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Benvenuti a Licata,
città di mare, arte e cultura
di Maria Sitibondo
Porto di Licata
Welcome to Licata,
Una storia, quella di Licata, intimamente legata alla sua
posizione strategica tra il Mar Mediterraneo, il Fiume Salso e le
pendici del colle “La Montagna”. Popolata fin dalla Preistoria,
come testimoniano i ritrovamenti archeologici in località
Mollarella, la città è stata un crogiuolo di
popoli e di culture il cui avvicendarsi ha fatto
della città un gioiello di arte, un luogo che
racconta, in ogni suo angolo, secoli di storia.
Eletta città demaniale da Federico II di
Svevia per il suo fiorire culturale, manifesta
tutt’oggi la magnificenza dei tempi che furono
presentandosi come un museo en plein air
dello stile barocco e del liberty siciliano.
La visita del centro storico non può che
cominciare dal complesso medievale del
Carmine, fondato dai Padri Carmelitani,
che presenta oggi una superba facciata
barocca e che conserva, al suo interno,
un portale e due bifore chiaramontane del
XIV secolo. Proseguendo sul Corso Roma,
sosta obbligata è il Palazzo di Città, massima
espressione licatese dell’art nouveau di
Ernesto Basile e monumento simbolo dello sbarco degli alleati
in Sicilia. Erano le ore 11:30 del 10 luglio 1943 quando le
bandiere americana e inglese sventolavano dal balcone del
Palazzo, decretando la liberazione dal regime fascista.
La discesa verso Corso Vittorio Emanuele è tutto un
susseguirsi di palazzi neoclassici e liberty della vecchia
nobiltà e della ricca borghesia licatese, dal barocco di Palazzo
Frangipane allo stile liberty di Palazzo Navarra. Superati i resti
cinquecenteschi del vecchio ospedale San Giacomo, sorgono
maestosi e si incardinano nel quartiere barocco, la Chiesa
e il Convento di San Francesco ove è possibile ammirare
l’incantevole chiostro recentemente restaurato. Per gli amanti
della lettura, si consiglia, all’interno dell’ex Convento di San
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Benvenuti a Licata - maggio 2014
a seaside town, art and culture
A story, that of Licata, intimately linked to its strategic location
between the Mediterranean Sea, the Salty River and the
slopes of the hill, “the Mountain”. Inhabited since
prehistoric times, as evidenced by archaeological
findings in the area of Mollarella, the city was
a melting pot of peoples and cultures whose
succession has made the city a jewel of art, a
place that tells, in every corner, centuries of
history.
Elected a state town by Frederick II of Swabia for
its flourishing cultural life, it still today manifests
the magnificence of yore posing as an open-air
museum of Sicilian Baroque and Art Nouveau.
A tour of the historical center can only start
from the medieval complex of Mount Carmel,
founded by the Carmelite Fathers, which today
presents a superb baroque facade and contains
inside a portal and two Chiaramontane mullioned
windows of the fourteenth century. Continuing
along the Corso Roma is the obligatory stop at the
City Palace (Palazzo di Città), the highest expression of art
nouveau by licatese Ernesto Basile, monument and symbol of
the Allied landing in Sicily. It was 11:30 am on 10 July 1943,
when the English and American flags waived from the balcony
of the City Palace, declaring liberation from fascist Regime.
The route down to Corso Vittorio Emanuele is a succession
of neoclassical and Art Nouveau buildings of the old nobility
and the wealthy bourgeoisie of Licata, from the Baroque of
Palazzo Frangipane to the Art Nouveau of Palazzo Navarre.
Past the remains of the old sixteenth-century San Giacomo
hospital, majestic in the Baroque district, there are the
Church and Convent of San Francisco where you can
admire the beautiful cloister recently restored. Lovers of
Francesco, la visita del Fondo Librario
antico, un interessante patrimonio composto
da circa 5.700 volumi provenienti dagli ordini
monastici presenti a Licata sino al 1866, che
costituiscono la memoria storica della città.
Esempio e testimonianza vivente della
memoria storica della città è il borgo
marinaro che collega il centro storico al
porto.
Dedalo di vie, di cortili e vicoli della città
medievale, con il suo impianto arabo il
quartiere della Marina è stato un refugium
dagli attacchi nemici per la popolazione
licatese.
Lontani sono gli echi delle grida di terrore
all’irrompere dei pirati di Dragut, capo della
flotta franco-turca che nel 1533 invase
Licata e la mise a ferro e fuoco. Oggi il quartiere è animato dal
vociare degli ambulanti e dai bambini che si rincorrono per
gioco, dai tanti odori delle cucine delle donne che preparano
il meritato pasto agli uomini di ritorno da una dura giornata di
pesca in mare e, tra i vicoli, echeggia ancora la voce rauca
e corposa, tagliente e disperata della cantante popolare
Rosa Balistreri, protagonista indimenticabile del cantato
siciliano, povera e orgogliosa varcò i confini della sua isola
affermandosi sulla scena internazionale del genere folk.
All’uscita del quartiere, alto e bianchissimo si innalza il Faro
di Capo San Giacomo, uno dei più alti in Italia. Tre lampi, una
pausa, tre lampi, a segnare la via ai naviganti, ad illuminare
l’intera città durante la notte. Una passeggiata serale sul molo,
diventa visita panoramica quando i fasci di luce illuminano dal
basso la maestosità del Castel Sant’Angelo. Edificato, a difesa
delle coste e della città di Licata, sull’omonimo colle nel 1615
da Hernando de Petigno, comandante generale della cavalleria
leggera del Regno di Sicilia, il forte custodisce, in alcune sale
del piano terra della corte interna, un piccolo museo etnoantropologico aperto al pubblico con accesso gratuito.
Licata lascia incantati i visitatori per la sua bellezza multiforme
che sa unire il gusto dell’arte e della cultura alle bellezze
naturalistiche della sua costa e del suo pescoso mare.
books are recommended to visit of the ancient
Library Archive in the former Convent of St.
Francis. This fascinating collection consists of
about 5,700 volumes from the monastic orders
present in Licata until 1866, which constitute the
documented history of the city.
An example and living witness to the historical
memory of the city is the fishing village that
connects the old town to the harbour.
The maze of streets, courtyards and alleys of the
medieval city with its Arabic system, the Marina
District was a refuge from enemy attacks for the
population of Licata. There are distant echoes of
the cries of terror at the incursions of the pirate
Dragut, head of the Franco-Turkish fleet which
in 1533 invaded Licata and put it to fire and the
sword. Today the neighborhood is enlivened by
the voices of the hawkers and children chasing each other for
fun, so many smells from the kitchens of women who prepare
the meal for their men returning from a hard day of fishing
at sea, and in the narrow streets there are still echoes of the
hoarse, full-bodied, sharp and desperate voice of folk singer
Rosa Balistreri, an unforgettable protagonist of Sicilian song
who, poor and proud, transcended the borders of this island
establishing herself on the international folk scene.
Palazzo di Città - Disegno originale di E. Basile
At the exit of the neighborhood, tall and very white, stands
the lighthouse at Cape St. James, the third highest in Italy.
Three flashes, a pause, then three flashes, showing the way
to sailors, illuminate the entire city at night. An evening walk
on the pier becomes panoramic tour when the beams of light
illuminate from below the majesty of the Castel Sant’Angelo.
The castle was built on the hill in 1615 by Hernando de
Petigno, general commander of the light cavalry of the
kingdom of Sicily, to defend the coast and the town of Licata.
A small ethno-anthropological museum is contained in some
rooms of the ground floor of the castle courtyard and is open
to the public with free admission.
Licata leaves its visitors enchanted by its multifaceted beauty,
a combination of art and culture, and by the natural beauty of
its coast and its sea full of fish.
Castel Sant’Angelo
Benvenuti a Licata - maggio 2014
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I TESORI NASCOSTI DI LICATA
di Pierangelo Timoneri
Il Tesoro della Signora - Medaglione con testa di Medusa
Licata sta riscoprendo la sua storia. Gli ultimi rinvenimenti
archeologici e la riapertura di siti culturali, veri e propri tesori
da valorizzare e da custodire, stanno dimostrando l’importanza
del territorio licatese, con la sua rilevante storia, dalle lontane
origini che si fanno risalire alla dominazione greca nel III sec.
a.C.
Sensazionale è stato il ritrovamento
del cosiddetto “Tesoro della Signora”,
scoperto nel 1998, consistente in monili
d’oro, tra cui un prezioso medaglione
con testa di Medusa e monete auree, il
cui valore è inestimabile. Questo tesoro
è stato trovato all’interno di una delle
abitazioni dell’antico centro ellenistico
di Finziade, che sorgeva sulla Montagna
di Licata ed è conservato nel museo
archeologico. Il tesoretto costituisce la
principale fonte di attrazione turistica,
insieme ad altri reperti trovati per
mezzo di saggi di scavo effettuati
dall’Università di Messina.
Non è certamente l’unica scoperta
fatta, ma grazie all’opera dei volontari
del Gruppo Archeologico “Finziade”
stanno venendo alla luce interessanti
siti e pregevoli reperti, anche subacquei,
a dimostrazione della fiorente civiltà
presente nel nostro territorio.
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I tesori nascosti - maggio 2014
DISCOVERING THE
TREASURES OF LICATA
Licata is rediscovering its history. Recent archaeological
discoveries and the reopening of cultural sites have revealed
treasures to be valued and preserved. These treasures
demonstrate the importance of the area around Licata, with
its significant history, from ancient origins that can be traced
back to the Greek rule in the third
century BC.
The sensational discovery in 1998 of
the so-called “Treasury of the Lady”,
consisted of gold jewelry, including
a precious medallion with the head
of Medusa and gold coins, is of
inestimable value. This treasure was
found inside one of the houses of
the ancient center of the Hellenistic
Finziade, which stood on the Mount
of Licata, and is preserved in the
archaeological museum.
The treasure, along with other
artifacts found by excavations carried
out by the University of Messina, is
a major tourist attraction. Thanks
to the work of the volunteers of the
Archaeological Group “Finziade”
new discoveries are unearthing
other interesting sites and
valuable artifacts, demonstrating
the flourishing civilizations in our
territory.
Interessanti e unici nel loro genere sono tre siti di singolare
fascino: lo Stagnone Pontillo, la Tholos e la Grangela, ambienti
primitivi scavati nella viva roccia, destinati a diverse funzioni,
ma principalmente utilizzati come raccolta di acqua. Sono dei
siti di forte impatto per la posizione in cui sono situati, il primo
fuori dalla città e gli altri due in pieno centro, collocati nelle
viscere del territorio licatese, appartenenti ad un sistema di
luoghi sotterranei ancora da esplorare, come è il caso anche
del Pozzo Gradiglia, da poco tempo reso in parte fruibile.
Le scoperte non si sono limitate al settore archeologico, ma
hanno interessato altri periodi altrettanto importanti per Licata.
Basti pensare alla civiltà rupestre con insediamenti monastici,
un’intera necropoli sotto la chiesa della Madonna di Pompei o
la ripulitura di vasti siti oggi fruibili.
L’opera che più affascina e colpisce il visitatore è senza
dubbio la cappella del Crocefisso Nero, splendido esempio di
religiosità e arte barocca, che sorge quasi nascosta all’interno
della rinascimentale Chiesa Madre.
Un luogo davvero speciale che lascia esterrefatti i visitatori
alla vista di quel Crocefisso profanato e miracoloso, custodito
nell’altare ligneo della cappella
L’11 luglio 1553 Licata è stata colpita dalla tragica invasione
franco-turca capeggiata dal feroce corsaro Dragut che per
diversi giorni ha devastato la città, mietendo vittime e violenze
Stagnone Pontillo
Interesting and unique are three sites of singular charm:
the Lagoon Pontillo, the Tholos and the Grangela, primitive
environments dug into the rock, intended for different
functions, but mainly used for water harvesting. They are sites
of major impact for the position in which they are located,
the first out of the city and the other two in the center,
located in the bowels of Licata, forming parts of a system
of underground locations yet to be fully explored, as is also
the case with Gradiglia del Pozzo, recently made partially
accessible.
The findings are not limited to the pre Christian era, but
include other periods equally important in the history of
Licata. Just think of the uncovering of the rock civilization
with monastic settlements, an entire necropolis beneath the
church of Our Lady of Pompei.
The work that most fascinates and impresses the visitor
is undoubtedly the chapel of the Black Crucifix, a splendid
example of Baroque art and religion, which lies almost hidden
within the Renaissance church, a truly special place that
leaves the visitors stunned at the sight of the miraculous
desecrated crucifix kept on the altar of the wooden chapel.
On July 11, 1553 Licata suffered a tragic invasion led by the
fierce Franco-Turkish corsair Dragut that lasted for several
days, devastating the city, killing and violating the citizens and
Palazzo Frangipane
Grangela
I tesori nascosti - maggio 2014
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e prendendo di mira il Crocefisso della chiesa Madre, simbolo
tanto caro ai fedeli.
Gli invasori tentarono di bruciare e di saettare la sacra
immagine e nonostante la loro sacrilega azione, il Cristo,
opera in mistura del 1469, non si bruciò ma rimase annerito.
Questo fenomeno fece gridare al miracolo, tanto che i licatesi,
scampato il pericolo turco, pensarono bene di edificare una
stupenda cappella in onore del crocefisso da allora onorato
come il Cristo nero.
La cappella esalta la magnificenza dello stile barocco, con le
sue voluminosità, i suoi fregi e le sfarzosità per dare maggiore
solennità al miracoloso Crocefisso. Le pareti lignee, gli intarsi,
la pittura in oro, il tetto a cassetttoni, gli affreschi e i dipinti, di
cui è circondata e abbellita, richiamano all’esaltazione dell’arte
e della spiritualità. Considerevole il gioco di luci che creano
effetti suggestivi per chi vuole ammirare o restare assorto
dentro la cappella. Al mattino è estasiante vedere come i
raggi solari, entrando dalle finestre, colpiscano le decorazioni
dorate dando splendore e luminosità all’ambiente, la sera
in penombra o al buio invita alla contemplazione, mentre
illuminata manifesta la sua maestosità.
Per completare questa riscoperta sui tesori e sui siti di Licata,
non potevano mancare i luoghi dello sbarco alleato del 1943,
in cui Licata è stata protagonista dell’evento storico e prima
città ad essere liberata dagli americani. Lo scorso anno, in
occasione del 70° anniversario dello sbarco anglo-americano
in Sicilia, alla presenza del noto fotografo statunitense Phil
Stern, si è aperto il rifugio antiaereo di via Marconi, riportando
negli anziani i ricordi di quegli anni terribili e divenendo oggi
meta continua di visite guidate.
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I tesori nascosti - maggio 2014
Cappella del Cristo Nero
attacking the Mother Church of the crucifix, symbol so dear to
the faithful. The invaders having fired arrows into the sacred
image then tried to burn it. Despite the sacrilegious action,
the Christ, carved around 1469, was not burned but was
blackened. This miracle led to the escape of the Licatesi, from
the Turkish danger. In gratitude they built a beautiful chapel to
honor of the crucifix since then revered as the Black Christ.
The chapel exemplifies the magnificence of the Baroque style,
with its bulkiness, its friezes and sumptuousness, giving
greater solemnity to the miraculous crucifix. The play of lights
creates striking effects for those who want to admire and be
absorbed by the atmosphere of the chapel. In the morning, is
ecstatic to see how the sunlight coming through the windows
hits the golden decorations giving radiance and brightness
while, in the dark or the evening twilight, His illuminated
majesty invites contemplation.
The most recent rediscovered treasures and sites of Licata,
are the sights of the Allied landings in 1943, in which Licata
was the star of this historical event and the first city to be
liberated by the Americans.
Last year, on the occasion of the 70th anniversary of the
Anglo-American landing in Sicily, in the presence of wellknown American photographer Phil Stern, the air-raid shelter
in via Marconi was opened up, bringing back memories to
the elderly of those terrible years and becoming one of the
highlights of today’s guided tours.
LA STORIA IN MOSTRA
Il nuovo Museo Archeologico della Badia di Licata
HISTORY IN EXHIBITION
di Cettina Callea
Museo di Licata - Chiostro
Fra qualche mese, con grande gioia degli amanti dell’arte
e della storia, riaprirà finalmente il Museo di Licata.
L’esposizione seguirà i nuovi indirizzi della museografia, in
spazi espositivi reinterpretati con un arricchimento sul piano
scientifico e una comunicazione più diretta ed efficace. La sua
riapertura deriva dalla sinergia tra Istituzioni, la Soprintendenza
di Agrigento e l’Università di Messina, da anni impegnate sul
territorio licatese, con la finalità comune della ricerca e della
divulgazione culturale.
Il percorso si snoda nelle ampie sale voltate, seguendo il
filo della storia, attraverso apparati didattici agili, anche
multimediali. I reperti, sapientemente evidenziati dalle luci
delle vetrine, documentano il passaggio di uomini e di merci
a partire dalla preistoria fino all’età medievale. Comune a tutti
i periodi storici il rapporto privilegiato con il mare, che, oltre
a dettare le scelte insediative e le dinamiche commerciali,
determina il ruolo strategico della città: l’insediamento costiero
di età eneolitica, i contatti con il mondo egeo nella media età
del Bronzo, i prodotti di importazione del periodo arcaico e
classico, che accompagnano le fondazioni delle poleis sulla
costa occidentale della Sicilia, fino al periodo ellenistico
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La storia in mostra - maggio 2014
The new Archaeological Museum in
the “Badia” of Licata
In a few months, for the delight of lovers of art and
history, the Museum of Licata will, finally, open again.
The permanent exhibition will follow the new guidelines of
modern museum design, with a reinterpreted and enhanced
representation of scientific exhibits and more direct and
effective communication. Its re-opening is due to the synergy
between two institutions, the Superintendent of Agrigento
and the University of Messina whose archaeologists have
been working in Licata for years, with the shared purpose of
research and cultural dissemination. The exhibition itinerary
passes through the large vaulted rooms, following the thread
of the history, through an educational and lively set up which
includes multimedia devices. The findings, appropriately
highlighted by the lights of the cases, display the passage
of people and goods from prehistoric to medieval times.
The “trait d’union” to all historical periods is the special
relationship with the sea, which, in addition to dictating
the choice of settlements and trade dynamics, determines
the strategic role of the city: the coastal settlement of the
neolithic age, the contacts with the Aegean people in the
Middle Bronze Age, the import of products of the archaic and
classical periods, which accompany the foundations of the
romano quando la città di Finziade conosce il suo massimo
splendore.
Un’ampia sezione del Museo è dedicata proprio a Finziade.
La polis, fondata nel 280 a.C. dal tiranno akragantino Phintias,
è tornata alla luce grazie ai finanziamenti comunitari e alle
ricerche dell’Università degli Studi di Messina, sul Monte
Sant’Angelo, dove rimangono notevoli testimonianze di edilizia
domestica. Attraverso la cultura materiale riemerge dalle
ombre del tempo la città antica.
Una saletta posta al piano inferiore del Museo racchiude come
in uno scrigno il tesoro di gioielli e monete rinvenuti a Finziade.
Il visitatore, scendendo le scale, vive una vera e propria
epiphaneia, grazie alla scelta progettuale d’effetto: in primo
piano il sakkos aureo, con splendida testa di Medusa,
magnifico fermacapelli femminile, capolavoro dell’oreficeria di
età ellenistica, poi i bracciali con testa di leone, l’anello con la
gemma e centinaia di splendide monete d’argento.
Le ultime due sale sono dedicate a reperti di età medievale e
postmedievale, con l’esposizione di spolia dalle chiese non più
esistenti e di alcuni dipinti, che testimoniano la storia artistica
della città. In queste due sale verranno esposti il polittico
city states on the west coast of Sicily, until the Hellenistic
period when the Roman city of Phintiade reached its greatest
magnificence. A large section of the museum is dedicated
to Phintiade. The city state, founded in 280 B.C. by Phintias,
the tyrant of Akragas, was excavated thanks to EU funding
and research of the University of Messina on Sant’Angelo
Mount, where there are considerable remains of domestic
architecture. Through the recovered objects, the ancient city
is brought to light breaking the shadows of time.
