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n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
I clienti
“drogati” di
opportunismo
I prezzi dei TV che nel giro di tre mesi scendono del 40% non sono (solo) un effetto della
crisi, ma nascono da previsioni sbagliate.
Previsioni di vendite che in negozio non si
avverano; previsioni di prezzi che si credevano
adeguati e che invece sono troppo alti per il
mercato; previsioni di quantità che restano in
magazzino. Vista la malaparata, soprattutto
sulla gamma media e alta, sono già partiti
i saldi “violenti” e questo ben prima della
stagione natalizia.
Ora è stata abbattuata l’ultima frontiera: lo
sconto sul prezzo mai praticato. Unieuro sta
promuovendo infatti, anche con una campagna
sui grandi mezzi di comunicazione, un’offerta
su un TV curvo Samsung da 55” presentato
in agosto a 1590 euro, mai visto nel negozi
prima d’ora e adesso in vendita a 990 euro.
Praticamente, a forza di giocare di anticipo,
il super-saldo arriva addirittura con la prima
disponibilità della merce e su una categoria,
l’LCD curvo, che vede Samsung praticamente
“monopolista”; e tutto lascia pensare che questo sia solo il primo step di riduzione dei prezzi.
Oramai si tratta di un vero e proprio “allenamento” del consumatore a comperare solo in
promozionalità. Un “training opportunistico”,
quasi una tossicodipendenza, che oramai
ha creato intere generazioni di acquirenti
che, soprattutto su alcune categorie e su
determinati marchi sono oramai più intenti a
comprare lo sconto che il prodotto. Dopo anni
di questo allenamento e ritmi via via crescenti
stagione dopo stagione, oramai è impensabile
che un acquirente “sconto-dipendente” compri
al lancio del prodotto e lo faccia a prezzi simili a
quelli di listino. Con ancora la “siringa in vena”
di mesi e mesi di prezzi in diminuzione (sugli
stessi prodotti), il cliente-tossico non compra
più, se non quando non ne può fare a meno. E
comprando sa che in qualche modo il rischio
di essere “fregato” dal ribasso di prezzo di
domani è altissimo. Tra i pochi brand che ha disintossicato i propri acquirenti e che, almeno in
genere, riesce a vendere a prezzi di listino c’è
Apple; marchio che, guarda caso, ha abituato
i propri clienti a prezzi stabili per tutto il ciclo di
vita dei prodotti; Apple, ancora guarda caso,
che è l’unico marchio che riesce a mantenere
un mercato dell’usato a prezzi decorosi.
Con le dinamiche di prezzo ribasssite si fanno
male tutti: i produttori, che sono costretti a correre dietro alle rivalutazioni costanti dello stock;
i reatiler che fanno la parte di quelli che “fregano” i consumatori, almeno quelli che hanno
comperato l’altro ieri; e anche i clienti, che
non sanno mai quando è il momento giusto di
comperare e rimandano; e se non rimandano,
poi vedono il loro prodotto sugli scaffali costare
sempre meno, da nuovo ovviamente, con la
naturale frustrazione che ne deriva.
Il futuro del mercato non può che passare da
prezzi immediatamente ragionevoli e non soggetti a erosione costante. I produttori dovranno
cambiare strategia e inziare da listini subito
bassi e più stabili; i retailer da idee migliori
del solo “svacco” dei prezzi; e i clienti da una
nuova educazione all’acquisto dell’elettronica:
devono sapere che quasi sempre una buona
scelta non è la più conveniente. Ma per questo
serviranno un po’ di stagioni di disintossicazione. Ma guarire si può.
Gianfranco GIARDINA
MAGAZINE
Ultra HD
Pioneer cede il 100% Sky: una stagione
dell’audio-video
tutta all’insegna
Loghi diversi
a Onkyo
02 di serial e talent 05 per Europa e USA 09
Tutte
le
novità
del
Photokina
Reflex al top, mirrorless sempre più compatte e versatili
Per il resto si punta soprattutto sulla fotografia creativa
10
12
11
Canon EOS 7D Mark II Nikon D750
Panasonic LX100 e GM5
Prestazioni super Leggera e sensibile Mirrorless ultra compatte
Il Kindle diventa touch
Leggere è ancora
più facile e divertente
22
Svelato il nuovo Kindle, offre nuove
funzionalità hardware, come lo schermo
touch, e FreeTime per avvicinare
alla lettura e divertire anche i più piccoli
Abbiamo provato iOS 8
Apple cambia e convince ancora
30
Offre maggiore libertà agli sviluppatori, ciò permetterà di
accorciare il gap con Android in termini di personalizzazione
Nuova Ford Focus
Un carico di sensori
e tecnologia
33
È un’auto proiettata nel
futuro, l’abbiamo testata
per due giorni in anteprima
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MERCATO Pioneer cede l’home audio-video a Onkyo, in cambio del 15% delle azioni di quest’ultima
A Onkyo il 100% dell’audio-video Pioneer
Pioneer sta cercando acquirenti anche per la divisione DJ, con la quale è leader di mercato
di Gianfranco GIARDINA
ioneer Corp. ha annunciato di
aver raggiunto un accordo con
Onkyo per la cessione della propria divisione Home Electronics che
comprende tutte le attività sul fronte
audio-video (tranne l’area DJ), le cuffie
e telefonia (quest’ultima non distribuita
in occidente). Finisce così un vero mito
dell’Hi-Fi che, dopo anni di difficoltà
(e di prodotti comunque interessanti),
passa di mano pur rimanendo in terra giapponese. In una prima versione
dell’accordo, trapelata alcuni mesi fa,
la maggioranza della divisione Home
Electronics sarebbe dovuta andare a
Baring, un fondo di investimento, mentre a Onkyo sarebbe rimasto il 49%.
Pare invece che nel frattempo il fondo si sia tirato indietro mentre Onkyo
abbia deciso di farsi carico dell’intera
operazione.
L’accordo definitivo dovrebbe essere
perfezionato entro ottobre e il passaggio vero e proprio delle attività dovrebbe terminare entro marzo 2015, giusto
P
La morsa del mercato
in crisi si fa sentire
anche in casa Toshiba
che si allontana dal
mercato PC consumer
per concentrarsi su
quello professionale
Previsti tagli per 900
posti di lavoro
in tempo per la chiusura dell’anno fiscale giapponese, tradizionalmente il
31 marzo, Non sono stati resi noti i dettagli dell’operazione, salvo il fatto che
Pioneer dovrebbe acquisire, non si sa
se come contropartita unica, il 15% delle
azioni di Onkyo. Va detto che Onkyo è
già parte della galassia Gibson, società
che ultimamente sta facendo incetta di
marchi: l’ultima acquisizione notevole
riguarda la divisione audio di Philips.
Secondo le agenzie internazionali, Pio-
neer - che smentisce - sarebbe in cerca anche di acquirenti per la divisione
DJ, con la quale è leader assoluto del
mercato: ovviamente il pensiero corre
ancora a Gibson, vicino al mondo dei
DJ e della produzione musicale per
mille motivi e che sembra essere il più
probabile acquirente.
Le ultime attività che Pioneer conserverebbe, dopo questo riassetto, sono
quelle “car”, riguardo alle quali non ci
sarebbero progetti di vendita.
MERCATO Sony rivede le stime sulle perdite a causa degli scarsi risultati della divisione mobile
Per Sony perdite quattro volte superiori al previsto
Gli smartphone non vanno, niente dividendi agli azionisti e 1000 licenziamenti in vista
di Paolo CENTOFANTI
C

irca 230 miliardi di yen di perdite nette (1,6 miliardi di euro
circa) contro i 50 miliardi previsti inizialmente. Questa l’entità della
revisione delle stime annunciata dal
board di Sony per quanto riguarda il
bilancio dell’anno fiscale in corso, che
si concluderà a marzo 2015. Una mazzata per Kazuo Hirai che, per la prima
volta dall’entrata in borsa del colosso
giapponese, non staccherà alcun dividendo agli azionisti. Buona parte delle
perdite è da imputare alla divisione
mobile, ancora in fase di ristrutturazione dopo lo scioglimento della joint
venture Sony Ericsson, e che non è
ancora riuscita a guadagnare quote di
mercato significative con i suoi tablet e
smartphone, specialmente nei mercati
chiave di Cina e Stati Uniti. Nonostante
l’aumento del 10% anno su anno delle
torna al sommario
Toshiba
ristruttura
il settore PC
Tagli in vista?
vendite di prodotti della divisione mobile, Sony aveva comunque tagliato le
stime da 50 milioni di pezzi venduti a
43 milioni all’ultima presentazione dei
dati finanziari lo scorso luglio. Hirai ha
dichiarato di voler a tutti i costi raggiungere la profittabilità della divisione en-
tro fine anno, obiettivo che richiederà
tra le altre cose il taglio di almeno 1000
posti di lavoro, pari al 15% dei dipendenti di Sony Mobile. La non riuscita
del piano di ristrutturazione potrebbe
metterebbe seriamente in discussione
la leadership di Kazuo Hirai in Sony.
di Emanuele VILLA
A parte il colosso Lenovo, che
sembra non risentire degli effetti
della crisi, il mondo dei PC è in
declino un po’ ovunque: Sony abbandona Vaio, HP è in calo significativo e gli altri seguono a ruota.
Toshiba non fa eccezione: l’azienda giapponese annuncia una forte ristrutturazione che vedrà il suo
segmento PC focalizzarsi sul B2B
e uscire, in molti mercati, dal ramo
consumer. In ambito professionale, Toshiba punta a rimanere un
nome di spicco e a rendere sempre più ricca la propria offerta, dai
laptop ai tablet alle workstation.
Le risorse dell’(ex) ramo consumer
verranno parzialmente dirottate su
altri progetti; in particolare, l’azienda intende cavalcare la moda del
momento e sostenere l’Internet
delle Cose, facendo perno sulle
molte tecnologie di cui dispone.
Toshiba conta di far crescere le
vendite B2B del 50% durante
l’anno fiscale 2016. Nonostante i
molti progetti in ballo, il pesante
ridimensionamento dell’area PC
consumer non porterà solo a un
rallentamento (blocco?) nello sviluppo di nuovi prodotti, ma anche
a un ridimensionamento della forza lavoro: si parla di 900 tagli, che
si aggiungono ai 300 già annunciati lo scorso luglio e relativi alla
divisione TV.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MERCATO Apple regala su iTunes il disco degli U2, ma i riluttanti del regalo si ribellano
Apple, gli U2 e la “Profezia di Lavezzi”
Si avvera la profezia di Mario Lavezzi: “Il futuro della musica è gratis con la pubblicità”
di Gianfranco GIARDINA
iversi anni fa, in un convegno moderato da chi vi scrive allo SMAU,
Mario Lavezzi, il celebre cantautore, prevedeva un futuro “strano” per la
musica: “Nei prossimi anni l’unico modo
per produrre musica sarà quello di realizzare dei CD che contengano degli
spot pubblicitari non saltabili: questi dischi saranno regalati”.
L’età, già allora non verdissima, di
Lavezzi gli fece riporre troppa fiducia nel
supporto fisico; ma la logica preconizzata da Lavezzi, pur trasportata nel mondo
“liquido”, si è puntualmente avverata.
Oggi i servizi di streaming musicale funzionano anche gratuitamente a patto di
sorbirsi qualche spot pubblicitario e gli
utenti ne sono mediamente molto felici.
Solo chi vuole la massima qualità e soprattutto la possibilità di fruire di tutta la
musica anche in mobilità, paga qualcosa. Stessa cosa su YouTube: molte case
discografiche pubblicano e rivendicano
i video dei propri artisti, che sono così
liberamente visibili ed ascoltabili, in
cambio della loro quota sui ricavi pubblicitari.
Tutto sommato una logica simile è quella
che ha riguardato il nuovo album degli
U2, regalato da Apple a tutti i propri
utenti iTunes (qui la nostra news).
È come dire che Apple ha sostenuto
parte del costo per la produzione del
disco, compreso il cachet degli artisti e il
mancato ritorno della casa discografica
per il periodo della promozione. L’operazione – seppur limitata nel tempo – è
rivoluzionaria e ha sollevato un grande
polverone mediatico, comprese anche
delle inattese proteste.
Evidentemente le strade della creatività
e quelle della pubblicità si intersecano
sempre più; e sempre più, che piaccia o
no, a mettere i capitali per finanziare la
produzione artistica saranno editori “atipici”, società che non hanno nella vendita del disco (fisico o liquido che sia) i loro
principali ritorni ma puntano ad altro.
La musica si ascolta ancora, eccome. Ma
evidentemente, se il sistema scarroccia
verso questi nuovi equilibri, la gente non
è disposta a pagarla come una volta.
O semplicemente un buon decennio
abbondante di pirateria Internet, con
scaricamenti massivi gratuiti per molti,
ha lasciato trasparire il concetto che la
musica potesse essere gratis o almeno

D
torna al sommario
decisamente a buon mercato. Le case
discografiche in crisi in questi anni hanno fatto le loro cure dimagranti (in larga
parte anche necessarie a prescindere);
ma evidentemente non basta e la “Profezia di Lavezzi” ha raggiunto con la
questione Apple-U2 la sua piena concretizzazione: musica gratis in cambio di
promozione.
Ma torniamo alle proteste: una quota
parte di utenti – a nostra sensazione
largamente minoritaria – ha sollevato
un enorme polverone mediatico dichiarandosi infastidita nel trovarsi a propria
insaputa il disco degli U2, anche solo
virtualmente, sistemato nel proprio scaffale musicale di iTunes. Va detto che i
file non vengono scaricati automaticamente, non c’è consumo di banda; c’è
solo il diritto di scaricarli e l’icona già
pronta come se si fossero già comperati i diritti; diritti che se non esercitati
scompariranno il prossimo 13 ottobre.
Malgrado ciò, gli “schizzinosi digitali” si
sono irritati perché il loro spazio “cloud”
sarebbe stato violato: a caval donato,
evidentemente, si guarda in bocca, eccome. Una protesta stupida, che ricorda
una lontana vertenza sindacale in cui
alcuni (pochi) dipendenti di una media
azienda protestarono aspramente per la
torta di alta pasticceria che veniva regalata a ogni dipendente il giorno del proprio compleanno: si trattava – secondo
costoro - di una pratica “paternalistica”
e non richiesta; dicevano, una specie di
“elemosina” senza che nessuno tendesse la mano. Ovviamente il datore di lavoro sospese immediatamente la consuetudine, peraltro non dovuta, a danno di
tutti coloro, la maggior parte, che invece
gradivano il pensiero.
Apple ha segnato una nuova via: il lancio di un nuovo prodotto può essere un
motivo valido per regalare della musica;
estendendo il concetto, la partnership
pubblicitaria può dare ossigeno all’industria della creatività (che vive momenti difficili) e parallelamente offrire
l’accesso gratuito ai contenuti ad utenti
oggettivamente sempre meno propensi
a spendere. Una protesta come quella
che ha invaso i social network riguardo
all’affare Apple-U2, proprio come per
la vertenza della torta, può dissuadere
Apple e altre aziende dal riprovarci, facendo morire sul nascere questa sorta
di nuovo mecenatismo (interessato, ovviamente) che però così brutto non ci
sembra.
Bisogna osservare come il popolo degli
indignati del regalo non ci sembra che si
sollevi alla stessa maniera quando è alle
prese, per esempio, con i mille servizi
gratuiti (e molto interessati) di Google:
non a caso proprio Google, grazie a tutti
i servizi che offre e per i quali gli utenti
normalmente non pagano nulla, oramai
intermedia la stragrande maggioranza
della pubblicità della rete. E tutto ciò
proprio grazie alle informazioni che più
o meno consapevolmente gli utenti si
lasciano “scappare”.
Apple non è una Onlus. Google non è
una Onlus. E neppure gli U2 lo sono. In
un mondo più tradizionale il disco degli
U2 costerebbe 20 euro anche a tutti gli
utenti iTunes; Gmail costerebbe 40 euro
all’anno (tanto pagano le aziende per
ogni account “professionale”); Youtube
costerebbe qualche decina di cent a
visualizzazione. E così via. E le proteste ne siamo certi - sarebbero decisamente
superiori.
Nessuno regala nulla a nessuno, né
le aziende, né gli utenti. Ma non ha
senso accorgersene solo sulle note di
Songs of Innocence.
Gli U2: “Apple
al lavoro su un
nuovo formato
che tornerà
a far comperare
musica”
In un’intervista
rilasciata dagli U2
al Time, la band dice
che sta lavorando
con Apple a un progetto
segreto che rifarà
nascere la voglia
di acquistare musica
di Paolo CENTOFANTI
Si torna a parlare di Apple e U2:
Bono ha rivelato in un’intervista
al TIME di stare collaborando
con Apple su un progetto segreto per rilanciare le vendite di musica: “Un nuovo formato digitale
di musica che sarà così irresistibile per gli appassionati di musica che farà tornare loro la voglia
di acquistare musica - sia album
interi che singoli brani.”
Nessuna indicazione su quale
possa essere questo nuovo formato digitale, anche se da tempo si vocifera che Apple possa
lanciare il download di musica in
alta risoluzione oppure in formato lossless. In precedenza Apple
aveva lanciato su iTunes il formato iTunes LP, contenuti interattivi
accessibili dopo l’acquisto di un
disco direttamente all’interno di
iTunes, con artwork e video, iniziativa che non è che abbia poi
mai fatto “il botto”.
A meno dell’arrivo di qualcosa di
simile ad iTunes LP ma per iOS
(attualmente iTunes LP funziona
solo su iTunes per PC e Mac e
addirittura la prima Apple TV),
l’unica cosa che ci può venire
in mente è proprio solo audio in
migliore qualità.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MERCATO Pubblicata una nuova categoria di contenuti, gli articoli sono scritti dalle aziende
Su DDAY.it arrivano gli articoli “branded”
Le aziende ci sostengono informando
In definitiva, pubblicità ma più intelligente e con più informazioni. E alla luce del sole
di Gianfranco GIARDINA
D

DAY.it è gratuito per tutti i lettori.
Da sempre. E vorremmo che restasse tale per sempre.
Anche per questo motivo, su DDAY.it i
hanno fatto il loro debutto i contenuti
“branded”, ovverosia articoli di marchio.
Si tratta di brevi articoli informativi che
le aziende – a pagamento – possono
chiedere di pubblicare sul nostro sito.
Articoli chiaramente identificabili come
farina del loro “sacco”, con una grafica
riconoscibile e colori diversi, che eviteranno ogni equivoco, ma comunque
inseriti nel nostro flusso di notizie.
E – lo ripetiamo – per la cui pubblicazione le aziende pagano un contributo.
Abbiamo preferito, seguendo la strada
tracciata dalle più autorevoli testate
internazionali, la via della chiarezza e
della trasparenza.
Non tolleriamo - e non dovrebbero essere tollerati da nessuno - i contenuti
pubbli-redazionali all’italiana: sostenuti
economicamente dalle aziende, non
dichiarati come tali e presentati come
articoli normali, come frutto originale
del pensiero indipendente della redazione. Noi abbiamo scelto di mantenere e alimentare il rapporto di lealtà con
il nostro lettore con una condotta limpida. I contenuti “branded” di certo na-
torna al sommario
scono per rappresentare una fonte di
reddito per DDAY.it: nessuno paga per
leggere i nostri articoli e un’attività di
questo tipo ci permette di contribuire
alla copertura dei costi della redazione
e agli investimenti che sono necessari
per creare le condizioni di crescita che
è nelle nostre (e spero anche vostre)
aspettative.
Ma – ci sentiamo di poter dire – che
i contenuti “branded” hanno un altro
ruolo rilevante, che spero venga colto: sono uno strumento in mano alle
aziende per informare e spiegare i propri prodotti. Da queste pagine più volte
abbiamo spronato le case produttrici a
investire nella creazione di una classe
di utenti più consapevole, più preparata. Insomma, più utenti e meno “utonti”,
il tutto anche a vantaggio dell’industria
e della distribuzione, che farebbero
meno fatica a valorizzare le tecnologie
integrate nei loro prodotti. I contenuti
“branded” sono un strumento che va in
questo senso: le aziende possono comunicare con un taglio più giornalistico e meno da “brochure” o da pagina
pubblicitaria, con un approccio teso ad
aiutare la potenziale clientela a conoscere meglio le loro proposte. Infatti
oggi, con le complessità intrinseche
degli ecosistemi e delle tecnologie,
spesso la sfida per le aziende non è
più sedurre un potenziale cliente con
uno slogan altisonante ma far capire
al lettore che c’è un prodotto che è in
grado di soddisfare un suo bisogno.
Un messaggio che molte volte è difficile passare in una intera pagina pubblicitaria, figurarsi in un banner.
Ovviamente – inutile nasconderlo –
negli articoli “branded” sarà impossibile leggere appunti critici ai prodotti, lo
saprà bene anche il lettore, che potrà –
volendo – applicare una propria “tara”.
Noi stiamo chiedendo alle aziende, in
ogni caso, di provare a comunicare in
maniera equilibrata, perché questo va
a loro vantaggio. “Spararla grossa” su
un aspetto invaliderebbe tutti gli altri
argomenti, magari corretti, presenti
nell’articolo: ci auguriamo di essere
ascoltati.
I contenuti “branded” quindi vanno visti con “simpatia” e letti con interesse
e questo per due motivi: innanzitutto
contribuiscono a far sì che DDAY.it
possa esistere, a vantaggio dell’intera comunità. E poi perché – alla fine
– possono essere utili a tutti, anche a
coloro che pensavano “di sapere già”.
Per questo vi chiediamo, non appena
escono gli articoli di questa categoria, di cliccare e leggerli, di sentirveli
“amici” e vicini come tutti gli altri contenuti di DDAY.it.
Microsoft
compra
Minecraft
per 2,5 miliardi
Minecraft continuerà
ad essere sviluppato
e supportato su tutte
le piattaforme
di Emanuele VILLA
Microsoft ha annunciato l’acquisizione di Minecraft per l’imponente
cifra di 2,5 miliardi di dollari, che
comprendono il gioco e la software house svedese che lo sviluppa,
Mojang. La notizia è la testimonianza del ruolo che Microsoft
attribuisce al settore del gaming,
smentendo di fatto tutti i rumor che
vedevano l’azienda americana “allontanarsi” addirittura dal proprio
prodotto di punta, Xbox One.
Minecraft è un gioco open world
che ha conquistato il cuore dei
player diventando uno dei prodotti
mainstream di maggior successo
di sempre, che si è prima imposto
come gioco per PC, poi come uno
dei più importanti giochi per dispositivi mobile (iOS e Android), infine
come punto saldo delle console.
Contestualmente all’acquisizione
dell’azienda, i tre fondatori (Carl
Manneh, Markus Persson e Jakob
Porsér) hanno rassegnato le loro
dimissioni dichiarando che si occuperanno di altro. Che se ne farà
Microsoft di MInecraft? Difficile
a dirsi, resta il fatto che l’azienda
ha subito tranquillizzato i milioni di
utenti affermando che continuerà
il suo sviluppo su tutte le piattaforme, cui aggiungerà eventualmente anche Windows Phone:
parrebbe un’acquisizione basata
puramente sui numeri di Minecraft
(non che non siano sufficienti,
s’intende), ma presumibilmente
il gioco di Mojang fa parte di una
strategia Microsoft più articolata e
di medio/lungo periodo. I prossimi
mesi ce lo diranno.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
ENTERTAINMENT Tra gli impegni di SKY anche quello sul fronte del 3D, con prossime visioni di film ed eventi sportivi
SKY presenta i palinsesti della stagione 2014-15
A tutto “serial” e “talent”. In arrivo Gomorra 2
I punti chiave saranno i grandi serial internazionali e le produzioni originali SKY. Annunciati anche due nuovi canali Fox
di Gianfranco GIARDINA
S
KY ha presentato i propri palinsesti della stagione che sta per iniziare alla stampa a Milano in un
evento che oramai tradizionalmente si chiama
SKY Upfront. E la parola ricorrente tra i manager SKY
intervenuti è stata “Casa”: SKY si sente la “casa” dei
contenuti, la casa dell’intrattenimento TV.
SKY, casa delle tecnologie
La fotografia che SKY dà dei propri abbonati è ad alta
propensione tecnologica. Lo raccontano i dati interessanti diffusi dall’azienda sulla penetrazione delle tecnologie più evolute fra i propri abbonati: sono 80% gli
utenti che posseggono un decoder HD e più del 60%
ha un MySKY HD con funzionalità di registrazione. Sono
più di 1 milione e 100mila gli utenti che hanno connesso
il decoder MySKY HD a Internet per utilizzare i servizi
on demand, con oltre 100 milioni di download, il 40%
dei quali utilizzati per il servizio Restart, che permette di
vedere dall’inizio un film in onda ma già iniziato. Quanto
a SKY Go, sono 2 milioni e 200mila gli utenti che hanno
attivato questo servizio e mediamente ogni settimana
si collegano al servizio 660mila abbonati.
Sul fronte del 3D, SKY ha confermato l’impegno nel canale specifico (il 150) con 45 prime visioni cinematografiche nel corso della stagione, tra cui Frozen, Thor, The
Amazing Spiderman 2, Capitan America, Rio2 e Noah.
Anche la Serie A vedrà alcune produzioni 3D, a partire
da Milan-Juventus del 20 settembre, Juventus-Roma e
Inter-Napoli a ottobre e Milan-Inter e Roma-Milan a dicembre. Ci saranno poi dei documentari in 3D di produzione SKY: uno sulla canonizzazione dei Papi e l’altro,
dopo quello sui Musei Vaticani, che racconterà Firenze
e gli Uffizi. Sempre sul fronte documentari, ma non di
produzione SKY, va segnalata la serie Cathedrals of
Culture; 6 episodi curati da Wim Wenders in cui vengono raccontati altrettanti monumenti contemporanei in
3D. Nessuna notizia, invece, su produzioni 4K, destinate eventualmente a messe in onda future.
SKY Uno sempre più “talent-show”
Una delle reti SKY che nelle scorse stagioni ha ottenuto maggior successo è SKY Uno, in forza soprattutto
di alcuni realty molto seguiti come XFactor e MasterChef Italia; reality che proseguono anche in questa
stagione. XFactor avrà una nuova giuria composta dai
confermati Mika e Morgan, affiancati dai nuovi ingressi
Victoria Cabello e Fedez. Una volta terminato XFactor,
a dicembre, sarà la volta di MasterChef Italia che sarà
poi seguita da Junior MasterChef 2. Sempre Carlo
Cracco sarà protagonista della nuova serie di Hell’s Kitchen. Il nuovo inserimento nel palinsesto (anche se proviene da Mediaset) è la nuova edizione di Italia’s Got
Talent, migrata ora su SKY e con una
giuria completamente rivista (Claudio
Bisio, Luciana Litizzetto, Frank Matano e Nina Zilli) come molto rivisitata
dovrebbe essere la produzione: SKY
promette un salto in avanti rispetto
alla produzione Mediaset, un po’
come accadde con XFactor quando
passò da Rai Due a SKY stessa. Non
mancheranno, poi, le edizioni internazionali dei principali talent, come
MasterChef USA, Got to Dance, The Face Australia, la
nona stagione di America’s Got Talent e la terza di Bar
da incubo. Nel 2015 è attesa anche XFactor UK.
SKY ci prende gusto a produrre serie TV
Sul fronte fiction, da sempre uno dei capisaldi dell’offerta SKY, si annuncia una stagione con 2000 film e
300 prime TV, tutti in alta definizione e senza interruzioni pubblicitarie. Di questi, oltre 800 titoli saranno
sempre disponibili su SKY On Demand e SKY Go.
Ma le maggiori novità arrivano dal mondo serie TV
prodotte in Italia: dopo il successo strepitoso della
serie Romanzo Criminale di qualche stagione fa, bissata con ancora maggior successo da Gomorra, SKY
prosegue nella strategia di produrre contenuti fiction
seriali in Italia. Per le prossime stagioni sono infatti
previsti diversi progetti, alcuni in continuità con il passato e altri originali, il tutto con firme importanti.
Partiamo proprio da Gomorra: al successo italiano
della serie, sta seguendo una enorme popolarità internazionale. Gomorra è stata venduta infatti in oltre
70 Paesi e addirittura, pur mandata in onda in lingua
originale e con i sottotitoli, ha ottenuto share incredibili in UK e in Spagna (7%). SKY ha annunciato che è
in corso di scrittura la sceneggiatura della seconda
serie, che sarà sempre diretta da Sollima e le cui riprese inizieranno in primavera per una presumibile
messa in onda nella seconda parte del 2015.
Prima però arriveranno due nuovi capitoli de I delitti del BarLume al cui cast si aggiungerà Alessandro
Benvenuti. Prosegue anche In Treatment, il serial con
Sergio Castellitto protagonista a cui si aggiungerà Michele Placido nel ruolo di antagonista e Maya Sansa.
Ci sono poi delle produzioni al debutto: è il caso di
1992, una serie in 10 episodi che racconta le vicende di mani pulite, ideata e interpretata da Stefano
Accorsi. Oltre a questa, ci sarà anche Diabolik – la
serie, una delle prime produzioni di SKY paneuropea

