Marzo - Aprile - parrocchiarobbiate.it

NOTIZIARIO
MARZO
APRILE
2014
Comunità Pastorale “Beata Maria Vergine Addolorata”
Parrocchia “S. Alessandro Martire” Robbiate
Carissimi parrocchiani,
questo numero del nostro notiziario parrocchiale è tutto dedicato alla Quaresima, che incomincia proprio i questi
giorni.
La quaresima la facciamo perché l’ha fatta Gesù. Ma Lui non ne aveva nessun bisogno, era già santo! L’ha fatta per
darci l’esempio: noi sì che abbiamo bisogno di un po’ di deserto (cioè di preghiera) e di digiuno (cioè di penitenza).
E soprattutto abbiamo bisogno di vincere le tentazioni.
Una volta per tutto l’anno la Chiesa ci prescriveva di mangiare di magro al venerdì. Oggigiorno invece il precetto
dell’astinenza dai cibi grassi (carne, salumi, ecc.) è rimasto solo per i venerdì di Quaresima. E in più nel primo e
nell’ultimo venerdì di Quaresima è prescritto anche il digiuno, cioè di rinunciare a uno dei pasti principali della
giornata. Troppo difficile? Forse è più difficile il digiuno dalle sigarette per chi fuma; o il digiuno dalla televisione
che invade tutti i nostri spazi di preghiera e di dialogo in famiglia; o il digiuno dal computer o generi affini, che per
molti è diventato come una droga … Suggerisco di personalizzare questo gesto dell’astinenza e del digiuno.
E soprattutto vi suggerisco – e suggerisco a me stesso per primo! – di amplificare i tempi che lungo la settimana
destinate alla preghiera.
Una bella iniziativa è quella del venerdì sera: invece che la Via Crucis quest’anno vi proponiamo un “Quaresimale”.
Tutti quelli che vorranno – e spero che siano molti – si raduneranno in Chiesa parrocchiale alle 20.45; verrà letto il
Vangelo della domenica successiva e il sacerdote darà alcune indicazioni per la comprensione del testo; poi rimarremo per un po’ di tempo in silenzio a riflettere e a dialogare personalmente con il Signore a partire dalla Sua parola,
aiutati da una traccia; e infine ci sarà la possibilità di comunicare agli altri qualcosa delle riflessioni che abbiamo
fatto, per aiutarci da buoni fratelli a capire la Parola di Gesù e a metterla in pratica. E’, grosso modo, l’esperienza
della Scuola della Parola, a suo tempo proposta dal Card. Martini.
Vorrei infine ricordare che a partire dalla Quaresima avverrà uno spostamento del luogo delle celebrazioni: al venerdì dalla chiesina della Madonna del Pianto alla Chiesa Parrocchiale; al lunedì dalla Chiesa Parrocchiale alla Madonna del Pianto. Il mercoledì resta invariato alla Madonna del Pianto. Quindi da lunedì 10 marzo si svolgerà alla
Madonna del Pianto sia l’esposizione eucaristica alle 17 sia la S. Messa alle 18. E da venerdì 14 marzo si svolgerà
in Chiesa sia la Via Crucis delle 9 sia quella delle 17; e finita la Quaresima la S. Messa delle ore 9.
Vi ringrazio di tutto, vi ricordo sempre nelle mie preghiere e vi auguro Buona Quaresima.
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La seconda antitesi fa riferimento ai nemici: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il
tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (vv. 43-44). A chi
vuole seguirlo, Gesù chiede di amare chi non lo merita,
senza contraccambio, per colmare i vuoti d’amore che ci
sono nei cuori, nelle relazioni umane, nelle famiglie,
nelle comunità e nel mondo. Fratelli Cardinali, Gesù non
è venuto a insegnarci le buone maniere, maniere da salotto! Per questo non c’era bisogno che scendesse dal
Cielo e morisse sulla croce. Cristo è venuto a salvarci, a
mostrarci la via, l’unica via d’uscita dalle sabbie mobili
del peccato, e questa via di santità è la misericordia,
quella che Lui ha fatto e ogni giorno fa con noi. Essere
santi non è un lusso, è necessario per la salvezza del
mondo. E’ questo che il Signore chiede a noi.
Cari Fratelli Cardinali, il Signore Gesù e la madre Chiesa ci chiedono di testimoniare con maggiore zelo e ardore questi atteggiamenti di santità. Proprio in questo supplemento di oblatività gratuita consiste la santità di un
Cardinale. Pertanto, amiamo coloro che ci sono ostili;
benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso
chi forse non lo merita; non aspiriamo a farci valere, ma
opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo le
umiliazioni subite. Lasciamoci sempre guidare dallo
Spirito di Cristo, che ha sacrificato sé stesso sulla croce,
perché possiamo essere “canali” in cui scorre la sua carità. Questo è l’atteggiamento, questa deve essere la condotta di un Cardinale. Il Cardinale – lo dico specialmente a voi - entra nella Chiesa di Roma, Fratelli, non entra
in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad
evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi,
chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro
linguaggio sia quello del Vangelo: “sì, sì; no, no”; i nostri atteggiamenti quelli delle Beatitudini, e la nostra via
quella della santità. Preghiamo nuovamente: “Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla
voce dello Spirito”.
Lo Spirito Santo ci parla oggi anche attraverso le parole
di san Paolo: «Siete tempio di Dio … santo è il tempio
di Dio, che siete voi» (1 Cor 3,16-17). In questo tempio,
che siamo noi, si celebra una liturgia esistenziale: quella
della bontà, del perdono, del servizio, in una parola, la
liturgia dell’amore. Questo nostro tempio viene come
profanato se trascuriamo i doveri verso il prossimo.
Quando nel nostro cuore trova posto il più piccolo dei
nostri fratelli, è Dio stesso che vi trova posto. Quando
quel fratello viene lasciato fuori, è Dio stesso che non
viene accolto. Un cuore vuoto di amore è come una
chiesa sconsacrata, sottratta al servizio divino e destinata
ad altro.
Cari Fratelli Cardinali, rimaniamo uniti in Cristo e tra di
noi! Vi chiedo di starmi vicino, con la preghiera, il consiglio, la collaborazione. E tutti voi, vescovi, presbiteri,
diaconi, persone consacrate e laici, unitevi
nell’invocazione dello Spirito Santo, affinché il Collegio
dei Cardinali sia sempre più ardente di carità pastorale,
più pieno di santità, per servire il Vangelo e aiutare la
Chiesa a irradiare nel mondo l’amore di Cristo.
OMELIA DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
Basilica Vaticana - Domenica, 23 febbraio 2014 – S.
Messa con i Cardinali
«Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito» (Colletta).
Questa preghiera, pronunciata all’inizio della Messa, ci richiama ad un atteggiamento
fondamentale:
l’ascolto dello Spirito Santo, che vivifica la Chiesa e
la anima. Con la sua forza
creatrice e rinnovatrice, lo
Spirito sempre sostiene la
speranza del Popolo di Dio
in cammino nella storia, e
sempre sostiene, come Paraclito, la testimonianza dei
cristiani. In questo momento, tutti noi, insieme con i
nuovi Cardinali, vogliamo ascoltare la voce dello Spirito
che parla attraverso le Scritture proclamate.
Nella prima Lettura è risuonato l’appello del Signore al
suo popolo: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro
Dio, sono santo» (Lv 19,2). E Gesù nel Vangelo riecheggia: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro
celeste» (Mt 5,48). Queste parole interpellano tutti noi,
discepoli del Signore; e oggi sono rivolte specialmente a
me e a voi, cari Fratelli Cardinali, in modo particolare a
voi che ieri siete entrati a far parte del Collegio Cardinalizio. Imitare la santità e la perfezione di Dio può sembrare una meta irraggiungibile. Tuttavia, la prima Lettura e il Vangelo suggeriscono gli esempi concreti affinché il comportamento di Dio diventi regola del nostro
agire. Ma ricordiamoci tutti noi, ricordiamoci che senza
lo Spirito Santo sarebbe vano il nostro sforzo! La santità
cristiana non è prima di tutto opera nostra, ma è frutto
della docilità – voluta e coltivata – allo Spirito del Dio
tre volte Santo.
