Corriere della sera

GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014
www.corriere.it
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Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281
FONDATO NEL 1876
La crisi a Est
L’inserto
Tank russi in Ucraina
La Nato scopre tutto
«la Lettura»
compie tre anni:
festa a BookCity
a pagina 6 Dragosei con un commento
di Luigi Ippolito a pagina 31
di Cecilia Bressanelli
a pagina 38
CALCOLI ERRATI
E VEDUTE CORTE
Così l’intesa Renzi-Berlusconi
di Antonio Polito
«Accordo più solido, non si vota fino al 2018». Ma ancora divisioni sull’Italicum
Nord senza tregua, vittime e paura
Il maltempo continua a devastare il Nord del Paese, mentre il Sud si prepara
oggi a un’altra giornata difficile. Due persone sono morte ieri nel Biellese e sul
lago Maggiore, decine gli sfollati. A Milano sono esondati il Seveso — per
l’ottava volta in un anno (foto) — e il Lambro, con evacuazioni e scuole chiuse.
alle pagine 2 e 3 Berberi, Bruno, Giuzzi
Milioni di canzoni in video e zero pubblicità con un abbonamento. Parte il servizio in Italia
ouTube cambia pelle. Da
regno del «tutto gratuito»
la piattaforma video acquistata
da Google avrà un’area a pagamento. Dove con un abbonamento si potranno ascoltare
canzoni e vedere video musicali senza interruzioni pubblicitarie. Un cambio di strategia
che si basa su una considerazione: la musica è il contenuto
più guardato nella grande videoteca virtuale di Google. Il
servizio parte lunedì in 7 Paesi
a pagina 29
tra cui l’Italia.
Patto diseguale
e tante trappole
di Massimo Franco
L
a nota dopo l’incontro Renzi-Berlusconi conferma la
tenuta non tanto del patto del
Nazareno ma di quello raggiunto 3 giorni fa tra premier e
alleati minori. Il rapporto ineguale tra i contraenti è vistoso.
a pagina 15
● GIANNELLI
YouTube si sdoppia (e si fa pagare)
Y
LA NOTA
da pagina 10 a pagina 15
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Andrea Laffranchi
Il patto del Nazareno è «più
solido che mai» e durerà «fino
al 2018». Dopo quasi due ore di
incontro Renzi-Berlusconi, Pd
e Forza Italia diffondono una
nota: restano «differenze sulla
soglia minima» (3 o 5%) e sul
«premio di maggioranza» (lista o coalizione). Intesa invece
sulla soglia del 40% per il premio e sulle preferenze dopo il
capolista bloccato nei 100 collegi. Sullo sfondo, la scelta del
prossimo capo dello Stato. No
della sinistra pd, che diserta la
direzione, e malumori in FI.
Maltempo Allagamenti, frane e scuole chiuse
AP PHOTO/LUCA BRUNO
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L’incontro Sullo sfondo anche il futuro del Quirinale. Strappo della sinistra pd, malumori in Forza Italia
P
9 771120 498008
ANNO 139 - N. 269
I neodissidenti dell’euro
are proprio che, come aveva minacciato
D’Alema in tv, la sinistra pd abbia perso
la pazienza. L’alzata di scudi di ieri
notte contro il patto del Nazareno bis (o
tris) avvia una fase in cui niente più può
essere dato per scontato, nemmeno il voto sul
Jobs act. È probabile che le piazze sindacali
abbiano restituito coraggio e allo stesso tempo
costretto a una accelerazione della lotta politica
contro Renzi. Ma nel combatterla la minoranza
che fa capo a Bersani e D’Alema deve stare
attenta a non ripetere gli stessi clamorosi errori
che già le costarono il controllo del partito. Con
l’aggravante che stavolta non rischierebbe solo
in proprio, ma metterebbe a repentaglio la
credibilità del governo Renzi in Europa, già in
bilico di suo.
Il sospetto di una deriva politica è lecito.
Appena qualche giorno fa, con un virtuosismo
della litote certamente appreso alla scuola dei
padri («Il vivente non umano» di Ingrao e «La
non vittoria elettorale» di Bersani), Stefano
Fassina è arrivato a proporre sul Foglio non
l’uscita dall’euro, come un qualunque Grillo o
Salvini, ma «il superamento cooperativo
dell’euro», che poi è la stessa cosa, visto che non
sembra esserci nessuno in giro disposto a
cooperare con noi per farci uscire in modo
indolore dalla moneta unica. Così più di
vent’anni di zelante europeismo, nuova
ideologia di una sinistra che trasferiva a
Bruxelles il sol dell’avvenire tramontato all’Est,
vengono buttati a mare in un sol colpo. Al posto
dell’integrazione europea, cui hanno dedicato la
vita leader fino a ieri venerati come Spinelli,
Prodi e Napolitano, ecco che si propone la «disintegrazione ordinata» della moneta unica, così
da farne due, o tre, o quindici, come se questo
risolvesse il nostro problema cruciale: il costo di
un enorme debito.
Il fatto è che il gruppo dei Fassina e dei
Cuperlo ha letto fin dall’inizio male il segno
politico della crisi economica mondiale,
interpretandolo come una potente spinta a
sinistra dell’elettorato. Su questa base ha indotto
Bersani a fare una campagna elettorale perdente
in stile cgil, mentre il suo popolo se ne andava
da tutt’altre parti. Ora è sotto choc per aver
scoperto che quello stesso popolo segue Renzi,
pur bollato come una Thatcher col lifting da
Susanna Camusso. Non resta che l’ultimo
populismo, quello antieuropeista. Pericoloso
ovunque, ma molto di più quando alligna
all’interno del partito di maggioranza e di
governo di un Paese a rischio come l’Italia.
Non è certo così, facendo i proto-grillini o gli
pseudo-leghisti solo un po’ più colti, che la
sinistra pd può sperare non dico di riprendersi,
ma nemmeno di correggere la barra del timone
che ha perso.
41 1 1 3>
In Italia EURO 1,40
● IDEE& COMMENTI
FECONDAZIONE ETEROLOGA
DEGRADO E POLITICA
AL MERCATO
DEGLI OVOCITI
L’ONDA VIOLENTA
DELLE PERIFERIE
di Luigi Ripamonti
di Mauro Magatti
I
ttorno alle grandi città ci
sono quartieri in cui si vive
in una condizione di extraterritorialità. I cittadini si sentono
abbandonati. La politica del risentimento è però rischiosa.
a pagina 31 - a pagina 23 Buccini
l problema della mancanza
di ovociti per l’eterologa è diventato evidente. Tra donatrici
e venditrici, un vuoto di norme
ci chiama a riflettere. E la soluzione non può essere l’acquisto
a pagina 30
dall’estero.
A
La sonda dell’Europa
sbarca sulla cometa
e il mondo si emoziona
Dopo un viaggio di 10 anni, e
una discesa di 7 ore con un razzo rotto, la missione Rosetta ha
posato ieri la sua sonda su una
cometa. In quest’impresa, che
porta a compimento i sogni di
romanzi e film di fantascienza,
è stato fondamentale il contributo della scienza italiana.
alle pagine 8 e 9 G. Caprara
IL MITO E LE STORIE
MA LASSÙ
NOI CI SIAMO
GIÀ STATI
di Tullio Avoledo
a pagina 9
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
2
Primo piano Il maltempo
Allagamenti al Nord, si blocca l’aeroporto di Genova, molti i treni fermi
Tromba d’aria a Taranto, le tragedie nel Biellese e sul lago Maggiore
Frane e laghi al collasso, due morti
Il meteo
● Continua
anche oggi
l’allerta
maltempo
anche se il
meteo migliora
parzialmente.
La vasta
perturbazione
di origine
atlantica oggi si
muoverà verso
la Grecia
favorendo un
progressivo
miglioramento
sui settori
centrosettentrionali,
mentre al Sud il
tempo rimarrà
instabile
● Per questo
la Protezione
civile ha
valutato per
oggi criticità
rossa (la
massima)
per rischio
idrogeologico
sulla
Lombardia
nordoccidentale e
per rischio
idraulico sulla
pianura
lombarda
occidentale
● Criticità
arancione per
rischio idraulico
in pianura in
Friuli-Venezia
Giulia, est della
Lombardia,
parte del
Veneto e di
Modena e
Reggio Emilia;
per rischio
idrogeologico
sui restanti
settori del Friuli
Venezia Giulia,
della
Lombardia e
dell’Emilia
occidentale,
oltre che su
parte del
Veneto e sui
settori costieri
del basso
Tirreno
● La criticità
sarà gialla per
rischio idraulico
sul Piemonte
est, sul resto
del Veneto;
per rischio
idrogeologico
sul Centro Italia
e su tutto il Sud,
comprese le
isole maggiori,
oltre che sulla
Liguria, parte
dell’Emilia e
della Toscana
Il bilancio
Piemonte
Lombardia Veneto
Frane
Allagamenti
Strade interrotte
Disagi ferroviari
Emilia
Romagna
Liguria
Puglia
Toscana
Campania
Corriere della Sera
Due vittime. Decine di sfollati. Frane, allagamenti, esondazioni di fiumi e laghi, trombe
d’aria in mezza Italia. Ferrovie a
singhiozzo, strade interrotte e
scuole chiuse in diverse province. Un Nord flagellato dal
maltempo. E un Sud che si prepara oggi a una giornata ancora
più complicata di ieri. Per la seconda settimana consecutiva
l’Italia deve fare i conti con una
perturbazione atlantica e danni per decine di milioni di euro.
Un mercoledì difficilissimo
per il Piemonte dove si sono registrati diversi smottamenti.
Proprio qui viveva Brunello Canuto Rosa, 68 anni, una delle
due vittime. L’uomo era stato
chiamato dall’amico Marco Fa-
Il caso
va per controllare la collina dietro casa a Crevacuore, in provincia di Biella, quando una
porzione del costone è venuta
giù travolgendo entrambi: per
Canuto Rosa non c’è stato nulla
da fare, mentre Fava, 59 anni, è
stato ricoverato per lo schiacciamento della cassa toracica.
Il secondo morto di ieri è annegato nel lago Maggiore a
Ispra (Varese): il 70enne, residente a Bodio Lomnago, sempre nel Varesotto, è caduto in
acqua mentre con un canotto a
remi stava andando a recuperare la sua barca che rischiava di
rompere gli ormeggi nel porticciolo del paese.
Il lago Maggiore è cresciuto
ieri al ritmo di tre centimetri all’ora fino a toccare nella notte la
piena del 2002. Sono esondati i
laghi d’Orta e di Como, mentre
il fiume Po resta un sorvegliato
speciale. A Milano e provincia
sono straripati il Seveso e il
Lambro: «Non mettetevi in
viaggio se non strettamente
necessario e state lontani dai
corsi d’acqua», ha detto Simona Bordonali, assessore lombardo alla Protezione civile.
Altro giorno intenso per la
Liguria e soprattutto per Leivi
(da molte ore senza corrente
elettrica e acqua potabile) dove
martedì hanno perso la vita i
coniugi Carlo Arminise, 73 anni, e Franca Iaccino, 69. L’area
dove si trovava la loro casa è
stata posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria che ha
aperto un fascicolo per omici-
dio colposo plurimo e disastro
colposo. La Procura di Genova
indaga anche per il reato di frana colposa (per ora a carico di
ignoti). La decisione ha fatto
infuriare così tanto Vittorio
Centanaro, sindaco del paesino, da spingerlo a minacciare
le dimissioni. «Bisognerebbe
che sapessero cosa stanno facendo — ha detto —. Sequestrando quell’area hanno impedito ai tecnici di salire alle
stazioni di sollevamento dei
pozzi dell’acqua potabile che
servono il Comune».
A Genova sono crollate due
case. Nella notte tra martedì e
mercoledì l’esondazione del rio
Veilino ha provocato allagamenti di strade, scantinati, negozi. Voli in ritardo all’aeropor-
Acqua alta
L’esondazione
del lago
Maggiore
a Laveno
Mombello,
in provincia
di Varese.
Il lago è di tre
metri al di sopra
del suo livello
abituale:
è cresciuto
di tre centimetri
all’ora (foto
Salmoirago)
to dopo che la centralina dell’Enav che controlla l’arrivo degli aerei si è allagata.
Case evacuate anche in provincia di Udine, acqua alta a Venezia e allagamenti nel resto
del Veneto. All’Isola d’Elba due
persone sono state salvate da
un’esondazione dopo il nubifragio che ha colpito la zona.
Disagi per gli acquazzoni anche
in Campania. In Puglia una
tromba d’aria si è abbattuta sulla provincia di Taranto e ha sradicato, secondo la Coldiretti,
circa mille ulivi secolari. In Calabria la frana di una settimana
fa tiene ancora isolati i comuni
reggini di Bova, Africo e Roghudi.
Leonard Berberi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Milano in tilt, evacuazioni e scuole chiuse
L’ottava esondazione del Seveso in un anno
Anche il Lambro esce dagli argini. Il Comune: per spostarvi non usate l’auto
MILANO Rieccolo. Mentre nelle
aule di Palazzo Marino si discute dei progetti anti-piene, il Seveso riemerge dalle viscere di
Milano. È l’ottava esondazione
dell’annus horribilis 2014. E
per la prima volta, oggi, resteranno chiuse tutte le scuole
della Zona 9, quella di Niguarda, dell’Isola e di Garibaldi.
L’ordinanza viene firmata dal
sindaco Giuliano Pisapia poco
dopo le 19.30. Le strade sono
ancora allagate.
Il fango del fiume sotterraneo ha invaso il quartiere di Niguarda in due riprese. Prima,
poco dopo le 15, proprio mentre in Comune si discuteva dei
progetti anti piene attesi da
quarant’anni. Poi alle 16.40,
con le acque che tracimano dai
chiusini della strada e invadono tutto il quartiere. L’esondazione, fenomeno che di solito
non dura più di un paio d’ore,
stavolta prosegue fino a sera. Il
fiume di fango e scarichi fognari arriva all’Isola, fino a lam-
bire i grattacieli del nuovo
quartiere di Porta Nuova. I
mezzi pubblici di superfice
vengono deviati, l’Atm è costretta a chiudere le fermate
della metropolitana lilla di
piazzale Istria e viale Marche.
Le stazioni sono agibili, salvo
qualche infiltrazione, ma raggiungerle è impossibile. L’acqua su strade e marciapiedi supera i quaranta centimetri. I
treni percorrono regolarmente
la linea ma saltano le fermate
chiuse. Problemi anche alla
stazione Garibaldi.
Nelle stesse ore il Lambro,
che è già esondato più a nord al
parco di Monza, supera l’ultima soglia. Al Parco Lambro,
nella zona nordest della città,
viene evacuata la comunità
Exodus di don Antonio Mazzi.
Gli ospiti vengono portati in
un’altra struttura lontana dall’area alluvionata. Altre due comunità che ospitano anziani e
malati, che hanno sede sempre
nel parco, vengono sgombera-
te. La stessa cosa accade, più a
valle, per una struttura che
ospita malati di Aids di via Camaldoli e per due famiglie che
vivono a Ponte Lambro.
Il Comune e la Protezione civile — sessanta gli equipaggi in
azione — allestiscono un
«campo base» nel centro sportivo di via Leonardo Cambini.
«Tutte le persone sono state
accolte, nessuno è rimasto ferito», assicura l’assessore comunale alla sicurezza Marco Granelli. La piena del Seveso era
attesa. Da giorni — ininterrottamente — vigili, protezione
civile e tecnici della Metropolitana milanese monitoravano i
livelli delle acque che, dal loro
ingresso nella zona nord della
città, in via Ornato, viaggiano
I quartieri
● L’acqua
fuoriuscita
dal Seveso
ha colpito
i quartieri
di Niguarda
(a sinistra),
dell’Isola
e di Garibaldi.
L’esondazione
è arrivata a
lambire la zona
dei grattacieli
di Porta Nuova
(Bettolini)
in una rete sotterranea di tubature. Strutture ormai inadeguate se è vero che dal 1976 a oggi
si sono verificate 103 esondazioni. Quella di ieri è stata particolarmente intensa, sia per la
portata d’acqua sia per la durata. Tanto che in serata il sindaco Pisapia ha annunciato la
chiusura di una sessantina di
scuole nella zona più colpita.
Via Twitter è arrivato anche
l’invito a tutti i milanesi «ad
utilizzare i mezzi pubblici al
posto dell’auto privata».
«Sono quarant’anni che il
quartiere finisce sott’acqua.
Uno scandalo senza fine», si lamentano i commercianti di Niguarda che hanno posizionato
paratie anti acqua davanti alle
vetrine. In serata si teme per alcuni rom accampati vicino al
Lambro. Le baracche sono state spazzate via dalla piena. Vigili del fuoco al lavoro per tutta la
notte.
Cesare Giuzzi
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
PRIMO PIANO
3
Le promesse mancate
Sarno 1998
Soverato 2000
Giampilieri 2009
Cinque Terre e Aulla 2011
Sardegna 2013
Nel Salernitano il governo disse: 3 mesi e
metteremo tutto a posto. Delle due fasi
(sistemazione delle vasche e lavori sulla
montagna) è stata fatta solo la prima. Le
case sono state ricostruite in altri terreni
Il camping distrutto a Catanzaro non
è stato mai più riaperto. Regione e
governo nel 2012 fissarono 185 casi
urgenti per 220 milioni di euro. Ma solo
un terzo dei lavori è stato avviato
La messa in sicurezza di Giampilieri
è a buon punto ma la Protezione
civile ha segnalato ancora 2.500
situazioni critiche nella provincia
di Messina, 500 solo nel capoluogo
L’appalto nelle Cinque Terre (La Spezia)
per rifare la strada dei Santuari è stato
sbloccato due settimane fa. Gli interventi
sul fiume Magra ad Aulla (Massa
Carrara) sono rimasti nel cassetto
Dopo l’alluvione il premier Letta promise
«una deroga al patto di Stabilità». Deroga
mai fatta: il Comune non può spendere
i 50 milioni in cassa. Risultato: il piano
per la sicurezza non è mai partito
DOPO I DISASTRI GLI ERRORI DA NON RIPETERE
I 50 milioni ancora bloccati in Sardegna
Le vasche di Sarno usate come discariche
Gianni Giovannelli, sindaco
di Olbia, ha messo le mani
avanti già ad agosto: «Sia ben
noto a tutti, fin d’ora, che la
mancata esecuzione delle opere menzionate espone la collettività olbiese agli stessi pericoli
cui è andata incontro nell’alluvione del 18 novembre 2013».
Lettera perentoria, con lungo
elenco di destinatari, da Renzi
al presidente della Regione, dal
prefetto alla Protezione civile.
A un anno da quando non
solo Olbia ma mezza regione finì sott’acqua (18 vittime) sono
stati ripuliti i canali, sistemati
gli argini e poco altro. Non basta.
2013: Sardegna
«L’allora presidente del Con-
In Calabria
Dei 220 milioni
che la Regione si era
impegnata a investire
ne sono stati spesi 5
siglio Letta venne e promise
che ci avrebbe concesso una
deroga al patto di Stabilità. Sto
ancora aspettando» protesta il
sindaco Giovannelli. Il Comune
ha in cassa 50 milioni, ma non
può spenderli. Per mettere in
sicurezza il territorio ha studiato un complesso progetto da
122 milioni, in 4 lotti. «Ne basterebbero trenta per la prima
tranche, le casse di laminazione, una risposta efficace perché strutturale. Nell’attesa possiamo solo guardare il cielo e
pregare che non piova così tanto un’altra volta».
2011: Cinque Terre
In una Liguria piegata dalle
ultime alluvioni questa volta le
Cinque Terre hanno retto. Clemenza del microclima e forse
anche merito del cambio di
passo dopo la tragedia di tre
anni fa. Tutte le opere previste
sono state realizzate, tranne
l’appalto per la messa in sicurezza della strada dei Santuari,
sbloccato appena un paio di
settimane fa dopo un lungo
contenzioso davanti al Tar che
ha dato ragione alla ditta che
6,6
Mila Il numero
dei Comuni a
rischio dissesto
idrogeologico
in Italia
61,5
Miliardi
È il costo dei
danni per frane
e inondazioni
dal ‘44 al 2012
4
aveva perso la gara (vicenda fotocopia di quella genovese del
Bisagno). Il Parco delle Cinque
Terre, rinnovato dopo gli scandali, è il motore di questa fase
nuova. Con iniziative modello,
come la recente istituzione, in
accordo con il Consiglio nazionale dei geologi, di un Centro
studi per tenere d’occhio costantemente il territorio e prevenire i rischi.
Ad Aulla, sconvolta nella
stessa ondata di maltempo del
2011 (13 morti tra Liguria e Toscana), non va altrettanto bene.
Gli interventi sul Magra sono
rimasti nel cassetto fino a 4
giorni fa quando la Regione li
ha tirati fuori grazie alla dichiarazione di stato di emergenza
dopo gli ultimi disastri.
2009: Messina
Dopo la colata di fango che
invase Scaletta Zanclea e la frazione messinese di Giampilieri
(in 36 persero la vita), Stefania
Prestigiacomo, all’epoca ministro dell’Ambiente, fu netta: «È
impensabile tornare, il paese è
al di fuori di ogni possibile sicurezza». Altra profezia mancata, ma questa volta forse meglio così. «Per fortuna non si è
arrivati a tanto. I lavori sono
stati fatti, le criticità risolte,
adesso è una zona sicura» assicura Antonio Rizzo, l’esperto
del Comune per la Protezione
civile. Anche il Sud può sorprendere, in positivo. Ma c’è
poco da gioire. «Purtroppo
non c’è solo Giampilieri — prosegue Rizzo —. A Saponara,
colpita da una bomba d’acqua
nel 2011, non è stato ancora fatto niente. Nell’ultimo rapporto
della Protezione civile sui punti
critici in Sicilia, il 29% sono in
provincia di Messina. Ci sono
2.500 situazioni da tenere d’occhio, 500 soltanto nel capoluogo».
2000: Soverato
Il 9 settembre di 14 anni fa,
un acquazzone gonfiò la fiumara Beltrame, che uscì dagli
argini spazzando via un camping con 14 villeggianti. Fu subito chiaro che quella struttura, nonostante tutte le autorizzazioni, non doveva stare in
quel punto. Governo e Regione
si rimpallarono le responsabilità sulla mancata segnalazione
44
Miliardi
Quanto
servirebbe
contro
il dissesto
7
Miliardi
Quanto intende
investire il
governo per la
prevenzione
5,5
Mila
Sono i morti
a causa
di frane e
inondazioni dal
1963 al 2012
Mila La stima
dei nostri tesori
d’arte esposti
al pericolo delle
frane e degli
allagamenti
550
5,8
Ospedali
Sorgono
in zone ad
elevato rischio
idrogeologico
Milioni
Gli italiani
esposti a un
elevato rischio
idrogeologico
6,25
30
Mila Le scuole
costruite
in territori
ad alto rischio
di dissesto
idrogeologico
Milioni La cifra
stanziata
dal governo
nel 2014 per il
Fondo Rischio
Idrogeologico
del rischio. I processi si sono
conclusi senza nessun colpevole.
«La cosa peggiore è che da
allora poco è cambiato — denuncia Nuccio Barillà, presidente di Legambiente Calabria
—. Abbiamo più volte segnalato situazioni anche peggiori,
come un torrente sopra la superstrada a Reggio Calabria, o
una scuola costruita su un argine».
Nel 2010, Regione e governo
fissarono 185 casi urgenti e si
impegnarono a spendere 220
milioni. A luglio erano partiti
solo sei cantieri, per meno di 5
milioni. Il commissario ad acta
nominato da Roma per la qualificazione del territorio ha dato un’accelerata: una ventina di
appalti sono partiti, per una
quarantina sono in corso le gare. Ma ancora siamo ad appena
un terzo di quanto era stato
stanziato.
1998: Sarno
Nel maggio del 1999, un anno dopo la colata di fango che
Il fiume ad Aulla
Il disastro nel 2011:
i lavori sul Magra sono
rimasti nel cassetto
fino a quattro giorni fa
seppellì Sarno (una strage, 159
morti), il ministro dell’Ambiente Edo Ronchi annunciò:
«Il bacino è stato messo in sicurezza, pericoli imminenti
non ce ne sono». Il sindaco
Giuseppe Canfora, 16 anni dopo, non ne è più così convinto.
«Le opere versano in uno stato
di totale abbandono e degrado.
Le vasche sono state trasformate in vere e proprie discariche
di rifiuti con erbacce e arbusti
che sovrastano ed impediscono il deflusso dell’acqua».
La ricostruzione di Sarno
prevedeva due fasi: la messa in
sicurezza di canali e vasche
(opere fatte, ma poi lasciate
senza manutenzione) e la riduzione del rischio a monte (mai
fatto). Con qualche paradosso,
come racconta Antonio Milone, presidente dell’associazione delle vittime Rinascere: «Le
abitazioni distrutte sono state
ricostruite altrove. Così, adesso, chi è proprietario della casa
non lo è del terreno su cui sorge». Non bastasse il dissesto, ci
si mette anche la burocrazia.
Riccardo Bruno
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4
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
5
Primo piano Il vertice in Asia
Clima, strada aperta al nuovo protocollo
L’accordo di Pechino segna una svolta nei rapporti Usa-Cina. Difficile conferenza stampa con Obama e Xi
Gli accordi
● Clima Per la
prima volta la
Cina ha aperto
sul problema: si
è impegnata a
raggiungere il
picco di
emissioni
climalteranti
entro il 2030
per poi ridurle
(senza
quantificare i
limiti) e ha
annunciato che
entro quella
data le fonti
energetiche
pulite, come
nucleare,
solare ed
eolico,
potrebbero
rappresentare
il 20% della
produzione
totale cinese.
Gli Usa hanno
confermato
l’impegno a
ridurre le
emissioni del
26-28% entro
il 2025.
Insieme, hanno
poi annunciato
«summit di
città verdi»
● Hi-tech Le
due parti
hanno
concordato
l’eliminazione
delle tariffe sul
commercio dei
beni di alta
tecnologia
informatica, tra
cui le console
dei
videogames, i
software per i
computer e i
dispositivi Gps
● Cooperazione militare
Maggiore
collaborazione
fra gli eserciti
delle due
superpotenze
per le attività
nel Pacifico
● Visti
L’accordo
permetterà
un’estensione
del documento
di viaggio per
gli studenti
cinesi negli
Stati Uniti e per
turisti e visti
business
● Asse
PechinoMosca Maxiintesa sul gas
tra le due
potenze, con
altri trenta
miliardi di metri
cubi che
passeranno
dalla condotta
occidentale
attraverso i
monti Altai
DAL NOSTRO INVIATO
PECHINO Un accordo sulla riduzione dei gas-serra che, rimuovendo l’ostacolo dei contrasti
tra i due maggiori produttori
mondiali di anidride carbonica, può aprire la strada a un
nuovo protocollo planetario
sull’ambiente da siglare al vertice Onu sul clima che si riunirà
nel 2015 a Parigi. È sicuramente
questo il risultato più significativo della visita di Barack Obama a Pechino: nessun annuncio spettacolare ma, siglando
quattro accordi di sostanza anche se di portata limitata (eliminazione dei dazi sull’export
di tecnologie digitali; ampliamento dei visti turistici, di studio e di lavoro; cooperazione
militare per evitare che incidenti sul Mar della Cina possano sfuggire di mano generan-
Grandi e piccoli
inquinatori
do conflitti; l’intesa sull’ambiente), il presidente Usa e
quello cinese hanno provato ad
aprire una fase nuova.
Semplificando al massimo:
Obama, che chiede da tempo
alla Cina di dimostrarsi una potenza consapevole condividendo le responsabilità nella gestione delle grandi crisi, ha ottenuto l’impegno di Xi Jinping
a un maggior coinvolgimento
di Pechino su molti fronti: dalla lotta contro il terrorismo dell’Isis all’epidemia di Ebola in
Africa, passando per le pressioni sull’Iran perché rinunci ai
suoi piani nucleari militari e,
come detto, all’ambiente (la Cina bloccherà il livello dei gas
serra dal 2030, gli Usa cominceranno prima tagliando le
emissioni del 26-28% entro il
2025). In una trattativa lunghissima — l’accordo sul clima
AMERICA
DEL NORD
EUROPA
6.203
3
186
AFRICA
Rio de Janeiro 1992 Firma della Convenzione
sui cambiamenti climatici (Unfccc) per ridurre
le emissioni. Senza limiti obbligatori
1900-2012
2013-2030 2031-2040
400
200
36.131
0
Stati
Uniti
Copenaghen 2009 Un fallimento.
Il rappresentante dell’isola di Tuvalu
accusa gli Stati in via di sviluppo
di «accettare il denaro di Giuda»
Pacchetto Ue 2008 Obiettivi al 2020:
-20% emissioni rispetto al '90; +20%
efficienza energetica; +20% fonti rinnovabili
Cina
Ue
Doha 2012 Si corre ai ripari
prorogando per altri 8 anni
(cioè fino al 2020) il Protocollo
di Kyoto in scadenza
Cancun 2010 I Paesi ricchi promettono 30
miliardi di dollari in due anni ai Paesi poveri
per «adattarsi» ai cambiamenti climatici
India Medio Giappone Altri
Oriente
Bruxelles 2014 Impegno
vincolante dei 28 Paesi Ue a ridurre
entro il 2030 le emissioni del 40%
rispetto ai livelli del 1990
New York 2014 Cina e India non si
presentano al vertice sul clima convocato
all’Onu. Per Obama è «la minaccia del secolo»
Fonte: Global Carbon Atlas 2013; World energy outlook Iea 2014
Corriere della Sera
di Stefano Agnoli
Il taglio promesso alle emissioni
non curerà la febbre della Terra
«Ultima chance a Parigi nel 2015»
Un annuncio storico quello
di Obama e Xi Jinping sul clima? Certo, se si dà un’occhiata
alla top ten dei Paesi che emettono più CO2 al mondo la Cina
è prima e gli Stati Uniti secondi, rispettivamente con più di 8
e 5 miliardi di tonnellate l’anno. Non si può che essere compiaciuti, quindi, se i primi due
«inquinatori» del pianeta – che
pesano per il 40% delle emissioni – trovano un accordo per
limitarle.
Ma dopo la «photo opportunity» quanto è incoraggiante lo
scenario che si apre? A fare la
differenza saranno, ovviamente, i fatti. Il primo – come ricorda il World Energy Outlook dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), reso pubblico a
Londra proprio mentre i due
leader parlavano a Pechino –
sta in una cifra facile da ricordare: mille miliardi di tonnellate di CO2. Si tratta del budget
ancora disponibile nel portafoglio dell’umanità. Una volta
emesse nell’atmosfera, una volta «spese», non ci sarà più la
possibilità di stabilizzare l’aumento delle temperature entro
due gradi, il minimo per evitare guai seri sul fronte ambien-
tale. Secondo l’Iea, anche tenendo conto degli impegni politici di riduzione presi fino all’altro giorno dai governi
mondiali (in particolare Cina,
Usa, Ue e India) il «tesoretto» di
CO2 sarebbe esaurito intorno
al 2040. Dopo di che le emissioni dovrebbero scendere a zero
da un giorno all’altro, cosa praticamente impossibile.
Ebbene, ciò che si ricava dal
confronto tra gli impegni di Cina e Usa e le stime fatte in tempo reale da qualche economista Iea dopo gli annunci, è che i
nuovi accordi di Pechino non
sarebbero ancora sufficienti a
scongiurare lo «sforamento»
del budget. L’impegno cinese
di arrivare al punto massimo di
emissioni nel 2030 resta abbastanza misterioso: l’Iea prevedeva già il raggiungimento di
un plateau intorno a quell’anno, e quindi il miglioramento
resta tutto da valutare. L’impegno di Obama, invece, costituirebbe un bel passo in avanti:
meno emissioni del 26-28%
contro una stima attuale del
16%. Se si traducesse in realtà
funzionerebbe anche da potente traino sugli altri Paesi. Non
solo in vista della conferenza di
L’analisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TOTALE
31
1.110
Protocollo di Kyoto 1997 Obbligo di
riduzione (media) del 5% nel periodo
2008-2012. Gli Usa non sottoscrivono;
India e Cina sono esonerate
che, avendo tirato fuori scandali e storie scomode, si sono
viste negare i visti per i loro
corrispondenti. Xi è passato oltre ma poi, rispondendo a una
domanda innocua di un giornalista cinese, dopo aver detto
di voler fare di più anche sui diritti umani, ha aggiunto una
considerazione assai critica:
«La Cina protegge la libertà
d’espressione dei cittadini, ma
anche i giornalisti devono rispettare le leggi: quando un’automobile si rompe bisogna
scendere per vedere cosa è successo. In Cina abbiamo un detto: chi crea un problema deve
poi darsi da fare per risolverlo». Come dire che il problema
non sta nei fatti che vengono
denunciati ma nelle accuse
troppo severe della stampa.
Massimo Gaggi
800 Giga
g tonnellate
OCEANIA
382
1.207
7
407
Passato e futuro
4.000
305
87
niti più o meno espliciti nelle
dichiarazioni rese alla fine di
un lungo vertice nel Palazzo del
Popolo, l’imponente edificio
sede del Parlamento cinese che
sorge di fronte alla Città Proibita, l’antica residenza imperiale.
Poi una mini-conferenza stampa condotta sul filo del rasoio:
un vero pezzo di teatro politico.
Non abituati a ricevere domande dai giornalisti, i cinesi non
volevano nemmeno che si parlasse di conferenza stampa. Alla fine, dopo molte pressioni
americane, Xi ha accettato una
formula minima: due sole domande, una da un giornalista
americano, una da un cinese.
Ma poi ha ostentatamente
ignorato la domanda di Mark
Landler del New York Times
che gli chiedeva conto della repressione anche nei confronti
della stampa straniera: testate
600
2.2
2.242
24
42
2
1.213
● Pechino
Il presidente
cinese
Xi Jinping,
61 anni
MEDIO
ORIENTE
CENTROAMERICA
AMERICA
DEL SUD
● Washington
Il leader Usa
Barack Obama,
53 anni
1
16.797
743
Emissioni di CO2
in milioni di tonnellate
Popolazione
in milioni
I leader
ASIA
A
5.862
862
478
Le tappe
Obama ha cominciato a negoziarlo con gli emissari cinesi a
fine settembre a New York —
Xi ha accettato molte delle richieste di Washington. Ma in
cambio ha chiesto agli Usa di
astenersi dall’intervenire sui
diritti umani in Cina e sulle sollevazioni politiche in corso a
Hong Kong. Obama, bisognoso
di una sponda cinese per la sua
politica estera, ha scelto una
via intermedia: non ha preso
posizione su Hong Kong limitandosi ad auspicare che vengano evitate violenze, ma ha
anche sostenuto che gli Usa
non possono ignorare i diritti
umani perché quella delle libertà e della dignità dell’uomo
è un’aspirazione dell’intera
umanità, non una battaglia solitaria degli Stati Uniti.
I due leader hanno alternato
reciproci riconoscimenti a mo-
Il cielo sopra Pechino
L’ordine di Xi: Blu Apec (bello ma non dura)
di Guido Santevecchi
L
o hanno chiamato «Blu Apec»: il
colore straordinario del cielo di
Pechino nei giorni del vertice. Xi
Jinping aveva ordinato il cielo blu.
Bisognava disperdere lo smog che
soffoca la capitale. Chiusi 2.445
cantieri e 2.386 fabbriche tra le più
inquinanti nel raggio di 200 km;
vacanza in scuole e uffici pubblici.
«Blu Apec» nel linguaggio dei ragazzi
è diventato subito sinonimo di
temporaneo. «Amore Blu Apec», per
l’incontro di una notte. «Amore Smog
Dicembre», quello appiccicoso che ti
avvolge. «Lo so, il blu è bello ma non
può durare», ha ammesso Xi. A
mezzanotte le fabbriche sono state
riavviate. Si aspetta l’Amore Smog.
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Lima nel mese prossimo ma,
soprattutto, in vista di quella di
Parigi di dicembre 2015, che
dovrebbe portare a un nuovo
trattato internazionale vincolante come quello di Kyoto. Curioso: la Cina è sempre rimasta
fuori dagli accordi sul clima,
mentre gli Usa firmarono Kyoto
nel 1997 ma sia Bill Clinton che
George W. Bush non lo inviarono mai al Congresso per la ratifica. Quest’ultimo, anzi, nel
2001 lo affossò definitivamente.
Va anche detto che solo poche tra le conferenze sul clima
(Cop, Conference of the parties) che si sono susseguite dopo il summit di Rio de Janeiro
nel 1992 e l’esordio a Berlino
nel 1995 sono state fruttuose.
Dopo la numero 3 a Kyoto si è
discusso fino al 2005, quando a
Montreal (Cop 11) il protocollo
è entrato in vigore grazie all’adesione della Russia. È dal
2007 (Cop 13 a Bali) che si parla
della «road map» per un nuovo
trattato (Kyoto è scaduto nel
2012). L’accordo era atteso a
Copenaghen nel 2009 (Cop 15),
ma niente. Cancun, Durban,
Doha, Varsavia (da 16 a 19) non
sono servite a molto. Dopo Lima (20) sarà la volta di Parigi
(Cop 21). Ultima spiaggia? Il capoeconomista dell’Iea, il turco
Fatih Birol, ha pronto lo slogan
per dare il senso dell’urgenza:
«Last chance in Paris». Ma non
è un film.
@stefanoagnoli
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
6
#
Primo piano La crisi all’Est
Tank e truppe russe in Ucraina
Kiev: «Pronti a combattere»
Russia in Ucraina», ha detto.
Mosca, invece, smentisce tutto.
Così Kiev si prepara a quella
che potrà essere una durissima
campagna d’inverno. Le truppe
ricevono abiti pesanti ed equipaggiamento nuovo. «Stiamo
riposizionando le nostre forze
per rispondere alle iniziative
dei ribelli», ha spiegato il ministro della Difesa Stepan Poltorak. Inoltre si schierano prime
e seconde linee di difesa, mentre si costituiscono unità di riserva.
Se non si riuscirà a far prevalere una linea moderata che
punti a una composizione concordata del conflitto, è inevitabile che le relazioni tra Russia,
Europa e Stati Uniti continuino
a peggiorare. Inutile, quindi,
parlare di modifica al regime
I bombardieri strategici di Mosca in missione verso le coste americane
Il governo di Kiev e la
Nato non hanno dubbi: nell’Ucraina sudorientale controllata dai ribelli sono tornati gli
«omini verdi», soldati in divisa
verde senza insegne accompagnati da mezzi blindati e armamenti di ogni tipo. Vale a dire
che mentre la tregua regge con
grandi difficoltà, i ribelli stanno ricevendo rinforzi dalla
Russia, in vista di un’offensiva.
Dal Donbass si ribalta l’accusa
sul governo legittimo: «Da
giorni si preparano a un attacco e continuano a bombardare
aree abitate», dicono i rappresentanti dell’autoproclamata
repubblica indipendente. Intanto Mosca annuncia ufficialmente che inizierà a pattugliare le coste del Nordamerica, a
causa di quello che fa la Nato.
«Alimenta le tendenze antirusse mentre la presenza militare straniera in prossimità
delle nostre frontiere sta aumentando», ha detto il ministro della Difesa Sergej Shojgu.
Così, ha aggiunto, «dobbiamo
assicurare la nostra presenza
militare nella parte occidentale
dell’Atlantico, in quella orientale del Pacifico e nelle acque
dei Caraibi e del Golfo del Messico». Tutt’attorno agli Stati
Uniti, per capirci.
MOSCA
Le tappe
● A fine 2013
lo slittamento
dell’Accordo
con la Ue causa
proteste anti
Mosca a Kiev,
con molti morti
● Dopo il
cambio di
presidente e
governo a Kiev,
in marzo la
Crimea indice
un referendum
e di fatto è
annessa alla
Russia
● Altre
secessioni
nell’Est, con
migliaia di
morti, fino alla
tregua firmata
in settembre
Ma la crisi
continua
I satelliti
I satelliti dell’Alleanza
atlantica confermano i
movimenti delle truppe
russe vicino al confine
Le sanzioni
Nell’Ue c’è chi parla di
nuove misure contro
Mosca ma il Consiglio
di lunedì non le varerà
4.000
vittime: è il bilancio della crisi
scoppiata un anno fa con le prime
proteste anti Mosca a Kiev, poi
diventata un vero conflitto armato
Una iniziativa che fa seguito
ai voli sempre più «provocatori» (la definizione è della Nato)
vicino alle coste occidentali e
in prossimità di navi e aerei
dell’Alleanza. E alla quale si aggiunge la creazione di un gruppo di intervento militare completamente autonomo nella
Separatisti
Ucraini dell’Est
fedeli alla
Russia a bordo
di un carro
armato nella
città di Krasnyi
Luch
(Afp/Dilkoff)
Crimea annessa da poco. In
questo clima i nuovi venti di
guerra che arrivano dall’Ucraina appaiono sempre più inquietanti. Sembra che i contendenti stiano semplicemente
approfittando del cessate il
fuoco per prepararsi ai prossimi scontri. Kiev non ha riconosciuto le elezioni tenute il 2 novembre dai separatisti. Così in
questi giorni hanno preso a girare voci su una possibile nuova offensiva delle truppe regolari per riconquistare il Donbass.
I ribelli dicono che loro stanno semplicemente «raggruppando» le forze in vista di una
possibile minaccia e negano
che dalla Russia siano arrivati
nuovi aiuti.
Ma i satelliti Nato, secondo il
comandante supremo dell’Alleanza Philip Breedlove, confermano i movimenti: «Non c’è
alcun dubbio sul coinvolgimento militare diretto della
delle sanzioni, visto che anche
nell’Unione Europea c’è chi
parla invece della necessità di
nuove misure per costringere il
Cremlino a cambiare strada. In
realtà dal Consiglio Esteri Ue
che si terrà lunedì a Bruxelles
non dovrebbero ancora uscire
nuove sanzioni nei confronti
della Russia, hanno rivelato
fonti dell’Unione Europea. «Le
sanzioni esistenti sono dolorose per la Russia e potrebbero
essere inasprite solo se l’Unione Europea non avesse altra
scelta», ha sottolineato una
fonte da Bruxelles. I vincoli finanziari ed economici stanno
infatti colpendo duramente la
Russia che deve fare i conti anche con prezzi del petrolio e
del gas in discesa. Ma, almeno
finora, tutto questo non sembra aver convinto Vladimir Putin a rivedere la sua posizione.
Fabrizio Dragosei
@Drag6
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L’annuncio nella notte del ministro Gentiloni
Libia, liberato il tecnico Marco Vallisa
Era stato rapito nel luglio scorso
Rilasciato
Marco Vallisa,
53 anni, era
stato rapito in
Libia il 5 luglio
ATI
Marco Vallisa è libero. Il tecnico italiano, 53
anni, originario di Cadeo, in provincia di
Piacenza, era stato rapito in Libia lo scorso 5
luglio. L’annuncio è stato dato nella notte dal
ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che ha
precisato che Vallisa era già in volo verso l’Italia.
Il tecnico lavora per la Piacentini, un’azienda
italiana di costruzioni. Al momento del
rapimento si trovava nella città costiera di
Zuwara, nell’ovest della Libia, con due colleghi,
l’ingegnere bosniaco Petar Matic ed il
macedone Emilio Gafuri, che erano stati
rilasciati 48 ore dopo il sequestro.
«Esprimo profonda soddisfazione per la
liberazione di Marco Vallisa — le prime
dichiarazioni del responsabile della Farnesina
— desidero ringraziare calorosamente tutti
coloro che hanno lavorato per il felice esito
della vicenda. Tale risultato è il frutto di un
gioco di squadra dell’Unità di crisi del ministero
degli Esteri, dei nostri servizi d’informazione e
dell’ambasciata d’Italia a Tripoli».
Ringraziamenti anche per la famiglia di Marco
Vallisa «per la fiducia nel lavoro delle
istituzioni». Sin dai primi momenti seguiti alla
scomparsa dei tre dipendenti della ditta
modenese si era pensato a un rapimento, anche
perché la loro auto era stata trovata con le chiavi
inserite nel quadro. Poi la lunga attesa fino
all’esito positivo della vicenda.
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
7
Il sostegno di Intesa Sanpaolo ai progetti degli Italiani.
NEL 2014 CONCESSI 20 MILIARDI A IMPRESE E FAMIGLIE.
Anche in questi anni Intesa Sanpaolo non ha mai smesso di offrire credito. Perché non ha mai smesso di
credere nel Paese e sostenerne la ripresa. Solo nei primi nove mesi del 2014, ad esempio, ha destinato
20 miliardi a imprese e famiglie.
IN ARRIVO ALTRI 12,5 MILIARDI CON IL CONTRIBUTO DELLA BCE.
Intesa Sanpaolo partecipa a TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations). L’operazione della Banca
Centrale Europea che fornisce liquidità al sistema bancario per favorire la concessione del credito.
Questo ci consente di mettere a disposizione del Paese altri 12,5 miliardi a un tasso vantaggioso.
140 MILIARDI DI NUOVO CREDITO IN 4 ANNI.
Complessivamente, tra il 2014 e il 2017, il credito stanziato da Intesa Sanpaolo per famiglie e imprese sarà
di oltre 140 miliardi. Una cifra importante, il nostro modo di sostenere la ripresa economica del Paese.
Messaggio Pubblicitario. Fogli Informativi in Filiale e sul sito della Banca.
www.intesasanpaolo.com
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
8
Primo piano La conquista spaziale
L’obiettivo
● La missione
Rosetta ha
l’obiettivo
di scoprire
i segreti della
nascita del
sistema solare
● Comete
come la 67P
/ChuryumovGerasimenko
conservano
le condizioni
esistenti
nelle prime fasi
dell’origine del
sistema Solare.
Le comete
sono ricche
di acqua
e molecole
organiche:
ingredienti
fondamentali
della vita
Gli occhi elettronici della
piccola sonda Philae guardano
per la prima volta il panorama
desolato e aspro di una cometa. Mai un veicolo costruito dall’uomo era sceso sul nucleo di
un astro con la coda e un tweet
è stato il primo ad annunciarlo.
«Abbiamo compiuto qualcosa
di straordinario — dice JeanJacques Dordain, direttore generale dell’Esa, l’agenzia spaziale europea —. La nostra ambiziosa missione Rosetta si è
assicurata un posto nei libri di
storia». Ora Philae, delle dimensioni di una minuscola lavatrice, è saldamente ancorata
grazie a due arpioni penetrati
nel suolo ghiacciato di «67P/
Churyumov-Gerasimenko».
Quando al centro di controllo Esoc dell’Esa di Darmstadt
(Germania) è giunto alle 17.05
il segnale di conferma proveniente dalla sonda distante 510
milioni di chilometri dalla Terra un sospiro di sollievo e soddisfazione ha cancellato l’ansia
delle ultime ore, quando si è temuto il peggio. «Incredibile —
nota esultante Paolo Ferri, direttore delle missioni interplanetarie all’Esoc —. Abbiamo
vissuto un momento straordinario. Il razzo che doveva assicurare Philae al suolo non ha
funzionato ma ci si è resi conto
che non era necessario. La gravità dell’astro è stata sufficiente
a trattenerlo e le tre gambe
molleggiate hanno assorbito
l’impatto avvenuto alla velocità
di un metro al secondo».
Conquistare la cometa è stata una sfida lanciata vent’anni
fa. Da allora inventarsi ciò che
serviva è apparso giorno dopo
In orbita
A fianco,
un «selfie»
di Rosetta
e della cometa
scattato
dall’elemento
mobile Philae
a una distanza
di circa 16 km
dalla superficie
del corpo
celeste.
Più a sinistra,
il distacco
fra Philae
e la sonda
(foto Esa)
Rosetta sulla cometa
L’atterraggio dopo 10 anni in viaggio e 7 ore di discesa
Razzo rotto, impatto alla velocità di un metro al secondo
giorno un gioco d’azzardo. Non
si sapeva nulla dell’ambiente su
cui ci si sarebbe posati, solo valutazioni indirette. Finalmente
nel 2004 la sonda Rosetta, costata 1,3 miliardi di euro, è partita e dopo dieci anni di viaggio
per lo più in uno stato di ibernazione, si è trovata davanti il
volto scavato e difficile di Churyumov-Gerasimenko, largo al
massimo quattro chilometri,
con colline di trenta metri, dirupi scoscesi ma pure qualche
vellutata distesa. La cometa
sembrava la fusione di due corpi e ardua è apparsa subito la
scelta del luogo dove sbarcare.
Finché non si è scelto un suolo
pianeggiante lungo 900 metri e
largo 600, incastonato tra aspri
rilievi. Il luogo è stato battezzato Agilkia e da lì, ora, Philae
cerca di sciogliere almeno alcuni dei misteri sull’origine del
nostro sistema solare di cui è
una delle tracce originali.
«Abbiamo centrato il punto
stabilito per l’atterraggio con
uno scarto di cento metri —
In volo
La piccola
sonda
Philae
raffigurata
nel suo
cammino
verso la cometa
nota Paolo Ferri — dopo una
discesa perfetta di sette ore tutta governata dai computer».
Philae con i suoi strumenti
indagherà la natura del suolo e
soprattutto lo perforerà con
una trivella scavando sino a
una profondità di 23 centimetri. L’eccezionale strumento,
concepito al Politecnico di Milano da Amalia Finzi, analizzerà anche le particelle ghiacciate
che raccoglierà trasmettendo
le loro caratteristiche.
Le batterie consentiranno 64
ore di indagini trasmettendo
fotografie ma in realtà il tempo
di lavoro dipenderà dall’attività
dell’astro in aumento: mentre
si avvicina al Sole erutta polveri
e gas. Se questi non danneggeranno i pannelli solari, Philae
potrà continuare l’esplorazione
anche per qualche mese. Non
oltre, però, il marzo prossimo
perché allora il nucleo di Churyumov-Gerasimenko diventerà un inferno impossibile. La
sonda madre Rosetta, invece,
che l’ha portata a destinazione,
continuerà a ruotare intorno
alla cometa, avvicinandosi fino
quasi a sfiorarla, per riuscire a
cogliere il ritmo nascosto dell’affascinante corpo celeste.
Giovanni Caprara
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
PRIMO PIANO
9
In discesa
La superficie
della cometa
fotografata da
Philae durante la
discesa, a circa 3
km dal corpo
celeste
(Esa/Getty
Images). A destra,
il presidente
francese
François
Hollande con gli
occhiali 3D segue
le fasi della
missione
(Afp Photo)
Telecamera, trivella, capo missione
Lassù c’è (anche) la scienza italiana
6,5
Miliardi
di chilometri
percorsi
da Rosetta
dal giorno del
lancio nel 2004
64
Le ore
di indagini
che sono
consentite
dalle batterie
di Rosetta
20
Le nazioni
europee
coinvolte nella
complessa
missione
iniziata circa
venti anni fa
La missione Rosetta è un
grande programma dell’agenzia spaziale europea Esa nato
dopo il successo nel 1986 della
sonda Giotto che per prima
svelò il volto di una cometa fotografando il suo nucleo dalla
distanza di 596 chilometri.
L’ambitissimo passo successivo a cui tutti guardavano era
lo sbarco su un astro con la coda per indagare direttamente
la sua natura. L’impresa venne
avviata coinvolgendo le maggiori istituzioni scientifiche dei
vari Paesi europei mentre la costruzione coinvolgeva 50 aziende di 14 nazioni sotto la guida
di Airbus Defence and Space.
L’Agenzia spaziale italiana condivise subito, e con maggior
peso rispetto a Giotto, il nuovo
programma che vedeva uniti
scienziati e ingegneri delle industrie nel trovare soluzioni
tecnologicamente innovative
per l’ardita esplorazione.
Nel frattempo, pure in Esa il
ruolo italiano cresceva in modo significativo, tanto che ieri a
Darmstadt lo sbarco è ricaduto
sotto la responsabilità di Paolo
Ferri, coordinatore di tutte le
missioni interplanetarie europee, e di Andrea Accomazzo,
direttore di volo della missione. Ferri, 55 anni, fisico teorico
Il commento
di Tullio Avoledo
Siamo già stati lassù, su una
cometa. Ma sino a oggi solo nei
romanzi e nei film di fantascienza.
Edgar Allan Poe, Jules Verne
e H.G. Wells dedicarono pagine
memorabili a questi corpi celesti, inaugurando un filone narrativo che annovera opere di altri grandi autori come Jack Williamson, Arthur C. Clarke, Larry Niven e Stephen Baxter. Dal
canto suo Mark Twain, nato nel
1835, che nel suo Viaggio in Paradiso aveva descritto una gara
di velocità con una cometa,
previde che la sua morte sarebbe avvenuta, così come la sua
nascita, durante un passaggio
della Cometa di Halley. E così
fu, nel 1910.
Il cinema catastrofico ha
spesso utilizzato le comete, per
film peraltro non proprio esaltanti, fatta eccezione per Deep
Impact del 1988. Le comete (a
volte confuse dagli sceneggiatori hollywoodiani con gli asteroidi) erano sempre e comunque una pistola puntata alla
a Pavia, amante dello spazio
«suggestionato dallo sbarco
sulla Luna», ancora nel 1984
entrava al centro tedesco di
Darmstadt e lì rimaneva, affascinato dal controllo dei robot
cosmici su orbite e traiettorie.
«Allora non si svolgevano progetti interplanetari. C’era in gestazione solo Giotto sul quale
poi costruimmo le esperienze
di altre spedizioni. Adesso c’è
Università e aziende
All’opera l’ateneo di
Padova, il Politecnico di
Milano e la Selex Es, del
gruppo Finmeccanica
una settantina di scienziati che
padroneggia viaggi cosmici.
