Le funivie non pagano Ici «È trasporto pubblico»

Trento
l'Adige
La commissione tributaria di primo
grado ha accolto il ricorso delle due
società contro la riclassificazione
disposta dal Servizio catasto
LA SENTENZA
giovedì 28 agosto 2014
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Da un punto di vista fiscale Sardagna
e grandi caroselli sciistici sullo stesso
piano. I giudici: la distinzione non la
fa il profitto ma la natura del servizio
Le funivie non pagano Ici
«È trasporto pubblico»
Accolti i ricorsi di Campiglio e Pinzolo
Esentate stazioni e piloni, non però i bar
Le funivie di Madonna di Campiglio e Pinzolo vincono la battaglia dell’Ici. L’odiata tassa sugli immobili la pagano pressoché tutti i cittadini proprietari di immobili, ma non le socie-
Il tema riguarda
tutti gli impianti a
fune della Provincia
Nei mesi scorsi un
altro ricorso aveva
avuto esito opposto
tà che gestiscono impianti a
fune. Lo ha stabilito la Commissione tributaria di primo
grado di Trento che ha annullato una lunga serie di provvedimenti del Servizio catasto
provinciale. L’ufficio di Tione
aveva infatti riclassificato al-
COMUNI
cuni immobili che appartengono alla società Funivie di
Madonna di Campiglio (difesa
dall’avvocato Paolo Toniolatti) e alle Funivie di Pinzolo. Il
passaggio dalla classe E1 («Stazioni per servizio di trasporto terrestri, marittimi e aerei»)
alla categoria D8 («Fabbricati
costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività
commerciale») per i ricorrenti aveva un effetto pesante da
un punto di vista fiscale: significava pagare l’Ici ma anche
maggiori imposte sui redditi.
I giudici Giuseppe Serao (presidente), Maddalena Mottes
(relatore) e Renzo Morizzo
hanno accolto i due ricorsi annullando le riclassificazioni del
catasto. La motivazione in diritto è complessa, ma anche
controversa. Altra sezione della Commissione tributaria di
primo grado di Trento su una
questione analoga relativa ad
uina diversa società funiviaria
nei mesi scorsi aveva infatti
respinto il ricorso confermando i provvedimenti del Servizio catasto. È chiaro dunque
che il contenzioso su un argo-
mento che interessa da vicino
tutte le società che gestiscono impianti a fune in Trentino
e i Comuni su cui insistono i
relativi immobili, proseguirà
anche in secondo grado.
In sentenza i giudici sottolineano di aver preso una decisione meramente giuridica, con
particolare riferimento alle
norme provinciali in materia,
a prescindere da valutazioni
politiche sull’opportunità o
meno di prevedere una fiscalità privilegiata per un settore
nevralgico per l’economia
trentina. «Dalla lettura sistematica delle norme - si legge si evince che da un lato di deve avere riguardo all’attività
di trasporto e dall’altra a tutto ciò che trasporto non è». La
legge provinciale punta a distinguere gli immobili funzionali all’attività di trasporto
pubblico dagli esercizi di tipo
commerciale e che presentino
autonomia funzionale e reddituale. Così per esempio tutti i
locali della funivia possono beneficiare della classificazione
“agevolata” E1 mentre qualora all’interno della stazione ci
Gianmoena: direi che il loro è un servizio pubblico
«Impiantisti, vanno aiutati»
Sono i Comuni che soffronto di
più per le perdite delle società
funiviarie, perché molti di loro
detengono quote in queste
aziende, anche se alla fine è
sempre «mamma» Provincia
che provvede a finanziare queste partecipazioni e quindi a ripianare i «buchi» e a fornire le
risorse per rimpolpare il capitale quando serve.
Fatto sta che ha dato quasi fastidio la lente di ingrandimento del commissario nazionale
per la revisione della spesa
pubblica, Carlo Cottarelli, puntata anche sulle società trentine, che ha messo in evidenza
come la maggior parte delle società funiviarie, partecipate dall’ente pubblico, ha i bilanci in
rosso.
Il sindaco Paride Gianmoena
(nella foto), presidente del Consiglio delle autonomie, che rappresenta Comuni e Comunità
di valle, vede infatti più aspetti negativi che positivi da questo modo di procedere del commissario straordinario per la
spending review.
«Per prima cosa - osserva Gianmoena - il commissario Cottarelli ha esaminato solo i bilanci di un anno, il 2012, e mi pare
che non si possa avere un quadro veritiero dello stato di salute di una società se non si
guarda l’andamento di una società su più anni, uno solo non
è di per sè indicativo. Inoltre,
mi pare che comunque nessuna di queste società trentine ha
eroso il capitale e già questo è
importante».
La seconda osservazione, poi,
riguarda in particolare le società che gestiscono gli impianti
di risalita nelle località turistiche, che non sembrano godere di buona salute.
