Periodico della comunità parrocchiale di Coccaglio - Settembre 2014 - n° 5/71 Editoriale Direttore responsabile sac. Giuseppe Mensi periodico della Comunità parrocchiale di Coccaglio Autorizzazione del Tribunale di Brescia n° 26/2007 dell’8 settembre 2004 Settembre 2014 - n° 5/71 Direttore sac. Giovanni Gritti Logo Ugo Capretti Correzione delle bozze Rosa Cucchi Si ringrazia il gruppo di persone che provvedono alla distribuzione Sommario - Magari la fine della pausa estiva avesse potuto significare per tutti la ripresa dell’attività lavorativa, affinché tutti, finalmente, possano esercitare il lavoro con cui provvedere in maniera dignitosa a sé e ai propri cari! Questa interminabile crisi - già s’è detto - poteva costituire un’occasione per favorire l’educazione generalizzata a stili di vita sobri e solidali; forse ne stiamo invece subendo il danno, senza ricavarne il bene che era possibile: una situazione che ci è costata e sta costando un conto salato e che, per di più, si sta configurando come un’occasione persa, una “spesa” non messa a frutto e sprecata. Chi governa i popoli e le economie ha le sue responsabilità. Il fatto è che se non si promettono mari e monti, non si prendono voti. - Il fenomeno di coloro che approdano sulle nostre coste, fuggendo da guerra e miseria e le immancabili tragedie che trasformano il mare in una gigantesca fossa comune non può lasciare indifferente la nostra coscienza di uomini e cristiani. - In questo contesto di tribolazione e sofferenza, ma non privo di segni di speranza, riprendiamo: è un cammino di famiglia, la grande famiglia parrocchiale (espressione che deve sempre meno corrispondere ad un semplice modo di dire per diventare sempre più realtà) ed è cammino di famiglie. L'immagine di copertina è eloquente. Buona lettura ABBONAMENTO 2014 ordinario €14,00 sostenitore €30,00 benemerito, quanto si desidera oltre la somma indicata per il “sostenitore” una copia € 2,80 Per spedizione postale aggiungere per l’Italia €10,00 per l’estero €12,00 In caso di mancato recapito postale, si prega di telefonare (v. numeri a pag. 51), oppure scrivere: Alla Redazione de “La vecchia Pieve” p.za L. Marenzio, 22f 25030 Coccaglio BS oppure inviare messaggio di posta elettronica a [email protected] Non possiamo dare conto di responsabilità che competono al servizio postale. Per i residenti, qualora a causa di qualche disguido il bollettino non venisse recapitato, rimane opportuno effettuare la segnalazione come sopra indicato, ma è anche possibile recuperare il numero mancante ritirandolo in sacrestia o in fondo alla chiesa. Per i collaboratori de “La vecchia Pieve” - Il prossimo numero uscirà il 23 novembre 2014. Gli articoli, in corpo 12 e formato .doc, su dischetto o, preferibilmente, all’indirizzo di posta elettronica (v. sotto), devono pervenire entro il I dello stesso mese. Non rispondiamo della mancata pubblicazione degli articoli che perverranno oltre tale data. Gli scritti, compreso lo spazio per le immagini, non devono sopravanzare le due pagine. La Redazione non è tenuta a dare giustificazione degli articoli che ritiene opportuno non pubblicare o, all’occorrenza, modificare. Vengono pubblicati scritti che siano almeno frutto di una rielaborazione personale da parte di chi li presenta. - Le immagini vanno presentate nel formato informatico loro proprio, non incorporate nei documenti di testo. - Il materiale informatico, fotografico o di altro tipo consegnato per la pubblicazione va ritirato nell’ufficio parrocchiale entro 10 giorni dalla pubblicazione; il mancato ritiro verrà inteso come autorizzazione alla cestinatura. Recapito degli articoli: p.za Marenzio 22f (canonica o sacrestia-ufficio parrocchiale) - [email protected] 2 Editoriale Martirio senza fine di don Giovanni D al mondo arrivano le notizie e le immagini raccapriccianti delle crudeltà perpetrate da fondamentalisti; portiamo nel cuore - e nella preghiera – la sorte delle minoranze religiose perseguitate e, in particolare, dei nostri fratelli nella fede. Da alcuni articoli giornalistici ricaviamo queste considerazioni sulle persecuzioni contro i cristiani. Alcune settimane or sono, per esempio, in India, quindi in uno dei pochi stati democratici dell’Asia, sono stati arrestati centinaia di cristiani e addirittura tre vescovi cattolici, per aver promosso una marcia pacifica di 800 chilometri per sensibilizzare le autorità contro le discriminazioni ai danni dei dalit (cosiddetti “fuori casta” o “intoccabili”) cristiani. I dalit sono quei 300 milioni di indiani che nell’induismo sono considerati nulla e non hanno diritti. Tra questi, i dalit convertiti al cristianesimo sono ulteriormente discriminati. Di questo, i nostri organi d’informazione non hanno parlato. Per “bucare” le pagine dei giornali, occorre che scorra sangue, come l’anno scorso, proprio in India, nello stato dell’Orissa, con i feroci progrom di fondamentalisti indù contro i cristiani. Lo scorso mese, dalla Nigeria è arrivata la notizia di 500 cristiani (per lo più donne e bambini) ammazzati da islamici a colpi di machete in un villaggio. Qualche organo di stampa ne ha parlato, altri, hanno dedicato al massacro un breve trafiletto, parlando di “oltre 100 morti in disordini tra musulmani e cristiani”. Una mattanza di cristiani, perpetrata a freddo, presentata come generico “disordine” dove non sembrano esserci né vittime né carnefici. Lo stesso trattamento ha spesso subito il genocidio del Sudan, dove il regime islamista del Nord per venti anni ha massacrato le popolazioni cristiane e animiste del Sud per imporre la sharia, facendo circa due milioni di vittime; anzi, poiché i cristiani col tempo hanno organizzato una loro resistenza al genocidio, questo a volte è stato derubricato come un’interminabile serie di generici scontri fra musulmani e cristiani. Basta considerare il fatto che la Corte Suprema sudanese ha stabilito che la crocifissione degli apòstati, cioè di persone che erano musulmane praticanti e che si sono convertite al cristianesimo, è costituzionale, per capire che le cose non stanno esattamente in questo modo. E di cristiani o membri di altre minoranze religiose crocifissi parlano le cronache di questi giorni in Iraq e Siria. C’è di peggio: non è mancato chi ha rappresentato quali carnefici proprio i cristiani. La Nigeria è un Paese diviso a metà fra cristiani e musulmani; purtroppo, molti cristiani hanno cominciato a rispondere alla violenza con la violenza, la quale è sempre da condannare (infatti, i vescovi cattolici chiedono ripetutamente ai cristiani di non rispondere agli attacchi con le armi); ma il fatto che l’avvenimento del giorno – l’eccidio di cristiani di cui stiamo parlando – sia stato presentato in poche righe, rappresentando poi per tutta la pagina i cristiani come sanguinari sterminatori, va contro le più elementari leggi del giornalismo. 3 Editoriale “In genere – scrive Antonio Socci - sui mass media quello che si vuole evitare di vedere e di riferire è che in tutti i Paesi islamici i cristiani e le altre religioni sono discriminate e perseguitate, mentre da nessuna parte i cristiani perseguitano i musulmani. Dove sta il problema? Nell’establishment intellettuale dell’Occidente che pretende di vedere i cristiani sempre sul banco degli accusati e che non sopporta di riconoscerli come vittime. E’ il pregiudizio anticristiano – soprattutto anticattolico – che ha impedito finora di accorgersi di una clamorosa e dolorosa verità: che, cioè, i cristiani (e specialmente i cattolici), negli ultimi 50 anni, sono stati e sono il gruppo umano più discriminato del pianeta, perché sono perseguitati sotto tutti i regimi e a tutte le latitudini […]. Chi altro predica e testimonia l’amore e l’amore anche per i nemici?” (A. Socci). A bbiamo “migliaia di cristiani perseguitati e uccisi in 170 Paesi in tutto il mondo, la vasta maggioranza da musulmani militanti, spesso con la connivenza dello Stato nel quale vivono”. Omicidi, assalti, intimidazioni, angherie, molestie, danni alla proprietà; intere comunità o villaggi vengono spazzati via, con la tolleranza dei governi centrali o avendo questi come promotori. In un articolo di “Avvenire” si parla di un documento in cui, oltre a dare relazione dei fatti su accennati, si stima che oggi vi sono tra i 250 e i 300 milioni di cristiani perseguitati in diversi Paesi del mondo e il loro numero è aumentato negli ultimi 25 anni. Lo ricordava anche Giovanni Paolo II e lo ha ribadito papa Francesco: ci sono stati più martiri cristiani negli ultimi 100 anni che nei 19 secoli precedenti messi insieme, a cominciare dallo sterminio degli Armeni da parte dei Turchi e dei Curdi a inizio ‘900. Il segretario di Stato card. Parolin ha recentemente affermato che in Iraq non è in atto uno scontro tra cristiani e musulmani ed è vero che la motivazione religiosa è usata per nasconderne altre, prevalentemente di carattere economico; è anche vero che molti musulmani iraqeni hanno aiutato i cristiani e hanno subito a loro volta violenze dai fondamentalisti. Rimane però il fatto che in molti Paesi a maggioranza musulmana (che non conoscono la separazione tra Stato e Comunità religiosa) i cristiani hanno pochi se non nessuno dei diritti previsti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948. Non ci sfiori nemmeno il pensiero di ripagare con la stessa moneta: dimostreremmo di essere all’infimo livello chi si abbassa a commettere delitti inimmaginabili e bestemmia il nome di Dio, comunque Lo si chiami, servendosene per giustificare la violenza dell’uomo sull’uomo. Facciamo nostre queste domande: "Quante volte abbiamo sentito ripetere questa domanda “e se accadesse a te?”, senza poi vedere nulla di concreto. - E se fossi tu un cristiano iraqeno di Mosul con moglie e bambini? - E se fossi tu uno Yazidi sul monte Sinjar a patire la fame e la sete con i tuoi cari? - E se un tuo parente fosse intrappolato in Iraq e potesse affidarsi solo alla preghiera per poter sfuggire alla morte? - E se l'unica cosa per cui preghi fosse un tozzo di pane e un sorso d'acqua, e ti fossero negati? E se? E se? E se? Queste domande devono provocare le nostre coscienze; ci ricordano che abbiamo fratelli e sorelle in quell'angolo di mondo che soffrono e muoiono; ci spingono a non dimenticare che possiamo e dobbiamo “fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi". Non dimenticare: e se accadesse a te?" 4 Editoriale La celebrazione con la beatificazione Domenica 19 ottobre in piazza S. P ietro a R oma Paolo VI, il papa bresciano, sarà proclamato beato di don Giovanni "Siamo fieri e gioiosi per il servizio di Paolo VI alla Chiesa e all'umanità". Così il nostro vescovo alla notizia, attesa, della firma di papa Francesco sul decreto che apre ufficialmente le porte alla beatificazione di Giovanni Battista Montini, il bresciano salito al soglio pontificio con il nome di Paolo VI, grande e dimenticato figlio della terra bresciana. Come è stato scritto su queste pagine lo scorso marzo, “Giovanni Paolo II volle, in continuità con il suo immediato predecessore, assumere nel doppio nome quello dei due Papi del Concilio”; è stato “proclamato santo insieme a Giovanni, da cui, sulla scia di Giovanni Paolo I, desunse la prima parte del proprio nome”. E si osservava: “Manca un ‘tassello’: sarebbe stato significativo se anche Paolo VI fosse stato elevato agli onori degli altari insieme al suo predecessore e al suo successore. Quel tassello che manca è proprio il titolo di “santo” o almeno “beato” davanti al nome del Papa bresciano”. Ora quel “tassello” sta per essere collocato. E così, “affratellati in diversi modi qui in terra, Giovanni, Paolo e Giovanni Paolo lo sono ancor di più in Paradiso e lo saranno nella venerazione di quella Chiesa che tanto hanno amato, per la quale hanno sofferto, pregato, lottato”. Ci si consenta a tale proposito un’altra autocitazione, con qualche aggiunta, per non fingere di presentare come affermazione nuova quanto in realtà è già stato detto: “Dopo Giovanni XXIII, Paolo VI; dopo il ciclone, l’accorto e paziente timoniere; la loro successione ci parla della sapienza della Provvidenza: ci voleva il carattere del figlio di Bergamo, il suo abbandono fiducioso agli impulsi dello Spirito da cui gli derivava una sana e santa “incoscienza” – che era in realtà obbedienza al Signore –, per convocare il Concilio nonostante le difficoltà e le opposizioni; fu necessario il carisma del figlio di Brescia, caratterizzata da composta fermezza e esperta saggezza, per realizzarlo e condurlo a termine. Così le due Terre – sorelle, seppur rivali in alcuni aspetti secondari, ma tanto simili in molti altri e fondamentali, a partire dal cattolicesimo dalla forte impronta sociale ereditato da entrambi – hanno donato alla Chiesa e al mondo i due Papi del Concilio. Legati da rapporti di stima reciproca (una delle primissime cose che Giovanni XXIII compì da papa fu la nomina cardinalizia di Giovanni Battista Montini) e – sebbene caratterizzati da diverso temperamento – da un comune sentire, Giovanni e Paolo costituiscono un binomio inscindibile, consacrato nel nome dei due loro immediati successori”. C osì, quest’anno, già straordinario per l’evento unico della “giornata dei quattro papi” (due viventi a canonizzare due loro predecessori, v. “La vecchia Pieve” di maggio, pagg. 26-28, consultabile anche dal sito internet della parrocchia) si arricchisce della possibilità di tributare venerazione a Paolo VI. Speriamo che i cattolici – ciò vale in particolare per i bresciani – colgano l’evento della beatificazione come stimolo a riscoprire la gigantesca figura di colui che lo stesso card. Capovilla, segretario di papa Giovanni, in un colloquio telefonico con il sottoscritto poche settimane or sono definì “ il più grande Papa del ‘900”. Ascoltiamo ora la voce del nostro Vescovo e quella di una delle persone che si è spesa in prima linea perché il riconoscimento della santità di Giovanni Battista Montini divenisse realtà e giungesse alla tappa della beatificazione. Nelle pagine all’interno, troveremo la lettera del nostro Vescovo per l’indizione dell’Anno Montiniano. 5 Editoriale L’INTERVENTO DEL VESCOVO L a tradizione religiosa bresciana è una tradizione sana che è capace di produrre dei beati e dei santi e credo che questo sia il criterio fondamentale per valutare una comunità cristiana: quanto riesce ad educare le persone al Vangelo, all’amore del prossimo, alla capacità oblativa nel proprio servizio e nel proprio lavoro, quindi quanto riesce ad aiutare le persone a vivere, come si dice, in modo eroico le virtù quotidiane dell’esistenza umana e cristiana. Paolo VI viene riconosciuto come persona che ha vissuto eroicamente il suo servizio alla Chiesa e all’umanità e di questo non possiamo che esserne fieri, gioiosi e con un briciolo di responsabilità, nel senso che non possiamo mica lasciare che i Santi siano quelli del passato. Ricordare i Santi del passato è uno stimolo a vivere noi oggi il tempo che il Signore ci dona in una medesima prospettiva di pienezza di vita umana e cristiana. Ci sono due cose diverse: un paio di maniche è il giudizio storico sul pontificato di Paolo VI, che è un giudizio che tocca agli storici, un altro paio di maniche è invece la valutazione della sua vita di fede e di virtù evangeliche e da questo punto di vista credo non ci possono essere dei grossi dubbi. Paolo Vi è stata una persona straordinariamente innamorata di Gesù Cristo e a noi piacerebbe andare a riprendere il discorso che fece a Manila, nel contesto di una visita alla Filippine e della Giornata Mondiale della Gioventù, per trovare quello che lui sentiva e pensava di Gesù di Nazareth. E la seconda cosa che salta agli occhi di tutti è l’amore immenso per la Chiesa, quell’amore a cui fa riferimento nel suo testamento con parole anche toccanti… proprio belle. Non ci sono stati, credo, nella storia della Chiesa dei periodi recenti, una ricchezza di Papi santi come quelli che abbiamo avuto nel XX secolo e credo che questo sia significativo. Vuol dire che il servizio pontificale ha preso sempre di più, nel tempo che viviamo, un colore evangelico. Finché il Papa è stato anche sovrano dello Stato pontificio, doveva mettere insieme l’annuncio del Vangelo con il governo di uno Stato e questa credo che sia una di quelle quadrature del cerchio che non riescono mai benissimo del tutto. Credo che dei Papi dedicati unicamente al cammino della Chiesa, a sostenere il cammino di tutte le comunità cristiane e ad annunciare il Vangelo, siano Papi che hanno un aspetto di esemplarità particolarmente forte e credo che le canonizzazioni dei Santi del XX secolo ci riportino a questo. Poi come sarà il futuro non lo so, però è significativo che ci siano così tanti Santi nel servizio di Pietro. Quello che il Concilio voleva promuovere era una santità cristiana autentica e all’altezza dei tempi, cioè capace di incarnarsi nel vissuto e nei problemi della società contemporanea e credo che la testimonianza dei Papi da questo punto di vista sia significativa e credo che vada nella direzione giusta. Quello che noi dobbiamo recuperare del messaggio del Concilio è proprio questo. Non è semplicemente un aggiornamento esterno, una riforma esterna della Chiesa. Una riforma esterna c’è e ci vuole inevitabilmente, ma questo per rendere il nucleo della fede e della carità, che è il nucleo essenziale della vita cristiana, più evidente, più coerente, più forte. Io sottolineerei quello che ricordavo prima, cioè l’amore per la Chiesa. La percezione della Chiesa non come una pura istituzione umana di organizzazione di una religiosità, ma piuttosto come il luogo dell’incontro con Dio attraverso Gesù Cristo nello Spirito Santo e quindi luogo di crescita spirituale e di crescita nella capacità di amare e di donare. A me sembra che questo sia l’aspetto più significativo, non che gli altri non siano significativi, ma questo in Paolo VI ha una valenza, mi sembra, unica, particolare, particolarmente forte più che nelle esperienze frequenti della Chiesa. Faremmo fatica noi ad avere un senso così vivo della Chiesa come l’ha avuto Paolo VI e questo dovremmo impararlo. Mons. Luciano Monari Vescovo 6 Editoriale Una Chiesa nel nome di Paolo VI don Antonio Lanzoni (vice-postulatore della Causa di beatificazione di papa Paolo VI ) I l 22 giugno 2013, salutando i cinquemila pellegrini bresciani giunti a Roma per l’Anno della Fede, papa Francesco diceva: “Incontrarci nel nome di Paolo VI ci fa bene”. Sono parole che, al di là della circostanza in cui sono state pronunciate, possono valere anche nel momento in cui come Chiesa bresciana ci apprestiamo a vivere la prossima beatificazione di Paolo VI. Ed è naturale che tale avvenimento, in sé certo di portata universale come hanno recentemente dimostrato le canonizzazioni dei due papi, venga in primo luogo a toccare la nostra Chiesa. E questo non solo per essere stata la Chiesa madre di papa Paolo VI e per aver avuto fin dall’inizio la titolarità della sua causa di beatificazione, ma soprattutto perché, come sempre avviene quando un cristiano realizza la fedeltà al Vangelo in modo luminoso ed esemplare raggiungendo la meta della santità, la comunità credente trova motivo per comprendersi sempre più come la comunità dei santi. Non è infatti casuale, in questo senso, che tra le note teologiche della Chiesa quella della santità sia la più antica (della Chiesa professiamo che “santa, cattolica e apostolica” - NdR). Che significato può avere allora un “incontrarsi nel nome di Paolo VI”, come diceva papa Francesco, da parte della Chiesa bresciana alla vigilia della sua beatificazione ? C ’è un luogo che a Brescia potrebbe essere ritenuto il più idoneo di tutti per questo incontro ideale e questo luogo è il monumento a Paolo VI, che la Chiesa bresciana ha voluto erigere esattamente trent’anni fa, nel 1984, in Cattedrale. Contravvenendo in certo senso alla volontà dello stesso papa, che nel suo testamento aveva esplicitamente raccomandato di non fargli nessun monumento, la diocesi di Brescia aveva invece ritenuto opportuno una memoria al suo figlio più illustre nella chiesa madre della diocesi, affidando l’opera all’artista Lello Scorzelli. Ne è così venuto il monumento che tutti ammiriamo e che potremmo dunque eleggere come luogo ideale per il nostro convenire come Chiesa bresciana nella memoria di Paolo VI e per realizzare una sorta di autocomprensione del nostro essere Chiesa in questo oggi della storia e per chiederci: «Quale Chiesa vorremmo essere, guardando all’icona bresciana di Paolo VI nella nostra Cattedrale ?». Facendo nostra la lezione di Paolo VI, vorremmo essere anzitutto la Chiesa del Concilio e del Concilio di Paolo VI. Quello che è stato definito “lo spirito del Concilio” ha pervaso nel profondo Paolo VI, come ha segnato nel profondo il cammino della nostra comunità negli ultimi cinquant’anni. Anche la Chiesa bresciana ha quindi potuto prendere parte a quel cammino di “aggiornamento” che la Chiesa ha compiuto su impulso del Vaticano II, di cui Paolo VI è stato esperto quanto a volte sofferto “timoniere”. Non a caso, per metterci davanti al monumento in Cattedrale, una delle formelle bronzee è dedicata alla chiusura del Concilio, quasi a evidenziare plasticamente il lascito particolare di Paolo VI alla sua Chiesa d’origine. Anzitutto, dunque, il nostro essere Chiesa sia essere Chiesa del Vaticano II. Ma oltre che Chiesa del Concilio, sempre sull’esempio di Paolo VI, la Chiesa bresciana è chiamata ad essere la Chiesa del dialogo. A questo particolare impegno rimanda un’altra formella del monumento, quella che rappresenta l’incontro di Paolo VI con il patriarca ortodosso Atenagora. Un gesto che più di mille discorsi ha reso evidente su quali vie Paolo VI ha voluto far camminare la Chiesa uscita dalla Pentecoste conciliare. Chiesa del dialogo, allora, del dialogo ad intra e ad extra come l’ha tradotto la lezione montiniana ancora del tutto valida e attuale. C hiesa del Concilio, Chiesa del dialogo e, infine, Chiesa della bellezza. Della bellezza in che senso? È risaputo che uno dei tratti caratteristici di Paolo VI è stata la sua sensibilità artistica, guidata dall’intenzione di fare dell’arte un ponte per far dialogare la Chiesa con il mondo e il mondo con la Chiesa. Celebre, al riguardo, l’incontro con gli artisti nella Cappella Sistina all’inizio del pontificato e la disponibilità di Paolo VI ad aprire le porte dei Musei Vaticani all’arte contemporanea e come dimostra eloquentemente la collezione d’opere d’arte di Concesio. La sosta ideale della Chiesa bresciana dinanzi al monumento paolino in Cattedrale potrebbe allora trovare motivo di riflessione facendo propria la lezione della bellezza che il monumento in sé stesso trasmette. Una bellezza che altro non dovrebbe se non quella della “sposa dell’Agnello” (Ap 21,9), “tutta gloriosa, senza macchia né ruga” (Ef 5,27). Un amore alla bellezza poi che, lungi da ogni vano compiacimento estetico, altro non sarebbe se non amore per l’uomo, sul quale si riflette un raggio della bellezza originaria del Creatore. Concilio, dialogo, bellezza. In questo trinomio potremmo sintetizzare gli elementi di un ideale ritratto di Paolo VI, ma anche del ritratto di una Chiesa bresciana riunita “nel nome di Paolo VI”. Una Chiesa che dalla sosta al monumento ritrova lo slancio delle donne del mattino di Pasqua, pronte a lasciare il monumento del sepolcro per portare l’annuncio della risurrezione. 