Benvenuti a Licata, città di mare, arte e cultura di Maria Sitibondo Porto di Licata Welcome to Licata, Una storia, quella di Licata, intimamente legata alla sua posizione strategica tra il Mar Mediterraneo, il Fiume Salso e le pendici del colle “La Montagna”. Popolata fin dalla Preistoria, come testimoniano i ritrovamenti archeologici in località Mollarella, la città è stata un crogiuolo di popoli e di culture il cui avvicendarsi ha fatto della città un gioiello di arte, un luogo che racconta, in ogni suo angolo, secoli di storia. Eletta città demaniale da Federico II di Svevia per il suo fiorire culturale, manifesta tutt’oggi la magnificenza dei tempi che furono presentandosi come un museo en plein air dello stile barocco e del liberty siciliano. La visita del centro storico non può che cominciare dal complesso medievale del Carmine, fondato dai Padri Carmelitani, che presenta oggi una superba facciata barocca e che conserva, al suo interno, un portale e due bifore chiaramontane del XIV secolo. Proseguendo sul Corso Roma, sosta obbligata è il Palazzo di Città, massima espressione licatese dell’art nouveau di Ernesto Basile e monumento simbolo dello sbarco degli alleati in Sicilia. Erano le ore 11:30 del 10 luglio 1943 quando le bandiere americana e inglese sventolavano dal balcone del Palazzo, decretando la liberazione dal regime fascista. La discesa verso Corso Vittorio Emanuele è tutto un susseguirsi di palazzi neoclassici e liberty della vecchia nobiltà e della ricca borghesia licatese, dal barocco di Palazzo Frangipane allo stile liberty di Palazzo Navarra. Superati i resti cinquecenteschi del vecchio ospedale San Giacomo, sorgono maestosi e si incardinano nel quartiere barocco, la Chiesa e il Convento di San Francesco ove è possibile ammirare l’incantevole chiostro recentemente restaurato. Per gli amanti della lettura, si consiglia, all’interno dell’ex Convento di San 08 Benvenuti a Licata - maggio 2014 a seaside town, art and culture A story, that of Licata, intimately linked to its strategic location between the Mediterranean Sea, the Salty River and the slopes of the hill, “the Mountain”. Inhabited since prehistoric times, as evidenced by archaeological findings in the area of Mollarella, the city was a melting pot of peoples and cultures whose succession has made the city a jewel of art, a place that tells, in every corner, centuries of history. Elected a state town by Frederick II of Swabia for its flourishing cultural life, it still today manifests the magnificence of yore posing as an open-air museum of Sicilian Baroque and Art Nouveau. A tour of the historical center can only start from the medieval complex of Mount Carmel, founded by the Carmelite Fathers, which today presents a superb baroque facade and contains inside a portal and two Chiaramontane mullioned windows of the fourteenth century. Continuing along the Corso Roma is the obligatory stop at the City Palace (Palazzo di Città), the highest expression of art nouveau by licatese Ernesto Basile, monument and symbol of the Allied landing in Sicily. It was 11:30 am on 10 July 1943, when the English and American flags waived from the balcony of the City Palace, declaring liberation from fascist Regime. The route down to Corso Vittorio Emanuele is a succession of neoclassical and Art Nouveau buildings of the old nobility and the wealthy bourgeoisie of Licata, from the Baroque of Palazzo Frangipane to the Art Nouveau of Palazzo Navarre. Past the remains of the old sixteenth-century San Giacomo hospital, majestic in the Baroque district, there are the Church and Convent of San Francisco where you can admire the beautiful cloister recently restored. Lovers of Francesco, la visita del Fondo Librario antico, un interessante patrimonio composto da circa 5.700 volumi provenienti dagli ordini monastici presenti a Licata sino al 1866, che costituiscono la memoria storica della città. Esempio e testimonianza vivente della memoria storica della città è il borgo marinaro che collega il centro storico al porto. Dedalo di vie, di cortili e vicoli della città medievale, con il suo impianto arabo il quartiere della Marina è stato un refugium dagli attacchi nemici per la popolazione licatese. Lontani sono gli echi delle grida di terrore all’irrompere dei pirati di Dragut, capo della flotta franco-turca che nel 1533 invase Licata e la mise a ferro e fuoco. Oggi il quartiere è animato dal vociare degli ambulanti e dai bambini che si rincorrono per gioco, dai tanti odori delle cucine delle donne che preparano il meritato pasto agli uomini di ritorno da una dura giornata di pesca in mare e, tra i vicoli, echeggia ancora la voce rauca e corposa, tagliente e disperata della cantante popolare Rosa Balistreri, protagonista indimenticabile del cantato siciliano, povera e orgogliosa varcò i confini della sua isola affermandosi sulla scena internazionale del genere folk. All’uscita del quartiere, alto e bianchissimo si innalza il Faro di Capo San Giacomo, uno dei più alti in Italia. Tre lampi, una pausa, tre lampi, a segnare la via ai naviganti, ad illuminare l’intera città durante la notte. Una passeggiata serale sul molo, diventa visita panoramica quando i fasci di luce illuminano dal basso la maestosità del Castel Sant’Angelo. Edificato, a difesa delle coste e della città di Licata, sull’omonimo colle nel 1615 da Hernando de Petigno, comandante generale della cavalleria leggera del Regno di Sicilia, il forte custodisce, in alcune sale del piano terra della corte interna, un piccolo museo etnoantropologico aperto al pubblico con accesso gratuito. Licata lascia incantati i visitatori per la sua bellezza multiforme che sa unire il gusto dell’arte e della cultura alle bellezze naturalistiche della sua costa e del suo pescoso mare. books are recommended to visit of the ancient Library Archive in the former Convent of St. Francis. This fascinating collection consists of about 5,700 volumes from the monastic orders present in Licata until 1866, which constitute the documented history of the city. An example and living witness to the historical memory of the city is the fishing village that connects the old town to the harbour. The maze of streets, courtyards and alleys of the medieval city with its Arabic system, the Marina District was a refuge from enemy attacks for the population of Licata. There are distant echoes of the cries of terror at the incursions of the pirate Dragut, head of the Franco-Turkish fleet which in 1533 invaded Licata and put it to fire and the sword. Today the neighborhood is enlivened by the voices of the hawkers and children chasing each other for fun, so many smells from the kitchens of women who prepare the meal for their men returning from a hard day of fishing at sea, and in the narrow streets there are still echoes of the hoarse, full-bodied, sharp and desperate voice of folk singer Rosa Balistreri, an unforgettable protagonist of Sicilian song who, poor and proud, transcended the borders of this island establishing herself on the international folk scene. Palazzo di Città - Disegno originale di E. Basile At the exit of the neighborhood, tall and very white, stands the lighthouse at Cape St. James, the third highest in Italy. Three flashes, a pause, then three flashes, showing the way to sailors, illuminate the entire city at night. An evening walk on the pier becomes panoramic tour when the beams of light illuminate from below the majesty of the Castel Sant’Angelo. The castle was built on the hill in 1615 by Hernando de Petigno, general commander of the light cavalry of the kingdom of Sicily, to defend the coast and the town of Licata. A small ethno-anthropological museum is contained in some rooms of the ground floor of the castle courtyard and is open to the public with free admission. Licata leaves its visitors enchanted by its multifaceted beauty, a combination of art and culture, and by the natural beauty of its coast and its sea full of fish. Castel Sant’Angelo Benvenuti a Licata - maggio 2014 09 I TESORI NASCOSTI DI LICATA di Pierangelo Timoneri Il Tesoro della Signora - Medaglione con testa di Medusa Licata sta riscoprendo la sua storia. Gli ultimi rinvenimenti archeologici e la riapertura di siti culturali, veri e propri tesori da valorizzare e da custodire, stanno dimostrando l’importanza del territorio licatese, con la sua rilevante storia, dalle lontane origini che si fanno risalire alla dominazione greca nel III sec. a.C. Sensazionale è stato il ritrovamento del cosiddetto “Tesoro della Signora”, scoperto nel 1998, consistente in monili d’oro, tra cui un prezioso medaglione con testa di Medusa e monete auree, il cui valore è inestimabile. Questo tesoro è stato trovato all’interno di una delle abitazioni dell’antico centro ellenistico di Finziade, che sorgeva sulla Montagna di Licata ed è conservato nel museo archeologico. Il tesoretto costituisce la principale fonte di attrazione turistica, insieme ad altri reperti trovati per mezzo di saggi di scavo effettuati dall’Università di Messina. Non è certamente l’unica scoperta fatta, ma grazie all’opera dei volontari del Gruppo Archeologico “Finziade” stanno venendo alla luce interessanti siti e pregevoli reperti, anche subacquei, a dimostrazione della fiorente civiltà presente nel nostro territorio. 10 I tesori nascosti - maggio 2014 DISCOVERING THE TREASURES OF LICATA Licata is rediscovering its history. Recent archaeological discoveries and the reopening of cultural sites have revealed treasures to be valued and preserved. These treasures demonstrate the importance of the area around Licata, with its significant history, from ancient origins that can be traced back to the Greek rule in the third century BC. The sensational discovery in 1998 of the so-called “Treasury of the Lady”, consisted of gold jewelry, including a precious medallion with the head of Medusa and gold coins, is of inestimable value. This treasure was found inside one of the houses of the ancient center of the Hellenistic Finziade, which stood on the Mount of Licata, and is preserved in the archaeological museum. The treasure, along with other artifacts found by excavations carried out by the University of Messina, is a major tourist attraction. Thanks to the work of the volunteers of the Archaeological Group “Finziade” new discoveries are unearthing other interesting sites and valuable artifacts, demonstrating the flourishing civilizations in our territory. Interessanti e unici nel loro genere sono tre siti di singolare fascino: lo Stagnone Pontillo, la Tholos e la Grangela, ambienti primitivi scavati nella viva roccia, destinati a diverse funzioni, ma principalmente utilizzati come raccolta di acqua. Sono dei siti di forte impatto per la posizione in cui sono situati, il primo fuori dalla città e gli altri due in pieno centro, collocati nelle viscere del territorio licatese, appartenenti ad un sistema di luoghi sotterranei ancora da esplorare, come è il caso anche del Pozzo Gradiglia, da poco tempo reso in parte fruibile. Le scoperte non si sono limitate al settore archeologico, ma hanno interessato altri periodi altrettanto importanti per Licata. Basti pensare alla civiltà rupestre con insediamenti monastici, un’intera necropoli sotto la chiesa della Madonna di Pompei o la ripulitura di vasti siti oggi fruibili. L’opera che più affascina e colpisce il visitatore è senza dubbio la cappella del Crocefisso Nero, splendido esempio di religiosità e arte barocca, che sorge quasi nascosta all’interno della rinascimentale Chiesa Madre. Un luogo davvero speciale che lascia esterrefatti i visitatori alla vista di quel Crocefisso profanato e miracoloso, custodito nell’altare ligneo della cappella L’11 luglio 1553 Licata è stata colpita dalla tragica invasione franco-turca capeggiata dal feroce corsaro Dragut che per diversi giorni ha devastato la città, mietendo vittime e violenze Stagnone Pontillo Interesting and unique are three sites of singular charm: the Lagoon Pontillo, the Tholos and the Grangela, primitive environments dug into the rock, intended for different functions, but mainly used for water harvesting. They are sites of major impact for the position in which they are located, the first out of the city and the other two in the center, located in the bowels of Licata, forming parts of a system of underground locations yet to be fully explored, as is also the case with Gradiglia del Pozzo, recently made partially accessible. The findings are not limited to the pre Christian era, but include other periods equally important in the history of Licata. Just think of the uncovering of the rock civilization with monastic settlements, an entire necropolis beneath the church of Our Lady of Pompei. The work that most fascinates and impresses the visitor is undoubtedly the chapel of the Black Crucifix, a splendid example of Baroque art and religion, which lies almost hidden within the Renaissance church, a truly special place that leaves the visitors stunned at the sight of the miraculous desecrated crucifix kept on the altar of the wooden chapel. On July 11, 1553 Licata suffered a tragic invasion led by the fierce Franco-Turkish corsair Dragut that lasted for several days, devastating the city, killing and violating the citizens and Palazzo Frangipane Grangela I tesori nascosti - maggio 2014 11 e prendendo di mira il Crocefisso della chiesa Madre, simbolo tanto caro ai fedeli. Gli invasori tentarono di bruciare e di saettare la sacra immagine e nonostante la loro sacrilega azione, il Cristo, opera in mistura del 1469, non si bruciò ma rimase annerito. Questo fenomeno fece gridare al miracolo, tanto che i licatesi, scampato il pericolo turco, pensarono bene di edificare una stupenda cappella in onore del crocefisso da allora onorato come il Cristo nero. La cappella esalta la magnificenza dello stile barocco, con le sue voluminosità, i suoi fregi e le sfarzosità per dare maggiore solennità al miracoloso Crocefisso. Le pareti lignee, gli intarsi, la pittura in oro, il tetto a cassetttoni, gli affreschi e i dipinti, di cui è circondata e abbellita, richiamano all’esaltazione dell’arte e della spiritualità. Considerevole il gioco di luci che creano effetti suggestivi per chi vuole ammirare o restare assorto dentro la cappella. Al mattino è estasiante vedere come i raggi solari, entrando dalle finestre, colpiscano le decorazioni dorate dando splendore e luminosità all’ambiente, la sera in penombra o al buio invita alla contemplazione, mentre illuminata manifesta la sua maestosità. Per completare questa riscoperta sui tesori e sui siti di Licata, non potevano mancare i luoghi dello sbarco alleato del 1943, in cui Licata è stata protagonista dell’evento storico e prima città ad essere liberata dagli americani. Lo scorso anno, in occasione del 70° anniversario dello sbarco anglo-americano in Sicilia, alla presenza del noto fotografo statunitense Phil Stern, si è aperto il rifugio antiaereo di via Marconi, riportando negli anziani i ricordi di quegli anni terribili e divenendo oggi meta continua di visite guidate. 12 I tesori nascosti - maggio 2014 Cappella del Cristo Nero attacking the Mother Church of the crucifix, symbol so dear to the faithful. The invaders having fired arrows into the sacred image then tried to burn it. Despite the sacrilegious action, the Christ, carved around 1469, was not burned but was blackened. This miracle led to the escape of the Licatesi, from the Turkish danger. In gratitude they built a beautiful chapel to honor of the crucifix since then revered as the Black Christ. The chapel exemplifies the magnificence of the Baroque style, with its bulkiness, its friezes and sumptuousness, giving greater solemnity to the miraculous crucifix. The play of lights creates striking effects for those who want to admire and be absorbed by the atmosphere of the chapel. In the morning, is ecstatic to see how the sunlight coming through the windows hits the golden decorations giving radiance and brightness while, in the dark or the evening twilight, His illuminated majesty invites contemplation. The most recent rediscovered treasures and sites of Licata, are the sights of the Allied landings in 1943, in which Licata was the star of this historical event and the first city to be liberated by the Americans. Last year, on the occasion of the 70th anniversary of the Anglo-American landing in Sicily, in the presence of wellknown American photographer Phil Stern, the air-raid shelter in via Marconi was opened up, bringing back memories to the elderly of those terrible years and becoming one of the highlights of today’s guided tours. LA STORIA IN MOSTRA Il nuovo Museo Archeologico della Badia di Licata HISTORY IN EXHIBITION di Cettina Callea Museo di Licata - Chiostro Fra qualche mese, con grande gioia degli amanti dell’arte e della storia, riaprirà finalmente il Museo di Licata. L’esposizione seguirà i nuovi indirizzi della museografia, in spazi espositivi reinterpretati con un arricchimento sul piano scientifico e una comunicazione più diretta ed efficace. La sua riapertura deriva dalla sinergia tra Istituzioni, la Soprintendenza di Agrigento e l’Università di Messina, da anni impegnate sul territorio licatese, con la finalità comune della ricerca e della divulgazione culturale. Il percorso si snoda nelle ampie sale voltate, seguendo il filo della storia, attraverso apparati didattici agili, anche multimediali. I reperti, sapientemente evidenziati dalle luci delle vetrine, documentano il passaggio di uomini e di merci a partire dalla preistoria fino all’età medievale. Comune a tutti i periodi storici il rapporto privilegiato con il mare, che, oltre a dettare le scelte insediative e le dinamiche commerciali, determina il ruolo strategico della città: l’insediamento costiero di età eneolitica, i contatti con il mondo egeo nella media età del Bronzo, i prodotti di importazione del periodo arcaico e classico, che accompagnano le fondazioni delle poleis sulla costa occidentale della Sicilia, fino al periodo ellenistico 14 La storia in mostra - maggio 2014 The new Archaeological Museum in the “Badia” of Licata In a few months, for the delight of lovers of art and history, the Museum of Licata will, finally, open again. The permanent exhibition will follow the new guidelines of modern museum design, with a reinterpreted and enhanced representation of scientific exhibits and more direct and effective communication. Its re-opening is due to the synergy between two institutions, the Superintendent of Agrigento and the University of Messina whose archaeologists have been working in Licata for years, with the shared purpose of research and cultural dissemination. The exhibition itinerary passes through the large vaulted rooms, following the thread of the history, through an educational and lively set up which includes multimedia devices. The findings, appropriately highlighted by the lights of the cases, display the passage of people and goods from prehistoric to medieval times. The “trait d’union” to all historical periods is the special relationship with the sea, which, in addition to dictating the choice of settlements and trade dynamics, determines the strategic role of the city: the coastal settlement of the neolithic age, the contacts with the Aegean people in the Middle Bronze Age, the import of products of the archaic and classical periods, which accompany the foundations of the romano quando la città di Finziade conosce il suo massimo splendore. Un’ampia sezione del Museo è dedicata proprio a Finziade. La polis, fondata nel 280 a.C. dal tiranno akragantino Phintias, è tornata alla luce grazie ai finanziamenti comunitari e alle ricerche dell’Università degli Studi di Messina, sul Monte Sant’Angelo, dove rimangono notevoli testimonianze di edilizia domestica. Attraverso la cultura materiale riemerge dalle ombre del tempo la città antica. Una saletta posta al piano inferiore del Museo racchiude come in uno scrigno il tesoro di gioielli e monete rinvenuti a Finziade. Il visitatore, scendendo le scale, vive una vera e propria epiphaneia, grazie alla scelta progettuale d’effetto: in primo piano il sakkos aureo, con splendida testa di Medusa, magnifico fermacapelli femminile, capolavoro dell’oreficeria di età ellenistica, poi i bracciali con testa di leone, l’anello con la gemma e centinaia di splendide monete d’argento. Le ultime due sale sono dedicate a reperti di età medievale e postmedievale, con