Ruredil Book Prefabbricazione

Ruredilbook
Prodotti speciali per
la prefabbricazione
Fissaggi e collegamenti strutturali, sistemi a mensola, sistemi di sollevamento,
sistemi per pannelli a taglio termico, sistemi di sicurezza, dispositivi antiscoppio
2
Ruredil, inserti di qualità
per ogni necessità
Lo stabilimento di prefabbricazione genera manufatti in calcestruzzo
armato; detti elementi, voluminosi e massivi, sono progettati per essere
parte di un insieme, realizzati in un luogo e destinati ad essere assemblati
a distanza.
Travi, pilastri, plinti, pannelli e coperture devono quindi essere
progettati in modo che ogni fase sia preventivamente presidiata: dalla
movimentazione al trasporto, dalla posa al collegamento tra essi.
Facile desumere quanto sia importante che il progettista possa
prevedere, già nei disegni di ogni elemento, l’inserto da predisporre
adatto per ogni fase. In ogni fase e per forme e masse assai diverse,
l’inserto deve mostrare di essere versatile e adattabile, semplice ed
efficace, prestazionale ma economico, in poche parole migliore di ogni
soluzione “tradizionale”.
Già al disarmo quindi è necessario prevedere nel manufatto l’inserto
capace di reggerne il peso per rimuoverlo dal cassero e trasferirlo
allo stoccaggio, in attesa di trasportarlo presso la destinazione finale.
Queste operazioni di movimentazione e trasporto, fino al montaggio,
sono affidate normalmente ad ancoranti di sollevamento che devono
garantire ogni fase tenendo conto della forma, del peso, del tipo di
sollevatore, dell’inclinazione delle funi, dei punti di sollevamento
e del carico dinamico, garantendo l’adeguato margine di sicurezza e
materiali duttili e resilienti adeguati ad ogni clima.
R-System è il sistema di sollevamento più completo e versatile
disponibile per i prefabbricatori; non c’è forma, sezione, anche la
più ridotta, che non possa essere risolta con le tipologie di ancoranti
disponibili; anche le piastre più sottili e i muri più snelli trovano il più
adeguato inserto e portate che vanno da 13 KN a 200 KN con un
coefficiente di sicurezza garantito ≥ 4,00, quindi la portata nominale
corrispondente al peso sostenibile.
Ma la movimentazione e il trasporto coprono solo la prima parte dei
bisogni post produzione dei prefabbricati; i manufatti realizzati, infatti,
vanno successivamente montati; le prescrizioni al montaggio in materia di
sicurezza sul lavoro sono severe e regolate da stringenti leggi.
Rurefast, la linea di sicurezza per il montaggio dei prefabbricati
certificata CE, predisponibile nei prefabbricati, risolve, con un sistema
semplice e sicuro, gli adempimenti di prevenzione contro le cadute
dall’alto nei cantieri mobili.
3
3
Il progetto in zona sismica, oggi più che mai, pone scelte, come le
fondazioni con travi a pavimento rispetto ai plinti a bicchiere, in cui
le nuove tecnologie disponibili danno un aiuto importante sia per
le garanzie statiche richieste, sia per la convenienza economica che
ne deriva; il sistema Kaptor, che collega meccanicamente e per
sovrapposizione, secondo NTC 2008, elementi strutturali
come plinti e pilastri o travi e pilastri, accelera tutte le fasi
della costruzione a cominciare dalla messa a piombo. Grazie
all’assemblaggio meccanico per avvitamento non necessitano più dei
puntelli nel posizionamento dei classici pilastri su plinti a bicchiere e
vengono inoltre soddisfatti i requisiti alla pari di un plinto con pilastro
monolitici, con la differenza che non ci sono tempi di attesa tra il
collegamento delle strutture e il proseguimento del montaggio.
Ci vorrebbe un lunghissimo elenco per citare tutti i fissaggi e gli altri
collegamenti; tra i tanti si può menzionare il classico nodo trave-pilastro
sul capitello in cui la Boccola Rur, una boccola filettata che si ancora al
calcestruzzo per risalto, trova un largo utilizzo. C’è poi il caso del fissaggio
dei pannelli alla struttura in zona sismica; Fisis, nella versione 30
e 15 Kn, diversamente dai fissaggi tradizionali costituiti da profili leggeri
standard spesso insufficienti per portata o per l’impossibilità di consentire
lo scorrimento tra i pannelli e la struttura, risolve brillantemente ed
efficacemente ogni caso sia per i pannelli orizzontali che per i
pannelli verticali. Per il sostegno dei pannelli orizzontali appesi ai pilastri
Ruredil propone il sistema a mensola Girella e Tirella nella versione
aggiornata S. L’attuale versione S, grazie alla maggiore inclinazione
dell’appoggio, risolve il problema della sospensione dei pannelli anche in
zona sismica.
Un caso a parte nel progetto dei prefabbricati è la scelta della soluzione
più idonea per realizzare pannelli con ridotta trasmittanza; questi pannelli,
comunemente chiamati a “taglio termico” devono garantire staticità e
resistenza termica, libertà di allungamenti e contenute deformazioni,
sezioni contenute ed economicità. Ruredil con Konnektor, dal 1997
ha realizzato circa 6.000.000 di mq di pannelli a taglio termico con
connessioni in acciaio inox e sostegni portanti che garantiscono lo
scorrimento dello strato appeso, dovuto alle variazioni termiche
riducendo drasticamente le deformazioni, le fessurazioni e gli
spanciamenti.
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Indice
SISTEMI PER PANNELLI A TAGLIO TERMICO
FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI
Fisis 30
Fissaggi sismici per pannelli
Tipologia di collegamento
Altre verifiche
Scelta dei fissaggi
Dimensionamento dei fissaggi
Descrizione articoli
Fisis 15
Descrizione articoli
Applicazioni
Kaptor
Descrizione del sistema
Collegamento per sovrapposizione
Collegamento KPF - KPP - KPF-T - KPP-T
Vantaggi del collegamento Kaptor
Esempio di progettazione
Descrizione articoli
Boccola RUR
Descrizione del prodotto
Esempi di applicazioni tipo
5
6
7
8
9
10
11
12
12
13
15
16
17
20
23
25
27
31
32
33
SISTEMI A MENSOLA
Girella Tirella S
Mensola Girella S
Impiego della mensola Girella S
Mensola Tirella S
Verifica delle mensole
Posizionamento in fase di getto
Montaggio delle mensole
Mensola di emergenza
Schede tecniche
35
38
40
46
50
54
56
57
58
SISTEMI DI SOLLEVAMENTO
R-System
Criteri di sicurezza
Portata nominale
Tipi di ancoranti e accessori
Posizionamento degli ancoranti
Ancoranti a risalto
Ancoranti a risalto prescrizione geometriche
Ancoranti con foro
Ancoranti per ribaltamento RS
Ancoranti a piastra
Guaine per il posizionamento dell’ancorante
Istruzioni operative per la testa sferica universale
Esempi di calcolo
Boccola
Descrizione del prodotto
Esempi di applicazioni tipo
67
70
71
79
80
81
83
90
95
98
100
106
109
113
114
116
Konnektor
Dispositivi di sostegno
Dispositivi di connessione
Criteri di progettazione
Prestazioni termiche
Fasi operative
Descrizione articoli
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118
120
122
123
124
125
SISTEMI DI SICUREZZA
Rurefast3
Sistema anticaduta a rapido innesto
Requisiti essenziali di salute e sicurezza
Requisiti supplementari
Requisiti supplementari specifici
per i rischi da prevenire
Prescrizioni per il progetto
Prescrizioni di utilizzo
Componenti
Accessori
Software linea anticaduta
127
128
129
130
131
132
133
134
137
140
DISPOSITIVI ANTISCOPPIO
Jet
Ruredil Jet, perchè installarlo
Le prove di laboratorio
Descrizione dello sfiato di sicurezza Ruredil Jet
Schemi tipici di posizionamento
Descrizione articoli
143
144
145
145
146
148
FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI
5
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
Fissaggi sismici
per pannelli
6
6
Fissaggi sismici per pannelli
AZIONE SISMICA
PARALLELA ALLA SUPERFICIE DEI PANNELLI
Le pareti costituite da pannelli prefabbricati che scaricano a terra il loro peso,
presentano una notevole rigidezza tanto che è indispensabile utilizzare
collegamenti che concedano alla struttura di muoversi indipendentemente dai pannelli che rimangono fissi, cioè senza che la massa dei pannelli entri in gioco. Se i pannelli prefabbricati orizzontali, invece, scaricano
il loro peso sui pilastri, la loro massa entra in gioco ma occorrerà comunque fare in modo che non diano rigidezze aggiuntive alla struttura.
AZIONE SISMICA
PERPENDICOLARE ALLA SUPERFICIE DEI PANNELLI
I pannelli non offrono alcuna rigidezza e il loro collegamento alla struttura
deve essere dimensionato sulla loro massa, con vincoli che vanno rapportati
all’accelerazione di progetto.
Tutti i fissaggi hanno una resistenza all’azione sismica perpendicolare alla
superficie della parete di 30 kN allo SLU.
1
2
FISIS 30
Tipologia di collegamento
LE PROVE DI LABORATORIO
In funzione della tipologia costruttiva, bisogna distinguere il caso in cui il
fissaggio alla struttura avviene su una superficie piana con ausilio di tasselli
FV/10 e FV/20 o con i fissaggi predisposti nel getto FVG/10 e FVG/20 (vedi
Fig. 2) dal caso in cui il fissaggio avviene in una superficie inclinata (FV/10,
FV/20) con tasselli o contropiastra FVCP (vedi Fig. 1). Il fissaggio per pannelli
verticali denominato FV/10 FVG/10 concede uno spostamento relativo di
±10 cm. Il fissaggio denominato FV/20 FVG/20 concede uno spostamento
relativo di ±20 cm, cioè il doppio del precedente.
Pannelli verticali che appoggiano a terra
Se i pannelli sono fissati ai pilastri (es. su mensole tipo Girella o Tirella),
occorre togliere ogni rigidezza, con il fissaggio FO/00 FOG/00 che realizza
una cerniera impedendo lo scorrimento relativo tra il bordo superiore del
pannello orizzontale e il pilastro (vedi Fig. 3). Il bordo inferiore, invece, deve
appoggiare su 2 carrelli per avere la possibilità di scorrere di almeno ±4 cm
sulle mensole di sostegno inferiori.
La guida posta sul pilastro ha solo funzione di posizionamento e di
regolazione verticale mentre la guida da utilizzare nel pannello è sempre la
±3 cm con blocco verticale
In caso di sisma in direzione parallela alla superficie del pannello il limite
dell’azione sismica sul fissaggio FO/00 deve essere aumentato da 30 a 60 kN.
Pannelli orizzontali sostenuti dai pilastri
In funzione di scelte progettuali si può disporre un fissaggio a vista con
tasselli nei pilastri (FO/10, FO/20) o con profili annegati nel getto FOG/10
e FOG/20 (vedi Fig. 4) oppure di un fissaggio a scomparsa che consente
scorrimenti variabili da ±3 cm a ±20 cm (vedi Fig. 3). Il fissaggio a scomparsa
prevede sempre due guide annegate nel getto ed è indicato quando
bisogna garantire una resistenza al fuoco.
Pannelli orizzontali che appoggiano a terra
3
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7
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8
Altre verifiche
VERIFICHE DEL COLLEGAMENTO
Per norma è necessario verificare gli spostamenti indotti dall’azione sismica
in corrispondenza al punto di ritenuta (trattandosi di un collegamento gli
spostamenti non sono quelli della verifica di danno, ma quelli allo stato
limite ultimo). In funzione di tali spostamenti, occorre verificare se è
sufficiente una guida che concede ±10 cm o se occorre uno spostamento
doppio (±20 cm).
Il calcolo della forza orizzontale Fa di ritenuta va eseguito secondo NTC
(D.M. 14/01/2008) o secondo EC8 e può essere verificato con la seguente
relazione in cui Fa è la spinta orizzontale sismica (kN/m2):
Fa = 3,72 _ . p
Dove:
3,72 = coefficiente ricavato assumendo:
qa = 2 (per pareti)
S = fattore di suolo = 1,35
z/h = 1
Ta/T = 1
_ = a/g = accelerazione di progetto
p = peso del pannello (kN/m2)
Si può notare come per la verifica dei collegamenti l’azione sismica orizzontale
allo SLU di zona 1 (_= 0,35) supera il peso cioè Fa= 1,3 p.
È importante precisare che la guida di scorrimento ha uno spessore
ridotto che evita di interrompere le armature dell’elemento in cui è inserita.
Nei collegamenti a bassa sismicità
(terza e quarta zona) bisogna verificare
che l’azione del vento non sia maggiore
del sisma stesso.
FISIS 30
Scelta dei fissaggi
FIG. 5
Pannelli Verticali
Collegamento tipo FV/10/20
- La massa non partecipa al sisma in direzione X
- La massa partecipa al sisma in direzione Y
Massimo tiro Fa = 30 kN
FV/10
Spostamenti relativi < ±10 cm
FV/20
Spostamenti relativi < ±20 cm
FIG. 6
FIG. 7
Collegamento tipo FVG/10/20
- La massa non partecipa al sisma in direzione X
- La massa partecipa al sisma in direzione Y
Massimo tiro Fa = 30 kN
FVG/10
Spostamenti relativi < ±10 cm
FVG/20
Spostamenti relativi < ±20 cm
Pannelli Orizzontali
Collegamento tipo FO-FOG/3/10/20
- La massa non partecipa al sisma in direzione X
(il peso si scarica sulle fondazioni) spostamenti relativi < ±20 cm
- La massa partecipa al sisma in direzione Y
Massimo tiro Fa = 30 kN
FIG. 8
Collegamento tipo FOG/00
- La massa partecipa al sisma in direzione X
Massimo tiro Fa = 60 kN
- La massa partecipa al sisma in direzione Y
Massimo tiro Fa = 30 kN
- Spostamenti tra lembo inferiore del
pannello e mensola ≤ 4 cm
Utilizzando la mensola Girella/Tirella, si può contare su una
ritenuta inferiore data dall’inclinazione di 20° del piano di
appoggio della mensola purchè, chiamata R la reazione sulla
mensola del pannello, si verifichi che: Fay = ≤ tg 20° R = 0,36 R. Se il
valore Fay supera 0,36 R, occorre impedire che il pannello si sollevi,
utilizzando un apposito “blocco verticale”.
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10
10
10
Dimensionamento dei fissaggi
COLLEGAMENTO FVG 10/20
ESEMPIO 1:
Pannello verticale da 12 x 2,5 m
(3,8 kN/m2 sito in zona con accelerazione di progetto a = 0,25 g)
Si prevedono 2 fissaggi in sommità:
L’azione sismica sul fissaggio vale:
Fay = 3,72 . 0,25 . 3,8 . 12 . 2,5 = 26,50 kN
2.2
In questo caso si utilizzano n. 2 FVG 10/20 in funzione dello spostamento
della struttura nel punto di ritenuta.
ESEMPIO 2:
Pannello orizzontale sovrapposto a quello inferiore appoggiato a terra o
sospeso su mensole da 10 x 2,5 m (3,80 kN/m2) sito in zona con accelerazione
di progetto a= 0,15 g. Se i pannelli hanno un giunto maschio-femmina,
consideriamo di utilizzare 2 fissaggi.
Si prevedono 2 fissaggi in sommità:
L’azione sismica sul fissaggio vale:
Fay = 3,72 . 0,15 . 3,8 . 10 . 2,5 = 26,50 kN
2
In questo caso si utilizzano n. 2 FVG 10/20 in funzione dello spostamento
della struttura nel punto di ritenuta.
COLLEGAMENTO FVG 10/00
Pannello orizzontale sostenuto da 2 mensole da 10 x 3 m in zona con
accelerazione di progetto a= 0,25 g.
Si prevedono n. 2 fissaggi in sommità (cerniere) e 2 ritenute inferiori (carrelli)
nelle mensole tipo Girella/Tirella.
Azione sismica perpendicolare alla superficie del pannello
Fay = 3,72 . 0,25 . 3,8 . 10 . 3 = 26,50 kN
2
ogni fissaggio deve avere una ritenuta superiore a Fay
Azione sismica parallela alla superficie del pannello
Fax = 3,72 . 0,25 . 3,8 . 10 . 3 = 53,01 kN
2
Si prevedono quindi n. 2 FOG/00 in quanto in direzione X la resistenza del
fissaggio è doppia (60 kN).
FISIS 30
Descrizione articoli
COLLEGAMENTO FV/10/20
COLLEGAMENTO FOG/00
(2)
(6)
(1)
(1)
(4)
(3)
(6)
(5)
(11)
(7)
(8)
COLLEGAMENTO FOG/10/20
G/10/20
(1)
(2)
(1)
(9)
(5)
(10)
(7)
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
(6)
(7)
(8)
(9)
(10)
(11)
Codice
Articolo
Materiale
Pezzi/confezione
0302101002
0302101003
0302104001
0302107001
0302103002
0302105101
0302102001
0302101001
0302106001
0302106002
0302013001
Guida di scorrimento ±10 cm
Guida di scorrimento ±20 cm
Fissaggio pannelli verticali
Attacco pannelli verticali
Attacco pannelli orizzontali L=170
Blocco verticale
Attacco filettato corto
Guida di scorrimento ± 3
Guida di emergenza L=±10 cm
Guida di emergenza L=±20 cm
Contropiasta FVCP
S355 (Riempimento in spugna poliuretanica)
S355 (Riempimento in spugna poliuretanica)
S355
S355
S355
S355
S355
S355
S355
S355
S355
20 pz
12 pz
Sfuso
24 pz
40 pz
80 pz
40 pz
40 pz
Sfuso
Sfuso
24 pz
Zincatura elettrolitica ≥7μm - Nota: per la progettazione e l’uso consultare anche i disegni FIS F3-01÷ F3-21
11
1
1
Descrizione articoli
Innovativi fissaggi di ritenuta antisismica per pannelli prefabbricati. Tutti i
fissaggi hanno una resistenza all’azione sismica perpendicolare alla superficie
della parete di 15kN allo SLU. Fisis 15 risponde ai requisiti dei fissaggi in zona
sismica secondo NTC 2008 e nuova normativa europea EC8.
COLLEGAMENTO FOG/10 E FVG/10
(5)
40
(12)
17
11.5
(7)
25
5
11.5
011
3
90
(12)
5
42.
90
12
12
12
150
300
40
108
42.5
150
108
CARICO DI LAVORO ALLO SLU
Trazione
15 kN
(5)
(7)
(12)
Taglio
15 kN
Codice
Articolo
Materiale
Pezzi/confezione
0302108002
0302201001
0302103002
Attacco pannelli orizzontali L = 170 M16
Attacco filettato corto teflonato M16
Fisis15 - Guida di scorrimento ±10 cm (*)
S355
S355
S235JRG2
40 pz
40 pz
30 pz
(*) Riempimento in spugna poliuretanica
Zincatura elettrolitica * 7μm
FISIS 15
Applicazioni
Esempio di fissaggio di ritenuta tra
pannelli orizzontali e pilastro.
Esempio di pannello orizzontale
appeso. La ritenuta è ottenuta con
l’impiego del Fisis 15, la sospensione
tramite Mensola Tirella “S”.
Esempio di fissaggio di ritenuta tra
pannelli verticali e trave di copertura
piana.
13
13
14
FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI
15
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
Collegamento meccanico
per sovrapposizione
16
1. Descrizione del sistema
1.1 CHE COS’È KAPTOR?
KAPTOR è un sistema meccanico per strutture prefabbricate in calcestruzzo
armato che consente di realizzare collegamenti di tipo A, B e C (vedi cap.
7.4.5.2.1 NTC 2008).
I collegamenti realizzabili sono così classificati:
KPP collegamento Pilastro-Pilastro
KPF collegamento Pilastro-Fondazione
KPF-T collegamento Pilastro-Fondazione con tirafondi
KPP/KPP-T
Il collegamento è ottenuto dall’unione tramite avvitamento in opera di un
inserto metallico (tipo A) inserito nel primo elemento, e un inserto metallico
(tipo B) nel secondo elemento.
KPF/KPF-T
Gli inserti da collegare sono i seguenti:
TIPO A:
- KSA (piastra lineare), con 2 barre KØ o KFØ ad aderenza migliorata;
- K3A (piastra angolare), con 3 barre KØ o KFØ ad aderenza migliorata.
TIPO B:
- KSB (piastra lineare) con 2 barre KFØ ad aderenza migliorata,
con filettatura e dado;
- K3B (piastra angolare) con 3 barre KFØ ad aderenza migliorata,
con filettatura e dado;
- KT-M tirafondo ad aderenza migliorata e risalto alla base.
Sono previste due serie di inserti a piastre e quattro tipologie di tirafondi,
in funzione delle armature che devono essere riprese per sovrapposizione.
La prima serie viene utilizzata per barre di armatura di diametro 26 - 25 - 24,
la seconda serie viene prevista per barre di armatura di diametro 20 - 18 - 16 .
In ogni piastra, vengono inserite e bloccate manualmente le barre ad
aderenza migliorata KØ e KFØ, appositamente sagomate con ringrossi
terminali calibrati. Le piastre tipo A, di KS e di K3 presentano dei fori, che
consentono l’inserimento delle viti di collegamento alle analoghe piastre di
tipo B o dei tirafondi, a seconda del tipo di giunzione che si sta utilizzando.
TIPO A
TIPO B
Collegamenti di tipo A e B: tipici per strutture
a telaio con collegamenti a cerniera.
TIPO C
Collegamenti di tipo C: tipici per strutture
a telaio con collegamenti monolitici.
KPF
KPF-T
2.1 TIPOLOGIA DEL COLLEGAMENTO
Per i collegamenti, nelle NTC 2008 cap. 4.1.6.1.4 si precisa che:
“si trasmettono le forze da una barra all’altra mediante:
sovrapposizione di barre
saldatura
dispositivi meccanici”
Si esclude quindi di poter trasferire le forze per “ancoraggio”. Kaptor riprende
per sovrapposizione le armature dei due elementi che vengono collegati.
Se ci riferiamo, per esempio, al collegamento KPF, le barre di armatura della
sezione corrente del pilastro sono riprese da barre di ugual diametro che trasferiscono, per sovrapposizione, il tiro dalle barre inferiori a quelle superiori.
2.2 CRITERI DI PROGETTO
L’utilizzo del sistema Kaptor è semplice e non richiede calcoli perché consente la ripresa per sovrapposizione delle stesse barre previste dal progetto.
In base al numero e al diametro dei ferri di armatura, si ricava il numero e
il tipo di collegamento da prevedere. (vedi esempio cap.5)
Gli inserti Kaptor sono impiegabili in CD “A” e in CD “B” a seconda del
tipo di progettazine e del tipo di collegamento utilizzato, ad eccezione del
diametro Ø26, per il quale è previsto l’utilizzo solo in CD ”B”.
2.3 UNIONE PIASTRE-BARRE
L’assemblaggio tra piastre e barre KØ, non richiede saldature; l’accoppiamento avviene manualmente in fase di esecuzione delle gabbie.
In questo modo si evita di movimentare inserti molto ingombranti e
pesanti componendo i collegamenti con barre di lunghezza e diametro
richiesto dal progetto, direttamente sul cassero.
In particolari applicazioni è comunque consentito saldare direttamente le
barre di armatura alle piastre, purché tale saldatura sia fatta con filo basico
ad alta resistenza e da personale specializzato, provvisto di patentino.
(si rimanda al cap. 4.3 per ulteriori dettagli)
Esempio di dima per pilastro
KAPTOR
2. Collegamento per sovrapposizione
17
1
7
18
2.3.1. SCELTA DELLE BARRE E DEI TIRAFONDI
A seconda del tipo di collegamento, sono previste diverse tipologie
di barre e tirafondi:
1 BARRE KØ PER COLLEGAMENTI AL DI FUORI DELLA ZONA CRITICA
dove LKØ = Lc + 50 Ø
KØ26 L = 280 cm
KØ25 L = 275 cm
KØ24 L = 270 cm
Utilizzabili per lunghezze
di zona critica ≤ 150 cm
KØ20 L = 250 cm
KØ18 L = 240 cm
KØ16 L = 230 cm
2 BARRE IN FONDAZIONE KFØ O PER COLLEGAMENTI IN ZONA CRITICA
dove LKFØ = 22 Ø + 5 cm
KFØ26 L = 65 cm
KFØ24 L = 55 cm
KFØ20 L = 50 cm
filettate con dado
all’estremità
3 TIRAFONDI SERIE 26-25-24
KT-M24 L = 62 cm
KT-M33 L = 83,5 cm
complete di dadi
e rondelle
4 TIRAFONDI SERIE 20-18-16
KT-M20 L = 50,5 cm
KT-M27 L = 66,5 cm
complete di dadi
e rondelle
Barra KØ
KAPTOR
2.4 SICUREZZA DEL COLLEGAMENTO
Nel sistema Kaptor, gli elementi sono stati dimensionati con largo margine
di sicurezza rispetto allo snervamento delle barre.
Il sistema è stato collaudato sia per verificare la rispondenza al calcolo di
piastre, viti e tirafondi, sia per verificare che la ricalcatura delle barre non
riduca le caratteristiche resistenti delle stesse in corrispondenza dell’unione.
2.5 UTILIZZAZIONE IN ZONA CRITICA
Si ricorda che la zona critica è la zona di dissipazione energetica, dove
avvengono le fessurazioni diffuse, assumendo, nel calcolo sismico un
coefficiente di struttura (o di comportamento) q > 1.
Le NTC 2008, prescrivono al punto 7 che nelle “zone critiche” di strutture
realizzate in zona sismica, non si deve avere la sovrapposizione delle
armature.
PILASTRO
Kaptor, consente di spostare la zona di sovrapposizione oltre la zona critica,
realizzando un collegamento che in zona critica non aumenta l’area di ferro
prescritta dal progetto.
2.6 SERRAGGIO DEI BULLONI
Per il serraggio delle viti e dei bulloni in tutti i collegamenti Kaptor è prevista
una coppia ridotta, pari a 150 N (15 kgf) con un braccio di 20 cm.
Il momento di serraggio equivalente risulta quindi pari a 150x20 = 3000 Ncm.
FESSURAZIONI
DIFFUSE
FONDAZIONE
19
1
9
20
3. Collegamento KPF, KPP e KPF-T, KPP-T
3.1 CARATTERISTICHE DEL COLLEGAMENTO KPF, KPP
KPF è il collegamento tra il plinto di fondazione e il pilastro, mentre KPP realizza
il collegamento tra 2 pilastri; entrambi consentono la continuità alle armature
correnti per sovrapposizione.
Nel caso di collegamento tra pilastri KPP, non essendo presente la zona critica,
è possibile utilizzare le barre KFØ abbinate alle piastre A; sarà comunque necessario portare l’armatura del pilastro fino alla base, assicurandosi del sufficiente ancoraggio eventualmente ripiegando i ferri di armatura.
Il collegamento si realizza posizionando sempre nei quattro angoli del pilastro
un elemento angolare (K3). Tutti i collegamenti sono concepiti per garantire
che la distanza tra l’asse della barra di armatura e il filo esterno del pilastro sia di
5cm; è comunque possibile aumentare o ridurre fino a 1,25 cm tale distanza.