segue a pagina 06 
torna al sommario
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
ENTERTAINMENT
SKY, stagione 2014-15
segue Da pagina 05 
(a riflettere appunto il nuovo assetto del gruppo) che
vedrà le scenografie, importantissime per un titolo di
questo tipo, firmate dal tre volte premio Oscar Dante
Ferretti. E ancora di premio Oscar si tratta parlando
della serie Il Papa giovane, otto episodi che saranno
diretti da Paolo Sorrentino alle prese con la sua prima
esperienza con una serie TV.
Tra le anticipazioni, che però vedremo solo nella
stagione 2015-16, è trapelata anche la notizia di un
serial in lavorazione ideato e interpretato da Corrado
Guzzanti e realizzato dallo stesso gruppo dell’acclamato Boris. Sui tempi, anche SKY non ha certezze:
“Lavorare con un genio come Guzzanti ha degli effetti collaterali – ha commentato un manager di SKY
-: non sai mai quando finirai davvero”.
Tra le produzioni SKY non fiction, da segnalare anche Ogni volta Vasco: Vasco Rossi si racconta in 5
episodi per SKY Arte (in onda entro la fine dell’anno),
due dei quali nuovi. Uno sarà un intero concerto live
realizzato in esclusiva per questa produzione, l’altro
una sorta di “testamento spirituale” del cantautore di
Zocca.
SKY Atlantic, serial che vince
non si cambia
Uno dei fenomeni della scorsa stagione è stato il successo di SKY Atlantic, che ha portato in Italia molti serial diventati oramai di culto. Nel corso della stagione
arriveranno più di 400 episodi inediti, tra cui spiccano le importanti produzioni HBO di cui SKY detiene
l’esclusiva. Tra queste due titoli molto attesi: dal 23
settembre debutta la nuova stagione di House of
Cards; ma soprattutto dal 3 di ottobre arriverà anche
in Italia la serie cult True Detective. Di queste due serie SKY ha affermato di aver acquistato i diritti completi, quindi non sarà possibile vedere queste importanti
serie su canali free, almeno nell’orizzonte temporale
dei prossimi 5-6 anni.
Dal 15 ottobre debutta anche Les Revenants, una
serie francese noir soprannaturale, mentre da dicembre arriverà Fargo, miniserie ispirata al film dei fratelli
Coen. Tra gli altri titoli in arrivo, anche il poliziesco The
Fall, The Knic (ambientato a inizio ’900) e la sit-com di
successo Silicon Valley.
Infine, in primavera, arriverà in contemporanea con gli
USA la quinta stagione de Il trono di spade.
Due nuovi canali Fox: Animation
e Comedy
Fox è ovviamente strettissimo partner di SKY, appartenendo al medesimo gruppo. Fox ha annunciato il
lancio il prossimo novembre di due nuovi canali: Fox
Animation e Fox Comedy.
Non ci si faccia ingannare dal nome: Fox Animation,
che occuperà il numero 127 della piattaforma, non è
un canale per bambini, ma farà programmazione sì in
animazione ma destinata a ragazzi e soprattutto ad
adulti. Questo canale, che nasce da alcune esperienze di programmazione temporanea che hanno incontrato un successo oltre le aspettative, avrà come titoli
portanti I Simpson, I Griffin e American Dad e alcune
esclusive assolute come Bob’s Burger, Brickelberry e King of the Hill. In arrivo anche la nuova serie
Bordertown di Seth MacFerlane che racconta satiricamente delle tensioni culturali al confine tra USA e
Messico.
Fox Comedy (numero 128 di SKY) aggregherà invece
serie commedia, un genere che, dopo i fasti degli anni
’80 (con serie peraltro ancora programmate su molti
canali) sta riscoprendo negli USA una nuova giovinezza: secondo Fox il successo ci sarà anche dalle
nostre parti e di lì la nascita di questo canale che proporrà serie già note come per esempio Modern Family e New Girl e nuove proposte come Friends with
Better Lives e Welcome to the Family.
Su Fox arriva Wayward Pines con Matt
Dillon
Fox cavalca la rinnovata popolarità delle serie TV e

Anche quest’anno Carlo Cracco sarà protagonista di Hell’s Kitchen.
torna al sommario
annuncia di aver previsto una prima per ogni sera della settimana. Particolare enfasi è stata data all’arrivo
per marzo prossimo, in contemporanea con gli USA,
di Wayward Pines, una serie legal thriller con un lieve
sapore di soprannaturale che in molti hanno paragonato a Twin Peaks, quanto meno per le atmosfere.
Protagonista Matt Dillon, intervenuto direttamente
alla conferenza stampa e alla prima vera esperienza
con una produzione TV: “Non ha senso paragonare
Wayward Pines a Twin Peaks – ha detto Dillon -; David Linch resta un maestro irraggiungibile”. Malgrado
ciò, la serie fa ben sperare, grazie anche alla regia
Shyamalan (tra gli altri Il sesto senso e Umbreakable)
e al promo reel molto coinvolgente.
Fox Life punta sui reality
e il pubblico femminile
Il canale Fox Life conferma la sua vocazione di indirizzo
verso un pubblico femminile con una proposta definita
“emotiva ed emozionale”. Gli ingredienti sono un mix
di serie TV e reality: tra questi ultimi, oltre alle conferme di Quattro matrimoni e Cucine da incubo, arriverà
nella prossima stagione anche l’edizione italiana del
format Fremantle, Farmers Wants a wife, una specie
di incrocio tra La fattoria e La pupa e il secchione che
sarà condotto da Simona Ventura: le riprese saranno
condotte la prossima primavera, la messa in onda è
prevista di conseguenza nei mesi successivi.
National Geographic
anche con produzioni italiane
Alle consuete produzioni internazionali, National
Geographic affiancherà anche un paio di prodotti
concepiti e realizzati in Italia. Si tratta di un episodio
tutto italiano della serie Anni ’90, realizzato da Matteo
Bordone e con interviste a Fiorello, Vialli, D’Alema e
Simona Ventura. Su Nat Geo People (al 410 di SKY)
verrà invece mandato in onda il reportage di un coastto-coast fatto in America per realizzare il sogno di un
diciottenne italiano affetto da una rara malattia che
causa invecchiamento precoce.
Matt Dillon, intervenuto alla serata SKY, sara il protagonista
della serie tv Wayward Pines.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO Le dichiarazioni di Ken Hong di LG rilasciate durante un’intervista a CNET
Nei televisori OLED LG è 10 anni avanti tutti
LG afferma che ha un vantaggio competitivo enorme sui competitor in materia di OLED
Ed è tutto merito del white OLED. Parola del direttore della comunicazione globale di LG
di Emanuele VILLA
rmai sono anni che parliamo di
OLED, dalla partenza in grande
stile del CES di qualche anno fa
fino al progressivo abbandono da parte
di larga parte dell’industria, che ha lasciato LG come unica vera proposta del
mercato. Si dice sia costosissimo, si dice
che gli scarti industriali siano troppo elevati, fatto sta che ormai il mondo della
tecnologia punta tutto sul 4K e lascia
l’OLED a una nicchia per intenditori.
Sotto questo profilo, è davvero interessante un’intervista rilasciata da Ken
Hong, direttore della comunicazione
globale di LG, a CNET, un’intervista che
di fatto spiega il motivo di una situazione che vede LG come unico sostenitore
attivo della tecnologia. Il motivo, secondo Hong, è che mentre i consumatori
sono pronti per l’OLED, non lo sono i
produttori di TV. E questo perché LG
fu in grado, nell’ormai lontano 2009, di
comprendere le potenzialità della tecnologia white OLED di Kodak (nata nel
O
eBay si allontana dalle
origini “umili” delle
aste online e si propone
come negozio online
su misura. Ora con
Collezioni possiamo
farci ispirare e ispirare
gli altri nelle intenzioni
di acquisto
2004 e acquistandola per 100 mln USD),
mentre tutti gli altri la ritenevano inutile:
LG non ebbe concorrenza all’epoca,
ma oggi produrre un TV da 55’’ basato su white OLED costa esattamente la
metà di quando costerebbe produrre un
OLED usando la tecnologia RGB. Ecco
perché i competitor non ce la fanno: un
business del genere non sarebbe in alcun modo conveniente.
Nella stessa intervista, Hong parla del
vantaggio competitivo di LG rispetto ai
competitor stabilendo che - sempre a
causa dell’OLED bianco - i benefici per
l’azienda si vedranno per 10 anni e che,
in ogni caso, nessuno sarà in grado di
raggiungerla per i prossimi 2 o 3 anni, il
che rappresenta un divario immenso. Se
poi il mercato dei TV dovesse riprendersi e tornare com’era tempo fa, i vantaggi
sul bilancio LG potrebbero essere davvero importanti.
TV E VIDEO Il TV è destinato a un pubblico particolarmente abbiente e attento al design
Gran classe e 20.000 euro per il TV 85’’ 4K di B&O
Bang & Olufsen annuncia la disponibilità immediata del televisore BeoVision Avant 85
Un gigante da 85’’ con pannello 4K e design di altissimo livello. Come il prezzo: € 19.995
di Emanuele VILLA
B

ang & Olufsen, storico marchio hiend, ha deciso di fare le cose davvero in grande e di affiancare al
TV BeoVision Avant 55 anche l’immensa versione da 85’’ (BeoVision Avant
85), ovviamente dedicata a un pubblico
facoltoso che vuole un prodotto di gran
classe.
Ecco perché nel comunicato di presentazione molta enfasi è data al design,
fiore all’occhiello dell’azienda: il concetto è di ridurre il più possibile gli ingombri realizzando un prodotto con doppia
opzione di posizionamento, su stand
motorizzato o su staffa, di modo tale
da integrare completamente il prodotto in ambiente oppure lasciarlo “a sé”
esaltandone le forme. Inoltre, lo stand
motorizzato da pavimento consente al
torna al sommario
eBay Collezioni
E lo shopping
diventa
ispirazione
virale
televisore di spostarsi fino a 90 gradi
dalla parete, di modo tale da posizionarsi sempre frontalmente allo spettatore.
A livello tecnologico, BeoVision Avant
85 è un TV Ultra HD (4K) di tipo Full LED
con 2D backlight dimming e tecnologia
di ottimizzazione d’immagine VisionClear con Automatic Picture Control per
l’adattamento delle caratteristiche del
video alle condizioni di illuminazione
della stanza.
Molta enfasi è data
all’audio, per il quale è presente un
modulo a tre canali integrato con 8
amplificatori, uno
per ogni driver (3
x 60 watt per gli
alti, 3 x 60 watt per
i midrange, 2 x 60 watt per i bassi); è
inoltre possibile estendere l’audio del
TV fino al surround 7.1 anche in modalità
Wireless, grazie alla tecnologia Immaculate Wireless Sound inclusa nel TV.
La disponibilità è immediata ed esclusiva dei punti vendita B&O: il prezzo consigliato è di 19.995 euro, comprensivi di
BeoRemote One.
di Paolo CENTOFANTI
C’erano una volta le aste online
di cui eBay era il re incontrastato.
Ma oggi il sito di e-commerce si
sta sempre più allontanando da
queste origini per diventare prima di tutto un immenso centro
commerciale online.
Il nuovo passo in questa direzione, che arriva poche settimane
dopo l’apertura di eBay Elettronica, che a sua volta è nato
sulla scia di eBay Design ed
eBay Moda, è eBay Collezioni,
una nuova funzionalità del sito
di eBay o meglio una nuova vetrina, in questo caso social. Con
Collezioni ogni utente può creare
più liste di oggetti desiderati acquistabili su eBay, creando una
sorta di propria vetrina virtuale
del negozio dei propri sogni.
Il “gioco” sta nella possibilità di
condividere con gli altri sui social network le proprie Collezioni
create sul sito, oppure di lasciarsi
“ispirare” da quelle create dagli
altri utenti eBay. Le vetrine più
belle saranno scelte dal team
redazionale di eBay e verrano
evidenziate quelle di VIP testimonial, ma gli utenti potranno anche
seguire altri shopper per cercare
idee su cosa comprare.
Benvenuti nell’era dello shopping
compulsivo 2.0.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO DIGITALEUROPE e CEA sono le due associazioni dei produttori di Europa e USA
Europa e USA, certificazioni TV Ultra HD
Due mondi, due loghi e tanta confusione
Europa e Stati Uniti annunciano certificazioni diverse per l’Ultra HD con rispettivi loghi
In quello europeo sparisce la dizione 4K, mentre la CEA tiene conto anche dell’HEVC
di Paolo CENTOFANTI
D
opo DIGITALEUROPE, anche
l’americana CEA ha pubblicato il
suo logo per certificare i TV Ultra
HD e non coincide con quello dell’associazione di categoria europea. I produttori, con ogni probabilità, si troveranno ad
apporre sugli imballi due loghi diversi per
le diverse sponde dell’Oceano Atlantico,
o probabilmente li utilizzeranno entrambi.
Se DIGITALEUROPE ha deciso di lasciar
“decadere” il termine 4K dal suo logo
Ultra HD, la CEA per contro ha preferito
mantenerlo, e così la certificazione ufficiale americana sarà 4K Ultra HD. I requisiti minimi per i TV previsti dalle due
certificazioni sono essenzialmente i medesimi, pur con qualche distinzione che
ci accingiamo a vedere, ma il rischio è
che il 4K Ultra HD possa essere percepito
come qualcosa di più del semplice Ultra
HD per i non addetti ai lavori.
Entrambe le certificazioni prevedono
requisiti semplici: risoluzione minima del
pannello di 3840x2160 pixel in formato
16:9; supporto per segnali almeno a 8 bit,
con colorimetria ITU BT.709 e frame rate
minimo 24p, 25p, 30p, 50p, 60p (per la
CEA le frequenze “PAL” non sono prese
in considerazione); almeno un ingresso
HDMI compatibile con i suddetti segnali
e supporto per la protezione dalla copia
HDCP 2.2. La CEA richiede anche la funzione di upscaling di contenuti a bassa
definizione e alta definizione in Ultra HD,
mentre DIGITALEUROPE ha incluso una
clausola che richiede tassativamente
che i TV permettano la riproduzione dei
contenuti Ultra HD nativa senza cambio
di risoluzione o frame rate tra ingresso
e riproduzione a schermo. In sostanza
non sono certificabili TV con sezione di
processing del segnale che lavorino in
“downscaling” degradando le sorgenti
Ultra HD. A parte queste distinzioni, le
due certificazioni sono identiche nella
loro formulazione base. Nessuna delle
due fa alcun riferimento alla ricezione via
tuner, ma solo a sorgenti esterne. La CEA
però ha messo a punto un secondo livello di certificazione denominato 4K Ultra
HD Connected che impone ai TV certificati la capacità di riprodurre contenuti in
streaming codificati in HEVC, tramite WiFi o connessione cablata e app per la rispettiva piattaforma scelta dal produttore
del TV. In questo caso si chiede qualcosa
di più rispetto alla certificazione europea,
per cui un TV “Ultra HD” potrebbe essere anche “4K Ultra HD”, ma non “4K Ultra
HD Connected”.
HIFI E HOME CINEMA Bose non è nuova a prodotti “mini”, come i diffusori Acoustimass
Soundbar miniaturizzata? La nuova sfida Bose
CineMate 15 è molto più compatta rispetto ai concorrenti. E arriva anche un Solo più grande
di Roberto FAGGIANO
ose propone una normale soundbar, ma in una versione molto
più compatta rispetto alla CineMate 1. La nuova CineMate 15 (650
euro) è formata dal diffusore e da un
subwoofer separato: la nuova soundbar
misura solo 305x85x70 mm (LxAxP), il
subwoofer 367x222x485 mm (LxAxP)
e va collegato via cavo alla soundbar. Il
collegamento al televisore va fatto tramite cavo digitale (ottico o coassiale) o
in modo stereo analogico. Sul retro del
subwoofer c’è una manopola per regolare direttamente il volume dei bassi.
Per controllare l’intero sistema c’è un
nuovo telecomando universale, di tipo

B
torna al sommario
programmabile tramite codice per gestire un intero sistema home theater; la
finitura è nel consueto standard Bose,
più robusta che elegante.
Bose ha presentato anche una seconda
versione del Solo TV, Solo TV 15 (450
euro), più grande del modello già noto
per adattarsi meglio a TV con schermo
fino a 50’’, contro i 42 dell’altro modello. Le dimensioni
salgono a 628x76x356 mm
(LxAxP) in modo da poter
sopportare televisori fino a 34
kg di peso. Rispetto all’altro
modello non ci sono cambiamenti nei collegamenti, che
non prevedono l’HDMI ma
privilegiano gli ingressi digitali (ottico
e coassiale) o il normale cavo stereo. Il
Solo 15 ha una manopola per regolare
il livello dei bassi e un telecomando di
tipo universale programmabile (adatto
a TV e sorgenti delle principali marche)
rispetto allo scarno comando del diffusore più piccolo.
Mediaset lancia
Mediaset Italia
Online, il canale
per i residenti
all’estero
Mediaset ha lanciato
Mediaset Italia Online,
un canale in streaming
per gli italiani all’estero
con il meglio della
programmazione delle
reti del biscione. In
abbonamento in media
a 5 euro al mese
di Paolo CENTOFANTI
Per coloro che risiedono fuori Italia e vogliono accedere in
modo facile ai contenuti delle
reti Mediaset, la TV italiana ha
lanciato un nuovo servizio denominato Mediaset Italia Online.
Si tratta di un canale visibile in
streaming e che raccoglie il meglio della programmazione delle
reti nazionali, i tre canali ammiraglie più alcuni contenuti delle reti
tematiche. Il canale trasmetterà
anche eventi sportivi in diretta, i
telegiornali, fiction e programmi
di approfondimento.
Mediaset Italia Online è visibile
unicamente dall’estero e in abbonamento con canone che varia da regione a regione e che in
media è pari a 5 euro al mese,
con una trial di 15 giorni. L’abbonamento è però trimestrale o
annuale, senza comunque vincoli di alcun tipo: scaduti i primi
tre mesi si può tranquillamente
decidere di non rinnovare l’abbonamento.
Per abbonarsi basta andare alla
pagina web del servizio, disponibile a questo indirizzo.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
FOTOGRAFIA La 7D MK II è una macchina molto attesa, una “game changer” per il mondo della fotografia semi-professionale
Canon 7D MK II, tutto quello che c’è da sapere
Per la prima volta Canon non guarda alla gamma e realizza una reflex in grado di impensierire la top di gammaEOS 1D X
D
di Roberto PEZZALI
opo il breve annuncio a Colonia abbiamo avuto
modo di approfondire la conoscenza con la 7D
MK II di Canon, il nuovo top di gamma nel segmento APS-C del produttore giapponese. La nuova 7D
è importante perchè a dispetto di un prezzo comunque
abbordabile, pesta (e non poco) i piedi all’ammiraglia
EOS 1D X. Una scelta inedita per Canon che è sempre
stata molto atenta a distribuire, in modo certosino, le
tecnologie nelle varie macchine per evitare sovrapposizioni. Non siamo riusciti a scattare fotografie “belle”: a
Colonia con campioni di pre-produzione abbiamo solo
saggiato raffica e messa a fuoco con un paio di atleti
saltellanti su un tappeto elastico, ma ovviamente questo non basta per dare un giudizio che è fondamentale.
Se la 7D Mark II, a 6400 ISO, riuscisse a tirare davvero
fuori file di altissimo livello ci troveremmo davanti ad
una reflex eccezionale per il target sportivo / naturalistico, per il quale è stata pensata.
Nata per la massima velocità
La 7D Mark II è costruita per la velocità, il livello di reattività è simile alla EOS 1D X con 10 fps contro i 12 del
modello top: una differenza minima, compensata da
55 ms di shutter lag identico per le due reflex. Le altre
fotocamere Canon, per intenderci, hanno un valore più
elevato. Per capire quanto la 7D sia veloce si possono
anche guardare le performance di raffica: 31 file RAW
continui contro i 25 del modello precedente e soprattutto file Jpeg fino a esaurimento della scheda. Questo
vuol dire che tenendo premuto il tasto di scatto la 7D
scatta a 10 fps in continuazione saturando la memory
card. Come sulla EOS 1D X la velocità della raffica si
può personalizzare, ma per la prima volta nel mondo EOS è possibile impostare anche la velocità dello
scatto silenzioso. Tante altre piccole migliorie rendono
EOS 7D MK II superiore ad altri modelli, anche di segmento più elevato: l’otturatore ad esempio è garantito
fino a 200.000 cicli contro i 150.000 della 5D MK III. In
questo caso la EOS 1D X, con 400.000 cicli, resta su un
livello più alto. La struttura dell’otturatore e dello specchio della 7D sono comunque stati rivisti interamente:
una serie di guarnizioni e ammortizzatori permettono
scatti più puliti in raffica.
Messa a fuoco super

