EUROMED FRESH PRODUCE

N.2 may / maggio 2014
Trimestrale – Poste italiane S.p.A. – sped. A: P: - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1.c.1: CMP Bologna
EUROMED
FRESH
PRODUCE
EDITORIAL / EDITORIALE
1
Fresh produce bets it all at Expo 2015
Il fresco si gioca tutto a Expo 2015
by/di Duccio Caccioni
Head of marketing and quality control at Bologna’s Municipal Market /
Direttore marketing e qualità del Centro AgroAlimentare di Bologna
Now that the United
States has signed on,
the number of countries
exhibiting at Expo 2015 in
Milan has climbed to 147.
Dedicated to food, the coming
Universal Exposition should be
a memorable event indeed as
to both the number of expected
visitors, over 20 million, and the
quantity/quality of the exhibition
areas. From May through
October 2015 an average
140,000 persons a day will visit
an area as big as 150 football
pitches and experience the very best the food industry has to offer.
Expo 2015’s theme – Is it possible to ensure sufficient, good and
healthy food for all humanity – will leave a lasting mark on the world.
It’s truly an occasion not to be missed for the fresh-produce trade. Fruit
and vegetables are pillars of healthy, as well as sustainable, nutrition.
Two key topics that will occupy the international news media during
Expo 2015 are the right to food security and the fight against wastage.
By food security is meant not only the right of those living in the world’s
poorest areas to feed themselves but also the right to healthy food
for everyone. Indeed, even in the wealthiest countries not everyone is
properly nourished with fresh produce in a healthy overall diet. Those
in the lowest income groups and of limited education often eat poorly,
a regimen that can lead to notable health and social problems. It’s as
much cultural issue as one of retail distribution. For there are patches
in many big cities called “food deserts” because they feature no outlets
for buying fresh produce at affordable prices.
Then too sustainability and fighting wastage could become notable
marketing badges. How many know that 50 grams of fresh spinach
leaves a 10-gram CO2 footprint, whereas 50 grams of frozen spinach
leaves one 16-fold higher? Now’s the time to advertise it.
N
Con la recente adesione degli Stati Uniti il
numero delle nazioni che saranno presenti
a Expo 2015 di Milano è salito a 147.
L’esposizione universale dedicata al cibo è quindi
destinata a diventare un evento memorabile, sia
per il numero di visitatori previsto (oltre 20 milioni),
sia per la quantità e qualità delle aree espositive.
Da maggio a ottobre 2015 una media di 140.000
persone al giorno visiterà un’area grande come
150 campi da calcio, dove ci sarà la vera
eccellenza in campo agroalimentare.
Il tema di Expo 2015 lascerà un forte segno
a livello mondiale: è possibile assicurare a
tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana,
sufficiente e sostenibile? Per il settore del
fresco si tratta di un’occasione assolutamente
imperdibile. Frutta e verdura sono uno dei pilastri
dell’alimentazione sana, ma anche sostenibile.
Tra i principali argomenti che saranno trattati
dai media internazionali durante Expo, ci sono il
diritto al cibo e la lotta agli sprechi. Per diritto al
cibo si deve intendere non solo la possibilità per
gli abitanti delle aree più povere del pianeta di
sfamarsi, ma anche avere un’alimentazione sana
per tutti. Perché anche nei paesi più ricchi non
a tutti è concesso di nutrirsi bene, con prodotti
freschi e di buon profilo nutrizionale. Le fasce
meno abbienti e a bassa scolarizzazione spesso
mangiano male, con conseguenze sanitarie e
sociali. È un problema culturale, ma anche di
distribuzione al dettaglio. In molte grandi città
esiste quello che è chiamato “food desert”, cioè
la mancanza di punti vendita in cui si possa
acquistare ortofrutta fresca a prezzi accessibili.
Sulla lotta allo spreco e la sostenibilità, potrebbero
esserci risvolti di marketing notevoli: chi sa per
esempio che 50 gr. di spinaci freschi valgono 10
gr. di CO2 di impatto ambientale mentre la stessa
quantità di spinaci surgelati ha un impatto 16 volte
superiore? Cominciamo a comunicare la cosa.
C
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
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Year XVII - Issue N° 2 - May 2014
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Anno XVII - n° 2 - maggio 2014
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Executive editor/Direttore responsabile: Ivo Alfonso Nardella
Contributors to this issue/Collaboratori: Duccio Caccioni, Ugo Stella,
Daniela Ostidich, Manuela Soressi, Silvia Zucconi, Mario Schiano Lo
Moriello, Jessika Pini, Paolo Battistel, Simone Martarello, Giuseppe
Francesco Sportelli, Daniele Tirelli, Davide Bernieri
English version/Traduzioni: David Verzoni
Editorial desk/Segreteria di redazione: Tel. +39 051/6575.847
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SUMMARY
SOMMARIO
1
Duccio Caccioni
4
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FRESH POINT FOR EXPO 2015
Reducing food waste: mission possible
Ridurre lo spreco di cibo: missione possibile
by / di Ugo Stella
10
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no. 6553 del 10 dicembre 2001- ISSN 1127-0713
Associated to/Associato a:
EDITORIAL / EDITORIALE
Fresh produce bets it all at Expo 2015
Il fresco si gioca tutto a Expo 2015
CONSUMPTION / CONSUMI
OPINION / OPINIONE
Organics for mass consumption
Un biologico adatto al consumo di massa
by / di Daniela Ostidich
12
Mediterranean diet: the most sustainable.
Even trolley-wise
Dieta mediterranea: la più sostenibile.
Anche come spesa
by / di Manuela Soressi
18
Never without organic produce
Mai senza frutta e verdura bio
by / di Silvia Zucconi
24
MARKETS / MERCATI
OPINION / OPINIONE
Smarter and greener logistics for cities
Logistica più intelligente e più verde per le città
by / di Duccio Caccioni
26
EU-MTC trade balance in red
Bilancio in rosso negli scambi tra Ue e Ptm
by / di Mario Schiano Lo Moriello
32
Medfel spotlight melon & pistacchio
Melone e pistacchio protagonisti a Medfel
54
by / di Jessica Pini
GDO / GDO
OPINION / OPINIONE
Service at hand, fresh in hand
Servizio a portata di mano, il fresco fa centro
by / di Daniele Tirelli
36
Maghreb, low-cost quality
Maghreb, qualità a basso costo
56
by / di Paolo Battistel
Race for freshness and speed
In gara per freschezza e velocità
by / di Manuela Soressi
40
Only the best for the US
Gli Usa aprono solo al meglio
62
by / di Simone Martarello
Crai’s code of ethics for suppliers
Il codice etico di Crai per i fornitori
by / di Davide Bernieri
44
CROPS / PRODUZIONI
OPINION / OPINIONE
Produce grows at big retail
Cresce l’ortofrutta prodotta per la gdo
64
Made in Italy: more exports, fewer costs
Made in Italy: più export, meno costi
by / di Jessika Pini
by / di Duccio Caccioni
46
New cultivars, tomato on top
Nuove varietà, pomodoro al top
by / di Giuseppe Francesco Sportelli
52
Radicchio, the red gold of Treviso
Radicchio, l’oro rosso di Treviso
by / di Davide Bernieri
66
Sipo’s packaged organics for export
Da Sipo linea bio in busta pensata per l’estero
by / di Davide Bernieri
68
La Linea Verde & Agribologna
in fresh-cut deal
La Linea Verde e Agribologna
insieme per la IV gamma
by / di Davide Bernieri
4
FRESH POINT FOR EXPO 2015
Reducing food waste
mission possible
Ridurre lo spreco di cibo
missione possibile
by / di Ugo Stella
As the spectre of poverty looms over many EU
families today, how to curtail food waste has become a strategic issue and is even one of the
main Expo 2015 themes.
Wasting less food is both challenge and opportunity. And
everyone must do their part. In actual fact, there’s been a
rise in awareness of food waste in the past few months,
and we’re beginning to see its effect in a drop in volumes.
There are also more in-house efforts by businesses, an
increase in conferences and promotional literature, more
government involvement and, above all, the effect of
Expo 2015, with its focus of global food, is now being felt.
So, it’s no accident that Italy, under its national publicservice campaign to prevent food waste, is doing its utmost to make sure 2015 is the EU Year against Waste. In
effect, what we mean by waste here is first and foremost
the waste that can be measured in our own homes, i.e.
what we throw in the bin instead of eating, not the overall
food loss or spoilage that occurs in routine processing
and packaging.
F
Public Service
On 5 February last the government-sponsored National
Council Against Waste met for the first time in Rome.
More than 200 representatives of all the stakeholders
in Italy’s food supply chain were in attendance – from
growers to producer and consumer organisations, from
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
on le famiglie europee a rischio povertà la questione del contenimento degli sprechi alimentari è diventata strategica ed è uno dei temi di Expo 2015.
La riduzione delle quantità di cibo che ogni giorno
finisce tra i rifiuti è insieme una sfida e un’opportunità, al cui
raggiungimento serve il contributo di tutte le parti in gioco.
A dire il vero negli ultimi mesi la sensibilità nei confronti dello
spreco alimentare è aumentata e si comincia a vedere l’effetto pratico in termini di riduzione dei volumi. Crescono le
iniziative all’interno delle imprese, aumentano i convegni e la
letteratura, il governo fa la sua parte e soprattutto comincia a
funzionare l’effetto Expo 2015, che avrà un focus sull’alimentazione nel pianeta.
Non a caso, nell’ambito del piano nazionale di prevenzione
dei rifiuti, l’Italia sta lavorando per far sì che il 2015 possa
diventare l’anno europeo contro lo spreco. E quando si parla
di sperpero, si fa riferimento innanzitutto a quello misurabile nelle nostre case, perché in Italia distinguiamo fra perdite
alimentari globali e rifiuti alimentari, cioè tra “perdite di cibo”
durante i processi produttivi e “spreco alimentare”.
C
L’impegno della politica
Lo scorso 5 febbraio si è riunita a
Roma la prima Consulta nazionale
zionale
contro lo spreco: presenti più
ù di
200 persone in rappresentan-za di tutti i protagonisti della
filiera agroalimentare italiana.
Dalle aziende alle associazioni
ni
di produttori e consumatori, da
Confindustria a Confcommercio,
ercio,
dalla Caritas alle Acli con la partecirteci-
CONSUMPTION / CONSUMI
Confindustria to Confcommercio business groups, from
Caritas to Acli community services, and even from FAO
and Expo 2015. The Council was established by the government of then Prime Minister Enrico Letta as part of
its National Campaign for the Prevention of Food Waste
(Pinpas). Former Environment Minister Andrea Orlando,
who was given the task of setting up the Council, appointed as its chairman Andrea Segrè, Dean of Bologna
University’s Faculty of Agriculture and head of Last Minute Market, a spin-off think-tank that develops projects
to reduce household and industry waste and environmental pollution while promoting sustainability, health,
energy savings and fair trade.
Although the head of government has changed, the
Council will still be ready for its public debut on 5 June
for World Environment Day 2014. Its agenda will include
regulatory issues regarding labelling, packaging, and
how best to recover and distribute surpluses.
Expo 2015
Is it possible to assure that all the world’s inhabitants
have access to sufficient, healthy, good food in a sustainable way? This is the core question that the Milan 2015
76
of food wasted on average
by every Italian yearly
i kg di cibo che ogni italiano
spreca in media ogni anno
pazione di Fao ed Expo. L’iniziativa è stata promossa dall’allora governo Letta nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (Pinpas). Il coordinamento è
stato affidato dall’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando,
al preside della Facoltà di Agraria all’Università di Bologna Andrea Segrè, che è anche presidente di Last Minute Market,
la società spin-off che sviluppa progetti per ridurre sprechi,
rifiuti e inquinamento, promuove la sostenibilità, la salute, il
risparmio e la solidarietà.
Anche se l’esecutivo è cambiato, l’appuntamento rimane
quello del 5 giugno prossimo, in occasione della Giornata
mondiale dell’Ambiente, con i diversi temi da regolamentare:
etichette, packaging, facilitazioni per il recupero o la distribuzione delle eccedenze.
Il ruolo dell’Expo
È possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile? Questa la domanda cui
cerca di rispondere l’Esposizione Universale di Milano 2015.
Un tema tanto più significativo per un appuntamento di rilievo
mondiale che si svolge in un paese, l’Italia, divenuta protagonista qualitativa del cibo globalizzato. Nei sei mesi di Expo si
parlerà dunque di nutrizione, nel rispetto del pianeta e delle
27% 50% 60.000
of Italians toss out food at
least once a week
di italiani butta cibo almeno
una volta alla settimana
of Italians say they don't check
home food stocks before
shopping at the supermarket
di italiani ammette di non
controllare quali alimenti siano
già in casa prima di andare al
supermercato per gli acquisti
tons of food are earmarked
for reuse every year by the big
chain
le tonnellate di cibo che la gdo
destina ogni anno al riutilizzo
Fresh Point Magazine n.1 february / febbraio 2014
5
BIG RETAIL
IL RUOLO DELLA GDO
While the processing industry has made some progress, it’s the big
retail chains who see themselves as being the leaders in the fight
against waste and for recycling surplus food. In effect, surplus food
is an inherent factor in the business economics of retail outlets since
their job is to make sure all customers can purchase what they want
on any given day of the week at any given time of day. «The trade
is systematically seeking the efficiency to keep wastage to a minimum – said industry group Federdistribuzione’s president Giovanni
Cobolli Gigli. – We’re using local suppliers via greater streamlining
of logistics and sophisticated software tools to gauge consumer
purchase trends and shopping habits. The big chains – he added
– also play an active role in living unsold, but still edible food items
a second life through cooperation with the Onlus charity. Indeed,
the results have been very good so far: over a given year, all the
big chains in Italy earmark 60,000 tons of surplus for reuse, which
works out to 75 million meals»..
Se l’industria ha fatto qualche passo avanti, la gdo ritiene di trovarsi
in prima linea sul tema della lotta allo spreco e del recupero delle
eccedenze alimentari. Anche perché avere delle eccedenze alimentari
è un fatto insito nella stessa attività economica dei punti vendita, al
fine di garantire a ogni cliente le stesse opportunità d’acquisto a tutte
le ore della giornata e in qualsiasi giorno della settimana. «Il settore
sta sistematicamente cercando efficienza per ridurre al minimo gli
sprechi – afferma il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli
Gigli – utilizzando rifornimenti su piazza, inserendo più efficienza logistica, impiegando sofisticati strumenti di analisi degli acquisti e delle
abitudini di consumo. La gdo – prosegue – è attiva anche nel dare
una seconda vita ai prodotti alimentari invenduti e ancora commestibili attraverso la collaborazione con le onlus. Un’azione che produce
già risultati importanti: in un anno l’intera gdo in Italia destina 60mila
tonnellate di eccedenze al riutilizzo, equivalenti a 75 milioni di pasti».
Universal Exposition will address. It carries even more
significance for a worldwide event like the Expo that’s
being held in Italy, a country that is known for the high
quality of its food in a globalised market. Expo 2015 will
thus be the forum that takes on the issue of nutrition under the banner of global conservation that seeks to protect the planet’s environment and its vital, but depletable,
resources. The event’s main focal points will include food
supply, sustainability and R&D in an effort to find a way to
assure food and water for all peoples. Five thematic itineraries will accompany visitors on the way (see insets).
Yet Expo Milan will not really end on 31 October 2015
since its six-month run of workshops, conferences, meetings and seminars will leave a legacy of know-how and
expertise capable of optimising the food supply chain by
reducing waste while boosting food security and recoup-
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
sue risorse vitali ma esauribili. La fiera avrà alcuni focus: alimentazione, sostenibilità, R&S, al fine di trovare il modo per
garantire cibo e acqua per tutti e si svilupperà lungo cinque
itinerari tematici (vedi box).
Ma Expo non si concluderà il 31 ottobre 2015, dato che il
semestre di lavori, incontri e seminari, lascerà un know-how in
grado di ottimizzare la catena alimentare riducendo gli sprechi, aumentando la sicurezza alimentare e recuperando il valore nutrizionale del cibo. Expo Milano 2015 vuole essere un
grande laboratorio per sviluppare il tema “Nutrire il pianeta,
energia per la vita” che sta nel sottotitolo del brand.
I numeri dello spreco
In media nell’arco di dodici mesi ogni italiano spreca 76 kg di
cibo. Il 27% dichiara di buttarne discrete quantità almeno una
volta alla settimana, il 50% ammette di non controllare quali
8
FRESH POINT FOR EXPO 2015
ing food’s nutritional values. The Milan 2015 Expo can
thus be seen as a vast laboratory for working on “Feeding
the Planet, Energy for Life”, the sub-title of its branding.
Waste in numbers
Every Italian wastes 76 kilos of food every twelve months.
In effect, 27% say they toss out a fairly good quantity
every week, and 50% admit they don’t check which food
items are in the house before going to shop at the supermarket. Yet Italian households in the last few months
have begun to reduce their food wastage, though it’s not
clear whether this is due to the grip of the ongoing economic crisis or to heightened awareness thanks to public-service advertising campaigns. At any rate, this is the
news from a joint survey by Last Minute Market’s Waste
Watcher oversight body and SWG. Their report notes that
the amount of food tossed weekly out per Italian household has dropped from 213 to 198 grams in the last four
months.
Water, energy and arable crop land are also wasted. And
this is without factoring in greenhouse gas emissions,
which most expert opinion now sees as the cause of
esertification and loss of biodiversity.
global warming, desertification
g
obal issue
u s that m
ust be
b a
ddressed
Yet these are all gl
global
issues
must
addressed
at the worldwide level, even if individu
individual
d al
eir partt to p
lay.
y
countries have their
play.
Encouraging signs
gns
Several steady upbeat
pb
beat tr
trends w
were
ere noted in
food industry group
Federalimentare’s
p Fe
ederalimentare’s Annual
2013 Report, which
ch specifically
spe
eciific
fi ally mentioned
d
a lighter and more intelligent shoppin
shopping
bag
ng ba
ag
for Italian households.
According
o ds
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ording to a surr
vey by MC, one out of every two
t o Italians
tw
Ital
a ia
i ns
(51%) has changed
ed shopping
shop
ppi
p ng habits, and
67% said their shopping
opp
pin
i g
goal is not to waste
e
anything.
This
trend is supported by the efficiency
y
of processing lines.
nes.
In effect, citing a survey
by Milan’s Polytechnic
chnic Institute,
Federalimentare’s President Filippo
Ferrua Magliani underscored
underscore
r d that
at industrial
gisters surpluses of only 0
.4%, with
with
processing now registers
0.4%,
55.3% being recycled.
addition,
off food
cled. In addit
tion,
n 35%
5 o
d industry
surpluses are donated
ate
ed to community charities.
Fresh Point Magazine
e n.2
2 may
a / maggio 2014
4
alimenti siano già in casa prima di andare al supermercato
per gli acquisti. Anche se negli ultimi tempi, forse per la crisi
economica che dura da tempo, forse per qualche messaggio
di sensibilizzazione azzeccato, in Italia gli sprechi dei prodotti
alimentari si stanno riducendo. Almeno queste sono le conclusioni dell’indagine dell’osservatorio Waste Watcher di Last
Minute Market e Swg, secondo cui negli ultimi quattro mesi
la media di cibo gettato è sceso da 213 a 198 grammi per
famiglia a settimana.
Insieme al cibo si sprecano anche l’acqua, l’energia e i terreni
agricoli utilizzati per la produzione. Senza contare le emissioni
di gas serra, che secondo la corrente di pensiero prevalente,
sono causa del riscaldamento globale, della desertificazione
e della perdita di biodiversità. Tuttavia questi sono temi globali
che devono essere affrontati a livello planetario, anche se i
singoli stati possono fare la loro parte.
Qualche segnale positivo
Segnali omogenei in tal senso da parte di Federalimentare
che nel presentare i suoi dati consuntivi del 2013, parla di
una borsa della spesa più leggera e consapevole per gli italiani. Secondo una ricerca condotta da Mc, un italiano su due
(51%) ha modificato gli acquisti e il 67% si dà come imperatiimperati
vo quello di non sprecare nulla. Del resto a conferma dell’efficienza delle linee di produzione, il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani ha ricordato che, secondo
uno studio del Politecnico di Milano, durante la produzione industriale le
eccedenze incidono solo per
lo 0,4%, e vengono recuperate per il 55,3%. In più
occorre considerare che
già oggi, il 35% dell’eccedenza dell’industria viene
donato a enti caritativi.
10
CONSUMPTION / CONSUMI
OPINION
OPINIONE
DANIELA OSTIDICH
Founder of Marketing &
Trade, she is a consultant and
researcher for major Italian
and cross-border retail chains
and big brand companies.