Ogni piastra, angolare, è dotata di 2 viti a testa cava esagonale per il fissaggio
oltre ad una speciale “vite di regolazione” usata per il centraggio e la messa a
piombo, che consente tolleranze di montaggio sulla verticale di 30 ± 12 mm.
La tolleranza di centraggio invece è di ± 5 mm.
Dopo avere messo a piombo il pilastro, agendo sulle viti di regolazione, si serrano tutte le viti previste e successivamente, si cola una malta a ritiro compensato tipo Exocem G1. KPF-KPP realizzano il collegamento a secco tramite
avvitamento eliminando le costose puntellature dei pilastri e velocizzando le
operazioni di montaggio.
KPF
Le piastre Kaptor sono concepite per essere assemblate con i ferri
longitudinali direttamente sul cassero.
Questo sistema, quindi, risolve il problema del peso, degli ingombri e
della movimentazione, tipici di sistemi analoghi.
Risulta quindi evidente la semplificazione delle operazioni di inserimento
nelle gabbie e sulle testate dei casseri.
Il posizionamento delle piastre sul cassero può avvenire nei seguenti modi:
allestendo le testate con apposite dime saldate sul separatore;
forando il separatore e fissando con viti le piastre.
Le barre ad aderenza possono essere inserite e fissate alle piastre Kaptor
con semplice rotazionesulle forature predisposte, assicurandosi che dopo
la rotazione la barra si blocchi per attrito.
È altresì consentito fissare tramite saldatura i ferri longitudinali; la saldatura
dovrà essere eseguita con filo basico e da personale specializzato.
3.1.2 ISTRUZIONI PER LA MESSA IN OPERA
Posizionare sul plinto o sul pilastro inferiore le “viti di regolazione”.
Sollevare il pilastro e calarlo centrando le “viti di regolazione”.
Effettuare le regolazioni di centraggio e verticalità operando
sull’apposito dado basso.
Bloccare con il dado superiore le “viti di regolazione” alle piastre.
Inserire e serrare tutte le viti a brugola.
Effettuare il getto di completamento con la malta a ritiro compensato
Exocem G1.
KAPTOR
3.1.1 POSIZIONAMENTO DEL CASSERO
21
2
1
22
3.2 CARATTERISTICHE DEL COLLEGAMENTO
CON TIRAFONDI KPF-T, KPP-T
KPF-T è il collegamento tra il plinto di fondazione e il pilastro con tirafondi,
mentre KPP-T realizza il collegamento tra 2 pilastri; entrambi consentono
la continuità alle armature correnti per sovrapposizione. Il collegamento
si realizza posizionando sempre nei quattro angoli del pilastro un elemento
angolare (K3A) ed eventuali KSA interni. Ogni piastra K3A può ricevere 2 o 3
tirafondi mentre le KSA ricevono un tirafondo di diametro maggiore. Il collegamento KPF-T richiede un RcK ≥ 25 N/m2 in fondazione mentre nel caso
del collegamento KPP-T viene richiesta una RcK ≥ 50 N/m2. Il collegamento
consente tolleranza di montaggio sulla verticale di 40 ± 15 mm, mentre la
tolleranza di centraggio è di ± 5 mm. Il pilastro viene messo a piombo agendo
sui 4 tirafondi di angolo, in un secondo tempo vengono portati in posizione
anche tutti gli altri tirafondi. A questo punto il pilastro è completamente fissato
a secco. Anche in questo caso si può sigillare la giunzione con EXOCEM G1.
3.2.1 POSIZIONAMENTO NEL CASSERO
Le piastre Kaptor sono concepite per essere assemblate con i ferri
longitudinali direttamente sul cassero. Questo sistema, quindi, risolve
il problema del peso, degli ingombri e della movimentazione, tipici
di sistemi analoghi. Risulta quindi evidente la semplificazione delle
operazioni di inserimento nelle gabbie e sulle testate dei casseri.
Il posizionamento delle piastre sul cassero può avvenire nei seguenti modi:
allestendo le testate con apposite dime saldate sul separatore;
forando il separatore e fissando con viti le piastre.
Le barre ad aderenza possono essere inserite e fissate alle piastre Kaptor
con semplice rotazionesulle forature predisposte, assicurandosi che
dopo la rotazione la barra si blocchi per attrito. È altresì consentito fissare
tramite saldatura i ferri longitudinali; la saldatura dovrà essere eseguita
con filo basico e da personale specializzato.
3.2.2 ISTRUZIONI PER LA MESSA IN OPERA
Sollevare il pilastro e calarlo centrando i tirafondi.
Effettuare le regolazioni di centraggio e verticalità operando
sull’apposito dado basso.
Bloccare con il dado superiore i tirafondi alle piastre.
Effettuare il getto di completamento con la malta a ritiro compensato
Exocem G1.
KPF-T
4.1 IN FONDAZIONE
Ad oggi le soluzioni più utilizzate per collegare un pilastro alla fondazione
sono le seguenti:
plinto a bicchiere
tubi corrugati in fondazione entro cui entrano le armature uscenti dal
pilastro (arma-tubo).
Entrambe le soluzioni impongono fondazioni profonde, più costose e
problematiche.
Il collegamento KPF offre notevoli vantaggi rispetto a queste soluzioni,
il primo è proprio quello di poter realizzare una fondazione “superficiale”.
La fondazione superficiale è vantaggiosa specie in zona sismica, dove
occorre collegare le fondazioni con un grigliato di travi. La possibilità di
realizzarle in spessore di pavimento, avendo fondazioni che non superano gli 80 cm di altezza, è un notevole risparmio economico.
Rispetto alle soluzioni tradizionali, Kaptor consente di fissare a
secco senza puntelli.
Nel collegamento con tirafondi il vantaggio è ancora maggiore perchè
la struttura è subito caricabile senza aspettare il getto di completamento
con malta espansiva. Non sono utilizzabili in “zona critica” le barre fuoriuscenti dalle fondazioni che si infilano in guaine posizionate nel pilastro,
oppure i sistemi che fanno fuoriuscire barre filettate dalle fondazioni, che
si bloccano con dadi a piastre ancorate nel pilastro, con posizioni e diametri per nulla sovrapponibili alle barre correnti del pilastro, essendo per
norma vietate le sovrapposizioni in zona critica.
I vantaggi del sistema Kaptor in fondazione si possono così sintetizzare:
Possibilità di realizzare fondazioni superficiali e travi di collegamento
in spessore di pavimento;
Nessun elemento in aggetto dal piano di fondazione;
Rapida e precisa messa a piombo del pilastro;
Fissaggio a secco;
Nessuna controindicazione di utilizzo in zona critica.
Utilizzo Kaptor per centraggio e fissaggio con sistema arma-tubo.
KAPTOR
4. Vantaggi del collegamento Kaptor
23
2
3
24
4.2 NELLA MESSA A PIOMBO CON SOLUZIONI MISTE
Kaptor può essere utilizzato anche parzialmente, per facilitare unicamente
la messa a piombo del pilastro, collegato alla fondazione o al pilastro
superiore con un sistema tradizionale (noto come arma-tubo); in questo
caso si possono utilizzare le viti di regolazione, inserite in 3 o 4 elementi
lineari KS posti al centro dei lati del pilastro.
4.3 UTILIZZANDO BARRE SALDATE
4.3.1 SALDATURA DELLA BARRA KØ CON UNA BARRA DI UGUAL DIAMETRO
La saldatura tra barre di ugual diametro, deve essere effettuata sulla
verticale tra le barre e deve essere simmetrica. Le prescrizioni di saldatura
sono analoghe a quelle viste in precedenza (vedi cap. 2.2)
Esempio di saldatura tra 2 barre Ø 26 (spessore cordone di saldatura
H = 15 mm)
Si pone quindi:
L . 1,5 = AØ26. 4
da cui: L = 5,3 . 4 = 14,1 cm
1,5
Si fissa quindi L = 15 cm
Esempio di saldatura tra 2 barre Ø 20 (spessore cordone di saldatura
H = 12,5 mm)
L . 1,25 = AØ20 . 4
L = 3,14 . 4 = 10 cm
Si pone L = 10 cm
La saldatura tra barre di ugual diametro è possibile anche in zona critica.
4.3.2. SALDATURA DELLA BARRA KØ CON 2 BARRE DI DIAMETRO INFERIORE
È anche possibile, saldare ad una barra KØ già bloccata alla piastra, 2 barre
che abbiano un’area complessiva non inferiore a quella della barra KØ.
Queste saldature vanno evitate in zona critica.
La lunghezza L e l’altezza H della saldatura sono così definite:
Esempio di saldatura della barra KØ 26 con 2 barre Ø 20 (H = 12,5 mm)
L . 1,25 . 2 = AØ26 . 4
L = AØ26 = 4 = 5,3 . 2 = 8,48 cm ~ 10 cm
1,25 . 2
1,25 . 2
Esempio di saldatura della barra KØ 20 con 2 barre Ø 16 (H = 10 mm)
L . 1 . 2 = AØ20 . 4
L = 3,14 . 2 = 6,28 cm ~ 6,5 cm
4.3.3 CALCOLO DELLE SALDATURE SULLE BARRE
Si ipotizza che la saldatura possa arrivare ad una tensione di esercizio di
60 N/mm2, cioè pari ad 1/4 della tensione delle barre.
5.1 DATI DI PROGETTO
Pilastro 50x50 con pluviale Ø 150 mm centrale.
Armatura corrente = n°12 Ø 24
Copriferro 3 cm
Staffe Ø8
Coefficiente di struttura q = 2,5
Altezza zona critica Lc = 90 cm
Soluzione Kaptor KPF
Nel pilastro:
n° 4 K3A 26-25-24
n° 12 KØ 24, L = 270 cm (≥ Lc + Ls = 90 + 50 . 24)
n° 4 scatole polistirolo K3 26-25-24
In fondazione:
n° 4 K3B 26-25-24
n° 12 KFØ 26, L = 65 cm
Soluzione Kaptor KPF-T
Nel pilastro:
n° 4 K3A 26-25-24
n° 12 KØ 24, L = 270 cm (≥ Lc + Ls = 90 + 50 . 24)
n° 4 scatole polistirolo K3 26-25-24
In fondazione:
n° 12 barra KT M24 = 62 cm
Pilastro 50x50, con pluviale Ø 15,
nelle 4 sezioni più significative:
1) da quota 0 a quota 25 cm
2) da quota 25 cm a quota 90 cm
3) da quota 90 cm a quota 210 cm
4) sezione corrente da quota 210 cm
Ogni utilizzatore potrà usufruire del supporto
tecnico alla progettazione che Ruredil mette
a disposizione gratuitamente.
KAPTOR
5. Esempio di progettazione
25
2
5
26
5.2 STAFFATURA DEL PILASTRO
Le staffature in zona critica sono fondamentali per assicurare duttilità alla
base del pilastro incastrata alle fondazioni.
Si possono distinguere 3 zone:
1) La zona 1, dove le staffature sono configurate a spillo impegnando
tutte le barre, con diametri ridotti (6 o 8 mm) e con passo richiesto dal
calcolo. In questa zona alta circa 20 cm non è possibile avere la classica
staffatura perimetrale;
2) La zona 2, sempre zona critica, dove ci sono le sole barre del sistema
Kaptor, e dove è possibile avere la staffatura perimetrale con il passo
richiesto dai calcoli;
3) Zona 3 di sovrapposizione, dove tutte le barre Kaptor si sovrappongono a quelle del pilastro, e dove la staffatura perimetrale le contiene
entrambe;
4) Zona 4, sezione corrente.
KAPTOR
6. Descrizione articoli
COLLEGAMENTO PER FERRI DI ARMATURA 26-25-24
6
6
6
6
5
3
13
12
11
4
8
9
1
14
1
9
2
10
15
16
7
Codice
0307002001
0307003001
0307010001
0307012001
0307031001
0307006002
0307006005
0307005002
0307008001
0307001002
0307004002
0307010005
0307012002
0307035002
0307009004
0307014002
0307014004
* articoli a richiesta
Rif.
1
2
3
4
5
6
6a*
6b*
7
7b*
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Articolo
K3A 26-25-24
K3B 26-25-24
Vite M24 x 140
Vite di regolazione M24 x 180
Scatola polistirolo K3 26-25-24
Barra KØ24 L= 270 cm
Barra KØ25 L= 275 cm
Barra KØ26 L= 280 cm
Barra KFØ24 L= 55 cm
Barra KFØ26 L= 65 cm
Rondella 44x25x4
KSA 26-25-24
KSB 26-25-24
Vite M33 x 140
Vite di regolazione M33 x 200
Scatola polistirolo KPF 26-25-24
Rondella 60x34x5
Barre KT-M24
Barre KT-M33
Conf.
singolo
singolo
singolo
singolo
40 pezzi
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
40 pezzi
singolo
singolo
singolo
7
27
2
7
28
8
28
6. Descrizione articoli
COLLEGAMENTO PER FERRI DI ARMATURA 20-18-16
6
6
6
6
5
3
13
12
11
4
8
9
1
14
1
9
2
10
15
16
7
Codice
0307002002
0307003002
0307010003
0307012003
0307031002
0307006001
0307005001
0307009001
0307001003
0307004003
0307010003
0307012004
0307035001
0307009002
0307014001
0307014003
* articoli a richiesta
Rif.
1
2
3
4
5
6
6a*
6b*
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Articolo
K3A 20-18-16
K3B 20-18-16
Vite M20 x 120
Vite di regolazione M20 x 180
Scatola polistirolo K3 20-18-16
Barra KØ20 L= 250 cm
Barra KØ18 L= 240 cm
Barra KØ16 L= 230 cm
Barra KFØ20 L= 50 cm
Rondella 37x21x3
KSA 20-18-16
KSB 20-18-16
Vite M27 x 120
Vite di regolazione M27 x 180
Scatola polistirolo KPF 20-18-16
Rondella 50x28x4
Barra KT M20
Barra KT M27
Conf.
singolo
singolo
singolo
singolo
40 pezzi
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
singolo
40 pezzi
singolo
singolo
singolo
7
29
NOTE
3
30
FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
Boccola RUR
Sistema a boccola
filettata autoportante
31
32
Boccola RUR
Sistema a boccola filettata autoportante
D
1 ESCRIZIONE
CHE COS’È KDEL
APTOR
PRODOTTO
?
Boccola in acciaio con risalto; inserita nel calcestruzzo consente
l’accoppiamento con barre filettate. Gli elevati carichi di rottura ne
consentono l’uso anche per la realizzazione di giunti antisismici.
Applicazioni tipo
Unione trave-pilastro.
Unione trave-pilastro antisisma.
Unione pilastro-pilastro.
Unione plinto-trave in fondazione.
Riprese di getto.
Fissaggi in genere.
Prescrizioni per il calcestruzzo
Rck40 ≥ N/mmq con armature aggiuntive (Af*).
Materiale
Acciaio 11 S Mn Pb 37 UNI EN 10087.
S355J243 (EN 10025).
Verifiche
Il valore a trazione è stato ricavato con tiro in asse della boccola e si
riferisce alla rottura del calcestruzzo.
Il valore di taglio è ricavato agendo sulla barra filettata, esercitando
una forza a 90° rispetto all’asse della boccola. Il valore riportato in
tabella si riferisce alla rottura del calcestruzzo.
I valori riportati in tabella, essendo “carichi di rottura”, ai fini dei calcoli
di progetto, si devono considerare con gli opportuni coefficienti
di sicurezza previsti dalle normative vigenti.
Codice
Filetto
M
0317050001
M12
Carico
di rottura
a trazione a taglio
kN
kN
30
20
L
A
B
øD
± 0,5-1
± 0,5-1
± 0,2
Distanza
minima
dal bordo
Af*
±1
mm
mm
mm
mm
mm
cm2
kg
n°
kg
75
26
32
20
75
1.44
0.12
100
12.00
15.00
Peso
Q.tà/
Conf.
Peso/
Conf.
0317050002
M16
60
40
90
30
36
25
90
1.44
0.15
100
0317050003
M20
90
60
115
35
42
30
115
2.30
0.38
50
19.00
0317050004
M24
120
90
130
40
49
35
130
2.30
0.40
30
18.00
0317050005
M30
150
100
150
40
58
42
150
2.30
0.98
20
19.60
BOCCOLA RUR
Boccola RUR
Esempi di applicazioni tipo
Unione trave-pilastro a cerniera
Esempio tipico di fissaggio
Unione trave-pilastro a incastro
Inserimento della boccola nel cassero
33
34
SISTEMA A MENSOLA
35
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
Sistema a mensola
36
Sistemi a mensola
GIRELLA E TIRELLA S
Le esigenze che hanno portato alla progettazione dei sistemi a mensola
Ruredil sono frutto dell’esperienza maturata in più di cinquant’anni nel
settore delle tecnologie e dei prodotti speciali per la prefabbricazione.
Fra gli obiettivi che ci siamo prefissati di raggiungere con l’adozione dei
nostri sistemi, particolare rilevanza assumono la riduzione d’incidenza
della mano d’opera, la facilità di posa in produzione, la velocità e la
praticità in fase di montaggio, e la versatilità nell’impiego.
La proposta Ruredil per il sostegno dei pannelli orizzontali prefabbricati,
con l’eliminazione delle mensole in aggetto e le correzioni in fase
di montaggio, si articola con due tipologie di mensole (entrambe
brevettate) che hanno gli stessi criteri progettuali e le stesse possibilità
di regolazione, pur essendo fisicamente differenti per potersi meglio
adattare alle varie ipotesi di utilizzo.
nte
Le mensole Girella e Tirella tipo S sono da utilizzarsi esclusivamente
o S).
predisponendo nel pannello gli accessori adeguati (piastra pannello
L’eventuale uso combinato di mensole tipo S con piastre pannello non
della stessa linea S, e viceversa, non è consentito.
Girella S
Tirella S
Facilità di posizionamento
nel cassero
Sicurezza di ripartizione
del carico senza armature
aggiuntive
La mensola Girella S prevede un inserto nel pilastro e un inserto nel
pannello senza dover inserire o applicare nulla in opera. L’inserto nel
pilastro (o in altro elemento portante come un pannello verticale, un
solaio, una trave, ecc.) è costituito da una mensola collocata, a filo getto,
all’interno di una scatola dove rimane nelle fasi di trasporto e di montaggio
dell’elemento. Al montaggio del pannello, dopo aver rimosso il coperchio
di sicurezza, la mensola viene estratta per rotazione e, senza ulteriori
assemblaggi di elementi metallici, si posiziona automaticamente, in modo
da offrire l’appoggio a scomparsa per il pannello orizzontale.
Tutto questo fa di Girella S la prima mensola a scomparsa, pronta per il
sostegno dei pannelli prefabbricati.
LA MENSOLA TIRELLA S
La mensola Tirella S è stata pensata per risolvere le difficoltà progettuali
e/o di produzione, per le quali un ridotto ingombro, anche in altezza, risulta
indispensabile.
Tirella S prevede tre elementi distinti, un inserto nel pilastro (o in altro
elemento portante), una mensola e un inserto nel pannello, identico a quello
impiegato per la mensola Girella S. Si distingue da quest’ultima in quanto
la mensola va inserita, in fase di montaggio, nell’alloggiamento ricavato
togliendo il coperchio di sicurezza dall’inserto che precedentemente era stato
collocato nell’elemento portante.
Minimi ingombri
tra le armature verticali
Ampie capacità
di regolazioni al montaggio
GIRELLA TIRELLA S
LA MENSOLA GIRELLA S
37
38
Mensola Girella S
1 PORTATA NOMINALE E RESISTENZE CARATTERISTICHE
La portata nominale della mensola, cioè il valore in kN stampigliato sulla
mensola, è quel peso che la stessa, senza aggiunte di armatura e per una
precisata resistenza caratteristica del calcestruzzo, è in grado di sostenere con i
coefficienti di sicurezza previsti dalla norma vigente.
Girella S è disponibile in due valori di portata nominale:
60 kN (scheda tecnica 1)
120 kN (scheda tecnica 2)
1.1 RESISTENZA CARATTERISTICA DEL CALCESTRUZZO
Si richiede per i pannelli una resistenza caratteristica:
Rck ≥ 25 N/mm2
per pilastri e travi:
Rck ≥ 25 N/mm2 utilizzando la mensola da 60 kN
Rck ≥ 35 N/mm2 utilizzando la mensola da 120 kN.
1.2 TRATTAMENTI PROTETTIVI
Tutti i componenti della mensola Girella S sono protetti con zincatura
elettrolitica da 25 μm.
Di conseguenza, Girella S può essere esposta alle intemperie senza necessità
di protezione.
1.3 RESISTENZA AL FUOCO
In base alle indicazioni standard di progetto, la mensola si trova inserita in una
nicchia e risulta del tutto protetta da uno spessore di calcestruzzo sufficiente
a garantire R 180’.
PARTICOLARE 1
Q filo inferiore
Mensola
GIRELLA S
Piastra pannello
PARTICOLARE 2
La mensola e la ritenuta superiore vanno verificate in funzione dell’azione
sismica di progetto, garantendo con ciò il collegamento sismico anche nella
peggiore ipotesi. Per maggiore chiarezza si rimanda al capitolo 4.
Particolare 1
1.5 INDICAZIONI DI PROGETTO
Nella redazione del progetto, occorre imporre sempre che tra pilastro e
pannello orizzontale (direzione Y) ci sia una distanza teorica di 1 cm, che può
poi subire una variazione fino a 2 cm in più (distanza tra pilastro e pannello
3 cm). Tale regolazione, nel piano orizzontale (direzione Y), è data dalla
possibilità di aggiungere le “piastrine di spessoramento a L” (schede tecniche
9, 12). Nel progetto occorre riportare la “quota di riferimento” che è segnata
in rilievo sul coperchio di plastica posto a chiusura della “mensola Girella S”.
La quota di riferimento in direzione Z rispetto a una quota zero di progetto
viene così determinata come standard:
Qriferimento = Quota inferiore pannello + 30 cm
Per soluzioni particolari, utilizzando una scatola tipo “veletta”, il valore Q
standard (30 cm) si può ridurre fino a 15 cm, con mensola a vista e non a
scomparsa (vedi fig. 8 a pagina 39). La distanza in direzione Z tra quota di
riferimento e piede del pilastro permette un preciso posizionamento della
mensola, rispetto a cui si ha una tolleranza di ± 2,5 cm, (fig. 2), dovuta a errori
di tracciamento o posizionamento in quota del pilastro (in positivo si arriva
fino a + 4,5 cm saldando uno spessore nella “piastra pannello”, o le piastrine
di spessoramento tra loro, per un massimo di 2 cm).
La regolazione, per realizzare la tolleranza di ± 2,5 cm, è data semplicemente
dalla possibilità di togliere o aggiungere, manualmente, le “piastrine di
spessoramento” (schede tecniche 7÷12). Tutte le regolazioni necessarie
avverranno esclusivamente nella fase di montaggio, a mensola già ruotata
in posizione finale. Per quanto concerne la tolleranza concessa per errori
di tracciamento in pianta dei pilastri, nel piano orizzontale secondo la
direzione X, si distingue:
± 4 cm nel caso di “mensola Girella S 120 kN” abbinata a “piastra
pannello”;
± 4,5 cm nel caso di “mensola Girella S 60 kN” abbinata a “piastra
pannello”.
Particolare 2
GIRELLA TIRELLA
ELLA S
1.4 RESISTENZA SISMICA
39
40
2 IMPIEGO DELLA MENSOLA GIRELLA S
Nel caso di utilizzo di Girella S tra pannello verticale e pannello orizzontale
la tolleranza è pari a:
± 0,5 cm nel caso di “mensola Girella S 120 kN” abbinata a “piastra pannello
piccola”;
±1 cm nel caso di “mensola Girella S 60 kN” abbinata a “piastra pannello
piccola”.
La tolleranza concessa per errori di verticalità nella posa della mensola è di
± 5°, che sull’altezza di 20 cm corrisponde a circa 1,75 cm.
Errori vistosi di posizionamento della piastra pannello, che procurano una
mancata planarità tra mensole e piastra pannello, possono essere rimediati
con una piastra in piombo da 5 mm di spessore, in sostituzione della piastra
inferiore di spessoramento.
1,75 cm
Q. appoggio
Q. riferimento
5$
16
Fig. 4
GIRELLA TIRELLA S
2.1 POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE “GIRELLA S”
ABBINATE SULLO STESSO LATO DI UN PILASTRO
Rappresenta il più comune e frequente posizionamento di mensole nei
pilastri (vedi figg. 5-6).
Per ottenere la massima efficienza rispetto alla protezione al fuoco, la
migliore finitura estetica (chiusura della nicchia per l’appoggio nel pannello)
ed evitare l’ interruzione dei ferri d’armatura correnti, si consiglia l’adozione
delle seguenti distanze in direzione X:
distanza normalizzata tra asse pilastro e asse mensola Girella S di 12,5 cm;
distanza minima tra asse mensola Girella S e filo esterno pilastro di 7,5 cm.
La distanza tra asse piastra pannello e filo esterno del pannello deve essere di
12 cm, se tra i pannelli è previsto un giunto di 1 cm.
2.2 POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE “GIRELLA S”
Fig. 5/A
ABBINATE SU DUE LATI ADIACENTI DI UN PILASTRO
(PILASTRO D’ANGOLO)
Per i pilastri d’angolo le mensole vengono poste su due lati adiacenti, anche
in questo caso è opportuno mantenere la distanza di 12,5 cm tra asse
pilastro e asse mensola (vedi figg. 7-8). In modo analogo viene realizzato
il posozionamento delle mensole, anche in presenza di pannello d’angolo
verticale (o angolare).
Fig. 6/A
Fig. 5
Fig. 6
41
42
2.3 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA “GIRELLA S”
IN TESTA AL PILASTRO PILASTRO
Qualora si voglia posizionare la mensola in prossimità della testa del pilastro
(quota di riferimento a distanza minore di 25 cm dalla testa pilastro, vedi
fig. 10), non sono richieste armature aggiuntive nei seguenti casi:
quando il carico permanente che grava in testa pilastro, e in particolare
quello che grava su Girella S, è maggiore del carico nominale di Girella S
(vedi fig. 7);
oppure:
quando nella testa del pilastro vi è un’armatura di diffusione dei carichi o
una staffatura di sommità (il che richiede che ci siano almeno 5 cm sopra
la sommità della Girella S).
Esclusi questi casi, occorre intervenire con armatura aggiuntiva (2 Ø12 per
entrambe le portate) secondo lo schema indicato nella figura 9.
Utilizzando una scatola tipo “veletta” (magnetica o di polistirolo), si ottiene la
minima distanza di 27 cm tra filo inferiore pannello e testa del pilastro, come
da figura 8.
POS.1
POS.1
2 Ø12 L= 72 cm
10
Fig. 7
Fig. 9
Fig. 8
Fig. 10
16
16
15
15
GIRELLA TIRELLA S
2.4 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA “GIRELLA S”
IN UN PANNELLO A SOSTEGNO DI SE STESSO
È anche possibile posizionare la mensola in un pannello, purché sia di almeno
20 cm di spessore, per sostenerlo appeso. In tal caso la “mensola Girella S”
risulterà ruotata di 180° rispetto all’utilizzo abituale, come da figura 11.
