Ruredilbook Prodotti speciali per la prefabbricazione Fissaggi e collegamenti strutturali, sistemi a mensola, sistemi di sollevamento, sistemi per pannelli a taglio termico, sistemi di sicurezza, dispositivi antiscoppio 2 Ruredil, inserti di qualità per ogni necessità Lo stabilimento di prefabbricazione genera manufatti in calcestruzzo armato; detti elementi, voluminosi e massivi, sono progettati per essere parte di un insieme, realizzati in un luogo e destinati ad essere assemblati a distanza. Travi, pilastri, plinti, pannelli e coperture devono quindi essere progettati in modo che ogni fase sia preventivamente presidiata: dalla movimentazione al trasporto, dalla posa al collegamento tra essi. Facile desumere quanto sia importante che il progettista possa prevedere, già nei disegni di ogni elemento, l’inserto da predisporre adatto per ogni fase. In ogni fase e per forme e masse assai diverse, l’inserto deve mostrare di essere versatile e adattabile, semplice ed efficace, prestazionale ma economico, in poche parole migliore di ogni soluzione “tradizionale”. Già al disarmo quindi è necessario prevedere nel manufatto l’inserto capace di reggerne il peso per rimuoverlo dal cassero e trasferirlo allo stoccaggio, in attesa di trasportarlo presso la destinazione finale. Queste operazioni di movimentazione e trasporto, fino al montaggio, sono affidate normalmente ad ancoranti di sollevamento che devono garantire ogni fase tenendo conto della forma, del peso, del tipo di sollevatore, dell’inclinazione delle funi, dei punti di sollevamento e del carico dinamico, garantendo l’adeguato margine di sicurezza e materiali duttili e resilienti adeguati ad ogni clima. R-System è il sistema di sollevamento più completo e versatile disponibile per i prefabbricatori; non c’è forma, sezione, anche la più ridotta, che non possa essere risolta con le tipologie di ancoranti disponibili; anche le piastre più sottili e i muri più snelli trovano il più adeguato inserto e portate che vanno da 13 KN a 200 KN con un coefficiente di sicurezza garantito ≥ 4,00, quindi la portata nominale corrispondente al peso sostenibile. Ma la movimentazione e il trasporto coprono solo la prima parte dei bisogni post produzione dei prefabbricati; i manufatti realizzati, infatti, vanno successivamente montati; le prescrizioni al montaggio in materia di sicurezza sul lavoro sono severe e regolate da stringenti leggi. Rurefast, la linea di sicurezza per il montaggio dei prefabbricati certificata CE, predisponibile nei prefabbricati, risolve, con un sistema semplice e sicuro, gli adempimenti di prevenzione contro le cadute dall’alto nei cantieri mobili. 3 3 Il progetto in zona sismica, oggi più che mai, pone scelte, come le fondazioni con travi a pavimento rispetto ai plinti a bicchiere, in cui le nuove tecnologie disponibili danno un aiuto importante sia per le garanzie statiche richieste, sia per la convenienza economica che ne deriva; il sistema Kaptor, che collega meccanicamente e per sovrapposizione, secondo NTC 2008, elementi strutturali come plinti e pilastri o travi e pilastri, accelera tutte le fasi della costruzione a cominciare dalla messa a piombo. Grazie all’assemblaggio meccanico per avvitamento non necessitano più dei puntelli nel posizionamento dei classici pilastri su plinti a bicchiere e vengono inoltre soddisfatti i requisiti alla pari di un plinto con pilastro monolitici, con la differenza che non ci sono tempi di attesa tra il collegamento delle strutture e il proseguimento del montaggio. Ci vorrebbe un lunghissimo elenco per citare tutti i fissaggi e gli altri collegamenti; tra i tanti si può menzionare il classico nodo trave-pilastro sul capitello in cui la Boccola Rur, una boccola filettata che si ancora al calcestruzzo per risalto, trova un largo utilizzo. C’è poi il caso del fissaggio dei pannelli alla struttura in zona sismica; Fisis, nella versione 30 e 15 Kn, diversamente dai fissaggi tradizionali costituiti da profili leggeri standard spesso insufficienti per portata o per l’impossibilità di consentire lo scorrimento tra i pannelli e la struttura, risolve brillantemente ed efficacemente ogni caso sia per i pannelli orizzontali che per i pannelli verticali. Per il sostegno dei pannelli orizzontali appesi ai pilastri Ruredil propone il sistema a mensola Girella e Tirella nella versione aggiornata S. L’attuale versione S, grazie alla maggiore inclinazione dell’appoggio, risolve il problema della sospensione dei pannelli anche in zona sismica. Un caso a parte nel progetto dei prefabbricati è la scelta della soluzione più idonea per realizzare pannelli con ridotta trasmittanza; questi pannelli, comunemente chiamati a “taglio termico” devono garantire staticità e resistenza termica, libertà di allungamenti e contenute deformazioni, sezioni contenute ed economicità. Ruredil con Konnektor, dal 1997 ha realizzato circa 6.000.000 di mq di pannelli a taglio termico con connessioni in acciaio inox e sostegni portanti che garantiscono lo scorrimento dello strato appeso, dovuto alle variazioni termiche riducendo drasticamente le deformazioni, le fessurazioni e gli spanciamenti. 4 Indice SISTEMI PER PANNELLI A TAGLIO TERMICO FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI Fisis 30 Fissaggi sismici per pannelli Tipologia di collegamento Altre verifiche Scelta dei fissaggi Dimensionamento dei fissaggi Descrizione articoli Fisis 15 Descrizione articoli Applicazioni Kaptor Descrizione del sistema Collegamento per sovrapposizione Collegamento KPF - KPP - KPF-T - KPP-T Vantaggi del collegamento Kaptor Esempio di progettazione Descrizione articoli Boccola RUR Descrizione del prodotto Esempi di applicazioni tipo 5 6 7 8 9 10 11 12 12 13 15 16 17 20 23 25 27 31 32 33 SISTEMI A MENSOLA Girella Tirella S Mensola Girella S Impiego della mensola Girella S Mensola Tirella S Verifica delle mensole Posizionamento in fase di getto Montaggio delle mensole Mensola di emergenza Schede tecniche 35 38 40 46 50 54 56 57 58 SISTEMI DI SOLLEVAMENTO R-System Criteri di sicurezza Portata nominale Tipi di ancoranti e accessori Posizionamento degli ancoranti Ancoranti a risalto Ancoranti a risalto prescrizione geometriche Ancoranti con foro Ancoranti per ribaltamento RS Ancoranti a piastra Guaine per il posizionamento dell’ancorante Istruzioni operative per la testa sferica universale Esempi di calcolo Boccola Descrizione del prodotto Esempi di applicazioni tipo 67 70 71 79 80 81 83 90 95 98 100 106 109 113 114 116 Konnektor Dispositivi di sostegno Dispositivi di connessione Criteri di progettazione Prestazioni termiche Fasi operative Descrizione articoli 117 118 120 122 123 124 125 SISTEMI DI SICUREZZA Rurefast3 Sistema anticaduta a rapido innesto Requisiti essenziali di salute e sicurezza Requisiti supplementari Requisiti supplementari specifici per i rischi da prevenire Prescrizioni per il progetto Prescrizioni di utilizzo Componenti Accessori Software linea anticaduta 127 128 129 130 131 132 133 134 137 140 DISPOSITIVI ANTISCOPPIO Jet Ruredil Jet, perchè installarlo Le prove di laboratorio Descrizione dello sfiato di sicurezza Ruredil Jet Schemi tipici di posizionamento Descrizione articoli 143 144 145 145 146 148 FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI 5 ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Fissaggi sismici per pannelli 6 6 Fissaggi sismici per pannelli AZIONE SISMICA PARALLELA ALLA SUPERFICIE DEI PANNELLI Le pareti costituite da pannelli prefabbricati che scaricano a terra il loro peso, presentano una notevole rigidezza tanto che è indispensabile utilizzare collegamenti che concedano alla struttura di muoversi indipendentemente dai pannelli che rimangono fissi, cioè senza che la massa dei pannelli entri in gioco. Se i pannelli prefabbricati orizzontali, invece, scaricano il loro peso sui pilastri, la loro massa entra in gioco ma occorrerà comunque fare in modo che non diano rigidezze aggiuntive alla struttura. AZIONE SISMICA PERPENDICOLARE ALLA SUPERFICIE DEI PANNELLI I pannelli non offrono alcuna rigidezza e il loro collegamento alla struttura deve essere dimensionato sulla loro massa, con vincoli che vanno rapportati all’accelerazione di progetto. Tutti i fissaggi hanno una resistenza all’azione sismica perpendicolare alla superficie della parete di 30 kN allo SLU. 1 2 FISIS 30 Tipologia di collegamento LE PROVE DI LABORATORIO In funzione della tipologia costruttiva, bisogna distinguere il caso in cui il fissaggio alla struttura avviene su una superficie piana con ausilio di tasselli FV/10 e FV/20 o con i fissaggi predisposti nel getto FVG/10 e FVG/20 (vedi Fig. 2) dal caso in cui il fissaggio avviene in una superficie inclinata (FV/10, FV/20) con tasselli o contropiastra FVCP (vedi Fig. 1). Il fissaggio per pannelli verticali denominato FV/10 FVG/10 concede uno spostamento relativo di ±10 cm. Il fissaggio denominato FV/20 FVG/20 concede uno spostamento relativo di ±20 cm, cioè il doppio del precedente. Pannelli verticali che appoggiano a terra Se i pannelli sono fissati ai pilastri (es. su mensole tipo Girella o Tirella), occorre togliere ogni rigidezza, con il fissaggio FO/00 FOG/00 che realizza una cerniera impedendo lo scorrimento relativo tra il bordo superiore del pannello orizzontale e il pilastro (vedi Fig. 3). Il bordo inferiore, invece, deve appoggiare su 2 carrelli per avere la possibilità di scorrere di almeno ±4 cm sulle mensole di sostegno inferiori. La guida posta sul pilastro ha solo funzione di posizionamento e di regolazione verticale mentre la guida da utilizzare nel pannello è sempre la ±3 cm con blocco verticale In caso di sisma in direzione parallela alla superficie del pannello il limite dell’azione sismica sul fissaggio FO/00 deve essere aumentato da 30 a 60 kN. Pannelli orizzontali sostenuti dai pilastri In funzione di scelte progettuali si può disporre un fissaggio a vista con tasselli nei pilastri (FO/10, FO/20) o con profili annegati nel getto FOG/10 e FOG/20 (vedi Fig. 4) oppure di un fissaggio a scomparsa che consente scorrimenti variabili da ±3 cm a ±20 cm (vedi Fig. 3). Il fissaggio a scomparsa prevede sempre due guide annegate nel getto ed è indicato quando bisogna garantire una resistenza al fuoco. Pannelli orizzontali che appoggiano a terra 3 4 7 8 8 Altre verifiche VERIFICHE DEL COLLEGAMENTO Per norma è necessario verificare gli spostamenti indotti dall’azione sismica in corrispondenza al punto di ritenuta (trattandosi di un collegamento gli spostamenti non sono quelli della verifica di danno, ma quelli allo stato limite ultimo). In funzione di tali spostamenti, occorre verificare se è sufficiente una guida che concede ±10 cm o se occorre uno spostamento doppio (±20 cm). Il calcolo della forza orizzontale Fa di ritenuta va eseguito secondo NTC (D.M. 14/01/2008) o secondo EC8 e può essere verificato con la seguente relazione in cui Fa è la spinta orizzontale sismica (kN/m2): Fa = 3,72 _ . p Dove: 3,72 = coefficiente ricavato assumendo: qa = 2 (per pareti) S = fattore di suolo = 1,35 z/h = 1 Ta/T = 1 _ = a/g = accelerazione di progetto p = peso del pannello (kN/m2) Si può notare come per la verifica dei collegamenti l’azione sismica orizzontale allo SLU di zona 1 (_= 0,35) supera il peso cioè Fa= 1,3 p. È importante precisare che la guida di scorrimento ha uno spessore ridotto che evita di interrompere le armature dell’elemento in cui è inserita. Nei collegamenti a bassa sismicità (terza e quarta zona) bisogna verificare che l’azione del vento non sia maggiore del sisma stesso. FISIS 30 Scelta dei fissaggi FIG. 5 Pannelli Verticali Collegamento tipo FV/10/20 - La massa non partecipa al sisma in direzione X - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro Fa = 30 kN FV/10 Spostamenti relativi < ±10 cm FV/20 Spostamenti relativi < ±20 cm FIG. 6 FIG. 7 Collegamento tipo FVG/10/20 - La massa non partecipa al sisma in direzione X - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro Fa = 30 kN FVG/10 Spostamenti relativi < ±10 cm FVG/20 Spostamenti relativi < ±20 cm Pannelli Orizzontali Collegamento tipo FO-FOG/3/10/20 - La massa non partecipa al sisma in direzione X (il peso si scarica sulle fondazioni) spostamenti relativi < ±20 cm - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro Fa = 30 kN FIG. 8 Collegamento tipo FOG/00 - La massa partecipa al sisma in direzione X Massimo tiro Fa = 60 kN - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro Fa = 30 kN - Spostamenti tra lembo inferiore del pannello e mensola ≤ 4 cm Utilizzando la mensola Girella/Tirella, si può contare su una ritenuta inferiore data dall’inclinazione di 20° del piano di appoggio della mensola purchè, chiamata R la reazione sulla mensola del pannello, si verifichi che: Fay = ≤ tg 20° R = 0,36 R. Se il valore Fay supera 0,36 R, occorre impedire che il pannello si sollevi, utilizzando un apposito “blocco verticale”. 9 10 10 10 Dimensionamento dei fissaggi COLLEGAMENTO FVG 10/20 ESEMPIO 1: Pannello verticale da 12 x 2,5 m (3,8 kN/m2 sito in zona con accelerazione di progetto a = 0,25 g) Si prevedono 2 fissaggi in sommità: L’azione sismica sul fissaggio vale: Fay = 3,72 . 0,25 . 3,8 . 12 . 2,5 = 26,50 kN 2.2 In questo caso si utilizzano n. 2 FVG 10/20 in funzione dello spostamento della struttura nel punto di ritenuta. ESEMPIO 2: Pannello orizzontale sovrapposto a quello inferiore appoggiato a terra o sospeso su mensole da 10 x 2,5 m (3,80 kN/m2) sito in zona con accelerazione di progetto a= 0,15 g. Se i pannelli hanno un giunto maschio-femmina, consideriamo di utilizzare 2 fissaggi. Si prevedono 2 fissaggi in sommità: L’azione sismica sul fissaggio vale: Fay = 3,72 . 0,15 . 3,8 . 10 . 2,5 = 26,50 kN 2 In questo caso si utilizzano n. 2 FVG 10/20 in funzione dello spostamento della struttura nel punto di ritenuta. COLLEGAMENTO FVG 10/00 Pannello orizzontale sostenuto da 2 mensole da 10 x 3 m in zona con accelerazione di progetto a= 0,25 g. Si prevedono n. 2 fissaggi in sommità (cerniere) e 2 ritenute inferiori (carrelli) nelle mensole tipo Girella/Tirella. Azione sismica perpendicolare alla superficie del pannello Fay = 3,72 . 0,25 . 3,8 . 10 . 3 = 26,50 kN 2 ogni fissaggio deve avere una ritenuta superiore a Fay Azione sismica parallela alla superficie del pannello Fax = 3,72 . 0,25 . 3,8 . 10 . 3 = 53,01 kN 2 Si prevedono quindi n. 2 FOG/00 in quanto in direzione X la resistenza del fissaggio è doppia (60 kN). FISIS 30 Descrizione articoli COLLEGAMENTO FV/10/20 COLLEGAMENTO FOG/00 (2) (6) (1) (1) (4) (3) (6) (5) (11) (7) (8) COLLEGAMENTO FOG/10/20 G/10/20 (1) (2) (1) (9) (5) (10) (7) (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11) Codice Articolo Materiale Pezzi/confezione 0302101002 0302101003 0302104001 0302107001 0302103002 0302105101 0302102001 0302101001 0302106001 0302106002 0302013001 Guida di scorrimento ±10 cm Guida di scorrimento ±20 cm Fissaggio pannelli verticali Attacco pannelli verticali Attacco pannelli orizzontali L=170 Blocco verticale Attacco filettato corto Guida di scorrimento ± 3 Guida di emergenza L=±10 cm Guida di emergenza L=±20 cm Contropiasta FVCP S355 (Riempimento in spugna poliuretanica) S355 (Riempimento in spugna poliuretanica) S355 S355 S355 S355 S355 S355 S355 S355 S355 20 pz 12 pz Sfuso 24 pz 40 pz 80 pz 40 pz 40 pz Sfuso Sfuso 24 pz Zincatura elettrolitica ≥7μm - Nota: per la progettazione e l’uso consultare anche i disegni FIS F3-01÷ F3-21 11 1 1 Descrizione articoli Innovativi fissaggi di ritenuta antisismica per pannelli prefabbricati. Tutti i fissaggi hanno una resistenza all’azione sismica perpendicolare alla superficie della parete di 15kN allo SLU. Fisis 15 risponde ai requisiti dei fissaggi in zona sismica secondo NTC 2008 e nuova normativa europea EC8. COLLEGAMENTO FOG/10 E FVG/10 (5) 40 (12) 17 11.5 (7) 25 5 11.5 011 3 90 (12) 5 42. 90 12 12 12 150 300 40 108 42.5 150 108 CARICO DI LAVORO ALLO SLU Trazione 15 kN (5) (7) (12) Taglio 15 kN Codice Articolo Materiale Pezzi/confezione 0302108002 0302201001 0302103002 Attacco pannelli orizzontali L = 170 M16 Attacco filettato corto teflonato M16 Fisis15 - Guida di scorrimento ±10 cm (*) S355 S355 S235JRG2 40 pz 40 pz 30 pz (*) Riempimento in spugna poliuretanica Zincatura elettrolitica * 7μm FISIS 15 Applicazioni Esempio di fissaggio di ritenuta tra pannelli orizzontali e pilastro. Esempio di pannello orizzontale appeso. La ritenuta è ottenuta con l’impiego del Fisis 15, la sospensione tramite Mensola Tirella “S”. Esempio di fissaggio di ritenuta tra pannelli verticali e trave di copertura piana. 13 13 14 FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI 15 ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Collegamento meccanico per sovrapposizione 16 1. Descrizione del sistema 1.1 CHE COS’È KAPTOR? KAPTOR è un sistema meccanico per strutture prefabbricate in calcestruzzo armato che consente di realizzare collegamenti di tipo A, B e C (vedi cap. 7.4.5.2.1 NTC 2008). I collegamenti realizzabili sono così classificati: KPP collegamento Pilastro-Pilastro KPF collegamento Pilastro-Fondazione KPF-T collegamento Pilastro-Fondazione con tirafondi KPP/KPP-T Il collegamento è ottenuto dall’unione tramite avvitamento in opera di un inserto metallico (tipo A) inserito nel primo elemento, e un inserto metallico (tipo B) nel secondo elemento. KPF/KPF-T Gli inserti da collegare sono i seguenti: TIPO A: - KSA (piastra lineare), con 2 barre KØ o KFØ ad aderenza migliorata; - K3A (piastra angolare), con 3 barre KØ o KFØ ad aderenza migliorata. TIPO B: - KSB (piastra lineare) con 2 barre KFØ ad aderenza migliorata, con filettatura e dado; - K3B (piastra angolare) con 3 barre KFØ ad aderenza migliorata, con filettatura e dado; - KT-M tirafondo ad aderenza migliorata e risalto alla base. Sono previste due serie di inserti a piastre e quattro tipologie di tirafondi, in funzione delle armature che devono essere riprese per sovrapposizione. La prima serie viene utilizzata per barre di armatura di diametro 26 - 25 - 24, la seconda serie viene prevista per barre di armatura di diametro 20 - 18 - 16 . In ogni piastra, vengono inserite e bloccate manualmente le barre ad aderenza migliorata KØ e KFØ, appositamente sagomate con ringrossi terminali calibrati. Le piastre tipo A, di KS e di K3 presentano dei fori, che consentono l’inserimento delle viti di collegamento alle analoghe piastre di tipo B o dei tirafondi, a seconda del tipo di giunzione che si sta utilizzando. TIPO A TIPO B Collegamenti di tipo A e B: tipici per strutture a telaio con collegamenti a cerniera. TIPO C Collegamenti di tipo C: tipici per strutture a telaio con collegamenti monolitici. KPF KPF-T 2.1 TIPOLOGIA DEL COLLEGAMENTO Per i collegamenti, nelle NTC 2008 cap. 4.1.6.1.4 si precisa che: “si trasmettono le forze da una barra all’altra mediante: sovrapposizione di barre saldatura dispositivi meccanici” Si esclude quindi di poter trasferire le forze per “ancoraggio”. Kaptor riprende per sovrapposizione le armature dei due elementi che vengono collegati. Se ci riferiamo, per esempio, al collegamento KPF, le barre di armatura della sezione corrente del pilastro sono riprese da barre di ugual diametro che trasferiscono, per sovrapposizione, il tiro dalle barre inferiori a quelle superiori. 2.2 CRITERI DI PROGETTO L’utilizzo del sistema Kaptor è semplice e non richiede calcoli perché consente la ripresa per sovrapposizione delle stesse barre previste dal progetto. In base al numero e al diametro dei ferri di armatura, si ricava il numero e il tipo di collegamento da prevedere. (vedi esempio cap.5) Gli inserti Kaptor sono impiegabili in CD “A” e in CD “B” a seconda del tipo di progettazine e del tipo di collegamento utilizzato, ad eccezione del diametro Ø26, per il quale è previsto l’utilizzo solo in CD ”B”. 2.3 UNIONE PIASTRE-BARRE L’assemblaggio tra piastre e barre KØ, non richiede saldature; l’accoppiamento avviene manualmente in fase di esecuzione delle gabbie. In questo modo si evita di movimentare inserti molto ingombranti e pesanti componendo i collegamenti con barre di lunghezza e diametro richiesto dal progetto, direttamente sul cassero. In particolari applicazioni è comunque consentito saldare direttamente le barre di armatura alle piastre, purché tale saldatura sia fatta con filo basico ad alta resistenza e da personale specializzato, provvisto di patentino. (si rimanda al cap. 4.3 per ulteriori dettagli) Esempio di dima per pilastro KAPTOR 2. Collegamento per sovrapposizione 17 1 7 18 2.3.1. SCELTA DELLE BARRE E DEI TIRAFONDI A seconda del tipo di collegamento, sono previste diverse tipologie di barre e tirafondi: 1 BARRE KØ PER COLLEGAMENTI AL DI FUORI DELLA ZONA CRITICA dove LKØ = Lc + 50 Ø KØ26 L = 280 cm KØ25 L = 275 cm KØ24 L = 270 cm Utilizzabili per lunghezze di zona critica ≤ 150 cm KØ20 L = 250 cm KØ18 L = 240 cm KØ16 L = 230 cm 2 BARRE IN FONDAZIONE KFØ O PER COLLEGAMENTI IN ZONA CRITICA dove LKFØ = 22 Ø + 5 cm KFØ26 L = 65 cm KFØ24 L = 55 cm KFØ20 L = 50 cm filettate con dado all’estremità 3 TIRAFONDI SERIE 26-25-24 KT-M24 L = 62 cm KT-M33 L = 83,5 cm complete di dadi e rondelle 4 TIRAFONDI SERIE 20-18-16 KT-M20 L = 50,5 cm KT-M27 L = 66,5 cm complete di dadi e rondelle Barra KØ KAPTOR 2.4 SICUREZZA DEL COLLEGAMENTO Nel sistema Kaptor, gli elementi sono stati dimensionati con largo margine di sicurezza rispetto allo snervamento delle barre. Il sistema è stato collaudato sia per verificare la rispondenza al calcolo di piastre, viti e tirafondi, sia per verificare che la ricalcatura delle barre non riduca le caratteristiche resistenti delle stesse in corrispondenza dell’unione. 2.5 UTILIZZAZIONE IN ZONA CRITICA Si ricorda che la zona critica è la zona di dissipazione energetica, dove avvengono le fessurazioni diffuse, assumendo, nel calcolo sismico un coefficiente di struttura (o di comportamento) q > 1. Le NTC 2008, prescrivono al punto 7 che nelle “zone critiche” di strutture realizzate in zona sismica, non si deve avere la sovrapposizione delle armature. PILASTRO Kaptor, consente di spostare la zona di sovrapposizione oltre la zona critica, realizzando un collegamento che in zona critica non aumenta l’area di ferro prescritta dal progetto. 