Ogni sonda che ho guidato tra i
pianeti — aggiunge — ha lasciato qualcosa di indelebile
nella mia formazione».
Così s’è parlato molto italiano ieri a Darmstadt. «Stiamo
vivendo una fase storica importante per l’esplorazione spaziale — ha commentato Roberto
Battiston, presidente dell’Asi
— e l’Italia è in prima linea con
una presenza essenziale a bordo di Rosetta e del lander Phi-
Le fasi
Lander
Philae
1 IL DISTACCO ORE: 9.35
Ieri il lander Philae si è
staccato dalla sonda Rosetta
per iniziare il suo viaggio
verso la superficie della
cometa 67/P ChuryumovGerasimenko
Sonda Rosetta
IL VIAGGIO
2004
Lancio
Orbita della Terra
2006
2 DISCESA
Nella notte si scopre che non
funziona il motore a razzo
posto sopra a Philae e che
doveva aiutare l’ancoraggio
Marte
2008
Asteroide Steins
2010
Asteroide Lutetia
3 ATTERRAGGIO ORE:17.05
Philae ha toccato la
superficie della cometa 67/P
nella pianura di Agilkia,
a 100 metri dal punto
stimato di atterraggio che
è stato definito «delicato
e dolce» dagli scienziati
in Germania
2012
Ibernazione
2014
2015
Arrivo intorno alla cometa
Atterraggio di Philae
Fine della missione
Fonte: Reuters
Corriere della Sera
lae». L’agenzia italiana, infatti,
è al terzo posto nella partecipazione al progetto dopo la Dlr tedesca e il Cnes francese.
Su Rosetta sono installati tre
strumenti importanti diretti
dagli scienziati italiani. Fabrizio Capaccioni dell’Inaf (prima
era Angioletta Coradini, poi
scomparsa) sovrintende Virtis,
che raccoglie immagini nel visibile e all’infrarosso attraverso
le quali si risale alla natura del
corpo celeste; Alessandra Rotundi dell’università Parthenope è responsabile di Giada, che
analizza le polveri, e Cesare
Barbieri dell’Università di Padova ha studiato la camera che
ha ripreso le straordinarie immagini della cometa. Su Philae,
invece, è protagonista Amalia
Finzi del Politecnico di Milano,
dove è nata la trivella che scaverà il nucleo di 67P/Churyomov-Gerasimenko.
Ma questi strumenti sono
anche il frutto dei tecnologi italiani che li hanno costruiti. Da
Selex Es sono usciti la trivella,
lo strumento Virtis, i sensori
stellari della sonda, la sua telecamera di navigazione e anche
i pannelli di celle solari che forniscono l’energia. La sede tedesca di Telespazio ha aiutato le
operazioni di sbarco mentre
l’intera sonda Rosetta con Philae venivano integrate e preparate nelle camere bianche di
Thales Alenia Space di Torino.
Tutte e tre sono società di
Finmeccanica con una lunga
tradizione nello sviluppo delle
tecnologie spaziali d’avanguardia.
G. Cap.
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Quel nostro sogno da Achab che è diventato realtà
Lo sbarco su un corpo celeste che per secoli fu considerato messaggero di morte
❞
Mark
Twain
previde che
sarebbe
morto durante un
passaggio
della Cometa di Halley
tempia dell’umanità.
Perché le comete passino da
minacce cosmiche a grandi opportunità dobbiamo attendere
i romanzi Nel cuore della cometa di Gregory Benford e David
Brin e Oltre l’orizzonte azzurro
di Frederik Pohl, in cui vengono sfruttate, da un pianeta Terra impoverito di ogni risorsa,
come fabbriche di cibo, sintetizzato a partire dagli elementi
base di cui le comete sembrano
abbondare: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto.
Questo cambia evidentemente tutto: un po’ come scoprire che l’algida bellezza che vi
ha da sempre affascinato e a
volte intimidito è non solo bella, ma anche ricca e alla vostra
portata. Ovvio che l’interesse
umano per le comete aumenti.
La sonda europea Rosetta è
in viaggio da più di dieci anni
per il suo appuntamento con la
cometa 67P, ma le manovre di
avvicinamento a questi affascinanti corpi celesti sono cominciate molto prima, da quando
la scienza ha affrontato e cacciato antiche superstizioni. Per
gli antichi, le comete erano
messaggere di morte, per le
masse o per pochi eletti. Erano
«araldi che annunciano la
morte dei re», inviate da Dio
per punirci. La Cometa di Halley appare sull’Arazzo di
Bayeux che illustra la conquista
normanna dell’Inghilterra nel
1066, così come in certe suggestive cronache medievali come
questa, del 984: «In Italia fu
una grande cometa, e peste
l’oppressò, e in Fiandra si vide
un gran serpente volar per aria,
e in Genova un cavallo parlò, in
Pisa veduti uomini con effigie
di cane» o questa del 1316: «In
Milano si videro molte statue
per l’aria volare, e si sentirono
voci spaventevoli, e nell’aria si
vide gran fuoco».
Ci volle l’opera di scienziati
come Fracastoro, Brahe, Keplero e Halley, per ripulire la fedina penale delle comete. Anche
se una teoria di recente ha attribuito all’impatto di una cometa
❞
Imprese
costose?
Ma il film
Gravity
è stato più
caro della
missione
indiana
su Marte
l’estinzione dei dinosauri, trasformando quindi le comete da
«assassine di re» ad «assassine
di Rex» (nel senso di Tyrannosaurus Rex...). Altre teorie, in
compenso, sostengono che
gran parte dell’acqua del nostro pianeta provenga dalle comete, e addirittura che questi
corpi celesti siano i mezzi con
cui la vita si diffonde nell’universo.
La missione Rosetta ci aiuterà forse a fare chiarezza anche
su quest’ultima ipotesi. La
scienza prenderà il posto della
fantasia, anche se le pagine più
belle dedicate a una cometa rimangono a mio avviso quelle
di Leviathan 99, il radiodramma scritto da Ray Bradbury per
la Bbc nel 1966 che rivisitava
Moby Dick mettendo al posto
della balena un’enorme cometa
bianca. Come non pensare al
romanzo di Melville, al folle
immenso sogno del capitano
Achab, mentre una macchina
creata dall’uomo, dopo un
viaggio di 6,5 miliardi di chilo-
metri, sta per sbarcare su un altro corpo celeste, com’è successo solo altre sei volte prima
d’ora? Anche solo immaginare
una spedizione del genere è un
grande risultato per l’umanità,
e ancora più grande per l’Europa che l’ha voluta e finanziata.
Imprese come queste ci aiutano ad allargare i nostri orizzonti, a guardare il cielo con speranza e curiosità. Molti criticano i costi dell’esplorazione spaziale. Ma pochi giorni fa,
commentando le prime foto
inviate dal satellite indiano
Mangalyaan in orbita attorno a
Marte, qualcuno ha giustamente osservato che il costo di
74 milioni di dollari della missione spaziale indiana è inferiore di 30 milioni di dollari rispetto al budget del film Gravity con Sandra Bullock e George
Clooney...
Qualcosa su cui converrà riflettere, prima di parlare ancora di «sprechi» e di «imprese
inutili».
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
10
#
Politica
Renzi e Berlusconi: il patto è solido
Ma è stallo su lista e sbarramento
Dietro
le quinte
Quel capannello
targato Pds
In Transatlantico
Metti un pomeriggio
a Montecitorio tra vecchi
compagni di partito.
Nel bel mezzo del
Transatlantico
se ne stavano ieri il leader
di Sel Nichi Vendola,
l’ex ministro Fabio Mussi,
l’onorevole Giorgio Airaudo
e l’ex viceministro
Stefano Fassina, intenti
a commentare l’incontro
in corso tra Matteo Renzi
e Silvio Berlusconi.
«Che cos’è, una riunione
del Pds?» scherza un
giornalista di lungo corso,
colpito dal gruppetto
che ricorda la vecchia
Quercia. E Pippo Civati,
che si ferma a far
capannello: «Pds, sì...
E non vi sfugga che la
lettera più importante
è la “s” di sinistra».
(Monica Guerzoni)
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Caso de Magistris
Ancora ricorsi
e verdetti in bilico
Già sospeso,
in base alla
legge
Severino,
perché
condannato
per abuso di
ufficio, e
reinsediato di fatto dal Tar
che ha annullato il decreto
rinviando la questione alla
Consulta, Luigi de Magistris
(foto) potrebbe essere di
nuovo sollevato dalla carica
di sindaco di Napoli: tra
una settimana il Consiglio
di Stato deciderà sul ricorso
deciso dal Viminale contro
la sospensione della
sospensione decisa dal Tar.
Ai quali, invece, de
Magistris intende rivolgersi
per bloccare lo sblocca
Italia. Insomma, tra bisticci
di parole e controricorsi, la
sceneggiata continua.
(Fulvio Bufi)
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Omicidio stradale,
la promessa
del premier
Una promessa solenne del
premier al babbo di
Massimo, diciassettenne
morto sulla strada per colpa
di un automobilista
ubriaco. «Mi impegnerò
per ridurre i tempi di
approvazione, anche in
Senato, della legge per
introdurre l’omicidio
stradale», ha detto ieri
Renzi a Massimiliano
Massimi, luogotenente dei
carabinieri e comandante
della stazione di Pescia,
appena tornato al lavoro
dopo la licenza per il lutto.
E lui, commosso, l’ha
invitato alla manifestazione
di domenica prossima per
ricordare il figlio. Un primo
sì alla legge delega è
arrivato dalla Camera, ora si
attende il via libera di
Palazzo Madama.
(Marco Gasperetti)
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Sì alla soglia del 40% e 100 capilista bloccati. «Italicum entro l’anno e avanti fino al 2018»
Napolitano: cederei ad altri il record di velocità di cambiamento dei governi
«L’impianto dell’accordo
è oggi più solido che mai». Dopo quasi due ore di incontro a
Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sulla legge elettorale, una nota congiunta di Pd e Forza Italia dirada solo parzialmente le nebbie
della politica italiana. Perché
restano le «differenze sulla soglia minima di ingresso e sul
premio di maggioranza alla lista invece che alla coalizione».
Ma sono differenze che, a detta
dei due leader, non impediranno l’ok dell’Italicum al Senato
entro dicembre e alla riforma
costituzionale entro gennaio
ROMA
7
gli incontri
tra il premier
Matteo Renzi
e il leader
di Forza Italia
Silvio
Berlusconi:
l’ultimo prima
di ieri risaliva
allo scorso
5 novembre
2015. Smentendo, quindi, qualunque ipotesi di rottura del
patto del Nazareno.
Un finale agrodolce, che fa
intravedere un lieto fine, ma
che non esclude colpi di scena
dell’ultima ora. Anche perché
nel quadro politico va considerato l’accordo raggiunto nel
vertice di maggioranza con il
Nuovo centrodestra e gli altri
partiti. E vanno considerate le
altre variabili, dalle resistenze
della minoranza Pd, alle divisioni all’interno di Forza Italia,
fino alla partita delle possibili
urne anticipate e del capo dello
Stato, che potrebbe anche an-
nunciare le dimissioni alla fine
dell’anno. Ma le prime reazioni
sembrano positive, come dimostra il tweet di Angelino Alfano (Ncd): «Bene, molto bene,
direi ottimo incontro RenziBerlusconi». Seguito dall’hashtag «#avantitutta».
Nella nota si spiega che tra
Pd e FI c’è la «comune volontà»
di alzare al 40% la soglia per il
premio di maggioranza (era al
37) e di introdurre le preferenze dopo il capolista bloccato
nei 100 collegi previsti dall’Italicum. E si ricostruiscono le ragioni del patto del Nazareno:
«L’Italia ha bisogno di un siste-
❞
Le
differenze
non
impediscono di
considerare
positivo
il lavoro
fin qui
svolto
ma istituzionale che garantisca
governabilità, un vincitore certo la sera delle elezioni, il superamento del bicameralismo
perfetto, e il rispetto tra forze
politiche che si confrontino in
modo civile, senza odio di parte. Queste sono le ragioni per
cui Partito democratico e Forza
Italia hanno condiviso un percorso difficile, ma significativo, a partire dal 18 gennaio
scorso con l’incontro del Nazareno». E quell’accordo, dice la
nota, è «più solido» che mai.
Renzi e Berlusconi scelgono
quindi di sottolineare gli aspetti positivi dell’intesa, nonostante i punti di contrasto, che
permangono. E che sono le soglie minime di ingresso (3 o 5
per cento) e il premio di maggioranza alla lista, come vorrebbe il premier, o alla coalizione come vuole l’ex Cavaliere.
E concludono la nota così,
trasformando il patto del Nazareno in una sorta di patto di legislatura: «Dovrà proseguire fino alla scadenza naturale del
2018, costituisce una grande
opportunità per modernizzare
l’Italia. Anche su fronti opposti,
maggioranza e opposizioni potranno lavorare insieme nell’interesse del Paese nel rispetto condiviso di tutte le Istituzioni».
A cominciare dall’elezione
del nuovo capo dello Stato, dopo che è emersa la possibilità
che Giorgio Napolitano possa
lasciare in anticipo il suo incarico. Circostanza che non è irrilevante rispetto alla prospettiva
(ufficialmente esclusa) di tornare alle urne prima della sca-
La reazione di Alfano
«Ottimo direi l’incontro
Renzi-Berlusconi»
commenta su Twitter
il leader Ncd Alfano
denza naturale della legislatura. Al presidente, del resto, preme la stabilità, come ha ripetuto anche ieri ad un incontro
sull’Expo: «L’Italia detiene il record mondiale di cambiamenti
di governo. Volentieri vorrei
che lo cedessimo ad altri».
E nell’attesa di sciogliere gli
ultimi nodi, i lavori sul decreto
di riforma elettorale cominceranno martedì prossimo in
commissione Affari costituzionali del Senato. A favore della
calendarizzazione hanno votato tutti i gruppi, tranne il M5S
che si è astenuto e l’ex grillino
Francesco Campanella che ha
votato contro. L’analoga commissione della Camera, contemporaneamente, ha stretto i
tempi sulla riforma costituzionale, che approderà nell’Aula
di Montecitorio il 10 o l’11 dicembre.
Qui le opposizioni proveranno a dare battaglia. Tra loro, il
Movimento 5 Stelle, che ieri
provava a insinuare il dubbio,
con Danilo Toninelli: «Nulla di
fatto tra Renzi e Berlusconi. Il
patto del Nazareno scricchiola:
nessun accordo su premio di lista e soglie. Renzi dormirà sonni tranquilli?».
Alessandro Trocino
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
POLITICA
11
#
Con Letta
Il leader
di Forza Italia
Silvio
Berlusconi,
accompagnato
dal consigliere
Gianni Letta,
al suo arrivo
ieri pomeriggio
a Palazzo
Chigi per
l’incontro
con il premier
Matteo Renzi
sulle modifiche
alla legge
elettorale
(Claudio
Peri/Ansa)
Il retroscena
di Maria Teresa Meli
La vicenda
● Ieri Matteo
Renzi e Silvio
Berlusconi si
sono incontrati
per siglare
l’accordo sulle
modifiche al
«patto del
Nazareno»
varato dai due
leader lo
scorso 18
gennaio
● L’intesa si
basava su una
nuova legge
elettorale e
riforme
istituzionali:
nuovo Senato e
modifica del
Titolo V della
Costituzione
● Ieri i leader di
Pd e Fi hanno
concordato di
alzare al 40%
la soglia per il
premio di
maggioranza
(era al 37) e di
introdurre le
preferenze
dopo il
capolista, che
sarà bloccato
nei 100 collegi
previsti
● L’intenzione
è quella di
ottenere il via
libera per
l’Italicum al
Senato entro
dicembre e per
la riforma
costituzionale
entro gennaio
ROMA A sera, dopo l’incontro
con la delegazione di Forza Italia capeggiata da Silvio Berlusconi, Matteo Renzi ha il tempo
di rilassarsi un poco con i suoi,
prima di prepararsi ad affrontare la riunione della Direzione
del suo partito.
Nello staff del presidente del
Consiglio circola questa battuta, piuttosto cruda, ma che
spiega con una certa efficacia la
situazione: «È come se fossimo
in un supermercato con il nostro carrello. Ci abbiamo messo il 3 per cento per Alfano, i
capilista bloccati per Berlusconi e adesso tutti spingono quel
carrello. E questo era quello
che ci interessava». Detta così,
forse, suona un po’ brutale, ma
piuttosto realistica. Perché se è
vero che l’ex Cavaliere ieri ha
detto «no» al 3 per cento e al
premio di lista, è anche vero,
come ha spiegato ai collaboratori e ai fedelissimi il premier,
che «ci ha assicurato che non
farà imboscate e che garantirà
che i tempi vengano rispettati».
Il leader: Silvio ci seguirà
Vuole stare al tavolo
anche nella partita del Colle
«Ognuno ha messo i suoi ingredienti. Ora tutti spingono il carrello»
«Del resto — ha aggiunto
Renzi — nessuno si aspettava
che ci dicesse di sì, non poteva
farlo, dopo aver ricompattato il
suo partito, altrimenti Forza
Italia si sarebbe nuovamente
divisa e Fitto sarebbe tornato
alla carica. Insomma, immaginare che Berlusconi fosse disponibile a darci di più era
francamente impossibile, ma
va bene così». Il presidente del
Consiglio è soddisfatto, non dispera di ottenere qualcosina di
più durante l’iter parlamentare, ma anche se ciò non dovesse accadere, pazienza. È riuscito a fare un accordo con la sua
maggioranza di governo sul
premio alla lista (cosa a cui teneva sopra ogni altra cosa, perché è il bipartitismo, in realtà,
l’obiettivo finale a cui tende
Renzi) e nel contempo non ha
provocato la rottura del patto
del Nazareno, anche se quell’intesa si è andata modificando nel tempo.
«Non dimentichiamoci —
ha spiegato ancora ai suoi il
premier — che Berlusconi ci ha
anche promesso che andrà
avanti con noi sulla riforma del
Senato, che non si sfilerà e pure questo è un punto molto importante». Dunque «si può
procedere celermente, secondo i tempi stabiliti, senza rinvii
e stoppando qualsiasi tattica
dilatoria, cosa che era il nostro
primo obiettivo».
La metafora
«Come al supermarket,
abbiamo nel carrello
il 3% per Ncd e i nomi
bloccati per gli azzurri»
Per il resto, il premier non è
preoccupato per il fatto che Fi
voterà a favore solo di determinati punti della riforma elettorale. Sa che sulla soglia del 3
per cento i voti saranno molti
di più di quelli dello stretto
confine della maggioranza di
governo. Per esempio, perché
Sel e Fratelli d’Italia dovrebbero dire «no» a uno sbarramento che consente a queste due
forze politiche di presentarsi
da sole? Quanto al premio di lista, il premier ritene di non
avere problemi nemmeno su
quel fronte. È convinto che su
quel punto il suo partito sarà
compatto e che qualche apporto potrebbe venire anche dai
banchi dell’opposizione.
Per farla breve, il premier è
convinto che la riforma elettorale «verrà approvata entro la
fine dell’anno al Senato ed en-
❞
Immaginare che
Berlusconi
potesse
darci di più
era
impossibile
Ci ha
promesso
che andrà
avanti
con noi
anche
sul Senato
tro febbraio del 2015 alla Camera». Ma non ostenta un po’
troppa sicurezza il presidente
del Consiglio? Una fetta della
minoranza del Partito democratico potrebbe dargli del filo
da torcere al Senato: «Già, ma
questa volta — ha spiegato ai
più stretti collaboratori — dovranno farlo con il voto palese,
mettendoci la faccia e assumendosi le loro responsabilità». Inclusa quella di far fallire
una delle riforme che Giorgio
Napolitano aveva posto come
condizione per accettare il suo
secondo mandato.
Renzi, che non è certo un ingenuo, sa bene che sia nel Pd
che dentro Forza Italia c’era e
c’è chi vuole mandare all’aria
tutto e le mosse del vertice di
maggioranza di lunedì e dell’incontro di ieri con comunicato incorporato sono servite
proprio a sventare queste manovre. Come sa, perché l’ex Cavaliere glielo ha confermato ieri, che Berlusconi vuole stare al
tavolo in cui si deciderà la successione a Napolitano: «Lui —
ha spiegato ai suoi — mi ha
detto di avere tutto l’interesse a
essere dentro questa partita».
Nei corridoi di Montecitorio,
dopo quell’incontro, circola voce che questo sia l’assillo di
Berlusconi. Motivo in più perché il leader di Fi non rompa il
patto. Motivo in più perché
Renzi si senta sufficientemente
tranquillo.
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Minoranza in rivolta, attacco sui «nominati»
Anche D’Alema alla «riunione unitaria» della sinistra. E sul Jobs act 550 emendamenti
ROMA «Un Parlamento di nomi-
nati è inaccettabile, un punto
imprescindibile...». Tra la buvette e il Transatlantico di
Montecitorio, Bersani non si
stanca di declinare i suoi no alle scelte di Renzi, dando corpo
e voce allo stato d’animo della
minoranza: «Il premier deve
sciogliere l’ambiguità, deve
spiegarci l’incoerenza. Perché
acceleri sulla legge elettorale,
se non vuoi andare a votare?».
L’opposizione si è ormai
convinta che la corsa sull’Italicum abbia un solo obbiettivo,
le urne. Per questo alza i toni e
avrebbe alzato fisicamente i
tacchi, in direzione, se il segretario-premier avesse chiesto
un voto sulla sua relazione.
In vista della convention dei
bersaniani sabato a Milano, la
sinistra prova a unire le forze.
Le diverse anime critiche coordinano ogni mossa e ieri sera
anche Massimo D’Alema ha
partecipato al vertice che ha
preceduto la riunione del parlamentino del Pd (dove però
l’ex premier non si è fatto vedere, per impegni precedenti).
Alle sette di sera, alla Camera,
gli oppositori di Renzi ci sono
tutti. Ecco Bersani, D’Alema,
Fassina, Damiano, Epifani, Cuperlo, Speranza, D’Attorre,
Zoggia... Bindi è impegnata all’Antimafia, ma è come se ci
fosse. «Riunione unitaria»,
sottolineano i partecipanti e
concordano la linea. «Se Renzi
ci chiede di votare un documento noi ci alziamo e ce ne
andiamo», spiega Zoggia. E
D’Attorre: «La direzione non
può essere il luogo dove si ratificano gli accordi fatti con Berlusconi». Questione di metodo, a cui Renzi risponde con un
secco: «Non credo di aver bisogno di un mandato esplicito
della direzione».
Il dissenso è a tutto campo,
dalla legge elettorale al Jobs
act, alla politica economica.
Riunione L’ex premier Massimo D’Alema arriva alla
riunione della minoranza del Partito democratico
(foto Benvegnù / Guaitoli / Panegrossi)
Stefano Fassina teorizza l’uscita
dall’euro? E Bersani, che pure
non è d’accordo, lo difende: «È
una posizione paradossale, che
non va banalizzata». L’ala civatiana ha voluto rendere ancor
più evidente lo smarcamento
disertando la direzione «last
minute». Alle dieci di sera Pippo Civati sale al Nazareno, ma i
suoi delegati, una ventina, restano a casa e annunciano lo
strappo criticando lo «scarso
preavviso della convocazione»
e ironizzando sul patto del Nazareno: «Facciamo tanti auguri
a Renzi per gli incontri, sicuramente molto più approfonditi,
che dedica a Berlusconi e Verdini».
C’è chi diserta e chi si fa sentire. Fassina chiede «correzioni
profonde» alla delega del lavoro e la possibilità, per i cittadini, di scegliere «tutti i parlamentari». I renziani attaccano.
Ma Bersani, contro i cento capilista bloccati, è categorico:
«Perché dobbiamo andare
avanti con i nominati?». Eppure, sul punto cruciale della delega del lavoro, cerca la chiave
per conciliare «il dissenso di
merito e la lealtà al Pd». E se il
governo porrà la fiducia? «Non
voglio crederlo».
Sul Jobs act piovono emendamenti: 15 su 550 portano le
firme dell’ala sinistra, che chiede paletti anche su demansionamento, voucher e controlli a
distanza e non vogliono votare
il testo del Senato, quello che
cambia lo Statuto dei lavoratori. «Aver messo al centro il tema dell’articolo 18 è stato un errore», attacca Bersani. «Vogliamo correzioni profonde», gli fa
eco Fassina. Per scongiurare la
fiducia si cerca una mediazione
sul reintegro in caso di licenziamento disciplinare ingiusto,
oggetto di uno degli emendamenti della minoranza «dem».
Monica Guerzoni
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12
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
POLITICA
I dubbi in Forza Italia sulla linea del capo
Ma il Cavaliere tira dritto: la necessità primaria è tenere aperto il dialogo, non voglio uccidere i piccoli partiti
❞
Toti
Non vedo
grandi
concessioni,
nel
comunicato
ci leggo un
certo tono
democristiano
Gasparri
Non
vogliamo
rompere, ci
sono troppe
questioni
strategiche
da decidere
nei prossimi
mesi
ROMA A sera, in Forza Italia non
hanno ancora capito se dovranno votarla in ogni caso, la legge
elettorale, pur non condividendola affatto, o se «in commissione, in Aula» avranno margine di manovra, per lottare, opporsi, pretendere. Ma quello
che hanno capito benissimo è
che il loro capo, con Renzi, ha
siglato un’altra intesa di ferro
che va oltre i distinguo e l’1% di
soglia in più o in meno.
D’altronde, raccontano, è
stato lo stesso Silvio Berlusconi
nel colloquio con Renzi a
sgombrare il campo dagli equivoci: sulla legge elettorale, sulle sue tecnicalità, nell’ora e
mezza con il premier non è mai
voluto entrare. «Come sapete
— si è limitato a dire — su alcuni punti abbiamo idee diverse, ma quelli li potete vedere
con Verdini... Io peraltro non
voglio nemmeno apparire come quello che vuole uccidere i
piccoli partiti, non è quello che
mi interessa. In ogni caso, non
saranno queste divergenze che
potranno mettere a rischio la
tenuta della nostra intesa, perché per noi la necessità primaria è di tenere aperto il dialogo
e ferma la collaborazione».
Se Berlusconi abbia ottenuto
nel faccia a faccia le garanzie
sul Quirinale che si aspettava,
rassicurazioni sulla sua situazione giudiziaria o per le sue
aziende nonché la certezza che
non si andrà al voto anticipato
in primavera, i suoi possono
solo supporlo, o sperarlo. In
ogni caso, Berlusconi ha concesso molto all’interlocutore.
Non tanto nel merito della trattativa, rimasta sostanzialmente
aperta, ma nel tono del comunicato congiunto che ha pochi
I punti
precedenti nella storia politica
recente. Per dirla con un furioso big azzurro, il leader «mette
nero su bianco che pure se la
legge non gli piace, il patto è
solidissimo e fantastico. È come dire che tua moglie ti mette
le corna, ma il tuo matrimonio
va benissimo...».
Ed è più o meno questo il clima che si respira fra gli azzurri:
scoramento, o comunque poca
comprensione di quello che sta
accadendo, e che l’ex premier
ha cominciato a spiegare ieri
sera a cena ai fedelissimi. La
sensazione a caldo degli azzurri però è che, ancora una volta e
sempre di più, si stia concedendo troppo a Renzi senza ot-
tenere in cambio nulla, anche a
livello di garanzie.
Giovanni Toti cerca di tenere
la linea e le distanze dal governo: «Io non vedo grandi concessioni da parte nostra, nel
comunicato ci leggo un certo
tono democristiano... E date le
condizioni, non si poteva fare
diversamente». Maurizio Gasparri ammette che il momento «non è esaltante», ma allarga le braccia: «Questo era l’esito che ci si aspettava: noi non
vogliamo rompere, ci sono
troppe questioni strategiche
che dovranno decidersi nei
prossimi mesi, a partire dall’elezione del capo dello Stato,
e non possiamo chiamarci fuo-
60
i senatori
di Forza Italia
Alla Camera
i deputati
azzurri sono 70
L’accelerazione
Le perplessità
Il vertice
Nelle ultime settimane all’interno
di FI il patto del Nazareno è stato
messo in discussione. Renzi ha
impresso una accelerazione,
causando malumori tra gli azzurri
La fretta del premier trova lo
scetticismo di Berlusconi, che
teme un voto anticipato. Raffaele
Fitto parla di «altre priorità» per il
partito
Martedì si riunisce il comitato di
presidenza degli azzurri: viene
decisa una linea «responsabile»,
ma la minoranza rivendica la
«schiena dritta» del partito
ri. Cercheremo di ottenere modifiche».
Le modifiche, secondo i boatos, sarebbero state in qualche
modo assicurate da Renzi, con
un passaggio in Senato delle
soglie dal 3 al 4%. E il premier
avrebbe chiuso l’incontro con
un «consiglio»: «Mi raccomando Silvio, tu sai chi dei tuoi deve parlare da adesso in poi e chi
no...».
Si vedrà se Berlusconi riuscirà a tenere bada tutti i suoi, magari ripetendo il discorso che
andava facendo nelle ultime
ore: «Non sono affatto sicuro
che Renzi ce la farà a portare a
termine la sua impresa, ha un
sacco di problemi in casa, l’economia non si riprende, e di
ostacoli davanti ne ha eccome». Ma resta che, almeno
pubblicamente, con quel Renzi
si è deciso di continuare a camminare mano nella mano. Fino
a quando, e perché, è tema delle prossime settimane.
Paola Di Caro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sosta
La Panda rossa
del sindaco di
Roma Ignazio
Marino
parcheggiata in
divieto di sosta
martedì sera
nei pressi
dell’abitazione
del primo
cittadino
(Ansa)
La Panda di Marino
di nuovo in divieto
Il sindaco sempre più in bilico: sono sereno
ROMA Prima le multe, ora il
divieto di sosta. Una cosa bisogna dirla: ad Ignazio Marino,
sindaco «ciclista», questa Panda rossa proprio non porta bene. Perché, dopo il parcheggio
nei posti riservati del Senato e
l’accesso alla Ztl con un pass
scaduto, arriva un nuovo caso.
Martedì sera, al termine del
«giorno più lungo» del chirurgo dem, inseguito dalle voci di
dimissioni, l’auto è stata «avvistata» sotto casa del sindaco, a
due passi dal Pantheon, in divieto di sosta.
E qualcuno gli ha immediatamente scattato le foto, finite
subito sulla rete. Non solo. Lì
c’erano anche le telecamere
delle Iene, che ieri sera hanno
mandato in onda il servizio. C’è
Marino che rientra a casa, su
una macchina di servizio del
Campidoglio. E, parcheggiata
su un lato, c’è la sua Panda, sotto ad un cartello di divieto di
sosta «permanente». Telefonini, foto, telecamere. Fino a che,
dopo una mezz’ora circa, arriva
un uomo (incaricato dal sindaco?) che sale sull’auto e la sposta, poco prima che arrivassero
i vigili urbani. L’auto è quella
col pass Ztl per il centro che,
con ogni probabilità, usa spesso la moglie del primo cittadino, la signora Rossana Parisen
Toldin, padovana di Monselice.
Lei, raggiunta telefonicamente
dal Corriere, non nega: «Non
voglio essere scortese, ma non
voglio essere intervistata. Tanto sapete già tutto...». Non ci
vuole aiutare a capire chi gui-
dava l’auto, quando sono state
prese quelle multe? «Non avete
bisogno del mio aiuto. Usate le
vostre risorse sui giornali per
trattare temi più importanti».
Gentile, ma ferma. Anche se
chi guidava l’auto non è un dettaglio. Marino, chiedendo il
pass (pagato, tra l’altro, dal Comune) come sindaco «per lo
svolgimento dell’attività istituzionale» è come se avesse
«eletto» la Panda ad auto di
servizio. E i familiari (a meno
che non accompagnino il sin-
Il premier
Le parole del premier
Renzi, «chi sbaglia
paga», aprono
la crisi in Campidoglio
daco ad appuntamenti pubblici) non potrebbero neppure salirci a bordo, figuriamoci guidarla. Marino appare sempre
più solo, anche se ostenta tranquillità: «Sono sereno». Però,
per togliersi d’impaccio, sta
pensando ad un clamoroso
dietro-front: «Sono stato tratto
in inganno dai miei uffici», la
versione che dovrebbe fornire
oggi, per scongiurare la mozione di sfiducia del centrodestra.
Intanto, però, Renzi lo ha scaricato: «Chi sbaglia deve pagare», le parole del premier. Basta e avanza per aprire la crisi
nella Capitale.
Ernesto Menicucci
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
Il retroscena
di Francesco Verderami
POLITICA
Il Cavaliere di fronte al bivio:
un nuovo predellino o la ridotta
Le partite che Renzi vuol chiudere per togliersi il marchio dell’«annuncite»
ROMA La prova decisiva sarà il
passaggio parlamentare, e fino
ad allora nulla potrà darsi per
scontato. Ma se davvero la legge elettorale andrà in porto secondo lo schema e la tempistica voluti da Renzi, non c’è dubbio che da quel momento sarà
finita un’epoca, e che la Seconda Repubblica finirà in soffitta.
Sarà un passaggio di sistema,
insomma, che va oltre il dettaglio del vertice di ieri tra il premier e il Cavaliere. Era chiaro
come sarebbe andata a finire,
era impossibile per Berlusconi
evitare la sconfitta: il patto del
Nazareno si diluisce nell’intesa
siglata da Renzi e Alfano, senza
le variazioni richieste dal Cavaliere.
Se il patto formalmente regge è per reciproca convenienza:
per un verso il segretario democratico toglie così margini a
quanti nel Pd mirano a sabotare il suo progetto riformatore;
per l’altro verso il leader di Forza Italia resta a quel tavolo dove
— Renzi gliel’ha garantito —
sarà «a pieno titolo» quando
dovrà scegliersi il futuro capo
dello Stato. Altro non poteva
ottenere Berlusconi, ma tanto
gli basta. Quantomeno per garantirsi un ruolo nella sfida per
il Colle, ruolo che — senza accordi sugli equilibri interni di
partito con Fitto — potrebbe
perdere quando si inizierà a votare a scrutinio segreto.
È sicuro che il tema del suc-
cessore di Napolitano sia stato
affrontato durante il colloquio,
ma non si sa se — nel corso
della conversazione — Renzi
ha ripetuto la battuta con cui di
solito introduce l’argomento:
«Dovete capirmi, mi trovo assediato. Ho già tutto il vecchio
politburo del mio partito che si
sente candidato in pectore per
la presidenza della Repubblica». E giù, a quel punto, con la
lista delle telefonate a cui deve
rispondere: dalla A di Amato
alla V di Veltroni, senza che
manchi mai Casini.
Ovviamente il premier vuole
finire i suoi «compiti» prima
che la partita del Quirinale abbia inizio. E non è solo per
scongiurare pericolosi incroci
tra temi diversi ed evitare imboscate. Il fatto è che Renzi
vuol togliersi di dosso «l’etichetta dell’annuncite che mi
hanno appiccicato», in Italia e
in Europa, se è vero che il capogruppo del Ppe Weber lo definisce un «chiacchierone». Perciò, oltre ad aver stretto i tempi
sulla delega fiscale e sul Jobs
act, vuole chiudere sull’Italicum e sulla modifica del Senato, perché — a suo modo di vedere — «varare le riforme, anche quelle non economiche,
nei tempi programmati, fa crescere la credibilità dell’Italia».
I problemi del premier sono
altri, e più del vertice serale con
Berlusconi è stato complicato
l’incontro mattutino con Pado-
Le nomine alla Corte costituzionale
Consulta, Criscuolo
eletto presidente
Appello al Parlamento
per la legge elettorale
Alessandro Criscuolo, 77 anni, magistrato di Cassazione,
è stato eletto presidente della Corte costituzionale: i 14
giudici dell’organo di garanzia, riuniti a Palazzo della
Consulta, lo hanno eletto con 8 voti. Criscuolo rimarrà in
carica per i prossimi tre anni, fino al novembre 2017.: in
passato è stato presidente dell’Associazione nazionale
dei magistrati per tre anni e mezzo, dall’84 all’88.
Eletti anche i vicepresidenti: sono Marta Cartabia e
Giorgio Lattanzi. «È auspicabile che ci sia una legge
elettorale: la legge elettorale è una legge necessaria, si
deve fare, non se ne può fare a meno», ha detto il
neopresidente.
( foto Ansa)
13
an, a causa di quei numeri che
non lo fanno star sereno: l’Italia non riparte e le previsioni
non sono incoraggianti se persino la Germania — come gli
hanno spiegato i vertici dell’Economia — nelle previsioni
del prossimo anno rischia una
crescita vicina allo zero. Per
certi versi, quindi, il colloquio
con il capo forzista è stato defatigante: preso atto che sulla
legge elettorale il Cavaliere —
pur volendo — non poteva accettare ufficialmente il premio
di maggioranza alla lista «altrimenti tornerei ad avere problemi nel partito», e avuto dal suo
interlocutore «l’impegno formale» che «non faremo ostruzionismo né faremo imboscate
in Parlamento», Renzi ha chiuso la pratica.
Un’altra pratica si apre invece per Berlusconi, posto ora davanti a un bivio. Se il nuovo
modello di Italicum diverrà
legge, dovrà decidere come intervenire per dare un futuro al
centrodestra nel nuovo assetto
di sistema. Si vedrà se le elezioni saranno davvero nel 2018. In
ogni caso, quando arriverà il
tempo delle urne, cercherà un
accordo tattico con la Lega per
varare un listone unico? E cosa
e quanto a quel punto dovrebbe cedere al «populista» Salvini? Oppure, per giocare d’anticipo e mantenere il ruolo del
federatore, salirà su un nuovo
predellino per ricomporre ciò
che è stato diviso con la fine del
Pdl, proponendosi come padre
nobile di un nuovo inizio? Certo, il Cavaliere ha un’altra opzione: tenere viva Forza Italia e
misurare ancora la sua capacità
di attrarre consenso. Ma nel ’94
il Ppi prese il 17% alle elezioni,
prima di tramontare insieme
alla Prima Repubblica.
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
● La Nota
di Massimo Franco
L’ACCORDO
SOPRAVVIVE
NEL SEGNO
DEL PREMIER
POLITICA
P
iù del comunicato congiunto di
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi dopo
il loro vertice sulla riforma elettorale,
ieri hanno colpito le parole abrasive
del capo dello Stato, Giorgio
Napolitano. «Volentieri vorrei che cedessimo a
qualcun altro», ha detto con una punta di
ironia, «il record mondiale di caduta dei
governi». Ha tutta l’aria di un altolà implicito
ad una crisi dell’esecutivo e ad elezioni
anticipate. Sembra la conferma che il capo
dello Stato ha deciso di esorcizzare questa
prospettiva anche lasciando trapelare
l’intenzione di chiudere il suo mandato
all’inizio del 2015. Si tratta appena di un inciso,
incorniciato dal discorso sull’Expo di Milano
tenuto al Quirinale. Ma pesa su uno sfondo di
tensione tra e dentro i partiti: di maggioranza e
di opposizione. E si trasforma nell’ennesimo
monito ad una classe politica che sbanda tra
accordi e minacce di rottura, osservata con
diffidenza dall’Unione Europea. Il fatto che ieri
la minoranza del Pd abbia deciso di disertare la
riunione della Direzione in polemica col
segretario-premier indica un malessere
persistente; e destinato a riaffiorare nel
momento in cui l’arma delle elezioni anticipate
si sta spuntando nelle mani di Renzi. È una
fronda che si rispecchia anche nelle modifiche
chieste da alcuni senatori del Pd sulla riforma
della Camera «alta».
Ma si tratta di scarti che non indeboliscono
le critiche del presidente del Consiglio ad un
Berlusconi accusato di non avere dietro tutte le
sue truppe parlamentari. A sinistra rimane
un’area di dissenso coriacea, che trova una
sponda nella Cgil che conferma lo sciopero
generale per il 5 dicembre. Eppure, per quanto
esposto al conflitto anche sul piano sociale, il
governo va avanti. La tendenza è a considerare i
dissensi qualcosa di facilmente superabile. E
infatti il 18 novembre la riforma elettorale
emersa dal vertice di maggioranza dell’altro
giorno comincerà ad essere discussa nella
Commissione affari costituzionali. Relatrice: la
presidente Anna Finocchiaro.
Rimane da capire quale sistema alla fine
emergerà. E soprattutto, se davvero si farà in
tempo ad approvare la legge al Senato entro
fine anno. A definirlo «impossibile» è il
Il caso
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leghista Roberto Calderoli, che mette davanti
l’esigenza di approvare i provvedimenti
economici. Ma la nota diffusa dopo un’ora e
mezzo di colloquio tra Renzi e il sottosegretario
Lotti da una parte, e Berlusconi, Gianni Letta e
Denis Verdini dall’altra, conferma la tenuta non
tanto del patto del Nazareno ma di quello
raggiunto tre giorni fa tra il premier e i suoi
alleati minori. E rafforza il premier.
Berlusconi ha ottenuto cento capilista
bloccati, certo. Ma sbatte contro il limite di
accesso in Parlamento al 3 per cento, imposto
dai partitini. E il premio in seggi al partito
maggiore o alla coalizione rimane in bilico.
Sostenere che «l’impianto del patto è più che
mai solido, nonostante le differenze», come
recita il comunicato congiunto, sa di verità
d’ufficio. E non riesce a coprire la sconfitta del
leader del centrodestra. La legislatura «dovrà
proseguire fino al 2018», concordano i
«pattisti». Ma il rapporto ineguale tra i
contraenti è vistoso. La legislatura continuerà
nel segno di Renzi. Berlusconi può solo
inseguire. In affanno.
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● Paradossi
Il Senato al tramonto
e quelle nuove nomine
(tutte politiche)
di Gian Antonio Stella
di Sergio Rizzo
«M
eglio Cuffaro
delle liste
bloccate», titolò mesi fa
linkiesta.it. Secco. Senza il tarlo d’un dubbio. «Le preferenze
furono il simbolo del voto di
scambio nel Meridione d’Italia,
ma le liste bloccate sono una
sporcizia democratica, il trionfo delle oligarchie», scriveva il
catanese Salvatore Merlo. Insomma: «L’orribile clientelismo è pur sempre democratico».
Ma è così? Mario Segni, a
sentire certi discorsi, mastica
amaro. Lui, che promosse il referendum e spazzò via il vecchio sistema marcio fino al midollo, ricorda bene i disastri
fatti dal proporzionale con le
preferenze. Un sistema che
consentiva grazie alle combinazioni di controllare il voto
clientelare. E non ha cambiato
idea.
Anche Gaetano Quagliariello, un tempo, pareva avere la
memoria salda: «La nuova stagione della politica è nata contro la raccolta delle preferenze
e il clientelismo che comportava». Ce l’aveva con le «infiltrazioni dei “Mister Centomila
Preferenze”», giurava sulla
bontà delle liste bloccate che
obbligavano i partiti a scegliere
i migliori, denunciava che il
vecchio sistema era «monopolio di chi spendeva di più o si
faceva sostenere da portatori di
interessi illeciti». E chiudeva:
«È una storia che conosciamo
nel Mezzogiorno: non si deve
ripetere». Mesi fa, dietrofront:
«Il Nuovo centrodestra è compatto e sulle preferenze andrà
fino in fondo: l’elettorato deve
scegliere i propri candidati,
non vogliamo più un Parlamento di nominati».
Anche Gianfranco Rotondi
era durissimo. Proprio perché,
spiegava, era un recordman di
voti personali: «Forte di questo
primato mi sento ancor più di
affermare la mia contrarietà alle preferenze. Esse appartenevano a un’altra stagione al termine della quale l’elettorato ne
sanzionò il potere inquinante.
Oggi sarebbe solo la festa delle
camorre e dei poteri economici organizzati». Eppure anche
lui ha consigliato a Berlusconi
di «non impiccarsi al maggioritario: la legge riscritta dalla
Corte con proporzionale puro
e preferenze rende Forza Italia
centrale e insostituibile per
venti anni». E non parliamo di
L
Lo «squalo» Vittorio Sbardella, segretario regionale dc del Lazio, dopo un comizio nel 1986. Soprannominato lo «squalo»
Sbardella era il braccio destro elettorale di Andreotti, noto per la sua capacità di raccogliere preferenze
(Contrasto)
I cantori della preferenza:
ieri trappola clientelare
oggi baluardo di democrazia
Da Quagliariello a Schifani, quante giravolte e dietrofront
Renato Schifani. Diceva che «le
preferenze odorano di naftalina» e ora minaccia referendum: «Vogliamo preferenze
vere».
E quanti sono i grillini che
nel ’91 votarono l’abolizione
delle preferenze ed oggi hanno
rimosso i guasti di quel sistema? Hanno dimenticato certi
racconti come quello di Clemente Mastella? «Era il 1976 e
invitammo i cittadini di Benevento a votare l’anno, perché
Ciriaco De Mita era il numero
uno della lista, io ero il nono,
Gerardo Bianco il settimo e
Giuseppe Gargani il sesto». C’è
chi dirà: che male c’era? Qua e
là, forse, meno. Ma lasciamo
rispondere a un appello che i
leader comunisti delle regioni
meridionali lanciarono nel ’90
invocando la soppressione
delle preferenze perché con
quelle i politici erano «ostaggi
nelle mani della mafia e dei
clan» e occorreva «impedire
alla mafia di gestire direttamente il consenso nei territori
in cui operano le cosche». Tutto dimenticato, tutto rimosso,
tutto cancellato. E dalla minoranza di quella che fu la Balena
Rossa è tutto un coro che, per
buttar bastoni nelle ruote di
Renzi, invoca: «Preferenze!
Preferenze! Preferenze!».
Si scannavano dentro gli
stessi partiti, sui voti di preferenza. Ogni elezione era occasione per covare odio, studiare
sgambetti, sversare veleni. Ed
erano i partiti di una volta!
Blocchi monolitici che reggevano ogni crepa. Oggi? «In una
situazione storica di debolezza
dei partiti», ha scritto Roberto
D’Alimonte, docente alla Luiss
Oscillazioni
Renzi pure non ha una
posizione limpidissima:
meglio averle che non
averle, diceva 3 mesi fa
ed esperto di sistemi elettorali,
«il voto di preferenza rischia di
distruggere definitivamente
quello che resta della loro organizzazione e di aprire le porte ad ogni sorta di influenza
anche di tipo criminale soprattutto in alcune zone del Paese». Tanto più che la sproporzione tra l’uso delle preferenze
al Nord e al Sud, con punte del
14% in Lombardia e del 90% in
Calabria, è diventata immensa.
Per capirci: si rischiano guerre
fratricide.
Il guaio è che lo stesso Renzi,
che pure ha avuto D’Alimonte
tra i suoi consiglieri, non sembra avere una posizione limpidissima. Certo, lui stesso ha
usato il tema per manganellare
Cuperlo: «Gianni te lo dico con
amicizia, questo tuo riferimento alle primarie e alle preferenze, lo avrei voluto sentire la volta scorsa, quando tu e altri siete
stati candidati nel listino. È
inaccettabile che preferenze e
primarie siano usate in modo
strumentale adesso».
Parole d’oro, ma lui come la
pensa? «Lo confesso: sono un
sostenitore delle preferenze.
Purtroppo sul punto si è registrata una netta ostilità di Forza
Italia», spiegava a gennaio motivando l’accordo con Berlusconi sulle liste bloccate. Tre mesi
fa, ritoccava: «Noi non pensiamo che le preferenze siano lo
strumento della democrazia
ma tra averle e non averle preferiamo averle». E oggi? Il nostro futuro, dopo gli orrori del
Porcellum, è un tuffo nel passato dei padroni e padroncini di
pacchetti elettorali? #chediocelamandibuona…
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Il sistema
● La legge
elettorale
proporzionale
promulgata
nel 1946
prevedeva
la possibilità di
esprimere fino
a quattro voti
di preferenza
● Nel ‘91
un referendum
modifica
la legge
consentendo
una sola
preferenza. Nel
‘93 un secondo
referendum
introduce
il maggioritario.
Spariscono
le preferenze
aura Bottici è letteralmente fuori dalla
grazia di Dio. «Sono dovuta correre
nella mia città, Carrara, a dare una
mano per l’alluvione. Avevo chiesto al
presidente Piero Grasso di rinviare la
riunione. Ma mi ha risposto che non era
possibile. Piccolo particolare, quella
riunione era convocata per parlare di
tutt’altro. Non certo per decidere
un’infornata di nomine», s’indigna
l’esponente del Movimento 5 Stelle, questore
del Senato. Le sua parole trasudano rabbia
impotente. Ed è francamente difficile darle
torto.
Nel consiglio di presidenza di ieri, dove si
doveva discutere sull’accaduto in aula a
Palazzo Madama durante le votazioni al
decreto sblocca-Italia, il pacchetto nomine è
arrivato fuorisacco. Con effetti sorprendenti
solo per chi non conosce la capacità di
resistenza inerziale dei nostri apparati al
cambiamento. Mentre proprio ieri la riforma
che dovrebbe ridimensionare radicalmente
il Senato, cambiandone le funzioni, iniziava
il suo secondo percorso a Montecitorio, i
vertici di Palazzo Madama davano via libera
alla nomina di
ben tre vice
segretari
Incarichi
Via libera di Palazzo generali. Uno
in più di quelli
Madama a tre vice
in carica con il
segretari generali
predecessore
dell’attuale
e 13 capiservizio
segretario
Elisabetta
Serafin. E scelti con il solito bilancino
politico. Per l’esperto Alfonso Sandomenico
si è speso il capogruppo del Partito
democratico Luigi Zanda. All’altrettanto
esperto Giovanni Orsini non ha fatto
mancare il proprio sostegno la vecchia
guardia democratica di provenienza
diessina. A favore del più giovane e
decisamente meno esperto Federico
Toniato, già vicesegretario generale a
palazzo Chigi durante il governo Monti e
noto per i suoi rapporti più che amichevoli
con le alte sfere vaticane, ha pesato
l’appoggio dell’ex presidente Renato Schifani
e di Forza Italia. Completa il pacchetto delle
nomine decise ieri un gruppone di tredici
capiservizio. Per un totale di 16 avanzamenti
di carriera. Al Senato spiegano che si tratta
di operazioni a costo zero: i prescelti non
avranno indennità aggiuntive. Grazie.
Aggiungono poi che non sono state
nemmeno fatte tutte le nomine che si
sarebbero dovute fare. Non è stato coperto,
insistono, il 40 per cento dei posti vacanti:
dal che si desume che le promozioni
dovevano essere non 16, ma 26 o 27. Grazie
ancora.
Chi di sicuro non ringrazia è il Movimento
5 Stelle. Prima lo scontato niet del suo
questore aggirato grazie al fango di Carrara,
poi dieci giorni di sospensione per i senatori
grillini ritenuti responsabili dei disordini
durante il voto dello sblocca-Italia. Qualcuno
direbbe: cornuti e mazziati…
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
POLITICA
#
Protesta l’Ast di Terni, autostrada bloccata
Camusso: sciopero generale il 5 dicembre
Guidi convoca per oggi i sindacati della fabbrica umbra. Duello nel Pd sulla mobilitazione Cgil
Boom della cassa integrazione, più 19,3%. Vertice al Viminale per le manifestazioni di domani
Mentre Susanna Camusso proclama per la Cgil lo sciopero generale di otto ore per il
5 dicembre contro la legge di
Stabilità e il Jobs act, il ministro
Alfano convoca al Viminale un
vertice con i sindacati: teme
proteste stile «forconi» e disordini in occasione delle manifestazioni organizzate domani in
16 grandi città da sindacati di
base, studenti, centri sociali e
precari contro i provvedimenti
del governo Renzi, senza dimenticare i metalmeccanici
della Fiom che, sempre domani, scendono in corteo a Milano. Nel frattempo, però, centinaia di operai dell’Ast di Terni
bloccano a sorpresa l’A1 all’altezza di Orte per circa 4 ore: la
protesta per i 291 esuberi annunciati dall’azienda siderurgica termina solo quando il ministro dello Sviluppo economico,
Federica Guidi, anticipa a stamattina la convocazione dei
sindacati, fissata per martedì
prossimo. Intanto arrivano cattive notizie dall’Inps: le ore di
ROMA
La vicenda
● Nel ‘94 la
Acciai Speciali
Terni (AST)
viene
privatizzata
con la cessione
alla «Kai Italia»
in cui figurano
imprenditori
italiani e la
multinazionale
tedesca
ThyssenKrupp.
Qualche anno
più tardi il
gruppo
tedesco
acquisirà
l’intera
proprietà
● Il 31
gennaio 2012
i finlandesi di
Outokumpu
acquistano per
2,7 miliardi
la divisione
acciai
inossidabili di
ThyssenKrupp.
L’Antitrust Ue,
però, chiede ai
finlandesi di
cedere Ast.
Da qui la riacquisizione
nel 2014 da
parte di
ThyssenKrupp
cassa integrazione a ottobre sono cresciute del 19,3% rispetto
allo stesso mese del 2013. In
particolare la cig straordinaria
è aumentata a ottobre del 27,1%
rispetto a un anno fa e quella in
deroga è addirittura esplosa
nello stesso periodo facendo
segnare un +136,4%.