2.5 POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE “GIRELLA S”
IN UNA TRAVE O IN UN CORDOLO
Nel caso si voglia spostare il pannello più in alto, occorre inserire la mensola
nel ringrosso di testata della trave, purché la quota di riferimento sia a distanza
≥ 25 cm dal lembo superiore e ≥ 30 cm dal lembo inferiore della trave (fig. 12).
Con lo spessore di calcestruzzo sotto la scatola di almeno 16 cm, se è presente
la staffatura della trave, non occorre aggiungere alcuna armatura.
Fig. 11
Fig. 12
43
44
Se la distanza tra la quota di riferimento e il lembo superiore è compresa
tra 11,5 e 20 cm, si procede con l’aggiunta di 2 staffe ø12 (Pos.1) come da
figura 9.
Se la distanza tra la quota di riferimento e il lembo inferiore è < 30 cm, ma
≥ 20 cm, occorre aggiungere 2 staffe Ø16 (Pos.2) come da figura 14.
11,5 825
Se la mensola va inserita in un cordolo di spessore minimo dove la distanza
tra quota di riferimento e lembo superiore è compresa tra 25 e 11,5 cm,
e contemporaneamente la distanza tra quota di riferimento e lembo
inferiore è compresa tra 30 e 20 cm, occorre aggiungere le staffe (Pos.1 e
Pos.2) come da figura 15.
POS.2
Q riferimento
2 Ø 16 L = 80 cm
POS.2
15
15
20
20
> 30
Q riferimento
>6
10
Fig. 14
min. 15
1
Fig. 13
Fig. 15
GIRELLA TIRELLA S
2.6 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA “GIRELLA S”
IN UN PANNELLO VERTICALE A SOSTEGNO
DI UN PANNELLO ORIZZONTALE
Il ridotto ingombro di Girella S consente di inserire la mensola anche sulla
costola di un pannello verticale, purché la sua nervatura portante abbia
uno spessore ≥ 15 cm.
Nel corrispondente pannello orizzontale verrà inserita, in posizione di
mezzeria, la “piastra pannello piccola” (scheda tecnica 6).
Anche in questo caso lo spessore minimo è di 15 cm.
Gli assi della piastra pannello piccola, della mensola Girella S, del pannello
orizzontale e del pannello verticale devono coincidere.
In fase di montaggio, mentre viene calato il pannello orizzontale e volendo
ottenere un pannello orizzontale con appoggio a scomparsa, è prevista la
possibilità di una rotazione della lama della mensola Girella S tramite una
cordicella inserita nell’apposito foro, come da figura 17.
10
160
min. 75
min. 45
100
Q riferimento
min. 45
min. 75
60
ASSE PANNELLO
Piastra pannello piccola
PANNELLO ORIZZONTALE
10
PANNELLO VERTICALE
Fig. 16
Fig. 17
Fig. 18
45
46
Mensola Tirella S
La mensola “Tirella S”, brevettata da Ruredil, è stata pensata per risolvere
le difficoltà, progettuali o di produzione, nelle quali un ridotto ingombro,
anche in altezza, risulta indispensabile.
Tirella S si compone di un elemento da inserire nel pilastro (scatola), nel
quale, in fase di montaggio, viene inserita la mensola (lama); l’inserto nel
pannello è identico a quello del sistema Girella S (piastra pannello).
Grazie al ridotto ingombro e al peso contenuto il posizionamento della
mensola nel cassero risulta molto più agevole.
3 PORTATA NOMINALE E RESISTENZE
CARATTERISTICHE
a, è
La portata nominale, cioè il valore in kN stampigliato sulla mensola,
ata
quel peso che la mensola, senza aggiunte di armatura e per una precisata
ni
resistenza caratteristica del calcestruzzo, è in grado di sostenere con
alla
coefficienti di sicurezza per l’acciaio e per il calcestruzzo previsti dalla
norma vigente.
Tirella S è disponibile in due valori di portata nominale:
60 kN (scheda tecnica 26)
120 kN (scheda tecnica 32)
3.1 RESISTENZA CARATTERISTICA DEL CALCESTRUZZO
Si richiede per i pannelli:
per pilastri e travi:
Rck ≥ 25 N/mm2
Rck ≥ 40 N/mm2
GIRELLA TIRELLA S
3.2 TRATTAMENTI PROTETTIVI
Tutti i componenti della mensola Tirella S sono protetti con zincatura
elettrolitica da 25 μm. Di conseguenza Tirella S può essere esposta alle
intemperie senza necessità di protezione.
3.3 RESISTENZA AL FUOCO
Per quanto attiene alla resistenza al fuoco, la mensola si trova inserita in
una nicchia e risulta del tutto protetta da uno spessore di calcestruzzo
sufficiente a garantire R 180’.
3.4 RESISTENZA SISMICA
La mensola inferiore e la ritenuta superiore vanno verificate in funzione
dell’azione sismica di progetto garantendo con ciò il collegamento sismico
anche nella peggiore ipotesi.
Per ulteriori chiarimenti si rimanda al capitolo 4.
Tirella S 60 kN
Tirella S 120 kN
WPHZ[YHISVJJHYPLU[YV
WPHZ[YHISVJJHYPLU[YV
TT
TT
TT
8YPMLYPTLU[V
TT
8YPMLYPTLU[V
Fig. 19
Fig. 20
TT
TT
TT
TT
47
48
3.5 INDICAZIONI DI PROGETTO
La mensola Tirella S ha una lama di maggior spessore ma di altezza
ridotta. Si è ridotto al minimo l’ingombro verticale della scatola, lasciando
pressoché inalterato quello orizzontale e aumentando lo spessore
(2 mm) per agevolare le saldature alle armature, quando viene posizionata e fissata nei casseri.
La mensola garantisce la portata nominale senza armature aggiuntive
con un ricoprimento minimo di calcestruzzo in sommità pari a 20 cm; tale
ricoprimento si può ridurre a 5 cm qualora in testa al pilastro ci sia un peso
uguale alla portata nominale della mensola o armatura Ø 16 a protezione
degli spigoli. I criteri di posizionamento della mensola Tirella S nel pilastro
sono del tutto uguali a quelli della mensola Girella S; vedi capitolo 2.1 e 2.2.
In fase progettuale, occorre indicare la quota di riferimento, rispetto a una
quota zero di progetto che, analogamente a quanto avviene per Girella S,
con l’utilizzo di “scatola magnetica” o “scatola polistirolo”, (vedi esempio a
pag. 38), viene così determinata come standard:
Qriferimento = Quota inferiore pannello + 30 cm
Fanno eccezione i casi in cui si utilizzano le “scatole veletta”, (schede
tecniche 28, 30) con risultante mensola a vista, per i quali si ha:
Qriferimento = Quota inferiore pannello + 15 cm
8YPMLYPTLU[V
8PUMLYPVYLWHUULSSV
TPU
8PUMLYPVYLWHUULSSV
JVUZJH[VSHPUWVSPZ[PYVSV
YPKV[[HULSWHUULSSV
JVUZJH[VSHPUWVSPZ[PYVSV
YPKV[[HULSWHUULSSV
TPU
8YPMLYPTLU[V
TPU TPU
TPU
TPU
Tirella S 120 kN
Tirella S 60 kN
Fig. 21
÷
Fig. 22
Fig. 23
÷
GIRELLA TIRELLA S
Nella figura 21 si vede come, utilizzando la mensola Tirella S e la “scatola
polistirolo veletta”, si può realizzare la minima distanza possibile (18 cm con
Tirella S 60kN, 21 cm con Tirella S 120kN), tra filo inferiore pannello e sommità
del pilastro.
Per ottenere questo, occorre però ridurre in altezza la “scatola polistirolo
veletta” (rispettivamente di 8 o di 5 cm) e, allo stesso tempo, essere precisi
nei posizionamenti in modo da consentire le eventuali regolazioni verticali
solamente in negativo 2,5 cm, (altrimenti la mensola uscirebbe dal filo inferiore
del pannello). Quindi:
Qriferimento = Quota inferiore pannello + 6 cm
(+ 9 cm, con Tirella S 120kN)
Tirella S viene utilizzata anche nei casi in cui la mensola si deve posizionare in
spessori ridotti di calcestruzzo (per esempio cordoli di solaio, travi di altezza
ridotta, ecc.), con l’ausilio di staffe aggiuntive (vedi paragrafo 2.3 Pos.1), o in
zone dove c’è molta armatura: Tirella S 60kN si inserisce comodamente tra
staffe ad interasse 12 cm, mentre Tirella S 120kN necessita un interasse
verticale di minimo di 15 cm; nel caso di elementi a sbalzo (vedi fig. 24) di
altezza compresa tra 22 e 40 cm, occorre inserire le staffe (Pos.1 e Pos.2), vedi
paragrafo 2.5.
L’inserimento di Tirella S nel pannello verticale a sostegno del pannello
orizzontale è possibile utilizzando la “scatola polistirolo piccola aperta” (scheda
tecnica 29) o la “scatola magnetica piccola aperta” (scheda tecnica 31); in
questo caso:
Qriferimento = Quota inf. pannello orizzontale + 15 cm
Fig. 25
Fig. 26
TPU
Fig. 24
TPU
TPU
76:
TPU
Le tolleranze per rimediare agli errori di posizionamento e le regolazioni
nelle tre direzioni ortogonali sono uguali a quelle di Girella S 120kN. Anche le
piastrine di spessoramento per le regolazioni sono quelle di Girella S 120kN
(0,5/120 – 1,0/120 – L/120).
La mensola Tirella S, viene fornita comprensiva di 4 piastrine di spessoramento,
tre per le regolazioni, più una tipo 0,5/120 che impiegata come da figura 26
serve, nel caso di eventi sismici, a evitare il martellamento tra pannello e pilastro.
76:
49
Verifica delle mensole
per l’azione sismica e per la depressione o controspinta del vento
4 VERIFICA DELLA CONTROSPINTA DEL VENTO
Le NTC2008 prevedono una spinta del vento (azione caratteristica) che
cautelativamente si può assumere pari a:
(0,8 + 0,2) = 1 kN/m2.
La pressione del vento spinge il pannello contro al pilastro, e non da luogo
a problemi. La depressione vale invece: (0,4 + 0,2) = 0,6 kN/m2.
Se si considera un pannello di altezza 2,5 m, di lunghezza 12 m e peso
3,8 kN/m2 su ogni mensola arriva un carico P = 57,00 kN (vedi fig. 28).
La depressione del vento si scarica, sui 4 vertici del pannello, con un’azione
orizzontale che vale:
V = = 4,50 kN
tg_ = = 0,079 da cui _ = artg 0,079 = 4°,5
tale angolo è nettamente inferiore ai 20° dell’inclinazione della mensola.
Se sotto al pannello ci fosse una finestra, alta come il pannello, il valore V
raddoppierebbe, mentre P rimarrebbe costante e quindi:
tg_= 0,158 da cui _ = 9° e comunque sempre < 20°.
In definitiva, agli effetti del vento, la mensola assicura che il pannello
non possa scorrere sul piano inclinato sotto la spinta della depressione,
perdendo quindi l’appoggio.
4.1 VERIFICA DELL’AZIONE SISMICA (RIF. NTC 2008; EC 8)
Sisma
F
Peso
Z
X
Fig. 27
3m
Le mensole Girella S e Tirella S sostengono pannelli orizzontali che si
fissano ai pilastri e che quindi sono sottoposti alle stesse accelerazioni
sismiche della struttura. Si applica il codice di calcolo europeo EC8 e si
considera che il pannello sia un elemento non strutturale.
L’ azione sismica vale quindi: Fa = Sa . p . aa / qa
dove: aa = 1; qa = 2 (per pareti)
2m
50
1200 m
Fig. 28
_ =
S =
z/h =
TA =
TI =
rapporto tra αa αg con valore massimo 0,35
fattore di suolo
massimo valore 1
periodo vibrazione del pannello
periodo vibrazione della struttura
per semplificare si assume TA /TI= 1; S=1,35 così si ottiene:
Sa= _ . 1,35 . = 7,425 . _ Quindi
con 0,05 ≤ _≤ 0,35 in funzione della zona.
Sisma in Z non sono previsti incrementi delle azioni verticali.
GIRELLA TIRELLA S
Sisma in y
Lo schema statico per un sisma y, premesso che il pannello non partecipa
alla rigidezza strutturale del telaio, è quello di 2 cerniere nei 2 collegamenti
superiori, e di 2 carrelli in quello inferiore.
Le mensole Girella S e Tirella S hanno un appoggio con ampia tolleranza,
concedendo uno spostamento in direzione y di ± 3 cm, del tutto sufficiente
a considerare il lembo superiore del pannello un’asta incernierata di
collegamento tra i 2 pilastri, che non si oppone agli spostamenti strutturali.
La cerniera superiore è sottoposta a un tiro che vale:
Fa/2 = 3,7125 . p . _ = 1,85 . p . α (kN)
dove p = peso del pannello
_ = coeff. di accelerazione di progetto.
In funzione di p e di α va verificata la ritenuta superiore; sulle mensole
invece non ci sono problemi.
Sisma in x
Per il sisma in x, il pannello riceve una spinta Fa dovuta alla accelerazione
sismica di progetto, la cui intensità è proporzionale alla massa del pannello,
dipende dall’altezza sul terreno del baricentro del pannello ed è correlata
a coefficienti amplificativi in funzione del tipo di terreno e del periodo di
vibrazione del pannello (secondo la formula contenuta nella NTC 2008).
L’azione Fa si ripartisce in parti uguali su 4 punti, nell’ipotesi che le 2 mensole
Girella S e Tirella S siano in grado di impedire al pannello di staccarsi dal
pilastro, risalendo il piano inclinato di 20°.
Con le ipotesi fatte in precedenza dalle NTC, considerando cautelativamente l’altezza del baricentro del pannello coincidente con l’altezza del
pilastro (z/h = 1), si ottiene:
Fa = 3,7125 . p . _ (kN)
dove:
p è il peso del pannello in kN
a = coefficiente di accelerazione di progetto, variabile da 0,05 a 0,35.
_ = _g
Fa/2
Fa/2
Fa
P
y
Fa/2
Fa/4
y
Fa
x
Fa/2
Fa/4
P
51
52
La spinta orizzontale Fa sulla mensola può essere espressa evidenziando il
peso del pannello che grava sulla mensola e che vale Psw = P/2
Fa = 3,7125 . 2 Psw . _ = 1,85 . Psw . _
4
.\PKHKPZJVYYPTLU[V—V—
,]LU[\HSLISVJJV]LY[PJHSL
([[HJJVWHUULSSPVYPaaVU[HSP
3$
Psw
Rm
20°
.\PKHKPZJVYYPTLU[V—
Fa
20°
Con l’inclinazione di 20° della mensola, possiamo imporre la seguente relazione:
tg 20° ≤ 1,85 . _ . Psw
Psw
da cui si vede che la possibilità della mensola di contrastare l’azione
orizzontale sismica non dipende dal peso del pannello, ma solo dal
coefficiente di accelerazione sismica _ = a/g da cui:
_ limite = tg 20° 0,364
Psw
1,85
cioè il coefficiente di accelerazione massimo per cui la mensola trattiene
il pannello vale:
_ limite = 0,2
Per coefficienti di accelerazione sismica maggiori di 0,2 si applica nella
ritenuta superiore tipo FISIS F0/00 il blocco verticale che impedisce al
pannello di sollevarsi. Tale dispositivo è in grado di resistere a una spinta
verso l’alto pari a 30 kN (SLU).
4LUZVSH.PYLSSHV;PYLSSH:
([[HJJVMPSL[[H[VJVY[V
_*limite = 0,364 (Psw + 30)
1,85 Psw
nel caso di una mensola da 60 kN
_*limite = 0,364 (60 + 30) = 0,30
1,85 . 60
che è il massimo coefficiente di accelerazione sismica previsto.
Se la verifica non tornasse, per via ad esempio, di un coefficiente _ > 0,30,
dell’elevata quota a cui è posizionato il pannello, oppure per terreni di tipo
C o in genere qualora si ritenesse opportuno non utilizzare il blocco verticale,
è sempre possibile vincolare il pannello al pilastro, nella zona della mensola,
con un attacco FISIS 30 tipo FO/10.
Da questa trattazione si può concludere che la mensola Girella S (Tirella S)
è in grado di resistere alle azioni sismiche con coefficiente di accelerazione
≤ 0,2; ed è in grado di resistere alle azioni sismiche utilizzando il semplice
ed economico dispositivo di bloccaggio, applicato all’attacco sismico
superiore (FO/00) in tutte le zone con 0,2 < _ ≤ 0,30.
Per casi particolari (pannelli sovrapposti, pannelli orizzontali portati da
pannelli verticali, ecc.) occorrerà valutare se è necessario il ricorso ad
attacchi FISIS 30 tipo FO/10, posizionati all’altezza della mensola.
GIRELLA TIRELLA
ELLA S
Ma così rientra in gioco il valore Psw = P/2
53
54
Posizionamento in fase di getto
5 POSIZIONAMENTO DELLE MENSOLE NEI CASSERI
Il posizionamento delle mensole nei pilastri in produzione dovrà tenere
conto, come nella fase di progetto, della “quota di riferimento”.
Non essendo sempre visibile la tacca evidenziata sul coperchio di plastica,
si precisa che la “quota di riferimento” corrisponde alla base inferiore
del ringrosso della scatola metallica della mensola “Girella S” e alla linea
orizzontale continua su tutta la lunghezza della scatola, nel caso si utilizzi
la mensola “Tirella S”.
Per Girella S, si raccomanda di eseguire le saldature sui rinforzi anziché sul
lamierino di 0,5 mm.
Fig. 29
Fig. 30
Posizionamento
mensola Girella S
in un pilastro
Fig. 31
Posizionamento
mensola Tirella S
in un pilastro
Fig. 32
Fig. 34
Fig. 33
GIRELLA TIRELLA
ELLA S
5.1 POSIZIONAMENTO DELLA “PIASTRA PANNELLO”
NEL CASSERO UTILIZZANDO LA “SCATOLA MAGNETICA”
(scheda tecnica 24)
Nel caso di sospensione tra pilastro e pannello, sarà prevista la “piastra
pannello” (scheda tecnica 5). Nel caso di sospensione tra pannello verticale
e orizzontale si utilizzerà la “piastra pannello piccola” (scheda tecnica 6).
La piastra, annegata nel calcestruzzo fresco, viene posizionata nel pannello
tramite una dima d’acciaio riutilizzabile detta “scatola magnetica” (scheda
tecnica 17) per la “piastra pannello” e “scatola magnetica piccola” (scheda
tecnica 18) per la “piastra pannello piccola”.
La dima, in posizione di testa, contiene un magnete permanente che
fissa la piastra pannello. La scatola magnetica, nella sua faccia superiore, è
dotata di 2 fori Ø8 atti ad accogliere due viti M8, utili per fissare la scatola
alle sponde del cassero del pannello. La faccia superiore della scatola dovrà
risultare in quota con l’altezza della sponda e dunque a filo superficie
pannello.
L’apposita maniglia predisposta nella “scatola magnetica” consente una
rapida estrazione della stessa al momento del disarmo (vedi figura 41). Si
prescrive di trattare la “scatola magnetica” con disarmante per faciltarne
l’estrazione al momento dello scassero del pannello. Sono anche
disponibili scatole a perdere, in polistirolo, alternative a quelle magnetiche
(schede tecniche 28, 29, 30).
Fig. 35
Posizionamento
mensola Girella S
in un pannello
verticale
Fig. 36
Posizionamento
mensola Tirella S
in un pannello
verticale
Fig. 38
Fig. 40
Fig. 20
Fig. 36
Fig. 41
55
56
6 MONTAGGIO DELLE MENSOLE
A pilastri montati, si verifica la corrispondenza tra la “quota di riferimento”,
evidenziata sul coperchio di plastica e la quota di progetto.
Si determina così, prima di estrarre o di inserire le mensole, lo spessoramento
occorrente, nell’ipotesi che non vi siano errori nel posizionamento della
“piastra pannello”.
Gli spessori ”piastrine di spessoramento” vengono posizionati per semplice
incastro nella lama delle mensole stesse.
Quando, procedendo al montaggio, si verifica che in corrispondenza al
pilastro si è usciti (direzione Z) di oltre i + 2,5 cm consentiti dalla normale
regolazione, si possono saldare gli spessori nella “piastra pannello” per un
massimo di 2 cm, arrivando quindi a +4,5 cm.
Qualora la quota risultasse inferiore a -2,5 cm, si devono utilizzare le
“mensole di emergenza”.
Fig. 42
Fig. 43
Fig. 45
GIRELLA TIRELLA S
7 MENSOLA DI EMERGENZA
In caso di errore superiore ad ogni possibile tolleranza, oppure quando,
per errore, non sia stata posizionata la “mensola Girella S” o la “scatola
Tirella S”, occorre prevedere un intervento con la “ mensola di emergenza“
(scheda tecniche 3, 4).
Si hanno a disposizione 2 portate, “mensola di emergenza S 120kN” e
“mensola di emergenza S 60kN”.
La “mensola di emergenza S” è dotata di 8 fori. Verranno utilizzati i 4
fori più vicini all’asse della mensola o i 4 fori più lontani a seconda della
compatibilità geometrica con i ferri d’armatura interni al pilastro. Per
sfruttare al massimo la possibilità di regolazione orizzontale del pannello
si consiglia, se possibile, l’utilizzo dei 4 fori più vicini all’asse della mensola.
“Mensola di emergenza S 120kN” (figura 45):
foro Ø24, profondità 155 mm con tassello meccanico d’acciaio tipo Rurmec
SZ-S 24-50 M16
“Mensola di emergenza S 60kN” (figura 46):
foro Ø24, profondità 130 mm con tassello meccanico d’acciaio tipo Rurmec
SZ-S 24-20 M16
Si prescrive di tassellare prima i 2 fori inferiori e successivamente i 2 superiori.
Le mensole di emergenza vengono fornite sprovviste di piastrine di
spessoramento.
Per le regolazioni nelle tre direzioni valgono le stesse indicazioni e
procedure indicate per la “mensola Girella S”.
SZ-S 24-50
Fig. 45
SZ-S 24-20
Fig. 46
57
58
Schede tecniche
SCHEDA 1
Mensola Girella S da 60kN
59
SCHEDA 2
Mensola Girella S da 120kN
59
SCHEDA 3
Mensola di emergenza S da 60kN
59
SCHEDA 4
Mensola di emergenza S da 120kN
59
SCHEDA 5
Piastra pannello S
60
SCHEDA 6
Piastra pannello piccola S
60
SCHEDA 7
Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 60kN
60
SCHEDA 8
Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 60kN
60
SCHEDA 9
Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 60kN
61
SCHEDA 10
Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 120kN
61
SCHEDA 11
Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 120kN
61
SCHEDA 12
Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 120kN
61
SCHEDA 17
Scatola magnetica S
62
SCHEDA 18
Scatola magnetica piccola S
62
SCHEDA 21
Sistema a mensola “Girella S”
62
SCHEDA 22
Sistema “Girella S” con mensola di emergenza
63
SCHEDA 24
Posizionamento della “piastra pannello” nel cassero
63
SCHEDA 26
Mensola Tirella S da 60kN - Scatola Tirella S da 60kN
64
SCHEDA 27
Mensola Tirella S da 120kN - Scatola Tirella S da 120kN
64
SCHEDA 28
Scatola polistirolo S
64
SCHEDA 29
Scatola polistirolo veletta S
64
SCHEDA 30
Scatola polistirolo piccola aperta S
65
SCHEDA 31
Scatola magnetica veletta S
65
SCHEDA 32
Scatola magnetica piccola aperta S
66
SCHEDA 33
Sistema a mensola “Tirella S”
66
70(:;905,+0:7,::69(4,5;6
70(:;905(+0:7,::69(4,5;6
*6479,:,5,33(*65-,A065,
38
10
8<6;(+090-
9
0-
8
F.
285
QUOTA DI RIF.
100
RI
117
Q.
115
116.5
55
176.5
SCHEDA
TECNICA
1
SCHEDA
TECNICA
1
SCHEDA TECNICA 2
:*/,+(;,*50*(
9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
MENSOLA GIRELLA S 120kN
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L7,9-L7,9;<;;6039,:;6
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
769;(;(
R5
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA "GIRELLA S"
ARTICOLO
MENSOLA GIRELLA S 60kN
CODICE
0310601001
CONFEZIONE
1 PEZZO
MATERIALE
Fe 510 PER 1, Fe 360 PER TUTTO IL RESTO
ZINCATURA
ELETTROLITICA BIANCA SP.25 mic.
PORTATA
60 kN
TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C
8<6;(+090-
•
•
8<6;(+090-
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 3
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
MENSOLA D'EMERGENZA S 60kN
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L7,976:,-L7,9;<;;6039,:;6
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
769;(;(
R5
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 4
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
MENSOLA D'EMERGENZA S 120kN
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L7,976:,-L7,9;<;;6039,:;6
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
769;(;(
R5
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
GIRELLA TIRELLA S
2 PIASTRINE DI SPESSORAMENTO 1,0/60
1 PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 0,5/60
COMPRESE NELLA CONFEZIONE
59
60
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 5
9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
PIASTRA PANNELLO S
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
<:6
05:,9;6<50=,9:(3,5,37(55,336!56+6703(:;967(55,336
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
100
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 6
9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
PIASTRA PANNELLO S PICCOLA
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
<:6
05:,9;6<50=,9:(3,5,37(55,336!56+6703(:;967(55,336
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
10
10
,5
100
,5
20
5
30
10
20
30
SCHEDA
TECNICA
7
SCHEDA
TECNICA
7
SCHEDA
TECNICA
8
SCHEDA
TECNICA
8
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S”
ARTICOLO
PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 0,5/60 kN
CODICE
0310004001
CONFEZIONE
200 PEZZI
MATERIALE
Fe 360
ZINCATURA
ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic.
ABBINARE A:
MENSOLA GIRELLA 60 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 60 kN
TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S”
ARTICOLO
PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 1,0/60 kN
CODICE
0310004006
CONFEZIONE
100 PEZZI
MATERIALE
Fe 360
ZINCATURA
ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic.
ABBINARE A:
MENSOLA GIRELLA 60 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 60 kN
TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C
.5
105
20
.5
100
27.5
20
40
20
5
30
5
SCHEDA
TECNICA
9
SCHEDA
TECNICA
9
SCHEDA
TECNICA
10
SCHEDA
TECNICA
10
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S”
ARTICOLO
PIASTRINA DI SPESSORAMENTO A L 0,5/60 kN
CODICE
0310004011
CONFEZIONE
200 PEZZI
MATERIALE
Fe 360
ZINCATURA
ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic.
ABBINARE A:
MENSOLA GIRELLA 60 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 60 kN
TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S”
ARTICOLO
PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 0,5/120 kN
CODICE
0310004002
CONFEZIONE
200 PEZZI
MATERIALE
Fe 360
ZINCATURA
ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic.
