08.01.2015IL.Messaggero vigilante si finge agente

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Giovedì 8 Gennaio 2015
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Cronaca di Roma
Cerroni inchiodato
da un testimone:
«Truffava sui rifiuti»
La foto Fiaccolata a piazza Farnese Esquilino
Fermato, si finge agente
denunciato un vigilante
`Le accuse di un investigatore al processo per la discarica:
«Intascava milioni ai danni di molti comuni dell’hinterland»
IL PROCESSO
Tariffa truffaldina per far sganciare soldi in più ai Comuni. Il teste cardine del processo contro
Manlio Cerroni, un investigatore
del Nucleo Tutela Ambiente dei
carabinieri, il maresciallo Massimo Lelli, ieri ha raccontato per
sette ore in aula come l'ex patron
dei rifiuti ha gestito la grande
truffa ai danni di una sfilza di comuni dell'hinterland, ora parti
civili. Un affare semplice, che secondo la ricostruzione del teste e
dell'accusa, ha fruttato quasi cinque milioni di euro.
La Pontina Ambiente di Cerroni avrebbe infatti conferito in discarica una fetta maggiore del
cosiddetto cdr, il combustibile
da rifiuti, che, invece, si sarebbe
dovuto spedire agli impianti di
termovalorizzazione, in questo
caso di Colleferro, per la produzione di energia. Raggirando co-
LE INDAGINI AVREBBERO
ACCERTATO CHE
IL PATRON DELLA COLARI
GETTAVA IN DISCARICA
MATERIALI CHE DOVEVA
SMALTIRE DIVERSAMENTE
sì i Comuni e i cittadini che pagavano la relativa tassa.
IL BLITZ
Ad un anno quasi dal blitz che il
9 gennaio del 2014 ha portato all'
arresto del re dei rifiuti e di altri
sei indagati, il processo a carico
della cricca di Manlio Cerroni è
entrato nel vivo, sotto le domande incalzanti del pm Alberto Galanti, titolare dell'inchiesta. «Ci
sono state comunicazioni della
Pontina Ambiente sui quantitativi di rifiuti in ingresso e in uscita
dall'impianto» ha spiegato il maresciallo Lelli. «Quindi la Regione era a conoscenza di quello
che avveniva e non ha attivato le
procedure necessarie di controllo e di rivalutazione delle tariffe
a carico dei comuni».
Per questo processo nell'elenco degli imputati, per lo più non
presenti in aula, figurano oltre a
Cerroni, patron dell'ex megadiscarica di Malagrotta, anche il
suo braccio destro, Francesco
Rando; l'ex presidente della Regione Lazio, Bruno Landi; Piero
Giovi, socio del rais; Giuseppe Sicignano, già supervisore delle attività operative condotte presso
gli impianti di Cecchina; Luca Fegatelli, ex dirigente dell'Area Rifiuti della Regione e Raniero De
Filippis, responsabile del Dipartimento del territorio della Re-
gione. Ai domiciliari nell'ambito
dell'inchiesta sulla gestione dei
rifiuti nel Lazio sono stati spediti
a giudizio con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata
al traffico dei rifiuti, e, secondo
le posizioni, anche di violazione
di norme contro la pubblica amministrazione e la truffa in pubbliche forniture. Regione, Provincia e Roma Capitale, più otto
centri dei Castelli, oltre ministero dell'ambiente, Legambiente
Lazio e gruppi di cittadini, invece rappresentano le parti civili.
I DANNI
Tra le richieste più mirate quella
di Genzano, l’unico Comune che
punta alla restituzione di tutte le
somme pagate per lo smaltimento dei rifiuti. L'avvocato Giuseppe Lo Mastro, decano nel settore,
ha fatto un calcolo di 11 milioni e
mezzo di euro tra danni patrimoniali e non.
«Perché» ha spiegato «tra il
2006 e il 2012 è stato prestato un
servizio illecito». I rifiuti, infatti,
come ha accertato l'inchiesta e
ricostruito il sottufficiale ieri, venivano ammassati, senza una
preselezione adeguata, nel settimo invaso della discarica di Roncigliano, a Albano, fulcro dell'inchiesta.
Adelaide Pierucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Siamo tutti Charlie Hebdo»
Davanti all'ambasciata di Francia in piazza Farnese, un
centinaio di persone ha dato vita ad un presidio di
solidarietà dopo l'attentato al settimanale francese Charlie
Hebdo. Oggi alle 18, la fiaccolata organizzata dalla Fnsi
Fermato dai carabinieri a
piazza Vittorio per un
controllo di routine ha esibito
un falso distintivo della polizia
dichiarando ai militari di
essere un agente. Per questo i
Carabinieri del Nucleo
Radiomobile di Roma hanno
denunciato a piede libero un
romano di 37 anni, dipendente
di un istituto di vigilanza
privata, con l’accusa di falsa
attestazione a pubblico
ufficiale sull’identità e
possesso di segni distintivi
contraffatti.
L’uomo quando è stato fermato
ha esibito una riproduzione di
una placca metallica distintivo.
Nella sua auto i carabinieri
hanno anche recuperato una
ricetrasmittente scanner
sintonizzata sulle frequenze
delle comunicazioni radio
delle forze dell’ordine.