Il Levitico dice: «Non coverai nel tuo cuore odio contro
il tuo fratello … Non ti vendicherai e non serberai rancore … ma amerai il tuo prossimo …» (19,17-18). Questi atteggiamenti nascono dalla santità di Dio. Noi invece solitamente siamo così diversi, così egoisti e orgogliosi … eppure la bontà e la bellezza di Dio ci attraggono, e lo Spirito Santo ci può purificare, ci può trasformare, ci può plasmare giorno per giorno. Fare questo lavoro di conversione, conversione nel cuore, conversione che tutti noi – specialmente voi Cardinali ed io
– dobbiamo fare. Conversione!
Nel Vangelo, anche Gesù ci parla della santità e ci spiega la nuova legge, la sua. Lo fa mediante alcune antitesi
tra la giustizia imperfetta degli scribi e dei farisei e la
superiore giustizia del Regno di Dio. La prima antitesi
del brano odierno riguarda la vendetta. «Avete inteso
che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente. Ma
io vi dico: … se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia
destra, tu porgigli anche l’altra» (Mt 5,38-39). Non soltanto non dobbiamo restituire all’altro il male che ci ha
fatto, ma dobbiamo sforzarci di fare il bene con larghezza.
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sobrietà, di umiltà; possiamo e dobbiamo trasmettere e
donare serenità e gioia. Siamo chiamati a servire Dio
nel prossimo e a lodarlo con la nostra vita, siamo chiamati alla santità.
Questo vuole da noi Dio: che abbiamo ad essere santi
come Lui e in perfetta comunione tra di noi nella vicendevole solidarietà. Noi tutti, con nel cuore il Signore, possiamo essere testimoni autentici e credibili quando conformiamo le nostre azioni, i pensieri, le parole,
la nostra vita, a quelli che sono i pensieri, le parole le
opere del Signore. Al termine della Santa Messa siamo
invitati a portare nel mondo il suo messaggio liberante
di salvezza. Siamo invitati a far sì che il Risorto, che ci
ha conformati a Lui, usi i nostri occhi, le nostre mani, i
nostri piedi, la nostra bocca, come strumenti suoi. Con
la santa Comunione nel cuore Possiamo e dobbiamo
rendere visibile il Regno di Dio.
Giovanni Magni
EUCARISTIA E VITA
Mi è stato chiesto di mettere sul Notiziario Parrocchiale un articoletto per chiarire come mai alcune persone (pochissime) hanno un “trattamento speciale” e
particolare al momento della distribuzione della Santa
Comunione. Queste poche persone
infatti, invece di salire in processione con il resto del popolo di Dio, che
si incammina verso la santa Eucaristia per riceverla sacramentalmente,
prendono con le loro mani, da una
piccola pisside, la Particola consacrata. Perché?
Non ci sono motivi “strani” e tantomeno privilegi; queste persone semplicemente soffrono di una malattia particolare, la celiachia, che non permette loro di potersi cibare di pane
con glutine. Ecco quindi che la Chiesa prepara per
loro un pane particolare, senza glutine, adatto alle loro
esigenze, per non recare inutilmente danni alla loro
salute. Tutto qui.
Colgo l’occasione per dire che la cosa importante ed
essenziale è però un’altra. L’Eucaristia, che riceviamo
e che mangiamo, produce effetti esattamente opposti a
quelli del pane normale della nostra mensa. Questo si
trasforma in energia di vita per il nostro organismo e,
svolto il suo compito tramite il metabolismo del corpo, scompare; quello eucaristico di pane invece ci trasforma ad opera dello Spirito Santo, conformandoci a
Gesù.
Il Signore, venuto in noi nel sacramento, abita il nostro cuore, ci conforma a Lui, ci fa diventare una cosa
sola con Lui nella vita di ogni giorno, negli ambienti
che frequentiamo, negli ambiti in cui possiamo dare
una bella testimonianza di fede. Conformati a Gesù
dobbiamo vivere infatti con scrupolosa fedeltà alla
verità che Dio ci ha donato e trasmesso con la sua Parola e che Gesù, Parola vivente di Dio, ci ha portato e
manifestato con la sua venuta tra noi, con il suo esempio di vita conforme alla volontà del Padre, e soprattutto con lo stupendo dono dello Spirito santo che ci
dà la possibilità di conoscere ed amare la verità, la
possibilità di essere conformi alla volontà di Dio. E’ la
verità di Dio amore, Padre misericordioso, che dobbiamo portare in ogni ambiente e nei cuori di quanti
incontriamo nella vita di ogni giorno. L’Eucaristia ci
mette in comunione con Dio e con i fratelli, ci trasforma nel Signore Gesù, ci dà la possibilità di una vita
nuova.
Le modalità nel ricevere la santa Eucaristia possono
essere leggermente diverse ma la sostanza non cambia: conformati al Signore, in ogni ambito di vita, in
ogni momento della giornata, nella nostra quotidianità, possiamo offrire una bella testimonianza, una bella
professione di fede. Al termine della Santa Messa
siamo impegnati a portare Gesù nel mondo con una
fedele coerenza ai valori evangelici. Siamo chiamati
ad essere segno di unità, di comunione fraterna, di
LA DIVINA MISERICORDIA
Vedo ogni mattina il mondo e la storia, il mondo vicino
e quello lontano, la storia personale e di casa, e quella
più distante della comunità sociale e della convivenza
internazionale. Vedo questo nostro mondo e questa nostra storia e percepisco, nascosta, una presenza misteriosa e reale, la mano di Dio, l’amore di Dio, l’infinita misericordia di Dio. Tra poco sarà Pasqua, tutto si fa nuovo, la natura si riveste dei suoi colori, il sole caldo rinnova il ciclo delle stagioni, la terra produce i suoi germogli, che l’acqua rende fecondi. Per me tutto questo, che
si ripete ad ogni primavera, è sempre la stessa meraviglia, una cosa che mi lascia attonito e stupefatto.
Mi rendo conto del male che ogni giorno lotta contro
questa bellezza e armonia, creando divisione nei rapporti
tra gli uomini, e tra questi e la natura. Questi conflitti
fanno parte del misterioso disegno di Dio e della sua
opera di salvezza; questo male comunque è già stato
sconfitto, non potrà mai avere l’ultima parola. L’ultima
parola è quella del Crocifisso Risorto.
Tante cose che succedono anche nelle nostre piccola
esperienze e nelle nostre vite sono da leggere in questa
luce. Ci renderemo così sempre più conto che è vero
che Dio è presente, e conduce per mano il mondo e la
storia, personale e di tutti. E’ lui il Signore.
E’ vero che Gesù cammina al nostro fianco e ci dà coraggio, è vero questo (e lo si sperimenta con la fede):
Egli ci è vicino e ci sorregge proprio nei momenti più
difficili e bui, ci è più vicino proprio quando sembra assente e lontano. Tante cose che credevo irreparabili hanno poi preso una piega diversa; quello che non avrei mai
creduto possibile è successo. Questo per me non è
l’opera del “caso” ma della mano provvidente di Dio.
E allora come non continuare a sperare? Come non avere sempre più fiducia? Perché non vedere il mondo con
occhi di fede? Spesso a sperare sono proprio i più tribolati, i più derelitti, i più abbandonati, quelli che stanno
“sotto la croce”.