l’esposizione di spolia dalle chiese non più esistenti e di alcuni dipinti, che testimoniano la storia artistica della città. In queste due sale verranno esposti il polittico city states on the west coast of Sicily, until the Hellenistic period when the Roman city of Phintiade reached its greatest magnificence. A large section of the museum is dedicated to Phintiade. The city state, founded in 280 B.C. by Phintias, the tyrant of Akragas, was excavated thanks to EU funding and research of the University of Messina on Sant’Angelo Mount, where there are considerable remains of domestic architecture. Through the recovered objects, the ancient city is brought to light breaking the shadows of time. A room, located on the lower floor of the museum, houses, in a chest, a treasure of jewels and coins found in Phintiade. The visitor, coming down the stairs, experiences a kind of epiphany, a revelation, thanks to the catchy design choice: in the foreground he can see the golden sakkos (tunic) with a stunning Medusa’s head, beautiful female hair clips, a masterpiece of the Hellenistic age, then a bracelet with lion’s head, a ring with a gem and hundreds of beautiful silver coins. The last two rooms house medieval and post-medieval exhibits, with the display of spolia (decorative sculpture) from no longer existing churches and some paintings, showing the artistic history of the city. A fifteen-century Polypthyc su tavola del XV sec. che si trova nella sala consiliare e le opere del Portaluni e di Fra Felice da Sambuca oggi collocate in due sale del municipio. Si ringraziano per l’impegno la soprintendente Caterina Greco, il progettista e direttore dei lavori Angelo Di Franco, il responsabile del procedimento Agostino Marrella e gli archeologi dell’Università di Messina. (panel painting), which is now located in the City Hall Council Chamber and the works of Portaluni and Fra Felice from Sambuca will be displayed in these two rooms. Many thanks for the efforts to the Superintendent Caterina Greco, the Design Architect and Manager Angelo Di Franco, the Head of the Procedure Agostino Marrella and the archaeologists from the University of Messina. La storia in mostra - maggio 2014 15 Siciliano: parole dal mondo Il dialetto è storia. La storia di un popolo. Come dice il linguista Giacomo nella sua opera “Il linguaggio d’Italia”: “Questo libro non è un libro di linguistica, ma un libro di storia”. In realtà, in Sicilia, dietro ogni suono ci sono millenni di storia e la conoscenza dei fatti linguistici serve spesso a chiarire una vicenda storica. Siculi, Elimi, Sicani, Liguri, Mamertini, Greci, Cartaginesi erano le etnie della Sicilia pre-latina. Sono labili le tracce linguistiche di queste antiche popolazioni. Il greco era la lingua ufficiale prima della conquista dei Romani e qualcuno, come Diodoro Siculo nel 15 a.C., continuava a scrivere in greco, pur essendo già in epoca romana. Il sistema vocalico del dialetto siciliano deriva indubbiamente dal latino. Dal 535 d.C., anno della conquista di Belisario, quando si instaurò il dominio bizantino, ritornano o si ripristinano alcuni elementi greci, come babbaluci/ vavaluci - lumaca (da boubalàkion), crastu - montone (dal greco kràstos - latino gastra), liccu - ghiotto (da liknos), naca - culla (da nake), partuallu - arancia (da portokali), le varianti di piricòcu/varcocu - albicocco (da praicòcchion), piddrusinu - prezzemolo (da petroselinon). Nell’827 arrivarono gli arabi, che introdussero alcuni arabismi, visibili ancora oggi in alcuni toponimi: Cala, Calt, da qal’a “castello, fortezza”, a cui Calascibetta, Caltagirone, Caltanissetta; Mezzoiuso, da manzil yusuf “casale di Giuseppe”; Favara, da fawwara “sorgente”. Le parole introdotte dagli arabi appartengono soprattutto al campo semantico dell’agricoltura in cui i nostri 16 Siciliano: dialetto dal mondo - maggio 2014 Sicilian: words from the world Dialect is history. It is the history of a population. At the beginning of his work, “The language of Italy”, the linguist Giacomo Devoto, writes: “This book is not a book of language, but a history book”. In Sicily, behind every sound there are thousands of years of history and knowledge of linguistic facts is often used to clarify a historical event. Sicilians, Elymians, Sicans, Ligurians, Mamertines, Greeks, Carthaginians were the ethnic groups in the pre-Latin Sicily. Linguistic traces of these ancient populations are very weak. Greek was the official language before the Roman conquest, but in the 15 b.C. Diodorus used to write in Greek even in Roman times, as his history of the world shows. The vowel system undoubtedly derives from Latin, but from 535 a.D., the year of the conquest of Belisarius, when Byzantine rule was established, some Greek elements were restored. Babbaluci/vavaluci - snail (from boubalàkion crastu-mutton (from kràstos Latin gastra) liccu - greedy (from liknos), naca cradle (from naka) partuallu - orange (from Portokali), variants piricòcu/varcocu - apricot (from praicòcchion) piddrusinu - parsley (from petroselinon). In 827 the Arabs arrived, introducing some Arabisms, still visible in some place names: Cala, Calt - < Qal’a “castle, fortress”, Calascibetta, Caltagirone, Caltanissetta, Mezzoiuso < yusuf manzil “house of Joseph”, Favara < Fawwara “source”. The words introduced by the Arabs mostly belong to the semantic field of agriculture where our invaders were masters. Zabbara - invasori furono maestri. Zabbara - agave (da sabbara), tùminu - tomolo (misura agraria, da tumn), gebbia - vasca di conservazione dell’acqua utilizzata per l’irrigazione (da giàbìa), cafìsu - misura per l’acqua e, soprattutto, per l’olio (da qafīz, in realtà misura per aridi). Comunissimo per gli amanti del buon pane è giuggiulena - seme di sesamo (da giulgiulan), che rende il pane di Sicilia gustosissimo. Dall’ XI al XIII secolo la Sicilia subì l’invasione dei Normanni. Le parole risalenti a questo periodo sono accattari - comprare (da acater, francese acheter), racina - uva (raisin), ammuarru o armaru - armadio (da armoire), largasìa - generosità (da largesse), bucceri (vucceri) - macellaio (da boucher e butcher in inglese), mustàzzi - baffi (da moustache, entrato contemporaneamente in Inghilterra), buatta - latta, barattolo (da boîte), accia sedano (da ache). A quell’epoca il dialetto siciliano ebbe molta fama, poiché alla corte di Federico II nacque e si sviluppò la lirica della cosiddetta “scuola siciliana”, espressione coniata da Dante. Dal 1282, dopo i Vespri Siciliani, l’isola fu abitata anche dagli Spagnoli, che dal 1412 dominarono la Sicilia. Fino al ‘400 vi erano in Sicilia attive colonie catalane e una classe di aristocratici castigliani che diedero due apporti differenti alla lingua locale. Tra i termini di derivazione iberica: criada - serva (criada), sgarrari - sbagliare (esgarrar), nzirtare - indovinare (encertar), arriminari - mescolare (da remenar), anciova - acciuga (da anxova), capuliari - tritare (da capolar, presente sia in catalano che in castigliano). L’elemento iberico costituisce la stratificazione più recente di un lessico composito e vario. Poiché la lingua è un elemento vivo e dinamico, i siciliani hanno anche importato termini, tornando agave (from Sabbara) tùminu - tomolo (agrarian measure) (from tumn) giuggiulena - sesame seed (from giulgiulan) gebbia - storage tank water used for irrigation (from gia - bia) cafisu - measure for water (and, especially, for oil) (by qafīz, actually measure for arid). From ‘eleventh to the thirteenth Sicily was invaded by the Normans. The words from this period are “accattari” norm. Acater, French “acheter” Racina < raisin grape - ammucciarisi “hide” or ammuarruarmaru - wardrobe (from armoire) largasìa - generosity (from largesse), vucceri - butcher (from Fr. boucher and butcher in English), mustàzzi - moustache (by moustache entered simultaneously in England), buatta - tin (from boîte), accia celery (from ache). In that period the Sicilian dialect was very famous, because in the court of Frederick II the lyric of the “Sicilian School”, (a term coined by Dante) was created and developed. Since 1282, after the Sicilian Vespers, the island was inhabited by the Spaniards who, then, ruled Sicily from 1412 onwards. Up to ‘400 in Sicily, there were active colonies of a class of Catalan and Castilian aristocracy who gave two different contributions to the local language. Among the terms of Iberian derivation criada - servant (criada), sgarrari - to be wrong(esgarrar), nzirtare - guess (encertar) arriminari - to mix (from Remenar) anciova - anchovy (from anxova) capuliari - chop (from capolar, this is Catalan Castilian). The Iberian element is the newer stratification of a composite and varied Castello di Falconara dai loro viaggi migratori. Fu così che dai primi del Novecento sono stati introdotti termini come accianza (dall’inglese americano “chance” occasione), chenca (gang, banda) o bissinissi (da business - affari), oggi esteso anche all’italiano. Dunque la lingua racconta chi siamo e da dove veniamo, è preziosa eredità dei nostri antenati, bene da tramandare. Come disse Ignazio Buttitta: “Un populu diventa poviru e servu quannu ci arrubbanu a lingua addutata di li patri” - “un popolo diventa povero e servo quando viene derubato della lingua che ha ereditato dai padri”. di Cettina Callea vocabulary. Since language is alive and dynamic, the Sicilians have also imported terms, coming back from their migratory journeys. They include “accianza” American English “chance” opportunity, or bissinissi from “business”, now extended to Italian, or chenca “gang”. So the language tells who we are and where we come from, it is a precious heritage of our ancestors, good to pass on. As Ignazio Buttitta said: “A populu becomes poviru e servu quannu ci arrubbanu a lingua addutata di patri”, “People become poor and servant when they are robbed of the language inherited from their fathers”. by Cettina Callea Siciliano: dialetto dal mondo - maggio 2014 17 LICATA, OSPITALE PER VOCAZIONE IL QUARTIERE MALTESE Ospitali per vocazione. Non si possono definire diversamente gli abitanti di Licata, da millenni terra di frontiera e luogo di incontro delle civiltà del Mediterraneo. Il fiume Salso e l’insenatura naturale detta “Ortu du Za Saru”, primo porto cittadino, hanno rappresentato per i bastimenti che solcavano il “Mare Nostrum” una tappa obbligata nei commerci tra le varie sponde. I cittadini licatesi, tra le possenti mura del Castel San Giacomo, hanno dato ospitalità a profughi e perseguitati di ogni epoca; ai maltesi ad esempio, cui addirittura hanno offerto la possibilità di costruire un intero quartiere. La colonia maltese, incrementatasi soprattutto per una massiccia immigrazione avvenuta nel 1645 a causa delle scorribande dei turchi, diede origine al primo borgo extra moenia di Licata, l’attuale quartiere di S. Paolo, sulle propaggini nord-orientali del colle Sant’Angelo, in prossimità dell’antica chiesa di Santa Agrippina, in seguito dedicata a San Paolo, protettore di Malta. Ancora oggi quel quartiere esiste e si trova arroccato alle spalle di piazza Progresso, la piazza principale del paese. Basta percorrere pochi passi per essere catapultati dai grandi viali alberati del centro cittadino alle strette stradine del quartiere. Qui, tra un dedalo di vie, scalinate, vicoli e slarghi, si affacciano case umili ancora oggi abitate dagli anziani del posto i cui cognomi sono rimasti immutati, come ai tempi dell’arrivo dei maltesi. Si tratta nella maggior parte dei casi delle loro stesse discendenze, se ci mettessimo a leggere i cognomi ai campanelli delle porte troveremmo i Camilleri, i Vella, i Belgiorno o gli Incorvaia, cognomi questi tra i più diffusi ancora oggi a Malta! Il quartiere non presenta grandi slanci architettonici, visto che fu realizzato per ospitarvi i profughi che vivevano al limite della sussistenza, ciò che colpisce ancora oggi il visitatore è certamente il suo aspetto ancora identico a quello di tanti secoli fa. di Giuseppe Patti Licata Palazzo di Città LICATA, welcoming for vocation THE DISTRICT OF MALTA Welcoming for vocation. You cannot define differently the people of Licata, from millennia of land border and a meeting place of civilizations of the Mediterranean. The “Salso” river and the natural inlet called “Ortu du Za Saru”, the first port of the city, represented by the ships that sailed the “Mare Nostrum” a must in the commerce between the various banks. Citizens of Licata, between the mighty walls of Castel San Giacomo gave hospitality to refugees and persecuted of all time, the Malta’s people for example, even when offered the opportunity to build an neighborhood. The Malta’s colony, grown especially for a massive influx of immigrants in 1645 because of the raids of the Turks, gave rise to the first village outside the city walls of Licata (the present district of St. Paul) on the foothills of the north - eastern hill Sant’Angelo, near the ancient church of Saint Agrippina, which was later dedicated to St. Paul, the patron of Malta. Still exists and that neighborhood is perched behind Piazza Progress, the town’s main square. Just follow a few steps to be thrown by the big tree-lined avenues of the city center with narrow streets of the neighborhood. Here, amid a maze of streets, stairways, alleys and open spaces, overlook humble houses still inhabited by the elders of the place whose surnames have remained unchanged, as in the times of arrival of the Maltese. It is in most cases of their own offspring, so if we were to read the names to doorbells would find the Camilleri, the Vella, the Belgiorno or Incorvaia, these surnames, among the most prevalent even today in Malta! The district does not have great architectural work, because it was built to accommodate the refugees who lived on the edge of subsistence, what strikes the visitor is still certainly his appearance still identical to that of so many centuries ago. by Giuseppe Patti Licata, ospitale per vocazione - maggio 2014 19 FESTA SANT’ANGELO TRA FEDE E TRADIZIONE FEAST OF SANT’ANGELO BETWEEN FAITH AND TRADITION Il patrono di Licata, Sant’Angelo martire, viene festeggiato due volte l’anno, il 5 maggio nel ricordo del suo martirio avvenuto nel 1220 e la domenica dopo ferragosto nel ricordo della liberazione della città dalla peste nel 1625. In queste due feste vi è la partecipazione numerosa di cittadini e di visitatori provenienti da diverse parti della Sicilia. Da tempo immemorabile Licata si è affidata al suo Patrono, invocato come santo a pochi anni dalla morte, edificando nel 1626 la bellissima e artistica chiesa, divenuta santuario diocesano, proprio nel luogo del martirio che si affaccia su una vasta piazza, progettata come sagrato. Gli ambienti più ricercati della chiesa sono il pozzo miracoloso al cui interno nel XIV sec. furono rinvenute le ossa di Sant’Angelo e la Cappella che custodisce l’urna argentea del 1623 con il corpo del santo. Con grande entusiasmo e gioia di popolo, si svolgono le due feste in onore del santo. La festa di maggio è quella principale, si svolge dal 3 al 6 e si respira una lieta aria, dovuta anche alla presenza di bancarelle, che rappresentano la caratteristica “fiera di Maggio”. Giorno cinque è il momento più atteso della festa, in cui avviene la processione dell’urna di Sant’Angelo, 20 Festa Sant’Angelo - maggio 2014 The patron saint of Licata, Sant’Angelo the martyr, is celebrated twice a year, on May 5 in remembrance of his martyrdom which took place in 1220 and on the Sunday after mid-August in memory of the liberation of the city from the plague in 1625. These two festivals are celebrated by a large number of citizens and many others from all over Sicily. Over the centuries the people of Licata have venerated their patron saint starting a few years after his death in 1626 with the building of the beautiful and artistic church that became the diocesan sanctuary, right in the place of martyrdom, overlooking a large square designed as a churchyard. The most revered areas of the church are the miraculous well in which the bones of Sant’Angelo were found in the fourteenth century, and the side chapel which houses the silver urn containing the saint’s body dating from 1623. The main festival is the one that takes place between the third and sixth of May and which is typified by the presence of many stalls, and the great enthusiasm and joy of the participants. The highlight of the festival takes place on the 5th when the casket containing the remains of Sant’Angelo, accompanied by the four votive candles, are processed through the city accompagnata dai quattro ceri votivi, caratterizzati da diversi significati e appellativi, come quelli riferiti dallo storico siciliano G. Pitrè che ha definito “Sant’Angilu ‘nmenzu ‘ntorci” o “i cincu d’aremi”, a paragonare questo momento al numero cinque delle carte da gioco siciliane. Le fasi più suggestive della processione sono certamente le corse dell’urna, nel ricordo di eventi drammatici quando le reliquie venivano appunto portate di corsa fuori dalla città per essere custodite in luoghi sicuri per evitare che venissero profanate dagli invasori. Il giorno dopo è ancora festa ed è la giornata del ringraziamento, con i tradizionali giochi al porto dell’albero della cuccagna (palio a ’ntinna) e del palio a mare, mentre la sera in chiesa viene riposta l’urna nella cappella del santo, per essere riaperta in agosto, per l’altra festa in onore di Sant’Angelo. in memory of dramatic events when the relics were rushed out of the city to be secreted in secure locations to prevent them from being desecrated by invaders. The day after the festival is Thanksgiving Day, with traditional games in the port and in the evening the urn is returned to its place in the chapel of the saint in the church, to be reopened in August, for the other festival in honor of Sant’Angelo. by Pierangelo Timoneri di Pierangelo Timoneri Festa Sant’Angelo - maggio 2014 21 TRISKELES TRISKELES Sicily is a jewel la Sicilia è un gioiello Se uno potesse si porterebbe a casa il mare, le ricette segrete di cucina, i sapori, il cielo terso, invece, al ritorno dalle vacanze in Sicilia, ci ritroviamo con souvenir di ben altra specie. Capita poi di imbattersi in una gioielleria della storica via dello shopping del capoluogo agrigentino, via Atenea, e rimanere folgorati dall’eleganza di una Trinacria, da sempre simbolo della Sicilia declinato in tutte le forge, dal posaceneri alla maglietta. “Sono una putiara!” (negoziante in dialetto locale), ecco la prima definizione che da di se Marilisme Lattuca, la jewel designer che ha dato vita ad una linea di gioielli che nascono per essere un souvenir, ma sono diventati un cult della sicilianità. Da sempre è stata appassionata dalla storia di questa terra, dove si sono avvicendate 20 diverse dominazioni, e ne ha studiato storia e tradizioni. Nella storica gioielleria di famiglia, dove lavora da più di 30 anni ad un certo punto si rende conto di una mancanza: non c’era ancora un prodotto capace di portare l’emozione dell’esperienza siciliana con se al ritorno dalle vacanze, si passava da oggetti anonimi che si sarebbero potuti acquistare ovunque, alla cianfrusaglia che prima o poi sarebbe finita per ingrassare la pattumiera. Occorreva un oggetto rappresentativo e allo stesso tempo indossabile. Da qui l’idea di Triskeles, la linea di gioielli che attraverso citazioni di poeti e simboli millenari, permettono di portare con se un po’ di Sicilianità. Triskeles è il primo nome della Trinacria, un emblema utilizzato da molti popoli nell’antichità. Tre gambe piegate al ginocchio, sono simbolo di forza e vitalità, la Trinacria ha anche una connotazione geometrica (il triangolo) che rappresenta la Sicilia. Marilisme ridisegna questa figura magica carica di significati e storia, e ne fa un gioiello dalle linee minimali e sobrie. Parte una ricerca alla scoperta degli oggetti più significativi del folklore siciliano: il bummulo, un vaso in terra cotta usato come contenitore, che insieme al tamburello erano utilizzati anche per ballare le tarantelle, il maranzano (scacciapensieri), la cianciana con il suo suono immancabile. I gioielli Triskeles sono totalmente made in Italy, 22 Triskeles - maggio 2014 If only one could bring home from the sea the secret cooking recipes, the flavours, the clear sky! However, on our return from holiday in Sicily, we normally take a very different