7 Editoriale Ripresa... Ai fratelli e alle sorelle di Coccaglio C arissimi, settembre è il mese della ripresa delle normali attività scolastiche e catechistiche. Di quell’altra ripresa, invece, nemmeno l’ombra. Dapprima ipotizzata per il 2012, poi spostata - nelle previsioni – alla prima metà del 2013, poi dilazionata alla fine dello stesso anno, ora che anche il terzo quadrimestre di questo 2014 è avviato e, in men che non si dica, ci troveremo nel nuovo anno, essa non accenna ad affacciarsi all’orizzonte; la preoccupazione per la sorte delle famiglie è una triste compagnia, che non acScorcio su Lizzola e l'alta valle Seriana (Bg) cenna a lasciarci. Dobbiamo abituarci a più sobri stili di vita e a questa sobrietà educare i nostri ragazzi: occorre imparare a capire che ci sono cose necessarie, altre che sono importanti, altre ancora soltanto utili e, infine, quelle che, se non proprio superflue, non sono indispensabili. Delle prime non possiamo fare a meno, delle altre possiamo e, in alcuni casi dobbiamo, fare senza. Questo per due motivi: o perché non ce le si può permettere, o perché è più giusto esercitare solidarietà con chi già si trova o si troverà a non avere in misura sufficiente nemmeno il necessario. Completa queste riflessioni quanto scritto nel sommario, a pag. 2 Cammino di fede N ella su accennata scala da necessario a inutile, dove collocherebbe ciascuno di noi la propria fede che, tra l’altro, non costa nulla in termini economici, anche se richiede molto in termini di impegno personale? È andata in vacanza anche la fede, o – per chi non ha potuto permettersi le ferie – abbiamo mandato in vacanza solo quella? Quale posto ha per davvero Gesù Cristo nella mia vita? Quel “voi, chi dite che io sia?” che abbiamo riascoltato alcune domeniche or sono, ci interroga; possiamo fare spallucce o scegliere di lasciarci interpellare. Per tutti il riavvio dell’attività formativa catechistica rappresenta tale possibilità: la catechesi per i fanciulli, i ragazzi e i giovani, quella per i genitori, i Centri d’Ascolto, le altre iniziative che si cercherà di mettere in cantiere sono opportunità che ci vengono offerte e che, di cuore, invito tutti a non sprecare. Voglio esprimere a nome della Comunità il “Grazie” a coloro che si assumono la responsabilità di annunciare la Parola di Dio: catechisti, educatori, animatori e animatrici dei Centri d’Ascolto, ecc. Settimana mariana e mese mssionario A dare avvio all’Anno pastorale, oltre alla Festa dell’Uva, la Settimana Mariana, per la quale abbiamo cercato di pensare un pro- Lago d'Iseo - dalla sponda bresciana, scorcio panoramico dominato dalla Presolana 8 Editoriale gramma degno di tale nome. Saremo invitati ad alcuni appuntamenti: esprimo la speranza che tutti parteciperemo almeno all’uno o all’altro. In particolare segnalo l’iniziativa delle “piccole comunità territoriali” per le quali rimando al trafiletto alla fine di questi pensieri. Invochiamo la materna protezione di Maria sulla nostra Comunità e sulle nostre famiglie: con la sua preghiera e il suo affetto di Madre, Ella ci accompagni nel nuovo cammino di quest’anno, perché sia per tutti occasione di crescita. All'intercessione di Maria affidiamo i missionari, soprattutto quelli orginari di Coccaglio, soprattutto quelli originari di Coccaglio; per la preghiera di Lei, lo Spirito del Signore risvegli in tutti noi la consapevolezza che in quanto battezzati e cresimati, siamo anche noi missionari, chiamati ad uscire dal nostro guscio per essere testimoni di Cristo risorto. Appuntamenti ecclesiali S iamo ormai prossimi alla celebrazione del Sinodo sulla Famiglia, poi ci sarà la beatificazione del nostro concittadino, papa Paolo VI. Su questo argomento non aggiungo nulla a quanto troviamo già scritto in questo numero del nostro periodico parrocchiale e a quanto troveremo nei prossimi. Accompagniamo con la preghiera allo Spirito Santo il Sinodo e per esso chiediamo l’intercessione di Maria, Regina della famiglia, e di tutti i santi Sposi e Genitori, canonizzati o non, affinché, insieme al Santo Padre, i Vescovi sappiano indicare a tutta la Chiesa (quindi anche a noi) le possibili risposte alle grandi sfide che toccano la famiglia. Il Signore vi dia pace. don Giovanni Le piccole comunità territoriali L a proposta prende spunto da un’idea lanciata qualche anno fa dal nostro Vescovo: cerchiamo chi, nell’ambito di un condominio, di un cortile, di un gruppo di famiglie, di una contrada o parte di essa sia disponibile ad ospitare un momento, non lungo e non impegnativo, di preghiera comunitaria, utilizzando un apposito sussidio. È ciò che occuperà le prime due sere della Settimana mariana. Ciò può favorire il conoscersi, la creazione di più forti legami contro l’anonimato non del tutto assente neanche da Coccaglio; diventa alimento della fede e della reciproca testimonianza. Rappresenta la possibilità di raccogliersi insieme ad altri credenti nel nome di Gesù per affidarci all’intercessione di Maria, senza eccessivo incomodo, specie se la propria abitazione è distante dalla chiesa. Se qualcuno sente in sé l’impulso dello Spirito Santo a rendersi disponibile non lo soffochi; chi si rende disponibile, potrà segnalare la propria disponibilità telefonando in canonica (v. penultima pagina del bollettino) o comunicando personalmente ai sacerdoti o al diacono, su un biglietto, il proprio nome ed indirizzo. 9 Comunità in ascolto MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2014 Cari fratelli e sorelle, buongiorno! O ggi c’è ancora moltissima gente che non conosce Gesù Cristo. Rimane perciò di grande urgenza la missione ad gentes, a cui tutti i membri della Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa è per sua natura missionaria: la Chiesa è nata “in uscita”. La Giornata Missionaria Mondiale è un momento privilegiato in cui i fedeli dei vari continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese nei territori di missione. Si tratta di una celebrazione di grazia e di gioia. Di grazia, perché lo Spirito Santo, mandato dal Padre, offre saggezza e fortezza a quanti sono docili alla sua azione. Di gioia, perché Gesù Cristo, Figlio del Padre, inviato per evangelizzare il mondo, sostiene e accompagna la nostra opera missionaria. Proprio sulla gioia di Gesù e dei discepoli missionari vorrei offrire un’icona biblica, che troviamo nel Vangelo di Luca (cfr 10,21-23). poli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete”» (Lc 10,20-21.23). Sono tre le scene presentate da Luca. Innanzitutto Gesù parlò ai discepoli, poi si rivolse al Padre, e di nuovo riprese a parlare con loro. Gesù volle rendere partecipi i discepoli della sua gioia, che era diversa e superiore a quella che essi avevano sperimentato. I discepoli erano pieni di gioia, entusiasti del potere di liberare la gente dai demoni. Gesù, tuttavia, li ammonì a non rallegrarsi tanto per il potere ricevuto, quanto per l'amore ricevuto: «perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). A loro infatti è stata donata l’esperienza dell’amore di Dio, e anche la possibilità di condividerlo. E questa esperienza dei discepoli è motivo di gioiosa gratitudine per il cuore di Gesù. Luca ha colto questo giubilo in una prospettiva di comunione trinitaria: «Gesù L ’evangelista racconta che il Signore inviò i settantadue discepoli, a due a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di Dio si era fatto vicino e preparando la gente all’incontro con Gesù. Dopo aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni di gioia: la gioia è un tema dominante di questa prima e indimenticabile esperienza missionaria. Il Maestro divino disse loro: «Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre”. (…) E, rivolto ai disce- esultò di gioia nello Spirito Santo» rivolgendosi al Padre e rendendo a Lui lode. Questo momento di intimo gaudio sgorga dall'amore profondo di Gesù come Figlio verso suo Padre, Signore del cielo e della terra, il quale ha nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti, e le ha rivelate ai piccoli (cfr Lc 10,21). Dio ha nascosto e rivelato, e in questa preghiera di lode risalta 10 soprattutto il rivelare. Che cosa ha rivelato e nascosto Dio? I misteri del suo Regno, l’affermarsi della signoria divina in Gesù e la vittoria su satana. Dio ha nascosto tutto ciò a coloro che sono troppo pieni di sé e pretendono di sapere già tutto. Sono come accecati dalla propria presunzione e non lasciano spazio a Dio. Si può facilmente pensare ad alcuni contemporanei di Gesù che egli ha ammonito più volte, ma si tratta di un pericolo che esiste sempre, e che riguarda anche noi. Invece, i “piccoli” sono gli umili, i semplici, i poveri, gli emarginati, quelli senza voce, quelli affaticati e oppressi, che Gesù ha detto “beati”. Si può facilmente pensare a Maria, a Giuseppe, ai pescatori di Galilea, e ai discepoli chiamati lungo la strada, nel corso della sua predicazione. «Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza» (Lc 10,21). L’espressione di Gesù va compresa con riferimento alla sua esultanza interiore, dove la benevolenza indica un piano salvifico e benevolo da parte del Padre verso gli uomini. Nel contesto di questa bontà divina Gesù ha esultato, perché il Padre ha deciso di amare gli uomini con lo stesso amore che Egli ha per il Figlio. Inoltre, Luca ci rimanda all’esultanza simile di Maria, «l’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore» (Lc 1,47). Si tratta della buona Notizia che conduce alla salvezza. Maria, portando nel suo grembo Gesù, l’Evangelizzatore per eccellenza, incontrò Elisabetta ed esultò di gioia nello Spirito Santo, cantando il Magnificat. Gesù, vedendo il buon esito della missione dei suoi discepoli e quindi la loro gioia, esultò nello Spirito Santo e si Comunità in ascolto rivolse a suo Padre in preghiera. In entrambi i casi, si tratta di una gioia per la salvezza in atto, perché l’amore con cui il Padre ama il Figlio giunge fino a noi, e per l’opera dello Spirito Santo, ci avvolge, ci fa entrare nella vita trinitaria. Il Padre è la fonte della gioia. Il Figlio ne è la manifestazione, e lo Spirito Santo l’animatore. Subito dopo aver lodato il Padre, come dice l’evangelista Matteo, Gesù ci invita: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (11,2830). «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1). D i tale incontro con Gesù, la Vergine Maria ha avuto un’esperienza tutta singolare ed è diventata “causa nostrae laetitiae”. I discepoli, invece, hanno ricevuto la chiamata a stare con Gesù e ad essere inviati da Lui ad evangelizzare (cfr Mc 3,14), e così sono ricolmati di gioia. Perché non entriamo anche noi in questo fiume di gioia? «Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata» (Esort. Ap. Evangelii gaudium, 2). Pertanto, l’umanità ha grande bisogno di attingere alla salvezza portata da Cristo. I discepoli sono coloro che si lasciano afferrare sempre più dall'amore di Gesù e marcare dal fuoco della passione per il Regno di Dio, per essere portatori della gioia del Vangelo. Tutti i discepoli del Signore sono chiamati ad alimentare la gioia dell’evangelizzazione. I vescovi, come primi responsabili dell’annuncio, hanno il compito di favorire l’unità della Chiesa locale nell’impegno missionario, tenendo conto che la gioia di comunicare Gesù Cristo si esprime tanto nella preoccupazione di annunciarlo nei luoghi più lontani, quanto in una costante uscita verso le periferie del proprio territorio, dove vi è più gente povera in attesa. I n molte regioni scarseggiano le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Spesso questo è dovuto all’assenza nelle comunità di un fervore apostolico contagioso, per cui esse sono povere di entusiasmo e non suscitano attrattiva. La gioia del Vangelo scaturisce dall’incontro con Cristo e dalla condivisione con i poveri. Incoraggio, pertanto le comunità parrocchiali, le associazioni e i gruppi a vivere un’intensa vita fraterna, fondata sull’amore a Gesù e attenta ai bisogni dei più disagiati. Dove c’è gioia, fervore, voglia di portare Cristo agli altri, sorgono vocazioni genuine. Tra queste non vanno dimenticate le vocazioni laicali alla missione. Ormai è cresciuta la coscienza dell’identità e della missione dei fedeli laici nella Chiesa, come pure la consapevolezza che essi sono chiamati ad assumere un ruolo sempre più rilevante 11 nella diffusione del Vangelo. Per questo è importante una loro adeguata formazione, in vista di un’efficace azione apostolica. «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7). La Giornata Missionaria Mondiale è anche un momento per ravvivare il desiderio e il dovere morale della partecipazione gioiosa alla missione ad gentes. Il personale contributo economico è il segno di un'oblazione di se stessi, prima al Signore e poi ai fratelli, perché la propria offerta materiale diventi strumento di evangelizzazione di un’umanità che si costruisce sull’amore. C ari fratelli e sorelle, in questa Giornata Missionaria Mondiale il mio pensiero va a tutte le Chiese locali. Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! Vi invito ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed alimentare un amore in grado di illuminare la vostra vocazione e missione. Vi esorto a fare memoria, come in un pellegrinaggio interiore, del “primo amore” con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il cuore di ciascuno, non per un sentimento di nostalgia, ma per perseverare nella gioia. Il discepolo del Signore persevera nella gioia quando sta con Lui, quando fa la sua volontà, quando condivide la fede, la speranza e la carità evangelica. A Maria, modello di evangelizzazione umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra preghiera, perché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un nuovo mondo. FRANCESCO Dal Vaticano, 8 giugno 2014, Solennità di Pentecoste Comunità in ascolto Tre stelle … sul Baldo di don Battista C viva alla “Madonna del Soccorso” venerata nel santuarietto proprio adiacente alla sua casa. E guardando dalla finestra della cameretta, supplicava la Santa Vergine dicendole: ”Oh Maria Santissima: salvate la mia cara figliola”… e le promise una santa messa di ringraziamento. Poi si allontanò qualche secondo. Ma subito dopo l’infermiera chiamò quella santa mamma dicendole: “Angela ti vuole … ha tanta sete”. E poco a poco Angela si riprese e si mise a pregare con fervore per un suo cugino impegnato nella guerra africo-orientale. La fanciulla, che proprio in quel giorno compiva sedici anni, si riebbe bene, tanto che il medico “pur agnostico!”, constatata la guarigione miracolosa, con stupore dei presenti, esclamò: “ E’ stato lo Spirito Santo a guarirla!”. La giovane, poi, andò a Roma come domestica presso una buona famiglia di ebrei, che ella ricorderà sempre con grande affetto. E a Roma ebbe la fortuna in una udienza generale di avvicinare Pio XII, al quale raccomandò il fratello Dino partente per la guerra. Il Santo Padre promise di pregare per lui … e il fratello, dopo la prigionia, ritornò a casa sua. Quanta amabile cura l’Angela, di ritorno, ebbe per gli anziani genitori! E quanta cura nel tenere bene in ordine, con la sorella Nilde, la chiesetta della Madonna del Soccorso protettrice delle “autoambulanze”. Visse vari anni inferma, ma il suo letto era come un altare sul quale in preghiera si offriva al Signore specialmente per la santità dei sacerdoti. Quanti di costoro, arrivati al santuarietto, passavano poi a visitarla ricevendo conforto dalla sua serenità … con quel sorriso costante, che faceva bene a tutti. Ecco: Angela fu veramente donna semplice e serena, rafforzata da tanta preghiera e dall’Eucarestia. Il Signore la chiamò in cielo il 29 dicembre 2012, ed il suo ricordo è tuttora una benedizione specialmente per la Nilde e le sue care nipoti, che l’hanno curata ed amata con vera dedizione *** PIERA. Chi non conosce questa piccola donna “mingherlina” fra gli abitanti dell’alta zona montana di San Zeno – VR – sulla costa del monte Baldo, e precisamente in Prada Alta? Anche per i vari turisti – d’estate – che si accampano in villette o in rustiche case, è un vero piacere incontrarla, dialogare con lei, che sa tante cose, come fosse una maestra e una teologa quando parla di Dio e delle “celesti cose”. Invero cita Salmi e passi di Sacra Scrittura con sottolineature che sanno di patristica, direbbe qualche teologo. La Piera è una vecchietta ultranovantenne - pia, umile ed intelligente; scrive anche ottime poesie. A volte veste “alla montanara” e a volte, stupore, indossa pantaloni e camicette con golf ari Amici: le due parolette date all’articoletto non sono un banale richiamo al noto pacchetto di sigarette, con “tirate” di fumo, che fa tanto male alla salute di chi lo respira e di chi si trova nelle vicinanze; né voglio alludere agli “astri celesti” che popolano in modo stupendo l’immenso firmamento che in trepida gioia faceva esclamare al Salmista: "I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annuncia il firmamento". Ricordo una dotta ed entusiasmante conferenza tenuta dal noto scienziato Enrico Medi, vicepresidente dell’Euratom. Senz’altro, molti di voi, ricorderanno la bravura di questo santo professore quando commentò per tutta la notte la famosa “scalata alla luna” dei tre famosi astronauti. Personalmente ho conosciuto un santo frate benedettino – padre Erneti – dell’abbazia dell’isola San Giorgio di Venezia, che ogni mattina saliva la torretta del suo telescopio e che si estasiava di fronte a quella bellezza stellare. Ad alcuni amici diceva: “A volte mi pare di vedere passare Iddio Creatore e Padre, e mi è facile buttarmi in ginocchio ed esclamare in atto di adorazione: quanto sei grande o Signore”. S tavolta Amici, vi voglio presentare “tre stelle d’anima” incontrate nella zona del monte Baldo … anche se ho sott’occhio molte stupende “altre stelle” = innamorate di Dio presenti anche a Coccaglio … direi anche al tuo paese. Forse sono nascoste come i ciclamini = non le conosci, ma se le avvicini senti il profumo di Dio. E ora lassù – lasciata questa terra “bella ma tragica” come la definiva il nostro papa bresciano Paolo VI – nel firmamento di miriadi di stelle brilleranno anche queste tre avvolte d’una luce divina, che sa di bellezza e di amore indescrivibile. Diceva Gesù: ”Beati i puri di cuore, essi vedranno Dio”. Eccovele. *** ANGELA. E’ nata a Marciaga in quel di Costermano (Verona). Era nata il 10 dicembre 1919 = memoria della Madonna di Loreto. Suo papà era appena tornato (congedato) dalla I guerra mondiale. Ella crebbe in una famiglia ove il binomio era sempre preghiera e lavoro = in “povertà onorata” come diceva il buon e santo Papa Giovanni. A quindici anni la giovinetta Angela scende a Garda – come altre sue coetanee – per lavorare in uno degli alberghi del Benaco. Purtroppo, presto si ammala di tifo = un’epidemia che causò tanti morti! Un giorno il medico del paese, constatando la gravità progressiva della salute, disse ad un familiare: “Allontanate sua madre dalla stanza, perché non la veda morire”. La mamma di Angela si rivolse subito con fede 12 Comunità in ascolto don Togno. Avreste dovuto vedere la Piera volgere lo sguardo intenso verso la statua dell’Immacolata e sentire con che fervore scandiva le Ave Maria. Non avevamo ancora terminata la Salve Regina, che la Piera, uscendo dal banco, si mise a cantare a voce alta ma armoniosa la nota canzone mariana Andrò a vederLa un dì. Ma con nostro grande stupore, ella si mise a danzare, cantando con la semplicità di una fanciulla felice! Amici, che bell’esempio di devozione! Sì … anche in quella zona dove d’inverno è bello osservare e cogliere bellissimi bucaneve … Gesù aveva mandato un angelo bello, una stella lucente fra tanti boschi di castagne e buona gente di montagna. *** ADELE. Ed eccomi a presentarvi la terza “stella” dimorante lassù in San Zeno di Montagna, ove era apparsa in zona Castello, nell’inverno del 1919. Adele, compiuta la scuola primaria, dovette presto conoscere il “mugghiar delle mucche” e la strada dei campi, specie quella che portava al bosco, ove con i suoi laboriosi fratelli raccoglieva la legna (così preziosa per il focolare domestico) – non c’era ancora il metano! Tanti “pezzi” diventavano buon pane con gli “sghei” ricavati dalla vendita della legna recata su un carretto e portata fino a Verona e venduta ai grossisti. A ventiquattro anni l’Adele passò felicemente a nozze col giovane Felice, dando alla luce sei bei figlioli, che educò all’amore e timore di Dio (si diceva una volta). Ma la croce bussò presto alla porta di casa sua. Proprio il giorno di San Martino del 1973 il suo Felice partiva per il cielo, lasciandola sola con sei bocche da sfamare! Ho saputo dalla nuora Franca, che per riuscirvi, oltre ai lavori di casa e di campagna, riuscì a fare qualche ora di servizio nel noto Hotel Iolanda, capitandole – guarda un po’ – di servire a tavola il noto Gabriele d’Annunzio. Cari Amici: il motivo di questo asterisco sull’Adele mi è nato spontaneo per averla incontrata ogni giorno verso le 17,30 quando le campane di San Zeno richiamano nativi e turisti alla chiesa parrocchiale per il rosario e la santa Messa vespertina. Eccola: ormai curva, ma decisa, manovrando due bastoni di soccorso, salire quei gradini che sinceramente a me procuravano “fiato corto”. La rivedo entrare … quasi correre con volto sereno all’altare della Madonna della Consolazione alla quale innumerevoli volte si era rivolta con tanta fiducia, specie nella sua vedovanza tanto provata. Tra le voci rosarianti dei presenti sentivi bene con quanto calore pregava il Santo Rosario. Alla comunione la osservavi ricevere il corpo di Cristo con quella fede che dà tanta forza e gioia al cuore. A funzione finita, con un bel canto alla Madre che “tanto e tutti consola”, eccola ridiscendere i gradini e ritornare a casa sua accompagnata dalla sollecita nuora Franca. Ho saputo che l’Adele è tuttora grave