunciata
per associazione a
delinquere insieme
a 11 persone, fra
consulenti e
prestanome
quattro volte l’Imu sulla prima casa. E più
del doppio di quel margine di flessibilità
per 7,5 miliardi promessoci dall’Europa
che a luglio fece scattare verso Enrico Letta una standing ovation in Parlamento.
Eppure, su 62.536 persone detenute a
fine dicembre 2013 nelle patrie galere di
evasori fiscali diciamo così «semplici»
praticamente non ce n’è uno. La legge, infatti, prevede il carcere solo per chi è colpevole, in base all’articolo 2 della legge
74/2000, di «dichiarazione fraudolenta
mediante uso di fatture o altri documenti
per operazioni inesistenti». Traduzione:
chi non fa fatture false ma finge semplicemente di non esistere («Non ho mai
pagato le tasse e me ne vanto. Le tasse sono come la droga, le paghi una volta e poi
entri nel tunnel», dice Antonio Albanese
nei panni di Cetto La Qualunque) in galera come evasore non ci va. Una situazione
che i cittadini perbene, che si trovano a
sopportare il peso di
un’evasione che si
collocherebbe tra i
120 miliardi stimati dalla Corte dei
Conti e i 180 calcolati dalla britannica
«Tax Research»,
trovano insopportabile. E che certo non
può essere giustificata dall’eccesso (che
c’è) di pressione fiscale.
All’Agenzia delle
entrate contano le ore:
proprio in questi giorni potrebbe finalmente
passare in Parlamento
la delega al governo
«alla revisione del sistema sanzionatorio penale tributario secondo
criteri di predeterminazione e di proporzionalità rispetto alla
gravità dei comportamenti, prevedendo
la punibilità con la pena detentiva compresa fra un minimo di sei mesi e un
massimo di sei anni, dando rilievo, tenuto conto di adeguate soglie di punibilità,
alla configurazione del reato per i comportamenti fraudolenti...».
In bocca al lupo. Sarebbe bene, tuttavia, che i cittadini restassero con gli occhi
aperti sul cammino reale di questa iniziativa. C’è una notizia dell’agenzia Ansa, infatti, che ricorda come la promessa fosse
già stata fatta: «L’omessa dichiarazione
sarà punita con la reclusione da uno a tre
anni: il limite di punibilità sarà più basso:
100 milioni di imposta evasa. Per le dichiarazioni fraudolente sarà previsto il
carcere da sei mesi a sei anni (ridotti a 2
anni se l’evasione è sotto i 300 milioni).
La dichiarazione infedele, invece, diventerà reato e sarà punita da uno a tre anni
di carcere se supera i 150 milioni di imposte evase e un reddito imponibile occultato pari al 10 per cento...». Non si parlava di euro, ma di lire. E quella promessa
di mettere le manette agli evasori fu fatta
il 3 marzo del 2000. Da allora sono passati
quattordici anni.
Gian Antonio Stella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In manette Pietro Berti, medico, è stato denunciato da alcune pazienti. Capitano Reggente negli anni 90, fa parte del gruppo democristiano
Arrestato per molestie ex capo di Stato di San Marino
Si è fregiato del titolo di Eccellenza, ha presieduto il Consiglio Grande e Generale in
qualità di Capitano Reggente
che nella Serenissima Repubblica di San Marino equivale alla carica di capo dello Stato. Ora
Pietro Berti, 46 anni, sposato,
due figlie, esponente di rilievo
del Partito democratico cristiano sammarinese, che qui governa, è rinchiuso nel carcere
dei Cappuccini con un’accusa
molto pesante: atti di libidine
(nel codice penale del Titano
rientra tra i reati contro la libertà sessuale) compiuti, lui che di
professione è medico di base, a
danno di alcune pazienti in cura nel suo ambulatorio a Serravalle. Ad ordinare l’arresto di
Berti, che rivestì la carica di capo dello Stato dall’ottobre del
Chi è
Medico e politico
Pietro Berti, 46 anni, è medico
di base. È stato Capitano
Reggente dall’ottobre 1998
all’aprile 1999
L’accusa
È stato arrestato per molestie
sessuali dopo la denuncia
di alcune sue pazienti
1998 all’aprile del 1999 (6 mesi
di rito come prevede la millenaria tradizione sammarinese), è stato il commissario della
legge Laura Di Bona. Gli avvocati difensori, Tania Ercolani,
Andrea Belluzzi e Alessandra
Greco si dicono sicuri che «le
indagini saranno utili all’accertamento della verità» e invitano a non divulgare notizie «in
violazione della riservatezza».
Un’indagine che fa rumore ai
piani alti della piccola Repubblica del Titano. Oltre alla carica di Capitano Reggente, Berti
fa parte del Consiglio centrale
della Dc sammarinese (una
sorta di parlamentino). In politica anche la moglie, parlamentare nello stesso partito. L’indagine, secretata dai magistrati,
non è finita e potrebbe riserva-
re sorprese. Da tempo circolavano voci attorno a Berti e al
suo ambulatorio. Le prime denunce risalgono a due anni fa.
Una decina i casi, a cominciare,
come riporta l’Ansa, dall’espo-
sto di due sorelle, una delle
quali, in visita da Berti a Catania (dove il medico svolgeva
consulenza) per problemi al sistema immunitario, sostenne
di essere stata sottoposta ad
una visita ginecologica approfondita e ingiustificata: episodio per il quale la magistratura
siciliana inviò una rogatoria al
Tribunale di San Marino. Gli altri casi sarebbero avvenuti nel-
Tradizione
Sopra, il simbolo
della Repubblica
di San Marino
A sinistra, la cerimonia di investitura dei Capitani
Reggenti lo scorso 1 ottobre
(Corbis)
l’ambulatorio del Titano e,
stando alle denunce, imputano
al professionista comportamenti del tutto inadeguati al
suo ruolo: inviti alle pazienti a
spogliarsi senza che vi fosse alcuna esigenza di carattere medico, apprezzamenti sulla
biancheria intima, carezze con
finalità sessuali. I primi a muoversi sono stati i vertici dell’Istituto Sicurezza Sociale, di
cui Berti è dipendente, che
hanno aperto nel settembre
scorso un procedimento disciplinare, segnalando il caso all’autorità giudiziaria. A spingere i magistrati all’arresto è stato
il timore che il medico, pur a
conoscenza delle denunce contro di lui, potesse ripetere comportamenti illeciti. Si sospetta
anche l’esistenza di foto scattate alle pazienti durante le visite:
perquisiti l’ambulatorio e il suo
appartamento.
Francesco Alberti
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Cronache 21
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Santa Sede Un no definitivo avrebbe effetti drammatici sui fedeli, un sì sul diritto canonico
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QUEL MIO VIAGGIO A MEDJUGORJE
E IL VERDETTO DEL VATICANO
IOR, I PASSI
CHE RESTANO
DA FARE
di M.ANTONIETTA CALABRÒ
Verso una scelta aperta: non è dimostrato (sinora) il soprannaturale
L
di VITTORIO MESSORI
L
éon Bloy — il «cattolico belva», come amava definirsi — gridava che
non c’è fede nell’andare a Lourdes
come malati che sperano nella guarigione.
Fede, ululava, è solo quella di chi, sano,
vada a bagnarsi alla Grotta pregando di
ammalarsi, possibilmente di un morbo ripugnante, per partecipare così meglio alla
croce del Cristo. Paradosso che mi è capitato talvolta di citare a chi mi chiedeva di
dire la mia su Medjugorje. In effetti fui tra i
primi a recarmi in quella pianura allora semideserta, al centro della quale si ergeva
un chiesone parrocchiale costruito da poco e chiaramente eccessivo per il luogo.
Dimensioni da santuario, che insospettivano: quasi che i committenti francescani
avessero voluto creare lo spazio adeguato
per folle di pellegrini. Non ero mosso, in
quel blitz, dal fervore del devoto bensì dalla curiosità del giornalista: volevo vedere
cosa stesse succedendo in un posto sconosciuto sul quale, negli ambienti cattolici,
giravano da qualche tempo strane voci.
Al ritorno, però, l’auto sulla quale ero
ospite slittò sulla neve attraversando
l’Istria, finimmo in una scarpata, fummo
tirati su con le funi dai pompieri, poi som-
Pellegrini
Decine di fedeli
cattolici
pregano
a Medjugorje
(Bosnia
Erzegovina), nel
luogo dove
sarebbe
apparsa la
Vergine a sei
persone. Sopra
un santino
della Madonna
di Medjugorje:
la località
è visitata
da migliaia
di persone ogni
anno (foto Afp)
In attesa di eventi nuovi
Le tappe
La Chiesa suggerisce di pregare
lasciando da parte la questione
I sei veggenti
della veridicità delle apparizioni
Il 24 giugno 1981 sei
mariamente medicati da medici divenuti
brutali quando scoprirono delle Bibbie nei
nostri bagagli. Ce ne andammo malridotti,
insalutati, con lesioni tamponate alla bell’e
meglio. A casa, quando mi riuscì di arrivarci, discendendo dal letto caddi a terra per
un violento capogiro che si sarebbe poi ripetuto ad ogni levata. Nell’auto che più
volte si ribaltava, avevo battuto la testa, ci
vollero tempo e terapie adeguate per rimette le cose a posto. Insomma, qualcosa
che mi fece ritornare alla mente il paradosso di Bloy, nonostante non avessi certo
pregato di partire in gran forma, da quel
quarantenne che ero, e di tornare con la testa fasciata come da un turbante e acciaccato al punto da dover camminare reggendomi a un bastone. In cambio, va detto, ebbi un privilegio che — per tanti pellegrini
entusiasti di oggi — è degno di «santa invidia»: essere, cioè, tra i pochi che, ammassati nella piccola sagrestia della chiesa,
assistettero all’estasi — vera o presunta
che fosse — di tutti e sei gli allora bambini
o adolescenti e tra coloro che ebbero modo
di scambiare qualche parola, in un misto di
lingue, sia con i «veggenti» che con i francescani che mostravano ancora stupore
nonché timore per le attenzioni di cui erano oggetto da parte della polizia politica
del regime. È un aspetto che spesso si dimentica: Tito era morto da un anno, i suc-
ragazzi raccontano di
aver visto a
Medjugorje (ora in
Bosnia Erzegovina)
«una figura
femminile luminosa».
Figura che il giorno
dopo si sarebbe
presentata come la
«Beata Vergine
Maria»
L’evoluzione
Dal 1981 a oggi i sei
(Ivanka Ivankovic,
Mirjana Dragicevic,
Vicka Ivankovic, Ivan
Dragicevic, Jakov
Colo, Marija Pavlovic)
avrebbero continuato
ad avere le visioni. Il
santuario è diventato
meta di pellegrinaggi
Il rapporto
Il Vaticano ha istituito
una commissione
internazionale di
inchiesta sulle
presunte apparizioni.
Dopo 4 anni di lavori,
il rapporto è stato
consegnato alla Santa
Sede che ora dovrà
decidere cosa fare
cessori già annusavano lo sfascio che si sarebbe poi verificato e, dunque, per salvarsi,
invece di allentare i freni li stringevano,
anche a proposito di lotta antireligiosa.
Non erano di certo tempi favorevoli, quelli,
per chi avesse voluto organizzare una sceneggiata di false apparizioni dal Cielo, utilizzando per giunta ben sei piccoli e piccolissimi: troppi e troppo giovani per giocare
in modo attendibile una commedia che il
primo interrogatorio di una polizia famosa
per la brutalità poteva smascherare.
Se mi capita, lo dicevo, di narrare
l’aneddoto del mio «miracolo rovesciato»
(partire sano e tornare malridotto) è anche per cercare di attutire, con un sorriso,
le passioni — a favore o contro — che
spesso esplodono quando si parla di Medjugorje .
Passioni che hanno, peraltro, una loro
giustificazione. In effetti, in una prospettiva cattolica, non si esagera definendo
drammatico il dilemma. Da un lato si dice:
la Chiesa non trascura, da ormai 33 anni
(l’inizio dei fatti è del 1981) di riconoscere
e dare autorità ufficiale a quelle che la Gospa, la signora, la Madre del Cristo, annuncia come le ultime apparizioni della
storia e che sono gravide di esortazioni, di
consigli, di messe in guardia? Ma, dall’altro lato si replica: la Chiesa non è forse colpevole per non essere intervenuta, dopo
tanti anni, per smascherare una superstizione e, forse, una truffa contro le quali
hanno tuonato con parole terribili i vescovi della diocesi, senza riuscire a stroncare
un pellegrinaggio che ha ingannato e inganna milioni di ingenui fedeli?
Ma, seppure con i suoi tempi, la Chiesa
ha finito col muoversi. Proprio la settima-
na scorsa, dopo quasi quattro anni di lavoro, la Commissione d’inchiesta presieduta
dal cardinal Camillo Ruini ha presentato il
suo voluminoso fascicolo alla Congregazione per la dottrina della fede. Questa
esaminerà il tutto e presenterà le sue conclusioni al Papa cui spetterà, ovviamente,
la decisione.
Se si è atteso così a lungo — e se ancora
si attenderà — il motivo principale sta certamente nel fatto che le «apparizioni» sono
ancora in corso e che dunque è impossibile
giudicarle, non sapendo come andrà in futuro. Dunque, per ora ci si è limitati a provvedimenti (peraltro poco seguiti dai devoti, qualche vescovo e almeno un paio di
cardinali compresi) di divieto di pellegrinaggi «ufficiali», organizzati e guidati dal
Il Papa su Twitter
«Rispettare
le vite vulnerabili»
«Mi unisco alla Marcia per la Vita a
Washington con le mie preghiere:
possa Dio aiutarci a rispettare ogni
forma di vita, in particolare i più
vulnerabili». È quanto ha scritto
ieri su Twitter papa Francesco, in
occasione dell’iniziativa Usa che
ricorda la sentenza con cui la Corte
suprema legalizzò l’aborto negli
Stati Uniti nel 1973.
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clero. Ma ciò che preoccupa la Santa Sede è
che, in ogni caso, la decisione non sarà indolore. Se negativa, il danno pastorale sarà
immenso, visti i milioni di pellegrini recatisi a Medjugorje da tutto il mondo e che si
scopriranno vittime di un inganno. Se positiva, sarà devastante per il diritto canonico che lascia ai vescovi del luogo il giudizio
su presunti fatti sovrannaturali nella loro
diocesi. A Medjugorje ci si trova di fronte al
rifiuto categorico e polemico dei presuli
che si sono succeduti a Mostar, capoluogo
ecclesiastico. Smentendoli, la Chiesa dovrebbe smentire la sua stessa legge e la sua
gerarchia, con conseguenze gravissime.
È facile prevedere che, alla fine, si starà
per un interlocutorio non constat de supernaturalitate: non consta (sinora) della
soprannaturalità dei fatti. Ci si asterrà, a
noi pare sicuro, dal secco e definitivo constat de non supernaturalitate: consta (con
certezza) che i fatti non sono soprannaturali. Così, in attesa di eventi nuovi e chiarificatori, suggerisce la Chiesa, i cattolici
continuino a raccogliere gli abbondanti
frutti spirituali da un albero che — va pur
detto — si è rivelato davvero fecondo. Preghino, si confessino, si accostino alla eucaristia, lasciando per ora da parte la questione delle origini. Gli scettici — ad essi
pure, va detto, non mancano gli argomenti da opporre ai convinti — potranno riflettere su quanto mi disse un famoso mariologo: «Non so se, all’inizio, la Madonna
ci fosse davvero, a Medjugorje. Ciò che
constato, vedendo queste folle devote che
l’hanno invocata e l’invocano da più di
trent’anni, ciò che vedo è che ora c’è, che
non può non esserci».
o Ior spera di riprendere
presto rapporti normali con
le istituzioni finanziarie
italiane, dopo il completo
«congelamento» delle relazioni
stabilito dalla Banca d’Italia
nel 2010 a causa delle gravi
anomalie riscontrate sui conti
accesi dalla cosiddetta banca
vaticana presso alcuni istituti
di credito italiani e delle
inchieste della magistratura
sul riciclaggio (ultima quella
che ha portato al duplice
arresto di monsignor Nunzio
Scarano). L’auspicio («Siamo
pronti») è contenuto in un
rapporto dello Ior pubblicato
dopo una riunione in
conference call del board
dell’Istituto, il consiglio di
amministrazione. Il Comitato
Moneyval del Consiglio
d’Europa ha approvato il
Report in progress del Vaticano
e della Santa Sede il 9 dicembre
2013. In quell’occasione la
Banca d’Italia ha espresso però
le sue perplessità sul fatto che
il prossimo controllo
internazionale sul Vaticano sia
stato fissato tra due anni e non
alla fine dell’anno in corso. Per
il momento, quindi,
nonostante un generale
miglioramento dei rapporti tra
l’Uif (Unità di informazione
finanziaria) della Banca
d’Italia e l’Aif (Autorità di
informazione finanziaria)
vaticana , lo Ior rimane ancora
una banca di un Paese
extracomunitario a
legislazione antiriciclaggio non
equivalente. Il rapporto dello
Ior pubblicato ieri fa anche il
punto sullo stato dei processi
di riforma messi in cantiere
(per gran parte nella seconda
metà del 2013, sotto l’incalzare
delle inchieste della
magistratura) e mette in
evidenza che solo il 55 per
cento dei conti è stato già
sottoposto alla revisione
prevista per la clientela
(Customer Due Diligence). Il
tempo stringe. Il prossimo G8
dei cardinali metà febbraio) si
occuperà dello Ior (lo ha
annunciato il cardinale Oscar
Rodriguez Maradiaga, a
dicembre) e potrebbe decidere
una riforma radicale della
«banca» sulla base della
relazione della Commissione
pontificia referente. E papa
Francesco, la settimana
scorsa, ha già rinnovato la
Commissione cardinalizia di
controllo.
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Milano La donna, 44 anni, stava slegando la bici. L’uomo alla guida ha fatto retromarcia finendo nella rampa dei box e l’ha travolta
Senza patente fa manovra e uccide madre di tre gemelli
SESTO SAN GIOVANNI (Milano) — La sequenza di una
mattinata qualsiasi inizia con
la mamma che accompagna a
scuola i suoi bambini, tre gemelli, sette anni; rientra in casa, e poco dopo esce di nuovo;
sono quasi le dieci di ieri,
scambia due parole col custode del suo palazzo, raggiunge
un’amica nel cortile, si china
per slegare la bicicletta che sta
appoggiata a una ringhiera,
proprio sopra la rampa che
porta nei box sotterranei. In
quel momento un operaio egiziano, E. L. M., 36 anni, in regola con il permesso di soggiorno ma non con i documenti di guida, perché non ha
la patente, innesta la retromarcia per spostare il furgone
parcheggiato a pochi metri di
distanza. Si distrae, o perde il
controllo per poca dimestichezza con il mezzo, fa solo
pochi metri e travolge la donna, la sua bici, la ringhiera,
piomba giù col furgone. Agnese Scozzaro, 44 anni, muore
qualche minuto dopo, sull’ambulanza che la sta portando via dal cortile di casa, nel
centro di Sesto San Giovanni
(in via Cesare da Sesto), a Nord
di Milano.
Ai vigili, poco dopo, il custode ha raccontato: «L’ho vista sorridente, poi è andata in
cortile. Subito dopo ho sentito
delle urla strazianti». L’uomo
è uscito, ha visto solo il cofano
del furgone che spuntava sul
piano del cortile, il resto del
mezzo era giù, appoggiato
sulla rampa dei box. L’amica di
Agnese Scozzaro ha fatto in
tempo a spostarsi e ha urlato,
ha cercato di farsi sentire.
L’uomo alla guida invece, dopo l’incidente, è spuntato fuori dal camioncino ancora in
bilico, si guardava intorno
ammutolito. Lavora per una
ditta che sta facendo dei lavori
in un appartamento dello stesso condominio. Il suo titolare,
italiano, gli aveva chiesto di
Il recupero Il furgone caduto sulla bici della donna (Newpress)
scendere a spostare il mezzo,
per poter caricare un mobile.
L’operaio è stato interrogato
dai vigli; gli hanno fatto fare il
test per capire se fosse ubriaco; sono arrivati polizia e carabinieri. La procura di Monza
ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo, e di
questo dovrà rispondere l’uomo, ma non della guida senza
patente, perché l’incidente è
avvenuto in un cortile chiuso,
un’area privata, e non sulla
strada.
Agnese Scozzaro era molto
conosciuta a Sesto. Insieme al
marito aveva da poco deciso di
cambiare casa, l’appartamento
in cui viveva era diventato ormai troppo piccolo da quando
(dopo averli desiderati a lungo) erano nati i tre bambini.
La vicenda
La dinamica
In un cortile di Sesto San
Giovanni (Milano) E. L. M.,
36 anni, operaio egiziano
senza patente, durante una
retromarcia per spostare un
furgone ha divelto una
ringhiera ed è precipitato da
un terrapieno sulla rampa
dei box. Il mezzo ha ucciso
Agnese Scozzaro che stava
slegando la sua bici
La vittima
La donna aveva 44 anni, era
sposata e aveva tre figli. È
morta durante il trasporto in
ospedale. Il guidatore ora è
accusato di omicidio colposo
Avevano trovato una casa nello stesso palazzo, e proprio lì
in questi giorni sono in corso i
lavori per la ristrutturazione. Il
marito della donna, e poi suo
fratello, sono tornati in via Cesare da Sesto nella mattinata,
hanno guardato il loro cortile,
il cemento appena spaccato
nei punti in cui era fissato il
parapetto, quelle sbarre alle
quali Agnese e altri abitanti
del palazzo legavano di solito
le biciclette. Suo marito balbettava: «Perché sono andato
al lavoro?». I bambini erano a
scuola. In classe si sono radunate alcune mamme: con le
maestre sono state vicine ai tre
gemelli. Li hanno accuditi, li
hanno distratti. Per i tre fratelli, a 7 anni, la mattinata era
iniziata come tutte le altre, con
la mamma che li ha lasciati davanti a scuola.
Ferdinando Baron
Gianni Santucci
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Cronache 23
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
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Le immagini I lavori di restauro alla statua del Corcovado. Brividi come ai tempi dei manovali immigrati sospesi nel cielo di New York
Tra terra e cielo
Un operaio
sbuca dal braccio
destro della statua (foto sopra):
con i suoi colleghi
dovrà poi
raggiungere
la mano e la testa
danneggiate
dai fulmini. Per i
lavori sono stati
reclutati specialisti in alpinismo
(foto AP e Reuters)
Estremità pericolose
Uno dei fulmini ha scheggiato
una delle dita del Cristo
Redentore (alta in tutto 38 metri
tra statua e base di appoggio). La
mano ha una lunghezza di 3,20
metri e pesa otto tonnellate e la
distanza tra una mano e l’altra è
di 30 metri. Il peso totale della
struttura è di 1.145 tonnellate
(foto Severino Silva/
Agencia O Dia/Reuters)
DAL FULMINE AGLI OPERAI ACROBATI DI RIO
di GAETANO CAPPELLI
A
vederli così, sospesi nel blu
dipinto di blu del cielo di Rio
de Janeiro, sotto lo sguardo
bonario del Cristo Redentore, uno
subito pensa a quei pazzi che scalano pareti verticali a mani nude, alcuni di loro, non contenti, scaraventandosi subito dopo nell’abisso. E
scene del genere, il Redentore ne
avrà certo dovute sopportare negli
anni.
Costruito nel 1931 è il primo e,
forse, il più riuscito esempio di quel
ciclopismo della statuaria religiosa
che ha spesso trasformato paesaggi
idilliaci in scene da incubo, dove più
che essere confortati alla vista del
Signore si ha la sensazione di trovarsi di fronte qualche entità aliena
tutt’altro che benevola.
Con il Cristo del Corcovado, no.
Armonioso e leggero come un
aliante in volo, ha uno sguardo calmo, rassicurante. Sarà per questo
che gli operai incaricati di rimediare
ai danni d’un fulmine, sembrano
così a loro agio mentre se ne vanno
a spasso tranquilli sulle sue braccia,
o s’affacciano come per far cucù al
compagno di sotto?
In realtà, di questi temerari funamboli, ce ne sono sempre stati
ovunque. Ricordate quella famosa
foto che ne immortalava una decina
seduti in pausa pranzo su una trave
d’ un grattacielo in costruzione, nella New York degli anni Trenta? Una
leggenda voleva si trattasse di indiani Mohawk, gli unici capaci di simili prodezze, quando invece erano
operai che arrivavano da tutto il
mondo. Disposti a qualsiasi acrobazie pur di lavorare. Proprio come
oggi.
gaetanocappelli
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La tempesta perfetta
Pioggia di 40 mila fulmini
Il 17 gennaio scorso una tempesta
violentissima si è scatenata nei cieli di Rio
de Janeiro. In poche ore sono caduti oltre
40 mila fulmini, decine dei quali hanno
colpito la statua del Cristo Redentore, che
domina la città carioca (a sinistra). Le saette
hanno danneggiato in particolare una
mano e la testa dell’enorme effigie. Data
anche la popolarità della statua, costruita
nel 1931 e visitata da 700 mila turisti
all’anno, sono immediatamente partiti i
lavori di restauro finanziati dalla Pirelli
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Moda 25
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
L’alta moda di Parigi
Le passerelle La donna farfalla di Gaultier e quella senza volto di Margiela
Sono arie della Traviata
i nuovi ricami di Valentino
Omaggio all’opera sull’abito da ballo color pergamena
DALLA NOSTRA INVIATA
Jean Paul Gaultier Lo stilista abbraccia
Dita Von Teese vestita da farfalla
Elie Saab L’abito lungo color glicine
punteggiato di fiori applicati e ricamati
PARIGI — «Il bello dell’alta moda è
che non ne percepisci mai lo sforzo,
ma cogli solo la magia delle emozioni
che suscita». E se un abito e un cappotto scivolano via, in pochi secondi,
giusto il tempo di cogliere ricami o
intarsi da duemila, duemila-duecento ore di lavoro, non c’è frase che renda meglio. Sulla passerella di Valentino, ieri, per cinquantacinque volte,
«la magia» di cui Maria Grazia Chiuri
e Pier Paolo Piccioli parlano nella
premessa si è rinnovata a ogni passaggio.
La lirica che i due stilisti hanno orchestrato ha lasciato senza fiato. Gioco sottile di un’ispirazione di grande
impatto: il mondo dell’opera con le
sue eroine e i suoi riti, fra passioni e
tragedie, o l’arte più celebrativa e bucolica. Una passerella trattata come
un palcoscenico dallo scenografo di
Maurizio Varano, del teatro dell’Opera di Roma: a terra metri di tele dipinte. E poi ecco il pentagramma di
un’aria della Traviata ricamato sull’abito da ballo di tulle color pergamena (1600 ore di lavoro nei tre laboratori romani della couture); il serpente del «Morso di Eurydice» sul
tutù di tulle blu (350 ore); le vesti
delle ragazze del coro che sono tuniche in cady drappeggiate e profondamente scollate dietro; i
cappotti di cachemire double a
intarsio a ricreare le scene dal
«Carnevale degli animali» di
Saint Saens (1500 ore); la cappa de «La donna del lago» di
Rossini in un gioco di grigi
infiniti assemblati punto
dopo punto; la Lucia di
Lammermoor di Donizetti in un lungo di pizzo
tricot oro e bronzo realizzato con una tecnica
bizantina (500 mila
punti per operarlo). E
ancora la «tela di Penelope» che è un caban di seta che una
mano d’oro ha sfilacciato in frange;
il mantello «madame Butterfly»
che sembra una
nuvola di farfalle
colorate.
Dialoghi fantastici fra l’immaginazione più sublime e la realizzazione
della stessa: «L’alta moda è libertà assoluta di sognare a occhi aperti».
Al centro comunque sempre la
donna, creatura da rispettare e valorizzare: «Chi l’ha detto che si debba
soffrire per omaggiare la bellezza?»
sono convinti «i Valentino» (cosi ormai li chiamano tutti). «È un’assurdità. Per noi nulla deve costringerla».
Così non c’è silhouette che non sia
leggera sulle forme: abiti da ballo,
creazioni da principessa, da vestale.
Tuniche e cappe. Strascichi e maniche importanti. La contemporaneità
dei colori della terra: grigio, beige,
marroni. Ovazione a scena aperta per
i «maestri» italiani.
Applausi sentiti e sinceri anche all’Artisanal di Martin Margiela per la
donna dal volto che non c’è: le ragazze tutte indossano cappucci ricamatissimi, come da tradizione de la maison a sottolineare che sono gli abiti i
protagonisti e non le modelle. Inquietano certo, queste creature, ma
l’occhio poi si distrae sulle lavorazioni incredibili, i volumi esasperati, i
tagli azzardati, le soluzioni impertinenti. Gli stilisti dell’atelier sono andati nelle più belle case dei grandi
collezionisti parigini e hanno fotografato tessuti antichi (Fortuny, per lo
più), quadri (anche un Gauguin),
tappezzerie (molte prodotte da Corot) e li hanno tradotti in ricami, intarsi, tagli e in un ideale «collezione
da collezionista» dove cappe e capotti
sono abbaglianti come sono capolavori gli abiti e i bustier tutto un ricamo tattoo ispirato all’opera di Sailor
Jerry (1950).
Come il pittore che l’ha ispirato,
quel sir Lawrence Alma Tadema, della scuola dei romantici decadenti alla
corte della regina Vittoria, così l’haute
couture di Elie Saab, lo stilista libanese fra i più amati del Medio Oriente. I
fiori più languidi così come li dipingeva l’artista sono ricamati o applicati
negli abiti da gran ballo, lunghi, perfetti, da principesse e regine e spose.
Svasati o gonfi, con lo strascico o una
lunga mantella; casti o profondamente scollati dietro. Nuvole di tulle
od organza dai colori delicati, come
solo certe pennellate riescono a rendere: azzurri, lilla, ciclamino, verde e
nel finale un nero vittoriano.
Comincia dal colore della pece anche Jean Paul Gaultier ma finisce in
un’esplosione di colori per raccontare
la sua donna farfalla che esce dal boz-
Come a teatro
La passerella trattata come
un palcoscenico, dallo
scenografo Maurizio Varano
del Teatro dell’Opera di Roma
zolo e vola via. È tutto un battito d’ali
e di fruscii e di eccessi. Bustier e cappe, tailleur avvitati e pantaloni palazzo, gonne di tulle sotto allo chemisier
di pelle, abiti di foglie di organza
drappeggiate e sfumate. Le ragazze
sono tanta roba: le labbra pronunciate, gli occhi bistrati, lo stacco di gamba eccessivo: molto «Cage aux Folles». Anche la piccola e diafana Dita
Von Teese, star del burlesque, così è
troppo strizzata per essere (ancora)
provocante.
Paola Pollo
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La citazione
La partitura
C’è uno stralcio dalla
partitura della Traviata, fra
le più celebri opere di
Giuseppe Verdi, ricamata
sul lungo abito nuvola di
Valentino, presentato ieri a
Parigi. L’opera, con libretto
di Francesco Maria Piave,
tratto dalla pièce teatrale di
Alexandre Dumas (figlio)
«La signora delle camelie»,
venne rappresentata per la
prima volta alla Fenice di
Venezia nel 1853, e fu
sonoramente fischiata.
L’anno successivo, con altri
interpreti, raccolse il primo
grande successo
Martin Margiela L’abito realizzato
con tagli di stoffa vintage da collezionista
Il party Lo gnocco soffiato con uova di trota e il gelato al panettone firmati da Oldani. L’ultima tappa della mostra «L’eccentrico»
Menu «pop» per 500, la notte di Armani
DALLA NOSTRA INVIATA
PARIGI — Cinquecento persone sedute. Una decine di lunghissime tavolate, apparecchiate fra Oriente e Occidente, come
da ispirazione. Christopher
Lambert che chiacchiera fitto
fitto con Sophie Marceau, Claudia Cardinale che canticchia la
musica della sfilata. Poi Isabelle
Hupper e Chiara Mastroianni,
Beatrice Borromeo e il suo fidanzato Pierre Casiraghi con la
nonna di lei Marta Marzotto.
Afef che conversa con Kristin
Scott Thomas. Passa il padrone
di casa a salutare tutti in piedi,
ad applaudirlo. Sarà anche la
«One Night Only» (format di
avvenimento itinerante) numero cinque ma è la serata che
Giorgio Armani sta portando in
Ospiti
Christopher Lambert con Sophie
Marceau, Giorgio Armani e la
nipote Roberta alla festa
organizzata dallo stilista dopo la
sfilata di alta moda. A sinistra,
alcuni abiti esposti alla mostra
giro per il mondo è sempre una
grande e rinnovata emozione.
Un tour fatto di sfilata (in
questo caso l’alta moda), mostra (L’eccentrico, con i più bei
abiti della carriera) e serata. Per
l’evento è stato scelto il grandioso Palais de Tokyo: perfetto
ambiente per un allestimento
molto giapponese, con lanterne
grafiche e pareti oro. La cena rigorosamente placé («una mensa d’alta moda» scherzava qualcuno con l’approvazione di Armani) e menu è dello chef milanese Davide Oldani (ristorante
D’O di Cornaredo, famoso per
la cucina pop d’autore): cavolfiore al limone, capperi e rafano
crudo; gnocco soffiato e arrostito con croccanti uova di trota
e salsa d’anice; stinco di vitello
con salsa di liquirizia calabrese;
gelato di panettone con crema
al mandarino. Brigata da grandi
eventi: 80 camerieri, 22 cuochi,
due pasticcieri e 15 sommelier.
Tutti gli ospiti sono rimasti «attovagliati» sino quasi alla fine!
Pa. Po.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Viktor&Rolf L’abito in latex, quasi senza
cuciture, con effetto tattoo
26
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
27
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Economia
Indici delle Borse
FTSE MIB
Dati di New York aggiornati alle ore 20.00
19.958,38 -0,19%
1 euro
Eni
1,3566 dollari
0,29%
Londra
6.826,33 -0,12%
FTSE It.All Share 21.221,61 -0,21%
Francoforte
9.720,11 -0,10%
FTSE It.Star
17.938,07 -0,37%
Parigi (Cac40)
4.324,98
0,03%
1 euro
0,8190 sterline -0,59%
Dow Jones
16.370,16 -0,27%
Hong Kong
23.082,25
0,21%
1 euro
1,2345 fr. sv.
Tokio (Nikkei)
15.820,96
0,16%
1 euro
8,7958 cor.sve. -0,12%
Nasdaq
S&P 500
4.240,67
1.844,39
0,35%
0,03%
La lente
COLOMBAN
E PERINI
LANCIANO LA RETE
E SPENGONO LE LUCI
S
e il 28 marzo non sarà
cambiato nulla
«spegneremo le luci,
chiuderemo le nostre
fabbriche e i nostri negozi».
Massimo Colomban,
conosciuto nel mondo del
business per le ottime
performance degli anni
passati alla testa della
Permasteelisa, ha deciso di
lanciare una nuova sfida e
così sta organizzando la
Rete Salviamo l’Italia (SI).
Ci tiene a spiegare da subito
che l’iniziativa non ha
niente a che vedere con il
Movimento 5 St
elle o con qualsiasi altra
forza politica, «ci
muoviamo sul terreno della
rappresentanza degli
interessi delle imprese». A
Rete SI ha aderito la sua
Confapri assieme ad altre
organizzazioni come
Madrid
10.279,70 -0,75%
19958,38
(-0,19%)
G
V
L
M
M
1 euro 141,5700 yen
1 euro
La settimana
inv.
17,52
=
-0,09%
1,4876 dol.can.
inv.
G
=
V
L
M
M
Titoli di Stato
Titolo
Ced.
Quot. Rend. eff.
22-01
netto %
Titolo
Ced.
Quot. Rend. eff.
22-01
netto %
Btp 11-01/04/14 3,000% 100,45
0,03
Btp 96-01/11/26 7,250% 131,69
3,31
Btp 04-01/02/15 4,250% 103,54
0,22
Btp 11-15/09/26 3,100% 104,07
3,02
Btp 10-15/04/15 3,000% 102,63
0,45
Btp 03-01/08/34 5,000% 107,52
3,87
Btp 11-15/04/16 3,750% 105,49
0,77
Btp 06-15/09/17 2,100% 103,54
Btp 13-15/09/18 1,700% 101,62
1,11
1,81
Btp 05-01/02/37 4,000% 95,01
Btp 07-01/08/39 5,000% 106,93
Cct 07-01/12/14 0,420% 100,14
3,86
3,98
0,59
Btp 09-01/03/20 4,250% 108,16
Btp 11-01/03/22 5,000% 111,34
Btp 13-01/03/24 4,500% 106,09
2,29
2,80
3,25
Cct 08-01/09/15 0,590%
Cct 09-01/07/16 0,560%
Cct 11-15/04/18 0,677%
0,79
1,06
1,58
99,96
99,31
98,54
Strategie Al premier il rapporto Caio. La girandola di incontri sul gruppo telefonico dopo il rafforzamento degli spagnoli
Il governo stringe su Poste e Telecom
Domani l’ok alla vendita del 40% della società di Sarmi, 6 miliardi di incasso
Poste e Telecom, il governo
Letta stringe sui dossier. Domani pomeriggio il consiglio dei
ministri esaminerà lo schema di
cessione per privatizzare il
gruppo postale guidato da Massimo Sarmi. Sul mercato, come
anticipato dal Corriere, potrebbe finire entro il prossimo autunno una quota del 40%, con
un 5% riservato ai 145.542 dipendenti. Mentre non è esclusa
una successiva tranche del 20%
di cui comunque il decreto non
fa cenno. Parallelamente il presidente del Consiglio, Enrico
Letta, non vuole tralasciare l’affaire Telecom. Il premier ieri ha
incontrato direttamente il commissario Francesco Caio per definire gli ultimi particolari dell’atteso rapporto sullo stato della rete. Mentre l’amministratore
delegato del gruppo telefonico,
Marco Patuano, avrebbe incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo
Patroni Griffi. In giro sarebbe
Il gruppo in Borsa
Ieri
0,83 euro
-0,95%
0,85
0,80
0,75
0,70
0,65
30 dicembre
13 gennaio
Digitale Francesco Caio
stato visto anche l’ex presidente
operativo di Telecom, Franco
Bernabè, tornato da un viaggio
nel Sud Est asiatico. Ormai la
questione è politica anche perché Letta non vuole certo giungere al semestre di presidenza
italiana del Consiglio europeo
(ora tocca alla Grecia ma dal 1
luglio passerà al governo italiano) senza un piano per colmare
il gap che ci separa dagli obietti-
20 gennaio
2014
2013
vi dell’Agenda 2020. Nel fine
settimana dovrebbe terminare
la fase di editing mentre la presentazione vera e propria dovrebbe avvenire giovedì prossimo in una conferenza stampa.
Difficile che si parli di temi delicati come lo scorporo anche se
non è escluso che il tema possa
essere cavalcato dal segretario
del Pd, Matteo Renzi.
Ma, dunque, extra governo.
D’ARCO
FTSE MIB
Cambi
La settimana
Nel consiglio di domani
l’esecutivo dovrebbe già dare il
via libera al decreto per la privatizzazione di Poste italiane per la
cui approvazione definitiva serviranno un paio di mesi mentre,
contestualmente, il Tesoro avvierà l’iter per la predisposizione del prospetto informativo da
depositare in Consob e in Borsa.
Atteso anche il rinnovo della
convenzione triennale con Cas-
sa depositi e prestiti (scaduta
nel 2013) a cui si aggiungerà
quasi sicuramente l’allungamento a 5 anni del contratto di
servizio postale. Il ricavato, che
dovrebbe arrivare da una cessione in parte a investitori istituzionali e in parte sul mercato,
sarà destinato alla riduzione del
debito pubblico che, nell’ultimo
Def (il Documento di economia
e finanza), è stata calcolata per il
2014 in 12 miliardi di euro comprendendo anche le privatizzazioni di Sace, Stm Holding, Cdp
Reti, Fincantieri, Grandi Stazioni ed Enav. Dalla vendita del 40%
di Poste per l’anno in corso è atteso un ricavato di 6 miliardi di
euro, supponendo così un valore complessivo del gruppo a circa 14 miliardi di euro. Ma sono
cifre ancora «ballerine» che diventeranno più certe dopo la
«due diligence» e la nomina
dell’advisor finanziario del Tesoro che sarà affiancato da quello di fiducia delle Poste stesse.
Poi partirà la vera battaglia:
quella per definire il Global coordinator, dove le grandi banche d’affari entreranno in campo.
Gli ultimi dati certificati sul
valore del gruppo risalgono al
2010, periodo dello swap del
35% di Poste dalla Cdp al Tesoro:
in quel caso un rapporto di Deutsche Bank aveva valutato il
gruppo a 10 miliardi di euro. Ma
il lavoro del comitato tecnico
dovrebbe definire l’extra valore
legato alla contrattualizzazione
dei rapporti con lo Stato e la
stessa Cdp. Intanto il segretario
della Cisl Raffaele Bonanni ieri
si è augurato che il governo destini ai dipendenti delle Poste
una quota (a sconto o gratuita
non è ancora chiaro) fino al 10%
come ha fatto Royal Mail. Il 51%
dei dipendenti delle Poste ha
una tessera Cisl.
Roberto Bagnoli
Massimo Sideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La privatizzazione Il colosso finanziario che fa concorrenza al top degli istituti di credito e delle compagnie di assicurazione
Imprese che resistono, Tea
Party, Confimi ma sono
presenti anche singoli
imprenditori. Tra i nomi
spiccano quello del milanese
Michele Perini, presidente
Fiera Milano (nella foto),
del veneto Riccardo
Donadon (H-Farm) e di
Arturo Artom. Le iniziative
lanciate da Colomban sono
sostanzialmente tre. Un
documento che propone di
«dare scacco alla crisi» in 6
mosse che possiamo
sintetizzare con meno tasse
e meno burocrazia, il ricorso
alla Consulta e alla Corte
europea contro le imposte
che fanno fallire le imprese
(Imu, Irap) e, infine, lo
«switch off Italia» di fine
marzo quando «milioni di
attività e partite Iva
spegneranno le luci». Ma
non è finita, Rete SI ha
deciso anche che dal
prossimo Primo Maggio,
festa del lavoro,
«raddoppiamo la paga ai
nostri collaboratori». Le
imprese aderenti
inseriranno nella busta
paga una distinta per
spiegare dove vanno le tasse
che il datore di lavoro deve
togliere dalla busta paga e
contestualmente partirà un
ricorso sulla
incostituzionalità del
sostituto d’imposta. In
definitiva Rete SI parte con
un mix tra azioni
giudiziarie e movimentismo
e si vedrà nelle assemblee di
territorio quale sarà la sua
effettiva forza.