kind of souvenir. If you pop into a jewellery store in the historic shopping street Via Atenea in the capital city of Agrigento, you will be dazzled by the elegant interpretations of the Trinacria, symbol of Sicily usually seen emblazoned on a vast variety of souvenirs, from ashtrays to t-shirts. “Sono una putiara!” says the shopkeeper, Marilisme Lattuca, introducing herself in the local dialect. She is a designer who has created a line of jewellery intended as souvenirs, but which have become a manifestation of the spirit of Sicily. Having always been passionate about the story of this land, which has been dominated by 20 different regimes, she has studied its history and tradition. Having worked in this historic jewellery family for more than 30 years she realised there was a gap in the market: amongst the plethora of trashy souvenirs that could have been purchased anywhere and which, sooner or later, end up swelling the dustbin realizzati manualmente da maestri orafi con la tecnica della cera persa, e prodotti in serie limitata in argento o oro 750/1000 bianco o rosa, arricchiti da diamanti, perle, pietre dure e coralli del Mediterraneo. Ogni gioiello viene montato in negozio da Marilisme e Roberta Lattuca (zia e nipote), e può essere personalizzato completamente. Un souvenir di classe con prezzi abbordabilissimi (prezzi a partire da € 22 per la linea in argento, e da € 168 per la linea in oro con diamanti), dunque economici ed esclusivi, in quanto è possibile acquistarli solo nelle migliori gioiellerie dell’Isola. Un piccolo oggetto carico di valore che racconta, attraverso la metafora di semplici oggetti, il carattere di un popolo amato da tutto il mondo. di Fatima Costa Foto di Alberto Ferraro there was no product that truly captured the excitement of the Sicilian experience. What was needed was a representative object that was durable and at the same time wearable. Hence the idea of Triskeles, a line of jewellery that, through poetic references and millenarian symbols, allows you to wear a little bit of the essence of Sicily. Triskeles is the original name of the Trinacria, an emblem found in many ancient cultures. The three legs, bent at the knee, are a symbol of strength and vitality. It also has a geometric connotation in the triangular shape that is Sicily. Marilisme redesigns this magical emblem, charged with meaning and history, and turns it into a jewel of dignified, minimal lines. Another range of Marilisme’s jewellery draws on some significant Sicilian folk instruments: the bummulo, a terra cotta pot used as a container, the maranzano (harp), the tambourine and the cianciana (finger cymbals), all used to accompany the dancing of the tarantella. The jewellery triskeles are wholly made in Italy, hand-crafted by master goldsmiths using the lost wax technique, and produced in limited editions in silver or 18k white or pink gold, embellished with diamonds and other precious stones, pearls and Mediterranean corals. Each jewel is mounted in the shop by Marilisme and Roberta Lattuca (aunt and niece), and can be completely customized. These are souvenirs of distinction at an affordable prices (prices starting at € 22 for the silver range, and € 168 for the range with diamonds and exclusive, as it is only possible to buy them at the best jewellers in the Island; small objects of great value which, through the metaphor of simplicity, speak of the character of a people loved by the whole world. by Fatima Costa photos by Alberto Ferraro Triskeles - maggio 2014 23 AGRIGENTO IL MITO GRECO NELLA VALLE Valle dei Templi AGRIGENTO di Giuseppe Patti 24 THE GREEK MYTH IN THE VALLEY A meno di 40 km da Licata sorge la Valle dei Templi di Agrigento, una delle più potenti colonie della Magna Grecia. Less than 40 km from Licata is the Valle dei Templi in Agrigento, one of the most powerful colonies of Magna Grecia. Definita da Tindaro come la “Più bella città dei mortali”, dal 1997 è stata dichiarata Patrimono dell’Umanità dall’Unesco. Defined by Tindaro as the “Most beautiful city of mortals”, since 1997 has been declared a World Heritage Site by Unesco. Oggi è possibile visitare i Templi, che si ergono maestosi su uno sperone di roccia tufacea. La Valle dei Templi è raggiungibile in auto in circa 35 minuti da Licata, o con gli autobus di linea della Sal, ogni giorno eccetto la domenica. Una volta arrivati alla Valle è possibile parcheggiare l’auto ad un costo di 3 euro per l’intera giornata. Le biglietterie si trovano subito di fronte al parcheggio: il biglietto intero per l’ingresso alla Valle dei Templi ha un costo di 11 euro, 6 euro per i minori di 25 anni, mentre l’ingresso è gratuito per i minori di 18 anni. È possibile effettuare una visita del parco con guida autorizzata multilingue, oppure acquistare in loco un’applicazione audioguida disponibile per iPhone o Android al costo di 3 euro, o noleggiare un audiotour al costo di 5 euro. Il percorso ha inizio dalle biglietterie, salendo sulla collinetta antistante dove si trova il Tempio di Giunone: risalente al 450 a.C. è periptero esastilo, con basamento a 4 gradini. Delle 34 colonne originali che delimitano il perimetro del tempio solo 25 si sono conservate erette, tra cui quelle del lato nord con l’architrave. Percorrendo la strada lungo le antiche mura si Today you can visit the temples, which rise majestically on a spur of tufa rock. The Valle dei Templi can be reached by car in about 35 minutes, or by bus, every day except Sunday. Once you get to the Valley you can park your car in the parking at a cost of 3 Euros for the whole day. The ticket Agrigento - maggio 2014 Tempio della Concordia Fotografa il QR Code e guarda il video Shoot the QR code and see the video offices are located immediately in front: the entire ticket for the entrance to the Valle de Templi has a cost of 11 €, under the age of 25 dishing out 6 euro while the admission is free for children under 18 years. It is possible to visit the park with licensed multilingual guide, or buy an application on-site audio guide available for iPhone or Android at a cost of € 3, or rent an audio tour at a cost of € 5. Next to the ticket are also a couple of street fair where you can buy a map of Agrigento and the Valley of the Temples at 1 euro: at the ticket maps and books cost a lot more. The route starts from the ticket, going up on the hill in front of where the Temple of Juno: dating back to 450 BC is periptero hexastyle, with base in 4 steps. Of the 34 original columns that surround the perimeter of the temple erected only 25 have survived, including those of the north side with the lintel. Down the road along the ancient walls you get to the wonderful Temple of Concord, one of the most grandiose works of Greek (450 BC), both for its grand elegance for both the harmony of its proportions. Continuing along the path, to the right is arriva al meraviglioso Tempio della Concordia, una delle opere più grandiose dell’architettura greca (450 a.C.) sia per la sua eleganza solenne sia per l’armonia delle sue proporzioni. Proseguendo lungo il percorso, a destra si trova la Necropoli Peleocristiana mentre a sinistra la casa/museo di Alexander Hardcastle e la tomba di Terone, fino ad arrivare ai piedi del Tempio di Ercole, il più antico dei templi dorici di Agrigento (fine IV secolo a.C.). Sorgeva su un basamento a tre gradini ed era periptero esastilo con 38 colonne. Oggi dell’intero tempio restano solamente 8 colonne di cui 4 con capitello. Una curiosità: sono proprio le quattro colonne stilizzate nel logo di Marina di Cala del Sole. A questo punto si esce dal percorso pedonale, si attraversa la strada e si accede nuovamente all’ultima parte del parco, quindi non gettate il vostro ticket! Qui si trova il Tempio di Giove Olimpico, una costruzione gigantesca (112x60x56,3 metri) costruita nel 480 a.C. in ricordo della vittoria contro i Cartaginesi a Imera, della quale oggi restano soltanto le fondamenta, e il Tempio dei dioscuri Castore e Polluce. Nei mesi più caldi dell’anno si raccomanda di arrivare abbastanza presto in modo da evitare le ore più calde o, per i più romantici, visitare la Valle dei Templi al tramonto, uno spettacolo indimenticabile. Il museo archeologico espone ben 5688 reperti che, ordinati secondo un criterio cronologico e topografico, illustrano la storia del territorio agrigentino dalla preistoria fino alla fine dell’età greco-romana. Nella maggiore delle 18 sale si osserva l’affascinante figura del Telamone. Posta in posizione verticale la scultura, alta 7,61 metri, è l’unica rimasta pressoché completa delle 38 enormi figure di Atlanti del tempio di Giove. the Necropolis Peleocristiana and left the house / museum of Alexander Hardcastle and the tomb of Theron, until you arrive at the foot of the Temple of Hercules, the oldest of the Doric temples of Agrigento (late fourth century BC). It stood on a base with three steps and was periptero hexastyle with 38 columns. Today, the entire temple are only 8 columns, 4 of which with capital. A curiosity: it is the four columns depicted in the logo of Marina di Cala del Sole. At this point you exit the pedestrian path, cross the road and you log back on to the last part of the park, so do not throw your ticket! Here is located the Temple of the Olympian Zeus, a gigantic construction (112x60x56, 3 meters) built in 480 BC in remembrance of the victory over the Carthaginians at Himera, of which only the foundations remain today, and the Temple of the Dioscuri Castor and Pollux. In the warmer months of the year it is recommended to arrive early enough to avoid the hottest hours or, for romantics, visit the Valley of the Temples at sunset, an unforgettable sight. The Archaeological museum exposes 5688 finds that, ranked in chronological and topographical, illustrating the history of the region from prehistoric times to the end of greek-roman. In the largest of the 18 rooms we can observe the fascinating figure of Telamon. Placed in an upright position, the sculpture, 7.61 meters high, is the only remaining almost complete of the 38 huge Atlas figures of the Temple of Jupiter. Agrigento - maggio 2014 25 ALLA SCOPERTA DI FAVARA un luogo che ti rende felice Farm-Culturalpark FAVARA DISCOVERING FAVARA di Giorgia Turco FAVARA - C’è un luogo in Sicilia dove l’arte contemporanea non è un fine ma uno strumento di riqualificazione urbana e sociale. Non lontano dagli aeroporti e dalle arterie stradali dell’isola, Favara è oggi simbolo internazionale di un risveglio culturale nato dalla forza, dalla passione di Andrea Bartoli e Florinda Saieva e dalla sorprendente esperienza di Farm Cultural Park. La Farm - come dichiarano gli stessi promotori - è “un Centro Culturale e Turistico Contemporaneo diffuso, insediato nella parte più antica del centro storico di Favara, paese siciliano a 6 km dalla Valle dei Templi di Agrigento. I Sette Cortili, una sorta di Kasba Siciliana, già dal mese di giugno del 2010, sono il cuore pulsante delle attività culturali di FKP”. Si tratta di edifici abbandonati da vent’anni, acquistati e restituiti alla città sottoforma di spazi per mostre temporanee, installazioni permanenti, residenze per artisti, workshop, presentazioni di libri, concorsi di Architettura, capaci di coinvolgere non solo gli addetti ai lavori ma, soprattutto, la gente comune e i numerosi turisti giunti per conoscere questa realtà esplosiva. Cresciuto velocemente, tanto da guadagnare nel 2011 il Premio Cultura di Gestione di Federculture e nel 2012 l’invito alla XXIII Biennale di Architettura di Venezia, il progetto di Andrea e Florinda si esplica in una programmazione intensa, legata alla sperimentazione, al contemporaneo e alla ospitalità, in un cocktail molto vicino all’esempio americano e nuovo a place that makes you happy There is a place in Sicily where contemporary art is not an end but a means of urban regeneration and social inclusion. Not far from airports and roads of the island, Favara is now an international symbol of a cultural revival born of the strength and passion of Andrea Bartoli and Florinda Saieva and the amazing experience of Farm Cultural Park. The Farm - how to claim the promoters themselves - is “a cultural center and tourist Contemporary widespread, established in the oldest part of the old town of Favara, Sicilian village 6 km from the Valley of Temples in Agrigento. The Seven Courtyards, a sort of Kasba Sicily, from the month of June 2010, are the heart of the cultural activities of FKP”. These buildings are abandoned for twenty years, purchased and returned to the city in the form of spaces for temporary exhibitions, permanent installations, residencies for artists, workshops, book presentations, contests Architecture, able to involve not only the experts but, more importantly, the common people and the many tourists who came to know this really explosive. Growing up fast so much to gain in 2011, the Culture Prize of Management Federculture and in 2012 the invitation to the XXIII Biennale of Architecture in Venice, the project of Andrea and Florinda is expressed in a programming intensive, linked to experimentation, to contemporary and hospitality, in a cocktail very near the American example and again to Sicily. Alla scoperta di Favara - maggio 2014 27 per la Sicilia. Farm Cultural Park vuole proporre, infatti, un nuovo modello di recupero urbano e, soprattutto, di economia creativa in grado di favorire la crescita di un luogo comune oscurato dalla accentratrice Agrigento - per farne un centro di fermento artistico capace di attrarre, ad ogni evento, più di tremila visitatori tra turisti stranieri e siciliani provenienti da ogni parte dell’isola. I Sette Cortili sono oggi, secondo uno dei principali blog magazine di viaggi della Gran Bretagna, al sesto posto tra i parchi più belli del mondo dopo Firenze, Parigi, Bilbao, le isole greche e New York a cui si è aggiunto, da pochi mesi, il Castello Chiaramonte di Favara recuperato attraverso un progetto eco-sostenibile - presentato proprio da Andrea Bartoli - e divenuto un laboratorio culturale, un centro propulsivo di arte ed eventi nonché un orto cittadino. Sulla scia di metropoli come New York - in cui il verde e le coltivazioni vengono innestati in contesti architettonici impensabili come i tetti dei grattacieli - la nuova scommessa del mecenate è stata quella di fare della copertura del maniero trecentesco uno spazio green in cui riunire produttori e consumatori per creare un Gruppo di Acquisto Solidale, una rete virtuosa in grado di valorizzare un altro settore, quello agricolo, da sempre traino economico della Sicilia. È l’arte contemporanea, pertanto, ad assemblare e valorizzare le risorse di un territorio - sempre più laboratorio - che vuole trovare riscatto dal degrado e dal silenzio attraverso una voce inaspettata, diversa, nuova, capace di veicolare l’eterogenea e millenaria ricchezza dell’isola siciliana. Fotografa il QR Code e guarda il video Shoot the QR code and see the video 28 Alla scoperta di Favara - maggio 2014 Farm Cultural Park wants to propose, in fact, a new model of urban renewal and, above all, creative economy can promote the growth of a cliché - obscured by centralizing Agrigento to make it a center of artistic ferment able to attract, for each event, more than three thousand visitors, including foreign tourists and Sicilians from all over the island. The Seven Courtyards are today, according to a leading travel magazine blog of Great Britain, in sixth place among the most beautiful parks in the world after Florence, Paris, Bilbao, the Greek Islands and New York to which is added, a few months, the Castle of Chiaramonte Favara recovered through an eco-sustainable project - presented by Andrea Bartoli own - and became a cultural workshop, a driving force of art and events as well as a garden city. In the wake of a metropolis like New York - where the green and the crops are plugged in architectural contexts unthinkable as the roofs of skyscrapers - the new patron ‘s bet was to make the cover of the fourteenth-century manor green space in which to bring together producers and consumers to create a Purchase Solidarity Group, a virtuous network capable of enhancing another area, agriculture has always been towing economic Sicily. And contemporary art, therefore, to assemble and exploit the resources of a territory - increasingly lab - who wants to find redemption from decay and silence through a voice unexpected, different, new, able to convey the diverse and rich millenary the island of Sicily. CALTAGIRONE città della ceramica Scalinata Caltagirone CALTAGIRONE, city of ceramic Riconosciuta dall’Unesco quale patrimonio dell’umanità per le sue bellezze architettoniche tardo-barocche, Caltagirone è una vera e propria perla che custodisce numerosi capolavori in maiolica grazie ai quali si è conquistata l’appellativo di Città della ceramica. Generazioni di artigiani e artisti hanno interpretato in modo originale la capacità della ceramica di creare forme e colori, strumento duttile per dare corpo alla fantasia creativa. Nelle loro cento e più botteghe l’argilla viene plasmata anche per la creazione di eleganti sculture che rappresentano personaggi e scene della vita quotidiana. Gioiello di Caltagirone è la maestosa Scala di Santa Maria del Monte. Nata per colmare un dislivello di circa 50 metri che separava la parte vecchia dalla parte nuova, con i suoi 142 gradini, la Scala è oggi un monumento e al tempo stesso una struttura architettonica che unisce la sede del potere religioso, quale era la Chiesa Matrice e la sede del potere civile quale era il Palazzo senatorio. Mattonelle in maiolica policroma, raffiguranti vari motivi ceramici in uso in Sicilia dall’età araba all’800, rivestono ogni alzata della scala. Alla fine del mese di Recognized by UNESCO as a World Heritage Site for its architectural beauty of late-baroque period, Caltagirone is a true gem that preserves numerous tiled masterpieces thanks to which it has earned the nickname City of Ceramics. Generations of craftsmen and artists have interpreted the original capacity of ceramics to create shapes and colors, flexible instruments to give shape to the creative imagination. In more than one hundred workshops, the clay is shaped, creating elegant sculptures that represent characters and scenes of everyday life. Caltagirone’s jewel is the majestic Scala di Santa Maria del Monte. This staircase was created to bridge a drop of about Caltagirone - maggio 2014 29 maggio la scala si trasforma in “Scala Infiorata”, i suoi gradini addobbati con migliaia di piante e fiori dalle diverse sfumature di colore, che formano un unico, grandioso disegno. Uno spettacolo unico nel suo genere insieme alla famosa Scala Illuminata di luglio e agosto. Che spettacolo! di Maria Sitibondo 50 meters that separated the old town from the new. With its 142 steps, the staircase is now a monument and at the same time an architectural structure that connects the seat of religious power which was the Mother Church, and the seat of civil power which was the senatorial Palace. Polychrome majolica tiles depicting various ceramic designs in use in Arabic Sicily since the 9th Century, decorate each rise of the stairs. At the end of May, the Scala becomes “La Scala Infiorata”, its steps decorated with thousands of plants and flowers with different shades of color, which form a single, grand design. This show, unique of its kind, along the famous Scala lightens up July and in August. What a sight! by Maria Sitibondo 30 Caltagirone - maggio 2014 PIAZZA ARMERINA, città dei mosaici e del Palio dei Normanni Piazza Armerina, La Villa Romana del Casale city of mosaics and of the Norman Palio I monumenti, le chiese, gli antichi palazzi, il barocco siciliano che li adorna rendono Piazza Armerina una splendida città d’Arte. Passeggiando per le vie del centro storico, si ha la sensazione di riviverne gli antichi splendori. Tra i siti archeologici di maggior interesse, la Villa Romana del Casale, patrimonio dell’UNESCO che risale alla fine del III secolo d.c. Magnificamente ornata da stupendi mosaici, fu scoperta alla fine del 1800 per poi essere completamente portata alla luce nella metà del ‘900. Il suo immenso valore di documento di storia dell’arte è dovuto principalmente agli oltre 40 pavimenti a mosaico policromo, disposti su una superficie di oltre 3.500 mq, che rappresentano un complesso ineguagliabile quale non si trova