Fondatrice di Marketing & Trade,
è consulente e ricercatore
per primarie insegne
di distribuzione italiane e estere
e per aziende di marca.
Organics for mass
consumption
Un biologico adatto
al consumo di massa
The media keep featuring articles
about free-falling consumer spending
and greater household belttightening. True, but they fail to take
account of the emerging changes in
consumer habits. While purchases are
fewer, whether by necessity or choice,
shoppers who still have the power to
pick and choose are coming down
on the side of a more sustainable
consumption of quality, i.e. one more
coherent with the price paid and
functional to an overall increased
value of the purchase made.
Organics, FairTrade & premium
A look at the trends of the various
private-label lines of the big food
retailers shows that the rise in their
list prices for organics, FairTrade
and premium items is lower than
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
in that of the big brand names. In
short, shoppers are eschewing
needless and undeserving items and,
where possible, use the money thus
saved to buy healthier foods that
have added ethical and sustainable
benefits.
a crossover from an ‘organic’ model
more Nordic by tradition, to a more
sunny and Mediterranean mood,
more in line with Italian consumers in
that purposed to promoting the value
of the products as well as the colours
and nuances of Italian cooking.
Retailers adjust
With Italy’s organic food trade
showing a 12-15% yearly growth
rate, the big chains are broadening
their stock range and organicsonly retailers are experiencing a
boom never seen before. A good
case in point is Natura Sì. The chain
launched a new retail format in 2013,
going from a somewhat off-putting,
coldly rational model to a concept
enhancing product value in a lively
way with emotional appeal. It marked
A new model
Consumers who are new to organics
want product information. But
they have even higher emotional
expectations, of a suggestive nature,
of colours and lights because buying
organics is as much a matter of
reason as it is of imagining better
flavours and meals.
The issue is knowing how to respond
to this growing trend in consumption
of organic foods, how to propose and
promote their values to a broader
CONSUMPTION / CONSUMI
consuming public. It is a public that,
for instance, includes those who
have never bought organics before,
who need to see the value for the
higher price tag, or who need to be
encouraged to change their shopping
habits.
Less ideology is needed so as to
make shopping simpler, provide
clearer, more direct information in
language like the big retail chains use.
These are the guidelines for organics
in future.
I media continuano a riportare notizie
sul calo dei consumi e sulla contrazione
del potere di spesa delle famiglie.
Vero, ma in questi termini non si rende
merito ai cambiamenti di consumo
che si stanno verificando. Si acquista
meno, per necessità e per volontà, ma
i consumatori che possono ancora
scegliere, si stanno orientando verso la
ricerca di una qualità di consumo più
sostenibile, cioè coerente con il prezzo
pagato e funzionale a un innalzamento
del valore complessivo dell’acquisto.
Bio, equosolidale e premium
Se guardiamo all’andamento delle
diverse linee delle marche private dei
retailer in ambito food, notiamo che la
crescita dei primi prezzi è inferiore a
12-15%
quella dei brand privati legati a temi di
biologico, equosolidale e premium. In
sostanza le persone tagliano i consumi
inutili e quelli non meritevoli, ma se
possono utilizzano le economie ottenute
per investirle in prodotti più sani e più
benefici anche da un punto di vista etico
e sostenibile.
I retailer si adeguano
Il mercato dell’alimentare biologico
cresce in Italia del 12-15% l’anno, le
catene della gdo ampliano l’offerta
tradizionale, mentre le insegne del
biologico stanno vivendo uno sviluppo
mai visto in passato. Un esempio su
tutti quello di Natura Sì, che nel 2013 ha
inaugurato un nuovo format, passando
da un modello di offerta al consumatore
abbastanza punitivo e razionale, a un
concept emozionale, vivo, che valorizza
al meglio i prodotti. Un passaggio da
un modello “biologico” per tradizione
più nordico, verso un mood più solare e
mediterraneo, più adatto al consumatore
italiano, dato che valorizza prodotti, colori
per annum growth rate of
organics in Italy
l’aumento dei consumi di biologico
ogni anno in Italia
e suggestioni della cucina nazionale.
Un nuovo modello
Il nuovo consumatore del bio chiede alla
distribuzione informazioni sui prodotti,
ma ha anche l’esigenza di un’intensità
emozionale più alta, di suggestioni, di
colori e luci perché l’acquisto di biologico
non è solo una scelta di testa, ma anche
un risultato in termini di migliori sapori e
risultati in tavola.
Occorre saper rispondere a questa
tendenza verso un biologico di
consumo, con la capacità di tradurre per
un pubblico più ampio i valori di questa
offerta. Ad esempio per chi non ha mai
acquistato bio o per chi deve dare un
valore al probabile maggior prezzo,
o deve essere indotto a cambiare le
proprie abitudini d’acquisto.
Meno ideologia dunque, perché occorre
semplificare il processo d’acquisto, dare
un’informazione più semplice e diretta e
adottare un linguaggio più simile a quello
della distribuzione moderna. Queste le
linee guida del biologico per il futuro.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
11
12
CONSUMPTION / CONSUMI
Mediterranean diet
the most sustainable
Even trolley-wise
Dieta mediterranea
la più sostenibile
Anche come spesa
by / di Manuela Soressi
hat the Mediterranean diet is one of the best
nutritional regimes for a long, healthy life is no
longer in doubt. One of the latest, most authoritative voices in its support comes from Sweden’s Goteborg University. It conducted a 40-year survey
and found that persons whose diet is rich in greens, vegetables and fish had better results than those on mostly
protein diets.
Nor is there any doubt that even talking about the Mediterranean diet reminds everyone of the Italian way of life.
Yet today’s Mediterranean diet is not at all what it was 50
years ago when it was studied by Ancel Keys, the ‘father’
of this field of research. In Italy, this half-century span
has seen the consumption of meat increase and that of
pulses decrease. Even fruit and vegetables are not doing
too well. This is the conclusion of the Molisani Project research team. They surveyed the dietary habits of 21,000
people from 2005 to 2010 to determine to what extent
they followed the Mediterranean diet. Their most significant finding was recorded in 2007, the year the economic downturn began to be felt. They discovered that
the 33.7% who said they followed it in 2005 had fallen to
19.6% by 2007, a figure that fell to 14.9% by 2009.
T
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
ul fatto che la dieta mediterranea sia una delle migliori
combinazioni di alimenti per una vita salutare e longeva
pare non ci sia più alcun dubbio. Una delle conferme
più recenti e autorevoli arriva dalla Svezia, dove l'Università di Goteborg ha condotto un'indagine durata 40 anni
riscontrando un risultato nettamente a favore delle persone che
seguono un'alimentazione ricca di verdure, ortaggi e pesce, rispetto a quanti adottano una dieta prevalentemente proteica.
Parlare di dieta mediterranea poi, rimanda in tutto il mondo allo
stile di vita italiano. Eppure la dieta mediterranea di oggi non è
quella di 50 anni fa, analizzata dal "padre" di questo filone di
studi, Ancel Keys. Da allora in Italia sono aumentati i consumi di
carne e diminuiti quelli di legumi. Pure frutta e verdura non se la
passano bene. Lo confermano anche le indagini condotte dal
gruppo di ricerca del progetto Molisani: dall’analisi delle abitudini
alimentari di 21.000 persone, registrate tra 2005 e 2010, per
determinare il livello di aderenza alla dieta mediterranea. Il cambiamento più significativo è stato registrato nel 2007, anno in cui
la crisi economica si è di fatto manifestata. Da lì in poi quella che
era un’alta aderenza alla dieta mediterranea ha subito un’importante flessione (19,6% contro il 33,7% del 2005) e ha continuato
a scendere ulteriormente fino al 14,9% del 2009.
Di solito si attribuiscono queste modifiche all'enorme ampliamento dell'offerta di alimenti disponibili nella gdo, ai nuovi stili di
vita che impongono cucine più veloci e semplici, alle modifiche
dei gusti. Ma negli ultimi tempi un altro fattore viene considerato
prioritario: la crisi economica, e la conseguente revisione dell'allocazione delle spese domestiche da parte delle famiglie.
S
CONSUMPTION / CONSUMI
Changes of such proportions are usually attributed to the
enormous range of foods stocked by the big retail chains,
to new life-styles demanding simpler meals cooked faster, and to altered consumer tastes. Yet priority of place is
being given lately to another factor: the economic crisis
and the subsequent reallocation of and belt-tightening
household spending.
Poor but cheep
There’s little doubt that the weakening of consumer purchasing power has played a key role, and does still, in
what shoppers put in their trolleys, more economical or
even cheaper items taking preference. It’s a situation that
should favour fruit and vegetables since they have certain
pluses on their side excellent nutritional value-to-price
ratio and taste/flavour-to-cost ratio. It’s no accident that
for centuries fruit and vegetables, along with pulses, had
been the staples of the so-called "cucina povera". This is
the country or peasant cooking that in fact most resembles the Mediterranean diet as classified in the 20th century, and today still embodies the most healthy and tasty diet
as well as the most ‘economically sustainable’ one. It is in
this sense that fruit and vegetables can be re-interpreted
and revalued as full, well-balanced meals. In effect, this is
what’s happening with fresh salad greens enriched with
fresh fruit like apple or pear and nuts like walnut and almond: they make for light, delicious meals rich in vitamins,
fibre and antioxidants, and all at an affordable price.
Recession should boost
fruit and vegetables:
affordable and flavourful
La crisi dovrebbe premiare
l'ortofrutta: conveniente,
sana e gustosa
Povera ma economica
Indubbiamente l'erosione del potere d'acquisto dei consumatori ha inciso (e sta incidendo) profondamente sulla composizione del carrello della spesa, portando a privilegiare prodotti più
convenienti o a bassa battuta di cassa. Un atteggiamento che
dovrebbe premiare proprio frutta e verdura, che hanno dalla loro
alcuni plus importanti: l'ottimo rapporto tra valore nutrizionale e
prezzo, tra gusto/appetibilità e costo. Non per niente per secoli
frutta e verdura sono stati (insieme ai legumi) i protagonisti della
cosidetta "cucina povera", in realtà la più simile al modello della
dieta mediterranea com'è stato codificato nel 20esimo secolo. E
che oggi non rappresenta solo la dieta più sana e gustosa, ma
anche quella più "economicamente sostenibile". In quest'ottica
i prodotti ortofrutticoli possono essere reinterpretati e valorizzati
come piatti unici completi ed equilibrati, come accade con le
insalate a base di verdure fresche, arricchite con frutta fresca
e frutta secca: si ottengono così pranzi leggeri e gustosi, che
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
13
FOUR STEPS TO HEALT / QUATTRO MOSSE PER LA SALUTE
STEFANIA RUGGERI
GABRIELE RUBINI
alias
CHEF RUBIO
LA NUOVA
DIETA
MEDITERRANEA
CON 40 RICETTE TRADIZIONALI RIVISITATE
Prefazione
prof.
Jeremiah Stamler
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
G R I B A U D O
DOCTORS AND CHEFS TOGETHER
INFO CAMPAIGNS
GAMES FOR CHILDREN
COLORFUL DISHES ON TV
More and more often menus
at gourmet eateries and in the
food service trade are being
created jointly by dieticians
and chefs. It’s a trend that is
even reaching out directly to
consumers at large. A good
example is the book La nuova
dieta mediterranea (The new
Mediterranean diet). The idea
is to promote and reboot the
Mediterranean diet so that
it matches today’s life-style
demands, and taking a
pragmatic approach that offers
more scientific and nutritional
information.
Fun, learning and experience
are the key words summarising
the many items on the agenda
of "Fruit&Vegetables: discover,
taste, and choose them”, an
info campaign being run in
Italy and France by Interfel
and Alimos. It includes a web
site, learning kit for schools,
exhibitions at the major
agriculture and food trade
shows, day-long workshops
for children and parents. The
idea is to heighten awareness
about fruit and vegetables
by emphasising how to
discover them through sensory
experience
Leaves of salad greens and
rocket, slices of tomato and
courgette, cubes of sweet
pepper and aubergine, extra
virgin olive oil and vinegar
to season them with, the
necessary flatware, and
then bananas, oranges,
strawberries and apples ready
to slice. All in wood, they’re
pieces of games to familiarise
young children with a healthy
diet based on fruit and
vegetables.
Every Sunday morning for the
past couple of months Rai1
has been airing “Buongiorno
Benessere” Good Morning,
Wellness), a new TV show
focusing on colours and their
health properties. Food plays
a leading part in a segment
featuring a specialist physician
who highlights the role that
the 5 colours of produce items
have as essential building
blocks of a proper nutritional
regime.
GIOCHI PER I PIÙ PICCOLI
PIATTI A COLORI IN TV
Foglie di insalata e di rucola, fette
di pomodoro e di zucchine, dadini
di peperoni e melanzane. E poi
olio extravergine d’oliva e aceto
per condirli. E le immancabili
posate. Oppure banane, arance,
fragole e mele pronte da tagliare.
Tutto in legno. Sono i giochi con
cui si avvicinano i bambini a
familiarizzare con l'alimentazione
sana a base di frutta e verdura.
Da un paio di mesi la domenica
mattina su Rai1 va in onda
“Buongiorno Benessere”, un
nuovo programma televisivo
dedicato ai colori e alle
loro proprietà salutistiche.
Ampio spazio è dedicato
all’alimentazione, trattata in una
rubrica curata da un medico
specializzato e incentrata sul
ruolo dei 5 colori degli alimenti
ortofrutticoli quali alleati
imprescindibili per una corretta
nutrizione.
ALLEANZA TRA MEDICI E CHEF
Sempre più spesso nella
ristorazione gourmet e in quella
collettiva i menu vengono
creati dalla collaborazione tra
dietisti e cuochi. Su questa scia
nascono anche iniziative rivolte
direttamente ai consumatori,
come il libro "La nuova dieta
mediterranea". L’obiettivo è
quello di promuovere la dieta
mediterranea adattandola alle
esigenze dei nostri tempi, ma
con un approccio pragmatico che
offre anche un approfondimento
scientifico e nutrizionale.
CAMPAGNE INFORMATIVE
Divertimento, apprendimento ed
esperienza sono le parole chiave
che riassumono le tante attività
in programma nella campagna
"Frutta&Verdura: scoprila, gustala,
sceglila" lanciata in Italia e Francia
da Interfel e Alimos: un sito
web, kit didattici per le scuole,
la partecipazione ai principali
saloni agricoli e alimentari, alcune
giornate dedicate ai bambini e ai
familiari. L'obiettivo è accrescere
l’attenzione verso frutta e verdura
valorizzandone il processo di
scoperta sensoriale.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
16
CONSUMPTION / CONSUMI
18,8%
-
the Italians who, from a 2005
peak of 33.7% to a 2009 low
of 14.9%, stopped following
the Mediterranean diet mainly
because of the economic crisis.
Today the fall-off rate may be
even higher
gli italiani che dal 2005 (33,7%)
al 2009 (14,9%) hanno smesso
di seguire la dieta mediterranea,
principalmente a causa della crisi
economica. Oggi questo dato
potrebbe essere cresciuto.
Seasonal items and frozen foods
And, if consumer awareness regarding seasonality of
produce can be heightened, groceries will cost less and
their nutritional value will increase. In effect, fruit and
vegetables that are in season have a higher nutritional
value and lower prices since supply is abundant.
It may seem strange yet promoting in-season produce
even paves the way for frozen items. If consumers want
strawberries in autumn or asparagus at Christmas, they
can dip into the freezer for them since they’re on sale
year round at a price that remains stable compared to
the swings of the fresh market, whose prices are usually,
decidedly, higher for early-season items or out-of-season
imports. Another plus of frozen compared to fresh produce items is their better "value for money" as there’s
no wastage or discards because they’re already cleaned,
and they never risk going off or being thrown away because they can be kept in he freezer for months. These
are advantages that Italian consumers at least are well
aware of, as sales of frozen produce ‘au natural’, i.e. simply cleaned and sliced without condiments, additives or
aroma enhancers, are on the rebound. It’s produce that is
perceived as healthy and close to their fresh counterparts
while being versatile and useful as meal ingredients.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
apportano grandi quantità di vitamine, fibre e antiossidanti, con
una spesa contenuta.
Prodotti di stagione e surgelati
Se poi si sensibilizzano i consumatori a rispettare le stagionalità
dei prodotti il costo della spesa diminuisce e il suo valore nutrizionale aumenta. Infatti frutta e verdura di stagione sono più ricche sul piano nutrizionale ed essendo in commercio in quantità
abbondanti, hanno prezzi più bassi. Sembrerà strano, eppure la
promozione del prodotto di stagione apre la strada anche alla
valorizzazione dei surgelati. Se il consumatore ha voglia di fragole in autunno o di asparagi a Natale, può sempre ricorrere ai
prodotti sottozero, disponibili tutto l'anno e con un prezzo fisso
che non risente delle quotazioni di mercato dei freschi che in
genere è decisamente più alto rispetto alle primizie fresche o ai
prodotti importati controstagione. Un altro punto a favore degli
ortofrutticoli surgelati è che, rispetto al fresco, hanno un miglior
"value for money" visto che non hanno scarti né sprechi (sono
già puliti) e non rischiano di marcire o essere buttati perché si
possono tenere in freezer per mesi. Vantaggi che i consumatori
hanno ben chiari, come dimostra il ritorno agli acquisti di surgelati "al naturale", ossia semplicemente puliti e tagliati, senza
aggiunta di condimenti, additivi o aromi, percepiti come sani e
vicini a quelli freschi.
18
CONSUMPTION / CONSUMI
Never without
organic produce
Mai senza frutta
e verdura bio
by / di Silvia Zucconi – Nomisma
ith unemployment at levels unseen in 40
years, incomes in free-fall and consumer
confidence the lowest in Europe, Italy is still
in the grip of an economic downturn that
shows no signs of loosening. The adverse effects of such a
W
Fresh Point Magazine n.2 may /maggio 2014
isoccupazione ai livelli di 40 anni fa, redditi in
picchiata e fiducia dei consumatori più bassa del continente. Questa la fotografia dell’Italia attanagliata da una crisi economica che
non accenna ad attenuare la sua presa. In un simile scenario è inevitabile che i consumi ne risentano, compresi quelli alimentari. Ma il biologico va in controtendenza.
Secondo
un’indagine
di
Nomisma,
negli
ultimi
2-3 anni l’80% delle famiglie ha modificato le abitudini d’acquisto, compresa la spesa alimenta-
D
19
2%
43,4%
-
20%
38%
+ 9%
30%
context on consumer spending, including that for groceries,
are inevitable. But organics are bucking the trend.
According to a Nomisma survey, 80% of households have
changed their shopping habits in the last 2-3 years, including that for groceries, to the extent of obsessively seeking sales promotions. Overall sales figures for 2013 were
off 2%, with small retailers taking the biggest slide at 3%
and the big chains holding their own at 0.4% down. When
grocery shopping, 67% of Italians say they buy only what
is strictly necessary, 50.7% say they buy a little at a time
grocery sales in 2013
compared to 2012
le vendite alimentari a valore
nel 2013 rispetto al 2012
households buy only products
in promotion
le famiglie che acquistano
solo prodotti in promozione
of every 5 households
buys at discount stores
delle famiglie acquista
nei discount
of teens eat vegetables
once a da
gli adolescenti che consumano
verdura una volta al giorno
more organic
sales in 2013
gli acquisti di prodotti biologici
nel 2013
is produce share
of all organic foods
la quota di frutta e verdura
nel totale del paniere biologico
re, con una ricerca quasi ossessiva delle promozioni.
Nel 2013 le vendite sono calate del 2%: soffrono soprattutto i piccoli esercizi (-3%), mentre regge la grande distribuzione (-0,4%). Quando fanno la spesa, gli italiani
comprano solo lo stretto necessario (68,7%), oppure si
riforniscono poco alla volta e vanno più spesso al supermercato (50,7%), ma il 41,5% compra di meno in generale.
C’è una fortissima attenzione al prezzo: il 43,4% delle famiglie acquista solo prodotti in promozione, il
34,8% prima di recarsi in un punto vendita consul-
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
20
CONSUMPTION / CONSUMI
WHICH OF YOUR FOODS MUST ALWAYS BE UNDER AN ORGANIC LABEL?
QUALI SONO I PRODOTTI ALIMENTARI PER CUI NON POTREBBE PER NESSUN MOTIVO RINUNCIARE AL MARCHIO BIOLOGICO?