«Quando si parla di impianti di
risalita si parla di un settore
strategico per l’economia di
molti territori del Trentino. Non
ci si può limitare a guardare il
bilancio della società funivia-
Quello che oppone le società
funiviarie al Servizio catasto (e
di riflesso ai comuni beneficiari
dell’eventuale Ici da pagare) è
un contenzioso imponente. La
sentenza sul giudizio promosso
davanti alla giustizia tributaria
dalle Funivie di Madonna di
Campiglio (nella foto) riuniva
15 diversi ricorsi presentati
dalla società su rendite ed
estimi catastali.
sia un bar o un negozio questi
devono essere scorporati e riclassificati catastalmente.
Restava però un nodo giuridico da sciogliere: gli impianti
di risalita destinati a portare
sciatori ed escursionisti in
quota possono essere considerati trasporto pubblico? Secondo i giudici tributari sì, anche perché l’attività è subordinata al rilascio di un’apposita commissione, le tariffe sono determinate sulla base di
criteri generali approvati dalla Provincia, Provincia che
procede ai collaudi tecnici e
ha poi potere ispettivo nel corso dell’attività. Inoltre la sostanziale esenzione Ici degli
impianti - sottolinea la commissione tributaria - non è un
caso isolato visto che non pagano l’Iciap e godono, proprio
perché si occupano di trasporto pubblico, di agevolazioni
nell’acquisto del gasolio. «Non
si condivide - si legge in sentenza - la distinzione operata
dal resistente ufficio e mutuata dalla giurisprudenza di merito (il riferimento è all’altra
sentenza della Commissione
di primo grado che ha invece
respinto il ricorso degli impiantisti, ndr) secondo cui esisterebbero stazioni di trasporto a fune destinate ed utilizzate esclusivamente per privati
motivi commerciali e redditua-
li e stazioni di trasporto a fune destinate ed utilizzate solo
ed esclusivamente per pubblici motivi di utilità e interesse
(ad esempio la funivia di Sardagna) in quanto non è la natura del profitto che deve portare a formulare una distinzione, ma il concetto di servizio
pubblico». E così, almeno da
un punto di vista catastale,
Sardagna e Campiglio sono sullo stesso piano: non pagano
l’Ici «le stazioni di partenza e
di arrivo, i piloni le centraline,
le biglietterie, i piazzali di accesso, i depositi». Pagano invece «il bar, il negozietto di
souvenir, e le unità adibite ad
attività collaterali».
APERTE LE ISCRIZIONI AL NIDO "SCARABOCCHIO" DI TRENTO
Perché i bambini sono curiosi e guardano le cose che stanno intorno
a loro con stupore? Perché si meravigliano del mondo in cui vivono?
A suo tempo si confrontò con questi interrogativi la grande educatrice italiana
Maria Montessori, ideatrice di un modello educativo che si è diffuso in tutto
il mondo, a cui la Cooperativa Città Futura si ispira nella gestione del nido
d’infanzia Scarabocchio. Le educatrici vi aspettano a visitare il nido.
ria in rosso senza considerare
che in realtà intorno c’è tutto
un indotto fatto di alberghi e altre attività economiche che vivono per il fatto che ci sono le
piste da sci. Quindi io mi spingerei a dire che gli impianti di
risalita sono “servizi pubblici”
REPLICA
e per questo motivo è giusto
che l’ente pubblico continui a
partecipare al sostegno dei costi di questo servizio, anche se
sono d’accordo sul fatto che si
possa fare un ragionamento
complessivo sul perché di queste perdite di bilancio». L.P.
Gilmozzi a De Laurentis
«Appalto, l’Agenzia non c’entra»
Almeno uno dei due soggetti tacciati di irresponsabilità
sull’Adige di ieri da Roberto De Laurentis è “innocente”:
con l’appalto da 2 milioni e 17 mila euro, finito ad un’impresa veneta mandando su tutte le furie il presidente degli artigiani trentini, l’Agenzia provinciale per gli Appalti e
Contratti (Apac) non c’entra nulla. Lo precisa in una nota
l’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente
Mauro Gilmozzi: «Apac - sottolinea - nel caso specifico, non
ha svolto alcun ruolo, né come centrale di committenza,
né come supporto consulenziale in favore del Comune di
Folgaria».
De Laurentis si era arrabbiato per l’importo dell’appalto
per la realizzazione del primo lotto della ciclabile degli altipiani cimbri: 2 milioni e 17 mila euro. Per qualche migliaio di euro la stazione appaltante, cioè il Comune di Folgaria come capofila, ha dovuto organizzare un appalto “aperto”, mentre se la cifra fosse rimasta sotto i due milioni di
euro, la normativa provinciale avrebbe consentito di affidare l’opera invitando solo venti ditte trentine.
Nido d’infanzia Scarabocchio
Corso Buonarroti 32 - Trento
AGEVOLAZIONI: Possibilità di usufruire dei buoni di servizio, cofinanziati dal
Programma operativo Fse 2007/2013 della Provincia autonoma di Trento.
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI:
Città Futura s.c.s - Tel. 0461/263155
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SERGIO DAMIANI
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