in ospedale. Senz’altro si prepara all’incontro col Signore, che presto la collocherà fra milioni di stelle d’anima, che danno tanta luce a questo povero mondo. Cari Amici, come è vero che le voci volano … ma gli esempi (buoni) trascinano!!! Vostro don Titta sgargianti e calza bianchi sandaletti alla moda. La vedi salire dalla piana al monte decisa e sorridente con tanto di bastone amico … in raccoglimento religioso e rosariando in armonia con Radio Maria, diretta alla bella chiesa di San Francesco di cui è “custode e ministra” nel periodo che corre da giugno al tempo della raccolta delle castagne – senz’altro per ritrovarsi nella sua LUMINI per il giorno dei santi e dei morti. L’amico parroco don Graziano, che ha responsabilità pastorale su vasta area, con relative frazioni, definisce la Piera “donna carismatica” – non solo perché essa si è formata, anni fa, alla scuola del Rinnovamento nello Spirito Santo nel gruppo di Bussolengo … ma perché ne vive la spiritualità in concreto. Quando ella parla o prega o canta ti accorgi che ha familiarità col Divin Prigioniero vivo nel tabernacolo di quella casa di Dio di cui è felicemente custode … = di quel Gesù di cui si sente spiritualmente sposa. Ho saputo pure che la Piera era passata a nozze ricevendo da Dio due ottimi figlioli. Avrei desiderato che fosse don Graziano a stendere notizie interessanti sulla vita della Piera, ma per grossi impegni mi fu “parco”. Comunque, tra l’altro mi informò che essa tuttora guida l’auto (a novantadue anni!); e che all’ultimo esame di rinnovo patente agli indecisi esaminatori disse serenamente: “Statevene sicuri … perché il mio “navigatore” è Gesù in persona”. Lo stesso don Graziano mi diceva che un giorno, salendo in auto diretti alla chiesa di San Francesco, mentre depositava una cassetta di ceroni sul sedile a fianco della Piera, questa lo bloccò dicendogli: “No, non lì. Quello è il posto del mio Navigatore”. E i ceroni furono collocati sul sedile posteriore, accanto al parroco … per rispetto al Divin Navigatore. Personalmente ho incontrato la cara vecchietta almeno due volte, rilevandole un duplice buon spirito = religioso e umorista! Vi parlerò della seconda. Quest’estate venne a trovarmi su a San Zeno di Montagna l’amico don Francesco Togno (il prete degli oratori Bs) insieme ad un giovane laureando medico. Prenotato uno “spuntino” all’albergo Castagneto, decidemmo di salire in Prada Alta, dirigendoci alla chiesetta di San Francesco; ma era chiusa. Però, assicurati da una suora in ferie, attendemmo. Ed ecco, dopo dieci minuti, “sbucare” proprio la Piera, reggendo tra le sue mani nodose la radiolina di Radio Maria. Ci salutò sorridendo, ed insieme entrammo in chiesa. Fatta l’adorazione al Santissimo Sacramento, decidemmo di recitare il Santo Rosario, guidato dallo stesso 13 Comunità in ascolto Il diacono deve vivere la scelta della povertà diacono Francesco I l Diacono è consacrato per il servizio della carità nella Chiesa e nel mondo: è il segno sacramentale della diaconia della Chiesa, continuazione della diaconia di Cristo. Questo lo impegna a realizzare un tipo di presenza che possiamo riassumere nel termine “condivisione”. E’ una scelta possibile solo a chi vive una profonda comunione con Dio. Il diacono perciò deve lasciarsi permeare dall’amore di Dio, sono due scelte che ci sono suggerite della lettura del Vangelo delle Beatitudini come ci è proposto nelle due redazioni di Lc 6,20-26 e di Mt5,1-12. Le due scelte 1) Ad imitazione di Cristo e del Padre dobbiamo fare la scelta preferenziale dei poveri. 2) In risposta all’invito di Cristo dobbiamo fare una autentica esperienza di povertà. La 1° scelta si ispira alle Beatitudini di Lc “Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio. La redazione di Lc è meno nota della parallela in Mt. È ritenuta delle due la più antica, ha il suo fondamento nell’evidente parallelo che intercorre tra le Beatitudini e Is. 61,1-2, è il testo citato da Cristo nel suo discorso nella sinagoga di Nazareth (Lc 4.18-19) Cristo si presenta come il messaggero divino in cui la profezia di Is. ha compimento. sofferenti. Infatti Luca nelle sue Beatitudini, non presenta delle disposizioni spirituali – non parla di “poveri in spirito”, ma di “poveri”, ma presenta delle condizioni esterne, economiche e sociali, estremamente penose. Lc si rivolge ai discepoli (“voi”) che vengono descritti, come persone povere, in contrasto con le altre che sono ricche, come la gente che ha fame in contrapposizione a gente sazia, come gente che piange in opposizione ad altri che ridono, come gente sottoposta ad ogni sorta di maltrattamenti in opposizione ad altri che sono rispettati ed ossequiati, come poveri che hanno fame e sono oppressi e perciò piangono. Ma anche come persone che per questa loro situazione sono oggetto della predilezione di Dio “vostro è il Regno di Dio” (Lc 6,20-26). Quale la ragione di questa predilezione? E’ nella ricompensa che viene loro riservata “vostro è il regno”. N ella Bibbia parlare del Regno di Dio è parlare di Dio che si manifesta come RE. Nella concessione biblica comune al pensiero del mondo medio orientale antico, il re non è veramente degno del suo nome e della sua carica, se non nella misura in cui assicura la giustizia e la pace ai suoi sudditi con particolare attenzione a coloro che non sono in grado di procurarsela da soli, ossia i deboli e gli indifesi, esposti alla oppressione dei potenti: i poveri, le vedove e gli orfani. In questo contesto, secondo la Bibbia, Dio non si manifesta pienamente Re se non nel giorno in cui metterà fine alla sofferenza dei poveri, in questo contesto la ragione della predilezione di Dio per i poveri non va ricercata nella virtù o nei meriti, (Lazzaro) ma va ricercata nel fatto che Dio prende sul serio le sue prerogative regali, è perché vuole essere un Re degno del suo nome che prende sotto la sua protezione tutti i poveri e fa di essi i primi beneficiari del suo Regno. Veduta del golfo di Napoli “Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato e mi ha inviato a portare ai poveri il lieto annunzio, ad annunciare ai prigionieri la liberazione…a consolare tutti gli afflitti”. Secondo questa lettura delle Beatitudini, prima di essere un invito ad assumere un comportamento morale, sono un annuncio del Regno, prima di riassumere un ideale di vita parlano di Dio e della sua predilezione per i poveri e i 14 Comunità in ascolto (72) a cura di don Giovanni In ottobre ricorre la festa dei nonni. Dedichiamo a loro questa preghiera di meditazione La vecchiaia è un dono A volte non si osa nemmeno pronunciarne il nome, come se la vecchiaia fosse una vergogna, una cosa da nascondere; si dimentica che essa è un dono. La vecchiaia è un dono, perché tutti gli anni che ci vengono accordati aumentano la ricchezza, in grazia e amore, della nostra vita umana. Interno della cattedrale di Albenga La vecchiaia è un dono: vorrei non perderlo; vorrei raccogliere, in ogni giorno che viene, che passa e che se ne va, il tuo amore che si dona. Un tempo più abbondante di soggiorno sulla terra permette di amarti meglio, tu che sei nostro Padre e che ti fai conoscere attraverso i tuoi benefici. Jean Galot S.J. La vecchiaia è un dono perché dopo tanti anni l'uomo può tranquillamente riflettere sulla sua vita, meditare il senso del suo cammino verso di te. Ottobre: mese della b. V. del Rosario. Per esso questa preghiera colma di fiducia e modello di preghiera mariana, per il suo orientamento cristocentrico. Col riposo che offre, essa invita soprattutto a guardarti, Padre, nella serenità, con un cuore più libero, uno spirito distaccato. Stella del mattino Vergine Immacolata, radiosa immagine di candore e di grazia, che col tuo apparire diradi le tenebre della notte incombente, e ci innalzi ai fulgori del Cielo, guarda benigna ai tuoi figli e devoti, che si stringono a te, e per loro intercedi la grazia dello Spirito di Dio: Stella del mattino, prepara i nostri pensieri alla venuta del Sole di giustizia, da te portato al mondo. Croce presso il rifugio L. ALbani, sotto l'imponente parete nord della Presolana a Colere, in valle di Scalve (Bg) Porta del Cielo, solleva i nostri cuori ai desideri del Paradiso. 15 Comunità in ascolto Specchio di giustizia, conserva in noi l'amore della grazia divina, affinché, vivendo umili e gioiosi nell'adempimento della nostra vocazione cristiana, sempre possiamo godere dell'amicizia del Signore, e delle tue materne consolazioni. Così sia. il vero concetto di uomo, il fratello di tutti, l'amico insostituibile, l'unico degno di ogni fiducia e d'ogni amore. Cfr. S. Giovanni XXIII Tu sei la luce per cui la stanza del mondo prende proporzioni, forma, bellezza ed ombra. E nello stesso tempo, Signore Gesù, tu sei la sorgente di ogni nostra fortuna. Tu sei la parola che tutto definisce, tutto spiega, tutto classifica, tutto redime. Tu sei il principio della nostra vita spirituale e morale. Tu dici che cosa si deve fare e dai la forza, la grazia, per farla. Tu riverberi la tua immagine, anzi la tua presenza in ogni anima che si fa specchio per accogliere il tuo raggio di verità e di vita, che cioè crede in te e accoglie il tuo contatto sacramentale. Paesaggio autunnale lungo il pendio della Verna (AR), presso l'omonimo santuario francescano Per il mese missionario, questa appassionata professione di fede di Paolo VI, che proprio nel corso di tale mese sarà proclamato beato Tu sei il Cristo-Dio, il Maestro, il Salvatore, la Vita. Gesù, tu sei per tutti. Gesù, tu sei per tutti, per ogni singola anima, per ciascuno di noi e per ogni singolo popolo: ogni stirpe, ogni nazione, ogni civiltà ti può raggiungere, ti può avere; anzi ti deve raggiungere, ti deve avere. Signore Gesù, tu sei al vertice delle aspirazioni umane, il termine delle nostre speranze e delle nostre preghiere. Tu sei il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il Messia, il centro dell'umanità, Colui che dà un senso agli avvenimenti umani, Colui che dà un valore alle azioni umane, Colui che forma la gioia e la pienezza dei desideri di tutti i cuori. Gesù, tu sei per tutti. Cristo Gesù, tu sei necessario, senza di te non si può fare, senza di te non si può vivere. Tu sei il vero uomo, il tipo di perfezione, di bellezza, di santità posto da Dio per impersonare il vero modello, Cristo Gesù, tu sei sufficiente, tu basti alla nostra guida suprema, alla nostra sapienza ultima, alla nostra salvezza eterna. 16 Comunità in ascolto Tu sei la vera e sola religione. Trovino il conforto dello Spirito, la ricchezza del tuo amore, la speranza della tua provvidenza che apre sentieri di rinnovamento spirituale e assicura a quelli che lo amano un futuro migliore. Cristo Signore, tu sei la sicura rivelazione di Dio, il solo ponte tra noi e l'oceano di vita che è la Divinità, la Trinità Santissima per cui siamo stati creati e a cui siamo destinati. Aiutaci a imparare da questo mistero di dolore che siamo pellegrini sulla terra, che dobbiamo essere sempre preparati, perché la morte può giungere all'improvviso. La meditazione su di te, o Gesù, il Bambino di Betlemme, l'Operaio di Nazareth, il Maestro di Palestina, il Crocifisso del Calvario, il Risorto di Pasqua si apre davanti a noi come uno sconfinato panorama di verità vitali e stupende. Amen. Ricordaci che dobbiamo seminare sulla terra ciò che raccoglieremo moltiplicato nella gloria, affinché viviamo, guardando sempre a Te, Padre e Giudice dei vivi e dei morti, che alla fine ci giudicherai nell'amore. Ti ringraziamo, Padre, perché nella fede il dolore ci avvicina di più a Te, e in esso cresce la fratellanza e la solidarietà di tutti coloro che aprono il cuore al prossimo bisognoso. beato Paolo VI Per il mese dei Santi e dei Morti: preghiera-meditazione di un altro Papa santo Da questo luogo che conserva i resti mortali di tanti nostri fratelli ascolta la nostra preghiera: «Dà loro, o Signore, il riposo eterno e risplenda per essi la luce perpetua. Riposino in pace. Crediamo nel tuo amore Padre misericordioso, Signore della vita e della morte. Il nostro destinò è nelle tue mani. Guardaci con bontà e guida la nostra esistenza con la Tua Provvidenza, piena di sapienza e di amore. E a noi che continuiamo a vivere, pellegrini in questa valle di lagrime, dà la speranza di riunirci a Te, nella tua casa paterna, dove Tuo Figlio Gesù ci ha preparato un posto e la Vergine Maria ci guida verso la comunione dei Santi. Amen. Ravviva in noi, o Signore, la luce della fede affinché accettiamo il mistero di questo immenso dolore, e crediamo che il tuo amore è più forte della morte. S. Giovanni Paolo II Guarda, o Signore, con bontà l'afflizione di coloro che piangono la morte di persone care: figli, padri, fratelli, parenti, amici. Sentano essi la presenza di Cristo che consolò la vedova di Naim e le sorelle di Lazzaro, perché Egli è la risurrezione e la vita. 17 Comunità in ascolto IN CAMMINO CON... S. Francesco di Sales - 23 Continuiamo la lettura dell’ “Introduzione alla vita devota” di s. Francesco di Sales, opera nota anche con il nome di Filotea. Affinché la lettura delle riflessioni e dei suggerimenti del Santo sia meditata e non frettolosa, ne viene suggerita una cadenza mensile. Il linguaggio, naturalmente, è quello dell’epoca dell’Autore; nella forma espressiva, non sempre conforme al nostro linguaggio di oggi, occorre trovare la sostanza. settembre Capitolo XX LA DIFFERENZA TRA LE VERE AMICIZIE E QUELLE FUTILI […] Non so se tu sappia che il miele di Eraclea, molto velenoso, assomiglia incredibilmente al miele comune; e il pericolo di prendere uno per l'altro è reale, come pure quello di mischiarli: la buona qualità dell'uno non impedisce l'effetto velenoso dell'altro. Bisogna fare attenzione a non lasciarsi trarre in inganno nelle amicizie […]; spesso Satana si sostituisce a coloro che amano. Si comincia sempre dall'amore virtuoso, ma, se non si è molto saggi, si insinua presto l'amore frivolo, poi si passa all'amore sensuale, poi a quello carnale; il pericolo esiste persino nell'amore spirituale, se non si fa molta attenzione […]. Distinguerai l'amicizia mondana da quella santa e virtuosa, esattamente come si distingue il miele di Eraclea dall'altro: il miele di Eraclea è più dolce al palato del miele ordinario; è l'aconito che gli aumenta la dolcezza; così fa abitualmente l'amicizia mondana che sforna a ripetizione quantità enormi di parole melliflue, una pioggia di frasette appassionate e di lodi sulla bellezza, la grazia e le qualità sensuali: l'amicizia sana invece ha un linguaggio semplice e schietto, loda soltanto la virtù e la grazia di Dio, unico suo fondamento. Il miele di Eraclea, una volta ingoiato, provoca dei capogiri; allo stesso modo l'amicizia futile provoca dei disorientamenti di spirito che rendono insicura la persona nella castità e nella devozione. La conducono a sguardi languidi, vezzosi, insistiti; a carezze sensuali, a sospiri equivoci, a piccole lamentele di non essere amati a sufficienza; ad artifici ben mascherati, ma abili e cattivanti: galanterie, abuso di baci e altre libertà e familiarità che portano alla volgarità e sono sicuro presagio di una imminente resa dell'onestà. L'amicizia santa, invece, ha occhi semplici e casti; gli atti di cortesia sono controllati e schietti; se ci sono sospiri, saranno per il cielo, le libertà solo per lo spirito, i lamenti saranno soltanto perché Dio non è abbastanza amato, prova infallibile dell'onestà. Il miele di Eraclea turba la vista; l'amicizia mondana turba il senno, di modo che coloro che ne sono colpiti, pensano di agire bene mentre agiscono male, e sono convinti che le loro scuse, i loro pretesti, e le loro parole sono motivi validi. L'amicizia santa invece ha gli occhi luminosi e non si nasconde, anzi si fa vedere volentieri dalla gente per bene. Infine il miele di Eraclea lascia un forte sapore amaro in bocca: avviene lo stesso nelle false amicizie che si tramutano e finiscono in parole e richieste carnali e degne delle fogne; in caso di rifiuto, esploderanno le ingiurie, le calunnie, le imposture, le tristezze, gli isterismi; l'amicizia pulita è sempre 18 uguale nell'onestà, educata e amabile, e si muta soltanto in una unione degli spiriti più pura e più perfetta, immagine vivente dell'amicizia beata che regna in Cielo […]. ottobre Capitolo XXI CONSIGLI E RIMEDI PER COMBATTERE LE CATTIVE AMICIZIE a che cosa fare per combattere gli amori futili, le stranezze, le pazzie, le brutture cui ho accennato? Appena ne avverti i primi sintomi, volgiti subito dall'altra parte e, respingendo nel modo più assoluto quelle stupidità, corri presso la Croce del Salvatore, afferra la sua corona di spine e cingine il tuo cuore di modo che quelle piccole volpi non possano avvicinarsi. Sta bene attenta a non scendere a patti con il nemico; non dire: lo ascolterò, ma poi non farò nulla di quanto mi suggerirà; gli presterò orecchio, ma gli rifiuterò il cuore. Filotea, in tali circostanze, devi essere intransigente: il cuore e le orecchie sono collegati, e com'è impossibile arrestare un torrente che scende a valle dalla montagna, così è difficile impedire che l'amore entrato in un orecchio non scenda presto nel cuore. […] Proteggiamo dunque scrupolosamente le nostre orecchie dai colpi d'aria delle parole inutili; in caso contrario ben presto il nostro cuore M Comunità in ascolto ne sarà contagiato. Sotto nessun pretesto devi ascoltare proposte oscene di alcun genere: è questo il solo caso in cui non corri pericolo di essere incivile e scortese […]. Si deve troncare ogni conversazione privata, gli incontri segreti, gli sguardi languidi, i sorrisi e in genere tutti gli scambi e gli ammiccamenti che possono nutrire questo fuoco maleodorante e fuligginoso […]. Non bisogna avere riguardi per un amore che è contrario all'amore di Dio […]. Ma, mi dirai, non è ingratitudine rompere così drasticamente un'amicizia? Io ti dico: quant'è bella l'ingratitudine che ti rende accetta a Dio! […] Campo scout in val Adamé (Valsaviore in Valcamonica - Bs) nioni passano in continuazione da uno all'altro. Questo soprattutto quando all'affetto si aggiunge la stima; in tal caso apriamo il cuore all'amico con molta larghezza per cui, con essa, entrano con facilità in noi tutte le sue tendenze e le sue opinioni, poco importa se siano buone o cattive. Novembre Le api che raccolgono il miele di EraCapitolo XXII clea cercano soltanto il miele, ma con QUALCHE ALTRO CONSIGLIO A esso succhiano anche le qualità velePROPOSITO DELLE AMICIZIE nose dell'aconito sul quale fanno la 'amicizia richiede un intenso raccolta […]. E che motivo c'è di ricescambio tra coloro che si vogliovere alla rinfusa difetti e imperfezioni no bene: diversamente non può nadell'amico assieme alla sua amicizia? scere e tanto meno mantenersi. Ecco E’ evidente che bisogna volergli bene perché avviene spesso che agli scambi nonostante le sue imperfezioni, ma che sono alla base dell'amicizia, se ne non bisogna voler bene alle sue imaggiungano molti altri che si insinuaperfezioni e prenderle su di noi; l'ano insensibilmente da cuore a cuore: micizia richiede che ci comunichiae così gli affetti, le tendenze e le opimo il bene, non il male. A somiglianza di coloro che cavano la ghiaia dal Taro e separano l'oro che trovano per portarlo via, mentre lasciano il resto sulla riva del fiume, coloro che comunicaIl piccolo chiostro del monastero di no con l'amico s Damiano, in Assisi devono saper L 19 separare la sabbia delle imperfezioni e non lasciarla penetrare nelle loro anime […]. Ciascuno ne ha abbastanza dei propri difetti senza bisogno di caricarsi anche di quelli degli altri; aggiungo che l’amicizia non soltanto non lo richiede, ma al contrario, ci obbliga a darci reciprocamente una mano per liberarci da tutte le forme di imperfezione. E’ fuor di dubbio che bisogna sopportare con dolcezza l'amico nelle sue imperfezioni, ma non incoraggiarlo in quelle, e ancor meno trasferirle in noi. Parlo soltanto di imperfezioni; quanto ai peccati non bisogna accettarli e sopportarli nemmeno nell'amico. Un'amicizia che lascia morire l'amico senza prestargli aiuto, è un'amicizia debole e cattiva; vedere un amico che muore di un ascesso e non avere il coraggio di dare il colpo di bisturi per salvarlo, non è amicizia. L'amicizia vera e vitale non sopravvive tra i peccati. Si dice che, dove si adagia, la salamandra spegne il fuoco; il peccato distrugge l'amicizia in cui si annida […]. L'amico diventa nemico quando vuole condurci al peccato […]; una delle prove più sicure di una falsa amicizia è vederla praticata tra persone viziose, qualunque sia il genere di peccato che le accomuna […]. Comunità in ascolto L’ANNUNCIO DEL REGNO - 3 di Antonio Corsini SEGNI E MIRACOLI I racconti dei miracoli di Gesù sono i più conosciuti e ricordati tra gli scritti dei Vangeli, primo perché colpiscono immediatamente la fantasia e i sentimenti delle persone e poi perché nel catechismo, non solo dei bambini, si presenta spesso Gesù tramite i suoi interventi miracolosi, forse per sottolinearne la sua potenza e grandezza e arrivare, attraverso queste sensazioni, a riconoscerlo come Figlio di Dio quale Egli si presenta. Parlare dei miracoli di Cristo fuori dal contesto dell’annuncio del regno risulta pericoloso e fuorviante, si rischia di vedere in Lui un taumaturgo, un mago potente che può risolvere i problemi dei poveri uomini con facilità. Del resto tutto quanto riguarda i miracoli accreditati a Gesù dai Vangeli crea dubbi e distinzioni anche in ambiti cristiani, tanto che tra esegeti, biblisti e addetti ai lavori, troviamo chi si affretta a sottolineare che molti di essi sono esagerazioni o racconti a sfondo catechetico-teologico, e sono pronti a sostenere tali tesi in vari modi e con convinzioni più o meno erudite. Senza soffermarsi a riflettere che apostoli e discepoli della prima ora e non solo hanno accettato e testimoniato, anche fino alla morte, il messaggio dei Vangeli in toto, partendo dai discorsi, parabole, miracoli fino alle testimonianze. Del resto nel primo discorso che Pietro tiene dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, il giorno di Pentecoste, inizia a parlare di Gesù con le queste parole: "Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth, uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene…” (Atti 2,22). Per Pietro e gli Apostoli, era chiaro che fossero segni tangibili con cui Dio stesso conferma la predicazione di Gesù, non ha neanche la necessità di elencarli in quanto molti di coloro che ascoltavano erano stati testimoni di tali avvenimenti o ne avevano avuto notizia certa. Gesù stesso, quando Giovanni Battista dal carcere gli manda a