“AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE” Seduta del 19

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
X LEGISLATURA
VI COMMISSIONE
“AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE”
Seduta del 19 giugno 2014
Processo verbale n. 16/2014
Il giorno 19 giugno 2014, alle ore 10:30, è convocata a norma dell’articolo 31, comma 1, del
Regolamento generale, presso la sede del Consiglio regionale, la VI Commissione per la
trattazione degli argomenti di cui all’ordine del giorno allegato.
Presiede la seduta il Presidente Luca MARSICO.
Assistono alla seduta la dirigente della Commissione Emanuela PANI, la responsabile della
posizione organizzativa Livia FERRARI con funzione verbalizzante e il funzionario Alessandro
ROTILIO.
Alle ore 10:55 il Presidente MARSICO apre la seduta.
2
Argomento n. 1 dell’o.d.g.
Comunicazioni del Presidente.
Il Presidente MARSICO dà lettura delle odierne comunicazioni.
Argomento n. 2 dell’o.d.g.
Approvazione del processo verbale n. 15 del 12 giugno 2014
Ai sensi dell’ art. 61 comma 3, del regolamento generale, si intende approvato il processo
verbale di cui sopra.
Argomento n. 3 dell’o.d.g.
ITR 3085 Interrogazione concernente acciaieria Arvedi
S.p.A. e presenza di composti inquinant nel territorio del
Comune di Cremona
Presidente MARSICO
Abbiamo la 3085. La diamo per letta? Ovviamente, se c’è richiesta di
poter esporla, non posso negarlo, tenuto conto che ne abbiamo 6, che
non è una questione quantitativa che deve andare a discapito della
qualità, ma ritenendo che nella risposta vi sia presente anche la
domanda, lo suggerisco, però, ritorno a dire, a fronte della
richiesta non potrei sottrarmi. Prego, però, di essere molto corto,
perché poi ci sarà la risposta, prego di mantenere la sintesi.
Consigliere FIASCONARO
Grazie, Presidente, cercherò di essere il più breve possibile.
Parliamo dell’acciaieria Arvedi S.p.A. che si trova nei Comuni di
Cremona, Sesto ed Uniti e Spinadesco, molto vicina ai centri urbani,
agli insediamenti urbani di questi Comuni.
Parliamo di inquinamento ambientale, ovviamente, e in particolare di
COV, cioè composti organici volatili, tra i più comuni c’è il
benzene, metano e formaldeide, composti che hanno un effetto
neurotossico, e parliamo anche di idrocarburi policiclici aromatici,
in particolare benzo-a-pirene, che è l’unico normato e che è
classificato come cancerogeno del gruppo 1 per l’uomo.
Ci riferiamo a varie vicende: il fatto che la Provincia di Cremona
nell’aprile 2012 ha rilasciato l’aggiornamento all’AIA all’acciaieria
Arvedi; che ARPA durante una visita ispettiva, successivamente al
rilascio dell’AIA, ha accertato alcune inadempienze prescrittive da
parte dell’acciaieria; la Provincia di Cremona nell’ottobre 2012 ha
proceduto a diffidare l’acciaieria per eliminare le inosservanze
accertate da ARPA e l’acciaieria nel gennaio del 2013 ha presentato
alcuni progetti per adempiere alle richieste della Provincia di
Cremona, di eliminare le inosservanze prescrittive. Tali progetti
sono poi stati approvati dalla Provincia di Cremona nel marzo 2013.
3
Da notare che l’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, di
Genova, nel 2007 ha effettuato una campagna di monitoraggio
ambientale
sul
territorio
di
Spinadesco
e
Cavatigozzi
per
l’identificazione delle fonti di emissione dei composti organici
volatili nel territorio comunale, e nelle conclusioni di questa
campagna di monitoraggio si evidenzia e si ipotizza l’opportunità di
fare un’indagine mirata per chiarire quali siano le aree di massima
ricaduta delle emissioni degli inquinanti dell’azienda Arvedi e, in
corrispondenza di tali aree, di verificare la concentrazione e di
benzo-a-pirene nell’aria e dei metalli pesanti e diossine nel
terreno.
Inoltre, aggiungo che uno studio commissionato dall’associazione
“Star bene in ambiente sano”, nel febbraio del 2013, ha rilevato
tenori di diossina e PCB superiori ai limiti di legge in campioni di
uova fresche prelevate da un allevamento domestico di Spinadesco.
Non è il caso di ricordare come le acciaierie in Italia abbiano, in
altri casi, influito in maniera assai negativa sulla qualità
ambientale della salute, ricordare solamente l’Ilva di Taranto.
A fronte di tutte queste premesse cosa domandiamo all’Assessore?
Domandiamo: se ARPA intenda monitorare il benzo-a-pirene in Provincia
di Cremona in una stazione più vicina all’acciaieria Arvedi rispetto
all’attuale
stazione
di
Soresina;
quante
centraline
per
la
rilevazione di COV esistano presso l’acciaieria; a che punto sia
l’iter di autorizzazione dei progetti presentati dall’acciaieria alla
Provincia di Cremona a seguito della diffida; se si voglia dar
seguito a quelle che sono le ipotesi che si sono ritrovate a seguito
dello studio dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di
Genova, e quindi, sostanzialmente monitorare il rispetto della
concentrazione di benzo-a-pirene nell’aria dei metalli pesanti e
diossine
nel
terreno
nei
terreni,
nei
territori
vicini
all’acciaieria; se esistano delle analisi effettuate dalle ASL sulle
uova
e
sul
latte
proveniente
dagli
allevamenti
della
zona
dell’acciaieria per individuare diossine, PCB e metalli pesanti; e se
i risultati delle analisi sulle uova – citati nelle premesse – siano
stati – o c’è intenzione di farlo – analizzati e oggetto di
approfondimento per trovare un’eventuale correlazione con le attività
dell’acciaieria. Ho concluso.
Presidente MARSICO
Grazie, Consigliere. Prego, Assessore.
Assessore TERZI
Salterò le premesse, le precisazioni e le indicazioni e tutte le
informazioni relative alla situazione, Cremona e Arvedi, anche perché
è già stata oggetto di una precedente interrogazione, piuttosto
articolata nella risposta, quindi le darei quelle per conosciute, e
vado direttamente alle domande.
4
Quindi, partendo dalla prima: se Regione Lombardia, tramite ARPA,
intenda monitorare il benzo-a-pirene in Provincia di Cremona, con una
stazione di rilevamento vicina all’acciaieria Arvedi, vi preciso,
sulla base delle informazioni di ARPA, che ARPA risulta aver attivato
sul territorio lombardo un’articolata rete di rilevamento secondo
quanto previsto espressamente dalle norme vigenti, quindi dal decreto
legislativo 155/2010.
Sono 14 punti di misura del benzo-a-pirene, oltre ai quali vanno
aggiunti altri 6 punti per gli idrocarburi policiclici aromatici, non
normati,
ma
comunque
previsti,
appunto,
dal
citato
decreto
legislativo, quindi come approfondimenti da effettuare e poi in
stazioni speciali.
Come diceva, l’interrogante, una di queste è posizionata a Soresina,
in Provincia di Cremona.
Probabilmente non è vicina nel senso stretto, non è nel Comune o
nelle adiacenze, nelle prossimità di Arvedi ma, ribadisco, tutte le
centraline sono posizionate, così come previste dalla normativa
vigente, diventa difficile pensare di prevederne diverse e quindi di
installarne ulteriori, se non, ovviamente, al di fuori del contesto
normativo in vigore.
Con la precisazione che in Regione Lombardia comunque già oggi sono
state posizionate stazioni di rilevamento in un numero maggiore, del
25%, quindi in più, rispetto a quello che la legge già prevede,
quindi abbiamo già un numero maggiore rispetto a quanto noi dovremmo
avere, secondo la normativa vigente, di queste centraline, che è un
elemento da considerare che già, per esempio, ci avevano precisato
quando avevamo avuto il confronto relativo alla qualità dell’aria, se
vi ricordate, che ci avevano appunto fatto notare, che è ben più di
quelle che dovremmo avere.
Quante centraline per la rilevazione dei COV esistono presso
l’acciaieria Arvedi e come vengono monitorati tali parametri? Quindi,
per quanto riguarda i COV, ARPA – in conformità alle previsioni ed ai
criteri fissati dal 155/2010 – provvede a misurare il benzene, il
toluene e gli xileni in 27 stazioni, una delle quali è posizionata in
piazza Cadorna, appunto, a Cremona.
E’ d’altra parte noto che COV, che è un termine generico e serve ad
indicare molte sostanze, di fatto è preferibile – e la norma lo
richiede – la misura di COV specifici, in particolare di benzene, per
il quale è fissato un limite di legge.
La scelta dei luoghi da monitorare è, al contrario, legata, per
quanto riguarda le fonti di inquinamento diffuse, proprio da quanto è
previsto dal decreto legislativo 155/2010, e ha come obiettivo quello
di misurare i livelli ai quali sono esposti la popolazione in
generale.
L’impatto di sorgenti specifiche va quindi valutato a carico delle
aziende e secondo quanto previsto dai decreti autorizzativi in
termini di emissione e, se richiesto, di qualità dell’aria esterna.
5
Ciò detto, e con riferimento quindi al caso dell’Arvedi, al fine di
una più corretta e soddisfacente visione d’insieme, abbiamo ritenuto
di fornire queste ulteriori informazioni.