2.6 SERRAGGIO DEI BULLONI Per il serraggio delle viti e dei bulloni in tutti i collegamenti Kaptor è prevista una coppia ridotta, pari a 150 N (15 kgf) con un braccio di 20 cm. Il momento di serraggio equivalente risulta quindi pari a 150x20 = 3000 Ncm. FESSURAZIONI DIFFUSE FONDAZIONE 19 1 9 20 3. Collegamento KPF, KPP e KPF-T, KPP-T 3.1 CARATTERISTICHE DEL COLLEGAMENTO KPF, KPP KPF è il collegamento tra il plinto di fondazione e il pilastro, mentre KPP realizza il collegamento tra 2 pilastri; entrambi consentono la continuità alle armature correnti per sovrapposizione. Nel caso di collegamento tra pilastri KPP, non essendo presente la zona critica, è possibile utilizzare le barre KFØ abbinate alle piastre A; sarà comunque necessario portare l’armatura del pilastro fino alla base, assicurandosi del sufficiente ancoraggio eventualmente ripiegando i ferri di armatura. Il collegamento si realizza posizionando sempre nei quattro angoli del pilastro un elemento angolare (K3). Tutti i collegamenti sono concepiti per garantire che la distanza tra l’asse della barra di armatura e il filo esterno del pilastro sia di 5cm; è comunque possibile aumentare o ridurre fino a 1,25 cm tale distanza. Ogni piastra, angolare, è dotata di 2 viti a testa cava esagonale per il fissaggio oltre ad una speciale “vite di regolazione” usata per il centraggio e la messa a piombo, che consente tolleranze di montaggio sulla verticale di 30 ± 12 mm. La tolleranza di centraggio invece è di ± 5 mm. Dopo avere messo a piombo il pilastro, agendo sulle viti di regolazione, si serrano tutte le viti previste e successivamente, si cola una malta a ritiro compensato tipo Exocem G1. KPF-KPP realizzano il collegamento a secco tramite avvitamento eliminando le costose puntellature dei pilastri e velocizzando le operazioni di montaggio. KPF Le piastre Kaptor sono concepite per essere assemblate con i ferri longitudinali direttamente sul cassero. Questo sistema, quindi, risolve il problema del peso, degli ingombri e della movimentazione, tipici di sistemi analoghi. Risulta quindi evidente la semplificazione delle operazioni di inserimento nelle gabbie e sulle testate dei casseri. Il posizionamento delle piastre sul cassero può avvenire nei seguenti modi: allestendo le testate con apposite dime saldate sul separatore; forando il separatore e fissando con viti le piastre. Le barre ad aderenza possono essere inserite e fissate alle piastre Kaptor con semplice rotazionesulle forature predisposte, assicurandosi che dopo la rotazione la barra si blocchi per attrito. È altresì consentito fissare tramite saldatura i ferri longitudinali; la saldatura dovrà essere eseguita con filo basico e da personale specializzato. 3.1.2 ISTRUZIONI PER LA MESSA IN OPERA Posizionare sul plinto o sul pilastro inferiore le “viti di regolazione”. Sollevare il pilastro e calarlo centrando le “viti di regolazione”. Effettuare le regolazioni di centraggio e verticalità operando sull’apposito dado basso. Bloccare con il dado superiore le “viti di regolazione” alle piastre. Inserire e serrare tutte le viti a brugola. Effettuare il getto di completamento con la malta a ritiro compensato Exocem G1. KAPTOR 3.1.1 POSIZIONAMENTO DEL CASSERO 21 2 1 22 3.2 CARATTERISTICHE DEL COLLEGAMENTO CON TIRAFONDI KPF-T, KPP-T KPF-T è il collegamento tra il plinto di fondazione e il pilastro con tirafondi, mentre KPP-T realizza il collegamento tra 2 pilastri; entrambi consentono la continuità alle armature correnti per sovrapposizione. Il collegamento si realizza posizionando sempre nei quattro angoli del pilastro un elemento angolare (K3A) ed eventuali KSA interni. Ogni piastra K3A può ricevere 2 o 3 tirafondi mentre le KSA ricevono un tirafondo di diametro maggiore. Il collegamento KPF-T richiede un RcK ≥ 25 N/m2 in fondazione mentre nel caso del collegamento KPP-T viene richiesta una RcK ≥ 50 N/m2. Il collegamento consente tolleranza di montaggio sulla verticale di 40 ± 15 mm, mentre la tolleranza di centraggio è di ± 5 mm. Il pilastro viene messo a piombo agendo sui 4 tirafondi di angolo, in un secondo tempo vengono portati in posizione anche tutti gli altri tirafondi. A questo punto il pilastro è completamente fissato a secco. Anche in questo caso si può sigillare la giunzione con EXOCEM G1. 3.2.1 POSIZIONAMENTO NEL CASSERO Le piastre Kaptor sono concepite per essere assemblate con i ferri longitudinali direttamente sul cassero. Questo sistema, quindi, risolve il problema del peso, degli ingombri e della movimentazione, tipici di sistemi analoghi. Risulta quindi evidente la semplificazione delle operazioni di inserimento nelle gabbie e sulle testate dei casseri. Il posizionamento delle piastre sul cassero può avvenire nei seguenti modi: allestendo le testate con apposite dime saldate sul separatore; forando il separatore e fissando con viti le piastre. Le barre ad aderenza possono essere inserite e fissate alle piastre Kaptor con semplice rotazionesulle forature predisposte, assicurandosi che dopo la rotazione la barra si blocchi per attrito. È altresì consentito fissare tramite saldatura i ferri longitudinali; la saldatura dovrà essere eseguita con filo basico e da personale specializzato. 3.2.2 ISTRUZIONI PER LA MESSA IN OPERA Sollevare il pilastro e calarlo centrando i tirafondi. Effettuare le regolazioni di centraggio e verticalità operando sull’apposito dado basso. Bloccare con il dado superiore i tirafondi alle piastre. Effettuare il getto di completamento con la malta a ritiro compensato Exocem G1. KPF-T 4.1 IN FONDAZIONE Ad oggi le soluzioni più utilizzate per collegare un pilastro alla fondazione sono le seguenti: plinto a bicchiere tubi corrugati in fondazione entro cui entrano le armature uscenti dal pilastro (arma-tubo). Entrambe le soluzioni impongono fondazioni profonde, più costose e problematiche. Il collegamento KPF offre notevoli vantaggi rispetto a queste soluzioni, il primo è proprio quello di poter realizzare una fondazione “superficiale”. La fondazione superficiale è vantaggiosa specie in zona sismica, dove occorre collegare le fondazioni con un grigliato di travi. La possibilità di realizzarle in spessore di pavimento, avendo fondazioni che non superano gli 80 cm di altezza, è un notevole risparmio economico. Rispetto alle soluzioni tradizionali, Kaptor consente di fissare a secco senza puntelli. Nel collegamento con tirafondi il vantaggio è ancora maggiore perchè la struttura è subito caricabile senza aspettare il getto di completamento con malta espansiva. Non sono utilizzabili in “zona critica” le barre fuoriuscenti dalle fondazioni che si infilano in guaine posizionate nel pilastro, oppure i sistemi che fanno fuoriuscire barre filettate dalle fondazioni, che si bloccano con dadi a piastre ancorate nel pilastro, con posizioni e diametri per nulla sovrapponibili alle barre correnti del pilastro, essendo per norma vietate le sovrapposizioni in zona critica. I vantaggi del sistema Kaptor in fondazione si possono così sintetizzare: Possibilità di realizzare fondazioni superficiali e travi di collegamento in spessore di pavimento; Nessun elemento in aggetto dal piano di fondazione; Rapida e precisa messa a piombo del pilastro; Fissaggio a secco; Nessuna controindicazione di utilizzo in zona critica. Utilizzo Kaptor per centraggio e fissaggio con sistema arma-tubo. KAPTOR 4. Vantaggi del collegamento Kaptor 23 2 3 24 4.2 NELLA MESSA A PIOMBO CON SOLUZIONI MISTE Kaptor può essere utilizzato anche parzialmente, per facilitare unicamente la messa a piombo del pilastro, collegato alla fondazione o al pilastro superiore con un sistema tradizionale (noto come arma-tubo); in questo caso si possono utilizzare le viti di regolazione, inserite in 3 o 4 elementi lineari KS posti al centro dei lati del pilastro. 4.3 UTILIZZANDO BARRE SALDATE 4.3.1 SALDATURA DELLA BARRA KØ CON UNA BARRA DI UGUAL DIAMETRO La saldatura tra barre di ugual diametro, deve essere effettuata sulla verticale tra le barre e deve essere simmetrica. Le prescrizioni di saldatura sono analoghe a quelle viste in precedenza (vedi cap. 2.2) Esempio di saldatura tra 2 barre Ø 26 (spessore cordone di saldatura H = 15 mm) Si pone quindi: L . 1,5 = AØ26. 4 da cui: L = 5,3 . 4 = 14,1 cm 1,5 Si fissa quindi L = 15 cm Esempio di saldatura tra 2 barre Ø 20 (spessore cordone di saldatura H = 12,5 mm) L . 1,25 = AØ20 . 4 L = 3,14 . 4 = 10 cm Si pone L = 10 cm La saldatura tra barre di ugual diametro è possibile anche in zona critica. 4.3.2. SALDATURA DELLA BARRA KØ CON 2 BARRE DI DIAMETRO INFERIORE È anche possibile, saldare ad una barra KØ già bloccata alla piastra, 2 barre che abbiano un’area complessiva non inferiore a quella della barra KØ. Queste saldature vanno evitate in zona critica. La lunghezza L e l’altezza H della saldatura sono così definite: Esempio di saldatura della barra KØ 26 con 2 barre Ø 20 (H = 12,5 mm) L . 1,25 . 2 = AØ26 . 4 L = AØ26 = 4 = 5,3 . 2 = 8,48 cm ~ 10 cm 1,25 . 2 1,25 . 2 Esempio di saldatura della barra KØ 20 con 2 barre Ø 16 (H = 10 mm) L . 1 . 2 = AØ20 . 4 L = 3,14 . 2 = 6,28 cm ~ 6,5 cm 4.3.3 CALCOLO DELLE SALDATURE SULLE BARRE Si ipotizza che la saldatura possa arrivare ad una tensione di esercizio di 60 N/mm2, cioè pari ad 1/4 della tensione delle barre. 5.1 DATI DI PROGETTO Pilastro 50x50 con pluviale Ø 150 mm centrale. Armatura corrente = n°12 Ø 24 Copriferro 3 cm Staffe Ø8 Coefficiente di struttura q = 2,5 Altezza zona critica Lc = 90 cm Soluzione Kaptor KPF Nel pilastro: n° 4 K3A 26-25-24 n° 12 KØ 24, L = 270 cm (≥ Lc + Ls = 90 + 50 . 24) n° 4 scatole polistirolo K3 26-25-24 In fondazione: n° 4 K3B 26-25-24 n° 12 KFØ 26, L = 65 cm Soluzione Kaptor KPF-T Nel pilastro: n° 4 K3A 26-25-24 n° 12 KØ 24, L = 270 cm (≥ Lc + Ls = 90 + 50 . 24) n° 4 scatole polistirolo K3 26-25-24 In fondazione: n° 12 barra KT M24 = 62 cm Pilastro 50x50, con pluviale Ø 15, nelle 4 sezioni più significative: 1) da quota 0 a quota 25 cm 2) da quota 25 cm a quota 90 cm 3) da quota 90 cm a quota 210 cm 4) sezione corrente da quota 210 cm Ogni utilizzatore potrà usufruire del supporto tecnico alla progettazione che Ruredil mette a disposizione gratuitamente. KAPTOR 5. Esempio di progettazione 25 2 5 26 5.2 STAFFATURA DEL PILASTRO Le staffature in zona critica sono fondamentali per assicurare duttilità alla base del pilastro incastrata alle fondazioni. Si possono distinguere 3 zone: 1) La zona 1, dove le staffature sono configurate a spillo impegnando tutte le barre, con diametri ridotti (6 o 8 mm) e con passo richiesto dal calcolo. In questa zona alta circa 20 cm non è possibile avere la classica staffatura perimetrale; 2) La zona 2, sempre zona critica, dove ci sono le sole barre del sistema Kaptor, e dove è possibile avere la staffatura perimetrale con il passo richiesto dai calcoli; 3) Zona 3 di sovrapposizione, dove tutte le barre Kaptor si sovrappongono a quelle del pilastro, e dove la staffatura perimetrale le contiene entrambe; 4) Zona 4, sezione corrente. KAPTOR 6. Descrizione articoli COLLEGAMENTO PER FERRI DI ARMATURA 26-25-24 6 6 6 6 5 3 13 12 11 4 8 9 1 14 1 9 2 10 15 16 7 Codice 0307002001 0307003001 0307010001 0307012001 0307031001 0307006002 0307006005 0307005002 0307008001 0307001002 0307004002 0307010005 0307012002 0307035002 0307009004 0307014002 0307014004 * articoli a richiesta Rif. 1 2 3 4 5 6 6a* 6b* 7 7b* 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Articolo K3A 26-25-24 K3B 26-25-24 Vite M24 x 140 Vite di regolazione M24 x 180 Scatola polistirolo K3 26-25-24 Barra KØ24 L= 270 cm Barra KØ25 L= 275 cm Barra KØ26 L= 280 cm Barra KFØ24 L= 55 cm Barra KFØ26 L= 65 cm Rondella 44x25x4 KSA 26-25-24 KSB 26-25-24 Vite M33 x 140 Vite di regolazione M33 x 200 Scatola polistirolo KPF 26-25-24 Rondella 60x34x5 Barre KT-M24 Barre KT-M33 Conf. singolo singolo singolo singolo 40 pezzi singolo singolo singolo singolo singolo singolo singolo singolo singolo singolo 40 pezzi singolo singolo singolo 7 27 2 7 28 8 28 6. Descrizione articoli COLLEGAMENTO PER FERRI DI ARMATURA 20-18-16 6 6 6 6 5 3 13 12 11 4 8 9 1 14 1 9 2 10 15 16 7 Codice 0307002002 0307003002 0307010003 0307012003 0307031002 0307006001 0307005001 0307009001 0307001003 0307004003 0307010003 0307012004 0307035001 0307009002 0307014001 0307014003 * articoli a richiesta Rif. 1 2 3 4 5 6 6a* 6b* 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Articolo K3A 20-18-16 K3B 20-18-16 Vite M20 x 120 Vite di regolazione M20 x 180 Scatola polistirolo K3 20-18-16 Barra KØ20 L= 250 cm Barra KØ18 L= 240 cm Barra KØ16 L= 230 cm Barra KFØ20 L= 50 cm Rondella 37x21x3 KSA 20-18-16 KSB 20-18-16 Vite M27 x 120 Vite di regolazione M27 x 180 Scatola polistirolo KPF 20-18-16 Rondella 50x28x4 Barra KT M20 Barra KT M27 Conf. singolo singolo singolo singolo 40 pezzi singolo singolo singolo singolo singolo singolo singolo singolo singolo 40 pezzi singolo singolo singolo 7 29 NOTE 3 30 FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Boccola RUR Sistema a boccola filettata autoportante 31 32 Boccola RUR Sistema a boccola filettata autoportante D 1 ESCRIZIONE CHE COS’È KDEL APTOR PRODOTTO ? Boccola in acciaio con risalto; inserita nel calcestruzzo consente l’accoppiamento con barre filettate. Gli elevati carichi di rottura ne consentono l’uso anche per la realizzazione di giunti antisismici. Applicazioni tipo Unione trave-pilastro. Unione trave-pilastro antisisma. Unione pilastro-pilastro. Unione plinto-trave in fondazione. Riprese di getto. Fissaggi in genere. Prescrizioni per il calcestruzzo Rck40 ≥ N/mmq con armature aggiuntive (Af*). Materiale Acciaio 11 S Mn Pb 37 UNI EN 10087. S355J243 (EN 10025). Verifiche Il valore a trazione è stato ricavato con tiro in asse della boccola e si riferisce alla rottura del calcestruzzo. Il valore di taglio è ricavato agendo sulla barra filettata, esercitando una forza a 90° rispetto all’asse della boccola. Il valore riportato in tabella si riferisce alla rottura del calcestruzzo. I valori riportati in tabella, essendo “carichi di rottura”, ai fini dei calcoli di progetto, si devono considerare con gli opportuni coefficienti di sicurezza previsti dalle normative vigenti. Codice Filetto M 0317050001 M12 Carico di rottura a trazione a taglio kN kN 30 20 L A B øD ± 0,5-1 ± 0,5-1 ± 0,2 Distanza minima dal bordo Af* ±1 mm mm mm mm mm cm2 kg n° kg 75 26 32 20 75 1.44 0.12 100 12.00 15.00 Peso Q.tà/ Conf. Peso/ Conf. 0317050002 M16 60 40 90 30 36 25 90 1.44 0.15 100 0317050003 M20 90 60 115 35 42 30 115 2.30 0.38 50 19.00 0317050004 M24 120 90 130 40 49 35 130 2.30 0.40 30 18.00 0317050005 M30 150 100 150 40 58 42 150 2.30 0.98 20 19.60 BOCCOLA RUR Boccola RUR Esempi di applicazioni tipo Unione trave-pilastro a cerniera Esempio tipico di fissaggio Unione trave-pilastro a incastro Inserimento della boccola nel cassero 33 34 SISTEMA A MENSOLA 35 ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Sistema a mensola 36 Sistemi a mensola GIRELLA E TIRELLA S Le esigenze che hanno portato alla progettazione dei sistemi a mensola Ruredil sono frutto dell’esperienza maturata in più di cinquant’anni nel settore delle tecnologie e dei prodotti speciali per la prefabbricazione. Fra gli obiettivi che ci siamo prefissati di raggiungere con l’adozione dei nostri sistemi, particolare rilevanza assumono la riduzione d’incidenza della mano d’opera, la facilità di posa in produzione, la velocità e la praticità in fase di montaggio, e la versatilità nell’impiego. La proposta Ruredil per il sostegno dei pannelli orizzontali prefabbricati, con l’eliminazione delle mensole in aggetto e le correzioni in fase di montaggio, si articola con due tipologie di mensole (entrambe brevettate) che hanno gli stessi criteri progettuali e le stesse possibilità di regolazione, pur essendo fisicamente differenti per potersi meglio adattare alle varie ipotesi di utilizzo. nte Le mensole Girella e Tirella tipo S sono da utilizzarsi esclusivamente o S). predisponendo nel pannello gli accessori adeguati (piastra pannello L’eventuale uso combinato di mensole tipo S con piastre pannello non della stessa linea S, e viceversa, non è consentito. Girella S Tirella S Facilità di posizionamento nel cassero Sicurezza di ripartizione del carico senza armature aggiuntive La mensola Girella S prevede un inserto nel pilastro e un inserto nel pannello senza dover inserire o applicare nulla in opera. L’inserto nel pilastro (o in altro elemento portante come un pannello verticale, un solaio, una trave, ecc.) è costituito da una mensola collocata, a filo getto, all’interno di una scatola dove rimane nelle fasi di trasporto e di montaggio dell’elemento. Al montaggio del pannello, dopo aver rimosso il coperchio di sicurezza, la mensola viene estratta per rotazione e, senza ulteriori assemblaggi di elementi metallici, si posiziona automaticamente, in modo da offrire l’appoggio a scomparsa per il pannello orizzontale. Tutto questo fa di Girella S la prima mensola a scomparsa, pronta per il sostegno dei pannelli prefabbricati. LA MENSOLA TIRELLA S La mensola Tirella S è stata pensata per risolvere le difficoltà progettuali e/o di produzione, per le quali un ridotto ingombro, anche in altezza, risulta indispensabile. Tirella S prevede tre elementi distinti, un inserto nel pilastro (o in altro elemento portante), una mensola e un inserto nel pannello, identico a quello impiegato per la mensola Girella S. Si distingue da quest’ultima in quanto la mensola va inserita, in fase di montaggio, nell’alloggiamento ricavato togliendo il coperchio di sicurezza dall’inserto che precedentemente era stato collocato nell’elemento portante. Minimi ingombri tra le armature verticali Ampie capacità di regolazioni al montaggio GIRELLA TIRELLA S LA MENSOLA GIRELLA S 37 38 Mensola Girella S 1 PORTATA NOMINALE E RESISTENZE CARATTERISTICHE La portata nominale della mensola, cioè il valore in kN stampigliato sulla mensola, è quel peso che la stessa, senza aggiunte di armatura e per una precisata resistenza caratteristica del calcestruzzo, è in grado di sostenere con i coefficienti di sicurezza previsti dalla norma vigente. Girella S è disponibile in due valori di portata nominale: 60 kN (scheda tecnica 1) 120 kN (scheda tecnica 2) 1.1 RESISTENZA CARATTERISTICA DEL CALCESTRUZZO Si richiede per i pannelli una resistenza caratteristica: Rck ≥ 25 N/mm2 per pilastri e travi: Rck ≥ 25 N/mm2 utilizzando la mensola da 60 kN Rck ≥ 35 N/mm2 utilizzando la mensola da 120 kN. 1.2 TRATTAMENTI PROTETTIVI Tutti i componenti della mensola Girella S sono protetti con zincatura elettrolitica da 25 μm. Di conseguenza, Girella S può essere esposta alle intemperie senza necessità di protezione. 1.3 RESISTENZA AL FUOCO In base alle indicazioni standard di progetto, la mensola si trova inserita in una nicchia e risulta del tutto protetta da uno spessore di calcestruzzo sufficiente a garantire R 180’. PARTICOLARE 1 Q filo inferiore Mensola GIRELLA S Piastra pannello PARTICOLARE 2 La mensola e la ritenuta superiore vanno verificate in funzione dell’azione sismica di progetto, garantendo con ciò il collegamento sismico anche nella peggiore ipotesi. Per maggiore chiarezza si rimanda al capitolo 4. Particolare 1 1.5 INDICAZIONI DI PROGETTO Nella redazione del progetto, occorre imporre sempre che tra pilastro e pannello orizzontale (direzione Y) ci sia una distanza teorica di 1 cm, che può poi subire una variazione fino a 2 cm in più (distanza tra pilastro e pannello 3 cm). Tale regolazione, nel piano orizzontale (direzione Y), è data dalla possibilità di aggiungere le “piastrine di spessoramento a L” (schede tecniche 9, 12). Nel progetto occorre riportare la “quota di riferimento” che è segnata in rilievo sul coperchio di plastica posto a chiusura della “mensola Girella S”. La quota di riferimento in direzione Z rispetto a una quota zero di progetto viene così determinata come standard: Qriferimento = Quota inferiore pannello + 30 cm Per soluzioni particolari, utilizzando una scatola tipo “veletta”, il valore Q standard (30 cm) si può ridurre fino a 15 cm, con mensola a vista e non a scomparsa (vedi fig. 8 a pagina 39). La distanza in direzione Z tra quota di riferimento e piede del pilastro permette un preciso posizionamento della mensola, rispetto a cui si ha una tolleranza di ± 2,5 cm, (fig. 2), dovuta a errori di tracciamento o posizionamento in quota del pilastro (in positivo si arriva fino a + 4,5 cm saldando uno spessore nella “piastra pannello”, o le piastrine di spessoramento tra loro, per un massimo di 2 cm). La regolazione, per realizzare la tolleranza di ± 2,5 cm, è data semplicemente dalla possibilità di togliere o aggiungere, manualmente, le “piastrine di spessoramento” (schede tecniche 7÷12). Tutte le regolazioni necessarie avverranno esclusivamente nella fase di montaggio, a mensola già ruotata in posizione finale. Per quanto concerne la tolleranza concessa per errori di tracciamento in pianta dei pilastri, nel piano orizzontale secondo la direzione X, si distingue: ± 4 cm nel caso di “mensola Girella S 120 kN” abbinata a “piastra pannello”; ± 4,5 cm nel caso di “mensola Girella S 60 kN” abbinata a “piastra pannello”. Particolare 2 GIRELLA TIRELLA ELLA S 1.4 RESISTENZA SISMICA 39 40 2 IMPIEGO DELLA MENSOLA GIRELLA S Nel caso di utilizzo di Girella S tra pannello verticale e pannello orizzontale la tolleranza è pari a: ± 0,5 cm nel caso di “mensola Girella S 120 kN” abbinata a “piastra pannello piccola”; ±1 cm nel caso di “mensola Girella S 60 kN” abbinata a “piastra pannello piccola”. La tolleranza concessa per errori di verticalità nella posa della mensola è di ± 5°, che sull’altezza di 20 cm corrisponde a circa 1,75 cm. Errori vistosi di posizionamento della piastra pannello, che procurano una mancata planarità tra mensole e piastra pannello, possono essere rimediati con una piastra in piombo da 5 mm di spessore, in sostituzione della piastra inferiore di spessoramento. 1,75 cm Q. appoggio Q. riferimento 5$ 16 Fig. 4 GIRELLA TIRELLA S 2.1 POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE “GIRELLA S” ABBINATE SULLO STESSO LATO DI UN PILASTRO Rappresenta il più comune e frequente posizionamento di mensole nei pilastri (vedi figg. 5-6). Per ottenere la massima efficienza rispetto alla protezione al fuoco, la migliore finitura estetica (chiusura della nicchia per l’appoggio nel pannello) ed evitare l’ interruzione dei ferri d’armatura correnti, si consiglia l’adozione delle seguenti distanze in direzione X: distanza normalizzata tra asse pilastro e asse mensola Girella S di 12,5 cm; distanza minima tra asse mensola Girella S e filo esterno pilastro di 7,5 cm. La distanza tra asse piastra pannello e filo esterno del pannello deve essere di 12 cm, se tra i pannelli è previsto un giunto di 1 cm. 2.2 POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE “GIRELLA S” Fig. 5/A ABBINATE SU DUE LATI ADIACENTI DI UN PILASTRO (PILASTRO D’ANGOLO) Per i pilastri d’angolo le mensole vengono poste su due lati adiacenti, anche in questo caso è opportuno mantenere la distanza di 12,5 cm tra asse pilastro e asse mensola (vedi figg. 7-8). In modo analogo viene realizzato il posozionamento delle mensole, anche in presenza di pannello d’angolo verticale (o angolare). Fig. 6/A Fig. 5 Fig. 6 41 42 2.3 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA “GIRELLA S” IN TESTA AL PILASTRO PILASTRO Qualora si voglia posizionare la mensola in prossimità della testa del pilastro (quota di riferimento a distanza minore di 25 cm dalla testa pilastro, vedi fig. 10), non sono richieste armature aggiuntive nei seguenti casi: quando il carico permanente che grava in testa pilastro, e in particolare quello che grava su Girella S, è maggiore del carico nominale di Girella S (vedi fig. 7); oppure: quando nella testa del pilastro vi è un’armatura di diffusione dei carichi o una staffatura di sommità (il che richiede che ci siano almeno 5 cm sopra la sommità della Girella S). Esclusi questi casi, occorre intervenire con armatura aggiuntiva (2 Ø12 per entrambe le portate) secondo lo schema indicato nella figura 9. Utilizzando una scatola tipo “veletta” (magnetica o di polistirolo), si ottiene la minima distanza di 27 cm tra filo inferiore pannello e testa del pilastro, come da figura 8. POS.1 POS.1 2 Ø12 L= 72 cm 10 Fig. 7 Fig. 9 Fig. 8 Fig. 10 16 16 15 15 GIRELLA TIRELLA S 2.4 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA “GIRELLA S” IN UN PANNELLO A SOSTEGNO DI SE STESSO È anche possibile posizionare la mensola in un pannello, purché sia di almeno 20 cm di spessore, per sostenerlo appeso. In tal caso la “mensola Girella S” risulterà ruotata di 180° rispetto all’utilizzo abituale, come da figura 11. 