A room, located on the lower floor of the museum, houses,
in a chest, a treasure of jewels and coins found in Phintiade.
The visitor, coming down the stairs, experiences a kind of
epiphany, a revelation, thanks to the catchy design choice:
in the foreground he can see the golden sakkos (tunic) with
a stunning Medusa’s head, beautiful female hair clips, a
masterpiece of the Hellenistic age, then a bracelet with lion’s
head, a ring with a gem and hundreds of beautiful silver
coins. The last two rooms house medieval and post-medieval
exhibits, with the display of spolia (decorative sculpture) from
no longer existing churches and some paintings, showing
the artistic history of the city. A fifteen-century Polypthyc
su tavola del XV sec. che si trova nella sala consiliare e le
opere del Portaluni e di Fra Felice da Sambuca oggi collocate
in due sale del municipio. Si ringraziano per l’impegno la
soprintendente Caterina Greco, il progettista e direttore dei
lavori Angelo Di Franco, il responsabile del procedimento
Agostino Marrella e gli archeologi dell’Università di Messina.
(panel painting), which is now located in the City Hall Council
Chamber and the works of Portaluni and Fra Felice from
Sambuca will be displayed in these two rooms. Many thanks
for the efforts to the Superintendent Caterina Greco, the
Design Architect and Manager Angelo Di Franco, the Head of
the Procedure Agostino Marrella and the archaeologists from
the University of Messina.
La storia in mostra - maggio 2014
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Siciliano: parole dal mondo
Il dialetto è storia. La storia di un popolo. Come dice il linguista
Giacomo nella sua opera “Il linguaggio d’Italia”: “Questo libro
non è un libro di linguistica, ma un libro di storia”. In realtà,
in Sicilia, dietro ogni suono ci sono millenni di storia e la
conoscenza dei fatti linguistici serve spesso a chiarire una
vicenda storica. Siculi, Elimi, Sicani,
Liguri, Mamertini, Greci, Cartaginesi
erano le etnie della Sicilia pre-latina.
Sono labili le tracce linguistiche di
queste antiche popolazioni. Il greco
era la lingua ufficiale prima della
conquista dei Romani e qualcuno,
come Diodoro Siculo nel 15 a.C.,
continuava a scrivere in greco, pur
essendo già in epoca romana. Il
sistema vocalico del dialetto siciliano
deriva indubbiamente dal latino. Dal
535 d.C., anno della conquista di
Belisario, quando si instaurò il dominio
bizantino, ritornano o si ripristinano
alcuni elementi greci, come babbaluci/
vavaluci - lumaca (da boubalàkion), crastu - montone (dal
greco kràstos - latino gastra), liccu - ghiotto (da liknos),
naca - culla (da nake), partuallu - arancia (da portokali), le
varianti di piricòcu/varcocu - albicocco (da praicòcchion),
piddrusinu - prezzemolo (da petroselinon). Nell’827 arrivarono
gli arabi, che introdussero alcuni arabismi, visibili ancora oggi
in alcuni toponimi: Cala, Calt, da qal’a “castello, fortezza”,
a cui Calascibetta, Caltagirone, Caltanissetta; Mezzoiuso,
da manzil yusuf “casale di Giuseppe”; Favara, da fawwara
“sorgente”. Le parole introdotte dagli arabi appartengono
soprattutto al campo semantico dell’agricoltura in cui i nostri
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Siciliano: dialetto dal mondo - maggio 2014
Sicilian:
words from the world
Dialect is history. It is the history of a population. At the
beginning of his work, “The language of Italy”, the linguist
Giacomo Devoto, writes: “This book is not a book of
language, but a history book”. In Sicily, behind every sound
there are thousands of years of history and knowledge of
linguistic facts is often used to clarify a historical event.
Sicilians, Elymians, Sicans, Ligurians, Mamertines, Greeks,
Carthaginians were the ethnic groups in the pre-Latin Sicily.
Linguistic traces of these ancient populations are very weak.
Greek was the official language before the Roman conquest,
but in the 15 b.C. Diodorus used to write in Greek even in
Roman times, as his history of the world shows. The vowel
system undoubtedly derives from Latin, but from 535 a.D.,
the year of the conquest of Belisarius, when Byzantine rule
was established, some Greek elements were restored.
Babbaluci/vavaluci - snail (from boubalàkion crastu-mutton
(from kràstos Latin gastra) liccu - greedy (from liknos), naca cradle (from naka) partuallu - orange (from Portokali),
variants piricòcu/varcocu - apricot (from praicòcchion)
piddrusinu - parsley (from petroselinon). In 827 the Arabs
arrived, introducing some Arabisms, still visible in some place
names: Cala, Calt - < Qal’a “castle, fortress”, Calascibetta,
Caltagirone, Caltanissetta, Mezzoiuso < yusuf manzil
“house of Joseph”, Favara < Fawwara “source”. The words
introduced by the Arabs mostly belong to the semantic field
of agriculture where our invaders were masters. Zabbara -
invasori furono maestri. Zabbara - agave (da sabbara),
tùminu - tomolo (misura agraria, da tumn), gebbia - vasca di
conservazione dell’acqua utilizzata per l’irrigazione (da giàbìa), cafìsu - misura per l’acqua e, soprattutto, per l’olio (da
qafīz, in realtà misura per aridi). Comunissimo per gli amanti
del buon pane è giuggiulena - seme di sesamo (da giulgiulan),
che rende il pane di Sicilia gustosissimo. Dall’ XI al XIII secolo
la Sicilia subì l’invasione dei Normanni. Le parole risalenti a
questo periodo sono accattari - comprare (da acater, francese
acheter), racina - uva (raisin), ammuarru o armaru - armadio
(da armoire), largasìa - generosità (da largesse), bucceri
(vucceri) - macellaio (da boucher e butcher in inglese),
mustàzzi - baffi (da moustache, entrato contemporaneamente
in Inghilterra), buatta - latta, barattolo (da boîte), accia sedano (da ache). A quell’epoca il dialetto siciliano ebbe molta
fama, poiché alla corte di Federico II nacque e si sviluppò la
lirica della cosiddetta “scuola siciliana”, espressione coniata
da Dante. Dal 1282, dopo i Vespri Siciliani, l’isola fu abitata
anche dagli Spagnoli, che dal 1412 dominarono la Sicilia.
Fino al ‘400 vi erano in Sicilia attive colonie catalane e una
classe di aristocratici castigliani che diedero due apporti
differenti alla lingua locale. Tra i termini di derivazione iberica:
criada - serva (criada), sgarrari - sbagliare (esgarrar), nzirtare
- indovinare (encertar), arriminari - mescolare (da remenar),
anciova - acciuga (da anxova), capuliari - tritare (da capolar,
presente sia in catalano che in castigliano). L’elemento
iberico costituisce la stratificazione più recente di un lessico
composito e vario. Poiché la lingua è un elemento vivo e
dinamico, i siciliani hanno anche importato termini, tornando
agave (from Sabbara) tùminu - tomolo (agrarian measure)
(from tumn) giuggiulena - sesame seed (from giulgiulan)
gebbia - storage tank water used for irrigation (from gia
- bia) cafisu - measure for water (and, especially, for oil)
(by qafīz, actually measure for arid). From ‘eleventh to the
thirteenth Sicily was invaded by the Normans. The words from
this period are “accattari” norm. Acater, French “acheter”
Racina < raisin grape - ammucciarisi “hide” or ammuarruarmaru - wardrobe (from armoire) largasìa - generosity (from
largesse), vucceri - butcher (from Fr. boucher and butcher
in English), mustàzzi - moustache (by moustache entered
simultaneously in England), buatta - tin (from boîte), accia celery (from ache). In that period the Sicilian dialect was very
famous, because in the court of Frederick II the lyric of the
“Sicilian School”, (a term coined by Dante) was created and
developed. Since 1282, after the Sicilian Vespers, the island
was inhabited by the Spaniards who, then, ruled Sicily from
1412 onwards. Up to ‘400 in Sicily, there were active colonies
of a class of Catalan and Castilian aristocracy who gave two
different contributions to the local language. Among the terms
of Iberian derivation criada - servant (criada), sgarrari - to be
wrong(esgarrar), nzirtare - guess (encertar) arriminari - to mix
(from Remenar) anciova - anchovy (from anxova) capuliari
- chop (from capolar, this is Catalan Castilian). The Iberian
element is the newer stratification of a composite and varied
Castello di Falconara
dai loro viaggi migratori. Fu così che dai primi del Novecento
sono stati introdotti termini come accianza (dall’inglese
americano “chance” occasione), chenca (gang, banda) o
bissinissi (da business - affari), oggi esteso anche all’italiano.
Dunque la lingua racconta chi siamo e da dove veniamo,
è preziosa eredità dei nostri antenati, bene da tramandare.
Come disse Ignazio Buttitta: “Un populu diventa poviru e servu
quannu ci arrubbanu a lingua addutata di li patri” - “un popolo
diventa povero e servo quando viene derubato della lingua che
ha ereditato dai padri”.
di Cettina Callea
vocabulary. Since language is alive and dynamic, the Sicilians
have also imported terms, coming back from their migratory
journeys. They include “accianza” American English “chance”
opportunity, or bissinissi from “business”, now extended
to Italian, or chenca “gang”. So the language tells who we
are and where we come from, it is a precious heritage of
our ancestors, good to pass on. As Ignazio Buttitta said: “A
populu becomes poviru e servu quannu ci arrubbanu a lingua
addutata di patri”, “People become poor and servant when
they are robbed of the language inherited from their fathers”.
by Cettina Callea
Siciliano: dialetto dal mondo - maggio 2014
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LICATA, OSPITALE PER VOCAZIONE
IL QUARTIERE MALTESE
Ospitali per vocazione. Non si possono definire diversamente
gli abitanti di Licata, da millenni terra di frontiera e luogo
di incontro delle civiltà del Mediterraneo. Il fiume Salso e
l’insenatura naturale detta “Ortu du Za Saru”, primo porto
cittadino, hanno rappresentato per i bastimenti che solcavano
il “Mare Nostrum” una tappa obbligata nei commerci tra le
varie sponde. I cittadini licatesi, tra le possenti mura del Castel
San Giacomo, hanno dato ospitalità a profughi e perseguitati
di ogni epoca; ai maltesi ad esempio, cui addirittura hanno
offerto la possibilità di costruire un intero quartiere. La colonia
maltese, incrementatasi soprattutto per una massiccia
immigrazione avvenuta nel 1645 a causa delle scorribande
dei turchi, diede origine al primo borgo extra moenia di Licata,
l’attuale quartiere di S. Paolo, sulle propaggini nord-orientali
del colle Sant’Angelo, in prossimità dell’antica chiesa di Santa
Agrippina, in seguito dedicata a San Paolo, protettore di
Malta. Ancora oggi quel quartiere esiste e si trova arroccato
alle spalle di piazza Progresso, la piazza principale del paese.
Basta percorrere pochi passi per essere catapultati dai grandi
viali alberati del centro cittadino alle strette stradine del
quartiere. Qui, tra un dedalo di vie, scalinate, vicoli e slarghi,
si affacciano case umili ancora oggi abitate dagli anziani del
posto i cui cognomi sono rimasti immutati, come ai tempi
dell’arrivo dei maltesi. Si tratta nella maggior parte dei casi
delle loro stesse discendenze, se ci mettessimo a leggere
i cognomi ai campanelli delle porte troveremmo i Camilleri,
i Vella, i Belgiorno o gli Incorvaia, cognomi questi tra i più
diffusi ancora oggi a Malta! Il quartiere non presenta grandi
slanci architettonici, visto che fu realizzato per ospitarvi i
profughi che vivevano al limite della sussistenza, ciò che
colpisce ancora oggi il visitatore è certamente il suo aspetto
ancora identico a quello di tanti secoli fa.
di Giuseppe Patti
Licata Palazzo di Città
LICATA, welcoming for vocation
THE DISTRICT OF MALTA
Welcoming for vocation. You cannot define differently the
people of Licata, from millennia of land border and a meeting
place of civilizations of the Mediterranean. The “Salso” river
and the natural inlet called “Ortu du Za Saru”, the first port
of the city, represented by the ships that sailed the “Mare
Nostrum” a must in the commerce between the various
banks. Citizens of Licata, between the mighty walls of Castel
San Giacomo gave hospitality to refugees and persecuted of
all time, the Malta’s people for example, even when offered
the opportunity to build an neighborhood. The Malta’s colony,
grown especially for a massive influx of immigrants in 1645
because of the raids of the Turks, gave rise to the first village
outside the city walls of Licata (the present district of St.
Paul) on the foothills of the north - eastern hill Sant’Angelo,
near the ancient church of Saint Agrippina, which was later
dedicated to St. Paul, the patron of Malta. Still exists and that
neighborhood is perched behind Piazza Progress, the town’s
main square. Just follow a few steps to be thrown by the big
tree-lined avenues of the city center with narrow streets of the
neighborhood. Here, amid a maze of streets, stairways, alleys
and open spaces, overlook humble houses still inhabited
by the elders of the place whose surnames have remained
unchanged, as in the times of arrival of the Maltese. It is in
most cases of their own offspring, so if we were to read the
names to doorbells would find the Camilleri, the Vella, the
Belgiorno or Incorvaia, these surnames, among the most
prevalent even today in Malta! The district does not have great
architectural work, because it was built to accommodate the
refugees who lived on the edge of subsistence, what strikes
the visitor is still certainly his appearance still identical to that
of so many centuries ago.
by Giuseppe Patti
Licata, ospitale per vocazione - maggio 2014
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FESTA SANT’ANGELO
TRA FEDE E TRADIZIONE
FEAST OF SANT’ANGELO
BETWEEN FAITH AND TRADITION
Il patrono di Licata, Sant’Angelo martire, viene festeggiato
due volte l’anno, il 5 maggio nel ricordo del suo martirio
avvenuto nel 1220 e la domenica dopo ferragosto nel ricordo
della liberazione della città dalla peste nel 1625. In queste due
feste vi è la partecipazione numerosa di cittadini e di visitatori
provenienti da diverse parti della Sicilia.
Da tempo immemorabile Licata si è affidata al suo Patrono,
invocato come santo a pochi anni dalla morte, edificando
nel 1626 la bellissima e artistica chiesa, divenuta santuario
diocesano, proprio nel luogo del martirio che si affaccia su
una vasta piazza, progettata come sagrato.
Gli ambienti più ricercati della chiesa sono il pozzo miracoloso
al cui interno nel XIV sec. furono rinvenute le ossa di
Sant’Angelo e la Cappella che custodisce l’urna argentea del
1623 con il corpo del santo.
Con grande entusiasmo e gioia di popolo, si svolgono le due
feste in onore del santo. La festa di maggio è quella principale,
si svolge dal 3 al 6 e si respira una lieta aria, dovuta anche
alla presenza di bancarelle, che rappresentano la caratteristica
“fiera di Maggio”. Giorno cinque è il momento più atteso della
festa, in cui avviene la processione dell’urna di Sant’Angelo,
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Festa Sant’Angelo - maggio 2014
The patron saint of Licata, Sant’Angelo the martyr, is celebrated
twice a year, on May 5 in remembrance of his martyrdom
which took place in 1220 and on the Sunday after mid-August
in memory of the liberation of the city from the plague in 1625.
These two festivals are celebrated by a large number of citizens
and many others from all over Sicily.
Over the centuries the people of Licata have venerated their
patron saint starting a few years after his death in 1626 with
the building of the beautiful and artistic church that became
the diocesan sanctuary, right in the place of martyrdom,
overlooking a large square designed as a churchyard.
The most revered areas of the church are the miraculous well
in which the bones of Sant’Angelo were found in the fourteenth
century, and the side chapel which houses the silver urn
containing the saint’s body dating from 1623.
The main festival is the one that takes place between the third
and sixth of May and which is typified by the presence of many
stalls, and the great enthusiasm and joy of the participants.
The highlight of the festival takes place on the 5th when the
casket containing the remains of Sant’Angelo, accompanied by
the four votive candles, are processed through the city
accompagnata dai quattro ceri votivi, caratterizzati da diversi
significati e appellativi, come quelli riferiti dallo storico
siciliano G. Pitrè che ha definito “Sant’Angilu ‘nmenzu ‘ntorci”
o “i cincu d’aremi”, a paragonare questo momento al numero
cinque delle carte da gioco siciliane.
Le fasi più suggestive della processione sono certamente le
corse dell’urna, nel ricordo di eventi drammatici quando le
reliquie venivano appunto portate di corsa fuori dalla città per
essere custodite in luoghi sicuri per evitare che venissero
profanate dagli invasori.
Il giorno dopo è ancora festa ed è la giornata del
ringraziamento, con i tradizionali giochi al porto dell’albero
della cuccagna (palio a ’ntinna) e del palio a mare, mentre la
sera in chiesa viene riposta l’urna nella cappella del santo,
per essere riaperta in agosto, per l’altra festa in onore di
Sant’Angelo.
in memory of dramatic events when the relics were rushed out
of the city to be secreted in secure locations to prevent them
from being desecrated by invaders.
The day after the festival is Thanksgiving Day, with traditional
games in the port and in the evening the urn is returned to its
place in the chapel of the saint in the church, to be reopened in
August, for the other festival in honor of Sant’Angelo.
by Pierangelo Timoneri
di Pierangelo Timoneri
Festa Sant’Angelo - maggio 2014
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TRISKELES
TRISKELES
Sicily is a jewel
la Sicilia è un gioiello
Se uno potesse si porterebbe a casa il mare, le ricette segrete
di cucina, i sapori, il cielo terso, invece, al ritorno dalle
vacanze in Sicilia, ci ritroviamo con souvenir di ben altra
specie. Capita poi di imbattersi in una gioielleria della storica
via dello shopping del capoluogo agrigentino, via Atenea, e
rimanere folgorati dall’eleganza di una Trinacria, da sempre
simbolo della Sicilia declinato in tutte le forge, dal posaceneri
alla maglietta. “Sono una putiara!” (negoziante in dialetto
locale), ecco la prima definizione che da di se Marilisme
Lattuca, la jewel designer che ha dato vita ad una linea di
gioielli che nascono per essere un souvenir, ma sono diventati
un cult della sicilianità. Da sempre è stata appassionata dalla
storia di questa terra, dove si sono avvicendate 20 diverse
dominazioni, e ne ha studiato storia e tradizioni. Nella storica
gioielleria di famiglia, dove lavora da più di 30 anni ad un certo
punto si rende conto di una mancanza: non c’era ancora un
prodotto capace di portare l’emozione dell’esperienza siciliana
con se al ritorno dalle vacanze, si passava da oggetti anonimi
che si sarebbero potuti acquistare ovunque, alla cianfrusaglia
che prima o poi sarebbe finita per ingrassare la pattumiera.
Occorreva un oggetto rappresentativo e allo stesso
tempo indossabile. Da qui l’idea di Triskeles, la
linea di gioielli che attraverso citazioni di poeti e
simboli millenari, permettono di portare con se un
po’ di Sicilianità. Triskeles è il primo nome della
Trinacria, un emblema utilizzato da molti popoli
nell’antichità. Tre gambe piegate al ginocchio, sono
simbolo di forza e vitalità, la Trinacria ha anche
una connotazione geometrica (il triangolo) che
rappresenta la Sicilia. Marilisme ridisegna questa
figura magica carica di significati e storia, e ne fa
un gioiello dalle linee minimali e sobrie. Parte una
ricerca alla scoperta degli oggetti più significativi
del folklore siciliano: il bummulo, un vaso in
terra cotta usato come contenitore, che insieme
al tamburello erano utilizzati anche per ballare
le tarantelle, il maranzano (scacciapensieri), la
cianciana con il suo suono immancabile.
