soia ogm?

AssoBio
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8 maggio 2014
NUOVI SOCI PER BRIO
Agrintesa (www.agrintesa.it), primario gruppo produttivo dell’ortofrutta italiana (oltre 440.000 tonnellate annue di prodotti
conferiti dai soci e un giro d’affari che raggiunge i 250 milioni di euro) e Alegra (www.alegrait.com), sua società commerciale di rilievo nazionale e internazionale (560mila tonnellate di ortofrutta, il 5% delle quali a marca biologica GustaBio),
partner della grande distribuzione, annunciano il loro ingresso nell’assetto societario di Brio SpA.
I nuovi soci affiancheranno La Primavera Coop, cooperativa biologica veneta, finora socio unico di riferimento di Brio.
Brio ha chiuso il 2013 con un fatturato di 37,2 milioni di euro: +9,4% rispetto al 2012.
Nella GDO la principale novità è stata l'inserimento della linea d'ortofrutta fresca a marchio di Alce Nero: il fatturato del
connubio ha raggiunto 1,5 milioni, l'equivalente di 630 ton di prodotti bio.
La Germania rimane il principale sbocco commerciale estero.
LE FIBRE FANNO DIMAGRIRE (ALMENO I TOPI)
“Acetato” è il nome della molecola rilasciata quando transitano nell’intestino alimenti contenenti fibre. La caratteristica di
questa molecola è di allertare il cervello comunicando il raggiungimento di un certo livello di sazietà.
Lo ha scoperto uno studio, pubblicato dalla rivista Nature Communications, condotto in Gran Bretagna da ricercatori
dell’Imperial College London e del Medical Research Council.
La ricerca è stata condotta sui due gruppi di topi.
Quelli alimentati con inulina – una fibra solubile, presente soprattutto nella cicoria e nelle barbabietole da zucchero, e
anche in diverse barrette di cereali – mangiavano meno, perdevano più peso e avevano livelli maggiori di acetato
nell’intestino rispetto al secondo gruppo di topi che non assumeva inulina.
La fase successiva della ricerca ha evidenziato che l’acetato passa dal colon al fegato per proseguire poi fino al cuore e
infine arrivare in una zona del cervello, nella regione dell’ipotalamo, che regola la fame, dove stimola reazioni chimiche.
Secondo i ricercatori questa scoperta apre la strada alla possibilità di combattere l’obesità e il sovrappeso, non tanto attraverso una dieta ricca di fibre, ma attraverso metodi come la somministrazione di acetato mediante le flebo, imitando il
lento rilascio nell’intestino.
L’articolo The short-chain fatty acid acetate reduces appetite via a central homeostatic mechanism è disponibile in segreteria a richiesta.
SOIA OGM? NON C’È LA “SOSTANZIALE EQUIVALENZA”
In un articolo pubblicato nella rivista Food Chemistry i ricercatori della University of the Arctic della Norvegia presentano
uno studio che ha messo a confronto l’accumulo di pesticidi e diserbanti in campioni di soia OGM, convenzionale e biologica.
Nei campioni di soia OGM sono state rilevate alte dosi di erbicida Roundup (a base di glifosato), assenti nei campioni
convenzionali e biologici.
Lo studio rileva inoltre che le differenti pratiche agricole hanno anche un diverso impatto sulla composizione nutrizionale
della soia, che ha un profilo migliore se coltivata in modo biologico.
Oltre che nella catena alimentare, il glifosate e il suo metabolita AMPA finiscono nelle acque.
Secondo l’edizione 2013 del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca
ambientale, in Lombardia glifosate e AMPA si trovano nel 90% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e sono i
maggiori responsabili del superamento delle soglie standard di qualità ambientale (Dir. 2008/105/CE, D.Lgs. 152/2006):
per l’AMPA nel 79,5% dei punti, per il glifosate nel 42%.
Nel 34,4% dei punti delle acque superficiali e nel 12,3% dei punti dlle sotterranee i livelli misurati sono superiori ai limiti
per le acque potabili.
L’aspetto più interessante è che, come indicano i ricercatori, lo studio dimostra la "sostanziale non equivalenza" della soia OGM con le altre: la normativa comunitaria considera la “sostanziale equivalenza” un prerequisito per l’autorizzazione di un evento OGM; se la “non-equivalenza” è confermata, a normativa corrente la
Commissione è tenuta a revocare l’autorizzazione della coltivazione del mais MON810 e quella all’importazione
di altri eventi OGM.
Di seguito, l’abstract dell’articolo:
“Questo articolo descrive la composizione di nutrienti e elementi , compresi i residui di erbicidi e pesticidi, di 31 lotti di
soia dello Iowa , USA .
I campioni di soia sono stati raggruppati in tre diverse categorie:
( i) soia geneticamente modificata per la tolleranza al glifosate (soia OGM) ;
( ii ) soia non geneticamente modificata coltivata con un metodo di coltivazione convenzionale ;
( iii ) soia non geneticamente modificata coltivata con un metodo di coltivazione biologica.
La soia biologica ha mostrato il profilo nutrizionale più salutare, con più zuccheri (glucosio, fruttosio, saccarosio e maltosio), proteine totali e zinco significativamente più elevati, meno fibre rispetto sia ai lotti convenzionali che OGM. La soia
biologica conteneva anche meno grassi saturi totali e acidi grassi omega-6.