in nessun altro centro archeologico del mondo romano per numero e grandezza di pavimenti, per importanza di rappresentazioni, per elevatezza di valore artistico. Molto probabilmente si tratta di una lussuosa residenza privata appartenente ad una potente famiglia romana. Si estende per circa 3.500 mq, unica nel suo genere soprattutto per la tipologia del mosaico i cui tasselli sono di dimensioni ridottissime. L’effetto ottenuto è sicuramente spettacolare, le immagini sono particolarmente dettagliate e ricche di colori e sfumature. L’evento più importante è il Palio dei Normanni. Manifestazione unica in tutta l’Italia Meridionale, è una rappresentazione che rievoca fatti e avvenimenti storici, accaduti mille anni fa. È storia in quanto i personaggi Monuments, churches, ancient buildings and the Sicilian baroque that adorns them make Piazza Armerina a splendid city of art. Walking through the streets of the historic center, you have the feeling of reliving the ancient splendor. Among the archaeological sites of interest is the Villa Romana del Casale, a UNESCO World Heritage site that dates back to the late third century A.D. magnificently decorated with beautiful mosaics, it was discovered in the late 1800s before being fully brought to light in the mid twentieth century. Its immense value to documentation of the history of art is mainly due to the more than 40 polychrome mosaic floors. These are arranged over an area of over 3,500 square meters, the number and size of floors unprecedented in any other archaeological site of the Roman world and are most important for their high artistic value. It is most likely that the complex was a luxurious private residence belonging to a powerful Roman family. It is unique of its kind especially for the tesserae, the individual pieces of the mosaic, which are very small indintricate. The effect achieved is certainly spectacular, the pictures are very detailed and rich in colors and shades. The most important event in the region is the Norman Palio; a unique spectacle in southern Italy, the festival recreates historical events of a thousand years ago. While the Palio is historical, because the characters represented are people who really existed, there is no direct evidence that Piazza Piazza Armerina - maggio 2014 31 rappresentati sono realmente esistiti, è leggenda poiché non esistono fonti certe che Piazza Armerina fu teatro di quanto oggi viene rappresentato. Il Conte Ruggero, ultimo figlio del Re Normanno Tancredi, venne in Italia intorno agli inizi dell’anno Mille per dare man forte al fratello Roberto, detto il Guiscardo, impegnato nella conquista della Calabria e della Sicilia, allora dominate dai Bizantini e dai Saraceni. Questa azione fu appoggiata dalla Chiesa di Roma, tant’è che il Pontefice, durante il Concilio di Melfi, si impegnò a concedere l’Isola ai Normanni, se essi l’avessero conquistata e liberata dalla dominazione saracena. In cambio, pare che Nicolò II, questo il nome del Papa, offrisse a Ruggero un vessillo raffigurante una Madonna col bambino e che questi, in segno di devozione e riconoscenza nei confronti del popolo piazzese, lo desse in dono alla città di Piazza Armerina, affinché fosse venerato nell’altare maggiore della Cattedrale. I fatti storici sono noti, meno noto è, invece, che negli anni immediatamente successivi la seconda guerra mondiale, prese corpo l’idea di istituire a Piazza qualcosa che attirasse l’attenzione del turista. Due Piazzesi illustri del tempo, Angelo Urzì e Vito Romano, collaborati da alcuni volenterosi, decisero di realizzare quel vecchio sogno: istituire, cioè, una manifestazione, unica nel suo genere, che rievocasse simbolicamente la liberazione, da parte delle truppe del Conte Ruggero d’Altavilla, della Sicilia, e di Piazza in particolare, dai Saraceni. Così fu. La prima edizione, nel 1952, ebbe un buon successo, tanto che si decise subito di ripeterla negli anni a venire. La manifestazione si svolge ogni anno nei giorni 12, 13 e 14 agosto. 32 Piazza Armerina - maggio 2014 Armerina was the scene of the events that are recreated. Count Roger, the youngest son of the Norman King Tancredi, arrived in Italy at the beginning of the millennium in support of his brother Robert, called the Guiscardo, who was engaged in the conquest of Calabria and Sicily, then ruled by the Byzantines and the Saracens. This conquest was supported by the Church of Rome; indeed Pope Nicholas II, during the Council of Melfi, agreed to grant the Island to the Normans if they succeeded in conquering it and liberating it from Saracen rule. When the conquest was complete the Pope offered Roger a standard portraying Our Lady with Child; Roger donated the standard to the town of Piazza Armerina as a sign of devotion and thanks to the townspeople, so that it could be venerated on the main altar of the Cathedral. This is the inspiration for the Palio. In the years following the Second World War ideas were put forward for creating events that would make Piazza a tourist attraction. Two illustrious citizens of the town, Angelo Urzì and Vito Romano, with the help of willing volunteers, decided to realise a long-standing dream of theirs: to create an event, unique in its kind, symbolically evoking the liberation of Sicily, and in particular of Piazza, from the Saracens by the troops of Count Roger of Altavilia. Their dream was fulfilled. The first festival was held in 1952 and was such a great success that it was decided to repeat it in following years. It still takes place today, every year from 12th to 14th August. Palio dei Normanni Teatro Morgantina Aidone, il balcone di Sicilia, sorge sui Monti Erei e dalla sua elevata posizione, a mt. 890 s.l.m. domina una vastissima area che spazia dall’Etna fino al Mar Ionio e alle vette dei Nebrodi. Il suo è un territorio dove la natura sembra essersi sbizzarrita a diffondere le sue varietà: boschi rigogliosi, colline verdissime, valli dorate, pianure fertili, corsi d’acqua danno al paesaggio colori e odori impareggiabili e ancora, masserie ben conservate e due gioielli medievali: su un poggio sopra un torrente, l’elegante Chiesetta di S. Marco; e su una gigantesca roccia, l’inaccessibile Castello Gresti. Offre al visitatore scorci di suggestiva bellezza e momenti di misterioso fascino, tipici di un piccolo centro urbano che mantiene viva la memoria di una forte tradizione culturale. Il Complesso Archeologico di Morgantina, importante insediamento siculo ellenizzato e il relativo Museo Archeologico, fanno di Aidone una meta di viaggio ricercata e apprezzata. Aidone e la Venere di Morgantina Aidone and the Venus of Morgantina Aidone, the balcony of Sicily, is situated on Erei and from its lofty position at 890m above sea level dominates a vast area that stretches from Etna and the Ionian Sea to the peaks of the Nebrodis. This is a land where nature seems to have indulged in spreading its varieties: lush forests, green hills, golden valleys, fertile plains and waterways mark a landscape with unmatched colors and smells. The area boasts two well-preserved medieval jewels: on a hill above a creek, the elegant church of St. Mark, and on a giant rock, the inaccessible castle Gresti. These offer the visitor glimpses of striking beauty and mysterious charm, typical of a small urban center that keeps alive a strong cultural tradition. The Archaeological Complex of Morgantina, an important Aidone e la Venere di Morgantina - maggio 2014 33 All’interno del Museo Archeologico, ma fino a poco tempo fa al Paul Getty Museum di Malibù in California, si trova la “Venere di Morgantina”, una statua proveniente dall’omonimo sito archeologico, scolpita tra il 425 a.C. e il 400 a.C. La statua giunse, agli inizi degli anni ’80, senza nessun ostacolo in Svizzera e venne venduta dal ricettatore Renzo Canavesi a Robin Symes - grande acquirente internazionale per conto di importanti musei - che dalla sua sede londinese avviò segrete trattative con il J. P. Getty Museum a cui nel 1986 la statua di Morgantina, definita “probably Afrodite”, fu rivenduta. Lungamente contesa, ampiamente ammirata al J. P. Getty Museum, la statua ha segnato, con la sua bellezza rapita al territorio di appartenenza, una tappa fondamentale nella storia delle restituzioni di opere d’arte. La Convenzione siglata a Roma il 25 settembre 2007 tra il Ministero dei Beni Culturali, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e il J. P. Getty Museum ha concluso una lunga e complessa vicenda giudiziaria e diplomatica, in cui è da sottolineare la partecipazione attiva e appassionata della comunità aidonese alla rivendicazione della statua e l’affermarsi del principio, ormai ampiamente condiviso, a livello internazionale, della contestualizzazione del reperto archeologico nel territorio di provenienza. Il fascino della statua, alta ben m 2,20, collocata in una delle sale centrali del pian terreno del Museo Archeologico Regionale di Aidone insieme agli Acroliti delle Dee Demetra e Kore, impregna la sala e il museo tutto. I pezzi esposti nella stessa sala impallidiscono di fronte alla sua imponenza e alla sua impareggiabile bellezza. Imperdibile! settlement of Hellenized Sicily, and its Archaeological Museum, make Aidone a much sought after and appreciated travel destination. Inside the Archaeological Museum, though until recently held in the Paul Getty Museum in Malibù, California, is the “Venus of Morgantina”, a statue from the homonymous archaeological site, carved between 425 BC and 400 BC. The statue came onto the market in the early 80s. Robin Symes a great buyer on behalf of major international museums - with headquarters in London began secret negotiations with the JP Getty Museum in 1986 in which the statue of Morgantina, described as “probably Aphrodite” was sold. Long admired on display in the JP Getty Museum, the statue figured in the ongoing argument for the restoration of major works of art to their geographic origin. A Convention was signed in Rome on September 25, 2007 between the Ministry of Cultural Heritage, the Regional Ministry of Culture and the J. Paul Getty Museum which concluded a long and complex legal and diplomatic dispute. This Conventioned recognized the claims of the Italian government on the statue and affirmed of the principle, widely shared at the international level, of the contextualization of archaeological finds in the territory of origin. The charm of the tall statue, over 2 m tall, placed in one of the central rooms of the ground floor of the Regional Archaeological Museum of Aidone alongside statues of the Acroliths Goddesses Demeter and Kore, permeates the room and the whole museum. The pieces on display in the same room pale in comparison to its grandeur and its incomparable beauty. Unmissable! di Maria Sitibondo by Maria Sitibondo 34 Aidone e la Venere di Morgantina - maggio 2014 EASY LIVING fuga dalla città Cianciana (AG) EASY LIVING escape from the city di Salvatore Geraci “Conosci la terra dove fioriscono i limoni?” scriveva Wolfgang Goethe, il poeta innamorato dell’Italia, ammaliato e sedotto dalla bellezza del paesaggio locale. E come lui, e prima di lui, il fascino del bel paese alberga da sempre nei sogni di popoli più o meno lontani, attraendo visitatori e turisti e, sempre più spesso, nuovi innamorati cittadini residenti per medi o lunghi periodi. E non soltanto le stelle di Holliwood, come George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon che hanno scelto il Lago Maggiore, o Sting e molti altri ricchi nord-europei che hanno acquistato casali e vigneti nel Chianti. Sono sempre di più le persone comuni, provenienti da Inghilterra, Francia, Germania, nordeuropa o dagli Stati Uniti, che decidono di fuggire dalle metropoli, dai ritmi incalzanti, dalla corsa al successo e al benessere, per fermarsi dove il tempo si è fermato, in quei borghi d’Italia dove trovare una vita minuta ma significativa. L’incanto dell’abitare insieme, una dimensione antica e difficile da trovare, e che invece accomuna molte città italiane: la piazza, la chiesa, le botteghe, gli artigiani e, non trascurabile nei tempi che corrono, il basso costo della vita. “L’Italia è il solo paese dove si gusta ancora la gioia di vivere. Ci fa credere nella gioia di vivere, anche quando essa stessa non ci crede” diceva Roger Peyrefitte. Quella italiana è la storia di uno stivale ricco di bellezze di ogni genere: c’è chi lo ama per la sua natura, chi per la cucina e, ovviamente per la sua cultura e per la storia ma non è da sottovalutare quel suo 36 Easy Living - maggio 2014 “Do you know the land where the lemon trees bloom?” wrote Wolfgang Goethe, the poet in love with Italy, charmed and seduced by the beauty of the local landscape. And like him, and before him, the charm of the beautiful country dwells always in the dreams of people more or less distant, attracting visitors and tourists and, increasingly, new residents love to medium or long periods. And not only the stars of Hollywood, George Clooney, Brad Pitt and Matt Damon who chose Lake Maggiore, or Sting and many other rich northern Europeans who bought houses and vineyards in Chianti. More and more ordinary people, from England, France, Germany, northern Europe or the United States, who decide to escape from the metropolis, the fast-paced, by the race for success and well-being, to stop where time has stopped, in those villages in Italiadove find a life petite but significant. The enchantment of living together, a dimension ancient and hard to find, but which is common in many Italian cities: the square, the church, the shops, the artigianie not negligible in times like these, the low cost of living. “Italy is the only country where it still tasted the joy of living. It makes us feel the joy of living, even when she herself does not believe it”, said Roger Peyrefittee. The Italian is the story of a boot full of beauty of every kind: there are those who love him for his kind, who for the kitchen and, of course, for its culture and history but should not be underestimated that side of her more frivolous and carefree that draws a smile to tourists even more serious. CENSIS (study center for social investment) photographed this phenomenon in a study that confirms this: “the charm of Italian villages attracts more and more foreigners, now not only for holidays midseason, Scrittore - Andrea Camilleri lato più frivolo e spensierato che strappa un sorriso anche ai turisti più seriosi. Il Censis (Centro studi investimenti sociali) ha fotografato questo fenomeno in uno studio che conferma: “il fascino dei borghi italiani attira sempre più stranieri, ormai non soltanto per vacanze di mezza stagione, ma per cercare e acquistare case dove trascorrere lunghi periodi. La maggior parte di loro acquista in paesi e piccole città, dove la vita scorre tranquillamente e ordinatamente. Quell’ordine che permette una bella vita in comune e che discende dall’organizzazione urbanistica data dai Romani. C’è una specie di osmosi tra questi stranieri e la vecchia but to try and buy houses to spend long periods, the most of them are buying in towns and small cities, where life flows easily and neatly. That order which allows a beautiful life together and that comes down from the organization planning date by the Romans. There is a kind of osmosis between these aliens and the old Italian culture, Italian very often that we ourselves do not know. “Perhaps this is why the novels of the writer Agrigentino Andrea Camilleri, translated into thirty languages, fascinate readers all over the world, but also Italian, for the simple life, full of small pleasures and human relations, which forms a backdrop to the investigation of inspector Montalbano. Camilleri, born and raised in Porto Empedocles did not have to make excessive use of the imagination to describe the daily life of his Montalbano, in that Vigata (fancy name clearly inspired by the nearby Licata), where the relationship with the sea, fresh fish and good food, landscapes silent and motionless, hold the genial commissioner from succumbing to the lure of his eternal girlfriend Nordic, or the increased possibility to make a career, moving to the north, giving up his Sicily. And the reader dreams of falling asleep with the noise of the waves, or waking up with a swim in the sea, walking through the streets of the village, sitting at his usual table in the pub with no need to order, the landlord knows you well and you will only the freshest fish from the fishermen arrived a few hours before. Then it becomes easy to understand phenomena, otherwise incredible, like that of Cianciana, tiny inland town of Agrigento, unknown to most of the Sicilians, but for some years literally adopted by a community and not just English. It all started by accident, when the journalist and writer David Justicevenne invited 15 years ago in Sicily for the presentation of his new book, and fate would have it, the Costa di Licata (AG) Easy Living - maggio 2014 37 cultura italiana, che noi stessi italiani molto spesso non conosciamo”. Sarà per questo che i romanzi dello scrittore agrigentino Andrea Camilleri, tradotti in trenta lingue, affascinano lettori di tutto il mondo, ma anche e soprattutto italiani, per quella vita semplice, pregna di rapporti umani e piccoli piaceri, che fa da contorno alle indagini del commissario Montalbano. Camilleri, nato e cresciuto a Porto Empedocle, non ha dovuto fare eccessivo ricorso alla fantasia per descrivere la vita quotidiana del suo Montalbano, in quella Vigata (nome di fantasia chiaramente ispirato alla vicina Licata) dove il rapporto col mare, il pesce fresco e il buon cibo, i paesaggi silenziosi e immobili, trattengono il geniale commissario dal cedere alle lusinghe della sua eterna fidanzata nordica, o alle maggiori possibilità di fare carriera, trasferendosi al Nord, rinunciando alla sua Sicilia. E il lettore sogna quell’addormentarsi col rumore delle onde, o svegliarsi con una nuotata in mare, camminare a piedi per le vie del borgo, sedersi al solito tavolo in osteria senza bisogno di ordinare, l’oste ti conosce bene e ti servirà solo il pesce più fresco arrivato poche ore prima dai pescatori locali. E allora diventa facile comprendere fenomeni, altrimenti incredibili, come quello di Cianciana, minuscolo paese dell’entroterra agrigentino, sconosciuto alla gran parte degli stessi siciliani, ma da alcuni anni letteralmente adottato da una comunità di inglesi e non soltanto. Tutto è iniziato per caso, quando il giornalista e scrittore David Justice venne invitato 15 anni fa in Sicilia per la presentazione del suo nuovo libro, e il destino volle che l’uomo visitasse l’entroterra della provincia di Agrigento. Amore a prima vista per David, che scelse di cambiare vita e lavoro trasferendosi per sempre a Cianciana. Con il passaparola, David coinvolse altri suoi connazionali che acquistarono casa a Cianciana, restaurando vecchi ruderi messi in vendita e case disabitate. Gli stranieri non sono arrivati solo dall’Inghilterra, come in un primo momento, ma anche da altri Paesi del Nord Europa, attratti dalla campagna, dalla tranquillità di questi luoghi, dall’accoglienza e dal calore umano della gente e dalla bontà dei prodotti locali, dal fatto che ci si trova a un tiro di schioppo da altri luoghi molto belli. “Il paese è tranquillo e accogliente e non è toccato dal turismo di massa. Inoltre, i paesaggi sono incantevoli, il clima è tiepido d’inverno e il caldo è sopportabile d’estate”. Con queste parole un’abitante inglese di Cianciana ci racconta il suo amore per la sua nuova ‘Patria’. “Vivo qui ormai da otto anni e mi sento al sicuro, protetta. Il pensiero di subire furti o di essere aggredita non mi sfiora neanche la mente”. E allora è questo il senso di questo viaggio nei borghi d’Italia, nei luoghi dove ritrovare l’essenza delle cose e riscoprire sé stessi. E la Sicilia è l’espressione massima di questa ricerca, nei suoi territori ancora inesplorati e veri, quella costa del Sud arricchita dai greci e amata da poeti e scrittori: L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa (Wolfgang Goethe). 