Uno degli aspetti fondamentali per l’uso sportivo è
la messa a fuoco: è qui che Canon ha stupito di più
proponendo un sistema fatto da 65 punti tutti a croce
sensibili a f/5.6 con un punto centrale a doppia croce
f/2.8 – f/8 con sensibilità minima di -3 EV. In questo
caso la 1D X ha 5 punti centrali a croce doppia, ma la
7D può contare su una precisione maggiore in condizioni di scarsissima luce, ad esempio ad un concerto.
Tra le modalità di messa a fuoco sulla 7D Canon ha aggiunto anche una nuova modalità di misurazione Large
Zone AF, con il reticolo di messa a fuoco segmentato
in tre zone orizzontali. Una piccola leva posta attorno
torna al sommario
al jog permette di passare rapidamente tra le diverse
modalità AF.
L’influenza della 1D X si vede anche dall’adozione dell’EOS iTR AF, Intelligent Tracking and Recognition, che
guadagna però un nuovo algoritmo dedicato all’inseguimento dei soggetti non umani. Questo grazie ad un
nuovo sistema di misurazione RGB IR a 150.000 punti
e al doppio processore Digic 6 (la 1D X ha un doppio
Digic 5+): nessuna altra reflex Canon ha una potenza di
calcolo simile. Per poter gestire al meglio l’autofocus
a inseguimento sono previsti anche i menù della 1D X
con le modalità professionali di fuoco e le regolazioni
di accelerazione, decelerazione e scambio automatico del punto AF del soggetto. Dopo la messa a fuoco riveste un ruolo fondamentale anche il sensore: il
sensore DualPixel è particolare perché in realtà ogni
“pixel” è composto da due pixel distinti e pilotati singolarmente. Nel caso della 7D Mark II l’unità è un CMOS
APS-C da 20.2 Megapixel e i numeri lasciano pensare che si tratti del sensore della 70D, il primo sensore
Dual Pixel Canon. In realtà l’azienda ci ha assicurato
che è un sensore totalmente diverso, con una struttura
di lenti diverse e una migliore sensibilità. Il CMOS arriva
a 16000 ISO sia per i video che per le foto, e per i video
è espandibile fino a 25600 ISO (per le foto 51200).
Canon, dov’è il display touch?
Novità anche per quanto riguarda il mirino: Canon ha
inserito una nuova riga nel mirino con modo di scatto,
bilanciamento bianco, raffica, fuoco, jpeg/raw, esposizione e livella. Le opzioni sono ovviamente configurabili. A qualcuno potrebbe non piacere un mirino così
affollato, ma in ogni caso è un qualcosa in più. Qualche
critica la merita però il display: Canon per una questione di robustezza ha scelto di tenere un display fisso
e non articolato (cosa comprensibile) ma purtroppo lo
schermo non è touch. Sappiamo che i fotografi ritengono il touch un qualcosa di inutile ma chi ha provato il
touch to focus sulla 70D sa che con il dual pixel CMOS
è una killer application. Canon avrebbe potuto mettere
un pannello touch con la sola funzione di touch to focus
abilitata, togliendo ogni altro orpello, che sarebbe stato
superfluo o inutile.
Tra le altre caratteristiche che a prima vista non emergono della Mark II troviamo la porta USB 3.0 e il doppio slot CF / SD configurabile a piacere. La porta USB,
vista la mole di dati da gestire, è una piacevole novità.
C’è anche il GPS con bussola digitale: supporta anche i satellite Glonass e funziona bene o male come
il GPS della 6D. Canon fa infine risparmiare i 179 euro
del telecomando esterno TC-80N3: la macchina integra un intervallometro configurabile per Time Lapse e
Bulb Timer fino a 99 ore. Cambia qualcosa anche nel
video: oltre al MOV è selezionabile il formato Mp4 in
diverse modalità: All-IFRAME, IPB e IPB Light, ma al momento non sappiamo dare un’idea del bitrate. L’HDMI
in uscita, inoltre, è pulito e non compresso sia per audio che per video. Un’ultima chicca riguarda la messa a
fuoco automatica sui video: la velocità di passaggio tra
due punti di fuoco è regolabile in modo automatico per
dissolvenze così rapido è più lente e fluide. A chiudere
il cerchio c’è il corpo in magnesio sigillato: la macchina
non è tropicalizzata come la 1D X ma ha una buona
protezione per umidità e polvere.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
FOTOGRAFIA Nikon lancia la D750: ha un peso piuma (750 gr) grazie a carbonio e magnesio
D750: arriva la nuova full frame Nikon
Ha un sensore da 24 MPX FX Full e può contare su una messa a fuoco con poca luce al top
N
di Roberto PEZZALI
ikon annuncia la D750, full frame
che si posiziona tra la Nikon D810
e la D610, è un qualcosa in più di
un rimpiazzo della D700, ormai datata.
Nikon infatti ha “saccheggiato” la D810
e la D4S per creare una reflex che fa
del peso una delle sue caratteristiche
migliori: al magnesio Nikon affianca la fibra di carbonio che permette alla D750
di registrare alla bilancia 750 grammi. Un
vero peso piuma, inferiore alle altre reflex
Nikon e anche a modelli analoghi di casa
Canon, come la 6D. Nikon ha curato la
costruzione in corpo maniacale: carbonio e magnesio sono assemblati con una
serie di guarnizioni che rendono la fotocamera tropicalizzata, mentre lo schermo
da da 3.2” è orientabile. La D750 ha un
sensore da 24 Megapixel formato FX Full
totalmente nuovo, supportato dallo stesso processore Expeed 4 usato sui modelli
superiori: la novità rispetto agli altri
modelli Nikon è proprio la sensibilità raggiunta dal sensore, da 10
a 12800 ISO con messa a fuoco a
-3EV (exposure value). Nessun altro modello Nikon era in grado di
ottenere una precisione di messa a
fuoco così elevata con poca luce,
nemmeno la D4S che si fermava a
-2EV. Dai modelli superiori la D750
prende anche l’esposimetro e il sistema di messa a fuoco, 51 punti totali con 15 punti a croce, 8 dei quali
lavorano fino a f/8. Una macchina
eccellente se guardiamo ai dati, ed
è forse per questo che Nikon ha “limitato”
la raffica a soli 6.5 fps: un valore più elevato avrebbe cannibalizzato anche la fascia
più alta. La D750 integra Wi-Fi, doppio
slot per le memorie e piene funzionalità
di ripresa video con registrazione fino a
1080p a 60 fps. Il prezzo europeo, da
confermare per l’Italia, sarà di 2149 euro.
Nikon D750, product tour
È davvero giunto il momento di acquistare una Leica
Fascino e tecnologia si fondono nelle nuove Leica e per chi può ci sono i modelli celebrativi
eica al Photokina gioca in casa e
a Colonia ha portato tante novità,
per tutti i gusti e tutte le tasche,
a partire dalla Leica M Edition 60 che
sarà realizzata in edizione numerata
e limitata in soli 600 esemplari per festeggiare l’anniversario del sistema a
telemetro. Un prodotto unico, dal peso
notevole e caratterizzata da un anima
digitale priva di schermo LCD: un mix
tra vecchio e nuovo, dove si scatta,
si salva un file ma non si può rivedere
subito il risultato. Prezzo 15.000 euro,
messa a fuoco a telemetro e un obiet-
tivo Leica Summilux-M 35 mm f/1.4 di
eccelsa qualità.
Chi vuole assaporare il piacere di avere
tra le mani una macchina leggendaria
senza però fa troppi sacrifici troverà nelle nuove Leica X due macchine fotografiche decisamente interessanti: la X e la
X-E hanno in comune un sensore APS-C
da 16 Megapixel e sono distinguibili, oltre che dal corpo, anche dai due obiettivi fissi utilizzati, un 24 mm f/2.8 per la
X-E e un 23 mm f/1.7 per la X. La prima
sarà venduta nei Leica Store a 1490
euro, la seconda a 1850 euro, almeno in
Germania.
Chi vuole realizzare anche video è tut-
tavia obbligato a scegliere la X: solo lei
infatti ha abilitato le funzioni di registrazione. Nessuna delle due fotocamere
ha un mirino ottico o elettronico, ma
c’è sempre la possibilità di aggiungerlo
come accessorio.
Per finire la Leica M-A: come la
M Edition 60 fa parte dei prodotti celebrativi, ma questa volta ci troviamo di fronte
ad una fotocamera analogica che verrà
venduta in bundle con la leggendaria
pellicola Kodak Tri-X 400 Monochrome.
Il fascino della pellicola non tramonta
mai, e crediamo che più di un nostalgico non si farà scappare questa chicca. Il
prezzo, però, è ancora tabù.
Leica M Edition 60, prezzo 15.000 euro.
Leica X, in Germania costa 1850 euro.
Leica X-E, in vendita 1490 euro.

L
torna al sommario
Sony annuncia
ufficialmente
SmartEyeGlass e
relativo SDK. Non
solo: per l’occasione,
Sony suggerisce agli
sviluppatori alcuni
ambiti di utilizzo
di Emanuele VILLA
FOTOGRAFIA Al Photokina Leica ha portato tantissime novità, con prezzi per tutte le tasche
di Roberto PEZZALI
Sony spiega
a cosa servono
gli Smart Glass
Non c’è ancora una data di rilascio
nè un prezzo, ma Sony conta di
spedire le prime unità agli sviluppatori entro la fine dell’anno fiscale; l’SDK è disponibile fin da subito.
La notizia non è tanto l’annuncio
degli occhiali, quanto il fatto che,
rilasciando l’SDK, Sony mostra
al mondo le prime potenziali applicazioni dei propri occhiali, che
richiederanno il collegamento
Bluetooth a uno smartphone
Android 4.1 (o superiori) e che potranno fare affidamento su diversi
sensori, tra cui accelerometro, giroscopio, luminosità ambientale,
bussola elettronica e via dicendo.
Non c’è il GPS, poichè gli occhiali
fanno affidamento su quello dello smartphone. Il display ha un
indice di trasparenza dell’85%, è
spesso 3 mm e viene utilizzato per
“mostrare in sovraimpressione informazioni quali testo, simboli e
immagini” ed è monocromatico,
anche per non pesare troppo sull’autonomia dell’apparecchio.
Il design non è il più fine del mondo, con in più un modulo esterno
(contenente sensore touch, batteria e microfono) collegato via
cavo, ma sono possibili “ritocchi”
prima del rilascio definitivo.
Dicevamo, la notizia più interessante sono gli ambiti di utilizzo
che Sony consiglia a tutti gli sviluppatori: dalle semplici notifiche
alla realtà aumentata, dai libri di
cucina “2.0” al fitness.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
FOTOGRAFIA Dopo settimane di indiscrezioni, Panasonic ha annunciato due mirrorless ultra compatte della gamma Lumix
Panasonic LX100 e GM5, due mirrorless ricche di sorprese
La LX100 ha un nuovo sensore 4:3, obiettivo Leica Summilux e riprende video in 4K. Avrà un prezzo intorno ai 900 euro
La GM5 conquista il mirino elettronico e tante funzioni della GX7 nello stesso formato della GM1, prezzo da 849 euro
P
di Paolo CENTOFANTI
anasonic ha annunciato finalmente due nuove
mirrorless della gamma Lumix, la compatta evoluta LX100, che succede alla LX7 e discende dalla
gloriosa LC1, e la fotocamera a lenti intercambiabili micro quattro terzi GM5, evoluzione della GM1 presentata
1 anno fa. Partiamo dalla LX100, si tratta di una fotocamera a lente fissa che, in dimensioni paragonabili a
quelle della LX7, integra un sensore in formato 4:3 (1,33
pollici) da 16 Megapixel (12,8 Megapixel effettivi), abbinato a un nuovo obiettivo Leica Summilux da 24 - 75
mm equivalenti, con apertura di F1.7 - F2.8.
Proprio l’obiettivo è una delle caratteristiche di punta di
questa piccola grande compatta, visto che al di là dei
dati di targa di assoluto rispetto (oltre al co-branding
Leica), vanta anche caratteristiche ottiche molto interessanti. Il diaframma, ad esempio, è a 9 lamelle (contro
le 7 dei migliori obiettivi Leica/Panasonic) per produrre,
insieme all’apertura massima di F1.7, un bokeh morbido
e pulito. La costruzione prevede 11 elementi in 8 gruppi,
tutti mobili, con un design derivato da quello utilizzato
per ottenere l’ottica super zoom in un corpo compatto nella FZ1000, e comprende 5 lenti asferiche di cui
2 ED. Il sensore viene sfruttato in modo da garantire la
ripresa in multi formato sempre sfruttando il massimo
angolo di ripresa, per cui indipendentemente da che
si scelga un rapporto 4:3, 3:2 o 16:9 si avrà sempre un
angolo equivalente alla focale di 24 mm. Il rapporto
d’aspetto in ripresa può venire scelto direttamente con
un selettore sulla ghiera dell’obiettivo, dove troviamo
anche il selettore per il tipo di messa a fuoco (singolo,
continuo o manuale), oltre alla ghiera dell’apertura del
diaframma. La ghiera della mese a fuoco è multi-funzione e può controllare anche zoom ed esposizione a seconda della modalità di utilizzo della fotocamera. Come
la LC1, però, la LX100 nasce soprattutto per essere utilizzata come macchina manuale e così i controlli principali comprendono la ghiera dei tempi di esposizione e
quella per la correzione dell’esposizione automatica ad
intervalli di 1/3 di stop e fino a +/-3 stop.
Gradito ritorno per tutti gli appassionati il mirino elettronico, con risoluzione di 2,764 milioni di punti, che fa
così della LX100 una piccola macchina davvero com-

Le due colorazioni della LX100: nera e silver.
torna al sommario
pleta. A livello di funzionalità, la LX100 eredita molte
delle caratteristiche della GX7, tra cui tonnellate di filtri
creativi, editing di file RAW in camera, controllo delle
curve per ombre e alte luci, scatto a raffica fino a 11
fps, autofocus DFD (Depth From Defocus) con sensibilità fino a -3 EV e velocità massima di 0,14 secondi con
tracking a 6,5 fps, modalità silenziosa con otturatore
elettronico fino a 1/16000. C’è anche la slitta attiva per
l’installazione di accessori, tra cui anche il piccolo flash
incluso nella confezione e per il quale non c’era proprio
spazio sul corpo macchina.
L’altra caratteristica di punta della LX100 riguarda il
video, visto che questa piccola compatta è in grado
di riprendere filmati in risoluzione 4K a 24, 25 e 30p.
Abbinata al versatile e luminoso obiettivo Leica, questa caratteristica dovrebbe produrre video di tutto
rispetto e da quello che abbiamo potuto vedere alla
presentazione sembra che sarà proprio così. Abbiamo
potuto spendere qualche minuto con dei campioni di
pre-produzione (non giudicabili a livello di prestazioni
fotografiche) , apprezzando la qualità della costruzione, la robustezza e allo stesso tempo leggerezza della
fotocamera, ma anche la buona ergonomia dei controlli principali. La LX100 arriverà verso novembre ad un
prezzo indicativamente intorno ai 900.
L’altra novità Panasonic è la nuova GM5 che è praticamente una GM1 rivista e potenziata. Il form factor non
cambia e rimane una delle fotocamere mirrorless a lenti
intercambiabili più piccole del mondo. Per questa nuova versione, Panasonic ha ridotto ancora di più il gap
a livello di prestazioni e funzionalità con l’ammiraglia
rangefinder GX7. Sensore e processore continuano a
rimanere gli stessi della GM1 e della GX7, ma la GM5
acquisisce funzionalità come il focus peaking, sviluppo
RAW in camera, controllo delle curve, nuova modalità
Panorama con 18 filtri creativi e nuova funzione di connessione WiFi con QR Code per un abbinamento rapido e indolore a smartphone e tablet tramite l’apposita
app. La novità più importante di tutte però, e che rende
più interessante la GM5 rispetto alla GM1, è la sostituzione del flash a scomparsa con un graditissimo mirino
elettronico con risoluzione di 1,166k punti, che affianca
La nuova GM5 (a destra) e la GM1 (sinistra)
Spicca la comparsa del mirino elettronico, ma c’è
anche un nuova rotella per rendere più agevoli i
controlli manuali.
nell’utilizzo il display LCD da 3 pollici con risoluzione di
960.000 punti Tra le altre novità si segnalano ancora la
ripresa video, che passa dal full HD a 60i a 60p, la slitta
accessori, che permette tra le altre cose di collegare
il flash fornito in dotazione nella confezione, la nuova
modalità video “snapshot movie”, che consente di riprendere brevi video di pochi secondi “alla Instagram”
(da 2 fino a 8 secondi) e di editarli e caricarli direttamente sui social network con l’app per smartphone e
tablet. C’è infine anche una nuova modalità Bulb che
consente di premere una volta il pulsante di scatto e
vedere l’immagine comporsi fino alla successiva pressione del pulsante per terminare l’esposizione. La GM5
sarà disponibile in tre finiture, nera, verde e rossa, e arriverà a novembre a partire da 849 euro con il piccolo
obiettivo 12 - 32 mm.
Al Photokina, Panasonic ha annunciato anche due nuovi obiettivi micro quattro terzi: lo zoom compatto collassabile 35 - 100 mm F4 - 5,6 e la versione nera del piccolo grandangolo 14 mm - F2,5 (H-H014A) che aveva
debuttato in versione silver nel lontano 2010. Entrambi
gli obiettivi hanno dimensioni talmente compatte che
ne fanno i compagni ideali proprio per la GM5 (e la
GM1 naturalmente).
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
FOTOGRAFIA Samsung presenta una mirrorless di fascia alta e un’ottica zoom professionale
Con la NX1 Samsung rilancia la fotografia
Ha caratteristiche e funzionalità di tutto rispetto, può girare anche video in 4K e HEVC
S
di Paolo CENTOFANTI
e c’è un mercato in cui Samsung
non è ancora riuscita a imporsi è
quello difficile della fotografia. Le
intenzioni del colosso coreano, tuttavia,
sono serissime, come conferma NX1,
fotocamera con cui Samsung non solo
dice “ci siamo anche noi”, ma prova a
farsi notare anche dall’utenza professionale. La NX1 è una fotocamera mirroless
con corpo macchina da reflex in lega di
magnesio, che monta un sensore in formato APS-C da 28,2 Megapixel, il primo
BSI di così grande formato. Samsung,
per il lancio del prodotto, spinge soprattutto su due aspetti della nuova fotocamera: il nuovo sistema di messa a fuoco
e il processore di immagine che offre
anche interessanti caratteristiche per la
ripresa video. Il sistema di messa a fuoco Auto Focus (AF) System III offre infatti
una velocità di aggancio del soggetto di
0,055 sec e lavora a rilevamento di fase
su 205 punti sul 90% dell’inquadratura.
La NX1 è dotata di otturatore meccanico
con velocità massima di 1/8000 di secondo e permette di scattare raffiche fino a
ben 15 fps e offre un range ISO da 100 a
25600, espansibili fino a 51000 ISO. Ciò
che mette però in competizione la nuova
macchina Samsung con prodotti come
la GH4 di Panasonic, è la capacità non
solo di riprendere video in formato 4K
(fino alla risoluzione di 4096x2160
in 24p e a 3840x2160 a 30p),
ma grazie al nuovo processore
di immagine DRIMe V, anche
con codifica HEVC. Per il resto
si segnalano il display orientabile Super AMOLED da 3 pollici
con risoluzione di 720x480 pixel
e il mirino elettronico, sempre
in tecnologia OLED con risoluzione
1024x768 pixel. La NX1 è dotata di connettività WiFi (fino a 802.11ac), Bluetooth
ed NFC, ed è resistente a spruzzi e polvere, anche se Samsung precisa che la
macchina non è impermeabile né sigillata, per cui non è comunque adatta ad
ambienti “estremi”.
Canon ha presentato
a Photokina G7X
È una compatta con
sensore CMOS
da 1’’ e ottica zoom
grandangolare 4,2x
Viene proposta
a 700 euro di listino
di Emanuele VILLA
Per festeggiare l’arrivo della NX1, Samsung
ha annunciato al Photokina
anche un’ottica premium, lo zoom
50-150mm 2.8 S ED OIS, con focale equivalente di 77 - 231 mm, apertura F2,8 su
tutta l’escursione e stabilizzatore ottico
di immagine multi-asse. Il prezzo del corpo macchina della NX1 sarà di 1499 euro,
sarà disponibile da novembre.
FOTOGRAFIA Fujifilm ha annunciato la nuova mirrorless XT100, sarà in vendita a 1249,99 euro
Fujifilm annuncia la X100T, con mirino migliorato
La XT100 utilizza un sensore X-Trans da 16,3 Megapixel e un’ottica fissa Fujinon 23 mm
di Paolo CENTOFANTI
F

ujifilm ha annunciato l’evoluzione
della mirrorless X100S, la X100T e
si tratta ancora una volta di un vero
e proprio gioiellino, anche se forse le
novità non sono poi così tante. Come il
precedente modello, anche la X100T è
basata sull’innovativo sensore X-Trans
CMOS II di Fuji, in formato APS-C e con
risoluzione di 16,3 Megapixel e sull’ottica fissa Fujinon 23 mm (equivalente a un
35 mm full frame circa) F2.0.
Ciò che distingue dal mucchio delle varie mirrorless la serie X100 di Fujifilm è
il suo mirino ibrido ottico/elettronico che
replica il funzionamento del telemetro
ottico/meccanico dei tempi andati. Un
angolo del mirino ottico viene utilizzato per riprodurre elettronicamente
un ingrandimento dell’area di messa a
fuoco, operazione che avviene con procedimento simile appunto a quello delle
fotocamere a telemetro. Sulla X100T il
torna al sommario
mirino è stato ulteriormente migliorato,
portando la copertura dell’inquadratura
dal 90 al 92% del frame ed è stata aggiunta la funzione di Real-time Parallax
Correction per avere un’inquadratura
nel mirino più fedele.
La nuova ghiera meccanica per la selezione dell’apertura dell’obiettivo permette l’impostazione a 1/3 di stop, mentre la
ghiera per la correzione dell’esposizio-
PowerShot G7X
Una piccola dal
grande sensore
ne è stata estesa fino a +/-3 stop. Altra
novità il nuovo otturatore elettronico
che arriva fino alla velocità di 1/32000
secondi (quello meccanico resta fermo a
1/1000 alla massima apertura e arriva al
massimo 1/4000 secondi) mentre la sensibilità ISO è stata portata fino a 51200.
La nuova Fujifilm X100T sarà disponibile
a partire da novembre a un prezzo di
1249,99 euro, in versione nera e silver.
Canon ha presentato al pubblico
una compatta ad alte prestazioni, il modello PowerShot G7 X,
le cui principali caratteristiche
(leggerezza e compattezza a parte) sono l’ampio sensore CMOS
da 1’’ con 20,2 Megapixel e l’ottica zoom grandangolare (24mm)
4,2x f/1,8-2,8, il tutto condito con
le più recenti tecnologie di imaging by Canon. Una compatta di
alto livello, cosa confermata anche da un listino di 701 euro (disponibilità italiana da novembre).
Tra le altre caratteristiche meritevoli di menzione, sicuramente
la sensibilità ISO fino a 12.800, il
processore Digic 6, il sistema AF
avanzato a 31 zone e una velocità
di scatto continuo di 6,5 fps per un
massimo di ca. 700 fotogrammi,
mentre per quanto concerne la
semplicità d’uso, è presente una
ghiera di controllo personalizzabile e un display touch inclinabile con funzionalità di Touch AF.
PowerShot G7X riprende anche
in Full HD fino a 60fps e dispone di funzionalità creative, come
l’HDR senza treppiede o la modalità Star, così come quelle di condivisione, rese possibili dalla connettività Wi-Fi e NFC integrate.
Rock’n’Go.
Loewe Speaker 2go.
Speaker Bluetooth portatile con funzione vivavoce, NFC e
fino a 8 ore di autonomia. Sound 2.1 integrato da 40 Watt.
Prezzo al pubblico: 299 Euro.
www.loewe.it
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
FOTOGRAFIA Lumix DMC-CM1 è una vera fotocamera, scatta in raw e puo riprendere in 4K
Lumix DMC-CM1, il miglior camera phone
Panasonic Lumix DMC-CM1 offre le personalizzazioni e le modalità di una compatta hi-end
Lo smartphone, comunque incluso, è solo un accessorio. Chi ne vuole uno a 900 euro?
A