Dario Di Vico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Banca e numero due delle polizze vita
Sul mercato va il centauro del risparmio
Con Poste italiane verrà privatizzata la
sesta banca del Paese e il secondo investitore in titoli di Stato , la terza compagnia di
assicurazioni e la seconda nel ramo vita, la
ventottesima azienda industriale e il primo
datore di lavoro del Paese. Il nome non
tragga in inganno: i pacchi e le lettere contano sempre meno, sul mercato andrà un
colosso finanziario con un’operazione che
per certi versi e con qualche suggestione
può riportare ai maxi collocamenti degli
istituti pubblici degli anni Novanta.
La rivoluzione compiuta da Corrado
Passera, che ha guidato Poste per quattro
anni dal 1998, e Massimo Sarmi, capoazienda dal 2002, ha trasformato in un centauro della finanza un gruppo destinato al
declino, travolto dalle nuove tecnologie
gruppo però nello stesso periodo aumenta
le vendite da 15,7 a 20,18 miliardi. Come?
In primo luogo i servizi finanziari crescono
da 4,3 a 4,8 miliardi: Poste, che può contare
nel Paese su una rete di 13.676 filiali e uffici, contro i 5.302 di Intesa Sanpaolo, i 4.298
di Unicredit e i 2.671 di Mps, è passato dal
2007 al 2012 da una raccolta bancaria di
35,5 miliardi a quota 45,5. È quindi il sesto
Manager
I numeri del gruppo
Poste in Italia è:
1°
Datore di lavoro
145.542 dipendenti
3° Compagnia di assicurazioni
per raccolta premi
10,5 miliardi
1° Banca per numero
di sportelli
13.676
I premi
Con 10,5 miliardi di premi nel
ramo vita , il gruppo ha una
quota di mercato del 14,6%
dell’informazione. Basti pensare che fino
all’88 la società non era ancora una spa, le
assicurazioni fanno capolino nel ‘99, risale
al Duemila il lancio del conto bancoPosta e
che nel 2002 i conti tornano in utile dopo
50 anni di rosso. Nel 2012 il risultato è stato
positivo per un miliardo circa. In cinque
anni il gruppo ha versato allo Stato dividendi per 1,6 miliardi.
La trasformazione è evidente a partire
dal mix di fatturato. Secondo le elaborazioni di R&S-Mediobanca, sul totale di oltre 20
miliardi di ricavi i servizi postali pesano
per circa un quinto con 4,4 miliardi, mentre nel 2008 il loro contributo era pari a oltre un terzo: il calo è stato di un miliardo. Il
istituto retail, più o meno a pari merito con
Bper, davanti a Bnl e Bpm. Certo, si tratta di
un istituto particolare: con la eccezione
della controllata Banca del Mezzogiorno
(realtà di dimensioni ancora limitate), a
fronte della provvista non eroga finanziamenti, bensì deve investire quasi tutto in
titoli di Stato. I ricavi provengono dunque
da commissioni e cedole incassate.
6° Banca per provvista
da clientela
45,5 miliardi
2° Compagnia ramo vita
quota di mercato 14,7%
10° Banca per attivo tangibile
51,8 miliardi
2° Gruppo finanziario per titoli
di Stato in portafoglio
79,9 miliardi
28° Gruppo industriale
ricavi tipici da servizio
postale 4,5 miliardi
La crescita
(dati in miliardi)
Raccolta postale
35,5
35,8
5,5
5,5
2007
2008
Fonte: Elaborazione R&S Mediobanca
37,2
7,1
2009
45,5
Raccolta premi
36,9
37,7
9,5
9,5
10,5
2010
2011
2012
D’ARCO
Alla guida dal
2002
Massimo Sarmi, 65,
anni è
amministratore
delegato di Poste
italiane dal 2002. Il
gruppo, che fattura
oltre 20 miliardi, è la
sesta banca italiana
per provvista e la
terza compagnia di
assicurazioni,
seconda nel ramo
vita. Ha una rete di
13.676 sportelli e
con 145.542
dipendenti è il
primo datore di
lavoro industriale in
Italia. Ha in
portafoglio titoli di
Stato per oltre 79
miliardi
In secondo luogo il gruppo guidato da
Sarmi ha scalato in questi anni le graduatorie assicurative. I premi netti, quasi esclusivamente nelle polizze vita, sono cresciuti
dai 5,5 miliardi nel 2007 ai 10,5 del 2012.
Poste vita è dunque oggi la terza compagnia italiana per raccolta (verrà superata da
Allianz con l’acquisizione di 1,2 miliardi di
premi da UnipolSai), con una quota di mercato domestico nel ramo pari al 14,6%, contro il 17,3% di Generali e il 13,8% di Intesa.
E poiché a fronte delle riserve ci sono titoli
a reddito fisso (prevalentemente bond governativi italiani) per 43,5 miliardi, l’esposizione del gruppo (banca e assicurazione)
nei nostri titoli di Stato è valutata pari a
79,9 miliardi: è quindi il secondo detentore
dietro a Intesa Sanpaolo con oltre 90 miliardi, cifra che comprende il «tesoro» che
attiene alle assicurazioni del gruppo. Anche in questo caso può essere utile un confronto con il Leone di Trieste, la cui esposizione in titoli governativi italiani è pari a
55,5 miliardi. Può infine essere quasi una
curiosità, ma anche alcune attività minori
hanno contribuito al remix dei ricavi: con
tre milioni di sim vendute e 250 milioni di
fatturato, Poste è l’operatore virtuale numero uno in Italia e fra i primi in Europa.
Quanto sia stato opportuno il cambio di
strategia lo si può infine capire dai diversi
contributi al margine operativo. Fra il 2011
e il 2012 questa voce registra un calo da 1,6
a 1,4 miliardi, che va attribuito ai servizi
postali e commerciali: il loro margine si dimezza, da 834 a 416 milioni, e il peso cade
dal 50,8 al 30,1%. A fronte di tale crollo però
le polizze registrano un boom di redditività: da 199 a 371 milioni. Ecco dunque cosa
andrà prossimamente sul mercato. Un colosso della finanza, che smista ancora 190
mila pacchi al giorno e 220 milioni di raccomandate l’anno. Ma dei 37 milioni di
clienti sempre meno vanno allo sportello
per spedire qualcosa. Preferiscono affidare
i risparmi e investire. Forse la proprietà
statale «sicura» in certi momenti turbolenti ha fatto premio. Ma ora si cambia.
Sergio Bocconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
28
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Autorità Portuale di Salerno
AVVISO AL PUBBLICO
Autorizzazione unica ai sensi del Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28.
L’ENEL DISTRIBUZIONE S.P.A. CON SEDE IN VIA OMBRONE, 2 - ROMA
MACRO AREA TERRITORIALE SUD - DISTRIBUZIONE TERRITORIALE RETE PUGLIA E BASILICATA
COMUNICA
Con il presente avviso ai sensi e per gli affetti dell’art. 16 del DPR n. 327/01 e s.m.i., art. 10 L.R. 22.2.2005 n. 3 e s.m., art. 7 e seguenti della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e succ. mod. testi vigenti, che la
Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo, il lavoro e l’Innovazione - Servizio Energia, Reti Infrastrutture materiali per lo sviluppo - Ufficio Energia e Reti energetiche - ha avviato il procedimento di
approvazione del progetto dell’opera:
• Realizzazione stazione primaria a 150/20 kV, denominata “CPR Ruggianello”, costituita da n.3 stalli a 150 kV, n.1 sistema in singola sbarra e n.3 stalli di trasformazione 150/20 kV dei quali 1 previsto come
ampliamento futuro;
• n.2 brevi raccordi provvisori, in entra ed esce, della suddetta CPR con la linea AT esistente a 150 kV “S. Pancrazio - Manduria” (raccordi da dismettere all’entrata in esercizio della futura stazione 380/150
kV di Erchie);
• n.1 raccordo AT dalla CPR alla futura stazione RTN a 380/150 kV di Erchie, collegata in entra-esce alla linea a 380 kV “Taranto Nord-Galatina”, costituito da una linea elettrica aerea in semplice terna in
conduttori nudi a 150kV, di lunghezza pari a 2.998 m;
• n.7 raccordi MT alla rete di Distribuzione esistente, costituiti da n.7 linee in cavo aereo/interrato (di cui 3 in doppia terna e 4 in semplice terna), di lunghezza complessiva pari a 21.42 Km.
ai fini della preventiva apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità dell’opera stessa, ai sensi dell’art. 10 della L.R. n. 3/05 e s.m.i. ed art. 16 del D.P.R. n. 327/01 e s.m.i.
I terreni interessati, ricadono tutti nel Comune di Avetrana e di Erchie le ditte proprietarie sono:
Comune di Avetrana
Foglio 1
Particelle 7 - 152 - MORLEO ANTONIO GIUSEPPE; 150 - 151 ARGESE COSIMA - VALENTE SALVATORE; 18 VALENTE PALMIRA; 17 ENTE COMUNALE DI ASSISTENZA DI MANDURIA - MORLEO FRANCESCO;
21 PICCIONE PASQUALE; 45 - BIANCO MARGHERITA; 52 - 28 CARROZZO PASQUALE; 53 POLITO SALVATORE; 54 BIANCO VITA; 32 LEARDI LUCIA; 33
GENNARO LUCIA- MONETTA SALVATORE; 153 FRIOLO SAVERIA- VALENTE GIUSEPPE; 44 E C A DIMANDURIA - MORLEO LEONZIO;
Foglio 14
Particelle 2 RIZZATO ANTONIO - SAPONARO MARIA ANTONIA; 4 DELL’ATTIVITO - GENNARO LUCIA VINCENZA; 170 - 5 DELL’ATTIGIOVANNI- PETARRA GIUSEPPA; 176 CAVA FRANCESCA; 6 COLUCCIRITA;
7 CARROZZO ROSETTA; 91 ROSATO CONCETTINA; 80 MORLEO MARIELLA CONCEPITA; 46 - 47 DAGGIANO EGIDIO - MONTICELLI MARIA GIUSEPPA; 61 - 180 DE PADOVA MADDALENA; 83 DE PADOVA ANTONIA !OLANDA;.65 DE PADOVA ANNA MARIA; 22 BARNABA GIOVANNA - PASANISI BRAGONETTI CONCETTA; 94 DELOS ANTONIETTA; 95 PASANISI . DRAGONETTI FILOMENA - RUGGIERI GIOVANNI; 64
ENTE AUTONOMA ACQUEDOTTO PUGLIESE; 187 PASANISI DRAGONETTI FILOMENA - SACCO MARIA; 184 MILETO PASQUALINA - SACCO MARIA; 161 COCCIOLI LUCIA - MONETTA COSIMO; 32 PASANISIEMILIO - PASANISI!RENE; 58 MANGIONICOSIMO - POLITO PALMIRA; 201 - 202 DE SUMMA LUCIA - DI PIETRANGELO COSIMO; 19 DE PASQUALE ANNA; 79 MARLEO PASQUALINA; 203 (ex 36)- 204 (ex
36) CALO ROSARIO- CALO’ CLAUDIA- CALO’ FLORENZA; 66- 200 (ex 104) ADDABBO ANTONIO- PASANISIDRAGONETTIPAOLO FU GREGORIO;
Foglio 13
Particelle 202 - CICCARESE DONATO; 209DIMITRI ANGELO - DIMITRI SALVATORE - PASANISIDRAGONETTIPAOLO DIGREGORIO CON SEDE IN AVETRANA; 207 - 208 BRUNETTI GREGORIO - CAPOGROSSO
ANNA - PASANISI DRAGONETTI VITTORIO; 552 SCHIAVONI GIOVANNI- SISTO ORONZO - VECCHIO ANNA; 391 - 555 - 392 MANCINO ANTONIO - SISTO ORONZO; 413 NIGRO MICHELE - SISTO ORONZO;
394 - 557 -558 -559 - 611 DI PIETRANGELO PIETRO; 610 ENEL DISTRIBUZIONE - SOCIETA’ PER AZIONI; 417 - 418 - 419 - 420 CARROZZO COSIMO- OLIVIERICOSIMA- SISTO ORONZO; 396- 561 DORIA
GIOVANNAMASTROLIA LUIGIA GIUSEPPA - SCARCIGLIA ANNUNZIATA MARIA DEGLI ANGELI SCARCIGLIA ANTONIO FERNANDO - SCARCIGLIA FRANCESCA MARIA - SCARCIGLIA FRANCESCO SCARCIGLIA
FRANCESCO - SCARCIGLIA RAFFAELLA - SCARCIGLIA SUSANNA - SCARCIGLIA VINCENZO SCARCIGLIA VINCENZO FIORE; 395SCARCIGLIA ANTONIO FERNANDO - SCARCIGLIA FRANCESCA MARIA - SCARCIGLIA FRANCESCO SCARCIGLIA FRANCESCO - SCARCIGLIA RAFFAELLA - SCARCIGLIA SUSANNA - SCARCIGLIA VINCENZO SCARCIGLIA VINCENZO FIORE; 436 - 437 - 438 - 439 - 440 ADDABBO FULVIO
SISTO ORONZO; 372- 373- 374 -579 CICCARESE FRANCESCO; 578- 580 RIZZATO ADA; 577- 367 MANCARELLA VINCENZA; 368- 369 -370 COSMA VINCENZO; 421- 422 STASIANNA MARIA - STASI BIAGIO
- STASI LUCIO - STASI SALVATORE; 423 COSTANTINI COSIMA - SORIO PIETRO; 425-427- 428 SAMMARCO GIUSEPPE; 472 NIGRO ANTONIO CARMELO, SISTO ORONZO; 199 - 200 PASANISI GAETANO, PASANISI GREGORIO, PASANISI MARIA, PIZZARELLO ANTONIETTA, SARACINO MARIA FILOMENA; 210 DIMITRI ANGELO, DIMITRI SALVATORE, PASANISIDRAGONETTI PAOLO DI GREGORIO CON SEDE IN
AVETRANA; 391 - 556 MANCINO ANTONIO, SISTO ORONZO; 553 SCHIAVONI GIOVANNI, SISTO ORONZO, VECCHIO ANNA; 554 - 390 NARDELLI LEONARDO; 414 NIGRO ANTONIO CARMELO, N IGRO
GIUSEPPE, NIGRO GRAZIA, NIGRO IMMACOLATA, SISTO ORONZO; 416 BIANCO EUPREMIO, PUGLIA MARIA ADDOLORATA, SISTO ORONZO; 442-443-444 AMMATURO ANTONIETTA, DI VIGGIANO GIUSEPPE;
445-446-447-448 ARDITO FRANCESCO, NICOLI ROSARIA; 562 CICCARESE FRANCESCO; 424 COSTANTINI COSIMA, SORIO PIETRO; 418 CARROZZO COSIMO, OLIVIERICOSIMA, SISTO ORONZO;
Foglio 15
Particelle 33-82 CELINO MASSIMO, MARGHERITIMARIA LUCIA; 83 ROLLO CONCETTA, ROLLO COSIMO DAMIANO, ROLLO GIACOMO, ROLLO GRAZIA, ROLLO MARIA GIUSEPPA; 84 SCHIAVONIANNUNZIATA;
208 SARACINO PIETRO; 87 CAVA GIUSEPPA, PETARRA SUSANNA; 202 DILORENZO CANDELORA; 203 DILORENZO CANDELORA, MERO COSIMO; 187-116-119 CAMPEGGIO ANGELA, CAMPEGGIO MICHELE;
57-168-169 PALUMBO ANGELA, ROCHIRA VITA, SPAGNOLETTI ORONZO SALVATORE; 165 GIANNINICOSIMO, RISICARMELA; 72 CARROZZO MARIA ANTONIA, MELECHILUCIA !RENE; 85 RIZZATO MARIA
ADDOLORATA; 149 DE NUZZO DOMENICO; 196- 308 (ex 114)- 309 (ex 114) MARTELLOTTIFILOMENA.
Foglio 17
Particelle 311 PETARRA FRANCESCO; 251 PETARRA BIAGIO; ROCHIRA VITA; 241-234 POLITO ANNA LUCIA; 239 CAVALLONE ANTONIO; 408 LOPARCO GIOVANNI; 320 CICCARESE ANNA MARIA; 189-382
PETARRA ROSARIA LUCIA; 298 - 304 LAPENNA SALVATORE; 190 FELLA CHIARA; 191 DE STRADIS ANTONIO, ROLLO ANTONIETTA; 201 LECCE MICHELE; 192 COSTANTINO MARIA; 193 DE LAPITOMMASINA,
PEROZZICOSIMO DAMIANO; 194 MANCINI ANTONIETTA; 218 DIGIULIO MARIA CONCEPITA, MANCINIDOMENICO; 196-198 CAVALLONE MARIA, DE STRADIS COSIMO DAMIANO; 197 MELE OLIVIERO; 388
(ex 141) MORLEO MARIELLA CONCEPITA; 403 (ex 169) -408 (ex 158) LOPARCO GIOVANNI; 405 (ex 272) MASILLA PIETRO; 238 SPEDICATO TEDDY COSIMO; 411 (ex 149) MASILLA GREGORIO; 414 (ex
150) MICELLO DONADINO; 417 (ex 151) ADRIANO COSIMO GIUSEPPE; 419 (ex 152) DE STRADIS LUCIANO; 421 (ex 178) ROCOLIGIOVANNI, TOMAIADRIANA; 168 ENTE AUTONOMA ACQUEDOTTO PUGLIESE;
361 MASILLA MARIO; 363 BIANCO RAFFAELA MARIA, MASILLA COSIMO ORONZO; 186 - 202 - 217 MASILLA ANTONIO; 187 FELLA CHIARA; 188 OLIVIERI CONCETTA; 219 PETARRA ROSARIA LUCIA.
Foglio 20
Particelle 2- 3- 8- 9 CANTORE DICASTELFORTE FRANCESCA,CANTORE DICASTELFORTE GIOVANNI, CANTORE ROSA, CANTORE VITO, CENCIMARIA; 61 CANTORE DICASTELFORTE GIOVANNI, CANTORE
ROSA, CANTORE VITO, CENCIMARIA;
Foglio11
Particelle 410 DERINALDIS LUCIA; 412 - 413 - 473 COMUNE DIAVETRANA, MARINO CARMELA GIUSEPPA; 406- 408 COMUNE AVETRANA, TARANTINIVINCENZO; 607-608 ALTRI, FERRARA SAMUELE; 630
COMUNE DIAVETRANA, COSMA DAMIANO - LOPPO LUCIA; 404 TARANTINI VINCENZO; 434 - 435 COMUNE DI AVETRANA, TARENTINI CRISTINA; 436 - 437 - 438 MARGHERITISANTO, MONETA CONCEPITA;
440 COSMA ANNA RITA; 442 NIGRO ANTONIO; 338-339-340-343-576-188-229-186 CARROZZO SANTINA; 402 TARANTINIVINCENZO; 126 - 601 INTESTAZIONE PARZIALE, QUARANTA GIUSEPPE; 625 PARTICELLA NON CENSITA; 324 CONTE MARIA RITA , LANZO GEMMA, LANZO GIOVANNA; 141COMUNE DIAVETRANA, COSMA DAMIANO, LOPPO LUCIA; 345 SANASIMIRELLA; 273 SCARCIGLIA FRANCESCA;
Foglio12
Particelle 6 - FAI GIOVANNI, FAI GIUSEPPA, FAI MARIA ANNA, FAI VALERIO; 8 LASERRA GIOVANNA; 239 MARTINO ANITA, MERO ARCANGELO RAFFAELE; 238-178 SPINA COSIMO, SPINA DONATO; 10 CARROZZO GIUSEPPE PAOLO; 358 LASERRA NICOLA; 205-210-211MINO’ ANTONIO, PRISCIANO ANNA RITA; 368 MITRANGOLO GIOVANNI; 449-206 MINO COSIMA; 213 MINO’ ITALIA; 214 BUCCOLIERO
ANTONIO, MINO’ ITALIA; 215 DIMAURO GIUSEPPINA; 242 DE TOMMASO MARIA; 277 MARCHIONI ROSANNA, PEZZAROSSA GRAZIELLA, PEZZAROSSA LEONARDO, PEZZAROSSA MARIA LEONARDA, SARACINO FERNANDO GIOVANNI; 281 SARACINO FERNANDO GIOVANNI; 161 SANTO COSIMO ANTONIO; 190 CEGLIE ANNA, CEGLIE ANNA, POLITO COSIMO ; 194-179 SCHIAVONI FRANCESCO; 293 GIULIANO
MADDALENA, SCHIAVONIANTONIO; 193 SCHIAVONIANTONIO; 282 MARCHIONIROSANNA, PEZZAROSSA GRAZIELLA, PEZZAROSSA LEONARDO, PEZZAROSSA MARIA LEONARDA, SARACINO FERNANDO
GIOVANNI; 286 SARACINO FERNANDO GIOVANNI ; 26 BALDARIANTONIO, BALDARIGIUSEPPE, BALDARIVINCENZA ; 37-307 LOPPO ANNUNZIATA TERESA, LOPPO GIUSEPPINA , LOPPO LEONARDO FEDELE
, LUCCARELLIMARIA ; 38 NINO ANTONIO; 310-40 CONGREGAZIONE DELL IMMACOLATA CONCEZIONE DIAVETRANA, LAGALA ANTONIO; 43 SANTO GIANGRANDE ANTONIA ; 288 PALUMBO ANGELA , SPAGNOLETTI ORONZO SALVATORE; 289 PALUMBO DE ANGELIS MARIA ; 62-145 CONTE MARIA RITA, LANZO GEMMA, LANZO GIOVANNA; 64 GRECO MARIA SCELSA ; 144 SPAGNOLETTI MARIA PALMA
ANNA; 338 GIURDA VITO ; 312 LANZO ABELE ; 328-90 ANNALORO FILIPPA; 624-627-136 LEO VITTORIA, MASCIA GIUSEPPE; 356 LASERRA GIOVANNA ; 452 MITRANGOLO GIOVANNI; 186 GRANDE COSIMO
FRANCESCO ; 378-380 LASERRA LEONARDO ; 385-384 NIGRO GIOVANNA MARIA ; 240 PAROSIGIOVANNA, SICARA IVANO, SICARA SABRINA ANTONELLA, SICARA SALVATORE; 29 DI NOI GAETANO,
VECCHIO MARIA PIA; 30 LASERRA ANNA GABRIELLA ; 374 LOPPO LEONARDO, QUARTA ELENA ; 372 SARACINO GIUSEPPE; 63 GIURDA VITO;
Foglio 8
Particelle 20- 129- 57- 25 DE PADOVA FRANCESCO; 80 SCARCIGLIA ANNUNZIATA ; 109 DI MAURO GIUSEPPINA : 37 DE PADOVA PIERANGELA;
Foglio 26
Particelle. 359 - 488 -489 - 623 - 624 - 625 -626 - 627 - 629 DUGGENTO LUISA; 296 - 621 - 65 LEO VITTORIA, MASCIA GIUSEPPE ; 294 - 295 DEMARCO FRANCESCO, PRISCIANO STELLA; 424 SPAGNOLO
LUIGI; 425 COSTANTINILUDOVICO; 419 SCARDICCHIO MARIA, SPAGNOLO ANNA ,SPAGNOLO GIOVANNI; 420 SPAGNOLO LUIGI; 418 SPAGNOLO LUCIA
Foglio 24
Particelle 1195 DETOMMASO COSIMO, DETOMMASO SALVATORE; 3-1012 DE FRANCO MARIA TERESA; 4-987 SPINA MARIA; 108 NIGRO MARIA ANNA; 18 FORTUNATO GENNARO; 225- 113 - 19 -226 - 227
DE FRANCO LUCIA; 828 BRIGANTIPIETRO; 830 NIGRO GIUSEPPA ANTONIA, NIGRO PASQUALINA; 832 DORIA GIOVANNA, MASTROLIA LUIGIA GIUSEPPA, SCARCIGLIA ANNUNZIATA MARIA DEGLI ANGELI,
SCARCIGLIA ANTONIO FERNANDO, SCARCIGLIA FRANCESCA MARIA, SCARCIGLIA FRANCESCO, SCARCIGLIA FRANCESCO, SCARCIGLIA RAFFAELLA , SCARCIGLIA SUSANNA , SCARCIGLIA VINCENZO,
SCARCIGLIA VINCENZO FIORE; 1050 ANDRISANO ANTONIO, ANDRISANO GIUSEPPE SALVATORE, MARIGGIO’ BICE; 834-937 ANDRISANO ANTONIO, MARIGGIO’ BICE; 41 VENTURIANTONIO, VENTURIGLORIA,
VENTURIPAOLA; 134- 337- 1105 MITRANGOLO GIUSEPPE ANTONIO; 401 DIMITRICOSIMA; 103 MIGLIACCIO VITO; 55 SCARCIGLIA GIOVANNI; 826 LIA ELENA MARIA; 185 MELLE GRAZIA, PESARE NICOLA;
69 - 70 BRIGANTI PIETRO, 71 LIA ANNA DONATA; 72 LANZO COSIMO, LANZO LUIGI; 263 CAVALLO MARIA, CAVALLO RITA , MARRA GERARDO, PETRACCA LUCIA , PETRACCA MICHELE; 109 NIGRO TERESA;
101 DIMITRIGIUSEPPA;
Foglio 34
Particelle 209 DAMICIS ANTONIO; 211 - 212 SGURA COSIMO, SGURA MARIA, SGURA VINCENZA; 240- 51- 218 NARDELLICARMELA, RIZZATO SANTO; 145 ENEL DISTRIBUZIONES. P.A.; 243- 241 RIZZATO
COSIMO; 195 GIOVINE ANNAMARIA;
Foglio 25
Particelle 624 COSMA LUIGI; 254 COSMA FERNANDO; 154 SOPPRESSA (NON RISULTANO AGGIORNAMENTI}; 2 ERARIO ELISEO; 10 DE PADOVA PIERANGELA; 1035 D 1036 D1037 CARROZZO RITA, GRECO
DOMENICO
Foglio 37 Comune di Erchie
Particelle 127 LD VERT S.R.L., MOTOLESE LAZZARO MARIA CARMELA; 44 FILOTICO AMEDEO MARIA; 237 (ex 17) LOMACO ANNA; 34 CAROZZO CONCETTA, DELLEGROTTAGLIE UCIO; 63 DELL’AQUILA
LUCIA, MORLEO PASQUALINO; 106- 19- 245 (ex 84)MASILLA COSIMO; 248 (ex 20) FERRARA TOMMASINA; 248 (ex 20) MASILLA ANTONIO; 251 (ex 21) DI BELLO COSTANTINO, DI BELLO MARIA SUSANNA;
43- 254 (ex 22) - 253 (ex 22) 252 (ex 22) MORLEO ADDOLORATA, ARGESE FRANCESCA; 256 (ex 37) MOTOLESE LAZZARO GINO; 141 ENERIS RENEWABLES S.A.; 285- 269 (ex 16) TERNA D RETE ELETTRICA
NAZIONALE S.P.A.
Comunica inoltre che:
1. L’Amministrazione competente al procedimento è la Regione Puglia -Area Politiche per lo Sviluppo Economico, il Lavoro e l’Innovazione -Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppoUfficio Energia e Reti energetiche-Corso Sonnino 177-Bari;
2. Il Responsabile del Procedimento per l’autorizzazione dell’intervento è ing. Rocco Labellarte Funzionario a tempo determinato dell’Ufficio Energia e Reti Energetiche;
3. Per 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso il piano particellare è visionabile presso:
• La Regione Puglia -Area Politiche per lo Sviluppo Economico, il Lavoro e l’Innovazione -Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppo -Corso Sonnino 177 -Bari, dal responsabile p.i. Felice
Miccolis dell’Ufficio Energia, Reti Energetiche, ([email protected]) -Tel: 080 5406945, nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 10,00 alle ore 12,00;
• Il Comune di Avetrana e Erchie - Uffici Tecnici;
4. Entro e non oltre 30 gg. dalla data di pubblicazione del presente avviso, è possibile presentare in forma scritta mediante raccomandata a/r, osservazioni pertinenti al procedimento avviato, da parte di chiunque
ne abbia interesse. Le osservazioni dovranno essere inoltrate presso Regione Puglia -Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione -Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppo
-Ufficio Energia e Reti energetiche -Corso Sonnino 177 -Bari. Decorso il termine e valutate le eventuali osservazioni pervenute, la Regione Puglia concluderà il procedimento avviato.
5. Ai sensi dell’art. 3 comma 3 del T.U. 327/2001, i destinatari del presente avvio, ave non più effettivi proprietari degli immobili in epigrafe, sono tenuti a comunicare al responsabile del Procedimento i dati
anagrafici del nuovo proprietario ovvero, a fornire copia degli atti in suo possesso dai quali possa risalirsi all’effettivo proprietario.
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rivolgersi
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Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
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Fax 02 2588 6114
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Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682
Via Villari, 50 - 70122 Bari
Tel. 080 5760 111
Fax 080 5760 126
(Legge 1n. 84/94; D.P.R. 23/06/00
in G.U. n. 175 del 28/06/00)
Avviso di Esito Gara
L’Autorità Portuale di Salerno rende noto che la Procedura Aperta per il “Servizio di collaudo tecnico-amministrativo e revisione degli atti contabili in corso
d’opera dei lavori di realizzazione dell’intervento Salerno Porta Ovest I stralcio II lotto”, pubblicata sulla
GURI V serie Speciale n. 43 del 12/04/2013 è stata aggiudicata con delibera presidenziale n. 2 del 10/01/2014
in forza di Sentenza breve del TAR Campania Sez. Salerno
n. 2462/2013 alla Studio Tecnico Ing. Leonardo Corbo Via
Lago dei Tartari, 73 00012 - Guidonia Montecelio (RM)
C.F. CRBLRD38T20H467L P.Iva 102870000581; ATI:
Ing. Roberto Viviani (capogruppo) - Cilento Ingegneria
S.r.l- B.E.A. “Barbato Engineers & Architects Associates”
con sede in via Nizza n. 51 - 00198 - Roma C.F.
VVNRRT45T28H703T p.iva 09704100586, entrambi con
un ribasso pari al 35% (trentacinque per cento) sull’ importo a base d’asta per un importo contrattuale pari a
€ 92.427,101 oltre previdenziali ed IVA. Maggiori informazioni su www.porto.salerno.it.
IL PRESIDENTE - Avv. Andrea Annunziata
COMUNE DI BRINDISI
Piazza Matteotti n. 1
tel. 0831/229128 Fax n. 229/225
ESTRATTO AVVISO DI POST-AGGIUDICAZIONE
PROCEDURA APERTA RELATIVA ALLA “FORNITURA DI UN SISTEMA DI INTELIGENT TRASPORTATION NELL’AMBITO DEI PROGETTI
SUMMIT E URBANETS
SISTEMA DI AGGIUDICAZIONE: art. 83
D.Lgv. n. 163/2006. DITTA AGGIUDICATARIA:
PROJECT AUTOMATION SPA CORRENTE IN
MONZA. IMPORTO AGGIUDICAZIONE: Euro
261.080,00.
IL DIRIGENTE AA.GG. - CONTRATTI
(Dott. Costantino DEL CITERNA)
VENETO STRADE S.P.A.
Via Baseggio, 5
30174 MESTRE VENEZIA
ESTRATTO BANDO DI GARA APPALTO
1/2014
Si rende noto che Veneto Strade S.p.A. ha indetto bando di gara mediante procedura
aperta per l’affidamento della progettazione
esecutiva ed esecuzione dei lavori relativi all’intervento n. 231 1S 2L PTR 2006/2008 Variante di Noale e Scorzè alla SR 515
“Noalese” - Lotto sud di Scorzè in raccordo
al Casello di Martellago sul Passante Autostradale.
L’importo complessivo dell’appalto è pari a
€ 6.017.000,00 “a corpo” di cui: importi soggetti a ribasso: € 5.749.664,83 per la realizzazione dei lavori ed € 87.000,00 per la
redazione della progettazione esecutiva; importi non soggetti a ribasso: € 180.335,17
per oneri per la sicurezza.
Categoria Prevalente: OG3 - classifica V. I lavori saranno eseguiti nei Comuni di Scorzè,
Noale e Martellago in Provincia di Venezia. Il
bando è stato inviato in data 14.01.2014 alla
GUEE. Il termine ultimo per la ricezione delle
offerte ore 12,00 del giorno 21.03.2014.
Gli interessati possono richiedere copia integrale del bando e del disciplinare di gara al
seguente indirizzo: VENETO STRADE S.P.A.
- via Baseggio, 5 - 30174 MESTRE VENEZIA
- Tel. 041 2907711 - fax 041 2907768. Gli
stessi documenti sono altresì disponibili sul
sito www.venetostrade.it.
Il Direttore Generale
Ing. Silvano Vernizzi
COMPAGNIA
TRASPORTI PUBBLICI spa
Bando di gara 273/CTP/13
CIG 539096905B
Ente Appaltante: CTP SpA - NAPOLI Unità Complessa Approvvigionamenti Via Ponte dei Francesi, 37/E 80146 Napoli;
tel. 0817005228; fax 0817005235 e-mail
[email protected]; www.ctp.na.it Denominazione: Gara n. 273/CTP/13 Oggetto: Affidamento delle lavorazioni di revisione generale
dei motori termici Valore: l’importo complessivo annuale dell’appalto è stimato in
€ 250.400,00 comprensivo di € 400,00 per
oneri della sicurezza ed escluso IVA Durata:
annuale Procedura di aggiudicazione: Aperta
ai sensi del D. Lgs. 163/06 Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa Requisiti di partecipazione: sono
indicati nella documentazione Documentazione: la documentazione è visionabile e
scaricabile dal sito internet www.ctp.na.it Offerta: dovrà pervenire al Protocollo della CTP
entro il termine perentorio delle ore 14.00 del
giorno 06/02/2014.
L’Amministratore Unico
dott. Gaetano Ratto
SOGESID S.P.A.
Procedura aperta per l’affidamento delle attività di rimozione parziale, trasporto e
smaltimento dei rifiuti stoccati in località S. Veneranda - Comune di Marcianise.
STAZIONE APPALTANTE: SOGESID S.p.A., con sede in Roma, Via Calabria n. 35 - 00187.
CIG: 52716986CE - CUP: I22I08000150006
IMPORTO A BASE DI GARA:L’importo complessivo lordo del servizio da svolgere è pari ad
€ 1.214.043,33 (euro unmilioneduecentoquattordicimilaquarantatre/33) oltre I.V.A, di cui
€ 1.205.893,69 (euro unmilioneduecentocinquemilaottocentonovantatre/69) per servizi a
corpo e misura ed € 8.149,64 (ottomilacentoquarantanove/64) per oneri della sicurezza non
soggetti a ribasso.
TERMINE ULTIMO PER IL RICEVIMENTO DELLE OFFERTE: ore 17,00 del 20/02/2014.
Per maggiori informazioni: http://www.sogesid.it/bandi.html
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Ing. Silvia Carecchio - tel. 06.420821; fax. 06.483574;
e-mail: [email protected].
SOGESID S.P.A.
Regione Siciliana
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE ENNA
Codice Fiscale 01151150867 - Partita I.V.A. 01151150867
Tel. 0935/520156 - Fax 0935/520187
ESTRATTO ESITO DI GARA
Questa Azienda rende noto che con atto deliberativo n. 2058 del 27/11/2013, la gara a procedura aperta per l’affidamento dei Lavori per la realizzazione delle opere di adeguamento
e messa a norma del P.O. “C. Basilotta” di Nicosia - Ala Est - CIG: 4621580875 - è stata
aggiudicata all’Impresa Edile di seguito riportata:
• ANZALONE LUIGI & C. s.r.l. con sede in San Cataldo (CL), Via Pilato n. 33;
Che ha offerto il ribasso del 27,7317% sull’importo fissato a base di gara. Alla gara hanno
partecipato n. 172 (imprese) riunite e non in ATI. Eventuali informazioni potranno essere
richieste all’U.O.C. Servizio Tecnico - Viale Diaz n. 7/9 - Enna - Tel. 0935.520156 - Fax
0935.520187, tutti i giorni non festivi escluso il sabato, dalle ore 09.00 alle ore 12.00 o
collegandosi al sito www.asp.enna.it.
L’esito di gara è stato trasmesso alla GURS per la pubblicazione in data: 7 gennaio 2014.
Il Commissario Straordinario - Dr. Giuseppe Termine
TRIBUNALE ORDINARIO DI CAGLIARI
Ufficio Unico Notai Per le Espropriazioni Immobiliari
Esecuzione N. 55/99
Pr 1633
Es.Not.) 55/99 (MF) CAGLIARI: via La Vega n.9, intero fabbricato disposto su 5 piani fuori terra adibito a casa di cura, con annessa area scoperta di pertinenza di mq 2.500 circa. Prezzo Base Euro 6.840.000,00
con offerte minime in aumento pari ad Euro 200.000,00. Vendita il
19/02/2014 alle ore 09.00 Nel caso in cui la vendita senza incanto
sopra descritta abbia esito negativo, verrà effettuata una vendita
con incanto allo stesso prezzo il giorno 19/02/2014 alle ore 09,30.
Nel caso in cui la vendita con incanto sopra descritta abbia esito
negativo, il giorno 19/03/2014 alle ore 09,00 verrà effettuata un’altra
vendita con incanto al prezzo di Euro 6.156.000,00 con offerte
minime in aumento pari ad Euro 200.000,00. Residuo prezzo entro
30 gg. dall’aggiudicazione. Ufficio Unico Notai
MINISTERO DELLA DIFESA
AZIENDA LOMBARDA
PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE MONZA E BRIANZA
ESTRATTO ESITO GARA N. 04-2013
L’A.L.E.R. Monza e Brianza aggiudicato la gara d’appalto
per lo svolgimento del servizio di cassa e servizi finanziari
in favore dell’Aler di Monza e Brianza per una durata di 60
mesi dalla data del verbale di avvio dell’esecuzione del contratto. Svoltasi mediante procedura aperta ai sensi dell’art.
54 del D.Lgs. 163/06. Importo complessivo dell’appalto:
pari ad € 1.188.088,02= (IVA esclusa), di cui oneri per la
sicurezza non soggetti a ribasso pari a € 0,00= (IVA
esclusa) e € 528.039,12= per eventuale rinnovo di 48 mesi.
C.I.G. 5276632E76. Offerte ricevute: n. 1. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, ai
sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/06. Data di aggiudicazione dell’appalto: 28/10/2013. Nome e indirizzo dell’aggiudicatario: Banca Popolare di Sondrio, piazza Garibaldi
16, 23100 Sondrio. Valore complessivo del contratto:
€ 660.048,90= per un periodo di 60 mesi più € 528.039,12
per eventuale rinnovo di ulteriori 48 mesi.
Il Responsabile del Procedimento
Dott.ssa Carola Airoldi
S.S.T. ESTAV NORD-OVEST TOSCANA
UOC Acquisizione Attrezzature Sanitarie,
Diagnostica, Arredi, Strumentario ed Informatica
e Servizi Assicurativi
Responsabile del procedimento: Dr.ssa Fabiana Ercolini
e-mail [email protected] Tel.
0586/223747. Procedura aperta per la fornitura in locazione
quadriennale di sistemi analitici di diagnostica rapida per glicemia e relativi dispositivi per prelievo, necessari alle Aziende
Sanitarie afferenti all’Area Vasta N/O - importo quadriennale
presunto € 1.690.200,00 IVA esclusa. Le imprese interessate
e in possesso dei requisiti prescritti dovranno scaricare la documentazione di gara all’indirizzo www.estav-nordovest.toscana.it menù bandi/avvisi/esiti/ - bandi attivi - diagnostici.
Le offerte medesime dovranno pervenire entro e non oltre le
ore 13.00 del giorno 18/03/2014.
IL DIRETTORE DIPARTIMENTO ACQUISIZIONE BENI E SERVIZI
DR. MASSIMO SANTINI
COMUNE DI GIUGLIANO IN CAMPANIA
(PROVINCIA DI NAPOLI)
Avviso di gara per estratto
Il Comune di Giugliano in Campania Settore Edilizia e Lavori Pubblici, C.so Campano, 200, cap. 80014 Giugliano in
Campania (NA), internet: www.comune.giugliano.na.it, indice gara aperta, ai sensi dell’art. 82 del D. Lgs. 163/06 con
il criterio del prezzo più basso mediante ribasso percentuale
sull’importo posto a base di gara, per i lavori di affidamento
del servizio di gestione dei servizi cimiteriali e dei servizi
di manutenzione nell’ambito del cimitero. Importo a base
di gara € 1.347.000,00 per lavori soggetti a ribasso, comprensivo degli oneri della sicurezza, oltre IVA. Categoria di
servizio e dei lavori come indicato nel C. S. A. Le offerte
dovranno pervenire entro il 14/03/2014, alle ore 12,00. La
prima seduta di gara si svolgerà il 20/03/2014 alle ore 14,30
presso il Settore E. LL. PP. Il bando e disciplinare di gara, gli
elaborati tecnici, potranno essere visionati e ritirati presso
la ditta l’ELIOGRAFIA GRAPHOS sas, con sede Giugliano, C.so Campano, 201-203, tel. e fax 0815068111.