38 Easy Living - maggio 2014 man would visit the hinterland of the province of Agrigento. Love at first sight for David, who chose to change his life and work forever moving in Cianciana. With word of mouth, David involved his fellow countrymen, who bought the house in Cianciana, restoring old ruins and houses put up for sale disabitate. The aliens have not arrived England only, as at first, but also from other countries in Northern Europe, attracted by the countryside, the tranquility of these places, reception and the warmth of the people and by the quality of local products, from the fact that there is located at a stone’s throw away from other very beautiful places. “The country is quiet and cozy and is untouched by mass tourism. In addition, the scenery is beautiful, the weather is warm in winter and in summer the heat is bearable. “With these words, a resident of British Cianciana tells us about his love for his new ‘homeland‘. “I’ve lived here for eight years now and I feel safe and protected. The thought of being subjected to theft or being attacked I do not even touching the mind. “So this is the meaning of this trip in the villages of Italy, in the places where you can find the essence of things and rediscover themselves. And Sicily is the ultimate expression of this research, its territories and unexplored true, the coast of South enriched by the Greeks and loved by poets and writers: Italy without Sicily leaves no image in the spirit. Here is the key to everything (Wolfgang Goethe). Serie Televisiva - Commissario Montalbano, RAI 1 Borgo Federico II di Svevia Federico II di Svevia Village È mattino presto, il sole sorge lentamente dal golfo di Gela e tinge il mare d’argento, le onde si infrangono placide sulla battigia della spiaggia privata, cariche di luce. Il rumore dolce e ritmato che emettono è la sveglia più gradevole che si possa desiderare, unito al tintinnio delle drizze che sbattono in lontananza sugli alberi delle barche a vela, mosse da una leggera brezza mattutina. Il giardino o la loggia privata della dimora è il luogo dove godersi il primo caffè, nel borgo Federico II che riacquista i colori del giorno, contornati dalle bianche stradine lastricate di pietra. Pian piano la vita intorno al borgo riprende il suo ritmo e i suoi rumori: le campane della chiesa di Sant’Angelo, gli appassionati di jogging che corrono per i viali del porto, le prime barche che lasciano gli ormeggi, soprattutto amanti di pesca o di immersioni. Tutto sembra il racconto di una vita lontana, della Sicilia di Leonardo Sciascia o del commissario Montalbano di Camilleri. Eppure avviene oggi e avverrà domani, in quel Borgo Federico II di Svevia che, all’interno di Marina di Cala del Sole, è stato concepito come rifugio dalla vita frenetica moderna, un luogo senza tempo dove il lusso è fatto di semplicità. L’architetto milanese Amedeo Strada, autore del progetto, ha infatti coniugato l’esperienza maturata in campo internazionale e in Costa Smeralda, con il fascino del Barocco siciliano, ricreando il It is early morning, the sun rises slowly from the Gulf of Gela and dyes the sea with a silver colour, the waves crashing on the shore of the tranquil private beach, full of light. Their gentle and rhythmic sound is the most pleasant alarm you could wish for, combined with the clinking of halyards flapping in the distance on sailboat’s masts, moved by a light morning breeze. The garden of the lodge’s private residence is the place where you can enjoy the first coffee, in the village ‘Federico II’, which regains the colours of the day, surrounded by the white streets paved with stone. Slowly the life around the village resumes its rhythm and its sounds: the bells of the church of Sant’Angelo, joggers running around the streets of the port, the first boats leaving their moorings, especially those off fishing or diving. Everything seems like life out of a novel, ‘Sicily’ by Leonardo Sciascia and ‘Commissario Montalbano’ by Camilleri. It happens today and will happen tomorrow, in the Borgo Federico II di Svevia, in Marina di Cala del Sole; conceived as a refuge from the busy and modern life, a timeless place where luxury is simplicity. The architect Amedeo Strada from Milan, designer of the project, has combined the experience acquired in the international field and in Costa Smeralda with the allure of Sicilian Baroque, recreating the flavour of the old quarter of the city’s marina. Borgo Federico II - maggio 2014 39 sapore dell’antico quartiere della marina della città. “Il concetto di borgo - ci spiega l’architetto Strada - rappresenta la nuova frontiera dell’architettura turistica moderna, poiché risponde all’esigenza sempre più diffusa di trovare rifugio dai ritmi delle metropoli europee, dalla vita sempre più frenetica che rischia di farci dimenticare i piccoli piaceri che risiedono nella quiete e nella semplicità. La disposizione plano-altimetrica delle dimore - prosegue l’arch. Strada - composte da eleganti costruzioni dai dettagli ricercati e di pregio, crea una serie di stradine lastricate in pietra, percorribili esclusivamente a piedi o con veicoli elettrici, che sfociano nelle piazze, nei giardini, nella spiaggia privata con piscina ad acqua salata”. Non più quindi la classica edilizia turistica di massa, fatta di villette a schiera impersonali e tutte uguali, ma un vero borgo siciliano che riprende le caratteristiche dell’architettura spontanea dei nostri paesi più antichi. I Borghi di Marina di Cala del Sole rappresentano un refugium ideale per coloro che ricercano la qualità della vita di un tempo nel clima mite della Sicilia più vera, a due passi dal proprio posto barca e nel contesto elegante di un moderno porto turistico. 40 Borgo Federico II - maggio 2014 As the architect explains, “The concept of the village (borgo) represents the new frontier of modern touristic architecture because it responds to a growing need to find refuge from the rhythms of European cities, from the increasingly hectic life that threatens to make us forget the small pleasures that reside in simplicity. The arrangement of plano-altimetric villas composed of refined details and elegant buildings of merit, creates a series of narrow streets paved with stone, passable only on foot or with electric vehicles, which result in the squares, gardens, private beach with saltwater swimming pool”. No more the typical mass tourism construction comprising identical, impersonal terraced houses, but a Sicilian village, which incorporates the characteristics of the spontaneous architecture of our oldest countries. The Village in Marina di Cala del Sole represents an ideal shelter for those who seek quality of ancient life in the mild climate of Sicily, a few steps from their mooring in the elegant context of a modern marina. SICILIA IN BUCA la nuova meta del golf europeo Verdura Golf Resort SICILY IN THE HOLE the new european golf destination La Sicilia si apre al turismo internazionale del golf con un’offerta di altissimo livello tecnico e paesaggistico, per competere con paesi come Spagna, Tunisia, Marocco e Portogallo che da anni vivono di golf, soprattutto durante i mesi invernali. Sono nove i campi oggi in esercizio, gestiti dalle catene alberghiere più importanti del mondo, che attraggono turisti dal nord Europa, dalla Russia e dagli Usa. Tra i più prestigiosi il Verdura Golf Resort, che fa capo al gruppo inglese di Sir Rocco Forte, alle porte di Sciacca; con un albergo a cinque stelle (202 camere) e le sue 45 buche, è quello più gettonato dalla clientela internazionale e non solo per il golf (molte famiglie lo scelgono anche per il mare e la gastronomia). Per numero di buche (2 campi da 18) è seguito dal Donnafugata Golf Resort & Spa di Ragusa, gestito dalla NH Hotels, una delle più grandi catene alberghiere del mondo, che in Sicilia è presente con alberghi a Palermo, Catania e Caltagirone. Questi due gruppi alberghieri internazionali hanno dato un notevole impulso a uno sport che in Sicilia vede impegnati non più di seicento golfisti, e che fino a qualche anno fa potevano contare solo sul Golf Il Picciolo alle falde dell’Etna (Castiglione di Sicilia), il più antico, e sul Golf Villa Airoldi, nove buche nel cuore di Palermo. Da quasi un anno è aperto i Monasteri Golf resort, a Siracusa, con un campo a 18 buche affiancato da un albergo a 4 stelle. È prevista a breve l’inaugurazione di due nuovi campi da golf 44 Sicilia in Buca - maggio 2014 Sicily is opened to international tourism of golf with a range of very high technical level and landscaped, to compete with countries such as Spain, Tunisia, Morocco and Portugal, which for years have lived golf, especially during the winter months. There are nine fields in operation today, managed by the major hotel chains in the world, which attract tourists from northern Europe, Russia and the United States. Among the most prestigious Verdura Golf Resort, which is owned by British Sir Rocco Forte, near Sciaccca, with a five-star hotel ( 202 rooms) and its 45 - hole course, is that most Donnafugata Golf Resort & Spa di 18 buche e di due alberghi a cinque stelle a Carlentini, a 10 km dall’aeroporto di Catania, a 150 metri dal mare, e a Taormina, vicino le gole dell’Alcantara, a pochi km dal mare. Il primo, campo già attivo e albergo prossimo all’apertura, si chiama Le Saie ed è disegnato dall’architetto Franco Piras, firma di percorsi importanti come Is Molas; il secondo è l’Alcantara Golf Resort (con albergo a cinque stelle lusso), disegnato dal famoso campione italiano Costantino Rocca. Le Saie disporrà di un albergo di 193 camere, oltre a 48 residenze turistiche e sarà gestito da Melià, una delle prime dieci catene alberghiere mondiali. L’Alcantara Golf resort sarà hype from international customers and not only for golf (many families choose it also for the sea and gastronomy). By number of holes (2 - 18) is followed from Donnafugata Golf Resort & Spa in Dubrovnik, run by the NH Hotels, one of the largest hotel chains in the world, which is present in Sicily with hotels in Palermo, Catania and Caltagirone. These two international hotel groups have given a significant boost to a sport that in Sicily are engaged not more than six hundred golfers, and that until a few years ago could count only on the slopes of Etna Golf Petiole (Castiglione di Sicilia), the oldest, and the Golf Villa Airoldi, nine holes in the heart of Palermo. For almost a year has opened the Monasteries Golf Resort in Syracuse, with an 18 hole golf course flanked by a 4-star hotel. And ‘expected shortly the opening of two new 18-hole golf courses and two five-star hotels in Carlisle, 10 km from Catania, 150 meters from the sea and Taormina, near the gorges ‘Alcantara, just a few kilometers from the sea. The first field is already active and the hotel next to the opening, it is called Twills and is designed by Franco Piras, signing of important paths as Molas, and the second is the Alcantara Golf Resort (with five-star luxury), designed Verdura Golf Resort Marina di Cala del Sole Ogni anno il porto turistico Marina di Cala del Sole incontra il golf con il tradizionale Golf Challenge, una gara di approcci dalla banchina verso green galleggianti nel bacino portuale. Sempre più golfisti si sono sfidati nelle scorse edizioni di questa originale gara di golf. Il green, una zattera di circa 100 mq, viene posto a 60 metri dai battitori. Ogni golfista ha a disposizione 6 palline per raggiungere il green il maggior numero di volte possibile, ma non sono semplici palline… per rispettare l’ambiente marino, vengono utilizzate speciali palline ecologiche che, a contatto con l’acqua, si sciolgono entro poche ore rilasciando mangime per pesci! Durante l’evento alcuni maestri di golf si offrono di introdurre i principi del golf e insegnano a puttare a bambini e adulti su un putting green sintetico. Una festa che consacra il connubio tra nautica e golf, in una terra votata a entrambi per il suo clima, il mare e la natura rigogliosa. Golf Challenge Each year, the tourist harbor Marina di Cala del Sole meets with the traditional golf Golf Challenge, a race of approaches from the dock towards green floating in the harbor basin. More and more golfers competed in recent editions of this original golf competition. The green, a raft of about 100 square meters, is placed 60 meters from the batsmen. Every golfer has available 6 balls to reach the green as many times as possible, but not simpler balls ... to respect the marine environment, ecological uses special balls which, in contact with water, they dissolve within a few hours releasing fish feed! During the event, some masters courses are offered to introduce the principles of golf and teach puttare to children and adults on a synthetic putting green. A festival which celebrates the marriage of boating and golf, in a land devoted to both for its climate, the sea and the lush vegetation. Sicilia in Buca - maggio 2014 45 gestito dalla società Corinthia, altra importantissima catena alberghiera internazionale che recentemente ha inaugurato un albergo a Trafalgar Square a Londra. Circa venticinque anni fa, prima che le terre intorno all’Etna diventassero famose per il vino, Salvatore Leonardi decise di puntare sul golf, diventando il vero pioniere di questo sport in Sicilia con il Picciolo golf club, a Castiglione di Sicilia. Il Percorso, aperto alla fine degli anni 80, si snoda tra noccioleti e macchia mediterranea sulla lava dell’Etna e chi gioca può spesso sentire i boati del vulcano o vedere la cenere dei lapilli sul green. Il Picciolo, che dispone di una foresteria di grande fascino, è stato affiancato da un lussuoso albergo di 98 camere, gestito dalla società Jsh Framon Hotel. La grande crescita dei campi in Sicilia, passata in pochi anni da appena 27 buche alle 163 attuali, ha dato nuovo impulso anche ai golfisti siciliani, oggi riuniti in una attivissima associazione, ASI Golf, che organizza gare settimanali con convenzioni in tutti i golf resort siciliani, nell’ambito di un agguerrito torneo tra i soci. Anche Marina di Cala del Sole contribuisce, ormai da tre anni, alla promozione del golf in Sicilia, con una divertente gara di approcci sulla banchina del porto turistico (vedi riquadro) e sponsorizzando una delle gare del campionato annuale ASI golf. di Salvatore Geraci by the famous Italian Costantino Rocca sample. Twills will have a hotel of 193 rooms, over 48 tourist residences and will be managed by Melia, one of the top ten hotel chains in the world. The Alcantara Golf resort will be managed by Corinthia, another important international hotel chain that recently opened a hotel in London’s Trafalgar Square. About twentyfive years ago, before the lands around Mount Etna became famous for its wine, Salvatore Leonardi decided to focus on golf, becoming the true pioneer of the sport in Sicily with Petiole golf club, in Castiglione di Sicilia. Path, opened at the end of the 80s, winds between hazel and Mediterranean on the lava of Etna and those who play can often hear or see the explosions of the volcano ash lapilli on the green. The Petiole, which features a guest house of great charm, was flanked by a luxurious 98-room hotel managed by Ish Framon. The great growth of the fields in Sicily, in the past few years from the current 163 to just 27 holes, has given new impetus to golfers Sicily, gathered today in a very active association, ASI Golf, which organizes weekly awards with conventions in all the golf resort Sicily, in the context of a fierce competition between the partners. Marina di Cala del Sole also contributes, for three years now, the promotion of golf in Sicily, with a fun race approaches on the dock of the marina (see box) and by sponsoring one of the events of the annual championship golf ASI. by Salvatore Geraci Picciolo Golf Resort & Spa 46 Sicilia in Buca - maggio 2014 I Monasteri Golf Resort PRUA AD OVEST da Licata a Torre Salsa Spiaggia Licata Rocca di San Nicola BOW TO THE WEST from Licata to Torre Salsa La costa Sud della Sicilia racchiude in se il fascino incontaminato del Nord-Africa, la cultura millenaria delle tante dominazioni siciliane, il blu più intenso del Mediterraneo: gli elementi chiave per una navigazione suggestiva ed emozionante. Uscendo da Marina di Cala del Sole ripercorreremo la splendida fascia costiera che da Licata punta verso Ovest, costeggiando promontori di roccia calcarea a picco sul mare, alternati a calette, spiagge e faraglioni, magari scortati dai delfini che affollano questo tratto di mare nostrum. Subito a ponente del porto (prua 315°, circa 1 Nm) i grandi affioramenti argillosi del monte Ecnomo, modellati dai solchi caratteristici dei calanchi, dominano la spiaggia di Marianello, una delle più frequentate dai licatesi, che si snoda per qualche chilometro. Nel tardo pomeriggio i calanchi d’argilla offrono una vista incantevole per l’effetto dei giochi di luci e ombre del tramonto. Risalendo la costa (per meno di un miglio), la sabbia dorata di Marianello lascia spazio agli scogli di Cavadduzzu, dove il suono del mare si infrange tra gli scogli e avvolge una lingua di sabbia sempre deserta, e le scogliere di Nicolizia, che nascondono una piccolissima spiaggia in una delle insenature, probabilmente la migliore scelta per il primo bagno della giornata: acqua limpidissima, praterie di posidonia oceanica e i caratteristici scogli piatti che affiorano a qualche metro dalla riva, comunemente chiamati ”balatazze”. Poco più di un miglio ancora ad Ovest, l’isolotto di Mollarella 48 Prua ad Ovest - maggio 2014 The southern coast of Sicily captures all the unspoiled charm of North Africa, the ancient culture of the many rulers of Sicily, the deep blue of the Mediterranean: the key elements for an evocative and exciting navigation. Leaving from Marina di Cala del Sole we will retrace the beautiful coastline from Licata which points towards west, along limestone cliffs overlooking the sea, alternating with coves, beaches and cliffs, perhaps accompanied by dolphins who flock to this part of the Mare Nostrum. Immediately to the west of the port (heading 315 °, about 1 Nm) are the large outcrops clay of Mount Eknomo, molded from the characteristic grooves of the badlands, overlooking the Marianello beach, one of the most popular beaches in Licata, which runs for several kilometers. In the Spiaggia Cavadduzzu Mollarella appare a prua, unito alla terraferma da un suggestivo istmo sabbioso che forma due conche d’oro che ne fanno la più famosa e frequentata spiaggia di Licata. Circumnavigando la penisoletta di Mollarella, troviamo la Poliscia, nota anche come la Mollarella piccola e molto meno affollata della “sorella maggiore”. È battuta da venti di ponente e caratterizzata dalla presenza di scogliere alle due estremità, riparata a nord da una montagna. Fu sicuramente sede di un antico abitato ellenistico non ancora individuato, l’etimologia del toponimo è infatti greca: Poliscia (Polis-Kia) si traduce in “fondazione di città” e a conferma di ciò, sul bagnasciuga, sono stati rinvenuti i resti di un santuario e di una necropoli greca del VI secolo a.C., i cui reperti sono esposti al museo archeologico di Licata. Da qui si scorge già la Torre di San Nicola, che dà il nome all’omonima spiaggia. La torre d’avvistamento del ‘500 fungeva anticamente da “campanello di allarme” vigilando sulla costa, in quell’epoca flagellata dalle incursioni piratesche spesso al comando del pirata Dragut. Due o tre soldati presidiavano la torre, armati di una catasta di legna, late afternoon the effect of the play of light and shadows of sunset on gullies of clay creates a beautiful spectacle. Going up the coast (less than a mile), the golden sand of Marianello gives way to the rocks of Cavadduzzu, where the sound of the sea breaking on the rocks wraps round a strip of sand that is always deserted, and the cliffs of Nicolizia, which hide a small beach in one of the bays, probably the best choice for the first swim of the day: clear water, meadows of Posidonia oceanica and the characteristic flat rocks that rise a few feet from the shore, commonly called “Balatazze”. A little over a mile to the west still, the islet Mollarella stands out, joined to the mainland by a beautiful sandy isthmus that forms two basins of gold, making it the most famous and popular beach of Licata. Rounding the peninsula of Mollarella, we find the Poliscia, also known as the small Mollarella and much less crowded than its “big sister”. It is shot by westerly winds and characterized by the presence of cliffs at both ends, sheltered on the north by a mountain. Poliscia (Polis-Kia) translates to “the foundation of the city” and to confirm this, on the shore, the remains of a sanctuary and a Greek necropolis of the sixth