Nell’area dell’acciaieria Arvedi è attiva una stazione di rilevamento
della qualità dell’aria, più precisamente è situata nel centro
abitato di Spinadesco, ed è gestita da ARPA, in convenzione con la
società e con oneri a carico della ditta stessa per la misura di
Pm10, Pm2,5, NO2 e ozono.
In
base
alla
convenzione,
Arvedi
è
impegnata
a
mantenere
l’allestimento degli analizzatori al fine di permettere l’attività di
controllo ad ARPA. Il sistema di campionamento del particolato
permette, poi, la speciazione delle diverse polveri.
Per indagare possibili ricadute derivanti dalle attività antropiche
nell’area
cremonese,
quindi
inclusa
ovviamente
l’attività
dell’acciaieria Arvedi, durante il 2012 ARPA ha avviato un progetto
monitorato ad approfondire le conoscenze nell’ambito territoriale
intorno appunto al complesso industriale.
In particolare sono stati effettuati campionamenti a Spinadesco e a
Cremona, in due diversi periodi, quindi estivo e invernale, della
durata di circa due mesi ciascuno, al fine di caratterizzare la
qualità dell’aria della zona in generale e individuare il peso delle
sorgenti locali rispetto alle altre sorgenti diffuse sul territorio.
In tal senso, oltre alla valutazione dei parametri caratteristici per
la qualità dell’aria, sono state effettuate ulteriori e diverse
tipologie di analisi, con lo scopo proprio di determinare la
composizione chimica del particolato fine, nell’ambito del quale,
appunto, sono stati indagati gli idrocarburi policiclici aromatici,
anche al fine di determinare le fonti primarie di inquinamento.
Sono stati poi valutati una serie di parametri, tra cui i principali
elementi del Pm10, il levoglucosano, il nitrato solfato ammonio e i
principali IPA.
Le risultanze del monitoraggio, che ha interessato 4 centraline che
insistono sull’area oggetto di studio, 3 collocate a Cremona e 1 a
Spinadesco, hanno portato, di fatto, a questo risultato.
Con riguardo agli inquinanti normati, non sono stati rilevati
particolari criticità rispetto agli andamenti registrati nel resto
della Pianura Padana.
Risulta invece rilevante il contributo fornito dalla combustione
della biomassa, come peraltro confermato dall’inventario delle
emissioni in aria, anche in relazione alla formazione degli IPA.
La relazione di dettaglio non è ancora disponibile, ma sarà resa
disponibile a breve, invece, sul sito di ARPA Lombardia, e quindi
disponibile, appunto, ai più e a tutti coloro che dovessero essere
interessati.
Oltre a quest’iniziativa abbiamo notizia di un’attivazione del Comune
di Cremona, nel periodo che andava da aprile 2011 a marzo 2012, che,
con il supporto scientifico dell’Istituto Maugeri di Pavia, ha
effettuato un monitoraggio ad alta risoluzione spaziale di composti
6
aerodispersi nel territorio di Cremona e di Spinadesco. I dettagli
del monitoraggio e i relativi risultati sono stati presentati al
pubblico in occasione di un convegno nel novembre 2012 e, tra
l’altro, sono da allora disponibili sul sito web del Comune di
Cremona.
In ordine alle attività condotte dalla Fondazione Maugeri, su
incarico del Comune di Cremona, giova precisare che il Dipartimento
ARPA di Cremona si è limitato a supervisionare i lavori, proprio
perché attività azionata su istanza del Comune di Cremona e quindi
diretta dal Comune stesso.
Il programma di ARPA è stato caratterizzato, invece, da una
differente
filosofia,
proprio
perché
mirato
al
territorio
immediatamente limitrofo all’acciaieria, pur senza trascurare il
contributo di tutte le eventuali sorgenti.
Ad integrazione di questa campagna di approfondimento della qualità
dell’aria nel territorio, vicino all’acciaieria Arvedi, già condotta
e terminata nel 2012, si può prendere in considerazione la
possibilità di realizzare un’ulteriore campagna di monitoraggio,
considerando però che questa esula da quella che è l’attività per cui
già sono stati corrisposti dei fondi e delle somme ad ARPA, e quindi
bisognerebbe trovare ulteriori finanziamenti e che, d’altra parte,
non essendo quella prevista nelle autorizzazioni, non può essere
posta a carico della società medesima, che già sostiene i costi di
tutta la campagna e di tutto il monitoraggio,
previste in sede di
autorizzazione.
La campagna potrebbe, eventualmente, prevedere la misura del benzo-apirene, oltre che gli IPA considerati dal decreto legislativo del
2010, in due periodi, di un mese ciascuno, più o meno come quello che
è già stato realizzato.
Per poter valutare poi i risultati e distinguendo, per quanto è
possibile, tra l’eventuale contributo dell’acciaieria e quello di
stufe e caminetti che, abbiamo visto, sono uno degli elementi
attenzionati, dobbiamo misurare, quindi, anche il levoglucosano. Si
potrà valutare se integrare le misure con metalli pesanti.
ARPA ci dice che il costo di questa campagna potrebbe essere di circa
15.000 euro, come base, ovviamente da integrare per le ulteriori
indagini che si dovesse decidere di azionare; la realizzazione della
campagna è subordinata alla disponibilità del laboratorio e di una
serie di attività ulteriori. Misurare gli IPA costa circa 80.000 euro
più IVA.
D’altra parte, aggiungere una nuova centralina nello stesso Comune,
oltre al fatto che questa cosa esula dai criteri del 155,
comporterebbe, oltre agli 80.000 euro più IVA necessari per le
analisi, un costo di 100.000 euro più IVA per l’acquisto di una
centralina e 22.000 euro più IVA, ogni anno, per la questione.
Quindi, sono tutte valutazioni che si possono fare, eventualmente,
tenendo sempre in considerazione questa premessa di fondo, che è
quella che non sono previste dalla norma.
7
A che punto è l’iter di attuazione dei progetti presentati
dall’acciaieria? In ordine alle criticità rilevate da ARPA in sede di
sopralluogo, la Provincia ha provveduto a diffidare l’azienda ad
eliminare le inosservanze accertate, relative, nello specifico, ad
aspetti concernenti le emissioni in atmosfera.
L’azienda ha provveduto a presentare i progetti di adeguamento, che
prevedevano l’installazione di sistema di iniezione di carboni attivi
per l’abbattimento delle diossine, la predisposizione di un sistema
di emergenza al servizio dell’impianto di abbattimento fumi della
linea fusoria 1 e la risoluzione delle problematiche inerenti alle
emissioni in atmosfera e, più nello specifico gli inquinanti
derivanti da diossine e furani.
In tal senso l’installazione dei sistemi di assorbimento a carboni
attivi sulle linee dei due forni fusori risulta una tecnica prevista
dalle BAT, avvalorata dai più recenti dati riscontrati da ARPA e
garantisce livelli emissivi compresi nei limiti di legge, nonché i
valori previsti dalla decisione della Commissione UE del febbraio
2012, quindi che stabilisce le migliori tecniche disponibili per
produzione di ferro e acciaio.
Vi risparmio i dati tecnici, ma che sono ovviamente a disposizione
degli interroganti, laddove volessero approfondirli anche con i
funzionari della DG Ambiente.
Se a seguito della campagna di monitoraggio effettuata dall’Istituto
Nazionale per la Ricerca: premesso che dalle risultanze della
campagna di monitoraggio effettuata dall’Istituto Nazionale per la
Ricerca sul Cancro di Genova, ARPA Lombardia evidenzia che non sono
emerse particolari criticità in merito alla presenza di COV, dallo
studio commissionato dall’associazione Star bene in ambiente sano,
realizzato, appunto, da Nuova Ecologia S.r.l., non sono emerse
particolari criticità in merito all’inquinamento dei terreni da
metalli pesanti e diossine. Dallo studio condotto da ARPA presso i
siti di Cremona e Spinadesco, nel 2012, finalizzato alla valutazione
della qualità dell’aria, emerge anche la caratterizzazione del
particolato fine con previsione della misura degli IPA e, nello
specifico, di benzo-a-pirene, sebbene le misure effettuate relative a
campagne di 50 giorni non siano direttamente confrontabili nei limiti
di legge misurati relativi alle medie attuali.
Con queste premesse doverose, ed importanti, che dovremo sempre
tenere in considerazione, vi do conto del le attività di controllo e
monitoraggio svolte da ARPA sull’impianto ai sensi della disciplina
vigente. Arvedi è stata oggetto di oltre 30 ispezioni, dal ’92 al
2007, e di ulteriori 32 ispezioni straordinarie dal rilascio del
primo decreto AIA ad oggi.
Il decreto AIA prevede, in conformità del 152/2006, che l’impianto sia
soggetto a regime di autocontrollo, con registrazione e misura in
continuo e periodica dei parametri di processo, interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre ai controlli ordinari e
straordinari che vengono effettuati, appunto, dalle Autorità di
8
controllo. Arvedi ha poi installato sui camini, che espellono le
emissioni captate dai due forni fusori, un sistema di campionamento
automatico delle diossine 10S, che permette di campionare l’emissione
di queste sostanze per un periodo di un mese rispetto al
campionamento ufficiale, che è invece eseguito sulle 8 ore.
Dopo aver concordato con ARPA e con le Autorità competenti le
modalità di utilizzo del sistema di campionamento automatico, il
2014, poi, ha visto l’avvio del nuovo sistema.
I risultati della prima serie di misure, essendo a metà dell’anno in
corso, hanno confermato la bassa concentrazione delle diossine e dei
furani nell’emissione dei forni dell’acciaieria, quindi sono elementi
che possiamo accogliere con favore.