Susanna Camusso lancia un
appello a Cisl e Uil affinché partecipino alla mobilitazione generale del 5 dicembre. «La proposta parte dalle richieste venute dalle piazze del 25 ottobre
e dell’8 novembre e dalla volontà di salvaguardare tutti i punti
delle iniziative unitarie», precisa. E la scelta del 5 dicembre,
aggiunge, «risponde all’esigenza di raccogliere la mobilitazione unitaria già decisa dai
sindacati della scuola» e dalla
volontà di proseguire la protesta dei lavoratori pubblici con
la manifestazione di sabato
scorso a Roma. La convocazione da parte del ministro della
Funzione pubblica, Marianna
Madia, per il 17 novembre,
«non cambia la situazione»,
secondo la leader della Cgil,
perché il governo «non ha intenzione di cambiare la legge
di Stabilità». A chi le fa notare
le parole del segretario aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, che vorrebbe «prima sentire
le posizioni dell’esecutivo», Camusso replica: «Siamo sempre
stati disponibili al confronto» e
la convocazione «appare proprio il risultato della mobilitazione dei lavoratori pubblici:
per questo va continuata la lotta a sostegno della nostra piattaforma».
Che il clima sia teso lo con-
22
i giorni
di sciopero
degli operai
della Ast di
Terni che ieri
hanno
occupato
l’autostrada A1
Il caso
Ilva, l’interesse di Arvedi
Il presidente di Federacciai Antonio Gozzi ha
fatto sapere ieri che il gruppo Arvedi sarebbe
pronto a intervenire per l’acquisizione dell’Ilva
«con la Cdp e altri partner italiani».
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ferma la rivolta dei lavoratori
dell’Ast di Terni, esasperati dopo tre settimane di sciopero: al
termine di una assemblea davanti alla fabbrica, bloccano
per 4 ore la A1 a Orte, causando
9 chilometri di coda. L’episodio
fa solo aumentare la preoccupazione, già grande, al ministero dell’Interno per domani
quando si sovrapporranno lo
sciopero proclamato dai sindacati di base (Asia-Udb-Rdb) e la
manifestazione della Fiom a
Milano: tra 24 ore infatti studenti, precari, movimenti, sindacati di base, disoccupati e
centri sociali sono in piazza, da
Nord a Sud, per il primo #sciopero sociale italiano, come è
stato ribattezzato sui social
network per opporsi ai provvedimenti del governo Renzi. Le
città coinvolte sono Roma, Milano, Padova, Venezia, Genova,
Torino, Bologna, Firenze, Pisa,
Perugia, Pescara, Chieti, Bari,
Napoli, Taranto e Catania.
Francesco Di Frischia
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Il caso
Carbone (Pd):
il ponte è servito
Ma Landini:
che sciocchezza
ROMA «Il ponte è servito»,
ironizza su Twitter Ernesto
Carbone, membro della
segreteria del Pd, visto che la
Cgil ha proclamato lo sciopero
generale per venerdì 5 e lunedì
8 è la festa dell’Immacolata.
«Ho grande rispetto per la
Cgil, ma uno sciopero generale
con il ponte appare un segnale
di grande debolezza», rincara
la dose la senatrice Laura
Cantini (Pd). Ma il Pd si divide:
«Certe prese di posizione
dimostrano la distanza tra una
parte della classe dirigente del
partito e il paese reale —
tuona Rosy Bindi-. È triste che
ci sia chi pur di delegittimare il
sindacato attacca il diritto di
sciopero previsto dalla
Costituzione». Il sindacato di
Susanna Camusso replica a
Carbone con un altro
cinguettio: «È questa l’idea che
il Pd ha dei problemi del
mondo del lavoro? Altro che
Ponte». Ma il deputato dem,
vicino a Renzi, risponde per le
rime: «È questa l’idea che ha la
Cgil di uno strumento così
importante? Il ponte è servito.
“Coincidence”». Nella querelle
interviene Maurizio Landini,
leader della Fiom: «Sciopero
ponte? Una sciocchezza. La
cosa mi fa solo ridere, le piazze
sono strapiene. Uno sciopero
costa molto a un lavoratore».
La Cgil, dopo avere lanciato
l’hashtag #PonteMagari,
aggiunge con un altro tweet:
«Lavoratori, pensionati,
disoccupati, precari sono in
forte difficoltà economiche e
di prospettive. Per questo
scioperano».
F. D. F.
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L’autostrada bloccata Gli operai dell’Ast di Terni e il blocco dell’Autosole in entrambe le direzioni all’altezza del casello di Orte
L’analisi
di Dario Di Vico
Il blocco dell’Autosole ha
nella storia politico-sindacale
italiana un suo forte valore
simbolico, è il segno di un Rubicone varcato, di una rabbia
che non trova argini. Ieri le tute
blu della Ast di Terni l’hanno
fatto e di conseguenza hanno
spaccato l’Italia per più d’un
paio d’ore. Stiamo parlando di
operai che sono arrivati ormai
al 22° giorno di sciopero ad oltranza con circa 70 tonnellate
di mancata produzione. Numeri che, tanto per capirci, ricordano gli anni 80 e i 35 giorni ai
cancelli di Mirafiori. La decisione di invadere le corsie è
stata presa in alternativa all’occupazione dalla fabbrica e i sindacalisti si sono accodati di
fronte alla determinazione dei
delegati di fabbrica. Da più di
tre settimane nello stabilimento di Terni sono ferme le forni-
L’Italia in piazza e i 22 giorni di fermo
Le iniziative della Fiom nelle industrie del Nord, poi toccherà ai ferrovieri
L’agitazione degli autotrasportatori e i timori degli italiani tra Pil e incertezza
ture di acciai per Electrolux, Indesit e Fiat e questo blocco costa circa 100 mila euro al giorno, solo di penale per il
mancato rispetto del contratto
di fornitura.
Il sospetto avanzato dai sindacati è che i vertici aziendali
della Thyssen giochino a dimostrare che l’impianto umbro
non ha futuro e di conseguenza
non si straccerebbero le vesti se
dovessero perdere i clienti top
dell’auto e degli elettrodomestici. Quale che sia la verità gli
operai hanno sgomberato l’autostrada solo quando è arrivata
la notizia di una convocazione,
per questa mattina, nell’ufficio
del ministro Federica Guidi. I
sindacati ci andranno con un
retropensiero: l’idea che si possa coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti anche nel salvataggio di Terni. Intanto l’ipotesi
(molto più sensata) di trovare
una sponda a Bruxelles e di far
saltare il veto anacronistico
dell’antitrust europeo, che ha
bloccato la vendita dell’Ast ai
finlandesi di Outokumpu, purtroppo non decolla. La neocommissaria alla concorrenza,
la danese Margrethe Vestager,
ha detto chiaro e tondo che
nelle sue stanze non c’è la soluzione per l’Umbria.
L’immagine dell’Italia bloccata però, e purtroppo, non inizia e finisce a Orte. Domani in
contemporanea sono previsti
lo sciopero delle fabbriche del
Nord proclamato dalla Fiom di
Maurizio Landini con manifestazione a Milano e un’astensione dal lavoro proclamata dai
Cobas del trasporto ferroviario.
E proprio ieri è stato indetto
con squilli di tromba dalla Cgil
di Susanna Camusso uno scio-
70
le tonnellate
di mancata
produzione con
il 22°giorno di
sciopero Ast
290
gli esuberi
previsti dal
piano
industriale
dell’Ast di Terni
pero di otto ore per venerdì 5
dicembre. Il caso poi ha voluto
che ancora ieri arrivasse dalle
associazioni degli autotrasportatori l’annuncio della proclamazione dello stato di agitazione contro le proposte per il settore avanzate dal ministro
Maurizio Lupi.
E’ chiaro che si tratta di rivendicazioni e azioni di lotta
che non si prestano ad essere
sommate aritmeticamente. C’è
di tutto un po’, timori di chiusura di un impianto efficiente,
scioperi a forte valenza politica, il “blocco ergo sum” di piccole sigle sindacali, prove di
forza tra categorie e ministero
competente, ma il quadro che
ne viene fuori non è certo rassicurante.
E’ vero che da qui alla fine
dell’anno il Pil non ci lascia
presagire niente di buono e
scaramanticamente stiamo
aspettando il giro di boa del 31
dicembre, l’insieme di queste
agitazioni finisce per comunicare però un senso di impotenza e di rabbia sorda. Gli italiani
che leggeranno i giornali e
ascolteranno i tg ne ricaveranno una sensazione non certo
gradevole, saranno portati a
pensare che oltre a tutti i guai
dell’economia per tre settimane sarà difficile persino muoversi.
P.S. Alla Berto’s di Padova 48
ore fa è stato firmato un accordo integrativo che prevede nel
triennio un premio variabile di
5.900 euro. Ieri alla Barilla
un’analoga intesa frutterà ai 4
mila dipendenti un premio di
produzione che in tre anni
equivarrà a 2.600 euro. In Italia
succede anche questo.
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
POLITICA
17
● Il commento
Il futuro dell’euro
nel triangolo
tra Francoforte,
Berlino e Bruxelles
di Danilo Taino
Il discorso
● «Un grande
economista
capace di
indignarsi, un
grandissimo
professore e
una
straordinaria
figura umana».
Con queste
parole il
presidente
della Bce, Mario
Draghi (foto),
allievo di
Federico Caffè
negli anni ‘70,
ha ricordato
l’economista
scomparso a
Roma nel
1987. Caffè
«ha saputo
vedere dentro
di me,
indirizzarmi
come un padre,
mi ha dato
fiducia», ha
aggiunto
Draghi
nell’intervento
per il
centenario
della nascita
del celebre
economista,
sottolineando
come sia stato
«una persona
umana per me
straordinaria».
Draghi ha
quindi
ricordato come
Caffè abbia
«scommesso
su di me».
Stimoli all’economia, Draghi accelera
I saggi tedeschi criticano Merkel
Weidmann (Bundesbank): bene la politica espansiva ma no all’acquisto di bond
Il presidente Bce contestato a Roma: investimenti mai così bassi dagli anni Novanta
ROMA La Bce ha messo in atto
«un’espansione monetaria
senza precedenti» per combattere gli effetti della crisi. Mario
Draghi, presidente della banca
centrale europea illustra le misure adottate, ricordando in
particolare la decisione di allargare il bilancio della Bce ai
livelli di inizio 2012 - che significa 1000 miliardi di nuova liquidità per l’economia - e l’impegno preso per ulteriori interventi straordinari se fosse necessario.
Draghi interviene alla cerimonia per il centenario della
nascita di Federico Caffè, e
mentre parla da Berlino rimbalzano le critiche dei consiglieri economici del governo
tedesco che invece invitano la
Bce ad evitare «l’annunciata
grande espansione» del bilancio, perlomeno fino a quando
«la deflazione non sarà una realtà dell’eurozona, non solo
una previsione», dicono nel loro rapporto in cui rivedono anche al ribasso le previsioni di
crescita della Germania provocando il risentimento della
cancelliera Angela Merkel. Ma
un assist al numero uno dell’Eurotower arriva - e non è cosa frequente - dal presidente
della Bundesbank Jens Weidmann che, in contrasto con gli
economisti tedeschi, rileva come sia «appropriato» che la
Bce adotti una «politica monetaria espansiva e che il consigli
o direttivo discuta nuove misure e continui a farlo». Un indiretto appoggio a Draghi, dunque, dopo i rumors sull’esi-
stenza di polemiche circolati
nelle scorse settimane, anche
se Weidmann continua a non
cedere sull’ipotesi di un eventuale futuro acquisto di titoli
pubblici che «spingerebbe - dice - gli stati dell’area euro a indebitarsi ulteriormente».
Dalla politica monetaria all’economia reale. Draghi segnala ancora una volta che il livello di disoccupazione «è
inaccettabile, è contro ogni nozione di equità, è la più grande
forma di spreco delle risorse, è
causa di deterioramento del capitale umano, incide sulle potenzialità delle economie dimi-
nuendone la crescita per gli anni a venire». E la perdita di posti, soprattutto fra i giovani, è
più forte nei paesi con debito
alto. «È il momento di passare
dalla riflessione all’azione» dice ai governi: con misure che
«permettano ai lavoratori disoccupati di trovare rapidamente un nuovo posto». Il tono
è didattico, per una platea di
studenti. Tra loro anche gli ex
allievi di Caffè, compreso il governatore Ignazio Visco, che cita il suo antico maestro e il suo
«siate sempre vigili. Non cedete mai agli idoli del momento,
vale a dire alle frasi fatte, alle
Beppe Grillo
«Moneta unica,
ora referendum»
Il leader del M5s Beppe
Grillo ha lanciato
all’Europarlamento la sua
campagna per un
referendum sull’uscita
dell’Italia dall’euro. «Siamo
in guerra con la Bce, non
contro lo Stato islamico o la
Russia», ha affermato, «la
sovranità non appartiene alla
Bce». E’ stato duro anche con
Juncker, presidente della
Commissione, e il suo
Lussemburgo «paradiso
fiscale». E ha rifiutato le
domande dei reporter, uno
dei quali gli ha ricordato che
così fa spesso Putin.
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Gli scontri
Contestazioni
all’Università
Roma Tre
all’uscita del
presidente
della Bce Mario
Draghi
intervenuto al
convegno
organizzato per
il centenario
della nascita di
Federico Caffè
frasi convenzionali, rifletteteci
con il vostro pensiero e la vostra capacità intellettuale».
Fuori dall’aula un altro gruppo di studenti spinge per entrare. Vogliono porre domande
a Draghi al grido, però, non
proprio benevolo di «fuori i
banchieri dall’Università» e
«sciopero sociale». Nella protesta la Bce finisce a fianco delle grandi banche private responsabili della crisi. Non sono
molti, una trentina in tutto.
Non riescono a entrare e finiscono davanti all’uscita del garage in attesa della vettura di
Draghi. Li fronteggia un cordone di poliziotti, in tenuta antisommossa e manganello in
mano. Cartelli, lancio di vernice rossa e slogan urlati a squarciagola fino ai pochi momenti
di tensione, in cui uno studente rimane ferito, sanguinante
per un esteso taglio alla fronte.
Draghi spiega di non parlare
in particolare dell’Italia ma di
tutta l’Eurozona. C’è però molto
del nostro paese nella descrizione della Grande Crisi. C’è, in
particolare, quando, sollecitando un rafforzamento della
governance politica, sostiene
che non esiste un problema di
«perdere la sovranità, perché
quella i paesi con alto debito
l’hanno già persa, ma di acquistarla con la condivisione». E
con le riforme. Perché politiche di bilancio e monetarie
espansive comunque «da sole
non bastano per generare una
ripresa della crescita forte».
Stefania Tamburello
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Comuni, spinta del governo sulla «local tax»
Vertice a Palazzo Chigi tra il premier e Padoan: torna lo sconto fisso per i figli
500
emendamenti
alla legge di
Stabilità dopo
la riduzione
operata dai
gruppi
4%
aliquota Iva
da applicare
agli ebook
proposta da
diversi gruppi
politici
ROMA Il governo avanza sulla
“riunificazione” delle tasse sulla casa, e l’ennesimo rimaneggiamento dell’Imu dovrebbe
concretizzarsi presto con un
emendamento dello stesso
esecutivo alla legge di Stabilità.
Il piano, che prevede anche l’attribuzione ai Comuni del gettito Imu dei capannoni industriali che oggi va allo Stato, ed
una contestuale riduzione, se
non addirittura l’eliminazione,
della compartecipazione all’Irpef dei Comuni, è stato discusso ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Matteo
Renzi, il suo staff economico, e
il ministro dell’Economia, Pier
Carlo Padoan in un incontro
per fare il punto sul cammino
della Legge di bilancio, appena
avviato alla Camera.
La nuova imposta sugli immobili non è ancora stata definita, anche se ha già un nome,
“local tax”, e dovrebbe servire
quanto meno a semplificare gli
adempimenti per i contribuenti. L’ipotesi più semplice è
quella di riunificare Imu e Tasi,
stabilendo nuove aliquote minime e massime per le varie tipologie di immobili, anche se
così si tornerebbe di fatto all’Imu prima versione. Il governo sarebbe inoltre tentato di fare un po’ di ordine anche sulle
detrazioni, che oggi sono affidate alla quasi totale discrezio-
nalità dei sindaci, reintroducendo lo sconto “fisso” per i figli a carico. Con l’occasione
della nuova riforma verrebbe
attribuito ai Comuni tutto il
gettito dell’Imu, anche quello
degli immobili di categoria D,
quelli industriali, che in cambio rinuncerebbero alla compartecipazione all’Irpef statale.
L’operazione non è semplice,
perché bisognerebbe garantire
ai Comuni lo stesso gettito di
oggi, ma le basi imponibili (capannoni industriali e redditi)
hanno una distribuzione territoriale diversa, e per far quadrare i conti potrebbe servire
un meccanismo perequativo.
I gruppi politici, intanto,
stanno selezionando gli emendamenti da portare alla discussione in Commissione Bilancio, riducendone il numero da
più di 2 mila a circa 500. Tra le
proposte ci sono quelle per eliminare i tagli ai patronati, per
modificare la tassazione dei
fondi pensione e della rivalutazione del tfr e per introdurre
l’aliquota Iva agevolata del 4%
sui libri elettronici. Dal Pd è arrivata una proposta per agevolare il pagamento, con rate decennali, delle cartelle esattoriali senza dover dimostrare una
situazione di temporanea difficoltà.
Mario Sensini
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L’ipotesi
● L’ipotesi
avanzata da
Renzi è di
riunificare Imu,
Tasi, Tosap
(occupazione
di suolo
pubblico) e
forse la Tari
(rifiuti).
Unificando le
varie tasse
sulla casa in
una «local tax»
con un unico
pagamento per
i contribuenti
La Banca centrale
europea e Mario Draghi
vanno avanti, uniti, con il
programma di politica
monetaria estremamente
espansiva nonostante
alcune critiche, di peso, in
arrivo dalla Germania. E
con la non opposizione
della tedesca Bundesbank e
del suo presidente Jens
Weidmann, si capisce da
quello che si è visto ieri.
L’attacco da parte del panel
dei saggi economici
consulenti del governo di
Berlino alla decisione della
Bce di espandere il suo
bilancio – cioè immettere
liquidità nell’Eurozona –
per mille miliardi di euro
avrebbe potuto essere,
portato in un clima di
divergenze all’interno
dell’istituzione di
Francoforte, un momento
estremamente critico se
anche Weidmann avesse
ribadito le stesse
argomentazioni. Il numero
uno della Bundesbank,
invece, ha usato toni
moderati e unitari per
affermare la posizione della
banca centrale tedesca. Al
punto di essere apparso più
preoccupato di non dare
l’idea di divisioni
inconciliabili nella Bce che
non di ribadire in modo
rigoroso l’ortodossia
tedesca in fatto di politica
monetaria. E’ vero che ha
riaffermato il suo
scetticismo sull’eventuale
acquisto di titoli pubblici
dell’Eurozona da parte della
Bce – che a suo parere
favorirebbero la
propensione dei governi a
fare nuovi debiti. Ma la
frase chiave che ha
pronunciato ieri davanti a
imprenditori e politici
locali tedeschi è questa: «La
politica monetaria
espansionista è
fondamentalmente
appropriata. Ed è
comprensibile che il
Consiglio della Bce abbia
discusso misure
addizionali e continui a
discuterle». Forse ha
qualche idea diversa da
quelle di Draghi sul futuro
ma certamente, di fronte al
rischio deflazione, offre un
sostegno pieno per ciò che
si tratta di fare ora. La cosa
non è indifferente, se si
tiene conto di due
elementi. Da una parte ci
sono le voci di contrasti
all’interno della Bce e di
critiche alle scelte di
Draghi: smentite giovedì e
ieri di nuovo. Dall’altra,
soprattutto, la Bce è entrata
in un territorio di politica
monetaria non
convenzionale che non ha
mai calpestato, nuovo, ed è
decisivo che il suo stimolo
all’economia per mille
miliardi abbia successo e
sia sostenuto da tutti,
principalmente dalla
Germania. Non è possibile
sostenere a questo punto
che Draghi e Weidmann
siano della stessa opinione
su tutto. Si può però dire
che sono uniti nel giudicare
il momento delicatissimo e
nel ritenere fondamentale
preservare l’unità della Bce.
Messaggio importante a
politici e mercati.
danilotaino
18
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
19
Esteri
Sotto accusa
Il presidente
della
Commissione
europea, JeanClaude Juncker,
ieri durante la
conferenza
stampa a
Bruxelles in cui
si è difeso dalle
accuse di
accordi fiscali
segreti con le
multinazionali
in
Lussemburgo
(Epa)
Diplomazie
di Luigi Offeddu
Quell’azzardo
e i primi dubbi
di Berlino
«S
ono
politicamente
responsabile».
Con tre parole, a 11 giorni
dall’entrata in campo della
sua Commissione, JeanClaude Juncker gioca la
sorte di entrambi. Non può
fare altrimenti, troppe sono
ormai le pressioni. E sabato
prossimo, al vertice G20 in
Australia, dovrebbe essere
lui a rappresentare
l’Europa: un silenzio
protratto fino a quel giorno
sarebbe come una
maschera precariamente
appesa a due cordicelle.
Così il lussemburghese
Juncker parla di quanto per
anni è accaduto nel
Lussemburgo da lui
governato: prima davanti a
centinaia di giornalisti di
28 Paesi, poi davanti
all’intero Parlamento
Europeo. Lo si può
giudicare in due modi:
riconoscergli un coraggio
non familiare a tanti
politici, anche di casa
nostra; o addebitargli il
danno di immagine che
comunque investe tutta la
Commissione, entrata in
carica solo alle 00.02 dello
scorso primo novembre.
Ma qui non si tratta di
giudizi personali. Nelle ore
che hanno preceduto le
parole di Juncker, vi sono
stati infatti altri segnali che
riguardano tutta l’Europa.
Contatti diretti di Bruxelles
con il ministro delle
Finanze tedesco Wolfgang
Schäuble e con la stessa
cancelliera Angela Merkel
(insieme nella foto sopra),
per esempio. Sono i grandi
sponsor di Juncker, l’hanno
scelto per la sua esperienza
ma anche come argine
contro l’instabilità
fomentata dagli
antieuropeisti di ogni
Paese, e soprattutto del
Regno Unito. Ora, Berlino
ha suggerito all’uomo sotto
tiro di compiere il passo
allo scoperto. E lui l’ha
fatto, anche perché l’aveva
già deciso da solo. Merkel e
Schäuble gli garantiscono
l’appoggio della coalizione
tripartita
nell’Europarlamento
guidato dal socialista
tedesco Martin Schulz
anche se proprio ieri il
Financial Times ha
accennato alle prime
perplessità di Berlino. Lo
fanno per un motivo
profondo che tutti
conoscono bene: qui,
nessuno è innocente. Dei
piccoli o grandi paradisi
fiscali sbocciati in Europa,
da Londra a Cipro a Vienna,
hanno goduto società e
imprese di tutta l’Europa. E
i cittadini hanno pagato.
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Il caso
● Lo scandalo
«LuxLeaks»
esplode il 7
novembre con
un’inchiesta
giornalistica
internazionale,
pubblicata in
31 Paesi, che
svela accordi
segreti tra le
autorità del
Lussemburgo e
340 aziende in
tutto il mondo,
tra cui 31 in
Italia, per
spostare flussi
finanziari
enormi
pagando tasse
minime
● Il caso
coinvolge il
neopresidente
della
Commissione
Ue, Jean Claude
Juncker, che ha
guidato il
Lussemburgo
da 1995 al
2013, e con lui
giganti come
Amazon, Ikea,
Deutsche Bank
Procter &
Gamble, Pepsi
e Gazprom
● Diversi
europarlamentari della
Germania,
sostenitrice
della sua
candidatura,
hanno chiesto
a Juncker di
chiarire la sua
posizione
Juncker si assolve: non mi dimetto
Il capo della Commissione Ue rompe il silenzio sullo scandalo LuxLeaks
«Non dipingetemi come amico del grande capitale». I fischi dei deputati
DAL NOSTRO INVIATO
Nega responsabilità
e conflitti d’interessi. Il presidente della Commissione europea, il lussemburghese JeanClaude Juncker, ha interrotto
una settimana di imbarazzato
silenzio per respingere nell’Europarlamento e con i giornalisti il suo coinvolgimento nello
scandalo LuxLeaks, che ha rivelato i favoritismi fiscali concessi a centinaia di società straniere quando era premier del
Lussemburgo.
Juncker si ritiene ancora
adeguato e credibile davanti ai
500 milioni di cittadini dell’Ue.
Ha promesso di impegnarsi
per l’armonizzazione fiscale e
per lo scambio automatico di
informazioni tra Stati sui tax
ruling, le richieste preventive
delle società su come verranno
tassate dal Lussemburgo e da
altri paradisi fiscali disponibili
BRUXELLES
L’intervista
DAL NOSTRO INVIATO
«C’è molta ipocrisia,
ci sono molti comportamenti
cinici in questa vicenda. Io sono greco: ricordo Juncker che
accusava noi e voi, gli italiani,
come evasori fiscali. Ed ecco
qui, proprio lui ha creato nel
suo Paese un sistema di regole
che per trent’anni ha consentito l’evasione fiscale. Questo sì,
è antieuropeismo…».
Dimitrios Papadimoulis, eurodeputato della Sinistra unita
europea (Gue/Ngl) e militante
del movimento Syriza nella sua
Grecia, è uno dei vicepresidenti del parlamento europeo. L’11
novembre ha lanciato con i
suoi colleghi a Strasburgo e a
Bruxelles una petizione per
censurare il comportamento
della nuova Commissione Europea sul caso «LuxLeaks». Com’è andata?
«Occorrono 76 firme e finora non ci siamo arrivati. Fra le
altre ci sono varie firme dei po-
a concedere forti riduzioni in
modo riservato. La Germania
preme per accelerare.
«Non dipingetemi come il
miglior amico del grande capitale», ha replicato Juncker, dopo essere stato accolto con fischi e critiche da vari settori
dell’Europarlamento di Bruxelles. Ha negato di essere «l’architetto» del regime da paradiso fiscale del suo Granducato,
sviluppato nei circa 20 anni da
premier e ministro delle Finanze, quando è stato anche il
principale frenatore delle iniziative Ue contro i grandi evasori fiscali. Si considera in regola con le leggi comunitarie,
nonostante la precedente
Commissione europea abbia
avviato una procedura su presunti favoritismi fiscali in Lussemburgo (a Fiat Finance e
Amazon) in contrasto con la
normativa sugli aiuti di Stato.
«Se anche dovesse essere ac-
28
I commissari
cioè i «ministri»
europei, tanti
quanti gli Stati
dell’Unione
500
Milioni i
cittadini dei 28
Stati membri
dell’Unione
Europea
certato che aiuti di Stato sono
stati deliberati da qualche istituzione lussemburghese — ha
precisato — non vedo perché
mi dovrei dimettere».
Juncker è stato difeso da
Manfred Weber, il leader tedesco del suo europartito Ppe. «È
vergognoso che i governi firmino con le imprese accordi segreti che le aiutano a non pagare le tasse», ha invece attaccato
il capogruppo degli eurosocialisti Gianni Pittella, che non intende però far saltare la maggioranza con il Ppe e un presidente della Commissione appena insediato. Il leader degli
euroliberali, il belga Guy Verhofstadt, ha chiesto di concludere entro dicembre i procedimenti su Fiat e Amazon perché,
se quegli accordi risultassero
illegali, sarebbe «un problema» per Juncker. Gli euroscettici (Ukip e M5s) hanno chiesto
«sospensione o dimissioni».
Juncker è atteso al G20 a Brisbane in Australia, dove è in
agenda la lotta alla grande evasione fiscale. Ma poi a Bruxelles dovrà considerare le irritazioni popolari soprattutto nei
Paesi dove, quando era presidente dei ministri finanziari
dell’Eurogruppo, ha sollecitato
misure di austerità (con aumenti delle tasse), mentre da
premier guidava un paradiso
fiscale con rigido segreto bancario a vantaggio di multinazionali, società e ricchi investitori. Inoltre piccole imprese e
negozi, sottoposti a pesanti imposizioni fiscali, hanno scoperto con LuxLeaks di essere stati
penalizzati nelle concorrenza
con multinazionali e grandi catene, che pagano tasse minime
grazie ai favoritismi dei vari
Lussemburgo, Olanda, Irlanda
o Regno Unito.
Ivo Caizzi
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Il vicepresidente dell’Europarlamento
«Ora un’inchiesta per fare chiarezza»
Chi è
BRUXELLES
● Vicepresidente del
Parlamento
europeo, il
greco Dimitrios
Papadimoulis
fa parte del
Gruppo della
Sinistra
unitaria
europea/Sinistra verde
nordica
pulisti, della destra estrema. E
noi vorremmo invece quelle
dei Verdi, dei socialisti che non
hanno votato Juncker..».
Qual è il vostro obiettivo?
«Avviare una chiara indagine su quello che è accaduto e
soprattutto su come e perché
possa esistere in Europa una
cornice di regole che consenta
questa enormità: le multinazionali non pagano le tasse, i
cittadini sì. E vogliamo naturalmente che le regole siano cambiate. Subito. Con una nuova
norma europea, un minimo
comune denominatore che
non permetta gli scandali.
Ogni impresa deve pagare le
tasse sui suoi profitti nello stesso Paese in cui li ha realizzati».
Un’indagine è stata comunque già avviata dalla stessa
Commissione europea...
«Non ci fidiamo di questa
Commissione, e neppure della
sua indagine. Non ci fidiamo
dei partiti di governo che negli
Stati Ue hanno creato queste
stesse regole, forse legali ma
non morali, non etiche, consentendo la nascita dei paradisi fiscali sulle spalle dei cittadini».
E allora?
«Allora chiediamo una commissione speciale di inchiesta
nominata dall’Europarlamento, che dia risultati rapidi e credibili».
Chiedete anche le dimissioni immediate di Jean-Claude Juncker?
«Non vogliamo fare di questo tema una questione personale. Comprendo bene le varie
responsabilità, ci mancherebbe. Ma Juncker, quand’era primo ministro, ha usato gli stessi
sistemi che vengono usati oggi
da molti Paesi».
Colpa comune, mezza assoluzione?
«Nell’Europarlamento c’è
una chiara maggioranza di 3
partiti che sostiene Juncker, e
che finora ha retto. Noi non vogliamo sfasciare tutto. Ripeto:
❞
Tasse
Le
multinazionali non
pagano le
tasse, i
cittadini sì
Regole
L’obiettivo
è chiudere
quei buchi
neri sulle
regole
fiscali
il nostro obiettivo è cambiare le
regole in Europa, chiudere
quei buchi neri sulle regole fiscali. E c’è anche un rischio che
non vogliamo correre».
Quale?
«Guardi: noi non abbiamo
votato per la Commissione Juncker. Il risultato di tutta questa
vicenda è che oggi la Commissione si è indebolita, Juncker si
è indebolito. Non intendiamo
spingere la Commissione in
una deriva che la porti verso gli
anti-europeisti, per esempio
britannici».
Sta pensando a Nigel Farage?
«Farage è stato ed è un ottimo specialista nel preparare i
“pacchetti” di istruzioni su come non pagare le tasse. Ma a
parte lui, non vogliamo neppure che dopo questo caso la
Commissione si senta intimidita dalla pressione tedesca».
L. Off.
[email protected]
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
21
Cronache
Violentata dopo la discoteca
dove festeggiava i suoi 18 anni
Il prete accusato di pedofilia
Roma, fermato un pregiudicato con obbligo di firma per furti, spaccio e lesioni
Insieme Boris Pahor (a sinistra) e il padre di Suard (M. Silvano)
L’ultima notte dei suoi 17
anni Martina (la chiameremo
così) ha subito uno stupro. Violentata da un amico del ragazzo
appena conosciuto in discoteca, a poche ore dallo scoccare
dei 18 anni: la ragazza si è impegnata subito a collaborare
con gli investigatori e, per avere
giustizia, ha costretto se stessa
a recuperare ricordi dolorosi e
umilianti, ferite del corpo e
dell’anima.
Ieri, gli agenti del commissariato di San Giovanni hanno arrestato il suo presunto violentatore. È un egiziano di 21 anni,
Talat Abou Raia, con due condanne, una per furto e per
spaccio, l’altra per lesioni aggravate e resistenza a pubblico
ufficiale. Aveva l’obbligo di firma al commissariato, ed è lì
che l’hanno arrestato.
I magistrati del pool delle
violenze sessuali, coordinato
dall’aggiunto Maria Monteleone, gli contestano la violenza a
un minore — quei 18 anni non
ancora compiuti — e lesioni
aggravate. Il referto dei medici
del consultorio a cui la ragazza
si era rivolta immediatamente
(e, da cui è partita la notizia del
reato) parla di lividi e tumefazioni. La ragazza è difesa dall’avvocatessa Maria Cristina
ROMA
Il killer di Camorra Giuseppe Setola
«Io pentito?
Mentivo
per uscire»
Il killer di camorra Giuseppe Setola
(sopra, il giorno dell’arresto) che si
era detto disponibile a collaborare
con la giustizia, ieri in tribunale a
Santa Maria Capua Vetere ha
«ritirato» tutto, confermando i
sospetti degli inquirenti. «Ho detto
un sacco di bugie per uscire dal
carcere» ha ammesso.
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Cerrato del centro antiviolenza
di «Differenza Donna».
Torniamo al buio di quella
notte, il 19 ottobre: Martina è a
un passo dal traguardo dei 18
anni e vuole festeggiare, anche
se le sue amiche le hanno dato
forfait. Buca.
Va in una discoteca, all’Eur,
«Spazio Novecento», dove per
divertirsi non serve essere in
gruppo. Piovono decibel, un
ragazzo la bacia, si conoscono.
La notte si fa dolce o forse è illusione ma lei, intanto, ha bevuto, e accetta l’invito nell’appartamento di lui, all’Aurelia,
Roma Nord.
Si aggrega Talat, un amico
del giovane. Una volta nell’appartamento, la sbronza lascia
spazio al sonno e quando Martina si sveglia il «suo» ragazzo
non c’è. È uscito. C’è invece Talat che pretende, minaccia, costringe: «Ti spoglio, dai... Non
mi costringere a esser violento.
Fai come ti dico». È un tempo
lungo che Martina non spera
più di poter dominare. La mattina dopo va al consultorio, racconta. Il suo amico di una sera
confermerà. Talat viene arrestato. Martina si è regalata un
po’ di giustizia.
Ilaria Sacchettoni
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I beni dell’avvocato Lombardi Stronati
Ville, barche e società
Sequestro da 103 milioni
per l’ex patron del Siena
In Sardegna
Lo Yacht Club
della Costa
Smeralda
in un’immagine
del video
della Finanza
che documenta
i beni
sequestrati
a Lombardi
Stronati
ROMA Il suo patrimonio comprende 33 società,
2 barche, 14 tra auto e moto, 268 case tra cui
vari appartamenti nel complesso Yacht Club
Costa Smeralda, nel residence «I Gigli» a Porto
Cervo, e nella struttura «Alga Cervinia» in
Cervinia-Valtournenche. E poi palazzi e
appartamenti di pregio in zone residenziali di
Roma, fabbricati e terreni a Capalbio, Pomezia,
nel viterbese e nel milanese. In tutto fanno 103
milioni di euro che il Nucleo Valutario della
Guardia di Finanza guidato dal generale
Giuseppe Bottillo ha sequestrato all’avvocato
Giovanni Lombardi Stronati, 51 anni, l’ex
presidente del Siena accusato di evasione
fiscale con un provvedimento cautelare
sollecitato dai pubblici ministeri e firmato dal
giudice proprio per evitare che possa
continuare ad operare sul mercato. Non è la
prima volta che il legale finisce sotto inchiesta.
Già in passato aveva subito una contestazione
di evasione fiscale e poi era stato coinvolto
nelle verifiche sulla splendida dimora
capitolina regalata da Silvio Berlusconi a
Sabina Began, la donna finita sotto processo
per aver portato donne a pagamento alle sue
feste. Questa nuova indagine nasce da due
segnalazioni di operazioni sospette e, come
confermato ieri dal procuratore capo di Roma
Giuseppe Pignatone, ha consentito di accertare
che Lombardi Stronati aveva fatto confluire una
serie di immobili di pregio nel trust «Joguvi»
proprio per tentare di sfuggire ai controlli ed
evitare il pagamento delle imposte.
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I numeri
● L’Istat stima
che in Italia
circa un milione
di donne abbia
subito stupri
o tentati stupri
● In media
ci sono
10 denunce
al giorno di
abusi sessuali
● Le province
con il più alto
tasso
di violenze
sessuali sono
Rimini, Imperia
e Ravenna
● Nell’Ue il
45% delle
donne ha
subito molestie
Boris Pahor al funerale
del parroco suicida
«Vorrei scrivere di lui»
La chiama «una storia tragica, non criminale». E sposta il suo tormento sul ruolo che è
toccato al vescovo: «Secondo me si è comportato da giudice e non da padre. Non conoscevo
don Maks Suard ma so che era un ottimo sacerdote. Anche per questo sono andato ai suoi
funerali. È una storia che vorrei scrivere». Boris
Pahor, intellettuale triestino di origini e lingua
slovene, 101 anni compiuti, sopravvissuto ai
lager nazisti, parla al telefono dalla casa in collina, sul Carso. Non ha difficoltà a dire la sua, con
la schiettezza consueta, sulla vicenda del sacerdote, morto suicida a 47 anni dopo che, all’improvviso, dal passato è emerso il suo dramma
«segreto». E la parola «pedofilia» ha firmato la
sua condanna. «È vero — osserva Pahor — diciassette anni fa don Suard si è macchiato di
una colpa grave. Se l’è portata dentro chissà con
quali rimorsi. Ma perché far riaffiorare dopo
tanto tempo quell’episodio? Le conseguenze
sono state devastanti. Sarebbe stato opportuno
da parte della Diocesi muoversi con più prudenza». Maks è un giovane sacerdote quando si
invaghisce di una ragazza tredicenne. All’epoca
dei fatti non succede nulla e sulla vicenda cala il
silenzio. L’opera pastorale del prete continua. È
benvoluto e stimato dai parrocchiani. Quando
accade l’imprevedibile: la vittima di allora, oggi
zia di un’adolescente, scopre che la nipote frequenta la parrocchia di don Suard. Appena sente pronunciarne il nome, la memoria si riaccende. E lei chiede giustizia tardiva per sé con l’intenzione di proteggere anche la ragazzina da
paventate avances. «Paventate e improbabili —
afferma Pahor —. Ma purtroppo i fantasmi ritornano e per don Suard si profila un doppio
processo, ecclesiastico e penale. A me pare che
quell’episodio lontano non basti per bollarlo
come pedofilo, senza appello. Fatto sta che il
vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, dopo la denuncia, ha avviato le procedure
del caso, calandosi nel ruolo di giudice. Avrei
apprezzato un tratto di paternità. Forse la tragedia si sarebbe evitata. Mi chiedo, tuttavia, se
questo modo di agire sia un segno dei tempi».
Pahor, che pure ha portato avanti battaglie contro la discriminazione della minoranza slovena
a cui appartiene così come il prete suicida, non
crede invece alla tesi «etnico-persecutoria» che
pure è stata ventilata. Ai funerali di don Suard,
celebrati l’altro ieri a Trieste, il vescovo non
c’era. È toccato a don Dusan Jakomin officiare il
rito in sloveno. «Nessuna parola pesante può
cancellare ciò che di buono ha fatto don Maks»
ha detto. «Ho parlato al padre del sacerdote. Un
uomo esasperato — spiega Pahor —. Ha
espresso il desiderio di farmi avere gli scritti
lasciati dal figlio prima di suicidarsi. Li ha il
vescovo, lui non li ha ancora letti». Alcuni brani
sono filtrati attraverso i media («Mai avrei potuto immaginare di aver causato un danno così
grave a quella ragazza, avrei voluto chiederle
perdono, non ce l’ho fatta»), ma lo scrittore
aspetta gli originali. «Per raccontare questa
storia».
Marisa Fumagalli
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Milano
Figlio di Caprotti a processo
«Ha diffamato il padre»
L’ennesima puntata della saga della famiglia
Caprotti andrà in scena in tribunale a Milano.
Giuseppe Caprotti è stato rinviato a giudizio con
citazione diretta dal pm milanese Luca Gaglio
con l’accusa di diffamazione a mezzo Internet
nei confronti dell’anziano padre Bernardo, per
un’intervista rilasciata a un periodico e poi
riportata nel suo blog (il cronista che l’ha scritta
non è stato querelato). Caprotti jr aveva
attribuito al padre due episodi ora giudicati non
veri e «lesivi della sua dignità personale».
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
CRONACHE
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Il reportage
di Goffredo Buccini
Pochi denti in bocca e molta
rabbia in testa, lo stigma dell’eroina e della miseria. «Ci sarà
una grande pulizia, vedrai!»,
giurano i vecchi di Tor Sapienza, quelli entrati nelle prime
case Ater trent’anni fa — una
specie di nobiltà locale —, seduti sul muretto dietro al Lory
Bar, che è il quartier generale
di questo caos: «I neri protetti
dal Vaticano e dai comunisti
devono anna’ affa...», sibilano.
Terza sera di paura, dopo
botte e bombe carta, cortei e
sassaiole: ora però ci sono molti blindati, tanti poliziotti, tute
antisommossa. Bianchi e neri
sono pronti a scannarsi come
in una banlieue, come a Soweto, in questa periferia est di Roma. Il civico 142 di viale Morandi è un falansterio di degrado
popolato da 500 famiglie, un
circolo di otto piani di cemento
con quattro pini piantati in
mezzo, romeni abusivi subentrati nei sottoscala a 300 euro al
mese, vecchi negozi occupati
dai rom. «Non ho più il mio
metro quadrato per respirare»,
ghigna Gino, e giura che negli
anni Ottanta «qua era un paradiso, prima che venisse ’sta
gente».
Le spedizioni degli incappucciati sono partite da qui, dai
giardinetti, strillando «viva il
Duce!», agitando mazze, confuse dentro i cortei di protesta
degli abitanti. Bilancio: quattordici feriti, tra cui molti poliziotti e un cameraman di Raidue. Davanti alla scala DD (ogni
civico ha lettere e sottolettere)
c’è ancora qualche macchia di
sangue di martedì.
I «nemici» sono dall’altra
parte di viale Morandi, al civico
153 e seguenti, in un altro ca-
I rifugiati
I cittadini del quartiere
contro i rifugiati. «Era
meglio se fossi morto
a casa mia»
sermone, dipinto fresco di
arancione: 430 metri quadrati
per sette piani più due di seminterrato. Proprio di fronte,
stanno. E dalle finestre guardano spaventati, in realtà non
hanno gran voglia di combattere, anche se si preparano a barricare di nuovo l’ingresso contro i tentativi di irruzione. Sono
ospiti della onlus «Un sorriso»,
che impiega una quarantina di
operatori al centro d’accoglienza. I ragazzi hanno faccette implumi ma già segnate anche loro. Vengono da dove si combatte sul serio, Libia, Siria, Egitto.
In tutto trentasei minorenni,
per legge sotto la tutela del sindaco Marino. E trentasei adulti
rifugiati. Parlano a fatica: «Sono scappato dalla guerra e ho
trovato un’altra guerra», «ho
più paura di prima», «meglio
che morivo a casa mia».
Uno di loro, un bengalese,
dimostrerà dieci anni ma ne ha
quattordici, è stato preso a bastonate in testa l’altro giorno al
parco. Il parco Barone Rampante è un posto sconsigliabile. I romeni ci si sono accampa-
GLI SCONTRI ALLA PERIFERIA DI ROMA
Nei due fortini di Tor Sapienza
«Qui non si cade, si mena e basta»
La strada
Uno scorcio di
viale Giorgio
Morandi, a Tor
Sapienza, il
giorno dopo gli
scontri. A sinistra
si vede il centro
«Un sorriso», di
fronte il palazzo
abitato da 500
famiglie (foto
Benvegnù/
Guaitoli/Lannutti)
ti e lunedì uno di loro avrebbe
infastidito una ragazza romana
con la coda di capelli bionda e
un pitbull al guinzaglio. Quando si usa troppo la locuzione
«uno di loro» significa che le
cose si mettono male. Ora tutti
dicono «tentato stupro», ma
non c’è denuncia. La scintilla è
stata quella. Il romeno è stato
pestato, ma poche ore dopo è
partito il primo assalto alla
onlus. Negli scontri, anche la
ragazza con la coda bionda ha
preso un paio di manganellate.
Qua tutti menano tutti, è la
legge di questo inferno che ha
venti identiche succursali tut-
t’attorno alla periferia romana,
venti focolai in attesa.
Un mese fa toccò a Corcolle.
Tra un mese magari sarà la volta di Ponte Mammolo o della
Romanina. La tensione gira come una pallina di roulette, il
copione non cambia, quelli che
soffiano sul fuoco fanno la fila.
Lunedì e martedì la polizia ha
individuato tra i picchiatori noti fascisti e ultrà. Ieri, rispondendo all’appello «di solidarietà» diffuso dalla onlus, sono
apparsi antagonisti e vecchi
militanti di Action. L’incendiario leghista Salvini, che pure ha
annunciato la sua venuta, sta-
volta arriverà buon ultimo.
Molto atteso sarebbe Ignazio
Marino, che tra le grane della
sua Panda Rossa ha trovato il
tempo per incontrare in Campidoglio alcuni residenti. Ed è
certo ingeneroso prendersela
con lui, fresco arrivato. Tuttavia un suo comunicato che promette di «individuare soluzioni condivise», «una presa di distanza dagli episodi di violenza» e una visita «a breve»,
suona inadeguato se non grottesco.
«Qua è ‘na tragedia», inquadra la situazione Gabriella Errico, presidentessa della coope-
Gli scontri
● Martedì sera
nel quartiere
romano
di Tor Sapienza
gruppi di
incappucciati
hanno
attaccato con
bombe carta,
sassi e bottiglie
il centro di
accoglienza per
rifugiati
«Il sorriso»
e la polizia
AVVISO A PAGAMENTO
GIUSTIZIA
CERTA
E VELOCE
rativa che gestisce il centro
d’accoglienza, «l’altra sera hanno tirato sedici bombe carta.
Ma, vede, noi non ce ne possiamo andare. Come dicono i colleghi delle altre cooperative,
poi si sposterebbero alla Prenestina, all’Ardeatina...», come
la pallina della roulette appunto. Gli ospiti del centro sono
accusati di furti, provocazioni,
persino di cambiarsi nudi alla
finestra.
Francesca, dirigente della
struttura, calabrese, sospira:
«La verità? I ragazzini sono
quasi ingestibili. Vengono qui
direttamente dallo sbarco. Su
di loro devi partire da zero...
avessimo cinque anni di tempo! Nessuno ruba. Ma qui si aggiunge disagio a disagio». Accanto, due dei più giovani si azzuffano. Gabriella Errico sospira: «Giocano, sono esuberanti.
Sa, gli egiziani?».
In questa storia non si vedono ragioni, tutto sembra un
torto. Persino le dimensioni
del centro «Un sorriso», quasi
quattromila metri quadrati per
una settantina di rifugiati a 25
mila euro al mese di affitto pagati da Europa, Stato italiano e
Comune di Roma. Certi spazi
fanno gola in un quartiere dove
prima si occupa e poi si dice
buongiorno. «Ma questa è la
sede della cooperativa sociale,
non c’è solo l’accoglienza»,
spiega ancora Francesca. Di sicuro il centro attira molta polizia e la cosa non può far piacere
ai padroncini dello spaccio locale: anche qualcuno di loro
era in mezzo ai tafferugli.
Dalla trincea del Lory Bar,
Marina dice che «no! Noi non
difendiamo gli spacciatori».
Ha una faccia patita per i suoi
trent’anni, un cappuccio di lana in testa e, attorno, il gruppo
dei vecchi tossici. Qui è nata,
sua madre c’è venuta nel ‘78.
Ammette: «Sì, l’altra sera c’eravamo noi. Ma abbiamo fatto
un’istigazione». Cioè? «Ha presente nel Sessantotto quando
c’erano i comunisti? Uguale a
loro. Abbiamo fatto un’istigazione per farci vedere! Io nun
so’ razzista. Negro non lo dico a
nessuno perché è una diffamazione. Ma, scusi, se nel suo
quartiere le arriva gente così lei
che fa?». Un’istigazione? «No,
nooo! Una rivoluzione!».
Sotto la pioggerella della sera, un cinquantenne congolese
si accascia sul marciapiede della onlus, un taglio in fronte,
chiedendo aiuto. Capannelli,
polizia, ambulanza. Forse è caduto? Una vocina da dietro risponde: «Qua nun cade nessuno, qua se mena e basta».
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
CRONACHE
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#
«Silenzi e ritardi colpevoli su Ebola Test di medicina,
timore dei rettori:
L’epidemia poteva essere fermata» il«Anno
accademico
pregiudicato»
Lettera al ministro Giannini
Il sociologo Somparé dell’Università della Guinea: hanno ignorato gli allarmi
Chi è
● Abdoulaye
Wotem
Somparé (nella
foto) è un
sociologo
dell’università
Kofi Annan, di
Conakry,
capitale della
Guinea
● Per l’Oms, i
morti dall’inizio
dell’epidemia
di Ebola sono
5.160. I casi di
contagio,
invece, sono
14.098
distribuiti
soprattutto in
Sierra Leone,
Liberia e
Guinea (in Mali
si contano 4
pazienti, tutti
deceduti)
L’epidemia di Ebola avrebbe
potuto essere fermata sul nascere? Forse sì, se i primi casi di
infezione in Guinea fossero
stati resi noti senza alcun indugio e fosse stata disposta immediatamente una campagna
di prevenzione efficace.
A sostenerlo è Abdoulaye
Wotem Somparé, sociologo
dell’Università Kofi Annan, di
Conakry, laureato a Parigi, che
attribuisce questo ritardo all’intreccio di ragioni culturali,
politiche ed economiche: «Le
istituzioni della Guinea hanno
esitato a prendere provvedimenti immediati dopo i primi
casi perché la regione interna,
boschiva, dove sono avvenute
le prime infezioni, versa in una
situazione paradossale: è infatti poverissima, isolata culturalmente e oggetto di pregiudizi
da parte degli altri abitanti del
Paese, ma è anche molto strategica sia economicamente sia
politicamente».
Non si vede un legame diretto con Ebola. «Il virus ha cominciato a diffondersi nella zona perché la popolazione locale si nutre spesso di selvaggina
potenzialmente infetta, cacciata e venduta nei mercati. Dopo i
primi casi le autorità avrebbero
dovuto mettere in atto tutte le
misure straordinarie necessarie per fermare la progressione
della malattia e far partire tempestivamente una campagna di
informazione in tutto il Paese».
«Invece — continua il sociologo — ci sono state esitazioni
per evitare di aggravare i pregiudizi nei confronti degli abitanti della regione, che sarebbero stati considerati colpevoli
del flagello per le loro abitudini alimentari e i loro riti (per
esempio quelli funebri), già
additati come segno di scarsa
civiltà. E anche gli esponenti
locali più istruiti, alla comparsa dei primi casi di malattia, si
sono allineati, tendendo a non
drammatizzare la situazione».
Mancano ancora i risvolti
strategici e politici cui accennava. «Non c’era interesse a
mettere in ulteriore difficoltà
migliaia di persone a causa degli errori commessi da pochi
nell’alimentazione. A maggior
❞
Le ragioni
Pregiudizi
e interessi
sono stati
un freno
Via Fani Il procuratore generale di Roma
«Chiarire il ruolo del consulente Usa Pieczenick»
L’indagine sulla presenza di due presunti 007 in via Fani (nella foto) la mattina
del sequestro Moro, a bordo di una moto, va archiviata perché l’uomo indicato
in una lettera anonima quel giorno era altrove. Ma per il procuratore generale
di Roma Ciampoli (da domani in pensione, sentito ieri dalla commissione
parlamentare d’inchiesta) andrebbe approfondito il ruolo dei servizi segreti,
italiani e stranieri, e del consulente Usa Steve Pieczenick. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ragione, se si considera che la
popolazione in questione gioca un ruolo tutt’altro che secondario per l’elezione del presidente della Guinea, e che le
prossime consultazioni cadranno nel 2015 — continua
Somparé —. Se poi gli abitanti
della regione vivono una situazione socioeconomica surreale, il quadro si completa. Infatti
una parte del territorio non
può essere coltivata perché è
sotto la tutela dell’Unesco,
mentre un’altra è ricchissima
di minerali e ha attirato l’interesse di diverse compagnie
estrattive straniere».
«Lo sfruttamento del suolo
— precisa il sociologo — si tradurrebbe in lavoro per la manodopera locale, che versa in
condizioni molto precarie a dispetto del fatto di camminare
su una delle maggiori ricchezze del Paese: una situazione di
disagio che già in passato ha
acceso proteste violente. Inoltre, lo sfruttamento minerario
aumenterebbe in pochi anni,
in modo deciso, il Pil dell’intero Stato».
«Una campagna di comunicazione massiccia, dopo i primi casi di infezione — conclude Somparé —, avrebbe potuto
da un lato far infuriare potenziali elettori e dall’altro scoraggiare gli investimenti stranieri».
Luigi Ripamonti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dovevano entrarne 10 mila in
tutta Italia. Poi ne sono arrivati
altri 5 mila. E presto se ne
aggiungeranno altri 2 mila.
