(CVR): Rapporto finale di valutazione anno 2014

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
DIPARTIMENTO DELLA CONOSCENZA
SERVIZIO UNIVERSITÀ E RICERCA SCIENTIFICA
Rapporto finale di valutazione
anno 2014
Programma Pluriennale della Ricerca
per la XIV legislatura
periodo 2010 – 2013
Legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14
A cura del Comitato di valutazione della ricerca
Trento 28 febbraio 2014
Rapporto finale di valutazione
anno 2014
Il Comitato di valutazione della ricerca, istituito dalla Legge provinciale 2 agosto
2005, n. 14, è composto da:
Alberto Silvani (Presidente)
AnnaFlavia Bianchi
Piera Magnatti
Marco Paolucci
Giuseppe Scellato
E’ componente interno il Dirigente generale del Dipartimento competente in materia
di ricerca.
Svolge le funzioni di Segretario il Dirigente del Servizio Università e Ricerca
Scientifica
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2
INDICE
INTRODUZIONE
Parte Prima - IL RAPPORTO: IL CONTESTO, LE RISORSE, LE CRITICITA’
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1. Presentazione del documento
1.1 Finalità e obiettivi del Rapporto
1.2 Azioni svolte dal CVR
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2. Il quadro di riferimento e il contesto
2.1 Il Programma di Sviluppo Provinciale e la ricerca
2.2 Il Programma Pluriennale della Ricerca
2.2.1 Obiettivi generali
2.2.2 Obiettivi specifici
2.2.3 Linee di intervento
2.2.4 Strumenti
2.2.5 Aree di ricerca prioritarie
2.2.6 Piattaforme tecnologiche
2.2.7 Criteri di valutazione
2.3 Gli Accordi di Programma
2.4 Le prospettive: verso l’Accordo unitario inter enti
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3. Il quadro finanziario: lo stato di attuazione
3.1 Elementi di confronto nell’attuazione del Programma Pluriennale della Ricerca
3.2 La ripartizione delle risorse finanziarie per strumenti di intervento
3.3 La ripartizione delle risorse finanziarie per linee di intervento
3.4 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con i bandi
3.5 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con gli accordi
3.6 Analisi dei bilanci dei soggetti finanziati in via istituzionale dagli Accordi
3.7 Sul grado di autofinanziamento negli Accordi di Programma
3.7.1 Fondazione Bruno Kessler
3.7.2 Fondazione Edmund Mach
3.7.3 Museo delle Scienze
3.7.4 Prime conclusioni sull’autofinanziamento
3.7.5 Valutazioni pro futuro fra contesto ed ipotesi applicative
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4. Criticità che emergono dalla documentazione
4.1 Le risorse
4.2 Gli strumenti
4.3 Il processo: programmazione, monitoraggio e gestione
4.4 La dimensione di sistema
4.5 Ricerca vs innovazione
4.6 Saper fare/poter fare delle scelte anche rispetto all’impatto atteso
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Parte seconda - LE RACCOMANDAZIONI
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5. Raccomandazioni generali
5.1 Sul disegno del sistema in relazione alla sua efficienza e sostenibilità
5.2 Sul rapporto fra Provincia e Fondazioni rispetto ad autonomia e capacità di indirizzo
5.3 Sulla logica di programmazione
5.4 Sull’impatto
5.5 Sulle prospettive future
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6. Raccomandazioni per la Fondazione Bruno Kessler
6.1 Attività e performance della ricerca scientifica
6.2 Internazionalizzazione della ricerca
6.3 Programmazione strategica
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Rapporto finale di valutazione – anno 2014
3
6.4 Trasferimento tecnologico
6.5 Sistema interno di valutazione
6.6 Contributo a STAR
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7. Raccomandazioni per la Fondazione Edmund Mach
7.1 Attività e performance della ricerca scientifica
7.2 Governance dei processi e consapevolezza delle criticità
7.3 Programmazione e visione a lungo termine
7.4 Internazionalizzazione
7.5 Impatto sul territorio attraverso il trasferimento
7.6 Sistema interno di valutazione
7.7 Integrazione e contributo a STAR
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8. Raccomandazioni per il Museo delle Scienze
8.1 Quadro generale
8.2 Focalizzazione degli ambiti disciplinari e visione di lungo termine
8.3 Internazionalizzazione
8.4 Impatto sul territorio
8.5 Sistema interno di valutazione
8.6 Capacità di autofinanziamento
8.7 Integrazione e contributo a STAR
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Parte terza - GLI APPROFONDIMENTI
9. Gli incentivi a favore della ricerca industriale
9.1 Premessa
9.2 La Base informativa
9.3 Analisi dei risultati
9.3.1 I progetti presentati
9.3.2 Esito delle richieste di finanziamento
9.4 Distribuzione dei progetti per area tematica
9.5 Le collaborazioni scientifiche
9.6 La gestione della procedura
9.6.1 La performance dell’amministrazione
9.6.2 Gli esperti
9.7 La procedura automatica
9.8 Verso una valutazione d’impatto
9.9 L’indagine e le interviste
9.9.1 Considerazioni generali
9.9.2 Considerazioni sullo strumento della procedura valutativa
9.9.3 Considerazioni sull’impatto
9.10. Conclusioni e raccomandazioni
9.10.1 Focalizzazione dello strumento
9.10.2 Quali lezioni per quale strategia
10. Trento RISE
10.1 Introduzione
10.2 Le attività di Trento RISE
10.2.1 Premessa
10.2.2 Area Ricerca
10.2.3 Area Formazione
10.2.4 Area business, innovazione e trasferimento tecnologico
10.3 Risorse finanziarie
10.4 Considerazioni utili per un processo di valutazione
10.4.1 Governance e programmazione delle attività
10.4.2 Strumento del Pre-Commercial Procurement
10.4.3 Attrazione e sviluppo di nuovi talenti
10.4.4 Flagship projects
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10.4.5 Relazione con altri soggetti trentini attivi negli stessi ambiti settoriali
10.4.6 Autovalutazione ed accountability
10.5 Conclusioni
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11. L’indagine sui soggetti provinciali
11.1 Premessa
11.2 L’indagine
11.3 L’analisi delle risposte
11.4 Considerazioni conclusive
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CONCLUSIONI E SINTESI
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12. Conclusioni generali e sintesi del Rapporto
12.1 Presentazione
12.2 Le criticità
12.3 Le raccomandazioni
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Allegati
134
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
135
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
2.1 Introduzione
2.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma
2.1.2 Fonti e qualità dei dati per la valutazione
2.1.3 Criteri per la valutazione
2.2 Valutazione delle attività
2.2.1 Qualità della produzione scientifica
2.2.2 Internazionalizzazione delle attività di ricerca
2.2.3 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e Ricerca
2.2.4 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico
2.2.5 Sistema interno di valutazione
2.2.6 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca
2.2.7 Capacità di autofinanziamento
2.3 Considerazioni
2.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della missione di lungo
periodo della Fondazione
2.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca
2.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e conoscenza scientifica
2.3.4 Sul sistema interno di valutazione
2.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca
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Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
3.1 Introduzione
3.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma
3.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma
3.1.3 Fonti e qualità dei dati per la valutazione
3.1.4 Criteri per la valutazione
3.2 Valutazione delle attività
3.2.1 Qualità della produzione scientifica
3.2.3 Sul benchmarking
3.2.4 Internazionalizzazione della ricerca
3.2.5 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta formazione e della Ricerca
3.2.6 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico
3.2.7 Sistema interno di valutazione
3.2.8 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca
3.2.9 Capacità di autofinanziamento
3.3 Considerazioni
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Rapporto finale di valutazione – anno 2014
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3.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della missione di lungo
periodo della Fondazione
3.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca
3.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e conoscenza scientifica
3.3.4 Sul sistema interno di valutazione
3.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca
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Allegato 4 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
4.1 Introduzione
4.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma
4.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma
4.2 Valutazione delle attività
4.2.1 Dati quantitativi
4.2.2 Qualità della produzione scientifica
4.2.3 Internazionalizzazione delle attività di ricerca
4.2.4 Impatto sul territorio
4.2.5 Sistema interno di valutazione
4.2.6 Capacità di autofinanziamento
4.2.7 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca
4.3 Considerazioni
4.3.1 Sul processo di focalizzazione degli ambiti disciplinari di interesse e connesso sviluppo della
missione di lungo periodo del Museo
4.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca
4.3.3 Sull’impatto per il territorio
4.3.4 Sul sistema interno di valutazione
4.3.5 Sulla capacità di autofinanziamento
4.3.6 Sull’integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca
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Allegato 5 – Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
5.1 Il quadro di riferimento
5.2 La metodologia di valutazione
5.3 La compilazione della griglia di valutazione
211
211
212
213
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
6.1 Analisi delle richieste di finanziamento
6.2 Distribuzione dei progetti per area tematica
6.3 Struttura delle collaborazioni scientifiche
6.4 Tempi di svolgimento delle procedure
6.5 Costi sostenuti per gli esperti
6.6 Questionario utilizzato per le interviste delle imprese
6.7 Il distretto del porfido
6.8 Propensione all’innovazione delle aziende in Trentino e in Italia (2008-2010)
222
222
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Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder della ricerca
237
INDICE TABELLE RAPPORTO
239
INDICE TABELLE ALLEGATI
240
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
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209
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6
INTRODUZIONE
Il presente Rapporto del Comitato di valutazione della Ricerca (CVR) fa seguito a
quello, datato dicembre 2012, che, pur giungendo in una fase avanzata della
legislatura, è stato denominato Rapporto intermedio. Come ricordato nella premessa
di quel documento, i cardini dell’analisi del CVR sono costituiti dai documenti di
programmazione, in particolare il Programma Pluriennale della Ricerca (PPR) per la
XIV Legislatura, approvato per il periodo 2010 – 2013 con deliberazione della Giunta
provinciale n. 2902 del 14 dicembre 2010, e gli Accordi di Programma (AdP) per il
periodo 2010 – 2013 con la Fondazione Bruno Kessler, con la Fondazione Edmund
Mach e con il Museo delle Scienze, approvati rispettivamente con deliberazioni della
Giunta provinciale n. 3072, n. 3074 e n. 3073 del 23 dicembre 2010.
Dato il relativamente breve periodo di tempo intercorso tra il Rapporto intermedio e
quello finale, il Comitato ha deciso di produrre un nuovo testo che fosse
strutturalmente basato sul lavoro precedente, procedendo a tre specifiche integrazioni.
In primo luogo si è provveduto a un aggiornamento dei dati e della documentazione,
anche grazie alla richiesta, inviata alle Fondazioni e al Museo, di informazioni
aggiuntive. Inoltre, come ipotizzato nel Rapporto intermedio, nel periodo intercorso
sono stati resi disponibili gli esiti dell’analisi comparativa realizzata in sede ANVUR
(l’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca) a cui hanno
volontariamente partecipato anche le due Fondazioni trentine, dati che forniscono un
interessante studio di posizionamento nazionale per i gruppi scientifici che operano
all’interno delle Fondazioni. Questi dati, e i relativi commenti, sono collocati
all’interno dei capitoli sul monitoraggio che sono specifici per ogni istituzione.
Secondariamente si è proceduto a tracciare il follow-up delle raccomandazioni
contenute nel Rapporto intermedio, raccomandazioni che sono state oggetto di
presentazione e dibattito con le diverse realtà a cui erano state indirizzate.
L’esito di questo processo, che avrebbe richiesto tempi più lunghi rispetto a quelli
intercorsi, ha portato il Comitato a reiterare in molti casi indicazioni e suggerimenti
già presentati. Il che ovviamente non significa che nulla sia intervenuto nel frattempo,
ed è per questo motivo che i corrispondenti commenti sono stati inclusi nel testo.
Infine sono stati sviluppati tre approfondimenti specifici in coerenza con il mandato
del CVR circa la valutazione dello sforzo e dell’impatto provinciale in materia di
finanziamento pubblico della ricerca. Rispettivamente: a) attraverso una rilettura
dell’intervento a sostegno della ricerca industriale (legge provinciale 13 dicembre
1999, n. 6), in particolare relativamente al periodo della procedura unificata di
selezione come indicata dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14; b) rispetto
all’esperienza di Trento RISE, che nel periodo considerato ha assunto una maggiore
concretezza di azioni e iniziative, pur non potendo contare su tutta la documentazione
che sarebbe stata necessaria; c) realizzando una serie di interviste con interlocutori
privilegiati con l’obiettivo di cogliere la conoscenza, la condivisione, il giudizio e i
suggerimenti circa l’intervento provinciale in materia di ricerca e innovazione.
L’insieme di questa documentazione rappresenta in molti casi più un’esplorazione
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
7
per approfondimenti futuri che una compiuta analisi di realtà, che rivestono una
rilevanza di per sé e per i loro effetti sull’insieme del sistema provinciale nel suo
complesso. Per questo motivo si è deciso di considerarli in una sezione a parte, anche
se molti argomenti ad essi relativi sono già trattati nel Rapporto. L’obiettivo in ogni
caso è stato quello di rendere il Rapporto fruibile nel suo insieme e leggibile per temi
e parti, questo anche al fine di dare visibilità a indicazioni che, per la vastità e
complessità (e interdipendenza) degli argomenti trattati rischiavano di non essere
chiaramente percepite.
Il sistema informativo e i materiali che il CVR ha raccolto e prodotto costituiscono in
ogni caso una risorsa per successive analisi o interventi, a partire da quanto già
presente nel Rapporto intermedio e nei suoi allegati.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
8
Parte Prima
IL RAPPORTO: IL CONTESTO,
LE RISORSE, LE CRITICITA’
Parte Prima - IL RAPPORTO: IL CONTESTO, LE
RISORSE, LE CRITICITA’
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
9
1. Presentazione del documento
1.1 Finalità e obiettivi del Rapporto
Il Rapporto finale, oltre a presentare compiutamente il processo valutativo
realizzato, individua e dettaglia alcune raccomandazioni che, partendo da quanto già
contenuto nel Rapporto intermedio, sono ritenute le più rilevanti rispetto
all’esperienza maturata nella passata legislatura.
Il contesto in cui si è operato ha condizionato fortemente gli esiti. Da una parte
permangono le caratteristiche, già evidenziate nel Rapporto precedente, di un
quadro in evoluzione, o ancora condizionato dai recenti processi ri-organizzativi,
che non facilita una linearità nella programmazione. Difficoltà accentuate da una
carenza di informazioni, e quando disponibili per lo più di natura ex-post, che non
solo non corrispondono ancora a quanto auspicato dallo schema di rilevazione
predisposto dal CVR ma sembrano anche non corrispondere pienamente alle
modalità gestionali e conoscitive delle strutture.
Ma la difficoltà, e anomalia, principale risulta confermata in un sistema di
finanziamento che assegna in forma impropria a uno strumento, l’Accordo di
Programma, la funzione di garantire allo stesso tempo il funzionamento e il
raggiungimento di specifici obiettivi, finendone per vanificare la logica che
dovrebbe essere quella di una condivisione selettiva di obiettivi da perseguire con
risorse dedicate.
Gli obiettivi che il Rapporto si pone sono riassunti nell’elenco seguente:
1. verificare la coerenza e i risultati nello svolgimento del Programma Pluriennale
della Ricerca e Accordi di Programma (al di là della valutazione dei singoli
risultati non di pertinenza del CVR);
2. dare seguito e concrete indicazioni ai meccanismi premiali previsti dagli stessi
documenti;
3. fornire raccomandazioni e suggerimenti anche rispetto all’impatto atteso;
4. ragionare sulla natura strategica e addizionale di quanto previsto dagli Accordi
di Programma;
5. riflettere sulla gamma degli strumenti utilizzati anche rispetto alla loro
ripartizione;
6. fornire suggerimenti rispetto alla sostenibilità del sistema e alle iniziative da
intraprendere.
Questi obiettivi vengono rappresentati nel Rapporto in forma integrata e sono
finalizzati a giustificare e motivare un insieme di raccomandazioni che
costituiscono l’output più rilevante dell’azione svolta e l’elemento principale su cui
concentrare l’utilizzo dello stesso per gli opportuni approfondimenti.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
10
Queste raccomandazioni sono il frutto di un attento lavoro che deriva, in parte,
dall’analisi delle criticità rilevate e qui riportate e, in misura più consistente, dai
rapporti specifici di monitoraggio che sono dettagliati nella parte finale del
documento tra gli allegati. Le raccomandazioni sono di conseguenza distinte tra
generali e specifiche.
1.2 Azioni svolte dal CVR
Il consolidamento del modello di valutazione, già predisposto nel precedente
mandato del Comitato e confermato successivamente, ha rappresentato lo schema
concettuale che ha guidato le attività, con un approccio esplicito e condiviso con gli
evaluandi e, più in generale con la realtà trentina degli amministratori e degli
amministrati come nella presentazione alla Conferenza di informazione del
Consiglio della Provincia autonoma di Trento, tenutasi il 22 giugno 20121.
Giova ricordare che il modello di valutazione a cui si fa riferimento non è imposto
dall’alto e prevede un coinvolgimento attivo delle strutture sottoposte a tale
esercizio con la creazione, con modalità autonome, di strutture, responsabilità e
strumenti all’interno delle stesse e con il ricorso a una pluralità di fonti informative
a supporto.
Nella appena conclusa legislatura, pur caratterizzata da significative turbative e
cambiamenti, si sono registrati rilevanti avanzamenti sul versante della capacità di
autovalutazione delle strutture, a cui il CVR ha contribuito con azioni di
monitoraggio e di accompagnamento. La situazione, caratterizzata da profonde
diversità nelle tre realtà oggetto degli Accordi di Programma, è ancora lontana
dall’aver raggiunto un equilibrio consolidato, sia per le risorse messe a disposizione
sia per la qualità delle informazioni trattate, ma vanno in ogni caso sottolineati i –
positivi - cambiamenti intercorsi.
Cambiamenti che hanno trovato, ad esempio, un momento di allineamento con
l’adesione (della Fondazione Edmund Mach nel suo complesso e dei due Centri
tecnologici, Centro Materiali e Microsistemi -CMM- e Centro per le Tecnologie
dell’Informazione -CIT-, nel caso della Fondazione Bruno Kessler) all’esercizio
nazionale di valutazione, promosso dall’ANVUR (VQR) che ha permesso, pur con
distinguo e precisazioni, un’analisi di posizionamento nei confronti delle altre realtà
di ricerca nazionali. La partecipazione alla VQR, di natura onerosa e volontaria, ha
anche richiesto la produzione di dati armonizzati, come indicato in tale esercizio,
dati che, sebbene non completamente coerenti (per entità, definizioni e periodi di
osservazione) con quelli contenuti nel sistema informativo direttamente attivato dal
CVR, costituiscono un bagaglio informativo importante che lo stesso CVR ha
utilizzato all’interno di questo Rapporto.
1
Gli atti completi e il materiale accessorio della conferenza (Trento 22 giugno 2012), sono disponibili
all’indirizzo
http://www.consiglio.provincia.tn.it/banche_dati/articoli/art_documento_campi.it.asp?pagetype=camp&app=art&ar_id=
232755&carica_var_session=1&suffix=_campi&type=testo&blank=N&ZID=6728175 .
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
11
La progettazione, la predisposizione (e la condivisione col Comitato tecnicoscientifico per la ricerca e l’innovazione - CTS) del sistema informativo a supporto
della valutazione, con la raccolta delle relative informazioni2 costituisce, oltre che il
rispetto di quanto contenuto come impegno negli Accordi di Programma, anche uno
strumento importante di analisi delle dinamiche sottese al finanziamento pubblico
provinciale. La natura di raccolta ex post delle informazioni ha finora reso, nella
configurazione attuale, tale strumento più come una “piattaforma informativa
d’ingresso”, funzionale a rappresentare la situazione di avvio del Programma e degli
Accordi, piuttosto che uno strumento di monitoraggio circa l’efficacia del loro
svolgimento. L’anno intercorso dal Rapporto intermedio ha per la prima volta
fornito un dato relativo al periodo di vigenza degli Accordi, di per sé comunque
insufficiente a restituire un quadro certo circa la loro performance. E’ questo il
motivo per cui, anche per il Rapporto finale, si è fatto ricorso a indagini più dirette
(incontri e interviste) e ad altri strumenti informativi (in primo luogo la bibliometria
ove disponibile e coerente con le questioni da trattare). Applicare queste
informazioni per l’attuazione del principio della “premialità”3 previsto dagli
Accordi, come è avvenuto alla fine del mandato, ha fatto emergere una serie di
contraddizioni che dovranno essere oggetto di un attento ripensamento, sia rispetto
ai criteri, sia in riferimento alle modalità di attribuzione dell’incentivo, oggi di
importo non molto rilevante (massimo 4%) ma che deve crescere di ruolo, rilevanza
e coerenza rispetto alle modalità di attribuzione. Infine, va ricordata l’interazione
con il CTS (con cui sono stati realizzate iniziative e incontri comuni) e che ha
confermato l’introduzione nella procedura di reporting di VALGO.
2
Il Documento di indirizzo sul sistema informativo della ricerca per la valutazione è stato approvato nella
seduta del 26 luglio 2011 dal Comitato di valutazione della ricerca, di concerto con il Comitato tecnico-scientifico per la
ricerca e l’innovazione, che ha provveduto al riguardo nella seduta del 6 settembre 2011. Il documento di indirizzo è
consultabile al sito http://www.uniricerca.provincia.tn.it/binary/pat_uniricerca/documentazione
3
Con gli Accordi di Programma per la XIV Legislatura con la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione
Edmund Mach e il Museo delle Scienze si è per la prima volta applicato lo strumento della premialità, presente anche in
quelli della XIII Legislatura e di fatto disatteso. L’attività sia di impostazione che di valutazione è illustrata
nell’Allegato 5.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
12
2. Il quadro di riferimento e il contesto
Le politiche pubbliche per la ricerca e l’innovazione tendono a rispondere a due
motivazioni fondamentali dei cosiddetti “fallimenti del mercato”, quelle di origine
economica, legate ai rischi e ai costi, e quelle di natura sociale, legate alle opportunità
e alla carenza di domanda. Ma queste politiche, in una società e un’economia sempre
più condizionate dalla produzione, dalla diffusione e dall’impiego di conoscenze,
devono essere in grado di mutare nel tempo, adattandosi ai contesti, alla natura e alle
caratteristiche dei soggetti e, soprattutto, al mix degli obiettivi che le guida. Al
crescere dell’attenzione nei loro confronti e del loro peso specifico rispetto alle altre
politiche industriali e di sviluppo ha corrisposto un mutamento del baricentro, dal
centro verso la periferia, nell’esercizio delle competenze e nella disponibilità di
risorse. La titolarità territoriale su una parte delle iniziative, e il processo di
produzione legislativa con gli strumenti e i soggetti a essa conseguenti, disegnano
uno scenario in cui gli amministratori si trovano investiti di compiti sostanzialmente
nuovi. Contemporaneamente emerge un crescente interesse per l’impatto, inteso
come il ritorno sulla realtà territoriale delle politiche intraprese e delle azioni
realizzate.
La realtà specifica della Provincia autonoma di Trento4 si caratterizza nel panorama
italiano su questi temi, in quanto:
ha sviluppato nel tempo5 (a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso) una
originale politica della ricerca che, sebbene in maniera non lineare, ha
progressivamente consolidato strutture, competenze e iniziative, generando
anche un consistente portafoglio di risultati;
ha sostenuto tale politica attraverso risorse aggiuntive crescenti nel tempo che
si sono sommate a quelle che le diverse istituzioni erano in grado di raccogliere
sul “mercato della ricerca”.
Più recentemente si sono aggiunti nuovi strumenti di programmazione, concertazione
e di governo della spesa, come gli Accordi di Programma, e nuove modalità di
intervento verso il sistema delle imprese e per la cooperazione internazionale.
4
Si rinvia a Nulli Michele (a cura di), Lo stato della ricerca in Trentino: il quadro normativo e istituzionale
(anno 2012), Provincia autonoma di Trento, Trento 2012, integralmente consultabile al sito
http://www.uniricerca.provincia.tn.it/binary/pat_uniricerca/documentazione
5
Il supporto diretto alla ricerca rappresenta una tradizione consolidata, che risale alla creazione - circa
cinquanta anni fa - dell’Istituto Trentino di Cultura, al varo dell’Università (successivamente statalizzata) e alla
creazione di strutture autonome di ricerca sostenute con risorse provinciali. Un disegno che si è andato arricchendo nel
tempo con l’attrazione di istituzioni extra-provinciali e con la stipula di accordi e convenzioni. Tappe fondamentali di
tale disegno sono state l’attenzione alla ricerca industriale (contenuta nella legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6)
ma, soprattutto la legge provinciale 20 marzo 2000, n. 3. Questa legge ha: (1) istituito il Fondo per i progetti di ricerca
(fondo addizionale ed integrativo alle dotazioni ordinarie), aperto anche a soggetti che realizzano attività di ricerca
diversi dalle imprese e dall’università; (2) costituito il Comitato di indirizzo e valutazione della ricerca (e l’Osservatorio
provinciale della ricerca, con compiti di rilevazione), come strutture per indirizzare e monitorare il sistema; (3)
introdotto il finanziamento su base competitiva e istituzionale; stabilita la regola del coordinamento nelle convenzioni
con enti di ricerca.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
13
Solo pochi anni dopo (nel 2004-5), e in continuità politica con la precedente
amministrazione provinciale, lo stesso sistema della ricerca trentino è stato oggetto di
un ulteriore e più radicale processo di riforma strutturale, concretizzatosi nella legge
provinciale 2 agosto 2005, n. 14.
Un provvedimento determinato dalla volontà, espressa dalla Giunta, di superamento
di quelle che venivano considerate le criticità della ricerca trentina emerse
dall’esperienza precedente: sproporzione tra impegni e risultati, con l’eccessiva
dipendenza dai trasferimenti pubblici, e scollamento tra ricerca, sistema produttivo e
realtà territoriale.
Due gli obiettivi generali e principali del provvedimento: un processo di riordino e
semplificazione dei soggetti pubblici della ricerca, favorendo una migliore
dimensione di sistema, integrato e aperto a livello nazionale e internazionale, e un
rinnovato ruolo della Provincia nel governo e nel disegno dello stesso sistema, con la
ridefinizione degli strumenti di supporto, nel quadro di una rafforzata integrazione tra
la programmazione generale e la programmazione di settore. Infatti un aspetto
particolarmente significativo è l’introduzione di un livello di programmazione
generale finalizzato ad agevolare l’integrazione tra tutti gli ambiti e i soggetti attivi
coinvolti, orientandoli verso alcuni obiettivi strategici comuni, e coordinando la
gestione e il finanziamento della ricerca pubblica “a bando” e quella della ricerca
applicata delle imprese. Lo strumento strategico di pianificazione è il Programma
Pluriennale della Ricerca (correlato al Programma di Sviluppo Provinciale), che
definisce gli obiettivi da perseguire e le linee generali di intervento; le priorità e le
aree di ricerca di interesse prioritario; i criteri generali per la valutazione delle
attività; i settori per l’adozione dei bandi. Sul piano dei contenuti la riforma ha,
inoltre, definito la trasformazione degli istituti di ricerca locali da enti funzionali a
Fondazioni, con personalità giuridica di diritto privato e con il riconoscimento
dell’interesse provinciale.
2.1 Il Programma di Sviluppo Provinciale e la ricerca
Il Programma di Sviluppo Provinciale (PSP) per la legislatura 2009 – 20136 è stato
incentrato attorno al concetto, proposto dall’OCSE e dalla Commissione europea, di
capitale territoriale, a partire dal quale ha distinto 6 assi strategici intersettoriali sui
quali promuovere la sua valorizzazione, completamento e riproduzione. Ciascuno
degli assi strategici – 1.capitale umano, 2.capitale produttivo, 3.capitale sociale e
welfare, 4.capitale identitario e culturale, 5.capitale ambientale e infrastrutturale,
6.capitale istituzionale e partecipativo – si è articolato in più ambiti e temi di
intervento. Quelli riconducibili alla ricerca hanno fatto diretto riferimento all’asse 1
e, in maniera indiretta, all’asse 2.
Nella difficile congiuntura internazionale, la programmazione della passata
legislatura ha preso avvio da un’analisi economica e sociale del Trentino che ne ha
6
Il Programma di Sviluppo Provinciale per la XIV Legislatura è stato approvato con deliberazione della Giunta
provinciale n. 608 del 26 marzo 2010.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
14
messo in luce le principali problematicità e linee di intervento, declinando tale
analisi a livello della ricerca e individuando per il settore i seguenti
1. punti di forza:
a. elevato investimento pubblico in ricerca e sviluppo confermato nel
tempo (cumulatività e specializzazione);
b. buona presenza di addetti alla Ricerca & Sviluppo e loro collocazione in
reti di qualità;
c. crescita della capacità competitiva e rafforzamento delle competenze
distintive.
2. punti di debolezza:
a. contenuto investimento privato in ricerca e sviluppo;
b. scarso trasferimento dei risultati nell’attività di ricerca alla realtà locale.
Infatti, nonostante il Programma abbia individuato nella vasta e consolidata rete
della ricerca pubblica trentina un punto di forza in grado di costituire “la base non
solo per lo sviluppo di innovazione generata localmente, ma anche per l’aumento
del potenziale innovativo generato al di fuori del territorio”, nel contesto dell’asse 1,
rivolto allo sviluppo del Capitale umano, si è osservato che “…prese singolarmente
le istituzioni scientifiche trentine non posseggono dimensioni tali da consentire la
formazione di una massa di ricercatori e di progetti di ricerca sufficiente a
competere sul mercato scientifico internazionale”. E si è suggerito di integrare le
attività delle istituzioni attraverso la costituzione del Sistema Trentino di Ricerca
(poi denominato STAR) con riferimento in particolare alla collaborazione (a) nelle
aree e nei progetti di ricerca, (b) nell’allocazione del personale ricercatore, (c) nella
logistica e nei grandi laboratori di ricerca, (d) negli strumenti di supporto alla
ricerca, (e) nei servizi di supporto al personale.
A partire da tali considerazioni sono stati, quindi, delineati i seguenti “Obiettivi e
linee prioritarie”:
1. favorire la costituzione di STAR, promuovendone l’integrazione in una rete di
rapporti internazionali;
2. perseguire l’eccellenza:
a. sviluppando gli strumenti di incentivazione legati al merito;
b. selezionando le aree di competenza;
3. intensificare i rapporti con l’ambiente locale valorizzando:
c. ogni opportunità di trasferimento cognitivo verso il sistema delle
imprese;
d. ogni esternalità volta al rinnovo del tessuto imprenditoriale locale (ad
esempio: spin-off e mobilità risorse).
E, infine, sono state suggerite le seguenti “Azioni strategiche”
1. promuovere STAR anche attraverso un adeguamento della normativa e degli
strumenti attuativi;
2. migliorare l’integrazione tra Università e Fondazioni;
3. definire un Accordo unitario inter-enti;
4. confermare e qualificare gli investimenti pubblici e rafforzare la cooperazione
con le imprese private;
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
15
5. sviluppare azioni per il radicamento europeo mediante chiamate internazionali
e partecipazione ai progetti europei (con particolare attenzione ad accordi con
la Provincia autonoma di Bolzano e il Land Tirolo);
6. introdurre meccanismi che premino la cooperazione sia sul fronte europeo che
sul fronte locale delle imprese.
2.2 Il Programma Pluriennale della Ricerca
Le politiche della Provincia sono ripartite, poi, con la XIV legislatura (2008 – 2013)
con l’adozione di due significativi atti.
Il primo è rappresentato da un nuovo Programma7, che ha richiesto al settore della
ricerca una maggiore contaminazione con i settori dell’alta formazione e
dell’innovazione e ha preconizzato la costituzione di STAR. Dall’altra, il
pianificatore provinciale ha aperto pure al tema del distretto dell’ICT, al fine di
considerarne la fattibilità, oltre a confermare l’opzione del Distretto dell’energia e
dell’ambiente. Del tutto correlata al distretto dell’ICT e contestualmente aperta a
rivedere le politiche della ricerca è stata la concretizzazione, avvenuta a partire dal 1
gennaio 2012, della possibilità che il sistema trentino, a seguito dell’esito positivo
della call comunitaria 2009, potesse divenire sede di riferimento nazionale
dell’Istituto Europeo di Tecnologia ed Innovazione (EIT) nel campo delle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) con la prospettiva di
posizionare la ricerca trentina in questo ambito a livelli avanzati e di far confluire
nel locale sistema di ricerca competenze e risorse. La costituzione del polo EIT a
Trento può essere considerato, infatti, come il coronamento di un processo
pluriennale, che ha visto il costante investimento di risorse provinciali nella ricerca
sulle ICT. Al di là della promozione di ricerche di alto livello e di qualificate
collaborazioni internazionali che originerà dall’insediamento dell’EIT, ne è derivato
un impegno di risorse sostanziale tramite la convenzione con l’associazione Trento
RISE che, incaricata per l’esercizio delle funzionalità previste nel progetto in
parola, ha aggregato in una logica cooperativa e per finalità di interesse generale
non economico gli attori pubblici del sistema trentino, che sono stati i proponenti in
sede comunitaria.
Il secondo passaggio, molto importante e qualificante per le politiche della ricerca e
nel solco di un allargamento degli orizzonti (dalla dimensione della ricerca
all’innovazione ed alta formazione), è stata la delega che il Governo nazionale ha
attribuito a favore della Provincia autonoma di Trento nel settore proprio
dell’Università degli studi (si tratta della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e, in
particolare, articolo 2, commi 106 – 125)8.
Questa delega rimane straordinaria e singolare, perché, da un lato, riguarda un
rapporto tra la Provincia, seppure a regime speciale, e un unico Ateneo, e non è una
delega in materia universitaria, essendovi il riferimento alla sola Università degli
7
Approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 2902 del 14 dicembre 2010
La delega che la Provincia autonoma di Trento ha avuto da parte del Ministero non riguarda l’ordinamento
didattico né lo stato giuridico dei docenti, ma può invece riguardare – e questo è molto importante – tutti gli aspetti
organizzativi che vengono ad essere a sostegno sia per il settore della ricerca che per la didattica.
8
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
16
Studi di Trento, e perché, dall’altra, trova gli architravi in tre importanti
strumentazioni:
a) la norma di attuazione, il cui schema, dopo l’esame della commissione
paritetica fra Stato, Regione Trentino Alto Adige e le due Province, è stato
definitivamente approvato con il varo del decreto legislativo 18 luglio 2011,
n. 1429;
b) il nuovo statuto per l’Università di Trento10;
c) la nuova disciplina da adottare con legge provinciale, che a fronte delle
prime indicazioni contenute all’articolo 68 della legge provinciale 27
dicembre 2011, n. 18, completa il processo in termini di programmazione
della spesa, assicurando gli strumenti nuovi di raccordo con l’Ateneo e
superando la logica addizionale in termini puramente finanziari.
Il Programma, nel ribadire i criteri generali per la valutazione delle attività e dei
progetti e per la verifica dei risultati, nella sostanza ha previsto esplicitamente tre
principi fondamentali:
la valutazione dei risultati conseguiti dal programma stesso, inserendola nel
circuito della programmazione e della sua periodica ridefinizione;
la definizione delle linee di principio di un sistema informativo per la
valutazione;
la previsione dell’obbligo dei soggetti beneficiari degli interventi di
sottoporsi alla raccolta dei dati e delle informazioni necessarie per la
valutazione.
La novità introdotta nel documento di programmazione è stata quindi costituita
dall’esplicito riferimento al sistema informativo (per un corretto monitoraggio delle
iniziative) e alla tecnostruttura (per un supporto tecnico alle attività),
operativamente preposta alla gestione degli interventi e competente nella
rilevazione dei dati e nella gestione del sistema informativo della ricerca, e dotata,
per tale fine, di adeguate risorse professionali e strumentali.
2.2.1 Obiettivi generali
Gli elementi che hanno caratterizzato la nuova programmazione per il periodo
2010 – 2013 sono stati:
la costituzione del sistema trentino della ricerca (STAR) attraverso
l’Accordo unitario inter enti;
la revisione delle aree di ricerca anche per le piattaforme tecnologiche;
la correlazione fra rendicontazione amministrativa e quella scientifica;
9
Si è previsto un Consiglio di amministrazione come luogo di controllo, di indirizzo e di programmazione e si è
spostato il livello di governo accademico da un lato sul rettore, come rappresentante dell’Ateneo, e dall’altra sul Senato
accademico come espressione maggiore del corpo accademico. Così, per quanto riguarda la valutazione, nella norma di
attuazione si è sostenuto che l’Ateneo di Trento partecipi al sistema nazionale di valutazione, ma al tempo stesso la
Provincia si riservi un ulteriore livello di valutazione da ancorare a dei parametri maggiormente incisivi rispetto a quelli
nazionali.
10
Emanato con il Decreto Rettorale n. 167 del 23 aprile 2012 e sul quale va richiamata la deliberazione della
Giunta provinciale n. 784 del 20 aprile 2012, con cui si è esercitato con esito positivo il prescritto controllo di
legittimità e di merito.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
17
il richiamo all’ordinamento comunitario per la nozione di soggetto di
ricerca e per la disciplina contabile;
l’indicazione del quadro finanziario complessivo per la ricerca;
la rivisitazione dell’Accordo di Programma;
la creazione del sistema informativo e della tecnostruttura;
la tracciabilità dell’investimento in ricerca e l’introduzione di VALGO,
come strumento per accompagnare la valutazione d’impatto;
la ridefinizione della missione dei comitati (CTS e CVR);
l’internazionalizzazione di STAR;
l’aggiornabilità alla luce della delega in materia di Università di Trento e
dell’operazione Trento RISE.
L’importanza dell’apertura internazionale e il richiamo alla nozione guida di
Spazio Europeo della Ricerca (ERA) caratterizzano, inoltre, STAR, da sviluppare
lungo tre direttrici principali:
1. l’Accordo unitario inter enti, che riguarda la individuazione di una strategia e
di una metodologia condivise tra i vari attori della ricerca al fine di porsi, come
unico sistema territoriale;
2. il posizionamento del sistema rispetto al panorama europeo in termini di
partecipazione all’area comune di ricerca europea, alle sue piattaforme
tecnologiche e infrastrutture di ricerca;
3. il rafforzamento dell’azione di internazionalizzazione in differenti contesti
geopolitici ed in diversi ambiti (i paesi dell’Europa; gli Stati Uniti, il Giappone
ed Israele; Cina e India).
2.2.2 Obiettivi specifici
Rispetto al Programma della XIII legislatura, è stata individuata una maggiore
incisività per quanto riguarda la dimensione della valutazione. Infatti, l’esperienza
considerata non completamente soddisfacente degli Accordi di Programma 20062008, unitamente ai commenti e ai suggerimenti del CVR nella passata legislatura,
ha portato a concepire i nuovi Accordi di Programma 2010-201311 con le
Fondazioni in una chiave più coerente in materia di pianificazione e di
concertazione. Sono stati introdotti negli Accordi, sebbene in forme e contenuti da
dettagliare ulteriormente, le indicazioni degli obiettivi generali e dei risultati che
la Provincia si aspettava da parte della Fondazione; è stato previsto un sistema di
monitoraggio e di valutazione anche tramite indicatori; è stato fortemente spinto
anche il rapporto tra il Comitato di valutazione della ricerca e i nuclei di
valutazione, da costituirsi ed entrare a pieno regime all’interno degli Enti di
ricerca provinciali. Si è stabilito anche l’obbligo della previsione di un report
annuale da parte dei singoli Enti di ricerca e, soprattutto, si è posto il fondamento
per realizzare un sistema informativo della ricerca a livello della Provincia, in
11
La Giunta provinciale con deliberazione n. 3072, 3073 e 3074 del 23 dicembre 2010 ha approvato lo schema
di Accordo di Programma tra la Provincia Autonoma di Trento e rispettivamente la Fondazione Bruno Kessler, il
Museo Tridentino di Scienze Naturali (ora, dal 2011, Museo delle Scienze per come viene citato nel presente
documento) e la Fondazione Edmund Mach per la XIV legislatura, assegnando le relative risorse.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
18
grado di restituire una serie di dati e informazioni, che anche ove esistenti,
risultavano dispersi in sedi e con modalità poco dialoganti tra di loro. In questo
modo sono state poste le condizioni per reimpostare le politiche provinciali
basandole su dati certi e sottoposti a una loro interpretazione a cui doveva
concorrere la presenza di una struttura tecnica in grado di gestire con competenza
il sistema informativo e i processi di valutazione e le varie metodologie di
valutazione adottate. In sintesi, i nuovi accordi, a livello di impostazione, si sono
connotati per questi profili:
indicazione esplicita degli obiettivi della Provincia e del singolo ente;
vincolo a cooperare fra soggetti mediante l’Accordo unitario inter-enti
per STAR;
sistema della premialità in relazione al raggiungimento e miglioramento
degli obiettivi fissati sulla scorta degli indicatori convenuti con relativa
previsione di una quota del finanziamento pari al 4% (fino al 30%
complessivo);
previsione, nell’ambito di un sistema di una rendicontabilità per progetti,
di un fondo di funzionamento, per coprire, tra l’altro, le spese del
personale a tempo indeterminato (non presentabili su altri interventi), e
di un fondo dedicato alle iniziative e ai progetti;
individuazione delle attività a supporto della Provincia quale
valorizzazione della ricerca;
esplicitazione dell’obbligo di fornire informazioni e dati alla Provincia;
introduzione del bilancio sociale come strumento di accountability;
accessibilità interattiva con il sistema informativo del singolo ente;
valutazione tramite indicatori mediante giudizio dei pari e raccordo con
il singolo nucleo di valutazione;
riferimento al nuovo regime sui diritti di proprietà intellettuale.
Inoltre, sono state stabilite le seguenti indicazioni:
1. gli attori di STAR erano tenuti ad incrementare la quota di
autofinanziamento su fondi non provinciali dedicati alla ricerca dovendo
adottare iniziative congiunte in vista dell’elaborazione del nuovo
Programma Quadro europeo nel settore della ricerca;
2. la Fondazione Bruno Kessler, anche avvalendosi della rete di
collaborazione sviluppata con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, era
chiamata ad inserire i laboratori legati alle micro-nano-tecnologie nella
rete virtuale dei laboratori di riferimento europeo;
3. la Fondazione Edmund Mach doveva perseguire l’obiettivo di sviluppare
una infrastruttura di rilievo internazionale nel settore della genomica e
della post genomica per le piante da frutto.
2.2.3 Linee di intervento
La logica di programmazione, che è stata perseguita con il Programma per la XIII
legislatura e che continua in quello della XIV legislatura, è basata sulla
costruzione di un portafoglio sostenibile nel medio - lungo periodo, realizzato:
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
19
1. tra iniziative con risultati previsti a breve o brevissimo termine e iniziative
nelle quali occorre investire per alcuni anni per poter ottenere risultati
(grado di maturità);
2. tra iniziative a forti ricadute applicative (con o senza elevata qualità
scientifica) e iniziative prive di ricadute ma caratterizzate da leadership
scientifica internazionale e forti ritorni di immagine e di attrattività per i
giovani (ricadute applicative);
3. tra iniziative di elevato standing di ricerca e iniziative a minore
successo/visibilità, ma degne di ricevere supporto in vista di risultati
promettenti (anche se rischiosi) in futuro, oppure in grado di generare
ricadute applicative di interesse locale (qualità scientifica);
4. tra iniziative a forte crescita (e quindi alti investimenti) e iniziative
consolidate (tasso di crescita);
5. tra iniziative prive di strozzature e iniziative nelle quali occorre una
attenta pianificazione per evitare colli di bottiglia (ostacoli).
Sono state individuate quattro linee di intervento, in coerenza con il quadro degli
interventi a livello nazionale:
a. Grandi progetti12;
b. Progetti di sviluppo13;
c. Accordi14;
12
I Grandi progetti sono iniziative che si propongono di fare progredire il sistema di ricerca trentino in direzioni
strategiche suscettibili di notevoli sviluppi, sia in termini di risultati scientifici sia in termini di potenzialità applicative.
Il Grande progetto si pone obiettivi ampi di lungo termine, ed implica la mobilitazione di risorse umane qualificate, la
realizzazione di nuovi laboratori o specifiche infrastrutture di ricerca. Pertanto la realizzazione di un Grande progetto si
articola in due fasi: una di progettazione, per delimitare con chiarezza gli obiettivi e definire precise deliveries di ricerca
al termine del finanziamento, ed una successiva di attivazione, attraverso bandi e intese specifiche.
13
I Progetti di sviluppo sono progetti finalizzati allo sviluppo del territorio, alla cui realizzazione contribuiscono
soggetti differenti (aziende, enti pubblici, fondazioni, università etc.) e all’interno dei quali sia individuabile un preciso
ruolo degli enti di ricerca. Il Progetto di sviluppo è l’intervento appropriato per favorire il rapporto tra mondo della
ricerca e quello della produzione su cui si basa la possibilità di un contributo della ricerca all’innovazione del territorio.
Lo schema di applicazione cui fare riferimento è quello già messo in opera per il progetto del distretto tecnologico
relativo alle tecnologie per l’edilizia sostenibile, fonti rinnovabili e gestione del territorio, vale a dire:
- una programmazione a grandi linee, che segue un’iniziale ricognizione delle capacità e competenze;
- l’individuazione del gruppo di progettazione, che definisca obiettivi, scelte tecnologiche, specifiche, etc.;
- l’individuazione dei soggetti in grado di contribuire alle linee di sviluppo progettate (in questa fase dovrà
essere esplicitato il ruolo eventuale di strutture di ricerca);
- le risorse disponibili e le modalità di finanziamento;
- la definizione dei criteri e dei metodi di gestione.
Le successive fasi (approvazione definitiva del progetto, costituzione del gruppo responsabile, definizione
delle modalità di erogazione dei fondi, etc.) andranno definite tenendo conto della natura dei soggetti che
contribuiscono al finanziamento come alla realizzazione.
Queste iniziative richiedono una progettazione concordata tra diversi attori, che ne definisca gli obiettivi, le
modalità per raggiungerli, i criteri di gestione del progetto, etc., e devono realizzarsi attraverso la convergenza di più
tipi di finanziamento (fondo per la ricerca, finanziamenti per l’innovazione industriale, fondi per la sanità, etc.).
Lo strumento attuativo di questa linea d’intervento è il bando. Essendo progetti che coinvolgono risorse e
competenze diverse è necessaria una fase negoziale, che consenta di verificare le capacità dei gruppi che si candidano
per il finanziamento, e che veda coinvolti i responsabili della realizzazione dell’intero progetto.
14
Per Accordi si intendono quegli atti a contenuto e forma negoziali, con cui la Provincia autonoma di Trento
definisce insieme a soggetti istituzionali o governativi le attività di ricerca di riconosciuto interesse comune e il relativo
regime di ordine finanziario e gestionale. In particolare, consentono il sostegno sia di attività di ricerca specifiche dei
soggetti interessati sia di progetti rientranti nelle aree tematiche non incluse dal Programma. Per ragioni strategiche e
per grado di rilevanza si tratta primariamente degli Accordi di Programma a sostegno principale del sistema trentino
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
20
d. Progetti esplorativi15.
La programmazione degli interventi è stata subordinata ai seguenti principi
ispiratori.
focalizzazione su temi prioritari che verranno rimodulati in base agli
esiti di un sistema di valutazione di risultati ed impatto territoriale;
coerenza con le scelte programmatiche ed i grandi investimenti della
Provincia;
eccellenza su temi strategici, destinando al contempo fondi anche al
sostegno di quei ricercatori od unità che abbiano ottenuto risultati di
eccellenza anche su tematiche indipendenti e non comprese nei temi
strategici;
apertura internazionale quale volano culturale a beneficio dell’intero
territorio;
vocazione alpina, territoriale e ambientale (ad esempio: Dolomiti come
patrimonio dell’umanità);
equilibrio nelle componenti economiche, produttive, sociali, culturali,
solidaristiche;
disseminazione al fine sia di rendere conto alla comunità degli
investimenti nell’ambito della ricerca sia di contribuire ad uno sviluppo
culturale della società.
Per il modello di impostazione scientifica e le relative politiche di finanziamento
sono state individuate due direzioni di supporto alla ricerca, uno per la ricerca
strategica e uno per la ricerca indipendente.
Per l’attuazione delle quattro linee di intervento sopra prospettate, nell’arco di
vigenza del Programma, le risorse per la ricerca, sono state indicativamente
ripartite secondo le seguenti percentuali:
65% per gli Accordi di Programma a sostegno principale del sistema
trentino della ricerca e dell’alta formazione;
25% per i Grandi progetti e i Progetti di sviluppo;
10% per i Progetti esplorativi e gli altri Accordi.
A specifiche iniziative sono stati riservati i massimi livelli agevolativi16 della
Provincia nel campo della ricerca, attraverso gli strumenti della legge e della legge
della ricerca e dell’alta formazione, riguardando la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund Mach, ai sensi
dell’articolo 20 della legge nonché l’Università degli studi di Trento per l’attività di ricerca, ai sensi dell’articolo 19
della legge, e il Museo di Scienze.
Con minore impatto e con funzione diversa, delineata dalla legge medesima, vi rientrano in secondo piano
anche gli accordi con:
a) gli organismi di ricerca, come definiti dalla normativa comunitaria, che svolgono attività di ricerca sul
territorio provinciale, ai sensi dell’articolo 21 della legge;
b) governi locali, a livello nazionale e internazionale, ai sensi dell’articolo 16, comma 2 della legge.
15
I Progetti esplorativi sono i progetti che danno un valore aggiunto rispetto a quanto già realizzato dagli enti di
ricerca. Lo strumento si presta in modo particolare alla promozione di nuove linee di ricerca, al sostegno di proposte di
ricerca di giovani ricercatori, alla collaborazione interna ed esterna. Tra le possibili modalità di attuazione di questa
linea di intervento si prevede l’attivazione di bandi per giovani ricercatori di talento come strumento per sostenere
tematiche di ricerca non prioritarie o non sufficientemente sviluppate per divenire un asse strategico dell’attività degli
enti. Questo strumento rimane aperto a diverse opzioni e possibilità, in quanto potrebbe essere attivato anche a fronte di
rapide evoluzioni del panorama scientifico internazionale.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
21
provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, nel rispetto della normativa comunitaria in
materia di aiuti di Stato.
2.2.4 Strumenti
Alle linee di intervento sono stati associati, con combinazioni diverse, gli
strumenti prefigurati dalla legge di riforma: intese con governi, accordi di
programma con le fondazioni ed organismi di ricerca, bandi a contributo e a
commessa, agevolazioni ai sensi della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6.
La tabella seguente fornisce un quadro riassuntivo degli strumenti a disposizione
rispetto a ogni linea d’intervento, mentre nei successivi tre paragrafi vengono
riassunte, in sequenza, le aree prioritarie, le piattaforme e i criteri valutativi.
Tabella 1 - Strumenti per l’attuazione delle linee generali di intervento
LINEE DI
INTERVENTO
Grandi progetti
Progetti di sviluppo
Accordi
16
STRUMENTI
bandi – contributo
RIFERIMENTO
NORMATIVO
art. 22 l.p. 14/05
artt. 8-12 l.p. 14/05
bandi-commessa
art. 22 l.p. 14/05
Accordi di Programma
artt. 19-20-21 l.p. 14/05
bandi – contributo
art. 22 l.p. 14/05
artt. 8-12 l.p. 14/05
bandi-commessa
art. 22 l.p. 14/05
SOGGETTI
organismi di ricerca,
fondazioni Kessler e
Mach
tutti i soggetti art. 4 l.p.
14/05
Università di Trento,
fondazioni Kessler e
Mach, organismi di
ricerca
organismi di ricerca,
fondazioni Kessler e
Mach
agevolazioni per
l’innovazione
art. 5 l.p. 6/99 e altri
tutti i soggetti art. 4 l.p.
14/05
accordi di Programma
artt. 19-20-21 l.p. 14/05
imprese
Università di Trento,
Nello specifico:
i grandi progetti, sostenuti attraverso gli strumenti della legge, da realizzarsi nelle seguenti aree, con possibilità
di bandi monotematici: Tecnologie dell’informazione e della comunicazione; energie rinnovabili e ambiente –
ecologia; salute e assistenza;
il progetto di sviluppo rappresentato dal distretto dell’ICT e dal distretto tecnologico relativo alle tecnologie
per l’edilizia sostenibile, fonti rinnovabili e gestione del territorio, sostenuto con gli strumenti della legge e
della legge provinciale n. 6 del 1999;
le iniziative di ricerca applicata, sostenute con gli strumenti della legge provinciale n. 6 del 1999, che
prevedono costi di ricerca contrattuale derivanti da collaborazioni, realmente dimostrate, con organismi di
ricerca pubblici o privati operanti sul territorio provinciale, per importi non inferiori al 10% del costo del
progetto;
i progetti esplorativi specificatamente rivolti all’accrescimento del capitale umano (in particolare qualora
realizzati da ricercatori post-doc e piccole unità di ricerca), sostenuti con gli strumenti della legge. Sulle aree di
intervento indicate nella lettera a) è possibile dedicare strumenti esplorativi monotematici;
i progetti esplorativi specificatamente rivolti a nuove iniziative imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico
come spin off o start up della ricerca, sostenuti con gli strumenti della legge provinciale 13 dicembre 1999, n.
6. Sulle aree di intervento indicate nella lettera a) è possibile dedicare strumenti esplorativi monotematici.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
22
Progetti esplorativi
bandi – contributo
art. 22 l.p. 14/05
artt. 8-12 l.p. 14/05
bandi-commessa
art. 22 l.p. 14/05
agevolazioni per
l’innovazione
art. 5 l.p. 6/99 e altri
fondazioni Kessler e
Mach, organismi di
ricerca
organismi di ricerca,
fondazioni Kessler e
Mach
tutti i soggetti art. 4 l.p.
14/05
imprese
2.2.5 Aree di ricerca prioritarie
1. Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale,
evoluzione climatica, biodiversità);
2. Scienza dei materiali: micro- nano-tecnologie inorganiche e ibride;
3. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
4. Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale;
5. Neuroscienze e scienze cognitive;
6. Governance territoriale e standard globali dopo la crisi;
7. Diritto ed economia per la valutazione delle politiche.
2.2.6 Piattaforme tecnologiche
1. Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili,
produzione compatibili con l’ambiente, industria verde);
2. Applicazioni delle biotecnologie vegetali;
3. Tecnologie alimentari per la valorizzazione della qualità nutrizionale, la
tracciabilità e la salubrità dei prodotti;
4. Tecnologie dei sistemi e servizi di WEB, di interazione uomo-macchina,
sensoristiche e di embedded intelligence;
5. Tecnologie per la gestione del territorio e la sua valorizzazione.
2.2.7 Criteri di valutazione
1. Presenza rilevante nella letteratura internazionale;
2. Partecipazione a programmi internazionali di ricerca;
3. Partecipazione a programmi nazionali di ricerca;
4. Realizzazioni;
5. Brevetti e sviluppo di tecnologie;
6. Capacità di acquisizione di fondi da agenzie nazionali e internazionali.
2.3 Gli Accordi di Programma
Gli Accordi di Programma 2010-2013 con la Fondazione Bruno Kessler, con la
Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze, sono stati approvati
rispettivamente con deliberazioni della Giunta provinciali n. 3072, n. 3074 e n. 3073
del 23 dicembre 2010.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
23
Contengono espliciti riferimenti alle modalità metodologiche e procedurali17:
indicazione esplicita degli obiettivi della Provincia e del singolo ente;
sistema della premialità in relazione al raggiungimento e miglioramento
degli obiettivi fissati sulla scorta degli indicatori convenuti con relativa
previsione di una quota del finanziamento pari al 4% (fino al 30%
complessivo);
17
Di seguito si riporta la formulazione adottata.
Riquadro: Previsione Tipo degli Accordi di Programma
Art. …
Modalità per valutare congiuntamente i risultati dell’attività di ricerca
Le Parti convengono che l’attività di ricerca è oggetto di monitoraggio in itinere e di valutazione finale volta a
valutare il raggiungimento e miglioramento degli obiettivi fissati nell’accordo, sulla scorta degli indicatori
convenuti, al fine di verificare:
α)
la qualità del lavoro scientifico svolto;
β)
la rilevanza e la ricaduta delle attività;
χ)
la capacità di autofinanziamento.
Il monitoraggio è svolto entro giugno 2012. La valutazione è svolta entro tre mesi dal termine della validità
dell’Accordo stesso. Il monitoraggio e la valutazione sono effettuati sulla base della procedura, della metodologia e
della reportistica definita congiuntamente tra il Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione e il
Comitato di valutazione della ricerca, sentito … (l’ente) . Per il monitoraggio e la valutazione i comitati potranno
avvalersi anche di esperti esterni, come previsto dalla LP 14 del 2005.
Gli indicatori afferiscono ad alcuni dei macroambiti di indagine individuati nel Modello di Analisi d’impatto:
diversi strumenti concorrono a popolare di dati quanti/qualitativi i suddetti indicatori, comprese eventuali indagini
di approfondimento realizzabili ad hoc ed integrazioni di informazioni provenienti dal sistema informativo
armonizzato della ricerca. Ciascun indicatore concorre ad esplicitare la ricaduta delle attività e quindi a descrivere
rappresentarne l’impatto atteso.
I fattori considerati per la valutazione della performance del … (l’ente) (con una prima individuazione di
indicatori) sono da valutare in base agli obiettivi riportati all’articolo 1 e sono:
a) presenza rilevante nella letteratura internazionale (collaborazioni e coautoraggio), ovvero la
riconosciuta capacità di contribuire all’avanzamento scientifico nei rispettivi ambiti di intervento
attraverso la produzione di nuova conoscenza;
b) partecipazione a programmi internazionali di ricerca (accordi e collaborazioni), come indicatore
sia della capacità relazionale sia della capacità competitiva misurata attraverso il successo nel
mercato della ricerca;
c) partecipazione a programmi nazionali di ricerca (progetti di ricerca in collaborazione, accordi e
collaborazioni), come sopra ma a scala nazionale;
d) realizzazioni, anche in termini di eventi, sviluppo di metodi e procedure, spin-off e nuove imprese,
ovvero la capacità di generare output e ricadute non misurabili con i tradizionali strumenti
scientifici;
e) brevetti e sviluppo di tecnologie (creazione marchi);
f) capacità di acquisizione di fondi da agenzie nazionali e internazionali (contratti);
g) ricadute sul territorio (occupazione e supporto alle imprese).
La ulteriore declinazione dei fattori sopra individuati in indicatori specifici attraverso una più puntuale
definizione delle richieste sarà oggetto di specifiche intese tra la Provincia e … (l’ente), con il coinvolgimento del
Comitato di valutazione della ricerca e del Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione, tenendo in
debito conto la pluralità di soggetti che afferiscono a … (l’ente).
L’esito della valutazione finale ha effetto sul riconoscimento definitivo di una quota pari al 4% del
finanziamento complessivo, riferito ai singoli soggetti che afferiscono a … (l’ente). Qualora la valutazione portasse
al riconoscimento di una percentuale inferiore, si procederà mediante compensazione con le risorse dell’Accordo
successivo.
L’ … (l’ente) si impegna, altresì, a proseguire nel percorso avviato con l’Accordo di programma 2007-2008
volto a definire modalità di autovalutazione, con la nomina di un proprio nucleo di valutazione, che procederà alla
valutazione delle attività del … (l’ente) secondo standard e procedure utilizzate a livello internazionale. Annualmente
il nucleo di valutazione produce un rapporto, che viene reso pubblico, e si riunisce in sessione plenaria con il
Comitato di valutazione della ricerca. Il rapporto del nucleo, in base all’ordinamento del … (l’ente) e in un’ottica di
riconoscimento del merito, potrà servire anche a ridefinire la distribuzione delle risorse finanziarie fra le diverse
unità di ricerca e sulla progressione economica e remunerazione del personale dipendente.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
24
esplicitazione dell’obbligo di fornire informazioni e dati alla Provincia;
accessibilità interattiva con il sistema informativo del singolo ente;
valutazione tramite indicatori mediante giudizio dei pari e raccordo con il
singolo nucleo di valutazione.
Inoltre, tali accordi provvedono a:
1. prefigurare un sistema di monitoraggio e di valutazione anche tramite
indicatori;
2. affermare la necessità di un rapporto tra il Comitato di valutazione della ricerca
e i nuclei di valutazione, che dovranno essere costituiti ed entrare a pieno
regime all’interno degli Enti di ricerca provinciali;
3. stabilire l’obbligo della realizzazione di un report annuale da parte dei singoli
Enti di ricerca;
4. porre il fondamento per realizzare un sistema informativo della ricerca a livello
della Provincia, che permetta di raccogliere in maniera organica dati e
informazioni.
Per quanto riguarda il Sistema informativo, gli accordi in parola prevedono:
razionalizzazione dei flussi informativi esistenti, con l’introduzione di
descrittori (maschere di raccolta dei dati e VALGO per il monitoraggio
d’impatto) e l’istituzionalizzazione del rapporto tra CVR, il Servizio
Statistica e le diverse strutture dell’amministrazione preposte agli
interventi attuativi;
esplicitazione dell’obbligo, sanzionabile, di fornire dati ed informazioni
alla Provincia, secondo gli standard e con gli strumenti indicati;
avvio di nuovi strumenti di raccolta dei dati, e raccolta sistematica delle
informazioni che derivano “in automatico” dallo svolgimento delle
attività amministrative di attuazione delle politiche;
necessità della tecnostruttura e livelli diversi di fruizione.
In sintesi gli Accordi di Programma hanno delineato in modo innovativo ed
esplicito, in sintonia con le linee di indirizzo dettate dal Programma, un quadro
rinnovato per quanto riguarda gli aspetti della valutazione oggetto del presente
Rapporto. Tale quadro è basato sostanzialmente sui seguenti elementi:
un organico Sistema informativo della ricerca a livello della Provincia,
con la definizione di un set di indicatori di performance a supporto
dell’attività di valutazione18;
una tecnostruttura provinciale a presidio di tale Sistema informativo;
la presenza attiva in ogni ente di ricerca di un nucleo di valutazione
interno;
la definizione di una procedura con la quale la Provincia autonoma di
Trento, nell’ambito del proprio ruolo di finanziatore e di responsabile di
scelte di indirizzo strategico, assegna all’ente di ricerca degli obiettivi
18
Il documento sul sistema informativo è stato definito dal CVR di concerto con il CTS ed è disponibile
all’indirizzo
http://www.uniricerca.provincia.tn.it/binary/pat_uniricerca/Presentazione/Sistema_informativo_ricerca.1316080973.pdf
.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
25
quantitativi riferiti a ciascuno degli indicatori in funzione della
premialità;
la previsione, da parte del CVR, di un Rapporto di valutazione
intermedio nel 2012 e di un Rapporto finale al termine della validità
degli Accordi.
Nella tabella che segue sono riassunti, in un quadro sinottico relativo alle Fondazioni
e al Museo delle Scienze, i “Temi generali di interesse comune”, gli “Obiettivi
generali prioritari”, i “Risultati di carattere generale” e i “Risultati specifici”
contenuti all’articolo 1 di ogni singolo Accordo di Programma.
Tabella 2 - Quadro sinottico degli Accordi di Programma per la XIV Legislatura con i principali
enti strumentali di ricerca della Provincia.
FBK
Temi generali di interesse
comune
Obiettivi generali
prioritari
Risultati di carattere
generale
• tecnologie
FEM
Museo delle Scienze
• produzioni agricole
•biodiversità ed ecologia
degli ecosistemi
• qualità nutrizionale e
salutistica dei prodotti •scienze della terra
alimentari
•preistoria alpina
• istruzione e formazione • documentazione e
professionale
conservazione delle
• sviluppo sostenibile e
collezioni
salvaguardia della
naturalistiche
biodiversità
• valorizzazione del
patrimonio ambientale
dell’informazione e
della comunicazione
• scienza dei materiali:
materiali innovativi,
micro-nanotecnologie, studi di
fisica nucleare
• discipline umanistiche:
studi storici italogermanici, scienze
religiose
• condurre ricerca di alta
• condurre ricerca di alta
qualità, visibile
qualità, visibile
internazionalmente
internazionalmente
sviluppando in
• assicurare al territorio
particolare
trentino risultati
un’infrastruttura di
innovativi nel campo
rilievo internazionale
della ricerca e della
nel settore della
disseminazione della
genomica e postconoscenza
genomica delle piante
• concorrere
da frutto
all’affermazione e
• assicurare al territorio
all’implementazione
trentino risultati
del Sistema Trentino
innovativi nel campo
Alta formazione e
della ricerca e della
Ricerca (STAR)
disseminazione della
• contribuire alla
conoscenza anche
costruzione del
attraverso servizi di
Distretto dell’ICT
consulenza tecnica
• sostenere l’applicabilità
agli agricoltori
industriale edi risultati
•
concorrere
della ricerca
all’affermazione e
• sostenere l’iniziativa
all’implementazione
Trento RISE
del Sistema Trentino
Alta formazione e
Ricerca (STAR)
• promuovere l’istruzione
e la formazione
professionale
• rafforzare l’azione di
• rafforzare la sostenibilità
internazionalizzazione
e competitività delle
produzioni agricole
• dimostrare attrattività nei
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
•condurre ricerca di alta
qualità, visibile
internazionalmente
•assicurare al territorio
trentino risultati
innovativi nel campo
della ricerca e della
disseminazione della
conoscenza
•concorrere
all’affermazione e
all’implementazione
del Sistema Trentino
Alta formazione e
Ricerca (STAR)
•promuovere lo studio del
sistema geodinamico
alpino
•valorizzare gli archivi di
biodiversità
•approfondire i rapporti tra
scienza e società
•proseguire lo studio volto
a definire il ruolo della
ricerca nel nuovo
MUSE
•dimostrare attrattività nei
confronti di ricercatori
di livello
26
confronti di ricercatori
di livello
internazionale e
stringere accordi e
programmi di scambio
con istituzioni di
ricerca a livello
europeo
• mantenere e, dove
possibile,
incrementare la
credibilità scientifica
internazionale
• sviluppare attività di
trasferimento
tecnologico e
stimolare idee
brevettali
• assicurare al territorio
trentino una crescente
diffusione dei risultati
della ricerca prodotti
• formare giovani
ricercatori
Risultati specifici
del territorio locale
• migliorare i processi di
trasformazione e
valorizzazione dei
prodotti della filiera
agro-alimentare
• approfondire il rapporto
tra ecologia,
biodiversità e
biocomplessità
• dimostrare attrattività
nei confronti di
ricercatori di livello
internazionale e
stringere accordi e
programmi di scambio
con istituzioni di
ricerca a livello
europeo
• mantenere e, dove
possibile,
incrementare la
credibilità scientifica
internazionale
• formare giovani
ricercatori e tecnologi
• Al fine di dare coesione • Al fine di dare coesione
a STAR, promuovere
a STAR, promuovere
una discussione
una discussione
pubblica di livello
pubblica di livello
internazionale quale
internazionale quale
metodo di
metodo di
aggiornamento del
aggiornamento del
piano strategico 2009piano strategico 20092013 e di
2013 e di
riprogrammazione
riprogrammazione
2014-2018
2014-2018
• Raggiungimento di una
• Raggiungimento di una
quota di
quota di
autofinanziamento
autofinanziamento
entro il 2012 da
entro il 2012 da
mantenere nel 2013
mantenere nel 2013
del
del
1. 28% per il Centro
• 35% per il polo
Ricerca e
tecnologico
Innovazione
(CMM, CIT,
(CRI)
ECT*)
2. 17% per il Centro
• 10% per il polo
di Trasferimento
umanistico (ISIG,
Tecnologica
ISR)
(CTT)
• Il costante sostegno alle
• La costituzione o la
imprese generate
promozione, entro il
prima del 2009 e la
2012, di centri di
creazione di almeno 2
rilevanza
nuove imprese entro il
internazionale
2012
nell’ambito della
• Il supporto e l’adesione,
biologia sistemi e del
entro il 2010, al
legno e delle foreste
soggetto deputato a
• L’adesione, entro il
esercitare le
2012, a piattaforme
funzionalità previste
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
internazionale e
stringere accordi e
programmi di scambio
con istituzioni di
ricerca a livello
europeo
•mantenere e, dove
possibile,
incrementare la
credibilità scientifica
internazionale
•assicurare al territorio
trentino una crescente
diffusione dei risultati
della ricerca prodotti
•formare giovani
ricercatori
•Al fine di dare coesione a
STAR, promuovere
una discussione
pubblica di livello
internazionale quale
metodo di
aggiornamento del
piano strategico 20092013 e di
riprogrammazione
2014-2018
•Raggiungimento di una
quota di
autofinanziamento
entro il 2012 da
mantenere nel 2013
del 20%
•Rafforzare, entro il 2012,
la partecipazione alla
piattaforma scientifica
sulla biodiversità
animale e vegetale
•Attivare, entro il 2011 e
negli anni successivi,
iniziative unitarie nel
settore della
comunicazione
scientifica con gli altri
attori di STAR col
ruolo di referente
principale
•La valorizzazione delle
attività di ricerca
attraverso la
consulenza a PAT
27
da Trento RISE
• Il supporto e l’adesione,
entro il 2012, al
Distretto dell’ICT
• L’adozione, entro il
2011, di uno specifico
programma di
supporto alle imprese
nel settore
dell’informatica, con
particolare riferimento
alle aree sanitaria e
sociale
• La valorizzazione delle
attività di ricerca
attraverso la
consulenza a PAT
• L’inserimento, entro il
2012, dei laboratori
legati alle micronano-tecnologie nella
rete virtuale dei
laboratori di
riferimento europei
• Il rilancio delle
discipline umanistiche
attraverso l’adozione,
entro il 2011, di uno
specifico piano
strategico pluriennale
• L’attivazione di percorsi
di selezione di nuovi
talenti
•
•
•
•
•
tecnologiche sulle
piante perenni
La valorizzazione delle
attività di ricerca
attraverso la
consulenza a PAT
La realizzazione di
azioni concrete
nell’ambito della
valorizzazione e del
trasferimento
tecnologico
L’attivazione di un corso
di specializzazione
vivaistica
Il rafforzamento
dell’internazionalizza
zione nell’ambito
degli studi enotecnici
Un programma di
supporto alle aziende
in relazione alla
problematica dell’
energia
2.4 Le prospettive: verso l’Accordo unitario inter enti
In conformità alla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 e tenendo conto della
necessità di stringere un raccordo efficace fra ricerca e accademia alla luce della
delega, la Provincia ha deciso di rafforzare i propri sforzi, attuando una strategia di
sviluppo territoriale basata sulla conoscenza e riconoscendo nella promozione, nella
crescita e nella diffusione della ricerca e dell’innovazione uno strumento
fondamentale per la crescita del capitale umano, per lo sviluppo del sistema delle
imprese e della qualità e competitività dell’intero territorio provinciale.
La realizzazione di questo fondamentale indirizzo implica che la Provincia valorizzi
il patrimonio di conoscenze generato dai soggetti che operano nel campo della
ricerca e dell’innovazione, promuova forme di collaborazione e di coordinamento
fra i diversi attori della ricerca e innovazione operanti sul territorio, incentivi forme
di collaborazione e cooperazione del sistema produttivo locale con il sistema
provinciale della ricerca e dell’innovazione.
Tra gli obiettivi della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 vi è proprio quello di
realizzare un sistema provinciale della ricerca, al perseguimento delle cui finalità
sono ammessi a concorrere, fra gli altri, l’Università di Trento, la Fondazione Bruno
Kessler e la Fondazione Edmund Mach, il Museo delle Scienze e gli organismi di
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
28
ricerca che svolgono attività di ricerca sul territorio provinciale con i quali la
Provincia può stipulare Accordi di Programma, ai sensi degli articoli 19, 20 e 21
della medesima legge, per realizzare interventi o progetti di ricerca e innovazione di
particolare interesse.
Secondo il Programma la costituzione di STAR può essere rafforzata con la
previsione di una sede di coordinamento in cui siano definiti e focalizzati in termini
di convergenza gli obiettivi comuni assunti a sistema e in chiave aperta
all’internazionalizzazione, in modo da orientare la condivisione di infrastrutture e
risorse di personale, avviare procedure omogenee di reclutamento dei ricercatori,
facilitare la circolazione di idee e la partecipazione congiunta a iniziative nazionali
e comunitarie.
Lo stesso Programma Pluriennale ha anche prefigurato, per il raggiungimento di
una maggiore integrazione tra Università ed Enti di Ricerca, la creazione di cluster
dove concentrare progetti di collaborazione, già avviati o da avviare, con un
coordinamento congiunto; tali cluster avranno il compito di provvedere al
collegamento sinergico tra didattica e ricerca, di concerto tra Istituzioni che pure
mantengono le loro individualità, sia nel controllo della forza lavoro sia per
l’identità delle iniziative poste in essere.
Questa esigenza di maggiore coesione della rete di soggetti che operano nel settore
della ricerca e dell’alta formazione scaturisce al contempo dalle riflessioni indotte
dalla grave crisi economica mondiale, che spinge inevitabilmente a preferire la
competizione del sistema trentino su scala internazionale rispetto a dinamiche
competitive interne al sistema, che, pur presentando aspetti salutari, rischiano - se
vengono declinate sulla strategia – di produrre interferenze e tensioni non più
sostenibili sotto il profilo finanziario ed istituzionale. Per questa ragione la sede di
coordinamento, può essere perfezionata mediante un Accordo unitario inter enti19.
Come primo e coerente passaggio in vista di uno schema rafforzato di cooperazione
maggiormente formalizzato in termini di impegni, strategie e codeterminazioni, così
come peraltro previsto nel Programma Pluriennale della Ricerca, si è ritenuto di
19
Tale Accordo si deve prefiggere di:
1.
individuare una strategia e una metodologia condivise, al fine di porsi – rispetto allo scenario
internazionale – non solo come soggetti autonomi, ma anche come unico sistema territoriale (STAR,
Sistema Trentino della Ricerca e dell’Alta Formazione) in grado di promuovere la cooperazione
scientifica e tecnologica internazionale sia nel campo della ricerca e dell’innovazione sia in quello
dell’alta formazione;
2.
intensificare le attività di trasferimento tecnologico e di ricaduta sul territorio, promuovendo il rinnovo
del tessuto imprenditoriale locale;
3.
collaborare sistematicamente con il sistema universitario trentino e non trentino nell’alta formazione
(stages, master, dottorati di ricerca, postdottorati) e stringere rapporti strutturati al fine di una sempre
maggiore collaborazione e sinergia soprattutto nell’utilizzazione delle infrastrutture materiali, nella
realizzazione di nuove infrastrutture e nella valorizzazione comune del capitale umano, anche attraverso
la sperimentazione di formule originali di reclutamento congiunto, di premialità, di interscambio di
compiti;
4.
promuovere l’apertura o il rafforzamento dell’azione di internazionalizzazione in differenti contesti
geopolitici ed in diversi ambiti. A questo proposito si suggeriscono quattro scenari percorribili:
l’interazione con soggetti leader (Paesi dell’Europa, Stati Uniti, Giappone ed Israele); l’interazione con i
Paesi dell’Est (Cina e India), l’interazione con Paesi meno sviluppati (continente sudamericano e
africano) e l’interazione con aree geograficamente e/o culturalmente vicine.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
29
formalizzare20 la costituzione di un Gruppo di coordinamento in materia di ricerca e
innovazione, anche al fine di pianificare le attività, ottimizzare gli investimenti,
garantire le sinergie tra le diverse iniziative e promuovere una strategia cooperativa
fra i diversi attori coinvolti.
