Numero febbraio 2014 - Associazione Pensionati Cariplo

Il Giornale dei Pensionati
della “Ca’ de Sass”
Anno 44°, numero 112, febbraio 2014
Associazione Pensionati CARIPLO e Banca Intesa
Aderente alla FAP Credito
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale – 70% DCB Milano
- 1.400
Assistenza fiscale in Associazione
No, non stiamo parlando delle
profondità marine, ma del numero
dei soci che mancano all’appello.
Da quando è entrata in vigore la
rivoluzione Inps, che ci ha costretti
ad adottare la procedura SEPA
(ex RID), che prevede l’addebito
diretto annuale sul conto corrente
anziché la trattenuta mensile
sulla pensione da parte del Fondo
Pensioni, la nostra Associazione si
trova in estrema difficoltà: eravamo
in circa 4.800 e ora ufficialmente ci
siamo ridotti a poco più di 3.400.
Infatti, i tempi lunghi imposti dalla
complessità della citata procedura
SEPA - invio di lettere con busta di
ritorno, attesa della risposta, caricamento dei modelli (non sempre corretti purtroppo) e finalmente accredito – hanno fatto sì che nel corso
dell’intero 2013 si potesse riscuotere
un numero esiguo di quote associative, il che ci ha costretto a vendere
titoli per fare cassa e pagare gli stipendi degli impiegati e i fornitori.
A complicare la situazione si è aggiunto il cronico disservizio postale:
dal tenore di decine di telefonate
abbiamo più che il sospetto che molte delle lettere con cui si chiedeva la
compilazione del modello SEPA
non siano mai giunte a destinazione, in particolare proprio nella città
di Milano. Per questo motivo la nostra Segreteria non è in grado di stabilire se la mancata risposta è dovuta alla scelta dell’iscritto di cogliere
l’occasione per recedere dall’adesione
a pagina 2
L’arrivo della primavera porterà
con sé la sgradevole ma inevitabile incombenza della dichiarazione
dei redditi con tutte le complicazioni, i dubbi e le perplessità che
una normativa non sempre limpida, che lascia troppo spazio all’interpretazione (verrebbe da dire
volutamente), comporta.
Come ben sanno i nostri iscritti,
sin dalla sua fondazione l’Associazione è impegnata in questo campo, fornendo assistenza ai soci
grazie alla meritoria opera dei volontari che ieri e oggi si sono gratuitamente e generosamente prodigati in questo delicato compito.
E così sarà anche quest’anno, con
una novità fondamentale. In virtù
di un accordo raggiunto con la
società “Tutela Fiscale del Contribuente”, nel 2014 con una
procedura innovativa rispetto al
passato e che nella fase iniziale
si presenta piuttosto gravosa in
termini di tempo, i nostri operatori potranno agire come un vero
e proprio CAF, o meglio come
IN QUESTO NUMERO:
Assistenza fiscale in Associazione
- 1.400
Novità dal Fondo Sanitario
Mercatino immobiliare
Il credito agli anziani
Cariplo 1973-1992
La festa dei fiori
Assicurazioni
Notizie in breve
l’agenzia di un CAF; pertanto,
non solo essi compileranno i modelli 730 e Unico, ma li inoltreranno regolarmente asseverati
direttamente all’Agenzia delle
Entrate: un indubbio e straordinario salto di qualità a favore dei
soci, che richiederà ai nostri volontari un impegno e una responsabilità ancora maggiori.
Conclusa la tornata della compilazione dei modelli 730 e Unico,
il citato accordo con “Tutela Fiscale del Contribuente” darà la
possibilità di fornire ai nostri
iscritti una serie di altre prestazioni: modello ISEE, modello
RED, IMU, domande di pensione; in sostanza, i servizi che normalmente vengono offerti da un
patronato. Quanto al modus operandi in sede, si rimanda alle pagine 2 e 3 del Giornale, dove
vengono precisate le necessarie
istruzioni.
Confidando nella loro comprensione per eventuali lievi disagi dovuti alla fase di impianto
del sistema, si raccomanda vivamente ai soci di rispettare rigorosamente il giorno e l’ora fissati per la compilazione e di
presentarsi con una fotocopia
di tutta la documentazione occorrente (rendite catastali comprese). Per evidenti ragioni di
costi, oltre che di tempi, non
sarà possibile usare la fotocopiatrice della Segreteria.
SOSTENETE LA VOSTRA ASSOCIAZIONE
RIMANENDO ISCRITTI!
F
Fisco
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
segue da pagina 1
o dalla sua impossibilità di aderire
causa il mancato ricevimento dei
moduli.
In questa incertezza si è pertanto
deciso, contrariamente a quanto
scritto nell’ultima pagina in alto del
Giornale del novembre scorso, di inviare questo primo numero del
2014 anche ai circa 1.400 soci che
non hanno voluto o potuto rispondere al nostro appello.
Al riguardo ci teniamo a sottolineare la parola “soci”, perché ai termini dello statuto (articolo 4) sottoscritto all’epoca più o meno lontana dell’iscrizione, la disdetta deve essere data per raccomandata AR entro il mese di settembre di ogni anno. Quindi,
chi non ha voluto restituire il modulo SEPA, perché non intende più
far parte del nostro sodalizio, deve
comunque comunicarlo per iscritto e
soprattutto versare la quota di sua
competenza per il 2013, anno in
cui ha potuto avvalersi dei servizi offerti dall’Associazione.
Comunque, tutti coloro che mancano all’appello saranno quanto prima contattati per telefono dalla nostra Segreteria e dai volontari che la
supporteranno per capire le ragioni
della mancata risposta. Si spera in
tal modo di poter recuperare un certo numero di soci. Al riguardo l’Associazione confida anche nell’aiuto
dei colleghi già iscritti, che tramite
passaparola potrebbero fare una verifica nella cerchia dei propri amici.
Nel lungo periodo la forte riduzione
del numero degli iscritti e la conseguente contrazione degli introiti rischiano di mettere in forse la sopravvivenza dell’Associazione, stante anche la difficoltà di avere i nomi di coloro che, per pensionamento
o per esodo, lasciano la banca. Se
l’Associazione ha senso di esistere per
quello che fa (e ci pare che ne abbia
ampiamente), si auspica che questo
allarme venga raccolto da coloro cui
essa sta a cuore.
