Il testimone e le tangenti «Ecco chi pagavamo»

Le tangenti al Comune e alla Camera
L'inchiesta a Roma su Gesconet: 300 mila euro in due anni per ottenere gli appalti
di Fiorenza Sarzanini
M
azzette pagate tra il 2010 e
il 2012 per ottenere la gestione dei servizi di pulizia, traslochi e facchinaggio sbara-
gliando la concorrenza. Tangenti per 300 mila euro versate
in due anni per aggiudicarsi gli
appalti della Camera dei Deputati, del Comune di Roma e del-
la Regione Piemonte. L'inchiesta sul Consorzio Gesconet alza
il tiro: le verifiche disposte dai
pm adesso puntano a individuare chi percepì il denaro.
a pagina 19
Il testimone e le tangenti
«Ecco chi pagavamo»
Camera, Piemonte e Campidoglio: 300 mila euro in due anni
ROMA Tangenti per 30omila euro versate in due anni per aggiudicarsi gli appalti della Camera dei Deputati, del Comune
di Roma e della Regione Piemonte. Mazzette pagate tra il
2010 e il 2012 per ottenere la gestione dei servizi di pulizia, traslochi e facchinaggio sbaragliando la concorrenza. L'inchiesta sul Consorzio Gesconet
fa il salto di qualità e nel registro degli indagati per il reato
di corruzione finiscono il patron Pierino Tulli, il suo braccio destro Maurizio Lagada, al-
II computer
Tutti i pagamenti
occulti erano stati
registrati su un file ora
in fase di analisi
ami dipendenti che si occupavano di istruire le pratiche per
l'assegnazione dei lavori. Ed
evidentemente accantonavano
la parte «in nero» da versare a
funzionari pubblici e soprattutto politici.
Il «brogliaccio»
Le verifiche disposte dai
pubblici ministeri Paolo Ielo e
Mario Palazzi adesso puntano
proprio a individuare i percettori del denaro. E possono contare su un aiuto prezioso: la
collaborazione di un impiegato
che custodiva la lista dei pagamenti occulti nel file di un
computer che aveva chiuso in
cassaforte e fu trovato dagli investigatori del Nucleo Valutario
della Guardia di Finanza durante una serie di perquisizioni
disposte chea due anni fa. Il
documento è un vero e proprio
brogliaccio. Nella prima colonna sono segnati gli enti che
hanno assegnato gli appalti e
l'anno di riferimento. Nella terza colonna le cifre versate. In
mezzo, alcuni nomi che indicano le persone incaricate della
consegna del denaro.
Il flusso dei soldi
Già durante il primo interrogatorio il dipendente ha accettato di collaborare. E ha ammesso: «È vero, quelle cifre sono i soldi che abbiamo dovuto
versare per vincere gli appalti».
È solo il primo passo. I finanzieri guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno ricostruito l'elenco dei lavori ottenuti
dalla Gesconet negli ultimi anni e nei prossimi giorni il testimone sarà nuovamente interrogato.
L'indagine ha consentito di
scoprire come gli amministratori del Consorzio utilizzassero
conti e fiduciarie estere per
evadere le tasse e sottrarsi ai
controlli. I soldi venivano portati a San Marino, in Lussembrugo, nelle Antille e a Singapore, salvo poi rientrare in parte in Italia. Un «sistema» andato avanti per oltre dieci anni e
che avrebbe consentito una
frode fiscale pari a un miliardo
e mezzo di euro. Basti pensare
che nel 2010, come evidenzia il
giudice che la scorsa settimana
ha disposto oltre 60 perquisizioni in tutta Italia, «sono stati
scudati 50 milioni di euro».
Gli altri enti
n «brogliaccio» riguarda un
periodo limitato e soltanto tre
enti, nonostante la Gesconet
vanti decine di clienti e molti di
grande calibro.
Il sospetto dei magistrati è
che il giro di tangenti sia ben
più ampio e che il meccanismo
non riguardi soltanto le istituzioni già individuate. E comunque che copra almeno dieci anni, visto che i controlli già compiuti hanno accertato che la Camera, la Regione e il Comune
di Roma hanno concesso al
Il tragitto
Il denaro veniva fatto
passare su conti di San
Marino, Lussemburgo,
Singapore
Consorzio un numero ben più
alto di lavori e una serie di servizi che nella lista contenuta
nel computer non sono indicati.
n auadro emerso fa ritenere
che una parte dei soldi possano Gesconet di muoversi in una
essere stati versati ai funzionari sorta di regime di monopolio.
Fiorenza Sarzanini
incaricati di istruire le pratiche,
mentre il resto sarebbe finito ai
[email protected]
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politici, a chi ha consentito a
Chi è
• I magistrati
romani lo
stanno
indagando per
corruzione
• Piero Tulli
detto
«Pierino», 73
anni, è
l'imprenditore
a cui fa capo il
Consorzio
Gesconet
• Tulli iniziò
come
edicolante. Con
la Cisco Italia
entrò nel
settore della
logistica e dei
trasporti.
Acquistò anche
la squadra
romana
della Lodigiani,
ribattezzandola
Cisco
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Il documento
La parte
dell'ordinanza
in cui viene
evidenziato il
trasferimento
del denaro
della Gesconet
all'estero
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