Il Gruppo di coordinamento, che potrà coinvolgere altri soggetti del sistema trentino
della ricerca, è chiamato a individuare una strategia per rendere visibili i soggetti
della ricerca trentini come un unico sistema territoriale nello scenario internazionale
per promuovere la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale inclusa
l’alta formazione e, per tali fini:
intensificare le attività di trasferimento tecnologico e di ricaduta sul
territorio, promuovendo il rinnovo del tessuto imprenditoriale locale;
definire percorsi formativi congiunti ;
stringere rapporti strutturati per l’utilizzazione e lo sviluppo di
infrastrutture e di piattaforme tecnologiche;
promuovere il rafforzamento delle azioni di internazionalizzazione.
20
Con deliberazione della Giunta provinciale n. 1590 di data 20 luglio 2012. I soggetti che in prima istanza
fanno parte di questo Gruppo di coordinamento sono:
- il Presidente della Provincia autonoma di Trento, con funzioni di coordinamento;
- il Dirigente generale del Dipartimento della conoscenza, o suo delegato;
- il Rettore dell’Università degli studi di Trento;
- il Presidente della Fondazione Bruno Kessler;
- il Presidente della Fondazione Edmund Mach;
- il Presidente dell’associazione Trento RISE.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
30
3. Il quadro finanziario: lo stato di attuazione
3.1 Elementi di confronto nell’attuazione del Programma Pluriennale della
Ricerca
Un primo obiettivo di questo Rapporto riguarda il consolidamento nella
ricostruzione certificata del quadro finanziario delle risorse a disposizione rispetto a
quelle utilizzate e alla loro destinazione: obiettivo solo apparentemente semplice in
quanto tra il momento della programmazione e la varietà delle sedi e delle modalità
di impiego e destinazione si sono succeduti molti adeguamenti non sempre
riconducibili a un unico quadro interpretativo. Cionondimeno nei paragrafi seguenti
viene illustrata e commentata la ricostruzione con i dati disponibili presso
l’Amministrazione provinciale.
Nel capitolo 8.3 “Il Quadro delle risorse finanziarie” del Programma Pluriennale
della Ricerca per la XIV legislatura sono presentate due tabelle:
la tabella n. 1 indica la ripartizione delle risorse del bilancio provinciale
secondo le linee di intervento;
la tabella n. 2 riporta le medesime risorse ripartite secondo gli strumenti
di intervento.
“Linee di intervento” e “strumenti di intervento” sono due categorie definite nei
capitoli precedenti del Programma Pluriennale della Ricerca.
Le linee di intervento sono quattro come già illustrate nel capitolo precedente e
precisamente: (i) Grandi progetti, (ii) Progetti di sviluppo, (iii) Accordi, (iv)
Progetti esplorativi.
Ogni linea di intervento può essere perseguita attraverso uno o più degli strumenti
attuativi, definiti dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 (Accordi di
Programma, bandi) o dalla legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6 (agevolazioni
per l’innovazione quali la ricerca industriale, il fondo seed money, i finanziamenti
per i poli innovazione, il fondo brevetti).
Il quadro delle risorse utilizzato per la redazione delle due tabelle deriva dal
bilancio provinciale per l’esercizio 2010 e pluriennale 2010-2012 (quello in vigore
al momento di redazione del Programma). Si tenga conto che all’epoca la
previsione del 2013 è stata tecnicamente possibile, in quanto la maggior parte dei
capitoli interessati presentava degli stanziamenti quinquennali anziché triennali.
Inoltre, precorrendo le prospettive presenti ora in sede comunitaria nel disegno di
Horizon 2020 (H2020), volte a condividere in un unico schema finanziario tutti i
possibili canali di finanziamento che concorrono al raggiungimento di un obiettivo,
nella previsione finanziaria del Programma risultano acquisiti direttamente dalle
strutture competenti i dati del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di
sviluppo regionale (FESR), sotto riportati, non essendoci dei capitoli specifici del
bilancio destinati a questi interventi. Poiché in sede di attuazione questa inclusione
si è rivelata poco incisiva, essendosi questi interventi poi sviluppati su direttrici
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
31
diverse da quelle propriamente della ricerca, nelle considerazioni di seguito
formulate questi dati sono stati epurati sia dalle tabelle iniziali che da quelle attuali.
Tabella 3 - Indicazione quote FSE e FESR
FSE e FESR
2010 stanziato
9.173.775,16
2011 stanziato
9.360.207,88
2012 stanziato
9.546.640,59
2013 stanziato
9.745.930,73
Totale
37.826.554,36
Appare altresì necessario precisare che i dati utilizzati nella costruzione delle due
tabelle del Programma Pluriennale della Ricerca sono stati a suo tempo decurtati di
una percentuale dell’1,4% (pari ad Euro 5.330.000 per il periodo 2010-2013, con
importi variabili tra i diversi esercizi), quale somma da destinare al funzionamento
della tecnostruttura. La riduzione delle risorse era stata imputata in maggior parte ai
capitoli di bilancio destinati ai bandi e in misura minore al capitolo destinato al
fondo seed money.
3.2 La ripartizione delle risorse finanziarie per strumenti di intervento
Appare più immediata l’analisi della tabella n. 2 del Programma Pluriennale della
Ricerca relativa alla ripartizione delle risorse per strumenti di attuazione previsti
dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, qui riportata in tre modalità:
con i valori originari del Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV
legislatura;
con i valori degli stanziamenti al mese di febbraio 2014;
con l’evidenzia degli scostamenti tra i dati originari e quelli attuali.
Tabella 4 - Tabella 2 originaria PPR XIV Legislatura
STRUMENTI
del PPR al netto
FSE e FESR
accordi di
Programma
2010 stanziato 2011 stanziato 2012 stanziato
73.165.000,00
73.925.000,00
bandi
4.158.500,00
9.901.000,00
7.300.000,00
agevolazioni per
l'innovazione
4.225.000,00
13.350.000,00
1.283.250,00
81.548.500,00
97.176.000,00
TOTALE
2013
stanziato
TOTALE XIV
LEGISLATURA
stanziato
72.991.000,00 69.392.000,00
% sul
tot.
289.473.000,00
86,7%
4.300.000,00
25.659.500,00
7,7%
0,00
18.858.250,00
5,6%
81.574.250,00 73.692.000,00
333.990.750,00 100,0%
Tabella 5 - Tabella 2 PPR XIV Legislatura con i valori attuali
2010
impegnato
accordi di
programma
bandi
agevolazioni per
l'innovazione (*)
2011
impegnato
2012
impegnato
2013
impegnato
totali
75.590.474,07
84.337.879,10
95.229.600,00
3.796.760,30
11.680.336,47
6.932.818,00
180.000,00
22.589.914,77
5,1%
14.843.000,00
21.055.030,32
17.321.582,00
21.735.000,00
74.954.612,32
16,9%
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
90.574.084,00 345.732.037,17
% sul
tot.
78,0%
32
TOTALI
ATTUALI
94.230.234,37 117.073.245,89 119.484.000,00 112.489.084,00 443.276.564,26 100,0%
(*) si riporta il valore dell'impegnato sul bilancio provinciale che può differire dalle effettive concessioni a favore delle
industrie, effettuate utilizzando risorse di anni precedenti presenti sul bilancio APIAE o assegnate all'Unicredit o i
valori attualizzati dei limiti di impegno
Tabella 6 - Quadro sinottico di confronto tra le due Tabelle precedenti (Tabella 2 originaria
PPR XIV Legislatura e con i valori attuali)
Sintesi differenze
2010
2011
2012
2013
2.425.474,07 10.412.879,10 22.238.600,00 21.182.084,00
accordi di programma
bandi
-361.739,70
1.779.336,47
-367.182,00
totali
56.259.037,17
-4.120.000,00
-3.069.585,23
7.705.030,32 16.038.332,00 21.735.000,00
56.096.362,32
agevolazioni per l'innovazione
10.618.000,00
Totale differenze
12.681.734,37 19.897.245,89 37.909.750,00 38.797.084,00 109.285.814,26
L’incremento di risorse rispetto a quanto preventivato si è determinato:
1. per una maggiore disponibilità di risorse di cui hanno goduto in questi anni i
bilanci provinciali: di queste crescenti risorse ha beneficato anche il settore
della ricerca, considerato uno dei settori strategici della XIV legislatura;
2. per l’inserimento, nell’ambito della voce “Accordi di Programma” della
convenzione stipulata con l’associazione Trento RISE nell’ambito dell’EIT,
che ha previsto un consistente stanziamento aggiuntivo dal 2011 al 2013, il
quale giustifica da solo più della metà dell’incremento totale:
Tabella 7 - Quota additiva per convenzione con Trento RISE
2010
Trento RISE
0
2011
5.000.000,00
2012
13.965.000,00
2013
8.543.390,00
totali
27.508.390,00
3. per una serie di interventi specifici, non inizialmente previsti. Tra questi: la
Fondazione Edmund Mach (per il centro biocomputazionale, in particolare), la
Fondazione Bruno Kessler (per il tema dei conflitti del rapporto pace/guerra,
per il progetto relativo alla flagship “Graphene”) e l’Università degli studi di
Trento per la funzione “ricerca”; questi incrementi sono legati ad iniziative che
rientrano nella categoria del grande progetto quale linea di intervento (che qui
si combina con lo strumento “Accordo di Programma”).
Tabella 8 - Quota additiva per gli Accordi di Programma rispetto alle previsioni di inizio
legislatura
Ente/Anno
Fondazione Edmund Mach
Fondazione Bruno Kessler
Università studi di Trento
Totali
2010
277.986,81
1.550.000,00
0,00
1.827.986,81
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2011
2.754.062,10
3.720.000,00
1.000.000,00
7.474.062,10
2012
1.730.000,00
4.870.306,00
2.479.694,00
9.080.000,00
2013
958.000,00
5.056.000,00
4.524.694,00
10.538.694,00
totali
5.720.048,91
15.196.306,00
8.004.388,00
28.920.742,91
33
Per contro, sempre per la voce “accordi” sono stati ridotti gli stanziamenti previsti
per gli Accordi di Programma “specifici” finalizzati alla realizzazione di singoli
progetti.
Ancora, rispetto agli incrementi evidenziati per lo strumento “accordi” le risorse per
gli altri due strumenti sono state ridimensionate. Nello specifico, per lo strumento
“bandi” la riduzione ha inciso sul budget messo a disposizione del bando “grandi
progetti 2012”, attualmente in corso, e fa emergere uno scostamento significativo
dalle indicazioni programmatiche, giustificata plausibilmente dalla scelta del
decisore politico di privilegiare, in una situazione di grave crisi economica, il canale
negoziale in luogo di quello competitivo, anche in ragione della tendenziale e
riconosciuta capacità di joint programming degli stessi organismi trentini di ricerca.
Per quanto riguarda lo strumento “agevolazioni per l’innovazione” l’andamento
delle risorse, evidenzia solo in parte la modifica delle modalità di intervento
intervenuta nel corso del periodo considerato: alcuni interventi quali il fondo seedmoney o il sostegno alla realizzazione di distretti sono stati realizzati attraverso
strumenti diversi da quelli previsti (direttamente attraverso Trentino Sviluppo
S.p.A.); anche il sostegno ai poli di innovazione si è concretizzato nel
finanziamento di due sole realtà.
3.3 La ripartizione delle risorse finanziarie per linee di intervento
La tabella n. 1 del Programma Pluriennale della Ricerca, come abbiamo già
evidenziato, riporta i dati aggregati sulla base delle linee di intervento.
Nella voce “accordi” sono riportati esclusivamente i valori relativi agli Accordi di
Programma/convenzioni destinati al finanziamento istituzionale degli enti. Pertanto,
sono riportati gli accordi con le Fondazioni Kessler e Mach, con l’Università degli
studi di Trento, con il Museo delle Scienze e la convenzione con l’Associazione
Trento RISE.
Nella voce “grandi progetti e progetti di sviluppo” sono riportati i finanziamenti
destinati: al bando “grandi progetti”; agli Accordi di Programma finalizzati al
sostegno di specifici progetti; agli interventi per agevolare l’innovazione quali il
fondo seed-money, il fondo brevetti, i poli di innovazione.
Nella voce “progetti esplorativi” sono riportate le risorse destinate ai bandi per la
selezione di progetti di ricerca presentati da ricercatori singoli o leader di piccole
unità di ricerca (bandi post-doc o unità di ricerca).
A livello di totali, ovviamente, le differenze tra i dati previsionali contenuti nel
Programma Pluriennale della Ricerca e i dati attuali sono le stesse prima
evidenziate. Per quanto riguarda le singole aree non rimane nulla da aggiungere alle
motivazioni degli scostamenti sopra illustrate.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
34
Tabella 9 - Raffronto fra Tabella n.1 originaria PPR XIV Legislatura e Tabella con valori
attuali
Sintesi differenze
2010
ACCORDI
2011
2012
2013
totali
2.020.474,07 12.702.062,10 23.125.000,00 21.702.084,00
GRANDI PROGETTI E
PROGETTI DI SVILUPPO al netto
fondi FESR e FSE
11.023.000,00
PROGETTI ESPLORATIVI
-361.739,70
TOTALI
8.493.569,32 14.180.137,00 18.515.000,00
-1.298.385,53
604.613,00
-1.420.000,00
59.549.620,17
52.211.706,32
-2.475.512,23
12.681.734,37 19.897.245,89 37.909.750,00 38.797.084,00 109.285.814,26
3.4 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con i bandi
La successiva tabella riporta i dati di bilancio concernenti lo strumento “bandi”,
ampliati per intervallo temporale rispetto alla tabella del Programma Pluriennale
della Ricerca, dato che alcuni bandi avviati nel periodo 2009-2013 trovano
copertura con gli stanziamenti degli esercizi successivi (fino al 2016).
Tabella 10 - Dati di bilancio per lo strumento “bandi”
Tipologia
Spesa
Totali
Attuali
2009
stanziato
2.700.000
2010
stanziato
4.158.500
2011
stanziato
11.680.337
2012
stanziato
6.932.818
2013
stanziato
219.000
2014
stanziato
2016
stanziato
2015
stanziato
2.267.000 1.571.399
1.650.000
I medesimi dati sono stati, quindi, disaggregati sulla base delle risorse dedicate alle
diverse tipologie di bandi, attivati (o da attivare per quanto riguarda il nuovo bando
post-doc 2014).
Con le risorse del capitolo vengono, inoltre, sostenuti i costi per gli esperti a
supporto del Comitato per gli incentivi alle imprese e del Comitato tecnicoscientifico per la ricerca e l’innovazione chiamati per la valutazione dei progetti di
ricerca industriale e, fino al 2011, i costi di funzionamento dei due comitati previsti
dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. Nel 2009 e 2010 una quota assai
modesta delle risorse stanziate non è stata utilizzata entro la fine dell’anno di
riferimento contabile.
Tabella 11 - Dati di bilancio disaggregati per tipologia di bando
TIPOLOGI
2009
2010
A SPESA impegnato impegnato
Grandi
progetti
2012
Progetti
esplorativi
Progetti
esplorativi –
COFUND
2.100.000 3.150.000
progetto
Trentino
2011
impegnato
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2012
2013
2014
2015
impegnato impegnato impegnato impegnato
2016
impegnato
6.278.722
2.728.205
0
1.071.399
1.000.000
1.585.836
1.991.607
2.030.000
*
500.000
*
500.000
*
3.241.007
1.951.006
0
0
0
35
comitati,
esperti
Totale
impegnato
economie,
altro e per il
2014 e 2015
somme da
destinare
TOTALI
ATTUALI
497.242
646.760
574.771
262.000
219.000
237.000
2.597.242
3.796.760
11.680.336
6.932.818
219.000
2.267.000
102.758
361.740
2.700.000
4.158.500
1.571.399
1.500.000
150.000
11.680.336
6.932.818
219.000
2.267.000
1.571.399
1.650.000
(*) 500.000 Euro/annui sono stanziati per l’attivazione di un nuovo bando post-doc per finanziare 10 progetti di
durata triennale per 50 mila euro/annui.
Appare utile richiamare come il meccanismo di finanziamento e di attuazione dei
bandi influenzi la lettura della corrispondenza tra i dati di bilancio e le tempistiche
di spesa. I bandi sono approvati con deliberazione della Giunta provinciale, che
contestualmente impegna le risorse messe a disposizione, ripartendole su uno o più
esercizi finanziari sulla base delle disponibilità di bilancio.
Solo successivamente, dalla data di pubblicazione del bando, prendono avvio le
procedure di presentazione delle proposte progettuali e di valutazione che si
concludono, a seconda della difficoltà e complessità, in media entro un anno
dall’attivazione, con l’approvazione di una graduatoria di progetti ammissibili a
finanziamento.
Sulla base delle risorse disponibili e dell’ordine in graduatoria, si procede al
finanziamento con atto del Dirigente del Servizio. Gli stessi progetti, poi, possono
dar luogo a richieste di proroga nel loro svolgimento che si traducono in ulteriori
disallineamenti.
A titolo esemplificativo, gli impegni per il bando “grandi progetti 2012”
(complessivamente pari ad 11.078.278,34 Euro) sono sugli esercizi 2011, 2012,
2015 e 2016, mentre le procedure di valutazione si sono concluse nei primi mesi del
2013 e i sei progetti selezionati hanno avuto inizio in autunno 2013, con
conclusione prevista a fine 2016.
La Provincia ha con continuità investito molte risorse nei bandi “progetti
esplorativi” destinati a ricercatori (singoli o leader di piccole unità di ricerca), che
devono realizzare la propria attività di ricerca all’interno di strutture trentine allo
scopo da una parte di favorire la crescita di un capitale umano giovane dall’altra di
inserire elementi nuovi all’interno delle strutture per facilitare processi di crossfertilization.
In particolare, nel periodo 2009-2012, sono stati attivati numerosi bandi sia post doc
che per unità di ricerca, nell’ambito di un progetto co-finanziato dalla Commissione
europea denominato “Trentino”, promosso tra le azioni People-Marie Curie del 7°
programma quadro. A fronte di un co-finanziamento di circa 2.600.000,00 euro la
Provincia ha mobilitato complessivamente 13.840.000,00 euro (tenuto conto anche
dell’impegno assunto nel 2008).
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
36
Di seguito si espone la tabella riassuntiva sui bandi attivati nell’ambito del progetto
COFUND-Trentino:
Tabella 12 - Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’ambito del
progetto COFUND-Trentino
impegno
durata
progetti
PAT dopo
massima progetti progetti progetti in
finanziati modifiche
progetto presentati valutati graduatoria
complessivo
avviati
in anni
(€)
DESCRIZIONE
costo
massimo
annuo
progetto
Incoming postdoc 2009
50.000,00
3
125
122
66
22
3.200.474
12
Incoming team
2009
150.000,00
3
29
25
24
6
2.548.500
0
Outgoing postdoc 2009
60.000,00
3
36
34
32
12
1.891.736
12
Outgoing
researchers
2009
60.000,00
1
10
9
6
5
140.945
5
Reintegration
post-doc 2009
65.000,00
3
3
2
2
2
389.997
2
Reintegration
team 2009
200.000,00
3
0
0
0
0
0
Incoming postdoc 2010
50.000,00
3
66
65
40
16
2.281.615
5
Outgoing postdoc 2010
60.000,00
3
23
22
16
13
2.291.169
13
Outgoing
researchers
2010
60.000,00
1
5
5
4
4
125.578
4
Reintegration
post-doc 2010
65.000,00
3
9
7
5
5
969.986
5
306
291
195
85
TOTALI
13.840.000
progetti
cofinanziati
58
Inoltre, sono stati attivati un bando post-doc ed un bando per unità di ricerca per
l’area delle humanities:
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
37
Tabella 13 – Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’area delle
humanities
costo annuo
durata
progetti
impegno PAT dopo
progetto
massima progetti progetti progetti in
DESCRIZIONE
finanziati modifiche complessivo
dopo
progetto presentati valutati graduatoria
avviati
(€)
modifiche (€) in anni
post doc 2011
50.000,00
3
43
43
30
14
1.709.400
unità ricerca
2011
200.000,00
3
59
58
39
6
3.240.000
Le tematiche su cui sono stati attivati i bandi nel periodo considerato sono riprese
dal Programma Pluriennale della Ricerca, tranne che per i due bandi di tipo
umanistico, emanati ad hoc per dare spazio anche a questa area di ricerca.
I 105 progetti esplorativi finanziati così si ripartiscono tra le aree tematiche previste
dai bandi:
Tabella 14 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “progetti
esplorativi” nel periodo 2009 - 2013
Area tematica PPR
totale costo finanziato
Numero
progetti
finanziati
Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale,
evoluzione climatica, biodiversità)
3.675.712,90
Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale
3.992.317,00
20
535.497,00
4
1.467.358,00
9
546.000,00
1
2.518.445,00
17
3.851.535
16
Diritto ed economia per la valutazione delle politiche
Governance territoriale e standard globali dopo la crisi
Neuroscienze e scienze cognitive
Scienze dei materiali:micro- nano- tecnologie inorganiche e ibride
Tecnologie dell'informazione e della comunicazione
Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili,
produzioni compatibili con l'ambiente, industria verde) - PIATTAFORMA
DEL PPR E NON AREA TEMATICA
Humanities (non previsto dal PPR)
Totale complessivo
22
5
832.197,00
1.358.500,00
11
18.777.561,90
105
Nel corso del 2012 è stato attivato un bando “grandi progetti”. Il bando (approvato
con deliberazione della Giunta provinciale n. 2641 del 14 dicembre 2011)
prevedeva due fasi di selezione.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
38
La prima fase è stata attivata con la pubblicazione del bando in data 27 marzo 2012
e si è conclusa con l’approvazione delle proposte progettuali ammesse alla seconda
fase, deliberazione della Giunta provinciale n. 1825 del 31 agosto 2012.
La seconda fase è stata attivata con l’invito ai soggetti coordinatori per la
presentazione della proposta operativa (dal 25 settembre 2012) ed è terminata il 14
marzo 2013 con l’approvazione della graduatoria finale dei progetti ammissibili a
finanziamento.
Le proposte progettuali presentate alla prima fase sono state 36 (di cui 1 proposta
non ammessa alla valutazione scientifica del Comitato tecnico scientifico per la
ricerca e l’innovazione per carenza di requisiti soggettivi da parte di uno degli enti
propositori del progetto).
Sono stati ammessi alla 2° fase 11 progetti.
Al termine del processo di valutazione tutti i progetti operativi sono stati considerati
ammissibili al finanziamento e sulla base delle risorse disponibili sono stati
finanziati i primi 6 progetti.
I 6 progetti finanziati si sono distribuiti sulle seguenti aree tematiche:
Tabella 15 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “ grandi
progetti 2012 ”
Area tematica PPR
totale costo finanziato
Numero
progetti
finanziati
Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale
3.106.222,40
Energia, ambiente e gestione delle risorse naturali (fonti rinnovabili,
ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità)
1.165.478,70
Neuroscienze e scienze cognitive
2.126.944,60
1
Scienze dei materiali:micro- nano- tecnologie inorganiche e ibride
4.679.632,64
2
11.078.278,34
6
Totale complessivo
2
1
La ripartizione complessiva delle risorse mobilitate dalla Provincia con lo strumento
del bando (progetti esplorativi + grandi progetti) sulle aree tematiche è quindi:
Tabella 16 - Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando nel
periodo 2009 – 2013
Area tematica PPR
totale costo
finanziato
Numero progetti
finanziati
Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale,
evoluzione climatica, biodiversità)
3.675.712,90
Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale
7.098.539,40
22
535.497,00
4
Diritto ed economia per la valutazione delle politiche
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
22
39
Energia, ambiente e gestione delle risorse naturali (fonti rinnovabili,
ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità)
1.165.478,70
Governance territoriale e standard globali dopo la crisi
1.467.358,00
9
Neuroscienze e scienze cognitive
2.672.944,60
2
Scienze dei materiali:micro- nano- tecnologie inorganiche e ibride
7.198.077,64
19
Tecnologie dell'informazione e della comunicazione
3.851.535,00
16
Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili,
produzioni compatibili con l'ambiente, industria verde) - PIATTAFORMA DEL
PPR E NON AREA TEMATICA
Humanities (NON PREVISTO DAL PPR)
Totale complessivo
1
5
832.197,00
1.358.500,00
11
29.855.840,24
(*) In grassetto aree con grandi progetti 2012.
Per quanto riguarda la ripartizione dei beneficiari dei finanziamenti è utile tenere
distinti i due strumenti (progetti esplorativi e grandi progetti).
Nel caso dei progetti esplorativi i beneficiari sono i vari organismi di ricerca
presenti sul territorio trentino, dato che i ricercatori devono obbligatoriamente
essere associati a una struttura per realizzare il proprio progetto di ricerca.
La distribuzione (per numerosità e per dimensione media) dei progetti finanziati
può essere un indice della capacità di attrazione e di indirizzo delle singole
istituzioni.
Tabella 17 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del
bando “progetti esplorativi”
costo progetti
finanziati
n. progetti
ORGANISMO DI RICERCA
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TRENTO Costo Totale Finanziato
8.988.677,00
n. progetti
FONDAZIONE EDMUND MACH Costo Totale Finanziato
4.601.710,90
n. progetti
FONDAZIONE BRUNO KESSLER Costo Totale Finanziato
22
2.342.545,00
n. progetti
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Costo Totale Finanziato
13
1.839.800,00
n. progetti
MUSEO delle Scienze Costo Totale Finanziato
7
725.529,00
n. progetti
FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO Costo Totale Finanziato
5
157.300,00
n. progetti
EURICSE (EUROPEAN RESEARCH INSTITUTE ON COOPERATIVE AND SOCIAL
ENTERPRISES) Costo Totale Finanziato
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
56
1
122.000,00
40
n. progetti
1
18.777.561,90
Totale complessivo
La stessa ripartizione (progetto per ente) per il solo bando “grandi progetti 2012”
presenta un quadro altrettanto interessante. Il bando in questione prevede, infatti, la
partecipazione di più organismi di ricerca alla realizzazione di un progetto con il
vincolo che il soggetto coordinatore deve essere un ente trentino e che la quota
destinata ad enti non presenti sul territorio provinciale non può superare il 40% del
finanziamento totale richiesto.
I progetti finanziati sono sei, di cui tre presentati dall’Università degli studi di Trento,
due dalla Fondazione Edmund Mach ed uno dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Analizzando come sono ripartite le risorse si nota che la Fondazione Bruno Kessler,
pur non avendo vinto alcun progetto come soggetto coordinatore, partecipa a ben 5
progetti su 6 finanziati ed ha ottenuto un ammontare complessivo di risorse superiore
alla Fondazione Mach e poco inferiore all’Università degli studi di Trento.
Tabella 18 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del
bando “grandi progetti 2012”
costo progetti
finanziati
n. progetti
ORGANISMO DI RICERCA
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TRENTO Costo Totale Finanziato
3.544.366,50
n. progetti
FONDAZIONE BRUNO KESSLER Costo Totale Finanziato
2.824.267,80
n. progetti
FONDAZIONE EDMUND MACH Costo Totale Finanziato
5
751.127,00
n. progetti
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Costo Totale Finanziato
2
1.799.443,00
n. progetti
FONDAZIONE ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA Costo Totale Finanziato
3
642.509,80
n. progetti
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE Costo Totale
Finanziato
n. progetti
UNIVERSITÀ BOCCONI Costo Totale Finanziato
1
184.902,00
1
146.880,00
n. progetti
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Costo Totale Finanziato
1
418.474,00
n. progetti
UNIVERSITA' DI EDIMBURGO Costo Totale Finanziato
2
312.229,20
n. progetti
ETH ZURIGO Costo Totale Finanziato
1
239.999,04
n. progetti
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
6
1
41
MASSACHUSETTS GENERAL HOSPITAL Costo Totale Finanziato
214.080,00
n. progetti
1
11.078.278,34
Totale complessivo
3.5 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con gli accordi
Con lo strumento “Accordo di Programma” si finanziano due tipologie di intervento
molto differenti tra loro in coerenza con la previsione che ne fa lo stesso
Programma Pluriennale della Ricerca.
Da una parte l’attività istituzionale dei principali organismi di ricerca presenti sul
territorio: Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach, Museo delle
Scienze .
Dall’altra si finanziano nella maggior parte dei casi progetti specifici promossi da
enti sempre presenti sul territorio ma diversi da quelli sopra indicati. In alcuni casi
sono stati finanziati progetti specifici realizzati sempre dalle Fondazioni, ma in
collaborazione con enti di ricerca nazionali o internazionali.
Per quanto riguarda questo tipo di intervento si riportano di seguito alcuni dati
sintetici in ordine alle risorse mobilitate e alle aree tematiche toccate dai vari
accordi.
Tabella 19 - Quadro dei finanziamenti provinciali per ciascun esercizio finanziario del periodo
2009 – 2014 per lo strumento degli accordi per progetti specifici
2009
stanziato
2010
stanziato
2011
Stanziato
2012
stanziato
2013
stanziato
2014
stanziato
2.655.000,00
5.205.000,00
2.510.817,00
1.313.600,00
480.000,00
1.873.000,00
Tabella 20 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento dell’Accordo per
progetti specifici
AREA TEMATICA
ACCORDO ENTE
totale
Ambiente e gestione delle risorse naturali
Accordo COWPLUS
1.090.000,00
Genomica e biotecnologia
Accordo Telethon
1.034.000,00
Scienze dei materiali
Accordo Maryland - FBK
Genomica e biotecnologia
Accordo South Australia - FEM
Governance territoriale e standard globali dopo
la crisi
Accordo EURICSE
2.000.000,00
Scienze dei materiali
Centro BEC - CNR (INFM)
1.410.000,00
Scienze dei materiali
Accordo Maryland - UNITN
94.000,00
Scienze dei materiali
Accordo Maryland - UNITN
100.000,00
Scienze dei materiali
Accordo Maryland - borse studio UNITN
46.000,00
Genomica e biotecnologia
Accordo South Australia - UNITN
50.000,00
Tecnologie dell'informazione e della
comunicazione
Tecnologie dell'informazione e della
comunicazione
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
Progetto AURORA - FBK - INFN
Accordo Mozambico - FBK
100.000,00
53.700,00
1.365.000,00
803.500,00
42
Tecnologie per la produzione sostenibile
Accordo CNR-UNITN
Tecnologie per la produzione sostenibile
Accordo CNR-IVALSA
Tecnologie spaziali per l'osservazione della terra
(non in PPR)
Accordo ASI (*)
1.755.000,00
400.000,00
2.210.850,00
12.512.050,00
TOTALE IMPEGNI
(*) Finanziamento revocato ad ottobre 2013, in quanto il progetto a distanza di tre anni dal finanziamento non era stato
ancora avviato
Per quanto riguarda, invece, gli Accordi di Programma di tipo “istituzionale” con la
Fondazione Edmund Mach, con la Fondazione Bruno Kessler ed il Museo delle
Scienze, si provveduto a dare attuazione a quanto previsto a matrice in ogni singolo
Accordo di Programma. Infatti, è stato previsto che nel “Quadro delle risorse 20102013”, a decorrere dal 2011 e secondo modalità definite con la struttura provinciale
competente in materia di ricerca, sia data evidenza della quota destinata al
“funzionamento” (che copre, fra l’altro, i costi di personale a tempo indeterminato e i
costi generali) rispetto a quella destinata alle iniziative e ai progetti. Pertanto, sono
stati raccolti i dati relativi al costo del personale a tempo indeterminato al 1 gennaio
2011, al 1 gennaio 2012 e al 1 gennaio 2013 quale importo, che incrementato della
percentuale forfetaria concordata, costituisce la quota di funzionamento
rispettivamente per gli anni 2011, 2012 e 2013.
Nella tabella, in coerenza con il trend internazionale che riconosce nel settore della
ricerca un’aliquota maggiore di costi generale, si offre il risultato sia con la
percentuale inizialmente convenuta del 10% sia con quella maggiormente allineata ai
canoni comunitari del 20%. Il quadro complessivo evidenzia, da un lato, il
significativo sforzo di stabilizzazione del personale a tempo determinato alla luce dei
protocolli siglati con i sindacati in occasione dell’attuazione della legge di riforma
della ricerca, dall’altra parte, offre per la riprogrammazione determinata dall’avvio
della XV Legislatura chiavi di analisi interessanti per ripensare la configurazione
degli obiettivi da assegnare secondo il criterio della focalizzazione, riqualificare più
in generale la spesa in ricerca e indirizzarla secondo gli esiti cui perverranno le
politiche per la ricerca e la strategia di specializzazione intelligente.
Tabella 21 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma
con i soggetti istituzionali
FONDAZIONE BRUNO KESSLER
2011 preventivo
2012 preventivo
2013 preventivo
Costo del personale a tempo indeterminato
15.390.821
16.742.053
18.028.381
Con incremento 10%
16.929.903
18.416.258
19.831.220
Con incremento 20%
18.468.985
20.090.463
21.634.058
FONDAZIONE EDMUND MACH
2011 consuntivo
2012 consuntivo
2013 preventivo
Costo del personale a tempo indeterminato
23.210.325
24.564.762
24.540.205
Con incremento 10%
25.531.358
27.021.238
26.994.225
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
43
Con incremento 20%
MUSEO DELLE SCIENZE
27.852.391
2011 consuntivo
29.477.715
2012 consuntivo
29.448.246
2013 preventivo
Costo del personale a tempo indeterminato
349.888
760.876
1.170.500
Con incremento 10%
384.877
836.963
1.287.550
Con incremento 20%
419.865
913.051
1.404.600
Tabella 22 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma
con la Fondazione Edmund Mach: dettaglio dei principali Centri
FEM – dettaglio Centro Ricerca e Innovazione
2011 consuntivo
2012 consuntivo
2013 preventivo
Costo del personale a tempo indeterminato
6.316.941
6.518.494
6.440.825
Con incremento 10%
6.948.635
7.170.343
7.084.907
Con incremento 20%
7.580.329
7.822.192
7.728.990
FEM – dettaglio Centro Trasferimento Tecnologico
2011 consuntivo
2012 consuntivo
2013 preventivo
Costo del personale a tempo indeterminato
7.575.794
8.136.599
7.840.048
Con incremento 10%
8.333.374
8.950.259
8.624.052
Con incremento 20%
9.090.953
9.763.918
9.408.057
FEM – dettaglio Centro Istruzione e Formazione
2011 consuntivo
2012 consuntivo
2013 preventivo
Costo del personale a tempo indeterminato
5.109.457
5.239.766
5.130.127
Con incremento 10%
5.620.402
5.763.743
5.643.140
Con incremento 20%
6.131.348
6.287.719
6.156.153
In sintesi l’analisi del quadro finanziario fin qui svolta (e che potrà in seguito essere
approfondita secondo altre prospettive) evidenzia:
• il costante sforzo della Provincia, pur in una congiuntura economica difficile)
di garantire al settore della ricerca e innovazione un finanziamento costante se
non crescente, insieme ad una attenzione alle nuove opportunità e ai nuovi
impegni (vedi la delega in materia di Università degli studi di Trento e
l’iniziativa Trento RISE);
• la crescente prevalenza dello strumento “Accordi di Programma” con le
Fondazioni, Università di Trento e Museo delle Scienze rispetto agli altri
strumenti, ben oltre le indicazioni programmatiche;
• per quanto riguarda gli altri strumenti (bandi e altri accordi), la sostanziale
prevalenza accordata alle tematiche di ricerca identificate come prioritarie nel
Programma.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
44
3.6 Analisi dei bilanci dei soggetti finanziati in via istituzionale dagli Accordi
Il Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV Legislatura ha definito gli
accordi quali atti a contenuto e forma negoziali, con cui la Provincia autonoma di
Trento determina insieme a soggetti istituzionali o governativi le attività di ricerca
di riconosciuto interesse comune e il relativo regime di ordine finanziario e
gestionale.
Per ragioni strategiche e per grado di rilevanza si tratta primariamente degli Accordi
di Programma a sostegno principale del sistema trentino della ricerca e dell’alta
formazione, riguardando la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund
Mach, ai sensi dell’articolo 20 della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, e il
Museo delle Scienze.
Si reputa opportuno offrire un primo esame dei bilanci di questi enti in relazione
all’Accordo di Programma che li finanzia in via istituzionale.
Tabella 23 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Bruno Kessler a fronte dell’Accordo di
Programma
FBK - Bilanci annuali
2007 (10 mesi)
Stanziamenti PAT AdP
AdP disponibile (1)
2008
2009
2010
2011
2012
19.386
19.386
29.106
29.982
28.337
36.458
31.250
41.260
33.420
43.270
34.570
48.587
Valore della produzione
28.583
38.361
42.705
44.339
45.813
43.268
di cui:
- AdP
- Ricavi propri
- Utilizzo fondo di gestione per chiusura attività ITC
16.812
7.539
4.232
23.719
9.792
4.851
25.904
13.062
3.740
30.589
13.482
269
31.289
14.379
145
30.541
12.728
0
Costi della produzione
28.433
38.217
42.597
43.977
45.410
42.895
di cui:
- Personale
- Servizi (al netto ADP Collegate)
- ADP Collegate
12.097
10.981
17.133
10.319
2.936
19.489
12.180
3.544
20.447
14.722
4.876
21.421
14.302
6.248
21.662
12.911
5.153
3.493
4.300
34.782
34.841
ANALISI CONTO ECONOMICO (A)
(2)
VARIAZIONI IMMOBILIZZAZIONI (B)
432
1.361
4.336
4.148
NB: La Fondazione non contabilizza costi di ammortamento a fronte dei cespiti acquistati su AdP, ma il relativo contributo
(in contropartita al fondo di ammortamento) senza movimentare il Conto Economico.-
TOTALE ADP UTILIZZATO (A)+(B)
17.245
25.080
30.240
34.737
40.000
35.000
ADP DA CONTO
ECONOMICO (A)
30.000
25.000
20.000
VARIAZIONI
IMMOBILIZZAZIO
NI (B)
15.000
10.000
5.000
0
2007 (10
mesi)
2008
2009
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2010
2011
2012
TOTALE ADP
UTILIZZATO
(A)+(B)
45
(*) 1. La differenza fra Accordo di Programma disponibile e stanziamenti del bilancio provinciale sugli accordi di
Programma origina:
a. da attività previste e finanziate a valere sull’Accordo di Programma, ma non concluse nell’esercizio in
questione;
b. dall’utilizzo di fondi provenienti dall’Istituto Trentino di Cultura a fronte di finanziamenti non interamente
utilizzati;
c. da economie evidenziate dalla Fondazione nei bilanci precedenti e rese disponibili per il finanziamento dei
costi d’esercizio.
Da notare come annualmente la Fondazione dia conto di tali risorse, oltreché delle economie registrate a valere
dell’Accordo di Programma, in apposito allegato del Bilancio (allegato 5).
(**) 2.Dato non evidenziato nel bilancio FBK.
Dall’analisi del bilancio della Fondazione Bruno Kessler si evidenzia, dopo una
prima fase di avvio e di assestamento, il consolidamento delle principali poste
contabili, sia in ordine ai ricavi propri (che solo nell’ultimo esercizio segnano un
decremento, imputabile principalmente ai minori ricavi registrati sulla ricerca
locale), sia in ordine al personale.
Per quanto riguarda le altre voci si evidenzia:
• in merito all’utilizzo fondo di gestione per chiusura attività dell’Istituto
Trentino di Cultura si tratta di impegni di spesa disposti sul bilancio del
soppresso Istituto Trentino di Cultura, cui la Fondazione Bruno Kessler – ope
legis - è subentrata nei rapporti giuridici attivi e passivi; la manifestazione
economica di tali costi viene controbilanciata dall’utilizzo del fondo di
gestione; tali poste si sono concluse con il consuntivo 2011;
• in ordine ai servizi si rileva che in parte sono dovute a politiche di
efficientamento poste in essere dalla Fondazione;
• con riferimento alle realtà partecipate, che sono state collegate per il
finanziamento all’Accordo di Programma, si segnala l’effetto
dell’incorporazione dell’Associazione IRVAPP all’interno dei Centri della
Fondazione (i relativi costi vengono pertanto registrati per natura).
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
46
Tabella 24 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Edmund Mach a fronte dell’Accordo di
Programma
FEM- Bilanci annuali e Relazioni sullo stato di att. AdP
2008
Stanziamenti PAT AdP
AdP disponibile (1)
2009
2010
2011
2012
43.794
43.794
42.313
47.844
45.381
52.973
47.152
55.640
46.039
60.601
42.095
47.176
50.135
51.276
53.379
36.157
5.939
38.505
8.672
41.400
8.734
38.936
12.340
42.272
11.108
41.910
46.851
49.761
51.727
52.936
26.536
9.212
29.944
8.438
31.886
9.081
33.717
10.175
34.013
10.956
2.107
1.749
2.962
2.103
NB: A partire dal 1° gennaio 2010, la Fondazione non contabilizza costi di ammortamento a fronte dei cespiti acquistati
su AdP, ma il relativo contributo (in contropartita al cespite) senza movimentare il Conto Economico.-
2.313
ANALISI CONTO ECONOMICO (A)
Valore della produzione
di cui:
- AdP
- Ricavi propri
Costi della produzione
di cui:
- Personale
- Servizi
VARIAZIONI IMMOBILIZZAZIONI (B)
TOTALE ADP UTILIZZATO (A)+(B)
38.263
40.253
44.362
41.038
44.585
45.000
ADP DA CONTO
ECONOMICO (A)
40.000
35.000
30.000
25.000
VARIAZIONI
IMMOBILIZZAZIO
NI (B)
20.000
15.000
10.000
TOTALE ADP
UTILIZZATO
(A)+(B)
5.000
0
2008
2009
2010
2011
2012
(*) 1. La differenza fra Accordo di Programma disponibile e stanziamenti del bilancio provinciale sugli accordi di
Programma origina unicamente da attività previste e finanziate a valere sull’Accordo di Programma, ma non concluse
nell’esercizio in questione.
Dall’analisi del Bilancio della Fondazione Edmund Mach si evidenzia, dopo una
prima fase di avvio e di assestamento, l’andamento crescente dei costi della
produzione il cui effetto negativo sul risultato d’esercizio è stato “sterilizzato”
dall’andamento del valore della produzione e, in misura minore, dai saldi della parte
straordinaria. Va comunque sottolineato come il positivo andamento del valore
della produzione sia determinato, nell’ultimo biennio del periodo considerato, da un
lato della diminuzione dei ricavi propri, dall’altro dell’aumentato ricorso
all’Accordo di Programma.
Inoltre, sempre con riferimento alla voce “Valore della produzione” dell’esercizio
2011, va sottolineato come in quell’anno la Fondazione abbia iscritto a ricavo la
valorizzazione dello stato di avanzamento dei lavori in corso riferibili a progetti
iniziati prima del 2008. Per effetto di tale circostanza, l’utilizzo 2011 dei
trasferimenti provinciali sull’Accordo di Programma risulta anomalo e minore sia
nei riguardi dell’anno precedente che rispetto all’esercizio successivo.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
47
Da notare, infine come il dato relativo agli investimenti risenta del cambio di
metodologia di contabilizzazione descritto in tabella, sebbene al tempo stesso la
serie 2011-2012 appaia omogenea.
Tabella 25 - Indicazioni dai bilanci del Museo delle Scienze a fronte dell’Accordo di
Programma
MUSE- Piano dell'attività di ricerca
2009
2010
2011
2012
Quadro finanziario pe r macro voci di spesa
Costo personale dipendente a tempo indeterminato
Costo personale dipendente a tempo determinato
Collaborazioni
Spese minute e materiali di consumo
Spese per l'editoria scientific a
Attrezzature scientifiche e software
Spese generali legate alla ricerca
TOTALI
389
337
813
248
37
30
930
2.784
299
446
933
240
50
48
908
2.924
350
446
663
214
53
68
843
2.638
761
47
805
328
54
25
865
2.886
1.900
1.900
192
831
2.924
1.990
138
510
2.638
1.980
155
751
2.886
Fonti di finanziamento
AdP PAT
Attività a supporto PAT
Altre entrate
TOTALI
884
2.784
Relativamente al Museo delle Scienze preme ricordare che il quadro riportato
evidenzia solo la rendicontazione del piano attuativo dell’attività di ricerca, che
costituisce una parte dell’attività dell’Ente.
I saldi riportati in tabella evidenziano una sostanziale invarianza, determinata anche
dalla “rigidità” delle fonti di finanziamento. Da notare, nell’arco del quadriennio
considerato, il crescente peso dei costi “diretti” della ricerca, e la sostanziale tenuta
– pur in un contesto economico nazionale e internazionale non favorevole – della
voce “Altre entrate”.
3.7 Sul grado di autofinanziamento negli Accordi di Programma
Per autofinanziamento21 si intende: “l’utilizzo dei contributi e dei corrispettivi
contabilizzati dalla Fondazione/Museo e provenienti da parte di soggetti diversi
dalla Provincia Autonoma di Trento (ad eccezione dei contributi assegnati su base
competitiva), per sostenere le attività rientranti nell’ambito della missione affidata
alla Fondazione/al Museo, rispetto al finanziamento del presente Accordo, …”.
- per la Fondazione Bruno Kessler: … destinato in maniera distinta ai poli
“scientifico e tecnologico” ed “umanistico e delle scienze sociali”; qui si
intende per “polo scientifico e tecnologico” la “somma” di Centro Materiali e
Microsistemi (CMM), Centro per le Tecnologie dell’Informazione (CIT) e
Centro europeo per gli Studi Teorici in fisica nucleare e Settori Collegati
21
Il riferimento è all’articolo 1 di ogni Accordo di Programma per la XIV Legislatura” stipulato con la
Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
48
(ECT*), e per “polo umanistico e delle scienze sociali” quella di Istituto
Storico Italo – Germanico (ISIG) e Centro per le Scienze Religiose (ISR);
- per la Fondazione Edmund Mach: … distinti per centro.: qui si fa riferimento
al Centro Ricerca e Innovazione (CRI) e al Centro Trasferimento Tecnologico
(CTT);
- per il Museo delle Scienze la definizione non viene ulteriormente declinata.
- Nell’ambito degli Accordi di programma sono stati altresì stabiliti i livelli di
autofinanziamento da raggiungere entro il 2012 e da mantenersi nel 2013 nei
seguenti valori:
- Fondazione Bruno Kessler:
o polo scientifico e tecnologico, 35%;
o polo umanistico e delle scienze sociali, 10% ;
- Fondazione Edmund Mach:
o CRI 28%;
o CTT 17%;
- Museo delle Scienze: 20%.
Preliminarmente ad uno specifico commento sui dati forniti si ricorda che le
Fondazioni hanno bilanci redatti ai sensi degli articoli 2423 e seguenti del Codice
Civile, mentre il Museo delle Scienze ha un bilancio finanziario
3.7.1 Fondazione Bruno Kessler
I dati evidenziano nel triennio il seguente andamento.
Tabella 26 – Autofinanziamento FBK nel triennio 2010 - 2012
20%
55%
18%
50%
Polo scientifico e
tecnologico
45%
16%
Polo umanistico e
delle scienze sociali
14%
limite posto
dall'AdP per il polo
scientifico e
tecnologico
40%
12%
limite posto dall'AdP
per il polo umanistico
e delle scienze sociali
10%
35%
8%
6%
30%
2010
2011
2012
2010
2011
2012
Relativamente ai criteri di elaborazione preme evidenziare che il valore è dato dal
rapporto – calcolato per ogni “polo” - tra i ricavi da entrate proprie (aggregato A)
sul totale dei ricavi (aggregato B):
AGGREGATO A:
- l’aggregato “ricavi da entrate proprie” è dato dalla somma di:
o ricavi contabilizzati nel “valore della produzione”;
o componenti positive di reddito contabilizzate nei “costi della
produzione”;
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
49
o componenti positive di reddito contabilizzate nei “proventi e oneri
finanziari” o nei “proventi e oneri straordinari” (es sopravvenienze
attive).
- i ricavi da entrate proprie contengono sia le attività di supporto dell’AdP che i
ricavi da bandi PAT.
AGGREGATO B:
- il totale dei ricavi è dato dalla somma dei ricavi da entrate proprie (aggregato
A) e dal ricavo da Accordo di programma;
- l’aggregato “ricavi da Accordo di Programma”, a sua volta, è dato dalla somma
di:
o ricavo a fronte dei costi imputati su Accordo di Programma;
o variazioni delle immobilizzazioni acquistate su AdP
- comprende il valore dell’Accordo di Programma necessario a mandare in
pareggio i costi diretti del Centro.
3.7.2 Fondazione Edmund Mach
I dati evidenziano nel triennio il seguente andamento.
Tabella 27 – Autofinanziamento FEM nel triennio 2010 - 2012
40%
65%
60%
35%
55%
50%
30%
45%
CRI
40%
limite posto dall'AdP per il CRI
CTT
25%
limite posto
dall'AdP per il CRI
35%
30%
20%
25%
20%
15%
2010
2011
2012
2010
2011
2012
Relativamente ai criteri di elaborazione si specifica che in questo caso il rapporto
è – per ciascuno dei Centri considerati - tra valore della produzione
(AGGREGATO A) e il totale dei costi da coprire con l’Accordo di Programma
(AGGREGATO B):
AGGREGATO A:
- comprende solo i ricavi contabilizzati nel valore della produzione (criterio
diverso dalla Fondazione Bruno Kessler);
- non comprende le attività di supporto dell’Accordo di Programma (criterio
diverso dalla Fondazione Bruno Kessler);
- comprende i ricavi da bandi emanati dalla Provincia autonoma di Trento
(criterio uguale alla Fondazione Bruno Kessler).
AGGREGATO B
- comprende il valore dell’Accordo di Programma necessario a mandare in
pareggio i costi diretti del Centro (criterio uguale alla Fondazione Bruno
Kessler);
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
50
- non comprende il valore dell’Accordo di Programma destinato alla copertura
dell’acquisto di immobilizzazioni (criterio diverso dalla Fondazione Bruno
Kessler).
3.7.3 Museo delle Scienze
I dati evidenziano nel triennio il seguente andamento. Presenta due versioni dei
dati:
1. nella prima le attività implementative dell’Accordo di Programma vengono
considerate al pari del finanziamento da Accordo di programma (e, quindi.
non considerate al numeratore – versione 1);
2. nella seconda versione tali attività sono considerate come entrate proprie
(versione 2).
Gli aggregati di cui sopra vengono posti in relazione con il totale delle entrate
riferibili all’Accordo di Programma della ricerca, con ciò ottenendo due serie
storiche del triennio il cui andamento viene nel seguito evidenziato:
Tabella 28 – Autofinanziamento MUSE nel triennio 2010 - 2012
40%
35%
Versione 1
30%
Versione 2
limite posto dall'Accordo di
Programma
25%
20%
15%
2010
2011
2012
3.7.4 Prime conclusioni sull’autofinanziamento
Come si evince anche dalle rappresentazioni grafiche, gli obiettivi posti “entro il
2012” sono stati conseguiti. Tuttavia, il ricorso a criteri di
elaborazione/composizione degli aggregati diversi fra le Fondazioni e il Museo
delle Scienze, se permette una comparabilità del dato a livello temporale, non
permette di converso di operare confronti fra i dati di soggetti diversi. Peraltro,
un’eventuale operazione di omogeneizzazione dei criteri di elaborazione work in
progress pone il problema di ridefinizione degli obiettivi numerici posti a suo
tempo e concordati con i diversi soggetti.
Pertanto questa analisi va letta insieme alla proposta formulata da parte del
Servizio Università e ricerca scientifica di un set unico di criteri di elaborazione
dei dati di autofinanziamento (con applicazione peraltro “personalizzata” a
seconda se il soggetto adotta o meno la contabilità economico-patrimoniale).
Nell’elaborazione di tale proposta il Servizio ha tenuto anche in conto le
indicazioni del CVR: “All’Accordo di Programma istituzionale si sommano
infatti le risorse provenienti da altri accordi e quelle ‘guadagnate sul campo’
attraverso bandi (e, quindi attraverso strumenti di per sé competitivi), in cui, però,
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
51
la competizione limitata ai soggetti locali abbassa inevitabilmente la soglia di
ingresso. A questo proposito ai fini della misurazione dell’autofinanziamento,
andrebbero trattate separatamente le risorse acquisite su bandi esterni alla
Provincia da quelle su bandi provinciali. Inoltre, le indicazioni seguenti mirano a
rendere omogeneo il confronto fra anni stornando anche al denominatore sia le
quote di ricavo da bandi sia quelle relative al Piano degli Investimenti ex Accordo
di Programma”.
3.7.5 Valutazioni pro futuro fra contesto ed ipotesi applicative
Per quanto riguarda i contributi/corrispettivi provenienti dalla Provincia
autonoma di Trento ricorrono al momento le seguenti fattispecie:
1. Accordo di Programma ordinario;
2. Piano degli Investimenti (articolo 5 per la Fondazione Bruno Kessler;
articolo 6 per la Fondazione Edmund Mach);
3. Attività a supporto della Provincia: attività implementative (articolo 7 per
la Fondazione Bruno Kessler; articolo 8 per la Fondazione Edmund Mach;
articolo 6 per il Museo delle Scienze);
4. Bandi di cui all’articolo 22 della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14;
5. Accordi di Programma specifici, impegnati sul bilancio provinciale al
capitolo 317000 art. 005 e che al 31 dicembre 2012 vedevano questi
residui:
o relativamente alla Fondazione Bruno Kessler:
Accordo di Programma fra Provincia autonoma di Trento ed
INFN;
progetto “3D-Arch”;
progetto “MEMS2”;
progetto “Aurora”;
progetto “Mozambico”;
progetto “Maryland”;
o relativamente alla Fondazione Edmund Mach il progetto “South
Australia”.
Per quanto concerne i contributi/corrispettivi derivanti da attività di ricerca svolta
nell’ambito dell’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, questi
non vedono una relazione diretta fra Provincia e Fondazioni/Museo e, pertanto,
devono essere considerati correttamente come provenienti da soggetti diversi
dalla Provincia stessa.
Se dal contesto passiamo alle ipotesi, si riporta quanto elaborato dal Servizio
Università e ricerca scientifica.
A) Ipotesi applicativa per i soggetti con contabilità economico-patrimoniale
Il riferimento al “finanziamento del presente Accordo” deve essere interpretato
come la somma dei ricavi contabilizzati nel Bilancio e riscontrabili da:
- voce A) Valore della Produzione
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
52
- voci C) Proventi e Oneri Finanziari, D) Rettifiche di valore di attività
finanziarie ed E) Proventi e Oneri Straordinari, limitatamente alle componenti
positive di reddito.
Inoltre, anche alla luce dell’allineamento da parte delle Fondazioni in ordine alle
modalità di contabilizzazione delle immobilizzazioni, il concetto di
“finanziamento del presente Accordo” deve ricomprendere necessariamente
anche le variazioni annuali dei fondi ammortamenti per i cespiti acquisitati e
finanziati su accordo di programma (voce Fondi ammortamento).
Con queste premesse, la quota di autofinanziamento deriva dal seguente rapporto:
Autofinanziamento = α / β
dove:
α “ricavi propri”
β “ricavi totali”
in cui:
α componenti positive di reddito, contributi e corrispettivi provenienti da soggetti
diversi dalla Provincia autonoma di Trento e contabilizzati alle voci A) , C) ,
D) ed E), al netto di eventuali contributi di provenienza non-provinciale
destinati al finanziamento del Piano degli Investimenti;
β totale delle componenti positive di reddito contabilizzate alle voci A) , C) , D)
ed E) e della voce Fondi ammortamenti (come definite nelle premesse), al netto
di quanto contabilizzato a ricavo:
o sul Piano degli Investimenti (articolo 5 per la Fondazione Bruno Kessler;
articolo 6 per la Fondazione Edmund Mach) sia di origine provinciale –
confronta sopra punto 2. - che da soggetti diversi dalla Provincia
autonoma di Trento;
o come ricavo dalla Provincia autonoma di Trento e relativo ai bandi di cui
all’articolo 22 della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 – confronta
sopra punto 4. – o ad Accordo di Programma specifico – confronta sopra
punto 5. –.
Gli aggregati α e β dovranno essere conciliati con i dati riportati nel prospetto di
Conto Economico, voci A), C), D) ed E) e di Stato Patrimoniale del Bilancio al
31 dicembre a livello di Fondazione.
B) Ipotesi applicativa per i soggetti con contabilità finanziaria
Il riferimento al “finanziamento del presente Accordo” deve essere interpretato
come la somma delle entrate accertate dall’Ente a copertura delle spese di natura
ordinaria, riscontrabili in appositi capitoli/articoli del Bilancio.
La quota di autofinanziamento deriva dal seguente rapporto:
Autofinanziamento = γ / δ
dove:
γ “entrate proprie”
δ “entrate totali”
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
53
in cui:
γ totale delle entrate accertate per contributi e corrispettivi provenienti da
soggetti diversi dalla Provincia autonoma di Trento;
totale delle entrate accertate sul bilancio dell’Ente e a copertura
o δ
delle spese di natura ordinaria, al netto di quanto accertato a fronte di
progetti a bando di cui all’articolo 22 della legge provinciale 2 agosto
2005, n. 14 – cfr. sopra punto 4. – o ad Accordo di Programma specifico
– cfr. sopra punto 5. –.
Gli aggregati γ e δ dovranno essere conciliati con il Bilancio Consuntivo annuale
dell’Ente.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
54
4. Criticità che emergono dalla documentazione
Sebbene nelle ultime tre legislature si sia assistito ad un crescente sforzo di
collaborazione sia all’interno che nelle relazioni tra le istituzioni scientifiche trentine,
grazie a un contesto che su questo obiettivo ha investito con bandi provinciali senza
escludere bandi nazionali ed europei, si è ancora ben lontani da una programmazione
delle risorse capace di tradursi in un vero impegno di sistema. Emblematico in questo
senso il già ricordato Accordo unitario inter-enti la cui assenza costituisce una
mancanza grave rispetto agli obiettivi indicati. Anche all’interno delle singole
istituzioni l’individuazione dei progetti da promuovere non risulta prevalentemente
basata su un programma concordato, ma sulla libera iniziativa di gruppi. L’elemento
di maggiore debolezza, in particolare rispetto alle prospettive future, è risultato, come
già nel Rapporto intermedio, quello della programmazione del personale.
L’indicazione del Programma (sia di Sviluppo Provinciale, sia Pluriennale della
Ricerca), laddove raccomandava una “selezione e qualificazione delle attività“,
motivate dal fatto che “il sistema non può coprire la generalità degli ambiti
disciplinari e trovarsi sempre alla frontiera del loro sviluppo” va quindi tradotta in
azioni concrete. Questo sia per superare la partecipazione (non motivata e selettiva)
alla generalità degli ambiti disciplinari per concentrare, viceversa, le proprie forze su
selezionate aree conoscitive, sia per dotare il Trentino della necessaria massa critica
di ricercatori e di progetti di ricerca sufficienti a collaborare e competere sul mercato
scientifico internazionale che richiede allo stesso tempo alta specializzazione e
capacità di coordinamento su obiettivi mirati.
Questa indicazione coincide, peraltro, con quanto più volte affermato nei documenti
da diversi organi di valutazione, circa la necessità di una riduzione e una migliore
focalizzazione delle tematiche di ricerca anche, ma non esclusivamente, con
riferimento ad obiettivi di sviluppo sociale e di ritorno economico. Nonostante ciò, i
comportamenti della comunità scientifica sembrano essere andati nella direzione di
aumentare, non di diminuire, gli ambiti di indagine, con iniziative di fatto estranee a
una chiara logica di priorità e di programmazione. Da questo punto di vista la
individuazione di aree prioritarie, e le conseguenti azioni volte a consolidare le scelte,
rimangono gli aspetti più problematici nella integrazione del sistema della ricerca e
costituiscono difficoltà crescenti nell’indirizzare le risorse verso obiettivi di
programmazione generale, problema peraltro accentuato dalla certezza di una
crescente difficoltà nell’assicurare risorse economiche al settore della ricerca e
dell’innovazione in misura quantomeno pari a quelle garantite finora.
Raggruppando le criticità per aree problematiche, emergono i seguenti blocchi
principali.
4.1 Le risorse
Sulla base della ricostruzione del quadro finanziario presentato nel capitolo
precedente, pur caratterizzato dalla difficoltà interpretativa già evidenziata nella
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
55
corrispondenza tra impegni e spese, emerge, in particolare se relazionata alla
dimensione territoriale e al grado di specializzazione delle competenze presenti sul
territorio, una notevole disponibilità di risorse in grado non solo di rispettare le
scadenze previste dalla programmazione ma anche di assorbire nuovi ingressi, uno
su tutti la convenzione con Trento RISE, che, sebbene rimodulata e ridimensionata,
costituisce l’elemento più rilevante di novità della passata legislatura con
riferimento alla programmazione ipotizzata. Questa disponibilità e, soprattutto, la
sua dinamica crescente, tale da consentire scelte aggiuntive più che selettive,
accompagnata a una “garanzia di programmazione futura” che ha favorito i processi
di consolidamento delle strutture in trasformazione sull’insieme delle attività
inizialmente previste e di fatto confluite negli Accordi di Programma a seguito dei
percorsi attivati dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, non costituisce di per
sé una criticità ma lo diventa necessariamente al venir meno delle condizioni che
hanno consentito tale opportunità. In altri termini se l’inserimento di un nuovo
canale di finanziamento ritenuto rilevante, come Trento RISE o precedentemente il
Distretto, fosse stato possibile solo a fronte di un ripensamento/ridimensionamento
di uno di quelli inizialmente previsti, sarebbero sicuramente emerse criticità, se non
altro sul versante procedurale rispetto alle modalità con cui realizzare tale
operazione.
4.2 Gli strumenti
La corrispondenza tra linee di intervento e strumenti a disposizione per il loro
raggiungimento costituisce da sempre uno dei temi di approfondimento delle analisi
valutative. Sulla base dei “dati freddi” riportati precedentemente lo strumento che
presenta la maggior rilevanza è certamente quello degli accordi, sia nel suo utilizzo
a sostegno della operatività delle Fondazioni provinciali/Museo delle Scienze, sia
nella sua declinazione su obiettivi specifici, in alcuni casi ricadenti, come
beneficiari, sugli stessi soggetti. Non si vuole certamente sostenere un modello che
traduca la programmazione in rigidità operativa (sarebbe peraltro antitetico al
concetto stesso d’accordo finalizzato a obiettivi) ma non vi è dubbio che la
flessibilità deve essere accompagnata da chiarezza di obiettivi e strumenti di
valutazione in grado di monitorare e correggere eventuali insufficienze o usi
impropri. Da questo punto di vista la realtà provinciale ha fatto la scelta di non
dotare le azioni di supporto informativo e monitoraggio, e l’operatività degli stessi
Comitati, di competenze organiche inquadrate nel previsto disegno, la cosiddetta
“tecnostruttura”22, preferendo contributi specifici, in molti casi precari e comunque
incompleti e insufficienti, determinando con ciò una grave lacuna sul versante della
gestione degli strumenti. Il tutto mentre le dinamiche di disponibilità e spesa
suggerivano una maggiore attenzione ai processi programmatori e decisionali,
separando le modalità di sostentamento “basale” delle istituzioni, anche queste
sottoposte a valutazione e premialità, dalle attività finanziate per obiettivo sulla base
di accordi anche interistituzionali, le più indicate nel favorire le azioni di
22
Di cui si parla nel paragrafo 2.3.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
56
coordinamento e convergenza. Vanno infine ricordate le diverse incidenze (e i
relativi processi di governance) che la ricerca esercita nelle tre istituzioni
maggiormente beneficiarie degli Accordi di Programma. Se, da una parte per la
Fondazione Bruno Kessler è significativo il tema del coordinamento tra le diverse
realtà, incluse le partecipate, ma tutte sostanzialmente operanti nel mondo della
ricerca e dell’innovazione, la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze
solo parzialmente rientrano in canali di finanziamento e in modalità operative
direttamente connesse alla ricerca.
4.3 Il processo: programmazione, monitoraggio e gestione
La pluralità delle iniziative presenti e progettate si traduce in un processo
complesso, articolato e caratterizzato da alcune difficoltà di allineamento tra le
impostazioni, le decisioni e le esecuzioni. Rientrano in questa criticità gli elementi
già ricordati, in particolare la disponibilità di risorse associata agli strumenti di cui è
prevista l’utilizzazione. Infatti se si volesse privilegiare una maggior offerta di
risorse competitive, sia ad accesso libero sia ripartite per priorità tematiche o
piattaforme, oltre che per caratteristiche dimensionali (grandi progetti vs progetti
esplorativi) come già avviene nella condizione attuale, spostando su questa modalità
una quota di risorse oggi vincolata agli Accordi, questo richiederebbe un maggior
controllo dei flussi finanziari, sia all’interno dell’Amministrazione, sia rispetto alle
loro modalità di utilizzo all’interno degli enti beneficiari. Ancora una volta, pur
riconoscendo gli sforzi e i miglioramenti introdotti sul versante del trattamento delle
informazioni all’interno delle attività svolte dal Servizio preposto, emerge una
parzialità nel monitoraggio continuo, soprattutto se collegata alla cumulatività e alla
compatibilità delle scelte. La sistematica e positiva attività del CTS sulle singole
iniziative attivate rende, infatti, tracciabile il processo nell’iter bando, candidatura,
selezione, svolgimento, rendicontazione, con un’estensione, per la verità già
modificata (cfr. il capitolo 9 di questo Rapporto) alle attività sostenute dalla legge
provinciale 13 dicembre 1999, n. 6 in materia di innovazione e ricerca industriale.
Tuttavia permane una difficoltà a ricondurre a un quadro sistematico le
informazioni comunque presenti, di cui il capitolo precedente di questo Rapporto
costituisce un buon esempio. Se queste difficoltà sono imputabili, a livello di
Amministrazione provinciale, al mancato avvio della cosiddetta “tecnostruttura”,
peraltro compensato dall’impegno e dalle competenze direttamente o indirettamente
attivate dal Servizio a supporto delle attività dei Comitati, problema analogo si
registra all’interno delle Fondazioni e, in misura minore, del Museo delle Scienze.
4.4 La dimensione di sistema
Quanto citato nei paragrafi precedenti (risorse non destinate a crescere, strumenti da
riverificare e da finalizzare, necessità di interventi rispetto a una “cabina di regia”
dotata degli idonei supporti, da articolare nelle diverse sedi) pone l’accento sulla
necessità inderogabile di un’accelerazione nel processo di consolidamento
organizzativo, locale a livello interistituzionale e sovra locale a livello di reti e
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
57
cluster, l’unico in grado di offrire una prospettiva capace di adattarsi alle nuove
sfide e alle nuove opportunità. Il tema non è certamente nuovo e sarebbe ingeneroso
da parte del CVR non riconoscere gli avanzamenti registrati prevalentemente
attraverso due modalità.
La prima con il concorso di “driver esterni” e volta a forzare orientamenti e
collaborazioni guidate da “superiori necessità” e incentivate con risorse provinciali.
La seconda con iniziative interne, anche di natura normativa e procedurale, sempre
con il concorso di risorse addizionali e incentivanti e, in alcuni casi, con la
definizione di appositi strumenti e procedure.
La criticità di entrambi gli approcci deriva dalla difficoltà a consolidare queste
modalità in un sistema che ha finora goduto della possibilità di crescita senza
ricorso a conseguenti tagli o razionalizzazioni. A cui si aggiunge la difficoltà a
rendere coerente il definirsi di nuove opportunità per aree o settori rispetto alle
preesistenze, attivando potenzialmente meccanismi di crescita a più velocità
all’interno delle stesse aree e, in alcuni casi, della stessa istituzione. In altri termini
a bilanciare i potenziali effetti destrutturanti che derivano da nuovi input con le
opportunità e le nuove consapevolezze che si aggiungono a quanto già c’è.
Da tutto questo si evidenzia un tema prioritario di “governance del sistema”, tema
peraltro ciclicamente ricorrente nel dibattito di questi anni, a cui vengono associate
risposte diverse.
Nella governance andrebbe anche considerata la problematica del rapporto col
sistema produttivo, non necessariamente quello solo locale, e con la realtà sociale
del territorio. Al di là delle enunciazioni la realtà provinciale continua a operare in
una logica lineare e sequenziale che separa il momento del finanziamento della
ricerca (e al suo interno quello della big science) da quello dell’innovazione e della
valorizzazione fino al supporto tecnico alle realtà produttive. Quando si realizza una
maggiore integrazione, come nel caso delle Fondazioni (Edmund Mach, in
particolare), non sembrano emergere evidenze circa la bidirezionalità dei flussi
(informativi ed economici) in gioco, flussi che potrebbero essere oggetto di specifici
interventi.
4.5 Ricerca vs innovazione
L’accresciuta interazione tra il mondo della ricerca e lo sbocco sul “mercato”, in
termini di innovazioni realizzate e non solo ipotizzate, e il traino costituito dalla
domanda nel determinare i percorsi di sviluppo a cui ancorare scelte e risorse, non
devono però tradursi in un indifferenziato sostegno ai processi “di trasferimento”
che, soprattutto se realizzati con un orizzonte alla scala locale, debole per
dimensione e per specializzazione produttiva, finirebbero con vanificare i paradigmi
oggi dominanti dell’open innovation e del crowd sourcing e crowd funding. Pur
avendo registrato una consapevolezza del problema nei soggetti monitorati,
permangono due criticità, tendenzialmente complementari, su cui intervenire. La
prima riguarda la sequenzialità con cui vengono considerate e strutturate le attività,
sequenzialità che in moltissimi casi non paga e finisce con il trasformarsi
nell’individuazione di ambiti circoscritti di responsabilità, spesso mascherati da
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
58
domini di competenze e di strumenti utilizzati, con il determinarsi di un rendimento
complessivo del processo dipendente più dagli snodi che non dalle performance dei
diversi contributi. La seconda consiste in un approccio “fai da te”, da non
enfatizzare ulteriormente attraverso non idonei indicatori e criteri di valutazione,
secondo la quale le istituzioni maggiori, le Fondazioni in particolare, privilegiano
un approccio basato su “verticalità endogene” nei processi di innovazione. Ovvero
non condividendo con altri soggetti sbocchi innovativi e così rinunciando a quella
dimensione di sistema, e al contributo di altre competenze, in molti casi le sole in
grado di dare un effettivo valore aggiunto. Ancora una volta gestire un sistema
informativo in grado di individuare le esigenze e le opportunità indirizzandole verso
le più idonee e coerenti competenze e, soprattutto, accompagnare i processi
realizzativi della ricerca verso un possibile e auspicato utilizzo già nella fase di
progettazione, richiede uno sforzo organizzativo e culturale non banale.
4.6 Saper fare/poter fare delle scelte anche rispetto all’impatto atteso
Tutto quanto ricordato precedentemente si traduce nella necessità di associare un
sistema di obiettivi, già oggi presente e articolato ai diversi livelli, a un set di scelte
che riguardino i risultati attesi, ovviamente rispettando i livelli di dettaglio e di
rischio insiti in attività di ricerca e di innovazione, privilegiando ove possibile una
misurazione di impatto atteso, nelle sue varie declinazioni, come il modello a suo
tempo predisposto dal CVR aveva individuato. Nella programmazione futura non è,
infatti, pensabile che si presenti un elenco indeterminato di attività solo
nominalmente incardinate sul set di obiettivi, oppure una lista di strumenti a
disposizione per il loro raggiungimento, plasmabili all’occasione. Così facendo,
infatti, si sposta il momento della scelta sul soggetto esecutore e si rinuncia a quella
attività di indirizzo e orientamento propria dell’Amministrazione. Ancora una volta
un deciso avanzamento sul fronte del monitoraggio dei processi, da realizzarsi
anche ex ante, costituisce un prerequisito tanto più rilevante nel passaggio da scelte
ritenute obbligate verso scelte più volute e in competizione con altre.
Sul versante dell’Amministrazione questo implica una accresciuta capacità di
programmazione e progettazione e la possibilità di dialogare, anche su materie
tecniche, con l’autonoma capacità dei singoli soggetti in un quadro chiaro per ruoli,
responsabilità e risorse.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
59
Parte seconda - LE RACCOMANDAZIONI
Parte seconda
LE RACCOMANDAZIONI
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
60
5. Raccomandazioni generali
5.1 Sul disegno del sistema in relazione alla sua efficienza e sostenibilità
Dalle criticità schematizzate nel capitolo precedente ne deriva una raccomandazione
di fondo: il modello attuale, pur foriero di eccellenti risultati e con un discreto grado
di efficienza (dati e elementi che verranno commentati successivamente) non
riuscirà a replicarsi e rafforzarsi ancora secondo lo schema oggi in essere,
essenzialmente per due motivi: la necessità crescente di risorse per consolidare
quanto già esiste e, nello stesso tempo, il bisogno di diversificare e di allargare la
base degli interventi e delle relazioni. Il tutto a fronte di risorse non certamente in
aumento e di una accresciuta competizione circa la destinazione dei fondi pubblici
disponibili. Assieme ad un giudizio positivo sulle scelte fatte fino ad oggi, sono
necessari suggerimenti per il consolidamento degli elementi di sviluppo e la
minimizzazione dei rischi legati agli handicap strutturali dovuti alla limitata base
territoriale e produttiva. E’ necessaria una sorta di adattamento della strategia
generale. Di fatto, il Trentino si è conquistato uno spazio nel panorama globale e in
misura minore in quello nazionale, perché ha indirizzato risorse con modalità e
dimensione non confrontabili con altri competitori (fatta salva ovviamente la scala
di interventi). Ma lo spazio va mantenuto con delle risorse e delle capacità
specifiche. Accanto al tema della governance c’è quello fondamentale delle scelte.
Non si tratta di dire quali scelte vanno fatte, ma di esprimersi sul metodo, rispetto al
decisore politico-istituzionale (Giunta) e a quello tecnico-operativo (Fondazione o
soggetti equivalenti).
Sono due le modalità che paiono contendersi le possibilità di realizzazione: quello
di una maggior concatenazione “istituzionale” tra i soggetti a prescindere dalle
attività, sul modello “Fondazione delle Fondazioni” o di una cabina di regia
stringente, e quello di una maggiore convergenza “per temi”, specializzando i
singoli soggetti (con l’occasione da ripensare allo scopo) attraverso una
verticalizzazione delle attività in un frame comune delle attività dei soggetti che su
queste convergono.
Per quanto riguarda il primo strumento, si rileva come la legislatura che si è appena
conclusa sia stata inadempiente nel dare un concreto sbocco al “tavolo” fra
Provincia, Fondazioni e Università, il primo passo della regia unica raccomandata
dal Programma di Sviluppo Provinciale23.
Per quanto riguarda la “verticalizzazione”, essa è stata avviata nei fatti come nel
caso del Distretto o, più recentemente in Trento RISE o la struttura per filiera
impostata dalla Fondazione Edmund Mach, il tutto però al di fuori di una strategia
dichiarata. Il processo avviato, sotto la spinta esterna della Commissione Europea
nel quadro della Smart Specialisation Strategy potrebbe in teoria costituire un utile
acceleratore del processo, ma questa modalità andrebbe probabilmente focalizzata,
23
Si veda in proposito l’Accordo Unitario inter-enti citato al paragrafo 2.4.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
61
compresa e monitorata, in particolare rispetto al rischio di effetti destrutturanti
quando non accompagnata da interventi organizzativi sulle strutture di
appartenenza, come nel caso dell’area ICT per la Fondazione Bruno Kessler.