Si allarga l’offerta di
fotocamere compatte
pensate per il pubblico
giovane e social
Il Sensore da 16 MP
e il design sono le sue
caratteristiche principali
di Roberto PEZZALI
nche se lo abbiamo appena fatto,
non chiamatelo camera-phone,
Panasonic si arrabbia: DMC-CM1
è una vera fotocamera dove la parte
smartphone, comunque presente, è da
considerare solo una feature come può
esserlo la connettività Wi-Fi di molte altre compatte. Lanciato con il marchio Lumix e dotato di ottica Leica il DMC-CM1
è proprio il prodotto che non ti aspetti,
una delle novità più grandi di questo
Photokina un po’ “fiacco” e senza idee.
Panasonic ha lavorato in gran segreto ed è riuscita a realizzare una fotocamera piccolissima e sottile con
sensore da 1” e 20 Megapixel, lo
stesso che troviamo ad esempio nella Sony’s Cyber-shot RX100 III e quasi
7 volte più grande dei sensori usati per
produrre gli smartphone tradizionali. Un
sensore di queste dimensioni non poteva che essere accoppiato con un obiettivo di qualità, e Panasonic per tenere
ridotte le dimensioni rinuncia allo zoom
per montare un obiettivo Leica 28 mm
equivalente con apertura F2.8.
Sulla carta, Lumia inclusi, il DMC CM1 è il
dispositivo con funzione telefonica che
offre oggi la migliore qualità di scatto sul
mercato. Ci abbiamo giocato per qualche ora e Panasonic ha effettivamente
fatto un eccellente lavoro sotto il profilo
della dimensione, del peso e dei materiali utilizzati, con un rivestimento similpelle che migliora il grip e una scocca
in alluminio che conferisce leggerezza
e robustezza allo stesso tempo. Un lavoro che però si riflette sul prezzo del
prodotto, 900 euro circa: Panasonic
inizierà a venderlo in Germania e in
Francia, poi si vedrà. Il canale non sarà
quello degli smartphone, ma quello dei
fotografi tradizionali, perché l’idea di Panasonic non è offrire un rimpiazzo per
il proprio smartphone ma una semplice
alternativa per quando si è in viaggio o
si vuole comunque viaggiare leggeri.
torna al sommario
Powershot N2
Il ritorno
della fotocamera
quadrata Canon
di Michele LEPORI
Parlando con chi ha lavorato allo sviluppo del prodotto siamo riusciti a delineare alcune situazioni di utilizzo tipo
che Panasonic suggerisce: weekend a
Parigi, CM1 nella borsa con sim turistica e sim italiana nello smartphone: abbiamo così una fotocamera connessa
che può condividere foto e allo stesso
tempo uno smartphone completo per
la lettura delle mail, la navigazione e il
browser. Solitamente, se vogliamo una
SIM turistica, siamo costretti a cambiare in continuazione oppure a usare
due telefoni. DMC-CM1, oltre ad essere una eccellente fotocamera, è infatti
anche uno smartphone completo basato su Snapdragon 801, schermo da
4.7” Full HD, 16 GB di memoria interna
e Android KitKat 4.4. Panasonic ha lasciato ovviamente Android liscio e si
è dedicata interamente alla parte fotografica: l’applicazione dedicata alle fotografie, infatti, permette di configurare
ogni singola funzione di scatto, con un
menu praticamente analogo a quello
delle Lumix irrorless, rivisto ovviamente
per un uso esclusivo con il touch. C’è
ad esempio la ghiera per le modalità di
scatto, ma anziché essere fisica è simulata a schermo: CM1 scatta in manuale,
scatta in RAW e riprende video a 1080p.
In realtà, grazie allo Snapdragon, è in
grado anche di riprendere in 4K ma
il frame rate limitato a 15 fps rende la
cosa abbastanza inutile. Per la regolazione dei parametri di scatto manuali
c’è una pratica ghiera attorno all’obiettivo, mentre lo zoom, assente, è sostituito da uno zoom digitale 2x che sfrutta il
crop del sensore per scattare foto da 10
megapixel senza perdita di qualità. CM1
è stata realizzata pensando ad eventuali espansioni future: l’obiettivo filettato
permette l’aggancio di lenti addizionali
e una serie di contatti a vista nella parte
bassa lasciano intendere l’arrivo di un
battery grip per migliorare autonomia
e impugnatura. Difficile dire se questa
soluzione avrà successo: lo svantaggio
di avere un prodotto che fa tutto è quello di avere due elementi, la camera e lo
smartphone, che invecchiano insieme.
Panasonic fa bene a dipingerlo come
fotocamera, ma a 900 euro si possono
acquistare fotocamere più versatili, e ci
riferiamo soprattutto all’ottica fissa.
Il mercato delle fotocamere realizzate per il popolo degli amatori dei selfie è in continuo fermento, Powershot N2 è la proposta
di Canon. In realtà non è esattamente una proposta nuova al
100% poiché la casa giapponese
l’anno scorso aveva presentato
prima la Powershot N e successivamente la Powershot N100,
caratterizzate da una particolarissima forma quadrata e non
rettangolare asimmetrica come
tutte le fotocamere compatte:
l’idea alla base era, ed è anche
sulla Powershot N2, quella di
essere facile da tenere in mano
per destrorsi e mancini. La nuova Powershot N2 prenderà il posto della prima Powershot N ed
affiancherà la Powershot N100,
offrendo ai suoi acquirenti un
sensore da 16,1 MP con un più
veloce processore DIGIC 6 ed
un obiettivo 28-224mm f/3.0-5.9
con zoom ottico 8x. Inoltre, è
dotata di Wi-Fi ed NFC e della
possibilità di riprendere filmati in
Full HD a 30 fps, senza contare
un pacchetto di filtri ad hoc per
migliorie veloci e selfie a prova
di like.
L’arrivo sul mercato della Canon
Powershot N2 è previsto per dicembre, ad un prezzo stimato di
300 dollari.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
FOTOGRAFIA In un momento di crisi per il settore servono importanti cambiamenti di strategia
Lytro e Panono: il futuro della fotografia?
Lytro con la Illum e Panono con la sfera a 360° propongono alternative alla foto classica
di Roberto PEZZALI
l mercato delle reflex sta crollando, le
mirrorless non crescono come dovrebbero e le videocamere in ambito consumer stanno sparendo. La “fotografia”
dello stato di salute del mondo dell’immagine ci mostra un paziente malato da
tempo e per il quale ancora non si è trovata una cura. Le cause sono però note:
intossicazione da smartphone e selfie, e
un mercato che non riesce a trovare alternative all’aumento dei Megapixel, dei
punti di messa a fuoco e della velocità.
Qualcuno ci ha provato: fotocamere con
Wi-Fi e NFC, camera-phone e nuovi form
factor non hanno riscosso il successo desiderato, segno che forse l’errore sta proprio nello spingere ancora una fotografia
bidimensionale, improntata ancora alla
stampa della foto come formato di output
finale e troppo legata al megapixel.
Al mondo della foto servono idee nuove,
I
e sono proprio quelle che provano a portare startup come
Lytro e Panono. Lytro non è
certo una scoperta: la prima
Light Field Camera ha ormai
qualche anno di vita e ora la
Lytro Illum si prepara a sbarcare sul mercato europeo e anche su quello italiano a inizio
2015. Lytro elimina il concetto
di Megapixel (la risoluzione
massima di uscita è di circa 5 Megapixel)
ma propone una foto dove gli elementi
fondamentali sono le scelta del punto di
fuoco e dell’apertura, che possono essere variati in fase di post produzione. Con
un sensore da 40 Megaray e un obiettivo
8x F2 la Lytro Illum permette di giocare
letteralmente con gli scatti più di quanto si
possa fare con il migliore dei RAW, il tutto
con una interfaccia semplice e immediata
multipiattaforma. Il limite resta il prezzo,
1499 euro sono ancora tanti anche se le
potenzialità sono enormi: ci ha letteralmente stupito per flessibilità e possibilità
di utilizzo. L’ingegnere che ha realizzato il
sensore ci ha spiegato che tecnicamente
sarebbe possibile usare una tecnologia
simile in ambito mobile, tuttavia la richiesta di lenti di qualità molto luminose al
momento rende la cosa impossibile.
Un altro trend in forte crescita è quello
della foto panoramica: l’idea di una piccola startup, Panono, è qualcosa di davvero
geniale e diverso: una palla ricoperta da
fotocamere può essere lanciata in aria
per scattare una foto panoramica di qualità che viene unita in un solo scatto.
Il risultato, visionabile con un tablet
dotato della particolare app, è anche
Oculus Rift Ready e proprio con il visore
Oculus abbiamo provato a passeggiare a
Time Square con uno scatto panoramico
globale. La qualità è notevole, anche se la
bassa risoluzione del visore VR penalizza
lo scatto. Panono non è la prima a puntare sulla foto a 360°: altre aziende stanno
realizzando supporti per unire tra loro più
camere come le GoPro al fine di ottenere
una copertura globale di quello che c’è
attorno al punto di ripresa o scatto.
FOTOGRAFIA Coolpix S6900 ha schermo orientabile, stand incorporato e doppio pulsante di scatto
Nikon Coolpix S6900: la selfie-camera compatta
Wi-Fi e NFC sono integrati, per consentire la condivisione facile e immediata delle foto
di Massimiliano ZOCCHI
N

ikon
strizza
l’occhio
alla
moda dell’autoscatto e lancia
Coolpix S6900: segno distintivo,
il display orientabile. Il Vari-Angle LCD
monitor ha piena libertà di movimento
ed è quindi ideale per situazioni insolite, come gli autoscatti, conosciuti anche come selfie.
Ma non solo, visto che S6900 offre altri
accorgimenti per facilitare queste operazioni: lo stand integrato sul retro della
fotocamera, che permette sia un posizionamento in verticale che in orizzontale, e poi il pulsante di scatto, che oltre
alla classica posizione ha un gemello
nella parte frontale della macchina al
torna al sommario
fianco del gruppo ottico. La compatta
è dotata anche di Wi-Fi e NFC, così
da permettere la condivisione immediata dei vostri scatti con smartphone
e device portatili. Sul piano tecnico la
fotocamera offre 16 Megapixel di risoluzione, con sensore CMOS da 1/2.3,
focale equivalente a 25-300 mm con
apertura f/3.3-6.3. Lo zoom ottico arriva a 12x mentre il digitale a 4x e gli
ISO sono variabili da 125 a 6400. Sul
fronte video la macchina cattura filmati
in Full HD e la memoria è espandibile
con lo slot SDXC. Sul fronte software la
S6900 è dotata di tre modalità d’effetto
immediato.
Glamour Mode: applica effetti per enfatizzare i volti e i contorni con possibilità
di visionare i risultati durante lo scatto.​
Self-Collage: la macchina scatta da
4 a 9 immagini in
sequenza e crea
un’unica foto con
un collage del multiscatto, consentendo
al soggetto di cambiare posa durante
gli scatti, con tempo
selezionabile.
Selective Softening:
la macchina applica un
filtro di sfocatura tranne
alle aree delineate prima
di applicare l’effetto, per
enfatizzare il soggetto al
centro della scena.
Olympus
Ecco lo zoom
da professionisti
Olympus lancia
M.ZUIKO 40-150 mm
F2.8 PRO, la sua ottica
più ambiziosa per
l’ecosistema micro
quattro terzi.
È impermeabile
e resiste alla polvere
e al gelo
di Paolo CENTOFANTI
A Colonia è arrivato l’annuncio
ufficiale del nuovo obiettivo serie Pro di Olympus, il M.ZUIKO
DIGITAL ED 40-150 mm F2.8 PRO,
che va ad affiancarsi al M.ZUIKO
DIGITAL ED 12-40mm 1:2.8 PRO
già in gamma. Si tratta di uno
zoom equivalente 80 - 300 mm,
molto luminoso e dalle soluzioni
costruttive molto interessanti.
L’ottica è impermeabile e resistente a polvere e gelo e integra
un nuovo sistema di messa a
fuoco che con doppio motore lineare permette un autofocus veloce e silenzioso. I gruppi ottici si
muovono tutti internamente, per
cui l’obiettivo mantiene le stesse
dimensioni a tutte le focali, una
caratteristica questa che segue
la filosofia di ingombro minimo
del sistema micro quattro terzi.
Lo zoom ha una distanza minima di ripresa di 70 centimetri, è
dotato di paraluce scorrevole e,
opzionalmente, è disponibile un
moltiplicatore 1,4x per aumentare
il range di ingrandimento.
L’ottica ha una lunghezza di 16
centimetri e un peso di 880 grammi e sarà disponibile da novembre a un prezzo di listino di 1399
euro, con il moltiplicatore a 1599
euro (singolarmente l’accessorio
avrà un costo di 349 euro).
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MAGAZINE
VIDEO CREATIVO Specifiche interessanti: sensore CMOS da 14 MP e registrazione in Full HD
Ricoh WG-M1, l’action cam che sfida GoPro
La proposta di Ricoh per gli avventurieri è impermeabile, resistente alle cadute e alla polvere
di Michele LEPORI
l fenomeno GoPro ha risvegliato
l’istinto del fotovideoamatore in tanti appassionati e sul “carro” delle
action cam sta per salire anche Ricoh
con la sua WG-M1, appena annunciata
e già pronta ad arrivare nei negozi americani.
Se dal punto di vista del design abbiamo qualche riserva, le caratteristiche
tecniche sono invece riflesso di tutto
quello che ci potremmo aspettare da un
prodotto di questo tipo: impermeabilità
fino a 10 metri, resistenza alle cadute
fino ad un massimo di 2 metri e termoresistente senza sofferenze fino a -10
°C: praticamente un carro armato per
affrontare di tutto.
Il sensore CMOS da 14 MP e la capacità di registrazione in Full HD a 30 fps
dovrebbero garantire ottimi risultati e lo
schermo da 1,5” presente nella parte superiore della WG-M1 permetterà acces-
I
so immediato ai propri lavori per
valutarne il risultato. Presente
anche l’ormai immancabile suite
di creative tools per modificare
in real time i filmati: Motion Detection, Loop Recording, Time
Lapse Recording e anche qualche filtro fotografico.
La Ricoh WG-M1 si dovrebbe assestare a 199 dollari, con a supporto un catalogo di tantissimi
supporti opzionali per adattarsi
a ogni situazione e una doppia
colorazione “all black” o “orange/black”.
VIDEO CREATIVO Full HD e Wi-Fi ora disponibili anche su action cam non top di gamma
Più compatte e leggere le action cam MINI di Nilox
La action camera Nilox MINI F Wi-Fi è leggera e compatta e tecnologicamente dotata
Lanciato anche un modello senza Wi-Fi. Prezzi rispettivamente di 169.99 e 129.99 euro
L’
di Andrea ZUFFI

italiana Nilox amplia la gamma
delle proprie action camera con
due nuovi modelli accessibili.
Nilox MINI F e MINI F WI-FI si distinguono per dimensioni compatte e peso
ridotto (71 g per entrambe) e vantano
notevoli miglioramenti rispetto al precedente modello MINI. A partire dalle
ottiche potenziate, dalla risoluzione
fotografica portata a 8 MP per MINI F
WI-FI e a 12 MP per MINI F e soprattutto dalla capacità di riprendere filmati in
Full HD a 30 frame al secondo.
La connettività Wi-Fi rappresenta comunque la novità di maggior rilievo
per la serie MINI e rende MINI F WI-FI
controllabile da smartphone o tablet
nel raggio di 20 metri con l’app gratuita disponibile per Android e iOS, così
come già avviene per la top di gamma
F-60 EVO.
Il modello MINI F “standard” ha un
display da 2” mentre il modello Wi-Fi
torna al sommario
sfrutta il display dello
smartphone (o tablet)
cui si connette. La presenza del Wi-Fi permette
inoltre la condivisione sul
web dei contenuti su tutti
i canali social. Il salvataggio di foto e filmati avviene su scheda Micro SD in
dotazione ed espandibile
fino a 32 GB.
Oltre agli accessori per
il fissaggio su casco,
auto o altre superfici, entrambi i modelli hanno in
dotazione la custodia waterproof che
garantisce immersioni fino a 55 metri
per MINI WI-FI e 10 metri per MINI F.
I nuovi modelli MINI sono compatibili con gli accessori della linea Nilox
Foolish e F-60 e hanno un prezzo consigliato al pubblico di 129,99 e 169,99
euro rispettivamente per il modello
MINI F e MINI F WI-FI.
Apple taglia
i prezzi di iCloud
20 GB a 0,99 euro
al mese
Apple taglia i prezzi
del servizio di storage
online: 20 GB costano
99 centesimi al mese.
200 GB 3,99 euro. Ma
l’offerta gratuita resta
ferma a 5 GB
di Paolo CENTOFANTI
Con iOS 8 e OS X Yosemite,
iCloud acquisterà nuove funzionalità e in particolare sarà
reso più versatile il servizio di
file hosting con il nuovo iCloud
Drive e il salvataggio online della propria libreria fotografica con
l’app Photo che debutterà nel
2015. Per rendere più appetibile
il suo servizio, e per avvicinarsi a
quanto offerto dalla concorrenza,
Apple ha annunciato un taglio
dei prezzi sugli abbonamenti allo
spazio cloud. L’offerta gratuita
(appena sufficiente per il backup
di un dispositivo con poche foto
e video) rimane ferma a 5 GB,
ma lo step successivo da 20 GB
costa 0,99 centesimi di euro. Ci
vorranno 3,99 euro al mese per
200 GB, 9,99 euro per 500 GB e
infine 19,99 euro al mese per un
TB. Nonostante il taglio dei prezzi
iCloud continua a essere più caro
della concorrenza. Sia Google Drive sia Microsoft One Drive, offrono gratuitamente 15 GB di spazio.
Lo step successivo di Microsoft e
Google è da 100 GB anziché di
200 GB, anche se il prezzo è essenzialmente identico a parità di
spazio: One Drive costa 1,99 euro
per 100 GB, mentre Google Drive
costa 1,99 dollari (circa 1,5 euro al
cambio). Google rimane imbattibile sul taglio da 1 Terabyte, che
costa solo 9,99 dollari al mese,
mentre Microsoft offre l’opzione
solo in abbinamento a un piano
Office 365.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MOBILE Alcuni analisti finanziari considerano che la mossa chiave di Apple sia stata proprio l’introduzione di iPhone 6 Plus
Apple iPhone 6 Plus: è la vera “next big thing”?
La versione “Plus” in realtà è l’ingresso di Apple in un nuovo segmento, un nuovo capitolo della sfida a Samsung
di Emanuele VILLA
n sede di presentazione, Apple
ha “liquidato” i due iPhone 6 in
20 minuti per lasciare spazio a
Apple Watch e al concerto degli U2.
Comprensibile, d’altronde questo è il
sesto iPhone mentre di orologi Apple non se ne sono ancora visti, ma
alcuni analisti finanziari considerano
che la mossa chiave di Apple, finalizzata a un nuovo round di crescita, sia
stata l’introduzione di iPhone 6 Plus.
A prima vista potrebbe sembrare
un controsenso: iPhone 6 Plus non
offre chissà quale valore aggiunto
rispetto alla versione da 4,7’’, è una
sorta di iPad Mini Mini con possibilità di utilizzo in modalità landscape
e stabilizzatore ottico d’immagine.
Costa un po’ di più di iPhone 6 ed
è leggermente più spesso: non ha
un’interfaccia nuova, non ha funzionalità da “effetto
WOW”, non ci stanno neppure più icone. E allora perchè iPhone 6 Plus potrebbe essere il prossimo punto
di forza dell’azienda? Semplicemente perché è il primo phablet targato Apple, ovvero il primo prodotto
con cui Apple entra in una fetta di mercato dotata di
crescita vorticosa, fetta di mercato il cui leader indiscusso è il nemico di sempre, Samsung.
che allo stato dell’arte: display Super AMOLED
da 5,7’’ con 2560x1440 punti di risoluzione, il
tutto alimentato da un SoC Snapdragon 805
con 3 GB di RAM a supporto e storage interno
da 32 GB. Ovviamente LTE, con fotocamera
principale da 16 Megapixel dotata di stabilizzazione ottica.
I
Un mercato in rapida ascesa

