Bollettino 3 - Rotary Roma Parioli

Bollettino del
Rotary Club
Roma Parioli
DISTRETTO ROTARIANO 2080
ANNO 2014 - 2015
n. 3
MESE DI SETTEMPRE
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Conviviale di Club del 16/09/2014, Hotel Ritz
Un Socio parla
“Il difensore dei capolavori: mio padre”.
Relatore il Socio avv. Carlo Molaioli
Ha presieduto il Presidente Paolo TERRENO.
Partecipanti: BINELLI, BLASI, BLASIO, CARDONE, CHIAPPETTA, CIOCCIA, DI MARIO,
DI PUMPO, FRASSINETI, MANCINI, MAZZOLANI, MOLAIOLI e Coniuge, PENSATO, REALI,
SANDULLI, SEVERINO, SPATAFORA e Coniuge, TRAPANI, VITAGLIANO.
SICA Presidentessa del ROTARACT)
Bruno Molajoli nacque a Fabriano il 29 gennaio 1905, primo di quattro figli di una
famiglia umile; a 19 anni si trasferì prima a Bologna e poi, nel 1925, a Roma; lavorò come
cassiere in un bar per mantenersi agli studi e nel 1928 si laureò in Lettere con il massimo dei
voti, discutendo una tesi sul suo concittadino Gentile da Fabriano, pubblicata nel 1934 ed
ancora oggi considerata un testo fondamentale sulla figura dell’artista.
Nel 1933 vinse il concorso di Ispettore alle Antichità e Belle Arti e venne trasferito alla
soprintendenza di Bari. L’anno seguente 1934 diventò direttore della Galleria Sabauda a
Torino; nel 1936 venne trasferito a Trieste, dove rimase sino al 1939, curando importanti
interventi di restauro tra i quali lo scavo ed il recupero del Teatro Romano. Nel luglio 1939
Bruno Molajoli arrivò a Napoli a dirigere la Soprintendenza alle Gallerie della Campania.
Nel drammatico periodo della fine della seconda guerra mondiale, quando si accorse
che i tedeschi, organizzando la ritirata da Napoli, trafugavano opere d’arte da Palazzo Reale
organizzò con il solo personale della soprintendenza uno straordinario piano di salvataggio,
caricando su dodici camion e trasferendo quasi 60.000 opere d’arte in ricoveri sotterranei, in
cascinali di campagna e in conventi di altre città. Li riportò a Napoli dopo l’arrivo degli alleati l’1
ottobre 1943 (facilitato dall’insurrezione popolare nota come “Le quattro giornate di Napoli”,
durate dal 27 al 30 settembre 1943).
Entrato in ottimi rapporti con il corpo militare americano della Commissione alleata per i
beni artistici, nel 1944 assunse personalmente la direzione dei lavori di restauro di oltre
cinquanta edifici storici di Napoli e si prodigò per la valorizzazione dell’enorme patrimonio
artistico della città, allestendo il Museo di San Martino, il Museo duca di Martina alla villa
Floridiana ed il Museo civico Gaetano Filangieri.
Nel 1952, ottenuti i finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno, iniziò il restauro della
Reggia di Capodimonte (spettacolare edificio del settecento, opera del Maderno, che domina
Napoli dall’alto), poi partì in nave (a proprie spese) con la moglie alla volta degli Stati Uniti per
visitare e studiare in sei mesi tutti i Musei americani.
Dopo cinque anni di intenso lavoro, il 5 maggio 1957, venne inaugurato il suo
capolavoro: Capodimonte, che venne considerato da subito un museo incredibilmente
moderno e all’avanguardia.
Notiziario ad uso interno riservato ai soci del Rotary Club Roma Parioli.
A cura di Gian Paolo Cioccia - tel. 3358773601 – e mail: [email protected]
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La fama di Bruno Molajoli divenne tale in Italia e nel mondo che in quegli anni molti
privati donarono edifici ed opere allo Stato, tra gli altri la Villa Pignatelli (dove ci fermammo
con alcuni consoci, visitando Napoli) e le Collezioni De Ciccio, Marino e Perrone.
I meriti acquisiti indussero il Consiglio dei Ministri a nominarlo Direttore Generale delle
Antichità e Belle Arti, all’epoca facente parte del Ministero della Pubblica Istruzione, incarico
che egli ricoprirà per circa dieci anni, durante i quali svolse un intenso lavoro di innovazione e
valorizzazione del patrimonio artistico nazionale.