Come già evidenziato dal CTS, e precedentemente dal CVR nella passata
legislatura, vi è poi in ogni caso la necessità di accompagnare le scelte relative a
nuove opportunità, o al consolidamento/internalizzazione di attività e realtà
partecipate, con le opportune analisi di fattibilità e con la visione circa la
sostenibilità futura.
Infatti, la parola chiave del prossimo periodo diviene inevitabilmente la
sostenibilità, tema che impone scelte rispetto agli argomenti e flessibilità e fantasia
nei confronti degli strumenti da utilizzare. Questo implica modalità e strategie
differenziate tra i diversi attori, in ragione delle responsabilità, delle competenze e
degli interessi.
5.2 Sul rapporto fra Provincia e Fondazioni rispetto ad autonomia e capacità
di indirizzo
Si evidenzia, a distanza di quasi 10 anni dall’ipotesi costitutiva e a oltre 6 dalla
concreta realizzazione, ancora una certa difficoltà a riuscire a leggere con
concretezza commisurata alle scelte messe in atto, un’autonoma strategia da parte
delle Fondazioni che non sia basata sulla “certezza” dei trasferimenti provinciali.
Non si vuole ovviamente negare la complessità dei problemi da affrontare, le
incertezze e gli avvicendamenti che hanno caratterizzato questi anni di avvio dei
processi o i vincoli derivanti da rigidità e ruoli non tutti riconducibili ai responsabili
delle strutture, ma è innegabile la prevalenza di una propensione alla continuità che
certamente non facilita un tavolo di confronto negoziale con gli obiettivi strategici
della Provincia, quando questo significa nuove proposte, se non accompagnate dalle
corrispondenti risorse aggiuntive. Così facendo si privilegia di fatto la
continuazione nella natura di ente sostanzialmente funzionale come quelli
preesistenti alla riforma del 2005. E’ opportuna una riflessione sul percorso
effettuato di cui alcuni nodi specifici sono i seguenti.
1. Il tema del personale e in particolare, da una parte, della mobilità
interistituzionale e, dall’altra, dell’autonomia nella programmazione delle
carriere. Questo elemento è trasversale ed evidentemente decisivo per delle
strutture che si fondano per la loro stessa sussistenza sulla capacità di
attrazione di capitale umano e sulla possibilità di offrire opportunità
sistematiche di inserimento e progresso ai giovani. Superata la fase di
consolidamento si pone oggi il problema di organizzare una prospettiva di
crescita che però non coincida con l’espansione;
2. L’analisi dei rapporti e della coerenza tra gli strumenti di intervento: oggi per
l’Accordo di Programma transita la gran parte del finanziamento
trasformandosi in una sorta di “piè di lista” nonostante lo sforzo di intervento
del CTS tramite la verifica puntuale dei Piani attuativi ex ante ed ex post. Si
tratta di verificare se non ridurre il finanziamento tramite Accordo di
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
62
Programma distinguendo tra una quota “base” e il resto24 e di far transitare una
quantità di risorse progressivamente maggiore tramite strumenti quali quelli
dei bandi, per loro natura più selettivi. All’Accordo di Programma istituzionale
si sommano, infatti, le risorse provenienti da altri Accordi e quelle “guadagnate
sul campo” attraverso bandi (e quindi attraverso strumenti di per sé
competitivi) in cui però la competizione limitata ai soggetti locali abbassa
inevitabilmente la soglia d’ingresso. A questo proposito, ai fini della
misurazione dell’autofinanziamento, andrebbero trattate separatamente le
risorse acquisite su bandi esterni alla Provincia da quelle su bandi provinciali.
5.3 Sulla logica di programmazione
Va riconosciuto al sistema trentino una forte attenzione a dare strumenti e coerenza
a un modello di programmazione che pone in sequenza i momenti e i soggetti
deputati, cercando di bilanciare le responsabilità con la terzietà e le competenze dei
diversi contributi. Questo si traduce in un percorso di generazione e attuazione dei
documenti di programmazione, che dal punto di vista del modello teorico di
riferimento rispetta pienamente il processo gerarchico e bidirezionale che lega la
programmazione generale a quella di settore e quest’ultima ai soggetti deputati
all’interpretazione e all’attuazione. In pratica, però, il processo risulta
sottodimensionato sugli strumenti effettivamente impiegati per il monitoraggio,
nonostante una riconosciuta attenzione alla partecipazione effettiva, anche a causa
della lentezza del processo. Per fare questo, si richiede un monitoraggio più
stringente di quello che effettivamente succede nell’implementazione, in grado
anche di cogliere i rimandi che i momenti attuativi generano al di là della loro
verticalizzazione nominale. Inoltre, non c’è coerenza nella realizzazione di un
sistema informativo, per cui pure si prevede un adeguato finanziamento, rispetto ai
compiti assegnati, mentre si ripropone il rischio di una separatezza tra la ricerca
accademica o delle istituzioni pubbliche e quella di interesse delle imprese. Le
novità introdotte in questo campo nell’ultimo periodo si presentano contraddittorie,
in quanto se, da una parte, inseriscono direttamente nel processo valutativo
un’analisi di fattibilità economica, dall’altra, non vanno certamente nella direzione
di rafforzare una visione unitaria e il supporto indipendente nei processi valutativi.
I rischi che andrebbero scongiurati riguardano il pericolo di una “deriva
burocratica”, in cui ci si limiti a verificare il rispetto formale delle procedure e la
loro concatenazione, ma anche una programmazione negata dai fatti a seguito
dell’introduzione di novità e variazioni che rendano difficilmente credibile uno
sforzo progettato sul medio termine.
24
Gli Accordi di Programma con le Fondazioni e con il Museo delle Scienze già riportano, peraltro, che nel
“Quadro delle risorse 2010-2013”, a decorrere dal 2011 e secondo modalità definite con la struttura provinciale
competente in materia di ricerca, sia data evidenza della quota destinata al “funzionamento” (che copre, fra l’altro, i
costi di personale a tempo indeterminato e i costi generali) rispetto a quella destinata alle iniziative e ai progetti. Si veda
in proposito quanto riportato nel Cap.3.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
63
Ancora una volta la parola chiave diviene la sostenibilità motivata della
programmazione intrapresa, in ragione della quale, prima di procedere a una sua
modifica, deve essere garantita un’idonea valutazione che motivi la richiesta di
cambiamento e ne ipotizzi il percorso realizzativo in grado di includere l’analisi
delle conseguenze delle scelte che si intraprendono.
Da questo punto di vista è auspicabile una maggiore interattività del CVR col
Comitato per il Programma di Sviluppo Provinciale e col CTS, oltre che una
maggiore continuità di rapporti con le strutture (Fondazioni/Museo).
5.4 Sull’impatto
Il tema costituisce l’argomento più rilevante nei processi valutativi che riguardano il
finanziamento pubblico, in particolare quando questo include attività a rischio o da
affrontare con una forte autonomia realizzativa come nel caso della ricerca e
dell’innovazione. Le varie strumentazioni messe in campo in questa direzione sono
ancora ben lungi da aver consolidato un modello riconosciuto e, anche nella realtà
trentina, è in corso da tempo un ampio dibattito su come popolare con altri soggetti
che abbiano un ruolo di intermediazione e valorizzazione lo spazio che intercorre
tra il risultato e il potenziale mercato. Ma, a monte di questo, vi è anche la necessità
di associare una stima di impatto atteso alle scelte connesse a un quadro di risorse
destinato a non crescere. Al fine di individuare indicatori utili allo scopo, in grado
di agire ex ante, sono state prodotte iniziative sperimentali per la verità ancora
lontane da un positivo giudizio consolidato. Ma ci sono anche iniziative di supporto
e di contesto la cui presenza o meno è di per sé uno strumento di giudizio. Tra
queste: la mobilità delle competenze, gli accordi extraterritoriali ad hoc, le filiere,
tenendo nel debito conto gli esistenti vincoli (ad esempio: aiuti di stato, IPR, altre
regole amministrative). Si deve tornare a parlare di uno specifico disegno di politica
industriale capace di comprendere al suo interno la politica tecnologica e fornire il
frame di riferimento. Ma un’altra dimensione dell’impatto da considerare è quella
relativa ai rapporti interregionali, sia con le regioni limitrofe (italiane e non) sia
senza vincoli di contiguità. Il Trentino attrae forze e competenze per la qualità e le
risorse del suo sistema scientifico, ma non è pensabile un’azione meramente
attrattiva se non bilanciata da partenariato da svilupparsi presso altre realtà
territoriali. Questo è particolarmente vero per le ricadute tecnologiche e industriali
non realizzabili su un debole e limitato sistema industriale locale non in grado,
almeno nel medio termine, di valorizzare al meglio le potenzialità.
5.5 Sulle prospettive future
La fase che si apre con questa legislatura presenta caratteristiche di unicità e
originalità che devono essere affrontate a partire da alcuni temi che emergono dalle
analisi e dal monitoraggio sviluppato dal CVR in questi anni.
In primo luogo, il processo di rafforzamento della dimensione di sistema deve
avvenire a fronte di risorse decrescenti, o quantomeno meno garantite, ovvero in
presenza di una probabile aumentata competizione. Il ricorso a risorse esterne al
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
64
sistema provinciale, da tutti auspicato, significa in realtà riuscire a mettere a frutto
la capacità competitiva e le competenze maturate in questi anni senza però potersi
avvalere, almeno come in passato, di un vantaggio competitivo costituito
dall’attrattività delle disponibilità di budget. Questo implica uno sforzo sul versante
degli strumenti e della capacità della realtà provinciale di stabilire relazioni e
collaborazioni che siano coerenti con un disegno strategico, tutto da costruire, che
necessita di punti fermi e di obiettivi.
Secondariamente, va battuto il rischio di una “provincializzazione” della realtà
scientifica che, partendo dalla necessità di una maggior coesione interna, rinunci ad
affidare il giudizio e la valutazione a soggetti terzi, rifugiandosi in un approccio di
“partenariato forzato” che, nel quadro dato, potrebbe tradursi in logiche
redistributive che sono esattamente l’antitesi di un processo volto a definire e
selezionare obiettivi e percorsi realizzativi. Non è estranea a entrambe le questioni
una riflessione sulle prospettive del rapporto tra il sistema pubblico della ricerca
trentino e l’Università. Uno degli esiti sicuramente positivi della legge delega e
della conseguente riforma non è tanto la “provincializzazione” dell’Ateneo quanto
la certezza nel tempo di risorse che consentono, tra l’altro, un ulteriore passo in
avanti (potenziale) verso una convergenza istituzionale, in grado di consolidare un
requisito (potenziale) rispetto al processo di interscambiabilità e raggiungimento
della massa critica. Appare singolare che questo tema risulti poco presente nel
dibattito, anche rispetto al processo etichettato STAR.
Infine è giunto sicuramente il momento di fare uno sforzo, aggiuntivo e specifico,
nella cooperazione tra sistema della ricerca e imprese, il tutto mentre H2020 pone a
livello continentale la stessa esigenza. Va seriamente ripensata la gamma di
interventi a sostegno dell’innovazione, distinguendo i livelli, gli strumenti, gli
interlocutori ma, soprattutto, aumentando il monitoraggio e la tracciabilità non tanto
sulla selezione ex ante e sul rispetto delle condizioni di bando e contrattuali, quanto
sui risultati e le loro applicazioni.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
65
6. Raccomandazioni per la Fondazione Bruno Kessler
6.1 Attività e performance della ricerca scientifica
I dati relativi alle pubblicazioni scientifiche indicano in anni recenti una situazione
sostanzialmente positiva per i centri di ricerca della Fondazione Bruno Kessler25,
pur con una lieve flessione nel 2012. In particolare, si apprezza un progressivo
riposizionamento su riviste caratterizzate da elevato impatto scientifico. La crescita,
come prevedibile, è in larga misura ascrivibile alle attività dei centri CIT, CMM ed
ECT*. La produzione scientifica dei centri ISIG ed ISR rimane sostanzialmente
invariata in riferimento a monografie e contributi su capitoli di libro mentre sembra
emergere un trend decrescente nei contributi su riviste internazionali. Nel
complesso, anche tenuto conto della numerosità di ricercatori afferenti ai diversi
centri, non si ravvedono particolari criticità, con un elevato livello di apertura
internazionale, misurata sulla base delle co-autorazioni. L’incidenza di personale di
ricerca inattivo in anni recenti è pari al 20%, mentre a livello di intera Fondazione si
registra nel 2012 una produttiva media di 2 pubblicazioni internazionali all’anno.
Rispetto a tali dati medi di produttività i recenti risultati della Valutazione della
Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010) offrono una prospettiva di lettura
comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla Fondazione
rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in
esame dalla VQR. In questo caso emerge come per la Fondazione la percentuale di
prodotti di ricerca mancanti rispetto ai prodotti attesi, tenuto conto del numero di
ricercatori, sia inferiore alla media degli altri enti esaminati. Tuttavia, la
distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di
merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance inferiore alla media
degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione
dell’incidenza del numero di lavori scientifici giudicati eccellenti dai revisori
utilizzati dalla VQR rispetto al totale dei lavori presentati dalla Fondazione. I dati
della VQR mostrano, inoltre, una rilevante eterogeneità tra i centri della
Fondazione: la quota di prodotti scientifici eccellenti è rispettivamente il 41,5% per
il CMM ed il 25,7% per il CIT. Nel complesso il CMM ha ottenuto, nel proprio
ambito scientifico, un voto medio dei propri prodotti scientifici superiore alla media
degli altri enti valutati.
E’ tuttavia importante ricordare che i prodotti analizzati dalla VQR si riferiscono
all’intero periodo 2004-2010. In anni recenti i dati di natura bibliometrica sulla
25
Si ricorda che la Giunta provinciale con deliberazione n. 3072 di data 23 dicembre 2010 ha approvato
l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con la Fondazione Bruno Kessler, sottoscritto in data 27 gennaio - 4
febbraio 2011. In data 1 - 19 settembre 2011 è stato sottoscritto il Primo Atto Aggiuntivo all’Accordo di Programma,
approvato con deliberazione della Giunta provinciale n 1609 del 29 luglio 2011. In data 8 - 11 gennaio 2012 è stato
sottoscritto, poi, il Secondo Atto Aggiuntivo all’Accordo di Programma, approvato con deliberazione della Giunta
provinciale n. 2602 di data 02 dicembre 2011. Infine, la Giunta provinciale con deliberazione n. 2160 di data 15 ottobre
2012 ha approvato la stipulazione del Terzo Atto Aggiuntivo, avvenuta in data 6 – 21 novembre 2012.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
66
produzione scientifica della Fondazione indicano una crescente focalizzazione su
lavori di elevato impatto scientifico. Ad esempio, la quota di pubblicazioni che sono
apparse su riviste collocate nel primo quartile di impact factor dei corrispondenti
ambiti scientifici è cresciuta dal 47% nel 2010 al 55% del 2012 (fonte bilancio FBK
2012). In questa prospettiva, sebbene gli esiti della VQR forniscano un riferimento
importante per la valutazione media della qualità nel periodo 2004-2010, si ritiene
importante evidenziare la presenza di un trend positivo non esclusivamente sui
volumi della produzione scientifica ma, soprattutto, sulla qualità dei lavori
pubblicati. I dati VQR indicano d’altra parte un’ottima performance della
Fondazione in merito alla competitività su bandi di finanziamento della ricerca in
ambito nazionale ed internazionale. Nel complesso la lettura congiunta dei dati
bibliometrici sugli anni più recenti e degli esiti della VQR sul periodo 2004-2010
conferma la presenza di un elevato potenziale di ricerca all’interno della
Fondazione, soprattutto nelle aree disciplinari proprie del CMM. D’altra parte le
potenziali criticità messe in luce dalla VQR, pur al netto delle specificità
istituzionali della Fondazione rispetto ad altri enti di ricerca che hanno aderito al
processo di valutazione, dovranno fungere da stimolo per la progettazione futura
delle linee di ricerca nell’area ICT. Ciò è tanto più rilevante in ragione del
consistente coinvolgimento della Fondazione nel progetto EIT ICT Labs attraverso
Trento RISE.
Le risorse provenienti dal settore privato, sia locale che non, mostrano una
incidenza relativamente ridotta rispetto alle entrate totali. A questo riguardo, i dati
più recenti disponibili mostrano una sostanziale tenuta, pur su livelli relativamente
ridotti, anche in un contesto di perdurante crisi economica. Nel complesso la
capacità di autofinanziamento rispetta i vincoli espressi dall’Accordo di
Programma, che, tuttavia, non sarebbero soddisfatti se tra le entrate ulteriori rispetto
all’Accordo di Programma non venissero conteggiati i fondi di ricerca assegnati
sempre dalla Provincia autonoma di Trento sulla base di bandi di natura
competitiva. In generale la capacità di autofinanziamento a livello dei singoli centri
è molto eterogenea. Sebbene ciò sia in buona parte riconducibile alla oggettiva
presenza di differenti opportunità di fundraising per differenti aree disciplinari, lo
sviluppo di appropriate forme di progettualità congiunta tra i centri delle aree
scientifiche e delle scienze umane, peraltro già enunciata come obiettivo, potrebbe
rappresentare una azione importante per migliorare le capacità di autofinanziamento
anche dei centri del polo delle scienze umane e sociali. Tema ancor più rilevante
rispetto alla crescita dimensionale e all’allargamento delle attività previste per detto
polo.
6.2 Internazionalizzazione della ricerca
La quota di personale di ricerca straniero nella Fondazione è pari a circa il 30% (ma
scende al 7% per il solo personale strutturato). Rispetto al contesto italiano tali
valori sono certamente più elevati della mediana e testimoniano il potenziale di
attrattività delle struttura di ricerca della Fondazione. La Fondazione ha anche
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
67
avviato recentemente delle iniziative per il finanziamento della mobilità
internazionale temporanea dei propri ricercatori. In generale i dati sui co-autoraggi
delle pubblicazioni scientifiche (la metà degli articoli scientifici su rivista
internazionale pubblicati nel 2012 presenta almeno un co-autore straniero) e sui
progetti europei (31 progetti europei di cui 5 in qualità di capofila acquisiti nel
2012) indicano un buon livello di apertura internazionale delle attività di ricerca, ma
spazi di miglioramento sono certamente possibili. La Fondazione a partire dal 2012
ha deciso di dedicare specifiche risorse per il supporto alla mobilità outbound dei
propri ricercatori. Per quanto concerne l’inbound la Fondazione ha beneficato di
fondi europei “Marie Curie” per l’attrazione di ricercatori stranieri.
Si ritiene importante nel contesto di ridefinizione delle attività di ricerca per il
prossimo Accordo di Programma sottolineare l’importanza di processi di recruiting
internazionale, non esclusivamente per le figure apicali dei centri. Inoltre, pur nella
evidenza di collaborazioni costanti con altre organizzazioni, si raccomanda
l’espansione e consolidamento di accordi strutturati con istituzioni di ricerca estere.
6.3 Programmazione strategica
L’espansione delle attività riconducibili al polo delle scienze umane, con la
costituzione di nuovi centri di ricerca interni, rappresenta una significativa
divergenza rispetto alla pianificazione esplicitata nell’Accordo di Programma 20102013. Tali cambiamenti sono stati ratificati dalla Provincia autonoma di Trento
nella prospettiva di un riassetto complessivo delle attività di ricerca locali e con
l’obiettivo di ottenere specifiche sinergie. Tuttavia, non appare chiaro in che misura
tali obiettivi della Provincia siano coerenti e compatibili con la missione di lungo
periodo della Fondazione. In questa prospettiva, una più chiara identificazione del
posizionamento tematico/disciplinare della Fondazione potrebbe arginare la
tendenza da parte del decisore politico ad impiegarla quale contenitore di centri di
ricerca ed iniziative specifiche che, pur meritevoli su piano scientifico, non
presentino reali complementarietà. Una eccessiva eterogeneità disciplinare, peraltro
già presente oggi, potrebbe indurre oggettive difficoltà di carattere gestionale ed
indurre in futuro una ripartizione delle risorse (per altro soggette ad una probabile
progressiva contrazione) non efficace nel mantenimento della massa critica di
investimenti sulle aree di eccellenza internazionale della Fondazione.
Nell’impianto originale dell’Accordo di Programma veniva identificato nel
programma Embedded Systems il luogo virtuale di interazione tra i differenti centri,
sia dell’area tecnologica che (almeno in parte) dell’area delle scienze umane. Nella
successiva riprogrammazione delle attività sembra essersi palesata una certa
difficoltà nella costruzione di programmi di ricerca interdisciplinari. In questa
prospettiva la diversificazione in atto sul fronte delle scienze umane non sembra, a
priori, garantire rispetto al passato maggiori opportunità di integrazione con l’area
tecnologica. Inoltre, tenuto conto che l’Accordo di Programma pone una enfasi
particolare sul trasferimento tecnologico, l’allocazione di risorse aggiuntive
sull’area delle scienze sociali potrebbe nel complesso andare ad erodere gli
investimenti in progetti di carattere tecnologico più applicativi o comunque più
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
68
funzionali al trasferimento tecnologico. Rispetto a queste considerazioni, è
opportuno ribadire il giudizio positivo sul rinnovato meccanismo di governance del
processo di programmazione strategica che la Fondazione Bruno Kessler ha
adottato. In questo senso, la Fondazione ha tutti gli strumenti per definire un
impianto strategico futuro declinato sulla eccellenza in specifici ambiti. Rispetto
alla possibilità di ingenerare effettive sinergie tra i centri, si sottolinea l’importanza
– nel contesto di programmazione futura delle attività della Fondazione - di
individuare e finanziare, coinvolgendo direttamente i gruppi di ricerca, specifici
progetti congiunti piuttosto che individuare semplicemente potenziali “aree” di
interazione tra i centri stessi. La programmazione strategica futura dovrà inoltre
tenere conto dell’interazione della Fondazione con Trento RISE, sia sotto il profilo
delle gestione del personale sia dal punto di vista della convergenza di tematiche di
ricerca ed innovazione.
6.4 Trasferimento tecnologico
La specializzazione scientifica delle aree di ricerca della Fondazione e le
caratteristiche del contesto industriale locale richiedono un importante sforzo
progettuale per identificare nuovi strumenti e assetti organizzativi finalizzati a
capitalizzare sul territorio, anche in termini economici, l’impegno in ricerca ed
innovazione della Fondazione. Di conseguenza, il futuro impianto strategico della
Fondazione dovrà necessariamente identificare una posizione netta in merito al tema
del trasferimento tecnologico. Nel piano attuativo 2012 si fa riferimento esplicito al
trasferimento tecnologico come uno dei driver principali della strategia futura.
Nonostante i progressi in anni recenti nella percezione locale della rilevanza
industriale delle attività di ricerca della Fondazione, nel complesso i dati disponibili
(contratti di ricerca con imprese, attività brevettuale ed imprenditorialità sciencebased) sembrano indicare una situazione di potenziale criticità per il futuro.
In questa prospettiva si raccomanda di esplorare ulteriori strumenti in aggiunta a
quelli previsti dall’Accordo di Programma e focalizzati essenzialmente sull’attività
di spin-off; in particolare si fa riferimento ad azioni dedicate alla mobilità delle
competenze, all’attivazione di accordi extraterritoriali, allo sviluppo di progetti di
partnership con soggetti privati per la ricerca e sviluppo lungo specifiche filiere
tecnologiche e industriali. Tali azioni possono costituire delle leve importanti per
ridurre progressivamente le barriere all’accesso alla conoscenza innovativa
sviluppata dalla Fondazione percepite dalle imprese locali soprattutto di minori
dimensioni. In ragione della oggettiva complessità del coniugare obiettivi di
eccellenza scientifica e impatto in termini di trasferimento tecnologico (ad esempio
per evidenti questioni legate al sistema di incentivi dei ricercatori o alla allocazione
delle risorse in attività di ricerca più esplorativa o applicata), appare rilevante
l’esigenza di progettare un efficace sistema di relazioni con soggetti
istituzionalmente preposti alla intermediazione dell’offerta di competenze
tecnologiche nei confronti dei soggetti del territorio.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
69
6.5 Sistema interno di valutazione
Pur registrando significativi avanzamenti rispetto alla situazione pregressa in merito
agli sforzi fatti nella costituzione del nucleo interno di valutazione, nel popolamento
del sistema informativo, nella partecipazione alla VQR e nella definizione di una
strategia organica di autovalutazione, restano alcuni aspetti importanti da
considerare per la programmazione futura nell’area della valutazione e monitoraggio
delle attività di ricerca. Questo riguarda in particolare l’allargamento della base
informativa verso le realtà partecipate, anche quando non internalizzate, e i centri
“periferici”. In secondo luogo si sottolinea che sarebbe rilevante ai fini della
valutazione futura delle strategie di ricerca della Fondazione individuare dei
potenziali soggetti benchmark in ambito internazionale, necessariamente distinti
rispetto alle diverse componenti scientifiche presenti all’interno della Fondazione,
non tanto per un confronto diretto di indicatori specifici di produttività della ricerca
o di autofinanziamento, quanto piuttosto in relazione ad elementi quali la
pianificazione strategica delle linee di ricerca, le scelte di diversificazione delle
competenze interne e l’ottimizzazione dell’allocazione delle risorse tra infrastrutture
per la ricerca e personale.
Infine, tenuto conto della crescente complessità ed eterogeneità delle attività e dei
centri di ricerca della Fondazione, si suggerisce di investire in modo significativo
nello sviluppo in tempi ragionevoli di sistemi di controllo di gestione i quali, al di là
dei requisiti di certificazione dei costi previsti da soggetti finanziatori (che la
Fondazione per altro già può vantare, ad esempio, nel caso dei progetti finanziati
dall’Unione Europea), garantiscano una migliore qualità delle informazioni di
ordine finanziario ed una efficace gestione delle risorse stesse.
6.6 Contributo a STAR
Come ricordato in precedenza, anche a seguito del terzo atto aggiuntivo all’Accordo
di Programma, le attività della Fondazione stanno progressivamente incorporando
specifiche componenti della ricerca trentina, sia nascenti sia già presenti sul
territorio. Tenuto conto di ciò, oltre alla già menzionata necessità di pensare ad una
strategia coerente in questa direzione a livello interno di Fondazione, diventa
fondamentale la condivisione con gli altri attori di STAR in relazione a:
piattaforme tecnologiche (in particolare quelle indicate nel Programma);
servizi di valorizzazione del proprio patrimonio;
linee di ricerca comuni anche con l’area Scienze Umani e Sociali.
In particolare, il rapporto con Trento RISE viene ritenuto cruciale per la Fondazione
soprattutto per le potenziali ricadute positive che esso potrà avere proprio su alcuni
attuali elementi di criticità, in primo luogo il trasferimento tecnologico e lo sviluppo
di partnership di ricerca con soggetti privati anche non locali. Le risorse in campo
sono significative. Risulta quindi fondamentale l’impegno per lo sviluppo di
progettualità condivisa tra la Fondazione e Trento RISE in modo da evitare
disallineamenti rispetto alle competenze ed agli ambiti di ricerca del prossimo
Accordo di Programma e al personale coinvolto.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
70
7. Raccomandazioni per la Fondazione Edmund Mach
7.1 Attività e performance della ricerca scientifica
I dati complessivi relativi alle pubblicazioni scientifiche di ricercatori afferenti alla
Fondazione Edmund Mach26 indicano in anni recenti una situazione sostanzialmente
positiva e caratterizzata da una rilevante crescita nei volumi per l’anno 2012. In
particolare nel 2012 sono state prodotte 229 pubblicazioni su riviste internazionali,
con una crescita significativa rispetto al 2011 (+40%). I dati sull’insieme
complessivo delle pubblicazioni indicano inoltre per la Fondazione uno stabile
posizionamento dell’output scientifico su riviste mediamente caratterizzate da
elevato impatto scientifico (Impact factor medio delle pubblicazioni su riviste
indicizzate pari a 3,4 e presenza nel portafoglio di alcune pubblicazioni su riviste di
fascia molto elevata quali PNAS e “Nature Genetics”).
Per quanto concerne il grado di apertura internazionale del network di ricerca della
Fondazione, i dati indicano che il 47% delle pubblicazioni più recenti hanno visto la
partecipazione di autori afferenti ad istituzioni straniere, a conferma di un buon
inserimento della Fondazione nelle reti di ricerca internazionale. Dal punto di vista
della produttività individuale si nota la presenza di circa il 14% di ricercatori inattivi
nell’ultimo anno. A fronte di tale dato si registra una produttività media annuale di
pubblicazioni internazionali pari a 1,22 nel 2012 in crescita rispetto allo 0,87 del
2011. La lettura complessiva dei dati bibliometrici suggerisce la presenza di
significativa eterogeneità nella produttività dei gruppi di ricerca, in parte
riconducibile alle specificità dei differenti domini scientifici su cui la Fondazione è
attiva.
Rispetto a tali dati medi di produttività i recenti risultati della Valutazione della
Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010) offrono una prospettiva di lettura
comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla Fondazione
rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in
esame dalla VQR. Le attività di ricerca della Fondazione prese in esame dalla VQR
sono state ricondotte a tre aree: scienze chimiche, scienze biologiche e scienze
agrarie e veterinarie. In tutte le aree la Fondazione ha presentato un numero di
pubblicazioni in linea con quanto richiesto dal processo valutativo stante il
personale impiegato in attività di ricerca.
La distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di
merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance superiore alla media
degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione
26
Si ricorda che la Giunta provinciale con deliberazione n. 3074 di data 23 dicembre 2010 ha approvato
l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con la Fondazione Edmund Mach, sottoscritto in data 4 febbraio 2011.
Con la deliberazione della Giunta provinciale n. 2096 di data 7 ottobre 2011 è stato approvato il “Primo Atto
Aggiuntivo all’Accordo di programma per la XIV legislatura” e ne ha autorizzato la sottoscrizione, avvenuta in data 20
- 28 ottobre 2011.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
71
dell’incidenza del numero di lavori scientifici giudicati eccellenti dai revisori della
VQR rispetto al totale dei lavori presentati dalla Fondazione.
Nello specifico, le attività di ricerca ricondotte all’area della chimica, che valgono
circa il 13% del complesso delle pubblicazioni della Fondazione sottoposte a
valutazione, mostrano una incidenza di lavori giudicati eccellenti pari al 78% (a
fronte di un dato medio dei soggetti comparabili pari a 48%). L’area delle scienze
agrarie, che copre il 52% del portafoglio della Fondazione valutato, presenta una
incidenza di prodotti eccellenti relativamente minore (49%) ma comunque
ampiamente superiore rispetto agli andamenti medi degli altri soggetti valutati
(32%). Inoltre i dati VQR indicano per l’area delle scienze agrarie un ottimo
posizionamento in riferimento all’intensità delle collaborazioni internazionali di
ricerca.
Le analisi prodotte dalla VQR offrono anche delle prospettive di lettura con maggior
livello di dettaglio, declinate sui singoli dipartimenti della Fondazione. A questo
riguardo è importante esplicitare come un confronto diretto dei risultati ottenuti
possa essere soggetto a criticità metodologiche derivanti dall’implicito utilizzo di
metriche differenti da parte dei valutatori operanti su differenti sotto-settori
scientifici. Tenuto conto di tali caveat, i dati indicano comunque come la buona
performance complessiva della Fondazione derivi dal contributo di tutti i centri,
nessuno dei quali ottiene uno score inferiore alla media del settore di riferimento. A
titolo di esempio, il dipartimento qualità alimentare e nutrizione risulta essere primo
tra 5 dipartimenti comparabili nell’area delle scienze agrarie e primo tra 8
dipartimenti di altri enti nell’area della scienze chimiche.
Si noti che la VQR non permette una diretta comparazione delle attività di ricerca
della Fondazione con dipartimenti universitari, in ragione dei differenti mandati
istituzionali ed assetti organizzativi di questi ultimi rispetto al contesto di altri enti di
ricerca27. Tuttavia da una lettura incrociata di diversi dati VQR, nel caso dell’area
delle scienze agrarie, il portafoglio di pubblicazioni dell’istituto di San Michele
collocherebbe la Fondazione in decima posizione tra i dipartimenti universitari
italiani, sullo specifico indicatore relativo all’incidenza di pubblicazioni giudicate
eccellenti. Nel complesso la decomposizione dei risultati della valutazione del
merito scientifico sui singoli dipartimenti non sembra metter in luce specifici
elementi di criticità.
7.2 Governance dei processi e consapevolezza delle criticità
Il quadro fornito dalle analisi dei dati che presenta una positiva evoluzione dei
parametri con riferimento in particolare alla qualità scientifica, ai risultati raggiunti,
alle prospettive, come si evince dal paragrafo precedente, non esclude comunque la
presenza di criticità di gestione, di programmazione e di relazione con gli
stakeholder. Del resto questo tema è stato oggetto di riflessioni specifiche dalla
27
I benchmark utilizzati per la valutazione di FEM nel contesto della VQR comprendono, su differenti aree,
dipartimenti di enti quali Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Italiano di Tecnologia, IRCCS, Istituto Nazionale
di Ricerca Metrologica
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
72
stessa Fondazione nei suoi documenti ufficiali, criticità che riguardano
principalmente la mancanza di una garanzia pluriennale sul finanziamento,
l’incertezza di interlocuzione con il sistema decisionale, le carenze nella
valorizzazione del merito e nelle relazioni tra le diverse componenti della
Fondazione Edmund Mach e più in generale nei processi di governance e nelle
opportunità fornite dallo strumento Fondazione.
Fra gli elementi critici sopra evidenziati si individuano, da un lato, una certa
sofferenza nei rapporti con il principale sostenitore finanziario della Fondazione,
nella periodicità annuale delle verifiche, dall’altro, il riconoscimento di potenzialità
non ancora sviluppate – ad esempio in direzione della valorizzazione dei risultati
conseguiti e della sperimentazione, consulenza e formazione nel mondo agricolo - e
di carenze di integrazione sia interna che di sistema con altri istituti di ricerca.
A questa consapevolezza non sembra però corrispondere un insieme coerente di
iniziative volte ad affrontare le singole criticità in forma integrata pur riconoscendo
a ognuna di esse una specificità. Su questo terreno sono possibili quindi ulteriori
interventi a livello di management.
Sul tema della governance e sul tema delle scelte, è indispensabile consolidare gli
sforzi messi in atto nella costruzione dei laboratori di ricerca. Il modello
‘dipartimenti – filiere’ sembra interessante e promettente ma deve essere affrontato
il tema delle dinamiche e dei cambiamenti che inevitabilmente intercorrono nella
popolazione dei soggetti interessati, cercando di evitare una logica conservativa.
Questo a maggior ragione rispetto all’individuazione di nuove traiettorie di ricerca
che non siano meramente il risultato delle realtà esistenti o delle opportunità di
finanziamento. Un’iniezione di maggior coraggio nel costruire un disegno nuovo,
che includa un’attenta analisi dei percorsi da seguire, potrebbe essere una strada da
prendere in considerazione.
7.3 Programmazione e visione a lungo termine
Nella verifica dei risultati conseguiti in applicazione dell’Accordo di Programma i
due elementi di forza che emergono dall’esame delle attività sono il raggiungimento
di risultati di eccellenza scientifica, e un significativo e articolato sforzo di
riprogrammazione delle attività di ricerca con attenzione anche al trasferimento
tecnologico tramite l’approccio dei programmi per filiera.
Relativamente ai risultati scientifici raggiunti, un quesito centrale riguarda la
sostenibilità della qualità scientifica prodotta, fortemente connessa alla
sofisticatezza e modernità degli strumenti scientifici a disposizione dei ricercatori e
di fatto dipendente da questi. Il livello di programmazione intrinseco della
Fondazione è molto alto, giunge a coprire l’assegnazione del personale ai gruppi,
attività, laboratori, con gradi di autonomia molto limitati, tanto che l’Accordo di
Programma contiene indicatori di risultato che altri istituti di ricerca non hanno, ma
non necessariamente questa modalità di programmazione risulta efficace rispetto
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
73
alla compressione che si determina nelle aspirazioni e nei comportamenti di molti
ricercatori, in particolare i più giovani. Nella definizione di una strategia di lungo
termine, con la individuazione di nuovi settori di punta, andrà necessariamente
rivisitato il rapporto tra autonomia e programmazione, partendo da una valutazione
delle potenzialità e dalla qualità dei risultati raggiunti.
Il processo di maggior selezione degli obiettivi, considerato inevitabile, deve però
poggiare su un rafforzamento della capacità complessiva delle diverse entità di
ricerca della Fondazione, potenzialmente complementari, a considerarsi - per scelta
e non per decisioni gerarchiche - parte di un disegno comune. Un passo già messo
in atto, anche se certamente non sufficiente, è rappresentato dalla ricomposizione
del modello alta scuola, orientato anche a garantire ricadute sul territorio, ma ci si
potrebbe spingere ad elaborare obiettivi più vicini agli stakeholder o ad aprirsi ad
una maggior lungimiranza per formulare un nuovo obiettivo, con la stessa portata di
sfida e di trascinamento – e di potenziale rilevanza nel successo - della mappatura
genomica. Temi con ampie potenzialità a livello complessivo di sistema potrebbero
essere lo snodo Ambiente - Salute e la sostenibilità dell’ambiente antropizzato. Di
fronte ai successi conseguiti e alla soddisfazione delle tre condizioni di ricerca,
trasferimento tecnologico e formazione, un nuovo tema con caratteristiche di
catalizzatore per il sistema, rafforzerebbe le motivazioni di continuità di un
finanziamento che richiede una pesante copertura. E con essa, la continuità di
risorse necessarie a garantire l’alta qualità delle strumentazioni, riconosciuta anche
dalla dirigenza dell’istituto di San Michele come una condizione della sostenibilità
dei risultati di eccellenza. Ingenti risorse per la ricerca hanno ragion d’essere in un
contesto sempre più competitivo, in cui un sistema territoriale decide di fare una
scommessa ‘mondiale’ su un obiettivo, di giocare le carte su di esso. Concorrere
alla identificazione di un nuovo obiettivo, nella corrente fase di riprogrammazione
dell’attività, può essere di utilità al sistema complessivo come anche una
partecipazione di successo, sul modello Trento RISE-FBK, alle call per le KIC di
EIT. Nella Fondazione sembra che ci sia la flessibilità operativa e organizzativa in
grado di accompagnare questo passaggio, ma un consistente aiuto dovrebbe
provenire da una programmazione provinciale attenta a questo tema.
7.4 Internazionalizzazione
Sul fronte ‘internazionalizzazione’, si sottolineano lusinghieri risultati registrati in
termini di attrattività di ricercatori stranieri, ma mancano evidenze di una
sistematica politica in tal senso in tutti gli ambiti di intervento come pure la
definizione di obiettivi specifici da perseguire. Potrebbe essere, infatti, opportuno
dare all'internazionalizzazione il rilievo di obiettivo prioritario da perseguire per sé,
e non di sponda rispetto all’eccellenza scientifica, dotandolo di sotto-obiettivi propri
esplicitati e rilevati, ed attribuendo maggiore attenzione anche all’outbound,
puntando ad equilibrare i flussi internazionali di ricercatori sia dall’estero verso i
laboratori trentini sia da questi verso centri di ricerca esteri. In tale ambito
andrebbero anche pensati meccanismi premiali tali da favorire i processi. Tutto
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
74
questo anche in ragione del citato asset costituito dall’eccellenza scientifica e
tecnologica delle apparecchiature disponibili presso la Fondazione.
7.5 Impatto sul territorio attraverso il trasferimento
CRI e CTT sono due centri sostanzialmente indipendenti, frutto della separazione
generata dalla scelta di campo nella gestione della Fondazione introdotta alla luce
della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. La valutazione è stata finora
focalizzata sulla parte più consistente dell’attività di ricerca, quella realizzata da
CRI. Il CRI è una struttura funzionale che lavora per progetti di operatività, non è
un centro di ricerca tradizionale e l’Accordo di Programma tiene conto di questo. A
completamento del percorso di valutazione, accanto alle modalità di cooperazione
ed ai canali di trasferimento da CRI a CTT, è necessario osservare più da vicino
l’attività svolta da CTT, per comprendere i meccanismi che portano alle scelte
tematiche, i livelli di approfondimento e la fruibilità dei risultati della ricerca
realizzata da CTT da parte delle imprese, nonché i canali di trasferimento.
Il modello a filiera, pur proponendo un articolato percorso di avvicinamento tra
ricerca e applicazione dei risultati, non consente di per sé di qualificare il
trasferimento tecnologico. E’ auspicata l’introduzione di strumenti che consentano
di quantificare e sostanziare lo sforzo sulle filiere. Va approfondito lo sviluppo di
meccanismi pilota con forme premiali, e va studiato l’impiego della quota di
finanziamento alla ricerca che la Fondazione dedica a CTT (20% massimo per
valorizzare l’attività del CTT) che non può essere basato sul mero effetto induttivo
generato dalla ricerca in CRI. L’impatto della Fondazione sul territorio potrebbe
essere favorito dai meccanismi basati su fattori costitutivi e sulla partecipazione e
vicinanza con stakeholder, facendo leva sulla storia e sulla composizione del
Consiglio di Amministrazione. Questo al fine di contribuire ad intensificare il
rapporto di stimolo e indirizzo - in entrambe le direzioni - tra attività di ricerca –
prevalentemente in capo a CRI - e attività di trasferimento tecnologico e assistenza
tecnica della Fondazione - di competenza di CTT.
E’ auspicata l’introduzione di una sistematica analisi dei flussi interni, delle
domande dal CTT al CRI, delle richieste di approfondimento, che alimentino una
domanda di ricerca veicolata da soggetti esterni. In un’ottica di consolidamento del
riconoscimento del valore della ricerca svolta per il territorio, una sistematica
registrazione da un lato delle segnalazioni di quesiti e problemi, e dall’altro delle
comunicazioni dei risultati di ricerca a disposizione dei “trasferitori” operanti in
CTT e delle imprese, fino alla registrazione di ‘commesse’ tra CTT e CRI,
consentirà di rafforzare strumenti di rilevazione di come avvengono le
modificazioni di comportamento del trasferimento tecnologico e di generare
misurazioni dei flussi di attività. L’evoluzione del modello dal centro sperimentale
“unitario” a uno schema articolato e distinto per funzioni, se aggiunge chiarezza
nella specificazione delle competenze, introduce una separazione tra i due ambiti
che rende auspicabili contromosse per minimizzare una distanza non proficua.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
75
Nella gestione del CTT, va assicurato il monitoraggio attraverso la disponibilità di
informazioni relative al numero di imprese contattate, e seguite, e di imprese che si
sono attivate autonomamente, alla rilevazione della corrispondenza fra temi di
ricerca e interessi delle aziende agricole, alle azioni dei consorzi partecipati
nell'orientamento e nell'indirizzo della ricerca e nel rapporto CTT->CRI->CTT.
I ricavi derivanti da contratti a imprese non sono elevati, ma tenuto conto delle
considerazioni e delle domande aperte, appare più utile accrescere la
programmazione sul trasferimento tecnologico al territorio locale, di per sé non a
scapito di altre azioni quali gli spin off o prestazioni consulenziali meramente
finalizzate a ritorni economici a fronte dell’erogazione di servizi. Ciò richiede lo
studio e la messa a punto di meccanismi che attuino la tesi secondo la quale il
trasferimento tecnologico è efficace se dietro ha una ricerca eccellente che lo
alimenta. Uno di tali potenziali meccanismi potrebbe essere l’introdurre come
routine la rilevazione/comunicazione dei risultati ottenuti dalla ricerca finanziata
tramite Accordo di Programma e degli impatti territoriali che tale attività genera e
potrebbe generare, non solo legati al trasferimento tecnologico. Uno sforzo di
comunicazione i cui frutti andrebbero poi pure monitorati. Procedure e problemi
peraltro ben noti al punto che lo stesso Accordo di Programma aveva identificato in
VALGO lo strumento per sostenere questi processi.
7.6 Sistema interno di valutazione
La Fondazione si è impegnata nel mettere in campo strumenti di valutazione
individuale e di gruppo delle attività di ricerca, e si è dotata di un comitato di
valutazione al quale attribuisce anche un ruolo di guida/indirizzo, aderendo alla
VQR. Si auspica che giunga a potenziare e ‘far propria’ l'autovalutazione, compresa
la realizzazione di benchmark sulle variabili più rilevanti, sfruttando al meglio le
potenzialità degli strumenti a disposizione quali la business intelligence e di
supporti quali la contabilità analitica. Sembra infatti da migliorare l’uso di strumenti
di monitoraggio informatico, anche per sostenere e approfondire la modalità di
organizzazione del 30% del "curiosity driven" e generare una valutazione dei
risultati conseguiti in tale ambito. All’interno di ciascun dipartimento e gruppo di
ricerca, è auspicabile rilevare la concreta modalità di esercizio dell'autonomia dei
ricercatori sia individuale sia per gruppo, ed effettuare la valutazione dei pro e
contro delle prassi adottate, con casistica concreta, ripercorrendo periodicamente i
percorsi di scelta ed effettuando una valutazione di efficacia degli strumenti
incentivanti introdotti. I risultati della valutazione interna dovrebbero concorrere a
sviluppare strumenti di 'garanzia' della sostenibilità del setting attuale, elaborare ed
introdurre misure/obiettivo e provvedere a comunicare efficacemente agli
stakeholder e ai potenziali fruitori i risultati raggiunti, anche al fine di garantire i
relativi passaggi nel Consiglio di Amministrazione ed un livello di
riconoscimento/supporto da parte dei suoi membri e delle comunità che essi
rappresentano.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
76
7.7 Integrazione e contributo a STAR
Tutti gli stakeholder sono impegnati – o dovrebbero esserlo - in una riflessione
congiunta nella direzione di una valutazione di sostenibilità del modello attuale a
fronte della probabile riduzione (o non crescita) delle risorse disponibili e un
giudizio circa i fattori da considerare (o introdurre) per una migliore realizzabilità di
STAR.
E’ importante che l’esperienza e lo sforzo degli ultimi anni non si disperdano. E in
questo disegno, tutti, anche Fondazione Edmund Mach, dovrebbero contribuire a
mettere in campo elementi di certezza/sostenibilità per garantire che questo modello
cresca. Per fare ciò, è necessario realizzare ricerca di qualità, ma anche ‘raccontare’
i risultati raggiunti, farsi promotori dell’integrazione e razionalizzazione degli
sforzi, con l’obiettivo di rendere più visibile il motivo di investire in ricerca.
Nell’ambito di STAR, la Fondazione investe in strumentazione e accoglie laboratori
co-gestiti; auspica inoltre un unico centro di valorizzazione dei risultati della ricerca
a livello provinciale, al quale – in sintonia con i dirigenti della Fondazione Bruno
Kessler – si dichiara pronta a dedicare/distaccare alcune risorse qualificate.
E’ necessario procedere e potenziare i tentativi di integrazione attuati finora,
perseguire il potenziamento dell'integrazione con gli altri enti e con l’Ateneo di
Trento, soprattutto per garantire l'update delle tecnologie. Si tratta di rafforzare e
garantire il contributo allo sviluppo del "sistema" a partire in primo luogo dalle
infrastrutture per la ricerca e dal capitale umano, impegnandosi e facendosi
promotori di alleanze e collaborazioni strutturate con soggetti trentini e non. Ciò
potrebbe richiedere un maggior impegno nell’organizzazione di un sistema di
valorizzazione (spin off, ecc.) dei risultati della ricerca, connesso alla
necessità/opportunità espressa di riempire il vuoto con nuovi intermediari.
La richiesta di coinvolgimento di soggetti della ricerca minori operanti in Trentino
dovrebbe inoltre portare la realtà di San Michele ad andare oltre un accordo di
collaborazione, e a riuscire a trovare le forme ‘win-win’ per coinvolgere altri enti
nella predisposizione di proposte per bandi di ricerca e progetti su fondi europei,
nella garanzia della qualità della strumentazione scientifica operante in Trentino e
nella sua accessibilità.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
77
8. Raccomandazioni per il Museo delle Scienze
8.1 Quadro generale
L’apertura, il 27 luglio 2013, della nuova sede espositiva del Museo delle Scienze28
(MUSE), rappresenta certamente per l’organizzazione un punto di arrivo ma anche
un nuovo punto di partenza denso di sfide. Quello che, nell’Accordo di Programma
e nel Rapporto intermedio, era un processo in divenire ha quindi raggiunto oggi un
significativo risultato anche se si è ancora lontani da un equilibrio consolidato nel
nuovo ruolo e nella nuova logistica. La consapevolezza della necessità di un periodo
di “assestamento” dopo lo sforzo profuso in funzione dell’apertura della nuova sede
si accompagna alla percezione che l’aspetto della ricerca all’interno del Museo
debba trovarvi al più presto chiare linee guida.
8.2 Focalizzazione degli ambiti disciplinari e visione di lungo termine
Pur in considerazione della specificità del Museo, che suggerisce di mantenere un
presidio di ricerca relativo alle aree tematiche di interesse, si ritiene opportuno
confermare la raccomandazione relativa alla definizione di alcune priorità di ricerca
su cui concentrare gli sforzi, anche per tentare di elevare la qualità della produzione
scientifica corrispondente. La riaggregazione in tre macroaree (“Biodiversità ed
Ecologia”, “Scienze del Territorio e del Paesaggio” e “Scienza e Società”)
contribuisce sicuramente a rendere più leggibili gli obiettivi della ricerca ma andrà
monitorata nella sua capacità in termini di effettiva concentrazione di risorse su temi
specifici.
8.3 Internazionalizzazione
Alcune evidenze, in particolare relative ai progetti internazionali attivati a partire dal
2011 nel settore “Biodiversità Tropicale” e nella macroarea “Scienza e Società” e
all’alta formazione in contesto internazionale – summer school e coordinamento di
dottorati – depongono a favore di una rinnovata attenzione a questo tema, assieme
all’opportunità di “visibilità” dovuta alla nuova sede.
Riteniamo opportuno segnalare come esistano comunque spazi di miglioramento, da
perseguirsi in relazione alle aree tematiche di interesse (si veda il punto precedente)
e attraverso sia la mobilità del personale di ricerca – pur con i limiti di manovra
segnalati - sia tramite la strutturazione delle collaborazioni internazionali come già
avviene per alcune di quelle italiane.
28
Si ricorda che a Giunta provinciale con deliberazione n. 3073 di data 23 dicembre 2010 ha approvato
l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con l’odierno Museo delle Scienze (allora denominato Museo
Tridentino di Scienze Naturali), sottoscritto in data 4 febbraio 2011. Non vi sono stati Atti Aggiuntivi a differenza delle
Fondazioni provinciali.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
78
8.4 Impatto sul territorio
L’impatto dell’attività di ricerca del Museo sul territorio deriva principalmente
dall’attività di consulenza realizzata per la Provincia su alcuni significativi problemi
di sviluppo e tocca aspetti rilevanti per il territorio. Anche la parte di comunicazione
ad ampio spettro della conoscenza accumulata ha un rilevante impatto di carattere
sociale in chiave di diffusione territoriale e di divulgazione tecnica, oltre che di
attrazione specifica tramite la nuova sede del MUSE.
Una più puntuale definizione di questi diversi aspetti di impatto, legati alle varie
forme di attività di ricerca del Museo, potrebbe essere propedeutica alla definizione
di specifici indicatori da valutare nel corso del prossimo Accordo di Programma.
8.5 Sistema interno di valutazione
E’ uno degli aspetti che ha mostrato notevoli progressi sia nella prospettiva
complessiva della vigenza dell’Accordo di Programma sia nel periodo successivo al
Rapporto intermedio di questo Comitato, con la nomina del Nucleo di Valutazione,
la redazione del Bilancio Sociale, l’avvio del Sistema Informativo e l’inizio di una
attività di benchmarking. Va completata la messa a regime del Sistema informativo,
con l’inserimento - già iniziato - di informazioni relative all’attività museale (oltre a
quelle relative ai prodotti dell’attività di ricerca) e che possono essere utili alla
definizione di altri indicatori. Risulta positiva l’adozione da parte del comitato
interno di valutazione della griglia di lavoro proposta dal Rapporto intermedio del
CVR come strumento per riportare le informazioni al Comitato stesso. Si auspica
d’altra parte un suo utilizzo anche verso l’interno, per governare i processi di
definizione degli obiettivi della struttura e la rilevazione dei relativi risultati.
8.6 Capacità di autofinanziamento
E’ in linea con le richieste dell’Accordo di Programma ed appare in crescita anche
la quota completamente estranea alla Provincia autonoma di Trento, ma la
comunque elevata “dipendenza” dalla stessa Provincia rende necessario un
monitoraggio costante di tale capacità in funzione della sostenibilità di medio
periodo.
8.7 Integrazione e contributo a STAR
È in via di realizzazione, in collaborazione con gli altri enti del territorio all’interno
del nuovo MUSE, la sezione che fungerà da “vetrina” della ricerca e
dell’innovazione. I suoi effetti andranno puntualmente monitorati.
Contestualmente, andranno attivate le “iniziative unitarie nel settore della
comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di
referente principale”, indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma.
Questo punto prevede a monte una più chiara definizione da parte della PAT del
ruolo effettivo del Museo delle Scienze nell’ambito di STAR, sfruttandone al
meglio le approfondite competenze nel campo della mediazione culturale, avendo
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
79
rilevato alcune incongruenze nell’avvio della funzione in qualità di “referente
principale”.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
80
Parte terza - GLI APPROFONDIMENTI
Parte terza
GLI APPROFONDIMENTI
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
81
9. Gli incentivi a favore della ricerca industriale
9.1 Premessa
La valutazione del sostegno pubblico ai soggetti industriali per rafforzare la loro
capacità innovativa è ben presente nel dibattito di politica economica e ha da tempo
dovuto fare i conti, da una parte, con una pluralità di strumenti e modalità per il loro
utilizzo e, dall’altra, con crescenti vincoli procedurali, molti di matrice comunitaria,
tesi a garantire parità di condizioni e confrontabilità tra i soggetti potenzialmente
beneficiari. Rispetto a questo il CVR, nel porsi l’obiettivo di assolvere al proprio
mandato per quanto riguarda la valutazione degli interventi di supporto alla ricerca
industriale della Provincia si è dovuto misurare, anche in questo ambito, con una
difficoltà nel poter disporre di informazioni armonizzate e coerenti che non fossero
relative al singolo progetto. Trattandosi di ricerca di sicuro interesse economico, la
tutela della riservatezza riveste un ruolo decisivo come pure la tempistica nei
processi decisionali, ma anche nella loro esecuzione, condiziona in molti casi la
credibilità delle iniziative. A questo si aggiunge, nell’esperienza trentina dello
scorso decennio, una serie di modifiche procedurali, via via indirizzate ad
armonizzare i processi, a qualificarli sul versante dell’istruttoria e a definirne con
maggiore precisione i tempi. Tutto questo ha reso il percorso di analisi del Comitato
più complesso, in particolare per quanto riguarda la comparabilità e la cumulatività.
Al fine di rendere più lineare la lettura del lavoro svolto sono state perciò separate le
considerazioni generali e i risultati dell’analisi, incluse le raccomandazioni e i
suggerimenti per il lavoro futuro, che vengono presentate nel seguito del capitolo,
dai dati aggiuntivi e dagli approfondimenti che sono inseriti, con gli opportuni
rinvii, nell’Allegato 6.
9.2 La Base informativa
Il punto di partenza è stato l’utilizzo del file disponibile all’interno del Servizio
Università e Ricerca Scientifica e contenente una dettagliata serie di informazioni di
tipo amministrativo sui progetti presentati dalle imprese a partire dal 2006 in ordine
all’ottenimento delle agevolazioni previste dalla legge provinciale 13 dicembre
1999, n. 6, per quanto riguarda la Ricerca Industriale e lo Sviluppo Precompetitivo.
L’archivio è stato concepito come supporto gestionale all’attività di valutazione ex
ante da parte del CTS a seguito dell’unificazione procedurale nella selezione
introdotta dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 1429. Come è noto,
29
L’articolo 23, comma 1, lettera b) della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, prevede l’istituzione del
Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione (CTS) con l’attribuzione, innovativa rispetto al panorama
provinciale, della funzione di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6. Fino all’entrata in vigore
della legge provinciale 27 dicembre 2010, n. 27 (legge provinciale finanziaria 2011) l’articolo 5 della legge provinciale
13 dicembre 1999, n. 6 affidava al CTS il compito di valutare i progetti di ricerca industriali esaminati nell'ambito della
procedura valutativa. L’articolo 71 della legge provinciale 27 dicembre 2010, n. 27, ha modificato l’articolo 5 della
legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, ed in particolare ha disposto che i progetti di ricerca industriale esaminati
nell'ambito delle procedure valutativa e negoziale sono valutati dal Comitato per gli incentivi alle imprese previsto
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
82
precedentemente non esistevano informazioni strutturate in un file elettronico e
successivamente, a partire dalla seconda metà del 2011, la procedura è nuovamente
cambiata con una diversa responsabilità assegnata a un Comitato più ampio in capo
all’Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche (APIAE), in
cui il CTS è rappresentato.
A seguito di tale modifica della procedura, il file di cui sopra è stato manutenuto
solo in modo parziale per quanto riguarda i progetti presentati a partire da novembre
2011.
Per integrare le informazioni presenti nel Servizio, a tale file è stato perciò
affiancato un altro file fornito da APIAE e contenente una serie di informazioni
riassuntive richieste da questo Comitato e relative ai progetti di competenza in
ordine alla procedura valutativa per il periodo 2011-2012. Con l’occasione APIAE
ha fornito, sempre su richiesta del Comitato, informazioni sui progetti sottoposti dal
2006 alla procedura automatica. La completezza delle informazioni è pertanto da
ritenersi coerente con l’obiettivo, con l’esclusione di 28 progetti (di cui una dozzina
approvati) nel 2012 in risposta al bando FESR 2/2011 che non risultano presenti nel
file.
In totale i progetti considerati nell’arco dei sette anni oggetto di indagine (dal 2006
al 2012) sono 261 di cui 225 di competenza CTS e 36 di competenza APIAE
secondo la nuova procedura.
C’è da tenere inoltre presente che, mentre la maggioranza dei progetti (204) sono
stati presentati secondo la procedura “a sportello”, i rimanenti 57 sono stati
presentati nell’ambito di bandi FESR cofinanziati al 30% dalla Provincia autonoma
di Trento, al 30% dall’Unione Europea e al 40% dal Governo italiano.
Va ancora una volta segnalato come la raccolta delle informazioni, oltre a un tempo
di produzione non indifferente, sconti comunque tuttora residue incertezze, almeno
per quanto riguarda dati non specificatamente amministrativi (tempi e collaborazioni
scientifiche) nonostante il sostegno pieno ottenuto da parte del Servizio.
La motivazione alla base di tali difficoltà è la mancanza di una base dati strutturata e
certificata che contenga le informazioni relative ai progetti stessi.
La costruzione di una tale base dati, possibilmente come parte di un più articolato
sistema informativo sulla ricerca, sarà necessaria qualora si ritenga utile conseguire
ulteriori e auspicabilmente più approfonditi monitoraggi dell’utilizzo degli strumenti
della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, orientati alla ricerca e
all’innovazione usufruendo di elementi di tipo quantitativo.
dall'articolo 15 bis della medesima legge provinciale 13 dicembre 199, n. 6, appositamente integrato dal presidente del
CTS o suo delegato, e da un altro componente da lui delegato. Sempre l’articolo 71, comma 5, della legge provinciale
27 dicembre 2010, n. 27, comma 15, prevede che siano sottoposti alla valutazione del Comitato per gli incentivi alle
imprese i progetti di ricerca industriale presentati dal giorno successivo alla nomina del Comitato stesso. Il Comitato per
gli incentivi è stato nominato con deliberazione n. 2269 del 28 ottobre 2011, per cui la valutazione ex ante dei progetti
di ricerca industriale presentati dal 29 ottobre 2011 è in capo al Comitato per gli incentivi alle imprese e,
conseguentemente, anche la valutazione in itinere e la valutazione ex post degli eventuali progetti finanziati sulla base
del giudizio ex ante. Peraltro, APIAE ha richiesto al Servizio Università e ricerca scientifica di provvedere alla nomina
degli esperti per la valutazione dei progetti di ricerca industriale come previsto dall’art. 5 della legge provinciale 13
dicembre 1999, n. 6, in continuità con quanto fatto per la nomina degli esperti a supporto del CTS.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
83
A questo proposito un primo elenco di interventi possibili riguardano in primo luogo
l’utilizzo delle informazioni amministrative già disponibili negli archivi provinciali
e una maggiore standardizzazione nei format di presentazione e rendicontazione,
inclusi quelli relativi all’illustrazione dei risultati (attesi e raggiunti) secondo un
modello adattato a partire da quanto predisposto per la ricerca pubblica (VALGO)
nell’ovvia tutela della riservatezza. Sempre curando la riservatezza, si dovrebbe
poter accedere in maniera integrata alle informazioni di tipo descrittivo (abstract,
rapporti di valutazione e monitoraggio). Inoltre, dovrebbe essere possibile definire e
utilizzare criteri condivisi di classificazione delle informazioni relative ai progetti
per obiettivi, settori e temi.
9.3 Analisi dei risultati
9.3.1 I progetti presentati
Per quanto riguarda la dinamica di presentazione dei progetti, nelle successive
tabelle 29, 30 e 31 vengono esposte informazioni sintetiche sulla presentazione
dei progetti tra il 2006 e il 2012.
Tabella 29 - Andamento della presentazione di progetti – per anno
Tabella 30 - Andamento della presentazione di progetti (sportello) – per anno
Tabella 31 - Andamento della presentazione di progetti (bandi FESR) – per anno
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
84
La dinamica di presentazione ha un andamento decisamente incostante sia nel
numero che nel costo medio dei progetti e questo pur tenendo conto che
probabilmente le “punte” negli anni 2009 e 2011 possono essere state causate
dalla presenza dei bandi FESR (tabella 31).
Si assiste tra il 2011 e il 2012 a una consistente riduzione del numero dei progetti
presentati. Considerando solo i progetti presentati “a sportello,” e quindi
escludendo i bandi FESR, si passa da 42 a 21, mentre se si considerano anche i
bandi si passa da 70 a 49 – dato calcolato tenendo conto della mancanza,
nell’archivio da noi elaborato, dei progetti relativi al bando FESR 2/2011, come
evidenziato nel paragrafo precedente.
Risulta ovviamente difficile interpretare questo fenomeno: due fattori possibili
sono individuabili da una parte nella generale difficile congiuntura economica,
dall’altra dall’introduzione nel 2011 della norma per cui non è sostanzialmente
possibile presentare un nuovo progetto prima della fine di un precedente.
Ma dalle tabelle emergono anche altri due dati molto rilevanti: da una parte il
costo medio per progetto è di oltre un milione e mezzo di Euro e sono molto
numerosi progetti con importi pari ad alcuni milioni di Euro, mentre, rapportando
il volume dei progetti presentati alla loro durata, si ricava un costo medio per
mese di quasi 63.000 Euro per una durata media di circa due anni.
Sono progetti quindi mediamente con un importo e una durata di tutto rispetto per
imprese spesso di medie se non piccole dimensioni.
9.3.2 Esito delle richieste di finanziamento
Se si passa a esaminare l’esito di tali richieste, ripartendo per anno di
presentazione e classi dimensionali30, emergono alcune letture possibili rispetto al
tasso di abbattimento del finanziamento accordato e alla ripartizione nel rapporto
tra finanziamento per Ricerca Industriale (RI) e per Sviluppo Precompetitivo (SP)
che sono i campi tipici di intervento della valutazione ex-ante. Le relative tabelle
sono presenti nell’allegato 6 a questo rapporto: Tabelle [All.6] 1 - 8.
In sintesi:
rispetto alla “dimensione” dell’intervento si evidenziano:
•
il costo presentato totale nel periodo considerato è di Euro 407.554.175,13
con una media annua di Euro 58.222.025.02;
•
il costo ammesso totale è di Euro 268.856.417,88 con una media annua di
Euro 38.408.059,70;
•
il finanziamento accordato (ma non ancora “erogato”, perché sono ancora
possibili rinunce o revoche) è di Euro 147.272.371,89 con una media annua
di Euro 21.038.910,27;
30
Sono state individuate 5 classi, rispettivamente: < 300.000€, < 500.000€, < 1.000.000€, < 2.000.000€, >
2.000.000€
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
85
•
tenendo conto del cofinanziamento sui bandi FESR, l’impegno complessivo
per il bilancio provinciale è di Euro 135.478.900,48 con una media annua di
Euro 19.354.128,64.
Attraverso la riduzione delle risorse accordate, e la loro diversa ripartizione,
risulta evidente il lavoro di ‘filtro’ esercitato dal CTS (27-28%). Emerge anche
una dimensione media molto elevata, dovuta a un’assenza di tetti al
finanziamento. Questo si è tradotto nell’ammissibilità di tutti i progetti ritenuti
sopra soglia (sufficienti per qualità scientifica e sostenibilità economica) a
differenza di quanto normalmente avviene in altre situazioni, dove il livello di
ammissibilità non corrisponde alla capienza delle risorse.
Il tasso di abbattimento non appare, invece, influenzato dal fattore “dimensione”
del progetto e la percentuale di ‘rinunce’ sembra fisiologica (4,98%). Per quanto
riguarda l’altro abbattimento, quello relativo al divario tra costo presentato e costo
ammesso sulla base del lavoro istruttorio degli esperti, questo è circa il 10%
(9,41% per l’esattezza) con percentuali più elevate per i progetti di maggiori
dimensioni. Le dimensioni della media dei progetti (costo proposto: Euro
1.561.510,25; costo ammesso: Euro 1.430.087,33; finanziamento: Euro
783.363,68) restano comunque notevoli per un sistema produttivo di scala
regionale e con prevalenza di imprese medio-piccole, come pure la percentuale di
finanziamento media dei progetti (49,62% del costo presentato e 54,78 di quello
ammesso) è decisamente significativa.
Si evidenzia che l’intervento nella rideterminazione del costo ammesso per i
progetti approvati insiste oltre che nella diminuzione del costo vista prima, nello
spostamento di costi dalla Ricerca Industriale a Sviluppo Precompetitivo.
Complessivamente lo spostamento ha un valore di 8,53% portando il rapporto tra
Ricerca Industriale e Sviluppo Precompetitivo da un proposto di 75,86 a 24,14 ad
un ammesso di 67,33 a 32,67. Si tratta di un classico intervento volto a evitare
distorsioni derivanti dal tentativo di spostare le attività verso quelle a maggiore
livello di sovvenzione.
In conclusione comunque si evidenzia un positivo e sistematico intervento di filtro
che prevalentemente ha operato sul giudizio di attendibilità del progetto: gli
interventi successivi di rideterminazione del costo e della sua ripartizione fra
Ricerca Industriale e Sviluppo Precompetitivo incidono meno significativamente
sugli importi, anche in ragione di una procedura che non disciplina questa materia
e di una dotazione che non impone ulteriori scelte.
9.4 Distribuzione dei progetti per area tematica
Il Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV legislatura evidenzia come
l’efficacia della programmazione pluriennale della ricerca dipenda anche dalla
capacità di coniugare l’implementazione delle tematiche prioritarie e la
realizzazione delle piattaforme tecnologiche con esse coerenti. Il fine è, infatti,
quello di dar corpo ad una rete di relazioni scientifiche, tecniche ed economiche in
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
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grado di sostenere la catena del valore e la coesione sociale che motiva le prime e
sorregge le seconde.
Il Programma ha individuato alcune tematiche prioritarie, anche con l’obiettivo di
coniugare l’implementazione di queste con la realizzazione delle piattaforme
tecnologiche coerenti.
L’obiettivo del CVR in questo ambito ha previsto la verifica di quanto le priorità
siano state rispettate dal “mercato” (domanda di incentivazione da parte delle
imprese trentine) e per ottenere questo si è “assegnato” – tramite un esame degli
abstract – ogni progetto ad una delle aree/piattaforme elencate nel Programma
Pluriennale della Ricerca (Allegato 6.2).
Come illustrano le seguenti Tabelle 32 e 33, tra le priorità segnalate dal Programma
stesso, l’area di ricerca a maggiore partecipazione è rappresentata dalle Tecnologie
dell’informazione e della comunicazione, seguita dalla piattaforma Tecnologie per
la produzione, dall’area Scienza dei materiali e dalla piattaforma Tecnologie dei
sistemi e servizi di WEB, di interazione uomo-macchina, sensoristiche e di
embedded intelligence.
Con percentuali molto contenute si ritrovano poi l’area Ambiente e gestione delle
risorse naturali, la piattaforma Tecnologie alimentari per la valorizzazione della
qualità nutrizionale, la tracciabilità e la salubrità dei prodotti, l’area Biotecnologie,
genomica, post-genomica, biologia computazionale e, infine, la piattaforma
Applicazioni delle biotecnologie vegetali.
I progetti degli altri settori (non prioritari) pesano numericamente per il 24,5%.
L’incidenza di questo cluster in termini di costo proposto è pari al 30,7%, quella
relativa al costo ammesso è pari al 35,9% mentre l’incidenza del finanziamento
ottenuto dal settore sul totale è pari al 34,2%.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
87
Tabella 32 - Ripartizione per aree di ricerca prioritarie
Aree di ricerca prioritarie
Tecnologie dell’informazione e della
comunicazione
Scienza dei materiali: micro- nanotecnologie inorganiche e ibride
Ambiente e gestione delle risorse naturali
(ecologia, rischio ambientale, evoluzione
climatica, biodiversità)
Biotecnologie, genomica, post-genomica,
biologia computazionale
% costo
% costo
% domande
proposto per ammesso per % finanziamento
per settore
settore sul tot settore sul
per settore sul tot
sul tot
finanziamento
costo
tot costo
domande
proposto
ammesso
36,8
27,1
21,8
24,8
10,3
11,8
10,0
10,8
3,1
2,8
3,0
2,3
1,1
1,2
0,7
0,2
Nessuna domanda è pervenuta su:
- Neuroscienze e scienze cognitive
- Governance territoriale e standard globali dopo la crisi
- Diritto ed economia per la valutazione delle politiche
Tabella 33 - Ripartizione per piattaforme tecnologiche
Piattaforme tecnologiche
Tecnologie per la produzione sostenibile
(fonti energetiche rinnovabili, produzione
compatibili con l’ambiente, industria verde)
Tecnologie dei sistemi e servizi di WEB, di
interazione uomo-macchina, sensoristiche e
di embedded intelligence
Tecnologie alimentari per la valorizzazione
della qualità nutrizionale, la tracciabilità e la
salubrità dei prodotti.
Applicazioni delle biotecnologie vegetali
% costo
% costo
% domande
proposto per ammesso per % finanziamento
per settore
per settore sul tot
settore sul tot settore sul
sul tot
tot costo
finanziamento
costo
domande
proposto
ammesso
13,8
17,9
18,9
20,6
8,0
6,3
6,9
6,1
1,5
0,9
1,2
1,0
0,8
1,3
1,5
0,1
Nessuna domanda è pervenuta su Tecnologie per la gestione del territorio e la sua
valorizzazione.
L’analisi dei dati quindi conferma che i tre quarti delle domande di ricerca
industriale si concentrano sui settori (aree e piattaforme) ritenuti prioritari dal
Programma Pluriennale della Ricerca anche se, al loro interno, esistono forti
polarizzazioni e tematiche, in primo luogo quelle di matrice sociale e territoriale, su
cui non si registra alcuna domanda.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
88
9.5 Le collaborazioni scientifiche
Uno dei temi che il CVR ha voluto affrontare in materia di ricerca industriale è
quello delle ricadute sul sistema scientifico provinciale della ricerca extra muros
affidata dalle imprese beneficiarie ad altri attori, in particolare gli organismi
operanti in Provincia (Università e Fondazioni in primo luogo).
In allegato sono presentate le tabelle che dettagliano i dati disponibili su un arco di
tempo (2009-2012) non coincidente col resto delle rilevazioni ma sufficiente per
cogliere le dinamiche (Tabelle [All.6] 9 e 10).
Si evidenzia la, prevedibile, prevalente presenza dell’Università di Trento e della
Fondazione Bruno Kessler tra le collaborazioni dichiarate. E’ pure presente in
maniera significativa la collaborazione con altre Università ed Enti di ricerca
italiani. La distinzione fra organismi di ricerca italiani e stranieri porta a rilevare che
solo nel 2010 sono stati presentati progetti con collaborazioni esterne al territorio
nazionale per un importo totale verso i 200000 Euro.
Ai fini di un approfondimento di questa tematica le collaborazioni scientifiche
potrebbero essere indagate ulteriormente esplorando l’altro versante del rapporto,
ovvero gli input e gli effetti determinatisi all’interno degli organismi di ricerca. Il
dato oggi disponibile (risorse acquisite) è ancora molto “sporco” e non tarato sulle
specifiche commesse derivanti da progetti finanziati attraverso la legge provinciale
13 dicembre 1999, n. 6. Secondariamente, se si assegna alla politica di
incentivazione il compito prioritario di innalzamento della qualità scientifico tecnica
delle imprese operanti sul territorio, si può ipotizzare che la collaborazione non si
esaurisca nella ricerca extra muros ma, a valle di questa, si creino condizioni per
successivi rapporti e sviluppi. In pratica, una sorta di precondizione, e di palestra,
per rapporti collaborativi di più elevata motivazione.
9.6 La gestione della procedura
9.6.1 La performance dell’amministrazione
Uno dei problemi tradizionalmente considerati nelle analisi degli incentivi
pubblici è la verifica procedurale (tempi dell’istruttoria, stipula e monitoraggio dei
contratti, rendicontazione e liquidazione, contenziosi)31.
Il CVR ha affrontato la questione con una restituzione sistematica, dettagliata
nell’allegato 6 (Tabelle [All.6] 11 e 12), relativa al periodo 2006-201232, di cui
l’ultimo anno secondo il nuovo modello.
Sulla procedura vigente fino all’ottobre 2011, indicata schematicamente come di
“competenza CTS” e che prevedeva una istruttoria scientifica da parte del CTS
31
Del resto il ritardo e l’incertezza procedurale è stata una delle motivazioni che ha portato all’attribuzione al
CTS della procedura di valutazione della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, su queste materie nel quadro della
riforma della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14.
32
Da un punto di vista metodologico va sottolineato come, anche forse per il ridotto numero di casi, non si
registrano significative variazioni dovute alla presenza di outlier, ovvero di quei casi così specifici con valori
fortemente alterati.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
89
seguita da una istruttoria economico finanziaria di pertinenza Unicredit, sono
possibili le seguenti considerazioni.
• Il tempo medio di istruttoria del CTS e degli esperti esterni appare ragionevole
(circa 4 mesi – 131 giorni) anche in considerazione che i progetti valutati
hanno in media un costo di 1,5 milioni di Euro. Questa considerazione appare
confermata dalle interviste in cui il tempo di istruttoria scientifica è percepito
come sostanzialmente accettabile.