Nel mercato dei phablet, o più specificamente degli
smartphone con display superiore ai 5’’, Samsung ha
più del 40% del mercato: si può dire che abbia letteralmente inventato questo segmento con il Galaxy
Note, giunto recentemente alla quarta incarnazione.
Impossibile per Apple non voler entrare in un mercato che ha fatto registrare un +369% nel Q1 rispetto
allo scorso anno. Secondo gli ultimi dati forniti da
IDC, il mercato dei phablet chiuderà il 2014 con un
+209,6% rispetto allo scorso anno: i volumi non sono
(ovviamente) quelli degli smartphone “regolari” (i
phablet sono circa il 10% del mercato dei Connected
Devices, gli smartphone oltre il 60%), ma la crescita
è esponenziale; mentre si stima un +12,4% per questi
ultimi (2014, YoY), la crescita dei phablet sarà sempre
maggiore, raggiungendo nel 2018 un +16,6% contro
il +3,2% degli smartphone. iPhone 6 Plus esce con
un timing perfetto per le festività natalizie, ma bisogna capire se la disponibilità sarà sufficiente per
coprire la domanda o Apple incorrerà in problemi
di shortage che potrebbero avere ripercussioni sul
proprio bilancio: su questo punto, non ci resta che
attendere.
Ma di sicuro la mossa di Apple è azzeccata, al massimo
ci si stupisce sul motivo per cui abbia atteso anni prima di entrare in questo segmento: forse i numeri non
erano tali da giustificare lo sforzo, resta il fatto che ora
torna al sommario
Sony Xperia Z Ultra: il gigante
abbordabile
l’azienda si trova in rincorsa sul competitor di sempre,
che può contare su anni di esperienza nel campo e infinite ottimizzazioni software/hardware pensate per gli
utenti di phablet (dal pennino S-PEN alle varie funzionalità software per prendere appunti...).
iPhone 6 Plus e gli altri: le alternative
A chi è dedicato iPhone 6 Plus? Quale il suo target preferenziale? Si parte senz’altro dal business,
un aspetto che Apple non ha mai sottovalutato nei
propri prodotti ma che si esalta su display di ampio
formato: non per niente iPhone 6 Plus potrà essere utilizzato anche con interfaccia in modalità landscape, a differenza della versione regolare. Non
ha un pennino e, salvo smentite, non ha particolari
ottimizzazioni lato software: sotto questo profilo ci si
affida agli sviluppatori di app, che potrebbero voler
ottimizzare i propri prodotti per l’elevata risoluzione
del display di iPhone 6 Plus (Full HD). Ovviamente ci
saranno ripercussioni positive anche sotto il profilo
multimediale: la limitata portabilità del prodotto (rispetto agli altri) sarà compensata da video “più grandi”, foto più dettagliate e giochi più coinvolgenti. Chi
fosse interessato all’acquisto, che com’è noto sarà
possibile anche in Italia da fine settembre, apprezzerà una carrellata dei principali competitor, ovvero dei
“phablet” attualmente di riferimento. Eccoli:
Galaxy Note 4: il prossimo riferimento
Erede di una famiglia di successo, Galaxy Note 4
(che uscirà entro
fine anno) si presenta con caratteristiche tecni-
È davvero un
gigante
Xperia Z Ultra, con
il suo display
da 6,4 pollici
con risoluzione
Full HD. Manca
davvero pochissimo al tablet in senso stretto,
ma formalmente siamo ancora nella categoria dei “telefoni”. Prezzo di fascia medio/alta
(399 euro di listino), per un SoC Qualcomm
MSM8974 quad core da 2,2 GHz, fotocamera da
2,2 mpixel con sensore Exmor RS e la tipica “corazza” Sony con tanto di certifiche IP55 e IP58.
Nokia Lumia 1520, il Windows Phablet
Anche Windows
Phone può contare su un tablet
di alta gamma,
che
risponde
al nome di Nokia Lumia 1520:
look curato e
coloratissimo, 6’’ di display IPS con risoluzione Full
HD, il tutto gestito da uno Snapdragon 800 da 2,2
GHz. La fotocamera fa uso della tecnologia PureView ed è un modulo da 20 Megapixel. Come prezzo, siamo sui 599 euro.
LG G3: smartphone o phablet?
LG G3 è la dimostrazione
tangibile
di
quanto la linea
di confine tra
smartphone e
phablet sia labile: i suoi 5,5’’ di
diagonale lo posizionano nella seconda categoria,
ma tutti lo considerano uno smartphone. Questioni
terminologiche a parte, è il più evoluto e potente
terminale LG, con tanto di display Quad HD, fotocamera in grado di riprendere in 4K, processore
Snapdragon 801 e un look davvero curato. Anche
qui, siamo sui 599 euro.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MOBILE Dal 26/9 i nuovi iPhone saranno negli Apple Store, per chi si sarà messo prima in fila
Gli iPhone 6 in Italia dal 26 settembre
Prezzi compresi tra 729 a 1059 euro. Riposizionati il 5s e il 5c, ma avranno meno memoria
P
di Gianfranco GIARDINA
oco dopo la conclusione della presentazione dei nuovi iPhone 6 e
iPhone 6 Plus arrivano anche le
notizie sui prezzi e sulla disponibilità in
Italia. I nuovi iPhone saranno disponibili
presso gli Apple Store (anche quello online) a partire dalle ore 8 del 26 settembre
(quindi una settimana dopo gli Stati Uniti). I clienti - ci tiene a sottolineare Apple
- verranno serviti nell’ordine in cui si presenteranno al negozio, facendo quindi,
presumibilmente, la fila nella notte.
iPhone 6 (quello con schermo da 4,7”)
non avrà il taglio da 32 GB, giudicato probabilmente né carne né pesce, e nel nostro Paese sarà venduto a questi prezzi:
iPhone 6
16 GB
729 €
64 GB
839 €
128 GB
949 €
iPhone 6 Plus (quello con lo schermo
da 5,5”, anch’esso privo del taglio da 32
GB) costerà ovviamente di più e precisamente:
iPhone 6 Plus
16 GB
839 €
64 GB
949 €
128 GB
1059 €
Come si può vedere si tratta di prezzi
“ottici”, quindi senza centesimi di euro
e con cifra finale 9. Si mette fine, quindi,
alla polemica con SIAE a causa degli aumenti degli iPhone 5s e 5c all’introduzione delle nuove tariffe del compenso
per copia privata. Qui i prezzi comprendono il compenso SIAE ma ovviamente
non si può più capire quanto ricada sul
consumatore finale e quanto no.
Vengono ovviamente riposizionati di
prezzo gli altri modelli. Ora l’iPhone 5s
è disponibile sin da subito a prezzi ridotti, ma solo nei tagli più piccoli, da 16
e 32 GB (prima arrivava fino a 128 GB).
Questi i prezzi fissati da Apple:
iPhone 5s
16 GB
629 €
32 GB
679 €
Quanto all’iPhone 5c, anch’esso è già
disponibile in un solo taglio da 8 GB al
prezzo di 429 euro.
Da Sony il corredo Bluetooth per lo smartphone
Oltre al Bluetooth c’è l’abbinamento NFC e il prezzo è accessibile: 120€ (diffusore) e 70€ (cuffia)

torna al sommario
tono di variare il
volume, accettare una chiamata
e cambiare traccia musicale. Il
peso della nuova
cuffia è di soli
125 grammi per
la massima libertà di movimento
mentre il trasduttore è da 30 mm.
Per la ricarica
della batteria si
usa una presa mini USB per un’autonomia dichiarata di 13 ore di utilizzo.
Entrambi i modelli sono disponibili con
finitura bianca oppure nera, i prezzi di
listino non sono stati ancora confermati, ma dovrebbero essere attorno ai
120 euro per il diffusore e 70 euro per
la cuffia.
CUFFIA SBH 60
S
DIFFUSORE BSP10
molto bene a ogni testa grazie ai padiglioni posti su guide metalliche scorrevoli. Il collegamento allo smartphone
avviene senza cavo tramite Bluetooth
con NFC, ma in caso di emergenza si
può usare il cavo minijack in dotazione. I comandi sono concentrati su un
padiglione a portata di mano, consen-
Un rappresentante
Apple avrebbe
confermato a Cult
of Mac che l’NFC di
iPhone 6 servirà solo
per i pagamenti via
Apple Pay. Almeno per
un anno, non ci saranno
altre applicazioni
di Emanuele VILLA
MOBILE Due nuovi prodotti Bluetooth, diffusore e cuffia compatti, da collegare allo smartphone
di Roberto FAGGIANO
ony ha presentato un’interessante coppia di strumenti da collegare senza fili agli smartphone,
cuffia e diffusore per ascoltare musica
e conversare in ogni situazione.
Il diffusore BSP10 ha forma rotonda e
misura 78 mm di diametro x 60 mm in
altezza, pesa 300 grammi e quindi si
può facilmente mettere anche in tasca
o nello zaino. I comandi sono solo quelli essenziali, dato che oltre al Bluetooth
c’è l’abbinamento diretto NFC, rimane
comunque il controllo diretto del volume e il pulsante per rispondere alle
chiamate quando il telefono non è in
vista. La ricarica della batteria interna
può avvenire tramite cavetto USB oppure con il sistema Qi, l’autonomia dichiarata è pari a 10 ore. La cuffia SBH
60 è estremamente leggera e si adatta
L’NFC di iPhone 6
funziona solo
con Apple Pay
Apple, come si sa, ha introdotto
la tecnologia NFC su iPhone 6 e
iPhone 6 Plus. La scelta di inserire
una tecnologia a lungo “rinnegata” è stata causata dall’altra novità
dell’ultimo evento Apple, ovvero
Apple Pay, il sistema di pagamenti
con cui l’azienda vuole rivoluzionare il mondo. Certo, ma è anche vero
che gli utenti iPhone si sarebbero
aspettati un impiego completo di
NFC: per accoppiare dispositivi
bluetooth, per trasferire file, scambiare foto e via dicendo. E invece
no: un rappresentante Apple (anonimo, il che le rende comunque un
rumor) avrebbe confermato a “Cult
of Mac” che l’NFC servirà solo per
Apple Pay. Almeno all’inizio: Apple
ha dichiarato di voler “nascondere” l’NFC agli sviluppatori almeno
per un anno, poi si vedrà. Ecco perché NFC non è e non sarà considerato da Apple come un plus su cui
impostare campagne marketing: è
parte di Apple Pay, non una feature versatile dei telefoni. La notizia è
ancora un rumor, ma avrebbe senso: un po’ come fece con Touch ID,
limitato alla sua funzione originaria
e non passibile di “estensioni” da
parte di software di terze parti,
Apple ha un’idea precisa di come
sfruttare NFC ed è intenzionata a
tenervi fede.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MOBILE Microsoft non userà più il brand Windows Phone: restano da capire i tempi e i modi
Il primo telefono Windows (senza Phone)
È comparso un telefono My Go con il logo Windows anziché quello di Windows Phone
di Emanuele VILLA
a news di GeeksOnGadgets relativa all’eliminazione del brand Nokia
dai dispositivi Lumia ha fatto il giro
del mondo, è stata confermata da altri
autorevoli mezzi d’informazione statunitensi (The Verge in primis) e, oltretutto,
è estremamente logica: Microsoft non
ha acquisito Nokia nella sua globalità ma
“solo” la sua divisione Mobile, che pur
avendo un peso preponderante rispetto
alle altre attività dell’azienda, non costituisce il 100% dell’attività. PIù che logico,
dunque, arrivare a una situazione in cui i
Lumia diventino formalmente “Microsoft
Lumia”. Meno appariscente, invece, la
mossa di Microsoft di eliminare il logo
Windows Phone dai telefoni, confermata dalle immagini di un terminale My
Go (produttore che opera soprattutto
sul mercato inglese), che riporta infatti
il tradizionale logo Windows anzichè
L
MOBILE
512 GB in
una SD Card?
SanDisk
ce l’ha fatta

Extreme PRO SDXC UHS-I è la nuova
memory card di SanDisk , il supporto
ideale per far felici chi con l’audiovideo ci lavora ad alto livello. Parliamo
soprattutto di videomaker attratti dal
fenomeno del 4K, che inizia a fare
capolino anche nel mondo consumer.
Con i suoi 512 GB di spazio e 95 MB/s
di velocità, la neonata Extreme PRO
non teme confronti di prestazioni ma purtroppo - anche di prezzo: l’importo
addebitato sulla carta di credito si
attesterà sui 799 dollari di listino,
anche se le possibilità di trovare
online prezzi molto più vantaggiosi
sono concrete, tant’è che la ben più
piccola Extreme PRO da 64GB secondo SanDisk sarebbe da vendere a 338
dollari ma sui noti rivenditori online la
si trova a meno di 100.
torna al sommario
Apple Watch
è il futuro
del gaming
Il capo della divisione
gaming mobile
di Electronic Arts
ammette che c’è già
un team al lavoro per
integrare Apple Watch
e gli altri smartwatch
nell’esperienza
videoludica
di V. R. BARASSI
quello di Windows Phone. Potrà sembrare poca cosa, d’altronde il sistema
operativo non cambia di una virgola, ma
è il chiaro segnale che qualcosa di grosso sta per arrivare: da mesi si vocifera
l’intenzione di Microsoft di unificare tutti
i propri sistemi operativi sotto il brand
Windows, eliminando prima Windows
RT (del quale, d’altronde, non si mai
sentita una vera esigenza) e poi Windows Phone, cosa peraltro confermata
anche da Satya Nadella in un recente
intervento. Restano da capire le modalità operative con cui ciò accadrà e i
tempi, ma la prossima presentazione di
Windows 9 sarà senz’altro un momento
chiave della vicenda. La nostra previsione? Un annetto...
MOBILE Promette bene, con la fotocamera che ruota di 360°
Oppo N3 è qualcosa di diverso
di Emanuele VILLA
inalmente qualcosa di diverso. Diverso non tanto dai suoi predecessori (N1
in primis), quanto dal resto dell’offerta mondiale: le immagini di Oppo N3,
pubblicate da GSM Arena e ricevute da una fonte anonima, fanno chiaramente parte di un press kit ufficiale, il che significa che la presentazione del
telefono è imminente.
La cura dei dettagli, il bordo estremamente sottile e l’impiego dell’alluminio (si
suppone) identificano un prodotto d’alta gamma, le cui caratteristiche tecniche
non sono ancora note ma si suppongono sul livello dei vari top di gamma di
questa generazione (Snapdragon 801, 2 o 3 GB di RAM, Android 4.4): colpisce
come sempre il modulo dedicato alla fotocamera, che può ruotare di 360° e
quindi fungere sia da fotocamera principale che frontale, realizzando selfie di
qualità e, soprattutto, potenzialmente assistiti dal flash dual LED.
F
L’arrivo di Apple Watch, in un modo
o nell’altro, ha sconvolto tutti e una
cosa è certa: non si era mai parlato
così tanto di uno smartwatch. Per il
resto, attendiamo il 2015 e le news
che faranno chiarezza su alcuni
punti lasciati scoperti da Apple.
Quello a cui pochi hanno pensato
è che Apple Watch potrebbe essere rivoluzionario almeno sotto un
profilo: quello del gaming mobile.
A pochi giorni dalla presentazione,
Electronic Arts ha fatto sapere di
aver già creato due team di lavoro
che studieranno e svilupperanno
possibili soluzioni con cui integrare
Watch e gli altri dispositivi analoghi
all’interno dei videogiochi futuri. Si
parla di integrazione dell’orologio
con lo smartphone e delle modalità con cui i due strumenti potrebbero interagire per un’esperienza
videoludica coinvolgente: il GPS
del telefono, i sensori dell’orologio,
la connettività always on, ecc...
Frank Gibeau di EA, capo della
divisione gaming mobile, non ha
rilasciato molte informazioni, ma
l’intenzione dell’azienda è di sfruttare a fondo l’ “effetto Watch” per
estendere l’esperienza di gioco
anche ai wearables. Con l’arrivo
dello smartwatch di Apple arriveranno anche i primi videogiochi da
giocare “in combo” tra iPhone e
Watch? Probabile. È solo questione di tempo e ne gioveranno anche Android e Android Wear.
Insieme
faremo cose
meravigliose
A SETTEMBRE CON LG TUTTO è pOSSIBILE
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Consumatore: € 1.000,00. Al fine di gestire le tue spese in modo responsabile e di conoscere eventuali altre offerte disponibili, Findomestic ti
ricorda, prima di sottoscrivere il contratto, di prendere visione di tutte le condizioni economiche e contrattuali, facendo riferimento alle Informazioni
Europee di Base sul Credito ai Consumatori (IEBCC) presso il punto vendita. Salvo approvazione di Findomestic Banca S.p.A.. Promozione proposta
da Lg Electronics Italia mediante l’intermediazione delle insegne aderenti all’iniziativa, che operano quali intermediarie del credito per Findomestic
Banca S.p.A., non in esclusiva.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MOBILE Tutto ciò che ha reso famoso Kindle ritorna sulla nuova versione, con processore più veloce e batteria che dura di più
Kindle diventa touch e avvicina i più piccoli alla lettura
Lo schermo è finalmente touchscreen e FreeTime per divertire anche i più piccoli. Le spedizioni inizieranno il 2 ottobre
di Michele LEPORI
mazon ha svelato al pubblico il nuovo Kindle, con nuove funzionalità
quali lo schermo touchscreen ed altre più “didattiche” quali Kindle FreeTime
per avvicinare i più piccoli al mondo della
lettura. A prima vista le differenze generazionali non saltano all’occhio, ma analizzando quello che si nasconde sotto la
scocca troviamo un processore da 1 GHz
più veloce del 20% rispetto alla scorsa generazione, una batteria che (a Wi-Fi spento) “giura” due settimane di autonomia,
uno spazio di archiviazione raddoppiato
a 4 GB e - sorpresa - un’interfaccia touchscreen per permettere l’utilizzo di funzioni
A
quali vocabolario integrato ed evidenziatore. Presente ancora lo schermo antiriflesso a luminosità che si adatta in base al
livello di illuminazione della stanza. Non
mancano nemmeno Whispersync per
la sincronizzazione con l’app Kindle per
iPad e Libri in 60 secondi per non dover
aspettare neanche un minuto (letteralmente) per poter avere a disposizione il
testo ed il vastissimo catalogo Amazon
da oltre 3.000.000 di libri multilingue e
15.000 a meno di 2 euro. Una delle vere
novità è però Kindle FreeTime, un portale
d’accesso ai contenuti di Kindle rivisto e
corretto per la fruizione da parte dei bambini. Con Kindle FreeTime si potrà creare
un profilo personalizzato dedicato ai più
piccoli e farli così accedere ad una selezione di titoli presenti nella libreria dei
genitori, dove i contenuti sono scelti e
resi disponibili senza paura che si possa
incappare in qualcosa di inadatto: FreeTime stimolerà la lettura e la fruizioni di contenuti regalando badge, distintivi e premi
ai bambini che raggiungeranno obiettivi
prefissati e farà vivere loro l’esperienza di
lettura come un gioco e procederà ad informare i genitori sui successi conseguiti
e sul numero di pagine lette piuttosto che
sul numero di parole cercate ed apprese
sfruttando il vocabolario e tanto altro ancora. Il nuovo Kindle è disponibile n pre-
ordine a €59 su www.amazon.it/kindle e
le spedizioni inizieranno il 2 ottobre.
MOBILE Il colosso di Seattle non si limita al nuovo Kindle e rinnova tutta la gamma tablet preordinabili e spediti dal 4 novembre
Amazon a tutto tablet, arrivano i nuovi Fire HD e Fire HDX
Il nuovo Fire HD da 6” e 7” e il flagship Fire HDX da 8,9” avranno sistema operativo Fire OS “Sangria” e diversi accessori
di Michele LEPORI
l keynote di Bezos e soci dal palco
di New York non si è limitato al solo
piccolo Kindle, ma è stata l’occasione
buona per presentare il rinnovo completo della gamma tablet di Seattle: il nuovo
Fire HD e il fratello maggiore Fire HDX
portano avanti il progetto iniziato nel settembre 2012 di ricavare una buona fetta
di mercato. I due nuovi tablet monteranno Fire OS4 “Sangria”, che a detta dello
stesso Bezos “…non è semplicemente
un sistema operativo, ma un modo di
intendere la completa interazione fra i
dispositivi e l’idea di servizi cloud che
offre Amazon con infinite possibilità di
sincronizzazione” Fire OS4 “Sangria”
vedrà una nuova interfaccia grafica e la
possibilità di gestire più profili su un singolo dispositivo, tenendo così separati
social network, fotografie e applicazioni
così come la funzionalità ASAP (Advanced Streaming and Prediction) mutuata
da Fire TV, che sarà in grado di consigliare film o episodi di serie TV in base
al nostro utilizzo del dispositivo.
Entrando nel dettaglio tecnico dei due
tablet, Fire HD esisterà in due versioni
da 6” e 7”, entrambi dotati di schermo
HD da rispettivamente 252 e 216 ppi,
processore quad-core da 1,5 GHz e
doppia fotocamera, la posteriore in
notevole anche la lente posteriore da
8 MP f/2.2 stabilizzata. Come per il fratellino Fire HD, anche Fire HDX ha un
catalogo di accessori ragguardevole,
che parte dalla nuova custodia “origami” più leggera del 20% rispetto alla
precedente e in grado di fare da sostegno orizzontale/verticale oltre che
di attivare/mandare in standby il tablet,
fino ad arrivare agli adattatori audio/video e USB. Come per il neonato Kindle, anche Fire HDX è disponibile solo in
preorder su www.amazon.it/hdx a partire da 379€ con spedizioni in partenza
dal 4 novembre.

I
torna al sommario
grado di riprendere a 1080p. Grande
attenzione da parte di Amazon anche
al comparto audio, caratterizzato da
Dolby Digital Plus per evitare distorsioni, e alla sicurezza del dispositivo
grazie al display Gorilla Glass e ad un
ventaglio di custodie a catalogo optional. Kindle Fire HD è già acquistabile
sul sito Amazon a partire da 99€ per la
versione da 8 GB in 5 colorazioni: nero,
bianco, blu cobalto, magenta e giallo
limone.
Sul Fire HDX, invece, si concentrano
gli sforzi e le speranze di Amazon di
far breccia nel mercato dei terminali di
fascia alta dove iOS e iPad Air regnano
incontrastati (o quasi). Fire HDX punta
tutto sul display da 339 ppi, il migliore
sul mercato, con regolazione dinamica
della luminosità in grado di offrire, a
detta di Amazon, la migliore esperienza
possibile di lettura e fruizione contenuti.
Questi ultimi potranno spaziare dai social network ai giochi più realistici poiché a sostegno avranno il processore
più potente della gamma Fire, il quadcore da 2,5 GHz più veloce del 70%
rispetto al precedente HDX. Dal punto
di vista della connettività, Fire HDX offre wifi 802.11ac MIMO e, soprattutto, la
possibilità di sfruttare le reti dati 4G LTE
per navigare, sfruttare i contenuti cloud
e videochiamare con l’app di Skype integrata e la fotocamera anteriore HD:
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
GADGET Si va dal premiatissimo Pebble Steel al nuovo e discusso Watch di Apple; ecco i modelli che si possono acquistare oggi
Smartwatch, tutti i migliori modelli a confronto
Una panoramica delle principali caratteristiche degli smartwatch presenti sul mercato e di quelli in arrivo; quale il migliore?
di Roberto PEZZALI
pple ha già vinto: chi fino ad oggi ignorava l’esistenza degli smartwatch sarà portato a credere
che è stata Apple la prima azienda a crearne
uno. Le opinioni relative a Watch hanno invaso social
network, prime pagine di quotidiani e scatenato reazioni da tutto il mondo, sia da parte dei competitor sia da
parte di chi orologi li produce da una vita. Il segmento
smartwatch tuttavia non è stato creato da Apple: il primo smartwatch che i tempi moderni ricordano è quello
di Sony, arrivato ora alla sua terza generazione. Ecco
una panoramica di quello che si può acquistare oggi,
paragonato a quello che, almeno sotto il profilo mediatico, è già il re degli orologi intelligenti, Apple Watch.
Pebble Steel
Motorola Moto 360
• Dimensioni: 46x34x10.5 mm
• Peso: 56 grammi
• Protezione: water resistant fino a 5
ATM (50 metri)
• Processore: 120 MHz single core
ARM Cortex M3
• Storage: 1 MB
• RAM: 96 KB
• Schermo: LCD da 1.26” e 168 x 144
pixel di risoluzione
• Sensori: accelerometro e magnetometro
• Batteria: 130 mAh
• Autonomia: 5 -7 giorni
• Ricarica: tramite cavo proprietario
• Connettività: Bluetooth 4.0
• App: un migliaio di applicazioni disponibili
• Compatibilità: iOS e Android
• Versioni disponibili: acciaio e nero, diversi cinturini
• Sistema operativo: PebbleOS
• Prezzo: 249$
Il punto di forza
Durata della batteria superiore alla media e compatibilità sia con iOS che Android
• Dimensioni: 46mm di diametro
e 11.5 mm di spessore
• Peso: 49 grammi
• Protezione: IP67 (30 min a 1 m)
• Processore: Texas Instruments
OMAP 3
• Storage: 4 GB
• RAM: 512 MB
• Schermo: LCD da 1.56” e 320 x 290 pixel di risoluzione
• Sensori: contapassi e battito cardiaco
• Batteria: 300 mAh
• Autonomia: un giorno
• Ricarica: sistema di ricarica wireless
• Connettività: Bluetooth 4.0 LE
• App: tutte le app Android che gli sviluppatori adatteranno per essere estese anche a Android Wear
• Compatibilità: Android
• Versioni disponibili: black, silver
• Sistema operativo: Android Wear
• Prezzo: 249 euro
Il punto di forza
Schermo tondo, design moderno e ottime finiture
Samsung Gear S
LG G Watch R
• Dimensioni: 39.8x58.3x12.5 mm
• Peso: 67 grammi
• Protezione: IP67 (30 min a 1 m)
• Processore: Exynos dual core
da 1 GHz
• Storage: 4 GB
• RAM: 512 MB
• Schermo: Super-AMOLED da 2”
e 360 x 480 di risoluzione
• Sensori: GPS, contapassi, accelerometro, magnetometro, battito cardiaco
• Batteria: 300 mAh
• Autonomia: 3 giorni
• Ricarica: docking di ricarica proprietaria con batteria
aggiuntiva integrata
• Connettività: Bluetooth 4.1 LE, 3G e Wi-Fi
• App: per Tizen sono disponibili circa 1.000 app
• Compatibilità: Android
• Versioni disponibili: bianco e nero con svariati cinturini
• Sistema operativo: Tizen
• Prezzo: 349 euro / 399 euro
Il punto di forza
Grazie alla SIM integrata funziona anche se per alcune funzioni è indispensabile lo smartphone
• Dimensioni: 46,4 mm di diametro e 11.1 mm di spessore
• Peso: nd
• Protezione: IP67 (30 minuti
a 1 metro)
• Processore: Snapdragon 400
1.2 Ghz
• Storage: 4 GB
• RAM: 512 MB
• Schermo: 1.3” P-OLED da 320 x 320 pixel
• Sensori: contapassi, battito cardiaco
• Batteria: 410 mAh
• Autonomia: più di un giorno
• Ricarica: docking dedicata
• Connettività: Bluetooth 4.0 LE
• App: tutte le app Android che gli sviluppatori adatteranno per essere estese anche a Android Wear
• Compatibilità: Android
• Versioni disponibili: nero (in futuro silver)
• Sistema operativo: Android Wear
• Prezzo: 299 euro
Il punto di forza
Sembra un vero orologio e ha una batteria più capiente rispetto agli altri modelli