Ermanno Cavagnera
2
Assistenza fiscale
Le novità del 2014
1) Prenotazione
Le prenotazioni per i modelli 730 saranno aperte dal 10 marzo 2014.
Dato che nella fase di impianto i nostri operatori saranno costretti a
inserire ex novo tutti i dati del contribuente, con conseguente allungamento dei tempi, è indispensabile evitare spostamenti dell’ultima
ora per impegni sopraggiunti (salvo casi veramente eccezionali). I soci sono pertanto invitati a presentarsi nel giorno e all’ora fissati muniti
di tutta la documentazione occorrente fotocopiata.
2) Pre-compilazione modelli
Come già precisato, dovendosi creare un archivio anagrafico dei contribuenti, che comporterà un lavoro lungo e complesso, si è pertanto
deciso di iniziare subito a raccoglierli.
Per questo motivo gli interessati devono:
- consegnare le fotocopie ( che non potranno essere fatte in Associazione) di tutta la documentazione necessaria elencata ai punti 3 e 4.
Si consiglia di fotocopiare gli scontrini dei farmaci su carta formato
A3 che ne può ospitare un numero maggiore;
- sottoscrivere l’elenco (disponibile in Associazione) dei documenti
consegnati e impegnarsi a trasmettere, a completamento e in tempo
utile, la restante documentazione, tra cui i CUD che, come l’esperienza del passato insegna, vengono solitamente recapitati in ritardo
rispetto alla data del 28 febbraio 2014 fissata dalle disposizioni in
materia fiscale.
Anticipando i tempi, sarà possibile soddisfare un maggior numero di
richieste o meglio – e questo sarebbe l’aspirazione dell’Associazione –
tutte quelle che verranno formulate.
segue
Modelli 730 - Sezione di Pavia
La Sezione di Pavia dell’Associazione Pensionati Cariplo ha rinnovato l’accordo – valido per il 2014 - con il Movimento Cristiano Lavoratori
(MCL), sede provinciale di Pavia, per la compilazione dei modelli 730 e
Unico. In base all’accordo ai nostri soci di Pavia e provincia che si presenteranno muniti di tessera d’iscrizione verrà richiesta la somma di euro 20
per modello 730; stessa agevolazione sarà riconosciuta al coniuge (euro 20
+ 20). Per fruire invece degli altri servizi offerti dal MCL sarà richiesto un
contributo, secondo le tariffe in vigore per gli iscritti al Movimento, consultabili presso gli uffici MCL.
Il servizio sarà svolto da personale di MCL in Via Menocchio 43 a Pavia tutti
i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17. Per
eventuali informazioni: tel. 0382-33646 – e-mail: [email protected]. I no stri soci di Pavia e provincia potranno ottenere gli stessi servizi rivolgendosi anche agli uffici di MCL di Vigevano (Via Vincenzo Monti 14, tel. 0382-33646
prendere accordi con Luca) e Voghera (Piazza Duomo 70, tel. 0383-42980).
È stato aperto un ufficio a Garlasco (Piazza San Rocco 2, tel. 0382-309767).
Precisiamo che all’ufficio MCL di Vigevano potranno rivolgersi anche i nostri
iscritti della provincia di Novara, mentre a quello di Voghera potranno chiedere assistenza i soci della provincia di Alessandria.
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
F
Fisco
3) Documentazione necessaria per compilare la dichiarazione:
- Dichiarazione dei redditi dell’anno precedente (Modello 730/2013 o Modello Unico 2013).
- Codice fiscale del dichiarante, del coniuge e dei familiari fiscalmente a carico.
- Documento d’identità del dichiarante e del coniuge (in caso di dichiarazione congiunta).
- Numero di telefono fisso e/o cellulare ed eventuale indirizzo di posta elettronica.
- Modello CUD 2014 redditi 2013 rilasciato dal datore di lavoro e/o dall’Ente pensionistico.
- Modello CUD 2014 redditi 2013 del coniuge in caso di dichiarazione congiunta.
- Talloncino di pagamento delle pensioni estere.
- Eventuali atti notarili di terreni e fabbricati acquistati, ereditati, venduti o donati nel corso del 2013.
4) Documentazione necessaria per detrarre o dedurre le spese:
- Per la detrazione delle spese di ristrutturazione edilizia e/o di risparmio energetico relative a parti condominiali: comunicazione dell’amministratore del condominio e codice fiscale del condominio stesso.
Nel caso di ristrutturazione effettuata autonomamente: bonifici bancari delle fatture pagate nel corso
dell’anno 2013.
- Documentazione relativa alle spese mediche sostenute nel 2013 e alle quote rimborsate da Enti
Mutualistici.
- Retta della casa di riposo: dichiarazione rilasciata dalla casa di riposo dove sia separatamente indicato
l’importo relativo all’assistenza medico-infermieristica rispetto all’importo relativo al vitto.
- Quietanze di versamento rate di mutui ipotecari pagate nel 2013.
- Quietanze relative a polizze assicurative sulla vita pagate nel 2013.
- Tasse scolastiche per scuole superiori e università pagate nel 2013.
- Contributi versati nel 2013 ai fondi integrativi del SSN.
- Documentazione quota SSN pagata con l’assicurazione R.C. Auto 2013.
- Acconti IRPEF per il 2013 pagati autonomamente a mezzo delega bancaria.
- Oneri per spese mediche esposti nella dichiarazione precedente e rimborsati nel 2013.
- Erogazioni liberali a favore di ONLUS e Associazioni Sportive: copia dei bollettini di versamento e/o
ricevuta rilasciata dall’Associazione nella quale risulti anche la modalità di versamento utilizzata.
- Contratti di locazione per gli immobili (precisare se trattasi di regime ordinario o di cedolare secca).
- Contributi versati per le collaboratrici domestiche (ricevuta del bollettino postale).