Responsabile del procedimento: Geom. Giuliano VassalloGiugliano, lì 16/01/2014
SETTORE EDILIZIA E LAVORI PUBBLICI
IL DIRIGENTE Ing. Domenico D’Alterio
DIREZIONE GENERALE DI COMMISSARIATO
E DI SERVIZI GENERALI
2° Reparto - 3^ Divisione
POSTINFORMAZIONE
Si comunica che questa D.G. ha aggiudicato il seguente
appalto di servizio: Servizio di rifornimento di acqua
potabile alle isole minori della Regione Sicilia, con
navi cisterna (Periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2014)
• Procedura negoziata, ai sensi dell’art. 57, comma 2
lettera b) del D.Lgs. 163/06;
• Ditta aggiudicataria: R.T.I. MARNAVI S.p.A. (Capogruppo) / VEMAR S.r.l.;
• Importo di aggiudicazione € 22.099.801,64 IVA
esclusa.
IL CAPO DELLA 3^ DIVISIONE
(Dr. Fabio TOTA)
Liquidazione Coatta Amministrativa
LA CONCORDIA s.p.a.
Commissario Liquidatore: Avv. Patrizia Parenti. Il giorno
25 marzo 2014 alle ore 15,00 presso lo studio del Notaio
Ivano Guarino, via S. Tecla n. 4, Milano, si procederà alla
vendita del bene immobile sito in - Limbiate (Mi) fg. 45
mapp. 87 , Via II Giugno. Prezzo base euro 32.940,00
(trentaduemilanovecentoquaranta). Aumenti minimi di
euro 5.000,00 in euro 5.000,00. Terreno edificabile di mq.
723 (Catasto Fabbricati fg. 45 mapp. 87 sub. 701 Area
Urbana) sito a Nord-Est dell’abitato di Limbiate in zona
periferica edificata, completamente urbanizzata e ben collegata al centro cittadino, a Milano ed alla rete stradale
primaria. I concorrenti, entro le ore 12,00 del giorno
18 marzo 2014 dovranno recapitare presso lo studio del
Notaio Guarino l’offerta di partecipazione in busta chiusa,
contenente l’indicazione “offerta di acquisto immobile di
LA CONCORDIA s.p.a. in L.C.A”. Maggiori informazioni al
numero 02.76020902 e sul sito www.isvap.it.
REGIONE SICILIANA
AZIENDA SANITARIA
PROVINCIALE DI AGRIGENTO
AVVISO DI GARA
Questa Azienda indice procedura
aperta per la fornitura in noleggio quinquennale di un sistema
RIS PACS per l’importo di
€ 5.800.000,00= + I.V.A.. Il termine
di presentazione dell’offerta scade
alle ore 10.00 del 18.02.2014. Il
bando di gara è pubblicato su
GUUE, GURS e sito internet
www.aspag.it. Per eventuali informazioni tel. 0922 407268 - 407145
- fax 0922 407119 - 407268.
Il Commissario Straordinario
Dott. Salvatore Messina
Economia 29
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Trasporti
Banche
Crisi Alitalia, 1.900 esuberi
e due euro in più a biglietto
Aeroporti, norma anti Ryanair
ROMA – Due euro a biglietto anche per i prossimi due anni. Il
ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha confermato per il
2014 e il 2015 il prelievo a carico dei viaggiatori per
continuare a finanziare il Fondo volo che garantisce
l’integrazione degli ammortizzatori sociali di piloti e
assistenti di volo. Non solo, per favorire il settore colpito
dalla crisi è stata decisa la defiscalizzazione delle indennità
del personale di volo, per il quale dunque le aziende non
pagheranno i contributi. Norme per far fronte alle difficoltà
del trasporto aereo, a cominciare da Alitalia, che ha ancora
mille dipendenti in cassa integrazione e che si appresta a
inviarne altri 1.900, come ha confermato ieri l’ad Gabriele De
Torchio ai sindacati. Si tratta di 280 piloti, 350 assistenti di
volo, 480 operatori nei servizi a terra, 600 negli uffici e 190
nella manutenzione. Domani l’incontro proseguirà per
individuare gli strumenti utili ad accompagnare gli esuberi.
Quanto alla trattativa con Etihad, che vorrebbe acquistare
Alitalia, si attende la missione del premier negli Emirati per
ottenere almeno un
memorandum of
understanding, quale primo
impegno a trattare, che Del
Torchio potrebbe spendere per
ottenere nuovi finanziamenti
dalle banche e far fronte alla
I piloti in esubero. I tagli
crisi di liquidità. Ma c’è un altro
riguardano anche, per
fronte aperto nel settore aereo,
quello degli aeroporti, in guerra
esempio, 350 assistenti di
contro il ministro Lupi per la
volo e 600 amministrativi
norma del decreto
«Destinazione Italia» che
impone ai gestori che erogano contributi, sussidi o altri
emolumenti ai vettori aerei «in funzione dell’avviamento e
sviluppo di rotte destinate a soddisfare e promuovere la
domanda nei rispettivi bacini di utenza», di fare delle gare
per «garantire la più ampia partecipazione dei vettori
potenzialmente interessati». Insomma niente più contributi a
pioggia a favore della sola Ryanair come avviene in molti
aeroporti. I gestori stanno seguendo il passaggio del decreto
nelle commissioni parlamentari alla Camera, suggerendo
delle modifiche. Ad esempio attribuendo all’Autorità dei
Trasporti, anziché al ministro, l’emanazione delle linee guida
attuative del decreto, entro trenta giorni dalla data di entrata
in vigore dello stesso. Intanto gli aeroporti sono in subbuglio.
Quelli della Regione Puglia gestiti dalla società Adp, che in
cinque anni hanno versato a Ryanair 44 milioni con un
contratto, precisano, di promozione e pubblicità, guidano la
carica. Contro il decreto hanno già elaborato una linea
interpretativa che potrebbe servire a eludere l’obbligo della
gara: secondo fonti della giunta regionale pugliese, Adp potrà
evitarla perché, pur essendo partecipata da soci pubblici, è
una società di diritto privato.
280
Antonella Baccaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Credito
L’Abi risponde a Bankitalia
Bazoli: pronti per il test Bce
ROMA — Il nostro è un parere «razionale, costruttivo e
di alta qualificazione giuridica» dice il presidente dell’Abi,
Antonio Patuelli al termine della riunione del Comitato
esecutivo dell’Associazione che ha confezionato la risposta
alla Banca d’Italia sulle nuove regole del governo bancario. Un
parere razionale ma comunque critico, visto che nel
documento Abi sono state inserite le osservazioni non
proprio positive formulate direttamente dalle banche
popolari. «C’è una certa fibrillazione» nella categoria ha
osservato Luigi Odorici, amministratore delegato della
Popolare Emilia Romagna spiegando che le disposizioni di
Bankitalia possono «rompere vecchi equilibri». Patuelli,
nell’intento di smorzare i toni del confronto, ha affermato che
«non ci sono i presupposti di
necessità per intervenire con un
defibrillatore». I malumori tra
le banche popolari però
restano. Si vedrà se in Banca
d’Italia la disponibilità a
discutere le osservazioni degli
Miliardi di euro il capitale
interessati arriverà fino al
aggiuntivo di cui avranno
punto di accogliere le richieste
bisogno le banche
degli istituti cooperativi sui
italiane secondo S&P
quali il pressing per un
adeguamento di modello e
struttura dura da tempo. C’è da
vedere anche come si svilupperà la discussione in
Parlamento sulla direttiva Ue. In ogni caso le nuove regole
indicate dalla Vigilanza vanno al di là degli indirizzi europei,
con cui la normativa italiana è in gran parte già in linea. I
punti più significativi riguardano il taglio dei componenti dei
consigli di amministrazione e la delimitazione dei poteri del
presidente. Sulla situazione complessiva del sistema bancario
è intervenuto il presidente del consiglio di sorveglianza di
Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, ieri sera a Brescia assieme a
Patuelli per la commemorazione dell’ex presidente dell’Abi,
Corrado Faissola («ci sarebbe tanto bisogno di banchieri
all’antica»): «Ad eccezione di singoli casi, il sistema, e mi
riferisco soprattutto alle banche di grandi dimensioni, potrà
affrontare il test della Bce con relativa sicurezza e
tranquillità».
32-42
S.Ta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Avviati accertamenti sul bilancio e sulla semestrale 2013. La richiesta di svalutazioni per 890 milioni
Carige, la Consob contesta i conti
«Nel 2012 perdite sottostimate»
Per la Commissione mancano 674 milioni. L’istituto valuta il ricorso
GENOVA — Dopo le richieste di chiarimenti di Consob a Banca Carige, le risposte dell’istituto genovese e le controrepliche, il 10 gennaio la Commissione
ha deliberato l’avvio di un accertamento
per la non conformità del bilancio consolidato e d’esercizio 2012 di Carige e di
quello consolidato semestrale al 30 giugno del 2013. La banca ha detto di «non
condividere il giudizio di non conformità» annunciando che impugnerà la delibera.
Il nuovo board di Carige difende i criteri di bilancio adottati dalla vecchia gestione, quella cresciuta sotto l’egida di
Giovanni Berneschi e naufragata sul report degli ispettori di Bankitalia — Via
Nazionale «è stata pesantissima» ha
commentato ieri l’ex presidente —, anche se di fatto a fine 2013 è dovuto correre ai ripari effettuando nel terzo trimestre una svalutazione straordinaria. Operazione che ha fatto chiudere a Carige i
primi nove mesi del 2013 con un rosso di
139,1 milioni. Proprio grazie a questo intervento, scrive Banca Carige, anche la
rettifica eventuale delle poste di bilancio
che Consob contesta oggi «non produce
alcun effetto monetario e non incide sul
patrimonio di vigilanza nè sul patrimonio tangibile della banca».
Nella sua delibera Consob rileva criticità nella valutazione degli avviamenti e
delle partecipazioni in Carige Vita Nuova
e Carige Assicurazioni, oggi in vendita,
nonché della partecipazione in Bankitalia. Consob ha chiesto a Carige di rendere
pubbliche le violazioni che le sono state
contestate sia sulla correttezza contabile
dei bilanci sia sui principi contabili internazionali, per finire con la richiesta di
evidenziare «gli effetti che una contabilizzazione conforme alle regole avrebbe
prodotto sulla situazione patrimoniale,
sul conto economico e sul patrimonio
dell’esercizio 2012 e del primo semestre
2013». Quindi, sulla base dei principi
contabili richiamati da Consob le perdite
L’Authority
La Consob (qui il presidente,
Giuseppe Vegas) ha avviato un
accertamento su Carige. Contestata
la conformità del bilancio 2012 e la
semestrale 2013. L’istituto si riserva
di impugnare il provvedimento
consolidate del 2012 dichiarate pari a
62,5 milioni sarebbero dovute salire fino
a 133,4 milioni e quelle del primo semestre 2013 pari a 29,3 milioni tra i 567,7 e i
601,5 milioni di euro. La Commissione
ha anche chiesto per il bilancio 2012 la
svalutazione di 889,6 milioni delle attività disponibili alla vendita e un taglio di
826 milioni delle riserve da valutazione.
Tuttavia Carige non ci sta a fare penitenza fino in fondo e contesta Consob sostenendo che la valutazione degli avviamenti non è il risultato di «automatici
criteri e formule standard» bensì frutto
di analisi complesse. Da qui l’annuncio
dell’impugnazione della delibera. Ancora una volta il percorso di Carige per lasciarsi alle spalle un periodo turbolento e
affrontare con piena serenità il new deal
avviato dall’amministratore delegato
Piero Luigi Montani si conferma impegnativo.
Erika Dellacasa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
30
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89
[email protected]
AcomeA America (A1)
20/01 EUR
15,908
15,916
AcomeA America (A2)
20/01 EUR
16,355
16,362
AcomeA Asia Pacifico (A1)
20/01 EUR
4,339
4,356
AcomeA Asia Pacifico (A2)
20/01 EUR
4,446
4,463
AcomeA Breve Termine (A1)
20/01 EUR
14,334
14,328
AcomeA Breve Termine (A2)
20/01 EUR
14,475
14,469
AcomeA ETF Attivo (A1)
20/01 EUR
4,531
4,540
AcomeA ETF Attivo (A2)
20/01 EUR
4,628
4,638
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
20/01 EUR
16,698
16,692
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
20/01 EUR
16,867
16,861
AcomeA Europa (A1)
20/01 EUR
12,915
12,998
20/01 EUR
AcomeA Europa (A2)
13,205
13,289
AcomeA Globale (A1)
20/01 EUR
11,134
11,165
AcomeA Globale (A2)
20/01 EUR
11,521
11,552
20/01 EUR
AcomeA Italia (A1)
19,284
19,469
AcomeA Italia (A2)
20/01 EUR
19,735
19,922
AcomeA Liquidità (A1)
20/01 EUR
8,876
8,875
AcomeA Liquidità (A2)
20/01 EUR
8,877
8,876
AcomeA Obbligaz. Corporate (A1)
20/01 EUR
7,822
7,818
AcomeA Obbligaz. Coroprate (A2)
20/01 EUR
7,911
7,907
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
20/01 EUR
6,381
6,397
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
20/01 EUR
6,538
6,554
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 20/01 EUR
5,753
5,750
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 20/01 EUR
5,468
5,515
AZ F. Cash 12 Mesi
20/01 EUR
5,328
AZ F. Cash Overnight
20/01 EUR
AZ F. Cat Bond ACC
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
UK Equity Fd B
22/01 GBP
3,458
3,474
UK Equity Fd B
22/01 USD
5,716
5,695
5,328
UK Equity Fd X
22/01 EUR
4,387
5,242
5,241
UK Equity Fd X
22/01 EUR
14/01 EUR
5,288
5,284
UK Equity Fd X
AZ F. Cat Bond DIS
14/01 EUR
5,288
5,284
AZ F. CGM Opport Corp Bd
20/01 EUR
5,926
5,921
AZ F. CGM Opport European
20/01 EUR
6,809
6,808
AZ F. CGM Opport Global
20/01 EUR
6,324
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Asia Consumer Demand A
21/01 USD
13,430
13,330
Asia Consumer Demand A-Dis
21/01 USD
13,090
13,000
4,381
Asia Infrastructure A
21/01 USD
13,330
4,262
4,257
Asia Infrastructure A-Dis
21/01 USD
22/01 GBP
0,517
0,520
Asian Bond A-Dis M
21/01 USD
UK Equity Fd X
22/01 GBP
3,488
3,504
Balanced-Risk Allocation A
21/01 EUR
14,610
14,610
UK Equity Fd X
22/01 USD
5,816
5,795
Em. Loc. Cur. Debt A
21/01 USD
14,348
14,412
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
21/01 USD
9,310
9,351
6,323
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
KIS - Europa P
20/01 EUR
127,910
128,010
KIS - Europa X
20/01 EUR
128,250
128,350
13,310
KIS - Global Bond P
20/01 EUR
101,170
101,150
12,590
12,580
KIS - Income D
20/01 EUR
104,380
104,370
9,966
9,977
KIS - Income P
20/01 EUR
107,850
107,830
KIS - Italia P
20/01 EUR
128,230
128,900
PS - 3P Cosmic A
21/01 EUR
72,330
KIS - Italia X
20/01 EUR
126,920
127,440
PS - 3P Cosmic C
21/01 CHF
72,680
72,610
KIS - Key
20/01 EUR
125,610
125,730
PS - Absolute Return A
21/01 EUR
110,490
110,450
Em. Mkt Corp Bd A
21/01 USD
11,727
11,737
21/01 EUR
16,176
16,176
KIS - Key X
20/01 EUR
126,010
126,120
PS - Absolute Return B
21/01 EUR
116,400
116,350
PS - Algo Flex A
21/01 EUR
110,520
109,770
AZ F. CGM Opport Gov Bd
20/01 EUR
5,427
5,421
Euro Corp. Bond A
AZ F. Commodity Trading
20/01 EUR
4,120
4,116
Euro Corp. Bond A-Dis M
21/01 EUR
12,404
12,404
AZ F. Conservative
20/01 EUR
6,378
6,374
Euro Short Term Bond A
21/01 EUR
10,829
10,829
AZ F. Core Brands
20/01 EUR
5,610
5,603
European Bond A-Dis
21/01 EUR
5,498
5,501
AZ F. Corporate Premium ACC
20/01 EUR
5,597
5,600
Glob. Bond A-Dis
21/01 USD
5,715
5,722
AZ F. Corporate Premium DIS
20/01 EUR
5,373
5,429
Glob. Equity Income A
21/01 USD
59,750
59,740
AZ F. Dividend Premium ACC
20/01 EUR
5,528
5,525
Glob. Equity Income A-Dis
21/01 USD
15,060
15,060
AZ F. Dividend Premium DIS
20/01 EUR
4,939
4,999
AZ F. Emer. Mkt Asia
20/01 EUR
5,729
5,741
AZ F. Emer. Mkt Europe
20/01 EUR
3,331
3,336
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
20/01 EUR
4,737
4,729
AZ F. European Dynamic
20/01 EUR
5,221
5,221
AZ F. European Trend
20/01 EUR
3,266
3,269
AZ F. Formula 1 Absolute
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
20/01 EUR
30/12 EUR
5,410
5,562
5,424
5,557
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
30/12 EUR
5,532
5,528
AZ F. Formula Target 2014
20/01 EUR
4,740
4,738
AZ F. Formula Target 2015 ACC
20/01 EUR
5,987
5,986
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
Bluesky Global Strategy A
20/01 USD
20/01 EUR
Bond Euro A
1492,357
1232,703
1491,801
1232,399
Bond Euro B
20/01 EUR
1192,978
1192,718
Bond Risk A
20/01 EUR
1405,779
1404,949
Bond Risk B
20/01 EUR
1348,421
1347,674
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A
20/01 EUR
1614,687
1614,535
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B
20/01 EUR
1556,235
1556,139
CompAM Fund - SB Bond B
17/01 EUR
1060,830
1059,857
CompAM Fund - SB Equity B
17/01 EUR
1106,573
1102,732
CompAM Fund - SB Flexible B
17/01 EUR
1012,253
1009,642
European Equity A
20/01 EUR
1412,136
1414,039
European Equity B
20/01 EUR
1339,183
1341,046
Multiman. Bal. A
17/01 EUR
116,814
116,785
Multiman. Bal. M
17/01 EUR
116,321
116,291
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
15/01 EUR
74,047
73,962
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
15/01 EUR
77,130
77,033
Multiman.Target Alpha A
15/01 EUR
105,561
105,612
Greater China Eq. A
21/01 USD
44,390
44,160
KIS - Sm. Cap P
21/01 EUR
102,660
102,560
India Equity E
21/01 EUR
26,100
26,080
KIS - Sm. Cap X
12/11 EUR
99,050
99,610
Comm Euro R1C A
21/01 EUR
104,020
104,190
5,774
Comm Harvest R3C E
21/01 EUR
78,390
78,460
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 20/01 EUR
4,535
4,539
Currency Returns Plus R1C
21/01 EUR
935,770
935,920
21/01 EUR
111,800
112,090
Invictus Global Bond Fd
21/01 EUR
15/01 EUR
Invictus Macro Fd
Sol Invictus Absolute Return
16/01 EUR
105,558
83,120
107,493
105,394
83,687
107,023
www.azimut.it - [email protected]
AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981
4,290
4,332
Dyn Aktien Pl R1C A
AZ F. Institutional Target
20/01 EUR
5,468
5,471
DB Platinum IV
AZ F. Italian Trend
20/01 EUR
3,516
3,519
Croci Euro R1C B
21/01 EUR
115,950
116,300
AZ F. Lira Plus ACC
20/01 EUR
4,746
4,785
Croci Japan R1C B
21/01 JPY
8652,970
8636,920
AZ F. Lira Plus DIS
20/01 EUR
4,746
4,785
Croci US R1C B
21/01 USD
160,040
159,830
AZ F. Macro Dynamic
20/01 EUR
5,969
5,974
Dyn. Bd Stabilität Plus R1C A
17/01 EUR
95,210
95,070
Dyn. Cash R1C A
20/01 EUR
101,560
101,560
Paulson Global R1C E
15/01 EUR
6266,230
6197,900
AZ F. Opportunities
20/01 EUR
5,246
5,246
AZ F. Pacific Trend
20/01 EUR
4,196
4,205
AZ F. Patriot ACC
20/01 EUR
6,195
6,181
AZ F. Patriot DIS
20/01 EUR
5,808
5,851
AZ F. Qbond
20/01 EUR
5,070
5,066
AZ F. Qinternational
20/01 EUR
5,056
5,056
Sovereign Plus R1C A
21/01 EUR
104,470
104,470
Systematic Alpha R1C A
15/01 EUR
10205,880
10116,790
Azimut Dinamico
20/01 EUR
26,616
26,621
Azimut Formula 1 Absolute
20/01 EUR
7,246
7,268
Azimut Formula 1 Conserv
20/01 EUR
6,887
6,887
AZ F. QProtection
20/01 EUR
5,223
5,224
Azimut Formula Target 2013
20/01 EUR
6,929
6,928
AZ F. Qtrend
20/01 EUR
4,908
4,912
Fondi Index Linked
Azimut Formula Target 2014
20/01 EUR
6,719
6,719
AZ F. Renminbi Opport
20/01 EUR
5,419
5,415
Social Responsability
Azimut Garanzia
20/01 EUR
12,881
12,882
AZ F. Reserve Short Term
20/01 EUR
6,292
6,292
Fondi Unit Linked
Azimut Prev. Com. Crescita
30/12 EUR
10,841
10,844
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 20/01 EUR
5,050
5,050
Flex Equity 100
Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
30/12 EUR
10,844
10,848
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 20/01 EUR
5,022
5,050
Azimut Prev. Com. Equilibrato
30/12 EUR
11,912
11,923
AZ F. Solidity ACC
20/01 EUR
5,851
5,849
Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 30/12 EUR
Azimut Prev. Com. Garantito
30/12 EUR
11,910
10,692
11,926
10,707
AZ F. Solidity DIS
AZ F. Strategic Trend
20/01 EUR
20/01 EUR
5,512
5,726
5,554
5,724
Azimut Prev. Com. Protetto
30/12 EUR
11,822
11,836
AZ F. Top Rating ACC
20/01 EUR
5,026
5,026
Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
30/12 EUR
11,825
11,838
AZ F. Top Rating DIS
20/01 EUR
5,026
5,026
AZ F. Trend
20/01 EUR
5,984
5,985
AZ F. US Income
20/01 EUR
5,486
5,488
Azimut Prev. Com. Obbli.
30/12 EUR
10,007
9,998
Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C
30/12 EUR
10,007
9,998
Azimut Reddito Euro
20/01 EUR
17,182
17,178
15/01
99,420 EUR
A S&P
11,072 EUR
84,690
102,550
101,950
Pan European Struct. Eq. A
21/01 EUR
13,930
13,870
102,720
Pan European Struct. Eq. A-Dis
21/01 EUR
21/01 EUR
13,410
13,600
13,350
13,610
US High Yield Bond A
21/01 USD
11,545
11,544
US High Yield Bond A-Dis M
21/01 USD
10,653
10,651
US Value Equity A
21/01 USD
30,570
30,560
US Value Equity A-Dis
21/01 USD
29,230
29,220
Per ulteriori informazioni, visitate il sito
www.invescopowershares.net
Dynamic US Market
21/01 EUR
9,650
9,604
EQQQ
21/01 EUR
65,553
64,983
EuroMTS Cash 3 Months
21/01 EUR
103,464
103,462
FTSE RAFI Asia Pacific Ex-Jap
21/01 EUR
5,576
5,536
FTSE RAFI Dev. 1000 Fund
21/01 EUR
11,561
11,549
FTSE RAFI Dev. Europe Mid-Sm
21/01 EUR
11,939
11,976
FTSE RAFI Emerging Mkts
21/01 EUR
5,899
5,886
FTSE RAFI Europe
21/01 EUR
8,736
8,746
27,237
27,238
21/01 EUR
15,117
46,410
70,560
Global Agriculture NASDAQ OMX
21/01 EUR
8,841
8,844
NM Inflation Linked Bond Europe A 21/01 EUR
103,590
103,650
4,554
NM Italian Diversified Bond A
21/01 EUR
108,890
108,820
Maximum
15/01
5,093 EUR
Global Listed Private Eq.
21/01 EUR
8,008
7,959
NM Italian Diversified Bond I
21/01 EUR
110,970
110,900
Progress
15/01
6,221 EUR
MENA NASDAQ OMX
21/01 EUR
10,089
10,030
NM Large Europe Corp A
21/01 EUR
132,950
132,900
Quality
15/01
6,784 EUR
NASDAQ OMX Global Water
21/01 EUR
9,081
9,063
NM Market Timing A
21/01 EUR
103,800
103,800
NM Market Timing I
21/01 EUR
104,260
104,250
NM Q7 Active Eq. Int. A
21/01 EUR
60,610
60,430
NM Q7 Globalflex A
17/01 EUR
105,030
104,770
NM Total Return Flexible A
17/01 EUR
120,890
120,260
NM VolActive A
21/01 EUR
99,610
99,620
NM VolActive I
21/01 EUR
99,800
99,800
13705,309
Tel: 02 77718.1
www.kairospartners.com
6,802
6,802
10,445
10,446
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
22/01 GBP
2,633
2,668
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
Pan Europe Fd A
22/01 GBP
3,011
3,031
AZ F. Alpha Man. Equity
20/01 EUR
4,893
4,900
Pan Europe Fd A
22/01 USD
AZ F. Alpha Man. Them.
20/01 EUR
3,579
3,575
Pan Europe Fd B
22/01 EUR
3,167
Pan Europe Fd B
22/01 USD
4,895
4,888
22/01 EUR
3,924
3,927
22/01 EUR
3,623
3,626
AZ F. American Trend
20/01 EUR
3,165
4,928
4,921
3,629
3,632
AZ F. Asset Plus
20/01 EUR
5,505
5,503
Pan Europe Fd X
AZ F. Asset Power
20/01 EUR
5,373
5,373
Pan Europe Fd X
22/01 GBP
2,957
2,977
22/01 GBP
1,046
1,047
AZ F. Asset Timing
20/01 EUR
5,013
5,011
Pan Europe Fd X
AZ F. Best Bond
20/01 EUR
5,364
5,364
Strategic Debt Fd A
AZ F. Best Cedola ACC
20/01 EUR
5,617
5,616
Strategic Debt Fd A H
22/01 EUR
1,231
1,231
AZ F. Best Cedola DIS
20/01 EUR
5,131
5,179
Strategic Debt Fd A H
22/01 USD
1,741
1,742
AZ F. Best Equity
AZ F. Bond Target 2015 ACC
AZ F. Bond Target 2015 DIS
20/01 EUR
20/01 EUR
20/01 EUR
5,143
5,892
5,454
5,145
5,888
5,501
5005,417
20/01 EUR
5,427
Strategic Debt Fd X
Strategic Debt Fd X H
Strategic Debt Fd X H
22/01 GBP
22/01 EUR
22/01 USD
1,065
1,292
1,773
1,066
www.newmillenniumsicav.com
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
70,780
20/01 EUR
5,429
1561,970
21/01 EUR
Kairos Small Cap
20/01 EUR
1584,020
NM Global Equities EUR hdg A
Kairos Income
AZ F. Alpha Man. Credit
21/01 EUR
10,091
1,570
3,654
153,870
WM Biotech I
10,122
1,761
3,651
156,030
21/01 EUR
1,570
22/01 EUR
21/01 EUR
FTSE RAFI US 1000
1,762
Pan Europe Fd A
102,710
WM Biotech A
136,810
22/01 GBP
5,218
100,460
102,740
46,420
22/01 EUR
5,215
100,440
21/01 EUR
136,760
Abs. UK Dynamic Fd P2
20/01 EUR
21/01 EUR
Sparta Agressive A
21/01 EUR
Abs. UK Dynamic Fd P2 H
AZ F. Active Strategy
Orazio Conservative A
21/01 EUR
30/11 EUR 570128,125 563754,177
2,863
24,901
922,523
NM Euro Equities A
30/11 EUR 522536,062 517382,561
3,265
24,926
923,722
NM Euro Bonds Short Term A
Kairos Multi-Str. I
2,842
21/01 EUR
21/01 EUR
4,979
Kairos Multi-Str. P
3,242
110,450
ITALY CAP RET A EUR
SHORT DURATION CAP RET EUR
9,961
30/09 EUR
22/01 GBP
110,550
4,978
29/11 EUR 601260,400 593188,697
22/01 EUR
111,020
9,956
PRINCIPAL FINANCE 1
Europ. Equ. (ex UK) Fd X H
21/01 EUR
21/01 EUR
EQUITY- I
Europ. Equ. (ex UK) Fd X
PS - Target A
21/01 EUR
1,538
5,360
113,692
FTSE RAFI Italy 30
1,693
5,352
113,907
FTSE RAFI Switzerland
1,538
20/01 EUR
21/01 EUR
131,520
1,693
AZ F. Active Selection
AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811
105,670
HIGH GROWTH CAP RET EUR
NM Balanced World Cons A
22/01 GBP
3,258
106,300
15,023
22/01 EUR
3,235
103,310
21/01 EUR
143,480
Abs. UK Dynamic Fd P1
22/01 EUR
21/01 EUR
PS - Quintessenza B
131,540
Abs. UK Dynamic Fd P1 H
Europ. Equ. (ex UK) Fd B
PS - Quintessenza A
89,378
143,450
6,230
20/01 EUR
107,938
89,372
21/01 EUR
6,231
Azimut Trend
108,042
21/01 EUR
21/01 EUR
20/01 EUR
3,237
21/01 EUR
NM Augustum High Qual Bd A
Azimut Strategic Trend
3,214
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
FLEX STRATEGY RET EUR
183,790
30/11 EUR 555514,933 549779,744
22/01 EUR
12,787
183,800
Kairos Multi-Str. B
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
12,790
21/01 EUR
29/11 EUR 694086,829 679725,682
10,046
21/01 EUR
NM Augustum Corp Bd A
BOND-B
10,048
ASIAN OPP CAP RET EUR
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
8,609
20/01 EUR
Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
Dividendo Arancio
21/01 EUR
48,320
48,440
Convertibile Arancio
21/01 EUR
60,900
60,700
Cedola Arancio
21/01 EUR
56,890
56,910
Borsa Protetta Agosto
15/01 EUR
61,750
61,690
Borsa Protetta Febbraio
15/01 EUR
59,740
59,720
Borsa Protetta Maggio
15/01 EUR
62,590
62,530
Borsa Protetta Novembre
15/01 EUR
60,320
60,160
Inflazione Più Arancio
21/01 EUR
54,980
55,080
Mattone Arancio
21/01 EUR
42,390
42,370
Profilo Dinamico Arancio
21/01 EUR
63,180
63,170
Profilo Equilibrato Arancio
21/01 EUR
60,900
60,880
Profilo Moderato Arancio
21/01 EUR
57,120
57,070
Top Italia Arancio
21/01 EUR
47,490
47,440
1,292
KIS - Ambiente D
20/01 EUR
112,090
112,000
KIS - Ambiente P
20/01 EUR
114,700
114,610
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
21/01 EUR
108,860
108,780
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
21/01 EUR
111,690
111,590
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
21/01 EUR
148,130
147,990
110,930
21/01 EUR
105,610
105,190
PS - Total Return A
21/01 EUR
103,180
103,190
PS - Total Return B
21/01 EUR
96,530
96,540
PS - Valeur Income A
21/01 EUR
109,260
109,230
PS - Value A
21/01 EUR
104,710
103,960
PS - Value B
21/01 EUR
106,850
106,080
www.pegasocapitalsicav.com
Strategic Bond Inst. C
21/01 EUR
106,600
106,600
Strategic Bond Inst. C hdg
21/01 USD
106,790
106,780
Strategic Bond Retail C
21/01 EUR
105,350
105,340
Strategic Bond Retail C hdg
21/01 USD
105,550
105,540
Strategic Trend Inst. C
21/01 EUR
103,920
103,870
Strategic Trend Retail C
21/01 EUR
101,960
101,910
Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR
52927,939
52659,382
Fondo Donatello-Tulipano
30/06 EUR
47475,755
48904,331
Fondo Donatello-Margherita
30/06 EUR
27116,197
26640,389
Fondo Donatello-David
30/06 EUR
57863,932
57813,049
Fondo Tiziano Comparto Venere
30/06 EUR 477314,036
Caravaggio di Sorgente SGR
30/06 EUR
www.sorgentegroup.com
2506,583
2547,337
www.vitruviussicav.com
Asian Equity B
21/01 EUR
96,400
96,390
Asian Equity B
21/01 USD
135,220
135,210
Emerg Mkts Equity
21/01 USD
440,810
441,180
Emerg Mkts Equity Hdg
21/01 EUR
430,990
431,350
European Equity
21/01 EUR
282,950
283,010
European Equity B
21/01 USD
349,720
349,800
Greater China Equity B
21/01 EUR
115,370
114,610
Greater China Equity B
21/01 GBP
104,070
103,400
Greater China Equity B
21/01 SGD
107,340
106,640
163,130
20/01 EUR
116,230
116,130
Greater China Equity B
21/01 USD
164,210
20/01 USD
273,450
273,520
Growth Opportunities
21/01 USD
70,880
70,500
KIS - America F
20/01 EUR
186,820
186,880
Growth Opportunities Hdg
21/01 EUR
77,740
77,330
KIS - America P
20/01 EUR
192,270
192,320
Japanese Equity
21/01 JPY
140,890
141,120
KIS - America X
20/01 EUR
193,130
193,170
Japanese Equity B
03/12 SGD
0,000
116,290
KIS - Bond A-USD
20/01 USD
167,560
167,420
140,060
KIS - Bond D
20/01 EUR
120,220
120,130
KIS - Bond F
20/01 EUR
121,070
120,980
KIS - Bond P
20/01 EUR
124,040
123,930
KIS - Bond Plus A Dist
20/01 EUR
124,870
124,690
KIS - Bond Plus D
20/01 EUR
126,930
126,750
KIS - Bond Plus P
20/01 EUR
128,650
128,460
KIS - Dynamic A-USD
20/01 USD
171,660
171,570
KIS - Dynamic D
20/01 EUR
20/01 EUR
20/01 EUR
119,650
120,700
121,780
119,590
120,650
121,720
Numero verde 800 124811
[email protected]
Nextam Bilanciato
21/01 EUR
6,644
6,632
Nextam Obblig. Misto
21/01 EUR
7,204
7,201
BInver International A
21/01 EUR
6,356
6,352
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
21/01 EUR
5,553
5,543
CITIC Securities China Fd A
21/01 EUR
5,287
5,238
Fidela A
21/01 EUR
5,392
5,396
Income A
21/01 EUR
5,555
5,553
International Equity A
21/01 EUR
7,017
6,999
Italian Selection A
21/01 EUR
6,771
6,768
Liquidity A
21/01 EUR
5,338
5,338
Multimanager American Eq.A
21/01 EUR
4,762
4,756
Multimanager Asia Pacific Eq.A
21/01 EUR
4,327
4,323
AZ F. Bond Target 2016 ACC
20/01 EUR
5,325
5,323
UK Abs. Target Fd P1
22/01 GBP
1,231
1,229
KIS - Dynamic X
14/10 EUR
121,000
120,940
AZ F. Bond Target 2016 DIS
20/01 EUR
5,073
5,272
UK Abs Target Fd P2
22/01 EUR
1,178
1,176
KIS - Emerging Mkts A
20/01 EUR
125,160
125,520
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
21/01 EUR
4,146
4,142
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 20/01 EUR
5,084
5,083
UK Abs Target Fd P2
22/01 GBP
1,260
1,258
KIS - Emerging Mkts D
20/01 EUR
123,980
124,340
Multimanager European Eq.A
21/01 EUR
4,559
4,554
20/01 EUR
5,084
5,083
UK Equity Fd A
22/01 GBP
3,440
3,455
Invesco Funds
KIS - Emerging Mkts F
20/01 EUR
121,530
121,890
Strategic A
21/01 EUR
5,062
5,053
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
21/01 EUR
KIS - Ambiente X
KIS - Dynamic P
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia
è disponibile sul sito www.invesco.it
PS - Target B
PS - Titan Aggressive A
KIS - America A-USD
KIS - Dynamic F
1,773
123,960
21/01 EUR
8,614
Azimut Trend Tassi
112,050
123,990
PS - Prestige A
20/01 EUR
7,056
111,860
21/01 EUR
13,320
Azimut Solidity
7,036
21/01 EUR
13,320
30/11 EUR 847479,331 838312,127
20/01 EUR
PS - Inter. Equity Quant B
PS - Liquidity A
21/01 EUR
Kairos Multi-Str. A
Azimut Trend Pacifico
109,960
Pan European High Inc A-Dis
29/11 EUR 694086,829 679725,682
17,641
109,770
85,780
BOND-A
17,621
21/01 EUR
84,710
8,561
20/01 EUR
98,070
PS - Inter. Equity Quant A
85,800
8,572
Azimut Trend Italia
100,000
98,090
21/01 USD
20/01 EUR
13,136
100,170
21/01 EUR
21/01 EUR
Azimut Scudo
13,122
21/01 EUR
PS - Fixed Inc Absolute Return A
PS - Podium Flex C
17/01 EUR
20/01 EUR
PS - Equilibrium A
PS - Podium Flex A
ABSOLUTE RETURN EUROPA
Azimut Trend Europa
133,160
18,220
6,043
12,445
134,010
11,650
6,042
12,439
21/01 EUR
18,220
20/01 EUR
20/01 EUR
98,710
PS - EOS A
11,690
Azimut Reddito Usa
Azimut Trend America
98,720
21/01 EUR
4,546
60088,629
119,350
21/01 EUR
21/01 EUR
59550,161
21/01 EUR
21/01 EUR
Pan European High Inc A
Global Clean Energy
5045,982
119,340
PS - Bond Opportunities B
PS - Dynamic Core Portfolio A
Pan European Eq. Inc. A-Dis
5,544 EUR
14057,114
160,170
95,950
15/01
29/11 EUR
160,190
100,850
Global Equity
ABS- I
21/01 EUR
100,890
FTSE RAFI Hong Kong China
15/01
111,040
PS - Bond Opportunities A
21/01 EUR
US Equity A EH
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 20/01 EUR
111,070
PS - Opportunistic Growth B
9,908
6,182
21/01 EUR
16,180
10,833
5,747
108,210
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
16,160
9,931
6,184
108,210
21/01 EUR
10,834
20/01 EUR
21/01 EUR
Pan European Eq. A-Dis
21/01 USD
20/01 EUR
104,740
PS - Best Global Managers B
Pan European Eq. A
21/01 EUR
AZ F. Income DIS
104,470
104,720
95,980
Renminbi Fix. Inc. A
AZ F. Income ACC
105,190
21/01 EUR
21/01 EUR
Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis
21,127
21/01 EUR
PS - Opportunistic Growth A
4,855
21,108
PS - Algo Flex B
PS - Best Global Managers A
17,860
4,177
20/01 EUR
72,340
3120,000
4,915
AcomeA Performance (A2)
Tel: 0041916403780
www.pharusfunds.com [email protected]
17,840
4,135
58,370
102,100
Quota/pre.
3123,000
14/01 EUR
57,950
102,120
Quota/od.
21/01 EUR
20/01 EUR
17/01 EUR
20/01 EUR
Data Valuta
21/01 JPY
AZ F. Global Curr&Rates DIS
Agriculture Euro R1C A
KIS - Target 2014 X
Nome
Japanese Eq. Advantage A
5,169
DB Platinum
124,400
97,810
5,163
5,167
124,510
11,588
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 20/01 EUR
5,167
21/01 EUR
11,589
4,353
5,109
KIS - Selection P
21/01 EUR
4,349
5,168
121,830
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis
20/01 EUR
20/01 EUR
122,730
121,930
123,900
AZ F. Global Curr&Rates ACC
20/01 EUR
122,830
21/01 EUR
97,900
5,080
AZ F. Hybrid Bonds DIS
21/01 EUR
KIS - Selection F
123,990
5,073
AZ F. Hybrid Bonds ACC
KIS - Selection D
21/01 EUR
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 20/01 EUR
20,853
118,210
21/01 EUR
4,953
20,834
118,040
KIS - Sm. Cap D
5,596
20/01 EUR
20/01 EUR
KIS - Selection X
4,953
AcomeA Performance (A1)
KIS - Multi-Str. UCITS X
12,600
5,547
4,855
117,720
12,602
20/01 EUR
4,915
117,530
116,030
21/01 EUR
20/01 EUR
14/01 EUR
20/01 EUR
115,840
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Sukuk DIS
KIS - Multi-Str. UCITS P
20/01 EUR
40,090
AZ F. Formula Target 2015 DIS
6,079
KIS - Multi-Str. UCITS F
40,210
3,848
6,074
115,040
21/01 USD
3,949
AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 20/01 EUR
156,430
114,850
Glob. Structured Equity A-Dis
3,841
5,957
156,180
20/01 EUR
11,123
3,942
5,952
20/01 USD
KIS - Multi-Str. UCITS D
11,119
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 20/01 EUR
AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 20/01 EUR
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 21/01 USD
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 20/01 EUR
AZ F. Global Sukuk ACC
Nome
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 20/01 EUR
5,542
5,538
UK Equity Fd A
22/01 USD
5,630
5,610
Asia Balanced A
21/01 USD
23,160
23,130
KIS - Europa D
20/01 EUR
126,100
126,210
Usa Value Fund A
21/01 EUR
5,989
5,977
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 20/01 EUR
5,177
5,223
UK Equity Fd B
22/01 EUR
4,187
4,181
Asia Balanced A-Dis
21/01 USD
15,290
15,270
KIS - Europa F
20/01 EUR
126,100
126,210
Ver Capital Credit Fd A
21/01 EUR
5,427
5,424
Japanese Equity B
21/01 USD
139,820
Japanese Equity Hdg
21/01 EUR
183,510
183,800
Swiss Equity
21/01 CHF
131,010
130,990
Swiss Equity Hdg
21/01 EUR
99,410
99,400
US Equity
21/01 USD
163,570
163,900
US Equity Hdg
21/01 EUR
180,300
180,650
Tel 0332 251411
www.ottoapiu.it
8a+ Eiger
21/01 EUR
6,108
6,191
8a+ Gran Paradiso
21/01 EUR
5,296
5,299
8a+ Latemar
21/01 EUR
5,861
5,874
8a+ Matterhorn
10/01 EUR 770627,088 751939,921
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
13355AB
Economia/Mercati Finanziari 31
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Sussurri & Grida
Piazza Affari
Le scommesse su Fed e Brasile. E l’addio di El-Erian
BRILLANO ENEL E TENARIS
ANCORA VENDITE SU YOOX
di GIACOMO FERRARI
Dopo un promettente avvio di
seduta, le Borse europee hanno
ripiegato nel corso della
mattinata, mantenendosi intorno
alla parità dopo l’avvio debole di
Wall Street. Più o meno identico
l’andamento di Piazza Affari, dove
l’indice Ftse-Mib al termine delle contrattazioni ha
registrato una leggera perdita (-0,19%). In assenza di
dati macro particolarmente importanti, a determinare
le variazioni sui singoli titoli sono stati i report delle
case d’investimento. Così, le valutazioni positive di
Barclay’s e Hsbc hanno spinto al rialzo Enel (+2,36%),
mentre quelle di Morgan Stanley e della stessa Barclay’s
sono all’origine del progresso di Intesa Sanpaolo
(+1,18%), uno dei pochi segni positivi nell’ambito del
comparto bancario. Rialzi sensibili anche per
StMicroelectronics (+2,08%) che ha beneficiato dei
buoni conti trimestrali di Texas Instruments, e per
Tenaris (+1,33%). Maglia nera, invece, fra le bluechips, per Mediaset (-3,94%) dopo una nota di KeplerCheuvreux nella quale si sostiene che la società
televisiva dovrà svalutare la propria quota in Digital+.