2.5 POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE “GIRELLA S” IN UNA TRAVE O IN UN CORDOLO Nel caso si voglia spostare il pannello più in alto, occorre inserire la mensola nel ringrosso di testata della trave, purché la quota di riferimento sia a distanza ≥ 25 cm dal lembo superiore e ≥ 30 cm dal lembo inferiore della trave (fig. 12). Con lo spessore di calcestruzzo sotto la scatola di almeno 16 cm, se è presente la staffatura della trave, non occorre aggiungere alcuna armatura. Fig. 11 Fig. 12 43 44 Se la distanza tra la quota di riferimento e il lembo superiore è compresa tra 11,5 e 20 cm, si procede con l’aggiunta di 2 staffe ø12 (Pos.1) come da figura 9. Se la distanza tra la quota di riferimento e il lembo inferiore è < 30 cm, ma ≥ 20 cm, occorre aggiungere 2 staffe Ø16 (Pos.2) come da figura 14. 11,5 825 Se la mensola va inserita in un cordolo di spessore minimo dove la distanza tra quota di riferimento e lembo superiore è compresa tra 25 e 11,5 cm, e contemporaneamente la distanza tra quota di riferimento e lembo inferiore è compresa tra 30 e 20 cm, occorre aggiungere le staffe (Pos.1 e Pos.2) come da figura 15. POS.2 Q riferimento 2 Ø 16 L = 80 cm POS.2 15 15 20 20 > 30 Q riferimento >6 10 Fig. 14 min. 15 1 Fig. 13 Fig. 15 GIRELLA TIRELLA S 2.6 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA “GIRELLA S” IN UN PANNELLO VERTICALE A SOSTEGNO DI UN PANNELLO ORIZZONTALE Il ridotto ingombro di Girella S consente di inserire la mensola anche sulla costola di un pannello verticale, purché la sua nervatura portante abbia uno spessore ≥ 15 cm. Nel corrispondente pannello orizzontale verrà inserita, in posizione di mezzeria, la “piastra pannello piccola” (scheda tecnica 6). Anche in questo caso lo spessore minimo è di 15 cm. Gli assi della piastra pannello piccola, della mensola Girella S, del pannello orizzontale e del pannello verticale devono coincidere. In fase di montaggio, mentre viene calato il pannello orizzontale e volendo ottenere un pannello orizzontale con appoggio a scomparsa, è prevista la possibilità di una rotazione della lama della mensola Girella S tramite una cordicella inserita nell’apposito foro, come da figura 17. 10 160 min. 75 min. 45 100 Q riferimento min. 45 min. 75 60 ASSE PANNELLO Piastra pannello piccola PANNELLO ORIZZONTALE 10 PANNELLO VERTICALE Fig. 16 Fig. 17 Fig. 18 45 46 Mensola Tirella S La mensola “Tirella S”, brevettata da Ruredil, è stata pensata per risolvere le difficoltà, progettuali o di produzione, nelle quali un ridotto ingombro, anche in altezza, risulta indispensabile. Tirella S si compone di un elemento da inserire nel pilastro (scatola), nel quale, in fase di montaggio, viene inserita la mensola (lama); l’inserto nel pannello è identico a quello del sistema Girella S (piastra pannello). Grazie al ridotto ingombro e al peso contenuto il posizionamento della mensola nel cassero risulta molto più agevole. 3 PORTATA NOMINALE E RESISTENZE CARATTERISTICHE a, è La portata nominale, cioè il valore in kN stampigliato sulla mensola, ata quel peso che la mensola, senza aggiunte di armatura e per una precisata ni resistenza caratteristica del calcestruzzo, è in grado di sostenere con alla coefficienti di sicurezza per l’acciaio e per il calcestruzzo previsti dalla norma vigente. Tirella S è disponibile in due valori di portata nominale: 60 kN (scheda tecnica 26) 120 kN (scheda tecnica 32) 3.1 RESISTENZA CARATTERISTICA DEL CALCESTRUZZO Si richiede per i pannelli: per pilastri e travi: Rck ≥ 25 N/mm2 Rck ≥ 40 N/mm2 GIRELLA TIRELLA S 3.2 TRATTAMENTI PROTETTIVI Tutti i componenti della mensola Tirella S sono protetti con zincatura elettrolitica da 25 μm. Di conseguenza Tirella S può essere esposta alle intemperie senza necessità di protezione. 3.3 RESISTENZA AL FUOCO Per quanto attiene alla resistenza al fuoco, la mensola si trova inserita in una nicchia e risulta del tutto protetta da uno spessore di calcestruzzo sufficiente a garantire R 180’. 3.4 RESISTENZA SISMICA La mensola inferiore e la ritenuta superiore vanno verificate in funzione dell’azione sismica di progetto garantendo con ciò il collegamento sismico anche nella peggiore ipotesi. Per ulteriori chiarimenti si rimanda al capitolo 4. Tirella S 60 kN Tirella S 120 kN WPHZ[YHISVJJHYPLU[YV WPHZ[YHISVJJHYPLU[YV TT TT TT 8YPMLYPTLU[V TT 8YPMLYPTLU[V Fig. 19 Fig. 20 TT TT TT TT 47 48 3.5 INDICAZIONI DI PROGETTO La mensola Tirella S ha una lama di maggior spessore ma di altezza ridotta. Si è ridotto al minimo l’ingombro verticale della scatola, lasciando pressoché inalterato quello orizzontale e aumentando lo spessore (2 mm) per agevolare le saldature alle armature, quando viene posizionata e fissata nei casseri. La mensola garantisce la portata nominale senza armature aggiuntive con un ricoprimento minimo di calcestruzzo in sommità pari a 20 cm; tale ricoprimento si può ridurre a 5 cm qualora in testa al pilastro ci sia un peso uguale alla portata nominale della mensola o armatura Ø 16 a protezione degli spigoli. I criteri di posizionamento della mensola Tirella S nel pilastro sono del tutto uguali a quelli della mensola Girella S; vedi capitolo 2.1 e 2.2. In fase progettuale, occorre indicare la quota di riferimento, rispetto a una quota zero di progetto che, analogamente a quanto avviene per Girella S, con l’utilizzo di “scatola magnetica” o “scatola polistirolo”, (vedi esempio a pag. 38), viene così determinata come standard: Qriferimento = Quota inferiore pannello + 30 cm Fanno eccezione i casi in cui si utilizzano le “scatole veletta”, (schede tecniche 28, 30) con risultante mensola a vista, per i quali si ha: Qriferimento = Quota inferiore pannello + 15 cm 8YPMLYPTLU[V 8PUMLYPVYLWHUULSSV TPU 8PUMLYPVYLWHUULSSV JVUZJH[VSHPUWVSPZ[PYVSV YPKV[[HULSWHUULSSV JVUZJH[VSHPUWVSPZ[PYVSV YPKV[[HULSWHUULSSV TPU 8YPMLYPTLU[V TPU TPU TPU TPU Tirella S 120 kN Tirella S 60 kN Fig. 21 ÷ Fig. 22 Fig. 23 ÷ GIRELLA TIRELLA S Nella figura 21 si vede come, utilizzando la mensola Tirella S e la “scatola polistirolo veletta”, si può realizzare la minima distanza possibile (18 cm con Tirella S 60kN, 21 cm con Tirella S 120kN), tra filo inferiore pannello e sommità del pilastro. Per ottenere questo, occorre però ridurre in altezza la “scatola polistirolo veletta” (rispettivamente di 8 o di 5 cm) e, allo stesso tempo, essere precisi nei posizionamenti in modo da consentire le eventuali regolazioni verticali solamente in negativo 2,5 cm, (altrimenti la mensola uscirebbe dal filo inferiore del pannello). Quindi: Qriferimento = Quota inferiore pannello + 6 cm (+ 9 cm, con Tirella S 120kN) Tirella S viene utilizzata anche nei casi in cui la mensola si deve posizionare in spessori ridotti di calcestruzzo (per esempio cordoli di solaio, travi di altezza ridotta, ecc.), con l’ausilio di staffe aggiuntive (vedi paragrafo 2.3 Pos.1), o in zone dove c’è molta armatura: Tirella S 60kN si inserisce comodamente tra staffe ad interasse 12 cm, mentre Tirella S 120kN necessita un interasse verticale di minimo di 15 cm; nel caso di elementi a sbalzo (vedi fig. 24) di altezza compresa tra 22 e 40 cm, occorre inserire le staffe (Pos.1 e Pos.2), vedi paragrafo 2.5. L’inserimento di Tirella S nel pannello verticale a sostegno del pannello orizzontale è possibile utilizzando la “scatola polistirolo piccola aperta” (scheda tecnica 29) o la “scatola magnetica piccola aperta” (scheda tecnica 31); in questo caso: Qriferimento = Quota inf. pannello orizzontale + 15 cm Fig. 25 Fig. 26 TPU Fig. 24 TPU TPU 76: TPU Le tolleranze per rimediare agli errori di posizionamento e le regolazioni nelle tre direzioni ortogonali sono uguali a quelle di Girella S 120kN. Anche le piastrine di spessoramento per le regolazioni sono quelle di Girella S 120kN (0,5/120 – 1,0/120 – L/120). La mensola Tirella S, viene fornita comprensiva di 4 piastrine di spessoramento, tre per le regolazioni, più una tipo 0,5/120 che impiegata come da figura 26 serve, nel caso di eventi sismici, a evitare il martellamento tra pannello e pilastro. 76: 49 Verifica delle mensole per l’azione sismica e per la depressione o controspinta del vento 4 VERIFICA DELLA CONTROSPINTA DEL VENTO Le NTC2008 prevedono una spinta del vento (azione caratteristica) che cautelativamente si può assumere pari a: (0,8 + 0,2) = 1 kN/m2. La pressione del vento spinge il pannello contro al pilastro, e non da luogo a problemi. La depressione vale invece: (0,4 + 0,2) = 0,6 kN/m2. Se si considera un pannello di altezza 2,5 m, di lunghezza 12 m e peso 3,8 kN/m2 su ogni mensola arriva un carico P = 57,00 kN (vedi fig. 28). La depressione del vento si scarica, sui 4 vertici del pannello, con un’azione orizzontale che vale: V = = 4,50 kN tg_ = = 0,079 da cui _ = artg 0,079 = 4°,5 tale angolo è nettamente inferiore ai 20° dell’inclinazione della mensola. Se sotto al pannello ci fosse una finestra, alta come il pannello, il valore V raddoppierebbe, mentre P rimarrebbe costante e quindi: tg_= 0,158 da cui _ = 9° e comunque sempre < 20°. In definitiva, agli effetti del vento, la mensola assicura che il pannello non possa scorrere sul piano inclinato sotto la spinta della depressione, perdendo quindi l’appoggio. 4.1 VERIFICA DELL’AZIONE SISMICA (RIF. NTC 2008; EC 8) Sisma F Peso Z X Fig. 27 3m Le mensole Girella S e Tirella S sostengono pannelli orizzontali che si fissano ai pilastri e che quindi sono sottoposti alle stesse accelerazioni sismiche della struttura. Si applica il codice di calcolo europeo EC8 e si considera che il pannello sia un elemento non strutturale. L’ azione sismica vale quindi: Fa = Sa . p . aa / qa dove: aa = 1; qa = 2 (per pareti) 2m 50 1200 m Fig. 28 _ = S = z/h = TA = TI = rapporto tra αa αg con valore massimo 0,35 fattore di suolo massimo valore 1 periodo vibrazione del pannello periodo vibrazione della struttura per semplificare si assume TA /TI= 1; S=1,35 così si ottiene: Sa= _ . 1,35 . = 7,425 . _ Quindi con 0,05 ≤ _≤ 0,35 in funzione della zona. Sisma in Z non sono previsti incrementi delle azioni verticali. GIRELLA TIRELLA S Sisma in y Lo schema statico per un sisma y, premesso che il pannello non partecipa alla rigidezza strutturale del telaio, è quello di 2 cerniere nei 2 collegamenti superiori, e di 2 carrelli in quello inferiore. Le mensole Girella S e Tirella S hanno un appoggio con ampia tolleranza, concedendo uno spostamento in direzione y di ± 3 cm, del tutto sufficiente a considerare il lembo superiore del pannello un’asta incernierata di collegamento tra i 2 pilastri, che non si oppone agli spostamenti strutturali. La cerniera superiore è sottoposta a un tiro che vale: Fa/2 = 3,7125 . p . _ = 1,85 . p . α (kN) dove p = peso del pannello _ = coeff. di accelerazione di progetto. In funzione di p e di α va verificata la ritenuta superiore; sulle mensole invece non ci sono problemi. Sisma in x Per il sisma in x, il pannello riceve una spinta Fa dovuta alla accelerazione sismica di progetto, la cui intensità è proporzionale alla massa del pannello, dipende dall’altezza sul terreno del baricentro del pannello ed è correlata a coefficienti amplificativi in funzione del tipo di terreno e del periodo di vibrazione del pannello (secondo la formula contenuta nella NTC 2008). L’azione Fa si ripartisce in parti uguali su 4 punti, nell’ipotesi che le 2 mensole Girella S e Tirella S siano in grado di impedire al pannello di staccarsi dal pilastro, risalendo il piano inclinato di 20°. Con le ipotesi fatte in precedenza dalle NTC, considerando cautelativamente l’altezza del baricentro del pannello coincidente con l’altezza del pilastro (z/h = 1), si ottiene: Fa = 3,7125 . p . _ (kN) dove: p è il peso del pannello in kN a = coefficiente di accelerazione di progetto, variabile da 0,05 a 0,35. _ = _g Fa/2 Fa/2 Fa P y Fa/2 Fa/4 y Fa x Fa/2 Fa/4 P 51 52 La spinta orizzontale Fa sulla mensola può essere espressa evidenziando il peso del pannello che grava sulla mensola e che vale Psw = P/2 Fa = 3,7125 . 2 Psw . _ = 1,85 . Psw . _ 4 .\PKHKPZJVYYPTLU[VV ,]LU[\HSLISVJJV]LY[PJHSL ([[HJJVWHUULSSPVYPaaVU[HSP 3$ Psw Rm 20° .\PKHKPZJVYYPTLU[V Fa 20° Con l’inclinazione di 20° della mensola, possiamo imporre la seguente relazione: tg 20° ≤ 1,85 . _ . Psw Psw da cui si vede che la possibilità della mensola di contrastare l’azione orizzontale sismica non dipende dal peso del pannello, ma solo dal coefficiente di accelerazione sismica _ = a/g da cui: _ limite = tg 20° 0,364 Psw 1,85 cioè il coefficiente di accelerazione massimo per cui la mensola trattiene il pannello vale: _ limite = 0,2 Per coefficienti di accelerazione sismica maggiori di 0,2 si applica nella ritenuta superiore tipo FISIS F0/00 il blocco verticale che impedisce al pannello di sollevarsi. Tale dispositivo è in grado di resistere a una spinta verso l’alto pari a 30 kN (SLU). 4LUZVSH.PYLSSHV;PYLSSH: ([[HJJVMPSL[[H[VJVY[V _*limite = 0,364 (Psw + 30) 1,85 Psw nel caso di una mensola da 60 kN _*limite = 0,364 (60 + 30) = 0,30 1,85 . 60 che è il massimo coefficiente di accelerazione sismica previsto. Se la verifica non tornasse, per via ad esempio, di un coefficiente _ > 0,30, dell’elevata quota a cui è posizionato il pannello, oppure per terreni di tipo C o in genere qualora si ritenesse opportuno non utilizzare il blocco verticale, è sempre possibile vincolare il pannello al pilastro, nella zona della mensola, con un attacco FISIS 30 tipo FO/10. Da questa trattazione si può concludere che la mensola Girella S (Tirella S) è in grado di resistere alle azioni sismiche con coefficiente di accelerazione ≤ 0,2; ed è in grado di resistere alle azioni sismiche utilizzando il semplice ed economico dispositivo di bloccaggio, applicato all’attacco sismico superiore (FO/00) in tutte le zone con 0,2 < _ ≤ 0,30. Per casi particolari (pannelli sovrapposti, pannelli orizzontali portati da pannelli verticali, ecc.) occorrerà valutare se è necessario il ricorso ad attacchi FISIS 30 tipo FO/10, posizionati all’altezza della mensola. GIRELLA TIRELLA ELLA S Ma così rientra in gioco il valore Psw = P/2 53 54 Posizionamento in fase di getto 5 POSIZIONAMENTO DELLE MENSOLE NEI CASSERI Il posizionamento delle mensole nei pilastri in produzione dovrà tenere conto, come nella fase di progetto, della “quota di riferimento”. Non essendo sempre visibile la tacca evidenziata sul coperchio di plastica, si precisa che la “quota di riferimento” corrisponde alla base inferiore del ringrosso della scatola metallica della mensola “Girella S” e alla linea orizzontale continua su tutta la lunghezza della scatola, nel caso si utilizzi la mensola “Tirella S”. Per Girella S, si raccomanda di eseguire le saldature sui rinforzi anziché sul lamierino di 0,5 mm. Fig. 29 Fig. 30 Posizionamento mensola Girella S in un pilastro Fig. 31 Posizionamento mensola Tirella S in un pilastro Fig. 32 Fig. 34 Fig. 33 GIRELLA TIRELLA ELLA S 5.1 POSIZIONAMENTO DELLA “PIASTRA PANNELLO” NEL CASSERO UTILIZZANDO LA “SCATOLA MAGNETICA” (scheda tecnica 24) Nel caso di sospensione tra pilastro e pannello, sarà prevista la “piastra pannello” (scheda tecnica 5). Nel caso di sospensione tra pannello verticale e orizzontale si utilizzerà la “piastra pannello piccola” (scheda tecnica 6). La piastra, annegata nel calcestruzzo fresco, viene posizionata nel pannello tramite una dima d’acciaio riutilizzabile detta “scatola magnetica” (scheda tecnica 17) per la “piastra pannello” e “scatola magnetica piccola” (scheda tecnica 18) per la “piastra pannello piccola”. La dima, in posizione di testa, contiene un magnete permanente che fissa la piastra pannello. La scatola magnetica, nella sua faccia superiore, è dotata di 2 fori Ø8 atti ad accogliere due viti M8, utili per fissare la scatola alle sponde del cassero del pannello. La faccia superiore della scatola dovrà risultare in quota con l’altezza della sponda e dunque a filo superficie pannello. L’apposita maniglia predisposta nella “scatola magnetica” consente una rapida estrazione della stessa al momento del disarmo (vedi figura 41). Si prescrive di trattare la “scatola magnetica” con disarmante per faciltarne l’estrazione al momento dello scassero del pannello. Sono anche disponibili scatole a perdere, in polistirolo, alternative a quelle magnetiche (schede tecniche 28, 29, 30). Fig. 35 Posizionamento mensola Girella S in un pannello verticale Fig. 36 Posizionamento mensola Tirella S in un pannello verticale Fig. 38 Fig. 40 Fig. 20 Fig. 36 Fig. 41 55 56 6 MONTAGGIO DELLE MENSOLE A pilastri montati, si verifica la corrispondenza tra la “quota di riferimento”, evidenziata sul coperchio di plastica e la quota di progetto. Si determina così, prima di estrarre o di inserire le mensole, lo spessoramento occorrente, nell’ipotesi che non vi siano errori nel posizionamento della “piastra pannello”. Gli spessori ”piastrine di spessoramento” vengono posizionati per semplice incastro nella lama delle mensole stesse. Quando, procedendo al montaggio, si verifica che in corrispondenza al pilastro si è usciti (direzione Z) di oltre i + 2,5 cm consentiti dalla normale regolazione, si possono saldare gli spessori nella “piastra pannello” per un massimo di 2 cm, arrivando quindi a +4,5 cm. Qualora la quota risultasse inferiore a -2,5 cm, si devono utilizzare le “mensole di emergenza”. Fig. 42 Fig. 43 Fig. 45 GIRELLA TIRELLA S 7 MENSOLA DI EMERGENZA In caso di errore superiore ad ogni possibile tolleranza, oppure quando, per errore, non sia stata posizionata la “mensola Girella S” o la “scatola Tirella S”, occorre prevedere un intervento con la “ mensola di emergenza“ (scheda tecniche 3, 4). Si hanno a disposizione 2 portate, “mensola di emergenza S 120kN” e “mensola di emergenza S 60kN”. La “mensola di emergenza S” è dotata di 8 fori. Verranno utilizzati i 4 fori più vicini all’asse della mensola o i 4 fori più lontani a seconda della compatibilità geometrica con i ferri d’armatura interni al pilastro. Per sfruttare al massimo la possibilità di regolazione orizzontale del pannello si consiglia, se possibile, l’utilizzo dei 4 fori più vicini all’asse della mensola. “Mensola di emergenza S 120kN” (figura 45): foro Ø24, profondità 155 mm con tassello meccanico d’acciaio tipo Rurmec SZ-S 24-50 M16 “Mensola di emergenza S 60kN” (figura 46): foro Ø24, profondità 130 mm con tassello meccanico d’acciaio tipo Rurmec SZ-S 24-20 M16 Si prescrive di tassellare prima i 2 fori inferiori e successivamente i 2 superiori. Le mensole di emergenza vengono fornite sprovviste di piastrine di spessoramento. Per le regolazioni nelle tre direzioni valgono le stesse indicazioni e procedure indicate per la “mensola Girella S”. SZ-S 24-50 Fig. 45 SZ-S 24-20 Fig. 46 57 58 Schede tecniche SCHEDA 1 Mensola Girella S da 60kN 59 SCHEDA 2 Mensola Girella S da 120kN 59 SCHEDA 3 Mensola di emergenza S da 60kN 59 SCHEDA 4 Mensola di emergenza S da 120kN 59 SCHEDA 5 Piastra pannello S 60 SCHEDA 6 Piastra pannello piccola S 60 SCHEDA 7 Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 60kN 60 SCHEDA 8 Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 60kN 60 SCHEDA 9 Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 60kN 61 SCHEDA 10 Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 120kN 61 SCHEDA 11 Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 120kN 61 SCHEDA 12 Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 120kN 61 SCHEDA 17 Scatola magnetica S 62 SCHEDA 18 Scatola magnetica piccola S 62 SCHEDA 21 Sistema a mensola “Girella S” 62 SCHEDA 22 Sistema “Girella S” con mensola di emergenza 63 SCHEDA 24 Posizionamento della “piastra pannello” nel cassero 63 SCHEDA 26 Mensola Tirella S da 60kN - Scatola Tirella S da 60kN 64 SCHEDA 27 Mensola Tirella S da 120kN - Scatola Tirella S da 120kN 64 SCHEDA 28 Scatola polistirolo S 64 SCHEDA 29 Scatola polistirolo veletta S 64 SCHEDA 30 Scatola polistirolo piccola aperta S 65 SCHEDA 31 Scatola magnetica veletta S 65 SCHEDA 32 Scatola magnetica piccola aperta S 66 SCHEDA 33 Sistema a mensola “Tirella S” 66 70(:;905,+0:7,::69(4,5;6 70(:;905(+0:7,::69(4,5;6 *6479,:,5,33(*65-,A065, 38 10 8<6;(+090- 9 0- 8 F. 285 QUOTA DI RIF. 100 RI 117 Q. 115 116.5 55 176.5 SCHEDA TECNICA 1 SCHEDA TECNICA 1 SCHEDA TECNICA 2 :*/,+(;,*50*( 9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 MENSOLA GIRELLA S 120kN *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L7,9-L7,9;<;;6039,:;6 A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ 769;(;( R5 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA "GIRELLA S" ARTICOLO MENSOLA GIRELLA S 60kN CODICE 0310601001 CONFEZIONE 1 PEZZO MATERIALE Fe 510 PER 1, Fe 360 PER TUTTO IL RESTO ZINCATURA ELETTROLITICA BIANCA SP.25 mic. PORTATA 60 kN TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C 8<6;(+090- 8<6;(+090- :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 3 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 MENSOLA D'EMERGENZA S 60kN *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L7,976:,-L7,9;<;;6039,:;6 A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ 769;(;( R5 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 4 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 MENSOLA D'EMERGENZA S 120kN *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L7,976:,-L7,9;<;;6039,:;6 A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ 769;(;( R5 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* GIRELLA TIRELLA S 2 PIASTRINE DI SPESSORAMENTO 1,0/60 1 PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 0,5/60 COMPRESE NELLA CONFEZIONE 59 60 :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 5 9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 PIASTRA PANNELLO S *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ <:6 05:,9;6<50=,9:(3,5,37(55,336!56+6703(:;967(55,336 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* 100 :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 6 9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 PIASTRA PANNELLO S PICCOLA *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ <:6 05:,9;6<50=,9:(3,5,37(55,336!56+6703(:;967(55,336 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* 10 10 ,5 100 ,5 20 5 30 10 20 30 SCHEDA TECNICA 7 SCHEDA TECNICA 7 SCHEDA TECNICA 8 SCHEDA TECNICA 8 RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S” ARTICOLO PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 0,5/60 kN CODICE 0310004001 CONFEZIONE 200 PEZZI MATERIALE Fe 360 ZINCATURA ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic. ABBINARE A: MENSOLA GIRELLA 60 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 60 kN TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S” ARTICOLO PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 1,0/60 kN CODICE 0310004006 CONFEZIONE 100 PEZZI MATERIALE Fe 360 ZINCATURA ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic. ABBINARE A: MENSOLA GIRELLA 60 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 60 kN TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C .5 105 20 .5 100 27.5 20 40 20 5 30 5 SCHEDA TECNICA 9 SCHEDA TECNICA 9 SCHEDA TECNICA 10 SCHEDA TECNICA 10 RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S” ARTICOLO PIASTRINA DI SPESSORAMENTO A L 0,5/60 kN CODICE 0310004011 CONFEZIONE 200 PEZZI MATERIALE Fe 360 ZINCATURA ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic. ABBINARE A: MENSOLA GIRELLA 60 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 60 kN TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S” ARTICOLO PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 0,5/120 kN CODICE 0310004002 CONFEZIONE 200 PEZZI MATERIALE Fe 360 ZINCATURA ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic. ABBINARE A: MENSOLA GIRELLA 120 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 120 kN TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C 20 .5 20 100 105 .5 20 27.5 10 40 20 40 5 SCHEDA TECNICA 11 SCHEDA TECNICA 11 SCHEDA TECNICA 12 SCHEDA TECNICA 12 RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S” ARTICOLO PIASTRINA DI SPESSORAMENTO 1,0/120 kN CODICE 0310004007 CONFEZIONE 100 PEZZI MATERIALE Fe 360 ZINCATURA ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic. ABBINARE A: MENSOLA GIRELLA 120 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 120 kN TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S” ARTICOLO PIASTRINA DI SPESSORAMENTO A L 0,5/120 kN CODICE 0310004012 CONFEZIONE 200 PEZZI MATERIALE Fe 360 ZINCATURA ELETTROLITICA BIANCA SP. 25 mic. ABBINARE A: MENSOLA GIRELLA 120 kN, MENSOLA D'EMERGENZA 120 kN TOLLERANZE DIMENSIONALI: UNI EN 22768-C GIRELLA TIRELLA S 10 61 62 :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 17 9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 SCATOLA MAGNETICA S *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ +,:*90A065, ,3,4,5;69,0470,.