Egli non serviva i ministri, bensì lo Stato, non scendeva a compromessi con le direttive
dei partiti, ma interveniva là dove la sua esperienza gli indicava; non fece mai nulla per
ingraziarsi la benevolenza dei cosiddetti superiori; fu, in questo, un isolato e solo la sua
grande intelligenza, la grande carica di ottimismo che aveva in sé gli hanno permesso di
continuare in un’opera difficile, quella dell’autonomia dei tecnici e della cultura rispetto alle
iniziative finalizzate a scopi politici”.
Nelle amicizie era di una insuperabile tenerezza, di una cordialità che rasserenava, in
quanto nasceva da un evidente calore umano, oggi così raro. Nella sua attività lavorativa
profondeva un impegno totale, severo ed esclusivo senza alcuna remora.
Era Accademico di San Luca, Medaglia d’oro dei Benemeriti della Cultura e dell’Arte,
Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, Commendatore della Legion d’Onore
francese e venne insignito delle massime onorificenze da altri nove paesi stranieri. Fu
Presidente del Rotary di Napoli e di Roma.
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Conviviale di Club del 23/09/2014
“Le navi romane nelle isole pontine”
Relatrice: Prof.sa Annalisa Zarattini
Ha presieduto il Presidente Paolo TERRENO accompagnato dalla gentile consorte.
Partecipanti: BINELLI, BLASI, BLASIO, CARRARA, DI MARIO, DI PUMPO, LEOPARDO e
Coniuge, MANCINI, QUAGLINI, PENSATO, SANDULLI e Coniuge, SEVERINO e Cogniuge,
SPATAFORA, TAMIOZZO e Coniuge, TOMBOLINI, TRAPANI, VITAGLIANO e Coniuge.
Due Socie del Rotaract
Ospiti: PIETROBONO Gianni e Coniuge (ospiti Leopardo), TANCIONI Massimo e Coniuge
(ospiti Terreno), ZARATTINI Annalisa (relatrice) e Michele Savino (entrambi ospiti del Club)
Info sulla relatrice: ANNALISA ZARATTINI è Archeologo Direttore Coordinatore presso la
Sopraintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, Responsabile dell’area dell’arcipelago
pontino. Inoltre è Responsabile per il settore di Archeologia Subacquea per la Direzione
Generale Antichità (Mibact) e dell’accordo di collaborazione con la Marina Militare per ricerche
e tutela del Patrimonio di Archeologia Subacquea. E’ consulente per la valorizzazione di siti
archeologici in Yemen, Algeria, Uzbeckistan, Turkmenistan, Georgia.
La relazione: La prof.ssa Zarattini ha illustrato il Progetto Archeomar del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali con il quale è stata avviata la realizzazione della carta archeologica di
tutti gli insediamenti presenti sulla costa e nelle acque del mare, costituendo una banca dati
comprensiva degli studi geomorfologici costieri e subacquei e la localizzazione dei siti culturali
sommersi.
Lo studio dei fondali viene effettuato in molte regioni del mediterraneo per tutelare e
proteggere le testimonianze storiche del nostro passato dalle continue razzie dei “cercatori di
tesori” che con lo sviluppo di tecnologie sempre più evolute si spingono a profondità che anni
fa non sembravano raggiungibili.
Le zone costiere del Lazio hanno rappresentato un importante polo di sviluppo della
civiltà. La possibilità di usare il mare a fini di trasporto e scambi commerciali e l’abbondante
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disponibilità di alimenti ricavati da acque costiere ad elevata produttività hanno incoraggiato e
favorito lo sviluppo di insediamenti fin dall’antichità.
Le isole Pontine sono state
probabilmente al centro di rotte commerciali antiche.
I risultati dell’iniziativa sono stati di gran lunga superiori alle attese: 9 sono le imbarcazioni di
età romana rinvenute, con il loro carico intatto di anfore e vasellame, l’attribuzione cronologica
va dal I sec ac al 4 secolo dc.
I beni culturali sottomarini sono soggetti a regole molto precise, così come sancisce la
convenzione sul patrimonio culturale subacqueo Unesco. E’ prevista la protezione di tutti i
reperti, anche della seconda guerra mondiale, per cui è necessario garantirne la
conservazione, possibilmente in situ: una nave che affonda è una “capsula del tempo” ed è
importante che nulla venga alterato, così da analizzare il materiale nel suo ambiente, senza
portarlo
in
superficie,
rendendolo
l’ennesimo
pezzo
da
museo.