I gioielli Triskeles sono totalmente made in Italy,
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Triskeles - maggio 2014
If only one could bring home from the sea the secret cooking
recipes, the flavours, the clear sky! However, on our return
from holiday in Sicily, we normally take a very different kind
of souvenir.
If you pop into a jewellery store in the historic shopping
street Via Atenea in the capital city of Agrigento, you will
be dazzled by the elegant interpretations of the Trinacria,
symbol of Sicily usually seen emblazoned on a vast variety of
souvenirs, from ashtrays to t-shirts.
“Sono una putiara!” says the shopkeeper, Marilisme Lattuca,
introducing herself in the local dialect. She is a designer who
has created a line of jewellery intended as souvenirs, but
which have become a manifestation of the spirit of Sicily.
Having always been passionate about the story of this land,
which has been dominated by 20 different regimes, she
has studied its history and tradition. Having worked in this
historic jewellery family for more than 30 years she realised
there was a gap in the market: amongst the plethora of
trashy souvenirs that could have been purchased anywhere
and which, sooner or later, end up swelling the dustbin
realizzati manualmente da maestri orafi con la tecnica della cera
persa, e prodotti in serie limitata in argento o oro 750/1000
bianco o rosa, arricchiti da diamanti, perle, pietre dure e coralli
del Mediterraneo. Ogni gioiello viene montato in negozio da
Marilisme e Roberta Lattuca (zia e nipote), e può essere
personalizzato completamente. Un souvenir di classe con
prezzi abbordabilissimi (prezzi a partire da € 22 per la linea in
argento, e da € 168 per la linea in oro con diamanti), dunque
economici ed esclusivi, in quanto è possibile acquistarli solo
nelle migliori gioiellerie dell’Isola. Un piccolo oggetto carico di
valore che racconta, attraverso la metafora di semplici oggetti,
il carattere di un popolo amato da tutto il mondo.
di Fatima Costa
Foto di Alberto Ferraro
there was no product that truly captured the excitement of the
Sicilian experience. What was needed was a representative
object that was durable and at the same time wearable. Hence
the idea of Triskeles, a line of jewellery that, through poetic
references and millenarian symbols, allows you to wear a little
bit of the essence of Sicily. Triskeles is the original name of the
Trinacria, an emblem found in many ancient cultures. The three
legs, bent at the knee, are a symbol of strength and vitality. It
also has a geometric connotation in the triangular shape that
is Sicily. Marilisme redesigns this magical emblem, charged
with meaning and history, and turns it into a jewel of dignified,
minimal lines.
Another range of Marilisme’s jewellery draws on some
significant Sicilian folk instruments: the bummulo, a terra cotta
pot used as a container, the maranzano (harp), the tambourine
and the cianciana (finger cymbals), all used to accompany the
dancing of the tarantella.
The jewellery triskeles are wholly made in Italy, hand-crafted
by master goldsmiths using the lost wax technique, and
produced in limited editions in silver or 18k white or pink gold,
embellished with diamonds and other precious stones, pearls
and Mediterranean corals. Each jewel is mounted in the shop
by Marilisme and Roberta Lattuca (aunt and niece), and can be
completely customized. These are souvenirs of distinction at an
affordable prices (prices starting at € 22 for the silver range,
and € 168 for the range with diamonds and exclusive, as it is
only possible to buy them at the best jewellers in the Island;
small objects of great value which, through the metaphor of
simplicity, speak of the character of a people loved by the
whole world.
by Fatima Costa
photos by Alberto Ferraro
Triskeles - maggio 2014
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AGRIGENTO
IL MITO GRECO NELLA VALLE
Valle dei Templi
AGRIGENTO
di Giuseppe Patti
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THE GREEK MYTH IN THE VALLEY
A meno di 40 km da Licata sorge la Valle dei Templi di
Agrigento, una delle più potenti colonie della Magna Grecia.
Less than 40 km from Licata is the Valle dei Templi in
Agrigento, one of the most powerful colonies of Magna Grecia.
Definita da Tindaro come la “Più bella città dei mortali”,
dal 1997 è stata dichiarata Patrimono dell’Umanità
dall’Unesco.
Defined by Tindaro as the “Most beautiful city of mortals”,
since 1997 has been declared a World Heritage Site by
Unesco.
Oggi è possibile visitare i Templi, che si ergono maestosi
su uno sperone di roccia tufacea. La Valle dei Templi è
raggiungibile in auto in circa 35 minuti da Licata, o con gli
autobus di linea della Sal, ogni giorno eccetto la domenica.
Una volta arrivati alla Valle è possibile parcheggiare l’auto
ad un costo di 3 euro per l’intera giornata. Le biglietterie si
trovano subito di fronte al parcheggio: il biglietto intero per
l’ingresso alla Valle dei Templi ha un costo di 11 euro, 6
euro per i minori di 25 anni, mentre l’ingresso è gratuito per
i minori di 18 anni. È possibile effettuare una visita del parco
con guida autorizzata multilingue, oppure acquistare in loco
un’applicazione audioguida disponibile per iPhone o Android al
costo di 3 euro, o noleggiare un audiotour al costo di 5 euro.
Il percorso ha inizio dalle biglietterie, salendo sulla collinetta
antistante dove si trova il Tempio di Giunone: risalente al 450
a.C. è periptero esastilo, con basamento a 4 gradini. Delle 34
colonne originali che delimitano il perimetro del tempio solo
25 si sono conservate erette, tra cui quelle del lato nord con
l’architrave. Percorrendo la strada lungo le antiche mura si
Today you can visit the temples, which rise majestically on
a spur of tufa rock. The Valle dei Templi can be reached
by car in about 35 minutes, or by bus, every day except
Sunday. Once you get to the Valley you can park your car in
the parking at a cost of 3 Euros for the whole day. The ticket
Agrigento - maggio 2014
Tempio della Concordia
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Shoot the QR code and see the video
offices are located immediately in front: the entire ticket for
the entrance to the Valle de Templi has a cost of 11 €, under
the age of 25 dishing out 6 euro while the admission is free
for children under 18 years. It is possible to visit the park
with licensed multilingual guide, or buy an application on-site
audio guide available for iPhone or Android at a cost of
€ 3, or rent an audio tour at a cost of € 5. Next to the ticket
are also a couple of street fair where you can buy a map
of Agrigento and the Valley of the Temples at 1 euro: at the
ticket maps and books cost a lot more. The route starts from
the ticket, going up on the hill in front of where the Temple
of Juno: dating back to 450 BC is periptero hexastyle, with
base in 4 steps. Of the 34 original columns that surround
the perimeter of the temple erected only 25 have survived,
including those of the north side with the lintel. Down the
road along the ancient walls you get to the wonderful Temple
of Concord, one of the most grandiose works of Greek (450
BC), both for its grand elegance for both the harmony of
its proportions. Continuing along the path, to the right is
arriva al meraviglioso Tempio della Concordia, una delle opere
più grandiose dell’architettura greca (450 a.C.) sia per la sua
eleganza solenne sia per l’armonia delle sue proporzioni.
Proseguendo lungo il percorso, a destra si trova la Necropoli
Peleocristiana mentre a sinistra la casa/museo di Alexander
Hardcastle e la tomba di Terone, fino ad arrivare ai piedi del
Tempio di Ercole, il più antico dei templi dorici di Agrigento
(fine IV secolo a.C.). Sorgeva su un basamento a tre gradini
ed era periptero esastilo con 38 colonne. Oggi dell’intero
tempio restano solamente 8 colonne di cui 4 con capitello.
Una curiosità: sono proprio le quattro colonne stilizzate nel
logo di Marina di Cala del Sole.
A questo punto si esce dal percorso pedonale, si attraversa
la strada e si accede nuovamente all’ultima parte del parco,
quindi non gettate il vostro ticket! Qui si trova il Tempio di
Giove Olimpico, una costruzione gigantesca (112x60x56,3
metri) costruita nel 480 a.C. in ricordo della vittoria contro
i Cartaginesi a Imera, della quale oggi restano soltanto le
fondamenta, e il Tempio dei dioscuri Castore e Polluce.
Nei mesi più caldi dell’anno si raccomanda di arrivare
abbastanza presto in modo da evitare le ore più calde o, per
i più romantici, visitare la Valle dei Templi al tramonto, uno
spettacolo indimenticabile.
Il museo archeologico espone ben 5688 reperti che, ordinati
secondo un criterio cronologico e topografico, illustrano la
storia del territorio agrigentino dalla preistoria fino alla fine
dell’età greco-romana. Nella maggiore delle 18 sale si osserva
l’affascinante figura del Telamone. Posta in posizione verticale
la scultura, alta 7,61 metri, è l’unica rimasta pressoché
completa delle 38 enormi figure di Atlanti del tempio di Giove.
the Necropolis Peleocristiana and left the house / museum
of Alexander Hardcastle and the tomb of Theron, until you
arrive at the foot of the Temple of Hercules, the oldest of the
Doric temples of Agrigento (late fourth century BC). It stood
on a base with three steps and was periptero hexastyle with
38 columns. Today, the entire temple are only 8 columns,
4 of which with capital. A curiosity: it is the four columns
depicted in the logo of Marina di Cala del Sole. At this point
you exit the pedestrian path, cross the road and you log back
on to the last part of the park, so do not throw your ticket!
Here is located the Temple of the Olympian Zeus, a gigantic
construction (112x60x56, 3 meters) built in 480 BC in
remembrance of the victory over the Carthaginians at Himera,
of which only the foundations remain today, and the Temple
of the Dioscuri Castor and Pollux. In the warmer months of
the year it is recommended to arrive early enough to avoid the
hottest hours or, for romantics, visit the Valley of the Temples
at sunset, an unforgettable sight.
The Archaeological museum exposes 5688 finds that, ranked
in chronological and topographical, illustrating the history of
the region from prehistoric times to the end of greek-roman.
In the largest of the 18 rooms we can observe the fascinating
figure of Telamon. Placed in an upright position, the sculpture,
7.61 meters high, is the only remaining almost complete of
the 38 huge Atlas figures of the Temple of Jupiter.
Agrigento - maggio 2014
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ALLA SCOPERTA DI FAVARA
un luogo che ti rende felice
Farm-Culturalpark FAVARA
DISCOVERING FAVARA
di Giorgia Turco
FAVARA - C’è un luogo in Sicilia dove l’arte contemporanea
non è un fine ma uno strumento di riqualificazione urbana
e sociale. Non lontano dagli aeroporti e dalle arterie stradali
dell’isola, Favara è oggi simbolo internazionale di un risveglio
culturale nato dalla forza, dalla passione di Andrea Bartoli
e Florinda Saieva e dalla sorprendente esperienza di Farm
Cultural Park.
La Farm - come dichiarano gli stessi promotori - è “un Centro
Culturale e Turistico Contemporaneo diffuso, insediato nella
parte più antica del centro storico di Favara, paese siciliano
a 6 km dalla Valle dei Templi di Agrigento. I Sette Cortili, una
sorta di Kasba Siciliana, già dal mese di giugno del 2010,
sono il cuore pulsante delle attività culturali di FKP”. Si tratta
di edifici abbandonati da vent’anni, acquistati e restituiti alla
città sottoforma di spazi per mostre temporanee, installazioni
permanenti, residenze per artisti, workshop, presentazioni
di libri, concorsi di Architettura, capaci di coinvolgere non
solo gli addetti ai lavori ma, soprattutto, la gente comune e i
numerosi turisti giunti per conoscere questa realtà esplosiva.
Cresciuto velocemente, tanto da guadagnare nel 2011 il
Premio Cultura di Gestione di Federculture e nel 2012 l’invito
alla XXIII Biennale di Architettura di Venezia, il progetto di
Andrea e Florinda si esplica in una programmazione intensa,
legata alla sperimentazione, al contemporaneo e alla ospitalità,
in un cocktail molto vicino all’esempio americano e nuovo
a place that makes you happy
There is a place in Sicily where contemporary art is not an
end but a means of urban regeneration and social inclusion.
Not far from airports and roads of the island, Favara is now an
international symbol of a cultural revival born of the strength
and passion of Andrea Bartoli and Florinda Saieva and the
amazing experience of Farm Cultural Park.
The Farm - how to claim the promoters themselves - is
“a cultural center and tourist Contemporary widespread,
established in the oldest part of the old town of Favara,
Sicilian village 6 km from the Valley of Temples in Agrigento.
The Seven Courtyards, a sort of Kasba Sicily, from the month
of June 2010, are the heart of the cultural activities of FKP”.
These buildings are abandoned for twenty years, purchased
and returned to the city in the form of spaces for temporary
exhibitions, permanent installations, residencies for artists,
workshops, book presentations, contests Architecture, able
to involve not only the experts but, more importantly, the
common people and the many tourists who came to know
this really explosive.
Growing up fast so much to gain in 2011, the Culture Prize
of Management Federculture and in 2012 the invitation to the
XXIII Biennale of Architecture in Venice, the project of Andrea
and Florinda is expressed in a programming intensive, linked
to experimentation, to contemporary and hospitality, in a
cocktail very near the American example and again to Sicily.
Alla scoperta di Favara - maggio 2014
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per la Sicilia. Farm Cultural Park vuole proporre, infatti, un
nuovo modello di recupero urbano e, soprattutto, di economia
creativa in grado di favorire la crescita di un luogo comune oscurato dalla accentratrice Agrigento - per farne un centro
di fermento artistico capace di attrarre, ad ogni evento, più di
tremila visitatori tra turisti stranieri e siciliani provenienti da
ogni parte dell’isola.
I Sette Cortili sono oggi, secondo uno dei principali blog
magazine di viaggi della Gran Bretagna, al sesto posto tra
i parchi più belli del mondo dopo Firenze, Parigi, Bilbao, le
isole greche e New York a cui si è aggiunto, da pochi mesi,
il Castello Chiaramonte di Favara recuperato attraverso un
progetto eco-sostenibile - presentato proprio da Andrea Bartoli
- e divenuto un laboratorio culturale, un centro propulsivo di
arte ed eventi nonché un orto cittadino. Sulla scia di metropoli
come New York - in cui il verde e le coltivazioni vengono
innestati in contesti architettonici impensabili come i tetti dei
grattacieli - la nuova scommessa del mecenate è stata quella
di fare della copertura del maniero trecentesco uno spazio
green in cui riunire produttori e consumatori per creare un
Gruppo di Acquisto Solidale, una rete virtuosa in grado di
valorizzare un altro settore, quello agricolo, da sempre traino
economico della Sicilia.
È l’arte contemporanea, pertanto, ad assemblare e valorizzare
le risorse di un territorio - sempre più laboratorio - che vuole
trovare riscatto dal degrado e dal silenzio attraverso una voce
inaspettata, diversa, nuova, capace di veicolare l’eterogenea e
millenaria ricchezza dell’isola siciliana.
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Alla scoperta di Favara - maggio 2014
Farm Cultural Park wants to propose, in fact, a new model of
urban renewal and, above all, creative economy can promote
the growth of a cliché - obscured by centralizing Agrigento to make it a center of artistic ferment able to attract, for each
event, more than three thousand visitors, including foreign
tourists and Sicilians from all over the island.
The Seven Courtyards are today, according to a leading
travel magazine blog of Great Britain, in sixth place among
the most beautiful parks in the world after Florence, Paris,
Bilbao, the Greek Islands and New York to which is added,
a few months, the Castle of Chiaramonte Favara recovered
through an eco-sustainable project - presented by Andrea
Bartoli own - and became a cultural workshop, a driving force
of art and events as well as a garden city. In the wake of a
metropolis like New York - where the green and the crops are
plugged in architectural contexts unthinkable as the roofs of
skyscrapers - the new patron ‘s bet was to make the cover of
the fourteenth-century manor green space in which to bring
together producers and consumers to create a Purchase
Solidarity Group, a virtuous network capable of enhancing
another area, agriculture has always been towing economic
Sicily. And contemporary art, therefore, to assemble and
exploit the resources of a territory - increasingly lab - who
wants to find redemption from decay and silence through a
voice unexpected, different, new, able to convey the diverse
and rich millenary the island of Sicily.
CALTAGIRONE
città della ceramica
Scalinata Caltagirone
CALTAGIRONE,
city of ceramic
Riconosciuta dall’Unesco quale patrimonio dell’umanità per
le sue bellezze architettoniche tardo-barocche, Caltagirone
è una vera e propria perla che custodisce numerosi capolavori
in maiolica grazie ai quali si è conquistata l’appellativo di
Città della ceramica. Generazioni di artigiani e artisti hanno
interpretato in modo originale la capacità della ceramica di
creare forme e colori, strumento duttile per dare corpo alla
fantasia creativa. Nelle loro cento e più botteghe l’argilla viene
plasmata anche per la creazione di eleganti sculture che
rappresentano personaggi e scene della vita quotidiana.
Gioiello di Caltagirone è la maestosa Scala di Santa Maria del
Monte. Nata per colmare un dislivello di circa 50 metri che
separava la parte vecchia dalla parte nuova, con i suoi 142
gradini, la Scala è oggi un monumento e al tempo stesso una
struttura architettonica che unisce la sede del potere religioso,
quale era la Chiesa Matrice e la sede del potere civile quale
era il Palazzo senatorio. Mattonelle in maiolica policroma,
raffiguranti vari motivi ceramici in uso in Sicilia dall’età araba
all’800, rivestono ogni alzata della scala. Alla fine del mese di
Recognized by UNESCO as a World Heritage Site for its
architectural beauty of late-baroque period, Caltagirone
is a true gem that preserves numerous tiled masterpieces
thanks to which it has earned the nickname City of Ceramics.
Generations of craftsmen and artists have interpreted the
original capacity of ceramics to create shapes and colors,
flexible instruments to give shape to the creative imagination.
In more than one hundred workshops, the clay is shaped,
creating elegant sculptures that represent characters and
scenes of everyday life.
Caltagirone’s jewel is the majestic Scala di Santa Maria del
Monte. This staircase was created to bridge a drop of about
Caltagirone - maggio 2014
29
maggio la scala si trasforma in “Scala Infiorata”, i suoi gradini
addobbati con migliaia di piante e fiori dalle diverse sfumature
di colore, che formano un unico, grandioso disegno.
Uno spettacolo unico nel suo genere insieme alla famosa
Scala Illuminata di luglio e agosto. Che spettacolo!
di Maria Sitibondo
50 meters that separated the old town from the new. With
its 142 steps, the staircase is now a monument and at the
same time an architectural structure that connects the seat of
religious power which was the Mother Church, and the seat
of civil power which was the senatorial Palace. Polychrome
majolica tiles depicting various ceramic designs in use in
Arabic Sicily since the 9th Century, decorate each rise of
the stairs. At the end of May, the Scala becomes “La Scala
Infiorata”, its steps decorated with thousands of plants and
flowers with different shades of color, which form a single,
grand design. This show, unique of its kind, along the famous
Scala lightens up July and in August. What a sight!
by Maria Sitibondo
30
Caltagirone - maggio 2014
PIAZZA ARMERINA,
città dei mosaici e del Palio dei Normanni
Piazza Armerina,
La Villa Romana del Casale
city of mosaics and of the Norman Palio
I monumenti, le chiese, gli antichi palazzi, il barocco siciliano
che li adorna rendono Piazza Armerina una splendida città
d’Arte. Passeggiando per le vie del centro storico, si ha
la sensazione di riviverne gli antichi splendori. Tra i siti
archeologici di maggior interesse, la Villa Romana del
Casale, patrimonio dell’UNESCO che risale alla fine del III
secolo d.c. Magnificamente ornata da stupendi mosaici, fu
scoperta alla fine del 1800 per poi essere completamente
portata alla luce nella metà del ‘900. Il suo immenso valore
di documento di storia dell’arte è dovuto principalmente
agli oltre 40 pavimenti a mosaico policromo, disposti su
una superficie di oltre 3.500 mq, che rappresentano un
complesso ineguagliabile quale non si trova in nessun
altro centro archeologico del mondo romano per numero e
grandezza di pavimenti, per importanza di rappresentazioni,
per elevatezza di valore artistico. Molto probabilmente si
tratta di una lussuosa residenza privata appartenente ad una
potente famiglia romana. Si estende per circa 3.500 mq, unica
nel suo genere soprattutto per la tipologia del mosaico i cui
tasselli sono di dimensioni ridottissime. L’effetto ottenuto è
sicuramente spettacolare, le immagini sono particolarmente
dettagliate e ricche di colori e sfumature.