()03,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,336 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 18 9<9,+03:7(! :0:;,4((4,5:63(¸.09,33(¹: (9;0*636 SCATOLA MAGNETICA PICCOLA S *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ +,:*90A065, ,3,4,5;69,0470,.()03,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,33670**63( ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹ ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹ ¸70(:;9(7(55,336:¹ ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6(3¹ ¸4,5:63(.09,33(:¹ :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 21 9<9,+03:7(!SISTEMA A MENSOLA A “GIRELLA S” ¸4,5:63(+»,4,9.,5A(:¹ ;(::,330 ¸70(:;9(7(55,336:¹ ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹ ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6(3¹ SCHEDA TECNICA 22 :*/,+(;,*50*( 9<9,+03:7(!MENSOLA D'EMERGENZA S ¸70(:;9(7(55,336:¹ ¸:*(;63(4(.5,;0*(:¹ :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 24 9<9,+03:7(!POSIZIONAMENTO DELLA “PIASTRA PANNELLO” NEL CASSERO GIRELLA TIRELLA S ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹ 63 64 8<6;(+090- 9 0- SCHEDA TECNICA 26 :*/,+(;,*50*( 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸;09,33(:¹ (9;0*636 MENSOLA TIRELLA S 60kN *6+0*, (9;0*636 SCATOLA TIRELLA S 60kN *6+0*, *65-,A065, 7,AA0 4(;,90(3, -L76:-L7,9;<;;6039,:;6 A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ 769;(;( R5 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸;09,33(:¹ (9;0*636 MENSOLA TIRELLA S 120kN *6+0*, (9;0*636 SCATOLA TIRELLA S 120kN *6+0*, *65-,A065, 7,AA0 4(;,90(3, -L76:-L7,9;<;;6039,:;6 A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ 769;(;( R5 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* SCHEDA TECNICA 27 :*/,+(;,*50*( 0- 8<6;(+090- 8 9 8 70(:;905,+0:7,::69(4,5;6 70(:;905,+0:7,::69(4,5;6 *6479,:,5,33(*65-,A065, 70(:;905,+0:7,::69(4,5;6 70(:;905,+0:7,::69(4,5;6 *6479,:,5,33(*65-,A065, :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 28 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 SCATOLA POLISTIROLO S *6+0*, *65-,A065, 7,AA0 4(;,90(3, 7630:;09636+,5:0;±RNTJ +,:*90A065, ,3,4,5;6(7,9+,9,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,336 ;633,9(5A,+04,5:065(30!TT :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 29 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 SCATOLA POLISTIROLO VELETTA S *6+0*, *65-,A065, 7,AA0 4(;,90(3, 7630:;09636+,5:0;±RNT +,:*90A065, ,3,4,5;6(7,9+,9,7,93(76:(+,33(70(:;9(7(55,336 ;633,9(5A,+04,5:065(30!TT 250 32 218 100 60 SCHEDA TECNICA SCHEDA TECNICA3030 RUREDIL S.P.A. : SISTEMA A MENSOLA “GIRELLA S” ARTICOLO SCATOLA POLISTIROLO PICCOLA APERTA S CODICE 0310405003 CONFEZIONE 80 PEZZI MATERIALE POLISTIROLO DENSITÀ 25 kg/m3 DESCRIZIONE ELEMENTO A PERDERE PER LA POSA DELLA PIASTRA PANNELLO PICCOLA TOLLERANZE DIMENSIONALI: ± 2mm :4<::6 :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 31 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 SCATOLA MAGNETICA VELETTA S *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ +,:*90A065, ,3,4,5;69,*<7,9()03,7,90376:0A065(4,5;6+,33(70(:;9(7(55,336 ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* GIRELLA TIRELLA S Sistema a mensola 80 ° 70 61,3 20 65 66 :*/,+(;,*50*( SCHEDA TECNICA 32 9<9,+03:7(!:0:;,4((4,5:63(¸.09,33(:¹ (9;0*636 SCATOLA MAGNETICA PICCOLA APERTA S *6+0*, *65-,A065, 7,AA6 4(;,90(3, -L A05*(;<9( ,3,;;9630;0*()0(5*(:7TPJ +,:*90A065, ,3,4,5;69,*<7,9()03,7,93(76:(+,33(70(:;9(7(55,33670**63( ;633,9(5A,+04,5:065(30!<50,5* ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹ ¸70(:;905(+0)36**(..06¹ ¸70(:;9(7(55,336:¹ ¸70(:;905(+0:7,::69(4,5;6¹ ¸4,5:63(;09,33(:¹ SCHEDA TECNICA 33 :*/,+(;,*50*( 9<9,+03:7(!SISTEMA A MENSOLA “TIRELLA S” SISTEMI DI SOLLEVAMENTO ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ R-System Sistema di sollevamento a testa sferica 67 6 68 Sistema di sollevamento a testa sferica CHE COS’È R-SYSTEM? Quotidianamente vengono sollevati e movimentati migliaia di elementi prefabbricati pesanti in calcestruzzo. R-System è il sistema di sollevamento, collaudato e certificato, più utilizzato in Italia e garantisce in ogni fase, dalla progettazione al montaggio in cantiere, massima sicurezza, rapidità, efficacia e funzionalità. Il sistema di sollevamento R-System nasce dalla cinquantennale esperienza Ruredil nelle tecnologie speciali per l’edilizia. Ruredil ha rinnovato radicalmente l’originale sistema tedesco a testa sferica, introducendo su tutta la produzione un acciaio le cui caratteristiche meccaniche sono notevolmente maggiori di tutti gli standard attualmente sul mercato. R-SYSTEM SISTEMA INNOVATIVO E UNICO IN ITALIA R-System è l’evoluzione italiana dell’originale sistema a testa sferica, che risolve il problema del ribaltamento e della movimentazione dei pannelli prefabbricati in calcestruzzo. Per migliorare il sistema è stata creata una speciale guaina a perdere in plastica particolarmente adattabile e pratica nell’impiego, che vincola l’ancorante nel getto e permette di coprire gli alloggiamenti preposti all’aggancio. R-System è innovativo perché, offrendo il 50% di efficienza in più, semplifica il lavoro del progettista introducendo, unico in Italia, il criterio portata nominale = peso sostenibile. Da oggi la tranquillità in cantiere ha sempre e ovunque il giusto peso. Per movimentare tutto al meglio, esiste una vera innovazione: R-System, il sistema di sollevamento a testa sferica. 69 7 70 1 CRITERI DI SICUREZZA L’ancorante di sollevamento è un elemento metallico, una parte del quale si ancora nel calcestruzzo costituendo quindi un vero e proprio “inserto”. La parte che fuoriesce dal calcestruzzo viene invece agganciata da una “maniglia” metallica (testa sferica) per il sollevamento. Il coefficiente di sicurezza per rottura del calcestruzzo che avvolge l’ancorante, confermato da prove sperimentali, vale ac > 3,00. L’ancorante è dimensionato secondo la normativa di calcolo per l’acciaio aa = 2,50 (coefficiente di sicurezza per rottura dell’acciaio) e il coefficiente di sicurezza per la testa sferica, soggetta a molti reimpieghi, vale a > 4,00. R-SYSTEM 2 PORTATA NOMINALE Si definisce portata nominale dell’ancorante (Pn) la quota di peso che compete all’ancorante, essendo quest’ultimo dimensionato per poter sostenere un incremento di sollecitazione del 50% (aR-System ), utilizzabile per attriti allo sformo, azioni dinamiche nella movimentazione e montaggi con funi inclinate fino a 45°. Si impone quindi che la portata nominale sia pari al peso sostenibile con un coefficiente di sicurezza a rottura at, che congloba già un incremento di tiro del 50%, per cui: at = aR-System x aa = 1,50 x 2,50 = 3,75 per la parte metallica fuoriuscente; at = aR-System x ac = 1,50 x 3,00 = 4,50 per la parte che si ancora nel calcestruzzo. 2.1 PER TIRI IN ASSE ALL’ ANCORANTE Nel caso di tiro in asse l’ancorante sostiene, oltre al peso proprio del manufatto, anche le azioni dinamiche con coefficiente ad = 1,50 oppure un’aderenza del manufatto sul cassero all’atto dello sformo che non superi il 50% del suo peso. axa = 1 x 1,50 = 1,50 = aR-System il coefficiente di sicurezza a rottura; at = aR-System x aa = 1,50 x 2,50 = 3,75 per la parte metallica fuoriuscente. ai = coefficiente di maggiorazione per tiri inclinati. i d Peso sostenibile portata nominale 71 72 72 2.2 PER TIRI CON ANGOLO SULLA VERTICALE DI 45° (FASE DI MOVIMENTAZIONE) Il peso sostenibile dall’ancorante deve essere, come per il tiro in asse all’ancorante, pari alla portata nominale. In questo caso si ha un coefficiente di maggiorazione del peso per tiro inclinato che vale ai = 1,30. Tale coefficiente trova giustificazione da prove a rottura di laboratorio. Nella fase di movimentazione si assume un contemporaneo coefficiente dinamico ad = 1,15 minimo coefficiente dinamico (se si opera con autogru specializzate per il prefabbricato e con stabilizzatori a terra). Risulta così: axa i d = 1,30 x 1,15 = 1,50 = aR-System e quindi, come nel caso del tiro in asse all’ancorante, un coefficiente di sicurezza a rottura; at =aR-System x aa = 1,50 x 2,50 = 3,75 per la parte metallica fuoriuscente. 2.3 PER TIRI CON ANGOLO _ SULLA VERTICALE COMPRESO TRA 0° E 45° Per valori _ compresi tra 0° e 30° si può assumere in sicurezza ai = 1 / cos _, mentre per _ = 45° abbiamo visto che ai = 1,30. 0° 15° 30° 45° i 1,00 1,03 1,15 1,30 d 1,50 1,46 1,30 1,15 R-System 1,50 1,50 1,50 1,50 a a a Da questa tabella si deduce come si suddivide il coefficiente aR-System tra carichi dinamici e carichi dovuti all’angolo di tiro sulla verticale. Ad esempio, per trasportare un manufatto con l’autogru, se si può limitare a 15° l’inclinazione sulla verticale del tiro, rimane a disposizione un coefficiente dinamico ad pari a 1,46; in questo modo si possono sfruttare al meglio le caratteristiche dell’ancorante senza passare a una Pn superiore. _ Con le premesse fatte fino ad ora, dovendo movimentare un elemento di peso 100 kN, la portata nominale di 2 ancoranti simmetricamente disposti di 50 kN consente: se il tiro è verticale, di avere disponibile un attrito allo scassero o un coefficiente dinamico nella movimentazione e nel montaggio pari a 1,50; se la direzione del tiro è tra 0° e 15° sull’asse dell’ancorante, di avere disponibile un attrito allo scassero o un coefficiente dinamico pari a 1,46; se la direzione del tiro è tra 16° e 30° sull’asse dell’ancorante, di avere disponibile un attrito allo scassero o un coefficiente dinamico pari a 1,30; se la direzione del tiro è tra 30° e 45° sull’asse dell’ancorante, di avere disponibile un attrito allo scassero o un coefficiente dinamico pari a 1,15. Nel caso invece si possa applicare il coefficiente dinamico minimo (ad = 1,15), per esempio quando al montaggio si posiziona l’autogru su stabilizzatori, la portata nominale può essere incrementata di un fattore c che vale c = aR-System /(ai · ad ). a a·a r R-System i d 0° 15° 30° 45° 1,50 1,50 1,50 1,50 1,15 (1,03 ·1,15) (1,15 ·1,15) (1,30 ·1,25) 1,30 1,26 1,13 1,00 Per esempio, due ancoranti da ribaltamento con Pn = 50 kN possono sollevare, con tiro verticale, un pannello di 50 · 1,30 · 2 = 130 kN. Peso sostenibile portata nominale R-SYSTEM 2.4 DETERMINAZIONE DELLA PORTATA NOMINALE PN 73 7 74 2.5 ADERENZA AL CASSERO L’aderenza al cassero del manufatto è di difficile determinazione, perché l’attrito dipende principalmente dall’efficacia del disarmante (composizione chimica, tipo, quantità, temperatura, pulizia delle superfici, ecc.) e dalla rugosità del materiale con cui si realizza la cassaforma. Inoltre, le strutture precompresse assumono una monta che annulla o riduce fortemente l’aderenza al cassero, mentre l’attrito può diventare veramente elevato in presenza di superfici poco svasate, come nei TT. L’aderenza al cassero e l’azione dinamica non sono mai contemporanee, ma è buona regola che, nella fase di scassero, il tiro sia verticale; in questo caso rimane a disposizione una forza di aderenza pari al 50% della quota di peso portata dall’ancorante (coefficiente di effetto ventosa ai = 1,50). Se l’aderenza è superiore al 50% del peso, si deve dimensionare l’ancorante per una portata nominale maggiorata della differenza tra aderenza effettiva e av = 1,50. Non essendo possibile dare per ogni cassero un valore di aderenza a m2, è opportuno valutare allo scassero le aderenze superiori al 50% del peso ed eventualmente agire con i vibratori a cassero per favorire il distacco del manufatto. 2.6 CARICHI DINAMICI Il coefficiente che incrementa il peso dell’elemento per effetti dinamici può assumere valori anche elevati (fino a 2,20) in funzione di diversi fattori, il più importante dei quali è la velocità di movimento del manufatto. Se per esempio un manufatto, sospeso ai suoi ancoranti, viene movimentato da un veicolo con velocità più o meno elevata, è chiaro che il coefficiente dinamico può assumere valori compresi tra 1,30 e 2,20. Nella fase di montaggio, operando con autogru adatte al prefabbricato con stabilizzatori a terra, e ipotizzando come avviene di solito che si utilizzino funi inclinate al massimo a 45°, si ha a disposizione il coefficiente dinamico minimo di ad = 1,15 così come indicato nella normativa delle strutture prefabbricate DM 7/12/87. (Per i problemi di aderenza al cassero di un manufatto agganciato con 4 punti di sollevamento vedi cap. 2.7). R-SYSTEM 2.7 CRITERI DI POSIZIONAMENTO DEGLI ANCORANTI Caso di 2 ancoranti In un elemento simmetrico, dove la verticale sul baricentro sia a metà lato, si ha la possibilità di posizionare i 2 ancoranti simmetricamente rispetto all’asse, cioè a uguale distanza dall’estremità. Tra le tante soluzioni è preferibile, nel caso di armatura lenta, posizionare i punti di sollevamento a una distanza compresa tra 0,2 L e 0,25 L, in modo che sia minimizzata la flessione dovuta al peso proprio. Nel caso di elementi precompressi, gli ancoranti vanno invece posizionati a una distanza dalla testata compatibile con le sollecitazioni flessionali indotte dal peso degli sbalzi, e comunque non superiore a 0,2 L. 0,2 L 3 0,25 L 0,2 L 0,2 L ≤ 45° = In un elemento non simmetrico, gli ancoranti vanno disposti con i criteri precedentemente esposti, ma simmetrici rispetto alla verticale passante per il baricentro, in modo cioè che il peso totale si ripartisca in parti uguali sui 2 ancoranti. L’uso di un bilancino autocentrante, che posiziona il punto di sollevamento sulla verticale del baricentro, comporta che un ancorante sopporti più peso dell’altro. In compenso, in tal caso, con un bilancino con tiri in asse all’ancorante, la portata nominale del singolo ancorante può considerarsi incrementata del 30% (v. cap. 02.4). = 75 76 76 Caso di 4 ancoranti Per evitare il pericolo di una ripartizione del carico non controllabile, il caso di 4 ancoranti in linea deve essere ricondotto a quello di 2 ancoranti, collegandoli a 2 a 2. ≤ 45° Anche nel caso di tiro inclinato, la massima inclinazione della singola fune che parte dall’ancorante deve essere ≤ 45°. Nel caso di 4 ancoranti non in linea, occorre che 2 ancoranti siano collegati da una carrucola o da una piastra a triangolo o da un bilancino, affinché il sistema sia isostatico e un minimo errore nel posizionamento degli ancoranti non comporti il grande pericolo di una ripartizione del carico su 2 soli dei 4 ancoranti. Tra carrucola, piastra a triangolo e bilancino, è comunque preferibile, allo scassero, una piastra a triangolo con ridotta distanza tra i 2 punti di arrivo delle funi, in modo che ci sia un limite nella ripartizione del carico; con questa soluzione si può evitare, al disarmo, che una forza di aderenza su una sola nervatura provochi la rottura del pezzo durante l’estrazione. In caso di mancata possibilità di scassero dal lato della piastra a triangolo, occorre semplicemente riposizionare tale piastra sugli altri 2 ancoranti. piastra a triangolo R-SYSTEM Nel caso si abbiano a disposizione due carriponte allo sformo, occorrono 4 funi uguali indipendenti. In caso di ribaltamento, è opportuno che il tiro delle funi agisca sempre in verticale, utilizzando 2 carriponte o l’apposito bilancino. In caso di pannelli a ribaltamento con 4 punti di ancoraggio, è conveniente utilizzare un bilancino tra i 2 punti vicini, imponendo quindi che la distanza tra i 2 punti vicini non cambi al variare della lunghezza del pannello, per avere sempre lo stesso bilancino. 77 7 78 2.8 VERTICALIZZAZIONE DEI PANNELLI AL MONTAGGIO Fase iniziale In questa fase, TF è > P/2, ma supponendo il carico dinamico ad = 1,15 e il tiro verticale o inclinato al massimo di _/2 = 15° sulla verticale, possiamo accettare un tiro maggiore del nominale del 30%. Se a = L/5 L P· 0,625 2 TF = = =P· 0,966 L (L - ) cos (_ /2) 5 P = P · 0,647 < · 1,3 = P · 0,65 2 Il tiro 2Tc è inferiore a P/2 e i due ancoranti di testa sono sottoposti ciascuno a un tiro Tc < P/4. Se a > L/5 oppure il tiro è più inclinato di 15° sulla verticale, il dimensionamento dell’ancorante F va fatto nella fase iniziale del ribaltamento. 2Tc 30¯ C Riassumendo, se a ≤ L/5 e se il tiro ha un’inclinazione sulla verticale non superiore a 15°, il dimensionamento dei 2 ancoranti F viene fatto nella fase di scassero, con il pannello messo in orizzontale. Il dimensionamento dei 2 ancoranti C viene fatto nella fase finale di verticalizzazione, con TF = 0. Si precisa che le prescrizioni per la scelta del tipo e della portata nominale degli ancoranti sono quelle relative all’utilizzo in spessori ridotti. 30¯ F P C F a 2Tc TF C Fase intermedia di raddrizzamento Si solleva la carrucola collegata ai punti C mentre la fune F rimane fissa, con il pannello sollevato da terra. Sull’ancorante F si riduce il tiro TF avvicinandosi a P/2, mentre sugli ancoranti C il valore Tc si avvicina progressivamente a P/4. Fase finale Quando, continuando a recuperare, la fune TF si disimpegna, il pannello è stato raddrizzato e il valore Tc passa da P/4 a P/2. TF C P 2Tc C C R-SYSTEM 3 TIPI DI ANCORANTI E ACCESSORI Gli ancoranti del sistema R-System sono: ancorante a risalto (DH), ancorante a piastra (DP), ancorante per ribaltamento (RS), ancorante con foro (DF). Per tutti gli ancoranti si utilizza un materiale “speciale”, appositamente progettato al fine di ottenere un’elevata resistenza, duttilità e resilienza (senza riduzione di resistenza alle basse temperature). Tale materiale garantisce: elevata tensione caratteristica a rottura controllata e certificata per ogni lotto di produzione, elevata duttilità, elevata resilienza garantita KV > 27 J (- 20° C), coefficiente di sicurezza ≥ 3,75. Le teste sferiche sono accessori con 6 portate nominali massime, e precisamente: Testa sferica Art. Pn Testa sferica kN Pn ancorante kN 6102 - 1,3 13 13 6102 - 1,5/2,5 25 25 6102 - 3/5 50 6102 - 6/10 100 IDENTIFICAZIONE DEGLI ANCORANTI - TIPI DI MARCATURA Tutti gli ancoranti a testa sferica Ruredil sono identificabili dalla marcatura impressa sulla testa. portata (t) portata (t) portata (t) portata (kN) xxxx Ancoranti a risalto a piastra marchio e lotto su risalto inferiore Ancoranti ad aderenza marchio e lotto logo sulla testa Ancoranti con foro marchio e lotto sullo stelo Ancoranti per ribaltamento (RS) marchio , lotto e logo sul fianco 40 50 75 100 79 8 80 4 POSIZIONAMENTO DEGLI ANCORANTI Apposite guaine vanno montate prima del getto sull’ancorante per realizzare una sede semisferica nella quale introdurre la testa sferica. È necessario che la guaina si trovi a filo con il calcestruzzo, in modo che ci sia un corretto accoppiamento tra testa sferica e ancorante. Sì No R-SYSTEM 5 ANCORANTI A RISALTO Il calcestruzzo in cui si posiziona l’ancorante viene dimensionato con un criterio di calcolo derivato dagli Eurocodici e verificato con prove sperimentali per ottenere un coefficiente 3 di sicurezza per il tiro in asse ancorante, incrementato del coefficiente aR-System = 1,5 cioè con s Ht L a = 3 x 1,5 = 4,5 D2 /2 t 5.1 ANCORANTI A RISALTO NEL CALCESTRUZZO NON ARMATO Si formula l’ipotesi, confermata dalle prove a rottura eseguite, che la diffusione degli sforzi durante il carico d’esercizio (cioè non a rottura) avvenga con una diffusione a 45°, partendo dal filo esterno del risalto. Lungo la superficie del cono di diffusione si presuppongono delle tensioni di trazione perpendicolari alla superficie, le cui componenti verticali, moltiplicate per l’area circolare di diametro 2Ht, danno come risultante il tiro applicato in asse. Il dimensionamento della profondità del risalto deriva dalla resistenza del calcestruzzo all’atto dell’impiego, che si assume: per strutture in CAO allo sformo Rckj * 15 N/mm2 per strutture precompresse all’atto del rilascio dei cavi o in CAO che abbiano raggiunto il grado di maturazione richiesto Rckj * 30 N/mm2 D2 Ht Hr=d2 Hr 81 8 82 Per la gamma di portate nominali si hanno i seguenti valori, in centimentri, di Ht (distanza minima necessaria tra l’ancorante e il bordo), in caso di elementi che non abbiano armature nel cono di diffusione dell’ancorante. 