Per quanto riguarda gli altri quesiti, attengono all’Assessorato alla
Salute, al quale abbiamo chiesto, e sollecitato più volte, un
riscontro, ma che ad oggi non ci è ancora stato fornito, quindi io
non posso intervenire. Non appena ci risponderà, sarà nostra cura
trasmettere le risposte o fornirvele in questa sede.
Presidente MARSICO
Grazie, Assessore, io chiedo, fin d’ora, all’Assessore, di versare la
risposta. Se il Consigliere...
Consigliere FIASCONARO
Assolutamente, così poi potrò prenderne copia.
Sì, in merito alle risposte dell’Assessorato alla Sanità, riguardano
il punto 5 e 6, da quello che ho capito.
Assessore TERZI
Se esistono analisi effettuate dalle ASL sulle uova e latte, non può
che essere quello. Se i risultati delle analisi delle uova siano
state o saranno oggetto di approfondimento.
Non ce le ho ancora tra le deleghe!
Consigliere FIASCONARO
Intanto grazie all’Assessore per la risposta.
Sul punto 1, è vero, l’avevo citato, c’è il punto di rilevamento di
Soresina, quello che si chiede e che si evidenzia è il fatto che
Soresina si trova distante dall’acciaieria Arvedi, e in una
situazione territoriale apparentemente priva di forti criticità
ambientali, quindi la possibilità di avere un punto di rilevamento
più vicino, per esempio, all’acciaieria Arvedi, che è un impianto di
forti emissioni di questo tipo di inquinanti.
Anche per quanto riguarda i COV, la centralina di rilevamento in
città, a Cremona, la domanda era: se esistevano le centraline anche
all’interno dell’acciaieria, da quello che ho capito, no, ci sono
centraline nei dintorni dell’acciaieria, gli inquinanti normali, non
ci sono criticità.
9
Rilevante, ritengo anch’io, il fatto che ci siano criticità sui
contributi e sulle biomasse e interessante è avere, appunto, la
relazione nel dettaglio disponibile.
Per quanto riguarda l’ulteriore campagna di monitoraggio, a parte che
molte campagne di monitoraggio sono state fatte e quindi adesso si
possono attendere le azioni conseguenti rispetto alle campagne di
monitoraggio, però, soprattutto per il monitoraggio del benzo-apirene, credo che possa essere un costo che ARPA e Regione Lombardia
può mettere in conto di sostenere, perché si tratta di un’importante
campagna di monitoraggio, sulla quale bisogna fare una seria
riflessione per metterla in atto.
Sul fatto che non siano emerse particolari criticità dagli studi e
dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova e per le
altre analisi commissionate da quest’associazione, Star bene in
ambiente sano, ne prendo atto, però credo che siano due Enti seri,
che hanno evidenziato, entrambi, criticità, tra l’altro l’Istituto
Nazionale della Ricerca sul Cancro ha anche ipotizzato degli
interventi da mettere in atto.Sul fatto dei controlli, okay,
l’impianto è sottoposto a regime di autocontrollo.Sui campionamenti a
camino delle diossine, vanno bene, ne prendo atto, ma credo che sia
importante anche prevedere dei campionamenti – che poi è una delle
cose che veniva chiesta nell’interrogazione – sui terreni, quindi
sulle ricadute. Grazie.
Presidente MARSICO
Non so, se l’Assessore vuole replicare. Ricordo che siamo in sede di
risposta ad interrogazioni e che, pertanto, il dibattito sul punto
dovrebbe essere concentrato sulla domanda, sulla risposta e con una
tempistica adeguata, in analogia per quella che è la previsione per i
lavori
consiliari,
ancora
più
succinta
dell’esposizione
dell’interrogazione.
Assessore TERZI
Capisco, anche visto il numero delle interrogazioni, noi comunque
siamo disponibili a dare tutte le precisazioni.
Presidente MARSICO
Non deve andare a discapito della qualità però dobbiamo cercare di
dare, in assenza di una norma regolamentare, un’applicazione in via
analogica, che non può essere coercitiva, me ne rendo conto perché
non è da Regolamento, ma che, credo, possa essere usata da tutti
come, come dire, stella polare anche per l’espletamento dei lavori di
Commissione. Prego.
Assessore
Solo per
anche la
appunto,
TERZI
dire, e per aggiungere, che sarà nostra cura trasmettere
relazione della Provincia di Cremona, che ha partecipato,
allo studio di cui abbiamo discusso, del Comitato,
10
sottoscritta congiuntamente da ARPA, da cui si evince, appunto, che i
campioni di terreno rispettano i limiti normativi ambientali in
merito ai parametri di diossina e metalli.
Integreremo la nostra risposta con quest’ulteriore informazione, che
spero, poi, risulti esaustiva per l’interrogante.
Presidente MARSICO
Era opportuno l’intervento in replica dell’Assessore.
Argomento n. 4 dell’o.d.g.
ITR 3087 – Interrogazione concernente Provincia di Pavia
proposta di protocollo d’intesa tra Enti per decommissioning
selettivo
Presidente MARSICO
Passiamo all’interrogazione 3087 a firma Villani. Chiedo a Villani se
abbia intenzione di... la dà per enunciata. La parola all’Assessore
per la 3087. Grazie.
Assessore TERZI
La risoluzione 9 del dicembre del 2013 impegna la Giunta a definire
gli scenari e i criteri di un decommissioning, cioè di una
disattivazione progressiva degli impianti oppure delle singole linee
di combustione, coerenti con la progressiva diminuzione di produzione
del rifiuto urbano residuo regionale, che è alla base del Piano
rifiuti - che verrà approvato domani. finalmente, ve lo comunichiamo
in anticipo – quindi tutti i principi che sono stati alla base della
risoluzione, piuttosto che della moratoria, domani troveranno la loro
formalizzazione finale.
In attuazione dell’impegno che anche il Consiglio ha affidato alla
Giunta, quindi la Giunta per il tramite dei funzionari della DG
Ambiente, definirà le linee guida e di indirizzo per individuare, a
livello regionale, i criteri e le indicazioni relative a questa
progressiva e graduale dismissione relativamente agli impianti che
risultano non più necessari per il famoso raggiungimento del
fabbisogno regionale, cioè “tanto produco, tanto smaltisco”, secondo
quell’assunto ormai noto a tutti, per cui Regione Lombardia è in
grado di smaltire più di quanto non produca in termini di rifiuto
urbano.
Nella definizione di questi criteri la Giunta non potrà che
coinvolgere, convintamente, le realtà territoriali interessate.
Una volta arrivati alla redazione di queste linee guida, pensare di
arrivare alla redazione di singoli protocolli diventerebbe un lavoro
forse in più rispetto a quanto già le linee guida potrebbero fare.
Il caso di Cremona di fatto abbiamo deciso di trattarlo come caso
pilota, nato su richiesta e su una proposta spontanea, volontaria del
territorio medesimo. Provincia e Comune, all’unisono, si sono
candidati ad anticipare questa valutazione e questa redazione delle
11
linee guida dicendo: noi ci rendiamo conto che la nostra sia una
situazione al limite, il nostro inceneritore effettivamente è uno –
notoriamente, palesemente – tra i meno efficienti, abbiamo in conto
di valutare interventi strutturali importanti, prima di fare questo,
e per avere le idee chiare, valutiamo anche l’opzione B, cioè la
possibilità di partire dal nostro per il decommissioning.
Quindi in questo senso va letto il protocollo che è stato
sottoscritto con Cremona.
La stessa cosa vale per il protocollo o, comunque, l’intesa che sta
venendo avanti per quanto riguarda l’inceneritore Accam di Busto
Arsizio.
Anche in quel caso, però, rilevo e vi faccio notare che è stato il
territorio che si è proposto per questo tipo di valutazione, per
questo tipo di riflessione.
Il principio è questo, secondo l’assunto fondamentale che muove le
nostre azioni, che è quello della disponibilità a dialogare con il
territorio senza mai voler imporre nulla.
Noi abbiamo detto: la Regione convintamente sta ragionando e la DG
Ambiente sta ragionando in questo senso. Il fatto che mi pare
doveroso, logico, è che siano i territori a proporsi, in questo caso.
L’ha fatto prima di tutti Cremona, l’ha fatto Busto Arsizio, so che
Desio si sta muovendo in questo senso, il Consiglio comunale nei
giorni scorsi ha approvato un ordine del giorno che va in questa
direzione. D’altra parte, però, prosegue tutta l’attività per la
redazione
delle
linee
guida,
che
supereranno
questi
singoli
protocolli.
Riguardo, poi – l’ultima precisazione – la Provincia di Pavia,
ovviamente – e permettetemi questa critica – prima forse di pensare
al decommissioning, che è una discussione che ben sempre può essere
fatta, bisognerebbe pensare al fatto che la Provincia di Pavia arrivi
a raggiungere gli standard minimi, medi, del resto della Regione
Lombardia per quanto riguarda la raccolta differenziata e per lo
smaltimento.
Quindi, secondo me, se in altre situazioni c’erano tutti gli elementi
per iniziare a parlare di decommissioning, e per studiare la
possibilità, i costi, i tempi di un decommissioning, prima ancora di
arrivare alle linee guida, forse su Pavia – mi spiace dirlo a chi è
pavese – però qualche cosa ancora da fare sulla gestione dei rifiuti
bisogna farla. Questo non esclude, però, che ben si possa ragionare
comunque in questo senso.