Una situazione «gravissima» e
«insostenibile» che
«pregiudica il regolare avvio
dell’anno accademico». Così i
rettori della Crui (la
Conferenza dei rettori delle
università italiane) hanno
scritto al ministro Stefania
Giannini chiedendole un
incontro urgente per
affrontare quella che sta
diventando una emergenza: il
sovraffollamento di matricole
nei corsi di laurea in medicina
per l’ingresso dei ricorsisti
che, pur non avendo passato il
concorso, sono stati
riammessi dal Consiglio di
Stato. Ciò si è tradotto, in
alcuni casi, come quello di
Palermo, in quasi il triplo di
studenti (intorno ai 1.100) per
corsi e spazi pensati invece per
un terzo di loro (404). Si parla
di aule stracolme e laboratori
impossibili da tenere. «Ora
stiamo dando una risposta con
strumenti straordinari — dice
il rettore di Palermo e
vicepresidente Crui Roberto
Lagalla — ma per i prossimi
anni cosa faremo?». Anche
perché, scrivono i rettori, «da
anni le domande di accesso ai
corsi superano le relative
offerte, tanto di posti quanto
di borse». Il ministro li
riceverà domani.
Claudia Voltattorni
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CRONACHE
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Napolitano: Expo deve andare bene, ci mettiamo la faccia
L’evento presentato al Quirinale. Mostra straordinaria con arazzi medicei conservati a Firenze e al Colle
ROMA «La faccia ce l’abbiamo messa tutti e adesso dobbiamo farcela tutti». Il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano ha sempre creduto all’Expo e ancora ieri si è speso a favore dell’evento ricevendo al Quirinale il ministro delle
Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina insieme al commissario unico di
Expo, Giuseppe Sala, e alla presidente Diana
Bracco.
In prima fila il sottosegretario alla presidenza
Graziano Del Rio, i ministri Maurizio Lupi e Stefania Giannini, il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, il governatore lombardo
Roberto Maroni, il vicesindaco di Milano Ada
Lucia De Cesaris, l’ex ministro degli Esteri Emma
Bonino, che si era adoperata nel 2008 perché
l’esposizione fosse assegnata a Milano e che oggi
lavora al progetto Women for Expo; invitati anche un gruppo di volontari e di studenti e l’ambasciatore più illustre di Expo, Andrea Bocelli.
Napolitano non nasconde le difficoltà: «Sono
quelle che conosciamo, ma siamo persuasi che
Il caso
di Andrea Laffranchi
le supereremo tutte. Abbiamo già dato prova, in
tema di legalità, di saper trovare rimedi, risposte
e garanzie». E malgrado i moltissimi cambi di
sindaci, premier e presidenti di Regione («Su
questo deteniamo un record mondiale che cederei volentieri a qualcun altro — si lascia andare il
presidente —, abbiamo sempre lavorato insieme»). Napolitano riprende il messaggio del
commissario unico Giuseppe Sala che rilancia
l’Expo «della fiducia». Una fiducia dimostrata
anche dall’impegno di molte grandi aziende
partner e dei 6,5 milioni di biglietti d’ingresso
già venduti in tutto il mondo tra cui, notizia di
ieri, 100 mila nel Bangladesh.
Il ministro Martina annuncia invece che tutto
il lavoro sul tema dell’Expo, «Nutrire il Pianeta Energia per la Vita», troverà una sua conclusione
in una Carta di Milano che verrà consegnata al
Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Kimoon durante la sua visita all’esposizione milanese, prevista per metà ottobre: «Sarà — ha
spiegato Martina — un documento che segnerà
Il saluto Il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano
all’incontro al Quirinale con i vertici
dell’Expo (foto Omnimilano)
una precisa responsabilità dell’Italia e di Expo
sulle urgenti questioni della sicurezza alimentare, della sostenibilità, di uno sviluppo equo».
La mobilitazione intorno a Expo è diffusa. A
169 giorni dall’apertura dei cancelli, fra le molte
iniziative già programmate, si sta perfezionando
l’accordo per una mostra straordinaria ed esclusiva degli arazzi medicei, alcuni dei quali sono
conservati proprio al Quirinale. L’esposizione
durerà da gennaio a ottobre 2015 e seguirà tre
tappe: prima al Quirinale, poi al Comune di Firenze e infine a Milano, durante i sei mesi dell’Expo, probabilmente a Palazzo Reale nella Sala
delle Cariatidi.
Certo, restano ancora ostacoli da superare:
l’ultima controversa questione che sta tenendo
banco è quella dell’Albero della Vita, una installazione scenografica che garantirebbe giochi di
luce e colore, su cui restano le contrarietà logistiche di Sala e i dubbi procedurali di Cantone.
Elisabetta Soglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Musica senza spot ma a pagamento
Ora YouTube cambia strategia
Lanciato un servizio in abbonamento. Da lunedì al via i test in 7 Paesi, Italia compresa
Cos’è
● YouTube
è una
piattaforma
online per
condividere e
visualizzare i
video. È nata
nel 2005; da
ottobre 2006 è
di proprietà di
Google che l’ha
acquistata per
1,65 miliardi di
dollari
● YouTube ha
più di un
miliardo di
iscritti. Dal
2006 è il terzo
sito più visitato
al mondo dopo
Google e
Facebook
● I suoi
fondatori sono
Chad Hurley,
Steve Chen e
Jawed Karim
YouTube cambia pelle. Anzi
home page. Da ieri sera la piattaforma video offre una doppia
possibilità: sotto la tradizionale
barra di ricerca potremo scegliere «che cosa guardare» e allora ci ritroveremo sullo schermo le categorie cui siamo abituati, oppure «musica» se preferiremo concentrarci sulle
canzoni.
La nuova home è disponibile
gratuitamente sia dal sito che
dalla app per Android (per il sistema iOS, quello degli iPhone,
bisognerà attendere qualche
giorno) e ci presenterà dei suggerimenti personalizzati in base a un algoritmo che interpreta le nostre visualizzazioni e col
tempo imparerà a «conoscere»
i nostri gusti (attenzione quindi a quello che clicchiamo).
L’idea di YouTube parte dall’analisi dei dati. La musica è il
contenuto più guardato all’interno della grande videoteca
virtuale di Google. La rivoluzione digitale ha cambiato il modo di ascoltare musica e Internet, soprattutto nella fascia under 25 anni, ha sostituito sia le
radio che i negozi di dischi. Gli
equilibri economici si stanno
spostando: i ricavi che le case
discografiche ottengono dalle
piattaforme di streaming e dalla pubblicità su YouTube hanno superato quelli dal
New York
I due lavavetri
sospesi nel vuoto
Sono rimasti sospesi nel
vuoto al 69° piano del One
World Trade Center. Due
lavavetri sono stati salvati dai
vigili del fuoco di New York,
che hanno rotto il vetro di
una finestra per portarli in
salvo. Pare che un cavo della
piattaforma mobile sulla
quale i due operai stavano
lavorando si sia rotto verso le
13, ora locale. I lavavetri sono
rimasti sospesi nel vuoto per
più di un’ora prima di poter
finalmente toccare di nuovo
terra ( foto Reuters).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
download di canzoni e album.
YouTube ha un catalogo
sterminato e ora ha deciso di
sfruttarlo. Nel suo repertorio
non ci sono soltanto i videoclip
ufficiali. Ormai ogni concerto
viene ripreso da centinaia di
smartphone e le immagini vengono caricate sulla piattaforma. Il «tubo» è anche una vetrina per chi ci vuole provare: magari solo per scherzo e allora
pubblica la parodia di un video
famoso che poi diventa un fenomeno virale da milioni di
clic, magari sul serio e allora
carica le proprie canzoni o
reinterpreta, Justin Bieber ha
cominciato proprio così, i successi di altri.
Con tutto questo materiale si
p ot r a n n o co s t r u i re d e l l e
playlist, seguire i video più cliccati, cercare il nostro artista
preferito ed essere portati a
una pagina dedicata.
Il grande magazzino della
musica è senza confini ma anche disordinato. Se vogliamo
qualcuno che ci aiuti a mettere
a posto gli scaffali e che ci dia le
chiavi per entrare quando vogliamo dobbiamo pagare. In
Italia e altri sei Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Irlanda, Finlandia e Portogallo)
lunedì prossimo partirà anche
la versione beta di Music Key,
un altro prodotto studiato dal
colosso informatico. La strategia di Google è quella di conquistare gli appassionati di
musica disposti a pagare e di
fare concorrenza alle piattaforme di streaming. Su Spotify e
Deezer troviamo (quasi) tutta la
musica e possiamo ascoltare la
canzone che vogliamo quando
vogliamo: nel nostro telefonino abbiamo un negozio di dischi. Music Key aggiungerà a
quel catalogo da oltre 30 milioni di brani anche la parte visiva
e tutti quei video non ufficiali
generati dagli utenti.
Il servizio per ora è a inviti
(ne stanno partendo via email
centinaia di migliaia in tutto il
mondo) ed è a pagamento: dopo i primi sei mesi gratis, gli
«invitati» pagheranno 7,99 euro al mese, mentre chi accederà in un secondo momento
avrà una bolletta da 9,99 euro.
Su Music Key non ci sarà la
pubblicità che precede i video,
funzionerà anche in background quindi senza mettere
i n p a u s a l a r i p ro d u z i o n e
uscendo dall’app di YouTube, e
permetterà di scaricare i contenuti per ascolto e visione offline.
@alaffranchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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TUE DIFESE? SU CON
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difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress,
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
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●
Cambiamento Si vede poco, è una strisciante rivoluzione del
significato delle parole con cui si tende a definire valori, categorie
sociali, classi di età, diritti. E non solo per la sinistra. Già si sente
teorizzare il concetto di vecchiaia come «costo sociale»
ANALISI
& COMMENTI
di Marilisa Palumbo
Una donna al Colle
Il Paese è maturo
Per la politica (forse)
è solo uno slogan
effetto più evidente di polemiche e contrapposizioni fra Matteo Renzi e la coppia sindacale Landini-Camusso, è di avere aperto negli ambiti più
diversi — partito, sindacato, elettori Pd, intellettuali, giornali — una riflessione su che cosa sia
oggi la sinistra, o meglio, su che cosa voglia dire
fare (o poter fare) cose di sinistra, rispetto alla
crisi del Paese e in rapporto al quadro di trattati e
politiche europee.
Se l’effetto fosse solo questo, la riflessione,
per quanto lacerante, si potrebbe rivelare utile,
sia per il governo che deve prendere decisioni
continuando a dichiararsi «di sinistra» e appartenente alla grande famiglia riformista, sia
per il sindacato e per la minoranza pd che intravedono nella scelte del presidente Renzi una
sorta di diluizione di ideali e soprattutto troppe dimenticanze sui bisogni dei ceti più deboli.
Ciò che si vede meno e che rischia di avere
effetti più sgradevoli, non solo per la sinistra, è
una sorta di strisciante rivoluzione del linguaggio con cui si tendono a definire valori, categorie sociali, classi di età, diritti. Il nuovo linguaggio divide con una certa interessata disinvoltura ciò che è sinonimo di giovane o di vecchio,
di moderno o di antico, di conservatore o progressista. Lentamente, si tende a condizionare
la morale corrente, definendo anche ciò che è
buono, onesto, utile per il Paese.
Giustamente, come ha detto ironicamente
Renzi, a nessuno verrebbe in mente di infilare
un gettone nell’iPhone, ma possiamo provare a
definire un po’ più nel merito il concetto di
modernità? È di sicuro moderna una politica
che informatizzi la burocrazia, diffonda la banda larga, semplifichi la fiscalità, riformi istituzioni obsolete come il Senato. Ma è sinonimo
di modernità ridurre diritti conquistati in decenni, tagliare pensioni finanziate con i contributi, tassare fondi alimentati dai risparmi e, in
ultima analisi, definire il tutto come sacrificio
«necessario» e la critica come una difesa del
«privilegio»?
Ha senso alimentare, anziché la solidarietà
fra generazioni, una sorta di conflitto generazionale che ha per conseguenza, praticamente
in ogni ambito sociale e di lavoro un’esaltazione
del giovane (che per forza è quindi anche «moderno») rispetto alla inutilità dell’esperienza e
alla necessaria rottamazione di ogni forma di
vecchiaia?
È possibile, poiché potrebbe essere considerata un’operazione di modernità, che di questo
passo si passi all’attacco della sanità pubblica,
C
on quell’aria un po’
altezzosa che divide
gli appassionati del
genere tra adoratori
e detrattori, ospite lunedì di
Lilli Gruber, Massimo
D’Alema ha detto la sua
sulla prossima corsa al
Colle: «Il Paese è stramaturo» per una donna al
Quirinale. Fa piacere che se
ne sia accorto, ma, al netto
dei soliti sospetti (ha in
mente la «sua» Anna
Finocchiaro, forse per
fermare l’eterno rivale
Veltroni?), difficile non
sentire in quella frase un
sapore paternalista. È lo
stesso concetto espresso il
giorno prima da Laura
Boldrini, si può obiettare.
Anche qui, i maliziosi
insinueranno che vi sia
un’ambizione personale: il
nome del presidente della
Camera (donna, e della
società civile!) è in ogni
toto-Colle che si rispetti.
Ma se il punto fosse invece
che il Paese è pronto ma la
politica no? Quella stessa
politica che in tante
occasioni si mostra più
indietro rispetto ai cittadini
(sui diritti delle coppie gay,
con la maggioranza degli
italiani favorevole a una
qualche forma di
riconoscimento e il
Parlamento da anni
incapace di legiferare)?
Nella fascia di popolazione
tra i 30 e i 34 anni le donne
laureate superano di gran
lunga gli uomini (27,2%
contro 17,7%, dati 2013),
sempre più donne cercano
lavoro e se non fosse per la
crisi che ne tappa le
ambizioni (13,9% di
disoccupazione femminile
a settembre) il numero di
occupate crescerebbe a
ritmi elevati. I due
principali sindacati hanno
al timone delle donne,
anche la Confindustria ha
avuto una guida femminile.
Non che la politica sia
ferma (con il Parlamento e
il governo più rosa della
storia della Repubblica),
ma resta che c’è un modo di
affrontare la questione che
sa tanto, ancora, di
concessione. O, nella
migliore delle ipotesi, di
una via ruffiana per tirarsi
fuori da una probabile
impasse facendo bella
figura con l’opinione
pubblica. Una donna al
Colle, ora o mai più, dice
qualcuno. Ora se è il caso,
si augurano i cittadini, e le
cittadine.
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BEPPE GIACOBBE
L’
● Il corsivo del giorno
IL NUOVO LINGUAGGIO
CHE DIVIDE LA SINISTRA
di Massimo Nava
confondendo sacrosante esigenze di razionalizzazione e contenimento della spesa con l’erogazione di servizi e diritti.
Già si sente teorizzare il concetto di vecchiaia
come «costo sociale»: ne consegue che l’allungamento della vita non è una conquista moderna della medicina e del progresso, bensì un privilegio dell’Occidente e dei ceti più benestanti
che potranno permettersi cure private e pensioni elevate.
Esempi del genere si potrebbero fare anche
guardando all’Europa. Anche un bambino, che
normalmente non ha una grande padronanza
del linguaggio, oggi comprende che le parole
usate per definire le politiche europee di questi
anni raccontano un’Europa che esiste soltanto
nella fantasia dei dépliant o nella testa di alcuni burocrati, per lo più residenti a Berlino e
Bruxelles.
Con il termine «austerità» si sono autorizzate e imposte le politiche più rovinose e sciagurate, salvo poi esaltare in corsa la «crescita»
che non c’è e non potrà mai esserci con queste
politiche monetarie, con queste regole, con
questa «modernità» di un’Europa che appare
invece molto più vecchia, finendo oggi per assomigliare a quella degli Stati nazionali in conflitto, dei potentati finanziari, delle mire
espansionistiche e di dominio del Paese più
forte. Esempi di stravolgimento del significato
delle parole, meno comprensibili ai più, ma
ben noti a tecnici e addetti ai lavori, si potrebbero fare quando vengono definiti Paesi «virtuosi» quelli che hanno imposto lacrime e sangue ai cittadini senza essere usciti dalla crisi e
aggravando il proprio debito pubblico. Oppure
quando si prendono per oro colato le valutazioni delle agenzie di rating, ossia la «moderna» versione degli editti imperiali o delle bolle
papali cui sono obbligati a uniformarsi le comunità, i fedeli, i sudditi.
Può sembrare banale l’auspicio a chiamare
le cose con il loro nome e a dare alle parole il
loro corretto significato. Di certo, continuando
a fare confusione, si rischiano soltanto contrapposizioni sterili, con il risultato che nessuno comprenda (e tantomeno condivida) il significato della parola cambiamento.
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ETEROLOGA E DONATRICI
OVOCITI, IL NODO DEI COMPENSI
di Luigi Ripamonti
I
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l problema della mancanza di
ovociti per la fecondazione
eterologa è puntualmente venuto a galla, come previsto.
Del resto accade spesso che
l’Italia si areni fra intenzioni e attuazioni. Abbiamo salutato come
una vittoria di civiltà la rinnovata
possibilità di accedere alla fecondazione eterologa nel nostro Paese,
perché poneva fine a una discriminazione su base di censo, visto che
chi poteva la faceva all’estero. E ora
ci accorgiamo che le cose continuano come prima perché non ci sono
donatrici. I motivi? L’assenza di incentivi economici alla donazione
(salvo aggirare l’ostacolo con «rim-
borsi» vari) e, secondo diversi osservatori, la mancanza di cultura
della donazione di queste cellule
(che richiede una stimolazione ovarica non del tutto priva di rischi).
Su questo punto vale forse la pena osare una riflessione impopolare: donazione per chi? Per una donna di 35 anni in menopausa precoce? Per una devastata dall’endometriosi? Per una che ha avuto un
tumore? Pare indiscutibile incoraggiare alla donazione in questi casi.
Promuovere la donazione gratuita per una donna che ha più di 45
anni e che, per libera e legittima
scelta, ha deciso di ritardare il momento in cui avere figli? Antipatico
dirlo ma l’indicazione medica sarebbe meno stringente e, forse, più
comprensibile la richiesta di un
compenso. Politicamente scorretti
per politicamente scorretti, andiamo oltre: liberalizziamo la vendita
degli ovociti? Oggi gli ovociti, domani un rene? Non è la stessa cosa,
nel primo caso non ci sarebbe la
perdita della possibilità di avere figli, nel secondo se «salta» il rene
residuo c’è la dialisi. Però qualche
timore di una deriva potrebbe esserci.
E allora? Terza via: mettiamo via
gli ovociti, congeliamoli finché siamo giovani così magari ci serviranno più in là negli anni. Niente di
male, a meno che non sia il correlato di una cultura che, per varie ragioni, induce a pensare che sia privo di costi il rimandare la gravidanza molto in là nel tempo. Non è senza costi: una cosa è partorire a 25
anni o a 35, un’altra a 48. Però così
siamo daccapo e rimane la realtà di
oggi, che è quella di ieri: chi vuole
può comprarsi gli ovociti all’estero
chi non può rimane discriminato. E
allora che fare? Ognuno avrà una
sua opinione: il dibattito è aperto e
complesso.
Non guardare le cose come stanno sarebbe ipocrita, non affrontarle
tenendo conto di tutti gli aspetti superficiale. Rimane una considerazione: insieme alla cultura della donazione si potrebbe cominciare a
promuovere anche una cultura dell’accettazione (non della rassegnazione) per scongiurare quella della
disperazione e arginare quella della
commercializzazione eccessiva dei
problemi di infertilità.
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
PERIFERIE
LA POLITICA ISPIRATA
DAL RISENTIMENTO
UNA STRADA PERICOLOSA
di Mauro Magatti
Disagio Attorno alle
grandi città ci sono
quartieri in cui si vive in
una condizione di
extraterritorialità, mentre
i cittadini si sentono
abbandonati dalle
istituzioni. Qui basta
una scintilla per far
scoppiare un incendio
D
ue episodi in pochi giorni. Stesso
scenario: le periferie degradate delle
grandi città (Milano e Roma); stessi
protagonisti: gruppi sociali marginali, abitanti esasperati, apprendisti
stregoni in cerca di riposizionamento politico,
gruppi antagonisti e centri sociali, forze dell’ordine. Stesso risultato: la violenza che scoppia e distrugge, confermando ciò che avremmo sperato non vedere più: l’odio che avvelena
l’aria delle nostre città e della nostra democrazia.
In un libro di qualche anno fa Zygmunt Bauman ha sostenuto che la crescita tende a creare,
come una sorta di effetto collaterale, «scarti
umani». Uomini e donne, dice Bauman, che,
per una ragione o per l’altra, diventano inadatti
a vivere in una società avanzata. «Vite di scarto»
che le democrazie tendono a rimuovere, concentrandole ai margini delle proprie città. Dove
si pensa non diano fastidio. Almeno alle vite
«normali». Salvo poi accorgersi che questa rimozione è un’operazione impossibile: non fosse altro perché c’è sempre qualcuno che è costretto a vivere vicino a questi luoghi della sofferenza contemporanea. Anche se è sgradevole
osservarlo, accade cioè qualcosa di simile a
quanto succede a proposito delle discariche dei
rifiuti. Di cui tutti riconosciamo la necessità,
salvo poi volerle sempre altrove e comunque
mai nelle vicinanze della propria abitazione.
È attorno a questi luoghi dove concentriamo
quelli che sono «scarti» — un campo di rom,
un centro per l’accoglienza di immigrati — che
è scoppiata anche in questi giorni la violenza.
Perché?
È incredibile come le società umane sembrino non imparare mai. Le periferie delle grandi
città di tutto il mondo sono contesti fragilissimi, che vivono di equilibri molto precari e instabili. Al loro interno, spesso sono solo le inesauribili risorse di socialità e di umanità pre-
senti nella stragrande maggioranza degli esseri umani a tenere le maglie di un tessuto sociale
che manca persino degli elementi più basilari.
Ma provate a cambiare, senza nessuna azione
di accompagnamento, gli equilibri etnici di
questi quartieri (ad esempio attraverso una
massiccia immigrazione); aggiungete qualche
campo rom o un centro per immigrati illegali,
«brillantemente» collocato in un contesto già
fragile; fate seguire anni di recessione economica che — come non è difficile immaginare
— produce disoccupazione particolarmente
elevata, soprattutto tra gli abitanti di questi
quartieri. Non è questa la ricetta per il disastro?
Anche se non ce ne rendiamo conto, attorno
alle grandi città ci sono quartieri in cui si vive
in una condizione di extraterritorialità. Dove i
cittadini si sentono letteralmente abbandonati
da istituzioni che sembrano non esistere (salvo
la scuola che eroicamente continua a essere un
presidio in tutta italia) eccetto che per saltuari
se non estemporanei interventi repressivi.
In questi quartieri regna un profondo senso
di insicurezza che alimenta il risentimento, un
misto di rabbia e desiderio di rivalsa, protratto
nel tempo, che si prova come conseguenza di
un torto o frustrazione subita, sia essa reale o
immaginaria.
In queste condizioni, basta una scintilla per
far scoppiare l’incendio. E basta davvero poco
per organizzare una speculazione politica. Che
ha gioco facile nello sfruttare il disagio diffuso
e volgerlo contro il capro espiatorio di turno —
il migrante, il rom — che può facilmente fare
da parafulmine per tutte le fatiche di chi vive in
questi quartieri. Così che il risentimento —
che non saprebbe con chi prendersela per una
vita grama privata persino della speranza —
riesce così a trovare uno sfogo. È stato questo il
❞
●L
I TANK RUSSI IN UCRAINA
LA NATO SI FACCIA SENTIRE
COMMENTI
DAL MONDO
In Libia serve
una forza di pace
a guida europea
Libia è nel caos e gli
●
❞ La
osservatori più accorti
chiamano i governi
all’intervento. Dopo
l’embargo energetico che
costringa le varie milizie alla
ragione, proposto sul
Corriere di ieri da Franco
Venturini, l’International Nyt
ospita l’intervento di uno dei
massimi conoscitori del
Paese, Dirk Vanderwalle.
Lo storico suggerisce una
forza di peacekeeping
europea, sul modello Isaf,
che sostenga il governo di
Tobruk e separi le fazioni.
Vanderwalle racconta, tra
l’altro, di essersene convinto
dopo una recente audizione
al Parlamento italiano.
Boff, Ortega
e la teologia
del «Gran Canal»
●
❞
Un gioco facile
La speculazione politica
ha gioco facile nello sfruttare
il malessere diffuso e volgerlo
contro il capro espiatorio di turno
caso di Matteo Salvini, a sua volta bersaglio di
aggressioni. Il leader della Lega, in cerca di un
riposizionamento politico che fa del modello
di Le Pen il proprio punto di riferimento, ha il
fegato di andarci in questi quartieri. E di dare
così la sensazione di essere vicino a chi non si
sente ascoltato.
Nei prossimi mesi vedremo gli esiti di una
tale campagna. Certo deve preoccupare lo stato
di una democrazia dove i soggetti politici percorrono queste vie per ottenere un consenso
che non riescono più a costruire con un discorso capace di guardare al futuro. Il risentimento
è un’arma pericolosa. Maneggiarla può portare
anche là dove non si voleva finire.
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31
Racconta Sergio
Ramírez su El País che
il presidente del Nicaragua
Daniel Ortega ha cambiato
idea sul «Gran Canal» dai
Caraibi al Pacifico dopo un
colloquio con Leonardo Boff.
Il leader sandinista pensava
che le sue remore
ambientaliste fossero
benedette dal teologo della
liberazione, che invece lo
sorprese non poco: «Fallo, e
fallo fare ai cinesi». Forse,
maligna Ramírez, il vecchio
prete era mosso dal solito
impulso antiamericano.
Così lo informa che tra i soci
dei cinesi ci sono imprese
Usa con a bordo ex capi Cia.
Di quelli che pasteggiavano
a champagne e sandinisti.
a cura di Gianluca Mercuri
a dottrina militare della Nato era pensata per
fronteggiare le divisioni corazzate sovietiche
lanciate attraverso le
pianure dell’Europa centrale.
Quasi 25 anni fa il Patto di Varsavia si dissolse e con esso l’incubo di un conflitto sul nostro
continente. Ma ora sta accadendo esattamente quanto temuto durante la Guerra fredda:
colonne di tank russi, accompagnate da truppe, sfilano tra
le città dell’Ucraina orientale,
un Paese che aveva chiesto e
chiede di essere integrato nelle
strutture politiche occidentali.
E la Nato dove è finita?
Distratti dalla crisi in Medio
Oriente e dall’ascesa della Cina,
americani ed europei faticano
ancora a mettere a fuoco la sfida che viene da Mosca. Certo,
l’emergere dell’Isis fra Siria e
Iraq ha sgretolato l’ordine internazionale in quella regione
e riportato in primo piano la
minaccia terroristica. Ma questa, specialmente nella modalità d’azione di «lupi solitari», è
la nuova normalità alla quale
bisognerà abituarsi. E la sfida
strategica cinese in Asia è una
prospettiva geopolitica di lun-
go periodo più che una emergenza immediata. Mentre la
nuova postura assunta dalla
Russia di Putin ha una sua radicalità che non è stata ancora
compresa appieno.
A porte chiuse, ha rivelato
qualche giorno fa il Financial
Times, gli esperti discutono di
una possibile escalation russa
in Europa che includa l’uso di
armi nucleari tattiche. E se lo
scenario atomico è considerato
un’ipotesi eccessiva dai più,
molti ritengono plausibile l’avvio di una guerra convenzionale totale in Ucraina — che forse
è già partita in queste ore — e
la destabilizzazione degli Stati
baltici, pur parte della Nato.
Se l’Alleanza atlantica non
reagisse adeguatamente neppure in questo caso, Putin
avrebbe raggiunto il suo maggiore obiettivo: dimostrare che
l’Occidente è una tigre di carta.
Già ieri gli europei hanno
escluso ulteriori sanzioni economiche. Ma una Russia zeppa
di testate atomiche intenta a disfare la cartina d’Europa richiede una risposta più adeguata
da Washington e Bruxelles.
Luigi Ippolito
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DIRITTO ALL’OBLIO SU INTERNET
E SE FOSSE LA NUOVA CENSURA?
S
e un politico corrotto o
un mafioso vogliono
oscurare all’opinione
pubblica il loro passato
cancellando dal web le
vicende che li hanno riguardati, dal maggio scorso possono
farlo. La Corte di giustizia europea, in primavera, ha infatti
stabilito il principio che un individuo ha diritto all’oblio, ovvero il diritto di vedere rimossi
da motori di ricerca e social
network i contenuti che ritiene
«inadeguati e inappropriati».
Dopo una prima ondata di
reazioni negative, sulla questione è quasi calato il silenzio.
Eppure in pochi mesi a Google
sono arrivate 200 mila richieste
di «ripulire» gli archivi elettronici. Il tema è delicato perché
mette a confronto il sacrosanto
diritto «ad essere dimenticati»
con l’insopprimibile diritto alla
conoscenza, alla informazione,
alla ricostruzione della Storia.
Prevale la privacy? O prevale
l’interesse collettivo?
Il ministro della Cultura britannico, il conservatore Sajid
Javid, è il primo esponente di
un governo europeo che finalmente mette il dito nella piaga.
E lo fa in modo chiaro: sarà
perché ciò che è targato Europa
ai tory euroscettici non piace
ma, quando afferma che con il
«diritto all’oblio» come configurato dalla Corte si riapre «la
porta di servizio alla censura»,
ha ragione da vendere.
Internet non è soltanto un
gioco: è il teatro della memoria
che raccoglie e rende disponibile a beneficio di chiunque il
nostro passato e il nostro presente, un teatro della memoria
che non si sopprime con un
colpo di spugna. Lo abbiamo
creato e voluto anche per questo. Trovare l’equilibrio fra la
privacy e diritto alla conoscenza è necessario. Ma non con i
colpi di mano.
Nel Regno Unito alla democrazia sono molto sensibili. E il
problema se lo sono posti: come risolvere questo conflitto?
Sarebbe bene che tutti i governi dell’Europa uscissero dal
torpore e dal silenzio. Il diritto
all’oblio non può e non deve essere l’arma che congela la Storia di ieri e di oggi.
Fabio Cavalera
@fcavalera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
32
Capitale sociale sottoscritto e versato EURO 61.218.802,00
Sede sociale in Sant’Elpidio a Mare (FM) - Via Filippo Della Valle, 1
Codice Fiscale e numero di iscrizione nel Registro delle Imprese
di Fermo 01113570442
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AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI PARTECIPANTI
AL FONDO EUROPA IMMOBILIARE 1
L’Assemblea dei partecipanti al Fondo Europa Immobiliare 1 gestito da Vegagest SGR S.p.A., è convocata ai sensi dall’art. 22, commi 5-bis e ss., del Decreto
Legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116, nonché ai sensi dell'art. C.1.2 del Regolamento di gestione del
Fondo, per il giorno 16 dicembre 2014, alle ore 10.30, in Milano, Via Filodrammatici n. 3, presso Mediobanca S.p.A., per deliberare sul seguente
Ordine del Giorno
1. Proposta di modifica del Regolamento di gestione del Fondo per consentire alla SGR di prorogare, in via straordinaria, il termine di durata del
Fondo medesimo per un periodo non superiore a 2 anni dalla scadenza,
per il completamento dello smobilizzo degli investimenti in portafoglio,
secondo quanto previsto dall’art. 22, commi 5-bis e ss., del Decreto Legge
24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116.
2. Nomina del Presidente dell’Assemblea dei partecipanti, ai sensi dell’art.
C.1.3.1 del Regolamento di gestione del Fondo.
Proposta di delibera sul punto 1 all’Ordine del Giorno
L'Assemblea dei partecipanti al Fondo è chiamata ad approvare le seguenti modifiche al Regolamento di gestione:
inserimento del seguente articolo:
“A.3.1 PROROGA STRAORDINARIA DELLA DURATA DEL FONDO
Come stabilito con delibera dell'Assemblea dei Partecipanti del 16 dicembre
2014, la SGR, con delibera motivata dell'Organo amministrativo, e con parere
conforme dell'Organo di controllo, può – prima della scadenza del Fondo, quale
risultante all'esito della proroga deliberata in data 31 ottobre 2013 dal Consiglio
di Amministrazione ai sensi del paragrafo 4 dell'articolo precedente, e nell'esclusivo interesse dei partecipanti – deliberare una proroga straordinaria della
durata del Fondo medesimo non superiore a 2 anni per il completamento dello
smobilizzo degli investimenti in portafoglio (di seguito, la "Proroga Straordinaria").
Durante la Proroga Straordinaria:
(i) l'attività di gestione è finalizzata, esclusivamente, al completamento dell'attività di smobilizzo degli investimenti. In tale attività sono ricompresi
anche gli interventi di valorizzazione e riqualificazione degli attivi patrimoniali, ove necessari a incrementarne il presumibile valore di realizzo e a
condizione che tali interventi abbiano un orizzonte temporale non superiore al termine finale di durata del Fondo, come prorogato;
(ii) la misura della provvigione di gestione, su base annuale, di cui all'articolo
B.3.1.1, primo periodo, del presente Regolamento, è ridotta di due terzi;
(iii) è fatto divieto di prelevare dal Fondo le provvigioni di incentivo di cui all'articolo C.6.9 del presente Regolamento;
(iv) è fatto obbligo di distribuire ai partecipanti, con cadenza almeno semestrale, la totalità dei proventi netti realizzati, fermo restando il rispetto
delle obbligazioni assunte dal Fondo.
Le determinazioni assunte con riguardo alla Proroga Straordinaria della durata
del Fondo devono essere comunicate, tempestivamente, alla Banca d'Italia e alla
Consob, nonché ai partecipanti al Fondo con le modalità previste per la pubblicazione del valore della quota, mediante pubblicazione sul sito internet della Società e su almeno due quotidiani a diffusione nazionale.
Le determinazioni sono trasmesse, senza indugio, alla società di gestione del
mercato e ad almeno due agenzie di stampa”.
in considerazione dell'introduzione dell'art. A.3.1, inserimento della seguente modifica al paragrafo 1 dell’art. B.2.2 (“Distribuzione dei proventi
della Gestione del Fondo”) del Regolamento di gestione:
“I proventi realizzati nella gestione del Fondo, fino alla data di scadenza dello stesso,
o alla data della sua anticipata liquidazione, sono distribuiti agli aventi diritto con
cadenza annuale e a partire dal termine dell'esercizio 2005, fatto salvo quanto previsto al Paragrafo A.3.1 del presente Regolamento nonché ai seguenti punti”.
Modalità di esercizio del diritto di intervento in Assemblea
La legittimazione all’intervento in Assemblea e all’esercizio del voto, anche per
corrispondenza, è subordinata alla ricezione, da parte della SGR, della comunicazione rilasciata da un intermediario autorizzato ai sensi della normativa vigente, attestante la titolarità del diritto alla data del 5 dicembre 2014 (“record
date”). Ai fini che precedono, i soggetti interessati dovranno impartire istruzioni all’intermediario che tiene i relativi conti, affinché effettui la predetta comunicazione a Vegagest SGR S.p.A.
Per l'accertamento del diritto dei partecipanti all'intervento in Assemblea e all'esercizio del voto, non sono opponibili alla SGR gli atti di trasferimento delle
quote perfezionatisi oltre il termine della giornata contabile del settimo giorno
di mercato aperto precedente la data prevista per l'Assemblea, vale a dire il 5 dicembre 2014.
Intervento e voto per delega
E’ consentito l’esercizio del diritto di intervento e di voto a mezzo di delega,
conferita per iscritto e revocabile con dichiarazione pervenuta al rappresentante
entro il giorno precedente l'Assemblea (entro il 15 dicembre 2014). La delega
contiene le istruzioni di voto sulla proposta di modificare il regolamento del
fondo, di cui al punto 1 dell’ordine del giorno, e non può essere rilasciata con il
nome del rappresentante in bianco. La delega non può in ogni caso essere conferita a soggetti in conflitto di interessi con il rappresentato, ne' a Vegagest SGR
S.p.A., ai suoi soci, dipendenti e componenti degli organi di amministrazione o
di controllo.
Voto per corrispondenza
Relativamente al solo punto 1 all’ordine del giorno, ai sensi dell’art. 22, comma
5-quinques del Decreto Legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116, è consentita l’espressione del voto per
corrispondenza, di cui all’art. 18-quater, comma 2, del D.M. 24 maggio 1999, n.
228. La scheda di voto per corrispondenza dovrà pervenire alla SGR, entro il
giorno precedente l’Assemblea (il 15 dicembre 2014), in busta chiusa, trasmessa
al seguente indirizzo: VEGAGEST SGR S.p.A. Voto per corrispondenza Assemblea Fondo Europa Immobiliare 1 c/o Spafid S.p.A. - Servizi Emittenti - Foro
Buonaparte, 10 - 20121 – MILANO.
Le schede pervenute oltre il termine previsto o prive di sottoscrizione non saranno prese in considerazione ai fini della votazione.
Il voto può essere revocato mediante dichiarazione scritta portata a conoscenza
della SGR, all’indirizzo sopra indicato, entro e non oltre il 15 dicembre 2014, ovvero mediante dichiarazione espressa del partecipante da rendersi nel corso dell’Assemblea medesima.
Al fine di gestire al meglio tale modalità di esercizio del voto, la SGR ha incaricato la società Spafid S.p.A. conferendole il compito di porre in essere tutte le
attività di ricevimento e custodia delle schede di voto per corrispondenza sino
all’evento assembleare.
Il modulo di delega e la scheda di voto per corrispondenza, con le relative istruzioni per la compilazione e la trasmissione, sono disponibili presso la sede della
SGR e sul sito internet della medesima (www.vegagest.it, sezione Fondi / Europa Immobiliare N. 1 / Pubblicità obbligatoria / Assemblee dei Partecipanti),
Per informazioni e chiarimenti, contattare il numero 02.80687329 (attivo nei
giorni feriali) – e-mail: [email protected]
Assunzione delle delibere assembleari
Relativamente alla tematica di cui al punto 1 all’ordine del giorno, ai sensi delle
disposizioni di cui all’art. 22, comma 5-quater, del Decreto Legge 24 giugno
2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116,
l’Assemblea dei partecipanti delibera con il voto favorevole della maggioranza
assoluta delle quote dei votanti. L’Assemblea è validamente costituita qualunque
sia il numero dei votanti.
Relativamente alla tematica di cui al punto 2 all’ordine del giorno, ai sensi dell’art. C.1.2.4 del Regolamento di gestione del Fondo, l’Assemblea è regolarmente
costituita con la presenza di tanti partecipanti che rappresentino almeno il 33%
delle quote del Fondo e delibera a maggioranza assoluta delle quote dei partecipanti intervenuti e con il voto favorevole del 30% del valore di tutte le quote
in circolazione.
Svolgimento dell’Assemblea
L’Assemblea sarà presieduta, qualora i partecipanti presenti alla suddetta adunanza non provvedano a designare – in tale sede – un soggetto diverso che
svolga le funzioni di presidente (non essendo mai stato nominato, in passato, il
Presidente dell’Assemblea dei partecipanti), dal Presidente del Consiglio di Amministrazione della SGR, Prof. Avv. Sido Bonfatti, ovvero, in sua assenza, dal Direttore Generale della SGR, Dott. Massimo Rossi, a ciò delegati dal Consiglio di
Amministrazione della SGR in data 4 novembre 2014.
***
Presso la sede della SGR e sul sito internet della medesima (www.vegagest.it, sezione Fondi / Europa Immobiliare N. 1 / Pubblicità obbligatoria / Assemblee dei
Partecipanti) è disponibile la relazione degli amministratori sull’argomento
posto al punto 1 dell’ordine del giorno.
Il presente avviso, ai sensi degli artt. C.1.2.2. e C.7.4.1 del Regolamento di gestione del Fondo, è pubblicato sul quotidiano “Il Sole 24 Ore”, sul sito internet
della SGR (www.vegagest.it) nonché, in base a quanto previsto dall’art. 22,
comma 5-quinquies, lett. d), del Decreto Legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito,
con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116, anche sui quotidiani “Il
Corriere della Sera” e “La Repubblica”, ed è reso disponibile presso il meccanismo di stoccaggio autorizzato 1Info (www.1Info.it).
I partecipanti sono invitati a presentarsi con congruo anticipo rispetto all’orario
previsto per l’inizio dei lavori assembleari, onde agevolare le operazioni di registrazione.
Vegagest SGR S.p.A.
Milano, 13 novembre 2014
Il Presidente
Sido Bonfatti
Vegagest SGR S.p.A. - Società per Azioni iscritta al Registro delle Imprese di Milano al n. 01653630564 - Iscritta all'Albo delle società di gestione del risparmio al n. 36 della sezione dei gestori di FIA (Fondi d’Investimento
RESOCONTO INTERMEDIO SULLA GESTIONE AL 30 SETTEMBRE 2014
Si rende noto che, in conformità a quanto disposto dall’art. 154 ter, 5° comma,
del D. Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (“TUF”), il resoconto intermedio sulla
gestione al 30 Settembre 2014, approvato dal Consiglio di Amministrazione
in data 12 Novembre 2014, è a disposizione del pubblico presso la sede legale
della Società, nella sezione “Dati Finanziari” del sito internet della Società
www.todsgroup.com, nonché sul meccanismo di stoccaggio autorizzato 1Info
all’indirizzo www.1info.it.
Sant’Elpidio a Mare, 13 Novembre 2014
Per il Consiglio di Amministrazione
Il Presidente
Diego Della Valle
Sede legale in Milano, Via Grosio n. 10/4, sede secondaria in Torino,
C.so Mortara n. 22, Capitale sociale Euro 450.265.793,58 i. v.
iscritta nel Registro delle Imprese di Milano al n. 03970540963, C. F. 03970540963
Si rende noto che, ai sensi delle vigenti disposizioni, è stato depositato presso
la sede legale in Milano, Via Grosio n. 10/4, la sede secondaria in Torino, Corso
Mortara n. 22, nonché sul sito internet di Borsa Italiana S.p.A. all’indirizzo
www.borsaitaliana.it, nonché sul meccanismo di stoccaggio centralizzato,
denominato “1Info”, consultabile all’indirizzo www.computershare.it, gestito da
Computershare S.p.A. autorizzato da CONSOB con delibera n. 18852 del 9 aprile
2014, - a disposizione del pubblico - il Resoconto Intermedio sulla Gestione al
30 settembre 2014.
Si precisa inoltre che il predetto Resoconto sarà altresì disponibile sul sito
internet www.seat.it e potrà essere richiesta tramite l’indirizzo e-mail
[email protected].
Torino, 13 novembre 2014
TRIBUNALE DI MILANO - SEZIONE FALLIMENTARE
CARTONGRAF SRL IN LIQUIDAZIONE
E IN CONCORDATO PREVENTIVO
Avviso di vendita - Invito a presentare offerte irrevocabili di acquisto
Si rende noto che la procedura in oggetto, proprietaria di un complesso immobiliare
a destinazione industriale, sito in Burago Molgora, costituito da capannoni per complessivi 3.975 mq. oltre a palazzina uffici per 697 mq. e altri locali accessori minori,
ha ricevuto un’offerta di acquisto relativa a tale compendio immobiliare per un corrispettivo pari a 250.000 euro:
i) relativa all’immobile nelle condizioni di fatto e di diritto in cui il complesso si trova
attualmente e cioè abbandonato da oltre 5 anni, oggetto di degrado e vandalismi,
oltre che di un procedimento di indagine ambientale a iniziativa del Comune di Burago Molgora, con intervento dell’Arpa e della Provincia, per la caratterizzazione
dell’intera area, funzionale alla determinazione di eventuali zone del sottosuolo inquinate e da bonificare;
ii) che prevede l’accollo alla società offerente dei costi necessari per le attività di caratterizzazione e di eventuale bonifica che risultassero necessarie in relazione ai
risultati delle prime, nonché di ogni rischio connesso;
iii) che prevede il trasferimento alla società offerente anche delle ragioni e delle azioni
risarcitorie nei confronti della società Atlas Tapes relativamente ai danni causati
all’immobile in occasione dello smontaggio dei macchinari e degli impianti relativi
al ramo d’azienda “nastri” ceduti a tale società.
Gli interessati a presentare offerte migliorative, purchè caratterizzate dalle medesime
condizioni sopra previste, sono invitati a richiedere la documentazione necessaria al
Liquidatore Giudiziale, signora Anna Zagami (e-mail: [email protected]) o al Commissario Giudiziale, Avv. Marco Moro Visconti (tel. 02/2909851 - fax 02/29098585)
e a far pervenire entro il termine del 15 gennaio 2015 offerte cauzionate mediante assegno circolare di importo pari al 10% del prezzo offerto.
In caso di pluralità di offerte verrà indetta una gara informale presso lo studio del
Commissario Giudiziale in Milano, via Privata C. Mangili 6, in data che verrà comunicata successivamente agli offerenti, con prezzo base pari all’importo della migliore
offerta pervenuta e rilanci minimi pari a 20.000 euro, secondo modalità che verranno
stabilite all’inizio della gara.
Tutte le spese e le imposte inerenti e conseguenti all’aggiudicazione e al successivo
atto di trasferimento saranno poste a carico della società acquirente.
IL LIQUIDATORE GIUDIZIALE
Anna Zagami
Alternativi) – Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia – Capitale sociale € 5.770.956 i.v. - CF: 01653630564 – P.IVA: 01527180382 – Sede Legale: Via della Posta n.10, 20123 Milano – Tel: 02-30468301 – Fax: 02-30468318
ESTRATTO DI INVITO
A MANIFESTARE INTERESSE
www.vegagest.it
COMUNE DI NAPOLI
ESTRATTO BANDO DI GARA - CIG 5631571766
Si avvisa che il 07/11/2014 è stato inviato alla GUUE il bando di gara “Gestione, manutenzione
straordinaria, fornitura e installazione di nuovi condizionatori autonomi per impianti termici
a servizio di edifici scolastici e varie dipendenze comunali - II lotto (zona Centro Nord di
Napoli” (Det. Dir. PRM Patrimonio n. 16/2014) - Procedura aperta - offerta economicamente
più vantaggiosa. Importo totale: € 10.675.097,72 oltre IVA. Scadenza presentazione offerte: ore
12:00 del 18/12/2014. Bando integrale, CSA e allegati reperibili sul sito www.comune.napoli.it.
Il Dirigente SACUAG - Area Gare Forniture e Servizi - avv. Rossana Lizzi
RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE
Autorità Portuale di Venezia
Il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2014,
approvato dal Consiglio di Amministrazione, è stato depositato presso la sede legale e la Consob ed è consultabile sul
sito internet della Società www.tasgroup.it.
TAS - Tecnologia Avanzata dei Sistemi S.p.A.
Soggetta a direzione e coordinamento di TASNCH Holding S.p.A.
Sede legale in Via Benedetto Croce, 6 - 00142 Roma - Capitale
sociale Euro 21.919.574,97 i.v. - C.F. e n. iscr. Reg. Impr. di Roma
n. 05345750581- P.IVA 03984951008
www.tasgroup.it
Il Fall. Biemme Domus S.r.l., curatore Avv. Fabrizio Ravidà, vende beni immobili presenti presso il
Comune di Velletri come di seguito individuati: (1) Piena proprietà dell’appezzamento di terreno distinto al NCT al fg. 67 p.lle: (a) 1109 - bosco ceduo - cl. 5 - superficie are 01 ca. 74 - reddito dominicale Euro 0,05 - reddito Agrario Euro 0,02; (b) 1110 - bosco ceduo - cl. 5 - superficie are 00 ca.
97 - reddito dominicale Euro 0,03 - reddito Agrario Euro 0,01; (c) 1111- bosco ceduo - cl. 5 - superficie are 02 ca.45 - reddito dominicale Euro 0,08 - reddito Agrario Euro 0,03; (d) 1112- bosco
ceduo - cl. 5 - superficie are 03 ca. 58 - reddito dominicale Euro 0,11 - reddito Agrario Euro 0,04;
(e) 1112 - bosco ceduo - cl. 5 - superficie are 03 ca. 58 - reddito dominicale Euro 0,11 - reddito
Agrario Euro 0,04; (f) 1113 - bosco ceduo - cl. 5 - superficie are 04 ca. 72 - reddito dominicale Euro
0,15 - reddito Agrario Euro 0,05; (g) 1114 - bosco ceduo - cl. 5 - superficie are 05 ca. 84 - reddito
dominicale Euro 0,18 - reddito Agrario Euro 0,06; (h) 1116 - canneto - cl. 4 - superficie are 00 ca.
04 - reddito dominicale Euro 0,01 - reddito Agrario Euro 0,01; (i) 1117 - canneto - cl. 4 - superficie
are 01 ca. 54 - reddito dominicale Euro 0,28 - reddito Agrario Euro 0,32; (j) 1119 - canneto - cl. 4 superficie are 03 ca. 04 - reddito dominicale Euro 0,55 - reddito Agrario Euro 0,63; (k) 1120 - canneto - cl. 4 - superficie are 01 ca. 17 - reddito dominicale Euro 0,21 - reddito Agrario Euro 0,24; (l)
1121 - vigneto - cl. 2 - superficie are 18 ca. 50 - reddito dominicale Euro 26,27 - reddito Agrario
Euro 15,29; (m) 1124 - vigneto - cl. 2 - superficie are 13 ca. 66 - reddito dominicale Euro 19,40 reddito Agrario Euro 11,29; (n) 1125 - vigneto - cl. 2 - superficie are 14 ca. 39 - reddito dominicale
Euro 20,44 - reddito Agrario Euro 11,89; (o) 1126 - vigneto - cl. 2 - superficie are 14 ca. 44 - reddito
dominicale Euro 20,51 - reddito Agrario Euro 11,93; (2) Piena proprietà del casale inagibile ed in
completo stato di abbandono, con annessa corte esclusiva (distinta la corte al NCT fg. 67 p.lla 1285
- Ente Urbano della superficie tra coperto e scoperto di mq. 1.845,00 ), distinto il casale al NCEU al
fg. 67 - p.lla 1285 - Categoria A/7- classe 5- consistenza 8,5 vani - rendita Euro 1.185,27 - Via Ferruccio Parri snc piani: T-1. Confina con: Via Ferruccio e/o Francesco Parri ( viottolo non asfaltato );
e particelle - 1116,1117,1121,1123, tutte del foglio 67 , salvo altri. Sono disponibili perizia e relazione
notarile. Offerte conformi al disciplinare di gara che a richiesta sarà trasmesso, entro il 9 dicembre
2014 ore 13:00 presso lo studio del curatore Via Bertoloni 44/46, Roma (tel. 06/80690224). Apertura
delle buste alle ore 16:00 del medesimo giorno.
ESTRATTO BANDO DI GARA
CON PROCEDURA APERTA
Quest’Autorità rende noto che intende
espletare una procedura aperta per
l’appalto dei lavori di escavo manutentorio a quota di piano regolatore
portuale del canale litoraneo Malamocco - Marghera, dal curvone di S.
Leonardo al bacino n. 3 compreso.
Criterio di aggiudicazione: l’appalto
sarà aggiudicato con il criterio del
prezzo più basso, determinato ai sensi
dell’art. 82, comma 2, lettera a) del
D.Lgs. n. 163/2006, mediante offerta
a prezzi unitari. Luogo di consegna:
Porto di Venezia. Importo complessivo d’appalto: € 1.336.990,00 (un
milione trecento trenta seimila novecento novanta//00). Categoria prevalente: OG 07 classifica III-bis. Termine
ultimo per il ricevimento delle offerte:
entro le ore 12.00 del 09/12/2014. Responsabile unico per il procedimento:
Dott. Ing. Nicola Torricella. L’avviso
di gara viene pubblicato all’Albo dell’Autorità Portuale di Venezia, sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana, serie speciale relativa ai contratti pubblici n. 129 del 10/11/2014.
Il bando di gara, con allegato il relativo
disciplinare, è reperibile sul sito
http://www.port.venice.it. Per eventuali chiarimenti contattare l’Area Gare
dell’A.P.V., tel. +39 041/533.45.05.
Venezia, 30 ottobre 2014
IL PRESIDENTE - Prof. Paolo Costa
REGIONE TOSCANA
ENTE PER I SERVIZI TECNICO-AMMINISTRATIVI
DELL’AREA VASTA NORD OVEST
Sede Legale: via Cocchi 7/9, loc. Ospedaletto - 56121 PISA
AVVISO DI GARA PER ESTRATTO
L’ESTAV Nord Ovest indice la seguente procedura di gara:
“Procedura aperta, in modalità telematica per l’affidamento
della fornitura triennale di prodotti di pulizia alle Aziende Sanitarie afferenti l’ESTAV Nord Ovest”, per un importo totale
dell’appalto a base di gara, suddiviso in quattro lotti, pari ad
€ 299.200,00 + IVA. Le imprese interessate ed in possesso
dei requisiti potranno scaricare la documentazione di gara dal
sito dell’ESTAV https://start.e.toscana.it/estav-nordovest/. Le
offerte medesime dovranno pervenire entro e non oltre le
ore 13.00 del 12/01/2015. Il bando integrale della gara è
stato spedito in data 06/11/2014 alla Guue e verrà pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica - 5ª Serie speciale.
Responsabile del procedimento è la dr.ssa Armanda Cagnoni,
e mail [email protected]. Le
offerte non vincolano l’amministrazione.
IL DIRETTORE UOS ACQUISIZIONE BENI ECONOMALI
(Dott. Massimo Santini)
MITEM SUD S.p.A.