A
torna al sommario
Apple Watch
• Processore: S1 SiP
• Schermo: Retina
• Sensori: battito cardiaco, accelerometro, giroscopio, magnetometro, NFC
• Ricarica: connettore Magsafe
• Connettività: Bluetooth 4.0 e Wi-Fi
• App: grazie a WatchKit dal prossimo
anno gli sviluppatori creeranno app
• Compatibilità: iOS, da iPhone 5 in su
• Versioni disponibili: due dimensioni, tre modelli e
tantissimi cinturini
• Sistema operativo: iOS
• Prezzo: a partire da 349$
Il punto di forza
Costruzione curata e una possibilità di personalizzazione quasi infinita
Sony Smartwatch 3
• Dimensioni: 36 x 51 x 10 mm
• Peso: 45 gr (senza cinturino)
• Protezione: IP68, fino a 2 m
• Processore: Snapdragon 400, 1.2 GHz
• Storage: 4 GB
• RAM: 512 MB
• Schermo: 1.6” transflective LCD
• Sensori: accelerometro, contapassi, magnetometro, GPS
• Batteria: 420 mAh; autonomia: fino a 2 giorni
• Ricarica: micro USB
• Connettività: Bluetooth 4.0 LE, NFC
• App: quelle che saranno estese a Android Wear
• Compatibilità: Android
• Versioni disponibili: nero e giallo
• Sistema operativo: Android Wear
• Prezzo: 229 euro
Il punto di forza
Ha il GPS integrato e una discreta autonomia
Asus ZenWatch
• Dimensioni: 50.6 x 39.8 x 7.9-9.4 mm
• Peso: 50 grammi, 25 grammi di cinturino
• Protezione: IP55, spashproof
• Processore: Snapdragon 400 da 1.2 GHz
• Storage: 4 GB
• RAM: 512 MB
• Schermo: AMOLED 1.63” e 320x320 px
• Sensori: accelerometro, battito cardiaco
• Batteria: 1.4 Wh; autonomia: 1 giorno
• Ricarica: docking dedicata
• Connettività: Bluetooth 4.0 LE
• App: quelle che saranno estese a Android Wear
• Compatibilità: Android
• Versioni disponibili: silver e rose gold
• Sistema operativo: Android Wear
• Prezzo: 199 euro
Il punto di forza
Prezzo competitivo con caratteristiche analoghe agli
altri Android Wear
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MOBILE Arriva Western Digital My Passport Wireless nelle versioni da 500 GB, 1TB e 2 TB
Western Digital salva il fotografo distratto
My Passport Wireless è un supporto ideale per chi scatta tante foto e gira lunghi filmati
I
di Roberto FAGGIANO
preziosi archivi portatili di Western
Digital compiono dieci anni e con
l’occasione viene lanciato il modello
My Passport Wireless. Come deducibile dal nome, il dispositivo può caricare
contenuti in modalità senza fili e anche
in mancanza di rete Wi-Fi preesistente:
il dispositivo è infatti in grado di creare
una propria rete Wi-Fi indipendente, cui
è possibile collegare fino a 8 dispositivi
contemporeanei.
Il MyPassport Wireless è disponibile
nelle versioni da 500 GB (150 euro),
1TB (200 euro) e 2 TB (300 euro) e si
candida come compagno ideale del fotoamatore o del professionista che non
desidera utilizzare numerose SD card
per archiviare i propri lavori oppure più
semplicemente si dimentica di procurarsi un’adeguata scorta di memoria per
la sua fotocamera o per lo smartphone.
Per questo scopo, My Passport Wireless ha anche un
comodo slot per card SD
per poter caricare direttamente foto e filmati.
Questo dispositivo è già
compatibile con l’applicazione My Cloud controllabile da PC e dispositivi
mobili, in modo da gestire
i contenuti e verificare lo
spazio disponibile in memoria.
All’interno del My Passport
Wireless possono essere archiviati
anche altri tipi di file con le consuete
funzioni di archivio e back-up. Oltre al
Wi-Fi di tipo N con tecnologia MIMO,
si può usare un cavetto USB già in
versione 3.0 per una migliore velocità
di trasferimento. La batteria integrata
ha un’autonomia di circa 6 ore durante l’utilizzo oppure 20 ore in stand-by.
Microsoft annuncia
l’arrivo di Windows
Phone su diversi
dispositivi non-Nokia:
all’IFA si è visto anche il
nuovo Archos Cesium 40.
Obiettivo? Ampliare il più
possibile l’offerta
di V. R. BARASSI
Per festeggiare il decimo anniversario
del Passport sono state presentate
anche due versioni in edizione limitata
del modello Ultra, la Metal Edition e la
Anniversary Edition (da 110 euro), degli
hard disk portatili molto compatti e leggeri realizzati metallo con finitura nera,
argento o champagne con capacità da
1 o 2 TB.
MOBILE Fonti non meglio definite considerano possibile il lancio degli occhiali smart di Samsung
Gear Blink, gli smart glass di Samsung a marzo?
Indiscrezione da verificare, ma forse qualche produttore potrebbe “insidiare” Google Glass
I
di Massimiliano ZOCCHI

n molti a IFA 2014 si aspettavano gli
smart glass di casa Samsung, quelli
che (pare) si chiameranno Gear Blink,
ma nulla è stato rivelato nella kermesse berlinese. Secondo i ragazzi di tizenexperts.com, “fonti industriali” non
meglio definite considerano probabile
il lancio a marzo 2015, probabilmente
in concomitanza con la presentazione
del nuovo smartphone top di gamma di
big S. Indiscrezioni tutte da verificare e
da prendere con le pinze, ma resta un
dato di fatto che alla fiera di Berlino si
sia visto ogni genere di device indossabile e si aspetti dunque una mossa di
qualche produttore per dare filo da torcere a Mountain View anche in questo
settore. Sempre secondo le stesse fonti, Samsung continuerebbe la strada già
intrapresa con alcuni device della gamma Gear, tra cui il Gear S visto proprio
ad IFA 2014, equipaggiando l’ipotetico
prodotto con il suo sistema proprietario
Tizen, che per quanto visto finora sembra particolarmente adatto ai wearables.
Inoltre sono comparse immagini regi-
torna al sommario
strate all’equivalente dell’ufficio
brevetti in Corea, riguardanti una
sorta di realtà aumentata, per far
comparire una tastiera in sovrimpressione alle proprie mani (foto
a destra), permettendo anche di
rispondere a messaggi o scrivere
email, senza usare i comandi vocali. Staremo a vedere quanto di
queste indiscrezioni si riveleranno
reali o pura fantascienza, in ogni
caso l’inizio del 2015 vedrà grande
fermento nel mondo dei device indos-
Anche Archos
sale sul treno di
Windows Phone
sabili, segnandone probabilmente il definitivo sdoganamento alla massa.
Dopo aver siglato l’accordo con
Qualcomm, Microsoft annunciò
che ben presto moltissimi produttori sarebbero saliti sul carro di
Windows Phone; ad alcuni mesi
di distanza le aziende che hanno deciso di seguire il colosso
di Redmond sono diventate 14
e sono stati 22 i nuovi dispositivi
annunciati. Tra l’IFA 2014 e il CTIA
di Las Vegas sono stati diversi i
dispositivi Windows Phone presentati: ci sono device di marche
sconosciute e che sbarcheranno
esclusivamente sui mercati d’oltreoceano (vedi KAZAM Thunder340W, BLU Win JR, BLU Win HD e
YEZZ Billy 4.7), ma anche prodotti
che avranno una commercializzazione un po’ più estesa. Tra questi
abbiamo già parlato dell’italiano
NGM Harley-Davidson ma non del
nuovo Archos 40 Cesium, primo
dispositivo con Windows Phone
8.1 lanciato dall’azienda francese e
con cui Archos intraprende la nuova avventura nel mondo di Windows Phone. Il device in questione
nasce con l’intento di mettersi in
competizione con il Lumia 530;
schermo da 4’’, design giovane
e prezzo competitivo (99 dollari)
sono i principali punti di forza con
cui Archos punta a ritagliarsi un po’
di spazio nel difficile mercato degli
entry-level. Anche se, con un futuro best-seller come il Lumia 530
(offerto praticamente allo stesso
prezzo), sarà davvero dura.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MOBILE È il primo processore di Intel realizzato con il nuovo processo di produzione a 14 nm e il suo più efficiente di sempre
Intel sfida ARM con i nuovi processori mobile Core M
È più piccolo dei processori Intel per Ultrabook di quarta generazione e consuma molto meno, a parità di prestazioni
di Paolo CENTOFANTI
on è un mistero che ARM stia
dando filo da torcere a Intel, specie quando si parla di dispositivi
portatili come i tablet, ma con la nuova
generazione di processori a basso consumo, Intel si prepara a una risposta più
che mai agguerrita. Annunciato per la
prima volta al Computex, il nuovo processore Core M è pronto per fare la sua
comparsa nei primi prodotti commerciali
che arriveranno sul mercato già questo
autunno, prodotti che nel form factor di
un tablet Android, potranno offrire tutte le potenzialità di un PC Windows 8.1
completo. Ma cos’è Core M? È la prima
generazione di processori Intel basata su
processo di produzione a 14 nm (nome in
N
Processore Intel Core M-5Y70 con
clock fino a 2,6 GHz e tecnologia
Intel vPro.
codice Broadwell-Y), qui in declinazione
squisitamente mobile e avanguardia dei
nuovi processore Intel Core che arriveranno nel 2015.
Lavorando sui 14 nm con la seconda
generazione di transitor Tri-gate, Intel
è riuscita a realizzare il suo processore
più efficiente di sempre e ad abbassare l’impronta TDP fino a 4,5 Watt, il che
vuol dire essenzialmente minori consumi
e soprattutto la possibilità di utilizzare
i nuovi processori in implementazioni
completamente senza ventole, esattamente come i chipset ARM. Il tutto senza
sacrificare le prestazioni, anzi. Secondo
quanto rilasciato da Intel, infatti, rispetto ai processori Core i5 low power di
quarta generazione (comunque progettati per una TDP massima di 11,5 Watt),
il nuovo processore Core M-5Y70 è in
grado di assicurare fino al 50% in più di
prestazioni della CPU e del 40% in più
a livello di GPU con la nuova scheda integrata Intel HD5300, il tutto con fino a
1,7 ore in più di autonomia. I nuovi processori sono più piccoli degli Intel Core
di quarta generazione e possono essere
così impiegati per la realizzazione di tablet e PC convertibili ancora più sottili e
leggeri. I processori Core M sono stati
progettati per ben precise categorie di
prodotto. La prima è quella dei nuovi Ul-
trabook 2 in 1, ovvero notebook in cui
la tastiera è removibile per trasformare
il portatile essenzialmente in un tablet,
oppure in configurazione “ribaltabile”.
La seconda è quella dei tablet Windows
8.1 con display da almeno 10 pollici. Nulla vieterebbe di creare tablet più piccoli,
ma il costo dei nuovi processori offre
secondo Intel un miglior bilanciamento
prezzo/prestazioni sui tablet di fascia
alta, cioè intorno agli 800 euro. I primi
prodotti a utilizzare Core M sono già
stati annunciati (qui in alto una panoramica), con alcuni modelli che arriveranno già ottobre. Intel ha annunciato che
complessivamente sono circa 20 i prodotti basati su Core M su cui i produttori
OEM sono già al lavoro, molti dei quali
arriveranno in tempo per la stagione natalizia. I primi processori Core M saranno
disponibili nelle versioni M-5Y10/5Y10a
fino a 2 GHz in turbo boost, mentre il top
di gamma sarà l’Intel Core M-5Y70 con
clock fino a 2,6 GHz e tecnologia Intel
vPro, indirizzato soprattutto ai dispositivi per utilizzo business. Questa prima
infornata supporterà la tecnologia Wireless Display 5.0, ma Intel sta lavorando
anche all’integrazione del supporto allo
standard WiGig, anche se la compatibilità con la docking wireless più volte
annunciata da Intel, sarà con ogni probabilità inclusa a partire dalla prossima
generazione di processore Intel Core.
MOBILE Su Kickstarter compare un progetto/concept simile a quello del Samsung Gear VR
Con AirVR l’Oculus Rift te lo fai con iPhone 6 Plus
Si monta sul tablet o il phablet Apple per trasformarlo in un visore per la realtà virtuale
di Paolo CENTOFANTI
L’

idea alla fine non è troppo diversa da quella del Gear VR di Samsung, solo che in questo caso
anzi di un Galaxy Note c’è bisogno di
un iPad Mini o un nuovissimo iPhone
6 Plus. È una nuova trovata che cerca
fortuna su Kickstarter, AirVR, un visore
oculare da montare sul tablet o il phablet Apple per trasformarlo in un visore
per la realtà virtuale. Il dispositivo è
completamente passivo e si appoggia al solo set di processore e sensori
del tablet o dello smartphone e degli
eventuali controller collegati ad essi.
Per il tracking dei movimenti AirVR uti-
torna al sommario
lizza la videocamera del dispositivo ad
esso collegato e dei marker che presumiamo andranno piazzati da qualche
parte. Nel caso della versione per iPad
mini, che ha lo schermo in formato 4:3,
parte del display viene utilizzata per visualizzare dei controlli touch, una feature denominata TouchStrip.
AirVR verrà fornito insieme a diverse
app per riprodurre contenuti come
foto, filmati e panorama a 360 gradi,
ma è prevista anche un SDK basato
su engine Unity per permettere agli
sviluppatori iOS di realizzare app dedicate. Il punto di forza di AirVR rispetto
a soluzioni della concorrenza (leggi
Oculus e Samsung appunto) è però il
MAGAZINE
Estratto dal quotidiano online
www.DDAY.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Claudio Stellari, Simona Zucca,
Maria Chiara Candiago,
Alessandra Lojacono
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
prezzo visto che AirVR partirà da 49
dollari. Il goal della campagna di Kickstarter è fissato a 20.000 dollari e ha
già ottenuto circa 10.000 dollari di finanziamento. Il video a questo link.
Per informazioni
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Per la pubblicità
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
PC In realtà ci vorranno mesi prima che i produttori adeguino i loro prodotti a questo standard
DisplayPort 1.3 per iMac con display 5k?
Annunciato il nuovo standard con banda di 32,4 Gbps; è tempo di nuovi prodotti informatici
S
di V. R. BARASSI
ta facendo il giro del mondo la notizia del rilascio dello standard VESA
DisplayPort 1.3, che potrebbe dare
il via libera a una nuova generazione di
prodotti informatici. La caratteristica di
base della nuova release dello standard
è una banda teorica che raggiunge i 32,4
Gbps, il che rappresenta un valore più
che doppio rispetto a quello di HDMI 2.0
e offre così supporto a risoluzioni di monitor 8K, monitor 4K@60fps con supporto simultaneo per un USB 3.0 e doppio
monitor 4K con un solo cavo DisplayPort
1.3. Inoltre, VESA suggerisce l’utilizzo di
DisplayPort 1.3 come soluzione per i monitor 5K, nonostante manchi una qualsiasi forma di standardizzazione di questo formato. Ed è da questa notizia che
la stampa statunitense si è sbizzarrita,
riprendendo le indiscrezioni su un possibile nuovo display Apple destinato ai
professionisti; facendo due-più-due con
la scoperta - risalente a giugno - del fatto
che OS X Yosemite
supporti risoluzioni
fino a 6.400x3.600
(probabilmente un
3.200×1.800 in HiDPI) e considerando
come l’attuale modello sia piuttosto
datato, pensare a un
nuovo monitor Thunderbolt 5K risulta
più che lecito. I più
ottimisti guardano
anche oltre: molto presto potrebbero
arrivare anche i primi iMac con pannello
super-risoluto. Analizzando la situazione a mente lucida, però, risulta difficile
immaginare annunci imminenti: DisplayPort 1.3 è stato appena presentato
e ci vorranno mesi prima che i produttori
si adeguino a questo nuovo standard.
HDMI 2.0 è già da tempo una realtà
ma a più di un anno di distanza le sue
applicazioni sul mercato si contano col
Samsung gioca la carta
dello schermo curvo
anche nei monitor con
S27D590C, un display
da 27 pollici Full HD
pensato soprattutto
per i momenti di svago
di Massimiliano ZOCCHI
contagocce; pur volendo fare le cose di
fretta difficilmente arriverà qualcosa di
concreto con DisplayPort 1.3 prima di sei
mesi, anche se, spesso, Apple ha saputo stupire. In attesa di vedere cosa farà
l’azienda di Cupertino e come si muoveranno giganti come Nvidia e AMD, Dell
ha già presentato il suo monitor 5K, le
cui specifiche complete non sono ancora state pubblicate: supporterà il nuovo
standard?
PC In attesa della presentazione, continuano i rumors sul nuovo sistema operativo Microsoft
Windows 9 verrà (forse) presentato il 30 settembre
Un video conferma le indiscrezioni: le tile dell’interfaccia Metro saranno integrate nel menu
di Michele LEPORI
icrosoft sta per presentare al
mondo Windows 9 e l’attesa è
alta. Se ne parla da mesi, sono
filtrate immagini ed addirittura dei video,
per non parlare di Microsoft Cina che “si
lascia scappare” addirittura il logo. Il 30
settembre è il giorno X e gli inviti che Microsoft ha rilasciato alla stampa specializzata lascerebbero ben poco spazio alle
sorprese: si parla di Windows e delle sue
nuove applicazioni per il futuro del mercato consumer ma si fa riferimento nello
specifico al mercato business, dove Redmond sembra aver puntato i fari per consolidare ed espandere quote di mercato.
Va detto che difficilmente Microsoft
renderà disponibile Windows 9 nel
breve periodo, ben più realistico un
annuncio che reindirizzi a una release
nella prima parte del 2015. Come sempre, i rumor però non mancano. Dopo
alcune immagini riguardanti il redivivo
menù Start, arriva anche un video a confermare quanto visto negli screenshot

M
torna al sommario
leaked. In pratica il nuovo menù sarà un
ibrido tra il passato e la nuova interfaccia
Metro. ​Si nota chiaramente nel video dimostrativo come le tile vengano perfettamente integrate all’interno del menù proprio come accade nella home di Windows
(8 oppure 9 che sia). Avremo quindi la
possibilità di scegliere il posizionamento,
la grandezza delle tile, aggiungere nuovi
programmi o eliminare quelli non desiderati. Come previsto dai rumor di questo
periodo, il menù si autoadatta a seconda della quantità e grandezza delle tile
cambiando la propria larghezza in modo
dinamico. Una cosa interessante che si
nota nel video è l’apertura di app Metro
direttamente dalla modalità desktop, o
addirittura dalla schermata principale
ma con la possibilità di ridimensionarle e
tenerle aperte nel desktop. Ricordiamo,
comunque, che si tratta di una versione
preliminare rilasciata ai partner di Microsoft, e prima della build definitiva pronta
da commercializzare potranno cambiare
molte cose.
Affianca
tre monitor
curvi e sei nel
cuore dell’azione
Windows 9 in video
Samsung crede nei display curvi
e con S27D590C percorre questa
strada anche nel mondo dei monitor. Diagonale da 27” con angolo di
visione di 178 gradi, Full HD, contrasto dinamico di 3.000:1 e luminosità di 350 cd/m2 compongono la
scheda tecnica di un prodotto con
cui la Casa coreana vuole creare
il massimo coinvolgimento, anche
nel gaming. La spiegazione è sempre la stessa utilizzata in tutte le
implementazioni dei display curvi,
cioè che il monitor segue in modo
più naturale la capacità dell’occhio
umano, dando maggiore coinvolgimento e facilitando la visione di
tutte le parti. Samsung specifica
che questo prodotto rende al massimo con i giochi in prima persona
(simulatori, giochi di guida, sparatutto). Questione che alimenta un
continuo dibattito: marketing, reale
beneficio o un mix di entrambe le
cose? Probabilmente la risposta
più equilibrata sta nel mezzo, ma
di sicuro in una configurazioni multi-monitor, la curvatura dei monitor
ravvicinati crea uno scenario di gioco a prima vista davvero notevole.
Parlando di gaming, Samsung dichiara che la nuova modalità game
mode (attivabile con la pressione
di un tasto) analizza l’immagine in
ogni zona modificando contrasto
e colori per migliorare la visione
durante l’azione. Completano la
dotazione gli speaker integrati da
5 watt. Il prodotto sarà disponibile
nei principali mercati a un prezzo,
al momento solo per gli USA, di circa 450 dollari.
n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
GAMING Esce il 3 ottobre il videogioco ambientato nel mondo “ufficiale” della saga di Tolkien
Tremate,
sta
arrivando
L’ombra
di
Mordor
Un RPG open world sofisticatissimo, con un sistema che rende il mondo vivo e dinamico
I
Ogni ufficiale dell’esercito di Mordor
viene creato dinamicamente con
i suoi punti di forza
e i suoi punti deboli
che andranno attentamenti studiati per
preparare un piano
di battaglia.