Fresh fruit / Frutta fresca
19,0%
Fresh vegetables / Verdura e ortaggi freschi
7,1%
Eggs / Uova
7,1%
5,1%
Extra virgin olive oil / Olio extra vergine d'oliva
Milk / Latte
4,9%
Pasta / Pasta
4,6%
4,1%
Jam & honey / Marmellate e miele
3,4%
Cheese / Formaggi
Meat / Carne
2,7%
0,0%
2,0%
4,0%
6,0%
8,0%
10,0% 12,0% 14,0% 16,0% 18,0% 20,0%
source: Nomisma data reworked for Osservatorio Sana, 2012. / Fonte: elaborazioni Nomisma per Osservatorio Sana 2012
and go to the supermarket more often, and 41.5% claim
they buy less as a rule. Price leads all attention-getting factors: 43.4% of households buy only promotional products,
34.8% claim they check adverts for special offers, nearly a
third pick less expensive brands and one in five shops at
discounts.
Yet the government’s spending review has also generated
worrisome reactions. While the share of the population over
the age of 3 who eat fruit at least once a day has diminished
from 78.4% in 2001 to 75% in 2012, the consumption of
vegetables has increased from 49% to 51%. But only 63%
of teens eat fruit and 38% vegetables.
Boom of fresh organic foods
Yet there’s a part of the industry that’s bucking this highly
negative trend – consumer spending for organic foods, up
9% in 2013 and 58% since 2005. Produce is the driver here
with over 30% of all organic foods rung up at the big retail
chains and underscores growth with an 8% rise over 2012.
Sales of packaged fresh organic fruit in the big chains
climbed to €35.6 million, to which must be added the €0.7
million for fresh-cut organic fruit and €8.8 million for organic
nuts. If we also add jams, marmalade tinned and dried organic fruit, total organic fruit sales at the big retail chains
amount to €88 million, or 15% of all big retail’s organic food
receipts. Last year sales of packaged fresh organic vege-
Fresh Point Magazine n.2 may /maggio 2014
ta i volantini con le offerte, quasi un terzo sceglie marche meno costose, una su cinque si affida ai discount.
Ma la spending review produce anche comportamenti poco
virtuosi. È diminuita la quota di popolazione sopra i 3 anni
che consuma frutta almeno una volta al giorno (dal 78,4%
del 2001 al 75% del 2012) mentre è scresciuto il consumo
di verdura dal 49% al 51%. Ma solo il 63% degli adolescenti
consuma frutta e il 38% verdura.
Boom degli alimenti freschi bio
In questo scenario di forte contrazione, c’è però un segmento che va in controtendenza: i consumi di alimentari biologici
(+9% nel 2013) in crescita dal 2005 (+58%). La principale
categoria degli acquisti bio è proprio l’ortofrutta (oltre 30%
sul totale del paniere bio della gdo) che conferma il trend di
crescita: +8% rispetto al 2012. Nella gdo le vendite di frutta
fresca bio confezionata hanno raggiunto 35,6 milioni di euro
a valore, a cui si aggiungono 0,7 milioni di frutta di IV gamma
bio e 8,8 milioni di frutta secca bio. Se si considerano anche
la frutta in composta e quella disidratata, le vendite di frutta
bio nella Gdo arrivano a 88 milioni (15% delle vendite bio
nella gdo). L’anno scorso la verdura fresca confezionata a
peso imposto ha raggiunto 26 milioni di euro di vendite, che
diventano 37 se si aggiungono anche gli 11 milioni della IV
gamma (in contrazione del 7% rispetto al 2011). Nel canale
specializzato le vendite di ortofrutta bio crescono, principa-
22
CONSUMPTION / CONSUMI
ORGANIC ACREAGE BY CROP TYPE (HA) / SUPERFICI BIOLOGICHE PER TIPOLOGIA DI COLTURA (HA)
Vegetables / Ortaggi
In conversione
2011
2012
4.464
3.457
Biologica
2011
2012
18.942 17.879
2011
23.405
Totale
2012
21.336
Fruit / Frutta
6.011
6.387
17.226 16.645
23.237
23.033
-0,9%
Nuts / Frutta in guscio
6.949
7.108
20.890 22.963
27.839
30.071
8,0%
Citrus / Agrumi
6.097
6.048
15.843 19.292
21.940
25.340
15,5%
Total fruit / Totale frutta
19.057
19.543
53.959 58.900
73.016
78.444
7,4%
Total produce / Totale ortofrutta
23.521
23.000
72.901 76.779
96.421
99.780
3,5%
Total crops / Totale colture
259.782 243.575
837.107 923.786
Total crops / Peso Sup ortofrutta su Totale Sup bio
9%
9%
9%
8%
1.096.889 1.167.362
9%
Var. % 2012-2011
-8,8%
6,4%
9%
Source: Sinab data reworked by Nomisma / Fonte: Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane del Macfrut
tables hit €26 million, which become €37 million if we add
the €11 million from the fresh-cut trade, which slipped 7%
over 2011. The specialised organic retailers, with 45% of all
receipts, also report growth. The Sana-Nomisma Organics
Watch reported a 4% rise over 2012 for non-packaged fresh
organics.
Yet organic produce is as important even what it represents
in the perception of consumers: a fruit is the category in
which 19% of the buyers of organic products does not give
up in any way, followed by vegetables (7%).
Produce crops account for 9% of Italy’s organic acreage.
The crops follow sales: fruit up, vegetables down. There
were 48 thousand total hectares of organic and in-conversion fruit and citrus 2012 plus another 30 thousand for
organic nuts. Compared to 2011, organic acreage grew by
7.4%, mostly on the strength of new citrus (+15.5%) nut
(+8%) plantations, growth which offsets the 0.08% slip in
acreage for other species. Vegetable acreage is off: the 21
thousand hectares registered in 2012, were down 8.8%
over the previous year.
Organics are still a niche market in Italy given that they account for only 1.45% of all grocery sales. How to make it
organic grow? In order to exploit its potential and reach targets achieved by neighbouring countries like Switzerland
(6%) and Austria (7%) of all grocery sales, of key importance is an advertising strategy that emphasises the safety
of organics as much as their taste and flavour qualities.
Fresh Point Magazine n.2 may /maggio 2014
le canale del bio in Italia (45% del totale delle vendite bio).
L’Osservatorio Sana-Nomisma ha registrato per il fresco non
confezionato una crescita del 4% rispetto al 2012.
L’ortofrutta bio è importante anche per ciò che rappresenta
nella percezione del consumatore: la frutta è la categoria a
cui il 19% dei acquirenti di prodotti bio non rinuncia in alcun
modo seguita dalla verdura (7%).
Se ci si sposta dal consumo alla produzione, il settore ortofrutticolo rappresenta il 9% delle superfici bio in Italia. Le coltivazioni seguono le dinamiche dei consumi: in crescita i frutteti, in calo gli orti. Erano 48mila gli ettari totali (bio+conversione)
coltivati a frutta e agrumi nel 2012, a cui vanno aggiunti altri
30mila ettari per la frutta in guscio. Le superfici frutticole hanno però andamenti differenti: rispetto al 2011 la crescita delle
superfici biologiche è stata del 7,4%, incremento determinato soprattutto dagli ettari destinati ad agrumi (+15,5%) e alla
frutta in guscio (+8%) che controbilanciano la lieve contrazione delle altre tipologie di frutta (-0,8%). In calo le superfici orticole: 21mila ettari nel 2012, -8,8% rispetto a un anno prima.
Il biologico in Italia è ancora una nicchia, tanto che pesa per
l’1,45% sul totale dei consumi alimentari. Come fare per farlo
crescere? Per sfruttare questo potenziale e raggiungere i traguardi di molti paesi europei come Svizzera (dove il bio pesa
per il 6% del totale dei consumi alimentari) o l’Austria (7%), è
importante una forte strategia di comunicazione che valorizzi
non solo i plus di sicurezza offerti dal bio, ma anche e soprattutto le qualità organolettiche.
24
MARKETS / MERCATI
OPINION
OPINIONE
DUCCIO CACCIONI
Head of marketing and quality
control at Bologna’s Municipal
Market
Direttore marketing e qualità
del Centro AgroAlimentare
di Bologna
Smarter and greener
logistics for cities
Logistica più intelligente
e più verde per le città
Today most of our planet’s population
lives in urban areas that are
increasingly polluted and congested
by vehicular traffic, problems to
which food distribution is a major
contributor. While the restructuring
of the big chains from large-format
supermarkets to medium- and
small-sized neighbourhood outlets
keeps consumers closer to home,
it also complicates logistical issues
connected to supplying these smaller
outlets. In addition, many municipal
administrations limit motor vehicle
access during daytime hours. Urban
logistics is thus one of today’s most
interesting and topical issues for both
the retail and HoReCa, food service,
trade. The use of light-weight vehicles
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
that run on biodiesel, methane or
electric battery seem to be more
and more indispensable. In fact,
we’re seeing a shift from platforms
sited far from cities to more centrally
located distribution facilities where
goods are off-loaded from heavy-duty
lorries onto smaller, less polluting
vehicles. Yet intra-city movement by
these new delivery vans still needs
to be optimised, a task that could
be accomplished using specific
vehicle navigational software and
complementary devices to determine
the shortest routes while maximising
vehicle load coefficients.
The Casino Group is running an
interesting trial in Paris in partnership
with the Franprix grocery stores.
Here electric-powered vans make
home deliveries and barges on the
Seine are used for daily supplies to
45 outlets. The idea is to develop
a green logistics system as part of
the overall Citygreen sustainablegrowth project. In this connection,
too, a new cold-store facility has just
opened at Gonesse, an Hqe (Haute
Qualité Environnementale) certified
logistics platform. It is a 28-thousand
square metre operation that daily
supplies fresh foods and produce to
more than 600 retail outlets north of
the Seine, in the Ile-de-France and
in northeastern France. Some of the
refrigerated delivery vehicles are
hybrids and all use liquid nitrogen for
cooling, features that reduce their
MARKETS / MERCATI
carbon footprint and noise levels.
The Casino Group estimates that
in the Ile-de-France region alone
yearly mileage can be cut by 2 million
kilometres, equal to a 2,200 tons of
CO2 emissions. Chapeau messieurs
et dames.
La maggior parte della popolazione del
pianeta vive in aree urbane che sono
sempre più inquinate e congestionate
per il traffico a cui contribuisce anche la
distribuzione del cibo. La rimodulazione
del sistema distributivo, con il passaggio
dai supermercati di grande superficie ai
piccoli e medi punti vendita vicinali riduce
la mobilità dei consumatori, ma aumenta
i problemi per la logistica di rifornimento
dei punti vendita. Inoltre, in molte città
le amministrazioni limitano l’accesso
dei mezzi a motore nelle ore diurne. La
logistica urbana appare quindi come uno
dei temi più interessanti e attuali, non
solo per il commercio al dettaglio, ma
anche per il settore HoReCa. L’utilizzo
di mezzi leggeri alimentati a biodiesel, a
metano o anche elettrici, sembra sempre
più indispensabile. Da piattaforme
posizionate lontano dalle città, si sta
oggi passando a centri di smistamento
più centrali, in cui viene predisposto
il passaggio delle merci dai mezzi
pesanti a quelli leggeri non inquinanti. Il
We’re seeing a shift from platforms sited far from cities to more centrally located distribution
facilities where goods are off-loaded from heavy-duty lorries onto smaller, less polluting vehicles
Da piattaforme posizionate lontano dalle città, si sta oggi passando a centri di smistamento più centrali, in
cui viene predisposto il passaggio delle merci dai mezzi pesanti a quelli leggeri non inquinanti.
movimento all’interno dell’area urbana
dei nuovi vettori deve poi essere
ottimizzato. Ciò può avvenire impiegando
specifici software collegati ai navigatori
veicolari per trovare i percorsi più brevi e
anche per massimizzare il coefficiente di
carico dei veicoli.
Il gruppo Casino sta portando avanti
un esperimento interessante a Parigi. Il
progetto coinvolge i piccoli supermercati
vicinali del gruppo Franprix: si utilizzano
veicoli elettrici per la consegna della
spesa a domicilio e barche sulla Senna
per il rifornimento quotidiano di 45 punti
vendita. L’idea punta a sviluppare un
sistema di logistica verde nell’ambito
del progetto di sviluppo sostenibile
Citygreen. Proprio in quest’ottica è
stata inaugurata una nuova piattaforma
frigorifera a Gonesse, polo logistico
certificato Hqe (Haute Qualité
Environnementale). Una struttura di
28mila metri quadrati che rifornisce ogni
giorno di prodotti freschi e ortofrutta
oltre 600 punti vendita a nord della
Senna, nell’Ile-de-France e nella zona
nordorientale della Francia. I mezzi
frigoriferi usati per le consegne sono
in parte ibridi e per il raffreddamento
usano l’azoto liquido. In questo modo
si abbattono le emissioni di CO2 e si
riduce la rumorosità. Secondo le stime
del gruppo Casino, nella sola regione
Ile-de-France si potranno ridurre le
distanze percorse di 2 milioni di km
l’anno, equivalenti a 2.200 tonnellate
di emissioni di CO2 in meno. Chapeau
messieurs et dames.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
25
26
MARKETS / MERCATI
EU-MTC trade
balance in red
Bilancio in rosso
negli scambi
tra Ue e Ptm
T
T
by / di Mario Schiano Lo Moriello - Ismea
urkey, Syria, Lebanon, Israel, Palestine, Egypt,
Libya, Algeria, Tunisia and Morocco are the
Mediterrranean Third Countries, a bloc of nonEU members whose common denominator is
their excellent vocation as growers of horitcultural produce. Neither a single economic agregate or a homogeneous geopolitical area, the MTCs are rather both
notable producers and exporters of typical Basin crops,
vegetables, citrus, and table grape being the most
prominent.
Trade in produce between the two blocs has intensified
in recent years. Indeed, a fifth of all EU produce imports
came from MTCs in 2013. Yet, since imports exceed exports, the EU’s balance of trade with the MTCs is in the
red. Last year the deficit amounted to €3 billion 180 million, a figure that’s held nearly steady for the last three
years.
EU countries are investing more and more money, equipment and know-how in MTCs and the latter, apart from
their crop exports, are beginning to import more produce
commodities they do not grow like apple, kiwi and pear.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
urchia, Siria, Libano, Israele, Palestina, Egitto, Libia, Algeria, Tunisia e Marocco. Sono i paesi terzi
del Mediterraneo, un gruppo di stati non appartenenti all’Unione europea che presentano come
fattore comune un’eccellente vocazione per la produzione
di prodotti ortofrutticoli. I Ptm non costituiscono un aggregato economico unitario o un’area omogenea dal punto di
vista geopolitico, ma sono caratterizzati dalla produzione
di colture tipiche del Mediterraneo, in particolare ortaggi,
agrumi e uve da tavola e da una spiccata propensione
all’export.
Negli ultimi anni gli scambi di ortofrutta tra Ue e Ptm si
sono intensificati. Nel 2013 circa un quinto delle importazioni nell’Ue proveniva dai Ptm. I flussi in entrata prevalgono sulle spedizioni, quindi il saldo della bilancia commerciale dell’Ue verso quest’area è negativo. L’anno scorso
il deficit ammontava a 3 miliardi e 180 milioni di euro, un
passivo stabile da circa tre anni.
Sempre più di frequente i paesi europei investono nei Ptm
risorse economiche, mezzi tecnici e know how e i Ptm oltre
a esportare parte delle loro produzioni, cominciano a importare sempre più prodotti di cui non dispongono, come
mele, kiwi e pere. I recenti eventi socio politici che hanno
scosso Tunisia, Libia, Egitto e Siria hanno fatto rallentare
momentaneamente questi flussi, ma giungono segnali di
ripresa.
MARKETS / MERCATI
While this trade has been momentarily slowed by the recent socio-political developments that have unsettled Tunisia, Libya, Egypt and Syria, it appears to be rebounding.
Esports
The EU’s 2013 produce exports to the MTCs amounted
to 1.3 million tons, about the same as in 2012. A look at
receipts, however, shows that the turnover climbed to
€756 million. A breakdown indicates that fruit exports,
which went from 154 to 399 million tons from 2008 to
2012, slowed somewhat in 2013. The vegetable column
shows contrasting results, with fairly wide swings from
one year to the next.
The leading EU export item is seed potato, which claims
30% of receipts and are mainly despatched to Egypt,
Algeria, Morocco and Israel. It is followed by apple at
about 229 thousand tons, for receipts of some €162 million; the major EU exporter is Italy and its major markets
are Algeria and Egypt. Third place is held by broad bean
at 257 thousand tons on receipts of about €102 million;
Egypt, the main market, imported some 253 thousand
tons in 2013.
These three leaders together account for neatly twothirds of EU produce exports to MTCs. The remainder
include frozen peas, pulses, pear, orange, kiwi, prunes,
shelled almond, peach, nectarine, garlic, table grape,
Esportazioni
Nel 2013 i paesi dell’Ue hanno esportato verso i Ptm 1,3 milioni
di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, un volume stabile rispetto
al 2012. In termini di valore, gli introiti derivanti dalle esportazioni sono aumentati fino a raggiungere quota 756 milioni di euro.
Tra 2008 e 2012 le esportazioni di frutta sono salite da 154 e
399mila tonnellate, mentre nel 2013, si è registrato un lieve calo.
Per gli ortaggi, l’andamento delle esportazioni appare contrastato, con oscillazioni abbastanza ampie tra un anno e l’altro.
I prodotti più esportati sono le patate da seme (30% degli
introiti complessivi), destinati principalmente a Egitto, Algeria,
Marocco e Israele. A seguire le mele con circa 229mila tonnellate e introiti per circa 162 milioni. Il principale fornitore di
mele è l’Italia, i maggiori importatori Algeria ed Egitto. Al terzo
posto nell’elenco dei prodotti più esportati ci sono le fave secche, con spedizioni per 257mila tonnellate e introiti per circa
102 milioni. Il principale mercato di sbocco è l’Egitto con circa
253mila tonnellate importate nel 2013.
Patate da seme, mele e fave secche generano circa i due
terzi degli introiti dell’export Ue-Ptm. Il resto è costituito dalle
esportazioni di una miriade di prodotti: piselli surgelati, legumi
secchi, pere, arance, kiwi, prugne secche, mandorle sgusciate, pesche, nettarine, aglio, uve da tavola, patate, cipolle e
prugne fresche. I principali acquirenti sono Egitto e Algeria
rispettivamente con 256 e 201 milioni. A seguire si piazzano
Libia (83 milioni), Marocco (57 milioni) e Israele (52 milioni).
Fresh Point Magazine n.2 maggio / maggio 2014
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MARKETS / MERCATI
EU-MTC PRODUCE TRADE (€ MILLION)
SCAMBI DI ORTOFRUTTA TRA UE E PTM (MILIONI DI €)
EU IMPORTS OF MTC PRODUCE (€ MILLION)
IMPORT DI ORTOFRUTTA NELL’UE DAI PTM (MILIONI DI €)
3.600
1.800
1.600
1.400
1.200
1.000
800
600
400
200
0
3.100
2.600
2.100
1.600
1.100
600
2008
Import (tons)
2009
2010
Export (tons)
2011
2012
2013
Trade deficit (€ 1,000)
Passivo bilancio (1.000 euro)
Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’autore di dati Eurostat
2008
Turkey
Turchia
2009
Morocco
Marocco
2010
Egypt
Egitto
2011
Israel
Israele
2012
Tunisia
Tunisia
2013
Other
Altri
Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’autore di dati Eurostat
EU PRODUCE EXPORTS TO MTCS (€ MILLION)
EXPORT DI ORTOFRUTTA UE VERSO I PTM (MILIONI DI €)
300
250
200
150
100
50
0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Egypt
Egitto
Algeria
Algeria
Israel
Israele
Libya
Libia
Morocco
Marocco
Other
Altri
Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’autore di dati Eurostat
potato, onion and plum. The main MTC importers are
Egypt at €256 million and Algeria at €201 ml, followed by
Libya at €83 ml, Morocco at €57 ml and Israel at €52 ml.
Imports
Last year EU markets inported nearly 3.2 million tons of
produce from MTCs for a bill just shy of €4 billion.
While EU imports from MTCs expanded up to 2009 and
then declined, they rose 5.8% in 2013 over the previous
year. A closer look at these trends shows that vegetables posted a slight dip from 2008 to 2012 but then rose
11.4% in 2013 compared to a year earlier. Although fruit
imports showed a slight dip from 2008 to 2011, they have
remained essentially steady over the last three years.
The leading EU imports are hazel nut at 106 thousand
tons, for a bill of €575 million, sultanas at 190 thousand
tons and €334 million, followed by tomato, sweet pepper,
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
Importazioni
Lo scorso anno i paesi dell’Unione europea hanno importato
dai Ptm circa 3,2 milioni di tonnellate di ortofrutta per un valore di poco meno 4 miliardi di euro.