IN AMMINISTRAZIONE
STRAORDINARIA
I Commissari Liquidatori della procedura avvertono i creditori della MITEM SUD S.p.A.in
A.S., che, in data 29/10/2014, è stato depositato, presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Bologna, il 2° riparto parziale delle
somme disponibili, prevedente il pagamento
integrale del residuo credito privilegiato proprio e della controllata incapiente Mapi S.p.A.
in a.s. e, in misura pari al 16,9479% dei crediti
ammessi, del passivo chirografario proprio e
delle controllate Mapi S.p.A. e Cantieri Siderurgici S.r.l., entrambe in amministrazione straordinaria. Info: [email protected]
I Commissari Liquidatori
Avv. Paolo Cevolani
Dr. Giorgio Federighi
Dott.ssa Laura M.C. Montana in Trezza
L’AGENZIA NAZIONALE PER L’ATTRAZIONE DEGLI
INVESTIMENTI E LO SVILUPPO DI IMPRESA S.p.A.,
Capitale sociale € 836.383.864,02 interamente versato,
con sede in Via Calabria 46 - 00187 Roma, codice
fiscale/partita IVA e numero d’iscrizione al Registro
delle Imprese 05678721001 (di seguito “Agenzia” o
“Invitalia”) intende verificare l’interesse all’acquisto dei
seguenti asset di sua proprietà, che vengono posti in
vendita in esecuzione di quanto disposto dalla legge 27
dicembre 2006, n. 296:
I. 100% del capitale sociale di MARINA DI PORTISCO
S.p.A. di nazionalità italiana, con sede in Olbia (SS),
Località Portisco SN, cap. soc. € 7.793.000,00 i.v.,
R.I. e C. F. 01226930905;
II. 100% del capitale sociale di TRIESTE NAVIGANDO
S.r.l. di nazionalità italiana, con sede in Roma, Via
Calabria, 46, cap. soc. € 100.000,00 i.v., R.I. e C. F.
03734070752;
III. 51% del capitale sociale di PORTO DELLE GRAZIE
S.r.l. di nazionalità italiana con sede in Roccella
Ionica ( RC), Via Cristoforo Colombo SNC, cap. soc.
€ 119.000,00 i.v., R.I e C.F. 02217070800;
IV. 49% del capitale sociale di PORTO TURISTICO DI
CAPRI S.p.A., di nazionalità italiana con sede in
Capri (NA), Piazza Umberto I n. 9 cap. soc.
€ 1.000.000,00 i.v., R. I. e C.F. 06118920633.
V. 20% del capitale sociale di MARINA D’ARECHI
S.p.A. di nazionalità italiana con sede in Salerno,
Via Camillo Sorgente, 72/A, cap. soc. €
20.000.000,00 i.v., R. I. e C. F. 04871920650.
Tutto ciò premesso si comunica che:
• Le modalità complete per la presentazione della
manifestazione di interesse sono indicate nell’avviso
integrale disponibile sul sito internet: www.invitalia.it
al quale si rimanda.
• I soggetti in possesso dei requisiti potranno
manifestare
il
loro
interesse
all’acquisto
consegnando a Roma, Via Calabria, 46, all'attenzione
del Dott. Roberto Rizzardo, una lettera di
manifestazione
d’interesse,
predisposta
in
conformità allo schema disponibile sul sito internet:
www.invitalia.it
• La manifestazione di interesse dovrà pervenire entro
le ore 12 del giorno 15 dicembre 2014.
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
33
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Economia
Mps svaluta, rosso di 1,15 miliardi
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Pesano gli accantonamenti e le rettifiche emerse dopo l’analisi della Bce sugli attivi
Viola: «Problemi ereditati dalle passate gestioni». La Borsa di Milano perde il 2,87%
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La Lente
di Paola Pica
Gli under 40
e l’agricoltura
«La terra? Fatica
e povertà»
● Fabrizio
Viola,
amministratore
delegato di
Mps. La banca
ha chiuso i
nove mesi del
2014 con una
perdita di 1,15
miliardi di euro
soprattutto a
causa degli
accantonamenti e delle
svalutazioni
emerse con gli
esami della Bce
Era previsto che la bocciatura agli esami della Bce avrebbe
avuto effetti sui conti di Mps, e
così è stato: la banca ha chiuso i
nove mesi del 2014 con una
perdita netta di 1,15 miliardi. La
Borsa l’aveva già scontato ieri
facendo perdere al titolo il
6,48%, andamento che con le
perdite registrate soprattutto
dalle altre banche ha spinto il
Ftse Mib in calo del 2,87%.
La perdita di Mps è stata causata in particolare da accantonamenti e svalutazioni emersi
dopo l’analisi della qualità degli attivi (aqr) della Bce. Inoltre
hanno pesato 300 milioni di
accantonamenti straordinari
per l’uscita di oltre 1.300 dipendenti e la chiusura di 150 filiali.
In totale entro l’anno avranno
lasciato la banca 5.200 persone
sulle 8 mila previste dal piano
di ristrutturazione. E non è finita, perché altri effetti degli
esami Bce potranno esserci anche nel quarto trimestre, ha
specificato l’istituto. Nonostante questo il patrimonio rimane alto al 12,8% come tier 1.
Insomma la banca continua
Un anno a Piazza Affari
Ieri Mps
0,635 euro (-6,48%)
1,009
2.301
atica» e
«povertà» sono le
parole ancor oggi
più associate dai giovani
all’agricoltura. È uno dei
risultati di una ricca
indagine di Nomisma che
viene presentata oggi a
Bologna. Nel ritorno alla
terra ci sono più ombre che
luci. Tra il 2008 e il 2013 gli
occupati sotto i 24 anni
sono scesi del 15%, mentre
gli agricoltori italiani under
35 formano il gruppo meno
numeroso nella Ue. Vero
che rappresentano un
avamposto di innovazione
nel bio, ma il comparto
soffre la taglia micro e lo
«status» di un mestiere
ritenuto ancora inferiore ad
altre professioni dal 67%
degli intervistati.
1.585
1.227
0.869
0.51
Novembre
Gennaio
2013
Marzo
Maggio
Luglio
Settembre
Novembre
2014
Fonte: Borsa Italiana
d’Arco
ad affrontare problemi «eredità del passato», ha detto il ceo
Fabrizio Viola. Il banchiere ha
comunque rivendicato che «la
trasformazione del modello di
business è in atto. Il risultato
operativo, al netto di rettifiche
e componenti non ricorrenti, è
stato di 1,6 miliardi, +16,6%.
In seguito soprattutto all’esito degli stress test, Mps ha registrato una carenza di patrimo-
nio di 2,1 miliardi da coprire
con una ricapitalizzazione fino
a 2,5 miliardi. Gli advisor Ubs e
Citi stanno anche «identificando le migliori opzioni strategiche per consentire alla banca di
operare serenamente in futuro», ha ricordato Viola. E un’integrazione con un’altra banca
non è esclusa.
Fabrizio Massaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2,5
miliardi di euro
l’aumento di
capitale con cui
Mps coprirà
la carenza
di patrimonio
rilevata dalla
Bce
● Lo studio è
basato su 565
interviste a un
campione di
studenti
universitari del
2013-14 in
Italia, e 112
studenti italiani
all’estero
I bamboccioni? Appartengono a un’altra epoca. La maggioranza dei giovani (il 60%) oggi
comincia a cercarsi un piccolo
lavoro mentre sta ancora studiando, sia per arrotondare il
reddito sia per prepararsi al
mondo del lavoro. E, per trovare un’opportunità, è pronta andare all’estero. Sono alcuni dei
risultati della ricerca sugli studenti italiani, le loro scelte e le
aspettative sul mondo del lavoro che Ipsos ha realizzato per
L’Oréal Italia.
Lo studio sarà presentata oggi a Milano alla presenza del
L’Oréal ha
introdotto un
corso teatrale
con la onlus
L’Arte del cuore
per imparare la
resilienza: due
giorni in teatro
con ragazzi
disabili e non, e
l’aiuto di un
coach
rettore dell’Università degli
Studi di Milano, Gianluca Vago,
del rettore del Politecnico di
Milano, Giovanni Azzone, del
rettore della Bocconi, Andrea
Sironi, e del prorettore dello
Iulm, Gianni Canova.
La stabilità e la sicurezza non
rientrano più tra le principali
ambizioni, né degli studenti in
Italia né tra chi ha studiato all’estero. Piuttosto il posto ideale deve essere interessante e
appagante e offrire la possibilità di fare carriera, emerge dall’indagine. «Tra le sorprese abbiamo visto che oltre un ragaz-
Intesa Sanpaolo ha aderito
all’iniziativa per
l’imprenditoria femminile
promossa dall’Abi,
dipartimento per le Pari
opportunità della presidenza
del Consiglio, ministero dello
Sviluppo, Confindustria,
Confapi, Rete Imprese Italia e
Alleanza cooperative. Il
plafond messo a disposizione
è di 600 milioni per i prestiti
da qui a fine anno. C’è anche
un prodotto di finanziamento,
«Business Gemma», che
consente di sospendere il
pagamento in caso di
maternità o malattia. Anche
questi prodotti, sottolinea la
banca, contribuiscono ai ricavi
cresciuti nei primi nove mesi
del 3,7%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Manager Cristina Scocchia,
40 anni, è consigliere delegato
di L’Oréal Italia
Un giovane su due vuole iniziare
con un impiego in Italia
E studia con un «lavoretto»
La ricerca
Intesa, 600 milioni
alle imprenditrici
1.943
Ipsos per L’Oréal
«F
Più ricavi
zo su 3 vuole avere un’esperienza di lavoro significativa
all’estero, addirittura 2 su 3 tra
chi ha studiato fuori dall’Italia
— afferma Cristina Scocchia,
ceo di L’Oréal Italia e padrona
di casa —. Anche se, in generale, uno studente su due preferisce il primo impiego in Italia,
nonostante tutto». A dispetto
della crisi economica e del fatto che più del 40% degli intervistati ha sfiducia nella meritocrazia in Italia. «È una cosa sulla quale il Paese deve lavorare»,
commenta Scocchia.
Le aziende giocano un ruolo
importante. L’Oréal quest’anno
ha selezionato 35 giovani talenti provenienti dall’università e
nel 2015 conta di fare altrettanto. «Le qualità fondamentali?
La passione, la resilienza, il coraggio e l’ambizione». Tra queste la manager mette al primo
posto la resilienza, cioé la capacità di adattarsi al cambiamento: «Facciamo un corso di due
giorni in teatro con una onlus e
un coach per spiegare che cos’è». A gennaio toccherà anche
ai membri del comitato esecutivo. «L’inglese? Non è fondamentale: a chi ha le skills e le
qualità giuste lo insegniamo
noi», promette Scocchia.
Giuliana Ferraino
@16febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
Gian Giacomo Corno
34
Grazie papà. Grazie nonno.
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
ECONOMIA
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I conti
Campari, fatturato oltre quota 1 miliardo
I nove mesi
Tod’s, la spinta di Roger Vivier sui ricavi
Telecomunicazioni
Vodafone Italia, traffico dati in crescita dell’80%
Utile netto di 116,9 milioni di euro (-21,8%), con ricavi a 1,06 miliardi
(+0,8%). Sono i risultati dei primi nove mesi di Campari. Dietro
l’aumento del debito finanziario netto, ha fatto sapere il gruppo,
arrivato a 1,03 miliardi (dai 852,8 milioni di fine dicembre 2013), ci
sono le acquisizioni di Forty Creek Distillery Ltd e Gruppo Averna
perfezionate a giugno 2014 (237,3 milioni) e il pagamento del
dividendo pari a 46,1 milioni.
Crescita a doppia cifra per il marchio Roger Vivier, trainato dai nuovi
punti vendita nel mercato cinese. Nei nove mesi del 2014 le vendite
del brand del gruppo Tod’s sono aumentate del 12,2% rispetto allo
stesso periodo del 2013. In generale il gruppo Tod’s ha totalizzato
ricavi per 741 milioni,-1,5% rispetto ai nove mesi del 2013. Giù
Hogan (-1,8%) e Fay con vendite a 44,3 milioni, in calo del 2,4% in
confronto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Vodafone Group ha chiuso a 26,4 miliardi i ricavi semestrali (+8,9%),
mentre l’utile semestrale è sceso del 69,5% a 5,5 milioni di sterline
per gli effetti della vendita della partecipazione nella joint venture
Verizon Wireless Usa del 2013. A quota 2,6 miliardi di euro invece i
ricavi da servizi per Vodafone Italia che ha visto crescere il consumo
di dati da parte dei clienti (+80%). Ricavi da rete fissa a 433 milioni di
euro (+1,7% anno su anno), con 2,41 milioni di clienti raggiunti.
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Banzai, avanti con la quotazione
Per 4,3 miliardi di dollari
Manipolazione
La società fondata da Ainio chiede l’ammissione al segmento Star di Piazza Affari dei tassi, maximulta
Tra i soci Arpe, primo azionista con Arepo, Boroli, Bassetti e la famiglia Micheli a sei grandi banche
Chi è
● Paolo Ainio,
52 anni, è il
cofondatore di
Banzai di cui
controlla il
28,1% e di cui
è anche
presidente e
amministratore
delegato. In
passato era
stato uno dei
fondatori del
portale Virgilio,
finito ora in
ItaliaOnLine di
Sawiris
Banzai va avanti con la quotazione. Il gruppo co-fondato
da Paolo Ainio ha presentato
domanda di ammissione alla
quotazione delle proprie azioni
ordinarie presso il Mercato telematico azionario, nel segmento Star. Oltre che dalla
banca d’affari Profilo di Matteo
Arpe — come vedremo primo
azionista della stessa Banzai
tramite la Arepo — la quotazione sarà seguita come joint global coordinator da Jefferies International. L’affiancamento è
avvenuto dopo che la notizia di
una quotazione seguita «in casa» da Banca Profilo aveva sollevato qualche interrogativo.
La decisione di quotarsi della società di ecommerce e portali di informazioni online non
era più scontata dopo il passo
indietro di ItaliaOnLine — l’altra internet company italiana
controllata da Naguib Sawiris
che ha raggruppato sotto lo
stesso cappello Virgilio, Libero
e Dada — e il tonfo post quotazione di Rocket Internet, una
sorta di «fabbrica dei cloni» sul
web fondata dai fratelli tedeschi Samwer e considerata un
Bruno Decker 1,5%
I soci del gruppo Banzai
Stefano Siglienti 0,87%
Altri soci 9,46%
Marco Bassetti 1,07%
Lorenzo Pellicioli 1,13%
Sator
di Matteo Arpe
(tramite Arepo)
Andrea Santagata 0,94%
Pietro Boroli 5,9%
28,1%
Giovanni Boroli 0,52%
Andrea di Camillo 0,24%
Paolo Ainio
28,1%
Gad Lerner 0,11%
Principia Sgr 4,36%
Micheli e Associati 5,7%
Management 12%
CdS
gioiello. Una curiosità per inciso: lo stesso portale Virgilio era
stato co-fondato proprio da Ainio, prima di passare in Telecom Italia e, infine, a Iol.
La quotazione dovrebbe avvenire tramite un aumento di
capitale. Oggi Ainio e Arpe,
hanno il co-controllo con il
28,1% a testa. In realtà Arpe ha
strappato in fase di ingresso
una singola azione in più. Il
parterre dei soci è nutrito e di
peso: si va dalla famiglia Mi-
cheli (5,7%), a Pietro Boroli (Vis
Value, 5,9%), Principia Sgr
(4,36%) e Lorenzo Pellicioli
(1,13%).
Il nodo valutazione che Ainio deve strappare sul mercato
è strettamente collegato alla
storia delle partecipazioni. Arpe è entrato nel 2013 a sconto.
Numeri ufficiali non ce ne sono. Ma già sopra una valutazione di circa 80 milioni il banchiere inizierebbe a guadagnare. Diverso il discorso per i soci
Il contratto Barilla,
più lavoro da casa
Premio di produttività di 2.600 euro
L’accordo
● Nella foto
Guido Barilla,
56 anni, a capo
del gruppo
omonimo.
Barilla ha
appena
sottoscritto
un integrativo
aziendale
che premia la
produttività
e aumenta
la quota di ore
che possono
essere lavorate
da casa con il
cosidetto
smart work
(fino a 64 ogni
mese)
ROMA La pulizia di camici e tute a carico del-
l’azienda. Aumento dei giorni di congedo parentale e raddoppio dello smart working (il
telelavoro che passa da 32 a 64 ore al mese). C’è
pure un premio di produttività fissato a 2.600
euro l’anno (200 euro in più rispetto al passato).
Sono alcune delle novità dell’accordo integrativo sottoscritto la scorsa notte tra il Gruppo Barilla e i sindacati. L’intesa nella grande azienda
dell’industria alimentare italiana (4.100 dipendenti) vale per il triennio 2014-2016. «L’accordo,
scaduto da 10 mesi, ha spunti molto innovativi»,
commenta Mauro Macchiesi, segretario nazionale della Flai Cgil. Analizzando nel dettaglio il
documento, «la fornitura gratuita ai lavoratori
degli stabilimenti degli abiti da lavoro puliti —
precisa Macchiesi — è un chiaro investimento
in qualità: fa risparmiare circa 350 euro l’anno a
circa 2 mila operai e permette di garantire la
massima igienicità in tutte le fasi di lavorazione
dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole».
Concesse inoltre 8 ore di permessi retribuiti per
i lavoratori impegnati nel ciclo continuo nel
giorno di Pasqua. Soddisfazione anche dal commissario della Fai Cisl, Luigi Sbarra, che ricorda
«la regolamentazione dello smart working,
strumento innovativo soprattutto per gli impiegati»: ne potrà beneficiare chi ha a casa moglie
e figlio al di sotto di un anno di età o un familiare molto malato, oppure il dipendente che deve
sottoporsi a cure salvavita. Il segretario Uila-Uil,
Pietro Pellegrini, aggiunge sul fronte normativo
l’istituzione della «Giornata della sicurezza».
Francesco Di Frischia
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La mossa di Actavis
Nuova offerta per il Botox: 60 miliardi
Alla Allergan, la società del
Botox, è arrivata un’offerta da
oltre 60 miliardi di dollari. A
presentarla è il colosso
farmaceutico Actavis, che
aveva già tentato in passato
l’acquisizione. Le trattative fra i
due big — secondo
Bloomberg — sono in corso.
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shop.swatch.it
storici che con il suo ingresso
sono stati diluiti. Banzai è cresciuta sviluppando start up al
proprio interno ma anche acquisendo eventuali competitor, distribuendo per lo più opzioni o azioni. Un esempio viene da Born4Shop dei Micheli.
La società nel 2010 fu conferita
in Banzai e fusa con Saldi privati. La famiglia Micheli ricevette
solo azioni. Altro esempio: nel
2009 l’allora fondo Quantica
guidato da Pierluigi Paracchi
(oggi si chiama Principia) investì in Yourank e Liquida, società di Ainio, con un’opzione di
concambio con azioni Banzai
nel caso in cui le due start-up
avessero sottoperformato. L’investimento fu di circa 5 milioni. Ma viste le perfomance effettive delle due società, anche
Principia si trovò poi equity. La
linea di guadagno per questi
soci dovrebbe essere sopra i 110
milioni. Banzai fattura 153 milioni e ha un Mol stimato sui 5.
Per i soci l’incognita si chiama
moltiplicatore.
Massimo Sideri
[email protected]
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Le autorità americane, inglesi
e svizzere hanno recapitato
una multa da 4,3 miliardi di
dollari a Ubs, Citigroup,
JPMorgan, Hsbc, Royal Bank
of Scotland e Bank of America
per manipolazione dei tassi di
cambio. Manca all’appello
Barclays che si sarebbe presa
altro tempo per raggiungere
un patteggiamento ad hoc.
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I risultati
Per Ubi profitti
in aumento del 47%
a 149 milioni
«In Italia? Sì. In Europa? Sì».
Il consigliere delegato di Ubi
Banca, Victor Massiah, è
pronto a cogliere eventuali
opportunità di aggregazione
«per creare valore». Ma al
momento «non ci sono
dossier aperti» ha chiarito ieri
presentando i conti di Ubi agli
analisti. Conti chiusi con 149,8
milioni di euro di utile netto,
in aumento del 47%.
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
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ESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
GARA D’APPALTO
E’ stata esperita gara mediante procedura aperta
per l’appalto dei lavori del P.I.S.U. di Novara:
“Polo d’Innovazione Tecnologica e Riqualificazione Urbana - Area S.Agabio”.CIG: 5517350540
Aggiudicataria - R.T.I. tra DAMIANI COSTRUZIONI S.R.L. con sede legale in Via Marconi, 70
Villanterio (PV) Capogruppo, GIANNI BENVENUTO S.P.A con sede legale in Viale Matteotti,
39 Cernobbio (CO) e DIESSE ELECTRA S.P.A.
con sede legale in Via Industriale, 42 Ghedi (BS)
Mandanti.Per l’importo di € 6.441.556,32 oltre
IVA e comprensivi di € 255.000,00 per oneri
della sicurezza Avviso integrale pubblicato all’Albo Pretorio online e sulla G.U.U.E. n. 2014/S
201-354148 con rettifica n. 2014/S 205-362175.
Il Responsabile del Procedimento
Arch. Franco Marzocca
(f.to in originale)
UFFICIO FALLIMENTI
Fallimento n. 16/2012
Giudice Delegato: Dott. M.Magri’
Curatore: Avv. D. Cataldo
E’ posto in vendita in unico lotto al
prezzo base di € 250.000,00 oltre
iva e spese, il semilavorato, nello
stato in cui si trova, dell’imbarcazione aicon fly 85#21. Valutasi, ma
solo per i successivi giorni cinque,
proposte superiori al prezzo base.
Informazioni presso il curatore
Tel. 090/671978.
COMUNE DI CAMPOBELLO DI MAZARA
MINISTERO DELLA DIFESA
Si rende noto che il pubblico incanto per l’affidamento dei “Servizi professionali di progettazione definitiva ed esecutiva, studio geologico,
coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, direzione e contabilità dei lavori di realizzazione della rete acque
nere in località Tre Fontane, Torretta Granitola,
Cartibubbo e collettamento all’impianto di
depurazione” è stato aggiudicato al C.R.T.:
Hydero Engineering S.S. di Damiano e Mariano Galbo, via Rossetti n. 39, 91011 Alcamo,
capogruppo mandatario - ETATEC Studio Paoletti S.r.l., mandante - Geol. Cario Cibella,
mandante - Geol. Giuseppe Baiata, mandante
- Geol. Paolo Messina, mandante. Punteggio
ottenuto 93,05997. Operatori economici partecipanti: 30. Partecipanti esclusi: 3. CUP:
B16D12000040006. CIG: 5143915CEE.
Il RUP e REO
arch. Francesco Di Stefano
DIREZIONE GENERALE DI COMMISSARIATO
E DI SERVIZI GENERALI
2° Reparto - 3^ Divisione
POSTINFORMAZIONE
Si comunica che questa D.G. ha aggiudicato il
seguente appalto:
• Servizio di manovalanza occasionale ed urgente per gli Enti dell’area operativa e amministrativa della Difesa per l’anno 2015 - suddiviso
in nove lotti.
• Gara dematerializzata a procedura aperta in
ambito nazionale, ai sensi dell’art.20, in coordinato disposto con l’allegato II B (cat. 18), D.
Lgs. 163/06.
Lotto 1: ditta aggiudicataria ROSSI TRANSWORLD S.r.l. - importo di aggiudicazione €
286.885,25= IVA esclusa; Lotto 2: ditta aggiudicataria TEOMA Società Cooperativa - importo di
aggiudicazione € 532.786,89= IVA esclusa;
Lotto 3: ditta aggiudicataria ROSSI TRANSWORLD S.r.l. - importo di aggiudicazione €
176.229,51= IVA esclusa; Lotto 4: ditta aggiudicataria I.S.S. Italia S.r.l. - importo di aggiudicazione € 930.606,56= IVA esclusa; Lotto 5: ditta
aggiudicataria ROSSI TRANSWORLD S.r.l. - importo di aggiudicazione € 876.497,54= IVA
esclusa; Lotto 6: ditta aggiudicataria RTI: Scala
Enterprise/Consorzio Stabile SGM - importo di
aggiudicazione € 333.606,56= IVA esclusa;
Lotto 7: ditta aggiudicataria ROSSI TRANSWORLD S.r.l. - importo di aggiudicazione €
428.688,52= IVA esclusa; Lotto 8: ditta aggiudicataria CO.LA.COOP. - Consorzio Laziale Cooperative - importo di aggiudicazione € 227.868,85=
IVA esclusa; Lotto 9: ditta aggiudicataria: SANTA
BRIGIDA Soc. Coop. per azioni - importo di aggiudicazione € 150.819,67= IVA esclusa.
IL CAPO DELLA 3^ DIVISIONE
(Dr. Fabio TOTA)
AUTOSTRADE CENTRO PADANE S.P.A.
Bando di gara - CIG 59853009CD
I) Autostrade Centro Padane S.p.A. Località
San Felice - 26100 Cremona. Punti di
contatto: Ufficio Contratti e Appalti - 26100
(CR). Telefono: +39 0372473-1; Fax: +39
0372473234; Posta elettronica: [email protected] - Indirizzo internet: www.centropadane.it. II) Oggetto: Servizio di noleggio a
lungo termine di n. 8 autoveicoli senza conducente completi di allestimento per polizia
stradale - durata 36 mesi e 250.000 Km come
da delibera della Società Appaltante n. 595
adottata in data 15/10/2014. Valore stimato,
IVA esclusa: E. 480.000,00. L’importo degli
oneri per la sicurezza è pari a E. 0.00. Durata
dell’appalto: dal 25/07/2015 al 25/07/2018.
IV) Tipo Procedura: Aperta. Criteri di aggiudicazione: Prezzo più basso. Termine per il
ricevimento delle offerte: 12/12/2014 ore
12:00. Apertura offerte: il 15/12/2014 ore
09:30. VI) Il presente bando è reperibile
sui siti internet: www.centropadane.it,
www.serviziocontrattipubblici.it e http://osservatorio.oopp.regione.lombardia.it. Le informazioni possono essere assunte presso
l’ufficio contratti e appalti della società (ore
9:00 - 12:00; 14:00 - 17:00). Data di invio alla
G.U.U.E.: 30/10/2014.
Il presidente
on. dott. Daniele Molgora
Nome
Data
Valuta
Quota/pre. Nome
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89
[email protected]
AcomeA America (A1)
AcomeA America (A2)
AcomeA Asia Pacifico (A1)
AcomeA Asia Pacifico (A2)
AcomeA Breve Termine (A1)
AcomeA Breve Termine (A2)
AcomeA ETF Attivo (A1)
AcomeA ETF Attivo (A2)
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
AcomeA Europa (A1)
AcomeA Europa (A2)
AcomeA Globale (A1)
AcomeA Globale (A2)
AcomeA Italia (A1)
AcomeA Italia (A2)
AcomeA Liquidità (A1)
AcomeA Liquidità (A2)
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1)
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2)
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1)
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2)
AcomeA Patrimonio Prudente (A1)
AcomeA Patrimonio Prudente (A2)
AcomeA Performance (A1)
AcomeA Performance (A2)
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4,648
4,804
14,708
14,889
4,502
4,633
17,347
17,579
12,711
13,107
11,665
12,163
18,384
18,975
8,935
8,936
6,622
6,844
3,967
4,108
5,321
5,450
6,317
6,477
22,155
22,543
17,946
18,615
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4,796
14,701
14,882
4,498
4,628
17,334
17,566
12,628
13,020
11,637
12,134
18,360
18,949
8,935
8,936
6,652
6,875
3,968
4,109
5,325
5,455
6,337
6,497
22,231
22,620
Invictus Global Bond Fd
Invictus Macro Fd
Sol Invictus Absolute Return
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EUR
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80,006
103,320
108,687
80,831
103,835
www.azimut.it - [email protected]
AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981
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Azimut Dinamico
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Azimut Formula 1 Absolute
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Azimut Formula 1 Conserv
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Azimut Formula Target 2013
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Azimut Garanzia
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Azimut Prev. Com. Crescita
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Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
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Azimut Prev. Com. Equilibrato
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Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C
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Azimut Prev. Com. Protetto
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Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
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Azimut Prev. Com. Obbli.
EUR
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Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C
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Azimut Reddito Euro
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Azimut Reddito Usa
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Azimut Scudo
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Azimut Solidity
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Azimut Strategic Trend
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Azimut Trend America
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Azimut Trend Europa
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Azimut Trend Italia
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Azimut Trend Pacifico
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Azimut Trend Tassi
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Azimut Trend
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AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811
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AZ F. Alpha Man. Them.
EUR
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AZ F. American Trend
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AZ F. Asia Absolute
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AZ F. Asset Plus
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AZ F. Asset Power
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AZ F. Bond Target 2015 ACC
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AZ F. Bond Target 2016 ACC
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AZ F. Bond Target 2016 DIS
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AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC
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AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
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AZ F. Bond Target 2018 Eq Op ACC
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AZ F. Bond Target 2018 Eq Op CLD DIS 07/11
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AZ F. Bond Target 2018 Eq Op DIS
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AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC
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AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS
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AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
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AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS
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AZ F. Cash 12 Mesi
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AZ F. Cash Overnight
EUR
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AZ F. Carry Strategy ACC
EUR
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AZ F. Carry Strategy DIS
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AZ F. Cat Bond ACC
EUR
31/10
AZ F. Cat Bond DIS
EUR
Polis Fondi SGR.p.A. - Via Solferino, 7 – 20121 Milano
tel. 02.3206001 - fax 02.32060033
AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI PARTECIPANTI
Ai sensi dell'articolo 22, commi 5-quater e ss., del Decreto Legge 24 giugno
2014, n. 91, convertito, con modificazioni, con Legge 11 agosto 2014, n.
116, nonché dell'articolo 18-ter del D.M. 24 maggio 1999, n. 228, i partecipanti al fondo Polis – Fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso,
gestito da Polis Fondi Immobiliari di Banche Popolari S.G.R.p.A. sono convocati
in assemblea per il giorno 16 dicembre 2014, ore 16.30, presso il Centro
Servizi del Gruppo Credito Valtellinese in Milano, Via Feltre 75, per discutere e
deliberare sul seguente
Ordine del Giorno
1) Proposta di modifica del regolamento di gestione del Fondo per consentire alla SGR di prorogare, in via straordinaria, il termine di durata del
Fondo medesimo, per un periodo non superiore a due anni dalla scadenza,
per il completamento dello smobilizzo degli investimenti in portafoglio,
secondo quanto previsto dall’art. 22, commi 5-bis e ss., del Decreto
Legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, con Legge
11 agosto 2014, n. 116.
Proposta di delibera
L’assemblea dei Partecipanti è chiamata ad approvare le seguenti modifiche del
Regolamento di gestione del Fondo:
- l’introduzione del seguente articolo:
“Art. 2-bis Proroga straordinaria della durata del Fondo
Come stabilito con delibera dell'Assemblea dei Partecipanti del 16 dicembre 2014
e del Consiglio di Amministrazione del 18 dicembre 2014, la Società, con delibera
motivata dell'Organo amministrativo, e con parere conforme dell'Organo di controllo, può – prima della scadenza del Fondo (quale risultante anche a seguito dell'eventuale proroga deliberata ai sensi del paragrafo 3 dell'articolo precedente) e nell'esclusivo interesse dei partecipanti – deliberare una proroga straordinaria della
durata del Fondo medesimo non superiore a 2 anni per il completamento dello
smobilizzo degli investimenti in portafoglio (di seguito, la "Proroga Straordinaria").
Durante la Proroga Straordinaria:
(i) l'attività di gestione è finalizzata, esclusivamente, al completamento dell'attività di smobilizzo degli investimenti. In tale attività sono ricompresi anche gli
interventi di valorizzazione e riqualificazione degli attivi patrimoniali, ove
necessari a incrementarne il presumibile valore di realizzo e a condizione che
tali interventi abbiano un orizzonte temporale non superiore al termine finale
di durata del Fondo, come prorogato;
(ii) la misura della provvigione di gestione, su base annuale, di cui all'articolo
9.1.1 del presente Regolamento, è ridotta di due terzi;
(iii) è fatto divieto di prelevare dal Fondo le provvigioni di incentivo di cui all'articolo 13.5 del presente Regolamento;
(iv) è fatto obbligo di distribuire ai partecipanti, con cadenza almeno semestrale,
la totalità dei proventi netti realizzati, fermo restando il rispetto delle obbligazioni assunte dal Fondo.
Le determinazioni assunte con riguardo alla Proroga Straordinaria della durata
del Fondo devono essere comunicate, tempestivamente, alla Banca d'Italia e alla
Consob, nonché ai partecipanti al Fondo con le modalità previste per la pubblicazione del valore della quota, mediante pubblicazione sul sito internet della
Società e su almeno due quotidiani a diffusione nazionale. Le determinazioni sono
trasmesse, senza indugio, alla società di gestione del mercato e ad almeno due
agenzie di stampa.”
- in considerazione dell'introduzione dell’articolo 2-bis, la modifica di coordinamento dell'articolo 4.5.2, evidenziata nella tabella seguente:
ISTITUTO NAZIONALE
PER L’ASSICURAZIONE CONTRO
GLI INFORTUNI SUL LAVORO
AVVISO DI GARA PER ESTRATTO
L’INAIL - Direzione Centrale Acquisti - P.le G. Pastore,
6 - 00144 ROMA indice gara a procedura aperta per
la stipula di un accordo quadro per le attività di trasporto e facchinaggio presso immobili vari della direzione generale dell’INAIL in Roma. Termine per la
presentazione delle offerte: il 10 dicembre 2014 alle
ore 12,00 a pena di esclusione, all’indirizzo sopra
indicato. Gara n. 15/2014 - CIG n. 5970534086. Il
bando di gara in forma integrale è stato inviato per la
pubblicazione sulla GUCE il 22 ottobre 2014, ed è stato
pubblicato sulla GURI - Sez. contratti - n. 128 del 7
novembre 2014, nonché sul sito Internet www.inail.it.
DIREZIONE CENTRALE ACQUISTI
IL DIRETTORE CENTRALE - Dr. Ciro Danieli
Quota/od.
26,492
6,996
6,926
7,064
6,769
12,845
11,074
11,105
12,275
12,297
11,277
12,012
12,030
10,437
10,437
17,523
6,572
8,958
9,098
6,576
14,111
13,251
16,567
7,638
10,151
30,711
26,570
7,024
6,930
7,064
6,773
12,846
11,347
11,373
12,444
12,464
11,312
12,065
12,081
10,506
10,506
17,552
6,558
8,959
9,104
6,563
14,061
13,314
16,713
7,596
10,170
30,616
5,252
5,251
5,070
5,451
5,191
3,683
3,615
4,692
5,561
5,530
4,992
5,419
5,691
5,070
5,250
6,029
5,431
5,510
5,174
5,221
5,111
4,821
5,064
4,819
5,694
5,168
5,928
5,483
5,383
5,279
5,012
5,012
5,330
5,272
5,256
5,254
5,067
5,455
5,185
3,662
3,600
4,685
5,553
5,518
4,993
5,419
5,692
5,071
5,269
6,031
5,433
5,516
5,181
5,228
5,117
4,824
5,000
4,822
5,696
5,170
5,930
5,485
5,382
5,279
5,010
5,010
5,324
5,287
AZ F. CGM Opport Corp Bd
AZ F. CGM Opport European
AZ F. CGM Opport Global
AZ F. CGM Opport Gov Bd
AZ F. Commodity Trading
AZ F. Conservative
AZ F. Core Brands ACC
AZ F. Core Brands DIS
AZ F. Corporate Premium ACC
AZ F. Corporate Premium DIS
AZ F. Dividend Premium ACC
AZ F. Dividend Premium DIS
AZ F. Emer. Mkt Asia
AZ F. Emer. Mkt Europe
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
AZ F. European Dynamic ACC
AZ F. European Dynamic DIS
AZ F. European Trend
AZ F. Formula 1 Absolute ACC
AZ F. Formula 1 Absolute DIS
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
AZ F. Formula Target 2015 ACC
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Curr&Rates ACC
AZ F. Global Curr&Rates DIS
AZ F. Global Sukuk ACC
AZ F. Global Sukuk DIS
AZ F. Hybrid Bonds ACC
AZ F. Hybrid Bonds DIS
AZ F. Income ACC
AZ F. Income DIS
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS
AZ F. Institutional Target ACC
AZ F. Institutional Target DIS
AZ F. Italian Trend ACC
AZ F. Italian Trend DIS
AZ F. Lira Plus ACC
AZ F. Lira Plus DIS
AZ F. Macro Dynamic
AZ F. Opportunities
AZ F. Pacific Trend
AZ F. Patriot ACC
AZ F. Patriot DIS
AZ F. Qbond
AZ F. Qinternational
AZ F. QProtection
AZ F. Qtrend
AZ F. Renminbi Opport
AZ F. Reserve Short Term
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS
AZ F. Solidity ACC
AZ F. Solidity DIS
AZ F. Strategic Trend
AZ F. Top Rating ACC
AZ F. Top Rating DIS
AZ F. Trend
AZ F. US Income
Art. 4.5.2. Distribuzione dei proventi
TESTO VIGENTE
TESTO MODIFICATO
I proventi della gestione, escluse le plusvalenze
non realizzate possono essere distribuiti annualmente, compatibilmente con le previsioni di redditività complessiva del Fondo, nell'interesse dei
partecipanti nella misura stabilita di volta in
volta dal Consiglio di Amministra-zione, comunque contenuta nel 95 per cento dei proventi distribuibili; i proventi non distribuiti sono reinvestiti nel Fondo.
I===== Fatto salvo quanto diversamente previsto
dall'articolo
2-bis
del
presente
Regolamento in caso di Proroga Straordinaria
della durata del Fondo, i proventi della gestione,
escluse le plusvalenze non realizzate possono
essere distribuiti annualmente, compatibilmente
con le previsioni di redditività complessiva del
Fondo, nell'interesse dei partecipanti nella misura stabilita di volta in volta dal Consiglio di
Amministrazione, comunque contenuta nel 95
per cento dei proventi distribuibili; i proventi non
distribuiti sono reinvestiti nel Fondo.
DB Platinum
Agriculture Euro R1C A
Comm Euro R1C A
Currency Returns Plus R1C
DB Platinum IV
Croci Euro R1C B
Croci Japan R1C B
Croci US R1C B
Paulson Global R1C E
Sovereign Plus R1C A
Systematic Alpha R1C A
Fondi Unit Linked
Flex Equity 100
Global 100
Global Equity
Maximum
Progress
Quality
Data
Valuta
Quota/od.
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
31/10
31/10
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
07/11
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
6,154
6,532
6,494
5,658
3,858
6,577
5,646
5,642
5,710
5,317
5,813
5,040
6,566
3,019
5,068
5,196
5,194
3,296
5,246
5,232
5,604
5,522
6,165
5,560
5,016
4,477
4,146
5,489
5,292
5,417
5,202
6,324
5,758
4,714
4,342
5,645
5,562
3,172
3,170
5,014
4,727
6,192
4,963
4,555
7,003
6,340
5,350
5,259
5,319
4,948
5,347
6,298
5,094
4,928
6,187
5,677
6,140
5,148
5,148
6,764
5,909
Quota/pre. Nome
6,154
6,548
6,501
5,658
3,835
6,590
5,660
5,656
5,718
5,325
5,825
5,050
6,551
3,034
5,068
5,212
5,211
3,312
5,263
5,249
5,600
5,526
6,173
5,567
5,024
4,483
4,150
5,479
5,282
5,416
5,201
6,341
5,774
4,719
4,346
5,644
5,562
3,199
3,197
5,013
4,726
6,192
4,966
4,529
7,017
6,352
5,347
5,234
5,326
4,965
5,361
6,299
5,095
4,929
6,192
5,682
6,126
5,149
5,149
6,740
5,895
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
10/11
10/11
05/11
05/11
05/11
10/11
10/11
10/11
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
07/11
10/11
10/11
EUR
EUR
EUR
54,070
94,320
938,400
54,050
95,020
940,540
11/11
11/11
11/11
05/11
10/11
05/11
EUR
JPY
USD
EUR
EUR
EUR
119,920
9436,530
175,110
4373,020
106,930
11025,420
119,490
9334,840
175,050
4450,370
107,010
10922,760
05/11
05/11
05/11
05/11
05/11
05/11
Modalità di esercizio del diritto di intervento e voto
La legittimazione all’intervento in Assemblea e all’esercizio del voto, anche per
corrispondenza, è subordinata alla ricezione, da parte della SGR, della comunicazione rilasciata da un intermediario autorizzato ai sensi della normativa vigente, attestante la titolarità del diritto alla data del 5 dicembre 2014 (“record
date”). Ai fini che precedono, i soggetti interessati dovranno impartire istruzioni
all’intermediario che tiene i relativi conti, affinché rilasci la comunicazione attestante la titolarità delle quote alla record date.
Per l'accertamento del diritto di intervento in Assemblea e di esercizio del voto
da parte dei quotisti, non sono opponibili, alla SGR, gli atti di trasferimento delle
quote perfezionatisi oltre il termine della giornata contabile del settimo giorno di
mercato aperto precedente la data prevista per l'Assemblea, ovverosia il 5
dicembre 2014.
Intervento e voto per delega
E’ consentito l’esercizio del diritto di intervento e di voto a mezzo di delega, conferita per iscritto e revocabile con dichiarazione pervenuta al rappresentante
entro il giorno precedente l'Assemblea (entro il 15 dicembre 2014). La delega
contiene le istruzioni di voto sulla proposta di modificare il regolamento del
fondo, di cui all’ordine del giorno, e non può essere rilasciata con il nome del rappresentante in bianco. La delega non può in ogni caso essere conferita a soggetti in conflitto di interessi con il rappresentato, ne' alla SGR, ai suoi soci, dipendenti e componenti degli organi di amministrazione o di controllo.
Voto per corrispondenza
Ai sensi dell’art. 22, comma 5-quinques del D.L. 91/2014, è consentita ai
Partecipanti l’espressione del voto per corrispondenza, di cui all’articolo 18-quater, comma 2, del D.M. 24 maggio 1999, n. 228,. La scheda di voto per corrispondenza dovrà pervenire alla SGR, entro il giorno precedente l’assemblea
(ovverosia entro il 15 dicembre 2014), in busta chiusa, trasmessa al seguente
indirizzo: POLIS FONDI S.G.R.p.A. - Voto per corrispondenza Assemblea
Fondo Polis - c/o Spafid S.p.A. - Servizi Emittenti - Foro Buonaparte, 10 20121 - MILANO
Le schede pervenute oltre il termine previsto o prive di sottoscrizione non saranno prese in considerazione ai fini della votazione.
Il voto può essere revocato mediante dichiarazione scritta portata a conoscenza
della SGR, all’indirizzo sopra indicato, entro e non oltre il 15 dicembre 2014,
ovvero mediante dichiarazione espressa del partecipante da rendersi nel corso
dell’Assemblea medesima.
Il modulo di delega e la scheda di voto per corrispondenza, con le relative istruzioni per la compilazione e la trasmissione, sono disponibili presso la sede della
SGR e sul sito internet della medesima (www.polisfondi.it).
Per informazioni e chiarimenti, contattare i numeri 02/3206001 e
02.80687329 (attivi nei giorni feriali) – e-mail: [email protected] e [email protected]
Assunzione delle delibere assembleari
Ai sensi delle disposizioni di cui all’articolo 22, comma 5-quater, del Decreto
Legge 24 giugno 2014, n. 91, l’Assemblea dei Partecipanti delibera con il voto
favorevole della maggioranza assoluta delle quote dei votanti. L’Assemblea è validamente costituita qualunque sia il numero dei votanti.
***
Presso la sede della SGR e sul sito internet della medesima (www.polisfondi.it) è
disponibile la Relazione illustrativa del Consiglio di amministrazione sull’argomento posto all’ordine del giorno.
I Partecipanti sono invitati a presentarsi in anticipo rispetto all’orario di convocazione dell’Assemblea, in modo da agevolare le operazioni di registrazione, le quali
avranno inizio a partire dalle ore 16,00.
Il presente avviso è pubblicato sul sito internet di Polis Fondi SGRp.A. (www.polisfondi.it), sui quotidiani "Sole24Ore" e "Il Corriere" nonché tramite il meccanismo
di stoccaggio autorizzato 1Info (www.1Info.it).
Milano, 13 novembre 2014
POLIS FONDI SGRp.A.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione
www.polisfondi.it
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
Active Dollar Bond A
Active Emerging Credit A
Active Emerging Credit B
Active European Credit A
Active European Credit B
Active European Equity A
Active European Equity B
Active Liquid Bond A
Active Liquid Bond B
Multiman. Bal. A
Multiman. Bal. M
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
Multiman.Target Alpha A
SB Bond B
SB Equity B
SB Flexible B
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CON IL TUO
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COMUNE DI NOVARA
TRIBUNALE
di BARCELLONA P.G.
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
1519,582
1670,414
1604,766
1456,091
1391,675
1384,548
1307,534
1239,743
1196,361
120,499
120,421
75,140
78,393
105,651
1071,750
1173,822
1025,008
10,420
4,991
5,782
5,289
6,596
7,278
1519,723
1670,218
1604,595
1454,895
1390,548
1383,240
1306,368
1239,649
1196,282
120,366
120,281
75,162
78,404
104,555
1072,555
1175,748
1026,724
10,320
4,994
5,640
5,194
6,504
7,214
Data
ABSOLUTE RETURN EUROPA
BOND-A
BOND-B
DYNAMIC EQUITY
EQUITY- I
PRINCIPAL FINANCE 1
31/10
29/08
30/09
03/11
30/09
30/06
Valuta
Quota/od.
Quota/pre. Nome
4686,799
4647,064
EUR
EUR 775797,091 770258,141
EUR 799809,103 775797,091
EUR 500000,000
EUR 609757,601 598452,457
EUR 62759,815 60323,743
Data
Valuta
Quota/od.
KIS - Europa D
KIS - Europa P
KIS - Europa X
KIS - Global Bond P
KIS - Italia P
KIS - Italia X
KIS - Key
KIS - Key X
KIS - Liquidity D
KIS - Liquidity P
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
KIS - Multi-Str. UCITS D
KIS - Multi-Str. UCITS P
KIS - Multi-Str. UCITS X
KIS - Selection D
KIS - Selection P
KIS - Selection X
KIS - Sm. Cap D
KIS - Sm. Cap P
KIS - Target 2014 X
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
10/11
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
121,810
124,560
124,920
103,110
132,210
131,820
133,420
138,530
103,480
107,120
154,030
113,010
116,110
117,200
120,390
122,740
123,280
93,970
98,850
97,930
Quota/pre. Nome
120,890
123,620
123,960
103,200
131,680
131,400
133,900
139,020
103,480
107,120
153,990
112,990
116,090
117,180
120,390
122,740
123,290
93,770
98,650
97,920
ASIAN OPP CAP RET EUR
ADWISE L/S CAP RET EUR
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
HIGH GROWTH CAP RET EUR
ITALY CAP RET A EUR
SELECTED BOND DIS RET EUR
SELECTED BOND CAP RET EUR
VALUE OPP CAP RET EUR
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
13,119
109,122
114,871
111,201
24,509
5,757
120,509
91,837
13,051
108,932
114,834
111,236
24,522
5,753
120,418
91,759
Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
11/11
11/11
11/11
05/11
05/11
05/11
05/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
Dividendo Arancio
Convertibile Arancio
Cedola Arancio
Borsa Protetta Agosto
Borsa Protetta Febbraio
Borsa Protetta Maggio
Borsa Protetta Novembre
Inflazione Più Arancio
Mattone Arancio
Profilo Dinamico Arancio
Profilo Equilibrato Arancio
Profilo Moderato Arancio
Top Italia Arancio
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
53,730
63,380
59,990
62,540
61,360
63,430
62,150
57,920
46,750
66,610
64,440
60,320
45,350
53,660
63,320
60,000
62,210
61,200
63,180
61,790
57,900
46,500
66,660
64,450
60,300
45,360
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Asia Balanced A
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Asia Consumer Demand A
Asia Consumer Demand A-Dis
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Euro Corp. Bond A-Dis M
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Glob. Equity Income A-Dis
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US High Yield Bond A
US High Yield Bond A-Dis M
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11/11
11/11
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USD
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JPY
EUR
EUR
EUR
EUR
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EUR
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EUR
USD
USD
USD
USD
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16,070
14,190
13,810
14,450
10,339
15,050
9,790
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12,637
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10,415
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30/09
30/09
30/09
30/09
11/11
11/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
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10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
10/11
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Quota/pre.
Tel: 0041916403780
www.pharusfunds.com [email protected]
11/11
115,650
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11/11
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11/11
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11/11
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95,990
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108,170
110,590
106,030
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
11/11
103,040
102,950
Orazio Conservative A
EUR
11/11
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Agressive A
EUR
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Biotech A
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13,780
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10,353
15,130
9,840
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8,931
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17,149
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12,902
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
11,026
5,862 NM Augustum Corp Bd A
11/11
193,960
193,820
EUR
5,690
11/11
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EUR
59,010 NM Augustum High Qual Bd A
11/11
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138,600
EUR
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11/11
139,320
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11,639 NM Euro Bonds Short Term A
11/11
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46,900
EUR
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11/11
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75,530
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10,585 NM Global Equities EUR hdg A
11/11
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106,350
EUR
13,163 NM Inflation Linked Bond Europe A
11/11
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112,330
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46,990 NM Italian Diversified Bond I
11/11
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115,050
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11/11
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137,980
EUR
37,690 NM Market Timing A
11/11
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3357,000 NM Market Timing I
11/11
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106,640
EUR
17,330 NM Q7 Active Eq. Int. A
11/11
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54,280
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15,640 NM Q7 Globalflex A
07/11
103,900
104,070
EUR
11,720 NM Total Return Flexible A
07/11
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122,220
EUR
19,100 NM VolActive A
11/11
104,290
104,310
EUR
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11/11
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EUR
14,710 NM VolActive I
13,990
10,891
10,583
14,580
11,790
10,413
32,860
31,420
11/11
107,940
107,730
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
EUR
11/11
114,220
113,890
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
EUR
11/11
152,470
152,020
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
EUR
Tel: 02 77718.1
www.kairospartners.com
Kairos Multi-Str. A
Kairos Multi-Str. B
Kairos Multi-Str. I
Kairos Multi-Str. P
Kairos Income
Kairos Selection
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
KIS - Bond A-USD
KIS - Bond D
KIS - Bond P
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KIS - Bond Plus D
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KIS - Dynamic D
KIS - Dynamic P
KIS - Emerging Mkts A
KIS - Emerging Mkts D
Data
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EUR 573631,461 570753,978
[email protected]
EUR 593983,763 590447,998
11/11
7,009
EUR 539139,454 536380,732 Nextam Bilanciato
EUR
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6,807 Nextam Obblig. Misto
EUR
11/11
7,718
EUR
10,425
10,410 BInver International A
EUR
11/11
6,015
EUR
11/11
5,958
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
EUR
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286,110 CITIC Securities China Fd A
USD
11/11
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200,900 Fidela A
EUR
11/11
5,414
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203,420
202,570 Income A
EUR
11/11
5,727
EUR
174,610
174,570 International Equity A
USD
11/11
7,796
EUR
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124,620 Italian Selection A
EUR
11/11
6,126
EUR
129,210
129,190
EUR
11/11
5,330
A
EUR
124,640
124,640 Liquidity
EUR
11/11
5,440
EUR
132,540
132,540 Multimanager American Eq.A
EUR
11/11
4,901
Multimanager
Asia
Pacific
Eq.A
EUR
135,060
135,050
EUR
11/11
4,491
EUR
176,570
176,720 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
USD
11/11
4,474
EUR
122,810
122,930 Multimanager European Eq.A
EUR
11/11
5,192
EUR
125,240
125,350 Strategic A
EUR
11/11
6,421
EUR
127,120
125,970 Usa Value Fund A
EUR
124,990
123,870 Ver Capital Credit Fd A
11/11
5,544
EUR
EUR
www.pegasocapitalsicav.com
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
Strategic Bond Inst. C
Strategic Bond Inst. C hdg
Strategic Bond Retail C
Strategic Bond Retail C hdg
Strategic Trend Inst. C
Strategic Trend Retail C
EUR
USD
EUR
USD
EUR
EUR
107,100
107,290
105,440
105,660
99,650
97,340
107,190
107,370
105,530
105,750
99,600
97,300
www.sorgentegroup.com
Fondo Donatello-Michelangelo Due
Fondo Donatello-Tulipano
Fondo Donatello-Margherita
Fondo Donatello-David
Fondo Tiziano Comparto Venere
Caravaggio di Sorgente SGR
30/06
30/06
30/06
30/06
30/06
30/06
EUR 51342,801 51470,165
EUR 47090,100 46691,916
EUR 28147,209 27926,454
EUR 59168,415 58259,864
EUR 426690,595 468728,464
2423,671
2451,889
EUR
www.vitruviussicav.com
Asian Equity B
Asian Equity B
Emerg Mkts Equity
Emerg Mkts Equity Hdg
European Equity
European Equity B
Greater China Equity B
Greater China Equity B
Growth Opportunities
Growth Opportunities Hdg
Japanese Equity
Japanese Equity B
Japanese Equity Hdg
Swiss Equity
Swiss Equity Hdg
US Equity
US Equity Hdg
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
11/11
10/11
10/11
EUR
USD
USD
EUR
EUR
USD
EUR
USD
USD
EUR
JPY
USD
EUR
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EUR
USD
EUR
97,600
137,000
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428,490
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112,990
160,710
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140,150
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5,723
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Tel 0332 251411
6,134
www.ottoapiu.it
5,330
5,430 8a+ Eiger
11/11
5,895
5,863
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11/11
5,194
5,195
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11/11
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5,727
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4,496 8a+ Latemar
31/10
EUR 713738,981 730085,977
4,454 8a+ Matterhorn
5,180
6,399
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335438B www.kneip.com
5,535
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI
● Piazza Affari
37
Sussurri & Grida
Terna anticipa la cedola e prepara fondi per la rete Fs
di Giacomo Ferrari
Le popolari guidano i ribassi
In recupero Moncler e Fca
T
utte in rosso le Borse europee mentre a
Piazza Affari, dove l’indice Ftse-Mib è
terminato a -2,87%, le vendite hanno
affossato i titoli bancari, influenzati dalla
maxi multa a cinque grandi gruppi in Usa e
Gran Bretagna ma anche per le trimestrali
che, pur mediamente positive, sono state
giudicate inferiori alle attese. Bpm ha così
ceduto il 7,28%, seguita da Monte Paschi (6,48%) e Bper (-6,02%). Giù alcuni industriali
come Enel (-5,86%, nonostante la conferma
del “buy” da parte di Equita Sim), e Campari
(-5,73%). La seduta ha tuttavia registrato
alcuni forti rialzi, a partire da Mediaset
(+6,06%) dopo i giudizi positivi degli analisti
sulla previsione di utili a fine anno. Bene,
inoltre, Moncler (+4,16%) e Fca (+2,19%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
(d.pol.) Terna conferma la politica di distribuzione dei dividendi. Lo ha anticipato ieri l’ad
Matteo Del Fante in occasione del board che ha
approvato i conti dei nove mesi, chiusi con un
utile netto di 417,8 milioni (+1,5%). L’acconto sul
dividendo del 2014 è di 7 centesimi e sarà messo
in pagamento il 26 novembre. Viene quindi confermato il livello dell’esercizio scorso malgrado
la review tariffaria prevista a fine 2015. I ricavi
sono saliti a 1.447,7 milioni (+3,3%) grazie anche
alla crescita delle attività non regolamentate che
includono l’acquisizione della Tamini. L’altra
novità è l’avvio della due diligence sulla rete ad
alta tensione delle Fs. Entro l’anno l’Authority attribuirà la Rab, quindi il valore dell’infrastruttura. Terna è in corsa anche per la rete greca Admie. Molta carne al fuoco per Del Fante che, assieme al neo capo della finanza Pierpaolo Cristofori, prepara le munizioni. È infatti al rinnovo
una linea di credito rotativa di 750 milioni da un
sindacato di banche. Le condizioni sono ottimali, prossime a quelle offerte dalla Bce alle banche. Merito del rating di Terna pari a BBB+, un
gradino sopra a quello della Repubblica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Bracco, primo bond
(c.tur.) Le trattative sono avviate con un gruppo selezionato di
potenziali sottoscrittori: fondi
pensione, grandi gestori e
compagnie assicurative, sia in
Italia sia all’estero. Una sorta di road show riservato che vede in prima fila Fulvio Renoldi Bracco, a capo della Global imaging unit del gruppo
farmaceutico e il cfo Roberto Desimini, affiancati dalla banca arranger con un mandato in perfezionamento. E così anche Diana Bracco (nella foto) alla guida di una multinazionale della salute
da 1,16 miliardi di ricavi, debutterà sul debt capital market, allungando la striscia dei gruppi che
per la prima volta hanno battuto cassa con i corporate bond. Una lista che quest’anno include
Maccaferri, Kedrion, Cogetech, Sea, Beni Stabili,
Kiko e l’utility Veritas. L’emittente sarà Bracco
Imaging, 852 milioni di giro d’affari, per il 9% assorbito dalla ricerca, il cuore del gruppo attivo
nella diagnostica per immagini che punta a raccogliere fondi freschi fino a un massimo di 125
milioni su una durata di 5-7 anni. Con un collo-
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!kb‰N@˜X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ê`Êæz
!kb‰@˜×“ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ z`Õpz
!k‰b‰k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ æ`¤æ¤
!‰b ˜b×ÅÎÂà @¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!
