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L’idea di Medioevo
L’identità europea
“Quel qualcosa che ci fa europei, a dispetto di tante diversità e delle divisioni
innanzitutto nazionali, va ricercato nel nostro passato durante il quale si sono
sedimentate eredità che a poco a poco, attraverso un percorso non lineare e
frammentario, hanno costituito il patrimonio dell’Europa e contribuito a formare il
mondo europeo in quanto europeo. Ed è in particolare nel Medioevo, nei secoli che
canonicamente vanno dal IV al XV, che cominciano a formarsi quei ‘caratteri originali’
che forniranno agli europei un'identità”.
(Saura Rabuiti, Le radici medievali dell’Europa, Lezioni d’Autore Treccani)
Molti storici, da Marc Bloch a Jacques Le Goff, avevano visto nel Medioevo
l’infanzia dell’Europa.
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All’inizio fu una visione dell’identità cristiana contrapposta a quella islamica
che vedeva nella vittoria di Carlo Martello a Poiters (732) un punto cardinale e
nell’impero carolingio il primo embrione della futura Europa.
In seguito, si mise l’accento sulla sintesi latino-germanica: mille anni fa, fra X e XI
secolo, si cominciò a formare un’identità nuova, che andava oltre l’omogeneità
etnica precedente.
“Due grandi ambiti culturali si [andarono delineando] nel cuore della vecchia
dominazione carolingia: il Regno dei franchi occidentali, la futura Francia – in cui
l’incontro latino-germanico si [realizzò] con una certa prevalenza linguistico-culturale
di impronta latina – e il Regno dei franchi orientali, cioè il Regno teutonico, dove il
medesimo incontro [vide] una prevalenza di elementi di impronta più schiettamente
germanica.” (Giuseppe Sergi, L’idea di Medioevo. Tra senso comune e pratica storica,
Roma, Donzelli, 1998, pp. 37-38)
L’incontro di queste due
grandi tradizioni politiche e
culturali, che aveva visto, da
un lato, i rappresentanti della
Gallia romana accedere alle
carriere militari dell’Impero e,
dall’altro, esponenti del popolo
dei Franchi diventare vescovi
cristiani, fu all’origine della
formazione di una popolazione
‘europea’.
La diffusione di una ‘cultura
europea’ avviene, per tutto il
millennio medievale e oltre,
fino ai giorni nostri, attraverso università cittadine e, prima ancora, monasteri e
scuole episcopali. Tanti i centri di formazione di un ceto intellettuale europeo: non ci
fu una ‘capitale’ che ebbe la funzione di irradiazione del pensiero e dello stile di vita
europeo che, invece, si venne costruendo anno dopo anno, città dopo città, castello
dopo castello, monastero dopo monastero.
Le stesse crociate svolsero una funzione contraddittoria nella costruzione
dell’identità europea: se è vero che compattarono gli europei in direzione della
cristianità contro il nemico islamico, è anche vero che in questo modo resero quanto
mai astratta e pressoché
impossibile la missione di
evangelizzazione ‘universale’
dell’umanità. La cristianità fu
‘ridotta’ alla Chiesa ortodossa
bizantina, cui guardavano i popoli
dell’Europa orientale, e alla
Chiesa romana, cui aderiva il
resto d’Europa; nulla fuori
d’Europa, fino alla scoperta e
conquista del ‘Nuovo Mondo’
americano. Di conseguenza, il
pensiero e i valori della cristianità,
interpretati da santi e filosofi, e
governati da potentissime
gerarchie ecclesiastiche,
improntarono di sé un’identità
europea in costruzione.
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La periodizzazione
È noto che il Medioevo fu inventato dagli umanisti del Rinascimento che
considerarono il lungo intervallo di tempo tra l’età classica della civiltà greco-romana e
la sua “rinascita” nel XV-XVI secolo, un’età “di mezzo”.
Gli storici hanno canonizzato per tale periodo, come spesso accade, più di un
termine per l’inizio e la fine.
Le date più utilizzate e accreditate per l’inizio sono la deposizione dell’ultimo
imperatore di Roma, nel 476, con la fine dell’Impero Romano d’Occidente, a opera
degli Eruli di Odoacre, e il sacco di Roma nel 410 a opera dei Visigoti di Alarico.
Per la fine vengono proposte la data del 1492, scoperta dell’America da parte di
Cristoforo Colombo, come simbolo dell’inizio dell’era moderna e di quella che oggi
chiamiamo visione ‘globale’ dell’umanità, oppure il 1453, conquista di Costantinopoli
da parte degli Ottomani, che segna la fine anche dell’Impero Romano d’Oriente.
In ogni caso si tratta di un millennio, dal V al XV secolo.
Dieci secoli tutt’altro che bui…
…basti ricordare, per restare in Italia, Tommaso d’Aquino, Dante Alighieri, la
Repubblica di Venezia, ecc.
Secondo G. Sergi, peraltro, “il Medioevo è l’età della sperimentazione politicosociale”: la mescolanza
bizantina di cultura greca e
tradizioni latine (corpus iuris
giustinianeo), la costruzione
carolingia di poteri
personali e territoriali (i
feudi), la struttura
gerarchica della Chiesa
romana mutuata dall’Impero,
l’invenzione della politica come
professione (il podestà nei
comuni), ecc. ecc.
Infine, se è vero che nel
Medioevo si formarono le
grandi monarchie nazionali
(Francia, Spagna, Inghilterra)
e le grandi autonomie locali
(comuni e signorie in Italia, Germania e Fiandre) è vero anche che fu l’epoca di una
grande integrazione etnica, nel senso di vera e propria fusione tra etnie latine e
germaniche, che pose le fondamenta del grande sviluppo culturale, economico,
sociale e politico dell’Europa dei secoli XI-XIII.
Va sottolineata tale sintesi inter-etnica, alla quale la ventata nazionalistica degli
ultimi due secoli ha messo la sordina, inventando tradizioni che esaltano la ‘purezza’
etnica alla base di presunte nazionalità formatesi nel Medioevo. Tra i luoghi comuni
più recenti, si segnala peraltro l’invenzione di giostre, palii e giochi vari di presunta
ascendenza medievale, come lancio turistico di borghi e città…
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In conclusione
“Il Medioevo può essere valorizzato per ciò che maggiormente lo deve segnalare
all’attenzione di storici e di insegnanti, e non alla strumentalizzazione dei politici: mi
riferisco alla propensione all’integrazione etnica.
… [Per esempio,] sono note le maggiori fortune dell’Italia del Nord, dove già nel secolo
X i latini, i longobardi e la dominante minoranza franca sono pervenuti a
un’avanzatissima fusione, rispetto all’Italia del Sud, dove per secoli longobardi, latini,
bizantini, arabi e normanni confliggono o convergono, ma sempre mantenendo forti
identità.”
(G. Sergi, op. cit., pp. 42-43)
Didascalie
Paolo Uccello, La battaglia di San Romano (partic.), http://galleriamedievale.blogspot.it
Torture medievali, http://bibliotecamakart.altervista.org
Coimbra, Biblioteca da Universidade 722, fol. 2r, http://faculty.cua.edu/pennington/
Eugène Delacroix, Ingresso dei crociati a Costantinopoli, http://www.frammentiarte.it
Ambrogio Lorenzetti (1349), Effetti del buon governo sulla città e sul contado, Palazzo Comunale Siena,
(partic.), www3.unisi.it
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