I reperti rinvenuti ad una profondità di oltre cento metri vengono lasciati lì. Altri oggetti
sono stati recuperati negli anni passati, dato che la convenzione Unesco è stata ratificata solo
due anni fa e in passato c’era bisogno di riempire i musei: il problema è che il carico delle
antiche navi è ingente e il restauro dei reperti ha dei prezzi elevati. Si recupera perciò
qualcosa solo se si è sicuri di poter restaurare il reperto che altrimenti si deteriorerebbe: si
prelevano quindi dei campioni, ma si tende a lasciare il patrimonio sott’acqua perché si
conserva meglio. L’azione del mare è corrosiva a seconda delle profondità: se la profondità è
poca, il materiale è a rischio per la vicinanza delle attività umane e per il movimento delle
onde, che ha un effetto deteriorante. Se il relitto è invece in profondità, non subisce il
movimento delle onde, ed è dunque stabile; se venisse portato in superficie i sali si
gonfierebbero e romperebbero il materiale, ma essendo ricoperto dalla sabbia è svuotato
dall’ossigeno e questo ne consente la conservazione, come ad esempio accade per i semi, i
frammenti di cuoio o corde che sono rimasti perfettamente inalterati. Sott’acqua si scava come
in superficie e se si acquisisce tale possibilità è possibile anche non portare in superficie quel
che si trova.
Alla relazione della prof.ssa Zarattini ha fatto seguito un ampio dibattito tra la
Professoressa ed i Soci del Club, incentrato particolarmente sulle difficoltà per gli archeologi
del mare di reperire fondi che possano aiutare la ricerca di reperti nei mari italiani.
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GITA NELLE LANGHE – 26/28 settembre 2014
Nell’ultimo week-end di settembre un gruppo di soci, con rispettivi coniugi, ha visitato la
Terra delle Langhe, patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco.
La splendida gita è stata egregiamente organizzata da Paolo e Laura Terreno.
Le Langhe sono una delle zone più belle del Piemonte, a cavallo tra le province di
Cuneo e di Asti, caratterizzata da morbide colline e famosa per la produzione di vino, con una
tradizione antichissima. Barolo, Nebbiolo, Barbaresco, Dolcetto e Barbera sono solo alcuni dei
più celebri “nettari degli dei”, prodotti nella zona. Lo scorso giugno il territorio delle Langhe,
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insieme a quello del Monferrato e del Roero, è stato inserito nella lista del Patrimonio
Mondiale dell'Umanità UNESCO.
La gita è stata quindi un’occasione per stare insieme e per una migliore conoscenza
reciproca, ma è stato anche un viaggio tra i sapori della tradizione italiana alla scoperta di
cantine, castelli e borghi medioevali.
Alla gita hanno partecipato: Linda Blasi e Manlio Nardi, Luigi e Liliana Cardone, Gian
Paolo e Carla Cioccia (+ Emy), Gian Ranieri Cuturi e Lidia Migani (+ Pascal), Giuseppe e
Bianca Imbesi, Giuseppe e Maria Leopardo con gli amici Luciano e Anna Caterina Tulli,
Carmelo e Rachele Severino, Costanza Staiano e Antonino Neri, Vincenzo e Laura Tombolini,
Paolo e Laura Terreno con gli amici romani Alfredo e Marinetta Belli e torinesi Guido e Nori
Massaro che si sono aggregati dal secondo giorno.
Si riporta di seguito un sintetico “diario di viaggio”.
Appuntamento alle 7.30 a Roma Termini per la partenza con il treno Freccia rossa delle
8.00; arrivo a Torino poco prima di mezzogiorno e trasferimento in pullman all’Agriturismo Del
Tufo, vicino a Dogliani. Dogliani è un paese della provincia di Cuneo, di origine preromana,
che nel Medioevo è stato un importante borgo fortificato e che territorialmente contrassegna
l'estremità sud-occidentale della Langa settentrionale. E’ stata la prima occasione per
ammirare il paesaggio delle colline coperte di vigneti.
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Poi, all’Agriturismo – interamente a disposizione del gruppo Rotary – spuntino a base
di tome, lingua, carne in carpione e buon vino Dolcetto: sofferenze iniziali a tavola.