Anche questo non è un caso, ma un segno, perché la spe3
in effetti partecipavo solo quando c’era la riunione del
Consiglio voluta dal parroco, che all’epoca era don Eugenio Folcio. Il mio impegno consisteva in questo o poco più, anche se don Eugenio mi chiedeva spesso un parere su alcune questioni e su alcuni progetti che si stavano realizzando; penso comunque che questo lo facesse
anche con tanti altri. L’impegno di Gabriele era molto
più consistente.
Mi ricordo in particolare la sera dell’incontro con
l’impresa appaltatrice della costruzione del tetto in legno
del centro polifunzionale perché, a furia di discutere e
contrattare, erano venute le tre del mattino. Ricordo anche il pomeriggio di un sabato, quando Gabriele ed io
eravamo stati convocati da don Eugenio per un colloquio
con il pittore che aveva affrescato la Chiesa Parrocchiale, davvero un bel lavoro. Lo ho potuto poi incontrare
qualche volta per strada, davanti a casa sua, all’uscita
dalla S. Messa. Ci siamo sempre salutati cordialmente e
qualche volta abbiamo scambiato anche due parole. Gabriele è stato una persona riservata ma sempre molto
affabile.
Gabriele fa parte di una famiglia molto nota e molto attiva in paese e in parrocchia. Adesso anche lui ha varcato
la soglia e, quanto sperato in vita, lo ha raggiunto e visto. Ha anche incontrato l’amata moglie che in questo lo
ha preceduto di parecchi anni.
A questo punto posso dire che le persone conosciute da
me sono più numerose nel Paradiso che qui da noi. Questo mi fa pensare che davvero qui siamo di passaggio,
siamo precari, che ciò che dura è al di là del muro della
morte, infranto da Gesù con la sua resurrezione. Mi fa
pensare anche a quanto siamo fragili e come basta poco
a farci restituire il soffio di vita donatoci da Dio.
Cerchiamo di vivere sempre vigili, attenti, docili alla
volontà del Signore, così da essere preparati al momento
del passaggio, del transito, che può raggiungerci come
un ladro nel momento che non ci aspettiamo. Del resto,
se ne abbiamo accompagnati così tanti al cimitero, morire deve essere una cosa semplice. Nessuno di noi si è
accorto nel nascere, al momento del primo respiro, e
così penso sarà al momento in cui da noi uscirà l’ultimo
respiro ed entreremo, per chi non crede nel buio della
morte, per chi ha fede nella luce della vita eterna.
In questo momento saremo soli, anche se circondati da
molti, e sarà chi ci sta accanto ad accorgersi di quanto
successo e a darsi da fare, come del resto al momento
della nascita, al momento del primo respiro all’aperto, al
momento dell’ingresso nel mondo da persone autosufficienti, anche se ancora bisognose di tutto.
La vita è un dono bellissimo, il più bel dono di Dio. A
volte, in situazioni di disagio e di sconforto ci diventa un
po’ pesante, ma è sempre bella se abitata dal Signore.
Dio ci ha fatti per la vita, non per la morte. Questa è solo
un tributo da pagare per il nostro peccato, cancellato
però e distrutto dalla morte in croce di Gesù. Questa
morte ci ha restituito la comunione con Dio, così che la
nostra vita non finisce con la morte, ma con la morte ha
un suo nuovo ed eterno inizio nel modo più vero e completo. Questo noi diciamo quando professiamo la nostra
fede recitando il credo, questo ci dice sempre don Paolo
ranza è virtù di uomini forti. E’ più difficile sperare che
credere, perché la speranza in fondo è fede vissuta e la
fede “sostanza di cose sperate”.
Questo basta a dare coraggio nel bisogno e nella prova.
Una cosa sola occorre: sperare sempre, sperare anche
contro ogni speranza, come Abramo; e questo, gli fu
accreditato come giustizia. La giustizia per la Bibbia
non è tanto e solo quella giuridica ma amore, fedeltà,
misericordia e, soprattutto, il giusto rapporto con Dio,
Signore del creato e della storia.
Giovanni Magni
IN RICORDO DI GABRIELE
E DI PIERINA
Ogni tanto è giusto ricordare alcuni parrocchiani defunti. Dico ancora una volta che questo non lo si può fare
sempre e per tutti, ma che tutti i nostri cari defunti hanno pari dignità, e sono ricordati ogni volta che si celebra
la S. Messa. Se di qualcuno si parla nel Notiziario Parrocchiale non è per fare delle preferenze ma solo perché
si tratta di persone più note alla gente, che sono state più
attive in ambito comunale o parrocchiale, o semplicemente perché più conosciute da chi scrive. Parlare di
queste persone è lo spunto per ricordare un po’ tutti. In
questa occasione facciamo memoria di Gabriele Salvioni e di Pierina Pennati, vedova Oltolini.
GABRIELE SALVIONI
Con Gabriele Salvioni, come già successo per tante persone conosciute e stimate, se ne va un altro pezzetto
della storia del paese e della parrocchia. E’ inutile ridire
ancora una volta che, a furia di perdere tasselli, il quadro della nostra storia sta perdendo i suoi colori e quasi
sta per scomparire del tutto. Ai giovani questo non fa
problema, perché il quadro che hanno visto loro è diverso e per adesso, nonostante i tanti mutamenti sempre più
veloci della storia
contemporanea, mostra intatti i suoi colori e il suo messaggio; per gli anziani
invece, dopo che il
mondo è cambiato
tante volte e la maggior parte delle persone che compongono il quadro di partenza sono scomparse, è inevitabile che
quello che rimane del dipinto non sia più un gran che.
E’ vero che l’uomo si adatta facilmente a tante situazioni diverse e a volte avverse, però anche questa elasticità
col tempo si affievolisce, così che i cambiamenti recano
solo fastidio e nostalgia.
Gabriele io l’ho conosciuto poco, perché ho avuto poche
occasioni di frequentazione e di incontro. Ho avuto modo di stare un po’ insieme quando ho fatto parte del
Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia. Io
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nelle sue omelie per i funerali, questa è la certezza che
ci viene dalla fede nella Pasqua di Gesù, morto per la
nostra salvezza e risorto come primizia di noi tutti.
tributo la Biblioteca Comunale è diventata una realtà
brillante e dinamica.
Cosa c’entra tutto questo con la signora Pierina e con
suo marito? Direte. Tutto questo centra e molto perché
Graziano Oltolini, uomo concreto e preparato, è stato
più volte sindaco e ha fatto moltissimo per il nostro paese. Questo però lo ha potuto fare perché alle spalle aveva una moglie come Pierina. Sottovalutiamo troppo
spesso il ruolo delle mogli e delle mamme, e questo soprattutto un po’ di anni fa, quando le donne per la maggior parte si dedicavano unicamente alla famiglia e al
lavoro domestico.
Il loro lavoro umile, nascosto, discreto, non retribuito e
poco riconosciuto e stimato, era molto prezioso, e fondamentale per permettere ad altri componenti della famiglia la possibilità di impegnarsi e spendersi per il bene comune.
Questa coppia di ferro, con una famiglia patriarcale da
crescere, ha cementato il suo inizio su basi solide: sulla
fede in Dio, su principi morali giusti, su di un amore
sincero, genuino, disinteressato. Questa coppia univa
poi ad uno spirito battagliero e deciso una bella forma di
ironia, mai offensiva, ma acuta e intelligente.
Una volta che, per motivi di finanziamento alla Biblioteca, mi sono recato nello studio di casa di Graziano
Oltolini, mi ha colpito un quadro alle spalle della sua
scrivania, un quadro con la fotografia di un asino. Ho
chiesto il perché di questo all’allora sindaco che mi ha
cortesemente risposto: “Vedi”, ha detto “guardo spesso
questa immagine e tutte li volte mi dico, quest’asino
sono io”. Una bella lezione per un giovane di belle speranze come me, che credeva di essere qualcuno ed a
volte lo contestava, anche vivacemente, nei casi in cui i
punti di vista erano diversi.