- Assegno periodico corrisposto al coniuge separato: codice fiscale del coniuge separato, bonifici o ricevute rilasciate dal soggetto che percepisce la somma. Non è deducibile la quota versata a favore dei figli.
IMPORTANTE - L’elenco di cui al punto 4 non è esaustivo, in quanto comprende i documenti riguardanti le spese più frequenti. Per quanto non indicato si rimanda alle istruzioni ministeriali
emanate.
Hanno collaborato a questo numero:
Giovanni F. Catenaccio, Ermanno Cavagnera, Ornella Giulini Neri, Alberto Locatelli,
Dante Manara, Enrico Moneta, Gianluigi Pernice, Roberto Razzaboni.
Le foto alle pagine 9 e 10 sono di Ermanno Cavagnera.
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Fondo Sanitario
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
Fondo Sanitario Integrativo
Nei mesi scorsi i nostri soci che hanno aderito nel 2011 al Fondo Sanitario Integrativo si sono visti recapitare un
plico contenente lo Statuto del Fondo con importanti modifiche, il nuovo regolamento operativo e altri documenti,
tra cui un facsimile di modello per la disdetta. Le novità introdotte hanno suscitato perplessità e proteste fra i nostri
iscritti, che hanno indotto i vertici dell’Associazione a studiare possibili azioni di ricorso contro l’iniquità dei provvedimenti. Ne diamo conto in questi tre articoli.
Articolo 9 – Comma 4 dello Statuto del Fondo Sanitario Integrativo (l’attuale formulazione nasce dalla modifica introdotta dall’assemblea dei delegati del dicembre scorso con il voto contrario
dei rappresentanti dei pensionati e
l’astensione dei rappresentanti della Falcri):
“Per gli iscritti destinatari di
trattamento pensionistico di reversibilità le quote percentuali
previste a carico degli ‘iscritti in
quiescenza’ e dei relativi familiari beneficiari sono applicate sul
trattamento pensionistico che
sarebbe spettato al titolare deceduto. Nel caso di iscritti destinatari di trattamento pensionistico
indiretto le relative quote sono
applicate al 65% dell’ultima retribuzione in servizio. In entrambi i casi si applicano nel
tempo le rivalutazioni previste
al comma 2 che precede.”
Sin dalla loro fondazione, le casse
sanitarie poi confluite nel Fondo
Sanitario Integrativo del Gruppo
Intesa Sanpaolo avevano consentito al coniuge superstite di un socio
di conservare il diritto all’iscrizione per sé e per i familiari già ricompresi nel nucleo familiare del
defunto. E il contributo per mantenere l’iscrizione veniva commisurato alla pensione di reversibilità
percepita dal superstite.
Nell’accordo del settembre scorso,
le Fonti Istitutive hanno mantenuto il diritto al coniuge superstite a
restare nel Fondo, ma, dal 1° gen-
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naio 2014, i contributi verranno
commisurati non più all’ammontare della pensione di reversibilità,
ma, nel caso di socio quiescente, all’intera pensione del defunto.
In questi giorni il Fondo sta provvedendo a informare con lettera i
vedovi e le vedove interessati dal
provvedimento. Questa misura riguarda tutti coloro il cui diritto alla
pensione di reversibilità decorre dopo il 1° gennaio 2011, data di costituzione del Fondo Sanitario. Rimangono invece inalterati, e quindi
commisurati alle pensioni di reversibilità, i contributi di coloro il cui
stato vedovile è precedente al 1°
gennaio 2011, quando erano vigenti gli statuti delle vecchie casse.
Risulta evidente l’iniquità di questo provvedimento che colpisce
una categoria che, nella stragrande
maggioranza dei casi, è in condizioni economiche modeste e potrebbe essere costretta ad abbandonare questo presidio assistenziale. Non crediamo che il comportamento delle Fonti Istitutive sia
ispirato da una malvagità che troverebbe riscontro nei “cattivi” dei
romanzi dell’Ottocento. Riteniamo piuttosto che si tratti di un approccio superficiale e sbrigativo, e
quindi profondamente errato, per
correggere qualche caso in cui,
con la vecchia normativa, si potevano creare vantaggi impropri per
alcuni (ossia i superstiti titolari di
redditi propri elevati, la cui reversibilità viene ridotta e con essa la
base contributiva imponibile,
creando così un beneficio che può
essere considerato non giustificato).
Ancora una volta, quindi, per rimediare ad un’eventuale imperfezione della vecchia normativa, si è
creata una sperequazione contributiva che punisce i meno avvantaggiati e ha tutto il carattere dell’illegittimità, quando invece sarebbe bastato trovare dei correttivi
per un’equa soluzione di questi casi. Chiediamo alle Fonti Istitutive
di ripensarci; anche l’Innominato
di manzoniana memoria ebbe modo di redimersi.
Negata la possibilità di recesso
per gli aggregati
A decorrere dal 1° gennaio 2014, in
ossequio all’accordo intervenuto fra
le cosiddette Fonti Istitutive lo scorso settembre, il contributo dovuto
per gli aggregati è aumentato, per
quelli a carico, dallo 0,10% allo
0,25%, e per quelli non a carico
dallo 0,90% all’1,50%, con un incremento, in termini percentuali,
del 125% per i primi e di circa il
60% per i secondi.
Per questi ultimi, in particolare, in
termini assoluti, il “passaggio” è assai significativo, tanto che alcuni
hanno quindi preso in considerazione la rinuncia all’assistenza per il
proprio coniuge e per gli eventuali
figli conviventi. Le richieste in tal
senso, tuttavia, sono state rigettate
dal Fondo Sanitario Integrativo,
invocando l’art. 7, comma 2, dello
statuto, in base al quale, con una
interpretazione del tutto discutibile, gli aggregati possono recedere
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
ove receda anche l’iscritto diretto.
La gravosità dell’imposizione in
questione ci ha, quindi, indotto a
valutare la legittimità del rifiuto sotto il profilo del principio generale
che consente di recedere da un contratto a prestazioni corrispettive
continuate in caso di eccessiva onerosità sopravvenuta; valutazione
tuttora in corso e sulla quale potremo essere più precisi in seguito.