ABBINARE A:
MENSOLA GIRELLA 120 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 120 kN
TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C
20
.5
20
100
105
.5
20
27.5
10
40
20
40
5
SCHEDA
TECNICA
11
SCHEDA
TECNICA
11
SCHEDA
TECNICA
12
SCHEDA
TECNICA
12
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S”
ARTICOLO
PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 1,0/120 kN
CODICE
0310004007
CONFEZIONE
100 PEZZI
MATERIALE
Fe 360
ZINCATURA
ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic.
ABBINARE A:
MENSOLA GIRELLA 120 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 120 kN
TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S”
ARTICOLO
PIASTRINA DI SPESSORAMENTO A L 0,5/120 kN
CODICE
0310004012
CONFEZIONE
200 PEZZI
MATERIALE
Fe 360
ZINCATURA
ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic.
ABBINARE A:
MENSOLA GIRELLA 120 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 120 kN
TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C
GIRELLA TIRELLA S
10
61
62
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 17
9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
SCATOLA MAGNETICA S
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
+,:*90A065,
,3,4,5;69,0470,.()03,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,336
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 18
9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(¹:
(9;0*636
SCATOLA MAGNETICA PICCOLA S
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
+,:*90A065,
,3,4,5;69,0470,.()03,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,33670**63(
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹
¸70(:;9(7(55,336:¹
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6(3¹
¸4,5:63(.09,33(:¹
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 21
9<9,+03:7(!SISTEMA A MENSOLA A “GIRELLA S”
¸4,5:63(+»,4,9.,5A(:¹
;(::,330
¸70(:;9(7(55,336:¹
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6(3¹
SCHEDA
TECNICA 22
:*/,+(;,*50*(
9<9,+03:7(!MENSOLA D'EMERGENZA S
¸70(:;9(7(55,336:¹
¸:*(;63(4(.5,;0*(:¹
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA
TECNICA 24 9<9,+03:7(!POSIZIONAMENTO DELLA “PIASTRA PANNELLO” NEL CASSERO
GIRELLA TIRELLA S
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹
63
64
8<6;(+090-
9
0-
SCHEDA TECNICA 26
:*/,+(;,*50*(
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸;09,33(:¹
(9;0*636
MENSOLA TIRELLA S 60kN
*6+0*,
(9;0*636
SCATOLA TIRELLA S 60kN
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA0
4(;,90(3,
-L76:-L7,9;<;;6039,:;6
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
769;(;(
R5
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
‡
‡
‡
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸;09,33(:¹
(9;0*636
MENSOLA TIRELLA S 120kN
*6+0*,
(9;0*636
SCATOLA TIRELLA S 120kN
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA0
4(;,90(3,
-L76:-L7,9;<;;6039,:;6
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
769;(;(
R5
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
SCHEDA TECNICA 27
:*/,+(;,*50*(
0-
8<6;(+090-
8
9
8
70(:;905,+0:7,::69(4,5;6
70(:;905,+0:7,::69(4,5;6
*6479,:,5,33(*65-,A065,
70(:;905,+0:7,::69(4,5;6
70(:;905,+0:7,::69(4,5;6
*6479,:,5,33(*65-,A065,
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 28
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
SCATOLA POLISTIROLO S
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA0
4(;,90(3,
7630:;09636+,5:0;±RNTJ
+,:*90A065,
,3,4,5;6(7,9+,9,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,336
;633,9(5A,+04,5:065(30!TT :*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 29
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
SCATOLA POLISTIROLO VELETTA S
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA0
4(;,90(3,
7630:;09636+,5:0;±RNT
+,:*90A065,
,3,4,5;6(7,9+,9,7,93(76:(+,33(70(:;9(7(55,336
;633,9(5A,+04,5:065(30!—TT
250
32
218
100
60
SCHEDA TECNICA
SCHEDA
TECNICA3030
RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S”
ARTICOLO
SCATOLA POLISTIROLO PICCOLA APERTA S
CODICE
0310405003
CONFEZIONE
80 PEZZI
MATERIALE
POLISTIROLO DENSITÀ 25 kg/m3
DESCRIZIONE
ELEMENTO A PERDERE PER LA POSA DELLA PIASTRA PANNELLO PICCOLA
TOLLERANZE DIMENSIONALI: ± 2mm
:4<::6
‡
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA
TECNICA 31
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
SCATOLA MAGNETICA VELETTA S
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
+,:*90A065,
,3,4,5;69,*<7,9()03,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,336
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
GIRELLA TIRELLA S
Sistema a mensola
80
°
70
61,3
20
65
‡
66
:*/,+(;,*50*(
SCHEDA TECNICA 32
9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹
(9;0*636
SCATOLA MAGNETICA PICCOLA APERTA S
*6+0*,
*65-,A065,
7,AA6
4(;,90(3,
-L
A05*(;<9(
,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ
+,:*90A065,
,3,4,5;69,*<7,9()03,7,93(76:(+,33(70(:;9(7(55,33670**63(
;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5*
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹
¸70(:;905(+0)36**(..06¹
¸70(:;9(7(55,336:¹
¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹
¸4,5:63(;09,33(:¹
SCHEDA TECNICA 33
:*/,+(;,*50*(
9<9,+03:7(!SISTEMA A MENSOLA “TIRELLA S”
SISTEMI DI SOLLEVAMENTO
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
R-System
Sistema di sollevamento
a testa sferica
67
6
68
Sistema di sollevamento a testa sferica
CHE COS’È R-SYSTEM?
Quotidianamente vengono sollevati e movimentati migliaia di elementi
prefabbricati pesanti in calcestruzzo.
R-System è il sistema di sollevamento, collaudato e certificato, più utilizzato in Italia e garantisce in ogni fase, dalla progettazione al montaggio
in cantiere, massima sicurezza, rapidità, efficacia e funzionalità.
Il sistema di sollevamento R-System nasce dalla cinquantennale esperienza
Ruredil nelle tecnologie speciali per l’edilizia.
Ruredil ha rinnovato radicalmente l’originale sistema tedesco a testa sferica,
introducendo su tutta la produzione un acciaio le cui caratteristiche meccaniche sono notevolmente maggiori di tutti gli standard attualmente sul mercato.
R-SYSTEM
SISTEMA INNOVATIVO E UNICO IN ITALIA
R-System è l’evoluzione italiana dell’originale sistema a testa sferica, che risolve il problema del ribaltamento e della movimentazione dei pannelli prefabbricati in calcestruzzo.
Per migliorare il sistema è stata creata una speciale guaina a perdere in plastica particolarmente adattabile e pratica nell’impiego, che vincola l’ancorante
nel getto e permette di coprire gli alloggiamenti preposti all’aggancio.
R-System è innovativo perché, offrendo il 50% di efficienza in più,
semplifica il lavoro del progettista introducendo, unico in Italia, il criterio
portata nominale = peso sostenibile.
Da oggi la tranquillità in cantiere ha sempre e ovunque il giusto peso.
Per movimentare tutto al meglio, esiste una vera innovazione: R-System,
il sistema di sollevamento a testa sferica.
69
7
70
1 CRITERI DI SICUREZZA
L’ancorante di sollevamento è un elemento metallico, una parte del quale
si ancora nel calcestruzzo costituendo quindi un vero e proprio “inserto”.
La parte che fuoriesce dal calcestruzzo viene invece agganciata da una
“maniglia” metallica (testa sferica) per il sollevamento.
Il coefficiente di sicurezza per rottura del calcestruzzo che avvolge l’ancorante, confermato da prove sperimentali, vale ac > 3,00. L’ancorante è
dimensionato secondo la normativa di calcolo per l’acciaio aa = 2,50 (coefficiente di sicurezza per rottura dell’acciaio) e il coefficiente di sicurezza per
la testa sferica, soggetta a molti reimpieghi, vale a > 4,00.
R-SYSTEM
2 PORTATA NOMINALE
Si definisce portata nominale dell’ancorante (Pn) la quota di peso che compete all’ancorante, essendo quest’ultimo dimensionato per poter sostenere
un incremento di sollecitazione del 50% (aR-System ), utilizzabile per attriti
allo sformo, azioni dinamiche nella movimentazione e montaggi con funi
inclinate fino a 45°.
Si impone quindi che la portata nominale sia pari al peso sostenibile con
un coefficiente di sicurezza a rottura at, che congloba già un incremento di
tiro del 50%, per cui:
at = aR-System x aa = 1,50 x 2,50 = 3,75
per la parte metallica fuoriuscente;
at = aR-System x ac = 1,50 x 3,00 = 4,50
per la parte che si ancora nel calcestruzzo.
2.1 PER TIRI IN ASSE ALL’ ANCORANTE
Nel caso di tiro in asse l’ancorante sostiene, oltre al peso proprio del manufatto, anche le azioni dinamiche con coefficiente ad = 1,50 oppure un’aderenza del manufatto sul cassero all’atto dello sformo che non superi il 50%
del suo peso.
axa
= 1 x 1,50 = 1,50 = aR-System
il coefficiente di sicurezza a rottura;
at = aR-System x aa = 1,50 x 2,50 = 3,75
per la parte metallica fuoriuscente.
ai = coefficiente di maggiorazione per tiri inclinati.
i
d
Peso sostenibile
portata nominale
71
72
72
2.2 PER TIRI CON ANGOLO SULLA VERTICALE DI 45°
(FASE DI MOVIMENTAZIONE)
Il peso sostenibile dall’ancorante deve essere, come per il tiro in asse all’ancorante, pari alla portata nominale.
In questo caso si ha un coefficiente di maggiorazione del peso per tiro
inclinato che vale ai = 1,30.
Tale coefficiente trova giustificazione da prove a rottura di laboratorio. Nella
fase di movimentazione si assume un contemporaneo coefficiente dinamico ad = 1,15 minimo coefficiente dinamico (se si opera con autogru specializzate per il prefabbricato e con stabilizzatori a terra). Risulta così:
axa
i
d = 1,30 x 1,15 = 1,50 = aR-System
e quindi, come nel caso del tiro in asse all’ancorante,
un coefficiente di sicurezza a rottura;
at =aR-System x aa = 1,50 x 2,50 = 3,75
per la parte metallica fuoriuscente.
2.3 PER TIRI CON ANGOLO _ SULLA VERTICALE
COMPRESO TRA 0° E 45°
Per valori _ compresi tra 0° e 30° si può assumere in sicurezza
ai = 1 / cos _, mentre per _ = 45° abbiamo visto che ai = 1,30.
0°
15°
30°
45°
i
1,00
1,03
1,15
1,30
d
1,50
1,46
1,30
1,15
R-System
1,50
1,50
1,50
1,50
a
a
a
Da questa tabella si deduce come si suddivide il coefficiente aR-System tra
carichi dinamici e carichi dovuti all’angolo di tiro sulla verticale. Ad esempio, per
trasportare un manufatto con l’autogru, se si può limitare a 15° l’inclinazione sulla
verticale del tiro, rimane a disposizione un coefficiente dinamico ad pari a 1,46;
in questo modo si possono sfruttare al meglio le caratteristiche dell’ancorante
senza passare a una Pn superiore.
_
Con le premesse fatte fino ad ora, dovendo movimentare un elemento di
peso 100 kN, la portata nominale di 2 ancoranti simmetricamente disposti
di 50 kN consente:
se il tiro è verticale, di avere disponibile un attrito allo scassero o un
coefficiente dinamico nella movimentazione e nel montaggio pari a 1,50;
se la direzione del tiro è tra 0° e 15° sull’asse dell’ancorante, di avere
disponibile un attrito allo scassero o un coefficiente dinamico pari a 1,46;
se la direzione del tiro è tra 16° e 30° sull’asse dell’ancorante, di avere
disponibile un attrito allo scassero o un coefficiente dinamico pari a 1,30;
se la direzione del tiro è tra 30° e 45° sull’asse dell’ancorante, di avere
disponibile un attrito allo scassero o un coefficiente dinamico pari a 1,15.
Nel caso invece si possa applicare il coefficiente dinamico minimo
(ad = 1,15), per esempio quando al montaggio si posiziona l’autogru su
stabilizzatori, la portata nominale può essere incrementata di un fattore c
che vale c = aR-System /(ai · ad ).
a
a·a
r
R-System
i
d
0°
15°
30°
45°
1,50
1,50
1,50
1,50
1,15
(1,03 ·1,15)
(1,15 ·1,15)
(1,30 ·1,25)
1,30
1,26
1,13
1,00
Per esempio, due ancoranti da ribaltamento con Pn = 50 kN possono
sollevare, con tiro verticale, un pannello di 50 · 1,30 · 2 = 130 kN.
Peso sostenibile
portata nominale
R-SYSTEM
2.4 DETERMINAZIONE DELLA PORTATA NOMINALE PN
73
7
74
2.5 ADERENZA AL CASSERO
L’aderenza al cassero del manufatto è di difficile determinazione, perché
l’attrito dipende principalmente dall’efficacia del disarmante (composizione
chimica, tipo, quantità, temperatura, pulizia delle superfici, ecc.) e dalla
rugosità del materiale con cui si realizza la cassaforma.
Inoltre, le strutture precompresse assumono una monta che annulla o riduce
fortemente l’aderenza al cassero, mentre l’attrito può diventare veramente
elevato in presenza di superfici poco svasate, come nei TT.
L’aderenza al cassero e l’azione dinamica non sono mai contemporanee, ma
è buona regola che, nella fase di scassero, il tiro sia verticale; in questo caso
rimane a disposizione una forza di aderenza pari al 50% della quota di peso
portata dall’ancorante (coefficiente di effetto ventosa ai = 1,50).
Se l’aderenza è superiore al 50% del peso, si deve dimensionare l’ancorante
per una portata nominale maggiorata della differenza tra aderenza effettiva
e av = 1,50. Non essendo possibile dare per ogni cassero un valore di
aderenza a m2, è opportuno valutare allo scassero le aderenze superiori al
50% del peso ed eventualmente agire con i vibratori a cassero per favorire il
distacco del manufatto.
2.6 CARICHI DINAMICI
Il coefficiente che incrementa il peso dell’elemento per effetti dinamici
può assumere valori anche elevati (fino a 2,20) in funzione di diversi fattori,
il più importante dei quali è la velocità di movimento del manufatto.
Se per esempio un manufatto, sospeso ai suoi ancoranti, viene
movimentato da un veicolo con velocità più o meno elevata, è chiaro che
il coefficiente dinamico può assumere valori compresi tra 1,30 e 2,20.
Nella fase di montaggio, operando con autogru adatte al prefabbricato
con stabilizzatori a terra, e ipotizzando come avviene di solito che si
utilizzino funi inclinate al massimo a 45°, si ha a disposizione il coefficiente
dinamico minimo di ad = 1,15 così come indicato nella normativa delle
strutture prefabbricate DM 7/12/87.
(Per i problemi di aderenza al cassero di un manufatto
agganciato con 4 punti di sollevamento vedi cap. 2.7).
R-SYSTEM
2.7 CRITERI DI POSIZIONAMENTO DEGLI ANCORANTI
Caso di 2 ancoranti
In un elemento simmetrico, dove la verticale sul baricentro sia a metà
lato, si ha la possibilità di posizionare i 2 ancoranti simmetricamente
rispetto all’asse, cioè a uguale distanza dall’estremità.
Tra le tante soluzioni è preferibile, nel caso di armatura lenta, posizionare
i punti di sollevamento a una distanza compresa tra 0,2 L e 0,25 L, in
modo che sia minimizzata la flessione dovuta al peso proprio.
Nel caso di elementi precompressi, gli ancoranti vanno invece posizionati
a una distanza dalla testata compatibile con le sollecitazioni flessionali
indotte dal peso degli sbalzi, e comunque non superiore a 0,2 L.
0,2 L 3 0,25 L
0,2 L
0,2 L
≤ 45°
=
In un elemento non simmetrico, gli ancoranti vanno disposti con i criteri
precedentemente esposti, ma simmetrici rispetto alla verticale passante
per il baricentro, in modo cioè che il peso totale si ripartisca in parti
uguali sui 2 ancoranti.
L’uso di un bilancino autocentrante, che posiziona il punto di
sollevamento sulla verticale del baricentro, comporta che un ancorante
sopporti più peso dell’altro.
In compenso, in tal caso, con un bilancino con tiri in asse all’ancorante, la
portata nominale del singolo ancorante può considerarsi incrementata
del 30% (v. cap. 02.4).
=
75
76
76
Caso di 4 ancoranti
Per evitare il pericolo di una ripartizione del carico non controllabile,
il caso di 4 ancoranti in linea deve essere ricondotto a quello di 2
ancoranti, collegandoli a 2 a 2.
≤ 45°
Anche nel caso di tiro inclinato, la massima inclinazione della singola
fune che parte dall’ancorante deve essere ≤ 45°.
Nel caso di 4 ancoranti non in linea, occorre che 2 ancoranti siano
collegati da una carrucola o da una piastra a triangolo o da un bilancino,
affinché il sistema sia isostatico e un minimo errore nel posizionamento
degli ancoranti non comporti il grande pericolo di una ripartizione del
carico su 2 soli dei 4 ancoranti.
Tra carrucola, piastra a triangolo e bilancino, è comunque preferibile, allo
scassero, una piastra a triangolo con ridotta distanza tra i 2 punti di arrivo
delle funi, in modo che ci sia un limite nella ripartizione del carico; con
questa soluzione si può evitare, al disarmo, che una forza di aderenza su
una sola nervatura provochi la rottura del pezzo durante l’estrazione.
In caso di mancata possibilità di scassero dal lato della piastra a triangolo,
occorre semplicemente riposizionare tale piastra sugli altri 2 ancoranti.
piastra
a triangolo
R-SYSTEM
Nel caso si abbiano a disposizione due carriponte allo sformo, occorrono
4 funi uguali indipendenti.
In caso di ribaltamento, è opportuno che il tiro delle funi agisca sempre
in verticale, utilizzando 2 carriponte o l’apposito bilancino.
In caso di pannelli a ribaltamento con 4 punti di ancoraggio, è
conveniente utilizzare un bilancino tra i 2 punti vicini, imponendo quindi
che la distanza tra i 2 punti vicini non cambi al variare della lunghezza
del pannello, per avere sempre lo stesso bilancino.
77
7
78
2.8 VERTICALIZZAZIONE DEI PANNELLI AL MONTAGGIO
Fase iniziale
In questa fase, TF è > P/2, ma supponendo il carico dinamico ad = 1,15 e il
tiro verticale o inclinato al massimo di _/2 = 15° sulla verticale, possiamo
accettare un tiro maggiore del nominale del 30%.
Se a = L/5
L
P·
0,625
2
TF =
=
=P·
0,966
L
(L - ) cos (_ /2)
5
P
= P · 0,647 <
· 1,3 = P · 0,65
2
Il tiro 2Tc è inferiore a P/2 e i due ancoranti di testa sono sottoposti
ciascuno a un tiro Tc < P/4.
Se a > L/5 oppure il tiro è più inclinato di 15° sulla verticale, il
dimensionamento dell’ancorante F va fatto nella fase iniziale del
ribaltamento.
2Tc
30¯
C
Riassumendo, se a ≤ L/5 e se il tiro ha un’inclinazione sulla verticale non
superiore a 15°, il dimensionamento dei 2 ancoranti F viene fatto nella fase
di scassero, con il pannello messo in orizzontale. Il dimensionamento dei
2 ancoranti C viene fatto nella fase finale di verticalizzazione, con TF = 0.
Si precisa che le prescrizioni per la scelta del tipo e della portata nominale
degli ancoranti sono quelle relative all’utilizzo in spessori ridotti.
30¯
F
P
C
F
a
2Tc
TF
C
Fase intermedia di raddrizzamento
Si solleva la carrucola collegata ai punti C mentre la fune F rimane fissa,
con il pannello sollevato da terra.
Sull’ancorante F si riduce il tiro TF avvicinandosi a P/2, mentre sugli
ancoranti C il valore Tc si avvicina progressivamente a P/4.
Fase finale
Quando, continuando a recuperare, la fune TF si disimpegna, il pannello
è stato raddrizzato e il valore Tc passa da P/4 a P/2.
TF
C
P
2Tc
C
C
R-SYSTEM
3 TIPI DI ANCORANTI E ACCESSORI
Gli ancoranti del sistema R-System sono:
ancorante a risalto (DH),
ancorante a piastra (DP),
ancorante per ribaltamento (RS),
ancorante con foro (DF).
Per tutti gli ancoranti si utilizza un materiale “speciale”, appositamente
progettato al fine di ottenere un’elevata resistenza, duttilità e resilienza
(senza riduzione di resistenza alle basse temperature).
Tale materiale garantisce:
elevata tensione caratteristica a rottura controllata e certificata per ogni
lotto di produzione,
elevata duttilità,
elevata resilienza garantita KV > 27 J (- 20° C),
coefficiente di sicurezza ≥ 3,75.
Le teste sferiche sono accessori con
6 portate nominali massime, e precisamente:
Testa
sferica
Art.
Pn
Testa sferica
kN
Pn
ancorante
kN
6102 - 1,3
13
13
6102 - 1,5/2,5
25
25
6102 - 3/5
50
6102 - 6/10
100
IDENTIFICAZIONE DEGLI ANCORANTI - TIPI DI MARCATURA
Tutti gli ancoranti a testa sferica Ruredil sono identificabili dalla marcatura
impressa sulla testa.
portata (t)
portata (t)
portata (t)
portata (kN)
xxxx
Ancoranti a risalto a piastra
marchio
e lotto
su risalto inferiore
Ancoranti ad aderenza
marchio
e lotto
logo sulla testa
Ancoranti con foro
marchio
e lotto
sullo stelo
Ancoranti per ribaltamento (RS)
marchio
, lotto
e logo sul fianco
40
50
75
100
79
8
80
4 POSIZIONAMENTO DEGLI ANCORANTI
Apposite guaine vanno montate prima del getto sull’ancorante per
realizzare una sede semisferica nella quale introdurre la testa sferica. È
necessario che la guaina si trovi a filo con il calcestruzzo, in modo che ci sia
un corretto accoppiamento tra testa sferica e ancorante.
Sì
No
R-SYSTEM
5 ANCORANTI A RISALTO
Il calcestruzzo in cui si posiziona l’ancorante viene dimensionato con
un criterio di calcolo derivato dagli Eurocodici e verificato con prove
sperimentali per ottenere un coefficiente 3 di sicurezza per il tiro in asse
ancorante, incrementato del coefficiente aR-System = 1,5 cioè con
s
Ht
L
a = 3 x 1,5 = 4,5
D2 /2
t
5.1 ANCORANTI A RISALTO NEL CALCESTRUZZO NON ARMATO
Si formula l’ipotesi, confermata dalle prove a rottura eseguite, che la
diffusione degli sforzi durante il carico d’esercizio (cioè non a rottura)
avvenga con una diffusione a 45°, partendo dal filo esterno del risalto.
Lungo la superficie del cono di diffusione si presuppongono delle tensioni
di trazione perpendicolari alla superficie, le cui componenti verticali,
moltiplicate per l’area circolare di diametro 2Ht, danno come risultante il
tiro applicato in asse.
Il dimensionamento della profondità del risalto deriva dalla resistenza del
calcestruzzo all’atto dell’impiego, che si assume:
per strutture in CAO allo sformo
Rckj * 15 N/mm2
per strutture precompresse
all’atto del rilascio dei cavi o in CAO
che abbiano raggiunto il grado
di maturazione richiesto
Rckj * 30 N/mm2
D2
Ht
Hr=d2
Hr
81
8
82
Per la gamma di portate nominali si hanno i seguenti valori, in centimentri,
di Ht (distanza minima necessaria tra l’ancorante e il bordo), in caso di
elementi che non abbiano armature nel cono di diffusione dell’ancorante.
13
25
40
50
75
100
150
200
320
Ht per Rckj * 15 N/mm2
10,63
14,74
18,65
20,85
25,54
29,50
36,11
41,70
52,75
Ht per Rckj * 30 N/mm2
8,45
11,72
14,82
16,57
20,30
23,44
28,71
32,14
41,93
Pn (kN)
41,70
Per esempio, utilizzando un ancorante da 50 kN per i pilastri
(Rckj ≥ 15 N/mm2) di dimensione 50x50, non occorre minimamente
preoccuparsi di armatura aggiuntiva perché Ht = 20,85 cm < 50/2 = 25 cm.
50
Pn = 50 kN
Rckj ≥ 15 N/mm2
33,14
Analogamente, nel caso di travi piane precompresse (Rckj ≥ 30 N/mm2), si
verifica che, per Pn = 50 kN, si ha 2 H = 16,57x2 = 33,14 < 40 cm, e quindi
non si richiedono armature aggiuntive.