13 25 40 50 75 100 150 200 320 Ht per Rckj * 15 N/mm2 10,63 14,74 18,65 20,85 25,54 29,50 36,11 41,70 52,75 Ht per Rckj * 30 N/mm2 8,45 11,72 14,82 16,57 20,30 23,44 28,71 32,14 41,93 Pn (kN) 41,70 Per esempio, utilizzando un ancorante da 50 kN per i pilastri (Rckj ≥ 15 N/mm2) di dimensione 50x50, non occorre minimamente preoccuparsi di armatura aggiuntiva perché Ht = 20,85 cm < 50/2 = 25 cm. 50 Pn = 50 kN Rckj ≥ 15 N/mm2 33,14 Analogamente, nel caso di travi piane precompresse (Rckj ≥ 30 N/mm2), si verifica che, per Pn = 50 kN, si ha 2 H = 16,57x2 = 33,14 < 40 cm, e quindi non si richiedono armature aggiuntive. 40 Pn = 50 kN Rckj ≥ 30 N/mm2 R-SYSTEM Ancoranti a risalto s Prescrizioni geometriche per ancoranti standard L Articolo Pn kN 6000 - 1,3 - 85 6000 - 1,3 - 120 L cm 13 12 24 6000 - 2,5 - 120 12 25 17 6000 - 2,5 - 340 28 6000 - 4,0 - 120 17 6000 - 4,0 - 170 40 21 6000 - 4,0 - 340 34 6000 - 5,0 - 180 18 6000 - 5,0 - 240 50 24 6000 - 5,0 - 340 34 6000 - 7,5 - 200 20 6000 - 7,5 - 300 75 30 6000 - 7,5 - 540 54 6000 - 10,0 - 250 25 6000 - 10,0 - 340 100 34 6000 - 10,0 - 680 68 6000 - 15,0 - 300 30 6000 - 15,0 - 400 150 40 6000 - 15,0 - 1000 100 6000 - 20,0 - 340 34 6000 - 20,0 - 500 6000 - 20,0 - 1000 Distanza minima dal bordo H t (cm) Rckj = 15 N/mm2 Rckj = 30 N/mm2 10,63 8,45 14,74 11,72 18,65 14,82 20,85 16,67 25,54 20,30 29,50 23,44 36,11 28,71 41,70 32,14 8,50 6000 - 1,3 - 240 6000 - 2,5 - 170 Ht 200 50 100 83 d2 84 84 d1 d1 Ht Hr 5.2 SPESSORE MINIMO NECESSARIO PER CALCESTRUZZO NON ARMATO SENZA RIDUZIONE DI PORTATA A volte, con una lunghezza d’ancorante maggiore di quella minima, si può ridurre lo spessore nel quale è inserito l’ancorante, purché sia disponibile un’area rettangolare di diffusione non minore di quella riportata nelle tabelle seguenti. d2 d2 d1 Ht d1 Pn = 13 kN s=1 Articolo 2 2 Rckj = 15 N/mm Rckj = 30 N/mm Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 10,75 10,63 10,00 8,45 5,54 12 14,25 10,63 6,50 8,45 4,00 24 26,25 10,63 3,40 8,45 2,10* L cm Hr = d2 cm 6000 - 1,3 - 85 8,50 6000 - 1,3 - 120 6000 - 1,3 - 240 L Hr D2/2=1,25 D2 Pn = 25 kN s=1,10 Articolo 2 2 Rckj = 15 N/mm Rckj = 30 N/mm Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 14,85 14,74 14,10 11,72 7,70 17 19,85 14,74 9,00 11,72 5,60 28 30,85 14,74 6,20 11,72 3,90 L cm Hr = d2 cm 6000 - 2,5 - 120 12 6000 - 2,5 - 170 6000 - 2,5 - 280 Hr L D2/2=1,75 D2 Pn = 40 kN s=1,50 Articolo Rckj = 15 N/mm2 Rckj = 30 N/mm2 Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 20,75 18,65 15,50 14,82 9,40 21 24,75 18,65 11,50 14,82 7,10 34 37,75 18,65 7,40 14,82 4,60* L cm Hr = d2 cm 6000 - 4,0 - 170 17 6000 - 4,0 - 210 6000 - 4,0 - 340 * Si consiglia l’impiego con d1 ≥ D2 = 3,0 cm Hr L D2/2=2,25 D2 R-SYSTEM Pn = 50 kN s=1,50 Articolo 2 2 Rckj = 15 N/mm Rckj = 30 N/mm Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 22 20,85 17,70 16,67 10,40 24 28 20,85 12,70 16,67 8,00 34 38 20,85 10,20 16,67 6,50 L cm Hr = d2 cm 6000 - 5,0 - 180 18 6000 - 5,0 - 240 6000 - 5,0 - 340 Hr L D2/2=2,50 D2 Pn = 75 kN s=1,50 Articolo 2 2 Rckj = 15 N/mm Rckj = 30 N/mm Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 24,50 25,54 - 20,30 14,20 30 34,50 25,54 15,40 20,30 9,60 54 58,50 25,54 8,80 20,30 5,60* L cm Hr = d2 cm 6000 - 7,5 - 200 20 6000 - 7,5 - 300 6000 - 7,5 - 540 L Hr D2/2=3 D2 * Si consiglia l’impiego con d1 ≥ D2 = 6,0 cm Pn = 100 kN s=1,50 Articolo Rckj = 15 N/mm2 Rckj = 30 N/mm2 Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 30 29,50 23,80 23,44 14,95 34 39 29,50 18,30 23,44 11,50 68 73 29,50 10,10 23,44 L cm Hr = d2 cm 6000 - 10,0 - 250 25 6000 - 10,0 - 340 6000 - 10,0 - 680 * Si consiglia l’impiego con d1 ≥ D2 = 7,0 cm 6,00* Hr L D2/2=3,50 D2 85 8 86 Ancoranti a risalto Pn = 150 kN s=1,50 Articolo 2 2 Rckj = 15 N/mm Rckj = 30 N/mm Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 35,75 36,11 - 28,71 21,20 40 45,75 36,11 25,10 28,71 14,60 100 105,75 36,11 12,80 28,71 7,70* L cm Hr = d2 cm 6000 - 15,0 - 300 30 6000 - 15,0 - 400 6000 - 15,0 - 1000 Hr L D2/2=4,25 D2 Pn = 200 kN s=1,50 Articolo Rckj = 15 N/mm2 Rckj = 30 N/mm2 Ht cm d1 cm Ht cm d1 cm 40,50 41,70 - 32,14 21,10 50 56,50 41,70 25,10 32,14 14,60 100 106,50 41,70 12,90 32,14 7,70* L cm Hr = d2 cm 6000 - 20,0 - 340 34 6000 - 20,0 - 500 6000 - 20,0 - 1000 Hr L D2/2=5 D2 R-SYSTEM 5.3 RIDUZIONE DI PORTATA NOMINALE PER SPESSORI MINORI DI 2D1 IN CALCESTRUZZO NON ARMATO d2 Dato il rettangolo che caratterizza la portata nominale, di area 2d1 · 2d2, per valori d* ridotti rispetto a quelli tabellati, la portata nominale (P*) si riduce nel rapporto d*/d1 P* = Pn · d*/ d1 Esempio Considerando un ancorante con Pn = 50 kN, se Rckj = 15 N/mm2 Ad1 = 17,7 cm. Avendo a disposizione d* = 15 cm, si ottiene: P* = 50 · 15/17,7 = 42,4 kN d2 d1 Ht d1 5.4 RIDUZIONE DI PORTATA NOMINALE PER RESISTENZE CARATTERISTICHE MINORI DEL CALCESTRUZZO NON ARMATO Si sono adottate 2 resistenze caratteristiche: Rckj = 15 N/mm2 (elementi non precompressi allo sformo), e Rckj = 30 N/mm2 (elementi precompressi oppure elementi in CAO maturi all’atto del sollevamento). Per valori minori, la portata nominale Pn è proporzionale a fctk, a sua volta proporzionale alla Rckj 2/3 per cui Rckj* = K · Rckj tabulato, con K compreso tra 0,75 e 1, risulta quindi: Pn* = Pn · (Rckj* / Rckj)2/3 Esempio Se Rckj* = 25 N/mm2, invece di 30 N/mm2 per un ancorante da Pn = 50 kN avrò: Pn* = 50 (25/30)2/3 = 44 kN NO SALDATURE Ancoraggio con filo metallico 5.5 ARMATURA DI RINFORZO PER OTTENERE LA PORTATA NOMINALE IN SPESSORI RIDOTTI Se il cono di diffusione non è completo, si può intervenire con armatura apposita, purché tutta la portata nominale sia affidata alla sola armatura. Si ha così: Af = Pn · 1,5 /σamm Per esempio se Pn = 50 kN, in uno spessore di 15 cm, utilizzando acciaio tipo FeB44k Af = 50 · 1,5 / 26 = 2,88 cm2 = 4 Ø 10 Di solito si posizionano 2 ferri a U come da figura. lunghezza ancoraggio d1 d1 per Rckj = 15 kN/mm2 = 60 Ø per Rckj = 30 kN/mm2 = 42 Ø per Rckj = 40 kN/mm2 = 35 Ø 87 88 88 5.6 PRESCRIZIONI GEOMETRICHE PER ANCORANTI CORTI Gli ancoranti sotto riportati possono comunque essere utilizzati senza armatura aggiuntiva, purché la loro distanza dal bordo sia ≥ Ht e purché sia Rckj ≥ 40 N/mm2. L’armatura aggiuntiva permette di utilizzare tali ancoranti a risalto di lunghezza ridotta sia per Rckj< 40 N/mm2, sia per distanze dal bordo inferiori a Ht. Armatura aggiuntiva per spessori ridotti e Rck > 15 e < 40 N/mm2 d1 = Ht = distanza dal bordo Articolo Pn kN L cm Hr 6000 - 1,3 - 65 13 6,50 6000 - 2,5 - 85 25 6000 - 4,0 - 100 con Rck * 40 N/mm2 fctk = 2,20 N/mm2 Af cm2 4 Ø ... 8,75 7,69 0,75 4Ø6 8,50 11,35 10,66 1,44 4Ø8 40 10,00 13,75 13,48 2,30 4 Ø 10 6000 - 5,0 - 120 50 12,00 16,00 15,08 2,88 4 Ø 10 6000 - 7,5 - 165 75 16,50 21,00 18,46 4,32 4 Ø 12 6000 - 10,0 - 170 100 17,00 22,00 21,32 5,77 4 Ø 14 6000 - 15,0 - 210 150 21,00 26,00 26,11 8,65 4 Ø 18 5.7 LIMITI DI UTILIZZAZIONE DEGLI ANCORANTI A RISALTO Occorre comunque porre un limite alla distanza d1 tra l’asse dell’ancorante e la superficie esterna imponendo, per esempio, che tale valore non superi il maggiore tra il diametro del risalto inferiore (D2) e il raggio della sede semisferica (Ø / 2), quindi: d1 (min) Pn (kN) 13 25 40 50 75 100 150 200 272 cm 3,0 3,7 4,7 5 6 6,9 8,5 9,8 13,5 In caso di spessori inferiori a questi, è opportuno utilizzare un ancorante con foro (DF). È opportuno anche ricordare che l’ancorante, in caso di spessori ridotti, deve essere posizionato con precisione e quindi non può essere inserito a getto avvenuto. Inoltre, non deve avere la possibilità di spostarsi durante il getto e/o la vibrazione. R-SYSTEM Ancoranti a risalto R Zincatura a caldo UNI EN ISO 1461 D D1 S Codice Articolo L Pn kN L mm (±3) D mm (±0,5) D1 mm D2 mm s mm R mm Conf. pezzi Nero Zincato 0301001010 0301001011 0301001012 0301001014 0301002003 0301002004 0301002005 0301002006 6000 - 1,3 - 65 6000 - 1,3 - 85 6000 - 1,3 - 120 6000 - 1,3 - 240 13 13 13 13 65 85 120 240 10 10 10 10 19 (±1) 19 (±1) 19 (±1) 19 (±1) 25 (+2/-3) 25 (+2/-3) 25 (+2/-3) 25 (+2/-3) 10 10 10 10 30 30 30 30 300 200 200 100 0301001022 0301001023 0301001024 0301001025 0301002011 0301002012 0301002013 0301002014 6000 - 2,5 - 85 6000 - 2,5 - 120 6000 - 2,5 - 170 6000 - 2,5 - 280 25 25 25 25 85 120 170 280 14 14 14 14 26 (±1) 26 (±1) 26 (±1) 26 (±1) 35 (+2/-4) 35 (+2/-4) 35 (+2/-4) 35 (+2/-4) 11 11 11 11 37 37 37 37 100 50 50 40 0301001028 0301001030 0301001031 0301001032 0301001033 0301002025 0301002027 0301002028 0301002029 0301002030 6000 - 4,0 - 100 6000 - 4,0 - 170 6000 - 4,0 - 210 6000 - 4,0 - 240 6000 - 4,0 - 340 40 40 40 40 40 100 170 210 240 340 18 18 18 18 18 36 (±1) 36 (±1) 36 (±1) 36 (±1) 36 (±1) 45 (+2/-5) 45 (+2/-5) 45 (+2/-5) 45 (+2/-5) 45 (+2/-5) 15 15 15 15 15 47 47 47 47 47 50 40 25 25 20 0301001037 0301001038 0301001039 0301001040 0301002045 0301002046 0301002047 0301002048 6000 - 5,0 - 120 6000 - 5,0 - 180 6000 - 5,0 - 240 6000 - 5,0 - 340 50 50 50 50 120 180 240 340 20 20 20 20 36 (±1) 36 (±1) 36 (±1) 36 (±1) 50 (+2/-5) 50 (+2/-5) 50 (+2/-5) 50 (+2/-5) 15 15 15 15 47 47 47 47 40 25 25 15 0301001044 0301001045 0301001046 0301001047 0301002069 0301002067 0301002068 0301002070 6000 - 7,5 - 165 6000 - 7,5 - 200 6000 - 7,5 - 300 6000 - 7,5 - 540 75 75 75 75 165 200 300 540 25 25 25 25 46 (±1) 46 (±1) 46 (±1) 46 (±1) 60 (+3/-6) 60 (+3/-6) 60 (+3/-6) 60 (+3/-6) 15 15 15 15 59 59 59 59 20 10 10 5 0301001051 0301001052 0301001054 0301001056 0301002084 0301002085 0301002086 0301002090 6000 - 10,0 - 170 6000 - 10,0 - 250 6000 - 10,0 - 340 6000 - 10,0 - 680 100 100 100 100 170 250 340 680 28 28 28 28 46 (±1) 46 (±1) 46 (±1) 46 (±1) 69 (+3/-7) 69 (+3/-7) 69 (+3/-7) 69 (+3/-7) 15 15 15 15 59 59 59 59 10 15 10 1 0301001058 0301001059 0301001060 0301001070 0301002092 6000 - 15,0 - 210 0301002093 6000 - 15,0 - 300 0301002094 6000 - 15,0 - 400 0301002096 *6000 - 15,0 - 1000 150 150 150 150 210 300 400 1000 36 36 36 36 69 (±1) 69 (±1) 69 (±1) 69 (±1) 85 (+3,5/-8) 85 (+3,5/-8) 85 (+3,5/-8) 85 (+3,5/-8) 15 15 15 15 80 80 80 80 1 1 1 1 0301001066 0301001067 0301001068 0301002104 6000 - 20,0 - 340 0301002105 6000 - 20,0 - 500 0301002106 *6000 - 20,0 - 1000 200 200 200 340 500 1000 39,5 39,5 39,5 69 (±1) 69 (±1) 69 (±1) 98 (+4/-9) 98 (+4/-9) 98 (+4/-9) 15 15 15 80 80 80 1 1 1 * Articoli a richiesta D2 89 90 90 6 ANCORANTI CON FORO D1 s Mentre per la parte esterna vale quanto trattato nei capitoli dall’1 al 5, per la parte nel calcestruzzo l’ancoraggio si ottiene inserendo nel foro dell’ancorante una barra, che può essere diritta oppure sagomata con opportune curvature. R D L Øc D2 Articolo Pn kN Diametro foro mm 6001 - 1,3 13 6001 - 2,5 Barra dritta Feb 44k Ø mm L cm 2 staffe a 2 braccia diametro As Ø mm 10 8 16 5 25 13 12 24 8 6001 - 5,0 50 18 16 32 10 6001 - 10,0 100 25 22 44 14 6001 - 20,0 200 37 32 64 20 L’area As totale delle staffe che attraversano il cono di diffusione viene dimensionato con la seguente formula: As = Pn . 1,5 /σf Adottando 2 staffe a 2 braccia, cioè 4 barre che attraversano il cono di diffusione, si può stabilire il diametro delle 2 staffe As, come da esempio a pag. 88. R-SYSTEM 6.1 ANCORANTI CON FORO CON ARMATURA DIRITTA In caso di armatura diritta da inserire nel foro, è possibile utilizzare sia una barra ad aderenza migliorata FeB44k, sia uno spezzone di trefolo. Il dimensionamento degli ancoranti con foro, così realizzati, non può però essere concepito per calcestruzzo non armato, in quanto il foro stesso e la barra che vi passa all’interno ottengono lo stesso effetto di un ancoraggio a risalto, ma con insufficiente altezza di stelo. Ø Af Occorre quindi verificare che la superficie del cono sia attraversata da barre verticali ancorate, di area complessiva As in grado di sostenere la totalità del carico nominale moltiplicato per 1,5. Il dimensionamento della barra viene eseguito, per il carico nominale, incrementato del 50% (coefficiente dinamico o attrito sul cassero), cioè nella condizione di tiro in asse. Per i tiri inclinati, il dimensionamento fatto per il tiro in asse è cautelativo. La tensione di esercizio nel caso di FeB44k vale σamm = 260 N/mm2 = 26 kN/cm2. Si dimensiona l’area occorrente ipotizzando che il risalto sull’occhiello sia in grado di assorbire direttamente 1/3 del carico: A f (cm2) = Pn · 1,5 · 2/3 · √ 3 / (2 · mamm) = L As o o = 0,866 · Pn / mamm = 0,033 · Pn 8Ø Øt (mm) = 10 · √ 0,033 · Pn · 4 / TT = 2,05 · √ Pn La lunghezza minima della barra si calcola con la seguente formula: L = 4 Ø + 2 · 8 Ø = 20 Ø È possibile l’uso di spezzoni di trefolo, dove occorre però limitare la tensione a valori doppi di quella del FeB44k. 91 92 92 Esempio: considero il 6001 - 5,0 con Pn = 50 kN e calcolo diametro e lunghezza della barra diritta e/o del trefolo, A f = 50 · 0,033 = 1,65 cm2 pari a 1 Ø 16 = 2 cm2 As oppure A tr = 50 · 0,033/2 = 0,83 cm 2 pari circa all’area del trefolo da 1/2”. 2 = = 15 La lunghezza della barra Ø 16 vale: L = 20 · 1,6 = 32 cm Per un trefolo 0,6”, di diametro 1,50 cm vale: L = 20 · 1,5 = 30 cm L’area di una delle 4 barre As vale: A s = 50 · 1,5 / 26 · 4 = 0,72 cm2 = 1 Ø 10 L = 4 Ø + 2·8 Ø= 20 Ø R-SYSTEM 6.2 ANCORANTI CON FORO CON ARMATURA SAGOMATA Se la geometria lo consente, l’ancoraggio può essere portato in profondità sagomando, secondo EC2, la barra in 3 modi (vedi tabella sotto riportata), tali da poter trasferire il tiro ben più in basso e non richiedendo quindi altra armatura aggiuntiva. 58 Ø 36 Ø 45 Ø 28 Ø 45¯ 50 Ø 30 Ø 45¯ > 15 Ø > 10 Ø Articolo Pn kN Diametro della barra Feb44k sagomata mm 15 N/mm2 30 N/mm2 15 N/mm2 30 N/mm2 15 N/mm2 30 N/mm2 6001 - 1,3 13 8 80 50 65 40 75 45 6001 - 2,5 25 10 110 70 95 60 100 65 6001 - 5,0 50 14 160 95 130 80 140 90 6001 - 10,0 100 20 220 135 185 115 200 125 6001 - 20,0 200 28 315 190 265 160 285 175 Esempio: per un pannello verticale (Rckj = 30 N/mm2 perché viene sollecitato solo al montaggio), per Pn = 50 kN, si assume Ø 14 Ltot = 80 cm. Ø14 L=80 *2Ø 93 94 94 Zincatura a caldo UNI EN ISO 1461 D1 s R L1 D L L2 Øc D2 Codice Articolo Pn kN L mm (±3) L1 mm (±3) L2 mm s mm D mm (±0,5) Nero Zincato 0301005001 0301054001 6001 - 1,3 13 65 75 45 10 10 0301005002 0301054002 6001 - 2,5 25 90 101 64 11 14 0301005003 0301054003 6001 - 5,0 50 120 135 88 15 20 0301005004 0301054004 6001 - 10,0 100 180 195 136 15 0301005005 0301054005 6001 - 20,0 200 250 265 185 15 D1 mm D2 Øc mm mm (-0/+1) (-0/+1) R mm Conf. pezzi 19 (+0,8/1) 26 (+0,8/1) 36 (+0,8/1) 19 10 30 250 32 13,50 37 100 42 18 47 50 28 46 (+1/-1) 57 25 59 20 39,5 69 (+0,5/1,5) 76 37 80 1 Questi ancoranti sono adatti al ribaltamento e alla movimentazione di tutti i pannelli in CLS prefabbricato con Rckj ≥ 15 N/mm2 e spessore minimo ≥ 16 cm. Gli ancoranti per ribaltamento sono concepiti per resistere, oltre al carico nominale Pn, che agisce nella stessa direzione dell’asse dell’ancorante, a un tiro Tn = 0,5 Pn che si ottiene normalmente ribaltando sul cassero l’elemento prefabbricato. Per quanto riguarda l’armatura riferita a un carico Pn agente in asse all’ancorante, si rimanda ai criteri di dimensionamento esposti per gli ancoranti con foro (v. cap. 06). La particolare configurazione dell’ancorante è stata studiata per evitare che la maniglia di sollevamento forzi contro il calcestruzzo poco resistente (in genere Rckj = 15 N/mm2), provocando lesioni a vista sul pannello. Un’apposita armatura deve essere in grado di riportare il tiro nella parte inferiore del pannello. A tal fine si suggeriscono due metodi, riportati nella pagina successiva. Tn Tn R-SYSTEM 8 ANCORANTI PER IL RIBALTAMENTO RS 95 9 96 Ancoranti per ribaltamento RS Primo metodo: si utilizza l’armatura Af1 del pannello, nel caso la sede dell’ancorante corrisponda alla posizione di tale armatura. (Per l’armatura Af0 v. cap. 06). A f0 A f1 A f2 A f1 A f2 A f0 Barra dritta Feb 44k Articolo Pn kN Staffa A f 2 (cm) A f 1 teorico (cm2) Ø (mm) A f 1 teorico (cm2) Ø (mm) 6003 - 2,5 RS 25 0,625 1 Ø 10 0,36 2Ø6 6003 - 5,0 RS 50 1,25 1 Ø 14 0,72 2Ø8 Secondo metodo: quando l’armatura di forza del pannello non può essere posizionata sull’apposita sede dell’ancorante, occorre utilizzare un ferro sagomato con 2 braccia a 45° come da figura sottostante. (Per l’armatura Af0 v. cap. 06). A f2 A f0 A f0 A f3 A f3 Barra dritta Feb 44k Articolo Pn kN A f3 cm2 Ø mm = 15 N/mm2 = 30 N/mm2 L cm 6003 - 2,5 RS 25 0,51 8 80 50 6003 - 5,0 RS 50 1,10 12 120 70 R-SYSTEM L2 R Zincatura a caldo UNI EN ISO 1461 D1 D2 D Øc L Codice Articolo Pn kN L mm (±1) D mm (-0/+1) D1 mm (+0,5/-1) D2 mm (±1) Øc mm (+0,5/-1) Conf. pezzi Nero Zincato 0301083001 030108200 6003 - 2,5 RS 25 200 14 26 36 15 25 0301083002 0301082002 6003 - 5,0 RS 50 200 20 36 46 20 15 8.1 ANCORANTE SPECIALE PER IL RIBALTAMENTO DEI PANNELLI (CON UN NASELLO) D1 D D2 R A volte, con una lunghezza d’ancorante maggiore di quella minima, si può ridurre lo spessore nel quale è inserito l’ancorante, purché sia disponibile un’area rettangolare di diffusione non minore di quella riportata nelle tabelle seguenti. Øc L s Codice Nero Zincato 0301050004 0301052004 Articolo Pn kN L mm (±1) D mm (-0/+1) D1 mm (+0,5/-1) D2 mm (±1) Øc mm (+0,5/-1) Conf. pezzi 6002 - 10,0 - 215 100 215 28 46 25 25 (±5) 10 97 9 98 Ancoranti a piastra 9 ANCORANTI A PIASTRA SENZA FERRI AGGIUNTIVI Quando lo spessore è ridotto, su un ancorante corto si può innestare una piastra che, con la sua rigidezza, sia in grado di creare un cono di resistenza sufficiente. Gli ancoranti a piastra senza ferri aggiuntivi si possono usare solo con calcestruzzi di resistenza elevata, cioè con Rckj ≥ 40 N/mm2. Sono disponibili in 3 portate, precisamente 25, 50 e 100 kN. Articolo L a b Rckj = 40 N/mm2 fctk = 0,246 kN/cm2 Pn kN dimens. piastre a x b mm L effettivo mm 6010 - 2,5 25 70x70 5,5 6010 - 5,0 50 90x90 (5,5) 6010 - 10,0 100 90x90 12 (6,5) 11,00 (11,5) Le altezze effettive tra parentesi non possono essere utilizzate senza armatura aggiuntiva. 9.1 ANCORANTI A PIASTRA CON FERRI AGGIUNTIVI Il dimensionamento a taglio delle barre si effettua così: in caso di resistenze ridotte, ma con Rckj ≥ 30N/mm2 e comunque per ogni L effettivo, si può affidare l’ancoraggio a 4 barre aggiuntive, posizionate sopra le piastre. Pn kN A f teorico cm2 Ø Ferri mm L cm 25 0,625 10 30 50 1,250 12 40 100 2,500 18 50 Ø 10 a Ø 10 =b L R-SYSTEM D1 Zincatura elettrolitica ≥ 12 +m s R L1 D L L2 t axb Articolo Codice Pn kN L mm (±3) L1 mm (±3) L2 mm s mm D mm (±0,5) D1 mm (±1) axbxt mm (±2) R mm Conf. pezzi Nero Zincato 0301006001 0301055001 6010 - 2,5 - 55 25 55 66 29 11 14 26 70x70x6 37 50 0301006002 0301055002 6010 - 2,5 - 120 25 120 131 94 11 14 26 70x70x6 37 25 0301006003 0301055003 6010 - 5,0 - 55 50 55 70 23 15 20 36 90x90x8 47 25 0301006004 0301055004 6010 - 5,0- 65 50 65 80 33 15 20 36 90x90x8 47 25 0301006005 0301055005 6010 - 5,0 - 110 50 110 125 78 15 20 36 90x90x8 47 20 0301006007 0301055006 6010 - 10,0 - 115 100 115 130 71 15 28 46 90x90x10 59 10 0301086001 0301055008 6010 - 7,5 - 160 75 160 175 116 15 25 46 90x90x10 59 10 99 10 100 10 GUAINE PER IL POSIZIONAMENTO DELL’ANCORANTE Il posizionamento dell’ancorante deve essere effettuato con le rispettive guaine a incavo. A parte poche eccezioni, gli ancoranti di sollevamento a testa sferica vengono montati con guaine semisferiche. Le guaine coprono diverse funzioni: tra le altre, consentono il sollevamento con tiri obliqui senza che siano necessarie riduzioni, ed evitano la necessità di inserire snodi di diversa portata. Le guaine a incavo sono di diverso diametro in funzione delle differenti portate, che sono impresse sulla faccia superiore della guaina stessa. 