century BC were found, whose relics are on display at the archaeological museum of Licata. From here one can already see the Tower of St. Nicome which gives its name to the beach. The watchtower of the sixteenth century supervised the coast, at that time plagued by pirate raids often under the command of the pirate Dragut. Two or three soldiers manned the tower armed with a pile of wood, food for several days, and a mule. At the sight of raiders they would lite the fire on the top signaling the imminent danger to the other towers along the coast, while a knight started at a gallop to warn Prua ad Ovest - maggio 2014 49 di viveri per parecchi giorni, e di un mulo. Alla vista di incursori accendevano il fuoco sulla sommità segnalando l’imminente pericolo alle altre torri poste lungo la costa, mentre un cavaliere partiva al galoppo ad avvisare il vicario di zona e la popolazione costiera. La caletta alle pendici della torre è una tappa imperdibile per scendere a terra, magari all’ora di pranzo. Qui infatti si trova la “Cala del Re”, un elegante lido in una delle più belle calette della costa con un ristorante dove il pesce, sempre freschissimo, viene cucinato con sapienza e tradizione. Dando fondo all’ancora, il tender del ristorante sarà felice di venirvi a prendere a bordo. Dalla Torre di San Nicola, meno di un miglio a ponente, si raggiunge la Rocca, un isolotto completamente disabitato, integralmente ricoperto di macchia mediterranea e capperi selvatici, separato dalla costa da un braccio di mare di modesta profondità. Un altro posto da favola per fare una bella nuotata ed esplorare i fondali. Verso ovest si allunga una secca di cento metri con un fondale di 10 metri, ricca di vita marina con saraghi striati, scorribande di ricciole a caccia di sardine, branzini, aragoste, occhiate, polpi e ricci. Tra gli scogli è stata collocata sul fondo una madonnina nello stesso posto dove sono stati ritrovati cannoni e relitti di antichi velieri commerciali. La Rocca dà inizio all’esteso golfo di Gaffe, che prende il nome dall’omonima torre d’avvistamento. Le dune sabbiose del Pisciotto precedono infatti la spiaggia giallo oro di Torre di Gaffe, di notevole fascino che per la sua particolare esposizione ai venti occidentali che ne fanno un paradiso per gli sport velici, è frequentata da numerosi surfer e praticanti di kiteboarding in cerca di forti emozioni. Superato il promontorio (siamo a circa 10 Nm da Marina di Cala del Sole) entriamo nel territorio di Palma di Montechiaro dominati dal castello chiaramontano che sorge su uno strapiombo denominato “Baia delle Sirene”. Da qui inizia una navigazione suggestiva dove l’oro della sabbia e il bianco sfavillante delle rocce calcaree si sciolgono e si confondono nello stesso mare e lo stesso arenile che videro nuotare, passeggiare e pensare il filosofo Empedocle già 2.500 anni fa. Una costa splendente con spiagge incantevoli attraversate da candide scogliere, come quella di Punta Bianca, caratterizzata dalle 50 Prua ad Ovest - maggio 2014 the vicar of the area and the coastal population. The cove at the foot of the tower is a must for going ashore, especially at lunchtime. Here is the “La Cala del Re”, an elegant beach in one of the most beautiful coves of the coast with a restaurant where the fish is always fresh and cooked skillfully in the traditional way. Having anchored, the restaurant staff will be happy to pick you up from on board. From the Torre di San Nicola, less than a mile to the west, you can reach the fortress, a completely uninhabited islet, fully covered with Mediterranean vegetation and wild capers, separated from the coast by a small channel. Here is another fabulous place to go for a swim and explore the underwater world. To the west stretches a hundred foot shallow with a depth of 10 meters, rich in marine life with striped bream and yellowtail inviting expeditions to hunt sardines, sea bass, lobster, looks, octopuses and sea urchins. A Madonna was placed on the bottom among the rocks in the same place where cannons and relics of ancient commercial sailboats were discovered. The “Rocca“ marks the start of the extensive Gulf of Gaffe, which takes its name from the watchtower. The sand dunes of the Pisciotto beach leading to the yellow gold beach of Torre di Gaffe, are of considerable charm and due to its particular exposure to westerly winds, makes the area a paradise for sailing sports being frequented by many thrill-seeking surfers and kite boarding enthusiasts. After the promontory (we are now about 10 Nm from Marina di Cala del Sole) we enter the territory of Palma di Montechiaro dominated by the castle of Chiaramontano which stands on a cliff called “Baia delle Sirene”. Here you are navigating where the gold sand and the sparkling white of the limestone rocks melt and mingle in the same sea and on the same beach that the philosopher Empedocle swam and walked on 2,500 years ago. Here is a shining coast with beautiful beaches backed by white cliffs, such as Punta Bianca, and lunar landscapes created from the white limestone. Don’t miss a swim around this white rock shaped by the wind, on which stands the ruins of an old military base. “Punta Bianca” and the small island in front of “Pietra Patella” are the ideal place to stock up on sea urchins with their unique flavor. Continuing west, we head for the famous Scala dei Turchi (37 ° 17,315 N, 13 ° 28.310 E), atmosfere lunari che la roccia calcarea bianca riesce a creare. Immancabile una nuotata per raggiungere questa roccia candida modellata dal vento, sulla quale sorge il rudere di una vecchia base militare. Punta Bianca e l’isolotto antistante di Pietra Patella sono il posto ideale dove fare scorta di ricci di mare dal sapore unico. Proseguendo a ovest, facciamo rotta verso la famosa Scala dei Turchi (37°17.315 N, 13°28.310 E), costeggiando il territorio di Agrigento e scorgendo dal mare lo spettacolo mozzafiato della Valle dei Templi, patrimonio dell’umanità UNESCO. Lo sperone di marna bianca prominente sul mare, sul quale il vento e la pioggia hanno scavato grandi Scala dei Turchi balze che rammentano colossali gradini, prende il nome dalla leggenda secondo la quale, durante le invasioni moresche che imperversarono nel ‘500, i turchi (così erroneamente chiamati) approdarono nel territorio dell’odierna Realmonte inerpicandosi sulle stratificazioni di questa falesia. Su di esse ci si può stendere a prendere il sole, con tutto quel bianco abbagliante la tintarella è garantita. Siamo a circa 25 Nm da Marina di Cala del Sole, ma la navigazione è valsa la visita di questi luoghi straordinari. Dalla Scala dei Turchi ci si può spingere oltre fino alla riserva naturale di Torre Salsa, oasi del Wwf: intorno alla torre cinquecentesca che le dà il nome, si estendono oltre 700 ettari di vegetazione mediterranea battuta dal vento. Il mare è turchese, il silenzio assoluto e sulla spiaggia lunghissima nidificano le tartarughe. La navigazione verso ovest di questa straordinaria costa sud della Sicilia avrà come destinazione naturale l’arcipelago delle isole Egadi (circa 95 Nm da Marina di Cala del Sole) e mai come in questo caso sarà vero il detto “la vera destinazione è il viaggio”. Buon vento! bordered the territory of Agrigento and the sea and looking up to the breathtaking Valley of the Temples, a UNESCO World Heritage Site. This spur of white marl sticking out into the sea, on which the wind and rain have carved large ruffles that reminiscent of colossal steps, takes its name from the legend that, during the Moorish invasions that plagued the sixteenth century, the Turks (wrongly so called) landed in the territory of today’s Realmonte climbing on the layers of this crag. On them you can stretch out in the sun, with all that dazzling white light a tan is guaranteed. We are now about 25 Nm from Marina di Cala del Sole, but it is well worth visiting these extraordinary places. From the Scala dei Turchi you can push on to the nature reserve of Torre Salsa, oasis of the WWF: around the sixteenth century tower that gives it its name, extending over 700 hectares of windswept Mediterranean vegetation. The sea is turquoise, the silence is absolute and long turtles nest on the beach. Navigation along the west of this amazing south coast of Sicily will have a natural destination in the archipelago of the Egadi islands (about 95 Nm from Marina di Cala del Sole) and never will the saying “the real destination is the journey” be more true than as in this case. Good wind! by Salvatore Geraci di Salvatore Geraci Prua ad Ovest - maggio 2014 51 LE ISOLE DEL SUD SOUTHERN ISLANDS Gozo and Comino (168° - 62 Nm) Gozo and the smaller Comino (3.5 km ²), the sister islands of Malta, are a real paradise on earth. According to legend, Gozo is the legendary island of Calypso, mentioned in Homer’s Odyssey. The most spectacular beach on Gozo is Dwejra, located to the west of the island, which offers unique landscapes, such as the Azure Window, a table of rock above the sea, beneath which lies the spectacular “Blue Hole”. In Comino is the unmissable Blue Lagoon. Isola di Gozo Malta (162° - 69 Nm) An endless array of beaches, from those of the rough rocky coast of Sliema, in the east, to the low and flat golden sand on the west side. The coast is full of rocks and cliffs overlooking the sea, caverns, caves and natural ravines. The island of Malta is also known for its history, starting from Valletta and the Three Cities home of the Knights of Malta: Vittoriosa, Senglea and Cospicua. Gozo e Comino (168° - 62 Nm) La prima più grande, la seconda piccolina (3,5 chilometri quadrati), le isole sorelle di Malta nascondono veri e propri paradisi terrestri. Secondo la leggenda, Gozo sarebbe la leggendaria isola di Calypso, citata nell’Odissea di Omero. La più spettacolare spiaggia di Gozo è Dwejra, che si trova a Ovest dell’isola, che offre paesaggi naturali unici, tra cui la Finestra Azzurra, una tavola di roccia sospesa sul mare, sotto la quale si trova lo spettacolare Buco Blu. A Comino, imperdibile la Laguna Blu. Malta (162° - 69 Nm) Una serie infinita di spiagge, da quelle rocciose dell’aspro litorale di Sliema, sulla costa orientale, a quelle basse e piatte di sabbia dorata, del versante occidentale. La costa è ricca di rocce e falesie a picco sul mare, caverne, grotte e anfratti naturali. L’isola di Malta è nota anche per la sua storia, a partire dalla Valletta e le Tre Città dimora dei Cavalieri di Malta: Vittoriosa, Senglea e Cospicua. Isola di Comino Pantelleria (258° - 90 Nm) Colate laviche dai contrastanti colori intensi che si gettano nel mare cristallino, grotte e piccole spiaggette di ciottoli, le splendide insenature che accolgono i piccoli porticcioli dei pescatori. Imperdibili l’arco dell’Elefante, una bizzarra formazione rocciosa che assomiglia ad un elefante che si abbevera con la sua proboscide nelle acque marine, e il Lago di Venere, con le sue sorgenti calde e i fanghi benefici. 54 Le isole del Sud - maggio 2014 Pantelleria (258° - 90 Nm) Lava flows in the form of contrasting rich colors that flow into the sea, caves and small pebble beaches, beautiful bays that accommodate the small harbors of the fishermen. Do not miss the “Arco dell’elefante”(the arch of the Elephant), a bizarre rock formation that looks like a elephant that is drinking with his trunk in marine waters, and the “Lago di Venere”(Lake of Venus), with its hot springs and beneficial mud baths. ria Isola di Pantelle Linosa (215° - 89 Nm) L’isola nera di Linosa prende questa denominazione dalla sua origine vulcanica. Tre sono i crateri: Monte Rosso, Monte Nero e Monte Vulcano. Il paesaggio si presenta vario ed eterogeneo: coste basse, una sola spiaggia (la spiaggia dei conigli), pianori interni e molti tratti al di sotto del livello del mare. Particolarità dell’isola sono i colori vivacissimi delle case e degli infissi. Lampedusa (214° - 113 Nm) La bianca isola di Lampedusa è la maggiore dell’arcipelago delle Pelagie ed è molto più vicina alle coste tunisine che non a quelle siciliane. La vicinanza al continente africano dona all’isola una fauna e una flora tipicamente tropicale. Imperdibile l’incantevole Isola dei Conigli, nella parte SudOvest dell’isola. Linosa (215° - 89 Nm) The black island of Linosa takes this name from its volcanic origin . There are three craters: Red Mountain (Monte Rosso), Black Mountain (Monte Nero) and Mount Vulcan (Monte Vulcano). The landscape is varied and heterogeneous: low coasts, one beach (the beach of rabbits), and interior plateaus many meters below sea level. Special features of the island are the bright colours of the houses and fixtures. Lampedusa (214° - 113 Nm) The white island of Lampedusa is the largest of the Pelagie and is much closer to the coast of Tunisia than to that of Sicily. The proximity to the African continent gives the island a typical tropical flora and fauna. The charming Rabbit Island, in the South-West of the island is unmissable. Lampione (220° - 122 Nm) L’isola di Lampione fa parte del comune di Lampedusa Linosa ed è la più piccola dell’arcipelago. Ha sempre seguito le vicissitudini delle due isole più grandi e oggi è disabitata. L’unico segno lasciato dall’uomo è la presenza di un faro automatico dal quale prende il nome. Lampione (220° - 122 Nm) The island of Lampione is part of the municipality of Lampedusa - Linosa and is the smallest of the archipelago. It has always followed the vicissitudes of the two largest islands and is now uninhabited. The only sign left by man is the presence of an automatic lighthouse from which it takes its name. sa Isola di Lampedu Le Isole del Sud - maggio 2014 55 LICATA SAILING WEEK il sapore della vela Extra one - Vincitore I edizione LICATA SAILING WEEK the flavor of the sail La prima edizione della Licata Sailing Week ha visto sfidarsi 22 imbarcazioni nel weekend tra il 26 e il 29 Settembre 2013 nell’incantevole campo di regata del mare di Licata. Condizioni meteo perfette, accoglienza ed eventi collaterali straordinari, nell’ambito della manifestazione “Licata tra Vele e Sapori”, con un testimonial d’eccezione, lo storico skipper di Azzurra Cino Ricci. “Sono state delle belle regate, il vento ci ha aiutato - ha commentato Cino Ricci, testimonial della Licata Sailing Week - ci siamo divertiti tutti e questo è quello che conta. Una manifestazione ben organizzata in mare e a terra che sarà da traino per le attività veliche e turistiche di questa città. Anche le manifestazioni legate alla gastronomia mi hanno impressionato positivamente, qui si mangia bene e con questo clima è veramente un paradiso”. Ogni sera infatti, dopo le regate della Sailing Week, il centro storico di Licata era in festa tra concerti, sfilate di moda e migliaia di arancini siciliani offerti dai maestri pasticceri della città, capitanati dal grande chef stellato Pino Cuttaia. La Vittoria finale è andata a Extra 1 di Massimo Barranco nel gruppo regata, a Cuore di Aliante per la categoria crociera, Elekia per la categoria diporto e The first Licata Sailing Week, held over the weekend of the 26 and September 29 2013, saw 22 boats compete over the race course in the enchanting sea of Licata. The perfect weather, hospitality and extraordinary events, part of the “Sailing and Gastronomy in Licata” event elicited the following testimonial from the historian skipper of ‘Azzurra’ Cino Ricci, spokesperson of Licata Sailing Week. “It was a beautiful race, the wind helped us. We all enjoyed it and that’s what counts. A well-organized event at sea and on land that will be added to the sailing activities and tourist attractions of this city. Even the events related to food impressed me, here you eat well and in this climate it is truly a paradise”. In fact, every evening after the Sailing Week races, the historic center of Licata was celebrating with concerts, fashion shows and thousands of Sicilian arancini offered by the city’s pastry chefs, led by Michelinstarred chef Pino Cuttaia. Overall victory went to ‘Extra 1’ owned by yhe Fotografa il QR Code e guarda il video Shoot the QR code and see the video Licata Sailing Week - maggio 2014 57 Ras per la categoria minialtura. Quest’anno si replica con una seconda edizione ancora più partecipata e agguerrita, forte del successo e dell’eco mediatica della prima. Una kermesse internazionale che metterà Licata al centro dell’attenzione del mondo sportivo e gastronomico, un connubio che funziona benissimo, soprattutto in una terra dove il mare e la buona cucina sono un biglietto da visita di assoluta qualità. di Salvatore Geraci Massimo Barranco group. ‘Cuore di Aliante’ won the cruiser category, ‘Elekia’ the pleasure category and ‘Ras’ the keel boat category. This year’s event will attract even more participants and should prove a strong and successful echo of the inaugural regatta. This is an international event that will put Licata at the center of the world of sports and gastronomy, a combination that works very well, especially in a land where the sea and good food are a calling card of the highest quality. by Salvatore Geraci 58 Licata Sailing Week - maggio 2014 MAIDENTRIP la storia di Laura Decker diventa un film Laura Decker The story of Laura Decker becomes a movie Fotografa il QR Code e guarda il trailer Shoot the QR code and see the trailer Chiunque abbia stretto saldamente in mano una scotta, sentendo la pressione del vento dare velocità alla propria libertà, ricorderà certamente l’incredibile e controversa storia di Laura Dekker, la 15enne australiana autrice di un giro del mondo in solitario contro tutto e al centro di tante polemiche. Nata a bordo della barca dei genitori a Whangarei, in Nuova Zelanda, durante il loro viaggio di 7 anni intorno al mondo, non sorprende che Laura, a soli 6 anni, prese una deriva e da sola attraversò il lago dove viveva. Fin qui tutto normale, o quasi, ma a 9 anni Laura annuncia di voler partire per il giro del mondo in solitario. Inevitabili le polemiche, discusse anche nei tribunali: può o non può una ragazzina andarsene in giro da sola per gli oceani su una barca a vela di 10 metri? La storia, unica e per certi versi incredibile, di Laura Dekker, roccioso marinaio d’altri tempi dietro una figura minuta, dolce e graziosa, narra della realizzazione di quel sogno, e adesso è anche un bel film. Un film-documentario che si chiama Maidentrip, diretto, girato e prodotto da un team di giovani ragazze filmmaker e che ha già vinto importanti premi e riconoscimenti cinematografici. Annunciato quando Laura aveva 9 anni, il giro del mondo è stato a lungo impedito da infinite diatribe giudiziarie che hanno coinvolto le autorità in Olanda, dove si era trasferita. Poi a 14 anni finalmente Laura è 60 Maidentrip - maggio 2014 Anyone who has held a sheet in his hand, feeling the pressure of the wind speeding him to freedom, certainly remembers the incredible and controversial story of Laura Dekker, the 15 years old who sailed a boat solo around the globe. Born on board on her parents’ boat in Whangarei, New Zealand, during their seven year circumnavigation, it is not surprising that Laura at the age of six took a trip on her own, crossing the lake where she lived. Not quite out of the ordinary, but at the age of nine Laura announced her intention to set off on a solo sailing journey round the world. Inevitably this was to prove controversial, ultimately ending up in the law courts: should a young girl be allowed to set out alone on the ocean in a 10 foot sailboat? The unique and almost unbelievable story of Laura Dekker, whose rocky sailor of yesteryear petite, sweet and pretty figure belies the courageous sailor within, tells of the realization of a dream, and has now been made into an excellent movie, a documentary called “Maidentrip”, directed, filmed and produced by a team of young girls and filmmakers which has already won major film awards. The round the world voyage, announced when Laura was 9 years old, was long delayed by interminable legal disputes involving also the authorities in Holland, where she had moved with her family. Finally, at partita, compiendo 27mila miglia intorno al mondo, per la sua personale odissea marina a tappe (il periodo massimo di navigazione no-stop è stata la traversata dell’Oceano Indiano, 47 giorni). Laura voleva essere “La più giovane di sempre a circumnavigare il mondo a vela in solitario”. Non voleva un record di velocità, voleva esplorare il mondo, e se