In calo, infine, anche i titoli del lusso, in particolare
Yoox (-3,91%), Ferragamo (-2,56%) e Tod’s (-2,53%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Borsa Italiana
Nome Titolo
Tel.
—
-2,51
+1,60
-4,59
-2,07
+2,37
-1,48
-1,82
-9,09
-1,24
—
—
-0,06
-2,27
+0,09
-0,41
—
-1,69
-0,85
+0,27
-1,57
+0,36
-0,58
-0,25
+0,14
+1,18
-1,75
+0,86
-2,62
-1,38
-1,44
—
-2,35
+14,91
+1,49
+0,32
+0,09
+2,34
+0,23
+11,55
-2,40
—
-1,40
-1,36
-3,52
-1,03
-0,15
+0,79
+1,63
+1,77
-3,47
+0,90
-7,20
-2,48
—
+1,32
+2,34
-0,80
-0,46
—
-0,49
+4,05
-5,72
-0,35
-1,28
+0,21
-0,31
+1,95
+1,46
-0,16
-0,08
+0,69
+0,36
-0,77
—
-1,59
+1,35
+1,49
+1,23
+0,67
-2,18
+0,72
-3,94
-0,80
+0,44
-1,65
-2,96
mine». Magari il futuro gli darà ragione. Ma, per ora, più che la
vecchia Europa sono i vertici dei fondi Usa a essere in subbuglio.
le difficoltà Fiat legate in particolare all’Europa si mostrano in
tutta la loro pesante evidenza.
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Fincantieri, Rothschild in corsa
Fiat-Chrysler verso Wall Street
(r.po.) L’attesa a questo punto è tutta per il calendario postfusione: nuovo nome (Fiat-Chrysler però rimarranno), nuova
Borsa (New York, con Milano piazza secondaria), nuova sede legale (dovrebbe seguire il mercato di quotazione, ma lo schema
già seguito per Cnh Industrial porta a non escludere l’Olanda,
magari con la stessa estensione alla Gran Bretagna per la base
fiscale). Tutto ciò alla fine sarà il clou, certo: stanno lì i tasselli
del puzzle con cui al Lingotto stanno costruendo il futuro. Futuro che dal lato conti e bilancio è tuttavia già qui, e il consiglio di
mercoledì prossimo, oltre a definire la road map del «nuovo»
gruppo unico, ne scatterà la fotografia più aggiornata. Provano
a prevederla, come sempre, gli analisti. Le cui stime per il 2013
— pubblicate ieri da Fiat-Chrysler — sono perfettamente all’interno dei range indicati già con l’ultima trimestrale da Sergio
Marchionne e John Elkann. La media del consensus indica un
utile netto di 1,07 miliardi di euro (fra 900 milioni e 1,2 miliardi
la «forchetta» annunciata a suo tempo dal Lingotto), risultato
della gestione ordinaria un po’ oltre i 3,6 miliardi (3,5-3,8 la
previsione aziendale). Come accade da anni, ormai, il grosso del
contributo viene da Chrysler, ed è chiaro soprattutto nella
scomposizione dell’utile della gestione ordinaria: dei 3,6 miliardi totali ben 3,1 arrivano a Torino grazie alla controllata
americana. Poiché da Ferrari e Maserati sono attesi 480 milioni,
+1,49 1,116
-2,57 0,815
+3,20 8,255
+10,32 19,680
+3,37 0,749
+15,05 1,050
+17,13 9,595
+8,00 0,040
-28,57 0,001
+4,94 0,701
—
—
—
—
+1,14 3,280
+8,67 0,490
+4,91 4,038
+9,41 7,755
—
—
+5,45 0,005
+11,29 1,781
-2,54 7,450
+5,93 16,310
+12,42 6,120
+4,09 11,500
-0,89 15,650
+10,19 19,820
+6,01 6,300
+1,27 21,500
+1,49 12,760
+11,31 6,855
+2,25 4,186
+14,83 1,369
—
—
+0,26 2,318
+40,46 0,823
+12,12 115,400
-2,07 0,439
-3,35 1,074
+13,85 0,317
+12,28 3,112
+37,25 0,510
+7,30 0,447
—
—
+19,43 0,199
+18,55 2,194
+12,86 2,038
+3,88 6,440
-0,51 9,700
+12,81 0,259
+8,62 0,421
+15,56 0,490
+2,75 1,489
+44,96 0,224
+37,15 0,495
+1,75 5,265
+12,26 0,379
+7,40 20,000
+18,64 2,870
-1,30 34,720
-3,84 0,860
—
—
+0,84 19,580
+15,26 0,076
-20,95 20,750
+7,70 12,940
+2,87 7,090
+0,86 4,590
+10,08 5,890
+9,87 1,429
+16,14 1,995
+15,43 1,050
+2,47 6,005
+4,46 0,055
+6,79 3,028
-0,31 19,340
—
—
+94,15 1,337
+0,39 8,700
+12,24 4,162
+7,77 1,745
+21,50 0,184
+12,05 0,044
+9,06 0,252
+10,88 0,300
-1,66 1,123
+18,75 0,207
+5,31 8,050
+4,61 0,560
1,161 158,8
0,850 2575,8
8,555 1808,6
23,090
94,8
0,806
28,3
1,208
92,1
11,450 101,7
0,045
44,6
0,002
—
0,906
89,6
—
—
—
—
3,456 146,4
0,562
50,3
4,280 960,8
8,520 1549,7
—
—
0,006
10,4
2,032 465,7
7,665 735,9
17,780 14526,0
6,910 1739,2
12,060 1053,0
15,980
68,0
21,840 3122,7
6,900
75,6
25,110 2670,6
13,400 690,2
8,125 2569,3
4,540 1316,6
1,748 2772,7
—
—
2,546 141,8
1,156
19,5
129,500
—
0,480 957,5
1,134
2,8
0,541 162,3
3,540 540,1
0,700 145,1
0,535 1559,7
—
—
0,245 163,6
2,644 304,0
2,384
30,4
6,880
—
9,900
64,6
0,306
39,8
0,469
92,2
0,574 1105,2
1,587
14,3
0,340
24,7
0,736
23,7
5,650 152,4
0,438
15,3
21,480
91,5
3,500
90,0
35,950 197,2
0,899
32,4
—
—
20,570 1368,2
0,090
70,6
26,250 1439,3
14,390 2318,6
7,470 298,3
4,756
42,3
6,515 504,9
1,570
19,5
2,360 279,7
1,244 150,3
6,310 3622,5
0,059
18,8
3,332 155,7
19,680 1042,2
—
—
3,110
—
9,020 153,9
4,770 753,4
1,946
18,8
0,254
18,4
0,050
11,2
0,285
25,5
0,348
61,1
1,183 885,5
0,260
26,1
8,800 11677,8
0,623
57,9
Nome Titolo
Tel.
Cofide ...................................(COF)
Cogeme Set ..........................(COG)
Conafi Prestito' .....................(CNP)
Cred. Artigiano ......................(CRA)
Cred. Bergamasco...................(CB)
Cred. Emiliano .........................(CE)
Cred. Valtellinese .................(CVAL)
Cred. Valtellinese 10w ....(WCVA10)
Cred. Valtellinese 14w ....(WCVA14)
Crespi ...................................(CRE)
Csp .......................................(CSP)
D D'Amico *........................(DIS)
D'Amico 16 warr *...........(WDIS16)
Dada * ....................................(DA)
Damiani *.............................(DMN)
Danieli ..................................(DAN)
Danieli rnc ..........................(DANR)
Datalogic * ............................(DAL)
De'Longhi .............................(DLG)
Dea Capital *.........................(DEA)
Delclima................................(DLC)
Diasorin *...............................(DIA)
Digital Bros *..........................(DIB)
Dmail Group * ......................(DMA)
DMT *.....................................(EIT)
E Edison r........................(EDNR)
EEMS..................................(EEMS)
El.En. * ..................................(ELN)
Elica * ...................................(ELC)
Emak * ...................................(EM)
Enel.....................................(ENEL)
Enel Green Pw....................(EGPW)
Enervit ..................................(ENV)
Engineering * ........................(ENG)
Eni .........................................(ENI)
Erg........................................(ERG)
Ergy Capital...........................(ECA)
Ergy Capital 16w ............(WECA16)
Esprinet * ..............................(PRT)
Eukedos ................................(EUK)
Eurotech * .............................(ETH)
Exor ......................................(EXO)
Exprivia *...............................(XPR)
F Falck Renewables * .........(FKR)
Ferragamo...........................(SFER)
Fiat............................................(F)
Fidia * ...................................(FDA)
Fiera Milano * .........................(FM)
Finmeccanica........................(FNC)
FNM .....................................(FNM)
Fullsix....................................(FUL)
G Gabetti Pro.S..................(GAB)
Gas Plus................................(GSP)
Gefran * ..................................(GE)
Generali ....................................(G)
Geox .....................................(GEO)
Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES)
Gtech ....................................(GTK)
H Hera...............................(HER)
I I Grandi Viaggi .................(IGV)
IGD *......................................(IGD)
Prezzo Var.
Var.
Min Max Capitaliz
Rif.
Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni
(euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
Nome Titolo
0,558
—
0,648
—
18,340
6,180
1,364
—
0,184
—
1,420
0,709
0,112
3,766
1,444
25,860
17,770
8,250
12,420
1,282
1,220
34,510
2,418
4,180
36,800
1,038
0,364
16,750
1,840
0,834
3,470
Il Sole 24 Ore ........................(S24)
Ima * .....................................(IMA)
Immsi ....................................(IMS)
Indesit....................................(IND)
Indesit rnc ...........................(INDR)
Industria e Inn. ........................(IIN)
Intek Group ............................(IKG)
Intek Group rnc ....................(IKGR)
Interpump * ..............................(IP)
Intesa Sanpaolo......................(ISP)
Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR)
Invest e Sviluppo ....................(IES)
Irce *......................................(IRC)
Iren ........................................(IRE)
Isagro * ..................................(ISG)
IT WAY * ................................(ITW)
Italcementi................................(IT)
Italcementi rnc .......................(ITR)
Italmobiliare...........................(ITM)
Italmobiliare rnc...................(ITMR)
IVS Group ...............................(IVS)
IVS Group 16 warr ...............(WIVS)
J Juventus FC..................(JUVE)
K K.R.Energy......................(KRE)
Kinexia..................................(KNX)
L La Doria * .........................(LD)
Landi Renzo *..........................(LR)
Lazio .....................................(SSL)
Luxottica ...............................(LUX)
Lventure Group ....................(LVEN)
M Maire Tecnimont ...............(MT)
1,933
3,660
45,810
17,520
10,010
0,173
0,028
6,405
0,670
2,136
30,560
0,872
1,381
23,940
7,425
2,620
7,960
6,500
0,604
3,102
0,038
4,934
3,118
16,790
2,892
1,649
22,730
1,747
0,495
1,045
+0,45
—
+1,73
—
-0,97
-4,48
-4,08
—
-0,38
—
+0,28
-1,60
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-0,35
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—
-0,16
-2,06
—
+0,35
+3,42
+0,72
+0,19
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+0,06
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+0,75
+0,75
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-0,57
+1,43
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—
+2,01
—
-2,02
-1,36
-2,56
-0,40
-1,73
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+0,67
+3,75
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+0,90
+0,58
-0,42
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-0,11
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+0,72
—
+6,15
—
+15,35
+6,83
+1,41
—
+8,04
—
+8,40
+10,44
+8,21
+9,48
+16,55
+3,98
+10,51
-0,60
+4,28
+2,97
-3,94
-1,43
+9,41
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+7,95
+6,30
+18,52
+5,15
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+1,34
+10,72
+4,77
+13,74
+4,35
+1,15
+0,70
-0,57
+7,58
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+5,93
+15,84
+1,19
+4,18
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-13,32
+7,30
+8,26
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+7,10
+5,34
+11,36
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+6,56
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+2,11
+7,18
+30,08
+21,51
0,554
—
0,605
—
15,900
5,785
1,345
—
0,170
—
1,310
0,633
0,102
3,382
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24,870
16,080
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11,860
1,234
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2,180
3,950
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15,710
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1,831
3,140
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17,210
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0,026
5,265
0,619
1,819
28,910
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23,940
5,945
2,360
6,750
5,445
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2,622
0,035
4,684
2,762
16,790
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1,353
22,090
1,630
0,380
0,860
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—
—
0,648
30,1
—
—
20,170 1128,2
6,580 2074,7
1,540 648,9
—
—
0,191
—
—
—
1,454
47,3
0,721 262,0
0,114
—
3,766
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1,470 118,1
26,170 1062,1
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12,440 1848,4
1,309 396,5
1,270 182,5
35,690 1925,2
2,418
34,0
4,196
6,3
36,800 1040,2
1,043 114,8
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15,8
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80,3
1,840 116,6
0,853 136,5
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1,958 9709,0
3,800
68,2
47,440 569,7
17,660 63638,2
10,540 1514,2
0,188
28,9
0,031
—
6,590 336,6
0,682
12,0
2,136
75,5
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0,890
45,9
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7,455 9393,6
2,694
13,6
8,560 337,1
6,500 3794,0
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3,102
35,0
0,040
31,3
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45,0
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3,148 750,5
1,649 671,0
23,260 3994,1
1,749 2482,5
0,550
22,4
1,045 361,4
Tel.
B.O.T.
14.02.14
14.03.14
14.04.14
14.05.14
13.06.14
14.07.14
21
49
80
110
140
171
99,979
99,948
99,917
99,865
99,813
99,741
0,23
0,26
0,36
0,37
0,42
Oro per Eni nella gara di comunicazione
(fr.bas.) Prima in Europa per la migliore comunicazione corporate online e prima nella Global 100 di Kwd Webranking, la
classifica sulle maggiori cento aziende quotate a livello globale
elaborata in collaborazione con la società di consulenza Lundquist: Eni ha conquistato l’oro. Nel Vecchio Continente ha scalzato dal podio Telecom Italia, che ha mantenuto la palma per
due anni. Tra le prime dieci anche Snam e Pirelli.
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Nome Titolo
0,646
30,180
0,490
10,000
9,900
0,925
0,329
0,448
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1,865
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3,900
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1,715
2,070
4,394
1,251
0,508
39,510
0,072
1,743
Pierrel 12w.....................(WPRL12)
—
Pininfarina ............................(PINF) 3,618
Piquadro .................................(PQ) 2,144
Pirelli & C. ...............................(PC) 12,450
Pirelli & C. rnc .......................(PCP) 9,345
Poligr. S.Faustino *.................(PSF) 6,250
Poligrafici Editoriale...............(POL) 0,315
Poltrona Frau.........................(PFG) 2,340
Prelios...................................(PRS) 0,625
Premuda .................................(PR) 0,383
Prima Industrie * ....................(PRI) 10,160
Prysmian ...............................(PRY) 18,650
R R. De Medici * ..................(RM) 0,348
Ratti ......................................(RAT) 2,556
RCS Mediagroup ...................(RCS) 1,538
RCS MediaGroup r B .........(RCSRB) 0,545
RCS Mediagroup risp ..........(RCSR) 0,844
Recordati *............................(REC) 11,070
Reply * ..................................(REY) 57,500
Retelit.....................................(LIT) 0,593
Risanamento...........................(RN) 0,219
Rosss....................................(ROS) 1,393
S Sabaf S.p.a. * .................(SAB) 12,900
Saes *.....................................(SG) 7,130
Saes rnc *.............................(SGR) 6,850
Safilo Group...........................(SFL) 18,180
Saipem.................................(SPM) 16,920
Saipem risp........................(SPMR) 18,190
Salini Impregilo .....................(SAL) 4,780
Salini Impregilo rnc .............(SALR) 12,860
Saras ....................................(SRS) 0,875
Sat ........................................(SAT) 11,600
Save....................................(SAVE) 12,930
Screen Service......................(SSB) 0,114
Seat PG...................................(PG) 0,002
Seat PG r ..............................(PGR) 0,950
Servizi Italia * .........................(SRI) 4,698
Servizi Italia 15 warr *.....(WSRI15) 0,330
Sesa......................................(SES) 11,840
Sesa 18 warr......................(WSES) 2,400
SIAS .......................................(SIS) 7,970
Sintesi .....................................(SII) 0,116
Snai ......................................(SNA) 1,895
Snam Gas .............................(SRG) 4,116
Sogefi *...................................(SO) 4,150
Sol ........................................(SOL) 6,000
Sorin.....................................(SRN) 2,306
Space....................................(SPA) 10,030
Space warr.........................(WSPA)
—
Stefanel * ............................(STEF) 0,421
Stefanel risp * ...................(STEFR)
—
STMicroelectr. ......................(STM) 5,885
T Tamburi ...........................(TIP) 2,208
Tamburi 13w ...................(WTIP15) 0,326
TAS .......................................(TAS) 0,521
Telecom IT ..............................(TIT) 0,830
Telecom IT Media .................(TME) 0,141
Telecom IT Media rnc .........(TMER) 0,194
Telecom IT rnc......................(TITR) 0,649
Tenaris ..................................(TEN) 16,700
Terna ....................................(TRN) 3,626
TerniEnergia *........................(TER) 2,154
Tesmec * ...............................(TES) 0,900
Tiscali.....................................(TIS) 0,045
Tiscali 14w ......................(WTIS14) 0,000
Tod's.....................................(TOD) 111,700
Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI) 6,500
TXT e-solution *.....................(TXT) 21,950
U UBI Banca .......................(UBI) 5,485
Unicredit ...............................(UCG) 5,870
Unicredit risp ......................(UCGR) 9,010
Unipol ....................................(UNI) 4,412
Unipol prv ............................(UNIP) 3,846
UnipolSai.................................(US) 2,238
UnipolSai risp......................(USRA) 205,500
UnipolSai risp B ..................(USRB) 2,110
V Valsoia ...........................(VLS) 10,700
Vianini Industria......................(VIN) 1,325
Vianini Lavori.........................(VLA) 5,375
Vittoria Ass. *.........................(VAS) 9,210
W World Duty Free .............(WDF) 10,830
Y Yoox *...........................(YOOX) 29,230
Z Zignago Vetro * .................(ZV) 5,175
Zucchi...................................(ZUC) 0,122
Zucchi 14 warr...............(WZUC14) 0,006
Zucchi rnc...........................(ZUCR) 0,260
-0,77
-0,66
-1,35
—
+3,50
+3,30
-0,93
+0,38
-0,58
+1,18
+0,99
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-0,64
-0,89
-0,74
-0,44
+5,73
+3,17
-0,95
+0,31
-0,67
-0,03
-1,06
-0,06
-2,82
-1,44
-0,87
+0,20
-0,63
+0,14
-3,17
+5,99
+5,89
+5,85
+0,65
+21,25
+39,02
+2,33
+8,64
+6,96
+10,88
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+11,01
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+6,98
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+13,04
+12,51
+8,92
+1,93
—
-0,04
-9,40
-4,26
+11,98
-0,87
+4,27
+1,26
+45,16
+5,00
0,603
27,700
0,463
9,425
7,940
0,645
0,320
0,408
8,720
1,783
1,457
0,660
1,675
1,098
2,260
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6,220
3,420
24,550
14,460
7,230
0,276
0,224
1,715
1,991
3,896
1,198
0,487
37,410
0,049
1,630
0,656
28,0
30,380 1113,9
0,517 168,9
10,200 1136,0
9,900
5,0
1,020
21,9
0,336 114,6
0,451
21,7
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1,657 1520,9
0,830
4,8
1,877
52,7
1,142 1322,9
2,780
47,2
1,600
12,5
7,560 1310,3
3,900 406,1
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15,990 260,2
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0,299
—
0,229 226,5
1,893
56,8
2,218
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4,532 136,4
1,290 141,5
0,521
34,5
39,760 18939,4
0,084
7,7
1,840 539,5
Management e C. .................(MEC) 0,160 -1,30 +0,88 0,158 0,162
MARR * ..............................(MARR) 12,000 +0,50 -0,91 11,940 12,200
Mediacontech ......................(MCH) 0,725 +0,69 +17,50 0,617 0,725
Mediaset ................................(MS) 3,658 -3,94 +5,60 3,444 4,026
Mediobanca............................(MB) 6,805 -0,29 +7,84 6,310 7,180
Mediolanum .........................(MED) 6,555 +0,77 +3,97 6,190 6,895
Meridie ...................................(ME) 0,150 -3,91 +89,87 0,077 0,161
Mid Industry Cap ...................(MIC)
—
—
—
—
—
Mittel.....................................(MIT) 1,717 -1,09 +1,72 1,628 1,792
Moleskine * ..........................(MSK) 1,687 -0,35 +7,38 1,571 1,738
MolMed ...............................(MLM) 0,841 -0,88 +12,58 0,747 0,855
Moncler .............................(MONC) 13,350 -1,84 -17,18 13,350 16,350
Mondadori..............................(MN) 1,370 -0,94 -1,44 1,370 1,482
Mondo Tv * ...........................(MTV) 0,530 -1,03 +4,85 0,502 0,536
Monrif..................................(MON) 0,516 +0,49 +17,01 0,440 0,616
Monte Paschi Si. ................(BMPS) 0,181 +0,50 +3,36 0,175 0,188
Montefibre ..............................(MF)
—
—
—
—
—
Montefibre rnc....................(MFNC)
—
—
—
—
—
Moviemax............................(MMG) 0,067 +0,30 +6,83 0,062 0,067
Mutuionline *........................(MOL) 4,100
— -0,29 4,050 4,184
N Nice *............................(NICE) 2,800
— +1,67 2,726 2,838
Noemalife .............................(NOE) 3,690 +0,33 +2,61 3,464 3,690
Noemalife 15 warr .........(WNOE15)
—
—
—
—
—
Novare ....................................(NR) 0,857
— +19,03 0,690 0,860
O Olidata .............................(OLI) 0,390 +0,52 -1,02 0,388 0,428
P Panariagroup *................(PAN) 1,346 +0,82 +2,75 1,268 1,346
Parmalat ................................(PLT) 2,464 +0,16 -0,48 2,460 2,488
Parmalat 15w ................(WPLT15) 1,453 -0,14 -1,16 1,449 1,472
Piaggio ...................................(PIA) 2,390 -0,67 -0,67 2,308 2,482
Pierrel ...................................(PRL) 0,590 -0,08 +14,12 0,504 0,591
77,0
796,2
14,0
4408,5
5867,5
4801,9
7,6
—
154,1
357,4
187,1
3350,4
341,8
14,2
81,0
2091,2
—
—
4,6
162,2
324,0
28,1
—
11,6
13,2
60,8
4491,3
—
865,0
28,0
Tel.
Scadenza Giorni Pr.Netto
14.08.14
12.09.14
14.10.14
14.11.14
12.12.14
14.01.15
202
231
263
294
322
355
99,665
99,611
99,543
99,475
99,419
99,331
Rend.
0,47
0,45
0,51
0,57
0,57
0,60
Euribor
Periodo
1 sett.
1 mese
2 mesi
3 mesi
4 mesi
5 mesi
6 mesi
Monete auree
Oro
T. 360
T. 365
Periodo
T.360
T.365
22 gen
22 gen
0,216
0,241
0,270
0,301
0,406
0,219
0,244
0,274
0,305
0,412
7 mesi
8 mesi
9 mesi
10 mesi
11 mesi
12 mesi
0,496
0,570
0,503
0,578
Sterlina (v.c)
Sterlina (n.c)
Sterlina (post.74)
Krugerrand
Marengo Italiano
Marengo Svizzero
Marengo Francese
Denaro Lettera
—
+3,97
-4,63
-0,64
-1,74
-4,36
-1,22
-0,17
-0,40
-4,89
-2,12
-2,86
-2,60
-1,99
-0,45
-1,00
+0,48
-1,86
-2,04
-0,84
-1,79
+0,29
-1,00
-0,42
-0,15
+0,83
-1,91
+2,19
+1,70
—
-0,57
+0,17
+0,23
+0,44
-5,26
—
-1,26
-3,57
+0,51
—
-0,87
+0,96
+2,99
-0,34
-2,12
-0,50
—
+0,30
—
+0,05
—
+2,08
-2,73
-17,51
-4,58
-0,95
+1,22
-0,97
-0,99
+1,33
-0,60
+0,09
-2,18
-1,11
—
-2,53
-1,52
+2,28
-0,45
-1,43
-0,93
-2,82
-1,13
-1,32
-2,14
-3,03
-2,73
+0,38
+0,75
+0,22
—
-3,91
-2,17
+2,53
+23,40
-3,67
—
—
+11,87 3,090
+19,11 1,792
-0,16 11,660
-2,15 9,060
+2,88 5,960
+6,78 0,295
-2,34 2,290
+9,08 0,573
+33,40 0,284
+8,61 9,250
+0,21 18,070
+29,68 0,264
+16,50 2,194
+19,22 1,290
+26,60 0,430
+18,79 0,710
+7,16 10,330
-1,88 56,400
+7,05 0,554
+3,49 0,207
+4,82 1,329
+0,55 12,800
+1,86 6,985
+1,78 6,660
+2,25 17,000
+9,59 15,430
+6,37 16,220
-0,83 4,700
+1,74 12,400
+5,11 0,831
+7,31 10,800
+4,70 12,350
+87,60 0,060
— 0,002
+3,21 0,900
+15,15 3,982
+34,69 0,235
-0,42 11,630
-4,76 2,352
+9,93 7,215
+7,04 0,107
+39,44 1,359
+1,78 3,974
-2,99 4,118
+4,62 5,675
+7,76 2,074
+1,93 9,800
—
—
+15,34 0,365
—
—
+2,79 5,470
-1,95 2,208
-19,51 0,347
+6,35 0,473
+17,15 0,709
+14,88 0,122
+2,16 0,175
+14,98 0,564
+6,17 15,280
+0,28 3,560
-1,64 2,152
+13,93 0,745
+5,42 0,042
-25,00 0,000
-6,45 108,400
+4,00 6,250
+20,67 18,140
+13,33 4,840
+9,01 5,380
+14,70 7,800
+1,43 4,210
+4,85 3,630
-7,90 2,238
+12,91 173,200
+0,09 2,022
— 10,060
+10,42 1,192
+4,07 4,994
+5,62 8,580
+16,45 9,140
-13,21 29,230
+2,88 4,940
+68,05 0,072
+75,76 0,003
+40,54 0,185
New York e Toronto aggiornati alle ore 20.00
—
—
3,618 111,0 indici
2,288 108,9 MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01
12,650 5948,7 Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 407,45
Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . 110,45
9,600 116,3 Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 2952,36
6,535
56,0 DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 320,35
DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 3151,27
0,338
42,3 DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 336,06
DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2980,42
2,464 328,3 FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2721,74
0,662 175,2 Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 23082,25
Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 44472,28
0,407
72,9 Londra (FTSE100) . . . . . . . . . . . 6826,33
10,380 109,3 Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . 10279,70
Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 515,49
19,540 4033,0 Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 3133,74
0,358 131,8 Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 5331,33
Toronto (300Comp) . . . . . . . . . 13968,96
2,608
70,1 Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2707,21
Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 8466,70
1,580 647,0
0,550
42,5 selezione
0,844
24,6 FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 22-01
11,280 2335,5 Adidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92,92
Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130,95
59,300 534,4 Bayer Ag . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104,05
0,598
97,8 Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76,88
0,223 179,5 Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85,73
Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . 13,01
1,400
16,1 Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 37,42
13,030 149,1 Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 26,77
Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . 12,83
7,200 105,0 Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 18,34
6,890
50,4 Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . . 96,86
19,030 1119,7 Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34,23
Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,51
17,940 7485,5 Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . 201,30
18,190
2,1 PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01
4,980 2138,3 Air France . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8,94
13,140
20,3 Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,48
Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23,34
0,881 829,0
Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19,88
11,600 113,9 Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58,78
12,930 719,0 Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53,10
0,114
15,0 Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,83
0,002
29,8 Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83,32
Ciments Francais. . . . . . . . . . . . . . 60,79
0,950
0,6
Crédit Agricole. . . . . . . . . . . . . . . . 10,14
4,758 129,0 Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52,98
0,342
— Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6,07
12,010 165,9 L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127,75
2,548
— Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80,18
Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . 11,01
8,040 1821,3
Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68,16
0,120
4,8 Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,57
1,950 224,1 Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 75,90
4,130 13928,6 Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 44,63
4,342 490,2 Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 77,15
Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44,30
6,030 543,2
NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01
2,306 1101,3 Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 404,65
10,030 128,2 American Express . . . . . . . . . . . . . 91,04
Apple Comp Inc . . . . . . . . . . . . . . 551,75
—
—
At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33,38
0,435
35,5 Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 17,03
—
— Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143,80
Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,97
5,930
— Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . . 89,52
2,334 304,1 Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 22,85
0,443
— Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . 51,80
Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 39,94
0,546
22,3 Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . . 64,05
Dow
Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 45,87
0,873 11227,7
DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63,18
0,141 201,6
Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,06
0,196
1,1 Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16,54
0,670 3921,4 General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 26,12
General Motors . . . . . . . . . . . . . . . 38,34
16,740
— Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 174,19
3,648 7311,7 Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 29,99
2,190
80,9 Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,53
Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182,26
0,920
96,6 Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 2,67
0,046
83,9 Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25,29
Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . . 94,21
0,000
—
JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57,54
120,100 3450,0 Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . 155,80
6,815 460,0 Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 53,42
McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 95,06
21,950 130,7 Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 51,64
5,735 4986,6 Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,07
6,145 34032,9 Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . 110,66
Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 32,47
9,500
21,6 Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 73,69
4,590 1955,4 Occidental Pet. . . . . . . . . . . . . . . . 91,05
Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31,24
3,940 1036,2
Philip Morris . . . . . . . . . . . . . . . . . 84,22
2,450 5039,4 Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 79,35
Unilever
NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,60
212,700 263,0
Us Steel Corp. . . . . . . . . . . . . . . . . 26,46
2,262 794,6 Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 75,18
11,730 113,5 Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150,80
1,325
39,4 Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12,10
Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39,99
5,375 234,1
LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01
9,210 620,2 3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 389,30
10,830 2753,2 Anglo American . . . . . . . . . . . . . 1363,40
34,750 1718,7 AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 3934,00
B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 856,50
5,290 459,9
Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 279,23
0,145
47,6 BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 493,60
0,008
— British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 384,10
0,308
1,0 Burberry Group . . . . . . . . . . . . . 1506,33
208,71
212,15
212,15
887,66
166,36
164,22
163,57
237,61
244,13
244,13
985,92
185,92
183,86
180,91
Tassi
Mattino Sera
Oro Milano (Euro/gr.)
29,68
29,74
Oro Londra (usd/oncia) 1.239,50 1.241,00
Argento Milano (Euro/kg.)
— 495,26
Platino Milano (Euro/gr.)
—
36,34
Palladio Milano (Euro/gr.)
—
18,62
Italia
Euro17
Canada
Danimarca
Finlandia
Francia
Borse Estere
Prezzo Var.
Var.
Min Max Capitaliz A New York valori espressi in dollari, a Londra
Rif.
Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni in pence, a Zurigo in franchi svizzeri. Dati di
(euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
* Titolo appartenente al segmento Star.
Valuta al 24-01-14
Rend.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Prezzo Var.
Var.
Min Max Capitaliz
Rif.
Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni
(euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano
Scadenza Giorni Pr.Netto
La banca d’affari Rothschild verso l’incarico di advisor per
l’operazione Fincantieri. La formalizzazione del contratto è in
calendario per i prossimi giorni. Poi, nel fine settimana, inizieranno i contatti con le principali banche d’affari per organizzare
il collocamento ed entro fine mese sarà annunciato chi ne farà
parte. L’Ipo avverrà con un doppio passaggio: vendita di parte
delle quote in mano al Tesoro e aumento di capitale, che servirà
a finanziare i progetti di sviluppo del gruppo guidato da Giuseppe Bono, ora risanato e in pieno rilancio. Sul mercato andrà
il 40% del capitale. Il piano di riorganizzazione che ha permesso
a Fincantieri di rilanciarsi ha come termine agosto, prevede
1700 esuberi su quasi 8000 dipendenti ed è stato realizzato al
60% senza alcun licenziamento.
Quotazioni in diretta sul telefonino: invia QUOTA <sigla titolo>, ad esempio: QUOTA ACE al numero 482242. Costo 0,5 Euro per SMS ricevuto. Info su www.corriere.it/economia
Prezzo Var.
Var.
Min Max Capitaliz
Rif.
Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni
(euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
A A.S. Roma .....................(ASR) 1,161
A2A .......................................(A2A) 0,815
Acea......................................(ACE) 8,555
Acotel Group * ......................(ACO) 22,030
Acque Potabili .......................(ACP) 0,782
Acsm-Agam ..........................(ACS) 1,208
AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI) 11,280
Aedes * ...................................(AE) 0,043
Aedes 14w *.....................(WAE14) 0,001
Aeffe *...................................(AEF) 0,840
Aicon * ...................................(AIC)
—
Aiòn Renewables....................(AIN)
—
Alerion ..................................(ARN) 3,378
Ambienthesis.........................(ATH) 0,539
Amplifon...............................(AMP) 4,270
Ansaldo Sts *.........................(STS) 8,485
Antichi Pell ..............................(AP)
—
Arena ....................................(ARE) 0,006
Ascopiave *...........................(ASC) 1,982
Astaldi * ................................(AST) 7,470
Atlantia ..................................(ATL) 17,500
Autogrill ................................(AGL) 6,880
Autostrada To-Mi .....................(AT) 11,970
Autostrade Mer. ................(AUTME) 15,660
Azimut..................................(AZM) 21,840
B B&C Speakers *.............(BEC) 6,880
Banca Generali .....................(BGN) 23,050
Banca Ifis *...............................(IF) 12,950
Banca Pop. Emilia R. .............(BPE) 7,630
Banca Pop. Sondrio.............(BPSO) 4,280
Banco Popolare .......................(BP) 1,572
Banco Popolare w10.........(WBP10)
—
Basicnet................................(BAN) 2,324
Bastogi......................................(B) 1,156
BB Biotech *............................(BB) 129,500
Bca Carige ............................(CRG) 0,441
Bca Carige r........................(CRGR) 1,096
Bca Finnat * ..........................(BFE) 0,455
Bca Intermobiliare .................(BIM) 3,494
Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL) 0,700
Bca Pop.Milano......................(PMI) 0,479
Bca Pop.Spoleto ....................(SPO)
—
Bca Profilo ............................(PRO) 0,240
Bco Desio-Brianza ................(BDB) 2,608
Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR) 2,300
Bco Santander ....................(SANT) 6,700
Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) 9,820
Bee Team ..............................(BET) 0,295
Beghelli ...................................(BE) 0,463
Beni Stabili ...........................(BNS) 0,574
Best Union Co......................(BEST) 1,530
Bialetti Industrie *...................(BIA) 0,325
Biancamano *.......................(BCM) 0,683
Biesse * ................................(BSS) 5,510
Bioera.....................................(BIE) 0,425
Boero Bart.............................(BOE) 21,480
Bolzoni *................................(BLZ) 3,500
Bon.Ferraresi...........................(BF) 34,900
Borgosesia..............................(BO) 0,865
Borgosesia rnc......................(BOR)
—
Brembo * ..............................(BRE) 20,450
Brioschi..................................(BRI) 0,090
Brunello Cucinelli *..................(BC) 20,750
Buzzi Unicem ........................(BZU) 14,120
Buzzi Unicem rnc ................(BZUR) 7,345
C Cad It * ..........................(CAD) 4,700
Cairo Comm. *........................(CAI) 6,495
Caleffi....................................(CLF) 1,570
Caltagirone ..........................(CALT) 2,360
Caltagirone Ed.......................(CED) 1,212
Campari ................................(CPR) 6,215
Cape Live ................................(CL) 0,059
Carraro ...............................(CARR) 3,332
Cattolica As.........................(CASS) 19,400
CDC ......................................(CDC)
—
Cell Therap...........................(CTIC) 2,854
Cembre * .............................(CMB) 9,020
Cementir *............................(CEM) 4,770
Cent. Latte Torino * ................(CLT) 1,887
Ceram. Ricchetti.....................(RIC) 0,226
CHL.......................................(CHL) 0,049
CIA .........................................(CIA) 0,278
Ciccolella ................................(CC) 0,334
Cir..........................................(CIR) 1,123
Class Editori ..........................(CLE) 0,250
CNH Industrial......................(CNHI) 8,625
Cobra * .................................(COB) 0,590
(g.str.) La «tempesta perfetta» ha attraversato l’Alantico? La
bufera sui titoli di Stato ha lasciato (almeno in parte) l’Europa
per gli Usa, passando da Btp e Bonos alle società d’investimento
a stelle e strisce: così raccontano alcuni analisti dopo le dimissioni del «re dei bond» Mohamed El-Erian dalla plancia di comando di Pimco, il maxigestore di fondi obbligazionari (e non
solo). Un esempio: il Pimco Total Return, con i suoi 237 miliardi
di dollari in pancia, ma anche 41 miliardi di riscatti. Tanto che il
gestore californiano ha perso lo scettro di numero uno dell’obbligazionario mondiale. Così, mentre in Europa i rendimenti di
Btp e Bonos tornavano sotto il 4% , nelle sale delle investment
company anglosassoni arrivavano i «primi terremoti» ai vertici.
Ma la questione non è così semplice come può sembrare. Perché Pimco ha puntato sull’Europa, poco o tanto che sia, anche
negli anni della crisi e dei minimi dell’Eurozona. E perché il Total Return Fund non è gestito da El-Erian, ma dal fondatore di
Pimco Bill Gross. In ogni caso alla Pimco, dopo tanti anni di
successi, le cose non sono più quelle di una volta. Ci sono i riscatti del Total Return Fund e gli errori di valutazione sul debito
Usa: dalle vendite pre-rally nel 2011 alla non perfetta sincronizzazione con il «tapering» della Fed. E c’è la fine dell’amore con il
Brasile: dopo il crollo del debito locale in real (-13,6% nel 2013),
Pimco ha depennato il Paese sudamericano dai mercati preferiti. Certo, il gestore californiano resta un gigante del settore, con
molti segni «più». Inoltre, il curriculum di El-Erian conta molti
investimenti azzeccati. Eppure, lo stesso manager lo scorso agosto ammoniva l’Europa che «il senso di normalità di quest’estate non è naturale né necessariamente sostenibile nel lungo ter-
Sconto
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Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1650,00
Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 480,60
Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1298,00
Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . 1321,00
Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . 1241,21
Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 100,21
Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . 349,00
Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 2615,00
Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 2505,00
Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 237,75
var.%
-1,37
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-0,99
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-1,96
-3,06
+0,27
+1,01
-0,11
ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01
Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68,80
Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73,75
Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18,74
var.%
+0,22
-0,54
-0,37
32
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Cultura
Lope de Vega, una commedia inedita
Una copia manoscritta di una commedia inedita dello
scrittore spagnolo Lope de Vega (foto, 1562-1635), uno dei
protagonisti della letteratura del «siglo de oro», è stata
scoperta nella Biblioteca Nazionale di Spagna a Madrid. Si
intitola «Mujeres y criados» (Donne e servi) e fu scritta tra il
1613 e 1614: da 400 anni era considerata scomparsa. (m.ta.)
Ideologie Storia del più feroce teorico del nichilismo: voleva cambiare il mondo, ma fu un assassino e tradì anche l’amico Bakunin
Il catechismo del rivoluzionario russo:
distruggere tutto, anche se stessi
Per Sergej Necˇaev il combattente non doveva avere né case né amori
di PIETRO CITATI
L’immagine
I
l catechismo del rivoluzionario, un
piccolo libro composto nel 1869, probabilmente da Sergej
Necaev, (a cura di Michael Confino, traduzione di Giséle Bartoli,
Adelphi pp. 268 e 9,30), è uno degli scritti
capitali del nichilismo russo. Ho letto pochi testi animati da uno spirito di distruzione così feroce, spietato e assoluto, che occupa completamente la mente e il cuore di
chi scrive, e si incide in una forma memorabile, che prescrive l’imitazione dei lettori.
Secondo Necaev, bisognava distruggere
tutto: lo stato, l’aristocrazia, la borghesia, la
chiesa, i kulaki, gli stessi contadini, se la loro esistenza possedeva una qualsiasi forma. I rivoluzionari dovevano raccogliersi e
concentrarsi: fare propaganda nei bassifondi, tra i pezzenti, i ladri e i briganti che
Alexandr
Deineka,
«Difesa di
Sebastopoli»,
1942. Il pittore
Deineka fu un
protagonista del
Realismo
socialista, il
movimento
artistico nato in
Unione Sovietica
il cui obiettivo
era quello di
avvicinare l’arte
alla cultura delle
classi proletarie
e celebrare il
progresso
socialista.