chiedere: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”, risponde: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!» (Mt. 11, 1-5). Molti altri accettano le testimonianze sui miracoli come azioni volte a risvegliare la fede nei presenti, ma nel racconto dei fatti Gesù stesso confer- lago di Galilea ma che il miracolo da lui effettuato conferma la fede che già opera in di chi si rivolge a lui "vai la tua fede ti ha salvato" è la frase con cui, spesso, licenzia coloro che hanno ricevuto un miracolo, riguardo al resto dei presenti ci si rende conto che vedono in Gesù un grande uomo che può risolvere i loro problemi quotidiani più o meno grandi "con la bacchetta magica", ma questi fatti non li porta alla 20 conversione. Tanto che il popolo si lascia indurre a mandarlo al patibolo e i suoi fedeli, Apostoli compresi, nel momento del pericolo lo tradiscono o fuggono a nascondersi; la fede si accenderà in loro dopo la discesa dello Spirito Santo perché essa è abbandono totale al dono di Dio. Non è sostenibile neppure la tesi per cui Cristo fa miracoli per attirare l’attenzione su di sé, per mostrare la sua potenza, infatti gli Evangelisti narrano che spesso Gesù chiede ai beneficiari dei prodigi di non parlarne; dopo la moltiplicazione dei pani lo cercano per farlo re, ma Lui si nasconde, addirittura a volte si mostra riluttante a fare il miracolo. Quando nella sinagoga di Nazareth i suoi concittadini lo sfidano a fare miracoli per confermare che non è il semplice figlio del falegname che loro conoscono, Gesù si rifiuta (Lc. 4, 16-20). “L’annuncio del Regno fatto da Gesù anche attraverso segni e miracoli è in continuità con le attese dei profeti, i quali avevano predetto che Dio avrebbe compiuto opere straordinarie nel tempo della salvezza. I miracoli di Gesù sono, appunto, il compimento di queste attese” (Lc 4,16-22). (Catechismo per i Giovani “Venite e vedrete” ) Non è nostra intenzione approfondire a livello catechetico i vari interventi miracolosi di Cristo e le motivazioni per cui li ha compiuti, ma in un discorso a più ampio respiro che può stimolare ad un approfondimento ulteriore possiamo sottolineare che un'analisi dei quattro Vangeli rivela circa quaranta diverse narrazioni di miracoli compiuti da Gesù. È possibile che lo stesso evento sia stato talvolta riportato dagli Evangelisti con differenze tali da farli apparire eventi Comunità in ascolto diversi; questo potrebbe far scendere il numero globale di alcune unità; la tradizione considera come primo miracolo la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana (Gv. 2,111). Questo tralasciando quello che si può considerare il primo e grande Miracolo della sua nascita nel grembo verginale di Maria. Giovanni, comunque, alla conclusione del suo Vangelo sottolinea “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere” (Gv. 21, 24-25), pertanto si può ritenere che di segni e miracoli ne abbia fatti altri. I miracoli di Gesù possono essere raccolti in diverse categorie: guarigioni fisiche, guarigioni morali (conversioni), vedi Levi-Matteo, Zaccheo, la peccatrice, esorcismi, resurrezioni, miracoli sugli elementi naturali. Questo sicuramente per sottolineare la signoria di Cristo su tutto quello che riguarda il creato, uomo e natura, in tutti i suoi ambiti. Della capacità di compiere segni e miracoli sono accreditati anche patriarchi e profeti, ma tutti ricevono la potenza per operarli da Dio, dopo aver ricevuto l’ordine di eseguirlo o dopo aver pregato Dio di compiere il prodigio per loro tramite; per Gesù è diverso, Lui parla e il miracolo si realizza. Il Regno è presente e operante nelle parole e nell’azione di Gesù, Egli stesso sottolinea questa caratteristica: "Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio" (Mt 12,28). I miracoli evangelici sottolineano, inoltre, il principio della grazia, che è una caratteristica costante dell’azione salvifica di Dio. Significano che, in Cana definitiva, soltanto Dio può aiutare il mondo nel bisogno e nella caducità derivati dal peccato. I miracoli di Gesù sono uno scandalo per chi si affida esclusivamente al lavoro delle proprie mani per costruire il proprio futuro. Ma per chi è disposto a credere sono una ragione di speranza. Risanando ciechi, storpi e muti, risuscitando i morti, cacciando i demoni, Gesù rivela che la potenza di Dio è già all’opera per compiere ciò che all’uomo non è possibile. I miracoli dicono che il regno di Dio, promesso e vicino, e la sua realizzazione sarà anche la liberazione dell’uomo da tutti i limiti inerenti alla sua condizione umana. Per la vita I miracoli di Gesù hanno certamente lo scopo di garantire che egli è l’inviato di Dio e che le sue parole sono veritiere. Ma questo scopo non esaurisce il loro significato. Comunque non toglie all’atto di fede il suo aspetto di libera decisione e non sottrae la missione di Cristo alla debolezza della croce. I miracoli sono al servizio della fede e non intendono offrire in alcun modo una certezza diversa dalla fede. Gesù non può fare miracoli là dove c’è l’incredulità ostinata. I miracoli di Cristo sono la risposta alla sincerità dell’uomo che cerca la verità: non sono il tentativo di forzare, in ogni modo, il cuore dell’uomo. Diversamente dagli uomini, Dio non usa la violenza per imporre la sua verità. E neppure fa miracoli là dove gli uomini pretendono segni che permettano loro di sottrarsi al rischio della fede. 21 I segni di Dio non sono così evidenti da togliere ogni dubbio possibile. E neppure fa miracoli là dove gli uomini vorrebbero sfruttarli per sé, a sostegno delle loro pretese. La nostra fede in Cristo Figlio di Dio fatto uomo viene suscitata e nutrita dall’incontro personale e approfondito con Cristo che avviene nella Chiesa attraverso la Parola di Dio, la catechesi e la partecipazione alla vita comunitaria, non è una risposta personale a fatti più o meno prodigiosi, più o meno richiesti, anche se l’incontro con Gesù non preclude suoi interventi prodigiosi nella nostra vita quotidiana in tutti i suoi aspetti. Non preclude neppure la possibilità di chiedere tali interventi: “Quello che chiederete nel Mio nome il Padre mio ve lo concederà”, ma il tutto accettando la volontà del Padre che opera in noi e per noi alla realizzazione della nostra santificazione. Da non dimenticare che con il suo esempio Cristo ha sottolineato che segni e miracoli non sono per fuggire dalla croce (Mt. 27, 39-44), se intendiamo come croce la libertà di aderire fino in fondo al progetto di Dio, perché solo passando per questa croce si giunge alla resurrezione. Il fatto poi di pretendere che Dio intervenga continuamente nei fatti dolorosi della vita degli uomini, magari togliendo, malattie, fame, guerre e quant’altro con una semplice parola, non rientra nel Suo progetto in quanto ha deciso di elevare gli uomini da creature a Suoi figli adottivi e di farne compartecipi e protagonisti del suo progetto salvifico su tutto il creato, questo comporta la piena e, soprattutto, libera adesione dell’uomo. Per quanto sicuramente “doloroso” per Lui, Dio ci vuole uomini, liberi di amarlo e non marionette che aderiscono a lui obbligati dai suoi interventi, per quanto grandiosi, nella nostra vita. Pace e bene. Comunità in cammino Vita29della Comunità giugno - 14 settembre 2014 Sono figli di Dio, con il Battesimo: 25 26 27 28 29 30 31 Lorini Samuele da Francesco e Camoni Vanessa b. 6 luglio Marella Viola da Daniele e Belotti Valentina b. 6 luglio Caruna Alberto da Pietro e Mazzocchi Manuela b. 20 luglio Donghi Stefano da Fabio e Reyes Janet b. 20 luglio Lussignoli Aurora da Simone e Gardoni Alesssandra b. 20 luglio Penna Lisa Emma da Stefano e Piantoni Demelza b. 3 agosto Metelli Pietro da Sergio e Mazzotti Claudia b. 7 settembre Il Battesimo, nei prossimi mesi, sarà celebrato la prima (11.20) e la terza (16.00) Domenica di ottobre; il I novembre nella Messa delle 10.30; la terza Domenica di novembre (16.00), lunedì 8 dicembre durante la Messa delle 10.30 e la terza dello stesso mese (16.00), Domenica 11 gennaio durante la Messa delle 10.30 (festa del Battesimo del Signore), Domenica 18 gennaio durante la Messa delle 18.00 (solennità della dedicazione della nostra chiesa parrocchiale) Il nostro rallegramento a tutte queste famiglie, in particolare a Francesco e a Vanessa, già collaboratori dell’Oratorio, per la nascita e il Battesimo del piccolo Samuele. Hanno consacrato il loro amore davanti all’altare del Signore: 4 5 6 7 Fratus Riccardo e Cantillo Yrina il 19 luglio Zanni Michele Battista e Consolati Veronica il 26 luglio Adornetto Salvatore e Russo Simona il 12 agosto a Carlentini (SR) Belotti Luca e Saleri Alessandra Ines il 6 settembre Ramera Domenico e Pedrali Michela il 13 settembre Ci hanno preceduto nell’eternità: 34 35 36 37 38 39 40 41 Bosetti Paolo, di anni 77 Cazzago Battista, di anni 76 Bertossi Anna Maria, di anni 87 Bellini Cesare (Gino), di anni 74 Ferrandi Mario, di anni 84 Caruna Agostino, di anni 76 Massetti Battista, di anni 73 Spina Evaristo, di anni 89 m. 13 luglio m. 20 luglio m. 30 luglio m. 11 agosto, da Castrezzato m. 13 agosto m. 20 agosto m. 21 agosto m. 24 agosto La nostra partecipazione nella preghiera per tutte le persone colpite dal dolore del lutto e per i cari che li hanno lasciati. In particolare a coloro che sono stati o tuttora sono collaboratori dell’Oratorio: Omar Dolci, capo scout, per la perdita del nonno Paolo; Luciano e Andrea per quella del papà Cesare; a Valentina e Andrea per scomparsa del nonno Mario; Roberto, Maria Elena e il di lei consorte Giuliano per la morte del loro caro Battista 22 Comunità in cammino Calendario liturgico - pastorale Settembre 28 - Domenica XXVI del tempo ordinario Gesù disse: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: “Figlio va oggi a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: "Sì, signore”; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: "Non ne ho voglia"; ma poi pentitosi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre? Dicono: “L’ultimo”. E Gesù disse loro: “In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel regno di Dio” (Mt. 21, 28-31) ore 14.30 con la preghiera in chiesa, le successive iscrizioni alla catechesi e i giochi in Oratorio, si apre l’anno catechistico; iscrizioni al gruppo “Cantera” e momento di intrattenimento da parte degli animatori del Grest In questa SETTIMANA MARIANA - ogni Messa è preceduta dalla preghiera del rosario, dalla Liturgia delle Ore e caratterizzata da una breve riflessione - da lunedì a venerdì, alle 20.30, preghiera del rosario o celebrazione come di volta in volta indicato 29 - lunedì SS. MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE, arcangeli - festa ore 20.30 preghiera mariana nella casa di coloro che si sono resi disponibili a livello di condominio o di contrada, secondo l’indicazione del Vescovo delle piccole comunità territoriali 30 - martedì s. Girolamo, sacerdote - memoria. E’ uno dei quattro grandi Padri della Chiesa d’occidente o Latina ore 18.00 in luogo della celebrazione alle 16.30 (v. numero di luglio, pag. 19), s. Messa nella chiesetta di S. Girolamo, in Ingussano ore 20.30 preghiera mariana nella casa di coloro che si sono resi disponibili a livello di condominio o di contrada, secondo l’indicazione del Vescovo riguardo alle piccole comunità territoriali OTTOBRE mese missionario e della devozione alla B.V. del s. rosario Orario delle celebrazioni pomeridiane feriali nei mesi da ottobre a dicembre la celebrazione della Messa nei pomeriggi dei giorni feriali viene effettuata alle 16.30, secondo il seguente calendario settimanale, salvo le varianti espressamente indicate 1) lunedì, martedì, giovedì e venerdì: in Pieve fino a fine ottobre, poi in chiesa 2) mercoledì: nella chiesa dell’Oratorio “Maria Tonelli”. NB: stante la costante presenza della celebrazione pomeridiana, a partire dal I ottobre è di nuovo possibile effettuare i funerali in orario pomeridiano, ferma restando la possibilità, per coloro che la desiderano, della collocazione in orario mattutino 1 - mercoledì ore 20.30 2 - giovedì ore 15.00 ore 16.15 ore 20.30 3 - venerdì ore 10.00 ore 20.30 4 - sabato ore 18.00 santa Teresa di Gesù Bambino, Patrona delle Missioni - memoria in chiesa, incontro di riflessione e preghiera per i catechisti Giornata eucaristica nell’ambito della Settimana mariana e primo giovedì del mese, giorno mensile parrocchiale di preghiera per le vocazioni: dopo la Messa delle 9.00 fino alle 11.00, in chiesa esposizione del ss. Sacramento in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i ragazzi dei gruppi “Antiochia”, “Efeso”, “Tessalonica” in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i fanciulli dei gruppi “Gerusalemme” ed “Emmaus” adorazione eucaristica missionaria e mariana, comunitaria, nella parrocchiale primo venerdì del mese, dedicato alla devozione al S. Cuore di Gesù celebrazione di preghiera per gli ammalati e gli anziani, in chiesa s. Messa di avvio dell’“Anno della mistagogia” per i genitori e i ragazzi del gruppo “Antiochia”: rendimento di grazie per i Sacramenti del’Iniziazione Cristiana S. FRANCESCO D'ASSISI, Patrono d'Italia - festa primo sabato del mese, dedicato alla devozione alla B. V. Maria s. Messa festiva della vigilia con il ringraziamento per gli anniversari di Matrimonio 23 Comunità in cammino 5 - Domenica B.V. Maria del Rosario - solennità devozionale nella prima Domenica di ottobre XXVII del tempo ordinario In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!" Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe" (Lc. 17, 6) Orario festivo solenne delle celebrazioni ore 9.00 santa Messa solenne. Segue la processione in onore della B. Vergine del s. rosario: p.za Marenzio, largo Garibaldi, via Cavour, via Tonelli, via Benefattori, p.za Marenzio ore 11.20 Celebrazione comunitaria del Battesimo ore 17.00 s. rosario ore 17.30 a conclusione della Settimana Mariana, celebrazione del Vespro e benedizione Eucaristica 7 - martedì B. V. del Rosario - memoria 9 - giovedì ricorre il decimo anniversario dell'avvio della Missione Parrocchiale (9-23 ott. 2004) 10 - venerdì s. Daniele Comboni, vescovo bresciano, evangelizzatore dell'Africa - memoria 12 - Domenica XXVIII del tempo ordinario Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "...La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo...Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare" (Mt. 21, 43) ore 15.30 ore 15.30 13 - lunedì ore 20.15 18 - sabato nel Focolare, incontro introduttivo per i genitori dei fanciulli del 1° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (Gruppo “Betlemme”) nell’oratorio“Maria Tonelli”, incontro per i genitori dei fanciulli del 4° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Gerusalemme”) beato Giovanni Bodeo, martire bresciano - memoria facoltativa nell’oratorio“Maria Tonelli” incontro per gli Animatori dei Centri d’Ascolto S. LUCA, evangelista - festa 19 - Domenica XXIX del tempo ordinario Allora Gesù disse loro: "Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" (Mt. 22, 21) ore 15.30 20 - lunedì 23 - giovedì 25 - sabato LXXXVIII Giornata Missionaria Mondiale nell’oratorio “Maria Tonelli”, primo incontro per i genitori dei fanciulli del 2° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Nazareth”) ore 15.30 nel “Focolare”, primo incontro per i genitori dei ragazzi del 6° del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Anticohia”) ore 16.00 celebrazione comunitaria del Battesimo ore 20.30 nelle rispettive sedi, Centri d’Ascolto della Parola di Dio nel pomeriggio pellegrinaggio mariano al santuario della Madonna della Misericordia di Bovegno e alla casa natale di papa Paolo VI, a Concesio SS. FILASTRIO E GAUDENZIO, vescovi di Brescia - festa 26 - Domenica XXX del tempo ordinario Un dottore della legge interrogò Gesù...: "Maestro qual è il più grande comandamento della legge?” Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore...e il prossimo tuo come te stesso..." (Mt. 22, 35-39) ore 14.20 nel “Focolare”, primo incontro per i genitori dei preadolescenti (gruppi “Efeso” e “Tessalonica”) ore 15.30 nel “Focolare”, primo incontro per i genitori dei fanciulli del 3° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Cafarnao”) 27 - lunedì 28 - martedì 30 - giovedì ore 15.00 ore 16.15 31 - venerdì 16.30 e 18.00 s. Teresa Eustochio Verzeri, vergine, vissuta anche a Brescia - memoria ss. SIMONE E GIUDA TADDEO, apostoli - festa in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i ragazzi dei gruppi “Antiochia”, “Efeso” e “Tessalonica” in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i fanciulli dei gruppi “Gerusalemme” ed “Emmaus” celebrazioni vespertine festive della vigilia di domani 24 Comunità in cammino NOVEMBRE mese dei Santi e dei Morti 1 - sabato Tutti i Santi - solennità GIORNATA DELLA SANTIFICAZIONE UNIVERSALE Gesù disse: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, beati i portatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt. 5, 7.9) Orario festivo delle celebrazioni ore 9.00 s. Messa solenne ore 10.30 s. Messa con la celebrazione comunitaria del Battesimo, inizio del nostro cammino di santificazione ore 15.00 s. Messa (di Tutti i Santi) al cimitero, per i Defunti della Parrocchia, in particolare per tutti i Benefattori della Comunità e quelli di ciascuno ore 17.30 celebrazione del Vespro e benedizione eucaristica ore 18.00 s. Messa per i Sacerdoti e i Consacrati che hanno servito la Parrocchia e per i loro Collaboratori laici 2 - Domenica COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (XXXII del tempo ordinario)(Mt. 23, 11-12) Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato Le celebrazioni, secondo il consueto orario domenicale, sono applicate per tutti i Defunti ore 15.00 s. Messa nel cimitero ore 17.45 Ufficio per tutti i Defunti (Vespro) a cui segue la s. Messa delle 18.00 L’indulgenza per i Defunti Nei giorni dal I all'8 Novembre, i fedeli che visitano il cimitero e ivi pregano per i Defunti alle consuete condizioni (Confessione e Comunione, preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) possono ottenere l'indulgenza plenaria applicabile ad un defunto. Dal mezzogiorno del I Novembre alla sera del 2 l'indulgenza può essere ottenuta anche visitando devotamente una chiesa. Per qualche accenno alla dottrina dell'indulgenza, vedi il bollettino di Luglio, a pag. 21 o il sito internet della Parrocchia (menù “varie”). Durante l'Ottavario dei Defunti (1-8 novembre) viene celebrata la Messa nel cimitero alle ore 15.00 dei giorni feriali. Tale celebrazione sostituisce la Messa feriale delle 16.30 e viene sospesa in caso di funerale pomeridiano 3- lunedì ore 9.00 s. Messa per i defunti sacerdoti e i consacrati originari di Coccaglio ore 20.15 nell’oratorio “Maria Tonelli”, incontro per gli animatori dei Centri d’Ascolto 4 - martedì S. CARLO BORROMEO, titolare della nostra Zona Pastorale - festa 6- giovedì primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo la Messa delle 9.00 fino alle 11.00 in chiesa, dalle 20.30 alle 21.30 (con preghiera per le situazioni familiari difficili o irregolari) nella chiesetta dell’Oratorio “Maria Tonelli” adorazione eucaristica 7 - venerdì beato Sebastiano Maggi, sacerdote bresciano - memoria facoltativa Ricorre il primo venerdì del mese 9 - Domenica XXXII del tempo ordinario DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE “madre” di tutte le chiese, cattedrale del Vescovo di Roma - festa Gesù disse (alla donna Samaritana): “I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori” (Gv. 4, 23) In quel tempo Gesù disse: “Vegliate dunque, perché non sapete nè il giorno nè l’ora in cui il Signore verrà" (cfr. Mt. 25,13) Giornata nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo in giornata ore 9.00 eventuale breve ritiro per i fanciulli del gruppo “Cafarnao” s. Messa per i defunti sacerdoti e persone consacrate che hanno prestato servizio nella nostra Comunità parrocchiale e per i loro collaboratori laici 25 Comunità in cammino ore 10.30 ore 15.30 ore 15.30 13 - giovedì 15 - sabato ore 18.00 s. Messa di ringraziamento per i frutti della terra; al termine, benedizione dei mezzi agricoli di lavoro nel “Focolare”, 2° incontro per i genitori dei fanciulli del primo anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Betlemme”) nel’oratorio“Maria Tonelli”, incontro preliminare per i genitori dei fanciulli del quinto anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Emmaus”) inizia la novena ai santi Patroni nella Messa festiva della vigilia, eventuale celebrazione della “Traditio del Padre Nostro” ai fanciulli del 3° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Cafarnao”) 16 - Domenica XXXIII del tempo ordinario “Signore, mi hai consegnato cinque talenti: ecco ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele...prendi parte alla gioia del tuo Signore” (Mt. 25, 20-21) ore 15.30 nel “Focolare”, 2° incontro per i genitori dei fanciulli del 4° anno del cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo Gerusalemme”) ore 16.00 celebrazione comunitaria del Battesimo 17 - lunedì ore 20.30 nelle rispettive sedi, Centri d’Ascolto della Parola di Dio 21 - venerdì la celebrazione della 16.30 è seguita dalla celebrazione dei I Vespri di domani 22 - sabato ore 10.30 ore 12.00 ore 16.30 ore 17.00 ore 17.30 ss. Maurizio e Giacinto patroni di Coccaglio - solennità Orario festivo delle celebrazioni s. Messa solenne pranzo della Comunità, nel “Focolare” s. Messa in casa albergo preghiera del rosario canto del Vespro e benedizione eucaristica; segue la Messa delle 18.00 Oggi ricorre anche la memoria di s. Cecilia, vergine e martire È patrona dei cantori e dei musici. Auguri ai tre cori e alla banda del nostro paese 23 - Domenica XXXIV ed ultima del tempo ordinario NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, RE DELL'UNIVERSO - solennità "Venite, benedetti del Padre mio... perché ho avuto fame, ho avuto sete, ero forestiero, ero nudo, ero malato, carcerato e siete venuti a trovarmi... Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me" (Mt. 25, 34) Orario domenicale delle celebrazioni ore 9.00 s. Messa solenne ore 10.30: s. Messa seguita dalla benedizione al paese per intercessione dei santi Patroni ore 17.00 preghiera del rosario ore 17.30 canto del Vespro, atto di consacrazione a Cristo Re e benedizione eucaristica. Segue la Messa vespertina 29 - sabato Termina l'anno liturgico 2013-2014 con le celebrazioni vespertine prende avvio il nuovo 26 Comunità in cammino Comunità parrocchiale “S. Maria nascente” - Coccaglio SETTIMANA MARIANA in onore della b. V. del Rosario in preparazione alla prima Domenica di ottobre e per l’avvio dell’anno pastorale 2014-2015 Domenica 28 settembre Celebrazioni secondo l’orario domenicale ore 14.30 apertura dell’anno catechistico: preghiera mariana in chiesa per i fanciulli e i ragazzi; seguono le iscrizioni alla catechesi e i giochi in Oratorio; iscrizioni al gruppo “Cantera” e momento di intrattenimento da parte degli animatori del Grest Da lunedì a sabato - ogni Messa, celebrata secondo l’orario feriale, è preceduta dalla preghiera del rosario, dalla Liturgia delle Ore e caratterizzata da una breve riflessione - eccetto sabato, alle 20.30, preghiera del rosario o celebrazione secondo questo calendario: lunedì29 settembre SS. MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE, arcangeli - festa ore 20.30 preghiera mariana, con sussidio predisposto, nella casa di coloro che si sono resi disponibili a livello di condominio, di cortile o di contrada martedì 30 settembre s. Girolamo, sacerdote - memoria ore 18.00 in luogo della celebrazione alle 16.30, s. Messa nella chiesetta di S. Girolamo, in Ingussano ore 20.30 preghiera mariana, con sussidio predisposto, nella casa di coloro che si sono resi disponibili a livello di condominio, di cortile o di contrada mercoledì I ottobre santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle Missioni - memoria ore 20.30 incontro di riflessione e preghiera per i catechisti e gli educatori Giornata eucaristica e primo giovedì del mese: in chiesa, dopo la Messa delle 9.00 giovedì 2 ottobre fino alle 11.00, il santissimo Sacramento è esposto per l’adorazione eucaristica ore 15.00 in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i ragazzi dei gruppi “Antiochia”, “Efeso”, “Tessalonica” ore 16.15 in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i fanciulli dei gruppi “Gerusalemme” ed “Emmaus” ore 20.30 in chiesa, adorazione eucaristica missionaria e mariana, in forma comunitaria venerdì 3 ottobre primo venerdì del mese ore 10.00 in chiesa, celebrazione mariana della Parola e preghiera, per gli ammalati e gli anziani ore 20.30 in chiesa, s. Messa di avvio dell’“Anno della mistagogia” per i genitori e i ragazzi del gruppo “Antiochia”: rendimento di grazie per i Sacramenti del’Iniziazione Cristiana sabato 4 ottobre S. FRANCESCO D'ASSISI, Patrono d'Italia - festa primo sabato del mese ore 18.00 s. Messa festiva della vigilia con il ringraziamento per gli anniversari di Matrimonio Domenica 5 ottobre B.V. Maria del Rosario - solennità devozionale nella prima Domenica di ottobre Orario festivo delle celebrazioni ore 9.00 santa Messa in canto; segue la processione in onore della b. Vergine del rosario: p.za Marenzio, largo Garibaldi, via Cavour, via Tonelli, via Benefattori, p.za Marenzio ore 17.00 preghiera del rosario ore 17.30 a conclusione della Settimana Mariana, celebrazione del Vespro e benedizione Eucaristica, a cui segue la Messa delle 18.00 27 Comunità in cammino Lettera alla diocesi per l’indizione di un “Anno Montiniano” C 19 ottobre 2014 - 8 dicembre 2015 arissimi nel Signore, la beatificazione di Papa Paolo VI il prossimo 19 ottobre è motivo di gioia grande per la Chiesa bresciana; ma deve diventare anche l’occasione per riscoprire la figura di questo grande Papa e accogliere l’insegnamento che attraverso di lui il Signore vuole donarci. Non abbiamo la possibilità di fare molto in preparazione all’evento, che viene immediatamente dopo la pausa estiva. Ho pensato, perciò, di valorizzare il tempo che seguirà la beatificazione e di indire un “Anno Montiniano”, che andrà dal 19 ottobre 2014 (data della beatificazione) all’8 dicembre 2015 (cinquantesimo di chiusura del Concilio) e che permetterà alla nostra diocesi di riflettere sulla figura del beato, sul suo insegnamento, sui valori che hanno illuminato la sua esistenza e possono illuminare la nostra. Paolo VI è il Papa del Concilio. Se il Concilio è riuscito a giungere a termine assorbendo tensioni, creando ponti tra posizioni diverse, giungendo a conclusioni praticamente unanimi, lo si deve alla pazienza, alla lucidità, alla capacità di ascolto e di mediazione di questo grande Papa. Lo si deve, più in profondità, al suo amore senza riserve e senza condizioni nei confronti della Chiesa. Montini è cresciuto in un tempo nel quale la Chiesa “rinasceva nel cuore degli uomini” e si prendeva coscienza sempre più chiaramente che essa, prima di essere istituzione, è mistero della presenza di Cristo nella storia; nella coscienza di fede di Montini la Chiesa era davvero presente con un’immagine luminosa, positiva, senza ombre. Nello stesso tempo Paolo VI è stato un ascoltatore attento del mondo, della cultura contemporanea nelle sue molteplici e complesse manifestazioni. Basta leggere la sua prima enciclica, la Ecclesiam Suam, per intuire il suo modo di accostare le persone, i problemi, le idee che si confrontano nell’arena del mondo d’oggi. La Missione popolare a Milano è stata un’altra espressione della sua volontà di far conoscere agli uomini il mistero di Dio con il massimo di chiarezza, convinto com’era che se Cristo fosse conosciuto, non potrebbe essere rifiutato. Paolo VI ha immaginato e condotto il Concilio come una profonda riflessione della Chiesa su se stessa, nell’intento di permettere una riconciliazione sincera col mondo contemporaneo. La frattura tra fede e vita era per lui la vera sfida da affrontare e superare, perché il messaggio evangelico potesse essere capito e, in vista di questo scopo, ha operato con coerenza e perseveranza. Dire che egli ha raggiunto il suo obiettivo non sarebbe corretto. Il ‘mondo’ (cioè la cultura contemporanea nelle sue espressioni più significative) non si è lasciato raggiungere così facilmente e spesso ha risposto all’attenzione e all’amore della Chiesa con l’indifferenza se non con l’aggressività. Ma proprio per questo il messaggio e la testimonianza di Papa Montini divengono ancora più significativi. In qualche modo Paolo VI ha trasmesso a noi il testimone, chiedendoci di continuare lealmente il suo impegno. Forse, però, l’aspetto più interessante e meno noto della vita di Papa Montini è stata la sua spiritualità. A chi ripercorre i suoi discorsi e ricorda 28 i gesti che hanno accompagnato il suo ministero, appare chiaramente la limpidezza del cuore di questo grande Papa; le motivazioni semplici e dirette dei suoi comportamenti; la ricerca appassionata della testimonianza a Gesù; il disinteresse personale. In questo egli ha molto da insegnarci; possiamo diventare umilmente suoi alunni e cercare di apprendere da lui l’arte di amare Gesù Cristo e l’arte di amare con verità l’uomo; possiamo imparare lo zelo per l’annuncio del Vangelo e le vie per un dialogo sincero e fruttuoso. Per tutti questi motivi credo che la celebrazione di un “Anno Montiniano” ci possa aiutare a prendere coscienza di questa sfida e ad assumerci più decisamente le responsabilità che ci toccano. Durante il prossimo “Anno Montinano” cercheremo di valorizzare come Chiesa bresciana tutte le occasioni per comprendere meglio la spiritualità, l’azione, la testimonianza di Paolo VI. Mentre benediciamo il Signore per quanto ha fatto attraverso il suo servo Giovanni Battista MontiniPaolo VI, Lo preghiamo perché doni alla nostra Chiesa la forza di una testimonianza forte, luminosa e intelligente. Potremo allora sentire attuali ancora oggi le parole rivolte da Paolo VI ai Bresciani: “Identificando nella posizione geografica e nella storia in cui Dio ha collocato la nostra Brescia, la missione assegnatale per il tempo presente, sappiate tenervi fede […], in modo tale che non solo voi potete avere la soddisfazione di avere un Papa per concittadino, ma a maggior ragione questo Papa è grato a Dio e riconoscente a voi d’essere Bresciano”. Tutti vi benedico In nomine Domini. † Luciano Monari Vescovo Brescia, 6 agosto 2014 36° anniversario della morte di Paolo VI Comunità in cammino 29 Comunità in cammino Diocesi di Brescia Zona pastorale VI “S. Carlo” - Franciacorta CAMMINI DI DISCERNIMENTO PER I FIDANZATI IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO anno 2014-2015 1 - la Domenica, ore 20.30 nellʼOratorio “S. Giovanni Bosco”, via S. Orsola, 7 - ROVATO iscrizioni: dal 5 ottobre al 7 dicembre 2014 presso il parroco, don Gian Mario (030 7721130 - 333 3798958) 2 - il lunedì e il giovedì, ore 20.30 nellʼOratorio “S. Domenico Savio”, p.za Vittorio Veneto - ERBUSCO iscrizioni: dal 27 ottobre al 27 novembre 2014 presso il parroco, don Luigi (030 7760291) 3 - il giovedì e il lunedì, ore 20.30 nellʼOratorio “Il Focolare”, via Tonelli, 20 - COCCAGLIO dallʼ8 gennaio 2015, con ritiro conclusivo Domenica 8 febbraio (dalle ore16.00) iscrizioni: presso lʼufficio parrocchiale (sacrestia), negli orari di apertura della Chiesa (030 7243028) o presso il parroco, don Giovanni (030 7721248) 4 - la Domenica, ore 20.30 nellʼOratorio femminile, via Castello, 8 - COLOGNE iscrizioni: dallʼ11 gennaio al 15 marzo 2015 presso il parroco, don Agostino (030 715009) 5 - il sabato, ore 20.30 incontri a cadenza quindicinale nel Convento dellʼAnnunciata sul Montorfano - ROVATO iscrizioni: dal 27 settembre 2014, fino a Domenica 7 giugno 2015 presso i frati Servi di Maria (chiedere di fraʼ Sebastiano 030 7721377) schede di iscrizione presso la portineria del Convento - Questo calendario, insieme alle schede di iscrizione (ove non diversamente indicato), è reperibile anche sul sito www.coccaglio.com, menù “La Zona pastorale”. - Salvo le coppie che desiderano vivere il cammino presso il Convento, si esortano le altre a compierlo, per quanto possibile e ove proposto, presso la propria Parrocchia, in vista della continuità con le tappe della vita di fede già vissute e di quelle che seguiranno. Come ottima opportunità per tutti, si segnala lʼiniziativa civica “LEGAMI DʼAMORE” a integrazione dei cammini su indicati e per lʼeducazione alla vita affettiva anche per le coppie di coniugi, per quelle di conviventi o prossime al matrimonio civile. Quattro incontri (il sabato sera) rivolti alla dimensione di coppia, fondamento primo di ogni esperienza di relazione e, spesso, alla radice delle crisi e delle fatiche delle famiglie e delle stesse comunità. Date e luoghi da definire 30 Comunità in cammino Consiglio Pastorale Parrocchiale 15 Settembre 2014 Il segretario, Gian Mario Zigliani Settimana mariana. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha preso visione ed approvato il calendario delle celebrazioni inerenti la settimana mariana in onore della Beata Vergine del Rosario in preparazione alla prima Domenica di ottobre. Il programma (vedi locandina) presenta sostanziali novità rispetto agli altri anni, quando ci si limitava o alla celebrazione della Messa in S. Pietro o a celebrazioni serali della Parola nella chiesetta dell’Oratorio femminile, numericamente assai poco partecipate. Tramite apposito appello alle Messe di Domenica 21 settembre, per le prime due sere della Settimana, valorizzando la proposta del Vescovo delle “piccole comunità territoriali”, si chiederà la disponibilità delle famiglie ad ospitare altre famiglie del condominio, del cortile o della contrada per un momento di preghiera mariana. In vista del prossimo anno, si è deciso che la processione si svolgerà la Domenica pomeriggio, coinvolgendo fanciulli e ragazzi del catechismo (insieme ai genitori) invece che al mattino tra le Messe delle 9.00 e delle 10.30, come si farà ancora per quest’anno. A seguire il parroco ha illustrato le iniziative programmate sia per il pellegrinaggio mariano del mese di ottobre e per l’anno Montiniano, evidenziando che nel 2015 ricorrerà il cinquantesimo della chiusura del Concilo Ecumenico Vaticano II. Progetto Educativo dell’Oratorio. Il C.P.P. ha letto, discusso e approvato la terza parte del Progetto Educativo dell’Oratorio (sezione A). Manca la parte conclusiva (sezione B) che verrà presentata nelle prossime riunioni. Il Progetto Educativo dovrebbe e essere completato e pubblicato entro fine anno o nei primi mesi del 2015. Ministri straordinari dell’Eucaristia. Alcuni anni fa si era posto all’attenzione del Consiglio il desiderio del Vescovo che ci fosse nelle Parrocchie un numero sufficiente di ministri straordinari dell’Eucaristia tale da consentire la Comunione ai malati nel giorno del Signore. Era emersa la necessità di trovare un gruppo di persone opportunamente istruite, formate e preparate per portare l’Eucaristia. Ora, giunti al termine del un percorso formativo specifico, tre persone diventeranno “Ministri Straordinari dell’Eucaristia” ed affiancheranno i sacerdoti della Parrocchia in questo servizio, per quanto riguarda gli ammalati, soprattutto in casa albergo. In chiesa, durante le celebrazioni eucaristiche ci si dovrà avvalere della loro collaborazione solo in caso di necessità, quando non vi sia presenza sufficiente di ministri ordinari (sacerdoti e diacono). SAGRA DI S.ROCCO 15-17 agosto 31 Comunità in cammino • vita parrocchiale 7 settembre 2014 Rendimento di grazie al Signore per il 60° di Ordinazione sacerdotale di don Titta 32 Comunità in cammino • vita parrocchiale 33 Comunità in cammino • dall’oratorio SCUOLA LAVORO FEMMINILE 2014 Un sacco pieno di … profumi e sapori, braccialetti artistici, ricami dai mille colori e tante emozioni U n sacco pieno di... questo è stato il lavoro proposto quest'anno nel laboratorio di pittura : un sacchetto di stoffa fantasiosamente pitturato da ogni bambina con vari soggetti e successivamente riempito di sabbia e ovatta per così diventare un originale fermaporta. Profumi e sapori: ogni giorno, a gruppetti, le “aspiranti cuoche”, preparavano con impegno la merenda per tutte, dai dolcetti di ricotta e cioccolato alle pizzette, dai biscotti di cocco alla macedonia. E prima di soddisfare il palato si pregustava con il profumo di cose buone che usciva dalla cucina. Braccialetti artistici: ogni bambina ha potuto realizzare un braccialetto e una collana assolutamente unici; partendo dalla scelta della catenina colorata, dei ciondoli di diverse forme realizzati con la pasta Fimo e, infine, colorati a piacere. Ricami dai mille colori: il ricamo è stata, come al solito, l'attività principale; chi si impegnava con il punto erba e chi (le più grandi) con il punto croce. E tra tre punti giusti e uno sbagliato, un ago perso, un filo ingarbu- gliato e mille chiacchiere prendevano forma cuori e geometrie, fiori e frutta, Peppa Pig e orsetti per arricchire ed impreziosire tovagliette, borsine, strofinacci, cuscini e grembiulini… e tante emozioni. E' stato un vero piacere ricevere tante richieste da parte di studentesse delle superiori di poter collaborare per la buona riuscita di queste due settimane: ragazze alla prima esperienza e ragazze “ veterane “ entusiaste di poter esserci anche quest'anno. Molte di loro sono proprio “cresciute” con l'appuntamento estivo della scuola di lavoro: è stato bello vederle passare, in pochi anni, da “ allieve” ad assistenti. Emozionante anche vederle collaborare tra loro: le nozioni acquisite da chi già da diversi anni offre un po del suo tempo libero (tempo molto sospirato visto che la scuola è finita da pochissimo) venivano messe a disposizione di chi si avventurava per la prima volta in questo impegno. Bella anche l'armonia creata da questo gruppo di giovani con le assistenti più “mature”: mamme, nonne, zie; le une ascoltavano e seguivano i consigli e i suggerimenti delle altre, ma anche le altre accoglievano con piacere nuove idee, il tutto in una atmosfera serena e rilassante. E ora i ringraziamenti: alle 146 bambine e ragazze che hanno partecipato a questa esperienza, alle giovani assistenti che con il loro impegno hanno sicuramente dato un “gran buon” esempio, alle meno giovani collaboratrici ( ma molto, molto preziose) , sia quelle presenti alle due settimane di attività sia quelle che precedentemente hanno contribuito alla preparazione di tutto il materiale, a Rosanna instancabile responsabile e a don Fabrizio che con la sua presenza è riuscito a supervisionare il tutto e a portare serenità (“sta serena!”). GRAZIE A TUTTI. Daniela SCUOLA LAVORO ESTIVO MASCHILE 2014 C ome ormai da anni per due settimane in giugno, si tiene la scuola-lavoro per i bambini e bambine dai 6 ai 13 anni, dove in questi pomeriggi i ragazzini assistiti da un numeroso gruppo di nonni, nonne, mamme e giovani assistenti, si cimentano in lavori quasi scomparsi o dimenticati, ma che possono dare impulso alla manualità, creatività e fantasia del bambino, con un duplice aspetto, quello di imparare cose nuove e poterle un domani insegnale ad altri, tramandando cosi lavori semplici ma importanti per la loro crescita e forse poi inseriti nei loro programmi giorna- lieri come la televisione o il computer, naturalmente tutto questo fatto in compagnia e allegria. Sono due settimane di pomeriggi impegnativi per noi nonni, non sempre si riesce a tenere il loro passo e con la loro vitalità, ma alla fine ci si trova con la grande soddisfazione di avere dato, ma in cambio ricevuto tanti sorrisi e allegria. Speriamo che altre persone si rendano disponibile per questa bellissima esperienza, che ha bisogno di un ricambio, perché i nonni invecchiano e devono essere sostituiti. Un nonno del gruppo 34 Comunità in cammino • dall’oratorio GREST PIANO TERRA 2014 D al 23 giugno all’11 luglio si è svolto, anche per quest’anno, il tradizionale appuntamento del GREST. Il tema conduttore dell’esperienza era l’”abitare”: una casa, un oratorio, un paese, un territorio, le relazioni. Insomma, vari modi di abitare nell’esperienza della vita di tutti i giorni. Il titolo dato dalle Diocesi Lombarde era: “Piano Terra. Venne ad abitare in mezzo a noi”. Come Gesù è venuto ad abitare questa terra, così anche noi, discepoli, siamo invitati a fare altrettanto, mettendo in atto tutto ciò che Lui ha fatto nelle varie vicende che ci capitano. O ltre alle attività che ricordavano il tema e alla preghiera quotidiana, ci sono stati tanti giochi, le gite in piscina e, quest’anno, pure in montagna. Anche se le condizioni meteorologiche non sono state sempre favorevoli (la gita in montagna è 35 stata accompagnata da un temporale che ci ha costretto a rientrare in anticipo; inoltre varie giornate in oratorio sono state caratterizzate da pioggia e temporali, che ci hanno costretto a mettere in atto il “programma di riserva”), il divertimento è stato grande per tutti i 220 ragazzi iscritti. Un grazie va agli animatori e a coloro che, in qualche modo, hanno collaborato per la realizzazione di quest’avventura. Al prossimo anno… Comunità in cammino • dall’oratorio 36 Comunità in cammino • dall’oratorio Freedom Days I l Freedom è una proposta estiva che l’Oratorio fa ai ragazzi di prima e seconda superiore, che per i ragazzi di Coccaglio è oramai diventato un passaggio obbligatorio nel loro percorso di crescita. Durante questa esperienza è stato affrontato, anche con loro, il tema dell’“abitare”; in questo modo si sono confrontati sulle regole della civile convivenza, sugli obblighi e i doveri della co-abitazione, hanno potuto progettare la loro casa dei sogni e creare un Paese in miniatura che rispondesse ai loro bisogni. Oltre ai momenti di discussione e paragone non sono mancate le gite in cui abbiamo potuto esplorare, fino in fondo, il tema del Grest di quest’anno; siamo stati in piscina, al lago e al mare. Momenti in cui i ragazzi hanno potuto conoscersi meglio e conoscere anche noi animatori, comprendere le loro abilità e i loro limiti grazie alla convivenza, seppur breve, con persone diverse dai propri familiari. Sempre ben accetta è la gita di due giorni, che quest’anno si è svolta presso l’Oratorio di Iseo, raggiunto dopo una lunga biciclettata, ovviamente con imprevisti e ruote forate! Altra gita che i ragazzi amano è quella al Parco Acquatico “Caneva Movieland”; tuttavia devo dire che quest’anno la sorpresa più grande è stata la gita al mare, un’esperienza diversa dal solito in cui i ragazzi hanno potuto aprirsi e grazie alla quale noi animatori abbiamo potuto conoscerli al meglio. Immancabile è anche la gara di cucina - che di solito piace più agli animatori, poiché sono gli assaggiatori ufficiali – e la gita sul Monte Orfano, quest’anno brevissima a causa del maltempo. Oltre a tutto ciò non sono mancati i momenti di gio- co, a cui i ragazzi non rinuncerebbero mai, soprattutto se si tratta dei giochi d’acqua. Potremmo andare avanti ancora molto a raccontarvi come abbiamo passato queste tre settimane, ma non tutto può essere raccontato (genitori, non preoccupatevi!); il resto è stato vissuto direttamente dai ragazzi ed è bello che ognuno possa raccontarlo a modo suo, sottolineando dei particolari piuttosto che altri, che ognuno racconti le sue emozioni e i suoi desideri, che ognuno abbia dei ricordi diversi dagli altri. Grazie ragazzi per questa esperienza, vi possiamo assicurare che ognuno di voi ha lasciato una traccia indelebile nei nostri cuori e speriamo di aver lasciato un bel ricordo nei vostri. Valentina, Erica, Stefano e Davide. 