Le importazioni Ue dai Ptm hanno avuto una fase di espansione fino al 2009, poi c’è stata una contrazione, mentre il
2013 ha segnato un +5,8% rispetto all’anno precedente. Per
quanto concerne gli ortaggi, tra 2008 e 2012 si è verificata
una tendenza flessiva delle importazioni, mentre nel 2013 c’è
stata una ripresa (+11,4% rispetto al 2012). Per frutta e agrumi è stato osservato un lieve calo tra 2008 e 2011, seguito nel
triennio successivo da una sostanziale stabilità.
Tra i prodotti più importati troviamo nocciole sgusciate
(106mila tonnellate per un valore di 575 milioni) e uva sultanina (190mila tonnellate e 334 milioni). Poi pomodori, peperoni,
fagiolini, patate, arance, piccoli agrumi, uve da tavola, datteri,
fichi, albicocche secche, ciliegie e fragole surgelate.
30
MARKETS / MERCATI
TOP 15 EU PRODUCE COMMODITIES IMPORTED BY MTCS
I 15 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI PIÙ ESPORTATI DALL’UE VERSO I PTM
EXPORT 2013
EXPORT (Var. % 2013 vs. 2012)
1.000 kg
1.000 euro
euro/kg
Volume
Value
Price
1.305.894
755.927
0,58
-0,5%
4,3%
4,8%
Vegetables and tubers/Ortaggi e tuberi
936.362
452.083
0,48
2,5%
5,7%
3,1%
Fruit, nuts & citrus/Frutta, noci e agrumi
369.532
303.844
0,82
-7,3%
2,2%
10,2%
Seed potatoes/Patate da semina
466.829
229.780
0,49
9,1%
0,7%
-7,7%
Apples/Mele
228.617
161.687
0,71
-11,6%
-2,7%
10,1%
Dried, shelled broad beans 'vicia faba'/ fave
257.072
102.224
0,40
-18,8%
-5,7%
16,2%
Peas 'pisum sativum', frozen/ piselli congelati
26.679
21.535
0,81
12,3%
21,3%
8,0%
Dried, shelled leguminous vegetables/ legumi secchi 57.441
20.798
0,36
75,8%
77,9%
1,2%
Pears/Pere
20.847
17.391
0,83
-12,7%
13,0%
29,4%
Oranges/arance
26.474
13.492
0,51
32,3%
32,1%
-0,1%
Kiwifruit/Kiwi
15.359
13.061
0,85
-27,6%
-4,4%
32,1%
Dried prunes/Prugne secche
6.656
11.140
1,67
18,3%
34,9%
14,1%
Almonds, shelled/Mandorle sgranate
1.626
10.531
6,48
0,1%
33,1%
33,0%
Peaches, incl. Nectarines/Pesche comprese Nettarine 12.213
10.288
0,84
2,8%
11,5%
8,5%
Garlic/aglio
11.221
10.196
0,91
141,7%
132,3%
-3,9%
Grapes/Uva
7.853
9.854
1,25
14,9%
12,1%
-2,5%
Potatoes/Patate
29.089
9.542
0,33
-1,0%
9,2%
10,3%
Onion and shallot/Cipolle e scalogni
33.655
8.961
0,27
36,8%
118,0%
59,4%
Fruit & vegetables/Frutta e verdura
Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’Autore di dati Eurostat
green bean, potato, orange, small citrus, table grape,
date, fig, dried apricot, cherry and frozen strawberry.
The leading MTC exporters are Turkey at 982 thousand
tons on receipts of €1.763 billion, Morocco at 963 thousand tons on €979 ml, Egypt at €519 ml, Israel at 546
thousand tons on €505 ml, and Tunisia at 107 thousand
tons on €125 ml.
Hazel nut at €574 ml accounts for about a third of Tur-
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
Tra i Ptm, i principali paesi fornitori sono Turchia (spedizioni
per 982mila tonnellate e un valore di 1,763 miliardi), Marocco (963mila tonnellate per 979 milioni), Egitto (519 milioni),
Israele (546mila tonnellate per 505 milioni) e Tunisia (107mila
tonnellate per 125 milioni).
Circa un terzo delle esportazioni turche riguardano le nocciole
(574 milioni di euro). Gli altri prodotti esportati dalla Turchia
in Ue sono uva sultanina, fichi, albicocche essiccate, ciliegie,
MARKETS / MERCATI
20%
27%
key’s EU-bound produce
exports, followed by sultana grape, fig, dried apricot, cherry, lemon, sweet
pepper, grapefruit, small
citrus, tomato and lentils.
Most of Morocco’s EUbound exports are vegetables: the leader is tomato at
365 thousand tons in 2013,
France being the primary market. It is followed by green
bean, sweet pepper, courgette, squash and strawberry;
orange and small citrus are also important. Notable too
are frozen strawberry exports: they totalled €60 million
in 2013 and ranked higher by value than fresh strawberry.
There’s a certain balance among the items Egypt eports
to the EU. Orange and table grape rang up the higherst
receipts in 2013, followed by potato, onion, green bean,
pulses, strawberry and frozen strawberry.
Israel’s main exports to the EU include sweet pepper,
potato, avocado, tangerine, date, grapefruit and carrot.
And Tunisia exports mainly date, orange and tomato.
of EU produce imports
from MTCs
delle importazioni di ortofrutta
nell'Ue arriva dai Ptm
limoni, peperoni, pompelmi,
piccoli agrumi, pomodori e
lenticchie.
Le esportazioni del Marocco
verso l’Ue riguardano prevadrop in 2013 EU exports
lentemente gli ortaggi. I poto MTCs
modori sono il prodotto più
il calo delle esportazioni di kiwi
dall'Ue ai Ptm nel 2013
esportato: 365mila tonnellate
nel 2013, prevalentemente
verso la Francia. Nell’elenco
dei prodotti più esportati troviamo anche fagiolini, peperoni,
zucchine, meloni e fragole. Di rilievo anche l’export di piccoli agrumi e arance. Spiccano infine le esportazioni di fragole
surgelate che nel 2013 hanno determinato introiti di 60 milioni
di euro, gettito superiore a quello del prodotto fresco.
Per quanto concerne le esportazioni dell’Egitto verso l’Ue, vi è
un equilibrio dei diversi prodotti. Arance e uve da tavola sono
i prodotti che nel 2013 hanno determinato il maggior gettito,
seguiti da patate, cipolle e fagiolini e fagioli secchi, fragole e
fragole surgelate. Le esportazioni di Israele verso l’Ue interessano soprattutto peperoni, patate, avocado, clementine,
datteri, pompelmi e carote. La Tunisia esporta in Ue prevalentemente datteri, arance e pomodori.
31
32
MARKETS / MERCATI
Medfel spotlights
melon & pistachio
Melone e pistacchio
protagonisti a Medfel
by / di Jessika Pini
elon and pistachio are the stars of Medfel
6, the produce trade show from 13-15 May
at Perpignan held by Sud de France Développement Languedoc-Roussillon Region.
Melon is the most widely grown hort crop in LanguedocRoussillon at 2,750 hectares, acreage on a slight rise
M
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
elone protagonista, insieme al pistacchio, della
VI edizione del Medfel, la fiera di frutta e verdura
che si svolge dal 13 al 15 di maggio al palazzo
delle Esposizioni di Perpignan (Francia), organizzata da Sud de France Développement e dalla Regione
Languedoc-Roussillon.
Il melone è l’ortaggio più coltivato, in termini di superficie, in
Languedoc-Roussillon con 2.750 ettari: un’estensione stabile, tendente a un leggero aumento, da circa dieci anni. La
Languedoc-Roussillon è la terza regione produttrice della
Francia dietro al Poitou-Charentes e Midi-Pyrénées e poco
più avanti della Provenza-Costa Azzurra.
M
MELON, EVENTS CALENDAR
MELONE, CALENDARIO APPUNTAMENTI
Melon will be the focus of key conferences:
13 May
3pm: Melon, innovation & development
14 May
4pm: Organic melon
5pm: Planting forecasts for Morocco, Spain and France
6pm: Press Conference of French Interprofessional Melon Association
Among the participating producers are Force Sud, Soldive, Matysha, Anecoop and Idyl.
15-16 May
Euro-Mediterranean Melon Congress
9:30am: opening of proceedings by M. Pelegri Aixut, President of Areflh
(Association of European Fruit, Vegetable and Horticultural Producing
Regions) and Agricultural Minister of Catalonia
9:45am: Presentations by the Languedoc Roussillon Region representatives
10.00am: M. Trentini, Cso, World melon production
10:30am: Production, trade and key supply-chain issues in producer
countries presented by speakers from Italy, France, Spain, Morocco,
other
11:45am: Trade between European countries and the rest of the world
12:15: Discussion
12:45: Lunch
2:30pm: Technical and economic issues:
t(FSBSE3PDIF.BOBHJOH%JSFDUPSPG-ÏHVNFTEF'SBODF1MBOUIFBMUI
issues of melon
t)PXUPQSPNPUFBOEDBQJUBMJTFDPOTVNQUJPO
t$SJTJTQSFWFOUJPOBOENBOBHFNFOUGPSBQFSJTIBCMFJUFNUFTUTBOBMZses and proposals by producer-country representatives
4:30pm: Discussion and proposals
5:30pm: End of proceedings
Friday 16 May: field trip to growing districts and a packinghouse in the
Beziers area
Al Medfel il melone sarà al centro di numerosi convegni:
13 maggio
ore 15: Melone, innovazione e sviluppo
14 maggio
ore 16: Melone biologico
ore 17: Le previsioni di impianto in Marocco, Spagna e Francia
ore 18: conferenza stampa dell’Associazione interprofessionale del melone francese
In fiera diverse le aziende produttrici, tra cui: Force Sud, Soldive, Matysha,
Anecoop, Idyl, ecc.
15-16 maggio
Congresso euro-mediterraneo del melone
9.30 I lavori saranno aperti dal presidente dell’Areflh (Assemblea delle
Regioni europee frutticole, orticole e floricole, M. Pelegri Aixut, consigliere
dell’Agricoltura della Catalogna
9. 45 Intervento dei rappresentanti della Regione Languedoc Roussillon
10.00 M. Trentini, Cso, La produzione mondiale del melone
10.30 Produzione, commercializzazione e principali problematiche della
filiera nei vari paesi produttori illustrate dai rappresentanti di Italia, Francia,
Spagna, Marocco, Altri paesi
11.45 Gli scambi commerciali tra i paesi europei e il resto del mondo
12.15 Dibattito
12.45 Pranzo
14.30 Problematiche tecniche ed economiche:
t(ÏSBSE3PDIFBNNJOJTUSBUPSFEF-ÏHVNFTEF'SBODF*QSPCMFNJmUPsanitari del melone
t$PNFJODFOUJWBSFFWBMPSJ[[BSFJDPOTVNJ
t-BQSFWFO[JPOFFMBHFTUJPOFEFMMFDSJTJQFSVOQSPEPUUPEFQFSJCJMFQSPWF
analisi e proposte dei rappresentanti dei paesi produttori
16.30 Dibattito e proposte
17.30 Chiusura dei lavori
Venerdì 16 maggio è prevista la visita agli areali di coltivazione e a uno
stabilimento di confezionamento nella region di Béziers
over the last decade. Languedoc-Roussillon ranks third
as France’s producer area behind Poitou-Charentes and
Midi-Pyrénées and just ahead of Provence-Côte d’Azur.
Mediterraneo secondo solo alla Cina
Mediterranean second only to China
A Réussir Fruits & Légumes survey reports that the worldwide crop stands at 28.3 million tons, China accounting
for half. Europe produces 2.3 million t: 43%, or 1 million
t, in Spain, the top supplier to the EU at 90%, or 360,000
t, followed by Italy (580,000 tons) and France (300,000).
Mediterranean countries together rank second in world
melon crop at 100,000 hectares behind China’s 300,000
Secondo i dati di Réussir Fruits & Légumes la produzione mondiale ammonta a 28,3 milioni di tonnellate, di cui la metà in Cina.
In Europa ne sono prodotti 2,3 milioni di t, di cui il 43% in Spagna, primo paese esportatore e fornitore di melone dell’Ue con
il 90% delle 360mila t esportate. In Europa i principali produttori
sono la Spagna (1 milione di t), l’Italia (580mila t) e la Francia
(300mila t). I paesi mediterranei rappresentano il secondo bacino di produzione mondiale del melone con 100mila ettari di superficie, dietro alla Cina (300mila ha) e davanti ai paesi del Golfo
Persico, culla delle origini botaniche di questa coltura (83mila
ha). La produzione si divide quasi equamente tra il Nord (55mila
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
CentroStampaBO
Coltiviamo insieme la qualità
È frutto del lavoro quotidiano di oltre 10.000 produttori
agricoli, la leadership di Apo Conerpo. Un primato che
nasce in campagna, dal grande rispetto per l’ambiente
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coltivazione e controllo lungo l’intera filiera dell’orto-
frutta, che fornisce le più ampie garanzie di freschezza
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MARKETS / MERCATI
FOUR-THOUSAND B2B MEETINGS
QUATTROMILA INCONTRI B2B
Medfel is famous for the business meetings and discussions between the Med Basin Rims accompanying its events calendar. The
show is expected to draw 275 exhibitors, 50 more than last year
and a doubling since 2009, and some 5,000 buyers. Spain will
be well represented and so will Portugal, France, Italy, Greece,
all the Maghreb countries, Egypt, Turkey and even Switzerland.
In its efforts to improve economic performance and the environment, Medfel arranges nearly 4 thousand B2B meetings with buyers from all over the world, including Russia, South America, Asia
and Australia.
Il Medfel si caratterizza per essere una fiera d’incontro e di discussione tra
le due sponde del Mediterraneo che si confronteranno nei numerosi dibattiti che accompagnano la manifestazione. In fiera sono attesi 275 espositori (50 in più rispetto allo scorso anno e raddoppiati dal 2009 al 2013)
e circa 5mila visitatori. Ben rappresentata la vicina Spagna, ma ci sono
anche Portogallo, Francia, Italia, Grecia, tutti i paesi del Maghreb, l’Egitto,
la Turchia e anche la Svizzera. Con lo scopo di migliorare le performance
economiche e ambientali delle aziende partecipanti, il Medfel organizza per
i suoi espositori circa 4mila incontri B2B con buyers provenienti da tutto il
mondo, dalla Russia al Sud America, dall’Asia all’Australia.
and ahead of the Persian Gulf States’ 83,000. Acreage is
about evenly divided between the Basin’s North at 55,000
ha and South at 50,000. Spain and Italy in the North account for about 18,000 ha, France-Adriatic countries at
14,000, and Greece at 4,600. The South Rim leader is
Egypt at 13,500 ha, then Libya and Algeria at 12,000 each,
Morocco at 8,500, Tunisia at 7,500, Turkey at 14,000, and
those in the Black Sea area (Bulgaria, Romania, Hungary,
Ukraine, Georgia) at 20,000.
ha) e il Sud (50mila ha) del Mediterraneo. Al Nord Spagna e
Italia coltivano circa 18mila ha, la Francia e i paesi dell’Adriatico 14mila ha e la Grecia 4.600 ha. Nella costa Sud, il primo
paese produttore è l’Egitto con 13.500 ha, seguito dalla Libia e
dall’Algeria con circa 12mila ha ciascuno, poi vengono Marocco (8.500 ha), Tunisia (7.500 ha), Turchia (14mila ha) e i paesi
dell’Europa centrale, vicini al mar Nero (Bulgaria, Romania, Ungheria, Ucraina, Georgia) che appaiono comunque come una
grande zona di produzione del melone (20mila ha).
35
36
ENG / CONSUMI
Maghreb
low-cost quality
Maghreb, qualità
a basso costo
by / di Paolo Battistel – Ceres Srl
n the last few years the farm industry of the North African countries has undergone notable development,
more than is often perceived in Europe. Morocco is a
good, an easiest to see, case in point since it enjoys
the virtues of far-sighted government policy-making like its
I
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
agricoltura nordafricana si è sviluppata molto negli ultimi anni, spesso più di quanto si percepisca in Europa. Il Marocco è il paese più attivo, sia grazie a scelte
governative lungimiranti, come il piano “Maroc Vert”,
sia grazie alla stabilità politica, che non è stata intaccata dalle varie primavere arabe. Un potente aiuto è venuto anche dall’accordo di libero scambio con l’Ue, che sta eliminando gradualmente
i dazi doganali per l’importazione di prodotti ortofrutticoli e ittici,
primo passo verso la liberalizzazione totale degli interscambi.
Il trattato infiamma spesso gli agricoltori dell’Europa mediterra-
L'
MARKETS / MERCATI
50%
+
High-quality trussed tomato in a “canariana” tunnel at Agadir.
Pomodoro a grappolo di alta qualità in una serra “canariana” ad Agadir.
“Maroc Vert” plan and the country’s overall political stability, which has been unaffected by the ‘Arab Spring’ events.
Another key factor has been the new trade pact with the
EU, which as a first step towards full free trade calls for the
gradual dismantling of tariff barriers on agricultural commodities and fish. Yet this trade agreement has is often seen
by the EU’s Mediterranean growers as a bone of contention,
especially by tomato growers in Spain. Note, however, that
of the nearly 6 million tons produced in the EU, with Spain
accounting for 2.6 million, Moroccan imports amount to a
mere 6%, or 365 thousand tons in 2013, with 250 thousand
sent through Perpignan, and will increase, if at all, only a
further 1-2% over the next 4-5 years.
And Italy
What about Italy? Are its growers right to be anxious? In
principle, no: 65-70% of Moroccan exports to the EU go to
France, for receipts of €450 million overall, €280 being for
tomato, and 20-25% earmarked for Spain at €140 million,
whereas only a mere 1-3%, or €5 million, go directly to Italia.
The main issue for Italy is probably citrus since Morocco’s
crop has increased by 50% over the last five years because
of government subsidies to the tune of €800 per hectare. So
Morocco’s citrus exports have gown by 30%, with half going to Russia, mostly tangerine, and 1/3 to the EU.
Italy’s citrus trade will face an even more problematic out
look over the next decade as the “Morocco Green” Plan
calls for a crop increase from 1.8 to 3 million tons by 2020
1,3
million tons of citrus exports is Morocco’s
target by 2020, against less than half that
of today
i milioni di tonnellate di agrumi che il Marocco
prevede di esportare entro il 2020, oggi ne
spedisce meno della metà
37
Morocco’s citrus crop over the
last 5 years
la produzione di agrumi in Marocco
negli ultimi 5 anni
nea, soprattutto spagnoli, in particolare i coltivatori di pomodoro.
Va detto però che su una produzione comunitaria di circa 6 milioni di tonnellate (delle quali 2,6 vengono dalla Spagna), l’import
marocchino vale oggi solo il 6% (365mila t. nel 2013, delle quali
250mila passano da Perpignan) e non aumenterà che di un ulteriore 1-2% nei prossimi 4-5 anni.
Attenta Italia
E in Italia? Sono giustificate le preoccupazioni dei nostri produttori? In teoria no: il 65-70% dell’export marocchino arriva in Europa attraverso la Francia (pari a 450 milioni di euro, di cui 280 di
pomodoro) e il 20-25% tramite la Spagna (140 milioni), mentre
solo un misero 1-3% arriva direttamente in Italia (5 milioni). Per
l’Italia il problema potrebbero essere gli agrumi, in quanto la loro
produzione è aumentata in Marocco del 50% nell’ultimo quinquennio, grazie anche ad aiuti di stato di 800 euro per ettaro.
L’export è cresciuto del 30%, metà verso la Russia, soprattutto
per le clementine, mentre 1/3 verso l'Europa.
Nei prossimi 10 anni la situazione sarà ancora più difficile per l’agrumicoltura italiana: il piano “Marocco Verde” prevede di portare la produzione da 1,8 a 3 milioni di t. nel 2020, il 50% destinato
all'export: 1,3-1,4 milioni di t. contro le 500mila attuali.
I due principali motivi di preoccupazione degli agricoltori italiani
riguardo all’ortofrutta marocchina, sono la forte competitività nei
costi di produzione, grazie soprattutto al bassissimo costo della
Moroccan oranges and tomatoes on display at Fruitlogistica in Berlin: two
items exported to Europe and eastern countries at competitive prices.
Arance e pomodori marocchini in mostra al Fruitlogistica di Berlino: due prodotti esportati verso l’Europa e verso i paesi dell’Est a prezzi competitivi.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
38
MARKETS / MERCATI
with exports of 50%, or 1.3-1.4 million tons, as against the
current 500 thousand.