Ribadisco però che il principio è di: non imponiamo niente, se il
territorio ce lo chiede siamo più che disponibili, tant’è che
l’abbiamo già fatto, Cremona, Busto Arsizio, adesso vediamo se poi
Desio ci formalizzerà appunto questa intenzione.
Presidente MARSICO
Grazie, Assessore. Prego, Villani.
12
Consigliere VILLANI
Grazie, Presidente. Io ringrazio l’Assessore per la risposta, e anche
per quest’informazione sulle linee guida.
Innanzitutto vorrei dire questo: so benissimo la situazione che
abbiamo ereditato in Provincia di Pavia, da Enti locali che abbiamo
ereditato, prima in Provincia e adesso con il Comune di Pavia, per
quanto riguarda la raccolta differenziata, cercheremo sicuramente di
rendere il territorio molto più protagonista, e credo che anche nella
formulazione delle linee guida sia necessario un confronto, promosso
anche da noi, oltre che dai territori, un confronto molto serrato con
i territori.
Io credo che l’Amministrazione provinciale, ed il Comune di Pavia, si
faranno sicuramente carico di partecipare attivamente a questo tipo
di lavoro.
Per quanto riguarda questi livelli bassi di raccolta differenziata,
però è bene dire che una delle ragioni, non la ragione principale, ma
una delle ragioni, oltre le politiche che sono state portate avanti,
sulle quali non voglio entrare, ma una delle ragioni sta proprio
nella presenza di questi inceneritori, perché ha portato le aziende
di raccolta rifiuti ad un utilizzo anche eccessivo di questi
inceneritori, ed è per questo che, parallelamente, al grande sforzo
che stiamo facendo per aumentare la raccolta differenziata, e dei
passi avanti comunque in questo anno ne sono stati fatti, anche
importanti, noi riteniamo che debba andare avanti anche questo
processo di dismissione o, comunque, di rivalutazione dell’insieme
degli impianti che ci sono. Comunque, siamo qui per lavorare insieme.
Presidente MARSICO
Grazie.
Argomento n. 5 dell’o.d.g.
ITR 3088 – Interrogazione concernente stato di attuazione
dell’escavazione degli ambiti territoriali estrattivi di cava dei
piani provinciali
Presidente MARSICO
Passiamo all’interrogazione 3088a firma Girelli e Villani.
Diamo per esposta l’interrogazione, Villani? Prego, Assessore.
Assessore TERZI
Noi abbiamo già provveduto a trasmettere la risposta scritta
all’interrogazione, ci è arrivata la risposta alla risposta di non
completa soddisfazione, quindi, se sono d’accordo i firmatari, io
leggerei l’integrazione a quanto già avete avuto per iscritto, se no
leggiamo anche tutta la parte che avete già avuto.
Presidente MARSICO
Prego.
13
Assessore TERZI
Ad integrazione di quanto è già stato trasmesso, intendiamo precisare
che: la normativa regionale delega alle Province, oltre alle funzioni
di pianificazione e di gestione amministrativa delle attività
estrattive, anche le attività di raccolta dei dati statistici
relativi ai materiali estratti annualmente sul proprio territorio,
impegnando poi gli Enti – questi Enti, quindi le Province – a
trasmettere i dati secondo i prospetti definiti dall’Istat.
Ai sensi della legge regionale 14/98 questi dati sono trasmessi dagli
operatori alle Province, che poi li trasferiscono, a loro volta,
annualmente alla Regione, che a sua volta li elabora secondo il
format predisposto dall’Istat e li trasmette a quest’ultimo Istituto.
Al fine di assicurare la necessaria omogeneità di rilevamento dei
dati statistici relativi alle attività di cave operanti sul
territorio la Regione ha elaborato criteri di determinazione, appunto
un format di rilevazione. I dati elaborati dalla Regione, trasmessi
all’Istat, riportanti per Provincia e per categoria merceologica il
quantitativo dei materiali escavati, sono pubblicati sul sito
all’indirizzo
www.reti.regione.lombardia.it
nella
sezione
delle
attività estrattive, cave e dati Istat.
I dati sono, però, allo stato aggiornati al 2011. Quelli del 2012
sono in corso di elaborazione, poiché qualche Provincia è arrivata
con ritardo nella trasmissione. Gli ultimi dati, quelli relativi al
2011, sono arrivati a marzo del 2014, quindi li stiamo ancora
elaborando. I dati del 2013 capirete bene che non sono ancora stati
forniti dalla maggior parte delle Province.
La precisazione che mi chiedono di fare i funzionari attiene al fatto
che le rilevazioni annuali dei dati non possono essere messe
immediatamente in correlazione con i volumi pianificati e autorizzati
durante i periodi di vigenza dei piani, poiché, com’è noto, durante i
primi anni successivi all’approvazione del piano, alcune attività
estrattive vengono condotte sulla base di autorizzazione rilasciate
sul piano vecchio, quindi non è possibile mettersi a fare i più e
vedere se tornano i conti, perché c’è il rischio che questi dati
siano da leggere alla luce di autorizzazioni precedenti. Quindi sono
abbastanza complicati ed è il motivo per cui è complicato poi
elaborarli e trasfonderli in un format che sia immediatamente
leggibile.
Comunque, siamo disponibili a discutere e a confrontarci in
particolare con gli interroganti, che hanno sollevato la questione,
per definire i criteri, o la tipologia di format, di tabella entro la
quale inserire tutti questi dati.
Allo stato, ribadisco, oltre al fatto che Regione Lombardia risulta
essere l’unica che fa questa cosa, e l’unica che rende pubblici
questi dati, ci rendiamo conto della difficoltà di lettura o di
raccolta di quelli che sono i dati che, appunto, gli interroganti ci
chiedevano.
14
Allo stato attuale per noi non è possibile farlo, perché non è
previsto che venga fatto, e nulla vieta che ci mettiamo intorno a un
tavolo, vediamo se e quanto è possibile predisporre questa tabella
anche con questi dati, sempre sapendo che, oltre al ritardo cronico
nella comunicazione dei dati, c’è anche da tenere in considerazione
che spesso i volumi vanno a cavallo dei due piani, comunque si può
fare.
Presidente MARSICO
Grazie. Prego.
Consigliere VILLANI
Grazie. Una battuta, per dire che ci eravamo dichiarati parzialmente
soddisfatti già dalla risposta scritta, prendiamo atto di queste
integrazioni e, naturalmente, seguiremo con attenzione questo
percorso successivo, anche per l’acquisizione di questi nuovi dati e
al lavoro conseguente. Grazie.
Presidente MARSICO
Grazie, Consigliere.
Argomento n. 6 dell’o.d.g.
ITR 3091 – Interrogazione concernente cessazione attività
della raffineria sita nel Comune di Cremona “Tamoil
raffinazione S.p.A.” – Opere di ripristino ambientale
Presidente MARSICO
Passiamo
all’interrogazione
3091,
primo
firmatario
consigliere
Fiasconaro, che chiede la parola? Ne ha facoltà. Prego, Consigliere.
Consigliere FIASCONARO
Grazie, Presidente. Ancora più breve di prima: si parla della società
Tamoil raffinazione S.p.A. e della cessazione dell’attività di
raffinazione nel sito di Cremona.
Il primo aprile 2011 presso il Ministero dello Sviluppo economico è
stato sottoscritto un accordo fra gli Enti locali, Governo e Regione
Lombardia, la società Tamoil S.p.A. e i sindacati in merito alla
decisione di Tamoil di cessare l’attività di raffinazione.
In questo accordo per la società Tamoil ci sono vari impegni di
bonifica, di ripristino ambientale, un piano di reindustrializzazione
e un piano di industrializzazione.
Questo accordo prevede anche, in merito agli impegni di ordine
istituzionale, l’istituzione presso Regione Lombardia di un tavolo
tecnico di confronto che monitori e verifichi almeno quattro volte
l’anno l’andamento degli impegni sottoscritti, insieme a tutti i
soggetti che hanno sottoscritto presso il Ministero dello Sviluppo
economico l’accordo.
15
Le domande sono: se questo tavolo regionale dal 2011 ad oggi sia
stato convocato dalla Regione; quante volte; in quali date e,
possibilmente, se è possibile, appunto, avere i verbali delle sedute;
a che punto sia la bonifica degli impianti del suolo, del sottosuolo
e delle acque sotterranee impattate dall’attività industriale della
raffineria; se i costi necessari alla realizzazione di questi
interventi di bonifica siano stati, fino ad oggi, e per il futuro,
interamente sostenuti dalla società Tamoil e a che punto sia il piano
di reindustrializzazione delle aree di proprietà della Tamoil esterne
al polo logistico e il piano di industrializzazione e ripristino
ambientale delle aree libere dall’attività di raffinazione, così come
previsto, appunto, dall’accordo. Grazie.
Presidente MARSICO
Grazie, Consigliere. Prego, Assessore.
Assessore TERZI
Salto anche qui le premesse, Presidente, e vado direttamente alle
risposte. Ovviamente a disposizione poi per le precisazioni.
Per quanto riguarda il punto 1, quindi relativo alle attività del
tavolo tecnico di confronto e alle rispettive date di convocazione
dello stesso, preciso che: in base agli elementi di risposta forniti
dall’Agenzia Regionale per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro –
che d’ora in poi chiameremo Arifl – ad oggi sono state convocate 6
riunioni del tavolo nelle seguenti date: 19.12.2011; 26 aprile 2012;
19 luglio 2012; 7 novembre 2012; 22 ottobre 2013; 16 dicembre del
2013, con lo scopo di monitorare lo stato di attuazione dei percorsi
di bonifica di reindustrializzazione del sito e di ricollocazione dei
lavoratori, così come appunto previsto nell’accordo ministeriale.