Elezioni per rinnovo cariche
Il 31 dicembre scorso sono scaduti gli Organi statutari del Fondo
Sanitario Integrativo. Al momento
dell’uscita del nostro Giornale, è
già stata emanata la circolare per il
loro rinnovo. Il Regolamento
Elettorale, predisposto dalle Fonti
Istitutive e fatto proprio nella seduta consiliare del 12 febbraio
scorso, prevede che le liste con i
candidati non richiedano firme di
presentazione ove provengano dalle Organizzazioni Sindacali, mentre, per quanto riguarda i pensionati, tali liste devono essere corredate dalle firme di presentazione,
stabilite nel 3% degli iscritti diretti in quiescenza: in altri termini,
oltre 600 firme. Il Regolamento in
questione prevede che le liste dei
pensionati per il rinnovo della carica di Consigliere siano composte
da due nominativi, dei quali quello che otterrà il maggior numero
di voti sia chiamato a far parte dell’Organo di gestione, mentre il secondo assumerà la veste di supplente. In tale contesto, quindi,
ancorché nulla vieti di votare la lista, sarà opportuno esprimere una
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Fondo Sanitario
preferenza. Per quanto riguarda,
invece, l’elezione per l’Assemblea
dei Delegati (che sostituisce l’Assemblea degli iscritti), la lista sarà
composta da quattro nomi suddivisi fra candidati e supplenti.
Alla luce di quanto precede – soprattutto in relazione al notevole
numero di firme richiesto per la
presentazione delle liste – alcune
Associazioni di Pensionati hanno,
quindi, ritenuto di valutare l’opportunità di presentare candidature comuni. Facciamo ancora una
volta rimarcare la diversità di trattamento riservata ai Sindacati ed
alle nostre Associazioni, con il notevole aggravio imposto a queste
ultime per l’esercizio del diritto ad
essere rappresentate.
Giovanni F. Catenaccio
TFR – Settore Casse di Risparmio
Con sentenza n° 6204 del 15 marzo 2010 la Corte di Cassazione ha sancito la computabilità – agli effetti
della determinazione del TFR – delle seguenti voci retributive: lavoro straordinario, premi individuali,
premio di anzianità (25° e 35° anno di servizio), ferie non godute, festività non godute . La sentenza
ha efficacia generale ai sensi dell’art. 420 bis del Codice di Procedura Civile.
I colleghi che avessero ritirato il TFR da non più di cinque anni, possono inviare all’azienda una lettera
raccomandata di interruzione della prescrizione (il modello di testo è reperibile sul sito dell’Associazione
www.pensionaticariplo.it alla voce Varie – Comitato Indipendente TFR ) al fine di poter eventualmente
intraprendere una vertenza giudiziaria. Gli interessati sono invitati a trasmettere copia della lettera all’Associazione che – nel caso – fornirà supporto logistico e consulenza.
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L’Associazione non assume alcuna responsabilità per le questioni che a qualsiasi titolo, in relazione agli annunci, dovessero sorgere fra le parti interessate.
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Credito anziani
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
Il credito agli anziani
Pubblichiamo la relazione del nostro Presidente sul “credito agli anziani”, svolta nell’ambito della Conferenza Nazionale indetta da AGE-Platform Italia, avente come tema “Verso un’Europa accogliente ed amica delle persone anziane”, svoltasi a Roma il 14 novembre 2013, alla quale egli è stato invitato a partecipare ed intervenire in qualità
di Presidente della Federazione Nazionale delle Associazioni dei Pensionati Bancari (Fapcredito).
Gli argomenti trattati e da trattare
nell’ambito di questa Conferenza
Nazionale pongono l’accento sulla
condizione complessiva dell’anziano
nella società, sulla considerazione
che riceve in quanto tale, sui diritti
che gli devono essere riconosciuti,
sui presidi da mettere a sua disposizione, in particolare in situazioni
come quella che oggi si sta vivendo
nel nostro Paese.
L’iniziale domanda alla quale non
è possibile sottrarsi è questa: la
classe politica, gli esponenti dell’area economica e finanziaria e, in
definitiva, chi governa a vario titolo le sorti del Paese, hanno consapevolezza dell’effettiva condizione
dell’anziano e, in generale, delle
fasce deboli della popolazione?
Qualche dubbio sovviene.
Eppure, va rammentato che oggi, in
Italia, i pensionati sono oltre 16 milioni, dei quali il 70% è costituito
da uomini e donne con età superiore a 65 anni. Ovviamente, con l’avvento della riforma Fornero il numero tenderà, nel lungo periodo, ad
aumentare per effetto dello slittamento dell’età pensionabile, con
evidente incremento, mantenendo
questo trend, anche delle problematiche connesse.
Accanto a questo dato, di esclusivo
carattere demografico, ne va considerato un altro di ben diversa e di
più concreta natura: secondo il dato
ISTAT riferito al 2011, oltre il 40%
dei pensionati over 65 percepisce
meno di 1.000 euro al mese di pensione. È pacifico, quindi, che in tale
contesto, talvolta pure solo per assicurarsi una sopravvivenza appena
dignitosa, il ricorso al credito può
diventare una necessità.
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Peraltro, sempre con maggiore frequenza l’anziano è chiamato ad affrontare situazioni contingenti, dove accanto agli imprevisti legati, per
esempio, allo stato di salute, ci possono essere esigenze che impongono
interventi a sostegno dei figli, non
tanto e non solo per permettere loro
di creare una famiglia o di comperare una casa, ma, addirittura, e sempre più spesso, per consentire loro
di arrivare a fine mese, evitando, in
tal modo, le tensioni famigliari legate alle ristrettezze economiche derivanti dall’endemica mancanza di
mezzi e di lavoro, tensioni che troppe volte sono prodromiche al disfacimento dell’unità della famiglia.