Questo
movimento
ottenne grande
seguito durante
gli anni di Stalin
Sergej Gennadievic
Necaev (Ivanovo, 2
ottobre 1847 –
San Pietroburgo, 3
dicembre 1882), è
stato esponente
del movimento
nichilista russo
occupavano il vasto mondo sotterraneo
della Russia, scagliandoli contro il potere.
Non doveva restare più niente: nessuna organizzazione sociale e politica, come poi
pensò il comunismo sovietico, doveva
prendere il posto del mondo distrutto.
Una sola cosa esisteva sulla terra, un solo
pensiero, una sola passione: la rivoluzione,
che escludeva ogni altra passione, interesse e sentimento. La rivoluzione si introduceva in tutte le classi della società, medie
ed infime, nella bottega del mercante, in
chiesa; e via via si allargava, insinuandosi
nella casa signorile, nel mondo burocratico, militare, letterario, nella polizia segreta, e persino nel Palazzo d’Inverno, cioè nel
luogo dove il potere si concentrava. La rivoluzione aveva una prodigiosa ubiquità: era
dovunque, e si impadroniva di tutto. Gli
uomini, secondo Necaev, vivevano di pregiudizi. Solo la rivoluzione non conosceva
pregiudizi: perché, per affermarsi, usava
ogni mezzo possibile — la forza, la violenza, la menzogna, l’inganno, la mistificazio-
ne, — e li usava contro i potenti e contro gli
stessi compagni, che la preparavano.
Nel Catechismo Necaev descriveva stupendamente il carattere dei rivoluzionari.
Anzi del rivoluzionario: perché non gli interessava il carattere del partito, del gruppo, del comitato segreto, ma esclusivamente quello del singolo, che agiva da solo e
compiva una serie di azioni distruttive, immaginate e inventate nella sua mente sovrana. Dagli studenti e dai seminaristi affiliati, il rivoluzionario esigeva una sottomissione totale, una incondizionata partecipazione all’impresa, i cui scopi restavano loro
completamente sconosciuti. Egli creava un
piccolo circolo, composto da quattro o cinque persone: questo circolo generava un
secondo circolo; il secondo ne generava un
terzo, e così via, senza fine, attraverso il vasto corpo della Russia, senza che si potesse
mai risalire al nucleo originario.
«Il rivoluzionario — diceva Necaev —
non ha interessi propri, affanni privati,
sentimenti, legami personali, proprietà.
Non ha neppure un nome». Egli era spaventosamente duro verso sé stesso, come
se fosse un pezzo di ferro o di legno. Ma era
molto più duro verso gli altri: tutti i sentimenti terreni, che ammorbidiscono l’animo, come l’amicizia, l’amore, la gratitudine, l’onore, dovevano essere soffocati dall’unica, fredda passione per la causa. Per lui
esisteva soltanto un’unica gioia: il successo
della rivoluzione. Due sole inclinazioni variavano la freddezza della sua anima. La
prima era l’odio, che provava non soltanto
verso il governo e le classi dirigenti, ma verso gli stessi giovani che aveva trascinato
con sé: per loro non aveva che avversione e
disprezzo. La seconda era la mistificazione.
Mentre abitava la società, egli si faceva passare per ciò che non era: tutte le sue parole
non erano che menzogne ed inganno.
Il tempo precipitava verso la guerra all’ultimo sangue. «Quando si deve fare la rivoluzione?» si chiedeva un amico di Necaev, Tkacev. «Adesso, rispondeva, perché
fra poco sarà troppo tardi». Anche Necaev
credeva nell’assoluta imminenza della rivoluzione, che sarebbe accaduta tra pochi
giorni. O almeno fingeva di crederci, quando, a Locarno, parlava con Bakunin, raccontando dei comitati immaginari che tendevano le loro fila nella Russia zarista.
***
Prima di lasciare la Russia, Necaev aveva
compiuto un delitto. Ivanov, suo compagno politico, era un uomo agiato, che più
volte gli aveva dato denari. Alla fine, gli disse che aveva perduto qualsiasi fiducia in
lui, e non l’avrebbe più finanziato. Allora
Necaev mentì: disse ai compagni che Ivanov era un agente della polizia segreta russa e si accingeva a denunciare l’organizza-
Dottrina
I sentimenti che ammorbidiscono
l’animo, come l’amicizia, l’amore e la
gratitudine, vanno sempre soffocati
zione alla giustizia. Il 21 novembre 1869, i
cinque compagni della Narodnaja Rasprava attrassero Ivanov, di notte, nel parco dell’Accademia dell’Agricoltura di Mosca e lo
uccisero. Dimenticarono di avere una pistola: lo colpirono coi pugni e le pietre, e finirono per strangolarlo. L’uccisione avvenne in un clima sinistro e farsesco, che Dostoevskij raccontò mirabilmente in un capitolo dei Demòni.
Inseguito dalla polizia russa, Necaev fuggì in Svizzera, a Locarno. Lì viveva Michael
Bakunin, famoso profeta della rivoluzione
anarchica. Da trent’anni era lontano dalla
Russia; la gioventù di Mosca e di Pietroburgo era per lui una terra incognita; si sentiva
vecchio, debole, impotente; era pieno di
rimpianti, e sognava disperatamente la patria che aveva lasciato nella giovinezza.
Continuava a descrivere il suo programma.
Secondo lui, il popolo russo conservava
nella memoria l’ideale dell’antico comune
libero. Ogni villaggio sentiva l’urgenza di
un cambiamento assoluto, e nascondeva in
fondo all’animo il desiderio di impadronirsi di tutta la terra dei nobili e dei kulaki.
Quando Necaev arrivò a Locarno, Bakunin lo accolse con profondissima ammirazione, credendo in lui come in un’immagine ritrovata della sua giovinezza. «Sono
ammirevoli — diceva — questi giovani fanatici-credenti senza Dio, eroi senza frasi
fatte». Venerava la sua passione rivoluzionaria, la sua energia scatenata, la sua volontà, il suo disinteresse, la sua instancabile alacrità, la sua abnegazione assoluta, il
suo fascino. Non aveva mai incontrato —
disse — nessun giovane così prezioso e
santo; e lo riteneva capace di riunire intorno a sé, non per sé ma per la causa, tutte le
forze rivoluzionarie della Russia.
A Locarno, si ripeté quello che era accaduto a Mosca: la forza della rivoluzione rivelò di non essere altro che mistificazione e
inganno. Necaev aveva una sconfinata fiducia nella propria infallibilità, e un totale disprezzo per gli altri esseri umani, anche se
erano suoi amici e compagni. Cercava di
carpire i segreti di Bakunin e degli altri rivoluzionari; rimasto solo nelle loro camere, apriva i cassetti, leggeva la corrispondenza; se veniva presentato a un amico, la
sua prima cura era di seminare discordie,
pettegolezzi, intrighi; e cercava di sedurre
le mogli e le figlie, violando ogni amore ed
amicizia.
Bakunin fu profondamente offeso.
«Dunque voi mi avete sistematicamente
mentito», scrisse a Necaev. «Dunque la vostra impresa era marcia di menzogne…
Credevo incondizionatamente in voi, ma
voi mi stavate ingannando… Ora basta. I
nostri rapporti passati e i nostri mutui obblighi sono finiti. Li avete distrutti voi stesso». Quando vide la rivoluzione incarnata
in un essere umano, Bakunin si accorse di
avere davanti a sé un mostro spaventoso; e
rimpianse tutti gli anni che aveva dedicato
al suo ideale impossibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Terza Pagina 33
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Democrazia La raccolta degli scritti del grande studioso apparsi sul «Corriere della Sera» dal 1897 al 1925
Elzeviro
Come difendersi dallo sberleffo all’italiana
IL VOLO DELLO STRUZZO
E ALTRI AUTOGOL
di LUCA GOLDONI
Q
uando fui assunto
al «Corriere», incontrai Montanelli
che mi diede il benvenuto pressappoco così.
«Mi garba come scrivi, ma
usi troppo l’arma a doppio taglio dell’ironia. In un libro
puoi scrivere come ti pare,
perché il libro viene scelto da
chi è già in sintonia con lo
scrittore. Il giornale è diverso, perché fra i suoi lettori ci
sono anche i più semplici che
hanno il diritto di non afferrare la sottigliezza di una battuta o di un paradosso. Io ne
so qualcosa. E allora chiarire
l’equivoco è imbarazzante come spiegare una barzelletta».
Cercai di adeguarmi al
Montanelli pensiero, ma una
volta incappai in un grave infortunio per una freddura sui
gatti. Devo premettere che
nella mia professione le trappole più insidiose me le hanno tese non gli umani, ma gli
animali. In un reportage dall’Uganda sulle specie in via di
estinzione scrissi che i bracconieri stavano decimando
leopardi, gattopardi, ghepardi e giaguari. La reazione,
sdegnata o sarcastica, fu

Si sbaglia il nome
del presidente,
si accettano tasse
e scandali ma non si
scherza sulla zoologia
istantanea: lettere e telefonate mi perseguitarono per
giorni rinfacciandomi che il
giaguaro vive in California, in
Patagonia ma non è mai stato in Africa nemmeno in ferie. Seguiva un florilegio di
battute sull’amico del giaguaro.Vissi momenti di grave depressione e per lungo
tempo girai alla larga da felini e ruminanti.
Poi, improvvisa, la seconda gaffe e la morte civile. Era
accaduto che le vipere avevano invaso i giardini di città,
io avevo intervistato un boscaiolo che mi aveva detto:
«Quando la vipera partorisce...». «In che senso —
l’avevo interrotto — non fa le
uova?». “No — aveva insistito
— la vipera è l’unico rettile
che partorisce”». Io, che nutro una fiducia di fondo nel
prossimo e accontento gli
sconosciuti che mi fanno
complicate storie del perché
non hanno i soldi per tornare
a casa, scrissi con grande serenità che «a differenza di
quanto molti credono, la vipera non depone le uova ma
è un mammifero». Il mattino
in cui uscì l’articolo fui svegliato alle otto da una telefo-
Il fantasma del voto di popolo
Quando Gaetano Mosca si opponeva al suffragio universale
di LUCIANO CANFORA
nata, una voce mi disse:
«Ignorante, i mammiferi
hanno le tette, e le uniche vipere con le tette che conosco
sono le donne».
Restai pietrificato. Fui presto travolto da una valanga di
messaggi, alcuni quasi dispiaciuti («caro amico lei ha
fatto un po’ di confusione fra
gli ovipari e gli ovovivipari, i
secondi partoriscono come i
mammiferi, ma non li allattano: è il caso delle vipere»),
altri crudeli («caro rettile»,
cominciava uno).
Lo scrittore — mi dissi —
oltre ai fan deve mettere in
conto chi non lo ama: basta
un granchio ed emerge il
sommerso dell’iceberg: tipi
con il fucile puntato, in cerca
di misteriose rivincite, solo
la miseria è senza invidia
(Boccaccio). «Scommetto —
scrive uno — che non sai in
che Polo vivono i pinguini».
E altri: quante gobbe ha un
cammello e quante un dromedario? E lo struzzo vola?
Mi parve evidente che gli italiani, i quali scambiano allegramente il presidente della
Repubblica con quello del
Consiglio e si arrendono mestamente a Tarsi, rimborsi di
mutande e altri scandali, si
sono trincerati nella zoologia
e lì non tollerano affronti. Mi
hanno insultato e deriso come un arbitro di calcio. Ma la
folla degli stadi è sovreccitata. Chissà che sotterranee
passioni suscitano gli ovovivipari.
Ma ecco il mio ultimo autogol. Il custode mi aveva informato che le pollastre non
scodellavano più. Poi restò in
silenzio e colsi l’antifona:
gallina vecchia fa buon brodo. Allora gli spiegai che i
miei pennuti — sfruttati come lavoratori precari — non
meritavano la pensione meno dei soriani che invecchiano ronfando sui termosifoni
e non hanno mai fatto un uovo. Pubblicai sul «Corriere» e
fui travolto da un nuovo tsunami postale il cui senso era
questo: ironia canaglia, lei
non immagina la compagnia
che ci fanno queste bestiole,
altro che uova!
Fra tanti aforismi (poco
spiritosi) sull’ironia, ho trovato questa impeccabile definizione di anonimo: il modo
più efficace di esprimere il
proprio pensiero per mezzo
di parole di significato opposto a quello reale.
Aggiungo di mio che —
come per la legittima difesa
— esiste anche l’eccesso di
legittima ironia. Onore dunque al grande Indro.
Ultima riflessione: in Italia
si può scherzare con i fanti e
anche con i santi ma non si
tocchino vipere, soriani, giaguari e neppure criceti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Bilancio 2013 per il museo romano
Maxxi a quota 300 mila visitatori
una crescita del 40 per cento
Circa 300.000 visitatori, pari a oltre il 40% in più rispetto
al 2012, 37 mostre e 272 eventi. Il tutto, con un budget di
10 milioni di euro, di cui il 60% con fondi statali e il 40%
proveniente da autofinanziamento tra sponsorizzazioni,
biglietteria, partnership, bookshop e caffetteria, con un
aumento del 30% delle sponsorizzazioni e del
fundraising individuale rispetto allo scorso anno. Il
Maxxi ha presentato i suoi numeri 2013. Tra le iniziative
dedicate al pubblico, la membership, le 20 promozioni
realizzate e le 28 convenzioni con altre istituzioni
culturali. Nel 2014 in programma la personale di Ettore
Spalletti, una retrospettiva di Gaetano Pesce e un
omaggio all’artista Allan Sekula scomparso di recente.
«C
on la vittoria dell’ostruzionismo dopo le elezioni generali del 1900 il liberalismo fu sopraffatto
dalla democrazia: sopraffatto a tal segno che questa assorbì quello e le si
sostituì, mentre sono termini sostanzialmente antitetici». Così scriveva Antonio Salandra nel volume di «ricordi e
pensieri» edito da Mondadori nel
1928, La neutralità italiana. Salandra
continuava additando Giolitti come
«maggior rappresentante» della tendenza democratica, «colpevole» di
credere e sostenere «essere i democratici i veri liberali».
Non a caso Salandra indicava nell’anno 1900 lo spartiacque, l’anno di
svolta che aveva aperto le porte alla deriva in senso democratico, giacché
quello fu il momento, nella storia dell’Italia da poco unita, in cui la «destra
storica» fu, e per un lungo tratto, travolta a seguito della repressione feroce
dei moti di Milano del 1898 e dell’indignazione popolare contro Bava Beccaris, Di Rudinì e consorti. Dopo Zanardelli, pacificatore, fu l’ora di Giolitti e si
avviò un’era — quella «giolittiana» appunto — in cui non solo non si rispose
più con le fucilate agli scioperanti, ma
si cominciò a porre seriamente la questione di allargare significativamente il
suffragio in direzione quasi «universale», come poi accadde — escluse rimanendo pur sempre le donne — nel
1912, ad opera appunto di Giolitti.
Nel 1892 aveva ancora diritto al voto
solo il 9,4% della popolazione e solo il
56% di tale 9% andò effettivamente a
votare. Nel 1912 Giolitti, superando resistenze e perplessità (anche di autorevoli suoi consiglieri come Croce), allargò di molto il suffragio, pur lasciando
fuori coloro che, «maggiorenni sotto i
30 anni», non avessero prestato il servizio militare o non corrispondessero
a determinate condizioni di censo
(Siotto-Pintor, voce «Elezione» dell’Enciclopedia italiana, vol. XIII, del
1932). E il corpo elettorale salì da 3 milioni e 300.000 a 8.700.000 di cui circa
due milioni e mezzo di analfabeti.
Giolitti intuì che il suffragio allargato si poteva concedere perché non era
più un pericolo. In questa svolta epocale della nostra storia si colloca la riflessione di Gaetano Mosca (18581941), docente di Diritto costituzionale,
sottosegretario alle colonie con Salandra (1914-1916), senatore del Regno dal
6 ottobre 1919, ammiratore del Di Rudinì. L’elogio che egli ne tesse in uno
scritto importante apparso nel «Corriere della Sera» l’8 agosto 1908 è raccolto nel bel volume, da poco in libreria, Gaetano Mosca e il «Corriere della
Sera», curato egregiamente da Alberto
Martinelli per la Fondazione Corriere
della Sera.
La ricchezza del volume impone di
trascegliere qui solo alcuni temi. Quello cruciale dell’allargamento del suf-
Sopra: Gaetano
Mosca (18591941), giurista,
politologo, uomo
politico e storico
delle dottrine
politiche.
A sinistra in grande:
1913, folla a un
comizio per le prime
elezioni a suffragio
universale (Archivio
di Stato di Matera,
Carte De Ruggieri)
fragio campeggia. E Mosca si impegna,
con argomenti assiduamente proposti, nel corso degli anni, al grande quotidiano milanese, contro il voto alle
donne e contro il suffragio universale.
Nel primo caso i suoi argomenti sono talvolta comici, come quando mostra aperture verso le professoresse
(cui è difficile opporre l’argomento
dell’inconsapevolezza e dell’eventuale
analfabetismo) o quando evoca l’influenza dei «parroci» sul voto allargato. E in questo caso l’allarme riguarda
l’influenza degli uomini di Chiesa non
solo sulle donne, ma anche sugli analfabeti. Contro il suffragio universale
(che a un certo punto osserva non essere neanche più tanto desiderato dagli stessi socialisti) i suoi argomenti
sono quelli «classici» delle aristocrazie di tutti i tempi. È sarcastico verso
Salvemini, che chiama con ironia «il
geniale storico pugliese», il quale vorrebbe dare il voto ai contadini analfabeti della Basilicata, della Puglia o della Calabria. L’argomento più pungente
che adduce è però quello dell’effettivo
assenteismo: anche chi avrebbe diritto
al voto non va a votare, non va a richiedere il certificato elettorale. (Si è visto
che nel 1892 aveva votato poco più della metà degli aventi diritto).
È tema ritornante, anche in tempi di
suffragio universale, e in particolare
nel tempo presente, che potremmo
definire l’età della «stanchezza del suffragio universale». Una tale massiccia
rinuncia a esercitare il diritto di voto è,
per Mosca, la prova dell’assurdità di
voler imporre a masse ancora più
grandi l’esercizio del voto.
Egli non poteva immaginare che, oltre un secolo dopo l’introduzione in
Italia di quel suffragio semi-universale
Fondazione Corriere
Mercoledì presentazione a Milano
del volume curato da Martinelli
Il volume intitolato Gaetano Mosca e il Corriere della Sera 1897-1925, a cura di
Alberto Martinelli, è edito dalla Fondazione Corriere della Sera (pagine 780, e
60). L’introduzione dello stesso Martinelli è intitolata «Teoria politica e
giornalismo. La collaborazione di Gaetano Mosca con il Corriere della Sera».
Seguono all’interno del volume i suoi scritti per il Corriere, compresi nell’arco
temporale che va dal 1897 al 1925. La terza parte è costituita dagli «Strumenti»,
e include la cronologia completa degli scritti per il «Corriere» e per «La
Lettura», seguita dall’indice dei nomi. Il volume verrà presentato mercoledì 29
gennaio alle 18 alla Sala Montanelli di via Solferino 26/A, Milano.
Intervengono Luciano Canfora, Simona Colarizi, Piergaetano Marchetti,
Alberto Martinelli e Lorenzo Ornaghi. Ingresso libero solo con prenotazione,
Tel. 02.87387707 - [email protected]
che tanto lo allarmava, si sarebbero
sviluppate ingegnerie elettorali più o
meno sofisticate, più o meno arbitrarie, miranti a creare de facto, con leggi
di tipo maggioritario, una differenza e
un diverso valore civile tra voto «utile»
e voto «inutile». Allarmante distinzione contro cui sapientemente si espresse Michele Ainis su questo giornale il 6
febbraio 2013. Le escogitazioni «maggioritarie» miranti a dare il governo in
mano ad una minor pars del corpo
elettorale possono apparirci oggi come la forma attuale dell’antico sogno
«elitistico» di dare il potere effettivo
soltanto a una minoranza qualificata.
Come ben scrive Martinelli in prefazione, Mosca, con Albertini, guardava
al declino dello Stato liberale «col disincantato pessimismo del conservatore». Essi «condividevano una analoga fedeltà all’eredità e al mito della Destra storica». Le aperture riformiste di
Giolitti li allarmavano: e ritennero di
fare un gran passo quando approvarono (1901) il riconoscimento giuridico
dei sindacati.
Le questioni che Mosca affronta, e
che ritornano costantemente pur nel
cambiamento, spesso apparente, dei
contesti storici, possono ridursi a una
sola grande difficoltà: la rappresentanza della «volontà generale». Non è perciò forse privo di significato che un
esponente importante della sinistra
italiana del Novecento, Palmiro Togliatti, per un verso raccomandasse
(teste Italo De Feo) la lettura di Gaetano Mosca e per l’altro elogiasse Giolitti, nel celebre saggio a lui intitolato. La
questione dei modi di attuazione e di
funzionamento del suffragio universale è tuttora aperta.
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Riconoscimenti Domenica sera il conferimento del premio ai vincitori. L’«Opera Prima» a Fabrizio Pasanisi
Magrelli e Cucchi, il «Bagutta» si fa in due
di ANNACHIARA SACCHI
P
oetico, ex aequo, intenso. Torna il
Premio Bagutta e quest’anno incorona le opere di due poeti: Maurizio
Cucchi e Valerio Magrelli hanno convinto la
giuria strappando un riconoscimento «pari
merito».
Una vittoria per due, come nell’edizione
2011 con Gianfranco Calligarich e Giovanni
Mariotti. Di Maurizio Cucchi è stata premiata l’ultima raccolta di versi, Malaspina,
pubblicata nello «Specchio» di Mondadori. Si tratta di una silloge in cinque sezioni:
l’autore ripercorre la sua vita nella città natale, Milano, in un viaggio della memoria
tra mutazioni urbane e luoghi del passato
che riaffiorano e diventano costante stimolo di riflessione. A Valerio Magrelli, invece,
il premio è stato assegnato per Geologia di
un padre, pubblicato da Einaudi nella collana dei «Supercoralli». Non si tratta di un libro di poesie, ma di prose nel segno dell’es-
senzialità, del rigore, ma anche della dolcezza e della commozione. Sono ottantatré
in tutto. Come gli anni vissuti dal padre —
«che continua a mancare» — dell’autore.
Poeti vincitori (l’ultimo fu nel 2003 Edoardo Sanguineti). «Non è stata una scelta
premeditata», spiega Isabella Bossi Fedrigotti, presidente dei giurati (Stefano Agosti, Rosellina Archinto, Silvia Ballestra, Eva
Cantarella, Pietro Cheli, Elio Franzini, Umberto Galimberti, Piero Gelli, Andrea Kerbaker, Giovanni Orelli, Ranieri Polese, Elena Pontiggia, Enzo Restagno, Mario Santagostini e Orio Vergani). Ma una «decisione
condivisa, senza nemmeno bisogno di discussione, davanti a due grandi autori, anche se è vero che la poesia è stata per troppo tempo trascurata». Aggiunge Andrea
Kerbaker, segretario del premio: «Sono
opere importanti che abbiamo molto apprezzato. Ci è piaciuta l’idea che in un momento di grande difficoltà per la letteratura
fossero premiati proprio due poeti».
Poeti
Valerio Magrelli (1957,
a sinistra), viene
premiato per il suo
«Geologia di un padre»
(Einaudi); mentre
Maurizio Cucchi (a
destra, 1945) per la
raccolta di versi
«Malaspina», edita da
Mondadori
I legami con la propria città, il rapporto
con la famiglia e con il passato. Temi forti
«in un mondo effimero» che hanno conquistato la giuria del più antico premio letterario italiano (fu fondato a Milano nel
1927, siamo all’edizione numero 87).
I grandi. E gli esordienti.
Il Bagutta Opera Prima è stato assegnato
a Bert e il mago (Nutrimenti), saggio narrato che Fabrizio Pasanisi — giornalista, autore televisivo, studioso di letteratura e traduttore che con lo stesso titolo è stato finalista al Premio Italo Calvino 2012, con menzione speciale della giuria — ha dedicato
alla vicenda umana e letteraria di Thomas
Mann e Bertold Brecht tra scrittura, passione, ideologia, nazismo.
Il Premio Bagutta, come da tradizione,
verrà assegnato durante la cena di domenica 26 gennaio nel ristorante omonimo, luogo di incontro del mondo culturale milanese.
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Idee&opinioni
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LOTTA ALLA CRIMINALITÀ

«Morire per Danzica?», ci si chiedeva alla vigilia della Seconda
guerra mondiale. «Morire per Bruxelles?»,
è la domanda che suscita la vista del sangue versato per le strade di Kiev. Perché il
movimento di protesta che scuote l’Ucraina da mesi nasce proprio dalla legittima
aspirazione della maggioranza popolare a
riunirsi alla famiglia europea e sfuggire all’abbraccio soffocante del grande fratello
russo.
È vero, l’ultima fiammata di manifestazioni di piazza è stata direttamente provocata dall’approvazione di leggi liberticide
da parte del governo del presidente
Yanukovich. Le nuove norme prevedono il
carcere per chiunque abbia partecipato a
manifestazioni pacifiche commettendo
«crimini» come l’erigere tende o proteggersi la testa con caschi da bicicletta. Per
non parlare delle minacce alla libertà dei
mezzi d’informazione.
Una svolta autoritaria che ha disarmato
le ragioni dell’opposizione moderata e lasciato il campo alla contestazione violenta.
Ma anche se ciò va riconosciuto, la responsabilità ultima dell’escalation e dei morti
da essa provocati ricade interamente sul
regime di Yanukovich. Perché la folla nelle
strade di Kiev è compatta nel rifiutare per
l’Ucraina un destino «bielorusso», sul modello della vicina dittatura di Lukashenko,
e rivendicare un futuro democratico ed
europeo. Non è solo più questione di associarsi alla Ue, ma di farla finita con un governo corrotto e autoritario che non è in
grado di offrire una prospettiva al Paese:
aspirazioni che sono esse stesse, in ultima
analisi, profondamente europee.
È per questo che i Paesi vicini debbono
mandare un segnale forte alla dirigenza
ucraina. Ieri il presidente della Commissione europea Barroso ha evocato «azioni» non meglio precisate. Una misura efficace potrebbero essere sanzioni mirate
contro alti esponenti del regime, tipo la revoca dei visti o il blocco dei beni. Gli Stati
Uniti si sono già mossi in questo senso. La
Ue, se non vuole arrivare a tanto, potrebbe
almeno riconsiderare i numerosi accordi
di cooperazione messi in piedi fra Bruxelles e Kiev: sempre però mantenendo la
porta aperta a una futura integrazione.
Perché i morti di Kiev sono davvero i primi
martiri dell’Europa del XXI secolo.
Luigi Ippolito
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LO SBARCO DI ANZIO (O DI NETTUNO)
È UN PEZZO DI STORIA, NON UN CAMPANILE

Non è uno spettacolo molto edificante quello offerto ieri dagli
amministratori locali di Anzio e Nettuno
sulla prima pagina della edizione internazionale del New York Times. L’occasione dell’articolo di Elisabetta Povoledo
era il settantesimo anniversario della
operazione Shingle («Ciottoli»), lo sbarco sulla costa delle due cittadine laziali
con cui gli angloamericani, il 22 gennaio 1944, cercarono di aggirare il fronte di Cassino e affrettare la
liberazione di Roma. Un
tentativo che i tedeschi
riuscirono però a tamponare, imponendo agli Alleati combattimenti lunghi e sanguinosi.
Per lungo tempo le amministrazioni comunali di
Anzio e Nettuno hanno commemorato
l’evento insieme, ma quest’anno ciascuno ha proceduto per conto suo, con qualche ripicca di troppo. A Nettuno non gradiscono che l’operazione Shingle sia passata alla storia come «sbarco di Anzio»:
vogliono valorizzare il cimitero di guerra
americano, situato nel loro comune, e il
tratto di spiaggia detto in codice X-Ray
Beach, dove approdarono i soldati della
3ª divisione di fanteria Usa. Dall’altra
parte si risponde con accuse, un tantino
sproporzionate, di «revisionismo storico». Pare tra l’altro che il contrasto si sia
inasprito perché Anzio ha invitato la
rockstar inglese Roger Waters, ex colonna dei Pink Floyd, e ha deciso di attribuirgli la cittadinanza onoraria, in virtù
del fatto che il padre del musicista, da lui
evocato nelle sue canzoni,
cadde proprio su quel
fronte, vicino ad Aprilia,
nel febbraio 1944.
L’operazione Shingle è
stata a lungo discussa per
la condotta irresoluta del
comandante alleato, il generale americano John P.
Lucas, che consentì ai tedeschi di contrattaccare.
Sarebbe imbarazzante
per l’Italia che adesso diventasse materia per lunghe dispute di campanile.
Non dovrebbe essere così difficile trovare il giusto equilibrio tra le ragioni di
Anzio e Nettuno, in modo che la commemorazione del settantunesimo anniversario, l’anno prossimo, torni ad essere comune.
Antonio Carioti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CONCILIARE COMPETITIVITÀ E AMBIENTE
TANTI RISCHI PER UN COMPROMESSO

Alla fine le attese sono state rispettate. Il «pacchetto» ambiente e
energia 2030 annunciato dalla Commissione Ue, e che sarà discusso al Consiglio europeo di marzo, sarà un compromesso. Non
poteva essere altrimenti, viste le reazioni
delle opposte fazioni: quella «industriale»,
convinta che un inasprimento dei vincoli
alle emissioni di CO2 mini la competitività
delle imprese, e quella «green», che vede in
obiettivi ambiziosi il modo per invogliare
investimenti e creare posti di lavoro.
In sintesi, la Commissione di Josè Manuel Barroso ha posto un vincolo rigido alle
emissioni, che dovranno essere ridotte del
40% rispetto al 1990. I settori industriali già
toccati dai limiti in vigore (centrali elettriche, carta, acciaio, cemento) dovranno tagliarle del 2,2% l’anno invece dell’1,74% attuale. Per quelli ancora fuori dalle regolamentazioni (trasporti e aviazione soprattutto) un taglio del 30% sul 2005 dovrà
essere diviso «equamente» tra i singoli Stati. Pare di capire però che fino al 2021 le agevolazioni per le imprese «energivore» non
saranno modificate. Non ci saranno obblighi invece quanto all’obiettivo da attribuire
all’apporto delle energie rinnovabili: l’Euro-
pa dovrà arrivare nel 2030 al 27%, ma solo
nel suo complesso, e ogni singolo Paese potrà decidere come fare. Su questo punto lo
scontro è stato duro, soprattutto con la Germania.
Della sofferta «mediazione» europea si
discuterà ancora, è certo. Ma almeno un paio di questioni non possono essere eluse.
La prima è relativa al costo dell’energia, che
come la stessa Commissione riconosce è
assai più elevato nell’Ue che nel resto del
mondo. Tra le raccomandazioni adottate
ieri c’è anche una sorta di decalogo da osservare per gli Stati che volessero sfruttare
le risorse di gas «non convenzionale», il cui
prezzo negli Usa è pari a un quarto di quello
europeo. Ma pare un po’ poco per conciliare competitività e ambiente, come sostiene
Barroso.
L’altra questione riguarda il prezzo della
CO2. Dal 2021 il sistema europeo di scambi
sarà riformato. Ma è da oggi, e non tra sei
anni, che senza un prezzo credibile della
CO2 tutto lo sforzo avviato tra mille contestazioni dall’Europa rischia di essere vano.
Stefano Agnoli
@stefanoagnoli
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Mafia, la parola che la politica
non ha il diritto di dimenticare
di WALTER VELTRONI
C
aro direttore, ci sono parole che la
politica dimentica, affannata com’è.
Ci sono sempre nuove priorità: alcune vere, altre oziose. E poi fa fatica e
noia parlare sempre delle stesse cose, anche perché i riflettori, a inquadrare
sempre lo stesso soggetto, finiscono col renderlo tappezzeria. Ci si abitua, così. A tutto.
Ci si abitua al fatto che il capo della mafia
lanci proclami e minacce da un carcere in
cui peraltro non dovrebbe, non dovrebbe
proprio, parlare con un boss della camorra.
È un colloquio tremendo. Che esce da quel
luogo, perforando il muro del 41 bis, e arriva
agli uomini di Cosa nostra (e della
camorra?) come una indicazione, se non un
ordine. Parole che contengono una
minaccia al Pm Di Matteo che sarebbe
sbagliato sottovalutare: «E allora
organizziamola questa cosa! Facciamola
grossa e non ne parliamo più. Perché questo
Di Matteo non se ne va... gli hanno
rinforzato la scorta, e allora se fosse
possibile... ad ucciderlo... una esecuzione
come eravamo a quel tempo a Palermo con i
militari». Nelle parole di Riina c’è l’odio per i
magistrati, «Mi viene una rabbia a me... ma
perché questa popolazione non vuole
ammazzare a nessun magistrato?», la
rivendicazione repellente degli omicidi di
Falcone e Borsellino, il primo definito «una
mangiata di pasta» e il secondo così
descritto: «Domenica deve andare da sua
madre... ah, gli ho detto, allora preparati,
aspettiamolo lì... Devono essere tutte le cose
pronte... logicamente si sono fatti trovare
pronti. Gli ho detto: se serve mettetegli
qualche cento chili in più».
E poi gli uomini delle scorte, definiti
«paperelle» da far saltare. Non ci si abitui,
non si dimentichi. Davvero, in questo caso,
«per carità di Patria».
E non si consideri normale che tre persone,
tra i quali un bambino di tre anni, vengano
uccisi e bruciati in una campagna calabrese.
Non è, non può essere, un fatto di cronaca
come altri. E, purtroppo, succede in tante
regioni italiane, non solo nel Sud, ogni
giorno.
Non è normale neanche che le mafie si
stiano impadronendo, sfruttando la crisi, di
tanti esercizi commerciali, di tante imprese.
Come è stato dimostrato dalla retata di
uomini della camorra compiuta ieri dalla
BEPPE GIACOBBE
A KIEV SI MUORE PER L’EUROPA
BRUXELLES MANDI UN SEGNALE DECISO
Direzione distrettuale antimafia e dai
carabinieri in diverse regioni italiane.
Davvero in questo Paese, nell’Italia del 2014,
il discorso pubblico si è «annoiato» di
chiamare a raccolta le coscienze e di
ricordarci, come un mantra per restare
lucidi e vivi, che nulla di tutto ciò è
ordinario, ovvio, imbattibile? L’indifferenza
è il peggiore dei mali, il prodromo alle
catastrofi collettive.
Mi è capitato, prima delle ultime elezioni ,
di auspicare che lo Stato pronunciasse in
Parlamento una vera e propria Dichiarazione
di guerra alla mafia. Non è successo. Ma ciò
che sta accadendo è che si sta persino
rimuovendo la lotta alle organizzazioni

Non ci si può abituare
a frasi come quelle dette
da Riina. L’indifferenza
può rendere l’Italia
una Salerno-Reggio
criminali dall’agenda delle priorità, non
capendo che senza la pulizia necessaria,
profonda e radicale, non ci sarà mai ripresa
economica. E che l’Italia tutta finirà come la
Salerno-Reggio Calabria, che le mafie
impediscono da anni di completare.
La mafia non è un problema solo del Sud, il
che già basterebbe. Ora le organizzazioni
criminali sono davvero in tutto il Paese e
controllano interi rami di impresa e cicli
produttivi e attività finanziarie. Camorra,
‘ndrangheta, mafia condizionano la vita
politica e istituzionale. Lo fanno ai livelli più
bassi, nei piccoli comuni, lo fanno con soldi
e preferenze a livelli più alti, lo hanno fatto,
con le stragi, mutando il destino della
nostra Nazione.
Lo Stato non deve lasciare soli coloro che
combattono le organizzazioni criminali in
prima fila. Le parole non bastano, è vero. Ma
non è un giorno felice quello in cui persino
le parole vengono rimosse o considerate di
importanza secondaria. Mafia è una parola
che la politica non ha il diritto di
dimenticare.
Ex segretario del Pd
(ottobre 2007-febbraio 2009)
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ELETTI
Cambiare la qualità dei rappresentanti
di GIOVANNI BELARDELLI
D
i continuo le cronache italiane
riferiscono fenomeni di illegalità diffusa. Sabato 18 gennaio, ad
esempio, Lorenzo Salvia ha riportato su questo giornale una
stima dell’Aci, secondo la quale in Italia
circolerebbero ben 4 milioni di veicoli privi di copertura assicurativa. Il giorno dopo
le pagine romane de la Repubblica registravano il fatto che, in uno dei più grandi
ospedali della capitale, quasi mille dipendenti usufruiscono di un qualche specifico esonero, grazie a una certificazione medica: chi è esonerato dal lavoro notturno,
chi dall’accompagnare un paziente senza
essere a sua volta accompagnato da un collega, chi — perfino — da ogni compito di
assistenza tale da richiedere «gestione di
emergenze» (eventualità che, come sa anche un bambino, in un ospedale non è
proprio rarissima). Anche a considerare,
come è giusto, che non tutte le situazioni
sono uguali (e dunque che, nel caso appena citato, ci saranno state anche molte certificazioni mediche ineccepibili), questi e
altri analoghi fatti ci mettono di fronte a
una cronaca «nera» di tipo particolare.
Una cronaca nella quale non si parla di rapine, omicidi, disgrazie più o meno naturali, ma del costante smottamento della legalità diffusa e del senso civico.
Episodi come quelli appena citati, o come gli altri infiniti che ciascuno può trarre
dalla propria memoria o dalla propria
esperienza, rischiano di mettere in discussione non solo il rapporto «verticale» con
lo Stato e le istituzioni, ma anche quello
«orizzontale» tra concittadini: chi circola
senza assicurazione non viola soltanto la
legge ma, in caso di incidente, scarica su
qualcun altro i costi della propria condizione di illegalità. Chi ha furbescamente
ottenuto un’esenzione dal lavoro notturno,
scarica questa incombenza sui propri colleghi onesti. Se troppi cercano di addossare agli altri il costo dei propri atti irregolari
o illegali, si rischia una riproposizione del
bellum omnium contra omnes di Hobbes:
in una versione certamente (e fortunatamente) incruenta, ma forse non meno preoccupante dal punto di vista della solidità
di un Paese, del capitale di fiducia sociale
che vi è o meno disponibile.
Certo, non dobbiamo dimenticare come ci sia anche una maggioranza di italiani che paga l’assicurazione della macchina
e mai si sognerebbe di farsi fare da un medico compiacente un certificato che attesti
il falso; sono gli stessi che in questi giorni,
nonostante le difficoltà economiche e il

C’è una parte del Paese,
la più onesta, che non si
rispecchia in una classe
dirigente interessata
soprattutto ai vitalizi
vero guazzabuglio delle tasse sugli immobili, stanno pagando mini-Imu e Tares, così come pagheranno le imposte ancora
senza nome che si vanno annunciando.
Sennonché, ciò che rischia di indebolire
questa Italia che rispetta le leggi e paga le
imposte nonostante tutto (nonostante le
leggi siano troppe e a volte irrazionali, nonostante l’imposizione fiscale sia eccessiva) è il fatto di sentirsi sempre meno rappresentata dal ceto politico nazionale e locale. Al di là della rappresentanza politica,
infatti, esiste anche una rappresentanza di
tipo sociologico, che porta a sentire chi
abbiamo eletto simile a noi per valori e
comportamenti (se non per livello di reddito).
Ebbene, dalle spese illecite dei consiglieri regionali (rigorosamente bipartisan), ai vitalizi a 50 anni per i consiglieri
della regione Lazio, fino a un’abolizione
del finanziamento pubblico dei partiti che
sa molto di imbroglio (come ha mostrato
Roberto Perotti su lavoce.info), il nostro
ceto politico generalmente inteso (e dunque al netto delle eccezioni) sembra far di
tutto per rappresentare non tanto l’Italia
di chi rispetta leggi e norme, ed è sensibile
ai propri doveri non meno che ai propri diritti, ma l’Italia dei furbi che non assicurano l’auto o si procurano una falsa attestazione medica. Si tratta di una distorsione
nella rappresentanza sulla quale sarebbe
urgente intervenire, almeno tanto quanto
è urgente cambiare la legge elettorale.
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Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
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Mercoledì 22 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Lettere al Corriere
TRUMAN E LA CUSTODIA DELLA BOMBA
MEGLIO AI CIVILI CHE AI MILITARI
Risponde
Sergio Romano
Leggendo le memorie di
Harry Truman, risulta che il
presidente americano non
ebbe alcun dubbio
nell’utilizzo dell’arma
atomica in Giappone. Dal
momento che la Bomba fu
esclusivamente nelle mani
Usa per almeno altri quattro
anni (la prima atomica
sovietica esplose nel ’49)
rendendo di fatto gli Stati
Uniti l’unica vera
superpotenza militare in
quel periodo, perché Harry
Truman subì il ricatto del
blocco di Berlino da parte di
Stalin?
Riccardo Sigismondi
[email protected]
Caro Sigismondi,
otrei risponderle che
l’uso dell’arma atomica,
in quelle circostanze,
sarebbe stato del tutto stra-
P
EDIFICI PUBBLICI
Immagini sulle facciate
Caro Romano, un vuoto di
conoscenze specifiche mi
impedisce di capire perché la
Questura di Milano non abbia
mai osato esporre sul suo
frontone una gigantografia
del commissario Calabresi, la
Questura di Palermo quella di
Boris Giuliano e nessuna
caserma dei Carabinieri
quella di Carlo Alberto Dalla
Chiesa. Diversamente, il
Palazzo di Giustizia di Milano
non ha avuto remore nel
collocare in bella vista i volti
di Giovanni Falcone e di Paolo
Borsellino. Il ricordo dei due
magistrati è indelebile come
quello degli altri eroici
servitori dello Stato, il tributo
di sangue pure. Ma non sono
tutti uffici istituzionali di una
medesima Repubblica?