• Il tempo medio per il trattamento amministrativo è probabilmente eccessivo,
con una media di circa un mese e mezzo (circa 46 giorni) anche perché in
alcuni casi è stato possibile ridurre tale durata a 6 giorni. come evidenziato
dalla durata minima.
• Il “Tempo extra” medio, ovvero quello resosi necessario per approfondimenti,
è decisamente elevato (7,5 mesi – circa 230 giorni), pure tenendo presenti le
reali necessità di istruttoria finanziaria sul richiedente. Questo tempo è il
principale responsabile di un dilatamento temporale per il completamento
dell’iter di approvazione del progetto.
• Da tutto ciò (oltre che dalle integrazioni) nasce un tempo medio totale di 14,5
mesi (circa 435 giorni): si tratta di un valore eccessivo, incompatibile con il
dinamismo dei processi di innovazione e questo è confermato a livello di
“percezione” dalle interviste.
Lo sforzo di rendere paralleli e non sequenziali i processi istruttori, che sta alla
base della modifica introdotta nel 2011 (costituzione del Comitato per gli
incentivi in seno ad APIAE per rendere possibile la sovrapposizione dei tempi
dell’istruttoria scientifica con quelli dell’istruttoria economico/finanziaria e con
risorse maggiori dedicate a quest’ultima), non è ancora supportato da dati
significativi ed è sicuramente influenzato dalla riduzione complessiva delle
domande che alleggerisce il carico di lavoro. E’ indubbio tuttavia che un
miglioramento significativo si registra con la riduzione del tempo a una media di
239 giorni (da 14 a circa 8 mesi), da considerarsi di buon auspicio rispetto
all’obbiettivo dei 180 giorni dichiarati dalla delibera di Giunta.
In ogni caso in entrambe le procedure, come è del tutto ragionevole, la durata
dell’istruttoria appare significativamente crescente in funzione della dimensione
del progetto. Riteniamo comunque utile sottolineare come la terzietà del giudizio
scientifico (in qualsiasi modo garantita) sia un presupposto necessario per la
credibilità dello strumento agevolativo.
Valga a titolo di confronto quanto pubblicato nel Rapporto “Migliorare le
politiche di ricerca e innovazione per le Regioni”, a cura del Dipartimento per le
Politiche di Sviluppo e Coesione (2009)33. In un campione di amministrazioni, è
33
Il rapporto, a cura di Andrea Bonaccorsi con il supporto di un gruppo di esperti, fornisce spunti di riflessione,
indicazioni di policy e strumentazione tecnica per migliorare le politiche delle Amministrazioni centrali e regionali per
la ricerca e l’innovazione e aumentarne l’impatto sullo sviluppo del Paese. Il documento rappresenta uno dei risultati
del Progetto di Accompagnamento del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013, promosso dal Dipartimento per
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
90
emerso che il tempo medio di svolgimento delle varie fasi della gestione del
bando per ricerca industriale e sviluppo pre-competitivo è di 249 giorni, circa 8
mesi, di cui circa 64 giorni (parzialmente sovrapposti) tuttavia impegnati nella
stesura dei bandi34. Si tratta in ogni caso di un tempo simile a quello raggiunto
dalla Provincia autonoma di Trento con la nuova procedura ma alcune Regioni
(Piemonte, Toscana) sono in grado di completare il ciclo di valutazione in sei
mesi circa, valore che rappresenta il benchmark da raggiungere.
9.6.2 Gli esperti
La procedura di valutazione ex ante in capo al CTS prevede il ricorso al
contributo tecnico scientifico di esperti esterni, individuati dal Comitato, che
rappresentano un costo da includere tra quelli relativi alla valutazione. Alcuni di
questi esperti sono stati anche impiegati nel monitoraggio, ovvero nella
valutazione in itinere dei progetti stessi e, in misura minore, ai fini
dell’approvazione finale ex-post. I dati relativi a questo aspetto della procedura
sono contenuti in allegato (Tabelle [All.6] 13 e 14).
Il costo, pur raggiungendo negli anni una cifra significativa (circa 730.000 €)35,
rappresenta una percentuale assolutamente piccola rispetto al costo complessivo
presentato (lo 0,18%) ed all’impegno di finanziamento da parte della Provincia
autonoma di Trento (0,54%) e quindi ampiamente nei margini considerati
fisiologici per gli esercizi di valutazione.
Nei termini in cui è stato utilizzato, e scontando comunque possibili
miglioramenti, risulta uno strumento estremamente importante per la qualità ed
indipendenza del giudizio.
Un aspetto migliorabile, che emerge da una breve analisi comparata dei rapporti di
valutazione, potrebbe essere quello di rendere maggiormente confrontabili, e
monitorabili, i giudizi producendo delle indicazioni esplicite, comprensive di
definizioni e casi di uso, anche per indirizzare l’attenzione verso aspetti che
risultano, ad una analisi ex post, più critici.
lo Sviluppo e la Coesione economica (DPS) del Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di costituire una
piattaforma di discussione inerente i temi della Priorità 2 - Ricerca e Innovazione. Il documento è disponibile
all’indirizzo
http://www.dps.tesoro.it/documentazione/docs/all/DPS_Rapporto_Ricerca_e_Innovazione.pdf.
34
Ancora una volta va ricordato che questo confronto è viziato dalla diversa dimensione dei progetti finanziati e
dall’approccio non tematizzato dei bandi provinciali che rendono più complessa l’istruttoria in sede trentina.
35
Come negli altri casi le tabelle di dettaglio sono presentate nell’allegato 6.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
91
9.7 La procedura automatica
La legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, agli articoli 5 e 13 disciplina la
procedura cosiddetta “automatica”. Si tratta di contributi erogati a valle di una
attività già effettuata di Ricerca Industriale e/o Sviluppo Precompetitivo a fronte
della documentazione relativa alla esecuzione del progetto stesso. Le percentuali di
incentivazione previste sono inferiori, non è prevista una istruttoria scientifica e, per
questo motivo, è stato ipotizzato un completamento dell’istruttoria in 90 giorni.
Vista la dimensione delle richieste e del finanziamento e la disponibilità di
informazioni sui singoli progetti, ci si è limitati ad una suddivisione dei risultati per
anno. Nelle tabelle seguenti vengono rappresentati i dati, ripartiti tra progetti
approvati e non approvati e i dati procedurali (costo presentato, costo ammesso,
costo finanziato e i tempi di istruttoria).
Tabella 34 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati – per anno
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
92
Tabella 35 - Costo proposto, costo ammesso, finanziamento e tempi di istruttoria per i progetti
approvati – per anno
In sintesi la dimensione dell’intervento è sensibilmente inferiore a quella realizzata
in regime di procedura valutativa.,
• Il costo presentato totale è di Euro 28.878.232,16 con una media annua di Euro
4.125.461.64.
• Il tasso di successo della richiesta è stato del 92.47% in termini numerici e del
94,61% in termini di importo presentato.
• Il costo ammesso totale è di Euro 25.796.583,77 con una media annua di Euro
3.685.226,25 e la percentuale del costo ammesso su concesso è stata del
94,42% con un abbattimento quindi del 5,58% dipendente con ogni evidenza
da errori “formali” nella presentazione della domanda.
• Il finanziamento accordato ammonta ad Euro 3.512.915,71 con una media
annua di Euro 501.845,10.
Si tratta evidentemente di un intervento di dimensioni assolutamente ridotte rispetto
a quello ottenuto tramite la procedura valutativa insistendo su un numero
considerevolmente inferiore di progetti (93 contro i 261 della procedura valutativa:
il 35,63%), di dimensione inferiore (in questo caso esiste un limite che è di Euro
500.000 e la media di costo proposto è stata di Euro 310.518,63 contro Euro
1.561.510,25 della procedura valutativa: il 19,89%) e con una percentuale di
finanziamento accordato inferiore (13,62% contro il 54,78% della procedura
valutativa). Tutto ciò ha portato ad un “impegno” complessivo da parte della
Provincia autonoma di trento nei sette anni considerati di Euro 3.512.915,71 contro
Euro 135.478.900,48 della procedura valutativa ovvero il 2,59%.
Dal punto di vista dei tempi di istruttoria, anche in questo caso il passaggio dalla
valutazione da parte dell’istituto di credito convenzionato alla valutazione da parte
del Comitato per gli incentivi – valido a partire dal 2011 - ha consentito un drastico
contenimento dei tempi riportandoli in linea con la delibera di Giunta relativa.
Come in tutte le procedure automatiche l’idea che guida questi interventi è quella di
abbassare una soglia d’ingresso al mondo dell’innovazione senza necessariamente
passare attraverso modalità valutative ex ante. Diventa perciò importante monitorare
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
93
i successivi passi dei beneficiari e la loro possibile evoluzione verso modalità e
processi più selettivi (e premiali) di incentivi alla ricerca.
9.8 Verso una valutazione d’impatto
La valutazione dell’impatto degli incentivi pubblici alla ricerca è sicuramente il
punto d’arrivo dei processi valutativi. Se da una parte, infatti, non è sufficiente
mostrare “come si sono utilizzate” le risorse pubbliche, dall’altra i processi
valutativi realizzati ex post faticano a restituire correttamente l’incidenza dei fattori
e delle loro relazioni. Occorre in ogni caso mostrare che l’incentivo pubblico
produce un effetto addizionale, che non si sarebbe verificato in assenza
dell’intervento, e che l’utilizzo delle risorse è migliore rispetto a usi alternativi,
compreso, ovviamente, l’accettazione dei fallimenti che, nel loro manifestarsi,
introducono elementi conoscitivi utili allo sviluppo della ricerca futura.
Quando si può, si ricorre all’utilizzo di metodi controfattuali, che implicano la
costruzione, secondo criteri rigorosamente definiti, di campioni di controllo di
imprese che non differiscono dalle imprese incentivate per aspetti strutturali o di
comportamento, ma che, non ricevendo l’incentivo, possono essere ritenute utili per
il confronto al fine di poter dimostrare la presenza o meno del “valore aggiunto”36
che deriva dalla disponibilità dell'incentivo.
Nel caso del Trentino l’applicazione di metodi controfattuali è fortemente limitato,
rispetto ai beneficiari dell’articolo 5, dalla numerosità dei casi e dalla pervasività
degli strumenti di incentivazione che rendono problematica l’identificazione di un
credibile campione di confronto37.
9.9 L’indagine e le interviste
Allo scopo comunque di iniziare un’indagine sugli effetti degli incentivi erogati
dalla legge di riferimento e di sondare la percezione che le aziende beneficiarie
hanno dei meccanismi sottesi alla stessa, si è pensato di proporre ad alcune aziende
un questionario di tipo qualitativo, presentato nell’allegato (All. 6.6), affiancandolo
con una breve intervista che permettesse:
• di inquadrare sinteticamente le caratteristiche dell’azienda e il significato del
progetto agevolato all’interno del suo percorso;
36
Peraltro sulla valutazione di impatto e sul metodo controfattuale esiste una letteratura specializzata anche in
riferimento al caso italiano.
37
Per uno studio sulle misure di agevolazione delle imprese in Provincia di Trento si veda l’analisi anche delle
difficoltà metodologiche che da ultimo troviamo al capitolo 5, paragrafo 5, in Roberto Gabriele, Comportamento
d’Impresa e politiche industriali, Franco Angeli, Milano 2013. Questo studio mostra un effetto di addizionalità dei
sussidi in Ricerca e Sviluppo, per quanto riguarda gli investimenti in beni intangibili e capitale umano che persistono
ad uno a due e a tre anni dalla concessione dell’incentivo. Non emergono, invece, effetti su indicatori di profittabilità e
produttività del lavoro (o sono molto deboli nel caso della produttività del lavoro). L’Autore avanza l’ipotesi che la
mancanza di significatività su questi aspetti di competitività sia da addebitare all’impossibilità di analizzare lag
temporali più lunghi dopo la concessione dell’incentivo (ad esempio 5 o 6 anni), e questo pare tenere conto del fatto che
gli investimenti in Ricerca e Sviluppo necessitano di tempi maggiori per espletare un effetto di “mercato.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
94
• di cogliere l’opinione sullo strumento agevolativo nei suoi aspetti positivi e
negativi;
• di cogliere l’impatto del progetto sulla vita aziendale e sul contesto provinciale.
Le interviste sono state rivolte a nove aziende che hanno già terminato almeno un
progetto agevolato tramite l’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n.
6. Si è trattato dunque di un vero e proprio “sondaggio” più che di una indagine a
campione vista la scarsa numerosità dei soggetti interessati.
L’identificazione delle aziende è stata fatta in accordo e su suggerimento del
Servizio responsabile, cercando di avere comunque una gamma di casi diversificata
in termini di dimensioni, di settore, di attitudine alla ricerca.
D’altra parte, dati i tempi e la natura dell’indagine, il suggerimento del Servizio non
poteva che indicare soggetti particolarmente collaborativi e interessati, con questo
probabilmente penalizzando la rappresentatività dell’intera popolazione dei
beneficiari e privilegiando viceversa soggetti disponibili e motivati per quanto
riguarda l’attenzione agli aspetti indagati.
9.9.1 Considerazioni generali
• E’ stata apprezzata la natura dell’indagine “qualitativa” che ha consentito di
rispondere in maniera corretta ma senza necessità di approfondimenti tecnici
particolari. E’ apparso evidente un interesse a dialogare sugli strumenti, sul
proprio collocamento e sulla “strategia” della Provincia autonoma di Trento in
termini di ricerca e innovazione.
• Nella maggioranza le persone incontrate hanno manifestato motivazioni forti
dal punto di vista aziendale e con orizzonti di riferimento ampi. Si potrebbe
trattare quindi di una “risorsa” importante da considerare anche per una
progettazione della strategia stessa della ricerca e innovazione della Provincia
autonoma di Trento.
• Sembra esistere una notevole propensione all’innovazione e anche rapporti di
ricerca diversificati e talvolta internazionali; ma difficilmente si poteva pensare
diversamente visto i soggetti dell’indagine e la loro modalità di individuazione.
• In relazione alla qualità e utilità delle collaborazioni scientifiche, queste si sono
rilevate sempre almeno in linea con le aspettative e nella grande maggioranza
dei casi molto importanti se non indispensabili per il successo del progetto.
• Nonostante la bassa numerosità delle interviste, si evidenziano chiaramente tra
i soggetti intervistati tre modalità diverse di utilizzo dello strumento molto
caratterizzate:
o casi di utilizzo per specifici progetti con obiettivo determinato;
o casi di utilizzo ripetuto della legge a scopo di mantenimento di un
vantaggio competitivo in mercati di punta;
o casi di utilizzo della legge per facilitare la nascita di una startup.
• Con i soggetti (4 su 9 - abbastanza in linea in termini di numerosità con le
risultanze dell’analisi per settore) impegnati nel campo dell’ICT ci è sembrata
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
95
doverosa una domanda sia pure di carattere generale su Trento RISE, se non
altro per la rilevanza e l’attualità anche in relazione alla stesura di questo
Rapporto, volta a sondare eventuali rapporti e/o aspettative. Di fatto al
momento:
o non sembra emergere una approfondita conoscenza dell’Associazione e
dei suoi compiti;
o non sembrano esistere rapporti – anche per chi ha invece rapporti stabili
con la Fondazione Bruno Kessler;
o c’è una percezione di incertezza circa la possibilità che lo strumento
come tale dia frutti per le realtà ICT trentine già presenti e operanti
anche nei campi coperti dagli appalti precommerciali di Trento RISE.
9.9.2 Considerazioni sullo strumento della procedura valutativa
Qui il giudizio è largamente positivo, in particolare:
• La modalità e l’entità dello stanziamento sono giudicati congrui rispetto agli
obiettivi.
• I tempi di istruttoria, pur se non ottimali, non sono risultati troppo critici: il
termine positivo dell’istruttoria scientifica da parte del CTS è stato spesso
considerato come una conclusione di fatto e la delibera che pure giungeva
molto dopo solo un problema di ratifica.
• Invece sono criticate – nei casi delle strutture più piccole - la necessità di
fideiussione, le modalità di rendicontazione e soprattutto i tempi di erogazione
della seconda tranche (50%), a valle della rendicontazione e del suo controllo.
Risultano tempi “accettabili” solo per chi ha già un flusso adeguato, quindi di
norma aziende di una certa dimensione e consolidate. Si preferirebbe in questo
caso tranche più piccole e posticipate ad un anticipo molto sostanzioso seguito
da un saldo molto in là nel tempo.
• Diversificata la risposta sull’eventuale effettuazione dell’investimento in
ricerca in mancanza della legge: in generale l’investimento sarebbe da tutti
stato fatto lo stesso ma nella grande maggioranza con livello innovativo e
ammontare nettamente inferiore. Ma esistono casi in cui si sarebbe fatto
comunque negli stessi termini con tempi dilatati o addirittura con gli stessi
tempi facendo ricorso a mezzi propri o all’indebitamento con le banche.
• Gli esiti sono quasi sempre molto soddisfacenti (in un solo caso “abbastanza”):
essendo la ricerca e l’innovazione comunque un’attività considerata a rischio
(da cui anche la possibilità di incentivi generosi) probabilmente questo è un
effetto amplificato dal criterio di selezione utilizzato.
9.9.3 Considerazioni sull’impatto
Questa sezione del questionario e, soprattutto, le interviste, hanno evidenziato
alcune considerazioni interessanti, tendenzialmente positive. Tra queste:
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
96
• A partire da esiti giudicati molto soddisfacenti, evidentemente ne derivano
effetti importanti sull’azienda anche se declinati in maniera diversa a seconda
della natura della stessa.
• A seconda del soggetto e del suo posizionamento sul mercato, dal punto di
vista occupazionale gli esiti sono stati sia di aumento ma anche di “non
diminuzione” come nel caso di una impresa estrattiva alle prese con una crisi
molto forte del settore. Questo ultimo caso è stato in parte approfondito, come
documentato in allegato (All. 6.7).
• In più casi di aziende di punta, particolarmente presenti su mercati
internazionali, solo il continuo e rapido investimento in ricerca reso possibile
dallo strumento agevolativo di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13
dicembre 1999, n. 6, consente di fronteggiare il mercato e/o, con il
raggiungimento di standard di qualità difficilmente riproducibili, di arginare
fenomeni di delocalizzazione industriale.
• Oltre alle conseguenze dirette sull’impresa e sul suo posizionamento si
possono indicare anche questi fattori di impatto significativi:
o in parecchi casi una parte consistente dell’incentivo rifluisce su altri
soggetti trentini della ricerca pubblica (in particolare Università e
Fondazione Bruno Kessler);
o in maniera più generale, laddove la ricerca si appoggia non solo su
un’attività intellettuale ma dove è necessaria anche la realizzazione o
almeno la prototipizzazione di linee di produzione o infrastrutture, esiste
un significativo indotto su altre aziende locali.
9.10. Conclusioni e raccomandazioni
Le analisi riportate nei paragrafi precedenti delineano un quadro di elevata positività
dello strumento di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6,
rivolto al sostegno ai progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Competitivo.
L’elevata percentuale finanziata, e la natura a fondo perduto dell’incentivo, hanno
costituito certamente un meccanismo di attrazione importante (anche nel “percepito”
da parte delle aziende) affiancati a una dotazione economica che ne ha garantito la
possibilità di applicazione a tutti i progetti che sono stati ritenuti almeno
“sufficienti” dal punto di vista scientifico ed economico/finanziario.
Su quest’ultimo aspetto sarebbe forse opportuno chiedersi quanto questa situazione
sia dovuta alla bassa domanda e quanto ad una disponibilità particolarmente elevata.
Un simile interrogativo non è tuttavia tra i compiti di questo Comitato e in
particolare la scarsità della domanda non può essere certamente imputata alle
caratteristiche dello strumento qui analizzato. Una breve riflessione con alcuni dati
quantitativi di raffronto fra la propensione all'innovazione delle aziende in Trentino
e in Italia è in ogni caso contenuta nell'allegato (All. 6.8).
È stato realizzato un approfondimento circa l’utilizzo da parte delle imprese di altri
strumenti di incentivazione, oltre all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
97
1999, n. 6. L’obiettivo era verificare quanto l’abbondanza di contributi con altre
finalità abbia disincentivato il ricorso all’articolo 5, “mascherando” la ricerca e
innovazione all’interno di altri incentivi.
Non si è trovata chiara evidenza di questo38, ma è emersa comunque una domanda
di incentivo particolarmente attiva39: dall’analisi di 172 imprese beneficiarie
dell’articolo 5 è emerso che, sempre relativamente alla legge provinciale 13
dicembre 1999, n. 6, nel periodo 2006-2011 il 71,51% ha anche fatto ricorso agli
incentivi di cui all’articolo 3 (investimenti fissi), il 54,65% all’articolo 4 (protezione
ambientale), il 16,28% all’articolo 34 (investimenti fissi – ambientali. Seed money),
il 10% circa all’articolo 7 (export).
Un aspetto su cui apparentemente resta ancora qualche passo da fare è quello della
tempistica di approvazione (ancora al di sopra dell’auspicato 90+90 che resta il
target da perseguire, nonostante i miglioramenti intervenuti su questo terreno nel
2011-2012 con l’introduzione del Comitato per gli incentivi in APIAE) e
presumibilmente in quello della velocità nel controllo della rendicontazione e quindi
nell’erogazione del saldo, anche se sarebbe necessario su questo una verifica ad hoc
in quanto tali tempi non risultano dalla nostra rilevazione ma solo da una piuttosto
concorde, ma evidentemente “interessata”, considerazione nelle interviste.
Questo quadro largamente positivo è evidentemente influenzato in grande misura
dallo squilibrio ricordato tra la domanda e l’offerta che rende possibile, tra l’altro,
un utilizzo molto duttile e differenziato dello strumento nei confronti di aziende con
caratteristiche di settore, dimensionali e di situazione storica completamente diversa.
A conclusione di questa analisi riteniamo comunque di poter esprimere alcune
raccomandazioni, utili in particolare nel caso si volesse evolvere il sistema o per
necessità dovute alla contrazione delle risorse finanziarie disponibili, o in ogni caso
per l’impegno ad una più finalizzata allocazione delle stesse.
9.10.1 Focalizzazione dello strumento
Come già evidenziato precedentemente, risulta evidente che lo strumento di cui
all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, è stato utilizzato in
situazioni e per scopi molto diversi fra di loro. Potrebbe essere opportuno, se non
in sede legislativa, almeno in sede di istruttoria di valutazione ex ante ed ex post,
tenere conto di questa diversità adottando strategie diverse nei diversi casi. In
subordine ciò potrebbe, precisando le procedure, definire meglio anche i tempi di
istruttoria e le modalità di erogazione dell’incentivo.
• Sono stati presentati progetti con obiettivi definiti in numero limitato, volti a
sviluppare o migliorare nell’azienda precisi prodotti e/o processi che
consentono di meglio affrontare il mercato. L’azienda ha fatto riferimento allo
38
Nelle interviste è sembrato evidente un ricorso privilegiato all’incentivo di cui all’articolo 5 proprio per la sua
natura e “ricchezza”.
39
Il dato è confermato anche nel documento datato ottobre 2013 e curato dal Servizio Statistica della Provincia
autonoma di Trento L’innovazione in Trentino Anni 2008-2010, che può essere consultato all’indirizzo
http://www.statistica.provincia.tn.it/binary/pat_statistica_new/ricerca_sviluppo_innovazione/InnovazioneInTrentino208
_2010.1381913831.pdf
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
98
strumento in modo sporadico. Questi sono i casi più aderenti alla natura
dell’incentivazione di cui ci stiamo occupando. Per questi l’attuale procedura è
considerata adeguata, ma il vincolo dei 90+90 giorni per l’approvazione è
assolutamente da conseguire.
• Alcune aziende presentano invece progetti ripetutamente, talvolta con più
obiettivi, con importi spesso molto significativi, in quanto la ricerca è parte
integrante della loro possibilità di stare al passo con mercati altamente
competitivi e/o per garantire la possibilità di mantenere in Trentino una
presenza che potrebbe altrimenti essere delocalizzata. In tali casi, più che di un
finanziamento “a progetto” si tratta sostanzialmente di “accordi” o procedure
negoziate di più lunga durata e come tali andrebbero approvati e monitorati.
• Per alcune aziende infine, il progetto presentato è sostanzialmente quello che
attiva la nascita startup dell’azienda stessa. In questi casi, pur senza ledere la
possibilità del rischio imprenditoriale di alcuno, si suggerisce di adottare un
approccio alla selezione simile a quello utilizzato per l’ingresso nel capitale di
rischio delle imprese startup, ponendo estrema cura nella definizione del
mercato, della concorrenza, dell’accessibilità di sbocco finale e della
distribuzione commerciale, delle tecnologie principali e complementari, della
robustezza del piano finanziario.
9.10.2 Quali lezioni per quale strategia
Non è evidentemente l’analisi di un unico strumento di incentivazione la sede
adatta a definire strategie di sviluppo economico e di politica industriale, ma, data
la dimensione della struttura produttiva locale, del territorio interessato e delle
considerazioni espresse in precedenza all’interno di questo Rapporto, riteniamo
che anche nell’utilizzo di un singolo strumento si possano fare scelte significative.
• Per quanto riguarda imprese presenti sul territorio e impegnate su mercati
internazionali altamente competitivi - come alcune di diverse dimensioni
incontrate durante le interviste - è necessaria una particolare attenzione alla
loro evoluzione, al mantenere le caratteristiche di contesto per cui il Trentino
resti attrattivo, alla possibilità di “utilizzarle” per una promozione del territorio
nel contesto internazionale in cui operano e per una promozione sul territorio
degli esiti positivi della sinergia tra iniziativa privata e supporto pubblico.
• E’ necessario fare attenzione all’equilibrio fra l’utilizzo della legge in funzione
di “attrazione” per investimenti di aziende originariamente fuori provincia,
rispetto a quella di supporto alle aziende locali, soprattutto le migliori, per una
loro crescita, consolidamento, apertura di nuovi mercati. Il versante
“attrattività”, vista l’entità percentuale dei finanziamenti, dovrebbe porre
particolare attenzione alla dirette o indirette ricadute in Trentino, siano esse
occupazionali, ma anche fiscali, di know-how, di networking: questo
soprattutto laddove l’attività intellettuale è preponderante e lascia spazio a
comportamenti opportunistici in fase di rendicontazione.
• Date le dimensioni medio-piccole della gran maggioranza delle aziende
trentine, potrebbero essere incentivate maggiormente le soluzioni che
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
99
propongono aggregazioni locali o anche esterne allo scopo di stimolare il
sistema ad un minor grado di frammentazione.
• In questo quadro il settore dell’ICT merita qualche considerazione specifica.
Innanzitutto è un settore che sembra rappresentare un “distretto” nonostante
non sia formalizzato in termini ufficiali: infatti i progetti presentati che
possono essere considerati in diversa misura afferenti a questo ambito
rappresentano il 44,83% del totale (117 su 261) per un costo complessivo
presentato del 33,46% avendo un costo per progetto abbastanza inferiore alla
media (poco sotto Euro 1.200.000 contro una media generale di poco superiore
ad Euro 1.500.000). Se si analizzano i dati in termini di finanziamento
accordato, i progetti afferenti all’ICT in termini di numero rappresentano il
42,02% (79 su 188), in termini di costo ammesso il 28,77% ed in termini di
finanziamento il 30,91%. Una seconda considerazione nasce dalla parziale
sovrapposizione di argomenti rintracciabile in una lettura comparata dei
progetti presentati. L’attenzione a questi elementi di sovrapposizione sia di
argomenti di ricerca, sia di ambiente applicativo, che oggi a loro volta si
sovrappongono ad altre iniziative che insistono sugli stessi ambiti come gli
appalti precommerciali di Trento RISE, si rende tanto più necessaria poiché
parecchie imprese proponenti sono legate (e ciò viene documentato in modo
chiaro dalle dichiarazioni relative alle collaborazioni scientifiche) al mondo
della ricerca pubblica trentina da rapporti multipli e consolidati nel tempo, con
il rischio di forme di sussidiazione pubblica prolungata e di assenza sostanziale
di competizione.
Oggi sul tema ricerca e innovazione nel campo ICT insistono finanziamenti
che giungono in modalità diversa (al Dipartimento di Ingegneria e Scienza
dell’Informazione dell’Università di Trento, al CIT della Fondazione Bruono
Kessler, a Trento RISE ma anche in maniera cospicua, come abbiamo visto,
alle aziende tramite lo strumento di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13
dicembre 1999). Sicuramente ICT è una tecnologia “pervasiva” e, quindi gli
ambiti di ricerca e applicazione sono immensi. Risulta quindi probabilmente
opportuna una visione più integrata per ottenere effettivamente risultati di
ricerca, di sviluppo economico e di ricaduta sul territorio proporzionali allo
sforzo messo in campo.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
100
10. Trento RISE
10.1 Introduzione
Trento RISE è stata costituita nel dicembre 2010 come associazione tra la
Fondazione Bruno Kessler e l’Università degli Studi di Trento, con l’obiettivo di
agire come partner associato dell’EIT ICT Labs, una delle prime “Knowledge and
Innovation Communities” (KIC) create dall’Istituto Europeo di Innovazione e
Tecnologia (EIT), su iniziativa dell’Unione Europea. Con una prima Convenzione
del maggio 201140 la Provincia autonoma di Trento ha stabilito di sostenere
l’associazione Trento RISE fino alla fine del 2014, esplicitando una serie di obiettivi
e risultati attesi connessi al contributo finanziario concesso:
40
La legge provinciale di Trento 2 agosto 2005, n. 14 (legge sulla ricerca) ha riordinato l’intero sistema della
ricerca trentino, nonché il ruolo della Provincia nel governo e nel sostegno dello stesso. L’articolo 21 bis della legge
sulla ricerca assicura il sostegno della Provincia autonoma di Trento all’iniziativa “Trento research, innovation and
education system” (Trento RISE), “nodo associato dell’EIT ICT Labs”, consorzio selezionato dall’Istituto Europeo di
Tecnologia ed Innovazione (istituito dal regolamento (CE) n. 294/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11
marzo 2008 e riferibile alla funzione di catalizzatore dell’innovazione. In particolare, al fine di rafforzare la
cooperazione dei soggetti operanti nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con riferimento
alla ricerca, all'innovazione e all'alta formazione e comunque per finalità d'interesse generale non economico, si prevede
che la Provincia autonoma di Trento può sostenere programmi di attività dell’iniziativa Trento RISE mediante
convenzione stipulata con enti o organismi costituiti da soggetti pubblici aderenti all’iniziativa. Nel dicembre 2010
l’Università degli studi di Trento e la Fondazione Bruno Kessler hanno costituito l’Associazione Trento RISE, il cui
fine è agire come partner associato dell’EIT ICT Labs e contribuire alla creazione nel territorio trentino di un polo di
eccellenza nella ricerca, innovazione e alta formazione nel settore delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione. La Giunta provinciale con deliberazione n. 2902 del 14 dicembre 2010 ha approvato il Programma
Pluriennale della Ricerca per la XIV Legislatura che individua tra le aree di ricerca d’interesse prioritario per il
territorio provinciale l’area delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il Programma Pluriennale della
Ricerca per la XIV Legislatura espressamente afferma che l’ente, incaricato per l’esercizio delle funzionalità previste
nel progetto Trento RISE, è chiamato ad aggregare in una logica cooperativa e per finalità di interesse generale non
economico gli attori pubblici del sistema trentino, che sono stati i proponenti in sede comunitaria, e venga finanziato a
carico del bilancio provinciale con fondi oggetto di uno strumento convenzionale. Con deliberazione n. 621 di data 1
aprile 2011 la Giunta provinciale ha approvato lo schema di convenzione con Trento RISE, poi sottoscritta in data 11
maggio 2011, mentre con deliberazione n. 1149 dell’8 giugno 2012 è stato approvato l’atto aggiuntivo a fronte del
riconoscimento di nodo nazionale dell’ICT per l’EIT, decorrente dal 1 gennaio 2012. In quest’ultimo provvedimento si
è maggiormente focalizzata la correlazione fra Provincia autonoma di Trento e Trento RISE nell’espletamento di
attività a titolo di supporto per gli appalti precommerciali. Da ultimo, si richiama anche la deliberazione della Giunta
provinciale n. 2502 del 23 novembre 2012, con cui sono state individuate due ulteriore iniziative di innovazione in
materia di agricoltura, turismo, commercio e promozione nonché di territorio, ambiente e foreste, per un importo di
Euro 600.000,00 ciascuna e da realizzarsi, ai sensi e con le modalità previste dall’articolo 4 del Primo atto aggiuntivo
alla Convenzione in essere tra Trento RISE e la Provincia, dalla Associazione citata, attraverso l’integrazione del Piano
attuativo 2012. La legge provinciale 27 dicembre 2012, n. 25 (legge finanziaria provinciale 2013) ha rimodulato gli
stanziamenti del capitolo-articolo 317000-010 “cofinanziamento dell’iniziativa Trento RISE nell’ambito dell’Istituto
europeo di tecnologia ed innovazione (EIT)” che ora interessano anche gli esercizi finanziari 2016, 2017 e 2018,
mantenendo invariato il finanziamento provinciale complessivo nell’arco di tempo 2011 – 2018. Con deliberazione n.
643 di data 12 aprile 2013 la Giunta provinciale ha provveduto alla conseguente rimodulazione degli impegni sino al
2018, mentre con deliberazione della Giunta provinciale n. 2336 di data 24 ottobre 2013 è stato approvato il Secondo
Atto Aggiuntivo, sottoscritto in data 6 – 8 novembre 2013: in tal modo è stato approvato il nuovo piano 2011 – 2018 ed
è stata estesa la durata, stabilita dall’articolo 11 della Convenzione e rivista dall’articolo 3 del Primo Atto Aggiuntivo
alla Convenzione, fino al 31 dicembre 2018 a parità di risorse già assegnate e allo stesso tempo con la previsione di un
secondo monitoraggio nel 2016. Le deliberazioni ora richiamate sono consultabili sul sito
http://www.delibere.provincia.tn.it/.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
101
•
•
•
•
•
•
promuovere progetti di ricerca ed innovazione tecnologica in area ICT;
attrarre talenti in ambito internazionale sulle tematiche ICT (con l’obiettivo di
diventare uno degli 8 principali hub internazionali in questo ambito);
sviluppare un modello di supporto all’innovazione che possa consentire
l’inserimento del Sistema Trentino della Ricerca e dell’Alta Formazione (STAR)
nel circuito internazionale EIT ICT Labs;
assicurare ricadute occupazionali in ambito industriale;
introdurre un sistema di “doppia affiliazione” per i ricercatori afferenti ad
istituzioni locali presenti sul territorio;
attrarre investimenti sul territorio da parte di imprese e multinazionali.
Nel giugno 2012 la Giunta provinciale ha approvato il “Primo Atto Aggiuntivo” alla
Convenzione già in essere, unitamente al “Quadro delle Risorse 2011-2015” (che ha
sostituito il precedente contenuto nell’Allegato B della Convenzione del maggio
2011) e al “Piano delle attività per l’anno 2012”. In quest’ultimo provvedimento,
conseguente al riconoscimento di Trento Rise quale nodo nazionale dell’ICT per
l’EIT, la Provincia autonoma di Trento attribuisce a Trento RISE la possibilità di
mettere in atto azioni di supporto per gli appalti pre-commerciali. L’attivazione di tali
progetti prevede una preliminare attività di raccolta e identificazione dei fabbisogni e
delle opportunità̀ di innovazione presso le strutture provinciali di merito e la
condivisione con i dipartimenti delle strategie per ciascun ambito tematico
individuato. In seguito al riconoscimento dell’associazione Trento RISE quale nodo
del consorzio EIT ICT Labs, l’impegno della Provincia autonoma di Trento a
sostenere l’associazione stessa viene prorogato a fine 2015, con un incremento delle
risorse assegnate da 20 a 76 milioni di Euro. Va però ricordato che il piano
pluriennale delle attività approvato con la Convenzione del maggio 2011 era già
basato su un’ipotesi di finanziamento complessivo di 76 milioni di Euro.
In base a quanto stabilito nella Convenzione del maggio 2011, il contributo della
Provincia autonoma di Trento è inteso come finanziamento generale delle attività di
Trento RISE. Le risorse erogate dalla Provincia non possono coprire costi
dell’associazione già coperti con altri finanziamenti, anche non provenienti dalla
Provincia. In particolare, i costi del personale dipendente dei soggetti che
contribuiscono all’associazione e che sono già finanziati dalla Provincia non possono
essere coperti con le risorse provinciali erogate a favore di Trento RISE.
Il modello prevede un meccanismo di co-finanziamento pubblico, basato su
un’alleanza pubblico-privata dove al contributo privato corrisponde tipicamente un
uguale contributo da parte pubblica. In questo schema, e secondo le previsioni
indicate nei primi documenti di programmazione, il contributo della Provincia
autonoma di Trento dovrebbe progressivamente ridursi, all’aumentare del contributo
privato. In particolare, la Convenzione prevede l’obiettivo del raggiungimento, nel
settore della ricerca, di un livello di autofinanziamento (cioè apporto di contributi e
corrispettivi da parte di soggetti diversi dalla Provincia autonoma di Trento) pari al
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
102
30% entro il 2013, da elevarsi al 32% entro il 2014. All’autofinanziamento possono
concorrere anche i fondi assegnati dalla Provincia su base competitiva. A regime
quindi Trento RISE dovrebbe generare un indotto superiore al contributo pubblico
ricevuto. A questo riguardo, a seguito della rimodulazione degli impegni di spesa
effettuata ad aprile 2013 sul periodo 2013-2018, le previsioni di progressiva autosostenibilità dell’associazione Trento RISE non sono state riviste. Il contributo
privato si sostanzia in contributo in kind da parte di centri di ricerca (che apportano
esclusivamente personale) e imprese, che apportano personale o altre risorse. La
Provincia autonoma di Trento stabilisce il proprio contributo annuale sulla base di
quanto indicato nel Piano attuativo annuale. L’erogazione del contributo avviene su
base quadrimestrale, in relazione all’effettivo andamento della spesa (il contributo già
erogato deve essere speso per almeno l’80%).
Più che un vero e proprio monitoraggio, reso difficile dalla tempistica e da una
disponibilità non molto strutturata di informazioni, sebbene molto più ricche di quelle
disponibili un anno fa nel Rapporto intermedio, il CVR ha deciso di affrontare il tema
attraverso una breve rassegna delle principali attività realizzate od in corso di
realizzazione da parte di Trento RISE che riassumono gli elementi ad oggi disponibili
in riferimento al piano di sviluppo dell’associazione per i prossimi anni, che vengono
presentati nel paragrafo che segue. Il terzo paragrafo sintetizza il prospetto delle
risorse finanziarie. Il quarto paragrafo presenta una riflessione su come Trento RISE
si colloca nel contesto del sistema trentino della ricerca ed innovazione, con specifico
riferimento al processo di sviluppo e consolidamento sul territorio dell’associazione.
Infine, nel quinto paragrafo si avanzano alcune proposte ritenute rilevanti nella
prospettiva di futura programmazione pluriennale delle attività di Trento RISE.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
103
10.2 Le attività di Trento RISE
10.2.1 Premessa
Al momento della redazione di questo documento, l’associazione Trento RISE ha
portato a compimento le fasi di integrazione nel sistema europeo EIT ICT Labs,
di strutturazione operativa e di definizione degli strumenti di intervento. Tali
attività hanno caratterizzato il primo anno di vita dell’associazione. Il ciclo di vita
di un progetto come Trento RISE ha necessariamente un orizzonte di medio lungo
periodo. Tale caratteristica limita chiaramente la possibilità di misurare
quantitativamente, ad oggi, delle ricadute locali dell’iniziativa. In ragione di tale
rilevante premessa, le considerazioni espresse in questo documento si
focalizzeranno necessariamente sugli aspetti relativi all’impianto progettuale nel
suo complesso, all’efficacia attesa del modello di governance adottato e alla
appropriatezza degli strumenti messi in campo sino ad ora o già previsti per il
prossimo futuro.
Ad oggi non è ancora disponibile il nuovo piano strategico di Trento RISE, che
dovrebbe comunque essere pubblicato a breve. I contenuti e le valutazioni
riportate in questo documento intendono comunque offrire degli spunti utili a tale
processo di programmazione.
Le informazioni riportate in questo documento derivano sia da documentazione
ufficiale di Trento RISE (bilanci 2011 e 2012), sia da interviste che sono state
realizzate nel corso del 2013 con i responsabili dell’associazione. Seguendo
l’impianto organizzativo e funzionale che Trento RISE si è data in riferimento
alla propria missione, la rassegna degli ambiti di attività e le relative iniziative
sono stati suddivisi tra area ricerca, area formazione ed area business. Elemento
trasversale a tali aree è il ruolo di “catalizzatore” dell’innovazione a livello
sistemico di Trento RISE: le competenze e i risultati della ricerca generati
dall’Università di Trento e dalla Fondazione Bruno Kessler vengono valorizzati e
resi fruibili sul mercato attraverso il ricorso a molteplici strumenti (dal supporto
all’imprenditorialità hi-tech, al sostegno a progetti flagship, all’alta formazione in
area ICT, all’attrazione sul territorio di player industriali, al sostegno all’apertura
internazionale dei network di ricerca ed innovazione attraverso le opportunità
offerte dal sistema EIT ICT Labs).
10.2.2 Area Ricerca
La missione dell’associazione Trento RISE prevede esplicitamente che non sia
realizzata in proprio attività di ricerca di base. L’associazione ha invece un ruolo
di supporto allo sviluppo di progetti di ricerca strategici congiunti tra i soci ed
anche con altre realtà locali, favorendo l’avvio di partnership di ricerca con altri
soggetti della rete EIT ICT Labs, individuando opportunità di ricerca e
“catalizzando” le attività dei soci e partner (locali e non) attorno a progetti con
elevato potenziale di ricaduta economica ed industriale. Per queste finalità nel
2011 è stato costituito il Research Board di Trento RISE, un organo che
rappresenta 12 aree scientifiche, composto da ricercatori provenienti da diverse
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
104
istituzioni (nello specifico Fondazione Bruno Kessler, Università di Trento,
CREATE-NET, Graphitech, CELCT, e CNR ISTC-LOA).
Trento RISE ha permesso la partecipazione diretta dei ricercatori locali alla
redazione del bando annuale EIT ICT Labs. L’associazione ha anche supportato
la predisposizione di domande di finanziamento su tali fondi europei. Nel
complesso sono state sottomesse 68 proposte per il 2013, di cui 9 guidate
direttamente da Trento RISE. Nel 2012 Trento RISE ha, inoltre, supportato lo
sviluppo di domande di finanziamento su fondi Europei e italiani (MIUR). I dati
disponibili indicano per il 2012 circa 7,5 milioni di Euro di fondi di ricerca
assegnati per progetti di istituzioni locali in cui Trento RISE è partner e circa 1,5
Milioni per progetti direttamente attribuiti a Trento RISE (fonte Bilancio Trento
RISE).
All’area della ricerca sono inoltre riconducibili le iniziative di Trento RISE
denominate flagship projects: “Smart Campus”, “Open Data”, “Big Data”. Tali
progetti si basano sullo sviluppo di piattaforme open source per la generazione di
applicativi secondo il paradigma dei living labs territoriali.
L’impatto di Trento RISE sul potenziale del sistema della ricerca trentina nelle
aree ICT non è chiaramente riconducibile solo alla competitività per
l’acquisizione di risorse pubbliche in ambito internazionale. Le attività di Trento
RISE dovrebbero infatti, in primo luogo, supportare la capacità dei soggetti locali
di costruire network internazionali di ricerca accademica ed industriale. Tale
obiettivo viene perseguito da Trento RISE fornendo ai soggetti presenti sul
territorio informazioni su opportunità tecnologiche, sui trend nell’attività di
innovazione in area ICT a livello globale, sulla localizzazione di cluster e filiere
di interesse.
10.2.3 Area Formazione
Per quanto concerne le attività dirette di formazione, Trento RISE è stata
impegnata nelle seguenti iniziative:
• EIT in ICT Labs Master School: Trento RISE ha sostenuto questa iniziativa di
alta formazione in collaborazione con 19 Università e Istituti europei e i 6 colocation centers. In particolare, Trento RISE partecipa come “entry point”
(primo anno del master) per il Master in Security and Privacy.
• EIT ICT Labs Doctoral School in ICT and Innovation.
• Doctoral Training Center on ICT for Quality of Life.
• Contributo alle attività outreach lanciate da EIT.
• Collaborazione alle iniziative di EIT ICT Labs indirizzate alla formazione
post-dottorato.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
105
• Camp invernale internazionale sulle tecnologie del linguaggio e della
conoscenza al fine di attirare un numero limitato di studenti master selezionati,
interessati alla scuola PhD.
Trento RISE ha inoltre avviato azioni di supporto alla formazione nelle aree ICT
specificamente finalizzate all’innovazione e imprenditorialità. Tra queste si cita
l’iniziativa per il co-advising per gli studenti di dottorato da parte di centri di
ricerca e aziende. Inoltre, il piano di sviluppo di Trento RISE prevede l’avvio di
un programma specifico per l’attrazione di ricercatori stranieri di talento.
L’obiettivo di supportare l’attrattività internazionale del sistema locale è stato ad
oggi perseguito principalmente nella prospettiva dell’imprenditorialità hi-tech
attraverso l’iniziativa “TechPeaks”.
10.2.4 Area business, innovazione e trasferimento tecnologico
Le linee di azione di Trento RISE nell’area del trasferimento tecnologico e
creazione di impresa sono riconducibili ai seguenti aspetti:
• attrazione di laboratori di ricerca di aziende innovative a livello nazionale e
internazionale e promozione di solidi rapporti di collaborazione con imprese
locali;
• sviluppo di iniziative orientate all’internazionalizzazione del sistema
scientifico ed industriale locale nelle aree ICT;
• definizione di accordi formali con i principali centri di ricerca, le associazioni e
le istituzioni locali per l’utilizzo di servizi già esistenti da parte delle nuove
imprese;
• organizzazione di eventi specifici (ad es. weekend di avviamento, camps,
innovation labs) finalizzati allo sviluppo di attitudine imprenditoriale legata
alla ricerca e all’ICT.
Per quanto concerne la capacità di attrazione sul territorio di laboratori di ricerca,
ad oggi hanno realizzato degli investimenti per la co-localizzazione di laboratori
le seguenti principali realtà industriali41:
•
•
•
•
•
•
IBM - Center for Advanced Studies of Trento;
Engineering - Engineering Society and Territory Trento Research Office;
GPI- Centro Ricerche;
Telecom Italia - Semantics& Knowledge Innovation Lab;
Point Grey;
Expert Systems.
41
Sono presenti tra i soggetti co-localizzati anche ulteriori imprese di minori dimensioni. Si rimanda al sito di
Trento RISE ed al bilancio 2012.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
106
Al momento risultano essere in corso di definizione ulteriori accordi di
insediamento con importanti realtà industriali italiane, tra cui Poste Italiane,
ENEL ed ST Microelectronics.
Il 2012 ha visto l’avvio dell’attività relativa ai bandi pre-commercial procurement
(PCP)42. Tale strumento di finanziamento rappresenta, ad oggi, la principale leva
strategica sfruttata da Trento RISE per favorire lo sviluppo locale di competenze
e sistemi di relazioni per l’innovazione nell’ambito delle tematiche dell’EIT ICT
Labs.
Sono stati banditi 7 avvisi pubblici per la realizzazione di progetti di innovazione,
secondo il modello PCP. Trento RISE si pone come soggetto attivo lungo tutto il
processo di gestione dei PCP, dall’individuazione del problema da affrontare e
dei relativi requisiti, alla gestione ed integrazione dei progetti, alla valorizzazione
dei risultati. Le macro-aree di interesse dei progetti di innovazione sono: i)
turismo, cultura e scuola; ii) sanità, salute, sociale; iii) energia ed ambiente. La
seguente tabella sintetizza l’attuale stato di avanzamento dei bandi.
Tabella 36 – Stato avanzamento bandi PCP a febbraio 2014
Progetto
A PLATFORM FOR ENHANCED TOURIST EXPERIENCE
MANAGEMENT - valore complessivo di Euro 7.500.000 su 3
anni; co-investimento dell’aggiudicatario del 53%
Stato attuale
Partecipanti: 2 RTI
Aggiudicato ad un RTI (mandatario: Engineering
Ingegneria Informatica SPA)
ADVANCED ICT SERVICES FOR WELL BEING AT HOME valore complessivo di Euro 4.500.000 su 3 anni; co-investimento
dell’aggiudicatario del 52
Partecipanti: 1 RTI ed una impresa singola poi
esclusa per mancata presentazione della proposta
nei termini del bando.
Aggiudicato ad un RTI (mandatario GPI Spa)
ORGANISATIONAL AND PROCESS MODELS ENABLING
TECHNOLOGY TRANSFER AND THE APPLICATION OF
INNOVATIVE SOLUTIONS - valore complessivo di Euro
7.473.000 su 3 anni; co-investimento dell’aggiudicatario del 50%.
PLATFORM FOR INTELLIGENT PROVISION AND
UBIQUITOUS ACCESS TO INFORMATION AND SERVICES
FOR THE CULTURAL HERITAGE valore complessivo di Euro
5.400.000 su 3 anni
SMART SPACE MANAGEMENT PLATFORM - PCP in fase di
aggiudicazione per un valore complessivo di Euro 2.100.000
Partecipanti: 2 imprese singole di cui una esclusa
in quanto non ammissibile per i criteri del bando.
Aggiudicato a Deloitte Consulting Srl
ICT PLATFORM FOR SMART BUILDING ENERGY
OPTIMIZATION AND SMART GRID INTEGRATION – PCP in
fase di aggiudicazione per un valore complessivo di Euro 4.500.000
PIATTAFORMA ICT A SUPPORTO DI UN MODELLO DI
INTEGRAZIONE DI SERVIZI SOCIOASSISTENZIALI,
EROGATI IN FORMA ORCHESTRATA - in fase di
aggiudicazione per un valore complessivo di Euro 5.000.000, coinvestimento dell’aggiudicatario del 50%.
Partecipanti: 2 RTI
Ancora in fase di aggiudicazione
Partecipanti: 2 RTI
Ancora in fase di aggiudicazione
Partecipanti: 3 RTI
Ancora in fase di aggiudicazione
Chiusura bando prima fase 25 febbraio 2014
42
Per una disamina dell’istituto dell’appalto precommerciale e delle relative esperienze in Italia si rinvia a
Michele Nulli (a cura di), Gli appalti precommerciali in Italia: una ricostruzione fra teoria generale ed esperienze
regionali, Provincia autonoma di Trento, Trento 2013, disponibile sul sito http://www.uniricerca.provincia.tn.it .
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
107
Trento RISE ha inoltre avviato la progettazione di procedure di tipo PCP
specificamente dedicate a piccole e medie imprese (valore massimo pari a circa
200mila Euro, 12-18 mesi per la realizzazione e cofinanziamento privato al 2530%).
Trento RISE è stata anche impegnata nell’avvio di laboratori territoriali: tali
laboratori sono pensati per testare sul campo soluzioni tecnologiche, anche in
riferimento ad aspetti organizzativi e di user acceptance. Fra questi si ricorda il
laboratorio territoriale “Smart Campus” finalizzato alla sperimentazione di servizi
per gli studenti che saranno disponibili anche attraverso dispositivi mobili.
Per quanto concerne le attività a supporto dell’imprenditorialità, Trento RISE nel
corso del 2013 ha avviato il progetto “TechPeaks”. Il programma si differenzia
rispetto a tradizionali forme di seed money e incubazione. Il bando è, infatti,
progettato in modo da favorire l’attrazione sul territorio di imprenditori esterni e
si basa sul sostegno alla accelerazione delle idee imprenditoriali con programmi
residenziali. I potenziali imprenditori beneficiano dell’accesso a risorse e
competenze tecnologiche del sistema locale della ricerca. Il programma ha una
dotazione finanziaria pari a circa 450 mila Euro. Ad oggi è stata chiusa la prima
selezione di 66 candidati. Il programma “TechPeaks” prevede, a valle di un
processo di screening realizzato anche da operatori del settore del venture capital,
la possibilità di un contributo di 25mila Euro per lo sviluppo dell’idea
imprenditoriale e un eventuale successivo matching fund di 200 mila Euro per
quelle imprese che siano riuscite nell’arco di 12 mesi ad attrarre capitali privati. A
gennaio 2014 è stato chiuso il secondo bando “TechPeaks” che prevede il
supporto finanziario per 50 soggetti. Il bando prevede il finanziamento aggiuntivo
di 5 idee imprenditoriali, per un massimo di 50 mila Euro, conseguentemente alla
costituzione di startup sul territorio locale.
Sempre sul versante del finanziamento dell’innovazione, Trento RISE ha
realizzato degli accordi con soggetti quali H-Farm Ventures e Mind the Bridge
con l’obiettivo di accrescere la visibilità internazionale delle proprie iniziative a
sostegno dell’imprenditorialità hi-tech nel settore ICT.
10.3 Risorse finanziarie
In base agli ultimi dati disponibili (bilancio 2012) i costi annuali complessivi della
struttura sono stati pari a circa 4,1 milioni di Euro, di cui circa 2,8 milioni riferiti a
servizi amministrativi e generali. Per quanto concerne le aree di intervento, quella
che assorbe maggiori risorse è denominata da Trento RISE nel proprio piano di
contabilità analitica “supporto all’innovazione” (circa 1 milione di Euro). Il
personale impiegato nelle aree gestione, segreteria e comunicazione ha invece
generato un costo pari a circa 0,7 milioni. Dal bilancio non è possibile ricavare delle
informazioni puntuali sulla composizione delle entrate di Trento RISE. I dipendenti
di Trento RISE in forza a dicembre 2013 sono 42 (41 a tempo determinato) con un
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
108
costo complessivo annuo pari a circa 2,2 milioni di Euro. Nello stesso anno i
contratti di collaborazioni a progetto sono stati 55 per un valore complessivo di circa
1,5 milioni di Euro.
Si hanno a disposizione informazioni indirette solo su entrate provenienti da
finanziamenti extra-Provincia in ambito europeo e nazionale, che ammontano a
circa 1,4 Milioni di Euro per il 2012 (vedi la Nota integrativa bilancio 2012).
Nell’aprile 2013 la Giunta provinciale ha realizzato una rimodulazione degli
impegni di spesa a favore di Trento RISE su un orizzonte temporale che si estende
ora sino al 2018, secondo la ripartizione indicata nella tabella sottostante. Le
strategie atte a garantire la sostenibilità finanziaria dell’associazione saranno
esplicitate nel contesto del futuro piano strategico attualmente in fase di
elaborazione. Tuttavia, nel corso delle audizioni del CVR con la Fondazione è stato
prospettato un assetto futuro dell’associazione sintetizzabile nei seguenti elementi.
In primo luogo, si conferma la volontà di contenere le dimensioni dell’associazione
che non sarà attiva nella ricerca ed i cui costi fissi saranno relativi in larga misura al
solo personale preposto alla gestione degli strumenti per l’innovazione, alle
infrastrutture ed agli immobili. Inoltre, per quanto concerne il personale, si prevede
la presenza di un nucleo stabile di dimensioni relativamente ridotte di soggetti
altamente qualificati, a cui si affiancherebbero soggetti contrattualizzati in base agli
specifici progetti attivi, in modo da garantire un adeguato grado di flessibilità della
struttura. Infine, la sostenibilità̀ finanziaria si fonderà sia sull’impiego di servizi e le
competenze presenti nei soci fondatori, sia sul cofinanziamento delle attività da
parte degli enti di finanziamento e dei privati.
Tabella 37 – Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento
Anno
2013
2014
2015
2016
2017
2018
Stanziamenti bilancio (migliaia di Euro)
8.543
6.385
10.385
11.000
11.000
9.722
10.4 Considerazioni utili per un processo di valutazione
Nei seguenti paragrafi, a partire da quanto emerso nelle azioni sinora sviluppate da
Trento RISE, sono presentati e discussi alcuni elementi di possibile criticità con
l’obiettivo di fornire considerazioni utili per la programmazione futura delle attività
dell’associazione.
10.4.1 Governance e programmazione delle attività
Uno degli aspetti di maggiore rilevanza nella valutazione delle potenziali ricadute
future dell’iniziativa attiene il modello di governance e la connessa capacità
dell’associazione di generare ritorni addizionali rispetto all’agire disgiunto dei
due soci fondatori. In linea di principio esiste, infatti, un non trascurabile rischio
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
109
di possibili sovrapposizioni e/o duplicazioni di ruoli e mandati. Diviene, quindi,
essenziale una discussione in merito alle modalità organizzative e gestionali più
efficaci per garantire tale principio di addizionalità ed assicurare il
raggiungimento di un adeguato livello di autonomia della struttura stessa nel
campo delle tecnologie abilitanti.
A questo riguardo, è fondamentale ricordare che Trento RISE dichiara di non
realizzare direttamente attività di ricerca e innovazione, elemento di netta
distinzione rispetto ai soci. Trento RISE dichiara di sviluppare competenze e
presidiare aree non coperte dai soci, integrando il loro operato in quegli ambiti
più prossimi al mercato e che richiedono competenze specialistiche difficilmente
sviluppabili internamente dai soci stessi.
Dal momento che Trento RISE si è candidata, quindi, a rivestire un ruolo
sostanzialmente di “innovation-hub” rispetto alle istituzioni socie, risulta cruciale
il processo di orientamento e allineamento delle attività rispetto alle linee di
ricerca dei soci, al fine di garantire il raggiungimento di opportune sinergie a
supporto dell’innovazione. Nella fase di start-up dell’associazione, questo
processo di coordinamento sembra essere stato subordinato alla necessità di
sperimentare differenti strumenti di intervento e di creare una massa critica di
iniziative e contenuti riferibili all’associazione, che ne favorissero la visibilità, la
connotassero in ambito nazionale ed internazionale e le permettessero di
intercettare potenziali opportunità di investimento da parte di soggetti privati.
Anche in conseguenza di tale approccio iniziale nella programmazione delle
attività, l’attuale spettro degli ambiti di applicazione ICT coperto dalle differenti
iniziative messe in campo da Trento RISE risulta essere assai ampio (si vedano
gli ambiti tematici ed applicativi dei PCP, quelli della formazione su master e
dottorati, quelli dei progetti per PMI, quelli dei flagship projects, quelli di centri
di ricerca delle imprese co-localizzate o in procinto di insediarsi). Al momento le
attività di Trento RISE coprono di fatto tutti i “four pillars” contenuti nel
documento programmatico di ICT Labs a livello Europeo (EIT ICT Labs
“Strategic Innovation Agenda 2013”). Inoltre, lo sviluppo del contesto del nodo
italiano della rete ICT Labs, ad esempio con l’insediamento di centri di ricerca di
soggetti privati, ha condotto a un incremento significativo del numero di
stakeholder coinvolti nella definizione di una agenda delle priorità
tematiche/progettuali (EIT ICT Labs, Fondazione Bruno Kessler e Università di
Trento, Provincia autonoma di Trento, imprese co-locate, altri soggetti affiliati al
nodo). In ottica di programmazione strategica delle attività future e della capacità
di competizione nello scenario internazionale diviene indispensabile una
valutazione in merito alla sostenibilità e competitività di un modello che, pur nel
contesto ICT, appare significativamente diversificato.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
110
Per questa ragione appare prioritario un affinamento del modello di governance
di Trento RISE che preveda la costituzione di un board che garantisca trasparenza
verso gli stakeholder stessi nel processo di definizione del mandato
dell’associazione e rafforzi la partecipazione alla governance delle scelte
strategiche.
Chiaramente, l’assetto del futuro modello di governance dovrà necessariamente
derivare anche dalle scelte in merito alla strategia di sviluppo futuro
dell’associazione, la quale, in ragione del rilevante impegno economico della
Provincia, si trova ad opera in un regime differente rispetto agli altri nodi della
rete EIT ICT Labs.
Rispetto a tale questione centrale è possibile prevedere due principali dinamiche
future di sviluppo, in cui il baricentro delle attività di Trento RISE è focalizzato
rispettivamente verso il supporto all’accesso al network internazionale di EIT,
oppure verso azioni di supporto alla Provincia nella gestione di iniziative per il
sistema locale di innovazione, anche con ambiti di interesse non strettamente
legati alle tematiche proprie della rete EIT.
In linea di principio le due linee strategiche di sviluppo - il coordinamento di
azioni locali e il supporto all’internazionalizzazione delle attività di ricerca
applicata ed innovazione nell’ICT - non appaiono necessariamente incompatibili.
Tuttavia, un ampliamento degli ambiti di intervento di Trento RISE nel contesto
di STAR richiederebbe, a maggior ragione, un più intenso processo di
coordinamento con gli altri stakeholder ed una contestuale esplicita ridefinizione
delle finalità del sostegno da parte della Provincia. Una parziale ridefinizione del
mandato inizialmente previsto per Trento RISE, a favore del supporto alla
Provincia e al coordinamento di STAR, impone una riflessione in merito agli
effetti prodotti sul personale stesso di Trento RISE.
Un allargamento del perimetro del mandato dell’associazione rispetto al focus
disciplinare ed applicativo proprio dell’EIT ICT Labs potrebbe svalutare l’asset
fondamentale dell’iniziativa che consiste specificamente nella opportunità di
mettere in collegamento con reti di innovazione europee l’ecosistema locale della
ricerca ed il tessuto imprenditoriale attivo su tali tematiche. Proprio per questa
ragione, si sottolinea l’importanza per Trento RISE di includere anche nello
statuto dell’associazione un esplicito riferimento sia alla rete EIT ICT Labs sia
alla convenzione con la Provincia.
10.4.2 Strumento del Pre-Commercial Procurement
L’ampio e pervasivo terreno dell’ICT costituisce un’area di specializzazione
portatrice di rilevanti potenzialità di miglioramento delle funzionalità della
Pubblica Amministrazione e in senso lato delle attività gestite e coordinate in
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
111
ambito pubblico. In questo senso lo strumento dei PCP43 presenta in linea di
principio elevate potenzialità proprio sui domini tecnologici presidiati da Trento
RISE. Lo sfruttamento delle potenzialità di stimolo dell’innovazione derivante
dalla domanda pubblica richiede però l’identificazione di ambiti di attività e
servizi di cui si auspica il progresso e che possa essere sostenuto da un percorso
di ricerca e sviluppo e prototipazione. Si chiede a imprese e istituti di ricerca di
condividere con l’amministrazione pubblica il peso del rischio connesso allo
sforzo di ricerca, con la prospettiva che – oltre all’assunzione di una parte dei
costi di ricerca e sviluppo – il soggetto pubblico costituisca un mercato
conosciuto e coordinato per i prototipi che le imprese saranno in grado di offrire.
Nel disegno europeo, l’effetto di stimolo alle imprese si completa poi affiancando
alla guida nella direzione di ricerca e al sostegno di una parte dei costi di ricerca,
la competizione fra sforzi di ricerca e idee progettuali. Infatti il bando PCP
dovrebbe condurre alla selezione di almeno tre progetti e almeno due sviluppi, in
competizione fra di essi. Alla fine del percorso, anche se non si sarà scelti come
fornitori, si sarà comunque accumulata esperienza tale da poter offrire il risultato
raggiunto in altri ambiti pubblici e privati.
Rispetto a tali finalità e modalità di gestione tipici dei contratti derivanti da bandi
per il PCP, l’analisi (ad oggi necessariamente ancora parziale) dei bandi gestiti da
Trento RISE mette in evidenza i seguenti aspetti.
Il testo dei bandi indica in modo piuttosto ampio e generale gli ambiti applicativi
su cui si chiede ai candidati di proporre progetti di ricerca che scaturiscono in
progetti realizzativi. A questo riguardo, sarebbe risultato utile indicare più
esplicitamente le funzionalità di cui si chiede il miglioramento, fornendo quando
possibile alcuni parametri di misura dell’accrescimento atteso delle funzionalità
richieste. Per quanto concerne la scelta delle tematiche progettuali, con
l’eccezione dei bandi per turismo e beni culturali, sui quali si è rilevata una certa
interazione con le strutture di merito della provincia, negli altri casi non si sono
reperite sufficienti informazioni relative a sistematiche indagini svolte
nell’ambito dell’ente Provinciale sui bisogni, su una visione di sviluppo della
Pubblica amministrazione e delle attività ad essa afferenti, né sulla possibile
interazione con le caratteristiche distintive del territorio e dei soggetti economici
e della ricerca ivi operanti.
Nella prima serie di PCP attivati da Trento RISE non era previsto un processo “ad
imbuto” per favorire la competizione fra più partecipanti assegnatari di un
cofinanziamento della ricerca. Per altro, il numero di proposte iniziali ricevute sui
differenti bandi è risultato essere relativamente ridotto (mai superiore a 3 imprese
o RTI) e di fatto non compatibile con uno schema tradizionale di PCP articolato
su più fasi con progressiva riduzione dei soggetti finanziati44. Le motivazioni di
43
Per un’analisi anche giuridica dei PCP banditi da Trento RISE sino al mese di settembre 2013 si veda il già
citato M. Nulli (a cura di), Gli appalti precommerciali in Italia: una ricostruzione fra teoria generale ed esperienze
regionali, Provincia autonoma di Trento, Trento 2013, pag. 68 e ss.
44
Confronta M. Nulli (a cura di), Gli appalti precommerciali in Italia: una ricostruzione fra teoria generale ed
esperienze regionali, Provincia autonoma di Trento, Trento 2013, pag. 68 e ss., disponibile sul sito
http://www.uniricerca.provincia.tn.it .
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
112
tali numerosità, a fronte delle significative risorse finanziarie messe in campo da
Trento RISE, dovranno essere oggetto di opportune considerazioni nella fase di
programmazione di nuovi bandi. A questo riguardo, si evidenzia invece come il
più recente bando PCP concernente su “Piattaforma ICT a supporto di un modello
di integrazione di servizi socioassistenziali, erogati in forma orchestrata” preveda
in modo appropriato tre fasi (solution design, prototype development e small scale
development and field test) con la progressiva riduzione del numero dei soggetti
coinvolti da 4 ad 1.
Entrando nel merito di aspetti tecnici dei bandi, si nota che non viene definito un
termine massimo entro cui chiudere la consultazione interattiva con il mercato
tramite gli operatori preselezionati, e il regime in materia di diritti di proprietà
intellettuale non è predefinito in termini di indirizzo ed è rimesso alla chiusura del
dialogo. Tali scelte potrebbero aver ridotto il grado di trasparenza dei bandi.
Infine, nell’ottica della futura valutazione ex post dell’impatto del finanziamento
attraverso i PCP, sarebbe stato utile prevedere dei parametri di riferimento dei
progressi attesi ai quali rapportare quelli effettivamente raggiunti.
10.4.3 Attrazione e sviluppo di nuovi talenti
Il sostegno alla capacità del sistema Trentino di attrarre ricercatori di talento ed
individui con elevato potenziale nelle aree ICT rappresenta uno degli elementi
principali del mandato di Trento RISE. L’attrazione di capitale umano può
chiaramente avere molteplici forme. Le attività di Trento RISE che hanno una
potenziale ricaduta positiva in questo ambito comprendono la formazione sui
master EIT ICT Labs, le borse di dottorato, i programmi di mobilità
internazionale dei dottorandi, i ricercatori operanti nei centri di ricerca delle
imprese co-locate, l’iniziativa “TechPeaks”, oltre agli innovation manager
direttamente assunti da Trento RISE.
Nel complesso gli strumenti messi in campo appaiono potenzialmente efficaci ed
in alcuni casi (ad esempio per quanto concerne l’iniziativa “TechPeaks”) anche
innovativi nel contesto europeo. Nel caso specifico di “TechPeaks”, proprio in
ragione della innovatività dello strumento, si sottolinea l’importanza di mettere in
campo delle azioni finalizzate al monitoraggio ex post degli esiti industriali delle
idee che sono state promosse attraverso l’iniziativa.
Tale sistema di
monitoraggio, a valle dell’attuale fase di start-up del progetto, dovrebbe
permettere sia un affinamento dei criteri di selezione e supporto finanziario, sia la
valutazione delle ricadute sul territorio dell’iniziativa. Solo la tracciabilità a 2 o 4
anni degli “innovatori” stranieri supportati dal programma (non solo in termini di
successo imprenditoriale ma anche di networking generato per il territorio) potrà
confermare la presenza di un effettivo differenziale positivo dell’iniziativa
rispetto a strumenti tradizionali di supporto all’imprenditorialità high-tech.
Sebbene non sia ancora realizzabile una quantificazione sistematica delle ricadute
complessive di Trento RISE sul piano occupazionale, e tenendo conto della
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
113
centralità del capitale umano come leva di sviluppo, si ritiene che l’impegno
dell’associazione su tale dimensione debba crescere nella programmazione futura.
In particolare, tale impegno potrebbe concretizzarsi su due dimensioni: i) la
destinazione di risorse finanziarie specifiche ad un programma Talenti di Trento
RISE per l’attrazione di ricercatori; ii) la progettazione di call internazionali per i
soggetti (innovation manager) chiamati a gestire e sviluppare il network di Trento
RISE.
10.4.4 Flagship projects
Il portafoglio di attività di Trento RISE comprende 3 progetti flagship (“Smart
Campus”, “Open Data”, “Big Data”) che prevedono lo sviluppo di piattaforme
open-source che dovrebbero essere successivamente fruibili, anche da imprese
locali, per lo sviluppo di applicativi.
Al momento, per il progetto “Smart campus” vi è evidenza di un effettivo ritorno
sul territorio, quantomeno in termini di visibilità e fruibilità. In particolare, alcune
amministrazioni locali si sono interessate alla piattaforma per veicolare servizi ai
cittadini. Sono state inoltre sottomesse delle richieste di finanziamento sempre a
EIT ICT Labs, basate sullo sfruttamento della piattaforma. Gli altri flagship
projects si trovano ancora in una fase di sviluppo. In linea di principio, i flagship
projects potrebbero configurarsi come l’elemento di attrazione locale anche per
gli altri soggetti italiani appartenenti alla rete ICT Labs e dovrebbero quindi
fondarsi sulle punte di eccellenza locale sul piano della ricerca. Secondo questa
prospettiva, non sembra esservi una chiara convergenza tra i contenuti dei PCP, i
programmi di attività dei laboratori co-locati e tali progetti flagship. Al momento,
le applicazioni dei progetti flagship appaiono principalmente rivolte verso
soggetti locali. Ciò da una parte si giustifica chiaramente in una ottica di supporto
allo sviluppo locale di living labs che svolgono un ruolo di stretta
complementarietà nello sviluppo delle piattaforme stesse. Dall’altra, si ritiene
però importante che Trento RISE svolga il proprio ruolo di ponte verso la rete
europea anche, o forse soprattutto, per i progetti flagship. Nell’ottica di una futura
programmazione pluriennale potrebbe essere utile identificare progetti flagship
che si connotino per una maggiore capacità di agglomerazione di risorse ed
obiettivi dei soggetti afferenti al network ICT Labs.
10.4.5 Relazione con altri soggetti trentini attivi negli stessi ambiti settoriali
Dopo la prima fase di lancio appare opportuno riflettere sui confini istituzionali e
tematici di Trento RISE. I dodici gruppi di lavoro congiunti attivati nella fase
progettuale e di impostazione della struttura, e i relativi dodici direttori di ricerca,
che hanno rappresentato l’apice della spinta positiva variegata e aperta
dell’iniziativa a sostegno dell’innovazione, sono stati poi fortemente prosciugati
per concentrare gli sforzi per rispondere alla logica della gara EIT. I partner
piccoli non rientrarono nella struttura che si doveva rafforzare in quella fase per
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
114
candidarsi con chance di successo, e non sembrano essere stati coinvolti in modo
rilevante neppure successivamente.
Le aree su cui la gamma di attività avviate da Trento RISE può avere un impatto
sono numerose: diverse funzioni all’interno della Provincia autonoma di Trento
(quali sanità, scuola e turismo), le strutture provinciali Trentino Sviluppo S.p.A. e
Informatica trentina S.p.A., il processo di elaborazione della strategia di
specializzazione intelligente, le iniziative per le start up, ecc. Sembra quindi
necessario da un lato concentrare gli sforzi su una selezione di aree, verso il
mercato, dall’altro ampliare la partecipazione ad una forma di coordinamento che
smussi gli attriti, e le possibili sovrapposizioni o duplicazioni, valorizzando ruoli
e compiti distinti e ben definiti ed in grado di dare a Trento RISE costanti
elementi di indirizzo. Con l’obiettivo di esemplificare le modalità di interazione
tra Trento RISE, Trentino Sviluppo S.p.A. ed Informatica Trentina S.p.A., si
riportano qui sotto degli estratti dalle interviste realizzate con la direzione di
Trento RISE.
Quali sono i rapporti con Trentino Sviluppo, agenzia provinciale attiva anche nel
sostegno all’imprenditorialità, rispetto alla linea di attività ‘Business’ del piano di
lavoro di Trento RISE?
“Per quanto riguarda le attività relative alla creazione di nuove imprese è stato
mantenuto aperto un canale di comunicazione e collaborazione tra il gruppo di
Creazione di Nuova Impresa di Trento RISE e l’Area di Servizi per
Imprenditorialità di Trentino Sviluppo [….] Trento RISE e Trentino Sviluppo
hanno pianificato insieme l’offerta di formazione imprenditoriale dei due enti
rivolta a nuovi imprenditori per l’anno 2013: tale offerta si è concretizzata in un
corso con il contributo di entrambi gli enti per la formazione dei partecipanti alla
finale del concorso D2T del 2013 e con la partecipazione di Trento RISE alla
giuria dello stesso concorso. Infine, è avvenuto durante tutto il 2012, un
confronto sulle startup innovative che richiedevano il supporto all’uno o all’altro
ente, in modo da coordinare il supporto fornito pur mantenendo l’indipendenza
decisionale e operativa sulle singole iniziative. Trento RISE ha coinvolto
Trentino Sviluppo sulle attività cosiddette di “soft landing” messe in atto da EIT
ICT Labs, ovverosia tutta la tipologia di servizi volti a favorire l’insediamento di
aziende estere sul territorio trentino. Durante il 2012, non si sono tuttavia
verificate richieste provenienti da questo canale per cui operativamente non è
stato eseguito alcun insediamento.
Qual è il rapporto con Informatica Trentina?
“Il rapporto con Informatica Trentina si articola attraverso la condivisione
informativa e il confronto critico […] Informatica Trentina, in qualità di
strumento di sistema della Provincia, è stata continuamente coinvolta nella
maggior parte dei progetti PCP attivati, per il tramite della PAT. In modo
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
115
sintetico, la suddivisione dei ruoli è la seguente: Trento RISE attiva le iniziative
di innovazione, mentre Informatica Trentina le istanzia su progetti pilota mirati a
capitalizzare i risultati sull’utente PAT”.
A fronte di queste percezioni dei confini di responsabilità ed operatività di
Trentino Sviluppo e di Informatica Trentina rispetto a Trento RISE, è auspicato
un ripensamento delle aree di operatività delle due prime al fine di garantire la
valorizzazione delle risorse umane e dell’esperienza accumulata, in ottica
collaborativa e addizionale. Nei concreti casi della definizione dei bandi PCP e
della futura valutazione e possibile selezione ai fini di adozione dei prototipi che
scaturiranno dalla realizzazione delle attività di ricerca e sviluppo, il
coinvolgimento di Informatica Trentina S.p.A. potrebbe essere ampliato e reso
continuativo.