The key issue here for Italian growers is two-fold: Morocco’s
far lower labour costs and its crop/commodity quality vis à
vis EU health standards. The former is the main worry since
the hourly farmhand wage in Morocco is €0.65.
Common salad tomato in trusses is a good case in point.
Total cost at farmgate delivery for the winter crop is €18-20
cents a kilo and €50-55 cents on export delivery at Perpignan very competitive prices compared to those commanded by the Almeria or Vittoria crop.
However, worries that the Moroccan crop’s quality is so low
as to ‘depress’ the high quality of Italy’s crop in the market
are rather misplaced. The Moroccan farms that export are
run by highly qualified managers, employ scheduled firtigation, grafted plants, integrate pest management and come
with Global-Gap certification. The Moroccan government
also takes great pains in promoting technology advances
in green house facilities and does so carefully and in many
ways. For instance, it finances the construction of roads
and motorways, fully subsidises upgrading of irrigation systems, including wells, fertigation lines, water-quality testing,
and invests heavily even in professional training.
It is even testing irrigation systems using water of low-saline
content, since water supply is the key issue facing the longterm quality of the country’s produce industry.
Given that the free-trade zone is destined to expand, rather than contract, for all the countries in North Africa, and
that the latter are becoming increasingly competitive, the
real worry for Italian growers resides in quality more than
in costs. And the only response to quality is better quality.
Tunisia, ideal climate
Despite the slow-down effect of the ‘Arab Spring’, Tunisia’s
farm industry is also showing growth, and its trade with Europe and especially Italy along with it. Today a heavy-duty
truck loaded with oranges or tomatoes within 100-200 km
of Tunis can travel by daily express ferry runs to Genoa and
be at Milan’s Municipal Market in 26-28 hours.
The Tunisian government is attracting a lot of very promising
1.111%
+
acreage under organic crops
In Tunisia compared to 10
years ago
la superficie dedicata alle
produzioni biologiche in Tunisia
rispetto a 10 anni fa
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
High-quality cherry tomato in January. Many Moroccan tunnels employ
drip fertigation, bumble-bee pollination, integrated or bio-control pest
management, and some are Global-Gap certified.
Pomodoro cherry di alta qualità a gennaio. Molte serre marocchine usano
la fertirrigazione a goccia, l’impollinazione con bombi, la difesa integrata e/o
biologica. Alcune sono anche certificate Global-gap.
manodopera, e la qualità dei prodotti, in particolare il rispetto
degli standard fitosanitari europei. Per il primo punto i timori sono
più che fondati: il lavoro in Marocco costa da 0,65 a un euro l’ora
e anche l’efficienza degli operai è notevole. Per quel che riguarda
il pomodoro da mensa a grappolo, ad esempio, parliamo di un
costo di produzione totale “franco azienda”, sulla produzione invernale, di 0,18-0,20 euro al kg e di 0,50-0,55 euro posto a Perpignan: costi competitivi con le produzioni di Almeria o Vittoria.
Assai meno giustificati appaiono, invece, i timori circa la scarsa
qualità marocchina, che verrebbe a “inquinare” l’alta qualità italiana. Le aziende che esportano pomodoro sono ben condotte
da manager di alto livello, usano piani di fertirrigazione razionali,
piante innestate, difesa integrata e sono certificate Global-gap.
Il governo marocchino, inoltre, è molto attento e attivo nel promuovere l’evoluzione tecnologica dei propri serricoltori. Crea infrastrutture, finanzia al 100% tutti gli interventi di miglioramento
nel settore irriguo (pozzi, impianti di fertirrigazione, analisi); inve-
1
per hour is Morocco’s labour
cost
euro l’ora il costo della
manodopera in Marocco
EU investment bids, many from Italy, as its offering public
land at basement prices, notably less red tape in approval
procedures for new production and trade businesses, export subsidies, and tax-free zones. Not to mention, a large,
very low-cost labour pool.
Agriculture is without doubt a key sector of Tunisia’s economy as it generates 1/6 of GDP, employs 1/6 of its workforce
and accounts for 10% of investments. Its warm, dry and
sunny climate is ideal for such typical Mediterranean produce as olive, citrus, table grape, early-season stone fruit
like peach, apricot and plum, tunnel-forced winter vegetables like tomato, sweet pepper and aubergine, spring potato, both in winter from January to March and in spring from
April to June, almond, and date, Tunisia being world leader
of the latter. It is also a notable producer of wheat and oats,
sheep and goats, and fish. And then the organic produce:
has seen a real boom in the last few years, which estimates
now put at some 20 thousand hectares against the 1,800 of
10 years ago.
Vertical cultivation of squash on copra sacks in Morocco makes it possible to double yields up to 8-10 kilos per square metre. Soilless melon
cultivation also enhances quality by enhancing °Brix, colouring, flesh
firmness and, hence, shelf-life.
Coltivazione verticale di melone su sacchi di fibra di cocco in Marocco: permette di raddoppiare le rese fino a 8-10 kg per metro quadrato. La coltura fuori
suolo del melone migliora anche la qualità: maggiore grado Brix, colore più
intenso, polpa più consistente, quindi più shelf-life.
Tunisia is the world leader of date production and exports.
La Tunisia è leader mondiale nella produzione ed esportazione di datteri.
ste nella formazione professionale. Ci si sta occupando anche
del problema della disponibilità di acqua irrigua a bassa salinità,
che forse è la principale minaccia alla crescita dell’ortofrutta marocchina di qualità nel lungo periodo.
Se c’è un vero motivo di preoccupazione per i nostri agricoltori,
visto che comunque l’area di libero scambio è destinata solo ad
allargarsi con tutti i paesi del Nord Africa, è che questi stanno
diventando sempre più competitivi, non solo nei costi, ma anche
nella qualità. E alla qualità si risponde solo con la qualità.
Tunisia, clima ideale
Nonostante la “primavera araba” abbia rallentato il processo, anche l’agricoltura tunisina sta crescendo, e con essa gli scambi
con l’Europa, soprattutto l’Italia. Un camion che carica arance o
pomodori nel raggio di 100-200 km da Tunisi, oggi può essere
a Milano in 26-28 ore utilizzando traghetti veloci che fanno la
spola quotidianamente con Genova. Il governo tunisino, inoltre,
sta attirando con molte proposte allettanti gli investimenti europei, italiani in particolare: terre demaniali a tariffe irrisorie, iter
burocratici privilegiati per avviare nuove attività produttive o commerciali, contributi all’esportazione, “free zones” esentasse. Oltre a un’ampia disponibilità di manodopera a bassissimo costo.
L’agricoltura tunisina è indubbiamente un settore fondamentale
dell’economia: produce 1/6 del Pil e assorbe 1/6 della forza lavoro e il 10% degli investimenti.
Il clima è caldo, secco e soleggiato, ideale per le produzioni tipiche mediterranee: olivo, agrumi, uva e frutta precoce con
nocciolo (pesca, albicocco, prugna), ortaggi sotto serra a ciclo
invernale (pomodoro, peperone, melanzana), patate novelle (sia
invernali da gennaio a marzo, che primaverili da aprile a giugno),
fino al mandorlo e alla palma da datteri, di cui la Tunisia è un leader mondiale. Da non dimenticare anche la notevole importanza
dei settori cerealicolo, ovi-caprino e pesca. E poi il biologico, letteralmente esploso negli ultimi anni: si stimano oggi 20mila ettari
dedicati, contro i 1.800 di 10 anni fa.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
40
MARKETS / MERCATI
Only the best
for the US
Gli Usa aprono
solo al meglio
by / di Simone Martarello
rotectionism, high standards, demanding consumers diffident towards imports, stiff competition it’s enough to discourage anyone from
doing business in the US. Yet North America is
offers vast opportunities for Italian produce and only the
best made in Italy can reap the rewards.
US market standards and demand filled the conference
Italian Produce and Opportunities of the American Market sponsored by Agrofresh, a Dow Chemical Company
subsidiary and technology supplier for SmartFresh products. Held at Cantina Bersi Serlini Franciacorta at Provaglio D’Iseo, near Brescia, international industry experts
and Italian producers discussed trade.
P
Apple
The US has seen a big apple sea-change over the last
15 years a shift to quality and new cultivars. At the century turned retailers no longer wanted apple because of
poor flavour and eye-appeal. Sales were stagnant, prices
low and profit margins slim as grower earnings fell, leading to a 65% plunge in commercial acreage over 2000.
Market surveys showed US consumers wanted big,
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
rotezionismo tenace anche per motivi culturali, standard altissimi per i prodotti alimentari, consumatori
esigenti e diffidenti verso tutto ciò che arriva dall’estero, forte concorrenza tra aziende. Basterebbe questo
breve elenco per scoraggiare chiunque voglia intraprendere un
rapporto commerciale con gli Stati Uniti, invece quella nordamericana è una piazza ricca di occasioni per l’ortofrutta italiana, ma
per coglierle bisogna offrire il meglio del made in Italy.
Delle regole e delle richieste del mercato statunitense si è parlato
durante un convegno dal titolo “L’ortofrutta italiana e le opportunità del mercato americano” organizzato da AgroFresh, consociata della Dow Chemical Company, titolare e fornitore della
tecnologia per la conservazione dei prodotti freschi SmartFresh.
Nell’accogliente cornice della Cantina Bersi Serlini Franciacorta a
Provaglio D’Iseo (Bs), esperti internzionali del settore e produttori
italiani si sono confrontati per valutare vantaggi e criticità.
P
Il caso delle mele
Per quanto riguarda le mele, negli Stati Uniti c’è stato un importante cambiamento negli ultimi 15 anni. Il mercato è stato rivoluzionato, si è puntato tutto sulla qualità e su nuove varietà. Agli
inizi del secolo i retailer dissero ai produttori che non volevano più
le loro mele perché avevano scarsi standard organolettici ed erano brutte da vedere. Con frutti poco attraenti sullo scaffale, i consumi languivano, i prezzi restavano bassi e i margini esigui. Così
molti agricoltori smisero di coltivare perché non c’era guadagno,
tanto che oggi i melicoltori sono calati del 65% rispetto al 2000.
MARKETS / MERCATI
5,5%
-45%
18
7
US share of Italian kiwi exports
la quota di esportazioni di kiwi
italiani negli Usa
US pear imports in 2013 over
2012
le importazioni di pere negli Usa nel
2013 rispetto al 2012
million Italians and ItaloAmericans live in the US
milioni di italiani e italoamericani
vivono negli Usa
Da indagini di mercato si è scoperto che i consumatori americani
volevano mele grandi, dolci e croccanti e che per averle erano
disposti a pagare un prezzo più alto. Così i produttori si sono
adeguati, impegnandosi per offrire un prodotto all’altezza delle
aspettative.
Nel periodo 2000-2013 il consumo interno di mele non è aumentato molto, solo il 5%, stesse percentuali per la produzione, ma è migliorata la qualità, perciò i prezzi sono saliti. Sono
diminuite le superfici coltivate ma è cresciuta la resa: da 50 a
100 tonnellate per ettaro. Grazie alle loro caratteristiche le mele
americane hanno iniziato a essere apprezzate anche all’estero,
tanto che l’export è salito del 5%. Oggi le cultivar più vendute
negli States sono Gala e Red Delicius.
Pere e kiwi
days’ longer shelf-life for
SmartFresh-treated apples
giorni in più di shelf life per le mele
trattate con SmartFresh
Il primo carico di 15 container di pere italiane è stato spedito
negli Stati Uniti lo scorso autunno. È stato solo l’inizio di un lungo
percorso, ma per creare una relazione commerciale stabile servirà una massiccia campagna di promozione. La pera è un frutto
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
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42
MARKETS / MERCATI
sweet crunchy apples and were willing to pay top prices.
Growers got the message.
While the domestic apple crop and retail sales grew only
5% from 2000-2013, quality improved and prices rose.
Though acreage decreased, yields increased from 50 to
100 tons per ha. And the higher quality of American apples helped exports rise 5%. The best selling cultivars in
the US today are Gala and Red Delicious.
Pear & kiwifruit
The first Italian pear shipment reached the US last autumn
in 15 containers the first step towards trade relations and
blanket advertising. Pear is complicated: worldwide sales
are sliding, US imports fell 45% last year, prices higher
than apple but there are no new varieties for shelves.
Kiwi is another story altogether. US imports of Italian kiwi
have risen steadily over the last 10 years, now accounting
for 5.5% of Italy’s kiwi exports. Since exports to Germany
and Spain keep dropping, the North American market appears a good bet: sales keep rising, though the California
and Florida crop has to be reckoned with.
Rules & targets
Its 350 million inhabitants in 50 states make for an
unmatched ethnic, cultural, food mix the US is a
hard sell. It needs prior study and local consultants
can help with import contacts. The ideal consumers of Italian produce are the nearly 18 million Italians/Italo-Americans, most living on the East Coast.
«The US market is rebounding after the 2007-2009 downturn – noted Lisa Williams, senior consultant at Promar International. – Retailers want more assortment,
so there’s room for top quality Italian apple and pear.»
While most out-of-season US fruit is from South America, securing import permits is no mean feat. First you
need one from the Animal and Plant Health Inspection Service, which inspects orchards at least twice
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
Jochen Kager, 38, AgroFresh Commercial Manager for Southern Europe,
opened the conference
Jochen Kager, 38 anni, responsabile commerciale dell’area Sud Europa di
AgroFresh, introduce i lavori del convegno
complicato: il consumo diminuisce a livello mondiale e anche negli Stati Uniti le importazioni sono calate del 45% lo scorso anno.
Il prezzo è più alto di quello delle mele e mancano nuove varietà
da mettere sugli scaffali.
Completamente diverso lo scenario per i kiwi: negli ultimi 10 anni
le importazioni negli Usa di kiwi italiani sono salite progressivamente, raggiungendo il 5,5% del totale dei frutti verdi diretti fuori dall’Italia. E dato che le spedizioni verso Germania e Spagna
continuano a calare, quella nordamericana potrebbe essere una
piazza su cui puntare, anche perché i consumi sono in crescita.
Ovviamente bisognerà fare i conti con la concorrenza dei produttori di California e Florida.
Regole e target
Trecentoventi milioni di abitanti, 50 Stati, una varietà di etnie
e culture unica al mondo, ognuna con le proprie abitudini,
anche alimentari. Quello statunitense è un mercato difficile
da penetrare, per questo prima di approcciarlo è importante
studiarlo, anche con l’ausilio di consulenti del luogo, che possono aiutare l’importatore a entrare in contatto con la filiera.
I consumatori ideali di ortofrutta in arrivo dall’Italia non possono che essere i circa 18 milioni di italiani o italo-americani
residenti negli Usa. La maggior parte di questi vive sulla costa
orientale del paese.
«Dopo la crisi del 2007-2009 il mercato Usa si sta riprendendo – ha detto Lisa Williams, senior consultant di Promar International – i retailer stanno cercando di espandere la gamma
MARKETS / MERCATI
LONGER SHELF LIFE WITH SMARTFRESH
SHELF LIFE PIÙ LUNGA CON SMARTFRESH
Crunchy, large, sweet, juicy, eye-appealing the fruit consumers want. Yet, in today’s global marketplace with shipments to
countries far from growing areas, fresh fruit can lose a lot of
its quality from field to shelf. AgroFresh, with its range of preand postharvest fruit storage products, offers solutions the
world’s apple and pear growers need. Its SmartFresh technology is an excellent anti-scald alternative to ethoxyquin, which
is banned in Italy.
SmartFresh, a growth regulator like ethylene, leaves no residue on fruit and controls the release of ethylene, which causes fruit ripening. Used in the US since 2002, it was introduced
in Europe in 2006 and is used for apple, pear, kiwifruit, plum
and salad tomato.
It is particularly effective with apple, a fruit stored for long
periods. It is applied as the fruit is put in cold storage to completely block ripening. Upon fruit removal to ambient temperature, ripening resumes but at a slower rate than that of
untreated fruit.
So it lengthens fruit shelf-life, retains freshness, size, colour
and overall postharvest value while helping to reduce wastage from orchard to retailer. SmartFresh is an effective tool
for growers who want to win over the American market with
their fresh produce.
Croccante, voluminosa, dolce, succosa e bella da vedere. Così i consumatori vogliono la frutta. Ma dai campi agli scaffali dei supermercati
i freschi possono perdere gran parte delle loro caratteristiche, soprattutto oggi, con un mercato globalizzato e spedizioni in paesi sempre
più lontani dai luoghi di produzione. AgroFresh, con la sua linea di
prodotti per la conservazione della frutta in pre e post raccolta, offre
soluzioni che i coltivatori di pere e mele di tutto il mondo apprezzano. In
particolare, la tecnologia SmartFresh è un valido prodotto antiriscaldo
alternativo alle etossichine che attualmente in Italia non si possono
usare.
SmartFresh è un fitoregolatore simile all’etilene che non lascia residui
sui frutti e regola la produzione dello stesso etilene, la sostanza che
fa maturare la frutta. Utilizzato negli Stati Uniti dal 2002, è stato introdotto in Europa dal 2006. Il trattamento per ora si usa su mele, pere,
kiwi, susine e pomodoro insalataro. Si applica al momento nelle celle
frigorifere, bloccando completamente la maturazione. Quando la frutta
torna a temperatura ambiente la maturazione riprende, ma in maniera
più lenta rispetto a quella non trattata. In questo modo la shelf life si allunga mantenendo la freschezza, il calibro, il colore e il valore generale
dei prodotti freschi nel post raccolta, contribuendo a ridurre gli scarti
dal frutteto al reparto ortofrutta. SmartFresh può essere dunque un
efficace supporto per quei produttori che vogliano presentare in modo
vincente i propri prodotti freschi sul mercato americano.
from bloom to harvest. When the fruit arrives in port, it
is thoroughly checked and refused if below standards.
Pest control and packaging are specifically regulated.
Penetrating the US market means sending varieties that
are not grown there, or not in year-round supply, and selling to top-end retailers. Marketing is be targeted to US
consumers, produce of premium quality from despatch
to retail the consumer votes by purchase.
dei loro prodotti, quindi c’è spazio per mele e pere italiane,
purché siano di elevata qualità».
Gli Stati Uniti si riforniscono di ortofrutta da paesi in controstagione, principalmente quelli del Sud America, ma ottenere le
autorizzazioni per importare non è un gioco da ragazzi. Serve
un permesso rilasciato dall’Aphis (Animal and Plant Health Inspection Service), che ispeziona i frutteti almeno due volte tra
fioritura e raccolto. All’arrivo nei porti le merci sono sottoposte
a rigidi controlli, se non rispettano gli standard vengono rispedite al mittente. Ci sono regole precise anche per le profilassi
contro gli insetti e per il packaging.
Se la frutta italiana vuole entrare nel mercato statunitense
deve individuare le varietà non coltivate sul posto o quelle non
disponibili per 12 mesi l’anno e scegliere come rivenditori le
catene premium. Non bisogna sottovalutare il marketing che
deve essere pensato per i clienti americani. Indispensabile poi
che il prodotto sia di ottima qualità, non solo alla partenza
dall’Italia, ma anche all’arrivo alle dogane e soprattutto sugli
scaffali dei retailer, perché è lì che i consumatori lo vedono e
decidono di acquistarlo.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
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44
CROPS / PRODUZIONI
OPINION
OPINIONE
DUCCIO CACCIONI
Head of marketing and quality
control at Bologna’s Municipal
Market
Direttore marketing e qualità
del Centro AgroAlimentare
di Bologna
Produce grows
at big retail
Cresce l’ortofrutta
prodotta per la gdo
+0,5%
+2%
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
private label sales in 2013
compared to 2012
le vendite di prodotti a marchio del
distributore nel 2013 rispetto al 2012
private label produce sales
in 2013 over 2012
le vendite di prodotti ortofrutticoli a marchio
del distributore nel 2013 rispetto al 2012
CROPS / PRODUZIONI
Private label items account for nearly
a fifth of all food and groceries sold
at retail today by Italian super- and
hypermarkets. We’re still a long way
from what we see in countries like
the UK where almost all the food and
grocery items sold by such big chains
as Tesco carry their private label. Yet
there are areas even in Italy’s big retail
panorama where private label items
reign supreme. For example, they
account for 65% of the entire national
fresh-cut trade.
A Marca/Adem Lab survey reports an
upswing in the share private labels
items hold of all sales at super- and
hypermarkets in Italy in 2013: 17.9%
against 17.4% in 2012. By contrast,
big food industry brands slipped
from 82.6 to 82.4%. Private label
items are also gaining ground in the
premium and organic market sectors.