L’evento più importante è il Palio dei Normanni.
Manifestazione unica in tutta l’Italia Meridionale, è una
rappresentazione che rievoca fatti e avvenimenti storici,
accaduti mille anni fa. È storia in quanto i personaggi
Monuments, churches, ancient buildings and the Sicilian
baroque that adorns them make Piazza Armerina a splendid
city of art. Walking through the streets of the historic center,
you have the feeling of reliving the ancient splendor. Among
the archaeological sites of interest is the Villa Romana
del Casale, a UNESCO World Heritage site that dates back
to the late third century A.D. magnificently decorated with
beautiful mosaics, it was discovered in the late 1800s before
being fully brought to light in the mid twentieth century.
Its immense value to documentation of the history of art is
mainly due to the more than 40 polychrome mosaic floors.
These are arranged over an area of over 3,500 square
meters, the number and size of floors unprecedented in any
other archaeological site of the Roman world and are most
important for their high artistic value. It is most likely that
the complex was a luxurious private residence belonging to
a powerful Roman family. It is unique of its kind especially
for the tesserae, the individual pieces of the mosaic, which
are very small indintricate. The effect achieved is certainly
spectacular, the pictures are very detailed and rich in colors
and shades.
The most important event in the region is the Norman Palio;
a unique spectacle in southern Italy, the festival recreates
historical events of a thousand years ago. While the Palio is
historical, because the characters represented are people
who really existed, there is no direct evidence that Piazza
Piazza Armerina - maggio 2014
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rappresentati sono realmente esistiti, è leggenda poiché non
esistono fonti certe che Piazza Armerina fu teatro di quanto
oggi viene rappresentato.
Il Conte Ruggero, ultimo figlio del Re Normanno Tancredi,
venne in Italia intorno agli inizi dell’anno Mille per dare man
forte al fratello Roberto, detto il Guiscardo, impegnato nella
conquista della Calabria e della Sicilia, allora dominate dai
Bizantini e dai Saraceni. Questa azione fu appoggiata dalla
Chiesa di Roma, tant’è che il Pontefice, durante il Concilio
di Melfi, si impegnò a concedere l’Isola ai Normanni, se essi
l’avessero conquistata e liberata dalla dominazione saracena.
In cambio, pare che Nicolò II, questo il nome del Papa,
offrisse a Ruggero un vessillo raffigurante una Madonna col
bambino e che questi, in segno di devozione e riconoscenza
nei confronti del popolo piazzese, lo desse in dono alla città di
Piazza Armerina, affinché fosse venerato nell’altare maggiore
della Cattedrale.
I fatti storici sono noti, meno noto è, invece, che negli anni
immediatamente successivi la seconda guerra mondiale,
prese corpo l’idea di istituire a Piazza qualcosa che attirasse
l’attenzione del turista. Due Piazzesi illustri del tempo,
Angelo Urzì e Vito Romano, collaborati da alcuni volenterosi,
decisero di realizzare quel vecchio sogno: istituire, cioè,
una manifestazione, unica nel suo genere, che rievocasse
simbolicamente la liberazione, da parte delle truppe del Conte
Ruggero d’Altavilla, della Sicilia, e di Piazza in particolare, dai
Saraceni. Così fu. La prima edizione, nel 1952, ebbe un buon
successo, tanto che si decise subito di ripeterla negli anni a
venire. La manifestazione si svolge ogni anno nei giorni 12, 13
e 14 agosto.
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Piazza Armerina - maggio 2014
Armerina was the scene of the events that are recreated.
Count Roger, the youngest son of the Norman King Tancredi,
arrived in Italy at the beginning of the millennium in support
of his brother Robert, called the Guiscardo, who was engaged
in the conquest of Calabria and Sicily, then ruled by the
Byzantines and the Saracens. This conquest was supported
by the Church of Rome; indeed Pope Nicholas II, during the
Council of Melfi, agreed to grant the Island to the Normans
if they succeeded in conquering it and liberating it from
Saracen rule. When the conquest was complete the Pope
offered Roger a standard portraying Our Lady with Child;
Roger donated the standard to the town of Piazza Armerina as
a sign of devotion and thanks to the townspeople, so that it
could be venerated on the main altar of the Cathedral. This is
the inspiration for the Palio.
In the years following the Second World War ideas were put
forward for creating events that would make Piazza a tourist
attraction. Two illustrious citizens of the town, Angelo Urzì and
Vito Romano, with the help of willing volunteers, decided to
realise a long-standing dream of theirs: to create an event,
unique in its kind, symbolically evoking the liberation of Sicily,
and in particular of Piazza, from the Saracens by the troops
of Count Roger of Altavilia. Their dream was fulfilled. The first
festival was held in 1952 and was such a great success that it
was decided to repeat it in following years. It still takes place
today, every year from 12th to 14th August.
Palio dei Normanni
Teatro Morgantina
Aidone, il balcone di Sicilia, sorge sui Monti Erei e dalla sua
elevata posizione, a mt. 890 s.l.m. domina una vastissima
area che spazia dall’Etna fino al Mar Ionio e alle vette dei
Nebrodi. Il suo è un territorio dove la natura sembra essersi
sbizzarrita a diffondere le sue varietà: boschi rigogliosi, colline
verdissime, valli dorate, pianure fertili, corsi d’acqua danno
al paesaggio colori e odori impareggiabili e ancora, masserie
ben conservate e due gioielli medievali: su un poggio sopra un
torrente, l’elegante Chiesetta di S. Marco; e su una gigantesca
roccia, l’inaccessibile Castello Gresti. Offre al visitatore scorci
di suggestiva bellezza e momenti di misterioso fascino, tipici
di un piccolo centro urbano che mantiene viva la memoria
di una forte tradizione culturale. Il Complesso Archeologico
di Morgantina, importante insediamento siculo ellenizzato e
il relativo Museo Archeologico, fanno di Aidone una meta di
viaggio ricercata e apprezzata.
Aidone e la Venere
di Morgantina
Aidone and the Venus of
Morgantina
Aidone, the balcony of Sicily, is situated on Erei and from
its lofty position at 890m above sea level dominates a vast
area that stretches from Etna and the Ionian Sea to the peaks
of the Nebrodis. This is a land where nature seems to have
indulged in spreading its varieties: lush forests, green hills,
golden valleys, fertile plains and waterways mark a landscape
with unmatched colors and smells. The area boasts two
well-preserved medieval jewels: on a hill above a creek,
the elegant church of St. Mark, and on a giant rock, the
inaccessible castle Gresti. These offer the visitor glimpses
of striking beauty and mysterious charm, typical of a small
urban center that keeps alive a strong cultural tradition.
The Archaeological Complex of Morgantina, an important
Aidone e la Venere di Morgantina - maggio 2014
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All’interno del Museo Archeologico, ma fino a poco tempo
fa al Paul Getty Museum di Malibù in California, si trova la
“Venere di Morgantina”, una statua proveniente dall’omonimo
sito archeologico, scolpita tra il 425 a.C. e il 400 a.C. La
statua giunse, agli inizi degli anni ’80, senza nessun ostacolo
in Svizzera e venne venduta dal ricettatore Renzo Canavesi a
Robin Symes - grande acquirente internazionale per conto di
importanti musei - che dalla sua sede londinese avviò segrete
trattative con il J. P. Getty Museum a cui nel 1986 la statua di
Morgantina, definita “probably Afrodite”, fu rivenduta.
Lungamente contesa, ampiamente ammirata al J. P. Getty
Museum, la statua ha segnato, con la sua bellezza rapita
al territorio di appartenenza, una tappa fondamentale nella
storia delle restituzioni di opere d’arte. La Convenzione
siglata a Roma il 25 settembre 2007 tra il Ministero dei
Beni Culturali, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e
il J. P. Getty Museum ha concluso una lunga e complessa
vicenda giudiziaria e diplomatica, in cui è da sottolineare la
partecipazione attiva e appassionata della comunità aidonese
alla rivendicazione della statua e l’affermarsi del principio,
ormai ampiamente condiviso, a livello internazionale, della
contestualizzazione del reperto archeologico nel territorio di
provenienza.
Il fascino della statua, alta ben m 2,20, collocata in una
delle sale centrali del pian terreno del Museo Archeologico
Regionale di Aidone insieme agli Acroliti delle Dee Demetra e
Kore, impregna la sala e il museo tutto. I pezzi esposti nella
stessa sala impallidiscono di fronte alla sua imponenza e alla
sua impareggiabile bellezza. Imperdibile!
settlement of Hellenized Sicily, and its Archaeological
Museum, make Aidone a much sought after and appreciated
travel destination.
Inside the Archaeological Museum, though until recently
held in the Paul Getty Museum in Malibù, California, is the
“Venus of Morgantina”, a statue from the homonymous
archaeological site, carved between 425 BC and 400 BC. The
statue came onto the market in the early 80s. Robin Symes a great buyer on behalf of major international museums - with
headquarters in London began secret negotiations with the
JP Getty Museum in 1986 in which the statue of Morgantina,
described as “probably Aphrodite” was sold.
Long admired on display in the JP Getty Museum, the statue
figured in the ongoing argument for the restoration of major
works of art to their geographic origin. A Convention was
signed in Rome on September 25, 2007 between the Ministry
of Cultural Heritage, the Regional Ministry of Culture and the
J. Paul Getty Museum which concluded a long and complex
legal and diplomatic dispute. This Conventioned recognized
the claims of the Italian government on the statue and
affirmed of the principle, widely shared at the international
level, of the contextualization of archaeological finds in the
territory of origin.
The charm of the tall statue, over 2 m tall, placed in one
of the central rooms of the ground floor of the Regional
Archaeological Museum of Aidone alongside statues of the
Acroliths Goddesses Demeter and Kore, permeates the room
and the whole museum. The pieces on display in the same
room pale in comparison to its grandeur and its incomparable
beauty. Unmissable!
di Maria Sitibondo
by Maria Sitibondo
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Aidone e la Venere di Morgantina - maggio 2014
EASY LIVING
fuga dalla città
Cianciana (AG)
EASY LIVING
escape from the city
di Salvatore Geraci
“Conosci la terra dove fioriscono i limoni?” scriveva Wolfgang
Goethe, il poeta innamorato dell’Italia, ammaliato e sedotto
dalla bellezza del paesaggio locale. E come lui, e prima di lui,
il fascino del bel paese alberga da sempre nei sogni di popoli
più o meno lontani, attraendo visitatori e turisti e, sempre più
spesso, nuovi innamorati cittadini residenti per medi o lunghi
periodi. E non soltanto le stelle di Holliwood, come George
Clooney, Brad Pitt e Matt Damon che hanno scelto il Lago
Maggiore, o Sting e molti altri ricchi nord-europei che hanno
acquistato casali e vigneti nel Chianti. Sono sempre di più le
persone comuni, provenienti da Inghilterra, Francia, Germania,
nordeuropa o dagli Stati Uniti, che decidono di fuggire dalle
metropoli, dai ritmi incalzanti, dalla corsa al successo e al
benessere, per fermarsi dove il tempo si è fermato, in quei
borghi d’Italia dove trovare una vita minuta ma significativa.
L’incanto dell’abitare insieme, una dimensione antica e difficile
da trovare, e che invece accomuna molte città italiane: la
piazza, la chiesa, le botteghe, gli artigiani e, non trascurabile
nei tempi che corrono, il basso costo della vita. “L’Italia è
il solo paese dove si gusta ancora la gioia di vivere. Ci fa
credere nella gioia di vivere, anche quando essa stessa non
ci crede” diceva Roger Peyrefitte. Quella italiana è la storia
di uno stivale ricco di bellezze di ogni genere: c’è chi lo ama
per la sua natura, chi per la cucina e, ovviamente per la sua
cultura e per la storia ma non è da sottovalutare quel suo
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Easy Living - maggio 2014
“Do you know the land where the lemon trees bloom?”
wrote Wolfgang Goethe, the poet in love with Italy, charmed
and seduced by the beauty of the local landscape. And like
him, and before him, the charm of the beautiful country
dwells always in the dreams of people more or less distant,
attracting visitors and tourists and, increasingly, new
residents love to medium or long periods. And not only the
stars of Hollywood, George Clooney, Brad Pitt and Matt
Damon who chose Lake Maggiore, or Sting and many other
rich northern Europeans who bought houses and vineyards
in Chianti. More and more ordinary people, from England,
France, Germany, northern Europe or the United States, who
decide to escape from the metropolis, the fast-paced, by
the race for success and well-being, to stop where time has
stopped, in those villages in Italiadove find a life petite but
significant. The enchantment of living together, a dimension
ancient and hard to find, but which is common in many Italian
cities: the square, the church, the shops, the artigianie not
negligible in times like these, the low cost of living. “Italy is
the only country where it still tasted the joy of living. It makes
us feel the joy of living, even when she herself does not
believe it”, said Roger Peyrefittee. The Italian is the story of
a boot full of beauty of every kind: there are those who love
him for his kind, who for the kitchen and, of course, for its
culture and history but should not be underestimated that
side of her more frivolous and carefree that draws a smile to
tourists even more serious. CENSIS (study center for social
investment) photographed this phenomenon in a study that
confirms this: “the charm of Italian villages attracts more
and more foreigners, now not only for holidays midseason,
Scrittore - Andrea Camilleri
lato più frivolo e spensierato che strappa un sorriso anche ai
turisti più seriosi. Il Censis (Centro studi investimenti sociali)
ha fotografato questo fenomeno in uno studio che conferma:
“il fascino dei borghi italiani attira sempre più stranieri,
ormai non soltanto per vacanze di mezza stagione, ma per
cercare e acquistare case dove trascorrere lunghi periodi. La
maggior parte di loro acquista in paesi e piccole città, dove
la vita scorre tranquillamente e ordinatamente. Quell’ordine
che permette una bella vita in comune e che discende
dall’organizzazione urbanistica data dai Romani.
C’è una specie di osmosi tra questi stranieri e la vecchia
but to try and buy houses to spend long periods, the most
of them are buying in towns and small cities, where life
flows easily and neatly. That order which allows a beautiful
life together and that comes down from the organization
planning date by the Romans. There is a kind of osmosis
between these aliens and the old Italian culture, Italian
very often that we ourselves do not know. “Perhaps this is
why the novels of the writer Agrigentino Andrea Camilleri,
translated into thirty languages, fascinate readers all over
the world, but also Italian, for the simple life, full of small
pleasures and human relations, which forms a backdrop
to the investigation of inspector Montalbano. Camilleri,
born and raised in Porto Empedocles did not have to make
excessive use of the imagination to describe the daily life of
his Montalbano, in that Vigata (fancy name clearly inspired by
the nearby Licata), where the relationship with the sea, fresh
fish and good food, landscapes silent and motionless, hold
the genial commissioner from succumbing to the lure of his
eternal girlfriend Nordic, or the increased possibility to make
a career, moving to the north, giving up his Sicily. And the
reader dreams of falling asleep with the noise of the waves,
or waking up with a swim in the sea, walking through the
streets of the village, sitting at his usual table in the pub with
no need to order, the landlord knows you well and you will
only the freshest fish from the fishermen arrived a few hours
before. Then it becomes easy to understand phenomena,
otherwise incredible, like that of Cianciana, tiny inland town
of Agrigento, unknown to most of the Sicilians, but for some
years literally adopted by a community and not just English.
It all started by accident, when the journalist and writer
David Justicevenne invited 15 years ago in Sicily for the
presentation of his new book, and fate would have it, the
Costa di Licata (AG)
Easy Living - maggio 2014
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cultura italiana, che noi stessi italiani molto spesso non
conosciamo”. Sarà per questo che i romanzi dello scrittore
agrigentino Andrea Camilleri, tradotti in trenta lingue,
affascinano lettori di tutto il mondo, ma anche e soprattutto
italiani, per quella vita semplice, pregna di rapporti umani
e piccoli piaceri, che fa da contorno alle indagini del
commissario Montalbano. Camilleri, nato e cresciuto a
Porto Empedocle, non ha dovuto fare eccessivo ricorso alla
fantasia per descrivere la vita quotidiana del suo Montalbano,
in quella Vigata (nome di fantasia chiaramente ispirato alla
vicina Licata) dove il rapporto col mare, il pesce fresco e
il buon cibo, i paesaggi silenziosi e immobili, trattengono il
geniale commissario dal cedere alle lusinghe della sua eterna
fidanzata nordica, o alle maggiori possibilità di fare carriera,
trasferendosi al Nord, rinunciando alla sua Sicilia. E il lettore
sogna quell’addormentarsi col rumore delle onde, o svegliarsi
con una nuotata in mare, camminare a piedi per le vie del
borgo, sedersi al solito tavolo in osteria senza bisogno di
ordinare, l’oste ti conosce bene e ti servirà solo il pesce più
fresco arrivato poche ore prima dai pescatori locali. E allora
diventa facile comprendere fenomeni, altrimenti incredibili,
come quello di Cianciana, minuscolo paese dell’entroterra
agrigentino, sconosciuto alla gran parte degli stessi siciliani,
ma da alcuni anni letteralmente adottato da una comunità di
inglesi e non soltanto.
Tutto è iniziato per caso, quando il giornalista e scrittore David
Justice venne invitato 15 anni fa in Sicilia per la presentazione
del suo nuovo libro, e il destino volle che l’uomo visitasse
l’entroterra della provincia di Agrigento. Amore a prima vista
per David, che scelse di cambiare vita e lavoro trasferendosi
per sempre a Cianciana. Con il passaparola, David coinvolse
altri suoi connazionali che acquistarono casa a Cianciana,
restaurando vecchi ruderi messi in vendita e case disabitate.
Gli stranieri non sono arrivati solo dall’Inghilterra, come in un
primo momento, ma anche da altri Paesi del Nord Europa,
attratti dalla campagna, dalla tranquillità di questi luoghi,
dall’accoglienza e dal calore umano della gente e dalla bontà
dei prodotti locali, dal fatto che ci si trova a un tiro di schioppo
da altri luoghi molto belli. “Il paese è tranquillo e accogliente
e non è toccato dal turismo di massa. Inoltre, i paesaggi sono
incantevoli, il clima è tiepido d’inverno e il caldo è sopportabile
d’estate”. Con queste parole un’abitante inglese di Cianciana
ci racconta il suo amore per la sua nuova ‘Patria’. “Vivo qui
ormai da otto anni e mi sento al sicuro, protetta. Il pensiero
di subire furti o di essere aggredita non mi sfiora neanche
la mente”. E allora è questo il senso di questo viaggio nei
borghi d’Italia, nei luoghi dove ritrovare l’essenza delle cose
e riscoprire sé stessi. E la Sicilia è l’espressione massima
di questa ricerca, nei suoi territori ancora inesplorati e veri,
quella costa del Sud arricchita dai greci e amata da poeti e
scrittori: L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna
nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa (Wolfgang Goethe).
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Easy Living - maggio 2014
man would visit the hinterland of the province of Agrigento.