Alessandro Prandi
alessandro.prandi51@
gmail.com
A mio avviso la facciata di
un palazzo pubblico non do-
vagante e irrazionale. I sovietici avevano cominciato l’assedio di Berlino nell’aprile
1948 e avevano nel cuore della Germania una netta superiorità. Mentre i militari di
stanza nei settori occidentali
della città erano 6.500 (3.000
americani, 2.000 britannici,
1.500 francesi), l’Armata
Rossa aveva 18.000 uomini
nel settore orientale della capitale tedesca e alle loro spalle, nella Germania orientale,
non meno di 300.000. Quale
sarebbe stato, in un tale contesto, il possibile bersaglio di
un ordigno nucleare? Certo,
gli americani avrebbero potuto colpire una grande città
dell’Urss. Ma un gesto così
dissennato avrebbe reso la
reazione dei sovietici in Europa centrale, dove disponevano di forze considerevoli,
ancora più ferma, legittima e
vrebbe essere usata per la lanciare messaggi ed esprimere
sentimenti. Per due ragioni. Il
vero volto di un palazzo è la
sua architettura; il messaggio
può essere oggi nobile e condiviso, domani partigiano e
discutibile. Una facciata «neutrale» è una garanzia per tutti.
Dimissioni dei politici
Gianni Cuperlo si è
dimesso da presidente
del Pd dopo le parole
di Matteo Renzi.
Ha fatto bene?
speranza che avrebbero
cercato di svolgere il loro
mandato invece di mettere il
broncio...
CONDANNATI A IMMOBILISMO
Alcuni politici, di fronte a una
posizione diversa dalla loro,
danno le dimissioni
(beninteso restando in
Parlamento!). Il loro
atteggiamento è inadeguato,
infantile e irritante: chi li ha
eletti lo ha fatto nella
La tua opinione su
sonar.corriere.it
patriottica. Truman dichiarò
più volte che gli americani
non avrebbero abbandonato
Berlino e non ebbe altra strategia fuorché quella dello
straordinario ponte aereo
con cui la città venne alimentata sino al giorno in cui Mosca, consapevole dell’insuccesso, levò l’assedio.
Sulla bomba, d’altro canto,
Truman aveva maturato idee
alquanto diverse da quelle
del giorno in cui aveva ordinato il suo primo uso. L’assedio di Berlino coincise con la
discussione, in seno all’amministrazione, sull’autorità
che avrebbe dovuto custodire l’arma atomica in tempo di
Magda Buzzi
[email protected]
REAZIONI DEGLI ELETTORI
Senza decisioni
Secondo l’ex presidente Pd
Cuperlo i veri leader dirigono
e non comandano. Secondo
me dirigere significa anche
avere il coraggio di prendere
decisioni ed è proprio tale
pace. Il 21 luglio si tenne alla
Casa Bianca una riunione a
cui parteciparono, sotto la
presidenza di Truman, il segretario della Marina James
Forrestal, quattro membri
d e l Co m m i s s a r i a to p e r
l’energia atomica, il segretario dell’Esercito, quello dell’Aeronautica e i capi di stato
maggiore. Qualcuno citò l’affermazione di uno scienziato
secondo cui la bomba era
stata costruita per verificarne
le capacità, non per essere
usata e Truman disse subito
di essere d’accordo: «Occorre
comprendere — aggiunse —
che questa non è un’arma
militare. Viene usata per distruggere donne, bambini,
persone inermi, non per usi
militari. Dobbiamo quindi
trattarla diversamente dal
modo in cui trattiamo fucili,
cannoni e roba del genere».
Nonostante queste parole, i
militari insistettero perché
l’arma venisse affidata alla
loro custodia e il segretario
dell’Aeronautica, in particolare, sostenne che le forze armate dovevano abituarsi a
«maneggiarla». Truman taglio cortò, disse bruscamente
che vi erano altre considerazioni di cui occorreva tenere
conto e aggiunse: «Questi
non sono tempi in cui giocherellare con una bomba
atomica». Pensava naturalmente alla crisi di Berlino,
ma era chiaro, scrisse nel suo
diario un consigliere di Truman (David Lilienthal), che
non si fidava dei militari. Ne
dette una prova nell’aprile
del 1951 quando tolse al generale Douglas MacArthur il
comando delle truppe in Corea.
mancanza che ci ha
condannato a vivere in un
micidiale immobilismo, frutto
di un indecoroso marasma
politico. Credo che il popolo
italiano stia finendo la
pazienza e allora forse è il
momento di condividere il
motto di chi ha affermato:
«Meglio nessun successo che
nessuna decisione».
Giorgio Tescari, Milano
signora Armellini e dei suoi
commercialisti. Ora, però, ci
aspettiamo che la
magistratura accerti
celermente se i reati contestati
corrispondano al vero e, in tal
caso, infliggano una pena
esemplare ai colpevoli.
Berlusconi è uscito di scena
per molto meno.
Gian Paolo Squillace, Como
CASO ARMELLINI / 1
Sistema da rivedere
Accertamenti rapidi
Complimenti alla Guardia di
Finanza per la brillante
operazione che ha portato alla
scoperta di una presunta
truffa colossale da parte della
La domanda
di oggi
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
Si
23
No
Grillo apre le votazioni
online: «Proporzionale
o maggioritario?
scegliete».
È fuori tempo?
77
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CASO ARMELLINI / 2
Il caso Armellini merita
maggiore risalto e attenzione
da parte dei politici perché
non può essere considerato un
semplice fatto di evasione
fiscale e ci si deve interrogare
su come sia possibile
nascondere al fisco così tanta
ricchezza in beni immobiliari.
Va rivisto il sistema
dell’accatastamento, vanno
responsabilizzati i Comuni e
lasciato loro il compito di
stabilire i tributi per la casa e
provvedere alla riscossione.
Luigi Nale, Modena
Interventi & Repliche
Jobs Act. Al di là del termine che evoca
legislazioni di altri Paesi (ma l’Italia non
era una volta «la culla del diritto»?),
resta il fatto che se alle parole
seguiranno i fatti avremmo finalmente
una svolta importante nel nostro diritto
del lavoro. A mio avviso, tuttavia,
occorre un «reset» di quanto fin qui si è
accumulato e stratificato in un groviglio
inestricabile di leggi, leggine,
regolamenti, circolari che un legislatore,
incolto e incompetente, nonché le
molteplici amministrazioni dello Stato ci
hanno fin qui propinato. Senza un
«reset» non si va da nessuna parte e si
rischia di aggiungere confusione a
confusione. «Resettare» dovrebbe
essere dunque la parola d’ordine.
Ben venga, tuttavia la «semplificazione»
delle norme (altri governi hanno in
precedenza predicato, a vuoto, la
«delegificazione»). Ben venga un codice
del lavoro. Ma, per carità non si
proponga «un codice del lavoro che
racchiuda e semplifichi tutte le regole
attualmente esistenti». Le regole
esistenti non vanno racchiuse: vanno in
massima parte eliminate. Dovrebbe
essere data prevalenza ai contratti che
prevedono il lavoro autonomo
nell’ambito dell’impresa. Quanto al
lavoro subordinato, dovrebbe essere
data prevalenza al contratto a tempo
indeterminato (così da dare fiducia e
motivazione ai giovani: con progressioni
di carriera ed economiche in base al
merito), ma con possibilità di risoluzione
per giustificato motivo tipizzato (sì da
non impantanarsi nelle aule giudiziarie
alla mercé di un giudice che tuttavia
«rispetta la legge». La Legge, infatti, (la
«beneamata» Fornero!) consente al
giudice di poter condurre «il giudizio nel
modo che ritiene più opportuno»,
vanificando così anche l’opera
dell’avvocato. Il contratto a tempo
determinato andrebbe limitato a casi
specifici. Andrebbe soprattutto
incoraggiato il lavoro autonomo
affinché i giovani possano essere
stimolati a lanciarsi in nuove intraprese:
liberi dal giogo delle organizzazioni
sindacali. Un ultimo rilievo: i posti di
lavoro non si creano per decreto; né si
mantengono in vita le aziende con i
sussidi. È necessaria, come tutti dicono,
la crescita. Ma non si cresce se ogni
sera, quando torni dal lavoro, uno Stato
canaglia infila, con destrezza, nella tua
tasca la sua mano vorace per sottrarti
oltre il 65% di quanto hai faticosamente
guadagnato.
Salvatore Trifirò, Milano
Nel 2009 Mauro Masi era alla Rai
Leggo su un articolo sul Corriere di ieri
relativo alla richiesta di autorizzazione a
procedere per l’ex ministro Brambilla
per l’utilizzo di taluni voli di Stato che,
all’epoca dei fatti (dicembre 2009 e
Italians
di Beppe Severgnini
Cari cinquantenni
rassegnatevi a Twitter
«R
ipeti con me: non ti lamenterai dei social
media e non giudicherai le abitudini di una
generazione che non capisci». Prendo in
prestito un magistrale paragrafo da Roger
Cohen (International New York Times,
martedì) per ricordare quanto sta accadendo.
Abbagliati da una certa comunanza di strumenti (chi non sa
cos’è un iPhone?) e una moderata vicinanza di gusti (a chi non
piacciono i Coldplay?), l’esercito dei papà e delle mamme — nato negli Anni 50 e 60 — dimentica che le generazioni rimangono distanti. E non si possono capire fino in fondo. Ed è un bene
che sia così. L’umanità cambia per ribellioni e incomprensioni:
se i figli facessero tutto quello che vogliono i genitori, il mondo
sarebbe indietro di secoli (nonché estremamente noioso).
Sembriamo incapaci di ammettere che le società, come i
bambini, crescono a strappi. La natura non farà salti, come dice
il proverbio; le donne e gli uomini, sì. Altri uomini e donne però mugugnano, condannano, deprecano, s’allarmano. Ogni
nuova invenzione — la stampa, il telegrafo, il telefono, la radio,
la televisione — ha suscitato proteste. Quando venne introdotta
l’anestesia (1846), molti vecchi chirurghi si rifiutarono di utilizzarla: il dolore del paziente faceva parte del trattamento. Anche
la Chiesa, che quando si trattava di frenare non s’è mai tirata indietro, si dichiarò contraria alla
novità.
La storia della letteratura —
da Seneca a Scalfari, diciamo —
è segnata da un anziano signore
Ogni nuova
che passa dalla rivoluzione alla
invenzione
riflessione, e bofonchia contro
chi è diventato rivoluzionario.
ha suscitato
stiamo parlando tanto di
proteste, persino Non
politica, quanto di tutto il resto.
La mia generazione, per eseml’anestesia
pio, ha imparato l’inglese, ha conosciuto l’Europa, ha annusato
l’America e ha attraversato l’età dell’oro sessuale: dopo i contraccettivi, prima dell’Aids. Non facevamo cose folli; ma di certo
non erano le cose che immaginavano i nostri genitori.
Internet non è una semplice novità: è un nuovo paradigma.
Le ostilità che suscita sono, francamente, patetiche. Quante cene tra cinquantenni sono segnate dalle geremiadi contro «questa ridicola ossessione per smartphone e social network»?
«Twitter-bashing bores», li chiama Cohen. Twitterofobi pallosi, traduco. Lo scrive uno che Twitter lo ama e, forse, lo sa usare:
ma solo quello, dove sfogo la mia passione sintetica. So utilizzare Facebook, ma non riesco a capirlo fino in fondo. Non uso Instagram, trascuro LinkedIn e Pinterest. Uso WhatsApp, ma ci
riuscirebbe un deficiente. Ho la mia età, diciamo: e va bene così.
Ieri ero a Bruges, al Collège d’Europe; domani sarò a Bruxelles, all’Istituto italiano di cultura, dove proverò a scuotere un po’
la generazione dei nostri figli («Generazione Erasmus: ma a voi
importa dell’Europa?»). Non è una vendetta, è un ringraziamento: perché loro hanno scosso (alcuni di) noi, per fortuna.
@beppesevergnini

FONDATO NEL 1876
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Ferruccio de Bortoli
VICE PRESIDENTE Roland Berger
CONDIRETTORE
AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane
Luciano Fontana
CONSIGLIERI
Fulvio Conti, Luca Garavoglia,
Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni, Carlo Pesenti
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI
Alessandro Bompieri
Vauro
Mauro Masi, Roma
Il dottor Masi, infatti, è stato nominato
direttore generale della Rai il 2 aprile del
2009. Mi scuso per l’imprecisione con
l’interessato e con i lettori.
Giuseppe Guastella
La Prussia e la Francia
Nella foga con cui ho scritto l’articolo «Il
boia di Nicola merita l’inferno» (Corriere,
21 gennaio) ho scritto erroneamente
«Quando la Francia e la Germania si
scontrano nel 1870» là dove,
ovviamente, intendevo Francia e Prussia.
Claudio Magris
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Spettacoli
Napoli
L’annuncio di Bray: «Un commissario al San Carlo»
Commissario in arrivo per il San Carlo di Napoli. Lo annuncia una
nota del ministero dei Beni culturali. La nomina «garantirà gli
obblighi necessari alla prosecuzione delle attività del teatro».
Veneto Carlo Mazzacurati era nato a Padova il 2 marzo del 1956
L’addio Aveva
57 anni e ha diretto
«Notte italiana» e
«Il toro». Il suo ultimo
film presentato
al festival di Torino
L’attore
Abatantuono:
uno degli autori
più innovativi
di PAOLO MEREGHETTI
L
a malattia se l’è portato via ieri a 57
anni (i prossimi li avrebbe compiuti il 3 marzo), dopo una lotta durata
due anni. Il che non gli aveva impedito di girare un bel documentario sull’impegno umanitario — Medici con l’Africa,
presentato nel 2012 a Venezia — e di portare a termine il suo ultimo lungometraggio,
La sedia della felicità, presentato in anteprima al festival di Torino 2013 dove aveva
ricevuto il Gran Premio della città.
Se ne è andato in punta di piedi, lottando contro il dolore, con la determinazione
e la silenziosa ritrosia sue tipiche, le stesse
che l’avevano fatto tornare a vivere nella
natia Padova dopo un inizio professionale
a Roma, una città — e un modo di essere
— con cui non aveva mai legato. Lo si intuiva bene anche dai suoi film, che spesso
raccontavano lo scontro tra periferia e centro, tra provincia e città. I suoi personaggi
più riusciti e belli erano marginali, poco
importa se per censo o per scelta o per autodifesa. Non era certo un vincente il protagonista del suo primo film, Notte italiana
(che nel 1987 segnò anche l’esordio produttivo della Sacher Film di Nanni Moretti
e Angelo Barbagallo), l’avvocato che scopre
le malefatte e le connivenze di un signorotto del Polesine. Né lo era il timido dentista
romano di Un’altra vita (1992) che si innamora di una russa senza fissa dimora e per
amore finisce invischiato in un mondo di
piccoli delinquenti.
In mezzo c’era stato il passo falso della
riduzione da Il prete bello di Parise, ma anche quell’«errore» era comunque indicativo del tipo di letteratura cui far riferimento. Nel 2004 tornerà a un romanzo, questa
volta di Cassola, per L’amore ritrovato: un
altro film non completamente riuscito, ma
appunto significativo di un gusto decisamente lontano dalle mode. Il che non è
qualità da sottovalutare.
Le sue cose migliori, comunque, la sua
mano più felice si vede nella descrizione di
questo mondo di provincia — geografico o
mentale poco importa — cui evidentemente era molto legato e che sapeva ispirarlo al meglio. Un critico non certo tenero
come Goffredo Fofi scrisse che Un’altra vita era girato con uno stile «poco italiano»,
a indicare una qualità preziosa e poco frequentata: la capacità di staccarsi dai peggiori cascami della «commedia» per cercare una strada originale, capace di raccontare un Paese vero e concreto, che era stato a
lungo tenuto lontano dall’occhio delle
macchine da presa. Era il mondo di Il toro
Mazzacurati, lo sguardo gentile
sul volto perdente del Nord Est
Morto il regista che amava le storie umili della sua provincia
(1994, con due amici che cercano di vendere in Ungheria un animale da riproduzione
che hanno rubato), di Vesna va veloce
(1996, sull’incontro tra una ventenne ceca
che si mantiene facendo la prostituta e un
operaio solo e sradicato), di L’estate di Davide (1998, storia delle vacanze di un
18enne che scopre le delusioni dell’amore
e della vita). Un mondo che Mazzacurati
racconta anche attraverso un gruppo di attori che sotto la sua direzione hanno spesso dato il meglio: Marco Messeri, Silvio Orlando, Claudio Amendola, Antonio Albanese (indimenticabile il suo «esordio» in
Vesna va veloce), Roberto Citran, Diego
Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio (che ri-
trova Albanese in La lingua del santo,
2000). Sempre Bentivoglio è il protagonista nel 2002 del film forse più ambizioso di
Mazzacurati, il remake di A cavallo della tigre (già girato da Comencini nel ‘61), dove
si riavvicina alla lezione della commedia
all’italiana nella speranza di riconquistare
un pubblico che negli anni del passaggio
Le opere
Notte italiana I Gemelli Ruggeri nel
primo film del regista: era il 1988
Vesna va veloce Zajickova e
Albanese nella pellicola del 1996
La sedia della felicità Ragonese
e Mastandrea nel suo ultimo film
«Uno dei film più belli che
ho fatto, forse la mia più bella
prova d’attore, è proprio Il
toro». Era il 1994 quando le
strade di Diego Abatantuono e
Carlo Mazzacurati si incrociarono sul set del film che fu
premiato con il Leone d’argento al Festival di Venezia. «Furono mesi insieme molto piacevoli, era una persona fantastica: interessante, spiritoso, di
grande cultura». In realtà il
primo incontro, fugace, fu
prima: Mazzacurati era tra gli
sceneggiatori di Marrakech
Express (1989): «Fu un attimo,
perché lui poi non venne a
seguire il set in fase di lavorazione. Sono frastornato, sapevo che non stava bene, ma non
sei mai preparato, soprattutto
se ad andarsene è un uomo
giovane, di un’intelligenza
Sul set Abatantuono in «Il toro»
del secolo aveva dimostrato una certa insofferenza verso il cinema nazionale. E i cui
effetti si ritroveranno in La giusta distanza
(2007) e soprattutto nel mezzo passo falso
di La passione (2010). Ma sarebbe ingiusto
attribuirne la colpa solo a Mazzacurati, che
si era «allontanato» dal cinema tradizionale dirigendo tre bellissimi ritratti di scrittori conterranei: Rigoni Stern, Zanzotto e
Meneghello. Quella «caduta» era stato uno
scivolone di tutta l’industria nazionale,
convinta che copiare fosse meglio che cercare soluzioni nuove.
Con La sedia della felicità Carlo aveva
dimostrato ancora una volta la sua voglia di
non percorrere strade già sfruttate e il risultato, che il pubblico italiano vedrà speriamo presto, era una specie di riscoperta
del piacere della commedia, deliziosamente leggera e spensierata, all’inseguimento
di due anti-eroi marginali (Mastandrea e la
Ragonese) che inseguono un tesoro capace — forse — di cambiare le loro vite. Un
film tenero, delicato, gentile, girato in uno
stato di grazia che solo la crudeltà della
malattia gli ha impedito di coltivare di più.
rara, generoso nella vita e sul
set con i suoi attori. Un regista
probabilmente tra i più innovativi e illuminati della sua,
della nostra generazione». Il
ricordo corre via Internet. Attori e registi lo pensano in un
tweet. Commossa Francesca
Archibugi: «Regista per registi,
artista per artisti, amico per
amici, Carlo Mazzacurati se ne
va, ma non voleva, e nemmeno
io». Triste Giovanni Veronesi:
«Se questa giornata non era
già di suo nulla di speciale la
morte di Mazzacurati la rende
la più orribile dall’inizio dell’anno». Paolo Baratta, presidente della Biennale, piange la
scomparsa di Mazzacurati: «La
Mostra di Venezia ha tenuto a
battesimo il suo esordio con
Notte italiana e accompagnato
la crescita della sua carriera».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Renato Franco
Il concerto Il capo dello Stato è intervenuto in apertura della serata a Santa Cecilia. Tra il maestro scomparso e il pianista un sodalizio cominciato negli anni 50
Napolitano applaude Pollini e ricorda Abbado: ha onorato l’Italia
ROMA — Il presidente e
l’amico di una vita. Giorgio Napolitano, che il 30 agosto aveva
nominato Claudio Abbado senatore a vita, e il pianista Maurizio
Pollini, che dopo la morte del direttore non è ancora riuscito, affranto dal dolore, a trovare le parole per ricordarlo. Ieri sera sono apparsi insieme, accolti da
un lungo applauso, al fianco del
presidente di Santa Cecilia, Bruno Cagli, prima del recital che
Pollini ha voluto dedicare al
grande direttore.
Il presidente della Repubblica, commosso, ha rotto in modo
inatteso ogni protocollo musicale dicendo, come se Abbado fosse lì sul podio accanto a loro:
«Claudio e Maurizio, vi ho ascoltati e ammirati tante volte insieme… Non c’è ora modo più ap-
propriato di salutare Claudio
Abbado, con la tristezza che solo
la grande musica può mitigare,
dedicandogli questo concerto.
L’Italia sta rendendo omaggio a
chi l’ha onorata nel mondo. Per
lunghi decenni avete avuto uno
straordinario ininterrotto sodalizio artistico, civile e umano».
Abbado e Pollini, i due grandi
milanesi, paladini di dimenticate virtù etiche, si erano cono-
L’omaggio
Claudio Abbado sul podio a
Lucerna in un concerto del
2006. Il maestro è morto lunedì
a Bologna all’età di 80 anni.
A sinistra, il presidente Giorgio
Napolitano con Maurizio Pollini
ieri sera al Santa Cecilia
sciuti negli Anni 50, e insieme
andavano a seguire i primi spettacoli del Piccolo di Milano firmati da Strehler, e poi si sono ritrovati a far musica e a dividere
lo stesso palcoscenico stabilendo un’intesa profonda: Abbado e
Pollini è, nel mondo della musica, un binomio indissolubile, un
richiamo comune e istintivo.
Un’onda anomala di affetto,
una sorta di abbraccio caldo pieno di luce e di dolore, ha avvolto
negli ultimi due giorni Bologna,
la città in cui Abbado aveva casa
ed è morto. Ieri è arrivata Annamaria Cancellieri, il ministro
della Giustizia ed ex commissario di Bologna: «Ero molto legata ad Abbado. L’Orchestra Mozart, composta da giovani di tutto il mondo, è stata una grande
intuizione, i tempi sono com-
plessi, ma spero che possa sopravvivere perché è una realtà
che non può morire». Migliaia
di bolognesi si sono messi in fila
per entrare nella camera ardente
allestita nella Basilica di Santo
Stefano, dando vita alla «Piazza
Grande» cantata da Lucio Dalla.
Il figlio del maestro, Daniele
Abbado, ha detto che «è meraviglioso il rispetto della piazza» e
ha ringraziato «tutte le persone
che sono venute». C’era anche
don Giovanni Nicolini, il prete
La camera ardente
Il figlio Daniele: «Il rispetto
della piazza di Bologna
è stato meraviglioso»
Oggi il lutto cittadino
che lavora nel carcere della Dozza: Abbado si era adoperato per
istituire il coro «Papageno» all’interno della casa circondariale, un gruppo di detenuti che ne
fa parte ha avuto un permesso
premio per rendere omaggio al
direttore d’orchestra. Poi le due
ali di folla si sono dissipate ed è
arrivato il raccoglimento, la dimensione intima. A mezzanotte
si è svolta una liturgia di commiato in forma privata, alla presenza dei soli familiari, alla chiusura della camera ardente. Non
c’è stato il funerale, ma una sorta
di benedizione della salma, un
funerale laico accompagnato però dalla preghiera degli uomini
di Chiesa. Il sindaco di Bologna
Virginio Merola ha proclamato
per oggi il lutto cittadino. Ieri
era toccato a Milano, per volontà
del sindaco Giuliano Pisapia.
Valerio Cappelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
38 Spettacoli
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Un ballo in maschera
Gelmetti rilegge Verdi
in chiave filologica
con gusto e sensibilità
di ENRICO GIRARDI
Opera Una scena di «Un ballo in maschera» di Verdi
D
al punto di vista esecutivo, uno dei lasciti più
chiari delle infinite celebrazioni del
bicentenario della nascita di Verdi è che la sua
musica ha bisogno di genialità e colpi d’ala in misura
infinitamente inferiore di quanto richieda pratica,
esperienza, scuola, conoscenza profonda delle
dinamiche che regolano il mutevole rapporto tra
buca e palcoscenico. La prima cosa è un di più, la
seconda una conditio sine qua non. Prima che
inventare, un direttore d’orchestra deve sapere come
sostenere la vocalità senza esserne dominati; come
dare peso agli accompagnamenti senza che siano
esangui o, al contrario, volgari e bandistici; come
suggerire espressioni e colori, nemmeno di ogni
singola frase, di ogni parola. Queste cose vengono da
un mix sano di intelligenza, gusto, sensibilità e
pratica. Tali qualità Gianluigi Gelmetti le possiede.
Si può dire che il tal segmento è più o meno nei
tempi e modi desiderabili, ma si parte da quella base
solidissima che manca ai genietti improvvisati. Il suo
Verdi è saldo come la roccia, è vero. Tanto più il Verdi
pieno di trabocchetti di Un ballo in maschera, opera
infida come poche altre per la varietà di registri
stilistici impiegati. La prova del nove è come suona
bene sotto la sua bacchetta l’orchestra del Teatro
Verdi di Trieste. Si ascolta Un ballo in maschera, non
un direttore interessante che fa Un ballo in
maschera. Nel 2013 non è successo tanto spesso. La
messinscena viene da Parma ed è la riproposizione
opportunamente rinfrescata e aggiornata da
Massimo Gasparon di un vecchio spettacolo del
compianto Pierluigi Samaritani. L’operazione ha un
po’ il sapore del restauro filologico, ma meglio
questo che il «nuovo» spettacolo tradizionale. E poi
è bella l’idea di ambientare il terzo atto al cimitero (il
«campo») e di volgere in specie di fantasmi in odore
d’Espressionismo i partecipanti alla scena che dà
titolo all’opera. Discreto il cast. È commisurato alle
forze di un teatro che, a prezzo di considerevoli
sacrifici, risolleva ora la testa dopo una crisi
pesantissima, che l’aveva portato sull’orlo del
fallimento. Oltre a direttore e regista, applauditi a
lungo gli interpreti principali Gianluca Terranova,
Davide Cecconi, Rachele Stanisci, Mariana Pentcheva
e Sandra Pastrana.
teatro e musica
In Platea
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voto
7,5
CLASSICA Concerti per violino
Chen porta alla ribalta
il Mozart meno celebrato
Come schiacciati dal peso dei
27 per pianoforte, che sono un
vertice irraggiungibile, i sei
Concerti per violino di Mozart
passano sempre in secondo
piano. Ogni tanto però c’è
qualcuno che li riporta alla
ribalta ricordando che anche
qui alberga un universo di invenzione altissima, di
tecnica strumentale sopraffina e di grazia che
riappacifica col mondo. In questo caso è il
taiwanese Ray Chen che, incidendo per l’etichetta
Sony il 3° in sol maggiore e il 4° in re maggiore, oltre a
mostrare una ulteriore maturazione stilistica
rispetto al passato, offre un bel saggio di tecnica e
gusto timbrico. Chi cerchi il pelo nell’uovo, potrà dire
che i tempi lenti non sono animati da un lirismo
ideale ma ciò non inficia la qualità del prodotto.
Bene Christoph Eschenbach in doppia veste
di direttore e pianista nella Sonata n.22 in la
maggiore. (E. Gir.)
dischi
1111111r
111
voto
8
Celestina Di Garneau/de Rojas, regia
Luca Ronconi; nel cast: Paiato, Lanera,
Lavia, Russo Alesi, Pierobon, Bini (dal
30, Piccolo Strehler, Milano)
di CLAUDIA PROVVEDINI
L’ISPETTORE GENERALE
Di Gogol Per quadri (nella foto, Panizzo
e Paoli) la regia di Damiano Michieletto
suggerisce odori di gretta umanità
(fino al 26, Verdi, Padova; dal 28,
Goldoni, Venezia)
INCONSCIO
Non si sa come Di Pirandello/Tiezzi.
Con Sandro Lombardi, Elena Ghiaurov,
Pia Lanciotti (dal 23, Storchi, Modena;
dal 28, Piccolo Grassi, Milano)
Giulio Cesare Al teatro Vascello lo spettacolo diretto da Baracco che stravolge la tragedia del Bardo
Shakespeare tradito in una Roma cupa
di FRANCO CORDELLI
Congiurato Gabriele
Portoghese è Marco
Antonio nel «Giulio
Cesare» di Shakespeare
diretto da Andrea Baracco
L
e cronache riferiscono che durante il discorso di Matteo Renzi
nella sede del Partito democratico, il presidente dello stesso partito
Gianni Cuperlo si sia alzato e se ne sia
andato piangendo. Questa scena mi è
venuta in mente assistendo al Giulio
Cesare di Shakespeare al Vascello di
Roma, regia di Andrea Baracco. Pensavo che Cuperlo a metà degli anni
Settanta aveva più o meno quindici
anni. Era il momento in cui il Partito
comunista ebbe in Italia il maggior
successo della sua storia. Come non
pensare che Cuperlo potesse esserne
colpito? E che a quel partito si sia
iscritto per passione politica e per un
personale sentimento idealistico? Ecco perché lunedì piangeva e perché si
è dimesso dalla sua carica. Non sempre la casta è la casta, accade anche
questo: che politica e sentimento, politica e idealità, vadano insieme e che
il cosiddetto sentimento sia toccato
(sfregiato) dal tradimento di un’idea.
Tutto ciò, ripeto, mi è venuto in
mente assistendo alla prima tragedia
politica che Shakespeare abbia scritto. Era il 1599, di politica si era già
(per così dire) occupato: ma nei limiti
di una convenzione tutta elisabettiana. Il Giulio Cesare è un’altra cosa.
Dopo aver assassinato colui che era
alle soglie di una (probabile, inevitabile) dittatura, Bruto concedendo a
Marco Antonio di parlare sul cadavere di Cesare dice: «(…) i nostri cuori/
sono colmi di pietà, e la pietà per i
torti/ subiti da Roma — come il fuoco scaccia il fuoco,/ così è per la pietà
— ha fatto questo a Cesare» (traduzione di Sergio Perosa). Sì, le discussioni secolari sulle ragioni di Bruto
hanno un senso; anche in Bruto, come in ogni atto che sta nella sfera della politica, l’incertezza è sovrana: ragioni di Stato e ragioni personali si
mischiano in modo indissolubile. Ma
chi può pensare che quella parola,
pietà, sia frutto di puro cinismo?
Anche in politica vive il sentimento, vive la pietà, vi sono le lacrime. Dirò di più: può accadere qualcosa di simile perfino nel cuore del semplice
spettatore d’una scena come quella
da Shakespeare descritta: sia che
l’ascolti (nel semplice fatto di ascoltarla), sia che non l’ascolti. Non sono
sicuro, durante lo spettacolo di Baracco, d’averla udita. Potrebbe essere
stata detta, ma le omissioni e le manipolazioni erano tali e tante che il
vecchio, antico Giulio Cesare del
1599, quella tragedia dell’ambizione,
appariva, anch’esso, tradito. Più volte
l’ho detto e lo ripeto: questi tradimenti non sono tradimenti, sono interpretazioni. Ma qual è il limite dell’interpretazione? Non c’è ad essa un
limite? Nell’intellettualistico spettacolo di Baracco — che non so con
quali criteri fu scelto a rappresentare
l’Italia per il «tutto Shakespeare» durante le Olimpiadi di Londra — c’è
solo un’idea ripetuta in modo costante: che «Roma è una città che vive sot-
to un cielo di piombo». Poi nella vuota scena ci sono tre porte: dietro, davanti e sopra le quali tutto accade. Poi
ci sono sei attori (Bruto è Giandomenico Cupaiuolo, Cassio è Roberto
Manzi, Antonio è un mezzo dark e un
intero strafatto Gabriele Portoghese)
che si muovono in modo ipercinetico, a scatti, saltando di qua e di là: un
pessimo Kantor, un Kantor di terza
mano. Infine non c’è Cesare.
Forse è l’idea di punta, la più (nelle
intenzioni) folgorante: i congiurati si
chinano su un portalampade e lo accarezzano e spengono la luce. Ma la
pietra tombale dello spettacolo è che
di nuovo (e sempre) ascoltiamo le note dell’«Alina» di Arvo Pärt. Ci chiediamo: i registi vanno a teatro? Non
sanno che «Alina» è ormai fuori legge, non si può più ascoltare?
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voto
5
Ritorno a casa Peter Stein si confronta con il dramma di Harold Pinter
La famiglia si disgrega tra dolori e ipocrisie
di MAGDA POLI
R
itorno a casa, crudo testo di Pinter, ha per fulcro la famiglia, coacervo di torbidi istinti e incancrenite
ossessioni (al Palladium di Roma).
Teddy, che insegna filosofia in un’università americana, ritorna in Patria
per presentare la moglie Ruth al terribile padre, ai fratelli Lenny e Joey, e allo zio Sam. L’arrivo della donna fa deflagrare perversioni e pulsioni sessuali di dominio annidate nella famiglia,
in un rito di conoscenza che si sviluppa tra erotismo, volgarità, passioni e
odi. Il regista Peter Stein fa emergere
da grande maestro, senza psicologismi, i molteplici volti di un’umanità
governata da ignoranza e logiche
marce, esseri odiosi ma anche commoventi nella loro miseria, grotteschi
Sul palco Elia Schilton e Paolo Preziosi
nella loro violenza. Emergono anche
con forza il peso insostenibile della
gratuità del fare del male per fare del
male, la miseria dell’intricato conflitto uomo-donna e la forza devastante
dell’ipocrisia. Tra azioni che saldano
le pause ai dialoghi, nel povero e sdrucito tinello ideato da Woegerbauer,
Paolo Graziosi disegna mirabilmente
con ricchezza di toni un padre dai
mille volti ipocriti, è odioso, penoso,
derisorio. Elia Schilton con raffinatezza fa del fratello Sam, un’anima sgualcita mirabilmente in bilico tra il patetico e una timidezza che sconfina nella miseria d’animo. Personaggio risolto con completezza nel suo viaggio da
vittima a carnefice è Ruth dell’intensa
Arianna Scommegna, una donna comune che vincerà sugli uomini, ma
sempre a caro prezzo. Bravi anche
Alessandro Averone, Andrea Nicolini,
Rosario Lisma, in uno spettacolo che
nell’ironica, potente e lucida regia di
Peter Stein disvela pinterianamente
«il precipizio che sta sotto i discorsi di
ogni giorno».
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1111111111
voto
8
JAZZ Grace
POP Manupuma
CANTAUTORE «L’appartenenza»
La suite di J.D. Allen
evoca Coltrane e Shorter
Storie al femminile
senza miele e mai banali
Pollina e quelle storie
da eroi dei nostri giorni
L’esordio del tenorsassofonista
J.D. Allen fu, nel 1998, per
l’etichetta italiana Red. Oggi, con
il cd «Grace» pubblicato dalla
Savant, si dimostra la
lungimiranza di quell’attenzione.
Nato a Detroit nel 1972, Allen è
maturato come strumentista,
come compositore, come leader. Nel nuovo album
una suite (divisa in due parti, come se fosse stampata
su un vecchio Lp) non solo attraversa evocazioni
geografiche, letterarie, visive, ma fa i conti con i
modelli dell’autore: Shorter, Coltrane, Coleman,
aggiornati con amore e senza manierismi. Merito di
un quartetto estremamente affiatato (anche qui
emerge il ricordo di Coltrane), completato da Eldar
Djangirov al pianoforte, Dezron Douglas al
contrabbasso e Jonathan Barber alla batteria. La
musica sviluppa in continuazione una chiara cellula
melodica, lasciando un’impressione di appagata
coerenza. (Claudio Sessa)
Il nome Manupuma girava da
tempo: un premio a Musicultura nel
2009, l’apertura alle date di Joan as
police woman nel 2011. Per
arrivare al disco di debutto
Emanuela Bosone si è presa il suo
tempo. Diploma in Belle Arti a
Brera, nome d’arte legato alla sua
esperienza da attrice: in un seminario sul metodo
Strasberg le venne chiesto di identificarsi in un animale e
lei scelse il felino. Nell’omonimo cd «Manupuma»
(Universal) c’è voglia di pop elegante con spruzzate di
jazz, voce carismatica che sa graffiare in stile Bertè ma sa
anche essere calda e sensuale. E una penna che nei testi
non è mai banale. Sin dalla prima traccia «Apocalisse».
Manupuma racconta storie al femminile ma senza miele. E
se «Il mio zar» finisce male, lei si consola con litri di gin.
«Perdersi perdersi», scritta con Pacifico, è pop orchestrale.
«Charleston» è un amore sbagliato al retrogusto di
cocaina. «Ladruncoli» guarda alla società e tira fuori la
voglia di un Robespierre che è in tanti. (Andrea Laffranchi)
Pippo Pollina è un cantautore di
origini palermitane più conosciuto
all’estero che in Italia. Da anni vive
a Zurigo e la sua musica è
apprezzata in Svizzera e Germania.
Pollina torna con un nuovo disco
intitolato «L’appartenenza»
(Jazzhous Records). Impegnato a
dar voce a storie dimenticate, fatti di cronaca taciuti e
vite valorose di eroi della storia recente, Pollina gioca con
l’ironia in «Mare Mare Mare» (satira sulle odierne
difficoltà — con la partecipazione di Giorgio Conte).
«Cantautori» è un omaggio a quella irripetibile
generazione di artisti. La fine delle utopie è cantato in
«Da terra a terra», l’amore per la Sicilia in «Ti vogghiu
beni», in duetto con la conterranea Etta Scollo, fino al
testo in bavarese di «Risveglio», manifesto di scambio
culturale e linguistico. Struggente «E se ognuno fa
qualcosa», frase di Don Pino Puglisi, sacerdote antimafia
ucciso a Palermo. In bilico fra la sensibilità di Fabrizio De
André e la chanson francese. (Mario Luzzatto Fegiz)
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1111111111
EROTISMO
7 giorni
sul palco
1111111111
voto
8 1111111r
1
11
voto
7,5 1111111111
voto
8
Spettacoli 39
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
NOTTE DEI FUOCHI
Feuersnot Di Richard Strauss, regia
Emma Dante, dirige Gabriele Ferro.
Amore, magia, estate, dialetto bavarese
(fino al 26, Massimo, Palermo)
CARTE SCOPERTE
cinema
Tormento e estasi Il vero Steve Jobs, di
Daisey, regia Giampiero Solari. «Rima
del silenzio»: bilanci, con Leo Gullotta
(da oggi fino al 2 febbraio, al teatro
Franco Parenti, Milano)
LUPI
Ballata di uomini e cani Marco Paolini
racconta in musica storie di natura
selvaggia e solitudine di Jack London
(fino al 2/2, Argentina, Roma)
COUNSELOR - IL
PROCURATORE
di Ridley Scott
e 1.704.332
2
IL CAPITALE
=
UMANO
di Paolo Virzì
e 1.470.071
Classifica
Cinetel relativa
all’ultimo
weekend
LEGENDA
in discesaU in salitaW
novità N stabile =
Elogio della terza età
con malinconica allegria
Quarta notte da leoni,
solo che i machi hanno 70
anni, bevono uguale e
complottano a Las Vegas
per ostacolare il matrimonio del vegliardo innamorato. Il regista Turteltaub
lascia il paranormale per
far l’elogio della terza età
con un cast pieno di candeline, Oscar e malinconica allegria: Douglas, De Niro, Freeman, Kevin
Kline e l’adorabile Steenburgen. E a Dan Fogelman si deve un copione scoppiettante. (m. po.)
voto
7
Tutto sua madre
Un finto omosessuale
con l’ironia di Gallienne
Ispirato a una performance teatrale che ha spopolato a Parigi, il film scritto, diretto e interpretato da
Guillame Gallienne è una
spiritosa variazione sul coming out. Originale storia
di un adolescente che pare
gay (si traveste da Sissi) e invece alla fine si dichiara etero. Interno borghese familiare con la
bella nonna Françoise Fabian e con Gallienne
che fa se stesso e anche sua madre (nella foto),
somigliando un po’ alla Deneuve. (m. po.)
1111111111
Blind Date Ricerca del partner ideale al
buio, linguaggio di corpi con la
Compagnia di danza (foto) di
Darmstadt coreografia regia Mei-Hong
Lin (27-29, Manzoni, Milano)
FOLLIA E AMORE
Aterballetto workwithinwork di
Forsythe, musiche di Berio; debutta
Don Q. di Scigliano su Don Chisciotte,
brani spagnoli e del finlandese
Pohjonen (29, Comunale Bolzano)
AL FEMMINILE
Personali Giuliana Musso: Tanti saluti,
poi Sexmachine. Marta Cuscunà: La
semplicità ingannata, poi È bello vivere
Tutta colpa di Freud Commedia di Genovese con Giallini e Gerini
Last Vegas
Box
office
1
W 1111111111
THE
LEGGEREZZA
voto
8
JAZZ WINTER FESTIVAL
I remember Astor Omaggio a Piazzolla:
Richard Galliano al bandoneon, e
Cervera, Rouger, Bella Viola, Levionnois,
Le Prevost (26, Ristori, Verona)
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A spasso con i dinosauri
L’amore è un male contagioso
che si cura dal papà-analista
di MAURIZIO PORRO
N
el finale di Domenica maledetta
domenica Peter Finch, dopo
una delusione d’amore, la paragonava a un colpo di tosse. Paolo Genovese nel nuovo film Tutta colpa di
Freud, titolo anche del suo libro Mondadori, parla invece di raffreddore,
qualcosa legato comunque alle vie respiratorie. L’arte della commedia trova
in Genovese un autore attento, non banale né volgare, archistar di storie sentimentali complesse, a più voci, lamenti, affanni.
Dopo l’ottimo Una famiglia perfetta,
che non faceva sconti e infatti ha pagato
scotto, ecco un altro interno inferno ma
più glamour, quello del padre single
analista con tre figlie carenti d’affetto a
volte sdraiate realmente sul suo lettino.