Most notable here is the 2% growth
rate for produce, which includes the
unstoppable rise of fresh-cut and
convenience products as well as that
of bulk fresh produce. This would, in
effect, be a good place for big retail to
focus on in the coming years.
Private label items can be as much
opportunity as peril at the production
end. Loss of identity is no big deal for
a processor who may have to deal
with vagaries at the retail end. On
the other hand, supplying large crop
quantities under fair contracts may be
a chance to grow for those producers
who have little expertise in marketing,
in building a specific identity and in
innovating. The UK has a number of
companies that act as co-packers
for almost all the major retail chains,
with some even having facilities
dedicated to each individual chain.
This is the case of Bakkavor. A giant
in the world’s fresh-cut trade, it keeps
posting growth and revenues of over
billion a year.
Le private label valgono ormai quasi
1/5 dell’offerta commerciale di prodotti
alimentari e per la casa di super e
ipermercati italiani. Siamo ancora lontani
dalle quote di alcuni paesi come il Regno
Unito, dove l’offerta nell’alimentare e nel
grocery di alcuni supermercati leader
(come il gigante Tesco) è quasi del tutto
imperniata sulle private label. D’altronde
anche nel nostro paese ci sono settori in
cui i prodotti a marchio ormai la fanno da
padrone: è il caso della IV gamma in cui
rappresentano circa il 65% del mercato.
Nel 2013 (dati Marca/Adem Lab) si
è notato un ulteriore aumento della
quota di private label sul totale di merci
distribuite da super e ipermercati in
Italia: 17,9%, +0,5% sul 2012. Di
contro i prodotti con marchio industriale
sono calati dall’82,6 all’82,4%. I
prodotti a marchio del distributore
stanno acquisendo sempre più valore
in particolare nei segmenti premium
e il biologico. Da notare la crescita
dell’ortofrutta (+2%) con l’inarrestabile
incremento dei prodotti fresh cut e
convenience, ma anche della prima
gamma. Proprio qui si potrebbe
concentrare il maggiore interesse dei
distributori al dettaglio nei prossimi anni.
I prodotti a marchio privato possono
rappresentare un’opportunità o un’insidia
per il mondo della produzione. Di certo la
perdita d’identità non è gran cosa per un
produttore, che può trovarsi a fare i conti
con la volubilità del distributore. D’altro
canto la fornitura di grandi quantità
di prodotti con contratti equi può
rappresentare una possibilità di sviluppo
per quei produttori che hanno difficoltà
nel marketing, nel guadagnare un’identità
specifica, nell'innovare. Nel Regno Unito
ci sono aziende che operano come copacker per quasi tutte le maggiori catene
distributive, addirittura con stabilimenti
dedicati per ogni singola insegna di
distribuzione: è il caso di Bakkavor,
il gigante del fresh cut mondiale, in
incessante crescita e con un fatturato
annuo di oltre un miliardo di euro.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
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46
CROPS / PRODUZIONI
New cultivars
tomato on top
Nuove varietà
pomodoro al top
alad tomato leads the way but fennel, lettuce,
aubergine, bell pepper and even radicchio are
also there. The new, innovative, at times even extraordinary, cultivars being marketed in Italy and
Europe by the seed companies in 2014 belong to these
vegetables.
S
Pasionata F1 (Clause)
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
l pomodoro da mensa soprattutto, ma anche finocchio, lattuga, melanzana, peperone e perfino radicchio. Appartengono
a queste ortive le novità particolari, a volte straordinarie, e
comunque innovative, proposte dalle società sementiere per
il 2014 sul mercato italiano e su quelli europei.
Con Pasionata F1 la Clause introduce nella tipologia dei “midiplum” (ovetti con peso medio di 30 g) un salto qualitativo importante grazie a 1,5°-2° brix in più della media e a una Lsl che
permette di gestire facilmente il prodotto dal campo alla vendita
per il consumo. Pasionata F1 ha forma più stretta e allungata di
quella classica, molto elegante, polpa spessa che non rilascia
I
by / di Giuseppe Francesco Sportelli
Caronte F1 (Cora Seeds)
Collina F1 (Esasem)
CONSUMPTION / CONSUMI
Clause takes a real quality leap in the “midi-plum” class
of 30-g average weight with Pasionata F1. a new tomato
with 1.5-2°Brix more than the average and a long shelf-life
(LSL) that makes it easier to handle from field to fork. Of
elegant shape, Pasionata F1 is narrower and more tapered
than the usual midi-plum, has thick flesh that retains most
juice when cut and is a real palate pleaser. It can be packaged individually or trussed in tubs or in crates.
Caronte F1, the latest fennel from Cora Seeds R&D, can
be picked from late January on so that it covers the market segment for late crop in the South. It features excep-
Snack Arancio F1 (Four)
Apeticio F1 (Gautier)
troppo succo al taglio e conferisce gradevolezza elevata al consumo. È indicato per lavorazione in vaschetta (a grappolo e a
frutto singolo) e in cassetta.
Caronte F1, finocchio frutto della ricerca di Cora Seeds, afferma
la grande affidabilità per raccolte da fine gennaio in poi, in modo
da coprire con efficacia il segmento di mercato per le raccolte
tardive del Sud. La varietà mostra grumoli di eccezionale uniformità, pesanti, rotondi e ben serrati, bianchi, dolci e croccanti,
tolleranti alla spugnatura (effetto della sovramaturazione).
Collina F1, proposto da Esasem, è un pomodoro “mini-plum”
con bacche molto consistenti, di colore verde uniforme, che vira-
Deko F1 (Isi Sementi)
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
47
48
CROPS / PRODUZIONI
tionally uniform bulbs, heavy, round, tightly packed, white,
sweet and crunchy while tolerant to the sponginess accompanying over-ripening.
Collina F1 from Esasem is a “mini-plum” tomato with firm
fruit of uniform green colour that turn shiny red when ripe
while being free of ‘yellow-shoulder’ even under high light
and temperature conditions. The fruit is pear-shaped, of
average 20-g weight, 45 mm long and 25 mm in diameter,
exceptionally sweet and tasty with optimum shelf-life.
Four, a divison of Blumen,has three new snack sweet peppers to be eaten raw: Snack arancio (orange), Snack giallo
(yellow), Snack rosso (red). All three are F1s and feature
a great many cone-shaped fruit 8-9 cm long, very sweet,
delicious raw, and highly digestible.
Gautier has added two new flavourful, tasty premium mini-plums to its cultivar assortment. Apeticio F1 (10-12 g),
which is already becoming popular in northern Europe and
the UK, and Bellacio F1, with bright, shiny red fruit.
Deko F1, an oxheart of the “Cuor di Bue di Albenga” type
from Isi Sementi, is a hardy, very productive variety yielding a high rate of commercial-grade fruit because of their
exceptionally uniform size at 220-240 g, dark green colour,
marked ribbing and a fine ‘tinge’ of red when they turn
ripe.
MedHermes is offering two new tomato cultivars with optimum shelf-life. Tomperinos F1, a new perino-like, shiny
red fruit for picking either singly or trussed, wighs about
40 g, is 3.5 cm in diameter and 6.5 cm long, stands out
for its high productivity and fine flavour with fruity aftertaste. Bacco F1, a red cocktail cultivar for picking trussed,
weighs 40 g and is highly resistant to cracking.
Meridiem Seeds’s El Cabo F1, an eye-appealing demi-
Tomperinos F1 (Medhermes)
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
no al rosso brillante a maturazione completa e assenza di spalla
gialla anche in condizioni di elevata luminosità e temperatura. Il
frutto è periforme, del peso medio di circa 20 g, lungo 45 mm e
con diametro di 25 mm. Le bacche sono caratterizzate da eccezionale dolcezza e sapidità con ottima tenuta in post raccolta.
Four (divisione di Blumen) propone tre peperoni snack da mangiare a crudo: Snack arancio, Snack giallo, Snack rosso. Questi
tre peperoni F1 presentano numerosissimi frutti conici, lunghi 8-9
cm, dolcissimi, gustosi da mangiare crudi e molto digeribili.
Nell’assortimento varietale di Gautier figurano due nuovi pomodori miniplum premium dotati di elevate caratteristiche organolettiche e gustative ed eccellente sapore: Apeticio F1 (10-12
g), che si sta imponendo anche nei mercati del Nord Europa e
dell’Inghilterra, e Bellacio F1, dai frutti di colore rosso vivo brillante.
Deko F1, pomodoro della tipologia “Cuor di Bue di Albenga”
proposto da Isi Sementi, è una varietà rustica e molto produttiva con alta percentuale di prodotto commerciabile per l’elevata
uniformità di pezzatura dei frutti (220-240 g), che vantano colore
di fondo verde intenso e spalla marcata e un ottimo “spunto” di
rosso al viraggio.
MedHermes propone due nuovi pomodori con ottima Lsl in post
raccolta. Tomperinos F1, con nuova forma del tipo perino per
raccolta a grappolo rosso e/o frutto singolo, ha colore rosso
brillante, peso di 40 g circa, diametro di 3,5 cm, lunghezza di
6,5 cm. Si distingue per l’alta produttività e l’elevato sapore con
retrogusto fruttato. Bacco F1, pomodoro del tipo cocktail per
raccolta a grappolo a rosso, ha pezzatura di 40 g e vanta elevata
resistenza alle spaccature.
El Cabo F1 è un pomodoro demi-beef nella tipologia a frutto singolo per raccolta a rosso proposto da Meridiem Seeds.
Vanta bacca uniforme, piena, polposa con placenta poco pre-
El Cabo F1 (Meridiem Seeds)
Coronato F1 (Nunhems)
beef tomato to be picked individually when
n shiny
red, features a uniform, full fleshy fruit with
h little
placenta, slightly flat globular shape, of good
d size
at 250-300 g, outstandingly long shelf-life, and
flavourful taste with a good °Brix to acidity
y ratio. It’s ideal for the fresh-cut trade, either raw
aw or
cooked.
The latest from Nunhems is Coronato F1, with
th 5-6
round, firm, bright red fruit of 110-130 g weight
ght uniformly arrayed for trussed picking, this cultivar
ar is ideal
for long growing cycles, keeps well in postharvest
arvest and has
long shelf-life.
The newest from Olter, a division of Blumen, is
s the OL 6610
F1. Known a black tomato because of its deep, dark green
nearly black colour that turns brick red at ripening but
mixes with the notably deep green of the shoulder, which
retains it colour even at maturity. It also has a particular
‘taste’, prominent, very delicious with a somewhat acidic
after-taste like that of your typical salad tomato.
Auvona RZ is from Rijk Zwaan’s new type of Open Heart
Cos Romaine lettuce, which also includes many other Romaines that are ideal for processing with marked veining
and leaves of uniform length and can be mechanically harvested thanks to their open growth habit. Auvona Rz has
a shiny dark green colour whose leaves are healthy and
erect, keeps well in postharvest and is perfect for fresh-cut
and flow pack as their ribbing is full for greater handling
and slicing resistance.
Gloria F1 is an early-season, high-yielding Violetta aubergine from Southern Seed. The deep purple fruit is round,
its calyx not very spiny, 650-750 g average weight, 15-17
long 15-17 cm in diameter.
OL 6610 F1 (Olter)
Auvona RZ (Rijk Zwaan)
sente, di bell’aspetto, di
d forma globosa leggermente appiattita, pesante (250-300 g) e di un
bel colore rosso brillante. Si distingue per la qualità e la tenuta
in post-raccolta Lsl e il sapore gustoso con buon rapporto tra
brix elevato e acidità. È indicato per crudo e cotto da IV gamma.
È ideale per lunghi cicli produttivi e per raccolta a grappolo,
vanta ottima Lsl ed eccellente conservabilità nel post raccolta: sono i tratti distintivi di Coronato F1, nuovo pomodoro di
Nunhems con grappolo regolare da 5 a 6 frutti, che hanno forma tonda, peso medio di 110-130 g, grande consistenza e
colore rosso vivo.
Novità di Olter (divisione di Blumen), è il pomodoro nero OL
6610 F1. Si caratterizza per il colore verde molto scuro e intenso, quasi nero: al viraggio diventa rosso mattone scuro, che si
mescola con il verde intenso della spalla sempre molto marcata
e rimane evidente anche a maturazione completa. Manifesta
un sapore “particolare”, intenso, estremamente gradevole per
il consumatore, con un retrogusto acidulo tipico del pomodoro
insalataro.
Auvona RZ è una lattuga romana della nuova tipologia Open
Heart Cos di Rijk Zwaan, che comprende romane molto adatte
per il processing e caratterizzate da venatura marcata e fo-
Gloria F1 (Southern Seed)
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CROPS / PRODUZIONI
Syngenta is introducing new tomatoes in its colourful
snack size for “fun food”: the lemon types T601464 F1 (still
in trial) and Yolita F1 (on the market and on sale soon in
Italy), featuring an innovative, attractive yellow colouring;
the orange baby plum Bambelo F1, a datterino of peerless
flavour whose fruit are compact, uniform, sweet and crispy
with an attractive orange colouring: ideal for snacks and
nifty hors d’oeuvres.
T&T, a Blumen subsidiary, has two new cultivars for the
radicchio niche. Rosalba features a curious light pink colouring, and Rosanna, a selection from the Gorizia area,
featuring a rose-like shape and dark red colouring.
Last comes Vilmorin’s Sir Sagramor F1, a new tapered tomato of the San Marzano type that, along with Sir Elyan,
Parsifal and Lancelot, is part of its ‘knighthood’ line but is
resistant to the Tylcv virus, which makes it a real novelty
indeed. It can be picked as a salad fruit or later at full
red maturity, has a tapered cylindrical shape, an average
130-140 g weight, an average 90 mm length, an average
50 mm size, a very dark green colour that turns a fine red
at ripening.
Bambelo F1 (Syngenta)
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
Rosalba (T&T)
glie di pari lunghezza, che possono essere raccolte meccanicamente grazie al loro “sviluppo aperto”. Auvona Rz presenta
cam
colore verde scuro brillante, con foglie sane ed erette; mostra
colo
ottima tenuta in post raccolta ed è particolarmente adatta per
ottim
gamma e flow pack; le coste risultano piene, per maggiore
IV g
resistenza alle lavorazioni meccaniche e al taglio.
resis
Gloria F1, melanzana della tipologia Violetta, è una varietà preGlor
coce e altamente produttiva proposta da Southern Seed. Il
frutto è rotondo, viola intenso e con poche spine sul calice, ha
frutt
peso medio di 650-750 g, lunghezza di 15-17 cm e diametro
cm.
di 15-17
15
Syngenta presenta nuovi pomodori nel segmento dei colorati
Syng
snack size per il “fun food”: i lemon type gialli T601464 F1 (in
snac
fase di prova) e Yolita F1 (già commercializzato e presto disponibile in Italia), dall’innovativa e attrattiva colorazione gialla;
l’orange baby plum Bambelo F1, datterino dal gusto inimitabile,
con frutto compatto e uniforme e dall’attraente e innovativo colore aranciato, dolce, croccante e zuccherino, ideale per snack
e antipasti sfiziosi.
T&T (società del gruppo Blumen) propone due nuove varietà
di nicchia di radicchio: Rosalba, dalla curiosa colorazione rosa
tenue, e Rosanna, selezione di radicchio della zona di Gorizia
dalla caratteristica forma di rosa dal colore rosso scuro.
Infine Vilmorin propone Sir Sagramor F1, nuovo pomodoro allungato, tipo San Marzano, facente parte, con Sir Elyan, Parsifal e Lancelot, della squadra dei “cavalieri”, ma con resistenza
al virus Tylcv, particolare che lo rende una novità assoluta. Indicato per raccolta a frutto singolo da insalataro e/o a maturazione rossa, ha forma cilindrico-allungata, con peso medio
di 130-140 g, lunghezza media di 90 mm, calibro medio di 50
mm, colore verde molto scuro e attraente al viraggio e ottima
colorazione rossa a maturazione.
Sir Sagramor F1 (Vilmorin)
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CROPS /PRODUZIONI
Radicchio
the red gold
of Treviso
Radicchio, l’oro
rosso di Treviso
by / di Davide Bernieri
t’s got a robust terroir character and a world-famous
reputation. PGI Treviso Radicchio (local chicory) is
experiencing a boom, in part due to the efforts of
growers who are pooling resources for advertising
aimed at reaching more and more consumers. If we
look at the fall in consumer spending for all produce,
the out look for radicchio appears more nuanced.
I
Exports on rise
The Pgi radicchio crop from the Veneto districts of Treviso and Castelfranco is a hit in the national marketplace now that it has finally breached the confines of
its native northeastern areas. And that’s not all. Riding
on the growing popularity of Italian regional cuisines
almost everywhere in the world today, these two types
of radicchio are finding favour across borders, whether
with the country’s traditional western trading partners
or with the ‘tigers’ of the new global economy. Indeed,
some analysts are calling it ‘red gold’ in the light of its
growing international success and forecast a trend for
it similar to that of Prosecco, a sparkling white wine
that has registered a robust popularity in Italy and
worldwide. Today a mere 30% of locally grown radicchio is sold in Italy, with the remaining 70% being exported to the Arab Emirates, Japan, the US, northern
Europe and, most recently, eastern European markets.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
na forte connotazione locale, una grande reputazione all’estero: il radicchio di Treviso Igp sta vivendo un
periodo di crescita anche grazie all’impegno dei produttori che stanno facendo squadra in chiave promozionale per allargare il bacino dei consumatori. Vista dalla prospettiva dei radicchi veneti tutelati, la crisi dei consumi che sta
colpendo tutta l’ortofrutta, appare sfocata.
U
Export in crescita
Le produzioni di radicchio Igp proveniente dai territori di Treviso
e Castelfranco Veneto (Tv) si stanno affermando sul mercato,
uscendo dalle piazze del Nordest tradizionalmente favorevoli,
per ottenere un successo più ampio su scala nazionale. Non
solo: i radicchi, sulla scia del successo della cucina regionale italiana un po’ in tutto il mondo occidentale, stanno conquistando
anche i mercati oltre confine, sia i partner tradizionali, sia le tigri
della nuova economia globale. Tanto che alcuni analisti stanno
parlando di “oro rosso” e prevedono una dinamica simile al prosecco, un vino che ha conosciuto un vigoroso e rapido successo in Italia e nel mondo. Oggi solo il 30% del radicchio prodotto è
venduto in Italia, il restante 70% va all’estero: Emirati Arabi, Giappone, Stati Uniti, Nord Europa e ultimamente anche Est Europa.
Viene percepito come un bene di lusso, utilizzato nei ristoranti
più rinomati e in vendita dalle grandi catene di supermercati.
Programma promozionale Ue
Per dare più vigore a questa dinamica positiva, i radicchi di Treviso e di Castelfranco Igp parteciperanno a un programma di
promozione triennale su scala europea insieme ad altre specialità tutelate (ortaggi, frutta) a forte connotazione locale, finanziato
CROPS / PRODUZIONI
It is seen by consumers as a luxury item served in the
finest restaurants and sold in up-scale supermarket
chains.
EU promotional efforts
As a way of strengthening this dynamic trend, Pgi Treviso and Castelfranco radicchio will take part, along with
other EU-seal, locally grown, specialty produce items,
in various EU-sponsored Union-wide campaigns to promote and boost their market value. The Veneto chicory
types will be joined by peach and nectarine from Emilia Romagna, Xùquer Spanish asparagus, and the five
French items Perigord strawberry, asparagus from Sable
des Landes, Kiwi from Adour, plum d’Agen, and tangerine
from Corsica.
Like Prosecco
«We’re seeing the same trends for radicchio that we’ve
seen for Prosecco – said Cesare Bellò, managing boardmember of the Opo Veneto producer organisation. – The
rise in volume has not eroded retail prices. Rather, it’s
increased the number of markets we sell to. The promotional campaign is a novel undertaking that promises
excellent results. It optimises resources, develops joint
action, showcases a range of items with a robust, commanding image and takes them beyond their traditional
confines to court new consumers with their unique flavours. Then too – he concluded – it provides a muscular
advertising range and sweep that would be impossible
for any individual item of produce».
70%
20.000
+800%
60
+1.200%
of crop earmarked
for export
della produzione
destinato all’export
tons grown in 2012
tonnellate prodotte
nel 2012
the growth over 2000
la produzione rispetto
al 2000
million euro in recipts
for the 2012 crop
milioni di euro di
controvalore per la
produzione del 2012
increase of receipts
over 2000
l’incemento del
controvalore rispetto
al 2000
Source: Opo Veneto / Fonte: Opo Veneto
con fondi della Comunità europea per iniziative di promozione e
di valorizzazione. Insieme ai prodotti veneti saranno le pesche e
nettarine dell’Emilia Romagna, gli asparagi spagnoli del Xùquer
e cinque prodotti francesi (le fragole di Perigord, gli asparagi di
Sable des Landes, i Kiwi dell’Adour, le prugne d’Agen, e le clementine di Corsica).