I principali argomenti emersi in sede di ciascuna riunione sono
riportati nei report del tavolo dell’Agenzia Regionale, che noi vi
consegniamo, con la dovuta precisazione che tutti i verbali sono ad
uso interno, ed è espressamente precisato anche in quella che è la
stampa, appunto, di quella che è la risultanza della giornata e
dell’incontro. Questo a precisazione del fatto che ogni uso diverso
ed ulteriore rispetto a quello non espressamente previsto è posto a
carico come responsabilità soprattutto di chi poi lo utilizza. Quindi
noi ve li consegniamo, con questa doverosa precisazione.
Un aspetto dirimente per la reindustrializzazione del sito è emerso
nel corso degli incontri e ha riguardato la necessità di un
pronunciamento, in tempi rapidi, della Conferenza dei Servizi per la
dismissione del sito.
A tal fine i rappresentanti del tavolo hanno dato mandato al
Presidente della Provincia di Cremona ad intervenire presso il
Governo e i Ministeri preposti per dare attuazione a quanto previsto
dalla normativa statale, al fine di chiarire, in tempi brevi, una
situazione di incertezza che provoca, palesemente, gravi danni
sociali ed economici a tutto il territorio cremonese e che,
16
soprattutto, comporta un rallentamento e un appesantimento di un
processo virtuoso delineato negli accordi Tamoil del 2011, in un
clima già di assoluta collaborazione tra le parti sociali.
A seguito di tale intervento, con nota del 17 aprile del 2014, il
Ministero dello Sviluppo economico ha chiesto alla Regione Lombardia
di esprimere l’intesa relativa all’autorizzazione per la dismissione
dell’impianto Tamoil. La Tamoil aveva – giusto per completezza di
informazioni – presentato al Ministero in data 12 settembre 2013
l’istanza per la dismissione e per la prosecuzione, invece,
dell’attività di stoccaggio; in data 7 novembre 2013 il Ministero ha
organizzato la Conferenza dei servizi per l’acquisizione dei pareri
degli Enti convocati e il 17 aprile 2014 ha trasmesso la
determinazione conclusiva alla Regione. Noi stiamo procedendo, previo
confronto e raccordo con gli Enti locali, a definire quest’intesa,
con l’intenzione di farlo il più in fretta possibile.
Per quanto riguarda il punto 2, quindi le attività di bonifica, ARPA
Lombardia ci riferisce che: nell’ambito delle attività di messa in
sicurezza operativa delle acque di falda è stato installato un
sistema di sbarramento idraulico, costituito da 15 pozzi di
emungimento attivi, a partire dall’agosto del 2007.
Tamoil, peraltro, prosegue in contraddittorio proprio con ARPA le
attività di monitoraggio delle acque di falda e dei suoli secondo il
programma approvato dagli Enti nel corso delle Conferenze di Servizi
indette dal Comune di Cremona a seguito delle analisi di rischio
effettuate
nell’ambito
del
procedimento
di
bonifica,
nonché,
ovviamente, l’attività di messa in sicurezza operativa, quindi
emungimento della barriera idraulica.
In merito ai costi: sempre ARPA riporta che Tamoil raffinazione
S.p.A. ha sostenuto gli oneri di tutte le attività fino ad ora
realizzate, sia per le aree interne alla raffineria, sia per quelle
esterne,
Canottieri,
con
riguardo
alla
progettazione,
alla
realizzazione della caratterizzazione del sito, all’esecuzione di
tutti gli impianti di messa in sicurezza e la loro messa in
esercizio, al mantenimento e manutenzione.
La società ha inoltre sostenuto tutti i costi delle verifiche
ambientali eseguite da ARPA Lombardia.
Per quanto riguarda il punto 4, in particolare relativamente alla
reindustrializzazione, si ricorda che l’articolo 36, comma 1, della
legge 134/2012 stabilisce che: la reindustrializzazione dei siti
contaminati, anche di interesse nazionale prevede che possa essere
posta in essere senza la necessità di procedere contestualmente alla
bonifica, previa autorizzazione del progetto di riutilizzo delle aree
interessate,
che
attesti
la
non
compromissione
di
eventuali
successivi interventi di bonifica.
In adempimento a questa previsione normativa, il 14 ottobre 2013
Tamoil ha trasmesso al Ministero le note riguardanti il progetto di
riutilizzo, e si è avviata la procedura di cui vi riferivo.
17
Il progetto di riconversione prevede che tutto il perimetro aziendale
sia adibito a deposito operativo, con un ampliamento dell’area di
parcheggio dei mezzi di sosta e delle aree di carico; l’ampliamento
dell’area adibita a deposito, però, sia chiaro, non darà luogo a
incrementi occupazionali.
I progetti di insediamento di nuove attività, tra cui l’ipotesi di
trasformazione di materie plastiche in prodotti petroliferi, se
realizzati,
saranno
ubicati
su
un’area
che
non
è
oggetto
dell’intervento, che non è previsto dagli accordi.
L’Agenzia Regionale, in particolare, riferisce che nel corso di un
incontro con l’azienda, che si è svolto il 25 febbraio del 2014 – per
fare il punto della situazione –, Tamoil ha dato atto del fatto che
sono in corso interlocuzioni con un partner svizzero per lo sviluppo
di un progetto all’avanguardia per la trasformazione di materie
plastiche in petrolio, la società, però si è dichiarata interessata al
progetto, ma è in attesa dell’acquisizione delle tecnologie da parte
del partner, per avviarle, poi, su scala industriale. Quindi siamo
ancora all’interlocuzione, non c’è nulla di assoluto e di certo.
Nell’incontro del tavolo tecnico del 16.12.2013 è stato poi altresì
concordato di definire un calendario, al fine di monitorare lo stato
di avanzamento degli aspetti legati allo sviluppo dell’area e alle
azioni
di
ricollocazione,
richiedendo
all’azienda,
contemporaneamente, di procedere nell’ambito dei contratti per lo
smaltimento degli impianti di raffinazione secondo un accordo di
responsabilità sociale che favorisca il reimpiego dei lavoratori.
Comunque tutto è riportato espressamente nel dettaglio nei verbali
degli incontri tecnici del tavolo dell’Agenzia Regionale.
Presidente MARSICO
Grazie, Assessore. Prego, Fiasconaro.
Consigliere FIASCONARO
Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Prendo atto che le riunioni
del tavolo sono state meno di quelle previste dall’accordo, però si
vede che queste erano quelle necessarie.
Prendo atto che verranno rilasciati i report, ad uso interno,
ovviamente, e me ne assumo la responsabilità.
Per quanto riguarda la bonifica, sì, si parla di barriere idrauliche,
sono i progetti che sono a conoscenza, va bene.
Per quanto riguarda la reindustrializzazione, non ho capito, cioè il
reimpiego dei lavoratori verrà in questo progetto che è in fase
ancora preliminare di trasformazione delle materie plastiche in
petrolio, si rimanda a degli accordi che verranno presi eventualmente
con l’azienda che farà questo tipo di attività. Grazie.
Presidente MARSICO
Grazie,
Consigliere.
dell’Assessore.
Non
c’è
un’ulteriore
replica
da
parte
18
Argomento n. 7 dell’o.d.g.
ITR 3092 – Interrogazione concernente le bonifiche agricole
della Provincia di Bergamo
Presidente MARSICO
Passiamo alla 3092, a firma Alloni, Scandella, Villani, Barboni.
Diamo per letta l’interrogazione. La parola all’Assessore, prego.
Assessore TERZI
Saltando le premesse sulla situazione delle bonifiche agricole in
Provincia di Bergamo, e arrivando a quelli che sono i punti
dell’interrogazione, si evidenzia che per le bonifiche agricole
richiamate la Regione ha espresso – così come previsto dalla legge –
il
proprio
parere
preventivo
in
relazione
alle
effettive
caratteristiche tecniche dei singoli interventi di bonifica.
In particolare la Regione che,
mi precisavano i miei funzionari, è
intervenuta anche con pareri negativi, quindi non solo e sempre –
come di solito si dà per scontato – con pareri positivi, quindi con
un’attività anche abbastanza critica, ha agito nel massimo rispetto
della legge regionale 14/98, e questo ha comportato una significativa
riduzione dei volumi di inerti per opere pubbliche in Provincia di
Bergamo, rispetto a quelli richiesti. Quindi, questo vi pregherei di
segnalarlo.
Un quarto mi dicono: un quarto autorizzato rispetto a quelle che
erano le richieste.
In merito ai fabbisogni per le opere pubbliche relative alla
Provincia di Bergamo: si fa presente che i progetti di opere
pubbliche in capo a BRE.BE.MI. prevedono solo in parte la copertura
dei fabbisogni di inerti da cave di prestito, per cui risulta
necessario acquisire sul mercato le ulteriori volumetrie utili di
inerti.
In relazione a quanto precisato, a fronte di un fabbisogno di
6.610.000 metri cubi, risultano attivate cave di prestito per un
totale di 5.300.000 metri cubi e rotti.
Con riferimento, invece, al Consorzio Cepav Due, dall’inizio
dell’anno in corso risulta autorizzata dal CIPE una cava di prestito
per opere pubbliche, nel Comune di Covo, per un volume complessivo di
1.700.000
metri
cubi,
mentre
le
restanti
necessità
di
approvvigionamento sono garantite dal mercato.