Love at first sight for David, who chose to change his life
and work forever moving in Cianciana. With word of mouth,
David involved his fellow countrymen, who bought the house
in Cianciana, restoring old ruins and houses put up for sale
disabitate. The aliens have not arrived England only, as at first,
but also from other countries in Northern Europe, attracted
by the countryside, the tranquility of these places, reception
and the warmth of the people and by the quality of local
products, from the fact that there is located at a stone’s throw
away from other very beautiful places. “The country is quiet
and cozy and is untouched by mass tourism. In addition, the
scenery is beautiful, the weather is warm in winter and in
summer the heat is bearable. “With these words, a resident
of British Cianciana tells us about his love for his new
‘homeland‘. “I’ve lived here for eight years now and I feel
safe and protected. The thought of being subjected to theft
or being attacked I do not even touching the mind. “So this
is the meaning of this trip in the villages of Italy, in the places
where you can find the essence of things and rediscover
themselves. And Sicily is the ultimate expression of this
research, its territories and unexplored true, the coast of
South enriched by the Greeks and loved by poets and writers:
Italy without Sicily leaves no image in the spirit. Here is the
key to everything (Wolfgang Goethe).
Serie Televisiva - Commissario Montalbano, RAI 1
Borgo Federico II di Svevia
Federico II di Svevia Village
È mattino presto, il sole sorge lentamente dal golfo di Gela
e tinge il mare d’argento, le onde si infrangono placide sulla
battigia della spiaggia privata, cariche di luce. Il rumore dolce
e ritmato che emettono è la sveglia più gradevole che si
possa desiderare, unito al tintinnio delle drizze che sbattono
in lontananza sugli alberi delle barche a vela, mosse da
una leggera brezza mattutina. Il giardino o la loggia privata
della dimora è il luogo dove godersi il primo caffè, nel borgo
Federico II che riacquista i colori del giorno, contornati dalle
bianche stradine lastricate di pietra. Pian piano la vita intorno
al borgo riprende il suo ritmo e i suoi rumori: le campane della
chiesa di Sant’Angelo, gli appassionati di jogging che corrono
per i viali del porto, le prime barche che lasciano gli ormeggi,
soprattutto amanti di pesca o di immersioni. Tutto sembra il
racconto di una vita lontana, della Sicilia di Leonardo Sciascia
o del commissario Montalbano di Camilleri. Eppure avviene
oggi e avverrà domani, in quel Borgo Federico II di Svevia
che, all’interno di Marina di Cala del Sole, è stato concepito
come rifugio dalla vita frenetica moderna, un luogo senza
tempo dove il lusso è fatto di semplicità. L’architetto milanese
Amedeo Strada, autore del progetto, ha infatti coniugato
l’esperienza maturata in campo internazionale e in Costa
Smeralda, con il fascino del Barocco siciliano, ricreando il
It is early morning, the sun rises slowly from the Gulf of Gela
and dyes the sea with a silver colour, the waves crashing
on the shore of the tranquil private beach, full of light. Their
gentle and rhythmic sound is the most pleasant alarm you
could wish for, combined with the clinking of halyards
flapping in the distance on sailboat’s masts, moved by a light
morning breeze. The garden of the lodge’s private residence
is the place where you can enjoy the first coffee, in the village
‘Federico II’, which regains the colours of the day, surrounded
by the white streets paved with stone. Slowly the life around
the village resumes its rhythm and its sounds: the bells of the
church of Sant’Angelo, joggers running around the streets
of the port, the first boats leaving their moorings, especially
those off fishing or diving. Everything seems like life out of
a novel, ‘Sicily’ by Leonardo Sciascia and ‘Commissario
Montalbano’ by Camilleri. It happens today and will happen
tomorrow, in the Borgo Federico II di Svevia, in Marina di Cala
del Sole; conceived as a refuge from the busy and modern
life, a timeless place where luxury is simplicity. The architect
Amedeo Strada from Milan, designer of the project, has
combined the experience acquired in the international field
and in Costa Smeralda with the allure of Sicilian Baroque,
recreating the flavour of the old quarter of the city’s marina.
Borgo Federico II - maggio 2014
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sapore dell’antico quartiere della marina della città. “Il concetto
di borgo - ci spiega l’architetto Strada - rappresenta la nuova
frontiera dell’architettura turistica moderna, poiché risponde
all’esigenza sempre più diffusa di trovare rifugio dai ritmi
delle metropoli europee, dalla vita sempre più frenetica che
rischia di farci dimenticare i piccoli piaceri che risiedono nella
quiete e nella semplicità. La disposizione plano-altimetrica
delle dimore - prosegue l’arch. Strada - composte da eleganti
costruzioni dai dettagli ricercati e di pregio, crea una serie di
stradine lastricate in pietra, percorribili esclusivamente a piedi
o con veicoli elettrici, che sfociano nelle piazze, nei giardini,
nella spiaggia privata con piscina ad acqua salata”. Non più
quindi la classica edilizia turistica di massa, fatta di villette a
schiera impersonali e tutte uguali, ma un vero borgo siciliano
che riprende le caratteristiche dell’architettura spontanea dei
nostri paesi più antichi. I Borghi di Marina di Cala del Sole
rappresentano un refugium ideale per coloro che ricercano
la qualità della vita di un tempo nel clima mite della Sicilia
più vera, a due passi dal proprio posto barca e nel contesto
elegante di un moderno porto turistico.
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Borgo Federico II - maggio 2014
As the architect explains, “The concept of the village (borgo)
represents the new frontier of modern touristic architecture
because it responds to a growing need to find refuge from
the rhythms of European cities, from the increasingly hectic
life that threatens to make us forget the small pleasures
that reside in simplicity. The arrangement of plano-altimetric
villas composed of refined details and elegant buildings of
merit, creates a series of narrow streets paved with stone,
passable only on foot or with electric vehicles, which result in
the squares, gardens, private beach with saltwater swimming
pool”. No more the typical mass tourism construction
comprising identical, impersonal terraced houses, but a
Sicilian village, which incorporates the characteristics of the
spontaneous architecture of our oldest countries. The Village
in Marina di Cala del Sole represents an ideal shelter for
those who seek quality of ancient life in the mild climate of
Sicily, a few steps from their mooring in the elegant context
of a modern marina.
SICILIA IN BUCA
la nuova meta del golf europeo
Verdura Golf Resort
SICILY IN THE HOLE
the new european golf destination
La Sicilia si apre al turismo internazionale del golf con
un’offerta di altissimo livello tecnico e paesaggistico, per
competere con paesi come Spagna, Tunisia, Marocco e
Portogallo che da anni vivono di golf, soprattutto durante i
mesi invernali. Sono nove i campi oggi in esercizio, gestiti
dalle catene alberghiere più importanti del mondo, che
attraggono turisti dal nord Europa, dalla Russia e dagli Usa.
Tra i più prestigiosi il Verdura Golf Resort, che fa capo al
gruppo inglese di Sir Rocco Forte, alle porte di Sciacca; con
un albergo a cinque stelle (202 camere) e le sue 45 buche,
è quello più gettonato dalla clientela internazionale e non solo
per il golf (molte famiglie lo scelgono anche per il mare e la
gastronomia). Per numero di buche (2 campi da 18) è seguito
dal Donnafugata Golf Resort & Spa di Ragusa, gestito dalla
NH Hotels, una delle più grandi catene alberghiere del mondo,
che in Sicilia è presente con alberghi a Palermo, Catania e
Caltagirone. Questi due gruppi alberghieri internazionali hanno
dato un notevole impulso a uno sport che in Sicilia vede
impegnati non più di seicento golfisti, e che fino a qualche
anno fa potevano contare solo sul Golf Il Picciolo alle falde
dell’Etna (Castiglione di Sicilia), il più antico, e sul Golf Villa
Airoldi, nove buche nel cuore di Palermo. Da quasi un anno è
aperto i Monasteri Golf resort, a Siracusa, con un campo a 18
buche affiancato da un albergo a 4 stelle.
È prevista a breve l’inaugurazione di due nuovi campi da golf
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Sicilia in Buca - maggio 2014
Sicily is opened to international tourism of golf with a
range of very high technical level and landscaped, to compete
with countries such as Spain, Tunisia, Morocco and Portugal,
which for years have lived golf, especially during the winter
months. There are nine fields in operation today, managed
by the major hotel chains in the world, which attract tourists
from northern Europe, Russia and the United States. Among
the most prestigious Verdura Golf Resort, which is owned
by British Sir Rocco Forte, near Sciaccca, with a five-star
hotel ( 202 rooms) and its 45 - hole course, is that most
Donnafugata Golf Resort & Spa
di 18 buche e di due alberghi a cinque stelle a Carlentini, a
10 km dall’aeroporto di Catania, a 150 metri dal mare, e a
Taormina, vicino le gole dell’Alcantara, a pochi km dal mare.
Il primo, campo già attivo e albergo prossimo all’apertura, si
chiama Le Saie ed è disegnato dall’architetto Franco Piras,
firma di percorsi importanti come Is Molas; il secondo è
l’Alcantara Golf Resort (con albergo a cinque stelle lusso),
disegnato dal famoso campione italiano Costantino Rocca.
Le Saie disporrà di un albergo di 193 camere, oltre a 48
residenze turistiche e sarà gestito da Melià, una delle prime
dieci catene alberghiere mondiali. L’Alcantara Golf resort sarà
hype from international customers and not only for golf (many
families choose it also for the sea and gastronomy).
By number of holes (2 - 18) is followed from Donnafugata
Golf Resort & Spa in Dubrovnik, run by the NH Hotels, one
of the largest hotel chains in the world, which is present
in Sicily with hotels in Palermo, Catania and Caltagirone.
These two international hotel groups have given a significant
boost to a sport that in Sicily are engaged not more than six
hundred golfers, and that until a few years ago could count
only on the slopes of Etna Golf Petiole (Castiglione di Sicilia),
the oldest, and the Golf Villa Airoldi, nine holes in the heart of
Palermo. For almost a year has opened the Monasteries Golf
Resort in Syracuse, with an 18 hole golf course flanked by a
4-star hotel. And ‘expected shortly the opening of two new
18-hole golf courses and two five-star hotels in Carlisle,
10 km from Catania, 150 meters from the sea and Taormina,
near the gorges ‘Alcantara, just a few kilometers from the
sea. The first field is already active and the hotel next to the
opening, it is called Twills and is designed by Franco Piras,
signing of important paths as Molas, and the second is
the Alcantara Golf Resort (with five-star luxury), designed
Verdura Golf Resort
Marina di Cala del Sole
Ogni anno il porto turistico Marina di Cala del Sole incontra
il golf con il tradizionale Golf Challenge, una gara di approcci
dalla banchina verso green galleggianti nel bacino portuale.
Sempre più golfisti si sono sfidati nelle scorse edizioni di
questa originale gara di golf. Il green, una zattera di circa
100 mq, viene posto a 60 metri dai battitori. Ogni golfista ha
a disposizione 6 palline per raggiungere il green il maggior
numero di volte possibile, ma non sono semplici palline…
per rispettare l’ambiente marino, vengono utilizzate speciali
palline ecologiche che, a contatto con l’acqua, si sciolgono
entro poche ore rilasciando mangime per pesci! Durante
l’evento alcuni maestri di golf si offrono di introdurre i principi
del golf e insegnano a puttare a bambini e adulti su un putting
green sintetico. Una festa che consacra il connubio tra nautica
e golf, in una terra votata a entrambi per il suo clima, il mare e
la natura rigogliosa.
Golf Challenge
Each year, the tourist harbor Marina di Cala del Sole meets
with the traditional golf Golf Challenge, a race of approaches
from the dock towards green floating in the harbor basin.
More and more golfers competed in recent editions of this
original golf competition. The green, a raft of about 100
square meters, is placed 60 meters from the batsmen. Every
golfer has available 6 balls to reach the green as many times
as possible, but not simpler balls ... to respect the marine
environment, ecological uses special balls which, in contact
with water, they dissolve within a few hours releasing fish
feed! During the event, some masters courses are offered to
introduce the principles of golf and teach puttare to children
and adults on a synthetic putting green. A festival which
celebrates the marriage of boating and golf, in a land devoted
to both for its climate, the sea and the lush vegetation.
Sicilia in Buca - maggio 2014
45
gestito dalla società Corinthia, altra importantissima catena
alberghiera internazionale che recentemente ha inaugurato un
albergo a Trafalgar Square a Londra. Circa venticinque anni fa,
prima che le terre intorno all’Etna diventassero famose per il
vino, Salvatore Leonardi decise di puntare sul golf, diventando
il vero pioniere di questo sport in Sicilia con il Picciolo golf
club, a Castiglione di Sicilia. Il Percorso, aperto alla fine degli
anni 80, si snoda tra noccioleti e macchia mediterranea
sulla lava dell’Etna e chi gioca può spesso sentire i boati del
vulcano o vedere la cenere dei lapilli sul green. Il Picciolo, che
dispone di una foresteria di grande fascino, è stato affiancato
da un lussuoso albergo di 98 camere, gestito dalla società
Jsh Framon Hotel. La grande crescita dei campi in Sicilia,
passata in pochi anni da appena 27 buche alle 163 attuali,
ha dato nuovo impulso anche ai golfisti siciliani, oggi riuniti
in una attivissima associazione, ASI Golf, che organizza
gare settimanali con convenzioni in tutti i golf resort siciliani,
nell’ambito di un agguerrito torneo tra i soci. Anche Marina di
Cala del Sole contribuisce, ormai da tre anni, alla promozione
del golf in Sicilia, con una divertente gara di approcci sulla
banchina del porto turistico (vedi riquadro) e sponsorizzando
una delle gare del campionato annuale ASI golf.
di Salvatore Geraci
by the famous Italian Costantino Rocca sample. Twills will
have a hotel of 193 rooms, over 48 tourist residences and
will be managed by Melia, one of the top ten hotel chains
in the world. The Alcantara Golf resort will be managed by
Corinthia, another important international hotel chain that
recently opened a hotel in London’s Trafalgar Square. About
twentyfive years ago, before the lands around Mount Etna
became famous for its wine, Salvatore Leonardi decided to
focus on golf, becoming the true pioneer of the sport in Sicily
with Petiole golf club, in Castiglione di Sicilia. Path, opened at
the end of the 80s, winds between hazel and Mediterranean
on the lava of Etna and those who play can often hear or
see the explosions of the volcano ash lapilli on the green.
The Petiole, which features a guest house of great charm,
was flanked by a luxurious 98-room hotel managed by Ish
Framon. The great growth of the fields in Sicily, in the past
few years from the current 163 to just 27 holes, has given
new impetus to golfers Sicily, gathered today in a very active
association, ASI Golf, which organizes weekly awards with
conventions in all the golf resort Sicily, in the context of a
fierce competition between the partners. Marina di Cala del
Sole also contributes, for three years now, the promotion of
golf in Sicily, with a fun race approaches on the dock of the
marina (see box) and by sponsoring one of the events of the
annual championship golf ASI.
by Salvatore Geraci
Picciolo Golf Resort & Spa
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Sicilia in Buca - maggio 2014
I Monasteri Golf Resort
PRUA AD OVEST
da Licata a Torre Salsa
Spiaggia Licata Rocca di San Nicola
BOW TO THE WEST
from Licata to Torre Salsa
La costa Sud della Sicilia racchiude in se il fascino
incontaminato del Nord-Africa, la cultura millenaria delle tante
dominazioni siciliane, il blu più intenso del Mediterraneo:
gli elementi chiave per una navigazione suggestiva
ed emozionante. Uscendo da Marina di Cala del Sole
ripercorreremo la splendida fascia costiera che da Licata
punta verso Ovest, costeggiando promontori di roccia calcarea
a picco sul mare, alternati a calette, spiagge e faraglioni,
magari scortati dai delfini che affollano questo tratto di mare
nostrum. Subito a ponente del porto (prua 315°, circa 1 Nm)
i grandi affioramenti argillosi del monte Ecnomo, modellati
dai solchi caratteristici dei calanchi, dominano la spiaggia di
Marianello, una delle più frequentate dai licatesi, che si snoda
per qualche chilometro. Nel tardo pomeriggio i
calanchi d’argilla offrono una vista incantevole
per l’effetto dei giochi di luci e ombre del
tramonto. Risalendo la costa (per meno di un
miglio), la sabbia dorata di Marianello lascia
spazio agli scogli di Cavadduzzu, dove il suono
del mare si infrange tra gli scogli e avvolge una
lingua di sabbia sempre deserta, e le scogliere
di Nicolizia, che nascondono una piccolissima
spiaggia in una delle insenature, probabilmente
la migliore scelta per il primo bagno della
giornata: acqua limpidissima, praterie di
posidonia oceanica e i caratteristici scogli
piatti che affiorano a qualche metro dalla riva,
comunemente chiamati ”balatazze”. Poco più di
un miglio ancora ad Ovest, l’isolotto di Mollarella
48
Prua ad Ovest - maggio 2014
The southern coast of Sicily captures all the unspoiled charm
of North Africa, the ancient culture of the many rulers of Sicily,
the deep blue of the Mediterranean: the key elements for an
evocative and exciting navigation. Leaving from Marina di Cala
del Sole we will retrace the beautiful coastline from Licata
which points towards west, along limestone cliffs overlooking
the sea, alternating with coves, beaches and cliffs, perhaps
accompanied by dolphins who flock to this part of the Mare
Nostrum. Immediately to the west of the port (heading 315 °,
about 1 Nm) are the large outcrops clay of Mount Eknomo,
molded from the characteristic grooves of the badlands,
overlooking the Marianello beach, one of the most popular
beaches in Licata, which runs for several kilometers. In the
Spiaggia Cavadduzzu
Mollarella
appare a prua, unito alla terraferma da un suggestivo istmo
sabbioso che forma due conche d’oro che ne fanno la più
famosa e frequentata spiaggia di Licata. Circumnavigando
la penisoletta di Mollarella, troviamo la Poliscia, nota anche
come la Mollarella piccola e molto meno affollata della “sorella
maggiore”. È battuta da venti di ponente e caratterizzata dalla
presenza di scogliere alle due estremità, riparata a nord da
una montagna. Fu sicuramente sede di un antico abitato
ellenistico non ancora individuato, l’etimologia del toponimo
è infatti greca: Poliscia (Polis-Kia) si traduce in “fondazione
di città” e a conferma di ciò, sul bagnasciuga, sono stati
rinvenuti i resti di un santuario e di una necropoli greca del VI
secolo a.C., i cui reperti sono esposti al museo archeologico
di Licata. Da qui si scorge già la Torre di San Nicola, che
dà il nome all’omonima spiaggia. La torre d’avvistamento
del ‘500 fungeva anticamente da “campanello di allarme”
vigilando sulla costa, in quell’epoca flagellata dalle incursioni
piratesche spesso al comando del pirata Dragut. Due o tre
soldati presidiavano la torre, armati di una catasta di legna,
late afternoon the effect of the play of light and shadows of
sunset on gullies of clay creates a beautiful spectacle. Going
up the coast (less than a mile), the golden sand of Marianello
gives way to the rocks of Cavadduzzu, where the sound of the
sea breaking on the rocks wraps round a strip of sand that
is always deserted, and the cliffs of Nicolizia, which hide a
small beach in one of the bays, probably the best choice for
the first swim of the day: clear water, meadows of Posidonia
oceanica and the characteristic flat rocks that rise a few feet
from the shore, commonly called “Balatazze”. A little over a
mile to the west still, the islet Mollarella stands out, joined
to the mainland by a beautiful sandy isthmus that forms two
basins of gold, making it the most famous and popular beach
of Licata. Rounding the peninsula of Mollarella, we find the
Poliscia, also known as the small Mollarella and much less
crowded than its “big sister”. It is shot by westerly winds and
characterized by the presence of cliffs at both ends, sheltered
on the north by a mountain. Poliscia (Polis-Kia) translates to
“the foundation of the city” and to confirm this, on the shore,
the remains of a sanctuary and a Greek necropolis of the sixth
century BC were found, whose relics are on display at the
archaeological museum of Licata. From here one can already
see the Tower of St. Nicome which gives its name to the
beach. The watchtower of the sixteenth century supervised
the coast, at that time plagued by pirate raids often under the
command of the pirate Dragut. Two or three soldiers manned
the tower armed with a pile of wood, food for several days,
and a mule. At the sight of raiders they would lite the fire on
the top signaling the imminent danger to the other towers
along the coast, while a knight started at a gallop to warn
Prua ad Ovest - maggio 2014
49
di viveri per parecchi giorni,
e di un mulo. Alla vista
di incursori accendevano
il fuoco sulla sommità
segnalando l’imminente
pericolo alle altre torri poste
lungo la costa, mentre un
cavaliere partiva al galoppo
ad avvisare il vicario di zona
e la popolazione costiera.