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!‰ÎÎk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ ¤`Õææ
!kŏ‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ¤`æzæ
!!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`||É
!˜Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"
¯ ¤¤`æ¤æ
!˜b@bÂ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`zpæ
!˜b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`z¤æ
!˜Â‰x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`ՙz
!˜Îk ,@ÅX†‰ /‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ æ`ÊÐz
!Ý‰k“@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æÐz
!×Î׉˜‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`zpp
" "‰Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"
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"k“@‰xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ |`ÉÉp
"k“@‰xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯
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"Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯
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$ $‰b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`ÐÐÉ
, ,@˜@‰@~׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`¤ÊÉ
,@“@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`|Õp
,@“@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`|ÕÉ
,‰@~~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`ÕÕæ
,‰kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Êpæ
,‰kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯
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,‰˜‰˜x@‰˜@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Õ`™ÐÊ
,‰¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`zz¤
,‰Âk‰ G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
¯ ¤æ`|™æ
,‰Âk‰ G ± ˜X±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
,¯ ™`pææ
,‰~± /±@×ÅΉ˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ z`Êpæ
,‰~Â@x‰X‰ b‰ÎÂ‰@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`ÕÕÐ
,Âk‰Å±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`Õz¤
,Âk“×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÕÐp
,‰“@ ˜b×ÅΉk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤Õ`ÊÊæ
,Âàœ‰@˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤|`æÕæ
. .± k !kb‰X‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`Õʙ
.@ÎΉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`|É|
.
/ !kb‰@~׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
/¯ æ`pz¤
.kXÂb@Ή K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
¯ ¤Ð`pÐæ
.k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ zz`æææ
.kÎk‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`z¤z
.‰Å@˜@“k˜Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`æpÊ
.ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`Õՙ
/ /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤¤`Ðzæ
/@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ z`™æz
/@kŠ˜X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`Õzæ
/@x‰ ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ™`¤Ðæ
/@‰¬k“±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Õ`pÉæ
/@‰¬k“ ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯
r
/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`ÕÉæ
/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ ™`|ææ
/@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`ÉÊz
/@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`™|æ
/@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Õ`™|æ
/XÂkk˜ /kÂ݉Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
r
/k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤
/k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`™Õæ
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Ð`əæ
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Фæ
/kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`ÐÊæ
//±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`pÊæ
/‰˜Îkʼn ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æzÕ
/˜@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`ÕÐÊ
/˜@“ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`æ¤p
/~kx‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ ¤`™zæ
/ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`Фæ
/Â‰˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`ÉÐæ
/¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ™`ppæ
/¬@Xk Þ@ÂÂ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯
r
/Îkx@˜k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`ÕÊÉ
/Îkx@˜k ‰Ŭ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯
r
/1!‰XkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ z`|™z
1 1@“N׉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`||Ê
1@“N׉ ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`|pæ
1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`||É
1kkX“ 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`pÉæ
1kkX“ 1 !kb‰@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ æ`pÊ|
1kkX“ 1 !kb‰@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`zÐÐ
1kkX“ 1 ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`ʙÐ
1k˜@‰Š±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤|`Éææ
1k˜@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`p¤æ
1k˜‰˜kÂ~‰@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`z|æ
1kœkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Êzæ
1‰ÅX@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ|¤
1‰ÅX@‰ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ æ`æææ
1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ Éæ`zzæ
1Âk݉ ‰˜±˜b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Õ`ÉÐæ
1:1 kˆÅ×Ή˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ É`ÊÕæ
3 3 @˜X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ z`|¤æ
3˜‰XÂkb‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3
¯ z`¤æz
3˜‰XÂkb‰Î ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3
.¯ É`Épæ
3˜‰¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ Ð`|ÐÊ
3˜‰¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`ÕÉæ
3˜‰¬/@‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ ¤`™ÊÕ
3˜‰¬/@‰ ‰Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ¤™`æææ
3˜‰¬/@‰ ‰Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ ¤`™zæ
8 8@Å‰@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤Ð`ÊÕæ
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Alibaba pensa alla sanità cinese
(m.sid.) Alibaba, il gigante dell’ecommerce sbarcato di recente a Wall Street, punta a trasformare
altri settori dell’economia cinese, come quello
finanziario e quello sanitario, dove attualmente
è forte la presenza dello Stato. Lo ha detto Joe
Tsai al Financial Times, spiegando che in Cina
servizi finanziari e sanità sono comparti «molto
grandi, ma molto antiquati», in cui l’e-commerce può «introdurre riforme del sistema attuale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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camento di titoli privi di rating ufficiale a una rosa selezionata di sottoscrittori, senza un memorandum d’offerta pubblico ma con la quotazione
prevista sull’Euro Mtf market in Lussemburgo.
Le condizioni d’accesso per i bond privati vengono ritenute attraenti rispetto al credito bancario,
fin qui unica fonte di provvista di Bracco Imaging (a parte il solido cash flow) che ha quasi solo rapporti bilaterali a termine e revolving con
Mediobanca, Intesa, Centrobanca, Credem,
Bpm, Unicredit e altri.
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
38
Cultura
& Spettacoli
BookCity
Città-palcoscenico
per quattro giorni
Al via oggi a Milano la terza
edizione di BookCity, festival con
quasi mille incontri in quattro
giorni, fino al 16 novembre. La
rassegna è organizzata dal
Comune di Milano e da un
Comitato promotore composto
da quattro istituzioni culturali
private: Fondazione Corriere
della Sera, rappresentata da
Piergaetano Marchetti, anche
presidente di BookCity;
Fondazione Giangiacomo
Feltrinelli (con nel comitato Carlo
Il presidente
Piergaetano
Marchetti
Feltrinelli); Fondazione Arnoldo e
Alberto Mondadori (con Luca
Formenton) e Fondazione
Scuola per librai Umberto e
Elisabetta Mauri (con Achille
Mauri). Il programma di
BookCity 2014 è curato da
Oliviero Ponte di Pino. Il sito è
www.bookcitymilano.it (S. Col.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’evento
● Il compleanno
Domani alla Triennale di Milano un convegno e una mostra sulle «Mappe del sapere»
Benvenuti alla festa
de «la Lettura»:
incontri, libri, agendina
«L
a Lettura» compie tre anni e
festeggia con un convegno e una
mostra; un libro-catalogo e un
ebook; una festa e un annuario.
Il primo appuntamento è oggi in edicola con
l’Agendina 2015 de «la Lettura» (€ 9,90 più il
prezzo del quotidiano) che, con un testo
inedito di Jonathan Coe, accompagnerà il
prossimo anno. La giornata di domani sarà
dedicata al «Visual data» dell’inserto
culturale del «Corriere della Sera», che ogni
settimana pubblica mappe, rappresentazioni
grafiche che permettono di esplorare
argomenti sempre diversi attraverso il
linguaggio visuale. Alle 15.30, il Teatro
dell’Arte della Triennale di Milano ospiterà il
convegno Data journalism: informazione e
creatività. Ad affrontare questa tendenza
dell’informazione che costruisce storie a
partire dai dati saranno Alberto Cairo,
docente della School of Communication
dell’University of Miami,
dove dirige il programma
di visualizzazione del
Center of Computational
Art, e autore di L’arte
funzionale (Pearson),
Paolo Ciuccarelli, docente
del Politecnico di Milano
e direttore del DensityDesign Lab, e Daniela
Piscitelli, presidente dell’Associazione
italiana design della comunicazione visiva
(Aiap). Per approfondire il tema I Corsivi del
«Corriere della Sera» pubblicano un ebook
(gratuito per i partecipanti al convegno e poi
in vendita a € 1,99). Alle 18.30, sempre in
Triennale, sarà inaugurata la mostra Le
mappe del sapere (ingresso libero, cocktail
offerto da Ceretto) che, fino al 14 dicembre,
offrirà un percorso interattivo attraverso i
primi tre anni di lavoro de «la Lettura» sulle
visualizzazioni dati. Un’esperienza tra
informazione e design approfondita anche
dal libro-catalogo edito da Rizzoli Le mappe
del sapere (pp. 240, € 35; in mostra a €
29,75), da ieri in libreria. Il volume — con
testi di Ferruccio de Bortoli, Gianluigi Colin,
Paolo Ciuccarelli, Alberto Cairo, Giorgia Lupi,
Serena Danna, Pierenrico Ratto e Antonio
Troiano — presenta una selezione
commentata delle visual data più
significative. Convegno e mostra, organizzati
con la Fondazione Corriere della Sera, sono
inseriti nel programma di BookCity. Come la
festa per i tre anni del settimanale:
l’appuntamento è domenica alle 16 in Sala
Buzzati. Tra gli ospiti: lo scrittore spagnolo
Arturo Pérez-Reverte e Toni Servillo
intervistato da Antonio D’Orrico.
Cecilia Bressanelli
La visualizzazione dati, pubblicata su «la Lettura» del 28
ottobre 2012, riguarda i livelli di istruzione scolastica in
base al rapporto Ocse. È stata realizzata dai graphic
designer Andrea Codolo e Giacomo Covacich
Monica Serrano Estepa, information designer spagnola,
ha firmato la visual data su diritti civili e conquiste
sociali di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali,
apparsa sul supplemento «la Lettura» del 7 aprile 2013
È una visualizzazione, bellezza!
L’informazione dialoga con il design
Nuove forme di giornalismo che ricordano da vicino gli azzardi delle avanguardie
di Vincenzo Trione
U
Narratore
Arturo PérezReverte , 63
anni, è autore
di molti
romanzi tra cui
Il cecchino
paziente
(Rizzoli).
Sabato 15 sarà
alla Triennale
di Milano (via
Alemagna, 6)
con Vincenzo
Trione
© RIPRODUZIONE RISERVATA
n anno dopo, ancora alla Triennale di
Milano. «La Lettura» torna in mostra.
Nell’autunno del 2013, erano state esposte le prime cento copertine realizzate
dal novembre 2011 da artisti contemporanei, che
erano andate a comporre una sorta di pinacoteca
aperta, inevitabilmente irregolare e discontinua,
simile, per dirla con André Malraux, a un «museo senza pareti». Da domani l’impluvium dell’imponente edificio di Giovanni Muzio ospiterà
Le mappe del sapere, una selezione di alcune tra
le più efficaci infografiche pubblicate dal supplemento culturale del «Corriere della Sera».
Due eventi lontani? Si tratta, invece, di due
momenti che si collegano e si continuano. Non
perché le pagine di graphic information abbiano
il valore di «vere» opere d’arte, ma perché esistono segrete assonanze e inattese corrispondenze
tra quadri e data visualization.
Basta osservare proprio gli esercizi grafici che
escono settimanalmente su «la Lettura», per misurarsi con un paradosso. Siamo condotti in uno
spazio tra informazione e arbitrio: tra adesione al
presente e slancio visionario. Da un lato, materiali — dati, numeri — che vengono raccolti con
metodo e con rigore. Dall’altro, il desiderio di
mettere in scena e di narrativizzare quelle stesse
Il libro-catalogo
È in libreria il libro-catalogo
«Le mappe del sapere», edito
da Rizzoli. La mostra alla Triennale
di Milano è realizzata grazie alla
preziosa collaborazione dello
sponsor tecnico Samsung. E alla
generosità di Finiper e del suo
presidente Marco Brunelli; della
Pianoforte Holding e di Gianluigi
Cimmino, amministratore
delegato Carpisa e Yamamay; di
Comieco e del direttore generale
Carlo Montalbetti; della Università
Iulm e del rettore Giovanni Puglisi.
Bambini e ragazzi al festival
ILL INSECON
Il nuovo libro di
US RT
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GIANFRANCO
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www.librimondadori.it
R A VA S I
LE
M E R AV I G L I E
DEI MUSEI
VAT I C A N I
Un indimenticabile itinerario
tra bellezza e spiritualità.
Michele Mauri e Valerio Pellegrini sono gli autori della
visualizzazione dati dedicata agli argomenti più cercati
sulla enciclopedia online Wikipedia. È stata pubblicata
su «la Lettura» del 2 febbraio di quest’anno
Pulcinella arriva con i re magi
Più spazio per i lettori in erba
S
ettore che tiene nonostante
la crisi, quello delle letture
per bambini e ragazzi : i più
giovani amano i libri. Così
sono molti gli eventi per loro,
nel programma del festival,
diversi per età e per tipo,
ludici, letterari o pedagogici:
centri pulsanti di letture e
animazioni saranno il Muba
alla Rotonda di via Besana,
dove tra laboratori e letture si
apre venerdì 14 la mostra
«Libri senza parole» (ore 11) —
100 libri per l’infanzia da 23
Paesi e il progetto di una
biblioteca per ragazzi a
Lampedusa; il Castello, con i
percorsi gioco di «Sforzinda»
(e venerdì 14 un incontro su
«Le maschere dell’eroe» nel
fantasy, ore 18.30); e le
Biblioteche rionali con una
quantità di autori per bambini,
come Roberto Piumini,
Alessandro Carta, Sabrina Sala
e il suo laboratorio di manga,
la conduttrice Licia Colò, i
Ludosofici, solo per citarne
alcuni; e poi, musei e librerie.
Per tutti, poi, eventi come la
mostra su Emanuele Luzzati
«Personaggi in scena: da
Pulcinella ai re magi» al Teatro
Parenti, o l’incontro alla
Società di Incoraggiamento
arti e mestieri, sabato, con
l’autrice bestseller fantasy Licia
Troisi. (ida bozzi)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
cifre: si assumono ricognizioni statistiche, e le si
visualizzano. Si traducono calcoli algebrico-matematici in forme quasi-pittoriche, tese a catturare la curiosità anche dei lettori e dei frequentatori della Rete più distratti, suscitando un misto di
attrazione e di disorientamento. Si trasforma un
articolato dataset in un ordito che aspira a essere
comprensibile per tutti. Si vogliono emozionare i
lettori, attraverso gli artifici dell’intrattenimento.
Si sintetizzano lunghe ricerche su complessi fenomeni sociali, culturali ed economici in drammaturgie figurali, che suggeriscono uno sviluppo estremo dei «vecchi» grafici a torta o istogrammi.
La sfida sta nel rispettare un vasto archivio di
notizie; e, insieme, nel rimodulare quell’archivio
in maniera originale, per dar vita a mappe del sapere segnate dal ricorso a geometrie non regolari. Una sintassi di quadrati, di rettangoli, di triangoli e di poliedri evoca dinamici paesaggi della
conoscenza contemporanea. E ricorda da vicino
alcuni azzardi pittorici e poetici dei protagonisti
delle avanguardie primonovecentesche (da Marinetti ad Apollinaire, da Kandinskij a Klee).
Talvolta, la dimensione estetica prende il sopravvento sull’ambito informativo. In non pochi
casi, i data visualizer dismettono gli abiti da designer per indossare quelli di data artist. Avvertono
il bisogno di trasgredire le regole della semplicità
e della chiarezza. Infrangono il principio secondo
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
L’inaugurazione
Il sigillo di Grossman,
i progetti delle scuole
e la staffetta con Expo
di Cristina Taglietti
CULTURA
Non saranno applausi a scena
vuota quelli che questa sera
inaugurano la terza edizione di
BookCity. Sul palcoscenico del
teatro Dal Verme (ore 20.30)
infatti ci sarà David Grossman,
uno dei più grandi scrittori
israeliani contemporanei, in
libreria con il nuovo romanzo,
Applausi a scena vuota
Domenica
(Mondadori). Prima di parlare
con Edoardo Vigna della «forza
delle parole», il sindaco Giuliano
Pisapia gli consegnerà il Sigillo
della Città, prima edizione di un
riconoscimento che diventerà un
appuntamento fisso. Da domani
l’invasione pacifica dei lettori
travolgerà il centro e la città
metropolitana, ma oggi è anche
il giorno delle scuole, altra
grande scommessa (riuscita) di
questa manifestazione che ha
visto coinvolto oltre ventimila
studenti. I materiali prodotti
sono molti e di molti generi (libri,
e-book, booktrailer, illustrazioni,
fumetti, plastici, cartelloni,
giornali) e si potranno vedere al
Muba della Rotonda di via
David
Grossman,
60 anni
39
Besana. Tra i tanti progetti vale
la pena segnalare quello
realizzato dai ragazzi dell’istituto
Kandinsky al Gratosoglio:
«Milano come non l’avete mai
vista,» un sito in cui virtualmente
vengono ridisegnati gli spazi
urbani per i coetanei in visita a
Milano per Expo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Esce da Neri Pozza «Una parete sottile», romanzo d’esordio di Enrico Regazzoni
La vita ascoltata dietro un muro
una strategia per diventare adulti
cui la forma deve sempre seguire la funzione. Si
abbandonano alla creazione di combinazioni ardite. Sembrano inseguire il mito della «bellezza».
È un rischio. Bisogna evitare ogni confusione
tra data visualization e arte. Si tratta di due territori che possono lambirsi, ma mai sovrapporsi.
Un po’ come letteratura e giornalismo. Eppure,
occorre riflettere proprio sulla dimensione anarchica delle visual data. Per provare a interpretare
la svolta che è in atto.
Nel corso del Novecento, la grafica si è sempre
più spinta verso i continenti della linearità e dell’immediatezza: a prevalere è stato il bisogno di
servirsi di un vasto «impero dei segni» per comunicare con efficacia a un pubblico ampio. Al contrario, l’arte — soprattutto nei suoi esiti d’avanguardia — si è allontanata dalla riconoscibilità,
inoltrandosi nei labirinti dell’astrazione e del concettualismo (come emerge soprattutto dagli esercizi tautologici, legati al recupero di parole e di
scritture di Kosuth e di Art&Language).
Nel nostro tempo, queste antitesi stanno sfumando. Astrazione e informazione si incrociano.
Il razionalismo compositivo entra in dialogo con il
dionisismo visivo. È quel che avviene nelle infografiche, che mirano a saldare rispetto dei numeri
e impeto quasi astratto. I data visualizer tendono
a rendere ammalianti e seduttivi dati, calcoli, percentuali. Si abbandonano a fantasticare sui numeri, attribuendo a essi un’anima, una grammatica.
Infine, ordiscono scenari che, sovente, risultano
addirittura meravigliosi.
Tra i primi ad aver intuito questi scenari era stato uno dei guru della grafica contemporanea, Bruce Mau. Che, in uno dei punti del Manifesto (incompleto) per la crescita (del 2011), ha scritto:
«Amate i vostri esperimenti (come amereste un figlio brutto). La gioia è il motore della crescita.
Sfruttate la libertà di organizzare il vostro lavoro
come una serie di esperimenti meravigliosi, procedimenti, ricerche, tentativi e errori. Prendetevela comoda e permettetevi il gusto di gioire per
ogni sbaglio quotidiano». E, ancora: «Costruitevi i
vostri strumenti personali. Mescolate i vostri strumenti per creare oggetti unici. Soltanto strumenti
semplici che sono vostri possono aprire nuove
strade per l’esplorazione. Ricordate, gli strumenti
amplificano le vostre capacità, quindi anche un
piccolo strumento può fare una grande differenza». E, poi: «Create nuove parole. Espandete il lessico. Le nuove condizioni richiedono un nuovo
modo di pensare. Il pensiero richiede nuove forme di espressione. L’espressione genera nuove
condizioni». L’epilogo del manifesto: «Non possiamo essere liberi professionisti se non siamo liberi».
È qui il senso dell’avventura inquieta e irregolare degli inventori di visual data, che settimanalmente scopriamo su «la Lettura». E che, da domani al 14 dicembre, incontreremo alla Triennale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Isabella Bossi Fedrigotti
cittadina raccolta tra piazze e
portici, in un piccolo appartamento ritagliato da uno più
grande, e con esso confinante,
dove abita la famiglia del padrone di casa, famiglia felice e
chiassosa di quattro figli, tre
femmine e un maschio appena
un po’ più grandi di lui che vive
dall’altra parte; e che ascolta.
Ascolta, con l’orecchio attaccato alla parete, quando la madre dell’altra casa, una pianista, suona. Non sa ovviamente
nulla di musica - il bambino né mai, neppure da più grande, ne saprà qualcosa, non i
nomi degli autori, non i titoli
dei brani: è una cultura che gli
è estranea, eppure le note gli
parlano, gli spiegano, gli raccontano la storia di quella famiglia che a stento conosce,
giusto perché ogni tanto incontra uno dei suoi membri
sul pianerottolo o nel giroscale.
Come gli odori, le melodie
colpiscono al cuore e mentre
gli narrano le vicende e i senti-
P
● Tre
personaggi in
cerca d’autore:
è il gioco
letterario per la
festa de «la
Lettura»; ogni
ospite racconta
gli eroi letterari
più amati.
Domenica 16
alle 16,30, alla
Sala Buzzati
(via Balzan 3,
gratis; tel. 02
87387707)
● Nelle foto
sopra, dall’alto:
Donato Carrisi,
Giuseppe
Catozzella,
Giorgio
Fontana ed
Enrico Ruggeri,
che sono tra i
partecipanti al
gioco
uò essere romanzo, può
essere memoria, può
essere autobiografia
reinventata: il lettore
non ha che da scegliere e immaginare quel che più gli piace
poiché di qualsiasi genere letterario si tratti, non cambia la
suggestione del libro, esordio
nella narrazione del giornalista Enrico Regazzoni. Una parete sottile (Editore Neri Pozza,
pagine 190, € 16), s’intitola, si
deve, anzi, per forza, intitolare
perché protagonista assoluto è
il muro di spessore minimo
che divide, sì, la stanza dell’io
narrante dall’appartamento
dei vicini, ma anche, forse soprattutto, l’infanzia dall’adolescenza, l’irrealtà dalla realtà, le
fantasie, i sogni dalla vera vita.
Lo si potrebbe, lo si vorrebbe chiamare un romanzo di
formazione nella più classica
delle sue accezioni: vi si narra,
infatti, passo dopo passo, nello
spazio di oltre dieci anni, la fatica – e l’avventura - di crescere, di amare, di desiderare, di
capire, di elaborare; di passare
dall’alba al mezzogiorno ma,
anche, dalla primitiva, innata
insicurezza dei bambini timidi, a un’incertezza, a uno smarrimento che nella giovinezza
appaiono forse ancora maggiori.
Non ci sono colpi di scena
nel libro, non ci sono motivi di
suspense, eppure non lo si lascia, invogliati comunque a
procedere, trascinati probabilmente anche dalla curatissima
scrittura, liscia e – si vorrebbe
dire - in un certo senso, vellutata, che carezza l’orecchio, totalmente priva di asperità, elegante, misurata. Leggenda
vuole che l’autore abbia impiegato anni a scrivere il romanzo
o memoria o biografia che sia,
e forse lo si può capire dalla
calma controllata con cui scorre il racconto, dall’accurata descrizione dei moti dell’animo,
dalla rappresentazione attenta, se non meticolosa di cia-
Divisioni
Protagonista assoluta
è la parete, spessore
che divide dai vicini ma
anche dall’adolescenza
«La reproduction interdite» del 1937 di René Magritte
Presentazione
Quando la parola
diventa un suono
Il libro Una
parete sottile
di Enrico
Regazzoni
(foto) sarà
presentato a
BookCity,
nell’ incontro «La parola è
un suono», domenica 16
novembre, alle 11, a
Palazzo Cusani, via Brera,
15. Interviene Piero Gelli e
al pianoforte Maria Perrotta
scun personaggio, anche minore, che si affaccia nelle pagine soltanto di sfuggita.
Tornando alla parete sottile
che divide i due appartamenti
e al tema della formazione, si
può dire che quest’ultima avviene per opera della musica
ascoltata per anni – di giorno,
di sera e poi di notte, dietro a
quel diaframma di pochi centimetri. Dall’altra parte c’è, infatti, qualcuno che suona il pianoforte, capace di dare voce via
via a gioia, allegria, dolore profondo, rassegnazione e risurrezione.
Va alle elementari l’io-bambino narrante quando inizia il
racconto e con la sua mamma
si è appena trasferito in una
menti che si agitano al di là del
muro, gli spiegano anche le
sue sensazioni, gli pongono
dubbi, lo interrogano e lo costringono a rispondere. Gli
complicano la vita ma gliela
mettono anche in ordine, gliela rendono più comprensibile.
Letteralmente inondato, ma
anche sostenuto, guidato da
quei concerti notturni, il bambino si fa adolescente e poi ragazzo già quasi adulto, più
adulto, si direbbe, di un suo
coetaneo che non abbia avuto
per maestre le note, migliaia di
note che, come pioggia benefica, gli sono cadute addosso favorendone crescita e maturazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA NUOVA SERIE DI UN MAESTRO DEL CRIME
DON WINSLOW
L’AUTORE INCONTRA I SUOI LETTORI:
TORINO - GIOVEDÍ 13 NOVEMBRE ORE 21.00
il Circolo dei lettori - via Bogino, 9
con Massimo Vincenzi
ALBA - DOMENICA 16 NOVEMBRE ORE 18.00
Festival Collisioni, Chiesa di San Domenico - via Calissano
con Carlo Lucarelli
TORINO - LUNEDÍ 17 NOVEMBRE ORE 15.00
Lezione-incontro con gli allievi della Scuola Holden
EINAUDI
STILE LIBERO BIG
MILANO - MARTEDÍ 18 NOVEMBRE ORE 18.30
Libreria Feltrinelli - piazza Piemonte, 2
con Fabio Volo
40
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
● In pagina
La lotta partigiana
vista da Noventa
di Arturo Colombo
TERZA PAGINA
iacomo Noventa (1898-1960)
non è stato soltanto un fine
letterato, autore del volume Versi
e poesie (Edizioni di Comunità,
1956), ma ha saputo svolgere anche un
forte impegno civile, di cui è meritoria
testimonianza il volumetto Tre parole
sulla Resistenza, edito da Castelvecchi
G
Elzeviro
QUEL LIMITE
CHE LA RAGIONE
NON SUPERA
Segna
libro
(pagine 67, € 9), nel quale sono contenuti
appunto tre brevi saggi, felicemente
complementari, dell’autore veneto, il cui
vero nome era Giacomo Ca’ Zorzi
(Noventa di Piave era il suo paese
d’origine, in provincia di Venezia). Nel
primo saggio, che risale al 1947, Noventa
sostiene che «il nemico contro il quale la
Resistenza combatteva non era soltanto
l’ultimo fascismo e l’ultimo nazismo, ma
l’indifferenza popolare italiana dal
Risorgimento in qua». Il secondo saggio
spiega che la Resistenza «non
appartiene al passato», ma al contrario
occorre «rompere l’unione sacra con gli
ex compagni» e tuttavia «continuare la
41
Resistenza». Infine, nel terzo saggio, che
è l’introduzione incompiuta a un ciclo di
disegni del pittore siciliano Renato
Guttuso, Noventa conclude sostenendo
che «l’antifascismo è tutto rivolto al
passato», mentre la Resistenza continua
a avere davanti «l’avvenire».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto e documenti inediti nella riedizione del libro di Maria Teresa Giusti (il Mulino)
Non solo prigionieri ma ostaggi
Soldati italiani in mano a Stalin
La cattura
di Raffaele La Capria
Qui accanto:
italiani catturati
sul Don nel
dicembre 1942
In basso: a
sinistra, soldati
internati dai
nazisti, poi fatti
prigionieri dai
sovietici; a
destra, militari
catturati in
Urss (agosto
1942). Le foto,
inedite,
provengono
dall’Archivio
statale russo di
documentazione audiovisiva
(Krasnogorsk)
L’
Ulisse di Dante con un racconto di
«enigmatica semplicità» (Sermonti)
chiude il ventiseiesimo canto dell’Inferno. Come tanti sono rimasto anch’io
affascinato e sconcertato dal «folle volo» che
porta Ulisse ad attraversare le Colonne d’Ercole
e a naufragare, dopo aver intravisto all’orizzonte
una misteriosa «montagna bruna» «tanto alta
quanto veduta non avea alcuna». E mi sono
domandato anch’io perché Ulisse è condannato
all’Inferno, qual è la sua grandissima colpa, e
infine che cosa vuol dire il suo racconto? Uno
come me, che dopo i novant’anni pensa spesso
alla vita e alla morte, quando legge quest’episodio si domanda: e se Ulisse «per seguir virtute e
canoscenza» — due nobili facoltà dell’uomo —
avesse commesso una terribile infrazione, un
grave peccato, quello di oltrepassare il limite
voluto dalla legge di Dio? Dunque il suo peccato
sarebbe di aver disobbedito al comando che
impone il limite, il limite che è sacro e che per
nessuna ragione può essere oltrepassato, neanche «per seguir virtute e canoscenza». C’è un
tempo (cioè un limite) per ogni cosa, è scritto
nella Bibbia, «un tempo per nascere e un tempo
per morire, un tempo per la semina e uno per il
raccolto». Se superassimo quel limite la sorte
che ci spetterebbe è il naufragio, il fallimento. Il
limite che Ulisse avrebbe voluto superare è quello imposto dalla morte alla vita umana. Non ci è
permesso ignorarlo, e neanche ci è permesso
indagare per sapere ad ogni costo cosa c’è oltre
quel limite, questo il peccato di Ulisse.
✽ ✽ ✽
Sono due le possibilità. Una, che oltre quel
limite ci sia un aldilà che duri eternamente.
Un’altra, che tutto finisca con la morte. Il limite
sta tra queste due possibilità. Se penso alla vita
eterna la penso con l’idea che in questo mondo
dove vivo si ha dell’eternità, e la parola eterno
indica qualcosa che non ha mai fine, e proprio
per questo mi spaventa. Solo il limite ci libera
dalla paura che si prova per qualcosa che non
finisce mai e che questa stessa sua infinitezza
rende immobile e sempre uguale. Dunque se
devo immaginare questa eternità come è solo
possibile immaginarla a uno che vive nella vita
terrena, ecco che mi si presenta come una ripetizione infinita di ciò che è uguale, perché l’eternità è per forza uniforme e non può avere varianti. Chi vive in questa vita terrena vive nel
tempo e solo nel tempo sono possibili varianti.
L’eternità è senza tempo, dunque ferma in sé
stessa. La morte, il limite, sarebbe dunque un
dono che ci fa apprezzare la brevità della vita e
ci libera dalla paura dell’eternità.
Ma qui nasce un’altra questione, perché se
tutto finisse con la morte non ci sarebbe un
aldilà, non solo quello consolatorio dove è possibile ritrovare i propri cari e gli affetti che
avemmo da vivi, ma soprattutto non ci sarebbe
quello dove Dio ha instaurato il tribunale che
giudica il bene e il male da noi commessi nella
vita, non ci sarebbero più il paradiso e l’inferno
e non ci sarebbe più giustizia. L’uomo invece ha
bisogno di giustizia, ha bisogno di credere che
chi male ha agito verrà punito, e chi invece ha
agito bene verrà premiato. Dunque pensare che
tutto finisca con la morte, e che la morte sia un
dono e una liberazione, porta a distruggere un
principio che per l’uomo è essenziale, senza di
esso non varrebbe la pena di vivere, il senso di
ogni azione umana e della responsabilità personale andrebbe perduto, tutto sarebbe confuso in
un’irrilevanza distruttiva, e neppure una società
potrebbe esistere senza questo principio. E dunque, anche tenendo conto del sentimento religioso (che va rispettato) come la mettiamo?
Sono questi i pensieri di un novantenne un
po’ ansioso e piuttosto irrequieto che vorrebbe
impadronirsi con la ragione di cose di cui la
ragione nulla sa e nulla potrà mai sapere. Noi
viviamo nel mistero, le cose di cui parliamo
sono misteriose e imperscrutabili, e misterioso
e imperscrutabile è anche l’Ulisse di Dante e il
suo folle volo, che queste considerazioni, chissà
quanto apprezzabili, ha suscitato.
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Attenzione al
quinto incisivo
(ogni uomo di
norma ne ha
«solo» quattro!)
Quello che
Michelangelo
Buonarroti regalò
alla Sibilla Delfica
della Sistina, alla
Furia degli Uffizi,
ai demoni
del Giudizio
Universale,
all’aguzzino
che alza la croce
nella Crocifissione
di San Paolo:
il saggio
di Marco Bussagli
(I denti di
Michelangelo,
Medusa, pp. 176,
19) analizza le
ragioni per cui
un genio dell’arte
scelse proprio
quell’anomalia
per rappresentare
tutta la bruttezza
del male
di Antonio Carioti
V
L’anniversario
della caduta del
Muro è appena
passato (era il 9
novembre 1989)
ma Tutti a
Berlino di
Simone Buttazzi
e Gabriella
Di Cagno
(Quodlibet,
pp. 208, 12)
non è una guida
turistica
«d’occasione».
Piuttosto, un
manuale di
sopravvivenza
per chi avesse
scelto proprio
Berlino per
mettere in
pratica i propri
sogni creativi.
Un viaggio
(senza tante
illusioni e con
molti consigli
pratici) anche
per ritrovare le
(antiche) ragioni
culturali di quel
«laboratorio»
chiamato Berlino
a cura di
Stefano
Bucci
olti esausti, da cui traspare uno sconsolato
fatalismo: i soldati italiani fotografati dopo
la cattura da parte dei sovietici,
nell’inverno 1942-43, sono consapevoli di avere davanti a sé
giorni durissimi. E infatti il tasso di mortalità nelle loro file sarà spaventoso, più elevato di
quello dei tedeschi. Le immagini qui pubblicate, insieme a
molte altre, arricchiscono la
nuova edizione del libro I prigionieri italiani in Russia (il
Mulino, pp. 495, 29), frutto di
una minuziosa ricerca condotta
da Maria Teresa Giusti negli archivi di Mosca e di Roma. Ma
l’apparato iconografico non è
certo l’unica parte nella quale il
volume, in libreria da oggi, si
presenta ampliato e approfon-
dito rispetto alla prima versione, edita nel 2003.
In questi anni Maria Teresa
Giusti ha infatti proseguito il
suo lavoro di scavo, con risultati
importanti. Per esempio ha scoperto una direttiva, firmata dallo stesso Stalin nel giugno 1945,
contenente ordini dettagliati
per lo sfruttamento dei prigionieri come manodopera coatta.
Le indicazioni dall’alto però
cozzarono spesso con la disorganizzazione delle strutture che
avrebbero dovuto applicarle, a
partire dai campi di detenzione:
qui, soprattutto all’inizio, re-
Un atto arbitrario
I sovietici rinchiusero
nei loro campi anche
militari italiani liberati
dai lager tedeschi
gnavano la negligenza e il caos,
con effetti disastrosi. Lo stesso
apparato repressivo sovietico, il
famigerato Nkvd, intervenne
per migliorare le condizioni dei
militari reclusi, che morivano
come mosche, ma spesso le disposizioni rimasero sulla carta.
Di notevole interesse anche le
novità sui prigionieri italiani a
cui vennero addebitati crimini
di guerra. Da documenti sovietici risulta che alcuni di loro
non avevano compiuto affatto
atrocità ed erano colpevoli soltanto di comportarsi da fascisti
convinti. Comunque vennero
trattenuti dal Cremlino dopo la
fine della guerra, insieme al
personale diplomatico della repubblica di Salò catturato dall’Armata rossa in Romania e
Bulgaria, per essere usati come
ostaggi, merce di scambio. E il
nostro governo dovette piegarsi: con un accordo del 1949 ot-
tenne il loro rimpatrio, ma dietro la consegna dei cittadini sovietici, donne e bambini inclusi, che si erano rifugiati nel
nostro Paese anche prima della
guerra, la cui sorte successiva si
può facilmente immaginare.
C’è poi un’altra vicenda che
Maria Teresa Giusti sottrae all’oblio: quella dei militari italiani catturati e internati dai tedeschi dopo l’8 settembre, i cosiddetti Imi, che caddero nel 1944
in mano sovietica e furono trattati, in modo del tutto arbitrario, come prigionieri di guerra,
anche se avevano rifiutato di arruolarsi nella Rsi, nonostante
l’Italia del Regno del Sud fosse
ormai Paese cobelligerante al
fianco degli Alleati. Così circa
1.300 Imi, sopravvissuti ai lager
di Hitler, perirono in quelli di
Stalin.
@A_Carioti
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Dalla fisica al latino, si rinnovano i Lincei
Anche Salvatore Settis e Paolo Prodi tra i venticinque nuovi soci
di Paolo Conti
A
nche l’Accademia Nazionale
dei Lincei, la più antica del
mondo (fondata nel 1602) si
rinnova e guarda alle nuove generazioni. Il 14 novembre venticinque
nuovi soci «corrispondenti» riceveranno il distintivo con la lince, animale scelto dal fondatore Federico
Cesi per l’acutezza attribuita al suo
sguardo.
Trattandosi del più prestigioso organismo culturale italiano, dove si
entra solo dopo un attento esame dei
titoli accademici, è per esempio da
considerare «giovane» Guido Marti-
Sapienti
L’Accademia
dei Lincei fu
fondata
nel 1603
da Federico Cesi
È la più antica
accademia
scientifica del
mondo
nelli, 52 anni, professore di Fisica Teorica all’Università La Sapienza di
Roma. Lo stesso vale per Gianfranco
Pacchioni, 50 anni, professore di
Chimica generale e inorganica alla
Bicocca di Milano e per la coetanea
Maria Concetta Morrone, professore
di Fisiologia all’università di Pisa.
Prima notizia. Sei soci già «corrispondenti», ovvero ordinari, sono
stati promossi a «nazionali», la fascia più ambita. Si tratta di Paolo Fedeli (latinista, università di Bari), Salvatore Settis (archeologo, Normale
Superiore di Pisa), Paolo Prodi (storico moderno, università di Bologna),
Paolo Galluzzi (storico della scienza,
università di Firenze), Renato Guari-
ni (statistico economico, università
La Sapienza di Roma), Michele Parrinello, fisico nella Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo e
nell’Università della Svizzera Italiana
di Lugano)
Tra i nuovi corrispondenti nelle
classi di Scienze morali e Scienze fisiche, l’italianista Emilio Pasquini, lo
storico della Chiesa Giorgio Cracco,
la giurista Lorenza Carlassare, il sociologo Marzio Barbagli, l’iranologo
Adriano Valerio Rossi. Tra i soci stranieri, l’egittologo viennese Manfred
Bietak, il giurista giapponese Ichiro
Kitamura, la sociologa francese Dominique Schnapper.
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42
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
Aveva 74 anni
Addio a Trecca,
medico e volto in tv
di Mediaset
SPETTACOLI
È morto, all’età di 74 anni, Fabrizio Trecca (foto), medico e volto della
televisione. Dopo aver condotto negli anni 90 una rubrica medica sul
Circuito Cinquestelle, dall’autunno del 1998 Trecca affiancò Maria
Teresa Ruta alla conduzione del programma quotidiano di Canale 5
dedicato alla salute e alla medicina «Vivere bene», di cui era anche
autore. Dall’inizio del 2000 il programma diventò settimanale e
prese il titolo di «Vivere bene con noi - Speciale Medicina». Quindi
passò su Rete4 per «Vivere meglio», che guidò fino al 2012.
L’annuncio della sua morte è stato dato in diretta da Barbara
Palombelli, al termine della puntata di ieri di «Forum».
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Su «Sette» in edicola domani
Vanessa Incontrada: la fiction è la mia rivincita
Sette, in edicola domani con il Corriere, dedica la
copertina a Vanessa Incontrada (foto). L’attrice ha
parlato del suo momento felice dopo il successo
della fiction «Un’altra vita»: «Sono orgogliosa, dal
2010 ho rifiutato molti progetti. È stato un
sacrificio economico: non vengo da una famiglia
ricca». Una rivincita: «Ora mi vengono in mente le
persone che negli ultimi anni mi hanno snobbata».
Lo show di Stevens a Milano
Cat e Yusuf
si scambiano
il testimone
delle canzoni
MILANO Cat e Yusuf. C’erano
tutti e due sul palco del Forum
di Assago martedì. Steven
Georgiou ci ha messo 30 anni
per mettere d’accordo le
personalità musicali della sua
vita: il Cat Stevens cantautore
anni 70 e il convertito alla
causa musulmana Yusuf Islam
tornato alla musica nel 2006
dopo tre decenni di silenzio e
al suo primo tour mondiale.
Una serata a passarsi il
testimone delle canzoni su un
palco che ricrea una stazione
I
l fumetto è stato uno dei
meno fortunati della Marvel. Ma la cosa non ha per
niente intimorito la Disney, tanto che, quest’anno, ha
deciso di puntare ingegno e risorse (165 milioni di dollari) su
Big Hero 6, film d’animazione
in uscita in Italia il 18 dicembre
(anche in 3D). E ha fatto bene:
il cartone è finito subito in testa
al box office americano, incassando oltre 56 milioni di dollari in 72 ore (79 milioni in tutto
il mondo) e, soprattutto, vincendo la sfida galattica con Interstellar, il kolossal di Christopher Nolan che tutti sembravano aspettare. Ma l’astronauta ancora fresco premio
Oscar Matthew McConaughey
e Anne Hathaway si sono dovuti accontentare della seconda
posizione arrivata assieme ai
52 milioni di dollari di incasso
nel primo fine settimana al cinema.
Più di loro ha fatto Hiro,
l’adolescente con i capelli scuri
e i tratti orientali protagonista
di Big Hero 6. Dopo Frozen (titolo campione di incassi dello
scorso anno), la Disney si prepara a un altro colpaccio mondiale — in molti Paesi, Italia
compresa, sarà il filmone di
Natale — puntando su una storia però piuttosto diversa rispetto ai suoi standard. Il cartone è un abbraccio tra due culture: quella americana e quella
giapponese. Hiro è una sorta di
La favola vincente della Disney:
una fusione tra Occidente e Asia
«Big Hero 6» fenomeno negli Usa. «Elogio della creatività senza confini»
Genio
Hiro è il
giovane genio
della
tecnologia,
protagonista
assieme al
robot Baymax
(foto grande)
del cartoon
«Big Hero 6»
baby Steve Jobs asiatico, un inventore, un genio della tecnologia, che sogna di essere ammesso nell’istituto in cui studia
già anche il fratello maggiore,
Tadashi. Alcune libertà rispetto
al fumetto originale sono state
prese, a partire dalla città in cui
la storia è ambientata, che da
sola spiega la volontà di unire
in un colpo Stati Uniti e Giappone: San Fransokyo.
«I nostri disegnatori hanno
elaborato una città che non esiste, sommando le caratteristi-
che di San Francisco e di Tokyo», ha spiegato Roy Conli,
produttore (di origini italiane)
della Walt Disney Company.
Per farlo è stato usato un programma basato sulle mappe
delle due città che «ha permesso di fonderle in maniera eccellente». E così si vedono, ad
esempio, i saliscendi di San
Francisco su cui si sviluppa l’architettura classica giapponese.
Un mondo fantastico che rappresenta il centro d’eccellenza
mondiale per la tecnologia. Tadashi, proprio lì, ha inventato
un tenero robot infermiere,
Baymax, una specie di Bibendum ma senza rotoli, pronto a
«far stare meglio» chiunque
abbia bisogno di lui. È un operatore sanitario personale: gli
basta una scansione per individuare lo stato di salute del paziente e curare ogni malattia.
A richiedere le sue attenzioni sarà proprio Hiro, a cui è stato spezzato il cuore, anche se
solo in senso figurato. «Fra i
programmi di Baymax c’è il desiderio di essere d’aiuto — racconta Don Hall, regista del film
In arrivo
● «Big Hero 6»,
già campione
d’incassi negli
Stati Uniti,
uscirà in Italia
il 18 dicembre
(anche in 3D)
● Il film
d’animazione
è costato 165
milioni
di dollari ed
è tratto da un
fumetto poco
conosciuto
della Marvel
● Tra i
coproduttori
l’americano di
origini italiane
Roy Conli
—. Hiro è un teenager che ha
perso la sua strada. Le loro personalità interagiscono in modo
tenero e divertente». L’amicizia, il rapporto con la famiglia,
la suggestione non nuova sulla
capacità delle macchine di provare sentimenti. C’è tutto in
questo cartone, unito all’adrenalina dei combattimenti che
hanno fatto la fortuna della
Marvel: Hiro infatti trasformerà Baymax e quattro suoi amici
in super eroi dai poteri straordinari. Ottenuti però non con
la magia, come si è più abituati
a vedere nei cartoon, ma con
l’ingegno e lo studio della tecnologia robotica.
Così si diventa super eroi in
questa storia diversa dal solito,
arrivata un po’ a sorpresa, come conferma Hall: «Quando
ho iniziato a esplorare l’universo Marvel, fra i vari progetti ho
trovato Big Hero 6. Non ne avevo mai sentito parlare ma mi
piacevano sia il titolo che le influenze giapponesi». E così lo
ha scelto, per fortuna.
Chiara Maffioletti
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ferroviaria, con tanto di
insegna «Milan», nel profondo
Delta. Nella prima parte
prevale Cat Stevens (66 anni,
foto): dagli esordi, alle hit
come «Moonshadow» e
«Mornig Has Broken», alla
fusione nel nome dell’amore
universale di «Maybe There’s a
World» con «All You Need Is
Love» dei Beatles. Nella
seconda parte (dopo 25 minuti
di intervallo) Yusuf si allarga
con le canzoni dell’ultimo
album blues, con riflessioni
sulla schiavitù come «Gold
Digger» dedicata a Nelson
Mandela o «Tell ‘em I’m Gone»
che riprende un brano portato
al successo da Leadbelly negli
anni 40. Le poche volte che
lascia la parola a Cat, scattano
i cori. «Moonshadow», una
«Sad Lisa» accelerata ma
sempre drammatica, «Father
and Son» su cui si accendono
gli smartphone e nei bis
«Peace Train» e «Wild World».
I seimila erano qui per Cat.
Andrea Laffranchi
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
SPETTACOLI
In platea
7 giorni sul palco
di Claudia Provvedini
Momix
Beckett
Alchemy Spettacolo antologico
(nella foto a destra) del gruppo
di Moses Pendleton, codirettore
artistico Cynthia Quinn;
lo precede, oggi, La Santissima
Trinità, oratorio fine ‘600
coi Turchini di A. Florio;
poi, Sol Gabetta al violoncello
(dal 18, teatro Olimpico, Roma)
Aspettando Godot Senza
tempo, il nocciolo metafisico
dell’umanità misurata dal
tempo. Regia di Maurizio
Scaparro, con Antonio Salines,
Luciano Virgilio, Edoardo Siravo,
Enrico Bonavera nei ruoli di
Vladimiro, Estragone, Lucky,
Pozzo (fino al 23, Carcano, Mi)
TEATRO E MUSICA
L’opera alla Scala
Il vizio dell’arte
Placido Domingo
e le sfumature
del «Boccanegra»
Bennett esplora i sentimenti
di un incontro mai avvenuto
di Paolo Isotta
di Franco Cordelli
I
l pubblico della Scala è convenuto per la ripresa del Simon Boccanegra di Verdi soprattutto per ammirare Placido Domingo quale
protagonista. Egli l’ha già interpretato da noi nel
2010 ma io non lo ascoltai.
Grande è stato ora il mio disappunto. Domingo, che baritono non è, dà un Boccanegra dal
timbro tenorile; e ciò è ancor poco. La sua interpretazione è enfatica e di cattivo gusto; egli non
riesce a cantare piano mai, non ha fraseggio e ha
il difetto imperdonabile di trascurare le piccole
note, che sovente accorcia. Nella scena del Consiglio, inoltre, dice Francesco Petrarca invece
che romito di Sorga.
Il direttore Daniel Barenboim gli consente tutto ciò (sempre che sappia che «Francesco Petrarca» è una cosiddetta lectio facilior che la praticaccia inserì), gli dà un tempo eccessivamente
lento nella Ballata Del mar sul lido e gli consente
corone aggiungendovi pause.
Poi accompagna
Come in quest’ora bruna del
soprano come
fosse un Valzer
da balera. La sua
Canto Placido Domingo, 73 anni orchestra è sempre intollerabilmente forte in un’Opera fatta di sfumature.
Quanto al soprano, Tatiana Serjan, oscilla tra
l’afonia e lo strillo. Il basso Orlin Anastassov, Fiesco, ha cattiva dizione italiana e ansima nel grave
(per sapere che cosa sia e come si canti Il lacerato spirito occorre cercarne «in rete» l’interpretazione di Bonaldo Giaiotti, il più grande basso degli ultimi cinquant’anni).
Buona sarebbe l’esecuzione del baritono Artur
Rucinski, Paolo, se un concertatore gli avesse
corretto qualche difetto. Il tenore Fabio Sartori,
Adorno, offre una prestazione luminosissima:
sa cantare piano e con splendida pasta quando è
nel forte e nel mezzoforte, fraseggia con musicalità e possiede il legato. È molto superiore a
Francesco Meli che ha interpretato lo stesso ruolo con Riccardo Muti. Il coro è ottimamente diretto da Bruno Casoni.
La regia di Federico Tiezzi (scene di Pier Paolo
Bisleri, costumi di Giovanna Buzzi) ha il pregio
di rispettare l’ambientazione storica medioevale
dell’Opera salvo che nell’ultimo quadro, ove il
coro appare in abiti ottocenteschi.
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I
l vizio dell’arte di Alan
Bennett fu accolto (nel
2009) con entusiasmo. La
critica inglese ritenne che
The Abit of Art fosse tanto
spassoso quanto commovente.
«La pièce di Bennett parla di teatro, di poesia, di musica, e
della paura di invecchiare».
A leggerlo, è meno felice o
più complicato di così. Diverso,
a vederlo nella messinscena di
Ferdinando Bruni e Francesco
Frongia all’Elfo Puccini di Milano. Che alla fine arrivi un pizzico di commozione è vero: eccoci di fronte alla realtà fisica dell’accadimento, ossia all’uscita
di scena di Winstan Hugh Auden e Benjamin Britten. Questo
fatto, l’uscita di scena (siamo
nelle prove di una commedia,
Il giorno di Calibano, di cui sono protagonisti il poeta e il
compositore), non è solo un
fatto, è anche un’idea, che si
sviluppa due volte e che si manifesta davanti ai nostri occhi.