Anziano rapinato dalla giovane badante
LA STORIA
Ha conquistato la fiducia del signor Luciano con l'inganno: facendo leva sulla tenerezza e sulla
voglia di compagnia di un ultrasettantenne rimasto solo al mondo. Dopo essersi proposta come
badante, l'ha convinto a farla entrare in casa e ha iniziato a prendersi cura di lui. L'ha fatto accomodare sul divano e gli ha offerto un succo di frutta. Il vecchietto, ammaliato dalla gentilezza di
una ragazza giovane e bella, ha
bevuto la bibita. E si è risvegliato
la mattina seguente con il portafoglio vuoto e con l'anulare sinistro sguarnito della fede nuziale,
ultimo ricordo della moglie defunta. Ha capito di essere stato
raggirato e derubato, nel modo
più subdolo, per giunta. Disperato, ha quindi sporto denuncia.
Poi, si è recato in Procura e ha riconosciuto in fotografia la signorina che gli aveva spezzato il cuore: si chiama Stella Maria R., ha
30 anni ed è di Roma. Ora si trova
agli arresti domiciliari, disposti
dal gip Maria Agrimi su richiesta
del pm Giuseppe Bianco. La don-
LA DONNA È STATA
IDENTIFICATA
E SI TROVA ADESSO
AGLI ARRESTI
DOMICILIARI: È UNA
ROMANA TRENTENNE
na era già nel mirino degli inquirenti perché, pochi giorni prima
di derubare Luciano, aveva tentato di avvicinare altre due vecchiette.
L'APPROCCIO
Una di loro si chiama Angela, 73
anni, e per ingannarla l’indagata
si era offerta come donna delle
pulizie. E anche Angela, dopo
averla accolta a casa, è stata derubata. L'avvocato Federico Sciullo, difensore do Maria Stella R., è
invece certo dell’innocenza della
sua assistita: «Si è sottoposta all’interrogatorio di fronte al gip
negando l'addebito - ha dichiarato il penalista -l'arresto è frutto di
un equivoco».
Michela Allegri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Casal Bruciato, muore
per overdose di eroina
L’ALLARME
E’ stata trovata a notte fonda, cadavere, distesa su una poltrona in salotto. Accanto ai piedi una siringa
d’insulina con tracce di eroina.
Quella di Deborah B., 43 anni, è la
prima morte di overdose da eroina dell’anno nella Capitale, preceduta da molte altre: la prova che il
”buco” è tornato ad infettare le periferie.
Erano quasi le tre di notte di
martedì quando il convivente ha
chiamato un’ambulanza da uno
stabile di via Sebastiano Satta, a
Casal Bruciato, sulla Tiburtina.
Ma il personale del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso e chiamare la polizia. Sul posto sono arrivati gli agenti che subito hanno appurato che la situazione era poco chiara.
Il convivente della donna, origi-
naria di Cremona, era stravolto
dal dolore e non ha saputo fornire
indicazioni su come siano andati i
fatti e su chi ha fornito la droga letale alla compagna. E’ stato indagato dall’Autorità Giudiziaria che,
quindi, indagherà d’ufficio anche
su di lui in relazione alla morte
della donna.
LE INDAGINI
L’uomo, sempre secondo gli investigatori, risulta avere dei precedenti penali e, in passato, avrebbe
avuto dei contatti con la malavita
di zona dove da tempo agiscono
spacciatori e altri malviventi nonostante le tante retate di polizia e
carabinieri.
Il medico legale, intanto, ha accertato attraverso l’ispezione del
cadavere, che l’orario della morte
è compatibile con la chiamata del
convivente dell’ambulanza. Sarà
svolta l’autopsia nei prossimi giorni e anche gli esami tossicologici.
Da una prima indagine risulta che
la donna morta era tossicodipendente. Da qualche mese aveva spostato la residenza da una casa a
Tor Bella Monaca a quella a Casal
Bruciato dove viveva il compagno.
IL CEIS
A DARE L’ALLARME
È STATO IL COMPAGNO
GLI INVESTIGATORI
TEMONO CHE GIRI
UNA PARTITA DI DROGA
TAGLIATA MALE
Gli agenti stanno indagando amicizie e conoscenze della donna per
arrivare ad individuare il ”puscher” che le ha dato la dose fatale.
Ad agosto dello scorso anno i dati
del Ceis (centro italiano di solidarietà) di Don Picchi già parlavano
di una crescita netta in tre anni del
consumo di eroina pari al 37% che
vedrebbe nella capitale oltre
50.000 persone tra i 13 e i 48 anni
cadere nell'utilizzo di questa sostanza a dispetto di una diminuzione del -7% del numero di consumatori di cocaina.
M.D.R.
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Una Volante
Minaccia
un poliziotto
con la siringa
insanguinata
IL CASO
Ha aggredito con una siringa
usata un agente di polizia.
L’episodio è accaduto l’altroieri pomeriggio in via Amico
Aspertini, nella zona di Torre
Angela quando, intorno alle
17,30 una Volante - durante il
consueto servizio di controllo
del territorio - ha fermato
un’auto. Il conducente non ha
voluto fornire le proprie generalità; dopo qualche attimo,
dall’interno dell’auto, ha mostrato una siringa completa di
ago sporco. Con un gesto repentino è poi sceso, e con la siringa in mano ha minacciato i
2 poliziotti; nel tentativo di fermarlo un agente è stato colpito con la siringa, il cui ago gli si
è infilzato nel palmo di una
mano. L’uomo, identificato
per V.D., 31enne romano, è stato poi comunque bloccato e arrestato per lesioni, violenza e
resistenza a Pubblico Ufficiale. L’agente della Polizia di Stato ferito è stato poi visitato in
ospedale per le cure del caso.