Pierina è stata una mamma premurosa per tanti figli e di
questi ne ha dovuto piangere due che se ne sono andati
prima di lei. La sua figura, adesso che ha effettuato il
“ricongiungimento famigliare” con il marito Graziano
ed i figli Vittorio ed Eugenio, resta nel ricordo dei dieci
figli rimasti e dello stuolo di nipoti e pronipoti. La sua
vita, oltre che nel ricordo di tanti, e nell’abbraccio di chi
l’ha preceduta in Paradiso, è comunque in buone mani,
nelle mani di Dio.
Per la celebrazione del funerale don Paolo ha scelto due
bellissime letture, commentate come sempre in modo
perfetto. Nel momento introduttivo della celebrazione
don Paolo ha ricordato quanto detto in precedenza a
proposito dei patriarchi, definendo Pierina “matriarca”
sia per il numero dei figli che, soprattutto, per il numero
degli anni, affermando che, come loro, anche lei ha lasciato questo mondo “sazia di giorni” per unirsi ai suoi
cari in cielo.
L’omelia ha puntualizzato alcuni concetti legati alle
letture. Nella prima si è letto un brano tratto dagli ultimi
capitoli del libro dell’Apocalisse in cui San Giovanni
dipinge in modo stupendo la scomparsa della morte nella Gerusalemme celeste. In questa città, illuminata dalla
gloria di Dio, c’è la sorgente della vita ed a questa fonte
(che è Dio stesso) ciascuno può avvicinarsi e bere gratuitamente, anche Pierina. Il brano di Vangelo poi è quel
bellissimo momento in cui Gesù benedice e loda il Pa-
PIERINA PENNATI OLTOLINI
Anche la signora Pierina è una persona che io conosco
poco; la conosco soprattutto come moglie di Graziano
Oltolini, che invece ho avuto modo di conoscere bene, e
come mamma di alcuni miei amici. Ho detto alcuni perché questa donna di figli ne ha partoriti 12, un bel numero ai nostri tempi, e anche un numero simbolico. Dodici sono i figli di Giacobbe/Israele, capostipiti delle
dodici tribù del popolo ebraico, il popolo eletto da Dio
perché seguisse i suoi precetti, la legge donata al momento dell’alleanza al
Sinai, dopo la grandiosa liberazione dalla
schiavitù
egiziana.
Compito di questo
popolo, scelto da Dio,
era quello di illuminare le nazioni di tutto il
mondo con la fedeltà
ai comandi dati da Dio
per il bene suo e
dell’intera umanità, perché tutti avessero la vita. Il rispetto del patto e dei precetti porta la vita, il mancato
rispetto, il peccato, la morte. E’ un po’ questo il filo che
percorre tutto l’Antico Testamento.
Dodici sono anche gli Apostoli, i discepoli scelti da Gesù come capostipiti del popolo di Dio nella nuova ed
eterna Alleanza, frutto della sua Pasqua. Dodici sono
tanti dei simboli dipinti nel bellissimo libro
dell’Apocalisse, al momento della descrizione della Gerusalemme celeste, del Paradiso. Fermiamoci qui e torniamo a Pierina.
Come dicevo ho avuto modo di conoscere meglio il marito Graziano, perché con lui ho speso parecchio tempo
negli incontri dei Direttivi DC e dei preconsigli comunali. Ho speso poi molto più tempo con lui nel periodo
in cui ho fatto parte della Giunta Comunale (1985 –
1990). Ho avuto anche diversi contatti come presidente
della Biblioteca Comunale.
Questa era stata voluta da un Gruppo Promotore che si
era riunito in Oratorio il 23 dicembre 1973. All’epoca,
essendo andato via da poco don Cesare, diventato parroco di Acquate, le chiavi dell’oratorio le avevo io e quindi mi si era chiesta la possibilità di tenere gli incontri in
Oratorio, anche se molti dei promotori l’iniziativa non
frequentavano più gli ambienti parrocchiali e la Chiesa
perché figli della contestazione giovanile del 1968. Dopo una preparazione durata un anno la Biblioteca Comunale è stata costituita con una delibera consiliare nel
febbraio 1975 e, contro la mia volontà, in quella delibera mi si era nominato presidente. Con l’aiuto di alcuni
amici, in particolare di Angelo Mapelli, la struttura è
stata messa in piedi ed ha iniziato ad operare nel seminterrato delle Scuole Elementari. Questa esperienza è
durata 5 anni, fino al 1980, quando è subentrato come
presidente l’ottimo Gianfranco Brivio. Con il suo con5
altre persone impegnate come Lei in ambito
sociale e politico.
In attesa di incontrarLa, La ringrazio per
l’attenzione e la collaborazione.
Commissione per la Formazione
all’impegno sociale e politico
dre per avere insegnato ai piccoli la sua verità e per avere introdotto i piccoli e i semplici nel Regno. E’ questo
uno dei più belli tra i brani di lode di Gesù a Dio Padre.
Da qui la conseguenza: Pierina non è morta ma inizia a
vivere veramente proprio adesso, proprio ora che fa parte della famiglia di Dio in cielo.
E’ vero che il distacco dalle persone care genera rimpianto e tristezza; è però anche vero che la fede illumina
una realtà che ci consola e rende meno grande il dolore
del distacco.
Giovanni Magni
INCONTRI SULLA PAROLA DI DIO
La Parola di Dio
“La Sacra Scrittura si presenta agli
occhi della nostra anima come uno
specchio, in cui possiamo contemplare il nostro volto interiore. In
questo specchio noi possiamo conoscere ciò che in noi c’è di bello e di
brutto; possiamo verificare il nostro
progresso e quanto siamo lontani
dalla meta. La Parola di Dio con la
sua chiarezza offre nutrimento agli umili, mentre con la
sua profondità non finisce di stupire gli spiriti più elevati. E’ necessario che chi parla di Dio si preoccupi di rendere migliori coloro che lo ascoltano” (Gregorio Magno).
[…] Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto,e amiamo l’umanità che
lo abita, con tutti i suoi drammi ele sue
stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, coni suoi valori e le sue fragilità.
La terra è la nostra casa comune e tutti
siamo fratelli. […]
Santo Padre Francesco
da “Evangelii Gaudium ”
Agli Ill.mi Sigg.ri Sindaci, Assessori, Consiglieri comunali e di zona, Autorità scolastiche, Responsabili di Asl, Biblioteche, Enti
pubblici; ai componenti di Associazioni, Movimenti, Unioni Professionali, Centri di impegno sociale; a quanti intendono servire il bene
comune
Sentiamo ciò che dice il Vangelo: “Nella sinagoga gli
occhi di tutti erano fissi su di lui!”. Con Gesù si compie
la Scrittura. “Facciamo silenzio, prima di ascoltare la
Parola, perché i nostri pensieri sono già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola, perché
questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo
silenzio alla mattina presto, perché Dio deve avere la
prima Parola. Facciamo silenzio prima di coricarci, perché l’ultima Parola appartiene a Dio”.
Dietrich Bonhoffer
Gentile Signora/Egregio Signore,
come per gli scorsi anni, la Diocesi desidera proporre per il periodo di Quaresima
un incontro di spiritualità per i cristiani impegnati nelle realtà sociali e politiche che si terrà:
La scrittura può istruirti per la salvezza
(2 tm - 3,15)
domenica 16 marzo 2014
dalle 9.00 alle 12.30
con la celebrazione della S. Messa
La conoscenza delle Scritture conduce alla vita. Infatti
ciò che Dio ci ha detto è il Figlio suo: il Figlio predetto,
preparato, annunciato e compiuto. Tutto è stato scritto di
Lui e per Lui, perché abbiamo a scoprirlo e ad amarlo.