stessa. Regalandosi libertà, avventura, scoperta, e tutti i sogni lontani che possono venire a una giovane vita sul mare. the age of 14, Laura left on her personal, 27 thousand miles round the world marine odyssey (the longest period of non-stop navigation being the crossing of the Indian Ocean, 47 days). Laura wanted to be the youngest person ever to sail a boat solo around the globe. She didn’t want a speed record; she just wanted to explore the world and experience freedom, adventure, discovery and all those dreams that can come to a young life on the sea. Maidentrip - maggio 2014 61 ACC ES SO VHF CO BRA HH330 FLT PREZZ O OFFER TA 3 PARABORDO F POLYFORM TA PREZZO OFFER RI €169,0 0 €34,00 HELLO GIUBBINO KITTY FERTA PREZZO OF €49,00 SET PACK 13 PZ NORTHWIND PREZZO OFFERTA €99,00 BOMBOLE DI GAS R904 PREZZO OFFERTA 2 KG €21,50 3 KG €24,50 BOZZELLI SCONTO 20% RICETTE DI BORDO il Tonno rosso di Sicilia RECIPES ON BOARD the Bluefin tuna in Sicily Il tonno è uno dei protagonisti della tradizione gastronomica siciliana, nei secoli infatti se ne è affinata la tecnica di cattura, così come i modi di conservarlo e di cucinarlo. Ripercorreremo insieme le caratteristiche salienti di questo alimento e proporremo due ricette che rivisitano la tradizione gastronomica siciliana. Il tonno è un predatore che si nutre prevalentemente di altri pesci (soprattutto azzurri) e, grazie a questo regime alimentare, la sua carne è ricchissima di grassi essenziali della famiglia Omega 3. I migliori mesi per l’acquisto vanno da marzo a giugno e nel mese di ottobre, ma non sarà difficile, come vedremo, pescarne qualcuno durante le nostre crociere estive in barca. I tonni, femmine e maschi, in primavera, si avvicinano alla riva per la riproduzione. Sfruttando questo loro istinto naturale l’uomo, da molti millenni, ha perfezionato la tecnica per catturarli: la “Tonnara”. Si tratta di un complesso sistema di reti, attrezzature, barche, storicamente proprietà di un padrone. Egli otteneva dal Re il permesso di “calare”, ossia attrezzare la Tonnara per la pesca. Il padrone della Tonnara affidava la pesca ad un esperto marinaio, il “rais” che, con l’aiuto della “ciurma”, allestiva il complesso sistema di reti, lungo a volte 2-3 km, fatto di camere successive dove i tonni entravano fino a raggiungere la “camera della morte”, dove avveniva la “mattanza”. Ma per una pesca meno cruenta e più divertente, ecco alcuni consigli per provare a pescare il tonno durante la navigazione con la tecnica della traina. Prima di tutto servirà una canna tra le 12 e le 30 libre. Considerando però di trovarsi in trasferimento su una barca a vela, ben poco agile nell’inseguire e combattere un pesce, magari con un pescatore non proprio esperto, si consigliano attrezzature da 30-50 lbs dotate di un mulinello con almeno 400 metri di 0,70 in nylon, solitamente il miglior compromesso in Mediterraneo. Filando tra i 25 e i 40 metri e mantenendosi intorno ai 6 nodi, non resterà che aspettare! Naturalmente avremo bisogno di un’esca, legata ad un terminale in nylon 0,40 di buona qualità (consigliamo il fluor carbon) per una lunghezza di almeno 10 m, da collegare alla lenza madre tramite una micro-girella. Tuna is one of the mainstays of the Sicilian gastronomic tradition. Over the centuries the techniques for catching, preserving and cooking it have been refined. We will go through the outstanding features of this food and suggest two recipes that characterize the Sicilian gastronomic tradition. The tuna is a predator that feeds mainly on other fish (especially blues) and, thanks to this diet, the meat is rich in essential fatty acids of the Omega 3 family. The best months in which to buy are from March to June and in October, but it is quiter possible to catch tuna from your boat during the summer cruising season. Tuna, females and males, come close to shore in the spring to play. Taking advantage of this natural instinct, for many thousands of years man has perfected a technique for catching them, known as “La Tonnara”. This is a complex system of nets, equipment and boats, historically the property of a “master”. He obtained from the King permission to “calare”, namely to equip the tonnara to fish. The owner of the tonnara would recruit an experienced sailor, the “rais”, who, with the help of the “ciurma”, set up the complex system of nets. This system, sometimes 2-3 km long is made up of successive rooms through which the tuna pass until they reach the “death chamber” where the “mattanza” takes place. But for a less gory and more pleasurable way to fish for tuna, here are some tips on using the technique of trolling. First you will need a rod of between 12 and 30 pounds. with a reel with at least 400m of 70 gauge nylon line, usually the best compromise in the Mediterranean. The bait will need to be attached to a good quality nylon tail (we recommend the 0.40 fluor carbon) for a minimum length of 10m, this then to be connected to the main line via a microswivel. Among the most widely used bait are the Rapala replica fish made of balsa or plastic, the most widespread of which is the so-called “testarossa”. But do not forget to keep on board a small red octopus lure, for which especially the skipjack tuna go crazy. Spinning between 25 and 40 meters of line and cruising at around 6 knots you will only have to wait! Ricette di Bordo - maggio 2014 65 Tra le esche più diffuse, naturalmente i Rapala, riproduzioni di pesci in balsa o in plastica, il più diffuso dei quali è il cosiddetto “testarossa”. Ma non dimenticate di tenere a bordo anche un polipetto rosso, colore per il quale i tonnetti, e non solo loro, vanno pazzi. La tradizione culinaria siciliana propone numerose ricette che utilizzano il tonno, nelle sue varie forme, come ingrediente principale. Tra questi suggeriamo la Cipuddata di tonno, ossia tranci di tonno fritti accompagnati da cipolle cotte in agrodolce, oppure il tonno semplicemente arrostito alla griglia insaporito da un gustoso salmoriglio (intingolo di olio, limone, aglio e prezzemolo). A Licata è molto forte la tradizione del “muffulettu”, ossia dei gustosi panini speziati con semi di anice, finocchio, cannella e pepe nero che tradizionalmente sono mangiati il Venerdì Santo con un condimento di tonno sott’olio. Questo per rispettare la tradizione cattolica di non mangiare carne durante il periodo quaresimale, in particolare il Venerdì, e consentire alle persone di seguire la cerimonia del Venerdì Santo con le caratteristiche processioni consumando un pasto veloce e gustoso. Vi proponiamo adesso due ricette tratte dal blog di Aurelia Urso (www.cottoinflagrante.com). Pensando proprio alla tradizione licatese del muffuletto, la prima proposta è stata pensata utilizzando la mollica speziata di questo pane in un abbinamento moderno e particolare. La seconda ricetta invece rielabora una classica tagliata utilizzando il tonno con altri ingredienti studiati per un sorprendente connubio. Polpette di tonno al muffuletto licatese, con gazpacho di fragole e pomodoro Per le polpette: tritare finemente, al coltello, circa 2 etti di polpa di tonno. Aggiungere una fetta di muffuletto (pane in cassetta, per i non licatesi) bagnato con del latte poi strizzato, mezzo uovo sbattuto, sale, pepe e una presa di polvere di arancia. Formare le polpette e impanarle in tre cucchiai di pistacchi di Bronte tritati e far friggere per 1-2 minuti, finché le polpette siano leggermente dorate. Per il gazpacho: la sera prima, spezzettare due fette di muffuletto, aggiungere 4 pomodori ramati spezzettati e una decina di fragole tagliate a pezzi. Aggiungere sale, pepe, una piccola presa di peperoncino in polvere, 4 cucchiai di aceto di mele e un generoso filo di olio d’oliva. Coprire a filo con dell’acqua, mescolare il tutto e mettere in frigo. Il giorno dopo, frullare, passare al colino e servire in bicchierini insieme alle polpette. Couscous con uvetta, pinoli e tagliata di tonno al ras al hanout Ritagliare un trancio di tonno, spesso 3 cm e largo 4. Metterlo a marinare con un filo d’olio, uno spicchio d’aglio, un pezzetto di buccia di limone e un po’ di menta fresca, coprire con della pellicola e lasciar riposare al fresco per 15 minuti. Nel mentre preparare il couscous secondo le istruzioni della confezione, aggiungere un pugno di uvetta, dei pinoli, un pugnetto di menta tritata finemente e un generoso filo d’olio d’oliva. Scaldare la griglia, tirare fuori il pesce, scolarlo dalla marinatura, e condirlo, su entrambi i lati, con un pizzico di ras el hanout*. Far grigliare il tonno per circa 2 minuti su ogni lato, 66 Ricette di Bordo - maggio 2014 Traditional Sicilian cuisine offers a variety of recipes using tuna in its various forms as the main ingredient. Among these we suggest the Cipuddata di tonno, or tuna steaks accompanied by fried onions cooked in sweet and sour sauce, or simply grilled tuna flavoured with a tasty salmoriglio (sauce of olive oil, lemon, garlic and parsley). Licata has a very strong tradition of “muffulettu”, namely tasty sandwiches spiced with aniseed, fennel, cinnamon and black pepper that are traditionally eaten on Good Friday with a dressing of tuna in olive oil. This is in deference to the Catholic tradition of not eating meat during Lent, especially on Friday, and allows people to follow the Good Friday ceremonies and processions while consuming a fast and tasty meal. We offer here two recipes from the blog of Aurelia Urso (www.cottoinflagrante.com). Thinking typically about tradition of Licatese muffuletto, the first suggestion has been designed using the spiced breadcrumbs in a modern and special way. The second recipe instead reworks a classic cut using the tuna with other ingredients designed for an outstanding combination. Meatballs tuna muffuletto Licata, with strawberry and tomato gazpacho. For the meatballs: about 2 cups of finely chopped tuna. Add a slice of muffuletto soaked with milk, half a beaten egg, salt, pepper and a pinch of orange powder. Form meatballs and coat them in three tablespoons of breadcrumbs and chopped pistachios and fry for 1-2 minutes, until the meatballs are lightly browned. For the gazpacho: the night before, chop two slices of muffuletto, add 4 chopped red tomatoes and a dozen strawberries cut in pieces. Add salt, pepper, a small pinch of chilli powder, 4 tablespoons of apple cider vinegar and a generous drizzle of olive oil. Cover flush with water, mix thoroughly and refrigerate. The next day, blend, pass through a sieve and serve in glasses along with the meatballs. poi tagliarlo a fette di 3-4 cm. Servire la tagliata sul couscous e buon appetito! *RAS EL HANOUT Ricetta di Gordon Ramsay dal libro In cucina con Gordon Ramsay 1 stecca di cannella 1 cucchiaino di chiodi garofano 1 cucchiaio di semi di coriandolo 1/2 cucchiaio di semi di fieno greco 1/2 cucchiaio di semi di finocchio 1 cucchiaio di semi di senape 1/2 cucchiaio di semi di cumino 1 cucchiaino di paprika dolce in polvere Spezzettare la stecca di cannella e metterla in un padellino antiaderente con il resto delle spezie (meno la paprica). Tostare le spezie, su fuoco medio, per un minuto circa, finché gli aromi si sprigioneranno e i semi cominceranno a scoppiettare. Scuotere la padella per evitare che le spezie brucino. Toglierle dal fuoco, aggiungere la paprika e frullare tutto con un macinino elettrico dedicato a questo uso. Si possono anche pestare in un mortaio.Questa miscela si conserva per 3 mesi, chiusa in un barattolino ermetico. Couscous with raisins, pine nuts and tuna with ras al hanout. Take a good sized tuna steak and marinate it with a little olive oil, a clove of garlic, a small piece of lemon peel and a little ‘fresh mint; cover with plastic wrap and let stand in a cool place for 15 minutes. Meanwhile prepare the couscous according to the instructions on the package, add a handful of raisins, pine nuts, a handful of finely chopped mint and a generous drizzle of olive oil. Heat the grill, drain the fish from the marinade, and season on both sides with a pinch of ras el hanout*. Grill the tuna for about 2 minutes on each side, then cut into slices of 3-4 cm. Serve sliced on couscous and enjoy! *RAS el hanout Recipe by Gordon Ramsay from the book “In the Kitchen with Gordon Ramsay” 1 cinnamon stick 1 teaspoon cloves 1 tablespoon coriander seeds 1/2 tablespoon of seeds hay Greek 1/2 tablespoon of fennel seeds 1 tablespoon mustard seeds 1/2 tablespoon of cumin seeds 1 teaspoon sweet paprika powder Break the cinnamon stick and put it in a non-stick frying pan with the rest of the spices (except paprika). Toast the spices on medium heat for about a minute, until the spices will flow and the seeds begin to crackle. Shake the pan to prevent the spices from burning. Remove from the heat, add the paprika and mix everything with an electric grinder dedicated to this use. This mixture will keep for 3 months, closed in a sealed jar. Ricette di Bordo - maggio 2014 67 LO CHEF - Pino Cuttaia Sarà il mare, la latitudine, l’intreccio sanguigno di popoli su popoli, sarà che qui il sole è nei cromosomi, fatto sta che la Sicilia vanta alcuni tra i migliori chef della ristorazione internazionale, e se pensate che il nord vanti il meglio della produzione italiana, signore e signori qui (a Licata) si creano piatti come bandiere, capaci di rappresentare l’eccellenza e la creatività Italiana nel mondo. 2 stelle Michelin (tra i massimi riconoscimenti enogastronomici, il massimo è di 3 stelle), 1 ristorante (la Madia), 1 laboratorio gastronomico (Uovo di Seppia), 1 moglie e 3 figli, decine di premi e riconoscimenti, eppure non occorre nessuno di questi numeri per capire che stiamo parlando di eccellenza: basta sedersi al suo ristorante e godersi lo spettacolo. Ogni piatto è una meraviglia, un’illusione: una pizza che pizza non è, una mozzarella che nasconde un segreto, un uovo che è invece una seppia. Si torna bambini alla Madia, ci si emoziona attraverso contrasti sensoriali tra vista e gusto, tra ciò che ci appare familiare alla vista, ma stordisce il nostro palato. Tutto ruota attorno all’idea del gioco. Pino Cuttaia propone un approccio con il cibo curioso come quello di un bambino, spiegando che sono proprio i primi sapori e i primi profumi con i quali si viene a contatto che formano e segnano il gusto di una persona. Ogni suo piatto nasce da un ricordo lontano, da una memoria. Così anche il suo piatto più celebre, L’Uovo di Seppia, nasce dalle primavere licatesi di Pino, quando in paese abbondavano le seppie, e le donne ne facevano piatti per ogni palato, tra i quali la seppia ripiena con il macinato e cotta col sugo a cui Pino Cuttaia THE CHEF - Pino Cuttaia Maybe it’s the sea, the temperate climate, the intermixed blood of many nations or the beatiful sun that soaks into the chromosomes the fact is that Sicily boasts some of the best chefs in international cuisine, and, ladies and gentlemen, if you think it’s only the north of Italy that can boast the best cuisine, here in Licata we can hold our own in raising the flag of Italian excellence and creativity on the world gastronomic scene. One restaurant, one gastronomic laboratory, two Michelin stars, one wife, three children dozens of other awards and honours these statistics are superfluous evidence that we are talking about true excellence here - you only have to sit back in Pino Cuttaia’s restaurant, La Madia, and enjoy the show. Each dish is a wonder, an illusion; a pizza that is not a pizza, a mozzarella with a hidden secret, an egg that is really a cuttlefish! At La Madia we regain the wonderment of our childhood, we get excited by sensory conflicts between sight and taste, between what seems familiar to the eye, but stuns our palate. Everything revolves around the idea of the game. Pino Cuttaia suggests that our approach to food should be like that of a child, explaining that it is the first flavours and scents that we come into contact with that are fundamental to forming our taste as adults. Each of his unique dishes harks back to memories of his own childhood. So his most famous dish, Uovo di Seppia, derives from his ealy years in Licat when cuttlefish were the food of the poor and served up in many different guises to make them palatable, among them stuffing them with mince and cooking them in a sauce. One evening Pino was inspired to put cuttlefish inside an egg. He inserted the meat of the cuttlefish is into an emptied egg and then baked it. The visual result and consistency 68 Lo Chef Pino Cuttaia - maggio 2014 si ispira lo chef. Una sera Pino pensa di inserire la seppia all’interno di un uovo e quindi la destruttura e la inserisce all’interno con il ripieno. La cosa straordinaria è stata quando, dopo averla cucinata, l’ha sgusciata e la seppia aveva assunto la forma di un uovo. Pino aveva fatto l’uovo, l’Uovo di Seppia! Dietro ad un concept romantico, che parte dalla memoria dei piatti semplici della cucina locale, ci sono tecniche di altissima cucina e precisione sartoriale. Da dove nasce la passione per la cucina, dove nasce il genio? Tutto nasce da una privazione, nello specifico da quella di andare a mangiare al ristorante, perché il padre sosteneva che a casa si mangiasse meglio. Così la sua prima volta in cucina risale all’età di 13 anni, in Piemonte, quando un amico gli propose di andare con lui a lavare i piatti in un ristorante la notte di San Silvestro. Quella notte bevve per la prima volta lo champagne e non uscì più dalle cucine. La sua storia di chef parte dal Piemonte, ma torna sempre in Sicilia. Nel ’99 decide di stabilirsi nell’isola, pensando di fare semplicemente il cuoco. Ma Pino ha qualcosa in più da raccontare. Proprio a Licata riesce ad avere la giusta dimensione del tempo, cosa che non avrebbe avuto in una grande metropoli, dove la vita è frenetica, e la frenesia lo avrebbe privato di questo tempo. Ha cucinato per i più importanti personaggi della scena internazionale, eppure, se gli chiedete chi lo ha commosso di più vi dirà di quando aprì La Madia, ed invitò a mangiare gli anziani del vicinato. La memoria, è un senso di poesia presente negli occhi, nei gesti e in ogni piatto di questo grande chef, perfettamente in equilibrio tra passato e futuro, che vive una dimensione internazionale in un piccolo paesino di provincia, che riesce a mettere una seppia dentro un uovo, scardinando spazio e tempo. Un talento autentico made in Italy, anzi Made in Sicily. are really misleading, giving the impression of nothing other than a simple hard-boiled egg. The yolk is replaced with a traditional stuffing made from bread, herbs and squid sausage (made with the addition of pork), the whole resting on a bed of ricotta and lemon squid ink. Thus Pino created the cuttlefish’s egg (L’Uovo di Seppia). Underlying the romantic concept that follows the memory of simple local cuisine are techniques of high precision tailoring and cooking. Where does this passion for cooking, this genius, come from? Everything stems from privation. As a young child Pino never ate in restaurants - his father calimed that you eat better at home. His first time in a restaurant kitchen was aged 13, after his family had moved north to Piedmont, when a friend asked him to help washing dishes in a restaurant on New Year’s Eve. That night he drank champagne for the first time and hasn’t left the kitchen since! His career as a chef started in Piedmont but his dream was always to return to his native Licata and open his own restaurant, which he did in 2000. He says that it is only in Licata that he has been able to find the peace and tranquillity necessary for his creativity, which has eabled him to earn two prestigious Michelin stars (one of the greatest gastronomic awards), the first in 2006 and the second in 2009. Pino strives to ensure that every visit to his restaurant will be a fresh and original experience because hish dishes inevitably overwhelm all five senses. He has cooked for the most important personalities on the international scene, and yet, if you ask him who has moved most, he will tell you it was when he first opened La Madia, and invited the elders of the neighbourhood to eat with him. The outstanding memory is of a sense of the poetic in Pino’s eyes and in his gestures, and of each unique dish of this great chef, perfectly balanced between the past and the future; who has created an international dimension in this small provincial town; who can put a cuttlefish into an egg disrupting space and