10.1 GUAINE IN GOMMA CIRCOLARI Le guaine in gomma di forma rotonda sono adatte per tutti i tipi di elementi prefabbricati. Si possono usare anche nei getti di calcestruzzo caldi o riscaldati fino a 120 °C. Guaina in gomma circolare completa Codice Articolo Gruppo di portata kN d mm (±1) R mm (±1) Conf. pezzi 0301010001 6140 - 1,0/1,3 10/13 10 30 1 0301010002 6140 - 1,5/2,5 15/25 14 37 1 0301010003 6140 - 3,0/5,0 30/50 20 47 1 0301010005 6140 - 8,0/10,0 80/100 28 59 1 0301010007 6140 - 16,0/20,0 160/200 39 80 1 0301010008 *6140 - 32,0 320 50 107 1 R Ød * Articolo a richiesta Guaina in gomma circolare Codice R Ød Articolo Gruppo di portata kN d mm (±1) R mm (±1) Conf. pezzi 0301014001 6139 - 1,0/1,3 10/13 10 30 1 0301014002 6139 - 1,5/2,5 15/25 14 37 1 0301014003 6139 - 3,0/5,0 30/50 20 47 1 0301014005 6139 - 8,0/10,0 80/100 28 59 1 0301014007 6139 - 16,0/20,0 160/200 39 80 1 0301014008 *6139 - 32,0 320 50 107 1 * Articolo a richiesta R-SYSTEM 10.1.1 GUAINE IN GOMMA SAGOMATE Le guaine in gomma sagomate sono adatte per gli elementi prefabbricati sottili, come le guaine in gomma circolari, e possono essere utilizzate anche per i getti di calcestruzzo caldi o riscaldati fino a 120 °C. Guaina in gomma sagomata completa Codice Articolo Gruppo di d R n o portata kN mm (±1) mm (±1) mm (±1) mm (±1) Conf. pezzi 0301012001 6138 - 1,0/1,3 10/13 10 30 42 34 1 0301012002 6138 - 1,5/2,5 15/25 14 37 52 43 1 0301012003 6138 - 3,0/5,0 30/50 20 47 69 58 1 0301012005 6138 - 8,0/10,0 80/100 28 59 85 78 1 0301012007 6138 - 16,0/20,0 160/200 39 80 124 116 1 n R Ød o Corpo in gomma sagomato Codice Articolo Gruppo di d R n o portata kN mm (±1) mm (±1) mm (±1) mm (±1) Conf. pezzi 0301013001 6137 - 1,0/1,3 10/13 10 30 42 34 1 0301013002 6137 - 1,5/2,5 15/25 14 37 52 43 1 0301013003 6137 - 3,0/5,0 30/50 20 47 69 58 1 0301013005 6137 - 8,0/10,0 80/100 28 59 85 78 1 0301013007 6137 - 16,0/20,0 160/200 39 80 124 116 1 n R Ød o 10.1.2 MONTAGGIO DELLE GUAINE IN GOMMA La guaina in gomma deve essere sistemata sopra la testa dell’ancorante. L’ancorante di sollevamento si può inserire con la guaina in gomma anche dall’alto, direttamente nel calcestruzzo fresco (con lavorabilità ≥ S4). RIMOZIONE DELLE GUAINE IN GOMMA Le guaine in gomma sono dotate di due fori. Per estrarre la guaina dal calcestruzzo indurito, nei fori vengono inserite barre di rinforzo. La guaina viene quindi estratta facendo leva. 101 10 102 10.2 GUAINA CONICA IN ACCIAIO PER TUBI La guaina in acciaio per tubi con cono interno è dimensionata in modo da garantire il fissaggio corretto degli ancoranti di sollevamento a testa sferica. La testa dell’ancorante di sollevamento e la piastrina di acciaio con fori a filettatura interna per il fissaggio allo stampo devono essere sistemate tra i due semiconi interni. Così assemblato, il cono interno viene quindi inserito nella guaina in acciaio. La guaina in acciaio può essere fissata al cassero con una vite standard. Le misure del filetto sono riportate nella tabella. Se si usa un cassero d’acciaio, la guaina può anche essere fissata a un coperchio di chiusura. In questo caso, il vantaggio è che la guaina può essere estratta prima della rimozione dello stampo. Guaina conica in acciaio per tubi Codice Articolo Gruppo di portata kN s mm d R M mm (±1) mm (±1) mm (±1) Conf. pezzi 0301063001 6144 - 1,0/1,3 10/13 10 11 30 8 1 0301063002 6144 - 1,5/2,5 15/25 11 15 37 10 1 0301063003 6144 - 3,0/5,0 30/50 15 21 47 12 1 0301063005 6144 - 6,0/7,5 60/75 15 25 59 16 1 0301063007 6144 - 8,0/10,0 80/100 15 29 59 16 1 0301063005 6144 - 12,0/15,0 120/150 15 36 80 16 1 0301063007 6144 - 16,0/20,0 160/200 15 41 80 16 1 M R s Ød R-SYSTEM 10.3 GUAINA CONICA IN ACCIAIO CON RIDUTTORE IN GOMMA Talvolta è necessario liberare l’ancorante di sollevamento a testa sferica da una guaina non accessibile. Ciò avviene quando un elemento prefabbricato deve essere capovolto dopo la rimozione dello stampo. In questo caso, gli ancoranti a testa sferica sono utilizzabili soltanto dopo aver concluso le operazioni di ribaltamento. A questo scopo, o per usi simili, è necessaria una guaina in acciaio con riduttore in gomma. L’ancorante di sollevamento a testa sferica viene sistemato con la testa nella cavità interna alla guaina e bloccato in posizione da un riduttore in gomma. Se la guaina in acciaio viene usata per il montaggio in orizzontale di un ancorante di sollevamento, si devono prendere misure per evitare che l’ancorante di sollevamento si sganci inavvertitamente durante la vibrazione (per esempio, fissando l’ancorante all’armatura o bloccandolo con distanziatori). Guaina in acciaio circolare Codice Articolo Gruppo di portata kN s mm R mm (±1) M mm (±1) Conf. pezzi 0301019001 6150 - 1,0/1,3 10/13 10 30 8 1 0301019002 6150 - 1,5/2,5 15/25 11 37 12 1 0301019003 6150 - 3,0/5,0 30/50 15 47 12 1 Riduttore in neoprene per guaina in acciaio Ø Codice Articolo Portata kN Diametro interno mm (±1) Conf. pezzi 0301003001 6151 - 1,0/1,3 10/13 10 100 0301003002 6151 - 1,5/2,5 15/25 14 100 0301003003 6151 - 3,0/5,0 30/50 20 100 103 10 104 10.4 GUAINE A PERDERE In alcuni casi, per il posizionamento degli ancoranti, può risultare più conveniente l’utilizzo delle guaine a perdere. A 10.4.1 GUAINE A PERDERE NORMALI (ART. 6101) Le guaine a perdere, di forma semi sferica, sono adatte per tutti i tipi di elementi prefabbricati. Sono particolarmente apprezzate per il risultato pratico (pulizia dell’incavo). Il coperchio in dotazione può essere riutilizzato per la chiusura degli incavi a vista dei pilastri. Sono disponibili in due versioni e utilizzabili per ancoranti da 25, 40, 50 kN. B Guaine a perdere Codice Articolo Portata kN Diametro incavo A mm (±1) Diametro foro B mm (±1) Conf. pezzi 0301085001 6101 - 1,5/2,5 25 79 16 200 0301085002 6101 - 3,0/5,0 50 99 22 150 0301085003 6101 - 7,5 75 119 27 100 0301085004 6101 - 10,0 100 119 30 100 A 10.4.2 GUAINE A PERDERE RS (ART. 6100) C Le guaine a perdere RS hanno una particolare forma semisferica a due raggi e sono adatte ai pannelli prefabbricati che devono essere ribaltati al momento dello scassero (lato ribaltamento). Sono disponibili in due versioni per ancoranti da ribaltamento (Art. 6003 RS); il coperchio è riutilizzabile. D Guaine a perdere R-System Codice Articolo Portata kN Diametro incavo A mm (±1) Diametro incavo B mm (±1) Diametro foro CxD mm (±1) Conf. pezzi 0301084001 6100 - 1,5/2,5 RS 25 85 79 21x16 200 0301084002 6100 - 3,0/5,0 RS 50 100 99 28x22 150 B Le guaine a perdere sono state studiate per facilitare l’utilizzatore. Si consiglia di montare il coperchio sulla calotta sferica, tenendo ferma la guaina con una mano; premere con la testa dell’ancorante in posizione obliqua, sulle alette preposte nella parte sferica. Quando la testa dell’ancorante avrà oltrepassato il foro di ingresso, verificare che le alette siano tornate elasticamente nella posizione originale. Se così non fosse, basterà ritrarre leggermente l’ancorante e si otterrà il ritorno delle alette. Per bloccare la testa dell’ancorante, basterà premere con forza contro il coperchio. Nel caso delle guaine a perdere per il ribaltamento, inserire il nasello nella sede preposta della guaina. Con le guaine a perdere è possibile l’inserimento degli ancoranti direttamente nel calcestruzzo fresco (con lavorabilità ≥ S4). 10.4.4 RIMOZIONE DEL COPERCHIO DELLE GUAINE A PERDERE Il coperchio è stato progettato per trattenere saldamente gli ancoranti nella loro sede; è consigliabile il suo utilizzo anche per la chiusura estetica degli ancoranti a vista (per esempio nei pilastri). L’estradosso del coperchio presenta una scanalatura; per rimuovere il coperchio allo scassero, basta far leva con un cacciavite, o un altro perno piatto e rigido, nella sede predisposta. R-SYSTEM 10.4.3 MONTAGGIO DELLE GUAINE A PERDERE 105 10 106 11 ISTRUZIONI OPERATIVE PER LA TESTA SFERICA UNIVERSALE La testa sferica universale deve essere usata come esposto nelle presenti istruzioni operative insieme alle istruzioni di montaggio. Il sistema completo è certificato solo se composto dalla testa sferica universale e dagli ancoranti di sollevamento a testa sferica R-System; non è ammesso un uso diverso (per esempio, con ancoranti non originali R-System). La testa sferica universale è comandata manualmente e viene fornita nelle versioni riportate nella seguente tabella. b t a c 12-20T Gruppo di portata e marchiatura CE g l m 1A N° di lotto h Testa sferica universale Codice Articolo Gruppo di portata kN a mm b mm c mm g mm h mm l mm m mm t mm Conf. pezzi 0301004012 6102 - 1,0/1,3 10/13 44 74 20 70 11,5 ± 0,5 192 6,5 12 1 0301004013 6102 - 1,5/2,5 15/25 56 88 25 85 16 ± 0,5 233 9 14 1 0301004010 6102 - 3,0/5,0 30/50 68 118 37 88 21,75 ± 0,75 283 10 16 1 0301004014 6102 - 6,0/10,0 60/100 82 160 50 112 30 ± 1 397 14 26 1 0301004015 6102 - 12,0/20,0 120/200 113 191 75 135 42,5 ± 1,5 522 21 30 1 SFERICA UNIVERSALE R-SYSTEM 11.1 MARCATURA DI IDENTIFICAZIONE DELLA TESTA Logo Prodottore (Ruredil) Ogni testa sferica universale è identificata dalla marcatura. La parte frontale della chiusura di sicurezza è contraddistinta dal nome del produttore; sulla parte posteriore sono indicati la portata e il simbolo di funzionamento. La sfera è contrassegnata dal gruppo di carico, dal numero di serie o lotto identificativo. La testa sferica universale può essere usata con tutti gli ancoranti di sollevamento R-System riportati in questo volume. 0T 12-2 Gruppo di portata 11.2 CONTROLLO PERIODICO DELLA TESTA SFERICA UNIVERSALE c L’utilizzatore è responsabile affinché le teste sferiche universali siano utilizzate soltanto dopo essere state adeguatamente controllate. L’utilizzatore deve garantire un controllo annuale delle teste sferiche universali da parte di personale dipendente qualificato, che annoterà i dati su appositi registri. È molto importante che sia rilevata non solo qualsiasi forma di danno, ma anche il livello di usura. Se i valori limite riportati nella tabella vengono superati nel caso di “h”, o sono inferiori nel caso di “m” e di “c”, la testa sferica universale deve essere immediatamente sostituita. 12-20T m h Gruppo di portata kN Misure massime h mm Misure minime m mm Misure minime c mm 1,0/1,3 13,0 5,5 14,0 1,5/2,5 18,0 6,0 17,5 3,0/5,0 25,0 8,0 28,0 6,0/10,0 32,0 12,0 36,0 12,0/20,0 46,0 18,0 56,0 107 10 108 11.3 FUNZIONAMENTO DELLA TESTA SFERICA UNIVERSALE In generale durante le operazioni si sollevamento e trasporto devono essere applicate le misure di sicurezza vigenti, soprattutto quelle relative all’uso di gru. Il personale incaricato dell’aggancio e dello sgancio degli ancoranti di sollevamento e degli accessori, deve essere opportunamente addestrato e informato delle disposizioni normative e delle prescrizioni contenute in questo manuale. Aggancio Per accoppiare la testa sferica universale con l’ancorante è necessario che le funi della gru non siano in tensione; inserire la sfera all’ancorante con l’apertura rivolta verso il basso (figura D). Il dente di innesto della sfera viene quindi ruotato verso il basso accertandosi sempre che la rotazione sia completa (figura A e figura B). Nel sollevamento con tiro inclinato o di ribaltamento la chiusura di sicurezza deve essere nella posizione corretta (figura A). Evitare operazioni di sollevamento con la chiusura di sicurezza in posizione opposta al tiro (figura C). Nelle fasi successive, grazie al contrappeso della chiusura di sicurezza, la sfera si mantiene sempre nella posizione corretta. Con la testa universale, qualsiasi movimento di ribaltamento, capovolgimento e rotazione è consentito e completamente sicuro. A B C D Sgancio Per sganciare l’ancorante è necessario rilasciare il carico e accertarsi che le funi non siano in tensione. Per sbloccare ruotare la sfera verso l’alto e estrarre la testa sferica (figura E). E R-SYSTEM Esempi di calcolo PANNELLO VERTICALE RIBALTAMENTO E SCASSERO 20 1. DATI A) calcestruzzo allo scassero, Rckj 15 N/mm2; B) calcestruzzo in fase di movimentazione, Rckj 30 N/mm2; C) sponde e separatori asportabili; D) peso proprio = 100 kN. 2. TIRO A) fase di scassero, con bilancino e ribaltamento; B) fase di movimentazione, funi inclinate a 45° sulla verticale. 800 250 3. SOLLEVATORI A) fase di scassero, carroponte su rotaie; B) fase di movimentazione, gru da prefabbricato su stabilizzatori. 4. DIMENSIONAMENTO FASE DI SCASSERO A) verifica azioni dinamiche r= ai x ad = 1x1,5 = 1,5 ≤ 1,5 (at) È verificata la condizione r ≤ at B) determinazione portata nominale Pn = PP = 100 kN = 50 kN 2 2 si adottano pertanto n. 2 ancoranti articolo 6003 - 5,0 RS 5. DIMENSIONAMENTO FASE DI MOVIMENTAZIONE A) verifica azioni dinamiche (rif. punto 2.3) r= ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 ( at) È verificata la condizione r ≤ at B) determinazione portata nominale Pn = PP = 100 kN = 50 kN 2 2 sono confermati gli ancoranti fase di scassero lato lungo; si adottano per la verticalizzazione, lato corto, n. 2 ancoranti articolo 6000 - 5,0 - 240. MOVIMENTAZIONE 250 800 20 ANCORANTE PER RIBALTAMENTO ART. 6003 - 5,0 - RS ANCORANTE A RISALTO ART . 6000 - 5,0 - 240 109 11 110 TRAVE C.A.P. SCASSERO E MOVIMENTAZIONE 1. DATI A) calcestruzzo allo scassero, Rckj 15 N/mm2; B) calcestruzzo in fase di movimentazione, Rckj 30 N/mm2; C) sponde e separatori asportabili; D) peso proprio PP = 100 kN. 2. TIRO A) fase di scassero, funi inclinate a 45° sulla verticale; B) fase di movimentazione, funi inclinate a 45° sulla verticale. 40 77 47 30 1000 70 3. SOLLEVATORI A) fase di scassero, carroponte su rotaie; B) fase di movimentazione, gru da prefabbricato su stabilizzatori. 4. DIMENSIONAMENTO FASE DI SCASSERO A) verifica azioni dinamiche r = ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 ( at) È verificata la condizione r ≤ at B) determinazione portata nominale Pn = PP = 100 kN = 50 kN 2 2 si adottano pertanto n. 2 ancoranti articolo 6000 - 5,0 - 240. 5. DIMENSIONAMENTO FASE DI MOVIMENTAZIONE A) verifica azioni dinamiche r = ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 ( at) È verificata la condizione r ≤ at B) determinazione portata nominale Pn = PP = 100 kN = 50 kN 2 2 sono confermati gli ancoranti della fase di scassero, n. 2 ancoranti articolo 6000 - 5,0 - 240. ANCORANTE A RISALTO ART . 6000 - 5,0 - 240 30 R-SYSTEM PANNELLO VERTICALE SCASSERO 1. DATI A) calcestruzzo allo scassero, Rckj 30 N/mm2; B) sponde e separatori asportabili; C) peso proprio PP = 44,3 kN. 2. TIRO A) fase di scassero, funi inclinate a 15° sulla verticale uguali e indipendenti; B) fase di movimentazione, funi convergenti con piastra a triangolo inclinate a 45° sulla verticale. 3. SOLLEVATORI A) fase di scassero, doppio carroponte su rotaie; B) fase di movimentazione, gru da prefabbricato su stabilizzatori. 1000 200 40 MOVIMENTAZIONE piastra a triangolo 4. DIMENSIONAMENTO FASE DI SCASSERO A) verifica azioni dinamiche r = ai x ad = 1,03x1,46 = 1,5 ≤ 1,5 (at) È verificata la condizione r ≤ at si assume B) determinazione portata nominale Pn = PP = 44,3 kN = 11 kN 4 4 si adottano pertanto n. 4 ancoranti articolo 6000 - 1,30 - 120 5. DIMENSIONAMENTO FASE DI MOVIMENTAZIONE A) verifica azioni dinamiche r = ai x ad = 1,3x1,15 = 1,5 ≤ 1,5 (γt) essendo verificata la condizione r ≤ at B) Determinazione portata nominale Pn = PP = 44,3 kN = 11 kN 4 4 sono confermati gli ancoranti articolo 6000 - 1,3 - 120. ANCORANTE A RISALTO ART. 6000 - 1.3 - 120 111 112 11 NOTE SISTEMI DI SOLLEVAMENTO ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Boccola Sistema di sollevamento a boccola filettata 113 114 4 Sistema a boccola Sistema di sollevamento a boccola filettata D 1 ESCRIZIONE CHE COS’È KDEL APTOR PRODOTTO ? Il sistema a boccola filettata offre la soluzione pratica e razionale al problema del sollevamento, trasporto e montaggio di strutture prefabbricate in C.A. È costituito dall’abbinamento di elementi a perdere (boccole) con elementi recuperabili (viti di sollevamento a funi flessibili). La portata nominale specificata nella Tab. 1 si riferisce al tiro assiale. Quando si adoperano funi con angolo di inclinazione sulla verticale è necessario applicare i coefficienti d’incremento in funzione dell’angolo _ così come specificato nella Tab. 2. A. Boccola È costituita da una barra di acciaio, tornita con filettatura interna a passo metrico e viene fornita zincata elettroliticamente con spessore ≥ 7 μ. All’estremità chiusa è praticato un foro passante per l’inserimento di una barra ad aderenza migliorata che ha la funzione di ancorare la boccola al calcestruzzo. Il coefficiente di sicurezza a rottura è ≥ 3. Codice Tipo (M) Tab. Ferri Feb 44 K(*) ø (mm) Aggiuntivi 0317011001 0317011002 0317011003 0317011004 0317011005 0317011006 M10 M12 M16 M20 M24 M30 6 8 10 12 14 16 600 800 1000 1200 1400 1600 Portata KN D (mm) + 0/- 0,2 D1 (mm) ± 0,2 L (mm) + 0,5/-1 L1 (mm) ±1 5 10 20 30 40 50 14 20 25 30 35 42 8 11 13 15 19 21 50 60 70 80 95 105 20 30 30 35 40 40 L (mm) (*) Per Cls con Rckj ≥20 N/mm2 - Materiale: 11 S Mn Pb 37/S355J243 L2 Conf. (mm) (Nr pezzi) ± 0,5/-1 40 43 52 58 65 71 300 100 100 50 50 25 Tab. 1 Codice Tipo Portata Fune KN A (mm) + 4%/- 1% B (mm) circa (mm) circa 0317030010 0317030020 0317030030 0317030040 0317030050 0317030060 M10 M12 M16 M20 M24 M30 5 10 20 30 40 50 8 10 10 12 14 16 380 400 400 470 520 570 140 140 140 155 180 200 C. Tappi per boccole Tappi a tenuta che, inseriti nel foro della parte filettata della boccola, impediscono a corpi estranei di intasare la parte destinata all’avvitamento. Vanno predisposti prima del getto. Codice Tipo Descrizione articolo 0317030010 0317030020 0317030030 0317030040 0317030050 0317030060 Tappi per boccole M10 Tappi per boccole M12 Tappi per boccole M16 Tappi per boccole M20 Tappi per boccole M24 Tappi per boccole M30 ø (mm) Confezioni + 0,5 (Nr pezzi) 8,5 10,5 14 17,5 21 27 100 100 100 100 100 100 BOCCOLA FILETTATA B. Vite a fune flessibile La fune è costituita da fili d’acciaio armonico, formanti la fune disposta ad asola, con resistenza a trazione non inferiore a 1600 N/mm2. Il coefficiente di sicurezza, in considerazione degli impieghi ripetuti si assume ≥5 rispetto alla rottura. 115 116 6 Sistema a boccola Sistema di collegamento a boccola filettata APPLICAZIONI TIPO Travi, pilastri, tegole e pareti; velette; manufatti speciali. RACCOMANDAZIONI PER IL SOLLEVAMENTO E LA MOVIMENTAZIONE CON IL SISTEMA A BOCCOLA FILETTATA RUREDIL 1. Avvitamento Il perno filettato inserito nella vite a fune flessibile deve essere completamente avvitato nella boccola; se ciò non avviene, la boccola subisce sollecitazioni combinate non previste nel suo dimensionamento. Qualora, a causa di utilizzo errato (es. tiro inclinato e avvitamento incompleto delle viti nelle boccole) il perno filettato risultasse piegato, si prescrive la sostituzione immediata della vite a fune flessibile. 2. Fune flessibile È vietato l’utilizzo di funi che si presentino anche soltanto parzialmente sfilacciate. Non utilizzare la vite a fune flessibile cui sia stata asportata la redance che ha lo scopo di evitare alla fune curvature incompatibili con il materiale con cui è stata realizzata. 3. Angolo di inclinazione _ delle funi di sollevamento In una sospensione a 2 funi accertarsi che l’angolo di sollevamento sulla verticale di tiro non sia > 45°. Nel caso di sollevamento con tiri inclinati è necessario assumere dei coefficienti “K” di incremento del tiro in funzione dell’angolo di inclinazione _ delle fun rispetto alla verticale (vedi tab. 2). _ ≤ 15° ≤ 30° ≤ 45° 1,1 1,1 1,7 2 Coefficienti di incremento del tiro “K” in funzione dell’angolo di inclinazione ( _ ) delle funi sulla verticale. 4. Posizionamento delle boccole Si raccomanda, per posizionare le boccole nel manufatto, di non ricorrere assolutamente alla saldatura. La saldatura dà luogo ad un trattamento termico che riduce in maniera sostanziale le caratteristiche di resistenza del materiale. Le boccole devono risultare perpendicolari alla superficie del manufatto, verificando che il calcestruzzo non impedisca il completo avvitamento della vite a fune flessibile sulla boccola. (*) Ferro aggiuntivo SISTEMI PER PANNELLI A TAGLIO TERMICO ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Konnektor ® Sistema per pannelli a taglio termico 117 118 118 11 18 Konnektor Sistema S istema p per er p pannelli annelli a ta taglio aglio ttermico ermico CHE COS’È KONNEKTOR? Konnektor® è un sistema brevettato che utilizza dispositivi di sostegno e di connessione tra due strati in c.a. liberamente dilatabili, per realizzare pannelli in calcestruzzo a taglio termico e taglio strutturale. Pannello a taglio termico. Pannello a taglio termico con strato portante alleggerito. Pannello a taglio termico ventilato. I dispositivi di collegamento tra i due strati sono progettati per consentire la realizzazione di pannelli senza limite di dimensione. Konnektor® consente la produzione di pannelli a taglio termico di varia natura, alleggeriti, aerati e ventilati. DISPOSITIVI DI SOSTEGNO I sostegni, vincolati allo strato portante, sostengono il peso dello strato portato in modo isostatico, senza impedire le dilatazioni/contrazioni termiche dello strato appeso. Sono realizzati con un perno Ø 40 mm in acciaio zincato, che si ancora nello strato portante e sostiene il carico dello strato appeso. Alla base di tali sostegni, opportunamente sagomati, è applicato un profilato metallico (di seguito chiamato guida) che ha la funzione di ripartire il carico e di fissarsi alla rete di armatura dello strato appeso, tenendo il sostegno nella posizione corretta durante la fase di getto (Fig. 1). Fig. 1 Il sostegno viene fissato alla rete di armatura dello strato appeso. Specie per i pannelli verticali, i quali, una volta basculati, scaricano sul solo sostegno fisso tutto il peso dello strato esterno, occorre poter sfruttare al massimo la portata del sostegno, andando quindi a ridurre fino a 1 cm. Utilizzando di norma isolanti di spessore superiore a 4 cm, occorre sempre operare una riduzione come mostrato nelle figure 2 e 3, a seconda che ci si trovi in assenza o presenza di armature. spessore isolante s (cm) 10 15 20 25 30 1 19 29 38 48 48 2 14 22 29 36 36 3 12 18 24 30 30 4 10 15 20 25 25 KONNEKTOR EKTOR PN = PORTATA NOMINALE SOSTEGNO (KN) Quando la guida si riempie di calcestruzzo, si realizza una cerniera (sostegno fisso); la guida libera, dotata di opportuna spugna, costituisce un carrello che si può spostare fino a 8 mm (sostegno scorrevole). Il profilo che funge da guida al sostegno scorrevole è rivestito internamente in teflon, materiale che permette di annullare gli attriti interni, garantendo in ogni situazione gli scorrimenti tra gli strati. In corrispondenza del perno occorre ridurre lo spessore dell’isolante, ricavando un cilindro di almeno 12 cm di diametro entro cui è posizionata la molla di frettaggio. Come riassunto in tabella 1, lo spessore di isolante nell’area intorno al sostegno può essere al massimo di 4 cm, compatibilmente alla portata necessaria e alla resistenza del calcestruzzo. Rckj (N/mmq) Tab. 1 ≥ 50 cm ≥ 12 cm max 10 s ≥6 Fig. 2 ≥ 15 cm Nelle fasi di sformatura, stoccaggio e trasporto, tutti i pannelli sono sempre considerati orizzontali; proprio nella fase di sformatura, caratterizzata da una ridotta resistenza del calcestruzzo, occorre stabilire il numero di sostegni e lo spessore dell’isolante in corrispondenza ad ogni sostegno. Il numero di sostegni viene stabilito in funzione del peso da sostenere e quindi dalle dimensioni del pannello e dallo spessore dello strato appeso. In figura 4 si riassumono indicativamente i casi che possiamo riscontrare. Fig. 3 Fig. 2 e 3 Riduzione dell’isolante in corrispondenza dei sostegni. La riduzione dell’isolante, ed eventualmente dell’alleggerimento, deve essere tale da consentire il completo sviluppo del carico di diffusione a 45° nello strato portante a partire dal piatto della molla di frettaggio, con l’eccezione dei casi in cui il sostegno ricada in un cordolo armato. Fig. 4 In un pannello di ridotte dimensioni il solo sostegno fisso deve essere esattamente baricentrico. Per evitare effetti torsionali in fase di movimentazione, è opportuno aggiungere ad un’estremità una doppia forcina incrociata o utilizzare le connessioni continue. In pannelli con due sostegni, questi vengono posizionati in corrispondenza di cordoli trasversali a una distanza dal bordo compresa tra 0,2 e 0,25 L. In pannelli orizzontali lunghi il sostegno fisso viene previsto baricentrico e i due scorrevoli sono disposti a una distanza dal bordo compresa tra 0,1 e 0,25 L. È consigliabile, in caso di pannelli verticali, posizionare F alla base o in testa. 