Una bella preghiera del XIII secolo dice:
“Signore Gesù, io, indegno tuo servo, vorrei entrare da
te, per vedere i tuoi tesori. Ti piaccia introdurmi e donami, attraverso la lettura di questa tua Parola santa, di
conoscerti e di amarti. Ma a condizione che tu mi dia
tanto amore quanta conoscenza e non più conoscenza
che amore, perché io voglio conoscerti solo per amarti”.
c/o oratorio S.Luigi
Via Villa, 9 Robbiate
L’incontro prevede un momento introduttivo di preghiera e di riflessione, un breve
spazio di silenzio, la condivisione comunitaria delle proprie risonanze e, se prevista
l’Eucarestia.
AVVISO
Il predicatore don Marcellino Brivio proporrà una riflessione, tratta dal 4° capitolo della
“Evangelii Gaudium”, dal titolo:
La nostra parrocchia offre, nel quadro della catechesi
parrocchiale in atto per le diverse fasce di età, la possibilità di una catechesi per gli adulti sul vangelo della
domenica. Durante la Quaresima gli incontri sono il venerdì alle ore 20:45 in Chiesa, guidati da don Paolo. Negli altri periodi dell’anno gli incontri sono tenuti da Suor
Moira il venerdì, alle ore 20:30, presso la sede della
struttura per anziani “La Chiocciola”, in Via Cantone.
“Per una Politica che Includa
Socialmente il Grido dei Poveri”
L’invito a questo ritiro è un’occasione di preparazione alla Santa Pasqua e Le saremo grati se vorrà far conoscere l’iniziativa anche ad
Suor Moira
6
Comunità Pastorale
“Beata Vergine Maria Addolorata”
Parrocchia S. Alessandro – Robbiate
Domenica 23 marzo
FUORI DAGLI SCHEMI
Ritiro preadolescenti a Paderno dalle ore 9:00 alle
ore 14:00
9:30 S. Messa animata dai ragazzi di III
elementare
15:00 Vesperi in Chiesa
15:00 Preghiera in oratorio
15:30 Pappa e Ciccia
15:30 Laboratorio “A tutto campo”
15:30 Corso di chitarra
16:30 Gioco con i papà
Lunedì 24 marzo
17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica
Martedì 25 marzo
18:30 Corso Animatori-Educatori
Venerdì 28 marzo
09:00 Via Crucis in Chiesa
17:00 Via Crucis in Chiesa
20:45 Quaresimale in Chiesa
Sabato 29 marzo
Pranzo e incontro in oratorio per i ragazzi che si
preparano alla Professione di Fede
Sabato 29-domenica 30: due giorni di ritiro per
giovani in Decanato
Q U A R E S I M A
2 0 1 4 Domenica 9 marzo
VINCI LA FRETTA
9:30 S. Messa con invito speciale a tutti i
ragazzi per iniziare bene la Quaresima!
15:00 Vesperi in Chiesa
15:00 Preghiera in oratorio
15:30 Laboratorio “A tutto campo”
15:30 Corso di chitarra
16:30 Gioco
Lunedì 11 marzo
17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica
Mercoledì 12 marzo
16:45 Confessioni V elementare in oratorio
Venerdì 14 marzo
09:00 Via Crucis in Chiesa
16:00 confessioni medie in Chiesa
17:00 Via Crucis in Chiesa
18:30 Corso Animatori-Educatori
20:45 Quaresimale in Chiesa
Sabato 15 marzo
Ritiro Adolescenti all’oratorio di Monte, partenza
ore 15:30 rientro previsto per le ore 23:00
Domenica 30 marzo
PAGA DI PERSONA
9:30 S. Messa animata dai ragazzi di I media
15:00 Vesperi in Chiesa
15:00 Preghiera in oratorio
15:30 Corso di chitarra
16:00 Incontro genitori I media
16:30 Gioco
Lunedì 31 marzo
17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica
Venerdì 4 aprile
09:00 Via Crucia in Chiesa
17:00 Via Crucis in Chiesa
20:45 Quaresimale in Chiesa
Sabato 5 aprile
Pranzo e incontro in oratorio per i ragazzi che si
preparano alla Professione di Fede
Domenica 16 marzo
OLTRE I PREGIUDIZI
S. Messa animata dai ragazzi di
IV elementare
14:30 Preghiera incontro e testimonianza
dell’associazione cani guida per ciechi in
oratorio
15:00 Vesperi in Chiesa
15:30 Corso di chitarra
16:00 Incontro genitori IV elementare
16:30 Gioco
Lunedi 17 Marzo
17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica
Venerdì 21 marzo
09:00 Via Crucis in Chiesa
17:00 Via Crucis in Chiesa
20:45 Quaresimale in Chiesa
9:30
Domenica 6 aprile
SII TE STESSO SENZA VERGOGNA
9:30 S. Messa animata dai ragazzi di
V elementare
15:00 Vesperi in chiesa
15:00 Preghiera in oratorio
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15:30 Pappa e Ciccia
15:30 Laboratorio “A tutto campo”
15:30 Corso di chitarra
16:30 Gioco
17:30 S. Messa in Chiesa a Verderio Superiore
con consegna del Credo ai ragazzi di III media che
si preparano alla professione di fede
Lunedì 7 aprile
17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica
Venerdì 11 aprile
09:00 Via Crucis in Chiesa
17:00 Via Crucis in Chiesa
18:30 Corso Animatori-Educatori
20:45 Quaresimale in Chiesa
CHE SPASSO AL “PAPPA E CICCIA”!
“Bambini, cosa fate quando vi arrabbiate?”.
Con questa domanda abbiamo iniziato una domenica “pappacicciosa” del mese di febbraio.
E dopo aver ascoltato alcune risposte … ”Io non
mi arrabbio mai”, “Io vado in camera mia”, “Io
batto i piedi”, … abbiamo letto insieme una storia, che narrava di un bimbo arrabbiato e che,
alla fine, ritrovava serenità e pace. E poi, VIAAAAA con i
giochi
“scaccia rabbia”, che ci
hanno fatto
correre, ridere e saltare tutti insieme.
La cosa più bella è vedere i bambini che stanno
bene insieme, che giocano con il sorriso sulla labbra, che sanno competere accettando di perdere
… e ridono, ridono, ridono.
E’ anche bello vedere i genitori che li guardano, li
incoraggiano e contribuiscono a rendere il clima
ancora più gioioso.
Un’altra domenica di febbraio, invece, ci siamo
dilettati nel “Cake design”, ovvero i dolci con la
pasta di zucchero. Beh, abbiamo scoperto di avere dei veri pasticceri con tanta, tanta fantasia.
Alla fine, con mani zuccherose e appiccicose, i
risultati sono stati sorprendenti.
Qualche bimbo non ha resistito e, invece di portarsi i biscotti a casa, ha preferito metterseli
subito in pancia.
Domenica 13 aprile
NON PIU’ VIOLENZA
11.00 S. Messa animata dai ragazzi di
II elementare
15:00 Processione delle Palme dalla cappella
Duraga alla chiesa parrocchiale
16:30 Giocone
BATTESIMI DI MARZO
15.03.2014, ore 16 presso
l’Asilo Elena incontro genitori dei battezzandi
16.03.2014, ore 11, presentazione battezzandi alla comunità
23.03.2014, ore 11 e ore 16,
celebrazione dei Battesimi
BATTESIMI DI APRILE
Che spasso al “Pappa e Ciccia”: è sempre un bel
momento per stare insieme … e poi ci sono le
super merendone di Chiara e papà Luca, che danno più gusto a tutto.