10.4.6 Autovalutazione ed accountability
Trento RISE ha provveduto a nominare un proprio nucleo di valutazione. Il
modello valutativo di EIT ICT Labs si basa sulla definizione e misura di specifici
Key performance indicators (a livello di intera KIC, di Co-Location Center, e di
specifiche aree business – education – research). Rispetto all’impianto
metodologico già disponibile a livello europeo, Trento RISE dovrà sviluppare un
modello che tenga conto delle peculiarità del sistema Trentino e dello specifico
assetto dell’associazione per quanto concerne i soggetti finanziatori. Per questa
ragione nel processo di auto-valutazione dovranno trovare spazio indicatori
relativi anche alla capacità di autofinanziamento tramite l’attrazione di capitali
extra Provincia e misure di impatto sulla qualità dei servizi della pubblica
amministrazione. In questa fase si raccomanda che il piano pluriennale delle
attività in corso di finalizzazione contenga già un esplicito riferimento ai
parametri utili per la valutazione in itinere ed ex-post delle iniziative.
10.5 Conclusioni
Trento RISE ha portato a compimento le fasi di integrazione nella rete europea EIT
ICT Labs, di strutturazione operativa e di definizione degli strumenti di intervento.
Nella fase di start up l’associazione ha avviato un numero significativo di iniziative
declinate su differenti strumenti di intervento. Durante questo periodo sono stati
raggiunti una serie di importanti risultati:
•
•
•
•
•
co-localizzazione di centri di ricerca;
avvio di iniziative di alta formazione nell’ICT;
lancio di strumenti innovativi per l’imprenditorialità;
iniziative di animazione scientifica e culturale;
assegnazione di risorse su bandi di pre-commercial procurement.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
116
Sul piano finanziario l’incidenza maggiore è stata quella sui bandi pluriennali per la
ricerca applicata. Se si considerasse Trento RISE prevalentemente un gestore di fondi
della Provincia per strumenti dedicati allo sviluppo scientifico e industriale nell’area
ICT, il rapporto tra le risorse erogate ai percipienti finali (imprese/centri
ricerca/studenti) e i costi gestionali della struttura dell’associazione potrebbe indurre
valutazioni negative sull’efficienza di tale tipologia di iniziativa. In questa
prospettiva, il mandato di Trento RISE si giustifica solo in ragione del valore
aggiunto sulla qualità delle ricadute di medio e lungo periodo generate sul territorio,
in conseguenza della capacità di qualificare la domanda e l’offerta di innovazione
grazie all’accesso al network europeo ed alla dotazione di capitale umano altamente
qualificato derivante dai soci. La capacità futura di Trento RISE di sviluppare e
rendere effettive tali potenziali ricadute appare essere condizionata da una serie di
fattori che attengono alla governance adottata e agli strumenti su cui si investirà.
A questo riguardo è importante sottolineare come la possibile futura contrazione delle
risorse messe a disposizione dalla parte della Provincia rappresenterà un fattore
determinante per scelte in merito al riassetto organizzativo della struttura e alla
focalizzazione delle attività. In particolare, i dati più recenti in merito al costo del
personale (2,2 milioni annui per personale dipendente a tempo determinato ed 1,5
milioni annui per contratti co.co.pro.) appaiono di difficile sostenibilità di medio
periodo in assenza di una significativa capacità di autofinanziamento della struttura
su fondi extra-provinciali.
Rispetto alla questione della governance e del conseguente perimetro degli ambiti di
interesse di Trento RISE, si selezionano le seguenti aree di riflessione.
• Definizione di un piano strategico che tracci il percorso futuro rispetto a tre
assi fondamentali: i) rapporti con la Provincia, ii) ruolo del personale dei soci
operanti in Trento RISE, iii) rapporti con gli altri soggetti di STAR.
• Chiarificazione del baricentro delle attività di Trento RISE rispetto a due
differenti poli: ruolo di supporto all’accesso al network internazionale di EIT,
ruolo di supporto alla Provincia nella gestione di iniziative per il sistema locale
di innovazione, anche con ambiti di interesse non strettamente legati alle
tematiche proprie della rete EIT.
• Adozione di un modello di governance che garantisca trasparenza verso gli
stakeholder nel processo di definizione del mandato dell’associazione e
rafforzi la partecipazione nelle scelte strategiche.
• Ridefinizione di un assetto organizzativo snello con l’obiettivo di contenere i
costi del personale e contestuale investimento nel fundraising extra-Provincia
per supportare la sostenibilità economica di medio periodo.
• Riaffermazione della divisione dei ruoli con Trentino Sviluppo S.p.A. e
Informatica Trentina S.p.A., tramite una stabile e strutturata collaborazione.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
117
Rispetto alle specifiche azioni sviluppate e ai connessi strumenti, si evidenziano i
seguenti elementi che possono costituire input per gli interventi futuri:
• Indirizzo di stimoli innovativi a una rosa più ampia di imprese: maggior dialogo
con il mondo economico trentino, coinvolgimento di imprese trentine e
attrazione di imprese extra-territorio con caratteristiche complementari a quelle
già insediate e radicate in Trentino.
• Ampliamento della funzione di monitoraggio di opportunità innovative nel
mercato per le aree di ricerca dei due soci fondatori, offrendo questo servizio di
supporto anche agli altri soggetti coinvolti nelle attività; tenuto conto della rete
di relazioni, dell’accesso a un volume rilevante di fondi, e della capacità di
acquisire risorse qualificate, è indispensabile che questa funzione venga messa
a disposizione di altri soggetti.
• Progettazione dei bandi PCP. La qualità degli esiti dei futuri bandi dipenderà
dall’efficacia dell’interazione con i componenti della Pubblica
Amministrazione potenzialmente beneficiari, in quanto espressione dei
fabbisogni innovativi e adottatori finali dei prodotti/servizi. Il numero di
proposte iniziali ricevute sui differenti bandi è risultato essere relativamente
ridotto. Le motivazioni di tali numerosità, a fronte delle significative risorse
finanziarie messe in campo da Trento RISE, dovranno essere oggetto di
opportune considerazioni nella fase di programmazione di nuovi bandi.
• Mantenimento degli scambi di esperienze e della costruzione di collaborazioni
con gli istituti omologhi di EIT, in quanto tale legame e la rete di opportunità e
di collaborazioni che dal legame scaturiscono, costituiscono il plus, la raison
d’etre di Trento RISE, da valorizzare ben oltre la sfera dei due soci.
• Identificazione di progetti flagship che si connotino per una maggiore capacità
di agglomerazione di risorse ed obiettivi dei soggetti afferenti al network ICT
Labs.
• Investimento in forma mirata sul capitale umano destinando risorse specifiche a
un programma Talenti di Trento RISE.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
118
11. L’indagine sui soggetti provinciali
11.1 Premessa
Tra gli elementi emersi al momento della presentazione del Rapporto intermedio in
merito alla percezione dello sforzo fatto negli anni in materia di ricerca e
innovazione e all'impatto che si è determinato sul territorio e sulla realtà trentina, era
stata da più parti sottolineata l’esigenza di una migliore conoscenza di come alcuni
rilevanti interlocutori privilegiati, non precedentemente contattati, fossero allo
stesso tempo in grado di esprimere opinioni e promuovere suggerimenti. Questo
anche sulla falsariga di una precedente esperienza del CVR nel 2008 che aveva visto
intervistare un campione pesato della popolazione al fine di comprendere il grado di
conoscenza e di partecipazione ai processi di trasformazione in atto.
Venuta meno l’opportunità, per motivazioni economiche e temporali, di potersi
avvalere delle stesse competenze della passata edizione, in particolare il Servizio
Statistica e la consulenza del prof. M. Bucchi dell’Università di Trento, il CVR, nel
quadro degli approfondimenti previsti per la redazione di questo Rapporto, ha
promosso con risorse proprie un’indagine esplorativa verso stakeholder del sistema
pubblico della ricerca, realizzata con il supporto del Servizio Università e Ricerca
scientifica tra il mese di agosto e settembre 2013.
11.2 L’indagine
L’indagine è consistita in 19 interviste a esponenti istituzionali e della comunità
scientifica, individuati come figure dirigenziali della Pubblica Amministrazione o
con profili di responsabilità tra i ricercatori senior, e in ogni caso selezionati per la
prossimità di ruolo o per l’esperienza acquisita in ambiti di attività propri del
sistema trentino della ricerca. Vista la stagione dell’anno e la richiesta di
disponibilità con limitato preavviso, si è operato su un campione non
rappresentativo in termini statistici ma certamente indirizzato a rappresentare una
varietà di tipologie corrispondenti agli obiettivi dell’indagine e, in particolar modo,
a cogliere indicazioni circa le criticità e suggerimenti in merito alle prospettive.
La disponibilità e l’interesse unanimemente espressi dagli interlocutori hanno
suggerito ai conduttori di favorire l’esposizione estesa del proprio punto di vista e la
personale lettura di singoli aspetti del sistema della ricerca, piuttosto che richiamare
a una puntuale trattazione dei temi in elenco, accettando che, anche per i ruoli
diversi ricoperti, non tutti rispondessero a ogni domanda e alle stesse domande.
Le interviste, che hanno comportato una durata complessiva di oltre 50 ore, sono
state condotte tutte in presenza e in forma di colloquio libero, a partire da una
traccia tematica trasmessa anticipatamente (presente negli allegati di questo
Rapporto come traccia sintetica).
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
119
11.3 L’analisi delle risposte
Per come è stata svolta l’indagine e per la tipologia delle risposte raccolte, il
Comitato ha privilegiato l’aggregazione delle segnalazioni che sono state
clusterizzate in base anche a una loro riclassificazione per numerosità e rilevanza.
La natura esplorativa e qualitativa ha favorito questo processo il cui scopo
principale è stato quello di raccogliere commenti, indicazioni e suggerimenti, in
linea di principio in ordine inversamente proporzionale come numero.
Tra le considerazioni ricorrenti, e tralasciando le numerose notazioni inerenti in
modo specifico la strumentazione predisposta per il funzionamento delle politiche
della ricerca e i meccanismi di finanziamento dei diversi soggetti e altri aspetti più
tecnici, da rinviare per un’analisi più dettagliata alle ipotesi di revisione e di
ridefinizione normativa, ricorrono da parte degli intervistati alcune riflessioni di
carattere più complessivo ampiamente condivise e mancate risposte meritevoli di
attenzione.
Pochi e tendenzialmente positivi i commenti rilasciati a proposito degli strumenti di
programmazione e finanziamento pubblici della ricerca scientifica – Programma
Pluriennale della Ricerca, Accordi di Programma e Bandi – ritenuti migliorabili in
alcuni aspetti ma complessivamente adeguati ed efficaci, e soprattutto attestanti una
dimensione di considerevole lungimiranza politica che è stata anche fautrice nel
tempo di un'aumentata sensibilità culturale nella comunità trentina verso i temi della
ricerca.
Più numerosi e controversi i commenti relativi alle modalità di supporto della
ricerca industriale, in particolare per quanto riguarda la procedura a sportello, la
generosità dei contributi e la tempistica di erogazione.
Nello specifico dei meccanismi operativi, l’articolata organizzazione delle politiche
di finanziamento alla ricerca pubblica, e le relative modalità di attuazione, risultano
conosciute in termini piuttosto generici dalla dirigenza provinciale interpellata (otto
intervistati), che afferma di avere cognizioni approfondite esclusivamente riferibili
al settore di competenza, mentre i referenti della comunità scientifica dimostrano
una maggiore dimestichezza con le problematiche, le procedure e i meccanismi
della materia in senso lato. Appare quindi evidente un’asimmetria tra i soggetti
scientifici maggiormente motivati a ricercare i diversi possibili canali di
finanziamento e i responsabili amministrativi maggiormente incardinati sui propri
domini.
Gli intervistati, riconducibili a centri di ricerca o al mondo universitario, pur
esprimendo riflessioni derivate dalla propria esperienza specialistica e connesse a
specifici settori scientifici, sembrano rappresentare una buona consapevolezza del
contesto istituzionale di riferimento e della complessità del sistema provinciale della
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
120
ricerca, e questo è di buon auspicio rispetto al processo costitutivo di un sistema
trentino maggiormente integrato.
Tra i temi maggiormente esplorati e sui quali si sono addensati numerosi commenti
da parte di tutti gli interlocutori, emerge quello delle relazioni, sia interne alla
Provincia, sia esterne, tra l’Amministrazione e gli altri attori del Sistema, tema che
può essere declinato in tante direzioni e che include, nella sua trattazione, diverse
responsabilità ma può essere ricondotto a un ripensamento circa la governance.
Ugualmente sentito il tema della comunicazione in senso lato sul territorio, con
suggerimenti di incontri mirati rivolti ai diversi target interessati – dai soggetti
sociali agli organismi di rappresentanza locali - e indicazioni di una più efficace
qualità informativa delle iniziative, ma anche di azioni dirette a un maggiore
coinvolgimento e responsabilizzazione della cittadinanza più genericamente intesa.
Emerge forte e da parte di quasi tutti, la richiesta di una partecipazione più costante
nel processo decisionale finalizzata a una maggiore condivisione delle scelte.
Si delinea con chiarezza, sebbene resti da capire se sia causa o effetto di una
conoscenza parziale del sistema, la sensazione, da parte degli intervistati, che scelte
e indirizzi vengano definiti “altrove”, in una dimensione dove il loro
coinvolgimento non è previsto, e il cui disegno politico non è tracciato con
chiarezza e comunque non è percepito affatto.
Nonostante l'unanime riconoscimento che molti passi avanti positivi nelle politiche
della ricerca sono stati realizzati, per la definizione di una cornice di sistema, molti
interlocutori lamentano il fatto che non ci sia oggi un disegno generale in cui
riconoscersi, che quello che succede avviene per decisione di pochi, se non proprio
casualmente, senza un esplicito progetto di sviluppo o una regia che dica dove si
vuole puntare.45
Questo mancato coinvolgimento è denunciato: lato dirigenza, quasi come una
insufficienza progettuale, di programmazione e di gestione, come l’assenza di una
riflessione e condivisione dei temi importanti per il Trentino, sui quali il territorio
può e deve svilupparsi, e che tutti ritengono essere tre o quattro, in testa a tutti
45
“Ci vuole uno strumento che faccia sintesi, che raccogliendo gli stimoli dei vari ambiti sappia integrare i vari
piani di settore in una programmazione complessiva e armonizzata, anche dove ci sono interessi contrastanti"; "ci deve
essere un indirizzo della Provincia, che espliciti le caratteristiche del modello a cui vogliamo tendere, quali sono le
nostre possibilità reali, dove possiamo crescere realmente"; "bisogna portare a compimento una capacità di governo
della ricerca”; “la funzione di coordinamento deve essere costituita e questa funzione deve assorbire la responsabilità
sullo sviluppo della ricerca futura"; "il sistema trentino è ancora incapace di fare rete, non c'è sinergia e reale
integrazione nelle competenze”; “rilevo una mancanza di raccordo e di conoscenza, di messa in comune delle
informazioni, di un luogo dove si condividano le scelte, anche con le categorie e le parti sociali, al di là di un Piano di
sviluppo troppo astratto (...) non ci hanno mai abituati a lavorare insieme, e anche agli enti è andato bene lavorare
separati”; “ci vuole una azione di governance tra ricerca lavoro formazione..."; "ci vuole oggi un ulteriore scatto in
avanti, una programmazione coordinata, in particolare per temi trasversali, che riguardano l'industria ma anche la
formazione, la trasformazione, e così via..."
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
121
‘territorio e ambiente”; lato ricerca, come un mancato coinvolgimento sulle
tematiche per le quali ci sono un potenziale di ricerca e attività significativi.
Se spazi di collegialità sono previsti dal sistema pubblico per il confronto e
l'assunzione dei principi di programmazione generale, di fatto sembrano essere stati
poco o mal praticati, per quanto riguarda almeno gli orientamenti delle politiche per
la ricerca.
Da parte loro, dicono alcuni ricercatori che, non capendo dove la Provincia vuole
andare, né quali siano gli obiettivi dell’Amministrazione, all’interno del loro stesso
campo non sono in grado di orientare il lavoro su una specifica pista piuttosto che
un’altra; potrebbero essere molto utili lavorando su un fronte e magari si trovano
invece impegnati su un altro. Sono difficoltà di dialogo, di coordinamento, e quindi
di finalizzazione, che ostacolano l'incrocio virtuoso tra le diverse possibilità di
ricerca che il territorio esprime e le richieste che potrebbero arrivare dalla
Provincia46.
La narrazione proposta dalle interviste delinea un quadro nel quale la componente
scientifica e tecnica è in grado di muoversi nel mondo della ricerca con buona
cognizione di causa, mentre quella gestionale amministrativa è più discontinua sugli
indirizzi da promuovere; se la comunità scientifica sa di cosa si parla, è motivata, è
in grado di definire quali obiettivi perseguire e cosa può fare, l’Amministrazione,
anziché essere identificata come il soggetto pubblico che indirizza e supporta,
finisce col rappresentare unicamente quello che garantisce la disponibilità delle
risorse.
Il rapporto tra la comunità scientifica, capace di pianificare e condurre senza
soluzione di continuità le proprie attività, anche in assenza di espliciti desiderata del
finanziatore pubblico, e il mondo della pubblica amministrazione, più forte e
credibile nella disponibilità di risorse che nel qualificare i compiti della ricerca, le
competenze da rafforzare, e nel definire un piano strategico a lungo termine e in
modo coerente i documenti programmatici conseguenti, avrebbe comunque prodotto
negli anni una sorta di equilibrio non formalizzato tale da consentire una crescita
generale del sistema, messo in crisi solo recentemente dalla prospettata contrazione
dei finanziamenti.
Affiora infatti, dalle riflessioni degli intervistati, la crescente consapevolezza che
l'inevitabile prossima contrazione delle risorse, e la conseguente modifica della loro
46
"I vertici delle istituzioni sono quelli che hanno sicuramente la visione più completa, ma anche una maggiore
distanza dal momento operativo"; " sarebbero utili consultazioni allargate, specialmente facendo riferimento al mondo
tecnico, non tanto agli AD ma agli operatori, ai responsabili di produzione”; “potrebbe servire qualche incontro
allargato, che permetta di approfondire specifiche tematiche, incontro non solo tra i decisori, ma con lo staff tecnico, in
affiancamento ai dirigenti, che devono essere supportati da persone con qualche ora da dedicare, qualcuno che abbia
tempo di assumere le cose, vagliarle, entrare un po' nell'argomento, vedere se c'è qualche spunto importante, dire in
che direzione si sta andando e si può andare, per evitare processi decisionali fatti anche in buona fede ma senza la
conoscenza del livello operativo”; “c'è bisogno di capire quali infrastrutture industriali privilegiare, quali ricadute si
perseguono”; “vanno introdotti meccanismi di accountability e responsabilità delle persone”; “va esercitato un
indirizzo ma dentro una continuità temporale, creare un'agenda di sviluppo e poi sostenerla nel tempo".
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
122
gestione e delle normative che ne determinano l'impianto di erogazione,
comporteranno in modo sempre più stringente la necessità di privilegiare anche a
livello territoriale alcune specializzazioni piuttosto che altre, che permettano di
finalizzare meglio investimenti e attività. Se ne ricava così l'impressione che sia
questo il vero tema che oggi mette in discussione il bilanciamento del passato tra gli
attori in campo e fa reclamare da parte dei soggetti intervistati una maggiore
condivisione e uno schema cooperativo nel quale ogni attore possa riconoscersi.
Una cooperazione più vissuta come strumento di difesa che non percorso obbligato
per la crescita e lo sviluppo.
Nasce anche da qui la richiesta di un percorso leggibile di produzione del processo
decisionale, dove le giustificazioni siano argomentate, i tavoli di confronto aperti,
anche a livelli diversi di responsabilità e operatività, efficaci e in grado di favorire il
dialogo tra gli attori e le differenti visioni, i luoghi di confronto riconosciuti, i
contributi di ognuno accolti e approfonditi, in una cornice organizzativa dove
l'elaborazione delle politiche passi attraverso nuove modalità di concertazione.
E in vista della maggiore selettività e attenzione nell'impiego e nell'utilizzo
programmato delle risorse si sostanzia anche la richiesta di una governance diversa,
rappresentativa dell'interesse delle diverse questioni in campo.
Più di un interlocutore denuncia un deficit strutturale di identificazione di un luogo
di confronto che veda dialogare decisori, operatori amministrativi ed esecutori
scientifici, superando le dinamiche che hanno finora visto prevalere i rapporti
personali anziché quelli strutturati, nel quadro di una dimensione finalmente
istituzionale.47
La difficoltà infine, in particolare da parte della dirigenza provinciale, a identificare
risultati significativi della ricerca trentina, sembra confermare, da un lato,
un'insufficienza comunicativa del sistema, poco incline o capace di restituire alla
collettività il senso della ricerca sostenuta e degli investimenti fatti e, dall'altro, il
persistere di un'asimmetria tra la forte attenzione dell'Ente pubblico al tema della
ricerca e dell'innovazione, e l'assunzione, da parte dello stesso soggetto
amministratore, di una responsabilità conoscitiva di quali siano gli esiti
effettivamente prodotti dalle proprie politiche.
47
"Il sistema si muove ancora in maniera disordinata, mancando di visione strategica (...) emergono iniziative
anche di alto livello, ma non orientate, prive di una finalizzazione esplicita, senza una strategia di lungo termine, a
partire dal posizionamento del Trentino per quello specifico settore"; “serve una cabina di regia che coinvolga tutti gli
attori, pubblici e privati: se manca un riferimento chiaro, ognuno programma per sé (...) ritengo che sia un'esigenza
molto sentita e diffusa anche da parte del privato, che ha bisogno di capire dove la Provincia vuole andare, ed essere
parte di un momento di condivisione su questo, nel quadro di un impegno comune a fare sistema. Altrimenti ognuno si
ingegna a modo suo, prova, va per tentativi" ; "si sono creati in ambito provinciale dei territori di grande
autoreferenzialità, molto impegnati a sancire la loro bravura e i risultati, ma poco inclini a vedere l'aspetto di
sistema"; "ci vuole un luogo dove questi rapporti vengano tenuti, dove venga gestito il monitoraggio, raccogliendo e
organizzando le informazioni su cosa si sta facendo, ma anche sul modo in cui le iniziative potrebbero essere
raccordate”; "è necessario un approccio organico e interrelato tra settori che hanno una valenza di interesse comune";
“credo che a monte vada condiviso un modello di sviluppo economico: tutto il resto diventa strumentale, attuativo,
interpretativo".
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
123
Tra le altre considerazioni raccolte, numerose quelle relative al mondo
imprenditoriale trentino, spesso giudicato impreparato o comunque
insufficientemente ricettivo nei confronti della ricerca e quindi incapace di
sviluppare con questa un rapporto virtuoso che lo veda interessato a utilizzarne i
risultati, sostanzialmente più attento a miglioramenti incrementali di carattere
tecnologico che a progetti di partenariato scientifico. Sul fronte degli Enti di ricerca,
d'altro canto, di cui pure si misura tutta la distanza dal tessuto economico locale, con
il quale non sembrano ancora essere maturate organiche sinergie, non è risolta e,
anzi, è elemento di tensione, la dicotomia tra attività di ricerca a valenza
internazionale e iniziative con dirette ricadute locali sul mondo produttivo.48
Nello specifico delle aree prioritarie, quelle, ampie, indicate dai documenti di
programmazione, non vengono contestate in riferimento all'ambito coperto, mentre
ciò che viene discusso è l'assenza di argomentazioni a loro giustificazione, e le
aggettivazioni e specificazioni utilizzate, giudicate incomprensibili in quanto slegate
da una reale programmazione. Ancora una volta si sottolinea come la chiarezza
auspicata sia possibile solo coinvolgendo le persone che si occupano dei temi
specifici, con un livello di consultazione oggi mancante e di verifica in itinere, ad
esempio con dei sopralluoghi. L'informazione, viene detto, passa oggi solo
attraverso gli atti formali, e questo è frustrante.49
Il tema delle vocazioni territoriali, se non si risolve in una lettura corale delle
prospettive di sviluppo, registra comunque molte voci convergenti e il richiamo alla
necessità di prestare massima attenzione alle possibilità offerte dall'innovazione e
dalla tecnologia.
Turismo, agroalimentare, risorse rinnovabili ed energia, territorio e ambiente, sono
ritenuti gli ambiti da presidiare e su cui investire maggiormente; connessi e talvolta
in competizione tra loro, a volte costosi, rappresentano comunque a detta di tutti
competenze distintive del territorio, che possono bene avvantaggiarsi
48
"Tesaurizziamo i risultati e vediamo cosa possiamo farne (...) C'è la possibilità di attivare iniziative o pensare
che ci siano aree in cui sviluppare un comparto industriale? Per quale motivo l'industria non guarda alle soluzioni
tecnologiche che la ricerca ha prodotto? Non pensa di investire in questo? Forse mancano le competenze tecniche
specifiche"; "le associazioni di categoria conoscono molto poco della ricerca, non interagiscono, non chiedono,
bisogna creare tra loro conoscenza, che è anche meglio che dare un contributo al singolo imprenditore";
"bisognerebbe anche capire la percezione che il mondo produttivo ha della ricerca, se ci sono dei desiderata
andrebbero espressi e raccolti”; "l'offerta da parte della ricerca è molto ampia ma l'impresa trentina non ne approfitta,
è più interessata all'innovazione, le categorie sono ascoltate ma non sono in grado di qualificare la domanda”;
“l'impressione che il pubblico sia più pronto del privato ad agire in modo orientato a sistema, è una caratteristica
positiva”; "l'impresa fa fatica a concepire il trasferimento del ricercatore in pianta stabile, la ricerca è concepita
ancora come un modulo”; “gli incentivi alle imprese garantiscono un aggiornamento tecnologico, una rigenerazione
dell'apparato produttivo, sono una spinta verso l'innovazione incrementale" ;"non si parla abbastanza di settori di
intervento che hanno particolare rilevanza per il Trentino in termini di ricadute produttive"; “accanto all'esito
dell'obiettivo della ricerca, va valutata la capacità di generare crescita economica, con l'individuazione dei
fabbisogni”; “penso a un Centro di competenza comune tra comparto della ricerca e comparti produttivi, che affronti
argomenti orizzontali di interesse di tutti i comparti produttivi, dove si cerchi di integrare le capacità dell'ente di
ricerca, l'università e le esigenze del mondo produttivo, un luogo di produzione e di applicabilità della conoscenza, uno
strumento a valle, in modo da lavorare sulla ricaduta fin dal momento stesso in cui un'iniziativa parte.”
49
"Per utilizzare la nostra ricerca, si deve sapere cosa stiamo facendo (…) così per poterla mettere in relazione
con altri progetti, facilitare la maggiore e migliore definizione dei temi, trasferire informazioni, condividere un
lessico".
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
124
dell'importante apporto della ricerca e dell'innovazione e beneficiare dei processi di
trasferimento tecnologico.50
Infine, i commenti sugli aspetti della comunicazione propri della ricerca,
testimoniano un grado molto variabile di approfondimento ma anche la costante
convinzione che ci sia ampio margine di miglioramento e affinamento per questa
funzione, sia tra i protagonisti interni al sistema che verso l'esterno, la collettività,
per quanto attiene ad esempio ai temi e agli esiti dei progetti. E' concorde l'opinione
che sia necessario andare al di là delle relazioni per e tra i singoli attori, a favore di
una visione, anche negli aspetti comunicativi, di sistema, ben oltre l'informazione
sui soli dati quantitativi. Non solo i diversi soggetti ma anche la Provincia deve
spiegare perché e cosa fa per la ricerca, e i risultati della sua politica, con un
modello di comunicazione finalizzato, orientato al sistema delle imprese, dei
professionisti, delle associazioni di categoria, e lo svolgimento di un ruolo più
efficace di intermediazione, che curi la ricaduta della ricerca sul territorio e le sue
applicazioni, attraverso figure intermediarie con le competenze adeguate per una
comunicazione diversificata. Di particolare rilievo è ritenuta, da parte di diversi
intervistati, l'attività di comunicazione diretta sul territorio e in periferia, nei
confronti dei Comuni, delle Comunità di valle e degli stakeholder in generale, per
attivare un processo organico, dove la dimensione dello sviluppo si integri con altre
dimensioni, tenendo conto che più l'utenza è generalizzata più i professionisti della
comunicazione possono supportare i diversi soggetti nel trattare i temi sensibili con
alti livelli di interesse tra la popolazione.
11.4 Considerazioni conclusive
L’indagine restituisce una fotografia della situazione, letta attraverso le interviste a
alcuni interlocutori privilegiati, che può essere interpretata secondo due direzioni di
analisi. Da una parte il tema delle relazioni e della comunicazione e, dall’altro, una
domanda di coordinamento e di maggior conoscenza circa le prospettive future.
Appare in un certo senso curioso il richiamo a un disegno generale per una realtà
che su questi temi ha fatto delle precise scelte di programmazione (strumenti,
soggetti, risorse) anche se in alcuni casi non sempre rispettate, soprattutto se si
accompagna questa riflessione a una percepita scarsa conoscenza di quello che
effettivamente si sta facendo.
Il problema è destinato ad aumentare in occasione degli avvicendamenti in atto e
della riduzione di risorse, entrambi elementi che potrebbero favorire un approccio
difensivo che già emerge in alcune risposte. E, soprattutto, servono interventi
radicali in grado di ribaltare l’asimmetria tra una comunità scientifica che ritiene di
sapere quello che vuole e un sistema di governo parcellizzato, asimmetria che
rischia di replicare la situazione già verificatasi in occasione della stesura degli
50
“Bisogna coordinare con sapienza le richieste vecchie e nuove del territorio, le conoscenze del nostro
patrimonio di risorse, capire come gestire il conflitto, attraverso un sistema interdisciplinare di conoscenze per una
comune visione sulle principale fonti di ricchezza del Trentino e decidere assieme in che direzione vogliamo andare."
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
125
Accordi di Programma e del limitato incardinamento tra gli indirizzi e le scelte del
Programma Pluriennale della Ricerca e la sua implementazione nei fatti.
Al di là degli aspetti nominali il rischio di autoprogrammazione può essere
affrontato impegnando nel processo decisionale competenze e responsabilità esterne
al sistema, come con lungimiranza si è dato seguito in modo formale da quasi tre
lustri anche se questo può suonare un costo o un ritardo rispetto a una soluzione “fai
da te” volta a tradurre la necessaria partecipazione, da tutti auspicata, in modelli
potenzialmente consociativi. Anche perché, così facendo, si spezzerebbe
quell’equilibrio, una sorta di accordo non formalizzato, che prevedeva una sorta di
eterodirezione da parte della componente tecnico scientifica rispetto alla crescita
generale. Nella situazione attuale, riducendosi le risorse, la componente tecnico
scientifica faticherà sempre di più a convergere sulle esigenze rendendole
compatibili tra di loro, impegnando di conseguenza la dirigenza politica e
amministrativa a un ulteriore e significativo passo in avanti nel definire linee e
obiettivi. Il percorso attivato negli ultimi mesi e relativo alla produzione del
documento di “specializzazione intelligente” rappresenta un punto di coagulo di
questi processi che va al di là della scadenza in quanto tale. Ancora una volta sulla
spinta di vincoli esterni, ora H2020 e Smart Specialisation Strategy, si creano le
condizioni perché il triangolo costituito dai decisori politici, dai soggetti
amministrativi e dalla comunità scientifica organizzata nelle sue strutture e
istituzioni, converga in un processo decisionale e selettivo che, per la prima volta
deve fare i conti con risorse interne certamente decrescenti e con un contesto esterno
nazionale impoverito e internazionale ancora più competitivo.
La domanda di un luogo unitario di confronto, che non necessariamente coincide
con la realizzazione di una “cabina di regia”, può dunque essere letta come una
prima risposta positiva rispetto alle incertezze del futuro e starà all’Amministrazione
determinare le condizioni per una risposta.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
126
CONCLUSIONI E SINTESI
12. Conclusioni generali e sintesi del Rapporto
12.1 Presentazione
Questa sezione del Rapporto contiene la sintesi ragionata degli elementi chiave del
documento, a partire dal richiamo al percorso seguito che può essere schematizzato
secondo quattro fasi, corrispondenti a distinti momenti che hanno caratterizzato il
lavoro del Comitato e che sono riassunti nell’elenco seguente:
1. La validazione, con i relativi aggiornamenti, del modello di valutazione
predisposto dallo stesso Comitato e condiviso con gli altri attori e decisori, e
degli strumenti necessari per la sua implementazione
2. La raccolta e l’armonizzazione della documentazione, delle informazioni e dei
dati necessari all’esercizio valutativo e, anche attraverso questi, il sostegno alla
creazione di un’autonoma capacità operativa e organizzativa in materia di
valutazione all’interno dei soggetti provinciali
3. La produzione di un Rapporto intermedio che, a partire dal monitoraggio sugli
avanzamenti delle attività nell’esecuzione dei documenti di indirizzo e
programmazione, fosse in grado di tradurre le criticità individuate in
raccomandazioni, graduando le stesse in ragione degli interlocutori e della
praticabilità
4. Il completamento dell’analisi interpretativa e l’aggiornamento dei dati
disponibili per il monitoraggio attraverso la raccolta di nuove informazioni, il
dialogo con i soggetti in merito alle raccomandazioni proposte, l’estensione a
tre nuove aree di indagine (la ricerca industriale, l’Associazione Trento RISE e
le interviste ad alcuni stakeholder provinciali) che costituiscono la seconda
parte di questo Rapporto e le cui considerazioni, per gli ambiti di competenza,
sono parte integrante delle raccomandazioni.
12.2 Le criticità
Una prima considerazione, già presente in tutto lavoro del Comitato e confermata in
tutte le sedi e circostanze (interviste incluse) riguarda una necessità di selezione e
indirizzo nell’allocazione delle risorse, se non altro a fronte della contrazione del
budget a disposizione. Alla domanda di “selezione e qualificazione delle attività “,
motivata dal fatto che “il sistema non può coprire la generalità degli ambiti
disciplinari e trovarsi sempre alla frontiera del loro sviluppo”, come indicato dal
PPR che si è appena concluso, non ha corrisposto se non in parte un comportamento
coerente, e questo a tutti i livelli. Nel periodo considerato sono cresciuti soggetti,
azioni, strumenti, interventi, ben al di fuori di quanto una programmazione flessibile
avrebbe dovuto consentire. In molti casi sulla spinta di opportunità, in altri anche in
assenza di una valutazione stimata circa gli effetti che si andavano a determinare.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
127
Un nuovo strumento di programma deve quindi dotarsi, al di là delle enunciazioni,
di strumenti di indirizzo, monitoraggio e gestione, che risultano ancora oggi non
coordinati o comunque insufficienti, tali da trasformare l’auspicio di scelte in azioni
e comportamenti concreti e misurabili, da sanzionare qualora non perseguiti.
Secondariamente, sebbene nelle ultime tre legislature si sia assistito a un crescente
sforzo di collaborazione tra le istituzioni scientifiche trentine, sia nel contesto dei
bandi a progetto finanziati dalla Provincia sia nel contesto dei bandi nazionali ed
europei, è ancora debole e volontaria una programmazione delle risorse capace di
tradursi in un vero impegno di sistema. Anche all’interno delle singole istituzioni,
l’individuazione dei progetti da promuovere non si è chiaramente basata su un
programma concordato, ma sulla libera iniziativa di gruppi. L’elemento di maggiore
debolezza è risultato quello della programmazione del personale ma anche la
mobilità inter-enti o la costruzione di credibili progetti comuni con una visione a
medio termine sono oggi scarsamente visibili. Anche qui l’introduzione di
meccanismi premiali o incentivanti potrebbe essere la leva per far fare un passo in
avanti verso una reale visione di sistema.
Risorse e strumenti costituiscono a loro volta gli elementi che condizionano gli esiti
del processo di programmazione degli interventi che, sebbene correttamente
inquadrato in uno schema funzionale che definisce nominalmente i rapporti tra le
diverse realtà, nel concreto è stato sottoposto, in particolare nel periodo sotto
osservazione, a forzature e cambiamenti che ne hanno fortemente condizionato la
leggibilità secondo il tradizionale approccio valutativo: obiettivi indicati-risultati
raggiunti. Rientra tra le carenze in merito agli strumenti la non realizzazione di una
struttura tecnica di supporto, peraltro prevista dai documenti sottoscritti, a cui si è
supplito con gli interventi del Servizio e con iniziative ad hoc, ma che rappresenta
un oggettivo collo di bottiglia per lo sviluppo del sistema. Struttura tecnica che per
quanto riguarda la valutazione deve essere in grado di operare sui temi specifici e
con le necessarie competenze.
Quanto appena ricordato (risorse destinate a decrescere, strumenti da riverificare e
da finalizzare, carenze di una visione di sistema e difficoltà nella sua realizzazione,
necessità di interventi rispetto a una “cabina di regia” che favorisca i processi
aggregativi, da poi articolare nelle diverse sedi), già individuato un anno fa nel
Rapporto intermedio, risulta confermato dai tre approfondimenti. Questi hanno
rispettivamente evidenziato: a. per la ricerca industriale, la necessità di interventi
maggiormente finalizzati rispetto ai risultati attesi oltre a una riflessione circa le
risorse disponibili per singolo progetto; b. per Trento RISE, la necessità di una
maggiore chiarezza circa il disegno di sviluppo dell’associazione a partire dalla sua
governance; c. per gli stakeholder, la necessità di una chiusura della forbice tra la
tendenziale autodeterminazione della comunità scientifica e una debole capacità di
indirizzo e di scelta dei decisori.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
128
Tutto ciò ripropone l’esigenza di un’accelerazione nel processo di crescita e
strutturazione della “governance del sistema”, a cui andrebbe anche associata la
problematica del rapporto col sistema produttivo, non necessariamente quello solo
locale, e con la realtà sociale del territorio. Al di là delle enunciazioni la realtà
provinciale continua a operare in una logica lineare e sequenziale che separa il
momento del finanziamento della ricerca (e al suo interno in particolare quello della
big science) da quello dell’innovazione e della valorizzazione che arriva fino al
supporto tecnico alle realtà produttive. Quando si realizza una maggiore
integrazione, come nel caso delle Fondazioni (Edmund Mach, in particolare), non
sembrano emergere evidenze circa la bidirezionalità dei flussi (informativi ed
economici) in gioco, flussi che potrebbero essere oggetto di specifici interventi.
La stessa analisi degli incentivi industriali, della funzione business di Trento RISE, i
commenti raccolti con le interviste o gli esiti della valutazione VQR per quanto
riguarda la terza missione delle Fondazioni registrano positive collaborazioni ma
ancora insufficienti per attivare un circuito positivo che dall’innovazione alimenti,
per ricaduta, la ricerca, e non solo viceversa. Tutto ciò influenza, in senso negativo,
l’impatto che si determina tra lo sforzo in ricerca e innovazione e i benefici che ne
derivano. Da qui la necessità di specializzare e motivare gli interventi indirizzati in
favore della ricerca da quelli a sostegno dell’innovazione, non separati ma
differenziati per modalità, bacino di riferimento e strumenti di monitoraggio e
controllo. Associare maggiormente un sistema di obiettivi, già oggi presente e
articolato ai diversi livelli, a un set di scelte che riguardino i risultati attesi diventa
quindi un indirizzo ineludibile da tradursi in azioni e strumenti, più di quanto fatto
finora. Nella programmazione futura non è, infatti, pensabile che si presenti un
elenco indeterminato di attività solo nominalmente incardinate sul set di obiettivi,
oppure una lista di strumenti a disposizione per il loro raggiungimento, plasmabili
all’occasione. Così facendo, infatti, si sposta il momento della scelta sul soggetto
esecutore e si rinuncia a quella attività di indirizzo e orientamento, propria
dell’Amministrazione. Ancora una volta un deciso avanzamento sul fronte del
monitoraggio dei processi, da realizzarsi anche ex ante, costituisce un prerequisito
tanto più rilevante nel passaggio da scelte ritenute obbligate verso scelte più volute
e in competizione con altre.
Sul versante dell’Amministrazione questo implica una accresciuta capacità di
programmazione e progettazione e la possibilità di dialogare, anche su materie
tecniche, con l’autonoma capacità dei singoli soggetti in un quadro chiaro per ruoli,
responsabilità e risorse.
12.3 Le raccomandazioni
Le criticità precedentemente elencate, che già includono suggerimenti e indicazioni,
si concretizzano in una raccomandazione di fondo: il modello attuale, pur foriero di
eccellenti risultati e con un discreto grado di efficienza, come confermato dai dati
raccolti e dalle analisi comparative, non è destinato a crescere secondo lo schema
oggi in essere. E questo essenzialmente per due motivi: la necessità crescente di
risorse per consolidare quanto già esiste e, nello stesso tempo, il bisogno di
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
129
diversificare e di allargare la base degli interventi e delle relazioni. Assieme ad un
giudizio positivo sulle scelte fatte fino ad oggi, si rendono necessari interventi che,
da una parte non vanifichino, cancellandoli, gli sforzi fatti e, dall’altra, sappiano
intervenire sui punti deboli, avendo cura di affrontare i rischi legati agli handicap
strutturali dovuti alla limitata base territoriale e produttiva per portare a un
adattamento della strategia generale finalizzata a obiettivi proiettati verso il futuro.
Lo spazio conquistato “sul campo” dal Trentino, grazie allo sforzo prolungato e
cumulato nel tempo e nelle tematiche, va mantenuto utilizzando, o ponendo in
essere se non disponibili, risorse e capacità specifiche, coordinando gli interventi in
materia di governance, con quelli relativi alle scelte. Va di conseguenza definito
chiaramente un modello di riferimento rispetto ad alternative possibili, sia di natura
strutturale, sia per il coordinamento dei processi decisionali.
La parola chiave del prossimo periodo non può che essere la sostenibilità, tema che
impone scelte rispetto agli argomenti e flessibilità e fantasia nei confronti degli
strumenti da utilizzare. Questo implica modalità e strategie differenziate tra i diversi
attori, in ragione delle responsabilità, delle competenze e degli interessi.
A questo proposito, pur a fronte di significativi miglioramenti, permane una
difficoltà nel riuscire a cogliere con chiarezza le decisioni e le motivazioni connesse
alla dimensione strategica delle Fondazioni in relazione al loro processo di crescita
e consolidamento, anche rispetto alle aree di intervento, alle loro realtà partecipate e
alle iniziative intraprese. Concorrono a rendere problematico lo scenario le carenze,
che necessitano interventi specifici, quali quelli relativi al personale (mobilità, in
particolare interistituzionale, e prospettive di carriera) e la debole coerenza tra la
necessità di sostenere il funzionamento delle istituzioni (anche in relazione alla loro
natura di fatto di enti funzionali) e il loro indirizzo verso obiettivi condivisi e
selezionati, come ci si aspetterebbe da un corretto utilizzo dello strumento degli
Accordi e delle clausole di premialità51. Interventi chiarificatori in tale direzione
sono quanto mai auspicabili.
Va riconosciuta al sistema trentino una forte attenzione a dare strumenti e coerenza
a un modello di programmazione che pone in sequenza i momenti e i soggetti
deputati, cercando di bilanciare le responsabilità con la terzietà di giudizio e le
competenze dei diversi contributi. In pratica, però, il processo risulta
sottodimensionato sugli strumenti effettivamente impiegati per il monitoraggio.
Permangono deficit e incoerenze nel sistema informativo, come evidenziato
dall’analisi degli incentivi industriali o dalla difficoltà di fare passi in avanti
nell’uso sistematico dello strumento di rappresentazione dei risultati costituito da
VALGO, mentre se il passaggio al comitato misto di APIAE ha rappresentato
un’accelerazione sui tempi ciò non deve portare alla cancellazione della terzietà e
della comparabilità della valutazione della qualità tecnico scientifica dei progetti
candidati, a maggior ragione a fronte degli importi in gioco.
51
Per l’applicazione del meccanismo della quota premiale si rinvia all’approfondimento dell’Allegato 5, oltre ai
richiami puntuali nel testo.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
130
Il pericolo di una “deriva burocratica”, in cui ci si limiti a verificare il rispetto
formale delle procedure e la loro concatenazione, o i rischi derivanti
dall’introduzione, non prevista e non programmata, di novità e variazioni,
andrebbero bilanciati con un’attenta valutazione ex ante che dovrebbe
accompagnare la fattibilità delle decisioni da prendere. Ancora una volta la parola
chiave diviene la sostenibilità motivata della programmazione intrapresa, in ragione
della quale, prima di procedere a una sua modifica, deve essere garantita un’idonea
valutazione che motivi la richiesta di cambiamento e ne ipotizzi il percorso
realizzativo in grado di includere l’analisi delle conseguenze delle scelte che si
intraprendono. Qualsiasi scelta di modifica organizzativa del quadro istituzionale
dovrebbe aver ben presente l’esperienza fatta e la cumulatività di un processo che
ha rappresentato un punto di riferimento confrontabile con le migliori realtà
internazionali.
A tal proposito l’impatto, sia nella sua dimensione attesa che in quella
effettivamente realizzata, deve entrare più di quanto avviene oggi, nei diversi
processi decisionali. Al fine dell’individuazione di indicatori utili allo scopo, in
grado di agire ex ante, sono state prodotte iniziative sperimentali, per la verità
ancora lontane da un condiviso giudizio consolidato. Ma ci sono anche interventi di
supporto e di contesto la cui presenza o meno è di per sé uno strumento di giudizio.
Tra queste: la mobilità delle competenze, gli accordi extraterritoriali ad hoc, le
filiere, tenendo nel debito conto gli esistenti vincoli (ad esempio: aiuti di stato, IPR,
altre regole amministrative). Le esperienze maturate in quest’ultimo anno, in
preparazione di H2020 e, soprattutto, per la produzione del documento di
specializzazione intelligente per i Fondi Strutturali vanno appunto in questa
direzione. Si deve perciò tornare a parlare di uno specifico disegno di politica
industriale, capace di comprendere al suo interno la politica tecnologica, e in grado
di fornire a questa il frame di riferimento. Accanto a questo vanno considerati i
rapporti interregionali, sia con le regioni limitrofe (italiane e non) sia senza vincoli
di contiguità. Il Trentino attrae forze e competenze per la qualità e le risorse del suo
sistema scientifico, ma non è pensabile un’azione meramente attrattiva se non
bilanciata da partenariato da svilupparsi presso altre realtà territoriali. Questo è
particolarmente vero per le ricadute tecnologiche e industriali non realizzabili su un
debole e limitato sistema industriale locale non in grado, almeno nel medio termine,
di valorizzare al meglio le potenzialità.
Queste raccomandazioni generali sono poi commentate e dettagliate nel Rapporto in
forma specifica per le tre istituzioni che hanno sottoscritto gli Accordi di
Programma, ovvero le due Fondazioni e il Museo delle Scienze. Emergono temi
comuni, sebbene distinti nelle raccomandazioni, quali la qualità della ricerca
realizzata, l’internazionalizzazione, gli interventi in favore dell’autovalutazione e
dell’impatto, la capacità di autofinanziamento, il contributo al sistema territoriale
della ricerca (STAR) ed altre più specifiche legate alle singole realtà in ragione
della diversa natura, storia e organizzazione.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
131
Molte di queste riprendono quelle precedentemente incluse nel Rapporto intermedio
che hanno riscosso una condivisone da parte dei soggetti valutati. Il relativo breve
periodo di tempo trascorso non ha consentito un’ulteriore verifica dei procedimenti
messi in atto nelle diverse realtà ma già la condivisione, e l’attivazione dei relativi
processi correttivi, costituiscono un utile indicatore circa la credibilità e l’efficacia
del processo di valutazione attivato ormai molti anni fa con la costituzione del
CIVR prima (2000) e del CVR poi (2006)52.
52
La legge provinciale 20 marzo 2000, n. 3, che ha istituito il Fondo per i progetti di ricerca, ha avuto anche il
merito di introdurre due novità costituite dal Comitato di indirizzo e valutazione della ricerca (CIVR) e
dall’Osservatorio provinciale della ricerca (con compiti di rilevazione), come strutture per indirizzare e monitorare il
sistema; oltre ad aver introdotto il finanziamento su base competitiva e istituzionale. A questo ha fatto seguito un
profondo riordino del legislatore provinciale con la riforma (legge provinciale 2 agosto 2005, 14), che ha determinato
un ripensamento delle strutture di conoscenza, indirizzo e valutazione e la sostituzione degli organismi precedenti,
dando in particolare evidenza alla funzione di valutazione. I due nuovi Comitati in cui si è articolato il sistema, hanno
ripartito le funzioni secondo una sequenza temporale e di dimensione di analisi, trovando conferma nelle competenze
utilizzate, Rispetto alla valutazione il CTS ha assunto il compito di considerare il progetto tecnico e scientifico in tutte
le sue fasi, dalla candidatura, alla selezione, all’esecuzione fino al giudizio finale, mentre il CVR si è impegnato a
cogliere l’altra faccia della valutazione, quella rappresentata dall’impatto che le politiche per la ricerca, anche attraverso
l’attivazione di strumenti come il bando e gli accordi di programma, vengono a dare alla realtà territoriale trentina,
traguardando l’osservazione a una scala più ampia che non include il singolo progetto. La distinzione, e la non
sovrapponibilità dei due Comitati, pur nel quadro di una consolidata collaborazione, ha consentito la fornitura di input e
indicazioni per la programmazione provinciale su fasi ed esigenze distinte, dando luogo a un’originale modalità di
strutturazione delle azioni di supporto tale da costituire un caso ritenuto di riferimento nel panorama italiano e nel
contesto internazionale.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
132
Ringraziamenti.
Questo Rapporto conclude un lavoro pluriennale che ha visto il CVR impegnato in
un momento particolarmente complesso dell’esperienza trentina in materia di
ricerca e innovazione. E’ quindi d’obbligo un ringraziamento non formale a chi ha
reso possibile questo lavoro e lo ha alimentato con contributi, competenze e
impegno quotidiano. Un riconoscimento va in primo luogo ad Andrea Bonaccorsi e
Giuseppe Catalano che hanno anticipatamente lasciato il Comitato per altri
impegni e destinazioni ma non hanno fatto mai mancare il loro sostegno e i loro
suggerimenti. E a tutte le persone del Dipartimento, cominciando dal Dirigente
generale che ne è componente effettivo, e al Dirigente del Servizio Università e
Ricerca che ha garantito molto di più della mera funzione segretariale prevista
dalla legge. Tante le persone che si sono prodigate in un lavoro sempre piuttosto
avaro di riconoscimenti formali, in particolare il Dirigente del Servizio Michele
Nulli e Roberta Vergani, Lucia Cella, Filippo Bonella, Romano Svaldi e Alessandro
Tuccio e tutti gli altri colleghi impegnati in maniera meno continuativa, o che, dopo
un anno, sono stati destinati ad altre responsabilità, come Fernando Guarino, a
tutti i quali vanno in forma collettiva i sinceri ringraziamenti dell’intero Comitato.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
133
Allegati
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
134
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
La spesa in ricerca e sviluppo del 201153 ammonta complessivamente a 316.071
migliaia di Euro con la conferma del livello della spesa in ricerca privata che allinea i
dati del Trentino (46,10% della spesa privata sul dato complessivo) a quelli nazionali
e li avvicina alle situazioni delle regioni leader a livello italiano (Lombardia, Lazio,
Piemonte ed Emilia Romagna).
In termini di rapporto al PIL viene consolidato il valore del 2% circa emerso nel
triennio 2009 – 2011, che vede fra le regioni italiane il Trentino al primo posto.
Questa rappresentazione del dato in termini di incidenza sul PIL, infatti, permette di
cogliere meglio le differenti realtà regionali in rapporto alle potenzialità del rispettivo
sistema economico.
Riguardo alla composizione della ricerca pubblica si segnala la felice anomalia di un
sistema caratterizzato dalla presenza di un ateneo statale, a carico del bilancio
provinciale, e di fondazioni provinciali della ricerca come elementi portanti, a cui
contribuisce significativamente il contestuale radicamento di realtà strutturate dei
maggiori enti nazionali di ricerca e di altre istituzioni.
Quanto detto riguardo alla spesa si trasferisce in modo quasi speculare al personale
addetto alla ricerca. Il 2011, dopo un rimbalzo per così dire tecnico, registrato nel
2010, conferma in modo convinto l’aumento misurato nel 2009 dagli addetti del
settore privato, garantendo così la prosecuzione del processo di crescita.
Di seguito si riproducono le ultime tabelle disponibili per la spesa in ricerca e
sviluppo54.
Tabella [All.1] 1
- Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (2007-
2011)
(valori in migliaia di euro)
Anni
2007
2008
2009
2010
2011
Istituzioni
pubbliche
66.127
72.493
75.144
91.094
89.210
Università
58.609
62.436
69.263
71.035
73.950
Istituzioni
private non
profit
4.841
7.329
9.125
8.050
7.138
Imprese
53.132
61.005
184.708
157.514
145.773
Totale
182.709
203.263
338.240
327.693
316.071
Incidenza (%)
sul PIL
1,16
1,27
2,15
2,04
1,93
Incidenza (%)
su investimenti
fissi lordi
4,17
4,24
8,23
7,73
7,22
Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica
53
Ultimo dato disponibile. Si ricorda che le indagini sulla spesa vengono effettuate a consuntivo e
successivamente elaborate. Questo porta a un ritardo di circa due anni rispetto ai dati da commentare.
54
Vedi l’Annuario Statistico della Provincia autonoma di Trento 2012, consultabile all’indirizzo
http://www.statweb.provincia.tn.it/annuario . Le tabelle corrispondono alle Tavole VIII.01 – VIII.11 per le tabelle qui
indicate rispettivamente ai numeri 1.1, 1.3, 1.4, 1.6, 1.8, 1.9, 1.10, 1.11, 1.12, e 1.13. Invece, le tabelle corrispondenti ai
numeri 1.2, 1.5, 1.7 e 1.14 sono state anticipate dal Servizio Statistica.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
135
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
Tabella [All.1] 2 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (serie
storica completa: 2000 -2011)
Totale
Incidenza
(%) sul PIL
Incidenza
(%) su
Investimenti
fissi lordi
29.425
88.643
0,72
2,83
-
32.687
114.657
0,89
3,56
41.322
738
35.569
136.030
1,03
3,55
70.273
49.578
1.328
24.585
145.764
1,07
3,96
2004
66.457
50.782
3.320
26.052
146.611
1,04
3,75
2005
69.638
50.967
4.848
31.626
157.079
1,09
3,66
2006
67.590
56.669
7.868
45.981
178.108
1,19
4,02
2007
66.127
58.609
4.841
53.132
182.709
1,16
4,17
2008
72.493
62.436
7.329
61.005
203.263
1,27
4,24
2009
75.144
69.263
9.125
184.708
338.240
2,15
8,23
2,04
7,73
1,93
7,22
Università
Istituzioni
private non
profit
Imprese
31.693
27.525
-
2001
44.174
37.796
2002
58.401
2003
Anni
Istituzioni
pubbliche
2000
2010
91.094
71.035
8.050
157.514
327.693
2011
89.210
73.950
7.138
145.773
316.071
Tabella [All.1] 3 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (20072011)
(valori percentuali)
Anni
Istituzioni pubbliche
2007
2008
2009
2010
2011
Istituzioni private
non profit
Università
36,2
35,7
22,2
27,8
28,2
32,1
30,7
20,5
21,7
23,4
Imprese
2,6
3,6
2,7
2,5
2,3
Totale
29,1
30,0
54,6
48,1
46,1
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica
Tabella [All.1] 4 - Addetti alla ricerca e sviluppo R&S) per settore istituzionale (2007-2011)
(unità equivalenti tempo pieno)
Anni
2000
2005
2007
2008
2009
2010
2011
Istituzioni
pubbliche
Università
452
873
908
863
889
923
1.005
629
672
727
731
718
794
Istituzioni
private non
profit
80
113
140
141
176
149
Imprese
474
355
781
921
1.592
1.374
1.579
Totale
926
1.937
2.473
2.650
3.353
3.191
3.526
Addetti per
1.000 ULA
4,0
8,4
10,3
11,1
14,0
13,4
14,7
Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
136
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
Tabella [All.1] 5 - Addetti alla ricerca e sviluppo (R&S) per settore istituzionale (serie storica
completa 2000 - 2011)
Anni
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Istituzioni
Università
pubbliche
452.0
504.0
789.0
807.0
817.0
873.0
849.8
908.0
862.5
889.4
922.5
1,005.4
==
==
550.0
534.0
559.0
628.9
657.1
671.7
726.8
730.5
718.4
793.5
Istituzioni
private
non profit
Imprese
Totale
==
==
17.0
37.0
40.0
80.0
95.7
112.5
139.6
141.4
175.5
148.8
474.0
495.0
489.0
293.7
348.0
354.9
489.3
781.0
920.9
1,591.7
1,374.4
1,578.7
==
==
1,845.0
1,671.7
1,764.0
1,936.8
2,091.9
2,473.2
2,649.8
3,353.0
3,190.8
3,526.4
Addetti
ETP per
1.000
ULA
==
==
7.88
7.15
7.53
8.37
8.90
10.34
11.06
13.98
13.42
14.71
Tabella [All.1] 6 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia
autonoma di Trento (2008-2012)
Anni
2008
2009
2010
2011
2012
Capitoli di spesa interamente
o parzialmente destinati a
spese per ricerca
(valori in migliaia di euro)
110.238
177.917
96.215
164.853
175.045
Stanziamento per
abitante
(euro per abitante)
Incidenza (%)
sul PIL
0,69
1,13
0,60
1,00
1,07
213,40
340,63
182,52
312,71
331,78
Incidenza (%)
sul totale delle spese
delle AAPP
1,47
2,22
1,20
2,00
2,11
Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
137
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
Tabella [All.1] 7 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia
autonoma di Trento (serie storica completa 2003-2012)
Stanziamenti
Incidenza
destinati a spese per
Anni
(%) sul
ricerca (valori in
PIL
migliaia in euro)
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
82,150
95,331
99,525
124,311
102,717
110,238
177,917
96,215
164,853
175,045
Incidenza (%) sul
totale delle spese
delle AAPP
0.60
0.68
0.69
0.83
0.65
0.69
1.13
0.60
1.00
1.07
1.32
1.41
1.50
1.83
1.42
1.47
2.22
1.20
2.00
2.11
Tabella [All.1] 8 - Stanziamenti per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di
Trento. Confronti Trentino, Italia, UE15, UE27, Area Euro (17), UE 27 (2012)
Confronti
Trentino
Italia
UE15
Area Euro (17)
UE27
Capitoli di spesa
interamente o
parzialmente destinati a
spese per ricerca (valori
in migliaia di euro)
175.045
8.759.100
82.395.442
67.615.719
85.963.700
Stanziamenti per
abitante
(euro per abitante)
Incidenza (%) sul PIL
1,07
0,56
0,69
0,71
0,67
Incidenza (%) sul
totale delle spese delle
AAPP
331,78
144,00
202,90
170,80
2,11
1,11
1,46
1,48
1,42
Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica
Tabella [All.1] 9 - Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento per obiettivo socio-economico
prevalente (2008-2012)
(valori in migliaia di euro)
2008
Obiettivo socio-economico
Importo
Esplorazione e utilizzazione dell'ambiente
terrestre
Controllo e tutela dell'ambiente
Esplorazione e utlizzazione dello spazio
Sistemi di trasporto, di telecomunicazione
e altre infrastrutture
Produzione, distribuzione e uso razionale
dell'energia
Produzioni e tecnologie industriali
Protezione e promozione della salute
umana
Agricoltura
Istruzione e formazione
Cultura, tempo libero, religione e mezzi di
comunicazione di massa
Sistemi, strutture e processi politici e
sociali
Promozione della conoscenza di base -
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2009
%
Importo
2010
%
Importo
2011
%
Importo
2012
%
Importo
%
1.553
1,4
2.300
1,3
2.329
2,4
4.152
2,5
3.294
1,9
5.444
-
4,9
-
-
-
-
-
3.290
-
2,0
-
1.951
-
1,1
-
-
-
1.000
0,6
4.750
4,9
1.284
0,8
19.947
11,4
8.782
8,0
1.372
0,8
-
-
8.834
5,4
0
0,0
54.576
49,5
137.882
77,5
68.111
70,8
54.411
33,0
43.001
24,6
10.685
9,7
1.500
0,8
2.100
2,2
9.470
5,7
22.250
12,7
19.227
938
17,4
0,9
23.003
865
12,9
0,5
975
1,0
26.409
1.103
16,0
0,7
25.430
756
14,5
0,4
826
0,7
1.452
0,8
2.107
2,2
1.193
0,7
824
0,5
746
0,7
793
0,4
2.777
2,9
1.782
1,1
1.343
0,8
7.460
6,8
7.750
4,4
13.065
13,6
52.925
32,1
56.251
32,1
138
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
Ricerche non finanziate dal Fondo
Ordinario per le Università
Totale
110.238 100,0 177.917 100,0
96.215 100,0 164.853 100,0
175.045
100,0
Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica
Tabella [All.1] 10 - Occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad alta intensità di
conoscenza (2008-2012)
(numero occupati in migliaia)
Anni
Manifatturiero
totale
di cui
manifatturiero ad
alto e medio-alto
contenuto
tecnologico
36
38
38
37
37
8
8
8
9
11
2008
2009
2010
2011
2012
Servizi
totale
di cui servizi ad
alta intensità di
conoscenza
tecnologica
di cui servizi ad
alta intensità di
conoscenza non
tecnologica
Settori ad
alto
contenuto
tecnologico (1)
5
4
4
5
5
82
85
87
84
83
6
5
6
7
6
155
158
158
156
159
Totale
attività
227
228
229
230
230
Fonte: Eurostat
(1) Manifatturiero ad alto contenuto tecnologico e servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica
Tabella [All.1] 11 - Percentuale e numero occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad
alta intensità di conoscenza (2012)
(numero occupati in migliaia)
Confronti
Trentino
Italia
UE15
Area Euro (17)
di cui
manifatturiero ad
Manifatturiero
alto e medio-alto
totale
contenuto
tecnologico
37
4.202
25.045
22.317
11
1.346
9.661
8.597
di cui servizi
ad alta
intensità di
conoscenza
tecnologica
Servizi
totale
159
15.652
126.211
100.208
5
543
5.151
3.990
di cui servizi
ad alta
intensità di
conoscenza
non
tecnologica
83
7.119
66.489
51.369
Settori ad
alto
contenuto
tecnologico
Totale
attività
(1)
6
762
7.043
5.563
230
22.843
172.082
140.194
Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica
(1) Manifatturiero ad alto conteunto tecnologico e servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica
(percentuale sul totale degli occupati)
Confronti
Trentino
Italia
UE15
Area Euro (17)
Manifatturiero
totale
16,2
18,4
14,6
15,9
di cui manifatturiero
ad alto e medio-alto
contenuto
tecnologico
5,0
5,9
5,6
6,1
Servizi
totale
69,2
68,5
73,3
71,5
di cui servizi ad
alta intensità di
conoscenza
tecnologica
2,3
2,4
3,0
2,8
di cui servizi ad
Settori ad
alta intensità di
alto
conoscenza non
contenuto
tecnologica
tecnologico (1)
36,3
2,7
31,2
3,3
38,6
4,1
36,6
4,0
Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
139
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
Tabella [All.1] 12 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2002-2012)
Risorse umane in scienza e tecnologia
Anni
Migliaia di
persone
2002
2005
2008
2009
2010
2011
2012
73
78
90
94
95
95
95
Percentuale sul
totale della
popolazione
20,1
20,9
23,5
24,3
24,2
24,0
23,8
Percentuale sul
totale della
popolazione attiva
31,8
31,6
35,2
36,0
35,7
35,6
34,9
Risorse umane in scienza e tecnologia-core
Migliaia di
persone
20
24
30
30
31
32
32
Percentuale sul
totale della
popolazione
5,4
6,3
7,8
7,8
8,0
8,1
8,0
Percentuale sul
totale della
popolazione attiva
9,5
10,5
12,8
12,8
13,1
13,2
13,2
Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica
Tabella [All.1] 13 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2012)
Risorse umane in scienza e tecnologia
Confronti Migliaia di
persone
Trentino
Italia
UE27
95
9.738
114.438
Percentuale sul
totale della
popolazione
23,8
21,2
30,4
Percentuale sul
totale della
popolazione attiva
34,9
32,9
40,9
Risorse umane in scienza e tecnologia-core
Migliaia di
persone
32
3.206
45.588
Percentuale sul
totale della
popolazione
8,0
7,0
12,1
Percentuale sul
totale della
popolazione attiva
13,2
12,5
18,9
Fonte: Eurosta t- PAT, Servizio Statistica
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
140
Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca
Tabella [All.1] 14 - Incidenza percentuale della spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros
sul PIL: confronti regionali (2011)
Trento
Piemonte
Lazio
Friuli-Venezia Giulia
Emilia-Romagna
Liguria
Lombardia
ITALIA
Toscana
Campania
Veneto
Umbria
Abruzzo
Sicilia
Sardegna
Marche
Puglia
Bolzano/Bozen
Basilicata
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Incidenza della spesa R&S Totale su PIL
Calabria
Incidenza della spesa R&S delle Imprese su PIL
Molise
0.00
0.20
0.40
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
0.60
0.80
1.00
1.20
1.40
1.60
1.80
2.00
141
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno
Kessler
2.1 Introduzione
2.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma
La transizione dall’Istituto Trentino di Cultura alla Fondazione Bruno Kessler
secondo le direttrici indicate dalla legge provinciale n. 14/2005 ha avuto luogo nel
quadriennio 2007–2011, con un accordo transitorio per il periodo 2007–2008 e
con l’avvio del primo Accordo di Programma per il quadriennio 2010–2013. I
passaggi fondamentali di tale transizione sono stati la costituzione formale della
Fondazione, la strutturazione dei centri di ricerca e la loro progressiva
aggregazione attorno a due “poli” (Scientifico e Tecnologico e delle Scienze
Umane e Sociali), l’adozione di un nuovo contratto collettivo di lavoro di
impostazione privatistica. In questi anni la Fondazione ha inoltre proceduto alla
costruzione degli strumenti di supporto alla programmazione, alla gestione delle
attività di ricerca ed alla loro valorizzazione socioeconomica.
Gli obiettivi esplicitati nell’Accordo di Programma 2010–2013 sono i seguenti:
condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente, e focalizzata
su tematiche specifiche;
assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della
ricerca e della disseminazione della conoscenza;
sostenere l’iniziativa Trento RISE nell’ambito dell’Istituto Europeo per
l’Innovazione la Tecnologia;
dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello
internazionale;
sviluppare attività di trasferimento tecnologico e stimolare idee
brevettali;
formare giovani ricercatori;
contribuire alla costruzione del Distretto dell’ICT.
Oltre a tali traguardi di portata generale l’Accordo di Programma include anche
ulteriori specifici obiettivi:
raggiungimento di un livello di autofinanziamento per il polo scientifico
e tecnologico pari al 35%, e per il polo umanistico e delle scienze sociali
pari al 10% entro il 2012 e da mantenersi nel 2013. Tali soglie di
autofinanziamento sono calcolate nell’accordo di programma
comprendendo tra i ricavi ulteriori rispetto all’Accordo di Programma
anche i bandi di finanziamento della ricerca di natura competitiva
emanati dalla Provincia Autonoma di Trento;
la creazione, nell’ambito della valorizzazione della ricerca e
dell’incremento del tasso di trasferimento tecnologico, di almeno due
nuove imprese (start – up e spin – off) entro il 2012;
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
142
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
il supporto e l’adesione, entro il 2010, al soggetto deputato ad esercitare
le funzionalità previste dal progetto Trento RISE;
il supporto e l’adesione, entro il 2012, al Distretto dell’ICT.
l’adozione, entro il 2011, di uno specifico programma di supporto alle
imprese nel settore dell’informatica, con particolare riferimento alle aree
sanitaria e sociale.
Gli obiettivi sopra riportati costituiscono gli elementi guida considerati nella
presente valutazione. La Fondazione, nel rispetto di quanto previsto dall’Accordo
di Programma, ha sviluppato un piano pluriennale delle attività e dei successivi
piani annuali di attuazione dell’accordo. Gli indirizzi strategici principali
contenuti nel piano pluriennale 2010–2013 sono sintetizzabili nei seguenti punti.
scelta strategica di focalizzazione delle attività su un numero ridotto di
assi di ricerca sui quali la Fondazione ha un migliore posizionamento in
ambito nazionale ed internazionale;
sostegno alla cooperazione tra i centri e tra le unità di ricerca anche
attraverso la definizione di programmi strutturati che promuovano il
perseguimento di obiettivi comuni e che creino sinergie nell’impiego di
infrastrutture e piattaforme per la ricerca;
selezione di programmi di ricerca in grado di generare risultati rilevanti
sui differenti stadi del processo innovativo: dalla ricerca di base allo
sviluppo di prodotti e soluzioni tecniche con potenziale commerciale e di
trasferimento tecnologico;
impulso alla internazionalizzazione delle attività di ricerca attraverso
differenti strumenti: partnership con soggetti industriali ed istituzioni
pubbliche di ricerca, mobilità dei ricercatori in ingresso ed uscita,
programmi di alta formazione;
sviluppo di una funzione di Grant Office centralizzato, con l’obiettivo di
supportare la ricerca nelle fasi di proposta progettuale e successiva
gestione;
sviluppo di una funzione dedicata alla valutazione della ricerca, per
monitorare la produzione scientifica della Fondazione, implementare
indicatori di qualità e produttività, migliorare nel complesso
l’accountability delle attività di ricerca realizzate.
Dal punto di vista del quadro complessivo delle attività di ricerca del polo
scientifico il piano pluriennale vede la focalizzazione su 3 programmi: il Centro
Materiali e Microsistemi (CMM) è impegnato principalmente sullo sviluppo di
Nano-Micro Tecnologie, il Centro per le Tecnologie dell’Informazione (CIT) si
focalizza sul programma Future Internet. Il programma Embedded Intelligence
and System si configura invece come l’asse portante per lo sviluppo di sinergie e
collaborazioni fra i due centri. Inoltre, il piano pluriennale dichiara che i tre
macro-programmi di ricerca sono orientati principalmente verso alcuni domini
applicativi di interesse per il territorio, con specifico riferimento ai servizi di
pubblica utilità, le biotecnologie per la scienza della vita e della salute e le
applicazioni per l’energia e l’ambiente.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
143
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
L’impianto complessivo del piano pluriennale è stato poi oggetto di aggiustamenti
negli anni successivi con contestuali variazioni anche negli assetti organizzativi di
alcuni centri. Ad esempio, sono state riaggregate su specifici cluster le unità di
ricerca afferenti al CMM. In particolare, rispetto alla versione iniziale
dell’Accordo di programma sono state realizzate tre successive integrazioni55. Dal
punto di vista del quadro complessivo delle attività di ricerca della Fondazione gli
elementi più rilevanti prodotti da tali integrazioni sono rappresentati dalla
espansione e diversificazione delle attività nell’ambito del polo delle scienze
umanistiche e sociali, con l’incorporazione di nuovi centri di ricerca. Tale
sviluppo del polo è accompagnato da un significativo aumento delle risorse
finanziarie ad esso destinate. Nel piano delle attività di ricerca del 2012 viene
definito un nuovo impianto degli ambiti di ricerca del polo umanistico della
Fondazione, che è costituito da due macro-aree, nell’ambito delle quali si
ricomprendono le attività dei singoli centri (ISIG, ISR, IRVAPP) e dei progetti
esplorativi: i) miglioramento del benessere dei cittadini in un contesto di maggiore
efficienza e responsabilità del sistema pubblico; ii) dinamiche economiche e
sociali tra cooperazione e conflitto.
2.1.2 Fonti e qualità dei dati per la valutazione
Le considerazioni riportate in questo documento sono fondate sulla rielaborazione
di dati ottenuti da fonti diverse. Parte dei dati sono stati forniti al CVR
direttamente dalla Fondazione Bruno Kessler. Ulteriori informazioni sulle risorse
finanziarie sono stati prodotte dal Servizio Università e Ricerca della Provincia
Autonoma di Trento. Infine, si è fatto ricorso a banche dati internazionali per
l’elaborazione di alcune informazioni aggiuntive sulle pubblicazioni scientifiche
riconducibili alla Fondazione. La complessità e l’eterogeneità delle aree
scientifiche su cui è attiva la Fondazione pongono chiaramente alcune criticità in
fase di valutazione, in ragione delle differenti forme degli output della ricerca e
delle diverse opportunità di finanziamento sul mercato nazionale ed internazionale
della ricerca. Tale contesto richiederebbe quindi una puntuale disaggregazione dei
dati a livello di singolo centro di ricerca. Ove possibile l’analisi ha adottato questo
approccio. Tuttavia, rispetto ad alcune dimensioni della valutazione di impatto si è
necessariamente optato per una analisi aggregata a livello di Fondazione.
2.1.3 Criteri per la valutazione
La valutazione proposta in questo documento adotta una serie di metriche che
tentano di cogliere le dimensioni e gli obiettivi esplicitati all’interno dell’Accordo
di Programma. In questa prospettiva la valutazione è orientata sia ad un giudizio
di coerenza tra obiettivi dichiarati negli Accordi di programma ed azioni
effettivamente messe in atto, sia ad un giudizio più generale sulla efficacia ed
55
Tali integrazioni sono state ratificate dal soggetto finanziatore dell’Accordo di Programma nel Settembre 2011,
Gennaio 2012 e Ottobre 2012 (come riassunto nella deliberazione della Giunta provinciale n.2160 di data 15 ottobre
2012).
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
144
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
efficienza di tali azioni in termini di ritorni sul piano scientifico e di impatto sul
territorio.
E’ opportuno chiarire come nelle valutazioni di questo rapporto non si sia fatto
ricorso ad analisi dirette di benchmarking, pur essendo evidente l’importanza di
tale approccio per la validazione di giudizi di efficienza nell’impiego delle risorse.
Tale scelta è stata indotta dalla oggettiva difficoltà nella identificazione di soggetti
istituzionali - impegnati nella ricerca scientifica in ambito italiano o internazionale
- caratterizzati da un portafoglio di attività assimilabile a quello della Fondazione
e al tempo stesso coinvolti in un sistema di governance e di finanziamento esterno
comparabili a quello locale. In questa prospettiva, la scelta della Fondazione di
aderire, anche su invito del CVR, al processo di valutazione VQR 2004-2010 ha
rappresentato un passo importate per la produzione di indicatori di performance
corretti per le dinamiche medie settoriali – con riferimento agli altri enti di ricerca
italiani valutati- almeno per i due centri principali (CMM e CIT) che si sono
sottoposti alla valutazione. Riteniamo, comunque, che in aggiunta a tale iniziativa
sarà importante, nel contesto di un dialogo tra CVR e Fondazione,
l’identificazione di possibili soggetti benchmark, eventualmente differenziati
rispetto alle diverse componenti scientifiche presenti all’interno della Fondazione.
Tenuto conto delle criticità appena espresse, la comparazione con tali soggetti non
sarà da intendersi in relazione al confronto diretto di indicatori specifici di
produttività della ricerca o di autofinanziamento, ma piuttosto in relazione ad
elementi quali la pianificazione strategica delle linee di ricerca, le scelte di
diversificazione delle competenze interne e l’ottimizzazione della allocazione
delle risorse tra infrastrutture per la ricerca e personale.