119 120 120 12 20 Konnektor DISPOSITIVI DI CONNESSIONE Si prevede di dare una tipologia di connessioni perimetrali che viene posta in opera dopo la posa dell’isolante (C10 e Forcine) e una seconda tipologia, alternativa alla precedente, che viene posta in opera prima del getto dello strato appeso, simultaneamente ai dispositivi di sostegno (connessioni continue). La scelta viene fatta in funzione del metodo produttivo e del tempo di presa del calcestruzzo. Tutte le tipologie di connessioni perimetrali sono in acciaio inox ed evitano che lo strato portante si distacchi da quello portato, lasciandoli al contempo liberi e indipendenti di dilatarsi o contrarsi. Quando il pannello viene prodotto su tavoli ribaltabili le connessioni tengono collegati i 2 strati nelle movimentazioni delle fasi di stoccaggio, trasporto e montaggio, resistendo in opera alla depressione del vento. Se invece il pannello viene prodotto su pianali fissi, alle connessioni è affidato anche il peso diretto dello strato portato nella fase di ribaltamento. Volendo utilizzare il metodo tradizionale, inserendo le connessioni dopo la posa dell’isolante (Fig. 5), la portata nominale dei connettori C10 e Forcine è in funzione della resistenza del calcestruzzo ed è riportata nella tabella 2. A differenza delle forcine, i C10 sono stati realizzati con funi di acciaio inox composte da fili di piccolissimo diametro, che si piegano senza snervarsi ancorandosi efficacemente nel calcestruzzo fresco. Nelle figure seguenti viene mostrata la procedura di inserimento dei C10. Per prima cosa il connettore C10 viene accoppiato al distanziatore di polistirolo, la cui altezza viene determinata in funzione dello spessore dell’isolante per garantire una distanza fissa di 10 cm tra i due ancoraggi. Successivamente le due estremità della fune vengono piegate manualmente. I connettori C10 consentono uno spostamento relativo tra i due strati di circa 1 cm. Le forcine vengono più semplicemente spinte nell’isolante dall’alto, fino ad arrivare sul fondo del cassero o allo strato di finitura esterna. PORTATA NOMINALE CONNETTORI m2 sostenibili Cls Rcj (N/mm2) sostenibile kN ≥ 10 1,50 per spessore per spessore 6 cm 7 cm 0,86 1,00 ≥ 15 2,25 1,50 1,30 ≥ 20 3,00 2,00 1,72 ≥ 25 3,75 2,50 2,15 ≥ 30 4,50 3,00 2,60 Tab. 2 Connettore C10 Fig. 5 Il tubolare di polistirolo funge da dima per dare l’esatta penetrazione dei 2 terminali della fune nel calcestruzzo. PANNELLO IN GRANIGLIA FASE 1 distanziatore H30 mm distanziatore rete elettrosaldata rete elettrosaldata graniglia Fig. 6A Per svincolare la produzione dai tempi di presa del calcestruzzo garantendo lo scassero del giorno successivo, si possono utilizzare connessioni continue a “C” e “zigrinata”. Sono elementi di 2 metri di lunghezza, in acciaio inox, tali da mantenere elevata la duttilità, come viene certificato da prove in laboratorio effettuate presso l’ITC - CNR di Milano. Si prevede di avere una connessione ogni 50 cm su tutto il perimetro ed eventualmente nel cordolo centrale per pannelli di larghezza superiore a 2,50 metri. Le connessioni vengono posizionate fissandole alla rete elettrosaldata dello strato appeso (vedi sequenza di getto Figg. 6). La scelta del tipo di connessione continua da utilizzare viene dettata dalla tipologia di armatura o dalla sagoma della sponda del cassero; il loro comportamento ai fini dello scassero è comunque lo stesso. FASE E2 Fig.6B FASE E4 Fig.6D Fig. 6A PANNELLO GRIGIO 1. Disposizione della rete elettrosaldata con distanziatore da 3 cm. 2. Posa sopra la rete elettrosaldata e fissaggio di almeno n.2 staffe delle connessioni zigrinate. PANNELLO LAVATO 1. Getto di 3 cm di graniglia . 2. Staggiatura della graniglia. 3. Posa sopra la rete elettrosaldata e fissaggio di almeno n.2 staffe delle connessioni zigrinate. Fig. 6B Completamento del getto dello strato portato. Fig. 6C Disposizione dello strato di materiale isolante in doppio strato o interponendo, tra lo strato portante e l’isolante, un foglio di polietilene. Fig. 6D Disposizione delle armature e del materiale di alleggerimento. Fig. 6E Getto dello strato portante. FASE 3 Fig. 6C FASE 5 Fig. 6E KONNEKTOR EKTOR PANNELLO GRIGIO 121 122 122 12 22 Konnektor Criteri di progettazione Per stabilire il numero e il tipo di connessioni, in fase di progettazione si fa riferimento a un programma di calcolo (Fig. 7), certificato ICMQ, che viene fornito gratuitamente e che consente, inoltre, la verifica della trasmittanza in funzione delle normative vigenti. PROGETTAZIONE DEI SOSTEGNI Nei pannelli orizzontali, il numero dei sostegni è deciso dal peso dello strato portante e dalla resistenza del calcestruzzo all’atto dello sformo (v. Tab. 1). I pannelli verticali sono scasserati, stoccati e trasportati come fossero pannelli orizzontali, ripartendo cioè il peso dello strato portato su tutti i sostegni. Quando al montaggio, viene ruotato di 90° per portarlo in verticale, tutto il peso dello strato portato finisce sul solo sostegno fisso che, ancorato in uno strato portante, ha ormai raggiunto la sua resistenza finale. Il sostegno viene inserito in un volume di calcestruzzo di lato ≥ 15 cm, in una posizione coincidente con una nervatura. Se in opera il sostegno non si inserisce in una nervatura sulla sua verticale (come spesso succede nei pannelli verticali), occorre predisporre un’armatura del volume del calcestruzzo costituita da 2 staffe verticali Ø 14 (Fig. 8). Per pannelli verticali molto alti può essere necessario accostare in un unico cordolo trasversale 2 sostegni fissi, avendo cura di tenerli distanziati almeno 50 cm. A volte, per esempio quando ci sono dei portoncini inseriti nel pannello, il collegamento di estremità tra i due strati si può considerare punto fisso e sarà possibile mettere un solo sostegno scorrevole. PROGETTAZIONE DEI DISPOSITIVI CONNETTORIDI CONNESSIONE La frequenza dei connettori è ricavabile dalla tabella 2. Di questi, la frequenza dei connettori C10 può essere determinata assumendo la resistenza caratteristica del calcestruzzo a maturazione avvenuta, e interponendo tra 2 connettori C10 una forcina. Destinata nel pannello in opera a snervarsi per le dilatazioni, sarà comunque molto utile nelle fasi iniziali di movimentazione con un calcestruzzo di ridotta resistenza. Altre forcine vengono posizionate in corrispondenza di ancoranti per ribaltamento, o spigoli conseguenti alla presenza di aperture o di risalti nel pannello, che nella fase di sformo sono i punti più sollecitati. Le forcine H160 servono per spessori di isolante fino a 6 cm; per spes- Fig. 7 Pagina tratta da software di calcolo con “Ruredil Konnektor” Fig. 8 Armatura di rinforzo ai sostegni in assenza di cordolo longitudinale di armatura. KONNEKTOR EKTOR Konnektor Prestazioni P restazioni termiche termiche sori superiori, fino a 10 cm, sono necessarie le forcine H200. Riguardo la progettazione delle connessioni continue sarà sufficiente calcolare il perimetro del pannello ed eventualmente la presenza di aperture, per ricavare i metri lineari di connessione necessari. In questo caso non sono necessari rinforzi in corrispondenza degli ancoranti. Per spessori di isolante da 8 a 10 cm si devono utilizzare le connessioni zigrinate H200. A titolo di esempio riportiamo a seguire due situazioni: Posizionamento dei sostegni e delle connessioni zigrinate nel pannello. CALCOLO DELLA TRASMITTANZA TERMICA DEI PANNELLI Considerazioni La normativa di riferimento per il calcolo della trasmittanza dei componenti per edilizia è la UNI EN ISO 6946:2008. Questo metodo di calcolo semplificato è implementato nel software di sistema che fornisce anche un metodo alternativo, qualora siano superati i limiti di applicabilità del metodo semplificato. Il sistema Konnektor non richiede particolare resistenza a compressione dell’isolante se non quella necessaria per resistere alla spinta del vento. È consentito quindi utilizzare anche gli isolanti più economici (se l’isolante è polistirene, con EPS ≥ 70). È sempre consigliato utilizzare l’isolante in doppia lastra sovrapposta per diminuire gli attriti tra i due strati dovuti alle dilatazioni e, nello stesso tempo, per chiudere i ponti termici tra lastre accostate. Il vantaggio del taglio strutturale è quello di evitare, in presenza di differenti temperature degli strati, che il pannello si deformi incurvandosi. (Fig. 9) Quando richiesto il controllo igrometrico deve verificare che non si formi una condensa all’interno del pannello, per la quale potrebbe essere necessaria una barriera a vapore. I pannelli ventilati eliminano in inverno le condense interne, lasciando la parete traspirante, e d’estate non permettono che l’irraggiamento solare aumenti la temperatura interna. Pannello a taglio termico e taglio strutturale Pannello con ponti termici passanti Fig. 9 Il pannello senza taglio strutturale assume a ciclo giornaliero delle curvature spesso non accettabili, mentre quello a taglio strutturale non è soggetto a tali problematiche. 123 124 12 124 24 Konnektor Fasi operative 1 2 3 5 6 7 8 9 1 Una volta approntato il cassero si posa la rete Ø 5/15 dello strato portato (es. 6 cm) su distanziatori da 3 cm (o, eventualmente, sullo strato di graniglia già gettato). I sostegni vanno posti in verticale e fissati alla rete utilizzando due ferri aggiuntivi Ø 8 lunghi almeno 25 cm da inserire negli appositi fori della guida. La guida deve essere sempre parallela al lato più lungo del pannello, indistintamente per pannelli orizzontali e verticali e per ogni tipo di sostegno. Anche le connessioni a C e zigrinate, vengono in questa fase legate alla rete lungo tutto il perimetro del pannello. 4 10 5 Nel caso non vengano impiegate le connessioni continue si devono inserire, in questa fase, i connettori C10 e le forcine previste. Tra le operazioni 3 e 5, utilizzando i connettori C10 e le forcine, il calcestruzzo non deve iniziare la presa. 6 Si posa l’eventuale isolante di alleggerimento. Si posa la rete dello strato portante. Si completa il getto di calcestruzzo superiore, avendo cura di vibrare ad ago o tramite vibrofinitrice, effettuando poi la staggiatura finale. 2 Si getta lo strato portato fino al profilo superiore della guida, che si troverà così a 6 cm. Se lo spessore dello strato appeso è superiore a 6 cm i distanziatori per la rete elettrosaldata andranno scelti di conseguenza (esempio 7 cm = distanziatore da 4 cm). 7 Scassero. Per pannelli di lunghezza superiore a 8 metri si consiglia il ribaltamento tramite 4 ancoranti. 8 Stoccaggio. 3 Si posiziona l’isolante in doppio strato o interponendo, tra lo strato portante e l’isolante, un foglio di polietilene su tutta la superficie, realizzando gli opportuni fori e riduzioni in corrispondenza dei sostegni. Se richiesto, viene posata la barriera al vapore sullo strato di isolante. 4 Si allestisce la gabbia d’armatura completa di ancoranti di sollevamento. Per velocizzare le operazioni occorre preconfezionare la gabbia d’armatura (meglio se con l’ancorante già posizionato). 9 Trasporto. 10 Montaggio. Nelle fasi 8, 9, 10 i pannelli devono essere appoggiati sul solo strato portante. Descrizione articoli 1 SOSTEGNI (FISSO E SCORREVOLE) Ø 72 Codice Ø 120 Ø 40 0318002001 0318003001 Articolo Conf. Sostegno Fisso 6 pezzi Sostegno Scorrevole 6 pezzi 165 Materiali: A: SOSTEGNO FISSO - perno Ø 40 mm ST 52.3 zincato - profilo: Fe 37 zincato - molla: C70 zincato - zincatura elettrolitica Norma UNI-ISO 2081 B: SOSTEGNO SCORREVOLE - riempimento in spugna sintetica - PROFILO: Fe 37 con rivestimento interno in Teflon 14,5 35 Ø9 7,5 35 25 120 50 2 DISTANZIATORE Codice 0318051001 0318051002 0318051003 H Articolo Conf. Distanziatore H 40 Distanziatore H 60 Distanziatore H 20 500 pezzi 500 pezzi 500 pezzi Materiali: - polistirolo d ≥ 25 kg/m3 misure a richiesta H = 20 / 40 / 60 Distanziatore in polistirolo 3 CONNETTORE C10 Codice 0318052001 Conf. Connettore C10 500 pezzi Materiali: - fune AISI 316 Ø 3 mm - tubolare in nylon + fibra di vetro 220 60 110 50 Connettore C10 Articolo KONNEKTOR Konnektor 125 Konnektor Descrizione articoli 4 FORCINA Codice Articolo 0318004001 Forcina H 160 0318031001 Forcina H 200 Conf. 500 pezzi 500 pezzi 200 Materiali: - acciaio inox 160 126 126 126 2,8 2,8 Forcina H 160 Forcina H 200 5 CONNESSIONI CONTINUE Codice 238 500 500 238 0 198 238 500 Connessione a “C” 500 500 238 0 198 Connessione zigrinata 200 Conf. 0318055001 Connessione a C 40 metri 0318054002 Connessione zigrinata H 200 40 metri Materiali: - acciaio inox 500 180 Articolo SISTEMA DI SICUREZZA 127 ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Sistema anticaduta a rapido innesto 128 128 Sistema anticaduta a rapido innesto Rurefast è il sistema sviluppato e brevettato da Ruredil in ottemperanza alla norma UNI EN 795/02. Rurefast è costituito da semplici, efficaci e pratici inserti in plastica da annegare nel getto, che costituiscono il supporto della linea salvavita da installare al momento del montaggio della struttura, facilmente e in massima sicurezza. Il sistema Rurefast ha ottenuto il marchio nel 1996 (n° I/Ist. Masini/073/96) e successivamente è stato integrato con altri accessori migliorativi (Rurefast 2), nel 1999 (n° 0068/ETI-DPI/033-99). certificato Oggi, con Rurefast3, certificato nel mese di luglio 2005, il sistema diventa più semplice e pratico grazie alla fune sintetica e al puntone. Le direttive europee in materia di salute e sicurezza sul lavoro hanno posto nuove problematiche che il mondo della prefabbricazione ha dovuto affrontare con soluzioni non sempre ottimali e, spesso, non corrispondenti alle disposizioni di legge. Dal 1996, con l’introduzione della D. Lgs. 494/96, l’attuazione delle prescrizioni minime in materia di sicurezza durante le fasi di montaggio di manufatti prefabbricati in quota è un onere dovuto e non più una libera interpretazione. Rurefast3 rappresenta il sistema di sicurezza per prevenire le cadute dall’alto, durante il montaggio di strutture prefabbricate, più efficace e diffuso in Italia. Rurefast3 è composto da un elemento a perdere da annegare nel calcestruzzo (Boccola 100) e da elementi recuperabili da assemblare al montaggio. La linea orizzontale flessibile si realizza collegando le aste ai puntoni e tendendo manualmente la speciale fune sintetica. È un dispositivo anticaduta da impiegare su linee orizzontali flessibili (classe C1) in accordo con la direttiva CEE 89/686, e rientra nel D.P.I. di III categoria. Riferimenti Legislativi Rurefast3: Brevettato da Ruredil, Rurefast3 è particolarmente indicato per i cantieri di montaggio di strutture prefabbricate, dove generalmente si monta la protezione prima della posa in opera del manufatto. dall’alto - Dispositivi di ancoraggio, esigenze e prove. Lgs. 475 del 04.12.1992 • D.Attuazione della direttiva CEE 89/686 “Dispositivi di Protezione Individuale”. UNI EN 795/02 • Protezione contro le cadute D. Lgs. 494/96 • Prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili. di conformità è stato • L’attestato rilasciato in data 30/06/05 con n° 0068/ETI-DPI/051-2005 dall’Istituto Ricerche M. Masini di Rho. La garanzia del dispositivo Rurefast3 presuppone l’utilizzo abbinato ed esclusivo di tutti i componenti del sistema. L’abbinamento, anche parziale, di componenti diversi non è ammesso. Attestato di conformità Rurefast3 1.1 PRINCIPI DI PROGETTAZIONE Rurefast3 è un D.P.I. di terza categoria, progettato e fabbricato in ogni suo componente in modo che il montatore possa svolgere normalmente la propria attività secondo quanto disposto da UNI EN 363/93, punto 5.1. In particolare, è possibile realizzare la linea di sicurezza senza le riduzioni di pedonabilità dovute ai tiranti (funi di contrasto). Rurefast3 integra il sistema Rurefast estendendone l’impiego e, grazie alla fune sintetica, facilita la messa in tensione e il montaggio della linea stessa. 1.2 INNOCUITÀ Tutti i componenti del D.P.I. sono stati progettati in modo da non provocare alcun fattore di rischio autogeno da contatto. I materiali utilizzati garantiscono la massima efficacia. 1.3 FATTORI DI COMFORT ED EFFICACIA Il D.P.I. è progettato per poter essere utilizzato con il massimo comfort. La linea di ancoraggio flessibile, alla quale il montatore può agganciarsi a mezzo di connettore, cordino e imbracatura (EN 363/93), grazie alle aste si pone a 1 m rispetto al piano di calpestio; a quest’altezza si possono, senza pericolo e in massimo comfort, agganciare persone di ogni altezza. Come specificato al punto 1.2, si sono utilizzati materiali con elevate prestazioni, grado diTRASMITTANZA contenere al massimo le dimensioni e quindi i pesi ALCOLOinDELLA TERMICA DEI PANNELLI dei particolari componenti senza inficiare sulla solidità del D.P.I. I particolari componenti del D.P.I. sono stati studiati per un uso simultaneo. C RUREFAST3 1 Requisiti essenziali di salute e sicurezza 129 129 130 130 2 Requisiti supplementari 2.1 D.P.I. DOTATI DI COMPONENTI REGOLABILI O AMOVIBILI DA PARTE DELL’UTILIZZATORE Tutti i componenti del D.P.I. sono studiati per essere facilmente regolabili, montati e smontati con semplici operazioni manuali. 2.2 D.P.I. SOGGETTI A INVECCHIAMENTO Essendo tutti i componenti del D.P.I. sottoposti a cicli di fatica, si prescrive la loro sostituzione ogni 5 anni dalla data di produzione e/o inizio di utilizzo ed è compito dell’utilizzatore tenere aggiornato l’elenco degli accessori in dotazione e prevedere la sostituzione degli stessi entro il limite previsto. La data di produzione è impressa chiaramente sugli accessori del D.P.I. La manutenzione a verifica dei componenti del D.P.I. è a carico dell’utilizzatore ed è descritta nella nota informativa. 2.3 D.P.I. D’INTERVENTO IN SITUAZIONI ESTREME PERICOLOSE Il D.P.I. necessita di regolazioni (per esempio, la tensione della fune orizzontale); le prescrizioni sono demandate al Progettista della Sicurezza. L’utilizzatore finale deve essere debitamente informato. Per il programma di calcolo della configurazione della linea anticaduta Rurefast3, vedere pag. 137. 2.4 D.P.I. DOTATA DI COMPONENTI REGOLABILI O AMOVIBILI DA PARTE DELL’UTILIZZATORE Ogni regolazione e operazione di montaggio e smontaggio può essere realizzata facilmente a mano. 2.5 D.P.I. RACCORDABILI A UN ALTRO DISPOSITIVO COMPLEMENTARE ESTERNO AL D.P.I. Il D.P.I. Rurefast3 dispone di una linea di ancoraggio flessibile; l’utilizzatore può raccordarsi alla linea a mezzo di connettore, cordino e imbracatura, secondo UNI EN 363/93. RUREFAST3 3 Requisiti supplementari specifici per i rischi da prevenire 3.1 PREVENZIONE DELLE CADUTE DALL’ALTO Questo requisito è soddisfatto ampiamente dalle prove, superate e disposte dalla UNI EN 795/02 (c/o Istituto M. Masini di Rho). È necessario quindi che l’utilizzatore si agganci con un D.P.I. che soddisfi lo stesso requisito (un’imbracatura con cordino e connettore secondo UNI EN 363/93). Si precisano alcune caratteristiche proprie del sistema: a) Numero massimo di lavoratori collegabili Si prevede che su ciascuna linea di sicurezza non possa essere collegato più di un montatore. b) Esigenza di assorbitori di energia È fatto obbligo per l’utilizzatore agganciarsi alla linea anticaduta Rurefast3 con una imbracatura fornita di cordino con assorbitore o dissipatore di energia terminale in grado di attivarsi affinché non siano mai superati 6 kN di tiro istantaneo. L’assorbitore di energia dovrà e dovrà fornire le indicazioni circa l’allungamento essere marchiato previsto sotto il carico di 6 kN. L’allungamento dell’assorbitore dovrà essere dato dal fornitore dello stesso secondo la norma che prescrive che tale allungamento non superi 1,75 metri. L’effettivo allungamento del dissipatore deve essere tenuto in conto dal progettista della sicurezza. c) Requisiti relativi alla distanza dal suolo La distanza dal suolo dipende da un calcolo molto complesso che deve tenere conto dei seguenti fattori: Caduta libera ALCOLO DELLA TRASMITTANZA TERMICA DEI PANNELLI La massima caduta libera ammessa è di 4 m, ottenuta come somma della lunghezza del cordino (in cui è stata inclusa la lunghezza del dissipatore prima di essere attivato) e della freccia della linea sotto il carico di 6 kN. Il cordino normalizzato è di 200 cm, ma in commercio ci sono cordini da 150 cm e da 100 cm. Tirante d’aria La distanza tra l’estradosso dell’elemento su cui cammina l’uomo ed il punto più basso del suo corpo, quando cade, viene chiamata “tirante d’aria”. Si impone che la distanza tra l’attacco del cordino allungato alla imbracatura ed il terreno sia di 2,50 m, tenendo conto che si vuole per norma avere una sicurezza di 100 cm tra i piedi ed il terreno. Il progettista della sicurezza, calcolando la freccia sotto il carico di 6 kN, dovrà verificare che il tirante d’aria sia inferiore all’altezza dell’estradosso trave: H = f + lc + 6ld + 250 – 100 = f + lc + 6d + 150 ≤A La distanza dal suolo minima non potrà essere comunque inferiore a 4,50 m. d) Forza massima applicabile in corrispondenza degli ancoranti strutturali di estremità e intermedi Sulle aste terminali cui è applicata la fune di contrasto e il contrasto a terra, la forza assiale massima è di 15 kN. Per quanto riguarda invece gli ancoraggi intermedi, cioè le aste, la forza massima applicabile è di 6 kN. fune sintetica asta terminale f 100 •C • 13 131 31 )400 puntone Ic 6Id )175 tirante A= altezza estradosso d’aria struttura H 150 *100 Per facilitare i nostri utilizzatori abbiamo prodotto un programma di calcolo che consente di ottenere la corretta configurazione della linea Rurefast3 in relazione ai dati di progetto. Questo programma è scaricabile dal sito internet (www.ruredil.it), oppure può essere richiesto su supporto CD a Ruredil S.p.A. Tale programma è destinato ai progettisti del prefabbricato e/o al progettista della sicurezza; le istruzioni dovranno essere riportate nel piano di montaggio del prefabbricato. N.B. I requisiti non citati non sono applicabili al D.P.I. 132 132 4 Prescrizioni per il progetto Si consiglia, già in fase di progettazione, di evidenziare il numero e la posizione delle boccole nei manufatti, così come si fa per i ganci di sollevamento. Non sono possibili, con le azioni in gioco, deviazioni della linea, ma occorre interrompere sicuramente agli angoli e ripartire a 90° con una seconda linea. L’intervallo tra le aste è determinato dal tirante d’aria, dalla lunghezza della trave e dalla distanza dal suolo (v. programma di calcolo su www.ruredil.it). Per evitare insostenibili sollecitazioni all’asta terminale, occorre prevedere il contrasto a terra alla distanza di 1 m rispetto al piede dell’asta. Dal punto di vista del progetto, occorre considerare che una linea non si può spostare; è meglio quindi evitare di posizionare le linee in asse alla trave (v. fig. 4), per non ridurre ulteriormente la pedonabilità dello spazio necessario al camminamento. 10 100 (15 variabile variabile min. variabile 100 (15 10 min. Fig. 1 Schema di montaggio Fune sintetica Puntone Asta terminale Boccola 100 Fig. 2 Dettaglio schema di montaggio Boccola 100 RUREFAST3 5 Prescrizioni di utilizzo INSERIMENTO DI RUREFAST BOCCOLA NEL CALCESTRUZZO La boccola è stata studiata per poter essere inserita dall’alto in calcestruzzi appena gettati, purché la consistenza degli stessi sia ancora allo stato fluido, cioè in fase di buona lavorabilità. Si prescrive: che la boccola sia inserita perfettamente nel calcestruzzo; che sia in piano rispetto all’estradosso del manufatto e con l’asse del perno disposto perpendicolare alla linea della fune. Sulla parte superiore della boccola è evidenziata, con una tacca in rilievo corrispondente alla posizione “closed”, l’asse del perno, in modo da consentire il perfetto posizionamento nel calcestruzzo anche con il perno non più visibile perché già inserito nel calcestruzzo (v. fig. 3). • • Importante Rispetto al bordo esterno del manufatto, l’asse della boccola deve essere distanziata di almeno 6 cm (v. fig. 4). Tacca di riferimento in rilievo Asse perno ED CLOS EN OP Linea della fune orizzontale CALCOLO DELLA TRASMITTANZA TERMICA DEI PANNELLI CLOS min. 6 cm. EN OP ED Filo esterno manufatto min 10 cm. Fig. 3 Corretto inserimento della boccola min. 6 cm Fig. 4 Limite di posizionamento per ridurre l’ingombro della linea. Un’altra importante caratteristica delle boccole è il loro ingombro, sia in altezza che in pianta, per cui possono essere posizionate senza problemi tra le armature a getto avvenuto, anche in presenza di spessori ridotti in altezza; in questo caso è sufficiente aumentare localmente lo spessore del calcestruzzo che avvolge la boccola. 