Una è omosessuale ma sta decidendo di
provare l’altro morso della mela dopo
un’infelice (inutile) trasferta a New
York; un’altra gestisce una libreria radical (non vende le 50 sfumature…) ma
s’innamora di un ragazzo sordomuto
che viene a fregare i libretti d’opera (Vinicio Marchioni giocoforza assai
espressivo); la terza va ancora a scuola
ma s’innamora dello sciupafemmine
obbligato Gassmann, 32 anni più di lei,
separato in casa dalla misteriosa signora col cagnolino di cui lo strizzacervelli
liberi (Fino al 26, Elfo Puccini; fino al 2,
Verdi, Milano)
Lezione di geologia
nell’Alaska formato 3D
Tre dimensioni, geografia, panorami, rumori
molesti e un poco di paura
ancestrale in questo Jurassic park dalla parte degli
animali: un Pachirinosauro deve difendersi e, rimasto orfano, si mette in
marcia con altri dinosauri. Serie della Bbc, arriva al cinema senza infamia e senza lode,
spettacolare lezione di geologia con barriti in
cui si mixano riprese vere e digital in un viaggio nell’Alaska di 70 milioni di anni fa. (m. po.)
1
111111r
111
voto
6,5
I, Frankenstein
Detective paranormale
in un fantasy che delude
Sul lettino Claudia Gerini e Marco Giallini in una scena del film di Paolo Genovese
è invaghito. Shakerate il tutto, ne uscirà
un racconto carino (troppo carino), con
molta musica (troppa), la voglia di
smussare gli angoli e far andare tutte le
palle in buca, prolungando i limiti ideali dei 100 minuti. Pur con questi limiti il
film riscatta i dilaganti orridi cinepanettoni. Il soggetto di Genovese inizia
con un coraggio che poi un po’ sacrifica
a convenzioni, restando però sempre
una spanna sopra il comune senso del
pudore della commedia italiana. L’unico che tace è proprio Freud: l’analista
prende anch’egli il raffreddore, l’amore
è un male contagioso e non c’è mai a
una vera pace dei sensi (un armistizio?).
Cast sciolto, andante con brio, dal pensoso Giallini alla De Niro a Claudia Gerini che tiene in equilibrio due famiglie
con classe, dal Gassmann in clichè deduttivo, alle tre fanciulle quasi in fiore,
la luminosa Vittoria Puccini e le brave
Anna Foglietta e Laura Adriani.
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1111111111
voto
Moltissimo rumore per
nulla. La gran novità del
film di Stuart Beattle ispirato a una graphic novel,
sarebbe che Frankenstein
è ancora tra noi. La creatura, in cerca di un posto
in società, diventa detective paranormale mediano nella lotta tra il Bene
e il Male. Aaron Eckhart, attore palestrato e indipendente, viene sacrificato sull’altare di un
pacchiano, ripetitivo e infantile fantasy in cui
c’è anche la scienziata innamorata. (m. po.)
7 1111111111
voto
3
40
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
Sport
il sondaggio
La Juventus è stata eliminata dalla Coppa Italia. Secondo
voi Conte ha fatto bene a ricorrere al turn over (A) o,
considerando l’ampio vantaggio in campionato,
doveva far giocare i titolari (B)?
Vota con uno squillo. Chiamata gratuita
A
Ottavi
di finale
Milan
Quarti
di finale
3
Milan
Spezia
1
1
Semifinali
Andata
5/2/14
Ritorno
12/2/14
Udinese
Quarti
di finale
+39 029 475 4852
Roma
Roma
0 Sampdoria
Roma
Udinese 1
3 Juventus
Udinese 2
Inter
B
Cosa fanno gli sportivi una volta finita la carriera? Uno
studio della Federcalcio, datato 2009, rivela che il 61%
degli ex calciatori non ha un’attività lavorativa. Da questo
dato è partita la rinata Gea World per un progetto,
allargato a tutti gli sport. Si chiama Gea Tutor ed è stato
presentato ieri a Roma: curato da un pool di professionisti,
prevede 20 incontri (a domicilio) su temi economici,
Ottavi
di finale
1
1
+39 029 475 4851
Progetto Gea
Il dopo sport
dei campioni
0 Juventus
Finale
0
0 Avellino
3/5/14
Fiorentina 2
Chievo
0
Catania 1
Siena
4
2
Lazio
1
Parma
3
Napoli
Lazio
Fiorentina
oggi
ore 21
Raidue
mercoledì
29/1
ore 20.45
Raiuno
Siena
Napoli
In rosso sono indicate
le squadre che disputeranno
in casa le gare in turno unico
1 Atalanta
CORRIERE DELLA SERA
MILANO — L’Udinese sceglie
la par condicio. Ha eliminato
l’Inter negli ottavi di Coppa Italia (9 gennaio) e ha messo fuori
il Milan, nei quarti, andando a
vincere a San Siro, in rimonta: ai
rossoneri non è bastato il gol di
Balotelli per vivere di rendita e
passare il turno, perché prima
Muriel (rigore) e poi Nico Lopez
hanno capovolto tutto. La partita ha dimostrato che Seedorf ha
buone idee, ma dalla teoria al
campo il passaggio non sempre
è rapido, soprattutto se la squadra non è in grado di sopportare al momento quattro uomini
di attacco; se in fase offensiva
non c’è la necessaria precisione
e se, alla distanza, tende a spegnersi, dopo aver perso le motivazioni della prima volta. Uscire
dalla Coppa Italia significa allontanarsi dall’Europa, mentre
l’Udinese, che in campionato ha
perso le ultime tre partite, agguanta la quinta semifinale della sua storia e stasera conoscerà
il nome dell’avversario (Fiorentina o Siena). Un premio al lavoro di Guidolin che meriterebbe
ben altra considerazione, anche
nei momenti difficili.
Il Milan ha iniziato bene e
chiuso male il primo tempo,
quando ha perso il filo del gioco
e ha lasciato rientrare in partita
l’Udinese. I rossoneri, schierati
con il 4-2-3-1 (Cristante assente per febbre), che è il sistema di
gioco sul quale Seedorf ha deciso di lavorare, hanno trovato
subito il vantaggio, con una volata in contropiede di Birsa sulla
destra, palla in mezzo per Robinho, pallone sfiorato per la
conclusione di Balotelli, secondo gol nello spazio di quattro
giorni. Il Milan ha continuato a
fare gioco, mettendo a disagio
la squadra di Guidolin, ma ha
insistito troppo nella ricerca
A San Siro
L’Udinese non fa
sconti: dopo
l’Inter elimina
anche i rossoneri
Squadra fischiata
Pareggio Il rigore dell’1-1 segnato da Muriel (Forte)
Seedorf non basta
Il Milan ci ricasca
Segna Balotelli, poi la rimonta
Fuori anche dalla Coppa Italia
L’Europa è sempre più lontana
dello sfondamento centrale, finendo per essere sempre murato dai centrali friulani. Gioco a
due tocchi, buon pressing e
buona corsa, molto possesso
palla (68% all’intervallo), ma
non grande pericolosità soprattutto in area, anche se ha costruito un paio di occasioni interessanti. L’Udinese ha comin-
ciato a tirare da lontano, senza
precisione e solo dopo 33’, ha
minacciato per la prima volta
Abbiati (tiro di Allan), che poi
ha dovuto parare anche il tiro di
Muriel, nato da un liscio di De
Jong (nel frattempo Mexès aveva sostituito Zapata, infortunato). Quando Widmer è scappato
via sulla destra, Emanuelson,
più lento di lui, lo ha messo giù
e Muriel ha trasformato il rigore, che ha rinviato tutto alla ripresa.
Il Milan non è riuscito a trovare la vivacità della prima mezz’ora; molti errori individuali,
nei momenti decisivi per sviluppare l’azione e questo ha
consentito all’Udinese di con-
trollare la situazione, arrivando
a costruire una palla-gol con
Lazzari (parata di Abbiati), con
risposta rossonera di Robinho
(uscita avventurosa di Brkic).
Dopo un’ora di partita, con Muriel che ha sprecato una buona
occasione in area, sono arrivati i
primi fischi di San Siro (10.227
spettatori), che ha avvertito il
pericolo della sconfitta, con il
Milan troppo lungo e i quattro
uomini d’attacco lontanissimi
dal resto della squadra. Così la
difesa ha molto sofferto gli attacchi dell’Udinese, che è cresciuto alla distanza, anche nella
corsa e ha avuto un’altra possibilità per il vantaggio con Pereyra. Balotelli ha pensato che
soltanto lui avrebbe potuto risolvere la partita e ha insistito
nelle azioni personali, prendendosi una punizione (fallo di Danilo), che ha costretto Brkic a un
grande intervento. Ma non è bastato. Con il Milan sempre più
spaccato, la partita ha premiato
la scelta di Guidolin di puntare
su forze fresche, cambiando anche il secondo attaccante: fuori
Muriel, spazio a Nico Lopez, che
è volato via, imprendibile, finché alla quinta palla-gol, ha
concluso di sinistro nell’angolo,
per il 2-1 della qualificazione, al
quale il Milan ha opposto una
confusa reazione.
Milan
Udinese
1
2
Marcatori: Balotelli 7’, Muriel (rigore)
41’ p.t.; Nico Lopez 32’ s.t.
MILAN (4-2-3-1): Abbiati 6; De
Sciglio 6, Zapata 6,5 (Mexès 5 36’
p.t.), Rami 5,5, Emanuelson 5 (Abate
s.v. 42’ s.t.); De Jong 5,5, Nocerino
4,5 (Honda s.v. 37’ s.t.); Birsa 6, Kakà
5, Robinho 5; Balotelli 6,5. All.:
Seedorf 5
UDINESE (3-5-1-1): Brkic 6;
Heurtaux 6, Danilo 5,5, Domizzi 6;
Widmer 7, Badu 7, Allan 6, Lazzari 5
(Pinzi s.v. 48’ s.t.), Gabriel Silva 6;
Bruno Fernandes 6 (Pereyra 6 24’
s.t.); Muriel 6 (Nico Lopez 7 30’ s.t.).
All.: Guidolin 7
Arbitro: Guida 6
Ammonti: Lazzari, Heurtaux,
Emanuelson, Birsa, De Sciglio, Danilo,
Honda, Mexès
Recuperi: 1’ più 4’
Fabio Monti
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Giallorossi Città in festa per il successo in Coppa e per l’arrivo di Bastos. Pallotta toglie il bosniaco dal mercato: ieri il no al Paris Saint Germain
La Roma cambia idea, Pjanic è «essenziale» e non si vende più
ROMA - Le idee di Rudi
Garcia, la classe di Miralem
Pjanic, la velocità di Gervinho, la fisicità di Mehdi Benatia e la duttilità del nuovo
arrivato Michel Bastos. È il
cocktail che, battendo la Juve
in Coppa Italia, ha fatto impazzire Roma di gioia. Ingrediente comune: la lingua
francese.
Le storie si sono intrecciate
in Ligue 1. Garcia, a Lilla, ha
avuto ai suoi ordini il brasiliano Michel Bastos (stagione
2008-2009, 37 presenze e 14
gol) e l’ivoriano Gervinho
(dal 2009 al 2011, 67 presenze
e 28 gol). Bastos, trasferitosi a
Lione per 18 milioni di euro,
ha incrociato un giovanissi-
mo ma già promettente Miralem Pjanic, fuggito con la famiglia dalla guerra in Bosnia
e approdato prima a Lussemburgo e poi al Metz.
Su Mehdi Benatia, in esta-
Garcia
Il contratto di Garcia
sarà prolungato
(l’accordo attuale scade
nel 2015) e adeguato
te, ha scommesso forte Walter Sabatini. Garcia e il suo
staff lo ricordavano miglior
giovane della serie B francese,
prima del trasferimento a
Udine, e hanno applaudito.
L’allenatore ha tolto ogni
dubbio sul giocatore, che con
Guidolin aveva sempre giocato in una difesa a 3: «In
Francia e con la nazionale
marocchina ha sempre giocato a 4. Vi accorgerete di quanto è forte».
Radja Nainggolan, nato ad
Anversa da padre indonesiano e madre fiamminga, si intende alla grande, in olandese, con Kevin Strootman, ma
capisce anche il francese, come (quasi) tutti i belgi. C’è
anche un tocco italiano nella
Roma francofona: Federico
Balzaretti ha casa e famiglia a
Parigi: sua moglie, Eleonora
Abbagnato, è étoile dell’Ope-
ra. Ora Balzaretti è ai box per
pubalgia - per questo Garcia
ha ottenuto l’arrivo di Michel
Bastos -, ma pochi gol nella
stagione della Roma sono
stati importanti come quello
segnato da «Balza» nel derby
del 22 settembre. È lì che la
città giallorossa ha cancellato
la finale di Coppa Italia 2013.
Figura centrale della Roma
«alla francese» è comunque
Talento Miralem Pjanic, 23 anni, alla 3ª stagione con la Roma (Ansa)
Miralem Pjanic. Garcia ha
preteso che rimanesse a Roma, per impostare su di lui il
suo gioco (19 presenze in
campionato su 20 partite, una
sola gara saltata per squalifica). Per finanziare il mercato
è andato via Lamela. Ma Pjanic tornerà di nuovo sul mercato, a giugno, visto che nel
frattempo è stato comprato
Nainggolan e che contro la
Juve, per la prima volta, Pjanic è andato in panchina, anche se poi è stato decisivo entrando a 20’ dalla fine?
Garcia lo esclude: «È un
giocatore essenziale per noi,
per la seconda parte della stagione e anche per il prossimo
anno». Il sito dell’Équipe, che
aveva parlato del forte interesse del Paris Saint Germain
sul giocatore, ieri ha confermato i contatti tra le società
ma registrato anche il «no»
della Roma.
L’ordine arriva direttamente dal presidente James Pallotta, che ha chiesto al d.s.
Walter Sabatini di «blindare»
Pjanic. Di più. Bisogna anche
allungare al più presto il contratto con Garcia, che scade
nel giugno 2015. Scontato
l’adeguamento economico ai
livelli di top trainer e confermato, insieme alla piena autonomia nelle scelte tecniche,
il suo «peso» nei programmi
societari. Sarebbe grave perdere Pjanic a giugno, imperdonabile veder partire lui e
Garcia insieme nel 2015.
Luca Valdiserri
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Sport 41
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
professionali, personali e medici. Costo: 7.000 euro. Pochi
per professionisti del pallone, tanti per gli sport cosiddetti
minori. Per questo si cercano sinergie con Federazioni e/o
sponsor. Perché è rimasta nel mito la frase di George Best
«ho speso migliaia e migliaia di sterline in donne e alcol, il
resto l’ho sprecato», ma vedere la fine che ha fatto
Paul Gazza Gascoigne è la faccia dura della realtà.
Fiorentina
derby
con il Siena
(a.b.) Non ci sono né Rossi, né Gomez e neppure Alessandro Matri.
La Fiorentina affronta il derby di Coppa Italia contro il Siena senza
attaccanti, così Montella sceglie Ilicic falso nove con Cuadrado e
Joaquin sulle fasce, lo stesso tridente usato contro il Torino due
domeniche fa. Bocciati, o perlomeno rimandati, i giovani Rebic e
Matos che si accomoderanno in panchina. «Ci aspetta una partita
insidiosa», avverte l’allenatore viola che limita il turnover: in difesa
spazio a Compper accanto a Gonzalo Rodriguez, a centrocampo
torna Aquilani e farà il regista al posto di Pizarro (Ambrosini è
squalificato)con Mati Fernandez e Borja Valero interni. E sul
mercato l’Aeroplanino ha le idee chiare: «Ci servirebbe un
difensore». Non sarà Burdisso finito al Genoa con lo juventino
Marco Motta. Resta viva la pista Dainelli. Vecino verso Cagliari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tecnico rossonero
Il pasticcio Bianconeri furiosi dopo la farsa del mancato accordo, i nerazzurri frastornati cercano un rimedio
«I miracoli
non si fanno
Serve tempo»
Scontro frontale
MILANO — «Resto
ottimista. Possiamo
migliorare la
situazione». Il Milan
resta con il baco ma
Seedorf ci crede: «I
miracoli non si fanno, ho
detto ai ragazzi di restare
fiduciosi. L’entusiasmo
dei primi giorni ha
aiutato, ora siamo
tornati a vivere la
situazione per quello che
è. L’obiettivo è dare al
Milan un progetto: con il
lavoro le buone cose
verranno fuori...». E il
mercato Milan, come si
muoverà? «Queste
domande le dovete fare a
Galliani... In questo
momento io ho bisogno
di tutti, non è né bello né
giusto parlare di
mercato».
Più virus che antivirus,
per ora. Sotto i fischi di
San Siro il Milan fallisce
l’approdo alla semifinale
di Coppa Italia. Se questa
era «la via meno tortuosa
per restare in Europa»
(Tassotti dixit), la
missione è fallita.
Lontanissimi dalla vetta
in campionato e con
l’ostacolo Atletico
Madrid da superare negli
ottavi di Champions, i
milanisti rischiano di
restare fuori dalle coppe
il prossimo anno. Un
danno economico e di
immagine pesantissimo,
rischio che certamente
manderà su tutte le furie
il presidente Berlusconi.
Vero è che finora Seedorf
ha lavorato soprattutto
sulla testa dei giocatori
per motivarli e ritrovare i
vecchi valori del Milan,
ma la prestazione
orribile di ieri apre
inquietanti interrogativi.
A otto giorni dalla
chiusura del mercato,
l’obiettivo è sfoltire la
rosa. Ceduto Matri
all’inizio del mese,
soprattutto per ragioni
di bilancio (l’obiettivo
primario era quello di
evitare la corresponsione
della mensilità di
gennaio: l’ex juventino
guadagna 2,6 milioni di
euro), oltre a Niang e
Vergara in uscita restano
Zaccardo (che interessa
al Besiktas) e forse
Nocerino (fischiatissimo
ieri all’uscita dal campo)
per il quale sono giunte
offerte dal West Ham e
dal West Bromwich.
Difficile che si muova in
questa finestra di
mercato Sulley Muntari
che (già cliente di On
international, la società
di Seedorf che si occupa
della fornitura di servizi
ai giocatori) ieri ha
dedicato parole di
grande stima verso il
nuovo allenatore definito
«meraviglioso
professionista e grande
uomo». Chi tace è Allegri
che ieri all’evento
organizzato dalla Gea a
Roma ha dribblato le
domande scomode:
«Esonero? Non parlo».
Monica Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Juve, Marotta all’attacco
«Un club poco serio
basta trattare con loro»
Inter, prove di disgelo
Thohir chiama Agnelli
Mazzarri vuole Vucinic
«Non dico che provo sofferenza,
però non avrei voluto essere qua».
Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus è entrato nel
calcio che aveva ancora i pantaloni
bianchi da tirare fuori che è già estate (copyright Claudio Baglioni) e
non ancora la grisaglia d’ordinanza.
Non ama la polemica e quando ha
dovuto adeguarsi al Barnum della
serie A, sappiamo che l’ha fatto a
malincuore. Ma la faccenda è veramente «sconcertante» e qualcuno
deve fare il lavoro sporco perché «in
trent’anni non ho mai visto un giocatore che svuota il suo armadietto,
prende le sue cose, segno che una
trattativa si è conclusa, e invece si
trova in una situazione incresciosa
come questa».
Tocca a Marotta esprimere la rabbia bianconera. Con un andamento
dolente, «perché non siamo riusciti
a capire cosa sia successo all’Inter».
«Abbiamo definito sconcertante il
loro comunicato perché conteneva
situazioni false. Devo tutelare l’immagine della Juventus e anche quella di Guarin e Vucinic, tirati in ballo
in modo scorretto, protagonisti loro
malgrado di questa triste vicenda. Il
comunicato nerazzurro è infondato
e lesivo: hanno scritto di non poter
procedere nella trattativa. In realtà
la trattativa era già stata definita in
un accordo verbale con il direttore
generale Marco Fassone. Nel mondo
del calcio e nella vita in generale, ci
sono regole non scritte, ma che devono essere rispettate. Martedì il
presidente Agnelli ha cercato più
volte di mettersi in contatto con
Thohir e alle 10.48 ha ricevuto un
sms di conferma. Oltre tutto si è
mancato di correttezza nei confronti
dei calciatori». Marotta, poi, chiosa
le dichiarazioni di Fassone: «Si rifà a
motivazioni di carattere ambientale.
Trovo molto strano che si parli di
questo nel trasferimento dei calciatori». Traduzione: siete un’azienda
privata o un circolo dove conta il parere vincolante del tifoso vip di turno o degli ultrà?
La ricostruzione: «Non abbiamo
puntato la pistola alla tempia di nessuno. È stata l’Inter, il 31 dicembre a
chiederci di parlare con Vucinic.
Non c’era la possibilità di un accor-
MILANO — Alla Juventus sono furiosi, all’Inter frastornati. Ma il disgelo tra le società protagoniste del pasticciaccio brutto è cominciato attraverso due telefonate intercontinentali partite dal cellulare di Erick Thohir
e indirizzate a Andrea Agnelli. Tenetevi forti: i nerazzurri vogliono ancora Mirko Vucinic. Il mercato è un
grande gioco e ogni giorno riserva
una sorpresa. Le brevi conversazioni
tra i due presidenti hanno riaperto il
canale, ma non certo sanato la questione. «Al momento non ci sono le
condizioni affinché Mirko possa andare all’Inter», ha spiegato con chiarezza Giuseppe Marotta a.d. dei bianconeri. Thohir deve fare di più: deve
chiedere scusa alla Juventus e al suo
presidente, o perlomeno spiegargli di
persona le motivazioni di un dietrofront improvviso a giochi ormai fatti.
Agnelli è prudente. Ha apprezzato
il gesto di Thohir, che ha fatto il primo passo, come è logico che sia, ma
non si fida dell’imprevedibile magnate di Jakarta. Per arrivare al centravanti montenegrino, vero
obiettivo di Mazzarri, il presidente dell’Inter dovrà essere
convincente e non sbagliare le
mosse. Domenica è atteso a San
Siro e nel blitz italiano metterà
in scaletta un incontro con il
presidente della Juventus. Mazzarri del resto sta spingendo per
Deciso
«Dicono
di aver
fermato la
trattativa.
Ma era
conclusa»
Pistola
«Loro ci
hanno
cercato.
Nessuna
pistola alla
tempia»
do economico e abbiamo individuato, su loro iniziativa, Guarin come
contropartita. Ci siamo inventati un
baratto». Ora la Juve è preoccupata
del recupero del montenegrino, che
va difeso: «Vucinic è un professionista esemplare che ha contribuito in
modo determinante alla conquista
di due scudetti, con 35 presenze nel
2011-12 e ben 43 nel 2012-13, con
24 gol. A dimostrazione della sua totale integrità fisica». Su questo argomento il procuratore di Vucinic,
Lucci, ha annunciato querele. «Mai
pensato di dare un pacco — ha aggiunto Marotta — da noi gioca di
meno perché ora ha trovato maggiore concorrenza».
Conclusioni? «Mi guardo bene dal
trattare ancora con loro. Non sono
seri e a oggi non esistono elementi
concreti per il trasferimento di Vucinic all’Inter. Per rimettersi a un tavolo bisogna che Thohir chiami Agnelli e dia delle spiegazioni». Quelle di
ieri non sono bastate. La vicenda ha
spedito in un cono d’ombra la
sconfitta con la Roma, che
però, non sarà indolore.
Nell’ambiente bianconero
c’è la sensazione di aver
buttato via la terza Coppa
Italia consecutiva.
Roberto Perrone
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Delusione
Mirko Vucinic. In
alto Erick
Thohir (Ramella, Ansa)
Rabbia Fredy Guarin, in alto il
presidente della Juventus Andrea
Agnelli (Ansa, Eidon)
Tensione
Il tecnico
insiste
ma sul
bomber
c’è anche
l’Arsenal
Saluti
Piaceva
Diamanti
che oggi
andrà
da Lippi
in Cina
lo juventino, che corteggia dai tempi
di Napoli. L’allenatore è deluso dalla
piega che ha preso la trattativa e se le
cose non cambieranno, a fine stagione potrebbe decidere di andarsene.
A Torino restano su posizioni rigide. «Vucinic vale 15 milioni», fanno
sapere. L’Inter potrebbe chiederlo in
prestito oneroso da tre milioni con
diritto di riscatto fissato a nove. Difficile che nell’operazione possa entrare
Guarin. Al momento Agnelli e Thohir
hanno soltanto parlato brevemente
della punta. Ma entrambi i giocatori,
protagonisti dello scambio fantasma,
sono provati e con le pile scariche.
Vucinic ieri ha incontrato la dirigenza
bianconera in sede (oltre ad Agnelli e
Marotta, presenti anche il d.s. Paratici e Pavel Nedved) per oltre due ore.
«Non lo abbandoneremo», ha assicurato lo stesso Marotta. Il montenegrino ha chiuso la sua esperienza alla Juve: ha avuto due giorni di riposo e da
qui al 31 gennaio i dirigenti gli troveranno una sistemazione. Vucinic
vuole l’Inter (accordo triennale da tre
milioni netti a stagione), la società
valuterà anche eventuali piste inglesi, Arsenal e Tottenham. Guarin si
trova nella stessa condizione del collega. Ieri ha disertato la Pinetina e altrettanto farà oggi. L’Inter proverà a
cederlo. C’è un’ipotesi che possa andare alla Juve a fine stagione. Ma dovrebbe trascorrere sei mesi da separato in casa. Il Napoli è una pista che
per adesso non scalda nessuno e che potrebbe diventare concreta soltanto se
De Laurentiis trovasse un accordo con il Tottenham per lo scambio Capoue-Pandev. L’Inter offrirà il
colombiano alla Lazio per Hernanes,
ma nel discorso con i biancocelesti
potrebbe entrare soprattutto Mauro
Icardi. Guarin piace al Manchester
United, magari in cambio del Chicarito Hernandez.
Nei piani nerazzurri, alla ricerca
di un centrocampista di qualità,
era entrato anche Diamanti.
Alino, però, è a un passo dal
Guangzhou di Marcello Lippi: 5 milioni a lui per tre anni,
9 al Bologna. Oggi l’affare diventerà ufficiale.
Alessandro Bocci
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Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Scommesse Interrogato a Cremona l’ex centrocampista del Bari: indica una trentina di gare su cui ha vinto, ma solo «per caso»
Bellavista: «Io un corruttore fallito»
«Masiello si è inventato l’autogol», poi inguaia Spadaro e Signori
DALLA NOSTRA INVIATA
CREMONA — «C’ho provato
molte volte a corrompere calciatori, ma non ci sono riuscito.
Andrea Masiello, per dire: c’è
stato un periodo che lo martellavo tutte le settimane. Si capisce anche dalle intercettazioni
che non ci riesco: ai giocatori
del Bari do dei coglioni perché
in Milan-Bari c’erano tutte le
condizioni per far uscire un
over 3,5 che sarebbe stato gradito agli zingari. E invece non
sono stati capaci di fare nemmeno quello, pareggiano 1-1».
Così, con un filo di rammarico residuo, parlò (Antonio)
Bellavista dopo oltre due anni
di silenzio (per inciso Masiello
poi le partite le vendette ma
non a lui, «gli zingari non mi
hanno ritenuto all’altezza»). In
sei ore e mezzo davanti al pm di
Cremona Roberto Di Martino,
l’ex capitano del Bari, accompagnato dall’avvocato Massi-
La storia
Chi è
Al Bari
Antonio Bellavista, 36 anni,
è stato il capitano del Bari,
squadra nella quale ha
giocato in tre periodi diversi,
l’ultimo dei quali dal 2000 al
2008
L’inchiesta
Il 1 giugno 2011, Bellavista
viene coinvolto, insieme ad
altri calciatori, in una vasta
inchiesta su partite pilotate
e calcioscommesse, e viene
condotto nel carcere di
Cremona
mo Chiusolo, ha provato a recuperare il tempo perso. E a
chiarire. Ha fornito 3-4 nomi di
giocatori che hanno venduto
partite, ma di serie minori (saranno presto indagati). Ha indicato una trentina di gare su
cui ha scommesso e vinto dopo
aver orecchiato qualcosa senza
sapere però se si trattasse di
combine, tra cui Lazio-AlbinoLeffe di Coppa Italia, AlbinoLeffe-Ancona o Siena-Sassuolo,
per la quale in un’intercettazione diceva di voler sentire Antonio Conte. «Non l’ho mai fatto
poi. Volevo sondare il Siena
perché Erodiani attraverso
Quadrini sapeva che il Sassuolo
era disposto a perdere». Ha
contribuito ad aggravare la posizione del gruppo dei bolognesi, tanto che il pm pensa di
risentire Beppe Signori. Poi
Bellavista ha descritto se stesso: «Ero il collante, facevo da
interfaccia tra gli zingari prima
e Spadaro poi, e i giocatori che
avrei dovuto corrompere».
Dagli inquirenti l’ex centrocampista del Bari viene considerato un crocevia importante
di tanti traffici illeciti. Compare
un po’ dappertutto nelle carte
dell’inchiesta. Scriveva il gip
Guido Salvini che «aveva contatti con Signori e con il gruppo
degli zingari». E che «è stato
proprio lui a presentare a Gecic
e Ilievski, Salvatore Spadaro,
Zingari e combine
«La proposta degli zingari
era allettante. Ho provato
a combinare risultati, ma
non ci sono riuscito»
Sospetti Masiello dopo l’autogol in Bari-Lecce del 2011 (Ansa)
Il talento ucraino è lo showman che l’atletica mondiale vorrebbe affiancare al fenomeno Bolt
Bondarenko, gigante da record
«A Formia per volare più in alto»
Il campione del mondo sfida Sotomayor: «2,50 m? Si può»
FORMIA — Di fronte alla Scuola
nazionale di Atletica leggera che fu
casa di Pietro Mennea e Sara Simeoni il mare di piombo disegna confini
malinconici: pioggia a catinelle, la
pista deserta, i vialetti del centro di
preparazione olimpica voluto da
Bruno Zauli regalano un’istantanea
dell’inverno. Dalla mensa escono
due giganti, padre e figlio, allenatore e atleta, ospiti arrivati dall’Ucraina in onore a quello scambio di favori che la Fidal ha deciso di intraprendere per condividere conoscenze tecniche e metodi di preparazione

Come a casa
«In Italia sto bene»
Il padre-coach:
«L’Ucraina è ancora
lontana dall’Europa»
di alto livello: Bohdan Bondarenko,
il campione del mondo di Mosca
2013 del salto in alto, l’uomo che più
si è avvicinato al vecchio (1993) record del mondo che il cubano Sotomayor (2,45 m) stabilì a Salamanca,
prepara in Italia il suo assalto al cielo: «Ottima pedana, ottime persone,
ottima organizzazione: meglio non
potevo progettare la mia stagione».
Atleta dell’anno per la rivista
Track&Field, il vangelo dell’atletica
a stelle e strisce, Bondarenko è
esploso la scorsa stagione, migliorando il personale di 10 cm e tentando più volte l’assalto a uno dei più
vecchi primati dell’atletica mondiale: «D’inverno ero stato fermo per
diversi problemi fisici, poi ho potuto preparare bene la stagione all’aperto. Forse è un po’ per scaramanzia, ma anche quest’anno salterò le indoor, visto come è andata…».
Bondarenko è già pronto per la ribalta mediatica, personaggio che il
mondo dell’atletica potrà spendere
sul palcoscenico della popolarità. Lo
scorso anno a Londra chiese di saltare 2,47 m e tutti a chiedersi perché
si voleva complicare la vita andando
2 cm più in su di Sotomayor: «Perché 247 è il codice digitale per aprire
la porta di casa mia… il primo nu-
In volo
Bohdan
Bondarenko,
24 anni, oro
mondiale in
carica. Ha un
personale di
m 2.41 (Ap)
mero che mi venne in mente. Uno
come Bolt dobbiamo tenercelo
stretto, traghetta un messaggio simpatico, vincente dell’atletica. Io vorrei vedere il mio sport tutti i giorni
in tv, avere una divisa piena di marchi di sponsor, poter far diventare
economica la mia immagine… ».
A Formia per… «Lo scorso anno
mi sono allenato per migliorare il
mio personale (2,31 m), questa volta
tutto è fatto per migliorare il record
del mondo. Dove si può arrivare?
Credo che 2,50 sia una misura attaccabile. A Mosca in gara ho saltato un
2,35 incredibile, era altissimo! No,
per scaramanzia non l’ho fatto misurare al video, ma quel salto poteva
valere il record del mondo».
Programmi e sogni sono lì a por-
tata di mano: «Dopo il 2013 sono un
atleta felice. Obiettivi? Vincere
un’Olimpiade migliorando il record
del mondo. La mia stagione sarà focalizzata su Diamond League (sarà al
Golden Gala di Roma il 6 giugno
ndr), Europei di Zurigo e Coppa del
mondo, alle gare inizierò a pensare a
maggio». Con qualche difficoltà
quando sarà tornato a casa: «A
Kharkiv, la mia città,
esiste solo il calcio.
Quando lo stadio del
Metalist è chiuso non
posso allenarmi: l’ultima volta che facevo degli addominali sul prato sono stato cacciato
perché rovinavo l’erba… Capito perché sto
bene qui a Formia?».
L’eco della protesta
ucraina arriva ovattato,
Bohdan vuole solo saltare e allora ci pensa
papà Viktor a tenersi
informato: «Credo che
prima di chiedere all’Europa di accoglierci,
l’Europa ce la dobbiamo costruire dentro
casa. Dobbiamo prima
crescere e imparare a
parlare la stessa lingua:
non dobbiamo chiedere, dobbiamo prepararci». Nostro signore delle altezze ascolta e impara la lezione: «È una
fortuna avere un padre
allenatore, soprattutto se non ti
mette fretta». Volere volare, il suo
slogan. Buona fortuna, Bohdan:
«Buongiorno! È la prima parola
straniera che ho imparato, nel 2005
a Lignano Sabbiadoro, la mia prima
gara fuori dall’Ucraina. Diciamo che
l’Italia è un po’ la mia seconda casa».
Valerio Vecchiarelli
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Tennis
Sci
Federer rinasce a Melbourne
In semifinale duello con Nadal
Maratona a Cortina e Kitzbuehel
Il Coni definisce le quote per Sochi
MELBOURNE — A volte ritornano. Un Roger Federer in
gran spolvero supera Andy Murray (6-3, 6-4, 7-6, 6-3) e si
qualifica per la semifinale, dove assisteremo a un revival:
la sfida con Rafa Nadal, uscito vincente dal corpo a corpo
con il bulgaro Dimitrov (3-6, 7-6, 7-6, 6-2). Reduce da un
2013 deludente, affiancato da Edberg a Melbourne, il
32enne fuoriclasse svizzero è tornato a brillare: con Nadal
sarà il capitolo numero 33 (22-10 per lo spagnolo). Roger è
alla 11a semifinale di fila agli Australian Open, che ha vinto
quattro volte. L’altra semifinale è Berdych-Wawrinka. Tra
le donne, fuori la Azarenka, semifinali Bouchard-Li e
Cibulkova-Radwanska. Errani-Vinci in finale nel doppio.
Dopo gli annullamenti per le abbondanti nevicate, Cortina
ospita una lunga maratona rosa: oggi supergigante (ore
10.15), domani discesa (ore 10.15) sabato altra discesa
(ore 10,15) e domenica ancora un supergigante (ore 12).
Molte gare ma indispensabili: sono infatti prove decisive
non solo per la Coppa del Mondo ma soprattutto per
l’Olimpiade di Sochi (al via il 7 febbraio): per i Giochi
molte nazionali devono ancora definire le squadre. A tal
proposito ieri il Coni, su indicazione della Fisi, ha definito
le seguenti quote: alpino 14 atleti, fondo 16. Gli uomini
sono in Austria, a Kitzbuehel: domani slalom (ore 12 e 17),
sabato discesa, domenica superG della supercombinata.
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che offriva loro, in cambio di
somme di circa 600 mila euro,
di combinare alcune partite di
A, nell’ambito delle quali era
già stato predisposto un potenziale accordo corruttivo, pronto
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a essere sancito, con dirigenti e
calciatori». Ecco: a dirigenti e
calciatori avrebbe dovuto pensarci Bellavista. Però sostiene
di non essere mai riuscito nell’intento. «Io ero un forte scommettitore e la proposta degli
zingari era allettante. Ma erano
tipi particolari: volevano incontrare i giocatori prima delle
partite. Un metodo discutibile,
nessun calciatore vuole espor-
si. Ecco perché qua ci sono tanti
tentativi di corruzione, ma pochi fatti». Bellavista nega di sapere qualcosa di Lazio-Genoa
(«Pensavano c’entrassi perché
ero all’Una Tocq Hotel quando
c’era Milanetto, ma io ero lì per
gli zingari») e Lecce-Lazio. Nega di aver pagato Masiello 20
mila euro per Cesena-Bari:
«Non li avevo nemmeno, avevo
appena perso molto per la
scommessa su Inter-Lecce. Masiello non è attendibile, si è inventato di aver provocato l’autogol in Bari-Lecce per ottenere
sconti alla giustizia sportiva».
Bellavista non sembra pentito, ma ha un cruccio. «Mi resta
il grande rammarico di non
aver scommesso su BresciaLecce e Palermo-Napoli, partite
che Spadaro ha fatto con i bolognesi». Ecco, Spadaro è un po’
più nei guai ora: Bellavista dimostra di crederlo un tipo affidabile, non un millantatore come invece «il vecchietto» vorrebbe farsi passare. «Non ti
puoi inventare il risultato di
Brescia-Lecce, due squadre che
lottano per salvarsi». Proprio
un peccato non averci puntato.
Arianna Ravelli
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Querelato l’ex corridore
«Cerca solo popolarità»
Il ciclismo respinge
le accuse di Di Luca
Danilo Di Luca, detto il Killer, ha sparato la sua ultima
cartuccia. Anzi, ha svuotato un intero caricatore di accuse e
fango contro il ciclismo. Ma le reazioni all’intervista a «le
Iene» dell’ex corridore abruzzese (radiato dal Coni lo scorso
dicembre dopo tre squalifiche per doping) sono state
furibonde. Di Luca aveva affermato che «il novanta per
cento dei partecipanti al Giro d’Italia fa uso di doping» e
che è «impossibile arrivare nei primi dieci senza doparsi».
Impegnato al Tour de San Luis in Argentina, Vincenzo
Nibali, l’ultimo trionfatore del Giro, ha replicato così sulla
Gazzetta dello Sport: «Danilo è alla
frutta e non sa più cosa inventarsi pur
di guadagnare quattro spiccioli. È
stato un mio buon compagno di
squadra, adesso mi sembra un po’
i controlli
confuso». Il presidente della
antidoping sui
Federciclismo, Renato Di Rocco,
ciclisti al Giro
e l’Associazione corridori
d’Italia effettuati
professionisti italiani hanno parlato
dall’organizzazione della corsa di gravissimi danni di immagine da
parte di un «uomo alla ricerca di
con la
spasmodica popolarità» e
collaborazione
preannunciato azioni legali. La
dell’Unione
Procura antidoping del Coni ha
ciclistica
convocato per l’ennesima volta l’ex
internazionale e
atleta. Difficile che ne ricavi qualcosa:
della Wada. Una
quando si affacciò a Roma per
rete per la quale
vengono investiti giustificare la sua ultima positività
all’Epo, Di Luca declinò a malapena
quasi 450 mila
le sue generalità. Contro la tesi
euro
catastrofista dell’abruzzese depone
proprio il modo in cui lui è stato
smascherato al Giro 2013. Per provare a farla franca, Di
Luca firmò il suo tesseramento alla vigilia della gara
(risultando disoccupato aveva evitato controlli a sorpresa
durante l’inverno) e si dopò con quelle micro dosi di
eritropoietina che, secondo molti scienziati del doping,
non sarebbero rilevabili ai controlli. Risultato: fu scoperto
al primissimo test e cacciato dalla corsa. Per tutelare il Giro
d’Italia, con la collaborazione dell’Unione ciclistica
internazionale e della Wada, Rcs Sport tende una rete di
seicento controlli investendo quasi 450 mila euro. Dietro ai
veleni di Di Luca c’è una situazione economica e personale
critica. L’abruzzese voleva restare nel ciclismo per ripagarsi
i pesanti investimenti in un’attività commerciale e, dopo la
squalifica, è stato anche lasciato dalla moglie. Ora torna in
prima pagina, diffamando i suoi ex colleghi ma non
facendo i nomi dei medici che l’hanno aiutato a doparsi.
Ammette solo una cosa: non ha mai usato Viagra in corsa.
Sussulto etico? No, motivi tecnici: secondo lui la pillolina
blu non migliora le prestazioni in bici.
600
Marco Bonarrigo
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44
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
La vita ci pone talvolta di fronte a prove incomprensibili.- Il nostro abbraccio accompagni voi, le
vostre famiglie e chi vi ha voluto bene in questo
ultimo viaggio.- Unite in un dolore immenso le
Bcc della Federazione Toscana ricordano con affetto l'amico
avv. Lamberto Albuzzani
la moglie
Maria Angela Bellini
ed il figlio
Marco Albuzzani
- Firenze, 22 gennaio 2014.
Partecipano al lutto:
– La Federazione Toscana Banche di Credito
Cooperativo.
– La Banca Apuana Credito Cooperativo.
– La Banca Area Pratese Credito Cooperativo.
– La Banca CRAS Credito Cooperativo Chianciano Terme - Costa Etrusca - Sovicille.
– La Banca del Mugello Credito Cooperativo.
– La Banca del Valdarno Credito Cooperativo.
– La Banca dell'Elba Credito Cooperativo.
– La Banca della Maremma Credito Cooperativo di Grosseto.
– La Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo.
– La Banca di Cascina Credito Cooperativo.
– La Banca di Credito Cooperativo di Impruneta.
– La Banca di Credito Cooperativo di Masiano.
– la Banca di Credito Cooperativo di Montepulciano.
– la Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano.
– La Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve.
– La Banca di Credito Cooperativo di Signa.
– La Banca di Credito Cooperativo di Vignole e
Montagna Pistoiese.
– La Banca di Pescia Credito Cooperativo.
– La Banca di Pistoia Credito Cooperativo.
– La Banca di Saturnia e Costa d'Argento Credito Cooperativo.