La caletta alle pendici della
torre è una tappa imperdibile
per scendere a terra, magari
all’ora di pranzo. Qui infatti
si trova la “Cala del Re”,
un elegante lido in una
delle più belle calette della costa con un ristorante dove il
pesce, sempre freschissimo, viene cucinato con sapienza
e tradizione. Dando fondo all’ancora, il tender del ristorante
sarà felice di venirvi a prendere a bordo. Dalla Torre di San
Nicola, meno di un miglio a ponente, si raggiunge la Rocca,
un isolotto completamente disabitato, integralmente ricoperto
di macchia mediterranea e capperi selvatici, separato dalla
costa da un braccio di mare di modesta profondità. Un
altro posto da favola per fare una bella nuotata ed esplorare
i fondali. Verso ovest si allunga una secca di cento metri
con un fondale di 10 metri, ricca di vita marina con saraghi
striati, scorribande di ricciole a caccia di sardine, branzini,
aragoste, occhiate, polpi e ricci. Tra gli scogli è stata collocata
sul fondo una madonnina nello stesso posto dove sono
stati ritrovati cannoni e relitti di antichi velieri commerciali.
La Rocca dà inizio all’esteso golfo di Gaffe, che prende il
nome dall’omonima torre d’avvistamento. Le dune sabbiose
del Pisciotto precedono infatti la spiaggia giallo oro di Torre
di Gaffe, di notevole fascino che per la sua particolare
esposizione ai venti occidentali che ne fanno un paradiso
per gli sport velici, è frequentata da numerosi surfer e
praticanti di kiteboarding in cerca di forti emozioni. Superato
il promontorio (siamo a circa 10 Nm da Marina di Cala del
Sole) entriamo nel territorio di Palma di Montechiaro dominati
dal castello chiaramontano che sorge su uno strapiombo
denominato “Baia delle Sirene”. Da qui inizia una navigazione
suggestiva dove l’oro della sabbia e il bianco sfavillante delle
rocce calcaree si sciolgono e si confondono nello stesso
mare e lo stesso arenile che videro nuotare, passeggiare e
pensare il filosofo Empedocle già 2.500 anni fa. Una costa
splendente con spiagge incantevoli attraversate da candide
scogliere, come quella di Punta Bianca, caratterizzata dalle
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Prua ad Ovest - maggio 2014
the vicar of the area and the
coastal population. The cove at
the foot of the tower is a must
for going ashore, especially at
lunchtime. Here is the “La Cala
del Re”, an elegant beach in
one of the most beautiful coves
of the coast with a restaurant
where the fish is always
fresh and cooked skillfully in
the traditional way. Having
anchored, the restaurant staff
will be happy to pick you up
from on board. From the Torre
di San Nicola, less than a mile
to the west, you can reach the
fortress, a completely uninhabited islet, fully covered with
Mediterranean vegetation and wild capers, separated from
the coast by a small channel. Here is another fabulous place
to go for a swim and explore the underwater world. To the
west stretches a hundred foot shallow with a depth of 10
meters, rich in marine life with striped bream and yellowtail
inviting expeditions to hunt sardines, sea bass, lobster, looks,
octopuses and sea urchins. A Madonna was placed on the
bottom among the rocks in the same place where cannons
and relics of ancient commercial sailboats were discovered.
The “Rocca“ marks the start of the extensive Gulf of Gaffe,
which takes its name from the watchtower. The sand dunes of
the Pisciotto beach leading to the yellow gold beach of Torre
di Gaffe, are of considerable charm and due to its particular
exposure to westerly winds, makes the area a paradise for
sailing sports being frequented by many thrill-seeking surfers
and kite boarding enthusiasts. After the promontory (we are
now about 10 Nm from Marina di Cala del Sole) we enter the
territory of Palma di Montechiaro dominated by the castle
of Chiaramontano which stands on a cliff called “Baia delle
Sirene”. Here you are navigating where the gold sand and
the sparkling white of the limestone rocks melt and mingle
in the same sea and on the same beach that the philosopher
Empedocle swam and walked on 2,500 years ago. Here is a
shining coast with beautiful beaches backed by white cliffs,
such as Punta Bianca, and lunar landscapes created from
the white limestone. Don’t miss a swim around this white
rock shaped by the wind, on which stands the ruins of an old
military base. “Punta Bianca” and the small island in front
of “Pietra Patella” are the ideal place to stock up on sea
urchins with their unique flavor. Continuing west, we head for
the famous Scala dei Turchi (37 ° 17,315 N, 13 ° 28.310 E),
atmosfere lunari che la roccia calcarea bianca riesce a creare.
Immancabile una nuotata per raggiungere questa roccia
candida modellata dal vento, sulla quale sorge il rudere di una
vecchia base militare. Punta Bianca e l’isolotto antistante di
Pietra Patella sono il posto ideale dove fare scorta di ricci di
mare dal sapore unico. Proseguendo a ovest, facciamo rotta
verso la famosa Scala dei Turchi (37°17.315 N, 13°28.310 E),
costeggiando il territorio di Agrigento e scorgendo dal mare
lo spettacolo mozzafiato della Valle dei Templi, patrimonio
dell’umanità UNESCO. Lo sperone di marna bianca prominente
sul mare, sul quale il vento e la pioggia hanno scavato grandi
Scala dei Turchi
balze che rammentano colossali gradini, prende il nome dalla
leggenda secondo la quale, durante le invasioni moresche
che imperversarono nel ‘500, i turchi (così erroneamente
chiamati) approdarono nel territorio dell’odierna Realmonte
inerpicandosi sulle stratificazioni di questa falesia. Su di esse
ci si può stendere a prendere il sole, con tutto quel bianco
abbagliante la tintarella è garantita. Siamo a circa 25 Nm da
Marina di Cala del Sole, ma la navigazione è valsa la visita
di questi luoghi straordinari. Dalla Scala dei Turchi ci si può
spingere oltre fino alla riserva naturale di Torre Salsa, oasi
del Wwf: intorno alla torre cinquecentesca che le dà il nome,
si estendono oltre 700 ettari di vegetazione mediterranea
battuta dal vento. Il mare è turchese, il silenzio assoluto e sulla
spiaggia lunghissima nidificano le tartarughe. La navigazione
verso ovest di questa straordinaria costa sud della Sicilia avrà
come destinazione naturale l’arcipelago delle isole Egadi (circa
95 Nm da Marina di Cala del Sole) e mai come in questo caso
sarà vero il detto “la vera destinazione è il viaggio”.
Buon vento!
bordered the territory of Agrigento and the sea and looking up
to the breathtaking Valley of the Temples, a UNESCO World
Heritage Site. This spur of white marl sticking out into the
sea, on which the wind and rain have carved large ruffles that
reminiscent of colossal steps, takes its name from the legend
that, during the Moorish invasions that plagued the sixteenth
century, the Turks (wrongly so called) landed in the territory
of today’s Realmonte climbing on the layers of this crag.
On them you can stretch out in the sun, with all that dazzling
white light a tan is guaranteed. We are now about 25 Nm
from Marina di Cala del Sole, but it is well worth visiting these
extraordinary places. From the Scala dei Turchi you can push
on to the nature reserve of Torre Salsa, oasis of the WWF:
around the sixteenth century tower that gives it its name,
extending over 700 hectares of windswept Mediterranean
vegetation. The sea is turquoise, the silence is absolute and
long turtles nest on the beach. Navigation along the west
of this amazing south coast of Sicily will have a natural
destination in the archipelago of the Egadi islands (about 95
Nm from Marina di Cala del Sole) and never will the saying
“the real destination is the journey” be more true than as in
this case. Good wind!
by Salvatore Geraci
di Salvatore Geraci
Prua ad Ovest - maggio 2014
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LE ISOLE DEL SUD
SOUTHERN ISLANDS
Gozo and Comino (168° - 62 Nm)
Gozo and the smaller Comino (3.5 km ²), the sister
islands of Malta, are a real paradise on earth. According
to legend, Gozo is the legendary island of Calypso,
mentioned in Homer’s Odyssey. The most spectacular
beach on Gozo is Dwejra, located to the west of the
island, which offers unique landscapes, such as the
Azure Window, a table of rock above the sea, beneath
which lies the spectacular “Blue Hole”. In Comino is the
unmissable Blue Lagoon.
Isola di Gozo
Malta (162° - 69 Nm)
An endless array of beaches, from those of the rough
rocky coast of Sliema, in the east, to the low and flat
golden sand on the west side. The coast is full of rocks
and cliffs overlooking the sea, caverns, caves and
natural ravines. The island of Malta is also known for
its history, starting from Valletta and the Three Cities
home of the Knights of Malta: Vittoriosa, Senglea and
Cospicua.
Gozo e Comino (168° - 62 Nm)
La prima più grande, la seconda piccolina (3,5 chilometri
quadrati), le isole sorelle di Malta nascondono veri e propri
paradisi terrestri. Secondo la leggenda, Gozo sarebbe la
leggendaria isola di Calypso, citata nell’Odissea di Omero.
La più spettacolare spiaggia di Gozo è Dwejra, che si trova
a Ovest dell’isola, che offre paesaggi naturali unici, tra cui
la Finestra Azzurra, una tavola di roccia sospesa sul mare,
sotto la quale si trova lo spettacolare Buco Blu. A Comino,
imperdibile la Laguna Blu.
Malta (162° - 69 Nm)
Una serie infinita di spiagge, da quelle rocciose dell’aspro
litorale di Sliema, sulla costa orientale, a quelle basse e
piatte di sabbia dorata, del versante occidentale. La costa
è ricca di rocce e falesie a picco sul mare, caverne, grotte
e anfratti naturali. L’isola di Malta è nota anche per la
sua storia, a partire dalla Valletta e le Tre Città dimora dei
Cavalieri di Malta: Vittoriosa, Senglea e Cospicua.
Isola di Comino
Pantelleria (258° - 90 Nm)
Colate laviche dai contrastanti colori intensi che si gettano
nel mare cristallino, grotte e piccole spiaggette di ciottoli,
le splendide insenature che accolgono i piccoli porticcioli
dei pescatori. Imperdibili l’arco dell’Elefante, una bizzarra
formazione rocciosa che assomiglia ad un elefante che si
abbevera con la sua proboscide nelle acque marine, e il Lago
di Venere, con le sue sorgenti calde e i fanghi benefici.
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Le isole del Sud - maggio 2014
Pantelleria (258° - 90 Nm)
Lava flows in the form of contrasting rich colors that
flow into the sea, caves and small pebble beaches,
beautiful bays that accommodate the small harbors of the
fishermen. Do not miss the “Arco dell’elefante”(the arch
of the Elephant), a bizarre rock formation that looks like a
elephant that is drinking with his trunk in marine waters,
and the “Lago di Venere”(Lake of Venus), with its hot
springs and beneficial mud baths.
ria
Isola di Pantelle
Linosa (215° - 89 Nm)
L’isola nera di Linosa prende questa denominazione dalla sua
origine vulcanica. Tre sono i crateri: Monte Rosso, Monte
Nero e Monte Vulcano. Il paesaggio si presenta vario ed
eterogeneo: coste basse, una sola spiaggia (la spiaggia dei
conigli), pianori interni e molti tratti al di sotto del livello del
mare. Particolarità dell’isola sono i colori vivacissimi delle
case e degli infissi.
Lampedusa (214° - 113 Nm)
La bianca isola di Lampedusa è la maggiore dell’arcipelago
delle Pelagie ed è molto più vicina alle coste tunisine che
non a quelle siciliane. La vicinanza al continente africano
dona all’isola una fauna e una flora tipicamente tropicale.
Imperdibile l’incantevole Isola dei Conigli, nella parte SudOvest dell’isola.
Linosa (215° - 89 Nm)
The black island of Linosa takes this name from its volcanic
origin . There are three craters: Red Mountain (Monte Rosso),
Black Mountain (Monte Nero) and Mount Vulcan (Monte
Vulcano). The landscape is varied and heterogeneous:
low coasts, one beach (the beach of rabbits), and interior
plateaus many meters below sea level. Special features of the
island are the bright colours of the houses and fixtures.
Lampedusa (214° - 113 Nm)
The white island of Lampedusa is the largest of the Pelagie
and is much closer to the coast of Tunisia than to that of
Sicily. The proximity to the African continent gives the island a
typical tropical flora and fauna. The charming Rabbit Island, in
the South-West of the island is unmissable.
Lampione (220° - 122 Nm)
L’isola di Lampione fa parte del comune di Lampedusa Linosa ed è la più piccola dell’arcipelago. Ha sempre seguito
le vicissitudini delle due isole più grandi e oggi è disabitata.
L’unico segno lasciato dall’uomo è la presenza di un faro
automatico dal quale prende il nome.
Lampione (220° - 122 Nm)
The island of Lampione is part of the municipality of
Lampedusa - Linosa and is the smallest of the archipelago.
It has always followed the vicissitudes of the two largest
islands and is now uninhabited. The only sign left by man is
the presence of an automatic lighthouse from which it takes
its name.
sa
Isola di Lampedu
Le Isole del Sud - maggio 2014
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LICATA SAILING WEEK
il sapore della vela
Extra one - Vincitore I edizione
LICATA SAILING WEEK
the flavor of the sail
La prima edizione della Licata Sailing Week ha visto sfidarsi
22 imbarcazioni nel weekend tra il 26 e il 29 Settembre 2013
nell’incantevole campo di regata del mare di Licata. Condizioni
meteo perfette, accoglienza ed eventi collaterali straordinari,
nell’ambito della manifestazione “Licata tra Vele e Sapori”,
con un testimonial d’eccezione, lo storico skipper di Azzurra
Cino Ricci. “Sono state delle belle regate, il vento ci ha aiutato
- ha commentato Cino Ricci, testimonial della Licata Sailing
Week - ci siamo divertiti tutti e questo è quello che conta.
Una manifestazione ben organizzata in mare e a terra che
sarà da traino per le attività veliche e turistiche di questa città.
Anche le manifestazioni legate alla gastronomia mi hanno
impressionato positivamente, qui si mangia bene e con questo
clima è veramente un paradiso”. Ogni sera infatti, dopo le
regate della Sailing Week, il centro storico di Licata
era in festa tra concerti, sfilate di moda e migliaia di
arancini siciliani offerti dai maestri pasticceri della
città, capitanati dal grande chef stellato Pino Cuttaia.
La Vittoria finale è andata a Extra 1 di Massimo
Barranco nel gruppo regata, a Cuore di Aliante per la
categoria crociera, Elekia per la categoria diporto e
The first Licata Sailing Week, held over the weekend of
the 26 and September 29 2013, saw 22 boats compete
over the race course in the enchanting sea of Licata. The
perfect weather, hospitality and extraordinary events, part
of the “Sailing and Gastronomy in Licata” event elicited the
following testimonial from the historian skipper of ‘Azzurra’
Cino Ricci, spokesperson of Licata Sailing Week. “It was a
beautiful race, the wind helped us. We all enjoyed it and that’s
what counts. A well-organized event at sea and on land that
will be added to the sailing activities and tourist attractions of
this city. Even the events related to food impressed me, here
you eat well and in this climate it is truly a paradise”.
In fact, every evening after the Sailing Week races, the
historic center of Licata was celebrating with concerts,
fashion shows and thousands of Sicilian arancini
offered by the city’s pastry chefs, led by Michelinstarred chef Pino Cuttaia.
Overall victory went to ‘Extra 1’ owned by yhe
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Shoot the QR code and see the video
Licata Sailing Week - maggio 2014
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Ras per la categoria minialtura. Quest’anno si replica con una
seconda edizione ancora più partecipata e agguerrita, forte
del successo e dell’eco mediatica della prima. Una kermesse
internazionale che metterà Licata al centro dell’attenzione del
mondo sportivo e gastronomico, un connubio che funziona
benissimo, soprattutto in una terra dove il mare e la buona
cucina sono un biglietto da visita di assoluta qualità.
di Salvatore Geraci
Massimo Barranco group. ‘Cuore di Aliante’ won the cruiser
category, ‘Elekia’ the pleasure category and ‘Ras’ the keel
boat category. This year’s event will attract even more
participants and should prove a strong and successful
echo of the inaugural regatta. This is an international event
that will put Licata at the center of the world of sports and
gastronomy, a combination that works very well, especially in
a land where the sea and good food are a calling card of the
highest quality.
by Salvatore Geraci
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Licata Sailing Week - maggio 2014
MAIDENTRIP
la storia di Laura Decker diventa un film
Laura Decker
The story of Laura Decker
becomes a movie
Fotografa il QR Code e guarda il trailer
Shoot the QR code and see the trailer
Chiunque abbia stretto saldamente in mano una scotta,
sentendo la pressione del vento dare velocità alla propria
libertà, ricorderà certamente l’incredibile e controversa storia
di Laura Dekker, la 15enne australiana autrice di un giro del
mondo in solitario contro tutto e al centro di tante polemiche.
Nata a bordo della barca dei genitori a Whangarei, in Nuova
Zelanda, durante il loro viaggio di 7 anni intorno al mondo,
non sorprende che Laura, a soli 6 anni, prese una deriva e
da sola attraversò il lago dove viveva. Fin qui tutto normale,
o quasi, ma a 9 anni Laura annuncia di voler partire per il
giro del mondo in solitario. Inevitabili le polemiche, discusse
anche nei tribunali: può o non può una ragazzina andarsene
in giro da sola per gli oceani su una barca a vela di 10 metri?
La storia, unica e per certi versi incredibile, di Laura Dekker,
roccioso marinaio d’altri tempi dietro una figura minuta,
dolce e graziosa, narra della realizzazione di quel sogno, e
adesso è anche un bel film. Un film-documentario che si
chiama Maidentrip, diretto, girato e prodotto da un team di
giovani ragazze filmmaker e che ha già vinto importanti premi
e riconoscimenti cinematografici. Annunciato quando Laura
aveva 9 anni, il giro del mondo è stato a lungo impedito da
infinite diatribe giudiziarie che hanno coinvolto le autorità in
Olanda, dove si era trasferita. Poi a 14 anni finalmente Laura è
60
Maidentrip - maggio 2014
Anyone who has held a sheet in his hand, feeling the pressure
of the wind speeding him to freedom, certainly remembers
the incredible and controversial story of Laura Dekker, the 15
years old who sailed a boat solo around the globe.
Born on board on her parents’ boat in Whangarei, New
Zealand, during their seven year circumnavigation, it is not
surprising that Laura at the age of six took a trip on her
own, crossing the lake where she lived. Not quite out of
the ordinary, but at the age of nine Laura announced her
intention to set off on a solo sailing journey round the world.
Inevitably this was to prove controversial, ultimately ending
up in the law courts: should a young girl be allowed to set
out alone on the ocean in a 10 foot sailboat? The unique
and almost unbelievable story of Laura Dekker, whose rocky
sailor of yesteryear petite, sweet and pretty figure belies
the courageous sailor within, tells of the realization of a
dream, and has now been made into an excellent movie,
a documentary called “Maidentrip”, directed, filmed and
produced by a team of young girls and filmmakers which has
already won major film awards. The round the world voyage,
announced when Laura was 9 years old, was long delayed
by interminable legal disputes involving also the authorities
in Holland, where she had moved with her family. Finally, at
partita, compiendo 27mila miglia intorno al mondo, per la sua personale odissea
marina a tappe (il periodo massimo di navigazione no-stop è stata la traversata
dell’Oceano Indiano, 47 giorni). Laura voleva essere “La più giovane di sempre
a circumnavigare il mondo a vela in solitario”. Non voleva un record di velocità,
voleva esplorare il mondo, e se stessa. Regalandosi libertà, avventura, scoperta,
e tutti i sogni lontani che possono venire a una giovane vita sul mare.
the age of 14, Laura left on her personal, 27 thousand miles round the world marine
odyssey (the longest period of non-stop navigation being the crossing of the Indian
Ocean, 47 days). Laura wanted to be the youngest person ever to sail a boat solo
around the globe. She didn’t want a speed record; she just wanted to explore the world
and experience freedom, adventure, discovery and all those dreams that can come to a
young life on the sea.