Come il Prosecco
«Per il radicchio registriamo più o meno le stesse dinamiche del
prosecco – dichiara Cesare Bellò, consigliere delegato di Opo
Veneto – l’aumento della quantità non ha eroso il prezzo di vendita ma ha aumentato il numero dei mercati serviti. Il programma
rappresenta un’interessante novità che promette eccellenti risultati. Ottimizza risorse, sviluppa azioni comuni, presenta diversi
prodotti con un’immagine forte e convincente, porta i prodotti
fuori dei loro confini tradizionali, facendoli conoscere e gustare. E
ancora – conclude – permette efficaci azioni di comunicazione,
che sarebbero impossibili per i singoli prodotti».
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
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BIG RETAIL / GDO
OPINION
OPINIONE
DANIELE TIRELLI
PhD in Economics,
teaches at IULM and
Milan universities.
President of POPAI Italy
PhD in Economia.
Docente presso lo Iulm e
l’Università degli Studi di Milano.
È presidente di Popai Italia.
Service at hand
fresh in hand
Servizio a portata di mano
il fresco fa centro
Discount general merchandise
in Europe is going through a
difficult period. It has been unable
to leverage the long economic
crisis that has eroded the welfare
levels of the European countries.
French, Italian and British shoppers
increasingly prefer serviceorientated neighbourhood outlets, a
contrasting shift towards mid-sized,
more specialised supermarkets.
Several factors are at work here.
The most obvious include market
saturation of mass-produced
goods after decades of growth,
their lost value due to globalisation
and outsourcing. Others are price
levelling in the Euro-zone and
resulting slimmer profit margins,
notable changes in urban/suburban
life-styles, and the spread internet.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
Yet fresh and ultra-fresh foods
offered at local outlets are
prospering. We see that the
business model built on streamline
logistics, chain locations and low
service overhead – the core of
big retail’s success – is clearly
struggling. True, re-introducing the
butcher’s block and other service
counters for customers like inhouse bakeries, restyled produce
departments, etc, is undoubtedly
pumping new blood into general
merchandising. Yet overhead costs
remain high. When a chain starts
as discount general, it’s hard to
become service-orientated. The
ground lost by hypermarkets in
France to fresh specialists like
Grand Frais will be hard to win back.
Germany’s associated retailers
Edeka and Rewe exploit their local
roots by tracking emerging trends
to meet customer demands. In Italy,
Esselunga, Conad and Lidl have
followed the service-oriented shift
and become particularly adept at
fresh quality.
Europe & US still far apart
The gulf between Europe and
America remains vast. US category
killers have exerted enormous
pressure, forcing independent
retailers to bet on variety, quality
and services. Ordering a wedding
cake, having meat cooked on site
and eating it in the restaurant area,
having catering home-delivered for
a special occasion, or tasting new
fruit varieties presented by growers,
are but a few of the services-cum-
BIG RETAIL / GDO
events the independent chains offer,
each according to the demands of
the community it operates in and
the market it seeks to defend and
expand. Service and customer
relations are now impinging on the
big retail chains as they too try to go
local.
In Europa il discount general
merchandise attraversa un periodo
difficile e neppure la lunga crisi
economica che ha eroso i livelli
di benessere dei paesi europei è
riuscita a dargli vigore. Si è invece
rafforzata la preferenza degli shopper
francesi, italiani e inglesi per il vicinato
e il servizio, alimentando così la
rivitalizzazione dei supermercati di
media superficie e più specializzati.
Un simile scenario si spiega con la
saturazione dei mercati di beni di uso
comune dopo decenni di crescita, la
perdita di valore di queste merci grazie
alla globalizzazione e il decentramento
della produzione. Ma anche il
livellamento dei prezzi dovuto all’euro,
con conseguenti perdite di marginalità,
la modificazione degli stili di vita e la
diffusione dell’informazione in rete.
Tra i settori immuni alla banalizzazione
del prodotto, ci sono però quelli
dell’alimentare fresco e freschissimo,
Even the big chains are reorganising to offer
quality services
Anche le grandi catene si stanno riorganizzando
per offrire servizi di qualità
per i quali servizio e vicinato restano
fondamentali. Al contempo, le strutture
che hanno fatto dell’efficienza logistica,
della serialità e dell’abbattimento dei
costi del servizio, l’asse portante del
proprio business, sono in difficoltà.
La reintroduzione della macelleria e
dei banchi assistiti per il servizio del
cliente, la panetteria, la riqualificazione
del reparto ortofrutta, sono soluzioni
che rivitalizzano la logica del general
merchandising, ma il problema restano
i costi. E poi chi nasce discount
generalista fatica a tramutarsi in
luogo di servizio. Così lo spazio
perso in Francia dagli ipermercati a
favore di specialisti del freschissimo
come Grand Frais, difficilmente potrà
essere riguadagnato. In Germania
i commercianti associati di Edeka
e Rewe sfruttano la loro sensibilità
e autonomia locale, cercano di
soddisfare con continui adattamenti,
le richieste della clientela più esigente.
In Italia, Esselunga, Conad, ma anche
Lidl, curano in particolare la qualità
del freschissimo, percependo che la
frontiera dell’eccellenza si è spostata in
direzione del servizio.
Europa e Usa restano lontani
La distanza che separa l’Europa dagli
Usa resta enorme. Negli Stati Uniti la
pressione subita dai category killer è
stata enorme. I retailer indipendenti
hanno fatto di varietà, qualità e servizio,
il presupposto della loro esistenza.
Avere una torta per il matrimonio,
farsi cucinare la carne in esposizione
al banco e consumarla nell’attigua
area ristorante, ricevere a casa tutto
il necessario per un evento conviviale
o poter assaggiare le nuove varietà di
frutta, magari presentate da un esperto
che le produce, sono solo alcune delle
attività che le catene indipendenti
offrono, ciascuna secondo le esigenze
delle comunità di riferimento, per
difendere e ampliare la propria quota
di mercato. Servizio e relazione con
il cliente sono centrali anche per le
grandi catene, che seppur con i limiti
del gigantismo, si sforzano di agire
localmente.
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BIG RETAIL / GDO
Race for
freshness
and speed
In gara per
freschezza
e velocità
by / di Manuela Soressi
hether in their home or on the continental
pitch, Europe’s big retail chains will focus
more and more on fresh food, especially produce, to gain a market edge. Now that even
Amazon has started an on-line service for the sale of fruit
and vegetables, for direct home delivery, it’s easy to see
that this segment of the mass consumer market is a slice
of the trade’s pie that clearly whets the appetite of retailers,
whether brick and mortar or “virtual”. Fresh foods account
for more than half the grocery bill in the EU and represent
an extraordinarily reliable vector of consumer loyalty for a
chain or single retail outlet, since this is a sector that can
make or break business reputations. Yet it’s also a crucial
segment of the trade in which budgets and revenues play
leading roles. Obviously, the big chains keep tweaking their
service by tracking consumer demand data, giving prefer-
W
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
i giocherà sempre più sui freschi, ortofrutta in testa,
la competizione tra i vari retailer europei, sia nei loro
mercati domestici che sullo scenario continentale.
Se persino Amazon ha lanciato un servizio di vendita
on-line di frutta e verdura da consegnarsi direttamente a domicilio, si capisce che questo segmento del mercato di largo
consumo rappresenti una fetta di business sul quale gli appetiti dei distributori, sia brick and mortar che “virtuali”, si concentrano. Il cibo fresco copre oltre la metà della spesa alimentare
in Europa e rappresenta un veicolo di fidelizzazione straordinario per una catena/punto di vendita, che proprio su questo
settore si gioca gran parte della sua reputazione commerciale.
Ma è anche un segmento di criticità, nel quale il bilancio e la
redditività giocano un ruolo importante. Ovvio che le catene
distributive cerchino di affinare il servizio attraverso una serie
di analisi della domanda dei clienti, privilegiando da un lato la
qualità dei prodotti, sia l’efficienza della filiera distributiva, incentrata sulla freschezza di frutta e ortaggi e sulla riduzione dei
costi. Inoltre, tutti i big della distribuzione hanno implementato
una serie di servizi aggiuntivi che possono rendere la shopping
experience più gradevole, efficace e ricca di infomazioni.
S
BIG RETAIL / GDO
50%
40%
45
ence on the one hand to quality, and on the other to freshness and cost-cutting. All the big chains have also instituted
additional services so as to make shopping a more pleasurable, efficient experience offering a wealth of information.
Big retail for price
Let’s first look at the EU’s produce industry’s current trends
and how robust they actually are. According to Nielsen data
that were part of the Global Survey Fresh Food, 40% of Europe’s consumers shop at supermarkets for their produce,
13% at hypermarkets and 11% at local mini-markets. The
first of the factors affecting this preference, and pushing the
trolleys round the produce floors in the big chains, is the
favourable price:quality ratio, followed by the greater produce freshness they appear to offer. The other factors are
assortment and convenience. Compared to traditional retail
grocers, Europeans seem to like super- and hypermarkets
for the fuller range of produce on offer and for their modern
conveniences, including such novelties as packaged freshcut produce, ready-to-eat and other prepared food products and even company oversight policies pursued through
share of fresh food sales
in Europe
la quota del fresco nelle vendite
di alimentari in Europa
tof European consumers shop
for produce at supermarkets
dei consumatori europei si rivolge
al canale supermercato
per gli acquisti di ortofrutta
million in revenues for
packaged fruit in Italy
milioni di euro il giro
d'affari in Italia della frutta
confezionata
Canale moderno per il prezzo
Il dato di partenza riguarda la consistenza e i trend che
attraversano l’ortofrutta europea in questo frangente. Secondo dati Nielsen, riuniti nella ricerca condotta su scala
mondiale Global Survey Fresh Food, in Europa il 40% dei
consumatori si rivolge al canale supermercato per gli acquisti di ortofrutta, il 13% all’ipermercato e solo l’11% ai
mini market di prossimità. Naturalmente, tra i fattori che
vanno a influenzare questa scelta, sta al primo posto il
rapporto prezzo/qualità favorevole, mentre al secondo
posto è la ricerca di maggiore freschezza dei prodotti a
spingere gli europei a comprare frutta e verdura sul canale
moderno. Infine, scelta e facilità della spesa: secondo gli
europei super e ipermercati permettono una scelta più ampia e una spesa con caratteristiche più evolute rispetto al
canale tradizionale, sia a livello della “natura” dei prodotti,
con grande spazio alle versioni “evolute” di frutta e verdura,
IV gamma, piatti pronti e quant’altro, sia dei concetti perseguiti durante tutta la filiera ed espletati appieno proprio
sul punto di vendita. Secondo alcune stime, il giro d'affari
in Italia della frutta confezionata presso la Gdo raggiunge
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BIG RETAIL / GDO
LECLERC
LECLERC DRIVE
CARREFOUR
LOCALISM AND HIGH END
Having recently out-paced Carrefour as the leading chain in
France and backed up by its specialist ‘multi-channel’ model,
Leclerc continues pursuing new sales concepts, including
e-commerce. One of the new approaches is its Drive service,
which combines e-commerce and order pick-up at outlet.
In efforts to lure the more demanding consumers, Carrefour
has introduced a produce counter featuring premium items
and those from local growers who ensure freshness and
inspire consumer confidence.
LECLERC
LECLERC DRIVE
Leclerc, forte di una politica di specialista “multicanale” prosegue
nel suo sviluppo di nuovi concetti di vendita, esplorando anche
l’e-commerce. Tra le novità, il servizio Drive, che unisce la scelta
dell’e-commerce al ritiro dei prodotti sul punto vendita.
the pipeline from field to retail outlet. Some analysts estimate that revenues for packaged fruit at the big retail chains
in Italy amount to nearly €45 million, with fresh fruit claiming
an 80% share and fresh-cut and nuts the remaining 20%.
CARREFOUR
LOCALISMO E ALTO DI GAMMA
Carrefour, per catturare un consumatore sempre più esigente,
presenta un banco ortofrutta che ha una segmentazione dell’offerta comprendente prodotti premium e anche il ricorso a fornitori locali che garantiscono freschezza dei prodotti e fiducia dei
consumatori.
all’incirca i 45 milioni di euro, l'80% dei quali riconducibile
alla frutta fresca ed il restante 20% rispettivamente alla IV
gamma e alla frutta secca.
Informazione per un cliente sempre più connesso
Information for increasingly wired consumers
The point-of-no-return in the lengthy pursuit of overhauling
the EU’s retail food business, which is more advanced in the
northern-central countries than in the still tradition-bound
member states of the Mediterranean area, is customer loyalty. Unsettled by the numerous and widespread scandals
that have erupted in the Continent’s food industry, consumers have embraced the big chains, viewing them as more
reliable in assuring the safety of what ends up on the table.
This is especially true of produce. All the chains have implemented quality controls, set up their own labels, struck
specific supply-chain deals to reassure customers, and
have taken the time to explain the reasons for these qualitycontrol and safety policies. Through the use of the usual
information-filled posters at outlets to the more high-tech
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
Nella lunga marcia di trasformazione del sistema distributivo europeo, più avanzata nei paesi dell’Europa settentrionale/centrale, ancora ancorata a una struttura più tradizionale nei paesi dell’area mediterranea, il punto di non
ritorno è stata la fiducia, ossia incalzati dai numerosi scandali alimentari su larga scala che hanno colpito il settore
alimentare continentale, i cittadini consumatori hanno abbracciato il canale moderno, ritenuto più idoneo a garantire
la sicurezza di ciò che finisce sulla tavola. In particolare di
frutta e verdura. Tutti i retailer hanno dato vita a percorsi
di qualità, hanno sviluppato marchi ad hoc, hanno avviato
accordi di filiera specifici, con l’obiettivo di rassicurare il
loro cliente, e hanno colto tutte le opportunità possibili per
spiegargli su quali basi si fonda questa politica di qualità e
sicurezza. Dalla più classica informazione sul punto di ven-
60
BIG RETAIL / GDO
SAINSBURY
MORE E-COMMERCE
AMAZON
“FRESH ON FRESH” E-COMMERCE
One of the most active big chains on the UK’s fresh food, Sainsbury has announced a decision to speed up the pace of its ecommerce by opening a new dedicated logistics platform in
London capable of handling 20 thousand more orders a week.
Service available in the Seattle area but that could be introduced
in the UK. If you order on-line by 10 am, order will be delivered
to you by lunchtime. Given Amazon’s hefty e-commerce muscle,
the service may end up competing with traditional retailer.
SAINSBURY
PIÙ E-COMMERCE
AMAZON
UN E-COMMERCE "FRESCO FRESCO"
Una delle catene più attive sul fronte fresh food in Uk, Sainsbury,
annuncia una decisa accelerata sul versante dell’e-commerce,
aprendo un nuovo centro logistico dedicato a Londra, che aumenterà la capacità di servizio di 20mila ordini in più la settimana.
Servizio attivo nell’area di Seattle, potrebbe essere esteso anche al
Regno Unito: ordinando on line entro le 10 di mattina, l’utente avrà
consegnata la spesa all’ora di pranzo. Vista la forza di Amazon, questo
servizio potrà entrare in concorrenza con i retailer tradizionali.
totems, touch screens and QR Code, the big chains have
begun to talk with and inform consumers.
dita mediante un poster, alle articolazioni più tecnologiche,
attraverso totem, touch screen, uso di Qr Code, le catene
hanno avviato un fitto dialogo con i consumatori.
Sustainability: a key factor for produce
It’s the most topical issue today and will be one of the drivers of growth in the coming years. In a practical sense, the
concept alerts us as consumers to our unfettered use of
non-renewable natural resources and encourages us to
purchase products that are made so as keep the balance
among resources intact. Organically grown produce can
turn this heightened focus on sustainability to its advantage. Indeed, the growth of organics is to be linked to it.
This despite the fact that the current economic crisis continues to bite into disposable household income throughout
the EU. Not to mention a number of agreements designed
to reduce the food industry’s environmental impact. The
best example here is the one signed by all the major chains,
wholesalers and NGOs in Holland to the effect that 100% of
all the fresh fruit and vegetables sold in Dutch supermarkets
will be grown under sustainable practices by 2020.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
Sostenibilità: per l’ortofrutta è key factor
È il tema del momento e sarà uno dei driver di sviluppo nei
prossimi anni. In pratica, spaventato dal consumo irrefrenabile delle risorse naturali non rinnovabili, il consumatore
privilegia l’acquisto di prodotti realizzati in maniera da non
intaccare questo equilibrio tra le risorse. L’ortofrutta biologica può trarre vantaggio da questa rinnovata attenzione per la sostenibilità. In tal senso, va letta la crescita del
biologico, nonostante la crisi economica in atto mortifichi
la capacità di spesa delle famiglie in tutt’Europa, e una serie di accordi tesi a ridurre l’impatto della filiera alimentare
sull’ambiente, come quello siglato in Olanda tra tutti i principali supermercati, società commerciali ed organizzazioni
non governative, che si sono impegnati a garantire che il
100% della frutta e verdura fresca nei supermercati olandesi venga prodotta in modo sostenibile entro il 2020.
62
ENG / CONSUMI
Crai’s code of
ethics for suppliers
Il codice etico di Crai
per i fornitori
by / di Davide Bernieri
rai announced its Charter of Values for its privatelabel products. It’s a set of guidelines defining the
good practices that the outlets are to follow for
their contracted products and services. But it’s
also an agenda summarising a series of general concepts
regulating the trade of mass-market goods the retailer itself
is held to in its relations with customers, in protecting the
environment and in its social responsibility.
«We decided to make the values we incorporate in our private-label products visible in a concrete way – said Silvana
C
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
ettere nero su bianco i legami tra la catena e tutti i suoi interlocutori: Crai presenta la
“Carta dei Valori” per i propri prodotti a marchio, che definisce i contorni entro i quali anche le aziende copacker possono agire. Un’agenda che
non è solo sequenza di macro concetti che stanno normalmente dietro all’attività del commercio di beni di largo
consumo, ma che definisce quale contributo il retailer può
dare in termini di rispetto dei clienti, dell’ambiente, della società, per costruire una relazione più proficua per tutti.
«Abbiamo voluto rendere concreto il nostro bagaglio di valori –
dichiara Silvana Russo, responsabile marketing strategico Private Label Crai – che mettiamo nei nostri prodotti a marchio,
non solo per dire al consumatore che siamo attenti, ma perché crediamo che la nostra attività, e quella dei nostri fornitori,
M
BIG RETAIL / GDO
100%
Silvana Russo, head of
strategic marketing at Crai
Silvana Russo, responsabile
marketing strategico di Crai
the provenance of our fruit and
vegetables is Italian
of suppliers have facilities whose
standards of quality
96%
there’s a vegetarian or vegan in
at least 7% of Italian households
famiglie italiane con almeno
un vegetariano o vegano
Russo, head of strategic marketing at Crai. – It’s not just a
matter of letting consumers know how good we are. We
also firmly believe that our business activities and those
of our suppliers should be grounded in respect for all of
the supply chain’s stakeholders». Lawfulness, excellence,
commitment and coherence, fairness and impartiality are
the standards to which Crai holds its private-label suppliers.
debba essere ispirata dal rispetto di tutti gli attori della filiera».
Legalità, eccellenza, impegno e coerenza, correttezza e imparzialità sono le richieste che Crai fa ai propri fornitori di prodotto a marchio. Quattro pilastri valoriali che si traducono, nel
pratico, nell’aderenza, da parte dei copacker, a un codice di
condotta.
100% ortofrutta nazionale
100% domestic produce
One important highlight is that 96% of suppliers have facilities whose standards of quality, hygiene and environmental
protection are certified as being higher than those required
by law. Its co-packers do not exploit employees, the chain
itself has a low index of supplier turnover to assure longterm business relations, and refuses bids for below-cost
supplies that would end up compromising the quality of
its products. «When it comes to produce – noted Russo –
we’ve set strict selection standards and guarantee through
certified supply chains that the provenance of our fruit and
vegetables is 100% Italian from especially suitable growing
districts and, wherever possible, bearing the PDO or PGI
quality seal. And all the crops are grown under integrated
management practices. Crai produce from its guaranteed
Italian pipeline – she concluded – is specifically sorted for
value so as to be of extra or prime grade quality».
Another key feature of Crai’s business model is sustainability. Through the specification of integrated production items,
offers consumers greater assurance of quality, authenticity
and food safety.