40
Pn = 50 kN
Rckj ≥ 30 N/mm2
R-SYSTEM
Ancoranti a risalto
s
Prescrizioni geometriche per ancoranti standard
L
Articolo
Pn
kN
6000 - 1,3 - 85
6000 - 1,3 - 120
L
cm
13
12
24
6000 - 2,5 - 120
12
25
17
6000 - 2,5 - 340
28
6000 - 4,0 - 120
17
6000 - 4,0 - 170
40
21
6000 - 4,0 - 340
34
6000 - 5,0 - 180
18
6000 - 5,0 - 240
50
24
6000 - 5,0 - 340
34
6000 - 7,5 - 200
20
6000 - 7,5 - 300
75
30
6000 - 7,5 - 540
54
6000 - 10,0 - 250
25
6000 - 10,0 - 340
100
34
6000 - 10,0 - 680
68
6000 - 15,0 - 300
30
6000 - 15,0 - 400
150
40
6000 - 15,0 - 1000
100
6000 - 20,0 - 340
34
6000 - 20,0 - 500
6000 - 20,0 - 1000
Distanza minima dal bordo H t (cm)
Rckj = 15 N/mm2
Rckj = 30 N/mm2
10,63
8,45
14,74
11,72
18,65
14,82
20,85
16,67
25,54
20,30
29,50
23,44
36,11
28,71
41,70
32,14
8,50
6000 - 1,3 - 240
6000 - 2,5 - 170
Ht
200
50
100
83
d2
84
84
d1 d1
Ht
Hr
5.2 SPESSORE MINIMO NECESSARIO PER CALCESTRUZZO
NON ARMATO SENZA RIDUZIONE DI PORTATA
A volte, con una lunghezza d’ancorante maggiore di quella minima, si può
ridurre lo spessore nel quale è inserito l’ancorante, purché sia disponibile
un’area rettangolare di diffusione non minore di quella riportata nelle tabelle
seguenti.
d2
d2
d1
Ht
d1
Pn = 13 kN
s=1
Articolo
2
2
Rckj = 15 N/mm
Rckj = 30 N/mm
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
10,75
10,63
10,00
8,45
5,54
12
14,25
10,63
6,50
8,45
4,00
24
26,25
10,63
3,40
8,45
2,10*
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 1,3 - 85
8,50
6000 - 1,3 - 120
6000 - 1,3 - 240
L
Hr
D2/2=1,25
D2
Pn = 25 kN
s=1,10
Articolo
2
2
Rckj = 15 N/mm
Rckj = 30 N/mm
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
14,85
14,74
14,10
11,72
7,70
17
19,85
14,74
9,00
11,72
5,60
28
30,85
14,74
6,20
11,72
3,90
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 2,5 - 120
12
6000 - 2,5 - 170
6000 - 2,5 - 280
Hr
L
D2/2=1,75
D2
Pn = 40 kN
s=1,50
Articolo
Rckj = 15 N/mm2
Rckj = 30 N/mm2
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
20,75
18,65
15,50
14,82
9,40
21
24,75
18,65
11,50
14,82
7,10
34
37,75
18,65
7,40
14,82
4,60*
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 4,0 - 170
17
6000 - 4,0 - 210
6000 - 4,0 - 340
* Si consiglia l’impiego con d1 ≥ D2 = 3,0 cm
Hr
L
D2/2=2,25
D2
R-SYSTEM
Pn = 50 kN
s=1,50
Articolo
2
2
Rckj = 15 N/mm
Rckj = 30 N/mm
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
22
20,85
17,70
16,67
10,40
24
28
20,85
12,70
16,67
8,00
34
38
20,85
10,20
16,67
6,50
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 5,0 - 180
18
6000 - 5,0 - 240
6000 - 5,0 - 340
Hr
L
D2/2=2,50
D2
Pn = 75 kN
s=1,50
Articolo
2
2
Rckj = 15 N/mm
Rckj = 30 N/mm
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
24,50
25,54
-
20,30
14,20
30
34,50
25,54
15,40
20,30
9,60
54
58,50
25,54
8,80
20,30
5,60*
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 7,5 - 200
20
6000 - 7,5 - 300
6000 - 7,5 - 540
L
Hr
D2/2=3
D2
* Si consiglia l’impiego con d1 ≥ D2 = 6,0 cm
Pn = 100 kN
s=1,50
Articolo
Rckj = 15 N/mm2
Rckj = 30 N/mm2
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
30
29,50
23,80
23,44
14,95
34
39
29,50
18,30
23,44
11,50
68
73
29,50
10,10
23,44
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 10,0 - 250
25
6000 - 10,0 - 340
6000 - 10,0 - 680
* Si consiglia l’impiego con d1 ≥ D2 = 7,0 cm
6,00*
Hr
L
D2/2=3,50
D2
85
8
86
Ancoranti a risalto
Pn = 150 kN
s=1,50
Articolo
2
2
Rckj = 15 N/mm
Rckj = 30 N/mm
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
35,75
36,11
-
28,71
21,20
40
45,75
36,11
25,10
28,71
14,60
100
105,75
36,11
12,80
28,71
7,70*
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 15,0 - 300
30
6000 - 15,0 - 400
6000 - 15,0 - 1000
Hr
L
D2/2=4,25
D2
Pn = 200 kN
s=1,50
Articolo
Rckj = 15 N/mm2
Rckj = 30 N/mm2
Ht cm
d1 cm
Ht cm
d1 cm
40,50
41,70
-
32,14
21,10
50
56,50
41,70
25,10
32,14
14,60
100
106,50
41,70
12,90
32,14
7,70*
L
cm
Hr = d2
cm
6000 - 20,0 - 340
34
6000 - 20,0 - 500
6000 - 20,0 - 1000
Hr
L
D2/2=5
D2
R-SYSTEM
5.3 RIDUZIONE DI PORTATA NOMINALE PER SPESSORI
MINORI DI 2D1 IN CALCESTRUZZO NON ARMATO
d2
Dato il rettangolo che caratterizza la portata nominale, di area 2d1 · 2d2,
per valori d* ridotti rispetto a quelli tabellati, la portata nominale (P*) si
riduce nel rapporto d*/d1
P* = Pn · d*/ d1
Esempio
Considerando un ancorante con Pn = 50 kN,
se Rckj = 15 N/mm2 Ad1 = 17,7 cm.
Avendo a disposizione d* = 15 cm, si ottiene:
P* = 50 · 15/17,7 = 42,4 kN
d2
d1
Ht
d1
5.4 RIDUZIONE DI PORTATA NOMINALE PER RESISTENZE
CARATTERISTICHE MINORI DEL CALCESTRUZZO NON ARMATO
Si sono adottate 2 resistenze caratteristiche: Rckj = 15 N/mm2 (elementi non
precompressi allo sformo), e Rckj = 30 N/mm2 (elementi precompressi oppure
elementi in CAO maturi all’atto del sollevamento). Per valori minori, la portata
nominale Pn è proporzionale a fctk, a sua volta proporzionale alla Rckj 2/3
per cui Rckj* = K · Rckj tabulato, con K compreso tra 0,75 e 1, risulta quindi:
Pn* = Pn · (Rckj* / Rckj)2/3
Esempio
Se Rckj* = 25 N/mm2, invece di 30 N/mm2
per un ancorante da Pn = 50 kN avrò:
Pn* = 50 (25/30)2/3 = 44 kN
NO SALDATURE
Ancoraggio con
filo metallico
5.5 ARMATURA DI RINFORZO PER OTTENERE
LA PORTATA NOMINALE IN SPESSORI RIDOTTI
Se il cono di diffusione non è completo, si può intervenire con armatura apposita,
purché tutta la portata nominale sia affidata alla sola armatura. Si ha così:
Af = Pn · 1,5 /σamm
Per esempio se Pn = 50 kN, in uno spessore di 15 cm, utilizzando acciaio
tipo FeB44k
Af = 50 · 1,5 / 26 = 2,88 cm2 = 4 Ø 10
Di solito si posizionano 2 ferri a U come da figura.
lunghezza
ancoraggio
d1
d1
per Rckj = 15 kN/mm2 = 60 Ø
per Rckj = 30 kN/mm2 = 42 Ø
per Rckj = 40 kN/mm2 = 35 Ø
87
88
88
5.6 PRESCRIZIONI GEOMETRICHE PER ANCORANTI CORTI
Gli ancoranti sotto riportati possono comunque essere utilizzati senza
armatura aggiuntiva, purché la loro distanza dal bordo sia ≥ Ht e purché sia
Rckj ≥ 40 N/mm2. L’armatura aggiuntiva permette di utilizzare tali ancoranti
a risalto di lunghezza ridotta sia per Rckj< 40 N/mm2, sia per distanze dal
bordo inferiori a Ht.
Armatura aggiuntiva per spessori ridotti
e Rck > 15 e < 40 N/mm2
d1 = Ht = distanza
dal bordo
Articolo
Pn
kN
L
cm
Hr
6000 - 1,3 - 65
13
6,50
6000 - 2,5 - 85
25
6000 - 4,0 - 100
con Rck * 40 N/mm2
fctk = 2,20 N/mm2
Af
cm2
4 Ø ...
8,75
7,69
0,75
4Ø6
8,50
11,35
10,66
1,44
4Ø8
40
10,00
13,75
13,48
2,30
4 Ø 10
6000 - 5,0 - 120
50
12,00
16,00
15,08
2,88
4 Ø 10
6000 - 7,5 - 165
75
16,50
21,00
18,46
4,32
4 Ø 12
6000 - 10,0 - 170
100
17,00
22,00
21,32
5,77
4 Ø 14
6000 - 15,0 - 210
150
21,00
26,00
26,11
8,65
4 Ø 18
5.7 LIMITI DI UTILIZZAZIONE DEGLI ANCORANTI A RISALTO
Occorre comunque porre un limite alla distanza d1 tra l’asse dell’ancorante
e la superficie esterna imponendo, per esempio, che tale valore non
superi il maggiore tra il diametro del risalto inferiore (D2) e il raggio della
sede semisferica (Ø / 2), quindi:
d1 (min)
Pn (kN)
13
25
40
50
75
100
150
200
272
cm
3,0
3,7
4,7
5
6
6,9
8,5
9,8
13,5
In caso di spessori inferiori a questi, è opportuno utilizzare un ancorante con
foro (DF).
È opportuno anche ricordare che l’ancorante, in caso di spessori ridotti, deve
essere posizionato con precisione e quindi non può essere inserito a getto
avvenuto. Inoltre, non deve avere la possibilità di spostarsi durante il getto e/o
la vibrazione.
R-SYSTEM
Ancoranti a risalto
R
Zincatura a caldo UNI EN ISO 1461
D
D1
S
Codice
Articolo
L
Pn
kN
L
mm
(±3)
D
mm
(±0,5)
D1
mm
D2
mm
s
mm
R
mm
Conf.
pezzi
Nero
Zincato
0301001010
0301001011
0301001012
0301001014
0301002003
0301002004
0301002005
0301002006
6000 - 1,3 - 65
6000 - 1,3 - 85
6000 - 1,3 - 120
6000 - 1,3 - 240
13
13
13
13
65
85
120
240
10
10
10
10
19 (±1)
19 (±1)
19 (±1)
19 (±1)
25 (+2/-3)
25 (+2/-3)
25 (+2/-3)
25 (+2/-3)
10
10
10
10
30
30
30
30
300
200
200
100
0301001022
0301001023
0301001024
0301001025
0301002011
0301002012
0301002013
0301002014
6000 - 2,5 - 85
6000 - 2,5 - 120
6000 - 2,5 - 170
6000 - 2,5 - 280
25
25
25
25
85
120
170
280
14
14
14
14
26 (±1)
26 (±1)
26 (±1)
26 (±1)
35 (+2/-4)
35 (+2/-4)
35 (+2/-4)
35 (+2/-4)
11
11
11
11
37
37
37
37
100
50
50
40
0301001028
0301001030
0301001031
0301001032
0301001033
0301002025
0301002027
0301002028
0301002029
0301002030
6000 - 4,0 - 100
6000 - 4,0 - 170
6000 - 4,0 - 210
6000 - 4,0 - 240
6000 - 4,0 - 340
40
40
40
40
40
100
170
210
240
340
18
18
18
18
18
36 (±1)
36 (±1)
36 (±1)
36 (±1)
36 (±1)
45 (+2/-5)
45 (+2/-5)
45 (+2/-5)
45 (+2/-5)
45 (+2/-5)
15
15
15
15
15
47
47
47
47
47
50
40
25
25
20
0301001037
0301001038
0301001039
0301001040
0301002045
0301002046
0301002047
0301002048
6000 - 5,0 - 120
6000 - 5,0 - 180
6000 - 5,0 - 240
6000 - 5,0 - 340
50
50
50
50
120
180
240
340
20
20
20
20
36 (±1)
36 (±1)
36 (±1)
36 (±1)
50 (+2/-5)
50 (+2/-5)
50 (+2/-5)
50 (+2/-5)
15
15
15
15
47
47
47
47
40
25
25
15
0301001044
0301001045
0301001046
0301001047
0301002069
0301002067
0301002068
0301002070
6000 - 7,5 - 165
6000 - 7,5 - 200
6000 - 7,5 - 300
6000 - 7,5 - 540
75
75
75
75
165
200
300
540
25
25
25
25
46 (±1)
46 (±1)
46 (±1)
46 (±1)
60 (+3/-6)
60 (+3/-6)
60 (+3/-6)
60 (+3/-6)
15
15
15
15
59
59
59
59
20
10
10
5
0301001051
0301001052
0301001054
0301001056
0301002084
0301002085
0301002086
0301002090
6000 - 10,0 - 170
6000 - 10,0 - 250
6000 - 10,0 - 340
6000 - 10,0 - 680
100
100
100
100
170
250
340
680
28
28
28
28
46 (±1)
46 (±1)
46 (±1)
46 (±1)
69 (+3/-7)
69 (+3/-7)
69 (+3/-7)
69 (+3/-7)
15
15
15
15
59
59
59
59
10
15
10
1
0301001058
0301001059
0301001060
0301001070
0301002092 6000 - 15,0 - 210
0301002093 6000 - 15,0 - 300
0301002094 6000 - 15,0 - 400
0301002096 *6000 - 15,0 - 1000
150
150
150
150
210
300
400
1000
36
36
36
36
69 (±1)
69 (±1)
69 (±1)
69 (±1)
85 (+3,5/-8)
85 (+3,5/-8)
85 (+3,5/-8)
85 (+3,5/-8)
15
15
15
15
80
80
80
80
1
1
1
1
0301001066
0301001067
0301001068
0301002104 6000 - 20,0 - 340
0301002105 6000 - 20,0 - 500
0301002106 *6000 - 20,0 - 1000
200
200
200
340
500
1000
39,5
39,5
39,5
69 (±1)
69 (±1)
69 (±1)
98 (+4/-9)
98 (+4/-9)
98 (+4/-9)
15
15
15
80
80
80
1
1
1
* Articoli a richiesta
D2
89
90
90
6 ANCORANTI CON FORO
D1
s
Mentre per la parte esterna vale quanto trattato nei capitoli dall’1 al 5,
per la parte nel calcestruzzo l’ancoraggio si ottiene inserendo nel foro
dell’ancorante una barra, che può essere diritta oppure sagomata con
opportune curvature.
R
D
L
Øc
D2
Articolo
Pn
kN
Diametro foro
mm
6001 - 1,3
13
6001 - 2,5
Barra dritta Feb 44k
Ø
mm
L
cm
2 staffe a 2 braccia
diametro As Ø
mm
10
8
16
5
25
13
12
24
8
6001 - 5,0
50
18
16
32
10
6001 - 10,0
100
25
22
44
14
6001 - 20,0
200
37
32
64
20
L’area As totale delle staffe che attraversano il cono di diffusione viene
dimensionato con la seguente formula:
As = Pn . 1,5 /σf
Adottando 2 staffe a 2 braccia, cioè 4 barre che attraversano il cono di diffusione,
si può stabilire il diametro delle 2 staffe As, come da esempio a pag. 88.
R-SYSTEM
6.1 ANCORANTI CON FORO CON ARMATURA DIRITTA
In caso di armatura diritta da inserire nel foro, è possibile utilizzare sia una
barra ad aderenza migliorata FeB44k, sia uno spezzone di trefolo.
Il dimensionamento degli ancoranti con foro, così realizzati, non può però
essere concepito per calcestruzzo non armato, in quanto il foro stesso e la
barra che vi passa all’interno ottengono lo stesso effetto di un ancoraggio
a risalto, ma con insufficiente altezza di stelo.
Ø Af
Occorre quindi verificare che la superficie del cono sia attraversata da
barre verticali ancorate, di area complessiva As in grado di sostenere la
totalità del carico nominale moltiplicato per 1,5.
Il dimensionamento della barra viene eseguito, per il carico nominale,
incrementato del 50% (coefficiente dinamico o attrito sul cassero), cioè
nella condizione di tiro in asse. Per i tiri inclinati, il dimensionamento fatto
per il tiro in asse è cautelativo. La tensione di esercizio nel caso di FeB44k
vale σamm = 260 N/mm2 = 26 kN/cm2.
Si dimensiona l’area occorrente ipotizzando che il risalto sull’occhiello sia in
grado di assorbire direttamente 1/3 del carico:
A f (cm2) = Pn · 1,5 · 2/3 · √ 3 / (2 · mamm) =
L
As
o
o
= 0,866 · Pn / mamm = 0,033 · Pn
8Ø
Øt (mm) = 10 · √ 0,033 · Pn · 4 / TT = 2,05 · √ Pn
La lunghezza minima della barra si calcola con la seguente formula:
L = 4 Ø + 2 · 8 Ø = 20 Ø
È possibile l’uso di spezzoni di trefolo, dove occorre però limitare la
tensione a valori doppi di quella del FeB44k.
91
92
92
Esempio:
considero il 6001 - 5,0 con Pn = 50 kN e calcolo diametro e lunghezza
della barra diritta e/o del trefolo,
A f = 50 · 0,033 = 1,65 cm2 pari a 1 Ø 16 = 2 cm2
As
oppure
A tr = 50 · 0,033/2 = 0,83 cm
2
pari circa all’area del trefolo da 1/2”.
2
=
=
15
La lunghezza della barra Ø 16 vale:
L = 20 · 1,6 = 32 cm
Per un trefolo 0,6”, di diametro 1,50 cm vale:
L = 20 · 1,5 = 30 cm
L’area di una delle 4 barre As vale:
A s = 50 · 1,5 / 26 · 4 = 0,72 cm2 = 1 Ø 10
L = 4 Ø + 2·8 Ø=
20 Ø
R-SYSTEM
6.2 ANCORANTI CON FORO CON ARMATURA SAGOMATA
Se la geometria lo consente, l’ancoraggio può essere portato in profondità
sagomando, secondo EC2, la barra in 3 modi (vedi tabella sotto riportata),
tali da poter trasferire il tiro ben più in basso e non richiedendo quindi altra
armatura aggiuntiva.
58 Ø
36 Ø
45 Ø
28 Ø
45¯
50 Ø
30 Ø
45¯
> 15 Ø
> 10 Ø
Articolo
Pn
kN
Diametro
della barra
Feb44k
sagomata mm
15
N/mm2
30
N/mm2
15
N/mm2
30
N/mm2
15
N/mm2
30
N/mm2
6001 - 1,3
13
8
80
50
65
40
75
45
6001 - 2,5
25
10
110
70
95
60
100
65
6001 - 5,0
50
14
160
95
130
80
140
90
6001 - 10,0
100
20
220
135
185
115
200
125
6001 - 20,0
200
28
315
190
265
160
285
175
Esempio:
per un pannello verticale (Rckj = 30 N/mm2 perché viene sollecitato solo
al montaggio), per Pn = 50 kN, si assume Ø 14 Ltot = 80 cm.
Ø14
L=80
*2Ø
93
94
94
Zincatura a caldo UNI EN ISO 1461
D1
s
R
L1
D
L
L2
Øc
D2
Codice
Articolo
Pn
kN
L
mm
(±3)
L1
mm
(±3)
L2
mm
s
mm
D
mm
(±0,5)
Nero
Zincato
0301005001
0301054001
6001 - 1,3
13
65
75
45
10
10
0301005002
0301054002
6001 - 2,5
25
90
101
64
11
14
0301005003
0301054003
6001 - 5,0
50
120
135
88
15
20
0301005004
0301054004
6001 - 10,0
100
180
195
136
15
0301005005
0301054005
6001 - 20,0
200
250
265
185
15
D1
mm
D2
Øc
mm
mm
(-0/+1) (-0/+1)
R
mm
Conf.
pezzi
19
(+0,8/1)
26
(+0,8/1)
36
(+0,8/1)
19
10
30
250
32
13,50
37
100
42
18
47
50
28
46
(+1/-1)
57
25
59
20
39,5
69
(+0,5/1,5)
76
37
80
1
Questi ancoranti sono adatti al ribaltamento e alla movimentazione
di tutti i pannelli in CLS prefabbricato con Rckj ≥ 15 N/mm2 e spessore
minimo ≥ 16 cm.
Gli ancoranti per ribaltamento sono concepiti per resistere, oltre al carico
nominale Pn, che agisce nella stessa direzione dell’asse dell’ancorante,
a un tiro Tn = 0,5 Pn che si ottiene normalmente ribaltando sul cassero
l’elemento prefabbricato.
Per quanto riguarda l’armatura riferita a un carico Pn agente in asse
all’ancorante, si rimanda ai criteri di dimensionamento esposti per gli
ancoranti con foro (v. cap. 06).
La particolare configurazione dell’ancorante è stata studiata per evitare che
la maniglia di sollevamento forzi contro il calcestruzzo poco resistente (in
genere Rckj = 15 N/mm2), provocando lesioni a vista sul pannello.
Un’apposita armatura deve essere in grado di riportare il tiro nella parte
inferiore del pannello. A tal fine si suggeriscono due metodi, riportati nella
pagina successiva.
Tn
Tn
R-SYSTEM
8 ANCORANTI PER IL RIBALTAMENTO RS
95
9
96
Ancoranti per ribaltamento RS
Primo metodo: si utilizza l’armatura Af1 del pannello, nel caso la sede
dell’ancorante corrisponda alla posizione di tale armatura. (Per l’armatura
Af0 v. cap. 06).
A f0
A f1
A f2
A f1
A f2
A f0
Barra dritta Feb 44k
Articolo
Pn
kN
Staffa A f 2 (cm)
A f 1 teorico
(cm2)
Ø
(mm)
A f 1 teorico
(cm2)
Ø
(mm)
6003 - 2,5 RS
25
0,625
1 Ø 10
0,36
2Ø6
6003 - 5,0 RS
50
1,25
1 Ø 14
0,72
2Ø8
Secondo metodo: quando l’armatura di forza del pannello non può
essere posizionata sull’apposita sede dell’ancorante, occorre utilizzare un
ferro sagomato con 2 braccia a 45° come da figura sottostante.
(Per l’armatura Af0 v. cap. 06).
A f2 A f0
A f0
A f3
A f3
Barra dritta Feb 44k
Articolo
Pn
kN
A f3
cm2
Ø
mm
= 15 N/mm2
= 30 N/mm2
L cm
6003 - 2,5 RS
25
0,51
8
80
50
6003 - 5,0 RS
50
1,10
12
120
70
R-SYSTEM
L2
R
Zincatura a caldo UNI EN ISO 1461
D1
D2
D
Øc
L
Codice
Articolo
Pn
kN
L
mm
(±1)
D
mm
(-0/+1)
D1
mm
(+0,5/-1)
D2
mm
(±1)
Øc
mm
(+0,5/-1)
Conf.
pezzi
Nero
Zincato
0301083001
030108200
6003 - 2,5 RS
25
200
14
26
36
15
25
0301083002
0301082002
6003 - 5,0 RS
50
200
20
36
46
20
15
8.1 ANCORANTE SPECIALE PER IL RIBALTAMENTO
DEI PANNELLI (CON UN NASELLO)
D1
D
D2
R
A volte, con una lunghezza d’ancorante maggiore di quella minima, si può
ridurre lo spessore nel quale è inserito l’ancorante, purché sia disponibile
un’area rettangolare di diffusione non minore di quella riportata nelle tabelle
seguenti.
Øc
L
s
Codice
Nero
Zincato
0301050004
0301052004
Articolo
Pn
kN
L
mm
(±1)
D
mm
(-0/+1)
D1
mm
(+0,5/-1)
D2
mm
(±1)
Øc
mm
(+0,5/-1)
Conf.
pezzi
6002 - 10,0 - 215
100
215
28
46
25
25 (±5)
10
97
9
98
Ancoranti a piastra
9 ANCORANTI A PIASTRA SENZA FERRI AGGIUNTIVI
Quando lo spessore è ridotto, su un ancorante corto si può innestare una
piastra che, con la sua rigidezza, sia in grado di creare un cono di resistenza
sufficiente.
Gli ancoranti a piastra senza ferri aggiuntivi si possono usare solo con
calcestruzzi di resistenza elevata, cioè con Rckj ≥ 40 N/mm2. Sono disponibili
in 3 portate, precisamente 25, 50 e 100 kN.
Articolo
L
a
b
Rckj = 40 N/mm2
fctk = 0,246 kN/cm2
Pn
kN
dimens. piastre a x b
mm
L effettivo
mm
6010 - 2,5
25
70x70
5,5
6010 - 5,0
50
90x90
(5,5)
6010 - 10,0
100
90x90
12
(6,5)
11,00
(11,5)
Le altezze effettive tra parentesi non possono essere utilizzate senza armatura aggiuntiva.
9.1 ANCORANTI A PIASTRA CON FERRI AGGIUNTIVI
Il dimensionamento a taglio delle barre si effettua così: in caso di resistenze
ridotte, ma con Rckj ≥ 30N/mm2 e comunque per ogni L effettivo, si può
affidare l’ancoraggio a 4 barre aggiuntive, posizionate sopra le piastre.
Pn
kN
A f teorico
cm2
Ø Ferri
mm
L
cm
25
0,625
10
30
50
1,250
12
40
100
2,500
18
50
Ø 10
a
Ø 10
=b
L
R-SYSTEM
D1
Zincatura elettrolitica ≥ 12 +m
s
R
L1
D
L
L2
t
axb
Articolo
Codice
Pn
kN
L
mm
(±3)
L1
mm
(±3)
L2
mm
s
mm
D
mm
(±0,5)
D1
mm
(±1)
axbxt
mm
(±2)
R
mm
Conf.
pezzi
Nero
Zincato
0301006001
0301055001
6010 - 2,5 - 55
25
55
66
29
11
14
26
70x70x6
37
50
0301006002
0301055002
6010 - 2,5 - 120
25
120
131
94
11
14
26
70x70x6
37
25
0301006003
0301055003
6010 - 5,0 - 55
50
55
70
23
15
20
36
90x90x8
47
25
0301006004
0301055004
6010 - 5,0- 65
50
65
80
33
15
20
36
90x90x8
47
25
0301006005
0301055005
6010 - 5,0 - 110
50
110
125
78
15
20
36
90x90x8
47
20
0301006007
0301055006
6010 - 10,0 - 115
100
115
130
71
15
28
46
90x90x10
59
10
0301086001
0301055008
6010 - 7,5 - 160
75
160
175
116
15
25
46
90x90x10
59
10
99
10
100
10 GUAINE PER IL POSIZIONAMENTO DELL’ANCORANTE
Il posizionamento dell’ancorante deve essere effettuato con le rispettive
guaine a incavo. A parte poche eccezioni, gli ancoranti di sollevamento
a testa sferica vengono montati con guaine semisferiche. Le guaine
coprono diverse funzioni: tra le altre, consentono il sollevamento con tiri
obliqui senza che siano necessarie riduzioni, ed evitano la necessità di
inserire snodi di diversa portata.
Le guaine a incavo sono di diverso diametro in funzione delle differenti
portate, che sono impresse sulla faccia superiore della guaina stessa.
10.1 GUAINE IN GOMMA CIRCOLARI
Le guaine in gomma di forma rotonda sono adatte per tutti i tipi di
elementi prefabbricati. Si possono usare anche nei getti di calcestruzzo
caldi o riscaldati fino a 120 °C.
Guaina in gomma circolare completa
Codice
Articolo
Gruppo
di portata kN
d
mm (±1)
R
mm (±1)
Conf.
pezzi
0301010001
6140 - 1,0/1,3
10/13
10
30
1
0301010002
6140 - 1,5/2,5
15/25
14
37
1
0301010003
6140 - 3,0/5,0
30/50
20
47
1
0301010005
6140 - 8,0/10,0
80/100
28
59
1
0301010007
6140 - 16,0/20,0
160/200
39
80
1
0301010008
*6140 - 32,0
320
50
107
1
R
Ød
* Articolo a richiesta
Guaina in gomma circolare
Codice
R
Ød
Articolo
Gruppo
di portata kN
d
mm (±1)
R
mm (±1)
Conf.
pezzi
0301014001
6139 - 1,0/1,3
10/13
10
30
1
0301014002
6139 - 1,5/2,5
15/25
14
37
1
0301014003
6139 - 3,0/5,0
30/50
20
47
1
0301014005
6139 - 8,0/10,0
80/100
28
59
1
0301014007
6139 - 16,0/20,0
160/200
39
80
1
0301014008
*6139 - 32,0
320
50
107
1
* Articolo a richiesta
R-SYSTEM
10.1.1 GUAINE IN GOMMA SAGOMATE
Le guaine in gomma sagomate sono adatte per gli elementi prefabbricati
sottili, come le guaine in gomma circolari, e possono essere utilizzate
anche per i getti di calcestruzzo caldi o riscaldati fino a 120 °C.