12.04.2014, ore 16 presso l’Asilo Elena incontro
genitori dei battezzandi
13.04.2014, ore 11, presentazione battezzandi alla
comunità
19.04.2014, ore 21, celebrazione dei Battesimi
27.04.2014, ore 11 e ore 16, celebrazione dei Battesimi
Grazie, grazie a tutti per la partecipazione e
grazie a tutti i genitori che ci danno sempre una
grande mano nel preparare e sistemare gli ambienti dopo le attività.
BATTESIMI DI MAGGIO
Vi lasciamo le prossime date del “Pappa e Ciccia”:
DOMENICA 23 MARZO
DOMENICA 6 APRILE
DOMENICA 27 APRILE
Vi aspettiamo sempre numerosi.
Anna, Chiara, Miriam
10.05.2014, ore 16 presso l’Asilo Elena incontro
genitori dei battezzandi
11.05.2014, ore 11, presentazione dei battezzandi
alla comunità
18.05.2014, ore 11 e ore 16, celebrazione dei Battesimi
8
9
CARNEVALE OGNI SFORZO VALE
Quest’anno i preparativi per il carnevale sono partiti
un po’ in ritardo, non c’era molto entusiasmo, non
c’era quella grinta che di solito scatta quando si apre
la fatidica busta F. O. M. che svela il tema del carnevale. Quest’anno c’erano troppi pensieri ...
Quest’anno mancava la voglia di prendersi la responsabilità di esordire con il carnevale.
Piano piano sono incominciate le prime riunioni …
ma anche qui l’entusiasmo non arrivava, il tema
(Sportivissimi) appariva banale e non nascevano idee
buone su cui lavorare. Eravamo un po’ spenti, non
avevamo alcun progetto. Seguendo le indicazioni della F. O. M. continuavamo a pensare agli sport più disparati cercando di trasformarli in qualcosa di speciale, o per lo meno di divertente, per creare il mitico
carro allegorico. Finalmente a qualcuno viene in mente un’idea … la PALLAVOLO …. anzi la PADDAVOLO ! Non è un errore di scrittura e nessun raffreddore in corso, la PADDAVOLO è niente popò di meno che la pallavolo sull’Adda! Riprodurre il ponte di
assenso di Attilio … il carnevale è finalmente partito.
L’entusiasmo e la grinta erano tornati al loro posto.
Era necessario concludere il progetto e pensare ai
bambini, attorno alla PADDAVOLO un esercito di
Sportivissimi … atleti del pugelato, del lancio del
pastello e forzuti del sollevamento mesi. Pronti via:
stilare le locandine, preparare i laboratori, raccogliere le iscrizioni, confezionare i vestiti. E anche
quest’anno è andata! Quanto lavoro per niente …
qualcuno potrebbe pensare!!!!
Lo sforzo per realizzare questo progetto è stato veramente immenso, c’è chi si è recato in oratorio ogni
giorno, ogni sera dopo il lavoro, c’è chi ha tagliato
147 vestiti, c’è chi li ha cuciti con amore, c’è chi ha
dipinto l’infinito, c’è chi aveva sempre qualche idea
nuova, c’è chi si è occupato di tutti i documenti per
la sfilata, c’è chi continuava a contare e ricontare i
vestiti, c’è chi ha scolpito la gommapiuma, c’è chi
gufava sul tempo, (…) ma soprattutto c’è chi crede
nel sorriso …
Per un mese intero l’oratorio si è trasformato in
un’officina frenetica, animata unicamente da una
grande , grande passione. A carnevale ogni “sforzo”
vale!!!!!
Quelli del carnevale
Paderno trasformandolo in un ipotetico campo da pallavolo, che ideona!
Superate le prime titubanze relative ai materiali da
usare, ai tempi di realizzazione, e avallati dal pieno
ORARIO S. MESSE
Festive
TELEFONI
Riferimenti pastorali
Sabato sera ore 18.30
Sacerdoti:
Domenica
ore 9.30 - 11.00 - 18.00
Don Antonio Caldirola 039.9515929
Don Paolo Bizzarri
039.510660
cell.
338.1991485
Feriali
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
ore 18.00 M.del Pianto
ore 18.00 Parrocchia
ore 18.00 M.del Pianto
ore 18.00 Parrocchia
ore 9.00 Parrocchia
Rev. Suore
Scuola Materna Elena 039.511206
Suor Moira
cell
347.9976131
1° giovedì del mese ore 21.00
Adorazione Eucaristica
Caritas
10
039.513163
La Commissione Cultura della Comunità Pastorale
su invito della Lettera Pastorale del nostro arcivescovo:
Il Campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano …
… ha organizzato tre serate per incontrarci e confrontarci su: affetti, lavoro e riposo.
Molte le persone che si sono lasciate coinvolgere con
grande disponibilità. La Commissione ha organizzato
questi eventi con l’intenzione di favorire conoscenze,
incontri, e per “fare” insieme. Sono state occasioni per
conoscere persone ed esperienze del nostro territorio,
della nostra comunità, che hanno dato voce alla loro
esperienza per condividerla con gli altri. Con queste
righe si intende allargare la tavola anche a chi non ha
preso parte a queste serate, nella certezza di poter essere in qualche misura utili; ma anche per allargare il
confronto con altre posizioni ed esperienze interessanti.
Qui si riportano alcuni brevi spunti, divisi nelle tre serate. Per maggiori informazioni scrivere a Commissione Cultura: [email protected]
E quando la separazione ferisce una famiglia, la comunità può essere di sostegno e un ruolo molto importante
possono giocarlo i nonni quando non si mettono dalla
parte dell’uno o dell’altro ma dei nipoti.
(Dott.ssa Virginia Scaccabarozzi:
[email protected]; tel. 0399285117)
Il Ponte. Mondo di Comunità e Famiglia di
Paderno d’Adda
Siamo insieme come famiglie che condividono gli spazi, le attività e anche la parte economica. Tutto ciò è
condiviso, anche la casa non è mia e, in un tempo in cui
è più complicato avere relazioni sociali profonde, scopriamo che nel mettere insieme la parte economica la
vita costa di meno. Un momento importante per noi è la
cena insieme una volta alla settimana: è bello sia per
noi adulti che per i figli che si incontrano tra di loro.
Riteniamo importante fare rete nel territorio per creare
energie che lavorano insieme. Il problema per me è reggere lo stress mentre avviene il cambiamento, perché
ogni intervento presuppone del tempo perché cresca e
maturi.
(Pio Canali: [email protected])
Mercoledì 22 gennaio 2014
presso l’oratorio di Paderno d’Adda
IL CAMPO È IL MONDO DEGLI
AFFETTI
Giovani e Teatro
Il Gruppo Giovani ha introdotto la serata mettendo in
scena il bisogno di affetto che c’è in ogni età della vita:
infanzia, adolescenza, maturità. Quando le diverse generazioni si incontrano capita di non capire gli uni il
linguaggio degli altri, mentre in ciascuno abita il medesimo desiderio di essere amato e amare.
(Maria Verza: [email protected])
Terre di Mezzo. La Grande Casa servizio
diurno di supporto educativo per minori
presso “Villa Concordia” di Robbiate
Lavoriamo con adolescenti che fanno di tutto per renderci indisponenti nei loro confronti, ma in realtà è solo
un modo per dirci: mi vedete? Se non mi vedete alzo il
tiro. Ecco la nostra ricetta:
1. Guardarli con occhi nuovi, mettendo da parte la
loro provocazione per scavare in profondità
2. Pensarli e sognarli, come nessuno ha ancora fatto,
per le potenzialità che hanno
3. Esserci nelle cose belle (godere di quello che
fanno/sono) esserci nei casini (non fare finta di
non vederli)
4. Cercarli quando spariscono perché ti stanno chiedendo se li pensi, se li cerchi. Dare continuità alla
relazione
5. Passare tempo insieme: ogni attività con loro è in
funzione della voglia di relazione
(Barbara Motta [email protected];
tel. 3407610840)
Consultorio Familiare Interdecanale di
Merate
Il bisogno di amore non si vede ma si sente, e come!