– La Banca Valdichiana Credito Cooperativo
Tosco-Umbro.
– La Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana
Credito Cooperativo.
– La Bancasciano Credito Cooperativo.
– La ChiantiBanca Credito Cooperativo.
– Il Credito Cooperativo Valdarno Fiorentino
Banca di Cascia.
– Il Credito Valdinievole Banca di Credito Cooperativo di Montecatini Terme e Bientina.
– La Crediumbria Banca di Credito Cooperativo.
– La VIBanca - Banca di Credito Cooperativo di
S. Pietro in Vincio.
Il Presidente Paolo Mieli e l'Amministratore Delegato Laura Donnini con tutta RCS Libri partecipano al dolore di Gianrico Carofiglio per la perdita del padre
Nicola Carofiglio
- Milano, 22 gennaio 2014.
Massimo Turchetta e gli amici della casa editrice Rizzoli si uniscono affettuosamente al dolore
di Francesco, Gianrico e della famiglia per la
scomparsa del padre
Nicola Carofiglio
- Milano, 22 gennaio 2014.
Partecipano al lutto:
– Sebastiano Caccialanza.
– Giovanna Canton.
– Francesca Cinelli.
– Luisa Colicchio.
– Annamaria Guadagni.
– Filippo Guglielmone.
– Michele Rossi.
– Luca Ussia.
– Marcello Vena.
Rosaria abbraccia con affetto Gianrico e Francesco e partecipa al dolore della loro mamma nel
triste giorno della scomparsa di
Nicola Carofiglio
- Milano, 22 gennaio 2014.
La casa editrice Piemme partecipa con affetto
al dolore di Francesco Carofiglio per la scomparsa del papà
Nicola
- Milano, 22 gennaio 2014.
Ci ha lasciati
Ivan Tradigo
Ne danno il triste annuncio il figlio Massimiliano,
la sorella Patrizia e tutti i nipoti.
- Luino, 20 gennaio 2014.
Sandra, Alberto con Nadia, Chiara con Guido
annunciano con tristezza la repentina perdita del
loro amato
Ettore Piccoli
Ha sempre avvolto tutti i suoi cari in un forte e
caldo abbraccio.- Ringraziano il dottor Pulici per
la sua affettuosa amicizia e professionalità.
- Milano, 21 gennaio 2014.
Partecipa al lutto:
– Bona Schmid.
Gaia e Kirill ricordano con affetto il loro
Antonio e Gianfranco D'Amato con tutto il management del gruppo Seda partecipano commossi al grave lutto che ha colpito la famiglia
Marson per la scomparsa del caro
Dott. Paolo Giuseppe Marson
ricordandone le doti umane e professionali.
- Arzano, 22 gennaio 2014.
I colleghi del gruppo Seda sono vicini con affetto alla famiglia Marson in questo momento di
grande dolore per la perdita del caro
Dott. Paolo Giuseppe Marson
Claudio Abbado
Amico caro di una vita e compagno meraviglioso
di tanta musica insieme.- Un abbraccio affettuosissimo a Daniele ed Alessandra e a tutti da Giulio, Pina, Luca Franzetti.
- Milano, 22 gennaio 2014.
Le Edizioni Curci con Tilde, Cristina e Alfredo
Gramitto Ricci ricordano commossi la vita e l'arte
del
Maestro
Claudio Abbado
nonno Ettore
un amico, di cui ricorderanno sempre l'allegria,
la disponibilità e la professionalità.
- Arzano, 22 gennaio 2014.
ed esprimono profondo cordoglio per la sua
scomparsa. - Milano, 22 gennaio 2014.
La sorella Giannina con la famiglia esprime il
suo dolore per la scomparsa del fratello
Dott. Paolo Giuseppe Marson
Partecipano al lutto:
– Laura Moro.
– Claudio Sedini.
e le belle ore passate nella natura all'amato lago.
- Milano, 21 gennaio 2014.
- Monteggia, 22 gennaio 2014.
Ettore Piccoli
rimarrà sempre nei nostri cuori come esempio di
professionalità ed umanità.- I colleghi dell'Amministrazione Seda. - Arzano, 22 gennaio 2014.
Le amiche Cesarina, Elena, Maria Rosaria, Teresa, Wanda si stringono con affetto a Sandra e
famiglia nel dolore per la perdita del carissimo
Paolo e Marie Regoli sono vicini a Giada e alla
famiglia Marson con affetto per la perdita del caro
Ettore
Paolo
- Milano, 23 gennaio 2014.
- Roma, 22 gennaio 2014.
Gian Paolo Pera ricorda con nostalgia l'amico
e collega
È mancato all'affetto dei suoi cari lasciando un
grande vuoto l'
Dott. Ettore Piccoli
avv. Sisto Buonaura
e insieme a Ninetta è vicino con affetto a Sandra
e famiglia in quest'ora dolorosa.
- Milano, 22 gennaio 2014.
Annamaria, Bruno e Claudia con Barbara si
stringono affettuosamente a Sandra, figli e nipoti
nel ricordo dell'amico di una vita
Lo piangono Luisa, Davide, Lino, Gloria, Sofia.
- Milano, 22 gennaio 2014.
Andrea e Maria Corrado, con Diego, Alessandro e Simone piangono la scomparsa di
Sisto
dott. Ettore Piccoli
e abbracciano affettuosamente Luisa, Lino e Davide. - Milano, 22 gennaio 2014.
Lisa Perotti partecipa commossa al dolore di
Sandra, Chiara ed Alberto per la scomparsa di
Rosa, Sebastiano ed Alessandro Santovito sono
vicini a Luisa, Lino e Davide per la perdita del
caro amico
- Milano, 22 gennaio 2014.
Ettore Piccoli
- Milano, 22 gennaio 2014.
Puni Gianarmando Maddalena abbracciano i
Bodini tutti nel ricordo dolcissimo della grande
Coronina
- Milano, 22 gennaio 2014.
Alberto e Stefania con Pierandrea, Micòl e Samantha abbracciano con l'amicizia e l'affetto di
sempre Alberto, Laura e famiglia nel ricordo della sua fantastica mamma
Coronina
- New York, 22 gennaio 2014.
Luciano e Josy partecipano al dolore dell'amico
Alberto per la perdita dell'adorata madre
Coronina
- Milano, 22 gennaio 2014.
Siamo vicini al dolore della famiglia per la perdita della cara
Coronina
Luigi e Mara Cipani.
- Milano, 22 gennaio 2014.
avv. Sisto Buonaura
esempio di umanità e di correttezza professionale. - Milano, 22 gennaio 2014.
Antonio Cavazzana partecipa al dolore della
famiglia per la scomparsa del
Dott. Gian Alberto Saporiti
ricordandone la sua guida umana.
- Paderno Dugnano, 22 gennaio 2014.
Rosario Bifulco ricorda con affetto l'amico
Gian Alberto
Emanuele, Gianna, Elisabetta, Francesco e
Giulia sono vicini ad Ivo per la perdita di
Daniela Chersan
sposa dolcissima, amica incomparabile, professionista qualificata.- Di lei ricorderemo sempre il
sorriso trasparente, pregando il buon Dio di accoglierla tra le sue braccia e sostenere Ivo, i parenti e gli amici. - Novara, 23 gennaio 2014.
La nostra cara mamma e nonna
Irene Crippa Brivio
ci ha lasciati ed ha raggiunto i suoi cari.- Lo annunciano con grande tristezza Giovanni con Tiziana e Andrea, Mariapia, Fiorenzo con Cinzia,
Giulia e Gianluca. - Milano, 22 gennaio 2014.
Dott. Aldo Salpietro
Lo annunciano con immenso dolore la moglie
Adriana, i figli Silvia, Claudio, Laura e i nipoti
Luca, Martina, Marco, Marina, Alessandro.- I funerali saranno celebrati venerdì 24 gennaio nella
chiesa di San Giovanni in Laterano.
- Segrate, 22 gennaio 2014.
Diana Guido Andrea Annalisa Sabrina Paolo
Barbara Tommaso Giuseppe Jessica ricordano il
sorriso e la serenità di
Agnese Scozzaro
e si uniscono all'improvviso dolore di Paolo dei
piccoli Alberto, Sofia ed Irene e della mamma e
fratello di Agnese. - Milano, 22 gennaio 2014.
Tetraxial Srl si stringe al dolore della famiglia
per la perdita del caro
Mamiliano Dini
- Milano, 21 gennaio 2014.
La famiglia Frigerio ringrazia tutti coloro che
con le varie manifestazioni di affetto e cordoglio,
hanno dimostrato sincera amicizia e partecipazione al loro lutto per la perdita della cara
Teresa Ballerini
- Meda, 23 gennaio 2014.
Santa Messa in ricordo del
Prof. Gaetano Torri
verrà celebrata venerdì 24 gennaio alle ore 19
presso la chiesa di Santa Maria Segreta, Milano.Ciao Gae ti pensiamo sempre.- Anna Francesca
Michele Niccolò. - Milano, 23 gennaio 2014.
2009 - 2014
antico punto di riferimento nella vita professionale. - Milano, 22 gennaio 2014.
Cavaliere
Filippo Forte
È tornato alla casa del Padre
Vincenzo Maio
di 87 anni.- Danno il triste annuncio la moglie
Palmina Regonesi, il figlio Paolo, parenti ed amici
tutti.- I funerali in Milano il 23 gennaio ore 14.45
presso la chiesa del Sacro Cuore in Ponte Lambro, via Parea - Milano.- Il suo amore ed il suo
sorriso resteranno sempre con noi.
- Milano, 20 gennaio 2014.
Corona Visconti Bodini
Partecipano al lutto:
– Clara e Paolo Alemanni.
– Adriana e Cesare Coccìa.
– Valeria e Giulio Bertini.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo
Ciao nonno, sei sempre con noi.- Famiglia Forte.
- Milano, 23 gennaio 2014.
23 gennaio 2012 - 23 gennaio 2014
Maurizio Raybaudi Massilia
sei sempre nel mio cuore.- Anna.
- Roma, 23 gennaio 2014.
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Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
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Primo quarto
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Ultimo quarto
1 gen.
8 gen.
16 gen.
23 gen.
LUNEDÌ
DOMENICA
Trieste
Venezia
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Torino
Bologna
Genova
Firenze
Ancona
Perugia
Tra oggi e domani un'intensa perturbazione raggiungerà le regioni settentrionali e quelle centrali con piogge diffuse e anche forti al Nordest, in Sardegna e
sulle regioni tirreniche in generale. L'entrata di aria via via più fredda farà scendere la neve al Nord a quote superiori ai 3/400 metri, sopra i 7/800 metri al
Centro. Nei giorni a seguire il tempo migliorerà al Nord e sulle regioni occidentali mentre rimarrà piovoso su quelle orientali.
L’Aquila
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Campobasso
IN EUROPA
Bari
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Catanzaro
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LE TEMPERATURE
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11 Genova
10 Bologna
12 Roma
9 Campobasso
16 R. Calab
Calabria
a
16 Catania
Catania
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12
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17
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Firenze
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L’Aquila
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Paler
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Palermo
Alghero
ro
Alghero
Cagliari
Cagliar
a cura di
Olbi
VENTO
Sole
Nuvolo
Coperto
Pioggia
Rovesci Temporali
Neve
Moderato
Forte
Molto forte
Calmo
LE TEMPERATURE DI IERI IN ITALIA
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S
P = Pioggia
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5
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Campobasso
Catania
Crotone
Cuneo
Firenze
Genova
Imperia
N = Nuvoloso
N
S
N
N
N
N
N
L’Aquila
Lecce
Messina
Milano
Napoli
Olbia
Palermo
T = Temporale
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16
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16
C = Coperto
P
N
S
B
N
N
N
Parma
Perugia
Pescara
Pisa
Potenza
R. Calabria
Rimini
V = Neve
min
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4
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R = Rovesci
R
P
N
N
N
S
S
Roma
Torino
Trento
Trieste
Udine
Venezia
Verona
min
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7
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0
9
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6
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Agitato
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Helsinki
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Amsterdam
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Kiev
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-11
Milano
13
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Lisbona
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Caldo
Vienna
1 Belgrado
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Tirana
Fronte
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Algeri
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NORD AMERICA
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a 6,99 euro
più il prezzo del quotidiano
Tokyo
Fronte
Occluso
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San Francisco 18
Los Angeles
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Chicago
Santiago
New York
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30
AFRICA
Casablanca
Il Cairo
15
Lima
Vancouver -12
Giacarta
In edicola con il
Corriere la seconda
uscita di «Barenboim Il mio Beethoven». In
edicola il cd con
il «Concerto n. 3
Op. 37» e il «Concerto
n. 4 Op. 58».
25
21
11
N
Caracas
Bogotà
Seul
Delhi Shanghai
Bangkok
SUD AMERICA
4
In edicola
con il Corriere
Barenboim
e il genio
di Beethoven
5 4
1
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4
4
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Mosso
ASIA AUSTRALIA
B = Nebbia
Sudoku Diabolico
8
Alta
Pressione
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Debole
Nebbia
H
Correnti occidentali,
richiamate dal flusso
perturbato atlantico,
inviano corpi nuvolosi
sui settori occidentali
del nostro continente.
Piogge e venti forti
interessano il Regno
Unito e a fasi alterne la
Francia. La formazione
di una bassa pressione
sul Mediterraneo
centrale causerà un
peggioramento del tempo
anche sulla Penisola
italiana. Tempo
generalmente buono sul
resto del continente.
23
28
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25
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33
25 Città del Capo
Città del Messico
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pronti ad andare all’attacco».
Ultimatum
lanciato
dall’ex
campione di
boxe Vitali
Klitschko.
46
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
OGNI GIORNO
DALLE 14.00 CON
Tv in chiaro
Teleraccomando
DJ
Rai1
di Maria Volpe
PER CONOSCERE
PER DISTRARSI
Bisio e la Puccini Otto coppie in gara
ospiti di Linus
per la casa dei sogni
Gli attori Claudio Bisio e
Vittoria Puccini (foto) tra gli
ospiti della nuova puntata.
Bisio — protagonista nel
film La gente che sta bene
diretto da Francesco
Patierno — e la Puccini, che
invece interpreterà per il
grande schermo una libraia
in Tutta colpa di Freud per la
regia di Paolo Genovese
racconteranno al conduttore
Linus le tappe della loro
carriera in tv, cinema, teatro
e fiction. Altri protagonisti
della puntata sono il giovane
manager Matteo Marzotto,
che offrirà il suo punto di
vista di industriale su fatti
di attualità, e l’artista e
illusionista Francesco Tesei.
Al via un nuovo reality
sull’arredamento. E sui
sogni... Vuoi avere a
disposizione la casa dei tuoi
desideri arredandola come
vuoi? Ecco dunque una nuova
sfida a colpi di lifestyle per
vincere l’appartamento della
vita. Otto coppie in gara
dovranno convincere i due
guru del design Laurence
Llewellyn Bowen e Jamie Durie
e superare il loro inflessibile
giudizio. In ciascuna puntata,
i due designer spronano i
concorrenti a dare il massimo
per raggiungere i loro
obiettivi. E loro dovranno
creare audaci ma anche
favolosi e sfarzosi
arredamenti...
Il grande cocomero
Rai2, ore 23
The Apartment
Real Time, ore 23.05
Rai2
Rai3
rai.it
rai.it
6.00 EURONEWS. Attualità
6.10 UNOMATTINA CAFFÈ.
Attualità
6.30 TG 1.
PREVISIONI SULLA
VIABILITÀ - CCISS
VIAGGIARE
INFORMATI.
6.45 UNOMATTINA.
Attualità
11.30 UNOMATTINA
MAGAZINE. Attualità
12.00 LA PROVA DEL
CUOCO. Varietà
13.30 TELEGIORNALE.
14.00 TG 1 ECONOMIA.
Attualità
14.10 VERDETTO FINALE.
Attualità
15.20 LA VITA IN DIRETTA.
Attualità. Con Paola
Perego, Franco Di
Mare. Nel
programma: Rai
Parlamento
Telegiornale; Tg 1;
Che tempo fa
18.50 L’EREDITÀ. Quiz
SERA
20.00 TELEGIORNALE.
20.30 AFFARI TUOI. Varietà
21.10 DON MATTEO 9.
Serie. Con Terence
Hill, Nino Frassica
22.55 TG1 60 SECONDI.
23.35 PORTA A PORTA.
Attualità
1.15 TG 1 NOTTE.
1.40 CHE TEMPO FA.
6.40 CARTOON FLAKES.
Ragazzi
8.10 ZORRO. Telefilm
8.35 LE NUOVE
AVVENTURE DI
FLIPPER. Telefilm
10.00 TG2 INSIEME.
Attualità
11.00 I FATTI VOSTRI.
Attualità
13.00 TG 2 GIORNO.
13.30 TG 2 COSTUME E
SOCIETÀ.
Attualità
13.50 MEDICINA 33.
Rubrica di attualità
14.00 DETTO FATTO.
Attualità
16.15 COLD CASE - DELITTI
IRRISOLTI.
Telefilm
17.45 TG 2 FLASH L.I.S.
METEO 2.
17.50 RAI TG SPORT.
18.15 TG 2.
18.45 N.C.I.S.
Telefilm
20.30 TG 2 20.30.
1.45 SOTTOVOCE. Attualità
2.15 SCRITTORI PER UN
ANNO. Attualità
2.45 FILM IL CIELO CADE.
(Drammatico, Italia,
2000)
Rete4
rai.it
Canale5
Italia1
RINGO
La7
MTv
mediaset.it/rete4
mediaset.it/canale5
mediaset.it/italia1
la7.it
mtv.it
8.00 AGORÀ. Attualità
10.05 RAI PARLAMENTO
SPAZIOLIBERO.
Attualità
10.15 MI MANDA RAITRE.
Attualità
11.10 TG 3 MINUTI.
11.15 ELISIR. Attualità
12.00 TG 3.
12.25 TG3 FUORI TG. Att.
12.45 PANE QUOTIDIANO.
Attualità
13.10 IL TEMPO E LA
STORIA. Attualità
14.00 TG REGIONE.
TG REGIONE METEO.
14.20 TG 3. METEO 3.
14.50 TGR LEONARDO. Att.
15.00 TG 3 L.I.S.
15.05 TGR PIAZZA AFFARI.
Attualità
15.10 TERRA NOSTRA.
Telefilm
16.00 ASPETTANDO GEO.
Documenti
16.40 GEO. Documenti
19.00 TG 3.
19.30 TG R - METEO.
20.00 BLOB. Attualità
7.20 MIAMI VICE. Telefilm
8.20 HUNTER. Telefilm
9.45 CARABINIERI.
Telefilm
10.50 RICETTE
ALL’ITALIANA.
Attualità
11.30 TG 4 - METEO.IT
12.00 SPECIALE HATFIELDS &
MCCOYS GENERALE. Varietà
12.05 DETECTIVE IN
CORSIA. Telefilm
12.55 LA SIGNORA IN
GIALLO. Telefilm
14.00 LO SPORTELLO DI
FORUM. Attualità
15.30 HAMBURG
DISTRETTO 21. Tf
16.35 SPECIALE HATFIELDS &
MCCOYS GENERALE. Varietà
16.40 FILM IL BURBERO.
18.55 TG 4 - METEO.IT
19.35 IL SEGRETO.
Telenovela
6.00 TG 5 PRIMA PAGINA.
Attualità
8.00 TG 5 MATTINA.
8.45 LA TELEFONATA DI
BELPIETRO. Attualità
8.50 MATTINO CINQUE.
Attualità
10.05 TG 5 ORE 10.
11.00 FORUM. Attualità
13.00 TG 5. Nel
programma:
Meteo.it
13.40 BEAUTIFUL. Soap
14.10 CENTOVETRINE. Soap
14.45 UOMINI E DONNE.
Talk show
16.10 IL SEGRETO.
Telenovela
16.55 POMERIGGIO
CINQUE. Attualità
18.50 AVANTI UN ALTRO!
Quiz. Con Paolo
Bonolis
20.00 TG 5. METEO.IT
20.40 STRISCIA LA NOTIZIA
- LA VOCE
DELL’IRRUENZA. Tg
Satirico
7.40 UNA MAMMA PER
AMICA. Telefilm
9.30 EVERWOOD. Telefilm
11.25 DR. HOUSE MEDICAL DIVISION.
Telefilm
12.25 STUDIO APERTO.
METEO.IT
13.05 SPORT MEDIASET.
13.40 I SIMPSON. Cartoni
14.30 DRAGON BALL GT.
Cartoni
14.55 BIG BANG THEORY .
Serie
15.45 DUE UOMINI E 1/2.
Serie
16.35 HOW I MET YOUR
MOTHER. Telefilm
16.55 COVERT AFFAIRS.
Telefilm
18.30 STUDIO APERTO.
METEO.IT
19.20 C.S.I - SCENA DEL
CRIMINE. Telefilm.
Con William
L.Peterson, Marg
Helgemberger, Gary
Dourdan
6.00 TG LA7. Nel
programma: Meteo;
Oroscopo; Traffico
6.55 MOVIE FLASH.
Attualità
7.00 OMNIBUS RASSEGNA STAMPA.
Attualità
7.30 TG LA7.
7.50 OMNIBUS METEO.
Attualità
7.55 OMNIBUS. Attualità
9.45 COFFEE BREAK.
Attualità. Con
Tiziana Panella
11.00 L’ARIA CHE TIRA.
Attualità. Con Myrta
Merlino
13.30 TG LA7.
14.00 TG LA7 CRONACHE.
Attualità
14.40 LE STRADE DI SAN
FRANCISCO. Telefilm
16.40 THE DISTRICT.
Telefilm
18.10 COMMISSARIO
CORDIER. Telefilm
20.00 TG LA7.
14.15 SCRUBS. Serie
15.10 MODERN FAMILY.
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16.00 16 ANNI E INCINTA.
Varietà
16.50 TEEN MOM. Varietà
17.50 TEENAGER IN CRISI
DI PESO. Varietà
18.50 DIARIO DI UNA NERD
SUPERSTAR. Telefilm
19.20 SCRUBS. Serie
20.15 MODERN FAMILY.
Telefilm
21.10 FILM UN AMORE A 5
STELLE.
(Commedia, Usa,
2002) Richardson.
23.00 16 ANNI E INCINTA
ITALIA. Varietà
0.50 SOUTH PARK.
Cartoni
20.55 TIM CUP: Quarti di
finale: Fiorentina Siena
23.00 IL GRANDE
COCOMERO.
Attualità. Con Linus
0.30 LAW & ORDER.
Telefilm. Con S.
Epatha Merkerson,
Jerry Orbach
20.15 SCONOSCIUTI SPECIALE. Reality
20.35 UN POSTO AL SOLE.
Soap
21.05 FILM A PROPOSITO
DI SCHMIDT.
(Comm., Usa,
2002). Di A. Payne.
Con J. Nicholson,
K. Bates
20.30 TEMPESTA D’AMORE.
Soap Opera
21.10 FILM TRAPPOLA
SULLE MONTAGNE
ROCCIOSE. (Azione,
Usa, 1995). Regia di
Geoff Murphy. Con
Steven Seagal, Eric
Bogosian, Everett
McGill
21.10 FILM UN’ESTATE AI
CARAIBI.
(Commedia, Italia,
2009). Regia di
Carlo Vanzina. Con
Gigi Proietti, Carlo
Buccirosso, Enrico
Brignano. Nel
programma: Tgcom;
Meteo.it
21.10 MISTERO. Varietà.
Con Daniele
Bossari, Jane
Alexander, Marco
Berry, Andrea G.
Pinketts, Elenoire
Casalegno,
Clemente Russo
0.30 LE IENE. Varietà
2.05 SPORT MEDIASET.
20.30 OTTO E MEZZO.
Attualità. Con Lilli
Gruber
21.10 SERVIZIO PUBBLICO.
Attualità. Con
Michele Santoro
24.00 TG LA7 - NIGHT
DESK. Attualità
1.10 MOVIE FLASH.
Attualità
1.10 RAI PARLAMENTO
TELEGIORNALE.
METEO 2.
1.25 UN PRETE TRA NOI.
Serie
3.05 TG 2 EAT PARADE.
23.00 GAZEBO. Attualità
24.00 TG 3 LINEA NOTTE.
1.05 ZETTEL 3 - LA
FILOSOFIA IN
MOVIMENTO.
Attualità
23.30 CHASE. Telefilm
0.05 DENTRO LA NOTIZIA.
Attualità
1.25 SPECIALEHATFIELDS
& MCCOYS LOCATION. Varietà
23.30 SPECIALE - TUTTA
COLPA DI FREUD. Var.
23.35 SUPERCINEMA. Att.
24.00 IL TREDICESIMO
APOSTOLO 2 ...
Miniserie
Rai
Storia
Rai
Gulp
Real
Time
2.30 STUDIO APERTO - LA
GIORNATA.
3.00 HEROES. Telefilm
4.25 FILM LE MANIE DI
MR. WINNINGER
OMICIDA SESSUALE.
1.15 OTTO E MEZZO.
Attualità. Con Lilli
Gruber
1.55 COFFEE BREAK.
Attualità. Con
Tiziana Panella
Deejay TV
17.00 DEEJAY HITS.
Musicale
18.00 SWITCHED AT BIRTH.
Telefilm
18.55 DEEJAY TG.
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TROPPO. Serie
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20.00 LOREM IPSUM.
Musicale
20.20 FUORI FRIGO. Varietà
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Matteo (Terence Hill).
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Rai1, ore 21.10
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l’imprenditore Alfio Marchini,
Enrico Mentana, Vittorio Feltri e
Marco Travaglio.
Servizio pubblico
La7, ore 21.10
Rai5
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STREGA. Serie
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PETER PAN. Cartoni
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19.25 SUPERCAR. Telefilm
20.10 HAZZARD. Telefilm
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CHILDREN.
23.21 ADESSO CINEMA! Att.
23.47 FILM CUORI IN
ATLANTIDE.
18.15 FRATELLI IN AFFARI.
Varietà
19.15 AMERICAN PICKERS.
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20.15 AFFARI DI FAMIGLIA.
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21.10 FILM IL
SUPERPOLIZIOTTO
DEL SUPERMERCATO.
(Commedia, Usa,
2009)
18.30
18.55
19.05
19.30
20.00
mediaset.it
19.30 HART OF DIXIE. Tf
20.20 UNA MAMMA PER
AMICA. Telefilm
21.10 THE VAMPIRE
DIARIES. Telefilm
23.00 UOMINI E DONNE.
Talk show
0.05 ANICA FLASH.
0.10 EXTREME
MAKEOVER HOME
EDITION.
tv2000.it
19.55 LOURDES: IO SONO
QUI. Religione
20.00 ROSARIO DA
LOURDES - IN
DIFFERITA. Religione
20.30 NEL CUORE DEI
GIORNI INDACO. Att.
20.55 TG TG.
21.20 LA VITA DAVANTI. Att.
22.10 VADE RETRO.
Attualità
47
Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014
Pay Tv
Film
e programmi
Rebecca Hall redime
il bandito Affleck
Innamoratosi della direttrice di
banca che ha preso in ostaggio
durante una rapina, Doug (Ben
Affleck, foto con Rebecca Hall)
vuole cambiare vita. Ma la banda
lo costringe a un ultimo colpo.
The Town
Cinema Energy, ore 21.15
Un reporter scopre
il passato di Redford
Sky
Cinema
Sport
12.35 SCUSA, MI PIACE TUO PADRE Lo
stretto rapporto tra le famiglie
Walling e Ostroff è compromesso
dalla relazione tra Paul (Walling) e la
figlia degli Ostroff. Sky Cinema 1
HD
13.20 IRINA PALM - IL TALENTO DI UNA
DONNA INGLESE Una cinquantenne
(M. Faithfull) come tante, a causa di
problemi economici, accetta di
trasformarsi nell’entraîneuse Irina
Palm. Sky Cinema Cult
14.20 BREAKDOWN - LA TRAPPOLA In
viaggio per la California, una coppia
viene aggredita da un gruppo di
rapinatori che rapiscono la donna...
Con K. Russell. Sky Cinema Max
HD
15.45 LOVE IS ALL YOU NEED Due
famiglie si riuniscono per il
matrimonio dei loro giovani. E’ così
che il padre dello sposo si innamora
della madre della sposa! Sky
Cinema 1 HD
16.15 BRATZ Sasha, Jade, Yasmin e Cloe
sono le quattro adolescenti del
gruppo delle Bratz, appena giunte
alla high school. Sky Cinema
Family
17.20 CYBER ATTACK Un virus, innescato
dalla fusione di un reattore nucleare,
ha reso autonoma un’intelligenza
artificiale pronta a distruggere il
mondo. Sky Cinema Max HD
18.55 INCONTRIAMOCI A LAS VEGAS A
due amici pugili (A. Banderas e W.
Harrelson,) si presenta l’occasione
della vita: battersi a Las Vegas,
prima del combattimento di Tyson.
Sky Cinema Cult
19.25 LA SCOMPARSA DI PATÒ Dal
romanzo di A. Camilleri. La curiosa
storia della scomparsa di Antonio
Patò, direttore della banca di
Trinacria nella fine dell’800. Sky
Cinema Hits HD
21.00 IL GRANDE SILENZIO P. Gröning
racconta la vita nel più antico
monastero dell’ordine dei Certosini,
vicino a Grenoble. Sky Cinema
Classics
IL MURO DI GOMMA Film
denuncia che prova a raccontarei la
tragedia di Ustica: un aereo civile
dell’Itavia scompare in volo
provocando 81 vittime. Sky
Cinema Cult
MADAGASCAR 3 - RICERCATI IN
EUROPA Alex, Marty, Gloria e
Melman sono determinati a tornare
nel loro Zoo di Central Park.
Lasciata l’Africa si ritrovano però in
Europa! Sky Cinema Family
IL PRIMO CAVALIERE J. Ormond
veste i panni di Ginevra, il cui cuore
è diviso tra Re Artù (S.
Connery) e il cavaliere Lancillotto
(R. Gere). Sky Cinema Max HD
Serie Tv
Intrattenimento
21.10
22.40
23.05
0.35
W.E. - EDWARD E WALLIS La storia
di due donne fragili ma determinate
e separate da più di sei decadi: Wally
Winthrop e Wallis Simpson. Regia di
Madonna. Sky Cinema Passion HD
LA REGOLA DEL SILENZIO - THE
COMPANY YOU KEEP La vicenda
dell’avvocato Jim Grant, padre e
vedovo la cui vera identità viene a
galla improvvisamente. Dal romanzo
di Neil Gordon. Sky Cinema 1 HD
TRE UOMINI E UNA PECORA
Quattro amici volano in Australia per
il matrimonio di uno di loro. Qui le
divergenze con la famiglia della
sposa creano equivoci a non finire!
Sky Cinema Hits HD
LAGUNA BLU: IL RISVEGLIO Emma
e Dean, entrambi studenti ma molto
divesi tra loro, si ritrovano
accidentalmente su un’isola deserta.
In attesa dei soccorsi...
Sky Cinema Family
FIORI D’ACCIAIO In un paesino
della Louisiana si sta per svolgere
un matrimonio: emergono le ansie
delle cinque protagoniste. Con S.
MacLaine. Sky Cinema Passion
HD
MAMMA ROMA Capolavoro diretto
e scritto da P. P. Pasolini, interpretato
magistralmente da A. Magnani, nel
ruolo di una prostituta.
Sky Cinema Classics
15.30 VELA: ROYAL LANGKAWI
INTERNATIONAL REGATTA Yacht
& Sail
16.30 CALCIO: CATANIA - FIORENTINA
Serie A Sky Sport 1 HD
VELA: ROLEX SPIRIT OF
YACHTING 2012 Yacht & Sail
17.00 CALCIO: MILAN - VERONA Serie A
Sky Sport 1 HD
RUGBY: ZEBRE - TOLOSA Heineken
Cup Sky Sport 2 HD
18.00 CALCIO: GENOA - INTER Serie A
Sky Sport 1 HD
19.00 WRESTLING: WWE EXPERIENCE
Sky Sport 2 HD
PESCA: MEN OF THE CLIFF Yacht
& Sail
20.00 VELA: FLEET RACING TOUR Yacht
& Sail
21.00 TENNIS: SEMIFINALI MASCHILI
Australian Open Eurosport
CALCIO: JUVENTUS - SAMPDORIA
Serie A Sky Sport 1 HD
21.30 CALCIO: BOLOGNA - NAPOLI Serie
A Sky Sport 1 HD
BASKET: SAN ANTONIO OKLAHOMA CITY NBA Sky Sport 2
HD
22.00 CALCIO: ROMA - LIVORNO Serie A
Sky Sport 1 HD
22.30 CALCIO: MILAN - VERONA Serie A
Sky Sport 1 HD
WRESTLING: WWE NXT
Sky Sport 2 HD
La vita tranquilla di un avvocato
(Robert Redford, foto) viene
sconvolta quando un reporter
(Shia LaBeouf) ne svela la vera
identità: è un ex pacifista radicale,
ancora ricercato per omicidio.
La regola del silenzio
Sky Cinema 1, ore 21.10
Nozze disastrose
per sposo e testimoni
Uno sposo (Xavier Samuel, primo
da destra, nella foto con Kris
Marshall, Kevin Bishop e Tim Draxl)
e i suoi tre testimoni si recano
nell’entroterra australiano per un
matrimonio. Sarà un disastro.
Tre uomini e una pecora
Sky Cinema Hits, ore 21.10
16.10 JESSIE Disney Channel
16.15 DEVIOUS MAIDS - PANNI SPORCHI
A BEVERLY HILLS Fox Life
17.00 A.N.T. FARM Disney Channel
18.15 C.S.I. Fox Crime HD
HOW I MET YOUR MOTHER Fox HD
19.10 N.C.I.S. Fox Crime HD
20.05 SENZA TRACCIA Fox Crime HD
20.10 VIOLETTA Disney Channel
21.00 UN BLOG DA CANI Disney Channel
UNFORGETTABLE Fox Crime HD
HOW I MET YOUR MOTHER Fox HD
21.25 A.N.T. FARM Disney Channel
HOW I MET YOUR MOTHER Fox HD
21.55 PROFILING Fox Crime HD
THE CLEVELAND SHOW Fox HD
22.00 I ROBINSON K2
22.45 THE AMERICANS Fox HD
22.50 GREY’S ANATOMY Fox Life
Indagatori dell’incubo
Mediaset Premium
tra ombre e noir
Courmayeur. Scrittori, registi e
attori parlano della loro passione
per la paura, il mistero, l’orrore.
Tra gli altri, Dario Argento, Marco
Malvaldi, Giancarlo De Cataldo,
Daniela Virgilio.
Noir in Festival 2013 - Speciale
Sky ARte HD, ore 23
14.14 JOI BEST - 6M. Show JOI
14.27 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.
Telefilm JOI
14.36 MYA MAG. Rubrica MYA
14.52 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm
MYA
15.17 SCUSA, MI PIACE TUO PADRE.
Film Premium Cinema
15.18 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.
Telefilm JOI
15.00 REBELDE WAY Rai Gulp
15.20 PROJECT RUNWAY USA 10 Fox Life
MASTERCHEF MAGAZINE 3 Sky Uno
17.00 BARBIE E LA MAGIA DI PEGASO
DeAkids
17.50 STILISTA IN 24 ORE Sky Uno
18.40 HELL’S KITCHEN Sky Uno
19.50 MASTERCHEF MAGAZINE 3 Sky Uno
20.10 MASTERCHEF ITALIA 3 Sky Uno
20.20 TELEFACOCERO NEWS Rai Gulp
21.10 TOTAL WIPEOUT - PRONTI A
TUTTO! K2
MASTERCHEF ITALIA 3 Sky Uno
21.50 QUATTRO MATRIMONI IN ITALIA
Fox Life
RELAZIONI PERICOLOSE LEI
22.15 MASTERCHEF ITALIA 3 Sky Uno
22.55 LA VERITÀ NASCOSTA Sky
Cinema Hits HD
15.35 RITORNO A COLD MOUNTAIN. Film
Studio Universal
15.46 THE VAMPIRE DIARIES. Tf MYA
16.08 ROYAL PAINS. Telefilm JOI
16.37 ASCOLTA IL TUO CUORE. Film MYA
16.51 BIANCANEVE E IL CACCIATORE.
Film Premium Cinema
16.58 ROYAL PAINS. Telefilm JOI
18.15 VANILLA SKY. Film Studio
Universal
Ragazzi
16.30 LE NUOVE AVVENTURE DI PETER
PAN DeAkids
17.00 YIN YANG YO K2
SPONGEBOB Nickelodeon
KUNG FU PANDA Rai Gulp
18.10 TOM & JERRY Boomerang
18.15 POKEMON NERO&BIANCO:
AVVENTURE A UNIMA K2
19.10 LO STRAORDINARIO MONDO DI
GUMBALL Cartoon Network
20.05 SPONGEBOB Nickelodeon
21.15 THE REGULAR SHOW Cartoon
Network
WINX CLUB Rai Gulp
21.30 LE NUOVE AVVENTURE DI
SCOOBY-DOO Boomerang
21.40 ADVENTURE TIME Cartoon
Network
WINX CLUB Rai Gulp
18.29 ONE TREE HILL. Telefilm MYA
18.38 JOI BEST. Show JOI
18.59 IN ASCOLTO - THE LISTENING. Film
Premium Cinema
19.14 MYA MAG. Rubrica MYA
19.30 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA.
Telefilm MYA
19.38 FAIRLY LEGAL. Telefilm JOI
20.22 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA.
Telefilm MYA
Documentari
14.35 MEGA NAVI Discovery Science
15.44 AFFARI DI FAMIGLIA History Channel
16.45 CACCIATORI D’ORO National
Geographic
17.40 CAR STRIPPERS: LE SPOGLIO E CI
GUADAGNO National Geographic
18.35 MINATORI D’AZZARDO National
Geographic
19.51 AFFARI AL BUIO History Channel
20.43 AFFARI DI FAMIGLIA History Channel
21.00 TOP GEAR Discovery Channel HD
ACCUMULATORI SERIALI LEI
MARINE MACHINES Yacht & Sail
21.05 AFFARI DI FAMIGLIA History
Channel
22.00 FAST N LOUD Discovery Channel HD
AFFARI DI FAMIGLIA History Channel
22.35 SELVAGGI SI NASCE DeAkids
COME È FATTO Discovery Science
20.25 FAIRLY LEGAL. Telefilm JOI
20.40 CLOSE UP. Documentario Studio
Universal
21.15 THE SECRETS - SEGRETI. Film
Premium Cinema
21.15 SUITS. Telefilm JOI
21.15 THE SECRET CIRCLE. Telefilm MYA
21.15 L’ISOLA DELL’INGIUSTIZIA ALCATRAZ. Film Studio Universal
22.05 SUITS. Telefilm JOI
A fil di rete
di Aldo Grasso
Il ritorno dell’horror
tra donne speciali
R
iti vodoo, streghe messe al rogo, incantesimi
brutali e vittime sacrificali: c’è tutto questo nella
terza stagione di «American Horror Story», iniziata da poco su Fox (martedì, ore 22.45). Curioso come il telefilm sia uscito dalla stessa penna
del creatore di «Glee» (il trionfo dei buoni sentimenti),
Ryan Murphy. La serie è un esperimento interessante: ciascuna delle tre stagioni finora realizzate ha cambiato completamente trama, personaggi, ambientazione, per esploVincitori e vinti
rare in profondità tutte le possibili sfumature del terrore,
Francesco
passando da una casa spiritata
Totti
a un manicomio criminale per
Il calcio
arrivare poi a una congrega di
batte
streghe. A fare da trait d’union
la politica.
sono stati solo alcuni attori,
Serata all’insegna dello
che hanno interpretato via via
sport con i quarti
personaggi diversi. È quella
di Coppa Italia e
che in gergo si chiama una
l’attesa sfida fra
«serie antologica». Nella terza
Roma e Juventus:
stagione, sottotitolata «Coper Francesco Totti
ven», la scena si sposta a New
e compagni
Orleans, e le protagoniste so9.333.000 spettatori,
no un gruppo di donne molto
31,1% di share
speciali, del presente e del
passato, a cui la trasmissione
Giovanni
ereditaria dei geni ne ha riserFloris
vato uno molto inquietante,
La politica
quello della stregoneria, trasuperata
mandato dalle più antiche gedal calcio.
nerazioni. Ognuna di loro ha
Serata di dibattito
proprie capacità paranormali,
politico con il talk di
compresa la giovane Zoe BenGiovanni Floris: la
son, che scopre presto come
puntata di «Ballarò» è
sensualità e morte si mischino
dedicata al PD e al suo
in modo letale nei sui poteri
segretario Matteo
da strega. La cosa più bella è
Renzi: per 3.447.000
che l’horror diventa occasione
spettatori, 12,7%
per raccontare altri temi, più
di share
generali: amore e morte, trapasso e risurrezione, pregiudizio nei confronti dei diversi (in questo caso le streghe)
contrapposto a tolleranza e accettazione. Ma la forza della
serie sta anche nel suo cast, con una componente femminile di altissimo profilo. C’è Jessica Lange, nel ruolo della
«Suprema» (la strega più potente del gruppo), insieme,
tra le altre, a Kathy Bates e Angela Basset. Gli uomini, invece, sono relegati a ruoli minori di supporto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
22.05 THE SECRET CIRCLE.
Telefilm MYA
22.56 PSYCH. Telefilm JOI
22.58 DALLAS. Telefilm MYA
23.20 COLLATERAL. Film Studio
Universal
23.29 MIRAL. Film Premium Cinema
23.44 PSYCH. Telefilm JOI
23.47 DALLAS. Telefilm MYA
0.32 MYA MAG. Rubrica MYA
0.35 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.
Telefilm JOI
0.48 ONE TREE HILL. Telefilm MYA
1.26 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.
Telefilm JOI
1.27 SECRETARY. Film Studio Universal
1.28 ZORRO IL CAVALIERE DELLA
VENDETTA. Film Premium Cinema
1.38 THE SECRET CIRCLE. Telefilm MYA
2.11 JOI BEST. Show JOI
48
Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera
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