Nel pomeriggio si è visitata la cittadina e il museo di Barolo, che è un antico borgo fatto
di vicoli e botteghe tra cui tantissime cantine e wine bar, meta di pellegrinaggi
enogastronomici. La cittadina è dominata dal castello ove oggi è ospitato il Museo del vino,
con un percorso didattico decisamente insolito, che celebra e presenta il vino in tutti i modi
possibili. Dai torrioni si gode di una vista mozzafiato sulle colline e sui vigneti, tra i più famosi
del mondo.
Dopo cena rientro a Dogliani per il meritato riposo.
La mattina di sabato, colazione a base di marmellate e dolci fatti in casa e poi partenza
per Alba, dove si è visitato il centro storico e si è fatta un’escursione – sotto terra - con un
archeologo. Alba possiede salde radici nel passato, grazie soprattutto alla sua tradizione
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gastronomica: i tartufi con le sue botteghe, la pasticceria, il vino con le sue enoteche fanno da
corollario a un centro medioevale. Alba sotterranea è altrettanto interessante: “pezzi” di
romanità, vecchi di 2.000 anni, raggiungibili attraverso sottoscale, banche, parcheggi, ecc.
Percorso originale e curato, visita piacevole.
Nel primo pomeriggio di sabato, a Canelli, visita alle cantine Bosca: gallerie scavate nel
tufo a più di 30 metri sotto terra, soffitti a volta e a vela in mattoni rossi anche a più navate,
resi ancora più spettacolari dalle luci soffuse adatte al riposo dei vini, file interminabili di botti e
bottiglie. Poi trasferimento a Neive e successivamente a Barbaresco, con passeggiata nei
rispettivi centri storico, caratterizzati da impianti medievali.
In entrambe le cittadine si è mantenuta l'atmosfera dell'antico borgo. A Neive, ove
rimangono alcune vestigia del ricetto, le tortuose stradine acciottolate si dispongono ad anelli
attorno alla sommità dell'altura e salgono verso la Torre dell'Orologio, emblema dell'antica
municipalità. A Barbaresco la torre medievale, vero e proprio simbolo del Comune, offre un
panorama ineguagliabile sulla grande estensione di vigneti da cui si ricava il vino con la più
antica denominazione di origine controllata.
Dopo un riposino all’Agriturismo, nel tardo pomeriggio, il gruppo si è avviato alla volta di
Dogliani per la cena. Qui il Presidente ha inserito una sorpresa, non riportata a programma.
C’è stata la visita al laboratorio (e atelier di pittura) di Teresita Terreno, cugina di Paolo e
rotariana di Cuneo, con annessa stamperia d’arte gestita dal marito. Spiegazioni, prove di
stampa, disegni, litografie; una piccola e veloce “full immersion” in un mondo di artisti.
Poi, cambio di arte: si è passati da quella culturale a quella culinaria: le 22 portate del
“fritto misto piemontese”. Miracolo! l’intero gruppo ha fronteggiato il desco con successo, fino
all’ultimo boccone e all’ultimo sorso. Sempre a soffrire!
La mattina di domenica, trasferimento in pullman gruppo al castello di Grinzane Cavour,
sede dell'enoteca regionale e già centro della tenuta agricola di proprietà della famiglia
Cavour, dove si svolge anche l'omonimo premio letterario. Visita al Castello e foto di gruppo.
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Quindi, partenza per Serralunga d'Alba, dove i Rotariani sono stati condotti a visitare le
cantine Fontanafredda da una guida di eccezione (la Responsabile delle Relazioni Esterne e
Accoglienza), tanto brava quanto elegante. Le cantine vantano 155 anni di storia, fatta di
lavoro, passione, rispetto per la terra e cultura del gusto. La tenuta è stata iscritta nel
patrimonio privato di Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna, e regalata a Rosa Vercellana, detta
“la Bela Rusin”. Oggi è di proprietà di Oscar Farinetti, inventore e proprietario di Eataly, ed è
una delle 100 tenute vinicole più importanti al mondo.
Dopo un pranzo degno del livello del luogo, apprezzabilmente soddisfatti del giro e
della reciproca compagnia, si è ripresa la strada per Torino e di qui il treno per Roma, pronti
per la prossima occasione, ancora con la visione del panorama del Langhe negli occhi.