2.2 Valutazione delle attività
2.2.1 Qualità della produzione scientifica
I dati relativi sulla produzione scientifica su riviste internazionali mostrano nel
complesso una buona performance della Fondazione. In particolare, il numero
complessivo di pubblicazioni scientifiche su riviste censite nel database Web of
Science passa da 126 nel 2009 a 163 nel 2011. Tuttavia, nel 2012 si osserva una
contrazione del numero di pubblicazioni (127 pubblicazioni internazionali su
riviste indicizzate) parzialmente ascrivibile ad una riduzione degli organici del
CMM. Circa la metà delle pubblicazioni più recenti sono apparse su riviste con
elevati indici citazionali. I dati aggregati riflettono, quindi, in certa misura un
processo di miglioramento della produttività media ed una crescente attenzione
alla divulgazione dei prodotti della ricerca su riviste internazionali con elevato
impatto scientifico. L’analisi delle co-autorazioni internazionali delle
pubblicazioni con almeno un autore affiliato alla Fondazione evidenzia, inoltre, la
presenza di un sistema di networking ampio e diversificato.
Le co-autorazioni confermano inoltre, anche in anni recenti, una incidenza non
trascurabile di collaborazioni con ricercatori dell’Università di Trento.
Complessivamente i dati più recenti (anno 2012) sui differenti centri di ricerca
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
145
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
della Fondazione mostrano un’incidenza del personale di ricerca inattivo
relativamente ridotta: il 20% del personale strutturato non ha almeno una
pubblicazione scientifica su riviste internazionali negli ultimi 2 anni, anche in coautoraggio56. Per il 2012 si registra una produttività media pari a circa 2
pubblicazioni l’anno, valore riferito ad una popolazione che comprende sia il
personale di ricerca strutturato che i collaboratori a progetto.
Rispetto a tali dati medi di produttività i recenti risultati della Valutazione della
Qualità della Ricerca (VQR 2004-2011) offrono una prospettiva di lettura
comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla fondazione
rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in
esame dalla VQR. In questo caso emerge come per la Fondazione la percentuale
di prodotti di ricerca mancanti rispetto ai prodotti attesi, tenuto conto del numero
di ricercatori, sia inferiore alla media degli altri enti esaminati. Tuttavia, la
distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di
merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance inferiore alla media
degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione
dell’incidenza del numero di scientifici lavori giudicati eccellenti sul totale dei
lavori presentati dalla Fondazione. I dati mostrano una rilevante eterogeneità tra i
centri della Fondazione: la quota di prodotti scientifici eccellenti è rispettivamente
il 41,5% per il CMM ed il 25,7% per il CIT. Nel complesso il CMM ha ottenuto,
nel proprio ambito scientifico, un voto medio dei propri prodotti scientifici
superiore alla media degli altri enti valutati.
E’ tuttavia importante ricordare che i prodotti analizzati dalla VQR si riferiscono
all’intero periodo 2004-2010. In anni recenti i dati di natura bibliometrica sulla
produzione scientifica della fondazione indicano una crescente focalizzazione su
lavori di elevato impatto scientifico. Ad esempio, la quota di pubblicazioni della
fondazione che sono apparse su riviste collocate nel primo quartile di impact
factor dei corrispondenti ambiti scientifici è cresciuta dal 47% nel 2010 al 55%
del 2012 (fonte bilancio FBK 2012). In questa prospettiva, sebbene gli esiti della
VQR forniscano un riferimento importante per la valutazione media della qualità
nel periodo 2004-2010, si sottolinea la presenza di un trend positivo non
esclusivamente sui volumi della produzione scientifica ma, soprattutto, sulla
qualità dei lavori pubblicati.
Una riaggregazione settoriale delle pubblicazioni scientifiche attribuibili ad autori
affiliati alla fondazione (per le sole aree del polo scientifico ed adottando la
ripartizione settoriale di primo livello delle riviste proposta dal database ISI)
mostra una netta prevalenza dell’area delle fisica, mentre i settori engineering,
instruments, computer science hanno incidenze comparabili. E’ interessante notare
come complessivamente le riviste su cui sono apparsi i contributi scientifici
presentino un non trascurabile livello di interdisciplinarietà. Nella seguente tabella
56
Dato comunicato dalla Fondazione Bruno Kessler, la percentuale sale al 23% nel caso in cui si tenga conto
anche di personale con contratto di lavoro a progetto (anno 2012).
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
146
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
la somma delle quote settoriali eccede il 100% per la presenza di riviste
classificate in più di un macro settore.
Tabella [All.2] 1 - Incidenza di pubblicazioni su riviste internazionali afferenti a differenti
ambiti scientifici
Periodo pubblicazioni
Physics
Engineering
Instruments
Computer science
Materials science
Nuclear science technology
Chemistry
Science technology other topics
Spectroscopy
Optics
01/2011 - 08/2012
49.1%
14.6%
15.5%
14.2%
11.5%
9.3%
9.7%
7.5%
6.6%
4.9%
Fonte: Elaborazione su dati estratti dal database ISI-Web of Science
Nella successiva tabella è riportato il trend delle pubblicazioni scientifiche a
livello aggregato di Fondazione e suddivise per centro di ricerca. Le pubblicazioni
sono assegnate sulla base della presenza di almeno un ricercatore afferente alla
Fondazione al momento della pubblicazione. I dati per il 2012 sono disponibili
solo a livello aggregato di intera Fondazione FBK.
Tabella [All.2] 2 - Trend temporale per differenti tipologie di pubblicazioni scientifiche
FBK
CIT
CMM
ECT*
ISIG
Riviste ISI
Altre riviste internazionali
Conference Proceedings
Capitoli
Monografie
2009
126
47
303
37
7
2010
146
31
298
51
5
2011
163
37
279
39
7
Riviste ISI
Altre riviste internazionali
Conference Proceedings
Capitoli
Monografie
Riviste ISI
Altre riviste internazionali
Conference Proceedings
Capitoli
Monografie
Riviste ISI
Altre riviste internazionali
Conference Proceedings
Capitoli
Monografie
Riviste ISI
Altre riviste internazionali
26
18
184
16
2
80
19
109
6
0
20
0
4
0
0
0
12
30
12
175
18
1
89
4
110
8
2
27
1
7
0
0
0
6
44
3
169
11
1
99
10
96
5
2
30
5
5
1
1
0
2
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2012
127
62
267
Non disponibile
2
147
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
ISR
Conference Proceedings
Capitoli
Monografie
Riviste ISI
Altre riviste internazionali
Conference Proceedings
Capitoli
Monografie
3
12
4
0
10
3
3
1
3
14
2
0
6
1
11
0
3
14
2
0
7
1
8
1
A livello di intera Fondazione, il 49% delle pubblicazioni su riviste scientifiche
internazionali ed il 14% delle monografie realizzate nel 2012 vedono la presenza
di coautori stranieri. La successiva tabella mostra l’andamento dell’incidenza delle
co-autorazioni internazionali in anni recenti.
Tabella [All.2] 3 - Incidenza di pubblicazioni con coautori stranieri
Tipologia pubblicazione
Articoli su riviste scientifiche internazionali
Monografie
2009
40.0%
33.0%
2010
49.0%
39.0%
2011
45.0%
14.0%
2012
49.0%
14.0%
2.2.2 Internazionalizzazione delle attività di ricerca
L’accordo di programma indica tra gli obiettivi strategici fondamentali il sostegno
all’internazionalizzazione del sistema locale della ricerca. I dati sulle coautorazioni scientifiche presentati nella precedente sezione testimoniano la
presenza di costanti scambi di conoscenza con soggetti esteri. A tale dimensione
della internazionalizzazione è però importante affiancare anche ulteriori analisi
basate su indicatori relativi a: i) partnership di ricerca internazionali finanziate da
progetti dall’Unione Europea o supportate da programmi quadro di
collaborazione; ii) mobilità in ingresso ed in uscita di personale impegnato in
attività di ricerca; iii) attività di organizzazione di eventi di disseminazione
scientifica di profilo internazionale.
In riferimento alle attività di cooperazione scientifica internazionale supportate da
specifici programmi comunitari, nel periodo 2011-2012 sono stati assegnati
complessivamente alla fondazione 32 progetti europei. Le risorse nette assegnate
per i progetti del 2011 e 2012 sono state pari a circa 4 milioni di Euro/anno.
Tabella [All.2] 4 - Programmi internazionali di ricerca
Numero di progetti di ricerca internazionali assegnati in qualità di partner
Numero di progetti di ricerca internazionali assegnati in qualità di coordinatore
Volume totale di risorse assegnate (migliaia di Euro)
Fonte: Dati forniti da FBK al CVR
2010
5
0
2017
2011
6
5
4016
2012
26
5
3900
Per quanto riguarda i programmi quadro di collaborazione scientifica, la
Fondazione ha complessivamente 13 accordi attivi nel 2012. A tali accordi si
affiancano chiaramente ulteriori collaborazioni di ricerca, anche continuative nel
tempo, ma non formalizzate da accordi. Nel corso del 2012 la Fondazione ha
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
148
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
aderito con successo ad un importante progetto pluriennale internazionale della
Commissione Europea dedicato allo studio del grafene.
Tabella [All.2] 5 - Accordi quadro di collaborazione scientifica con centri di ricerca
esteri attivi nel 2011
MIMOS Berhad, Kuala Lumpur, Malaysia: advanced informatics, wireless communications,
information security, knowledge technology, artificial intelligence, grid computing.
Universidade Federal De Santa Catarina, Santa Catarina, Brasil: material science, micro and nano
technologies, life science and environmental control sciences.
Pacific Northwest National Laboratory, Richland (WA), USA: new materials for energy.
Massachusetts Institute Of Technology – Mobile Experience Lab, Boston (MA), USA.
National Research Center Kurchatov Institute, Moscow, Russia
University of Addis Ababa, Addis Ababa, Ethiopia: R&D in information technologies.
State Aviation Technological University, Moscow, Russia: advanced materials, nanocomposites,
nanotechnology.
Instituto de Microelectronica de Barcelona, Barcelona, Spain: micro and nano Integrated systems.
University Of Sheffield, Sheffield, UK: experimental and computational investigation of the
secondary electron energy spectra.
Know-Center GmbH, Graz, Austria.
Pontificia Universidade Catolica Do Rio Grande Do Sul, Porto Alegre, Brasil. exchange and
mobility.
National Institute of Information and Communications Technology, Tokyo, Japan: information
and communication technology and Future Internet research.
Comision Nacional De Actividades Espaciales, Buenos Aires, Argentina: Microsystems
Technologies for Space Applications.
I seguenti dati illustrano la composizione del personale della Fondazione per
provenienza geografica e sintetizzano alcune recenti iniziative per il supporto
all’internazionalizzazione. Nell’ambito della ricerca, l’incidenza di personale di
provenienza estera (dato 31/12/2011) è 7.5% per il personale dipendente e del
32.3% per il personale a contratto, per una percentuale complessiva del 13.4%.
Nel corso del 2012 è stato attivato un programma per la mobilità internazionale
(outbound) riservato a ricercatori della Fondazione57. Il fondo di dotazione per il
2012 è di Euro 104.000, sui quali sono stati finanziati 9 progetti per junior e 9 per
senior.
Nel 2011 la Fondazione si è inoltre aggiudicata un finanziamento di Euro 476.000
(budget totale Euro 1.190.000) per un'azione Marie Curie (programma FP7
COFUND) finalizzata alla messa a bando di borse di studio internazionali per lo
57
Vedi http://mobility.fbk.eu .
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
149
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
sviluppo di carriere nella ricerca58. Sono 7 le borse assegnate a ricercatori e
ricercatrici che conducono la propria ricerca all'interno di unità della Fondazione.
Per quanto concerne l’attività di divulgazione scientifica, la Fondazione ha
realizzato in anni recenti numerose conferenze rivolte alla comunità scientifica in
ambito internazionale, workshop internazionali e scuole per l’alta formazione
secondo quanto riportato dalla seguente tabella.
Tabella [All.2] 6 - Eventi rivolti alla comunità scientifica
Eventi di ambito locale
Partecipanti ad eventi locali
Eventi di ambito internazionale
Partecipanti ad eventi internazionali
2010
2011
5
285
45
2280
6
330
70
10400
2012
26
730
106
7360
2.2.3 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e Ricerca
In questa sezione si richiamano sinteticamente le principali iniziative finalizzate
all’integrazione tra le attività di ricerca e le competenze scientifiche della
Fondazione e dei principali soggetti del sistema trentino della ricerca. Limitando
l’analisi a partire dall’anno 2010, si menzionano i seguenti progetti:
Laboratorio Interdisciplinare di Scienza Computazionale (LISC), anno 2010
– calcolo scientifico e simulazione numerica (Università di Trento e
Fondazione Bruno Kessler);
Laboratory of Sequence and Structure Analysis for Health (LSSAH), anno
2012 – studio e ricerca di tecniche e metodologie sperimentali nell’ambito
delle scienze della vita (Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler,
Consiglio Nazionale delle Ricerche);
TNLabs, anno 2010 – un network per la condivisione di strumentazione e
personale nel campo della caratterizzazione dei materiali (Università di
Trento, Fondazione Bruno Kessler);
Convenzione tra ISIG ed Università, anno 2012 – compartecipazione alle
attività del corso di laurea magistrale interateneo (Università di Trento e
Fondazione Bruno Kessler) in Scienze Storiche.
Nella relazione sulla gestione del bilancio 2012 della Fondazione Bruno Kessler
sono esposte delle considerazioni relative allo sviluppo di attività connesse a
Trento RISE quale strumento funzionale alla interazione tra i soci di Trento RISE
ed altri soggetti di STAR. Per una discussione di tali aspetti si rimanda alla
sezione di questo rapporto dedicata a Trento RISE.
2.2.4 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico
Le attività di trasferimento tecnologico, anche con specifico riferimento al
contesto locale, sono analizzate sul piano quantitativo attraverso misure relative
alla imprenditorialità, alla valorizzazione e commercializzazione di diritti di
58
Per ogni informazione si rinvia a http://cofund.fbk.eu .
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
150
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
proprietà intellettuale ed alla erogazione di servizi di ricerca a favore di soggetti
privati. Nel corso del 2010 dalle attività della Fondazione sono nate 4 imprese
spin-off, una nel 2011 e una nel 2012. A fine 2012 complessivamente sono
presenti all’interno della Fondazione 10 spin-off con un fatturato complessivo di
circa 3 milioni di Euro. Per quanto concerne l’attività di brevettazione, gli ultimi
dati disponibili indicano il deposito tra il 2011 e il 2012 complessivamente di 8
domande di cui 5 in uffici esteri. Nel 2012 è stata ottenuta l’assegnazione di 4
brevetti derivanti da precedenti depositi. Nel 2012 sono state concesse
complessivamente 8 licenze. Le royalties complessive sono relativamente ridotte.
Tabella [All.2] 7 - Trasferimento tecnologico: spin-off, brevetti e licensing
Numero di nuove spin-off
Stock di imprese considerate spin-off
Fatturato annuo delle spin-off iscritte
(migliaia.di Euro)
Occupazione totale delle spin-off iscritte
Numero totale di depositi brevettuali
Numero di depositi brevettuali in uffici
esteri
Numero di marchi depositati
Numero di licenze concesse
Ricavi da brevetti e licenze (migliaia.di
Euro)
2010
2011
2012
4
16
1
17
1
10
8085
11324
3093
119
7
122
6
33
2
3
5
0
1
13
0
21
0
8
26
20
12
I dati sui ricavi annui per commesse di ricerca da parte di soggetti privati
mostrano una sostanziale stabilità in anni recenti. Nel complesso nel 2012 i ricavi
da commesse di ricerca da parte di soggetti privati locali incidono per il 40% del
fatturato FBK da contrati con privati, per l’8% dei ricavi al netto dell’accordo di
programma e per il 2,6% dei ricavi totali comprensivi dell’AdP. Chiaramente tale
dato è in parte associabile a problemi sul lato della domanda locale di servizi
avanzati di ricerca e sviluppo. Dal punto di vista dell’offerta esso d’altra parte
risente inevitabilmente del differente potenziale di trasferimento tecnologico di
diversi ambiti scientifici presenti in Fondazione.
Tabella [All.2] 8 - Ricavi da contratti da soggetti privati (in migliaia di Euro)
Privati internazionali
Privati nazionali
Privati locali
Totale privati
2010
486
573
1057
2011
637
669
1247
2012
870
544
1003
2116
2553
2417
Alle precedenti misure orientate prevalentemente al settore privato dell’economia
locale si affiancano ovviamente iniziative di trasferimento tecnologico e di knowhow a favore di soggetti pubblici. A tale tipologia di interazione con il territorio
sono riconducibili una serie di iniziative condotte nel periodo 2010-2012 dalla
Fondazione attraverso i propri centri di ricerca. Tra le principali si ricordano: i) la
linea strategica che punta allo sviluppo di tecnologie per la comunicazione e
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
151
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
l’informazione per la qualità della vita in un territorio intelligente; ii) i laboratori
territoriali diffusi; iii) il progetto sistema di cartella clinica personale; iv) il
sistema per il monitoraggio automatico di eventi in gallerie (Smart Tunnel).
Nel complesso i dati disponibili sembrano evidenziare una situazione di criticità
nell’efficacia del trasferimento tecnologico a favore del comparto privato del
territorio. Tali criticità non sono chiaramente del tutto ascrivibili alle scelte
strategiche ed operative della Fondazione nel campo del trasferimento
tecnologico. Tuttavia, soprattutto alla luce degli intenti dichiarati nell’accordo di
programma risulta fondamentale una esplicitazione degli interventi che la
Fondazione ha adottato o intende adottare in futuro. In questa prospettiva, Trento
RISE rappresenta certamente un asse strategico rilevante per aumentare,
nell’ambito ICT, la capacità di trasferimento tecnologico di FBK.
2.2.5 Sistema interno di valutazione
Nel periodo 2010-2012 la Fondazione ha investito in modo significativo nello
sviluppo di un sistema interno di valutazione basato su dati quantitativi relativi
alla produzione scientifica. In particolare è stato sviluppato un sistema interno di
incentivi collegato anche alle metriche sugli output della ricerca. Per quanto
attiene al sistema degli incentivi per il personale di ricerca (per i dipendenti della
Fondazione, regolamentato da specifiche norme contrattuali), nel corso del 2012 si
è proceduto ad una riforma del sistema con l’introduzione di un meccanismo di
valutazione del risultato basato su riscontri quantitativi, che incide per il 50% della
premialità erogata ed elimina la componente assegnata sulla sola base salariale. Il
restante 50% è distribuito sulla base del giudizio di merito qualitativo dei
responsabili della ricerca.
L’adesione al processo di valutazione VQR 2004-2010 ha, inoltre, rappresentato
un passaggio rilevante per l’affinamento del processo di autovalutazione. In
riferimento alla VQR la Fondazione ha trasmesso complessivamente 617 prodotti
della ricerca, con una incidenza di prodotti mancanti pari al 3.6%59. Nel 2012 la
Fondazione ha pubblicato un rapporto di autovalutazione in cui vengono
esplicitati i meccanismi di governance del processo di autovalutazione. Il
documento riporta anche delle analisi specifiche di posizionamento per alcuni
centri della Fondazione.
2.2.6 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca
A partire dal 2011 la Fondazione ha avviato un processo di ridefinizione dei
metodi e degli strumenti per la programmazione e verifica delle proprie attività.
Tale processo appare essere stato determinato dalla necessità di: i) focalizzare i
compiti del Comitato Scientifico sulle fasi di programmazione strategica; ii)
integrare nel processo di programmazione anche una fase di autovalutazione
59
Dati comunicati dalla Fondazione. Per l’intera VQR, la percentuale media di prodotti mancanti su tutte le aree
disciplinari `e del 5.3%, ed attorno al 3% nelle aree di interesse per la Fondazione. Occorre tuttavia notare che gli autori
FBK erano tenuti a presentare un numero di lavori quasi doppio rispetto alla media VQR: 4.64 in media per gli autori
FBK e 2.76 in media per gli autori dell’Area Disciplinare 09 (quella di riferimento per i centri della Fondazione).
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
152
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
basata su indicatori quantitativi; iii) adottare strumenti di peer-review nella
programmazione di tipo pluriennale; iv) sviluppare un Nucleo di Valutazione della
Ricerca (NVR) per la gestione dei dati e delle relative metodologie di trattamento.
Gli elementi di maggior rilevanza del processo del sistema di programmazione
sono sintetizzati nella seguente tabella che riporta ruoli e competenze dei soggetti
coinvolti. Il disegno complessivo del sistema di programmazione appare essere
ben articolato con il contributo di soggetti esterni operanti su livelli e con
tempistiche diverse nel processo di programmazione/verifica.
Tabella [All.2] 9 - Ruoli e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo di programmazione e
verifica
Ruolo
Comitato
Scientifico
Commissione
di Esperti
Nucleo di
Valutazione
Nomina
Nominato dal Consiglio di
Amministrazione
su proposta del Presidente.
Il mandato dei membri è
quadriennale,
rinnovabile una sola volta.
Nominata dal
Consiglio di
Amministrazione della
Fondazione
Tre persone, nominate dal
Presidente e dal Segretario
Generale per una
durata di cinque anni
Funzioni
valutazione (ex-ante) dei piani programmatici – annuali e
pluriennali.
Fornisce parere obbligatorio sui contenuti tecnici e scientifici
delle attività predisposte dai responsabili della ricerca e sui
relativi dati economico-finanziari.
valutazione ex-post dei risultati e della qualità delle attività di
ricerca e della coerenza delle stesse con i piani programmatici,
gli scopi e gli indirizzi della Fondazione.
Interviene:
1. a metà del periodo corrispondente al Piano pluriennale
2. alla conclusione del periodo corrispondente al Piano
Pluriennale, per fornire al Consiglio di Amministrazione ed al
Presidente una valutazione dei risultati conseguiti, ed indicazioni
per la definizione del Piano Pluriennale successivo
I rapporti del NVR sono quadrimestrali:
1. Accertare, anche attraverso audizioni interne, il rispetto dei
requisiti quantitativi e qualitativi nei processi che regolano la
programmazione e la gestione della ricerca;
2. Accertare se e come i responsabili delle attività di ricerca
tengano conto delle valutazioni e indicazioni espresse dal
Comitato Scientifico e dalla Commissione di Esperti;
3. proporre azioni e formulare raccomandazioni volte a
migliorare la qualità dell’attività di ricerca della Fondazione.
2.2.7 Capacità di autofinanziamento
Questa sezione prende in esame, a livello di intera Fondazione e dei singoli centri
di ricerca, il grado di autofinanziamento rispetto al contributo della Provincia sia
attraverso l’Accordo di Programma che attraverso canali di finanziamento
competitivo aggiuntivi.
Tabella [All.2] 10 - Composizione dei ricavi e quota di autofinanziamento rispetto al
contributo in accordo di programma
Accordo di programma
Accordo di programma
(escluse partecipate)*
Agenzie internazionali
Bandi di Ricerca Europei
Anno 2010
30589
25712
65.6%
Anno 2011
31289
25040
42
0.1%
4329
11.0%
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
%
%
63.5%
Anno 2012
30541
25387
%
66,8%
588
1.5%
193
0,5%
3419
8.7%
3883
10,2%
153
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
Agenzie Nazionali
715
1.8%
690
1.8%
479
1,3%
Bandi di ricerca locali
(PAT e altri)
Altri enti pubblici
4074
10.4%
4767
12.1%
3076
8,1%
41
0.1%
1
0.0%
303
0,8%
Privati internazionali
486
1.2%
637
1.6%
870
2,3%
Privati nazionali
573
1.5%
669
1.7%
544
1,4%
Privati locali
1057
2.7%
1247
3.2%
1003
2,6%
Altri soggetti
2165
5.5%
2361
6.0%
2246
5,9%
Totale escluse partecipate
39194
100.0%
39419
100.0%
37984
100.0%
Autofinanziamento:
34.4%
36.5%
33.2%
Fonte: Elaborazione su dati bilancio 2011 e 2012 FBK. Dati in migliaia di Euro.
Nella successiva tabella si riporta la valutazione del livello di autofinanziamento
per i singoli centri di ricerca e per le partecipate come da bilancio della
Fondazione Bruno Kessler 2012. Per i singoli centri l’autofinanziamento è
valutato non in termini di composizione dei ricavi complessivi ma come incidenza
dei ricavi non derivanti dall’Accordo di Programma rispetto ai costi complessivi
dei centri stessi.
Tabella [All.2] 11 - Livello di autofinanziamento rispetto al contributo in accordo di
programma
Centro
Ricavi non AdP
2010
2011
2012
Costi complessivi
2010
2011
2012
Autofinanziamento
2010
2011
2012
CIT
5814
5561
5374
11495
11328
10819
50.6%
49,7%
60.2%
49.1%
54,81
%
75.3%
CMM
5104
6040
4424
10163
11020
9414
50.2%
ECT*
669
1462
634
1111
1941
1099
CIRM
48
68
47
236
221
225
20.3%
30.8%
20,9%
ISIG
63
59
128
909
1063
788
6.9%
5.6%
16,2%
ISR
44
76
66
677
554
514
6.5%
13.7%
12,8%
CREATE-NET
2907
4220
nd
5932
7624
nd
49.0%
55.4%
nd
GRAPHITEC
417
486
nd
775
865
nd
53.8%
56.2%
nd
CELCT
45
8
nd
298
281
nd
15.1%
2.8%
nd
IRVAPP
66
59
nd
726
993
nd
9.1%
5.9%
nd
47,0%
57,7%
Fonte: Elaborazione su dati bilancio 2011 e 2012 FBK. Dati in migliaia di Euro
Oltre ai progetti europei, di cui si sono presentati i dati nella precedente sezione,
nella seguente tabella sono riportati i contratti derivanti da ulteriori agenzie
nazionali ed internazionali.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
154
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
Tabella [All.2] 12 - Finanziamento attraverso fondi da agenzie nazionali ed internazionali
Numero di contratti di ricerca acquisiti
Ammontare dei contratti acquisiti
(in migliaia di Euro)
2010
2011
2012
88
89
43
1811
1980
2141
2.3 Considerazioni
Nel complesso i dati esposti nei precedenti paragrafi contribuiscono a delineare per
la Fondazione un profilo caratterizzato dai seguenti aspetti.
La produzione scientifica complessiva risulta essere di buon livello e caratterizzata
da un trend positivo. L’aumento delle pubblicazioni scientifiche è più elevato per il
sottoinsieme di riviste con impact factor (censite dal database Web of Science) ed i
dati mostrano chiaramente una scelta di riposizionamento su tali riviste rispetto ad
ulteriori riviste internazionali. La comparazione tra i dati 2009 e 2011 mostra
chiaramente come la crescita dei volumi sia in larga misura ascrivibile alle attività
dei centri CIT, CMM ed ECT*. Nel 2012 si registra un certa contrazione nei
volumi di pubblicazioni scientifiche. I dati derivanti dalla VQR e riferiti al periodo
2004-2010 per i centri CIT e CMM indicano un differente posizionamento dei due
centri rispetto ad un benchmark rappresentato dalla performance media degli altri
enti valutati ed operanti in ambiti scientifici omogenei. In particolare, solo nel caso
del CMM i dati evidenziano una performance superiore alla media. Tale risultato è
basato sulla osservazione dei prodotti giudicati eccellenti dai reviewer della VQR.
Come già sottolineato nei precedenti paragrafi, le valutazioni della VQR si
riferiscono all’intero periodo 2004-2010 ed in anni recenti (2010 e 2012) la quota di
pubblicazioni della fondazione che sono apparse su riviste collocate nel primo
quartile di impact factor dei corrispondenti ambiti scientifici è cresciuta dal 47% nel
2010 al 55% del 2012. Ciò evidenzia la presenza di un trend significativo di
riposizionamento verso la fascia alta delle riviste scientifiche. Tuttavia, l’esito della
VQR dovrà certamente fungere da stimolo nella programmazione futura delle
attività di ricerca dei centri, con specifico riferimento alla selezione delle tematiche
ed alla concentrazione di risorse sugli ambiti più promettenti.
La produzione scientifica dei centri ISIG ed ISR rimane sostanzialmente invariata
in riferimento a monografie e contributi su capitoli di libro mentre sembra emergere
un trend decrescente (anni disponibili 2009-2011) nei contributi su riviste
internazionali. L’interpretazione di tali trend deve necessariamente tener conto delle
significative diversità strutturali tra i centri sia in merito ai processi di produzione di
sapere scientifico sia nelle forme di divulgazione.
La produzione scientifica complessiva della Fondazione, anche relativa a
monografie e capitoli di libro, è caratterizzata da un elevato livello di apertura
internazionale, misurata sulla base delle co-autorazioni. L’incidenza di personale di
ricerca inattivo in anni recenti è pari al 20% e mediamente a livello di intera
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
155
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
Fondazione si registra nel 2012 una produttiva media di 2 pubblicazioni
internazionali all’anno.
La Fondazione in anni recenti ha mostrato una buona performance sul mercato del
finanziamento europeo della ricerca. Ciò è per altro confermato anche dal
posizionamento relativo secondo la VQR dei centri CIT e CMM rispetto agli altri
enti su questa specifica dimensione di performance.
Le risorse provenienti dal settore privato, sia locale che non, mostrano invece una
incidenza relativamente ridotta rispetto alle entrate totali. Tali risorse si sono però
mantenute relativamente stabili in anni caratterizzati da un contesto di rilevante crisi
economica.
Nel complesso la capacità di autofinanziamento rispetta i vincoli espressi
dall’Accordo di Programma. Tuttavia, gli stessi vincoli non sarebbero soddisfatti se
tra le entrate ulteriori rispetto all’Accordo di Programma non venissero conteggiati i
fondi di ricerca assegnati sempre dalla Provincia Autonoma di Trento sulla base di
bandi di natura competitiva. La capacità di autofinanziamento a livello dei singoli
centri è molto eterogenea. Sebbene ciò sia in buona parte riconducibile alla
oggettiva presenza di differenti opportunità di fundraising per differenti aree
disciplinari, lo sviluppo di appropriate forme di progettualità congiunta tra i centri
delle aree scientifiche e delle scienze umane potrebbe rappresentare una azione
rilevante per migliorare le capacità di autofinanziamento anche dei centri del polo
delle scienze umane e sociali.
La quota di personale di ricerca straniero nella Fondazione è pari a circa il 13% nel
2011. Tale incidenza sale ad oltre il 30% nel caso si considerino i soli collaboratori
di ricerca (7% nel caso del personale strutturato). Rispetto al contesto italiano tali
valori sono certamente più elevati della mediana e testimoniano il potenziale di
attrattività delle struttura di ricerca della Fondazione. La Fondazione ha anche
avviato recentemente delle iniziative per il finanziamento della mobilità
internazionale temporanea dei propri ricercatori. Sul fronte della programmazione e
valutazione delle attività di ricerca, la Fondazione ha ridefinito recentemente il
processo di sviluppo dei propri piani strategici
Le evidenze riportate nei precedenti paragrafi, alla luce sia degli obiettivi espressi
nell’Accordo di Programma 2010-2013, sia dei più generali indirizzi strategici della
politica per la ricerca della Provincia Autonoma di Trento, suggeriscono alcune
specifiche riflessioni sulle seguenti dimensioni.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
156
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
2.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della
missione di lungo periodo della Fondazione
L’espansione delle attività riconducibili al polo delle scienze umane, con la
costituzione di nuovi centri di ricerca interni, rappresenta una significativa
divergenza rispetto alla pianificazione esplicitata nell’Accordo di Programma
2010-2013. Tali cambiamenti sono stati ratificati dalla Provincia Autonoma di
Trento nella prospettiva di un riassetto complessivo delle attività di ricerca locali e
con l’obiettivo di ottenere specifiche sinergie. Tuttavia, non appare chiaro in che
misura tali obiettivi della PAT siano coerenti e compatibili con la missione di
lungo periodo della Fondazione. In questa prospettiva, una più chiara
identificazione del posizionamento tematico/disciplinare della fondazione
potrebbe arginare la tendenza da parte del decisore politico ad impiegarla quale
contenitore di centri di ricerca ed iniziative specifiche che, pur meritevoli su piano
scientifico, non presentino reali complementarietà. Una eccessiva eterogeneità
disciplinare potrebbe indurre oggettive difficoltà di carattere gestionale ed indurre
in futuro una ripartizione delle risorse (per altro soggette ad una probabile
progressiva contrazione) non efficace nel mantenimento della massa critica di
investimenti sulle aree di eccellenza internazionale della Fondazione.
Nell’impianto originale dell’Accordo di Programma veniva identificato nel
programma Embedded Systems il luogo virtuale di interazione tra i differenti
centri, sia dell’area tecnologica che (almeno in parte) dell’area delle scienze
umane. Nella successiva riprogrammazione delle attività sembra essersi palesata
una certa difficoltà nella costruzione di programmi di ricerca interdisciplinari. In
questa prospettiva la diversificazione in atto sul fronte delle scienze umane non
sembra, a priori, garantire rispetto al passato maggiori opportunità di integrazione
con l’area tecnologica. Inoltre, tenuto conto che l’Accordo di Programma pone
una enfasi particolare sul trasferimento tecnologico, l’allocazione di risorse
aggiuntive sull’area delle scienze sociali potrebbe nel complesso andare ad
erodere gli investimenti in progetti di carattere tecnologico più applicativi o
comunque più funzionali al trasferimento tecnologico. Discorso analogo vale per
la questione dell’autofinanziamento: sebbene nel complesso la fondazione rispetti
la soglia imposta dalla Provincia è evidente che la capacità di raccolta di fondi per
la ricerca sia notevolmente superiore nel caso dei centri del polo tecnologico.
Rispetto a queste considerazioni, è opportuno ribadire il giudizio positivo sul
rinnovato meccanismo di governance del processo di programmazione strategica
che la Fondazione Bruno Kessler ha adottato. In questo senso, la Fondazione ha
tutti gli strumenti per definire un impianto strategico futuro veramente declinato
sulla eccellenza in specifici ambiti. Rispetto alla possibilità di ingenerare effettive
sinergie tra i centri, si sottolinea l’importanza – nel contesto di programmazione
futura delle attività della fondazione - di individuare e finanziare, coinvolgendo
direttamente i gruppi di ricerca, specifici progetti congiunti piuttosto che
individuare semplicemente potenziali “aree” di interazione tra i centri stessi.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
157
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
2.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca
In generale i dati sui co-autoraggi delle pubblicazioni scientifiche e sui progetti
Europei indicano un buon livello di apertura internazionale delle attività di ricerca.
Tuttavia, sul fronte della internazionalizzazione tramite mobilità del personale di
ricerca si ritiene che vi siano spazi di miglioramento. La Fondazione a partire dal
2012 ha deciso di dedicare specifiche risorse per il supporto alla mobilità
outbound dei propri ricercatori, mentre sull’inbound non sembra esserci una
strategia altrettanto aggressiva. A questo riguardo, è rilevante sottolineare come
l’incidenza di personale estero sia molto superiore, ad oggi, nel caso delle
posizioni di ricerca temporanee (circa 30% contro una media del 7% su tutto il
personale strutturato). Il dato potrebbe in parte riflettere una criticità nel processo
di internazionalizzazione dettata dai vincoli imposte dalle direttive della Provincia
in merito al contenimento dei costi del personale (le direttive sul personale e sul
contenimento delle spese sono assunte con deliberazione della Giunta provinciale
sulla base della proposta del dipartimento affari finanziari e del dipartimento del
personale). Tuttavia, si ritiene importante nel contesto di ridefinizione delle
attività di ricerca per il prossimo Accordo di Programma sottolineare l’importanza
di processi di recruiting internazionale, non esclusivamente per le figure apicali
dei centri. Inoltre, pur nella evidenza di collaborazioni costanti con altre
organizzazioni, si raccomanda l’espansione e consolidamento di accordi strutturati
con istituzioni di ricerca estere.
2.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e
conoscenza scientifica
Il futuro impianto strategico della Fondazione dovrà necessariamente identificare
una posizione netta in merito al tema del trasferimento tecnologico. La
specializzazione scientifica delle aree di ricerca della fondazione e le
caratteristiche del contesto industriale locale richiedono infatti un importante
sforzo progettuale per identificare nuovi strumenti ed assetti organizzativi
finalizzati ad capitalizzare sul territorio, anche in termini di economici, l’impegno
in ricerca ed innovazione della fondazione. Nel piano attuativo 2012 si fa
riferimento esplicito al trasferimento tecnologico come uno dei driver principali
della strategia futura. Nonostante i progressi in anni recenti nella percezione locale
della rilevanza industriale delle attività di ricerca della fondazione nel complesso i
dati disponibili (contratti di ricerca con imprese, attività brevettuale ed
imprenditorialità science-based) sembrano indicare una situazione di potenziale
criticità per il futuro.
In questa prospettiva si raccomanda di esplorare ulteriori strumenti in aggiunta a
quelli previsti dall’Accordo di Programma e focalizzati essenzialmente
sull’attività di spin - off. In particolare si fa riferimento ad azioni dedicate alla
mobilità delle competenze, all’attivazione di accordi extraterritoriali, allo sviluppo
di progetti di partnership con soggetti privati per la ricerca e sviluppo lungo
specifiche filiere tecnologiche e industriali. Tali azioni possono costituire delle
leve importanti per ridurre progressivamente le barriere all’accesso alla
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
158
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
conoscenza innovativa sviluppata dalla fondazione percepite dalle imprese locali
soprattutto di minori dimensioni. In ragione della oggettiva complessità del
coniugare obiettivi di eccellenza scientifica ed impatto in termini di trasferimento
tecnologico (ad esempio per evidenti questioni legate al sistema di incentivi dei
ricercatori o alla allocazione delle risorse in attività di ricerca più esplorativa o
applicata), appare evidente l’importanza di progettare un efficace sistema di
relazioni con soggetti istituzionalmente preposti alla intermediazione dell’offerta
di competenze tecnologiche nei confronti dei soggetti del territorio.
Trento RISE rappresenta certamente una iniziativa potenzialmente in grado
generare un significativo salto di qualità nella capacità di trasferimento
tecnologico e di avvicinamento al mercato dei risultati della ricerca dei centri di
FBK. Per questa ragione si renderà necessaria una riorganizzazione delle attività
di trasferimento tecnologico di FBK per evitare duplicazioni e favorire il più
possibile delle sinergie rispetto agli interventi in questa direzione messi in campo
attraverso Trento RISE.
2.3.4 Sul sistema interno di valutazione
In questo rapporto è stato evidenziato il giudizio positivo in merito agli sforzi fatti
nella costituzione del nucleo interno di valutazione, nel popolamento del sistema
informativo, nella partecipazione alla VQR e nella definizione di una strategia
organica di autovalutazione. Restano alcuni aspetti importanti da considerare per
la programmazione futura nell’area della valutazione e monitoraggio delle attività
di ricerca. In particolare si menziona l’importanza di un futuro allargamento della
base informativa verso i centri “periferici”. In secondo luogo si sottolinea che
sarebbe rilevante ai fini della valutazione futura delle strategie di ricerca della
fondazione individuare dei potenziali soggetti benchmark in ambito
internazionale, necessariamente differenziati rispetto alle diverse componenti
scientifiche presenti all’interno della Fondazione. La comparazione con tali
soggetti non sarà da intendersi in relazione al confronto diretto di indicatori
specifici di produttività della ricerca o di autofinanziamento, ma piuttosto in
relazione ad elementi quali la pianificazione strategica delle linee di ricerca, le
scelte di diversificazione delle competenze interne e l’ottimizzazione della
allocazione delle risorse tra infrastrutture per la ricerca e personale.
Infine, tenuto conto della crescente complessità ed eterogeneità delle attività e dei
centri di ricerca della Fondazione, si suggerisce di investire in modo significativo
nello sviluppo in tempi ragionevoli di sistemi di controllo di gestione i quali,
aldilà dei requisiti di certificazione dei costi previsti da soggetti finanziatori (che
la Fondazione per altro già può vantare, ad esempio, nel caso dei progetti
finanziati dall’Unione Europea), garantiscano una migliore qualità delle
informazioni di ordine finanziario ed una efficace gestione delle risorse stesse.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
159
Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler
2.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e
della Ricerca
Come ricordato in precedenza, anche a seguito del terzo atto aggiuntivo
all’Accordo di Programma, le attività della Fondazione stanno progressivamente
incorporando specifiche componenti della ricerca trentina, sia nascenti sia già
presenti sul territorio. Tenuto conto di ciò, oltre alla già menzionata necessità di
pensare ad una strategia coerente in questa direzione a livello interno di
fondazione, diventa fondamentale la condivisione con gli altri attori di STAR in
relazione a:
piattaforme tecnologiche (in particolare quelle indicate nel Programma);
servizi di valorizzazione del proprio patrimonio;
linee di ricerca comuni anche con l’area SUS.
In particolare, il rapporto con Trento RISE sarà cruciale per la Fondazione
soprattutto per le potenziali ricadute positive che esso potrà avere proprio su
alcuni attuali elementi di criticità delle attività della fondazione, in primo luogo il
trasferimento tecnologico e lo sviluppo di partnership di ricerca con soggetti
privati anche non locali. Le risorse in campo sono significative. Risulta quindi
fondamentale l’impegno per lo sviluppo di progettualità condivisa tra la
Fondazione e Trento RISE in modo da evitare disallineamenti rispetto alle
competenze ed agli ambiti di ricerca del prossimo Accordo di Programma. Da tale
progettualità condivisa discende anche una connessa gestione economica del
personale della Fondazione impegnato in attività relative a Trento RISE.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
160
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund
Mach
3.1 Introduzione
3.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma
Gli Accordi di Programma, costituendo la parte preponderante dell’impegno a
sostegno della ricerca della Provincia Autonoma di Trento, determinano la
direzione di sviluppo per i settori a cui fanno riferimento le istituzioni firmatarie.
La Fondazione Edmund Mach, che costituisce per storia, radicamento e visibilità
rispetto agli attori locali e non, uno dei soggetti principali trentini, essendo basata
sulla naturale evoluzione di una storica istituzione quale l’Istituto Agrario di S.
Michele all’Adige (IASMA), ha individuato per il periodo 2010-2013 un insieme
di obiettivi per le attività di ricerca, in linea con gli obiettivi generali presenti nel
Programma Pluriennale della ricerca. Tra questi:
la ricerca di alta qualità su genomica e post-genomica per le piante da
frutto;
i risultati e la disseminazione di conoscenza per gli agricoltori;
il contributo a STAR attraverso la condivisione di strategie,
infrastrutture e servizi tra tutte le realtà presenti sul territorio;
la promozione di istruzione e formazione professionale, creando capitale
umano da investire sul territorio.
3.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma
I risultati attesi dal sostegno all’attività di ricerca svolta dalla Fondazione sono:
a) per la ricerca:
1. la discussione pubblica di livello internazionale;
2. il conseguimento entro il 2012 di:
un autofinanziamento nel 2012 e mantenuto nel 2013: per il Centro
Ricerca e Innovazione (CRI) al 28% e per il Centro Trasferimento
Tecnologico (CTT) al 17%;
la costituzione di centri a rilevanza internazionale su biologia dei sistemi
(agro-ambientale e nutrigenomica) legno e foreste;
l’adesione a piattaforme tecnologiche sulle piante perenni, sulle malattie
di vite e melo e su qualità alimentare dei prodotti;
la consulenza a favore della Provincia autonoma di Trento (art. 8).
b) per le attività rivolte al territorio:
un portafoglio brevetti e l’incubazione di imprese (start up e spin-off)
con almeno una nuova iniziativa entro il 2012;
un corso di specializzazione vivaistica entro il 2012;
una rete di collaborazione internazionale;
il supporto ad aziende agricole su energia (vedi il progetto TERRA);
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
161
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
un corso faunistico nel Centro Istruzione e Formazione (CIF).
Gli obiettivi indicati nell’Accordo di programma tra Provincia e Fondazione
costituiscono il riferimento base utilizzato dalla presente valutazione in quanto
ripresi e sviluppati nel piano pluriennale delle attività e nei successivi piani
annuali di attuazione dell’accordo redatti dalla Fondazione. Gli indirizzi strategici
principali erano anche presenti nel documento di programmazione pluriennale
“Verifica dell’implementazione del passaggio da I.A.S.M.A. a F.E.M. Piano
quadriennale di sviluppo della Fondazione E. Mach” (2010). Già in questo
documento, la dirigenza della Fondazione aveva tenuto conto – oltre agli indirizzi
di ricerca e agli obiettivi di eccellenza scientifica – di altri due indirizzi centrali
per il tessuto provinciale: l’assicurare la copertura finanziaria all’attività di
formazione e soprattutto lo sviluppare sinergie tra istituti di ricerca volte a
sostenere l’attivazione di progetti di ricerca adatti alla competizione internazionale
e a garantire il trasferimento di conoscenze al territorio60.
3.1.3 Fonti e qualità dei dati per la valutazione
Le fonti di informazione e dati su cui si è costruita la valutazione sono
principalmente documenti di programmazione della Provincia Autonoma di
Trento e della Fondazione Edmund Mach, documenti amministrativi e di
autovalutazione della Fondazione, raccolta diretta dei dati da parte della
Fondazione sulla base di una griglia predisposta dal CVR, e incontri con la
dirigenza della Fondazione preparati dalla fornitura di quesiti e temi sui quali si
richiedeva un approfondimento (visite per interviste realizzate il 26 ottobre e 21
novembre 2012, e gli scambi intercorsi successivamente al Rapporto intermedio
CVR, nella primavera 2013).
Fra questi, i principali sono il Piano delle attività 2010-2013 FEM, la Relazione
sullo stato di attuazione dell’Accordo di Programma 2012 - FEM, il Bilancio
d’esercizio 2012 FEM, il Bilancio di previsione 2013 – Piano attuativo 2013 –
Piano degli investimenti approvato nella seduta del Consiglio di Amministrazione
del 17 dicembre 2012, il Bilancio di Previsione 2014 - Piano Attuativo e Piano
degli Investimenti approvato nella seduta del Consiglio di Amministrazione di
data 20/12/2013, i Documenti programmatici di filiera, fra cui Melo e altri
fruttiferi, il Report CRI FEM 2011-2012, VQR 2004-2010, OpenPub FEM, dati
forniti dalla Fondazione e dati raccolti da PAT per la gestione dei finanziamenti a
sostegno della ricerca.
3.1.4 Criteri per la valutazione
La valutazione proposta in queste pagine è basata su elementi qualitativi e su
metriche volte a cogliere le dimensioni e gli obiettivi esplicitati all’interno
dell’Accordo di Programma. In questa prospettiva la valutazione è orientata sia a
un giudizio di coerenza tra obiettivi dichiarati nell’Accordo di Programma e azioni
effettivamente messe in atto, sia ad un giudizio più generale sulla efficacia ed
60
Vedi il Programma di Sviluppo Provinciale per la XIV legislatura, Provincia autonoma di Trento.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
162
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
efficienza di tali azioni in termini di ritorni sul piano scientifico e di impatto sul
territorio. L’orizzonte temporale preso in esame è relativo agli anni dal 2010 in
poi.
Nelle valutazioni di questo rapporto non si è utilizzata l’analisi diretta di
benchmarking. Tuttavia la scelta della Fondazione di aderire, anche su invito del
CVR, al processo di valutazione VQR 2004-2010 ha fornito l’opportunità per
poter disporre di indicatori di performance corretti e confrontabili per le
dinamiche medie settoriali. Si ritiene, comunque, che in aggiunta a tale iniziativa
sia importante, nel contesto di un dialogo tra CVR e Fondazione e di percorsi di
autovalutazione, l’identificazione di possibili soggetti benchmark, in relazione ad
elementi quali la pianificazione strategica delle linee di ricerca, le scelte di
diversificazione delle competenze interne e l’ottimizzazione della allocazione
delle risorse tra infrastrutture per la ricerca e personale.
Un costante sforzo di proiezione verso il futuro, alla ricerca delle condizioni di
sostenibilità del soggetto di ricerca e di possibili strategie e percorsi migliorativi
ha accompagnato il lavoro.
3.2 Valutazione delle attività
La Fondazione Edmund Mach continua le attività dell’Istituto agrario di San
Michele all’Adige (IASMA), fondato nel 1874, che nel 2008 ha dato vita alla
Fondazione insieme al Centro di Ecologia Alpina (CEA), precedentemente un ente
funzionale della Provincia Autonoma di Trento, il cui compito principale è favorire,
sviluppare e realizzare attività di ricerca, educazione ed informazione sugli
ecosistemi delle Alpi.
La Fondazione Edmund Mach si articola in tre aree di lavoro principali:
CTT – Centro Trasferimento Tecnologico (Agricoltura, Ricerca), in cui sono
confluite le funzioni istituzionali e di servizio alle imprese di IASMA;
CIF Centro Istruzione e Formazione;
CRI Centro Ricerca e Innovazione in cui sono confluite le componenti di
ricerca di IASMA e CEA.
All’interno della Fondazione opera Aqa certificazioni, struttura che promuove e
svolge attività di certificazione, ispezione e controllo in campo agricolo, alimentare,
forestale e della filiera legno.
Nel presente documento, l’attenzione relativamente all’attività di ricerca si
concentra su quanto svolto da CRI, e si estende ai flussi di conoscenze e alle
collaborazioni tra CRI e CTT, e tra CRI e CIF. Ulteriori linee di valutazione
riguardano l’integrazione e la collaborazione tra la Fondazione e gli altri soggetti
della ricerca operanti in Trentino e la visibilità e l’impatto delle attività svolte dalla
stessa Fondazione nel contesto economico-territoriale del Trentino, nonché la loro
efficacia e sostenibilità.
In base agli ultimi dati disponibili a bilancio (2012) la Fondazione Edmund Mach
ha circa 400 dipendenti di cui una cinquantina ricercatori, novanta circa
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
163
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
tecnologi/sperimentatori e quasi ottanta docenti61. A questi vanno aggiunti i
collaboratori ed il personale PAT distaccato presso FEM.
I dipartimenti, nei quali si è organizzata la struttura del CRI, sono:
1. dipartimento agro-ecosistemi sostenibili e biorisorse;
2. dipartimento biodiversità ed ecologia molecolare;
3. dipartimento genomica e biologia delle piante da frutto;
4. dipartimento qualità alimentare e nutrizione;
5. dipartimento di biologia computazionale.
Le aree principali di ricerca si concentrano nelle scienze biologiche e nelle scienze
agrarie e veterinarie.
La Fondazione Edmund Mach, con lo sforzo di strutturazione di laboratori di
ricerca avanzata e l’attrazione di ricercatori qualificati, ha inteso interpretare la
propria missione verso lo sviluppo di attività di ricerca tali da renderlo un punto di
riferimento nazionale e uno dei centri di livello internazionale nei settori scientifici
prioritari per la Fondazione.
Oltre alle attività di ricerca condotte in linea con gli impegni definiti nell’Accordo
di programma, CRI è impegnato anche in progetti sostenuti da altre fonti di
finanziamento, prevalentemente sempre di matrice pubblica, come fondi per la
ricerca provinciali e nazionali ed europei, fondi strutturali, convenzioni.
In ambito provinciale, FEM ha acquisito l’assegnazione da parte di PAT di due
grandi progetti 2012 e di 22 progetti esplorativi, che si sviluppano lungo
ramificazioni e approfondimenti delle aree di ricerca e di applicazione dei risultati
scientifici prodotti.
Nella tabella di seguito si dà conto dei progetti più recenti finanziati con fondi
europei (FP7) alla cui realizzazione FEM contribuisce con il ruolo di coordinatore
del progetto (tre progetti) e come partecipante attivo nelle attività di ricerca.
Tabella [All.3] 1 - Progetti finanziati nell’ambito del Settimo Programma Quadro della
Commissione europea, con coinvolgimento di FEM (dal 2010 in avanti)
nome e titolo del progetto
periodo
ruolo di FEM
INNOVA - Innovative bio-based pesticides to
minimize chemical residue risk on food
GRAPERIPE - The role of ethylene and of ERF
gene regulators in the grapevine berry ripening
AIRFORS - Aircraft for Environmental and Forest
Science
2013-01-01 2016-12-31
coordinatore
2012-06-01 coordinatore
2016-05-31
2012-01-01 2015-12-31
coordinatore
2013-06-01 2013-12-31
FBK-RN2013 - KM0 Research
partecipante
FRUIT BREEDOMICS - Integrated approach for 2011-03-01 - partecipante
61
Il dato ufficiale di fine 2012 fornito sul sito FEM e nell’ultimo Bilancio d’esercizio 2012: 408 dipendenti di cui
54 ricercatori, 93 tecnologi/sperimentatori e 77 docenti fra laureati e diplomati. Dato il trend positivo dell’attività di
formazione di CIF, attualmente (2014) i docenti sono giunti ad essere un centinaio, di cui 67 a tempo indeterminato.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
164
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
increasing breeding efficiency in fruit tree crops
GHG EUROPE - Greenhouse gas management in
European land use systems
PURE - Pesticide Use-and-risk Reduction in
European farming systems with Integrated Pest
Management
EUROWESTNILE - European West Nile
collaborative research project
2015-08-31
2010-01-01 - partecipante
2013-09-30
partecipante
2011-03-01 2015-02-28
2011-03-01 - partecipante
2014-08-31
2011-11-01 - partecipante
2015-10-31
2012-12-01 - partecipante
2017-05-31
2010-05-01 - partecipante
2013-04-30
2012-06-01 - partecipante
2016-05-31
2012-01-01 - partecipante
2016-06-30
2012-11-01 - partecipante
2016-04-30
partecipante
TREES4FUTURE - Designing Trees for the future
EU BON - EU BON: Building the European
Biodiversity Observation Network
CONGRESS - Conservation genetic resources for
effective species survival
PIMMS - Proton Ionization Molecular Mass
Spectrometry
CO-FREE - Innovative strategies for copper-free
low input and organic farming systems
ANAEE - Infrastructure for Analysis and
Experimentation on Ecosystems
REDHOTGEN 2 - Genetic and physiological
regulation of skin red colour development on apples
under high temperature environments: Genetic tools 2012-03-01 for developing heat tolerant red-skinned apples
2015-02-28
Fonte: http://cordis.europa.eu/fp7/projects_en.html
3.2.1 Qualità della produzione scientifica
Il CRI intende contribuire allo sviluppo di un’economia basata sulle conoscenze
nei settori agroalimentare e ambientale ai fini della crescita socioeconomica del
territorio e di una migliore qualità della vita in un mondo in rapido cambiamento.
Il CRI utilizza approcci scientifici avanzati e si pone come forza di attrazione per
percorsi di formazione universitaria e post-universitaria con elevato contenuto di
ricerca in un contesto internazionale. Ambisce a diventare il punto di riferimento
nazionale e uno dei centri leader a livello internazionale in alcuni settori specifici:
la genomica della vite e delle piante da frutto, allo scopo di sfruttare gli
strumenti della biologia moderna per mantenere la sostenibilità e la
competitività delle produzioni agricole;
i processi di trasformazione e valorizzazione dei prodotti alimentari,
focalizzando sulla qualità organolettica e sensoriale ma anche la
tracciabilità e la salubrità dei prodotti;
l’impatto della dieta sulla salute umana, sfruttando i collegamenti tra la
genomica umana e quella vegetale e puntando all’ulteriore valorizzazione
del valore nutrizionale dei frutti e di altri prodotti di qualità;
lo studio della funzionalità dei sistemi naturali in un contesto di rapida
evoluzione del livello di antropizzazione, dei sistemi rurali e del paesaggio
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
165
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
montano e dei mutamenti climatici: relative conseguenze per la qualità della
vita e lo sviluppo socio-economico.
All’interno di questo orizzonte di riferimento, sono stati identificati i seguenti
settori di attività prioritari per CRI:
la genomica delle piante da frutto e d’interesse forestale, finalizzata alla
sostenibilità e competitività delle produzioni agro-forestali;
i processi di trasformazione e valorizzazione dei prodotti alimentari: qualità
organolettica e sensoriale, tracciabilità e salubrità nonché impatto della
dieta sulla salute;
la funzionalità dei sistemi ecologici naturali in un contesto di rapida
evoluzione del livello di antropizzazione dei sistemi rurali e del paesaggio
montano e dei mutamenti climatici;
i meccanismi di interazione tra organismi in sistemi ecologici dinamici al
fine di salvaguardare la biodiversità e la sostenibilità degli ecosistemi.
L’eccellenza della ricerca prodotta da CRI è stata tracciata in numerosi documenti
e trova riscontro nei giudizi prodotti dalla valutazione dell’ANVUR nell’esercizio
VQR.
I dati complessivi relativi alle pubblicazioni scientifiche di ricercatori afferenti
alla Fondazione Edmund Mach62 indicano in anni recenti una situazione
sostanzialmente positiva e caratterizzata da una rilevante crescita nei volumi per
l’anno 2012. In particolare nel 2012 sono state prodotte 229 pubblicazioni su
riviste internazionali, con una crescita significativa rispetto al 2011 (+40%). I dati
sull’insieme complessivo delle pubblicazioni indicano inoltre per la Fondazione
uno stabile posizionamento dell’output scientifico su riviste mediamente
caratterizzate da elevato impatto scientifico (Impact factor medio delle
pubblicazioni su riviste indicizzate pari a 3,4 e presenza nel portafoglio di alcune
pubblicazioni su riviste di fascia molto elevata quali PNAS e “Nature Genetics”).
Per quanto concerne il grado di apertura internazionale del network di ricerca
della Fondazione, i dati indicano che il 47% delle pubblicazioni più recenti hanno
visto la partecipazione di autori afferenti ad istituzioni straniere, a conferma di un
buon inserimento della Fondazione nelle reti di ricerca internazionale. Dal punto
di vista della produttività individuale si nota la presenza di circa il 14% di
ricercatori inattivi nell’ultimo anno. A fronte di tale dato si registra una
produttività media annuale di pubblicazioni internazionali pari a 1,22 nel 2012 in
crescita rispetto allo 0,87 del 2011. La lettura complessiva dei dati bibliometrici
suggerisce la presenza di significativa eterogeneità nella produttività dei gruppi di
ricerca, in parte riconducibile alle specificità dei differenti domini scientifici su
cui la Fondazione è attiva.
62
Si ricorda che la Giunta provinciale con deliberazione n. 3074 di data 23 dicembre 2010 ha approvato
l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con la Fondazione Edmund Mach, sottoscritto in data 4 febbraio 2011.
Con la deliberazione della Giunta provinciale n. 2096 di data 7 ottobre 2011 è stato approvato il “Primo Atto
Aggiuntivo all’Accordo di programma per la XIV legislatura” e ne ha autorizzato la sottoscrizione, avvenuta in data 20
- 28 ottobre 2011.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
166
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
Rispetto a tali dati medi di produttività, i recenti risultati della Valutazione della
Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010) offrono una prospettiva di lettura
comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla Fondazione
rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in
esame dalla VQR. Le attività di ricerca della Fondazione prese in esame dalla
VQR sono state ricondotte a tre aree: scienze chimiche, scienze biologiche e
scienze agrarie e veterinarie. In tutte le aree la Fondazione ha presentato un
numero di pubblicazioni in linea con quanto richiesto dal processo valutativo
stante il personale impiegato in attività di ricerca.
La distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di
merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance superiore alla media
degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione
dell’incidenza del numero di lavori scientifici giudicati eccellenti dai revisori della
VQR rispetto al totale dei lavori presentati dalla Fondazione.
Nello specifico, le attività di ricerca ricondotte all’area della chimica, che valgono
circa il 13% del complesso delle pubblicazioni della Fondazione sottoposte a
valutazione, mostrano una incidenza di lavori giudicati eccellenti pari al 78% (a
fronte di un dato medio dei soggetti comparabili pari al 48%). L’area delle scienze
agrarie, che copre il 52% del portafoglio della Fondazione valutato, presenta una
incidenza di prodotti eccellenti relativamente minore (49%) ma comunque
ampiamente superiore rispetto agli andamenti medi degli altri soggetti valutati
(32%). Inoltre i dati VQR indicano per l’area delle scienze agrarie un ottimo
posizionamento in riferimento all’intensità delle collaborazioni internazionali di
ricerca.
Le analisi prodotte dalla VQR offrono anche delle prospettive di lettura con
maggior livello di dettaglio, declinate sui singoli dipartimenti della Fondazione. A
questo riguardo è importante esplicitare come un confronto diretto dei risultati
ottenuti possa essere soggetto a criticità metodologiche derivanti dall’implicito
utilizzo di metriche differenti da parte dei valutatori operanti su diversi sottosettori scientifici. Tenuto conto di tali caveat, i dati indicano comunque come la
buona performance complessiva della Fondazione derivi dal contributo di tutti i
centri, nessuno dei quali ottiene uno score inferiore alla media del settore di
riferimento. A titolo di esempio, il dipartimento qualità alimentare e nutrizione
risulta essere primo tra 5 dipartimenti comparabili nell’area delle scienze agrarie e
primo tra 8 dipartimenti di altri enti nell’area della scienze chimiche.
Si noti che la VQR non permette una diretta comparazione delle attività di ricerca
della Fondazione con dipartimenti universitari, in ragione dei differenti mandati
istituzionali e assetti organizzativi di questi ultimi rispetto al contesto di altri enti
di ricerca63. Tuttavia da una lettura incrociata di diversi dati VQR, nel caso
63
I benchmark utilizzati per la valutazione di FEM nel contesto della VQR comprendono, su differenti aree,
dipartimenti di enti quali Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Italiano di Tecnologia, IRCCS, Istituto Nazionale
di Ricerca Metrologica
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
167
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
dell’area delle scienze agrarie, il portafoglio di pubblicazioni dell’istituto di San
Michele collocherebbe la Fondazione in decima posizione tra i dipartimenti
universitari italiani, sullo specifico indicatore relativo all’incidenza di
pubblicazioni giudicate eccellenti. Nel complesso la scomposizione e successiva
aggregazione dei risultati della valutazione del merito scientifico sui singoli
dipartimenti non sembra metter in luce specifici elementi di criticità.
Per la realizzazione del suo programma il CRI ha una struttura composta da due
Aree, cinque Dipartimenti, uno dei quali dedicato alla gestione di una piattaforma
trasversale di biologia computazionale.
La funzionalità integrata e multidisciplinare del Centro è garantita da una struttura
a matrice che prevede l’integrazione trasversale dei cinque Dipartimenti con
strutture dedicate alla valorizzazione della ricerca, alla biologia computazionale, e
ai programmi di dottorato. Inoltre nel 2012 è divenuto pienamente operativo il
Programma che raccorda la ricerca ed il trasferimento tecnologico sviluppato sulla
filiera del melo. Una operazione analoga è stata avviata anche per i Programmi
basati sulla vite, i piccoli frutti e le scienze ambientali, e nel 2012-inizio 2013
questi Programmi sono stati formalmente autorizzati dal Consiglio di
Amministrazione.
Ai Dipartimenti si è affiancato nel 2012 il progetto PHOTOLAB, frutto della
collaborazione inter-istituzionale fra l’Università di Trento, quella di Monaco di
Baviera e FEM. Lo scopo del progetto è l’approfondimento delle conoscenze dei
meccanismi biochimici, molecolari e fisiologici della fotosintesi per poterne
quindi sviluppare delle soluzioni biotecnologiche.
Un altro progetto strategico promosso dalla direzione FEM è FoxLab, costituito
nel 2011 quale Associazione temporanea di scopo (ATS) tra CNR e FEM, per
operare congiuntamente in alcuni settori d’interesse comune fra i quali
monitoraggio e pianificazione forestale, bilancio del carbonio negli ecosistemi
terrestri, per promuovere un’aggregazione di strutture, laboratori e persone che
possa arrivare, a regime, a raggiungere oltre cento unità tra ricercatori e tecnici in
un raggio di pochi chilometri.
Con l’iniziativa FIRE, evoluzione del progetto “Genomica Traslazione”, FEM
intende inoltre promuovere e sostenere progetti emergenti dalle attività di ricerca
CRI e finalizzati alla realizzazione di proprietà intellettuali (IP) e/o lo sviluppo di
know how esclusivo. La protezione e valorizzazione delle IP generate vengono
perseguite anche tramite la ricerca e reperimento di finanziamenti esterni dedicati
e/o l’attivazione di attività d’impresa (start up, spin off).
L’attività dell’Area di Valorizzazione della Ricerca continua a essere importante
per la capacità di proporsi sullo scenario scientifico internazionale. Nel 2012
inoltre è stata creata l’Area di Supporto alla Ricerca allo scopo di coordinare il
supporto logistico e amministrativo del CRI al fine di conseguire un risparmio
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
168
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
gestionale e garantire un supporto standardizzato alle strutture del CRI,
razionalizzandone nel contempo le procedure. L’ASR è organizzata in aree
funzionali: supporto amministrativo-finanziario; supporto alla comunicazione;
supporto informatico; supporto segretariale centralizzato. Tutte le strutture
operano in collaborazione con la sede dei Servizi Centrali di FEM.
Al 31/12/2012, ovvero all’ultimo bilancio pubblicato, i collaboratori del CRI a
contratto (a tempo indeterminato, determinato, co.co.pro) risultano essere 221,5. A
questi vanno aggiunti 74 borsisti (di cui 29 hanno iniziato la propria attività
nell’anno considerato) e 41 “frequentanti” (tirocinanti, tesisti o stagisti). Gli
uomini sono il 53% e le donne il 47%; gli italiani il 77% e gli stranieri il 23%,
provenienti da 33 Paesi.
Gli articoli pubblicati su riviste con fattore d’impatto realizzati da ricercatori del
Centro Ricerca e Innovazione seguono un trend positivo anche nel 2013, passando
da 229 nel 2012 a 258 nel 2013. Nello stesso anno sono stati inoltre presentati 288
lavori a conferenze scientifiche, ed è stata realizzata la curatela di due volumi,
sono stati pubblicati 3 libri e sette capitoli di libri collettanei64, mantenendo la
produttività scientifica dei ricercatori a livelli elevati.
3.2.3 Sul benchmarking
Relativamente al benchmarking internazionale, la mission del CRI è volta al
perseguimento dell’eccellenza scientifica in un’arena internazionale per
massimizzare le ricadute a livello locale.
Sono stati completati progetti di ricerca ambiziosi che hanno proiettato il Centro
sulla scena internazionale. A partire dai progetti “SafeCrop” e CSBT, basati su
finanziamenti ordinari e che hanno coinvolto reti di ricerca internazionali, altri
progetti finanziati dall’esterno hanno avuto respiro internazionale. Esempi
concreti della capacità di leadership internazionale di ricercatori del CRI deriva
dai progetti di sequenziamento del genoma promossi dall’ente tramite il
coordinamento di reti di ricerca internazionali.
Il primo progetto, completato nel 2007, ha realizzato il sequenziamento completo
del genoma della vite tramite il coordinamento di un consorzio di 9 istituzioni di
ricerca in Italia, USA, Gran Bretagna e Belgio. Il secondo, completato nel 2010,
ha realizzato il sequenziamento del genoma del melo ed ha coinvolto 11
Istituzioni in Italia, USA, Nuova Zelanda, Francia e Belgio. Ricercatori del CRI
hanno giocato un ruolo primario anche nel consorzio internazionale che ha
completato il sequenziamento del genoma della fragola, pubblicato nel 2011.
Il progetto di sequenziamento del genoma umano completato nel 2001 ha
rivoluzionato completamente l’approccio tecnologico e strumentale alla ricerca.
Le piattaforme tecnologiche che ne sono derivate (le cosiddette “omiche”)
rappresentano oggi lo stato dell’arte nella biologia moderna anche in campo
vegetale. Sulla base di un inventario delle dotazioni strumentali per la ricerca
disponibili presso IASMA, che aveva evidenziato il bisogno di necessari
64
Dati estratti da OpenPub in febbraio 2014.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
169
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
ammodernamenti della strumentazione di base, si è intrapreso a partire dal 2006
un piano di rinnovamento del parco macchine finalizzato all’implementazione di
piattaforme tecnologiche abilitanti approcci di systems biology.
Il consistente piano d’investimenti mobilizzati nell’arco degli ultimi anni, per un
valore di oltre 8 milioni di euro, ha consentito la realizzazione di laboratori di
sequenziamento/genotipizzazione e metabolomica all’avanguardia a livello
nazionale e l’ammodernamento tecnologico in settori quali:
a) genomica funzionale;
b) analisi isotopiche;
c) modellistica climatologica;
d) GIS e remote sensing.
Da questi investimenti sono derivate:
ricadute sul piano della produzione scientifica (quantità e impatto dei
lavori pubblicati);
partecipazione a reti di ricerca internazionali (e a conseguenti fondi
esterni);
capacità di attrazione a San Michele di giovani ricercatori (dottorandi
e post-doc) da tutto il mondo.
Oggi, una delle sfide che la Fondazione si trova ad affrontare è come mantenere
tale capacità di attrazione e come giustificare l’immobilizzo di fondi sufficienti ad
aggiornare le sofisticate apparecchiature indispensabili per poter continuare a
condurre le ricerche alla base della qualità dei suoi risultati scientifici.
3.2.4 Internazionalizzazione della ricerca
Come già rilevato, per la realizzazione del suo programma, il CRI si è dotato di
una struttura comprendente per il 23% collaboratori non italiani provenienti da 33
paesi esteri. Nell’ambito di sei anni, la proporzione dei ricercatori stranieri è salita
dall’1% del totale al 23%.
Più di un quarto dei responsabili di Gruppo di Ricerca o Piattaforma Tecnologica
è di provenienza estera.
Di norma, i bandi di selezione del personale sono pubblicati su riviste e siti
specializzati internazionali (ad esempio: “Nature”, “NatureJobs”, “New
Scientist”) e le procedure di selezione sono basate su standard internazionali e si
svolgono in lingua inglese.
Le procedure di selezione internazionali adottate hanno anche avuto riscontri
positivi sul fenomeno del brain drain, in quanto più di un quarto dei ricercatori
assunti presso la Fondazione che hanno beneficiato dell’agevolazione fiscale
“rientro dei cervelli” sono di origine italiana. (2011 Legge 238/10 Controesodo).
Anche grazie a tale demografia, la produttività annua media in pubblicazioni ISI
WoS per unità di ricercatore/tecnologo è salita consistentemente negli ultimi anni.
Il CRI ha continuato a perseguire l’obiettivo della mobilità e del turnover del
personale, affiancato a politiche di stimolo della produzione e della qualità
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
170
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
scientifica grazie a schemi di premialità basati sul raggiungimento di risultati
scientifici.
Ad esempio nel 2012 sono state attivate 29 PhD Fellowship come parte dei
programmi di alta formazione e post-graduate research training, che
aggiungendosi ai dottorandi già coordinati dalla Scuola di ricerca FIRST porta i
dottorando al numero di 74 e la quota di personale in formazione (dottorandi,
tesisti, tirocinanti) al 34% dei collaboratori del Centro.
Le collaborazioni internazionali sono la norma.
Il programma internazionale di dottorato in “Genomics and Molecular Physiology
of Fruit” (GMPF), fornisce evidenza del posizionamento internazionale di CRI. Il
GMPF, fondato nel 2008, ha sede a San Michele all’Adige ed è gestito da un
tutorial board costituito da rappresentanti dei soci fondatori internazionali che
comprendono le più prestigiose Istituzioni operanti in questi settori65. Dalla sua
istituzione il tutorial board ha assegnato oltre 25 borse di studio per le quali sono
state ricevute più di 1500 domande.
Dalla costituzione del GMPF i programmi di dottorato e i processi di formazione
sono stati posti al centro dello sviluppo del CRI. Sulla base del successo
dell’iniziativa GMPF, è stata istituita presso il CRI la “FEM International
Research School of Trentino” (FIRS>T). FIRS>T coordina, oltre a GMPF, anche
l’International PhD Program (IPP) che ospita progetti di dottorato nelle aree di
attività non coperte da GMPF. FIRS>T coordina la erogazione delle borse di
dottorato. Questo avviene tramite un processo competitivo interno per
l’assegnazione dei progetti e successivamente, attraverso bandi internazionali, la
selezione dei candidati. I candidati selezionati ricevono una borsa della durata
massima di 4 anni e possono iscriversi ad un corso di dottorato in una delle
istituzioni partecipanti. FIRS>T nel 2011 gestiva 59 studenti di dottorato di cui il
50% di origine straniera, provenienti da 14 paesi, a cui nel 2012 si sono aggiunte
48 posizioni a bando per un totale di circa 2.000 domande ricevute da oltre 140
nazioni.
Il CRI conferma quindi il riconoscimento internazionale e la capacità di
attrazione di ricercatori e collaboratori stranieri.
3.2.5 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta formazione e della Ricerca
Il principale contributo a STAR, fornito dalla Fondazione, è costituito
dall’impegno nel campo della ricerca su temi di interesse per il settore agricolo
trentino, dai risultati conseguiti e dalle collaborazioni con soggetti esterni ed esteri
65
Weizmann Institute of Science, Department of Plant Science, Israele; UC Davis, Department Plant Sciences,
California, USA; Università di Ghent, Belgio; Plant Research International, Biodiversity and breeding, Wageningen,
Olanda; INRA di Montpellier, Francia; IRTA, Cabrils, Spagna; SCRI, Invergowrie, Dundee, Scozia; The Hebrew
University of Jerusalem, Israele; INRA, Angers, Francia; BTI, Cornell University, Ithaca, New York, USA; Washington
State University, Department of Horticulture, USA; INRA-agro, Montpellier, Angers, Francia; Università di
Stellembosch, Sud Africa; Università Statale, DIPROVE, Milano, Italia; Università degli Studi, Facoltà di scienze,
Trento, Italia; Università degli Studi, Facoltà di Agraria, Bologna, Itala; Julius Kühn Institut, Dresda, Germania.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
171
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
attratti dalla visibilità che tali risultati hanno dato al CRI. Il terreno di ricerca
preponderante è il miglioramento genetico di mele e viti, a cui si aggiungono
fragola e pesco e piccoli frutti, lampone, mirtillo.
La Fondazione, inoltre, contribuisce a STAR con attività divulgative, con la messa
a disposizione di nuovi metodi e procedure, e con la registrazione di brevetti e lo
sviluppo di tecnologie (marchi). Partecipa a consorzi con soggetti privati - come il
Consorzio Innovazione Frutta (CIF) costituito da APOT (socio di maggioranza),
FEM e COVIFT e il Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) costituito da AVIT
(socio di maggioranza) e FEM – che sostiene in quanto strumenti realizzati per
promuovere l’innovazione varietale di vite e fruttiferi (dal laboratorio al campo) in
Trentino con il coinvolgimento delle associazioni dei produttori e del mondo
vivaistico. E’ previsto un rafforzamento delle attività dei consorzi tramite il
reperimento di finanziamenti dedicati e l’adozione di piani industriali per la
valorizzazione delle nuove varietà di melo, vite, lampone e mirtillo generate dai
piani di miglioramento genetico del CRI.
Sulla base dei dati disponibili nelle tabelle seguenti si dà conto in termini
quantitativi delle attività e dei risultati raggiunti nel corso degli ultimi anni. Gli
indicatori testimoniano un trend che risulta confermato dai colloqui e dalle
illustrazioni qualitative fornite nei documenti ufficiali della Fondazione.