E tuttavia, in un contesto come quello evidenziato, l’accesso al credito diventa assai problematico, legato
com’è, da un lato, all’incedere dell’età
e, dall’altro lato, allo scarso peso economico che può essere messo sul
piatto della bilancia per convincere
gli enti deputati (banche o finanziarie
che siano) ad aprire la borsa. Perché,
se parliamo di mutui, il limite d’età
(di norma fra i 75 e gli 80 anni) quale termine ultimo di scadenza per la
restituzione, per le banche è qualcosa
di sacro. Se parliamo, invece, di peso
economico, è vincolante la capacità
restitutoria del mutuatario misurata,
di norma, sulla base del suo introito
annuale, diviso per i dodici mesi dell’anno, con possibilità di destinarne
un terzo mensilmente all’ammortamento del mutuo. Se si tratta invece
di credito al consumo, i tassi applicati
correlati a una durata del finanziamento che, solitamente, non supera i
cinque anni, inducono a desistere
dall’accedervi, se non per impellente
necessità non altrimenti soddisfabile
e a costo di sacrifici pesantissimi.
Faccio rilevare, a questo proposito,
che alla rigidità nel concedere non
corrisponde molto spesso altrettanta
attenzione nell’offrire, soprattutto
all’anziano, prodotti finanziari di
assai scarsa attendibilità e affidabilità, proponendo assets di rischio
elevato, al solo scopo di raggiungere
gli obiettivi di mercato o, peggio
ancora, di far uscire dal portafoglio
prodotti poco apprezzati dagli enti
finanziari istituzionali (Cirio, Parmalat, Giacomelli, Argentina eccetera, ne sono un esempio recente).
Salvo, poi, approfittare degli aiuti
dell’Europa per investire in titoli di
Stato, ma riducendo drasticamente
la concessione del credito, elemento
vitale per la crescita e lo sviluppo
economico, come sentiamo dire da
tanto tempo, ma con l’incapacità di
trovare una soluzione.
Non è chi non veda, in tale contesto, che la mancanza di liquidità necessaria per soddisfare i bisogni primari costituisce un grave problema
sociale che, permanendo questo stato di stagnazione, non potrà che dilatarsi e di ciò si trova conferma
nell’aumento costante, inarrestabile,
della soglia di povertà che è giocoforza vada a colpire le fasce più
deboli (anziani, giovani, disoccupati
perenni) della popolazione. Si parla
di otto milioni di persone (oltre il
13% della popolazione).
Gli strumenti finanziari ai quali poter accedere, peraltro, non sempre
rispondono, per varie ragioni, alle
esigenze dell’anziano di creare liquidità. La cessione del quinto della
pensione è forse oggi la fonte più
immediata per soddisfare tale esigenza. Essa, tuttavia, impegna da
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
subito alla restituzione, talvolta con
una erosione delle entrate, con la
conseguenza che l’onere, alla lunga,
si può dimostrare insostenibile. Peraltro, il rischio maggiore di siffatta
operazione è quello di cadere in mano a finanziarie d’assalto che, approfittando di necessità primarie e
non procrastinabili, impongono
condizioni al limite dell’usura.
In tempi recenti, nell’ottica della
cosiddetta finanza creativa, è stata
prospettata l’ipotesi, per chi è proprietario di immobili, di cedere all’ente finanziatore o al privato la
nuda proprietà dell’unità residenziale, mantenendone l’usufrutto che,
come noto, non cade in successione, ma si consolida in capo al nudo
proprietario nel momento in cui
l’usufruttuario viene a mancare.
Fermo restando che si tratta di
un’operazione non generalizzata,
ma accessibile esclusivamente a chi
è proprietario dell’abitazione in cui
dimora e che, quindi, esclude chi
proprietario non è, essa trova ostacoli non indifferenti, correlati principalmente al fatto che la nuda proprietà del bene potrebbe risultare di
valore notevolmente inferiore a
quello reale, soprattutto nell’ipotesi
in cui colui che si riserva l’usufrutto
è ancora relativamente giovane. Per
converso, ritengo che gli enti bancari e finanziari abbiano poco interesse ad intraprendere questa strada
perché, a fronte dell’erogazione di
denaro, non hanno alcun ritorno
immediato, ancorché rateale, non
lucrano interessi e non hanno certezza dei tempi in cui l’eventuale
realizzo del bene possa avvenire, addossandosene, invece, l’onere, alla
maturazione del momento, della
vendita.
Un’altra opportunità (si fa per dire)
è costituita dal cosiddetto prestito
vitalizio ipotecario. È un prodotto,
applicato per la prima volta in Gran
Bretagna nel 1999, definito lifemortgage o equity release, successivamente diffusosi nel mondo anglosassone. In America è detto anche
reverse mortgage, mentre in Spagna
è proposto dal Cermi (Comitato
nazionale delle persone con disabilità) col nome di “canone inverso”.
Dal dicembre 2005 è stato introdotto anche in Italia con la legge n.
248/05.
L’operatività è riservata agli enti assoggettati al Testo Unico delle norme in materia bancaria e creditizia e
ha per oggetto la concessione di finanziamenti a lungo termine, con
capitalizzazione annuale di spese ed
interessi e con rimborso integrale in
unica soluzione alla scadenza, che
coincide con la morte del proprietario. La garanzia deve essere costituita da ipoteca di primo grado sulla
casa di abitazione. Ne possono usufruire le persone fisiche di età superiore ai 65 anni. La restituzione del
debito maturato deve avvenire nei
dodici mesi dall’intervenuta scadenza e, qualora non vi fossero superstiti del debitore, la banca procederà
alla vendita del bene per soddisfarsi.
Nell’ipotesi in cui il ricavato non
dovesse coprire l’intera esposizione,
gli eredi vi dovranno comunque
sopperire, salvo che nel contratto
non sia stata inserita una clausola
che limita il valore finale del debito,
se superiore, a quello di realizzo dell’immobile (no negative equity guarantee). L’entità del prestito è, anche in questo caso, legata all’età del
finanziato: più vicina ai 65 anni è
l’età, minore sarà l’importo del finanziamento, che solitamente oscilla fra un minimo del 15% e un
massimo del 50% del valore di stima dell’immobile cauzionale.