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riguardanti i Soci e tanto altro ancora lo potete trovare sul nostro sito internet
all’indirizzo http://www.rotaryromaparioli.it
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Chiunque volesse contribuire alla realizzazione del prossimo numero con
suggerimenti e articoli può inviare un file word al mio indirizzo mail
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I SOCI DEL ROTARY CLUB ROMA PARIOLI
Affinita
Tommaso
Mancini
Francesco
Arca
Marylia
Mazzolani
Isabella
Binelli
Paolo
Milone
Nicoletta
Blasi
Linda
Mobrici
Bruno
Blasio
Bernardo
Molaioli
Carlo
Bonora
Maurizio
Paludetti
Gaetano
Cajano
Nicola
Pannitteri
Gaetano
Cardone
Luigi
Pellegrino
Margherita
Carrara
Gian Franco
Pensato
Massimo
Chiappetta
Francesco
Petrocelli
Paolo
Cioccia
Gian Paolo
Pezzella
Francesca
Contini
Claudio
Quaglini
Eligio
Cuturi
Gian
Reali
Pietro
Di Mario
Daniela
Riggio
Luigi
Di Pumpo
Matteo
Sandulli
Piero
Di Stefano
Salvatore Santosuosso
Daniele
Falzarano
Vincenzo
Severino
Carmelo Giuseppe
Fiocca
Patrizia
Spatafora
Mario
Frangipane
Vincenzo
Staiano
Costanza
Frassineti
Sergio
Tamiozzo
Raffaele
Gangemi
Giuseppe
Terreno
Paolo
Gianfrancesco
Alessandro
Tombolini
Vincenzo
Imbesi
Giuseppe
Trapani
Mario
Leopardo
Giuseppe
Vacca
Raffaele
Lisi
Marco
Vitagliano
Domenico
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LE COMMISSIONI DEL CLUB a.r. 2014-2015
Art.7, 9, 10 e 11 del Regolamento del Club
A.
Commissione Programmi
Presidente
Paolo Terreno
Componenti
Gianfranco Carrara, Francesco Chiappetta, Piero Sandulli
A1. SottoCommissione Bollettino
Gian Paolo Cioccia, Matteo Di Pumpo, Francesco Mancini
B.
Commissione Compagine dei Soci
Presidente
Gian Paolo Cioccia
B1. SottoCommissione Affiatamento e Assiduità
Giuseppe Imbesi, Paolo Binelli, Gian Ranieri Cuturi, Sergio Frassineti, Carlo Molaioli
B2. SottoCommissione Classifiche, Sviluppo
Isabella Mazzolani, Luigi Riggio, Raffaele Tamiozzo, Domenico Vitaliano
C.
Commissione Relazioni pubbliche
Presidente
Raffaele Vacca
Componenti
Bernardo Blasio, Vincenzo Falzarano, Alessandro Gianfrancesco,
Paolo Petrocelli
D. Commissione Amministrazione
Presidente
Giuseppe Leopardo
Componenti
Linda Blasi, Matteo Di Pumpo, Eligio Quaglini
E.
Commissione Progetti
Presidente
Luigi Cardone
Componenti
Marylia Arca, Nicola Cajano, Nicoletta Milone, Gaetano Pannitteri,
Vincenzo Tombolini
E1. SottoCommissione Renovatio Urbis
Giuseppe Imbesi, Gianfranco Carrara, Salvatore Di Stefano, Sergio Frassineti,
Gangemi, Carmelo Severino
Giuseppe
F Commissione Fondazione Rotary
Presidente
Nicola Cajano
Componenti
Claudio Contini, Giuseppe Leopardo, Francesco Mancini
G
Commissione Nuove Generazioni – Rotaract
Presidente
Costanza Staiano
Componenti
Tommaso Affinita, Carmelo Severino, Mario Trapani
Delegato ai Rapporti col Distretto Franco Chiappetta
Commissione per l’ammissione a Socio del Club
Presidente
Gianfranco Carrara
Componenti
Massimo Pensato, Paolo Terreno, Piero Sandulli
+ il Coordinatore del Collegio dei Past President
Commissione di designazione alla cariche del Club
Presidente
Gianfranco Carrara
Componenti
Massimo Pensato, Paolo Terreno, Piero Sandulli
+ 3 Soci indicati dal Consiglio Direttivo
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