Maidentrip - maggio 2014
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RICETTE DI BORDO
il Tonno rosso di Sicilia
RECIPES ON BOARD
the Bluefin tuna in Sicily
Il tonno è uno dei protagonisti della tradizione gastronomica
siciliana, nei secoli infatti se ne è affinata la tecnica di
cattura, così come i modi di conservarlo e di cucinarlo.
Ripercorreremo insieme le caratteristiche salienti di questo
alimento e proporremo due ricette che rivisitano la tradizione
gastronomica siciliana.
Il tonno è un predatore che si nutre prevalentemente di
altri pesci (soprattutto azzurri) e, grazie a questo regime
alimentare, la sua carne è ricchissima di grassi essenziali
della famiglia Omega 3. I migliori mesi per l’acquisto vanno da
marzo a giugno e nel mese di ottobre, ma non sarà difficile,
come vedremo, pescarne qualcuno durante le nostre crociere
estive in barca. I tonni, femmine e maschi, in primavera, si
avvicinano alla riva per la riproduzione. Sfruttando questo loro
istinto naturale l’uomo, da molti millenni, ha perfezionato la
tecnica per catturarli: la “Tonnara”. Si tratta di un complesso
sistema di reti, attrezzature, barche, storicamente proprietà di
un padrone. Egli otteneva dal Re il permesso di “calare”, ossia
attrezzare la Tonnara per la pesca. Il padrone della Tonnara
affidava la pesca ad un esperto marinaio, il “rais” che, con
l’aiuto della “ciurma”, allestiva il complesso sistema di reti,
lungo a volte 2-3 km, fatto di camere successive dove i tonni
entravano fino a raggiungere la “camera della morte”, dove
avveniva la “mattanza”. Ma per una pesca meno cruenta e più
divertente, ecco alcuni consigli per provare a pescare il tonno
durante la navigazione con la tecnica della traina. Prima di
tutto servirà una canna tra le 12 e le 30 libre. Considerando
però di trovarsi in trasferimento su una barca a vela, ben poco
agile nell’inseguire e combattere un pesce, magari con un
pescatore non proprio esperto, si consigliano attrezzature da
30-50 lbs dotate di un mulinello con almeno 400 metri di 0,70
in nylon, solitamente il miglior compromesso in Mediterraneo.
Filando tra i 25 e i 40 metri e mantenendosi intorno ai 6 nodi,
non resterà che aspettare! Naturalmente avremo bisogno di
un’esca, legata ad un terminale in nylon 0,40 di buona qualità
(consigliamo il fluor carbon) per una lunghezza di almeno 10
m, da collegare alla lenza madre tramite una micro-girella.
Tuna is one of the mainstays of the Sicilian gastronomic
tradition. Over the centuries the techniques for catching,
preserving and cooking it have been refined. We will go through
the outstanding features of this food and suggest two recipes
that characterize the Sicilian gastronomic tradition.
The tuna is a predator that feeds mainly on other fish (especially
blues) and, thanks to this diet, the meat is rich in essential
fatty acids of the Omega 3 family. The best months in which
to buy are from March to June and in October, but it is quiter
possible to catch tuna from your boat during the summer
cruising season. Tuna, females and males, come close to
shore in the spring to play. Taking advantage of this natural
instinct, for many thousands of years man has perfected a
technique for catching them, known as “La Tonnara”. This is a
complex system of nets, equipment and boats, historically the
property of a “master”. He obtained from the King permission
to “calare”, namely to equip the tonnara to fish. The owner of
the tonnara would recruit an experienced sailor, the “rais”,
who, with the help of the “ciurma”, set up the complex system
of nets. This system, sometimes 2-3 km long is made up of
successive rooms through which the tuna pass until they reach
the “death chamber” where the “mattanza” takes place. But for
a less gory and more pleasurable way to fish for tuna, here are
some tips on using the technique of trolling. First you will need
a rod of between 12 and 30 pounds. with a reel with at least
400m of 70 gauge nylon line, usually the best compromise in
the Mediterranean.
The bait will need to be attached to a good quality nylon tail (we
recommend the 0.40 fluor carbon) for a minimum length of
10m, this then to be connected to the main line via a microswivel. Among the most widely used bait are the Rapala replica
fish made of balsa or plastic, the most widespread of which is
the so-called “testarossa”. But do not forget to keep on board
a small red octopus lure, for which especially the skipjack
tuna go crazy. Spinning between 25 and 40 meters of line and
cruising at around 6 knots you will only have to wait!
Ricette di Bordo - maggio 2014
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Tra le esche più diffuse, naturalmente i Rapala, riproduzioni
di pesci in balsa o in plastica, il più diffuso dei quali è il
cosiddetto “testarossa”. Ma non dimenticate di tenere a bordo
anche un polipetto rosso, colore per il quale i tonnetti, e non
solo loro, vanno pazzi.
La tradizione culinaria siciliana propone numerose ricette che
utilizzano il tonno, nelle sue varie forme, come ingrediente
principale. Tra questi suggeriamo la Cipuddata di tonno,
ossia tranci di tonno fritti accompagnati da cipolle cotte in
agrodolce, oppure il tonno semplicemente arrostito alla griglia
insaporito da un gustoso salmoriglio (intingolo di olio, limone,
aglio e prezzemolo).
A Licata è molto forte la tradizione del “muffulettu”, ossia dei
gustosi panini speziati con semi di anice, finocchio, cannella e
pepe nero che tradizionalmente sono mangiati il Venerdì Santo
con un condimento di tonno sott’olio. Questo per rispettare la
tradizione cattolica di non mangiare carne durante il periodo
quaresimale, in particolare il Venerdì, e consentire alle persone
di seguire la cerimonia del Venerdì Santo con le caratteristiche
processioni consumando un pasto veloce e gustoso.
Vi proponiamo adesso due ricette tratte dal blog di Aurelia
Urso (www.cottoinflagrante.com). Pensando proprio alla
tradizione licatese del muffuletto, la prima proposta è stata
pensata utilizzando la mollica speziata di questo pane in un
abbinamento moderno e particolare. La seconda ricetta invece
rielabora una classica tagliata utilizzando il tonno con altri
ingredienti studiati per un sorprendente connubio.
Polpette di tonno al muffuletto licatese, con gazpacho di
fragole e pomodoro
Per le polpette: tritare finemente, al coltello, circa 2 etti di
polpa di tonno. Aggiungere una fetta di muffuletto (pane in
cassetta, per i non licatesi) bagnato con del latte poi strizzato,
mezzo uovo sbattuto, sale, pepe e una presa di polvere di
arancia. Formare le polpette e impanarle in tre cucchiai di
pistacchi di Bronte tritati e far friggere per 1-2 minuti, finché le
polpette siano leggermente dorate.
Per il gazpacho: la sera prima, spezzettare due fette di
muffuletto, aggiungere 4 pomodori ramati spezzettati e una
decina di fragole tagliate a pezzi. Aggiungere sale, pepe, una
piccola presa di peperoncino in polvere, 4 cucchiai di aceto
di mele e un generoso filo di olio d’oliva. Coprire a filo con
dell’acqua, mescolare il tutto e mettere in frigo. Il giorno dopo,
frullare, passare al colino e servire in bicchierini insieme alle
polpette.
Couscous con uvetta, pinoli e tagliata di tonno al ras al
hanout
Ritagliare un trancio di tonno, spesso 3 cm e largo 4. Metterlo
a marinare con un filo d’olio, uno spicchio d’aglio, un pezzetto
di buccia di limone e un po’ di menta fresca, coprire con della
pellicola e lasciar riposare al fresco per 15 minuti. Nel mentre
preparare il couscous secondo le istruzioni della confezione,
aggiungere un pugno di uvetta, dei pinoli, un pugnetto di
menta tritata finemente e un generoso filo d’olio d’oliva.
Scaldare la griglia, tirare fuori il pesce, scolarlo dalla
marinatura, e condirlo, su entrambi i lati, con un pizzico di ras
el hanout*. Far grigliare il tonno per circa 2 minuti su ogni lato,
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Ricette di Bordo - maggio 2014
Traditional Sicilian cuisine offers a variety of recipes using
tuna in its various forms as the main ingredient. Among
these we suggest the Cipuddata di tonno, or tuna steaks
accompanied by fried onions cooked in sweet and sour
sauce, or simply grilled tuna flavoured with a tasty salmoriglio
(sauce of olive oil, lemon, garlic and parsley).
Licata has a very strong tradition of “muffulettu”, namely
tasty sandwiches spiced with aniseed, fennel, cinnamon
and black pepper that are traditionally eaten on Good Friday
with a dressing of tuna in olive oil. This is in deference to the
Catholic tradition of not eating meat during Lent, especially
on Friday, and allows people to follow the Good Friday
ceremonies and processions while consuming a fast and
tasty meal.
We offer here two recipes from the blog of Aurelia Urso
(www.cottoinflagrante.com). Thinking typically about tradition
of Licatese muffuletto, the first suggestion has been designed
using the spiced breadcrumbs in a modern and special
way. The second recipe instead reworks a classic cut using
the tuna with other ingredients designed for an outstanding
combination.
Meatballs tuna muffuletto Licata, with strawberry and
tomato gazpacho.
For the meatballs: about 2 cups of finely chopped tuna.
Add a slice of muffuletto soaked with milk, half a beaten egg,
salt, pepper and a pinch of orange powder. Form meatballs
and coat them in three tablespoons of breadcrumbs and
chopped pistachios and fry for 1-2 minutes, until the
meatballs are lightly browned.
For the gazpacho: the night before, chop two slices of
muffuletto, add 4 chopped red tomatoes and a dozen
strawberries cut in pieces. Add salt, pepper, a small pinch
of chilli powder, 4 tablespoons of apple cider vinegar and
a generous drizzle of olive oil. Cover flush with water, mix
thoroughly and refrigerate. The next day, blend, pass through
a sieve and serve in glasses along with the meatballs.
poi tagliarlo a fette di 3-4 cm. Servire la tagliata sul couscous
e buon appetito!
*RAS EL HANOUT
Ricetta di Gordon Ramsay
dal libro In cucina con Gordon Ramsay
1 stecca di cannella
1 cucchiaino di chiodi garofano
1 cucchiaio di semi di coriandolo
1/2 cucchiaio di semi di fieno greco
1/2 cucchiaio di semi di finocchio
1 cucchiaio di semi di senape
1/2 cucchiaio di semi di cumino
1 cucchiaino di paprika dolce in polvere
Spezzettare la stecca di cannella e metterla in un padellino
antiaderente con il resto delle spezie (meno la paprica).
Tostare le spezie, su fuoco medio, per un minuto circa,
finché gli aromi si sprigioneranno e i semi cominceranno a
scoppiettare. Scuotere la padella per evitare che le spezie
brucino. Toglierle dal fuoco, aggiungere la paprika e frullare
tutto con un macinino elettrico dedicato a questo uso.
Si possono anche pestare in un mortaio.Questa miscela si
conserva per 3 mesi, chiusa in un barattolino ermetico.
Couscous with raisins, pine nuts and tuna with ras al
hanout.
Take a good sized tuna steak and marinate it with a little
olive oil, a clove of garlic, a small piece of lemon peel and
a little ‘fresh mint; cover with plastic wrap and let stand in a
cool place for 15 minutes. Meanwhile prepare the couscous
according to the instructions on the package, add a handful
of raisins, pine nuts, a handful of finely chopped mint and a
generous drizzle of olive oil.
Heat the grill, drain the fish from the marinade, and season
on both sides with a pinch of ras el hanout*. Grill the tuna for
about 2 minutes on each side, then cut into slices of 3-4 cm.
Serve sliced on couscous and enjoy!
*RAS el hanout
Recipe by Gordon Ramsay from the book “In the Kitchen
with Gordon Ramsay”
1 cinnamon stick
1 teaspoon cloves
1 tablespoon coriander seeds
1/2 tablespoon of seeds hay Greek
1/2 tablespoon of fennel seeds
1 tablespoon mustard seeds
1/2 tablespoon of cumin seeds
1 teaspoon sweet paprika powder
Break the cinnamon stick and put it in a non-stick frying pan
with the rest of the spices (except paprika). Toast the spices
on medium heat for about a minute, until the spices will flow
and the seeds begin to crackle. Shake the pan to prevent the
spices from burning. Remove from the heat, add the paprika
and mix everything with an electric grinder dedicated to this
use. This mixture will keep for 3 months, closed in a sealed jar.
Ricette di Bordo - maggio 2014
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LO CHEF - Pino Cuttaia
Sarà il mare, la latitudine, l’intreccio sanguigno di popoli su
popoli, sarà che qui il sole è nei cromosomi, fatto sta che
la Sicilia vanta alcuni tra i migliori chef della ristorazione
internazionale, e se pensate che il nord vanti il meglio della
produzione italiana, signore e signori qui (a Licata) si creano
piatti come bandiere, capaci di rappresentare l’eccellenza e la
creatività Italiana nel mondo. 2 stelle Michelin (tra i massimi
riconoscimenti enogastronomici, il massimo è di 3 stelle),
1 ristorante (la Madia), 1 laboratorio gastronomico (Uovo di
Seppia), 1 moglie e 3 figli, decine di premi e riconoscimenti,
eppure non occorre nessuno di questi numeri per capire
che stiamo parlando di eccellenza: basta sedersi al suo
ristorante e godersi lo spettacolo. Ogni piatto è una meraviglia,
un’illusione: una pizza che pizza non è, una mozzarella che
nasconde un segreto, un uovo che è invece una seppia. Si
torna bambini alla Madia, ci si emoziona attraverso contrasti
sensoriali tra vista e gusto, tra ciò che ci appare familiare
alla vista, ma stordisce il nostro palato. Tutto ruota attorno
all’idea del gioco. Pino Cuttaia propone un approccio con il
cibo curioso come quello di un bambino, spiegando che sono
proprio i primi sapori e i primi profumi con i quali si viene a
contatto che formano e segnano il gusto di una persona. Ogni
suo piatto nasce da un ricordo lontano, da una memoria. Così
anche il suo piatto più celebre, L’Uovo di Seppia, nasce dalle
primavere licatesi di Pino, quando in paese abbondavano le
seppie, e le donne ne facevano piatti per ogni palato, tra i
quali la seppia ripiena con il macinato e cotta col sugo a cui
Pino Cuttaia
THE CHEF - Pino Cuttaia
Maybe it’s the sea, the temperate climate, the intermixed blood of
many nations or the beatiful sun that soaks into the chromosomes the fact is that Sicily boasts some of the best chefs in international
cuisine, and, ladies and gentlemen, if you think it’s only the north
of Italy that can boast the best cuisine, here in Licata we can hold
our own in raising the flag of Italian excellence and creativity on the
world gastronomic scene.
One restaurant, one gastronomic laboratory, two Michelin stars,
one wife, three children dozens of other awards and honours these statistics are superfluous evidence that we are talking about
true excellence here - you only have to sit back in Pino Cuttaia’s
restaurant, La Madia, and enjoy the show. Each dish is a wonder,
an illusion; a pizza that is not a pizza, a mozzarella with a hidden
secret, an egg that is really a cuttlefish! At La Madia we regain the
wonderment of our childhood, we get excited by sensory conflicts
between sight and taste, between what seems familiar to the eye,
but stuns our palate. Everything revolves around the idea of the
game. Pino Cuttaia suggests that our approach to food should be
like that of a child, explaining that it is the first flavours and scents
that we come into contact with that are fundamental to forming our
taste as adults. Each of his unique dishes harks back to memories
of his own childhood. So his most famous dish, Uovo di Seppia,
derives from his ealy years in Licat when cuttlefish were the food
of the poor and served up in many different guises to make them
palatable, among them stuffing them with mince and cooking
them in a sauce. One evening Pino was inspired to put cuttlefish
inside an egg. He inserted the meat of the cuttlefish is into an
emptied egg and then baked it. The visual result and consistency
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Lo Chef Pino Cuttaia - maggio 2014
si ispira lo chef. Una sera Pino pensa di inserire la seppia
all’interno di un uovo e quindi la destruttura e la inserisce
all’interno con il ripieno. La cosa straordinaria è stata quando,
dopo averla cucinata, l’ha sgusciata e la seppia aveva assunto
la forma di un uovo. Pino aveva fatto l’uovo, l’Uovo di Seppia!
Dietro ad un concept romantico, che parte dalla memoria dei
piatti semplici della cucina locale, ci sono tecniche di altissima
cucina e precisione sartoriale. Da dove nasce la passione per
la cucina, dove nasce il genio? Tutto nasce da una privazione,
nello specifico da quella di andare a mangiare al ristorante,
perché il padre sosteneva che a casa si mangiasse meglio.
Così la sua prima volta in cucina risale all’età di 13 anni, in
Piemonte, quando un amico gli propose di andare con lui a
lavare i piatti in un ristorante la notte di San Silvestro. Quella
notte bevve per la prima volta lo champagne e non uscì più
dalle cucine. La sua storia di chef parte dal Piemonte, ma
torna sempre in Sicilia. Nel ’99 decide di stabilirsi nell’isola,
pensando di fare semplicemente il cuoco. Ma Pino ha
qualcosa in più da raccontare. Proprio a Licata riesce ad
avere la giusta dimensione del tempo, cosa che non avrebbe
avuto in una grande metropoli, dove la vita è frenetica, e la
frenesia lo avrebbe privato di questo tempo. Ha cucinato per i
più importanti personaggi della scena internazionale, eppure,
se gli chiedete chi lo ha commosso di più vi dirà di quando
aprì La Madia, ed invitò a mangiare gli anziani del vicinato.
La memoria, è un senso di poesia presente negli occhi, nei
gesti e in ogni piatto di questo grande chef, perfettamente
in equilibrio tra passato e futuro, che vive una dimensione
internazionale in un piccolo paesino di provincia, che riesce
a mettere una seppia dentro un uovo, scardinando spazio e
tempo. Un talento autentico made in Italy, anzi Made in Sicily.
are really misleading, giving the impression of nothing other than
a simple hard-boiled egg. The yolk is replaced with a traditional
stuffing made from bread, herbs and squid sausage (made with
the addition of pork), the whole resting on a bed of ricotta and
lemon squid ink. Thus Pino created the cuttlefish’s egg (L’Uovo di
Seppia).
Underlying the romantic concept that follows the memory of
simple local cuisine are techniques of high precision tailoring and
cooking. Where does this passion for cooking, this genius, come
from? Everything stems from privation. As a young child Pino
never ate in restaurants - his father calimed that you eat better at
home. His first time in a restaurant kitchen was aged 13, after his
family had moved north to Piedmont, when a friend asked him to
help washing dishes in a restaurant on New Year’s Eve. That night
he drank champagne for the first time and hasn’t left the kitchen
since! His career as a chef started in Piedmont but his dream was
always to return to his native Licata and open his own restaurant,
which he did in 2000. He says that it is only in Licata that he has
been able to find the peace and tranquillity necessary for his
creativity, which has eabled him to earn two prestigious Michelin
stars (one of the greatest gastronomic awards), the first in 2006
and the second in 2009. Pino strives to ensure that every visit to
his restaurant will be a fresh and original experience because hish
dishes inevitably overwhelm all five senses. He has cooked for the
most important personalities on the international scene, and yet, if
you ask him who has moved most, he will tell you it was when he
first opened La Madia, and invited the elders of the neighbourhood
to eat with him.