La soia OGM conteneva elevati residui di glifosate e AMPA (in media, rispettivamente 3,3 e 5,7 mg/kg).; i lotti di soia
convenzionale e biologica non presentavano nessun residuo di tali sostanze.,
Utilizzo di 35 diverse variabili nutrizionali e di composizione per caratterizzare ogni campione di soia, siamo stati in grado
di individuare, senza eccezione, la soia OGM , quella convenzionale e biologica , dimostrando la "sostanziale non equivalenza" nelle caratteristiche di composizione della soia pronta per l’immissione sul mercato”.
L’articolo Compositional differences in soybeans on the market: Glyphosate accumulates in Roundup Ready GM
soybeans è disponibile in segreteria a richiesta.
CIOLOS: GLI OGM NON SONO NEGOZIABILI
Alla Commissione europea "Siamo stati tutti chiari: le problematiche degli OGM, degli ormoni, le norme sulla sicurezza
alimentare, non sono semplicemente negoziabili. I consumatori europei non li vogliono, e questo è qualcosa che la
Commissione non può ignorare".
Lo ha detto ad Atene il commissario all'agricoltura Dacian Ciolos, rispondendo alle domande dei cronisti sull'andamento
dei negoziati per un accordo di libero scambio Ue-Usa.
Il commissario è ad Atene, dove è presente anche il ministro per le Politiche agricole e alimentari, Maurizio Martina, in
occasione del consiglio informale dei ministri dell'agricoltura dell'Ue.
"Ho anche capito dai principali candidati alle elezioni del Parlamento europeo, con aspirazioni a condurre in futuro la
Commissione Ue, che questo approccio non cambierà, ha concluso Ciolos (Ansa - 06.05.2014)
In un suo comunicato, FederBio esprime il suo apprezzamento per le dichiarazioni di Ciolos, che “rappresentano un segnale positivo per l’agricoltura e per la produzione agroalimentare di qualità europea e italiana e per la tutela del diritto
dei cittadini di scegliere il proprio cibo e quello degli agricoltori di coltivare liberamente, della biodiversità. Per quanto
riguarda l’Italia il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina – al quale ribadiamo la nostra fiducia per la prossima
presidenza dell’UE – dell’Ambiente e della Salute hanno già affrontato il tema OGM e stanno già collaborando con la
Grecia alla definizione della proposta di modifica della direttiva che disciplina il settore. Tuttavia il divieto di coltivare
piante transgeniche in Italia potrà avvenire solo attraverso una modifica della disciplina europea. Su questo aspetto FederBio ha chiesto impegni precisi e concreti ai canditati alle elezioni europee sulla riforma della normativa sugli OGM”.
COOP: IL FUTURO È BIO
Vladimiro Adelmi, brand manager della Direzione prodotti a marchio di Coop Italia, ha parlato con Distribuzione moderna
dell’andamento della linea biologica.
«Il potenziale del biologico è ben superiore ai valori di mercato che leggiamo, soprattutto in funzione di valenze che vanno oltre i numeri e che trovano riscontro in un nuovo paradigma in grado di riconciliare le persone, il territorio, l’ambiente,
la salute con l’economia».
Il 2013 è stato particolarmente brillante per i prodotti biologici a marchio Coop, con un incremento a valore superiore al
16% rispetto al 2012 e che ha interessato tutto l’assortimento.
Le referenze biologiche a marchio Coop sono oltre 420, circa il 90% delle quali a marchio “vivi verde bio Coop” e le restanti a marchio Crescendo, Solidal e “bene.si Coop”.
L’assortimento copre le principali categorie e occasioni di consumo, spaziando dal freschissimo (carni avicole e ortofrutta; quest’ultima comprende oltre 200 articoli, presenti a punto vendita in funzione della stagionalità e del format), ai prodotti confezionati come pasta, farine, conserve, biscotti, sostituitivi del pane, bevande, baby food a marchio Crescendo,
ai prodotti refrigerati e surgelati.
Nell’ultimo periodo è stata estesa la profondità dell’offerta in alcune categorie, come pasta e farine, confetture, baby food
(dal lancio della linea baby food a marchio, avvenuto nel 2001, la quasi totalità delle referenze è biologica).
La novità del momento è costituita dai prodotti a base di proteine vegetali: 11 referenze di piatti pronti sostitutivi della
carne, tra surgelati e refrigerati biologici; grande successo, nonostante un posizionamento decisamente premium, anche
per i prodotti a base di grano khorasan Kamut® inseriti a marchio vivi verde in alcune categorie.
Al top del ranking delle vendite troviamo uova, alcune referenze di carni avicole, ortofrutta come i limoni e le banane biologiche Solidal, olio extravergine, burro, latte microfiltrato, biscotti; in forte crescita i sostitutivi del pane.
La promozionalità è inferiore rispetto al mercato, ma è una leva che permette di raggiungere nuovi consumatori.
Secondo Adelmi, ìl potenziale del biologico (ma più in generale, dei comportamenti “responsabili”) è ben superiore ai valori di mercato che leggiamo, soprattutto in funzione di valenze che vanno oltre i numeri e che trovano riscontro in un
nuovo paradigma in grado di riconciliare le persone, il territorio, l’ambiente, la salute con l’economia. Se anche le imprese faranno la loro parte, puntando su prodotti accessibili a tanti, a parità di garanzie e sicurezza, sarà possibile uscire
dalla
nicchia,
consolidando
l’acquisto
consapevole
di
prodotti
biologici,
equi
e
sostenibili.
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