Guaina in gomma sagomata completa
Codice
Articolo
Gruppo di
d
R
n
o
portata kN mm (±1) mm (±1) mm (±1) mm (±1)
Conf.
pezzi
0301012001
6138 - 1,0/1,3
10/13
10
30
42
34
1
0301012002
6138 - 1,5/2,5
15/25
14
37
52
43
1
0301012003
6138 - 3,0/5,0
30/50
20
47
69
58
1
0301012005
6138 - 8,0/10,0
80/100
28
59
85
78
1
0301012007
6138 - 16,0/20,0
160/200
39
80
124
116
1
n
R
Ød
o
Corpo in gomma sagomato
Codice
Articolo
Gruppo di
d
R
n
o
portata kN mm (±1) mm (±1) mm (±1) mm (±1)
Conf.
pezzi
0301013001
6137 - 1,0/1,3
10/13
10
30
42
34
1
0301013002
6137 - 1,5/2,5
15/25
14
37
52
43
1
0301013003
6137 - 3,0/5,0
30/50
20
47
69
58
1
0301013005
6137 - 8,0/10,0
80/100
28
59
85
78
1
0301013007
6137 - 16,0/20,0
160/200
39
80
124
116
1
n
R
Ød
o
10.1.2 MONTAGGIO DELLE GUAINE IN GOMMA
La guaina in gomma deve essere sistemata sopra la testa dell’ancorante.
L’ancorante di sollevamento si può inserire con la guaina in gomma anche
dall’alto, direttamente nel calcestruzzo fresco (con lavorabilità ≥ S4).
RIMOZIONE DELLE GUAINE IN GOMMA
Le guaine in gomma sono dotate di due fori. Per estrarre la guaina dal
calcestruzzo indurito, nei fori vengono inserite barre di rinforzo. La guaina
viene quindi estratta facendo leva.
101
10
102
10.2 GUAINA CONICA IN ACCIAIO PER TUBI
La guaina in acciaio per tubi con cono interno è dimensionata in modo da
garantire il fissaggio corretto degli ancoranti di sollevamento a testa sferica.
La testa dell’ancorante di sollevamento e la piastrina di acciaio con fori a filettatura interna per il fissaggio allo stampo devono essere sistemate tra i due
semiconi interni. Così assemblato, il cono interno viene quindi inserito nella
guaina in acciaio. La guaina in acciaio può essere fissata al cassero con una vite
standard. Le misure del filetto sono riportate nella tabella. Se si usa un cassero
d’acciaio, la guaina può anche essere fissata a un coperchio di chiusura.
In questo caso, il vantaggio è che la guaina può essere estratta prima della
rimozione dello stampo.
Guaina conica in acciaio per tubi
Codice
Articolo
Gruppo di
portata kN
s
mm
d
R
M
mm (±1) mm (±1) mm (±1)
Conf.
pezzi
0301063001
6144 - 1,0/1,3
10/13
10
11
30
8
1
0301063002
6144 - 1,5/2,5
15/25
11
15
37
10
1
0301063003
6144 - 3,0/5,0
30/50
15
21
47
12
1
0301063005
6144 - 6,0/7,5
60/75
15
25
59
16
1
0301063007
6144 - 8,0/10,0
80/100
15
29
59
16
1
0301063005
6144 - 12,0/15,0
120/150
15
36
80
16
1
0301063007
6144 - 16,0/20,0
160/200
15
41
80
16
1
M
R
s
Ød
R-SYSTEM
10.3 GUAINA CONICA IN ACCIAIO CON RIDUTTORE IN GOMMA
Talvolta è necessario liberare l’ancorante di sollevamento a testa sferica
da una guaina non accessibile. Ciò avviene quando un elemento
prefabbricato deve essere capovolto dopo la rimozione dello stampo.
In questo caso, gli ancoranti a testa sferica sono utilizzabili soltanto dopo
aver concluso le operazioni di ribaltamento.
A questo scopo, o per usi simili, è necessaria una guaina in acciaio con
riduttore in gomma. L’ancorante di sollevamento a testa sferica viene
sistemato con la testa nella cavità interna alla guaina e bloccato in
posizione da un riduttore in gomma.
Se la guaina in acciaio viene usata per il montaggio in orizzontale di
un ancorante di sollevamento, si devono prendere misure per evitare
che l’ancorante di sollevamento si sganci inavvertitamente durante la
vibrazione (per esempio, fissando l’ancorante all’armatura o bloccandolo
con distanziatori).
Guaina in acciaio circolare
Codice
Articolo
Gruppo
di portata kN
s
mm
R
mm (±1)
M
mm (±1)
Conf.
pezzi
0301019001
6150 - 1,0/1,3
10/13
10
30
8
1
0301019002
6150 - 1,5/2,5
15/25
11
37
12
1
0301019003
6150 - 3,0/5,0
30/50
15
47
12
1
Riduttore in neoprene per guaina in acciaio
Ø
Codice
Articolo
Portata
kN
Diametro interno
mm (±1)
Conf.
pezzi
0301003001
6151 - 1,0/1,3
10/13
10
100
0301003002
6151 - 1,5/2,5
15/25
14
100
0301003003
6151 - 3,0/5,0
30/50
20
100
103
10
104
10.4 GUAINE A PERDERE
In alcuni casi, per il posizionamento degli ancoranti, può risultare più
conveniente l’utilizzo delle guaine a perdere.
A
10.4.1 GUAINE A PERDERE NORMALI (ART. 6101)
Le guaine a perdere, di forma semi sferica, sono adatte per tutti i tipi di
elementi prefabbricati. Sono particolarmente apprezzate per il risultato
pratico (pulizia dell’incavo). Il coperchio in dotazione può essere riutilizzato
per la chiusura degli incavi a vista dei pilastri.
Sono disponibili in due versioni e utilizzabili per ancoranti da 25, 40, 50 kN.
B
Guaine a perdere
Codice
Articolo
Portata
kN
Diametro incavo A
mm (±1)
Diametro foro B
mm (±1)
Conf.
pezzi
0301085001
6101 - 1,5/2,5
25
79
16
200
0301085002
6101 - 3,0/5,0
50
99
22
150
0301085003
6101 - 7,5
75
119
27
100
0301085004
6101 - 10,0
100
119
30
100
A
10.4.2 GUAINE A PERDERE RS (ART. 6100)
C
Le guaine a perdere RS hanno una particolare forma semisferica a due
raggi e sono adatte ai pannelli prefabbricati che devono essere ribaltati al
momento dello scassero (lato ribaltamento).
Sono disponibili in due versioni per ancoranti da ribaltamento (Art. 6003
RS); il coperchio è riutilizzabile.
D
Guaine a perdere R-System
Codice
Articolo
Portata
kN
Diametro incavo A
mm (±1)
Diametro incavo B
mm (±1)
Diametro foro CxD
mm (±1)
Conf.
pezzi
0301084001
6100 - 1,5/2,5 RS
25
85
79
21x16
200
0301084002
6100 - 3,0/5,0 RS
50
100
99
28x22
150
B
Le guaine a perdere sono state studiate per facilitare l’utilizzatore.
Si consiglia di montare il coperchio sulla calotta sferica, tenendo ferma la
guaina con una mano; premere con la testa dell’ancorante in posizione
obliqua, sulle alette preposte nella parte sferica. Quando la testa
dell’ancorante avrà oltrepassato il foro di ingresso, verificare che le alette
siano tornate elasticamente nella posizione originale. Se così non fosse,
basterà ritrarre leggermente l’ancorante e si otterrà il ritorno delle alette.
Per bloccare la testa dell’ancorante, basterà premere con forza contro il
coperchio. Nel caso delle guaine a perdere per il ribaltamento, inserire
il nasello nella sede preposta della guaina. Con le guaine a perdere è
possibile l’inserimento degli ancoranti direttamente nel calcestruzzo
fresco (con lavorabilità ≥ S4).
10.4.4 RIMOZIONE DEL COPERCHIO DELLE GUAINE A PERDERE
Il coperchio è stato progettato per trattenere saldamente gli ancoranti
nella loro sede; è consigliabile il suo utilizzo anche per la chiusura estetica
degli ancoranti a vista (per esempio nei pilastri).
L’estradosso del coperchio presenta una scanalatura; per rimuovere il
coperchio allo scassero, basta far leva con un cacciavite, o un altro perno
piatto e rigido, nella sede predisposta.
R-SYSTEM
10.4.3 MONTAGGIO DELLE GUAINE A PERDERE
105
10
106
11 ISTRUZIONI OPERATIVE PER LA TESTA SFERICA UNIVERSALE
La testa sferica universale deve essere usata come esposto nelle presenti
istruzioni operative insieme alle istruzioni di montaggio.
Il sistema completo è certificato solo se composto dalla testa sferica
universale e dagli ancoranti di sollevamento a testa sferica R-System; non
è ammesso un uso diverso (per esempio, con ancoranti non originali
R-System).
La testa sferica universale è comandata manualmente e viene fornita nelle
versioni riportate nella seguente tabella.
b
t
a
c
12-20T
Gruppo di portata
e marchiatura CE
g
l
m
1A
N° di lotto
h
Testa sferica universale
Codice
Articolo
Gruppo
di portata
kN
a
mm
b
mm
c
mm
g
mm
h
mm
l
mm
m
mm
t
mm
Conf.
pezzi
0301004012
6102 - 1,0/1,3
10/13
44
74
20
70
11,5 ± 0,5
192
6,5
12
1
0301004013
6102 - 1,5/2,5
15/25
56
88
25
85
16 ± 0,5
233
9
14
1
0301004010
6102 - 3,0/5,0
30/50
68
118
37
88
21,75 ± 0,75
283
10
16
1
0301004014
6102 - 6,0/10,0
60/100
82
160
50
112
30 ± 1
397
14
26
1
0301004015
6102 - 12,0/20,0
120/200
113
191
75
135
42,5 ± 1,5
522
21
30
1
SFERICA UNIVERSALE
R-SYSTEM
11.1 MARCATURA DI IDENTIFICAZIONE DELLA TESTA
Logo
Prodottore
(Ruredil)
Ogni testa sferica universale è identificata dalla marcatura. La parte frontale
della chiusura di sicurezza è contraddistinta dal nome del produttore; sulla
parte posteriore sono indicati la portata e il simbolo di funzionamento.
La sfera è contrassegnata dal gruppo di carico, dal numero di serie o lotto
identificativo. La testa sferica universale può essere usata con tutti gli
ancoranti di sollevamento R-System riportati in questo volume.
0T
12-2 Gruppo di portata
11.2 CONTROLLO PERIODICO DELLA TESTA SFERICA
UNIVERSALE
c
L’utilizzatore è responsabile affinché le teste sferiche universali siano
utilizzate soltanto dopo essere state adeguatamente controllate.
L’utilizzatore deve garantire un controllo annuale delle teste sferiche
universali da parte di personale dipendente qualificato, che annoterà i dati
su appositi registri.
È molto importante che sia rilevata non solo qualsiasi forma di danno, ma
anche il livello di usura.
Se i valori limite riportati nella tabella vengono superati nel caso di “h”, o
sono inferiori nel caso di “m” e di “c”, la testa sferica universale deve essere
immediatamente sostituita.
12-20T
m
h
Gruppo
di portata
kN
Misure
massime h
mm
Misure
minime m
mm
Misure
minime c
mm
1,0/1,3
13,0
5,5
14,0
1,5/2,5
18,0
6,0
17,5
3,0/5,0
25,0
8,0
28,0
6,0/10,0
32,0
12,0
36,0
12,0/20,0
46,0
18,0
56,0
107
10
108
11.3 FUNZIONAMENTO DELLA TESTA SFERICA UNIVERSALE
In generale durante le operazioni si sollevamento e trasporto devono
essere applicate le misure di sicurezza vigenti, soprattutto quelle relative
all’uso di gru.
Il personale incaricato dell’aggancio e dello sgancio degli ancoranti di
sollevamento e degli accessori, deve essere opportunamente addestrato
e informato delle disposizioni normative e delle prescrizioni contenute in
questo manuale.
Aggancio
Per accoppiare la testa sferica universale con l’ancorante è necessario che
le funi della gru non siano in tensione; inserire la sfera all’ancorante con
l’apertura rivolta verso il basso (figura D). Il dente di innesto della sfera
viene quindi ruotato verso il basso accertandosi sempre che la rotazione
sia completa (figura A e figura B).
Nel sollevamento con tiro inclinato o di ribaltamento la chiusura di
sicurezza deve essere nella posizione corretta (figura A).
Evitare operazioni di sollevamento con la chiusura di sicurezza in posizione
opposta al tiro (figura C).
Nelle fasi successive, grazie al contrappeso della chiusura di sicurezza, la
sfera si mantiene sempre nella posizione corretta.
Con la testa universale, qualsiasi movimento di ribaltamento, capovolgimento e rotazione è consentito e completamente sicuro.
A
B
C
D
Sgancio
Per sganciare l’ancorante è necessario rilasciare il carico e accertarsi che le
funi non siano in tensione.
Per sbloccare ruotare la sfera verso l’alto e estrarre la testa sferica (figura E).
E
R-SYSTEM
Esempi di calcolo
PANNELLO VERTICALE
RIBALTAMENTO E SCASSERO
20
1. DATI
A) calcestruzzo allo scassero, Rckj 15 N/mm2;
B) calcestruzzo in fase di movimentazione, Rckj 30 N/mm2;
C) sponde e separatori asportabili;
D) peso proprio = 100 kN.
2. TIRO
A) fase di scassero, con bilancino e ribaltamento;
B) fase di movimentazione, funi inclinate a 45° sulla verticale.
800
250
3. SOLLEVATORI
A) fase di scassero, carroponte su rotaie;
B) fase di movimentazione, gru da prefabbricato su stabilizzatori.
4. DIMENSIONAMENTO FASE DI SCASSERO
A) verifica azioni dinamiche
r= ai x ad = 1x1,5 = 1,5 ≤ 1,5 (at)
È verificata la condizione r ≤ at
B) determinazione portata nominale
Pn = PP = 100 kN = 50 kN
2
2
si adottano pertanto n. 2 ancoranti articolo 6003 - 5,0 RS
5. DIMENSIONAMENTO FASE DI MOVIMENTAZIONE
A) verifica azioni dinamiche (rif. punto 2.3)
r= ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 ( at)
È verificata la condizione r ≤ at
B) determinazione portata nominale
Pn = PP = 100 kN = 50 kN
2
2
sono confermati gli ancoranti fase di scassero lato lungo;
si adottano per la verticalizzazione, lato corto,
n. 2 ancoranti articolo 6000 - 5,0 - 240.
MOVIMENTAZIONE
250
800
20
ANCORANTE PER RIBALTAMENTO
ART. 6003 - 5,0 - RS
ANCORANTE A RISALTO
ART . 6000 - 5,0 - 240
109
11
110
TRAVE C.A.P.
SCASSERO E MOVIMENTAZIONE
1. DATI
A) calcestruzzo allo scassero, Rckj 15 N/mm2;
B) calcestruzzo in fase di movimentazione, Rckj 30 N/mm2;
C) sponde e separatori asportabili;
D) peso proprio PP = 100 kN.
2. TIRO
A) fase di scassero, funi inclinate a 45° sulla verticale;
B) fase di movimentazione, funi inclinate a 45° sulla verticale.
40
77 47
30
1000
70
3. SOLLEVATORI
A) fase di scassero, carroponte su rotaie;
B) fase di movimentazione, gru da prefabbricato
su stabilizzatori.
4. DIMENSIONAMENTO FASE DI SCASSERO
A) verifica azioni dinamiche
r = ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 ( at)
È verificata la condizione r ≤ at
B) determinazione portata nominale
Pn = PP = 100 kN = 50 kN
2
2
si adottano pertanto n. 2 ancoranti articolo 6000 - 5,0 - 240.
5. DIMENSIONAMENTO FASE DI MOVIMENTAZIONE
A) verifica azioni dinamiche
r = ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 ( at)
È verificata la condizione r ≤ at
B) determinazione portata nominale
Pn = PP = 100 kN = 50 kN
2
2
sono confermati gli ancoranti della fase di scassero,
n. 2 ancoranti articolo 6000 - 5,0 - 240.
ANCORANTE A RISALTO
ART . 6000 - 5,0 - 240
30
R-SYSTEM
PANNELLO VERTICALE
SCASSERO
1. DATI
A) calcestruzzo allo scassero, Rckj 30 N/mm2;
B) sponde e separatori asportabili;
C) peso proprio PP = 44,3 kN.
2. TIRO
A) fase di scassero, funi inclinate a 15° sulla verticale uguali e
indipendenti;
B) fase di movimentazione, funi convergenti con piastra a triangolo
inclinate a 45° sulla verticale.
3. SOLLEVATORI
A) fase di scassero, doppio carroponte su rotaie;
B) fase di movimentazione, gru da prefabbricato su stabilizzatori.
1000
200
40
MOVIMENTAZIONE
piastra
a triangolo
4. DIMENSIONAMENTO FASE DI SCASSERO
A) verifica azioni dinamiche
r = ai x ad = 1,03x1,46 = 1,5 ≤ 1,5 (at)
È verificata la condizione r ≤ at si assume
B) determinazione portata nominale
Pn = PP = 44,3 kN = 11 kN
4
4
si adottano pertanto n. 4 ancoranti articolo
6000 - 1,30 - 120
5. DIMENSIONAMENTO FASE DI MOVIMENTAZIONE
A) verifica azioni dinamiche
r = ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 (γt)
essendo verificata la condizione r ≤ at
B) Determinazione portata nominale
Pn = PP = 44,3 kN = 11 kN
4
4
sono confermati gli ancoranti articolo 6000 - 1,3 - 120.
ANCORANTE A RISALTO
ART. 6000 - 1.3 - 120
111
112
11
NOTE
SISTEMI DI SOLLEVAMENTO
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
Boccola
Sistema di sollevamento
a boccola filettata
113
114
4
Sistema a boccola
Sistema di sollevamento a boccola filettata
D
1 ESCRIZIONE
CHE COS’È KDEL
APTOR
PRODOTTO
?
Il sistema a boccola filettata offre la soluzione pratica e razionale
al problema del sollevamento, trasporto e montaggio di strutture
prefabbricate in C.A. È costituito dall’abbinamento di elementi a perdere
(boccole) con elementi recuperabili (viti di sollevamento a funi flessibili).
La portata nominale specificata nella Tab. 1 si riferisce al tiro assiale. Quando
si adoperano funi con angolo di inclinazione sulla verticale è necessario
applicare i coefficienti d’incremento in funzione dell’angolo _ così come
specificato nella Tab. 2.
A. Boccola
È costituita da una barra di acciaio, tornita con filettatura interna a passo
metrico e viene fornita zincata elettroliticamente con spessore ≥ 7 μ.
All’estremità chiusa è praticato un foro passante per l’inserimento di una
barra ad aderenza migliorata che ha la funzione di ancorare la boccola al
calcestruzzo. Il coefficiente di sicurezza a rottura è ≥ 3.
Codice
Tipo
(M)
Tab. Ferri
Feb 44 K(*)
ø (mm)
Aggiuntivi
0317011001
0317011002
0317011003
0317011004
0317011005
0317011006
M10
M12
M16
M20
M24
M30
6
8
10
12
14
16
600
800
1000
1200
1400
1600
Portata
KN
D
(mm)
+ 0/- 0,2
D1
(mm)
± 0,2
L
(mm)
+ 0,5/-1
L1
(mm)
±1
5
10
20
30
40
50
14
20
25
30
35
42
8
11
13
15
19
21
50
60
70
80
95
105
20
30
30
35
40
40
L (mm)
(*) Per Cls con Rckj ≥20 N/mm2 - Materiale: 11 S Mn Pb 37/S355J243
L2
Conf.
(mm)
(Nr pezzi)
± 0,5/-1
40
43
52
58
65
71
300
100
100
50
50
25
Tab. 1
Codice Tipo
Portata
Fune
KN
A
(mm)
+ 4%/- 1%
B
(mm)
circa
(mm)
circa
0317030010
0317030020
0317030030
0317030040
0317030050
0317030060
M10
M12
M16
M20
M24
M30
5
10
20
30
40
50
8
10
10
12
14
16
380
400
400
470
520
570
140
140
140
155
180
200
C. Tappi per boccole
Tappi a tenuta che, inseriti nel foro della parte filettata della boccola,
impediscono a corpi estranei di intasare la parte destinata all’avvitamento.
Vanno predisposti prima del getto.
Codice Tipo
Descrizione articolo
0317030010
0317030020
0317030030
0317030040
0317030050
0317030060
Tappi per boccole M10
Tappi per boccole M12
Tappi per boccole M16
Tappi per boccole M20
Tappi per boccole M24
Tappi per boccole M30
ø (mm) Confezioni
+ 0,5
(Nr pezzi)
8,5
10,5
14
17,5
21
27
100
100
100
100
100
100
BOCCOLA FILETTATA
B. Vite a fune flessibile
La fune è costituita da fili d’acciaio armonico, formanti la fune disposta ad asola,
con resistenza a trazione non inferiore a 1600 N/mm2. Il coefficiente di sicurezza,
in considerazione degli impieghi ripetuti si assume ≥5 rispetto alla rottura.
115
116
6
Sistema a boccola
Sistema di collegamento a boccola filettata
APPLICAZIONI TIPO
Travi, pilastri, tegole e pareti;
velette;
manufatti speciali.
RACCOMANDAZIONI PER IL SOLLEVAMENTO
E LA MOVIMENTAZIONE CON IL SISTEMA A BOCCOLA
FILETTATA RUREDIL
1. Avvitamento
Il perno filettato inserito nella vite a fune flessibile deve essere
completamente avvitato nella boccola; se ciò non avviene, la boccola
subisce sollecitazioni combinate non previste nel suo dimensionamento.
Qualora, a causa di utilizzo errato (es. tiro inclinato e avvitamento
incompleto delle viti nelle boccole) il perno filettato risultasse piegato, si
prescrive la sostituzione immediata della vite a fune flessibile.
2. Fune flessibile
È vietato l’utilizzo di funi che si presentino anche soltanto parzialmente
sfilacciate. Non utilizzare la vite a fune flessibile cui sia stata asportata la
redance che ha lo scopo di evitare alla fune curvature incompatibili con il
materiale con cui è stata realizzata.
3. Angolo di inclinazione _ delle funi di sollevamento
In una sospensione a 2 funi accertarsi che l’angolo di sollevamento sulla
verticale di tiro non sia > 45°. Nel caso di sollevamento con tiri inclinati è
necessario assumere dei coefficienti “K” di incremento del tiro in funzione
dell’angolo di inclinazione _ delle fun rispetto alla verticale (vedi tab. 2).
_
≤ 15°
≤ 30°
≤ 45°
1,1
1,1
1,7
2
Coefficienti di incremento
del tiro “K” in funzione
dell’angolo di inclinazione
( _ ) delle funi sulla verticale.
4. Posizionamento delle boccole
Si raccomanda, per posizionare le boccole nel manufatto, di non ricorrere
assolutamente alla saldatura. La saldatura dà luogo ad un trattamento
termico che riduce in maniera sostanziale le caratteristiche di resistenza
del materiale.
Le boccole devono risultare perpendicolari alla superficie del manufatto,
verificando che il calcestruzzo non impedisca il completo avvitamento
della vite a fune flessibile sulla boccola.
(*) Ferro aggiuntivo
SISTEMI PER PANNELLI A TAGLIO TERMICO
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
Konnektor
®
Sistema per pannelli
a taglio termico
117
118
118
11
18
Konnektor
Sistema
S
istema p
per
er p
pannelli
annelli a ta
taglio
aglio ttermico
ermico
CHE COS’È KONNEKTOR?
Konnektor® è un sistema brevettato che utilizza dispositivi di sostegno
e di connessione tra due strati in c.a. liberamente dilatabili, per realizzare
pannelli in calcestruzzo a taglio termico e taglio strutturale.
Pannello a taglio termico.
Pannello a taglio termico con strato
portante alleggerito.
Pannello a taglio termico
ventilato.
I dispositivi di collegamento tra i due strati sono progettati per consentire
la realizzazione di pannelli senza limite di dimensione.
Konnektor® consente la produzione di pannelli a taglio termico di varia
natura, alleggeriti, aerati e ventilati.
DISPOSITIVI DI SOSTEGNO
I sostegni, vincolati allo strato portante, sostengono il peso dello strato
portato in modo isostatico, senza impedire le dilatazioni/contrazioni
termiche dello strato appeso. Sono realizzati con un perno Ø 40 mm in
acciaio zincato, che si ancora nello strato portante e sostiene il carico dello
strato appeso.
Alla base di tali sostegni, opportunamente sagomati, è applicato un profilato metallico (di seguito chiamato guida) che ha la funzione di ripartire
il carico e di fissarsi alla rete di armatura dello strato appeso, tenendo il
sostegno nella posizione corretta durante la fase di getto (Fig. 1).
Fig. 1
Il sostegno viene fissato alla rete di armatura dello strato appeso.
Specie per i pannelli verticali, i quali, una volta basculati, scaricano sul solo
sostegno fisso tutto il peso dello strato esterno, occorre poter sfruttare al
massimo la portata del sostegno, andando quindi a ridurre fino a 1 cm.
Utilizzando di norma isolanti di spessore superiore a 4 cm, occorre sempre
operare una riduzione come mostrato nelle figure 2 e 3, a seconda che ci si
trovi in assenza o presenza di armature.
spessore
isolante
s (cm)
10
15
20
25
30
1
19
29
38
48
48
2
14
22
29
36
36
3
12
18
24
30
30
4
10
15
20
25
25
KONNEKTOR
EKTOR
PN = PORTATA NOMINALE SOSTEGNO (KN)
Quando la guida si riempie di calcestruzzo, si realizza una cerniera (sostegno fisso); la guida libera, dotata di opportuna spugna, costituisce un carrello che si può spostare fino a 8 mm (sostegno scorrevole).
Il profilo che funge da guida al sostegno scorrevole è rivestito internamente in teflon, materiale che permette di annullare gli attriti interni,
garantendo in ogni situazione gli scorrimenti tra gli strati.
In corrispondenza del perno occorre ridurre lo spessore dell’isolante, ricavando un cilindro di almeno 12 cm di diametro entro cui è posizionata la
molla di frettaggio.
Come riassunto in tabella 1, lo spessore di isolante nell’area intorno al
sostegno può essere al massimo di 4 cm, compatibilmente alla portata
necessaria e alla resistenza del calcestruzzo.
Rckj (N/mmq)
Tab. 1
≥ 50 cm
≥ 12 cm
max
10
s
≥6
Fig. 2
≥ 15 cm
Nelle fasi di sformatura, stoccaggio e trasporto, tutti i pannelli sono sempre considerati orizzontali; proprio nella fase di sformatura, caratterizzata
da una ridotta resistenza del calcestruzzo, occorre stabilire il numero di
sostegni e lo spessore dell’isolante in corrispondenza ad ogni sostegno.
Il numero di sostegni viene stabilito in funzione del peso da sostenere e
quindi dalle dimensioni del pannello e dallo spessore dello strato appeso.
In figura 4 si riassumono indicativamente i casi che possiamo riscontrare.