NVIDIA ha svelato al
mondo la sua nuova
generazione di prodotti
basati sull’architettura
Maxwell. TDP di 165W
e HDMI 2.0, ma niente
DisplayPort 1.3.
di Roberto PEZZALI
l 3 ottobre uscirà nei negozi il nuovo
videogioco ambientato nell’universo
de Il Signore degli Anelli di Tolkien,
o meglio nella sua trasposizione cinematografica: La Terra di Mezzo: l’Ombra
di Mordor. Si tratta forse del capitolo
videoludico più ambizioso per Warner
Bros Interactive e il primo ad arrivare
per console di nuova generazione (a
novembre uscirà anche la versione per
PS3, Xbox 360 e PC). Il nuovo gioco, che
si configura come un action RPG in terza persona in un ambiente open world,
è stato sviluppato da Monolith Productions ed è ambientato a cavallo tra gli avvenimenti che separano Lo Hobbit e la
trilogia de Il Signore degli Anelli. Pur facendo riferimento all’universo narrativo
di Tolkien per quanto riguarda gli avvenimenti principali, a livello di design dei
personaggi e atmosfere L’Ombra di
Mordor si rifà naturalmente alla saga
cinematografica, di cui Warner detiene i
diritti esclusivi.
La trama, scritta da Christian Cantamessa,
noto per la sua sceneggiatura dell’acclamato Red Dead Redemption, ci
porta a impersonare uno dei ranger di
Gondor, Talion, ucciso insieme alla sua
famiglia dall’esercito di Sauron durante
il ritorno di quest’ultimo a Mordor in una
battaglia al Nero Cancello. Resuscitato
da un misterioso spirito, che ben presto
si scoprirà essere quello di Celebrimbor,
l’elfo che forgiò gli Anelli del Potere, Talion cercherà la sua vendetta contro le
orde di Sauron direttamente sul suolo
di Mordor, in un’avventura che incrocerà anche la storia di Gollum e naturalmente la ricerca per l’Unico Anello.
Al di là della trama principale, ciò
che rende davvero interessante
L’Ombra di Mordor è l’engine procedurale Nemesis System, che renderà
ogni partita unica. Il grosso del gioco,
torna al sommario
GeForce GTX 980
È un mostro
ed è pure “eco”
di V.R. BARASSI
infatti, ruota intorno all’individuazione
degli ufficiali dell’esercito di Sauron e
la loro sistematica eliminazione. Questi personaggi sono creati dinamicamente da Nemesis e vivono con noi
nel mondo del gioco, seguendo una
loro indipendente lotta tra i ranghi
per scalare la gerarchia dell’esercito.
I boss di rango più alto avranno le loro
guardie del corpo e il giocatore potrà
seguire diverse strade per arrivare al
suo obiettivo. Potrà innescare lotte
intestine tra i ranghi, soggiogare gli
ufficiali sottoposti per utilizzarli come
alleati verso i capitani, oppure andare
dritto contro al proprio bersaglio, creando però un vuoto di potere che verrà
presto riempito dagli altri luogotenenti.
E quando disgraziatamente dovessimo
morire in battaglia, prima del nostro
rientro il gioco ci mostrerà come perseguirà la lotta di potere nell’esercito
di Mordor durante la nostra assenza.
Altro aspetto interessante è che ogni
volta che incontriamo uno degli ufficiali
dell’esercito (conducendo essi una loro
“vita” indipendente all’interno del gioco, potremo imbatterci in loro in ogni
momento), questi ricorderanno sempre
ogni interazione che abbiamo avuto
con loro. Se scapperemo ce lo rinfac-
L’ombra di Mordor- trailer
ceranno in un incontro successivo,
oppure sapranno come difendersi da
un nostro tipo di attacco che abbiamo
utilizzato in precedenza e porteranno
le cicatrici degli scontri a cui saranno
sopravvissuti (fino a quando non gli taglieremo la testa, i boss non scompariranno dal gioco). Come detto, Nemesis
è un sistema procedurale, questo vuol
dire che l’esercito di Sauron viene creato dinamicamente in ogni partita, quindi
ogni giocatore affronterà una sua sfida
personalizzata.
Il sistema di combattimento predilige
scontri molto dinamici e spettacolari,
con un’impostazione decisamente arcade, fatta di combo e mosse speciali.
la componente RPG spunta soprattutto
nella possibilità di personalizzare l’albero delle abilità (separato per Talion e
lo spirito di Celebrimbor) e nel potenziamento delle armi, create seguendo
con cura la filosofia tolkeniana. Naturalmente il mondo di gioco sarà costellato
di quest secondarie e di oggetti speciali
da scovare in giro per Mordor, che non
è ancora la terra vulcanica de Il Signore
degli Anelli, ma un paese verde pieno
di roccaforti nemiche e rovine delle ere
precedenti della Terra di Mezzo. L’Ombra di Mordor è in uscita per Plystation
4 e Xbox One il 3 ottobre e per Playstation 3, Xbox 360 e PC il 18 novembre.
NVIDIA ha annunciato al mondo
la sua nuova punta di diamante
GeForce GTX 980 e gli occhi degli appassionati brillano già solo
all’idea di avere un nuovo mostro
da mettere a disposizione delle
macchine da gaming più hardcore. Il gioiello di casa NVIDIA
punta tutto sull’architettura Maxwell a 28 nm e su una GPU da
5,2 miliardi di transistor e 2.048
CUDA core attivi.
Rispetto alla precedente generazione ci sarà anche una svolta
“green”: GeForce GTX 980 avrà
infatti un TDP di soli 165W, valore
decisamente inferiore ai 250W
di GeForce GTX 780 Ti Kepler
dell’anno scorso. NVIDIA GeForce GTX 980 è equipaggiata con
ben tre connettori DisplayPort 1.2
(nessun supporto al neo-annunciato standard DisplayPort 1.3) e
può contare, oltre che sulla “classica” uscita DVI-I, anche su una
porta HDMI 2.0, novità assoluta
per questa categoria di prodotti.
Veniamo alle dolenti note e cioè
al prezzo: GeForce GTX 980 costerà 558 euro (IVA inclusa).
La GPU GeForce GTX 980 sarà
venduta in Italia anche all’interno di sistemi completi, da diversi
partner.
La lavatrice intelligente
Un concentrato di tecnologia
mai visto prima.
Classe energetica
A+++ -40%
Con un consumo energetico
annuo di 118 kWh, Intelius
è la lavatrice con la maggiore
efficienza energetica sul
mercato (giugno 2012 – GfK).
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cestello della lavatrice per
un’ incredibile riduzione delle
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rilevamento della durezza
dell’acqua si associa a
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lavano fibre e pelucchi lasciati
sulla guarnizione dopo
ogni ciclo di lavaggio.
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n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
SMARTHOME L’efficacia di aspirazione è circa tre volte quella del modello precedente
Vorwerk presenta il robot Folletto VR200
Folletto VR200 ha una caratteristica forma a D, sensori laser e ultrasuoni. Costa 749 euro
N
di Emanuele VILLA
ella sfida dei robot domestici,
Vorwerk è presente col suo notissimo brand Folletto. Il modello appena presentato, VR200, è l’evoluzione
diretta di VR100 dello scorso anno,
ripropone la particolare forma a D e anche qualche novità interessante sotto il
profilo tecnologico. Il prezzo resta elevato: 749 euro di listino, in linea con i
top di gamma delle altre aziende.
Abbiamo assistito a una presentazione
del nuovo prodotto, nella quale il robottino girava indisturbato per un appartamento raccogliendo pezzetti di carta
e petali volutamente buttati per terra
all’interno degli ambienti di casa: sicuramente poco per valutarne anche solo
sommariamente l’efficacia, ma ci hanno
colpito la compattezza e la sicurezza nei
movimenti; ci hanno poi spiegato che, a
parte la caratteristica forma a D, VR200
ha anche dei “supporti per dislivelli” che
gli permettono di salire su gradini anche
più alti di 2 cm e questo dovrebbe impedire uno dei problemi tipici di questi
prodotti, ovvero tornare a casa e trovarlo “impigliato” da qualche parte.
Passiamo alle caratteristiche: abbiamo
uno scanner laser per la mappatura
della stanza e gli ultrasuoni per l’identificazione degli ostacoli, la capacità di
memorizzare forma e caratteristiche
dell’ambiente e la programmazione
completa dei cicli di pulizia. C’è anche
un comando a infrarossi per il controllo:
peccato che al momento non sia controllabile via smartphone, ma potrebbe
diventarlo nel prossimo futuro.
Una delle differenze più importanti rispetto alla generazione precedente è
proprio l’efficacia di aspirazione, che
è circa tre volte quella di VR100, mentre la rumorosità ci è parsa (l’ambiente
era affollato, per cui il tutto va preso con
le pinze) contenuta, sicuramente nella
norma. Anche l’autonomia è standard:
90 minuti di lavoro e poi se ne torna
nella sua base per la ricarica. Infine, una
cosa interessante di questo prodotto
è il contenitore della polvere, che può
essere svuotato manualmente oppure,
grazie all’apposita apertura, svuotato
mediante un ulteriore aspirapolvere.
Nuovi robot Hoover, Wi-Fi e intelligenza Advanced
Hoover ha presentato la terza generazione dei propri robot aspirapolvere Robo.com
Molto sottili, hanno 120 minuti di autonomia e svariate tecnologie. Prezzi da € 449,90
O
di Emanuele VILLA

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Quattro sensori da
posizionare negli
pneumatici, un’app
e il collegamento
Bluetooth: con Fobo
Tire, la pressione delle
gomme è monitorata
24/7
di Emanuele VILLA
SMARTHOME La connettività Wi-Fi permette il controllo da smartphone iOS e Android
rmai un po’ tutti i grandi nomi
del mondo del “bianco” sono
entrati nel settore dei robot per
le pulizie, e Hoover non fa eccezione.
La sfida si combatte sul terreno della
capacità aspirante, delle tecnologie di
navigazione, della capacità di evitare e
superare gli ostacoli e, in definitiva, sul
livello di “intelligenza” che le varie soluzioni sono in grado di offrire.
Hoover presenta Robo.com3, la terza
generazione di robot aspirapolvere; tra
le sue caratteristiche, merita sicuramente la tecnologia AAI Algoritmic Advanced Intelligence, che ottimizza i percorsi
del robot in funzione delle caratteristiche della stanza, ma anche la connettività Wi-Fi per il controllo da smartphone
Ecco l’app che
ti avvisa se fori
una gomma
(iOS e Android), lo spessore ridotto di
68 millimetri che gli permette di infilarsi
sotto i mobili e i divani e un’autonomia
fino a 120 minuti continui.
A livello di pura tecnologia si segnala Dust Sensor, capace di attivare un
percorso più o meno intensivo a seconda della quantità
di polvere che incontra, la modalità
Auto che sceglie in
autonomia il programma di pulizie
adeguato, i programmi Turbo, Full&Go
e Scheduling, permettono di effettuare pulizie veloci ed
efficaci quando si
ha poco tempo, i sensori a infrarossi di
rilevamento ostacoli, i 5 sensori anti caduta e i muri virtuali per delimitare l’area
da pulire. I modelli sono tre, diversi per
dotazioni, colore e funzioni: quello blu
costa 449,90 €, quello grigio 499,90 €
e quello titanium metallic 549,90 €.
La sicurezza in
auto viene prima di tutto, e per
questo il nuovo
gadget Fobo Tire
ci è parso subito
interessante: non solo a noi, visto
che dei 28.000 dollari richiesti su
Indiegogo per finanziare il progetto, la startup asiatica ha già
superato i 100.000. Di che cosa
si tratta è presto detto: 4 sensori,
uno per pneumatico, da installare
in prossimità della valvola e capaci di monitorare la pressione delle
gomme in tempo reale, 24 ore al
giorno. I sensori sono dotati di trasmettitori Bluetooth e comunicano con l’apposita app, segnalando quando bisogna gonfiare un
po’ le gomme o quando si è forata. In questo caso, molto spesso
ci si accorge del fattaccio quando
si torna in macchina dopo un po’,
ma se si ha Fobo Tire installato,
il telefono inizia a suonare con
vigore appena arriva in range di
Bluetooth. Per quanto riguarda la
durata della batteria, i creatori di
Fobo Tire sostengono che l’autonomia non sia inferiore ai due
anni, mentre sotto il profilo della
sicurezza, si dice che i sensori
non possano operare con uno
smartphone che non sia quello
dell’utente originale; i creatori
del gadget stanno già lavorando
a una sorta di lucchetto che prevenga fisicamente l’estrazione da
parte di malintenzionati.
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Un’automobile proiettata al futuro, alla sicurezza sulla strada e all’intrattenimento. Ecco le prime impressioni
Ford Focus: un carico di sensori e tecnologia
Abbiamo provato le tecnologie a bordo della nuova Focus: laser, sensori a ultrasuoni, videocamere e un touchscreen da 8”
di Roberto PEZZALI
novembre arriverà nei concessionari italiani la
Ford Focus edizione 2015: non un semplice restyling, ma una macchina totalmente rinnovata con
un fortissimo carattere tecnologico. Obiettivo di Ford è
portare il maggior numero di tecnologie per la sicurezza
e il comfort a bordo di un’auto di classe C, rendendole
disponibili e accessibili a tutti: dal riconoscimento automatico dei cartelli stradali al parcheggio automatico,
passando per il sistema di navigazione e entertainment
Sync 2. Abbiamo guidato uno dei primi esemplari disponibili nel corso di un test drive di due giorni, giusto il tempo per apprezzare non solo le finiture di una
macchina che è stata completamente rivista, ma anche
tutti quei piccoli particolari che rendono Focus 2015 un
piccolo parco giochi per chi adora sensori, videocamere, connettività, ecc. Guidare una macchina non è un
gioco, sia chiaro, ma vedere come la tecnologia ha reso
più sicura la guida e come un sensore e un processore
possono salvarci da un tamponamento, è una cosa che
non lascia indifferenti. Ford ha lavorato su due aspetti,
uno legato alla sicurezza e uno all’intrattenimento; venendo da un mondo dove touchscreen, connessioni
Bluetooth e streaming sono all’ordine del giorno, siamo
rimasti più impressionati dal primo aspetto.
A
Un numero impressionante di sensori
Sotto la carrozzeria della nuova Ford Focus ci sono
18 sensori: 12 a ultrasuoni, affogati nella carrozzeria,
che rilevano la distanza tra l’auto e gli ostacoli in tutte
le direzioni, una videocamera frontale per il riconoscimento tramite OCR dei più comuni cartelli stradali, la
videocamera posteriore per il parcheggio, tre radar,
uno frontale e due posteriori per rilevare veicoli in arrivo quando si esce da un parcheggio in retromarcia e un
laser centrale per misurare la distanza con le auto che ci
precedono. L’utilizzo di tutti i sensori, combinati a gruppi, permette di accedere a una serie di funzionalità di
assistenza alla guida che viene adottata dalla maggior
parte dei produttori.
Il pregio di Ford è di mettere a disposizione queste tecnologie su un automobile di classe media. Non aspettatevi in ogni caso un’auto con la dotazione completa: per
poter avere una Ford Focus come quella che abbiamo
guidato noi bisogna aggiungere, al modello più costoso, qualche migliaio di euro.
Piacevole alla guida, la tecnologia
aiuta ma all’inizio disorienta
Chi è abituato a guidare un’auto con qualche anno alle
spalle resterà un po’ disorientato e allo stesso tempo
sorpreso dalla nuova Focus: oltre al lato pratico, con
una guida piacevole e un abitacolo davvero silenzioso,
quello che impressiona sono gli aiuti alla guida, dal sistema di controllo delle corsie alla lettura dei cartelli. La
Focus riconosce all’istante quasi tutti i cartelli che si trovano a lato della carreggiata, dai divieti ai limiti di velocità: nel corso del nostro tragitto solo alcuni cartelli tem-
video
lab
poranei di lavori e alcuni posizionati
male non sono stati letti. Eccellente
la sensibilità dei sensori e dei radar:
il sistema ci ha avvisato all’istante
dell’arrivo di un altro veicolo mentre uscivamo da un parcheggio
in retromarcia, veicolo che non
eravamo riusciti a vedere a causa
di un’altra auto che ci ostruiva la
visuale. Comodissima la videocamera posteriore e indispensabile,
dopo averlo provato, il parcheggio
automatico in perpendicolare: basta
usare freno e acceleratore, lasciando il volante all’auto, per entrare
anche in un parcheggio stretto con
precisione millimetrica. Clicca qui
per vedere un breve video. Tra le tecnologie di bordo,
quelle che ci hanno impressionato di più sono il controllo della “guida stanca” e delle corsie. Il primo cerca
di stabilire, analizzando l’andatura, se il guidatore ha
bisogno di riposare: abbiamo simulato un’andatura un
po’ sbandata e in pochi secondi è arrivato il richiamo.
Il secondo, utilissimo, controlla se stiamo seguendo la
carreggiata e non stiamo uscendo di strada: varcando
una linea continua veniamo avvisati da una vibrazione
sul volante e l’auto automaticamente cercherà di portarci di nuovo in strada. Il livello d’intervento può essere
configurato dal guidatore, tuttavia è incredibile vedere
come la macchina, da sola, possa seguire la strada e
fare le curve anche senza mettere le mani sul volante.
Il sistema funziona bene se le linee sono tracciate, non
funziona su strade prive di segnalazione o con segnalazione rovinata: è una cosa a cui bisogna fare un po’ di
abitudine, perché a tratti, quando si taglia, ad esempio,
una curva su un tornante, sembra che l’auto voglia opporsi alla traiettoria del pilota cercando di sterzare nella
direzione opposta. Con tutti i livelli attivi, l’impressione
che abbiamo avuto è simile a quella di un videogioco di
guida con volante dotato di force feedback. Tra le altre
novità troviamo anche il Pre-Collision Assist che avvisa
se il veicolo che ci precede frena bruscamente e, se il
guidatore non interviene, attiva automaticamente i freni
e l’Adaptive Cruise Control, che permette di impostare
e mantenere automaticamente la distanza dal veicolo
che precede.
Sync 2, 8” touch con navigatore
e comandi vocali
Sulla nuova Focus debutta anche la seconda generazione del sistema Sync 2 powered by Microsoft. Basato
sempre sui comandi vocali, la seconda generazione
arrivata ora in Europa sfrutta un grande schermo touchscreen da 8” che sostituisce il piccolo schermo
monocromatico presente sulla passata generazione.
L’upgrade è notevole, anche se chi è abituato a un tablet troverà un po’ datato lo schermo resistivo e con
risoluzione poco elevata: la scelta di Ford sembra comunque obbligata visto che lo schermo è in grado di
sopportare il calore fino a 100°, fatto molto importante

segue a pagina 31- 
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MAGAZINE
AUTOMOTIVE Ne potranno beneficiare i consumatori che non dovranno rinunciare a usare le app che già di solito utilizzano
General Motors sta per passare a CarPlay e Android Auto
Goodbye MyLink, welcome CarPlay e Android Auto: sarebbe questo, in estrema sintesi, il pensiero di General Motors
di Andrea ZUFFI
L
a decisione di General Motors di abbandonare MyLink, ovvero il proprio
concetto di auto connessa, potrebbe rivelarsi una scelta sensata e lungimirante. MyLink è (o forse sarebbe meglio
dire “era” stando a quanto diffuso da
GigaOm), una piattaforma ideata da General Motors per consentire agli sviluppatori di realizzare applicazioni web per
i sistemi di bordo di una vasta gamma di
veicoli a partire dal 2015.
Nelle intenzioni della casa automobilistica, un sistema di questo genere avreb-
be portato nell’abitacolo applicazioni di
terze parti del calibro di Pandora, NPR,
Slacker Radio o ancora il servizio mappe
Glympse. Quanto annunciato negli ultimi
mesi da Apple e Google in ambito automotive ha però scombinato non poco le
carte. Fino al punto di spingere General
Motors a riflettere
sul reale successo che avrebbe
potuto riscuotere
MyLink.
Infatti,
l’ultima cosa che
qualunque produttore vorrebbe
è dedicare tempo e risorse finanziarie
per portare sul mercato una tecnologia
che, non essendo compatibile con gli
ecosistemi più diffusi, rischi di essere
criticata o addirittura snobbata. La strada
per General Motors sarebbe quindi segnata e la starebbe portando a sposare
le soluzioni CarPlay di Apple e
Android Auto di
Google. A beneficiarne saranno
i
consumatori
che
potranno
scegliere un’au-
tomobile del gruppo General Motors
sapendo che non dovranno rinunciare
alle app che già utilizzano e che possono trovare sempre aggiornate sugli store dei due big mondiali dell’informatica
e del mobile.
AUTOMOTIVE
Ford Focus 2015
segue Da pagina 30 
SENSORI A 360° - Nella carrozzeria
sono presenti 12 sensori a ultrasuoni
che indicano la distanza di ogni
ostacolo.
INDICATORE DI PUNTO CIECO - È sullo specchietto e mentre rientriamo da
un sorpasso ci avvisa se c’è qualcuno
dietro di noi.
CONTROLLO CARREGGIATA - I sensori
integrati avvisano con una vibrazione
se stiamo uscendo. L’auto di corregge
la traiettoria in modo autonomo.
di streaming: Sync 2 riproduce musica da
sorgenti integrate (radio analogica, DAB e
CD player) oppure da smartphone tramite
Bluetooth o USB, porta quest’ultima che
permette anche di collegare una chiavetta. Ford ha inoltre alimentato a 2A le porte
USB che ora possono ricaricare non solo
smartphone ma anche tablet. Eccellente
la resa audio, anche se l’auto che abbiamo usato montava il sistema Sony con 10
diffusori e subwoofer: andrebbe ascoltata
anche la versione base.
Chi la vuole super tech
deve spendere un po’

La nuova Ford Focus arriverà in Italia a
fine novembre, a un prezzo che partirà da
18.750 euro per la versione 1.0 Ecoboost da
100 cavalli. Tutte le motorizzazioni saranno
EURO 6, e oltre a questo motore sarà disponibile anche un benzina 1.5 Ecoboost
e una coppia di diesel 1.5 TDCi e 2.0 TDCi
con potenza da 95 a 150 cavalli. Sync 2,
RILEVAMENTO CARTELLI - La
CROSS TRAFFIC ALERT - Un sistema
PARCHEGGIO SEMIAUTOMATICO ufficialmente disponibile solo sulle versioni
videocamera legge i cartelli stradali
ci avvisa dell’arrivo di veicoli mentre
Focus è la prima Ford con parcheggio Titanium e Titanium X, verrà comunque ofmemorizzando la velocità del tratto di stiamo uscendo in retromarcia. Il
semiautomatico anche perpendicoferto dai concessionari su tutte le versioni
strada ed eventuali divieti.
raggio del radar è di 40 metri.
lare.
perché rappresenta uno dei punti di forza
dell’auto. Per poter accedere a tutte le
tecnologie il prezzo lievita e non di poco: il pacchetto
possono essere dati tutti in una volta sola, con le chiavi
quando si parla dell’abitacolo di un’auto. La nuova inActive Park Assist Upgrade con sensori di parcheggio
concatenate. Un bel upgrade rispetto alla generazione
terfaccia utente è ben strutturata: quattro angoli attivi
e parcheggio semi automatico costerà 750 euro, il Driprecedente, dove era necessario impartire i comandi
per gestire telefono, navigazione, radio e clima. Tutte
spezzando le frasi, anche se il sistema resta blindato
le funzioni possono essere controllate tramite touch
ve Assistance Pack con lettura segnali stradali, mansu alcuni comandi e non si possono usare sinonimi o
o comandi vocali, questi ultimi decisamente migliorati
tenimento corsia, frenata automatica e controllo stato
frasi alternative. Sync 2 non è Siri e neppure Google
rispetto a quelli delle versioni precedenti. La possibidel conducente a 1.250 euro. Tra gli extra c’è anche il
Voice, è un comando vocale “vecchio stile” che però
Winter Pack, che include il parabrezza riscaldato per
lità di sfruttare la voce è una delle funzionalità chiave
è migliorato parecchio e ha il pregio di poter essere
scongelamento rapido d’inverno e il volante riscaldato
di Sync e Ford ha cercato di rendere il riconoscimento
utilizzato offline, quindi senza una connessione. Tramia 750 euro. Per tutte le configurazioni e le combinaziopiù naturale possibile permettendo anche l’uso di cote Sync si può gestire a voce anche il climatizzatore e
mandi abbinati: “Ho fame ristorante cucina italiana” opni si potrà trovare ampia documentazione sul sito Ford
interagire con il telefono. Restano invariate le funzioni
pure “Riproduci album U2 casuale”, sono comandi che
non appena verranno ufficializzati i listini.
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Concert for one
Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frutto della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tecnologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stesso creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibile in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la personalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ovvero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte-
nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è infatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con microfono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gli
amanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamenteP3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello,
da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite il
cavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple.
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
www.audiogamma.it
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22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
TEST Apple convince ancora una volta con un sistema molto cambiato non solo nelle funzionalità ma anche nei concetti
iOS 8 in prova: Apple cambia e convince ancora
Una maggiore apertura permette agli sviluppatori di accorciare il gap con Android sul fronte della personalizzazione
di Roberto PEZZALI
ilioni di utenti di iPhone e iPad hanno aggiornato ad iOS 8, il nuovo sistema operativo
Apple annunciato nel corso del MWC 2014.
Qualcuno, probabilmente i possessori dell’iPhone 4S,
starà cercando di capire se l’eventuale update possa
in qualche modo, e non sarebbe una novità, rallentare lo smartphone o portare ad un consumo di batteria
anomalo, e in questo caso consigliamo davvero di attendere perché i primi test non sono incoraggianti.
iOS 8, che dal punto di vista della grafica non è certo rivoluzionario come iOS 7, rappresenta per iOS un
vero punto di svolta. Apple, per la prima volta, ha infatti aggiunto una serie di funzionalità attese da tempo e votate ad una piccola apertura nei confronti di
chi da sempre addita iOS come un sistema chiuso. Le
app possono finalmente parlarsi tra di loro, la tastiera
Apple può essere sostituita con tastiere di terzi e altri piccoli limiti delle versioni precedenti sono venuti
a cadere rendendo di fatto superfluo, tranne per chi
ama il rischio e le app gratis, un eventuale jailbreak. A
Cupertino sono impazziti? No, hanno solo fatto bene
i loro calcoli: una maggior apertura del sistema verrà
sicuramente apprezzata dagli utenti che sono abituati alla flessibilità di Android, e iOS 8 con il nuovo
iPhone 6 Plus possono davvero attirare quel target
che non ha mai visto di buon occhio Apple. In ogni
caso, giusto per mettere le cose in chiaro, se da una
parte Apple si apre offrendo nuove possibilità agli
sviluppatori, dall’altra ha implementato una serie di
funzioni che esaltano la superiorità del connubio iOS
- Yosemite spingendo di fatto le persone verso il suo
mondo “chiuso”. Se è vero che ci sono milioni di persone con in tasca un iPhone o nella borsa un iPad, è
anche vero che molte di queste hanno a casa un PC
M
video
o un notebook Windows: non sanno cosa si perdono.
Continuity e Handoff, ad esempio, sono due killer application che solo chi appartiene alla grande famiglia
Apple potrà apprezzare, e la stessa funzione Family
Sharing sembra fatta apposta per spingere verso una
adozione globale di iOS all’interno di un nucleo famigliare. Abbiamo provato iOS 8 partendo dalle prime
beta e arrivando ora alla versione finale su un iPad 2
un un iPhone 5: non una scelta coraggiosa, ma semplicemente la voglia di vedere se con hardware più
datato calano le prestazioni e la durata della batteria.
La risposta ovviamente nelle conclusioni.
Per molti, ma non per tutti
Come ogni aggiornamento di iOS anche la versione
8 taglia la compatibilità con alcuni modelli di iPhone e
iPad passati: la vittima illustre in questo caso è l’iPhone 4 che resterà a iOS 7. Dall’iPad 2 fino alla quinta
generazione di iPod Touch sarà possibile aggiornare
a iOS 8, anche se non tutte le feature saranno presenti. L’app Salute, ad
esempio, non sarà
1
2
3
disponibile
su
iPad per ovvi motivi mentre Continuity funziona
solo dall’iPhone
5 in poi. Alcune
funzionalità poi,
come il contapassi, sono legati alla
presenza di hardware specifico:
non è presente
per esempio sull’iPhone 5 da noi
usato per l’assenza del processore
M7 ma funziona
1) I widget possono ora essere personalizzati. Ogni app potrà avere un widget se
su un’altro iPhone
previsto dallo sviluppatore. 2) All’interno delle app si potranno trovare elementi
5S che abbiamo
di altre app: non sarà più necessario fare svariati passaggi. 3) Il control center è
in redazione. Al
ancora l’unico elemento che non può in alcun modo essere toccato.
termine del corpo-
lab
so aggiornamento, fatta eccezione per le nuove app,
l’utente si trova comunque in un ambiente che ormai
conosce bene: iOS 8 non è assolutamente diverso da
iOS 7 dal punto di vista grafico, ma sotto il cappello
ha una serie di novità sostanziali. Se iOS 7 è stato rivoluzionario per quanto riguarda l’interfaccia, iOS 8 è
altrettanto rivoluzionario per le funzioni e i miglioramenti che apporta all’intero sistema operativo.
Rivoluzione “extensibiliy”
Le app finalmente parlano tra loro
iOS porta un numero
notevole di novità, ma
sicuramente il primo posto del podio lo merita
l’apertura del sistema
app e di iOS stesso alla
possibilità di estensione
da parte degli sviluppatori. Una scelta questa
che va controcorrente
rispetto a quanto fatto
vedere da Apple fino
ad oggi, ma anche una
cosa indispensabile per
far crescere iOS. Fino
ad oggi iOS prevedeva
una serie di applicazioSwiftKey è una tastiera
ne isolate, chiuse per
alternativa ma va instalmotivi di sicurezza in
lata e configurata dalla
una sendbox e incapasua applicazione
ci di interagire una con
l’altra: lo sviluppatore
di un reader di feed, ad esempio, non poteva interagire con Safari per poter aggiungere direttamente il
feed di un sito dalla pagine del sito ma era obbligato
a copiare il link negli appunti, aprire l’app dei reader
RSS e aggiungerlo a mano. Ma non solo: fino ad oggi
era impossibile aprire un editor particolare di foto direttamente dalla fotocamera, grazie a “extensibility”
ora si può. Una piccola ma utile rivoluzione che vedrà
sbocciare un numero elevatissimo di estensioni per