Alla data del 30 di aprile del 2014 – quindi data abbastanza recente
– risultano approvvigionati dal mercato 1.082.000 metri cubi e rotti,
quindi quasi 1.100.000 metri cubi.
Al momento il Piano cave di Bergamo risulta annullato a seguito di
sentenza del TAR della Sezione di Brescia, che ha nominato due
Commissari, uno è il Direttore Generale e l’altro il dirigente,
appunto, competente della DG Ambiente.
Fino all’approvazione del nuovo piano il precedente continua a
produrre gli effetti, secondo quanto previsto dall’articolo 42 della
19
legge regionale 14/98, che prevede che resti in vigore il Piano cave
previgente.
In ordine al Piano cave di Bergamo, vi precisiamo che l’iter sta
andando avanti e siamo effettivamente a buon punto. Oggi verrà
pubblicato, giusto, il documento di Piano. Il Documento di Piano
entro sera dovrebbe essere pubblicato, quindi siamo a buon punto.
Vi preciso che in una situazione anche abbastanza strana, perché
sapete che il Piano cave di Bergamo è stato fatto oggetto di qualcosa
come 43 o 47 ricorsi al TAR, e soprattutto la gestione del piano, di
quel che resta del piano, nonostante si stia lavorando adesso sul
nuovo piano, secondo le indicazioni del TAR, nel frattempo, quelli
che sono stati i procedimenti arrivati a conclusione, e quindi con
una sentenza da eseguire, necessariamente la Giunta non ha potuto che
prendere atto di quello che era il contenuto di queste sentenze e
darne esecuzione. Quindi questo sia chiaro, ovviamente, a tutti. Poi
direttamente magari non interessa quelli che sono i casi che avete
citato, ma questo è un elemento da considerare.
Diciamo
che
la
situazione
particolarmente
complessa
dovrebbe
arrivare, speriamo, a una soluzione in tempi relativamente brevi,
considerando che è dal 2008, se non sbaglio, che ne stiamo
discutendo.
Presidente MARSICO
Grazie. Prego, Barzaghi.
Consigliere BARZAGHI
Assessore, la sua risposta ci soddisfa, ma solo parzialmente, perché
non abbiamo capito se è intenzione dell’Assessorato bloccare tutte le
autorizzazioni legate alle bonifiche agricole, che rimangono un modo
palese, mascherato, per superare le necessità di materiale cavato per
le grandi opere pubbliche.
Bonifiche agricole che superano – lo diciamo –, è un’elusione anche
delle verifiche ambientali e che incidono sul dimensionamento della
predisposizione dei vari Piani cave.
Quindi è un’abitudine assolutamente da eliminare.
Riteniamo che occorra intervenire in una nuova legge che noi si vada
a fare, per quanto riguarda l’esclusione di quest’abitudine, che dà
la possibilità di utilizzare, di consumare abbondantemente suolo
vergine, quando invece dovrebbe essere il materiale estratto in altri
modi. Grazie.
Presidente MARSICO
Prego, Assessore, a integrazione.
Assessore TERZI
Mi ricordava giustamente la dottoressa Scotto che riguardo al punto
1, è impossibile pensare di bloccare tutte le autorizzazioni tout
court. Non è possibile. Ce l’ha ribadito anche il TAR nelle diverse
20
interlocuzioni con i Commissari, mi pare però che i dati che vi ho
dato prima confermino, laddove ve ne fosse bisogno, l’attenzione dei
funzionari della DG Ambiente in ordine a questa situazione, che ci è
ovviamente nota.
D’altra parte, le indicazioni che anche voi avanzate al punto 3, vi
posso anticipare che sono state già oggetto di riflessione e base
della strategia, appunto, del nuovo piano. Sulla necessità di un
intervento con una nuova legge sulle cave, sapete che ci troviamo
d’accordo e ci stanno lavorando gli Uffici, con il metodo che anche
il Presidente Marsico ci sollecita, l’idea è di arrivare ad un dunque
per poi, ovviamente, condividerlo con voi.
Presidente MARSICO
Grazie, Assessore. Barboni chiede di intervenire. Prego.
Consigliere BARBONI
Grazie, Presidente. No, solo un chiarimento: oggi viene pubblicato il
documento riferito al Piano cave di Bergamo, che documento è, se ho
capito bene?
Elisabetta SCOTTO DI MARCO
Nell’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica è la
prima fase, cioè quella in cui si pubblica il cosiddetto Documento di
Piano, che definisce, però, tutte le strategie, le motivazioni che ci
sono dietro al piano e anche le norme di attuazione. Da lì si apre il
percorso della VAS vero e proprio, in cui ci sono delle tempistiche
definite dalla procedura per le osservazioni. Quindi è il primo
documento ufficiale messo a disposizione, che è la base di partenza
per la discussione con tutti i soggetti interessati.
Assessore TERZI
Noi,
nelle
diverse
interlocuzioni
con
i
soggetti
variamente
interessati, ma soprattutto con la Provincia, abbiamo sempre detto –
e poi sapete che abbiamo fatto incontri anche al di fuori di quella
che è la procedura tipica – di considerare, se oggi viene pubblicato
e ci sono, mi pare, 60 giorni per le osservazioni, sarebbe
intelligente, anche per stringere i tempi, che le osservazioni
arrivassero prima, e non l’ultimo giorno, per dare la possibilità ai
Commissari di lavorare da subito sulle risposte e la valutazione
delle diverse osservazioni.
Presidente MARSICO
Bene. Grazie, Assessore.
Argomento n. 8 dell’o.d.g.
ITR 3096 – Interrogazione concernente valutazioni e
provvedimenti sulle attività di stoccaggio, ricerca e
21
coltivazione idrocarburi sul territorio lombardo a seguito della
pubblicazione del rapporto della Commissione ICHESE
Presidente MARSICO
Passiamo alla 3096, che è l’ultima, primo firmatario Fiasconaro,
anche se, come giustamente mi sta suggerendo l’Assessore, è già
votato nella seduta consiliare del 10 giugno 2014, la mozione ad
oggetto “Valutazione e provvedimenti sull’attività di stoccaggio,
ricerca
e
coltivazione...”,
quindi
oggetto
assolutamente
sovrapponibile a quello dell’interrogazione a cui oggi l’Assessore
dovrebbe dare risposta.
Chiedo quale sia l’intenzione.
Consigliere FIASCONARO
Ho intenzione di ritirarla per le ragioni da lei espresse, perché era
uguale.
Presidente MARSICO
Benissimo. Grazie Consigliere.
Con
il
che
credo
che
si
possa
licenziare,
salutandola
e
ringraziandola, l’Assessore, che avremo – e questo chiedo agli Uffici
di prendere nota – il piacere di avere in Commissione, in una delle
prime sedute utili, a illustrazione del pdl, quello sul servizio
idrico
integrato.Stavo
dicendo
che
a
brevissimo
l’avremo
in
Commissione a illustrazione del pdl, non settimana entrante, dove non
ci sarà Commissione, ma la settimana successiva.
Assessore TERZI
Il contenuto del pdl, non vorrei passare sopra al Presidente, preciso
e anticipo a tutti che l’oggetto, il contenuto del pdl riguarda un
aggiornamento normativo e più che altro formale di quella che è la
legge che, come sapete, è stata impugnata in alcuni punti,
impugnazioni che hanno ottenuto l’accoglimento da parte della Corte
Costituzionale, quindi non entra, di fatto, nel merito, così,
evitiamo preoccupazioni inutili.
Presidente MARSICO
Lei sta tranquillizzandoci.
Assessore TERZI
Esatto. ...nel merito di quella non è una riforma del servizio idrico
integrato, ma un aggiornamento formale, che comunque ritenevamo
necessario e relativamente urgente, in attesa, poi, e pur sapendo che
una discussione sul servizio idrico integrato, nel merito, e nel
dettaglio, dovrà partire, e tutto.
Quindi giusto per dirvelo, così non ci preoccupiamo per niente.
22
Presidente MARSICO
Perfetto. Grazie, Assessore.
Argomento n. 9 dell’o.d.g.
Proposta di risoluzione in merito al divieto di combustione di
cui all’art. 256 bis del D.Lgs. 152/2006, con riferimento a
sfalci, scarti di potatura, ramaglie e altri residui vegetali,
presentata dai consiglieri Rolfi e Bianchi
Presidente MARSICO
Passiamo all’ultimo punto all’ordine del giorno, che è la “Proposta
di risoluzione in merito al divieto di combustione di cui all’art.
256 bis del D.Lgs. 152/2006, con riferimento a sfalci, scarti di
potatura, ramaglie e altri residui vegetali”, presentata dai
consiglieri Rolfi e Bianchi.
Referente in Commissione è il consigliere Bianchi, a cui cederei la
parola, chiedendo, però, fin da subito, se vi sia il consenso da
parte del relatore, e comunque il parere favorevole da parte della
Commissione, nell’andare, oggi, semplicemente a denunciare i principi
contenuti nella risoluzione, poi aprendo il dibattito nella prossima
seduta utile, e procedere, quindi, all’eventuale, anzi, doverosa
votazione della risoluzione.
Questo sarebbe, come dire, sulla procedura di lavoro.
La parola al consigliere Bianchi.
Consigliere BIANCHI
Grazie, Presidente. Io sono d’accordo con l’impostazione che ha dato
il Presidente, e quindi oggi mi limiterò ad illustrare la sostanza di
questa proposta di risoluzione, che riguarda, appunto, una richiesta
di deroga al decreto legislativo 152/2006, per consentire la
combustione sul campo di sfalci, scarti di potatura, ramaglie e altri
residui vegetali.