Tabella [All.3] 2 - Quadro riepilogativo degli eventi realizzati
Realizzazione di eventi
2008
2009
- numero di eventi di ambito
3
14
locale
- numero di eventi di ambito
0
2
nazionale o internazionale
2010
2011
11
19
3
93
Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR
Tabella [All.3] 3 - Quadro riepilogativo dei metodi e procedure sviluppate
Sviluppo di metodi e
2008
2009
2010
2011
procedure
Indicatori di produzione:
- numero di metodi e
procedure sviluppati –
9
2
10
software
- numero di metodi e
1
1
22
procedure sviluppati – altri
- numero di elementi di
documentazione tecnica di
1
1
5
supporto
Indicatori di impatto:
- numero di utilizzatori dei
10.000
metodi e procedure di cui
utilizzatori
si è a conoscenza.
a livello
mondiale
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2012
17
38
16
-
172
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR
Tabella [All.3] 4 - Quadro riepilogativo degli indicatori per spin–off
Spin-off e indicatori di
2008
2009
2010 2011
impatto
Indicatori di
produzione
- numero di spin-off
costituite nell’anno
0
2*
0
0
(Registro delle
Imprese);
- stock di imprese
considerate spin-off (al
netto delle imprese
3
2
2
cessate o per le quali sia
decaduta la qualifica di
spin-off).
Indicatori di impatto:
- fatturato annuo totale
delle spin-off iscritte
nell’anno, rapportate al
355.527 394.437 533.596
ciclo di vita (anzianità)
dell’impresa in Euro;
- occupazione totale
delle spin-off iscritte
3
2
2
nell’anno (come sopra);
29 - utile netto totale
delle spin-off iscritte
_
_
_
nell’anno (come sopra)
in Euro
2012
1
Nota*: imprese costituite nel 2008: Consorzio Innovazione Frutta (0 dipendenti); Glures – Spin-off Università Ca’
Foscari con un socio dipendente della Fondazione Edmund Mach (0 dipendenti). Una ricercatrice della Fondazione
era socia, nel 2008, di uno spin-off di un altro ente. Nel 2009 si è dimessa.
Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR
Tabella [All.3] 5 - Quadro di sintesi per eventi, contratti e progetti di ricerca
Indicatori
Media
2010
2011
2012
2008-2010
Brevetti e marchi
- depositati
0,66
1
1
8
- ottenuti
0,33
0
1
2
- fatturato
29.385
57.375
36.777
35.470
ricavato
(in
Euro)
Numero di
contratti di ricerca
acquisiti (almeno
con firma di lettere
di ordine)
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
18
13
22
31
173
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
Numero dei
progetti di ricerca
acquisiti dalla
Provincia su base
competitiva.
Ammontare dei
progetti di ricerca
acquisiti dalla
Provincia su base
competitiva.
Ammontare dei
contratti acquisiti,
al netto dei grandi
progetti finanziati
dalla Provincia (in
migliaia di Euro)
ripartito per anni
3,3
1
41
32
1.836.514
1.895.4
66
3.569.31
5
2.118.81
6
668.194
743.932
783628
804.406
Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR
Oltre ai risultati qui sinteticamente presentati, appare significativa anche
l’attenzione prestata alle collaborazioni, all’integrazione funzionale e alla
razionalizzazione degli investimenti nei laboratori di ricerca del Trentino.
La Fondazione dichiara la volontà di collaborazione con gli altri istituti di ricerca
e l’attenzione a evitare duplicazioni sia in termini di strumenti di laboratorio sia di
competenze e specializzazioni tematiche. Questo costituisce un elemento di forza
del sistema trentino della ricerca e una delle condizioni di sostenibilità per il
futuro.
Esempi di tale volontà e dell’interesse a far fiorire sinergie dove possibile sono:
a) la creazione e co-gestione di laboratori condivisi;
b) la apertura di laboratori di ricerca afferenti ad altri istituti;
c) l’avvio di collaborazioni inter-istituzionali come il laboratorio Fox
Lab;
d) il sistema di comunicazione sviluppato nel 2011 tra il DB Pollini
del centro di monitoraggio aerobiologico della Fondazione e il
sistema TreC (Cartella Clinica dei Cittadini) della Fondazione
Bruno Kessler;
e) l’impegno di avvicinamento all’Università di Trento e di
condivisione delle attività ove possibile.
L’intento esplicitato dalla Fondazione Edmund Mach è ampliare le occasioni di
collaborazione in direzione della razionalizzazione degli sforzi e degli
investimenti in apparecchiature, personale, attività per il rafforzamento del sistema
della ricerca trentino. Passi ulteriori in questa direzione dovranno essere elaborati
in linea con gli obiettivi provinciali e sotto la guida di un coordinamento
complessivo.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
174
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
3.2.6 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico
La Fondazione ha strutturalmente al proprio interno, accanto alla struttura dedicata
alla ricerca, il Centro Trasferimento Tecnologico (CTT) e il Centro Istruzione e
Formazione (CIF). Questa articolazione, generata dalla legge provinciale n.
14/2005, era sotto osservazione fin dalla sua nascita e nel 2010, la Fondazione
rifletteva sul potenziale risultato della trasformazione nei seguenti termini: “La
scarsa interazione tra innovazione e divulgazione da più parti evidenziata nell’ex
IASMA ha in parte motivato il cambiamento strutturale più rilevante della
riorganizzazione in FEM e cioè il passaggio in blocco di personale (addetto a
servizi e sperimentazione) dal CS al CTT. Questo non è stato tuttavia
accompagnato dall’implementazione di strumenti a sostegno di una maggiore
integrazione tra CRI e CTT con il rischio che in FEM non si sfrutti fino in fondo il
collegamento tra ricerca e trasferimento.”66
L’impatto sul territorio in termini di trasferimento tecnologico e qualificazione di
risorse umane tramite i programmi di formazione è fondamentalmente generato
dall’attività di CTT e CIF. In base ai dati raccolti nei paragrafi precedenti e ai
riconoscimenti e risultati raggiunti, è indubbio che la Fondazione sul fronte della
ricerca scientifica si è dotata di risorse umane qualificate, con apertura con
l’esterno e turn over tali da garantire ricambio e arricchimento, si è dotata di
laboratori con strumentazioni di pregio che consentono analisi articolate e
sistematiche e attirano ricercatori ed istituti esteri qualificati, e si è così collocata
ad ottimi livelli. L’obiettivo era: non fermarsi in una posizione di inseguimento,
ma raggiungere la frontiera e per puntare a questo obiettivo è stata realizzata una
riorganizzazione della Fondazione, con la creazione di una struttura di ricerca
autonoma altamente qualificata.
Il CTT gestisce una quota di ricerca, limitata nell’Accordo di Programma
massimo al 20% del totale del sostegno alla ricerca che la Provincia assegna alla
Fondazione, per non ricadere nella situazione che si è voluto correggere sette anni
fa, quando gli sforzi per la ricerca andavano prevalentemente a supporto di servizi.
L’attività di ricerca di CTT è organizzata all’interno di due Dipartimenti, uno
dedicato alla sperimentazione e ai servizi tecnologici e l’altro alle filiere
agroalimentari67.
66
Così nel Piano quadriennale di sviluppo della Fondazione Edmund Mach (2010).
I due Dipartimenti e relative aree di ricerca sono:
A) Dipartimento sperimentazione e servizi tecnologici
1. economia e territorio;
unità protezione delle piante e biodiversità agroforestale
2. ecotossicologia e declino delle api;
3. sperimentazione fitoiatrica per un'agricoltura ecocompatibile;
4. difesa delle foreste;
5. controllo artropodi d'interesse igienico-sanitario;
6. castagno;
unità chimica vitienologica e agroalimentare
7. sperimentazione enologica/alimentare;
unità biomasse ed energie rinnovabili
8. studio dei processi e delle tecnologie di valorizzazione delle biomasse per la produzione di energia
rinnovabile;
67
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
175
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
Si tratta di progetti che scaturiscono anche dalla diretta raccolta di interessi da
parte delle imprese supportate dai tecnici di CTT e vengono sviluppati in parte in
cooperazione con i laboratori di CRI.
Il CTT è composto da 120 persone, rivolte alle 14mila aziende agricole del
territorio, 62 persone delle quali nelle valli a dare consulenza tecnica diretta,
supportati da una rete agrometeorologica e da un sistema capillare di diffusione
dell’informazione. Fra i risultati dell’attività svolta dal CTT, si segnala che
nell’arco di un anno vengono effettuate analisi su circa 30.000 campioni e 800
avvisi tecnici per agricoltori.
Il CTT lavora annualmente con quasi 60068 aziende (enti pubblici e imprese
private) dei settori agricolo, alimentare, chimico e ambientale, il 4% straniere,
quasi la metà di altre regioni italiane, con incidenza maggiore delle regioni
limitrofe ma con contatti in praticamente tutte le regioni italiane (ad esclusione di
Valle d’Aosta e Molise). I servizi riguardano Diagnostica fitopatologica,
Selezione sanitaria, Sperimentazioni fitopatologiche (Centro di saggio), Analisi
chimiche/microbiologiche,
Analisi
post-raccolta,
micro-vinificazioni,
Agrometeorologia, Rilievi fisiologici e nutrizionali, Qualità biologica corsi
d’acqua.
unità agricoltura biologica
9. consulenza specialistica e attività dimostrativa a supporto dell'agricoltura biologica
unità sistema informativo geografico;
10. sviluppo di carte pedologiche e di sistemi di telecontrollo e sensori per l’irrigazione;
11. Pica: realizzazione della piattaforma integrata cartografica agriviticola (p.i.c.a.) e studio di
caratterizzazione del territorio e delle potenzialità viticole dell’area di produzione delle cantine sociali
afferenti a Cavit;
B) Dipartimento filiere agroalimentari
unità viticoltura
12 elezione clonale sanitaria in viticoltura e frutticoltura;
13 nutrizione e fisiologia in viticoltura e frutticoltura;
14 sperimentazione in viticoltura;
unità piccoli frutti e centro di competenze
15. progetto centro competenze piccoli frutti;
a) studi eco-fisiologici e nutrizionali;
b) controllo patologie e distribuzione antiparassitari;
c) emergenza drosophilasuzukii;
d) confronto varietale portinnesti;
e) progetto valorizzazione ciliegio;
f) architettura e biologia fiorale ;
g) qualità della ciliegia.
16. indagini sul comportamento e la biologia di drosophila suzukii in Trentino e valutazione di alcuni
metodi di controllo sostenibili;
17. albicocco.
unità frutteto sperimentale e frigoconservazione
18. frutteto sperimentale;
19. prove di conservazione di prodotti ortofrutticoli trentini e prevenzione di fisiopatie e malattie fungine
in conservazione;
20. conservazione di mele in ipogeo: soluzioni tecnologiche e studio comportamentale delle mele di
origine trentina;
unità acquacoltura e idrobiologia
21. carpiogarda;
22. z.e.fi.re.: zero-energy fish farming research. sistema modulare innovativo ad alta efficienza energetica
per acquacoltura.
68
557 aziende nel 2012.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
176
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
Nel riflettere sull’impatto sul tessuto agricolo ed economico, per ampliare le
ricadute dell’attività dei ricercatori sull’assistenza tecnica, per generare sinergie
tra queste attività e le funzioni di ricerca volte all’eccellenza e per superare le
inerzie legate alle distinte missioni di ciascuna area funzionale della Fondazione,
nel corso del 2012, e con progressivi sviluppi e ampliamenti nel 2013, FEM ha
elaborato una nuova linea strategica trasversale rispetto alla struttura dei
Dipartimenti e dei tre centri che la costituiscono. E’ stata elaborata una spinta
riorganizzativa e di programmazione delle attività orientata alla aggregazione
strategica della ricerca. Uno strumento centrale di tale percorso è rappresentato dai
Progetti di filiera che si articolano in: frutticole, sostenibilità, vinicola, ricerca
ambientale. Questi Progetti si situano a matrice rispetto alla struttura esistente e
dovrebbero diventare gli strumenti di delivery e soprattutto di raccordo e
integrazione e collaborazione dei Centri in cui FEM è articolata.
Il programma di filiera elaborato – applicato al melo in primo luogo, ed esteso ad
altri frutti, vite, ambiente ed in prospettiva in altri campi – è rivolto a coordinare i
progetti di ricerca orientandoli verso l’innovazione di prodotto e di sistema di
ciascuna filiera prescelta69.
69
Il Documento programmatico di filiera – predisposto a metà 2012 - recita: “Scopo primario di questo
programma è quello di garantire innovazione di prodotto e di sistema nella filiera melo territoriale. La strategia è di
produrre soluzioni volte alla riduzione dell’input nel frutteto(inteso sia come input chimico, che energetico, che di
manodopera, ecc.), e dalla ottimizzazione della qualità della filiera melo (intesa come qualità generale,dalla gestione
del frutteto, fino alla qualità del frutto).All’interno di questo quadro strategico, il programma persegue gli obiettivi di:
1. anticipare e soddisfare i bisogni del settore per garantirne la sostenibilità economica e la competitività offrendo
soluzioni innovative di prodotto e di sistema;
2. garantire la disponibilità di sistemi di supporto e assistenza tecnologica adeguati alle richieste avanzate dagli
stakeholder del settore (cooperative, associazioni produttori, ecc.)
3. promuovere la formazione, la sperimentazione di campo, la ricerca e l’innovazione biotecnologica tramite
appropriati programmi di carattere internazionale che consentano di collocare FEM tra i primi tre centri di
riferimento per la ricerca avanzata sul melo, a livello mondiale.
Questi obiettivi sono raggiunti mediante il coordinamento dei progetti proposti e sviluppati dai gruppi in un Centro di
Competenza articolato in:
· Aree Funzionali (AF) distinte in pre-impianto, post-raccolta, difesa, qualità del frutto con finalità di progettazione e
realizzazione di attività volte a rispondere alle esigenze degli stakeholder. La loro azione è coordinata e armonizzata
dalla definizione di obiettivi comuni e riconosciuti.
· Strumenti realizzativi distinti in servizi, trasferimento tecnologico e ricerca, con lo scopo di rendere fruibili dagli
stakeholder le attività svolte dalle AF. La loro funzione è quindi quella di interfacciare le esigenze operative dei
produttori e agricoltori con la programmazione della ricerca, calibrandola sulle esigenze delle realtà produttive. La
distinzione tra lo Strumento Servizi e Trasferimento Tecnologico è funzionale unicamente alla descrizione strutturale,
mentre nella pratica i due strumenti sono tra loro integrati ed interconnessi, così come ricerca e
sperimentazione/trasferimento tecnologico”.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
177
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
Tabella [All.3] 6 - Modello organizzativo per Aree Funzionali (AF)
Fonte: schema elaborato dalla Fondazione Edmund Mach
Questo schema rappresenta i canali di scambio e collaborazione dalla ricerca ai
terreni applicativi e viceversa dai produttori, assistiti dalle figure impegnate nel
trasferimento tecnologico, verso i coordinatori della ricerca.
Il nuovo schema di coordinamento e sviluppo di attività trasversali di ricerca,
sperimentazione e attività agricola si basa sull’organizzazione di gruppi di lavoro detti ‘tavoli’ – e finalizzata a coordinare e sviluppare la presenza sul territorio.
Oltre a Melo e altri fruttiferi, sono stati costituiti tavoli su Viticoltura sostenibile,
Cantina, Azienda agricola e nel 2012, approvato dal CdA all’inizio del 2013 il
tavolo Ambiente. Per supportare le attività sperimentali e innovative sul campo
con maggior efficacia e sostenere la diffusione e valorizzazione economica delle
conoscenze prodotte, un ulteriore passo della Fondazione è stato, come già
anticipato precedentemente, la creazione di Consorzi con aggregazioni di
operatori come APOT Associazione produttori ortofrutticoli del Trentino per il
Consorzio innovazione e frutta, costituito nel 2009, e AVIT Consorzio vivaisti
viticoli trentini per il consorzio Vite, costituito nel 2012.
L’approccio e il corrispondente disegno organizzativo costruito dalla Fondazione
sembrano adatti a rispondere al potenziale scollamento rilevato tra CRI e CTT,
proponendo aree di lavoro comune e di intersezione tra sfera della ricerca
avanzata e mondo produttivo/applicativo. In questo contesto, i Consorzi
partecipati – Consorzio Innovazione della Frutta e Consorzio per l‘Innovazione in
viticoltura - svolgono un ruolo nell'orientamento e nell'indirizzo della ricerca che
sembra rafforzato all’interno dello schema “filiere”.
3.2.7 Sistema interno di valutazione
La Fondazione si è dotata di tre organi di guida/valutazione/supporto scientifico:
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
178
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
1. Comitato Scientifico, nominato dal Consiglio di Amministrazione e
composto da tre membri70: è organo tecnico di consulenza per le
attività di ricerca a supporto del Presidente e del Consiglio di
Amministrazione e del responsabile della Ricerca;
2. Comitato di Valutazione, nominato dal Consiglio di
Amministrazione, attivato nel 2013 in quanto è operativo solo dopo
il terzo anno di attività della Fondazione, valuta l’attività di ricerca
scientifica, con periodicità almeno triennale, secondo standard e
procedure utilizzate a livello internazionale;
3. Comitato Tecnico-scientifico, nominato dal Consiglio di
amministrazione e composto da quattro membri71, valuta le attività
scolastiche secondo quanto previsto dalla normativa provinciale
Nell’ambito del CRI, il sistema interno di valutazione si è basato su una Matrice,
sottoposta e approvata dal Comitato esecutivo di FEM, utilizzata sia per la
selezione in entrata e sia per la attribuzione di livelli stipendiali. Si tratta di una
tabella che sostituisce gli scatti di anzianità con livelli di progressione
(intraposizione) basate sulla performance scientifica. La Matrice è stata sviluppata
nel 2008, si sono fatte già sei progressioni, ed è stata utilizzata fino al blocco delle
progressioni verticali del personale di ricerca72. Gli elementi della matrice di
indicatori di performance sono:
quantità di prodotti e pubblicazioni scientifiche;
qualità delle pubblicazioni scientifiche (IF delle riviste);
finanziamenti esterni ottenuti;
visibilità internazionale;
misure di stima.
Relativamente ai premi su performance (articolo 70 del CCPL delle Fondazioni di
Ricerca), sia per progressioni di carriera che salariali, dal 2010 si è definito un
metodo basato sulla sommatoria di tre fattori: ISI, fattori di impatto, e
autofinanziamento per il quale si calcola una premialità per i gruppo.
CRI dispone di tre strumenti per il monitoraggio dei prodotti di ricerca e di
indicatori di performance:
1. “OpenPub”: applicata alle pubblicazioni, utilizza un sistema che cattura dati
del processo autorizzatorio;
2. “Researchfunding”: è dedicata alle proposte progettuali, pure monitorati in
base al processo autorizzatorio, con un processo che richiede ancora
l’intervento umano.
3. “M@RC”: è un software che gestisce l’accesso alla banca dati del
personale, relativa a contratti, collocazione nei dipartimenti e nei gruppi di
ricerca.
Su base annuale, la valutazione della performance delle singole strutture impatta
(con pesature diverse) sulla attribuzione delle seguenti risorse:
70
71
72
Prof. Howard Davies, presidente; prof. Wayne Powell; prof. John Grace.
Prof. Marco Dal Rì; prof. Michele Covi; prof. Michele Pellerey; dott. Arduino Salatin.
Cambiamento richiesto da PAT.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
179
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
assegnazione personale di supporto
dimensionamento budget consumabili;
estensione budget missioni;
attribuzione di borse di studio di dottorato straordinarie;
disponibilità di fondi ordinari per rinnovi contrattuali di personale assunto
su fondi esterni.
La Fondazione ha, inoltre, attivato un sistema di referaggio esterno (visiting
group) composto da un team che include tre membri del Comitato Scientifico e
integrato da altri esperti. Tale team dovrebbe lavorare con il meccanismo del
panel, prevedendo la stanzialità e colloqui con group leader di CRI, al fine di
produrre un giudizio di posizionamento relativo ad altri istituti di ricerca a livello
europeo e internazionale, ma anche di essere propedeutico al sistema di
riorganizzazione interno e per contribuire a ridefinire gli obiettivi del futuro
Accordo di programma con la Provincia. L’intento è focalizzare il lavoro del team
su tre settori: (i) agricoltura genoma; (ii) alimentare contenuto organolettico; (iii)
ambiente.
Al visiting group chiede, accanto ad elementi di giudizio e valutazione, anche
elementi di guida, come ad esempio:
per la genomica della frutta, l’obiettivo è diventare uno dei primi cinque o
addirittura tre a livello mondiale. Al team viene chiesto a che distanza si
trova la Fondazione e dove/come dovrebbe agire per innalzare il risultato
scientifico.
viene inoltre chiesto un aiuto per valutare il posizionamento a livello
internazionale della ricerca ambientale sviluppata dalla Fondazione Mach.
La Fondazione Edmund Mach, infine, ha aderito al processo di Valutazione della
Qualità della Ricerca 2004-2010 (VQR 2004-2010) predisposto da ANVUR, e
nell’ottobre 2012 ha prodotto il primo rapporto di autovalutazione.
In questo documento, oltre al dettaglio degli elementi di valutazione e
autovalutazione delle attività e della gestione delle strutture e del personale,
vengono anche indicate tre aree di debolezza: la complessità strutturale, i ritardi
informatici e amministrativi e la gestione delle aspettative degli stakeholder.
Quest’ultimo punto, affrontato anche durante gli incontri, è riconosciuto come il
più urgente al fine di dare stabilità e forza alla programmazione della Fondazione.
Le diverse anime presenti fra gli stakeholder – sia diretti che indiretti – sono
identificate nel documento come segue73:
“il mondo agricolo locale, che richiede interventi rapidi a sostegno delle
proprie istanze e progettualità con ricadute a breve termine;
la comunità scientifica che opera su orizzonti di medio-lungo termine e con
criteri di valutazione ed accountability spesso incomprensibili per gli altri
stakeholder;
le agenzie di finanziamento internazionali, che chiedono qualità scientifica
e visione strategica;
73
Vedi il rapporto di autovalutazione della Fondazione Edmund Mach a cura del direttore del CRI, pag. 20.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
180
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
infine l’opinione pubblica, che attribuisce alla Fondazione un ruolo di
mediatore nel dirimere problematiche anche complesse che emergono sul
territorio e che vedono i vari attori su posizioni diverse”.
A questi va aggiunto il principale sostenitore (la Provincia Autonoma di Trento),
che pure esprime, anche con il presente impegno di analisi e tentativo di
valutazione della addizionalità che genera, un interesse diretto alla miglior
valorizzazione degli sforzi e diffusione dei risultati nel territorio.
3.2.8 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca
La governance complessiva è stata supportata e rafforzata durante gli ultimi anni
da uno sforzo di programmazione orientato alla integrazione delle differenti aree
della Fondazione, al mantenimento degli obiettivi dichiarati e negoziati con la
Provincia, allo sforzo di comunicazione dei risultati raggiunti e di condivisione dei
programmi per il futuro con i propri organi di governo.
La crescita del settore di ricerca ambientale ha visto l’integrazione presso la
Fondazione di ricercatori provenienti dal Dipartimento VRN dello IASMA, dal
Centro Ecologia Alpina (CEA) e dal Museo delle Scienze. Il potenziamento
dell’area di ricerca dedicata all’Ambiente porta la Fondazione ad affrontare nuove
sfide di ricerca per i prossimi anni, ad esempio come si può coniugare il concetto
di ambiente alpino con l’ambiente antropizzato.
Gli obiettivi principali perseguiti dalla Fondazione per CRI sono
l’internazionalizzazione, l’eccellenza scientifica e la traduzione dei risultati in
ricadute per il territorio, sia economiche che culturali. Obiettivi da definire per il
prossimo futuro sono da un lato l’individuazione degli strumenti di
consolidamento del riconoscimento conseguito in termini di eccellenza scientifica,
dall’altro la definizione dell’impegno da dedicare a ‘nuovi’ filoni scientifici e
applicativi di possibile interesse nel panorama integrato della ricerca e del
territorio trentino, come ad esempio la salute e/o la scienza alimentare.
3.2.9 Capacità di autofinanziamento
La capacità dei soggetti finanziati di raggiungere un adeguato livello di
sostenibilità finanziaria rappresenta uno dei principi cardine dell’impianto degli
Accordi di Programma. In particolare, l’Accordo di Programma per la XIV
legislatura prevedeva per la Fondazione Edmund Mach delle soglie di
autofinanziamento diversificate per i propri principali centri, identificate anche in
ragione delle peculiarità istituzionali ed operative di questi ultimi.
Tali soglie sono pari al 28% per il CRI e il 17% per il CTT da raggiungersi nel
2012 e da mantenere successivamente. I parametri sono definiti come incidenza
dei ricavi non riferiti ai trasferimenti PAT su AdP rispetto al totale dei ricavi del
periodo di riferimento.
Si noti che, stante questa definizione, il numeratore del rapporto che definisce la
soglia può comunque comprendere risorse provenienti da PAT su misure di
finanziamento (es. bandi) ulteriori rispetto all’AdP.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
181
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
La verifica puntuale del raggiungimento di tali soglie di autofinanziamento è
affetta da possibili criticità derivanti da almeno due macro fattori: le specificità
delle procedure contabili adottate per determinare il valore della produzione in un
certo anno a livello di intera Fondazione; le metodologie impiegate dalla
Fondazione per l’imputazione dei costi indiretti ai singoli centri.
Tenuto conto di queste criticità nella successiva tabella si presenta una sintesi dei
dati economici disponibili per il periodo 2010-2012. A febbraio 2014 non sono
ancora disponibili i dati consuntivi per l’anno 2013. La tabella illustra il grado di
autofinanziamento rispettivamente su dati aggregati di intera Fondazione e sui due
centri CRI e CTT. Nel caso dei due centri l’autofinanziamento è calcolato sia
rispetto al totale dei soli costi diretti sia rispetto al totale dei costi diretti e indiretti
imputati ai centri.
I dati impiegati nella tabella derivano dai bilanci della FEM (consuntivi e
previsionali) e dalle relazioni sull’avanzamento degli accordi di programma redatti
dalla Fondazione. Nel complesso i dati mettono in luce una adeguata capacità di
autofinanziamento per i due centri presi in esame rispetto alle soglie definite in
AdP. Tenendo conto dei soli costi diretti generati dai 2 centri, il CRI presenta una
relativamente migliore capacità di autofinanziamento. I dati mostrano, inoltre,
come i due centri CRI e CTT abbiano generato in anni recenti circa il 60% dei
ricavi complessivi della Fondazione non riconducibili al finanziamento PAT
tramite Accordo di Programma.
Tabella [All.3] 7 – Analisi capacità di autofinanziamento per centri Fondazione Edmund
Mach - Anni 2010 - 2012
Dati in migliaia di Euro
Valore della produzione
di cui
AdP
Ricavi propri
Costi della produzione
AUTOFINANZIAMENTO
COMPLESSIVO
(Ricavi no PAT/Val produzione)
2010
50135
2011
51276
2012
53379
41400
8734
49761
38936
12340
51727
42272
11108
52936
17.4%
24.1%
20.8%
2671
5525
4245
2050
2337
2770
Ricavi propri CRI (al netto attività
supporto PAT)
Ricavi CTT (al netto attività supporto
PAT)
INCIDENZA RICAVI PROPRI CRI SU
TOT RICAVI PROPRI FEM
INCIDENZA RICAVI PROPRI CTT SU
TOT RICAVI PROPRI FEM
30.6%
44.8%
38.2%
23.5%
18.9%
24.9%
COSTI CENTRI (SOLO COSTI
DIRETTI)
COSTI DIRETTI CRI
11564
8800*
12474
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
182
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
COSTI DIRETTI CTT
AUTOFINANZIAMENTO CRI (I)
AUTOFINANZIAMENTO CTT (I)
9690
23.1%
21.2%
8960
62.8%
26.1%
8506
34.0%
32.6%
COSTI INDIRETTI IMPUTATI AI
CENTRI
COSTI INDIRETTI IMPUTATI A CRI
COSTI INDIRETTI IMPUTATI A CTT
AUTOFINANZIAMENTO CRI (II)
AUTOFINANZIAMENTO CTT (II)
4696
3532
16.4%
15.5%
5151
3272
39.6%
19.1%
5020
3384
24.3%
23.3%
(I): ricavi propri / costi diretti
(II): ricavi propri/(costi diretti + costi indiretti)
* Dato influenzato da recupero contabile.
Fonte: dati di Bilancio di esercizio 2012 Fondazione Edmund Mach
3.3 Considerazioni
L’analisi dei documenti disponibili e gli incontri con i responsabili e delle principali
aree di attività portano a ritenere che la Fondazione stia lavorando in modo
conforme a quando delineato insieme alla Provincia, non rilevando significative
discrepanze rispetto a quanto definito nell’Accordo di Programma.
In un’ottica migliorativa, vari aspetti critici o non completamente esplicitati,
vengono riproposti in sintesi.
Ampliando l’orizzonte di osservazione e riconoscendo che nella Fondazione
Edmund Mach esiste da tempo uno sforzo volto alla consapevolezza, si ricordano
qui di seguito le criticità di gestione, di programmazione e di relazione con gli
stakeholder.
Fra gli elementi critici sopra evidenziati, si individuano da un lato una certa
sofferenza nei rapporti con il principale sostenitore finanziario della Fondazione,
nella periodicità annuale delle verifiche, dall’altro il riconoscimento di potenzialità
non ancora completamente esplorate – ad esempio in direzione della valorizzazione
dei risultati conseguiti e della sperimentazione, consulenza e formazione nel mondo
agricolo - e di carenze di integrazione sia interna che di sistema con altri istituti di
ricerca.
3.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della
missione di lungo periodo della Fondazione
I due elementi di forza che emergono dall’esame delle attività svolte dalla
Fondazione in linea con l’Accordo di Programma con la Provincia autonoma di
Trento sono il raggiungimento di risultati di eccellenza scientifica, e un
significativo e articolato sforzo di riprogrammazione delle attività di ricerca con
attenzione anche al trasferimento tecnologico tramite l’approccio dei programmi
per filiera.
Relativamente ai risultati scientifici raggiunti, un quesito centrale riguarda la
sostenibilità della qualità scientifica prodotta, fortemente connessa alla
sofisticatezza e modernità degli strumenti scientifici a disposizione dei ricercatori
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
183
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
e dipendente da queste. Il livello di programmazione intrinseco della Fondazione è
molto alto, giunge a coprire l’assegnazione del personale ai gruppi attività
laboratori, con gradi di autonomia molto limitati, tanto che l’Accordo di
Programma contiene indicatori di risultato che altri istituti di ricerca non hanno.
La macchina funziona dal punto di vista dell’Accordo di Programma, ma è
necessario sostenerla maggiormente con la definizione di una strategia di lungo
termine, con l’individuazione di nuovi settori di punta, verificando nel contempo
quanta partecipazione nelle decisioni e coinvolgimento nella definizione dei temi
futuri vengano offerti ai ricercatori che chiedono più spazio e possibilità di
intervento.
Sul tema della governance e sul tema delle scelte, è indispensabile consolidare gli
sforzi messi in atto nella costruzione dei laboratori di ricerca. Il modello
“dipartimenti – filiere” sembra interessante e promettente. E’ auspicabile che
venga dedicata attenzione a presentare e a rendere difendibile questo modello di
fronte agli stakeholder esistenti, ma, soprattutto, rispetto al manifestarsi di nuovi
che inevitabilmente questo modello sollecita. E per delineare in quali direzioni
diversificare l’attività di ricerca, un’iniezione di maggior coraggio nel costruire un
disegno nuovo potrebbe essere una strada da prendere in considerazione.
A questo proposito e riguardo alle possibili strade seguire per gestire al meglio il
possibile conflitto tra e con gli obiettivi di eccellenza, un passo già messo in atto è
rappresentato dalla ricomposizione del modello alta scuola, orientato anche a
garantire ricadute sul territorio. Non solo: ci si potrebbe spingere a elaborare
obiettivi più vicini agli stakeholder, o aprirsi con una maggior lungimiranza a
cercare di formulare un nuovo obiettivo, con la stessa portata di sfida e di
trascinamento – e di potenziale rilevanza nel successo - della mappatura
genomica. Temi con interesse di sistema potrebbero essere sia lo snodo Ambiente
e Salute, sia la sostenibilità dell’ambiente antropizzato. L’essere riusciti a far
interagire positivamente i tre ambiti della ricerca, del trasferimento tecnologico e
della formazione, potrebbe essere replicato in un nuovo tema che assuma la
caratteristica di catalizzatore per il sistema, rafforzando come tale la
giustificazione di una richiesta di continuità di un finanziamento consistente, oggi
più di ieri in competizione con altre destinazioni. Continuità di risorse necessarie a
poter garantire l’alta qualità delle strumentazioni, condizione indispensabile e
riconosciuta dalla dirigenza della Fondazione per la sostenibilità e la replicabilità
dei risultati di eccellenza. Infatti, se un sistema territoriale decide di affrontare una
scommessa ‘mondiale’ su un obiettivo, questo implica una politica di alleanze e
un attento percorso di selezione e di analisi della sostenibilità che porti alla
identificazione di un nuovo obiettivo, coerente e praticabile nella fase di
riprogrammazione dell’attività, e, come tale, utile al sistema complessivo. Va
riconosciuto che presso la Fondazione appaiono essere presenti la flessibilità
operativa e organizzativa in grado di accompagnare questo passaggio.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
184
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
3.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca
A CRI vengono riconosciuti buoni risultati in termini di visibilità e
riconoscimento internazionale, di cooperazione con istituti stranieri, e di capacità
di attrazione di risorse umane qualificate straniere che mantengono un legame
anche dopo il periodo di permanenza nella Fondazione. La dirigenza dell’ente
considera il conseguimento di questi risultati strettamente connesso alla elevata
qualità delle apparecchiature di cui sono dotati i propri laboratori e alle qualificate
competenze che su esse operano.
Sul fronte ‘internazionalizzazione’, si sottolineano lusinghieri risultati registrati in
termini di attrattività di ricercatori stranieri, ma mancano evidenze di una
sistematica politica in tal senso in tutti gli ambiti di intervento come pure la
definizione di obiettivi specifici da perseguire. Potrebbe essere, infatti, opportuno
dare all'internazionalizzazione il rilievo di obiettivo prioritario da perseguire per
sé, e non di sponda rispetto all’eccellenza scientifica, dotandolo di sotto-obiettivi
propri esplicitati e rilevati, ed attribuendo maggiore attenzione anche
all’outbound, puntando ad equilibrare i flussi internazionali di ricercatori sia
dall’estero verso i laboratori trentini sia da questi verso centri di ricerca esteri. In
tale ambito andrebbero anche pensati meccanismi premiali tali da favorire i
processi. Tutto questo anche in ragione del citato asset costituito dall’eccellenza
scientifica e tecnologica delle apparecchiature disponibili presso la Fondazione.
3.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e
conoscenza scientifica
Sul fronte del travaso di saperi e di risultati di ricerca dall’ambito di ricerca
proprio del CRI verso il CTT, e tramite esso alla costruzione dei ponti e dei
“traduttori” necessari a renderli fruibili e ad indirizzarli verso i terreni di
potenziale impiego nel mondo produttivo, i piani di riflessione sono più numerosi
e articolati.
CRI e CTT sono due centri sostanzialmente indipendenti, frutto della separazione
generata dalla scelta di campo nella gestione della Fondazione introdotta alla luce
della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. La valutazione è stata finora
focalizzata sulla parte più consistente dell’attività di ricerca, quella realizzata da
CRI. Il CRI è una struttura funzionale che lavora per progetti di operatività, non è
un centro di ricerca tradizionale e l’Accordo di Programma tiene conto di questo.
A completamento del percorso di valutazione, accanto alle modalità di
cooperazione ed ai canali di trasferimento da CRI a CTT, è necessario osservare
più da vicino l’attività svolta da CTT, per comprendere i meccanismi che portano
alle scelte tematiche, i livelli di approfondimento e la fruibilità dei risultati della
ricerca realizzata da CTT da parte delle imprese, nonché i canali di trasferimento.
Il modello a filiera, pur proponendo un articolato percorso di avvicinamento tra
ricerca e applicazione dei risultati, non consente di per sé di qualificare il
trasferimento tecnologico. E’ auspicata l’introduzione di strumenti che consentano
di quantificare e sostanziare lo sforzo sulle filiere. Va approfondito lo sviluppo di
meccanismi pilota con forme premiali, e va studiato l’impiego della quota di
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
185
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
finanziamento alla ricerca che la Fondazione dedica a CTT (20% massimo per
valorizzare l’attività del CTT) che non può essere basato sul mero effetto induttivo
generato dalla ricerca in CRI. L’impatto della Fondazione sul territorio potrebbe
essere favorito dai meccanismi basati su fattori costitutivi e sulla partecipazione e
vicinanza con stakeholder, facendo leva sulla storia e sulla composizione del
Consiglio di Amministrazione. Questo al fine di contribuire ad intensificare il
rapporto di stimolo e indirizzo - in entrambe le direzioni - tra attività di ricerca –
prevalentemente in capo a CRI - e attività di trasferimento tecnologico e
assistenza tecnica della Fondazione - di competenza di CTT.
E’ auspicata l’introduzione di una sistematica analisi dei flussi interni, delle
domande dal CTT al CRI, delle richieste di approfondimento, che alimentino una
domanda di ricerca veicolata da soggetti esterni. In un’ottica di consolidamento
del riconoscimento del valore della ricerca svolta per il territorio, una sistematica
registrazione da un lato delle segnalazioni di quesiti e problemi, e dall’altro delle
comunicazioni dei risultati di ricerca a disposizione dei “trasferitori” operanti in
CTT e delle imprese, fino alla registrazione di ‘commesse’ tra CTT e CRI,
consentirà di rafforzare strumenti di rilevazione di come avvengono le
modificazioni di comportamento del trasferimento tecnologico e di generare
misurazioni dei flussi di attività. L’evoluzione del modello dal centro sperimentale
“unitario” a uno schema articolato e distinto per funzioni, se aggiunge chiarezza
nella specificazione delle competenze, introduce una separazione tra i due ambiti
che suggerisce auspicabili contromosse per minimizzare una distanza non
proficua.
Nella gestione del CTT, va assicurato il monitoraggio attraverso la disponibilità di
informazioni relative al numero di imprese contattate, e seguite, e di imprese che
si sono attivate autonomamente, alla rilevazione della corrispondenza fra temi di
ricerca e interessi delle aziende agricole, alle azioni dei consorzi partecipati
nell'orientamento e nell'indirizzo della ricerca e nel rapporto CTT->CRI->CTT.
I ricavi derivanti da contratti a imprese non sono elevati, ma tenuto conto delle
considerazioni e delle domande aperte, appare più utile accrescere la
programmazione sul trasferimento tecnologico al territorio locale, di per sé non a
scapito di altre azioni quali gli spin off o prestazioni consulenziali meramente
finalizzate a ritorni economici a fronte dell’erogazione di servizi. Ciò richiede lo
studio e la messa a punto di meccanismi che attuino la tesi secondo la quale il
trasferimento tecnologico è efficace se dietro ha una ricerca eccellente che lo
alimenta. Uno di tali potenziali meccanismi potrebbe essere l’introdurre come
routine la rilevazione/comunicazione dei risultati ottenuti dalla ricerca finanziata
tramite Accordo di Programma e degli impatti territoriali che tale attività genera e
potrebbe generare, non solo legati al trasferimento tecnologico. Uno sforzo di
comunicazione i cui frutti andrebbero poi pure monitorati. Procedure e problemi
peraltro ben noti al punto che lo stesso Accordo di Programma aveva identificato
in VALGO lo strumento per sostenere questi processi.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
186
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
3.3.4 Sul sistema interno di valutazione
La Fondazione si è impegnata nel mettere in campo strumenti di valutazione
individuale e di gruppo delle attività di ricerca, e si è dotata di un comitato di
valutazione al quale attribuisce anche un ruolo di guida/indirizzo, aderendo alla
VQR. Si auspica che giunga a potenziare e ‘far propria’ l'autovalutazione,
compresa la realizzazione di benchmark sulle variabili più rilevanti, sfruttando al
meglio le potenzialità degli strumenti a disposizione quali la business intelligence
e di supporti quali la contabilità analitica. Sembra infatti da migliorare l’uso di
strumenti di monitoraggio informatico, anche per sostenere e approfondire la
modalità di organizzazione del 30% del "curiosity driven" e generare una
valutazione dei risultati conseguiti in tale ambito. All’interno di ciascun
dipartimento e gruppo di ricerca, è auspicabile rilevare la concreta modalità di
esercizio dell'autonomia dei ricercatori sia individuale sia per gruppo, ed
effettuare la valutazione dei pro e contro delle prassi adottate, con casistica
concreta, ripercorrendo periodicamente i percorsi di scelta ed effettuando una
valutazione di efficacia degli strumenti incentivanti introdotti. I risultati della
valutazione interna dovrebbero concorrere a sviluppare strumenti di 'garanzia'
della sostenibilità del setting attuale, elaborare ed introdurre misure/obiettivo e
provvedere a comunicare efficacemente agli stakeholder e ai potenziali fruitori i
risultati raggiunti, anche al fine di garantire i relativi passaggi nel Consiglio di
Amministrazione ed un livello di riconoscimento/supporto da parte dei suoi
membri e delle comunità che essi rappresentano.
3.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e
della Ricerca
Tutti gli stakeholder sono impegnati – o dovrebbero esserlo - in una riflessione
congiunta nella direzione di una valutazione di sostenibilità del modello attuale a
fronte della probabile riduzione (o non crescita) delle risorse disponibili e un
giudizio circa i fattori da considerare (o introdurre) per una migliore realizzabilità
di STAR.
E’ importante che l’esperienza e lo sforzo degli ultimi anni non si disperdano. E in
questo disegno, tutti, anche Fondazione Edmund Mach, dovrebbero contribuire a
mettere in campo elementi di certezza/sostenibilità per garantire che questo
modello cresca. Per fare ciò, è necessario proseguire nel realizzare ricerca di
qualità, ma anche ‘raccontare’ i risultati raggiunti, farsi promotori
dell’integrazione e razionalizzazione degli sforzi, con l’obiettivo di rendere più
visibile il motivo di investire in ricerca.
Nell’ambito di STAR, la Fondazione investe in strumentazione e accoglie
laboratori co-gestiti; auspica inoltre un unico centro di valorizzazione dei risultati
della ricerca a livello provinciale, al quale – in sintonia con i dirigenti della
Fondazione Bruno Kessler – si dichiara pronta a dedicare/distaccare alcune risorse
qualificate.
E’ necessario procedere e potenziare i tentativi di integrazione attuati finora,
rafforzando l'integrazione con gli altri enti e con l’Ateneo di Trento, soprattutto
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
187
Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach
per garantire l'update delle tecnologie. Si tratta di garantire il contributo allo
sviluppo del "sistema" a partire in primo luogo dalle infrastrutture per la ricerca e
dal capitale umano, impegnandosi e facendosi promotori di alleanze e
collaborazioni strutturate con soggetti trentini e non. Ciò potrebbe richiedere un
maggior impegno nell’organizzazione di un sistema di valorizzazione (spin off,
ecc.) dei risultati della ricerca, connesso alla necessità/opportunità espressa di
riempire il vuoto con nuovi intermediari.
La richiesta di coinvolgimento di soggetti della ricerca minori operanti in Trentino
dovrebbe inoltre portare la realtà di San Michele ad andare oltre un accordo di
collaborazione, e a riuscire a trovare le forme ‘win-win’ per coinvolgere altri enti
nella predisposizione di proposte per bandi di ricerca e progetti su fondi europei,
nella garanzia della qualità della strumentazione scientifica operante in Trentino e
nella sua accessibilità.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
188
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
Allegato 4 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
4.1 Introduzione
4.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma
Di seguito vengono elencati sinteticamente gli elementi fondamentali relativi
all’accordo come riportati all’articolo 1.
I temi generali sono:
I. biodiversità ed ecologia degli ecosistemi;
II. scienza della terra;
III. preistoria alpina;
IV. documentazione e conservazione delle collezioni naturalistiche.
Gli obiettivi generali prioritari sono finalizzati a:
1. condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente, e focalizzata sulle
tematiche chiave definite congiuntamente dalle Parti e tradotte nel documento
che, denominato “Piano pluriennale dell’attività di ricerca 2010 - 2013” ed
allegato al presente Accordo, definisce il Piano delle attività di ricerca per la XIV
legislatura di cui all’articolo 3;
2. assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della ricerca e
della disseminazione della conoscenza;
3. concorrere all’affermazione e all’implementazione del Sistema Trentino
dell'Alta Formazione e Ricerca (STAR) attraverso la progressiva condivisione di
strategie, infrastrutture e servizi tra tutte le realtà presenti sul territorio;
4. promuovere lo studio del sistema geodinamico alpino al fine di comprenderne i
processi costitutivi, l’evoluzione nel tempo, le forme del divenire biologico e del
primo popolamento antropico, e le sue trasformazioni in rapporto al sistema
morfoclimatico;
5. valorizzare gli archivi di biodiversità e approfondire le conoscenze sulla
biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi acquatici e terrestri naturali,
anche in relazione ai cambiamenti climatici e ambientali;6. approfondire i
rapporti tra scienza e società in termini di risposta alla domanda di conoscenze, di
elementi a sostegno dell’identità territoriale, di interpretazione e valorizzazione
dei territori e, più in generale, informare, dialogare, formare e ispirare sui temi
della natura, della scienza e del futuro sostenibile;
7. proseguire lo studio volto a definire il ruolo della ricerca nel nuovo Museo
delle Scienze (MUSE).
4.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma
Entro la cornice disegnata dall’articolo 1 sono elencati risultati di carattere
generale:
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
189
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
• dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello internazionale e
stringere accordi con istituzioni di ricerca a livello europeo, nonché programmi
di scambio;
• mantenere, e dove possibile, incrementare la credibilità scientifica
internazionale tramite pubblicazioni scientifiche riconosciute a livello
internazionale
• assicurare al territorio trentino una crescente diffusione dei risultati della
ricerca prodotta;
• formare giovani ricercatori.
Quali, invece, risultati specifici sono formulate due previsioni:
• al fine di dare coesione a STAR, la promozione di una discussione pubblica di
livello internazionale con i vari attori del sistema trentino della ricerca quale
metodo da seguire in termini sia di aggiornamento del piano strategico del
Museo 2010-2013 sia di riprogrammazione per il periodo 2014 - 2018;
• il conseguimento di azioni ritenute prioritarie:
1. il raggiungimento del livello di autofinanziamento pari al 20% entro il 2012 e
da mantenersi nel 2013;
2. il rafforzamento della partecipazione, entro il 2012, nell’ambito della
programmazione congiunta di iniziative e all’interno della strategia, di un
maggiore autofinanziamento, alla piattaforma scientifica sulla biodiversità
vegetale ed animale;
3. l’attivazione entro il 2011 e negli anni successivi, ai fini di un maggiore
raccordo con gli attori di STAR, di iniziative unitarie nel settore della
comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di
referente principale anche in vista dell’entrata in funzione del nuovo MUSE,
prevista per il 2013;
4. la valorizzazione delle attività di ricerca anche attraverso la consulenza nei
confronti della Provincia autonoma di Trento a titolo di attività di supporto, così
come declinata secondo le modalità dell’articolo 6.
Per autofinanziamento si intende l’utilizzo dei contributi e dei corrispettivi
contabilizzati dal Museo e provenienti da parte di soggetti diversi dalla Provincia
autonoma di Trento (ad eccezione dei contributi assegnati su base competitiva),
per sostenere le attività rientranti nell’ambito della missione affidata al Museo
rispetto al finanziamento complessivo dell’accordo in parola.
4.2 Valutazione delle attività
Ogni riflessione riguardante l’attività del Museo delle Scienze e l’applicazione
dell’Accordo di programma per la XIV legislatura deve tenere conto:
• delle specifiche caratteristiche riguardanti l’attività di ricerca in ambito
museale ed in particolare la rilevanza dell’interazione con l’attività di
mediazione culturale;
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
190
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
• del particolare periodo di transizione da Museo Tridentino di Scienze Naturali
al nuovo MUSE;
• del fatto che la modalità di specifica dell’accordo di programma pluriennale
viene per la prima volta attivata per il Museo con questo Accordo per la XIV
legislatura.
Le considerazioni che seguono sono descritte secondo sei tematiche che raggruppano
gli obiettivi e i risultati attesi descritti nell’Accordo di programma.
4.2.1 Dati quantitativi
Tabella [All.4] 1 - Quadro di raffronto per il Finanziamento e il Personale
Fonti di finanziamento
Finanziamento ordinario
servizio ricerca (a)
Attività a supporto PAT accordo di programma (b0)
Altre entrate da servizi PAT (b1)
Altre entrate PAT su base
competitiva (b2)
anno 2008
anno 2009
anno 2010
Media 08-10
anno 2011
1.600.000,00
1.900.000,00
1.900.000,00
1.800.000,00
192.487,26
64.162,42
138.000,00
109.472,50
36.490,83
61.908,00
anno 2012
1.990.000,00 1.980.000,00
154.700,00
71.193,60
237.537,00
232.507,00
508.116,00
326.053,33
144.650,00
Altre entrate extra-PAT (c )
290.000,00
355.000,00
213.867,30
286.289,10
303.404,55
Totale entrate ricerca
Autofinanziamento secondo
AdP
2.127.537,00
2.487.507,00
2.923.943,06
2.512.995,69
24,80%
23,62%
28,44%
25,62%
19,33%
26,03%
13,63%
14,27%
7,31%
11,74%
11,50%
18.6%
23
23
23
23
21
34,50
34,50
34,50
34,50
39
Finanziamento extra-PAT
Dati personale
Personale ricerca (totale e
parziale) stabilizzato
T.p.e. impegnato su ricerca
143.330,00
536.710,20
2.637.962,55 2.885.933,80
44,55
Tabella [All.4] 2 - Riepilogo per Indicatori
anno 2008
anno 2009
anno 2010
Media 08 - 10
anno 2011
anno 2012
1 - articoli ISI
2 - monografie rivolte a un
pubblico internazionale;
3 - relazioni in atti di convegni
internazionali
23
27
41
30,33
34
45
0
0
0
0,00
3
0
32
22
35
29,67
36
6
4 - percentuale in co-authorship
con autori affiliati a istituzioni
straniere.
50%
50%
63%
54%
56%
38%
0%
0%
0%
0%
33%
0%
50%
47%
38%
45%
33%
0%
5 - citazioni ricevute da tutte le
pubblicazioni prodotte negli
ultimi tre anni (ultimi due anni
per 2011 e 2012);
68
65
45
59,33
100
85
7 - percentuale Highly Cited
Scientists o con h-index
0%
0%
0%
0%
0%
0%
Indicatori richiesti
Presenza rilevante nella
letteratura internazionale
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
191
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
superiore a 30
8 - numero totale di ricercatori
non attivi
9 - numero totale di ricercatori
meno attivi
10 - percentuale sul totale dei
ricercatori.
11 - articoli ISI pro capite;
12 - citazioni pro capite (ultimi
due anni per 2011 e 2012).
2
2
2
2,00
4174
3
3
3
3,00
48
21,74%
21,74%
21,74%
21,74%
14,49%
14,49%
14,49%
14,49%
1,00
1,17
1,78
1,32
0,67
0,78
1,19
0,88
2,96
2,83
1,96
2,58
1,97
1,88
1,30
1,72
1
1
1
57,00%
67,00%
0,667
0,714
1,961
1,349
0
2
3
1
0
0
0
22.224,00
37.956,00
0,00
101.223,57
185.093,07
9
12
19
13
16
10.288
9.908
13.350
nd
nd
139
254
279
63
64
non rilevato
52
38
5
10
10
10
10
5
5
21
26
19
27
33
474.413,00
560.980,00
782.935,00
386.984,94
534.383,15
Partecipazione a programmi
internazionali di ricerca
13 - numero di progetti di
ricerca internazionali
14 - progetti 13 con ruolo di
coordinatore.
15 - volume di risorse nette per
progetti 13
Realizzazioni anche in termini
di eventi, sviluppo di metodi e
procedure, spin-off e nuove
imprese
19 - numero di eventi di ambito
locale;
21 - partecipanti agli eventi
22 - articoli/citazioni dedicati
agli eventi - locali
22 - articoli/citazioni dedicati
agli eventi - nazionali
23 - numero di metodi e
procedure sviluppati;
Capacità di acquisizione di
fondi da agenzie nazionali e
internazionali
39 - contratti di ricerca acquisiti
40 - ammontare dei contratti di
ricerca
Va rilevato che, per quanto riguarda i dati finanziari, la tavola sconta una certa
disomogeneità dovuta al fatto che i dati 2008 e 2009 sono tratti dai rendiconti
generali mentre per il 2010, 2011 e 2012 i dati sono stati forniti al Servizio su
richiesta esplicita.
74
Negli ultimi due anni. Sono inclusi anche i mediatori culturali, i tecnici delle collezioni e i tecnici coinvolti
nella gestione di alcune sedi territoriali.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
192
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
4.2.2 Qualità della produzione scientifica
Come già anticipato, l’attività di ricerca scientifica svolta dal Museo delle
Scienze ha caratteristiche peculiari tali da richiedere, da un lato, alcune
interpretazioni necessarie per comprendere la portata delle sue attività e,
dall’altro, l’aggiunta di alcune variabili utili a definire un quadro più completo del
suo funzionamento.
Il Museo è impegnato nel settore della ricerca naturalistica, di base e applicata, in
ambiente prevalentemente montano - alpino, a livello sia locale che
internazionale, ma anche nel settore della conservazione di reperti naturalistici,
memorie della diversità biologica e ambientale del territorio, nel settore educativo
e nel settore della mediazione culturale.
Studio e conservazione della natura e mediazione culturale richiamano la mission
del Museo.
Le attività di ricerca del Museo dell’anno 2010 erano raggruppate in 8 Programmi
articolati in commesse e progetti di ricerca che hanno viste coinvolte le otto
sezioni scientifiche.
Dal 2011, il Museo ha attivato il programma Scienza e Società, che quindi non
era presente in fase di preventivo.
Programma 1R. Documentazione e conservazione della natura
Programma 2R. Ecologia e biodiversità di ecosistemi montani in relazione ai
cambiamenti climatici e ambientali
Programma 3R. Seed Bank e conservazione ex situ
Programma 4R. Diversità biologica e conservazione delle regioni tropicali e subtropicali
Programma 5R. Scienze della Terra
Programma 6R. Preistoria Alpina
Programma 7R. Collezioni scientifiche
Programma 9R. Scienza e società
A questi 8 programmi si sono aggiunte la Mediazione culturale (Programma 8), e
l’Editoria scientifica (Programma 10), programmi a supporto delle attività di
ricerca che a vario titolo vedono coinvolte le sezioni scientifiche del Museo.
Complessivamente i 10 programmi hanno sommato 68 commesse e 118 progetti
di ricerca.
Con il piano attuativo del 2012 il Museo ha recepito le indicazioni del Comitato
Tecnico Scientifico per la ricerca e l’innovazione, rilasciato nella seduta di marzo
2011, relativamente alla richiesta di minore frammentazione degli obiettivi e dei
programmi di ricerca e di una contestuale maggiore focalizzazione.
Pertanto, l’organizzazione del comparto ricerca è stata semplificata, eliminando la
ripartizione in Programmi, ma mantenendo e valorizzando la suddivisione nelle
Sezioni scientifiche che effettivamente corrispondono a unità di ricerca con
proprio referente e focus disciplinare.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
193
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
Come risulta dal piano di attività 2012 e del 2013, il Museo delle Scienze ha
individuato delle aree prioritarie di ricerca ovvero “Biodiversità ed Ecologia”
(che accorpa 5 sezioni: Botanica, Biodiversità Tropicale, Limnologia e Algologia,
Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia, Zoologia dei Vertebrati) e “Scienze
della Terra e del Paesaggio” (oggi “Scienze del Territorio e del Paesaggio”) (che
accorpa 2 sezioni: Geologia e Preistoria). I progetti di ricerca delle 7 sezioni
scientifiche tradizionali del Muse rientrano in queste macroaree a cui, nel 2011, si
è aggiunta la macroarea “Scienza e Società” coordinata dall’omonima Sezione.
Oltre alla riorganizzazione tematica, a fine 2011 si è anche avviata la
strutturazione del nuovo Sistema Informativo della ricerca del Museo delle
Scienze, con l’adozione del programma SURplus, implementato da CILEA.
Le relative procedure informatiche e di organizzazione dei dati sono iniziate nella
primavera del 2012.
A contribuire a dare visibilità alla ricerca del Museo è stato implementato MOA,
Muse Open Archive, il nuovo repository della ricerca alla cui configurazione si è
lavorato a partire dal 2012. Nel corso del 2012 il software SURplus, ideato da
CILEA (Consorzio Interuniversitario Lombardo per l’Elaborazione Automatica),
è stato acquistato (solo il modulo base) e testato in una versione demo per
diventare operativo e fruibile nel corso del 2013.
Come richiesto (Art. 11 dell’AdP), nel 2012 e stato nominato il responsabile del
Sistema Informativo del Museo (Valeria Lencioni) e il Nucleo di Valutazione
della ricerca del MUSE (Michele Lanzinger, Roland Psenner e Mario Panizza)
con il compito di procedere alla valutazione delle attività del Museo secondo
standard e procedure utilizzate a livello internazionale con la restituzione al CVR
di un rapporto annuale.
Sempre nel 2012 sono ripresi anche gli incontri con il neo-Comitato Scientifico
del Museo (Leonardo Alfonsi, Università di Perugia; Luigi Boitani, Università di
Roma “La Sapienza”; Aldo Gabbi, Centro formazione insegnanti di Rovereto;
Mikko Myllykoski, Heureka Science Centre Vantaa; Roland Psenner, Università
di Innsbruck) al fine di iniziare un processo di autovalutazione delle linee e dei
prodotti della ricerca del Museo, processo utile alla programmazione delle
attività.
La consistenza numerica dei prodotti principali della ricerca (pubblicazioni
scientifiche, libri e relazioni tecniche) mostra una concentrazione in due degli otto
programmi, 1R. (Documentazione e conservazione della natura) e 2R (Ecologia e
biodiversità di ecosistemi montani in relazione ai cambiamenti climatici e
ambientali), che insieme accorpano la maggioranza delle sezioni scientifiche
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
194
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
Tabella [All.4] 3 - Quadro delle pubblicazioni 2011 per programmi di ricerca
Pubblicazioni
(autori/coautori con
PR1 PR2 PR3 PR4
indirizzo del Museo) per
programma di ricerca
n. pubblicazioni
16
11
0
8
scientifiche su riviste ISI
n. pubblicazioni
scientifiche su riviste non
10
4
0
0
ISI
n. pubblicazioni
2
1
0
0
divulgative
n. capitoli di libri
5
0
0
2
n. report di attività
12
5
9
2
Fonte: Rapporti del Museo di Scienze, varie annualità
PR5
PR6
PR7
PR8
PR9
PR10
Totale
Museo
6
1
0
0
0
0
42
9
9
2
0
0
0
34
11
3
0
1
0
0
18
5
3
1
0
1
1
0
10
0
0
7
0
21
42
Tabella [All.4] 4 - Quadro delle pubblicazioni per il periodo 2010 – 2012
Pubblicazioni (autori/coautori con indirizzo del Museo)
n. pubblicazioni scientifiche su riviste ISI
n. pubblicazioni scientifiche su riviste non ISI
n. relazioni tecniche
n. monografie, libri o capitoli di libri
n. comunicazioni orali (con riassunto pubblicato)
n. comunicazioni orali (senza riassunto pubblicato)
n. poster (con riassunto pubblicato)
n. poster (senza riassunto pubblicato)
n. articoli divulgativi
n. partecipazione a convegni
n. progetti di ricerca
n. corsi e master (docenza universitaria)
n. seminari
n. post-doc
n. dottorati
n. tesi laurea
Fonte: Rapporti del Museo di Scienze, varie annualità
2010
28
20
23
2011
42
34
40
2012
44
22
14
32
21
6
2
0
44
49
13
34
2
6
14
Tabella [All.4] 5 - Quadro delle pubblicazioni media 2008 – 2009
Pubblicazioni (autori/coautori con indirizzo del Museo)
n. pubblicazioni scientifiche su riviste con peer review (IF o ISI)
n. pubblicazioni scientifiche su riviste con peer review (no ISI)
n. pubblicazioni scientifiche su riviste senza peer review
n. libri o capitoli
n. pubblicazioni divulgative
n. comunicazioni orali (con abstract pubblicato)
n. comunicazioni orali (senza abstract pubblicato)
n. partecipazioni a congressi
Fonte: Rapporti del Museo di Scienze, varie annualità
2008 - 2009
44
67
4
28
28
39
22
64
Secondo i responsabili del Museo le aree di ricerca relative a Biodiversità e al
Sistema geodinamico alpino sono a un livello scientifico soddisfacente mentre
l’area di ricerca relativa alla preistoria, molto attiva nel passato, vive oggi un
momento di difficoltà.
Il numero totale/anno di articoli pubblicati su riviste scientifiche e tecniche con
comitato di valutazione scientifica internazionale è aumentato progressivamente
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
195
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
dal 2008 al 2012, con l’unica eccezione del 2011 in cui si è registrato invece il
più alto numero di relazioni in atti di convegni internazionali. Solo nel 2011 sono
state pubblicate monografie rivolte a un pubblico internazionale.
Il numero totale di citazioni ricevute da tutte le pubblicazioni prodotte nel biennio
2011-2012 (N. medio= 92) è significativamente più elevato rispetto a quello del
triennio precedente (N. medio= 59).
La percentuale di ricercatori “non attivi” (che non hanno almeno una
pubblicazione scientifica su riviste internazionali in un periodo di riferimento,
pari al triennio 2008-2010 nel primo monitoraggio e al biennio 2011-2012 nel
secondo monitoraggio) e “meno attivi” (che non hanno almeno una pubblicazione
scientifica su riviste internazionali nell’ultimo anno del periodo di riferimento,
anche in co-autoraggio) risulta essere molto più elevata (oltre il 50%) nel biennio
2011-2012. Questo riflette da un lato il maggior coinvolgimento dello staff di
ricerca nel progetto speciale MUSE (progetto espositivo, allestimenti, ecc.),
dall’altro l’aver incluso nel calcolo di tale percentuale per il biennio 2011-2012
anche personale il cui compito principale non riguardava la produzione di
pubblicazioni scientifiche, in quanto viceversa coinvolto nella gestione delle
collezioni, di sedi territoriali e nella mediazione culturale. Tali persone,
attualmente inserite nello staff di ricerca dall’Amministrazione del Museo, non
erano state considerate nei calcoli riferiti al triennio 2008-2010.
Anche per questo il Museo ha proposto indicatori aggiuntivi relativi alla
specificità della ricerca museale, assumendo che una consistente porzione della
produzione scientifica e della divulgazione scientifica museale è relativa allo
studio delle collezioni e ai progetti di documentazione del territorio.
Il numero totale di articoli pubblicati su riviste scientifiche e tecniche con
comitato di valutazione scientifica internazionale pro capite è risultato in crescita
nel periodo 2008-2010: era infatti pari a 1 nel 2008 e a 1,78 nel 2010. Al
contrario, il numero totale di citazioni ricevute da tutte le pubblicazioni prodotte
dai ricercatori nei tre ultimi anni pro capite è risultato in diminuzione: 2,96 nel
2008 e 1,96 nel 2010. Nel biennio 2011-2012 entrambi i numeri pro capite sono
calati sensibilmente. Vale però la stessa spiegazione fornita per la percentuale di
ricercatori “meno attivi” e “non attivi” ovvero la popolazione di riferimento.
Tra gli indicatori ritenuti rilevanti dal Museo vi sono:
• Presenza nella letteratura scientifica nazionale;
• Curatela e ricerca sulle collezioni del Museo;
• Editoria scientifica Muse.
La presenza nella letteratura scientifica nazionale può essere meglio compresa
alla luce dei dati contenuti nelle seguenti tabelle:
Tabella [All.4] 6 - Numero di pubblicazioni con comitato di valutazione nazionale
2008
41
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
2009
20
2010
21
196
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
Tabella [All.4] 7 - Numero di relazioni tecniche e/o piani di gestione che vengono prodotti
nell’ambito di progetti di documentazione e gestione delle risorse naturali
2008
non informatizzato
2009
non informatizzato
2010
19
Nel 2011-2012 sono state prodotte 57 pubblicazioni non indicizzate,
prevalentemente con comitato di valutazione nazionale, 29 pubblicazioni
divulgative, 65 report di progetti di ricerca. Tali numeri sono mediamente più
elevati rispetto alla media del triennio precedente (2008-2010).
Tabella [All.4] 8 - Elenco per Volumi prodotti dalla Editoria Scientifica del Museo (Studi
Trentini di Scienze Naturali Quaderni del Museo, Atlanti, Monografie, Natura Alpina)
Titolo della Serie
Numero volumi 2012 Numero pagine 2012
STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI
4
868
MONOGRAFIE DEL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI
1
112
NATURA ALPINA
2
189
LIBRI
3
910
Totale
10
2079
Titolo della Serie
Numero volumi 2011 Numero pagine 2011
STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI
2
506
MONOGRAFIE DEL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI
1
175
NATURA ALPINA
2
226
LIBRI
2
465
Totale
7
1372
Titolo della Serie
Numero volumi 2010 Numero pagine 2010
STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI
1
288
MONOGRAFIE DEL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI
1
124
NATURA ALPINA
2
246
LIBRI
1
566
Totale
5
1224
Totale
Numero volumi
2009
1
1
1
2
4
1
4
14
Totale
Numero volumi
2008
1
1
3
3
4
6
Titolo della Serie
ACTA BIOLOGICA
ACTA GEOLOGICA
PREISTORIA ALPINA
QUADERNI MTSN
LIBRI
FASCICOLI BIODIVERSITA’
NATURA ALPINA
Titolo della Serie
ACTA GEOLOGICA
QUADERNI MTSN
STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI
PREISTORIA ALPINA
NATURA ALPINA
Numero pagine 2009
180
180
250
300
1150
100
208
2368
Numero pagine
2008
347
191
504
970
276
791
Il Museo delle Scienze ha editato 17 volumi (libri, numeri delle due riviste
scientifiche, Studi Trentini di Scienze Naturali e Preistoria alpina, e della rivista
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
197
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
divulgativa Natura alpina) per un totale di 3451 pagine stampate. In media nel
periodo 2008-2012 sono stati editati 8 volumi/anno per un totale di circa 1600
pagine stampate/anno. I numeri più elevati sono stati registrati nel 2009 e nel
2012.
Per quanto riguarda le collezioni, nel 2012 il numero totale è salito a 297, per un
totale di pezzi/campioni stimati pari a 4,939,550 (+1% rispetto al 2010). La
curatela e ricerca sulle collezioni del Museo comprende:
1. N. di nuove schede di catalogo informatizzate: il valore fornisce un’indicazione
quantitativa in merito all’attività di catalogazione delle collezioni.
2. N. di schede di catalogo trattate: il numero di schede trattate viene ricavato
sommando il numero di schede inserite nell’anno considerato al numero di schede
revisionate nell’anno considerato e inserite in precedenza (le schede inserite e
aggiornate nel corso dello stesso anno vengono conteggiate una sola volta). Il
valore fornisce un’indicazione quantitativa relativamente all’attività di
inserimento, revisione e aggiornamento delle schede informatizzate; esso
contribuisce a chiarire il volume di lavoro condotto complessivamente sul
catalogo.
3. N. nuovi reperti acquisiti: il valore, non sempre quantificabile con facilità,
indica l’incremento delle collezioni dovuto a specifiche campagne di raccolta,
donazioni e acquisti.
4. N. prestiti (per studio e per esposizioni temporanee): il valore riflette l’interesse
e l’uso delle collezioni da parte di soggetti terzi, per studio o per esposizioni
temporanee
5. N. pubblicazioni: il valore riflette l’interesse e l’uso delle collezioni per la
realizzazione di contributi scientifici o divulgativi. Vengono considerate le
pubblicazioni relative al materiale conservato realizzate sia da personale interno
che da terzi.
Tabella [All.4] 9 - Stato delle collezioni al 2010
N.
collezioni
2012
N. collezioni 2010
1
1
44
44
8
8
12
12
195
196
Sezioni
Biodiversità tropicale
Botanica
Geologia
Limnologia e Algologia
Preistoria
Zoologia degli
Invertebrati
17
Zoologia dei Vertebrati
19
Totale
296
Fonte: dati forniti dal Museo
17
19
297
Oggetti
stimati
2010
4.024
150.000
16.700
7.454
95.600
Oggetti
stimati
2012
4.250
150.000
16.700
8.000
95.000
4.500
4.500
10.750 11.300
289.028 289.750
Pezzi/campioni
stimati 2010
4.050
370.000
42.000
8.500
3.250.000
Pezzi/campioni
stimati 2012
4.250
370.000
42.000
10.000
3.300.000
1.200.000
12.000
4.886.550
1.200.000
13.300
4.939.550
L’attività più intensa sulle collezioni è stata svolta tra il 2008 e il 2011, mentre
nel 2012 il personale tecnico si è dedicato maggiormente alla pianificazione
dell’imballaggio e trasloco delle collezioni nella nuova sede.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
198
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
Tabella [All.4] 10 – Indicatori relativi alle collezioni
Collezioni
2011
2012
N. prestiti per studio
16
6
N. prestiti per mostre
11
3
N. pubblicazioni sulle collezioni
34
5
N. nuovi reperti acquisiti
2.699
2.215
N. nuove schede di catalogo
9.144
8.785
N. schede di catalogo trattate
57.529
14.102
Il numero dei ricercatori è aumentato dal 2008 al 2012, raggiungendo nel 2012 il
numero di 63 persone per un totale di 44,6 equivalenti tempo pieno. Si precisa
che le 12 persone aggiuntesi nel 2012 rispetto al 2011 sono state coinvolte tutte
nel progetto MUSE.
Lo staff di ricerca del Museo delle Scienze comprende funzionari conservatori e
tecnici con ruolo, i primi, di “ricercatore museale” o di “mediatore culturale”; i
secondi con ruolo di tecnico di ricerca e collezioni. L’attività di mediazione
culturale intesa come divulgazione degli outreach della ricerca svolta all’interno
dell’ente con diversi format, dal seminario per il grande pubblico, alla mostra
temporanea, allo spettacolo teatrale, viene svolta dai “ricercatori museali”,
impegnati anche in attività di alta formazione (es. organizzazione di summer
school), talvolta con il supporto dei “mediatori culturali s.s.”, impegnati in attività
di divulgazione, educazione ecc. di temi scientifici anche non connessi con la
ricerca del museo. Ad oggi solo 6 dei “mediatori culturali s.s.” sono coinvolti
part-time nelle attività di outreach della ricerca del Museo delle Scienze, gli altri
sono coinvolti in attività di mediazione non necessariamente connesse con la
ricerca del Museo delle Scienze e pertanto sono supportati dal servizio cultura.
Di seguito sono riportate le definizioni delle diverse figure professionali che
rientrano, almeno quota parte, nello staff di ricerca. Viene fornita di seguito la
definizione di “ricercatore museale” da tenere in considerazione per la
valutazione della produttività dei ricercatori stessi.
Conservatore: la figura professionale indica personale impegnato in attività di
ricerca, gestione delle collezioni, divulgazione, alta formazione, progettazione e
coordinamento delle esposizioni permanenti e temporanee del museo e attività
editoriali. Tale definizione è avvalorata dalla “Carta nazionale delle professioni
museali”, approvata dall’ICOM e promossa dalla Conferenza Permanente delle
Associazioni museali italiane: AMACI, AMEI, ANMLI, ANMS, ICOM ITALIA,
SIMBDEA (Milano, 24 luglio 2006), secondo la quale “Il conservatore è
responsabile della conservazione, della sicurezza, della gestione e della
valorizzazione delle collezioni a lui affidate. È responsabile, in concorso con il
direttore, dell’identità e della missione del museo. In particolare:
– programma e coordina le attività di inventariazione e catalogazione delle
collezioni secondo gli standard nazionali e regionali e ne garantisce la pubblica
fruizione,
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
199
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
–
–
–
–
–
predispone i piani di manutenzione ordinaria, di conservazione e di restauro,
partecipa ai programmi per l’incremento delle collezioni,
contribuisce a elaborare i criteri e i progetti di esposizione delle raccolte,
conduce e coordina attività di ricerca scientifica,
collabora alla valorizzazione delle collezioni attraverso le attività culturali,
educative e di divulgazione scientifica,
– progetta e coordina attività relative alle esposizioni temporanee e di editoria del
museo.
In assenza del direttore, il conservatore è anche il consegnatario delle collezioni e
ne è responsabile nei confronti dell’ente proprietario.
Mediatore culturale: la figura professionale indica il personale impegnato in
attività di divulgazione scientifica, di consulenza, di promozione e diffusione
della cultura scientifica (incluso lo sviluppo di nuove forme e linguaggi), di alta
formazione e convegnistica, di progettazione scientifica e coordinamento delle
esposizioni permanenti e temporanee del museo, della cura dei cataloghi e delle
pubblicazioni relative alle esposizioni da lui progettate, della progettazione
scientifica delle attività didattiche e educative e degli eventi rivolti al pubblico.
Tecnico: personale impegnato in attività a supporto dell’attività di ricerca e
curatela delle collezioni.
Collaboratore all’attività di ricerca: personale impegnato in attività di ricerca a
diverso titolo (ricercatori post-doc, dottorandi, collaboratori coordinati
continuativi o collaboratori a progetto, borsisti).
L’inquadramento delle figure professionali di cui sopra nell’ambito del personale
“di ricerca” è sostenibile alla luce della riorganizzazione generale provinciale,
dalla quale emerge la necessità di provvedere ad una ripartizione della funzione
Ricerca che permetta di cogliere gli aspetti peculiari del Museo quale istituzione
di ricerca. Tale definizione implica una lettura ampia del concetto di ricerca
scientifica, della comunicazione della ricerca e della collocazione nel sistema
provinciale, dove il Museo delle Scienze è stato riconfigurato come un museo di
nuova generazione. Questa idea ha permesso di inserire nella struttura funzioni di
alta professionalità e competenza per declinare la funzione di ricerca di alto
profilo del Museo. In aggiunta, a sostegno di quanto sopra, il MIUR (bando
6/2000) ha introdotto i progetti di diffusione scientifica nei compiti che le
istituzioni di ricerca hanno l’incarico di sviluppare, confermando in questo modo
le diverse sfaccettature che il ruolo di “ricercatore” può assumere.
Pur in considerazione della specificità del Museo che suggerisce di mantenere un
presidio di ricerca relativo alle aree tematiche di interesse, si ritiene opportuno
che venga identificata una strategia relativa alla definizione di alcune priorità su
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
200
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
cui concentrare gli sforzi, anche per tentare di elevare la qualità della produzione
scientifica corrispondente.
4.2.3 Internazionalizzazione delle attività di ricerca
Analogamente a quanto evidenziato in corrispondenza dell’eccellenza scientifica,
anche il tema dell’internazionalizzazione delle attività di ricerca vede il Museo in
via di affinamento delle proprie strategie.