segue a pagina 34 
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22 SETTEMBRE 2014
TEST
iOS 8, la recensione completa
segue Da pagina 33 
applicazioni che aumenteranno l’interazione tra app
e app e tra app e iOS. Grazie a questa funzionalità
si possono anche sostituire elementi di iOS: la tastiera, ad esempio, può essere rimpiazzata da tastiere di
terze parti e la maggior parte delle famose tastiere
predittive usate su Android stanno arrivando anche
su iOS. C’è da dire, però, che Apple ha migliorato molto la tastiera nativa che ora si adatta anche allo slang
e al tipo di scrittura utilizzato: l’uso della K al posto
del “ch” sarà non solo tollerato ma anche assimilato
da iOS come abitudine dell’utilizzatore. Di questo ne
parliamo però più avanti.
Anche se possono intervenire su moltissimi aspetti gli
sviluppatori non possono ancora toccare elementi di
iOS come il Control Center e la springboard: Apple
vuole evitare che troppe personalizzazioni possano
in qualche modo inficiare l’usabilità e l’eleganze del
sistema.
Ogni estensione, dai widget alle tastiere, non vengono però scaricati dall’App Store in quanto tali ma devono essere pacchettizzati in una applicazione: non ci
sarà quindi un widget meteo senza una applicazione
meteo e non potrà esserci una tastiera senza l’app
dedicata. Una scelta questa particolare: sta allo sviluppatore di una applicazione sviluppare le estensioni “ufficiali” per la sua app, e non sarà possibile per
esempio creare solo l’estensione per una serie di app
per le quali le estensioni non sono previste.
Una logica, questa, totalmente diversa da quella delle
estensioni di Chrome o di Firefox.
Tutto quello che facevi prima ora lo fai
nella metà del tempo
Come ogni sistema operativo iOS 8 raccoglie anche
una serie di features e piccole migliorie che a volte
appaiono insignificanti ma che possono rendere davvero più facile e veloce l’uso dello smartphone. Tra
queste ne segnaliamo solo alcune, ma siamo certi che
usandolo a fondo scopriremo moltissime shortcut e
piccole chicche che a prima vista è difficile cogliere.
Sotto questo punto di vista i cambiamenti alla luce del
La ricerca di Spotlight funziona anche su web, ma
può essere disattivata da menu
MAGAZINE
sole sono la possibilità di interagire direttamente con
le notifiche, rispondendo ad esempio ad un messaggio senza chiudere l’app in esecuzione e una versione migliorata della schermata “multitasking”, che oltre
alle apps aperte guadagna una fila di icone con le
ultime persone contattate e i contatti segnalati come
preferiti. Certo, ci sono anche accedendo dall’icona
telefono ma così è tutto più semplice. Tra le aggiunte
gradite anche la possibilità di aggiungere rapidamente un contatto se riceviamo una mail da una persona
che non è nella nostra rubrica e la facilità con cui ora
si possono cancellare le mail, ovvero una bella “botta
di pollice” da destra a sinistra sulla singola missiva.
La possibilità di aggiungere poi una serie di widget al
pannello notifiche ci evita di dover richiamare necessariamente una applicazione, il tutto con l’obiettivo di
accorciare i tempi. Una schermata home con tempi,
orari dei mezzi di trasporto usati, risultati delle partite e azioni di borsa che si aggiorna dinamicamente
potrebbe essere il tipico esempio di uso dei widget.
Un altro passo avanti verso Android, che certe cose
le aveva già da tempo. Migliora anche Spotlight per
uniformarsi al nuovo Spotlight di Yosemite: inserendo
una chiave il motore cerca ovunque, anche sul web
(Bing e Wikipedia) trasformandosi così in una sorta di
motore di ricerca globale che ancora una volta accorcia i tempi di esecuzione: per cercare qualcosa non
si deve più aprire Safari e andare su Google. Questo
ovviamente nelle idee di Apple: per la ricerca preferiamo affidarci ai vecchi metodi, ma se cerchiamo un
app o una mail allora va più che bene. La ricerca su
web, ovviamente, può essere esclusa.
La tastiera indovina le parole
e se non vi piace si cambia
L’apertura di Apple alle tastiere di terze parti renderà in moltissimi casi obsoleta la tastiera di default di
iOS: sull’iPhone 6 Plus, ad esempio, una tastiera come
SwiftKey o Swype potrebbe rivelarsi più pratica e utile
di una tastiera classica dove si deve battere ogni singolo tasto con precisione. Apple ha comunque rivisto
la tastiera di base aggiungendo un sistema di rilevamento predittivo che aiuta non solo nella composizione dei messaggi ma anche nelle risposte rapide.
Denominato QuickType il sistema di Apple apprende i
nostri usi e le nostre abitudini in fatto di scrittura, adattandosi non solo allo slang usato ma anche al tipo di
linguaggio che teniamo con determinati contatti. Ad
un messaggio di tipo “ci sei” inviato dalla fidanzata
Quicktype suggerirà un “eccomi amore” o “dimmi
cara”, suggerimenti che non si adattano ad esempio
ad un contatto di lavoro o ad un amico. QuickType
tuttavia non condivide i suggerimenti tra le varie app,
e impara solo se si usano le app native, quindi Mail o
iMessage: se usate Whatsapp o Skype non state addestrando in alcun modo QuickType. Non abbiamo
ovviamente rinunciato a provare anche tastiere di terzi: in questo caso la tastiera non solo va aggiunta ma
bisogna dargli i pieni permessi. Apple avvisa l’utente
dei pericoli che ci possono essere: usando una tastiera di un produttore esterno i dati digitati finiscono nel
cloud e questo include anche conversazioni e numeri
di carte di credito. Se non si “accetta” la cosa la tastiera non funziona, con Apple che ovviamente scarica
sulla decisione dell’utente e sullo sviluppatore delle
apps la responsabilità di quello che potrebbe succe-
1
2
1) Finalmente si può interagire direttamente con
una notifica. 2) La vista “multitasking” è utilissima
ora, ci sono anche i contatti e i preferiti
dere nel caso in cui il cloud di uno di questi sviluppatori venisse violato.
Famiglia: il papà compra per tutti
Un’altra funzione utilissima introdotta da iOS 8 è la
possibilità di creare un gruppo famigliare raggruppando fino a 6 Apple ID. Fare parte della famiglia vuol dire
condividere gli acquisti di app senza dover necessariamente condividere un account come probabilmente molte persone hanno fatto fino a oggi. Apple ha anche aggiunto la possibilità di creare album famigliari e
un calendario condiviso (tramite iCloud), piccole cose
che possono rivelarsi però utili. Un’altra funzione del
pacchetto “Famiglia” è la possibilità di richiedere l’autorizzazione ad un acquisto: i figli potranno chiedere
ai genitori di acquistare un app per loro e i genitori potranno rifiutare, il tutto grazie ad un miglioramento nel
parental control. Anche se si è in famiglia la privacy è
comunque importante: ogni membro potrà decidere
di non mostrare una eventuale applicazione comprata o acquista al gruppo. A capo c’è il “padre di famiglia”, l’organizzatore che non solo gestisce il gruppo
ma condivide i dati della sua carta di credito. Sempre
della suite fa parte anche la possibilità di vedere la
posizione degli altri membri della famiglia.
Messaggi: Apple punta Whatsapp
Whatsapp ha ormai monopolizzato il mondo della
messaggistica istantanea forte della sua compatibilità
multipiattaforma e della sua versatilità, ma nonostante
questo Apple ha scelto di migliorare e inserire nella
sua applicazione messaggi una serie di funzionalità
che riguardano soprattutto iMessage. Il primo è il “Tap
To Talk”, ovvero la possibilità di mandare brevi messaggi audio ad un contatto, la seconda è la possibilità
di mandare selfie e video veloci sfruttando una gestire sull’icona fotocamera: se al posto di premerla fate
uno swype verso l’alto l’iPhone scatterà un selfie e
lo manderà all’istante senza chiedere conferma. Pericolosissimo. Interessante sempre nell’ambito della
messaggistica di inserire il “mute” in una chat per non
ricevere più notifiche e di vedere uno storico dei file e
dei contenuti audio e video scambiati con un utente.
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segue a pagina 35 
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n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
TEST
iOS 8, la recensione completa
segue Da pagina 34 
Fotocamera, dallo scatto in manuale
all’editor completo
Una delle applicazione più utilizzate dell’iPhone è sicuramente la fotocamera: Apple migliora l’applicazione di base aggiungendo il Time Lapse e e il timer per
lo scatto a 3 o 10 secondi (il flash lampeggia durante
il countdown). Nulla di eclatante, anche se le cose miglior le vedremo solo con le apps di terze parti dato
che Apple ha finalmente aperto alla gestione manuale
dei controlli della fotocamera: Pro Cam 2, già disponibile sullo store, è la prima app che sfrutta queste
possibilità. Novità anche per quanto riguarda l’applicazione Foto: si possono marcare come preferite delle foto cliccando sul “Cuore”, e allo stesso tempo nell’elenco degli album compaiono anche album creati o
salvati con altre apps, nel nostro caso Play Memories
Mobile. Rivoluzionato interamente l’editor, un piccolo
Photoshop a portata di dito: si possono ora non solo
ruotare le foto ma anche controllare tutti i parametri
dell’immagine correggendo luci, ombre e tanto altro.
Davvero ben fatto.
Continuity ti fa capire l’importanza
di avere un Mac e non un PC (se hai
un iPhone)
iOS e Yosemite sono collegati ora da un filo comune:
grazie a Continuity e a funzionalità come Handoff Mac
e iPhone si parlano in continuazione senza bisogno
di effettuare alcune configurazione. Al momento il
funzionamento del sistema non è ancora in fase beta:
iOS è pronto, Yosemite non ancora e proprio per
questo stiamo usando un MacBook Pro Retina 2014
con a bordo la public Beta 3. Le funzioni “Continuity” sfruttano Bluetooth 4.0 e connettività wireless, e il
bello è che non serve alcuna configurazione per attivarle: sfruttando la logica di iBeacon Yosemite rileva
la presenza dell’iPhone, vi accede in remoto grazie
allo stesso account e stabilisce da solo il collegamento. Nella schermata di blocca schermo dell’iPhone
vediamo le attività in sospeso sul Mac e possiamo
accedervi direttamente, così come sul Mac possiamo
aprire schede di Safari o continuare a comporre mail
MAGAZINE
che abbiamo iniziato su iPad o iPhone. La
sinergia tra Mac e iDevice si fa più stretta
quando si tratta ad esempio di scambiare
file: AirDrop ora funziona tra OSX e iOS.
Oltre alla possibilità di gestire apps e documenti tra diverse piattaforme abbiamo apprezzato in modo particolare la possibilità
di rispondere al telefono da Mac: la qualità
è discreta, c’è un po’ di ritardo ma funziona davvero bene ed è comodo, soprattutto
se c’è l’iPhone in carica sul comodino. La
stessa cosa dovrebbe valere per gli SMS,
che al momento però non risultano implementati e lo saranno solo a fine ottobre.
L’unica cosa che ancora manca alla parte
“telefonica” è un vero keypad: se durante
la telefonata ci viene chiesto ad esempio
di inserire un codice di riconoscimento
non abbiamo un tastierino per farlo.
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1) Ora è possibile impostare il timer di scatto: 3 o 10 secondi
con il flash che segnala il countdown. 2) Il timelapse scarta un
frame ogni due: il risultato è comunque piacevole. 3) ProCam
2 è la prima app di terze parti con controlli manuali.
Healthkit per ora è “malato”
ma promette bene
L’applicazione “Salute” è una delle vere novità di iOS
8. Healthkit, la piattaforma per permettere lo scambio
di informazioni tra applicazioni di fitness è al momento in stand by per un non precisato bug ma in queste
settimane siamo stati comunque in grado di apprezzare alcune piccole chicche che non erano emerse
prima. Una di queste, utilissima, è la cartella clinica: è
possibile inserire i propri dati dal gruppo sanguigno
ai contatti per le emergenze nella cartella clinica che
sarà richiamabile dalla loco screen anche se c’è il
codice inserito. Una piccola cosa, ma in caso di incidente se chi porta i primi soccorsi è sufficientemente
smart avere a portata di mano certe informazioni può
davvero salvare la vita. Chi possiede però un iPhone
5S o a breve avrà un nuovo iPhone 6 può già sfruttare ad esempio il contattassi interno per arricchire la
schermata home.
iCloud Drive è un Google Drive più caro
Una importante novità di iOS 8 riguarda il modo in
cui Apple gestisce i file sul cloud. Questa a dire il
vero è una feature per utenti un po’ smanettoni, perché per la maggior parte della gente il passaggio ad
iCloud Drive sarà trasparente e indolore. Ad oggi le
apps che supportano iCloud, come Pages o Numbers, sincronizzano in automatico i contenuti con le
stesse apps su iPad o OSX ma
non è possibile seguire questo
scambio di file che avviene in
modo totalmente trasparente
per l’utente. L’aggiornamento a
iCloud Drive apre invece le porte a questo mondo: sarà possibile copiare i file sul cloud, aprire
le cartelle delle apps per vedere
cosa c’è dentro e spostare file
da cartella a cartella nel cloud
in modo facile e intuitivo. Una
sorta di Dropbox, insomma, anche se manca un vero e proprio
client su iOS: non c’è un finder e
neppure un esplora risorse per
gestire i file del cloud, e l’unica
soluzione è andare su beta.icloud.com oppure usare
il Mac con OSX. iCloud Drive è una feature pensata
più per un uso desktop, e il vantaggio il ambito mobile è la possibilità di copiare dei file in una cartella
e accedervi poi con un app: al momento le apps ottimizzate sono pochissime, ma a breve molti reader
di PDF e app di produttività potranno cercare file
nel cloud come già oggi si può fare ad esempio con
Dropbox o Google Drive. In ogni caso consigliamo di
appoggiarsi ad altri sistemi come Dropbox o Google
Drive: iCloud infatti oltre a costare più dei competitor,
anche se il prezzo è sceso, viene usato da iOS anche
per i backup dei device e quindi lo spazio libero per
la gestione dei file rischia di essere davvero poco.
“Hey Siri”, svegliati e rispondimi
Anno dopo anno Siri diventa più intelligente: la nuova
versione di Siri per iOS 8 ha imparato a riconoscere anche le canzoni
grazie all’integrazione
con Shazam e ovviamente ci consiglia
l’acquisto su iTunes
per ogni match positivo. La feature che
riteniamo però più importante, anche se va
attivata manualmente
dal menu, è la possibilità di richiamare
Siri anche a telefono
in stand-by semplicemente dicendo “hey
Siri”. Questa funzione
è particolarmente interessante nel caso di
utilizzo hand-free, quindi quando siamo in macchina e vogliamo chiamare
qualcuno o farci dare indicazioni di navigazione senza
distogliere lo sguardo dal volante. “Hey Siri” sostituisce un po’ il tasto “Siri” che Apple aveva proposto ad
alcuni costruttori di auto e che non ha trovato adeguata risposta sul mercato per svariati problemi. L’unico
limite di questa funzionalità è le necessità di avere lo
smartphone collegato alla presa di ricarica: restare
sempre in ascolto, per l’iPhone, comporta un consu-

segue a pagina 36 
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n.96 / 14
22 SETTEMBRE 2014
MAGAZINE
MOBILE HealthKit è una delle novità più interessanti del nuovo iOS 8 di Apple
Un Bug rinvia HealthKit di 10 giorni
A causa di un bug Healthkit non sarà pienamente utilizzabile fino a fine mese
di Emanuele VILLA
n occasione del lancio di iOS 8,
Apple ha scoperto un bug relativo al framework Healthkit e ha
immediatamente eliminato dallo
store tutte le app di terze parti che
ne fanno uso.
Un peccato, perchè Healthkit e
l’app Salute sono senz’altro due tra
le novità più interessanti di questa
nuova release del sistema operativo. La prima segnalazione è giusta
I
da Brian Mueller, uno sviluppatore
che realizza l’app Carrot Fit: Brian
dice di aver ricevuto da Apple una
segnalazione sullo stato della sua
App, app messa “in attesa” a causa
di un problema di Healthkit, che al
momento non risulta ancora pronto
per il lancio. Poi Apple ha rasserenato tutti gli sviluppatori affermando
che non è in alcun modo colpa loro,
il bug è lato-Apple e la situazione
verrà ripristinata nel minor tempo
possibile tramite un piccolo Fix
software, ma resta il fatto che chi
vuole usare Salute al 100% dovrà
attendere ancora qualche giorno.
Nessuna dichiarazione ufficiale circa la causa del problema, quel che
è certo è che Apple è già al lavoro
con molte risorse per la soluzione e
conta di essere operativa entro la
fine del mese.
TEST
guida o un app sui trasporti locali, ma nel
nostro caso, quartiere periferico di Milano, non suggerisce nulla di particolare.
segue Da pagina 35 
Anzi, ci propone un app del Milan, neppure quella ufficiale: sarà per la vicinanza con la nuova sede?
mo notevole di batteria. Qualcomm ha una tecnologia
Sempre in App Store Apple ha inserito
analoga che funziona senza impattare sui consumi,
implementata via hardware nei chip Snapdragon, ma
una nuova modalità “App Suggerite” che
è brevettata: probabilmente i processori A di Apple
consiglia all’utente di scaricare l’app relanon sono dotati di una funzionalità simile.
tiva ad un posto o ad un negozio nei paraggi. Passeggiando di fronte a McDonald
dovrebbe suggerirci l’app del fast food,
ma al momento, nonostante un bel giro
Come ogni aggiornamento di iOS anche le app nain Corso Vittorio Emanuele e il Galleria a iMessage è stata profondamente rivoluzionata. Manda audio
tive ricevono una serie di migliorie. Non le abbiamo
Milano non siamo riusciti a farci suggerire messaggi, foto e video con un semplice gesto. Da segnalare
analizzate tutte, ma vogliamo raccontare le più cunulla. il suggerimento, oltretutto, compa- che gli audiomessaggi funzionano anche tra iOS 7 e iOS 8,
riose (fatta eccezione per quelle già descritte sopra).
Partiamo dall’AppStore, che non ha subito stravolgire nella loco screen: qualcuno parla già anche se risultano non consegnati. Arrivano a destinazione
di pubblicità, secondo noi sono i primi senza alcun problema.
menti se non una funzione che permette di suggerire
tentativi di implementazione di iBeacon.
le app in base alla posizione. App Store chiede l’auOra arriva il suggerimento dell’app, poi il
torizzazione all’utente per sfruttare la sua posizione
prossimo step saranno sconti, coupon o altro. Cambia
e in base a qualche criterio particolare cerca di dare
leggermente anche Safari: la novità più apprezzata
app utili: nel caso di una città potrebbe suggerire una
sibilità ancora maggiori per gli sviluppatori che posin Italia è sicuramente la possibilità di richiedere un
sono finalmente lavorare offrendo non solo app, ma
sito in versione Desktop “raggirando” così il paywall
anche estensioni. Nonostante uno spazio occupato
di Corriere e Gazzetta: anche
leggermente maggiore di iOS 7, il nuovo iOS non ha
sotto copertura Tre richiedenassolutamente appesantito i vecchi terminali e non
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1
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ha avuto alcun effetto negativo, almeno nel nostro
do la versione desktop si vecaso, sulla batteria. Qualche problema in più potrebdono tutti i contenuti senza più
pagare. Altra piccola aggiunta
bero averlo i possessori di iPhone 4S, un po’ per le
prestazioni un po’ perché comunque tra notifiche,
a Safari è la possibilità di selenuova vista multitask e nuovo control center iOS si
zionare DuckDuckGo, il motosta evolvendo sempre di più verso schermi di grande
re di ricerca anti Google che
formato, e già sull’iPhone 5 qualche vista dell’internon raccoglie alcun dato delle
tue ricerche. Va ovviamente
faccia inizia a sembrare un po’ sacrificata. Qualche
impostato a mano, e come mobug c’è, qualche applicazione non aggiornata ha fatto
un po’ le bizze ma nel complesso non ci sono motivi
tore di ricerca non è proprio il
per attendere. Con iOS 8 non ci sono praticamente
massimo.
più scuse neppure per il jailbreak: con le possibilità di
personalizzazione l’unico vero motivo per modificare
il device è evitare l’acquisto di app, anche se nessuno
1) I dati di tutti i sensori e delle altre app vengono aggregati in una
lo ammetterà mai. Ci sono alcune funzioni di iOS 8
dashboard configurabile dall’utente. 2) Alimentazione, attività fisica e pa- iOS 8 è un aggiornamento
dedicate ovviamente ai nuovi iPhone 6 e 6 Plus: le
rametri vitali: tutto si gestisce da un utile pannello. 3) La cartella clinica
abbiamo lasciate in stand-by in attesa della prova
obbligato: offre tantissimo
racchiude i dati sensibili di un utente. Potrebbe essere davvero utile.
completa dei nuovi smartphone.
all’utente finale, ma offre pos-
iOS 8, la recensione completa

Miglioramenti globali a tutte le app

Tanta carne al fuoco
senza diminuire
le prestazioni
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