37 Comunità in cammino • dall’oratorio 38 Comunità in cammino • dall’oratorio CAMPO ESTIVO A MALONNO 2014 Gli Animatori: Giacomo, Ilaria, Paola, Alessandro, Paolo Z., Andrea, Erica, Paolo R., Mattia, Damiano, Tiziana e Paolo M. S e si dovesse riassumere il campo estivo per i ragazzi delle medie a Malonno con una sola parola, si dovrebbe utilizzare “Pioggia”. Il tempo inclemente ci ha accompagnati lungo tutta la settimana, dal 20 al 27 luglio e non ci ha dato quasi mai tregua (salvo qualche mattina). E’ stato il campo degli imprevisti, che ci hanno costretti a cambiare i piani all’ultimo minuto e improvvisare con successo! Sulla scia dei Mondiali di calcio, il tema di quest’anno è stato “abitare il mondo”, introdotto grazie al film del blasonato Miyazaki “Arrietty - il mondo segreto sotto il pavimento”: essere, insomma, cosmopoliti, ossia sentirsi cittadini del pianeta Terra. Ogni giorno veniva presentato uno specifico continente attraverso celebrità/ monumenti e spezzoni di film: grazie a quest’ultimi, si introducevano i temi (hanno spaziato dalla felicità al razzismo) da trattare nell’attività, che era concentrata sul confronto e il dialogo. Rispetto all’anno scorso, la casa (è la canonica parrocchiale) offriva meno possibilità per lo svago e il tempo libero: l’unico ambiente grande era la sala-refettorio e all’esterno vi era solo un piccolo cortiletto, che è stato testimone di palloni caduti; tuttavia, a supplire questo “deficit”, vi era la posizione strategica, in quanto la canonica si trovava a 5 minuti dall’oratorio e a 15 minuti dal fiume Oglio. Noi animatori, che, nonostante qualche new entry, siamo pina; Pierino e soprattutto don Fabrizio, che ha trovato in noi “spalle destre” e che è stato per noi faro, guida. E’ stata un’esperienza densa di affetto, che si è rivelata più breve del previsto: “Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio” diceva il poeta Montale in una celebre poesia, ma speriamo che questo tipo di percorso possa durare nel tempo e possa ripetersi nel futuro. Ci si vede l’anno prossimo! ormai un gruppo consolidato, abbiamo cercato di rinnovare questa tradizionale esperienza attraverso nuovi giochi, animando così le grigie giornate e le serate: tra questi, un gioco ispirato al “Signore degli anelli”, “Cita! La banana”, “In contemporanea” e “Mbube Mbube”… Siamo concordi nel dire che i ragazzi si siano comportati veramente bene, anche se ci hanno fatto penare (soprattutto la prima sera). Speriamo di essere stati all’altezza dell’incarico e modelli, disponibili e presenti: la stanchezza e lo stress si sono fatti sentire e per qualcuno il caffè è diventato il migliore amico, l’ancora di salvezza. Tante sono le persone da ringraziare: i ragazzi e le relative famiglie, che hanno confidato in noi ancora una volta; le cuoche Carmen, Elena e Giusep- 39 La Voce della Cucina ... anche quest'anno il campo è finito, ma già un po' ci manca. Ci manca la fatica, le risate e quella fatidica domanda : "Cosa c'è oggi da mangiare?". Ci mancherà Pierino con le sue piccole manie ed i bravi animatori che ci hanno aiutato. Mai mi sarei aspettata che questa esperienza mi potesse dare tanto, per me che è la prima volta. Noi novelline ringraziamo la veterana del Gruppo per i suoi attenti rimproveri e la perfetta organizzazione e per la sua risata contagiosa. Tutte le cuoche ringraziano don Fabrizio, per la serenità che ci ha regalato in quella settimana, e speriamo di averne data un po' anche Noi a chi la richiedeva. Confidiamo che questa esperienza sia solo la prima di una lunga serie. Per ora... E Comunità in cammino • dall’oratorio 40 Comunità in cammino • dall’oratorio Offerte per la gestione ordinaria dell’Oratorio (maggio - luglio 2014) 04/05 Scout Montorfano 1 06/05N.N. 07/05 Gruppo Yoga* 07/05 Compleanno * 12/05 Genitori Nazareth 16/05N.N. 21/05 Utile pranzo per Sacramenti 22/05 Bando Penso Giovane * 23/05Parrocchia 24/05 Compleanno * 27/05N.N. 01/06 Utile vendita ravioli dolci 02/06 Scout Montorfano 1 02/06 Compleanno * 02/06 N.N. * 05/06 Bando Penso Giovane * 06/06 Associazione In Volo 06/06 Il Veliero € 100,00 € 20,00 € 200,00 € 30,00 € 120,00 € 30,00 € 1.100,61 € 80,00 € 30,00 € 25,00 € 10,00 € 840,63 € 20,00 € 30,00 € 50,00 € 60,00 € 200,00 € 100,00 € 10,00 08/06 Scout Montorfano 1 09/06 Piccola Ribalta € 500,00 10/06 Gruppo Rosario degli Alpini € 80,00 14/06N.N. € 50,00 15/06 Gruppo Cafarnao € 83,00 22/06 Per acquisto porta caramelle al bar€ 150,00 22/06 Utilizzo salone € 50,00 25/06 Condominio Margheriti (assemb.) € 30,00 25/06N.N. € 15,00 06/07 Per un’aula del Focolare € 50,00 14/07 Utilizzo salone e cucina € 200,00 Totale Utile della Festa dell’Oratorio: € 4.264,24 € 7.958,01 Grazie di cuore a tutti! (*: attività svolte presso l’Oratorio Maria Tonelli) 41 Comunità in cammino • dall’oratorio ICFR: calendario degli appuntamenti anno introduttivo destinati, la Domenica dalle 15.30 alle 17.30, nel Focolare o in altra sede all’occorrenza indicata; in tali occasioni, gli incontri dei fanciulli hanno luogo in contemporanea a quelli dei genitori (è l’esperienza del “pomeriggio educativo”). Durante questo primo anno il cammino prevede e richiede la PARTECIPAZIONE DEI GENITORI. I fanciulli, comunque, vivranno un cammino parallelo di pre-evangelizzazione e socializzazione. Occorre fare il possibile affinché partecipino entrambi i genitori. la loro presenza è richiesta a TUTTI gli incontri del percorso. Gli incontri destinati ai genitori sono essenziali per il cammino di fede dei figli e, quindi, è richiesta la partecipazione, alla quale sono tenuti tutti. Per eventuali - e reali - difficoltà è necessario un confronto GRUPPO “BETLEMME” - I anno del Cammino GRUPPO “NAZARETH” - II anno del Cammino di Iniziazione Cristiana Calendario degli incontri dei genitori (e fanciulli) Incontri dei fanciulli di Iniziazione Cristiana OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: la Domenica dalle ore 15.30 alle 17.30 nel Focolare: - 12 OTTOBRE - 9 NOVEMBRE - 14 dicembre - 11 GENNAIO - 22 FEBBRAIO - 22 MARZO - 19 APRILE Domenica 12 -19 (15.30 -17.30) -26 Domenica 9 - 16 - 30 (15.30 -17.30) Domenica 7 - 14 - 21 Domenica 11 - 18 Domenica 1 (15.30 -17.30) - 8 - 22 Domenica 1- 8 - 22 - 29 (15.30 -17.30) Domenica 12 - 19 - 26 Domenica 3 - 17 - 24 - 31 Domenica 7 Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30) Domenica 19 ottobre - 30 novembre I febbraio - 29 marzo I primi tre incontri hanno luogo nell’oratorio “Maria Tonelli”, il quarto nel “Focolare” Consegna del “mandato” ai genitori: Tappa del Cammino di IC: Memoria del Battesimo da fissare nella Messa delle 10.30 in una Domenica verso la conclusione dell’anno catechistico Domenica 19 aprile ore 15.30 diretto con i sacerdoti e/o i catechisti, allo scopo di evitare le spiacevoli incomprensioni che nascono da scelte assunte unilateralmente, dando per scontato che gli altri soggetti interessati debbano essere d’accordo. anni successivi: premesse D opo l’esperienza vissuta nell’anno di “Betlemme”, caratterizzata principalmente dal coinvolgimento dei genitori, i fanciulli avviano o continuano il loro cammino di Iniziazione alla fede cristiana. Gli incontri dei diversi gruppi si svolgeranno la Domenica dalle 14.30 alle 15.30 presso l’Oratorio di via Cavour o nel Focolare (i quattro incontri che hanno luogo in contemporanea con i genitori, si tengono dalle 15.30 alle 17.30). L’orario dei ritiri verrà indicato di volta in volta. Le Domeniche in cui non ha luogo l’incontro di catechesi non sono giornate “vuote”, prive di significato educativo: hanno lo scopo di favorire ai fanciulli l’esperienza della giornata vissuta interamente con la famiglia, piccola Chiesa, comunità domestica di credenti. è essenziale, perciò, che anche al centro di queste Domeniche vi sia la partecipazione all’Eucaristia, qui o nei luoghi in cui ci si reca. I genitori sono chiamati ad accompagnarsi al cammino dei figli. Sono stimolati a questo dai quattro incontri loro 42 Comunità in cammino • dall’oratorio GRUPPO “EMMAUS” - V anno del GRUPPO “CAFARNAO” - III anno del Cammino di Cammino di Iniziazione Cristiana Iniziazione Cristiana Incontri dei fanciulli Incontri dei fanciulli OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: Domenica 12 -19 -26 (15.30 -17.30) Domenica 9 - 16 - 30 Domenica 7 - 14 - 21 (15.30 -17.30) Domenica 11 - 18 Domenica 1 - 8 (15.30 -17.30) - 22 Domenica 1- 8 - 15 (15.30 -17.30) - 29 Domenica 12 - 19 - 26 Domenica 3 - 17 - 24 - 31 Domenica 7 Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30) Domenica 26 ottobre - 21 dicembre 8 febbraio - 15 marzo Il primo, il secondo e quarto incontro nel “Focolare”, il terzo nell’oratorio “Maria Tonelli” Domenica 12 -19 - 26 Domenica 9 (15.30 -17.30) - 16 - 30 Domenica 7 - 14 - 21 Domenica 11 - 18 (15.30 -17.30) Domenica 1 - 8 - 22 (15.30 -17.30) Domenica 1- 8 - 22 (15.30 -17.30) - 29 Domenica 12 - 19 - 26 Domenica 3 (15.30 -17.30) -17-24-31 Domenica 7 Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30) Domenica 9 novembre (incontro prel.) 18 gennaio - 22 febbraio 22 marzo - 3 maggio Gli incontri hanno luogo nell’oratorio “Maria Tonelli”, eccettuato l’ultimo, nel “Focolare” Tappe del Cammino di IC Tappe del Cammino di IC Traditio del Padre nostro e Prima Confessione rispettivamente Domenica 16 novembre nella Messa festiva della vigilia (18.00) e il 15 marzo (pomeriggio) o in altre date che si rivelassero più opportune Cresima e Piena Partecipazione alla Mensa Eucaristica: una Domenica in primavera o in autun- GRUPPO GRUPPO “ANTIOCHIA” - VI anno del no Cammino di Iniziazione Cristiana Anno della mistagogia “Gerusalemme” - IV anno del Cammino di Iniziazione Cristiana Incontri dei fanciulli Incontri dei fanciulli OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: Domenica 5 - 12 (15.30 -17.30) -26 Domenica 9 - 16 (15.30 -17.30) - 30 Domenica 7 - 14 (15.30 -17.30) - 21 Domenica 11 - 18 (15.30 -17.30) Domenica 1 - 8 - 22 Domenica 1- 8 - 15 - 29 Domenica 12 - 19 - 26 Domenica 3 - 17 - 24 - 31 Domenica 7 Domenica 12 -19 (15.30 -17.30) -26 Domenica 9 - 16 - 30 (15.30 -17.30) Domenica 7 - 14 - 21 Domenica 11 - 18 Domenica 1 (15.30 -17.30) - 8 - 22 Domenica 1(15.30 -17.30) - 8 - 22 - 29 Domenica 12 - 19 - 26 Domenica 3 - 17 - 24 - 31 Domenica 7 Incontri dei genitori Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30) Domenica 19 ottobre -30 novembre I febbraio - I marzo ore 15.30 – 17.30 nel “Focolare” Domenica 12 ottobre - 16 novembre 14 dicembre - 18 gennaio Il primo e il terzo incontro nell’Oratorio “Maria Tonelli”, il secondo e il quarto nel “Focolare” Celebrazione del Cammino di IC Rendimento di grazie per il dono della Cresima e della Piena Partecipazione alla Mensa Eucaristica Tappe del Cammino di IC Ammissione tra i candidati alla Cresima e all’Eucaristia: in data da determinare, nella tarda primavera o nel primo venerdì 3 ottobre, alle 20.30, in chiesa autunno 43 Comunità in cammino • dall’oratorio Calendario dei ritiri Gruppi dei Preadolescenti Per tutti i gruppi dei fanciulli e dei ragazzi, questi appuntamenti coincidono con una delle Domeniche già indicate per l’incontro di catechesi. Gli orari saranno indicati di volta in volta. I ritiri degli adulti hanno luogo di mercoledì o giovedì, scegliendo tra le 14.30 e le 20.00 1 - Gruppo “Efeso” Incontri dei ragazzi: la Domenica, dalle 17.30 alle 18.30, nel Focolare, secondo le date sotto indicate; 2 - GRUPPO “TESSALONICA” Incontri dei ragazzi la Domenica, dalle 17.30 alle 18.30, nel Focolare, secondo queste date OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: Domenica 12 -19 -26 Domenica 9 - 16 - 30 Domenica 7 - 14 - 21 Domenica 11 - 18 Domenica 1 - 8 - 22 Domenica 1- 8 - 22 - 29 Domenica 12 - 19 - 26 Domenica 3 - 17 - 24 - 31 Domenica 7 Ritiro I - in prossimità a Natale/Epifania Gruppo “Cafarnao”: Domenica 9 novembre Gruppo “Gerusalemme”: Domenica 30 novembre Gruppo “Emmaus”: Domenica 30 novembre Gruppo “Antiochia”: Domenica 14 dicembre Gruppo “Efeso”: Domenica 14 dicembre Gruppo “Tessalonica”: Domenica 14 dicembre adolescenti e giovani da concordare adulti mercoledì 17 dicembre Ritiro II - in vista della Pasqua Gruppo “Nazareth”: Domenica 8 marzo Gruppo “Cafarnao”: Domenica 15 marzo Gruppo “Gerusalemme”: Domenica I marzo Gruppo “Emmaus”: Domenica I marzo Gruppo “Antiochia” Domenica 22 marzo Gruppo “Efeso”: Domenica 22 marzo Gruppo “Tessalonica”: Domenica 22 marzo adolescenti e giovani da concordare adulti giovedì 26 marzo Incontri per i genitori (Efeso e Tessalonica insieme) la Domenica, alle 14.20, nel Focolare. Domenica 26 ottobre Domenica 21 dicembre Domenica 8 febbraio Domenica 22 marzo Ritiro III - in vista della Ascensione/Pentecoste Gruppo “Cafarnao”: Domenica 19 aprile Gruppo “Gerusalemme”: Domenica 19 aprile Gruppo “Emmaus”: Domenica 3 maggio Gruppo “Antiochia” Domenica 26 aprile Gruppo “Efeso”: Domenica 26 aprile Gruppo “Tessalonica”: Domenica 26 aprile adolescenti e giovani da concordare adulti giovedì 21 maggio Adolescenti e Giovani Primo anno Gruppo “FILIPPI” Secondo anno Gruppo “CORINTO Terzo anno GRUPPO “ATENE” QUARTO ANNO Gruppo Giovani Gli incontri hanno luogo normalmente nel Focolare, in una sera della settimana che ciascun educatore concorda con il proprio gruppo. 44 Comunità aperta Paolo VI ed il desiderio di Carità: la Populorum progressio ( di G. Pedrali ) D opo la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II è in arrivo la beatificazione di Paolo VI. L’apertura della causa di beatificazione di Paolo VI risale al maggio 1993. Il miracolo di Paolo VI ha l’identità di un tredicenne americano. Quando avvenne, lui non era ancora nato e a sua madre, al 5° mese di una gravidanza complicata, dissero che sarebbe morto poco dopo la nascita o sarebbe vissuto con gravi malformazioni. La donna rifiutò l’ipotesi dell’aborto e, su suggerimento di una suora, chiese l’intercessione di Montini. La situazione migliorò rapidamente e il bambino nacque in buone condizioni. È per questo motivo che desidero, in questa pagina dedicata alla Caritas parrocchiale, offrire a tutti un breve articolo sul pensiero del Beato Paolo VI sulla Carità e l’Uguaglianza. L o sviluppo dei popoli, in modo tutto particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell'ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della Chiesa. Se un fratello o una sorella sono nudi, dice san Giacomo, se mancano del sostentamento quotidiano, e uno di voi dice loro: "Andate in pace, riscaldatevi, sfamatevi", senza dar loro quel che è necessario al loro corpo, a che servirebbe?» (Gc 2, 1516). Oggi, nessuno lo può ignorare: sopra interi continenti, innumerevoli sono gli uomini e le donne tormentati dalla fame, innumerevoli i bambini sottonutriti, al punto che molti di loro muoiono in tenera età, che la crescita fisica e lo sviluppo mentale di parecchi altri ne restano compromessi, che regioni intere sono per questo condannate al più cupo avvilimento. Parole di Paolo VI • La proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bi- 45 Comunità aperta • • • • • • sogno, quando gli altri mancano del necessario. Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero. I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza. La Chiesa trasale davanti a questo grido d'angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello. L'avarizia delle persone, delle famiglie e delle nazioni può contagiare i meno abbienti come i più ricchi, e suscitare negli uni e negli altri un materialismo che soffoca lo spirito. La ricerca esclusiva dell'avere diventa [...] un ostacolo alla crescita dell'essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni, come per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale. La fame può diventare una forza sovversiva di conseguenze incalcolabili. La sofferenza dei poveri è nostra! E vogliamo sperare che questa nostra simpatia sia di per sé stessa capace di suscitare quel nuovo amore che moltiplicherà, mediante un'economia provvida e nuova al suo servizio, i pani necessari per sfamare il mondo. • La pace, oggi, è più fondata sulla paura che sull'amicizia; è più difesa dal terrore di armi micidiali che dalla mutua alleanza e fiducia tra i popoli! E se la pace fosse, Dio non voglia, domani interrotta, la rovina dell'intera umanità è possibile. Come puoi contribuire alle spese per la ristrutturazione del Focolare 1 - Anzitutto, frequentandolo: ciò dà senso all’impegno che si sta affrontando. 2 - Offerta libera che può essere consegnata ai sacerdoti, al diacono o nel corso della raccolta “pro opere parrocchiali” e “pro Oratorio”, normalmente la prima e la seconda Domenica di ogni mese e in altre particolari occasioni, di volta in volta indicate 3 - Offerta libera tramite versamento o bonifico, detraibile ai fini dell’Irpef, sul CC n. 2085X87, presso la Banca Popolare di Sondrio - ag. di Coccaglio; ABI 05696 - CAB 54360 - CIN X, intestato a “Il Focolare A.P.S. ONLUS”. Per il bonifico è necessario il codice IBAN: IT87 X056 9654 3600 0000 2085 X87 4 - Impegno morale o scritto a versare una quota fissa periodica, in occasione della giornata mensile “pro Oratorio” o direttamente ai sacerdoti o al diacono 5 - Prestiti gratuiti (senza interesse) 6 - Contribuire alla ristrutturazione dell’Oratorio può essere un modo alternativo per partecipare alle gioie o ai lutti di parenti o amici 7 - Oltre all’8 per mille secondo le possibilità indicate sul modulo per la dichiarazione dei redditi, è possibile destinare a enti specifici il 5 per mille. È possibile attuare questa opzione indicando nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi il CF n. 91018070176 dell’associazione “Il Focolare A.P.S. onlus” 46 Comunità aperta La 40ma Marcia della solidarietà “Vita per la Vita” RIEVOCAZIONE STORICA DELLA PRIMA EDIZIONE “NOI CORRIAMO PER LA VITA, LA PACE, LA SOLIDARIETÀ E LA CIVILTÀ DELL’AMORE SENZA FRONTIERE” Coccaglio (Bs) – Roma - Piazza San Pietro (Città del Vaticano) - Albano Laziale (Rm) - 5/13 Agosto 2014 D opo la Santa Messa concelebrata dal parroco don Giovanni e da don Mario Pelizzari, partecipante alla prima edizione della “Marcia” del 1975, alla presenza del Sindaco, dei rappresentanti regionali, provinciali e locali dell’AVIS e dell’AIDO, da molti labari dei gruppi AIDO, accompagnata dai vespisti del neonato ”Vespa Club” di Coccaglio e la suggestiva cerimonia dell’accensione del “Tripode”, in perfetto orario, martedì 5 agosto alle ore 9.30, salutata da molti Coccagliesi, la “Fiaccola” è partita in direzione di Roma per l’ultima edizione della “Marcia della Solidarietà Vita per la Vita”, che in quarant’anni ha percorso oltre 80.000 km in giro per il mondo promuovendo valori e principi di grande spessore cristiano e civile come la solidarietà senza frontiere, la civiltà dell’amore, la donazione, anonima e gratuita, del sangue, degli organi dei tessuti e delle cellule. L’accoglienza riservata ai 47 partecipanti che hanno portato la “Fiaccola” lungo lo stesso percorso della prima edizione, è stata eccezionale. Le emozioni e gli incontri con le autorità civili e religiose, con le gente e le associazioni di volontariato, sono stati ovunque numerosi e partecipati. Ricordarli tutti è impossibile. Ogni giorno, ogni partenza e ogni arrivo, ogni passaggio, hanno avuto uno propria storia. Ricordiamo e ricorderemo per sempre alcuni momenti che ci hanno riportato in dietro nel tempo, come; a - l’accensione della “Fiaccola” da parte di Papa Francesco in piazza S. Pietro il 25 giugno; b - il ricordo al cimitero con gli amici che erano con noi nel 1975 e che ci hanno lasciato; c- la partenza dal sagrato della nostra parrocchia alla stessa ora e con tanta gente, come nel 1975, a condividere con noi l’iniziativa; d - l’incontro con molte persone che hanno avuto la fortuna di essere trapiantate di un organo o che hanno ricevuto il sangue. In particolare ricordiamo l’arrivo a Castelvetro Piacentino dove la “Fiaccola” è arrivata ed ha acceso il “Tripode” portata da un giovane sportivo locale, che ha donato il proprio midollo a mamma ALBA presente con il papà CRISTIANO ad applaudire quel figlio che con 47 tanto amore e l’aiuto dei suoi 5 fratelli, gli ha ridato la vita; e- l’incontro con moltissimi Parroci in particolare con quello di Livorno che con i nostri “Tedofori” ha corso e portato egli stesso la “Fiaccola” per molti chilometri e on il parroco di Caspoggio (MS), che ha accolto l’arrivo della “Fiaccola” verso mezzogiorno, al suono delle campane in festa; f - gli sbandieratori di Filattiera e di Gavorrano, i musicisti e i cantanti di Castagneto Carducci, di Ladispoli, ecc. Comunità aperta Prima di concludere ci piace evidenziare che il progetto di comunicazione/informazione affidatoci dalle Associazioni Nazionali che hanno patrocinato la Marcia, grazie al lodevole impegno di tutti i partecipanti è stato compiutamente realizzato. L’unico rammarico è stata la scarsa adesione dei giovani, nonostante per loro la partecipazione fosse completamente gratuita. In molti ci chiedono perché terminiamo questa nostra esperienza. Come tutte le cose hanno un inizio e una fine, così anche quest’esperienza. È certo che il nostro impegno non terminerà. Faremo qualcosa di diverso e meno impegnativo. Ci stiamo lavorando. Ora godiamoci la bellissi- g - l’incontro con molti amici che nel passato hanno partecipato alla Marcia e hanno voluto venirci a salutare; h - l’incontro ad Albano Laziale con la famiglia dell’amico Enrico Cecchinelli presidente storico di quella sezione Avis e partecipante per alcuni anni alla marcia; l - l’accensione prima e lo spegnimento poi del “Tripode “ e della “Fiaccola” ad Albano Laziale, portata da due “Tedofori”, uno con la maglietta della prima edizione e uno con quella dell’ultima. Per chi ha partecipato a tutte o a moltissime edizioni della marcia è stato veramente una emozione fortissima e indimenticabile. ma esperienza dell’ultima edizione. Del passato, sul quale costruiremo il nostro futuro, parleremo in un’altra occasione. 48 Comunità aperta “Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città” Messaggio per la 9ª Giornata per la custodia del creato (1° settembre 2014) Ridenti pascoli ai piedi del monte Alben, semicoperto dalle nuvole, al passo di Zambla, tra val Seriana e val Brembana “Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono ” (Os 4, 2-3). S embra scritta per i nostri tempi questa tremenda pagina di Osea. Raccoglie tante nostre dolorose analisi e ben descrive lo smarrimento che vivono molti territori inquinati in Italia e nel mondo. Se infatti viene spezzata l’armonia creata dall’alleanza con Dio, si spezza anche l’armonia con la terra che langue, si diventa nemici versando sangue su sangue e il nostro cuore si chiude in paura reciproca, con falsità e violenza. L’alleanza resta così la categoria fondamentale della nostra fede, come ci insegna tutto il cammino della Bibbia: la fedeltà a Dio garantisce la reciproca fraternità e si fa ancora più dolce la bellezza del creato, in luminosa armonia con tutti gli esseri viventi. È quel giardino in cui Dio ha collocato l’uomo, fin dall’inizio, perché lo custodisse e lo lavorasse. Scrive papa Francesco: “Come esseri umani, non siamo meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha tanto strettamente uniti al mondo che ci circonda che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni” (Evangelii gaudium 215). Il giardino violato In particolare, oggi possiamo rilevare alcune aree critiche dove il degrado è particolarmente evidente, dove questa rottura dell’alleanza primitiva diventa devastante. Anzi, spesso il degrado esterno manifesta la corruzione interiore del cuore e dei valori fondativi della vita. In primo luogo, viviamo con terrore l’inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più pervasivo. Non sempre le attività produttive sono condotte con il dovuto rispetto del territorio circostante. La sete del profitto, infatti, spinge a violare tale armonia, fino alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni. Con situazioni estreme, che diventano purtroppo fonte di tumori. Non sempre ci accorgiamo subito di questa violenza contro il territorio. Anzi, spesso è mi49 stificata ed altre volte viene addirittura giustificata. Di fatto, la consapevolezza davanti a questi comportamenti criminali richiede tempi lunghi. Matura sempre lentamente, spesso solo tramite la dedizione, eroica, di chi, facendo il proprio lavoro con serietà, è come se si immolasse per creare tra la gente una adeguata coscienza della gravità del problema. Pure molto gravi sono le conseguenze disastrose determinate da eventi meteorologici estremi. In questi ultimimesi, per le inattese bombe d’acqua, si registrano anche morti, oltre a distruzioni immani di case, fabbriche e strade. Tutto un territorio è messo in ginocchio. E spesso le città colpite restano sole o avvolte da una solidarietà solo emotiva, superficiale. La cosa più grave è la carente consapevolezza da parte della comunità civile nazionale circa le vere cause che a monte determinano questi tristi eventi! Restiamo sì addolorati, ma poco riflettiamo ed ancor meno siamo disposti a cambiare, per mettere in discussione il nostro stile di vita! Un terzo fattore di gravità è rappresentato dalla mancanza di una vera cultura preventiva davanti ai tanti disastri sociali e meteorologici. È l’aspetto culturale del problema, di certo l’aspetto più preoccupante, perché completa il quadro globale della violazione del giardino di Dio: “Siamo infatti tutti chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo” (Evangelii gaudium 215). Impegni conseguenti Oggi, la coscienza ecologica è in consolante crescita, ovunque. Anche con dolorose contrapposizioni tra ambiente e lavoro. Specie nelle città industriali. Certo, proprio questa accresciuta consapevolezza del dono ricevuto da Dio ci spinge a garantire un ambiente sosteni- Comunità aperta bile, per noi e per i nostri figli, nella gioia di godere della bellezza del giardino. Con una parola chiave: custodire. Il papa ci ha incoraggiati, fin da subito. Nella sua omelia del 19 marzo 2013, data d’inizio del suo ministero petrino, ci ha esortato: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani perché ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”. Per questo, anche in vista del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015 attorno al nuovo umanesimo basato su Cristo, ci permettiamo di suggerire alle nostre Chiese italiane questi impegni conseguenti: la coscienza di un impegno culturale; la denuncia davanti ai disastri; la rete di speranza nel futuro. 