The outstanding memory is of a sense of the poetic in Pino’s
eyes and in his gestures, and of each unique dish of this great
chef, perfectly balanced between the past and the future; who has
created an international dimension in this small provincial town;
who can put a cuttlefish into an egg disrupting space and time.
An authentic talent Made in Italy - indeed Made in Licata.
by Fatima Costa
di Fatima Costa
Lo Chef Pino Cuttaia - maggio 2014
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SICILIA, paradiso di vino
di Salvatore La Lumia
LICATA - “Il bronzo è lo specchio del volto, il vino quella
della mente” scriveva il tragediografo Eschilo, morto sulla
spiaggia di Gela, a pochi km dalla città di Licata. Le sue parole
rievocano una civiltà lontana che, proprio in Sicilia, favorì la
coltivazione e la propagazione della vite da vino che nei campi
geloi, la cui estensione giungeva fino al territorio di Licata,
trovò perfetta dimora.
Nonostante la tecnologia dell’epoca fosse rudimentale, le
tecniche di vinificazione furono straordinariamente moderne
come dimostrano le numerose vasche di fermentazione
scavate nella roccia del promontorio Eknomo che è possibile
scovare, grazie alla guida esperta degli archeologi, tra la fitta
vegetazione. Vino, olio e terracotta fondarono la prosperità
della greca Sicilia e, in linea con ciclicità delle cose, oggi il
vino siciliano è tornato alla ribalta come nuova economia
del territorio e come veicolo dell’identità culturale siciliana
in tutto il globo. Sugli scaffali delle enoteche primeggiano
Nero d’Avola, Etna Rosso, Cerasuolo, alfieri dei produttori
siciliani e di quei territori, estremamente diversi fra loro ma
ugualmente in grado di offrire altissima qualità e caratteristiche
inconfondibili per aroma e gusto, che fanno della Sicilia e della
sua biodiversità una terra unica.
Poichè non si può guardare al futuro senza conoscere il
passato, è da quest’ultimo che le odierne aziende vinicole
siciliane traggono forza e idee per conquistare vecchi e nuovi
mercati, specializzandosi anno dopo anno in una produzione
vinicola di elevata qualità, la cui origine è da ricercare in una
SICILY, paradise of wine
LICATA - “Bronze is the mirror of the face, the wine that
of the mind” wrote the dramatist Aeschylus, who died on
the beach at Gela, a few miles from the town of Licata. His
words hark back to a distant civilization that favored the
cultivation and propagation of the grapevine in the fields
which extended to the territory of Licata, where the Geloans
found the perfect home. Although the technology of the
time was rudimentary, the winemaking techniques were
exceptionally modern exemplified by the many fermentation
tanks dug into the rock of the Eknomo promontory which
can be found, with the guidance of trained archaeologists,
among the dense vegetation. The prosperity of Greek Sicily
was founded on wine, oil and terracotta and, in line with the
cyclical nature of things, Sicilian wine today is back in the
limelight as the new economy of the area and as a vehicle of
Sicilian cultural identity around the globe. On the wine shelves
Nero d’Avola, Etna Rosso and Cerasuolo excel, each quite
different from the other but all offering the high quality and
unique characteristics of aroma and taste that make Sicily
and its biodiversity a unique land. Because you can not look
to the future without knowing the past, it is from the past that
today’s Sicilian wineries draw strength and ideas to conquer
new and old markets, year after year. They specialize in high
quality wine production using the methods of meticulous and
patient cultivation of the vine according to ancient teachings,
Sicilia, paradiso di vino - maggio 2014
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Cantine aperte
Cantine Aperte è l’evento più importante che
si svolge in Italia con protagonista il vino, la
sua gente e i suoi territori. Da ben 22 anni,
nell’ultima domenica di maggio, le cantine
associate al Movimento Turismo del Vino
aprono le proprie porte al pubblico, favorendo
un contatto diretto con gli appassionati del
vino.
L’interesse verso l’evento è cresciuto
notevolmente di anno in anno e ha attirato
sempre più l’attenzione di turisti e residenti,
incuriositi dalla manifestazione ma soprattutto
desiderosi di fare un’esperienza di grande
valore culturale e umano. Cantine Aperte
Sicilia si prefigge l’obiettivo di spiegare agli
appassionati l’importanza del vino nella tradizione
popolare e il forte legame col suo territorio, la Sicilia,
attraverso visite guidate nei palmenti, nei vigneti e
con degustazioni tecniche illustrate dai proprietari
delle aziende oggi depositari di questo antico
sapere. Dunque il vino non è solo una bevanda ma
espressione del duro lavoro dell’uomo che opera in
magnifica armonia con la terra, la vigna e la storia.
Cantine Aperte può essere vissuta come una gradevole
domenica in campagna in buona compagnia, o
anche come occasione per imparare e conoscere la gente, le
tradizioni, la storia, le filosofie di ciascuna azienda nel percorso
dalla vigna alla bottiglia. Per conoscere le aziende Siciliane che
parteciperanno a Cantine aperte del 25 maggio 2014 è possibile
visitare il sito web www.mtvsicilia.it
Sul territorio di Licata, a pochi km da Marina di Cala del Sole, le
aziende che apriranno le porte al
pubblico saranno due tra le più
importanti di Sicilia per fascino e
per la bontà dei vini, le Aziende
Agricole Quignones e la tenuta
Barone La Lumia. Ogni anno, in
occasione di Cantine Aperte, si
svolge al Marina di Cala del Sole
il tradizionale raduno di auto
storiche “Randa e Pistoni”, una
gara di regolarità tra le banchine
del porto che si conclude con la
degustazione dei vini licatesi.
meticolosa e paziente coltivazione manuale della vigna proprio
secondo gli antichi insegnamenti, rinunciando alla moderna
tecnologia agricola e industriale. Pertanto, se si vuole davvero
conoscere la Sicilia - e ciò che nei secoli essa ha accolto e
creato – non si deve rinunciare a un’esperienza sensoriale in
una delle cantine della regione. Sarà possibile visitare i vigneti,
scoprire i palmenti e divertirsi a gustare i vini. La danza dei
calici, tra note aromatiche ed equilibrio del gusto, permetterà
72
Sicilia, paradiso di vino - maggio 2014
Open Wineries
Open Winery is the most important event
featuring wine that takes place in Italy. For
the last 22 years, the last Sunday of May, the
wineries of the Wine Tourism Movement have
opened their doors to the public, encouraging
direct contact with wine lovers. Interest in the
event has grown considerably from year to year
and has attracted more and more attention from
both tourists and local people, intrigued by the
event but especially eager to experience great
cultural and human value. Open Winery Sicily
has the remit to explain to all the importance of
wine in the folk tradition and the strong link with
the country, Sicily, through guided tours of the
wineries and the vineyards and tastings promoted
by today’s companies, depositories of this ancient
knowledge. You don’t just get to sample the wine,
you get an insight into the hard work of the men who
work in perfect harmony with the land, the vineyard,
and its history. Open Wineries can be experienced as
a amazing Sunday in the country in good company, or
even as an opportunity to learn and know the people,
the traditions, the history, philosophies of each estate
on the way from the vineyard to the bottle. To find
companies that will participate in the Sicilian Open
winery of May 25, 2014 you can visit the website
www.mtvsicilia.it
In the area around Licata, a few km from Marina di Cala del Sole,
two of the most important Sicilian wineries will open their doors
to the public to sample the charm and the quality of their wines:
Quignones Cellar and the Baron La Lumia Estate.
Every year, during the
Sicilian Open Winery event,
the traditional rally of
historic cars “Randa and
Pistoni” takes place in the
Marina di Cala del Sole.
This takes the form of a
race between the docks of
the marina and ends with
a tasting of wines made in
Licata.
within the context of modern agricultural technology and
industry. So if you really want to know Sicily - and what it has
developed over the centuries - you should not miss a sensory
experience in one of the region’s wineries. You can visit the
vineyards, discover the presses and have fun tasting the
wines. Experiencing the balance between the aromatic notes
of taste, allows the visitor to enter the world of wine, learning
the difference between drinking and tasting. Indulging in the
al visitatore di addentrarsi nel mondo del vino, imparando la differenza tra
il bere e il degustare.
Mutuando l’esperienza romana dell’Otium si potrà trascorrere del tempo
in relax senza rinunciare all’arricchimento culturale, vivendo momenti di
convivialità, scambio personale e conoscenza. Si scoprirà così che il nero
d’Avola, l’inzolia e gli altri vini non sono tutti uguali ma, in base all’azienda
che li produce, presentano caratteristiche differenti. È certo però che
ognuno di loro proviene da un’unica radice e ha una sola identità, quella
dell’incredibile territorio siciliano.
Partendo da Marina di Cala del Sole, potrai visitare:
Tenuta Barone La Lumia www.baronelalumia.it
Aziende Agricole Quignones www.quignones.it
Baglio del Cristo di Campobello www.cristodicampobello.it
Feudo Principi di Butera www.feudobutera.it
Roman experience of “Otium” you can spend time in relaxation without
sacrificing cultural enrichment, in moments of conviviality, sharing and
personal knowledge. You will find that the Nero d’Avola, the Inzolia and
other wines are not all the same but, depending on the company that
produces them, have different characteristics, understanding however,
that each of them comes from a single root and a single identity, that
incredible Sicily.
Starting from Marina di Cala del Sole, you can visit:
Tenuta La Lumia Baron www.baronelalumia.it
Farms Quignones www.quignones.it
Baglio del Cristo Campobello www.cristodicampobello.it
Feud Principi di Butera www.feudobutera.it
Sicilia, paradiso di vino - maggio 2014
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PAGINE DI SICILIA
Agrigento terra di grandi scrittori, da Pirandello a Sciascia
fino a Camilleri, tanti sono gli autori che hanno lasciato
tracce indelebili delle loro opere nella letteratura italiana del
‘900 e contemporanea. Abbiamo selezionato due romanzi
di altrettanti autori simbolo dell’arte e della cultura siciliana.
I volumi sono disponibili in lingua italiana e inglese presso il
Caffè Letterario - banchina di riva - Marina di Cala del Sole.
Buona lettura!
Il GATTOPARDO - di Giuseppe Tomasi di
Lampedusa
Ed. Feltrinelli, € 7,00
Considerato il manifesto della Sicilianità, l’autore
trasse ispirazione da vicende storiche della sua
famiglia, i Tomasi di Lampedusa, e in particolare
dalla biografia del bisnonno, il principe Giulio
Fabrizio Tomasi (nell’opera il principe Fabrizio
Salina), vissuto durante il Risorgimento.
Per il tema trattato è spesso considerato un
romanzo storico, benché non ne soddisfi tutti
i canoni. Parte del libro è ambientato a Palma
di Montechiaro (25 km ad ovest di Licata), non
per niente conosciuta oggi come la “città del
Gattopardo”. Scritto tra la fine del 1954 e il 1957,
ricevette il Premio Strega nel 1959 divenendo il
primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie
vendute. Nel 1963 fu riprodotto nel film omonimo di Luchino
Visconti. Il titolo del romanzo ha l’origine nello stemma di
famiglia dei Tomasi, originaria di Licata.
PAGES OF SICILY
Agrigento land of great writers, from Pirandello to Sciascia
up to Camilleri, so many are the authors who have left
indelible traces of their works in Italian literature of the ‘900
and contemporary art. We have selected two novels by many
authors symbol of art and culture of Sicily. The volumes are
available in English and Italian at the Literary Cafe - wharf Marina di Cala del Sole Happy reading
Il GATTOPARDO - of Giuseppe Tomasi di
Lampedusa
Ed. Feltrinelli, € 7,00
Considered the being Sicilian, the author drew
inspiration from historical events of his family,
Tomasi di Lampedusa, and in particular from the
biography of his great-grandfather, Prince Giulio
Fabrizio Tomasi (opera Prince Fabrizio Salina),
who lived during the Renaissance. Its subject
matter is often considered a historical novel,
although not fulfilling all the royalties. Part of
the book is set in Palma di Montechiaro (25 km
west of Licata), not for nothing known today as
the “city of the Leopard.” Written between late
1954 and 1957, he received the Strega Prize
in 1959, becoming the first Italian best-seller
with over 100,000 copies sold. In 1963 he
was played in the movie of the same name dI
Luchino Visconti. The title of the novel has the origin in the
arms of the Tomasi family, originally from Licata.
IL COLORE DEL SOLE - di Andrea Camilleri
Ed. Mondadori, € 9,50
THE COLOR OF THE SUN - of Andrea Camilleri
Ed. Mondadori, € 9,50
Nel libro l’autore narra di essersi visto recapitare
un manoscritto inedito del pittore dannato
Caravaggio Merisi e ne racconta il contenuto
che racconta del soggiorno del pittore nell’estate
del 1607 a Malta e in Sicilia. Dalla trascrizione
di Camilleri del diario, scritto in una lingua
seicentesca incolta e involuta, risalta l’ossessione
dell’artista per il “sole nero” che caratterizza e
illumina la travagliata vita di Caravaggio e la sua
arte. Nel racconto, Caravaggio si reca a Licata,
porto dal quale si imbarcherà per Malta, e nei
giorni che precedono il viaggio aiuta un’artista
locale a dipingere il quadro “San Girolamo nella
fossa dei leoni”, custodito ancora oggi nella
chiesetta della Confraternita di San Girolamo della
Misericordia.
From the transcript of Camilleri’s diary,
written in a seventeenth-century unkempt
and convoluted, the obsession of the artist
stands for “black sun” that characterizes and
illuminates the troubled life of Caravaggio and
his art. In the story Caravaggio went to Licata
harbor from where you embark for Malta, and
in the days before the trip helps a local artist to
paint the picture “St. Jerome in the lion’s den,”
still kept in the church of the Brotherhood of St.
Girolamo della Misericordia.
Pagine di Sicilia - maggio 2014
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Tre ore la settimana per diventare un runner
Three hours a week to
become a runner
Il running è il modo più semplice e alla portata di tutti per
tenersi in forma. Spesso si inizia con il solo obiettivo di
dimagrire ma, superate le prime dure sedute, finisce per
diventare una piacevole abitudine, in molti casi una vera
mania. Ogni mattina decine di runner corrono per i viali e le
banchine di Marina di Cala del Sole, spesso spingendosi sul
percorso che si snoda sulla diga foranea di levante fino al
faro verde all’imboccatura del porto di Licata, 1,5 chilometri
con il mare a destra, a sinistra e davanti! E non a caso uno
degli eventi di Marina di Cala del Sole è “Licata in Corsa”,
una gara podistica di 10 km all’interno del porto turistico e,
da quest’anno (la gara si svolgerà l’8 giugno) il percorso si
snoderà anche per le vie del centro storico della città. Allora
è tempo di allenarsi, sia che vogliate partecipare alla gara
o semplicemente rimettervi in forma per la prova costume,
e per farlo è importante conoscere alcuni principi. Il primo
è sicuramente la prevenzione da infortuni: il modo migliore
per prevenirli è sicuramente fare un buon riscaldamento per
preparare gradualmente i muscoli allo sforzo, per evitare
infortuni di tipo muscolare come contrazioni, distrazioni o
strappi; molto importante è anche l’alimentazione, varia ed
equilibrata per evitare la carenza delle sostanze nutritive
necessarie per permettere che lo sforzo e il successivo
recupero possano avvenire nel modo corretto, senza creare
traumi a livello muscolare; infine è importantissimo inserire
nel proprio allenamento tecniche di corsa differenti. Un
buon programma di allenamento combina esercizi di forza
Running is the simplest and most affordable way for everyone
to keep in shape. Often it starts only with the goal of losing
weight, but after the first hard sessions, ends up becoming
a pleasant habit, in many cases a real craze. Every morning,
dozens of runners run along the paths and docks of Marina
di Cala del Sole, often going on the path that winds along
the eastern breakwater 1.5 km to the green beacon at the
entrance of the port of Licata, with the sea to the right, left
and ahead! It is no coincidence that one of the main annual
events in Marina di Cala del Sole is “Licata In Corsa”, a foot
race of 10 km within the marina and, this year (the race will
take place on June 8th), the route will extend into the streets
of the historic center of the city. So now it’s time to train,
whether you want to participate in the race or just get into
shape for the swimsuit season, and to train properly it is
important to know some principles. The first is definitely the
prevention of accidents: the best way to prevent them is to
warm up gradually to prepare the muscles for the effort and
avoid injuries of the muscle contraction type, strains or tears.
It is also very important to prepare with a varied and balanced
diet in order to avoid the shortage of the necessary nutrients
to fuel the effort and ensure that the subsequent recovery can
be done in the correct way, without causing trauma to the
muscles. And finally it is important to include variety in your
training programme. A good training programme combines
strength exercises with different types of racing; this means
Diventare un runner - maggio 2014
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con diverse tipologie di corsa. Questo vuol dire cambiare
il ritmo, l’intensità, il terreno e il volume di allenamento in
modo da sollecitare il fisico in modi diversi. Basta poco per
costruire la base del runner e per capire che la giornata troppo
piena è solo un alibi. Chi ha i minuti contati dovrà cercare
di organizzare l’allenamento nelle sue parti essenziali: sono
sufficienti da 3 a 5 ore a settimana per avere una forma
accettabile, che consente di affrontare una gara. Le tre sedute
settimanali di circa un’ora ciascuna possono essere rivolte
ad un podista che vuole mantenersi in forma nonostante la
carenza di tempo oppure a chi si avvicina alla corsa ma è
molto impegnato. La prima e la terza seduta di allenamento
dovranno basarsi principalmente sulla corsa lenta: l’obiettivo
è quello di “fare fiato” e abituarsi a correre. Chi non ha un
cardiofrequenzimetro per tenere sott’occhio la frequenza
cardiaca, che deve mantenersi bassa, si può basare su un
vecchio principio: se esci a correre con un amico e riesci a
parlare mentre corri significa che il ritmo è lento ed è quello
giusto; se dopo pochi minuti che parli e corri vai in affanno
allora stai andando troppo veloce. L’allenamento che si svolge
al centro delle tre sedute deve mirare a costruire: nelle prime
settimane si possono effettuare, dopo un buon riscaldamento,
degli allunghi su distanze comprese fra 100 - 200 mt.
Successivamente si può passare ad allunghi in salita e ancora
introdurre i lavori classici di potenza aerobica come medi,
progressivi, o ripetuti. Quindi, orologio alla mano, 180 minuti a
settimana per indossare pettorale e correre!
di Giancarlo La Greca
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Diventare un runner - maggio 2014
changing the pace, intensity, terrain, and the amount of
exercise in order to gain the maximum physical benefit.
Proper preparation for the ace requires at least 3 to 5 hours
training a week. For those with high demands on their time
this requires careful organizing to make the best use of the
training time. Three weekly sessions of about an hour each
should be enough for those who want to keep in shape and
those who want to participate in the race but who have limited
time for training. The first and third training session should be
conducted at an easy pace; the goal is to “take breath” and
get used to running. If you do not have a heart rate monitor
with which to keep an eye on your heart rate, which must
be kept low, you can rely on an old principle: if you go out
running with a friend and you can talk while you run, the pace
is the right one, but if after a few minutes you find that you
are too out of breath to talk, you’re going too fast. The training
that takes place in the middle of the three sessions should
aim to build your stamina: in the first weeks, after a good
warm up, sprint over distances of between 100-200m, aiming
to gradually reduce your recovery time between each sprint.
Then you can switch to running uphill increasing the aerobic
exercise progressively. So, watch in hand, 180 minutes per
week for wearing bib and run!
by Giancarlo La Greca
Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare,
non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
After the magic moment when my eyes were opened to the sea,
I was not longer possible to see, think and live as before.
Jacques-Yves Cousteau