Nei genitori l’amore per i figli si traduce nella capacità
di insegnare a crescere con la propria testa. Per fare
questo il primo passo è accogliere tutto dei nostri figli,
la loro testa, che è diversa dalla nostra, ed essere attenti
ai segnali che ci mandano. Non bisogna avere paura
dell’ignoto ma essere curiosi come i palombari e scendere negli abissi per scrutare le cose che non conosciamo. Educarsi al comunicare, al rispetto, all’accoglienza
dell’altro, anche se non piace, previene le separazioni.
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Mercoledì 12 febbraio 2014
presso l’oratorio di Verderio Inferiore
Gruppo Auto Mutuo Aiuto (AMA).
“Insieme con amicizia” rivolto alle famiglie
con un familiare disabile
IL CAMPO È IL MONDO DEL
LAVORO
Siamo insieme per volerci bene tra di noi. Non ci unisce
la tipologia delle fragilità, che sono molto diverse, ma la
condivisione delle fatiche che ciascuno affronta. La comunicazione tra noi è utile per trasmettere le informazioni da parte di chi c’è già passato (per esempio sul
medico che ti può aiutare), per mettere insieme le idee.
Viviamo un’affettività pura, dal momento che non ci
aspettiamo niente dal figlio, neppure che ci chiami
“mamma”, e arriviamo a capire l’essenziale del vivere.
Con mio figlio ho imparato che ognuno fa la sua fatica,
che non posso togliere la fatica di vivere a mio figlio
disabile, ma che le fatiche si possono vivere insieme.
Con la nostra presenza come associazione desideriamo
essere da stimolo nel territorio
(Donata Sorrentino: [email protected]; tel.
Gruppo teatro dell’oratorio di Robbiate
Il gruppo ha messo in scena un simpatico confronto tra
un umile pastore e un sofisticato consulente. Morale
della favola: a ciascuno il suo mestiere! È stato un modo leggero per entrare in un argomento doloroso.
(Cristiano Locatelli: [email protected])
Rachele Pennati: la situazione del lavoro sul
Contenta di essere stata invitata come sindacato a una
tavola di confronto in ambito parrocchiale, Rachele ha
portato i dati della crisi del lavoro che stiamo attraversando. Partendo dall’Europa, dove le cifre parlano di
26.533.000 disoccupati, passando per l’Italia, con il
20% a rischio di povertà, il 13 % poveri e l’11% di famiglie a bassa intensità lavorativa, ci si è soffermati sul
nord Italia, con 677 famiglie in povertà assoluta e
956.000 persone in cerca di lavoro. Tra i numerosi dati,
riportiamo quelli di un sondaggio secondo il quale il
3,4% della popolazione riterrebbe la propria situazione
migliorata, il 40% invariata, il 41% peggiorata di poco,
mentre il 15 % è completamente a terra. La prospettiva
è nebulosa e non si sa che pesci pigliare. È avvilente
assistere a continue domande di disoccupazione.
(Rachele Pennati: [email protected])
Associazione Visitatori Anziani e Infermi di
Verderio Inferiore
La solitudine è una condizione per la quale non c’è medicina e porta a chiudersi in se stessi e alla tristezza. Il
nostro desiderio è di alleviare la solitudine degli anziani,
andando a trovarli. Siamo in 18 e seguiamo 54 persone
di Verderio Inferiore, portando anche la comunione. Gli
anziani ci aspettano, ci si affeziona, ci si lega, e alcuni ci
“lasciano” durante la strada. Il legame affettivo che nasce è un’amicizia, forse anche di più, è come un legame
di sangue: “è mio nonno”.
(Antonio Patané: [email protected];
tel. 3497750751)
Guglielmo Fumagalli: la pastorale del lavoro
nella Diocesi di Milano
Interventi in sala
Capita di lavorare insieme e non conoscersi, di non sapere della fede dell’altro. Perché avviene questo? Come
coniugare fede e vita? Il primo che lavora nella Bibbia è
Dio, e per l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza, il lavoro non è facoltativo ma obbligatorio. Dio non
porta a compimento la creazione, ma la affida all’uomo
per coltivare (lavorare) e custodire (non siamo noi i padroni; da qui il tema dell’ecologia e del rispetto per la
natura) il creato. Gesù Cristo era chiamato il figlio del
carpentiere, e questo ha un significato importante. S.
Paolo si vantava del lavoro delle proprie mani per non
essere di peso. A partire da queste riflessioni bibliche si
potrebbe fare tutto un percorso per riscoprire il valore
del lavoro. Il profeta Isaia richiama il dovere di difende-
Nella crisi che attraversiamo si parla spesso di bisogno
economico, ma c’è anche un bisogno affettivo molto
grande. Quello che abbiamo ascoltato merita di essere
raccontato, di fare notizia, anche se l’interesse di ciascuno non è quello di finire sui giornali ma di fare un servizio. Bisognerebbe trovare il modo di far rivivere oggi i
cortili di un tempo, e tornare a fidarsi gli uni degli altri è
l’unica strada. Forse è più facile per delle associazioni;
cercando di costruire delle relazioni nel vivere quotidiano ci scontriamo con una barriera da superare: la sensazione di dare fastidio.
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Renato Redaelli: disoccupazione e nuove
re l’orfano e la vedova, mentre il rischio attuale dei credenti è di limitarsi a celebrare. Se non c’è giustizia e
attenzione agli altri che valore hanno le celebrazioni? Il
lavoro fatto bene è come un Padrenostro, dicevano i nostri vecchi …
(Guglielmo Fumagalli: [email protected])
Mobilità … disoccupazione … la prima reazione è la
rabbia, ti senti colpito nel profondo, io che mi sono
sempre impegnato. Passata la rabbia, come un fiume
che rientra negli argini, ho deciso di rimettermi in gioco,
di rispolverare le mie capacità. Nella vita ho fatto diversi lavori, e così mi reinvento: recupero oggetti dalla
discarica e dal tam tam di amici. Ho un piccolo laboratorio e da un mobile ne tiro fuori un altro. Sono cose che
ho messo nella gerla da ragazzo che ora tiro fuori. Abbiamo l’Italia da rifare e ci sarebbe molto lavoro, così
come molto c’è da fare a livello educativo: perché i giovani possano reinventare un nuovo mondo, occorre che
trovino entusiasmo in buoni insegnanti, maestri. Il vero
cambiamento è stare nelle cose con gioia. A Imbersago,
dove vivo, ho scoperto quanto in questo tempo di crisi
le persone si riavvicinano, quanto maggiore è la partecipazione nel sociale, e quanto sia necessaria la gentilezza.
(Renato Redaelli: tel. 3488536246)
Caritas di Paderno d’Adda: il progetto
“Adotta una famiglia”
Esiste già dal 2010 una convenzione tra amministrazione comunale e parrocchia, con la quale si fornisce un
contributo per pagamenti diretti. La situazione è monitorata dall’assistente sociale, che verifica il bisogno, lo
comunica alla Caritas parrocchiale e suggerisce il tipo di
intervento. Il progetto “Adotta una famiglia è nato con
l’obiettivo di coinvolgere la comunità parrocchiale e
territoriale: condividi il bisogno, condividi la vita, e la
popolazione ha risposto con successo. Tra le varie iniziative si segnalano: un accordo con la cooperativa La
Fratellanza (il primo sabato del mese c’è uno sconto del
10% per l’acquisto di viveri che verranno distribuiti alle
famiglie in difficoltà), il volontariato proposto alle persone che stiamo aiutando, lo sportello di lavoro in decanato per preparare il curriculum.