Fig. 3
Fig. 2 e 3
Riduzione dell’isolante in corrispondenza dei sostegni. La riduzione
dell’isolante, ed eventualmente dell’alleggerimento, deve essere tale da
consentire il completo sviluppo del carico di diffusione a 45° nello strato
portante a partire dal piatto della molla di frettaggio, con l’eccezione dei
casi in cui il sostegno ricada in un cordolo armato.
Fig. 4
In un pannello di ridotte dimensioni
il solo sostegno fisso deve essere
esattamente baricentrico. Per evitare
effetti torsionali in fase di
movimentazione, è opportuno
aggiungere ad un’estremità una doppia
forcina incrociata o utilizzare
le connessioni continue.
In pannelli con due sostegni, questi
vengono posizionati in corrispondenza
di cordoli trasversali a una distanza
dal bordo compresa tra 0,2 e 0,25 L.
In pannelli orizzontali lunghi il sostegno
fisso viene previsto baricentrico e i due
scorrevoli sono disposti a una distanza
dal bordo compresa tra 0,1 e 0,25 L.
È consigliabile, in caso di pannelli
verticali, posizionare F alla base o in testa.
119
120
120
12
20
Konnektor
DISPOSITIVI DI CONNESSIONE
Si prevede di dare una tipologia di connessioni perimetrali che viene
posta in opera dopo la posa dell’isolante (C10 e Forcine) e una seconda
tipologia, alternativa alla precedente, che viene posta in opera prima del
getto dello strato appeso, simultaneamente ai dispositivi di sostegno
(connessioni continue).
La scelta viene fatta in funzione del metodo produttivo e del tempo di
presa del calcestruzzo.
Tutte le tipologie di connessioni perimetrali sono in acciaio inox ed evitano che lo strato portante si distacchi da quello portato, lasciandoli al
contempo liberi e indipendenti di dilatarsi o contrarsi.
Quando il pannello viene prodotto su tavoli ribaltabili le connessioni
tengono collegati i 2 strati nelle movimentazioni delle fasi di stoccaggio,
trasporto e montaggio, resistendo in opera alla depressione del vento.
Se invece il pannello viene prodotto su pianali fissi, alle connessioni è affidato anche il peso diretto dello strato portato nella fase di ribaltamento.
Volendo utilizzare il metodo tradizionale, inserendo le connessioni dopo la
posa dell’isolante (Fig. 5), la portata nominale dei connettori C10 e Forcine
è in funzione della resistenza del calcestruzzo ed è riportata nella tabella 2.
A differenza delle forcine, i C10 sono stati realizzati con funi di acciaio inox
composte da fili di piccolissimo diametro, che si piegano senza snervarsi
ancorandosi efficacemente nel calcestruzzo fresco. Nelle figure seguenti
viene mostrata la procedura di inserimento dei C10.
Per prima cosa il connettore C10 viene accoppiato al distanziatore di polistirolo, la cui altezza viene determinata in funzione dello spessore dell’isolante per garantire una distanza fissa di 10 cm tra i due ancoraggi.
Successivamente le due estremità della fune vengono piegate manualmente. I connettori C10 consentono uno spostamento relativo tra i due
strati di circa 1 cm.
Le forcine vengono più semplicemente spinte nell’isolante dall’alto, fino
ad arrivare sul fondo del cassero o allo strato di finitura esterna.
PORTATA NOMINALE CONNETTORI
m2 sostenibili
Cls
Rcj
(N/mm2)
sostenibile
kN
≥ 10
1,50
per spessore per spessore
6 cm
7 cm
0,86
1,00
≥ 15
2,25
1,50
1,30
≥ 20
3,00
2,00
1,72
≥ 25
3,75
2,50
2,15
≥ 30
4,50
3,00
2,60
Tab. 2
Connettore
C10
Fig. 5
Il tubolare di polistirolo funge da dima per dare l’esatta penetrazione dei 2
terminali della fune nel calcestruzzo.
PANNELLO IN GRANIGLIA
FASE 1
distanziatore H30 mm
distanziatore
rete elettrosaldata
rete elettrosaldata
graniglia
Fig. 6A
Per svincolare la produzione dai tempi di presa del calcestruzzo garantendo lo scassero del giorno successivo, si possono utilizzare connessioni
continue a “C” e “zigrinata”. Sono elementi di 2 metri di lunghezza, in
acciaio inox, tali da mantenere elevata la duttilità, come viene certificato
da prove in laboratorio effettuate presso l’ITC - CNR di Milano.
Si prevede di avere una connessione ogni 50 cm su tutto il perimetro ed
eventualmente nel cordolo centrale per pannelli di larghezza superiore
a 2,50 metri.
Le connessioni vengono posizionate fissandole alla rete elettrosaldata
dello strato appeso (vedi sequenza di getto Figg. 6). La scelta del tipo di
connessione continua da utilizzare viene dettata dalla tipologia di armatura o dalla sagoma della sponda del cassero; il loro comportamento ai
fini dello scassero è comunque lo stesso.
FASE
E2
Fig.6B
FASE
E4
Fig.6D
Fig. 6A
PANNELLO GRIGIO
1. Disposizione della rete elettrosaldata con distanziatore da 3 cm.
2. Posa sopra la rete elettrosaldata e fissaggio di almeno n.2
staffe delle connessioni zigrinate.
PANNELLO LAVATO
1. Getto di 3 cm di graniglia .
2. Staggiatura della graniglia.
3. Posa sopra la rete elettrosaldata e fissaggio di almeno n.2
staffe delle connessioni zigrinate.
Fig. 6B
Completamento del getto dello strato portato.
Fig. 6C
Disposizione dello strato di materiale isolante in doppio strato o
interponendo, tra lo strato portante e l’isolante, un foglio di polietilene.
Fig. 6D
Disposizione delle armature e del materiale di alleggerimento.
Fig. 6E
Getto dello strato portante.
FASE 3
Fig. 6C
FASE 5
Fig. 6E
KONNEKTOR
EKTOR
PANNELLO GRIGIO
121
122
122
12
22
Konnektor
Criteri di progettazione
Per stabilire il numero e il tipo di connessioni, in fase di progettazione si
fa riferimento a un programma di calcolo (Fig. 7), certificato ICMQ, che
viene fornito gratuitamente e che consente, inoltre, la verifica della trasmittanza in funzione delle normative vigenti.
PROGETTAZIONE DEI SOSTEGNI
Nei pannelli orizzontali, il numero dei sostegni è deciso dal peso dello
strato portante e dalla resistenza del calcestruzzo all’atto dello sformo
(v. Tab. 1). I pannelli verticali sono scasserati, stoccati e trasportati come
fossero pannelli orizzontali, ripartendo cioè il peso dello strato portato su
tutti i sostegni. Quando al montaggio, viene ruotato di 90° per portarlo
in verticale, tutto il peso dello strato portato finisce sul solo sostegno
fisso che, ancorato in uno strato portante, ha ormai raggiunto la sua resistenza finale. Il sostegno viene inserito in un volume di calcestruzzo
di lato ≥ 15 cm, in una posizione coincidente con una nervatura. Se in
opera il sostegno non si inserisce in una nervatura sulla sua verticale
(come spesso succede nei pannelli verticali), occorre predisporre un’armatura del volume del calcestruzzo costituita da 2 staffe verticali Ø 14
(Fig. 8). Per pannelli verticali molto alti può essere necessario accostare in
un unico cordolo trasversale 2 sostegni fissi, avendo cura di tenerli distanziati almeno 50 cm.
A volte, per esempio quando ci sono dei portoncini inseriti nel pannello,
il collegamento di estremità tra i due strati si può considerare punto fisso e
sarà possibile mettere un solo sostegno scorrevole.
PROGETTAZIONE DEI DISPOSITIVI
CONNETTORIDI CONNESSIONE
La frequenza dei connettori è ricavabile dalla tabella 2. Di questi, la
frequenza dei connettori C10 può essere determinata assumendo la
resistenza caratteristica del calcestruzzo a maturazione avvenuta, e
interponendo tra 2 connettori C10 una forcina. Destinata nel pannello
in opera a snervarsi per le dilatazioni, sarà comunque molto utile nelle
fasi iniziali di movimentazione con un calcestruzzo di ridotta resistenza.
Altre forcine vengono posizionate in corrispondenza di ancoranti per
ribaltamento, o spigoli conseguenti alla presenza di aperture o di risalti
nel pannello, che nella fase di sformo sono i punti più sollecitati.
Le forcine H160 servono per spessori di isolante fino a 6 cm; per spes-
Fig. 7
Pagina tratta da software di calcolo con “Ruredil Konnektor”
Fig. 8
Armatura di rinforzo ai sostegni in assenza di cordolo
longitudinale di armatura.
KONNEKTOR
EKTOR
Konnektor
Prestazioni
P
restazioni termiche
termiche
sori superiori, fino a 10 cm, sono necessarie le forcine H200.
Riguardo la progettazione delle connessioni continue sarà sufficiente
calcolare il perimetro del pannello ed eventualmente la presenza di
aperture, per ricavare i metri lineari di connessione necessari.
In questo caso non sono necessari rinforzi in corrispondenza degli
ancoranti.
Per spessori di isolante da 8 a 10 cm si devono utilizzare le connessioni
zigrinate H200.
A titolo di esempio riportiamo a seguire due situazioni:
Posizionamento dei sostegni e delle connessioni zigrinate nel pannello.
CALCOLO DELLA TRASMITTANZA TERMICA DEI PANNELLI
Considerazioni
La normativa di riferimento per il calcolo della trasmittanza dei componenti per edilizia è la UNI EN ISO 6946:2008.
Questo metodo di calcolo semplificato è implementato nel software di
sistema che fornisce anche un metodo alternativo, qualora siano superati
i limiti di applicabilità del metodo semplificato.
Il sistema Konnektor non richiede particolare resistenza a compressione dell’isolante se non quella
necessaria per resistere alla spinta del vento.
È consentito quindi utilizzare anche gli isolanti più
economici (se l’isolante è polistirene, con EPS ≥ 70).
È sempre consigliato utilizzare l’isolante in doppia
lastra sovrapposta per diminuire gli attriti tra i due
strati dovuti alle dilatazioni e, nello stesso tempo, per
chiudere i ponti termici tra lastre accostate.
Il vantaggio del taglio strutturale è quello di evitare,
in presenza di differenti temperature degli strati, che
il pannello si deformi incurvandosi. (Fig. 9)
Quando richiesto il controllo igrometrico deve verificare
che non si formi una condensa all’interno del pannello,
per la quale potrebbe essere necessaria una barriera
a vapore.
I pannelli ventilati eliminano in inverno le condense
interne, lasciando la parete traspirante, e d’estate non
permettono che l’irraggiamento solare aumenti la
temperatura interna.
Pannello a taglio termico e taglio strutturale
Pannello con ponti termici passanti
Fig. 9
Il pannello senza taglio strutturale assume a ciclo giornaliero delle curvature spesso non accettabili,
mentre quello a taglio strutturale non è soggetto a tali problematiche.
123
124
12
124
24
Konnektor
Fasi operative
1
2
3
5
6
7
8
9
1 Una volta approntato il cassero si posa la rete Ø 5/15 dello strato
portato (es. 6 cm) su distanziatori da 3 cm (o, eventualmente, sullo strato
di graniglia già gettato). I sostegni vanno posti in verticale e fissati alla rete
utilizzando due ferri aggiuntivi Ø 8 lunghi almeno 25 cm da inserire negli
appositi fori della guida. La guida deve essere sempre parallela al lato più
lungo del pannello, indistintamente per pannelli orizzontali e verticali e
per ogni tipo di sostegno. Anche le connessioni a C e zigrinate, vengono
in questa fase legate alla rete lungo tutto il perimetro del pannello.
4
10
5 Nel caso non vengano impiegate le connessioni continue si devono
inserire, in questa fase, i connettori C10 e le forcine previste.
Tra le operazioni 3 e 5, utilizzando i connettori C10 e le forcine,
il calcestruzzo non deve iniziare la presa.
6 Si posa l’eventuale isolante di alleggerimento.
Si posa la rete dello strato portante.
Si completa il getto di calcestruzzo superiore, avendo cura di vibrare
ad ago o tramite vibrofinitrice, effettuando poi la staggiatura finale.
2 Si getta lo strato portato fino al profilo superiore della guida, che si
troverà così a 6 cm. Se lo spessore dello strato appeso è superiore a 6 cm
i distanziatori per la rete elettrosaldata andranno scelti di conseguenza
(esempio 7 cm = distanziatore da 4 cm).
7 Scassero. Per pannelli di lunghezza superiore a 8 metri si consiglia
il ribaltamento tramite 4 ancoranti.
8 Stoccaggio.
3 Si posiziona l’isolante in doppio strato o interponendo, tra lo strato
portante e l’isolante, un foglio di polietilene su tutta la superficie,
realizzando gli opportuni fori e riduzioni in corrispondenza dei sostegni.
Se richiesto, viene posata la barriera al vapore sullo strato di isolante.
4 Si allestisce la gabbia d’armatura completa di ancoranti
di sollevamento. Per velocizzare le operazioni occorre preconfezionare
la gabbia d’armatura (meglio se con l’ancorante già posizionato).
9 Trasporto.
10 Montaggio.
Nelle fasi 8, 9, 10 i pannelli devono essere appoggiati sul solo strato
portante.
Descrizione articoli
1 SOSTEGNI (FISSO E SCORREVOLE)
Ø 72
Codice
Ø 120
Ø 40
0318002001
0318003001
Articolo
Conf.
Sostegno Fisso
6 pezzi
Sostegno Scorrevole 6 pezzi
165
Materiali:
A: SOSTEGNO FISSO
- perno Ø 40 mm ST 52.3 zincato
- profilo: Fe 37 zincato
- molla: C70 zincato
- zincatura elettrolitica
Norma UNI-ISO 2081
B: SOSTEGNO SCORREVOLE
- riempimento in spugna sintetica
- PROFILO: Fe 37 con rivestimento
interno in Teflon
14,5
35
Ø9
7,5
35
25
120
50
2 DISTANZIATORE
Codice
0318051001
0318051002
0318051003
H
Articolo
Conf.
Distanziatore H 40
Distanziatore H 60
Distanziatore H 20
500 pezzi
500 pezzi
500 pezzi
Materiali:
- polistirolo d ≥ 25 kg/m3
misure a richiesta
H = 20 / 40 / 60
Distanziatore
in polistirolo
3 CONNETTORE C10
Codice
0318052001
Conf.
Connettore C10
500 pezzi
Materiali:
- fune AISI 316 Ø 3 mm
- tubolare in nylon + fibra di vetro
220
60
110
50
Connettore C10
Articolo
KONNEKTOR
Konnektor
125
Konnektor
Descrizione articoli
4 FORCINA
Codice
Articolo
0318004001 Forcina H 160
0318031001 Forcina H 200
Conf.
500 pezzi
500 pezzi
200
Materiali:
- acciaio inox
160
126
126
126
2,8
2,8
Forcina
H 160
Forcina
H 200
5 CONNESSIONI CONTINUE
Codice
238
500
500
238
0
198
238
500
Connessione a “C”
500
500
238
0
198
Connessione zigrinata
200
Conf.
0318055001 Connessione a C
40 metri
0318054002 Connessione zigrinata H 200 40 metri
Materiali:
- acciaio inox
500
180
Articolo
SISTEMA DI SICUREZZA
127
ACCREDITATO
INSERTI QUALITÀ
Sistema anticaduta
a rapido innesto
128
128
Sistema anticaduta a rapido innesto
Rurefast è il sistema sviluppato e brevettato da Ruredil in ottemperanza alla
norma UNI EN 795/02. Rurefast è costituito da semplici, efficaci e pratici
inserti in plastica da annegare nel getto, che costituiscono il supporto della
linea salvavita da installare al momento del montaggio della struttura,
facilmente e in massima sicurezza.
Il sistema Rurefast ha ottenuto il marchio
nel 1996 (n° I/Ist. Masini/073/96)
e successivamente è stato integrato con altri accessori migliorativi (Rurefast 2),
nel 1999 (n° 0068/ETI-DPI/033-99).
certificato
Oggi, con Rurefast3, certificato
nel mese di luglio 2005, il sistema
diventa più semplice e pratico grazie alla fune sintetica e al puntone.
Le direttive europee in materia di salute e sicurezza
sul lavoro hanno posto nuove problematiche che
il mondo della prefabbricazione ha dovuto
affrontare con soluzioni non sempre ottimali e,
spesso, non corrispondenti alle disposizioni di legge.
Dal 1996, con l’introduzione della D. Lgs. 494/96,
l’attuazione delle prescrizioni minime in materia
di sicurezza durante le fasi di montaggio di manufatti
prefabbricati in quota è un onere dovuto e non più
una libera interpretazione.
Rurefast3 rappresenta il sistema di sicurezza per prevenire le cadute
dall’alto, durante il montaggio di strutture prefabbricate, più efficace e
diffuso in Italia.
Rurefast3 è composto da un elemento a perdere da annegare nel
calcestruzzo (Boccola 100) e da elementi recuperabili da assemblare al
montaggio. La linea orizzontale flessibile si realizza collegando le aste ai
puntoni e tendendo manualmente la speciale fune sintetica.
È un dispositivo anticaduta da
impiegare su linee orizzontali
flessibili (classe C1) in accordo con
la direttiva CEE 89/686, e rientra
nel D.P.I.
di III categoria.
Riferimenti Legislativi Rurefast3:
Brevettato da Ruredil, Rurefast3
è particolarmente indicato per
i cantieri di montaggio di strutture
prefabbricate, dove generalmente
si monta la protezione prima
della posa in opera del manufatto.
dall’alto - Dispositivi di ancoraggio,
esigenze e prove.
Lgs. 475 del 04.12.1992
• D.Attuazione
della direttiva CEE 89/686
“Dispositivi di Protezione Individuale”.
UNI EN 795/02
• Protezione
contro le cadute
D. Lgs. 494/96
• Prescrizioni
minime di sicurezza e di
salute da attuare nei cantieri temporanei
o mobili.
di conformità
è stato
• L’attestato
rilasciato in data 30/06/05 con
n° 0068/ETI-DPI/051-2005 dall’Istituto
Ricerche M. Masini di Rho.
La garanzia del dispositivo Rurefast3 presuppone
l’utilizzo abbinato ed esclusivo di tutti
i componenti del sistema.
L’abbinamento, anche parziale, di componenti
diversi non è ammesso.
Attestato di conformità
Rurefast3
1.1 PRINCIPI DI PROGETTAZIONE
Rurefast3 è un D.P.I. di terza categoria, progettato e fabbricato in ogni suo
componente in modo che il montatore possa svolgere normalmente la
propria attività secondo quanto disposto da UNI EN 363/93, punto 5.1.
In particolare, è possibile realizzare la linea di sicurezza senza le riduzioni di
pedonabilità dovute ai tiranti (funi di contrasto).
Rurefast3 integra il sistema Rurefast estendendone l’impiego e, grazie alla
fune sintetica, facilita la messa in tensione e il montaggio della linea stessa.
1.2 INNOCUITÀ
Tutti i componenti del D.P.I. sono stati progettati in modo da non provocare
alcun fattore di rischio autogeno da contatto.
I materiali utilizzati garantiscono la massima efficacia.
1.3 FATTORI DI COMFORT ED EFFICACIA
Il D.P.I. è progettato per poter essere utilizzato con il massimo comfort.
La linea di ancoraggio flessibile, alla quale il montatore può agganciarsi a
mezzo di connettore, cordino e imbracatura (EN 363/93), grazie alle aste si
pone a 1 m rispetto al piano di calpestio; a quest’altezza si possono, senza
pericolo e in massimo comfort, agganciare persone di ogni altezza.
Come specificato al punto 1.2, si sono utilizzati materiali con elevate
prestazioni,
grado diTRASMITTANZA
contenere al massimo
le dimensioni
e quindi i pesi
ALCOLOinDELLA
TERMICA
DEI PANNELLI
dei particolari componenti senza inficiare sulla solidità del D.P.I.
I particolari componenti del D.P.I. sono stati studiati per un uso simultaneo.
C
RUREFAST3
1 Requisiti essenziali di salute e sicurezza
129
129
130
130
2 Requisiti supplementari
2.1 D.P.I. DOTATI DI COMPONENTI REGOLABILI O AMOVIBILI
DA PARTE DELL’UTILIZZATORE
Tutti i componenti del D.P.I. sono studiati per essere facilmente regolabili,
montati e smontati con semplici operazioni manuali.
2.2 D.P.I. SOGGETTI A INVECCHIAMENTO
Essendo tutti i componenti del D.P.I. sottoposti a cicli di fatica, si prescrive la
loro sostituzione ogni 5 anni dalla data di produzione e/o inizio di utilizzo
ed è compito dell’utilizzatore tenere aggiornato l’elenco degli accessori in
dotazione e prevedere la sostituzione degli stessi entro il limite previsto.
La data di produzione è impressa chiaramente sugli accessori del D.P.I. La
manutenzione a verifica dei componenti del D.P.I. è a carico dell’utilizzatore
ed è descritta nella nota informativa.
2.3 D.P.I. D’INTERVENTO IN SITUAZIONI ESTREME PERICOLOSE
Il D.P.I. necessita di regolazioni (per esempio, la tensione della fune
orizzontale); le prescrizioni sono demandate al Progettista della Sicurezza.
L’utilizzatore finale deve essere debitamente informato. Per il programma di
calcolo della configurazione della linea anticaduta Rurefast3, vedere pag. 137.
2.4 D.P.I. DOTATA DI COMPONENTI REGOLABILI O AMOVIBILI
DA PARTE DELL’UTILIZZATORE
Ogni regolazione e operazione di montaggio e smontaggio può essere
realizzata facilmente a mano.
2.5 D.P.I. RACCORDABILI A UN ALTRO DISPOSITIVO
COMPLEMENTARE ESTERNO AL D.P.I.
Il D.P.I. Rurefast3 dispone di una linea di ancoraggio flessibile; l’utilizzatore
può raccordarsi alla linea a mezzo di connettore, cordino e imbracatura,
secondo UNI EN 363/93.
RUREFAST3
3 Requisiti supplementari specifici per i rischi da prevenire
3.1 PREVENZIONE DELLE CADUTE DALL’ALTO
Questo requisito è soddisfatto ampiamente dalle prove, superate e disposte
dalla UNI EN 795/02 (c/o Istituto M. Masini di Rho). È necessario quindi
che l’utilizzatore si agganci con un D.P.I. che soddisfi lo stesso requisito
(un’imbracatura con cordino e connettore secondo UNI EN 363/93).
Si precisano alcune caratteristiche proprie del sistema:
a) Numero massimo di lavoratori collegabili
Si prevede che su ciascuna linea di sicurezza non possa essere collegato più di un montatore.
b) Esigenza di assorbitori di energia
È fatto obbligo per l’utilizzatore agganciarsi alla linea anticaduta
Rurefast3 con una imbracatura fornita di cordino con assorbitore o
dissipatore di energia terminale in grado di attivarsi affinché non siano
mai superati 6 kN di tiro istantaneo. L’assorbitore di energia dovrà
e dovrà fornire le indicazioni circa l’allungamento
essere marchiato
previsto sotto il carico di 6 kN.
L’allungamento dell’assorbitore dovrà essere dato dal fornitore dello
stesso secondo la norma che prescrive che tale allungamento non superi
1,75 metri. L’effettivo allungamento del dissipatore deve essere tenuto
in conto dal progettista della sicurezza.
c) Requisiti relativi alla distanza dal suolo
La distanza dal suolo dipende da un calcolo molto complesso che deve
tenere conto dei seguenti fattori:
Caduta libera
ALCOLO
DELLA TRASMITTANZA TERMICA DEI PANNELLI
La massima caduta libera ammessa è di 4 m, ottenuta come
somma della lunghezza del cordino (in cui è stata inclusa la
lunghezza del dissipatore prima di essere attivato) e della
freccia della linea sotto il carico di 6 kN.
Il cordino normalizzato è di 200 cm, ma in commercio ci sono cordini da
150 cm e da 100 cm.
Tirante d’aria
La distanza tra l’estradosso dell’elemento su cui cammina
l’uomo ed il punto più basso del suo corpo, quando cade,
viene chiamata “tirante d’aria”.
Si impone che la distanza tra l’attacco del cordino allungato alla imbracatura
ed il terreno sia di 2,50 m, tenendo conto che si vuole per norma avere una
sicurezza di 100 cm tra i piedi ed il terreno. Il progettista della sicurezza,
calcolando la freccia sotto il carico di 6 kN, dovrà verificare che il tirante
d’aria sia inferiore all’altezza dell’estradosso trave:
H = f + lc + 6ld + 250 – 100 = f + lc + 6d + 150 ≤A
La distanza dal suolo minima non potrà essere comunque inferiore a 4,50 m.
d) Forza massima applicabile in corrispondenza degli
ancoranti strutturali di estremità e intermedi
Sulle aste terminali cui è applicata la fune di contrasto e il contrasto a
terra, la forza assiale massima è di 15 kN. Per quanto riguarda invece gli
ancoraggi intermedi, cioè le aste, la forza massima applicabile è di 6 kN.
fune sintetica
asta terminale
f
100
•C
•
13
131
31
)400
puntone
Ic
6Id )175
tirante A= altezza estradosso
d’aria
struttura
H
150
*100
Per facilitare i nostri utilizzatori abbiamo prodotto
un programma di calcolo che consente di ottenere
la corretta configurazione della linea Rurefast3 in
relazione ai dati di progetto. Questo programma è
scaricabile dal sito internet (www.ruredil.it), oppure
può essere richiesto su supporto CD a Ruredil S.p.A.
Tale programma è destinato ai progettisti del
prefabbricato e/o al progettista della sicurezza;
le istruzioni dovranno essere riportate
nel piano di montaggio del prefabbricato.
N.B. I requisiti non citati non sono applicabili al D.P.I.
132
132
4 Prescrizioni per il progetto
Si consiglia, già in fase di progettazione, di evidenziare il numero e la
posizione delle boccole nei manufatti, così come si fa per i ganci di
sollevamento. Non sono possibili, con le azioni in gioco, deviazioni della
linea, ma occorre interrompere sicuramente agli angoli e ripartire a 90° con
una seconda linea. L’intervallo tra le aste è determinato dal tirante d’aria,
dalla lunghezza della trave e dalla distanza dal suolo (v. programma di
calcolo su www.ruredil.it).
Per evitare insostenibili sollecitazioni all’asta terminale, occorre prevedere il
contrasto a terra alla distanza di 1 m rispetto al piede dell’asta.
Dal punto di vista del progetto, occorre considerare che una linea non si
può spostare; è meglio quindi evitare di posizionare le linee in asse alla
trave (v. fig. 4), per non ridurre ulteriormente la pedonabilità dello spazio
necessario al camminamento.
10
100 (15
variabile
variabile
min.
variabile
100 (15
10
min.