time. An authentic talent Made in Italy - indeed Made in Licata. by Fatima Costa di Fatima Costa Lo Chef Pino Cuttaia - maggio 2014 69 SICILIA, paradiso di vino di Salvatore La Lumia LICATA - “Il bronzo è lo specchio del volto, il vino quella della mente” scriveva il tragediografo Eschilo, morto sulla spiaggia di Gela, a pochi km dalla città di Licata. Le sue parole rievocano una civiltà lontana che, proprio in Sicilia, favorì la coltivazione e la propagazione della vite da vino che nei campi geloi, la cui estensione giungeva fino al territorio di Licata, trovò perfetta dimora. Nonostante la tecnologia dell’epoca fosse rudimentale, le tecniche di vinificazione furono straordinariamente moderne come dimostrano le numerose vasche di fermentazione scavate nella roccia del promontorio Eknomo che è possibile scovare, grazie alla guida esperta degli archeologi, tra la fitta vegetazione. Vino, olio e terracotta fondarono la prosperità della greca Sicilia e, in linea con ciclicità delle cose, oggi il vino siciliano è tornato alla ribalta come nuova economia del territorio e come veicolo dell’identità culturale siciliana in tutto il globo. Sugli scaffali delle enoteche primeggiano Nero d’Avola, Etna Rosso, Cerasuolo, alfieri dei produttori siciliani e di quei territori, estremamente diversi fra loro ma ugualmente in grado di offrire altissima qualità e caratteristiche inconfondibili per aroma e gusto, che fanno della Sicilia e della sua biodiversità una terra unica. Poichè non si può guardare al futuro senza conoscere il passato, è da quest’ultimo che le odierne aziende vinicole siciliane traggono forza e idee per conquistare vecchi e nuovi mercati, specializzandosi anno dopo anno in una produzione vinicola di elevata qualità, la cui origine è da ricercare in una SICILY, paradise of wine LICATA - “Bronze is the mirror of the face, the wine that of the mind” wrote the dramatist Aeschylus, who died on the beach at Gela, a few miles from the town of Licata. His words hark back to a distant civilization that favored the cultivation and propagation of the grapevine in the fields which extended to the territory of Licata, where the Geloans found the perfect home. Although the technology of the time was rudimentary, the winemaking techniques were exceptionally modern exemplified by the many fermentation tanks dug into the rock of the Eknomo promontory which can be found, with the guidance of trained archaeologists, among the dense vegetation. The prosperity of Greek Sicily was founded on wine, oil and terracotta and, in line with the cyclical nature of things, Sicilian wine today is back in the limelight as the new economy of the area and as a vehicle of Sicilian cultural identity around the globe. On the wine shelves Nero d’Avola, Etna Rosso and Cerasuolo excel, each quite different from the other but all offering the high quality and unique characteristics of aroma and taste that make Sicily and its biodiversity a unique land. Because you can not look to the future without knowing the past, it is from the past that today’s Sicilian wineries draw strength and ideas to conquer new and old markets, year after year. They specialize in high quality wine production using the methods of meticulous and patient cultivation of the vine according to ancient teachings, Sicilia, paradiso di vino - maggio 2014 71 Cantine aperte Cantine Aperte è l’evento più importante che si svolge in Italia con protagonista il vino, la sua gente e i suoi territori. Da ben 22 anni, nell’ultima domenica di maggio, le cantine associate al Movimento Turismo del Vino aprono le proprie porte al pubblico, favorendo un contatto diretto con gli appassionati del vino. L’interesse verso l’evento è cresciuto notevolmente di anno in anno e ha attirato sempre più l’attenzione di turisti e residenti, incuriositi dalla manifestazione ma soprattutto desiderosi di fare un’esperienza di grande valore culturale e umano. Cantine Aperte Sicilia si prefigge l’obiettivo di spiegare agli appassionati l’importanza del vino nella tradizione popolare e il forte legame col suo territorio, la Sicilia, attraverso visite guidate nei palmenti, nei vigneti e con degustazioni tecniche illustrate dai proprietari delle aziende oggi depositari di questo antico sapere. Dunque il vino non è solo una bevanda ma espressione del duro lavoro dell’uomo che opera in magnifica armonia con la terra, la vigna e la storia. Cantine Aperte può essere vissuta come una gradevole domenica in campagna in buona compagnia, o anche come occasione per imparare e conoscere la gente, le tradizioni, la storia, le filosofie di ciascuna azienda nel percorso dalla vigna alla bottiglia. Per conoscere le aziende Siciliane che parteciperanno a Cantine aperte del 25 maggio 2014 è possibile visitare il sito web www.mtvsicilia.it Sul territorio di Licata, a pochi km da Marina di Cala del Sole, le aziende che apriranno le porte al pubblico saranno due tra le più importanti di Sicilia per fascino e per la bontà dei vini, le Aziende Agricole Quignones e la tenuta Barone La Lumia. Ogni anno, in occasione di Cantine Aperte, si svolge al Marina di Cala del Sole il tradizionale raduno di auto storiche “Randa e Pistoni”, una gara di regolarità tra le banchine del porto che si conclude con la degustazione dei vini licatesi. meticolosa e paziente coltivazione manuale della vigna proprio secondo gli antichi insegnamenti, rinunciando alla moderna tecnologia agricola e industriale. Pertanto, se si vuole davvero conoscere la Sicilia - e ciò che nei secoli essa ha accolto e creato – non si deve rinunciare a un’esperienza sensoriale in una delle cantine della regione. Sarà possibile visitare i vigneti, scoprire i palmenti e divertirsi a gustare i vini. La danza dei calici, tra note aromatiche ed equilibrio del gusto, permetterà 72 Sicilia, paradiso di vino - maggio 2014 Open Wineries Open Winery is the most important event featuring wine that takes place in Italy. For the last 22 years, the last Sunday of May, the wineries of the Wine Tourism Movement have opened their doors to the public, encouraging direct contact with wine lovers. Interest in the event has grown considerably from year to year and has attracted more and more attention from both tourists and local people, intrigued by the event but especially eager to experience great cultural and human value. Open Winery Sicily has the remit to explain to all the importance of wine in the folk tradition and the strong link with the country, Sicily, through guided tours of the wineries and the vineyards and tastings promoted by today’s companies, depositories of this ancient knowledge. You don’t just get to sample the wine, you get an insight into the hard work of the men who work in perfect harmony with the land, the vineyard, and its history. Open Wineries can be experienced as a amazing Sunday in the country in good company, or even as an opportunity to learn and know the people, the traditions, the history, philosophies of each estate on the way from the vineyard to the bottle. To find companies that will participate in the Sicilian Open winery of May 25, 2014 you can visit the website www.mtvsicilia.it In the area around Licata, a few km from Marina di Cala del Sole, two of the most important Sicilian wineries will open their doors to the public to sample the charm and the quality of their wines: Quignones Cellar and the Baron La Lumia Estate. Every year, during the Sicilian Open Winery event, the traditional rally of historic cars “Randa and Pistoni” takes place in the Marina di Cala del Sole. This takes the form of a race between the docks of the marina and ends with a tasting of wines made in Licata. within the context of modern agricultural technology and industry. So if you really want to know Sicily - and what it has developed over the centuries - you should not miss a sensory experience in one of the region’s wineries. You can visit the vineyards, discover the presses and have fun tasting the wines. Experiencing the balance between the aromatic notes of taste, allows the visitor to enter the world of wine, learning the difference between drinking and tasting. Indulging in the al visitatore di addentrarsi nel mondo del vino, imparando la differenza tra il bere e il degustare. Mutuando l’esperienza romana dell’Otium si potrà trascorrere del tempo in relax senza rinunciare all’arricchimento culturale, vivendo momenti di convivialità, scambio personale e conoscenza. Si scoprirà così che il nero d’Avola, l’inzolia e gli altri vini non sono tutti uguali ma, in base all’azienda che li produce, presentano caratteristiche differenti. È certo però che ognuno di loro proviene da un’unica radice e ha una sola identità, quella dell’incredibile territorio siciliano. Partendo da Marina di Cala del Sole, potrai visitare: Tenuta Barone La Lumia www.baronelalumia.it Aziende Agricole Quignones www.quignones.it Baglio del Cristo di Campobello www.cristodicampobello.it Feudo Principi di Butera www.feudobutera.it Roman experience of “Otium” you can spend time in relaxation without sacrificing cultural enrichment, in moments of conviviality, sharing and personal knowledge. You will find that the Nero d’Avola, the Inzolia and other wines are not all the same but, depending on the company that produces them, have different characteristics, understanding however, that each of them comes from a single root and a single identity, that incredible Sicily. Starting from Marina di Cala del Sole, you can visit: Tenuta La Lumia Baron www.baronelalumia.it Farms Quignones www.quignones.it Baglio del Cristo Campobello www.cristodicampobello.it Feud Principi di Butera www.feudobutera.it Sicilia, paradiso di vino - maggio 2014 73 PAGINE DI SICILIA Agrigento terra di grandi scrittori, da Pirandello a Sciascia fino a Camilleri, tanti sono gli autori che hanno lasciato tracce indelebili delle loro opere nella letteratura italiana del ‘900 e contemporanea. Abbiamo selezionato due romanzi di altrettanti autori simbolo dell’arte e della cultura siciliana. I volumi sono disponibili in lingua italiana e inglese presso il Caffè Letterario - banchina di riva - Marina di Cala del Sole. Buona lettura! Il GATTOPARDO - di Giuseppe Tomasi di Lampedusa Ed. Feltrinelli, € 7,00 Considerato il manifesto della Sicilianità, l’autore trasse ispirazione da vicende storiche della sua famiglia, i Tomasi di Lampedusa, e in particolare dalla biografia del bisnonno, il principe Giulio Fabrizio Tomasi (nell’opera il principe Fabrizio Salina), vissuto durante il Risorgimento. Per il tema trattato è spesso considerato un romanzo storico, benché non ne soddisfi tutti i canoni. Parte del libro è ambientato a Palma di Montechiaro (25 km ad ovest di Licata), non per niente conosciuta oggi come la “città del Gattopardo”. Scritto tra la fine del 1954 e il 1957, ricevette il Premio Strega nel 1959 divenendo il primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute. Nel 1963 fu riprodotto nel film omonimo di Luchino Visconti. Il titolo del romanzo ha l’origine nello stemma di famiglia dei Tomasi, originaria di Licata. PAGES OF SICILY Agrigento land of great writers, from Pirandello to Sciascia up to Camilleri, so many are the authors who have left indelible traces of their works in Italian literature of the ‘900 and contemporary art. We have selected two novels by many authors symbol of art and culture of Sicily. The volumes are available in English and Italian at the Literary Cafe - wharf Marina di Cala del Sole Happy reading Il GATTOPARDO - of Giuseppe Tomasi di Lampedusa Ed. Feltrinelli, € 7,00 Considered the being Sicilian, the author drew inspiration from historical events of his family, Tomasi di Lampedusa, and in particular from the biography of his great-grandfather, Prince Giulio Fabrizio Tomasi (opera Prince Fabrizio Salina), who lived during the Renaissance. Its subject matter is often considered a historical novel, although not fulfilling all the royalties. Part of the book is set in Palma di Montechiaro (25 km west of Licata), not for nothing known today as the “city of the Leopard.” Written between late 1954 and 1957, he received the Strega Prize in 1959, becoming the first Italian best-seller with over 100,000 copies sold. In 1963 he was played in the movie of the same name dI Luchino Visconti. The title of the novel has the origin in the arms of the Tomasi family, originally from Licata. IL COLORE DEL SOLE - di Andrea Camilleri Ed. Mondadori, € 9,50 THE COLOR OF THE SUN - of Andrea Camilleri Ed. Mondadori, € 9,50 Nel libro l’autore narra di essersi visto recapitare un manoscritto inedito del pittore dannato Caravaggio Merisi e ne racconta il contenuto che racconta del soggiorno del pittore nell’estate del 1607 a Malta e in Sicilia. Dalla trascrizione di Camilleri del diario, scritto in una lingua seicentesca incolta e involuta, risalta l’ossessione dell’artista per il “sole nero” che caratterizza e illumina la travagliata vita di Caravaggio e la sua arte. Nel racconto, Caravaggio si reca a Licata, porto dal quale si imbarcherà per Malta, e nei giorni che precedono il viaggio aiuta un’artista locale a dipingere il quadro “San Girolamo nella fossa dei leoni”, custodito ancora oggi nella chiesetta della Confraternita di San Girolamo della Misericordia. From the transcript of Camilleri’s diary, written in a seventeenth-century unkempt and convoluted, the obsession of the artist stands for “black sun” that characterizes and illuminates the troubled life of Caravaggio and his art. In the story Caravaggio went to Licata harbor from where you embark for Malta, and in the days before the trip helps a local artist to paint the picture “St. Jerome in the lion’s den,” still kept in the church of the Brotherhood of St. Girolamo della Misericordia. Pagine di Sicilia - maggio 2014 75 Tre ore la settimana per diventare un runner Three hours a week to become a runner Il running è il modo più semplice e alla portata di tutti per tenersi in forma. Spesso si inizia con il solo obiettivo di dimagrire ma, superate le prime dure sedute, finisce per diventare una piacevole abitudine, in molti casi una vera mania. Ogni mattina decine di runner corrono per i viali e le banchine di Marina di Cala del Sole, spesso spingendosi sul percorso che si snoda sulla diga foranea di levante fino al faro verde all’imboccatura del porto di Licata, 1,5 chilometri con il mare a destra, a sinistra e davanti! E non a caso uno degli eventi di Marina di Cala del Sole è “Licata in Corsa”, una gara podistica di 10 km all’interno del porto turistico e, da quest’anno (la gara si svolgerà l’8 giugno) il percorso si snoderà anche per le vie del centro storico della città. Allora è tempo di allenarsi, sia che vogliate partecipare alla gara o semplicemente rimettervi in forma per la prova costume, e per farlo è importante conoscere alcuni principi. Il primo è sicuramente la prevenzione da infortuni: il modo migliore per prevenirli è sicuramente fare un buon riscaldamento per preparare gradualmente i muscoli allo sforzo, per evitare infortuni di tipo muscolare come contrazioni, distrazioni o strappi; molto importante è anche l’alimentazione, varia ed equilibrata per evitare la carenza delle sostanze nutritive necessarie per permettere che lo sforzo e il successivo recupero possano avvenire nel modo corretto, senza creare traumi a livello muscolare; infine è importantissimo inserire nel proprio allenamento tecniche di corsa differenti. Un buon programma di allenamento combina esercizi di forza Running is the simplest and most affordable way for everyone to keep in shape. Often it starts only with the goal of losing weight, but after the first hard sessions, ends up becoming a pleasant habit, in many cases a real craze. Every morning, dozens of runners run along the paths and docks of Marina di Cala del Sole, often going on the path that winds along the eastern breakwater 1.5 km to the green beacon at the entrance of the port of Licata, with the sea to the right, left and ahead! It is no coincidence that one of the main annual events in Marina di Cala del Sole is “Licata In Corsa”, a foot race of 10 km within the marina and, this year (the race will take place on June 8th), the route will extend into the streets of the historic center of the city. So now it’s time to train, whether you want to participate in the race or just get into shape for the swimsuit season, and to train properly it is important to know some principles. The first is definitely the prevention of accidents: the best way to prevent them is to warm up gradually to prepare the muscles for the effort and avoid injuries of the muscle contraction type, strains or tears. It is also very important to prepare with a varied and balanced diet in order to avoid the shortage of the necessary nutrients to fuel the effort and ensure that the subsequent recovery can be done in the correct way, without causing trauma to the muscles. And finally it is important to include variety in your training programme. A good training programme combines strength exercises with different types of racing; this means Diventare un runner - maggio 2014 77 con diverse tipologie di corsa. Questo vuol dire cambiare il ritmo, l’intensità, il terreno e il volume di allenamento in modo da sollecitare il fisico in modi diversi. Basta poco per costruire la base del runner e per capire che la giornata troppo piena è solo un alibi. Chi ha i minuti contati dovrà cercare di organizzare l’allenamento nelle sue parti essenziali: sono sufficienti da 3 a 5 ore a settimana per avere una forma accettabile, che consente di affrontare una gara. Le tre sedute settimanali di circa un’ora ciascuna possono essere rivolte ad un podista che vuole mantenersi in forma nonostante la carenza di tempo oppure a chi si avvicina alla corsa ma è molto impegnato. La prima e la terza seduta di allenamento dovranno basarsi principalmente sulla corsa lenta: l’obiettivo è quello di “fare fiato” e abituarsi a correre. Chi non ha un cardiofrequenzimetro per tenere sott’occhio la frequenza cardiaca, che deve mantenersi bassa, si può basare su un vecchio principio: se esci a correre con un amico e riesci a parlare mentre corri significa che il ritmo è lento ed è quello giusto; se dopo pochi minuti che parli e corri vai in affanno allora stai andando troppo veloce. L’allenamento che si svolge al centro delle tre sedute deve mirare a costruire: nelle prime settimane si possono effettuare, dopo un buon riscaldamento, degli allunghi su distanze comprese fra 100 - 200 mt. Successivamente si può passare ad allunghi in salita e ancora introdurre i lavori classici di potenza aerobica come medi, progressivi, o ripetuti. Quindi, orologio alla mano, 180 minuti a settimana per indossare pettorale e correre! di Giancarlo La Greca 78 Diventare un runner - maggio 2014 changing the pace, intensity, terrain, and the amount of exercise in order to gain the maximum physical benefit. Proper preparation for the ace requires at least 3 to 5 hours training a week. For those with high demands on their time this requires careful organizing to make the best use of the training time. Three weekly sessions of about an hour each should be enough for those who want to keep in shape and those who want to participate in the race but who have limited time for training. The first and third training session should be conducted at an easy pace; the goal is to “take breath” and get used to running. If you do not have a heart rate monitor with which to keep an eye on your heart rate, which must be kept low, you can rely on an old principle: if you go out running with a friend and you can talk while you run, the pace is the right one, but if after a few minutes you find that you are too out of breath to talk, you’re going too fast. The training that takes place in the middle of the three sessions should aim to build your stamina: in the first weeks, after a good warm up, sprint over distances of between 100-200m, aiming to gradually reduce your recovery time between each sprint. Then you can switch to running uphill increasing the aerobic exercise progressively. So, watch in hand, 180 minutes per week for wearing bib and run! by Giancarlo La Greca Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima. After the magic moment when my eyes were opened to the sea, I was not longer possible to see, think and live as before. Jacques-Yves Cousteau
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