Voglio ricostruire la storia e come questa vicenda è mutata
ultimamente riguardo, appunto, alla nuova legislazione.
Il decreto legislativo 152/2006, che riguarda appunto le “Norme in
materia ambientale”, all’articolo 184 classifica come rifiuti urbani
i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi
e aree cimiteriali, e come rifiuti speciali i rifiuti da attività
agricole e agro-industriali, ai sensi e per gli effetti dell’articolo
2135 del Codice Civile; quindi quello di cui stiamo parlando oggi
viene classificato dal decreto legislativo 152/2006 come rifiuto
speciale.
L’articolo 185 del Codice Ambientale, precisa, inoltre, che: paglia,
sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo e forestale
naturale non pericoloso, se non utilizzati in agricoltura, nella
selvicoltura o per la produzione di energia, mediante processi o
metodi che non danneggino l’ambiente o mettano in pericolo la salute
23
umana, devono essere considerati come rifiuti e gestiti conformemente
a quanto disposto dalla parte IV del Testo Unico Ambientale.
A tal proposito, ai sensi dell’articolo 256, le attività di raccolta,
trasporto, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di
rifiuti, condotte senza autorizzazione, sono punite con la pena
dell’arresto da tre mesi a un anno e con l’ammenda da 2.600 a 26.000
euro, se si tratta di rifiuti non pericolosi; la combustione di
sfalci e altri residui vegetali parrebbe, quindi, configurarsi come
smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali non pericolosi,
punibile ai sensi dell’articolo 256.
Su questo tema è recentemente intervenuto – come credo tutti sappiano
– il decreto legge 10 dicembre 2013, 136, poi convertito con
modificazioni della legge 6 febbraio 2014, n. 6, decreto comunemente
chiamato
“Terra
dei
Fuochi”;
il
provvedimento
ha
introdotto
l’articolo 256 bis, nel decreto legislativo 152/2006, definendo il
reato di “combustione illecita di rifiuti”, che punisce chiunque
bruci
rifiuti
abbandonati,
ovvero
depositati
in
maniera
incontrollata, con la reclusione da due a cinque anni, se si tratta
di rifiuti non pericolosi; mentre la pena è aumentata di un terzo se
il delitto è commesso nell’ambito dell’attività di un’impresa. Alla
sentenza di condanna consegue, inoltre, la confisca dell’area sulla
quale è commesso il reato, se di proprietà dell’autore o del
concorrente nel reato.
Stante l’evoluzione del quadro legislativo, la Direzione Generale
Agricoltura di Regione Lombardia è intervenuta con nota del 25 marzo
2014, comunicando che ai sensi del decreto legislativo 152/2006 vige
su tutto il territorio regionale, e per tutto l’anno, il divieto di
combustione
all’aperto,
compreso
l’abbruciamento
dei
residui
vegetali, scarti di potatura, scarti agricoli e selvicolturali.
Risultano, quindi, disapplicate le vigenti deroghe, ovvero il comma
3, articolo 12 bis della legge regionale 24/2006, e la lettera b)
dell’articolo 54 del Regolamento 5/2007, nonché il divieto di
combustione all’aperto circoscritto al periodo 15 ottobre - 15
aprile, che vigeva finora, previsto dalla DGR 7635/2008, in quanto la
misura è estesa a tutto l’anno.
Considerato che vi sono state molte rimostranze da parte degli
agricoltori, particolarmente danneggiati dal divieto, alcune Regioni
sono intervenute con provvedimenti legislativi, finalizzati a
definire i regimi di deroga. A titolo d’esempio: la Regione Veneto,
con legge 2 aprile 2014, n. 11, ha affidato ai Comuni il compito di
disciplinare, con un Regolamento, la combustione controllata sul
luogo di produzione dei residui vegetali. Questa legge, naturalmente,
è stata impugnata alla Corte Costituzionale.
D’altra parte, il divieto di combustione sul campo dei residui
vegetali, con l’obbligo di conferimento del materiale preso presso
soggetti autorizzati allo smaltimento, comporta aumenti considerevoli
di costi di produzione per le piccole aziende agricole.
24
Devo inoltre sottolineare che una porzione consistente dei fondi
agricoli presenti in territorio montano, o pedemontano, non è
direttamente raggiunta dalla rete viabilistica ordinaria, con
l’impossibilità di prelevare e trasportare gli scarti vegetali da
destinare a smaltimento.
C’è da rilevare, inoltre, che alcune aree montane della Regione sono
sprovviste di centri di raccolta attrezzati al conferimento di grandi
volumi di scarti vegetali, con la necessità di percorrere grandi
distanze per il conferimento dei materiali.
Il divieto assoluto di combustione sul campo dei residui vegetali
rappresenta, quindi, un ostacolo rilevante per le piccole aziende
agricole operanti in territorio montano e pedemontano, con il rischio
concreto di abbandono delle aree coltivate.
Proprio per questi motivi, nel disegno di legge “Disposizioni in
materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il
contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, collegato alla
legge di stabilità 2014, recentemente trasmesso alla Camera dei
Deputati, è stata introdotta una specifica deroga al decreto
legislativo 152/2006, conferendo ai Sindaci la possibilità di emanare
ordinanze comunali per individuare le aree, i periodi e gli orari in
cui è consentito effettuare la bruciatura dei residui vegetali.
Vi do anche lettura dell’articolo 29 di questo disegno di legge, che
attualmente è in discussione al Parlamento ma è stato rinviato un
paio di volte e poi non se n’è ancora fatto nulla, è un disegno di
legge molto corposo.
L’articolo 29 dice: fatte salve le norme sulla condizionalità
previste nell’ambito della politica agricola comune, i Comuni, tenuto
conto delle specifiche peculiarità del territorio, con propria
ordinanza individuano le aree, i periodi e gli orari in cui è
consentita la combustione controllata sul sito di produzione del
materiale vegetale di cui al comma 1, lettera f), suddiviso in
piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a 3 metri
stero per ettaro – cioè sostanzialmente 3 metri cubi per ettaro–
mediante processi o metodi che, in ogni caso, non danneggino
l’ambiente, né mettano in pericolo la salute umana. Nei periodi di
massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni,
la combustione dei residui vegetali, agricoli e forestali è sempre
vietata. I Comuni e le altre Amministrazioni competenti hanno la
facoltà di sospendere, differire o vietare la combustione del
materiale di cui al presente comma all’aperto in tutti i casi in cui
sussistano
condizioni
meteorologiche,
climatiche
o
ambientali
sfavorevoli e in tutti i casi in cui da tale attività possano
derivare rischi per la pubblica e privata incolumità o per la salute
umana.
C’è anche da dire che in fase di approvazione del decreto “Terra dei
Fuochi” la Camera dei Deputati ha approvato, con parere favorevole
del Governo, in data 4 febbraio 2014, un ordine del giorno di questo
tenore: la Camera, premesso che l’articolo 3 del decreto in esame,
25
affronta, sul piano sanzionatorio la grave situazione dei roghi
illeciti
nella
cosiddetta
“Terra
dei
Fuochi”,
attraverso
l’introduzione nel decreto legislativo 152/2006 recante “Norme in
materia ambientale”, cosiddetto “Codice Ambientale”, di una specifica
fattispecie di reato relativo a combustione illecita di rifiuti, che
si aggiunge alle già esistenti fattispecie penali di abbandono di
rifiuti e gestione non autorizzata di rifiuti, di cui agli articoli
255 e 256 del decreto legislativo 152/2006; tenuto conto che il reato
della combustione illecita di rifiuti era fino ad oggi assente
dall’ordinamento; considerato che non risulta chiara l’esclusione
dalla sanzione penale delle attività di combustione controllata di
materiale vegetale effettuata dagli imprenditori agricoli o dai
privati proprietari di orti o giardini, secondo normali pratiche e
consuetudini
tradizionalmente
osservate
nell’attività
di
coltivazione, impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative,
anche
di
carattere
normativo,
affinché
sia
chiarita
inequivocabilmente la differenza tra le attività illecite di
combustione dei rifiuti e le attività di combustione controllata di
materiale vegetale effettuata dagli imprenditori agricoli o dai
privati proprietari di orti o giardini, secondo normali pratiche e
consuetudini
tradizionalmente
osservate
nell’attività
di
coltivazione.
Questo è un ordine del giorno che è stato accettato dal Governo e
approvato alla Camera dei Deputati il 4 di febbraio nell’ambito della
discussione di quella che poi è diventata la legge cosiddetta “Terra
dei Fuochi”.
Dicevo che, appunto, l’iter di questo progetto di legge è attualmente
fermo, quindi la risoluzione che io propongo intendo impegnare la
Giunta regionale a sollecitare i Senatori e i Deputati eletti in
Lombardia per la rapida introduzione di una deroga al divieto di
combustione, limitatamente a sfalci, scarti di potatura, ramaglie e
altri residui derivanti da attività agricole e selvicolturali,
conferendo ai Comuni la facoltà di individuare le aree, i periodi e
gli orari in cui è consentito effettuare la bruciatura, com’è
previsto nell’attuale formulazione all’articolo 29 del disegno di
legge che vi ho citato, collegato alla legge di stabilità 2014; si
richiede, inoltre, che la tematica venga portata all’attenzione della
Conferenza Stato-Regioni affinché la richiesta di deroga possa
trovare il più ampio sostegno, in piena considerazione della
rilevanza delle problematiche correlate all’introduzione del divieto
di combustione dei residui di origine agricola e selvicolturale, e
credo che qui si possa lavorare perché, oltre al Veneto, altre
Regioni sono già intervenute o stanno per intervenire nel merito.