La rischiosità di tale strutturazione,
peraltro, è ancora una volta prevalentemente – se non completamente - a carico dell’anziano, perché, fra
l’altro, non essendo stabilita una
scadenza temporale del finanziamento, legata solo all’evento morte,
non è dato conoscere preventivamente il peso finale del debito che,
in ragione della previsione di anatocismo, potrebbe subire una crescita
esponenziale. Inoltre, un ulteriore
C
Credito anziani
rischio è quello di sottrarre agli eredi la successiva proprietà del bene
qualora non fossero in grado di pagare, con la conseguenza che, per
non essere gravati comunque del
debito in questione, essi potrebbero
essere costretti a rinunciare all’intera eredità, posto che una rinuncia
parziale non è possibile. Va, infine,
precisato, che rimane sempre e comunque nell’autonomia dell’ente finanziatore accogliere o rifiutare il finanziamento, considerata la variabilità della tipologia di immobili che
potrebbero formare oggetto di ipoteca. In definitiva, la legge, a prima
vista, sembra una buona legge. Poi,
scavando, emergono le criticità ed i
rischi che, alla fine, portano a ritenere che, in concreto, è pressoché
inapplicabile. Ed infatti, non se ne
sente parlare. Del resto, per le banche in particolare, non mi sembra
molto conveniente: l’operazione è
legata ad una aleatorietà sicuramente maggiore di quella che normalmente coinvolge i finanziamenti a
lungo termine.
Come si sarà potuto rilevare, tutto è
dunque lasciato all’attività privatistica – e, pertanto, ad un giudizio di
opportunità e convenienza - ed è
completamente assente, in nome
della libertà d’impresa, qualsiasi intervento, a livello di sistema, che
possa dare respiro a chi, anziano, è
talvolta costretto a fare i conti con
una quotidianità matrigna. La mancanza di risorse, del resto, che si
protrae per tanto tempo sino a diventare sistemica (non va dimenticato, come detto, che in Italia ci sono otto milioni di poveri, in buona
parte pensionati), produce nell’anziano una situazione di incertezza
che non di rado può sfociare nell’angoscia e nella depressione. Diventa, in definitiva, un problema
sociale che, allo stato, non pare essere percepito, ai vari livelli istituzionali, nella sua dimensione reale.
Per concludere, mi sento di dire che
l’accoglienza delle persone anziane,
tema emblematico di questa Confe-
7
S
Storia Cariplo
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
Cariplo 1973-1992. Gli ultimi venti anni
di una grande istituzione bancaria
Una decina di anni fa, nell’ambito del più tradizionale e fedele mondo Cariplo, si avvertì a tutti i livelli
l’esigenza di fornire una corretta rappresentazione
degli ultimi esercizi di attività della grande Istituzione bancaria nata nel 1823. Infatti, capitava spesso, verso la
fine degli anni Novanta, di leggere articoli di stampa fortemente critici nei confronti delle casse di risparmio in generale
e della Cariplo in particolare,
accusate indistintamente di
avere dimensioni inadeguate,
strutture rigide e inefficienti e
mentalità provinciale, in sostanza di non essere al passo coi
tempi. Per certi versi e per alcuni istituti poteva anche essere
così, ma non era certamente il
caso della Cariplo, come dimostra ampiamente il libro che riproponiamo (si veda il Giornale di novembre 2013 a pagina
16), nato per impulso originario dell’avv. Camillo
Ferrari e del prof. Riccardo Marchioro e scritto da
quattro colleghi già del Servizio Studi: Adelmo Tedeschi, Piergiovanni Razzi, Lino Pogliaghi e Laura
Frisoni. Completano il volume due scritti dedicati
alle figure dei professori Giordano Dell’Amore e
Antonio Confalonieri; ne sono autori il prof. Roberto Ruozi e il prof. Francesco Cesarini, rispettivamente. L’opera, che si chiude con una Postfazione a
firma del dr. Pierluigi Novello, sarà pubblicata dalla
Editrice Morcelliana di Brescia.
renza, richiede che l’Europa, attraverso gli strumenti legislativi e/o
amministrativi che le sono propri,
faccia in modo che gli Stati membri
siano spinti a legiferare di conseguenza. Occorre ovviamente, in via
principale, che si radichi la convinzione, oggi del tutto assente, che
l’anziano, lungi dall’essere un peso
per la società, diventa una risorsa
8
Dati e fatti alla mano, gli autori sono riusciti a dimostrare che i giudizi fortemente critici nei confronti della “nostra” Banca erano assolutamente ingiustificati e che, al contrario, proprio nel ventennio considerato (che va dal 1973
al 1992) essa si dimostrò essere
l’azienda di credito più brillante
nel panorama bancario italiano,
avendo messo a segno uno sviluppo patrimoniale ed economico
senza precedenti. L’indagine si
ferma al momento in cui la Cariplo da Ente unico si trasforma per dettato della legge Amato del
1990 - in Società per Azioni, il
cui capitale era detenuto al 100%
dalla “Fondazione Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde”, alla quale rimaneva il compito di gestire la “beneficenza” intesa nell’accezione più ampia del
termine. Va riconosciuto agli autori l’indubbio merito di aver scritto,
come meglio non si potrebbe, un capitolo importante, il penultimo, della gloriosa storia della Cariplo, le
cui attività bancarie, come è noto, si chiudono con
l’avvento del terzo millennio e la confluenza in Banca Intesa. Ora aspettiamo che qualcun altro, un giorno, scriva con altrettanta competenza sulle vicende
di quella S.p.A.
La nostra Associazione ha deciso di sostenere la stampa del volume con un contributo di 500 euro. In
cambio riceverà un certo numero di copie, che saranno a disposizione dei soci che intendessero acquistarle.
nella misura in cui, soprattutto a livello istituzionale, si è capaci di valutare e cogliere le opportunità che
egli è in grado di esprimere. Se si
dovesse prendere davvero coscienza
di questo, molti problemi che oggi
assillano l’anziano, accesso al credito compreso, potrebbero incominciare a trovare quella attenzione che
egli merita. Il ruolo dell’Age-
Platform Europa dovrà essere, quindi, a mio avviso, quello di agire
pressantemente nelle sedi più opportune, perché limitando gli interventi a dichiarazioni di principio,
ben difficilmente potranno essere
raggiunti i risultati che ognuno di
noi auspica.