(Sportello Caritas martedì dalle 17.00 alle 18.00)
Interventi in sala
La situazione in cui viviamo ci sollecita a mettersi più
in gioco, a tirare fuori quello che si è, sapendo che
l’ottimismo è un dono di Dio, il pessimismo invenzione
dell’uomo. Non si tratta soltanto di cercare soluzioni
tecniche, perché la dimensione materiale da sola appiattisce, ma occorre una visione più lunga, che non soffochi. In parrocchia si dovrebbe curare maggiormente la
parte spirituale: conoscere le persone senza lavoro, stare
loro vicino, vivere insieme momenti di preghiera. Se a
lungo abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, e così abbiamo indirizzato i nostri figli, ora è tempo
di riposizionarci secondo le forze di ognuno, di riscoprire un’economia civile, cooperativistica, senza scopo
di lucro.
Alessandro Sburlati: il lavoro come risorsa
educativa nell’Operazione Mato Grosso
I valori che stanno alla base dell’OMG, operazione con
cui raccogliamo fondi da inviare alle missioni in America Latina, sono:
 un lavoro libero, nessuno ti obbliga e non c’è un
contratto, solamente ti piace e pensi che sia utile;
 un lavoro gratuito, non ci si guadagna, anzi ci si
autotassa
 un lavoro faticoso, come taglio dei boschi, imbiancature, sgombri, per sudarci i soldi che mandiamo
in missione. Mentre oggi ti dicono che non bisogna
far fatica, che tutto è dovuto, scontato, non devi
guadagnarti niente, il lavoro faticoso ti mette in
piazza così come sei;
 un lavoro fatto bene
Molti giovani si avvicinano all’OMG per fare qualcosa
per gli altri, perché stanchi di una quotidianità vuota o
per il semplice desiderio di essere ascoltati e accolti.
Occorre avere molta fiducia nei ragazzi giovani: c’è un
tesoro nel cuore di ogni ragazzo da scoprire.
(Alessandro Sburlati: [email protected])
Mercoledì 26 febbraio 2014
presso l’oratorio di Verderio Superiore
IL CAMPO È IL MONDO
DEL RIPOSO
Gruppo Giovani e Teatro
La serata viene introdotta dai giovani con la lettura di
due racconti e l’accompagnamento musicale di una chitarra arpeggiata. Un’autentica piacevole esperienza di
riposo!
(Margherita Scalise: [email protected])
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cia a sorridere, i volti concentrati si distendono e si spalancano sorrisi … si riposa nel sorriso. Ora ci si siede,
inizia la musica, è la canzone “Vola alto” di Renato Zero. Le parole sono sui fogli che vengono srotolati. Note
e parole si susseguono mentre Donato si trasforma nel
Dr. Calzino. Finisce la canzone, il pagliaccio si presenta: questo sono io, c’è poco da aggiungere. In sala si
respira emozione e capiamo: fare il bene è il suo riposo
…
(Donato Dr Calzino: [email protected])
Frate Emilio Fiorenzo Reati
La fonte del fare è l’essere, e occorre riposare dentro per
essere attivi fuori in modo produttivo. C’è un riposo del
corpo, un’intelligenza del sonno: il sonno profondo,
quello in cui JHWH parla ai suoi profeti; il sonno con
sogni, più agitato; lo stato di veglia, ancora più agitato.
Il corpo è la camera di registrazione delle tensioni e nel
sonno le tensioni si sciolgono. C’è un riposo interiore, il
riposo del cuore, che abilita all’amore: se sono agitato
gli altri li userò, se in me c’è la calma, gli altri li amerò,
perché solo se posseggo il cuore posso donarlo. Se in
me ho pace comunico pace, se ho guerra comunico
guerra. Occorre riscoprire i gesti del corpo, della tenerezza: il bacio, con il quale sono al tuo servizio, mi dono
a te; la carezza, con la quale ti dico che mi sei caro, prezioso, ti riconosco; l’abbraccio, con cui ti difendo, ti
proteggo. Se dentro ho la guerra non ascolto l’altro e lo
respingo. Se sono in riposo dentro ho la pace e sento
l’empatia, se sono agitato ascolto solo me.
(Frate Emilio Fiorenzo: [email protected])
Cristina De Bortoli e Riccardo Oltolini.
Proloco di Paderno d’Adda
Il desiderio della proloco è di interagire con le associazioni, di creare sinergie e relazioni. Certo ci piace mangiare ma non è l’unica finalità per il paese! Il fine è fare
comunità. Ci relazioniamo anche con le altre proloco,
come in “Sei in Brianza”: sono partite in 11 proloco e
ora siamo in 22 proloco che propongono sei percorsi per
conoscere il territorio, per scoprire che ci sei in Brianza!
Il nostro è un lavoro che va a riempire gli spazi liberi
dal lavoro e, se fatto bene, con il cuore, genera positività
che ricade su tutti. Il cortile per noi non è un luogo tra
quattro mura, ma un cortile molto allargato: sogniamo
un paese che diventa cortile di tutti.
(Cristina De Bortoli: [email protected])
Sergio Grazioli. Dimensione cultura.
Pensare per agire
Il riposo non è inattività, è il tempo in cui, dopo aver
accumulato, rimetto in ordine i dati … come fa un computer. Avviene come per l’impasto: è a riposo, ma il
lievito dentro fermenta e ricrea. Secondo il detto dei
benedettini “ora, lege et labora”, il leggere è lo studiare,
il momento ri-creativo che dà equilibrio all’azione. La
meditazione fa vedere cosa manca, la preghiera ce la
ottiene. C’è una dimensione oltre, la dimensione spirituale, da riprendere e tenere presente. Oggi il riposo si
comprende come evasione da un mondo che non riusciamo ad accettare. Si tratta invece di vivere la contempla-azione come ricerca di un significato al nostro agire.
Bisogna essere contempla-attivi, come diceva don Tonino Bello, dare un significato al nostro agire.
(Sergio Grazioli: [email protected])
Interventi in sala
Il riposo è inteso come divertimento, relax, e si dimentica che il riposo ha valore se viene dopo il lavoro. Così,
invece del riposo c’è lo svagarsi, e si innesca un circolo
chiuso in cui ci si ritrova soli, dentro la nostra bolla cognitiva. Il lavoro porta il nostro contributo al vivere sociale; Dio per primo ha lavorato, ha fatto un buon lavoro, e il settimo giorno si è riposato. Il valore del lavorare
bene e il valore del riposo vanno di pari passo. Per riposo si intende anche il fare niente, il riposo nell’intimo,
l’essere positivo, riconciliarsi con la vita. Oggi sembra
che non sappiamo più provare emozioni: sorridere,
piangere, emozioni e sentimenti, avere un cuore … corriamo sempre senza accorgerci di quello che succede.
Siamo così abituati a correre che, semmai ci riposiamo,
proviamo un senso di colpa. Occorre riscoprire il valore
della Domenica, giorno del Signore, giorno del riposo.
Donato Dr. Calzino.
Compagnia Colori - Unitalsi
Un foglio arrotolato viene consegnato a ciascuno, ma
verrà aperto solo in un secondo momento. Si comincia
invece tutti in piedi … con un gioco! Nel gioco si usano
solo le mani: la destra fa la pistola puntata verso la sinistra che segna il quattro abbassando il pollice. Un gioco
di abilità e destrezza, perché al via le mani si scambiano
le parti, via e via … più velocemente. In sala si comin-
Suor Moira
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