Tra gli highlights proposti, il 96% dei nostri fornitori vanta stabilimenti, prodotti o processi che enti indipendenti certificano superiori a quanto richiesto dalle normative in essere su
aspetti di qualità, igiene e tutela dell’ambiente; i copacker non
impiegano manodopera sfruttata; la catena distributiva ha un
basso indice di turnover dei propri fornitori, per stabilire con
loro rapporti di lungo periodo.
«Sulla Filiera Ortofrutta Crai – prosegue Russo – abbiamo
fissato rigidi criteri selettivi e garantiamo, attraverso le filiere
garantite, la provenienza 100% italiana, da zone particolarmente vocate alle varie produzioni. Le coltivazioni sono inoltre
caratterizzate da produzione integrata. Frutta e verdura da filiera italiana garantita Crai si distinguono, infine, per essere di
categoria extra o prima, con calibri che valorizzano i prodotti
e la loro qualità».
Particolare attenzione è stata posta al tema della sostenibilità,
uno dei cardini della proposta commerciale di Crai. Attraverso il disciplinare di produzione integrata si ottengono, infatti,
in modo sostenibile per l’ambiente, produzioni che offrono ai
consumatori maggiori garanzie di qualità, genuinità e sicurezza alimentare.
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
63
Made in Italy
more exports
fewer costs
Made in Italy
più export
meno costi
by / di Jessica Pini
taly’s food industry accounts for €220 billion €147
billion in-home and €73 bl outside the home of
consumer spending, 13.2% of its workforce, or 3.3
million jobs, and 8.7% of GDP, a figure that climbs
to 13.9% when all supply chain-related revenues are
taken into account.
Given stagnant domestic demand, the industry seeks
growth by strengthening exports. Yet, despite the high
profile of Italian foods worldwide and good performance of late, Italy’s exports are still less than half
of Germany’s €27 bl against €57 bl in 2013. In fact,
Italy’s export muscle is decidedly weaker than that of
its closet EU rivals 21% against Spain’s 23%, France’s
25% and Germany’s 31%.
I
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
a filiera agroalimentare italiana rappresenta un segmento di consumo che vale 220 miliardi di euro (di cui 147
per consumi domestici e 73 per quelli fuori casa) e ha
un ruolo rilevante nell’economia del Paese: vale il 13,2%
degli occupati (3,3 milioni di lavoratori) e l’8,7% del Pil, percentuale che sale al 13,9% considerando anche l’indotto. Di fronte
al calo della domanda interna, tutta la filiera vede nel potenziamento delle esportazioni la strada per lo sviluppo. Nonostante
l’apprezzamento dell’agroalimentare italiano nel mondo e i buoni
risultati ottenuti negli ultimi anni, le esportazioni sono meno della
metà di quelle tedesche (27 miliardi contro 57 nel 2013). Allo
stesso tempo la propensione all’export dell’Italia in questo settore è decisamente inferiore a quella di tutti i principali competitor
europei (21% per l’Italia, 23% per la Spagna, 25% per la Francia
e 31% per la Germania).
L
Infrastrutture carenti e spese elevate
Uno studio di Nomisma “La filiera agroalimentare italiana: formazione del valore e dei prezzi alimentari” mette in luce che le
BIG RETAIL / GDO
TURNOVER AT RETAIL
FATTURATO AL CONSUMO
For every €100 Italian consumers spent for food from 20082011, the end-beneficiaries break down in the following order:
téBMMGPPEJOEVTUSZQMBZFSTBOEFNQMPZFFTGBSNFSTQSPcessors, distributors, retailers food service trade);
t é BMM FOUFSQSJTFT JO PUIFS FDPOPNJD TFDUPST EPJOH CVTJness with the food industry (transport, logistics, energy suppliers, packagers, etc.);
t é GPPE JOEVTUSZ CVTJOFTTFT UIBU NBEF OFX DBQJUBM JOvestments;
t é HPWFSONFOU UISPVHI DBTIJOH EJSFDU BOE JOEJSFDU 7"5
taxes;
téUIFGJOBODJBMTFDUPSUISPVHIDBTIJOHJOUFSFTUPODBQJUBM
loans;
téGPSFJHOCVTJOFTTFTGSPNFYQPSUTUP*UBMZ
t é QSPGJUT GPS PXOFST PG BOE TIBSFIPMEFST JO CVTJOFTTFT
throughout the food supply chain (farm, industry, distribution,
retail, food services).
Per ogni 100 euro di spesa in alimentari del consumatore italiano nel
periodo 2008-2011, destinatari e beneficiari finali di tale somma sono
stati, nell’ordine:
tFVSPBEEFUUJFPDDVQBUJOFMMFJNQSFTFEJUVUUBMBmMJFSBBHSJDPMF
industriali, distributive, commerciali e della ristorazione);
tFVSPJNQSFTFEJBMUSJTFUUPSJFDPOPNJDJDIFDPOMBmMJFSBBHSPalimentare intrattengono relazioni commerciali (imprese di trasporto,
logistica, di fornitura energetica, di packaging, ecc.);
tFVSPJNQSFTFEFMMBmMJFSBBHSPBMJNFOUBSFDIFIBOOPQPUVUPSJOOPvare il proprio capitale tramite investimenti;
tFVSPMP4UBUPBUJUPMPEJJNQPTUFEJSFUUF*SFTF*SBQ
FJOEJSFUUF*WB
incassate;
tFVSPJMTJTUFNBmOBO[JBSJPUSBNJUFMFSFOEJUFJODBTTBUFTVJDBQJUBMJ
erogati in prestito;
tFVSPJNQSFTFFTUFSFQFSJQSPEPUUJFTQPSUBUJJO*UBMJB
tFVSPJNQSFOEJUPSJFB[JPOJTUJEFMMFJNQSFTFEJUVUUBMBmMJFSBBHSJcole, industriali, distributive, commerciali e della ristorazione), tramite
gli utili conseguiti.
Weak infrastructures, high overhead
The Nomisma survey ‘Italy’s Food Industry: Value and Pricing’ found that the industry’s hurdles in fully exploiting the
undisputed image and high profile of food made in Italy are
mainly due to structural shortcomings and its overall production system. Both constrain market competitiveness
by their impact on business costs and, hence, prices. No
less than 97% of the price paid by Italian consumers for
food pays for overhead, meaning that the profits earned
by all players in the supply chain amount to a mere 3%.
Compared to other EU countries, Italy is marked by a
fragmented supply chain, dependence on imports for
many staple commodities, infrastructure weaknesses
and high production costs for transport, energy, logistics, and so forth, factors that adversely affect retail
pricing and competitive edge of foods made in Italy.
difficoltà dell’agroalimentare nazionale nello sfruttare appieno
l’indiscussa immagine e riconoscibilità del food made in Italy nel
mondo sono in parte determinate dalle criticità strutturali di filiera
e di “sistema Paese” che, impattando sui costi di produzione e
quindi sul livello dei prezzi, limitano la competitività delle imprese
italiane. Del prezzo pagato dai consumatori italiani per i beni alimentari ben il 97% serve a ripagare i costi di produzione, mentre
la somma di tutti gli utili conseguiti dalle imprese nei diversi anelli
della filiera rappresenta solo il 3%.
La frammentazione della filiera italiana rispetto a quella di altri
paesi europei, la dipendenza dall’estero per molte produzioni
agroalimentari di base, i deficit infrastrutturali e gli elevati costi
si sistema (trasporto, energia, logistica, ecc.) pesano negativamente sulla formazione dei prezzi al consumo e quindi sulla
competitività di prodotti agroalimentari made in Italy.
Qualche suggerimento
What to do
«Italy’s agriculture must shed its dependence on government subsidies and gain competitive edge in export markets – said Francesco Pugliese, President of the Modern
Retail Association. – If Italy does not want to lose most of
its competitive potential by the wayside, it must streamline
production and processing, reduce its dependence on imported staple commodities and shorten its supply chain».
«L’agricoltura italiana deve uscire dalla dipendenza dai finanziamenti pubblici e guadagnare in competitività sui mercati
esteri – sottolinea il presidente di Associazione distribuzione
moderna (Adm), Francesco Pugliese –. Per far sì che il sistema Italia non perda per strada gran parte del proprio potenziale competitivo – spiega – occorre ottimizzare produzione e
trasformazione, ridurre la dipendenza dall’estero per le materie prime e accorciare la filiera».
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
65
66
Sipo’s packaged
organics
for export
Da Sipo linea bio
in busta pensata
per l'estero
by / di Davide Bernieri
fresh-cut organics assortment
designed with export markets
in mind. Sipo, a specialist in
packaged organic salads, introduces Si Bionda, a line of 20 organic
items including ready-to-eat bagged
salads and special flow-pack baby leaf
greens for unrefrigerated display without
best-by date. The 80 to 150-gram packages are ready to cover all the demands
of a broad consumer-public target, from
Massimiliano
ds. While each
singles to larger households.
Ceccarini,
item has the same service
e
Development
content as conventionall
manager at Sipo
packaging, it incorpo-Massimiliano
rates more environmental
al
Ceccarini,
stewardship, a prominent isResponsabile dello
able
sue even though disposable
sviluppo di Sipo
household incomes have been
hammered hard by the recescession. The growth in sales of organic foods
s in
Italy, despite the rather desolate panorama
a in
A
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
V gamma biologica destinata principalmente ai mercati
stranieri. Sipo, specialista di insalate “in busta”, presenta Si Bionda, linea di 20 referenze bio suddivise tra insalate pronte al consumo in busta e baby leaf in vassoio
flow pack per esposizione fuori frigo senza data di scadenza. I vari formati da 80 a 150 grammi permettono di coprire
le esigenze di consumo di un target ampio, dal single fino
al nucleo famigliare più ampio, con un prodotto che ha lo
stesso contenuto di servizio delle “buste” tradizionali, ma
che ha dalla sua parte una maggiore attenzione per il rispetto dell’ambiente, tema caldo nonostante la crisi economica
colpisca duramente il reddito disponibile per le famiglie. Del
resto la crescita delle vendite di prodotti biologici in Italia,
nonostante un panorama piuttosto desolante per quanto
riguarda la spesa quotidiana dei nostri connazionali, è un
chiaro segnale dell’aumentata sensibilità, anche alla nostra
latitudine, su temi c
come la salvaguardia della natura e la
vo
voglia di ridurre la “chimica” che finisce
sulla tavola.
su
I
guarda oltreconfine
Si Bionda
B
«Siamo convinti che i prodotti biologici
«Sia
debbano essere disponibili ad un pubblico
deb
consumatori sempre più ampio – spiedi c
ga Massimiliano Ceccarini, Development
Manager di Sipo –. Da qui la scelta di
M
adottare un posizionamento di prezzo
a
67
the everyday shopping habits of the country’s consumers,
is a clear signal of heightened awareness regarding such
issues as eco-conservation and reducing the ‘chemicals’
that end up in our meals.
Si Bionda looks abroad
«We’re convinced that organic food must be affordable for
an ever larger consuming public – said Massimiliano Ceccarini, Development Manager at Sipo. – That’s why we’ve
taken the step of setting prices that are not too far above
those of conventionally grown items so as to make them
shopper friendly». Established in the 1950s as a family-run
commercial farm, Sipo today is a leader in fresh produce
and fresh-cut trade with its ‘Sapori del mio Orto’ salad
line marketed to retailers and the Horeca, or food service
trade, in Italy and abroad and with its fresh-squeezed SI
Drink fruit juices. The SI Bionda fresh-cut organic line will
be earmarked mostly for export markets, i.e. conventional
retail, big chains and the food service trade.
«The decision to broaden our product lines with organics
– noted Ceccarini – is a logical step in the company’s continuing efforts to promote the sale of Italian produce in the
international marketplace. The idea is to supply areas with
solid purchasing power and strong demand for top-quality
produce imports, areas that include northern Europe, the
Baltic and the Persian Gulf. These areas offer excellent
business opportunities».
non troppo elevato rispetto
o
all’agricoltura convenzioonale tale da permettere al
consumatore l’acquisto del
prodotto».
Nata negli anni '50 come
me
impresa agricola familiare,
are,
Sipo oggi è una delle realealtà più importanti del settore
tore
dei prodotti ortofrutticoli di
I e IV gamma, presente sul
mercato con la linea Sapori
ori
del mio Orto per la distribuzione retail e horeca sia in Italia
che all’estero e con le spremute di frutta fresca SI Drink. I
prodotti di IV gamma bio SI Bionda saranno commercializzati in larga parte sui mercati esteri sul canale retail, ossia
normal trade e grande distribuzione, oltre all'horeca, tra ristorazione e comunità.
«L’esigenza di ampliare l’offerta con il biologico – sottolinea
Ceccarini – è nata in seguito al processo di internazionalizzazione messo in atto dall’azienda nell’ottica di valorizzare le produzioni italiane all’estero, soprattutto in aree con
elevato potere d'acquisto e una forte richiesta di prodotti
agricoli di importazione di qualità. Pensiamo in particolar
modo ai paesi nordeuropei, dell’area baltica e del Golfo
Persico, aree nelle quali si possono cogliere ottime opportunità commerciali».
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
68
La Linea Verde
& Agribologna
in fresh-cut deal
La Linea Verde
e Agribologna insieme
per la IV gamma
by / di Davide Bernieri
he joint venture was put in place to develop
fresh-cut fruit, a sector that has never really
taken off in Italy the way it has in more dynamic markets such as the UK. It brings together La Linea Verde, a national leader in the fresh-cut
produce trade with its DimmidiSì brand ready-to-eat
greens and packaged salads, and Agribologna Group,
which with its Consortium Agribologna and Conor subsidiary is a leader in fruit sales for the food ser-vices trade. T
A mix of expertise and skills
A The forte of Agribologna Group lies in market-ing a line of fruit products under its Fresco Senso
o
g
label, its innovative packaging and mixes giving
it a profile like ready-to-eat items.
«Our idea these past few years was to develop a
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
n accordo per sviluppare il mercato della IV gamma a base frutta, che nel nostro paese non è mai
decollato almeno rispetto a quanto avvenuto su altre piazze più evolute, Gran Bretagna in testa. Nasce con questo obiettivo l’accordo commerciale tra La Linea
Verde, azienda agroalimentare italiana ai vertici nel mercato
dell’ortofrutta fresca di IV gamma, specializzata nelle insalate
pronte in busta vendute a marchio DimmidiSì e il Gruppo Agribologna, attraverso il Consorzio Agribologna e la sua control-
U
Dimmidisì fresh-cut packages of leafy greens and mixed salads
Le buste IV gamma Dimmidisì con insalata riccia e misticanza
CONSUMPTION / CONSUMI
partnership – said La Linea Verde Sales Manager Massimo Bragotto – with a company having the expertise
and special skills that complement our own and is also
specialised in fresh-cut fruit. It’s been evident for more
than a few years now that this market segment has not
had the development or the dynamics in our country
as it has enjoyed, and still does, in other big western
markets. While we’ve often seen opportunities and
room for expansion for fresh-cut fruit, sales are still
stagnant and need a boost. A marketing deal such as
this one with a specialist in the business like Agribologna Group will help put momentum into this segment.
lata Conor, azienda leader nel settore del commercio della
frutta per la ristorazione commerciale e collettiva.
Un mix di competenze
Il gruppo agroalimentare bolognese commercializza una
gamma di prodotti a base frutta a marchio Fresco Senso,
caratterizzati da packaging innovativi e da ricettazioni che li
avvicinano al mondo dei piatti pronti.
«Abbiamo sviluppato questa partnership – spiega Massimo Bragotto, direttore commerciale di La Linea Verde – con un’azienda
che potesse avere un’expertise e un know how complementare
al nostro e che fosse specializzata nella frutta di IV gamma. Già
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
69
We’re counting on it to give the sector much needed
new vigour.»
In effect, sales of fresh fruit in Italy have largely remained a preserve of traditional retail and small neighbourhood municipal markets and of more or less conventional items, factors that clearly are not exactly the
right recipe, nor do they augur well, for the expansion
of turnover in the fresh-cut fruit sector during hard
times like the current economic downturn.
Logistics a must
The deal appears to make very good business sense
for all concerned. For, on the one hand, La Linea Verde
will be sole supplier of fresh-cut greens and fresh prepared dishes to Conor for the food service
e trade
ade and
a d
export markets. And, on the other, Agribologna
gna will become exclusive producer of fresh-cut fruitt that is
to be sold to the Big Retail Chains under the
DimmidiSì label.
«While the new enterprise will of course cover
ver
all links in the supply chain from end to end
nd
– continued Bragotto – it is also set up so as
to place particular emphasis on R&D of new
products, solutions and ideas, all of which
h will
s and
mean in turn investments in high-tech tools
ke ours,
streamlining of logistics. For a business like
truly efficient logistics at all stages is a real must for
keeping product flavour, taste, texture and eye-appeal
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
da qualche anno evidenziamo come nel nostro paese questo
mercato non abbia raggiunto un grado di sviluppo che ci potesse avvicinare agli altri grandi mercati occidentali. Spesso alla frutta di IV gamma si evidenziano le grandi possibilità di espansione,
ma poi le vendite languono. Credo che un accordo commerciale
con un’azienda specializzata come il Gruppo Agribologna ci permetterà di dare nuova linfa a questo segmento».
L’acquisto di frutta fresca, in Italia, ha mantenuto le sue peculiarità di canale (ancora molto forti il dettaglio tradizionale e
il mercato rionale) e di prodotto, elementi che, sotto la spinta
depressiva della crisi economica, di certo non favoriscono l’espansione delle vendite di frutta “evoluta".
Dimmidisì 150 and 500 gram packages of mixed fruit
Lee co
confezioni
e o da 150
50 e 500 ggrammi
a
ddi macedonia
acedo Dimmidisì
72
CONSUMPTION / CONSUMI
properties intact through the entire pipeline and on up
to consumers.»
Export
The continuing recession with its fallout on household
spending power is spreading its dark cloud over the
entire market. It might nip a segment whose sales are
estimated at some €15 million, with La Linea Verde’s
fruit holding a 30% share, in the bud. «Today – concluded Bragotto – signs of a rebound are coming from
cross-border markets, where fresh-cut items are seen
as a driver of fruit sales especially among young consumers whose life-style is notably adverse to bulk fresh
fruit for reasons of practical convenience. For instance,
we’ve come up with a line of ready-to-eat peeled fruit
on a stick, like ice-cream on the go, for an Austrian client, including packaged pineapple slices on a stick. It’s
a way to eat fruit without getting your hands sticky or
having to deal with complicated peeling».
La Linea Verde-Agribologna venture will develop these
synergies in economy of scale to assure a proper return
on the investment needed for technology and R&D.
Dimmidisì melon and apple ready to eat with cutlery
Melone e mele tagliati e pronti da gustare con le pratiche posate Dimmidisì
Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014
L’importanza della logistica
Secondo l’accordo, La Linea Verde sarà fornitore unico di verdure di IV gamma e di piatti pronti freschi di Conor per il settore della ristorazione commerciale e collettiva e per i mercati
esteri, mentre Agribologna sarà produttore esclusivo di frutta
di IV gamma destinata alla grande distribuzione organizzata
e venduta a marchio DimmidiSì. «Naturalmente – prosegue
Bragotto – i termini di questa partnership commerciale riguarderanno tutti gli aspetti della filiera produttiva, con particolare
attenzione alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni, agli investimenti tecnologici e al miglioramento dell’efficienza logistica. Fattore quest’ultimo di grande importanza
per chi opera su questo mercato per preservare le caratteristiche organolettiche del prodotto».
Lo sguardo rivolto verso l'export
La crisi economica in atto e il suo riflesso sulla capacità di spesa delle famiglie italiane allunga nuvole nere su tutto il mercato e rischia di tarparlo sul nascere. Un segmento che ha un
controvalore stimato in 15 milioni di euro, 30% dei quali frutto
delle vendite di La Linea Verde. «Oggi – conclude Bragotto – i
segnali di vitalità più importanti vengono dai mercati stranieri,
che vedono nella IV gamma a base di frutta un veicolo per
incrementare il consumo di frutta soprattutto tra i giovani, nonostante uno stile di vita che allontana dalla I gamma tal quale
per esigenze di praticità. Per fare un esempio, per un nostro
cliente austriaco abbiamo sviluppato una gamma di frutta pelata pronta al consumo su uno stecco stile gelato da passeggio
o alcuni stick di ananas confezionati e pronti per essere consumati senza sporcarsi le mani e senza doversi confrontare con
le difficili operazioni di pelatura». L’accordo commerciale tra La
Linea Verde e Agribologna svilupperà proprio queste sinergie
in un’ottica di economia di scala, per dare un ritorno più sicuro
agli investimenti necessari in tecnologia, ricerca e sviluppo.