13 133 33 Componenti Rurefast Boccola 100 Supporto per montanti passa-fune 55 34 Elemento in plastica Spess. 2.5 mm. 60 10 30 100 0068 Ruredil 6.50 39 52 6.50 ED CLOS ED CLOS Ø 34 interno EN OP È un inserto in polietilene speciale ad alta densità (HD PE), da posizionare nel getto di manufatti prefabbricati in calcestruzzo. La boccola, di colore rosso, consente il posizionamento delle aste ed è attraversata da un perno in acciaio speciale nel quale l’asta si innesta con un incastro a baionetta. Con il suo ingombro ridotto si adatta a tutte le tipologie di manufatti in calcestruzzo. Le alette e il perno in rilievo all’esterno della boccola sono studiati per garantire un saldo ancoraggio nel calcestruzzo, mentre la sua forma a punta, oltre a favorire il posizionamento nel getto, evita indesiderabili galleggiamenti all’atto della posa. Rurefast Boccola 100 viene fornita corredata di un tappo che la protegge dalle infiltrazioni di boiacca cementizia o altri corpi estranei. Lo speciale materiale plastico impiegato è in grado di sopportare le escursioni termiche dovute, per esempio, alla maturazione a vapore, senza deformarsi. Questa peculiarità garantisce la stabilità dimensionale, quindi l’abbinamento sempre perfetto all’innesto di Rurefast Asta, Rurefast Contrasto e Rurefast 3 Asta Terminale. Spinotto ø 8 EN OP 134 134 60¯ Fig. 1 Boccola 100 110 Rurefast3 Asta Terminale Montante con bitta di fissaggio Ruredil 0068 20 N. 2 viti 8 MA Supporta la linea orizzontale flessibile (fune sintetica); l’innesto a “baionetta”, oltre a contrastare efficacemente lo sfilamento, consente, per semplice rotazione, l’ancoraggio di sicurezza alla Boccola 100. Come l’Asta Omnidirezionale, la nuova asta risulta estremamente maneggevole e, grazie alle soluzioni tecniche adottate, particolarmente leggera. L’estremità superiore, ruotabile a 360°, consente di recuperare il corretto allineamento anche in presenza di errori di posa delle boccole. Sull’Asta Terminale è applicata una “bitta” per il fissaggio della linea orizzontale (fune sintetica). L’elemento, realizzato in acciaio speciale, garantisce la massima sicurezza di impiego ed è fornito zincato. Ø 45 ( 0,5 1100 415 90 Sezione C Sezione B 60$ Fig. 2 Asta Terminale Sezione B Sezione C 60$ 110 Ruredil 20 N. 2 viti 8 MA Ø 45 ( 0,5 1100 Rurefast Asta Omnidirezionale Montante passa-fune alleggerito e ruotabile 415 Supporta la linea orizzontale flessibile (fune orizzontale); l’innesto a “baionetta”, oltre a contrastare efficacemente lo sfilamento, consente, per semplice rotazione, l’ancoraggio di sicurezza alla Boccola 100. Rispetto alla versione normale, la nuova asta risulta estremamente maneggevole e, grazie alle soluzioni tecniche adottate, alleggerita di oltre il 40%. L’estremità superiore, ruotabile a 360°, consente di recuperare il corretto allineamento anche in presenza di errori di posa delle boccole. 90 Sezione C Sezione B 60$ Sezione B Sezione C 60$ 150 CALCOLO DELLA TRASMITTANZA TERMICA DEI PANNELLI 70 Rurefast Asta Montante passa-fune 20 36 14 Fig. 3 Asta Omnidirezionale Ruredil 0068 970 1.100 Supporta la linea orizzontale flessibile (fune di sicurezza) e si inserisce con estrema facilità nella boccola, contrastando efficacemente lo sfilamento grazie al suo innesto a “baionetta”. Le dimensioni ridotte e il peso molto contenuto, grazie ai materiali ad alta resistenza impiegati, rendono l’asta maneggevole ed efficace. L’elemento, realizzato in acciaio speciale, garantisce la massima sicurezza di impiego ed è fornito zincato. Ø34 Ø34 Foro nel paletto x vite L = 15 135 Tacca di riferimento 90 N.B.: l’Asta e l’Asta Omnidirezionale possono essere utilizzate solo in posizione intermedia; l’Asta Terminale, invece, può essere utilizzata sia in posizione intermedia che iniziale o fi nale della linea anticaduta. 60$ Fig. 4 Asta 60$ RUREFAST3 0068 13 135 35 Componenti 86 Ruredil 135 È l’elemento in acciaio speciale che, posto arretrato di 1 m rispetto al piede delle aste terminali, riduce e sopporta agevolmente le elevate sollecitazioni trasmesse alle aste capo-corda. Si inserisce nella Boccola 100 preventivamente collocata nella posizione prevista (v. prescrizioni di utilizzo); grazie all’innesto a baionetta, non è possibile lo sfilamento una volta messo in tiro. Viene fornito zincato. 44 Ø18 22 Rurefast Contrasto Elemento di contrasto terminale 18 13,5 9 9 9 91 0068 Ø33,2 Fig. 5 Contrasto 20 90 50 50 Rurefast3 Puntone Elemento di collegamento tra Asta Terminale e Contrasto 11 29 45. 7' 1000 È l’elemento che collega a 45° l’asta terminale e il contrasto a terra. È realizzato con un tubolare di acciaio e una vite di regolazione, che si collega tramite un bullone al contrasto montato a terra. 14 8. 35 10 5 .3 45 3 10 24 136 136 1000 STANDARD ( 150 Fig. 6 Puntone RUREFAST3 Accessori RUREFAST3 FUNE SINTETICA Fune sintetica Costituisce la linea orizzontale flessibile. È una fune in fi bra tessile sintetica ad alta resistenza ed elevato modulo elastico, Ø 8 mm, fornita in tre misure standard (15, 25 e 35 m); sono realizzabili, a richiesta, anche altre misure. Carico di rottura ≥ 25,5 KN. Puntone Asta terminale Contrasto Bitta PREDISPOSIZIONE E USO Il sistema di protezione deve essere montato a terra, perché in caso contrario ci vorrebbe un secondo sistema di protezione per installare il primo. Inoltre, l’infilaggio delle aste, il bloccaggio della fune e la sua pre-tensione sono operazioni che si possono eseguire più agevolmente da terra. Con tale criterio, è chiaro che la linea non può essere stesa su più elementi, ma deve ancorarsi al manufatto nell’ambito di uno stesso elemento. Con le azioni in gioco, non sono possibili deviazioni della linea, ma occorre interrompere sicuramente agli angoli e ripartire a 90° con una seconda linea. Su una travatura e agli angoli, il passaggio da una linea all’altra deve essere eseguito conDELLA un doppio moschettone; uno rimane in DEI sicurezza sulla prima ALCOLO TRASMITTANZA TERMICA PANNELLI linea, mentre il secondo si aggancia alla seconda linea, recuperando, successivamente a tale operazione, il primo moschettone. Nel recupero della linea, è possibile attaccare un moschettone direttamente all’asta. Fig. 1 Contrasto 1 2 3 4 C Fig. 2 Esempio di fi ssaggio 13 137 37 138 138 Prescrizioni di utilizzo COLLEGAMENTO DELLA FUNE SINTETICA ALL’ASTA TERMINALE Rispetto a Rurefast e Rurefast 2, il collegamento della fune all’Asta Terminale con Rurefast3 non necessita di operazioni manuali con utensili. Infatti, sia la tensione che il fissaggio alla bitta dell’Asta Terminale possono essere realizzati con semplici operazioni manuali. Il corretto fissaggio della fune deve essere eseguito come segue: assicurare il capo corda della fune sulla bitta della prima Asta Terminale (v. es. di fissaggio fig. 2); far passare la fune sintetica attraverso la carrucola predisposta sul puntone alla sommità dell’Asta Terminale; fissare l’altro capo corda, dopo aver eseguito la pretensione manuale della fune, all’ultima Asta Terminale come descritto al primo punto. • • • MESSA IN TENSIONE DELLA FUNE È prevista una pretensione standard di 0,5 kN della fune sintetica; è importante che la fune sia fissata alla bitta tirandola manualmente con la forza che può esercitare il braccio, ma senza minimamente recuperare la tensione quando successivamente la fune si allenta per la viscosità del materiale. È prevista anche la possibilità di operare una pretensione di 2 kN sulla linea, ma ciò dovrà essere realizzato con un apposito argano. Questo è opportuno nelle travi molto lunghe e quando occorra contenere la caduta libera senza ridurre la lunghezza del cordino dell’imbracatura. È altresì consigliato quando il tirante d’aria, calcolato con 0,5 kN di tensione, risulti maggiore dell’altezza tra il piano di camminamento della trave e il piano inferiore. RUREFAST3 PRESCRIZIONE PER IL CALCESTRUZZO Il dispositivo anticaduta Rurefast3 è operativo se il calcestruzzo, in cui è inserito il supporto boccola, ha un Rck >30 N/mm2 al momento dell’utilizzo. MANUTENZIONE E VERIFICA DA PARTE DELL’UTILIZZATORE Tutti i componenti del D.P.I. sono marcati in modo inequivocabile. Oltre al numero di lotto di produzione, su ogni componente risulta evidente l’anno di produzione. Essendo tutti i componenti sottoposti a cicli di fatica si prescrive la loro sostituzione ogni 5 anni dalla data di produzione, e/o di inizio utilizzo. È demandato all’utilizzatore tenere aggiornato l’elenco degli accessori in dotazione e provvedere alla sostituzione degli stessi entro il limite previsto. Si prescrivono, inoltre, almeno una volta all’anno, le seguenti verifiche che vanno archiviate: verifica dell’integrità delle filettature; verifica dell’integrità delle parti saldate; verifica delle tolleranze dimensionali; verifica del trattamento di zincatura. • • • • Se malauguratamente l’ossidazione avesse intaccato l’acciaio, riducendone le caratteristiche meccaniche, gli accessori dovranno essere sostituiti immediatamente. Non stoccare i particolari del sistema Rurefast3 in ambiente umido. Conservare gli stessi ben puliti e asciutti quando non vengono utilizzati. MANUTENZIONE E VERIFICA DA PARTE DELL’UTILIZZATORE DELLA FUNE SINTETICA Si raccomanda di verificare prima di ogni utilizzo l’integrità della calza di rivestimento (colore rosso) della fune (colore bianco); in caso di sfi lacciamento, tagli o altri deterioramenti, si raccomanda la sostituzione immediata. Raccomandazioni Evitare il contatto con le funi di sollevamento; l’urto accidentale potrebbe danneggiare e compromettere il buon funzionamento degli accessori; non appoggiarsi e/o sollecitare, immotivatamente, le aste, perché sono state studiate affinché in caso di caduta (sollecitazione) la parte sagomata a incastro si chiuda come una pinza sul perno delle boccole e/o del disassatore; qualora si verificasse questa deformazione, l’asta si renderebbe inutilizzabile, quindi da sostituire. 13 139 39 140 140 Linea anticaduta ESEMPIO DI CONFI GURAZIONE UTILIZZANDO IL SOFTWARE SCARICABILE DAL SITO INTERNET www.ruredil.it Il progettista deve configurare la linea anticaduta per una trave la cui altezza estradosso struttura è: A = 7,20 m – lunghezza della trave: 12,65 m Con il programma Rurefast si aprirà una finestra in cui, in alto a sinistra, compare la vozce “dati aziendali”. Cliccando su questa voce, è possibile personalizzare ogni soluzione richiesta al programma; si consiglia di fissare la distanza della prima boccola dalla testata della trave e la lunghezza del cordino. È possibile inoltre personalizzare lo studio con la denominazione dell’azienda, per esempio “Impresa Rossi”; “Commessa Bianchi” e “Località Milano”. Ogni volta che si inserisce un dato, bisogna confermare con tasto “invio”. La distanza della prima boccola dalla testata della trave si impone 10 cm; digitare quindi 10 e premere “invio”. Infine, salvare i dati sempre con il tasto “invio”. A questo punto si torna alla videata principale e i dati inseriti rimarranno fissi fi no a quando non sarà necessario variarli. Si dovranno quindi inserire i dati richiesti, cioè la lunghezza della trave, espressa in cm (quindi 1.265), e l’altezza della stessa rispetto al piano inferiore (720 cm), confermando sempre con il tasto “invio”. Sarà poi possibile variare il tipo di pretensione, scegliendo standard o 2 kN; è preferibile, se non ci sono problemi, mantenere la pretensione di tipo standard. Terminato l’inserimento dei dati, è possibile procedere alla stampa. Di seguito l’esempio di configurazione: Codice Articolo Confezione Materiale Marcatura 0303501002 Boccola 100 100 pezzi Boccola: - polietilene ad alta densità (HD PE) con caratteristiche chimico-fisiche idonee al ciclo di maturazione a vapore. Perno per Boccola 100: - Ø 8 mm ST 52.3 DIN 1700, lunghezza perno 10 cm. In rilievo esternamente alla boccola. Il numero del lotto, in considerazione del fatto che il particolare non ha caratteristiche tali da poter inficiare significativamente la qualità del sistema, è riportato sulla confezione e va conservato. In caso di reclami citare il numero del lotto riportato sulla confezione. 0303502001 Asta 3 pezzi Montante: - barra di acciaio Ø 34 mm ST 52.3, DIN 17100 o 39 NiCrMo3, - zincatura elettrolitica > 7 μm. 0303502002 Asta Omnidirezionale 3 pezzi Montante: - barra di acciaio Ø 34 mm ST 52.3, DIN 17100 o 39 NiCrMo3, - tubolare Fe 42, - zincatura elettrolitica > 7 μm. In rilievo, stampato su aste, contrasto e puntone, è evidenziato - marchio Ruredil - marchio - numero organismo di controllo riconosciuto - numero lotto/anno di fabbricazione 0303801001 Asta Terminale 3 pezzi Montante: - barra di acciaio Ø 34 mm ST 52.3, DIN 17100 o 39 NiCrMo3, - tubolare e bitta di fissaggo Fe 42, - zincatura elettrolitica > 7 μm. 0303504001 0303802001 0303803001 0303803002 0303803003 Contrasto Puntone Fune sintetica 6 pezzi 2 pezzi 15 m 25 m 35 m (misure speciali a richiesta) - ST 52.3, DIN 17100 o 39 NiCrMo3, - zincatura elettrolitica > 7 μm. Tubolare, vite e blocco di fissaggio: - Fe 42, - zincatura elettrolitica > 7 μm. Fune in fibra tessile ad alta resistenza ed elevato modulo elastico, Ø 8 mm, con carico di rottura di ≥ 25,5 kN. Sulle aste viene inoltre apposta etichetta metallica che indica: 0068 RUREFAST - N° massimo di lavoratori collegabili: 1 - Esigenza di assorbitori di energia: sì, certificati - Distanza dal suolo: ≥ 4,50 m* * N.B. v. nota informativa. RUREFAST 0068 1 Nr. massimo di lavoratori collegabili n. Esigenze di assorbitori di energia SÌ. certificati Distanza dal suolo * * N.B. 4.50 m * VEDERE NOTA INFORMATIVA Per quanto riguarda le funi, dimensioni non consentono la marcatura, così come previsto su aste, contrasto e puntone. Pertanto, solo sulla parte terminale delle funi, è applicata la seguente etichetta: RUREFAST3 La presente Nota Informativa è scaricabile dal nostro sito ed è allegata in ogni confezione degli elementi reimpiegabili del sistema. 14 141 41 142 2 DISPOSITIVO ANTISCOPPIO Jet Sfiato di sicurezza In caso di incendio per elementi prefabbricati 143 14 144 Jet Sfiato di sicurezza in caso di incendio per elementi prefabbricati La resistenza al fuoco è un’esigenza primaria dei produttori di solai a lastre tralicciate e pannelli di tamponamento. In qualità di partner dei principali prefabbricatori in Italia, Ruredil ha progettato un sistema in grado di evitare le sovrapressioni interne e quindi il distacco del calcestruzzo esposto all’incendio. Lo sfiato di sicurezza Ruredil Jet è coperto da sistema brevettato. RUREDIL JET, PERCHÉ INSTALLARLO L’impiego di polistirene o polistirolo per alleggerire i solai realizzati con lastre tralicciate (prédalle) e i pannelli di tamponamento è prassi quotidiana per i prefabbricatori. Un blocco di alleggerimento in polistirene è costituito prevalentemente da aria e da una piccola frazione di materiale plastico (10-12 kg/m3). In caso di incendio, dopo 20-30 minuti la temperatura dell’alleggerimento raggiunge circa 100 °C; conseguentemente, il blocco di polistirene fonde e, all’interno del manufatto, rimane una camera chiusa, di volume V costante, contenente aria. Per la nota legge dei gas (PV = nRT), essendo “nR” un valore costante, la pressione “P” aumenta proporzionalmente alla temperatura “T”, provocando in tal modo l’esplosione della lastra di calcestruzzo del solaio o del pannello. Ipotizzando una temperatura iniziale del blocco di polistirene di 20 °C (pari a circa 293 °Kelvin in termini di temperatura assoluta T), quando la temperatura del blocco raggiunge i 100 °C (pari a circa 373 °Kelvin), l’aumento di pressione raggiunge circa il 27% (373/293=1,27). Sulla lastra prefabbricata si esercita quindi una pressione dall’interno verso l’esterno pari a 27 KN/m2, valore insostenibile che comporta l’esplosione della lastra stessa. Per evitare che si formi questa sovrapressione, si deve consentire all’aria di fuoriuscire (così come chiaramente richiesto dalla Norma UNI 9502/2001 art. 7.2.2.), e i dispositivi Ruredil Jet assolvono questa funzione in modo sicuro e affidabile. JET LE PROVE DI LABORATORIO La validità del dispositivo Ruredil Jet è stata verificata con una prova al fuoco presso il Laboratorio Autorizzato CSI di Bollate (MI) iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno ai sensi del D.M. 26 Marzo 1985. Ruredil ha inoltre chiesto la collaborazione del Comitato Tecnico della “Sezione Solai e Doppia Lastra” di Assobeton. Il Comitato Tecnico ha realizzato il campione di solaio alleggerito, che è stato sottoposto alla prova di resistenza al fuoco, e ha constatato l’efficacia di Ruredil Jet per lo sfiato delle sovrapressioni interne, consentendo così di assicurare l’integrità del lato esposto all’incendio (Fig. 1) Fig. 1 Risultato dell'elemento in calcestruzzo dopo la prova di resistenza al fuoco. DESCRIZIONE DELLO SFIATO DI SICUREZZA RUREDIL JET Jet H Il dispositivo Ruredil Jet, schematizzato nella figura a lato, è realizzato in materiale plastico con punto di fusione prefissato ed è costituito da un corpo cilindrico (A) di 25 mm di diametro e 1 mm di spessore, tagliato in sommità a 45° per facilitare l’inserimento nel blocco di alleggerimento. La sua estremità inferiore (B), sagomata a croce, viene posta a diretto contatto con la cassaforma durante la fase produttiva del manufatto. Le ali (C) della versione HS consentono un appoggio stabile dello sfiato durante la posa del blocco di polistirene. È disponibile anche in versione H, priva di ali, per poter essere inserita manualmente nel blocco di polistirene prima del getto. Il disco (D) assicura un corretto inserimento nel blocco di alleggerimento quando entra a contatto con la superficie esterna dello stesso, evitandone così un’eccessiva penetrazione. In corrispondenza della sommità sono presenti 4 rostri triangolari (E), che conferiscono allo sfiato la capacità di ancorare il blocco di polistirene al calcestruzzo. Jet HS 145 14 146 Jet Schemi tipici di posizionamento LASTRA TRALICCIATA PER SOLAIO ALLEGGERITO CON POLISTIRENE Tutti gli sfiati indicati nelle planimetrie sono posizionati lungo l’asse longitudinale di ogni singolo blocco di alleggerimento JET PANNELLO DI TAMPONAMENTO ALLEGGERITO CON POLISTIRENE Modalità d’impiego Lastre tralicciate per solaio alleggerite con polistirene. a) In ogni blocco di alleggerimento deve essere inserito, nel lato rivolto verso la cassaforma, almeno uno sfiato posto al centro del blocco stesso. b) Per blocchi di polistirene di lunghezza compresa tra 200 e 300 cm, dovranno essere impiegati due sfiati sul lato verso la cassaforma, posti assialmente ai quarti della lunghezza. c) Indicativamente, per resistenza al fuoco R = 120, lo spessore minimo consigliato della lastra è di 50 mm, mentre per una resistenza al fuoco R = 180 lo spessore minimo consigliato della lastra è di 60 mm. Tutti gli sfiati indicati nelle planimetrie sono posizionati lungo l’asse longitudinale di ogni singolo blocco di alleggerimento La responsabilità della determinazione dello spessore della lastra prefabbricata è di competenza del progettista. 147 14 148 Jet Descrizione articoli JET H Codice 0311001001 0311001002 0311001003 Articolo Jet H 40 Jet H 50 Jet H 60 Spess. cls H (mm) 40 50 60 Pezzi/conf. 500 500 500 Materiali: - PLT speciale, di colore grigio, con punto di fusione controllato. Versione priva di ali, per poter essere inserita manualmente nel blocco di polistirene prima del getto. JET HS Codice Articolo Spess. cls H (mm) 0311002001 Jet HS 40 40 0304502002 Jet HS 50 50 0304502003 Jet HS 60 60 Pezzi/conf. 250 250 250 Materiali: - PLT speciale, di colore grigio, con punto di fusione controllato. Consente un appoggio stabile dello sfiato durante la posa del blocco di polistirene. 149 150 Indice degli articoli in ordine alfabetico Boccola Sistema di sollevamento a boccola filettata autoportante 113 Boccola RUR Sistema a boccola filettata autoportante 31 Fisis 15 Collegamento FOG/10 Collegamento FVG/10 Jet 12 12 Fisis 30 Collegamento FV/10/20 Collegamento FOG/00 Collegamento FOG/10/20 11 11 11 Girella Tirella S Mensola Girella S da 60 kN Mensola Girella S da 120 kN Mensola d’emergenza S da 60 kN Mensola d’emergenza S da 120 kN Piastra pannello S Piastra pannello piccola S Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 60 kN Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 60 kN Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 60 kN Piastrine di spessoramento 0,5 cm per mensola da 120 kN Piastrine di spessoramento 1,0 cm per mensola da 120 kN Piastrine di spessoramento 0,5 cm a L per mensola da 120 kN Scatola magnetica S Scatola magnetica piccola S Sistema a mensola “Girella S” Sistema “Girella S” con mensola d’emergenza Posizionamento della “piastra pannello” nel cassero Mensola Tirella S da 60 kN Mensola Tirella S da 120 kN Scatola polistirolo S Scatola polistirolo veletta S Scatola polistirolo piccola aperta S Scatola magnetica veletta S Scatola magnetica piccola aperta S Sistema a mensola Tirella S 59 59 59 59 60 60 60 60 61 61 61 61 62 62 62 63 63 64 64 64 64 65 65 66 66 Jet H Jet HS Kaptor Collegamento KPF-KPP per ferri di armatura 26-25-24 Collegamento KPF-KPP per ferri di armatura 20-18-16 148 148 27 28 Konnektor Sostegni Distanziatore Connettore Forcina Connessioni continue 125 125 125 126 126 R-System Ancoranti a risalto Ancoranti con foro Ancoranti per ribaltamento RS Ancoranti a piastra Guaine per il posizionamento dell’ancorante 81 90 95 98 100 Rurefast3 Rurefast Boccola 100 Rurefast3 Asta Terminale Rurefast Asta Omnidirezionale Rurefast Asta Rurefast Contrasto Rurefast3 Puntone 134 134 135 135 136 136 151 Direzione Marketing: Luca Bertini Responsabile settore Prefabbricato: Roberto Ragozzini Ideazione e realizzazione grafica: agf®, S. Giuliano M.se (MI) Seconda Edizione. Finito di stampare nel mese di settembre 2014 da Arti Grafiche Fiorin, S. Giuliano M.se (MI) © Ruredil S.p.A. Tutto il materiale contenuto nel catalogo, testi, fotografie, disegni e illustrazioni sono di proprietà Ruredil S.p.A. È vietato qualunque suo utilizzo, per qualunque fine, in contrasto con le normative di legge, senza la previa autorizzazione di Ruredil S.p.A. Ruredilbook Prodotti speciali per la prefabbricazione Fissaggi e collegamenti strutturali, sistemi a mensola, sistemi di sollevamento, sistemi per pannelli a taglio termico, sistemi di sicurezza, dispositivi antiscoppio
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