Giovanni F. Catenaccio
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
T
Tradizioni
La festa dei fiori del “Tredesin de Marz”
Cinquanta e più anni fa, a Milano,
aveva ancora seguito la tradizionale
festa dei fiori del Tredesin de Marz
(il tredici di marzo), soprattutto fra
i milanesi di una certa età. La fiera,
un evidente retaggio di antichi riti
collegati all’arrivo della primavera,
al pari di altre feste pagane assunse
col tempo anche un carattere liturgico, in quanto il giorno in questione fu abbinato a una significativa
tradizione che attribuisce l’evangelizzazione di Milano e la fondazione
della Chiesa ambrosiana a san Barnaba, l’apostolo che accompagnò
san Paolo nella sua opera di diffusione del Vangelo. Storicamente
non esiste alcuna prova che il santo
sia mai stato a Milano (e nemmeno
in Italia), ma si sa che spesso le leggende si radicano solidamente nella
memoria collettiva di un popolo.
Si narra che san Barnaba, giunto alle porte della città, si sarebbe ferma-
to fuori dalla cinta muraria in una
zona boscosa e selvaggia, come recita, tradotta, la seguente iscrizione
latina: “Il giorno 13 marzo dell’anno
del Signore 51 san Barnaba Apostolo, predicando il Vangelo di Cristo al
popolo milanese nei pressi delle mura
di via Marina a Porta Orientale,
piantò il vessillo della Croce in questa pietra rotonda”. Attualmente l’iscrizione (ormai quasi illeggibile) si
trova su una lapide posta nel pavimento della chiesa di Santa Maria
al Paradiso, all’inizio del corso di
Porta Vigentina.
Tenendo presente che la porta
Orientale corrisponde all’odierna
porta Venezia e che la via Marina
collega via Senato con via Palestro, è
probabile che il luogo dove il santo
avrebbe piantato il suo vincastro sia
l’area ove ora sorge il Museo Civico
di Storia naturale. Qui infatti esisteva un piccolo oratorio, dedicato a
san Dionigi, dove i fedeli trasferirono la citata pietra rotonda, che serviva da sostegno per il bastone a forma di croce di san Barnaba, divenuta preziosa reliquia. Si tratta di una
pietra circolare dai contorni irregolari e foro centrale. Nel 1783 la
chiesa fu demolita per ordine dell’imperatore Giuseppe II e la reliquia trasferita nella sede attuale, nelle cui vicinanze, da allora in poi, a
marzo si tenne la tradizionale “festa
dei fiori”, anch’essa di origine leggendaria. Si narra infatti che dove
passasse il santo, la neve si sciogliesse e subito sbocciassero dei fiori.
Secondo un’altra narrazione, ricordata da mons. Angelo Majo, già arciprete del Duomo, nella sua Storia
della Chiesa ambrosiana, il santo,
partito da Roma, sarebbe giunto alle porte di Milano dopo essersi fermato in diverse città toscane per
convertire e battezzare. Avvertito
9
S
Storie
del pericolo che avrebbe corso superando la cinta muraria, l’apostolo si
sarebbe fermato nel luogo in cui oggi sorge l’imponente basilica romanica di S. Eustorgio; piantato il suo
bastone a forma di croce in una pietra rotonda, da essa sarebbe sgorgato un fiotto di acqua, con cui il santo avrebbe battezzato i primi cristiani di Milano. Per dimostrare quanto fosse importante per la città ricordare l’origine della sua evangelizzazione, agli inizi del Seicento il cardinale Federigo Borromeo fece fare
degli scavi nella zona, nel corso dei
quali fu effettivamente trovata una
sorgente, individuata subito come il
fonte battesimale di san Barnaba
(come ricorda una targa in piazza S.
Eustorgio). Leggenda, tradizione o
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
La pietra rotonda di san Barnaba e
l’iscrizione latina.
altro, resta comunque il fatto che da
secoli la chiesa di S. Eustorgio è il
luogo da cui ogni nuovo arcivescovo di Milano fa il suo ingresso ufficiale nella diocesi, percorrendo a
piedi o in auto, in solenne corteo, il
tratto che da porta Ticinese conduce al Duomo.
Quanto alla festa del Tredesin de
Marz, sono ormai pochi quelli che
se la ricordano. Per motivi di traffico, il mercato dei fiori è stato
spostato dalle parti di porta Romana e ha più carattere di un
mercato rionale, dove si trovano
in abbondanza tutte le cianfrusaglie provenienti dal lontano
Oriente, cancellando così ogni
traccia del significato originale.
Ermanno Cavagnera
Ebbene sì, lo confesso …
… anch’io ho infranto il settimo comandamento,
ma, richiamandomi al conte Ugolino, dico: “Più del
dolor poté il digiuno”. L’epoca del fatto è quella della
seconda guerra mondiale, un’esperienza che ha segnato indelebilmente quelli della mia generazione.
Quando fui assunta alla Cassa di Risparmio delle
Provincie Lombarde, venni assegnata all’Esattoria,
che a quel tempo era una concessionaria appaltata al
miglior offerente. Fino al 1928 era stata gestita dalla
Banca Popolare di Milano, poi la Cassa di Risparmio
aveva vinto la gara, assorbendo
anche il suo personale, in gran
parte femminile. Alla Cassa, invece, fino allo scoppio della
guerra, le uniche donne assunte
in servizio erano una centralinista e un’infermiera. La precisazione è opportuna per rendere meglio il clima che
esisteva in Esattoria, dove non sarebbe stato esagerato
parlare di apartheid, non certo fra bianchi e neri, ma
fra uomini e donne. La “barriera” cominciò a scricchiolare nel 1943, con l’intensificarsi dei bombardamenti; dato che era proibito rimanere negli uffici, facemmo finalmente conoscenza dell’altra metà del cielo. Un giorno un ragazzo ci invitò a non frequentare
quella specie di mensa aziendale allestita per il mezzo-
10
giorno (consisteva in una scodella di minestra condita
col dito della cuoca e in una specie di gorgonzola, il
formaggio “Roma”), ma ad andare con lui in vicolo
Giardino, una viuzza – tuttora esistente - nei pressi
del Grand Hotel et de Milan, che all’epoca ospitava
gli alti ufficiali tedeschi. In fondo al vicolo c’era la
Pasticceria Fugazza che forniva dolciumi ai clienti
dell’albergo. La pasticceria non aveva difficoltà a trovare farina bianca, zucchero e uova e perciò sfornava
tanti deliziosi pasticcini. La novità consisteva nel modo di vendita: bisognava prendere un vassoietto, metterci le paste scelte, passare alla cassa, pagarle e poi mangiarle. Naturalmente per noi era facile alternare una pastina in bocca e un’altra nel vassoio. Era un prendi 2
e paghi 1 o anche prendi 4 e paghi 2, a seconda della
sveltezza e della confusione che regnava nel negozio.