1 . La priorità dell’impegno culturale. La custodia della terra ci chiede di amarla, vigilando con matura consapevolezza. La terra ci appartiene. Tutti siamo chiamati a questo compito che si fa premura già nelle scuole accrescendo la coscienza ecologica viva tra i giovani. Si tratta di concretizzare quella “conversione ecologica” che ci porta a ritrovare il gusto per la bellezza della terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie. Ma da qui, anche la capacità critica per cogliere le ingiustizie presenti in un modello di sviluppo che non rispetta l’ambiente. Abbiamo cioè bisogno di un’economia capace di generare lavoro senza violare la terra, valorizzandola piuttosto come ricchezza produttiva e come crescita sociale. Si pensi alla interconnessione tra rispetto dell’ambiente, agricoltura, turismo e benessere sociale. Solo insieme si cresce. Solo insieme saremo competitivi, proprio perché rispettosi della tipicità con cui Dio ha costruito l’armonia dei colori, delle lingue, delle culture e dei volti. La catechesi può lavorare molto nel cuore dei ragazzi portandoli alla bellezza della preghiera in una liturgia armoniosa con il creato, nella gioia del rendere grazie e benedire il Signore, già in famiglia, davanti alla tavola preparata. Del resto arte e catechesi sono sempre state in stretta alleanza con la liturgia per quel gusto della bellezza che diventa la prima coscienza contro ogni inquinamento e quell’energia vitale che ci permette di ricostruire i territori violati dai disastri ambientali. 2 . La denuncia davanti ai disastri ecologici. Ma la custodia del creato è fatta anche di una chiara denuncia nei confronti di chi viola quest’armonia del creato. È una denuncia che spesso parte da persone che si fanno sentinelle dell’intero territorio, talvolta pagando di persona. Siamo loro profondamente grati, perché ci hanno insegnato un metodo: ci vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi e rende consapevole tutta la comunità della gravità della situazione. Specie davanti ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto. In particolare va bloc- cata la criminalità che ha speculato sui rifiuti, seppellendoli e creando occasione di morte, distruggendo la salubrità dell’ambiente. Ma anche le nostre piccole violazioni quotidiane vanno segnalate, quando siamo poco rispettosi delle regole ecologiche.. 3 . La rete di speranza. Siamo chiamati a fare rete lasciandoci coinvolgere in forme di collaborazione con la società civile e le istituzioni. Va maturata insieme una rinnovata etica civile. Per questo è preziosa la dimensione ecumenica con cui è vissuta la giornata della custodia del creato. È importante che nessuno resti spettatore, ma tutti attori, vigilando con amore, pregando intensamente lo Spirito di Dio, che rinnova la faccia della terra e accrescendo la cultura ecologica. Matureremo così una vera cultura preventiva, trovando la forza per riparare le ferite in modo fecondo. Solo così, tramite questa rete, potremo andare alle radici profonde dei disastri sociali ed ecologici, superando la superficiale emozione del momento. Tanti nostri stili di vita vanno cambiati, per assumere la sobrietà come risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato. Del resto, una terra custodita è la prima fonte di lavoro per i giovani! Siamo in un tempo di crescente consapevolezza ecologica. I giovani poi ne sono sentinelle vigili ed efficaci. Con loro e con lo sguardo negli occhi dei nostri bambini possiamo ancora sperare a spazi di armonia, di vita buona e di benedizione leggendo insieme un altro testo di Osea: “E avverrà in quel giorno – oracolo del Signore – io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra; la terra risponderà al grano, al vino nuovo e all’olio e questi risponderanno a Dio”(Os 2, 23-24). Roma, 15 giugno 2014 Solennità della SS. Trinità COMMISSIONI EPISCOPALI PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE,PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO. 50 Comunità aperta ASSOCIAZIONI SOLIDALI per Padre Battista Omodei e Suor Clara Pagani S abato 29 marzo presso il Teatro dell’Oratorio Femminile, la Compagnia Teatrale la piccola Ribalta ha messo in scena Che fét che fói, ga èntra le röse di Maria Grazia Tosini. Il ricavato della serata è stato donato a Padre Omodei per la sua comunità a Legaspi (città che dista 500 Km da Manila nelle Filippine) dove opera in favore della nutrizione di bambini e il recupero di adulti con handicap neurologici e traumatici. Purtroppo Legaspi, che era stata risparmiata dal devastante tifone del novembre scorso, è stata investita in pieno, purtroppo, dal tifone dell’inizio di agosto. Per fortuna le strutture importanti hanno tenuto, ma ci sono stati comunque molti danni al centro Sagrada Famiglia. E la somma raccolta, grazie alla Piccola Ribalta, aiuterà Padre Battista a riorganizzare il suo Centro e cercare di riprendere una vita normale (di seguito la lettera di Padre Battista con la descrizione del tifone). non possono essere seguiti dalle famiglie. E’ difficile il cammino della Comunità rwandese verso la riconciliazione dopo il genocidio del Rwanda, uno dei più sanguinosi episodi della Storia del XX secolo. Da aprile a metà luglio del 1994, in circa 100 giorni vennero massacrate sistematicamente con armi da fuoco e machete, circa 1 milione di persone, prevalentemente di etnia Tutsi, ma non venne risparmiata una larga parte di Hutu moderati. Durante la serata ha portato il suo saluto anche Padre Giovanni Magoni in partenza il giorno dopo per il Brasile, dopo un brevissimo periodo di riposo in Italia. Suor Clara è ritornata in Rwanda l’8 settembre, in un momento ancora una volta difficile per l’Africa per l’infezione ebola che ha già creato molte vittime e che crea ancora molta paura e sgomento. G Sr Clara, appena giunta così ci ha scritto: Carissimo d. Giovanni e parrocchiani un grazie di cuore per l'accoglienza e per la generosissima offerta grazie anche da parte dei ragazzi del centro INTIGANDA. Sono ben arrivata in Rwanda, il viaggio Ë andato bene alle ore 22 ero già a casa a Butare. L'indomani ho avuto una bella accoglienza da parte dei ragazzi e degli educatori. Ho già ripreso il mio servizio a pieno ritmo. Un caro saluto a tutti. Con affetto. Sr. Clara razie invece a Giuseppe Lancini, agli amici della Musica, e ai familiari del compianto Enzo Franceschetti, si è potuta organizzare lunedì 16 giugno presso l’Auditorium San Giovanni Battista in Castello un bellissimo Concerto Lirico che ha visto la partecipazione di Giuseppe Lancini, e altri cantanti professionisti. Il concerto è stato dedicato a Suor Clara Pagani e al suo Centro dove accoglie bambini e ragazzi che Farmacie di turno – GUARDIA FARMACEUTICA Dal 15 settembre al 12 novembre 2014 La farmacia di Coccaglio, P.zza Marenzio 10, resta aperta anche il Giovedì. Primo Secondo COCCAGLIO Piaz. L. Marenzio 10 15– 16 Settembre 15 – 16 Ottobre CHIARI Piazza Moro 2 17 – 18 Settembre 17 – 18 Ottobre CHIARI Via Sala 2/1 19 – 20 Settembre 19– 20 Ottobre PALAZZOLO (6) V. Marconi 14 21 – 22 Settembre 21 – 22 Ottobre ROVATO Via C. Battisti 102/a 23 - 24 Settembre 23– 26 Ottobre CAZZAGO Via Duomo 51 25– 26 Settembre 25 – 26 Ottobre CHIARI Via Rivetti 31 27 - 28 Settembre 27 – 28 Ottobre COCCAGLIO Via E. Mattei 3 29 – 30 Settembre 29 – 30 Ottobre ROVATO Via Bonomelli 122 01 - 02 Ottobre 31 – 01 Ott. Nov. ERBUSCO Via Provinciale 21 03 - 04 Ottobre 02– 03 Novembre COLOGNE Piazza Garibaldi 8 05 - 06 Ottobre 04- 05 Novembre Via Garibaldi 6 07 – 08 Ottobre 06 – 07 Novembre CASTELCOVATI Via De Gasperi 74 09 - 10 Ottobre 08 – 09 Novembre CHIARI Via xxv Aprile 17 11 - 12 Ottobre 10 – 11 Novembre ROVATO Via Cavour 14 13 – 14 Ottobre 12 – 13 Novembre PALAZZOLO (15) 51 Comunità aperta Legazpi, 6 agosto 2014 C arissima, ricevo la tua e-mail il giorno della Trasfigurazione del Signore e dell'anniversario della morte del nostro papa Paolo VI. Grazie. Fa sempre piacere ricevere l'affetto degli amici. Sì, questa volta l’uragano è arrivato. Speravamo ma... sono state sette ore di vento e pioggia. Quando lo vivi è terribile, ma dopo pensi che altri ne hanno avuto di più forti e poi ce ne sono tanti che non sai più se dirlo, a chi dirlo e che fare. Dopo tutto siamo stati fortunati. Sette ore chiusi in casa, ascoltando il vento a 160 km all'ora, vetri che si rompono, finestre che sbattono anche le hai chiuse bene, acqua da buttar fuori dalla casa mentre ne arriva dell'altra, piante che scricchiolano e cadono. Però siamo tutti vivi e non abbiamo avuto grandi danni alle strutture. Il nostro ginnasio ha resistito egregiamente. È la prima volta che veniva messo alla prova da un tifone. Anche la scuola per disabili ha tenuto bene, così pure la fisioterapia, la nostra residenza e quella dei nostri ammalati in carrozzella. Ma tutto quello che c'era intorno lo ha distrutto: la piccola casetta che usavamo per alloggiare mamme e bambini che venivano da lontano per la fisioterapia è stata divelta completamente. Non era in muratura, ma era una buona costruzione. Altre costruzioni simili, tutte sono state danneggiate. Anche il nostro pollaio-scuola per i nostri disabili è stato completamente distrutto e poi sono venuti i ladri a finire quello che il vento non ha fatto. L'acqua è mancata e a tratti manca ancora. Meno male che avevamo appena finito il pozzo nuovo, ed è stato una fortuna. Poco a poco stiamo risistemando tutto. Non abbiamo ancora la corrente elettrica. Se tutto va bene l'avremo a metà settembre. Andiamo col generatore ma non più di 12 ore al giorno. Però, ripeto siamo stati fortunati. Abbiamo potuto pulire tutta la casa in breve tempo e riprendere le attività dopo due giorni di pulizia. È bello vedere la pazienza della gente. Sono già rassegnati ai due mesi senza corrente. Mentre ti scrivo sono le nove di sera ed è già tutto in silenzio e oscuro. Noi faremo funzionare il generatore fino alle dieci di sera e poi riprenderemo alle 8 domani mattina. Per il resto tutto bene. Il clima è buono. Non troppo caldo e non troppo freddo e nemmeno molta pioggia. La mia salute è buona. Per ora basta così. Grazie ancora della vicinanza. Buone vacanze se vai. Un ricordo al Signore. Saluti a tutti. Don Battista 52 Comunità aperta La Giornata Misisonaria Mondiale PERIFERIE CUORE DELLA MISSIONE (19 ottobre 2014) L a parola “periferie” ricorre frequentemente nel magistero di papa Francesco, che si è presentato come ”venuto dalla fine del mondo” e che ci spinge continuamente a “uscire”, a creare nelle comunità le condizioni per favorire l’”inclusione”. Lui stesso non poteva che richiamare tutta la Chiesa a raggiungere le “periferie esistenziali”: dimenticati, esclusi, stranieri, umanità insomma ai “margini” della nostra vita (ma possiamo considerarci “noi” centro?). Nel tema della prossima giornata missionaria mondiale è contenuta una duplice “provocazione” per le nostre Chiese locali: accogliere l’invito a uscire dal nostro modo di pensare e vivere, per essere Chiesa attratta dai “lontani della terra”, per riscoprire il “cuore” della missionarietà, che è la gioia sperimentata dal missionario mentre evangelizza, sapendo che annunciando Gesù, tutti sono arricchiti e resi testimoni della gioia del Vangelo (= lieta notizia). Soffermiamoci sul termine “periferia” per assimilare quale stile viene richiamato con questo tema: la periferia è il cuore della missione della Chiesa, è il cuore di ciò che vibra, ciò che raccoglie i desideri e le scelte dell’uomo, infatti chi pone il suo cuore nelle periferie è uno che esce continuamente dalle sue sicurezze e s’incammina verso l’altro che vive lontano da sé… Dio ci spinge a uscire da noi stessi per incontrare, nel volto dei fratelli, il suo stesso volto: “Ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Dio s’identifica coi miei fratelli… il cuore paterno di Dio vuole abitare tra gli ultimi… Andare / Uscire verso gli ultimi (poveri e peccatori) per i cristiani non vuol dire solo andare verso i fratelli e le sorelle, ma scoprire che Dio è già qui, Lui accanto all’umanità. Se le “periferie” sono il “luogo” dove si converte la Chiesa, andare verso le periferie (e abitarvi da poveri in mezzo ai poveri) significa far risuonare l’annuncio del Regno che libera dall’attaccamento disordinato nei confronti delle ricchezze… Nella settimana di formazione di Assisi, a fine agosto 2013, meditando il passo di Atti 3,4, è stato fatto notare che la guarigione dello storpio presso la porta del Tempio, è una immagine chiara del dinamismo che qui vogliamo illustrare: Gesù ordina all’uomo storpio: “Alzati, mettiti nel mezzo” (la periferia diventa il centro della scena, mentre Gesù si colloca in secondo piano); Gesù vuole che tutti guardino con benevolenza e con misericordia quell’uomo, perché in modo fraterno si comprenda che la malattia lo ha “spinto fuori”, lo ha costretto a vivere ai margini… Potrebbe sembrare 53 in controtendenza questo tema rispetto al titolo del prossimo Convegno Missionario Nazionale di Sacrofano: “Alzati e va’ a Ninive, la grande città”. In realtà il suggerimento è quello di vedere nella “grande città” e nella vita della “gente di Ninive” le periferie, o comunque un luogo di molteplici povertà materiali e spirituali, dove moltissimi uomini e donne “non sanno distinguere la destra dalla sinistra”. Al numero 127 dell’Evangelii Gaudium, papa Francesco scrive, parlando della predicazione (e Giona si è dimostrato profeta efficace verso quelli di Ninive): “C’è una forma di predicazione che compete a tutti noi come impegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai vicini quanto agli sconosciuti. E’ la predicazione informale che si può realizzare durante una conversazione ed è anche quella che attua un missionario quando visita una casa…” L ’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” (traducibile sia in “la gioia del vangelo” ma anche “la gioia di evangelizzare”) ci guiderà sicuramente neIl’itinerario di questi anni, ed i sussidi che vengono proposti da Missio, contribuiranno a sviluppare ciò che la preghiera preparata per la Giornata Missionaria Mondiale, contiene come enunciato: Il Signore ci aiuti a uscire dalle nostre certezze per incontrare chi sembra “lontano”; lo Spirito ci richiami a essere Luce del mondo alla periferia di ogni uomo, dove le tenebre impediscono ai nostri fratelli di essere pienamente uomini; il Padre ci renda misericordiosi e, commuovendoci per i fratelli più poveri, ci renda Dono per tutti. Cultura e notizie • Curiosando nello Scrigno La Chiesa del Cuore Immacolato di Maria di G. Pedrali P Dio, si fa strada fra le spine. Questo simbolo sta ad indicare il ruolo della Vergine Maria nella vita di ogni giorno. Nelle difficoltà ci si deve rivolgere a Lei quale madre nostra e di Dio. La gloria dello Spirito santo, presente sul presbiterio, ci riporta al giorno della Pentecoste quando, con Maria, gli Apostoli diedero vita alla Chiesa. Lo stesso richiamo lo troviamo nella volta della chiesa arcipretale. Bello è il simulacro dedicato a Mafoto 2 ria Nascente alla quale è consacra- oiché il nuovo bollettino uscirà in concomitanza dell’inizio dell’anno oratoriano, ho ritenuto bello dedicare questa pagina dell’arte alla scoperta del nostro Oratorio femminile - ancora chiamato da molti “dalle Madri”- in ricordo della preziosa testimonianza e del lungo lavoro operato dalle indimenticabili Madri Canossiane. E’ bello che la gente chiami ancora così quel luogo poiché questo denota l’affetto e l’amore che i coccagliesi hanno ancora oggi verso le Madri Canossiane. L 'oratorio femminile nacque nel 1868, molto tempo prima di quello maschile che invece venne aperto nei primi anni del Novecento. Tanti oratori femminili della nostra diocesi devono la loro nascita alle Congregazioni religiose. Anche a Coccaglio nel 1868, molto prima che esistesse un oratorio maschile, fu eretto l'oratorio femminile aperto alle ragazze del popolo per dare loro un'educazione religiosa, le basi di una professionalità domestica nel taglio e cucito e l'opportunità di un sereno svago. Il merito di questa iniziativa si deve a una donna della Compagnia di sant'Angela Merici, Maria Tonelli, che donò tutti i suoi beni per questo nobile scopo. Fu aiutata in questa pionieristica opera da altre Angeline come Polotti, Vigorelli e Rossi. Nel 1920, sotto la guida pastorale di mons. Dossena, l’educazione e la formazione delle fanciulle e ragazze venne affidato in modo ufficiale alle Figlie della Carità Canossiana nella persona delle rev.da madre Manenti – qui con madre Maina (foto1). Coccaglio divenne così sede primaria dell’Istituto Canossiano e diede molte delle sue figlie a questa congregazione di suore. Nel 1933 sotto la guida di don Francesco Rossi l'oratorio fu dotato di alcune aule di catechismo, inaugurate con una grandiosa festa popolare. Nel tempo si ridiede impulso alla scuola di canto e si rilanciò la Compagnia teatrale. La piccola, ma accogliente, foto 1 chiesa dell’oratorio femminile si presenta ad aula unica ed affrescata dal m° Rubagotti. E’ sobria e tutto parla della Vergine Maria. È dedicata a Dio e posta sotto la protezione del Cuore Immacolato di Maria. Il Cuore Immacolato di Maria è una devozione la cui memoria liturgica fu estesa a tutta la Chiesa da papa Pio XII nel 1944. La memoria, obbligatoria dal 2000, cade il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù, si tratta quindi di una celebrazione mobile. L'origine di tale culto può trovarsi nelle parole dell'evangelista Luca, dove il Cuore di Maria appare come uno scrigno che racchiude i più santi ricordi. Come si può vedere, tutto, in questo luogo di preghiera parla di Maria e del suo prezioso ruolo di mediatrice di grazie. L’unico affresco della volta (foto 3) mostra un giglio bianco che, illuminato dalla luce di foto 3 ta tutta la Comunità parrocchiale (foto 2). Particolare è la colonna dove poggia il Tabernacolo (foto 4) come possiamo notare è raffigurato il miracolo di Gesù dei cinque pani e dei due pesci. Vi è posta la scritta: <<prendete e mangiate questo è il mio pane>>. Sull’acro soglio, due angeli tengono un cartiglio con scritto: salve Regina mater misericordiae, richiamo forte al ruolo di Maria. foto 4 Inoltre sono poste anche delle statue (in gesso) legate alla pietà popolare ed alla devozione di Coccaglio verso di esse. Troviamo il sacro Cuore, san Giuseppe, sant’Angela Merici, sant’Agnese e san Rocco. 