Concludo rinviando alla prossima seduta la discussione, ma ne
approfitto della presenza - non c’è più l’Assessore - di un
autorevole rappresentante della Direzione Generale, per sottolineare,
ancora una volta, e dare loro un consiglio, visto che l’Assessore
anche oggi, come esempio di intervento regionale in materia di tutela
26
della qualità dell’aria in Lombardia ha citato i caminetti a legna e
le stufe a legna, di leggere il rapporto sulle polveri sottili - o
sulle polveri fini, come le chiamano gli svizzeri –, il rapporto
dell’Ufficio Federale dell’Ambiente della Confederazione Svizzera,
dove si parla di polveri fini e polveri sottili, per vedere come sono
intervenuti gli svizzeri per dare migliore qualità dell’aria ai loro
concittadini dove, sicuramente, al primo posto, qui dentro, non sono
i caminetti a legna o le stufe a legna, ma sono ben altre cose, che
forse anche Regione Lombardia dovrebbe copiare e fare.
Presidente MARSICO
Grazie, Consigliere.
oggi.
Prego,
D’Avolio
senza
aprire
la
discussione
Consigliere D’AVOLIO
Una richiesta operativa. Grazie, Presidente, infatti non volevo
intervenire nel merito della discussione. Ringrazio il relatore,
perché ha fatto un’illustrazione molto ampia, che sicuramente sarà
utile per la riflessione e per l’ampia discussione che faremo.
Volevo chiedere, appunto, al Presidente e alla Commissione, se non
riteniamo opportuno e necessario affrontare un incontro anche con
ARPA e l’Assessorato, che possa essere funzionale e propedeutico alla
discussione, perché la materia è molto complessa, interessante, e
credo che si possano sollecitare i livelli nazionali a trovare
soluzioni che vanno in un certo indirizzo.
Essendoci, però, anche questioni legate al decreto sulla “Terra dei
Fuochi”, e proprio per dare indirizzi chiari, sarebbe opportuno,
anche in un modo snello, cercare di capire se con l’Assessorato, da
una parte, o insieme a l’ARPA, riusciamo a fare, a breve, un
incontro, per darci tutti gli elementi. Grazie.
Presidente MARSICO
Grazie, Consigliere. Raccolgo questo suggerimento, nel senso che su
proposta di D’Avolio, porteremo all’Ufficio di Presidenza, anche per
le vie brevi, quest’ipotesi, e cioè, tenuto conto che avremo
l’Assessore già tra 15 giorni, se Bianchi è d’accordo, potremmo già
dire e chiedere all’Assessore di venirci a enunciare la posizione,
magari chiedendo ad ARPA...
Consigliere BIANCHI
Io volevo dire questo ai colleghi, anche dell’opposizione: la mia non
è una risoluzione che vuole proseguire targata Dario Bianchi, sarebbe
utile che questa risoluzione uscisse da questa Commissione in maniera
se è possibile unanime e, in ogni caso, uscisse come Commissione
nella sua interezza.
Quindi, non ci sono problemi, se settimana prossima non c’è
Commissione, tra 15 giorni, io credo che non sia il caso di scomodare
27
l’Assessore, c’è la Direzione Generale, c’è la dottoressa Scotto Di
Marco, quindi credo che non ci siano problemi sotto questo aspetto.
Presidente MARSICO
E invitiamo direttamente anche ARPA?
Consigliere BIANCHI
Possiamo invitare anche ARPA, ma io credo che a questo punto ARPA
potrebbe venire a dirci quello che ci ha già detto tre volte, quando
è venuta a parlare della qualità dell’aria, ci mettono ancora la
stessa slide e ci dicono le stesse cose, però se volete invitarli,
invitateli, però io credo che la Direzione Generale, forse, sarebbe
sufficiente.
Abbiamo già sentito tre volte ARPA, sulla qualità dell’aria, non so
se i colleghi sono d’accordo con me, ma quello che viene detto è
sempre quello, e non potranno dire altro.
Presidente MARSICO
Invitiamo, allora, la Direzione Generale, e valuteremo se sarà
necessario o meno, tenuto conto che effettivamente quello che dice
Bianchi è corretto, cioè sulla qualità dell’aria siamo stati
piacevolmente intrattenuti più volte e le slides me le ricordo ancora
rispetto, appunto, all’argomento di cui stiamo discutendo.
Per cui invitiamo la dottoressa Scotto, lo dico a lei, è presente in
aula, a presenziare la volta prossima, che non sarà il giovedì 26, ma
quello successivo, quindi ci vediamo a luglio.
Grazie, Consiglieri, buona giornata.
A questo punto della seduta, non essendovi altri argomenti da trattare, il Presidente MARSICO
ringrazia tutti gli intervenuti e chiude i lavori alle ore 12:15
Hanno partecipato alla seduta:
- i seguenti Consiglieri componenti della Commissione:
Presidente
Vice Presidente
Consigliere Segretario
Forza Italia - Il Popolo della Libertà ‐
Berlusconi Presidente
Lara MAGONI
Maroni Presidente
Andrea FIASCONARO
Movimento 5 Stelle
Laura BARZAGHI
Partito Democratico della Lombardia
Dario BIANCHI
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
Massimo D’AVOLIO
Partito Democratico della Lombardia
Federico LENA
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
Giampietro MACCABIANI Movimento 5 Stelle
Paolo MICHELI
Con Ambrosoli Presidente – Patto civico
Carolina TOIA
Maroni Presidente
Giuseppe VILLANI
Partito Democratico della Lombardia
Luca MARSICO
- ai sensi dell’art. 26, comma 4, del Regolamento generale, il Consigliere:
Mario BARBONI
Gruppo Partito Democratico della Lombardia
5
4
3
5
5
4
5
3
5
4
4
28
Hanno inoltre partecipato ai lavori della Commissione:
- l’Assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia TERZI;
- l’Assistente di Direzione, Elisabetta SCOTTO DI MARCO, della D.G. Ambiente, Energia e
Sviluppo sostenibile;
- la Responsabile del Supporto giuridico, normativo e istituzionale, Emma LAURELLI, della D.G.
Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile;
- Struttura cave e miniere Domenico SAVOCA;
- U.O. prevenzione e controllo degli inquinamenti fisici Pietro LUCIA.
Risultano assenti alla seduta i seguenti Consiglieri componenti della Commissione:
Maria Teresa BALDINI
Gruppo Misto
Laura BARZAGHI
Partito Democratico della Lombardia
Dario BIANCHI
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
Massimo D’AVOLIO
Partito Democratico della Lombardia
Federico LENA
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
Giampietro MACCABIANI
Movimento 5 Stelle
Paolo MICHELI
Con Ambrosoli Presidente – Patto civico
Jacopo SCANDELLA
Partito Democratico della Lombardia
Il Presidente
(Luca MARSICO)
Il Consigliere Segretario
(Andrea FIASCONARO)
La Responsabile della posizione organizzativa
(Livia FERRARI)
Allegato: ordine del giorno della seduta.
VI Commissione - Ambiente e protezione civile
GIOVEDI’
19 giugno 2014
ore 10:00
Audizione con il Coordinamento dei Comitati aeroportuali di Azzano San Paolo,
Stezzano, Levate e Associazione Colognola per il suo futuro in merito alle
problematiche ambientali connesse all’aeroporto di Orio al Serio
ore 10:30
Seduta di Commissione
O.D.G. DELLA SEDUTA DI GIOVEDÌ’ 19 GIUGNO 2014
TRATTAZIONE
RELATORE
1
Comunicazioni del Presidente
2
Approvazione del processo verbale n. 15 del 12 giugno 2014
3
ITR 3085
Interrogazione concernente acciaieria Arvedi Spa e presenza di composti inquinanti nel
territorio del Comune di Cremona
Assegnazione: 07-04-2014
Risposta
dell’Assessore
TERZI
4
ITR 3087
Interrogazione concernente Provincia di Pavia proposta di Protocollo d'Intesa tra enti per
decommissioning selettivo
Assegnazione: 07-04-2014
Risposta
dell’Assessore
TERZI
5
ITR 3088
Interrogazione concernente stato di attuazione dell'escavazione degli ambiti territoriali
estrattivi di cava dei piani provinciali
Assegnazione: 14-04-2014
Risposta
dell’Assessore
TERZI
6
ITR 3091
Interrogazione concernente cessazione attività della raffineria sita nel Comune di Cremona
"Tamoil raffinazione S.p.A." - Opere di ripristino ambientale
Assegnazione: 23-04-2014
Risposta
dell’Assessore
TERZI
7
ITR 3092
Interrogazione concernente le bonifiche agricole della Provincia di Bergamo
Assegnazione: 23-04-2014
Risposta
dell’Assessore
TERZI
8
ITR 3096
Interrogazione concernente valutazioni e provvedimenti sulle attività di stoccaggio, ricerca e
coltivazione idrocarburi sul territorio lombardo a seguito della pubblicazione del rapporto
della Commissione ICHESE
Assegnazione: 30-05-2014
Risposta
dell’Assessore
TERZI
9
Proposta di risoluzione in merito al divieto di combustione di cui all’art. 256 – bis del d.lgs
152/2006, con riferimento a sfalci, scarti di potatura, ramaglie e altri residui vegetali,
presentata dai Consiglieri Rolfi e Bianchi
REFERENTE
Dario BIANCHI