Le commesse e la cassiera erano “volutamente” strabiche perché mai nessuno fu colto in fallo.
Per questa ragione vorrei che la Pasticceria Fugazza
fosse premiata alla memoria e insignita dell’Ambrogino d’Oro. A noi, poveri ragazzi sempre affamati, ha
dato molte soddisfazioni.
Giovanna Carbonini
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
A
Assicurazioni
Assicurazioni
Questa pagina ospita due notizie che riteniamo possano interessare molti nostri soci. La prima riguarda Assiteca,
broker subentrato a GPA rilevandone un ramo d’azienda; il loro comunicato ufficiale dell’11 febbraio 2014, che
dovrebbe giungere anche al domicilio di tutti gli interessati e di cui riproduciamo i passi essenziali, chiarisce una situazione che aveva provocato numerose telefonate ai nostri uffici. Il secondo annuncio è invece la presentazione di
ABC SRL, un broker assicurativo di recente costituzione, che offre i propri servizi ai nostri soci a condizioni agevolate. All’occorrenza, e previo appuntamento diretto con il broker, l’assistenza potrà essere svolta anche presso i
nostri uffici. I testi che riportiamo provengono dai comunicati delle due società. Lasciamo ai nostri iscritti ogni valutazione di merito.
ASSITECA
“Abbiamo il piacere di comunicare [ai nostri gentili Clienti] che lo scorso mese di novembre Assiteca
ha preso in gestione tutte le attività di brokeraggio assicurativo svolte da GPA.
Il Gruppo Assiteca è ai vertici nel panorama del brokeraggio assicurativo nazionale, intermediando
premi per 550 milioni di Euro e ricavi per oltre 55 milioni di Euro. L’Ufficio Convenzioni è rimasto il
medesimo e, per consentire l’integrazione nella struttura del Gruppo presente a Milano, si è trasferito
al seguente indirizzo:
Via Friuli, 23 – 20135 Milano
Tel. 02.545833.1 - Fax 02.5514580
[email protected]
Orario al pubblico: lunedì - giovedì 9.30:13,00 / 14,00:16,00 - venerdì 9.30:13,00
Per ogni esigenza ci si potrà rivolgere al proprio abituale gestore e scrivere all’indirizzo e-mail indicato.
Assiteca S.p.A”
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Segreteria
anno 44°, numero 112, febbraio 2014
A CAUSA DI DISSERVIZI POSTALI QUESTO GIORNALE VIENE INVIATO ANCHE A
COLORO CHE FINORA – PER SCELTA O PER MANCATO RICEVIMENTO DEL MODELLO
SEPA - NON HANNO RINNOVATO LA PROPRIA ADESIONE. DAL PROSSIMO NUMERO
IL PERIODICO SARÁ SPEDITO ESCLUSIVAMENTE AI SOCI IN REGOLA CON
L’ISCRIZIONE, I SOLI CHE POTRANNO ACCEDERE ALL’AREA RISERVATA DEL SITO.
Notizie
NOTIZIE IN BREVE DALL’ASSOCIAZIONE
LA SEGRETERIA INFORMA
I recapiti telefonici sono 02-866.497 e 02-877.253. Fax diretto: 02-86.99.36.24
CONSULENZE
• Rag. Giorgio ARDORE
- Coordinamento Consulta Provinciale
- Problemi di carattere assicurativo
• Rag. Piero BACCHETTA
- Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio
• Avv. Giovanni BARONI
- Problemi di carattere legale
• Rag. Giovanni BASSANO
- Problemi di carattere condominiale
• Sig. Roberto BORIOLI
- Assistenza nel campo dei mutui
(preferibilmente via e-mail: [email protected])
• Rag. Franco CAJA
- Assistenza in campo previdenziale
• Sig. Enzo CAPOLONGO
- Problemi di carattere fiscale
• Avv. Giovanni CATENACCIO - Problemi di carattere legale
• Dr. Benito COVOLAN
- Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio
• Avv. Ferdinando DE PAOLA - Problemi di carattere legale
• Sig.ra Alida DE PIERI
- Dichiarazioni di successione
• Sig.ra Ornella GIULINI NERI - Dichiarazioni di successione e problemi di carattere fiscale
• Dr. Giovanni MAZZAMUTO - Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio
• Geom. Enrico MONETA
- Problemi di carattere catastale, urbanistico,
compilazione delle dichiarazioni di successione,
problemi di carattere fiscale
• Dr. Aurelio PELLEGRINI
- Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio
• Sig. Roberto RAZZABONI
- Assistenza in campo previdenziale
• Sig. Luigi SERAFINI
- Problemi di carattere assistenziale (assistenza agli anziani,
case di riposo, iniziative di solidarietà)
Si ricorda che il servizio di assistenza e consulenza viene prestato a titolo gratuito ed esclusivamente previo appuntamento da richiedere tramite la Segreteria dell’Associazione oppure all’indirizzo e-mail: [email protected]
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Direttore Responsabile: Giovanni F. Catenaccio - Redattore: Ermanno Cavagnera
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Registrazione: Tribunale di Milano n.127 del 18 Aprile 1975
(licenziato alle stampe il 26/02/2014 - tiratura 5.000 copie)
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