O, appunto, questa idea non è
solo un’idea, è anche un fatto.
In tale combustione si concentra la forza della commedia di
Bennett in cui assistiamo all’incontro tra i due semi vegliardi a
Oxford, trenta anni dopo la loro separazione: Auden se n’era
andato in America, Britten,
guerra o non guerra, non si sarebbe mai mosso di lì.
Nella sostanza Il vizio dell’arte immagina (ma immagina fino a un certo punto perché
in scena c’è anche un futuro
biografo) come l’uno e l’altro si
sarebbero comportati, che cosa
si sarebbero detti, come si sarebbero abbracciati o non abbracciati. Bennett è sempre
convincente: l’omosessualità
del poeta e del musicista tiene
banco in modo tanto sboccato,
disinibito, quanto verisimile.
Per altro (e torno a pensare al
testo) c’è un eccesso tematico
in tale verisimiglianza che urta
la nostra suscettibilità.
I due non parlano (quasi)
d’altro: non ci fosse stata l’intercapedine, o la cornice, del
teatro nel teatro questo aspetto
della vita dei due ci sarebbe venuto addosso come nell’ormai
logora virtù non solo dell’arte e
della filosofia di smascherare
(desublimare), ma della stessa
pubblicistica di destra — am-
Insieme
Ferdinando
Bruni (62 anni)
ed Elio De
Capitani (61)
in un momento
di «Il vizio
dell’arte»
messo che si possa solo pronunciare un simile vocabolo/
categoria. A commuovere invece è proprio l’altrettanto vetusto meccanismo metateatrale,
che qui ha una funzione catartica: quando i due escono di
scena, il biografo ci comunica
che ciò che abbiamo visto è accaduto nel 1972 e che Auden è
morto l’anno dopo e Britten nel
1976. Ma poi a esser bello è lo
spettacolo, non solo perché dà
vita. È bello per come la dà. Ida
Marinelli, la regista, è in ombra
e però in grado di salire alla ribalta dei sentimenti come
sempre le accade. Elio De Capitani, con il suo parrucchino,
sembra un omosessuale inglese più omosessuale di Britten: a
volte ci fa ridere, a volte tocca
corde più segrete.
L’interpretazione memorabile è di Ferdinando Bruni: per
come si è invecchiato (con pancia e spalle cadenti), per come
trascina i piedi nelle pantofole;
per come si tira giù il golf ogni
minuto; per come irride ed è
ben lontano dal temere la morte che verrà. Con loro, Umberto
Petranca, il biografo; Tim, il
prostituto; e Michele Radice,
l’autore del testo nel testo che si
deve rappresentare, di cui è
eroe Calibano, l’uomo che
niente altro vuole se non la conoscenza.
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Il vizio dell’arte
Regia di Ida Marinelli
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7
Dolore sotto chiave
La disillusione tra la vita e l’aldilà
di Magda Poli
A
ll’inizio c’è uno «schiattamuorto», un becchino
che recita una novella di
Pirandello, I pensionati della
memoria, tradotta in versi e in
un partenopeo stretto. I morti,
morti nella realtà del vivo, disillusi da quell’illusione che è
la vita, ritornano e sono. Con
questo prologo si apre Dolore
sotto chiave che unisce due
sferzanti atti unici di Eduardo
De Filippo, il primo che dà il titolo allo spettacolo, e poi Peri-
Protagonista
Tony Laudadio
(44 anni) in
una scena dello
spettacolo
colosamente, con la regia di
Francesco Saponaro (il 20-21 a
Cosenza all’Auditorium Università).
La scena emblematica ha
due porte che sono due casse
da morto, poi un tavolo e qualche sedia e l’egoismo zitellesco
di una sorella, resa maschera
ambigua dal bravo Luciano Saltarelli, che tiene nascosta da
anni la morte della cognata per
non far soffrire il fratello,
esplode in tutto il suo velenoso
assurdo. Gli rovina la vita, gli
azzera un nuovo rapporto
d’amore, lo imprigiona nel suo
essere stato. In Pericolosamente la morte è pulcinellescamente di casa. Un marito per quieto
vivere, finge di sparare alla moglie ogni qual volta nasca un
battibecco. Lo scampato pericolo crea momentanea felicità,
ma terrorizza un amico che
ignaro assiste alla scena. Bravi
anche Tony Laudadio e Giampiero Schiano in uno spettacolo di bella godibilità.
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Dolore sotto chiave
regia di Francesco Saponaro
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8
DISCHI
Classica Concerti
Canzone d’autore Weekend
La legge di Backhaus
Alice, voce ed emozioni Fresu colora le note
Rice il malinconico
D
T
S
ecca pubblica un cofanetto di 8 cd che contiene diverse incisioni tarde, per lo più dell’epoca in cui fu introdotta la stereofonia, di
Wilhelm Backhaus. Si tratta di due cicli dei Concerti di Beethoven con Krauss, Schmidt-Issersted e Böhm, di quelli di Brahms e dell’ultimo di
Mozart, sempre con Böhm, e di quello di Schumann, con Wand. L’orchestra sono i Wiener Philharmoniker. Incisioni fantastiche.
Chi sa chi era Backhaus ha già capito tutto. Chi
no, scopre qui la legge: una legge fatta di oggettività (non «freddezza»), cultura, profondità di
pensiero e sensibilità, e sorretta da una tecnica
prodigiosa. I comparativi assoluti sono stupidi.
Ma per Backhaus si può fare un’eccezione e dire
che è stato il massimo pianista del Novecento.
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Probabilmente. (E. Gir.)
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9
orna Alice con l’album «Weekend» (Arecibo,
la sua etichetta discografica), Si intitola così
perché registrato durante i fine settimana. Spicca la raffinata capacità interpretativa di sempre e
l’intensità nel trasmettere emozioni.
La scelta del repertorio spazia dalla ritmica
sincopata di «Tante belle cose», brano di Francoise Hardy con adattamento del testo in italiano di Battiato (che ha scritto per lei con Sgalambro anche il brano «Veleni», escluso a Sanremo,
e duetta in «La realtà non esiste» di Claudio Rocchi-Volo Magico n.1), a «L’umana nostalgia»,
sempre di Rocchi, che Alice rivisita a vent’anni
dalla versione originale. «Da lontano» è un dialogo d’amore a distanza con la partecipazione di
Luca Carboni e il trombettista jazz Paolo Fresu.
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(Mario Luzzatto Fegiz)
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6,5
Jazz Brass Bang!
Folk My favourite faded fantasy
I
l suono di un gruppo d’ottoni, in qualsiasi genere musicale, è sempre esaltante. «Brass
Bang!» è un quartetto jazz che unisce a Paolo
Fresu e Gianluca Petrella (tromba e trombone)
gli americani Steven Bernstein e Marcus Rojas
(tromba e tuba); il disco omonimo per Tuk Music è una vetrina di idee che ha forse i punti più
alti nelle rivisitazioni di Ellington («Black and
Tan Fantasy», «Rockin’ in Rhythm»), Palestrina
(«Surgentem cum victoria») e Rolling Stones
(«As Tears Go By»).
Un bel ventaglio d’interessi, in un album che
affronta anche Händel, Hendrix, «Guarda che
luna» e la musica sarda. Esplicito il rimando alla
Brass Fantasy di Lester Bowie, ma il gruppo dimostra di avere una fisionomia pienamente ori© RIPRODUZIONE RISERVATA
ginale. (Claudio Sessa)
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8
e la tua ambizione è fare musica di culto, nel
momento in cui ti arriva addosso un successo
da milioni di copie rischi di crollare. Così è andata a Damien Rice con «O» (e «9»): otto anni per
riprendersi. Rieccolo. La voce che spesso cerca il
falsetto, chitarra acustica e/o pianoforte, ballad
che riflettono su amori finiti. Rice (con Rick Rubin alla produzione) non cerca la semplificazione pop, lascia che le canzoni trovino la loro strada: una sola è sotto i 5 minuti.
La malinconia di «I Don’t Want to Change
You» ti tira dentro (un gorgo mortale se ci fosse
ancora la voce della ex, sia di cuore che di palco,
Lisa Hannigan), «The Greatest Bastard» è sentita. E se gli archi di «The Box» sono un po’ troppo, «It Takes a Lot to Know a Man» ci coinvolge
col tanto. (Andrea Laffranchi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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8,5
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
SPETTACOLI
45
Cechov
Jazz Bologna
Gogol
Sei monologhi
Quartetti e Purcell
Il giardino dei ciliegi
Protagonista invisibile, delimita il
passato; simbolo d’inazione,
soccombe al futuro come i
proprietari e la loro classe
sociale. Regia G. Dipasquale, con
M. Mercatali, P. Pattavina
(foto, al centro) al Guia Jelo (dal
21/11 al 7/12, Verga, Catania)
Charles Lloyd Post bop col
quartetto del sassofonista mito
Anni 60. Nei club: John
Abercrombie chitarra in trio allleaders con Gary Versace e
Adam Nussbaum; quartetto del
pianista George Cables (14,
Arena del Sole; dal 15, Cantina
Bentivoglio, Bo; Torrione, Fe)
Il matrimonio L’adattamento e
regia di Salvatore Tramacere per
i Cantieri Koreja traspone la
vicenda grottesca in una
trasmissione tv in cui si cerca
assurdamente un’intimità. Poi,
Mario Perrotta in Emigranti
éspress e Un bès-Antonio
Ligabue (dal 15, Kismet, Bari)
Eroi della solitudine Aiace,
Fedra, Agamennone, Persefone,
Oreste, Delfi. Attraverso la loro
ribellione e rinuncia in un
presente senza tempo il poeta
greco Ghiannis Ritsos trasforma
il mito in parabola. A cura
di Walter Le Moli
(dal 15, Teatro Due, Parma)
Kelemen L’ensemble ungherese
(violini, viola, violoncello) nei
Quartetti: Haydn, re minore
op.76; Mendelssohn, la minore
op.13; Bartòk, n.5 Sz 102. Didone
e Enea, opera del destino,
di Henry Purcell (il 18,
Conservatorio; il 25, Borsa,
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Milano)
CINEMA
Tre tocchi
Marco Risi
intreccia
6 storie di attori
C
urioso, sperimentale, autobiografia di una generazione di attori che non riesce a lavorare e quindi a esprimersi
come vorrebbe: il nuovo film di
Marco Risi è un viaggio all’interno dei sogni di chi attende
audizioni e scritture, tra molti
chiacchiere virili spesso spoglie e spogliate, e un memorabile essere o non essere in doccia.
Tra fotoromanzi, illusioni
d’autore e scorciatoie di sesso,
questi ormai quasi giovani vivono in realtà le stesse delusioni che caratterizzano il made in
Italy.
A smentire Risi si tratta di ottimi attori: Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo de Michele più alcune stelle in cameo (Luca Argentero, Marco
Giallini, Claudio Santamaria,
Francesca Inaudi) che fanno
corona intorno a sei intimissimi. (m. po.)
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●●●●●●●●●●
7
Box Office
1
N
Interstellar
di Christopher
Nolan con
Matthew
McConaughey
e Michael Caine
2.893.777
2
N
3
G
Andiamo
a quel paese
di Ficarra e
Picone che ne
sono anche
i protagonisti
2.500.621
Dracula
Untold
di Gary Shore
con Luke Evans
e Dominic
Cooper
1.253.603
IN DISCESA
IN SALITA
NOVITÀ'
STABILE
G
A
N
=
Lo sciacallo
Words and pictures
Vampiri dell’informazione
a caccia di soldi e notorietà
Owen e Binoche
love story
da sbadiglio
O
di Maurizio Porro
no tutti Dracula. Questa parabola del successo a tutti i costi
inquieta perché ce la sentiamo
vicina anche se il film comunica lo choc di una realtà non
surreale e che riconosciamo
nel nostro codice genetico anche se innocenti.
ra che le parole di un avvocato sono state condannate in tribunale al posto della
mafia, questo duello pop tra il
potere del verbo e quello dell’immagine rischia inattesa attualità.
Ma il regista di Words and
Pictures, commediola sentimentale diretta da Fred Schepisi, gira due storie diverse: la
prima è sulla gara, con tutti i
folklorismi su professori e studenti, via di attimi fuggenti; la
seconda, inevitabile, è il rimandato colpetto di fulmine tra Clive Owen, insegnante alcolizzato e scrittore fallito, e Juliette
Binoche, sempre al di sopra del
suo personaggio, pittrice di talento (i quadri sono davvero
suoi) con artrite reumatoide e
in difesa dell’arte visiva.
Vuole mettere a cuccia e allontanare dalle bottiglie di vodka il ribelle collega. Ma la love
story manda in sbadiglio tutto.
(m. po.)
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S
ono come zombie, vampiri dell’informazione
drogata, che vuole scioccare. Predatori della notte, personaggi di infima morale, che definire giornalisti sarebbe improprio: Jake Gyllenhaal scavato e allucinato,
capace di ipocrisie violente, è
appunto lo sciacallo del titolo,
depravato erede del Kirk Douglas dell’Asso nella manica.
Un vagabondo che cerca fortuna e scopre che, con uno
scanner per intercettare i messaggi della polizia e riprendendo con una camera i fattacci di
cronaca rivendendoli poi freschi per le news del mattino, si
fanno soldi e si raccolgono perfino discutibili onori presso tv
locali senza scrupoli nel mostrare spargimenti di sangue
metropolitano al massimo grado di horror. Diretto da Dan Gilroy, questa action-denuncia
ha ritmo morale e materiale.
Si parla dell’incolmabile sete
Coppia
Jake
Gyllenhaal, 33
anni, e Rene
Russo (60)
in una scena
del film
«Lo sciacallo»
collettiva di macabro, della necessità di video pasteggiare coi
peggiori vizi umani, divorando
immagini e perdendo ogni
senso etico.
Non c’è pietà per nessuno,
sono tutti vittime, dal complice
aiutante alla producer tv (perfetta Rene Russo nel tocco di
volgarità), accecati dal neon
notturno di un horror in cui so-
● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 7,5
●●●●●●●●●●
5
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
46
Eventi
La scheda
Da Foro Bonaparte
permessi esplorativi
in 53 siti esteri
Quotata in Borsa fino a settembre 2012, Edison è
uno dei maggiori gruppi industriali in Italia. Se il
capitale della società è nelle mani dei francesi di
Edf (99,5%), il cuore operativo continua a essere a
Milano, in Foro Bonaparte. Con 3.200 dipendenti
diretti, Edison è uno degli operatori di riferimento
nell’energia, attraverso 58 concessioni e permessi
esplorativi in Italia e 53 all’estero: Egitto, Norvegia,
Croazia, Algeria, Gran Bretagna e le Isole Falkland.
Negli upstream, la società può contare su riserve di
idrocarburi per 50,4 miliardi di metri cubi
equivalenti, comprese le riserve relative alla
concessione di Abu Qir, in Egitto. Il portafoglio gas
vale un quinto del fabbisogno italiano.
Nell’elettrico Edison ha un parco di 47 centrali idro,
22 centrali termo, 32 campi eolici, 9 campi
fotovoltaici e 1 impianto a biomasse per una
potenza di 7.700 MW. Nel 2013 Edison ha prodotto
18,7 TWh con una quota di mercato pari al 6,7%.
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L’iniziativa Un concorso per i 130 anni dell’azienda ha raccolto
centinaia di progetti di giovani e start up. I selezionati hanno
lavorato con manager e università. I vincitori, specchio di un’Italia
che trova soluzioni nell’ecosostenibilità e nell’economia smart
di Alessandro Luongo
L
e idee più innovative
per far ripartire l’Italia. L’azienda elettrica nata 130 anni fa ha
premiato ieri a Milano i tre vincitori di
Edison Start, il concorso per i
progetti più innovativi e sostenibili dal punto di vista economico sociale e ambientale nell’ambito dell’energia, sviluppo
sociale e culturale, e smart
communities.
Una traversa ferroviaria in
plastica e con pneumatici riciclati che produce energia al
passaggio dei treni (Green Rail,
Giovanni Maria de Lisi, di Palermo); un software per il monitoraggio dei parcheggi liberi
(Park Smart, Carlo e Marco
Sciuto, padre e figlio di Catania); e un programma di turismo etico presso un immobile
del palermitano confiscato alla
mafia (Fiori di Campo, Francesco Costantino, Palermo) sono
stati premiati con 300 mila euro. «Quando abbiamo celebrato il 130esimo anniversario, ci
siamo interrogati su quello che
poteva essere oggi il modo di
fare impresa e supportarle»
racconta Andrea Prandi, direttore comunicazione Edison
con un trascorso all’unità di
missione di Palazzo Chigi nell’Agenda digitale. «Da lì è nata
l’idea, vissuta come impegno
sociale, data l’emergenza del
Paese di creare posti di lavoro,
supportare le nuove imprese».
E così Edison Start, aperto a
team di persone fisiche, start
up, micro e piccole imprese e
organizzazioni non profit, ha
messo in campo un’attività di
consulenza e tutoring da parte
del management Edison insieme agli esperti dell’Università
Bocconi e del MIP Politecnico
di Milano. Da gennaio a marzo
2014 hanno aderito 841 progetti
Le origini
di Stefano Righi
N
ENERGIA
CREATIVA
INNOVAZIONE E GIOCO DI SQUADRA
EDISON PREMIA LE BUONE IDEE
E CREA UNA COMUNITÀ VIRTUALE
provenienti da tutta Italia, di
cui il 51% nella categoria sviluppo sociale e culturale, il 33%
nelle smart communities e il
16% nell’energia. La piattaforma edisonstart.it ha generato
una ricca community virtuale.
«Grazie a Edison Start, abbiamo visto e toccato con mano
l’innovazione che l’Italia è in
grado di esprimere», ha detto
Bruno Lescoeur, amministratore delegato di Edison. «Vogliamo soprattutto promuovere una nuova logica di progettazione a valore condiviso e
mettere le nostre competenze a
disposizione delle nuove
Il riconoscimento
Ai primi delle tre categorie, 100 mila
euro ciascuno. Chicco Testa:
«Aiuteremo loro e i menzionati
a trovare altri finanziamenti»
Il metodo di lavoro
I concorrenti si sono incontrati a
Milano e facendo rete insieme. «Un
beneficio anche per i nostri dirigenti
che hanno respirato aria nuova»
Idee In primo
piano, Giovanni
Maria De Lisi
e Manfredi
Inguaggiato
di Greenrail
(Foto Piaggesi)
idee». E, in effetti, i concorrenti
che si sono incontrati a Milano
lo scorso giugno e luglio in particolare, hanno fatto rete insieme e iniziato a collaborare. Un
esempio? Marco Loperfido,
progettista di «Ammappa l’Italia», mappatura di sentieri e
percorsi a piedi nei borghi italiani, ha realizzato un percorso
di turismo etico proprio a Cinisi (Palermo), nel comune di residenza di Francesco Costantino, uno dei tre vincitori (Fiori
di Campo).
«A differenza che nelle altre
start up — aggiunge Prandi, —
qui dirigenti e dipendenti hanno supportato tutti insieme i
30 finalisti al concorso e creato
competenza e diffusione di
know now. Gli stessi manager,
confrontandosi, hanno respirato una boccata di aria nuova». La giuria era composta dal
ceo di Edison, manager della
società, Bocconi, Mip e Assolombarda, e presieduta da
Chicco Testa, a capo di Assoelettrica, che ha così dichiarato:
«Con Edison Start tre idee innovative hanno la concreta
possibilità di diventare realtà
di successo su larga scala. Per
tutto il 2015 le start up saranno
affiancate da manager della società e esperti della Bocconi di
Milano nel percorso tra rendicontazione, trend di mercato e
networking, ricevendo un valido supporto in un momento
critico del loro percorso».
«Li aiuteremo — ha aggiunto Testa — anche a trovare altri
finanziamenti una volta superata la fase di rodaggio, perché
avere una buona idea, non basta. Fortunatamente agli italiani le idee non mancano e ci sono aziende private che ci scommettono sopra facendo un investimento umano prima che
economico». Nel 2015 partirà
la seconda edizione del concorso: Edison pulse.
841
I progetti
ammessi a
Edison Start,
il premio per
l’innovazione
3
I vincitori del
premio.
Assegnate
anche tre
menzioni
speciali
104
Il numero
dei video
caricati sulla
piattaforma
edisonstart.it.
26 mila le
condivisioni
100
mila euro:
l’ammontare
del premio per
ciascun
vincitore delle
tre categorie
130
Sono gli anni di
Edison, fondata
nel 1884, la più
antica azienda
europea nel
campo
dell’energia
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Quell’italiano che accese la luce nelle città
Fu il primo a giocare la carta dell’ecologia
on si resta sul mercato centotrenta anni
senza una forte tensione innovatrice,
senza la curiosità per cercare un domani diverso e migliore. La storia dell’Edison, che oggi si intreccia con tre start up in cerca
di mercato ma soprattutto di futuro, iniziò nell’Italia da poco unita per volontà di uno straordinario milanese, Giuseppe Colombo, che fu ministro delle Finanze e presidente della Camera,
ma che prima di tutto seppe incarnare, come pochi, lo spirito modernista e innovatore che caratterizzò la fine dell’Ottocento in Europa.
Colombo fu uomo di ampi orizzonti. Contribuì, con Francesco Brioschi, alla nascita del Politecnico di Milano, fu insegnante di Giovan Battista Pirelli — che dopo la laurea spinse in Belgio a
studiare la produzione industriale della gomma
— scisse Il Manuale dell’ingegnere, che Hoepli
edita ancora oggi e divenne cliente e conoscente
di Thomas Alva Edison, uno dei più grandi inventori di ogni tempo.
Fu Colombo ad accendere Milano, prima città
in Italia, tra le primissime al mondo, a godere di
una illuminazione delle pubbliche vie. E lo fece
proprio grazie a Thomas Alva Edison. Colombo
iniziò con l’illuminazione elettrica del Teatro alla Scala, il 26 dicembre 1883 e lo fece per risolve-
re un problema tanto grave quanto banale. I teatri dell’epoca — era un mondo senza radio né televisioni, dove il teatro era «il» luogo di svago —
erano illuminati con torce e candele e spesso
bruciavano, causando immani tragedie.
Colombo vide il futuro all’Esposizione internazionale di Parigi: aveva il profilo ingombrante
della straordinaria dinamo Jumbo, una macchina enorme, creata da Edison negli Stati Uniti.
Colombo a Milano trovò i soldi, la comprò e la fece installare nella centrale di via Santa Radegonda, dove oggi sono i magazzini della Rinascente.
Bruciava carbone, la Jumbo, per produrre elettricità. Poi, Colombo partì per gli Stati Uniti, fece
base a New York, andò a conoscere Thomas Alva
fino a Menlo Park, nel New Jersey, nell’allora Raritan, a metà strada con Filadelfia, ed entrò in
confidenza con lo straordinario inventore americano. I due divennero soci, quasi amici.
Il pioniere
Giuseppe Colombo illuminò la Scala,
fondò l’impero Edison e dalle acque
dell’Adda ricavò l’elettricità: preludio
all’attuale cuore verde dell’azienda
Mai più carrozze Un tram Edison a Milano nel 1892
Esiste un documento con il quale Thomas Alva concede alla società italiana che Colombo stava costituendo, l’uso del nome Edison. Un unicum nel panorama mondiale di oggi, che si realizza proprio in forza di quella volontà. Ne parleranno, il prossimo sabato, 15 novembre, alle 10,
Michele Puglisi, Piero Cavaleri e Luca Mari all’Università Liuc di Castellanza.
La centrale a carbone di Milano fu, per quegli
anni, quasi una meraviglia. Eppure lo spirito innovatore dell’epoca la rese obsoleta in un decen-
nio. Colombo ebbe la forza di rivoluzionare la
sua impresa, non ci pensò due volte: basta carbone e basta con quella ciminiera alta quasi
quanto il Duomo che finiva con l’annerirlo. Era
già arrivata l’epoca dell’energia «verde», della
forza rinnovabile. Colombo la trovò sull’Adda, il
fiume che scorre a est di Milano.
La Edison già nel 1898 iniziò a produrre energia elettrica trasformando la corrente del fiume
grazie alla prima delle tre centrali costruite sulla
riva del corso d’acqua (dedicate ad Angelo Bertini, Carlo Esterle e Guido Semenza, tre uomini
che hanno continuato l’opera di Colombo) e che
sono ancora oggi perfettamente funzionanti.
Dall’acqua dell’Adda, non più dal carbone, arrivava l’energia necessaria a illuminare Milano,
non più solo le strade, ma anche i negozi privati,
le case e successivamente per muovere i tram, fino ad allora trainati dai cavalli.
La spinta al cambiamento è nel dna stesso di
tutte le maggiori società industriali. La rapidità
con cui mutano gli scenari competitivi, oggi, è
cento volte superiore rispetto a un secolo fa. Edison è passata dal carbone all’acqua, dal petrolio
al gas, al sole, ma la corsa non è ancora finita.
@Righist
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
EVENTI
L’album
Scarica
l’«app»
Eventi
Da sinistra, la
centrale elettrica
di S. Radegonda,
a Milano; trivelle
petrolifere in Val
Padana; la centrale
Bertini di Paderno;
la piattaforma
Vega, in Sicilia
Eventi
47
Informazione,
approfondimenti, gallery
fotografiche e la mappa
degli appuntamenti più
importanti in Italia. È
disponibile sull’App Store
di Apple la nuova
applicazione culturale del
«Corriere della Sera Eventi».
È gratis per 7 giorni.
Gioiello
d’Europa
A sinistra,
la Diga Vecchia di
Paderno d’Adda.
Fu costruita dalla
Società Edison
nel 1895 a monte
della centrale
Bertini (all’epoca
la più potente
d’Europa),
nata per fornire
energia a Milano
Greenrail dalla Sicilia
Horus dalla Liguria
Traipler dalla Puglia
La traversa fatta di vecchi pneumatici Un dispositivo che sostituisce gli occhi Il portale per la video offerta turistica
Dai treni in corsa
La voce che «guarda» Una vetrina online
un aiuto all’ambiente per i non vedenti
nel Belpaese nascosto
di Felice Cavallaro
P
alermo. Quando il padre lo assunse nell’azienda di famiglia
con quaranta operai impegnati
in costruzione e manutenzione
di impianti ferroviari, Giovanni
Maria De Lisi, sganciatosi dai
libri di Giurisprudenza, cercò
l’ufficio e la scrivania del suo
primo lavoro. Delusione.
Non s’aspettava di essere
mandato in trincea, come un
qualsiasi dipendente, «da operaio». Una storia vissuta allora
con stizza. Raccontata oggi con
riconoscenza verso quel padre
zata assemblando plastica e
pneumatici fuori uso «per farne una sorta di “cappottino”
con cui rivestire l’anima di calcestruzzo, abbattendo le vibrazioni delle rotaie sui binari e
insieme i costi di manutenzione delle linee».
Ma la vera scoperta che ha
acceso l’interesse della Business School di Trieste e della
Bocconi di Milano, impegnate
nel business planning, è la scoperta di De Lisi legata al risparmio energetico: «È l’unica traversa progettata per produrre
energia elettrica al passaggio
dei treni mediante un sistema
piezoelettrico sottorotaia. Un
Potenza delle rotaie
Il team ha calcolato
che un solo chilometro
di linea ferroviaria
può produrre 120kwh
S
averio Murgia e Luca
Nardelli, laureati ventitreenni in Ingegneria
biomedica (il primo continua gli studi nella robotica, il
secondo in quello della neuroingegneria) uscivano insieme
dalla stazione ferroviaria di Genova per andare all’università
quando un non vedente ha
chiesto loro aiuto per prendere
l’autobus. «La storia di Horus è
iniziata così — spiega Nardelli
— è stato Saverio ad avere la
prima idea, poi siamo andati
avanti». Horus tecnicamente è
veva negli Usa». Il team di tre
giovanissimi ha messo a punto
il prototipo avvalendosi di una
stampante in 3D per il design
meccanico. Il dispositivo si
compone di due telecamere
che si agganciano agli occhiali
(dallo stesso lato, in verticale
lungo la lente) e sono collegate
con un «cervello» parlante delle dimensioni di un iPhone.
La centralina ha un sistema
di navigazione e una scheda
programmata per riconoscere
oggetti comuni ma si può, anzi
si deve, personalizzare: inserendo ad esempio i volti di familiari e amici sarà in grado di
riconoscerli, inserendo le eti-
Su misura
La centralina si può
personalizzare: così
riconosce non solo gli
oggetti ma anche i volti
In cornice Da sinistra, Lorenzo
Alessi e Giovanni Maria De Lisi
che, facendogli scoprire la gavetta, gli mise nelle mani la leva
per capire come funziona
un’impresa. E lui che adesso ha
29 anni, una sorella più grande, madre casalinga, sorride
soddisfatto perché se non fosse
stato per quel contatto del primo tipo con le vecchie traverse
ferroviarie in legno e poi con
quelle di calcestruzzo, forse,
non avrebbe mai riflettuto su
come migliorarne la qualità,
costruirne di più moderne, più
sicure e meno rumorose.
Come ha fatto con l’intuizione ora premiata da Edison e
concentrata sulla Greenrail,
giovanissima impresa messa
su con un compagno di scuola,
Manfredi Inguaggiato, e Lorenzo Alessi. Start up ormai scoperta da Paesi arabi ed europei
interessati al prototipo della
traversa ecosostenibile realiz-
di Erika Dellacasa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
un «dispositivo assistitivo» per
ciechi e ipovedenti.
Si sostituisce alla persona
gentile che legge per te il numero del bus e il tabellone ferroviario, è un sistema di navigazione nelle strade ma anche
un sistema di lettura o di riconoscimento di volti e oggetti. È
una voce che guida ed assiste
chi ha gravi problemi di vista.
Si è unita a Saverio e Luca nella
realizzazione del progetto la
ventunenne Benedetta Magri,
studentessa in Economia
aziendale. «Siamo entrati in
contatto con lei attraverso il
network Silicon Valley Study
Tourn — spiega Luca — Saverio ed io siamo andati una settimana nella Silicon Valley, prima abbiamo avuto una conoscenza virtuale con Benedetta
poi ci siamo incontrati. Lei è
genovese e in quel periodo vi-
U
n portale per mettere
in Rete la video offerta
turistica italiana a
prezzi accessibili a tutti gli operatori e per offrire al
turista un’anteprima dell’esperienza di viaggio, come fosse
un trailer di un film da vedere
prima di andar al cinema.
È l’idea che hanno avuto
quattro amici originari di Putignano, in provincia di Bari, ma
divisi tra la Puglia, Roma e Milano che anziché incontrarsi al
bar, come nella canzone di Gino Paoli, si sono confrontati su
ca 500 videomaker su tutto il
territorio nazionale che realizzano e ci inviano le riprese».
Così la start up può proporre i
video professionali della durata di circa due minuti a un
prezzo anche quattro volte inferiore rispetto ai competitor e
consentire anche alla piccola
realtà, dalla pensione alla trattoria, dall’associazione che realizza un particolare servizio per
il turista, di avere il proprio video promozionale. «Che però
— puntualizza Muolo — noi
definiamo un’anteprima esperenziale del viaggio e che come
un film, in due minuti e mezzo
concentra il succo dell’offerta».
Democrazia web
Una piattaforma con
prezzi accessibili a tutti
gli operatori e temi da
condividere sui social
Team Da sinistra, Benedetta Magri,
Saverio Murgia e Luca Nardelli
po’ come nell’accendino elettrico, con lo schiacciamento di
cristalli di quarzo che produce
energia. Invece di disperderla
in calore, riusciamo a recuperarla e con il transito di dieci,
quindici treni ogni ora, anche
solo un chilometro di linea ferroviaria può produrre 120kwh
di energia pulita». Di traverse
di plastica riciclata ne esistevano, ma non efficienti come
quelle premiate da università e
imprese impegnate in un mercato da grandi numeri: in legno
se ne producono 200 mila l’anno, mentre in calcestruzzo siamo soltanto in Italia a quota 1,5
milioni e nel mondo a 70 milioni. «Con 4 miliardi di euro
spesi ogni anno solo per le manutenzioni», aggiunge De Lisi
proponendo al pianeta di tagliare questa spesa della metà.
di Antonio Calitri
Collage Una serie di video caricati
sulla piattaforma web Traipler
chette dei prodotti in uso quotidiano li identificherà e indicherà correttamente e così via.
Horus può leggere ad alta voce
un libro o una ricetta medica.
«Lo scopo — dicono gli ideatori — è migliorare la vita di persone con disabilità visive. Ci
siamo confrontati con associazioni di ipovedenti per rispondere alle necessità concrete».
Telecamere e centralina sono collegate con un filo: «È una
scelta precisa — spiega il team
— per due motivi: il primo è
che avere sempre vicino alla testa un dispositivo collegato a
Internet può non essere salutare il secondo è appunto evitare
la connessione alla Rete con
problemi di copertura o di abbonamento. Volevamo che Horus fosse indipendente da altri
dispositivi e anche dalla Rete».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Skype e hanno dato vita alla
start up e alla piattaforma Internet Traipler. Innovatori tra i
27 e i 33 anni, tutti con una specifica professionalità, dall’esperto di comunicazione
nell’agenzia pubblicitaria al
manager delle vendite in una
multinazionale, dal programmatore informatico al filmaker, che hanno deciso di fare qualcosa per loro «e per il turismo Italiano» spiega il direttore commerciale e marketing,
Christian Muolo.
«Il settore dei video nella
promozione turistica è in forte
espansione. Il costo però non è
accessibile a tutti. Partendo da
questa constatazione, abbiamo
avuto l’idea di smontare il video, centralizzare la regia, i servizi di postproduzione, la messa online e tanti altri servizi; e
abbiamo creato una rete di cir-
Il video o l’anteprima esperenziale che dir si voglia, poi finisce sulla piattaforma traipler.com e oltre a poter essere
visto da tutti i navigatori può
essere viralizzato dall’operatore e dai turisti che li possono
condividere sui social network.
Partito in sordina circa un
anno fa, il portale che ha stretto
un accordo con il Padiglione
Italia di Expo Milano 2015 per
la digitalizzazione del turismo
nazionale, registra oltre 30 mila utenti unici al mese e contiene circa mille video (per 200
clienti) con una media di 5 mila visualizzazioni l’uno (ma ci
sono anche video che hanno
raggiunto le 15 mila visualizzazioni). Per il prossimo anno,
conclude Muolo, «puntiamo a
7-8 mila video e nuovi servizi
per arricchire l’offerta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
48
S
PECIALE
a cura di RCS MediaGroup Pubblicità
graficocreativo
GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE
È una grande campagna di informazione che si celebra domani in contemporanea in tutto il mondo
Una corretta
gestione per tenerlo
sotto controllo
Re-Vita e
Re-Derma:
il benessere
dei piedi
Passeggiare, ballare, giocare con tuo figlio: i tuoi piedi
sono il punto di contatto
con il tuo mondo. E come
ben sai, a volte le conseguenze del diabete li mettono a dura prova. Ma da
oggi grazie all’esperienza
Pic Diabetes Care puoi
contare su Re-Vita e ReDerma, gli innovativi prodotti per il benessere del
piede, facili da usare e con
tecnologie specificamente studiate per garantire
piena efficacia e massima
delicatezza.
La glicemia fuori dalla norma può danneggiare vari organi e
portare a una serie di complicanze che però si possono prevenire
“I
l diabete ha scelto me. Ma anch’io
ho scelto me”: è lo
slogan della Giornata Mondiale del diabete
2014 che, per la prima volta,
quest’anno è stato scelto attraverso un’ampia consultazione sui social media proprio da chi ha il diabete. È un
invito forte a tutti coloro che
ne sono affetti a prendere in
mano la malattia e ad imparare a gestirla al meglio. Perché
il diabete è una condizione
cronica e richiede per tutta
la vita di essere tenuto sotto
controllo con cure adeguate:
abitudini salutari come praticare un regolare esercizio
fisico e seguire un’alimentazione con cibi sani e naturali,
aumonitoraggio periodico
della glicemia e terapie farmacologiche prescritte. In
caso contrario la glicemia,
cioè il livello di zucchero nel
sangue, ritorna a salire e con
un processo inesorabile conduce a gravi complicanze che
possono manifestarsi con
il tempo agli occhi, ai reni,
all’apparato cardiovascolare e
ai nervi. Sia nel caso di diabete
di tipo 1 - la forma meno comune che si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza e
comunque sempre entro i 20
anni - sia nel caso di diabete
2 - la forma più diffusa che
compare dopo i 40 anni con
un’incidenza in aumento con
Il cosiddetto
“dolce male”
è una delle
più diffuse
malattie del
nostro tempo
il passare degli anni - diversi
studi clinici hanno dimostrato
che il controllo ottimale della
glicemia previene la comparsa delle complicanze o le rallenta moltissimo.
Re-Vita è il trattamento
sinergico intensivo che
mantiene la cute sempre
idratata, nutrita e protetta.
A base di L-Carnosina, un
componente naturale che
contrasta la glicazione, la
linea Re-Vita combina l’azione di tre prodotti specifici e dedicati:
MOLTO TEMUTA
È la neuropatia diabetica periferica, nota come piede diabetico, una delle complicanze
più temute del diabete, specialmente se non tenuto sotto
controllo, il cui rischio è maggiore per chi ha questa malattia da dieci o più anni. Si tratta di un’alterazione dei nervi
periferici che si manifesta con
modificazioni della sensibilità e che può portare a ulcerazioni della pianta del piede.
Purtroppo chi ne è affetto
non si accorge che qualcosa
non va nel piede, lo trascura,
compaiono desquamazioni,
tagli superficiali e ulcere che
Attività fisica,
dieta sana
ed equilibrata,
e automonitoraggio
periodico
della glicemia
possono facilmente infettarsi
arrivando persino alla cancrena e all’amputazione. La neuropatia diabetica si può, però,
prevenire sottoponendosi a
un completo esame del piede
più volte l’anno e imparando
a curare i piedi nel modo giusto. È infatti un obbligo per
chi ha il diabete ispezionare
quotidianamente i piedi per
verificare l’eventuale presenza
di arrossamenti, escoriazioni
o vesciche. È anche necessario lavare, con gli appositi
prodotti, quotidianamente i
piedi, evitando di strofinarli
troppo energicamente nell’asciugarli. La pelle dei piedi va
anche mantenuta idratata,
nutrita e protetta con le specifiche creme e le unghie vanno curate bene tagliandole in
modo simmetrico. Vanno scelte inoltre calze protettive che
evitino il ristagno del sudore e
scarpe comode e calde.
GLI ALTRI RISCHI
Un’altra complicanza assai
frequente è la retinopatia,
un’alterazione della retina
dell’occhio, che attualmente
è una delle principali cause di
cecità in età adulta nelle società industrializzate. Purtroppo
questa complicanza i cui segni
compaiono generalmente a
dieci anni dalla diagnosi, non
provoca sintomi fino a quando
non è in fase avanzata. Chi ha il
diabete deve quindi sottoporsi almeno una volta all’anno a
un esame del fondo dell’occhio che è l’unico controllo in
grado di dare indicazioni sulle
condizioni dei capillari della
- Re-Pura, il detergente
purificante igienizzante
con Clorexidina ad azione
antisettica antimicrobica;.
- Re-Idra, la lozione emolliente protettiva con Glicerina che ristabilisce e
mantiene il corretto livello
di idratazione;
- Re-Sana, la crema intensiva rigenerante con Aloe e
Olio di Cocco, che rinnova
in profondità le cellule delle zone critiche del piede.
Ad essi si aggiunge ReDerma, l’innovativa calza
antidesquamante con
Copper Technology: lo
speciale tessuto intrecciato con fibre di rame stimola
la produzione di elastina e
collagene, che contrastano la secchezza della pelle
lasciandola morbida ed
elastica.
Un consiglio? Usa i prodotti Re-Vita e Re-Derma
insieme, l’efficacia è incrementata da un utilizzo sinergico.
È un nemico
subdolo
che senza
quasi provocare
sintomi causa
gravi complicanze
retina. Colpisce invece i reni la
nefropatia diabetica, una complicanza altamente invalidante che si sviluppa entro i primi
dieci anni dalla comparsa della
malattia: se un diabetico dopo
questo periodo ha i reni che
funzionano bene è molto difficile che avrà un’insufficienza
renale. È quindi necessario per
chi soffre di diabete eseguire
regolarmente l’esame delle
urine e in particolare la ricerca della microalbuminuria, in
modo da cogliere la malattia
renale ai suoi primi segnali e
affrontarla subito con le terapie attualmente disponibili
evitando così che evolva portando alla dialisi. Infine la glicemia fuori norma fa aumentare il rischio cardiovascolare. Tra
chi è diabetico vi è infatti una
maggiore incidenza di infarto
e ictus.
Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
49
●
Risponde Sergio Romano
PROCESSO AGLI STATI UNITI
IN UN DISCORSO DI PUTIN
Caro Romano lei ha scritto che
il governo dimissionario Facta
nella notte del 28 ottobre 1922
proclamò lo stato d’assedio e
che il re non firmò. Durante
una ricerca storica, su eventi
occorsi nel comune di Sona
(Vr), dove abito, avevo trovato
che il prefetto di Verona aveva
inviato con data 30 ottobre
1922 la seguente nota: «Ai
sindaci e ai commissari regi e
prefettizi della provincia: Dal
giorno 28 corrente, per ordine
del Governo, ho trasmesso i
poteri di Polizia all’Autorità
militare. Nell’ordine così
garantito è necessario che la
vita amministrativa degli Enti
locali proceda regolarmente ed
attiva. Ogni soluzione di
continuità, ogni arresto o
ritardo nel ritmo
dell’organismo pubblico
costituirebbe un inutile danno.
Come direttive le
Amministrazioni, sia elettive,
sia straordinarie, seguano
oggi, più che mai, quelle sole
che hanno per meta la
tranquillità e la prosperità
della Patria». Il governo Facta
non si dimise dopo il rifiuto
del re a firmare lo stato
d’assedio? Come mai i prefetti
emisero comunicazioni come
quella che ho trascritto due
giorni dopo l’evento del ritiro
del decreto non andato in
esecuzione?
Il presidente Putin, il 24 ottobre, ha tenuto
un interessante discorso programmatico. Mi
sembra che nessun giornale italiano ne abbia
parlato. Lei certamente lo ha letto. Perché non
ce lo commenta?
Ettore Visca
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
@
[email protected]
www.corriere.it
[email protected]
Caro Visca,
l discorso è stato pronunciato a Sochi in occasione di uno dei periodici incontri del
Club Valdai, un foro russo di analisi e discussioni, simile per molti aspetti a quello
svizzero di Davos e creato per iniziativa di Vladimir Putin nel 2011. Hanno partecipato a questo
appuntamento alcuni uomini politici (fra cui
un ex premier francese, Dominique de Villepin,
e un ex cancelliere austriaco, Wolfgang Schüssel), giornalisti, direttori di istituzioni accademiche e di centri di studio sulla politica internazionale.
Putin ha colto l’occasione per uno sguardo
d’insieme al mondo dopo la fine della Guerra
fredda. È convinto che gli Stati Uniti, autoproclamandosi vincitori, si siano altezzosamente
sbarazzati di tutti gli strumenti che erano stati
costruiti nel corso degli anni per garantire, nei
I
La tua
opinione su
sonar.corriere.it
Una tassa sulla
casa da
calcolare
secondo i metri
quadrati e non
più con i vani.
Condividete?
SUL WEB
Risposte
alle 19 di ieri
Sì
54%
46%
Renato Salvetti
[email protected]
Vi furono probabilmente
molti contrattempi dello stesso
tipo. Il ministro dell’Interno
non aveva atteso la firma del re
per trasmettere il testo del decreto alle prefetture e in qualche caso la notizia fu resa pubblica con manifesti affissi sulle
facciate dei comuni. Secondo
Paolo Monelli, il re lo sapeva e
mosse a Facta un severo rimprovero. Quando approvò la
stato d’assedio, il governo era
già dimissionario.
di Beppe Severgnini
Per avere rispetto
ci vuole più coerenza
LETTERE
AL CORRIERE
STATO D’ASSEDIO
Facta e il re
● Italians
No
La domanda
di oggi
La Cgil propone
sciopero
generale per il
5 dicembre
contro legge di
Stabilità e Jobs
act. Siete
d’accordo?
TASSAZIONE
Riforma del catasto
La stima delle nuove rendite
catastali (decreto governativo
del 10 novembre) dovrebbe
avvicinare e quindi aumentare
i valori degli immobili a quelli
di mercato, tenendo però
invariata la pressione fiscale
sui proprietari, come
promesso. Mi chiedo: quindi
questo significa che,
aumentando gli estimi
catastali, diminuiranno le
varie percentuali impositive
dei redditi, di Imu, Tari
eccetera?
Vittorio Zanuso
[email protected]
TAGLI DI ENTI PUBBLICI
Progetto accantonato?
Perché il presidente del
Consiglio non cerca di spiegare
ai tanti italiani che gli hanno
dato fiducia l’accantonamento
del progetto di riduzione da
8.000 a 1.000 delle società
limiti del possibile, l’equilibrio del potere e la
convivenza di sistemi politici diversi. L’America
impone unilateralmente le sue regole, fa un uso
egemonico della propria moneta, sorveglia e ricatta amici e nemici con una rete globale di
ascolto e intercettazione. I nemici contro cui
deve battersi, come il fanatismo islamico, sono
spesso quelli creati dalla sua stessa politica. All’origine di Al Qaeda vi sono i generosi finanziamenti garantiti dall’America alla resistenza antisovietica in Afghanistan negli anni Ottanta. Il
vertiginoso aumento del commercio della droga sarebbe collegato alla lunga guerra contro i
talebani nello scorso decennio. Gli Stati Uniti
sostengono di essere i paladini della libertà dei
mercati, ma impongo sanzioni che contraddicono i loro presunti principi liberali.
L’America, secondo Putin, vuole un mondo
unipolare, ma deve disporre, per meglio giustificare il proprio potere e la propria leadership,
di un «centro del male». Oggi il nemico potrebbe essere la Cina, l’Iran o la Russia. Nelle parole
di Putin il processo all’America è molto severo,
ma l’analisi non è priva di passaggi interessanti
e persuasivi. Il discorso di Sochi merita di essere letto integralmente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
partecipate dal pubblico?
Forse è perché è molto più
facile proseguire nel continuo
strisciante aumento di tasse e
imposte sul già martoriato
ceto medio a carico dei quali
gravano praticamente tutte le
manovre fiscali dell’ultimo
decennio, compresa quella dei
famosi 80 euro mensili.
Raffaello Caropreso
raffaello.caropreso@
gmail.com
PREZZI / 1
A che serve l’Antitrust?
Il prezzo di un barile di
petrolio è sceso ai minimi, ma
in Italia, il costo della benzina
alla pompa rimane altissimo.
Nel 2010, con il costo del
greggio allo stesso livello di
oggi, il prezzo della benzina
era poco al di sopra 1,40 euro
al litro. E se il governo, a
quanto pare, aumenterà di
circa 8 centesimi i prezzi dei
carburanti, probabilmente la
benzina raggiungerà i 2 euro
al litro. A che serve l’Authority
Antitrust?
Andrea Papa
Reggio Calabria
PREZZI / 2
Vacanze natalizie
Da alcuni giorni sono iniziate
a fioccare le offerte per le
vacanze del periodo natalizio.
Attratti da prezzi tutto
sommato accessibili, entrando
nel dettaglio, veniamo a
scoprire che non sono
comprese le tasse
aeroportuali, la tassa di
iscrizione e altri balzelli, che
alla fine fanno lievitare in
modo molto consistente la
cifra finale. O i tour operator ci
dicono il modo per evitare
questi costi obbligatori o tanto
vale che li mettano
direttamente nel prezzo
pubblicizzato. Maggiore
chiarezza e meno perdite di
tempo per tutti!
Franco Milletti
Carpi (Mo)
E
cco alcune cose da non fare a Bruxelles.
(1) Sostenere che il nemico non sia
l’Isis dei decapitatori, ma la Banca
centrale europea dei «cadaveri di cera».
(2) Definire la nuova Commissione «un covo
di burocrati».
(3) Candidarsi come capilista
all’Europarlamento e andarsene subito dopo
per puntare a cariche nazionali.
Come sapete, negli ultimi tempi, abbiamo
fatto tutto questo. Autori: Grillo Giuseppe
Piero detto Beppe, Renzi Matteo, Moretti
Alessandra.
Certo: la politica e i politici non vanno
presi alla lettera, in nessun Paese. Ma l’Italia
in Europa ha un problema di affidabilità.
Diciamo pure: di reputazione. Non
possiamo essere europeisti il lunedì ed
eurofobici il venerdì. Non possiamo un
giorno promettere e il giorno dopo
minacciare, soprattutto quando ci
presentiamo con un debito pubblico fuori
da ogni parametro.
«Chi vuole cambiare il mondo non deve
aver paura di guardarsi allo specchio. L’Italia
sarà credibile nella sua volontà di riforme
solo se porterà a casa quelle che ha
promesso da trent’anni e messo in cantiere
negli ultimi sei mesi». Sapete chi l’ha detto?
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a
Milano, il mese scorso. La coerenza non è
un optional, come il navigatore sulle
automobili.
Un’altra idea discutibile: irritare i tedeschi
che contano e sorridere ai francesi che
dimenticano e agli inglesi che s’allontanano.
Come ha ricordato su Repubblica Andrea
Bonanni, dentro la Commissione europea,
la Germania ha quattro direttori generali,
sei vicedirettori generali e ventinove
direttori.
Nei gabinetti dei Commissari quattro capi,
cinque vice e un funzionario ogni gabinetto.
La vera potenza europea: altro che «Stato
corrotto e mafioso» (Beppe Grillo dixit).
Siamo sicuri di poter sfidare, con le
chiacchiere, un Paese così?
Vogliamo parlare del neopresidente della
Commissione europea Jean-Claude Juncker
e di come il suo Lussemburgo abbia
approfittato della mancata armonizzazione
fiscale? Bene. Ma evitiamo sproloqui. Dice il
nostro giovane presidente del Consiglio: «In
Europa, l’Italia ha il diritto di pretendere
rispetto!».
Vero. Ma il rispetto, come l’amore, non si
pretende: si conquista.
italians.corriere.it
@beppesevergnini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INTERVENTI E REPLICHE
Legge elettorale: le soglie per avere seggi
Fabrizio Roncone ha ironizzato ieri sul fatto che
qualcuno vuole soglie di sbarramento basse per
motivi di «sopravvivenza». Per quanto riguarda
me, visto che ha avuto la cortesia di citarmi,
milito effettivamente in una piccola pattuglia di
persone legate a una cultura politica che ha
subito una forte diaspora negli ultimi decenni.
Non ci siamo ancora accasati in comodi e grandi
contenitori: siamo tutti alla prima esperienza
parlamentare e contiamo solo sulla forza della
credibilità personale e del radicamento
territoriale e sociale, che non ci deriva certo da
artifici elettorali. Può pure darsi che la questione
della soglia, ai fini del nostro futuro, sia
irrilevante: oggi non lo possiamo sapere e in
© 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
FONDATO NEL 1876
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
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Ferruccio de Bortoli
VICE PRESIDENTE Roland Berger
CONDIRETTORE
AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane
Luciano Fontana
VICEDIRETTORI
Antonio Macaluso
Daniele Manca
Giangiacomo Schiavi
Barbara Stefanelli
CONSIGLIERI
Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia,
Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA
Alessandro Bompieri
Vauro
parte non dipende da noi ma dalla evoluzione
dei processi di trasformazione della forma e della
configurazione dei partiti. Mi chiedo però: una
volta garantita «ope legis» una governabilità
bulgara attraverso un robusto premio di
maggioranza dato a una lista, neppure alla
coalizione, quale buona ragione può consigliare
di mettere soglie alte anche per assegnare il
rimanente 45 per cento dei seggi? Già la soglia
naturale risulterebbe attorno al 2,7: perché si
vuole prevederne una molto più alta, alterando
così ogni ragionevole equilibrio tra governabilità
e rappresentanza?
L’unico motivo consiste nell’interesse dei partiti
oggi più grandi ad evitare la concorrenza. Ma
così si finisce con il ragionare come il titolare di
Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano
Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962
Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli
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un supermercato che ottiene il divieto di
apertura di nuovi negozi nelle vicinanze e poi si
pavoneggia per la crescita dei clienti.
Atteggiamento anche comprensibile, ma
collocato su un piano piuttosto diverso da quello
degli sbandierati principi del buon
funzionamento della democrazia.
Quanto a questi ultimi, forse sarebbe più
urgente discutere se sia ragionevole un premio
alla lista assegnato «a prescindere»: 340 seggi
su 630 anche se al primo turno ottenesse il 25
per cento. Basta che nel ballottaggio riceva un
voto in più della seconda lista. Mi pare questione
più pregnante di quella della soglia per il diritto di
tribuna.
On. Lorenzo Dellai, Democrazia Solidale
EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l.
70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda
S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th
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Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina •
Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62
Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia
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CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d
Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab.
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PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere
€ 1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 +
IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor.
Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab.
La tiratura di mercoledì 12 novembre è stata di 430.139 copie
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
50
Sport
Premio Puskas
Rodriguez e Cahill per il gol dell’anno
Atletica
Alla Del Buono il premio Cannavò
Ibrahimovic (Sve), Rodriguez (Col), Cahill (Aus) e
Diego Costa (Spa), Van Persie (Ola), Fabian (Mex),
Kasami (Svi), Sanvezzo (Bra), Sato (Gia), ma anche
la irlandese Stefanhie Roche, sono i candidati al
premio Puskas (12 gennaio 2015) di Fifa e France
Football per il miglior gol dell’anno. Dal Mondiale,
gettonati la rete di Rodriguez contro l’Uruguay, di
Cahill all’Olanda e di Van Persie contro la Spagna.