Fig. 1 Schema di montaggio
Fune sintetica
Puntone
Asta
terminale
Boccola 100
Fig. 2 Dettaglio schema di montaggio
Boccola 100
RUREFAST3
5 Prescrizioni di utilizzo
INSERIMENTO DI RUREFAST BOCCOLA NEL CALCESTRUZZO
La boccola è stata studiata per poter essere inserita dall’alto in calcestruzzi
appena gettati, purché la consistenza degli stessi sia ancora allo stato
fluido, cioè in fase di buona lavorabilità.
Si prescrive:
che la boccola sia inserita perfettamente nel calcestruzzo;
che sia in piano rispetto all’estradosso del manufatto e con l’asse del
perno disposto perpendicolare alla linea della fune.
Sulla parte superiore della boccola è evidenziata, con una tacca in rilievo
corrispondente alla posizione “closed”, l’asse del perno, in modo da
consentire il perfetto posizionamento nel calcestruzzo anche con il perno
non più visibile perché già inserito nel calcestruzzo (v. fig. 3).
•
•
Importante
Rispetto al bordo esterno del manufatto, l’asse della boccola deve essere
distanziata di almeno 6 cm (v. fig. 4).
Tacca di riferimento in rilievo
Asse perno
ED
CLOS
EN
OP
Linea della fune orizzontale
CALCOLO DELLA TRASMITTANZA TERMICA
DEI PANNELLI
CLOS
min. 6 cm.
EN
OP
ED
Filo esterno manufatto
min 10 cm.
Fig. 3 Corretto inserimento della boccola
min. 6 cm
Fig. 4 Limite di posizionamento per ridurre l’ingombro della linea.
Un’altra importante caratteristica delle boccole
è il loro ingombro, sia in altezza che in pianta,
per cui possono essere posizionate senza problemi
tra le armature a getto avvenuto, anche in presenza
di spessori ridotti in altezza; in questo caso è
sufficiente aumentare localmente lo spessore
del calcestruzzo che avvolge la boccola.
13
133
33
Componenti
Rurefast Boccola 100
Supporto per montanti passa-fune
55
34
Elemento in plastica
Spess. 2.5 mm.
60
10
30
100
0068
Ruredil
6.50
39
52
6.50
ED
CLOS
ED
CLOS
Ø 34 interno
EN
OP
È un inserto in polietilene speciale ad alta densità (HD PE), da posizionare
nel getto di manufatti prefabbricati in calcestruzzo.
La boccola, di colore rosso, consente il posizionamento delle aste ed è attraversata da un perno in acciaio speciale nel quale l’asta si innesta con un
incastro a baionetta.
Con il suo ingombro ridotto si adatta a tutte le tipologie di manufatti in
calcestruzzo. Le alette e il perno in rilievo all’esterno della boccola sono
studiati per garantire un saldo ancoraggio nel calcestruzzo, mentre la sua
forma a punta, oltre a favorire il posizionamento nel getto, evita indesiderabili galleggiamenti all’atto della posa.
Rurefast Boccola 100 viene fornita corredata di un tappo che la protegge dalle infiltrazioni di boiacca cementizia o altri corpi estranei.
Lo speciale materiale plastico impiegato è in grado di sopportare le escursioni termiche dovute, per esempio, alla maturazione a vapore, senza
deformarsi. Questa peculiarità garantisce la stabilità dimensionale, quindi
l’abbinamento sempre perfetto all’innesto di Rurefast Asta, Rurefast
Contrasto e Rurefast 3 Asta Terminale.
Spinotto ø 8
EN
OP
134
134
60¯
Fig. 1 Boccola 100
110
Rurefast3 Asta Terminale
Montante con bitta di fissaggio
Ruredil
0068
20
N. 2 viti 8 MA
Supporta la linea orizzontale flessibile (fune sintetica); l’innesto a
“baionetta”, oltre a contrastare efficacemente lo sfilamento, consente,
per semplice rotazione, l’ancoraggio di sicurezza alla Boccola 100. Come
l’Asta Omnidirezionale, la nuova asta risulta estremamente maneggevole
e, grazie alle soluzioni tecniche adottate, particolarmente leggera.
L’estremità superiore, ruotabile a 360°, consente di recuperare il corretto
allineamento anche in presenza di errori di posa delle boccole.
Sull’Asta Terminale è applicata una “bitta” per il fissaggio della linea
orizzontale (fune sintetica). L’elemento, realizzato in acciaio speciale,
garantisce la massima sicurezza di impiego ed è fornito zincato.
Ø 45
( 0,5
1100
415
90
Sezione C
Sezione B
60$
Fig. 2 Asta Terminale
Sezione B
Sezione C
60$
110
Ruredil
20
N. 2 viti 8 MA
Ø 45
( 0,5
1100
Rurefast Asta Omnidirezionale
Montante passa-fune alleggerito e ruotabile
415
Supporta la linea orizzontale flessibile (fune orizzontale); l’innesto a
“baionetta”, oltre a contrastare efficacemente lo sfilamento, consente, per
semplice rotazione, l’ancoraggio di sicurezza alla Boccola 100.
Rispetto alla versione normale, la nuova asta risulta estremamente
maneggevole e, grazie alle soluzioni tecniche adottate, alleggerita di
oltre il 40%. L’estremità superiore, ruotabile a 360°, consente di recuperare
il corretto allineamento anche in presenza di errori di posa delle boccole.
90
Sezione C
Sezione B
60$
Sezione B
Sezione C
60$
150
CALCOLO DELLA TRASMITTANZA TERMICA DEI PANNELLI
70
Rurefast Asta
Montante passa-fune
20 36 14
Fig. 3 Asta Omnidirezionale
Ruredil
0068
970
1.100
Supporta la linea orizzontale flessibile (fune di sicurezza) e si inserisce con
estrema facilità nella boccola, contrastando efficacemente lo sfilamento
grazie al suo innesto a “baionetta”. Le dimensioni ridotte e il peso molto
contenuto, grazie ai materiali ad alta resistenza impiegati, rendono l’asta
maneggevole ed efficace. L’elemento, realizzato in acciaio speciale,
garantisce la massima sicurezza di impiego ed è fornito zincato.
Ø34
Ø34
Foro nel paletto
x vite L = 15
135
Tacca
di riferimento
90
N.B.: l’Asta e l’Asta Omnidirezionale
possono essere utilizzate solo in posizione
intermedia; l’Asta Terminale, invece, può
essere utilizzata sia in posizione intermedia
che iniziale o fi nale della linea anticaduta.
60$
Fig. 4 Asta
60$
RUREFAST3
0068
13
135
35
Componenti
86
Ruredil
135
È l’elemento in acciaio speciale che, posto arretrato di 1 m rispetto al piede
delle aste terminali, riduce e sopporta agevolmente le elevate sollecitazioni
trasmesse alle aste capo-corda.
Si inserisce nella Boccola 100 preventivamente collocata nella posizione
prevista (v. prescrizioni di utilizzo); grazie all’innesto a baionetta, non è
possibile lo sfilamento una volta messo in tiro. Viene fornito zincato.
44
Ø18
22
Rurefast Contrasto
Elemento di contrasto terminale
18
13,5 9
9
9
91
0068
Ø33,2
Fig. 5 Contrasto
20
90
50 50
Rurefast3 Puntone
Elemento di collegamento tra Asta Terminale e Contrasto
11
29
45.
7'
1000
È l’elemento che collega a 45° l’asta terminale e il contrasto a terra.
È realizzato con un tubolare di acciaio e una vite di regolazione, che si
collega tramite un bullone al contrasto montato a terra.
14
8.
35
10
5
.3
45
3
10
24
136
136
1000 STANDARD
( 150
Fig. 6 Puntone
RUREFAST3
Accessori
RUREFAST3 FUNE SINTETICA
Fune sintetica
Costituisce la linea orizzontale flessibile.
È una fune in fi bra tessile sintetica ad alta resistenza ed elevato modulo
elastico, Ø 8 mm, fornita in tre misure standard (15, 25 e 35 m); sono
realizzabili, a richiesta, anche altre misure.
Carico di rottura ≥ 25,5 KN.
Puntone
Asta
terminale
Contrasto
Bitta
PREDISPOSIZIONE E USO
Il sistema di protezione deve essere montato a terra, perché
in caso contrario ci vorrebbe un secondo sistema di protezione per
installare il primo.
Inoltre, l’infilaggio delle aste, il bloccaggio della fune e la sua pre-tensione
sono operazioni che si possono eseguire più agevolmente da terra.
Con tale criterio, è chiaro che la linea non può essere stesa su più elementi,
ma deve ancorarsi al manufatto nell’ambito di uno stesso elemento.
Con le azioni in gioco, non sono possibili deviazioni della linea, ma occorre
interrompere sicuramente agli angoli e ripartire a 90° con una seconda linea.
Su una travatura e agli angoli, il passaggio da una linea all’altra deve essere
eseguito
conDELLA
un doppio
moschettone; uno
rimane in DEI
sicurezza
sulla prima
ALCOLO
TRASMITTANZA
TERMICA
PANNELLI
linea, mentre il secondo si aggancia alla seconda linea, recuperando,
successivamente a tale operazione, il primo moschettone.
Nel recupero della linea, è possibile attaccare un moschettone direttamente all’asta.
Fig. 1 Contrasto
1
2
3
4
C
Fig. 2 Esempio di fi ssaggio
13
137
37
138
138
Prescrizioni di utilizzo
COLLEGAMENTO DELLA FUNE SINTETICA ALL’ASTA TERMINALE
Rispetto a Rurefast e Rurefast 2, il collegamento della fune all’Asta Terminale
con Rurefast3 non necessita di operazioni manuali con utensili. Infatti, sia
la tensione che il fissaggio alla bitta dell’Asta Terminale possono essere
realizzati con semplici operazioni manuali. Il corretto fissaggio della fune
deve essere eseguito come segue:
assicurare il capo corda della fune sulla bitta della prima Asta Terminale
(v. es. di fissaggio fig. 2);
far passare la fune sintetica attraverso la carrucola predisposta sul
puntone alla sommità dell’Asta Terminale;
fissare l’altro capo corda, dopo aver eseguito la pretensione manuale
della fune, all’ultima Asta Terminale come descritto al primo punto.
•
•
•
MESSA IN TENSIONE DELLA FUNE
È prevista una pretensione standard di 0,5 kN della fune sintetica; è
importante che la fune sia fissata alla bitta tirandola manualmente con
la forza che può esercitare il braccio, ma senza minimamente recuperare
la tensione quando successivamente la fune si allenta per la viscosità del
materiale.
È prevista anche la possibilità di operare una pretensione di
2 kN sulla linea, ma ciò dovrà essere realizzato con un apposito argano.
Questo è opportuno nelle travi molto lunghe e quando occorra contenere
la caduta libera senza ridurre la lunghezza del cordino dell’imbracatura.
È altresì consigliato quando il tirante d’aria, calcolato con 0,5 kN di tensione,
risulti maggiore dell’altezza tra il piano di camminamento della trave e il
piano inferiore.
RUREFAST3
PRESCRIZIONE PER IL CALCESTRUZZO
Il dispositivo anticaduta Rurefast3 è operativo se il calcestruzzo, in cui è
inserito il supporto boccola, ha un Rck >30 N/mm2 al momento dell’utilizzo.
MANUTENZIONE E VERIFICA DA PARTE DELL’UTILIZZATORE
Tutti i componenti del D.P.I. sono marcati in modo inequivocabile. Oltre al
numero di lotto di produzione, su ogni componente risulta evidente l’anno di
produzione. Essendo tutti i componenti sottoposti a cicli di fatica si prescrive
la loro sostituzione ogni 5 anni dalla data di produzione, e/o di inizio utilizzo.
È demandato all’utilizzatore tenere aggiornato l’elenco degli accessori in
dotazione e provvedere alla sostituzione degli stessi entro il limite previsto.
Si prescrivono, inoltre, almeno una volta all’anno, le seguenti verifiche che
vanno archiviate:
verifica dell’integrità delle filettature;
verifica dell’integrità delle parti saldate;
verifica delle tolleranze dimensionali;
verifica del trattamento di zincatura.
•
•
•
•
Se malauguratamente l’ossidazione avesse intaccato l’acciaio, riducendone
le caratteristiche meccaniche, gli accessori dovranno essere sostituiti
immediatamente. Non stoccare i particolari del sistema Rurefast3 in
ambiente umido. Conservare gli stessi ben puliti e asciutti quando non
vengono utilizzati.
MANUTENZIONE E VERIFICA DA PARTE
DELL’UTILIZZATORE DELLA FUNE SINTETICA
Si raccomanda di verificare prima di ogni utilizzo l’integrità della calza di
rivestimento (colore rosso) della fune (colore bianco); in caso di sfi lacciamento,
tagli o altri deterioramenti, si raccomanda la sostituzione immediata.
Raccomandazioni
Evitare il contatto con le funi di sollevamento;
l’urto accidentale potrebbe danneggiare e
compromettere il buon funzionamento degli accessori;
non appoggiarsi e/o sollecitare, immotivatamente,
le aste, perché sono state studiate affinché in caso
di caduta (sollecitazione) la parte sagomata a incastro
si chiuda come una pinza sul perno delle boccole e/o
del disassatore;
qualora si verificasse questa deformazione, l’asta si
renderebbe inutilizzabile, quindi da sostituire.
13
139
39
140
140
Linea anticaduta
ESEMPIO DI CONFI GURAZIONE UTILIZZANDO IL SOFTWARE
SCARICABILE DAL SITO INTERNET www.ruredil.it
Il progettista deve configurare la linea anticaduta per una trave la cui
altezza estradosso struttura è:
A = 7,20 m – lunghezza della trave: 12,65 m
Con il programma Rurefast si aprirà una finestra in cui, in alto a sinistra,
compare la vozce “dati aziendali”. Cliccando su questa voce, è possibile
personalizzare ogni soluzione richiesta al programma; si consiglia di fissare
la distanza della prima boccola dalla testata della trave e la lunghezza del
cordino. È possibile inoltre personalizzare lo studio con la denominazione
dell’azienda, per esempio “Impresa Rossi”; “Commessa Bianchi” e “Località
Milano”. Ogni volta che si inserisce un dato, bisogna confermare con tasto
“invio”. La distanza della prima boccola dalla testata della trave si impone
10 cm; digitare quindi 10 e premere “invio”.
Infine, salvare i dati sempre con il tasto “invio”.
A questo punto si torna alla videata principale e i dati inseriti rimarranno
fissi fi no a quando non sarà necessario variarli. Si dovranno quindi inserire
i dati richiesti, cioè la lunghezza della trave, espressa in cm (quindi 1.265),
e l’altezza della stessa rispetto al piano inferiore (720 cm), confermando
sempre con il tasto “invio”.
Sarà poi possibile variare il tipo di pretensione, scegliendo standard o
2 kN; è preferibile, se non ci sono problemi, mantenere la pretensione di
tipo standard. Terminato l’inserimento dei dati, è possibile procedere alla
stampa. Di seguito l’esempio di configurazione:
Codice
Articolo
Confezione Materiale
Marcatura
0303501002
Boccola 100
100 pezzi
Boccola:
- polietilene ad alta densità (HD PE) con caratteristiche
chimico-fisiche idonee al ciclo di maturazione a vapore.
Perno per Boccola 100:
- Ø 8 mm ST 52.3 DIN 1700,
lunghezza perno 10 cm.
In rilievo esternamente alla boccola.
Il numero del lotto, in considerazione del fatto che il particolare
non ha caratteristiche tali da poter inficiare significativamente
la qualità del sistema, è riportato sulla confezione e
va conservato. In caso di reclami citare il numero del lotto
riportato sulla confezione.
0303502001
Asta
3 pezzi
Montante:
- barra di acciaio Ø 34 mm ST 52.3,
DIN 17100 o 39 NiCrMo3,
- zincatura elettrolitica > 7 μm.
0303502002
Asta
Omnidirezionale
3 pezzi
Montante:
- barra di acciaio Ø 34 mm ST 52.3,
DIN 17100 o 39 NiCrMo3,
- tubolare Fe 42,
- zincatura elettrolitica > 7 μm.
In rilievo, stampato su aste, contrasto e puntone, è evidenziato
- marchio Ruredil
- marchio
- numero organismo
di controllo
riconosciuto
- numero lotto/anno
di fabbricazione
0303801001
Asta Terminale
3 pezzi
Montante:
- barra di acciaio Ø 34 mm ST 52.3,
DIN 17100 o 39 NiCrMo3,
- tubolare e bitta di fissaggo Fe 42,
- zincatura elettrolitica > 7 μm.
0303504001
0303802001
0303803001
0303803002
0303803003
Contrasto
Puntone
Fune sintetica
6 pezzi
2 pezzi
15 m
25 m
35 m
(misure
speciali a
richiesta)
- ST 52.3, DIN 17100 o 39 NiCrMo3,
- zincatura elettrolitica > 7 μm.
Tubolare, vite e blocco di fissaggio:
- Fe 42,
- zincatura elettrolitica > 7 μm.
Fune in fibra tessile ad alta resistenza ed elevato modulo elastico, Ø
8 mm, con carico di rottura di ≥ 25,5 kN.
Sulle aste viene inoltre apposta etichetta metallica che indica:
0068
RUREFAST
- N° massimo di lavoratori collegabili:
1
- Esigenza di assorbitori di energia:
sì, certificati
- Distanza dal suolo:
≥ 4,50 m*
* N.B. v. nota informativa.
RUREFAST
0068
1
Nr. massimo di lavoratori collegabili
n.
Esigenze di assorbitori di energia
SÌ. certificati
Distanza dal suolo
*
* N.B.
4.50 m *
VEDERE NOTA INFORMATIVA
Per quanto riguarda le funi, dimensioni non consentono la
marcatura, così come previsto su aste, contrasto e puntone.
Pertanto, solo sulla parte terminale delle funi, è applicata la
seguente etichetta:
RUREFAST3
La presente Nota Informativa è scaricabile dal nostro sito ed è allegata in ogni confezione degli elementi
reimpiegabili del sistema.
14
141
41
142
2
DISPOSITIVO ANTISCOPPIO
Jet
Sfiato
di sicurezza
In caso di incendio
per elementi prefabbricati
143
14
144
Jet Sfiato di sicurezza in caso di incendio
per elementi prefabbricati
La resistenza al fuoco è un’esigenza primaria dei produttori di solai a lastre
tralicciate e pannelli di tamponamento.
In qualità di partner dei principali prefabbricatori in Italia, Ruredil ha
progettato un sistema in grado di evitare le sovrapressioni interne e quindi
il distacco del calcestruzzo esposto all’incendio.
Lo sfiato di sicurezza Ruredil Jet è coperto da sistema brevettato.
RUREDIL JET, PERCHÉ INSTALLARLO
L’impiego di polistirene o polistirolo per alleggerire i solai realizzati con
lastre tralicciate (prédalle) e i pannelli di tamponamento è prassi quotidiana
per i prefabbricatori.
Un blocco di alleggerimento in polistirene è costituito prevalentemente
da aria e da una piccola frazione di materiale plastico (10-12 kg/m3). In
caso di incendio, dopo 20-30 minuti la temperatura dell’alleggerimento
raggiunge circa 100 °C; conseguentemente, il blocco di polistirene
fonde e, all’interno del manufatto, rimane una camera chiusa, di volume
V costante, contenente aria. Per la nota legge dei gas (PV = nRT), essendo
“nR” un valore costante, la pressione “P” aumenta proporzionalmente
alla temperatura “T”, provocando in tal modo l’esplosione della lastra di
calcestruzzo del solaio o del pannello.
Ipotizzando una temperatura iniziale del blocco di polistirene di 20 °C
(pari a circa 293 °Kelvin in termini di temperatura assoluta T), quando
la temperatura del blocco raggiunge i 100 °C (pari a circa 373 °Kelvin),
l’aumento di pressione raggiunge circa il 27% (373/293=1,27).
Sulla lastra prefabbricata si esercita quindi una pressione dall’interno verso
l’esterno pari a 27 KN/m2, valore insostenibile che comporta l’esplosione
della lastra stessa. Per evitare che si formi questa sovrapressione, si deve
consentire all’aria di fuoriuscire (così come chiaramente richiesto dalla
Norma UNI 9502/2001 art. 7.2.2.), e i dispositivi Ruredil Jet assolvono
questa funzione in modo sicuro e affidabile.
JET
LE PROVE DI LABORATORIO
La validità del dispositivo Ruredil Jet è stata verificata con una prova al
fuoco presso il Laboratorio Autorizzato CSI di Bollate (MI) iscritto negli
elenchi del Ministero dell’Interno ai sensi del D.M. 26 Marzo 1985.
Ruredil ha inoltre chiesto la collaborazione del Comitato Tecnico della
“Sezione Solai e Doppia Lastra” di Assobeton.
Il Comitato Tecnico ha realizzato il campione di solaio alleggerito, che è
stato sottoposto alla prova di resistenza al fuoco, e ha constatato l’efficacia
di Ruredil Jet per lo sfiato delle sovrapressioni interne, consentendo così di
assicurare l’integrità del lato esposto all’incendio (Fig. 1)
Fig. 1
Risultato dell'elemento in calcestruzzo dopo la prova di resistenza
al fuoco.
DESCRIZIONE DELLO SFIATO DI SICUREZZA RUREDIL JET
Jet H
Il dispositivo Ruredil Jet, schematizzato nella figura a lato, è realizzato
in materiale plastico con punto di fusione prefissato ed è costituito da un
corpo cilindrico (A) di 25 mm di diametro e 1 mm di spessore, tagliato in
sommità a 45° per facilitare l’inserimento nel blocco di alleggerimento.
La sua estremità inferiore (B), sagomata a croce, viene posta a diretto
contatto con la cassaforma durante la fase produttiva del manufatto.
Le ali (C) della versione HS consentono un appoggio stabile dello
sfiato durante la posa del blocco di polistirene. È disponibile anche in
versione H, priva di ali, per poter essere inserita manualmente nel blocco
di polistirene prima del getto.
Il disco (D) assicura un corretto inserimento nel blocco di alleggerimento
quando entra a contatto con la superficie esterna dello stesso, evitandone
così un’eccessiva penetrazione. In corrispondenza della sommità sono
presenti 4 rostri triangolari (E), che conferiscono allo sfiato la capacità
di ancorare il blocco di polistirene al calcestruzzo.
Jet HS
145
14
146
Jet
Schemi tipici di posizionamento
LASTRA TRALICCIATA PER SOLAIO
ALLEGGERITO CON POLISTIRENE
Tutti gli sfiati indicati nelle planimetrie sono posizionati lungo l’asse longitudinale di ogni singolo blocco
di alleggerimento
JET
PANNELLO DI TAMPONAMENTO
ALLEGGERITO CON POLISTIRENE
Modalità d’impiego
Lastre tralicciate per solaio alleggerite con
polistirene.
a) In ogni blocco di alleggerimento deve essere
inserito, nel lato rivolto verso la cassaforma,
almeno uno sfiato posto al centro del blocco
stesso.
b) Per blocchi di polistirene di lunghezza
compresa tra 200 e 300 cm, dovranno
essere impiegati due sfiati sul lato verso la
cassaforma, posti assialmente ai quarti della
lunghezza.
c) Indicativamente, per resistenza al fuoco
R = 120, lo spessore minimo consigliato della
lastra è di 50 mm, mentre per una resistenza
al fuoco R = 180 lo spessore minimo consigliato della lastra è di 60 mm.
Tutti gli sfiati indicati nelle planimetrie sono posizionati lungo l’asse longitudinale di ogni
singolo blocco di alleggerimento
La responsabilità della determinazione dello spessore
della lastra prefabbricata è di competenza del progettista.
147
14
148
Jet
Descrizione articoli
JET H
Codice
0311001001
0311001002
0311001003
Articolo
Jet H 40
Jet H 50
Jet H 60
Spess. cls
H (mm)
40
50
60
Pezzi/conf.
500
500
500
Materiali:
- PLT speciale, di colore grigio, con punto
di fusione controllato.
Versione priva di ali, per poter essere inserita manualmente nel blocco
di polistirene prima del getto.
JET HS
Codice
Articolo
Spess. cls
H (mm)
0311002001 Jet HS 40 40
0304502002 Jet HS 50 50
0304502003 Jet HS 60 60
Pezzi/conf.
250
250
250
Materiali:
- PLT speciale, di colore grigio, con punto
di fusione controllato.
Consente un appoggio stabile dello sfiato durante la posa del blocco
di polistirene.
149
150
Indice degli articoli
in ordine alfabetico
Boccola
Sistema di sollevamento a boccola filettata autoportante
113
Boccola RUR
Sistema a boccola filettata autoportante
31
Fisis 15
Collegamento FOG/10
Collegamento FVG/10
Jet
12
12
Fisis 30
Collegamento FV/10/20
Collegamento FOG/00
Collegamento FOG/10/20
11
11
11
Girella Tirella S
Mensola Girella S da 60 kN
Mensola Girella S da 120 kN
Mensola d’emergenza S da 60 kN
Mensola d’emergenza S da 120 kN
Piastra pannello S
Piastra pannello piccola S
Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 60 kN
Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 60 kN
Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 60 kN
Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 120 kN
Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 120 kN
Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 120 kN
Scatola magnetica S
Scatola magnetica piccola S
Sistema a mensola “Girella S”
Sistema “Girella S” con mensola d’emergenza
Posizionamento della “piastra pannello” nel cassero
Mensola Tirella S da 60 kN
Mensola Tirella S da 120 kN
Scatola polistirolo S
Scatola polistirolo veletta S
Scatola polistirolo piccola aperta S
Scatola magnetica veletta S
Scatola magnetica piccola aperta S
Sistema a mensola Tirella S
59
59
59
59
60
60
60
60
61
61
61
61
62
62
62
63
63
64
64
64
64
65
65
66
66
Jet H
Jet HS
Kaptor
Collegamento KPF-KPP per ferri di armatura 26-25-24
Collegamento KPF-KPP per ferri di armatura 20-18-16
148
148
27
28
Konnektor
Sostegni
Distanziatore
Connettore
Forcina
Connessioni continue
125
125
125
126
126
R-System
Ancoranti a risalto
Ancoranti con foro
Ancoranti per ribaltamento RS
Ancoranti a piastra
Guaine per il posizionamento dell’ancorante
81
90
95
98
100
Rurefast3
Rurefast Boccola 100
Rurefast3 Asta Terminale
Rurefast Asta Omnidirezionale
Rurefast Asta
Rurefast Contrasto
Rurefast3 Puntone
134
134
135
135
136
136
151
Direzione Marketing: Luca Bertini
Responsabile settore Prefabbricato: Roberto Ragozzini
Ideazione e realizzazione grafica: agf®, S. Giuliano M.se (MI)
Seconda Edizione. Finito di stampare nel mese di settembre 2014
da Arti Grafiche Fiorin, S. Giuliano M.se (MI)
© Ruredil S.p.A.
Tutto il materiale contenuto nel catalogo, testi, fotografie, disegni e illustrazioni sono di proprietà Ruredil S.p.A.
È vietato qualunque suo utilizzo, per qualunque fine,
in contrasto con le normative di legge, senza la previa autorizzazione di Ruredil S.p.A.
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Fissaggi e collegamenti strutturali, sistemi a mensola, sistemi di sollevamento,
sistemi per pannelli a taglio termico, sistemi di sicurezza, dispositivi antiscoppio