54 Cultura, sport, notizie 100 ANNI! Mons. Luigi Morstabilini Per Maria Comensoli ved. Fossati, decana del paese, il 16 agosto sono scoccate le 100 primavere. Originaria della val Camonica e lontana parente dell'omonima santa biennese, ha festeggiato la meta in buona salute e invidiabile lucidità circondata daifamiliari, dai responsabili e dal personale della Casa Albergo. Un film da vedere... MALEFICENT di Sara E se le streghe tanto temute, crudeli e malefiche così descritte delle fiabe non fossero realmente così? E se questo loro odio verso le altre creature fosse dovuto a un fortissimo dolore subito in passato??? E se il vero Amore tanto osannato e ricercato da tutti non fosse per forza tra la principessa prigioniera di un Malefico incantesimo e un bellissimo principe conosciuto per caso in un bosco, ma fosse un altro tipo di Amore??? E se fosse proprio questo “altro Amore” a liberare la principessa dall’incantesimo??? Beh… questa volta non vi anticipo niente di più… il mio consiglio è quello di sedersi comodi sul divano e prepararsi per un viaggio in un fantastico mondo incantato; tra fatine, elfi, creature magiche e stravaganti e con la curiosità di vedere una storia molto conosciuta da un altro punto di vista!!! Buona visioneee ;) 55 Cultura e notizie Numeri Telefonici d’immediata utilità MUNICIPIO . centralino - fax - Ufficio vigili - segreteria - Agente di servizio - Emergenze . Ufficio Anagrafe . Ufficio Tributi . Ufficio Ragioneria . Ufficio Servizi sociali . . Ufficio Tecnico . Servizi 24 su 24 Associazione Pensionati 030 7725711 030 7721800 030 7725702 030 7725724 335 7250663 335 7637031 030 7725704 030 7725707 030 7725709 030 7725716 030 7725731 335 7637031 030 7703666 Guardia medica – Rovato, via Lombardia 33/a zona stazione 030 7701921 Pronto soccorso di Chiari 030 711170 Soccorso stradale 116 Guardia di Finanza 117 Carabinieri 112 Soccorso pubblico di emergenza 113 Vigili del fuoco 115 Emergenza sanitaria 118 telefono azzurro 1.96.96 Guardia farmaceutica 800 297002 Ufficio invalidi 030 297002 Corpo Forestale delle Stato 1515 Prenotazioni Az.Osp.Chiari Visite dal lunedì al sabato 800 017446 www.comune di coccaglio.it 8-20. Visite con urgenza – bollino verde .fas.A dal lunedì al sabato ore: Scuola Materna 030 7721562 8,30 -16. Scuola Elementare 030 723730 Scuola Media 030 7721190 Esami radiografici dal lunedì al venerdì ore 8,30 - 16.00 Radio parrocchiale 030 2731444 Prestazioni libera Ferrovie 030 7703004 professione dal Poste Italiane 030 7721318 Lunedì al venerdì: Farmacia Tallarini 030 7701217 ore 8,30 – 13,30 Farmacia Comunale 030 7248650 Centralino Fondaz. Don Gnocchi Rovato 030 72451 Richiedei –Palazzolo 030 7303850 COGEME num. verde Coccaglio in rete Volontari del soccorso sede servizio diurno servizio notturno Dott. Paola Valzorio Dott. Antonio Bravi Dott. Emilio Bonfreschi Dott. Maria Battagliola 030 030 030 030 Ospedale di Iseo Stessi numeri di prenotazione dell’ospedale di Chiari tel. 030 98871 Centralino di Iseo 7241719 723716 7700720 7240121 56 800.638.638 n.ro verde 030 7102301 030 7102301 030 7102822 030 71021 030 7703929 030 7240348 030 7722815 Ospedale Mellini di Orzinuovi stessi numeri di prenotazione dell’ospedale Centralino di Orzinuovi di Chiari tel. 030 99441 Cultura e notizie Proèrbe e poesìe cüntade só nel nòst dialèt. Stórie e tradisiù dèla nòstra provìncia I detti del dialetto bresciano zione del vino richiede grande impegno da parte di tutti quelli che lavorano in cantina, perché le operazioni da fare sono tante e la sorveglianza del mosto che bolle nel tino deve essere attenta. SETTEMBRE Setèmber cala e söt el fa madurà ogni fröt Un settembre caldo e asciutto fa maturare ogni frutto. Così Sé per San Gal el sarà bröt , gh'è tré més de malandà dovrebbe essere il clima di settembre quando maturano gli Se per San Gallo -16 ottobre- non vi sarà stato bel tempo, per ultimi frutti dell'anno e in particolare l'uva che si arricchisce tre mesi andrà male. di zuccheri. Il caldo non deve essere però torrido e asciutto, né deve essere secco, come sottolineano i proverbi. NOVEMBRE Se a setèmber ta sentèt tunà, le bòte i-è de preparà Se a settembre senti tuonare, le botti puoi preparare. S'avvici- Quànd che te vegnerèt... di Licinia Valseriati na il momento della vendemmia, se settembre non promette d'essere un mese asciutto e soleggiato, è meglio preparare la Quànd che te vegnerèt...a porta i fiùr, per me, nel Camvendemmia in modo che l'uva non debba soffrire poi delle in- posanto, te racomande, fiöl, d'esser seré, sànsa dulur per temperie sulla pianta. Più genericamente si può pensare che è me, sènsa rimpianto. G'ho it, néla me vita töta quanta, necessario preparare con buon anticipo i vasi per la vendem- la grassia del Signur de véder e capì, d'esser capit, de iga mia, con l'acqua perché il legno rinvenga. In particolar modo èn cör che canta. E, po', te ‘l sèt che me so miga "lé": ‘so il tino •la brènta, la èsa- e la bigoncia -la soiöa- che per primi dènter nel tò cör, nel tò pènser, nel sang dèi fiöi. E möreró vengono usati. del töt apena quànd ghe sarà piö nel mond chi me völ bé. (Quando verrai a portare i fiorì, per me, al Camposanto, ti A setèmber l'ùa l'è madürà e ‘l fich el pènd raccomando, figliolo, di essere sereno, senza dolore per me, A settembre l'uva è matura e il fico pende. Settembre è il mese senza rimpianto. Ho avuto nell'intera mia vita, la grazia del dei frutti e della loro raccolta. Il proverbio ricorda l'uva che è Signore di vedere e capire, d'es¬sere capito, di avere un cuore matura e il fico che cornicia ad afflosciarsi per essere già ben che canta. E, poi, lo sai che io non sono "li": sono dentro nel maturo. tuo cuore, nel tuo pensiero, nel sangue dei figli. Morirò del tutto solo quando non ci sarà più nel mondo chi mi vuole bene). OTTOBRE STÓRIE A utùer el vi l'è 'ndè le bòte A ottobre il vino è nelle botti. Terminano in questo periodo le operazioni della ven¬demmia e il vino è nei tini e nelle botti, vasi in cui avviene la lavorazione e l'invecchia¬mento. I tini, come le botti, erano fatti di legno e le doghe sono gli elementi che venivano tenuti insieme da cerchioni di ferro. Ormai anche questo proverbio sopravvive al mondo in cui è nato. Le botti e i tini nelle cantine moderne sono per lo più di cemento e rivestiti internamente di vetro per eliminare tutti gli inconvenienti cui andava soggetto il vaso di legno: muffa, sapori, difficoltà di lavaggio. Anche le bigonce sono tutte di plastica e le botti di doghe di rovere si usano solo per un particolare invecchiamento. Dal libro “L’Africa che mi è rimasta nel cuore” di Tarcisio Benerecetti. Giorno 30 aprile 1989 – Domenica. – Cronaca parziale del primo viaggio in Zaire, ora Repubblica Democratica del Congo presso la missione di Kiliba retta da Don Tarcisio Moreschi di Malonno. Aveva piovuto per tutta la notte e alle prime luci dell’alba le condizioni atmosferiche non erano di certo migliorate. Dei violenti scrosci accompagnati da folate di vento imperversavano da un capo all’altro della vallata. Le nuvole erano compatte e minacciose e non lasciano intravede- A utùer vi e cantina da la séra a la matina A ottobre vino e cantina dalla sera alla mattina. La prepara57 Cultura e notizie re la ben che minima schiarita, nemmeno all’orizzonte, come succedeva di sovente in quelle località durante la stagione delle piogge. Quella mattina, alle sei in punto, Giovanni ed io scegliemmo di accompagnare don Franco a Sasira, un villaggio sperduto nel centro della savana, a circa trenta chilometri da Kiliba, dove il missionario avrebbe celebrato la Messa domenicale. Per colmare quelle distanze, da noi percorribili in poco meno di trenta minuti, in quel territorio, con delle strade spesso impraticabili, occorrevano delle ore e si correva pure il rischio di restare impantanati in qualche sperduta località. Ciò diventava ancora più tragico nel caso in cui l’inconveniente capitava in zone disabitate e dove non si trovava anima viva che potesse dare una mano per poterne uscire. “Guarda quel ponte!“ gridò Giovanni allarmato. A circa duecento metri da noi, verso il fondo della discesa, un vecchio ponte gettato sopra un torrente ingrossato dal nubifragio era paurosamente inclinato a monte. C’era effettivamente da preoccuparsi nel vedere come l’acqua batteva con forza su quei pilastri probabilmente lesionati. “Ah, quello lì? E’ tanto che si trova in quelle condizioni. Basta rallentare un poco”, disse don Franco. La riduzione della velocità valse solo a migliorare la tenuta del mezzo su quella strada piena d’acqua, ma non servì di certo a confortarci. “Non c’è pericolo che crolli? Sembra debba cadere proprio da un momento all’altro”, dissi a mia volta, “So persino cosa mi risponderesti se ti chiedessi il perché non lo riparano”. “Bravo! Cominci ad imparare. Te l’avevo detto come la pensano da queste parti”, ridacchiò don Franco. Ai bordi della carreggiata, a dispetto del diluvio, molte persone andavano imperterrite a piedi senza il ben che minimo riparo. Tra quelle, un bambino: lui, il più furbo, si riparava sotto una provvidenziale foglia di banano. La rassegnazione di questa gente era ammirevole: l’acqua, il caldo, le malattie, le privazioni e ad anche la morte, facevano parte della vita. Nessuno correva, nessuno si preoccupava. Il tempo e lo stress non esistevano in quel Paese. Attorno al fuoristrada, parcheggiato nel piazzale, c’era molta animazione. Sembrava ci fossimo dati l’appuntamento in tanti quella mattina. Il piccolo cassone, sul retro della cabina, era stato protetto da un telo impermeabile posato sopra ad una specie di gabbia metallica assicurata alle sponde. Solamente nell’affrontare il primo tratto del nostro percorso mi resi conto di com’eravamo carichi. Ad ogni curva e ad ogni buca parevano lamentarsi tutte le parti metalliche del veicolo. Osservai incuriosito don Franco seduto al posto di guida. “Ma, in quanti siamo qua sopra? Oltre a noi tre intendo”, dissi preoccupato. “Diverse donne. Non so quante. Due bambini e persino una capra. Una delle donne tiene tra le braccia il figlioletto morto ieri, avvolto in una coperta. Lo porta a Sange, per seppellirlo vicino ai morti della sua famiglia. Sange, si trova ancora sulla strada statale. Ci dovrebbe essere un grosso mercato stamattina, ma con questo tempo, chissà se lo faranno. In quel punto facciamo scendere le donne e prendiamo la stradina che attraversa tutta la savana”. “Non occorrono delle autorizzazioni da queste parti per trasportare un morto?“ chiese Giovanni. “Forse, ma chi lo viene a sapere? Le autorità hanno altro da pensare, in questi momenti”, rispose don Franco. Ad un terzo del percorso, l’acquazzone era diventato talmente violento da mettere in serie difficoltà persino don Franco, avvezzo ai nubifragi tropicali. Il fondo stradale era ormai diventato come il letto di un fiume ed era impossibile percepire dove si trovassero le buche più profonde disseminate in quel vecchio asfalto. Non erano delle semplici buche, ma delle larghe e piuttosto profonde cavità. Solamente chi conosceva bene le condizioni di quella strada era in grado di guidare sotto la pioggia senza correre il rischio di ribaltarsi. All’uscita dalla statale e prima di deviare in direzione di Sasira, sostammo a Sange. La pioggia non accennava a calmarsi. Le raffiche del vento spazzavano impetuose la piazza, segnata da innumerevoli rivoli d’acqua torbida che scendevano veloci verso la savana. “Con questo tempaccio hanno proprio deciso di non farlo il mercato”, affermò il missionario. Non c’era proprio anima viva in quel posto. La mamma con il figlioletto morto, altre tre donne e due bambini scesero a terra. La funerea comitiva scomparve rapida dietro le prime case ed il luogo si fece nuovamente deserto. L’automezzo ripartì poi verso il centro della piana per raggiungere la nostra meta, dove i missionari di Kiliba disponevano di una chiesetta ed alcune aule per l’insegnamento del catechismo e la frequenza delle scuole primarie. La celebrazione delle Messe festive e la somministrazione dei Sacramenti, da parte di almeno uno di loro, avvenivano solo nelle domeniche previste da un calendario che rispettava i turni di tanti altri villaggi sparsi nel vasto territorio della parrocchia. Più che in una pista sembrava di trovarci dentro al letto di un torrente. I colpi delle pietre schizzate via dalle ruote o affioranti dal terreno risuonavano secchi sul fondo dell’auto. Ad ogni cambio di direzione il fango 58 Cultura e notizie ci faceva slittare paurosamente in tutte le direzioni, col rischio di finire tra le pietre della savana. Abbandonata Sange si fecero sempre più rade anche le capanne. Con la pioggia battente in quel modo, e così a lungo, l’umidità risaliva velocemente lungo le pareti di fango di quegli abituri. Dalle soglie si affacciavano dei bambini spauriti e sporchi. All’interno della pianura, il territorio non più coltivato, diventava savana ricoperta di radi cespugli e da grandi euforbie dalle braccia spinose, protese verso l’alto a canna d’organo. Sulle loro punte stazionavano in vedetta decine di candidi aironi, volgarmente chiamati “guarda-buoi”, perché si nutrono in parte dei parassiti dei macilenti bovini portati al pascolo. Altri aironi, nonostante la pioggia, continuavano a volteggiare nel cielo grigio. I primi appezzamenti di terreno coltivato, in quel tratto in leggera pendenza verso il centro della vallata, apparvero a poca distanza dal villaggio. Le fioriture intense delle piantine di cotone, il verde uniforme delle piantagioni di arachidi e l’ocra dei campi incolti, delimitati dalle siepi di confine, avevano l’aspetto irreale di larghi fazzoletti stesi nella vallata. Gli alberi di mango, le piante delle papaie e delle banane, usi in Africa ad evidenziare tutti gli insediamenti umani, li trovammo ad un centinaio di metri delle prime capanne. Giovanni. “Chi glielo fa fare? Loro non passano di certo attraverso la buca per uscire dal villaggio. I guai sulla strada li hanno combinati quelli come noi che vanno e vengono con degli automezzi. I nativi camminano solo a piedi”. POESIA di Tarcisio Benerecetti Autunno Il sole d’agosto è rimasto solo nel cuore. Son emigrate pur le rondinelle gaie, lasciandoci in custodia i loro nidi con lo sperar di ritrovarli al lor ritorno. Da qualche minuto aveva smesso di piovere. Nel centro della pista, tra il nostro furgone e quelle rozze abitazioni, apparve un’enorme pozza d’acqua putrida che occupava tutta la larghezza della strada. A mio avviso doveva essere anche abbastanza profonda. Non c’erano altre soluzioni per proseguire: o fare gli ultimi trecento metri a piedi, oppure tentare di superarla con il nostro automezzo. “Forse ce la facciamo, se restiamo sulla destra!“ esclamò imperterrito don Franco, sicuro del fatto suo. Poi aggiunse subito: “Dalla parte opposta ci restiamo dentro di sicuro!“ Né io né Giovanni ci azzardammo a parlare. A dir la verità non ne avemmo neppure il tempo in quanto coinvolti, nostro malgrado, nei rapidi eventi di quella difficile manovra. Senza dire altro, il prete arretrò di una decina di metri, innestò la marcia, portò il motore al massimo dei giri, e si buttò a capofitto verso la voragine colma di liquami. Sballottati all’interno di quel bolide subimmo impotenti sia gli effetti di una sbandata paurosa sia il brillante superamento della buca. Ci lasciammo solo alle spalle una nuvola di vapore ed una cascata di acqua marcia lanciata dalle ruote in tutte le direzioni. “E’ mai possibile che durante la settimana non ci sia nessuno che riempia quel buco con delle pietre?“ si lamentò Nell’aria più fresca attorno ai casolari s’avverte l’odor del nuovo pane che ci rammenta i caldi di d’estate quando col sole si mieteva il grano. Le nebbie han teso il velo sopra i campi ove il colono ha duramente lavorato. Ad una ad una cadono le foglie e l’alitar del vento le posa sopra i prati. Gli alberi qua e là nelle campagne hanno l’aspetto di scheletri viventi che tendono verso il cielo i rami nudi nel invocar l’arrivo d’una nuova primavera. Le erbe degli orti ormai son appassite e nei giardini sono fioriti i crisantemi destinati per lo più ad essere staccati per dare un po’ di colore al dì dei morti. 59 Cultura e notizie Offerte per le opere Parrocchiali 23 giugno – 13 settembre 2014 Giornata per le opere parrocchiali (tavolino) del 6 luglio 2014 Eccedenza sulla colletta domenicale del 6 luglio 2014 NN Coro Montorfano, in occasione del 50° NN Giornata per le opere parrocchiali (tavolino) del 3 agosto 2014 Eccedenza sulla colletta domenicale del 3 agosto 2014 “Parva oblatio pro gratiarum actione” NN NN Giornata per le opere parrocchiali (tavolino) del 7 settembre 2014 Eccedenza sulla colletta domenicale del 3 agosto 2014 €500,00 €100,00 €600,00 €500,00 €500,00 €460,00 €128,00 €250,00 €500,00 € 50,00 €431,00 €206,00 Totale €4.225,00 Altre offerte per la Parrocchia 13 settembre 2014 Per i poveri In onore della Madonna del Carmelo In occasione del Matrimonio In onore della Madonna In occasione del Matrimonio In onore di p. Pio In memoria del caro Sposo In onore di s. Domenico In memoria del caro Sposo e Papà In memoria del caro Sposo, in occasione della veglia funebre In occasione dell’anniversario di Matrimonio In occasione del 64° anniversario di Matrimonio In occasione del 50° anniversario di Matrimonio In onore della Madonna NN Dalla chiesetta di s. Rita, per Enel € 50,00 € 20,00 €200,00 € 20,00 €200,00 € 20,00 €200,00 € 20,00 €200,00 € 50,00 € 20,00 € 20,00 € 50,00 € 20,00 €200,00 € 40,00 60 Cultura e notizie Offerte pro Oratorio 13 settembre 2014 NN NN NN NN NN NN In occasione del Battesimo In occasione del Battesimo NN NN Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa NN NN NN NN NN NN NN In onore del 40° Ord.sac. di fra Andrea Faustini NN NN NN NN NN NN NN NN NN Visita alla famiglia e della bened. della casa NN Giornata “pro Oratorio” del 13 luglio NN NN NN NN Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa In occasione del Battesimo In occasione del Battesimo Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa NN Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa NN NN In occasione del Battesimo Giornata “pro Oratorio” del 10 agosto NN NN NN NN NN NN NN Visita alla famiglia e della bened. della casa NN NN Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa NN NN NN NN Visita alla famiglia e della bened. della casa NN NN Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa AVIS di Coccaglio festa celebrata in Oratorio Dal Gruppo dei ravioli Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa Visita alla famiglia e della bened. della casa In occasione del Battesimo NN €100,00 €50,00 €20,00 €50,00 €20,00 €20,00 €200,00 €100,00 €50,00 €50,00 €20,00 €20,00 €50,00 €40,00 €5,00 €20,00 €20,00 €20,00 €10,00 €50,00 €50,00 €100,00 €50,00 €20,00 €20,00 €20,00 €20,00 €10,00 €5,00 €10,00 €10,00 €50,00 €50,00 €1.170,00 €50,00 €20,00 €20,00 €40,00 €50,00 €20,00 €10,00 €10,00 €50,00 €80,00 €50,00 €20,00 €15,00 61 €30,00 €10,00 €20,00 €50,00 €20,00 €10,00 €50,00 €20,00 €5,00 €20,00 €3,00 €20,00 €20,00 €50,00 €150,00 € 890,00 €20,00 €20,00 €10,00 €150,00 €50,00 €50,00 €50,00 €5,00 €20,00 €50,00 €10,00 €30,00 €50,00 €5,00 €50,00 €20,00 €50,00 €5,00 €20,00 €10,00 €20,00 €20,00 €1.200,00 €4.000,00 €15,00 €50,00 €50,00 €20,00 €30,00 €50,00 €50,00 Cultura e notizie Visita alla famiglia e della bened. della casa €50,00 Versamenti su “Il Focolare onlus” 07-07-2014 05-08-2014 04-09-2014 €150,00 €150,00 €150,00 Totale offerte €10.843,00 Debito precedente Interesi passivi al 30-06-2014 e altre spese bancarie Totale debito Debito residuo €252.129,51 €1.175,30 €253.304,81 €242.461,81 Il “grazie” a tutti gli offerenti, in particolari al “Gruppo dei Ravioli” e agli acquirenti dei medesimi; alla sez. AVIS, anche per aver scelto di celebrare la propria festa nell’Oratorio, là dove, a Coccaglio, essa nacque questa è l’immagine che doveva trovarsi a pag. 43 del numero di luglio 62 Cultura e notizie PARROCCHIA “S. MARIA NASCENTE” Coccaglio Orario delle celebrazioni FESTIVO ore 16.30 ore 17.30 ore 18.00 ore 7.30 ore 8.15 c.a ore 8.30 ore 9.00 ore 10.30 ore 15.00 ore 17.30 ore 18.00 s. Messa (Casa Alb. - sabato *) s. rosario s. Messa festiva del sabato R s. Messa Lodi s. rosario s. Messa R s. Messa R preghiera pomeridiana, sospesa nelle solennità s. rosario s. Messa R nelle solennità ore 17.00 ore 17.30 Cultura e notizie Legenda dei simboli: * salvo variazioni ** posticipata ad altra ora in caso di funerale *** anticipata o posticipata ad altra ora in caso di funerale o di celebrazione serale sostitutiva La Parrocchia in rete: http://www.coccaglio.com Parrocchia: orario delle celebrazioni, calendari, appuntamenti, ecc.: http://www.coccaglio.com/Parrocchia.asp servizio per il Battesimo, il Matrimonio e il Funerale http://www.coccaglio.com/mbf.htm Oratorio (in allestimento): http://www.coccaglio.com/oratorio Archivio del Bollettino parrocchiale http://www.coccaglio.com/archiviobollettino.asp s. rosario Vespro solenne e benedizione eucaristica Guida al sito internet http://www.coccaglio.com/sito.asp Radio parrocchiale (ECZ-InBlu) http://www.coccaglio.com/radioparrocchiale.asp FERIALE ore 7.15 s. rosario R ore 7.50 Lodi R ore 8.00 s. Messa R ore 8.30 s. rosario o altra devozione R ore 8.55 Ora di Terza, quando prevista R ore 9.00** s. Messa R ore 16.00 s. rosario o altra devozione ore 16.30*** s. Messa, con il Vespro (variazioni riguardo all’ora e al luogo: v. calendario liturgico) NB: Lodi, Ora media e Vespro sono in canto in caso di Ufficio funebre R = viene trasmesso/a via radio Numeri telefonici (premettere sempre 030) Indirizzi di posta elettronica Parrocchia: [email protected] Oratorio: [email protected] [email protected] redazione del bollettino parrocchiale: [email protected] redazione del sito internet: [email protected] Charitas parrocchiale: [email protected] Gruppo Missionario: [email protected] Scout: [email protected] Casa canonica (abit. don Giovanni) 7721248 Sacrestia - Ufficio parrocchiale # 7243028 fax Parrocchia 7248203 Segreteria Oratorio “Il Focolare” 723575 Oratorio femminile 7721625 Abitazione don Fabrizio 7721039 Abitazione don Titta 7700340 Abitazione don Lino 7243194 Diacono Francesco 723392 Del Barba Pierino/Orat. femm. 7721102 # durante gli orari di sacrestia 91.85 MHZ FASCE ORARIE PER LE TRASMISSIONI DALLA NOSTRA CHIESA: FERIALI: dalle 7.00 alle 7.30; dalle 8.00 alle 9.30; dalle 18.00 alle 19.30, dalle 20.00 alle 21.30 FESTIVI: dalle 8.30 alle 12.00; dalle 18.00 alle 19.30 Al di fuori di questi orari (per un totale di 5 ore giornaliere) non ci è possibile trasmettere le nostre celebrazioni per altre informazioni, v. il sito internet 63 55 Cultura e notizie PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE DI PAPA PAOLO VI Dio grande, ricco di bontà e di sapienza, Tu hai voluto lasciare un’impronta profonda del tuo Spirito nella vita del beato Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI. Attraverso la testimonianza della famiglia hai posto in lui il seme prezioso della fede e, nei diversi eventi della vita, lo hai fatto crescere verso un amore personale verso Gesù e verso un servizio senza riserve alla Chiesa. Gli hai dato un’intelligenza chiara, capace di apprezzare la bellezza e di cogliere le ambiguità del mondo contemporaneo; e nello stesso tempo, gli hai messo in cuore una passione viva per il vangelo e il desiderio instancabile di comunicarlo agli uomini d’oggi. Noi ti ringraziamo per il dono che in questo modo hai fatto alla tua Chiesa e Ti preghiamo: Metti dentro di noi un amore integro, senza riserve per Gesù, che hai mandato per noi e per la nostra salvezza. Fa’ che sappiamo custodire nel cuore tutte le sue parole, arricchire la nostra immaginazione con la memoria delle sue azioni, portare insieme a lui la croce quotidiana del nostro dovere. Che il nostro cuore sia riempito dall’amore di Gesù e non trovi riposo se non in Lui. Donaci un amore incondizionato verso la Chiesa. Fa’ che riconosciamo in essa la presenza attiva del tuo Figlio e la guida dello Spirito; che non ci lasciamo scandalizzare dai limiti nostri e degli altri, ma che sappiamo vedere in Lei la sposa “tutta gloriosa, senza macchia né ruga”, fatta tale dal sacrificio di Gesù. Donaci infine, un amore grande per tutti gli uomini: l’ammirazione sincera per le conquiste del pensiero e del lavoro umano; la condivisione delle gioie e delle sofferenze di tutti; la partecipazione attiva e consapevole alla costruzione del mondo futuro. Fa’ che non confondiamo l’amore per il mondo con l’accettazione della mondanità o la giustificazione del peccato; che il nostro amore sia fondato sulla verità e sulla fedeltà al vangelo. La memoria di Paolo VI sia per noi modello e stimolo; la sua intercessione sorgente di fiducia e di energia spirituale sempre nuova. Amen. † Luciano Monari 64
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