Consegnato ieri a Federica Del Buono, 19 anni,
giovane rivelazione del mezzofondo veloce (800 e
1500), quinta all’Europeo di Zurigo, il «Premio
atletica Candido Cannavò», istituito dall’Atletica
Bracco. L’azzurra è stata premiata dalla signora
Franca Cannavò e da Franco Angelotti (foto).
Federica in questa stagione si è migliorata sui
1500 (la sua distanza d’elezione) ben 8 volte.
Protagoniste a sorpresa
Legenda
Vinte Pareggiate
Perse
Islanda
Polonia
Gruppo A
3
0
Gruppo D
2
1
0
Slovacchia
Gruppo C
3
0
0
9 punti
Gylfi
Sigurdsson
8
Gol fatti
Gol subiti 0
0
7 punti
Robert
Lewandowski
(Swansea City)
Gol fatti
Gol subiti
9 punti
11
2
(Bayern Monaco)
Marek
Hamsik
6
Gol fatti
Gol subiti
2
(Napoli)
Irlanda del Nord
Albania
Gruppo F
3
0
Gruppo I
1
1
0
0
9 punti
Patrick
McNair
Gol fatti
Gol subiti
4 punti
6
Etrit
Berisha
1
(Manchester
United)
Irlanda
Galles
Gruppo D
2
1
Gruppo B
2
1
2
1
0
Israele
Gruppo B
2
0
0
7 punti
John
O’Shea
Gol fatti
Gol subiti
(Lazio)
Gol fatti
Gol subiti
0
7 punti
10
2
(Sunderland)
Gareth
Bale
Gol fatti
Gol subiti
6 punti
4
Tal
Ben Haim
2
(Real Madrid)
Gol fatti
Gol subiti
6
2
(Charlton)
Corriere della Sera
Nuovi orizzonti Nazionali gregarie come Islanda, Irlanda del Nord, Albania, Austria, Slovacchia,
Galles, Israele e la coppia Polonia-Eire guidano i loro gironi. Da Bale alle stelle emergenti
Un’altra Europa
Croazia ko
Ha faticato
l’Argentina a
battere in
amichevole la
Croazia (2-1)
avversaria
domenica
dell’Italia.
Croazia in gol
con Sharbini,
rimonta con
Ansaldi e Messi
su rigore
Le altre
Altre
amichevoli
Turchia
0
Brasile
4
Neymar, Semih
Kaya (aut.),
Willian, Neymar
Norvegia
0
Estonia
1
Vassiljev
Olanda
2
Messico
3
Vela, Sneijder,
Vela,
Hernandez,
Blind
Belgio
3
Islanda
1
Lombaerts,
Finnbogason,
Origi e Lukaku
Hic sunt peones. La mappa
della nuova Europa calcistica,
tirata per le estremità dai nuovi
«barbari», si allarga verso nuovi orizzonti: sette gironi su nove delle qualificazioni sono oggi guidati da nazionali gregarie, che provano a partire per la
fuga della vita. A testa bassa.
Dall’Islanda all’Irlanda del
Nord, dall’Albania all’Austria,
passando per la Slovacchia, il
Galles e Israele, fino alla coppia
Polonia-Eire che precede la
Germania campione del mondo: quello francese sarà il primo torneo a 24 squadre, chi
non ha mai partecipato non
vuole farsi sfuggire l’occasione,
chi è reduce dal Mondiale sa
che c’è ancora tempo per recuperare. Si qualificano infatti le
prime due di ciascun gruppo
più la migliore terza. E le altre
otto terze spareggiano al
playoff per i rimanenti quattro
posti. Avanti quindi, perché c’è
posto: l’allargamento con la
nuova formula voluta da Michel Platini ha fatto e farà discutere puristi e innovatori, ma
di certo a Belfast, a Reykjavik o
a Tirana hanno tutta l’intenzione di dimostrare sul campo che
le frontiere del pallone non esistono più e che a forza di emigrare nei campionati principali
(nei primi 5 ormai il tasso di
stranieri è del 45,9%), si è seminato qualcosa di buono.
Si può immaginare ad esempio un Europeo senza il giocatore più pagato della storia? Mi-
ster 100 milioni — Gareth Bale
— difficilmente si affaccerà
mai a un Mondiale, ma ha già
messo la mascellona squadrata
davanti a tutti nel gruppo B:
domenica il suo Galles, mai
qualificato alla fase finale di un
Europeo, ha l’esame più complicato, a Bruxelles contro il
Belgio. «Tutto è cambiato —
dice il campione del Real Madrid — perché ognuno gioca
per gli altri». L’altra stella è
Ramsey dell’Arsenal. Da seguire la crescita del trequartista
19enne Williams del Fulham.
Nello stesso girone i sogni si
moltiplicano: Israele gioca in
casa con la Bosnia e può a sua
volta puntare allo storico sorpasso in testa al girone. Ma se
Israele fin qui ha battuto avversari come Cipro e Andorra,
l’Islanda (sconfitta ieri dal Belgio, ma in amichevole) nel
gruppo A si presenta allo scontro diretto di Plzen contro la
Repubblica Ceca dopo i successi su Turchia, Lettonia e Olanda, con 8 gol segnati e 0 subiti.
La squadra allenata dal c.t. svedese Lagerback, in coppia col
dentista Hallgrimson, ha diversi giocatori interessanti, a testimonianza del boom dell’intero
movimento di un Paese di 300
mila abitanti che nel 2008 ha
vissuto una crisi economica
molto profonda. Accademie e
strutture coperte per l’allenamento invernale hanno fatto
sbocciare attaccanti come Sightorsson dell’Ajax o Finnbogason della Real Sociedad, che
Van Basten aveva consigliato al
Milan. Da scovare tra i ghiacci
c’è ancora Kjartansson, che
gioca in Norvegia nel Valerenga
Oslo e che con 25 gol stagionali
è nella top ten della Scarpa
d’oro per il miglior marcatore
del continente.
La Slovacchia ha eliminato
l’Italia di Lippi dal Mondiale
sudafricano, ma ciò non toglie
che sia una sorpresa vederla
davanti a punteggio pieno nel
girone della Spagna (già battuta) dopo aver vinto anche in
Ucraina e Bielorussia: Hamsik,
Skrtel e Kucka si candidano direttamente per un ruolo di outsider nella fase finale. L’uomo
nuovo potrebbe essere Robert
Mak, scuola Manchester City
passato al Paok Salonicco:
un’ala destra classe ’91 che ha
già segnato 7 gol in questa stagione, tra cui quello decisivo a
8
squadre
a punteggio
pieno nei gironi
europei: tra
queste l’Italia
0
gol subiti
dall’Islanda in 3
partite: 8 quelli
segnati,
3 le vittorie
L’ammissione della Federcalcio
La Russia al verde: «Non abbiamo più i soldi per pagare Capello»
Preoccupato
Fabio Capello,
68 anni, è sulla
panchina russa
dal 2012
(Ansa)
La situazione è precipitata. Dopo la denuncia di
Fabio Capello — che raccontò di non prendere
lo stipendio da giugno — è arrivata ieri la
conferma della Federcalcio russa: «Il denaro per
pagare Capello non c’è. Non è corretto, ma
quando hanno firmato il contratto avrebbero
dovuto pensare a come pagarlo. Oggi stiamo
ancora cercando una fonte di finanziamento»,
ha ammesso Sergei Stepashin, membro del
comitato esecutivo della Federazione. In ballo ci
sono otto milioni di euro l’anno, una cifra che
dopo l’eliminazione della Russia al Mondiale in
Brasile aveva provocato non poche polemiche:
un parlamentare aveva addirittura chiesto che
Capello restituisse i soldi. Nel frattempo due
assistenti del tecnico, Christian Panucci e
Massimo Neri, anche loro senza stipendio da
mesi , si sono rifiutati di accompagnare la
squadra a Vienna dove la Russia dopodomani
affronterà l’Austria. A questo punto le chance
che Fabio Capello resti sulla panchina della
Russia fino al 2018, anno in cui scade il
contratto e in cui il Paese ospiterà per la prima
volta la Coppa del mondo, sono sempre più
ridotte.
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Kiev.Chi avrebbe mai detto poi
che Irlanda del Nord — a punteggio pieno nel gruppo F grazie ai gol di Lafferty, il sosia di
Dylan Dog che giocava nel Palermo — e Austria — due vittorie e un pari nel G — arrivassero allo scontro diretto guardando Romania e Russia dall’alto
verso il basso? Nel fine settimana le gerarchie potrebbero
cambiare, c’è ovviamente tutto
il tempo per altri rivoluzioni e
soprattutto per le restaurazioni, ma a Vienna, grazie all’impulso economico della federazione e all’esperienza dei nazionali all’estero, è tornato l’entusiasmo, solo un po’ smorzato
dal brutto infortunio del gioiello Alaba del Bayern Monaco. Il
precario Capello e il solitario
Ibra con la sua Svezia sono avvertiti.
Gianni De Biasi con l’Albania, prima di affrontare l’Italia
martedì in amichevole, invece
farà da spettatore: il girone I,
con 5 squadre è il più intricato
e l’unico in cui la terza classificata non può puntare alla promozione diretta. La rissa indegna, con doppia sconfitta stabilita dalla Uefa, tra albanesi e
serbi, ha complicato ulteriormente lo scenario, che per
adesso vede Danimarca e Albania in testa. Cristiano Ronaldo
col suo Portogallo però prepara
la rincorsa: le stelle sono già rimaste fin troppo a guardare.
Paolo Tomaselli
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
SPORT
51
Doping
Basket
MotoGp
Possesso di Epo: arrestata la Traby Nowitzki, il re straniero della Nba Marquez domina gli ultimi test
La polizia francese ha arrestato Laila Traby, bronzo
nei 10 mila agli Europei di atletica dopo aver
trovato dell’Epo nel suo appartamento. L’atleta
francese è stata sottoposta immediatamente ad
un test antidoping a Font-Romeu nei Pirenei, dove
si stava allenando. «Sto attraversando un periodo
difficile. Sono stata accusata ingiustamente e sono
la vittima di una cospirazione» si è difesa.
Dirk Nowitzki è diventato il miglior realizzatore
straniero nella storia della Nba. Con i 23 punti
segnati nella vittoria in casa dei suoi Dallas
Mavericks sui Sacramento Kings, il tedesco è
arrivato a a 26.953 punti in carriera e ha superato
Hakeem Olajuwon. «È un onore per me — ha detto
Nowitzki, 36 anni —. Spero di continuare ancora a
lungo a giocare a questi livelli».
Gli ultimi test 2014 si sono chiusi con Marc
Marquez (Honda) davanti al compagno Dani
Pedrosa e al trio Yamaha Lorenzo, Pol Espargaro e
Rossi. «Test positivo — ha commentato Valentino
—. Da una parte ho bisogno di riposare, dall’altra
so che in due o tre settimane mi mancheranno già
le gare». In pista anche le Aprilia, che ritornano in
MotoGp: Bautista 16°, Melandri 22° e ultimo.
● Il commento
Effetto San Siro
l’Italia risveglia
i tifosi di Milano
Il telefono rovente
di Rudi Garcia
Divieto da abrogare
di Alberto Costa
D
Chiellini e il fotomontaggio Balotelli-Conte
«Mio fratello una foto così non la postava...»
Le cifre
● Precedenti
Quella
di domenica
prossima con
la Croazia sarà
la 55ª volta che
la Nazionale
di calcio
gioca a Milano
● Vittorie
37 le vittorie
degli azzurri
a Milano
● Pareggi
15 pareggi
per gli azzurri
● Sconfitte
2 soli k.o. per
l’Italia a Milano,
entrambi
con l’Ungheria
(0-1 nel 1911
e 1-2 nel 1925)
● Gol
138 i gol fatti,
53 quelli subiti
DAL NOSTRO INVIATO
FIRENZE Sarà l’effetto Conte e un
po’ anche la massiccia presenza ospite, ma domenica sera lo
stadio Meazza presenterà un
bel colpo d’occhio. La prevendita per Italia-Croazia procede
a ritmo spedito e ha mandato
in soffitta le funeree previsioni
delle settimane scorse: ieri
mattina, a 4 giorni e mezzo dall’appuntamento, erano stati
staccati 34 mila tagliandi di cui
6 mila già spediti ai croati.
In Federcalcio trapela un
certo ottimismo. L’obiettivo è
superare il traguardo dei 50
mila biglietti venduti ai quali
bisognerà aggiungere gli 8 mila omaggio che saranno destinati alle scuole calcio di Milano
e della Lombardia. Facendo
due rapidi conti a San Siro potrebbero confluire tra i 60 e i 65
mila spettatori. L’arrivo di Conte, sommato ai primi incoraggianti risultati, ha cancellato la
depressione post Mondiale.
Bari e Palermo, prime tappe del
viaggio azzurro dell’ex juventino, hanno risposto in pieno.
Milano, complici le disavventure delle sue squadre, è depressa e la sfida è più dura. Il
Milan ha appena 19 mila abbonati, 9 mila in meno rispetto a
due anni fa. E all’Inter, che non
fornisce i dati, i fedelissimi sono pochi di più: 22.600 circa.
Soltanto in occasione di MilanJuventus (78.804 spettatori con
oltre 3 milioni di incasso), San
Siro si è riempito quest’anno,
ma nelle altre partite i rossoneri non sono mai arrivati a 40
mila: si va dai 38.384 spettatori
contro la Fiorentina ai 28.272
con il Palermo. Sono lontani i
tempi in cui gli abbonati milanisti erano oltre 60 mila e trovare un biglietto era quasi im-
possibile. All’Inter non stanno
meglio: rispetto all’anno scorso
i nerazzurri hanno perso 10 mila spettatori di media. E mai sono riusciti a raggiungere 50 mila presenze, neppure contro il
Napoli (40.384). Il picco stagionale appartiene alla prima sfida della stagione: 45.660 spettatori contro i dilettanti islandesi dello Stjarnan, un dato in
cui si mischiavano speranze e
voglia di ripartire. Ora il destino si è capovolto: contro il Verona c’erano solo 27.314 spettatori.
L’Italia promette di fare molto meglio. Conte prende atto
della risposta del pubblico, ma
ormai ha in testa solo la Croazia. La squadra è fatta: Ogbonna guiderà la difesa a tre con
Ranocchia e Chiellini, De Rossi
sarà il regista basso (Verratti,
alle prese con la pubalgia, è tornato a Parigi), Candreva e Marchisio gli interni con licenza di
attaccare la profondità; Darmian e De Sciglio gli esterni,
Immobile e Zaza le punte. Ieri
mattina lunga seduta video
(studiati gli errori con Malta) e
nel pomeriggio i titolari hanno
Precedente
L’ultimo gol
segnato dalla
Nazionale a San
Siro: è datato
15 novembre
2013 e porta
la firma
di Beniamino
Abate. È la rete
del definitivo
1-1
nell’amichevole
con la
Germania:
dopo
il vantaggio
dei tedeschi
con Hummels
all’8’,
il pareggio
arriva al 28’
(Sport Image)
lavorato sulla parte tattica con
le sagome disposte secondo il
4-2-3-1 e 4-3-3 croato. El Shaarawy, a un certo punto, ha preso il posto di De Sciglio, mentre
Soriano quello di Marchisio.
Conte studia anche le soluzioni
in corsa.
E Balotelli? Continua a rima-
L’autobiografia dell’uruguaiano
Suarez: «Mi hanno trattato come un criminale»
Il morso
Luis Suarez
morde Chiellini
al Mondiale
(Ansa)
«Mi hanno trattato come un criminale». L’attaccante uruguaiano
del Barcellona parla così della squalifica per il morso a Giorgio
Chiellini al Mondiale nella sua autobiografia intitolata «La mia
vita». Nelle anticipazioni del quotidiano spagnolo Sport si legge
che Suarez riconosce di aver sbagliato: «È stata colpa mia, era la
terza volta che mi è successo, anche se sono stato un facile
bersaglio. Mordere spaventa un sacco di gente, ma è innocuo...
almeno negli incidenti di cui sono stato protagonista. Di certo,
niente di paragonabile al morso di Tyson a Holyfield». Suarez
ringrazia il Barcellona per averlo «riabilitato» dopo giornate
passate «nascondendomi e cercando di evitare i paparazzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nere ai margini. La linea è quella del basso profilo, come confermano le parole di Chiellini,
uno dei leader. «Con Mario
non c’era niente da ricostruire
dopo il Mondiale. Voi parlate
sempre di lui, mentre a noi interessa solo vincere domenica». Ma un paio di suggerimenti Giorgione al compagno
glieli ha spediti. Il primo: «Mio
fratello non avrebbe mai postato una foto simile» (Enock ha
pubblicato un fotomontaggio
raffigurante Balo con i capelli
di Conte, ndr). Il secondo, decisivo: «Per arrivare in alto più
del talento contano applicazione, umiltà e voglia di sacrifici.
Qui tutti sono importanti, ma
nessuno è indispensabile». E
ha ricordato Tevez: «Vincevamo già 2 o 3 a 0 contro il Parma
e Carlitos si è fatto 50 metri di
campo per stoppare una ripartenza». Mario lo ha mai fatto?
Alessandro Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
alla Gazzetta dello
Sport apprendiamo
che da quando è in
Italia Rudi Garcia ha violato
per ben 11 volte la norma
(Fifa) che proibisce
l’utilizzo di mezzi di
comunicazione in
panchina. E che per 11 volte
ha pagato (lui o la Roma, il
dettaglio non è chiaro) la
multa relativa: in totale 122
mila euro. Il tecnico
francese è stato colto in
castagna anche domenica
all’Olimpico nella gara con
il Torino, impegnato in
telefonate proibite con il
proprio vice, sistemato in
tribuna per monitorare la
partita dall’alto. Che la
regola sia obsoleta e
meritevole di abolizione
non ci piove ma, fino a
prova contraria e in base a
un elementare principio di
diritto, se una norma non
risulta abrogata si intende
pienamente in vigore. Per
questo motivo stupisce: 1)
l’incapacità della giustizia
sportiva di sanzionare in
maniera più efficace
(squalifica) chi,
infischiandosene
dell’ordine costituito,
somma una serie di
recidive da Guinness dei
primati; 2) l’incapacità da
parte di Garcia di
comprendere la negatività
del messaggio trasmesso:
chissenefrega delle regole,
il pagamento della multa
lava tutto. Se l’ottimo
tecnico giallorosso lo
consente, avremmo un
suggerimento ad hoc:
scateni i suoi dirigenti in
un’azione diplomatica tesa
alla cancellazione
dell’anacronistica norma,
lasci il cellulare nello
spogliatoio e versi ogni
settimana i 10 mila euro
(circa) di multa risparmiati
a chi ne ha realmente
bisogno. In questi tempi di
disperazione avrà soltanto
l’imbarazzo della scelta.
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
52
È mancato all’affetto dei suoi cari
Mauro Frediani
Lo annunciano con immenso dolore la moglie Colette, i suoi figli Niccolò, Michele, Nathalie con le
rispettive famiglie e i nipotini.- I funerali avranno
luogo il giorno 13 novembre 2014 alle ore 15.15
presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie.- Si
prega di non inviare fiori, ma donazioni a Vidas.
- Milano, 11 novembre 2014.
Marina, Michele con Marinella, Francesco con
Claudia, nel pianto annunciano la scomparsa del
loro amato
Carlo ed Antonia con Alice e Beatrice si stringono
affettuosamente ad Irene, Fabio, Giulio e Giorgio
nel dolore per la grande perdita di
Prof. Bruno Danieli
Giacomo Corno
Non fiori, ma opere di bene.- I funerali saranno
celebrati nella chiesa di Sant’Eufemia (corso Italia).- Per il giorno e l’ora contattare Impresa San
Siro al n. 02.32867.
- Milano, 12 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Saverio, Matteo Gardino.
– Mario Calori e sorelle.
– Carla Barosi e figli.
Marina, straziata dal dolore, piange il suo adoratissimo
I ristoranti Ribot, Primonovecento e Rembrandt
annunciano la triste perdita del loro "Comandante"
- Milano, 12 novembre 2014.
Mauro Frediani
Bruno
Mauro
nonno Bruno
- Milano, 12 novembre 2014.
Nanda, Miuccia e Alberto si stringono con grande amore a Marina, Michele e Francesco nel dolore
per la perdita del carissimo
Bruno
- Milano, 11 novembre 2014.
Urbano e Anna Faina partecipano commossi al
dolore della famiglia nel ricordo e nel rimpianto
del caro amico
Mauro
- Milano, 12 novembre 2014.
Ciao
Mauro
sarai sempre con noi.- Ci stringiamo con affetto a
Colette, Nico, Nathalie e Miky.- Anna Davide e Ale,
Terri Marco e John, Titti, Giuliana, Nella, Simona
e Giuseppe. - Milano, 12 novembre 2014.
Valerio e Massimiliano si stringono con immenso
affetto all’amico di sempre Micky e a Colette, Niccolò e Natalie nel momento della perdita del loro
caro papà
Mauro
- Milano, 12 novembre 2014.
Tutta la famiglia Zampolli partecipa con affetto
al dolore di Micky nel momento della scomparsa
di
Mauro Frediani
- Milano, 12 novembre 2014.
Norma e Aldo con Simone e Alice, Deborah e
Simone, abbracciano affettuosamente Colette, Nati, Miki e Nico nel ricordo del caro amico
Mauro
- Milano, 12 novembre 2014.
Ciao
- Milano, 12 novembre 2014.
Miuccia e Patrizio, con Lorenzo e Giulio, ricordano con grande affetto e stima il caro
Bruno
- Milano, 12 novembre 2014.
La direzione e i dipendenti Fratelli Prada SpA sono vicini con tutto il loro affetto a Marina Prada, ai
figli Michele con Marinella e Francesco con Claudia, alle nipotine Chiara, Benedetta, Margherita e
Giulia e a tutti i famigliari nel momento della scomparsa del
Prof. Bruno Danieli
di cui ricordano l’animo sempre attento e cortese,
e si uniscono al dolore della famiglia.
- Milano, 12 novembre 2014.
Il gruppo Prada è vicino a Marina Prada e a tutti
i suoi famigliari nel doloroso momento della scomparsa del marito
Prof. Bruno Danieli
ed esprime le sue più profonde condoglianze.
- Milano, 12 novembre 2014.
Il team di Luna Rossa Challenge si unisce al dolore di Marina Prada e di tutti i suoi famigliari nel
momento della scomparsa del marito
Marco e Franca Giovannini con Filippo Francesco e Paolo si stringono intorno alla famiglia del
caro
Andrea e Giuliana con Roberta e Stefano, Giuseppe e Stefano, Paolo e Flora nel dolore per la
perdita di
Mauro
Bruno
Ciao
Mauro
amico caro.- Ci mancherai.- Massimo, Grazia, Giacomo e Livia, Tommaso e Saly con Liliana.
- Milano, 12 novembre 2014.
amico caro e compagno di tanti giorni sereni, si
stringono con grandissimo affetto a Marina, Michele e Francesco. - Milano, 12 novembre 2014.
Mauro
Mauro
- Milano, 12 novembre 2014.
Nikola e Luisa Dimitrijevic sono affettuosamente
vicini alla famiglia Frediani per la scomparsa di
Prof. Bruno Danieli
- Milano, 12 novembre 2014.
Piangiamo la scomparsa di un grande uomo,
grande marito, grande padre, grande nonno,
grande professore, uomo dolcissimo
Mauro
Giorgio e Patrizia abbracciano Marina Michele e
Francesco nel ricordo di
Mauro
- Oggiono, 12 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Sergio Lietti.
– Francesco Spreafico.
– Dario Negri.
Giovanna Dossena, Stefano Filippini, Samuele
Pontisso e Lorenzo Snaidero partecipano commossi
al dolore del dottore Michele Frediani per la scomparsa del papà
dott. Mauro Frediani
- Milano, 12 novembre 2014.
Paolo e Giulia Zambelli partecipano con molto
affetto al dolore di Niccolò e di tutta la famiglia per
la scomparsa del caro
Mauro Frediani
- Milano, 12 novembre 2014.
Angelo e Maria, addolorati per la perdita di
Mauro Frediani
ne ricordano l’affettuosa amicizia e sono vicini alla
famiglia. - Milano, 12 novembre 2014.
Mauro Lacitignola e famiglia partecipano con
commozione al dolore della famiglia Frediani per
la perdita del signor
Mauro
- Milano, 12 novembre 2014.
Il Presidente Sire Pio Bruni, il Presidente Agri Pinuccio Molteni e Pierangelo Pavesi partecipano al
lutto della famiglia per la scomparsa di
Mauro Frediani
- Milano, 12 novembre 2014.
L’Ordine Alato dei Cialtroni dell’Oca saluta
l’amico
Mauro
grande anfitrione di tante serate ravvivate dalla
sua intelligenza e simpatia.
- Milano, 12 novembre 2014.
I soci di Tan Holdings sono vicini a Micky e alla
famiglia in questo triste momento e partecipano al
dolore per la scomparsa del loro caro
Mauro Frediani
- Milano, 12 novembre 2014.
Davide Bonelli, Giorgio Bonelli, Mauro Marcheselli, Giulio Terzaghi, Michele Masiero, Alfredo Castelli, Ornella Castellini e tutta Sergio Bonelli Editore partecipano al lutto per la scomparsa di
Mauro Frediani
ricordandone la signorilità e la cordialità.
- Milano, 12 novembre 2014.
Domenico e Silvia con Tommaso, Paolo e Annamaria con Francesco si stringono a Silvia nel dolore
per la scomparsa di
Alessandro Granata
uomo e amico esemplare.
- Mirano, 13 novembre 2014.
Gabriele e Mimma Rosso ricordano con nostalgia e affetto l’amico
Ettore Carlo Arrigoni
- Lisanza di Sesto Calende, 11 novembre 2014.
Aldo, Betta, Stefi, Sergio, Chiara e Ottaviano sono vicini a tutta la famiglia Corno ricordando con
affetto il caro
Giacomo
- Monza, 13 novembre 2014.
Peppino ed Attilio addolorati e commossi esprimono sentite condoglianze ai famigliari per la
scomparsa di
Giacomo
- Agliate, 12 novembre 2014.
Vittorio Coda è affettuosamente vicino a Fabio e
a Giulio nel dolore del distacco dal loro grande
papà
Gian Giacomo Corno
- Milano, 12 novembre 2014.
Luisa Gariboldi e i figli Massimiliano, Chiarella
ricordano con affetto l’amico
Giacomo Corno
- Lissone, 12 novembre 2014.
Giovanni Frau, Francesco Ruffino, Francesca
Verna e tutti i collaboratori dello Studio Legale Frau
Ruffino Verna sono vicini a Giorgio e alla sua famiglia in questo momento di grande tristezza e dolore per la scomparsa del padre
Giangiacomo Corno
- Milano, 12 novembre 2014.
La Famiglia Artistica Lissonese ricorda con gratitudine la vicinanza e la generosa assistenza professionale dell’amico
Giangiacomo Corno
Bruno
Gian Giacomo
uomo di grande professionalità e umanità.
- Desio, 12 novembre 2014.
Il Consiglio dell’Associazione Interprofessionale
di Monza e Brianza unitamente ai propri associati
porge sentite condoglianze all’amico Avvocato
Giorgio Corno e ai suoi famigliari per la grave perdita del padre
Giacomo
- Monza - Lissone, 12 novembre 2014.
Il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, i dipendenti e collaboratori della società
ASML SpA partecipano con grande commozione al
lutto ed al dolore della famiglia Corno per la scomparsa del
Dott. Gian Giacomo Corno
primo Presidente della nostra società.
- Lissone, 12 novembre 2014.
- Milano, 12 novembre 2014.
Gian Giacomo Corno
Elena Grassi è vicina con molto affetto a Marina
e alla sua famiglia nel caro ricordo di
Bruno
- Milano, 12 novembre 2014.
Maria Grazia Mazzocchi si unisce al grande dolore di Marina e di tutta la famiglia per la perdita
di
Bruno
- Milano, 11 novembre 2014.
Marco Spreafico partecipa al dolore della famiglia Frediani per la perdita del caro
Gian Giacomo Corno
Giorgio e Cristina, le loro famiglie e i colleghi
dello Studio Carpinelli si stringono a Giorgio e famiglia nel dolore per la scomparsa del padre
Mauro Frediani
Ernesto e Ivana Pellegrini con Valentina e Alessandro partecipano commossi al dolore della famiglia Frediani per l’immatura scomparsa del caro
amico
- Milano, 12 novembre 2014.
Paolo e Tiziana Arosio, con Laura Daniela e Roberto sono vicini con affetto a Irene, Fabio, Giulio
e Giorgio Corno e famiglie per la perdita del caro
amico
Gli amici Ester e Giò, Giuseppe, Iaia e Pietro,
Manuela e Sandro, Nanette e Franco, Nina ed Angelo sono affettuosamente vicini a Marina ed ai
figli Michele e Francesco per la perdita del caro
Non dimenticheremo mai la sua generosità, la sua
disponibilità, il suo sorriso ironico, la sua grande
intelligenza, la sua amicizia.- È stato un grandissimo privilegio conoscerlo ed averlo come amico.Stringiamo forte la nostra carissima Marina, amica
vera di una vita, i suoi figli Michele e Francesco, i
loro figli e piangiamo con loro.- Daniele Paola Vlasta Simone Gabriele e Dalia.
- Milano, 13 novembre 2014.
Gli amici di sempre: Marco, Nik, Cluds, Ugo, Fede,
Frenk e Filo. - Milano, 12 novembre 2014.
Dott. Giacomo Corno
e si unisce al cordoglio di Irene Fabio Giorgio e
Giulio. - Lissone, 13 novembre 2014.
Prof. Bruno Danieli
Carissimi Colette, Nico, Miky e Naty, ci uniamo
con tanto affetto al dolore per la scomparsa del
grande
Silvia Lischetti addolorata ricorda con commozione il caro amico e prezioso Consigliere
Partecipano al lutto:
– Vittorio e Claudia Pellegatta.
Gentilezza, cordialità e professionalità sono state il suo stile.- Questo vogliamo ricordare di
Famiglia Carlo senior Sacchi.
- Milano, 12 novembre 2014.
Porterò con me i suoi consigli.- Ho perso un amico.- Mi mancherà.- Grazie Dottore.- Peter.
- Milano, 11 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– I collaboratori dello Studio Arosio.
Bruno
Prof. Bruno Danieli
Un affettuoso abbraccio a tutta la famiglia.- Maurizio ed Enrica Dallocchio.
- Milano, 12 novembre 2014.
Gian Giacomo Corno
Alberto, Gioia, Carolina e Andrea sono vicini a
Marina, Michele e Francesco nel ricordo di
di cui ricordano il supporto sempre affettuoso ed
entusiastico di sportivo.
- Milano, 12 novembre 2014.
Mauro Frediani
carissimo amico di una vita e uomo di grandissimi
valori e umanità. - Milano, 12 novembre 2014.
uomo che ha insegnato ad essere cittadini del
mondo. - Lissone, 12 novembre 2014.
Mauro
Eleganza e garbo, signorilità e generosità.- Ci
mancherà tutto di
Gian Giacomo Corno
e sono vicini a Marina, Michele e Francesco e alle
loro famiglie in questo momento di grande dolore.
- Milano, 12 novembre 2014.
rimarrai sempre nei nostri cuori.- Angelo e Ivana,
Felice e Liliana, Marco e Donatella, Sergio e Luisa.
- Milano, 12 novembre 2014.
in questo triste momento.
- Milano, 12 novembre 2014.
Giancarlo e Mimma Bergamini con i figli profondamente commossi abbracciano affettuosamente
Irene, Fabio, Giulio e Giorgio e le loro famiglie per
la dolorosa scomparsa di
Chiara, Benedetta, Margherita e Giulia salutano
con affetto il loro caro
- Milano, 11 novembre 2014.
La mamma Mara, il fratello Franco con Ornella,
i nipoti Andrea e Mara piangono con grande dolore la scomparsa del caro
uomo di grande sensibilità.
- Orlando, 12 novembre 2014.
marito, padre e nonno amatissimo, presenza sicura e discreta per i suoi amici.
- Milano, 12 novembre 2014.
Enrico con Elisa ed Elena partecipa con fraterno
affetto al dolore di Marina e famiglia per la perdita
dell’amico
Bruno
- Milano, 12 novembre 2014.
Angelo e Gigina Binaghi con Antonia, Filippo e
Riccardo partecipano, addolorati e commossi, al
lutto di Marina per la perdita dell’amato marito
Partecipano al lutto:
– Luca, Lucio e Mara Confalonieri.
– Maria, Margherita, Ciccia e Alberto Solci.
– Renato, Mariolina, Valentina, Corrado.
– Alfredo Malguzzi.
– I soci, i collaboratori e i dipendenti di Malguzzi
e Associati-Milano.
– Renata Angelini e Moiz Palaci.
– Ausonio Zubiani.
Prof. Fabrizio Trecca
sei stato il mio Maestro di esperienze, di consigli,
di vita, di quella tua vita unica, irripetibile e piena
e per questo ti ringrazio per aver voluto condividere con me la tua professionalità, la tua genialità, il
tuo straordinario intuito, la tua cultura infinita, rendendomi orgogliosa di essere la tua assistente.Hai sempre mantenuto quello che dichiaravi.- Ciao
Trecca, lasci il silenzio intorno a te.- Anna Maria
Francescangeli. - Roma, 12 novembre 2014.
Giancarlo Scheri e tutta Canale 5 si uniscono con
affetto al dolore della famiglia per la scomparsa di
Fabrizio Trecca
prof. Bruno Danieli
- Tavernerio, 12 novembre 2014.
- Cologno Monzese, 12 novembre 2014.
Stefano ed Emanuela Maiorana, addolorati, sono vicini a Marina e a tutta la famiglia per la prematura scomparsa dell’amico e collega
Giorgio, Andrea, Massimo, Monica, Enrico e tutta la Direzione Risorse Artistiche di Mediaset si uniscono al dolore della famiglia e abbracciano
Fabrizio Trecca
Prof. Bruno Danieli
- Milano, 12 novembre 2014.
È mancata all’affetto dei suoi cari
Mariuccia Lucchini Canton
esempio di grande professionalità, impegno e
straordinaria umanità.
- Cologno Monzese, 12 novembre 2014.
Ciao
Fabrizio
Lo annunciano il marito Luigi e i figli Giovanna,
AnnaLisa e Paolo con Giovanna.- Le esequie
avranno luogo presso la chiesa dei SS. Cosma e
Damiano di Airuno alle 14.30 di oggi.
- Merate, 13 novembre 2014.
la tua travolgente vulcanica simpatia sarà sempre
con me!- Giorgio Restelli.
- Cologno Monzese, 12 novembre 2014.
Il Presidente Paolo Mieli e l’Amministratore Delegato Laura Donnini con tutta RCS Libri si stringono a Giovanna per la perdita della mamma
Massimo Porta con tutta la Direzione Intrattenimento Mediaset partecipa con sincero affetto al
profondo dolore della famiglia per la scomparsa di
Mariuccia Lucchini Canton
Fabrizio Trecca
- Milano, 12 novembre 2014.
- Cologno Monzese, 12 novembre 2014.
Massimo Turchetta con i colleghi e amici di RCS
Libri Trade si stringe con affetto a Giovanna e alla
sua famiglia nel dolore per la scomparsa della
mamma
Il presidente Fedele Confalonieri, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, l’amministratore delegato
Giuliano Adreani, i consiglieri d’amministrazione,
il collegio sindacale, i dirigenti e tutti i dipendenti
del gruppo Mediaset partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa di
Mariuccia Lucchini Canton
- Milano, 12 novembre 2014.
Luca Ussia e gli amici e colleghi della casa editrice Rizzoli abbracciano forte Giovanna Canton, e
partecipano commossi al suo dolore per la perdita
della cara mamma
Mariuccia
- Milano, 12 novembre 2014.
Da Lorenzo, Luisa, Ivan e Alexandra un immenso
abbraccio a Giovanna e famiglia per la perdita di
mamma
Mariuccia
- Milano, 12 novembre 2014.
Fabrizio Trecca
- Cologno Monzese, 12 novembre 2014.
Pier Silvio Berlusconi è vicino con affetto alla moglie Maria Pia e ai figli Osman e Giorgia per la
perdita del caro
Fabrizio Trecca
- Cologno Monzese, 12 novembre 2014.
Niccolò Querci si unisce al dolore della famiglia
per la scomparsa del caro amico
Fabrizio Trecca
- Milano, 12 novembre 2014.
Con il conforto della fede è mancata la
Mariuccia Lucchini Canton
Abbraccio Giovanna con il mio affetto.- Emanuela.
- Moneglia, 12 novembre 2014.
Anna Goppion, Giulio Lattanzi, Marcello Giani e
gli amici di Fabbri-Centauria partecipano al dolore
di Giovanna per la perdita della madre
Mariuccia Lucchini Canton
- Milano, 12 novembre 2014.
È mancato
Sergio Oldrini
Commossi ne danno annuncio Massimo, Mirta, Patrizia e Mariuccia.- I funerali avranno luogo il 13
alle ore 9 presso la chiesa di Santa Maria alle Grazie al Naviglio. - Milano, 11 novembre 2014.
dott.ssa Liliana Castellani
La ricordano con amore Paolo e Luciana.
- Roma, 12 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Maria, Mario, figli e nipotina.
– Chiara.
– Liliana con Francesco e figlie.
– Francesca con figlia.
Alfredo Ambrosetti, Valerio De Molli, i soci ed i
colleghi di The European House - Ambrosetti partecipano commossi al dolore del collega Flavio
Sciuccati e della famiglia per la scomparsa della
mamma
Luigia Slavazza
- Milano, 13 novembre 2014.
È mancato all’affetto dei suoi cari
Partecipa al lutto:
– Il gruppo Gattefossé.
Cristina e Raffaele abbracciano Anna, Paola e
Sergio nel ricordo di
Luigi
- Imola, 12 novembre 2014.
I dipendenti e collaboratori tutti di Biochim Srl
rimpiangono la prematura perdita del loro Presidente
Dott. Luigi Carinelli
uomo stimato e amato da tutti per la sua umanità
e la sua immensa disponibilità.
- Milano, 12 novembre 2014.
Il Presidente Lorenzo La Mattina, i Consiglieri e
i soci della Società Italiana di Chimica e Scienze
Cosmetologiche si uniscono al dolore dei familiari
nel ricordo del
Dott. Luigi Carinelli
già Presidente dell’associazione, fulgido esempio
di professionalità e onestà, collega, amico e guida
per tutti noi. - Milano, 13 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Elio Mignini Past President IFSCC.
– Gianfranco Secchi Past President IFSCC.
– Gli organizzatori di Formulating & Making Cosmetics.
La Direzione ed il personale di Saipem S.p.A.
prendono parte con profondo dolore al lutto che
ha colpito la famiglia Pizzamiglio per la scomparsa
della dipendente e collega
Annunziata Pizzamiglio
- San Donato Milanese, 12 novembre 2014.
Carissimi Isabella, Fabrizio ed Olimpia, ci stringiamo con grande affetto e cordoglio a voi, in questo
momento così doloroso.- Michele e Maria Libera
Rinaldi. - Milano, 12 novembre 2014.
nonna Eleonora Cattania
Ticozzi Valerio
Luca e Lucrezia Orsini Baroni e Filippo Marenco
di Santarosa abbracciano con affetto Isabella per
la scomparsa di
di 100 anni.- Il Signore ricompensi la sopportazione delle tue pene con la gioia della sua luce eterna.- Il funerale sarà celebrato giovedì 13 novembre alle ore 15.30 nella chiesa parrocchiale di
Coldirodi-Sanremo.
- Sanremo, 11 novembre 2014.
Emanuele Villafranca Soissons
- Milano, 13 novembre 2014.
I nipoti Valeria, Paolo e Carlo Ticozzi Valerio con
le famiglie sono affettuosamente vicini ai cugini
Franco e Valerio per la perdita della cara zia
Decor Contract Srl con Marianna e Gabriele e i
suoi collaboratori si unisce al dolore della famiglia
per la prematura scomparsa dell’
Nora Ticozzi Valerio
architetto
- Milano, 12 novembre 2014.
Emanuele Villafranca Soissons
- Milano, 12 novembre 2014.
La nostra cara mamma
Noemi Mori
Il Direttore Umberto Brindani e la redazione del
settimanale Oggi partecipano al lutto di Sergio Zavoli per la scomparsa dell’adorata moglie
ci ha lasciato.- La ricordano con immenso amore
Linda e Laura con Vanni e Paolo e le adorate nipoti
Federica e Carola.
- Milano, 11 novembre 2014.
Rosalba
- Milano, 12 novembre 2014.
Rossana, Chicco e Gaia abbracciano forte Linda
e Laura nel ricordo affettuoso della loro mamma
Bice e Carla Biagi con le loro famiglie abbracciano forte Sergio e Valentina nel ricordo di
Noemi Mori Favini
Rosalba Zavoli
- Milano, 12 novembre 2014.
grande amica della loro mamma.
- Milano, 13 novembre 2014.
Decimo anniversario della morte del
Prof. Dott. Antonio Garofalo
Marisa, Eugenia, Guido e Marina Dalla Valle
piangono la loro amica
nato a Luco dei Marsi (AQ) il 19 luglio 1923 e
scomparso a Roma il 13 novembre 2004.- Sono
quarant’anni dal nostro primo incontro ma l’amore
non muore mai.- Sei sempre con me ancora, ogni
giorno e con ogni respiro anima mia...- Chrystel.
- Roma, 13 novembre 2014.
Rosalba Zavoli
e abbracciano Sergio e Valentina.
- Ravenna - Milano, 12 novembre 2014.
Decimo anniversario della morte del
L’11 novembre 2014 serenamente ha lasciato
questa vita il
Prof. Dott. Antonio Garofalo
Generale
I colleghi di IGIER Università Bocconi partecipano
commossi al dolore di Fulvio per la scomparsa del
caro papà
Giorgio Sagramola
Severino Ortu
padre dolcissimo e compagno tanto amato.- I suoi
cari e la famiglia ne danno l’annuncio a esequie
avvenute. - Roma, 12 novembre 2014.
- Milano, 12 novembre 2014.
I figli Franco e Valerio, le nuore Donatella e Sili,
i nipoti Elena, Davide e Federica, i pronipoti Martina, Riccardino, Riccardo e Vittorio annunciano la
scomparsa della amatissima
Emanuele Villafranca Soissons
Luigi Carinelli
Ne dà il triste annuncio la moglie Anna con i figli
Sergio e Paola.- I funerali si svolgeranno giovedì
13 novembre alle ore 14.45 nella chiesa di San
Gottardo al Corso.
- Milano, 12 novembre 2014.
nato a Luco dei Marsi (AQ) il 19 luglio 1923 e
scomparso a Roma il 13 novembre 2004.- La stretta della tua mano, così forte e rassicurante, quel
tuo sorriso dolcissimo... sembra ieri e invece già è
passato del tempo... rimarrai nei nostri cuori per
l’eternità.- Con amore i tuoi nipoti Claudia e Antonio. - Roma, 13 novembre 2014.
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Adesioni al lutto: € 3,70
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
La storia
SPORT
Un urlaccio nello scantinato
Quelli che sollevano il mondo
Basket
Milano spareggia
con il Turow
per non perdere
il futuro in Europa
Pochi soldi, doping, sponsor che fuggono: ai Mondiali di Almaty
gli emuli di Atlante hanno ritrovato un po’ dell’antica nobiltà
Dategli due braccia e vi solleveranno il mondo, come stanno provando a fare 683 atleti in
questa settimana ad Almaty, in
Kazakistan, al Mondiale di sollevamento pesi, disciplina antica, la cui nobiltà è certificata da
un albero genealogico scritto
da personaggi leggendari e imprese che fanno polpette dei limiti della fatica umana. L’Italia
in Kazakistan ha presentato 11
atleti in cerca del pass olimpico, ma sono lontani i tempi di
Bottino (1920), Tonani, Gabetti
e Galimberti (1924), Oberburger (1982), capaci di salire in cima al podio di Olimpia, e per
ora ci si deve accontentare del
6° posto di Genny Pagliaro e
del 19° di Mirco Scarantino, annunciati tra i protagonisti.
Oggi, senza i soldi delle televisioni (il Mondiale va in onda
su Eurosport) e con gli sponsor
che fuggono dopo i troppi
scandali doping che ne hanno
minato la credibilità, lo sport
che si guadagnò la presenza ai
primi Giochi Olimpici dell’era
moderna e che sempre è rimasto nella famiglia olimpica, è
affare per pochi, amatissimo in
paesi improbabili e sperduti,
dove basta uno scantinato di 10
metri quadri, un allenatore
stregone e tanta voglia di emergere per confezionare un eroe
nazionale. Gli emuli di Atlante
arrivano da ogni angolo del
pianeta: le coreane, i russi e gli
americani per tradizione, le colombiane e i vietnamiti, turchi
ed egiziani, iraniani che vivono
per imitare Hossein Rezazadeh, il gigante di un quintale e
mezzo che all’Olimpiade di
Sydney interruppe 40 anni di
monopolio sovietico nella categoria dei colossi. Quando,
nel 2003, stabilì il primato del
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Sforzo
Il cinese
Guoshun Zhong,
uno dei 683 atleti
che partecipano
ai campionati
del mondo
di sollevamento
pesi in corso
ad Almaty,
in Kazakistan
(Epa)
pur di non darla vinta a quel
dannato bilanciere l’ha tirato
su e lì sotto è rimasto immobile, le gambe rigide e gli occhi di
fuori. Una smorfia, un urlo bestiale e lo sforzo si è concluso
con lo schianto a terra di atleta
e attrezzo. Poco dopo Mohamed si è alzato e a fatica è salito
sul podio per mettersi al collo
l’argento mondiale. Cosa si fa
per un chilo in più.
Due specialità, lo strappo e
lo slancio, e tre tentativi per avvicinarsi all’alzata massima, in
tutto un minuto e mezzo che
vale una vita. Le medaglie (e i
primati) si ottengono sia nelle
singole discipline, sia nella
somma del totale sollevato. Fino al 1972 esisteva anche una
terza variante, la distensione
lenta, in cui era imbattibile Vasilij Ivanovic Alekseev, 166 chili
di carne diventati a forza di record (8 titoli mondiali, 2 olimpici) «l’uomo più forte del
mondo». Mai ha voluto rivelare
i suoi metodi di allenamento e
mai ha avuto un allenatore, fino a diventare la leggenda (il
suo cuore ha ceduto nel 2011, a
69 anni) di uno sport che agli
albori faceva esibire i propri
eroi sulla pista di un circo di
periferia e oggi li ammira su
una pedana kazaka nascosta
agli occhi del mondo.
Valerio Vecchiarelli
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Per Milano è già ultima
spiaggia, questa sera (20.30,
diretta Fox Sports 2) al Forum.
O sbarca contro i polacchi del
Turow Zgorzelec, oppure
rischia di essere respinta sul
fronte Eurolega. Il Turow e il
Bayern Monaco sono le due
formazioni che la EA7 deve
lasciarsi dietro per accedere
alle Top 16. Vincere, per
conquistare più tempo per
crescere e risolvere gli attuali
problemi. Film più atteso al
Forum è comunque «Il
risveglio», ovviamente, quello
di MarShon Brooks e Linas
Kleiza, gioielli del mercato,
che ancora non si sono
incastonati nel gioco di
squadra. Quelli del Turow
esibiscono il pivottone Damian
Kulig che è attualmente il
secondo di tutta l’Eurolega per
valutazione e sta viaggiando a
20 punti di media partita: gran
lavoro in vista per Samardo
Samuels. Con l’Eurolega torna
Daniel Hackett, e con lui un
poco più di carisma e
personalità in regia. Infine, dai
mercati lombardi: Cantù cerca
di riportare in Brianza Georgi
Shermadini, il lungo (216 cm)
georgiano che nel 2011-12 ha
lasciato buoni ricordi; Varese,
alle prese con i problemi alla
schiena di Kangur, ha
ingaggiato Christian Eyenga,
ala congolese con brevi
passaggi Nba (Cleveland e Los
Angeles Lakers).
Werther Pedrazzi
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Rubriche in abbinata: Corriere
della Sera - Gazzetta dello Sport:
n. 1 Offerte di collaborazione: €
2,08; n. 2 Ricerche di collaboratori:
€ 7,92; n. 3 Dirigenti: € 7,92; n. 4
Avvisi legali: € 5,00; n. 5 Immobili
residenziali compravendita: € 4,67;
n. 6 Immobili residenziali affitto: €
4,67; n. 7 Immobili turistici: €
4,67; n. 8 Immobili commerciali e
industriali: € 4,67; n. 9 Terreni: €
4,67; n. 10 Vacanze e turismo: €
2,92; n. 11 Artigianato trasporti: €
3,25; n. 12 Aziende cessioni e rilievi: € 4,67; n. 13 Prestiti e investimenti: € 9,17; n. 14 Casa di cura
e specialisti: € 7,92; n. 15 Scuole
corsi lezioni: € 4,17; n. 16 Avvenimenti e Ricorrenze: € 2,08; n. 17
Messaggi personali: € 4,58; n. 18
Vendite acquisti e scambi: € 3,33;
n. 19 Autoveicoli: € 3,33; n. 20 Informazioni e investigazioni: € 4,67;
n. 21 Palestre saune massaggi: €
5,00; n. 22 Chiromanzia: € 4,67;
n. 23 Matrimoniali: € 5,00; n. 24
Club e associazioni: € 5,42.
Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera
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di Maria Volpe
Ficarra e Picone
con Blasi
e i re della risata
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l cabaret torna al giovedì
sera. Oggi a condurlo c’è
l’amata coppia Ficarra e
Picone (foto) che sta
sbancando i botteghini al
cinema. Al loro fianco Ilary
Blasi. Ospite d’eccezione: la
cantante Elisa che si
cimenterà in una serie di
gag con i conduttori. Tra i
comici che si esibiscono
Vergassola, Gioele Dix, Mr.
Forest, il Trio Medusa.
Zelig
Canale 5, ore 21.10
Innocenzi, l’allieva
ospita il maestro
A
l via la seconda
edizione del
programma condotto da
Giulia Innocenzi, «allieva»
di Michele Santoro che
stasera, con Vauro, sarà
presente nell’anteprima
della puntata (per una sorta
di benedizione). Ospite è
Landini. Tanti i giovani in
studio.
Announo
La7, ore 21.10
Un nuovo show
per Don Chisciotte
I
l mito Don Chisciotte,
l’eroe di Cervantes, nello
spettacolo dell’Aterballetto,
andato in scena al Teatro
Valli di Reggio Emilia con la
coreografia di Eugenio
Scigliano. Il lavoro si
sviluppa su musiche
spagnole dal XVII secolo a
oggi, e su composizioni del
finlandese Kimmo
Pohjonen.
Don Q. - Don Quixote de la
Mancha
Rai Cultura, ore 21.15
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Corriere della Sera Giovedì 13 Novembre 2014
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Sul web
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
A FIL DI RETE di Aldo Grasso
Atmosfere e un Owen da brividi nel medical drama di Soderbergh
Vincitori e vinti
A
lla lunga teoria dei medical drama, uno
dei generi più serializzati della tv americana, si aggiunge un nuovo, sconvolgente capitolo: «The Knick» (Sky Atlantic,
martedì, ore 21.10). New York City, 1900,
Knickerbocker Hospital, noto semplicemente come «The Knick». A seguito di un’operazione non
riuscita, il primario J.M. Christiansen si uccide. Ad
assumere la guida del reparto di chirurgia viene
chiamato il dottor John Thackery (un bravissimo
Clive Owen), geniale nella sua materia ma inesorabilmente afflitto da dipendenza da cocaina.
I due scenari della serie sono così fatalmente delineati nella doppia personalità del protagonista.
DI MARTEDÌ
Giovanni Floris
Testa a testa fra i talk:
sale Giovanni Floris
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febbre puerperale), gli ispettori sanitari che fanno
affari illeciti e i portantini corrotti che si fanno pagare sotto banco per accaparrarsi i malati.
A differenza di altre serie, qui l’apporto del regista è fondamentale. È di Steven Soderbergh, che dirige tutti gli episodi, il realismo horror che caratterizza ogni scena: luci fioche, ambientazione perfetta ma quasi cianotica, recitazione umorale e notturna a sottolineare i prodigi e gli inganni della
medicina.
Ma le rappresentazioni troppo energiche della
sofferenza induriscono i cuori di chi guarda? Vale
anche per la tv?
Da una parte, la sala operatoria dove gli interventi
vengono compiuti tra rivoli di sangue, addomi lacerati, dissezioni, stomaci arati in un tripudio pulp di
setticemie, infezioni, morti atroci. E ovviamente
sono i più poveri e gli immigrati a far la parte delle
cavie. Dall’altra la vita personale di Thackery (personaggio ispirato al chirurgo William Stewart
Halsted), segnata da un’accorta commistione di satanico e di celeste. In mezzo, i pesanti segni del
tempo: il razzismo che mette ancora ai margini i
medici di colore, la pratica chirurgica nella fase aurorale (ci sono momenti in cui tornano alla mente
le livide atmosfere del «Dottor Semmelweis», la tesi di laurea L.F. Céline dedicata al debellatore della
BALLARÒ
Massimo Giannini
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Giovedì 13 Novembre 2014 Corriere della Sera