Un esempio di ciò è dato dalla percentuale degli articoli pubblicati su riviste
scientifiche e tecniche con comitato di valutazione scientifica internazionale
realizzati in collaborazione con autori affiliati a istituzioni straniere, cresciuta dal
2008 al 2010, poi diminuita nel biennio successivo.
La partecipazione a programmi internazionali di ricerca è ancora molto contenuta,
anche se in leggera crescita (1 rispettivamente nel 2008 e 2008, 0 nel 2010, 2 nel
2011 e 3 nel 2012). Inoltre, non viene rilevato alcun evento a carattere
internazionale organizzato dal Museo.
Prosegue l’internazionalizzazione nel settore Biodiversità Tropicale (con fondi
internazionali) e di Scienza e Società (con fondi europei), i quali ultimi
afferiscono principalmente all’Area Sviluppo del Museo. Fino al 2010 è chiara
una forte dipendenza dalla PAT (i fondi extra PAT si aggiravano attorno al 10%)
per la ricerca tradizionale (nel settore delle scienze naturali). A partire dal 2011
nel settore Scienza e Società il Museo ha ottenuto finanziamenti UE
(completamente extra PAT) che hanno visto il coinvolgimento di mediatori
culturali e di un numero estremamente ridotto di ricercatori s.s.
Le collaborazioni internazionali dichiarate nella documentazione pubblica sono
molto numerose (114 di cui 57 in Italia principalmente con Università e Musei
naturalistici e 57 all’estero principalmente con Università e Giardini botanici), ma
tale numerosità comprende anche contatti ancora poco strutturati; ciò si può
desumere dalla presentazione delle collaborazioni adottata nel 2012 dal Museo,
che suddivide le stesse in nazionali e internazionali a loro volta suddivise in 4
tipologie (convenzione, protocollo d’intesa, partenariato e altro es. coautoraggio,
consulenze a titolo gratuito, stesura di proposte di progetto, partecipazione a
tavoli di lavoro ecc.);
Tabella [All.4] 11 – Struttura delle collaborazioni scientifiche
Collaborazioni scientifiche
Collaborazioni strutturate con
Protocollo di intesa o Convenzione
Collaborazioni con enti partner di
progetti
Altre collaborazioni (co-autoraggio,
consulenze, ecc.)
Totale
In Italia
18
All’estero
0
10
33
29
24
57
57
I responsabili del Museo confermano la percezione della modesta collaborazione
internazionale per quanto riguarda la ricerca mentre, al contrario, appare in questo
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
201
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
momento rilevante la collaborazione internazionale con partner qualificati per
quanto riguarda l’attività museale.
Per quanto riguarda invece la mobilità dei ricercatori, l’attenzione del Museo su
questo aspetto ha iniziato a manifestarsi attraverso la partecipazione a una call
inbound gestita dalla Provincia di Trento.
Si ritengono particolarmente significative anche le attività di alta formazione
svolte sempre più in un contesto internazionale: per esempio organizzazione di
summer school internazionali, nella sede tanzaniana del Museo delle Scienze, o il
coordinamento di dottorati svolti in università straniere (es. Belgio, Spagna,
Svizzera, Egitto).
La scarsa attrattività per ricercatori stranieri (1 solo post doc incoming) si ritiene
da parte del Museo in parte legata all’impossibilità del Museo di bandire
direttamente borse di studio (es. di dottorato).
4.2.4 Impatto sul territorio
L’impatto dell’attività di ricerca del Museo si è manifestato in particolare tramite
le consulenze alla Provincia autonoma di Trento riguardanti alcuni significativi
problemi di sviluppo, tra cui, ad esempio.
• sulle Dolomiti – patrimonio dell’umanità;
• sullo sviluppo turistico della Marmolada;
• sulle soluzioni migliori per la realizzazione di bacini idrici per l’innevamento
artificiale;
• sulla definizione di aree protette.
Una risultante importante delle attività di studio sul territorio è legata alle ricadute
sociali. In questo senso il Museo ha seguito dal 2008 al 2012 progetti provinciali
di analisi e valorizzazione delle componenti naturali del territorio, anche in chiave
economica, nell’ambito di progetti di ricerca s.s., di progetti “territoriali” (es.
Memorie del Sottosuolo, OPENLOC) e nell’ambito di attività svolte presso le
sedi territoriali, in primo luogo il Museo di Predazzo e il Museo delle Palafitte di
Ledro.
Ogni anno i conservatori e ricercatori del Museo hanno organizzato momenti di
formazione e di divulgazione tecnica, partecipato a Comitati faunistici, Comitati
Parco e Rete delle Riserve, confermando il contributo ordinario del Museo delle
Scienze e il suo inserimento nel sistema amministrativo e gestionale della PAT.
Negli ultimi cinque anni (2008-2012) il Museo delle Scienze ha progettato e
realizzato, con la collaborazione dello staff di ricerca, 80 eventi per il pubblico
(media= 16/anno) per un totale di 53.334 affluenze (media= 667/anno). Il più alto
numero di eventi, affluenze e citazioni sulla stampa locale e nazionale si è avuto
nel 2010-2011.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
202
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
4.2.5 Sistema interno di valutazione
Lo strumento dell’autovalutazione consente di avere un monitoraggio in itinere
del progresso della propria strategia. È quindi innanzitutto uno strumento a favore
della crescita dell’istituzione, prima che una interfaccia adeguata per l’attività di
valutazione richiesta dal soggetto finanziatore.
In tale campo sono stati fatti dei passi sia nella nomina dei componenti del nucleo
di autovalutazione di cui all’articolo 12 dell’Accordo di Programma sia
nell’adozione del programma SURplus per la strutturazione del nuovo Sistema
Informativo della ricerca.
Il Museo ha attivato quattro modalità principali di autovalutazione:
1. Stesura di un Report di attività biennale, in lingua inglese (2008-2009 e 20102011), pubblicati anche sul sito web del Museo
2. Redazione del Bilancio sociale annuale (prima edizione anno 2011, disponibile
anche come file pdf sul sito web del Museo)
3. Studio di benchmarking quindi confronto con altre realtà museali italiane e
straniere
4. Dotazione del software SURplus di CINECA per l’archiviazione e
valorizzazione di tutti i “prodotti” della ricerca
Per quanto riguarda lo studio di benchmarking, nel 2009 il Museo ha iniziato un
processo di confronto con altri musei naturalistici, per conoscere i migliori
standard di performance e capire e gestire i fattori determinanti al fine di
raggiungere risultati e prestazioni superiori (benchmarking).
Il Museo si è scontrato immediatamente con le difficoltà che tipicamente si
incontrano quando si intraprende per la prima volta uno studio di benchmarking
quali per esempio lunghi tempi di realizzazione.
Innanzitutto il Museo ha individuato alcuni indicatori quantitativi di performance,
invitando Musei europei, nazionali e locali al confronto su questi. Gli indicatori
selezionati sono stati 22 raggruppati in 4 macroaree:
1. Composizione dello staff di ricerca (fte = full time equivalent)
• Conservatori responsabili di sezione - ricercatori dipendenti
• Collaboratori di ricerca (co.co.co., co.co.pro., borse di studio)
• Tecnici di ricerca
• Mediatori culturali
• Post doc strutturati presso il museo
• Totale personale attivo nel settore di ricerca (fte)
2. Pubblicazioni
• n. pubblicazioni scientifiche su riviste ISI
• n. pubblicazioni scientifiche su riviste non ISI
• n. pubblicazioni divulgative
• n. monografie, libri e capitoli di libri
• n. totale di pagine di pubblicazioni edite dal Museo
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
203
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
3. Alta formazione e Progetti di ricerca
• Attività docenza (corsi, master)
• Seminari presso università, musei, altri istituti di ricerca
• Relazioni a congressi (comunicazioni e poster)
• Organizzazione in sede di convegni o workshop
• Tesi di laurea triennali e specialistiche (con tutoraggio da parte di personale
del museo)
• Dottorati di ricerca (con tutoraggio da parte di personale del museo)
• Progetti di ricerca (finanziati o co-finanziati dal museo)
4. Collaborazioni interistituzionali (in Italia e all’Estero)
• Università
• Istituti di ricerca
• Musei
• Enti e istituzioni pubbliche e private
Sono stati coinvolti nel confronto 12 Musei di cui 3 Europei (di cui uno
universitario):
National Museum of Natural History (Naturalis) di Leiden, Nederland
Natural History Museum of Denmark, Zoology Museum, University of
Copenhagen, Copenhagen, Denmark
Botanical Museum of Berlin, Berlin, Germany
7 Musei di Storia Naturale italiani (di cui uno universitario)
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Museo Civico di Storia Naturale di Milano
Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara
Museo Civico di Zoologia Naturalistico di Roma
Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Museo Civico di Storia Naturale di Genova
Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze, Sezione
di Zoologia “La Specola”, Firenze
2 Musei naturalistici locali:
Museo Civico di Rovereto (TN)
Museo di Scienze Naturali dell’Alto-Adige, Bolzano.
Solo 4 dei 12 musei contattati ha dato risposta (almeno parziale) in tempi utili.
Il Museo delle Scienze rispetto ai quattro Musei italiani coinvolti nello studio,
emerge per investimenti nel personale di ricerca e mediazione culturale, numero
di progetti di ricerca e attività di alta formazione (tesisti, dottorati, post-doc
strutturati presso il museo) da cui una cospicua partecipazione a congressi e
numero di pubblicazioni confrontabili con quelle di un museo universitario.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
204
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
4.2.6 Capacità di autofinanziamento
Bisogna notare che l’obiettivo 20% di autofinanziamento è richiesto nell’Accordo
di programma solo a partire dal 2012 con mantenimento nel 2013.
In ogni caso l’obiettivo è stato già ottenuto largamente nel 2010.
Molto minore risulta il valore del finanziamento alla ricerca extra PAT che, pur
non richiesto dall’Accordo di Programma, indica il grado di “dipendenza” dalla
Provincia e quindi va monitorato in funzione della sostenibilità di medio periodo.
I progetti condotti dalle Sezioni scientifiche del Museo, nonché le attività a
supporto della ricerca, sono stati cofinanziati da enti diversi dalla PAT o
comunque al di fuori dell’Accordo di Programma.
Tra gli Enti che hanno sostenuto economicamente le ricerche del Museo delle
Scienze, a livello locale, vi sono stati Enti Parco, Comuni e Fondazioni; a livello
nazionale il MIUR nell’ambito di Progetti PRIN, Università, Associazioni; a
livello internazionale la Commissione Europea, Fondazioni private, Università.
I dati relativi all’autofinanziamento del MUSE vengono presentati nella tabella
che segue e nel successivo grafico di sintesi in due versioni: nella prima le attività
a supporto PAT previste dall’Accordo di Programma vengono considerate al pari
del finanziamento da Accordo di programma (e quindi non considerate al
numeratore – versione 1), nella seconda versione tali attività sono considerate
come entrate proprie (versione 2).
Tabella [All.4] 12 – Dati relativi all’autofinanziamento
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
205
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
40%
35%
Versione 1
30%
Versione 2
limite posto dall'Accordo di
Programma
25%
20%
15%
2010
2011
2012
Secondo entrambe le versioni l’obiettivo richiesto dall’Accordo di Programma è
stato decisamente raggiunto nel 2012 e sostanzialmente anche negli anni
precedenti. Nonostante si sia mantenuto per tutto il periodo 2008-2012 un elevato
grado di “dipendenza” dalla PAT, è da notare comunque la crescita nel tempo
della percentuale di finanziamento completamente estraneo alla PAT che
raggiunge nel 2012 il 18,6%.
4.2.7 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca
Secondo i responsabili del Museo le linee di collaborazione all’interno di STAR
sono
- partecipazione congiunta ai bandi di ricerca provinciali;
- proposte congiunte di dottorati di ricerca con la Fondazione Mach e
l’Università;
- stesura di protocolli di intesa/convenzioni per l’accesso a facilities delle
fondazioni e/o università;
- progetti congiunti in funzione Museo delle Scienze – es. con la Fondazione
Bruno Kessler per la realizzazione di nuovi dispositivi e interfacce di guida alla
visita.
Sulla linea dell’utilizzo della competenza di mediazione culturale del Museo in
funzione della promozione di STAR, è progettata all’interno del nuovo MUSE
una sezione, aperta a vari soggetti fra cui le Fondazioni, come “vetrina” della
ricerca e dell’innovazione.
Sono d’altra parte ancora da attivare le “iniziative unitarie nel settore della
comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di
referente principale” indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma.
Un passo importante in questo ambito è la firma di una convenzione in Dicembre
2012 per realizzare un tavolo di coordinamento della ricerca ambientale tra FEM
e Museo delle Scienze, accordo poi avviato nel 2013 e che mira a proporre azioni
congiunte per il finanziamento Provinciale a partire dal prossimo Accordo di
Programma. La valorizzazione dei rispettivi e complementari ruoli dei due enti
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
206
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
per la promozione della ricerca ambientale - sia in Trentino che in contesto
internazionale – è ritenuto un passo strategico di valenza critica.
Nell’ambito di progetti di ricerca provinciali quali ACE-SAP e OPENLOC si
sono strutturate collaborazioni con diversi dipartimenti delle due fondazioni e
dell’università. Collaborazioni strutturate e di lunga durata con il Dipartimento di
Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e con la Fondazione Kessler, hanno
arricchito le risorse a disposizione del Museo delle Scienze nell’ambito delle
ricerche preistoriche sul territorio. Da un lato, l’applicazione di tecnologie
d’avanguardia nell’acquisizione dei dati sul campo e nell’analisi dei materiali
archeologici hanno permesso di incrementare le potenzialità conoscitive della
ricerca; dall’altro la partecipazione di studenti dell’ateneo trentino ha permesso di
integrare le attività archeologiche sul territorio nella formazione universitaria.
Sulla linea dell’utilizzo della competenza di mediazione culturale del Museo in
funzione della promozione di STAR, è progettata all’interno del nuovo Museo
delle Scienze una sezione, aperta a vari soggetti fra cui le Fondazioni, come
“vetrina” della ricerca e dell’innovazione. Inoltre, i laboratori aperti al pubblico
saranno una vetrina (unica in Italia nel contesto museologico) di presentazione al
pubblico della ricerca.
Nell’outreach della ricerca il Museo sta lavorando per la creazione di un distretto
culturale attivo anche nel settore turistico. È in corso la progettazione di iniziative
unitarie nel settore della comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza
(es. Nature & Food), indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma,
che coinvolgeranno ricercatori di tutti gli istituti di ricerca trentini.
4.3 Considerazioni
Nel complesso i dati esposti nei precedenti paragrafi contribuiscono a delineare ad
oggi per il Museo delle Scienze un profilo caratterizzato dai seguenti aspetti.
La produzione scientifica complessiva risulta essere di discreto livello per alcune aree
tematiche e in considerazione delle specificità dell’Ente.
La partecipazione a programmi internazionali di ricerca è contenuta anche se in
crescita a partire dal 2011 nel settore “Biodiversità Tropicale” e nella macroarea
“Scienza e Società”; le collaborazioni internazionali dichiarate nella documentazione
pubblica sono molto numerose ma tale numerosità comprende anche contatti ancora
poco strutturati.
Per quanto riguarda invece la mobilità dei ricercatori, l’attenzione del Museo a questo
aspetto ha iniziato a manifestarsi in tempi recenti. Complessivamente, la
collaborazione internazionale per quanto riguarda la ricerca appare modesta; al
contrario, è rilevante la collaborazione internazionale con partner qualificati per
quanto riguarda l’attività museale.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
207
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
L’impatto dell’attività di ricerca del Museo sul territorio deriva principalmente
dall’attività di consulenza realizzata per la Provincia su alcuni significativi problemi
di sviluppo e tocca aspetti rilevanti per il territorio. Anche la parte di comunicazione
ad ampio spettro della conoscenza accumulata ha un rilevante impatto di carattere
sociale in chiave di diffusione territoriale e di divulgazione tecnica, oltre che di
attrazione specifica tramite la nuova sede del MUSE.
Per ciò che riguarda l’autovalutazione sono stati fatti notevoli progressi sia nella
prospettiva complessiva della vigenza dell’AdP sia nel periodo successivo al rapporto
intermedio di questo Comitato, con la nomina del Nucleo di Valutazione, la
redazione del Bilancio Sociale, l’avvio del Sistema Informativo e l’inizio di una
attività di benchmarking.
Nel complesso la capacità di autofinanziamento rispetta i vincoli espressi
dall’Accordo di Programma.
L’integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta formazione e Ricerca fino ad oggi ha
significato soprattutto la partecipazione e/o definizione di protocolli e progetti
comuni con gli altri soggetti del territorio per attività specifiche ed in funzione
dell’apertura della nuova sede del MUSE. Ancora da definire – certamente non solo
per responsabilità del Museo – le “iniziative unitarie nel settore della comunicazione
scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di referente principale”
indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma.
In sintesi, va riconosciuto lo sforzo fatto dal Museo per far tesoro delle
raccomandazioni dei comitati e, in particolare, del rapporto intermedio del CVR. Con
l’apertura del MUSE (27 luglio 2013) la struttura ha avviato un percorso di
rafforzamento di attività su alcuni dei fronti segnalati dall’AdP (ad es.
internazionalizzazione e impatto sul territorio); tali progressi sono ancora di difficile
valutazione e la loro dimensione potrà essere più compiutamente apprezzata in
futuro.
Le evidenze riportate nei precedenti paragrafi, alla luce sia degli obiettivi espressi
nell’Accordo di Programma 2009-2013, sia dei più generali indirizzi strategici della
politica per la ricerca della Provincia autonoma di Trento, suggeriscono alcune
specifiche riflessioni sulle seguenti dimensioni.
4.3.1 Sul processo di focalizzazione degli ambiti disciplinari di interesse e
connesso sviluppo della missione di lungo periodo del Museo
Pur in considerazione della specificità del Museo, che suggerisce di mantenere un
presidio di ricerca relativo alle aree tematiche di interesse, si ritiene opportuno
che venga identificata una strategia relativa alla definizione di alcune priorità su
cui concentrare gli sforzi, anche per tentare di elevare la qualità della produzione
scientifica corrispondente.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
208
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
La riaggregazione operata dal Museo, che ha portato alla nascita delle tre
macroaree, contribuisce sicuramente a rendere più leggibili gli obiettivi della
ricerca. Il prossimo rapporto di autovalutazione dovrà focalizzarsi sui risultati di
tale aggregazione, per ora nominale, verificandone i risultati in termini di
effettiva concentrazione di risorse su temi specifici.
4.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca
Sul fronte della internazionalizzazione vi sono ampi spazi di miglioramento, da
perseguirsi in relazione alle aree tematiche di interesse (si veda il punto
precedente) e attraverso sia la mobilità del personale di ricerca sia per mezzo di
collaborazioni internazionali strutturate.
4.3.3 Sull’impatto per il territorio
L’attivazione del nuovo Museo dovrà consentire uno sviluppo di questo obiettivo
che riguarda il trasferimento sia di tecnologia sia di conoscenza scientifica. Si
raccomanda, quindi, una puntale definizione delle diverse modalità attraverso cui
la conoscenza accumulata verrà trasferita a livello locale (oltre alle consulenze a
favore della Provincia).
4.3.4 Sul sistema interno di valutazione
Va completata la messa a regime del Sistema informativo con l’inserimento (già
iniziato) di informazioni relative all’attività museale (oltre a quelle relative ai
prodotti dell’attività di ricerca) e che possono essere utili alla definizione di altri
indicatori.
Risulta positiva l’adozione da parte del comitato interno di valutazione della
griglia di lavoro proposta dal rapporto intermedio del CVR come strumento per
riportare le informazioni al Comitato stesso. Si auspica d’altra parte un suo
utilizzo anche verso l’interno, per governare i processi di definizione degli
obiettivi della struttura e la rilevazione dei relativi risultati.
4.3.5 Sulla capacità di autofinanziamento
E’ in linea con le richieste dell’AdP ed appare in crescita anche la quota
completamente estranea alla PAT, ma la comunque elevata “dipendenza” dalla
Provincia rende necessario un monitoraggio costante di tale capacità in funzione
della sostenibilità di medio periodo.
4.3.6 Sull’integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca
È in via di realizzazione, in collaborazione con gli altri enti del territorio
all’interno del nuovo MUSE, la sezione che fungerà da “vetrina” della ricerca e
dell’innovazione. I suoi effetti andranno puntualmente monitorati.
Contestualmente, andranno attivate le “iniziative unitarie nel settore della
comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di
referente principale” indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
209
Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze
Questo punto prevede a monte una più chiara definizione da parte della PAT del
ruolo effettivo di MUSE nell’ambito di STAR, sfruttandone al meglio le
approfondite competenze nel campo della mediazione culturale, avendo rilevato
alcune incongruenze nell’avvio della funzione in qualità di “referente principale”.
Si sottolinea positivamente d’altro canto la firma della convenzione tra FEM e
Museo delle Scienze per realizzare un tavolo di coordinamento della ricerca
ambientale come passo dell’auspicata individuazione, in sinergia con gli altri
attori di STAR, di programmi di ricerca a partire dal largo spettro e dalla
interdisciplinarietà che caratterizza l’approccio del Museo alla ricerca stessa.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
210
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
Allegato 5 – Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
5.1 Il quadro di riferimento
Ai fini dell’attribuzione di quanto previsto dal Programma Pluriennale della
Ricerca per la XIV Legislatura, negli Accordi di Programma con gli enti di ricerca,
la premialità, da calcolarsi in relazione al raggiungimento e al miglioramento degli
obiettivi fissati sulla scorta di indicatori convenuti, è stata determinata con una
quota di finanziamento pari al 4%, nettamente inferiore a un potenziale tetto del
30% complessivo.
Gli Accordi di Programma per il periodo 2010 – 2013 con la Fondazione Bruno
Kessler, con la Fondazione Edmund Mach e con il Museo delle Scienze, hanno
individuato come rappresentativi dell’attività di ricerca, oggetto di monitoraggio in
itinere e di valutazione finale, indicatori relativi a: :
1. la qualità del lavoro scientifico svolto;
2. la rilevanza e la ricaduta delle attività;
3. la capacità di autofinanziamento.
Il Documento di indirizzo sul sistema informativo della ricerca per la valutazione75
costituisce, oltre che un rispetto di quanto contenuto come impegno negli Accordi
di Programma, anche uno strumento importante di analisi delle dinamiche sottese
al finanziamento pubblico provinciale. Il Documento di indirizzo sul sistema
informativo della ricerca per la valutazione fornisce al paragrafo 6.4 le indicazioni
da seguire per la fissazione dei target e, di conseguenza, la relativa baseline è stata
definita e validata unitamente alla determinazione della lista di indicatori strategici.
In ordine alla premialità, il Documento di indirizzo sopra richiamato prescrive
comunque che:
“la Provincia definisce il numero minimo di indicatori per i quali si richiede il
raggiungimento dei target al fine di assegnare la quota di premialità. Sono
possibili diverse soluzioni:
a) fissare una soglia identificata con un valore corrispondente a un numero
minimo di obiettivi da raggiungere per assegnare la premialità (ad
esempio: minimo raggiungimento obiettivi su 80% degli indicatori); il
mancato raggiungimento della percentuale fissata degli obiettivi implica
la perdita dell’intera premialità, senza possibilità di compensazione tra
obiettivi;
b) determinare la premialità pesandola in proporzione al numero di
indicatori per i quali si è raggiunto l’obiettivo.
Sono possibili ulteriori varianti:
considerare alcuni indicatori più importanti di altri definendo dei pesi;
75
Il documento è stato approvato nella seduta del 26 luglio 2011 dal Comitato di valutazione della ricerca, di
concerto con il Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione, che ha provveduto al riguardo nella seduta
del 6 settembre 2011. Lo si può consultare all’indirizzo http://www.uniricerca.provincia.tn.it/documentazione / .
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
211
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
considerare alcuni indicatori come soglie assolute selettive, il mancato
raggiungimento dei quali si traduce nel blocco della premialità”.
5.2 La metodologia di valutazione
In conformità è stata individuata la metodologia di valutazione da parte del CVR in
raccordo con il CTS76.
Tenuto conto che il Rapporto Intermedio di Valutazione è stato reso disponibile nel
primo trimestre del 2013 e ha fatto riferimento a una disponibilità e significatività
di dati sostanzialmente coincidenti con il periodo di avvio degli Accordi, si è oggi
nell’impossibilità materiale, alla scadenza del periodo di validità degli Accordi , di
individuare dei target comparativi in grado di certificare gli andamenti e le
dinamiche degli indicatori. Con questi presupposti il CVR ha suggerito di
rimandare alla prossima legislatura, quando il quadro informativo sarà
maggiormente esaustivo e utilizzabile, anche grazie alla disponibilità dei dati
comparativi dell’esercizio valutativo nazionale VQR 2004 - 2010, e delle
successive evoluzioni, cui hanno partecipato e presumibilmente parteciperanno le
Fondazioni Bruno Kessler ed Edmund Mach, l’impegno di fissare da parte della
Provincia la lista degli indicatori strategici relativi agli obiettivi di crescita rispetto
alla baseline: Questo anche al fine di ridurre i dubbi interpretativi e le
incomprensioni rispetto alla comparabilità dei periodi di osservazione, chiarendo la
distinzione tra rispetto dell’esecutività e risultati effettivamente raggiunti e
possibili applicazioni di metodiche differenti quali quelle per cui l’obiettivo di
crescita può essere espresso in termini assoluti o relativi.
Ai fini del rispetto di quanto contenuto negli Accordi 2010 – 2013 si è fatto ricorso
a un confronto tra obiettivi prioritari e risultati attesi, utilizzando gli indicatori già
presenti, dell’attività posta in essere, sotto il profilo strategico, in corrispondenza
dei singoli punti dettagliatamente indicati e della performance dell’ente di ricerca,
inerente sia l’impatto sia il posizionamento scientifico.
Si precisa che tale quota non è aggiuntiva, ma costituisce parte del finanziamento
già previsto nel quadro delle risorse finanziarie e non risulta, sotto questo profilo,
addizionale rispetto al valore totale del quadro in parola.
76
Si tratta del documento “Metodologia per la determinazione della premialità in relazione al raggiungimento e
al miglioramento degli obiettivi fissati negli Accordi di Programma per la XIV Legislatura (2010 – 2013) con la
Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze “, adottato dal CVR nella seduta del
20 settembre 2013, in raccordo con il CTS che ne ha preso positivamente atto nella seduta del 14 – 17 ottobre. Il testo è
riportato all’indirizzo http://www.uniricerca.provincia.tn.it/documentazione / . Sui criteri per la determinazione della
quota premiale è stata data informazione alla Fondazione Bruno Kessler, alla Fondazione Edmund Mach e al Museo di
Scienze rispettivamente con lettere prot. n. S116/2013/MN/545693/23-2009-83 di data 08.10.2013, prot. n.
S116/2013/MN/545748 /23-2009-91 di data 08.10.2013 e prot. n. S116/2013/MN/5455649/23-2009-111 di data
08.10.2013. Entro il termine previsto non sono pervenute osservazioni ad eccezione di quelle presentate dalla direzione
generale delle Fondazione Edmund Mach. Sul punto si conferma che, ai fini della determinazione della quota premiale,
le pesature del grado di conseguimento appaiono equilibrate, dal momento che in relazione al profilo sollevato
l’obiettivo è conseguito, se il grado di conseguimento dell’obiettivo è compreso tra l’80% e il 100%. L’abbassamento al
70%, come proposto dalla Fondazione Edmund Mach, rischiava di ridurre il significato e il carattere sfidante propri di
una valutazione della “performance” e non è del tutto allineata ai canoni normalmente seguiti a livello internazionale.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
212
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
5.3 La compilazione della griglia di valutazione
La griglia, predisposta dal Servizio Università e ricerca scientifica77 che ha tenuto
conto delle criticità oggettive e dell’apporto comunque assicurato dagli enti di
ricerca, è stata impostata col duplice obiettivo di garantire in ogni caso la coerenza
della valutazione con il quadro degli obiettivi e dei risultati, così come risultante
dall’Accordo di Programma vigente e di rappresentare in forma credibile e
condivisa lo stato attuale del processo valutativo rispetto alle informazioni
disponibili.
77
Per la parte della Fondazione Edmund Mach è stato acquisito il riscontro positivo del Servizio Agricoltura che
con nota prot. S164/2014/134529/1.9/45-2010 di data 11.03.2014 ha risposto alla nota del Servizio Università e ricerca
scientifica prot. N. 117547/S116/MN di data 03.03.2014. La griglia per tutti e tre gli enti di ricerca sarà sottoposta
anche al CTS.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
213
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
Tabella [All.5] 1 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Bruno Kessler nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV
Legislatura
OBIETTIVI GENERALI PRIORITARI Oggetto della verifica
Indicatori di
Grado di
Peso specifico
Valore
riferimento eventuale conseguimento
conseguito
• condurre ricerca di alta qualità, visibile
internazionalmente
qualità
del
scientifico svolto
lavoro 1, 2 e 3
100
4,5
4,50
• assicurare al territorio trentino risultati innovativi rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
nel campo della ricerca e della disseminazione della attività
conoscenza
70
4
2,80
• concorrere all’affermazione e
all’implementazione del Sistema Trentino Alta
formazione e Ricerca (STAR)
lavoro 1, 2 e 3
70
4,5
3,15
• contribuire alla costruzione del Distretto dell’ICT rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
100
4
4,00
• sostenere l’applicabilità industriale e di risultati
della ricerca
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
70
4
2,80
• sostenere l’iniziativa Trento RISE
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
100
4
4,00
qualità
del
scientifico svolto
RISULTATI GENERALI
• rafforzare l’azione di internazionalizzazione
qualità
del
scientifico svolto
lavoro 1, 2 e 3
100
4,5
4,50
• dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori
di livello internazionale e stringere accordi e
programmi di scambio con istituzioni di ricerca a
livello europeo
• mantenere e, dove possibile, incrementare la
credibilità scientifica internazionale
qualità
del
scientifico svolto
lavoro 1, 2 e 3
70
4,5
3,15
qualità
del
scientifico svolto
lavoro 1, 2 e 3
100
4,5
4,50
• sviluppare attività di trasferimento tecnologico e
stimolare idee brevettali
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
100
4
4,00
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
214
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
• assicurare al territorio trentino una crescente
diffusione dei risultati della ricerca prodotti
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
70
4
2,80
• formare giovani ricercatori
qualità
del
scientifico svolto
100
4,5
4,50
1. Al fine di dare coesione a STAR,
promuovere una discussione pubblica di livello
internazionale quale metodo di aggiornamento del
piano strategico 2009-2013 e di riprogrammazione
2014-2018
qualità
del
scientifico svolto
70
4,5
3,15
2. Raggiungimento di una quota di
autofinanziamento entro il 2012 da mantenere nel
2013 del
capacità di
autofinanziamento
100
15
15,00
lavoro 1, 2 e 3
RISULTATI SPECIFICI
lavoro 1, 2 e 3
6
35% per il polo tecnologico
(CMM, CIT, ECT*)
10% per il polo umanistico
(ISIG, ISR)
3. Il costante sostegno alle imprese generate
prima del 2009 e la creazione di almeno 2 nuove
imprese entro il 2012
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
100
4
4,00
4. Il supporto e l’adesione, entro il 2010, al
soggetto deputato a esercitare le funzionalità
previste da Trento RISE
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
100
4
4,00
5. L’adozione, entro il 2011, di uno specifico
programma di supporto alle imprese nel settore
dell’informatica, con particolare riferimento alle
aree sanitaria e sociale
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
70
4
2,80
6. La valorizzazione delle attività di ricerca
attraverso la consulenza a PAT
rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7
attività
100
4
4,00
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
215
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
7. L’inserimento, entro il 2012, dei laboratori
legati alle micro-nano-tecnologie nella rete virtuale
dei laboratori di riferimento europei
qualità
del
scientifico svolto
lavoro 1, 2 e 3
70
4,5
3,15
8. Il rilancio delle discipline umanistiche
attraverso l’adozione, entro il 2011, di uno
specifico piano strategico pluriennale
qualità
del
scientifico svolto
lavoro 1, 2 e 3
100
4,5
4,50
9. L’attivazione di percorsi di selezione di nuovi
talenti
qualità
del
scientifico svolto
lavoro 1, 2 e 3
100
4,5
4,50
89,80
Livello di raggiungimento
del benchmark
[90%-100%]
[80%-89%]
[70%-79%]
[50%-69%]
[30%-49%]
[15%-29%]
[5%-14%]
[0%-4%]
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
% quota premiale
2010-2013
da assegnare
100%
90%
80%
70%
50%
30%
15%
0%
valore conseguito
quota
89,80
100%
216
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
Tabella [All.5] 2 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Edumnd Mach nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV
Legislatura
OBIETTIVI GENERALI PRIORITARI
Oggetto della
Indicatori di
Grado di
Peso specifico
Valore
verifica
riferimento
conseguimento
conseguito
eventuale
• condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente
sviluppando in particolare un’infrastruttura di rilievo internazionale
nel settore della genomica e post-genomica delle piante da frutto
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,9
4,90
• assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
ricerca e della disseminazione della conoscenza anche attraverso
servizi di consulenza tecnica agli agricoltori
100
4,5
4,50
• concorrere all’affermazione e all’implementazione del Sistema
Trentino Alta formazione e Ricerca (STAR)
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
70
4,9
3,43
• promuovere l’istruzione e la formazione professionale
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
100
4,5
4,50
RISULTATI GENERALI
• rafforzare la sostenibilità e competitività delle produzioni
agricole del territorio locale
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
100
4,5
4,50
• migliorare i processi di trasformazione e valorizzazione dei
prodotti della filiera agro-alimentare
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
100
4,5
4,50
• approfondire il rapporto tra ecologia, biodiversità e
biocomplessità
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,9
4,90
• dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello
internazionale e stringere accordi e programmi di scambio con
istituzioni di ricerca a livello europeo
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,9
4,90
• mantenere e, dove possibile, incrementare la credibilità
scientifica internazionale
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,9
4,90
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
217
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
• formare giovani ricercatori e tecnologi
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,9
4,90
RISULTATI SPECIFICI
1. Al fine di dare coesione a STAR, promuovere una discussione
pubblica di livello internazionale quale metodo di aggiornamento
del piano strategico 2009-2013 e di riprogrammazione 2014-2018
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
70
4,9
3,43
2. Raggiungimento di una quota di autofinanziamento entro il
2012 da mantenere nel 2013 del
capacità di
autofinanziamento
100
15,4
15,40
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,9
4,90
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
70
4,5
3,15
5. La valorizzazione delle attività di ricerca attraverso la
consulenza a PAT
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
100
4,5
4,50
6. La realizzazione di azioni concrete nell’ambito della
valorizzazione e del trasferimento tecnologico
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
70
4,5
3,15
100
4,5
4,50
8. Il rafforzamento dell’internazionalizzazione nell’ambito degli
studi enotecnici
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
qualità del lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,9
4,90
9. Un programma di supporto alle aziende in relazione alla
problematica dell’ energia
rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7
delle attività
70
4,5
3,15
6
28% per il Centro Ricerca e Innovazione
(CRI)
17% per il Centro di Trasferimento
Tecnologica (CTT )
3. La costituzione o la promozione, entro il 2012, di centri di
rilevanza internazionale nell’ambito della biologia sistemi e del
legno e delle foreste
4. L’adesione, entro il 2012, a piattaforme tecnologiche sulle
piante perenni
7. L’attivazione di un corso di specializzazione vivaistica
93,01
Livello di raggiungimento
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
% quota
premiale 20102013
valore conseguito
218
quota
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
del benchmark
[90%-100%]
[80%-89%]
[70%-79%]
[50%-69%]
[30%-49%]
[15%-29%]
[5%-14%]
[0%-4%]
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
da assegnare
100%
90%
80%
70%
50%
30%
15%
0%
100%
93,01
219
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
Tabella [All.5] 3 - Griglia di valutazione compilata per il Museo delle Scienze nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura
OBIETTIVI GENERALI
Oggetto della
Indicatori di riferimento
Grado di
Peso specifico
Valore
PRIORITARI
verifica
eventuale
conseguimento
conseguito
• condurre ricerca di alta qualità, visibile
internazionalmente
qualità
del
lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,55
4,55
• assicurare al territorio trentino risultati
innovativi nel campo della ricerca e della
disseminazione della conoscenza
rilevanza e
delle attività
ricaduta 4, 5 e 7
100
8,1
8,10
• concorrere all’affermazione e
all’implementazione del Sistema Trentino Alta
formazione e Ricerca (STAR)
qualità
del
lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
70
4,55
3,19
• promuovere lo studio del sistema geodinamico
alpino
qualità
del
lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
70
4,55
3,19
• valorizzare gli archivi di biodiversità
qualità
del
lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,55
4,55
100
8,1
8,10
del
lavoro 1, 2 e 3
• dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori qualità
scientifico svolto
di livello internazionale e stringere accordi e
programmi di scambio con istituzioni di ricerca a
livello europeo
100
4,55
4,55
• mantenere e, dove possibile, incrementare la
credibilità scientifica internazionale
qualità
del
lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,55
4,55
• assicurare al territorio trentino una crescente
diffusione dei risultati della ricerca prodotti
rilevanza e
delle attività
ricaduta 4, 5 e 7
100
8,1
8,10
• formare giovani ricercatori
qualità
del
lavoro 1, 2 e 3
scientifico svolto
100
4,55
4,55
• proseguire lo studio volto a definire il ruolo della rilevanza e
delle attività
ricerca nel nuovo MUSE
ricaduta 4, 5 e 7
RISULTATI GENERALI
RISULTATI SPECIFICI
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
220
Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità
1. Al fine di dare coesione a STAR, promuovere qualità
del
lavoro 1, 2 e 3
una discussione pubblica di livello internazionale scientifico svolto
quale metodo di aggiornamento del piano
strategico 2009-2013 e di riprogrammazione 20142018
70
4,55
3,19
2. Raggiungimento di una quota di
autofinanziamento entro il 2012 da mantenere nel
2013 del 20%
capacità di
autofinanziamento
100
15
15,00
3. Rafforzare, entro il 2012, la partecipazione
alla piattaforma scientifica sulla biodiversità
animale e vegetale
rilevanza e
delle attività
ricaduta 4, 5 e 7
70
8,1
5,67
4. Attivare, entro il 2011 e negli anni successivi, rilevanza e
iniziative unitarie nel settore della comunicazione delle attività
scientifica con gli altri attori di STAR col ruolo di
referente principale
ricaduta 4, 5 e 7
70
8,1
5,67
5. La valorizzazione delle attività di ricerca
attraverso la consulenza a PAT
ricaduta 4, 5 e 7
100
8,1
8,10
rilevanza e
delle attività
6
91,05
Livello di raggiungimento
del benchmark
[90%-100%]
[80%-89%]
[70%-79%]
[50%-69%]
[30%-49%]
[15%-29%]
[5%-14%]
[0%-4%]
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
% quota premiale
2010-2013
da assegnare
100%
90%
80%
70%
50%
30%
15%
0%
valore conseguito
quota
91,05
100%
221
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca
industriale)
Nel seguito di questo capitolo, laddove nelle tabelle si indica una suddivisione "per anno" si
intende che i dati sono stati ottenuti aggregando le informazioni relative ai progetti suddivisi per
"anno di presentazione della domanda", mentre laddove si indica una suddivisione "per
dimensione" si intende che i dati sono stati ottenuti aggregando le informazioni relative ai
progetti suddivisi per "costo totale presentato".
6.1 Analisi delle richieste di finanziamento
Il paragrafo contiene le tavole illustrative di quanto commentato nel testo del
Capitolo 9. Le tabelle sono ripartite per anno e dimensione e sono relative alla
sintesi degli esiti delle richieste (Tabelle 1 e 2), al rapporto tra progetti approvati e
non (Tabelle 3 e 4), al rapporto tra costi presentati, ammessi e finanziamenti
concessi, per i progetti approvati (Tabelle 5 e 6) e alla ripartizione del rapporto tra
Ricerca industriale e Sviluppo precompetitivo nel passaggio dal finanziamento
richiesto a quello approvato (Tabelle 7 e 8).
Tabella [All.6] 1 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per anno
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
222
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Tabella [All.6] 2 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per dimensione
Tabella [All.6] 3 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche)
– per anno
Tabella [All.6] 4 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche) –
per dimensione
Tabella [All.6] 5 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti
approvati – per anno
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
223
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Tabella [All.6] 6 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti
approvati – per dimensione
Tabella [All.6] 7 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo
proposto e costo ammesso per i progetti approvati – per anno
Tabella [All.6] 8 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo
proposto e costo ammesso per i progetti approvati – per dimensione
6.2 Distribuzione dei progetti per area tematica
Nell’archivio contenente i progetti esaminati sono state introdotte tre nuove
informazioni (disciplina, tipo settore, settore) utili all’elaborazione e alla
classificazione dei dati per area tematica prevalente allo scopo di rendere
“leggibili” anche per il futuro i dati contenuti nell’archivio utilizzato. Si è
proceduto a una classificazione ex-post basandosi su una lettura degli abstract e
sull’anagrafica delle imprese per come disponibile in rete e negli archivi. Al fine di
rimediare in futuro a eventuali carenze o imprecisioni si suggerisce però che una
tale classificazione possa essere effettuata secondo criteri condivisi tra gli ambiti
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
224
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
della ricerca pubblica e di quella privata all’atto della presentazione del progetto
stesso.
• “Disciplina”: è stata inserita la descrizione dell’ambito secondo la classificazione
contenuta nel PPR
• “Tipo settore”: è stata utilizzata la seguente codifica:
o A: Aree di ricerca prioritarie (vedi PPR Tabella n. 4 pag. 27)
o P: Piattaforme tecnologiche (vedi PPR Tabella n. 5 pag. 28)
o Z: Progetti non riconducibili ad aree e piattaforme indicate in PPR
• “Settore”: è stata utilizzata la seguente codifica:
o A1: Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale,
evoluzione climatica, biodiversità)
o A2: Scienza dei materiali: micro- nano-tecnologie inorganiche e ibride
o A3: Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
o A4: Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale
o P1: Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili,
produzioni compatibili con l’ambiente, industria verde)
o P2: Applicazioni delle biotecnologie vegetali
o P3: Tecnologie alimentari per la valorizzazione della qualità nutrizionale, la
tracciabilità e la salubrità dei prodotti
o P4: Tecnologie dei sistemi e servizi di WEB, di interazione uomo-macchina,
sensoristiche e di embedded intelligence
o Z: resto (altri settori)
6.3 Struttura delle collaborazioni scientifiche
Le tabelle seguenti mostrano in valore assoluto e in percentuale la struttura delle
collaborazioni scientifiche con organismi di ricerca. I dati sono stati ottenuti a
partire da rilevazioni effettuate dal Servizio Università e Ricerca scientifica su un
arco temporale diverso rispetto a quello preso in considerazione per le altre
elaborazioni (2009-2012).
Tabella [All.6] 9 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per anno e competenza
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
225
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Tabella [All.6] 10 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per organismo
6.4 Tempi di svolgimento delle procedure
Le tabelle seguenti restituiscono le analisi dei tempi utilizzati nelle procedure e
sono relative al periodo considerato, ripartito nelle due fasi (a totale gestione CTS,
a gestione del Comitato incentivi APIAE).
Si richiamano qui le definizioni adottate nelle tabelle:
• Tempo CTS no integ = numero di giorni in cui la pratica è stata in carico al
CTS depurato quindi dell’eventuale tempo per la produzione delle integrazioni
• Tempo CTS = numero di giorni in cui la pratica è stata in carico al CTS
• Tempo Servizio = numero di giorni in cui la pratica è rimasta “giacente” nel
servizio Università e Ricerca e non ancora o non più in carico al CTS
• Tempo Extra = numero di giorni “esterni” all’attività del Servizio Università e
Ricerca scientifica
• Tempo globale = numero di giorni dalla presentazione all’approvazione del
finanziamento dato con delibera del Servizio Industria.
Una nota metodologica si impone, in riferimento alla presenza di outlier nelle
distribuzioni. In base all’evidenza di delta estremamente elevati tra tempi Max e
Min, in ogni singolo segmento considerato si è provato a depurare l’analisi dai
progetti portatori di tali tempi, eliminandoli come outlier. Tuttavia il dato
“depurato” non è risultato significativamente diverso, per cui si presentano qui i
dati complessivi provenienti da tutti i progetti analizzabili.
Tabella [All.6] 11 - Tempo di svolgimento delle procedure – per anno
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
226
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Tabella [All.6] 12 - Tempo di svolgimento delle procedure – per dimensione
6.5 Costi sostenuti per gli esperti
Si presentano i dati amministrativi del totale dei costi degli esperti utilizzati,
ripartiti per anno di presentazione del progetto e per dimensione dei progetti. Pur
essendo nettamente prevalenti i costi per l’istruttoria ex-ante, i dati comprendono
anche i costi relativi al monitoraggio e alla valutazione finale.
Tabella [All.6] 13 - Costi per gli esperti – per anno
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
227
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Tabella [All.6] 14 - Costi per gli esperti – per dimensione dei progetti
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
228
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
6.6 Questionario utilizzato per le interviste delle imprese
PARTE GENERALE
Anagrafica compilatore
Nominativo: _________________________________________________________
Ruolo nell’azienda: ___________________________________________________
Responsabilità oggi: ___________________________________________________
Responsabilità all’epoca del progetto in esame: ______________________________
Anagrafica dell’impresa
Ragione sociale: ______________________________________________________
Indirizzo: ____________________________________________________________
Addetti 2012 ______________ (% laureati_____________)
Fatturato 2012 ________________ (% investimento in R&S______________)
1. La sua azienda ha oggi una struttura interna dedicata alla Ricerca e Sviluppo (R&S)?
SI/NO.
In caso di risposta positiva alla domanda 1
1.1. Quanti sono gli addetti impiegati nell’area R&S?
_____
1.2. Qual è la percentuale dei laureati impiegati nell’area R&S?
_____
1.3. Nel 2006, quanti erano gli addetti impiegati nell’area R&S?
_____
1.4. Nel 2006, qual era la percentuale dei laureati impiegati nell’area R&S?
_____
2a. Indichi quali fra le seguenti innovazioni sono state realizzate dall’azienda tra il 2006 e il
2012 (è ammessa la risposta multipla):
2.1. Introduzione di una generazione di prodotto successiva a quella pre‐esistente e
caratterizzata da un miglioramento delle prestazioni
___
2.2. Introduzione di prodotti completamente nuovi che integrano nuove tecnologie o che
combinano in modo diverso quelle già utilizzate dall’azienda
___
2.3. Introduzione di impianti, macchinari e attrezzature basate su nuove tecnologie di
produzione ___
2.4. Introduzione di nuovi metodi di produzione o di erogazione del servizio (es. just in
time, lean manufacturing, cross‐docking nella logistica, etc.)
___
2.5. Introduzione di nuovi sistemi informativi
___
2.6. Introduzione di nuove procedure previste dalle certificazioni relative ai sistemi di
qualità (es.: Vision, Six Sigma)
___
2.7. Investimenti in attività di ricerca di base e/o applicata che non hanno ancora portato allo
sviluppo di nuovi prodotti e processi.
___
2.8. Non è stata introdotta nessuna di tali innovazioni
___
2b. Quali delle innovazioni indicate alla domanda 2a è associabile a un contributo pubblico
(incentivo e/o progetto)? (elencare usando la numerazione della domanda 2a) ______________
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
229
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
3. L’impresa ha definito accordi di cooperazione, relativamente a progetti di tecnologia e/o
Ricerca & Sviluppo, con altre imprese o istituzioni a partire dall’anno 2006? SI/NO
In caso di risposta positiva alla domanda 3, rispondere alle domande 3a e 3b
3a. Ci sono accordi associabili a un contributo pubblico (incentivo e/o progetto)? SI/NO
3b. Indicare le tipologie delle organizzazioni con cui si è collaborato e la loro localizzazione
geografica:
PAT
Altre regioni italiane
(specificare)
Estero (specificare)
Altre imprese dello stesso gruppo
Fornitori di attrezzature, materiali,
componenti o software
Clienti
Imprese concorrenti o altre imprese
operanti nello stesso settore
Consulenti, istituti di ricerca e
laboratori privati
Università o altri istituti di
istruzione superiore
Istituti di ricerca pubblici
4. Negli anni 2006-2012, l’impresa ha beneficiato di altri finanziamenti pubblici oltre
all’incentivo di cui alla LP 6/99 art. 5? SI/NO
In caso di risposta positiva alla domanda 4, rispondere alla domanda 4°
4a. Negli anni 2006-2012 la consistenza degli altri finanziamenti pubblici è stata
inferiore/simile/superiore all’incentivo di cui alla LP 6/99 art. 5?
Inferiore/Simile/Superiore
PAT (altre leggi o altri articoli LP6/99)
Amministrazioni centrali dello Stato (Ricerca e Sviluppo)
Unione Europea (Ricerca e Sviluppo)
Amministrazioni centrali dello Stato (altri capitoli)
Unione Europea (altri capitoli)
Complesso dei finanziamenti di cui alle righe precedenti
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
230
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
PARTE RELATIVA AL PROGETTO
(In caso di più progetti terminati compilare una scheda per progetto)
Acronimo o titolo del progetto:
______________________________________
Data di presentazione:
_________
5. In generale, i risultati del progetto di R&S finanziato dall’incentivo LP 6/99 art. 5 sono stati?
•
•
•
•
Molto positivi
Abbastanza positivi
Abbastanza negativi
Molto negativi
__
__
__
__
6. Indicatori occupazionali
6.1. Quanti dipendenti (Equivalenti Tempo Pieno) dall’azienda sono stati occupati nella
realizzazione del progetto?
_____
6.2. Quanti dipendenti sono stati stabilizzati al termine del progetto?
_____
6.3. Quanti direttamente collegati a funzioni di ricerca e innovazione?
_____
6a. Qual è la sua stima dell’effetto occupazionale del progetto:
•
•
•
nessun effetto occupazionale
l’occupazione è aumentata a seguito del progetto
l’occupazione non è diminuita o è diminuita in misura minore a seguito del progetto
__
__
__
7. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe comunque stato effettuato?
SI/NO
In caso di risposta positiva alla domanda 7, rispondere alle domande 7a, 7b, 7c
7a. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe stato effettuato?
•
•
•
•
Con lo stesso livello innovativo e la stessa tempistica
Con lo stesso livello innovativo ma con tempistica dilatata
Con livello innovativo lievemente inferiore
Con livello innovativo decisamente inferiore
__
__
__
__
7b. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe stato effettuato?
• Con lo stesso ammontare e la stessa tempistica
__
• Con lo stesso ammontare ma con tempistica dilatata
__
• Con un ammontare lievemente inferiore
__
• Con un ammontare decisamente inferiore
__
7c. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe stato effettuato facendo
ricorso? Possibili fino a due risposte
• a fonti proprie
__
• al leasing
__
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
231
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
•
•
•
al credito a medio lungo termine
__
all’indebitamento verso le banche
__
al mercato dei capitali
__
altro (specificare) ___________________________________________
8. Qual è il suo giudizio sugli (eventuali) rapporti di collaborazione esterna di ricerca utilizzati
nel corso del progetto?
8.1 Rispetto alla utilità: marginali (M)/utili (U) /importanti (IM) /indispensabili (IN)
PAT
Altre regioni italiane
(specificare)
Estero (specificare)
Altre imprese dello stesso gruppo
Fornitori di attrezzature, materiali,
componenti o software
Clienti
Imprese concorrenti o altre imprese
operanti nello stesso settore
Consulenti, istituti di ricerca e
laboratori privati
Università o altri istituti di
istruzione superiore
Istituti di ricerca pubblici
8.2 Rispetto alle aspettative: inferiori (I)/in linea (IL)/superiori (S)
PAT
Altre regioni italiane
(specificare)
Estero (specificare)
Altre imprese dello stesso gruppo
Fornitori di attrezzature, materiali,
componenti o software
Clienti
Imprese concorrenti o altre imprese
operanti nello stesso settore
Consulenti, istituti di ricerca e
laboratori privati
Università o altri istituti di
istruzione superiore
Istituti di ricerca pubblici
9. Indicare il grado di importanza dei seguenti effetti del progetto:
valori possibili: nullo/basso/medio/alto
Effetti generali sull'impresa
Aumento dei profitti dell'azienda
Miglioramento delle prospettive future dell'azienda
Miglioramento dell'organizzazione interna dell'azienda
Aumento del livello tecnologico dell'impresa
Effetti sui prodotti
Aumento nel numero di prodotti e servizi offerti alla clientela
Accesso a nuovi mercati o aumento della propria quota di mercato
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
232
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Miglioramento della qualità dei propri prodotti e servizi
Effetti sui processi
Maggiore flessibilità nella produzione o nella fornitura di servizi
Maggiore capacità di produzione o di fornitura di servizi
Riduzione del costo del lavoro per unità di prodotto
Riduzione dei costi di materiali ed energia per unità di prodotto
Riduzione dell'impatto ambientale o del rischio di incidenti sul lavoro
Adeguamento a normative e standard
Aumento della capacità di networking
Altri effetti (specificare): __________________________________________________________
_______________________________________________________________________________
10. Esprima, in base alla Sua esperienza, una valutazione delle caratteristiche dello strumento
LP 6/99 articolo 5
valori possibili da 1 a 5: 1 insufficiente/2 scarso/3 sufficiente/4 buono/5 ottimo
Modalità di assegnazione dell'incentivo
Modalità di incentivazione (es. fondo perduto, credito agevolato credito d'imposta)
Entità dell'agevolazione
Capacità di influire sulle decisioni di investimento
Capacità di influire sui tempi di investimento
Tempi di approvazione
Tempi di erogazione
Certezza nell'ottenimento dell'incentivo
Semplicità della procedura
Presenza di regole amministrative non discrezionali
Chiarezza delle procedure amministrative
Conoscenza delle procedure da parte dell'amministrazione
Semplicità dei controlli
Qualità del rapporto con la pubblica amministrazione
Altre considerazioni rispetto allo strumento: ___________________________________________
_______________________________________________________________________________
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
233
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
6.7 Il distretto del porfido
Nell’indagine sull’impatto realizzata attraverso alcune interviste a imprese
beneficiarie di incentivi pubblici, ci si è imbattuti in un caso che poteva presentare
caratteristiche tali da poter esser considerato all’interno di un settore preciso,
quello del porfido, che riveste per il Trentino, in particolare per la valle di Cembra
e zone limitrofe, carattere di distretto, come dimostrato appunto dalla presenza
della struttura mista pubblico privata “Distretto del porfido e delle pietre Trentine”.
Tramite intervista al direttore di questa struttura abbiamo voluto provare a indagare
il posizionamento dell’azienda che ha usato dello strumento LP 6/99 art.5 rispetto
alle altre aziende del settore e la percezione dello strumento stesso.
Ecco alcune sintetiche considerazioni
• Il settore risulta altamente polverizzato (358 aziende censite con una media di
4,6 dipendenti per azienda). Questo fatto, insieme ad una situazione positiva
per l’intero settore fino a circa quattro anni fa, ha portato ad un bassissimo
impegno in ricerca e innovazione (meno di 5 progetti di ricerca e innovazione
nell’arco degli ultimi 10 anni). Il settore ha utilizzato in maniera molto più
sostanziosa gli incentivi legati a investimenti fissi e macchinari.
• Il caso dell’impresa Zanettin, che ha acceduto alla legge per finanziare la
realizzazione di un sistema di selezione automatica del prodotto, è riconosciuta
all’interno del settore come caso estremamente positivo, sia come percezione
da parte delle altre aziende sia da parte del distretto.
• Il progetto è stato focalizzato sul miglioramento di processo, anche se questo
ha reso possibile anche una diversificazione di tipologie di prodotto pur
all’interno della particolare specializzazione aziendale. Il risultato è stato la
disponibilità di una varietà di prodotti di più elevata qualità, di specifica
colorazione, a costi di produzione contenuti e non più dipendenti da un
aumento del personale. Purtroppo la situazione di mercato al momento non ha
ancora premiato questa scelta, in quanto non è in grado di assorbire il
potenziale aumento della qualità e quantità di produzione, anche se è possibile
affermare che il cambiamento strutturale messo in atto posiziona l’azienda
nelle condizioni migliori per sfruttare una eventuale evoluzione più positiva
dell’andamento del mercato stesso.
• Dal punto di vista generale si può invece identificare, pur nella difficoltà a
indicare soluzioni, la situazione problematica in cui si trova ad operare il
distretto anche nel momento in cui vengono identificate potenziali direzioni di
ricerca. Questo si trova infatti stretto fra l’impossibilità, per la sua natura
parzialmente pubblica, di usufruire in prima persona degli incentivi (ad
esempio per arrivare alla realizzazione di prototipi), la mancanza di
capacità/possibilità di iniziativa da parte di aziende così piccole, e una certa
scarsa sensibilità al tema da parte della ricerca pubblica.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
234
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
6.8 Propensione all’innovazione delle aziende in Trentino e in Italia (20082010)
Nel triennio 2008–2010 il 32,3% delle imprese trentine con più di 10 addetti ha
introdotto nel proprio processo produttivo almeno una innovazione di
prodotto/servizio o processo. In Italia tale percentuale sale al 33,7%.78
Punte di innovazione più elevate si riscontrano, in provincia di Trento come in
Italia, nel settore industriale, con percentuali che si attestano nel triennio 20082010 rispettivamente al 45,0% e al 45,4%. Rispetto alle medie nazionali, in
Trentino si rileva una maggior propensione all’innovazione tecnologica nelle
imprese dei servizi: in Italia sono state il 26,8% le imprese del settore dei servizi
che hanno svolto attività di innovazione tecnologica, mentre in Trentino la
percentuale sale al 31,8%.
Comparando i risultati di tre cicli di indagine a livello nazionale e locale (20042006 2006-2008 2008-2010) si osserva che mentre le imprese italiane hanno
costantemente incrementato l’introduzione di innovazione tecnologica, passando
dal 27,9% del triennio 2004-2006 al 33,7% del triennio 2008-2010; le imprese
trentine, invece, hanno dapprima aumentato la quota di innovazione (dal 22,5% al
37,2%) e successivamente l’hanno ridimensionata, posizionandosi intorno al
32,3%. Questo calo sembra da imputare alla diminuzione di innovazione
sviluppata dalle imprese del settore delle costruzioni e alla minor propensione ad
investire in innovazione da parte delle imprese dei servizi.
Nel triennio 2008–2010 più della metà delle imprese innovatrici in Trentino ha
innovato sia i prodotti che i processi produttivi (48% in Italia).
Nel 2010 le imprese trentine hanno investito complessivamente quasi 196 milioni
di euro per innovazione con una spesa media per addetto di 6.682 euro. La spesa
per addetto varia notevolmente a livello settoriale: nell’industria si ha un valore
pari a 9.000 euro, mentre nei servizi e nelle costruzioni si attesta poco sopra i 5.000
euro. Rispetto al dato nazionale, la spesa per addetto in Trentino è mediamente
inferiore, fatta eccezione per il settore delle costruzioni.
Tabella [All.6] 15 - Spesa media per innovazione tecnologica per addetto e macro settore (2010)
- Migliaia di euro
settore
Industria
Costruzioni
Servizi
Totale
Spesa media per addetto
Trentino
9,0
5,1
5,1
6,7
Italia
9,4
4,3
5,8
7,7
Circa l’80% della spesa sostenuta in provincia di Trento è costituita dalla spesa per
attività di Ricerca e Sviluppo e da investimenti in macchinari e apparecchiature.
Rispetto al dato nazionale la composizione della spesa è però piuttosto diversa: in
Trentino risulta inferiore l’incidenza della spesa rivolta ad attività di Ricerca e
78
Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento (2013), L’innovazione in Trentino Anni 2008-2010
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
235
Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale)
Sviluppo, sia svolta internamente che extra muros, mentre maggiore è la spesa per
l’acquisto in macchinari e impianti innovativi.
In Italia il 29,8% delle imprese innovatrici ha dichiarato di aver ricevuto un
contributo pubblico; in provincia, invece, la quota si attesta a un 56,2%, quasi il
doppio del dato nazionale.
Il maggior finanziamento pubblico a livello locale si rileva in tutti i settori
produttivi, ma è particolarmente significativo nel settore dell’industria e in quello
delle costruzioni. Emerge chiaramente dai dati il diverso ruolo svolto dalle
amministrazioni locali nell’incentivare lo sviluppo dell’innovazione all’interno del
tessuto economico: il 44,2% in Trentino contro il 21,2% dell’Italia.
Anche se relativamente poco importanti come peso percentuale, in Trentino si
osserva una quota di finanziamenti provenienti dall’Unione Europea pari al 4,4%
del totale, rispetto al 2,9% del dato nazionale.
Diversamente dallo scenario nazionale, in Trentino vi è una maggiore tendenza alla
stipula di accordi di cooperazione per innovazione tecnologica: questo fenomeno è
particolarmente significativo nel settore dell’industria e nel settore delle
costruzioni.
Tale dato è direttamente correlato alla dimensione aziendale; infatti le imprese
medio – piccole (10 – 49 addetti) tendono a collaborare di meno con le altre
imprese, mentre aumentando il numero di occupati, cresce la tendenza alla stipula
di accordi.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
236
Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder ricerca
Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder della ricerca
INDAGINE PILOTA REFERENTI ISTITUZIONALI E STAKEHOLDER DELLA RICERCA
TRENTINA – agosto/settembre 2013
TRACCIA INTERVISTA
a) Ruolo
√
RUOLO, E COMPITI OPERATIVI
con riferimento alla MISSION della propria organizzazione,
inclusi quelli impliciti di sostegno al sistema ricerca
√ Risultati raggiunti e prospettive future
b) Supporto al sistema ricerca innovazione
√
STRUMENTI, FINANZIAMENTI, RISULTATI,
√
AREE
DI
√
ATTORI
e DINAMICHE del sistema PAT della ricerca, quali CRITICITÀ
SUGGERIMENTI per superarle
raggiungimento degli obiettivi espressi nella
programmazione di settore (documenti di programmazione PAT: Piano di sviluppo
provinciale e Programma pluriennale della ricerca)
(espresse nei documenti di
programmazione PAT) - Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio
ambientale, evoluzione climatica, biodiversità), - Scienza dei materiali: (micro- nanotecnologie inorganiche e ibride, - Tecnologie dell’informazione e della comunicazione Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale, - Neuroscienze e
scienze cognitive, - Governance territoriale e standard globali dopo la crisi - Diritto ed
economia per la valutazione delle politiche;
attualità – riproponibilità - modifiche o integrazioni
RICERCA
ED
INNOVAZIONE
PRIORITARIE
√ strumenti PAT di finanziamento alla ricerca e all’innovazione
PUNTI DI FORZA
e
CRITICITÀ
√
STRUMENTI
e o PROCEDURE ATTUALI: INTERVENTI per MIGLIORARE LA RICADUTA
√
MANCANZA
di strumenti adottati invece in ALTRI contesti/luoghi
c) Effetti e Conseguenze
√
RISULTATI
√
EFFETTI INDIRETTI GENERATI
della ricerca trentina RITENUTI RILEVANTI (vantaggi competitivi)
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
dal finanziamento pubblico
237
Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder ricerca
d) Visione
√
PROGRAMMAZIONE POLITICA: Elementi
√
POLITICHE DI RICERCA E INNOVAZIONE: orientamento privilegiato tra
- POTENZIAMENTO DELLE VOCAZIONI TERRITORIALI preesistenti
- CREAZIONE EX NOVO di aree di ricerca
- SOSTEGNO a nuovi insediamenti produttivi di matrice
del sistema ricerca da RAFFORZARE
tecnologica
√
RAFFORZARE
√
DOMANDA SOCIALE
√
RAPPORTO RICERCA INNOVAZIONE E SOCIETÀ:
la DIFFUSIONE e la VALORIZZAZIONE DEI RISULTATI:
- SUGGERIMENTI PER I SOGGETTI OPERATIVI
- SUGGERIMENTI PER LA PAT
di SVILUPPO DEL TERRITORIO: capacità della politica di interpretarla
iniziative e strumenti per la partecipazione
pubblica
e) Giudizio sintetico
√ Come giudica le possibilità e il posizionamento del sistema trentino ricerca-innovazione,
rispetto alle nuove sfide internazionali che lo attendono, anche in ragione delle ridotte
prospettive economiche per il suo sostentamento.
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
238
INDICE TABELLE RAPPORTO
Tabella 1 - Strumenti per l’attuazione delle linee generali di intervento........................................................ 22
Tabella 2 - Quadro sinottico degli Accordi di Programma per la XIV Legislatura con i principali enti
strumentali di ricerca della Provincia............................................................................................................. 26
Tabella 3 - Indicazione quote FSE e FESR ..................................................................................................... 32
Tabella 4 - Tabella 2 originaria PPR XIV Legislatura ................................................................................... 32
Tabella 5 - Tabella 2 PPR XIV Legislatura con i valori attuali...................................................................... 32
Tabella 6 - Quadro sinottico di confronto tra le due Tabelle precedenti (Tabella 2 originaria PPR XIV
Legislatura e con i valori attuali).................................................................................................................... 33
Tabella 7 - Quota additiva per convenzione con Trento RISE........................................................................ 33
Tabella 8 - Quota additiva per gli Accordi di Programma rispetto alle previsioni di inizio legislatura........ 33
Tabella 9 - Raffronto fra Tabella n.1 originaria PPR XIV Legislatura e Tabella con valori attuali.............. 35
Tabella 10 - Dati di bilancio per lo strumento “bandi” ................................................................................. 35
Tabella 11 - Dati di bilancio disaggregati per tipologia di bando ................................................................. 35
Tabella 12 - Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’ambito del progetto
COFUND-Trentino.......................................................................................................................................... 37
Tabella 13 – Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’area delle humanities ........ 38
Tabella 14 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “progetti esplorativi”
nel periodo 2009 - 2013 .................................................................................................................................. 38
Tabella 15 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “ grandi progetti
2012 ”.............................................................................................................................................................. 39
Tabella 16 - Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando nel periodo 2009 –
2013 ................................................................................................................................................................. 39
Tabella 17 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del bando
“progetti esplorativi”...................................................................................................................................... 40
Tabella 18 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del bando
“grandi progetti 2012” ................................................................................................................................... 41
Tabella 19 - Quadro dei finanziamenti provinciali per ciascun esercizio finanziario del periodo 2009 – 2014
per lo strumento degli accordi per progetti specifici ...................................................................................... 42
Tabella 20 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento dell’Accordo per progetti
specifici............................................................................................................................................................ 42
Tabella 21 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma con i soggetti
istituzionali ...................................................................................................................................................... 43
Tabella 22 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma con la
Fondazione Edmund Mach: dettaglio dei principali Centri............................................................................ 44
Tabella 23 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Bruno Kessler a fronte dell’Accordo di Programma 45
Tabella 24 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Edmund Mach a fronte dell’Accordo di Programma 47
Tabella 25 - Indicazioni dai bilanci del Museo delle Scienze a fronte dell’Accordo di Programma.............. 48
Tabella 26 – Autofinanziamento FBK nel triennio 2010 - 2012 ..................................................................... 49
Tabella 27 – Autofinanziamento FEM nel triennio 2010 - 2012..................................................................... 50
Tabella 28 – Autofinanziamento MUSE nel triennio 2010 - 2012 .................................................................. 51
Tabella 29 - Andamento della presentazione di progetti – per anno .............................................................. 84
Tabella 30 - Andamento della presentazione di progetti (sportello) – per anno ............................................ 84
Tabella 31 - Andamento della presentazione di progetti (bandi FESR) – per anno ....................................... 84
Tabella 32 - Ripartizione per aree di ricerca prioritarie ................................................................................ 88
Tabella 33 - Ripartizione per piattaforme tecnologiche.................................................................................. 88
Tabella 34 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati – per anno ..................................................... 92
Tabella 35 - Costo proposto, costo ammesso, finanziamento e tempi di istruttoria per i progetti approvati –
per anno........................................................................................................................................................... 93
Tabella 36 – Stato avanzamento bandi PCP a febbraio 2014....................................................................... 107
Tabella 37 – Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento................................................................... 109
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
239
INDICE TABELLE ALLEGATI
Tabella [All.1] 1 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (2007-2011)... 135
Tabella [All.1] 2 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (serie storica
completa: 2000 -2011) .................................................................................................................................. 136
Tabella [All.1] 3 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (2007-2011)... 136
Tabella [All.1] 4 - Addetti alla ricerca e sviluppo R&S) per settore istituzionale (2007-2011)................... 136
Tabella [All.1] 5 - Addetti alla ricerca e sviluppo (R&S) per settore istituzionale (serie storica completa
2000 - 2011) .................................................................................................................................................. 137
Tabella [All.1] 6 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di
Trento (2008-2012) ....................................................................................................................................... 137
Tabella [All.1] 7 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di
Trento (serie storica completa 2003-2012) .................................................................................................. 138
Tabella [All.1] 8 - Stanziamenti per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di Trento.
Confronti Trentino, Italia, UE15, UE27, Area Euro (17), UE 27 (2012) ..................................................... 138
Tabella [All.1] 9 - Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento per obiettivo socio-economico
prevalente (2008-2012) ................................................................................................................................. 138
Tabella [All.1] 10 - Occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad alta intensità di conoscenza
(2008-2012) ................................................................................................................................................... 139
Tabella [All.1] 11 - Percentuale e numero occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad alta
intensità di conoscenza (2012) ...................................................................................................................... 139
Tabella [All.1] 12 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2002-2012) ................................... 140
Tabella [All.1] 13 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2012)............................................. 140
Tabella [All.1] 14 - Incidenza percentuale della spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros sul PIL:
confronti regionali (2011) ............................................................................................................................. 141
Tabella [All.2] 1 - Incidenza di pubblicazioni su riviste internazionali afferenti a differenti ambiti
scientifici........................................................................................................................................................ 147
Tabella [All.2] 2 - Trend temporale per differenti tipologie di pubblicazioni scientifiche ........................... 147
Tabella [All.2] 3 - Incidenza di pubblicazioni con coautori stranieri........................................................... 148
Tabella [All.2] 4 - Programmi internazionali di ricerca .............................................................................. 148
Tabella [All.2] 5 - Accordi quadro di collaborazione scientifica con centri di ricerca esteri attivi nel
2011 ............................................................................................................................................................... 149
Tabella [All.2] 6 - Eventi rivolti alla comunità scientifica ........................................................................... 150
Tabella [All.2] 7 - Trasferimento tecnologico: spin-off, brevetti e licensing................................................ 151
Tabella [All.2] 8 - Ricavi da contratti da soggetti privati (in migliaia di Euro).......................................... 151
Tabella [All.2] 9 - Ruoli e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo di programmazione e verifica........ 153
Tabella [All.2] 10 - Composizione dei ricavi e quota di autofinanziamento rispetto al contributo in accordo
di programma ................................................................................................................................................ 153
Tabella [All.2] 11 - Livello di autofinanziamento rispetto al contributo in accordo di programma ............ 154
Tabella [All.2] 12 - Finanziamento attraverso fondi da agenzie nazionali ed internazionali ...................... 155
Tabella [All.3] 1 - Progetti finanziati nell’ambito del Settimo Programma Quadro della Commissione
europea, con coinvolgimento di FEM (dal 2010 in avanti)........................................................................... 164
Tabella [All.3] 2 - Quadro riepilogativo degli eventi realizzati ................................................................... 172
Tabella [All.3] 3 - Quadro riepilogativo dei metodi e procedure sviluppate................................................ 172
Tabella [All.3] 4 - Quadro riepilogativo degli indicatori per spin–off ......................................................... 173
Tabella [All.3] 5 - Quadro di sintesi per eventi, contratti e progetti di ricerca............................................ 173
Tabella [All.3] 6 - Modello organizzativo per Aree Funzionali (AF) ........................................................... 178
Tabella [All.3] 7 – Analisi capacità di autofinanziamento per centri Fondazione Edmund Mach - Anni
2010 - 2012.................................................................................................................................................... 182
Tabella [All.4] 1 - Quadro di raffronto per il Finanziamento e il Personale ............................................... 191
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
240
Tabella [All.4] 2 - Riepilogo per Indicatori .................................................................................................. 191
Tabella [All.4] 3 - Quadro delle pubblicazioni 2011 per programmi di ricerca .......................................... 195
Tabella [All.4] 4 - Quadro delle pubblicazioni per il periodo 2010 – 2012 ................................................. 195
Tabella [All.4] 5 - Quadro delle pubblicazioni media 2008 – 2009 ............................................................. 195
Tabella [All.4] 6 - Numero di pubblicazioni con comitato di valutazione nazionale ................................... 196
Tabella [All.4] 7 - Numero di relazioni tecniche e/o piani di gestione che vengono prodotti nell’ambito di
progetti di documentazione e gestione delle risorse naturali........................................................................ 197
Tabella [All.4] 8 - Elenco per Volumi prodotti dalla Editoria Scientifica del Museo (Studi Trentini di Scienze
Naturali Quaderni del Museo, Atlanti, Monografie, Natura Alpina)............................................................ 197
Tabella [All.4] 9 - Stato delle collezioni al 2010 .......................................................................................... 198
Tabella [All.4] 10 – Indicatori relativi alle collezioni .................................................................................. 199
Tabella [All.4] 11 – Struttura delle collaborazioni scientifiche.................................................................... 201
Tabella [All.4] 12 – Dati relativi all’autofinanziamento .............................................................................. 205
Tabella [All.5] 1 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Bruno Kessler nell’ambito
dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura ..................................................................................... 214
Tabella [All.5] 2 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Edumnd Mach nell’ambito
dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura ..................................................................................... 217
Tabella [All.5] 3 - Griglia di valutazione compilata per il Museo delle Scienze nell’ambito dell’Accordo di
Programma per la XIV Legislatura ............................................................................................................... 220
Tabella [All.6] 1 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per anno....................... 222
Tabella [All.6] 2 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per dimensione ........... 223
Tabella [All.6] 3 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche) – per
anno ............................................................................................................................................................... 223
Tabella [All.6] 4 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche) – per
dimensione..................................................................................................................................................... 223
Tabella [All.6] 5 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti approvati –
per anno........................................................................................................................................................ 223
Tabella [All.6] 6 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti approvati –
per dimensione............................................................................................................................................... 224
Tabella [All.6] 7 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo proposto e
costo ammesso per i progetti approvati – per anno ...................................................................................... 224
Tabella [All.6] 8 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo proposto e
costo ammesso per i progetti approvati – per dimensione ............................................................................ 224
Tabella [All.6] 9 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per anno e competenza.................. 225
Tabella [All.6] 10 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per organismo ............................. 226
Tabella [All.6] 11 - Tempo di svolgimento delle procedure – per anno ....................................................... 226
Tabella [All.6] 12 - Tempo di svolgimento delle procedure – per dimensione............................................. 227
Tabella [All.6] 13 - Costi per gli esperti – per anno..................................................................................... 227
Tabella [All.6] 14 - Costi per gli esperti – per dimensione dei progetti ....................................................... 228
Tabella [All.6] 15 - Spesa media per innovazione tecnologica per addetto e macro settore (2010) Migliaia di euro............................................................................................................................................. 235
Rapporto finale di valutazione – anno 2014
241